Giovedi 10 Aprile 2008
Qualche giorno fa , durante la pausa
pranzo , passeggiavo chiacchierando con Michele ( Napoleon in rags ) per le
stradine di Aosta mentre ci stavamo dirigendo alla pizzeria per mangiare un
calzone di quelli da antologia . Dopo esserci stancati di parlar di politica
, stranamente il discorso è caduto su Bob . Ad un certo punto , visto che
stavamo parlando di libri dedicati a sua Bobbità , ho chiesto a Michele : "
Perchè non mi fai un elenco dei libri che ogni dylaniano deve assolutamente
avere in casa ?". " Zero Killed , vieni domani in negozio , lo troverai
pronto "....................
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Il commento di Paolo Vites sul Pulitzer a Dylan
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Einstein - the first rock star?
image courtesy of NASA
<<Einstein mascherato da Robin Hood>> cantava Dylan in
Desolation Row.
Nessuno scienziato ha mai completamente trasceso il ruolo di
“esperto” per diventare un emblema di logica e ragione, come fece Einstein.
Oggi sappiamo indicare il momento preciso in cui egli è diventato
un’icona: il 6 Novembre 1919. Quella notte
la Royal
Society tenne un
meeting speciale a Londra per annunciare i risultati delle osservazioni
che sembravano confermare la “Teoria della Gravità” e la “Teoria Generale
della Relatività” del fisico.
Il giorno dopo il Times di Londra annunciava che il lavoro
dello scienziato riassumeva: “A revolution in science, a new Theory of
the universe, and Newton’s ideas overthrown”.
Il New York Times, tre giorni dopo riportava: ”Le stelle non
sono più dove si pensava fossero – o dove sono state calcolate fino ad
ora-”. Alla fine di quell’anno Einstein diventò un personaggio pubblico (public
property).
Una grande parte del suo fascino fu dettato dal suo essere
fotogenico, era uno che piaceva all’obiettivo e lui sapeva come giocarci:
basta ricordare le foto in cui è alla guida di una bicicletta o quella in
cui fa la linguaccia! Una famosa storia dell’epoca lo dimostra: gli fu
chiesto da uno sconosciuto cosa faceva per vivere e la sua risposta fu
<<Faccio il modello per un fotografo>> !!
Non ha mai nascosto mai le sue idee sull’aborto, la pena di morte e
il proibizionismo. Nessuno scienziato prima di lui è mai stato così aperto
al pubblico.
Einstein completò il suo lavoro nel
1915 a Berlino, che di lì a poco
sarebbe diventata la capitale della più distruttiva guerra del mondo, fatto
che condizionò profondamente la sua vita e il suo lavoro degli anni a
venire.
Con l’avvento dei primi cinegiornali al cinema e delle trasmissioni
radiofoniche, tra la fine degli anni ’20 e i primi anni ’30 la sua immagine
e la sua voce l’avevano fatto conoscere in tutto il mondo a milioni di
persone.
Fu -in un certo senso- la prima rockstar!! Aveva trovato la sua
verità con la sola forza della sua mente, e con essa nel 1919 portò una
ventata di speranza di nuovo inizio in un’Europa tremendamente ferita.
<<…Now you
would not think to look at him, but he was famous long ago, for playing the
electric violin, on Desolation Row…>>
original link
( Dean Spencer )
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Roger McGuinn: “still flying solo”
Quando Roger McGuinn attaccò la sua Rickenbacker a 12 corde
all’amplificatore e ne distorse il suono, nacque uno dei momenti chiave
della musica folk rock.
Il suono era proprio quello che McGuinn –un vecchio artista della
musica folk- stava cercando per iniziare la sua versione di “Mr
Tambourine man”.
Dal 1964 al 1973 The Byrds (che avevano già una hit al primo posto
con “Turn turn turn”), crearono una manciata di album innovativi, che
aprirono le porte a varie forme musicali, come country rock,
psychedelic rock e folk rock, e che poi altre band avrebbero
seguito e sviluppato.
Con McGuinn anche David Crosby, Chris Hillman, Gene Clark, Michael
Clark e più tardi Gram Parsons furono inseriti nella Rock’n’roll Hall of
Fame nel 1991.
Negli ultimi 10 anni McGuinn ha lavorato su un progetto chiamato “The
Folk Den”: si tratta di rivisitare vecchie canzoni folk ormai quasi
dimenticate. Il suo album del 2002 “Treasures from the Folk Den”
conteneva contributi da Pete Seeger, Joan Baez, Judy Collins e Odetta, ed è
stato nominato per un Grammy Award.
McGuinn commenta: <<Dylan aveva appena finito “Good as I’ve been
to you”, ma io non sapevo nemmeno che l’avesse fatto. Sembra strano, ma
abbiamo sempre lavorato su percorsi paralleli: mentre lui faceva “Basement
Tapes”, noi stavamo entrando nel nostro periodo country, non
eravamo in contatto, ma probabilmente ricevevamo gli stessi impulsi!>>…
…<<Ho cominciato a mettere su internet una canzone folk al mese nel
1995, tuttora lo faccio. Ora nei miei concerti c’è un po’ di tutto: canzoni
folk, registrazioni “solo” e roba dei The Byrds. Non mi manca suonare
col gruppo, perché con la
Rickenbacker
ho un sound pieno ed
è molto più semplice muoversi senza grossi mezzi>>.
Quando gli si chiede se il cambiamento di Dylan da acustico a
elettrico può essere stato influenzato dai Byrds: <<Forse>>,
risponde, <<Ma so che dopo aver sentito la versione di ”House of the
Rising Sun” dei The Animals, si rese conto che avrebbe potuto
facilmente farlo anche lui. Prima era contento di essere un folk singer,
ma dopo The Animals e il nostro “Mr Tambourine Man”, volle provare la
scena rock…>>.
Domanda: <<Volevi fare di “8
Miles High” una
canzone psichedelica?>>
Risposta: <<In realtà era una canzone sull’andare in Inghilterra:
parlava dello shock culturale che abbiamo ricevuto quando ci siamo andati,
con le ragazze che urlavano e la stampa che non ci accettò mai veramente.>>
D:<<Stavi per registrare con Dylan nel 1970. Ti penti di non averlo
fatto?>>
R:<<Beh, i ragazzi della band volevano tornare in California, ed
era tutto abbastanza vago (sia il dove che il quando avremmo dovuto farlo),
ma avrei dovuto essere più forte e insistere sul rimanere lì un po’ più a
lungo… ma avrebbe potuto trasformarsi in un ammutinamento… quindi
partimmo!>>
D:<<Puoi dirci qualcosa sul tuo famoso guitar sound?>>
R:<<Vidi George Harrison in “A hard Day’s Night”, aveva una
chitarra Rickenbacker, sembrava a 6 corde, ma era una 12! Vendetti la
mia Gibson 12 corde, il mio banjo, aggiunsi un po’ di dollari e mi comprai
una Rickenbacker. Cominciai a suonarla come un banjo, l’ho
suonata come farebbe un folkie. La prima volta che suonai “Mr
Tambourine Man” rimasi sbalordito: non potevo credere al sound che
avevamo trovato. Quella canzone per me è come una preghiera: Mr
Tambourine Man per me era Dio e
la Magic
Swirling Ship era la
Terra. Facemmo solo una strofa perché le radio a quei tempi non
trasmettevano canzoni più lunghe di 2 minuti e 30. Ma io amo tutta la
canzone: nei concerti ora canto spesso tutte le strofe>>.
D:<<Senti mai
Crosby?>>
R:<<Comunico di più con Hillman, più che altro emails, ma ho
parlato con Crosby ad agosto, augurandogli buon compleanno>>.
D:<<Si parlava di una rimpatriata dei Byrds…>>
R:<<Sono contento di essere un artista solo, non ho
interesse nel riformare una band.>>
D:<<Qual è la tua canzone dei Byrds preferita?>>
R:<<Beh, so che quella di Dylan è “Lay down your weary tune”
–me l’ha detto di persona un giorno-, ma il mio album preferito è “Notorius
Byrd Brothers”, penso che sia pluridimensionale.>>
D:<<Quando si pensa che i Byrds sono passati dal folk rock
al country rock allo psychedelic rock è incredibile: cosa puoi
dirci di questo?>>
R:<<Noi non volevamo essere etichettati una cosa o l’altra. La
maggior parte dei musicisti la pensano così. Come artista può essere
restrittivo…>>.
original link
( Dean Spencer )
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I PINK FLOYD DI NUOVO INSIEME
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La prima
missione per arrivare alla conquista del mondo partì dagli Stati Uniti
d'America, per essere più precisi nel Minnesota, nella cittadina di
Duluth. Fu per caso che Holk individuò il punto di partenza di quel
fantastico progetto che voleva costruire.
Stava ascoltando Virgin Radio su 106.6fm e cominciò a non tollerare più
quelle schitarrate distorte e quelle voci imbutate dei paladini Indie Rock e
così decise di accendere la TV. Qui Holk venne a conoscenza di un tale
Robert Allen Zimmermann che si faceva chiamare Bob Dylan ma anche Elston
Gunnn, Bob Dillon, Blind Boy Grunt, Bob Landy, Tedham Porterhouse, Robert
Milkwood Thomas, Lucky Wilbury , Boo Wilbury, Jack Frost, Sergei Petrov,
Justin Case, Elmer Johnson. Troppi nomi, pensò. Ma a lui non interessava il
suo nome...interessava la sua musica: il folk. Decise che con quella musica
avrebbe acquisito enorme potere nella scena mondiale. Ma ovviamente da quel
giorno si sarebbe chiamata musica HOLK.
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