Con Bob Dylan nel cuore. Meglio, con Bob Dylan
sottopelle e nelle viscere. Michele Rosario Murino, natali a Pompei,
compleanno ogni 1° giugno, ad Aosta
gestisce una libreria specializzata in fumetti ma è col sito
www.maggiesfarm.it che s'impone all'attenzione della massa dei fans del
musicista americano e spesso e volentieri le più prestigiose testate,
dal Corriere della Sera a Repubblica, da Jam a Tuttosport, non disdegnano di
ricorrere a lui o alle pagine del sito per attingere spunti e informazioni
su Dylan. Collezionista e studioso del più enigmatico e indecifrabile autore
moderno (e con ogni probabilità il più universale, riflettendo sulla sua
capacità di essere entrato in tutte le arti, o di esserne stato almeno
spunto), Murino ha dato il via a una vera e propria comunità sensibile
all'opera del cantautore (Poeta? Rocker? Menestrello? Filosofo?) di Duluth.
Questa è stata la nostra chiacchierata.
Quando
nasce maggiesfarm.it?
" Maggie's Farm" è nato ufficialmente il primo giugno del 1999 quando
un mio amico ebbe l'idea di creare un sito web dedicato a Joan Baez.
Conoscendo la mia passione per Dylan e vista la contiguità dei temi, mi
propose di affiancare una sezione dedicata a Dylan da me curata. Accettai
volentieri anche e soprattutto perché, da grande fan di Bob quale ero e
sono, non trovavo sulla Rete siti in italiano a lui dedicati che
approfondissero gli argomenti a lui legati, che traducessero tutti i suoi
testi, che fossero curati con passione e ricchi di informazioni, saggi e
foto, e che fossero aggiornati costantemente con tutte le novità. Nato come
gioco e come appendice di quel sito dedicato alla Baez (Farewell Angelina,
nda), MF è poi diventato autonomo e nel tempo è diventato sempre più grande tanto che al
momento conta la bellezza di 2.515 pagine ed è, non starebbe a me dirlo ma
cito recensioni dedicate al sito apparse su vari quotidiani e riviste, punto
di riferimento imprescindibile per i dylaniani. Con mia grande gioia,
naturalmente.
Perché
hai scelto di aprire un sito internet e non invece di buttarti in
un'avventura nello stile delle vecchie fanzine?
" In passato avevo pensato a qualcosa del genere ma
esisteva già una bellissima fanzine curata da Paolo Vites, prezioso
collaboratore di Maggie's Farm, dal titolo "Rolling Thunder". Poi ci fu
l'offerta "telematica" e dunque optai per il sito web anche perché si era in
piena esplosione di questo medium. Senza contare naturalmente che in questo
modo si raggiungono centinaia di migliaia di persone e la diffusione è
istantanea. Però, sarò un nostalgico, in effetti io amo molto il supporto
cartaceo e lo ritengo molto più affascinante e appagante delle pagine
telematiche tanto che se qualcuno fosse interessato a stampare il materiale
presente su MF sarei lietissimo di concederlo. Il mio amore per la rivista
tradizionale mi viene tra l'altro dal mio lavoro e dalla mia passione per
questo genere di letteratura, i comics appunto, pari se non superiore a
quella che ho per Dylan. Insomma per me l'oggetto cartaceo, da collezionare,
da toccare, da sfogliare, ha un fascino che le pagine web non hanno e non
avranno mai."
Quanti
contatti hai mensilmente?
" Su MF è stato inserito un "counter" otto mesi fa e
attualmente è arrivato a quota 40.000 contatti circa (ad oggi il contatore
ha superato i 2 milioni di contatti), il che significa che
in media ogni mese il sito ha avuto 5.000 contatti. Attualmente il sito è
arrivato a quasi 1.000.000 di visite e la media mensile attorno alle 10.000
visite , ma in realtà questa
cifra andrebbe come minimo decuplicata dal momento che il counter si trova
solo sulla pagina delle Novità e conta naturalmente solo i contatti relativi
a quella pagina. Considerando che MF ha oltre 3.500 pagine bisognerebbe
tenere conto di tutti i visitatori che accedono al sito non passando per la
pagina delle Novità. Per fare un esempio: ci sono molte persone che magari
sono interessate solo alle traduzioni e dunque accedono a quella pagina
senza bisogno di passare per la pagina delle Novità, bensì direttamente
dalla pagina dell'Indice Generale. E lo stesso discorso vale per la pagina
dei saggi, degli articoli, degli album, delle recensioni dai concerti,
eccetera."
Quanto
ti costa in termini di tempo ed economicamente maggiesfarm?
" In termini di tempo dalle 4 alle 5 ore di lavoro al
giorno. Tempo che utilizzo per la stesura degli articoli che scrivo per il
sito, per la pagina della posta che curo personalmente e che è on line ogni
lunedì, nella quale rispondo alle domande dei lettori, per la traduzione dei
testi di Bob Dylan (siamo arrivati a quota 802 tra canzoni e poesie, in
questo caso grazie anche al preziosissimo contributo del Prof. Alessandro Carrera),
per gli aggiornamenti quotidiani con tutte le novità inerenti l'universo
Dylan e per tutto il resto. In termini economici, avendo la necessità di
avere spazio illimitato vista la mole di materiale presente su MF, ho
acquistato un dominio su Aruba ed una linea adsl per velocizzare l'upload.
Costo: poco meno di un centinaio di euro all'anno.
In
quanti lavorate al sito?
" Materialmente solo io, ma ho molti amici collaboratori, loro regolarmente mi inviavano
articoli e contributi vari e in alcuni casi si occupavano di rubriche e
pagine specifiche come nel caso di Benedicta Froelich che curava una pagina
con i fumetti dedicati a Dylan, una serie di strip dal titolo Mummy and
Zimmy creata appositamente per MF, nda, Anna Calvi, Carlo Cesaretti ed Elio
Gallotti che gestivano una sezione dedicata ai "Dylan Tree", che permetteva
la diffusione di materiale dylaniano non ufficiale tra i collezionisti,
Salvatore Esposito che curava le recensioni dai concerti di Dylan giorno per
giorno in tempo "reale", Alessandro Cavazzuti e Leonardo Mazzei che si
occupavanono dei "Maggie's Basement", la sezione dedicata ai bootleg dylaniani,
e molti altri ancora, troppi da citare tutti. Ma oltre questa quindicina di
persone che regolarmente prestavano la loro opera con passione , ci sono centinaia di altri dylaniani
che in misura minore o maggiore secondo i casi contribuiscono a MF con
articoli, foto, poesie, racconti e quant'altro. Il sito è dedicato a un
artista d'interesse planetario.
Hai
avuto contatti con ammiratori di Bob Dylan da ogni parte del mondo?
" Direttamente - ed intendo sia tramite messaggi via
e-mail sia con incontri veri e propri - solo con italiani, anche per ovvi
motivi di lingua. Fin dall'inizio ho scelto infatti di presentare il sito
esclusivamente in lingua italiana. Di siti ben fatti in lingua inglese, ad
esempio, ce ne sono già molti e MF nasce invece proprio per colmare il vuoto
relativo al nostro Paese, non esistendo siti dylaniani in lingua italiana
che in maniera costante ed approfondita presentassero aggiornamenti relativi
a tutti gli argomenti legati a Bob Dylan presenti su MF, con una continuità
ed un'ampiezza di temi del genere. Di fatto però MF ha moltissimi contatti
anche da parte di stranieri, come risulta dalle statistiche relative al
counter che dimostrano che ogni giorno molti contatti avvengono da parte di
navigatori che vivono al di fuori dei confini del nostro Paese. Ma per
motivi di lingua naturalmente costoro si limitano semplicemente a visitare
il sito, raramente intervenendo con mail o contributi."
Quali
sono le regole prime, le norme fondamentali, per far crescere un sito come
il tuo?
" La regola di base è fondamentalmente una. Quella per
cui bisogna dedicare molto tempo al sito aggiornandolo continuamente.
Maggie's Farm nel giro di un paio di anni o poco più è arrivata
all'invidiabile record di un aggiornamento al giorno, e talvolta anche due o
tre, cosa rarissima nel campo dei siti amatoriali dedicati a un singolo
artista. Nel caso di Dylan, ad esempio, al mondo esiste solo un altro sito
che aggiorna quotidianamente come MF le proprie pagine, parlo di Expecting
Rain, sito norvegese in lingua inglese, che però si limita a proporre ogni
giorno un elenco di links a pagine dedicate a Dylan disseminate sulla Rete e
che raramente propone materiale proprio. Naturalmente non considero i vari
newsgroup e forum i cui message boards sono aggiornati ogni minuto con i
messaggi dei visitatori, in quanto sono qualcosa di molto diverso rispetto
alla categoria di siti che stiamo considerando. Dunque un sito come MF
cresce soprattutto grazie ai costanti aggiornamenti, perché diventa qualcosa
di vivo, in continua evoluzione grazie anche e soprattutto ai visitatori che
intervengono in prima persona con i propri contributi, le proprie domande,
le proprie considerazioni, senza contare le centinaia di news che di
settimana in settimana si accumulano sulle pagine di MF grazie all'intensa
attività di Bob Dylan, costantemente o quasi in tour, o impegnato in mille
progetti. Naturalmente però la regola prima in un certo senso è la passione.
Un sito come MF non costituisce un guadagno per chi lo realizza, anzi
rappresenta una perdita sul piano economico, un dispendio di energie e di
tempo. Solo la passione ne garantisce l'esistenza."
Maggiesfarm è appunto una sorta di cittadella aperta. Le persone vi accedono
per leggere le ultime notizie sul musicista di Duluth, conoscere cose su
Dylan che neanche Dylan stesso sa, scambiarsi preziose registrazioni inedite
no profit, approfondire una serie di tematiche attraverso la lettura di
saggi firmati da importanti autori e ammiratori di Dylan. Ma anche per
partecipare attivamente attraverso la scrittura di lettere e articoli veri e
propri. Ecco, l'impressione che si ha da fuori è che non ci sia uno iato tra
chi gestisce questo sito e chi vi accede. Solo un'impressione?
" È esattamente così. Ed è la cosa più bella, stando
anche a quanto mi dicono le persone che di tanto in tanto incontro e che
apprezzano molto questo aspetto del sito. MF è aperta a tutti i contributi,
a tutti gli interventi ed ha il merito, a mio avviso, di aver interessato
oltre i semplici fan, categoria in cui mi inserisco, anche personalità di
spicco della critica musicale, autori di libri dedicati a Bob Dylan come
Alessandro Carrera, Riccardo Bertoncelli, Paolo Vites, Stefano Rizzo,
Fernanda Pivano, Tito Schipa Jr. ed altri. Persone che evidentemente hanno
visto nel nostro lavoro di semplici appassionati quell'amore per la materia
trattata che di fatto li ha spinti a scrivere le proprie opere e che come
fan intervengono sulle nostre pagine."
Dove ,
quando e perchè nasce esattamente il tuo amore per Dylan ?
" Napoli, fine anni settanta. In TV trasmisero un programma dal titolo "Hard
Rain" che proponeva parte di un concerto tenuto da Bob Dylan ai tempi della
Rolling Thunder Revue, nel 1976. Conoscevo Dylan in maniera indiretta per
averne letto il nome ad esempio come co-autore di "Via Della Povertà", brano
di Fabrizio De Andrè e Francesco De Gregori, adattamento italiano della
dylaniana "Desolation Row". O per aver forse distrattamente ascoltato
qualche volta canzoni come "Blowin' in the wind", ma senza mai interessarmi
più di tanto a lui. Quel programma invece fu una specie di fulmine che mi
colpì lasciandomi senza fiato e con l'irresistibile impulso a cercare tutti
i dischi da lui incisi o quant'altro avesse mai fatto. È quasi impossibile
descrivere a parole la sensazione che la visione di quel concerto mi
procurò. Mi sentii rivoltato come un guanto dalla musica e dalle parole di
Dylan, ma forse ancor più dalla sua immagine. Fatto sta che dopo capolavori
come "A hard rain's a-gonna fall" o "Blowin' in the wind" cantata in coppia
con Joan Baez, lei invece sì la conoscevo già bene, arrivarono quella
"Shelter from the storm" e quella "Idiot Wind" che mi annichilirono. Mi
ritrovai con le lacrime agli occhi senza capire come fosse possibile. La
potenza inarrestabile di quel flusso di parole e di suoni e di immagini,
quegli sguardi di Dylan, tutto quanto contribuì, come un fiume in piena che
rompe gli argini e travolge tutto quello che trova al suo passaggio. Ecco,
per me in quel video Dylan è una vera e propria forza della natura. Come
spesso detto sulle pagine di MF è difficile non diventare dylaniani dopo
aver visto "Hard Rain."
Dylan ha
spesso cambiato pelle più volte seguendo una coerenza del tutto propria che
più volte ha disorientato chi lo ha ascoltato. Tra i tanti, qual è il tuo
Bob Dylan?
" Quello che va dal 1974 alla fine degli anni 70.
Quello di "Hard Rain" e della Rolling Thunder Revue, naturalmente, e di
dischi come "Planet Waves", "Blood on the tracks", "Desire", "Street Legal",
"Slow Train Coming". Ma il Dylan di ogni decennio esercita su di me comunque
un fascino, da quello "folk" delle canzoni di protesta dei primi anni che
cantava che "I tempi stanno per cambiare", a quello che rivoluzionò la
musica leggera con le poesie elettriche di "Highway 61 Revisited", a quello
"campagnolo" di "Nashville Skyline" a quello biblico e fondamentalista
cristiano che spunta in maniera più o meno scoperta in album come "John
Wesley Harding", "Slow Train Coming" ed altri. Fino a quello che riscopre le
radici della musica americana in dischi come "Good As I Been To You", "World
Gone Wrong" e "Love And Theft". Secondo me il disorientamento in chi lo
ascolta, provocato dai continui mutamenti di rotta, è parte del fascino di
Dylan, anzi forse ne è la caratteristica principale."
Più di
quarant'anni di musica e versi: cos'ha da dire oggi Dylan?
"Tantissimo. Molto di più di molti altri artisti che
purtroppo, dico io, occupano le pagine dei giornali e gli spazi televisivi
con aria fritta. Dylan ci dice da dove veniamo. Incurante delle mode, delle
regole, delle tendenze, Dylan continua a girare il mondo tenendo centinaia
di concerti ogni anno, proponendo la sua musica che proviene da altre epoche
e proseguendo un discorso personale che solo apparentemente, a mio avviso,
può sembrare "fuori dal tempo", scollegato da un discorso "attuale". In
realtà, come disse in una intervista del 1986, a Dylan interessano "cose più
eterne". Ed è per questo che ha moltissimo da dire a chi ha orecchie per
intendere e non si lascia accecare, assordare e sviare dai messaggi che
attualmente i media fanno passare. Dylan è oltre tutto ciò."
Eppure
non sono pochi quelli che, più di una decina di anni fa, sentenziarono:
Dylan ha smesso di parlare. Un'artista che lo conosce bene, Joan Baez, lo ha
"accusato" di tradimento senza andare troppo per il sottile.
" Secondo la visione della Baez, per cui con le canzoni
si possono cambiare le cose, il discorso del "tradimento" di Dylan regge.
Perché in effetti a partire da "Bringing it all back home" Dylan ha smesso
di parlare per gli altri, o meglio di scrivere canzoni che altri potessero
utilizzare per i propri fini. La qual cosa è in fondo comprensibile. Dunque
dal punto di vista della Baez il tradimento in effetti ci fu. Il fatto è che
Dylan non vuole essere più il portavoce di nessuno. Non è da biasimare per
questo."
Dylan ha anche "ucciso" numerosi musicisti,
alcuni di talento. Nel passato, ma penso ciò non sia molto cambiato nella
stretta attualità, bastava acquistare l'etichetta di "nuovo Dylan" et voilà,
la carriera era finita. Questo cannibalismo è proprio dei più grandi
artisti, da Mozart a Thomas Mann, da Shakespeare a Wilde, ma nasconde anche
un egotismo e un egocentrismo senza confini. Che idea ti sei fatto di Bob
Dylan persona?
" Dylan per me rappresenta la
quintessenza dell'individualismo. Personalmente mi ha sempre fatto sorridere
l'espressione "nuovo Dylan" appiccicata come un'etichetta a questo o quel
cantante. È paradossale cercare di affibbiare un'etichetta a un giovane
cantante scrivendo su questa etichetta proprio il nome di colui che alle
etichette è sempre sfuggito.
Da
quando firmò il suo primo pezzo il mondo discute se sia un poeta o no.
Artisti come Francesco De Gregori e Fabrizio De André non hanno mai
legittimato il termine "poeta" e "poesia", ritenendo che la parola
"cantautore" fosse e sia sufficientemente dignitosa per racchiudere autori
che ci hanno lasciato canzoni dall'alto valore letterario. Dall'altra parte,
poeti come Allen Ginsberg e intellettuali come Fernanda Pivano non hanno
dubbi: Bob Dylan è un poeta tout court. Da che parte stai?
" A metà strada. Francesco Guccini una volta cantò:
"Non ho mai detto che a canzoni si fan rivoluzioni, si possa far poesia".
Sono d'accordo. Dylan però è anche un poeta, perché poesie vere e proprie ne
ha scritte. Quella conosciuta come "Joan Baez In Concert Part 2", dal titolo
del disco di Joan Baez su cui fu pubblicata come nota introduttiva, è una
delle più belle che io abbia mai letto. È una di quelle cose che ti fa
innamorare di Dylan, come l'Hard Rain che citavo prima. O come l'altra
bellissima poesia "Last Thoughts On Woody Guthrie". Con le canzoni il
discorso è diverso. Sono canzoni, appunto. Dunque non possono essere poesie
perché se slegate dall'elemento musicale, vocale e performativo, e lette
semplicemente nero su bianco, non riescono a trasmettere quell'intensità che
deriva loro dall'ascolto su disco o dalla visione diretta in concerto, pur
restando testi talvolta bellissimi. Il Dylan dei dischi è secondo me un
cantautore. Il più grande dei cantautori. Citando Alessandro Carrera
possiamo dire che Dylan "è un genio del "poetico", dell'arte di incorporare
la poesia nella performance.
Hai un
negozio di fumetti: ti dà fastidio che esista un personaggio che si chiami
Dylan Dog che, seguendo una traduzione letterale, suona come Dylan Cane?
" No perché ho sempre pensato che Tiziano Sclavi,
autore del personaggio in questione, abbia usato quel nome come omaggio a
Bob Dylan che suppongo egli ami."
(articolo di CORRADO ORI
TANZI) fonte :
16noni.it
rivista quindicinale online
via del Fosso 164e
55100 - Lucca
8 Marzo 2008 ,
Michele "Napoleon in rags" Murino lascia la conduzione di Maggie's Farm
, affidando la gestione del sito a Mr.Tambourine |