MAGGIE'S FARM

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Roger McGuinn and The Byrds

   

Roger McGuinn

Nella sua carriera solista Roger McGuinn ha trasformato il sound chitarristico dei Byrds in una disciplina semiotica, in cui ogni nota della sua 12-string Rickenbaker diventa un gesto barocco. Le sue ballate al confine fra beat, folk-rock e country-rock sono sorrette da quei timbri di chitarra allo stesso modo in cui le colonne sonore di Morricone sono sorrette da passaggi orchestrali atmosferici. McGuinn ha continuato a rifinire quella disciplina in maniera ossessiva.

Roger McGuinn (Columbia, 1973) e Peace On You (Columbia, 1974), in gran parte scritti in coppia con Jacques Levy, coniarono uno stile brillante e rilassante che era in fondo una variante populista dell'easy-listening (la sincopata My New Woman sul primo, con armonie vocali complesse e sassofono jazz, lo spiritual corale di Peace On You sul secondo, la Better Change di Dan Fogelberg sul secondo), moderata con lamenti alla Bob Dylan (l'anthem accorato I'm So Restless sul primo, il solenne gospel-country Bag Full Of Money sul secondo), ovvi echi del jingle-jangle dei Byrds (Same Old Sound sul secondo) tributi alla tradizione (lo shuffle con piano jazzato e ritmi bluegrass di Gate of Horn sul secondo e il surf innocente di Draggin' sul primo).

Roger McGuinn & Band (CBS, 1975) faceva leva soprattutto sulle restaurate Born To Rock And Roll (una lamento country-rock con ritornello in stile rockabilly) e Lover Of The Bayou (un roccioso soul-rock) del repertorio dei Byrds, mentre il resto era composto dal suo gruppo di accompagnamento (Stone assomiglia a Let It Be dei Beatles) eccetto la Caraibica Lisa e Easy Does It.

Al culmine delle sue capacita` di arrangiatore folk-rock, McGuinn scodello` Cardiff Rose (CBS, 1976), che contiene l'incalzante rock'n'roll Take Me Away, finalmente uno show del suo pirotecnico stile alla chitarra, la singhiozzante Dreamland di Joni Mitchell (trasformata in un hard-rock alla Jethro Tull), Dixie Highway (l'ennesimo country-gospel), Heave Away, la marziale ballata medievale Jolly Roger e Portues In Crime.

Venne poi Thunderbyrd (1977), con la spettrale Russian Hill (forse il suo apice psicologico) e il rock'n'roll di All Night Long.

Dopo un lungo silenzio interrotto soltanto dalla collaborazione McGuinn, Clark & Hillman (Capitol, 1979), che contiene la sua Don't You Write Her Off, e da City (Capitol, 1980), in coppia con Chris Hillman, McGuinn torno` sulle scene con Back From Rio (Arista, 1991), un disco di puri cliche` del Byrds sound (in particolare la solenne ballata King Of The Hill e la novelty Car Phone).

Born To Rock And Roll (Columbia, 1992) e` un'antologia della sua carriera solista.

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Roger, raccontami chi erano i Byrds

Prima di loro non si era mai sentito parlare di folk-rock psichedelico, tanto che i critici musicali dovettero inventarsi la parola “raga-rock”. Tutt’oggi i Byrds, a quarant’anni dal loro esordio, sono tra le più citate band del pianeta. Tutto cominciò quando un gruppo di ragazzini transfughi in California decise che Bob Dylan e i Beatles erano le cose più eccitanti capitate nel mondo della musica. Tra loro solo Roger McGuinn sapeva suonare: imbracciò la sua Rickenbaker 12 corde, prese Mr Tambourine man di Dylan, creò un nuovo arrangiamento, la trasformò in quattro quarti e la lanciò in classifica. Dylan, che già aveva ascoltato la versione alle prove nel 1964, apprezzò e forse proprio in quell’occasione capì che “elettrizzarsi” non sarebbe stato così male. Da una parte c’era David Crosby, il visionario, lo psichedelico. Dall’altra McGuinn, a rappresentare l’ala più folk, legata alla terra, al pragmatismo della tradizione. McGuinn non ha mai smesso di suonare. Lui che rock star non voleva essere (tanto che coi Byrds scrisse So you want to be a rock and roll star, ironica canzone sull’effimero nel rock), ha intrapreso un percorso di ricerca a ritroso per riportare alla luce la purezza del repertorio folk americano. Noi l’abbiamo incontrato in occasione dell’ennesimo cofanetto dedicato alla sua band, There’s a season.


Signor McGuinn, guardando indietro, quando ancora non vi chiamavate Byrds ma eravate The Jet Set o The Beefeaters, che vede?


Dei musicisti molto giovani e molto naïve che tentavano di suonare come i Beatles. Ma è ancora più interessante proseguire nell’ascolto e scoprire come siamo riusciti a sviluppare gradualmente il nostro stile. Un giorno andammo tutti assieme a vedere il film dei Beatles “A hard day’s night” e capimmo che dovevamo metterci sotto.


Da diversi anni a questa parte c’è un incredibile rinascita del folk, come lo spiega?


Ne sono felicissimo, perché il folk è il mio primo amore. Ogni tot anni si ripresenta puntuale all’appuntamento, è ciclico. Non so spiegarmi il motivo. L’unica cosa che mi sento di dire è che alla gente piace usare la musica come mezzo per stimolare il pensiero, ma poco dopo si stufa di pensare troppo e allora vuole ballare.


Perché il folk è musica “per pensare”?


Perché racconta delle storie. Le canzoni folk originarie erano usate come un giornale: per diffondere le notizie, per aggiornare la gente su cosa accadeva nella comunità. Sono le umanissime e interessanti storie di uomini che lo popolano a fare la grandezza del folk. Cosa c’è di più interessante, di più vero?
Per questo ha deciso di tornare totalmente al folk con il suo progetto filologico “Folk Dan Project”?
Ero colpito dal fatto che il folk tradizionale era stato messo nel dimenticatoio. Si era imposta una nuova figura: non più cantante folk ma il cantautore, con la relativa chiusura al patrimonio tradizionale. Il motivo era semplice: se sei autore delle tue canzoni guadagni molto di più. In questi dieci anni ho scoperto tonnellate di canzoni, catalogate, risuonate, messo su Internet: blues, canzoni di cowboy, di marinai, canti stagionali, spiritual. È un patrimonio enorme, ho solo cominciato.


Immagino lei abbia apprezzato il lavoro di Springsteen su Seeger…


Moltissimo. Riscoprire le radici significa ricostruire lo sviluppo della nostra civiltà, di noi stessi. Seeger, un monumento americano, meritava dopo tanto silenzio una rivalutazione. Anche lui era stato messo da parte in questo paese senza memoria.


A proposito di Seeger… come decideste di fare coi Byrds la sua “Turn turn turn”?


Ero un suo fan, andavo ai suoi concerti. Al tempo lavoravo con Judy Collins che interpretò nel suo album “Turn turn turn”. Qualcuno dei Byrds mi chiese di suonarla e mi disse: hey, sarebbe bellissimo rifarla! Non ne parlai al tempo con Pete. La canzone diventò subito una hit, così Pete ci scrisse una lettera dicendoci che gli era molto piaciuta. Ancora la conservo. Tutt’oggi ci scriviamo e ci scambiamo le nostre opinioni sul folk.


I Byrds, prima dei litigi, erano il perfetto equilibrio tra lei, professionale, studioso del country e del folk e David Crosby, l’irregolare, il visionario. È vero?


Oh certo, ma eravamo entrambi due hippie con la passione per la letteratura beat e per il jazz, che era la fonte di ispirazione primaria di David per le sue ballate psichedeliche. Ma concordo sul fatto che lui fosse la personalità più sognante tra i due (ride). Però capitava anche a me di descrivere le cose del mondo guardandole da una prospettiva aerea…


Difatti fu lei a scrivere la lisergica “Eight miles high”…


Al tempo eravamo in tour attraverso gli Stati Uniti su un bus. Ci fermammo da un amico di David e lì ascoltammo “India” di Coltrane. Presi una cassetta e registrai su un lato “India” e sull’altro un disco di Ravi Shankar. Durante tutto il tour, per trenta giorni, non facemmo che ascoltare quella cassetta e tornati a Los Angeles per registrare, quella musica inevitabilmente rivenne a galla.


La nuova raccolta si intitola “There is a season”. Come ricorda quella “stagione”?


Sono felicissimo del lavoro fatto con i Byrds. Avremmo certo potuto evitare degli errori, ma non cambierei niente. Ad oggi quando riascolto le nostre canzoni sento chiaramente il suono di un’epoca, ma sento anche che appartengono all’eternità, perché in fin dei conti non facevamo che folk music.


Intervista di Silvia Boschero

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THE BYRDS

 

The Byrds sono stati un gruppo musicale [pop-rock]] californiano in auge particolarmente nella seconda metà degli anni sessanta. Mossero i primi passi suonando in piccoli locali della costa occidentale degli Stati Uniti raggiungendo presto una certa notorietà.

Sono stati a lungo considerati la risposta americana al "fenomeno" Beatles, dai quali mutuarono talune sonorità poi personalizzate attraverso riff di stile inconfondibile diventati quasi un marchio di fabbrica del loro particolare sound.

Il gruppo è stato fra i fondatori del folk-rock e del country-rock, generi musicali che, sull'onda dei molti mutamenti del XX secolo, coniugavano la musica popolare di stampo anglosassone alle moderne sonorità del rock and roll.

Nati originariamente come trio con il nome di Jet Set - con Jim McGuinn (che poi assumerà il nome di Roger) e David Crosby alla chitarra e Gene al tamburino - si sciolsero ufficialmente nei primi anni settanta.

Il loro nome figura dal 1991 nella Rock and Roll Hall of Fame. La rivista Rolling Stone li ha classificati fra i cinquanta migliori artisti rock di sempre.

Nell'autunno del 2006 l'etichetta discografica Columbia Records ha pubblicato per la serie Legacy un box - dal titolo There Is A Season (frase che compare in un verso della loro canzone "Turn! Turn! Turn!", il cui testo è ispirato al libro dell'Ecclesiaste) - composto da quattro CD ed un DVD che racchiude l'intera loro storia musicale.

Nella collezione vengono ripercorse le tappe della loro carriera, dagli esordi nei primi anni sessanta - come Jet Set e poi come Beefeaters - fino alle reunion (solo estemporanee) degli anni ottanta, spesso avvenute tuttavia con formazioni rimaneggiate rispetto all'organico originale.

I brani inclusi nei CD sono novantanove e comprendono cinque inediti da esibizioni in concerto; costituiscono una documentazione esaustiva di ciò che la musica degli interpreti di "Mr. Tambourine Man" ha rappresentato nella storia del rock.

La musica dei Byrds è stata apprezzata - e considerata per molti versi innovativa - per la leggerezza dell'impasto sonoro e per la suggestione restituita dalla parte vocale, improntata su cori in falsetto (tutti i componenti erano, oltre che capaci musicisti, anche validi vocalist). In una parola, i loro brani - specialmente quelli riferiti alla prima produzione - davano la sensazione di volare in alto, come gli uccelli da cui avevano preso a prestito, storpiandolo, il nome.

Ma otto miglia più in alto (il brano Eight Miles High è uno dei loro più conosciuti) prese il sopravvento segnando, con lo scioglimento della formazione originale, la fine di un volo tanto intenso quanto breve.

Il loro primo LP - In the Beginning - lo avevano inciso nel 1964 negli "World Pacific Studios", allora all'avanguardia, e molto del materiale registrato durante quelle sessioni di lavoro verrà pubblicato solo successivamente nell'album Pre-Flyte (Prima del volo, 1969).

Dopo lo sfolgorante successo ottenuto nel 1965 con il disco singolo Mr. Tambourine Man (versione in chiave rock di una allora sconosciuta canzone di Bob Dylan in cui era messo in evidenza un uso inconsueto del basso elettrico), l'organico originale andò avanti nel suo ruolo di risposta americana al pop dei Beatles con il seguente Turn! Turn! Turn!. Durante la lavorazione di 5th Dimension Gene Clark, fino a quel momento il compositore più prolifico del gruppo, lascia per cominciare una difficile e sottovalutata carriera solista

Per loro furono coniate varie etichette: ad esempio, quella di ideatori del raga-rock, il rock orientaleggiante il cui suono era prodotto specialmente dalla chitarra modello Rickenbacker a dodici corde elettrificata suonata come fosse un sitar dal leader del gruppo Roger McGuinn.

Sull'onda delle esperienze psichedeliche composero quello che è forse il loro album più noto, 5th Dimension (e la suggestiva copertina li vedrà veleggiare su un sontuoso e variopinto tappeto di foggia orientale).

Per loro furono coniate varie etichette: ad esempio, quella di ideatori del raga-rock, il rock orientaleggiante il cui suono era prodotto specialmente dalla chitarra modello Rickenbacker a dodici corde elettrificata suonata come fosse un sitar dal leader del gruppo Roger McGuinn.

Sull'onda delle esperienze psichedeliche composero quello che è forse il loro album più noto, 5th Dimension (e la suggestiva copertina li vedrà veleggiare su un sontuoso e variopinto tappeto di foggia orientale).

Del gruppo dei Byrds hanno fatto parte musicisti che, nel corso degli anni, avrebbero goduto di un grande successo anche come solisti o in altri complessi rock. Fra essi, i cinque Byrds co-fondatori del gruppo: oltre al leader Jim McGuinn - che nel 1966 prese il nome di Roger McGuinn (chitarra Rickenbacker a dodici corde e voce) - il cantante e chitarrista David Crosby, Gene Clark (autore di molti brani, voce, chitarra, tamburello e percussioni, morto nel 1991), Chris Hillman (basso, chitarra, mandolino) e Michael Clarke (batteria, percussioni, deceduto nel 1992).

Successivamente subentrarono: Gram Parsons (voce, chitarra e tastiere), Clarence White (chitarra solista, anch'egli morto tragicamente, nel 1973, travolto da una ubriaca alla guida di un'auto in un parcheggio), Gene Parsons (voce, batteria e banjo, e nessuna parentela con Gram), Skip Battin (voce e basso, morto nel 2003).

La formazione originaria dei Byrds non ha avuto vita lunga, a differenza della fama che li avrebbe seguiti nel tempo - nella rispettiva produzione da solisti o in coppie ricomposte - fino alla metà degli anni novanta.

Dissapori e incomprensioni - specialmente tra Roger McGuinn e David Crosby (i due leader carismatici del gruppo - e la presunta paura di volare da parte di Gene Clark hanno fatto sì che i Byrds si smembrassero ben presto in più organici musicali, dando vita a gruppi differenti rispetto a quello iniziale  (i più noti dei quali sono stati Flying Burrito Brothers, Crosby, Stills, Nash & Young e Dillard & Clark, duo nato dopo lo scioglimento della Doug Dillard Band), e Manassas di Stephen Stills).

Dopo essere rimasto per qualche tempo saldamente nelle mani di Roger McGuinn, il marchio Byrds è infine passato, dopo una lunga vertenza giudiziaria, nelle mani di Michael Clarke, uno dei co-fondatori, ed infine al trio McGuinn, Crosby & Hillman.

  • Nel 1965 i Byrds ottennero il loro contratto con la Columbia Records grazie alla raccomandazione del musicista jazz Miles Davis, allora una delle stelle della casa discografica.
  • Al pari di numerosi altri gruppi pop, anche i Byrds hanno collezionato nel tempo un discreto numero di cover band e tribute band, specialmente negli Stati Uniti. Si segnalano qui gli The Wheezetones, gruppo di Lincoln, Nebraska (specializzato in medley di standard americani e particolarmente abile nel ricostruire le sonorità e le vocalità del repertorio del gruppo originario grazie principalmente all'uso di una analoga strumentazione, inclusa la fondamentale chitarra elettrica a dodici corde[5]) e The ByrdBrains, un complesso di Portland capace di riprodurre fedelmente - tanto nell'impasto sonoro delle chitarre Rickenbacker e Fender Stratocaster quanto nel comparto vocale (con particolare riferimento al controcanto in falsetto) - le atmosfere tipiche del gruppo californiano, specialmente riguardo la produzione discografica degli esordi.

Questi i gruppi derivati dall'originale formazione dei Byrds. Talvolta si tratta di semplici duo o trio. La data si riferisce alla pubblicazione del primo disco:

  • The Flying Burrito Brothers, 1968 (Gram Parsons, Chris Hillman, Chris Ethridge, Pete Kleinow, Jon Corneal, Eddie Hoh, Sam Goldstein e Popeye Philips)
  • Dillard & Clark, 1968 (Doug Dillard e Gene Clark)
  • Crosby, Stills, Nash & Young, 1969 (David Crosby, Stephen Stills, Graham Nash e Neil Young)
  • Manassas, 1972 (Stephen Stills, Chris Hillman, Paul Harris, Joe Lala, Dallas Taylor, Al Perkins e Fuzzy Samuels)
  • Souther, Hillman & Furay Band, 1974 (John David Souther, Chris Hillman, Richie Furay, Paul Harris, Al Perkins, Jim Gordon e Joe Lala)
  • Firefall, 1976 (Rick Roberts, Michael Clarke, Mark Andes, Larry Burnett, David Muse e Jock Bartley)
  • McGuinn & Thunderbyrd, 1976 (Roger McGuinn, James Q. Smith, Bruce Barlow, Lance Dickerson; poi, Rick Vito, Greg Thomas)
  • McGuinn, Clark & Hillman, 1977 (Roger McGuinn, Gene Clark e Chris Hillman)
  • Ever Call Ready, 1984 (Chris Hillman, Bernie Leadon, Al Perkins, David Mansfield e Jerry Scheff)
  • CRY, 1985 (Gene Clark, Patrick Gerald Robinson, John York)
  • The Desert Rose Band, 1987 (Chris Hillman, Herb Pedersen, Jay Dee Maness, John Jorgenson, Bill Bryson e Steve Duncan)
  • Gene Clark & Carla Olson, 1987
  • Chris Hillman & Herb Pedersen, 1996
  • CPR, 1998 (David Crosby, James Raymond e Jeff Pevar)

Rice, Rice, Hillman & Pedersen, 1999 (Chris Hillman, Herb Pedersen, Larry Rice e Tony Rice)

Discografia essenziale