Oh well, I love you pretty baby
You're the only love I've ever known
Just as long as you stay with me
The whole world is my throne
Beyond here lies nothin'
Nothin' we can call our own
Well, I'm movin' after midnight
Down boulevards of broken cars
Don't know what I'd do without it
Without this love that we call ours
Beyond here lies nothin'
Nothin' but the moon and stars
Down every street there's a window
And every window's made of glass
We'll keep on lovin' pretty baby
For as long as love will last
Beyond here lies nothin'
But the mountains of the past
Well, my ship is in the harbor
And the sails are spread
Listen to me, pretty baby
Lay your hand upon my head
Beyond here lies nothin'
Nothin' done and nothin' said
°°°°°°°
Oh bene , ti amo graziosa piccola
Sei il solo amore che ho conosciuto
Proprio da quando ti sei messa con me
Il mondo intero è il mio trono
Oltre qui non c’è niente
Niente che noi possiamo chiamare nostro
Bene , sto camminando dopo mezzanotte
Giù per i boulevards pieni di macchine rotte
Non so cosa avrei fatto senza di esso
Senza questo amore che noi chiamiamo nostro
Oltre qui non c’è niente
Nient’altro che la luna e le stelle
Giù per ogni strada c’è una finestra
Ed ogni finestra è fatta di vetro
Continueremo ad amarci graziosa piccola
per tutto il tempo che durerà l'amore
Oltre qui non c’è niente
Nient’altro che le montagne del passato
Bene , la mia barca è nella baia
E le vele sono spiegate
Ascoltami graziosa piccola
Poni la tua mano sulla mia testa
Oltre qui non c’è niente
Niente che non sia già stato fatto e niente che non sia già stato detto
a
THE BEARDS IN
CONCERTO Mercoledì 1 Aprile dalle ore 22.00 alle ore 24.00
Live in radio nel programma Radio Wave - Frequenze 88.70 | 94.60 | 100.05
Lo scanzonato ed esplosivo Spaghetti Country Blues dei The Beards.
THE BEARDS PRESENTANO MEPHISTO POTATO SAUCE
LIVE IN DIRETTA VIDEO E AUDIO WEB STREAMING
TRASMISSIONE RADIO WAVE
Frequenze 88.70 | 94.60 | 100.05
Programma radiofonico condotto da Maurizio Calzavara.
Puoi seguire la diretta video su:
http://www.thebeards.it/diretta-radio.php
http://direttarockwave.altervista.org
Diretta audio:
http://bluradioveneto.it/
a
a
DYLAN-QUIZ # 9
4 Novembre 1961 , Dylan suona alla
Carnegie Chapter Hall - NY , un locale da 200 posti ,
quante persone erano presenti all'
esibizione ?
N.B. Ci sono tre diverse fonti che indicano tre cifre
diverse , comunque tutte e tre le cifre saranno considerate valide
Dopo il concerto di ieri sera Bob Dylan ha tenuto una conferenza stampa nella
quale ha annunciato la sua intenzione di annullare le tre date di Milano , Roma
e Firenze , previste per il tour in Italia.
Alla richiesta dei giornalisti di sapere quale fosse la
motivazione di tale decisione l’artista ha risposto abbastanza seccato: “ C'è un
certo
Mr.Tambourine di Maggie’s Farm parla continuamente male di me e dei miei
concerti , quindi voglio dargli una lezione , ho annullato i concerti italiani
ed ora i miei fans se la prenderanno con lui".
La notizia è stata confermata sul sito ufficiale dell’artista bobdylan.com
clicca qui
Bob Dylan : Beyond Here Lies Nothin’ : Le prime impressioni
Suppongo di non potermela cavare con tre parole per commentare questo pezzo
dicendo che è bello e potente ? Se fosso stato colpito dall’ombra di Tito Puente
“Beyond here lies nothin’” è il primo singolo tratto del nuovo album di Dylan
“Togheter Through Life” e segna un cambiamento in stile south-west del possente
Bardo. La canzone ha un suono sporco con la fisarmonica , i riff blues di
chitarra e l’intro di organo , un suono che porta Dylan indietro al suono degli
anni 40’ e 50’ che Dylan ha rispolverato recentemente , “Beyond here lies
nothin’” è una canzone di quell’epoca.
La canzone riporta alla mente il tono sardonico di “Everythings is broken” e la
covata di “Things have changed” che mostrava liriche romantiche che
testimoniavano che il narratore si preoccupava se c’era la possibilità di uscire
dalla merda di questo mondo ormai marcio.
Scavando nei sentimenti , il mio solo rammarico è che averi voluto più presenza
di chitarra. Se questa è la prima indicazione del tono , del suono e della
qualità dell’album , lo aggiungerò alla lista dei miei preferito di quest’anno.
Greg
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Bob ha rafforzato la band con organo e fisarmonica e il suono è piacevole , un
mix di Chicago blues con un pò di sound-border.
La canzone è basata sul classico “ All your love (I miss loving) cantata da Otis
Rush , che a sua volta è stata sviluppata da Jody Williams in “Lucky you”. Poi
Peter Green dei Fleetwood Mac l’ha usata come base per la sua “Black magic
woman” resa poi celebre da Carlos Santana.
Bob evidentemente si sente a suo agio in questo tipo di suond.
Allora cosa sembra questo suono ? Dylan si è calato nel suono anni 80 ,
un’accusa fatta a suo tempo anche a Neil Young e David Bowie tra gli altri , Bob
certamente ha continuato a produrre grandi cose , forse lui è in età
pensionabile , ma non certo il suo talento.
La fisarmonica da anche un tocco di Buena Vista Social Club , un bel mix , non
c’è che dire.
Mark on Mon
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
“Beyond here lies nothin’” Il regalo di Bob Dylan ai fans.
Mentre scrivo ho inforcato un paio di cuffiette e la sto ascoltando. La prima
impressione: potente ed originale, un pò rètro.
Marina
Buongiorno, sono Luca dalla provincia di Bergamo e vi ho già
scritto in passato.
Rinnovo i complimenti per l'impegno e la ricchezza del sito.
Lascio una brevissima nota a caldo sul nuovo brano di Dylan.
Ad un primissimo ascolto l'ho trovato in sè un ottimo brano ben suonato e
intrigante.
Salvo poi riascoltarlo un paio di volte e.... notare una marcata somiglianza con
"Black magic woman" di Santana!
Comunque sia, aumenta la curiosità per il nuovo materiale di prossima uscita.
Review: Malmö, Sweden - Malmö
Arena - March 28, 2009
by Frans Mossberg
Che m’importa , non ho molto da dire , seduto qui a guardare lo show di
Dylan 2009.
La prima risposta che mi viene è “ Allora non dirlo , man! Fanculo! Tuttavia
sono incuriosito dai concerti di Bob come sempre , e voglio comunque provare
a dire qualche parola circa il mio coinvolgimento e la mia mixed-up
confusion.
Lo show di Bob Dylan 2009 in Svezia è stato un grande show , sempre pieno di
grandi canzoni e performance , buon cantato o spesse volte band formidabile
, lo stesso per la qualità del suono.
Tutto nello show era gestito molto professionalmente , d’altronde non
potrebbe essere stato in altro modo.
Ho ancora una sensazione di “incertezza” dentro di me da qualche parte.
Qualcosa dentro mi dice che Bob non vorrebbe che dicessi questo ,
ricordandolo nel film “Don’t look back” che chiedeva ai fans perchè non
avevamo gridato boo se non gli era piaciuto. Non che stasera ci fosse stata
qualche ragione per gridare boo. Sono così contento che Bob continui il suo
tour dandoci i suoi concerti , essere presente in persona cantando le sue
canzoni.
Una delle domande è che a volte uno si chiede è se Bob è veramente qui con
noi!
In questi show superprofessionali sembra di essere testimoni di qualcosa di
più della ripetizione di un tour senza fine ,o meglio , come se tutti
fossimo stati invitati e tutti avessimo dato il nostro consenso per pagare
ed entrare in un salone , dove lo scrittore di canzoni ed il performer canta
solo per se stesso e per i ragazzi della sua band , lasciando il pubblico a
guardare dal di fuori.
Si , entriamo nelle canzoni spinti dal loro significato e dalle emozioni ,
ma c’è un certo non so che che mi lascia la sensazione di qualcosa di
impersonale nel fatto della completa assenza di una parola nei riguardi del
pubblico e nel mai guardare verso di esso.
A volte mi chiedevo cosa doveva costargli , dal posto dove stava lui , a
guardare giù dal palco verso il pubblico. Prova tutto “il disappunto ed il
dolore” che esprime nei suoi testi e con la sua voce? Può anche essere
allora che tutto quello che possiamo fare è ascoltare la sua arte , ma al
contrario sembra che non canti per qualcuno con l’intenzione di
impressionarlo.
Concerto dopo concerto , anno dopo anno , eseguendo canzoni che sono più o
meno da molto tempo nel suo repertorio , è la formula che Bob ha adottato
fin dal 1970 , una formula che si vorrebbe qualche volta veder interrotta.
Personalmente sogno sempre di vedere un concerto dove lui sfidi la sua
vecchia formula , testando le sue nuove canzoni in fronte al pubblico ,
comunicando col pubblico nel miglior modo possibile , dove avesse ancora
l’audacia di un set acustico con qualche vena di folk puro.
In qualche modo questo concerto è stato qualcosa di più di quelli precedenti
, con l’eccezzione che lui sembra essere un pò più rilassato di prima ,
anche se si sposta sul palco abbastanza frequentemente , a volte
gesticolando con una mano libera per aiutarsi nel cantato e declamare le
parole.
Questo tipo di declamazione è veramente ciò che ha usato di più nel suo modo
di cantare in questi ultimi anni. E’ sempre stata una parte importante del
suo cantare fin dall’inizio , ma ora , specialmente nelle live performance
la parte declamativa è diventata molto più che tranquilla , sembra che abbia
sviluppato un modo di declamare composto per il 70/80 % dalle sue
possibilità vocali e per il rimanente viene dal suo modo attuale di cantare.
Detto questo , il cantato attuale di Bob è lontano dalle linee melodiche che
usava pochi anni fa quando sembrava forzare le strofe dalla prima , alla
quinta , su fino all’ottava , terminando ciascuna strofa con una quinta o
un’ottava sopra.
Quei giorni sono ormai lontani . Nelle poltrone di fianco alla mia , alcuni
giovani , dimenticando il gioco del football gridavano “Lord” , “Lord” a
Dylan ogni volta che il pubblico applaudiva – I tempi di certo sono cambiati
da quando è stato chiamato “Judas”!
Commenterò seguendo la set list :
Forte inizio del concerto con “Maggie’s Farm” , un’inizio che nel primo
minuto ci ha mostrato Bob e la sua band in forma focosa. Buonissimo suond.
Tutti conoscevano la canzone , non c’era dubbio che sarebbe stata una buona
serata.
“The man in me” come seconda è stata inaspettata. Mi è sempre
piaciuta questa canzone e anche stavolta non ha fatto eccezzione. La voce
era forte e chiara. Bhe , non esattamente chiara , qualcosa un pò rauca e
ringhiante. Bob con una chitarra semi-acustica , non ho capito se era lui a
suonare il riff o no.
“Watching the river flow” è una canzone OK , ma non più di tanto , un
grazioso country rock se non lo analizzate più di tanto.Le variazioni
armoniche troppo frequenti , specialmente sui toni bassi.
“When the deal goes on” , anche questa una bella canzone , che richiede un
approccio delicato , fatta con un tempo un pò troppo veloce e con Bob che
sembrava incapace di decidere se stare sopra o sotto il gallo che c’era
nella sua gola. Così ci sono stati alcuni momenti desonorizzati.
Tuttavia era la calma prima della tempesta , e quando “High water” è
iniziata con Donnie Herron al banjo , l’energia è tornata di nuovo.Una
performance intensa. Da lì in poi Bob aveva sicuramente conquistato tutti.
“Memphis blues again” con un nuovo arrangiamento con Bob che indulgeva in
piccoli fraseggi all’organo che ha suonato per tutta la canzone facendolo
diventare un pilastro in tutta la canzone.
E’ stata una vera sorpresa quando ha iniziato un versione
semi-acustica di “Ballad of Hollis Brown”. Forte ed espressiva , con un
cantato che non poteva essere migliore , dando nuova maturità alla canzone.
Poi c’è stata “Just like a woman” , le luci sul palco sono cambiate e la
canzone veniva perfettamente , con Bob che sottolineava il significato ed il
cambiamento del testo prolungando l’ultima parola. Nel ritornello la gente
ha cantato in coro , è stato bello ed emozionante , per niente banale.
“Cantare insieme a Bob Dylan” , non avrei mai pensato di poterlo fare un
giorno!".
Dopo una rotolante “Summer days” con il walking-bass ed uno
swing non bello , la miglior performance della serata per me è stata
“The lonesome death of Hattie Carrol” , fatta a tempo di 3/4 , con un bel
drumming di George Recile ( che ha suonato magistralmente in tutto il set),
con un vocal certamente riarrangiato e note diverse , ma dal vivo conserva
sempre la sua bellezza , cantato con profonda e delicata voce , Bob al suo
meglio.
Il programma va verso la fine con “Like a rolling stone” , “All along the
watchtower” , “Spirit on the water” e “Blowin’ in the wind”.
Dopotutto è stato un grande ed in molti modo soddisfacente concerto , mi
sentivo felice , anche se , come ho detto all’inizio non ho potuto togliermi
da dentro una certa sensazione di vuoto.
Set List: Copenhagen, Denmark
- Forum - March 29, 2009
1. Gotta Serve Somebody (Bob on keyboard)
2. When I Paint My Masterpiece
3. Watching The River Flow (Bob on guitar)
4. Simple Twist Of Fate (Bob on keyboard)
5. Tweedle Dee & Tweedle Dum (Bob on keyboard)
6. I Believe In You (Bob on keyboard)
7. 'Til I Fell In Love With You (Bob on keyboard)
8. Tryin' To Get To Heaven (Bob on keyboard)
9. It's Alright, Ma (I'm Only Bleeding) (Bob on keyboard)
10. Desolation Row (Bob on keyboard)
11. Honest With Me (Bob on keyboard)
12. When The Deal Goes Down (Bob on keyboard)
13. Thunder On The Mountain (Bob on keyboard)
14. Like A Rolling Stone (Bob on keyboard)
(encore)
15. All Along The Watchtower (Bob on keyboard)
16. Spirit On The Water (Bob on keyboard)
17. Blowin' In The Wind (Bob on keyboard)
Cari Maggiesfarmers,
volevo rubare un po' di spazio per fare alcune precisazioni relative al
lavoro di Mr. Tambourine su MF. Sono stato spinto a farlo da alcune mail di
qualche tempo fa ed alcune altre recenti che mi hanno inviato in forma
privata alcuni lettori di vecchia o più recente data. Sostanzialmente si
lamentavano per la piega che MF starebbe prendendo, una piega secondo la
quale rischierebbe di essere eccessivamente critica nei confronti di Dylan,
dal discorso dei concerti live a quello recente sul
"Dylan-uomo/Dylan-artista", e via di questo passo, tutti "cavalli di
battaglia" di Mr. Tambourine. In sostanza mi si contesta che MF non è più
quella di una volta.
Inoltre alcuni si sono lamentati della dispersività del sito nel senso che
non si parla solo di Dylan ma di molti altri argomenti che non c'entrano con
Bob, oltre che di una cura formale inferiore alla mia gestione, nel senso di
errori di battitura etc. Cari ragazzi e ragazze andiamo con ordine.
Per quanto riguarda il discorso relativo alla presunta
anti-dylanità (si potrà dire?) di Mr. Tambourine o comunque alla sua
eccessiva severità nei confronti di Bob, direi che egli ha tutto il diritto
ad esprimere le proprie opinioni, visto che mi sembra sia sempre molto
civile nelle sue accuse, e vi ricordo che il suo parere vale come quello di
chiunque altro... non è che sia una verità assoluta solo perchè gestisce MF
(così come naturalmente non era una verità assoluta quella che proponevo io
quando gestivo il sito).
Quindi direi che se a lui i concerti attuali fanno schifo, se il Dylan-uomo
lo lascia perplesso, se magari Together through life non piacerà,
avrà il diritto di dirlo come chiunque altro. Se non sarete d'accordo con
lui non avrete che da scrivergli sommergendolo di contro-articoli
in cui magnificherete i concerti attuali di Bob, esalterete l'uomo-Dylan e
loderete il nuovo disco. Lui come sempre riporterà tutto e
dunque non vedo proprio dov'è il problema.
Qualcuno poi sostiene che io avallerei le tesi di Mr.
Tambourine visto che MF è il mio sito.
Errato. Io ho dato giustamente a Mr. Tambourine completa autonomia e quello
che scrive è esclusivamente frutto delle sue idee. Con quello che lui scrive
io non ho alcuna relazione e a volte sarò d'accordo e a volte no, come
qualsiasi altro lettore.
Non gli detto alcuna linea editoriale nè gli chiedo di andare in una
direzione piuttosto che in un'altra su qualsivoglia argomento. Sarebbe del
resto assurdo anche solo pensare una cosa del genere non credete? Mr.
Tambourine deve essere assolutamente libero perchè altrimenti la domanda
sorgerebbe spontanea: "Ma caro Napoleon, allora perchè il sito non te lo fai
di nuovo da solo e tutti contenti?". Anzi voglio cogliere ancora una volta
l'occasione di ringraziare Mr. Tambourine per l'enorme lavoro che sta
facendo assolutamente gratis e invito tutti a dargli una mano. Se devo
essere sincero mi aspettavo più interventi in suo aiuto, più collaborazioni,
più lavoro comune. Spero che col tempo la cosa vada sempre meglio.
Per quanto riguarda il discorso relativo alla
dispersività, ovvero agli argomenti che non c'entrano con Bob, vi ricordo
che il sottoscritto passava un tempo spropositato a parlare di Bob, a
cercare cose da dire su Bob, a tradurre testi, interviste, articoli, poesie,
ad inventarsi rubriche su rubriche etc. tutte cose che non posso prentendere
da Mr. Tambourine che è naturalmente sano di mente a differenza del
sottoscritto che era pazzo di Dylan al punto da lavorare di notte per
mettere sempre quanta più roba possibile su Dylan. Dunque è giusto che Mr.
Tambourine integri anche con altri argomenti. Se non interessano basta non
leggerli. E poi si torna al discorso di prima. Collaborate con materiale su
Dylan e aiutate Mr. Tambourine a riempire il sito di cose su Bob. Qualcuno
lo fa fortunatamente e li
ringrazio di cuore, Dean Spencer in testa, ma putroppo non mi sembrano tanti
quanti dovrebbero essere.
Il discorso degli errori di battitura è legato al
precedente. E' chiaro che Mr.Tambourine non ha il tempo del folle Napoleon
per rileggersi dieci volte tutto quello che metteva sul sito sicchè in
effetti, devo riconoscermi questo merito, era raro che ci fosse qualche
errore. Dunque anche qui invece di scrivere a me per lamentarvi perchè non
segnalate semplicemente a lui gli errori sicchè egli li possa prontamente
correggere??? Mi sembra che quando ciò è avvenuto gli errori siano stati
corretti, giusto? Quindi qual è il problema? Ad esempio di recente è apparso
un "Comunbia Records" invece di "Columbia Records". Io non ho segnalato
l'errore a Mr. Tambourine perchè volevo vedere se qualcuno glielo segnalava.
Così non è stato visto che l'errore è ancora lì. Allora perchè quelli che
criticano il suo operato, oltre che a fare questa operazione
assolutamente leggittima e proficua non lo aiutano anche segnalando questi
errori?
Qualcuno infine mi ha scritto lamentandosi del fatto che
Mr. Tambourine si "nasconde" dietro uno pseudonimo. Vi garantisco che non si
nasconde affatto. La sua scelta iniziale era stata dettata da un suo
ragionamento che non posso farvi ovviamente senza rivelarvi che sia. Io
rispetto la sua scelta e sta solo a lui decidere un giorno se rivelarsi o
no. Ma ripeto non è che non si firmi per paura di mettere il suo nome per
esteso. Le ragioni sono diverse e ve le dirà lui se un giorno ovviamente
farà "coming out" :o)
Ciao a tutti e ancora un grazie a Mr. Tambourine per il grande ed
encomiabile lavoro che sta svolgendo. Se non ci fosse lui MF
sarebbe defunta un anno fa.
Il tono di alcune recenti opinioni pubblicate sul sito e
l'atteggiamento generale che ora lo pervade, sono veramente puerili.
Bene ha fatto Michele Murino a lasciare la responsabilità del sito, in
coerenza con il suo sopravvenuto disamore per le recenti cose di Dylan.
Ma insistere a scrvivere - nel 2009- di aspettarsi
continui cambiamenti musicali da un uomo che ha fatto il suo primo disco nel
1961, ormai sui 70 anni e che suona da 50 anni, è veramente troppo e sta
diventando un clichè irritante.
L'uomo che è sui 70 non deve certo dimostrare più niente a
nessuno.
E' comunque la sua vita e la sua professione, e non vedo chi se non lui
stesso possa decidere se andare avanti e che canzoni sceglere ed in che modo
eseguirle .
Al massimo uno decide - ed è libero di farlo mi risulta- che non vale la
spesa per sentirlo, ed evita.
Fate un favore: smettetela una volta per tutte di
blaterare sul suo conto, dai vari Stefano C ai Mr Tambourine Man
Se vi disgusta così tanto, nessuno vi obbliga a pagare per entrare ad un suo
show, statevene a casa o spendete i soldi per farvi dire buonasera da tutti
gli altri ben più educati.
Ma -soprattutto- lasciate perdere di dedicarvi a siti a lui dedicati, e
dilungarvi su argomenti di spessore come i cessi dei suoi guardiani a casa
sua, specialmente nascondendovi dietro a pseudonimi.
E soprattutto volendo avvalersi del taglio democratico delle "opinioni" per
poi scrivere - dal monte sacro della obiettività di opinione- che "la
sostanza non cambia i concerti erano pietosi e pietosi rimangono"
Così disse Mr Tambourine Man e così è, comunque la
pensiate, la sostanza non cambia, tali rimangono. Alla faccia delle opinioni
a confronto e della sbandierata non voce in capitolo.
E nessuno vi chiede di illustare al mondo che da anni vi procura una noia
mortale andare ai suoi concerti e che- puntualmente- non andrete ai prossimi
qui in Italia.
E giusto per chiarire: si possono avere tutte le opinioni che si vogliono, i
gusti sono gusti, ma dire che con Tell Tale signs si è grattato il fondo del
barile è far capire di non averne mai capito nulla di Dylan, come anche dire
che sta distruggendo Bob Dylan
L'attacco agli artisti è sempre passato attraverso anche
il lato personale, e qui non si fa eccezione: ma veramente i suoi concerti
sarebbero migliori e dimostrebbe più rispetto al pubblico dicendo "Good
evening, thanks for coming" ad ogni sera? E' veramente povero di spirito chi
basa tali trancianti conclusioni su di un uomo in base a queste letture
superficiali e prive di autonomia critica dall'onda crescente della nuova
era "del conformismo democratico liberale" che ormai da anni attanaglia in
particolare il nostro paese. Ed è anche pacchianamente presuntuoso chi
voglia dar qualifiche di falsità a titoli di dischi ancora da sentire.
Bob Dylan farà a meglio a fare un sondaggio la prossima volta per dare più
credibilità ai titoli dei suoi dischi, e sarà più in linea con sé stesso
invece di inventarsi falsità a nostro spregio.
Se il rispetto verso il proprio pubblico pagante si
dimostra di più con queste forme che si vorrebbero, piuttosto che con la
rappresentazione della propria anima, non resta che dire
che ognuno si sceglie la propria presa il culo, chiedere a Marco Carta per
avere conferma.
Lo scopo di questa mia non è certo perchè Dylan abbia necessità di una
povera difesa locale ed isolata, ma perchè il sottoscritto ha una propria
intima decenza di persona che si sente indirettamente colpita da questo modo
di rappresentare le cose riguardo all'artista Dylan.
Andrea Orlandi
Caro Andrea , diceva Oscar Wilde «Gli
ideali sono cose pericolose. E' meglio la realtà: ferisce, ma vale di più.»
Set List: Malmö, Sweden -
Malmö Arena - March 28, 2009
1. Maggie's Farm (Bob on keyboard)
2. The Man In Me (Bob on harp center stage)
3. Watching The River Flow (Bob on guitar)
4. When The Deal Goes Down (Bob on keyboard)
5. High Water (For Charley Patton) (Bob on keyboard)
6. Stuck Inside Of Mobile With The Memphis Blues Again (Bob on keyboard)
7. Ballad Of Hollis Brown (Bob on keyboard)
8. Just Like A Woman (Bob on keyboard)
9. Tweedle Dee & Tweedle Dum (Bob on keyboard)
10. Beyond The Horizon (Bob on keyboard)
11. Summer Days (Bob on keyboard)
12. The Lonesome Death Of Hattie Carroll (Bob on keyboard)
13. Highway 61 Revisited (Bob on keyboard)
14. Like A Rolling Stone (Bob on keyboard)
(encore)
15. All Along The Watchtower (Bob on keyboard)
16. Spirit On The Water (Bob on keyboard)
17. Blowin' In The Wind (Bob on keyboard)
Un Bob Dylan in buona forma , una band atletica , una set list
imprevedibile . Questa è stata la festa , dall’inizio alla fine.
By Kalas
“Bringin’ it all back home” non è solo il titolo di un’album , è anche la
descrizione di quello che Dylan ha fatto in una serata come questa. Come in
“Just like a woman” , uno dei classici inaspettati ed una delle poche
canzoni che hanno strappato un’ovazione sin dall’introduzione.
Qui poteva sedersi e cavalcare l’onda , ma non l’ha fatto. Invece ha evitato
la solita melodia e conseguentemente ripreso le parole del testo , ha
cantato senza l’aiuto del coro. Non che non avrebbe potuto , ma perchè ha
capito che il testo parla ancora alla gente.
L’atto di un artista estremo , un uomo che si rifiuta di essere un jukebox
vivente.
D’altro canto , ha cantato in modo eccellente , con frasi ben distinte ,
spesso blues , in “Beyond the horizon” , “High water” , un highlight , con
banjo e contrabbasso in evidenza , ha insegnato come si domina la marea.
Altrettanto buona è stata “Ballad of Hollis Brown” , con il noioso dramma
della canzone mai spiegato bene.
Un altro highlight è stato “Stuck inside of Mobile” , che anni fa era il
pezzo più importante del repertorio live. Il modo della band di entrare nel
coro è stato contagioso.
Più inaspettata è stata la rivistazione totale di “All along the watchtower”
, che è stata fin dall’inizio del millennio una delle cover più belle di
Hendrix. Ma ora Dylan se l’è riportata a casa di nuovo , con l’aiuto di
Danny Freeman , con un suono jazz moderato , come evrebbe fatto Tom
Verlaine.
Altro ? una versione jazz di “Spirit on the water” , un Dylan ottimo e
rilassato in “Like a rolling stone” , una sentita versione con l’armonica di
“The man in me”.
______________________________________________________________________________________________________
Mr. Dylan's hard rain - di Paolo Vites
Sto ascoltando il nuovo disco di Ryan Bingham, Road House
Sun. C’è un pezzo che si intitola Dylan’s Hard Rain. Lui dice che l’ha
scritta perché c’è bisogno di questi tempi di qualcuno che dica quello che
Dylan diceva 40 e più anni fa. È un bel pezzo, ma non so se a Dylan farà
piacere. Un po’ come quando Joan Baez nei primi 70 scrisse To Bobby
chiedendogli di tornare a marciare per le strade e a scrivere “canzoni di
protesta”. Il disco di Ryan mi sembra bello, ma stamattina sto pensando che
il nuovo disco di Bob Dylan è già stato ascoltato – e recensito – da un
giornalista americano, da due inglesi e finanche da tre tedeschi. E io chi
cazzo sono? Un pirla, ma questo lo sapevamo già.
Qui trovate ampia recensione dettagliata:
http://www.spex.de/579/artikel.html.
Non era mai successo prima che un disco del cantautore americano venisse
dato in ascolto con così tanto anticipo e che fosse permesso scriverne in
giro per il mondo. Il che fa pensare quello che alcuni dicono sia vero, cioè
che il nuovo album non è gestito dalla Sony Columbia, ma direttamente dai
“Dylan’s people”, pare incazzati non poco con la Sony per come ha gestito la
commercializzazione di Tell Tale Signs con quella vergognosa promozione e
quei prezzi allucinanti.
Ma la cosa dice anche che l’Italia non è granché considerata dai Dylan’s
people, visto che ho buone certezze che prima di alcun giornalista italiano
lo ascolterà qualche giornalista sud coreano.
Intanto Bob ha ripreso a fare concerti. Non sono deluso. Lo sono di più.
Same fucking band degli ultimi anni, il combo più inutile della storia del
rock. Same fucking keyboards. La prima sera c’è stato un piccolo scossone
emotivo, ha debuttato Billy 4, il bellissimo pezzo originariamente su Pat
Garrett & Billy The Kid. La seconda sera ha fatto capolino una rara One More
Cup of Coffee. Non mi sono piaciute nessuna delle due. A parte la voce
affaticata, quello che irrita da bestia è la solita mancanza di alcuna idea
musicale, con questa band che non fa nulla di nulla, e Dylan che a metà
canzone prende quell’insopportabile scatto ritmico dietro alle sue tastiere
sillabando le parole come un metronomo incantato.
Il mio amico Ragman ha scritto credo in modo molto centrato su questa Bill
4:
http://ragman-drawcircles.blogspot.com/2009/03/hanno-ucciso-billy-una-seconda-volta.html.
Io non ne ho nessuna voglia e mi trascino stancamente al 15 aprile.
Aspettando di leggere la recensione portoghese del nuovo disco di Dylan.
Rispondo a Stefano P. e per via indiretta a chi vorra'
leggere.
Senza far tanti giri di parole (parlo per me) gli shows degli ultimi anni di
Dylan sono un insulto vero e proprio verso i fans di Dylan.
Ritengo inaccettabile vedere Dylan ridursi in questo modo da anni e anni di
show e show dietro la pianola senza chitarra elettrica o acustica, senza
armonica infilarsi alla destra del palco con songs che sembrano tutte uguali
dalla prima all'ultima.
Non parliamo poi del borbottio e del suono della voce privo di enfasi. Sta'
solamente vivacchiando sull'onda del passato.
Fa' cio' che aveva detto tempo dietro di pensare a suonare fino alla fine in
qualche locale o tour che si voglia.
Ma dal momento che ti esibisci per pubblico pagante e non a casa tua hai il
dovere almeno minimo di cambiare qualche cosa nel tuo show.
Il concerto a Torino l'ultimo che ho visto e' stato veramente qualche cosa
allucinante per le orecchie una noia tremenda.
E francamente al concerto di Dylan non vado solo per dire ho visto Dylan
anche quest'anno giusto per allineare i tickets assieme agli altri e
mostrarli.
Non mi si puo' dire che questi siano grandi shows. Si dice perche'
continuare a dirlo?
Fino a che Bob Dylan non cambia continuero' a dirlo, visto che sono io o noi
Dylaniani che lo seguiamo io mi arrogo il diritto di dire la mia che piaccia
o meno , Dylan in questo modo sta' declinando ma staro' a vedere verso meta'
tour come andranno le cose.
A volte mi viene anche da ridere quando qualcuno si entusiasma per
"......hey hai sentito? Bob ha cantato questa song che non cantava da una
vita" e allora?
Cantata con la musica attuale viene rovinata ogni song che canta.
Alla prossima.
Stefano C.
Giudizio di primo acchito : Bob Dylan “Together Through
Life”
Bob Dylan può fare tutte le bizzarrie che vuole. Ha fatto più album lui che
l’America nominato presidenti , ha trasformato il rock nel suo incedere ,
nessuno dovrebbe opporsi se il vecchio vuole uscire dal seminato e suonare
qualche blues.
I Fans da lungo tempo ed i neofiti saranno colpiti ancora una volta
economicamente da “Together Throug Life” , il nuovo lavoro in studio del
bardo , che uscirà il 28 di aprile.
Spinto da uno zampillo d’ispirazione dopo aver scritto “Life is hard” , un
bacio di Django Reinhardt alla meditazione ed alla solitudine , per il film
in uscita di Oliver Dahan “My own love songs” , Dylan ha scritto questo
gruppo di canzoni abbastanza dirette e viscerali.
Bob ha riarruolato alcuni amici – nelll’intervista fatta da di Bill Flanagan
e riportata su bobdylan.com , Bob cita il chitarrista degli Heartbreakers di
Tom Petty Larry Campbell ed il cofondatore dei Los Lobos David Hidalgo – e
prodotto un suono che ritorna e rinfresca le radici del rock and roll.
Sono stata abbastanza fortunata di aver potuto sentire le sessions giovedi
sera , sdraiata sul sofà di fronte ad un buon impianto HiFi e buttare giù
alcune note sulle dieci canzoni del disco. Ecco un risultato veloce.
“Beyond here lies nothing” : La fisarmomnica di Hidalgo è la musa
ispiratrice di quest’album. Lo strumento gira dove vuole trasformando il
suono , sullo stile dei blues di Jimmy Reed , in qualcosa di più ampio : una
celebrazione dell’influenza latina in forma di rock. C’è qualcosa di Leonard
Cohen nei testi di Dylan che è profondamente essenziale ed estremamente
elegante.
“Life is hard” : Dylan apparentemente ama la storia di Dahan nella “Vie en
rose” di Edith Piaf , ed ha acconsentito ad inserire questo pezzo nel il
film “My own love song”. Ha un feeeling francese , con una linea di chitarra
ridondante di hot jazz e riferimenti al viale dei sogni perduti. Dylan dice
“Il mare dell’amore” , rappresenta se stesso come un romantico non più di
moda.
“My wife’s home town” : Entra la donna diavolo , la pericolosa
caratteristica principale dei blues. Le wafey provengono da giù sotto ,
questo non significa l’Australia. Questo è puro Howlin’ Wolf: Il ghigno di
Dylan alla fine potrebbe essere la parte migliore.
“If you ever go to Huston” : Non è che questo walkin’ blues suoni come “It
takes a lot to laugh”, ma c’è un feeling simile a quella composizione del
1965. La fisarmonica di Hidalgo sembra essere il sole nascente sopra ogni
cosa. I testi hanno il sapore Wild West , con un obliquo riferimento
alla storia della città e del suo nome.
“Forgetful Heart” : Il taglio mistico di questo pezzo starebbe bene anche in
“Time out of mind” , con una atmosfera mutevole e i testi che richiamano
Edgar Allan Poe—“ la porta è chiusa per sempre/ se c’è ancora una porta-“.
Il banjo spicca notevolmente nel mix.
“Jolene” : Questa avventuretta immagina “l’altra donna” , immortalata nel
successo del 1971 di Dolly Parton , come la regina impettita della strada
per la quale ogni uomo lascerebbe la moglie. “ Sei qualcosa di bello ,
lancerò il mio dado” , mordente satira , mentre il doppio riff di chitarra
porta avanti la storia.
“This dream of you”: Dylan fa il Mariaci ! IL pezzo con il sapore più latino
dell’album che testimonia la capacità dei Messicani d’America di cantare il
blues , con il suono dolce di una chitarra , troppo ?.
“Shake mama shake”: Questa fa proprio quelo che dice il titolo . Un forte ,
brusco blues con in pò di gospel nei testi , fa venire in mente l’ultimo
Otis Rush di Chicago.
“I feel a change is coming on”: Il titolo sembra adattarsi all’era di Obama
, ma questa canzone tinta di country è molto più personale ed
universale---una meditazione sul sole che nasce , sia immaginario che reale.
Il cantato di Dylan è un baritono che mette in evidenza gli strappi delle
sue corde vocali. E c’è l’armonica.
“It’s all good”: "Throw on the dust! Pile on the dust!" grida Dylan in
questa parte apocalittica della canzone. Le linee di chitarra ne fanno il
pezzo più veloce dell’album dando alla band la possibilità di venir fuori
sulle mote alte. Le parole finali di Dylan : Goditi questo mondo , anche se
sfocierà nel caos: Infatti si gode specialmente del caos.
by Ann Powers
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Bob Dylan - Oslo - Blowin' in the wind
a
Sabato 28 Marzo 2009
Set List: Jönköping, Sweden -
Kinnarps Arena - March 27, 2009
1. Leopard-Skin Pill-Box Hat (Bob on keyboard)
2. When I Paint My Masterpiece (Bob on harp center stage)
3. Don't Think Twice, It's All Righ (Bob on guitar)
4. The Levee's Gonna Break (Bob on keyboard)
5. Just Like A Woman (Bob on keyboard)
6. It's Alright, Ma (I'm Only Bleeding) (Bob on keyboard)
7. Most Likely You Go Your Way (And I'll Go Mine) (Bob on keyboard)
8. Million Miles (Bob on keyboard)
9. Stuck Inside Of Mobile With The Memphis Blues Again (Bob on keyboard)
10. This Wheel's On Fire (Bob on harp center stage)
11. Highway 61 Revisited (Bob on keyboard)
12. Make You Feel My Love (Bob on keyboard)
13. Thunder On The Mountain (Bob on keyboard)
14. Like A Rolling Stone (Bob on keyboard)
(encore)
15. All Along The Watchtower (Bob on keyboard)
16. Spirit On The Water (Bob on keyboard)
17. Blowin' In The Wind (Bob on keyboard)
Togheter Throug Life : sarà pubblicato in 4 versioni
Standard CD
10 new songs including "Beyond Here Lies Nothing," "Life Is Hard" & "It's
All Good"
$12.99
Digital Album
High Quality (320kbps) MP3 Download
10 new songs including "Beyond Here Lies Nothing," "Life Is Hard" & "It's
All Good"
>(Vintage Poster offer is optional for Digital Version. Shipping charges
will apply)
$9.99
Limited Edition CD/DVD
10 new songs including "Beyond Here Lies Nothing"
>Bonus CD of Bob Dylan's "Theme Time Radio Hour," ("Friends & Neighbors"
episode)
>DVD of "Roy Silver - The Lost Interview"
>Together Through Life collectible poster & sticker
$17.99
Vinyl
10 new songs including "Beyond Here Lies Nothing," "Life Is Hard" & "It's
All Good"
>Pressed on 180 gram vinyl
>Also contains the entire album on CD
$23.99
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Review: Oslo, Norway -
Spektrum - March 25, 2009
by Michael Snell
Di ritorno da Oslo , la scorsa notte è stata una pura
esplosione di emozioni!
Almeno per me e quelli che mi stavano intorno....ma il pubblico in generale
è stato tranquillo anche nei momenti nei quali avrebbe dovuto rallegrarsi di
più!
Alle persone che erano nella sezione 003 dico , la prossima volta state
seduti , almeno per una canzone per favore !!!....il resto della gente non
aveva le formiche nei pantaloni , problemi di vescica e sembravano
annoiarsi......
La cosa più positiva dell’altra notte è che è stato un grande set ,”Watching
the river flow” è stata un pò più veloce di come l’avevo sentita fare prima
( cosa piacevole per me!) , ma quando Dylan è venuto al centro del palco
urlando “When i paint my masterpiece!” Allora ! Seguita da una delle mie
preferite , “You ain’t going nowhere” ( l’avrà suonata per quelli che
sembravano annoiati) , poi penso sia stato grande ascoltare di nuovo “It’s
alright mama” !
Ma !! Ma si! La canzone che stavo aspettando dal 2006 ( dopo averla
ascoltata in un bootleg a Cork , Irlanda ) JUST LIKE A WOOOOOOOOOOOOOMAN ,
penso di essermi bagnato come una ragazzina che fa i giochetti con il suo
amichetto , ma non voglio continuare con questa descrizione , ma grazie
mille Bob , per me l’highlight della serata.
Il fratello della mia ragazza ed io ( seduri nella sezione 003 , fila 14 ,
poltrone 29 3 30 , avevamo una fantastica vista su tutta la band , meno i
momenti che la gente del nostro settore si alzava i piedi ).
Il resto del concerto con highlights come “Ballad of a thin man” che è
uscita potente dalla voce di Bob e “I don’t believe you” con Bob con la sua
bellissima chitarra al centro del palco che suonava anche qualche assolo è
stata una vera gioia!
“Leeve’s gonna break” è una delle mie favorite di Modern Times e
naturalmente mi sono spellato le mani per applaudire , la band era molto il
palla , avanti così !
Il solo momento scadente è stato “Highway 61” che penso di aver già sentito
negli ultimi 6 concerti prima di questo.
Avanti con le canzoni che avevo scordato ; “Stuck inside of Mobile” , “When
the deal goes on” ( un’altra bella esecuzione assieme ad “Hard rain” ), con
Bob in tiro in ogni momento della performance! “Thunder on the mountain” che
suona sempre bella , ho apprezzato “Like a rolling stone” più stavolta che
nel 2007 , penso che quando ho visto Dylan a Cardiff nel 2006 sia stato il
migliore che abbia visto!.
E poi i 3 encore , “Watchtower” (il meglio che ho visto), “Spirit on the
water” ( la gente non ha urlato quando ha cantato la strofa che dice “
pensate che non sono più nella mia primavera”)e “Blowing in the wind” che è
stata una bella novità per me!
Poi ci siam fatti qualche birra soli come due cani , per poi lasciare tutto
nella tazza del cesso ( la birra naturalmente ahahah ).
Ciao Tamburino e amici della fattoria.
Vorrei dire anch'io la mia sull'argomento di cui state discutendo da un po',
il Dylan attuale, i concerti, l'uomo, l'artista etc.
Premesso che anch'io, come diceva il mio omonimo Stefano C., ho girato in
lungo e in largo per concerti da una ventina d'anni a questa parte, e detto
che francamente dal concerto di Milano 2003 (o forse da Stra' 2004) non ho
piu' visto altro che la ripetizione dello stesso canovaccio, e detto ancora
che l'ascolto di vari bootlegs scaricati da Internet non ha fatto che
confermare tutto questo, cionostante andro' a vedere Dylan anche questa
volta.
So di esprimere un pensiero molto particolare ma io amo Dylan prima di tutto
proprio perche' ha sempre fatto e continua a fare quello che gli pare, con
arroganza, poca considerazione per il pubblico, con la presunzione assoluta
di bastare a se stesso, ma avendomi dato emozioni, sensazioni e sentimenti
che mi accompagneranno tutta la vita.
Chi si lamenta forse preferirebbe aver amato un'artista che si fosse
presentato a cantare ogni 5 o 6 anni o forse tutti noi abbiamo goduto del
piacere di vederlo dalle nostre parti praticamente ogni anno?
E chi critica Dylan oggi non e' forse tra quelli che, qualche anno fa, a una
mia mail in cui lamentavo la presenza di scalette con canzoni troppo
ripetute mi rispose, seccato, “Andrei a vedere Dylan anche se leggesse
l'elenco telefonico?”
Su, un po' di coerenza e un po' di senso del limite: come si puo' pretendere
di piu' da Bob Dylan? Si puo' pensare che per il lui il tempo non esista?
Addirittura si commenta con ironia (o forse peggio) il titolo del nuovo
album, che secondo me invece e' il titolo piu' straordinario che mi potessi
aspettare perche' per me e' esattamente stato un compagno di vita il nostro
Bob.
Chi se ne frega della vita personale, se e' simpatico in famiglia, se ha
amici o no, se ha salutato o no il dipendente dell'albergo a St. Vincent
l'anno scorso, forse chi accentua questo si considera un essere perfetto, e
magari lo e', sta di fatto, pero', che lui e' un'artista e io lo valuto come
tale, e come tale e' il massimo per me, se intendiamo per artista chi da'
sensazioni ed emozioni.
Ho l'impressione che qualcuno ad arte sollevi questi aspetti per fare il
contrario di quello che Tu, Mr. Tambourine, a volte rimproveri, e cioe' di
voler considerare Dylan intoccabile “a prescindere”; non pensi che anche
voler criticare “a prescindere” sia ugualmente sbagliato? Questa storia
della noia degli ultimi show, che peraltro condivido in parte come ho detto,
non sarebbe il caso di lasciarla da parte visto che praticamente tutti i
giorni si sente il bisogno di sottolinearla? Non vi piacciono i concerti?
state a casa, tanto a Dylan non frega nulla e nemmeno all'universo mondo.
Spero comprenderai che queste righe un po' dure vorrebbero inserirsi nello
spirito della discussione e del confronto di opinioni franco e leale che Tu
giustamente ed ammirevolmente affermi e porti avanti.
E' solo che non riesco davvero a comprendere, ma forse sono limitato io,
questa voglia sfrenata di trovare ad ogni costo qualcosa di negativo da dire
andando a volte anche a cercare argomenti che francamente mi paiono fuori
luogo; una volta il sito era dedciato ad approfondimenti straordinari sul
Dylan poeta, musicista e performer; adesso sembra un giornale di gossip e
questo mi pare veramente un'offesa tenuto conto che e' dedicato a Bob Dylan,
non a Fabrizio Corona.
Concludo pero' con un sincero, assolutamente sincero ringraziamento per chi
come Te e chi Ti ha preceduto ha contribuito e contribuisce a divulgare
l'arte di Dylan ed a renderla accessibile a tutti.
Stefano P.
Ciao Stefano , grazie e benvenuto nel club di quelli
che hanno manifestato le proprie idee sulle pagine della Fattoria.
Premesso che la maggior parte delle tue parole mi trovano perfettamente
d’accordo , vorrei sottilineare che purtroppo gli anni passano per tutti ,
non solo per Bob come persona ma anche per Bob come artista , che dal vivo
si sta paurosamente ripetendo senza dare emozioni , questa è una
constatazione indiscutibile , la realtà della situazione , vogliamo
ignorarla perchè non è positiva ? L’esibizione dal vivo non è forse la punta
di diamante di ogni artista ? Il momento nel quale l’artista si rivela per
quello che è in quel momento , quando sul palco porge il frutto della sua
arte al suo pubblico , molto più che nel lavoro in studio. Bene , questi
momenti non li ho fatti diventare noiosi io , il responsabile è lui , lui ha
impostato lo show in questo ripetitivo modo , lui ha scelto i musicisti , lui sceglie le scalette ,
lui canta , lui fa gli arrangiamenti , lui non permette nemmeno ai suoi
musicisti di rivolgergli la parola , lui mangia da solo , viaggia da solo ,
lui ignora il pubblico , lui genera questa situazione , se poi si vuole
giudicarla positiva si può anche farlo , basta chiudere gli occhi e far
finta di non aver visto niente , sentito niente , di non sapere niente. E’
una libera scelta , poi ognuno sostiene le sue ragione e difende questo
stato di cose secondo il suo metro di valutazione. Da questo nascono le idee
diverse che si confrontano su queste pagine , nessuno vuole aver ragione a
tutti i costi , ognuno dice la sua , gli altri leggono e valutano , se è il
caso cambiano idea , se invece ritengono di non doverlo fare rimangono
giustamente della loro.
Questo per dire che quando alla guida di Maggie’s Farm c’era Michele
“Napoleon in rags” ( che nessuno di noi smetterà mai di ringraziarlo per
tutto quello che ha fatto ) c’era un’altro Bob Dylan , con dieci anni di
meno , una produzione diversa , spettacoli dal vivo diversi , una vita
diversa , delle motivazioni artistiche diverse , meno personali ed
intimiste. Ma come dicevo all’inizio gli anni passano per tutti , Michele ad
un certo punto ha smesso di fare il trascinatore dylaniano , ha ritenuto
fosse venuto il momento di dare una diversa impostazione alla sua vita ed ha
lasciato la Sua Fattoria.
Con lui se ne sono andati coloro che avevano messo la loro conoscenza ed
esperienza a fianco dell’entusiasmo di Michele e della Fattoria , e ti posso
garantire che a partire da Michele , tutti gli altri erano gente di ottimo
spessore intellettuale , che avevano contribuito a dare quel taglio
superiore alla Fattoria che se n’è andato con loro.
Michele , non saprei dirti in base a quale valutazione , ha deciso di
affidare a me la continuazione della Fattoria , a me che ero uno come voi ,
un appasionato visitatore giornaliero , e quello che ho imparato l’ho
appreso anch’io dalle pagine della Fattoria. L’ultima cosa che Michele ha
commentato ed approfondito è stato Modern Times , tre anni fa , poi , oltre
le esibizioni dal vivo , non c’è stato altro da commentare ed approfondire ,
e su questo ti garantisco che anche Michele la pensa come me , e se va ad un
concerto di Bob è per reincontrare vecchi amici che non vede da tempo , ma
se fosse esclusivamente per vedere Bob se ne starebbe a casa.
Ci sono rimaste le esibizioni dal vivo da commentare , e su queste i pochi
approfondimenti che si potevano fare sono stati fatti , il resto è una
ripetizione. Da anni Dylan non propone novità dal vivo , che dire? Poi
arriva “Tell Tale Signs” , operazione prettamente commerciale che non aveva
niente a che vedere con lo spessore artistico di Bob. Che dire di TTS ? Quel
poco che si poteva dire è stato detto , TTS non poteva dire più di tanto ,
c'era poco
c’era da aprofondire , e quel poco che c’era è stato fatto. Proprio ieri ho
tratttato l’argomento Tell Tale Signs , ma se devo essere sincero , da
quando è uscito fino ad oggi non ho avuto l’impressione che quel lavoro
avesse suscitato grandi entusiasmi. Non se ne è parlato molto , non era un
capolavoro e forse per questo è stato messo sotto silenzio dopo poco tempo .
Ora rimaniamo in attesa di Together Through Life , con la speranza che abbia
più spessore del precedente. Per ora , alla luce della situazione odierna ,
ho cercato di creare una discussione sulle diverse idee che questo
meraviglioso titolo inspira , con la speranza che anche le canzoni siano
all’altezza del titolo. Il tutto per dire che siamo in un grande periodo di
recessione dylaniana , Dylan si avvia tranquillamente verso il suo naturale
tramonto cercando di divertirsi sul palco al meglio delle sue possibilità
che si sono notevolmente deteriorate . Questa è la situazione nella quale mi
trovo a lavorare , da solo , non c’è più niente da approfondire che non sia
stato già fatto , di nuovo c’è molto poco o quasi niente , del passato è
stato detto e scritto tutto , che vuoi fare , la situazine è questa e
nessuno la può cambiare. Io ho cercato di occuparmi anche del Dylan uomo , e
questo può aver dato fastidio , ma un uomo è un uomo con i suoi difetti e
con i suoi pregi , lo stesso vale per l’artista , non vedo perchè occuparsi
solo dell’artista ( del quale l’uomo è parte integrale e non separabile ,
l’artista è sempre influenzato dei sentimenti dell’uomo , da qui nascono i
capolavori , che diventano e belli , importanti e significativi in rapporto alla capacità
dell’uomo di comunicare i suoi sentimenti e le sue emozioni in forma
artistica. Le notizie che leggi sulla Fattoria non me le invento io , sono
quelle che al momento passa il convento , e per convento intendo la stampa
mondiale ed i siti internet dedicati a Dylan e non , tutti parlano di queste
cosec , in queste ultime due settimane tutti indistintamente hanno parlato
del cesso puzzolente di Dylan , anche auotorevoli testate giornalistiche
americane , se leggi i siti dylaniani di lingua inglese ci trovi le stesse
cose che trovi su Maggie's Farm , se poi io tento di allargare il discorso
per staccarmi un attimo dalla monotonia e dalla ripetitività delle notizie
riguardanti il nostro Bob divento scorretto o un gossipmaker ? Detto questo mi sembra eccessivo paragonare Maggie’s Farm a Novella 2000,
poi , toglimi una curiosità, chi è questo Fabrizio
Corona che citi nella tua mail ? :o))))
Ciao , alla prossima , Mr.Tambourine
Eccoci , ci siamo di nuovo , un mix di emozioni e di
eccitazione , dopo aver visto e sentito le registrazioni dei due show
svedesi e il ricordo dello show , forse al di sotto della media , a
Stavanger lo scorso anno.
Comunque , avevamo dei bei posti , fila 21 con una buona visuale.
Il concerto doveva iniziare alle 19,30 , alle 19,40 si spengono le luci in
sala e Al Santos fa il tradizionale annuncio. La prima canzone :
1. Watching The River Flow
che non è esattamente una delle mie preferite , principalmente perchè a mio
parere non vuol dire nulla , ma questa è stata una bella e tranquilla
esecuzione , e la canzone d’apertura è spesso la migliore. Sono stato più
che sorpreso quando è iniziata.
2. When I Paint My Masterpiece
Che significa la seconda canzone dall’album “Bob Dylan Greatest Hits vol.2”,
Dylan era al centro del palco con solo l’armonica , grande canzone , e Dylan
continuava a cantare “rum and coca-cola” con divertimento. Sentivo che
questo show stava avviandosi nella giusta direzione , anche se la voce era
leggermente distorta , la voce di Dylan era la migliore che ho sentito negli
ultimi anni..........allora continua la sorpresa con
3. You Ain't Goin' Nowhere
La terza canzone da un album di greatest hits , ( ora , ovviamente , non c’è
niente di speciale con Dylan che canta i suoi greatest hits , la cosa
speciale era che queste tre canzoni non si trovano in nessun album ufficiale
, la prima pubblicazione è stata solo sui greatest hits albums ). Bella
versione , ma mi mancava l’arrangiamento con Charlie Sexton e Larry Campbell
che si univano al coro ( bene , sono arrivato alla terza canzone prima di
menzionarli......) Dopo questo , ho potuto vedere Donnie pizzicare il banjo
, e speravo che le seguenti fossero “To ramona” o “High water” , invece ci
sono state
4. It's Alright, Ma (I'm Only Bleeding)
Il punto più basso dello show per me , in parte perchè è una canzone
superata , in parte perchè la voce parlato-cantato dello scorso anno era
tornata. Tuttavia ho notato che la strofa del Presidente degli Stati Uniti
era stata tagliata...?
C’era la gente più elegante che avessi mai visto ad uno show di Dylan , che
applaudivano solo fra una canzone e l’altra , forse un riguardo , ma in ogni
caso probabilmente quella strofa non ci sarebbe stata lo stesso. Dopo aver
fatto tre canzoni del 1971 , siamo ritornati nel 1965 con questa , ma Dylan
era ovviamente in feeling anni 60’ , perchè ha saltato un anno e cominciato
a suonare
5. Just Like A Woman
e l’addetto alle luci ha illuminato la platea come in una notte di luna
piena , con un sacco di piccole “stelle” intorno. Dylan è venuto di nuovo al
centro del palco , forse supponeva che la gente volesse cantare con lui come
spesso succede durante questa canzone , ma il pubblico è rimasto
sorprendentemente tranquillo. Lui si è forse scocciato , è tornato dietro la
tastiera e vi è rimasto per tutto il resto della canzone. Sembrava essere
una serata per “gruppi di album” , così hanno continuato con “Blonde on
Blonde” con
6. Stuck Inside Of Mobile With The Memphis Blues Again
Più parti di armonica in questa , Dylan sembra aver adottato un nuovo stile
col quale cantare , soffia nell’armonica cantando etc. Ha cominciato così
anche in “Masterpiece". Ricordo che aveva fatto questa cosa poche volte nel
1991 con risultati disastrosi , ma stasera ha funzionato perfettamente. E la
sua voce ! Non ho ancora detto quanto era grande.....ed il suo canto è
migliorato nella canzone seguente che era
7. Ballad Of A Thin Man
Ripescata dal suo terzo “ anarchico-album , e sempre proposta negli anni tra
il 1965 ed il 1971. Versione brillante , ha cantato tutte le strofe senza
tagliare niente , ben intonato regalandoci grandi momenti. La sesta canzone
ovviamente è stata buona quando l’ha iniziata
8. I Don't Believe You (She Acts Like We Never Have Met)
Di nuovo al centro del palco col la chitarra ! é stato bellissimo vederlo al
centro del palco con la chitarra.......era l’immagine di.....bhe , Bob Dylan
! In otto canzoni ce ne sono state tre da Blonde on Blonde ! Dopo questa
grande prestazione , Dylan ha schiacciato il bottone del fast forward
andando a Modern Times , e
9. The Levee's Gonna Break
Dylan chiaramente coinvolto , danzava e saltellava intorno alla tastiera.
Toni aveva preso il contrabbasso.Mi sono chiesto perchè Stu Kimball non si
fosse mai mosso dalla sua posizione fin dall’inizio. Canzone divertente da
sentire , e per la terza volta nella serata , ha deciso di continuare con lo
stesso album , con
10. When The Deal Goes Down
è stata graziosa , una specie di rallentatore dopo lo scatenato rock and
roll della canzone precedente , ma d’altro canto è stata una bella trovata
di Dylan , recitando tutte le strofe complete , e son rimasto veramente
soddisfatto dalle canzoni di Modern Times....Toni è rimasto tranquillo al
contrabbasso , ma era tempo di rock di nuovo , con
11. Highway 61 Revisited
L’ho sentita e vista talmente tante volte……la novità è stata l’assolo di
organo di Dylan verso la fine.....l’anno scorso il cantato era
frettoloso.....siamo ritornati al secondo album con
12. A Hard Rain's A-Gonna Fall
Certamente ha fatto piacere al pubblico , un’altro esempio di quanto buona
fosse la voce di Dylan in tutta la canzone , con la capacità di tenere la
tonalità , suonando questa maestosa e potente canzone. Torniamo al bottone
del fast forward col terzo pezzo della serata da Modern times ,
13. Thunder On The Mountain
Un’altra canzone divertente da vedere fatta da Dylan. Non era coinvolto come
in “Leeve…” ma chiaramente compiaciuto di cantare questa canzone. Lo ammetto
, ero speranzoso di una piccola sorpresa , come con “Billy” o “One more cup
of coffe” , invece ci ha dato
14. Like A Rolling Stone
Naturalmente pubblico contento….Ma tuttavia tutti sono rimasti seduti ai
loro posti , correttamente ascoltando lo show , così quando ha cercato la
partecipazione del pubblico....deve aver pensato per un secondo di essere
rimasto da solo sul palco . Devo dire che ci sono stati grandi applausi
durante la canzone , si sentivano benissimo , dopo questo famoso hit , Dylan
e la band hanno lasciato il palco.
Il Dylan “eye-mind” logo brillava sullo sfondo e dopo gli applausi sono
ritornati per delle canzoni molto famose ,
15. All Along The Watchtower
E’ la canzone che probabilmente ogni fan di Dylan ha sentito di
più....difficile trovare qualcosa da dire su questa , Dylan e la band
compiaciuti di eseguirla per ogni pubblico che incontrano...Tempo di
rallentare di nuovo , e la sera continua con la quarta canzone da Modern
Times ,
16 Spirit On The Water
Con un breve ma bello intro di armonica e un amabile assolo alla fine. Di
nuovo , la voce di Dylan era così grande che avreste potuto pensare di star
ascoltando l’album invece della versione da concerto.
Non ho potuto trattenermi dal gridare in netto “No” alla strofa dove dice
"you think I'm over the hill. I think I was alone on that....” , dopo la
canzone Donnie ha messo il violino dietro la schiena , ed io ancora speravo
in una sorpresa ( ma quando , se mai , ha finito un concerto con una
sorpresa…?)
La cosa seguente non è stata una canzone , è stata la prima parola detta da
Dylan in tutta la serata, la presentazione (abbastanza noiosa) della band !
Donnie ha riportato il violino al posto giusto prima di farci
17. Blowin' In The Wind
Ci sono stati alcuni momenti grandi con Donnie e Dylan che suonavano il
violino e l’armonica ( Dylan ha terminato al centro del palco suonando
l’armonica ). Speravo in un’ultima canzone , ma aveva già fatto le sue 17 ,
e l’applauso non è stato evidentemente abbastanza forte. Si sono girati e
hanno lasciato il palco.
Sommando tutto : questo è stato il concerto dove ho visto il Dylan più
vicino all’era Sexton/Campbell. Devo dire che ho trovato la band attuale un
pò noiosa , ha dato poco stasera , mentre Dylan ha dato veramente tanto !
Non c’è stato mai un momento dove avesse inserito il pilota automatico. E’
stato grande vederlo lasciare la tastiera diverse volte . Ho lasciato lo
show veramente felice , salendo sul mio bus e sono arrivato a casa dopo 22
ore.....
Nota a parte , devo dire che la set list era imperniata su 7 album :
Bob Dylan Greatest Hits vol. 2 - three songs
Bringing It All Back Home - one song
Blonde On Blonde - three songs
Highway 61 Revisited - three songs
Modern Times - four songs
Freewheelin' - two songs
John Wesley Harding - one song
Together Through Life ha seppellitto Tell Tale Signs ?
Già , Tell Tale Signs , acqua passata ? Acqua che non macina più ? Finito
troppo in fretta nel dimenticatoio , nessuno ne parla più , nessuno ne fa
più le lodi e nemmeno le critiche.
Perchè ? Forse ci hanno propinato ad un prezzo mostruoso ( la versione
“faraonica” cofanetto di platino a tre CD d’oro massiccio tempestato di
diamanti ) un Dylan che da anni non esiste più , e l’entusiasmo iniziale
pian piano è svanito , gone with the wind.....
Riascoltando i tre CD nella versione “ Re Mida ” , ho trovato alcune perle e
diverso materiale di scarto , ma questo l’avevo già detto nelle mie due
osservazioni sull’ultima uscita dell’icona del rock , quella Sua Bobbità che
sembra trascinarsi lentamente verso il naturale tramonto , incapace di
trovare un’ idea diversa o un modo diverso per non porgersi noiosamente e
ripetutamente al suo pubblico.
E’ vero , c’è Together Through Life in uscita , e questo probabilmente da un
colpo di spugna al precedente , ma al di là dell’evento , già da molto non
si parlava più di questo ( chi dice osannato , chi dice sopravvalutato )
quanto frettolosamente dimenticato Tell Tale Signs. Sarà l’idea del
consumismo a tutti i costi ? Quando qualcosa esce sul mercato è già vecchia
e si aspetta con impazienza la nuova , e allora Tell Tale Signs si rimette
nello scatolone dei ricordi e non ci si pensa più . Peccato , non era un
capolavoro ma era accettabile , stava al pari o al di sopra di tanti altri
nella lunga fila della produzione dylaniana. Il nuovo , quello che ha
scalzato il povero Tell Tale Signs dalla mente dei fans , come sarà ? Un
Capolavoro con la C Maiuscola ? Roba di routine ? Il compitino fatto bene ?
I testi saranno profondi o superficiali , saranno all’altezza del poeta
Dylan o saranno fatti col ciclostile ? Di solito , poeticamente Dylan è
sempre all’altezza , anche nei lavori giudicati più scarsi dai dylanologi ,
è il suo modo di parlare , il suo modo di raccontare una storia che
trasforma tutto in poesia , staremo a vedere e sentire . Forse vocalmente
Bobby non è più all’altezza di tenere concerti dal vivo , si circonda di
musicisti mediocri , e per questo tanti fans hanno definitivamente chiuso
con le sue esibizioni live , almeno fino a quando non smetterà di propinarci
questo tipo di esibizioni. Il Tour è ripreso , molti speravano in qualche
cambiamento , molti si erano illusi di
sentire qualcosa di diverso , ma così non è. La "musica" è ancora la stessa ,
la voce , dopo qualche mese di riposo è un pò più in tono , ma penso che a
metà tour sarà ridotta come quella dell’anno scorso , rasposa , cavernosa e
zoppicante come quella di Tom Waits con la laringite. Dicono i ben informati
( o privilegiati che chiamar si voglia ) che il suono di Together Throgh
Life sarà molto simile a quello degli anni 50’ , quando uscì Modern Times si
scrisse "Blues in stile Chicago e jazz degli anni '30 in stile 'Love and
Theft'" , allora osservo – Dagli anni 30’ di MT siamo passati ai 50’ di TTL
. vuoi vedere che in quello che verrà dopo TTL il buon vecchio Dylan rispolvererà il
mitico ed inarrivabile "wild thin mercury sound" di Blonde on Blonde ?.
Sarebbe davvero incredibile , ma cazzo , chi potrà ricreare quel fantastico
suono ? Il Mago Merlino ?
Ma ritornando al buon vecchio e dignitoso Tell Tale Signs , bootleg senza
picchi , sanza infamia e sanza lodo , un album che la sufficienza la
meritava ampiamente anche se non alla pari con i tempi , composto con
astuzia e coraggio da scarti di altri album , riproposizione di pezzi ormai
datati , buttato sul mercato per un’operazione commerciale misteriosa ,
forse a seguito del Pulitzer , forse per far cassetta o forse perchè sarebbe
diventato obsoleto se pubblicato troppo in ritardo , un album inutile
secondo alcuni e un piccolo capolavoro secondo altri perchè sei stato
messo a riposo così in fretta? Perchè nessuno parla più di te? Colpa di
Together Through Life? Colpa del tuo lieve spessore artistico ? Colpa dei
fans che si entusiasmano per poco e si scazzano per altrettanto poco ? Colpa
di chi pensa che Dylan sia sempre in eterna evoluzione e che le cose passate
non sono mai all’altezza delle future ? E’ poi una colpa o è il limite
naturale della durata delle cose che la nostra civiltà ha storpiato ed
abbruttito ? Era un brutto disco ? Senz’altro no , aveva i suoi pregi ,
l’unico difetto di quell’album era quello di non essere attuale , ripescato
nella memoria , con l’impressione di essere stato assemblato alla rinfusa ,
di aver grattato il fondo del barile , in fondo tre diverse versioni di
Mississippi erano davvero troppo anche per Dylan. Forse per questo è stato
accantonato in fretta ? O forse sono io che non ho capito niente......
Mr.Tambourine
E' la prima volta che vi scrivo
Un abbraccio a tutti i dylaniani che frequentano il sito. Seguo il sito
quasi ogni giorno e faccio i miei più sinceri complimenti a chi se ne occupa
e a chi se ne è occupato fino a qualche mese fa. Non posso che
ringraziare!!!!
Però non posso non criticare questa ultima polemica sul nuovo disco di
Dylan. Dico polemica e non dico discussione.
Espongo il mio pensiero:
1) Non è molto corretto analizzare il titolo di un album che ancora deve
uscire. Si discute del nulla. Potrebbe essere tutto e nulla, soprattutto in
questo caso. L'unica cosa che mi sento di dire è che sicuramente avrà più
livelli di lettura.
2) Si è utilizzato uno spazio che ha preso il nome di "ttl, opinioni a
confrionto", per poi finire a parlare del Dylan privato e del Dylan live.
2a) Sul sito, del Dylan live, se ne era parlato, con toni duri e spesso
costruttivi, all'epoca del precedente tour. Non vedo perchè tornare a dire
le stesse cose senza avere altri elementi a disposizione. Magari d'ora in
poi, visto che è partito il nuovo tour, si potranno aggiungere altre cose.
Ma fino adesso era aria trita. E comunque una cosa è il nuovo album, una
cosa è la performance live
2b) Sul Dylan persona... beh... A me non me ne frega niente del Dylan
persona. A me interessa l'artista. Se a uno interessa anche la persona,
affari suoi. Ma la mia opinione è che non sia molto corretto farlo. Se io
fossi un artista non mi piacerebbe che chi ama la mia arte si interessasse
anche del mio privato. Ma sapete, io sono della vecchia scuola del "non fare
agli altri ciò che non vorresti che facessero a te". Magari la pensa così
anche chi si interessa del Dylan persona, e sogna di non poter uscire fuori
come tutti a farsi una passeggiata, aver avuto gente che ti rovistava nella
spazzatura, aver avuto colleghi a cui hanno sparato, etc etc etc
Con immutata stima e ammirazione
Simone Baneschi
Caro Simone , prima di tutto grazie per aver espresso
la tua opinione e per i complimenti e la stima a noi di Maggie's Farm.
Venendo alle tue parole lasciami dire che ti trovo un pò troppo integralista
, se parlassimo solo del titolo dell’album che dire....in due parole te la
cavi , titolo bello , titolo brutto ed è finita lì. “Togethr throug life -
Opinioni a confronto” si propone di andare oltre , un pò più a fondo , non
credo ci sia niente di male e di scorretto nell’ analizzare o nel voler
correlare le parole di Bob con il suo comportamento , sia come artista sia
come uomo , mi sembra la cosa più naturale di questo mondo. Uno legge il
titolo del nuovo album e si generano due situazioni : 1) Te ne freghi , ti
lascia completamente indifferente . 2) Ti chiedi il perchè di questo titolo
ed il suo significato , da qui nasce tutto il resto , fermo restando che è
bello e positivo poter esprimere e confrontare le proprie opinioni.
Veniamo ai tuoi punti :
Punto 1 - Come dici tu , il titolo avrà più livelli di lettura , non pensi
che sia proprio quello che stiamo cercando di fare con Opinioni a confronto
?
Punto 2- é chiaro che parlando di Bob ci si allarga , si spazia dall’artista
all’uomo , dal live ai dischi , si discute , si paragona , si confronta e si
tenta di analizzare per trovare la risposta che più si adatta alla nostra
visione di Bob , restando fermo che è troppo riduttivo interessarsi
solamente dell’artista e fregarsene dell’uomo. Immagino se il cesso
puzzolente fosse piazzato davanti a casa tua ti preoccuperesti eccome più
dell’uomo che dell’artista :o)))))
Punto 2a - Se ne è parlato abbastanza dei live shows ? Chi lo dice ? Le cose
non sono per niente cambiate , quindi non se ne è parlato abbastanza , la
noia di questi poveri show sta continuando senza interruzione.
Punto 2b – Analizzare il comportamento di una persona non significa
assolutamente parlarne male , significa solo avere le idee più chiare
sull’oggesto della nostra ammirazione. A te potrà benissimo fregarne poco ,
ma il mondo non si limita alla tua idea , non trovi ?
Se esamini gli archivi di Maggie’s Farm ( ti ci vorrà un sacco di tempo
perchè sono più di 4.000 pagine ) ti accorgerai che alla Fattoria si è
sempre parlato dei due soggetti , Dylan-artista e Dylan-uomo , se ne è
sempre parlato con stima e sincerità in ogni occasione , sia quando c’era da
dire bene sia quando c’era da dir male. Trovo questo comportamento molto più
corretto che limitarsi ad incensare Bob ignorando i suoi lati negativi. Il fatto che
qualcuno abbia rovistato nella sua spazzatura o che qualcun’altro abbia
sparato ai suoi colleghi giustifica il suo comportamento nei confronti di
chi va ai suoi concerti ? Che gli ha fatto di male il pubblico ( a parte
pagare il prezzo del biglietto che gli consente di effettuare i suoi show )
per non essere nemmeno degno di un normalissimo “Buonasera” ?
Avere opinioni diverse è normale , esprimerle è normale , confrontarle con
altri è normale , questo è il target di “Opinioni a confronto” , del vecchio
“Dylan Pro e Contro” , della decennale “Talking” , non vogliamo scoprire la
“Verità assoluta” , si cerca solo di aver punti di vista diversi da
commentare e confrontare , nel senso buono della cosa , nessuno vuole
distruggere Dylan , questo può farlo solo lui con il suo comportamento e con
il suo lavoro , noi non abbiamo voce in capitolo , noi possiamo soltanto
stare a vedere quello che succede e discuterne un pò , tutto qui . Non ho
mai considerato nessuno di voi “un estraneo che visita Maggie’s Farm” , ho
sempre considerato tutti come degli amici che hanno un interesse in comune e
che ne discutono amichevolmente.
Alla prossima , Mr.Tambourine
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Rarità e prime edizioni alla mostra del disco usato
clicca qui
Set List: Oslo, Norway -
Spektrum - March 25, 2009
1. Watching The River Flow (Bob on keyboard)
2. When I Paint My Masterpiece (Bob on harp center stage)
3. You Ain't Goin' Nowhere (Bob on keyboard and harp)
4. It's Alright, Ma (I'm Only Bleeding) (Bob on keyboard, Donnie on banjo)
5. Just Like A Woman (Bob on keyboard)
6. Stuck Inside Of Mobile With The Memphis Blues Again (Bob on keyboard and
harp)
7. Ballad Of A Thin Man (Bob on keyboard)
8. I Don't Believe You (She Acts Like We Never Have Met) (Bob on guitar)
9. The Levee's Gonna Break (Bob on keyboard, Tony on standup bass)
10. When The Deal Goes Down (Bob on keyboard, Tony on standup bass)
11. Highway 61 Revisited (Bob on keyboard)
12. A Hard Rain's A-Gonna Fall (Bob on keyboard, Tony on standup bass)
13. Thunder On The Mountain (Bob on keyboard)
14. Like A Rolling Stone (Bob on keyboard)
(encore)
15. All Along The Watchtower (Bob on keyboard)
16. Spirit On The Water (Bob on keyboard)
17. Blowin' In The Wind (Bob on keyboard and harp, Donnie on violin)
Volevo inserirmi un secondo su cio' che ha scritto
Francesco ma anche inserirmi sull'onda di altri commenti per dire che io non
andro' a vedere Bob Dylan.
Eppure lo seguo dal 1984 e il primo live che ho visto e' stato nel 1987 a
seguire poi una trentina e passa di concerti con punte anche all'estero.
Francamente questo sound mi ha stancato e con se il suo cantare borbottando.
Ho appena sentito Billy la song del film Pat Garrett e Billy the Kid che
dire se non piatta e priva di luce.
Ho visto la scaletta e allora? Come potevo immaginare nulla di nuovo sotto
il sole.
Ho appena letto che il nuovo album avra' sonorita' anni 50 se le cose stanno
cosi' questo sara' l'ultimo album che compro di Bob.Il prossimo me lo faro'
duplicare.
Io quindi non vado perche' mi sono rotto di questa sua musica lagnosa,
l'ultimo che ho visto e' stato a Torino nel 2007 ed era di una noia ma di
una noia impressionante.
Non so mai io da un po' di tempo a questa parte vedo che in questi show ci
sia molto fumo e poco arrosto.
Non mi interessa nemmeno sapere perche' ancora suoni (forse non sa' cosa
fare nella sua villa a Malibu', forse come tanti anzianotti e' rimasto solo)
ma e' certo che vivacchia sull'onda del passato.
E guardate che io Dylan lo seguo come si deve e non tanto per dire. Lo
ascolto da 25 anni e non e' poco, ma abbastanza per dire che ho speso molto
in termini economici tra concerti, libri, cd , dvd e altro come del resto
molti Dylaniani.
E' ovvio che c'e' anche a chi questo Dylan piace , ma come dice Mr tamburine
le teste sono tante.
Anzi visto che ci sono vorrei chiedere al Dott. Alessandro Carrera che stimo
molto perche' parla di Dylan in maniera superba e spesso si avvicina alla o
alle verita' Dylaniane cosa ne pensa di quest'ultimo periodo in cui il sound
e' quello che e' e Dylan e' quello che e' sempre uguale da un decennio a
questa parte.
Tra l'altro ho avuto modo di ascoltarlo Carrera live qualche anno fa' presso
L'Universita' Americana a Roma e poi al Big Mama dove suono' Tangled Up in
Blue.
Grazie.
Stefano C.
Grazie anche a te
Stefano per aver aggiunto la tua opinione a quelle già pubblicate , ammiro
nel tuo scritto il coraggio della sincerità nell’esprimere il tuo pensiero.
Troverai di certo un sacco di gente che penserà ogni male possibile di te ,
ti bistratteranno con la mente ( succede spesso a star
dalla parte di chi scrive e non dalla parte di chi legge ), qualcuno forse
ti contesterà da queste pagine , qualcuno condividerà le tue idee . Bob è un
Guru sacro ed inattaccabile , forse è la sua poesia e la sua musica ( non mi
riferisco agli attuali concerti sui quali condivido in pieno il tuo punto di
vista ) che creano questo muro di gomma fra la realtà e l’immaginario
inalterabile che alberga da anni nelle menti dei fans più sinceri come noi ,
che siamo corsi in ogni parte d’Italia e del mondo per poterlo vedere dal
vivo, Bob in person ! Ricordo ancora l’emozione della prima volta a Verona
nell’84 , concerto terribile , ma a me sembrava di aver visto la Luce . Poi
ce ne furono tanti altri , alcuni spettacolari per l’energia che
sprigionavano ed altri molto sottotono , ricordo una volta al Palatrussardi
di Milano , un Dylan mai visto e che non rivedrò più , che rideva e ballava
, parlava col pubblico , si esaltava e gioiva , che faceva assoli di
chitarra in quantità industriale , quasi tre ore di concerto , serata
indimenticabile , chissà dov’è finito quel Dylan......
Ho girato la tua
richesta ad Alessandro Carrera , per alcuni giorni è in viaggio , ma mi ha
promesso che appena tornerà a casa ti risponderà.
Review: Stockholm, Sweden -
Globen - March 23, 2009
Dylan risveglia il profumo del caffe a Stoccolma
by raggedclown
Un'altra notte , un’altro NET show , di nuovo in Svezia , ma una diversa (
più grande ) venue si quella dello show di lunedi. Come avevo anticipato ,
non c’è stata ina seconda notte per “Billy” , ma Bob ha tirato fuori
un’altra canzone dimenticata dalle sue pagine passate della meta degli anni
70’ , un periodo che raramente ha rivistato durante gli anni del NET.
Questa è stata “One more cup of coffe (Valley Below)” , la quale , secondo
il database di sua Bobbità è stata suonata solo nove volte dal 1978 , per lo
più nel 1990 , e la più recente esecuzione (Nashville 2007) conta solo a
metà realmente , quando Jack White l’ha massacrata con le sue stonate ( è
una canzone difficile da cantare , con note difficili da tenere senza calare
di intonazione , e Jack era proprio stonato ). A parte questo , fino a ieri
sera , l’unico caffe che Dylan ci aveva servito è stato quello della quinta
puntata del suo Theme Time radio Hour.
Come dicono le recensioni , Dylan l’ha suonata con la chitarra acustica , al
centro del palco.
Questo deve essere stato vero solo per chi aveva la vista malata , infatti
non c’è traccia di chitarra acustica nella registrazione. Devo dire che la
band era molto unita e tranquilla su questo pezzo , non è stata una mezza
pugnalata come “Billy”. Sfortunatamente ci sono stati alcuni errori nel
testo , tuttavoa , dopo la monotonia delle set list degli anni recenti ,
queste sorprese sono benvenute , spero che continuino. Mentre sul tema delle
conzoni di Desire , vorrei dire qualcosa sulla domanda fatta a Bob nella
seconda parte dell’intervista di Flanagan ( su bobdylan.com ) , cioè che
Jaques Levy scrisse tutto il testo di Joey. In breve, “I don’t believe you ,
Bob , you’re a liar !”.
Review: Stockholm, Sweden -
Globen - March 23, 2009
by Steinar Daler
Il concerto al Club Berns è stato grande , e Billy rimarrà sempre nella mia
memoria , ma il concerto al Globen è stato persino migliore. Credo sia stato
uno dei concerti più belli ai quali io abbia assistito , almeno , negli
ultimi anni. Perchè ?
1) Non sapevo la set list , non la ripetizione delle 14 di ieri , ma nuovi
inserimenti superbi.
2) Grande prestazione , non ricordo negli ultimi tempi di averlo sentito
cantare così bene.
3) Molti highlights , e tre di questi proprio magici : una perfetta
preformance di “Chimes of Freedom” , mi ha fatto vibrare la colonna
vertebrale. “Love sick” , suonata al centro del palco mischiando voce ed
armonica in un modo che non avevo mai sentito. Brillante ! “One more cup of
coffe” con la chitarra acustica al centro del palco. Bluuues! Penso di dover
aggiungere anche “Desolation row” , nove strofe perfette e perfino lo stile
“staccato” delle ultime tre suonava giusto.
4) Tutte le canzoni eseguite bene. Nessun punto basso.
5) Interazione fantastica fra Bob e la sua band.
6) Un sacco di movimenti di Bob sul palco.
7) Suono brillante nella venue , e per ultimo il posto dove ero seduto.
Review: Stockholm, Sweden -
Berns Salonger - March 22, 2009
By Ken
Dylan ignora il nuovo materiale e debutta con un
motivo di 36 anni fa a Stoccolma
Così , un sacco di voci prima del tour dicevano che avrebbe suonato
materiale dal recente “Tell Tale Signs” , o addirittura qualche canzone dal
nuovo album in uscita. Ma no , sempre perverso , lui ha deciso di debuttare
con un vecchio successo del 1973 , Billy , dal film Pat Garret & Billy the
Kid.
......cosa grande ! Molto simile nell’arrangiamento a Romance in Durango ,
un sacco di strofe , sicuramente la miglior esecuzione della serata. Ha
modificato qualche strofa , inserendo un sacco di senoritas , cantinas e
roba simile.
D’altro canto non un brutto show , specialmente considerando le qualità
dello spettacolo offerto negli ultimi quattro mesi del tour passato. Il suon
era così-così , il basso qualche volta era troppo forte , la batteria un pò
alta rispetto agli altri strumenti , ma alla fine la voce di Bob si sentiva
bene nel mix.
Bellissima la venue , un locale vecchio di 130 anni , riccamente decorato ,
ho passato la maggior parte della giornata in giro nella parte vecchia della
città e all’eccellente National Art Museum , Stoccolma è una bella città.
Durante lo show sono caduti quattro o cinque pollici di neve , sembrava un
meraviglioso inverno.
Tornando allo show....nessun cambiamento nella band , a parte il fatto di
Denny/Stu/Toni messi bizzarramente in fila di fronte a Dylan !
Gli highlights sono stati “Trying to get to Heaven” , “I believe in you” e
un’incredibile versione walkin-blues di “Cry awhile”.
Contrariamente ad alcuni reportage è stato in Riverflow che ha suonato la
chitarra , non in “Things Have changed”. Inoltre si è messo al centro del
palco ed ha cantato senza strumenti per la prima metà di “Honest with me” e
per la seconda parte di “Cry awhile”....Ha usato l’armonica nell’ottava
canzone e nei migliori standard , in diverse occasioni in fronte alla band
con il microfono per l’armonica in mano.
E’ stato uno show standard , a parte l’imprevista Billy , tutte le altre
canzoni erano prevedibili , il tutto rovinato dalla scarsità della qualità
del suono , a volte il basso di Toni sembrava essere addirittuta scordato ,
almeno alle mie orecchie...
La voce di Bob era buona , sembrava di buon umore , sebbene sembri essere in
un allarmante disagio quando deve suonare la chitarra di fronte al
pubblico !
Ma , un buono show , uno straordinario seppur breve momento per me , sono
contento , ora ritorno in Irlanda !
Ciao Mr. Tambourine,
Blindboygrunt mi ha battuto sul tempo. Volevo scriverti anch’io un
apprezzamento per il pensiero sul titolo del nuovo album che hai voluto
condividere con noi lettori, intitolandolo “il dubbio”.
Fermo restando che ho trovato anch’io belle le parole di Paolo Vites – ma
dubito molto che “Together through life” possa essere rivolto ai fans –
trovo anch’io troppo enfatico questo titolo (anche se ...).
Ed è stata proprio una questione di pelle, come penso per te. Son sicuro che
l’album mi piacerà anche se non mi aspetto rivoluzioni (ma profondità, sì).
Ultimamente i testi sono scritti un po’ con il pilota automatico ed è giusto
così.
Quando Dylan faceva concerti sempre diversi la stampa (non tutta) se ne
lamentava. Adesso, e da parecchi anni, sono grosso modo sempre uguali e la
stampa (non tutta) dice che chi andrà ad un suo concerto troverà i pezzi
stravolti. Il fatto è che sono stravolti sì, ma solo rispetto ai dischi,
perchè ci sono alcuni brani che da parecchi anni sono sempre uguali (e cmq
non stravolti). Scrivo questo rivendicando il fatto che andrò a Milano a
vederlo e che, nella raccolta di opinioni sul BD live che hai promosso in
occasione dell’ultimo tour, ho tentato di dare 2 pro.
Sulla questione artista/uomo (e per la serie citarsi addosso) ecco cosa
scrivevo su maggiesfarm il 10.12.2007: << Spot Cadillac. Adesso affronto un
terreno minato. Lo spot è piaciuto anche a me. E poi cosa c'è di più
americano della Cadillac? Inoltre, il video è girato in un ambiente
plausibile per quel tipo di macchina e il ghigno del Nostro è sempre
qualcosa da vedere. Ciò detto, la realtà è che questi SUV vengono per lo più
usati dalle mamme per portare i bambini all'asilo a 500 metri da casa (...),
cosa che naturalmente si continuerà a fare anche quando l'ingresso nel
centro di Milano sarà a pagamento (cosa vuoi che sia un ticket d'ingresso
nella cerchia dei Bastioni per i proprietari di questi mezzi). (...) I SUV
sono, in generale, tra i mezzi meno ecologicamente sostenibili che esistano
e per quanto mi riguarda credo che solo il Mercato (con la M maiuscola)
giustifichi il loro uso in un contesto urbano. Certo sono il massimo per la
sicurezza, ma se al momento dell'impatto sei sulla 500 invece di essere sul
SUV (il cui guidatore neanche si accorge di stritolarti mentre discute al
telefonino se è meglio prendere 2 o 3 pacchetti di mangime per canarini
all'Esselunga) sei morto. Scusa lo sfogo. Ovviamente sul piano dell'arte di
Dylan non cambia niente (anche se il discorso è delicato, perchè pochi come
BD hanno fatto un'arte della propria vita oltre che delle loro opere). E' il
solito discorso sul genio, etc. D'altronde il Nostro è dagli anni sessanta
che ha fatto una battaglia per affermare di non rappresentare altri che se
stesso e, a volte, neppure se stesso. Tutto ciò ci pone - come infiniti
altri esempi - il problema della coerenza tra la propria arte e la propria
vita. Personalmente, l'ho risolto dicendomi che quando qualcuno ci dà
qualcosa di speciale, ha poi poca importanza se nella vita non si dimostra
all'altezza dell'ideale che ci ha fatto intravedere. Vale l'arte, a quella
tendiamo, e poi pazienza se nella vita di tutti i giorni l'Autore non è
perfetto. >>
Cmq “Together through life” è un titolo bello e, sempre a livello di pelle,
mi ha toccato non tanto per il together quanto per il through life, c’è
questa dimensione del tempo ... come mi sembra abbia detto anche lui in non
so quale intervista: ci illudiamo di possedere il tempo, ma è lui che
possiede noi. E’ un titolo che non avrei capito quando ero più giovane e mi
sembrava ci fosse tutto il tempo per realizzare quello che avrei desiderato.
Ed è un titolo che anche lui probabilmente non ha mai osato prima. Chissà,
magari è il verso di una delle canzoni. Vedremo.
Per una lettura a più livelli, mi sembra cmq che alla fine il senso più
veritiero sia quello (già detto da Blindboygrunt e da Marina) che lega il
titolo alla sua arte o al suo modo di intenderla. C’è un bel passaggio nel
libro di Carrera "La voce di Bob Dylan" dove si fa un parallelo (cito a
memoria) tra la costanza nell’amore (per una donna) in Bob Dylan e, mi pare,
Leonard Cohen, per dire che questa – la costanza nell’amore – non è proprio
il tratto distintivo di Bob. Lui semmai è fedele a se stesso. E’ quello di
Restless farewell, di One too many mornings, di Don’t think twice ..., di
Most likely ... . C’è un’altra cosa che ho letto in proposito e magari ci
tornerò in futuro.
Saluti
Alexan wolf
Grazie anche a te Alexan , lasciamo chiarire
definitivamente che io non ho minimamente pensato a chi o a che cosa poteva
essere dedicato il titolo dell’album , semplicemente l’ho letto e mi ha
colpito profondamente , troppo bello e significativo, e proprio questo ha
fatto nascere il mio dubbio , il titolo rapportato alla totalità di Bob
Dylan . Non importa a chi è dedicato questo stupefacente titolo ,
semplicemente l’ho trovato superbo ma stonato , non in linea col personaggio
. Pian piano , la discussione sul titolo sta chiarendo i diversi punti di
vista , tutti ugualmente validi , la differenza sta nel punto di partenza e
nel metro di giudizio. Trovo che questo titolo aggiunga molto alla poesia di
Bob Dylan , ma lo trovo not in tune con la sua vita , la vita di un artista
individualista che si preoccupa solo di se stesso ( non mi sento di
condannarlo per questo , sono in molti in questo mondo a pensare solo a se
stessi ) , un artista al quale ha fatto molto comodo l’aiuto di molti altri
per arrivare dove è oggi , e non sempre è stato riconoscente con chi gli ha
dato una mano , ( chiedere a Joan
Baez in proposito ).
Sul fatto degli spot , parlo del SUV Cadillac , dei reggiseni e della
vendita dei diritti per uso pubblicitario di “blowin’ in the wind” ad un
supermercato , non mi stupisce più di tanto, fa parte del mondo del businnes
e ci sta tutto , ogni artista produce la sua arte per venderla , perchè
Dylan dovrebbe essere diverso ? Il problema invece è proprio quello che hai
citato tu - il problema della coerenza tra la propria arte e la propria
vita. Poi ognuno lo risolve a suo modo , ignorando il tutto o cercando di
mettere i puntini sulle i , è una libera scelta che nessuno può criticare ,
si potrà non essere d’accordo e discuterne , ma non mi sento di aver
affrontato l’argomento con superficialità e leggerezza come ha detto l’amico
Peter del Bello che la pensa diversamente da me. Allora ripeto , viva
Maggie’s Farm ed i suoi Maggiesfarmers , che non si fermano in superficie ,
ma , nel bello o nel brutto , cercano di capire Dylan più profondamente ,
magari analizzando quelle cose che altri lasciano da parte limitandosi
soltanto ad usare paroloni compiacenti per esprimere il loro “Laudato sie,
mi' Signore cum tucte le Tue creature, petialmente messer lo frate Dylan “.
Blindbougrunt 5 punti + 1 "special bonus" per la velocità
della risposta , esattamente 3 minuti dopo la pubblicazipne del quiz !
Marina 3 punti
Benedetto 2 punti
Angelo 1 punto
Alessandro 1 punto
Stefano Catena 1 punto
Set List: Stockholm, Sweden -
Globen - March 23, 2009
1. Rainy Day Women #12 & 35 (Bob on keyboard)
2. Lay, Lady, Lay (Bob on guitar)
3. Tangled Up In Blue (Bob on keyboard)
4. Chimes Of Freedom (Bob on keyboard)
5. High Water (For Charley Patton) (Bob on keyboard)
6. Stuck Inside Of Mobile With The Memphis Blues Again (Bob on keyboard)
7. Love Sick (Bob on keyboard)
8. Desolation Row (Bob on keyboard)
9. Rollin' And Tumblin' (Bob on keyboard)
10. Make You Feel My Love (Bob on keyboard)
11. Highway 61 Revisited (Bob on keyboard)
12. One More Cup Of Coffee (Valley Below) (Bob on guitar)
13. Thunder On The Mountain (Bob on keyboard)
14. Like A Rolling Stone (Bob on keyboard)
(encore)
15. All Along The Watchtower (Bob on keyboard)
16. Spirit On The Water (Bob on keyboard)
17. Blowin' In The Wind (Bob on keyboard)
Review: Stockholm, Sweden -
Berns Salonger - March 22, 2009
by Steinar Daler
Che notte ! E' sempre con una strana tensione nello stomaco che vado ad un
concerto di Dylan , specialmente se è il primo di un tour. Abbiamo aspettato
in coda fuori nella neve e al freddo prima di poter entrare nella bella
venue del concerto.
Molti di noi speravano che assieme alla band ci fosse David Hidalgo , invece
c’erano le solite facce sul palco con Dylan , le stesse dell’ultimo tour
.Danny , Stu e Toni in fila sulla sinistra in fronte a Bob che era come al
solito di fianco sulla destra del palco , George e Donnie nella loro
posizione usuale.
La prima canzone è stata una ordinaria “You go your way” , seguita da
“Senor”. Sembrava che il pubblico fosse felice di sentirla , bella versione
, mi ricordava quella di Dallas nella scorsa estate.
“I'll be your baby tonight” e “Stuck inside of Mobile” sono poi seguite e
l’impressione era quella di una notte nella media .
Dopo c’è stata una davvero buona “ Tryng to get to heaven” con qualche buon
assolo di armonica.
Si torna alla normalità con “Things have changed”.
Da quel che mi ricordo ed i miei appunti sono giusti , Bob non suonava la
chitarra in questa canzone , ma per “Watching the river flow” Bob ha preso
una enorma chitarra acustica e si è messo al centro del palco. Una
bellissima versione e la sensazione di una bellissima nottata si faceva
strada nel pubblico.
“Blind Willie” è stata la canzone seguente , e anche se non ci ha depresso
devo dire che ho sentito versioni migliori.
E’ stata l’unica volta in questa serata che mi ci è voluto un pò di tempo
prima di riconoscere la canzone successiva , senza sentire le parole ( il
suond era molto buono ) , la musica mi ricordava due canzoni che aveva già
suonato : “You go your way” e “Things have changed”. Poi e sfociata in “I
don’t believe you". Ho sentito vesioni migliori di questa canzone , ma
dall’altra parte non avevo mai sentito una versione migliore della canzone
che l’ha seguita “I believe in you” da molto tempo , il pubblico l’ha
apprezzata.
“Honest with me” , una canzone solitamente noiosa per la mia opinione , è
seguita in una buona versione , con un noioso assolo di chitarra di Stu.
Quando sei un Dylan-fan qualche volta ti fai una domanda tipo questa : “Se
incontrassi Dylan prima del concerto e lui ti chiedesse quale canzone
vorresti sentire , quale sarebbe la tua risposta ?” Quando mi hanno chiesto
questa cosa la mia risposta è sempre stata da anni la stessa : BILLY.
Non mi ero mai aspettato che succedesse , stanotte l’ha suonata. Bella
versione , che altro posso dire di più ? Molte lacrime scendevano daim miei
occhi , per me la prima volta dopo quella sera del 2003 all’Hammersmith
quando suonò Romance in Durango.
Può essere una esperienza unica nella vita , chi lo sa ? Buone e solide
versioni di “Summerdays” e “All along the watchtower” chiudevano il set
principale.
Il primo encore , “Cry a while” è stata una sorpresa. E’ stato bello quando
Bob a metà canzone è venuto al centro del palco. LARS è venuta dopo ed
un’altra sorpresa in finale , “Forever young” con un grande assolo di
armonica.
Pensate che andrò al prossimo show ? YES , I DO !
Ciao Mr.Tambourino e un ciao ai lettori di Maggie’s Farm
È arrivato il momento da parte mia di fare due piccole riflessioni sulla tua
risposta alla lettera di Marina,
Nella tua lettera scrivi:
“… Il tuo distinguo fra Bob persona e Bob artista teoricamente potrebbe
anche essere giusto , ma a mio avviso non funziona , è come il prete che
predica bene e razzola male. Nel caso di Bob, potremmo dire che l'artista ,
assieme al successo , la fama , i soldi e tutto quanto comporta la notorietà
mondiale , avrebbe dovuto anche assumersi la sua parte di uomo
rapppresentativo dei principi da lui sostenuti e , come si diceva una volta
, dare il buon esempio. Immaginati il Papa che alla domenica parla dal
balcone di San Pietro e condanna la violenza , poi , finito il discorso ,
prende a calci in culo preti e suore che sono addetti alla sua persona , che
dice che i fedeli sono un male necessario e fastidioso. E' un esempio
esasperatissimo nel concetto , ma serve per far capire che non sempre è
possibile o giusto separare la personalità pubblica da quella privata.”
Io sono pienamente daccordo con Marina e proverò ora a spiegartelo.
Prima di tutto mi viene spontaneo chiederti: ma che ne sai tu della vita
privata di Dylan, per dare dei giudizi così supeficiali.
Certamente potrai rispondermi, ma Dylan è un personaggio talmente pubblico
che attraverso i vari Media ormai si sà tutto ormai anche dell’uomo.
Grazie al quel poco della mia conoscenza umana posso affermare che stai
prendendo un grosso abbaglio.
Posso dire semplicemente che seguo la sua vita artistica, da oltre
quarantanni ma non posso dire nulla dell’uomo perchè semplicemente non siamo
amici, non ho mai mangiato e non mi ha mai ospitato a casa sua.
Il massimo che mi è capitato e non è affatto una cosa di tutti i giorni è
stato di stare una volta in quel di Montreux e per pochi istanti essermi
trovato faccia a faccia con Dylan in persona e di avergli entusiasticamente
“sventagliato” in un inlese approssimativo un “Good Luck, Bob!”.
Con il suo tipico fare chaplinesco di rimando accigliò lo sguarndo verso di
me e se ne andò accompagnato dalla sua quardia del corpo lungo I corridoi
del backstage.
A distanza di tanti anni ho ripensato a quel minimalissimo gesto e oggi come
allora non so come interpretarlo.
Potrei dire che il suo gesto fosse stato un benovolo saluto oppure un severo
monito del tipo “attento ragazzo stai superando la soglia della mia privacy”
o forse è stata l’espressione di un suo stesso imbarazzo a un saluto di uno
sconosciuto, super entusiasta fan, chi lo saprà mai?
Forse potrei dire conosco Dylan probabilmente meglio di te ma non è cosi
dopo tutti questi anni però non mi verrebbe in mente di sentenziare con la
tua leggerezza, forse sarebbe meglio dire una caduta di superficialità una
risposta del genere come quella che hai dato a Marina..
Le tua affermazione che non si può separare l’artista dall’uomo, posso
paradossalmente anche condividerla, ma secondo me faresti meglio a
soffermarti sull’artista , è l’unica cosa di cui noi tutti possiamo in
qualsiasi momento decidere di prendere o lasciare, di apprezzarlo o
scartarlo.
Secondo me l’unica verità che Dylan ci concede o meglio ci offre da quando
ha deciso di fare l’artista avviene attraverso le sua poesia, la sua musica
e le sue interpretazioni.
Il resto lasciamolo a Novella 2000, a Bruno Vespa a l’Italia in Diretta o se
preferisci a Emilio Fede,
Se ad un concerto di Dylan dovessi aspettarmi la sua “benedizione” o il
segno della croce allora credo di aver sbagliato piazza, forse dovrei andare
a quella con il collonnato sotto al Cupolone..
Per ora preferisco mille volte di più le canzoni che mutano con il mutare
dell’anima dell’uomo o se preferisci dell’artista che le ha create.
Se son stato un pò duro chiedo scusa, ma quanno ce vò, ce vò!
Peter Del Bello
Ciao Peter , grazie di aver espresso la tua opinione ,
rispetto la tua visione come rispetto quella di Marina ma permettimi di
rimanere sulle mie posizioni. Non capisco perchè dobbiamo pensare a Dylan
solamente come artista , e riversare il nostro favore o la nostra
contrarietà solo su questo lato della persona. Bob Dylan e Robert Zimmerman
non sono due persone , è una persona sola , quindi nell’esprimere un parere
si Bob vanno considerate le due cose contemporaneamente. Non vedo perchè la
storia del cesso puzzolente vada lasciata a Bruno Vespa ed invece Maggie’s
Farm dovrebbe occuparsi solo del Dylan artista. Questo sito è dedicato a Bob
Dylan , non a Bob Dylan l’artista , quindi si parla di tutto , pregi e
difetti dell’uomo e dell’artista , con piena libertà di espressione e di
vedute. Io non riesco a separare il prete dall’uomo , voglio dire , ammiro
l’artista Pavarotti per quello che ha dato alla musica , disapprovo l’uomo
Pavarotti per quello che non proprio correttamente ha cercato di fare nei
confronti dei comuni doveri civili , cioè pagare le tasse comportadosi da
persona onesta e rispettosa delle leggi ( di solito la colpa è sempre dei
commercialisti ) . Lo stesso vale per quel grandissimo fenomeno di Valentino
Rossi , e lo stesso vale per l’Icona principale del Rock , che va in tour
con dei musicisti che non possono rivolgergli la parola se non è lui a farlo
( chiedere a Roger McGuinn ed a Tom Petty per avere conferma ) , che viaggia
da solo , mangia da solo , che alla fine vive da solo , ma contento
lui.....però personalmente non approvo questo comportamento da parte di un
artista , anche se si chiama Bob Dylan . Proprio ieri notte ho visto su Rai3
un bel filmato di Neil Young in tour con i suoi Crazy Horse , litigavano per
gli arrangiamenti , le parti vocali , i cori , si lamentavano dei viaggi ,
erano contenti di suonare assieme , ma sempre assieme , non Neil da una
parte e loro dall’altra , e Neil non è uno che sia poi così inferiore a Bob
come importanza artistica , forse non è all’altezza sul piano letterario ,
ma a livello di popolarità può certo rivaleggiare con il nostro. L’anno
scorso Dylan ha offerto concerti mosci , noiosi , non all’altezza del prezzo
del biglietto e del nome Dylan , questo in un artista è sbagliato , che ci
piaccia o no. Io non cerco scusanti per l’artista come non le cerco per
l’uomo , è vero , non ho mai mangiato la pizza con Bob , ma ho letto tanto
di quello che hanno scritto di lui coloro i quali la pizza l’hanno mangiata
con lui , ed i suoi numerosi difetti appaioni più che evidenti. Vogliamo
perdonarlo perchè lui si chiama Dylan ? Va bene , tu puoi farlo se voui , io
non penso sia una scusante valida. Anche l’artista vuoi scusare perchè si
chiama Bob Dylan ? Anche quando ti da uno schifo di concerto (
profumatamente pagato) e ti ignora come un fastidio da sopportare ? Tu fallo
se lo ritieni giusto , io non ci riesco. Io non mi permetterei mai di tenere
nel giardino di casa mia una latrina puzzolente e disgustosa , lui sì , vuoi
scusarlo perchè si chiama Bob Dylan ? Fallo se ti va , io non ci riesco. Se
dobbiamo valutare le sue interpretazioni attuali è un’impresa disperata ,
“salviamo il salvabile” come si dice ? Se Bob non ha più voce non faccia
concerti , a mio avviso , con tutta la leggerezza che mi attribuisci , quei
concerti sono stati una presa per il culo , io li valuto così , tu ,
giustamente e con pieno diritto puoi giudicarli in un’altro modo , ma la
sostanza non cambia , i concerti erano pietosi e pietosi rimangono. Vedremo
quest’anno come sarà la musica , sentiremo il nuovo disco ed ognuno di noi
lo valuterà a suo modo. Rispetto il tuo apprezzamento per le canzoni che
mutano con il mutare dell’uomo , consentimi di dire che a me non piacciono
eseguite in questo modo , specialmente quando si ha difficoltà a
riconoscerle.
Credo che esageri nell’aspettarti la benedizione dal pulpito dylaniano ,
basterebbe un semplice ed educato “ Good evening , thanks for coming “ ,
niente di più.
Non preoccuparti per le scuse , hai espresso civilmente la tua opinione e lo
stesso ho fatto io , con sincerità ed amicizia , un giusto scambio di idee
tra due grandi fans di Bob , sì , perchè non devi fraintendermi , lo sono
anch’io da moltissimi anni :o))))))).
Da quando mi hanno parlato dell’album nuovo di Dylan, che
sarà in commercio in Europa dal 28 Aprile, ho riflettuto, come molti altri
fan, sul suo particolarmente ambiguo titolo “Together Through Life”. Devo
ammettere che nell’ultima settimana l’ho assimilato e cominciato ad
apprezzarlo sempre più e, tenendo conto dei commenti di coloro che hanno
scritto su Maggie’s Farm e di coloro con cui ho parlato, la mia opinione è
che… mi piace. No, forse di più, lo adoro.
Come in tutti i migliori lavori di Dyaln, può essere letto e interpretato in
molte maniere: si riferisce forse alla sua famiglia? Al suo percorso
musicale? Alla sua vita? O ai suoi fans? Chi lo sa? E, per usare le parole
di Clark Gable: “Quite frankly… I couldn’t give a damn” (=”Francamente, me
ne infischio”).
Non so se questo sia il suo titolo migliore finora, ma per me è lassù nei
miei top 5 personali, che ora rivelerò in nessun ordine particolare:
- World Gone Wrong
- Streetlegal
- Bringing It All Back Home
- Blood On The Tracks
- Together Through Life
Tutti questi titoli di album hanno una ragione e una logica in sé, ma
riflettendo su ciò, è chiaro che non sempre è stato così: Blonde on Blonde
ad esempio, ha confuso molti per oltre 40 anni e titoli come Empire
Burlesque o anche Under The Red Sky ti inducono a pensare se fossero
semplicemente le prime idee che siano venute in mente a Bob!
Pensavo fosse più interessante, ma forse anche più difficile, chiedere a
tutti lettori di Maggie’s Farm quali fossero secondo loro i titoli peggiori!
Ignorando il primo album “Bob Dylan” che ha un suo ovvio senso, e i Greatest
Hits, album live e “Pat Garrett & Billy the Kid”, anch’essi di funzione
scontata, questi sono per me i peggiori 5:
- Down In The Groove
- Knocked Out Loaded
- Another Side of Bob Dylan
- Self Portrait
- Hard Rain
Dean Spencer
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Letteratura e popular music
Un excursus su nomi, testi, canzoni del fecondissimo
intreccio tra musica e letteratura
di Giancarlo Susanna
Non saremo certo i primi a ricordare che la musica - da molti considerata la
più libera e pura tra le forme di espressione artistica - ha sempre avuto un
legame molto stretto con la parola. Le storie più fantastiche, tramandate di
padre in figlio per via orale, erano affidate al suono e al ritmo delle
parole. Era più facile impararle. Era più facile mandarle a memoria.
Soltanto quando la scrittura ha affiancato e poi sostituito completamente
l'oralità - creando anche, fra le molte conseguenze, una divaricazione tra
cultura "alta" e cultura "bassa" - la narrativa e la poesia hanno potuto
vivere senza la musica. Quando si dice che la poesia fissata sulla pagina si
muove secondo regole diverse da quelle che governano le parole di un'aria
d'opera, di un recitativo o di una canzone, lo si fa quasi sempre lasciando
trapelare che è in qualche modo "migliore" o "superiore".
In questo numero di Rai Libro ci occuperemo di come la narrativa e la poesia
scritte si siano incrociate con la popular music, quella "musica di larga
diffusione che circola attraverso media come il disco, la radio, la
televisione" (Franco Fabbri, Il suono in cui viviamo, Arcana). E anche di
come certe distinzioni siano state superate con il passare del tempo e il
fondersi di vari linguaggi.
Se è vero quello che sostiene Alessandro Carrera nell'intervista realizzata
da Andrea Monda e cioè che negli Stati Uniti "la poesia scritta, pur con le
eccezioni della Beat poetry, si è ormai radicalmente allontanata da ogni
cantabilità" e che "la forma di recitazione rituale che Ginsberg e gli altri
beat poets cercavano nel loro lavoro è ormai scomparsa dall'orizzonte della
poesia americana", è altrettanto vero che chi scrive canzoni ha spesso nel
suo bagaglio di artigiano della parola qualche raccolta di versi del passato
e che la Beat poetry non ha ancora esaurito la sua forza propulsiva...
Tracce di grandi poeti come William Blake, Arthur Rimbaud, François Villon o
William Shakespeare emergono nei songbook dei migliori cantautori di lingua
inglese, mentre Eric Andersen, protagonista di alcune fra le più importanti
opere della canzone d'autore americana degli anni '60 e '70 ha recentemente
reso un sentito tributo agli anni d'oro di Allen Ginsberg, Lawrence
Ferlinghetti e Gregory Corso con Beat Avenue, un lungo poema letto sul ritmo
di una musica ipnotica e inquietante... La stessa cosa potremmo dirla per
l'Italia: anche da noi la poesia scritta contemporanea ha pochissimo a che
fare con la canzone, ma i nostri migliori cantautori conoscono bene Giacomo
Leopardi, Giovanni Pascoli, Guido Gozzano
e perfino Ugo Foscolo e Giosuè Carducci.
E la narrativa? Provate a confrontare una di quelle "strane" canzoni che
scrive Lou Reed - Street Hassle, per esempio - con una pagina di Ultima
fermata a Brooklyn di Hubert Selby Jr. o un testo di Steve Wynn con un
frammento di un romanzo di James Ellroy. E le influenze sono reciproche.
Quasi tutti gli scrittori americani e inglesi nati nei primi anni del secolo
scorso hanno la popular music come un elemento ineludibile del loro
paesaggio culturale e sonoro. Valgano per tutti gli esempi de I sotterranei
di Jack Kerouac (uno dei suoi libri più intensi e febbrili) o di Sulla mia
testa di James Baldwin, imperniato sulla vicenda tormentata del divo del
gospel Arthur Montana e di suo fratello Hall, mentre ai nostri giorni
appartengono Great Jones Street di Don DeLillo (il cui protagonista, Bucky
Wunderlick sembra una sintesi tra Bob Dylan e David Bowie), Alta fedeltà di
Nick Hornby, il misconosciuto Visioni rock di Lewis Shiner o Il Buddha delle
periferie di Hanif Kureishi.
In Italia un vero e proprio giro di boa lo hanno segnato Pier Vittorio
Tondelli, Enrico Palandri e Andrea De Carlo intorno al principio degli anni
'80. Nei loro libri non c'erano soltanto dei riferimenti espliciti alla
cultura rock, ma anche un ritmo e un incedere che rimandava evidentemente
alla musica che ascoltavano più volentieri. Enrico Brizzi, Giuseppe
Culicchia, Andrea Demarchi, Marco Mancassola o Andrea Mancinelli - per
citare i più amati dai giovani lettori del nostro paese - non fanno
eccezione alla regola che vuole la popular music come un elemento essenziale
della narrativa emergente degli ultimi vent'anni. De Carlo ha addirittura
voluto aggiungere al suo ultimo romanzo, I veri nomi, un cd con dei brani
composti ed eseguiti da lui stesso alla chitarra.
Spinti soprattutto dall'industria culturale, non sono poi pochi i musicisti
che hanno accettato di misurarsi con la scrittura. La qualità dei risultati
è ovviamente legata al talento dei vari personaggi coinvolti in queste
operazioni di marketing culturale.
Uno dei casi più clamorosi è quello di John Lennon, indicato fin dai primi
passi dei Beatles nel mondo dello spettacolo britannico, come il leader e
l'intellettuale del gruppo. In His Own Write fu pubblicato nel 1964, andò
molto al di là delle più rosee speranze degli editori - Jonathan Cape in
Gran Bretagna, Simon & Schuster negli Stati Uniti e in Francia (En flagrant
delire), Longanesi in Italia (Vivendo cantando) - e ottenne ottime critiche.
I racconti surreali e nonsense di Lennon - alcuni dei erano già stati
pubblicati sulla rivista "Mersey Beat" a partire dal 1961 - spinsero i
recensori a scomodare Lewis Carroll, Edward Lear (il maestro dei limericks)
e perfino James Joyce. Il riscontro positivo fece sì che Lennon - e i
soprattutto i suoi editori - tentassero di ripetere il colpo e già nel 1965
veniva dato alle stampe il suo secondo libro, A Spaniard In The Works, che
riprendeva gli spunti felici dell'esordio. Elementi di questo approccio alla
scrittura - rimasti curiosamente estranei ai testi delle canzoni -
emergeranno alla fine nelle composizioni del periodo psichedelico dei
Beatles e in vedi e propri capolavori pop come "Strawberry Fields Forever",
"A Day In The Life" o "I Am The Walrus".
Altrettanto emblematico dell'interesse degli editori americani e inglesi (ma
non solo, come dimostrano le spericolate traduzioni in francese e in
italiano) per gli esponenti di spicco della popular music è Tarantula di Bob
Dylan.
Se fosse indispensabile individuare un solo artista tra quelli che hanno
modificato profondamente la scrittura delle canzoni pop e rock, non si
potrebbe fare a meno di scegliere Bob Dylan. E' vero che legami tra poesia,
narrativa e canzoni erano già parte essenziale della storia della canzone
francese - per non parlare della raffinatezza e dell'eleganza dei testi di
Cole Porter o di Ira Gershwin o dei primi segnali provenienti dall'Italia -
ma è con Dylan che, come scrisse Allen Ginsberg, la poesia fece il suo
ingresso nei juke-box.
Tarantula ebbe una gestione lunga e complessa (Dylan resisteva alle
pressioni degli editori, che volevano sfruttare il momento positivo di Like
A Rolling Stone e Blonde On Blonde ): fu scritto nel convulso biennio
'65/'66, ma venne pubblicato soltanto nel 1971, quando il suo autore
sembrava essersi allontanato definitivamente da certe influenze (scrittura
automatica, flusso di coscienza, Beat poetry, psichedelia). La prima
edizione italiana è addirittura del 1973 ed è veramente strano che,
riprendendo il libro nel 1996, Mondadori non abbia sentito la necessità di
aggiungere un minimo di apparato critico, riproponendo il libro nello stesso
modo e cambiando soltanto la foto di Dylan in copertina (risalente al
1969/70 e non al 1965/66: chi conosce un poco l'iconografia dylaniana sa che
sembrano i ritratti di due persone diverse). Vista e considerata la
posizione marginale di questo libro nella cospicua opera dylaniana, è
comprensibile che ci sia una certa attesa per la più volte annunciata
autobiografia del maestro di Duluth.
Sulla strada aperta da Lennon e Dylan troviamo dopo appena qualche anno Jim
Morrison con le raccolte di poesie An American Prayer (stampata
privatamente) e The Lords And The New Creatures (Simon & Schuster, 1971).
Morrison aveva registrato dei reading senza riuscire a pubblicarli su disco.
Furono i Doors a farlo, aggiungendo la musica alle sue letture e realizzando
con il postumo An American Prayer (Elektra, 1978) uno dei dischi di rock
poetry più celebrati e venduti nella storia della popular music.
Morrison, che aveva una concezione del testo e del suono strettamente legata
alla teatralità dei gesti, alla sensualità della sua voce e alla fisicità
della sua presenza fu tra i punti di riferimenti di Patti Smith, forse la
più celebre tra i "poeti del rock". La sua produzione letteraria - in
raccolte come Witt (Gotham Book Mart, 1973) o The Night, scritta a quattro
mani con il chitarrista e leader dei Television Tom Verlaine (significativo
nome d'arte di Tom Miller) - anticipa l'esordio discografico di Horses, vero
e proprio manifesto della poesia rock. Nel convulso stile di Patti Smith si
incrociano riferimenti tra i più disparati, che abbattono gli steccati tra
cultura "alta" e "bassa" per creare un nuovo linguaggio. Tra i suoi libri
pubblicati in Italia segnaliamo almeno Il sogno di Rimbaud e le prose di Mar
dei coralli, dedicate al grande fotografo Robert Mapplethorpe.
Considerato un enfant prodige per i suoi Basketball Diaries, un vero caso
letterario negli Stati Uniti nel 1970, Carroll ha esordito su disco come
cantante e leader di un gruppo rock soltanto nel 1980 con Catholic Boy , un
album da molti considerato all'altezza delle cose migliori di Patti Smith.
Ricordiamo ancora i racconti di Pete Townshend nella raccolta Horse's Neck
(Faber And Faber, 1985), pubblicata in Italia da Minimum Fax; le liriche e i
racconti di Steve Kilbey (leader degli australiani Church): Earthed
(stampato privatamente, 1987); Book Store di Lee Ranaldo (dei Sonic Youth)
(Hozomeen Press, 1995) e The Haiku Year (Soft Skull Press, 1998),
un'antologia di haiku realizzata fra gli altri da Michael Stipe (dei R.E.M.)
e Grant Lee Phillips (dei Grant Lee Buffalo) .
Un discorso più approfondito - che ci riserviamo di fare in una serie di
monografie dedicate da RaiLibro a questi personaggi "trasversali" -
meriterebbe Nick Cave, di cui ricordiamo And The Ass Saw The Angel (Black
Spring Press, 1989), pubblicato in italiano da Arcana e Mondadori.
Fra i molti musicisti italiani - soprattutto cantautori - che si sono
cimentati nella scrittura di prose, racconti e romanzi vorremmo segnalare
quelli che ci sono sembrati i più motivati e interessati alla scrittura in
tutti i suoi aspetti, a partire da Enzo Jannacci, che nel lontano 1974 ha
pubblicato con il grande giornalista Beppe Viola L'incompiuter: "testi,
annotazioni di viaggi impossibili, rivelazioni di una città incredibile,
storie di personaggi improbabili" (dalla quarta di copertina).
Da un'altra collaborazione - quella tra Fabrizio De André e Alessandro
Gennari - è nato Un destino ridicolo, recentemente ristampato da Einaudi in
edizione tascabile, ma uscito originariamente nel 1996.
Molto interessante la scelta di Ivano Fossati di pubblicare Il giullare - un
apologo sulla condizione dell'artista nella cultura occidentale - nei
Millelire di Stampa Alternativa, e di Claudio Lolli di esordire nella
narrativa con Transeuropa, mentre è stata condizionata dalle logiche
commerciali di cui abbiamo parlato la decisione di Sergio Endrigo di dare
alle stampe il suo Quanto mi dai se mi sparo? con un piccolo editore
svizzero. Del suo romanzo, ironico e amaro ma anche divertente, abbiamo
parlato con l'autore in una delle interviste che corredano questo articolo.
I libri di Francesco Guccini, Luciano Ligabue e Roberto Vecchioni hanno
avuto un'ottima esposizione grazie all'interessamento degli editori e dei
media e RaiLibro cercherà di approfondire con gli autori in uno dei prossimi
numeri.
Anche alcuni i protagonisti della stagione più recente del nuovo rock
italiano hanno tentato la via della narrativa e se per Emidio Clementi,
fondatore e leader dei Massimo Volume, si è trattato di un passaggio in un
certo senso naturale e prevedibile, per altri - da Manuel Agnelli a Cristina
Donà, da Morgan (Bluvertigo) a Stefano Sardo (Mambassa) - di una piacevole
sorpresa.
Last but not least è l'omaggio che molti artisti dell'area della popular
music hanno reso e rendono a poeti e scrittori. Andiamo a memoria,
perdonateci possibili dimenticanze... Donovan si è misurato con William
Shakespeare, Lewis Carroll e con il repertorio delle nursery rhymes
britanniche; John Cale, ha messo in musica due liriche di Dylan Thomas; il
folksinger inglese Peter Bellamy ha dedicato uno dei suoi dischi migliori a
Rudyard Kipling; i Blue Aeroplanes (e il loro poeta/cantante Gerard Langley)
hanno affrontato con successo liriche di W. H. Auden e Sylvia Plath; il
folksinger scozzese Dick Gaughan, da sempre innamorato del poeta Robert
Burns; Lou Reed ha sempre citato tra i suoi ispiratori Delmore Schwartz (suo
insegnante all'università), ha intervistato Hubert Selby Jr. e ha reso un
omaggio a Edgar Allan Poe con il recente album The Raven; la cantautrice
scozzese Eddi Reader ha appena fatto uscire un album tutto dedicato a Robert
Burns...
A proposito di "dischi tributo", non possiamo dimenticare il doppio cd
"Closed On Account Of Rabies - Poems And Tales Of Edgar Allan Poe" (Mercury,
1997), ideato e prodotto da Hal Willner, con la partecipazione, tra gli
altri, di Marianne Faithfull, Iggy Pop, Gavin Friday e Jeff Buckley.
Tra gli artisti italiani segnaliamo almeno Fabrizio De André (con l'album
dedicato all'Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters) e ancora Sergio
Endrigo (con le sue collaborazioni con Vinicius De Moraes, autore fra
l'altro dei testi delle più belle canzoni di Antonio Carlos Jobim, e Gianni
Rodari)...
Un caso del tutto atipico è quello di Leonard Cohen, che - essendo un poeta
e un romanziere prima che un cantautore - è riuscito a eccellere in ogni
cosa che ha realizzato nella sua lunga vicenda artistica. il suo Beautiful
Losers sta finalmente per essere ripubblicato ed è già sugli scaffali delle
nostre librerie la raccolta di versi L'energia degli schiavi.
E se abbiamo in qualche modo privilegiato nella nostra sintetica analisi
l'Italia, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti - Allen Ginsberg ha collaborato
con Bob Dylan e con i Clash; William Burroughs con Kurt Cobain - un richiamo
alla Francia e ad artisti come George Brassens, Léo Ferré, Jacques Brel (che
era belga, ma scriveva in francese) o Serge Gainsbourg non vi appaia
marginale. Una delle canzoni più belle della popular music, quella in cui
l'equilibrio fra musica e versi raggiunge un livello pressoché inimitabile,
è pur sempre Les feuilles mortes, firmata dal poeta Jacques Prévert e dal
compositore Joseph Kosma. Il panorama editoriale italiano è
straordinariamente povero nei confronti dei "cugini" d'oltralpe, ma faremo
un tentativo di analisi della grande canzone francese in uno dei prossimi
numeri.
Nell'autunno del '63, al pieno della sua popolarità, Bob Dylan aveva
cominciato a scrivere un libro dal titolo "Tarantula", che ufficialmente
sarebbe stato stampato soltanto nel 1970. Il libro era concepito con la
stessa attitudine destabilizzatrice che Dylan aveva riversato nelle proprie
canzoni: una forma tra prosa e poesia surreale e a volte apparentemente
illogica che lanciava continui rimandi e riferimenti alla cultura di quel
periodo sulla scia degli scrittori beat, seppure sempre pervasa da quella
voglia di autonomia che gli ha poi permesso di scrollarsi di dosso un intero
momento storico. Un rifiuto che il cantautore originario del Minnesota
pagherà a più riprese durante la sua carriera nella quale sarà più volte
tacciato di ‘tradimento' dai suoi numerosi sostenitori.
Robert Allen Zimmerman nasce a Duluth nel 1941, dove manifesta subito il suo
interesse per la musica formando alcuni gruppi operanti nella scena locale.
Il passo successivo è una scorribanda a metà tra leggenda metropolitana e
realtà con un bluesman (Big Joe Williams) che gli insegna a suonare la
chitarra, e uno studio attento per le gesta del suo idolo, Woody Guthrie,
menestrello e cantore delle ingiustizie sociali più volte finito in prigione
per i suoi versi reazionari. Ma è nel 1961 al Greenwich Village di New York
che il giovane cantautore (ribattezzatosi Dylan in onore del poeta Dylan
Thomas) coglie un cambiamento prossimo a venire e la mancanza di una voce
autorevole a cantarlo: sarà proprio lui ad assumersi l'incarico facendo
saltare in piedi un'intera generazione filtrando la contestazione attraverso
un Juke Box e dischi prodotti niente meno che dalla Columbia Records (cosa
impensabile fino ad allora, considerando i temi trattati dal nostro). Le sue
canzoni romperanno tutti gli schemi della classica forma canzone e le regole
del mercato fino ad allora sostenuti: con "Blowin in the wind" del 1963
porterà in classifica temi sociali scottanti e con "Like a Rolling Stone"
del 1965 inventa il folk-rock. Ma dal momento stesso in cui Dylan assurge ad
"eroe americano" nasce un fraintendimento che lo accompagnerà per tutta la
prima parte della sua carriera. Le sue infatti sono si canzoni di protesta
(si scaglia contro il razzismo, il neofascismo americano, i fautori della
guerra) ma la sua è una protesta che manterrà sempre e comunque uno sfondo
intimista: per questo il suo non sarà mai un ‘parlare comunitario', ma il
monologo di qualcuno in grado di parlare sempre ed esclusivamente per se
stesso (a ben vedere ‘Blowin' in the wind' è un inno universale e non datato
come invece sono molte canzoni di protesta di altri autori di quel periodo).
Quando le sue canzoni non saranno più cantate soltanto con una chitarra ma
sarà affiancato da una band in grado di entrare nei primi posti delle
classifiche molti dei suoi sostenitori gli volteranno le spalle, accusandolo
di essersi venduto al sistema capitalista e di aver sposato valori borghesi.
Soprattutto, qualcuno non accetterà il fatto che il ragazzo prodigio non
sposi più la causa del "Movimento". E' proprio in My Back Pages che Dylan
canterà tutto questo:
"Dritto come un soldato puntavo la mano
sui cani bastardi che insegnavano
senza temere che sarei diventato il mio nemico
il momento in cui avessi anch'io predicato
la mia esistenza navigava su battelli di confusione
ammutinamento da poppa a prua
ma ero molto più vecchio allora
sono molto più giovane adesso"
Da allora il menestrello si rifugerà sempre di più nella sua chiusura,
evitando interviste e apparizioni ma mai i concerti (è uno dei pochi artisti
ad aver tenuto una media di 315 concerti all'anno). A 66 anni Bob Dylan è
oggi molte cose: per alcuni un reietto che sfugge continuamente a tutto e a
tutti, perfino a se stesso, stravolgendo i suoi vecchi brani rendendoli
irriconoscibili. Per altri un semplice bluesman che ha visto un momento di
illuminazione; per altri ancora è rimasto lo stesso schivo personaggio di un
tempo. Come scrive Fernanda Pivano "i suoi umori furono l'ira, la
solitudine, la disperazione, il furore e li cantò con sofisticazione e
stilizzazione, in completa antitesi con la spontaneità e l'ingenuità dei
vecchi cantanti folk rurali".
I suoi versi hanno sempre oscillato tra i toni profetici di un messia e
quelli di un abile sperimentatore verbale che ha fatto del gioco di parole
il suo marchio di fabbrica. Dal 1997 è candidato al premio Nobel per la
Letteratura. Nel 2001, con Things Have Changed, ha vinto il premio Oscar per
la migliore canzone. A tutt'oggi, qualsiasi cosa sia, Bob Dylan resta un
pioniere della canzone che fu capace, a soli 20 anni, di salire su un podio
per scendervi di sua spontanea volontà pochissimi anni dopo temendo di dover
mantenere la stessa posa per gli anni a venire, come cantato in un brano del
1965, "Maggie's Farm":
"Non lavorerò più nella fattoria di Maggie
no, non lavorerò più nella fattoria di Maggie
ho cercato di fare del mio meglio
per essere proprio quello che sono
ma tutti vogliono che io sia
proprio come loro
ti dicono canta mentre tu li servi ed io mi sono seccato
non lavorerò più nella fattoria di Maggie"
"Tarantula" (in omaggio, sembra, ad un libro letto da Dylan sul tarantismo
pugliese) è tutto questo: giochi di parole, parabole, versi, rime e poesie
di un ventenne visionario ed ironico capace di smuovere intere folle per poi
tornare nell'ombra senza troppi clamori.
(fonte: aprileonline.info)
E' partito ieri sera da Stoccolma lo Spring European Tour
SET LIST
Stockholm, Sweden
Berns Salonger
March 22, 2009
1. Most Likely You Go Your Way (And I'll Go Mine) (Bob on keyboard)
2. Señor (Tales Of Yankee Power) (Bob on keyboard and harp)
3. I'll Be Your Baby Tonight (Bob on keyboard and harp)
4. Stuck Inside Of Mobile With The Memphis Blues Again (Bob on keyboard)
5. Tryin' To Get To Heaven (Bob on keyboard and harp)
6. Things Have Changed (Bob on guitar center stage)
7. Watching The River Flow (Bob on keyboard)
8. Blind Willie McTell (Bob on keyboard)
9. I Don't Believe You (She Acts Like We Never Have Met) (Bob on keyboard
and harp)
10. I Believe In You (Bob on keyboard and harp)
11. Honest With Me (Bob on keyboard)
12. Billy (Bob on keyboard and harp)
13. Summer Days (Bob on keyboard)
14. All Along The Watchtower (Bob on keyboard)
(encore)
15. Cry A While (Bob on keyboard and harp)
16. Like A Rolling Stone (Bob on keyboard)
17. Forever Young (Bob on keyboard and harp)
Ciao Mr. Tambourine,
ti scrivo per comunicarvi un paio di riflessioni sull'ultimo dibattito
scatenato dal tuo sfogo sul titolo del prossimo album di Dylan. Riguardo al
problema della distinzione tra l'artista e l'uomo, francamente mi sembra
piuttosto inutile (oltreché scorretto) mettersi a criticare gli
atteggiamenti di Dylan che non ci piacciono o su cui non ci troviamo
d'accordo; innanzitutto non si è mai posto come esempio per gli altri e poi
non credo che nessuno di noi possa dire di conoscerlo così bene da esprimere
un giudizio effettivamente corretto (visto che hai tirato in ballo Gesù, tra
le altre cose, ha anche detto di non giudicare (Mt. 7,1)). Detto questo, se
anche fosse una persona spregevole, non vedo proprio cosa c'entri con
l'aspetto artistico: le canzoni sono belle, valide, etc. indipendentemente
da chi le ha scritte; cioè penso che nessuno di noi cambierebbe il proprio
giudizio sulla bellezza o meno di una canzone, se sapesse che invece di Bob
l'ha scritta Pinco Pallino o chi altri. Per quanto riguarda il rapporto con
il pubblico, il fatto che non saluti o non intrattenga dicendo qualcosa di
divertente, a me non dà assolutamente fastidio; anzi, il fatto di mettere in
evidenza le canzoni invece di se stesso è una cosa che apprezzo molto e
credo che sia questo il modo migliore di rispettare il pubblico. Sul fatto
che i concerti di adesso non siano all'altezza di quelli passati, sono
abbastanza d'accordo, ma non penso proprio che Dylan li faccia
deliberatamente scarsi per affliggere il suo pubblico! Credo invece che al
momento, qualunque siano le ragioni, non riesca a fare di meglio, ma visto
che non obbliga nessuno ad andare ad ascoltarlo, anche da questo punto di
vista non ha senso criticarlo come uomo o dire che non è corretto con il suo
pubblico, etc.; si può semplicemente non andare a sentirlo, se non lo si
ritiene in grado di fare un buon concerto. Infine non credo che il titolo di
un album o i testi delle canzoni vadano presi in senso strettamente
autobiografico: come diceva Rimbaud "Je est un autre" e in letteratura (e in
musica) è particolarmente vero.
Un saluto a tutti!
Francesco
Caro Francesco , prendi 100 persone ed avrai
100 pareri diversi , ognuno la pensa a modo suo , anche quelli che leggono
la Fattoria e non scrivono.Credo che questo sia proprio il bello ,
confrontarsi su Dylan esprimendo le proprie idee , io rispetto le tue e tu
rispetti le mie , anche se arriviamo a conclusioni diverse , usiamo metodi
diversi per il nostro ragionamento , metri diversi per valutare le cose , ma
va bene tutto. Come dici tu nessuno di noi può esprimere un giudizio
completamente esente da errori , lo facciamo in base a quello che sappiamo ,
a volte sbagliamo ed a volte indoviniamo , non ci vedo niente di deleterio
in questo , anzi , lo trovo stimolante. Io giudico Dylan secondo il mio
metro , poi ci sono quelli che non lo giudicano , quelli che lo fanno
secondo il loro metro , quelli a cui va bene tutto e quelli a cui non va
bene niente , ci sono quelli che separano l'uomo dall'artista e quelli che
li uniscono , ma perchè non si dovrebbe avere la libertà di dirlo ? Partiamo
dal titolo dell'album ed ognuno esprime le impressioni che questo titolo
suscita in lui , come ha fatto Paolo Vites , come ho fatto io e come avete
fatto voi , poi naturalmente si allarga il discorso. Riporto le ultime
parole del mio scambio con Marina : ".....lasciami aggiungere che mi fa
piacere vedere che almeno noi della Fattoria non ci limitiamo ai semplici
comunicati stampa ma , giusto o sbagliato , cerchiamo di dare e di trovare
un significato a questo bellissimo , struggente ed impressionante titolo ,
Together Through Life.". Allora viva la Fattoria che si pone domande e cerca
risposte , viva chi esprime le proprie idee senza vergogna , viva Marina ,
viva Francesco , viva Bruno Jackass , viva Blindboygrunt , viva Stefano
Catena , viva quelli che scrivono alla Talkin' lodando o criticando , viva
quelli che partecipano attivamente con le loro parole , la Fattoria è fatta
anche da loro , da voi tutti oltre che da me :o)))
Joan Baez svela il segreto del Summer Tour di Bob con
Willie Nelson e John Mellencamp
Joan Baez , l’icona del folk , si è lasciata sfuggire dalle
labbra , durante un concerto in Bloomington Indiana , la notizia del tour
segreto progettato da Bob Dylan per questa estate. La Baez , dopo aver
cantato Don’t think twice it’s all right , ha visto John Mellencamp fra il
pubblico e gli ha chiesto “ Stai per andare davvero in tour con questo
ragazzo ?” , invitando John a svelare l’annunciata notizia di uno “special
tour” previsto per l’inizio di luglio fino a fine agosto , con due dei più
grandi artisti americani , il tour si svolgerà nei campi di baseball della
minor league. Il sito
boblinks.com ha confermato che Willie Nelson parteciperà al tour.
ho letto le opinioni che tu, Paolo Vites e Blindboygrunt avete espresso a
proposito del significato del titolo del nuovo album e provo ad esprimere il
mio pensiero.
Non credo che si debba valutare il comportamento dell’uomo Dylan e che lo si
debba giudicare, perché lui non si presenta a noi come uomo ma semplicemente
come artista.
Nessun artista serio ha la pretesa di essere un modello di vita esemplare o
vuole costituire, egli, un esempio per il prossimo. L’artista è solo colui
che possiede il dono di saper leggere la realtà che lo circonda intuendone i
limiti, i difetti, i pregi, le potenzialità; è colui che ha la capacità
intellettuale di rappresentare tutto ciò e di indicare, attraverso le più
diverse forme espressive, il suo eventuale modello astratto di realtà. Tutto
questo nulla ha a che vedere con l’uomo sotteso nell’artista: quell’uomo può
essere in grado di uscire da sé, di comprendere le sue imperfezioni e quelle
degli altri, il modo di correggerle, ed al contempo essere incapace di
testimoniare in prima persona ciò che come artista stigmatizza, può essere
incapace di prendere le distanze dalla sua umanità limitante. Ma non c’è
nulla di contraddittorio in questo. Il compito dell’artista è offrire agli
altri il frutto della propria elaborazione intellettuale, della propria
capacità creativa e queste sono le uniche cose che può condividere con il
suo pubblico, anche quando racconta sé stesso, le sue passioni, i suoi
sentimenti, i suoi dolori.
Per quanto ne so del carattere di Bob , posso anche credere che se avessi la
fortuna di incontrarlo e mi vedesse cadere inciampando, forse si volterebbe
dall’altra parte pur di non instaurare il benché minimo contatto con me, ma
ciò non mi turberebbe più di tanto perché non ho bisogno di ciò che non può
darmi, mi basta leggere le sue parole ed ascoltare la sua musica per sentire
che la mia esistenza è più ricca ed intensa.
Non credo, poi, che davvero non abbia alcuna considerazione del suo
pubblico. Sono convinta che noi siamo una delle sue più importanti ragioni
di vita. Se non fosse così non continuerebbe a salire su quel palco
itinerante: la sua esistenza credo sia legata indissolubilmente alla nostra
anche se fa di tutto per nasconderlo negandoci ogni segno tangibile che lo
possa svelare.
Non conosciamo ancora le liriche e la musica di questo nuovo album, ma se il
titolo ha un significato, io credo che con l’espressione "insieme attraverso
la vita" Bob possa voler dire “insieme attraverso la poesia in musica per la
vita”, perché è l’unica forma di comunicazione universale che conosce,
l’unico linguaggio che lo unisce a sé stesso, alla sua parte umana, alle
persone che ama ed al contempo a tutti noi che condividiamo quel linguaggio.
Tuttavia, la foto di copertina dell'album mi fa pensare anche ad un
riferimento al tema più specifico dell'amore che la poesia in musica rende
universale ed eterno, al di là della corporeità rappresentata dai due
giovani amanti.
Naturalmente tutto quello che abbiamo scritto probabilmente è lontano anni
luce dal pensiero di Bob, che come è noto è imperscrutabile.
Un abbraccio a tutti
Marina
Il tuo distinguo fra Bob persona e Bob
artista teoricamente potrebbe anche essere giusto , ma a mio avviso non
funziona , è come il prete che predica bene e razzola male. Nel caso di Bob
, potremmo dire che l'artista , assieme al successo , la fama , i soldi e
tutto quanto comporta la notorietà mondiale , avrebbe dovuto anche assumersi
la sua parte di uomo rapppresentativo dei principi da lui sostenuti e , come
si diceva una volta , dare il buon esempio. Immaginati il Papa che alla
domenica parla dal balcone di San Pietro e condanna la violenza , poi ,
finito il discorso , prende a calci in culo preti e suore che sono addetti
alla sua persona , che dice che i fedeli sono un male necessario e
fastidioso. E' un esempio esasperatissimo nel concetto , ma serve per far
capire che non sempre è possibile o giusto separare la personalità pubblica
da quella privata. Ogni persona di buon senso , se ti vedesse inciampare e
cadere si
farebbe in quattro per darti una mano a rimetterti in piedi , ti chiederebbe
se ti sei fatta male, ti accompagnerebbe al pronto soccorso se necessario ,
chiamerebbe un 'ambulanza , insomma , voglio dire , farebbe il suo
massimo per aiutarti , cosa comune a tutte le persone per bene. Con le tue
parole esenti Bob questo dovere civile , l'omissione di soccorso è un
reato se non sbaglio , e di questo non capisco il perchè. Perchè io sono
obbligato a soccorrerti ed invece a Bob
riconosci il diritto di soprassedere a questo dovere ? Si
comporterebbe da idiota pur essendo un genio artistico , poetico e musicale
, ma sempre idiota resterebbe in quel caso . Poi vorrei sapere se questo è
il modo di considerare il suo pubblico , quello che paga per vederlo ,
quello che compera i suoi dischi , quello che l'ha fatto diventare
straricco. Ignorare il proprio pubblico come fa lui è solo maleducazione ed
irriconoscenza , non trovo altri termini per definire questo comportamento.
Non ha un rapporto di simpatia con il suo pubblico ? OK , lui fa i suoi
concerti da solo ed io sto a casa mia senza spendere soldi per andare a
sentire un maleducato che borbotta e mugula cose ormai incomprensibili
.Ammiro ed amo Dylan come tutti noi , ma non vorrei mai vivere al suo fianco
con questi metodi , le Signorie feudali sono sparite da secoli. Le sue
parole sono una cosa , il suo agire un'altra . Gesù diceva le più belle
parole che la mente umana possa aver concepito , ma scendeva in mezzo a malati e
lebbrosi per aiutarli e confortarli , Gesù non si è mai tirato indietro, con questo sicuramente esagerato paragone (forse anche fuori luogo) non voglio dire che Bob sia obbligato a scendere in mezzo ai lebbrosi, ma
proprio lebbrosi ci fa sentire quando andiamo ai suoi concerti , un pubblico di
malati pericolosi dal quale stare ben lontano , al quale non rivolgere il minimo
cenno di saluto. I lebbrosi non vanno al concerto gratis et amoris Bob ,
pagano , e pagano profumatamente ed in cambio lui dona loro disprezzo.
Incomprensibile ed ingiustificabile comportamento , da persona paranoica ,
alla Michael Jackson , ma Michael non mi dice niente e posso ignorarlo , di
Bob ho un'opinione diversa , molto più alta e nobile , perciò da lui si può
pretendere di più , molto di più , ma non perchè pago , ma solo perchè è
normale essere educati. Perciò non credo a questo bellissimo titolo , per
questo lo considero solo un bel titolo , commercialmente uno dei migliori
che si poteva inventare , ma niente più di quello.Tre parole bellissime ,
abbandonate nel grande deserto dei sentimenti e delle idee andate via col
famoso wind , non seguite da fatti
che le possano supportare. No Bob , non è in questo modo che si attraversa
insieme la vita , non attraverserò mai la vita in tua compagnia a queste
condizioni. Non pretenderò mai che Dylan si comporti come un missionario ,
ma che si comporti da persona civile lo pretenderò sempre. Scusami se non
riesco a concepire l'artista separato dall'uomo , da piccolo mi hanno
insegnato dei principi forse diversi da quelli che usa Dylan , e visto che per me
sono ancora validi e giustificati , continuerò a dissentire dall'uomo Dylan
, e se poi continuerà a salire sul palco a suonare e mugugnare canzoni
incomprensibili ed irriconoscibili , comincerò a dissentire anche
dall'artista. Non capisco questa sua strana esigenza di stravolgere
completamente la sua opera e di renderla completamente irriconoscibile e
brutta , sarebbe come se Shakespeare salisse sul palco ed invece di
declamare il discorso di Marc'Antonio alla folla romana si mettesse a
leggere l'elenco dei nomi della rubrica telefonica. Ho visto Dylan in
concerto con Tom Petty , gli Heartbreakers e le Queen , ho visto Dylan in
concerto con l'attuale band di scalcinati , non prendiamoci in giro , quelli
erano concerti , questi sono solo concertini senza senso . Finisco con le
tue parole :
Naturalmente tutto quello che abbiamo scritto probabilmente è lontano anni
luce dal pensiero di Bob, che come è noto è imperscrutabile. Magrissima
consolazione......lasciami aggiungere che mi fa piacere vedere che almeno
noi della Fattoria non ci limitiamo ai semplici comunicati stampa ma ,
giusto o sbagliato , cerchiamo di dare e di trovare un significato a questo
bellissimo , struggente ed impressionante titolo , Together Through Life.
Cat Stevens, il ritorno "In pace con la mia storia"
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Venerdi 20 Marzo 2009
Together Through Life : la track-list dei tre CD
Track Listings
Disc: 1
1. Beyond Here Lies Nothin'
2. Life Is Hard
3. My Wife's Home Town
4. If You Ever Go To Houston
5. Forgetful Heart
6. Jolene
7. This Dream Of You
8. Shake Shake Mama
9. I Feel A Change Comin' On
10. It's All Good
Disc: 2
1. Howdy Neighbor (J. Morris) - Porter Wagoner & The Wagonmasters(Theme Time
Radio Hour with your host Bob Dylan: Friends & Neighbors)
2. Don't Take Everybody To Be Your Friend (M.Gabler/R. Tharpe) - Sister
Rosetta Tharpe (Theme Time Radio Hour with your host Bob Dylan: Friends &
Neighbors)
3. Diamonds Are A Girl's Best Friend (L. Robin/J. Styne) - T Bone
Burnett(Theme Time Radio Hour with your host Bob Dylan: Friends & Neighbors)
4. La Valse De Amitie (O. Guidry) - Doc Guidry(Theme Time Radio Hour with
your host Bob Dylan: Friends & Neighbors)
5. Make Friends (E. Mcgraw) - Moon Mulligan (Theme Time Radio Hour with your
host Bob Dylan: Friends & Neighbors)
6. My Next Door Neighbor (J. McCain) - Jerry McCain (Theme Time Radio Hour
with your host Bob Dylan: Friends & Neighbors)
7. Let's Invite Them Over (O. Wheeler) - George Jones & Melba Montgomery
(Theme Time Radio Hour with your host Bob Dylan: Friends & Neighbors)
8. My Friends (C. Burnett/S. Ling) - Howlin' Wolf (Theme Time Radio Hour
with your host Bob Dylan: Friends & Neighbors)
9. Last Night (W. Jones) - Little Walter (Theme Time Radio Hour with your
host Bob Dylan: Friends & Neighbors)
10. You've Got a Friend (C. King) - Carole King (Theme Time Radio Hour with
your host Bob Dylan: Friends & Neighbors)
11. Bad Neighborhood (Caronna/M. Rebennack) - Ronnie & The Delinquents
(Theme Time Radio Hour with your host Bob Dylan: Friends & Neighbors)
12. Neighbours (M. Jagger/K. Richards) - The Rolling Stones(Theme Time Radio
Hour with your host Bob Dylan: Friends & Neighbors)
13. Too Many Parties and Too Many Pals (B. Rose/M. Dixon/R. Henderson) -
Hank Williams as Luke the Drifter (Theme Time Radio Hour with your host Bob
Dylan: Friends & Neighbors)
14. Why Can't We Be Friends (S. Allen/H. Brown/M. Dickerson/J. Goldstein/L.
Jordan /C. Miller/H. Scott/L. Oskar) - War (Theme Time Radio Hour with your
host Bob Dylan: Friends & Neighbors)
Disc: 3
1. Roy Silver (DVD content)
2. The Lost Interview (DVD content)
E’ incredibile , tutti i giornali del mondo si stanno
occupando del cesso di Bob Dylan. Mi viene da ridere , forse Bob lo sta
facendo apposta per fare un dispetto a qualcuno dei suoi vicini (difficile
ed impossibile scoprire il vero motivo di questa spiacevole situazione ) ,
essendo impensabile che qualcuno possa usare anche brevemente un posto così
maleodorante. I vicini installano 5 grandi ventilatori per difendersi , Bob
vieta l’accesso alla sua villa alle guardie municipali , tutta una storia
veramente ai confini della realtà , se non ci fosse da piangere per la
banale cretineria della notizia , per la banale cretineria di tutti i
reporter del mondo che si stanno occupando del cesso di Bob , quasi non ci
fossero notizie serie da pubblicare. Di fatto , tutto quello che Dylan fa ,
dice , canta , borbotta , mormora , dichiara , lascia intendere , fa
immediatamente il giro del mondo , questa è la situazione , non c’è niente
da fare , nel bene o nel male , nel bello o nel brutto , nel buono o nel
cattivo , Bob tiene sempre banco , sia come Bob Dylan sia come Robert Allen
Zimmerman . Sembra che al posto di un WC chimico , Bob abbia installato
nella sua proprietà una montagna di merda e di altre schofezze simili , la
cosa mi sembra gonfiata all’inverosimile, la merda delle bodyguard dylaniane
su tutti i giornali del mondo......e mi chiedo, sono io che do i numeri ?
Ciao Mr T,
è stimolante la riflessione tra lo scritto di Vites e la tua risposta... se
posso cerco una mediazione,
perché entrambe le vostre posizioni mi intrigano ma non mi soddisfano.
Intanto non credo che il titolo sia da intendersi in riferimento al pubblico
di Dylan.
O al fatto che Dylan sia stato la nostra compagnia musicale nella vita (per
me lo è stato sicuramente).
Mi sembra più da intendersi come "siamo tutti sulla stessa barca" attraverso
quest'avventura della vita.
Mi sembra un "insieme" volenti o nolenti, e comunque ABBARBICATI, come i due
spasimanti nella foto.
Non mi sembra l'espressione di un desiderio o di una ricerca, quanto un
qualcosa di ineluttabile, nel bene
e nel male.
Ma forse proprio le canzoni daranno una chiave di lettura più appropriata.
Se da Bob Dylan live non mi sono mai aspettato molto (avendo perso le fasi
migliori, il mio primo concerto
è stato Roma '84) dal Dylan in studio mi aspetto molto perché non mi ha mai
deluso, nemmeno con le sue
cose meno significative e mi pare che come autore sia ancora in crescita!!!
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Wc chimico in casa di Bob Dylan impesta di odori i vicini
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Giovedi 19 Marzo 2009
TTL : Opinioni a confronto.....
Dylan, Zimmermann e lo scoramento del Tamburino
Caro Mr. Tambourine,
ho visto il tuo sfogo, e lo comprendo perfettamente. Il problema
naturalmente non è il titolo di questo album, sei stato chiaro, quanto le
riflessioni che esso scatena. Penso che tutto derivi da un aspetto di fondo,
che ogni tanto riemerge inevitabile: esattamente come per ogni grande
personaggio, esistono due Dylan: l’artista e l’uomo.
L’artista è Dylan: secondo qualcuno è un poeta, secondo altri un grande
musicista, secondo altri ancora (Paul Williams) un eccezionale performer. E’
il personaggio che – con il nome che si è scelto e con il quale è diventato
noto – ha scritto testi meravigliosi, ha inventato o ha riarrangiato musiche
meravigliose, è stato in modo sempre diverso (e a tratti altalenante) un
meraviglioso interprete di tutto ciò. Tutti noi abbiamo filtrato la nostra
vita attraverso i testi o le musiche di Dylan, nei quali abbiamo di volta in
volta cercato (e sempre trovato) conforto, ispirazione, consolazione,
condivisione e monito.
L’uomo è Zimmermann, con le caratteristiche (visto che il nome lo ha
cambiato) che la natura gli ha dato o che ha forgiato in esso. E, per essere
sinceri, tutti siamo convinti che non sia “il massimo”. La biografia è piena
di episodi di cui pochi si vanterebbero (egoismo, mancanza di gratitudine,
mancanza di lealtà, incoerenza).
Tutti noi, però, e direi ovviamente e giustamente, abbiamo sempre scelto di
giudicare l’artista e non l’uomo. Così, per fare un unico esempio,
apprezziamo la sensibilità dell’artista per i grandi drammi umani: basti
citare la chiave di costruzione rovesciata con cui fu scritta Hattie
Carroll. Tutti siamo rimasti attoniti davanti alla grandezza di chi gettava
sul fuoco del dramma materiale (l’omicidio) la benzina del dramma ideologico
(la sentenza ridicola). Però, siamo onesti, nessuno di noi che oggi dà
lavoro a qualcun altro avrebbe (o vorrebbe avere) la mancanza di sensibilità
che caratterizza l’uomo. Chi di noi viaggerebbe separato dai propri
dipendenti, pranzerebbe separato; chi di noi direbbe ad un proprio
collaboratore che si ammala “non preoccuparti” e con altrettanta semplicità
gli direbbe “non mi servi più” quando si ripresenta guarito per riprendere
il lavoro?
Non scrivo queste cose in senso negativo, non vorrei essere frainteso, ma
solo per mettere a fuoco quello che secondo me è il dramma dei dylaniani (il
sottoscritto per primo, ovviamente): l’impossibilità di riuscire a
conciliare il miracolo dell’artista con i comportamenti dell’uomo.
E non a caso nel tuo sfogo, testualmente, sostieni che il nuovo titolo “non
rispecchia la realtà di Dylan, il suo agire”, che “il … dubbio è solo sul
titolo , che non è in riga con il comportamento dylaniano”. Ecco, proprio
questo tuo “ guardare anche l'altro lato della medaglia” e scoprire che i
due lati non collimano come dovrebbero è quello che io definisco il
“dramma”. E infatti ogni volta mettiamo in atto tentativi patetici di
giustificare qualcosa che non dovremmo giudicare, ma che inevitabilmente
finiamo per giudicare perché non riusciamo a digerirlo completamente. Farò
un esempio anche a questo proposito: Dylan ha scritto canzoni meravigliose
sulle sofferenze d’amore, inni generazionali sul cambiamento, e Zimmermann
li ha venduti alle case di biancheria intima e alla pubblicità. Ebbene?
Dylan ci ha fatto crescere, ci ha fatto piangere, ci ha fatto capire.
Zimmermann è libero di fare quello che vuole. Ma dentro di noi scatta una
molla (io credo che spesso sia un “fastidio” che deriva da un eccesso
inutile di morale) che ci spinge comunque a esaminare questa scelta, a
sezionarla, a confrontarla, per arrivare inevitabilmente a concludere che in
fondo lo poteva fare, che nulla è cambiato. Spesso abbiamo bisogno di una
(auto) conferma che il comportamento dell’uomo non scalfisce la validità e
il significato che per noi ha l’artista.
Dopo questa lunga premessa, arrivo finalmente al titolo dell’album:
letteralmente “Insieme attraverso la vita”, figurativamente forse “Insieme
per tutta la vita”. Credo che l’elemento che scatena i sentimenti e le
emozioni di Paolo Vites stia nel fatto che questo è il titolo perfetto che
NOI daremmo ad un album ed anzi all’intera opera di Dylan. Anzi, è la
migliore definizione sintetica che NOI daremmo per il nostro rapporto con
Dylan attraverso gli anni (per l’appunto, la nostra vita). E proprio questo
ci fa piacere: il fatto che abbiamo qualche riferimento che conta (e di
quelli che contano ne sono rimasti così pochi!) che dura da una vita.
Ma questa è la nostra volontà, non quella di Dylan. Io non credo che sia lui
a volere “andare insieme a noi per tutta la vita”, come spera Paolo.
Altrimenti non esisterebbero i comportamenti e i problemi che abbiamo
citato. A lui basta e avanza che assieme a noi rimangano le sue canzoni, le
sue musiche e i suoi testi, le sue poesie.
Per questo io credo che questo titolo non sia indirizzato a una donna, ai
figli, agli amici e tantomeno ai fan. Credo invece che sia riferito
all’unica entità che Dylan (uomo e artista, per una volta compattato nelle
sue anime doppie) per sua stessa ammissione abbia mai considerato “per tutta
la vita”, e cioè la musica.
Con affetto
Blindboygrunt
Pubblico con piacere questa mail
dell'amico Blindboygrunt , credo che abbia capito il perchè del mio sfogo e
del mio dubbio sul titolo dell'album. Siamo in buona compagnia , non siamo
gli unici a chiederci dove finisce Zimmerman e dove comincia Dylan , o
viceversa , come al solito , the answer my friend , is blowin' in the wind.
Questo , “Defecation row” , è il nome che i vicini di casa
hanno assegnato alla via dove sorge anche la residenza di Bob , altri stanno
componendo canzoni dal titolo “Bob Dylan's toilet stench blowing in the
wind. Questa faccenda ha suscitato un grosso vespaio nella comunità di
Malibù dove vive Bob , tutti i giornali e siti internet ne hanno parlato ,
ora le autorità di Malibù saranno costrette ad imporre al cantante di
rimuovere la maleodorante toilette , ma viene da chiedersi “ Ma c...a
, l’unico che non sente la puzza è lui ?
Per come la penso io credo che sara' un album con il solito
sound che si sente nei concerti.Avessi letto prodotto da Lanois tanto per
fare un esempio potevo dire be' ci sara' qualche cosa di buono,ma visto che
se lo produce lui stesso,gia' questo e' un punto a suo svantaggio.
Sara' giusto per chiudere un altra triologia o forse la voglia di essere nel
mercato discografico, quello che e' certo non ci sara' un nuovo sound.
L'unica cosa che mi da' modo di non esprimermi come vorrei sono i testi i
quali ancora non si conoscono se non i titoli.
Ma dai titoli ho gia' una certa intuizione....
Anche perche' se la band e' sempre la stessa con cui va in tour e' ovvio che
le nuove songs devono trovare spazio nel live-act di Bob con il solito sound
immutabile da anni.
Se fosse cosi' non capisco l'utilita' di tirare fuori un altro lavoro ma
anche continuare ad essere nei concerti.
Non che mi aspetto un cambio di rotta come faceva spesso nel passato ma
nemmeno mi aspetto chissa' che cosa.
Ovviamente questo e' il mio pensiero in base a quello che sta' facendo Dylan
e a come si sta' muovendo musicalmente in questi ultimi tempi (un po lunghi
dire).
E' un po' come prevedere qualche cosa che gia' si sa'.Oppure e' giocare a
poker con Dylan lui con le carte in mano da un lato e noi con le nostre.E
vedere quanti assi cala al termine della partita.
La partita Bob e' aperta!
Amo quest'uomo. Soprattutto perché non mi lascia mai da
solo. Guardate che bello il titolo del suo nuovo disco finalmente annunciato
ufficialmente dopo tante speculazioni. Together through life, "insieme
attraverso la vita". Bob Dylan ha quasi 70 anni, eppure è profondamente
dentro lo scorrere della vita. Che lo stia dicendo alla donna che ama
adesso, alla donna amata una volta lontana e che adesso non c'è più, ai
figli, agli amici (ai fans?), questo titolo esprime tutta la bellezza del
cuore dell'uomo: "insieme" e "vita". Perché da soli non si va da nessuna
parte, e perché vivere, comunque ci riusciamo e quanto maledettamente duro
sia, è il compito che abbiamo.
Non ho bisogno di altro, quasi neanche di ascoltare come saranno le nuove
canzoni. Quando la vita in un pomeriggio ti crolla addosso peggio del muro
di Berlino, è bello sapere che c'è qualcuno che vuole andare insieme a te
attraverso la vita.
(fonte: gamblin-ramblin)
Letto il titolo del nuovo album ho cominciato a pensare che qualcosa non
andava , insomma i conti non tornano. Le parole di Paolo Vites , come al
solito , sono belle , ricche di pathos, di ringraziamento per quello che
Bob ci ha dato in tutti questi anni, di ammirazione, di consenso , ma a me
le cose non suonano giuste. Troppa enfasi in questo titolo, troppo lontano
dalla realtà. Ripenso al comportamento di Bob nel tour dell'anno scorso nei
confronti del pubblico , questo costante ignorare chi va ai suoi concerti
, male necessario ed indispensabile , conditio sine qua non ( niente
pubblico niente concerti ) , il solito pubblico sempre scontento e rompicoglioni , sempre pronto
a criticare se le cose non sono come ognuno se le era immaginate. Forse
cinquant'anni di continuo successo e di assillo da parte dei fans e dei media
possono anche stancare , esaurire , generare una crisi di rigetto , ma
allora la soluzione è semplice , si smette con i concerti e finito il
teatro. Questo titolo mi sembra enfatico e falso , non rispecchia la realtà di Dylan ,
il suo agire , il proibire agli inservienti degli alberghi di rivolgergli
una parola di saluto , semplice come "Ciao Bob!" , il continuo ignorare l'audience , mai rivolgere una parola di
grazie a chi paga perchè lui possa continuare a tenere i suoi ormai
incomprensibili borbottii sul palco. E allora ? Quale Togheter through life ? Dylan sta
da una parte e tiene ben distante il suo pubblico , togheter through life un
corno purtroppo. Il mio cuore dice le stesse parole di Paolo ,
anch' io amo Dylan , come tutti voi che visitate la Fattoria , su questo non
ci son dubbi , ma mi faccio delle domande ed i fatti dicono un'altra cosa , vedremo se l'imminente tour li smentirà oppure
se la musica sarà sempre quella. Non so ancora il valore dell'album che senz'altro sarà ricco di
nuove emozioni , il mio dubbio è solo sul titolo , che non è in
riga con il comportamento dylaniano , tutto sommato avrei preferito il più
impersonale "Music for taxi drivers", ma questa rimane solo una mia
considerazione personale , è il guardare anche l'altro lato della medaglia ,
the dark side of the moon. Io mi faccio queste domande , e tento di
rispondermi , magari sbaglio , anzi , spesse volte sbaglio , ma credo sia
umano avere dei dubbi , o no ?
Sei mesi di successo per la mostra di Red Ronnie
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Martedi 17 Marzo 2009
IL NUOVO DISCO DI BOB DYLAN !!!!!!!!!!!
uscita 28 Aprile 2009
Come al solito ci avevano depistato
tutti , ma non era una novità :o)
Ci sono 10 tracce nell'album , nove delle quali già
conosciute: Beyond Here Lies Nothing; Life Is Hard; My Wife's Hometown;
Forgetful Heart; Shake Shake Mama; I Feel A Change Comin' On; If You Ever Go
To Houston; This Dream of You; and It's All Good; Jolene .
E' atteso anche un video promozionale , ma non ci sono ancora
notizie precise in proposito.
L'album uscirà in tre formati : classica versione ad 1-CD ;
una edizione "limited" a 2-CD ; e una in LP in vinile , non ci sono
informazioni sulla versione a 2 CD , solo voci che dicono che il secondo
disco potrebbe essere un DVD con delle outtakes di interviste per "No
direction home" ed una traccia di una canzone dei primi anni 60' mai
pubblicata , ma al momento sono probabilmente solo voci senza nessun
fondamento.
Oltre ai musicisti della backing band , alle sessioni di
registrazione hanno partecipato David Hidalgo ( Los Lobos ) e Mike Campbell
e Benmont Tench ( The Heartbreakers ) , i tre dovrebbero unirsi a Dylan ed
alla backing band per il lo Spring European Tour 2009.
Marina 5 punti + 1 di "special bonus"
Benedetto 3 punti
GypsyFlag 2 punti
Alessandro 1 punto
Angelo 1 punto
Stefano Catena 1 punto
Blindboygrunt 1 punto
luigi 78 1 punto
Otello 1 punto + 5 punti di "Bonus unicum" , ragazzi , ha elencato tutte e
50 le canzoni eseguite nel concerto , costringendomi a modificare il
regolamento che d'altronde non è mai definitivo :o)))))
Giovedi sono sceso a Como per assistere a "Como che
in-canta" lo spettacolo di solidarietà organizzato dal Corriere di Como e da
Espansione TV con il supporto del Comune di Como , nella splendida cornice
del Teatro Sociale , un magnifico
teatro all’antica , con la platea con le poltrone in velluto rosso , i
palchi color oro , palco Reale rigorosamente al centro , e sopra i tre piani
di palchi il classico loggione , che a Como chiamano la “piccionaia”.
L’occasione era ghiotta , vedere la musica di Dylan confrontata coi
notissimi successi dei Nuovi Angeli , i classici degli anni 60’ con i
Beati , la superba esibizione dei Vintage accompagnati da un’orchestra di 25
elementi , il tutto presentato sotto forma di Maurizio Costanzo Show. Sono
stati bravi a Como , Televisione locale e giornali hanno martellato per
tutto il mese creando l’”Evento” al quale non si poteva mancare , aiutati dalla
spinta solidale , biglietti a 25 euro in platea e palchi e 15 euro il
loggione , risultato 1.000 persone , la “cream" di Como e Teatro full .
Organizzazione perfetta con taglio televisivo dato dal regista , non una
sbavatura o un momento statico, lo spettacolo è corso per più di due ore
lasciando ancora nella gente la voglia di qualcos’altro , che puntualmente
c’è stato , artisti tutti insieme sul palco in catena a cantare con
l’orchestra ed il pubblico in standing ovation “We are the world”. Serata
magica per tutti i performers , che hanno dato il meglio di loro
stessi con un senso incredibile di collaborazione , la causa solidale era di
quelle giuste e tutti hanno risposto oltre ogni aspettativa , trasformando
una serata di solidarietà in una serata da “ricordare”.
Dopo questa dovuta intro , parliamo della musica di Bob , dei Blackstones e
del loro impatto col pubblico “difficile”. Sono sceso in loro compagnia al
Teatro , camerino con bagno e doccia e tanto di nome sulla porta , una
finezza inaspettata che li ha fatti sentire per un momento come le grandi
star. Dopo dieci minuti di sound-check , impianto perfetto e tecnici
competentissimi , andiamo a mangiarci una pizza per tirare l’ora dello
spettacolo. Vedo la tensione sulle loro facce , e durante la cena lo
confessano , un ambiente ed un pubblico così ti schiaccia , la
responsabilità della prestazione diventa più pesante , un macigno dal quale
ci si può liberare solo cominciando a suonare. I Blackstones hanno aspettato
il loro turno con tranquillità , consci del loro valore , ma con qualche
dubbio sulla presa che la musica di Bob poteva avere su quel tipo
particolarissimo di audience. Avevano scelto tre brani : Highway 61
Revisited nella versione Chuckberryana di R & C , Don’t think twice it’s all
right nella versione di Clapton e per chiudere la classica Knockin’ on
heaven’s door con l’assolo ripreso da quello di Slash, cosa che ha dato a
frank Night la possibilità di mettere in evidenza la sua bravura e la sua
versatilità . Si sono lanciati senza esitazioni nel calderone del teatro
rompendo il ghiaccio con Highway 61 , all’ assolo claptoniano di Don’t think
twice la gente si spellava le mani , rivolgendo ai Blacktones una vera
ovazione alla fine del pezzo. Primi tre accordi di Knockin’ e teatro in
piedi , accendini , battimani che sottolineavano il ritmo , coro cantato da
tutti , Blackstones e pubblico , con i due ultimi cori lasciati alla voce
del pubblico , Blacktones immobili che battevano il tempo con le mani ,
ripresa con assolo finale per chiudere e meritatissima ovazione finale ,
i nostri in fila sul palco , inchino al pubblico che non smetteva gli applausi ,
un’altro inchino e via , era fatta , Bob aveva lasciato il suo segno nel
nome dei Blackstones.
Non credo che riusciremo a emanciparci da queste strategie di mercato di
produzione di aspettativa per il prossimo album di Bob Dylan. Di fatto,
questa situazione crea una curiosa fluttuazione dell’immaginario che ha
ormai un buon mezzo secolo di storia. Credo che già dopo Freewheelin’, nel
1962 – anno di nascita di chi scrive - molte persone cominciarono a
diventare molto curiose su quale avrebbe potuto essere “il prossimo disco di
Bob Dylan”, e per oltre trenta occasioni, nell’arco di tutti questi anni,
l’atto di depositare con delicatezza la testina nel microsolco dell’album
appena scartato, o di abbandonare nelle oscurità di un lettore il nuovo
oggetto lucente, siano stati gesti che centinaia di migliaia di persone
hanno caricato di una forte valenza simbolica e rituale, quasi messianica.
La risposta, tutte le volte, fu un suono, una sonorità: sferragliante,
frusciante, ondeggiante, gradevolmente masticabile o a volte
sorprendentemente fracassona, come quella di un treno che si apre la strada
in una boscaglia. Poi una voce: una voce che inverte gli aghi del campo
magnetico e turba la quiete, un ritmo che invita a fare insieme un pezzo di
strada…
All I Really Want To Do, Tangled Up in Blue, If Not For You, Hurricane, Like
a Rolling Stone, Rainy Day Women n. 12 & 35, Wiggle Wiggle, Love Sick,
Thunder From the Mountain, All the Tired Horses, Gotta Serve Somebody e
tutti gli altri piccoli universi che si sono dischiusi, tutti i versi che
immediatamente sono diventati materia di decifrazione ed esegesi.
“Musica per tassisti”: ah si, mi pare un ottimo titolo. Se non per il
prossimo disco, senz’altro per il prossimo bootleg. Possiamo schiacciare il
mozzicone di sigaretta nel posacenere e abbandonarci nel sedile posteriore
di un altro tempo…
Ne approfitto per raccontare una storia personale.
Milwaukee, Wisconsin, 10 settembre 2001. Prima di imbarcarmi sul ferry che
mi porterà attraverso il lago Michigan faccio visita, verso ora di chiusura,
a un negozietto di dischi vicino all’imbarco. Il gestore è simpatico, ci
arrotoliamo una sigaretta insieme. “Dài, tiralo fuori”, insisto. “No, non
posso, proprio non posso”. Ce l’ha imballato in cantina, Love and Theft, ma
prima dell’indomani non lo può aprire. Irremovibile. Anglosassone.
L’indomani succede quello che succede e il mondo intero sembra vacillare.
Faccio un viaggio da incubo cercando di tenermi sulle strade secondarie.
Giro le stazioni radio, le emittenti cristiane fondamentaliste annunciano
l’inizio della fine del mondo e la prossima venuta di Cristo. Lungo le
strade vedo gente che porta crocifissi sulle spalle e cartelli. Ci sono code
lunghissime ai distributori di benzina, le carte di credito sembrano non
funzionare. Attraverso il West Virginia. Morgantown mi ispira fiducia, mi
ricorda una dolcissima canzone di Joni Mitchell. Decido di fermarmi
all’Holiday Inn, mi chiudo in stanza e accendo la televisione.
Il giorno dopo riesco a entrare a Washington D. C. senza particolari
problemi, anche se il Pentagono sta ancora mandando fumo nero e mezzi
dell’esercito corrono in tutte le direzioni. Stento a crederci ma riesco ad
arrivare a casa di mio cugino, nella periferia di Arlington, senza essere
fermato da alcun posto di blocco. In quella casa, così tipicamente
americana, più o meno uguale a tutte le altre in fila lungo il viale
frondoso, entro in una strana parentesi esistenziale. So che il mio volo non
partirà. Forse scoppierà la terza guerra mondiale. Mia moglie e mia figlia
mi aspettano oltreoceano. Mi mettono a dormire nella stanza dei bambini.
Comincio a pensare a Bin Laden, a Bin Laden che si guarda allo specchio alla
mattina. Il vicino di casa vede me - barba incolta, capelli lunghi,
lineamenti mediterranei – e comincia anche lui a pensare a Bin Laden... Il
tempo non passa mai. Qualche giorno dopo decidiamo di uscire. Mio cugino mi
accompagna a fare un giro in macchina. Passiamo per un negozio di dischi.
Nessuno per le strade, nessuno nel negozio. Entriamo. Grandi sagome di
cartone preparate per l’evento, non celebrato, dell’uscita di Love and
Theft, prevista per l’11 settembre. Il gestore mi consegna la special
edition con un triste sorriso, e mi regala persino il 45 giri in vinile.
Tornati a casa, capisco che “mettere su il nuovo disco di Bob Dylan” sarà
diverso dal solito. Manca l’intimità, la ritualità e tutto l’intorno è
surreale. Mio cugino vuole registrarselo e con il suo impianto fa la prova
dei picchi di frequenza. Sono queste le prime note, lancinanti, spezzate,
randomizzate, che ascolto di Love and Theft, nel peggiore dei modi.
Indimenticabile.
Potrei pensare ad almeno quattro buone ragioni per le quali chiunque abbia
partecipato a “COMO CHE IN-CANTA” giovedì sera se ne è andato più che
soddisfatto dopo essere stato intrattenuto dall’evento musicale:
1. senza dubbio il fattore più importante è che l’importo raccolto in questa
serata è per una causa molto valida cioè per “Sim-patia, abili a vivere”,
un’organizzazione nata nel 1989 con il proposito di realizzare una struttura
adatta ad accogliere persone colpite da gravi o gravissime disabilità
fisiche;
2. il privilegio di sedere e ammirare per una serata l’impressionante e
bellissimo Teatro Sociale di Como, con i suoi quasi 200 anni di storia e di
atmosfera mozzafiato;
3. una serata di humour divertente e buonissima musica degli anni ’60 e ’70
suonata e interpretata da artisti che hanno dato il massimo per intrattenere
il pubblico ed assicurarsi che nessuno andasse a casa deluso;
4. una rara occasione di vedere ed ascoltare i “Blackstones”, la Tribute
Band numero uno del nostro vero Boss, Bob Dylan.
La serata è iniziata con il presentatore Leo Valli che ha voluto impersonare
e dirigere uno spettacolo simil “Maurizio Costanzo Show”, completo di un
divano Chester rosso, interagendo con il pubblico. Leo ha fatto un buon
spettacolo per tutta la serata, impersonando Silvio Berlusconi, Umberto
Bossi, Emilio Fede e Tremonti. Seguendo la linea del Costanzo Show,
introduce gli artisti e li intervista nel suo stile inconfondibile. Il primo
gruppo ad esibirsi è stato quello dei “Nuovi Angeli”. Il loro show di 15/20
minuti è stato di interazione scherzosa con il pubblico, raccontando come
siano stati il primo gruppo italiano a suonare nel mitico Ed Sullivan Show
negli anni ’60. Il gruppo di Alberto Pasetti vendette quasi due milioni di
dischi con Donna Felicità. Così si può immaginare il nostro disappunto
quando fu ovvio che stavano suonando e cantando in playback. Ah, il mistero
dello show business!
Bisogna dire che tra un atto e l’altro, vari politici locali hanno avuto il
loro momento di gloria recitando e persino cantando: Leonardo Carlone,
Presidente della Provincia di Como, Sergio Gaddi, Assessore alla Cultura del
Comune di Como e Giorgio Pozzi, Commissario di Forza Italia, hanno
contribuito con un interessante e divertente stacco tra i vari gruppi
musicali.
Il secondo gruppo della serata, i comaschi “I Beati”, hanno cantato canzoni
degli anni ’60. “Under my Thumb” dei Rolling Stones, avrebbe potuto essere
migliore ma almeno l’hanno cantata dal vivo. E anche un pezzo quasi
sconosciuto degli Animals non può distoglierci dal fatto che era certo
migliore rispetto ai “Nuovi Angeli”.
Mentre si abbassavano le luci e la voce inconfondibile del nostro finto
Costanzo borbottò il nome di Bob Dylan , noi , i fans dei “Blackstones”,
dalle nostre postazioni sulla balconata, esplodemmo in un sollevato e
incorraggiante tifo. Finalmente il momento che avevamo tanto atteso! Mick
arriva al centro del palco con un elegante vestito grigio e cravatta e io
pensai: “Difficile vedere Dylan così elegante. Che abbia invece pensato di
suonare qualche classico dei Beatles? ” Ma niente paura: mentre il guitar
man, Frank “the Fender” Night, con la sua chitarra fende il silenzio del
teatro con il riff di apertura , il nostro Mick esplode con “Oh God said to
A-bra-ham kill me a son”, la serata passa ad un altro livello in un istante.
La sessione ritmica è solida, con Riki e Lanny che mettono giù le fondamenta
sulle quali Darius interagisce con le note del suo Hammond. Anche se siamo
solo a Como, per un istante potremmo essere tutti sulla mitica Highway 61.
Una pausa di pochi secondi per gli applausi e la versione di Clapton di
“Don’t Think Twice” riempie il Teatro. Il lento crescendo di ogni strofa
porta Mick al grido finale di ”It’s alright”. Un pezzo eccellente
sottolineato dall'entusiasmo del pubblico , perfettamente eseguito con Frank
in grande forma.
Purtroppo, il loro tempo sul palco era di sole tre canzoni. Così,
giustamente, l’ultima è stata una delle canzoni più note di Dylan “Knocking
on Heaven’s Door”, durante la quale Mick incoraggiava il pubblico a
partecipare al coro. Un classico per chiudere in bellezza. Dopodiché, Leo
“Costanzo” Valli ha fatto qualche domanda alla Band, come da procedura. Ed è
stato tutto, nemmeno un encore nonostante le nostre richieste. Ma non
c’è stato nulla da fare. E nella grande tradizione di Dylan, anche i
“Blackstones” lasciano il bellissimo palco .
Luci spente, introduzioni, e anche l’ultimo atto è iniziato: i “Vintage”, un
gruppo che ha spaziato dal rock anni ’60, al rock progressivo, al pop. Molto
bravi, formati da Maurizio Giunco (chitarra - voce), Walter Azzolini
(tastiere - voce), Massimo Vito (batteria – voce) e Vanny Patriarca (basso),
hanno suonato eccellentemente con il supporto di un’intera orchestra top
class. Una stravaganza musicale e un finale perfetto per chiudere la
bellissima serata.
A conclusione di questa iniziativa molto positiva, siamo stati rassicurati
che sarà riproposta anche il prossimo anno. Sono anche contento di
informarvi che le circa mille persone presenti hanno contribuito con una
raccolta di quasi 10.000 EURO.
Old Five And Dimer like me - la tablatura per chitarra
written by Billy Joe Shaver
Recorded by Bob Dylan for the film Hearts Of Fire (1986)
Tabbed by Eyolf Østrem
Chords:
E(4th pos) 076400
A(5th pos) x07650
The little licks at the end of each line are tabbed from the first verse,
but
they aren't (of course) played the same way each time, regarding the rhythm.
I am not going to tab the weird strumming at the end.
Acoustic Take
A E [Lick 1]
I've spent a lifetime, making up my mind to be
E (4th pos) A (5th) [Lick 2]
More than the measure of what I thought others could see
A D/f# [Lick 3]
Good luck and fast bucks are too far and too inbetween
E A [Lick 4]
Cadillac buyers and old five and dimers like me
lick 1:
E
| . . | . .
|-------------
|-------------
|-1---2-4----- use E = 076400
|-2---4-6----- for the next line
|-------------
|-------------
lick 2:
| . . ; . . | . . ; . .
|-------------|-------------
|---5-5---5-5-|-------2-----
|---6-6---6-6-|-6-4-2-2-----
|---7-7---7-7-|-7-6-4-2-----
|-0-----0-----|-------------
|-------------|-------------
..see
lick 3:
| . . ; . . | . . ; . .
|---2-2---2-2-|---2---------|---2-2---2-2-|
|---3-3---3-3-|---3-3-----3-|---3-3---3-3-|-
|---2-2---2-2-|---2-2-1-2-2-|---2-2---2-2-|
|-------------|-----0-2-4-0-|-------------|
|-------------|-------------|-------------|
|-2-----2-----|-2-----------|-2-----------|
between
Lick 4:
|-------------|-------------|(0)-
|---2-2---2-2-|---2-2-------|-5--
|---2-2---2-2-|---2-2-1-2-4-|-6-- etc.
|---2-2---2-2-|---2-2-2-4-6-|-7--
|-0-----0-----|-0-----------|-0--
|-------------|-------------|----
She stood beside me letting me know she would be
Something to lean on when everyone ran out on me
Fenced yards ain't hole cards and, like as not, never will be
Reasons for rhymers and old five and dimers like me
(It's) taken me so long but now that I know I believe
All that I do or say is all that I ever will be
Too far and too high and too deep ain't too much to be
Too much ain't enough for old five and dimers like me.
E A
Yes, an old five and dimer is all I intented to be.
Electric Takes
The first take is a stainghtforward, square 4/4 version, whereas the second
take
is a bluesy thing in a triplet rhythm.
E B
I've spent a lifetime, making up my mind to be
B E
More than the measure of what I thought others could see
E A
Good luck and fast bucks are too far and too inbetween
B E
Cadillac buyers and old five and dimers like me
Ieri sera - La solidarietà canta al Teatro Sociale di Como
L'evento musicale : Canzoni “vintage” per sostenere
“Sim-patia”
La solidarietà canta sul Lario. Un talk show di due ore in forma di
spettacolo dal profumo “vintage” va in scena questa sera a Como e vede
insieme musicisti di ieri e di oggi, più imprenditori, politici e sportivi
lariani che si mettono in gioco per una buona causa.
L’evento è infatti a favore dell’associazione “Sim-patia” di Valmorea, che
da anni si occupa attivamente di persone disabili. L’appuntamento è alle 21
al Teatro Sociale di piazza Verdi ed è in collaborazione con l’associazione
di imprenditori locali “Amici di Como”, con il sostegno dell’emittente
lariana Etv e del quotidiano “Corriere di Como”.
La serata, dal titolo Como che in-canta, ha la regia di Renzo Pesci. Il
cabarettista Leo Valli, volto molto noto al pubblico televisivo, condurrà
l’evento sulla falsariga del Maurizio Costanzo Show, alternando interviste,
imitazioni di personaggi celebri (Umberto Bossi, Silvio Berlusconi ed Emilio
Fede tra gli altri) a brani musicali.
Sul palcoscenico ci sarà lo storico gruppo comasco dei Vintage, formato da
Maurizio Giunco (chitarra e voce), Walter Azzolini (tastiere e voce) e
Massimo Vita (batteria e voce), più Vanny Patriarca (l’unico ad essere
musicista di professione) al basso.
Tutti imprenditori e professionisti nella vita, pronti a rispondere con la
musica tipica degli anni Settanta (dal progressive al pop) nel segno della
solidarietà. La loro performance, che il pubblico aveva già apprezzato con
entusiasmo la scorsa estate in piazza Volta, riserverà una sorpresa musicale
ancora tutta “top secret”.
In occasione di Como che in-canta il gruppo presenta un singolare connubio
fra l’esperienza rock e il romanticismo della musica classica.
Con i Vintage si alterneranno il famoso gruppo dei Nuovi Angeli, band icona
degli anni Settanta, che proporrà i brani Anna da dimenticare, Color
cioccolata, Singapore e Donna felicità. Il gruppo di Alberto Pasetti (voce e
chitarra) e Paki Canzi (voce e tastiere) l’anno scorso ha pubblicato il
primo live della carriera.
Al Sociale ci saranno anche i Blackstones di Erba, la tribute band ufficiale
italiana del menestrello di Duluth, Bob Dylan (con il quale hanno
partecipato al festival “Pistoia blues 2006”). La loro scaletta prevede
brani celebri come Highway 61 revisited, Don’t think twice it’s all right,
Workingman’s blues # 2 e Knockin’ on heaven’s door. Completeranno il
quartetto “vintage” i Beati, gruppo lariano esperto in cover degli anni
Sessanta, nato nel 1966. Sono composti da Cesare Baj (voce e chitarra
ritmica) , Gianfranco Ambrosoli (voce e basso), Daniele Baricci (chitarra
solista), Paolo Teatini (batteria) e Maurizio Orlandi (voce e organo). Anche
in questo caso si tratta di una band formata da imprenditori e
professionisti, che si diletta in musica. Usa strumenti e amplificatori come
gli originali dell’epoca o molto simili. Nella loro scaletta tra l’altro una
mitica canzone dei Rolling Stones, Under my thumb, e un altro brano di
Dylan, Memphis blues again. Ci sarà anche una concessione ai suoni degli
anni Ottanta con Walk of life dei Dire Straits.
Ogni band impegnata nel live lariano di stasera avrà a disposizione un
quarto d’ora circa per esibirsi tra una gag e l’altra del presentatore.
Tra i politici che si metteranno in gioco nella serata ci saranno il
presidente dell’amministrazione provinciale Leonardo Carioni (che canterà
L’emozione non ha voce di Adriano Celentano), il commissario di Forza Italia
Giorgio Pozzi con un’esibizione canora e l’assessore comunale alla Cultura
Sergio Gaddi con una “prova d’attore” costituita dalla lettura di un brano
teatrale d’intrattenimento.
Il gran finale sarà in forma corale con We are the world, il celebre brano
“solidale” scritto da Michael Jackson e Lionel Richie nel 1985 e prodotto da
Quincy Jones, che verrà cantato insieme con il pubblico.
Platea e palchi costano 25 euro, la galleria invece 15 euro. La cooperativa
“Sim-patia” di Valmorea, cui è dedicato il concerto di stasera, è una
residenza sanitaria e un centro diurno per persone disabili e collabora con
soggetti pubblici e privati per progetti in campo sociale.
BOB DYLAN: è caccia al titolo del nuovo album
clicca qui
Venerdi 20 febbraio 2009
Sarà “Music for taxi drivers” il titolo del nuovo album di Bob Dylan ?
Sarà questo il titolo dell'album del quale si vocifera in questi giorni ? Il
titolo definitivo non è ancora stato scelto e per ora si parla di “music for
taxi drivers” , ma potrebbe anche cambiare altre dieci volte prima
dell’uscita del disco.
Assieme a Bob e la sua attuale band , hanno inoltre partecipato alle
registrazioni Mike Campbell e Belmont Tench ( The Heartbreakers). La voci
dicono che il disco uscirà in aprile quando Dylan sarà in tour in Europa ,
ma sarà tutto da verificare , speriamo che questo mormorio diventi al più
presto realtà.
Questa la notizia data da Maggie's Farm il
20 febbraio , ci avremo azzeccato ?
Ciao Mr. Tambourine,
non ho capito come hai attribuito i punti ai partecipanti al dylan - quiz n.
6.
Perché il primo a rispondere non ha preso 5 punti ed il terzo si è visto
attribuire uno "special bonus"?
Forse non mi sono accorta dell'emanazione di un nuovo regolamento?
Bacioni Marina
Ciao Marina , il primo a rispondere è
stato Blindboygrunt e si è preso i suoi 5 punti , il regolamento non è
cambiato , quella dello "special bonus"di 1 punto è solo una spudorata regola , una specie di "Jus primae noctis" che mi sono
inventato ieri sera arrogandomi così il
diritto di usarla , esigenza dovuta alla completezza della risposta di Otello.
Potrebbe capitare anche a voi di avere uno "special bonus" assegnato alla
risposta a mio INSINDACABILE ed INDISCUTIBILE giudizio , comunque vi prego
ti tener controllata la classifica , può sempre succedere che nel fare i
conti qualche volta di sbagliare :o)))))))) XOXO
Uscita dell'album 27 Aprile
alcuni titoli delle canzoni : "I Feel a Change Coming On", "Beyond Here Lies
Nothin'", "If You Ever Go to Houston", "This Dream of You", "My Wife's Home
Town", "It's All Good".
ieri sulla Stampa:
Dissento da quanto scritto dalla
giornalista nell'articolo sulla stampa , la notizia che uno dei probabili
titoli del nuovo album potrebbe essere " Music for taxi drivers" è stata
data per prima da Maggie's Farm il 20 Febbraio 2009, diamo a Maggie quel che è di Maggie ed a
Paolo quel che è di Paolo :o)
Blindboygrunt 3 punti , Stefano Catena 2 punti , Otello 2
punti + 1 di "special bonus" , poi Marina , Alessandro , Angelo ,
Benedetto , Gipsy Flag tutti 1 punto
Due i titoli spuntati finora nel web per
il nuovo album di Bob Dylan , "Music for taxi drivers" e "My Own Love
Songs" ,
cambierà ancora ? My own love songs è il titolo indicato da Paolo Vites che
difficilmente si sbaglia nelle sue pubblicazioni , stiamo a vedere , la
curiosità aumenta....
"My Own LoveSongs " il titolo del nuovo album di Bob Dylan ?
Pubblicato da Paolo Vites
Sembra si intitolerà My Own Love Song, traducibile più o
meno con un “la mia personale canzone d’amore”, il nuovo disco di Bob Dylan
in uscita a fine aprile. L’anno scorso, al cantautore americano era stato
chiesto di scrivere alcune canzoni per la colonna sonora del film del
regista francese Olivier Dahan, dal medesimo titolo. Ne ha scritta qualcuna
(che nel film sono cantate dall’attrice Renee Zellweger), poi ci ha preso
gusto, ne ha scritte altre e ha pensato che valesse la pena di radunarle
tutte insieme in un suo nuovo album. Nel disco tra gli altri è presente
l’eccellente chitarrista degli Heartbreakers Mike Campbell e un – ancora
misterioso – musicista si dice appartenente a un importante gruppo rock. Le
speculazioni sono aperte: io dico Jack White dei White Stripes.
Il disco è stato registrato lo scorso ottobre 2008 a Los Angeles e Santa
Monica, in California. Tra aprile e maggio Dylan sarà in tour in Europa. Ai
primi di maggio si esibirà a Londra alla 02 Arena dove si parla di un
concerto speciale in cui potrebbe presentare il nuovo disco.
Sono tutte notizie rinfrescanti: nuovi musicisti, un progetto che ha
appassionato l’autore (vale la pena ricordare che Slow Train Coming
inizialmente era una serie di canzoni che Dylan aveva scritto perché la sua
corista le incidesse, poi aveva deciso di riappropriarsene) e soprattutto un
tema, che è quello che Bob Dylan ha trattato in maniera superba e in modo
continuativo, fino a farlo diventare il “suo tema”: l’amore.
Fa sorridere che un uomo di quasi 70 anni scriva ancora delle pene del
cuore? No, perché come diceva Nick Cave, “la Canzone d’Amore è la luce di
Dio, giù nel profondo, che si fa largo tra le nostre ferite. Alla fine la
Canzone d’Amore esiste per riempire, con il linguaggio, il silenzio tra noi
stessi e Dio, per abbattere la distanza tra il temporale e il divino”. Non
c’è tema più appassionante, più profondo e più umano che scrivere
dell’amore. Perché è nel desiderio di unirsi all’altro che si svela quello
di cui siamo fatti, quell’incompletezza che ci definisce, quell’ansia che
rivela la nostra natura di esseri imperfetti. È nella constatazione della
caducità stessa del rapporto affettivo, del suo inevitabile corrompersi, che
siamo portati a desiderare sempre di più qualcosa di sempre più grande, che
finalmente appaghi la nostra inquietitudine.
In fondo, la Divina Commedia era solo una grande storia d’amore.
Allora ecco la mia Top Ten delle più belle canzoni d’amore di Bob Dylan:
1.Sad Eyed Lady Of The Lowlands
2.Just Like A Woman
3.Idiot Wind
4.Red River Girl
5.I Want You
6.One More Cup Of Coffee
7.Shooting Star
8.Girl From the North Country
9.Is Your Love In Vain?
10.Love Minus Zero/No Limit
Generalmente non è mai stato molto amato. Al massimo lo si considera un
discreto live, non sicuramente fra i migliori del vecchio Bob. Ma date retta
a me, che in fondo posso considerarmi un profondo conoscitore della musica
di Dylan. Il suo "live" registrato a Tokyo non è solo un bellissimo disco: è
anche uno dei migliori live in assoluto che mi sia mai capitato di
ascoltare.
Posso essere un po' di parte, lo riconosco: questo è un disco (nel vero
senso di disco, 33 giri intendo) che mi ha accompagnato a partire da quando
ho iniziato ad ascoltare della musica con la M maiuscola. Esso faceva
infatti parte della dotazione di LP dei miei genitori, con la quale posso
realmente dire di essermi "fatto le ossa". Ora ho il mio bravo compact, ma
le emozioni restano sempre le stesse. Ogni disco dal vivo di Dylan fa storia
a sè, dal momento che l'artista ama fare, rifare e disfare costantemente il
suo repertorio. Nel nostro live i brani, anche quelli più "destrutturati",
risultano sempre incisivi.
Il repertorio è quanto mai ricco (Bob era alle soglie della sua "sbornia
mistica" e aveva appena pubblicato alcuni album bellissimi che rinverdivano
i fasti degli anni '60). Il sound molto carico è prodotto da una band
piuttosto numerosa che, bisogna dirlo, suona veramente bene.
Personalmente ho trovato sempre strepitosi i duetti vocali (ce ne sono
diversi) fra la voce di Dylan e quella delle tre coriste: un rapporto
costruito magistralmente su uno sfasamento provocato dagli anticipi e dai
ritardi del cantante, mai "seduto" su un'interpretazione lineare.
Movimentano poi il tutto certi curiosi ritmi reggae, che affiorano qua e là.
Canzoni da ricordare? Quasi tutte: alcune formalmente perfette ("Mr.
Tambourine Man", "Shelter from the Storm" e "Like a Rolling Stone"); altre
profondamente struggenti ("One More Coffee (Valley Below)", "Blowin'in the
Wind" e "Forever Young"); altre ancora urlanti violenza ("Maggie's Farm" e
"It's all alright Ma (I'm only Bleeding)"). La perla? Forse una "Ballad of a
thin Man" che lascia veramente il segno.
(fonte: kalporz.com)
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DANCE BENEATH THE DIAMOND SKY
ovvero la festa del Menestrello
Prima di raccontare il disco voglio sommariamente parlarvi dei gusti
musicali di alcuni amici. Se volete potete anche saltare tutto il primo
paragrafo, ma secondo me aiuta a capire l'eccezionale portata di questo lp.
Il Capitano è un ragazzone alto e sportivo, simpatico, leale e altruista: i
suoi interessi musicali sono concentrati su Davide Van De Sfroos, il grande
folksinger laghee, e gli Oliver Onions, cioè quelli "delle musiche di Bud
Spencer e Terence Hill". La sua serata ideale è passeggiare per il corso
guardando le vetrine della Geox, la scarpa che respira.
Il Black Rider è molto istruito e sicuro delle sue ampie conoscenze su
svariati campi umanistici e scientifici: ha gusti un po' più vari, la sua
collezione di cd spazia dai Pink Floyd ai Blues Brothers, da De André ai
Black Sabbath, dai tamburi del Bronx al reggae. Il genere che apprezza di
più è l'hard rock coniugato al blues. La sua serata ideale è stare seduto in
qualche locale baudeleriano davanti a un bicchierino di assenzio.
Infine viene l'Edera, studia beni culturali e ha interessi musicali più
vicini ai miei, in particolare ama il pop-rock raffinato di Bowie e Queen e
il minimalismo elettronico dei Kraftwerk e Sigur Ros, nonché la dolce
oscurità di Nick Cave. Prova una (non tanto) vaga antipatia per Bob Dylan e
simili e la sua serata ideale è riposarsi sul divano con un buon tè
all'arancia e cannella oppure curiosare tra le bancarelle di qualche festa
di paese.
Ora torniamo al nostro menestrello di Duluth: questo è uno dei pochi dischi
che posso far girare tranquillamente in macchina se ho con me questi tre
personaggi.
Secondo me Dylan ci ha preso in giro fin dal principio della sua carriera, e
qui lo dimostra in modo assolutamente brillante, perché non solo riarrangia
tutti i suoi brani più famosi, ma lo fa in modo scherzoso e, strana parola
riferita al cantante, DIVERTENTE.
L'impegno è lasciato ai testi, inutile dire tra i più belli della storia
dell'umanità, perché per il resto questo concerto del 1979 è una
celebrazione della libertà di (lo ripeto) divertirsi trasformando le proprie
creazioni. Gli strumenti che spiccano maggiormente sono la chitarra
elettrica, i sassofoni e le voci delle coriste che ricamano fantastici
orpelli intorno alla potente esecuzione vocale di Dylan.
La festa inizia con il martellante riff di "Mr.Tambourine Man", si passa al
folk da ballo campestre di "Love Minus Zero" e dopo il blues elettricissimo
di "Ballad Of A Thin Man" ascoltiamo il reggae di "Don't Think Twice".
"Maggie's Farm" è un delirio di fiati e cori e i sassofoni spadroneggiano in
"Like A Rolling Stone".
Il secondo disco invece si apre con una dolcissima ninnananna gospel dal
titolo "Blowing In The Wind", che lascia il posto ad una altrettanto
tranquilla esecuzione in minore di "Just Like A Woman", uno dei miei brani
preferiti. "Oh Sister" diventa una narrazione blues per basso e voce e "All
Along The Watchtower" è un glam-soul gonfio di orpelli e luminosi duetti di
chitarra e violino. Flauto e voce rendono scarna e più romantica "I Want
You", mentre si ritorna al glam giocoso e roboante con "All I Really Want To
Do". Ritorna il flauto su un ritmo reggae in "Knocking On Heaven's Door" e
assordanti riff hard rock in "It's Allright Ma". Questa magnifica
celebrazione del rock si chiude con "The Times They Are A-Changing" che,
prima essenziale poi grandiosa, combina i maggiori marchi di fabbrica del
live, cioè i cori e i sassofoni.
Dylan continua a rielaborare e riscrivere la sua musica da capo per ogni
tour, ma non so se è mai tornato a tale complessiva potenza vocale e
orchestrale...
...ma almeno io so cosa far ascoltare in macchina ai miei esigenti amici
senza che nessuno si lamenti!
(fonte: debaser.it)
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La registrazione proviene da due diversi spettacoli (28
febbraio e 1 marzo 1978). La Columbia Records pubblicò un doppio LP il 21
agosto 1978; inizialmente era limitata al mercato giapponese. Nello stesso
anno, in seguito, fu pubblicato anche in Australia. Il 23 aprile 1979,
spronata dalle massicce importazioni e da almeno una edizione europea
contraffatta, la Columbia pubblicò l'album in tutto il mondo. Gli spettacoli
erano il quarto e il quinto di una esibizione al Nippon Budokan di Tokyo.
Bob Dylan at Budokan ricevette alcune delle peggiori recensioni della
carriera di Dylan. Selvaggiamente criticato, è stato deriso e definito
"sterile," con alcuni paragoni degli arrangiamenti alla lounge music di Las
Vegas.
In una sarcastica recensione pubblicata sulla sua colonna "Guida per il
consumatore", Robert Christgau diede all'album un giudizio C+, scrivendo
"Credo che questo doppio LP sia stato pubblicato affinché il nostro eroe
potesse vantarsi di aver superato i Cheap Trick, che hanno avuto il
self-control di pubblicare un disco singolo da questa location. Comunque è
divertente notare come molte delle ventidue canzoni --dodici già pubblicate
su uno degli altri due album live che Dylan ha pubblicato dal
1974--resistono al trattamento. E non solo, testi e poster sono inclusi." Il
critico Jimmy Guterman lo definì uno dei peggiori album mai pubblicati nella
storia del rock.
Comunque, l'album ricevette critiche migliori in Europa, e il critico Janet
Maslin (ora critico musicale per Rolling Stone) difese l'album nella sua
recensione. "Sebbene molte possano offendere i puristi, queste ultime
versioni live delle sue vecchie canzoni hanno l'effetto di liberare Bob
Dylan dagli originali. E gli originali - comunque eterni, comunque
bellissimi - constituiscono un terribile onere...questa volta le vecchie
canzoni sono state riviste in modo dolce, senza quella aggressione
auto-sconfiggente, con suoni che suggeriscono uno spirito di
divertimento...Molte delle più recenti, come 'Oh, Sister,' 'One More Cup of
Coffee (Valley Below)' e 'Shelter from the Storm,' sono notevolmente
migliorate, come se, quando furono registrate per la prima volta, non
fossero state pienamente concepite. "Is Your Love in Vain?", senza dubbio la
più bella canzone del molto sottovalutato Street-Legal, è ancora più
bella...Il metodo qui è "o la va o la spacca", e i risultati sono
corrispondentemente alterni...Il punto più basso del set è 'The Times They
Are A-Changin"...Il fuoco e lo zolfo sono alle spalle di Dylan, [ma] questo
non significa che le forze lo hanno abbandonato: Bob Dylan at Budokan è uno
sforzo molto controverso -- e, per la maggior parte, vittorioso."
Ironicamente, 'il fuoco e lo zolfo' diverranno di nuovo una parte molto
importante della musica di Dylan, con la pubblicazione del suo album gospel
rock, Slow Train Coming, sempre nel 1979.
Bob Dylan at Budokan raggiunse la posizione #13 negli Stati Uniti, mentre
simultaneamente giunse al #4 nel Regno Unito.
(fonte: wikipedia.org)
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Kings of Leon al Palladium di Colonia - di Paolo Vites
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La Maggie’s Farm Southern Band ringrazia Napoleon per
l’irresistibile messaggio su MF nell’immortale slang De Curtisiano a noi
tanto caro.
Michele è inutile dirti che ci manchi, spero di incontrarti a Roma e/o
Firenze ad aprile (non mi ricordo per quale occasione….).
Un abbraccio (a prescindere),
Antonio
ho letto la risposta dei Blackstones e tuo tramite voglio ringraziarli
dell'attenzione che mi hanno prestato.
Penso che il chiarimento sia stato utile. Naturalmente, mi era ben chiaro
che l'intervista era anteriore alla squalifica, ma nel complesso mi sembrava
che dalla pagine della farm relative alla notizia delle squalifica non si
cogliesse chiaro l'intento, assolutamente encomiabile, dei Blackstones. Sia
bene inteso, io non avevo dubbi sulla loro serietà ed onesta intellettuale,
ma a mio sommesso avviso era importante che ciò fosse chiaro a chiunque. Ed
anzi ti dirò di più: forse dovrebbero far sentire la loro voce anche su
dylanradio.
Comunque, come giustamente affermano i Blackstones, la storia è chiusa fino
alla prossima battle, sperando che, se ci dovesse essere, venga condotta con
maggiore serietà, cosa che non confligge certo con la gioiosità di simili
iniziative.
Così, andando oltre, pensavo in questi giorni all'avvicinarsi del tour
europeo e dei concerti iltaliani del Nostro e mi sono ricordata che l'anno
scorso qualcuno aveva proposto di creare delle magliette personalizzate con
il logo di MF da indossare in queste occasioni. L'idea non ha avuto un
seguito ma mi era sembrata interessante.
Personalmente penso che sarebbe motivo di orgoglio mostrare l'appartenenza a
questa splendida comunità contribuendo al contempo a dare visibilità
all'impagabile lavoro svolto nel corso degli anni, dapprima da Michele ed
ora da Te.
Peraltro, se non sbaglio, quest'anno ricorre il decennale della creazione
del sito e quale occasione migliore del tour italiano per celebrarne i
meriti?
Magari si può sollecitare gli amici della farm ad esprimere la loro opinione
e se l'idea dovesse incontrare il favore dei più, verificare anche la
disponibilità a cooperare alla realizzazione del progetto di chi è
favorevole (creando e proponendo disegni, acquisendo preventivi e
quant'altro ultile).
Un abbraccio
Marina
p.s.: ho letto che nella classifica del perfetto maggiesfarmer 2009 è in
testa una donna! Niente di strano. Il mondo è delle donne (lasciatemi
ostentare un pò di sano orgoglio femminista )!!!!
Ciao Marina , questa era l'idea per la
maglietta di MF , bisognerebbe trovere chi ha le attrezzature per
realizzarla , ma credo che per i concerti di Bob sia troppo tardi. Se
qualcuno vuole mandare un suo progetto per la T.Shirt lo sottoporremo al
giudizio dei Maggiesfarmer , che scieglieranno quale maglietta realizzare ,
sempre , beninteso , che qualcuno si offra di stamparle a prezzo infimo e
miserabile :o) !!
Cara Maggie's Farm Southern Band,
veniamo noi con questa mia addirvi
(una parola) che, scusate se sono pochi, ma i miei complimenti ; per la
vittoria nella battaglia delle cover band , sono sinceri e noi ci fanno
comodo specie in questo periodo che c'è stata una grande moria delle
band (come voi ben sapete) : Questi complimenti servono che voi vi
consolate dai dispiacere che avreta avuto (avreta? E' già, "band" è
femmina... femminile...), che avreta avuto perchè avete perso il nostro
Napoleon, che siamo noi medesimo di persona, perchè il giovanotto è
studente che studia e che si deve prendere una laura e che deve tenere
la testa al solito posto... cioè... in testa! . ; . ;
Salutandovi indistintamente, senza nulla a pretendere, in data odierna...
Michele "Napoleon in rags" (che sono io).
ps: Ancora complimenti ed esequie...esequie distinte...!
Venerdì 6 Marzo 2009 , ore 21 , Auditorium Collegio Vescovile PIO X -
Treviso
Knockin' on heaven's door ... Bussando alle porte del paradiso.
Questo è il titolo del concerto che il prossimo 6 Marzo alle ore 21 vedrà
alternarsi
sul palco del bellissimo Auditorium d el Collegio Vescovile PIO X di Treviso
una serie
di band e gruppi Trevigiani che presenteranno un esempio della loro
produzione musicale
che spazierà dal " 'sixties Rock " della MR.ANTONDJANGO'S BAND , a l latin
jazz dei
TROPICAL COOKIN', dal jazz dei "SENZA DIR NIENTE QUARTET " , a l pop-rock
unplugged
di PATTIROSSI & FABRIZIO RISPOLI , per concludere con la sorpresa "etnica" e
novità
assoluta del G PC CHORUS.
Ecco quindi una grande occasione per ascoltare alcuni artisti contemporanei
locali
e allo stesso tempo contribuire per una nobile causa. Il 6 Marzo dello
scorso anno,
infatti, veniva a mancare prematuramente il caro amico "trevigiano" Giovanni
Gracis e
ad un anno esatto di distanza i familiari e gli amici intendono ricordarlo
con una manifestazione che rispecchia il suo animo gioioso e sorridente, la
sua passione per la musica, la sua passione per la vita.
E oltre a dar titolo allo Spettacolo (musica e immagini) il celeberrimo
motivo di Bob
Dylan verrà riproposto dai vari gruppi in diversi arrangiamenti fornendo nel
contempo un
trait d'union , un filo logico, che accompagnerà gli spettatori durante
tutto lo spettacolo.
Un trait d'union presente anche tra la musica e il destinatario di questa
iniziativa dato che
"Giò" Gracis era amico di tutti i componenti delle band che si esibiranno.
E per suo desiderio esplicito l'intero ricavato andrà devoluto alla MSA
Medical Support
for Africa, organizzazione italiana onlus che impegna i propri medici
volontari in Africa ( www.msafrica.org
).
Insomma una serata che si preannncia stupenda, un'iniziativa nobile, una
cornice bellissima
per la quale è già prevista una notevole affluenza di pubblico e, a tal
riguardo, r icordiamo
che per prenotare i biglietti è attivo un sito internet all'indirizzo
www.rts-media.com/knockin
Cara Marina , forse non è emerso che la squalifica era
stata provocata ad hoc perchè non era ancora avvenuta , l'intervista con il
nostro Mick era anteriore di un giorno dalla esclusione dalla Battle ,
stavamo ancora pressando da vicino Ben per provocare l'esclusione di
entrambi.
Era il rischio che dovevamo correre per smascherare l’illecito , l’abbiamo
corso e ne è valsa la pena , alla fine , pur nella confusione generale , chi
barava è stato eliminato e chi ha giocato pulito ha vinto , e questo era
quello che contava. Non credo ci fosse stato altro mezzo per fermare la
burletta , sapevamo che avremmo fatto una figura indecente , ma era calcolata , mai
avremmo lasciato vincere chi barava , e se Pete non fosse intervenuto e noi
avessimo vinto , avremmo rifiutato il premio rivelando il tutto. A conti
fatti ha vinto la Maggie’s Farm Southern Band con voti regolari , questo era
quello che contava . Una battaglia va combattuta ad armi pari
, non qualcuno col tirasassi e qualcun'altro con i Tomcat F.14 ! Ci tenevamo
anche noi a vincere , ma , constatato che non era possibile farlo
regolarmente , abbiamo optato per l'opzione di costringere Ben ad una
votazione assurda , sapendo dove ci avrebbe portato questo comportamento, ma
non era possibile agire altrimenti per smascherare la tresca di Belgi e
Spagnoli , anche se questo inevitabilmente ha gettato cattiva luce su di noi
. Ma va bene così, siamo contenti di aver raggiunto quello che ci eravamo
prefissati e ne
abbiamo pagato volentieri il prezzo. La nostra scelta può essere
condivisa o no , ma è incontestabile che abbia ottenuto l'effetto
desiderato, cioè che a vincere fosse una band con voti regolari. La Battle è
finita , le polemiche anche , una band Italiana ha vinto , gli Spagnoli ed i
Belgi hanno avuto quello che si meritavano , storia chiusa fino alla
prossima battle , se ci sarà...
Un abbraccio a te da tutti noi ,
The Blackstones
Caro Mr Tambourine,
ho appreso con non poca sorpresa la vittoria della MFSB nella Dylan Cover
Battle, derivata dagli eventi tragi-comici degli ultimi giorni.
Naturalmente, al di là dell’attendibilità piuttosto dubbia del risultato, è
una notizia che ci riempie di orgoglio, soprattutto perché è una vittoria di
Maggie’s Farm e non della band. E’ inutile ribadire che se non fosse
esistita la fattoria, la band non sarebbe mai nata. E’ proprio grazie a MF
che la pattuglia italiana delle band che ha partecipato al contest, è stata
la più numerosa e tra le più significative dal punto di vista artistico.
Perciò, grazie di cuore a tutti gli amici di MF.
Innanzitutto a Michele che ha ideato, creato e gestito la fattoria in modo
da regalare una casa a tutti i dylaniati erranti d’Italia; a Mr. Tambourine
che ha mostrato coraggio, pazienza, dedizione e competenza nel raccogliere
“l’eredità” di Michele.
Permettetemi poi di ringraziare i magfarmers della vecchia guardia ed in
particolare il mio amicone Elio “Rooster” Gallotti che ha avuto “lo stomaco”
di fare incontrare Leonardo ed il sottoscritto per fondare la band; Leonardo
stesso (non è nella formazione attuale, ma non conta) che mi ha fornito del
coraggio e dell’entusiasmo per cominciare l’avventura della band nel
“lontano” 2003; Sal che ha avuto la sfrontatezza di farci “esordire” nella
sua Caserta.
Naturalmente un grazie infinito all’immenso Bob che è la ragione di tutto
ciò.
Ribadisco: questa è la vittoria di Maggie’s Farm !!!
Un abbraccio a tutti, Antonio
Caro Antonio , le tue parole riempiono
me di orgoglio , ma soprattutto penso alla gioia di Napoleon nel sapere che
è ancora così presente nei cuori dei lettori di Maggie's Farm. Superando e
dimenticando polemiche ed avvenimenti , quello che conta è che la MFSB , una
band italiana, ha vinto questa Battaglia , e questo non ve lo potrà togliere
mai nessuno , a prescindere...... come diceva il Grande Totò !!!! La
Fattoria ha fatto tutto quello che era possibile per sostenere gli artisti
italiani , e il vostro è il più bel grazie che io , Napoleon e tutti i
Maggiesfarmers potevamo ricevere. Finalmente possiamo dire : "C...o, ce
l'abbiamo fatta !!" , tutti insieme , anche quelli ( mi riferisco ai
Blackstones ) che hanno messo in gioco la loro reputazione , ben sapendo che
sarebbero stati squalificati , accusati e sospettati di ogni male terrestre , per dimostrare senz'ombra di dubbio alcuno
che belgi e spagnoli navigavano spudoratamente nel mare dell'irregolarità
autovotandosi . Grazie ancora a Voi per la soddisfazione che avete saputo
dare a tutti noi :o) !!!!!!!
Caro Mr. Tambourine , puoi passare questa mia ai
Blackstones ? Grazie per la cortesia , ciao.
Ciao Mick, sai cosa non mi piace di questa storia: che possa
accreditarsi sul vostro conto un idea di persone non propriamente degne di
stima.
Mi sembra che su MF, nell'intervista ai Blackstones fatta da Mr. Tambourine
non emerga in maniera chiara e netta che la squalifica è stata provocata ad
hoc per mostrare a tutti come è possibile falsificare un risultato ed
eliminare l'artefice primario di tale slealtà, anche a costo di uscire dalla
gara.
Rileggerò più attentamente l'intervista ma l'impressione che ho avuto
stamani è questa.
Baci Marina
Fatto Marina , mail passata , credo che
la risposta l'avrai a breve.
Caro Mr. Tambourine,
nella tua risposta a Eugenio da Bari hai dimenticato che anch'io avevo
espresso a Maggiesfarm molto chiaramente la mia opinione sul metodo di
votazione della battle. L'avevo espressa anche a Pete in mail private, e poi
ultimamente sul forum a più riprese dove ho anche proposto che si ponesse
fine allo scempio, si ripensasse a nuove regole, e si riproponesse una
battaglia leale in primavera. Il comportamento di Pete durante tutta la gara
è stato piuttosto nevrastenico, ma capisco che in molti gli avranno scritto
mail di fuoco e deve aver perso la bussola. Alla fine aveva la possibilità
di salvare l'iniziativa, ma non l'ha fatto, e questo è stato oltremodo
incomprensibile.
Non credo che i Dylan Dogs parteciperanno di nuovo ad una roba del genere, a
meno che non vi sia un regolamento chiaro, tecnicamente sostenibile, che
renda impossibile barare, volendo si può.
Saluti Bruno "Jackass"
Hai ragione Bruno , il seguire tutte
queste cose mi ha fatto andare nel pallone :o((((((( e mi sono scordato la
tua mail , ti prego di scusarmi , sono d'accordo con te , se non ci sarà in
futuro un regolamento scritto e soprattutto chiaro non ci sarà più nessuna
Battle. Ringrazio te ed i Dylan Dogs per la vostra preziosa testimomianza
:o)
La Battle of the Dylan Cover Bands finisce due giorni
prima in un mare di polemiche
Ce l'hanno fatta !!!!! La Battle è finita , Pete “Walrus” ha
dichiarato vincitori i bravi musicisti della
Maggie’s Farm Southern Band . Una band italiana ha vinto la Battaglia come
da noi sperato , grande motivo di orgoglio per la Fattoria , che non
ha mai fatto mancare il suo supporto e che speriamo abbia contribuito in
modo sostanzioso alla loro meritata vittoria . A loro il nostro grazie e le
nostre più vive congratulazioni !!!
15.04.2009 - MediolanumForum - Assago(Mi)
Inizio concerti: ore 21.00
Prezzo del biglietto:
63,25 euro Primo Anello Numerato
41,40 euro Parterre in piedi
41,40 euro Secondo Anello Non Numerato
17.04.2009 - PalaLottomatica - Roma
Inizio concerti: ore 21.00
Prezzo del biglietto: n.d.
18.04.2009 - Nelson Mandela Forum - Firenze
Inizio concerti: ore 21.00
Prezzo del biglietto:
57,50 euro Primo Settore Numerato
46,00 euro Secondo Settore Numerato
40,25 euro Posto Unico
Biglietti in prevendita sul circuito Ticketone e rivendite collegate
autorizzate