Obama conferisce un’onorificenza a Bob Dylan ed a Clint Eastwood
Il Presidente Barack Obama ha premiato la leggenda del folk Bob Dylan e
l’attore Clint Eastwood in una alla Casa Bianca Giovedi 25 Febbraio 2010.
Le celebrità, tra le quali la protagonista di “Sex and the City” Sarah
Jessica Parker erano riunite a Washington, DC, per ricevere la National
Medal of Arts Awards, anche se i più famosi vincitori del riconoscimento ,
Dylan e Eastwood, non erano presenti per ritirare i premi.
Una dichiarazione dalla Casa Bianca, ha salutato Dylan come "icona della
ribellione giovanile e della sensibilità poetica" e ha elogiato i films di
Eastwood come "saggi di individualità, dure verità e l'essenza di ciò che
significa essere americani".
Obama ha notato l'assenza della coppia e ha detto alla gente: "Ovviamente,
le loro carriere hanno segnato il panorama della cultura americana per
decenni. Loro (i vincitori di questi premi) ci portano gioia, ci portano la
comprensione e la conoscenza, ci portano conforto nei tempi buoni e forse
soprattutto nei tempi difficili nella nostra vita e la vita della nostra
nazione ".
Il Presidente ha inoltre presentato un premio al famoso compositore di
musiche da film John Williams, così come alla cantante / attrice Rita
Moreno, al soprano Jessye Norman e all’artista Frank Stella.
Caro Mr. Tambourine,
ti ringrazio per la risposta tempestiva alle questioni che ho posto.
Hai chiaramente ragione circa la pluralità delle interpretazioni
possibili, particolarmente in un Dylan così ispirato come quello del
'65. Mi ha fatto piacere che tu reputassi interessanti le mie ipotesi
- proprio questo mi occorreva: un confronto e che fossero plausibili.
Magari qualcun altro raccoglie la sfida e si crea un piccolo dibattito
a riguardo.
Quando avrò ultimato il mio lavoro, mi farebbe piacere aggiungerlo
agli altri saggi presenti negli archivi della fattoria. Magari
soprattutto i due capitoli meno "tecnici" e più discorsivi: quello
sulla poetica della strada in Dylan e quello sulla ricezione in Italia.
Ci riaggiorniamo.
A presto, Francesco.
Caro Francesco , queste pagine sono
sempre a disposizione di quelli come te che vogliono scrivere un saggio su
Bob Dylan , la rubrica "Come writers and Critics..." è sempre aperte, anche
se devo constatare che le motivazioni per scrivere su Dylan sono molto
diminuite negli ultimi anni, resto in attesa dei tuoi nuovi scritti , alla
prossima , :o) ciao
Ciao Mr.Tambourine,
ho seguito con interesse la performance di Dylan alla casa bianca, ho visto
il
video della canzone times changin', e devo dire che a me è piaciuto come Bob
ha
cantato questo famoso inno, in piu' l'arrangiamento mi è parso davvero
azzeccato.
L'atmosfera che si crea quando Dylan canta le proprie canzoni, saro' di
parte,
ma secondo me è sempre unica, nessun artista riesce ad ipnotizzare cosi come
fa
lui, ma questo non è una novità. La vicenda della canzone, la seconda che
non gli
avrebbero permesso di fare, bè non mi appassiona piu' di tanto, in quanto
credo
che in certi contesti, e a maggior ragione e nello specifico, in un concerto
alla casa bianca, le dinamiche che entrano in gioco sono cosi'
macchiavelliche e
a me ignote, che rinuncio in partenza a cercare di capire. In ogni caso
credo
che quella bella foto, con un bel Dylan sorridente che stringe la mano al
Presidente, bè resterà nel cassetto dei ricordi di Obama e non viceversa,
questo
mi viene da pensare.
In quanto alla voce io l'ho trovata a tempo e carica, e anche qui, solo chi
è
rimasto al Dylan non dico di 20 anni fa, ma solo di 5 anni fa, puo' restare
sconcertato di fronte alla sue capacità vocali. Io lo dissi un po' di tempo
fa
che Dylan non aveva piu' voce, ma devo ricredermi o meglio o nel senso, che
ho capito che la voce di quest'uomo è certamente quasi alla fine della sua
forza ed energia, ma allo stesso tempo cambia continuamente ed in questo
cambiamento costante ( la voce di Ddylan non è mai stata la stessa nel corso
di
tutta la carriera, fatto unico, credo) ritrovo sempre spunti di rara
bellezza. Mi
viene in mente la performance all'Apollo con A change is gonna come, davvero
superlativa!
Infine volevo fare un omaggio ad un grande artista, che ho ascoltato sempre,
ma
distrattamente:sto parlando di Johnny Cash! Immenso. Ho letto e riletto la
sua
biografia THE MAN CALLED CASH e devo dire che lo metto tra i grandi di
sempre.
Autore non grandissimo, performer strepitoso ma soprattutto la voce, una
voce che
mi ha conquistato sempre di piu', non ho parole!
In macchina negli ultimi due mesi, ho trovato un degno rivale al nostro, nel
mio ipod.
Inoltre è nato il 26 febbraio come me e venerdi ricorre l'anniversario della
sua nascita. Grazie ancora Johhny Cash.
Un saluto a tutti - Stay in line stay in step , Rocky68
Grazie ed auguri da me , Michele e
credo da tutti i Maggiesfarmers per il tuo compleanno :o)
Jakob Dylan, in uscita il nuovo album "Women and Country"
Per il suo secondo album da solista, “Women and Country” in uscita per il
prossimo Aprile, Jakob Dylan ha voluto l’aiuto di un amico di lunga data,
che è anche uno dei produttori di dischi fra i migliori nel business,
T-Bone Burnett che aveva già lavorato aiutando Jakob per l’album dei
Wallflowers del 1996 “Bringing Down the Horse. La maturità di Dylan e la
versatilità come compositore emergono nella canzone “Nothing But the Whole
Wide World” , che vede anche Neko Case ai cori.
"Ho conosciuto Jakob fin da quando era un ragazzo ed ho seguito la sua
evoluzione con grande interesse", ha detto Burnett "La prima volta che si è
seduto con una chitarra e mi ha suonato “Nothing But the Whole Wide World”
era chiaro che aveva fatto grandi passi in avanti nelle sue canzoni - che
stava scrivendo la musica popolare, che è un altro modo di guardare musica
popolare. Sono così felice di poter collaborare con Jakob in questo momento
emozionante e vitale nella sua vita di artista, e credo che questo nuovo
album sia un lavoro importante di un grande musicista".
Ascoltate l'anteprina del brano "Nothing But the Whole Wide World"clicca qui
Buon compleanno, George Harrison: It Don't Come Easy (o
forse si)
Buon compleanno a George Harrison, nato 67 anni fa il 25 febbraio 1943.
Nel periodo d'oro dei Fab Four, George era conosciuto come "The Quiet One"
dei Beatles, ed è stato completamente oscurato dal talento epico di Lennon &
McCartney. Ma la statura George è cresciuta enormemente negli ultimi 15
anni.
Ora sappiamo che George era uno strumentista supremo con un elegante stile
melodico che è stato fondamentale per gran parte della grandezza nel
catalogo dei Beatles. Ha anche scritto alcune delle canzoni più interessanti
del gruppo ed è stato un vero visionario nella sua miscela di musiche
occidentali e orientali. A lui si deve l’acconciatura dei capelli della
band.
Ma ecco qualcosa che non conoscevamo del Signor Harrison fino a poco tempo
fa: è stato George, non Ringo, che ha scritto il primo post-Beatles hit per
Ringo "It Don't Come Easy". Per anni, è stato accreditato come una
composizione di Richard Starkey, e George e Ringo ha hanno mai detto nulla
in proposito, ma recentemente un demo di George di "It Don't Come Easy" è
venuto alla luce.
Un negozio di barbiere vuole cancellare il suo rivale nella battaglia su una
delle canzoni più famose dei Beatles.
Il parrucchiere Tony Slavin è ampiamente riconosciuto come quello
protagonista della canzone dei Fab Four Penny Lane.
Il negozio, in Smithdown Place, è stato amato e visitato da turisti e
residenti in quanto la canzone è stata pubblicata nel 1967.
Ma
ora i turisti di tutto il mondo stanno approdando ad un parrucchiere rivale
– The Barbers - che ha aperto appena due settimane fa ed è il primo negozio
di barbiere in realtà in Penny Lane.
Il proprietario ha detto che ha scelto questo nome perchè Tony Slavin
possiede il diritto di usare 'Penny Lane Barber Shop'.
La proprietaria della casa dove c’è il negozio di Tony Slavin, Adele Allan,
ha detto: “Sono sconvolta perché i turisti che vanno nell’altro negozio,
pensando di andare al negozio della canzone, vengono ingannati. “
Quell’altro non è quello reale. I turisti percorrono centinaia di chilometri
per venire al negozio nella canzone e andare a vedere il negozio reale della
canzone. Ci sono tutte le visite guidate “The Beatles' taxi” e il “Magical
Mystery Tour” che consigliano di venire al negozio di Tony. Un sacco di
celebrità del pop vogliono vedere il negozio del barbiere della canzone.”
Tony Slavin si chiamava originariamente “Bioletti’s” quando Paul McCartney
ha scritto Penny Lane.
Rivale: I turisti stanno affollando i barbieri a Penny Lane, Liverpool.
Il famoso ritornello dei Beatles cantava: “In Penny Lane c'è un barbiere che
mostra le fotografie, di ogni testa ha avuto il piacere di conoscere”.
Il proprietario di “Barbers”, Barry Haiden, dice che lui produce molto
merchandising per il suo negozio, ma ha insistito che non inganna i turisti
in visita.
“Abbiamo avuto alcuni ospiti provenienti da Argentina, Brasile, Giappone e
Australia. Siamo proprio sotto l’indicazione stradale “Penny Lane”, ed i
turisti entrano” ha detto.
“Non ho mai detto a nessuno che io sono quello della canzone. Ho aperto il
mio negozio ma senza l’intenzione di passare per l’originale. Per un po’ ho
avuto contrasti, ma il cartello della via ovviamente ha fatto il resto”.
Mr. Hayden, che era un barbiere, dal 1973, diceva di aver pensato per anni
che qualcuno dovesse aprire un negozio di barbiere a Penny Lane.
Lui ha detto: “I Beatles portano decine di persone ogni anno a Liverpool.
Aspettano solo di comprare la nostra merce sui Beatles assieme ai prodotti
per i capelli”.
Bill Heckle, del Cavern City Tours, ha dichiarato: "E' il turismo che è
impazzito. Penny Lane è sia una via e una zona di Liverpool. “Tony Slavin è
quello della canzone e noi li portiamo sempre da lui quando facciamo il
Magical Mystery Tour. Per i turisti, è qualcosa di magico. Per noi è solo un
ordinario negozio di Barbiere , ma per loro, è qualcosa che aspettavano di
vedere da anni”.
Il figlio di Jhon Lennon Sean Ono Lennon , ha lanciato un
attacco furioso contro i fan che hanno condannato Yoko Ono per aver dato il
permesso di usare l'immagine del Beatle assassinato per una campagna
pubblicitaria delle automobili Citroen.
Sean Lennon e sua madre Yoko Ono sono stati chiamati "sanguisughe" per aver
acconsentito all’uso di filmati d'archivio di John per uno spot
pubblicitario.
I fan dei Beatles sono indignati che il filmato di Lennon, doppiato con le
parole pronunciate da un attore, è stato messo in onda dalla televisione
Inglese.
Sean ha fatto il suo sfogo dopo che un fan con nickname di “Stew”, lo ha
sbeffeggiato su Twitter.
“Stew” , attraverso Twitter ha detto a Sean: "Tu e Yoko Ono avete venduto
John alla Citroen per utilizzarlo per la vendita delle loro auto. I fan
inglesi sono disgustati di tutti e due. John era un genio musicale ed era
qualcosa di utile. Tu e tua madre siete solo una coppia di talentuose
sanguisughe. Lei non è adatta per portare il cognome “Lennon”. Godetevi il
denaro che non può comprare l’amore....!"
Sean, 35 anni, ha risposto arrabbiato chiamandolo “contadino” e "e stronzo".
Sean ha detto: "I fan di Lennon non devono attaccare la sua famiglia che è
rimasta senza di lui , la sua vedova e il figlio. E’ offensivo per i veri
fan attaccare pubblicamente la moglie e il figlio?
"Siete voi che non mostrate alcun rispetto – ha continuato Sean – state
parlando con la sua carne ed il suo sangue. Siete dei veri “contadini” per
quanto posso vedere. Quando papà è morto, sono stati i fan di Lennon che mi
hanno salvato con il loro amore ed il loro supporto. Tu non sei uno do loro
, sei solo un altro buco del culo".
Il fan “Stew” ha dichiarato: "Utilizzare John dalla tomba per vendere
automobili Citroen è veramente da malati di mente. Non riesco proprio a
capire perché il figlio e la moglie l' hanno fatto. Almeno sono riuscito a
contattarlo e dirgli quanto ero disgustato. Mi auguro che gli spot cessino,
ma se così non fosse, almeno io ho fatto del mio meglio."
La decisione di utilizzare l'immagine del Beatle morto ha fatto infuriare i
fan che hanno invitato la gente a boicottare le automobili Citroen, anche
avviando una campagna su Facebook chiedendo che la pubblicità sia ritirata.
Bill Harry, fondatore del giornale "Mersey Beat di Liverpool, ha
dichiarato:" Questa è una cosa del tutto fuori luogo e sarà davvero
deprimente per milioni e milioni di fan di Lennon ".
La Citroen ha difeso il suo uso delle immagini di John Lennon, dicendo che
l'autorizzazione è stata chiesta e data da Yoko Ono e dagli eredi di Lennon.
Anche l'attrice Marilyn Monroe, che morì nel 1962, era stata usata nella
pubblicità televisiva per promuovere la nuova berlina Citroen DS3.
Su Twitter, gli innamorati fan dei Beatles hanno inviato messaggi di Yoko
Ono, sfidandola a spiegare perché ha dato il suo permesso e dicendole
"Vergona su di te".
Un fan ha scritto "Yoko ritiene che John appartiene a lei sola."
Un altro ha scritto "Imagine, da tre anni con 0% di interesse, non è questo
che dice la canzone?"
La guida di Liverpool dei Beatles, Phil Coppell, ha dichiarato: "Nessuno può
credere che John Lennon avrebbe mai accettato di utilizzare la sua immagine
per pubblicizzare una macchina. E' uno sgarbo alla sua memoria e ci sono un
sacco di fan di John davvero arrabbiati per il comportamento di Yoko. Un
sacco di fan dei Beatles avevano già avuto una bassa opinione di Yoko e
questo non fa altro che confermare i loro sospetti peggiori."
Come non essere solidali con i Fan di John
?
a
Venerdi 26 Febbraio 2010
Like a Rolling Stone - Metafora cucita su carta
di Gabriele Di Fronzo
Vi sono profumi freschi come carni di bimbi,
dolci come oboi, verdi come i prati,
e altri, corrotti, ricchi e trionfanti,
aventi l'espansione delle cose infinite,
come l'ambra, il muschio, il benzoino e l'incenso
che cantano il trasporto dello spirito e dei sensi.
da Correspondances, Les Fleurs du Mal, Charles Baudelaire
Quantunque sia orribile rivederti coperta così;
quantunque non sia mai stata fatta di una città
un’ulcera più fetida al cospetto della verde Natura,
il Poeta dice: Splendida è la tua bellezza.
Paris se repeuple, Arthur Rimbaud
Like a Rolling Stone
Once upon a time you dressed so fine
You threw the bums a dime in your prime
Didn’t you?
Peopled called say beware doll
You’re bound to fall
You thought they were all
Kidding you
You used to laugh about
Everybody that was hanging it out
Now you don’t talk so loud
Now you don’t seem so proud
About having to be scrounging
For your next meal
How does it feel?
How does it feel?
To be without a home
Like a complete unknown
Like a rolling stone
You’ve gone to the finest school
Allright miss lonely
But you know you only used to get
Juiced in it
Nobody’s ever taught you
How to live on the street
And now you’re gonna have to get
Used to it
You say you never compromise
With the mistery tramp
But now you realize
He’s not selling any alibis
As you stare into the vacuum of his eyes
And say do you want
Make a deal
How does it feel?
How does it feel?
To be on your own
With no direction home
A complete unknown
Like a rolling stone
You never turned around to see the frowns
On the jugglers and the clowns
When they all did tricks for you
You never understood that it ain’t no good
You shouldn’t let other people
Get your kicks for you
You used to ride on the chrome horse
With your diplomat
Who carried on his shoulder a Siamese cat
Ain’t it hard when you discover that
He really wasn’t where it’s at
After he took from you everything
He could steal
How does it feel?
How does it feel?
To hang on your own
With no direction home
Like a complete unknown
Like a rolling stone
Princess on the steeple
And all the pretty people
They’re drinking thinking
That they got it made
Exchanging all precious gifts
But you’d better
Take a diamond ring
You’d better pawn it babe
You used to be so amused
At napoleon in rags
And the language that he used
Go to him now he calls you
You can’t refuse
When you ain’t got nothing
You got nothing to lose
You’re invisible now
You got no secrets to conceal
How does it feel?
How does it feel?
To be on your own
With no direction home
Like a complete unknown
Like a rolling stone
Come una pietra che rotola
Un tempo vestivi così bene
Gettavi una moneta ai pezzenti nella tua primavera
Non e’ vero?
La gente ti gridava attenta ragazza
Finirai col cadere
Ma tu pensavi che ti prendessero in giro
Ridevi ti divertiva
La gente che cercava di stare a galla
Ora non parli più così forte
Ora non appari più così fiera
Ora che devi racimolare
Il tuo prossimo pranzo
Come ci si sente?
Come ci si sente?
Ad essere senza casa
Una completa sconosciuta
Come una pietra che rotola
Sei stata nelle migliori scuole
D’accordo Signora Solitudine
Ma sai che ti piaceva
Ti ubriacavi soltanto
Nessuno ti ha mai insegnato
A vivere per la strada
Ed ora ti ci dovrai
Abituare
Dicevi che non avresti mai trattato
Con il misterioso vagabondo
Ma ora ti rendi conto
Che lui non vende alibi
E tu guardi nel vuoto dei suoi occhi
E chiedi vuoi che
Ci mettiamo assieme
Come ci si sente?
Come ci si sente?
Ad essere per conto proprio
Senza avere dove andare
Una completa sconosciuta
Come una pietra che rotola
Non ti sei mai voltata vedere la fronte aggrottata
Dei giocolieri e dei pagliacci
Quando tutti facevano trucchi per te
Non hai mai capito che non è bello
Che non dovresti lasciare che gli altri
Ti divertano
Andavi a spasso sul cavallo cromato
Con il tuo diplomatico
Che portava sulla spalla un gatto siamese
Non è duro adesso capire
Che non era come lui ti diceva
Adesso che ti ha portato via ogni cosa
Che poteva rubare
Come ci si sente?
Come ci si sente?
Ad essere per conto proprio
Senza avere dove andare
Una completa sconosciuta
Come una pietra che rotola
La principessa sulla guglia
E tutta la gente graziosa
Beve e pensa
Che loro sono arrivati
Regalandosi doni preziosi
Ma tu faresti meglio
A prendere il tuo anello di diamanti
Faresti meglio ad impegnarlo
Ti divertiva tanto
Napoleone in stracci
Ed il linguaggio che usava
Va da lui adesso ti chiama
Non puoi rifiutarti
Quando non hai più nulla
Non hai nulla da perdere
Sei invisibile adesso
Non hai segreti da nascondere
Come ci si sente?
Come ci si sente?
Ad essere per conto proprio
Senza sapere dove andare
Una completa sconosciuta
Come una pietra che rotola
«E’ importante stare alla larga dalla trappola della celebrità. Il trip
della fama-per-un-minuto alla Andy Warhol. I media sono un enorme
tritacarne, sempre insoddisfatto e continuamente bisognoso di essere
nutrito; sono l’oscurità ed il tenere nascoste le cose ad avere un notevole
potere. Pensate a Napoleone. Napoleone aveva conquistato l’Europa, e nessuno
sapeva neppure che aspetto avesse; di questi tempi, la gente diventa famosa
troppo in fretta, e questo conduce unicamente all’immediata distruzione
dell’individuo. Vi e’ molta verità nell’affermare che la fama sia
nient’altro che una maledizione.» (Dylan,1985)
«Il pubblico tratta tutte le celebrità alla stessa maniera. Non importa
affatto il motivo che ha reso famosa una certa persona; puoi essere famoso
per avere sparato al Presidente o per qualsiasi altra cosa, e ciononostante
sei famoso e loro metteranno le tue foto sulle pagine di tutti i giornali.
Puoi essere uno stilista, o una star del cinema, oppure un famoso finanziere
di Wall Street, puoi comunque contare su un certo livello di celebrità. Sono
parecchie le persone che rincorrono la fama ma in realtà ciò che inseguono è
il denaro… E’ come passare davanti ad un pub, e guardare aldilà dei vetri,
si
vede che tutti sono impegnati a mangiare, intenti a chiacchierare… aldiquà
della vetrata, tutti ti sembrano autentici, concreti… Ma si tratta di una
realtà fittizia, perché una volta che entri nel pub, è tutto finito , non ti
sembreranno più autentici.» (Dylan, 1986)
Nel 1949, mentre tentava con scarsi risultati di affermarsi come
sceneggiatore, Raymond Chandler si era posto la questione. “Credo che essere
molto poveri e molto belli sia probabilmente più un fallimento morale che un
successo artistico”, aveva scritto, aggiungendo che uno come Shakespeare se
la sarebbe cavata in qualsiasi contesto, avrebbe fatto bene con qualunque
mezzo di comunicazione si fosse trovato ad usare. Avrebbe anche corso il
rischio di produrre opere di bassa qualità, perché senza una dose di
volgarità non si dà un uomo completo; la raffinatezza fine a sé stessa è
sempre sintomo di fuga.
Il sogno radicalmente democratico di una fama e di una ricchezza che possono
toccare a tutti, e che genera grandi imprenditori, grandi politici e grandi
criminali, si estende anche all’artista, con la differenza che la disciplina
a lui richiesta è, se possibile, ancora più ardua. Non si tratta in alcun
modo di essere condiscendenti con il pubblico.
Quattro giorni dopo l’uscita di Like a Rolling Stone Dylan si presentò al
Newport Folk Festival. I ritmi tradizionalmente tranquilli e prevedibili
della manifestazione, in quel 1965 furono sconvolti, irreparabilmente
incendiati dalla decisione del cantautore di eseguire amplificati i suoi
nuovi brani.
La stragrande maggioranza dei musicisti che si esibivano al festival erano
tradizionalisti folk convinti sostenitori dei valori democratici, ed il
pubblico, che ignorava le intenzioni di quello che considerava il Vate della
rivolta sociale, si aspettava di ascoltare canzoni di protesta.
Lo shock provocato da quanto stava per accadere non avrebbe potuto essere
più violento.
Dylan si presentò sul palco con un giubbotto di pelle e gli occhiali scuri
ed affiancato da una vera band. Prima una versione acida di Maggie’s Farm,
poco lontana dall’essere semplice rumore, seguita poi da una versione
fragorosa, rimbombante di Like a Rolling Stone.
Il pubblico fischiava. La folla, sino a pochi istanti prima adorante,
riconobbe nella scena propostagli un affronto ai valori democratici del
folk.
Il passaggio dal folk al rock elettrico rappresentava un inaccettabile
tradimento. Non è scorretto sostenere che la chitarra elettrica
rappresentasse il capitalismo e la gente che ad esso si era venduta.
Il significato percepito ed attribuito alla svolta di Newport sancì la
rottura; Dylan aveva preferito il materialismo, la fama e la ricchezza,
l’egoismo del capitalismo moderno rispetto all’impegno politico, alla poesia
del quotidiano propri di quel mondo infinitamente bello e giusto che era
cantato dal folk.
Così come Dylan anche Pasolini veniva da un mondo puro ed onesto per
definizione, quello della Poesia. Anche Pasolini era passato all’elettrico
quando aveva deciso di dedicarsi al Cinema. Anche Pasolini portava giacche
di pelle ed occhiali scuri e si faceva circondare da un entourage di
fedelissimi. Come Dylan, Pasolini non si era mai liberato da una certa
naïveté politica, ed interpretava i mutamenti degli anni sessanta più
attraverso l’istinto che con la ragione. E come il Pasolini del 1975 vedeva
solo marciume e corruzione nell’Occidente, così Dylan poco dopo, non avrebbe
fatto che predicare l’imminente apocalisse, e da allora in poi non ha mai
veramente smesso. Nessuno dei due è mai riuscito a tenere la bocca chiusa,
nessuno dei due ha mai potuto fare a meno di tradire incessantemente tutti
coloro che credevano di averli inchiodati al muro, di averli dalla loro
parte, di averli assimilati alla loro causa. Questa immagine proposta in un
recente saggio dal prof. Carrera, docente di Letteratura Italiana presso la
Houston University, avvicina due figure che apparentemente hanno ben pochi
tratti in comune. Pasolini e Dylan. La realtà nuda, cruda del quotidiano di
cui si fa cronista sublime il poeta italiano e la cultura dei Beat. Carrera
dimostra in questo caso di essere in possesso di una illuminante
lungimiranza; la notizia di quei giorniera il progetto di Ferlinghetti, una
tra le maggiori voci della Beat Generation, di portare per i teatri
dell’America la vita di Pier Paolo Pasolini ribadendo la forte attrazione
tra l’autore di Ragazzi di vita e l’ universo Beat.
Entrambi, per usare la felice espressione di Dylan, temevano di fare la fine
di “una farfalla trafitta da uno spillo”.
Il passaggio dalla chitarra acustica a quella elettrica celava un ben più
incisivo riposizionamento del menestrello di Duluth; dalle finger-pointing
songs come The Time They Are A-Changin’, che puntavano il dito contro
l’ingiustizia e indicavano la via della rivolta, Dylan era passato ai truth
attacks, alle “offensive di verità”, scoppi di veemenza accusatoria a metà
strada tra esistenzialismo e paranoia, conclusi i quali assai raramente si
voltava indietro a controllare l’entità dell’offesa inflitta.
Ciò che colpisce in canzoni come Positively 4th Street e It’s All Over Now,
Baby Blue è la calma soprannaturale con cui Dylan pronuncia la sua
requisitoria. “Parla gentilmente, come in presenza di un morto; lascia le
prove indiscutibili sul tavolo, prende la porta e se ne va.” In questo modo,
trasudante anch’esso un’irraggiungibile pacatezza, Alessandro Carrera
descrive il modus operandi del cantastorie americano.
L’artista dalla sua torre d’avorio percepisce la realtà sottostante e la
modifica attraverso i suoi cambiamenti. Metafora delle svolte sociali,
metafora dei mutamenti culturali. La Poesia appare, prima tra le Arti, non
più proprietà della raffinatezza intellettuale, ma significato di
quell’inconsapevolezza propria dell’infanzia; la metafora in Dylan sta nella
sua capacità nel fornire un senso e passione a cose insensate.
Nel 1965 Dylan affitta una casa a Woodstock dove scrive di getto una poesia
priva di titolo, “quasi un attacco di vomito” come avrà modo di dire in
seguito.
«Era lunga dieci pagine, non aveva un nome, era solo un ritmo messo su
carta, tutta sul mio odio specifico diretto ad un punto che era onesto. Alla
fine non era odio, era un dire a qualcuno qualcosa che non sapeva, dirgli
che era fortunato. Vendetta, è una parola migliore. Non l’avevo mai pensata
come una canzone, finché un giorno ero al pianoforte, e mi ha cantato dalla
carta, “How does it feel?” in un movimento lento, un movimento lentissimo,
come se seguisse qualcosa. Era come nuotare nella lava. Vedi la tua vittima
che nuota nella lava. Che si appendono con le braccia ad un albero di
betulla. Che scivoli, che scalci l’albero, che colpisci un chiodo con il
piede. Vedi qualcuno immerso nel dolore al quale prima o poi è destinato.
L’ho scritta. Non ho sbagliato. E’ andata dritta al suo scopo.»
Da lì a breve questa visione seriamente dantesca di anime dannate destinate
a nuotare in un viscoso mare di fuoco acquisisce una forma distinta, una
metrica ed un ritmo incandescente, e diviene Like a Rolling Stone. La
registra tra il 15 ed il 16 giugno del 1965.
L’idea che rincorreva era quella di “un personaggio molto elisabettiano, con
tanto di giarrettiere ed un corno da pastore, che sta venendo giù dalla
collina al mattino presto, con il sole che si alza dietro le sue spalle”.
Se vogliamo fare nostre le parole di Humboldt, per cui il linguaggio si
situerebbe al limite tra l’espresso ed il non espresso ed il suo scopo
ultimo sarebbe quello di spingere questo limite sempre poco più lontano,
Dylan ha dato prova in questo caso, come in infiniti altri, di poter
spostare il confine per un lungo tratto del percorso.
Il soggetto di Like a Rolling Stone è la strada: la strada dove i sassi
rotolano presi a calci o vengono sparati oltre i limiti dall’urto con i
pneumatici o con le scarpette dei ragazzini. E per fare la fine del sasso
sono più che sufficienti una deviazione, una sosta anticipata o ritardata, o
un qualsiasi errore.
Non c’è un secondo atto nella vita americana, diceva F.S.Fitzgerald; questi
sarà poi citato da Dylan nell’amara Ballad of Thin Man, come mero feticcio
letterario con il chiaro intento di esemplificare la mezza cultura della
classe media americana. La società americana è da considerarsi una
one-mistake-society, un ambiente nel quale è sufficiente commettere un
errore per ritrovarsi nel fossato.
Dylan canta la strada della desolazione con l’interminabile Desolation Row,
abitata da personaggi e situazioni surreali, sul cui sterrato polveroso
Cenerentola subisce le attenzioni di uno sbadato Romeo, Einstein si traveste
da Robin Hood e una bancarella vende cartoline dell’impiccagione; in Highway
61 Revisited narra le assurde vicende che si susseguono su una delle
principali arterie del continente americano e con ciò fornisce un amaro,
disperato simbolo del fallimento nella società contemporanea.
La strada, luogo degli amori e disamori evocataci dal poeta, ambisce
paradossalmente alla fisionomia del vicolo cantato dai bluesman. La strada
non ha in sé nulla di romantico, si rivela una condanna senza appello. Ne’
Muddy Waters, né tanto meno Dylan si commuovono, o intendono commuovere il
fruitore del loro messaggio.
Dostoevsky in un suo racconto dal titolo "Storia di un uomo ridicolo" narra
le vicende di un uomo che, nell’istante stesso in cui sta per porre fine
alla sua vita, è colto da una visione in seguito alla quale è costretto ad
ammettere di essere stato certamente più colpevole che vittima delle sue
circostanze; deciderà di rinunciare ad ogni aspetto della sua precedente
esistenza e di "camminare, camminare" vestendo gli scarni, umili panni del
predicatore itinerante in completa povertà. La strada richiede il suo
crudele pedaggio alla fintamente ingenua signorina cantataci, o meglio
urlataci, dal poeta del jukebox e non troppo diversamente pretende dall’
uomo ridicolo fattoci conoscere dalla penna dello scrittore russo di saldare
l’esoso conto che indubbiamente gli spetta.
Lo scenario che si cela dietro la via asfaltata sulla quale entrambi i
personaggi vivono, è in ultima analisi terreno privilegiato per il
conseguimento della personale salvezza.
Ancora una volta Dylan privilegia la forza trasgressiva della metafora,
quella che Eco avrebbe definito con il termine “sommovimento”; muovendo dal
di fuori del linguaggio, Dylan giunge ad un lussuoso surplus di senso, fatto
di ambiguità e ricchezza presenti nelle singole immagini.
Il risultato da lui inseguito ed infine raggiunto, la ragione più profonda
che preme affinché Dylan racconti questa storia, sta proprio nel fatto che
dalla viltà propria della strada, si apre la possibilità di una liberazione
violenta dal destino prestampato della austera borghesia americana, una
elezione insieme dostoevskiana e dionisiaca.
Quali siano le ragioni per cui l’ex signora elegante non può fare ritorno a
casa, al narratore preme mettere in chiaro subito una cosa: l’unica
colpevole, padrona indiscussa ed indiscutibile del proprio avvenire, è lei,
ed unicamente lei.
La verità di cui Dylan si fa portatore in questo momento non è più che i
mascherati signori della guerra della potente Masters of War sono cattivi e
bugiardi, ma che ciò che realmente interessa al poeta Beat è ridefinire
l’importanza, la centralità dell’uno, dell’individuo e delle sue scelte.
Hai fatto buone scuole, come no, Madama Malinconia, incalza Dylan, ma sii
sincera, non facevi che ubriacarti. Nessuno ti ha mai insegnato a vivere per
strada, e te ne rendi conto solo adesso che ti ci devi abituare. Dicevi che
non saresti mai scesa a compromessi con il vagabondo misterioso, ma adesso
l’hai capito che quello che ti vende non è un alibi, mentre lo guardi nel
bianco degli occhi e gli fai: ci mettiamo d’accordo?
Così come nei classici, in questo caso lo scarto tra la figura proposta
dall’autore ad il senso rincorso e’ estremamente ridotto; l’assurdità logica
enfatizzata da Beardsley, il violento e sanguinoso scontro tra significati
letterali nello stesso contesto, tanto cara a Dylan, appare ora a riposo.
L’attacco paralizzante mosso da rabbia e desiderio di vendetta pare
leggibile sin dal mero livello letterale del testo; nient’altro che il
Sentimento, espresso dalle parole che inseguono indefesse l’eccitazione dei
sensi. Tutto muove in una unica direzione, dal principio alla fine
rispettata: urlare disperato il proprio intimo Sentire, più o meno celato
dietro le parole, effettivo strumento dell’intelletto dell’autore per
raggiungere tale scopo.
Con Like a Rolling Stone, Dylan alzava spudoratamente il leggero coperchio
degli anni sessanta ed aveva fatto fuggire Eris, la dea della Discordia,
quella che, come splendidamente riportato dall’Iliade, comincia il suo
cammino debole e zoppicante per poi crescere ad ogni passo e farsi più alta
delle montagne. Ancora una volta la capacità di sintesi propria delle
immagini avanzate dal prof. Carrera chiarisce la situazione meglio di decine
di insulsi commenti. Like a Rolling Stone è una crociata dai toni forti ed
impronunciabili condotta da uno strano moralista, mosso da un
imprescindibile impeto vendicativo.
Ed il suo successo, il suo continuo passaggio alla radio, la sua indiscussa
vittoria nel jukebox conduce al paradosso, di chi canta disperato
l’ipocrisia di una società e viene issato ad idolo dalla stessa.
L’unica accettabile, e degna di studio, tra le sempre tante morali che si
affacciano premurose, sta nella tragica americana bellezza del fallimento.
Pavese riconosceva nella vita adulta due distinte esperienze, il successo ed
il fallimento. O si provvede all’uccisione di Moby Dick o si porta al
naufragio l’intero equipaggio del Pequod.
Ma in realtà si può insieme uccidere la balena e far naufragare la nave,
oppure prendere coscienza del fatto che l’uccisione della balena non sempre
é catalogabile sotto la parola successo, mentre indiscutibilmente,
inopinatamente il naufragio della nave, in ogni modo questo possa accadere,
e’ sempre e comunque un fallimento.
Non si mira certo ad equiparare successo e fallimento; neanche la più
mirabile tra le metafore riuscirebbe a colmare l’enorme distanza di
significato che è insita tra i due concetti.
Dylan però riesce, almeno, ad insinuare tale vicinanza; un verso del brano
Love Minus Zero/No Limit così recita: “She knows there’s no success like
failure/And that failure‘s no success at all.” Lei lo sa che non c’è
successo come il fallimento/E che il fallimento non è per nulla un successo.
Il fallimento, per quanto non venga inseguito, è definito più importante del
successo, in quanto porta con sé maggiori implicazioni ed insegnamento.
Soprattutto rispetto al successo effimero, debole alla Andy Warhol, il più
desiderato ed afferrabile.
“Il linguaggio nella sua interezza è metafora; la nostra mente è un organo
associativo, si limita a lavorare per via di associazioni”. Avrebbe forse
permesso Richards, una tale “associazione”? Neanche gli infiniti versi
rimbaudiani, occupati da pesci ridenti, amici sanguinari che pugnalano le
sue foto, le scarpe da ginnastica con i tacchi, l’artista che può togliere
il buio della notte e dipingere il giorno di nero, il ragazzo che entra in
banca per chiede la cauzione di Achab, l’ago della bussola arrugginito dal
tempo, il Presidente degli Stati Uniti che deve mostrarsi nudo, la parrucca
calva per Jack lo Squartatore, il consiglio ad una giovane sposa di ingoiare
l’orgoglio che non è mica veleno, il naso sul pavimento, i pagliacci morti
in battaglia, il pubblicitario che per creare la prossima guerra mondiale
intende mettere delle panchine al sole, il monaco immacolatamente geloso, il
fantasma dell’opera travestito da prete che imbocca Casanova, lo spettro
dell’elettricità che urla nelle ossa del suo volto, il grido solitario dello
spremiaranci, il giudice che cammina sui trampoli, la bocca di mercurio e le
visioni di tram dell’amata, il mazzo di carte senza l’asso ed il fante, lui
che cerca di spellare la luna ed accusarla, nemmeno queste immagini
allucinate prive di ogni logica, prese singolarmente o in un insieme, tutto
fuorché organico, riescono ad avere l’assurdo grado di assurdità proprio del
tentativo di accostare successo e fallimento.
Like a Rolling Stone é una gracchiante, disarticolata invettiva, che
utilizza la triste e penosa vicenda di Miss Lonely come puro pretesto
intorno al quale Dylan erige un edificio impossibile da abbattere fatto di
continue scariche elettriche con le quali il cantautore in ogni occasione
esegue, capitalmente, il proprio pubblico.
William Empson che definisce la metafora come la figura che permette di
uscire dall’ambito ordinario della parola, avrebbe riconosciuto all’autore
di Mr Tambourine Man una rara forza immaginativa. Ferlinghetti, riconobbe in
lui un’immaginazione furiosa ed immagini tremendamente brillanti, “e il
fraseggio un po’ folle di molte delle sue canzoni è qualcosa che parecchi
poeti vorrebbero possedere.” Lo spettacolo da lui proposto agli ascoltatori,
ben prima di essere un gentile invito al Caos (“Io accetto il caos. Non sono
sicuro se il caos accetti me.”) è una danza circense, scombinata, con parole
che alludono, si limitano ad essere presenti, si nascondono acquattandosi o
non significano nulla. Allen Ginsberg, autore di “Howl” manifesto in versi
della nascente generazione di battuti e beati, così definiti da
un’eccellente raccolta proposta da Einaudi e curata splendidamente da
Emanuele Bevilacqua, constatò come Dylan fosse riuscito a fare grande arte
con un jukebox.
Dylan sarà sempre molto vicino alle tecniche di scrittura ed alle tematiche
dei Beat; la prosa spontanea, la lettura di testi come Mexico City Blues
risalta viva dai suoi versi, e ciò è ancor più vero nell’unico esempio di
prosa del cantautore. Di Tarantula l’autore dice: “Sono cose senza rima,
frammenti messi insieme con la tecnica del cut-up (William Burroughs), cose
senza valore, salvo il fatto che hanno preso forma di parole”; senza neanche
troppa ironia si può riconoscere in questa breve frase di Dylan,
un’eccezionale recensione valida ad illuminare gran parte della sua
produzione musico-letteraria.
Il monito avanzato dallo studioso Kames per cui nella costruzione della
metafora lo scrittore dovrebbe attenersi all’uso di parole riconducibili
letteralmente alla natura dell’oggetto in questione, appare un consiglio
disatteso, un appunto stacciato e gettato fulmineamente nel cestino della
carta.
Piuttosto in Dylan si susseguono, indomite, immagini sorprendenti e
totalmente inaspettate, se non addirittura sconcertanti, portatrici di una
falsità palese, se non addirittura di assurdità.
Ritorniamo al nostro discorso sui versi furibondi della celeberrima Like a
Rolling Stone.
Principessa in cima alla guglia e tutta la bella gente che beve, pensa di
avercela fatta e si scambia regali preziosi, conclude Dylan, farai meglio a
toglierti il tuo anello di diamanti e a portarlo al banco dei pegni. Ti
faceva così ridere Napoleone in stracci ed il gergo che usava. Và da lui
adesso, ti chiama, non puoi dirgli di no. Non possiedi ormai più nulla, e
quindi non hai niente da perdere. Sei invisibile adesso. Ormai non esisti,
non hai alcun segreto da nascondere.
“Like a Rolling Stone è un’ode al fallimento, anche se scritta come solo il
successo poteva scriverla.” Alessandro Carrera dimostra perfettamente con
questa sua affermazione di aver compreso la natura stessa dell’opera
dell’americano.
Il poeta giunge a deflagrare l’intera mitologia del sogno americano, fatta
di lucente successo ed imperdonabile, buio fallimentare.
Le immagini bizzarre, furiose, sconcertanti, crudeli, immancabilmente folli
di Dylan rincorrono, ora con grazia, ora meno, ma sempre con indomita
passione (patior), insperate associazioni. Solo sognati abbracci. Suggestivo
lavoro di un incantevole sarto.
Bibliografia delle fonti
- Carrera, Alessandro; La voce di Bob Dylan. Una spiegazione dell’America,
Feltrinelli, Milano 2001.
- Rizzo, Stefano (a cura di); Bob Dylan. Blues, ballate e canzoni, Newton
Compton editori, Roma 1972.
- Sounes, Howard; Down the Highway, Tea Saggistica, Milano 2005.
- Bevilacqua, Emanuele (a cura di); Battuti & Beati. I Beat raccontati dai
Beat, Einaudi, Torino 1996.
- Conte; Metafora, Feltrinelli, Milano
Le strutture di Dylan attraverso le rime delle sue canzoni. Data la sua
abilità, i risultati possono essere confortanti o stridenti, o risvegliare
qualunque cosa in noi. Ma perché le rime di Dylan funzionano così bene?
Perché ci sono rime in qualsiasi canzone spesso così affascinanti?
Le rime sono gradevoli per l'orecchio. Esse sono anche gradevoli al
cervello, perché in una rima la seconda parola diventa più familiare a noi
che, dopo aver letto la prima parola ci troviamo la seconda. Il nostro
cervello, la prende come una cosa alla quale è facile pensare e non come ciò
che è difficile da pensare. (Gli psicologi chiamano questo scioltezza
"cognitiva".) Al di là delle attrazioni di suoni ripetitivi, una rima offre
il mistero di un'affinità inaspettata tra due o più parole che sono
apparentemente diverse.
La coincidenza di due o più parole in rima suggerisce un ordine linguistico
che manca dal caos della vita ordinaria. Le rime portano in un luogo
affascinante della lingua inglese, un luogo di bellezza e design. Ma c'è un
pericolo per le rime pure. Le rime sono misteriose e inspiegabili. Dobbiamo
affrontare immagini speculari e doppie, mondi che complicano la semplicità
che la rima sembrava portare con sé.
Per i cantautori, le rime rendono più facile per il pubblico di memorizzare
il materiale. Non è un caso che quasi ogni canzone popolare è scritta
utilizzando rime. Ma le rime possono essere trappole, costringendo autori a
scrivere parole che non vogliono per la necessità di dover rimare.
Le rime sono spesso associate a semplici sentimenti infantili. Però, possono
diventare una forma di attacco, un ariete di parole che annulla la distanza
con l'ascoltatore. È per questo che le rime nelle canzoni di protesta di
Dylan funzionano così bene. Continuano a colpirci con la loro
potenza, e la ripetizione ci costringe ad affrontare ciò che viene
protestato. Le rime di "The Ballad of Hollis Brown" rafforzano la crescente
disperazione di Brown ed a posteriori spiegano la sua ultima, disperata
azione. Si consideri il verso conclusivo della canzone: Ci sono sette morti
In una fattoria del Sud Dakota.
Ci sono sette morti
In una fattoria del Sud Dakota.
Lontano , da qualche altra parte
Ci sono sette persone appena nate.
Chiunque può ascoltare le rime evidenti. E' il grande paroliere che può far
sentire ciò che il resto di noi non potrebbe sentire. Dylan può sentire che
"fattoria"-farm suona come "nato"-born e "Nato è la parola perfetta, non
solo per il contrasto con il popolo che ha ucciso Hollis Brown, ma anche nel
dare nuova speranza (per i nuovi nati che hanno sostituito quelli morti) e
un avvertimento (non lasciare che ciò che è accaduto alla famiglia Brown
succederà a questi neonati).
Allo stesso modo, rime usate come una forma di attacco funzionano bene in
canzoni d'amore arrabbiato. In "Idiot Wind," Dylan scrive: "Vento idiota, che soffia ogni volta che tu muovi i tuoi denti.
Sei un idiota, babe.
È un miracolo che tu sappia ancora respirare."
O prendiamo un altro verso della canzone: "Vento idiota, che soffia come un cerchio intorno al mio cranio,
Dal Grand Coulee Dam al Campidoglio."
La rima è più esatta, ma è ancora più inaspettata. Inoltre, si ingrandisce
il soggetto della canzone, oltre il motivo dell’arrabbiatura per
il cantante stesso, e poi viene trasportata a Washington allargando
l’orizzonte della arrabbiatura. E' un passaggio scritto per attribuire
idiozia sia alla sua partner sia all’esterno del suo mondo fino a raggiungere
quello della politica.
L'effetto ariete può essere visto anche in canzoni d' amore toccanti come
"Sad-Eyed Lady of the Lowlands" e nelle canzoni di attacco a proposito dei
cosiddetti amici, come ad esempio "Positively 4th Street", con versi come:
"Io so il motivo
per cui mi sparli alle spalle
Perchè solitamente stavo con la gente
con la quale stai tu
Mi prendi per scemo
se pensi di mettermi in relazione
con chi cerca di nascondere
quello che non sapeva fin da principio"
"I know the reason
That you talk behind my back
I used to be among the crowd
You're in with
Do you take me for such a fool
To think I'd make contact
With the one who tries to hide
What he don't know to begin with"
Qui Dylan usa ciò che è tecnicamente conosciuta come "rima femminile", in
cui la rima viene dalle penultime parole (o sillabe), in questo caso "con" e
"cominciare". Le rime sono tutt'altro che semplici, non solo l'uso finale
delle rime tradizionali. Inoltre, egli usa la ripetizione delle consonanti e
l'assonanza (suoni vocali che ripetono la creazione di rime interne in una
riga.) Ecco alcuni bei versi da "Mr. Tambourine Man": “Sì, danzare sotto il cielo adamantino con una mano che fluttua libera
stagliata contro il mare, con intorno un cerchio di sabbia,
con i ricordi ed il destino persi nelle onde
lasciami scordare l'oggi fino a domani”
“Yes, to dance beneath the diamond sky with one hand waving free,
Silhouetted by the sea, circled by the circus sands,
With all memory and fate driven deep beneath the waves,
Let me forget about today until tomorrow.”
L'assonanza di "destino" e "onde" e "profonda" e "sotto" e molti esempi di
allitterazione aggiungono alle rime immagini sorprendenti per creare un
mondo interessante e sorprendente che Mr. Tambourine Man ci offre.
Ed è per questo che nessuno fa le rime come Bob Dylan.
Caro Mr. Tambourine,
nell'ultima puntata della posta, ho letto la traduzione di Mr.
Tambourine Man trovata da Fulvio e sono sostanzialmente d'accordo coi
tuoi appunti. Peraltro l'unidirezionalità di quell'interpretazione
penalizza la tridimensionalità delle canzoni di Dylan in quel periodo,
annullando le altre sfumature: invocazione alla musa, ricorso al
simbolico, ascoltatore stesso che si rivolge a Dylan; lui stesso può
essere Mr. Tambourine.
Vorrei poi chiederti se sai in che occasione Allen Ginsberg ha
pronunciato la famosa frase su Dylan come poeta del juke box. L'ho
trovata citata da moltissimi, ma senza un riferimento a dove e quando
Ginsberg l'abbia detta.
Io non lo sapevo , l'ho chiesto ad Alessandro
Carrera , ecco la sua risposta :
Caro Mr.Tambourine,
tutto bene, spero anche per te. La citazione da Ginsberg si trova in
un'intervista del 1966, e interviene sulla polemica che aveva accompagnato
il passaggio di Dylan all'elettrico: “Se Dylan si è venduto, si è venduto a
Dio. Significa che la sua missione consisteva nel diffondere il più possible
la bellezza che gli appartiene. La scommessa stava nel verificare se si
poteva fare grande arte con un jukebox, e Dylan ha dimostrato che si può”.
Inclusa in The Rolling Stone Book of the Beats:The Beat Generation and
American Culture, a cura di Holly George-Warren, New York, Little, Brown &
Co., 1999.
A presto! Alessandro
Vengo poi al cuore di questa lettera: Desolation Row e la traduzione
di De Andrè-De Gregori. E' un discorso un po' lungo che voglio provare
ad affrontare nella sua interezza, essendo anche parte della tesi che
sto scrivendo. Se vuoi pubblicarla tutta nella posta, mi farebbe
piacere sapere cosa ne pensano anche gli altri farmers, altrimenti
dimmi un po' tu cosa ne pensi.
Ti sei fatto un'idea del perché nei versi finali i traduttori prendano
una posizione opposta rispetto all'originale? Dylan invita la sua
interlocutrice a non scrivergli a meno che non gli scriva da
Desolation Row. De André-De Gregori optano per la soluzione opposta:
"soprattutto se insisti a spedirmi le lettere da Via della povertà".
Il confronto fra i due testi è molto interessante, ma questo punto
rimane un po' misterioso, considerata anche la poetica di De Andrè e
la ricchezza dell'immaginario contenuto nella canzone. Mi sono
confrontato anche con amici e appassionati, ma ci siamo abbandonati ad
un'indecorosa serie di ipotesi, nessuna delle quali del tutto
convincente.
Non abbiamo trovato riferimenti a questo nelle pubblicazioni su
Fabrizio, ma forse la nostra ricerca è stata superficiale.
E' stata anche messa in discussione che la paternità della canzone sia
da spartire fra i due cantautori. Probabile piuttosto, ho letto, che
la traduzione fosse di De Gregori e che poi De André l'avesse firmata
assieme al romano.
Io trovo più probabile un'altra ipotesi. Pensando al metodo di lavoro
compositivo adottato da De André con Massimo Bubola, sono piuttosto
propenso a credere che, se esisteva una prima versione di De Gregori,
De André vi ha successivamente messo mano, rendendola più personale.
Un paio di esempi: un verso come "mentre l'alba sta uccidendo la luna"
mi sembra di chiara firma del cantautore genovese, richiamandosi ad
uno stilema già utilizzato con "e scivola il sole aldilà delle dune a
violentare altre notti" de Il testamento di Tito. Similmente
"aspettando che venga la pioggia ad annacquare la gioia ed il dolore"
si rifà al senso di "c'è chi aspetta la pioggia per non piangere da
solo" de Il bombarolo. E anche nel Buon Samaritano che "sta affilando
la sua pietà" si possono scorgere echi di un certo lessico de La buona
novella.
Mi sembrano significativi questi interventi perché differiscono sempre
dall'originale. Invece, vedo De Gregori nel commissario cieco che "per
un indizio ti legge la sfortuna". Vedo De Gregori perché ci vedo un
procedimento tipico di Dylan (la gnome di cui parla David Mikics) che
De Gregori ha assimilato fin dai primi lavori. Ma queste ultime, se
non supportate da riscontri precisi, rimangono speculazioni.
Un capitoletto della tesi si occuperebbe del confronto fra i due testi
e, postulando che ci sia il contributo di De André alla traduzione,
propongo la definizione di traduzione "dialogica" in cui le poetiche
dei due cantautori si confrontano e il mondo capovolto e grottesco di
Dylan viene filtrato attraverso la sensibilità di De André.
Sai dirmi qualcosa a riguardo?"
Pensando al testo originale e alla cruciale ultima strofa, ho poi
pensato ad un'interpretazione diversa da quella proposta fino ad ora
(da Micheal Gray a Hazan Arnoff).
Si notino le strofe ai due estremi che costituiscono allo stesso tempo
testo e paratesto della canzone. Da queste abbiamo infatti più di
un’indicazione sulla chiave di lettura da dare alla struttura della
canzone e al genere letterario a cui la canzone si rifà. Il distico
che chiude la prima strofa ci permette di vedere il narratore per
l’unica volta nel corso della canzone: «As Lady and I look out tonight
/ From Desolation Row». Scopriamo quindi che è il narratore in
Desolation Row e siamo portati a credere che le strofe che seguiranno
sono il resoconto di questo sguardo sul vicolo in cui la canzone è
metaforicamente ambientata.
Nell’ultima strofa è il narratore che parla ancora? (Secondo i più sì,
in un procedimento circolare simile ad altri pezzi) Potrebbe trattarsi
però di una sostituzione: avrebbe senso parlare dei personaggi di cui
la canzone narra le gesta? Avrebbe senso dire a qualcuno di spedire
lettere da Desolation Row, ovvero dal luogo in cui la lettera in forma
di canzone ambienta i suoi racconti? Forse no. Si è portati piuttosto
a pensare che sia la risposta del destinatario della canzone. Uscendo
dall’analisi pura del testo, si può inoltre notare il lungo intermezzo
musicale che separa la nona strofa dall’ultima. Quasi un minuto
percorso da un assolo di armonica, che porta ad uno stacco fra
quest’ultima strofa e le nove che la precedono. Lo stacco è uno stacco
anche temporale che segna il passaggio dalla lettera del narratore
alla lettera di risposta. Poniamo caso che l’interlocutore sia un
compagno di viaggio che ha accompagnato l’io poetico raccontato
nell’album Highway 61 Revisited nel suo viaggio attraverso il mito
dell’America e attraverso i problemi irrisolti dell’America stessa.
L’interlocutore conosce i personaggi di cui la canzone parli sia
perché sono parte della cultura occidentale, sia perché legge in loro
dei caratteri conosciuti o persino delle persone reali. Ha quindi
accompagnato Dylan sull’autostrada verso New Orleans fin dall’inizio,
perché l’ambiente di cui forse parla allusivamente il cantante è anche
il suo. L’interlocutore ha però deciso di stabilizzarsi, forse a
Juarez dove abbiamo visto l’io poetico prima del ritorno a New York.
La sua non sembra essere una vita on the road («About the time the
door knob broke»), ma è comunque lontana dalla metropolis soffocante a
cui Dylan decide di tornare e che rappresenta un concentrato di
società urbana in chiave internazionale, più che americana. Eppure, al
disfacimento del mondo del narratore, fa da contrappunto nei pochi
versi in bocca all’interlocutore, la maniglia rotta.
Questo suggerisce che neppure la vita lontana dalla società è immune
dalla grottesca decadenza di Desolation Row.
Come sostengo altrove, la redenzione attraverso il simbolico e il
metaforico che propone l’album a partire da Like a Rolling Stone, è un
viaggio individuale. È il percorso dell’individuo attraverso i propri
miti e le proprie miserie, apprendendo l’estrema relatività del tutto
e il rapportarsi alla complessità del reale con strumenti nuovi che le
canzoni mettono già in pratica. L’epifania potrà essere collettiva
solo in un secondo momento: il percorso rimane individuale. Il
destinatario della lettera è un personaggio maschile o femminile? Il
testo non ci aiuta in questo senso: nessuna parola dell’ultima strofa
è connotata in modo da darci indicazioni né in un senso né nell’altro.
Ipotizzare che l’interlocutore sia un’interlocutrice ha senso solo se
si ammette che si tratta della stessa destinataria di Like a Rolling
Stone – “Io è un altro” rimane il primo e cruciale punto di
intersezione del Dylan che scopre Rimbaud. Come nel brano d’apertura
Dylan parla anche a sé stesso attraverso lo schermo di Miss Lonely,
nella canzone che chiude l’album, Dylan riprende quel filo interrotto
e si rivolge alla parte di sé che ha deciso di rimanere lontano da New
York, forse a Nashville dove registrerà il successivo Blonde on Blonde
e altri album. Il luogo preciso è decisamente ininfluente, è “altro”
rispetto a Desolation Row, cuore morente della moderna società fatta
di miti, eroi e poliziotti. Se Desolation Row è davvero un “luogo al
quale non si poteva veramente fare ritorno, al contrario
dell’autostrada che fornisce il titolo all’album” (G. Marcus), Dylan
non rinuncia a quella possibilità di poter vedere l’America attraverso
lo sguardo privilegiato dell’allegoria, anche se l’esperimento non
verrà più riproposto nelle sue estreme conseguenze. Hazan Arnoff
concorda in parte con quest’ipotesi, anche se sostiene che la canzone
sia una risposta alla lettera dell’ultima strofa e non viceversa, come
sembra più probabile.
Non si può neppure escludere che l’interlocutore sia l’ascoltatore
stesso e che Dylan si rivolga per l’intera canzone direttamente a
tutti coloro che sistemano il vinile sulla piastra e lasciano cadere
la puntina sulla nona traccia. L’ultima strofa sarebbe in questo caso
una risposta dell’ascoltatore. Un procedimento simile Dylan l’aveva
sperimentato in un’altra delle canzoni più importanti del proprio
repertorio, Mr. Tambourine Man che può essere letta sia come
invocazione alla propria musa e a se stesso, ma anche come invocazione
dell’ascoltatore rispetto al cantante. La richiesta è proprio nei
versi che chiudono il brano: « Don’t send me no more letters no / Not
unless you mail them / From Desolation Row». L’ascoltatore è
consapevole di quanto sia difficile stare in Desolation Row, è anche
il suo mondo dopotutto (e infatti dice «Yes, I know them»), ma chiede
comunque al cantante di comporre da lì perché ha bisogno della sua
voce e del suo modo di raccontare la società degradata. Spingendo
appena un po’ più in là la catena delle supposizioni, si potrebbe
aggiungere che «Right now I can’t read too good» faccia riferimento
per contrasto alla modalità espressiva propria di Dylan. Come se
dicesse: al momento non leggo troppo bene, e quindi sottindesse: ma se
tu canti posso ascoltare le tue parole."
La versione di De André-De Gregori prende posizione, come deve fare
ogni traduttore di fronte a dei punti problematici (di cui la canzone
è ricca), ma in modo un po' contraddittorio. Da una parte convalida la
mia ipotesi: il passaggio da "All these people that you mention / Yes,
I know them, they’re quite lame / I had to rearrange their faces / And
give the, all another name" a "Questa gente di cui mi vai parlando / è
gente come tutti noi / non mi sembra che siano mostri / non mi sembra
che siano eroi" sembra sposare l'idea che si tratti di una risposta.
Allo stesso tempo però, l'esplicitazione del sesso del destinatario
della lettera (femminile: "ridicola") è in contrasto con la figura
maschile che apre la canzone ("mentre io e la mia signora" - anche qui
De André-De Gregori sciolgono la pur minima ambiguità del testo
originale, dove "Lady" senza alcun pronome possessivo e con la lettera
maiuscola può suggerire significati allusivi).
Hai qualche suggerimento da darmi in proposito?
Ti ringrazio molto, buona giornata,
Francesco.
p.s. sempre parlando di Desolation Row - ma non solo -, ho trovato poi
interessanti analogie fra la concezione carnevalesca di Dylan (e la
maschera e il grottesco) e il carnevale nella cultura popolare
splendidamente descritto da Michail Bachtin in "L'opera di Rabelais e
la cultura popolare". Ho cercato nelle pubblicazioni principali su
Dylan (Ricks, Gray, Marcus..), ma non ho trovato nessuno che ne parli.
Sai per caso se qualcuno ha affrontato l'argomento?
Come ha più volte spiegato il Prof.
Alessandro Carrera , traduttore italiano di Bob Dylan , la versione in
un’altra lingua di una canzone , ed in particolar modo una canzone di Dylan
, presenta evidenti difficoltà di interpretazione. In parole banali , solo
il significato della parola “baby” può assumere un senso diverso in
relazione al luogo nel quale è usata , in Texas avrà un significato ed in
California potrebbe averne un altro , la stessa cosa per l’interpretazione
dell’espressione “rolling stone” , ancora oggi , si discute su quale senso
darle , non solo all’ espressione stessa , ma anche in relazione all’
intenzione dylaniana nell’usare questa parola. Forse non ne usciremo mai ,
ma non è un dramma , sentire sempre interpretazioni diverse arricchisce il
sapere ed accende la fantasia sia di chi legge sia di chi scrive. Ed ho
citato soltanto due semplici parole , sulla cui interpretazione si discute
da non sò quanti anni. Figurati dunque l’interpretazione di una canzone come
“Desolation Row” , dodici strofe di visioni fantasmagoriche e allegorie in
quantità industriale. Voler capire il senso esatto che Dylan ha dato a certe
espressioni è un pò come vagare per l’Himalaya alla ricerca dello Yeti.
Penso che , al di là delle difficoltà oggettive , nel caso della traduzione
di “Desolation Row”, impresa tutt’altro che semplice , entrino in gioco
fattori diversi. La prima traduzione della canzone è accreditata a Francesco
De Gregori , il quale certamente ci ha messo necessariamente qualcosa di suo
pur rispettando il tema base della canzone. De Andrè l’ha rivisitata, credo
aggiungendoci la sua visione poetica che certamente era diversa da quella di
De Gregori. Così ne è uscita una canzone ( accreditata ora ad entrambi) che
puer essendo abbastanza fedele al testo dylaniano , per forza di cose doveva
avere qualche differenza , a cominciare dal titolo che diventa “Via della
povertà” invece di “vicolo della desolazione”. Einstein diventa travestito
da ubriacone invece che da Robin Hood , cambiando completamente il senso
dell’intenzione originale dylaniana. Ma in fondo questo non è un male , è
solo un’esigenza risolta brillantemente attraverso la collaborazione di due
poeti musicali che partono ed arrivano a porti diversi.
La tua disamina è molto bella , molto profonda e molto seria , basata su
argomentazioni solide , ma è pur sempre la tua interpretazione , così come
quelle di Marcus , di Gray , di Arnoff fino ad arrivare alle interpretazioni
di Carrera , bellissime , giustissime e culturalmente profonde , al limite
di una filosofia interpretativa superba sul piano verbale , ma sono e
rimangono sempre interpretazioni personali , nessuno di loro o di noi può
sapere esattamente cosa frulla nella mente di un altro quando esprime una
sua opinione , specie in forma poetica e allogorica , figuriamoci la mente
di Bob. Questo vale per tutte le canzoni marchiate Dylan. Sono cinquant’anni
che critici di tutte le estradizioni danno le loro interpretazioni alle
canzoni di Bob , e credo che ne passeranno altri 50 o forse 200 , 300 , chi
può sapere quanti , e ci sarà sempre qualcuno che tenterà l’interpretazione
“esatta” di una canzone di Bob. E questo è un bene , al di là della mia ,
della tua o dell’opinione o parere di chiunque altro.
La tua disamina è estremamente interessante e si legge con piacere ed
interesse , la si gusta e la si apprezza. Ti ringrazio per averla mandata
alla Fattoria , ci sarebbe bisogno di molte altre persone come te che
mandino i loro punti di vista su Bob per essere pubblicati su queste pagine,
per essere lette ed apprezzate da tutti , ma non è cosa semplice a farsi ,
meno male che ogni tanto qualcuno con una volontà come la tua lo fa. Alla
prossima.....:o)
Mr.Tambourine
a
Mercoledi 24 Febbraio 2010
Le canzoni più eseguite da Bob in concerto dal 2000 al
2009 - statistiche
clicca qui
Di botto e senza il minimo preavviso, Bob Dylan era tornato al forum delle canzoni
di protesta. Uscito poco più di due mesi dopo la morte del “Brother” in una
sparatoria nel carcere di Soledad (e uscito solo una settimana dopo la
registrazione della canzone, una cosa piuttosto sorprendente, se ci si ferma
a pensarci, è stato un ritorno ai suoi giorni acustici. Ci sono due versioni
della canzone - una morbida versione full-band con i musicisti coi quali
aveva registrato il suo Greatest Hits Vol.. II, e una versione acustica
solista, proprio Bob e la sua armonica, come ai vecchi tempi. Si tratta
della versione acustica solista che ha avuto più senso fino a "Hurricane".
Provo come uno strano senso di irrealtà quando sento "George Jackson" -, non
perché è una canzone cattiva o perché è troppo strana o qualcosa di simile,
ma perché in realtà non vorrei esistesse, se questo ha un senso . Non sto
dicendo che la vita di un uomo con famiglia possa cancellare automaticamente
la parte della mente di Bob che si interessava all’ umanità (a parte gli
anni follo da rock star ), è solo che ... Voglio dire, in quei tempi, dopo
tutto quello che era successo, l' uccisione di un membro importante delle
“Black Phanters” in carcere sia diventato un motivo per Bob di manifestare
la sua "indignazione" , mi sembra un po 'strano. E non sto sottovalutando
l'importanza storica di George Jackson nel movimento delle Black Phanters e
nei Fratelli di Soledad , è che certo non era il solo in quella situazione,
e questo mi ha fatto sentire un po' confuso su tutta la faccenda. Dopo
tutto, quando MLK e Robert Kennedy, sono stati uccisi, Bob faceva il
casalingo cuocendo il pane ed insegnando ai suoi figli l’ ABC o quel che
volete. E' solo divertente come funzionano queste cose, credo.
Per quanto riguarda la canzone vera e propria ... voglio dire, non c'è
davvero molto da dire su di essa, ad essere onesti. Non è la miglior canzone
di protesta che Bob abbia mai scritto (nel senso più avventato della parola,
direi "Hard Rain" si qualifica di più, se si parla in modo più semplice,
probabilmente, "Blowin 'in the Wind", perdonatemi la risposta scontata) , né
è la peggiore (lascio la risposta a voi). Quello che porta un pò più ad alto
livello alcune delle sue canzoni a diventare veramente grandi, non è il
fatto che le scrisse in un breve arco di tempo - Dio solo sa se ha scritto
la sua giusta quota di canzoni in un breve periodo di tempo. La ragione,
quindi, è che la canzone in realtà non raggiunge le vette della poesiacome
"Hard Rain", scegliendo invece di essere più semplice nel suo disgusto per
il trattamento subito da Jackson eper la sua morte improvvisa (al punto che
sentiamo imprecazioni mai registrato prima da Bob!). E non è necessariamente
una brutta cosa - dopo tutto, sembra molto chiedere a Bob di raggiungere
sempre quelle altezze – non è certo una cosa alla quale ti sei abituato e
non puoi più rinunciare. Il Bob che ha scritto quelle canzoni di protesta
era sorprendente lontano, anche allora. Il nuovo Bob, il primo tentativo di
mettere insieme un nuovo stile di scrittura del suo trend, non è mai stata
certo l’ intenzione di riscrivere "Hard Rain" di nuovo.
E, credo, che è tutto quello che Bob aveva in mente. "George Jackson" non è
mai stata veramente destinata ad essere qualcosa di diverso da quello che
esattamente era - Bob aveva fermato la sua mente su una questione importante
in quel momento, qualcosa che poteva essere trasformato in qualcosa da
mettere su un nastro, che non è serve a niente ai posteri o che le
generazioni future non avrebbero mai pensato a quel brano come un nuovo
punto di vista della sua creatività. Dopo tutto, canzoni come queste non
sono in realtà destinate ad essere capolavori creativi, ma servono solo a
puntualizzare un momento, con lo svantaggio di essere registrate da un
personaggio “Reale” come Bob, che ha dato una voce a quel particolare
argomento. In questo senso, "George Jackson" non è molto ben riuscita.
“Oscillavo con la mia vecchia chitarra\ aggrappato ad una maniglia della
metropolitana\ e dopo un viaggio di scossoni e scuotimenti\ atterrai dal
lato del downtown\ Greenwich Village”. Cantava così il giovane Bob Dylan in
“Talking New York” raccontando il suo arrivo nel cuore della Grande Mela, in
quel Greenwich Village che di li a poco lo avrebbe adottato come uno dei
suoi figli migliori, contribuendo a farlo diventare una leggenda. In quello
strano quartiere, agli inizi degli anni Sessanta, si stava verificando una
curiosa saldatura tra diversi tasselli della nuova cultura. Era il rifugio
di artisti, disadattati di ogni risma, esponenti della new left, ma anche di
musicisti, jazz e folk, di scrittori bohemien, una sorta di comunità
alternativa nella quale cominciavano a ritrovarsi tutti coloro che non si
riconoscevano nei valori ufficiali del Paese. Il Greenwich fu uno
straordinario laboratorio, una culla, un vero e proprio brodo primordiale la
cui alchimia ha dato origine alla nuova voce della protesta. Insomma, il
luogo dove, all’inizio dei “sixties”, inizia a prendere forma la nuova
storia del rock, attraverso il folk revival, il teatro, la poesia e la
politica che in esso vivevano e si sviluppavano. Oggi non è più così e se
dovesse arrivare un giovane Bob Dylan, una volta sceso dalla metropolitana
non troverebbe un coffeshop dove suonare la sua armonica, non ci sarebbe
qualcuno che, come lui racconta, potrebbe dirgli “abbiamo bisogno di
folksingers, qui”, ma sarebbe travolto da qualche comitiva di turisti
giapponesi o europei, con le loro macchine fotografiche digitali, pronti a
catturare ancora le ultime immagini di un luogo che è stato leggendario e
che per molti versi oggi non lo è più.
Il grido d’allarme lo ha aveva lanciato qualche tempo fa la “bibbia” del
quartiere, il Village Voice, il giornale settimanale che cinquanta anni fa,
nell’ottobre del 1955, fu fondato da Norman Mailer, Dan Wolf e Ed Fancher, e
che fino ad oggi è stata la voce della New York più liberale, alternativa e
sofisticata. “Il Village sta morendo”, recitava il titolo dell’articolo,
sottolineando come i poveri poeti, gli artisti in cerca di fama, i musicisti
squattrinati, gli attori senza contratto, non sono più i beniamini del
quartiere, hanno dovuto cambiare casa, cambiare zona, perché “per vivere al
Village oggi bisogna essere ricchi”. Paul Simon, nel 1964, celebrava
Bleecker Street in una sua canzone ricordando che con trenta dollari si
pagava l’affitto. Oggi non bastano trecento dollari per trovare un
appartamento, le piccole botteghe sono state pian piano sostituite dai
grandi negozi, i MacDonald hanno preso il posto dei coffeshop e dei piccoli
ristoranti a gestione familiare, le librerie e i negozi di dischi sono
diventati dei supermarket editoriali e, come racconta Karen Kramer nel suo
documentario “The ballad of Greenwich Village”, lo scenario del quartiere è
completamente cambiato.
Il Village é sempre stato uno dei centri culturali più attivi d’America,
nelle vie irregolari del quartiere (l’unica zona di New York in cui le
strade non seguono la classica numerazione ma hanno dei nomi, e che non si
incrociano ad angolo retto come nel resto della città), tra Bleecker Street
e Washington Square nacquero organi di stampa come il già citato Greenwich
Village Voice, l’East Village Other, giornale più politicizzato e
intransigente del vecchio Voice, fondato ancora da John Wilcock. Al Village
crebbe la pop art americana, furono gettati i semi della “new left”, la
nuova sinistra degli anni Sessanta con gli Yippies di Jerry Rubin e Abbie
Hoffman. E nelle strade e nei locali attorno a St.Mark’s Place, nel corso
dagli anni Cinquanta ad oggi sono cresciute diverse generazioni di artisti
rock, da Dylan a Hendrix, da Paul Simon a Patti Smith, da Tracy Chapman a
Suzanne Vega, fino agli odierni Strokes.
Molti locali celebri non ci sono più, come il Cafe Metro (oggi The
Telephone) che era frequentato da Jack e Louise Reed, Emma Goldberg, Eugene
O’Neill, Leone Trotsky, William Burroughs e Jack Kerouac, o il Cafè La Mama,
dove nacque buona parte del teatro “off-broadway” americano, soprattutto il
Living Theatre, molti invece ci sono ancora in attività, come il White Horse
(dove Dylan Thomas bevve il suo ultimo drink), come il leggendario Village
Vanguard, dove, da musicisti come John Coltrane, sono state scritte alcune
delle più importanti pagine della storia del jazz, o l’Oscar Wilde Bookshop,
il negozio di libri gay e lesbo più antico di New York, o ancora The Boston
e The Comedy Cellar (dove esordì Woody Allen), che hanno visto nascere una
intera generazione di attori comici americani. Chi ama Dylan può andare in
pellegrinaggio al Cafè Wha?, il coffeshop cantato in “Talking New York”, o
al Gaslight, dove il musicista si incontrava con Ginsberg e Gregory Corso,
entrambi ancora aperti in McDougal Street, la strada dove Dylan prese casa
nel 1969.
Ma sono in pochi a cercare questi indirizzi, oggi i turisti arrivano per
vedere le strade dove è stato girato “Sex and the City”, o i luoghi dove si
incontravano gli attori di “Friends”, entrambi ambientati nelle vie del
Village, e i attori, bohemien, cantanti e poeti non ne trovano più, emigrati
verso Tribeca, verso la Bowery o Alphabet City, o altrove ancora, lontani da
quel quartiere leggendario che è stato, per poco meno di un secolo, il cuore
culturale di New York.
Le cover pessime : Desolation Row - My Chemical Romance
a
Martedi 23 Febbraio 2010
Mixed Up Confusion! Il mito di quando Bob Dylan andò
Elettrico
Bob
Dylan: The Band - 1967
Uno dei più grandi equivoci e malintesi della musica nel
20° secolo è che Bob Dylan "è andato elettrico". Questo concetto è diventato
così indispensabile per "capire" il suo mito e la sua opera che è
fondamentale per la storia del rock and roll. Una di quelle cose comunemente
considerate nozioni non messe in discussione da tutti. Dylan suonò in
elettrico a Newport, qualcuno gridò "Giuda", durante il tour con gli Hawks e
questo show che riversava rock acido ha rovinato la gioventù da qui a
Carnaby Street.
Solo che è sbagliato ... e, come quasi tutto ciò che si assume per essere
vero, non regge.
Volete sapere chi è realmente andato elettrico ? Muddy Waters, e lo ha fatto
quando Bob Dylan era un bambino. Non è stato fatto per spaventare
l'istituzione (un altro mito), non è stato fatto per "creare onde d'urto
nella cultura popolare" e certamente non è stato fatto per far incazzare
Pete Seeger. E' stato fatto perchè Muddy potesse essere più ascoltato.
Chicago non era Clarksdale, Mississippi, e Muddy Waters voleva essere notato
più in alto che solo nella fumosa articolazione juke del lato sud di
Chicago. Così ha collegato il cavo ed ha suonato, amplificazione
semplicemente naturale per qualsiasi musicista che voglia intrattenere una
folla danzante.
Sapete chi altro è andato elettrico ? George Jones, il cantante più bello
del paese vivo. Tra le sue prime registrazionici sono stati i brani estratti
da una "Thumper" Jones. Uno spudorato tentativo commerciale sulla scena
Rockabilly, ma ancora una volta, un decennio prima di Dylan il mondo della
musica aveva dato una scossa elettrica su per il culo.
E chi altro è andato elettrico ? Dylan, anni prima del Dylan elettrico !
Uscita come b-side di Corrina, Corrina nel 1962, Mixed-Up Confusion è una
canzone scritta e registrata da Dylan con una band elettrica il novembre
1962 durante le sessioni per il suo secondo LP. Lo si può trovare ... e si
può dire che era più rock di adesso, ben prima che Peter, Paul and Mary
diventassero ricchi con Blowin' in the Wind.
Curiosità a parte, il batterista di Dylan durante il tour 1965 era Levon
Helm, che lasciò il tour sostenendo che era stanco di essere fischiato , ma
è più probabile che a sconvogerlo fosse stato il fatto che Bob stava
usurpando il suo ruolo di leader nella band, che non era ancora la Band,
ma che lo sarebbe poi diventata. Vi è anche la diceria che Levon non andasse
d'accordo con il malvagio manager di Dylan, Albert Grossman. Quest'anno
Levon ha strappato il Grammy Award per la categoria "Best Americana" al
collega candidato Bob Dylan. La vendetta è dolce, anche se 40 anni dopo.
Tra l'altro, l'illustrazione sopra è un quadro di Bob Dylan del 1967. Credo
che la pittura era qualcosa che gli piaceva già da allora.
La EMI nega di aver messo in vendita gli Studios di
Abbey Road
LONDRA – Il gruppo Struggling musica EMI ha dichiarato domenica ha detto
che non voleva svendere i suoi studi di registrazione di Abbey Road, resi
celebri da artisti come i Beatles, dopo una grande protesta pubblica.
EMI ha detto di aver respinto l'offerta per la vendita lo scorso anno ed
era in trattative su un progetto per "rilanciare" gli Studios nel nord di
Londra, il che "comporterebbe un apporto consistente di nuovi capitali".
The Beatles, che hanno utilizzato gli studi per la maggior parte delle loro
registrazioni nel 1960, tra cui l'album 1969 "Abbey Road", la cui copertina
era caratterizzato da una foto dei Fab Four che camminavano sul passaggio
pedonale al di fuori dello studio.
Altri nomi illustri che hanno inciso musica agli studios ci sono i
Radiohead, Blur e Pink Floyd, il cui album "Dark Side of the Moon" nacque da
sessioni ad Abbey Road.
"A metà del 2009, abbiamo ricevuto un'offerta per l'acquisto di Abbey Road
per oltre 30 milioni di sterline (34 milioni di euro, 46 milioni di
dollari), ma questa è stata respinta in quanto riteniamo che Abbey Road
dovrebbe restare di proprietà di EMI," ha detto la EMI in una dichiarazione.
"EMI conferma che sono in corso discussioni preliminari per il rilancio di
Abbey Road con interessati e terzi idonei".
EMI, acquistata dalla società Terra Firma nel 2007, non ha fornito ulteriori
dettagli del progetto, ma ha indicato che gli studios potrebbero continuare ad
essere utilizzati per la registrazione.
Il quotidiano britannico “Financial Times” ha riferito la scorsa settimana
che gli studi di Abbey Road potevano essere venduti dalla EMI per ridurre il
suo debito con Terra Firma, cercando di evitare la violazione degli accordi
sui 3,3 miliardi di prestiti ricevuti.
La notizia riportava il commento dell'ex Beatle Paul McCartney, che ha una
casa vicina, che ha detto in un’intervista alla BBC: "Ci sono poche persone
che sono state associate con lo studio per un lungo periodo che parlano di
fare qualche tentativo per salvarli, sono solidale con loro. Spero che si
possa fare qualcosa, sarebbe fantastico."
Nel frattempo, il National Trust, un ente di beneficenza che si occupa di
immobili storici inglese, ha anche detto che stava cercando di comprare gli
studi dopo aver ricevuto un'ondata di chiamate da parte del pubblico.
EMI aveva acquistato la proprietà nella zona in Saint John's Wood nel nord
di Londra ( London N.W.8 ) per 100.000 sterline, un posto popolare tra i fan
dei Beatles che visitano la zona ogni giorno.
La svolta: talent show e "cover" del passato - Sono
tornate le canzoni
Quello che si è appena concluso non è stato solo il
festival dello scontro generazionale fra gli artisti storici o comunque di
gavetta classica e i giovani leoni dei talent show. E' stato qualcosa di
più: spariti i comici, più rari gli ospiti non cantanti, si è giocato sulla
centralità della musica e delle canzoni. La scelta, a livello di ascolti, ha
pagato e sembra destinata a dare un nuovo corso alla manifestazione. Per le
canzoni in gara dei big si è tentato il solito campionamento di generi (lo
faceva anche Baudo): qualche cantante storico come Cutugno, Ruggeri,
D'Angelo, una bella infornata di campioni di talent show, un pizzico di boy
band, personaggi poliedrici come Cristicchi, coloriti come Arisa, l'esperto
di canzoni che fanno notizia Povia, un impasto nazional popolare come
"Italia amore mio". Di solito, cercando di accontentare tutti, Sanremo
finisce per scontentare tutti. Ma stavolta, a far da collante alla formula,
c'era la nuova linfa che arrivava dai talent boys che alimentava
direttamente i cantanti di quella provenienza e indirettamente gli altri,
stimolati a sforzi creativi per competere con questi colleghi d'assalto.
Abbondavano quindi gli slogan orecchiabili (mentre scriviamo con la finestra
aperta sentiamo delle adolescenti che cantano "Meno male che c'è Carla Bruni
Sarkonò Sarkosì"). Fra i big le migliori emozioni sono arrivate da Marco
Mengoni, strano, contorto, ambiguo e uscito da un serial di fantascienza, da
Irene Grandi con la alta e surreale "La cometa di Halley", oltre che da
Malika Ayane che dà corpo e dignità a un'Italia multietnica. In un festival
che ha coinvolto moltissimo l'orchestra all'insegna dell'esibizione live
(talora imperfetta, ma molto vera), gli ospiti stranieri, da Susan Boyle a
Jennifer Lopez, dai Tokio Hotel a Mary J. Blige, hanno inciso poco sul
tessuto musicale della manifestazione e sono risultati in qualche modo
paracadutati in un terreno estraneo. Tranne quando hanno saputo interagire
con la Clerici, come nel caso di Bob Sinclar. E la canzone di Morgan rimasta
al palo? "La sera", rarefatta, melodrammatica, tutta poesia e poco
festivaliera, trionfa su YouTube, ma probabilmente al festival rischiava,
per complessità di struttura e pregiudizi sull'autore, di andare a far
compagnia a D'Angelo e Cutugno. Altre due scelte hanno pagato: quella di
provare a riproporre le canzoni in una chiave diversa sfruttando ospiti e
orchestra (consentendo, come nel caso di Pupo & principe, di cambiare il
testo), ma soprattutto la rilettura dei successi di Sanremo da parte di una
serie di star nazionali. Inutile dire che molti si sono concessi delle
spiccate libertà, come Elisa e la Mannoia in "Almeno tu nell'universo",
davvero rivoltata, e che la stessa Mannoia ha offerto una lettura inconsueta
di "E se domani". Molti hanno contestato il Cocciante di "Nel blu dipinto di
blu" con un errore nel testo, qualcuno ha sollevato giustificate perplessità
su come Bosè abbia eseguito in modo molto incerto "Non ho l' età". Ma al di
là di questi dettagli è proprio con queste operazioni che Sanremo si
riscatta e diventa momento di divulgazione culturale. Infatti non è con i
dischi originali (che invecchiano rapidamente), ma proprio con la rilettura
da parte di nuovi interpreti, che si tramanda la tradizione musicale. Non
solo quella di Sanremo, ma anche dei Gaber e De André. Sul fronte delle
nuove proposte, al di là del verdetto finale, sono arrivati dei giovani
preparati con canzoni decenti come Tony Maiello, pupillo della Maionchi,
Nina Zilli (premio della critica) con "L'uomo che amava le donne" che ha il
pregio/difetto di assomigliare a Giusy Ferreri che assomiglia a Amy
Winehouse. Le canzoni delle nuove proposte, trasmettibili da metà gennaio,
sono state totalmente ignorate dalle radio pubbliche (salvo Radiouno) e
private, che diffidano per principio da tutto quel che è targato Rai, salvo
poi migrare fisicamente a centinaia al festival. Risultato: i giovani sono
arrivati al festival ancora da sconosciuti e sono stati relegati a tarda
notte.
Mario Luzzato Fegiz
(Fonte: forum.corriere.it/fegiz_files/)
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Sanremo: nel regno degli «Amici» - di Aldo Grasso
clicca qui
Sanremo è finito , tirate lo sciacquone - di
Silvano clicca qui
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Nota di Mr. Tambourine : Perdonatemi
questa escursione in un campo che non ha niente a che vedere con il senso di
questo sito , ma la realtà è questa , ed ogni tanto bisogna parlare della
realtà !
a
Lunedi 22 Febbraio 2010
Scatta a Maggio la 2° edizione della "Battle of the Dylan
Cover Bands"
Cos’è la Battle of the Dylan Cover Bands ?
La battaglia è un concorso annuale di artisti di tutto il mondo che eseguono
le canzoni di Bob Dylan. La battaglia è interamente online - non c'è evento
fisico al quale dovrete partecipare. Basta caricare la vostra canzone, e noi
provvederemo a metterla in ondaì! Chiunque, pro o dilettanti, possono
presentare una voce per la battaglia delle Dylan Cover Bands, soddisfando i
seguenti requisiti:
Si esegue una canzone che è stata scritta da Bob Dylan.
Avere una registrazione di qualità broadcast della vostra performance in
formato MP3
(Preferibilmente almeno 192kbps stereo)
La sigla MP3s dovrebbe essere correttamente indicata nel formato: Nome
artista - Song Title.mp3.
Per esempio il Jim Jones - Blowin in the Wind.mp3
Si può presentare soltanto una (1) canzone per band / artista.
Sei un solista e anche un membro della band, è possibile inserire la canzone
a condizione che i nomi sono diversi
Vi è una tassa d'iscrizione di $ 10 USD (Paypal / carta di credito o vaglia
postale spedito. L’accesso per il versamento della quota di iscrizione si
ottiene con l'accesso a una zona segreta del sito)
Se tu fossi un concerrente in gara dello scorso anno, sei nuovamente libero
di presentare lo stesso brano per la battaglia di quest'anno, a condizione
che re-invii il tuo MP3.
Tutte le iscrizioni devono essere presentate entro il 30 aprile.
Come funziona la battaglia?
Tutte le iscrizioni saranno inseriti in un torneo-concorso (di solito in
ordine alfabetico per equità)
In contrasto con la concorrenza dello scorso anno, mentre gli ascoltatori
continueranno a votare i propri preferiti, il risultato finale sarà
determinato dalla nostra giuria.
I nostri tre giudici sono esseri umani, tuttavia, si consiglia di promuovere
voi stessi e ottenere più voti possibile in quanto può influenzare alcune
opinioni!
Alla fine del concorso, i vincitori saranno coperti di gòoria, ma,
francamente, il premio è vincere la promozione e l'esposizione alle comunità
dei fan di Dylan.
Cosa spetterà ai vincitori?
La promozione, Promozione, Promozione! Il vincitore riceverà la promozione
incentrata sia sul broadcast DylanRadio.com e il sito web, oltre a un
episodio del podcast DylanRadio.com interamente dedicato al vostro lavoro.
Se ciò non bastasse, il vincitore avrà anche il suo brano aggiunto alla
prossima uscita commerciale di Records Paradiddle 2011 compilation "Bob
Dylan discovered 2"
Per due secondi classificati saranno inseriti sul sito della Records
Paradiddle nell'area download.
"I poeti immaturi imitano, i poeti maturi rubano;
i cattivi
poeti sfigurano quello che prendono, e poeti buoni ne fanno qualcosa di
meglio, o almeno qualcosa di diverso". T.s. Eliot, da The Sacred Wood:
Essays on Poetry and Criticism / Phillip Massinger .
Gli inizi devonoessere stati il momento più importante per la formazione di Bob
Dylan : la vita è come un autore di canzoni, e, così è venuta fuori, tutta
la sua carriera di compositore. Era il gennaio 1961, l'inverno "più freddo
in diciassette anni, e Dylan si era appena trasferito a New York City, un
altro dei disgraziati menestrelli approdati al Greenwich Village in cerca di
fama e fortuna nella scena nascente della nuova musica folk. Bob aveva uno
scopo secondario in mente, tuttavia, nel suo trasferimento a New York.
Questo lo portò nel New Jersey, dove il suo idolo Woody Guthrie,
malato terminale affetto dal morbo di Huntington, si trovava a Greystone, il
parco dell'ex ospedale psichiatrico.
Appena arrivato Bob si stabilì a New York, poi fece il viaggio in New Jersey
con alcuni amici, si presentò in ospedale e chiese di vedere Guthrie. Gli fu
permesso , e Dylan parlò con il suo idolo, gli suonava le sue canzoni, e
apparentemente Guthrie, che era gravemente debilitato, era felice per aver
conosciuto il suo giovane discepolo. Guthrie prese in simpatia e Bob Dylan
continuò a visitare periodicamente Guthrie. Durante una delle visite, Woody
diede dei consigli a Dylan sul come scrivere canzoni, consulenza che delineò
fortemente Dylan nell’approccio e nell’arte dello scrivere le sue canzoni di
allora.
Guthrie gli disse di rubare. Spiegò al giovane ed impressionabile cantautore
la lunga tradizione popolare di prendere una canzone che già esiste,
cambiarne un pò la melodia , mettere alcune parole nuove e così ecco una
nuova canzone. Nei tempi antichi i trovatori nei loro viaggi passavano di
città in città cantando le loro canzoni , poi quando se ne andavano , la
gente del luogo usava quelle melodie per scrivere altre canzoni più
attinenti alla loro vita ed al luogo nel quale abitavano, erano i telegrafi
a piedi o i giornali del tempo. Ballate che raccontano di battaglie, di
criminali famosi, eroi, amori iconici, tutto faceva parte del flusso
folcloristico – tutte le canzoni sono passate per questa via. Lungo i loro
viaggi, le canzoni sono state regolarmente cambiate dal trovatore di turno
che si era incontrato con loro - storie locali sostituituivano le vecchie,
un cast diverso di eroi e criminali assumeva il ruolo principale nel dramma,
forse il cantautore avrebbe potuto solo cambiare qualcosa per farsi piacere
di più la canzone , così esse cambiavano un pò la melodia e un pò le parole.
Nel corso del tempo, come nel gioco del telefono, il risultato finale
finisce per essere, se non del tutto nuovo, almeno del tutto diverso. Woody
Guthrie aveva capito questo modo di fare, che era un metodo ben praticato
nella creazione di canzoni nuove, ed è stato questo gioiello di conoscenza
che ha passato a Dylan.
Dylan, da parte sua, era già abituato a questi piccoli furti. Quando aveva
sedici anni, l'adolescente Bobby Zimmerman aveva copiato il testo di una
canzone di Hank Snow, "Little Buddy," cambiando un pò di parole, e lo
aveva
presentato come proprio alle news del campo estivo. Questa "originale"
pagina della canzone di Dylan scritta a mano è andata di recente all’asta da
Christie's, fino a quando si è scoperto che i testi erano in realtà Hank
Snow. La canzone era stata registrata da Snow undici anni prima che Dylan la
presentasse come sua nelle newsletters del campo, ma la maggior parte dei
ragazzi al campo senza dubbio non l’avevano mai sentita. Questo è un
perfetto modello per il suo seguito, le pratiche più raffinate, dove salva
oscuri e dimenticati materiali provenienti dal passato e li rivendica come
propri. Con la benedizione dal suo mentore di fare ciò che aveva già
pensato, Dylan liberamente cominciò a utilizzare questo metodo fin
dall'inizio - utilizzandolo per assicurare la sua comparsa come un
compositore importante. Bob stava solo facendo ciò che tutti gli artisti
folk storicamente aveva fatto. Ha fatto di lui quello che è diventato -
molti altri cantanti erano certamente migliori, e altri notevoli coetanei
songwriter di Dylan erano almeno altrettanto poetici e intelligenti, ma non
avevano questo asso nella manica che aveva lui, che era l'assoluta
convinzione che non solo è buono assorbire e poi rubare, era l'approvazione
di uno dei più grandi cantautori del tempo - è stato quello che ha fatto
Woody. Guthrie, ha dato la benedizione a Dylan di utilizzare, adeguare e
rimodellare una inesauribile fonte di materiale, cioè ogni canzone che lo
avevano preceduto.
Storicamente, questa non è una novità. Shakespeareaveva basato molti dei
suoi scritti su cose giù scritte o altre storie, migliorandole nella sua
versione.
Il mercante di Venezia si crede abbia avuto la sua origine ne “Il Pecorone”
o “Il balordo”, scritte nel 1378 da Giovanni Fiorentino. Il metodo dei
pretendenti di Porzia di sceglere uno scrigno particolare per chiedere la
sua mano, è tratto dalle “Gesta Romanorum”, una collezione di storia
medievale, che è stata tradotta da Richard Robinson, pubblicata nel 1577, e
fu così che divenne accessibile a Shakespeare. C'è anche lunga tradizione
artistica di pittori nel copiare le opere di celebri maestri, nel dipingere
nel loro stile. Buoni poeti, come t.s. Eliot hanno rubato cose da altri
trasformandole in qualcosa di meglio. Questo Dylan ha preso le canzoni, ha
preso tutto quello che c’era là fuori, ciò che era stato ormai messo da una
parte, dimenticato, l’ha modificato e l’ha usato. Ha usato a lungo questo
approccio attingendo da diverse fonti, sempre vivo fino al dictum di Eliot
di fare meglio dell’originale, trapiantando le parti in una storia
più importante, più significativa, farne un lavoro migliore di quello che
era prima. Dylan ha trovato queste gemme ovunque - in altre canzoni, nella
Bibbia, nei miti, nei film - e, come un gioielliere, ha lavorato con queste
nuove impostazioni per la creazione dei suoi capolavori.
Questa serie di fonti e "prestiti" usati da Dylan sarà un esame di tali
vasti archivi, uno sguardo in profondità alle fonti della musica e delle
parole che trovano una nuova strada in molte delle creazioni di Dylan, le
centinaia di spizzichi e bocconi che ha compattato nel suo vastissimo
songbook , e anche nel suo libro, "Chronicles".
E' una sorta di ricerca poliziesca, una sola canzone di Dylan, smontata e
studiata, può produrre una massa enorme di annotazioni, di collegamenti,
echi, riverberi – la ricerca , diventa come fare un tour attraverso la
storia, attraverso l’ America, anche sul presente e sul passato. E' qualcosa
come i links di internet , un processo che a volte può sembrare infinito.
Infine, vorrei sottolineare che questo esame sull’ utilizzo da parte di
Dylan di altre opere nelle sue canzoni - non è in alcun modo una condanna
dell’ agire di Dylan, si tratta infatti di un apprezzamento di questo modo
di agire. Che è, l'apprezzamento, nel senso meno utilizzato della parola -
per il valore ed il peso dell’ opera risultata da questi furti. Questa serie
sarà uno studio dettagliato di questo particolare aspetto del suo processo
di creazione, una dissezione e una analisi del maggior songbook del 20°
secolo e ora 21°. E' l'esame di un Maestro assoluto, uno sguardo nell’
ingombro, straripante e affascinante del lavoro della sua mente. Che Dylan è
un compositore Master è indiscusso. Egli dimostra anche di essere - entro i
confini del suo scrivere canzoni - un poeta maestro, un collage di master,
un grande musicista, un maestro distoria americana. E un ladro maestro.
Salve mi chiamo Andrea e da 14 anni seguo Bob, da quasi 2
anni seguo anche Maggie's Farm in modo giornaliero. Mentre navigavo in rete
mi sono imbattuto nel sito Dylanconcerts.com un sito davvero interessante
dove si possono ascoltare i samples (piccoli assaggi) di tutte le Live
Performances di Bob dal settembre 1961 al novembre 2009 il sito è in
continuo aggiornamento.Si possono ordinare e comprare anche cd di interi
concerti nel sito c'è anche una sezione news e una sezione dedicata ai dvd
live.
Spero che pubblichiate la mia mail. Grazie.
Ti ringrazio per la segnalazione Andrea
, sono andato a visitare il sito ed ho visto che è un sito prettamente
commerciale , praticamente è un negozio online come ce ne sono migliaia nella rete ,
l'unica differenza è che questo tratta esclusivamente materiale di Bob Dylan
, qualche amico della Fattoria potrebbe anche
trovare il pezzo che gli manca o che desidera da tempo, ciaoe grazie , alla
prossima , :o)
Eric Clapton, Jimmy Page, Jeff Beck, Charlie Watts,Bill
Wyman - Layla
a
Sabato 20 Febbraio 2010
The Times They Are A-Changin '
di Jeff Cochran
La performance di Bob Dylan alla Casa Bianca, la sera del 9 febbraio, è
stata commovente e riflessiva.
Accompagnato dal bassista Tony Garnier e dal pianista Patrick Warren, Dylan,
alla chitarra, ha cantato "The Times They Are A-Changin '" una scelta
eccellente per lo spettacolo alla Casa Bianca chiamato "La celebrazione
della musica del movimento dei diritti civili".
La canzone è stata eseguita come un valzer solenne, permettendo che la sua
bellezza e il suo messaggio suonassero in modo chiaro. In Muddy Water, una
rivista on-line, Peter Stone Brown ha detto "Dylan ha cantato la canzone
come l’aveva scritta, anche se con piena consapevolezza che erano passati
quasi 50 anni, con tutto ciò che è accaduto e ciò che non è successo."
Registrata nel mese di ottobre '63, come title track per il suo terzo album,
il messaggio in "The Times They Are A-Changin '" manterrà la sua importanza
nei seguenti 50 anni e per molto tempo dopo. Questo proclama di Dylan a
scrittori, critici, i genitori, i politici, e quasi tutti noi, di tener
conto quello che già era cambiato, cosa ancora era necessaria per il
cambiamento e le modifiche sulla nuova strada che avrebbe portato ad una
destinazione migliore.
Perla comparsa alla Casa Bianca, Dylan è stato invitato da Barack Obama, il
primo presidente nero degli Stati Uniti, che rappresenta un cambiamento
colossale. Ma l' elezione di un uomo buono e degno non fa cambiare tutte le
cose di nuovo. Forse ogni giorno il Presidente Obama pensa alle ammonenti
parole che Dylan ha scritto nel 1963.
Venite senatori, deputati,
Vi prego di ascoltare la chiamata
Non sostare nel vano della porta
Non ostruire la sala
Il Presidente John F. Kennedy aveva meno di un mese da vivere quando Dylan
ha registrato "The Times They Are A-Changin '". Fosse vissuto abbastanza per
ascoltare la canzone, JFK sarebbe stato daccordo con Dylan nel monito ai
legislatori. Kennedy aveva difficoltà a legiferare sui diritti civili con il
Congresso. Il Congresso, potente, con anzianità di servizio e opinioni
danneggiate verso la giustizia, era stato in grado di bloccare la
concessione di nuove leggi di parità.
Un legislatore di questi era l’anziano senatore dalla Georgia,
Richard B. Russell Jr. Considerato uno degli uomini più brillanti che abbia
mai servito nel Senato degli Stati Uniti, la presa di posizione contraria di
Russel sui diritti civili si sarebbe rivelata dannosa per la nazione e per
la sua carriera. Eppure ha ostinatamente contrastato una legge che avrebbe
modificato le cosiddette “bianche” tradizioni del sud. Era un uomo così
visionario , ma così fuori del tempo sulla questione della razza promossa da
JFK.
Nella biografia scritta da Ray Leonard Teel, Ralph Emerson McGill, voce
della coscienza del Sud, chiacchierando nello Studio Ovale con McGill, JFK
esprime le sue frustrazioni.
"Ammiro molto Dick Russell", Kennedy ha detto, "e mi chiedo se mi poteva
spiegare perchè un uomo come lui .... L'intero mondo sta cambiando e
l'intera nazione sta cambiando. Eppure questo uomo dotato resta irremovibile
e provocatorio in materia di qualsiasi misura che tenda a entrare nel campo
dei diritti civili ".
McGill aveva capito la sfida di JFK con quello che sembrava
così illogico e antiamericano. Le parole che aveva scritto per la
Costituzione di Atlanta ottennero l'elogio di molta gente sulla necessità di
molti cambiamenti nelle relazioni razziali, ma ebbero l'odio vile da parte
di altri. L'opposizione fu messa di fronte al fallimento della sua
contrarietà ad accettare i neri come uguali davanti alla legge, ma la cosa
gli procurò molta tristezza.
McGill ha trovato conforto, tuttavia, in una amicizia che ha sviluppato con
il poeta e biografo di Lincoln,Carl Sandburg. In un articolo che McGill
aveva scritto per la rivista "La Costituzione di Atlanta” nel '51 su
Sandburg e il suo trasferimento dal Midwest a Connemara, in Flat Rock,
Carolina del Nord, ha portato ad un ulteriore scambio di corrispondenza e
visite tra i due.
Nel suo libro, Tell scrive di un invito di Sandburg a McGill, dopo la
pubblicazione dell'articolo, dicendogli "Vieni qui in qualsiasi momento e mi
toglierò da quello che sto facendo per vederti e parlare con te. Penso che
rappresenti la civiltà ". Teel continuò a scrivere che" McGill aveva sentito
un potere di cambiamento nel poeta ormai 73enne".
Contattato di recente, Teel dice: "E 'stata la poesia che li ha riuniti perché
entrambi amavano la poesia. Il modo di esprimersi di Sandburg era un
conforto per la sua pace mentale. McGill ne aveva assolutamente bisogno ,
durante l’era dei diritti civili, quando sentiva continuamente le critiche e
anche le bestemmie sulla sua proposta di prendere le distanze dalla
segregazione ".
E' il 3 febbraio 1964. In sei giorni, i Beatles fanno la loro prima apparizione
all' Ed Sullivan Show, con una performance che era davvera chiara : i
tempi stavano cambiando. Presto Bob Dylan sarebbe diventato uno tra le
milioni di persone influenzate dai Beatles. Ma in quella prima settimana di
febbraio del '64, lui e tre amici erano in tour . Una tappa importante, per
la corsa che era iniziata a New York e si era conclusa in California, era
stata Flat Rock, Carolina del Nord. Dylan era intenzionato ad incontrare il
suo idolo, Carl Sandburg.
Dopo aver ricevuto informazioni da un inserviente della locale stazione di
servizio (che non sapeva di un poeta di nome Sandburg, ma che conosceva un
contadino di nome Sandburg che aveva una fattoria di 240 ettari), Dylan si
diresse verso Connemara, dove sotto il portico incontrò la signora Lillian
Sandburg. Ci sono diversi testimonianze di questo affascinante incontro, uno
è di Robert Shelton in No Direction Home, The Life and Music of Bob Dylan.
"Lei non sembrava sorpresa da noi quattro con i capelli lunghi.... Dylan
disse: 'Sono un poeta. Il mio nome è Robert Dylan e vorrei vedere il signor
Sandburg”. Lei scomparve in casa sotto i loro occhi, òoro rimasero a
aguardare il prato in
pendenza, dove le capre erano al pascolo, in un fitto bosco vicino alla
collina.... "
Sandburg ci mise un pò ad uscire sotto al portico. Quando arrivò, uno dei
quattro, Pete Clayton, ha ricordato Shelton che "Sandburg ha guardato il
resto di noi, ma era solo interessato a Dylan. Ci fu una immediata
comunicazione silenziosa tra i due".
Sandburg disse a Dylan, "Sembri essere pronto a tutto. Vorrei farti una
quarantina di buone domande. Il tuog ruppo sembra in grado di contrastare
ogni emergenza”. Lui ha anche detto a Dylan," Sei proprio un giovane uomo
intenso".
La visita è durata circa 20-30 minuti. Dylan ha dato a Sandburg una copia
del suo album recentemente pubblicato "The Times They Are A-Changin' " e
Clayton gli ha offerto una copia del suo album. Sandburg ha detto che
avrebbe ascoltato gli album, anche se Sandburg sembrava "drizzare le
orecchie", ogni volta che Dylan si definiva poeta, la visita presto volse al
termine. Sandburg aveva altre lettere e manoscritti che necessitavano della
sua attenzione.
Dylan rimase deluso dalla visita. Pensava che avrebbe potuto fermarsi un po
', forse andare dentro, dove Sandburg avrebbe potuto dargli spiegazioni in
merito al mondo come lui lo vedeva. Dylan fu anche deluso dal fatto che
Sandburg non aveva sentito parlare di lui, nonostante i suoi tre album di
successo. Ma è anche comprensibile che un vecchio e saggio poeta
che viveva tra le montagne della Carolina potesse anche non essere a
conoscenza della sua opera. Ma Sandburg aveva visto qualcosa in quel
ragazzo che continuava a ripetere di essere un poeta. Egli ha giustamente
percepito l'intensità di Dylan.
Due giorni dopo, i quattro amici arrivarono ad Atlanta in direzione della
vicina Emory University, dove per Dylan era previsto un concerto. La
gente in platea era composta da una folla entusiasta, che sapeva le parole
di quasi tutte le sue canzoni.
Circa sei miglia a sud-ovest della Emory University di Atlanta c’era
l'antico edificio della Costituzione, nella parte vecchia del centro della
città. Chissà cosa sarebbe potuto accadere se Dylan avesse pensato di andare
a visitare l’amico di Carl Sandburg, Ralph McGill, l'editore della
Costituzione e voce della morale? Dylan e McGill avrebbero potuto
parlato poeticamente. Forse avrebbero potuto fare un paragone fra il disco
d'oro ed il Premio Pulitzer (McGill ha vinto un premio Pulitzer nel '59, per
la letteratura editoriale). O forse McGill avrebbe tirato fuori l’articolo
che aveva scritto per la Costituzione, nel mese di aprile del '53.
L’articolo di McGill, “One Day It Will Be Monday”, prevedeva il giorno in
cui la Corte Suprema degli Stati Uniti avrebbe dichiarato "fuorilegge” il
sistema scolastico “duale” del Sud. Ha osservato che il problema della
segregazione nelle scuole era davanti agli occhi dei giudici in quattro
Stati e nel Distretto della Columbia. Gli altri Tredici Stati sarebbero
stati colpiti dalle sentenze che meritavano. Egli ha invitato i leader degli
Stati del Sud a lavorare per l’integrazione, evitando la violenza e la
rabbia.
Undici mesi più tardi, il 17 maggio 1954, quel lunedi è arrivato. La Corte
Suprema ha stabilito, nel “Brown v. Board of Education”, che le scuole erano
segregate incostituzionalmente. Un grosso colpo per il segregazionismo.
McGill aveva previsto che i tempi stavano cambiando e sarebbero cambiati
ancora di più. Alcuni cambiamenti sono stati lenti ad arrivare e
sorprendentemente rapidi molti altri. Ci sarebbe voluto un decennio per
mettere in opera tali cambiamenti. C'era molto da espiare e molto terreno da
recuperare.
Carl Sandburg e McGill avevano condiviso la preoccupazione per gli oppressi.
Hanno sostenuto i diritti civili e avevano contribuito alla NAACP. E'
probabile che Sandburg e McGill, sotto il porticato di Connemara, parlassero
spesso del loro desiderio che l'America vivesse in base ai loro principi.
Entrambi gli uomini sarebbero in grado di dirci ora, anche con i progressi
compiuti, che c’è ancora molto da fare. Ma sicuramente ad entrambi avrebbe
fatto piacere vedere Bob Dylan, nel 2010, cantare "The Times They Are
A-Changin '" davanti al primo nero-americano presidente degli Stati Uniti.
ti
ringrazio per la celerissima risposta.....
in verità quella pagina dell'intervista del 1965 la conoscevo e non è la
trascrizione integrale dell'intervista purtroppo...
ne conosci altre ? grazie, Marcelllo
Mi spiace , tutto quello che sapevo te l'ho
segnalato , ma credo che dai filmati potrai ricostruire l'intera intervista
, ciao , alla prossima , :o)
a
Venerdi 19 Febbraio 2010
L’uomo che insegnò ad Hank Williams a suonare la chitarra:
La storia di Rufus Payne
Di Ken Morton
Inutile dire che Hank Williams è una leggenda della musica country, ma
sarebbe del tutto ragionevole sostenere che è stato anche l'artista più
influente nella storia di quel genere musicale. Ma potrebbe essere che un
musicista afro-americano abbia dato il via al genio di The Cowboy Drifting?
Non ci sono registrazioni effettuate da Rufus Payne. Tuttavia, Payne ha
lasciato un segno importante nella storia della musica country comer tutore
ed insegnante di un ragazzo dal profondo sud a suonare la chitarra, e forse
soprattutto insegnando a quel ragazzo di apprezzare l’ hillbilly blues e le
influenze musicali provenienti dalle regioni circostanti.
Il Nickname di Payne era "Tee-Tot" e tutti coloro che lo conoscevano lo
chiamavano così al posto che col suo nome. Il tag è un gioco di parole su
“teetotaler”, una miscela fatta in casa di alcol e di tè che il musicista
portava con se quasi ovunque.
Tee-Tot fece conoscere a Williams il blues e le altre influenze
afro-americane che alla fine hanno aiutato Williams nel combinare con
successo hillbilly, folk e blues in suo stile unico, uno stile che avrebbe
finito per cambiare il panorama della musica country per sempre.
Incredibilmente, l'eredità musicale Williams merita molto più del credito di
un uomo del quale non fu mai conosciuto il suo passato, delle comunità
locali nel sud Alabama durante la sua vita. E' stato solo dopo la sua morte,
e la successiva morte di Williams, che questa storia davvero singolare è
venuta a conoscenza della gente.
Sorprendentemente, molti dei dettagli della vita Payne sono ancora un
mistero, probabilmente spiegato dal fatto che sul suo certificato di morte
manca la sua data di nascita, il nome della madre e quello del padre.
I dettagli a disposizione sono stati raccolti dalla storica dell’Alabama
Alice Arpa: Payne è nato intorno all'anno del 1884 sulla Plantation Payne a
Sandy Ridge (Lowndes County), in Alabama. Secondo Arpa, i genitori di Payne
erano stati schiavi e dopo essere stati liberati, si trasferirono a New
Orleans intorno al 1890. Lì, il giovane Payne si immergeva nel nuovo
movimento Jazz. In seguito alla morte dei suoi genitori, si sarebbe spostato
per stabilirsi a Greenville, in Alabama.
I cugini di Williams JC e Walter McNeil, hanno ricordato Payne in ”Hank
Williams: La Biografia” di Colin Escott.
JC McNeil ha ricordato che Payne viveva dalle parti di Greenville e ha
lavorato part-time al Peagler's Drug Store come fattorino e per
le pulizie. Chi lo ha conosciuto ricorda che aveva una schiena curva, con
lunghe braccia che si arrivavano quasi alle ginocchia.
"Voleva suonare chitarra e piatti insieme", ha detto Walter McNeil. "Aveva i
piatti legati tra le gambe, e aveva questa cosa al collo con una tromba
jazz, penso che la chiamasse così, e l’armonica ebraica. E suonava tutte
quelle cose assieme alla chitarra e si definiva uno one-man band. Aveva una
scatola di sigari di fronte a lui in cui la gente poteva buttare i soldi.
"Tee-Tot faceva anche altri lavori a tempo per far quadrare il suo bilancio.
Hank Sr., ha detto uno dei membri della sua band, che Tee-Tot ha lavorato
per un certo periodo come bidello nella scuola di Greenville.
Lilly , la madre di Hank, ha raccontato a Escott che ha pagato Payne con dei
pasti in cambio delle lezioni di chitarra per Hank.
"Più di ogni altra cosa", ha detto Walter McNeil, "Penso che Tee-Tot abbia
aiutato Hank ad andare oltre la sua timidezza, e lo aiutò molto, perchè Hank
era una persona molto timida, più di chiunque altro, e penso che Tee-Tot, in
qualche modo , sia stato un grande aiuto per lui".
Mentre gran parte di ciò che ci fu tra lo studente ed il maestro venne
dimenticato con la morte di Williams, rimane il pensiero che il suo ritmo e
il suo modo energico di suonare la chitarra sia cominciato con quelle prime
lezioni. L’uso che faceva Williams dell’accordo di MI ricorda alcune delle
melodie blues che Payne avrebbe suonato in quei momenti.
Payne sicuramente ha insegnato ad Hank alcune canzoni. E mentre molto poche
(se esistono) o quasi niente di quelle canzoni sono state mai registrate da
Williams, certamente il ritmo, il suono e lo swing ed il blues ancora
rendono omaggio alle influenze di Payne.
Prima della sua morte, Williams aveva rivelato che un musicista nero era
stata la sua più grande influenza durante la crescita. "Tutta la formazione
musicale che oggi io posseggo viene da lui", ha detto al “Montgomery
Advertiser” al momento del suo ritorno a casa nel 1951. L'anno successivo in
una pubblicazione diversa, aveva detto: «Ho imparato a suonare la chitarra
da un vecchio di colore. [...] Gli davo 15 centesimi, o qualsiasi altra cosa
che gli poteva essere utile, per la lezione ".
Il figlio di Williams, Hank Jr., ha reso un omaggio a Tee-Tot dicendo che
aveva avuto una incredibile influenza su suo padre nella canzone "The Tee
Tot" song" nel suo album “Club Almeria”. È possibile ascoltare la canzone
qui sotto:
Rufus Payne morì quasi senza un soldo in un ospedale di
carità a Montgomery, Alabama, il 17 marzo 1939. La sua età, al momento della
sua morte era sconosciuta, ma è stato valutato che poteva avere circa 55
anni.
Nota del redattore: Questo articolo cita brevi brani (come citato) dallo
scrittore e storico della musica country Colin Escott nel suo affascinante
libro del 1995: Hank Williams: The Biography. Il libro è considerato l'opera
più di riferimento sulla vita di Williams'.
Sir Paul McCartney si augura che gli studi di Abbey
Road possa essere salvati
L'entrata degli Studios
Gli studios attirano ancora i fan dei Beatles
provenienti da tutto il mondo.
Sir Paul McCartney ha detto alla BBC che spera che i
famosi Abbey Road Studios possano essere salvati, dopo la notizia che sono
stati messi in vendita dal proprietario EMI.
Vendere gli studi, più noti per essere il luogo dove i Beatles registrarono
i loro album, potrebbe allebiare il debito di 30 milioni di sterline che
grava la casa discografica EMI.
Sir Paul ha detto al programma Newsnight che alcune persone legate agli
studi stanno cercando di fare una cordata per salvarli.
La EMI e la conproprietaria Terra-Firma hanno rifiutato di commentare.
le zebra crossing più famose del mondo
Non è noto se dopo la vendita il sito continuerà ad essere uno studio di
registrazione o sarà convertito per altro uso.
"Ci sono poche persone che sono state legate allo studio per lungo tempo e
stanno cercando di rilevarlo", ha detto Sir Paul. "Sono solidale con loro.
Spero che si possa fare qualcosa, sarebbe fantastico."
La EMI ha recentemente rivelato che ha bisogno di raccogliere oltre 100
milioni di sterline da parte degli investitori per impedire la violazione
presito bancario con il gigante statunitense Citigroup.
Album : "Elvis now" , ci sono anche 2 canzoni di
Bob Dylan
clicca qui
a
Giovedi 18 Febbraio 2010
La mail di Marcello
Ciao.
sono nuovo al sito e stavo crecando se esistono, le traduzioni o anche solo
le trasposizioni in inglese della interviste del 1965 press conference di
san francisco e le recenti interviste rilasciate in occasione degli ultimi 3
dischi
Ciao, Marcello
Allora , per la conferenza del 1965
clicca qui, i
filmati della conferenza li trovi
cliccando
qui ,
per quella di "Together
Through Life"clicca qui, per "Tell Tale Signs" non risultano
interviste , ma
cliccando qui trovi una
vasta gamma di recensioni ed opinioni , per "Cristmas in the Heart"
clicca qui per tutti i
pareri e le opinioni sul disco ,
per l'intervista
clicca qui
, ciao :o)
Tony Garnier, reduce da una performance alla Casa Bianca la scorsa settimana
dove ha suonato il basso per Bob Dylan, ha fatto un secondo concerto per Jonny
Rosch ed altri amici al Bar P & G a New York nella notte di Martedì.
Garnier, che sta per andare in tour con Dylan, ha detto che la prestazione
alla Casa Bianca è stato uno dei momenti salienti della sua carriera durante
i concerti in tutto il mondo con Dylan. Era dietro a Dylan mentre stringeva
la mano al presidente Obama e poi ha incontrato il presidente stesso.
Garnier ha detto che non solo ha stretto la mano alpresidente e alla First
Lady, ma l’ha anche stretta a Malia e Sasha. Tuttavia, si è dimenticato di
stringere la mano al Vice President Joe Biden, del quale ha detto "era solo
a tre metri di distanza". Garnier ha detto di sperare di poter avere un
quadro dove lui stringe la mano al presidente, ma non ha contattato la Casa
Bianca sul come ottenerlo.
Suonatore di basso per Dylan e direttore musicale, ha detto che il pianista
Warren e Dylan hanno fatto un suond-check per “The Times They Are A Changin”
prima dell’esecuzione, ma non vedeva alcun motivo per rimanere alla Casa
Bianca per attendere il finale. Così, ha detto , hanno fatto ritorno al loro
albergo riattraversando i severi controlli della sicurezza della White House
, come avevano dovuto fare per due volte al loro arrivo circa un'ora prima
dello spettacolo vero e proprio.
Garnier ha detto che Dylan ha eseguito il brano in modo diverso sia durante
il sound-check che nello spettacolo. Cosa che è abbastanza di routine, ha
detto, dal momento che suonare con Bob Dylan richiede ad un musicista di essere
sempre pronto per diverse varianti. Tuttavia, quando alcuni artisti alla
Casa Bianca hanno rifatto le loro canzoni per la registrazione, Dylan ha
fatto il suo solo una volta ed è stato perfetto.
Durante l'attesa per le prestazioni, Garnier ha detto di aver visto i
dipinti originali sulle pareti della Casa Bianca, tra cui quelli di George
Washington e degli indiani americani, che ha detto gli davano un senso di
gravità del palazzo e del luogo dove si trovava. Tony ha detto “ E’ un posto
che non dimenticherò mai”.
Quando hanno terminato l'esecuzione, ha detto che il gruppo di Dylan ha
immediatamente lasciato la Casa Bianca, senza rimanere ancora per il finale.
Garnier ha detto che è tornato a New York con un treno dell’Amtrak.
Le canzoni della libertà alla Casa Bianca , Be ',
sorta di ...
di Peter Stone Brown
Nel giugno del 1963, i miei genitori mi hanno portato ad un concerto di Pete
Seeger a Lambertville, New Jersey. Avevo visto due volte prima Seeger, ma
questo concerto è stato diverso perché ha cantato un sacco di nuove canzoni,
ha presentato Bob Dylan, con "A Hard Rain's A-Gonna Fall" e "Who Killed
Davey Moore," e in aggiunta a una canzone di Tom Paxton, ha cantato un sacco
di canzoni nuove riguardanti le manifestazioni per i diritti civili che si
svolgevano nelle strade del sud del Paese. Molte di queste canzoni, in effetti
più o meno lo spettacolo che ho visto, sono uscite sull’album di Seeger “We
Shall Overcome”, album registrato dal vivo alla Carnegie Hall, lo stesso
mese.
Il mese successivo mi sono trovato in un campo nel Maryland. Per tutta
l'estate ho sentito "Blowin 'In The Wind" di Peter, Paul & Mary ogni volta
che accendevouna radio a transistor.
Alla fine dell'estate ho cambiato casa andando ad abitare in una nuova nella
città di North Jersey, dove la cosa migliore era che era molto vicina, una
breve corsa, a New York City. Mio fratello tornò a casa da un campo estivo
diverso. Sapeva già suonare la chitarra, ma ora suonava chitarra e armonica
insieme ed ha cominciato a raccontarmi di questo tizio di nome Bob Dylan e
cantato alcune delle sue canzoni. Il caso ha voluto che Bob Dylan stava per
apparire in TV quella sera, in uno show chiamato "Songs of Freedom."
C’erano anche Odetta e un gruppo che cantava a cappella, le Freedom Singers.
Dylan cantava "Only A Pawn in Their Game e" Blowin 'In The Wind ", Odetta ha
cantato," No More Auction Block, e "Oh Freedom", e la Freedom Singers
cantavano, "Ain't Gonna Let Nobody Turn Me' Round "," Woke Up This Morning
With My Mind Set On Freedom "e" We Shall Overcome ". Il giorno successivo
c’è stata la marcia su Washington, dove Dylan ha cantato " Only A Pawn " e "
When The Ship Comes In ".
Meno di tre mesi dopo, John F. Kennedy sarebbe stato ucciso. Otto giorni
dopo ho visto Bob Dylan in concerto per la prima volta. Ha aperto con "The
Times They Are A-Changin '", e ha fatto parecchie canzoni del disco che
sarebbe uscito con per titolo il nome di quella canzone, mi sembra un paio
di mesi più tardi. Ci fu uno spettacolo serale di musica folk a quel tempo
nella zona metropolitana di New York, lo show di Jerry White, con canzoni
d'attualità da un intero gruppo di cantautori con sede al Greenwich Village,
e le canzoni della libertà erano parte dello show. Se si era andati a un
concerto di quasi tutti i folksinger, in quel momento, c'erano buone
possibilità di poter ascoltare qualche canzone che parlasse del movimento
dei diritti civili.
Allo stesso tempo, lentamente, la cosa stava per essere assorbita anche
dalla musica Soul e R & B. Sam Cooke, ispirato da "Blowin 'In The Wind",
iniziò a far girare la palla con la "A Change Is Gonna Come", ma non fu un
grande successo fino a dopo la sua morte. Curtis Mayfield degli
“Impressions” scriveva testi sempre più di attualità, con canzoni come
"We're A Winner", "Keep On Pushing", "Choice of Colors", e "This Is My
Country." Nel 1968, James Brown saltava sul palco con "Say It Loud - I'm
Black and I'm Proud".
Il giorno dopo il mio secondo concerto di Dylan alla Philharmonic Hall di
New York City, il giorno di Halloween nel 1964, sono andato a un concerto
pomeridiano al Village Gate, dove per un dollaro ho comperato il primo
"Broadside Hoot". Broadside era una rivista ciclostilata che pubblicava
canzoni dei cantautori di "attualità" di New York come pure alcuni altri
luoghi del paese. Singer-songwriter come Phil Ochs, Tom Paxton, Eric
Andersen, Buffy Sainte-Marie, Pat Sky, Len Chandler, Julius Lester, Pete
Seeger, Judy Collins e Ramblin 'Jack Elliott. Probabilmente ho dimenticato
qualche altro nome. La storia continuò fino alla primavera del 1965, ed ad
ogni show, una nuova canzone sulla libertà o che parlava di ciò che stava
accadendo nel movimento dei diritti civili veniva presentata.
Le canzoni che cantò Pete Seeger in quel concerto del giugno del 1963 e
quelle che cantarono le Freedom Singers sono canzoni che sono state cantate
a manifestazioni, marce, sit-in e raduni. Molte di queste canzoni si
rifacevano a canti di chiesa basati sia su gospel che spiritual, e talvolta
vecchie canzoni popolari. La stessa cosa era stata fatta con le canzoni dello
Union and Labor Movement negli anni '30 e '40.
Così, quando è stato annunciato qualche settimana fa, che per Black History
Month, ci sarebbe stato un programma per celebrare "la musica che ha
ispirato il movimento dei diritti civili" alla Casa Bianca, e che tra gli
altri, Bob Dylan e la Freedom Singers si sarebbero esibiti, un mucchio di
pensieri correvano nella mia testa. Tra di loro il dispiacere di non poter
vedere partecipare Odetta, e se tutte le originali Freedom Singers erano
ancora vive.
E' stato divertente e triste guardare le speculazioni sui vari forum
di Internet circa la canzone o canzoni che Dylan avrebbe cantato .
Triste perché la maggior parte degli utenti che postano i loro post non
sembrano rendersi conto che le canzoni di Dylan sono state fortemente legate
al movimento dei diritti civili. Ero abbastanza sicuro che una sarebbe stata
"Blowin 'In The Wind", o "The Times They Are A-Changin " ma non era
da escludere "The Lonesome Death of Hattie Carroll" . Tutte e tre le esegue
con una certa regolarità in concerto. Allo stesso tempo ho pensato che
sarebbe stato meraviglioso se avesse cantato "Oxford Town" o "Only a pawn in
their game". Quando è stata annunciata, pochi giorni prima del concerto, la
partecipazione di Joan Baez , la speculazione è cresciuta più intensa per
ovvi motivi. Sarebbe la prima volta che Dylan e Joan Baez si sarebbero
trovati contemporaneamente nello stesso luogo (pubblico comunque) in 26
anni. Come si avvicinava il concerto, che stava per essere trasmesso su un
feed in diretta Internet e ritrasmesso sulla Pubblica TV la notte
successiva, mi chiedevo se l’accoppiata Dylan-Baez sarebbe ancora potuta
avvenire. Washington e molte parti della costa orientale erano state colpite
da una enorme bufera di neve, con una previsione ancora peggiore per il
giorno dello spettacolo.
A metà pomeriggio del giorno prima del concerto un amico mi ha informato via
e-mail che, a causa della tempesta di neve, il concerto era stato spostato
di un giorno. Più probabilmente quella che doveva essere una prova generale
si trasformò in una prestazioni effettiva. Alcuni artisti come Mavis Staples
e Cordell Reagon delle Freedom Singers, non ce l'hanno fatta a raggiungere
Washington.
Il feed live ha richiesto molto tempo per iniziare. C'erano miscues, false
partenze, momenti difficili, tutto è stato casuale.
Dopo le introduzioni del Presidente Obama e di Morgan Freeman, la musica
finalmente è iniziata con Yolanda Adams che ha cantato
"A Change Is Gonna Come" Di Sam Cooke. E’ stata okay, ma in certi momenti
sembrava un po' estranea. Francamente avrebbe dovuto cantarla Aretha. Poi è
stata la volta di Smokey Robinson e Jennifer Hudson che hanno fatto "People,
Get Ready" di Curtis Mayfield, una canzone gospel. Dal vivo, Smokey ha
fermato la canzone nel mezzo e si è riavviato. Ancora una volta, e' andata
bene, niente di speciale. E’ seguito John Mellencamp , che dopo aver detto
una lunga storia ha portato una certa energia con la sua versione di "Keep
Your Eyes On The Prize", sulla base del vecchio spiritual "Hold On", che
Dylan registrò come "Gospel Plow" nel suo primo album, questa era anche una
delle canzoni Seeger cantava quel lontano giorno.
John è stato seguito da Natalie Cole che ha cantato "What's Going On" di
Marvin Gaye. Questa canzone è stata in realtà, a seconda dei punti di vista,
più politica che celebrativa, secondo quello che la la maggior parte della
gente pensa del movimento dei diritti civili, e fu pubblicata solo nel 1971.
Joan Baez è venuta dopo, cantando in modo abbastanza appropriato "We Shall
Overcome", con una incredibilmente e sorprendentemente debole voce. La Baez
è una dei pochi artisti che hanno effettivamente vissuto quello che cantava
con l'azione, in marcia con Martin Luther King, rischiando la sua vita alle
manifestazioni ed arrestata due volte nel 1967 per aver appoggiato il
movimento dei diritti civili e della pace. Alla Casa Bianca ha ricordato il
suo passato di nuovo, dolcemente, nel bel mezzo della canzone, parlando di
quando M.L. King ha deciso di aggiungere la sua voce per il movimento
anti-Vietnam, che allora fu una cosa enorme. Ma non sbagliatevi con questo ,
è stato un modo rispettoso della Baez per dire rispettosamente ad Obama “get
out of Afghanistan”.
Jennifer Hudson è stata l'interprete successiva, seguita ancora da Yolanda
Adams con "How Great that l'art." Non so cosa diavolo questo aveva a che
fare con il movimento, nonostante l'introduzione di alto profilo fatta da
Morgan Freeman.
Infine venne la parte migliore della notte, Bernice Reagon e le Freedom
Singers. Le Freedom Singers sono stati generate dallo SNCC, (Student
Non-violent Coordinating Committee). Negli anni 70’, avrebbero formato un
gruppo incredibile, Sweet Honey In The Rock, rimanendo con loro fino al
2004. Alla Casa Bianca il gruppo comprendeva la figlia, la singer-songwriter
Toshi Reagon alla chitarra e al canto, cantando "Ain't Gonna Let Nobody Turn
Me 'Round." Dopo la prima strofa, la Reagon, si fermò e disse: "So che
questo è uno spettacolo, ma in realtà sono qui per cantare questa canzone,
non si sa mai, potrebbe tornare ad essere necessaria". Per dirla
semplicemente, la Freedom Singers hanno scosso tutti. Sono state le sole
esecutrici ad evocare nel modo mogliore lo spirito di ciò che è accaduto a
quelle manifestazioni e marce, ed hanno ottenuto l’applauso più grande da
parte del pubblico in sala, anche se era un po' buffo vedere l’élite di
Washington, nelle loro giacche e cravatte che cantavano insieme a loro.
Dopo una introduzione un po' strana di Freeman circa la disposizione delle
canzoni e dei cantanti, Bob Dylan è salito sul palco accompagnato da Tony
Garnier e dal pianista Patrick Warren, che ha partecipato alle incisioni
dell’ album natalizio di Dylan. Con la sua acustica Martin, Dylan ha
iniziato "The Times They Are A-Changin '", in un arrangiamento tipo-valzer.
Guardando il feed su internet è sembrato che Dylan aveva problemi con la sua
chitarra, ma conto di rivedere meglio in TV, più grande e con più luce, ha
smesso di suonare per molta parte della canzone, così è stato. Ancora più
importante, Dylan ha cantato la canzone come l’aveva scritta, senza cambi di
parole (cosa che non necessariamente può accadere nei suoi concerti), ma con
piena consapevolezza che quelle parole, quasi 50 anni dopo ciò che è
accaduto e ciò che non è accaduto. Il risultato è che certe frasi una volta
piene di rabbia e di fuoco si sono ormai tinte di stanchezza. La strofa che
chiede supplicando i senatori ed ai membri del Congresso di non stare sulla
porta e bloccare la sala non è sembrata essere incisiva come allora.
Smokey Robinson poi è tornato per cantare "Abraham, Martin e John" di Dion
DiMucci. Sono un grande fan di Dion, ma ho sempre pensato che questa canzone
fosse stata davvero zoppicante, anche se Dylan l’ ha cantata nei primi anni
'80. JFK ha agito solo per i diritti civili, fu costretto a non aveva
molta scelta. Chissà cosa avrebbe fato Robert Kennedy , non abbiamo mai avuto
la possibilità di scoprirlo davvero. In realtà, Lyndon Johnson (che ho
disprezzato quando era presidente) ha fatto tanto.
Una breve clip del famoso "Free At Last” – il discorso di Martin Luther King
alla Marcia su Washington è servito a introdurre i
Blind Boys of Alabama , che hanno cantato "Free At Last", la canzone alla
quale King si riferiva. Il concerto si è concluso con il Presidente Obama
assieme a tutti gli artisti (con l'eccezione di Dylan e della Adams) in
"Lift Every Voice And Sing", una canzone che ho dovuto imparare in una
scuola privata, eccitante per me , la canzone , in tempi meno politicamente
corretti era conosciuta come "l'inno nazionale Negro".
Purtroppo, a mio avviso, solo alcuni momenti del concerto sono riusciti a
catturare lo spirito di quei tempi, come erano realmente, con quella musica
ormai così lontana che aveva effettivamente ispirato il movimento dei
diritti civili.
Ero curioso di vedere cosa era successo alla fine della
performance di Bob. Che dire?
In altri filmati nei concerti (non ricordo quali pero') spesso verso la fine
di un qualche show Dylan sembra di voler continuare a suonare, e poi smette,
e non so se sia indecisione o altro, fatto sta' che da quell'impressione.
Pero' li' alla Casa Bianca sembrava che stava in attesa che qualcuno gli
dicesse qualche cosa se andare avanti o meno. Si vede un tizio che si
avvicina e dice qualche cosa a Dylan.Questa volta pero' non c'e' stata
nessuna indecisione tanto che Bob con la smorfia che ha fatto, ha dato
l'idea che voleva ancora suonare un altra song, di rimando ha fatto bene a
non presentarsi alla parte finale.
Certo e' che non e' stato trattato bene, cosa vuoi che sia magari sforare di
3 o 4 minuti in piu', il tempo che dura una song?
Chissa', forse se il pubblico protestava o fischiava per farlo rimanere,
avrebbe cantato ancora? Avrebbero fatto questo davanti al Presidente degli
Stati Uniti, anche se ho visto alcuni visi dispiaciuti che Dylan andava via,
o cosi mi e' sembrato.
Il taglio fatto nella parte finale e' comunque vergognoso, evidentemente
dimostra che le cose non sono andate a dovere, ed e' stato meglio non
mostrare l'imperfezione creatasi ai danni di Dylan.
O piu' semlicemente la smorfia e' stata che avra' pensato ma chi me lo ha
fatto fare spostarmi da Los Angeles fino a Washington per cantare solo una
song?
Dimenticavo una cosa, da aggiungere al Dylan alla Casa Bianca.
E se invece non ha partecipato al finalone perche' c'era Joan Baez ? Magari
non gli andava di ripropporre ancora la "coppia del Re e la Regina" anni
2010, e magari i giornali avrebbero fatto notizia del tipo "La Baez e Dylan
riuniti dopo tanti anni alla Casa Bianca davanti a Barack Obama!".
Pensa se c'era Dylan, dove si sarebbe messo accanto alla Baez? :D
A parte gli scherzi....chissa' se si sono incontrati e si sono detti qualche
cosa? Uhm...foto in giro non ne vedo!
Stefano C.
'Things Have Changed' is Michel Montecrossa's Stanley Kubrick style
Video for the Bob Dylan song which won the Golden Globe Award and the
Oscar and was covered by Michel Montecrossa at the same time as Bob Dylan
released his own version.
This version of the song is included in Michel Montecrossa's CD 'Jet Pilot'.
Further information: www.Michel-BobDylan.com
cordiali saluti, Nakano
a
Martedi 16 Febbraio 2010
A Dylan è stato davvero impedito di eseguire la
seconda canzone alla Casa Bianca
Goffa uscita di Bob Dylan alla Casa Bianca – potete
vedere da soli cosa è successo.
Quando Bob Dylan ha suonato alla Casa Bianca la settimana scorsa, sembrava
esserci stata una certa confusione dopo aver eseguito "The Times They Are
A-Changin '." Durante la trasmissione dal vivo, sembrava Dylan fosse pronto
a suonare un'altra canzone, ma è stato fermato. Quando il concerto è stato
trasmesso due giorni dopo dalla PBS, c’è stata una modifica (un taglio) nel
filmato, la goffa ed imbarazzante uscita era stata sostituita da una
inquadratura di tutta la sala.
Quando ho parlato con diverse persone alla PBS e allaWETA, tutti hanno
dichiarato di essere completamente all'oscuro della polemica. Un portavoce
ha detto che lo spettacolo è stato ben sceneggiato, e non c'è mai stato
alcun piano per Dylan di effettuare più di una canzone. The Wall Street
Journal ha confermato la storia, dicendo che Dylan aveva scelto quale
canzone stava andando a suonare solo venti minuti prima di salire sul palco.
Beh, non c’è voluto molto perchè qualcuno caricasse su youtube il filmato
della fine della performance inedita di Dylan. E' stato filmato dalla
webcast sul proprio schermo del computer. Ora è possibile vedere cosa è
successo nella clip di cui sopra.
Dylan era attesa per eseguire un'altra canzone? Decidete voi !
Harold Lepidus - Bob Dylan Examiner Column
http://www.examiner.com/x-21829-Bob-Dylan-Examiner
Twitter - @DylanExaminer - also on Facebook
Ora abbiamo il filmato dell'imbarazzante e
vergognosa scena della fine anticipata dell'esibizione alla Casa Bianca , in
modo che ognuno può giudicare da solo. Si
potrebbe dire "politicamente" un classico "No Comment". Invece noi un
Comment pesante vogliamo farlo. Visto che il tema della serata era la lotta
per i diritti civili , nessuno più di Dylan è l'icona di quel
periodo , aggiungerei senz'ombra di dubbio anche Joan , perchè a Washington
, a fianco di Martin Luther King c'erano loro due , e a mio modesto parere aveveano tutti
e due , molto più degli altri artisti presenti,
il sacrosanto diritto e dovere di avere più spazio degli altri
perchè rappresentano la storia e la leggenda vivente di quell'importante periodo dell'evoluzione
della società americana negli anni 60', ma purtroppo sono stati trattati
dall' Amministrazione Obama come artisti "comuni", mancando completamente la valutazione dell'importanza storica
dei due personaggi Dylan-Baez. Complimenti allo Staff della
White House , sempre pronti a capire tutto e fare figure di merda davanti al
mondo. Si , perchè di questo si è trattato , una gran figura di merda in
diretta mondiale , ma come si dice , contenti loro !!! Dylan , con la sua
solita freddezza , il suo solito aplomb e dignità ha fatto spallucce e se
n'è andato, se n'è andato davvero , preoccupandosi di non apparire più di
fianco al Presidente per il gran finale. Quando ha fatto cenno con la testa
togliendosi la chitarra dalla spalla , la sua faccia diceva: "Tutto quello
che volete voi idioti". Questo la dice lunga , più di ogni
altra parola. Ancora una volta ha dimostrato ironicamente che i tempi sono
cambiati , IN PEGGIO !!!!
Esiste un libro con tutti i testi e le traduzioni delle
canzoni di Bob ?
Ciao! Come te sono un appassionato di Bob Dylan e volevo
sapere se
esisteva un libro con tutte le sue canzoni e le rispettive traduzioni,
sai dirmelo?
Complimenti per il sito, continua così!
Grazie, ciao! senza firma mail: rawhazard
Caro amico smemorato, ci sono diversi
libri con testi e traduzioni , ma nessuno di questi tratta la completa
produzione di Bob. L'unico posto dove puoi trovare tutti i testi e tutte le
traduzioni delle canzoni ( anche con annotazioni molto interessanti ed
esplicative ) sono gli archivi di Maggie's Farm , perchè dunque complicarti
la vita , clicca qui
, troverai tutto , ciao , e la prossima volta ricordati di firmare la mail
:o)
Ciao, sto cercando disperatamente le basi musicali della
immensa
produzione di Dylan, per farne covers. qualcuno può aiutarmi ed
indicarmi dove posso trovarne? grazie di cuore..
Doriano Righelli
Caro Doriano , impresa dispertata , se
ne trovi qualcuna sui siti P2P tipo emule sei fortunato , ma sono poche e
cose indegne , da karaoke. Comunque ho pubblicato il tuo appello , se
qualcuno potrà aiutarti più di me mi contatterà e ti farò sapere , ciao :o)
Grazie Paolo , belle , ti ho già fatto
tempo fa i miei complimenti per le foto scattate da te , permettimi di
rinnovarteli ,
segnalami sempre gli aggiornamenti :o)
Ciao, sono Daniele di 22 anni...Solo una domanda. 'I Shall Be Free' che
chiude il secondo disco, ha per caso due versioni?
Perchè in rete si trovano due versioni del testo, con la fine di ogni strofa
leggermente diverse.
Ad esempio questo pezzo:
<< Well, my telephone rang it would not stop,
It's President Kennedy callin' me up.
He said, "My friend, Bob, what do we need to make the country grow?"
I said, "My friend, John, Brigitte Bardot, Anita Ekberg, Sophia Loren."
(Put 'em all in the same room with Ernest Borgnine!) >>
Nella versione che ho io al posto delle parte tra parentesti dice solo
'Country will grown', che perde
gran significato rispetto la versione che ho messo, molto più ironica.
Grazie.
[potete pubblicare la domanda e risposta sul sito]
Caro Daniele la tua osservazione è giusta , per il
testo di “I shall be free” il nostro archivio riporta la prima versione
indicata nella tua mail :
http://www.maggiesfarm.it/ttt16.htm
Well, my telephone rang it would not stop,
It's President Kennedy callin' me up.
He said, "My friend, Bob, what do we need to make the country grow?"
I said, "My friend, John, Brigitte Bardot,
Anita Ekberg, Sophia Loren."
(Put 'em all in the same room with Ernest Borgnine!)
Il sito ufficiale di Bob riporta la stessa cosa :
http://www.bobdylan.com/#/songs/i-shall-be-free
Well, my telephone rang it would not stop,
It's President Kennedy callin' me up.
He said, "My friend, Bob, what do we need to make the country grow?"
I said, "My friend, John, Brigitte Bardot,
Anita Ekberg,
Sophia Loren."
(Put 'em all in the same room with Ernest Borgnine!)
Devo aggiungere che ad una ricerca più approfondita ho trovato che sul libro
“Bob Dylan , blues , ballate e canzoni , ( ediz. Newton Compton Paperbacks
poeti /9 , traduzioni a cura di Stefano Rizzo e introduzione di Fernanda
Pivano- edizione 1972 ) a pag 64 è riportato il testo indicato nella tua
seconda versione.
Inoltre in questa pagina di Maggie’s Farm :
http://www.maggiesfarm.it/ipsedixit01.htm , Michele Murino riporta la
frase tradotta nella tua seconda versione :
"Il Presidente Kennedy mi dice "Ehi Bob, amico mio, che ci serve per far
crescere il Paese?..."
Gli dico "John, amico mio, Brigitte Bardot, Anita Ekberg, Sophia Loren, e il
Paese crescerà..."
Conclusione : non ti sò dire esattamente il perchè di queste due versioni
alternative , se c’è qualcuno che può illuminarci sia il benvenuto . ciao
:o)
My love she speaks like silence,
With no ideals or violence,
She doesn't have to say she's faithful,
Yet she's true, like ice, like fire.
People carry roses,
Make promises by the hours,
My love she laughs like the flowers,
Valentines can't buy her.
Molto bella questa versione , la frase
riportata sopra è stata riproposta in occasione del 14 febbraio , dedicata a
tutti gli innamorati , probabilmente anche Bob era innamorato quando scrisse
questa perfetta strofa d'amore.
a
Lunedi 15 Febbraio 2010
"In performance at The White House" full concert
clicca
qui
Ciao Mr. Tambourine,
Vorrei esprimere alcune mie considerazioni sulla "performance" di Bob alla
Casa Bianca.
Mi é parsa molto positiva, visto che è cominciata con un evidente problema
tecnico che avrebbe potuto facilmente compromettere l'esecuzione di The
Times They Are-Changin' .
È strano che nessuno finora se ne sia accorto, infatti nei tanti articoli
che ho letto finora non ho trovato nessun accenno al seguente inconveniente
che cercherò esautivamente di chiarire.
Sin dalla prima strofa Dylan si è trovato a dover combattere, con il
"sender" (trasmettitore) della chitarra posizionato sul suo fondo schiena
sinistro.
Come si è visto chiaramente nel video, Bob ad un tratto stacca la mano
sinistra dal manico un paio di volte continuando ad arpeggiare con la destra
sulle corde basse a vuoto senza comunque andare fuori nota.
Devo confessare che vederlo smaneggiare con la mano dietro la schiena in un
primo momento mi ha fatto pensare: "Che cosa si sta grattando
insistentemente?" lascio a voi immaginare cosa.
Seppure così fosse sarebbe stato in ogni caso un gesto del tutto umano e
naturale, in quel luogo così solenne e importante per i destini della
umanità, però sarebbe risultato un gesto troppo offensivo, ma Dylan in tutta
la sua carriera si è sempre comportato molto educatamente fatta qualche
eccezione giustificata come nel tour europeo del 1966 in Inghilterra.
È difficile stabilire le cause precise di questo contattempo, potrebbe
essere stato il regolamento del volume della chitarra ma sono solo mie
speculazioni.
Il fatto da sottolineare è che nonostante ciò, è riuscito magistralmente a
mantenere la concentrazione sia sul testo che sulla melodia della canzone.
Grande merito al vecchio bardo se nessuno o quasi, sembra non essersi
accorto di nulla.
È ormai chiaro che Bob con la chitarra qualche difficoltà ce l'ha e lui ne è
coscente per questo da anni lo vediamo preferire quasi esclusivamente i
tasti bianchi e neri di un Keyboard a quelli di una chitarra.
Alla festa che l'AFI (Life Achievement Award) a tributato a Michael Douglas
di alcuni mesi fa alcune piccole imprecisioni di Dylan nell'eseguire Things
Have Change si erano avvertite ma per quanto riguarda la voce è sempre
intonata, precisa e molto espressiva nonostante i suoi ormai sessantanove
anni.
Sulla posta di Maggie's è stato ipotizzato che Dylan abbia ritirato fuori la
stessa chitarra che utilizzò nella famossisima Marcia per i Diritti Civili a
Washington nel 1963 per When The Ship Comes In, la cosa non è proprio
possibile.
Nel 1963 usó una Gibson, per l'esattezza una J 50 del 1945 che appare nella
foto di copertina di ‘Bob Dylan’ e delle registrazioni di ‘Freewheelin'’.
La suddetta chitarra andò persa in circostanze mai chiarite e fu sostituita
da una delle più famose entrate in suo possesso, la Gibson Nick Lucas
Special.
Se qualcuno vuole approfondire l'argomento, Le chitarre di Bob è un sito
molto interessante:
Come tu giustamente hai risposto, si tratta di una Martin, io azzardo a dire
un modello D18 con le fascie in mogano, sul sito di Examiner addirittura si
ipotizza che Dylan abbia imbracciato una delle Martin di Neil Young che era
appartenuta già al grande Hank Williams.
Un gesto questo che se fosse vero sarebbe stato un bellisimo omaggio al
mitico musicista country molto amato da Bob.
Sicuramente per l'occasione sarebbe apparso un pò troppo arduo vedere Dylan
con l'inconfondibile chitarra di un altra icona e fonte ispiratrice per il
nostro caro, come quella di Woody Guthrie con epifrasi "This Machine Kills
The Fascists?
Ma quelli erano altri tempi, c'era una guerra che sconvolgeva quasi tutto il
mondo intero, e oggi non c'è più, c'erano ancora gli effetti della crisi
economica del 1929, e oggi non c'è una crisi economica, sono tutte cose così
lontane da noi. Non è vero?
Forse quella chitarra, quella macchina da combattimento pacifista, quel
vecchio cimelio non esiste più, compreso tutto quello che gli stava attorno,
ma questo è inchiostro per un altro tema.
Un caro saluto a tutti,
Peter Del Bello
Grazie per le precisazioni Peter, a
proposito di quella chitarra che è inchiostro èer un altro tema , mi farebbe
piacere , e non credo solo a me , poterlo leggere , resto in attesa :o)
"We Are the World 25 per Haiti": Grandi nomi per un
Karaoke di buone intenzioni
Lil Wayne, non sei Bob Dylan !
Quando "We Are the World" è stato registrato nel 1985, a
favore del problema della fame in Africa, Bob Dylan ha cantato alcune linee
chiave con il suo solito fraseggio imprevedibile. Ora, Lil Wayne si presenta
nello stesso posto, con l’ Auto-Tune per la sua voce, in "We Are the World
25 per Haiti", il remake di aiuto per le vittime del terremoto che avuto la
sua anteprima video Venerdì sera, durante le Olimpiadi. Somiglianze a parte
- Lil Wayne, non sei Bob Dylan. E “una dimostrazione della differenza di
valore tra l'originale e il remake”.
Il pianista era Patrick Warren, e la White House continua
a fornire notizie discutibili...
Secondo la portavoce della WETA.org, era stato previsto
che Bob Dylan eseguisse solo un brano. C'era la speculazione che Dylan
cantasse un'altra canzone ( Blowing in the wind ?), ma, come ha sottolineato
un addetto allo spettacolo "Lo show era stato programmato ad una sola
canzone. Né Bob Dylan, né Yolanda Adams comunque , sono apparsi nel finale.
Bob Dylan è stato accompagnato al contrabbasso da Tony Garnier e dal
tastierista Patrick Warren. Warren aveva suonato il piano , l'organo e la
celeste in "Christmas in the heart" , poi ha suonato negli album di Bruce
Springsteen, Fionna Apple, Red Hot Chili Peppers, Tracy Chapman e molti altri artisti.
George Recile doveva suonare la batteria, ma a causa del maltempo, non ha
potuto essere presente. Il batterista della House band, Glendon Campbell, è
stato accreditato nella prestazione di Dylan, anche se non si è visto o
sentito nella clip.
Event List :
Il presidente Obama: Commento
Yolanda Adams: "A Change Is Gonna Come"
Smokey Robinson e Jennifer Hudson: "People Get Ready"
Natalie Cole: Lettura di un brano di Diane Nash, attivista per i diritti
civili, leader e presidente del Movimento studentesco dal 1960 a Nashville,
è stato anche uno dei fondatori del Student Nonviolent Coordinating
Committee (Sncc)
John Mellencamp: "Keep Your Eyes on the Prize"
Natalie Cole: "What's Going On"
Joan Baez: "We Shall Overcome"
Morgan Freeman: Lettura di un brano di Kenneth Lione, attivista per i
diritti civili
Jennifer Hudson: "Someday We'll All Be Free"
Yolanda Adams: "How Great Thou Art"
Freedom Singers (Dr. Bernice Johnson Reagon, Charles Neblett, Rutha Harris e
Toshi Reagon): "(Ain't Gonna Let Nobody) Turn Me 'Round"
Morgan Freeman: Lettura di un brano di Guy Carawan, un musicista folk
americano e musicologo, famoso per aver fatto l'introduzione della canzone
di protesta "We Shall Overcome" al movimento dei diritti civili, attraverso
l'insegnamento alla Student Nonviolent Coordinating Committee (Sncc) nel
1960.
Bob Dylan: "The Times They Are A-Changin '"
Smokey Robinson: “Abraham, Martin and John”
The Blind Boys of Alabama: "Free at Last"
Il presidente Obama: Commento
Finale con gli artisti, con il presidente Obama per cantare : "Lift Every
Voice and Sing".
Harold Lepidus - Bob Dylan Examiner Column
http://www.examiner.com/x-21829-Bob-Dylan-Examiner
Twitter - @DylanExaminer - also on Facebook
Nota di Mr.Tambourine: Continuo a
chiedermi perchè l'imbarazzante momento dell'allontanamento di Bob dal palco
sia stato tagliato nel videoclip , e perchè sia Bob che Jolanda Adams non
sono apparsi nel finale assieme agli altri performers.
Because something is happened there
But we don't know what it was
Do you, Mister "O" ?
Ho seguito Bob Dylan alla Casa Bianca l'altra notte ... 2:59
La PBS ha ora pubblicato una serie di clip dello spettacolo di Martedì sera
presso la Casa Bianca, comprese le prestazioni di Bob Dylan. Schifisamente e
dannatamente buie sul mio schermo, forse alla casa Bianca stanno limitando
le proprie emissioni di carbonio mantenendo le luci basse. (O forse Bob ha
voluto il buio, dal momento che non sembra essere stata la stessa cosa con
gli altri esecutori.)
Ho già espresso la mia recensione della sua prestazione in base al solo
audio, e non c'è niente da modificare, dopo averlo visto. Chiamatemi pazzo,
ma i miei capelli continuano a rizzardsi sulla parte posteriore del collo. E
qualcuno che potrebbe chiamarmi pazzo (ma, ad essere onesti, non lo fa) è il
mio amico Ron Radosh al quale non è piaciuto lo show di tutti, compresa la
prestazione di Dylan, come scrive nel suo pezzo, “Un tributo Irrilevante
della Casa Bianca al movimento dei diritti civili:
Per i fan fedeli a Dylan, come Sean Curnyn, la sua prestazione è stata
elegiaca. "Penso che sia stato epico ed assolutamente incredibile, davvero
un’inquietante e bella prestazione," scrive Curnyn.
Mi permetto di dissentire. Per me, la sua prestazione sembrava un lamento.
La canzone è stata rallentata, i testi , a differenza della maggior parte
delle sue canzoni specifiche per il tempo in cui lui li ha scritti, suonano
oggi come se avesse voluto scegliere qualcosa da quel periodo - che ha
scarsa risonanza al giorno d’ oggi. Sembrava a disagio sul palcoscenico,
eravamo in attesa come se fosse sul punto di fare un'altra canzone, e poi si
è stretto nelle spalle e se ne è andato, evidentemente seguendo le
istruzioni di uno dei direttori di scena.
Beh, questo sbaglio è stato molto discusso e credo che si debba incolpare
gli organizzatori per questo. (Evidentemente, l'organizzazione di comunità
non sempre riesce bene a organizzare eventi musicali.) Ma, in relazione a
Dylan, io non sono d'accordo con coloro che hanno lodato la sua canzone e la sua
prestazione. Dylan non è mai stato un nostalgico e penso che la sua
prestazione sia stata proprio anti-nostalgia. Come ho risposto a Ron, "Questo
è il motivo per il quale ha fatto la sua canzone in un modo diverso - e
credo che la sua canzone si distingusse dal movimento per la lotta dei
diritti civili - dopo tutto, non si tratta di nulla di specifico, è più di
una pezzo filosofico o anche spirituale. La gente non la sentiva in quel
modo allora, ma lui continua a cantarla in concerto perché è sempre coerente
con se stesso. Se avesse voluto partecipare al gioco della nostalgia avrebbe
potuto fare “Only a pawn in their game” o, più, ovviamente, “Blowin 'In The
Wind” assieme a Joan Baez. "
D'altra parte, non penso che Ron sia lontano dall’idea generale usando
la parola “nenia” per descrivere l’esecuzione di Dylan della sua vecchia
canzone. Webster la definisce come una nenia: un brano o un canto di dolore
o di pianto, in particolare quello destinato ad accompagnare i riti funebri
o memoriali - 2: un pezzo lento, solenne e triste della musica.
Assolutamente, questa versione di The Times aveva un sacco di queste
caratteristiche che si sono sentite bene. Lungi dal non gradimento, che,
tuttavia, è esattamente quello che ho pensato della canzone e di lui
stesso. Fare la canzone in un uptempo, in modo celebrativo, in tale
contesto, potrebbe aver soddisfatto il pubblico presente molto di più, ma
avrebbe tradito la verità della canzone allo stesso tempo, facendola
sembrare come un inno travolgente di trionfo. La gente l’ha cantata così
tante volte che, senza dubbio, la canzone vale molto più grande di tutto
questo. Si tratta, in sostanza, di un commento su come le cose stanno
cambiando, sempre nello stesso modo senza mai cambiare, le generazioni che
continuano ad usurparsi a vicenda, quelli dei vecchi conflitti continuano a
suonarla per loro stessi, cercando di far credere a tutti che loro, in quel
particolare momento, conoscevano la verità e potevano fare bene ... solo per
essere rovesciati dalla generazione successiva. E l' intera canzone è
scandita da una citazione biblica, una parafrasi di alcune parole di Gesù
dai Vangeli: Il primo di adesso sarà l'ultimo di poi. Questo è un invito a
riflettere su un livello completamente diverso.
In altre parole, la canzone non è certo legata al 1963, anche se le persone
di allora la rivendicano con forza. Come un dato di fatto, un alto numero di
lettori hanno scritto per dire che aver sentito che quella canzone in
particolare ha risuonato con forza l'altra notte a causa delle cose che
stanno succedendo con l'attuale amministrazione - la svolta delle fortune di
Obama, il suo forte calo di popolarità e la nuova fiducia all'opposizione .
Ora, io non credo che Dylan stava cercando di fare tale affermazione, il
punto è che lui non ha bisogno di fare queste cose. Che la canzone si erga
in alto è ancora vero, anche i commenti sulla scena attuale, perché ciò dice
si può applicare anche alla scena attuale. E’ del tutto evidente l'ironia,
che solo un anno fa i fans di Obama potrebbe avere cantato “The Times They
A-Changin' “ in una specie di modo celebrativo per la sua vittoria. Ora,
così presto, le cose si sono ribaltate dall'altra parte - il concenso è per
coloro che si fanno chiamare “Tea Partiers” e la stella di Obama sta cadendo
ad andatura notevolmente veloce. La sua agenda di governo ha dimostrato di
essere un anatema per la massa critica di americani e tossica per il suo
partito politico. Ciò che è degno di nota è il modo in cui i tempi sono
cambiati molto rapidamente in questo caso.
La canzone è sicuramente un avvertimento contro l'arroganza di credere di
sapere tutto, meglio di quelli che sono venuti prima e addirittura migliori
di quelli che verranno dopo di te. E' quindi sempre un po' ironico cantare
questa canzone in una prospettiva puramente celebrativa, ma equivale a una
forma di auto-ironia in questo caso, anche se i cantanti lo realizzano o no.
Dylan a parte, Ron Radosh contesta l'intero scopo della manifestazione alla
Casa Bianca:
Per quelli di noi che hanno vissuto quei momenti drammatici, era come se non
avessimo più ascoltato un concerto da una vita, la musica di vitale
importanza, un pezzo da museo per degli artisti che cantavano canzoni che
una volta avevano un senso, ma che ora sono reliquie di un'epoca passata.
Era simile alla sensazione condivisa da quelli di sinistra che ascoltano
“The Songs of the Abraham Lincoln Brigade” e provano a recuperare le loro
emozioni in quei giorni inebrianti degli anni 30’, quando hanno partecipato
a quello che pensavano fosse la grande lotta anti fascista .
La musica non ha avuto lo spirito. Bernice Johnson Reagon ha fatto notare
che quando si è fermata e ha detto al pubblico " si suppone di cantare
insieme", fosse una battuta, che per tutto quello che sanno, non avevano
bisogno di cantare quella canzone di nuovo. Cantava "Ain't Nobody Goin 'To
Turn Me Round", con contro il “Chief Pritchett isn’t goin’to turn me round,”
etc. Ma i giorni di Capo Pritchett e dello sceriffo Bull Connor sono ormai
lontani, e le città del Sud che una volta erano governate dal rigido codice
segregazionista bianco hanno ora sindaci e consiglieri di colore.
Il movimento per i diritti civili non è solo finito, ma è così per un
motivo. I suoi obiettivi principali, la segregazione ed il riconoscimento
dei diritti per i neri americani, sono stati realizzati. Una cosa era
ascoltare la SNCC Freedom Singers nei primi anni del 1960, quando si
riconobbe immediatamente il coraggio e la potenza del testo, come i
manifestanti che furono respinti al ponte Pettis in Alabama, come Martin
Luther King Jr. li fermò per evitare quello che sarebbe stato un grande
spargimento di sangue inflitto dalla polizia che aspettava quelli che avevano
marciato sul Campidoglio.
Tutti i punti detti sopra possono essere giusti, e anzi tendo
a pensare che lo siano. Ma ho anche capito di dover riflettere su quello che
Bob Dylan ha fatto - sia nella scelta della canzone sia nel modo in cui si è
esibito - è andato ben al di là di qualsiasi tipo di nostalgia in scatola o
qualsiasi tentativo di scuotere ancora una volta i sentimenti di quei
giorni, per le persone oggi era un richiamo a godere per interposta persona.
Penso che sia stato, infatti, esattamente il contrario di tutto questo.
Non ho ancora visto la parte finale della manifestazione completamente ,
dove il presidente Obama è salito sul palco per cantare con gli artisti
riuniti “Lift Every Voice and Sing”. (Sarà stasera su PBS TV, suppongo.)
Tuttavia, io sono sicuro, come hanno affermato i miei lettori che hanno
visto che Bob Dylan non era presente nella parte finale dell’
intrattenimento.
Di Chris Richards - Washington Post Staff Writer - Mercoledì 10 febbraio
2010
La Casa Bianca ha ospitato decine di musicisti da quando il Presidente Obama
si è insediato lo scorso anno, ma i talenti riuniti al n° 1600 della nevosa
Pennsylvania Avenue martedì sera hanno fatto il concerto più emozionante di
sempre.
Il concerto, chiamato "In Performance alla Casa Bianca: una celebrazione
della musica del movimento dei diritti civili", è stato caratterizzato da
una gamma di prestazioni che comprendeva le leggende-stars come Bob Dylan,
Joan Baez, Smokey Robinson, Natalie Cole, John Mellencamp, Yolanda Adams e
Jennifer Hudson.
La manifestazione inizialmente era prevista per il Mercoledì notte, ma la
prospettiva di nevicate intense hanno convinto gli organizzatori della White
House di spostare l'evento di 24 ore.
Sul palco, nessuno sembrava agitato - in particolare non Dylan. Dando la sua
prima performance alla Casa Bianca, l’iconico songwriter più popolare d’America è salito sul palco e si è preso
il tempo necessario con tranquillità ,
sovrapponendo la sua voce sul tappeto di un bel pianoforte e del basso
acustico di Tony Garnier per cantare "The Times They Are A-Changin '". Dopo l’esecuzione c’è
stata una pausa imbarazzante, una stretta di mano con il presidente e
l'uscita frettolosa.
La Adams, una grande del gospel, sapeva quando fermarsi. Ha iniziato la sua
esecuzione avvolta da un’ alone di luce , cantando "A Change Is Gonna
Come"di Sam Cooke. Aveva in gran sorriso splendente mentre iniziava la
canzone, per arrivare al trionfale finale. Impossibile non sorridere con
lei.
Entrambe le canzoni hanno centrato il tema e l'essenza della serata: la
musica che ha rivitalizzato e confortato una generazione attraverso una
delle trasformazioni culturali più difficili della storia americana.
"Il movimento dei diritti civili è stato un movimento sostenuto dalla
musica", ha detto Obama.
La celebrazione del Black History Month, è stato l'ultimo della White House
Music Series, una serie di concerti che celebra in modo univoco i filoni
americani della musica.
Dalla scorsa estate, la serie ha variato di genere in genere, con cenni al
jazz, lala musica classica, al country e alla musica latina.
Ma il concerto di stasera non è stato solo un genere , puntando invece di
più sulle canzoni che hanno dato voce a un cambiamento fondamentale nella
storia della nostra nazione. Presentato da Morgan Freeman, il concerto è
stato trasmesso in streaming sul sito della Casa Bianca e sarà trasmesso a
Giovedi 8 sulla WETA.
Joan Baez, l'icona del folk, ha offerto una toccante esecuzione di "We Shall
Overcome", la canzone che cantò accanto a Martin Luther King Jr. alla marcia
su Washington. La sua voce non era la migliore della serata, ma questo non
ha certo diminuito il potere del momento.
E non era l'unica magia, Bernice Reagoe e le sue colleghe Freedom Singers,
dopo poche battute, ha detto al pubblico di non avere scelta se non quella
di riunirsi a loro.
Non tutte le interruzioni erano intenzionali. Hudson e Robinson hanno
duetato in "People Get Ready" improvvisando a cappella. Whoops. Si scopre
che il gruppo aveva inciampato in un errore che dovrà essere
corretto nel telecast di Giovedi.
La Cole ha cantato una vivace"I Wish I Knew How It Felt to Be Free" e una
versione ancora di più di "What's Going On" di Marvin Gaye . La Cole è stata
un’ altra artista che ha avuto profondi legami personali col movimento per
la lotta per i diritti civili: il padre, Nat King Cole, ha dato consogli ai
presidenti John F. Kennedy e Lyndon B. Johnson sui diritti civili durante la loro
iniziante legislazione.
Mellencamp ha parlato della sua adolescenza in una comunità interrazziale,
poi si è lanciato in una ringhiante versione di "Keep Your Eyes on the
Prize", ignorando il sontuoso lampadario appeso sopra la sua testa - questo
brano è stato da Roadhouse.
I Blind Boys of Alabama hanno offerto un contributo altrettanto
entusiasmante per la componente educativa della manifestazione, tenutasi
Martedì pomeriggio. Eseguendo "Perfect Peace", la vecchia troupe gospel ha
concluso un seminario durato un’ora con oltre 100 studenti delle scuole
superiori in visita, provenienti da tutto il paese: Chicago, Cleveland,
Denver, Los Angeles, New York e Seattle, così come la Duke Ellington School
of the Arts qui a Washington.
Le Freedom Singers - con madre e figlia Bernice e Toshi Reagon, insieme con
Rutha Harris e Carlo Neblett – hanno cantato per le liceali con sufficiente
forza per far chiedere se Abraham Lincoln raffigurato in un dipinto ad olio
ad un pranzo di Stato sul camino della sala avrebbe anche potuto
iniziare a battere il piede. Le Singers hanno intonato splendide armonie
durante "It’s not a balsam in Gilead" e "This Little Light of Mine".
Dopo che quest' ultima canzone, Bernice Reagon ha raccontato di essere stata
imprigionata dopo aver partecipato ad una marcia nella sua nativa Georgia:
"Mi hanno bloccata quando hanno veramente capito lo spirito della canzone."
Dopo una breve versione di "Swing Low Sweet Chariot", la Adams si è fermata
nella sala a firmare autografi. A causa di impegni di programmazione, la
First Lady Michelle Obama ha dovuto saltare l'evento durante il giorno, così
come i due musical di Johns Legend e Mellencamp.
Smokey Robinson ha raccolto la palla, fornendo l’ osservazione più potente
del pomeriggio. Ha raccontato le disparità del passato in un dettaglio
straziante , con la storia di come lui ed i suoi colleghi musicisti vedevano
spesso negato l'accesso ai bagni dei distributori di benzina quando erano in
tour - a volte anche a mano armata. "Spero siate così fortunati da non dover
mai vivere quelle esperienze” ha detto ai giovani presenti tra la folla.
Durante la sessione, gli studenti hanno scandito a lungo il ritmo della
musica, hanno applaudito quando i cantanti raggiungevano le note più acute,
hanno anche scattato un sacco di foto digitali. Ma non hanno fatto domande.
Considerando il tempo , la prevista sessione di Q & A ha dovuto essere
annullata per permettere agli artisti di essere pronti per il concerto della
sera.
Alla fine dello show, l'ultimo brano della serata è stato introdotto dal
presidente stesso, mischiato tra gli esecutori (senza Dylan) cantando "Lift
Every Voice and Sing," Obama si è spostato più indietro dalla luce dei
riflettori dicendo “ I Cantanti qui sul davanti".
Riflessioni sulla performance di Dylan alla White House
C'è stato un sacco di chiacchierare intorno alla performance
di Bob Dylan, la scorsa notte alla Casa Bianca al concerto per i diritti civili, con un critico inglese che lo ha definito il "peggio" della
serata.
Credo che la esecuzione della canzone sia stata veramente bella. Ho amato il
trio acustico disupporto. Il bassista Tony Garnier, che è con Dylan da due
decenni, che ha naturalmente guidato la canzone. Chi era il pianista? Non si
sà ancora , ma dopo l’esibizione Bob ha detto –“ Ha davvero messo la canzone
in un luogo completamente diverso, musicalmente - un po' di pop moderno con
un pizzico di jazz”.
Credo che Dylan non era sicuro di quando doveva intervenire suonando la
chitarra, come alcuni hanno osservato. Se si ascolta senza guardare (da Bob
Dylan Examiner), allora si può veramente sentire quando sceglie
consapevolmente di suonare. E' un po' come un trio jazz in tal senso. In
ogni caso, questo stile di suonare di Dylan è , in generale, non molto
diverso da come suona nei suoi concerti.
Per quanto riguarda la voce di Dylan, certo, per chi non lo ha più sentito
da quando ha registrato "The Times They Are A-Changin' ", probabilmente
sembrava orribile. Ma a chi è stato al passo con lui in tutti questi anni,
soprattutto negli ultimi tempi, in realtà è sembrato grande - ha cantato con
più armoniosa del solito, lui era sempre in tonalità (MAI Dylan canta
stonato), e ha cantato con convinzione, soprattutto la notte scorsa con un
fraseggio originale.
Io ho una domanda per tutti gli addetti (oltre a "che era il pianista?").
Sembrava che Dylan si stesse preparando per cantare una seconda canzone ,
quando un gruppo di ragazzi della sicurezza sono piombati sul palco e
praticamente lo ha portato via prima che potesse iniziare a suonare.
(Fonte: dylanprophet.com)
Nota di Mr.Tambourine : Dylan aveva programmato di
eseguire due canzoni , ma è stato (fermato?) consigliato di interrrompere la
sua esibizione dopo la prima canzone a causa delle ristrettezze temporali.
Di certo si sarà incazzato mica poco , è forse per questa ragione ( a mio
avviso) che non è voluto apparire nella canzone di chiusura assieme ad Obama
ed agli altri artisti.
Bob Dylan non è tra le persone facenti parte dell'annuncio
ufficiale per "In Performance at The White House". Fra gli artisti sono
stati elencati solo Jennifer Hudson, John Legend, Seal, Smokey Robinson, i
Blind Boys of Alabama. Bob , tuttavia, è indicato come partecipante sul
sito ufficiale
della manifestazione.
Domanda spontanea , anche in
America fanno le cazzate ?
Rolling Stone conferma la presenza della Baez alla White
House
Quando è stato annunciato che Bob Dylan sarà alla Casa
Bianca il 10 febbraio, era più che una speranza che anche Joan Baez dovesse
partecipare. Bene, dopo diverse voci che anche la Baez era stato aggiunta
alla line-up, la rivista Rolling Stone ha confermato che ci sarà, però non è
chiaro se Joan apparirà sul palco con Dylan oppure in una performance da
sola. L'evento sarà caratterizzato da canti e letture per i diritti civili
dell'epoca. È possibile guardare il webcast dal vivo al link seguente :
http://apps.facebook.com/whitehouselive/ , alle 5:15 pm ET, Mercoledì.
Il concerto sarà trasmesso sulla PBS, la sera dopo, alle 8 pm.
Joan Baez si unisce alla celebrazione del Civil Rights
Music alla Casa Bianca
Foto:
Gallup / Getty
Joan Baez è stata aggiunta al cast di "In Performance at The
white House”: una celebrazione della musica del movimento dei diritti
civili", che verrà messo in onda PBS speciale questo Giovedi, 11 febbraio.
La Baez si unisce ad un cast che comprende il suo partner nel marzo 1963
nella Marcia su Washington per i diritti civili, Bob Dylan. Tre membri
originali della Freedom Singers - Dr. Bernice Johnson Reagon, Rutha Harris e
Carlo Neblett – si sono riunite per "In Performance" speciale, che sarà
ospitato dal presidente Barack Obama e Michelle Obama. L'evento sarà
caratterizzato da canti e letture per i diritti civili dell'epoca.
Joan Baez e Dylan hanno suonato “The Times They Are A-Changin’” e “When the
ship comes in” sul palco del Campidoglio, un evento che notoriamente ha
incluso il famoso discorso di Martin Luther King Jr. "I Have a Dream" . La
Baez, che è stata aggiunta alla scaletta, ma non è chiaro se lei e Dylan si
esibiranno insieme. La Baez era un membro della “Rolling Thunder Revue” di
Dylan nel 1975 e successivamente ha suonato con il poeta laureato del rock
nel 1984.
John Mellencamp, Jennifer Hudson, Smokey Robinson, Seal, Natalie Cole, John
Legend, i Blind Boys of Alabama e Yolanda Adams si sono anche impegnati per
esibirsi anche nella "In Performance" speciale. Robert De Niro, Morgan
Freeman, Queen Latifah e Joanne Woodward saranno gli oratori invitati per
l'evento, che andrà in onda 11 febbraio alle 8 su PBS. "In Performance" sarà
anche in diretta streaming 10 febbraio alle 5:15 pm EST.
Cinque amministrazioni presidenziali più tardi, Bob Dylan andrà a suonare
alla Casa Bianca Mercoledì 10 febbraio.
Sarà un grande onore per Dylan. Un concerto alla Casa Bianca sembrava molto
probabile durante l’ amministrazione di Jimmy Carter (1977-81). Dopo
tutto, Carter aveva menzionato il nome di Dylan spesso nella sua campagna presidenziale. Ha parlato molto della musica di Dylan qundo
cominciò quella che sembrava una gara di lunga durata per la nomina
presidenziale del Partito Democratico. Carter aveva rivelato alcune cose su
di sé sconosciute anche ai georgiani che hanno seguito da vicino la sua
carriera politica. Gli piaceva la musica rock. Poteva recitare le poesie di
Dylan Thomas. Ha fatto riferimento a Bob Dylan come ad un amico .
Succedendo al segregazionista Lester Maddox come governatore della Georgia,
Jimmy Carter è stato, in confronto, un progressivo. Proprio così. Nel suo
discorso inaugurale il 12 gennaio 1971, ha dichiarato, "il tempo per la
discriminazione razziale è finito." Per alcuni questo sembrava una
dichiarazione sorprendente da uno che aveva cercato l' appoggio dell' ex
Governatore Marvin Griffin e altri, contrari al movimento dei diritti civili
. Ma Jimmy Carter si sarebbe alla lunga rivelato una figura affascinante e
sorprendente. Il popolo della Georgia aveva apparentemente eletto un uomo
del Rinascimento come suo governatore.
Il 21 gennaio 1974, Jimmy Carter e membri della famiglia sono all’ Omni, New
Basket di Atlanta, che, con i suoi 16.000 posti a sedere, serve anche come
una grande sala per concerti. A quanto pare, la sua presenza al The Omni
quella sera per vedere Bob Dylan e The Band servirà come punto di
riferimento, mentre cercava una posizione più prestigiosa, per diventare
Presidente degli Stati Uniti.
Le persone al Omni quella notte pensavano di più al ritorno di Bob Dylan ai
concerti che a qualsiasi ambizione politica di Carter. Dylan e The Band hanno
dimostrato il perché immediatamente, l'apertura (e encoring) con un energico
"Most Likely You Go Your Way (I'll Go Mine)." Il ritmo del concerto è stato
quasi perfetto. Da forte a soft, da sfacciato a dolce, Dylan e The Band
hanno suonato pezzi classici come "Knockin 'On Heaven's Door", "Leopard skin
Pillbox Hat," e "Blowin' In The Wind." , rappresentando ogni fase della
carriera di Dylan fino a quel momento.
Dylan ha anche dato spazio a The Band per un pò di tempo
sotto i riflettori, che suonarono "The Night I Drove Old Dixie Down", "Stage
Fright", e altri. E' stato, per tutti, una specie di serata Greatest Hits,
in particolare, Dylan e The Band chiusero con "Like A Rolling Stone." Le
luci si attenuarono, l' Omni dondolava , e anche dopo il bis energetico, mi
sembrava troppo presto tornare a casa.
La casa era il luogo dove il pubblico pagante doveva tornare, ma Dylan, The
Band ed il promoter Bill Graham e altri amici ammucchiati in auto hanno
percorso otto miglia per andare alla residenza del Governatore, nel
quartiere di Atlanta Buckhead. Un invito per un party post-concerto a casa del governatore Carter era
già stato
rimandato un mese prima . Uova strapazzate,
semola, prosciutto campagnolo, verdure fresche con salsa di formaggio ,
birra e vino. Secondo Paul West, nel suo articolo su Rolling Stone, in data
2/28/74, Dylan ha optato per verdure e succo d'arancia, poi il governatore
lo ha accompagnato in un tour per fargli visitare la casa, mostrandogli
oggetti d'antiquariato e chiacchierando tranquillamente.
Carter descrive Dylan come "dolorosamente timido." West continuò a riferire
che Carter ha detto di Dylan "Non ha mai iniziato una conversazione, ma se
gli fai una domanda lui ti risponde"
Di quell’avvenimento, almeno per il periodo politico cruciale della campagna
di propaganda elettorale, Carter ha fatto un sacco di parlare. Ha dovuto
convincere la gente era il candidato favorito per la presidenza degli Stati
Uniti. Gli amici lo hanno aiutato con i soldi, ma amici che sono leggende
viventi come Bob Dylan aiutano ancora di più, semplicemente basta abilmente
citare ogni tanto il suo nome.
Nella sua autobiografia che scrisse per la campagna, Why Not The Best,
Carter informa i lettori dei suoi ruoli, le sue realizzazioni e gli
interessi: "Io sono un meridionale e un americano. Io sono un agricoltore,
un ingegnere, un padre e un marito, un cristiano, un politico, e un ex
governatore, un pianificatore, un uomo d'affari, un fisico nucleare, un
ufficiale di marina, un canoista, e tra le altre cose, un amante delle
canzoni di Bob Dylan e della poesia di Dyan Thomas".
Il 1 ° maggio 1974, ha pronunciato un discorso nella Giornata dei Diritti
che ha aggiunto peso alla sua reputazione e certamente guadagnato il
rispetto di Thompson e altri. Carter invocava Dylan, mentre parlava delle
barriere di classe in America. Ha parlato dei suoi giorni di bambino nell’
epoca della depressione in Georgia: "Sono cresciuto come figlio di un
proprietario terriero. Ma non credo che io abbia mai realizzato la corretta
interrelazione tra il proprietario e chi ha lavorato in azienda fino a
quando ho sentito la canzone di Dylan, 'I Ain't Gonna Work On Maggie's Farm
No More'. "
Ci sono diverse interpretazioni su ciò che vuol dire Dylan in "Maggie's
Farm." È un protagonista oppresso o semplicemente annoiato dai lavori più
umili? “Bene, mi sveglio al mattino,
Giungo le mani e pregare per la pioggia.
Ho una testa piena di idee
Che mi stan facendo diventare pazzo.
E' vergognoso il modo in cui lei mi fa lavare il pavimento.
Non lavorerò mai più nella fattoria di Maggie”.
John Hinchey, nelle sue recensioni sulla poesia nelle canzoni di Dylan degli
anni '60 nel suo libro del 2002, dice che "Maggie's Farm" gli piace,
osservando che Dylan è vero e proprio rock and roll , ma di non vederlo
come una protesta seria contro i datori di lavoro. Egli osserva che Dylan è
contro l’etica dello schiavo che deve cantare mentre lavora, ma "riduce il
suo atteggiamento ribelle ad una Walking antique."
Contattato di recente, Hinchey dice che da allora ha riconsiderato e ora
ritiene "Walking Antique non è una espressione per opporsi a qualcosa, fino
a a dire "il punto di tutta la canzone è che il mondo ha bisogno di più
walking antique e molto meno di sgobbare . "Dylan" dice , si lamenta perchè
deve lavare il pavimento, frase ancora oggi fastidiosamente snob ", ma si
rende conto che la canzone dipinge il ritratto di una società ingiusta,
aspetto al quale Carter avrebbe risposto. "
La prospettiva è profondamente ingiusta verso la società contestata dalle
parole di Dylan. Tim Riley in Hard Rain si riferisce a "Maggie's Farm", come
un grido di guerra della controcultura. In No Direction Home, The Life and
Music of Bob Dylan, Robert Shelton chiama "Maggie's Farm", un "canzone
contro il lavoro" che contiene una forte condanna "di tutti i lavori privi
di significato." Egli continua a sottolineare che la voce di Dylan "suona
come di una dichiarazione di indipendenza dal conformismo ".
Clinton Heylin, con tre libri su Dylan a suo credito, scrive di "Maggie's Farm"
in Revolution In The Air, The Songs of Bob Dylan, 1957-1973, pubblicata lo
scorso anno. Heylin dice che la fattoria di Maggie "è un luogo in cui lo
sfruttamento è diffuso, la ribellione è imminente e la fuga verso la città
un sogno".
Ancora, lo sfruttamento e la ribellione sono mescolati in un lavoratore il
cui atteggiamento verso il lavoro fisico è probabile incerto e dubbioso. Il
lavoratore può capire che finirà in un posto confortevole abbastanza presto.
Ha osservato che anche lui è un lavoratore. Compiaciuto, il protagonista
di Dylan si stringe nelle spalle dicendo “ Mi sono annoioato di questo
lavoro da schiavi”.
Giornalisti e storici hanno considerati l’abbraccio di Carter a "Maggie's
Farm" molto seriamente. Nel suo libro del 1980 su Jimmy Carter, In Search of
The Great White House, Betty Glad dice che la canzone riflette "il
risentimento alla conversione dei bianchi poveri verso la classe media."
Forse per stare alla pari con la canzone, Carter avrebbe potuto inviare un
messaggio agli elettori promettendo che lui "potrebbe davvero essere la
risposta giusta per la redistribuzione della ricchezza".
La campagna di Carter diventò bollente nel momento più importante . Le sue
grandi vittorie in Pennsylvania, Texas, North Carolina, Florida e di altri
Stati avevano messo in chiaro che la nomina sarebbe stata sua. I timori dei
lavoratori americani scontenti salivano , cantando "Maggie's Farm" si
alleggerivano.
Nel marzo del 78 in un' intervista a Playboy, a Dylan è stato chiesto da Ron Rosenbaum
cosa pensasse di Carter che affermava di essere suo amico. La risposta di
Dylan è stato splendida. "Io sono suo amico", ha risposto, dicendo che
pensava che "Il cuore di Carter era al posto giusto." Quando gli abbiamo chiesto se si
sentiva che Carter stava cercando di usarlo invitandolo alla residenza del governatore,
quella notte, egli rispose: "No, io credo che era un dignitoso, uomo senza
macchia e voleva solo conoscere quialche mia idea. "Dylan passa poi a descrivere le qualità che
ammirava in Harry Truman, dicendo:" Aveva un buon senso di Harry, cosa rara
in un Presidente. "
Carter ha tenuto il passo con Dylan dopo aver lasciato la Casa Bianca. Lui e
sua moglie, Rosalynn Carter, hanno partecipato ad almeno due concerti di
Dylan ad Atlanta, nel luglio dell' 88. Grandi concerti hard-rock con
esibizioni abbaglianti del chitarrista di Dylan, G.E. Smith. I Carter erano
seduti proprio di fronte al palco. Jimmy Carter ha indicato una preferenza
per le registrazioni del Dylan elettrico, ma, nonostante il volume e ad alta
energia, un uomo del Rinascimento non poteva non amare quellolo spettacolo.
"Sono stato così elettrizzanti" disse di quegli eventi.
ciao sono Richy di Savigliano.
seguo Dylan da quando facevo seconda media ed ora ho 45 anni.
Come posso avere dei bootleg dei concerti di Dylan?
Ho guardato nella sezione apposita del sito ma poi mi ci sono perso.
grazie perchè di tutti i bootleg che ho io e che sono
dispostissimo a masterizzare a chi li volesse, ce ne sono ben pochi che
hanno una buona qualità.
grazie, ciao richy
Ti consiglio di rivolgerti al
Porcile di Maggie e certamente
troverai tutto quello che desideri, ciao.
a
Martedi 9 Febbraio 2010
Bob Dylan & Joan Baez si riuniscono per il concerto alla
Casa Bianca
Di Alex Young
Gli ex amanti / collaboratori musicali Bob Dylan e Joan Baez si riuniranno
il prossima Mercoledì 10 febbraio per una performance alla Casa Bianca circa
47 anni dopo che alla Baez si unì Dylan per la marcia su Washington in
difesa dei diritti del lavoro e della libertà (anche se "I Have a Dream" è
rimasto solo un sogno), Joan Baez è ora pronta ad unirsi a lui, insieme con
Smokey Robinson, John Mellencamp, i Blind Boys of Alabama, e altri in un
altro evento per i diritti civili in Campidoglio..
Oltre alla loro partecipazione congiunta nel leggendario marzo 1963, Dylan e
Joan Baez hanno collaborato insieme in numerose occasioni, anche nel 1964 al
Newport Folk Festival e nel famoso tour Rolling Thunder Revue alla metà
degli anni 70’. Joan Baez è anche ampiamente accreditata per aver portare
Dylan alla ribalta internazionale - ha registrato diverse canzoni di Bob e
le ha portate in tour - in un periodo in cui i due sono stati anche
romanticamente coinvolti.
Il concerto sarà trasmesso in streaming in diretta su whitehouse.gov e alla
televivione l’ 11 febbraio alle 8:00 pm ET su emittenti radiotelevisive
pubbliche a livello nazionale.
I cross the green mountain, i slept by the stream
Heaven blazin' in my head, i dreamt a monstrous dream.
Somethin' came up out of the sea
Swept through the land of the rich and the free. Vado al di là della verde montagna, ho dormito vicino al ruscello
Il paradiso arde nella mia testa, ho fatto un sogno mostruoso
qualcosa è venuta fuori dal mare
Si è mosso velocemente attraverso la terra dei ricchi e dei liberi
I look into the eyes of my merciful friend
And then i ask myself, is this the end?
Memories linger, sad yet sweet
And i think of the souls in heaven who will meet. Guardo negli occhi del mio misericordioso amico
E poi mi domando, è questa la fine?
Ricordi indugiano, tristi eppure dolci
E penso alle anime che incontreremo in paradiso
Altars are burnin' with flames far and wide
The foe has crossed over from the other side
They tip their caps from the top of the hill
You can feel them come, more brave blood to spill. Gli altari stanno bruciando con alte fiamme lontane
I nemici sono passati dall'altro lato
Si toccano i berretti dalla cima della collina
Puoi sentirli arrivare per versare altro sangue di coraggiosi
Along the dim Atlantic line
The ravaged land lies for miles behind
The light's comin' forward and the streets are broad
All must yield to the avengin' God. Lungo il pallido confine atlantico
la terra devastata si estende per miglia indietro
La luce sta avanzando e le strade sono ampie
Tutto deve arrendersi al Dio vendicativo
The world is old, the world is gray
Lessons of life can't be learned in a day.
I watch and i wait an' i listen while i stand
To the music that comes from a far better land. Il mondo è vecchio, il mondo è grigio
lezioni di vita non possono essere imparate in un sol giorno
Guardo ed aspetto ed ascolto mentre sto in piedi
la musica che arriva da una lontana terra migliore
Close the eyes of our captain, peace may he know
His long night is done, the great leader is laid low.
He was ready to fall, he was quick to defend
Killed outright he was, by his own men. Chiudo gli occhi del nostro capitano, possa riposare in pace
la sua lunga notte è finita, il grande capo è stato abbattuto
era pronto a cadere, era pronto a difendere
ucciso al primo colpo dai suoi stessi uomini
It's the last day's last hour of the last happy year
I feel that the unknown world is so near.
Pride will vanish and glory will rot
But virtue lives and cannot be forgot. E' l'ultima ora dell'ultimo giorno dell'ultimo anno felice
Sento che il mondo sconosciuto è così vicino
l'orgoglio svanirà e la gloria marcirà
ma la virtù sopravvive e non può essere dimenticata
The bells of the evening have rung
There's blasphemy on every tongue.
Let 'em say that i walked in fair nature's light
And that i was loyal to truth and to right. Le campane della sera hanno suonato
c'è blasfemia su ogni lingua
che dicano che ho camminato nella bella luce della natura
e che fui leale alla verità ed al bene
Serve god and be cheerful, look upward, beyond
Beyond the darkness of masks, the surprises of dawn.
In the deep green grasses of the blood stained wood
They never dreamed of surrenderin', they fell where they stood. Servi il Signore e sii lieto, guarda verso l'alto al di là
al di là delle tenebre delle maschere, le meraviglie dell'alba
nell'erba verde e profonda e nel bosco macchiato di sangue
non si sono mai sognati di arrendersi, son caduti sul posto in cui erano
Stars fell over Alabama, i saw each star
You're walkin' in dreams, whoever you are.
Chilled are the skies, keen is the frost
The grounds froze hard and the morning is lost. Stelle cadono sull'Alabama, le vedo una per una
stai camminando nei sogni chiunque tu sia
gelidi sono i cieli, pungente il freddo
il suolo gela ed il mattino è perduto
A letter to mother came today
Gun shot wound to the breast is what it did say.
But he'll be better soon, he's on a hospital bed
But he'll never be better, he's already dead. E' giunta una lettera alla madre oggi
ferita di fucile al petto, diceva
ma presto starà meglio, è in un letto d'ospedale
ma non starà mai meglio, è già morto
I'm ten miles outside the city an' i'm lifted away
In an ancient light that is not of day
They were calm, they were blunt, we knew 'em all too well
We loved each other more than we ever dared to tell Sono a dieci miglia dalla città e sono sparito
in una luce antica che non è quella del giorno
erano tranquilli, erano schietti, li conoscevamo tutti troppo bene
ci amavamo l'un l'altro più di quanto mai abbiamo osato dire
Bob torna ai suoi massimi livelli con questa “Cross Green Mountain”, per la
colonna sonora di Gods & Generals. Accompagnato dalla sua touring-band con
l’aggiunta di Benmont Tench ( The Heartbreakers ) all'organo. “'Cross The
Green Mountain” è un pezzo di sfolgorante Dylan che giganteggia fra la
musica e le liriche quasi sublimi che hanno la forza di una valanga, la
forza di un uragano sovrannaturale, e per di più ridondanti di verità. La
guerra non finisce mai , sempre nuove migliaia di agnelli sacrificali , la
cosidetta “carne da cannone” , è sempre sul chi vive per scendere sui campi
della morte, dove l’uomo si illude sempre di dare il meglio di se stesso. In
fondo,per gli strateghi da scrivania, è solo un altro gioco col quale
mettono a repentaglio la pelle degli altri per difendere i propri interessi,
parole già sentite dalla bocca di Dylan , niente di nuovo dunque , ma qui
c’è la differenza , la c’era la rabbia , qui c’è il dolore , la c’era la
superficialità dell’azione di rigetto , qui c’è la profondità della
comprensione del dolore nella constatazione , attraverso la riesumazione dei
tristi e tragici momenti della guerra civile , del destino di quei poveri
esseri nati e cresciuti con uno scopo definito , farsi macellare senza
contestare, coi cervelli lavati e stirati da una subdola propaganda
nazionalista irrazzionale che non risparmia niente e nessuno. Dylan sente il
peso di questa never ending tragedy, scritta col sangue degli uomini nelle
elucubranti pagine della Storia. La presa di coscienza è angosciante , la
tragedia aspetta dietro l’angolo , non ha premura , essa sa bene che l’uomo
prima o poi la chiamerà per raccogliere il suo elevato numero di vittime, la
guerra non guarda in faccia nessuno , non ha pietà per nessuno , esige
vittime e vittime avrà. Ma in nome di cosa ? Questo rende la tragedia ancora
più paradossale , perchè una risposta non c’è mai , c’è solo e sempre il
sangue che colora col suo rosso intenso i fiumi e le terre dei ricchi e dei
liberi. Quante immagini già viste possono richiamare questa prima strofa ?
Quanti nomi tristemente famosi fan rivivere i momenti peggiori dell’umanità
? World War I , Wolrd War II , Corea , Viet Nam , Desert Storm, Iran , Iraq
, Ground Zero , la domanda è sempre quella , quanti uomini dovranno morire
ancora prima di capire che saranno sempre troppi ? Il sogno dell’uomo è un
mostro che si nutre del sangue e del dolore di tutti , ma non finisce al
mattino , fa solo una pausa per riprendere più forte che mai la sera dopo.
L’uomo ha bisogno della libertà , ma qual'è il prezzo da pagare ? E che tipo
di libertà può giustificare tanti morti e tante tragedie, può chiamarsi
libertà una cosa conquistata con la forza ? Con la guerra ? Che tipo di
libertà è ? Quella che tutti sognano o quella schiava della guerra,
dipendente in tutto e per tutto dalla guerra infinita ? Il concetto stesso
della guerra indica la negazione di quello di libertà, ammazzare altre
persone invece di ricorrere al dialogo è la peggiore delle opzioni a
disposizione dell’uomo , ma sembra che questo non sia in grado di risolvere
le cose con le parole , la legge delle armi è quella che ha sempre dominato
il mondo , struggle for life diceva Darwin , pazzesco ma maledettamente vero
, mors tua vita mea, all’infinito. Darwin aveva ragione , l’istinto ci ha
portato alla civiltà e l’istinto ci distruggerà.
L'istinto che ci ha generato era quello della selezione naturale, la
selezione naturale ci porterà alla distruzione in qualche modo.
Gli altari bruciati sono la visione della terza strofa , l’uomo mette in
disparte la morale a favore della guerra, gli uomini scendono urlando e
sparando dalle colline , immagine più da film che da canzone , immagine di
una potenza terrificante , l’immagine dell’uomo al suo livello più basso.
“Cross The Greeen Mountain” è un testo che parla di guerra in superficie ,
ma il messaggio sta sotto il testo , nascosto fra le righe , sempre quello
di Blowing in the wind , espresso in un altro modo e con un’altra
consapevolezza. Gli uomimi scendono dalla collina e sparano , urlano
uccidono in nome di Dio , cosa può esserci di più sbagliato di questo
comportamento ? Visione certamente biblica , il Dio che si vendica delle
nefandezze degli uomini , tante volte citata nella Bibbia, ma questa volta è
leggermente diversa da quella visione che veniva di solito usata per metter
timore nei credenti e dissuaderli dal peccato continuo. Qui è la visione del
destino che prende il posto di Dio , il destino che attraverso le parole di
Dio dice che polvere siamo e polvere ritorneremo, non è una vendetta, è solo
l’ineluttabile verità che viene a galla con forza , la vendetta di Dio qui
non fa parte dell’avvenimento, Dio non si vendica, Dio giudica , quando
ognuno di noi si presenterà davanti al grande setaccio che tutto cribbia e
tutto paragona, ma la parola di Dio è sempre rivolta verso il perdono e la
resurrezzione per chi si è comportato da uomo , invece per chi si è
comportato da animale c’è l’inferno ad aspettarlo. Monito terribile , e
Dylan ci ricorda che così avverrà , non è una sua visione mistica , è la
visione della verità assoluta, la verità di Dio.
Nella quinta strofa c’è un momento di riflessione che sembra rubato alla
filosofia del vecchio mondo , la vita si impara vivendola , ma l’uomo spesso
dimentica questo principio. Per questo il mondo rotola giù dalla collina
assieme ai soldati urlanti, visione azzeccata , tipicamente dylaniana, il
campo di battaglia è la metafora della vita , le urla e gli spari sono la
metafora del comportamento dell’uomo , quell’uomo che , sordo a qualunque
tipo di monito, forse capirà solo quando sarà troppo tardi. Il testo
trasforma la canzone in un insieme di immagini, il pensiero viene
trasportato dalla carta all’immaginazione e viceversa , come ha fatto
Michelangelo col Giudizio Universale, l’immagine applicata e derivata dal
pensiero, Michelangelo lo ha dipinto , Dylan lo ha scritto.
Poi , l’azione di massa si allontana pian piano ed appare il primo piano del
protagonista, fermo ad ascoltare la musica che provviene da chissà dove ,
quel posto migliore che tutti sognano, la perfetta simbiosi della terra col
paradiso, e mentre guarda verso il cielo chiude gli occhi del suo capitano
che ha già raggiunto l’inizio del sogno umano, il paradiso dove tutte le
follie umane non troveranno posto restando chiuse fuori dai cancelli del
regno dei cieli.
Il testo di questa grande canzone avanza con una sequela di immagini
delicate che servono perfettamente all’armonia della canzone, il film
cruento sfuma pian piano in un documentario fatto di sole immagini , le
parole non servano quasi più , quello che doveva essere detto è stato detto
, ora rimane solo da stare a vedere l’effetto finale, dove l'orgoglio e la
gloria sfumano insieme coi presupposti della guerra.
Poi torna il Dylan degli anni 80’ , quello del periodo cristiano , quello
che cantava la speranza , i volti puliti non coperti da maschere
indecifrabili, le meraviglie della natura che Dio ci ha messo a
disposizione, la bellezza della nuova alba che ci porterà a sederci a fianco
del nostro supremo Creatore.
Dylan riprende per un momento la visione del campo di battaglia , dei morti
inutili, falciati dalla morte , con la speranza ancora negli occhi che
nessuno passerà a chiudere per l’eterno riposo. Il cielo dell’Alabama è
rosso del sangue di questi poveretti, i suoi prati sono il terreno difficile
da inquadrare a parole, dove finalmente regna la pace per sempre distaccata
dalla follia della guerra. Una madre legge la lettera che la informa del
figlio ferito al fronte , o forse caduto in guerra, un flash di vita che si
è ripetuto milioni di volte nella storia del Paese , un’ansia che si ripete
e ripeterà all’infinito nel cuore di quelle mamme , gonfio di speranze e di
dolori. La ballata si chiude con l’immagine della rassegnazione e la
desolazione causati dagli avvenimenti che hanno portato la morte , il dolore
e le lacrime , mentre il sopravvissuto ricorda i volti degli amici meno
fortunati di lui , stese sui prati dell’Alabama con gli occhi rivolti a quel
cielo e quella speranza che non possono più vedere. La guerra è finità , la
speranza no.
salve!
se possibile vorrei solo un parere.. quest'anno mi tocca fare
gli esami di stato e per cominciare il mio discorso d'esame vorrei
utilizzare una canzone di bob dylan che ovviamente abbia riferimenti
storici o che comunque tratti un tema che sia poi facile da collegare
con altre discipline. se può servire frequento il liceo socio-psico-
pedagogico.. grazie per la disponibilità!
senza firma
Io userei "All
along the watchtower" , senz'altro la più discussa e sviscerata delle
canzoni di Dylan. Forse questo piccolo saggio ti potrà aiutare un pochino ,
clicca qui
, poi ti consiglio di fare una breve ricerca in
Internet su questa canzone , sicuramente potrai trovare altri significati
applicabili al mondo moderno , che è cambiato solo strutturalmente , ma non
moralmente , da quello che ci ha preceduto.
a
Lunedi 8 Febbraio 2010
Review: Boston, Massachusetts
- Wang Theatre - november 14 ,2009
di Mo
Il Cuore di Sabato notte
Bob Dylan e la sua cowboy band hanno avviato i loro bus sulla costa ovest lo
scorso autunno e sono ora una Travelin-highway-band. Parola, si capisce
subito che Bob sta facendo un nuovo stand con Charlie Sexton tornato
all’ovile.
Con tre spettacoli in programma a Boston e tre in programma a New York
abbiamo capito perché amiamo viaggiare quando Bob ed i ragazzi sono ormai
alla nostra portata.
Abbiamo preso i nostri bagagli e ci siamo diretti verso Mass Pike per il
nostro pellegrinaggio a Boston. Abbiamo controllato all’Hotel
Intercontinental ed abbiamo visto passare Bob prima dello spettacolo.
Questo è stato lo show numero 2 di un set di tre notti presso lo storico
Wang Theater , ora parte della City Performing Arts Center. Il teatro è
stata ben restaurato e i posti a sedere sono abbondanti per quasi 3.600
persone ... era pieno. I nostri posti erano vicini, sulla sinistra del
palco. Le nostre ossa erano tutte un formicolio, in previsione che show di
stasera stava per essere come qualcosa che non si vedeva dal secolo scorso.
Speravo che aprisse lo show con Maggie's Farm, ma invece Hanno aperto con
"Cat's In The Well". Poi Bob è venuto al centro
Palco, ha preso la chitarra per "Lay Lady Lay" e anche anche se sembrava
richiedere alcuni minuti per trovare il groove giusto per questa canzone non
ha deluso. Nello spettacolo di stasera non sono state messe in evidenza le
sacre reliquie del libro di Bob, a meno che si consideri "Every Grain of
Sand", una rarità. Questa canzone insieme con "Hattie Carroll", "Ballad of
Hollis Brown", "Spirit on Water", e "When The Deal Goes Down" hanno
rallentato e addolcito lo spettacolo che ha dei momenti che potrebbe far
anche sbadigliare o quasi.
"My Wife's Home Town", "Thunder On The Mountain", "Highway 61" e "Ballad of
a Thin Man", rielaborati in versioni che hanno scosso il pubblico. Ma è
stato "Ain’t Talkin ' "che non è galoppato nello spettacolo, con il suo
ritmo per cowboy, ho pensato che fosse fuori nelle recinzioni per scaldarsi.
Bob Dylan, Charlie Sexton e il resto della band suonano un genere stile
cowboy. Charlie ha stupito con la sua capacità di prendere iniziative ed
ottenere il concenso e la sintonia con Bob.
Questo spettacolo è rivitalizzante, ipnotizzante, boogie blues stile Texas,
ti senbra che stia barcollando “Down the lookin boulevard” il sabato cuore
della notte ... e te lo trovi proprio qui davanti a te, sul palco del teatro
Wang. Bob Dylan, il crooner animato è uscito stasera con la chitarra,
tastiera e armonica a bocca, infuocato e partecipe , catturando il cuore del
sabato notte. Bob Dylan ha dato una nuova svolta al suo show.
Il "2010 White House Music Series" inizia Mercoledì 10
febbraio, quando il presidente e la First Lady ospiteranno "In Performance
alla Casa Bianca: una celebrazione della musica del movimento dei diritti
civili" - un concerto che celebrai mesi della Black History. Tra i
partecipanti ci saranno Yolanda Adams, Joan Baez, Natalie Cole, Bob Dylan,
Jennifer Hudson, John Legend, John Mellencamp, Smokey Robinson, Seal, The
Blind Boys of Alabama, lo Howard University Choir, e The Freedom Singers,
con il Dr Bernice Johnson Reagon , Rutha Harris, Charles Neblett e Toshi
Reagon. Robert De Niro, Morgan Freeman, Queen Latifah e Joanne Woodward
saranno relatori ospiti di questo concerto, che conterrà le canzoni dal
movimento dei diritti civili, nonché le letture da famosi discorsi dei
diritti civili e scritti. Il Presidente aprirà con un commento a questo
concerto che si tiene nella Sala Est, che sarà visibile in streaming su
www.whitehouse.gov partenza alle 5:15 pm ET.
Blind Lemon Jefferson, Doc Boggs, Buell Kazee, Mississippi John Hurt,
Clarence Ashley, Cannon's Jug Stompers, la Carter Family, questi artisti,
tra molti altri, non hanno inventato la musica folk, ma il loro merito è
quello di averla divulgata nel corso degli anni '20 e '30, di aver
realizzato le prime registrazioni ed aver dato il via al book per la musica
popolare americana turno che avrebbe preso piede negli anni '50 e '60.
Bob Dylan è un anello essenziale di questa catena. La sua musica è una parte
di questa grande tradizione musicale che affonda le sue radici nelle nebbie
della mitologia americana. Al momento di iniziare la nostra serie sulla
musica di Bob Dylan, è opportuno prendere in considerazione questo aspetto
dello sviluppo musicale di Dylan.
I canti popolari degli anni Venti e Trenta, rivelano un ricco arazzo di
influenze con motivi europei ed africani, ritmi e melodie mescolati in un
amalgama strano e meraviglioso che è stato distintamente americano. E’
inclusiva e partecipativa. E' semplice, ma anche profonda e fangosa.
Cannon's Jug Stompers
Il ritmo santificato, urlando blues, ballate e piagnistei
di montagna.
Robert Johnson
Il barbone sui binari, il predicatore che testimoniano,
Robert Johnson a un bivio.
Dock Boggs
E' la fioritura di diverse generazioni di valore nella fusione musicale.
Questo non è solo divertimento e musiche coinvolgente, ma la musica anche
culturalmente importante che permette di comprendere meglio chi siamo stati
e siamo tuttora, come un popolo.
The Carter Family
Il riemergere della musica folk tradizionale nel corso del 1950 ha un senso
a posteriori. Gli anni 50’, dopo aver dato origine alla moderna cultura del
consumismo usa e getta così come la minaccia della distruzione nucleare,
erano maturi per una nuova svolta verso l'autenticità e il mistero. Per i
giovani degli anni 50’, la musica popolare deve essere apparsa come una
finestra su un' epoca apparentemente più autentica e romantica.
Blind Willie McTell
Robert Zimmerman, che era venuto giù dalle miniere di ferro del Minnesota
settentrionale per andare al college negli anni 50’, era uno di questi
giovani. Era naturalmente indottrinato nel valore del rock n roll e del
country & western, come altri giovani della scuola superiore, Little
Richard, Gene Vincent, Hank Williams. Ma sarebbe stato il mondo del folk,
dove avrebbe trovato lo sbocco ad un'espressione artistica originale e
potente. Già artisti come Joan Baez ed il Kingston Trio avevano trovato il
successo commerciale e collegamenti precedenti ad altri anelli della catena
come Pete Seeger che era servito come mentore e legame con il mondo popolare
apparentemente antico.
Blind Lemon Jefferson
Sono stati artisti come Woody Guthrie, Sonny Terry, Pete Seeger, Odetta e
che forniscono il legame tra gli artisti degli anni '20 e la controcultura
degli anni 50’ e 60’. Se entrambi, Woody e Seeger (e innumerevoli altri
artisti folk), erano stati inserita nella lista nera all'inizio della guerra
fredda, sono stati in grado di fare in modo che la musica folk fosse
ascoltata nelle aule in tutta l'America. Canzoni come “This Land is Your
Land” e “Michael Row the Boat Ashore” sono state cantate dai bambini della
scuola americana sin dagli anni 40’. Dalla fine degli anni Cinquanta quella
generazione ha raggiunto la maggiore età essendo stata svezzata dalla musica
folk.
Una delle influenze più grandi, non solo per la metamorfosi di Dylan, ma per
la rinascita di tutta la musica popolare è stato lì Antologia di Harry
Smith, vitale e storica della American Folk Music.
Pubblicato il Folkways Records nel 1953, la Anthology of American Folk Music
presenta 84 brani registrati negli anni 20’ e 30’. Murder Ballads, country
blues, canti di lavoro, social music, e la musica tradizionale di montagna,
la raccolta di Smith aveva un piede in una verdeggiante e mitica America e
un piede nella urlante meccanica dell'era moderna e passi dal passato
poetico avvolti in un emozionante pericolo e antico mistero.
Mississippi John Hurt
(Il Cohen Brothers "O Brother, Where Art Thou?" ) Artisticamente è
brillante, evidenziando la prima era della registrazione di musica folk e la
cultura americana dei film, prendendo in prestito elementi da Omero e le
tradizioni bibliche, è un tipo di visione impressionistica sulla mitologia
americana che si sta gettando a capofitto nel nuovo mondo del 20° secolo.)
Charlie Patton
The Anthology of American Folk Music è un vero e proprio
tesoro. Sono stati il folk e la musica jazz, dopo tutto, se la prima
disgregazione dal passato ha avuto luogo. E' assolutamente essenziale per la
comprensione del percorso che la musica popolare americana corso ha avuto
20° secolo. Entrambi, folk e jazz, ci ha raccontato una storia e un
atteggiamento. Il nostro.
Buell Kazee
Era certamente influente per il giovane Robert Zimmerman come Buell si era
immerso nella idiomi e nelle tradizioni del folk e blues del paese. In
ultima analisi, la trasformazione di Robert Zimmerman a Bob Dylan è stato
uno dei Love and Theft, come ogni grande artista ha preso in prestito sia i
temi e le frasi da chi era venuto prima. In particolare, Dylan si era
incentrato sullo sconnesso e strascicato stile di vita di Woody Guthrie per
plasmare il suo personaggio. Guthrie è stato, naturalmente, il narratore
della verità popolare durante la Grande Depressione.
Dylan ha trascorso ore e ore a studiare i manierismi vocali non solo di
Guthrie, ma anche di artisti come Willie McTell, Hank Williams, Noah Lewis,
e Huddie Ledbetter.
Woody Guthrie
Come Dylan mise in atto la sua fuga dalle Northland congelate a New York,
armato con la conoscenza apparentemente segreta e potente della musica
popolare, anche lui deve essersi sentito come Guthrie, una volta era: Bound
for Glory.
Non sorprende quindi che una delle prime cose che Dylan ha fatto quando è
andato all’ est, nel gennaio del 1961, fu quella di presentarsi a Woody
Guthrie. Sedeva alla sua destra in ospedale e cantava per lui. Una delle
prime canzoni originali che Bob Dylan ha scritto è stata la toccante e
indebitata "Song to Woody", che riesce a rendere omaggio a tutti coloro che
sono venuti prima nell’ anello della catena.
Clarance parla Ashley informazioni sulla registrazione nel 1920, esegue "The
Coo Coo Bird"
Cannon's Jug Stompers "Big Blues Railroad"
Furry Lewis: "Kassie Blues Jones"
La famiglia Carter: "This World's On Fire"
(Suona familiare?)
Woody Guthrie "This Land is Your Land"
(Yup, questo è il pezzo della Carter Family che Guthrie ha usato per la sua
“This Land is Your Land”. Blues e idee di altri musicisti folk idee presi in
prestito, riff e melodie, gli uni dagli altri per tutto il tempo.
Ricordatelo la prossima volta che qualcuno dice stupidamente che la musica
rock è un “furto” dal blues e dal folk, o la prossima volta che qualcuno si
lamenta che l'hip-hop o il campionamento non è musica – tutte queste cose
fanno parte della tradizione umana ed artistica!)
Bob Dylan rende omaggio a Guthrie e le sue radici: "Song to Woody"
Review: Boston, Massachusetts
- Wang Theatre – november 13, 2009
di Jimmy
Ecco una "recensione" che ho inviato alla mia insegnante
che ama Bob Dylan e insegna le sue canzoni in una classe al liceo. Lei mi ha
incoraggiato a inviarla a questo sito web in quanto è la prima volta che ho
visto Bob Dylan live ...
Lo spettacolo è stato grande stasera. Dopo aver ascoltato per la maggior
parte registrazioni in studio di Dylan, non mi sarei aspettato lo stile in
cui Bob e Charlie Sexton hanno suonato (anche il chitarrista di backup era
davvero troppo bravo). Charlie
Sexton è un grande chitarrista e sono sicuro che potrebbe eseguire alcuni
dei grandi blues in uno stile, come Stevie Ray Vaughn e Buddy Guy, ma lo
stile di musica che ha suonato si adatta a Dylan e mi piace il tipo di blues
che Dylan suona attualmente.
Ho avuto la fortuna di sentire alcune canzoni da Blonde on Blonde (Nota: io
sto attualmente lavorando a una perizia "progetto" su questo album), suonata
dal vivo in uno stile completamente diverso rispetto alle versioni studio.
L'apertura con "Leopard-Skin Pill-Box Hat", è stata impressionante ed alcuni
dei miei preferiti di Dylan (per quanto mi sono avventurato nella sua
musica) sono stati suonati, come Workingman's Blues # 2, Highway 61 e Ballad
of a Thin Man (che
era una versione grande e bella canzone da suonareprima del bis).
Hanno suonato una versione molto bella di All along the watchtower, troppo
bella. Come ho detto, Bob e Charlie possono suonare tutto, e hanno fatto
alcune delle canzoni che non conoscevo, tutte le più interessanti, con il
loro modo di blues. Ho anche notato, non solo in questo show, che su tutte
le registrazioni dal vivo Bob canta le canzone nel modo in cui vuole
e ho studiato diverse versioni dal vivo di ogni canzone, ma direi
che le cambia solo per non diventare completamente pazzo nel suonare la
stessa cosa più e più volte. Bob mi ha sorpreso in modo strano, ma credo che
era una cosa prevedibile. Per esempio, ho immaginato un pò Bob che canta le
sue canzoni, quasi sempre, per poi partire per un altro show. I suoi gesti
con le mani sono davvero imbarazzanti, non so percgè li faccia, li ho solo
trovati divertenti e strani. Anche lui balla come un vecchio dietro al suo
pianoforte, probabilmente perché è un uomo anziano. Un'altra cosa che ho
trovato divertente è stato quando ero seduto, un usciere del teatro andava
in giro in ogni sezione dicendo alla gente di non parlare lo show,
altrimenti Bob se ne sarebbe andato via. È stato un momento divertente e mi
auguro di divertirmi così anche la prossima volta.
Una canzone di DYLAN trasformata in un libro per
bambini
Il Brano di Dylan “Man gave name to all the animals” è stato trasformata in una
favola per un
nuovo libro per i bambini.
Dylan ha approvato che la canzone fosse usata pe questa iniziativa, che sarà
caratterizzato da disegni ispirati dal suo testo e conterrà un CD con il
brano.
L’artista Jim Arnosky dice: "Dalla prima volta che l’ ho sentito, il testo
della canzone creava nella mia mente le immagini di una terra di una
bellezza primordiale.
"Pensavo che questa visione sarebbestata un sogno per un libro, e ho chiesto
il permesso a Bob Dylan per realizzare questo sogno. Fortunatamente, ha
detto di sì".
Il brano era stato inciso sull’ album “Slow Train Coming” di Dylan.
"Blood on the tracks" , un capolavoro strano che nasce in modo strano , dopo
un’esperienza strana di qualche mese passato a rifarsi la mente sotto la
guida di Norman Rauben , un newyorkese , una specie di guru , un tuttologo
della sua filosofia personale, idee che guidarono la allora confusa mente di
Bob su nuove strade difficili da interpretare e che portò successivamente al
fallimento del matrimonio fra lui e Sara.
Al ritorno da New York Dylan comincia a parlare un altro linguaggio diverso
dal suo solito , forse influenzato o plagiato dagli insegnamenti di Rauben ,
ed il matrimonio comincia a traballare , e traballando nel tempo arriva allo
sfascio totale. Dylan, già confuso per conto suo , alla ricerca di qualcosa
che forse non aveva ancora capito bene cosa fosse , subisce la rottura in
maniera pesante , il tracollo morale ed affettivo lo segnano definitivamente
, perde la capacità di critica e satira assumendo quelle del crooner,
personaggio distaccato dai fatti che racconta in modo asettico le sue
emozioni. L’operazione non funziona immediatamente , ci vorranno anni perchè
questo concetto si sviluppi ed assuma nuova personalità e certezza nella
mente dylaniana. Da questo cambiamento sostanziale della sua vita nascerà
“Blood on the Tracks”, forse non il migliore in assoluto dei lavori
dylaniani ma certo un Masterpiece con la M maiuscola.
Sarà un disco potremmo dire “confuso” , abbozzato nella mente di Dylan ma
non ancora chiaro del tutto, lo dimostreranno l’ abbandono delle
registrazioni originali destinate a far parte dell’album che verranno tutte
reincise da musicisti sconosciuti , amici del fratello di Bob , David , che
dopo aver ascoltato l’acetato disse a Bob “ Non funziona , devi reincidere
tutto”. Bob seguirà alla lettera il consiglio di David , che si occupò delle
nuove registrazioni e di dare a Bob musicisti spontanei , non ancora
contaminati dal businnes , gente che suonava per passione e non per lavoro.
Ne uscirà un onesto e sincero sound , unica pecca , nessuno dei suonatori
sarà citato nelle liner-notes, ma questa è un’altra storia.
“Blood on the tracks” è stato un altro di quei dischi che abbiamo fatto in
tre o quattro giorni", ricordò Dylan. "Avevo l'acetato e non l'ho ascoltato
per un paio di mesi. Non pensavo che queste canzoni dovessero essere
pubblicate. Il disco non era ancora uscito ed io ascoltai l'acetato. Pensai
che le canzoni dovevano suonare in maniera differente, così le ho registrate
di nuovo."
“You're a big girl now” è una delle sei canzoni che Dylan incise da capo con
una sconosciuta una band di Minneapolis , e naturalmente sia il suono che
l’umore del disco risultarono nettamente diversi.
“You’re a big girl now” è di sicuro l’alter-ego di “Idiot wind” , la
rassegnazione e l’accettazione prendono il posto della rabbia e della furia
, della voglia di vendetta di “Idiot”, la visione delle cose è molto più
distaccata ed impersonale , la storia è senza tempo , una non-storia insomma
, con personaggi appena accennati e mai definiti , come se fossero delle
ombre o dei concetti invece che persone con una drammatica storia alle
spalle. Tutto suona molto disincantato , il crooner sembra quasi coinvolto
passivamente , al contrario di come avviene in “Idiot” , i ricordi e le
domande , le conclusioni stesse sono surreali e non materiali , non si
palesano istinti umani come il rancore , la rabbia , il dispetto , tutto
viene trattato a livello folosofico , come se Bob si fosse seduto su una
nuvoletta vagante nel cielo alla ricerca della serenità e della verità.
Resta però qualche strascico “normale” che fa capire che la canzone
certamente parla del suo rapporto con Sara , l’ultima strofa è
inequivocabile: “Un mutamento del clima può essere estremo
Ma non è come cambiare i cavalli in mezzo a un fiume
Sto diventando pazzo, mm-mm,
Con un dolore che va e viene, mm-ah
come un cavatappi nel mio cuore
da quando ci siamo lasciati”.
Le parole sono più semplici che mai , senza toni biblici o di proclama ,
sembrano una riflessione appena sussurrata ed anche il tono della canzone e
l’esecuzione sembrano confermare questa tesi , ma il concetto è profondo ,
il fallimento del sentimento più importante nella vita di un uomo è lì ,
l’amore , quello che nasce dal cuore e che non risponde a nessun perchè, è
il motore di questa semplice grande ballata , l’amore che ti rende pazzo dal
dispiacere , un “cavatappi nel cuore”, l’espressione fa comprendere
perfettamente il livello di sofferenza di Bob.
Il dolore è pungente , sincero , non permette di mentire o soprassedere ,
lui sei sente una piccola cosa , piccola come un uccellino posato su una
staccionata , che cinguetta la sua canzone per lei , sperando che lei possa
sentirlo cantare attraverso le lacrime. “C'è un uccello sulla linea dell'orizzonte, sopra una staccionata
Sta cantando la sua canzone per me a sue spese.
Ed io sono proprio come quell'uccello, oh, oh
mentre canto solo per te, mm-mm.
Spero che tu mi possa sentire,
che tu possa sentirmi cantare attraverso queste lacrime”.
Strofa potentemente lirica che contrasta con la semplicità della successiva: “L'amore è così semplice, per usare una frase fatta,
ne eri consapevole da sempre, io invece lo sto imparando adesso
Oh, so dove trovarti, oh, oh,
nella stanza di qualcuno, mm-mm.
E' il prezzo che devo pagare
Ad ogni modo sei una ragazza grande”.
L’incomprensione può sfociare nel tradimento? , questo si chiede Dylan che
riassume i panni del crooner distaccato dai fatti, l’idea di saperla nella
stanza di qualcun’altro genera solo cronaca, non esplode nella rabbia , non
è una tempesta , è solo una leggera brezza fredda e fastidiosa ma
sopportabile.
Ma è la prima strofa che da ragione a Sara per bocca di Dylan : “La nostra conversazione fu breve e dolce
quasi fui sopraffatto dall'emozione.
E sono tornato nella pioggia, mm-mm,
mentre tu te ne stai all'asciutto, mm-mm
In qualche maniera ce l'hai fatta
Sei una ragazza grande adesso”.
Dylan , stizzito, così commentò le frasi dei critici che intuirono la verità
che stava dietro la canzone:
“Ho letto in giro che questa canzone parlarebbe di me e di mia moglie.
Vorrei che le persone mi chiedessero le cose prima di stampare sui giornali
tutto quello che passa per la loro mente. Intendo dire che potrebbe parlare
di chiunque tranne che di mia moglie, okay? Questi esegeti del mio lavoro
delle volte sono degli stupidi stronzi mistificatori - Voglio dire che cerco
sempre di stare un passo distante da me stesso e cambio con i tempi. Come se
quella fosse la mia stupida missione. Quanti ruoli posso recitare? Stupidi,
ti confinano nei limiti della propria mentalità priva di immaginazione. Non
si fermano mai a pensare che qualcuno ha avuto esperienze che loro non hanno
avuto... Ad ogni modo non è nemmeno l'esperienza che conta, è l'attitudine
che c'è verso l'esperienza. Ci sono così tanti fraintendimenti da parte di
persone che sono bloccate nei loro piccoli mondi... Al contrario di quanto
alcuni cosiddetti esperti credono, io non reinvento continuamente me stesso
- ero così fin dall'inizio. Inoltre non sono un cercatore di sa Dio cosa.
Non c'è niente in nessuna delle mie canzoni che indichi che io stia cercando
l'oro perduto alla fine di un qualche grande misterioso arcobaleno -
propaganda, tutto qui... Non ho mai considerato me stesso come uno che
guarda da fuori a dentro, ogni cosa che faccio la faccio dal di dentro verso
fuori, sai, sono un mistero solo per coloro che non hanno provato le stesse
cose che ho provato io... Non puoi prendere le mie canzoni e verbalizzarle,
così come io non scrivo canzoni che siano delle confessioni. L'emozione non
ha niente a che fare con questo. Sembra solo così. Così come sembra che
Lawrence Olivier sia Amleto... Beh, in realtà una volta ho scritto una
canzone del genere e non era un granchè - è stato un errore registrarla
(Dylan fa riferimento a "Ballad in plain D" in cui parla della rottura del
suo rapporto con la sua ragazza Suze Rotolo dando la colpa alla di lei
sorella Carla ) e me ne pento... era sul mio terzo o quarto album, forse..."
Come suo costume Dylan non ammette mai , dice tutto ed il contrario di tutto
, cerca di confondere e dissuadere continuamente chi cerca di confinarlo in
uno schema , cosa più che normale per uno che è continuamente sottoposto a
pressioni mediatiche insopportabili , Dylan non è un mentitore di
professione , cerca solo di difendersi , di mantenere una personalità sua
non corrotta dalle idee degli altri.
I mesi trascorsi in compagnia di Rauben cambiarono la psiche dylaniana,
reindirizzandola in modo diverso e cambiando il suo modo di scrivere le
canzoni ed i testi, quelle canzoni diventarono “Blood On The Tracks” ,
quello che ancora oggi è forse il suo album più importante :
"Tutti furono concordi nel dire che quel mio album era un qualcosa di
davvero diverso dal solito, e quel che era diverso era il fatto che esisteva
un codice nei testi, ed anche che non esisteva il senso del tempo..."
Dylan cercò ulteriormente di spiegare quel concetto di "assenza di tempo"
nelle nuove canzoni in una chiacchierata con Matt Damsker:
"Con Blood On The Tracks feci in maniera consapevole quel che in genere
facevo inconsciamente. Non lo eseguii bene. Non avevo la capacità di
eseguirlo correttamente. Ma avevo scritto le canzoni... quelle che avevano
quella frammentazione del tempo, in cui il tempo non esisteva, nel tentativo
di rendere il centro della narrazione come una magnifica lente sotto il
sole. Fare questa cosa in maniera consapevole è un trucco che io ho
utilizzato per la prima volta con Blood On The Tracks. Sapevo come fare
perchè avevo imparato la tecnica... In realtà avevo un insegnante per
quello..."
Nel book allegato a Biograph c’è un commento di Cameron Crowe su Blood On
The Tracks che sembra essere il risultato di un'osservazione non confermata
dello stesso Dylan:
"Ispirato a detta della stampa e della gente dalla rottura del suo
matrimonio con Sara, l'album deriva molto del proprio stile dall'interesse
di Dylan per la pittura. Le canzoni affondano in profondità ed il loro senso
della prospettiva e della realtà è in continuo mutamento".
"I continui mutamenti" sono il risultato del senso di assenza del tempo che
caratterizza il disco. Parlando con la scomparsa Mary Travers (di Peter,
Paul and Mary) il 26 aprile del 1975, Dylan fece un commento a proposito del
concetto di tempo, spiegando che egli aveva cercato non solo di fare in modo
che "il passato, il presente ed il futuro esistessero tutti", ma anche che
"fossero tutti presenti nello stesso momento", qualcosa che egli aveva
appreso da Norman.
"Tu hai ieri, oggi e domani tutti nello stesso spazio e c'è molto poco che
non puoi immaginarti succeda".
Dylan disse a Matt Damsker che secondo lui non aveva suonato le canzoni di
Blood On The Tracks particolarmente bene, e questo è una cosa inaspettata da
parte di Dylan , " potevano essere modificate...".
Nei tempi seguenti , Dylan ha continuamente rielaborato i testi di quelle
canzoni, come se il lavoro fosse sempre in “opera”, brani come "Simple Twist
Of Fate" e "Tangled Up In Blue" traveranni negli anni , soprattutto dal vivo
, diversi cambiamenti di stile e di signidficato , Dylan si stava evolvendo,
unendo l'idea di tempo e di cambiamento l'idea della canzone-quadro,
immediata visione del concetto che vuole esprimere , dice ancora in
Biograph, con diretto riferimento a "Tangled Up In Blue":
"Stavo solo cercando di scriverla come fosse un quadro in cui tu puoi vedere
le diverse singole parti ma puoi anche vedere il totale del dipinto. Con
quella canzone in particolare era quello che stavo cercando di fare... con
il concetto di tempo, ed il modo in cui i personaggi cambiano dalla prima
persona alla terza persona, e non sei mai sicuro del tutto se stia parlando
la terza o la prima. Ma quando getti uno sguardo d'insieme al totale non ha
molta importanza".
La confusione del tempo e delle persone su “Blood On The Tracks” sfocierà in
un risultato economicamente disastroso quando volle usare la stessa tecnica
al film Renaldo & Clara.
Dylan disse a Matt Damsker:
"Mai fino a “Blood On The Tracks” ero riuscito ad ottenere quello che volevo
ottenere, ed una volta che ci riuscii, questo non avvenne nè con Blood On
The Tracks nè con Desire. Fu con Street-Legal che giunsi più vicino a quello
che volevo esprimere con la mia musica. E' qualcosa che ha a che fare con
un' illusione di tempo. Voglio dire che le canzoni sono necessariamente
caratterizzate da una illusione di tempo. E' stato un vecchio che mi insegnò
tutto ciò ed io cercai di imparare tutto quello che potevo..." Il vecchio si
chiamava Norman Rauben.
a
Giovedi 4 Febbraio 2010
Una tazza ancora di caffè' [One more cup of coffee ] - di Andrea Buriani
Clicca qui
Nuovi lavori di Bob Dylan in mostra a Londra in
Febbraio
Da: Mary Wogan
La prima mostra di Dylan di lavori su tela si apre alla Halcyon Gallery di
Londra il 6 febbraio.
I suoi dipinti sono davvero colorati in stile ovviamente influenzato da
Mattise e dal Fauvismo, (niente psychedelia degli ani 60 comunque). Io
sicuramente sono un fan di questo stile, è particolarmente affascinante e
pieno di vita. Dylan non si è mai imbattuto in qualcuno nel Greenwich
Village nei primi anni Sessanta, che gli disse: "Lascia stare questa musica
popolare, vattene via e fai il pittore." (O qualcosa di simile)
Bob Dylan: "Guardo ciò che interessa a me, e poi lo dipingo. File di case,
ettari di frutteti, le forme dei tronchi d'albero, potrebbe essere qualsiasi
cosa. Posso prendere una ciotola di frutta e trasformarla in una vita e nel
dramma della morte. Le donne sono figure di potere, così io le ritraggono in
quel modo. Non riesco a trovare persone da dipingere in comunità sempre in
movimento. Potrei dipingere le persone, ma sarebbe davvero troppo borghese.
Non sto cercando di fare critica sociale o assolvere qualcuno, guardo e
posso trovare materiale ovunque. Credo che in qualche modo è quello che
viene fuori dal mondo popolare che mi è entrato dentro "
N.B. Vi è una certa confusione se questa mostra inizia il 6 febbraio o nel
corso del mese
"Non sono mai stato coinvolto in qualcosa di simile. Il mio nome è venuto
fuori e mi sento benedetto, mi sento come se avessi fatto qualcosa di utile
oggi, e che è sempre una buona giornata. Era come se mi avessero detto “Che
cosa sto facendo qui?”. Io ho risposto “Voi ragazzi siete davvero buoni
comici”. Dopo che ho cantato la parte che era di Bob Dylan, in un certo
senso mi ha colpito il pensiero che questa era una cosa più importante di
quanto io potessi immaginare ".
Il rapper Lil Wayne, discutendo la sua reazione nell’essere coinvolto con il
remake di "We Are the World", la maggior parte del quae è stato registrato
il Lunedi (1 febbraio) a Los Angeles. Weezy si è unito ad un gruppo di
luminari provenienti da tutto il panorama musicale, tra cui Kanye West,
Usher, Rihanna, i Jonas Brothers, Justin Bieber e Pink per registrare la sua
traccia. Le caratteristiche della nuova sono che la versione Wayne si
attiene molto alla traccia che originariamente apparteneva a Bob Dylan nella
versione originale della canzone, che era stata registrata per fornire il
denaro per il problema della fame in Africa. Il ricavato di questa versione
sarà a favore dei terremotati di Haiti, tramite il neocostituito We Are the
World Foundation LLC. Il brano completo vedrà il suo debutto come parte di
uno speciale chiamato "We Are the World – 25° per Haiti", che andrà in onda
sulla NBC, durante la Cerimonia di Apertura dei Giochi Olimpici Invernali
Venerdì, 12 febbraio.
(Fonte: MTVmusic)
Review: Boston, Massachusetts
- Wang Theatre – november 13, 2009
di Larry Fishman
Il Teatro Wang è ben arredato, un Grand Theatre in quello che
rimane del vecchio quartiere del Boston Theatre. Posso sbagliarmi, ma non
pensate che Bob ha suonato qui con la Rolling Thunder quando
è stato chiamato Music Hall. Il luogo prende il nome dai Wang Laboratories,
che erano una centrale per l’ elaborazione dei dati e di
Microcomputer. Il Dr. Wang ha dato un mucchio di soldi per avere lo
spazio nuovo , ma la sua azienda è andato a gambe per aria nei primi anni
90'.
Comunque, il posto è splendido, con soffitti affrescati, foglie d'oro,
toilettes pulite, uscieri gentili e statue di marmo.
C'è stato un sacco di brusio e la discussione verteva sul ritorno di Charlie
Sexton. Ho visto un sacco di fans della vecchia line-up Larry Campbell /
Charlie Sexton. Il mio ricordo è che Campbell o addirittura Bob facevano gli
assoli e Charlie era principalmente la chitarra ritmica. Beh, i tempi sono
cambiati, e questa è la Charlie Sexton's band. Io non
penso che ci sia stato un chitarrista, sia con la presenza scenica e la
presenza musicale migliore di GE Smith. Charlie però ha qualcosa di
carismatico. Lui avanza impettito, poi si mette su un ginocchio e tocca i
comandi della pedaliera della chitarra con molta attenzione. Spinge la band
e spinge Bob – fa un sacco di lavoro, c’è l'energia e la chimica tra i due,
vicini uno accanto all'altro, suonando fianco a fianco, è bello vederle la
fiducia di Bob e il rapporto che c’è tra di loro. Il resto del gruppo
sembrava fare qualche passo indietro. Tony Garnier, ancora
nella sua tuta di 2 taglie troppo grande, in piedi verso la parte
posteriore, Donnie Herron stava nella sua solita poltrona direttamente
dietro Bob e l’ eroe della mia città natale Stu Kimball ora è posizionato
lontano alla destra di Bob.
La folla è la solita folla di Dylan, forse un po' più di grandi. C’erano molti
entusiasti da quello che ho potuto vedere, un sacco di balli, grida, latrati
e applausi per i testi delle canzoni. Lo show pre musica era un dolce rock anni 60,
un
roadie zoppicante, la piatta fase di impostazione del palco, l' illuminato
drum kit, il contrabbasso sul suo lato, la tastiera, la statuetta dell’ Oscar,
Bob emerge con cappello nero, vestito di nero, maglietta verde lime. .. ahh
tutto va bene nel mondo, un altro spettacolo di Dylan:
1. Leopard Skin Pill Box Hat. Lo show viene aperto con questo pezzo rock,
una buona sintonia per cancellare le ragnatele nella voce di Bob,
ondeggiante dietro le tastiere, un inizio ottimista.
2. Girl from the North Country. Le stelle vengono proiettate sullo
sullo sfondo, il vecchio sound da ninna nanna da favola del vecchio tour
viene scartato e sostituito con una più schematica e semplice versione.
Guitar-Bob suona per la prima volta e si scambia alcune note di assolo con
Sexton.
3. Beyond here lies nothing. Melodia accattivante con Donnie
Airone alla tromba, c’è una vibrazione formidabile e un gran bordello. Mi
piace , grazie Bob.
4. Just Like A Woman. Un ricco e pieno arrangiamento con la folla
ruggente d’ approvazione. Un momento inaspettato, come un assolo di organo
sostituito nel posto che di solito c’è l’armonica. E' stata una bella
canzone , ma lo spettacolo non ha veramente infiammato fino a ...
5. High water. Non è sicuro che io possa davvero esprimere quanto la
performance di questa canzone mi ha commosso. Come è iniziata, Bob è saltato
al centro della scena, a cantare con un microfono in piedi. Ha tenuto un
altro microfono in una delle sue mani per la sua armonica. La canzone ha
infiammato tutti. Bob ha ballato. Ballato!, E ondeggiava incanalando l’ energia -
E' stata pura gioia, bellezza e onestà. Ero sopraffatto, ridevo, Porca
puttana! Bob Dylan balla sul palco. Incredibile, una di quelle prestazioni
che non si domenticherano mai.
6. I Feel A Change Comin 'On. Dietro la tastiera, la nave ha sciolto le vele
e ora abbiamo una canzone raramente eseguita riprodotta fedelmente. Ha fatto
il suo primo vero e proprio assolo di armonica della serata.
7. Cold Irons Bound. Torna al microfono al centro della scena per una tesa,
matura, rielaborazione convincente. Le versioni precedenti sembravano, come
è stato scritto diverse volte , impantanarsi un po', ma questo è stata
difficile, stretta e concentrata.
8. Spirit on the Water. Tempo di cambiare ritmo e rallentare, la
folla risponde subito, una volta riconosciuto il brano, è sempre una luce,
che amore.
9. Honest with me. Ci sono una manciata di canzoni che avevo bisogno di
sentire di nuovo e vorrei mettere queste esattamente in quell’elenco. Ero
comodamente seduto, annuendo con la testa quando a metà la canzone si è
appena riscaldata, Sexton ha ripreso e realmente acceso un fuoco e girato la
manopola del volume a 11.
Ha cominciato a strappare con la sua chitarra , una meraviglia a dondolo.
10. Workingman's Blues # 2. Credetemi, dolce, perfetto sentire questo
meraviglioso gioiello melanconico.
11. Highway 61 Revisited. Tempo di rock ancora un po', con Bob e
la reincarnazione di Charlie in Michael Bloomfield e Buddy Guy.
12. Ain't Talkin'. Le luci del palcoscenico si sono abbassate e Bob parte per
un'altro strano viaggio attraverso i boschi e la grande città.
Sexton aggiunge arpeggi e sfumature al suono, come narra Zimmy.
13. Thunder on the Mountain. Questo sembra essere un preferito del pubblico,
ma dopo aver sentito la melodia 250 volte sull'ultimo bootleg avrei potuto
pensare a qualcos' altro da sentire se avessero chiesto la mia opinione.
14. Ballad Of A Thin Man. Eseguita Hard & Loud, più simile alla versione 66’
della Band di ogni altra. Un sacco di divertimento con ancora una volta il
nostro favorito ex DJ tornare al centro della scena.
15. Like A Rolling Stone. Questa versione eseguita in formato standard , la
folla ha gradito, tutti ai suoi piedi, sollevando le braccia e cantando in
coro - Forse un po' più veloce rispetto alle versioni degli ultimi anni.
16. Jolene. Un delizioso encore dopo la presentazione della band. E'un pezzo
minore, ma comunque piacevole.
17 All Along The Watchtower. Come sempre un ottimo modo per terminare la
notte, ed ha anche lasciato fare a Stu un assolo. Forse la prestazione vocale
più debole della notte, quando è caduto in quell’ upsinging.
Che cosa posso dire, è stata una notte forte e ho avuto un sacco di
divertimento. Ho ancora due notti di musica nei prossimi giorni.
Non vedo l'ora.
Bene, i Grammy sono finiti ed erano, in linea con lo spirito del piano di
salvataggio bancario e di quello di tutte le imprese, le cose buone e
preziose, uno sgargiante, senz'anima, spettacolo da Circo Massimo.
Continuavo a pensare che dovevano gettare uno dei ballerini di Chorus Line
ai leoni, solo per mantenere il livello d'interesse. Fin dall'inizio, con
Lady Gaga , che è un oggetto da gettare in un inceneritore per rifiuti per
poi uscire tutta coperta di fuliggine a cantare un duetto con Sir Elton
John, ho capito che qualsiasi parvenza di buon gusto o di una classe stava
andando a farsi fottere !. Il mio istinto è stato abbastanza buono. La notte
era soprattutto coerente con il tema della gigantesca overdose di idiozia
della manifestazione. I Beyonce calpestavano il palco come un esercito di
guerrieri che ricordava vagamente quello cinese di Terra Cotta, Pink ha
cantato la sua canzone oscillando su un trapezio, poi è stato calato in una
vasca d'acqua, a quel punto lei si è girata ed ha fatto la doccia al
pubblico con le goccioline. (Oh mio Dio, Oh mio Dio, sono stato colpito
dall’ acqua di Pink!) I Green Day, che hanno almeno cercato di comportarsi
con una sorta di integrità, hanno eseguito 21 Guns con il cast del loro
nuovo spettacolo di Broadway (i fans punk, kid, e Freak Out sono costretti a
fare la faccia seria alla ricerca dei loro idoli), con i pugni in aria,
sembravano il cast di Les Miz. Darling Everyone's Taylor Swift ha cantato in
duetto con Stevie Nicks e qualcuno deve aver girato il pulsante off da solo
, perché Taylor cantava che sembrava piatto come un' autostrada del Texas.
Non ho ricevuto l'email circa gli occhiali in 3-D , così sono andato al
frigorifero durante il Michael Jackson "Earth Song" tributo, ma abbastanza
per vedere che era almeno era rispettosamente fatto. Celine Dion ha cantato
i pezzi di Michael abbastanza bene, in realtà, e probabilmente potrebbe fare
uno show rappresentando Jackson e la sua carriera.. Jennifer Hudson, in un
piccolo punto luminoso che ha brillato nella serata, ha cantato
splendidamente, così come Smokey Robinson. I Kids Michael erano dolci e
carini. Dave Matthews è stato divertente, così è stata la band di Zac Brown,
ma ormai avevo capito tutto. Però volevo vedere Jeff Beck, era una tal pena
aspettare, Jeff ha fatto un swinging, accorato e rispettoso omaggio a Les
Paul, ricreando l’atmosfera del classico di Les e Mary Ford, "How high the
Moon," con la cantante Imelda May. Dopo di che ho spento chiedendomi cosa
faranno il prossimo anno. Bungie jumping? Le riprese de i Jonas Brothers
sparati da un cannone? Una rock sottomarino con la Beyonce, Taylor e Pink in
bikini, come le ragazze della spiaggia di Weeki ? Oppure possono inserire un
pezzo di un reality show, hanno Miley Cyrus in "Solo noi ragazze" che
chattando con Katy Perry discute di come perdere la verginità. Le
possibilità sono infinite, ma si può essere certi di una cosa - quando si
tratta di classe e buon gusto, non ce ne sarà da nessuna parte.
Martedi 2 Febbraio 2010
Non ho capito.....lo "scrittore emergente"
Mi era sfuggito l'articolo (?) su Bob e la White House de
"Lo scrittore emergente".
A dir il vero non ho capito il senso dello scritto. Non ho capito cosa
c'entra la ricchezza in fatto di dollari di Dylan, il tramonto di Dylan
e il fatto che suoni alla Casa Bianca.
Era ricco anche negli anni 60, eppure cio' non ha intaccato il suo spirito
creativo, quindi non ho capito dove voleva andare a parare con tale
affermazioni.
Non ho capito ancora cosa ne viene in tasca al tizio che ha scritto queste
amenita'. Non ho capito perche' non c'e' una logica nello scritto.
E poi perche' vaffanculo Bob Dylan.Non capisco questo atteggiamento da
conoscente :)
Posso capire ad esempio di che uno si e' stancato di vedere Bob dal vivo e
dice be' adesso basta, ma segue comunque un pensiero, c'e' un tornaconto.
Ma li' sembrano parole no sense. Canta alla Casa Bianca, lo hanno invitato e
non e' la prima volta che ci va'. Ci andava dai tempi di Carter. E' un
cantate e canta e allora?
Non ho capito questi accostamenti di colore di politica che dano fastidio.
(?) a chi? Un cantate canta dove gli pare e dice cio' che vuole.
Forse si aspetta che canti Master of War.....io vorrei invece che cantasse
qualche cosa dall'album Natalizio e magari si mettesse in testa il cappuccio
da Babbo Natale, sai che forza!!:-))
Stefano C.
Tranquillizzati Stefano , sei in buona
cimpagnia , credo che siano in tanti a non aver capito il senso di quella
accozzaglia di parole buttate lì forse per attirare l'attenzione su una
persona che non aveva niente da dire di interessante. "Guarda e passa e non
ragioniam di loro" diceva Dante , mai frase è stata più indicata per
valutare una persona , quello che dice e che pensa (?) e che scrive. L'idea
di Bob alla Casa Bianca con il berretto da Babbo Natale la trovo stupenda,
ciao e grazie per la tua opinione condivisa :o).
Bob Dylan non ha vinto alcun Grammys stasera . Era stato nominato in due
categorie:
”ROCK FIELD” Best Solo Rock Vocal Performance:
"Beyond Here Lies Nothin '" - Bob Dylan
"Change In The Weather" - John Fogerty
"Dreamer" - Prince
"Working On A Dream" - Bruce Springsteen
"Fork In The Road" - Neil Young
”AMERICAN ROOTS FIELD” Best Americana Album:
Together Through Life - Bob Dylan
Electric Dirt - Levon Helm
Willie And The Wheel - Willie Nelson & Asleep At The Wheel
Wilco (The Album) - Wilco
Little Honey - Lucinda Williams
Entrambi i premi sono stati consegnati nel pomeriggio. Secondo il Los
Angeles Times, Dylan ha perso da due amici - Bruce Springsteen e The Band's
Levon Helm.
Circa alle 5:30 ET, Levon Helm's “Electric Dirt” (che vedeva la
partecipazione dell’ex-chitarrista di Dylan Larry Campbell, tra gli altri) è
diventato il primo vincitore del nuovo “Best Americana Album”.
Appena prima delle 7 pm ET, "Working On A Dream" di Bruce Springsteen ha
vinto per “Best Solo Rock Performance”.
Come nota a margine, Neil Young ha vinto il suo primo Grammy, per "best
boxed or special limited edition package.""
È possibile leggere l'intera cerimonia della consegna dei grammy sulla
pagina online del Los Angeles Times.
clicca qui
Per quanto riguarda l'opera di Bob Dylan nel 1966 Andy Warhol ha acutamente
osservato che la prima fase di protesta per la reputazione di Dylan è stato
come una cosa sociale, mentre la seconda metà è stata la protesta personale.
Warhol avrebbe dovuto saperlo. Questo è ciò che gli ebrei chiamano kvetching
o piagnistei americani. E' stato da quest'ultimo periodo che uno kvetches
puro come Positively Fourth Street e Like A Rolling Stone potrebbero essere
state scritte.
Non c'è assolutamente nulla di profetico o profondo nelle canzoni di questo
tipo di Dylan. Sono semplicemente denunce. In questa prima fase il dito
puntato è stato diretto alla società, in seguito alle persone. John Lennon,
che è stato fortemente influenzato da Dylan ha analizzato il suo metodo, ha
detto che l'idea è quella di scrivere più di quello che si sta dicendo. Così
il mascheramento di Dylan nei suoi kvetches sfocia in un linguaggio oscuro,
mentre il soggetto rimane semplice.
In tal modo l'oggetto di Like A Rolling Stone è il rapporto di Dylan con la
donna, Edie Sedgwick. Edie è un punto dolente per Dylan, perché è stato
incolpato della sua morte, nel 1971, circa sei anni più tardi. Non sembra
probabile, ma lui è sensibile e ha accusato il colpo, così sensibile che
nasconde qualsiasi rapporto che aveva avuto con lei. Quando è interrogato
egli non nega dicendo, invece, di non riuscire a ricordare niente. Beh,
Dylan ha sempre avuto una scusa pronta con le signore in modo che è
perfettamente possibile se ne sia dimenticata qualcuna di esse.
Ma penso che Edie sia stata una delle sue Big Four e quindi dovrebbe
ricordarsela bene. Dylan allora teneva rapporti con quattro donne
contemporaneamente. la prima è stata Suze Rotolo, un ragazza amica da lunga
tempo, risalente al suo arrivo a New York nel 1961, la seconda era Joan
Baez, che ha incontrato un po' più tardi. La terza è stata Sara Lownds che
alloggiava al Chelsea Hotel, la quarta era Edie Sedgwick, per la quale lui
ha scritto almeno tre canzoni.
Naturalmente ci sono state molte altre donne sposate e “consolate”. Uno o
più di queste potrebbero avere ancora rapporti in corso. Dylan sposò Sara
Lownds nel novembre del '65, senza menzionare il fatto a nessuna delle sue
altre donne. La sua relazione con Suze Rotolo saltò in aria nel 1964, quando
la sorella di Suze, Carla, e sua madre si stancarono dell’ approfittarsi di
Dylan nel rapporto con Suze. Dylan aveva però mantenuto ancora i rapporti
con Suze, anche chiedendole di essere la sua amante, più tardi invece si
sposò. Bob fissò la controversia con Carla in “Ballad In Plain D”, quando
Carla gridò la famosa imprecazione: "Tragico figuro, lasciala sola, Dio ti
danni, vattene !". . Dylan, col suo solito modo di fare si fa passare per
parte lesa, come se ci fossero quattro Bob Dylan in città e lui non avesse
nulla a che fare con gli altri tre.
Doveva sapere qualcosa degli altri tre, perché il Bob Dylan di Bob e Sara
aveva ancora una parte nella vita di Suze . Hep. Hep.
Edie Sedgwick: Ho letto diverse versioni su Dylan ed Edie. In una, sia Dylan
che Bobby Neuwirth avevano conosciuto Edie a Boston, dove frequentava la
Radcliffe School ed il cui comportamento eccentrico le aveva già procurato
una certa fama. Entrambi, Dylan e Neuwirth sono stati a Boston diverse volte
in modo che la cosa sia possibile. E' stato a Boston che Dylan ha incontrato
il folksinger Eric Von Schmidt, che ammirava molto. Alcuni dicono che ha
incontrato Edie solo nel dicembre del '65. Se ha incontrato la prima volta
Edie nel dicembre del '65 sembra chiaro che Edie fu coinvolta con Dylan
stesso o con l'organizzazione che curava gli affari di Dylan.
Ricordo che Dylan arrivò a New York nel 1961 con niente, senza soldi, senza
fama, come un cafone di quartiere. Avrebbe potuto essere sincero ed
ammettere che era solo un altro ragazzo da Podunksville giunto alla grande
città, avrebbe avuto lo stesso fascino invece di inventarsi un passato
assurdo, sostenendo di essere stato un orfano, il bambino nel cesto di
giunchi, proprio come Sargon o Mosè, Romolo e Remo che furono alimentati nel
bosco da una lupa. Senza dubbio una mossa molto saggia. Ha guadagnato
credibilità e lgli è stato utile in larga misura perchè gli ha dato fascino
e mistero.
Quattro anni più tardi era un all’apice nell’underground di NYC. Verso la
fine del 1965 lui sembra essere in concorrenza con Andy Warhol per il primo
posto della notorietà. Warhol era un artista che aveva avuto un ottimo
successo commerciale negli anni Cinquanta. Iniziò nel 1960 , quasi nello
stesso periodo di Dylan , a diventare uno degli innovatori nel passaggio
alla Pop Art. A differenza della carriera di Dylan nel Folk, Warhol aveva
avuto un momento di rottura difficoltosa col mondo d'arte. Dopo aver avuto
successo, era rimasto un outsider che aveva un atelier chiamato The Factory,
popolato da barboni, tossicodipendenti e perdenti. Voleva distruggere Dylan,
come tutto ciò che toccava . Voleva distruggere il concetto di arte e in
gran parte lo ha fatto. Nel 1965 si credeva un regista. Una delle sue stelle
era Edie Sedgwick.
Dylan stesso gli deve dar credito per la distruzione di Tin Pan Alley,
perché non c'era posto per lui. Lui non ha distrutto la musica popolare,
l'ha trasformata insieme con gli altri. Ovviamente nel 1964 gli artisti folk
avevano tutti quasi lo stesso tipo di esaurimento. Le stesse canzoni
venivano cantate mentre gli artisti avevano stilizzato il genere alla noia.
Chi voleva andare a vedere trii vestiti in loden verde o vestiti da Robin
Hood ?
Dylan e Warhol sono quasi identici mentre erano entrambi in lizza per essere
il re della metropolitana. Forse Edie Sedgwick è diventata solo una pedina
nel loro gioco. Divenne il premio che sarebbe spettato al vincitore. Questa
specie di concorso infuriava tra il dicembre del 65 ed il febbraio del 66.
La concorrenza tra i due, Dylan e Warhol, datava ancora più indietro. Forse
la prova di Dylan dello schermo di Warhol, nell'estate del '65 che lo aveva
cristallizzato nel conflitto. Dylan era andato giù alla fabbrica-atelier di
Warhol per vedere lo schermo e fece un’offerta a Warhol per l' Elvis Silver.
Warhol ha riferito di essere stato offeso dall’offerta.
Mentre entrambi gli uomini hanno cercato di mantenere la calma, l'ostilità
di fondo era evidente. Da parte sua Warhol ha detto che ha sentito dire che
Dylan diceva che lui stava usando la pittura come il gioco delle freccette
in un modo che forse avrebbe dovuto preoccuparlo. Mentre Dylan così facendo
ha dimostrato il suo disprezzo per Warhol che aveva negoziato l’ Elvis
d’argento con il suo manager Albert Grossman per un divano.
Ora, come Warhol ha detto giustamente, dopo Another Side, Dylan è scoppiato
nella sua protesta personale. Ciò significa che le canzoni della trilogia
personale -Home, '61 e Blonde-, sono state scritte su specifici eventi o
persone. In entrambi i due kvetches Dylan è più arrabbiato che mai. Si
dovrebbe paragonare a Ballad In Plain D per le intenzioni. In primo luogo
Like A Rolling Stone era diretta a Edie e poi Positively Fourth Street
diretta a Warhol. Entrambe, ovviamente, scritte intorno alla Factory. Stone
manifesta un grido sessuale, forse l'amante respinto che l’ indirizza ad una
donna, mentre Street è lo spattanamento beffardo di un uomo.
Può essere vero che Stone era iniziata come un vomito di venti pagine di
dolore, come dice Dylan, ma il catalizzatore che generava effettivamente la
canzone era Sedgwick.
Considerando la seconda canzone, Positively Fourth Street. In primo luogo,
il versetto sesto termina con le parole: "Mi prendi per scemo
se pensi di mettermi in relazione con chi cerca di nascondere quello che non
sapeva fin da principio", così la canzone è rivolta a un singolo uomo, un
lui. Questa non è un generalizzato lui, una impressione filosofica, ma uno
sgarbo di un tipo specifico.
Il primo versetto afferma il lui non c'era quando Dylan avrebbe avuto
bisogno di lui, nel secondo gli dice che è solo un opportunista, il terzo
verso è uno kvetch su di lui da un Dylan deluso, il versetto quarto sostiene
una perdita di fede : Dici che hai perduto la tua fede ma non è vero , Non
avevi fede da perdere , e lo sai bene “, il versetto quinto dice che lui
aveva parlato dietro alla schiena di Dylan diffamandolo, il versetto sesto
lo deride come un poseur che 'ha cercato di nascondere ciò che non sapeva
fin dal principio, il settimo verso lo accusa di ipocrisia, mentre il
versetto ottavo dire che lui vuole la fortuna Dylan : Mi vedi sulla strada e
sembri sempre sorpreso , Dici "Come va?", "In bocca al lupo! Ma non intendi
davvero quello" .
Venendo al nono versetto che troviamo questa riga che dice: "No, non mi
sento bene quando vedo i dolori che abbracci". Warhol aveva riempito la sua
Factory con tossicodipendenti, con i perdenti e la gente di strada di tutti
i tipi , gente brutta da vedere , figurarsi l’idea di mescolarsi con quella
feccia. Poi Dylan aggiunge, £forse se fossi il re dei ladro ti ruberei i
dolori per farti un dispetto". Beh, Dylan era un ladro e ha rubato la
superstar Edie Sedgwich che era di Warhol.
Poi Dylan aggiunge il versetto:
”Ed ora so che sei insoddisfatto dalla tua posizione e dal tuo ruolo , Non
capisci che non sono fatti miei? ".
OK, lui attacca Warhol ad una croce e lo avverte di non usarlo come un
trampolino di lancio. Gli ultimi due versi descrivono come Dylan è
inorridito da Warhol.
Così, la canzone, piuttosto che essere una denuncia allegorica è una
descrizione della lotta di Dylan contro Warhol. Se si tiene conto che la
canzone sembra essere una lettera piuttosto che un'allegoria.
Dopo aver risolto il problema ci rivolgiamo a Like A Rolling Stone. Questa
canzone si legge anch’ essa come una lettera se teniamo a mente il rapporto
tra Dylan , Warhol ed Edie.
Entro la metà del 65’ Dylan era diventato famoso. In questa fase della
carriera di Dylan il suo successo è consistito dei diritti di pubblicazione
ottenuti grazie agli sforzi del suo manager, Albert Grossman. Il primo
tentativo di Grossman era quello di creare e lanciare il suo gruppo folk,
Peter Paul and Mary. Dato che questo è stato sorprendentemente rapido e
facile si ritiene che Grossman era ben padrone di Bob. Come controparte di
Peter Paul & Mary c’era la Warner Bros, gestita da ebrei, i suoi rapporti
col trio sono probabilmente nati a Chicago, dove aveva aperto il suo folk
club chiamato “Premiere”.
PP&M ebbero un grande successo con una canzone di Dylan e grossman li
autorizzo ad inciderne altre. Così Dylan era conosciuto al di fuori di NYC
come compositore, mentre non tanto come un esecutore. Così il versamento dei
diritti d’autore lo rese il personaggio folk più ricco e potente. Il futuro
prometteva di essere ancora più d'oro, una volta che fosse stato in tour.
Ora la mente di Dylan era disorientata dal successo e ancor più dalla sua
assunzione massiccia di farmaci , e Grossman aveva bisogno di mostrare i
muscoli per imporsi come il dominatore della scena.
Dylan a quanto pare ha voluto avere un rapporto sessuale con Edie Sedgwick,
che veniva indicata come la prossima Marilyn, per il suo ruolo nei film
trash di Warhol. Anche lei era una tossicodipendente dalla personalità
instabile. Se lei e Dylan sono stati insieme non è chiaro. Edie è morta,
naturalmente, e non si può dire nulla, mentre Dylan non nega o afferma. Lui
dice che non riesce a ricordare i suoi rapporti con Edie e si potrebbe
pensare che doveva ricordarsene bene, non è vero? Data la droga, chi lo sa,
ma dicendo che non riesce a ricordare un oggetto desiderato, come la nuova
ragazza d'America è lo stesso che dire yhou , dicendo che se si ricordasse
dovrebbe esprime il suo rammarico ed il suo risentimento.
Non possiamo esserne sicuri , lo possiamo solo presupporre che avesse
rapporti con Edie , allora ci limitiamo a scrivere che nel momento in cui è
stata scritta Like A Rolling Stone era solo un rantolo frustrato di rifiuto,
non troppo diverso da quello Ballad In Plain D. Per Dylan era forse tempo di
muovere la bocca e manifestare la sua rabbia con la Sedgwick e Warhol,
mentre cominciava a tramare la sua vendetta contro entrambi.
Edie veniva da una famiglia benestante della California, ma a casa era un
ambiente difficile. Era coccolata, con una Mercedes di guidare all'interno
del campus di Cambridge, la scuola migliore, ora invece avrebbe dovuto
imparare a vivere per le strade di NYC come dice la canzone. Aveva anche una
eredità 80.000 dollari nel 1964, l'equivalente di 300-500.000 di oggi, che
lei spese in pochi mesi, rimanendo solo con una borsa di studio da parte dei
genitori.
Il primo versetto di Stone descrive poi Edie perfettamente. Non c'è nulla di
allegorico in esso. Nessun significato astruso, questo è kvetch puro. Esso
dovrebbe essere letto solo come un rancore contro la dispettosa Edie.
”Una volta portavi bei vestiti, gettavi le monentine ai barboni nella tua
giovinezza , non è vero ?”.
Edie aveva speso gran parte della sua fortuna in vestiti, come afferma
Dylan, disprezzando i barboni mentre lo faceva.
La gente diceva "Attenta bambola , finirai per cadere"
Nata nella ricchezza che non poteva concepire di non avere soldi.
”tu pensavi che stessero tutti scherzando
eri solita ridere di tutti quelli che tentavano di rimanere a galla".
Anche Dylan rideva:
”ora non parli così forte , ora non sembri così superba
nel tuo dover elemosinare il tuo prossimo pasto”.
Questo spiega da sé come nasce il ritornello:
”come ci si sente
come ci si sente
senza una casa
come una completa sconosciuta
come una pietra che rotola? “.
Qui Dylan, l'amante respinto, paragona la caduta di Edie alla propria
situazione quando arrivò a New York. Like a Rolling Stone sembra essere un
confronto inetto ma Dylan è co-imputato, Robin Mark, (vedi Conversations
With Robin su “Dynamo”), sottolinea che Stone era il nome della madre di
Dylan. Robin, anche lui ebreo, sottolinea che la discendenza è matriarcale
nel giudaismo, in modo che Dylan avrebbe considerato se stesso più una
pietra di uno Zimmerman. Data la sua psicologia di allora “Bob Stone” è una
pietra presa a calci che rotola in giro senza una casa. Ciò rende più senso
al proverbio “Una pietra che rotola non raccoglie muschio.' Il significato
quest'ultimo non ha alcuna applicazione per la canzone.
Nella seconda strofa prosegue la descrizione di Edie:
”Sei andata alle scuole più prestigiose
tutto ok signorina solitaria
ma sai che ti piaceva solo ubriacarti “.
La scuola era la Ratcliffe Harvard e Dylan, che giura che lei avrebbe potuto
frequentarla meglio di lui che non era andato a nessuna università come lei,
Edie si dedicava solo ai party , si ubriacava di continuo e non ha mai
studiato.
”E nessuno ti ha mai insegnato come vivere per la strada, ed ora dovrai
abituartici”.
La seconda strofa indica soprattutto che questo è un Dylan nella stessa
situazione quando dice: “ora dovrai abituarti a vivere per strada”.
Edie è ormai fuori dal suo ambiente familiare non è più protetta dal suo
denaro, come Dylan, che ha detto una volta arrivato a Times Square, era
meglio adeguarsi rapidamente, a partire da subito.
”dicevi che non saresti mai scesa a compromessi con il vagabondo misterioso
ma adesso ti rendi conto che lui non sta vendendo alcun alibi”
La parola “Mistery Tramp” è il termine romantico che Dylan usa per riferisi
a se stesso-Rolling Stone = Tramp che fa orecchie da mercante a tutte le
scuse che stai offrendo.
”mentre tu fissi nel vuoto dei suoi occhi e dici "ci mettiamo d'accordo?" .
I ruoli sono invertiti, Dylan avrà un sacco di soldi in futuro , come Edie,
ma ora è a pezzi. Il Vuoto è il vuoto, lei non risponde allo sguardo di
Dylan mentre cerca di suonargli qualcosa.
”Principessa sul campanile
e tutta la gente carina
sta bevendo e pensando
che ce l'hanno fatta
e si scambiano tutti preziosi regali
ma tu faresti meglio
a prendere il tuo anello di diamanti
faresti meglio ad impegnartelo babe “
Qui Edie è vista come una principessa tra i vari personaggi che frequentano
Harvard , e Warhol che lentamente sta andando alla deriva verso il basso, da
Cambridge , per far capire lo scenario , “la bella classe dei privilegiati”
dalla quale Dylan è stato escluso a causa del suo background sociale e dalla
sua mancanza di istruzione universitaria. E' una festa alla quale lui non
può partecipare. Peggio ancora, essi ridono di lui ogni volta che lo vedono.
Ora la festa è finita, se Edie ha bisogno di denaro bene , allora può
impegnare i suoi gioielli.
”Eri solita ridere del Napoleone in stracci e del linguaggio che egli usava
và da lui ora, ti sta chiamando non puoi rifiutare”.
Ciò implica che Dylan sapeva bene di Warhol e di Edie, e di come Andy con
lei, apparentemente utilizzava un linguaggio che la divertiva. Napoleone in
stracci è Warhol che, come Dylan ha cercato di minare l'ordine sociale, così
ha l'illusione di grandezza, di essere Napoleone. Warhol e Dylan sono
gemelli , e nell’intento Dylan sta inavvertitamente descrivendo anche se
stesso.
”quando non possiedi più nulla
non hai nulla da perdere
sei invisibile ora
non hai segreti da nascondere”
Ora che Edie è ridotta a vivere per strada , va bene tutto, anche se Dylan
stava a Times Square , dove si spacciava di tutto, quando è arrivato a New
York. Essere invisibile significa "Luomo invisibile" come quelo del romanzo
di Ralph Ellison. Si cammina da negri, senza riconoscere la loro esistenza
per cui essi sono invisibili. Ora hai rotto, che è il caso di Edie, dal
momento che ora è insignificante anche per Dylan, lui non ha niente e non
vuole sentire niente, come l’ “Uomo invisibile” di Ellison, quindi nessun
segreto da nascondere.
Così l’obbietivo di quell’estate fu per Dylan quello di manifestare la sua
frustrazione su Warhol in Positively Fourth Street, dicendo che aveva
toccato il fondo, e ad Edie in Like A Rolling Stone. La cosa più
sorprendente è che questo sfogo , ha fatto saltare la sua privacy in tutta
l'America su un migliaio di stazioni radio così in Europa e nel mondo. Le
due canzoni sono brucianti come Ballad In Plain D anche se i soggetti delle
sue tirate, non sono così evidenti. Per lui , dire ora che vuole proteggere
la sua privacy è una cosa assurda.
La storia non finisce qui. Nella guerra di Dylan per il primo posto nella
scena della New York Underground, nell’ Avant-garde, Dylan ha dovuto
stabilirsi lì per essere conosciuto da tutti e per accrescere la sua
conoscenza. In una vergognosa indifferenza verso il buon nome dei parenti di
Edie che diventeranno oggetto di un tiro alla fune tra Dylan e Warhol per
avere il simbolo della supremazia nell'ambiente artistico dell’ Underground
metropolitano di New york.
GRAMMY: "PREMIO ALLA CARRIERA" A NEIL YOUNG
clicca qui
a
Lunedi 1 Febbraio 2010
Risposta al pensiero di uno scrittore emergente
Speravo che la notizia di Bob alla Casa Bianca non fosse
l'ennesima occasione di ostentare stupidità, ignoranza, faciloneria,
grossolana moralità, vacuità, assoluto vuoto di pensiero, ottusità,
incapacità di comprensione e via dicendo ma non è così.
Michele merita un ennesimo applauso per pubblicare, con spirito davvero
pluralista, una cosa così oscenamente banale come questa sedicente
poesia-dedica di questo sedicente artistoide fallito scrittoreemergente.it
che per il bene della letteratura speriamo rimanga sommerso il più a lungo
possibile nella sua frustrazione a esercitarsi nella pratica di quella che
sembra essere la sua unica virtù : l'ostinazione del perdente.
Altre considerazioni su questa inutile riproposizione, in forma
artificiosamente originale e non so quanto volutamente sgrammaticata, di
critiche trite e ritrite da circa mezzo secolo, sono del tutto superfluee.
Solo un suggerimento, dedicato all'autore dell' (!!!??? )opera : terminati i
tentativi di emersione letteraria, se, come affermi con impeto romantico,
hai in odio il talento sprecato, dovresti considerare l'idea di una
candidatura politica...fra ex comici ed ex pubblici accusatori, nella
schiera dei difensori dei valori, il tuo talento moralizzatore saprà trovare
collocazione più adeguata.
Francesco Paniccià
Caro Francesco ,
forse ti sarai chiesto perchè non ho commentato l’articolo pubblicato
l’altro giorno. Ti dirò che ho preferito lasciare la parola a voi
Maggiesfarmers , anche perchè il mio sarebbe stato un commento di parte ,
anche se avrei ripetuto parola per parola le tue osservazioni , anzi , forse
ci sarei andato un pochino più pesante. Ma siccome la Fattoria vuole
informare ( nei limiti del possibile ) di tutto quello che viene scritto o
pubblicato su Bob , ecco perchè ho deciso di pubblicare anche questo
commento davvero irriverente nei confronti di Bob , che sappiamo tutti, è un artista
e non San Francesco d’Assisi.
Domenica sera, sulla CBS-TV andrà in onda la "52° edizione dei Grammy
Awards." Quest'anno, Bob Dylan è stato nominato per due Grammy – Nella
categoria "Rock field" – Miglior performance vocale per " Beyond Here Lies
Nothin '" e la nuova categoria "Americana", - Miglior “Americana” Album:
Together Through Life .
Ecco un elenco dei Grammy Awards vinti da Dylan:
1973: Album dell’anno per “The Concert for Bangla Desh”
in comune con George Harrison, Eric Clapton, Ravi Shankar, Leon Russell,
Ringo Starr
1980: Miglior performance vocale Rock – Maschile per "Gotta Serve Somebody.
1990: Miglior performance vocale in duo o gruppo per “Traveling Wilburys
Volume One”. condiviso con i Traveling Wilburys (George Harrison, Tom Petty,
Roy Orbison e Jeff Lynne.)
1991 Grammy Award – per la carriera
1995 Miglior Traditional Folk Album per “World Gone Wrong”
1998 Miglior performance vocale Rock – Maschile per "Cold Irons Bound"
1998: Miglior Contemporary Folk Album per “Time Out Of Mind”
1998 Album dell’anno per “Time Out Of Mind”
2002: Miglior contemporaneo Folk Album per “Love & Theft”
2007: Miglior contemporaneo Folk / Americana Album per “Modern Times”
2007 Miglior performance vocale Rock per il singolo "Someday Baby"
Testo inedito dal manoscritto originale di Bob Dylan pubblicato a pagina
982 del volume "Lyrics 1962-2001" (Feltrinelli)
Probabilmente da questa serie di , possiamo considerali una prima stesura di
frasi , appunti , impressioni da ordinare poi in un secondo tempo , nascerà
una delle canzoni più velenose e piene di rancore di Bob Dylan , che verrà
poi incisa e reincisa un’altra volta sull’album Blood on the Tracks. Il
titolo di questo brano non è ancora stato scritto e deciso , infatti da
nessuna parte del manoscritto originale si trovano le parole “idiot wind”,
il brano manca inoltre completamente dei 4 ritornelli : 1 -Vento idiota che soffia ogni volta che muovi la bocca
che soffia sulle strade che portano a Sud
Vento idiota che soffia ogni volta che muovi i denti
sei un'idiota, babe
E' un miracolo che tu sappia ancora come respirare)
2- Vento idiota che soffia tra i fiori sulla tua
tomba
che soffia tra le tende nella tua stanza
Vento idiota che soffia ogni volta che muovi i denti
sei un'idiota, babe
E' un miracolo che tu ancora sappia come respirare
3- Vento idiota che soffia in circolo intorno al mio teschio
dal Grand Coulee Dam al Campidoglio
Vento idiota che soffia ogni volta che muovi i denti
sei un'idiota, babe
è un miracolo che tu ancora sappia come respirare
4- Vento idiota che soffia tra i bottoni dei nostri
cappotti
che soffia tra le lettere che abbiamo scritto
Vento idiota che soffia tra la polvere sui nostri scaffali
Siamo degli idioti, babe
E' un miracolo persino che riusciamo a nutrirci da soli.
Quindi a ragione possiamo considerare lo scritto un’idea,
un abbozzo che frullava nella testa di Bob , considerazioni amare che
generano rabbia e furore , perchè non ostante i numerosi tradimenti Bob
credo amasse in modo viscerale Sara , e la successiva canzone che scaturirà
da queste note lo dimostrerà , mai credo Dylan abbia sfogato in maggior modo
la sua rabbia, il suo dolore, la sua frustrazione, la constatazione del
fallimento di una parte importante della sua vita. "Idiot wind" sarà
un’invettiva contro Sara o contro se stesso ?
Lui descriverà magistralmente la cosa nell’ultima frase della canzone: - Ora sono stato ingannato col doppio gioco per l'ultima volta e sono
libero finalmente
Ho dato il bacio di addio alla bestia urlante sul confine che ti separa da
me
Non saprai mai il dolore che ho sofferto nè la pena che devo sopportare
ed io non saprò mai lo stesso di te, della tua santità o del tuo amore,
e questo mi dispiace -
Sembra un’accusa diretta a Sara , e per quel poco che sappiamo noi della
loro vita in comune potrebbe anche essere giustificata , ma alle mie
orecchie suona in modo diverso. L’impressione dell’autoaccusa sembra
evidente , Dylan nel brano non cita mai se stesso o il nome della moglie ,
ma non c’è n’era bisogno , considerando il periodo nel quale nasce questa
canzone ( dopo il divorzio ) , la cosa è più che evidente.
La rabbia ed il dolore della separazione nasce e monta come un uragano
dentro l’artista dalla quasi assoluta certezza di essere il maggior
responsabile del fallimento , certo la donna avrà avuto la sua parte di
colpa , la verità di solito sta sempre nel mezzo , ma qui è lui che si
scatena contro di lei per cercar sollievo all’intenso dolore che in cuor suo
sa di aver procurato a se stesso e di conseguenza a lei.
La forma delle metafore è una costante in Dylan , per dire una cosa ne dice
un’altra con lo stesso significato: “... e si è trasformato un bel
giorno in una furiosa tempesta” comincia il manoscritto con la
constatazione che le allegoriche giornate di sole ( che suggeriscono pace e
tranquillità ) si siano ora trasformate in una furiosa tempesta che ha
spazzato via tutto quello che era parte della vita di due persone.
Che Dylan cerchi di difendersi addossando anche una parte di colpa al mondo
esterno a lui, è chiaro fin dalla prima strofa: - Qualcuno ce l'ha con me, si inventano storie sui giornali
Chiunque sia vorrei che la piantassero ma quando lo faranno posso solo
indovinarlo
Dicono che ho sparato ad un uomo chiamato Gray ed ho portato sua moglie in
Italia
Lei ha ereditato un milione di dollari e quando è morta è passato a me -
Che posso farci se sono fortunato?
Come è chiara l’ironia satirica e forzata , qui la parola
fortunato potrebbe essere sostituita con molte altre che potrebbero
descrivere più chiaramente la situazione , ma Dylan lascia nel vago
l’allegoria , e dice “Che posso farci se sono fortunato ?” Ma potrebbe voler
anche dire “ Sono stato un idiota !” Ci sono molte forme di ammettere una
colpa , e quella allegorica è una forma comoda , dice tutto e non dice
niente , può essere interpretata in diversi modi , lascia in sospeso le cose
, ma sostanzialmente serve a poco perchè non pone rimedio a niente. Dylan è
ormai maestro di queste frasi, ha imparato ad accettare i suoi errori (
senza ammetterlo mai ) , spesso si crogiola nella parte della vittima dalle
spalle grosse sulle quali le sue amate scaricano il peso delle cose , fa
testo la famosa frase : “Don’t think twice , it’s all right!”. Che frase
piena di magnanimità , non preoccuparti , tanto non serve a niente , va bene
così , non è la prima e nemmeno l’ultima volta che si farà scaricare addosso
le colpe di qualcosa , ma che importanza ha ? Le cose vanno come devono
andare e lui deve imparare , volente o nolente ad accettarle.
Ma in “Idiot Wind” non da l’impressione di subire passivamente le cose come
in altre occasioni , qui c’è un violento atto d’accusa verbale ( io rimango
sempre convinto che le parole che dice a lei siano in realtà rivolte a se
stesso ) : - Il prete vestiva di nero il settimo giorno
E ballava il valzer su di un pavimento in pendenza ( queste gli
serve da introduzione per quello che in realtà dirà dopo , teniamo presente
che si tratta di una canzone che “deve” raccontare una storia compatibile
musicalmente , sembra di sentire la rullata che fa da intro all’accusa : - Quel che tu hai iniziato non sei riuscita a finirlo
Ed hai rovesciato (?) il tuo cappello (?) su di me
Potevi (pensavi che lei fosse una bella ragazza da party)
Tu (Avevi simpatia per la) sua personalità ed io mi ci gettai a capofitto
Un segugio abbaiava al di là degli alberi
Mentre io mettevo in valigia la mia uniforme
Lei, l' avevo incontrata al Red X Store
Non è così che andarono le cose, signora
Io pensavo che tu fossi qualcun altro
Dev'essere stato per via della maschera che indossavi -
E l’accusa è pesante , hai travisato tutto e rovinato
tutto , credevi una cosa invece era un’altra , anch’io credevo che tu eri
una persona diversa , ma la maschera che portavi mi ha ingannato , resta
sempre il dubbio , chi portava la maschera ? Lui o lei ?
La certezza di averla perduta per sempre si fa strada nella mente del
narratore di questa amara e triste storia : - Io immaginai (Io supposi) che ti avevo persa in ogni caso
(Allora perchè andare avanti? (1) - ...)
Ci sarebbero state solo la tua voce e la mia
(A tentare di toccare ... vivo)
Poi il maledetto dubbio ritorna , lui si rende conto della
tragicità di quei momenti , e la cosa non lo fa per niente ridere ,
qualunque cosa si sarebbero detti , (lui ammette di essersi già preparato il
discorso ) non servirà a niente ( le parole strisciano sui loro corpi come
serpenti tentatori e questo impone a lui la cessazzione di ogni cosa ,
constatata l’inutilità di aggiungere altre parole alle parole già dette. - Tu forse pensi che io sia qualcun altro / Io non ho mai visto il tuo
volto
Non ti ho telefonato per giorni e giorni, non ...
(Dev'essere stato a causa del fatto che eri così difficile da raggiungere)
Io già le sapevo le cose che ci saremmo detti
Ma non avevo imparato a memoria la mia parte del discorso
(Rettili che strisciavano sul nostro tetto, e saltavano giù
Immaginai che ti avevo perduta in ogni caso
Perciò cessai le scommesse e ... la bancarotta)
E la cosa non mi ha fatto granchè ridere.
Poi la fase interessante , l’accusa passa da lei a quelli che lo circondano
usualmente , ai membri del suo entourage, che in un certo senso dirigevano la sua vita , che
l’obbligavano a fare certe cose ed a rinunciare ad altre. Qui scatta una
volta ancora il
famoso sentimento vittimista dylaniano , la colpa è di quelli che lo hanno
messo su di un piedestallo , che gli han riempito la testa di calunnie
mirate e volute per il loro interesse , e tutto questo lo ha capito solo
quando ha perduto lei. - Non ci siamo parlati per giorni e giorni, dev'essere stato perchè i
gatti si son mangiati le nostre lingue
Me, mi han messo su di un piedistallo
E mi hanno riempito di fagioli e di coca
E quando ti ho perduta, babe, tutto è diventato chiaro ...
Segue il rimpianto , il dubbio e la tristezza : - Ed immaginai di averti persa in ogni caso
E che tu pensavi che fosse tutto uno scherzo
Ma non mi ha fatto granchè ridere.
Scatta ora la seconda fase di autodifesa , non sono stato
il solo ad essere ingannato: - Pensai che eri stata ipnotizzata ... Mentre tu pensavi che era
qualcosa di cui mi importasse
Perchè io immaginai che ti avevo perso in ogni caso
E allora a che scopo io ero ??? e tu eri libera?
Nella speranza di riaverti
Avrei usato qualche debole scusa
(Me ne sarei venuto fuori con qualche scusa)
... - (E la cosa mi sembrò divertente in un certo senso)
Non ti telefonai per giorni e giorni e non fu perchè il gatto mi aveva
mangiato la lingua
(Non ci parlammo per ...)
Non ti parlai per giorni e giorni e non fu perchè il gatto mi aveva mangiato
la lingua
Fu solo che ogni cosa che dicevo era ...
e quando venne la pioggia ...-
Lui constata la situazione cercando di scaricarsi la schiena da questo
enorme peso della colpa : - Non ci parlammo per giorni e giorni, le parole erano finite -
Che si può dire quando le parole sono finite ? Nessuno gli
ha insegnato come si fa a perdonare , ma questa è una scusa che non regge ,
lui non è più un bambino , tutto quello che si è lasciato fare è certamente
colpa sua e consapevolmente non sarebbe giusto dare ad un’altra persona le
colpe della propria debolezza. - Non è colpa mia se nessuno ha mai avuto il tempo di insegnarmi come
perdonare
I politici (?) mi prendono in giro...-
Patetica questa ultima frase , infatti non sarà nella stesura definitiva
della canzone , che sarà riscritta completamente salvando solo i concetti
che l’avevano ispirata e generata , con altre parole che diranno le stesse
cose dette in queste prime note, abbozzate nella confusione di quei momenti , le
parole cambieranno , ma il significato no. Lui sa di aver sbagliato , non lo
ammetterà mai apertamente, ma davanti allo specchio non riuscirà mai a
prendersi gioco di se stesso , e questa canzone me è la prova tangibile.
Mr.Tambourine
°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Note di Michele Murino
(1) Nel testo manoscritto "go on" non è presente ma confrontando con un
verso simile di un'altra versione di "Idiot Wind" è probabile che dovesse
essere quello il seguito della frase
(2) Nella seconda strofa la parola mancante nel verso "So I pulled up stakes
and ... for broke" potrebbe essere un "waited" scritto da Dylan erroneamente
come "wait"
(3) Di fianco ai versi "The priest wore black on the 7th day" e "And waltzed
around a slopin' floor" della prima strofa Dylan ha segnato sulla destra tre
parole probabilmente come appunti, dunque non da intendersi come facenti
parte del testo: "tilted", "waltz", "false". Allo stesso modo al verso "I
thought you were hypnotized..." della quarta strofa ha segnato sotto il
"thought" un "said", forse come parola alternativa a "thought".
Allo stesso modo, accanto al verso "So I pulled up stakes and ... for
broke", Dylan ha segnato altre parole "promemoria": "focus", "I focused"
(4) Come risulta evidente, in questa stesura di "Idiot Wind" manca
completamente il ritornello ("Idiot wind, blowin' every time you move your
mouth..."). Si potrebbe presumere dunque che questa sia la prima stesura del
brano. E si può anche presumere che a questo punto il brano non avesse
ancora titolo, o che quest'ultimo non fosse "Idiot wind", non essendo mai
citato nei versi.
(5) Non è chiaro se il "Red X Store" citato nel testo possa riferirsi alla
Croce Rossa (Red X, ovvero "Red Cross")
(6) Sulla sinistra della pagina manoscritta da Dylan, nella parte bassa si
legge la frase:
"Quando sei venuta da me, hai detto di non aver mai visto la mia faccia
prima", probabilmente un appunto per un verso da inserire nel testo o da
sostituire ad un altro
(7) Sulla destra della pagina manoscritta da Dylan, nella parte alta si
legge la frase:
"Mentre mettevo in valigia la mia uniforme" (idem come sopra)