Ha suonato a Roma pochi giorni fa per un concerto storico. Mai come in
questo suo ultimo Tour mondiale Paul Mc Cartney ha eseguito canzoni scritte
quando era uno dei Beatles: "Hey Jude", "Let it be", "Eleanor Rigby",
"Michelle", "Yesterday"… Canzoni che hanno segnato la storia della musica e
che nascondono alcuni segreti inquietanti. Uno dei quali riguarda
direttamente lui... Che ci fa Aleister Crowley, uno dei più sinistri maghi
del Novecento sulla copertina del più famoso disco dei ragazzi di Liverpool,
"Sgt. Pepper's Lonely hearts club band"? Perché tanti indizi tendono a
dimostrare che il vero Paul Mc Cartney morì tragicamente nel 1965? Perché i
satanisti guidati da Charlie Manson, gli assassini dell'attrice Sharon Tate
e di alcuni suoi amici a scrissero col sangue delle loro vittime i titoli di
alcune canzoni dei Beatles sui muri della casa? Come mai canzoni e copertine
del gruppo rock più famoso di tutti i tempi sono pieni di simboli esoterici,
messaggi subliminali, frasi nascoste, enigmatiche, a volte registrate al
contrario? Perché, a ben vedere la produzione musicale di un gruppo
generalmente noto per la sua spensieratezza e positività è invece legata
strettamente alla morte?
Moltissimi protagonisti della storia del rock hanno avuto a che fare con il
mistero, con l'esoterismo e spesso addirittura col satanismo. Ma nel caso
dei Beatles il discorso si fa più complicato perché, secondo alcune
ricostruzioni, in circa tre anni il gruppo più famoso di tutti i tempi
cambiò radicalmente tipo di musica, stile di vita, ispirazioni. E forse
anche formazione…
12 ottobre 1969. A Detroit, il disc-jockey Russ Gibb riceve una telefonata
anonima: dall'altra parte del filo una voce maschile gli dice che Paul Mc
Cartney è morto in un incidente stradale nel 1965 e che, dopo essere stato
sostituito da un sosia, tale William Campbell, i tre membri superstiti del
gruppo, John Lennon, George Harrison e Ringo Starr, hanno cominciato a
seminare nei loro dischi, tracce dell'accaduto. La voce anonima consiglia
Gibb a guardare meglio certe copertine dei dischi dei Beatles e ad ascoltare
con attenzione i finali di alcune canzoni, in alcuni casi facendole anche
suonare al contrario…
Da quel momento scatta un'impressionante caccia ad ogni possibile traccia
nascosta nella musica e nelle copertine dei Beatles. Una caccia che si
rivelerà incredibilmente ricca e inquietante. Infatti non solo verranno
fuori molti indizi che dicono che il vero Paul Mc Cartney era morto ma anche
che il gruppo più famoso del mondo aveva conoscenze insospettabili del mondo
dell'esoterismo e della magia.
La prima data da ricordare è quella del dicembre 1965. In quel mese esce
l'album "Rubber Soul" e un 45 giri con una canzone non compresa nel disco
principale: si intitola "We can work it out", cioè "Ne possiamo uscire",
oppure "Ce la possiamo fare". Da cosa? C'è chi ha sostenuto che questo brano
voleva celebrare il ritrovato ottimismo del gruppo dopo la drammatica
perdita di un suo importante membro. Di certo c'è che da questo momento le
cose iniziano a cambiare velocemente. I Beatles abbandonano lo stile e le
divise degli esordi, non si presentano più vestiti tutti uguali, iniziano a
lavorare a un album che segnerà la svolta della loro carriera: "Revolver".
Con "Revolver", uscito nel 1966, le cose cambiano radicalmente. Le canzoni
dei Beatles iniziano a presentare suoni mai sentiti prima. E anche i testi,
un tempo pieni di Yeah, Yeah, di amori adolescenziali e ottimismo un po'
ingenuo, ora hanno temi più cupi, a tratti decisamente inquietanti.
"Revolver" è l'album di canzoni memorabili come "Eleanor Rigby", "Yellow
Submarine", "Here, there and everywhere". Ma altre canzoni, contenute in
quest'album, presentano evidenti richiami alla morte e all'esoterismo. Ad
esempio in "Taxman" George Harrison canta: "Dichiarate i penny che avete sui
vostri occhi", un'immagine che richiama l'antica consuetudine - evidente
anche sull'uomo della Sindone - di porre sugli occhi dei defunti delle
monete. I ritmi rarefatti e angosciosi di "Tomorrow Never Knows", frutto di
registrazioni sperimentali assolutamente all'avanguardia per i tempi,
sembrano giustificati dal fatto che il titolo della canzone è tratto dal
"Libro tibetano dei morti" mentre ancora di morte si parla in "She said, She
Said", dove Lennon canta: "Lei disse io so com'è essere morti, Io so cos'è
sentirsi tristi…". Riferimenti al misterioso incidente d'auto che avrebbe
ucciso il vero Mc Cartney sarebbe anche nella già citata "Taxman" oltre che
nella celebre "Eleanor Rigby" dove si parla di un prete - Padre McKenzie -
"che prepara il sermone per una cerimonia cui nessuno assisterà". Un
riferimento, forse, al fatto che McCartney fu sepolto in tutta fretta e in
gran segreto, alla presenza di un certo Padre McKenzie? Ma come anche in
altri dischi successivi, anche la copertina di "Revolver" presenta una
traccia. Qui infatti Paul è l'unico defilato, addirittura di profilo. Come a
dire: non sono più con voi…
Con l'album successivo a "Revolver" le prove della presunta morte di Paul Mc
Cartney si moltiplicano insieme ai rimandi esoterici più disparati. Qui,
come non mai, è la copertina ad essere letteralmente infarcita di segni che
hanno scatenato migliaia di appassionati, contribuito alla nascita di
migliaia di siti internet e addirittura ad alcune dotte tesi di laurea…
A sottolineare la loro nuova vena artistica, i Beatles concepirono la
copertina di "Sg. Pepper's Lonely Heart's club band", uno degli album più
famosi e celebrati di tutta la storia del rock, come un'esplosione di colori
e con la citazione di quelle che Ringo Starr definì "le persone che amiamo e
ammiriamo". E così, insieme a Stanlio e Ollio, Marlon Brando, Carlo Marx,
Bob Dylan e Jane Harlow, ci sono i Beatles prima maniera, tristi e vestiti
di nero, lo scrittore noir Edgar Allan Poe e soprattutto il mago satanista
Aleister Crowley, profeta dell'uso delle droghe e dell'amore libero. Due
attività molto praticate all'epoca nell'ambito delle celebrità rock. In
particolare, in questo disco è evidente l'influenza esercitata dalle droghe
nella composizione di molte canzoni. Mentre, come dicevamo, la copertina (e
anche alcune canzoni con riferimenti, più o meno chiari, al fatale incidente
d'auto) è un continuo richiamo alla presunta morte di Paul Mc Cartney. Nella
foto principale i quattro musicisti, vestiti di colori sgargianti, hanno ai
propri piedi una specie di tomba adornata da fiori gialli posti a forma di
chitarra basso a quattro corde, lo strumento suonato da Mc Cartney. Nella
stessa foto la testa di Mc Cartney è sormontata da una mano aperto, un
simbolo di morte nelle culture orientali. All'interno del disco, un'altra
foto mostra sulla divisa da circo di Mc Cartney un distintivo con la sigla
OPD: una formula in voga nei paesi anglosassoni per indicare una persona
"dichiarata ufficialmente morta": Officially Pronounced Dead. Ma non basta:
c'è chi ha avuto l'idea di mettere uno specchio e appoggiarlo
perpendicolarmente, sulla gran cassa, tra le parole "Lonely" ed "Hearts".
Così facendo compare la scritta "1 One 1" (cioè i tre membri superstiti) e
poi "He die": lui è morto. E, guarda caso, la freccia tra "He" e "Die" punta
proprio verso Mc Cartney…
Forse non basterebbe un'intera puntata di "Voyager" per raccontare per filo
e per segno questa storia. La fantasia di migliaia di investigatori più o
meno improvvisati, al lavoro da oltre trent'anni, ha permesso di raccogliere
una massa enorme di apparenti riscontri. Alcuni sembrano un po' improbabili,
altri invece fanno pensare. Certo i Beatles non si risparmiarono, aumentando
di disco in disco i segnali che sparavano che i loro fans avrebbero
raccolto. Una speranza che non è andata delusa…
"Con "Magical Mystery Tour", uscito alla fine del 1967, il gioco, se così
vogliamo chiamarlo, continua. Nella celebre "Strawberry Fields forever",
Lennon avrebbe inserito un nastro alla rovescia in cui si sente la frase "Ho
sepolto Paul". Mentre in "I'm the Walrus" riproducendo al contrario una voce
di sottofondo si sente dire: "Ha ha, Paul is Dead". Cioè: "Ha ha, Paul è
morto". Nella copertina, in una foto interna, Mc Cartney è seduto davanti
alla scritta "I was" (cioè "Io ero" mentre, in un'altra, due bandiere sono
sulla sua testa, così come usa nei funerali militari. In copertina invece,
col solito gioco dello specchio, la parola "beatles" per alcuni poteva
diventare un numero di telefono di Londra: 2317438. A lungo, si sostiene,
chiamando a quel numero si poteva sentire una voce registrata che diceva:
"Ti stai avvicinando". Forse intendeva avvicinarsi alla verità? Chissà…
A parte le indicazioni sulla presunta morte di Mc Cartney, in questi dischi
molte canzoni, grazie all'influenza delle droghe, sembrano accennare alla
possibilità di raggiungere l'estasi e quindi stadi di conoscenza più
elevati. Insomma il "Magical Mystery Tour", il "Misterioso Magico Viaggio"
per i Beatles poteva essere fatto anche con mezzi diversi da un variopinto
autobus…
Novembre 1968, esce l'unico album doppio dei Beatles. E' il cosiddetto
"White Album". Dopo il bianco e nero di "Revolver" e l'esplosione di colori
di "Sgt. Pepper's" e "The Magical Mystery Tour"., gli ormai ex ragazzi di
Liverpool sembrano voler tornare alla sobrietà: canzoni apparentemente meno
elaborate, copertina tutta bianca, nessun titolo. Questa volta basta il solo
nome del gruppo: The Beatles. Ma alcuni dei 30 brani del disco hanno
rivelato aspetti decisamente particolari. A cominciare da "Revolution Nine",
quasi dieci minuti di suoni e parole in libertà in cui John Lennon cerca di
ricreare un'atmosfera irreale e cupa, dove la frase "revolution nine"
ripetuta ossessivamente, tra voci angosciate, rumori di incidenti e
singhiozzi, nasconde un messaggio nascosto. Infatti, ascoltata al contrario
anche questa frase produrrebbe ben altre parole: "Turn me on dead man", cioè
"Accendimi uomo morto". Mentre in "I'm so tired", alla fine del brano si
sente una voce confusa che, ascoltata al contrario, direbbe: "Paul is Dead
man: miss him, miss him, miss him!". Cioè "Paul è morto uomo, mi manca, mi
manca, mi manca…". E che dire delle canzoni "Piggies" (cioè "Maiali) di
George Harrison ed "Helter Skelter" che il satanista e psicopatico Charles
Manson e i suoi accoliti ascoltavano rapiti, convinti che quelle, come molte
altre canzoni dei Beatles, contenessero dei chiari messaggi dall'aldilà.
Nella brutale strage della notte del 9 agosto 1969, quando Manson e i suoi
uccisero l'attrice Sharon Tate, moglie di Roman Polanski, incinta di otto
mesi, e quattro suoi amici, in una villa vicino Los Angeles, scrissero sui
muri col sangue delle loro vittime, proprio i titoli di quelle due canzoni.
E durante il processo che seguì, "Helter Skelter" venne ascoltata più volte
in tribunale per cercare le tracce di quei messaggi che Manson affermava di
aver capito ed eseguito.
Siamo arrivati alla fine anche perché, con "Abbey Road" siamo all'ultimo
vero disco dei Beatles. La copertina di questo splendido lp ha fatto versare
fiumi di inchiostro per le solite tracce della morte di Mc Cartney: i
quattro Beatles camminano in fila, come in un funerale…
Lennon, vestito di bianco, è il prete, Harrison è il becchino, Ringo Starr
l'uomo delle pompe funebri e ovviamente Mc Cartney è il defunto. E' l'unico
a camminare a piedi nudi quasi a indicare l'usanza di seppellire i morti
senza scarpe, ha un passo diverso dagli altri, benché notoriamente mancino
ha la sigaretta nella mano destra. E sul Maggiolino Volkswagen bianco,
parcheggiato, sulla sinistra, una targa con su scritto: "28IF". Cioè: "28
se". SE Paul fosse stato vivo in quel momento avrebbe avuto 28 anni.
Alle domande su questa faccenda, sia Paul Mc Cartney che gli altri Beatles
hanno sempre risposto in maniera sarcastica e divertita. Non hanno mai
ammesso di aver seminato tracce esoteriche nei propri dischi e hanno sempre
mostrato scetticismo anche di fronte alle circostanze più lampanti. Solo
recentemente, Paul Mc Cartney, ormai cinquantenne, ha voluto dire la sua:
nel 1993 ha pubblicato un disco dal vivo. Il titolo era "Paul is live". Cioè
Paul è vivo. Sulla copertina il celebre attraversamento pedonale di Abbey
Road a Londra solo che lui è solo con un cane. E sulla sinistra, il
Maggiolone bianco ha cambiato targa: 51 IS. Letteralmente "51 anni è", e non
"51 anni se".
( da "Voyager" -
link originale )
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