Dylan – Un ribelle con una Claus
di LES HORTON
Sono sempre stato , per tutto il tempo che posso ricordare, un fan di Bob
Dylan, o almeno l'incarnazione, che ha alimentato la coscienza sociale di
una generazione nei primi anni '60.
Questo veterano performer ha reinventato se stesso più volte, perfino
partecipando ad una varietà di film anche se come attore era solo un bel
cammeo imbarazzante.
Ma avrà sempre un posto nel mio cuore per la sua sfida ribelle alla
costituzione e per aver levato la sua voce contro l' ingiustizia in un mondo
ipocrita – la sua città natale degli Stati Uniti è sempre stato l'obiettivo
della sua più grande indignazione.
E' stato il suo messaggio, però, spesso accoppiato con una commovente
canzone, che gli ha fatto avere il consenso delle masse , non la voce
stessa.
Per i ribelli, poeta e musicista che egli possa essere, ma cantante non lo è
mai stato.
Così è stato con qualche diavoleria che ho messo sul “ghetto blaster”
(radiolone portatile) che abbiamo nella doccia, ieri mattina, annunciando al
coniuge e ai figli che stavamo per sentire le solite carole di Natale ma
"con una differenza".
Il CD è stato l'ultimo album di Dylan, Natale nel Cuore, in cui manifesta la
sua voce stridula in classici come "Here Comes Santa, Hark Herald Angels,
The First Noel e Little Town of Bethlehem.
I love it, ma il commento di Sara (mia moglie) è stato di metterlo in
sordina, mentre nostra figlia Jasmine correva in giro con le mani sulle
orecchie, al grido di "disattivare, disattivare", e il piccolo James era
stordito , come se stesse ascoltando un vecchio grammofono con la tromba al
posto dell'altoparlante.
Come fan , devo confessare che canti i canti natalizi dell'idolo della mia
giovinezza non sono cosae per lui e come l' ho ascoltato, non ho potuto
assimilare la prestazione con quella di colui che cambiava il mondot con
The Times They Are A Changin ', o di Blowin' in the Wind.
Ma tutti i fan di Dylan dovrebbe avere questo disco , se non altro per
completare la collezione o semplicemente per aiutare chi ha bisogno, dal
momento che i profitti vanno in beneficenza.
Quanto a me, l'ascolterò nel capannone, dal momento che Jasmine era
angosciata a furia di gridare ed alla fine mi ha costretto a premere il
pulsante "off". Sorry, Bob.
(Fonte: gulf-daily-news.com)
Christmas In The Heart
Di Todd Totale
Non c’è più grande sostenitore del talento vocale di Bob Dylan che me. In
realtà, lo uso come una cartina di tornasole per il rock and roll di qualche
altro rocker. La sua voce, a prescindere del periodo, rimane una delle
migliori della musica, il suo fraseggio ha un'enorme influenza sui vocalists
anche se non rappresenta bene l' idea di ciò che costituisce una bella voce.
Quindi immaginate quanto sia difficile per me ammettere che il problema
principale con “Christmas In The Heart” non ha nulla a che fare con l' idea
di Dylan. Nemmeno quella di considerarlo interamente un album di materiale
per le vacanze, o anche la decisione di mantenere il regime vocale vicino
alla tradizione. No, il problema con il disco è che suona come se fosse
stato doppiato da uno zio ubriaco che sembra appena essersi seduto su una
grande fortuna e, col rischio della perdita di un'enorme eredità e di
offendere il suo benefattore, si presta a fare lo zio ridanciano e burlone ,
ma nessuno ha il buon senso di dire che lo zio Bob ci sta bene in questi
numeri.
Non ci sono interpretazioni nuove qui e non c'è nessuna deviazione dalla
sceneggiatura originale, anche se lo script è sfilacciato e ingiallito ai
bordi. Così una volta risolta in una bella serata di regole tradizionali di
Natale si capisce che la voce di Dylan è una voce magra, fatta apposta per
cercare di scacciare il gatto selvatico da casa vostra, che apparentemente è
entrato di soppiatto all'interno in cerca di avanzi.
Anche quando la strada è lastricata di buone intenzioni e la band di Dylan
fa un lavoro ammirevole per portare la musica a un tempo semplice, niente
può cancellare il fatto che la sua voce è una distrazione continua per tutto
il disco.
Ci sono un paio di reali sorprese, vale a dire il suono hawaiano di
"Christmas Island" e la polka cullante di "Must Be Santa" , impressionanti,
quest'ultima è certo una delle canzoni più oneste che Dylan ha eseguito, se
si considera come questo genere era la routine giornaliera che la radio
suonava quando Zimmy era un ragazzino nel Midwest.
Questo è il tipo di disco realizzato con abbastanza nostalgia di Eisenhower
per far che i Boomers se lo comprino in un attimo. Ma al momento che Bob
apre la bocca e la sua voce esce dalla gola , si accorgeranno che queste non
sono le carole natalizie che ricordano, e sicuramente faranno in modo di
dimenticarsene in fretta.
L’album di Natale di Dylan contiene un umorismo non
voluto
Ciao, il mio nome è Carlo ed ho un carlino.
Essere il proprietario di un carlino vuol dire comprendere il significato di
cos’è un brutto cane o un "carlino brutto."
Per la mia famiglia, se qualcosa è così brutto significa che è carino. E
questo è in qualche modo come posso descrivere l’ album di Bob Dylan di
Natale, "Christmas in the heart”.
E’ così brutto da essere buono.
In realtà, io non so come Dylan potrebbe registrare una singola canzone di
questo disco mantenendo la faccia seria, è come una commedia - almeno mi
fece un sorriso dall'inizio alla fine. E proprio come commedia Kitch.
Per esempio, ascoltando il canto della voce nasale di Dylan e piena di
intemperie in "Hark the Herald Angels Sing" è proprio così male non si può
fare a meno di farsi una dose.
Sono sicuro di aver reso l'idea.
Avrei voluto dire: "Vorrei acquistare l’album di Natale di quest'anno
“Christmas in the Heart”, ma non posso. In realtà, è probabilmente solo un
disco-must proprio per i fanatici duri-a-morire di Dylan.
Ma questa è la bellezza della generazione-download in cui viviamo, non c'è
bisogno di comprare l'intero disco. Se si sceglie di seguire questa strada,
le canzoni da scaricare devono includere "Must Be Santa" e "Here Comes Santa
Claus".
Se si vuole di più, scaricate "Christmas Blues" e "Little Drummer Boy"
seguito da "Silver Bells" e "Have Yourself a Merry Little Christmas".
(Fonte: sctimes.com)
Bob Dylan “Christmas in the heart”
di Stefano Aicardi
Bob Dylan è diventato buono e triste? Fa davvero dischi di beneficenza come
questo o si tratta di pubbliche relazioni? Cosa sta succedendo al Grande
Antipatico del pop?
Nel suo pezzo più riuscito degli ultimi anni Dylan cantava “People are
crazy, times are strange…I used to care, but things have changed”. E quale
migliore introduzione, per quanto paradossale, al Dylan degli ultimi dischi,
impegnatissimo in un’operazione di “maquillage al contrario”, una
distruzione al quadrato della propria immagine pubblica-al quadrato proprio
perché la base erano le decennali, spericolate beffe alla stupidità del
pubblico?
In questo senso la pubblicazione di “Christmas in the heart” è un ulteriore
tassello al mosaico del vecchio Bob, che con gli anni ha trovato il punto di
equilibrio tra la sua vena sentimentale e il necessario, feroce realismo che
lo ha sempre tenuto un passo avanti rispetto ai rivali (se mai ne ha avuti).
Il Dylan che incide canzoni natalizie in un pomeriggio d’estate, le pubblica
in Ottobre e sbatte sul retro una foto della pin-up anni ‘50 Bettie Page è
quindi lo stesso Dylan che straziava in stile quasi punk i classici della
canzone americana nell’oltraggioso “Self portrait”?
Si e no. Non tutto funziona e il gioco dell’ultimo Dylan rischia di farsi
più prevedibile e ripetitivo. L’operazione in sé è geniale, ma debole dal
punto di vista sonoro anche rispetto alla freschezza musicale degli ultimi
album (di cui si era parlato anche qui su Nokoss).
Certo non mancano i momenti in cui l’ascoltatore (ma sarebbe meglio dire lo
spettatore, vista la qualità da film di Frank Capra dell’insieme) si mette
letteralmente le mani nei capelli, anche se con il segreto piacere di
ritrovare il Dylan più gustoso: l’agghiacciante pronuncia latina esibita in
“Adeste fideles”, un “Christmas blues” uggiolante al punto giusto, il
contributo di demenzialità offerto dai Los Lobos nel singolo “must be
Santa”, una sorta di polka suonata a velocità heavy metal e con il supporto
delle classiche coriste “retrò”.
Bello anche il curioso esercizio vocale di “Have yourself a merry little
Christmas”, dove Dylan gioca quasi a rifare Louis Armstrong sfruttando gli
angoli più profondi della propria voce. Ma la maggior parte dei pezzi,
purtroppo, arranca tra evocazioni di Brian Wilson (il pianoforte malinconico
di “I’ll be home for Christmas) e una strana tendenza a riservare gli
arrangiamenti più ricchi, in stile tex-mex, alla prima metà dell’album. Non
sappiamo se si tratta di una sorta di “live in studio” che segue la scaletta
della registrazione, anche se certamente alla lunga la brillantezza iniziale
si perde un po’ e classici da natale anglosassone come “Silver bells” non
molto noti da noi scorrono con una certa fatica.
Le interpretazioni di Dylan sorprendono comunque per misura e pacatezza,
fatta eccezione per i momenti più deliranti sopra citati. L’apporto dei Los
Lobos conferma la cura certosina e l’eleganza tra le righe tipica
dell’ultimo Dylan, nascosta dietro la facciata “trasandata” e scontrosa,
come un Howard Hawks del pop.
Resta però l’impressione che anche questa ennesima fase da “prestigiatore”
stia venendo meno e che a Dylan rimanga da giocare soprattutto la carta di
quella sobria pacatezza che in pagine come “Hark the herald angels” lo vede
invecchiare con una grazia inaspettata.
(Fonte: nokoss.net)
Bob Dylan, "Must Be Santa"
di Danilo Ausiello
Chi è il tizio che saltella allegro a una festa di Natale anni ’50, vestito
da personaggio di Dickens con una lunga parrucca bionda e quel gigantesco
cappellone a cilindro?
A una prima occhiata non credi ai tuoi occhi. Né alle tue orecchie. Magari
pensi ad uno spot della Coca. Eppure è proprio lui.
Must Be Dylan.
E’ che Bob Dylan adora il Natale. Ormai è indiscutibile.
Il 12 ottobre scorso era uscito Christmas In the Heart, raccolta di cover
natalizie i cui ricavati andranno in beneficenza all’associazione Feeding
America.
Come singolo di lancio il menestrello di Duluth ha scelto proprio questo
vecchio stornello natalizio del 1959 di Hal Moore and Bill Fredricks (il
riferimento è in particolare alla versione saltellante di Brave Combo)
ulteriormente e bobdylaniamente tramutata in ebbra polka scatenata.
Sono circa tre minuti di pura, scanzonata, esaltazione natalizia: geniale e
intima visione di un Natale sognato che sembra venir fuori dall’ennesima
perversione sul tema di Tim Burton, dalla penna di Andersen o da un set di
Joe Dante. O, più probabilmente, proprio dall’entusiasta ed entusiasmante
nostalgia dello stesso Dylan che ricostruisce qui il clima perduto e folle
dei Natali di un mondo lontano, di un tempo più familiare e accogliente.
Personaggio in sé già così perfettamente fiabesco, Dylan ricompare nel suo
video concettualmente e visivamente più infantile, rovesciando beffardamente
la “cronaca di un invecchiamento annunciato” che sembra aver accompagnato le
sue ultime apparizioni. Contemporaneamente, in quella stessa danza gioiosa,
il suo profilo fantasmatico sembra effettivamente mutare in perfetta ed
eterna maschera natalizia, al pari del Babbo Natale col quale divide
l’ultima irresistibile inquadratura.
Il regista è l’australiano Nash Edgerton - fratello del più celebre attore
australiano Joel Edgerton - professionista eclettico (oltre al regista di
videoclip ha fatto l’attore, il produttore, il montatore e perfino lo
stuntman per George Lucas ed i fratelli Wachowski) che aveva già diretto il
precedente video di Dylan dal titolo Beyond here lies nothin.
Come lo stesso Edgerton ha raccontato in una recente intervista a un blogger
del Wall Street Journal, i due non si erano di fatto mai incontrati prima,
avendo comunicato esclusivamente tramite il manager del cantante. “E’ stato
tutto un gioco. Quando gli ho parlato dell’idea che mi era venuta in mente
circa la sequenza della danza, lui ha detto semplicemente: Beh, forse dovrei
esserci anche io. Così ho chiesto ad un mio amico coreografo di insegnare a
Bob qualche passo.”
Edgerton aveva sentito la canzone soltanto una volta al telefono e nessuno
gli aveva ancora detto, tra l’altro, che si trattava di un motivo natalizio.
”Avrei voluto che qualcuno filmasse la mia faccia in quel momento. Ho subito
pensato che la canzona era eccitante, strana e meravigliosa al tempo
stesso”.
Alla fine il video è stato girato lo scorso 23 settembre, pare in un vecchio
casolare nei pressi di Los Angeles. Ed Edgerton aveva incontrato soltanto
Dylan il giorno prima.
”Volevamo che sembrassero le 3 di notte, con la gente sparsa in giro
casualmente. Potevamo scegliere tra un mucchio di vestiti. E sì: quello è
proprio Bob Dylan. E sta proprio indossando una parrucca!”.
(Fonte:sentieriselvaggi.it)
Bob Dylan : Christmas in the heart
In apertura del disco il trillo argentino di campanelli da slitta e un coro
di sottofondo fanno venire in mente un'immagine alla Norman Rockwell, con
tanto di caminetto acceso, albero di Natale e bambini in pigiama raccolti
intorno a un pacioso nonno… Con una differenza: il vecchietto in questione è
Bob Dylan che, a 68 anni compiuti fra una tappa e l'altra del suo
Neverending Tour, ha inciso Christmas in the Heart, raccolta di canzoni
natalizie i cui proventi saranno utilizzati da Feeding America per nutrire
1,4 milioni di famiglie indigenti durante le prossime festività.
Se la maggior parte degli album del genere sono essenzialmente pura
spazzatura, Christmas… possiede qualcosa di particolare pur conservando le
sonorità dei vecchi vinili dimenticati in un baule in cantina. Una patina di
nostalgia e il tocco sentimentale lo rendono qualcosa a metà strada tra il
capolavoro country di Nashville Skyline e le stranezze autoindulgenti di
Self Portrait, il recupero di una tradizione prettamente americana a cui non
sono sfuggiti, tra gli altri, Gene Autry e Bing Crosby, i Beach Boys e i
White Stripes.
Non pensate, però, di ascoltare versioni dissacranti o stravolte, perché
nonno Bob ha eseguito una rilettura filologicamente corretta dei 15 brani
selezionati mettendo assieme a Here Comes Santa Claus canzoni meno
conosciute ma altrettanto interessanti come The Christmas Blues, il
divertimento zydeko di Must Be Santa (in cui cita uno dopo l'altro tutti i
presidenti americani che ha visto sfilare nella sua vita) e la curiosità di
O' Come All Ye Faithful eseguita in parte in latino.
Che altro dire, se non che “sul ciglio una lacrima tremula… Chissà, chissà
perché”.
Fabio Schiavo
(Fonte: rollingstonemagazine.it)
Non è ironico? Sorprese da Dylan
di Douglas Newman
All'inizio di questo autunno, quando la notizia che Bob Dylan avrebbe fatto
uscire un album pieno di antiche canzoni di Natale, il mio amico Jim (un
collega uber-fan) mi ha impegnato in una vivace discussione di ciò che
avrebbe potuto seguire. "Perché in nome di Dio," Jim ha chiesto, "Dylan
dovrebbe tirare fuori una trovata come questa, soprattutto in occasione di
questa straordinaria carriera tardo-rinascita creativa?" Il suo timore era
che sarebbe stato un errore di calcolo "di proporzioni epiche, una follia
che avrebbe fatto sembrare “Self Portrait” come il suo opus magnum".
La mia risposta iniziale era che Dylan è un figlio di puttana sovversivo con
una bottiglia in mano e un gran senso dell'umorismo. Inoltre, egli ha
probabilmente qualcosa di importante da aggiungere ai soliti tranquilli
classici di Natale. "Jim", dissi, " non sottovalutiamolo. Chiunque abbia
composto cose brillanti come 'Visions of Johanna' e 'Cold Irons Bound'
merita il beneficio del dubbio". E con questo, Jim e ho deciso di rimandare
il giudizio.
Un mese dopo, ho ascoltato l'album.Ed era lì, il miglior songwriter della
nostra generazione , circondato da uno stuolo di cinguettii nello stile dei
backing-vocalist di Ray Conniff , cantando 15 delle canzoni delle vacanze in
pieno rettilineo. Non un sorriso o strizzatina d'occhio in vista.
Surreale? Questo è un eufemismo. Un colossale errore di calcolo alla pari
con "Self Portrait” del 1970? Neppure vicino . Mentre conferma di certo di
avere le palle grandi come Colbert e un debole per l'umorismo sornione, più
che ogni altra cosa evidenzia la sua posizione come maestro stilista la cui
abilità interpretativa fa a pugni con il suo acume come songwriter.
Una volta superato lo shock iniziale e sentito Dylan in un ambiente
accogliente e ovattato, mi accorsi ben presto che il suo sparuto gracchiare
aveva aggiunto una nuova vita a questi vecchi castagni. "Silver Bells" viene
reso come un valzer con un imponente base di pedal steel e con un Dylan
eccessivamente prudente nell’esecuzione. "Little Drummer Boy" va avanti con
un ritmo morbido, sostenuto da un riverbero di chitarra ossessiva ed un
costante rullo di tamburi, ognuno dei quali è a più livelli al di sotto
della voce di Dylan con le armonie di una back-up singer femminile. Si può
quasi immaginare questa canzone fare il verso con alcuni dei brani più scuri
di "Oh Mercy" o "Time Out of Mind".
Uno dei punti salienti del nuovo album è il semplice, con arrangiamento jazz
senza tempo "Have Yourself A Merry Little Christmas", una performance che
Jim descrive come "la suddivisione della differenza tra la speranzosa
versione di Frank Sinatra e quella morbosa di Judy Garland." E 'un classico
di Natale che è come un bicchierino di whiskey che aggiunge una rugosità
rinfrescante intorno ai bordi. Ancora al sicuro per i tradizionalisti, ma
asimmetrica appena sufficiente per i cinici. In effetti, la descrizione che
praticamente riassume tutto l'album.
Mai una volta che sia prevedibile (chi l’ha visto dal vivo può
testimoniarlo) o sentimentale (idem), Dylan ha osato affrontare le regole
del Natale, riuscendo a ridefinire tutte queste canzoni yuletide pur
rimanendo rispettoso delle versioni classiche. E’ una testimonianza del suo
grande gusto e dell'esecuzione straordinaria. Come si sta con una dose di
allegria rinfrescante per le vacanze ?
(Fonte: culturemap.com)
Here it comes Santa Claus - di Mr.Tambourine
Se guardate fuori dalla finestra nella notte di Natale vedrete una slitta
trainata dalle renne volare nel cielo , guidata da un vecchio Bob Dylan ,
che scuote i nastri delle campanelle per farsi sentire dai bambini , la sua
voce canta “Here comes Santa Claus” , tutti la possono sentire , gracchiante
, rasposa , ghiaiosa , la voce di un vecchio che da 2.000 anni solca i cieli
del mondo per portare la pace nelle famiglie , l’amore infinito di Dio sulla
terra, i doni per tutti , poveri e ricchi , per lui e per Dio non c’è
differenza , gli uomini sono tutti uguali di fronte a lui , preparate le
calze appese al camino , saltate nel letto ed infilatevi sotto le coperte ,
non dovete vedere Bob consegnare i regali , ricordatevi di mettere sul
balcone la ciotola del latte per le renne. Quando le campane annunceranno
l’alba del nuovo Natale lui avrà svolto il suo millenario compito e se ne
andrà felice in attesa del prossimo, per scatenarsi in una discesa folle ,
lui e le sue renne Dasher, Dancer, Prancer e Vixen nella sua corsia
riservata nel cielo che lo porterà di nuovo sulla terra , di nuovo vicino ai
fanciulli che lo aspettano col cuore trepidante ed il viso nascosto sotto le
coperte. Che spettacolo , realtà o fantasia non importa , Natale è il più
grande spettacolo del mondo , tutti lo guardano , tutti lo sentono nel
cuore, le guerre si fermano in quella magica notte dove il Bambinello nacque
in una grotta per mondare il mondo da tutte le umane miserie e nefandezze.
Rendiamo grazie al Signore se la pace potrà trovare un luogo sulla terra
dove porre le sue radici e crescere rigogliosa. Dylan è Santa Claus , la sua
voce è Santa Claus , la sua musica ti fa vivere Santa Claus , arrangiamento
perfetto , voce che si alterna ai cori celestiali in modo stupendo, che
vogliamo di più , viva Santa Claus , viva Bob Dylan con le sue straordinarie
quanto strane idee.
Here comes Santa Claus
Qui arriva Santa Claus
Qui arriva Santa Claus giù dritto dalla sua corsia
tirando le redini di Vixen e Blitzen e di tutte le sue renne
Le campane suonano, i bambini cantano, tutto è allegro e luminoso
Appendete il calze e dite le vostre preghiere
Perchè Santa Claus arriva stasera
Qui arriva Santa Claus
Qui arriva Santa Claus giù dritta dalla sua corsia
Ha di nuovo la borsa piena di giocattoli per i ragazzi e le ragazze
Ascoltare il jingle jangle delle campabelle della slitta
che bello spettacolo
Salta nel letto e copriti la testa
Perchè Santa Claus arriva stasera
Qui arriva Santa Claus
Qui arriva Santa Claus giù dritto dalla sua corsia
A lui non importa se sei ricco o povero perchè ti ama ugualmente
Santa sa che siamo figli di Dio che fa tutto giusto
Riempire i vostri cuori con gli evviva per il Natale
Perchè Santa Claus arriva stasera
Qui arriva Santa Claus
Qui arriva Santa Claus giù dritto dalla sua corsia
Lui sarà qui quando le campane annunciano che
è di nuovo la mattina di Natale
La pace sulla terra arriverà a tutti se davvero seguiamo la luce
Riempire i vostri cuori con gli evviva per il Natale
Perchè Santa Claus arriva stasera
La pace sulla terra arriverà a tutti se seguiamo la luce
rendiamo grazie al Signore lassù
Perchè Santa Claus arriva stasera
Perchè Santa Claus arriva stasera
rendiamo grazie al Signore lassù
Perchè Santa Claus arriva stasera
stasera stasera
HERE COMES SANTA CLAUS
Here comes Santa Claus
Here comes Santa Claus right down Santa Claus Lane
Vixen and Blitzen and all his reindeer pulling on the reins
Bells are ringing children singing all is merry and bright
Hang your stockings and say your prayers
Cause Santa Claus comes tonight
Here comes Santa Claus
Here comes Santa Claus right down Santa Claus Lane
He's got a bag that's filled with toys for boys and girls again
Hear those sleigh bells jingle jangle what a beautiful sight
Jump in bed and cover your head
Cause Santa Claus comes tonight
Here comes Santa Claus
Here comes Santa Claus right down Santa Claus Lane
He doesn't care if you're rich or poor for he loves you just the same
Santa knows that we're God's children that makes everything right
Fill your hearts with Christmas cheer
Cause Santa Claus comes tonight
Here comes Santa Claus
Here comes Santa Claus right down Santa Claus Lane
He'll come around when the chimes ring out when it's Christmas morn again
Peace on earth will come to all if we just follow the light
Fill your hearts with Christmas cheer
Cause Santa Claus comes tonight
Peace on earth will come to all if we just follow the light
Let's give thanks to the Lord above
Cause Santa Claus comes tonight
Cause Santa Claus comes tonight
Let's give thanks to the Lord above
Cause Santa Claus comes tonight
Tonight, tonight
Ho trovato "STREPITOSO" Christmas in the Heart
di Alexan “wolf”
Ciao Mr. Tambourine,
sono appena tornato da un giro in Umbria con mio figlio e con tutte le cose
che ho da fare mi sorprendo a scrivere due righe alla Fattoria. E' che mi
faceva piacere condividere con qualcuno la gioia provata nell'avere avuto
come colonna sonora del nostro viaggio Highway 61 revisited, il volume 3
della raccolta dei brani live pubblicati su bobdylan.com e Christmas in the
heart. Ho trovato quest'ultimo STREPITOSO. Non sono uno che si esalta per
qualsiasi cosa faccia Bob, ma questo CD mi è piaciuto veramente moltissimo.
Per dire: Time out of mind mi è piaciuto, ma non è che sia tornato spesso
nel lettore. "Love and theft" l'ho ascoltato moltissimo. Modern times molto
(di più le ballate per la verità). Together through life mi è piaciuto, ma
per ora l' ho ascoltato poco. Ma Xmas l' abbiamo letteralmente consumato.
Credo che stia a fianco (e in qualche modo andrebbe considerato come) Good
as I been to you e World gone wrong: un album di cover di classici! E, come
in quei due dischi, classici americani. Ovviamente se consideriamo le
ascendenze delle song possiamo risalire all'Europa (cosa più evidente in
Xmas) e per il tempo possiamo risalire anche nei secoli. Ma, alla fine,
tutte le song rappresentano dei classici nel mondo anglosassone. Nelle
scorse settimane ho avuto l'impressione, leggendo delle recensioni sia in
maggiesfarm sia altrove, che alcune cose siano state ripetute
automaticamente. Per esempio il cimento vocale in latino (Adeste fideles) è
stato definito quantomeno ridicolo. A mio parere è una delle più belle
prestazioni vocali di Bob da parecchio tempo, ma in realtà vale per tutto il
disco, che va ascoltato col cuore.
Ogni canzone ha l’arrangiamento giusto – gli strumenti, i musicisti e i cori
sono tutti perfettamente al loro posto. Da qualche parte ho letto che Dylan
si è lamentato del fatto che i critici non abbiano preso il suo lavoro
seriamente. Ha ragione ad essere arrabbiato: personalmente penso che ci sono
almeno dieci dischi - anche dei più belli - di Bob per i quali avrei
desiderato un’attenzione produttiva di pari livello.
Mi piacerebbe scrivere qualcosa per ogni canzone, ma mi limito a Have
yourself a merry little Christmas che mi ha veramente commosso; è il tipo di
brano che non manca alla fine dei più zuccherosi film americani sul Natale.
Ma Dylan, come del resto fa un po' per tutti i brani dell'album, gli infonde
nuova vita.
Ecco di seguito il testo:
Traditional
Bob Dylan
Have yourself a merry little Christmas,
Have yourself a merry little Christmas,
Let your heart be light
Let your heart be light
From now on,
Next year
Our troubles will be out of sight .
All our troubles will be out of sight.
Have yourself a merry little Christmas,
Have yourself a merry little Christmas,
Make the Yule-tide* gay,
Make the Yule-tide gay,
From now on,
Next year
Our troubles will be out of sight.
All our troubles will be miles away.
Here we are as in olden days,
Once again as in olden days,
Happy golden days of yore,
Happy golden days of yore,
Faithful friends who are dear to us
Faithful friends who are dear to us
Gather near to us once more.
Will be near to us once more.
Someday soon (?) we all will be together
If the Fates allow
Until then we’ll have to follow (?)
through somehow So have yourself
a merry little Christmas now
(Coro:) riprende la seconda strofa
(Dylan:) riprende la terza strofa
Through the years we all will be together
Someday soon (?) we all will be together
If the Fates allow
If the Fates allow
Hang a shining star upon the highest bough
So hang a shining star upon the highest bough
And have yourself a
and have yourself a
merry little Christmas now
merry little Christmas now.
(Coro:) have yourself a
merry little Christmas now.
(qualcuno riesce a togliermi i dubbi su “soon” e “follow”?)
* yule-tide = il periodo delle feste di Natale: dalla vigilia di Natale fino
al 1° gennaio o, specialmente in Inghilterra, fino all’Epifanìa.
Magari a leggere solo i testi non si sente, ma ascoltandolo (next year / all
our troubles will be out of sight) mi sono venuti in mente i testi di Hard
times: --- Hard times, hard times, come again no more. / Many days you have
lingered all around my cabin door. / Oh, hard times, come again no more. ...
--- laddove è evidente, nel momento stesso in cui lo dice, che i tempi duri
torneranno. Ma per il momento: --- Someday soon / We all will be together, /
If the Fates allow / Until then we’ll have to follow through somehow / So
have yourself a merry little Christmas now. --- ho sottolineato il now,
perchè nella poetica di Dylan se qualcosa non è necessario, sparisce, ma se
è importante lo capiremo dalla sua voce/pronuncia. E se qualcosa non c’è? Lo
mette lui, senza problemi, anche in un traditional: vedi il terzo verso di
questa strofa (che mi pare sia assente dal testo pubblicato nella
“vetrina”).
Strofa che racchiude in sè molto del senso di quest’album (e di tutto
l'ultimo Dylan): il profondo rispetto per lo spirito di queste canzoni nelle
quali si sono stratificati secoli di sentimento popolare; la fedeltà alla
sua musa; --- Through the years (o someday soon) / We all will be together
---: in qualche modo ancora Together through life; contemporaneamente un
sentito omaggio, ma anche un'opera intensamente personale.
Il tono complessivo di Have yourself a merry little Christmas mi sembra
dolente, ma alla fine, ancora come in molto dell’ultimo Dylan, mi pare di
avvertire non tanto una nota di ottimismo (magari c’è anche quello) quanto
una voglia di dare il giusto valore ai rapporti umani. E torno un attimo
allo spirito delle canzoni. Discutere se il disco rappresenti un ritorno al
cristianesimo mi sembra una baggianata. Sono convinto che queste siano cover
di classici. Semmai c’è la voglia di recuperare lo spirito del Natale, anche
da un punto di vista religioso (in senso lato), ma soprattutto di un momento
nel quale riscoprire la parte buona di sè e degli altri. E poi in Christmas
in the heart ci sono le castagne sul fuoco da mangiare in compagnìa, c’è lo
sfigato la cui depressione passerà solo dopo le feste, c’è babbo natale con
le sue renne (e i nomi delle renne!), c’è chi vorrebbe essere con i suoi ma
è lontano e c’è chi invece lo passerà su una bella isola calda, etc. etc.
Ancora sul “now”, il “someday” e l’ “until then”, il “once again” e il “next
year” ... bisognerebbe scrivere qualcosa sull’uso degli avverbi di tempo e
delle espressioni legate al tempo nei testi di Dylan (per esempio l’uso del
“now” nei titoli delle sue canzoni). Mi sono fatto l’idea che una delle
ragioni dell’eccezionalità di Dylan risieda nel fatto che abbia raggiunto in
giovane età, molto (decenni) prima di quanto comunemente accada, una
consapevolezza profonda della caducità della vita.
--- by the way, don't be bewildered by the Never Ending Tour chatter. there
was a Never Ending Tour but it ended in '91 with the departure of guitarist
G.E. Smith. that one's long gone but there have been many others since then.
The Money Never Runs Out Tour (fall of '91) Southern Sympathizer Tour (early
'92) Why Do You Look At Me So Strangley Tour (European '92) The One Sad Cry
of Pity Tour (Australia & West Coast America '92) Principles Of Action Tour
(Mexico -- South American '92) Outburst Of Consciousness Tour ('92) Don't
Let Your Deal Go Down Tour ('93) & others too many to mention each with
their own character & design. to know which was which consult the playlists
------ The hollow horn plays wasted words / Proves to warn / That he not
busy being born / Is busy dying ---
L’uomo protegge la sua privacy – ed è la dimostrazione vivente che sia
possibile, pur essendo anno per anno e da decenni sul palco per una media di
oltre cento volte all'anno – e come viva in privato non lo sappiamo, ma
penso che sia giusto così. Il fatto che si comporti in un certo modo con i
fan è frutto di una scelta, magari sbagliata (io penso di no), ma
sicuramente meditata. Al concerto la gente paga il biglietto e si guadagna
il diritto di esprimere il proprio apprezzamento o riprovazione per lo
“spettacolo”. Sul ruolo dell’artista nella società – di oggi come di mille o
duemila anni fa – sono stati versati fiumi d’inchiostro (per dirne una: di
cosa vive l’artista?). Mi pare che Dylan, che cmq di tanto in tanto non
rinuncia a dire la sua, abbia scelto di DARE QUELLO CHE SENTE, non curandosi
minimamente di quello che la gente vuole sentire (non sempre per la verità:
certi arrangiamenti degli anni ’80 e, a sentir lui, la scelta di certi temi
in The times they are a-changin’) e neanche di essere frainteso (what’s
wrong in being misunderstood? al regista di Masked & anonymous). Forse una
scelta troppo tranchant, poco intellettuale, ma che ha sicuramente avuto il
merito di non compromettere la sua musa (... i poeti non vanno al
supermarket ...). Apprezzo sempre di più Another side of BD e Subterranean
homesick blues, due album di transizione (ma quali non lo sono?), dove si
sente che Dylan ha cominciato ad essere abitato da visioni sue. Scusa se
alla fine ho mescolato, e in fretta, tante cose, ma mi è sempre più
difficile trovare il tempo per scrivere qualcosa di compiuto – alla
perfezione ho rinunciato da un pezzo ...
Saluti e sempre grazie per aver preso il compito di
portare avanti il sito
Alexan “wolf”
Ilarità per una buona causa - "Christmas in the Heart" è puro Dylan
Di Andy Phipps
La reazione al nuovo album è istintiva e non è sorprendente, Dylan è noto
per prendere a pugni i suoi fans. Prendete per esempio "Self Portrait", per
il quale un recensore della rivista Rolling Stone notoriamente ha iniziato
la sua recensione con le parole, "Che cos'è questa merda?"
Noto per la sua opacità esoterica in tutta la sua carriera, questa ultima
offerta stagionale è solo un backup del suo show radiofonico, "Theme Time
Radio Hour", dove seleziona come DJ canzoni attorno ad un tema, come il
caffè, le scarpe o il carcere. Recentemente, una donna della classe operaia
in quartiere del New Jersey ha chiamato la polizia per segnalare un vecchio
vagabondo che gironzolava intorno , cercando la casa in cui Bruce
Springsteen ha scritto "Born in the USA".
L'uomo era Bob Dylan. Settimane più tardi, ha annunciato che era stato
contattato da diverse case automobilistiche importanti sul la possibilità di
prestare la sua voce roca ai sistemi GPS.
Ma cosa ci si aspetta da un uomo che al culmine della sua fama nel 1960
versò una bottiglia di whisky sopra la sua testa di fronte ai giornalisti?
"Christmas in the heart” rivela, se non altro, che egli continua coi suoi
scherzi, e per una buona causa.
La prima cosa che si vede appena si apre l'album è la pin-up Betty Paige in
abiti sexy da Mrs. Claus, ed il 100% dei proventi delle vendite negli Stati
Uniti andranno a Feeding America, una associazione caritatevole distribuisce
alimentari alle famiglie bisognose.
La musica è puro Dylan, e questo significa musica popolare nel suo senso più
vero. Dopo tutto, la musica delle festività non è una parte consistente
della nostra tradizione popolare di musica di festa? Sostenuto dalla sua
touring-band e da un coro che fornisce esattamente quello che ci si
aspetterebbe da un album natalizio registrato e prodotto sotto il suo
ironico pseudonimo di Jack Frost: canzoni tradizionali, la musica di classe
ed il canto graffiante stile Tom Waits.
Viene posto l'accento su quella voce, però, non ci sono arrangiamenti
musicali fatti apposta per nascondere la sua voce quando canta le melodie
tradizionali, cosa che ci assicura che quest’ uomo non è Bing Crosby, e
questo è il punto.
Il risultato è niente di meno che profondamente esilarante. In realtà, chi
non vorrebbe sentire l'uomo che cantava "Subterranean Homesick Blues" e
"Like a Rolling Stone" cantare canti natalizi come "Silver Bells" e "Have
Yourself a Merry Little Christmas"?
Ma, questo solleva più domande che risposte. Ad esempio, perché non ha fatto
"Silent Night" o "Feliz Navidad?" , doc’è finita "I Saw Mommy Kissing Santa
Claus?"
OK, l'uomo ha ancora un sacco di dignità, e per questo motivo non l’ha
fatto. Ancora, l'album non è altro che una gemma in termini di cultura pop.
E'il definitivo cantante-songwriter delle ultime tre generazioni, che ha
fatto quanto di più dozzinale di un album importante poteva fare, tutto in
nome di una buona causa. Merita una "A", per lo stile, ilarità e la
compassione.
(Fonte: thecurrentonline.com)
Christmas in the Heart ? I like it a lot !
Ciao Mr. Tambourine,
volevo dire la mia veloce sul disco di Natale di Bob... Non ho scritto
subito perchè volevo prima assimilarlo per bene... Allora devo dire a costo
di fare la figura di quello che parla sempre e comunque bene dei dischi di
Bob che secondo me è una delle cose più belle che abbia mai fatto. Lo trovo
davvero splendido. Tutte le canzoni. Dalla prima all'ultima ma con Christmas
blues però su tutte. Qui ad Aosta non sono il solo a pensarla così... Di
recente ho incrociato i ben noti ai magfarmiani cantautori aostani Stefano
Frison e Alberto Visconti (con i quali un decennio fa organizzai il mitico
Bob Dylan Forever che qualcuno della vecchia guardia ricorderà) che mi hanno
detto che anche per loro è una delle cose migliori di Bob, corroborando la
mia tesi e rassicurandomi sulle mia facoltà mentali (pensavo di avere ormai
perso completamente il senso del giudizio critico sulle cose di Bob). Ho
letto invece in giro parecchie recensioni negative che naturalmente non
condivido. In particolare, mi sembra sul Mucchio, si diceva che non si
possono cantare le canzoni di Natale con la voce di Orco o qualcosa del
genere. Boh, sarà! A me la voce di Bob in quel disco mi piace moltissimo e
non credo che ci sia comunque una regola per cantare le canzoni di Natale...
O no?
Un saluto a tutti e grazie a quelli che ogni tanto mi rimpiangono in quanto
timoniere di MF (ho letto di recente qualcosa di Marco on the tracks al
riguardo) ma confermo che Mr. Tambourine sta facendo tutto benissimo e io
non potrei fare niente di diverso o migliore. Piuttosto invito di nuovo come
feci tempo fa a collaborare con lui in maniera sempre più proficua.
ps: forse grosse sorprese prossimamente da Aosta con me come
"protagonista"... Speriamo in bene :o)))))
ps2: ne approfitto per fare gli auguri di Buon Natale con largo anticipo
(voglio essere il primo stavolta!) a tutti i Magfarmiani e a Bob!
p3: visto che con il cambio nella band le cose vanno meglio... non lo
avevamo detto da secoli?
Michele "Napoleon in rags"
Wonderland : Un Bob Dylan invernale ironico
Il meraviglioso inverno di un Bob Dylan ironico
Dal momento che Bob Dylan si fa chiamare Jack Frost, quando produce il
proprio lavoro, lui ha fatto sua l’attività di indagare ogni angolo della
canzone americana, forse non si avrebbe dovuto rimanere sorpresi alla
notizia che avrebbe un giorno realizzato un album di Natale. "Christmas in
the Heart” è l'album, le cui royalties andranno in beneficienza contro la
fame nel mondo.
Come gli altri progetti di Dylan del 21° secolo, l'album è a brandelli,
astuto, ironico e imperscrutabile. Si tratta di un divertente e perverso
gracchiare che lascia all’ascoltatore, quando viene suonato, quanto è il
rispetto per i cantatutori, a quanto ammonta la suariverenza e quanto lui è
proprio strano. Non sarà lui a raccogliere eventuali nuovi fan, che devono
chiedersi quanto ognuno di loro può avere dell’ansimante e devastata voce di
Bob. Ma dà quelli da tempo ammiratori come me ,vale la pena di cercare di
capire gli indizi ed i sottotitoli fra le righe.
Vediamo le immagini dell'album: un focosa slitta stile russo sulla neve, tre
silouette di RE ( i tre re magi?), suonatori di tromba per le strade di Roma
, e sorridente in abito da Santa la posperosa Bettie Page con un pupazzo di
Babbo Natale, e lei che ostenta lingerie rossa. E 'il Natale come festa
d'inverno, il pellegrinaggio, il lavoro di intrattenimento e di indulgenza
sensuale.
Nella musica, la voce di fatiscente di Dylan è in primo piano. E' graffi e
fessure, si sbriciola spesso sulle note alte (no Auto-Tune qui). Nel
frattempo, gli arrangiamenti vengono dalo stesso tempo dei pezzi che lui fa
sentire nel suo "Theme Time Radio Hour" . La produzione di Jack Frost prende
la svolta verso il rock. Molte volte la sua chitarra si unisce alla sua
touring-band - spesso con un sapore di uno swing easygoing occidentale - con
il tipo di voci bianche che potrebbero aver cantato in uno spot per il pane
del 1940 alla radio, e la loro purezza blanda contrasta ancor più con le sue
peculiarità vocali ed i suoi difetti.
La maggior parte delle 15 canzoni sono cavalli di battaglia di Natale. Dylan
suona con fermezza, con voce rauca e devota in ai rintocchi di "Hark the
Herald Angels Sing", ma c'è un intermezzo di armonie femminili e di celeste
kitsch. "Do You Hear What I Hear?", parla della ricchezza contro la povertà,
sollecitando a "pregare per la pace", consiglio che ritengo giusto. Dylan è
indifferente in "Winter Wonderland", ma è lento, stordito e malinconico in
"Have Yourself a Merry Little Christmas" e "I'll Be Home for Christmas" - un
rassicurazioni offerta che lui stesso ha dei dubbi.
Ci sono anche alcune canzoni novità. Dylan potrebbe aver trovato la versione
di Sammy Cahn di "Christmas Blues" - "There's not a store I missed/But
what's the use of stopping when there's no one on your list" - su un album
di Dean Martin. "Christmas Island" è una vetrina per la chitarra di stile
hawaiano di Donnie Herron . "Must Be Santa" è stato registrato nel 1950 da
quel nemico del rock 'n' roll di Mitch Miller, e Dylan e lo ha trasformato
in una eccitante polka - con David Hidalgo dei Los Lobos alla fisarmonica –
sostituendo i nomi delle renne con quelli di alcuni Presidenti : " Dasher,
Prancer, Dancer, Vixen / Eisenhower, Kennedy, Johnson, Nixon. "
Cosa dire d’altro su Dylan a? Come il resto dell'album, che potrebbe essere
filastrocca, incentivo pop, commento sociale, un “Dada sequitur” o tutti
assieme.
(Fonte:ndtv.com)
Natale Zimmerman: moderatamente divertente,
tremendamente strano
Di Jason Gross
Dylan vi augura un buon Natale. Questro strano ebreo soffre di invidia per
le vacanze: Goyim ci porta i doni desiderati e le canzoni classiche, mentre
noi accendiamo le candeline e scartiamo le monete di cioccolato da
sgranocchiare. Forse è per questo che, nonostante le recenti ed apparenti
frequentazioni alla sinagoga, Bob Dylan ha fatto nel 2006 in uno special di
Natale nello spettacolo sulla sua radio satellitare. Aveva fatto ascoltare
ciò che erano delle divertenti curiosità natalizie, barzellette religiose,
patter jive, i desideri di vacanza, e considerando la poesia e suonando
canzoni a tema Xmas bop, calypso, garage rock, ska, mambo, poi r & b, e l'
annuncio che avrebbe presto registrato un album di Natale sembrava solo una
bizzarria.
”Christmas in the Heart” è di per sé un po' bizzarro, anche se, lavorando
sotto il peso di troppe regole standard per quel tipo di canzoni, non ha
avuto abbastanza libertà. Mentre Louis Armstrong suonava carino con le note
di festa, la raspa di Dylan è proprio dolorosa, aggravata dai cori celesti
maschili e femminili che sembrano esser venuti fuori uno special di Lawrence
Welk. La maggior parte di quelle vocalists di supporto sembrano affogarlo
nell’allegra "Here Comes Santa Claus", ed in un pio e sommesso "Little
Drummer Boy".
Sì, vi siete chiesti perché pensava di aver aperto le costolette della gola
per prendere le note più alte, sulle note pop come "Winter Wonderland", "The
First Noel", o "Silver Bells", o nel regno del suo ragliare tecnicamente
impeccabile, ma Bob , ovviamente, non lo è. Così mentre nellle tonalità
basse la musica rilassante emana un atmosfera accogliente di vacanza, Dylan,
in Must be Santa, distrugge l'atmosfera-play di Natale con una festa tra
amici, senza per altro ottenere niente. A suo merito, inizia "O Come, All Ye
Faithful" in originale latino.
Non è tutto negativo, però. Il Tex-Mex sing-along "Must Be Santa," la palme
e le chitarre hawaiane sono una novità in "Christmas Island", e lo svolgersi
languido e armonico di "Christmas Blues" si metteno in evidenza, anche se
suona come se facessero parte di in un'altra sessione. In più, Bob sembra
davvero essere se stesso, godendo questo che non è solo uno scherzo
perverso, che la sua non-proprio-gola d'oro sia dannata ! Tendenze Froggy a
parte, "Have Yourself a Merry Little Christmas" e "The Christmas Song"
suonano dolci e commoventi.
Ma in generale, andando contro calibri come Deano o Der Bingle, davvero lui
ha pensato che noi avremmo preferito il Dylan's Xmas Rockin'? Come ha
dimostrato nel suo show XM, aveva molto materiale più adatto a portata di
mano: la ghiaia sparsa nella voce avrebbe potuto facilmente trasformarsi nel
timbro di voce di artisti del calibro di Leadbelly, Sonny Boy Williamson, e
The Staple Singers. In realtà, il suo show radiofonico ha dimostrato che
avrebbe potuto prendere questa strana idea e tirare fuori uno special per la
televisone basato sulle radici della musica americana. Non sarebbe più
strano di fare uno spot per vendere camicie da notte, vero?
Musica a parte, si deve ammirare il concetto audace di questo album. C’è
voluta una bella faccia tosta per lui nel fare qualcosa come questa,
esponendosi al ridicolo. E 'affascinante vedere che anche Bob può entrare
nello spirito delle vacanze. E dato che il Natale è un momento di allegria
forzata per molti di noi, piena di ansia e di panico per lo shopping
familiare, un disco infallibile come questo è più vero per l'occasione di
ogni allegria forzata natalizia. In realtà, è il disco delle vacanze che ci
meritiamo.
DYLAN: Il Christmas Album non è uno scherzo
La leggenda del rock è arrabbiatissimo dopo che i critici lo hanno accusato
di aver fatto l’album di cover di Natale come uno scherzo.
La decisione di Dylan di incidere un disco con le sue canzoni preferite per
le festività ha lasciato perplessi alcuni commentatori, che dicono che il
progetto è un trucco e una speculazione.
I loro sospetti sono ulteriormente aumentati con la messa in onda sulla rete
del WEB del promo di Dylan per il disco del primo singolo, Must Be Santa,
nel quale la sua immagine non è super seria , ma un' immagine di cattivo
umore e indossa un cappello da Santa per ospitare una festa chiassosa in
casa.
Ma l'icona della musica insiste dicendo che i veri fans hanno capito che
stava rappresentando la sua immagine ai confini, usando la sua persona e la
sua voce in un genere musicale differente.
Dylan dice: "I critici, certamente si trovano nella parte esterna che cerca
di guardare. Non sono sicuramente i fan o il pubblico per cui io suono e
canto. Loro non hanno alcuna conoscenza a livello intestinale di me e del
mio lavoro, quello che posso e non puosso fare – del mio campo di
applicazione del tutto. Anche in questo momento non sanno cosa pensare di
me. Queste canzoni sono parte della mia vita, proprio come le canzoni
popolari. Devi riprodurle come sono , senza stravolgerle troppo ... Le
canzoni non richiedono molta qualità. La contengono già dentro di esse.
(Fonte: contactmusic.com)
Dylan Does it Again
Di Jeff Schwachter
Come i lettori di questa rubrica possono ormai sapere, sono un grande fan di
Bob Dylan. Sono grato di essere vivo e testimone della sua carriera per anni
in tempo reale.
Direi che l’ho visto in concerto più di 50 volte. Oltre che fuori , l’ ho
visto su e giù per lo stato del New Jersey, con le sue numerose notti al
Borgata di Atlantic City a Madison, Montclair, Camden e più di recente - la
scorsa estate - a Lakewood. (Questo è lo spettacolo incappucciato nella
pioggia battente, da solo che guardava in una casa da affittare , notato da
una poliziotta giovane. Lei non lo riconobbe, non aveva documenti d'identità
e un mese dopo, la CNN ha riferito che la polizziotta aveva arrestato il
68enne Dylan e dopo averlo identificato al suo albergo lo aveva
riaccompagnato al suo tour bus.)
Fin dal mio primo concerto di Dylan - a Boston, 1989 – l’ ho visto quasi
ogni anno in tutto il litorale orientale. L'ho visto a Pittsburgh, New York,
Newark, Delaware, Bethel Woods, NY (il sito del primo Woodstock), così come
in altre città tra le quali innumerevoli volte Philly - un tratto del suo
tour che comprende ancora il mio show preferito.
Dylan ha appena pubblicato il suo primo album di Natale e tutti i proventi
della vendita del disco, Christmas in the heart , saranno devoluto a enti di
beneficenza in tutto il mondo, che aiutano a combattere la fame. Per uno
strano scherzo del destino, l’intervista a Dylan in connessione con l' album
è stata data allo scrittore Bill Flanagan, un membro dei media al quale
Dylan ha concesso interviste varie volte in passato. E l'unico posto dove è
possibile trovare questa intervista, che parla dei cibi preferiti di Natale
da Dylan , la sconosciuta band Brave Combo e il leggendario Tex Ritter, è
... no, non Rolling Stone o Newsweek o il Los Angeles Times. L'unico posto
per trovare l'intervista è in un giornale "di strada". Che cos'è un giornale
di strada, vi chiederete?
Siete mai stati a DC ed incontrato una persona senza fissa dimora che vi
avvicina e vi chiede di acquistare - per un dollaro - una copia di Street
Sense? In altre città in tutto il paese, ci sono giornali simili, venduti
dai senzatetto e che trattano le loro problematiche, questo è quello che è
un giornale di strada.
Comunque, al di là di questo , Dylan ha scelto di donare tutti i proventi
dell’album ad enti di beneficenza che combattono la fame. Ma la parte
migliore - a parte il video per la polka "Must Be Santa" (consultate il
nostro blog per vederlo) dal nuovo album - è che Dylan dà l'intervista ad
una pubblicazione (o di una rete di pubblicazioni in questo caso) che è
venduto esclusivamente da persone senza fissa dimora, lo stesso gruppo di
persone in tutto il mondo che Dylan sta cercando di aiutare con il Natale.
Brillante persona questo Dylan. Proprio come le sue canzoni sono a molti
livelli, così è il suo modo di agire. Dylan non solo aiuta le organizzazioni
di beneficenza, come Feeding America, ma accende una luce su una grande
rete, NASNA (North American Street Newspaper Association), che offre ai
nostri senzatetto la possibilità di un nuovo inizio o, come il sito web
della NASNA dice: "un'opportunità per le persone che vivono in condizioni di
povertà".
In questo Thanksgiving Bob Dylan mi è venuto in mente. Voglio ringraziarlo
per la sua generosità nel donare le royalties del suo ultimo album, e di
aiutare i nostri senzatetto. Andate , comprate questo album, non solo per
aiutare i senzatetto e coloro che hanno fame, ma questo gesto darà
sicuramente alle vostre vacanze un tocco diverso quest'anno.
Happy Thanksgiving.
(Fonte: atlanticcityweekly.com)
Bob Dylan: Le trasformazioni di una PopStar
By Tom Townshend, MSN Music
Guardando come Bob Dylan si avvicina al suo quinto decennio di musica,
appare una figura quasi senza tempo, in un abito classico occidentale e
Stetson in testa. Ma è uno sguardo che si è evoluto nel corso di numerose
reinvenzioni radicali che rispecchiano la sua rivoluzione musicale. Arrivò a
New York nel 1961, come ha confessato ,e faceva il jukebox-Woody Guthrie,
non solo imitando le canzoni del suo eroe e il suo stile di canto, ma
indossava vestiti che gli davano l’aspetto di un vagabondo, coi pantaloni
tenuti su con lo spago. Poi cambiò dal folk all’elettrico , The Beatles
avevano chiaramente influenzato la sua scelta di stivali a punta e camicie
con colori forti , anche se non siamo sicuri da dove vengono quei selvatici
capelli che sembravano il nido di un uccello rapace. Ha anche sperimentato
il trucco e le maschere per la Rolling Thunder Revue,(apparentemente
influenzato dalla rock-band dei Kiss). E se pensate ai cambiamenti che ha
fatto ,guardate il nuovo video Must be Santa, dove porta una parrucca bionda
e un cappello di Babbo Natale. E' il look di questa stagione.
(Fonte: music.uk.msn.com)
Music Review: Bob Dylan - Christmas In The Heart
Che cosa hanno in comune Currier e Ives con Bettie Page? Le loro immagini
accompagnano il nuovo CD di Dylan prodotto da Jack Frost (uno pseudonimo per
se stesso).
E' difficile immaginare Dylan senza un sorriso beffardo sul viso mentre
canta questi preferiti di Natale in stile classico. Molti tra i musicisti di
questo progetto sono della touring-band di Dylan, tra cui Tony Garnier e
Donnie Herron. Tutti le rendite attuali e future di questo progetto vanno ad
alimentare Feeding America - un tentativo per sfamare 1,4 milioni di persone
fornendo quattro milioni di pasti nel corso della stagione natalizia del
2009.
Un vecchio amico, un membro di America's Greatest Generation, spesso
descrive lo stile di canto di Dylan come "parlato-cantato" e una serie di
pezzi in questo CD certamente può farlo sorridere ( "I'll Be Home For
Christmas" e "The Christmas Song" ). È la versatilità e il coraggio che
porta Dylan per affrontare entrambe le canzoni tradizionali ( "Here Comes
Santa Claus" e Silver Bells) e favoriti religiosi ( "The First Noel e" O
Little Town of Bethlehem ")?
Forse è il desiderio di alimentare i bisognosi gli ha dato un sacco di
divertimento nel farlo. Il mio pezzo preferito è "Must Be Santa". Quando
questa pista ha iniziato, ho pensato che Weird Al era resuscitato.
Fisarmoniche, tube, e grandi cori aprono questa polka travolgente con un
tempo veloce. I fan di Dylan, sanno di questa sua familiarità con la sua
passione per cambiare le melodie ed i testi dei vecchi favoriti, si
troveranno a loro agio con questo CD. "Must Be Santa" include un veloce
omaggio lirico ai presidenti precedenti sostituendo i nomi delle renne.
La Dizione e la chiarezza sono state raramente caratteristiche di Dylan, ma
questa volta si può capire ogni parola. Christmas In The Heart dispone di
una grossa voce di carta vetrata con propensione per i toni alla Louis
Armstrong. In effetti, quando Dylan canta "Have Yourself a Merry Little
Christmas", ho pensato che stavo ascoltando "Wonderful World"!
Anche se è facile vedere che Dylan si sta divertendo, suona come uno che ha
problemi di respirazione. Il fraseggio suona come se fosse condizionato da
una mancanza di respiro. Tutto sommato, però, è una esperienza piacevole,
specialmente la sua cover di "Christmas Island" e voi presto la canterete
con lui. Appendete le calze e dite le vostre preghiere, Dylan canta stasera
il Natale per una buona causa!
(Fonte: blogcritics.org)
Dylan interpreta un roco Santa, angelo gracchiante nel suo CD di Natale
Recensione di Mark Beech
14 ottobre (Bloomberg) – L’ album di Bob Dylan "Christmas in the heart" è
uscito: frase che incute terrore nel cuore di molti fan del rock.
È già abbastanza brutto che abbia prodotto alcune delle versioni peggiori
mai sentite di queste cover , insieme al suo LP con i Grateful Dead che è
stato troppo per tutti, anche per i fan irriducibili.
La lunga lista di registrazioni Dylan-Bad, che include i "Self Portrait",
"Saved" e "Real Live", ha una nuova voce: "Christmas in the Heart” ,
pubblicato da Sony.
Il doloroso lamento della voce di Dylan - come quello di una mucca con una
gamba bloccata in un cancello - affronta alcune delle canzoncine più
ottimistiche della stagione "per essere allegri," come "Winter Wonderland" e
"Here Comes Santa Claus”. Che cattiva idea.
Entrambe le canzoni sono iniettate con il fascino burbero, come uno zio
brontolone costretto a giocare per festeggiare Santa la mattina di Natale.
Dylan è lontano dai toni soavi e non è adatto a queste cose. Ho sentito un
brano come “hark, the throat-wrecked angel sings,” ( Sentite la gola
naufragata di un angelo che canta) , descrizione giusta.
La voce grave di Dylan è più adatta per i sistemi di navigazione
satellitare, per i rock-blues "Blind Willie Mc Tell" o le canzoni retrò di
"Modern Times" (2006), con il suo disperato timore della fine del mondo." Il
mondo non finirà, anche se la crisi finanziaria è molto forte.
Alcune delle canzoni hanno il suono ironico: Lui pensa che in realtà
significa "Have Yourself a Merry Little Christmas"? Dicembre deve essere un
barile di risate a Dylanland. Il CD potrebbe essere meglio interpretato come
un scherzo prolungato, se uno che va avanti per 42 minuti non è troppo
lungo. Dopo le sue variabili convinzioni religiose, Dylan suona sincero in
canti tradizionali come "O Come All Ye Faithful", con la traduzione latina
"Adeste Fideles", per buona misura.
Sleigh Bells
La sua collaudata backing band offre un supporto valido , fornendo chitarra
di buon gusto ed anche le campane obbligatorie della slitta. Eppure, questa
non è una gita musicale che possa essere goduta in quasi ogni momento
dell'anno come il capolavoro di Natale di Phil Spector.
Se vi state chiedendo se Dylan ha voluto fare il gaga con il suo 34° (o giù
di lì) album in studio sul tema della vacanze, c'è qualche possibilità che
sia follia. I suoi diritti d'autore l’artista li ha devoluti in beneficenza.
La società di Dylan mi ha mandato una e-mail informandomi che non ci sarebbe
stato invio di copie per le recensioni preventive causa "l'elemento carità
del disco". O forse perché non è buono ?
Aiutare questi enti di beneficenza è cosa degna, tuttavia, è l’unico motivo
per compreare il disco , per dare al CD un senso, e se lo consideri ridicolo
, si potrebbe anche cancellarlo dalla memoria. Se, come credo, siete tentati
di buttarlo fuori dalla finestra, perchè non darlo come regalo di Natale? Al
tuo rivale d’ ufficio più feroce.
Voto: *.
"Christmas in the heart" è al prezzo di 9,99 dollari, o 16,99 dollari per
una edizione speciale con cinque cartoline auguri per le festività.
(Fonte: bloomberg.com)
Happy Bobmass!
La musica natalizia è controversa nella nostra famiglia. Mia moglie la ama
così tanto che fino a poco tempo fa non era raro nella nostra casa sentirla
praticamente in qualsiasi momento dell'anno. Tutto è cominciato un paio di
anni fa, quando entrando in casa in un pomeriggio soleggiato e molto caldo
di luglio ho sentito le note di 'chestnuts roasting on an open fire'
arrivare dal soggiorno. Più tardi quella sera ho raccolto tutti i cd di
Natale dal rack di stoccaggio e li ho subdolamente nascosti in soffitta. Un
paio di settimane più tardi, quando il mio atto di furbizia è stato
scoperto, ho promesso di rivelare il nascondiglio - ma solo il 1 ° dicembre!
Ora, è generalmente accettata l'attesa fino al momento stabilito, e
l'apertura della prima finestra del calendario dell'Avvento, rende l' attesa
ancora più bella.
Così ...ho dovuto affrontare un dilemma, quando Bob Dylan ha deciso di fare
il suo album di Natale a metà ottobre! Ho dovuto ammettere apertamente che
il mio fanatismo crescente per Dylan ha reso le mie orecchie incapaci di
sentire qualcosa di negativo nella sua musica (tranne forse Self-Portrait),
quindi la qualità delle esecuzioni effettive delle canzoni di Natale non è
una cosa che mi preoccupava. La mie difficoltà principali sono state come
avrei fatto a :
1. trovare un modo per convincere mia moglie che per la spesa di 8,95 £
valeva la pena di pre-ordinare il disco, in modo che sarebbe arrivato il
giorno dell’ uscita.
2. L’avrei potuto ascoltare subito e non aspettare fino al 1 ° dicembre;
3. Evitare di far ascoltare la mia prima e al momento opportuno farlo
diventare un 'gratuito per tutti' per tutta la musica di Natale prima della
scadenza del 1 ° dicembre.
Bene, ecco cosa è successo. In primo luogo, ho pre-ordinato l'album senza
dirlo a mia moglie. Questo è stato davvero giustificato, perché non l’ ho
comprato per me stesso - è stato un dono dal marito alla moglie. In secondo
luogo, al suo arrivo, ho permesso a mia moglie di aprire il pacchetto ,
gliel’ho spontaneo sgraffignato dalle mani e ho detto- 'Lo so che è presto,
ma siccome ti piace tanto la musica di Natale penso che dovresti metterlo su
ora, cosa ne pensi ? '. Naturalmente lei ha acconsentito. Così Bob è stato
infilato nel lettore CD, il volume alzato e il Natale è venuto a casa nostra
nel mese di ottobre. E la cosa migliore di tutti - dal momento che tutti gli
altri CD sono ancora in soffitta, e non sarebbe male risentire il CD di Bob
ancora e ancora e ancora fino a quando non uscirà il 1 dicembre non è vero?
(Fonte: songsforthejourney.blogspot.com)
Bob Dylan, "Christmas in the Heart"
da Wade Tatangelo - speciale per Metromix
L’ Enigma più grande del Rock fa uscire un album di Natale superbamente
sincero e per beneficenza.
Il ronzio: Nessun artista importante nella musica popolare ha continuato a
lasciare i fan perplessi per tutto il tempo quanto Dylan. In linea con la
sua striscia impressionante di volubilità, la forma-icona di cambiamento
prosegue da aprile con gli album in studio, "Together Through Life " e
questa collezione di classici di Natale.
Il verdetto: per le legioni di appassionati di Dylan che accetano la sua
voce magnificamente scoscesa e le antiche sonorità di dischi d’epoca ,
"Christmas in the heart" sarà considerato un regalo tra i più gratificanti.
No, non sarà in grado di conquistare i non-fans familiari e amici. Con ogni
probabilità, l'album dovrebbe rendere l’aria di vacanza abbastanza gelida.
Ma per i fans duri a morire , sarà una gioia sentite le carezze del canto
come "Hark the Herald Angels Sing", "Little Drummer Boy" e "O 'Little Town
of Bethlehem." La produzione è prevedibilmente di basso profili , con Dylan
che lo ha prodotto come al solito, sotto lo pseudonimo di Jack Frost,
utilizzando fondamentalmente la stessa backing-band del tour. A pensarci
bene, "Chrismas in the Heart" contiene un brano che potrebbe tenere il passo
o anche esplodere in un successo. Alimentato dal lavoro chiassoso
fisarmonica di Los Lobos 'David Hidalgo, Dylan si trasforma in una
sommamente allegra, cullante versione di "Must Be Santa".
Lo sapevate ? Dylan ha promesso che tutti i diritti d'autore degli Stati
Uniti saranno donati a Feeding America per sempre.
La raspa di Bob Dylan non è roba per Ho, ho, ho
Se non sei un fan di Bob Dylan sarà difficile accettare il suo primo album
di Natale, come niente, ma una comica anti-offerta vacanze.
Nonostante il coro ottimista dell’epoce degli anni 50’e le opportunamente
collocate sleighbells, la voce della leggenda 68enne-wiskey-e-sigarette
tutta raspante non evoca nessuna gioia, innocenza o sentimentalismo
natalizio , anche se ci sono canzoni come "Little Drummer Boy" e "O Little
Town of Bethlehem ".
Sostenuto dalla sua tour-band , Dylan canta un paese complementare, folk e,
a un certo punto, si fonde con quello hawaiano. Ma quando i testi speranzosi
come "Il prossimo anno tutti i nostri problemi saranno fuori dalla vista ...
fate il yuletide gay," l'effetto è sarcasmo e dolore, ed il pensiero va ad
una persona ubriaca in strada che barcolla attraverso una notte invernale,
inosservato dalle gente più fortunata al riparo dei loro focolari
accoglienti. La cosa bella è che tutti i diritti provenienti da questa
raccolta di canti tradizionali e canzoni di Natale andrà al programma che
nutre gli affamati. Per gli appassionati è solo una curiosità.
Top Track: la ritmica "Christmas Blues" e il suo tema di dolore e di
scetticismo è la cosa migliore , e Dylan offre un assolo di armonica
frizzante.
(Fonte: thestar.com)
Il NY Daily News si riferisce a Bob Dylan come ad un "cristiano devoto"
Il New York Daily News ha definito Bob Dylan come un "cristiano devoto" in
una relazione sul nuovo video di "Must Be Santa". L'articolo implica anche
che Dylan ha concesso un'intervista con il Daily Mirror di due mesi fa,
quando la dichiarazione era in realtà parte di un comunicato stampa.
Robert Allen Zimmerman è nato e cresciuto nella religione ebraica. Alla fine
degli anni 1970 ed inizio 1980 , anche dopo aver cambiato il suo nome in Bob
Dylan, ha pubbblicato gli albums a tema cristiano Slow Train Coming e Saved.
Anche dopo il ritorno al giudaismo, ha continuato a svolgere tale materiale
come "I Am The Man, Thomas", "Gotta Serve Somebody" e "In The Garden". Nel
suo tour autunnale appena completato, Dylan ha eseguito una versione
aggiornata del suo pezzo del 1979 , "Gonna Change My Way of Thinking," in
dieci dei 33 spettacoli. Tuttavia, Dylan aveva registrato "Neighborhood
Bully" nel 1983, che è spesso interpretato come espressione di una forte
identificazione con il nazionalismo ebraico incarnato nello Stato di
Israele. Riferimenti ebrei sono sparsi in tutta la sua opera più recente,
tra cui "Tryin 'To Get To Heaven", che allude a Yom Kippur, il "Libro della
Vita", e "Ain't Talkin'", che si riferisce alla Regola d'oro.
Bob Dylan raramente rilascia commenti sulla sua vita personale, ma si può
concludere che, anche se può essere ancora in contatto con il cristianesimo,
in qualche modo, di fare riferimento a lui come "un devoto cristiano" non è
esatto.
Seth Rogovoy, il mio amico, collega, e autore di Bob Dylan: Profeta, Mystic,
Poeta (Scribner), commenta:
"Mentre io non pretendo di avere alcuna conoscenza della Bob
Dylan-identificazione religiosa, mi chiedo come il giornalista possa
descriverlo come un 'cristiano devoto' - una caratterizzazione di Dylan che,
francamente, io non sono arrivato a capire in trenta anni.
"L'unica cosa che sappiamo sulle pratiche religiose personali di Bob Dylan è
che ogni anno durante la Festività Massime di Rosh Hashanah e Yom Kippur,
frequenta i servizi in una sinagoga ebraica ortodossa, ovunque si trova - in
genere un Chabad House gestita da un rabbino della setta Lubavitcher
chassidico, Chabad è, secondo Dylan, la sua 'organizzazione preferita.'
"E mentre le sue canzoni sono aperti a molteplici interpretazioni, trovo la
devozione di Dylan sia espressa forte e chiara, prima nelle sue canzoni più
vecchie , poi attraverso la sue più recenti, verso la fede ebraica della sua
famiglia e degli antenati, come ho descritto in dettaglio nel mio nuovo
libro ".
(Fonte: www.examiner.com)
Il sogno natalizio delle mamme
Ogni madre ha una cartolina di Natale di Norman Rockwell.
Il piccolo Jimmy sta guardando la sua bicicletta e la nuova pistola con
allegria, la piccola Maria ridacchia con piacere guardando il suo bambolotto
che può fare anche la pipì , e Big papà è nella cucina deliziosa che cerca
di mettere un tacchino nel tostapane. Il vischio e le calze sono appese
sopra il camino, l'albero è pieno di bastoncini di zucchero ed ornamenti di
Raggedy Anne & Andy , e un sacchetto colmo di Egg Nog viene passato intorno
al fuoco. Che cosa potrebbe rendere questo giorno più Yuletidastic? Alcuni
di Natale Natale, naturalmente! Così la mamma corre in un'altra stanza e
tira fuori il suo preferito Christmas Album, The Christmas Album per tutta
la famiglia . Lei lo infila nel player, alza il volume e prorompe in un
sorriso di gioia e come quei bravi ragazzi giovani inizia a cantare la sua
canzoni preferite di ieri. Sleigh bells ring, pianoforti Ding e corde,
quando all' improvviso - Aspetta! Che cos'è questo rumore? Cosa sta venendo
giù per il camino!? Perché, è .... it's .... SAN FRANCISO'S FAVORITE FOLK
SINGER, BOB DYLAN!
Purtroppo, venendo giù per il camino, ha ingoiato dieci libbre di cenere ed
è atterrato sulla sua gola. Ma non credo che smetterò di ascoltarlo! Questo
è un uomo che ama i suoi canti di Natale , s’accordo , e tutta la famiglia
sarà in ascolto della sua voce addolorata, graffiante, rauca come il rantolo
della morte, voce roca di Louis Armstrong, polmone di ferro, cantando
insieme con l'album di Natale per tutta la famiglia per le prossime 15
canzoni e 42 minuti!
Ma la cosa buona è - la dicotomia tra la voce incredibile di merda di Bob e
la voci pulitissime di backup e accompagnamento musicale , e così diventa
che l' Ho-Ho-Horrible si trasforma in un Ho-Ho-ridanciano! Concesso, ti deve
piacere la musica di Natale in primo luogo (come faccio io) o sta per
diventare un'esperienza dolorosa e miserabile per voi. Ma se si ottiene un
calcio fuori stagione da classici natalizi come "Here Comes Santa Claus",
"Winter Wonderland", "Hark The Herald Angels Sing" e "O Come All Ye
Faithful," Christmas in the heart” è tenuto a colpire il vostro retro in un
modo che Dylan non avrebbe sicuramente voluto. Ma , canzone dopo canzone ,
cercando disperatamente e con passione per ottenere le sue castagne arrosto
, il voicebox prende a riprodurre tutte le note corrette (ad un livello mai
nemmeno tentato su un originale LP di Dylan), che potrebbe essere chiamato
un Golden Gole di Natale!
Richiama una domanda bizzarra : perché Bob tenta di cantare queste canzoni
così difficili così come riesce ? Non ha mai fatto svolazzi con la sua voce
prima, ma qui - in particolare come in "Do You Hear What I Hear?", "Hark The
Herald Angels Sing" e "The First Noel" – suonano come se lui fosse disposto
a strapparsi la gola fuori e tenerla in aria per raggiungere le note più
alte. Strano? Cazzo sì, è strano! La sua estensione vocale non ha
chiaramente alcuna idea di come far fronte a tali note alte, è come una uno
strano rumore alla "Tom Waits senza fiato" , rumore inaudito su un disco di
Dylan a questo punto. Allora, cosa sta succedendo? È davvero un grande fan
di canti natalizi che si rifiuta assolutamente di prenderli a calci nel
culo? Del resto, è ancora un cristiano !?
A prescindere, è questa una miscela unica di buone vecchie e pulite musiche
natalizie ed il grande cuore di Bob, e la voce a metà tra il vomito ed il
canto che fanno di questo disco un outsider bizzarro. Se avesse
semplicemente gracchiato con una chitarra acustica e l’ armonica, poteva
sembrare più 'normale', ma sarebbe probabilmente più noioso. Christmas In
The Heart può essere terrificante e vuoto , ma certamente non noioso!
Mettiamo in evidenza tre cose:
- Dylan canta la prima strofa di "O Come All Ye Faithful" in latino! REAL
LIVE latino!
- Un meravigliosamente rapida polka punk versione Barrelhouse con la
fisarmonica di Mitch Miller in "Must Be Santa"
- Un adorabile pedal steel-loop rafforzata da un coro de-doo chiamato
"Christmas Island" (originariamente delle Andrews Sisters, sono portato a
credere)
Vi avverto: alcune di queste castagne allegre sono assolutamente distrutte
dal cancro alla gola di Bob, nauseanti conati di vomito (se si può ascoltare
"Have Yourself A Merry Little Christmas", "Silver Bells" e "The Christmas
Song" senza mettersi un paraorecchie , altrimenti congratulazioni per i
timpani rotti). Ma io non permetto a nessuno di dire che egli non da il 100%
di se stesso in queste canzoni. Onestamente canta come può. Non è
esattamente la voce straordinaria di Bob nei suoi 20anni, ora ne ha 68!
Insomma, vorrei sottolineare che Bob sta donando tutti i suoi diritti
d'autore da questo CD ai senzatetto / ed in beneficenza per la fame. E se
non altro, ha almeno tenuto la durata delle canzoni in maniera ragionevole,
solo 3 di queste 15 canzoni superano i 3 minuti ! Spero che si ricorderà di
questa lezione la prossima volta che si registrerà un 'vero e proprio
album'.
(Fonte: markprindle.com)
Christmas in the Heart: che bel regalo!
Negli anni ho imparato a non giudicare i dischi al primo ascolto, ed in
particolare quelli di Bob Dylan. Oggi finalmente ho potuto ascoltare con la
dovuta calma l'ultimo, curiosissimo, disco natalizio di Dylan. La cosa che
stupisce di meno è la finalizzazione dei proventi che sono stati destinati
all'organizzazione umanitaria Feeding America la quale, a quanto è dato di
capire, si occupa di aiutare le fasce di popolazione, in particolare i
bambini, che versano in un tale grado di povertà da avere difficoltà a
reperire il proprio pasto quotidiano. Anche per i proventi fuori dagli Usa
sono state scelte analoghe organizzazioni. Ormai è dal periodo della grave
malattia che lo colpì verso la fine degli anni '90 che Bob Dylan, a mio
avviso, ha fatto pace con il mondo. Da allora la sua carriera ha svoltato
verso una rapporto col mondo più aperto e tranquillo, e sono arrivate
moltissime sorprese, cose che dal Dylan giovane o di mezza età non ci
saremmo mai aspettate. Un tour infinito, una celebratissima autobiografia,
un documentario straordinario (No Direction Home), spot pubblicitari
(discussi), trasmissioni radiofoniche (apprezzatissime), un film (troppo
sottovalutato), diverse canzoni (stupende) finite in colonne sonore e dei
dischi bellissimi (quelli non sono mai mancati, per la verità). Sembra che
anche il management sia stato lasciato dallo stesso Dylan a briglia sciolta,
tanto da lasciare talvolta stupefatti anche i core-fans come me quando sul
sito bobdylan.com si trovava nel merchandasing un cappello di foggia
militare (!!!)
Tornando al disco in questione si nota innanzitutto la cura nella produzione
(Jack Frost alias Bob Dylan stesso), addirittura superiore a quella dei
dischi di materiale dylaniano. I cori e gli arrangiamenti sono curati in
maniera perfetta per ricreare l'atmosfera retrò delle canzoni. Non c'è una
nota fuori posto, e persino il canto di Dylan, ormai simile a quello di Tom
Waits, riesce ad inserirsi alla perfezione in un contesto quasi paradossale.
Dylan, da molto tempo, ha preso a cuore la tradizione musicale americana e
sta cercando di restituirgli tutto ciò che essa gli aveva regalato fino al
momento in cui egli stesso ne ebbe minato le fondamenta rivoluzionando per
sempre il panorama musicale d'oltreoceano, prima col le canzoni "dal dito
puntato" e poi con la svolta elettrica.
Anche qui la fisarmonica di Hidalgo conferisce quel sapore popolare e
festoso che ha caratterizzato gli ultimi dischi e quelli del compianto Willy
DeVille. Traspare un sincero amore verso l'atmosfera natalizia, che forse
Dylan ha vissuto pienamente soltanto in età avanzata, essendo di famiglia
ebraica, ma anche una certa ironia festaiola (si guardi il video "Must Be
Santa" e il retrocopertina con una avvenente Babbo Natale in guepierre,
tipica di certe pubblicità anni '50).
Ma alla fine il disco è veramente godibile e divertente e credo proprio che
lo utilizzerò come regalo di Natale per un po' di amici :-)
Bruno "Jackass"
Dylan distorce lo spirito delle vacanze
di James Reed
Una recente reazione istintiva di una collega la dice meglio di quanto
potrei mai fare io. Vagamente consapevole di quello che stava per fare , ha
messo le cuffie, ha sentito la stucchevole voce femminile del coro che apre
"Winter Wonderland,''e prontamente si è lamentata:" Oh, Dio. non lasciare
che Bob Dylan cominci a cantare''. Ma poi ha continuato con quello scrostato
gracchiare, e lei, rabbrividendo mi ha gentilmente restituito le cuffie.
OK, questo è un duro atto d'accusa di un album decente con buone intenzioni,
ma è anche un barometro giusto di quante persone apprezzeranno le
registrazioni di Dylan per questo Natale.
Per fortuna, questo non è un disco religioso, che non dovrebbe sorprendere i
fan abituali , con la spiritualità in continua evoluzione di Dylan. A
partire dalla copertina dell’album, tra cui una immagine cartoon della pinup
Bettie Page in abito di Babbo Natale. "Christmas in the Heart”' è un album
allegro che si rifà al periodo dell’ old-time comfort che vi aspettereste da
" A Prairie Home Companion.''di Garrison Keillor, mentre è rinfrescante
vedere Dylan provare un po'di fantasia, ma troppo spesso l'album scivola sul
lato del kitsch.
Se vi siete lamentati della voce di Dylan , questo non è l'album di Natale
per voi. La sua ruggine è in primo piano : stridente e forzata in "Hark the
Herald Angels Sing'', ma poi anche nella canzone blues " I'll Be Home for
Christmas''.
Una melodia Tex-Mex , con gli abeti tagliati di "Must Be Santa,'' nella
quale Dylan , con le sue torsioni vocali fornisce la sua più vigorosa
performance vocale nella memoria recente. Ancora, una domanda rimane per
l'intero album: Deve essere Dylan cantare questa roba?
James Reed – Boston music
Bob Dylan .. Rasp-odia di Natale
da Nikki M. Mascali - Staff Writer
Bob Dylan è la voce dei poeti, delle generazioni ... e Natale ? Con la
recente uscita di “Christmas in the Heart” sì. Mentre in un primo momento è
un po' difficile mandar giù le canzoni che Dylan canta con la inconfondibile
voce con la quale molti di noi sono cresciuti , il CD è certamente
interessante.
Alcuni brani , nella versione di Dylan , sono assolutamente fantastici,
altri ci fanno rabbrividire un po' con la sua voce gracchiante. Molti
accordi sono in stile vecchio Timey e classici, inducendo visioni di campi
innevati e di slitte trainate da cavalli, mentre altri hanno un tocco
distinto dylaniano , con una pedal steel qui, un assolo di armonica gustosa
lì.
L'album inizia col suono di campane e slitta e la disinvolta "Here Comes
Santa Claus", che sposa la voce cavernosa di Dylan con un coro armonioso.
C'è una sfumatura di chitarra blues in "Do You Hear What I Hear?", e quando
canta "A star , A star / Dancing in the night" funziona. La nasale "Winter
Wonderland", con cori e un grande Dylan talvolto e concitato, precede una
gioiosa e santa "Hark the Herald Angels Sing." O come gioioso gli consente
di essere la sua raspa nasale. Una bella versione di "Little Drummer Boy" è
lenta, con Dylan che si contrappone ancora con un coro melodioso.
"Silver Bells" è abbastanza tradizionale, con il violino, e lui usa la steel
guitar delle isole Hawaii in "Christmas Island", uno strumento usato anche
nella lenta e dolce "The Christmas Song".
"The Blues Christmas", "O 'Come All Ye Faithful (Adeste Fideles)" e "Must Be
Santa" sono brani standard. Il primo è da soggiorno, con Dylan che dice come
Santa gli ha portato " gli sfavillanti pacchi confezionati con queste
pagliuzze dorate di “Christmas Blues” prima di una raffica deliziosa di
armonica. Canta il primo verso di "O 'Come All Ye Faithful" in latino, ed è
così bella questa riedizione di un classico sacro che si può quasi sentire
il profumo dell' incenso alla messa di mezzanotte. Provate a stare fermi
durante la polkeggiante "Must Be Santa", nonostante casualmente - e
stranamente – gridi i nomi di alcuni Presidenti verso la fine della canzone,
è difficile non sorridere immaginando il Dylan dubbioso che chiede "Chi ha
un grosso naso rosso ciliegia? / Chi ride in questo modo 'ho-ho-ho'?.
Inutile dire che Dylan è un gusto acquisito. Se non sei già un fan,
"Christmas in the heart" non è il CD da ascoltare davanti al caminetto
acceso mentre si beve zabaione in quei giorni di festa. Se sei un fan, anche
se, in particolare della sua opera più recente, questo di sicuro diventerà
un classico di Natale per gli anni a venire.
Bob Dylan: L'Araldo dalla voce roca
by Brad Wheeler - Globe and Mail
Bob Dylan fa un album di musica di Natale? Sì, giusto, quando le renne
volano.
Oh, andiamo. Nulla di quanto fa l'icona enigmatica ci deve sorprendere:
Questo tizio, nato Robert Zimmerman, cavalca sulla groppa proprio-a-pum-pum.
E in realtà, Christmas in the heart, è un disco sincero, anche se
gracchiando, la raccolta di 15 classici natalizi di gemme, non è come una
pacchetto di noccioline - non in questi tempi strani comunque.
Il CD è arrivato per posta alla fine della settimana scorsa, un giorno in
cui i media erano in fibrillazione dalla follia del personaggio dei cartoni
animati Marge Simpson che posa per Playboy, la pop star Miley Cyrus che
smette la sua abitudine di cinguettare, e l'imprevista rivelazione che il
rubacuori degli anni 80 Rick Springfield avrebbe scoperto il suo posteriore
in un episodio di Californication.
Inoltre , Dylan non è nemmeno l'unico Ebreo ad aver fatto un album a tema
natalizio : Neil Diamond fece “A Cherry Cherry Christmas” che riempì le
calze nelle festività.
Così, l'album n° 47 di Dylan è la musica di Natale. Ricordo che l'ex
presidente della Columbia Bill Gallagher ha detto una volta "Se Bob vuole un
microfono sul soffitto, si prende la scala più alta e lo si attacca sù",
Dylan fa quello che fa (suonando in elettrico a Newport nel 1965 o
abbracciando il cristianesimo alla fine degli anni Settanta) ed il pubblico
l’ha seguito.
Fatta eccezione per la chiassosa fisarmonica in Must Be Santa , il disco non
è per niente sorprendente nei suoi arrangiamti. L'album è superbo, con una
buona produzione, accreditata al nome di studio di Dylan di Jack Frost, che
fa l’occhiolino ai tempi fascinosi di Eisenhower. Il roco canto di gola
della leggenda , tuttavia, è inevitabile. Il chitarrista jazz chitarrista
Phil Upchurch è elegante e l'abile Donnie Herron con la steel guitar sono
lì, ma la voce di Dylan è grezza. In particolare l'apertura brani (il
disinvolto Here Comes Santa Claus e la campanella della slitta di Winter
Wonderland), è difficile ottenere la voce del Dylan del passato. Il
gracidare contrasta pesantemente col coro sullo sfondo delle canzoni , che
sono celestiali in The First Noel e nella dolce Hark the Herald Angels Sing.
Il modo migliore per descrivere la voce? Immaginate una rana con un Dylan in
gola.
Ecco una cosa, però: Dove molti album di Natale sono blandi e la musica è un
rassicurante sottofondo familiare, La Marlboro-Dylan-incrostata laringe che
spinge questo materiale in primo piano - qualcuno potrebbe dire per il
peggio, ma ci si va. Il testo della canzone, con messaggi di speranza e di
pace che sono chiari , anche se la voce è così burbera. Il titolo
dell'album, Christmas in the heart, si riferisce alla compassione; i diritti
di Dylan sono destinati a Feeding America e per altri enti di beneficenza.
C’è una cosa interessante del cantante di Gotta Serve Somebody che ha fatto
qui, una volta a superata la sorpresa dell 'idea e la voce devastata
dell'uomo. Allora, chi ha un grosso naso rosso color ciliegia? Dylan ha un
grosso naso rosso-ciliegia. Chi ride in questo modo: "Oh, oh, oh!" Dylan
ride in questo modo: "Oh, oh, oh!" Deve essere Dylan, deve essere Dylan.
Un album di Natale di Bob Dylan ? E 'vero
by Mark Bennett - Star Tribune di Terre Haute, Ind.
Sto immaginando il freddo fuori dalle finestre gelide, e una festa
all’interno della casa. Gli amici con le mani piene di pasticcini,
diet-Cokes in bicchieri di plastica. Si beve un sorso di vino. Le luci
dell'albero brillano. Finisce l’album “Snowfall” di Tony Bennett, e qualcuno
a caso prende un altro CD natalizio e li infila nel lettore.
In pochi secondi, la gente cambia espressione , resta scioccata e a bocca
aperta, come se uno degli ospiti avesse appena minacciato di prenderli a
pugni negli occhi.
Ma, no, invece, è il nuovo album scoppietante di Bob Dylan "Christmas in the
heart” - letteralmente – che esce attraverso gli altoparlanti stereo.
Sì, questo "Cosa-diavolo-?" disco è una sorpresa piacevole che ti fa
sobbalzare. Uno non può ascoltare il respiro affannoso di Dylan in "I'll Be
Home for Christmas" e non si sentir cambiare il suo feeling. Udito la sua
ghiaiosa promessa "si può contare su di me" può provocare lacrime per
alcuni, o la voglia di cambiare immediatamente disco in altri. In entrambi i
casi, le 15 canzoni di Dylan di questo album saranno la vita (o la morte)
della vostra festa. Dipende dal vostro palato musicale.
O lo ami o lo spacchi a metà.
Gli appassionati di lunga data e di mentalità aperta di Dylan potranno
ammirare la sua faccia tosta. Chiaramente, a 68 anni, è ancora in grado di
provocare il pensiero. Nella nostra immaginazione più selvaggia, ben pochi
potevano immaginare Bob Dylan - il maestro burbero, scontroso e arrabbiato
che sviscerava le canzoni di protesta – che canta allegramente i ricordi di
quando si facevano rosolare castagne su un fuoco nel classico di Mel Torme
"Christmas Song".
La gente è mediamente consapevole del fatto che Dylan è anziano , Robert
Zimmerman, un ragazzo ebreo di Hibbing, Minnesota, potrebbe ora essere una
persona confusa con la sua decisione di registrare un album contenente gli
standard cristiani come "Hark the Herald, Angels Sing," "The First Noel,"
"Little Drummer Boy," "O Little Town of Bethlehem" e altri.
E alcuni si grattano la testa, chiedendosi perché Dylan abbia bypassato il
suono stridente della sua chitarra per uno ben orchestrato e sentimentale,
con gli arrangiamenti tipici delle canzoni di Natale.
Ci sono le risposte ad alcuni di questi enigmi. Dylan è legato alle
tradizioni della musica Americana. Se avete mai sentito il suo show
radiofonico via satellite, Bobby Z , il direttore della faccenda , potrebbe
farvi sentire BillieHoliday e dopo un minuto una polka. Non è il primo
artista di origine ebraica che incide canzoni natalizie , la cantante Barbra
Streisand ed il compositore Irving Berlin lo ha fatto tanto tempo fa.
Inoltre, Dylan è anche famoso per essersi convertito, per un certo tempo, al
cristianesimo nei primi annidel 1980.
Si potrebbe fare un’analisi più approfondita di “Christmas in the heart” ,
se fosse necessario. Anche se è impossibile leggere nella mente di un
ragazzo che elude metodicamente le spiegazioni del suo lavoro, sembra che
Dylan voleva solo rappresentare un ambiente caldo, fare un album di Natale
divertente, e raccogliere fondi per una buona causa. (Tutti i diritti
d'autore degli Stati Uniti da questo album andaranno all'agenzia Feeding
America.)
Apre "O Come All Ye Faithful" con il suo testo originale latino, prima di
passare alla lingua inglese. ( Molte persone che hanno assistito ai concerti
del 21° secolo di Dylan si sono effettivamente chieste se a volte stesse
cantando in qualche lingua straniera. Ma in quei casi, si trattava solo
dello stato attuale di Bob Bob, cantando versi familiari con una raspa in
gola. La sua interpretazione malinconica di "Have Yourself a Merry Little
Christmas" è come sentire - in realtà - la memorabile versione di James
Taylor. Il brano di chiusura, "O Little Town of Bethlehem", con il supporto
delle caratteristiche chitarre dolci, pianoforte dolce e cori angelici si
conclude con Dylan che dice "amen".
Ascoltatori ignari, in particolare quelli delle feste di dicembre, possono
sentire il disco pensando che qualche comico stia facendo la parodia di
Dylan che canta "Here Comes Santa Claus". Infatti, le canzoni iniziano con
sdolcinate e tradizionali introduzioni musicali, col la voce di Dylan in
apertura che può essere molto sottile, come un laser.
Ancora, dopo due o tre ascolti , "Christmas in the heart” va meglio, non
come una torta di frutta in faccia. Naturalmente, la maggior parte dei fan
invece sceglono "Highway 61 Revisited", "Blonde on Blonde" o "Blood on the
Tracks", per metterli su un’isola deserta in caso di naufragio. Ma cosa
succede se il naufragio avviene durante le vacanze? Ascoltare la stridente
di Bob di "I'll Be Home for Christmas" più e più volte vi farà sperare di
essere su una zattera di bambù in modo più duro di quello che Gilligan e
Skipper abbiano mai sognato.
Bob Dylan – Christmas in the heart - Orribile
Di Andy Whitman
Mi colpisce il fatto che il modo in cui si ascolta l’album di Dylan è molto
dipendente dall’ipotesi che porti nelle case l’aria di Natale. Alcuni
recensori hanno dato il pass all’album per essere stato realizzato per
beneficenza. E certamente , donare il ricavato in beneficenza è un gesto
nobile. Altri critici hanno dato l’OK , perché, hey, è un album di Natale,
quetsa è la stagione per essere allegri. Altri ancora si sono dilettati nel
disquisire sul contrasto tra la schlock lucido che crea il supporto del coro
composto della milizia celeste) e la scorza rude della voce di Dylan.
Per quello ne vale la pena, non ho nient’altro che ammirazione per gli
obiettivi di beneficenza di Dylan. E sì, è un album di Natale, ma questo è
certamente un genere che non fa molto per ispirare ed allietare le vacanze
in me, in primo luogo. Tuttavia, sono in disaccordo con chi trova il valore
nel contrasto della superproduzione dei cori ed il lacero guaire del
cantato. Quand’era al suo meglio (ad esempio, i primi album di Tom Waits),
enfatici e cenciosi potevano lavorare insieme meravigliosamente. Le rime
incredibilmente romantiche e le riflessioni ghiaiose di Waits potrebbero
evocare un mondo di amarezza e tristezza. Questo era l'amore sul lato
sbagliato dei binari, e il cast dei perdenti di Waits è stato illuminato
dalla voce toccante prima, e la natura a volte zuccherosa della
accompagnamento musicale. La copertina del lavoro di Waits "Somewhere (C'è
un posto per noi)" di Bernstein in West Side Story è stato un momento.
Questo è stato il melodramma più alto del musical di Broadway, tutto bene,
ma il fatto avveniva lontano Broadway, ed è stata cantata da qualcuno che
l’intrepretava come se fosse eseguendo la sua più grande aria, con in mano
un sacchetto di carta marrone e si dondolava appoggiato contro un cassonetto
. Ha funzionato, e ha funzionato splendidamente. Ma ha funzionato a causa
della tensione insita nelle canzoni, perché l'ottimismo e la speranza
disperata della musica di Bernstein ed i testi di Sondheim si sono
incontrati nel vicolo cieco della voce in frantumi Waits.
Al contrario, Dylan suona come il vecchio, lo zio guascone che guaisce
sbattendo sul pianoforte verticale di famiglia suonando alcuni canti
familiare, con l'aggiunta del "bonus" di una produzione che di diritto
rivaleggia con quella di un Cecil B. DeMille nell’ epica biblica. È un'idea
orrenda orrendamente eseguita.Mi dispiace di non essere Scrooge, ma le
vostre vacanze saranno molto più brillanti se solo potrete evitare questa
musica. Donate i vostri soldi per la carità ma a vostra scelta.
Ascoltate ! L’araldo Dylan canta.
I fans di Bob Dylan sono le mogli maltrattate dall' industria musicale.
di Andrew Ferguson
Lui è uno dei grandi artisti del secolo. - Andrew Motion, poeta e laureato
d' Inghilterra, 2000.
Il più grande artista degli ultimi cinquanta anni, credo. - Joe Klein, Time,
2009
Wiggle, wiggle, wiggle come una scodella di minestra, Wiggle, wiggle, wiggle
come un cerchio di rotolamento, Wiggle, wiggle, wiggle come una tonnellata
di piombo, Wiggle, è possibile aumentare i morti - Bob Dylan, 'Wiggle
Wiggle,' 1990
Se avete bisogno di più prove, L’uscita dell’ album di Bob Dylan di Natale,
Christmas in the heart , dovrebbe chiudere il caso. I fans di Dylan sono
come le Baby Doll Huey, quelle figure gonfiabili con il grande naso rosso e
il fondo arrotondato, strutturate in modo che quando si picchiano a pugno
duro, pugno con tutta la forza - rimbalzano il colpo con un sorriso che ti
congela , immutabile sorriso.
Possiamo fare solo una supposizione di quello che davvero Bob Dylan sente
per i suoi fans. Ma può essere un bene indovinare . Li ha presi a pugni come
quelli della Hueys Baby per un tempo lungo, molto tempo .
Non è troppo insolito per un artista avere mancanza di rispetto dei suoi
ammiratori più fedeli , lo capisce da solo quello che loro non vogliono,
sapendo quanto lontane dalle loro speranze sono le sue prestazioni che
inevitabilmente scadono, nonostante i loro applausi. A volte un artista deve
tenere il suo pubblico distante anche se sta attento, per motivi di lavoro,
per mantenere la distanza almeno sottilmente nascosta; vengono in mente i
pittori astratti dell’espressionismo. Ma non un Don Rickles al culmine del
suo potere - il secondo artista più grande degli ultimi 50 anni, credono
alcuni – queste performances possono dare la gioia di abusare coscientemente
delle persone che pagano i soldi per
godere della suo arte. E quando Rickles fatto, le persone avrebbero dovuto a
ridere, e così si era supposto. Quando Dylan fa qualcosa , i fan cominciano
a toccarsi il mento e riflettere. Poi arrivano i pugni tipo Baby Hue, e
iniziare a capire.
E’ stato così da lungo tempo. La prima volta è stata in seguito all’uscita
dell’ album chiamato Self Portrait, pubblicato nel 1970. Nei due dischi ,
Dylan ha abbracciato tutte quelle cose che la sua rivoluzione di pochi anni
anni prima aveva lo scopo di distruggere. Il suono di Self Portrait era
preso in prestito dall’hillbilly di Frankie Laine e la musica-champagne
diJackie Gleason. Dylan usò la sua “voce di una generazione” per cantare
"Let It Be Me", con l’accompagnamento di cori celesti , gonfiando la noia a
dismisura , e ha guidato una piatta , annoiata-band di studio attraverso le
parti strumentali alla Tijuana Brass . Per distruggere la sua immagine ha
prodotto canzoni che superavano l’idiozia - "All the tired horses", per
esempio, caratterizzato da un coro che ripeteva da solo la frase : "All the
tired horses in the sun / How'm I gonna get any riding done, hmmm?"
In un primo momento, nel mondo pop, ci fu sgomento. Poi si iniziò a
grattarsi il mento. Che era successo a Dylan? Con la famosa frase del
disilluso Greil Marcus, che aprì la sua recensione con una domanda
ragionevole ( "Che cos'è questa merda?"), I critici hanno cercato di finire
il puzzle . Quelli di Crawdaddy e Rolling Stone hanno cominciato a pensare
che stesse divertendosi con quella frase che da allora è diventata famosa,
almeno per me, come la teoria delle radici di Dylan che si è dimostrata
straordinariamente resistente ed elastica. Ogni volta che Dylan ha fatto
qualcosa di artisticamente eclatante, di cattivo gusto, inetto, scioccante ,
o comunque incompatibile con la sua fama di genio, i recensori, spiegavano
che era una specie di musicologo, che aveva le radici della musica
Americana, che assorbe in sé le tradizioni della nostra variegata nativa
musica e le trasmuta in modo univoco nella sua arte. Quindi "Tutti i cavalli
stanchi." Stupido? Il lavoro di cantautore andato un pò fuori che non sa
quando è ora di smetterla? Pensateci di nuovo . Dylan era semplicemente a
passeggio nei regni dello spirito quando il resto di noi non ci era ancora
arrivato. Come il suo pubblico dice da allora, lui è sempre un passo più
avanti del suo pubblico. Il suo genio è diventato non falsificabile. Nulla
di ciò che fa lo può contraddire
Christmas in the Heart e un giro a New York (cerco consigli)
Ciao Mr Tambourine,
sono Luigi (ho scritto solo una volta…) e volevo solo spendere due veloci
parole sull’ultima fatica del vecchio Bob, anche perché, come sempre, è già
stato detto tutto e il contrario di tutto in giro per il globo.
Premesso che chi non sopporta il Natale farà una fatica bestia a capacitarsi
di questa mossa del nostro bardo, io ritengo che dovremmo soffermarci solo
su quello che un’opera d’arte (di qualsiasi genere) deve produrre: intensa
emozione.
Ebbene io non so come abbia fatto, ma trovo Christmas in the Heart
maledettamente buono, infidamente accattivante con quella voce a brandelli,
ma vera fino all’osso che quasi la senti sanguinare, che miracolosamente si
aggrappa con l’anima ai cori femminili, andando a volte a produrre graffi
che feriscono l’ascoltatore ma spesso regalando emozioni inaspettate.
Dylan è unico e irripetibile, e lo capisci quando hai finito di ascoltare il
disco la quarta/quinta volta, quando riascolti la terza strofa mentre canta
“silver and gold” con quella voce piena e inimitabile in Do you hear what I
hear, quando riparte con il coro solenne della seconda strofa di Hark the
herald angels sing, o quando ti porta alle lacrime con Silver Bells o ancora
quando intona il suo latino zoppicante in Adeste Fideles e incredibilmente
tutto funziona (qui concordo con il buon Bertoncelli) o quando la sua voce
sembra provenire da un altro pianeta nel passaggio “They know that Santa's
on his way…” nel bridge di The Christmas Song.
Un disco di Natale diverso, naturalmente. Come forse solo lui poteva fare.
Per chiudere (acc! dovevano esser solo due parole veloci!) come molti che lo
amano, temevo molto questo disco; temevo che la beneficenza potesse essere
un astuto schermo di difesa. Ora invece devo solo dire grazie, ancora una
volta, solo grazie Bob per averci regalato questo ennesimo capitolo della
tua grande storia, che io metto volentieri accanto agli altri.
Come ha detto qualcuno (se non ricordo male era Allen Ginsgerg), dobbiamo
solo ritenerci estremamente fortunati a vivere nella stessa epoca in cui
vive Bob Dylan.
E io ne sono assolutamente consapevole.
Approfitto infine per segnalare che qualcuno (dolce Valeria, che ha imparato
ad amare Bob), a cui tengo moltissimo e che adora NY, mi ha convinto a
trasvolare l’oceano e andare a conoscere la grande Mela…
Naturalmente io ho colto l’attimo fuggente e…. visto il ritorno di Charlie
Sexton, ascoltato il debutto di Gonna Change my way of thinkin’
(semplicemente fantastica, invito tutti a guardare un paio di video che
girano), ho proposto la settimana dal 16 a 22 novembre, quando il nostro
sarà 3 volte all’United palace Theatre!!! Eh eh eh…
Ora, preso dall’ansia di non perdermi neppure un angolo significativo di NY
che possa essere associato a Bob, chiedo se all’intermo della grande,
competente e impareggiabile platea (!) dei frequentatori di Maggie’s Farm
c’è qualcuno (che ha già calcato quei marciapiedi più volte) che può darmi i
“consigli essenziali” dei posti/strade/ritrovi che hanno visto protagonista
Bobby in quel di NY durante i Sixties (anche perché alcuni/molti posti
oramai saranno solo un ricordo...).
Grazie in anticipo a chiunque potrà aiutarmi e consigliarmi
(uptome@libero.it) .
Un saluto a tutti. E che Dio abbia pietà di tutti noi.
Louis the Rapper
Ain't takin' just walkin'at the last outback of world's end
Il Bob Dylan-Perry Como speciale per Natale
Faccio le mie scuse a chi avrà degli incubi stanotte a causa di questo
titolo, ma penso che questo sia il principio organizzativo alle spalle del
nuovo dico di Bob Dylan, “Christmas in the heart”. Sono passati quasi
quaranta anni da che Sua Bobbità ha pubblicato un album concettualmente
brillante, artisticamente fiducioso, e praticamente inascoltabile come Self
Portrait, e ora che Dylan ha fatto questo - io ho fatto la mia parte di
carità acquistandolo - voglio l'occasione, voglio dire poche parole prima di
metterlo nel dimenticatoio sullo scaffale del soggiorno.
Greil Marcus, l'eminenza grigia della sapienza dylanologica, anni fa aveva
anticipato il mio pensiero di fare una recensione di “Christmas in the
Heart” aprendola il suo esame di Self Portrait con le parole "Che cosa è
questa merda?" Ma il concetto che sta dietro Self Portrait era molto arguto
: se noi costruiamo la nostra identità sulle cose che ci piaciono, allora
perché non dovrebbe Bob Dylan aprire se stesso attraverso le canzoni che gli
piacciono?
E se il Natale era un tempo la più nostalgica delle festività, un motivo in
più per stare in famiglia , per incontrare i parenti e per il rispetto delle
tradizioni, allora perché non dovrebbe lo stile Dylan avere queste
impostazioni musicali per il suo album di Natale dopo che l’hanno fatto i
maggiori cantanti della sua infanzia, che dalla televisione abbagliavano la
gente con i loro sorrisi straordinariamente luminosi ? In altre parole,
perché non dovrebbe Bob Dylan avere un disco natalizio alla Perry Como?
Mi rendo conto potreste immediatamente pensare a un migliaio di motivi per
non voler sentire Dylan cantare con la King Family-cantanti coristi di
quello stile , ma questo è il genere di cose che sentiva dalla televisione
il giovane Dylan nella sua casetta con travi a vista assieme alla sua
famiglia nelle feste di Natale, e il Natale ci riporta il bambino che c’è in
ognuno di noi, giusto? Già il titolo fa rivivere i ricordi di tutti quei
Hallmark Hall of Fame specials TV che il tempo e il disturbo post-traumatico
da stress avevano sepolto da qualche parte dietro il mio midollo allungato.
Come uno la cui infanzia si è svolta sul finire di quel periodo, ho potuto
riconoscere tutte le cose nostalgiche con le quali Dylan ha lavorato, e
riconosco l'intento, anche se , ho scosso la testa sentendone il risultato.
Anche se con uno sforzo di immaginazione “Chritsmas in the heart” è un buon
album , alcune parti sono difficilmente ascoltabili senza un atteggiamento
demenziale passeggero. Le future generazioni che vorranno sapere come Dylan
pronuncia il latino saranno entusiaste di avere "O Come All Ye Faithful". I
numeri nel tempo tendono a lavorare meglio. Quando le cose saranno passate,
Dylan sarà sembrato un uomo che cercava di competere stando difficilmente in
partita con la sua laringe.
A conti fatti, il reale dono di Natale per Dylan è stato il ritorno di
Charlie Sexton nella touring-band. I recenti shows si suppone siano di gran
lunga meglio del niente che Dylan dava prima , anche se un pò in ritardo. Io
voglio sentire uno di questi concerti al più presto. Non riesco a immaginare
di voler sentire “Christmas in the Heart” ancora una volta.
(Fonte: stevenhartsite.wordpress.com)
CITH?
Non ho fretta. L'ho visto in vetrina e lasciato nel negozio. Quasi per la
prima volta, dal lontano 1974. Mi era successo solo con Saved, per via di
quella copertina e perchè al tempo ero attraversato da una vena anarchica e
miscredente. Ora, questa cosa natalizia diciamo che non mi incuriosisce. Non
ho neppure ascoltato le clips. Lo comprerò, si, ma a Natale. Non prima, per
cortesia. Ho due bambine a casa e la kermesse natalizia comincia già ai
primi di dicembre. Per oltre un mese c'è un martellamento di canzoncine in
tutte le forme e da canali multipli, che si arriva stremati alla Befana.
Sentire ancora qualche versione di "rosso-e-verde-è-l'agrifoglio" dopo il 6
gennaio può provocarmi crisi nevrasteniche, da correre a mettere la testa
sotto il cuscino! Non pensate che odi il Natale, no, non sono come quel
tale, Scrooge, del racconto di Dickens. Ce la metto tutta a calarmi nello
spirito natalizio, a chiudermi gli occhi allo scempio mercificante e ad
aprire il cuore al sentimento dell'infanzia. Ma le canzoncine... beh, dunque
come minimo aspetto, e so che questo Natale magari potrò stupire le figlie
con le "mie" canzoncine, sarò curioso di osservare l'effetto!
Ciò che caratterizza questo nuovo disco di Bob Dylan - lo si può dire senza
averne nemmeno ascoltato una nota - è che non sta nella fila. Si fatica a
collocarlo nella fila di tutti gli altri dischi, non entra nella serie,
elude il segreto piacere del collezionista e il suo ordine cumulatorio.
L'attesa e l'ascolto dell'"ultimo disco di Bob Dylan", sono un rituale che
un numero consistente di membri della razza umana pratica sul pianeta da
circa quarant'anni. Questo CITH - odio le sigle ma questa volta la uso - è
un "irritus" al culto dylaniano di quasi due generazioni. Assolutamente
imprevedibile, certo, ma perchè stupirsi se arriva da chi ha scritto It
ain't me, babe, appena giunto alla prima notorietà? Questa operazione
natalizia mi conferma nell'idea che Dylan non coltivi una particolare
empatia con i suoi "fans". Da quando si è trovato a fuggire dall'assalto
degli hippies alla sua casa di Woodstock, Dylan mi pare abbia mantenuto una
certa freddezza con i suoi affezionati della ormai attempata controcultura.
Ha ammesso diverse volte di non guardare nelle prime file, ai suoi concerti,
ma alle ultime. Questa volta credo che abbia reputato la felicità dei suoi
nipotini più importante delle irritazioni della schiera di vecchi
fricchettoni che non si perdono un bootleg o un concerto. Possiamo capirlo,
no?
Rimettiamo in tasca la nostra critica marxista alla beneficienza? Di questi
tempi, che gli homeless americani possano ricevere una zuppa calda è, sic et
simpliciter, una cosa buona. Sono tempi dickensiani - Hard Times- e Dylan
entra nel grande coro natalizio. La dobbiamo prendere così com'è...Solo che,
con il berretto di Santa, proprio non si può guardarlo!
Gypsy Flag
Alla ricerca dei credits di “Christmas in the Heart”
Ho la strana mania, un vero vizio , di leggere ogni cosa che riguardi i vari
credits di qualunque cosa, dall'inizio alla fine, parola per parola, anche
perché ho un appuntamento con una donna della Biz film che mi ha attaccato
l'abitudine di guardare i crediti di un film alla fine, mentre il resto del
pubblico sta uscendo. "Mi piace vedere chi dei miei amici sta lavorando," mi
ha detto mentre i titoli di coda scorrevano. Così sia film, libro, o un
album musicale , è sempre interessante per me vedere i crediti della squadra
che ha lavorato insieme. Ecco alcuni retroscena suil credits di Christmas in
the Heart.
La Stilista Coco Shinomiya ha trovato l’illustrazione vittoriana della
slitta - che molte persone sentono di ispirazione nettamente russa – sul
sito visuallanguage.com, che era una delle 150 immagini su un CD dal titolo
"Victorian Scrapbook Treasures II".
Come tutti i veri fans di Theme Time Radio Hour dovrebbe sapere, Shinomiya è
una graphic designer e art director ed è stata candidata due volte ai
Grammy. Guardate i crediti di qualsiasi progetto di Bob Dylan degli ultimi
anni ed è probabile che Shinomiya sia presente col suo design, tra cui la
creazione del logo iconico di Theme Time Radio Hour.
La foto è di Leonard Freed , un'immagine del 2000 scattata a Roma che
raffigura dei musicisti di strada italiani durante il loro giro natalizio
per le strade della città.
Nato a Brooklyn nel 19 o nel 29, Leonard Freed ha iniziato la sua carriera
di fotografo in Olanda nel 1953. Si trasferì ad Amsterdam nel 1958 e
fotografò la comunità ebraica, proseguendo con questo tema in numerosi libri
e film. Il suo libro sugli ebrei in Germania è stato pubblicato nel 1961,
"Made in Germany", è stato pubblicato nel 1965.
Lavorando come fotografo freelance, Freed ha fotografato i neri in America,
la guerra dello Yom Kippur nel 1973, e una serie che documenta il
dipartimento di polizia di New York City dal 1972 al 1979. E’ morto nel
2006.
La quarta di copertina è una illustrazione dei Re Magi che seguono la stella
cometa è stato creata da Edwin Fotheringham, un nome che suona come se
potesse facilmente appartenere al guidatore dlla slitta di “Christmas in the
heart”. Fotheringham ha studiato presso la University of Washington School
Arts of Seattle, dove vive oggi con la sua famiglia.
Secondo la sua sulla bio-line, "... Fotheringham cominciato la sua carriera
di disegnatore di copertine nel 1992 ... visto che alcuni membri di diverse
bands che abitavano vicino a lui, hanno dato a Mr. Fotheringham l'occasione
per illustrare le copertine dei loro CD ..."
Tra i suoi altri crediti, Fotheringham ha illustrato le copertine degli
albums per la band dei Mudhoney, ha fornito illustrazioni a Neiman Marcus,
al The New Yorker ed a “Ladies'Home Journal”. Ha anche illustrato due libri
per bambini, "What To Do About Alice?" e "Mermaid Queen". "Mr. Fotherigham"
ha un grande sito web che merita una visita.
Se qualcosa da a “Christmas in the heart” il sapore vintage di fine anni
50’/60’ly` sono le voci "miste" nei ritornelli che suonano come se venissero
da un’ album di Natale di Ray Conniff. Due membri del coro - Amanda Barrett
e Abby Dewald - sono meglio conosciute col nome The Ditty Bops, un duo di
Los Angeles con cinque album al loro attivo.
Sei canzoni delle Ditty Bops sono state hanno mandate in onda nello show tv
"Grey's Anatomy", con la principale "There's a Girl" che figura nella
colonna sonora della serie. Il duo ha anche fatto apparizioni nel Garrison
Keillor's Prairie Home Companion.
L’unica e sola e sempiterna "Queen of the Pin-Ups", Bettie Page ha vissuto
una vita e una carriera complicata come Bob Dylan. Un po' come Bob Dylan,
l’immagine pubblica di Page si è evoluta in una serie di archetipi - Jungle
Queen, Girl Next Door, Good Girl Gone Bad - negli anni '50 ». Si spense nel
dimenticatoio, poi la sua leggenda rivisse ancora una volta fino al 1980.
Nel 1950, durante una passeggiata lungo la spiaggia di Coney Island, la
26ene Bettie Page incontò Jerry Tibbs, un ufficiale di polizia con l’
interesse per la fotografia, e un membro di quella che era eufemisticamente
definita un "club di macchine fotografiche all'aperto". Mentre ci sono stati
numerosi club fotografici legittimi di fotografi amatoriali che operavano
negli anni 40’ e 50’, Tibbs apparteneva a uno dei gruppi quasi-legali, il
cui scopo principale era quello di fotografare ragazze in vari stati di
abbigliamento succinto ... solo per "uso" artistico.
Entro pochi mesi, Page divenne modella e posò per riviste per soli uomini
dell'epoca, con titoli come Wink, Eyeful, Titter, e Tab. Nel 1955, Bettie ha
vinto il titolo di "Miss Pinup Girl of the World" e nel gennaio 1955, ha
fatto il colpo della sua vita, nel paginone centrale di Playboy per una
sessione di foto che dovevano dare l’impressione di un'illustrazione di
Olivia usata per "Christmas in the Heart”.
La vita della Page è stata tormentato dallo sfruttamento – era una mite
pin-up, una particina nel film "Girlie", la frequentazione marginale del
mondo del cinema e del varietà - matrimonio andato male, e nella sua vita
più tardi, la depressione clinica. Dal 1959, aveva concluso la sua carriera
di pin-up ed aveva riorientato la sua vita sul cristianesimo facendo la
missionaria in una organizzazione umanitaria. Nei primi anni 1980, il
fumettista Dave Stevens basa l'interesse del suo eroe amore su Bettie Page
nella pionieristica serie "The Rocketeer". La popolarità del fumetto,
insieme a una fanzine dal titolo "Le Pagine di Betty", che comprendeva
vecchie foto dei giorni del club , ha suscitato un rinnovato interesse per
la vita e la carriera di Page. Dave Stevens sarebbe poi diventato un amico
intimo della Page, sottolineando in una intervista che non avrebbe mai
potuto immaginare che avrebbe dovuto aiutare la Page e raccogliere generi
alimentari per lei quando aveva creato "Betty Page" in "The Rocketeer".
Bettie Page è morta il 6 dicembre 2008, lasciando dietro di sé molti ricordi
piacevoli per i ragazzi e gli uomini che sono cresciuti con le immagini di
"That Girl Next Door".
Per curiosità, ho digitato "Bettie Page" e "Bob Dylan" insieme in una
ricerca su Google, scoprendo che erano separati di poco nell’indice delle
ricerche. Probabilmente più fantasia che realtà.
( fonte:dreamtimepodcast.com)
“Christmas in the Heart”, giustamente applaudito !
La copertina del nuovo album benefico di Bob Dylan, sembra destinata ad un’
accoglienza di tipo-Scrooge da parte di molti pomposi studiosi
auto-nominatisi che stanno attaccati ai canoni del cantante come una palla
al piede negli ultimi anni.
Questa è una buona notizia, ovviamente. Con amici come questi, la tentazione
di Dylan di realizzare una collezione di Kylie deve essere grande. Forse il
prossimo Natale?
Non è troppo difficile capire perché Dylan ha registrato una nostalgica
antologia natalizia. Proprio come il suo eclettico Theme Time Radio Hour
Show, l'album conferma la sua reputazione di studente instancabile del Great
American Songbook, trovando sempre nuovi colori e texture nelle pieghe più
remote della nazione nel suo grande arazzo musicale. Più cinicamente,
contribuirà ad aumentare il profilo del cantante nel bel mezzo del suo
attuale rilancio commerciale e nella critica.
Ma anche tra i fans occasionali, me compreso, è difficile non amare
“Christmas in the heart”. In primo luogo, tutti i proventi vanno in
beneficenza per il problema della fame nel mondo. Tradizionalmente,
naturalmente, gli album buona-causa sono un affare mediocre nascosti dietro
alibi di piombo , ma almeno il contributo di Dylan al genere mette la musica
prima del messaggio. E 'giocoso e allegro e, fortunatamente, privo di
sermoni.
Dylan canta per i senzatetto a Natale, ancora un altro lato di Bob Dylan?
Lungi dall'essere un gesto stupido o eccentrico, si potrebbe sostenere che
le canzoni di festa sono proprio il genere di cose che un veterano rocker
come Dylan dovrebbe affrontare. L’album ci ricorda che lui è, in primo
luogo, un appassionato di musica e un cantante pop. Si colloca anche lui nel
mezzo di una discendenza illustre che comprende Elvis Presley, Phil Spector,
John Lennon, Nat "King" Cole e Bing Crosby.
Questa è probabilmente un'eresia da ammettere, ma “Christmas in the Heart” è
effettivamente migliore di album più recenti di Dylan, il superlodato Modern
Times e Together Through Life. Piuttosto che altra musica blues da saloon
bar, preferisco questi disinvolti stornelli su Santa e sui fiocchi di neve
tutti i giorni. Specialmente se sono cantati con la imbellettata, lacera,
stridula voce del fantasma del Natale passato.
Solo roba per vendere ? Bah ipocrisia!
(Fonte:entertainment.timesonline.co.uk)
BOB DYLANChristmas In The Heart
Christmas carols
di Gabriele Benzing
Un disco di canzoni di Natale a ottobre? Ma soprattutto, un disco di canzoni
di Natale di Bob Dylan?! Ebbene sì, non è uno scherzo: il vecchio Bob ha
trovato ancora una volta il modo per lasciare tutti quanti con un palmo di
naso... Ad appena qualche mese di distanza dall'ultimo "Together Through
Life", eccolo tornare in scena nei panni di un improbabile Santa Claus, per
misurarsi con il più classico dei repertori natalizi. E ancora una volta,
smaltito lo sconcerto, non resta che armarsi di buona volontà e inseguire la
scia della sua slitta...
Immaginate la mattina del giorno di Natale: cielo terso, aria di neve,
rintocchi di campane e tutto quanto. Sì, proprio come nell'epilogo del
"Canto di Natale" di Dickens. L'arcigno Ebenezer Scrooge scende in strada
con il cuore traboccante di buoni sentimenti, sorridendo felice ai passanti
increduli. Immaginate che il burbero Scrooge, per mostrare al mondo i suoi
generosi propositi, si metta improvvisamente a cantare, con una voce rauca
che risuona per le vie come un latrato festoso: "Glory to the newborn
king!". Bene, ecco a voi "Christmas In The Heart".
Liquidare sbrigativamente un disco del genere sarebbe un po' come sparare su
Babbo Natale... Meglio partire allora da una considerazione di fondo: Dylan
ha scelto di andare a collocarsi nell'alveo di una tradizione ben precisa,
fortemente radicata nel costume americano; una tradizione natalizia che non
è fatta solo di Bing Crosby e Frank Sinatra, ma anche di Johnny Cash e Gene
Autry e che appartiene a pieno titolo all'universo country-folk
d'oltreoceano. È rispetto a questa tradizione, allora, che va giudicato
"Christmas In The Heart". Anche in tempi recenti, del resto, gente come
Sufjan Stevens (e Bright Eyes) hanno dimostrato che sotto l'albero di Natale
può esserci pur sempre spazio per la creatività.
Quello di Dylan, come in tutti gli ultimi dischi, è un omaggio rispettoso e
devoto alla musica di una volta: i suoi canti di Natale non sfuggono
all'inevitabile tripudio di campanelli, renne e fiocchi di neve. Ma il
sornione Mr. Zimmerman non manca di strizzare l'occhio al sapore vagamente
surreale della sua svolta natalizia: basta dare un'occhiata all'artwork del
disco per rendersene conto, con la slitta da vecchio biglietto d'auguri
della copertina a fare il paio, sul retro, con un'immagine della storica
pin-up Bettie Page in ammiccante versione Santa Claus...
Non c'è da stupirsi, insomma, che "Christmas In The Heart" sia ancora una
volta un disco fatto di contraddizioni. Da una parte c'è la sobrietà un po'
ruvida di brani come "The Christmas Blues" e "Do You Hear What I Hear?", che
evitano le orchestrazioni stucchevoli tipiche del genere per affidarsi alle
mani dei consueti sodali che accompagnano Dylan sul palco (con l'aggiunta
come in "Together Through Life" di David Hidalgo dei Los Lobos). Dall'altra
c'è il contorno lezioso di coretti in stile Andrew Sisters che fanno da
sfondo a "Hark The Herald Angels Sing" o "The First Noel". Da una parte c'è
il sorriso un po' frivolo di "Winter Wonderland", dall'altra la seriosità da
crooner di "Have Yourself A Merry Little Christmas". Da una parte c'è il
profano di "Christmas Island", dall'altra il sacro di "Adeste Fideles", con
Dylan a scandire i versi in un traballante latino da ubriaco, che finisce
per produrre un involontario effetto comico.
Eppure, dal suo cappello da Babbo Natale Dylan sa estrarre a sorpresa numeri
come "Must Be Santa", che (prendendo spunto dalla versione dei misconosciuti
texani Brave Combo) trasforma una classica filastrocca natalizia in una
polka a rotta di collo, a cui la fisarmonica di Hidalgo conferisce un
irresistibile sapore da sagra di paese. Se anche il resto del disco avesse
avuto lo stesso piglio, avrebbe potuto suonare come il Grinch impegnato a
divorare spartiti natalizi... Ma evidentemente non era questo che
interessava a Dylan: gli elogi senili sembrano averlo stufato, sembrano
avergli fatto venire voglia di ricominciare a spiazzare il proprio pubblico
(nel bene e nel male, come sempre), quasi che il plauso raccolto da dischi
come "Love And Theft" e "Modern Times" fosse diventato ormai troppo unanime
per i suoi gusti.
Il problema di "Christmas In The Heart", alla fine, è proprio la mancanza di
personalità: Dylan vuole ricreare l'atmosfera natalizia della sua
giovinezza, ma lo fa attenendosi pedissequamente alla tradizione (con il
pensiero rivolto a Re Elvis), senza mettere quasi nulla di suo sotto
l'albero. Sull'onda della nostalgia, Dylan si limita a prestare la sua
inconfondibile voce a una serie di canoni riprodotti con tutta la fedeltà
possibile, da "Little Drummer Boy" a "Silver Bells", fino ad arrivare
all'"Amen" conclusivo di "O' Little Town Of Bethlehem".
Gli intenti benefici (tutti i proventi del disco andranno al World Food
Programme) non bastano a nobilitare gli esiti musicali di "Christmas In The
Heart". Se proprio siete stati visitati come il vecchio Scrooge dal fantasma
dei Natali futuri, compratelo per fare una buona azione. Ma non fatevi
illusioni, quando metterete il disco sul lettore.
Bob Dylan - Christmas in the Heart, "terribilmente, orribilmente
brillante"
di Mark Ward
Dopo 47 anni e 33 album di studio, Bob Dylan ha fatto un LP di Natale.
"Grazie al cielo," vi sento gridare: "Finalmente si rispetta la promessa
della sua intera carriera". I Dylanologi hanno predetto questo momento per
decenni, raccogliendo sapientemente tutti i piccoli indizi sparsi per tutta
la sua produzione. In primo luogo c'è lo pseudonimo di Jack Frost , lui
produce i suoi dischi sotto questo nikename negli ultimi dieci anni. Poi,
naturalmente, c'è l'esistenza di una pista con campanelle da slitta che si
può quasi sentire nel mix su 'Subterranean Homesick Blues'. Aggiungi quei
messaggi nascosti su Santa che si possono sentire se si ascolta 'Lay Lady
Lay', e le cose cominciano a venire insieme. Infine, chi può ignorare le
voci sui notoriamente inediti Grotto Tapes, il Santo Graal per tutti i
bootleggers di Dylan ? That's right: Bob ama il Natale, e a lui non importa
chi lo sa. In realtà, la sua conversione al cristianesimo è sempre stata più
di un amore di Natale , un amore per Cristo. Con Christmas in the heart si
celebra l'amore, riunendo le 15 canzoni preferite per la festa, sacra e
profana, per la cronaca di una vita.
Beh, forse. Forse se la rivelazione di quest'anno era che Sua Bobness
avrebbe fatto uscire un album di Natale non sarei svenuto per questo , anche
se è stato uno shock. C'è stato un disgelo calibrato nel suo personaggio
pubblico negli ultimi anni - attraverso la sua autobiografia, le sue
interviste a Martin Scorsese nel documentario No Direction Home, e la
maggior parte di tutto il suo show radiofonico spesso esilarante, Dylan si è
rivelato essere più giocoso per Natale di Curmudgeonly Scrooge. Dylan, visto
che nella sua veste di D.J. ha dimostrato di essere in balia della musica
della sua giovinezza, come sempre, dovremmo essere sorpresi perchè ha scelto
di lasciare una traccia nelle cronache di quest’ epoca ? Dopo tutto, Elvis
ha fatto due album di Natale; Johnny Cash tre.
Dalle prime battuta d’ apertura del disco è chiaro Dylan ha scelto di
riprodurre l'estetica easy listening degli anni Quaranta e Cinquanta in
dettaglio , con dolciastri cori angelici ed una copertina che sembra una
confezione di cioccolatini. Si trattava di individuare con perfetta modalità
la maggior parte dei classici senza tempo dal songbook americano.
Naturalmente, un direttore responsabile di tali registrazioni che sembrano
arrivare dalla metà del secolo scorso in questo album di stile revival non
avrebbe mai sovrapposto la sua voce su cose come queste. La voce è
crocchiante come lui l’ha registrata sul nastro. Come nel suo Theme Time
Radio Hour, egli suona spesso cose che fanno sembrare Dylan esageratamente
comico. Ascoltate il canto in «Herald Angel” che suona come un ubriaco
sentimentale, mentre l' introduzione in latino di 'O Come All Ye Faithful
(Adeste Fideles)' è incredibilmente pessima . Nulla di tutto questo sembra
davvero essere un problema però. Quando Dylan è terribile diventa
curiosamente simpatico. Sentite il modo di Dylan di pronunciare la parola
"Chriiiiiiiist", è decisamente brillante. Orribilmente, orrendamente
brillante. È ciò che Dylan ci fa sentire con questi suoni tipo Dezee Bonkers
piace molto.
In altre parti , l'album ha qualche reale delizia. 'Must Be Santa' è una
risata spensierata, mentre la chitarra hawaiana da la sensazione in
'Christmas Island' di essere un inserimento stupido. Inoltre, 'Silver
Bells', 'The Christmas Song' e 'I'll Be Home For Christmas' riescono ad
essere veramente toccanti, con la voce profondamente appassionata di Dylan.
C'è un senso di nostalgia per un tempo più semplice, per l' America di
Norman Rockwell. Ironia della sorte, è una nostalgia per un’ America nella
quale il Bob Dylan degli anni Sessanta ha fatto così tanto per far
scomparire.
Per essere il secondo album dell'anno da Bob, i fans possono certo lamentare
una mancanza di materiale nuovo o desideravano che avesse fatto qualcosa di
meglio. E'un palliativo per far del bene , caritatevole , una novità per
Bob, un esperimento divertente.E’ il dono natalizio di Bob Dylan a voi,
espresso con calore dal suo cuore, anche se la sua lingua sembra impastata
con la sua guancia. Come zabaione, è qualcosa che ascolterete sempre, almeno
una volta all'anno, anche se probabilmente è solo una volta sola.
Il Natale nel cuore di Z-Man
di (^.^) LaFuriaFulvio
Questo post può sembrare una recensione di un disco
rivolta ai Dylanmaniaci. È lungo e forse noioso. Me se vi interessa entrare
nel neurodelirio in cui nasce il nostro Caligari armatevi di pazienza ed
arrivate fino in fondo.
Vi prometto che i prossimi saranno più brevi.
Pochi giorni fa è uscito il nuovo album di Bob Dylan, Christmas In The
Heart, una raccolta di canzoni natalizie della tradizione americana.
Disco che, da dylaniano duro e puro, sono corso a comprare nel giro di 48
ore dalla sua esposizione sugli scaffali.
Del disco ne sapevo poco, avevo letto che era un'operazione di beneficenza o
qualcosa del genere, non sono stato a pormi molte domande, ho imparato che
con Bob farsi domande sulle sue scelte discografiche non serve a nulla,
tanto appena sei riuscito ad inquadrarlo in uno schema lui ti frega e
diventa un predicatore pentecostale o vince un oscar.
Anzi, questo è esattamente il motivo per cui lo adoro e perché ne ho fatto
un mio eroe.
Per cui ci ho riso un po' su e poi da diligente adepto del culto ho cacciato
i miei 17 euri con tempismo matematico.
Il disco...
Lo ascolti e si rivela dal primo pezzo per quello che dichiara di essere,
cioè un disco di Bob Dylan che, con la sua attuale band, esegue
diligentemente delle canzoni di Natale americane.
E la cosa potrebbe chiudersi qui se non fosse per due interessanti
paticolari:
1. un disco natalizio che esce il 16 ottobre
2. il disco è di Bob Dylan (magari non lo avete capito...) cioè quel signore
anziano che un po' di anni fa scrisse Blowing in the wind, The times they
are a-changin', A hard rain's a gonna fall e altre canzoncine che
cominciarono a far nascere l'opinione che la musica potesse cambiare il
mondo. Molto probabilmente per un po' ne fu convinto lo stesso Dylan.
Ecco. Chiaro no? No. Forse no.
Allora...
Bob Dylan (e dagli...) quello che nel 64 convinceva l'occidente che un altro
mondo era di li a venire, nel frattempo ne ha passate tante: ha avuto alti e
bassi creativi, si è sposato, ha avuto figli, è diventato cattolico, ha
girato un paio di film assurdi ed inguardabili, ha vinto premi, è stato
stroncato dalla critica, ha stretto la mano al papa e nel mentre non ha mai
smesso di cantare.
Ma il mondo non sembra essere cambiato di molto. Tanto orrore si aggira
ancora tra gli uomini.
E la pioggia che doveva cadere? E i tempi che dovevano cambiare? Che cazzo
di fine hanno fatto Bob?
Chi se ne frega di sentirti cantare del tuo matrimonio fallito? Chi se ne
fotte che hai trovato Gesù?
Ridacci indietro i soldi! Noi vogliamo speranze, non canzoncine!
Giuda!
Però, a ben guardare...
Negli ultimi anni Bob è tornato a mietere successi, pubblico e critica
acclamano l'attempato folk-singer che si è rinnovato riscoprendo la
tradizione, mischiando Blues, Country, Folk, Rock, Boogie con la sua voce
sempre più roca.
Urrà! Bob è tornato! Certo... non infiamma più gli animi come una volta,
anzi, sembra portare avanti una filosofia di vita fatta di caminetto e
ricordi, ricordi di un tempo andato e che forse non è mai esistito, un tempo
di armonia e sentimenti puri, di malinconie, anche di rabbia ma anche di
giustizia ed equilibri.
Bob ha deciso di portare i suoi fedeli ascoltatori verso il mondo della sua
infanzia passata ad incantarsi davanti alla radio.
Ha capito che i tempi non cambieranno mai se non cambiamo noi.
E che noi non cambieremo mai se continueremo a vivere nella paura e
nell'egoismo.
Se McCarthy ha capito che il mondo di oggi sta perdendo la sua umanità,
Dylan sta provando a fermare il morbo nel suo piccolo, invitandoci tutti
alla calma, cullandoci con la musica che da bambino gli diede la voglia di
reinventarsi poeta.
Lo fa attraverso i microfoni della trasmissione Theme Time Radio Hour, dove
per un'ora ci porta a spasso nella musica che ama, e lo fa attraverso i
propri album, che di quella musica sono figli legittimi.
Mi sforzo di tagliare corto (capacità che in questo periodo mi è veramente
sconosciuta):
un disco di beneficenza non può che essere un disco natalizio, il Natale
dove tutti dobbiamo essere più buoni.
Fanculo al cinismo che ci fa vedere solo lo sputtanamento commerciale, il
Natale è bellissimo quando sei bambino e non solo per i regali.
A Natale c'è la neve, ci sono le lucine, si sta al caldo mentre fuori fa
freddo e si mangiano cose buone con le persone a cui vuoi bene.
Il Natale è commovente e dolce.
E in questo periodo il mondo ha bisogno di sentirsi buono, il mondo ha
bisogno di fiducia e di messaggi positivi.
E Bob ci porta nei suoi Natali Passati, ci porta nel suo mondo di infanzia e
cerca di farci stare calmi.
Certo, siccome sa che però siamo grandi e, siccome ha anche un certo gusto
per la sdrammatizzazione, dentro il disco non ci trovi mica Gesù Bambino. Ci
trovi Betty Page, l'intramontabile gnocca delle gnocche.
Perché tutto è più semplice se ci si ride un po' su e se ci si diverte.
Cristiano sì. Ma bigotto mai!
E così in questi giorni io me la scorrazzo in bici per Milano con Here Comes
Santa Claus nelle orecchie, faccio finta che è Natale e sono felice, anche
se sono stressato, anche se c'è Berlusconi, anche se due persone care mi
hanno profondamente deluso io sono felice!
Perchè se non hai nemmeno il desiderio di essere felice, come potrai mai
essere un rivoluzionario?
Quindi, direte voi, che c'entra tutto questo con Dr. Caligari?
Ah, gia, certo...
Non vi ho detto che il protagonista di Dr. Caligari, Z-Man (o Z-Boy, chi lo
sa?) Barzell, è un produttore discografico che con la sua musica è in grado
di pilotare l'umore ed i pensieri degli esseri umani?
Ed ora so che in lui ci dovrà essere qualcosa di Bob Dylan.
E con questo un altro tassello va al suo posto.
Un'altra delle mie grandi ossessioni sta trovando il suo canale per
completare l'opera, dando un senso alla propria esistenza.
Bene. Ho finito. Grazie per avermi seguito fino a qui.
(Fonte: lacompagniadellefurie.blogspot.com)
Bob Dylan brucia tutti. È lui il primo Santa Klaus
di Luigi Santambrogio
Beh, a prima vista pare fatto apposta per scoraggiare l’acquisto e lasciarlo
lì dov’è quel cd così scontato eppure inatteso. A cominciare dalla cover:
l’immagine di un improbabile doctor Zivago in troika e cavalli al galoppo
sulla neve sotto il titolo: Christmas in the heart, anticipazione di un
incredibile Natale a ottobre. Per arrivare alla mission buonista di regalare
tutti i proventi della vendita in beneficenza a “Feeding America”.
La polka indiavolata
C’è da non crederci: Bob Dylan s’è messo il cappuccio rosso orlato di bianco
per rifilarci le solite nenie, risapute e arcinote. Ehi, mister Tamburine
Man, che ti sei messo in testa? Non bastavano Bing Crosby e Frank Sinatra
(vabbè, c’erano anche Elvis Presley, Johnny Cash e Gene Autry) a
inzuccherarci la neve? Chi ti credi di essere, caro folletto di Duluth, per
infilarti pure tu nella mangiatoia tra il bue e l’asinello? Una furbata da
cinica e semispenta star per strizzare un occhio a Gesù Bambino e l’altro a
Mammona?
Basta, signori, tirate il freno a mano: siete di nuovo cascati nella
trappola del signor R. A. Zimmermann. Al quale pare proprio non fregargliene
più nulla degli applausi senili degli ex blowindini e joannebaezzine. E non
tormentatevi con il solito dubbio: sarà un ritorno alla cristianità, come ai
tempi di Saved e Slow Train Coming? Forse una provocazione per conquistare
spazio sui media? Lasciate stare: uno come lui mica si scomoda per mettere
soltanto il suo nome in fondo alla decennale lista di artisti che hanno
pubblicato un christmas album e fare un po’ di beneficenza, magari per
ricacciare in gola certi giudizi a chi lo ha accusato di avere svenduto per
denaro certe sue storiche canzoni diventate jingle pubblicitari. Il vecchio
Bob non finirà mai di creare seri problemi a quelli che cercano, già dai
primi ’60, di affibbiargli un’etichetta qualsiasi.
E pure quest’album che lo vede nei panni di Santa Claus invecchiato e
raucoso è qualcosa di stupefacente nella sua imprevedibilità, un’opera
inaspettata e imprevista. Quanto il Natale nel suo significato più
autentico: Dio che nasce e si fa bambino per l’uomo.
Dylan con concede però nulla al clericalismo: la copertina zivaghesca e
l’ultima con l’ombra dei tre magi cammellati sotto la stella cometa servono
pure loro allo scopo trasgressivo. Scartate il pacchetto e andate al retro
della copertina; c’è l’immagine della storica pin-up Bettie Page, body
rosso, calze e reggicalze, in ammiccante versione Santa Claus. Altro che
album madeleine del tempo perduto: sentite Must Be Santa, trasformata da
filastrocca natalizia in un’indiavolata polka campagnola che ti fa
immaginare le lunghe gonne svolazzanti delle donne e il saltellare di
imbranati cow boy.
Insomma, il bianco Natale di Dylan non è affatto monocolore: c'è la
ruvidezza di brani come The Christmas Blues e Do You Hear What I Hear?, ma
anche la leziosità di coretti che accompagnano Hark The Herald Angels Sing o
The First Noel. Da una parte il profano di Christmas Island, dall’altra il
sacro di Adeste Fideles, brutalizzato in anglo-latino, usando la voce, hanno
scritto, come il fucile sparachiodi del killer di Non è un paese per vecchi.
Mistero inattuale
Ma la sorpresa più grande è tutta dentro il tema, il Mistero stesso che ha
sconvolto l’umanità. Disco non attuale, dunque, se vogliamo metterla così,
come l’inattualità a cui è stato condannato oggi il Natale e che Dylan tira
fuori dall’oblìo, rimeditando e riproponendo il confronto con l’Evento.
Nella semplicità del cuore imparata da bambino, oggi urlata con la sua voce
da vecchio che se ne fotte dello scandalo altrui. Lui, il Natale, lo celebra
a ottobre.
A novembre, arriveranno gli altri. Andrea Bocelli con My Christmas o le
Christmas Harmonies firmate dai Beach Boys, ancora The Jethro Tull Christmas
Album del gruppo rock inglese. Arriverà nei negozi anche la raccolta di
tutte le interpretazioni natalizie del grande Nat King Cole, che la Warner
pubblicherà col titolo di The Christmas song. Infine, Mariah Carey. Grandi
nomi, ma eterni secondi all’imprevedibile Bob.
(Fonte: libero-news.it)
Bob Dylan mi ha rovinato il Natale
By Joe Shute
Non è ancora novembre, ma non ho avuto questo sconvolgimento nello scoprire
che Babbo Natale non esiste.
E questa volta non mi hanno nemmeno dato un modello di “Hacksaw Jim Duggan”
del wrestling per facilitare il colpo.
Era brillante, Jim. Duro come l'acciaio. Poteva buttarne per aria tre o
quattro con la stessa facilità di premere un interruttore.
E naufraga nell'oblio il pensiero triste che l'unico uomo in rosso che
veniva a darmi regali era il mio papà con una maglia dell'Arsenal.
Questo Natale non ho niente per alleviare il dolore. Sto solo pensando di
dovermi sedere sul divano e accettare il fatto che Bob Dylan ha pubblicato
un album di canzoni di festa.
Quando ho sentito la notizia mi è scappato un sorrisetto, sapendo che lui
avrebbe avuto sicuramente un asso nella manica - un brillante atto di
sovversività, mancato ciecamente dal mainstream. Se sentite la traccia tre
all'indietro è possibile sentirlo dire a un gruppo di elfi natalizi parole
sui mali dei padroni della guerra.
Ma non c'è nessuno. Solo un martellare senza fine di ballate di Natale.
Giuda!
Altrettanto stupida quanto inevitabile la playlist con i titoli ritoccati
delle canzoni di Dylan , normale per una storia come questa.
Esempio: Don't Think Twice It's All White. Mr Tangerine Man. Snowin 'in the
Wind. Ballad of a fat man.
Canzoni con le quali sono cresiuto , che ho passato ore ad ascoltare,
cantare , impararle la chitarra – farcite come un tacchino di Natale nel
forno proverbiale.
Non ho molti veri eroi. Tolstoj, Arsene Wenger e Dylan. Uno è morto, uno è
testardo come una vecchia capra e non suscettibile di cambiamenti. Ma avrei
dovuto aspettarmelo da Bob che l’avesse fatto prima o poi.
C'era quella canzone che parla del Mozambico, la strana fase religiosa, la
pubblicità per Victoria’s Secret e l'album pubblicato esclusivamente da
Starbucks.
Puntò tutta la sua carriera futura nell’andare in elettrico. Quello che mi
fa arrabbiare di più è che non ha bisogno di fare queste cose alla fine
della sua carriera.
Già le lamentazioni di Bob Dylan avevano risuonato in tutta la mia casa per
molte stagioni di festività.
Si cucinava la cena al suono di Blonde on Blonde e si facevano i soliti
giochi da tavolo con Joan Baez Sings Dylan tutta la serata.
Erano perfetti canti di Natale, tranne quando mio padre si univa al coro .
Ora tutti questi ricordi felici dei periodi con la neve non hanno più
rilevanza.
Bob mi ha tradito e ha li rovinati.
Ma la cosa peggiore della sua ultima fatica è che mi sento in obbligo con
lui e sto andando a comprarla.
Like a Rolling Stone, non ho scelta.
E non è perché tutti i profitti andranno ad aiutare le persone affamate in
tutto il mondo.
Gli utili dell'album potrebbe essere divisi tra iTrafigura ed i Talebani ma
io avrei ugualmente la mani sudate.
Questo è il problema con gli eroi. Una volta che li hai scelti non c'è
scampo. Le cose erano molto più semplici con Hacksaw Jim. Scommetto che
poteva tirar fuori grumi di sangue anche da quel traditore di Bob.
Cosa sembra Bob Dylan che canta le canzoni di Natale ?
By Seth Colter Walls
Cosa direste se Bob Dylan venisse a distribuire i doni nel vostro quartiere
alla vigilia di Natale?
"Senti, Bobby D. E' stato assolutamente travolgente ascoltare 'Must Be
Santa', ma ti dispiacerebbe terribilmente cantare 'Idiot Wind' mentre sei
qui?"
Beh, questo è esattamente ciò che avreste fatto , se avesse un senso. Così,
un coro di sorrisetti dispregiativi e di chiacchiere da parrucchuiere hanno
accompagnato la recente notizia che Dylan aveva registrato un album di
Natale. Il Vaticano della Dylanologia, come sempre, guarda l'album come un
problema da risolvere. E 'uno scherzo? O un approfondimento delle radici
della musica? O è il continuo di questa ossessione che ha generato il suo
trio di recenti album ? Qualcos'altro?
La mia opinione , dopo un primo ascolto (Sony non ha fornito un ascolto in
anticipo del CD) è che non c'è alcun significato profondo o scherzoso da
trovare qui.
Chiunque tenti un collegamento ermeneutico tra la nuova versione di Dylan di
"Little Drummer Boy" e la sua recente riscrittura del brano di Willie Dixon
"I Just Wanna Make Love To You" è come se chiedesse di essere preso in giro
in piazza.
Qualunque cosa dica lo storico Sean Wilentz , queste nuove canzoni non
suonano come parte di un progetto di composizioni originali come Love and
Theft o Together Through Life. Non c'è niente di niente che li leghi a
qualsiasi altra cosa in catalogo di Dylan, neanche con Self Portrait. Ma
questo non è nemmeno un album scherzo-usa-e-getta, come alcuni sapientoni
hanno sospettato: tutti i proventi andranno in perpetuo) per un trio di
organizzazioni di beneficenza che combattono contro la fame nel mondo. Come
avrebbe dovuto fare il tirchio Dylan per associare un tale nobile scopo con
una premessa del tutto poco seria?
Quindi, se ogni album di Dylan si distingue in qualche modo, diciamo che
“Christmas in the Heart” raggiunge il suo status unico in virtù del suo
essere quello che è , e non quello che gli altri pensavano che fosse.. In
realtà, l’intenzione di rovinare il divertimento non può essere trovata in
quest’album : Lui cerca di cavarsela dai suoi problemi vocali in "Have a
Merry Little Christmas", cerca di mettere quel pathos beneaugurante nelle
sue devastate corde vocali, che riesce ad infondere in "Little Drummer Boy
"e in "O Little Town of Bethlehem". La canzone peggiore dell’album è "Here
Comes Santa Claus". Il Jolly del backing vocale e la sezione ritmica
cadenzata, sono malamente in contrasto con la voce di Dylan , si potrebbe
effettivamente fare meglio con il pendolo di un austero orologio che
rintocca nella mattina di Natale. Il resto del disco, però, è abbastanza
vivace per essere un piacere minore.
Quello che i critici hanno detto di “Christmas in the heart”
Tutti i giudizi critici vengono convertiteiin un scala di 100 punti. Se un
critico non indica un punteggio, si assegna un punteggio basato sulla
impressione generale data dal testo della recensione.
80 - Slant Magazine
Strano, ma ancora profondamente accogliente, "Christmas in the heart"
dipinge un quadro affascinante di vacanza: arrostire le castagne su un fuoco
aperto, Jack Frost che si gratta le orecchie.
80 - Tiny Mix Tapes
Alcuni lo ritengono dozzinale come altri dischi , come Dylan & the Dead.
Altri ancora lo classificano come una stranezza , come Self Portrait. E'
tutto e nessuno di questi.
75- Paste Magazine
Musicalmente, è meravigliosamente male, concettualmente, è semplicemente
meraviglioso.
70 - Pop Matters
Christmas in the heart è, in nessun ordine particolare: delizioso, sciocco,
intimo in un modo un po' falso, dolce, gonfiato, folle, datato, sconcertante
e amabile.
60 - All Music Guide
Oltre alla polka-veloce di Must Be Santa', che suona come una festa in
un’osteria, Dylan in realtà non avrebbe dovuto reinterpretare queste canzoni
con la sua band scricchiolante , ha perso un po 'di fascino – la frase
"dovremo cavarcela in qualche modo" di 'Have Yourself a Merry Little
Christmas,' cantato in apertura di 'O Come All Ye Faithful' nella sua
versione originale in latino - ma mai spingere le melodie in direzioni
inaspettate.
60 - Boston Globe
E 'un album decente con buone intenzioni.
60 - Rolling Stone
Bob Dylan celebra la hit parade di Natale alla vecchia maniera: Parte in
tromba , tanto quanto gli permette il suo baritono traballante , con una
band che mescola David Hidalgo con il R & B del chitarrista Phil Upchurch.
Bob Dylan: Christmas In The Heart:: Recensione
by Greg
Dato l'adorazione di Dylan per la musica degli anni '40 e '50 che ha
immesso suoi lavori più recenti, è sorprendente che ha aspettato così a
lungo per fare un album di Natale per il pubblico generico. L'affetto di
Dylan e l'interpretazione, spesso magistrale di canzoni che sono state
tramandate di generazione in generazione non ha esempi precedenti , quindi
perché dovrebbe essere un’album stagionale fuori discussione? Si potrebbe
supporre che il disco dovrebbe derivare da canzoni scelte dal coinvolgimento
di Dylan nel suo Theme Time Radio Hour Show. Se non altro, l’esplosiva
touring band di Dylan sarebbe in grado di ripetere le canzoni sul palco e
poi il bardo instancabile continuerà a portare avanti i suoi prossimi
progetti.
Abbastanza esilarante, quando l'annuncio ufficiale è stato fatto che
"Christmas In The Heart" sarebbe stato pubblicato il 13 ottobre, alcuni miei
cognoscenti dei media hanno ridacchiato di derisione. Le domande sulla fede
di Dylan sono sempre attuali , come è stata la preoccupazione che questo
album facesse scattare un’ altra partecipazione nel movimento dei cristiani
rinati. I critici hanno divorato l’album sostenendo che è l'equivalente
dell’album del 21enne Dylan "Self-Portrait", mentre altri hanno osservato
che la voce di Dylan era troppo inadatta per un suono come questo. Non è
stato tanto cattiva la stampa pensando Dylan avesse registrato con i Jonas
Brothers, o peggio, andare ancora in tour con i Grateful Dead.
La nostalgia che alimenta "Christmas In The Heart" è diligentemente
deferente al suo materiale di origine e si ascolta come un album che poi si
mette a prendere polvere nella soffitta di casa. "Christmas In The Heart" è
tanto magistrale nel catturare le immagini della stagione perfetta e tanto
di cattivo gusto nella sua esecuzione. Una versione vivace di "Here Comes
Santa Claus" apre l'album con Dylan che fa il verso al Gene Autry classico.
Un Dylan gracidante si giustappone contro la voce dei suoi cantanti del coro
può fornire un primo assaggio del surreale ma festoso disco. "Do You Hear
What I Hear" sembra essere OK, sebbene Dylan fa del suo meglio nel cantare.
Con una strizzatina d'occhio, Dylan è più piacevole nei pezzi secolari come
"Winter Wonderland" e la satura di suond zydeco "Must Be Santa",che fornisce
uno stridente segnale d'allarme verso la fine dell'album. L'interpretazione
di Sammy Cahn di "The Christmas Blues" si sente come una scelta naturale per
Dylan e offre uno sguardo a ciò che avrebbe potuto essere. La sdolcinata
overkill hawaiana di "Christmas Island" è redento dalla semplicità di "The
Christmas Song".
Mentre "Christmas In The Heart" non è l'abominio che è stato detto di
essere, nello stesso tempo non è la prova più evidente della rinascita di
Dylan. Tuttavia su questo album Dylan è colpevole di essere Dylan , e se non
vi piace la sua scelta delle canzoni o le sue interpretazioni , non è poi
troppo male. Il rovescio della medaglia è che, se l'umore fosse stato po'
meno rigido e meno riverente, Dylan avrebbe creato uno dei più interessanti
album di Natale di sempre.
(Fonte: ventvox.com)
Do You Hear What I Hear? In Defense of Dylan "Christmas
in the heart"
by Pete Chianca
L’altro giorno sono andato alla posta ed ha cominciato a nevicare ! Allora
ho pensato che era il momento di fare alcune osservazioni sull'album di Bob
Dylan di Natale, “Christmas in the Heart”.
No, non è male - in realtà, credo di poter dire (oserei dire?) che mi piace
, come un bambino che ama un giocattolo nuovo o Santa Claus a cui piace il
pudding ai fichi. Ma mi sento l'obbligo di avvertire che, se non vi piace
sentire la gola gracchiante di Dylan , questo vi farà grattare la testa
ancor più di Together Through Life. OK, molto di più.
Personalmente, io sono un sostenitore del canto di Dylan, la sua voce può
essere non convenzionale (OK, shot), ma ciò che egli fa con tale strumento
malconcio e vecchio non cessa mai di stupirmi – pensate a Clapton che suona
il blues con una vecchissima , scordata Stratocaster. E il suo recente album
benefico mette in evidenza le intemperie nella sua voce, molto di più del
suo vecchio stile nasale-Whit adatto ai suoi lavori degli anni '80.
Ma la voce roca di Bob può stare con il Natale? Sì, ci sono momenti in cui
sembra evidente, esilarante, ridicolo, ma per la maggior parte, a me, sembra
accorato, nostalgico, triste, speranzoso e divertente - in realtà, a volte
tutte queste cose assieme. A differenza di alcuni altri album natalizi
incisi da cantanti con voce (buona) più tradizionale, sembra davvero di
sentire "The Blues Christmas" arrugginito.
Concesso, ci sono alcune cose che Bob non avrebbe dovuto tentare - la nota
alta alla fine di "Do You Hear What I Hear" è probabilmente peggiore di
quella del suo Vangelo che era "I Believe in You". Posso solo immaginare il
male che avrebbe causato ai timpani di Mahalia Jackson , li avrebbe fatti
esplodere. In realtà, molte di queste canzoni mi ricordano periodo religioso
di Dylan, dove il suo desiderio di esplorare questo genere sembra mostrare
l'evidente inadeguatezza della sua voce per fare questa musica.
Per quanto riguarda la sua decisione di cantare e di inserire negli
arrangiamenti lo stile anni 50’, e cantanti coristi dello stesso periodo ,
può essere un bavaglio - ma io non la penso così. Prese dai concerti che
metteva in onda durante il suo show radiofonico , Theme Time Radio Hour,
dove faceva escursioni nella sua memoria di ragazzo , penso che si tratti di
un vero e proprio omaggio alla musica , musica che ha probabilmente sentito
che si sprigionava dai diffusori metallici dei dime-stores durante la sua
infanzia in Hibbing, Minnesota.
Così ascolto “Christmas in the heart” in modalità di ripetizione da ora
fino al 25 dicembre, e anche dopo? Probabilmente no - anche se si può dire
che la polka di Dylan in "Must Be Santa" resteà sulla mia playlist di
vacanza per tutta l'eternità. E devo ammettere di essere un po 'deluso dal
fatto che Bob non ci ha messo almeno un brano originale, ma forse non
sarebbe stato in tema. Ma dopo pochi ascolti , ho deciso che questo disco mi
fa, beh, felice.
E per chi preferisce un coro più celeste in questo periodo dell'anno, va
bene lo stesso. Ci sono un sacco di copie di Mariah Carey "Merry Christmas"
nei negozi per loro.
Tutti i diritti d'autore degli Stati Uniti di Bob Dylan andranno a favore
dell'associazione di carità Feeding America.
Jingle all the way
by Anne Margaret Daniel
Perché dovrebbe essere una sorpresa che Bob Dylan ha finalmente registrato
un album di musica di Natale? Le più grandi Star discografiche delle Major,
da Bing Crosby (che ha fatto della sua carriera un corollario di Natale),
Perry Como, Frank Sinatra , Elvis Presley, Jimmy Buffett ed i Beach Boys, e
tutte le celebrità che hanno prestato la loro voce al colore rosso dello
spettacolare nastro avvolto sulle collezioni di Natale del 1960 hanno
contribuito a modellare l' evento per gli americani, e - in misura minore -
in tutto il mondo.
Gli amici di Dylan e colleghi hanno fatto album di Natale, anche a
prescindere dalle loro origini e convinzioni religiose. Johnny Cash e Willie
Nelson hanno entrambi registrato le canzoni di Natale. Barbra Streisand, la
sua vicina di casa di Malibù, ha fatto un album di Natale nel 1967 che era
di senso molto religioso, con "Ave Maria" e "The Lord's Prayer" (così come,
senza alcuna ragione apparente, diverso da quello di dimostrare che si
potrebbe cantare come Julie Andrews. Gli albums di Neil Diamond del 1992 e
nel 1994 di Natale sono appena stati riconfezionati col rosso-ciliegia per
l’uscita dalla Columbia, anche oggi, col titolo di "A Cherry Cherry
Christmas”. L'album contiene due nuove canzoni di Diamond, la title track e
"Christmas dream".
Quindi, anche senza precedenti , una cosa doverosa da fare
per un popolare cantante è pubblicare un album di Natale. Abbiamo sentito da
“Dylan's Theme Time Radio Hour" quanto gli piace la storia della musica, e
qui, lui è impegnato con le tradizionali, sentimentali, religiose, canzoni
popolari di Natale. Quello che si sente qui è che lui è seriamente e
profondamente impegnato, una cosa nella quale, dopo l’uscita di tutti i suoi
album del passato ad eccezione , forse, del tanto criticato "Self Portrait"
non succedeva più. Sta lavorando con un gruppo di musicisti coi quali sembra
divertirsi un sacco, dispensando a piene mani il suo notevole ,e, a volte
deprecato , senso dell 'umorismo, nonché - una prima assoluta per Dylan -
sta dando tutto in beneficenza.
Sean Wilentz, giornalista del The Daily Beast, dice che
Dylan ricalca le orme di Woody Guthrie in riferimento allo spirito
caritatevole di Dylan, per dare tutti i proventi del disco ad organizzazioni
di soccorso contro la fame, fornendo una cena di Natale per le famiglie
bisognose . Bob sia benedetto per questa impresa, non importa quello che
pensate del disco una volta che l’avrete ascoltato nella sua interezza.
Che cosa vediamo, quando guardiamo “Christmas in the
Heart” ? L'immagine della copertina di un portatore di regali su una slitta
disegnata in stile russo, cosa già riportata ampiamente in Internet. Così,
in altro modo, è l'immagine sul retro della copertina: Bettie Page, la
famosa pin-up con le sue calze, i corsetti, i tacchi a spillo , la corta
pelliccia aperta , vestita come un piccolo Babbo Natale , le mani sui
fianchi come una Femlin. La Page è stata Miss Playboy nel gennaio del 1955,
nella famosa foto in cui lei tiene un ornamento per l'albero di Natale,
indossando solo un cappello da Babbo e una strizzatina d'occhio.
E' una foto che era destinata a dormire col tredicenne Bobby Zimmerman, se
avesse potuto metterci le mani sopra quando stava ad Hibbing in quel tardo
inverno o all'inizio della primavera.(Rinata di nuovo a Key West, nel 1959,
la Page avrebbe continuato a lavorare come missionaria in Angola, in una
organizzazione umanitaria con lo stesso spirito natalizio della tradizione).
La foto all'interno è quella di una banda di sgangherati-Babbi Natale-in
parata, che suonano dei fiati, è stata scattata per le strade di Roma nel
2000 da Leonard Freed. E la cover posteriore dell'album, che è di un colore
blu profondo e rappresenta i tre Re Magi che seguono la stella cometa , è
stata realizzata dal grafico Ed Fotheringham, un illustratore che aveva
fatto dei lavori per Elvis Costello, Mudhoney, il Rev. Horton Heat e The New
Yorker (opere eseguite principalmente per pittori e musicisti o per i grandi
del jazz o del punk rock).
I testi non sono allegati alla confezione. Non ne abbiamo necessariamente
bisogno in realtà , allora che facciamo adesso? Quando il lettore comincia a
far girare il CD che sembra un vecchio disco - tutti ci sentiamo familiari
come vecchi amici in vacanza. I brani, "Hark the Herald Angels Sing" (uno
standout), "O Come All Ye Faithful / Adeste Fideles", "The First Noel," e "O
Little Town of Bethlehem" - tutti canti tradizionali - sono stati scelti da
Dylan stesso. Insieme con i membri della sua backing band, l'album presenta
l’aggiunta di David Hidalgo alla chitarra, fisarmonica, mandolino e violino,
Phil Upchurch alla chitarra, Patrick Warren al pianoforte, organo, e
Celeste. Il coro è composto da Amanda Barrett e Abby De Wald delle Bops
Ditty, dal cantante e composiore Bill Cantos, e , così si è autodefinito -
il freelance vocalist Randy Crenshaw, e Walt Harrah, che si esibiscono
insieme al quartetto gospel Haven of Rest ( con Jeff Gunn); e Nicole Eva
Emery dei Lovebird. Sono personaggi diversi e variopinti, una piccola
Rolling-Thunder improvvisata.Vorrei che tutti potessero andare in tour con
Bob.
L'album si apre con il suono delle campane jingle di "Here Comes Santa
Claus." Gene Autry, il cowboy cantante di Hollywood ha scritto la canzone,
quando Dylan era un ragazzino. Natale dovrebbe essere un periodo felice, sii
felice per il compleanno di Gesù o per Babbo Natale ed i regali, o entrambi.
Ricordo la cacofonica gioia della scoperta di Ebenezer Scrooge nel giorno di
Natale? "No nebbia, chiara, luminosa, gioviale, mescolata al freddo,
tubazioni per scaldare il sangue , sole d'oro; celeste cielo, dolce aria
fresca; campane allegre. Oh, glorioa, Gloria!"." Here Comes Santa Claus ",
ha questo stesso suono dickensiano, e Dylan e la sua squadra sembrano farlo
orgogliosamente : brillante David Hidalgo, una vera scintilla strumentale, e
il canto si sovrappone con gioia felice. Vorresti essere la persona che
suona le campane della slitta.
Le voci maschili e femminili si mischiano per cantare assieme in un botta e
risposta con Bob in questa canzone, come nelle canzoni dopo. Lui è il
direttore d'orchestra, e sono un coro felice di ripetere la risposta. Quando
tutti cantano all' unisono , è veramente bello poter ascoltare Dylan con
qualsiasi tipo di cantanti che lo circonda. Eravamo abituati , molto tempo
fa, quando Dylan era abbastanza contento di condividere il microfono con
Rick e Richard e Levon, ma è stato un po' così anche con la bella voce di
Larry Campbell e con Tom Petty, ai quali era consentito di cantare in
armonia con lui sul palco. E 'bello sentire il "Natale nel Cuore." C'è
qualcosa di veramente commovente sulla qualità della condivisione vocale, a
turno, e la collaborazione.
"Do You Hear What I Hear?" Era, un tempo, concepito come una canzone di
protesta - sulla scia della crisi dei missili di Cuba, nel 1962. Dylan non
canta in questo modo, egli dà una lenta versione Texana in 2 quarti da sedia
a dondolo, anche se il drumming di George Recile ha ancora una rat-a-tat-tat
ritmo di tipo militare. La voce di Dylan è sola per la maggior parte di
questa canzone, ed è al suo meglio , come è il caso nelle canzoni di altri,
usata nel suo registro più basso , tenorile , alla Johnny Cash , e il ricco
Rumble è presente non solo quando Dylan arriva alla fine di una frase , ma
anche quando canta a bassa voce il timbro rimane risonante.
Da secoli il Natale è una stagione sentimentale, ed anche romantica - un
momento per tenere le mani sulla neve, passeggiare in un paesaggio
invernale. "Winter Wonderland" inizia con un coro di campane, e un Dylan che
fa lo zio, l'uomo di buono umore, si unisce al divertimento in stile Bing
Crosby, si può quasi immaginarlo in giacca di tweed, ... quasi. La canzone
si sente che è intensamente americana. Il giovane Bobby Zimmerman, che
cresce in una famiglia ebraica nel Minnesota, circondato da tradizioni
natalizie nel Middle West del 1940, che Scott Fitzgerald aveva evocato solo
venti anni prima nel Grande Gatsby: "Quando siamo usciti fuori nella notte
d'inverno c’era la neve vera, la nostra neve, cominciò a stendersi accanto a
noi e brillava contro i vetri delle finestre, e le luci soffuse delle
piccole stazioni del Wisconsin nelle quali grossi braceri riscaldavano
l’aria. Abbiamo respirato profondamente il profumo della neve mentre
tornavamo dalla cena con i vestiti ghiacciati, indicibilmente consapevoli
della nostra identità, con questo paese in queste ore uniche , prima di
confonderci di nuovo in maniera indistinta col resto della gente. Questo è
il mio Middle West, non il grano o le praterie o la mia perduta città
svedese, ma l'emozionante ritorno dei ricordi della mia giovinezza, coi
lampioni e la slitta e le campane nel buio gelido, e le ombre delle corone
di agrifoglio uscenti dalle finestre illuminate che si stagliavano sulla
neve ".
"Hark The Herald Angels Sing" è la mia canzone preferita dell’album. Dylan
continua nella vena americana, e canta in stile Woody, pronunciando "gloria"
e "nato" con un "aw" in loro, offrendo una cantato nasale come "saaang," e
l'abbandono della “t” di Cristo. La dolcezza e la chiarezza delle voci delle
donne nel background si richiamano al suono della canzone Herald angels',
una performance da vecchie canzoni natalizie.
"I'll Be Home for Christmas", sembra in un primo momento essere crudelmente
veritiera - si può ascoltare ogni esitazione, e l'occasionale vacillare e la
rottura della voce di Dylan. Poi ti rendi conto che è una performance di un
cantante che è triste perchè, quest'anno, non sarà a casa per Natale. La
malinconia e il tono tragico della canzone, richiedono la voce di un
cantante come quella di Bob, quando canta del vischio e dei regali sotto
l'albero per lui, quando torna a casa - se tornerà a casa. “ La Vigilia di
Natale mi troverete dove brilla la scintilla dell' amore / sarò a casa per
Natale, anche se solo nei miei sogni." Il romanzo del focolare e la casa
avevano un effetto potente nella canzone originale nel 1943 per la sua
impostazione in tempo di guerra - Walter Kent, che ha composto la melodia,
aveva composto anche Vera Lynn's World War II Classic nel 1941 "(Le bianche
scogliere di Dover"). Il trovatore, con tante case, che passa così molto del
suo tempo così lontano e tra di noi, fanno di questa canzone qualcosa che
potrebbe addirsi molto bene a lui.
"The Little Drummer Boy" è un'altra canzone di Natale del 20° secolo, in cui
Dylan gestisce una piccola dolcezza infantile in molte delle frasi - il
finale "io e il mio tamburo" è abbastanza chiaro da suonare come un bambino
che sta cantando. Le sue prestazioni in questa canzone - e molte canzoni
sono eseguite in modo da rappresentare personaggi diversi: il vecchio zio al
tavolo da pranzo, dopo la cena di Natale, il cantore della gioia ; in stile
del direttore d'orchestra Rudy-Vallee ; Der Bingle - è tra i migliori di
Dylan. Ci sono inizi difficili in un sacco di strofe, ma come se avesse una
dolce mongolfiera, alla fine, Dylan canta nel modo, per esempio, di "If You
Ever Go To Houston," che è il modo in cui canta in concerto in questi
giorni. Questa canzone è vecchia come Dylan, composta nel 1941, è una delle
canzoni più popolari più recenti per l'album, registrato , tra le tante,
dalle Trapp Family Singers famose per "The Sound of Music", Rosemary
Clooney, e il duetto di David Bowie e Bing Crosby nel 1977.
"The Christmas Blues" è un brano poco conosciuto in cui Dylan suona per
tutti come un Sinatra più ghiaioso in "She Shot Me Down", o come un cliente
abituale della Preservation Hall. La sua voce suona meglio e più a suo agio
in questa canzone rispetto ad altre, e il wah-wah strumentale la completa
magnificamente.
Dylan comincia "O Come All Ye Faithful (Adeste Fidelis)" in latino, ed è
idiosincraticamente interessante. Non canta spesso in altre lingue, ma
sembra per divertirsi quando lo fa - ricorda il suo molto più scorrevole
accento spagnolo su "Desire" -, ma il finale "Venite adoremus Dominum" è del
tutto in movimento, come è "Cristo Signore" che conclude la parte di Dylan,
prima che le voci femminili intervengano per il verso successivo. Egli si
ricongiunge con loro per il coro quasi umilmente, come un mix di voci, come
qualcuno che arriva tardi alla festa natalizia se i inserisce nel gruppo
con buona volontà e buon umore.
"Have Yourself a Merry Little Christmas" inizia con Dylan che canta da solo
- come si addice ad una canzone di un artista solista che ci ricorda che la
circostanza: "un giorno non lontano saremo tutti insieme, se il destino ce
lo permetterà." Quando gli altri si uniscono a lui e sono tutti insieme, ci
si sente come se si dovrebbe ringraziare il destino per quello che ci ha
consentito.
"Must be Santa" ha il tempo di una polka Mexicali romp and roll, e fornisce
una versione un pò diversa da quella più nota. Dylan ha sempre avuto il
senso dell 'umorismo - si pensi alle filastrocche (Coca-Cola e la gondola),
le sfide impassibili (sarà troppo buio per voi a trovare la porta), e il
gemito di creare giochi di parole in stile shakespeariano (Freddie o no, qui
vengo). L'umorismo brilla qui, incorporando, forse, un tocco del grande
poeta, riconoscendo che la pesantezza è meno divertente della leggerezza.
"Silver Bells" rallenta l'album di nuovo. Un Dylan stanco, ma felice, l'uomo
cammina attraverso ciò che deve essere New York, oltre le finestre di Macy's
e Bloomingdale's, tra la folla di acquirenti e dei bambini fuori dalla
scuola. A undici anni, Bobby potrebbe avere sentito in "The Lemon Drop Kid"
al teatro con la sua famiglia, visto film con Bob Hope che canta, la famosa
versione di Bing Crosby. Il violino di Donnie Herron - suona come Herron,
almeno - è la caratteristica migliore di questa canzone per me, anche se il
modo di cantare di Dylan nella strofa "questo è il grande scenario di Babbo
Natale" mi fa sentire un po' cat-girl, che indossava un nero dolcevita e le
calze, schioccando le dita per lui ai tempi della sua presenza nel Village
molti anni fa.
Le due canzoni seguenti, una bella versione cadenzata di "The First Noel",
cantata in gran parte dalle donne, lascia il posto a un brano più noto per
la sua versione femminile , "Christmas island" . Le Andrews Sisters -
Maxene, Patty, e LaVerne - sono state le migliori artiste americane dalla
gioventù di Dylan , divertivano le truppe durante la Seconda Guerra
Mondiale. Hanno registrato la canzone, sia per conto proprio che con
l'onnipresente Santa Bing (Crosby), anche se mi chiedo se Dylan non ha
passato troppo tempo ad ascoltare i loro successi “Bei Mir Bist Du Schon/To
Me, You are so Beautiful,” “The Beer Barrel Polka,” “The Boogie-Woogie Bugle
Boy of Company B,” and “Beat me Daddy, Eight to the Bar” - tutti, a modo
loro, si sono installati nella sua coscienza musicale per diverse ragioni.
Il saluto (aloha) all'inizio e alla fine dell’ album , mi fanno sentire come
se fosse Don Ho a guidare la canzone, e le voci delle donne sono troppo
stucchevolmente dolci - la qualità delle Andrews Sisters manca.
"The Christmas Song" è dolcemente eseguita da un nonno che spera in un
felice Natale per i suoi nipoti. Dylan pronuncia con attenzione ogni parola,
la dizione è chiara e nitida, da "piccola piccolissimi" alla frase
"semplice" di Buon Natale. E' un semplice augurio di buone vacanze prima
della fine dell’album.
"O Little Town of Bethlehem" è l'ultimo, un inno
americano, composto da Phillips Brooks, un prete episcopale e parroco dei
quartieri della città di Philadelphia dopo la guerra civile Americana.
L’inno di Brooks, così come è eseguito su “Christmas in the heart”, si
conclude con la frase piena di grazia "il caro Cristo sta arrivando ", e
chiude , come si conviene, con un lungo, estenuante Amen.
"Christmas in the Heart” è il titolo giusto per questo album: inizio con il
classico di Natale più conosciuto da tutti ( "Here Comes Santa Claus") e si
conclude con il cuore, e la benedizione di quell’ Amen. A Natale, si
dovrebbe essere devoti, e adorare Dio, e grati, se si è di fede cristiana -,
ma si festeggia anche il più felice dei compleanni. Dylan ha percorso una
lunga strada, musicalmente e pure in termini di anni, dai giorni del suo
“Saved" , ma sia il senso di gioia per la neve e del canto degli inni in una
chiesa è quello che pervade "Christmas in the heart”. Il disco restituisce
una cronaca storica dei cantanti, e le versioni di queste canzoni durante la
vita stessa di Dylan, e della pace e della gioia cristiana. E' una strada
piena di folla , e "Christmas in the heart” ci porta in giro sulle ali degli
angeli, e su di una slitta scoperta tirata da un cavallo.
(Fonte: annemargaretdaniel.com)
Il Menestrello ha la voce roca Il «suo» è un Natale di
carta vetrata
di Beppe Montresor
La voce è ormai «consumata» ma viaggia nella storia 20/10/2009 e-mail print
A Bob Dylan, 68 anni, prosegue il suo viaggio nella tradizione USANon ci
eravamo spellati le mani, nella scorsa primavera, all'uscita di «Together
Through Life», sua ultima raccolta di studio con brani originali, soltanto
un po' più brioso musicalmente del precedente «Modern Times» del 2006, album
sopravvalutato e sostanzialmente noioso come pochi della sua ricchissima
discografia, che ha conosciuto in passato ben altre ineguagliabili vette.
Né siamo tra quelli, adesso, che si scandalizzano o addirittura
inorridiscono all'ascolto di «Christmas in the Heart», il cd-strenna con
quindici canzoni della tradizione natalizia che Bob Dylan ha pubblicato nei
giorni scorsi. Certo, se un bel giorno - come sembrava potesse accadere
finalmente quest'anno - gli verrà finalmente assegnato un Nobel, non sarà
per le sue interpretazioni di «O' Come All Ye Faithful» (che è poi l'«Adeste
Fideles» in inglese) o per il «Pa rum pum pum pum» che Dylan gorgheggia (si
fa per dire…) in «Little Drummer Boy», brano del 1941 già cavallo di
battaglia di Bing Crosby nonché tradotto e inciso in italiano dalla coppia
Albano-Romina Power sotto il titolo di «Piccolo Tamburino», evidentemente in
galassie letterariamente e contenutisticamente lontanissime dal
«Mr.Tambourine Man» inciso nell'"annus mirabilis" 1965. Né crediamo che il
dylaniano «Christmas in the Heart» possa rivelarsi un best-seller
onnipresente davanti ai caminetti di casa delle famiglie americane come
altri storici album natalizi realizzati - tanto per citarne alcuni di
diversa epoca - da gente come Bing Crosby, Elvis Presley o Mariah Carey.
D'altra parte, sono già scattate inevitabili parodie dell'attuale,
ineffabile vocalità di Dylan (adesso sì davvero spremuta sino al limite
dell'afonia da abuso…di concerti e dall'età) alle prese con gli inni di
gioia per l'arrivo di Santa Claus, delle slitte con i campanelli e dei
fiocchi di neve. Qualcuno ha avanzato l'ironico suggerimento di un "canto"
più adatto a "terrorizzare" i bambini che ad allietarne le serate invernali,
e semmai più alla notte di Halloween che alla veglia natalizia. Insomma, ci
vuole un bel fegato per scegliere di "sonorizzare" la preparazione
dell'albero, lo spoglio dei regali o una camminata notturna tra i boschi
innevati, con l'ugola di Bob - sempre più impastata di segatura e carta
vetrata.
Diciamo la verità, il Dylan crooner degli ultimi anni (ma anche quello
"antico" dei tempi di «Blue Moon» sul tanto, troppo deprecato «Self
Portrait» del 1970) più che alla genìa dei Frank Sinatra e dei Mel Torme,
dei Dean Martin e dei Michael Bublè, fa pensare alle canzoni nei "cartoon"
di Braccio di Ferro o di Paperino. Con ciò, l'effetto complessivo, tra
coretti e arrangiamenti stilisticamente abbastanza vari (tra i musicisti,
oltre ai fedeli partner della sua "infinita tournée" come Tony Garnier,
George Receli e Donnie Herron, c'è ancora David Hidalgo dei Los Lobos a
chitarra, fisarmonica, mandolino e violino), non è proprio disastroso come
si potrebbe paventare.
Anzi, c'è addirittura una manciata di canzoni che scorrono con una certa
freschezza, dalla festosa, sopracitata «Here Comes Santa Claus» a pezzi come
«Do You Hear What I Hear?», «I'll Be Home for Christmas», «The Christmas
Blues», «The First Noel». Mettiamoci poi che le royalties del disco sono
destinate ad un'associazione, «Feeding America», che si occupa di fornire
pranzi durante il periodo natalizio a quasi un milione e mezzo di americani
in difficoltà.
Ma al di là delle finalità benefiche, ci pare che questa raccolta in gran
parte centrata su un repertorio di brani anni '40/50, sia un'altra evidente
testimonianza della grande passione di Dylan per il patrimonio canoro di una
"Vecchia America", amato e assimilato probabilmente sin dall'epoca della sua
infanzia/adolescenza (Bob è nato nel 1941 nel Minnesota, nel "North Country"
degli Usa vicino al confine con il Canada). Un patrimonio che Dylan ha
celebrato per tre anni (dal 2006 all'aprile scorso) facendo da disc-jockey
d'eccezione per la tramissione radiofonica (da lui ideata e condotta con
grande successo) «Theme Time Radio Hour») e, indirettamente, nelle canzoni
che ha scritto e interpretato nei tre album precedenti a «Christmas in the
Heart».
(Fonte: ilgiornaledivicenza.it)
Il Bob Dylan-Perry Como speciale per Natale
Faccio le mie scuse a chi avrà degli incubi stanotte a causa di questo
titolo, ma penso che questo sia il principio organizzativo alle spalle del
nuovo dico di Bob Dylan, “Christmas in the heart”. Sono passati quasi
quaranta anni da che Sua Bobbità ha pubblicato un album concettualmente
brillante, artisticamente fiducioso, e praticamente inascoltabile come Self
Portrait, e ora che Dylan ha fatto questo - io ho fatto la mia parte di
carità acquistandolo - voglio l'occasione, voglio dire poche parole prima di
metterlo nel dimenticatoio sullo scaffale del soggiorno.
Greil Marcus, l'eminenza grigia della sapienza dylanologica, anni fa aveva
anticipato il mio pensiero di fare una recensione di “Christmas in the
Heart” aprendola il suo esame di Self Portrait con le parole "Che cosa è
questa merda?" Ma il concetto che sta dietro Self Portrait era molto arguto
: se noi costruiamo la nostra identità sulle cose che ci piaciono, allora
perché non dovrebbe Bob Dylan aprire se stesso attraverso le canzoni che gli
piacciono?
E se il Natale era un tempo la più nostalgica delle festività, un motivo in
più per stare in famiglia , per incontrare i parenti e per il rispetto delle
tradizioni, allora perché non dovrebbe lo stile Dylan avere queste
impostazioni musicali per il suo album di Natale dopo che l’hanno fatto i
maggiori cantanti della sua infanzia, che dalla televisione abbagliavano la
gente con i loro sorrisi straordinariamente luminosi ? In altre parole,
perché non dovrebbe Bob Dylan avere un disco natalizio alla Perry Como?
Mi rendo conto potreste immediatamente pensare a un migliaio di motivi per
non voler sentire Dylan cantare con la King Family-cantanti coristi di
quello stile , ma questo è il genere di cose che sentiva dalla televisione
il giovane Dylan nella sua casetta con travi a vista assieme alla sua
famiglia nelle feste di Natale, e il Natale ci riporta il bambino che c’è in
ognuno di noi, giusto? Già il titolo fa rivivere i ricordi di tutti quei
Hallmark Hall of Fame specials TV che il tempo e il disturbo post-traumatico
da stress avevano sepolto da qualche parte dietro il mio midollo allungato.
Come uno la cui infanzia si è svolta sul finire di quel periodo, ho potuto
riconoscere tutte le cose nostalgiche con le quali Dylan ha lavorato, e
riconosco l'intento, anche se , ho scosso la testa sentendone il risultato.
Anche se con uno sforzo di immaginazione “Chritsmas in the heart” è un buon
album , alcune parti sono difficilmente ascoltabili senza un atteggiamento
demenziale passeggero. Le future generazioni che vorranno sapere come Dylan
pronuncia il latino saranno entusiaste di avere "O Come All Ye Faithful". I
numeri nel tempo tendono a lavorare meglio. Quando le cose saranno passate,
Dylan sarà sembrato un uomo che cercava di competere stando difficilmente in
partita con la sua laringe.
A conti fatti, il reale dono di Natale per Dylan è stato il ritorno di
Charlie Sexton nella touring-band. I recenti shows si suppone siano di gran
lunga meglio del niente che Dylan dava prima , anche se un pò in ritardo. Io
voglio sentire uno di questi concerti al più presto. Non riesco a immaginare
di voler sentire “Christmas in the Heart” ancora una volta.
(Fonte: stevenhartsite.wordpress.com)
CITH?
Non ho fretta. L'ho visto in vetrina e lasciato nel negozio. Quasi per la
prima volta, dal lontano 1974. Mi era successo solo con Saved, per via di
quella copertina e perchè al tempo ero attraversato da una vena anarchica e
miscredente. Ora, questa cosa natalizia diciamo che non mi incuriosisce. Non
ho neppure ascoltato le clips. Lo comprerò, si, ma a Natale. Non prima, per
cortesia. Ho due bambine a casa e la kermesse natalizia comincia già ai
primi di dicembre. Per oltre un mese c'è un martellamento di canzoncine in
tutte le forme e da canali multipli, che si arriva stremati alla Befana.
Sentire ancora qualche versione di "rosso-e-verde-è-l'agrifoglio" dopo il 6
gennaio può provocarmi crisi nevrasteniche, da correre a mettere la testa
sotto il cuscino! Non pensate che odi il Natale, no, non sono come quel
tale, Scrooge, del racconto di Dickens. Ce la metto tutta a calarmi nello
spirito natalizio, a chiudermi gli occhi allo scempio mercificante e ad
aprire il cuore al sentimento dell'infanzia. Ma le canzoncine... beh, dunque
come minimo aspetto, e so che questo Natale magari potrò stupire le figlie
con le "mie" canzoncine, sarò curioso di osservare l'effetto!
Ciò che caratterizza questo nuovo disco di Bob Dylan - lo si può dire senza
averne nemmeno ascoltato una nota - è che non sta nella fila. Si fatica a
collocarlo nella fila di tutti gli altri dischi, non entra nella serie,
elude il segreto piacere del collezionista e il suo ordine cumulatorio.
L'attesa e l'ascolto dell'"ultimo disco di Bob Dylan", sono un rituale che
un numero consistente di membri della razza umana pratica sul pianeta da
circa quarant'anni. Questo CITH - odio le sigle ma questa volta la uso - è
un "irritus" al culto dylaniano di quasi due generazioni. Assolutamente
imprevedibile, certo, ma perchè stupirsi se arriva da chi ha scritto It
ain't me, babe, appena giunto alla prima notorietà? Questa operazione
natalizia mi conferma nell'idea che Dylan non coltivi una particolare
empatia con i suoi "fans". Da quando si è trovato a fuggire dall'assalto
degli hippies alla sua casa di Woodstock, Dylan mi pare abbia mantenuto una
certa freddezza con i suoi affezionati della ormai attempata controcultura.
Ha ammesso diverse volte di non guardare nelle prime file, ai suoi concerti,
ma alle ultime. Questa volta credo che abbia reputato la felicità dei suoi
nipotini più importante delle irritazioni della schiera di vecchi
fricchettoni che non si perdono un bootleg o un concerto. Possiamo capirlo,
no?
Rimettiamo in tasca la nostra critica marxista alla beneficienza? Di questi
tempi, che gli homeless americani possano ricevere una zuppa calda è, sic et
simpliciter, una cosa buona. Sono tempi dickensiani - Hard Times- e Dylan
entra nel grande coro natalizio. La dobbiamo prendere così com'è...Solo che,
con il berretto di Santa, proprio non si può guardarlo!
Gypsy Flag
Alla ricerca dei credits di “Christmas in the Heart”
Ho la strana mania, un vero vizio , di leggere ogni cosa che riguardi i vari
credits di qualunque cosa, dall'inizio alla fine, parola per parola, anche
perché ho un appuntamento con una donna della Biz film che mi ha attaccato
l'abitudine di guardare i crediti di un film alla fine, mentre il resto del
pubblico sta uscendo. "Mi piace vedere chi dei miei amici sta lavorando," mi
ha detto mentre i titoli di coda scorrevano. Così sia film, libro, o un
album musicale , è sempre interessante per me vedere i crediti della squadra
che ha lavorato insieme. Ecco alcuni retroscena suil credits di Christmas in
the Heart.
Front cover
La Stilista Coco Shinomiya ha trovato l’illustrazione vittoriana della
slitta - che molte persone sentono di ispirazione nettamente russa – sul
sito visuallanguage.com, che era una delle 150 immagini su un CD dal titolo
"Victorian Scrapbook Treasures II".
Come tutti i veri fans di Theme Time Radio Hour dovrebbe sapere, Shinomiya è
una graphic designer e art director ed è stata candidata due volte ai
Grammy. Guardate i crediti di qualsiasi progetto di Bob Dylan degli ultimi
anni ed è probabile che Shinomiya sia presente col suo design, tra cui la
creazione del logo iconico di Theme Time Radio Hour.
Foto interna
La foto è di Leonard Freed , un'immagine del 2000 scattata a Roma che
raffigura dei musicisti di strada italiani durante il loro giro natalizio
per le strade della città.
Nato a Brooklyn nel 19 o nel 29, Leonard Freed ha iniziato la sua carriera
di fotografo in Olanda nel 1953. Si trasferì ad Amsterdam nel 1958 e
fotografò la comunità ebraica, proseguendo con questo tema in numerosi libri
e film. Il suo libro sugli ebrei in Germania è stato pubblicato nel 1961,
"Made in Germany", è stato pubblicato nel 1965.
Lavorando come fotografo freelance, Freed ha fotografato i neri in America,
la guerra dello Yom Kippur nel 1973, e una serie che documenta il
dipartimento di polizia di New York City dal 1972 al 1979. E’ morto nel
2006.
Retro copertina
La quarta di copertina è una illustrazione dei Re Magi che seguono la stella
cometa è stato creata da Edwin Fotheringham, un nome che suona come se
potesse facilmente appartenere al guidatore dlla slitta di “Christmas in the
heart”. Fotheringham ha studiato presso la University of Washington School
Arts of Seattle, dove vive oggi con la sua famiglia.
Secondo la sua sulla bio-line, "... Fotheringham cominciato la sua carriera
di disegnatore di copertine nel 1992 ... visto che alcuni membri di diverse
bands che abitavano vicino a lui, hanno dato a Mr. Fotheringham l'occasione
per illustrare le copertine dei loro CD ..."
Tra i suoi altri crediti, Fotheringham ha illustrato le copertine degli
albums per la band dei Mudhoney, ha fornito illustrazioni a Neiman Marcus,
al The New Yorker ed a “Ladies'Home Journal”. Ha anche illustrato due libri
per bambini, "What To Do About Alice?" e "Mermaid Queen". "Mr. Fotherigham"
ha un grande sito web che merita una visita.
Le voci del coro
Se qualcosa da a “Christmas in the heart” il sapore vintage di fine anni
50’/60’ly` sono le voci "miste" nei ritornelli che suonano come se venissero
da un’ album di Natale di Ray Conniff. Due membri del coro - Amanda Barrett
e Abby Dewald - sono meglio conosciute col nome The Ditty Bops, un duo di
Los Angeles con cinque album al loro attivo.
Sei canzoni delle Ditty Bops sono state hanno mandate in onda nello show tv
"Grey's Anatomy", con la principale "There's a Girl" che figura nella
colonna sonora della serie. Il duo ha anche fatto apparizioni nel Garrison
Keillor's Prairie Home Companion.
La Famosissima Bettie Page
L’unica e sola e sempiterna "Queen of the Pin-Ups", Bettie Page ha vissuto
una vita e una carriera complicata come Bob Dylan. Un po' come Bob Dylan,
l’immagine pubblica di Page si è evoluta in una serie di archetipi - Jungle
Queen, Girl Next Door, Good Girl Gone Bad - negli anni '50 ». Si spense nel
dimenticatoio, poi la sua leggenda rivisse ancora una volta fino al 1980.
Nel 1950, durante una passeggiata lungo la spiaggia di Coney Island, la
26ene Bettie Page incontò Jerry Tibbs, un ufficiale di polizia con l’
interesse per la fotografia, e un membro di quella che era eufemisticamente
definita un "club di macchine fotografiche all'aperto". Mentre ci sono stati
numerosi club fotografici legittimi di fotografi amatoriali che operavano
negli anni 40’ e 50’, Tibbs apparteneva a uno dei gruppi quasi-legali, il
cui scopo principale era quello di fotografare ragazze in vari stati di
abbigliamento succinto ... solo per "uso" artistico.
Entro pochi mesi, Page divenne modella e posò per riviste per soli uomini
dell'epoca, con titoli come Wink, Eyeful, Titter, e Tab. Nel 1955, Bettie ha
vinto il titolo di "Miss Pinup Girl of the World" e nel gennaio 1955, ha
fatto il colpo della sua vita, nel paginone centrale di Playboy per una
sessione di foto che dovevano dare l’impressione di un'illustrazione di
Olivia usata per "Christmas in the Heart”.
La vita della Page è stata tormentato dallo sfruttamento – era una mite
pin-up, una particina nel film "Girlie", la frequentazione marginale del
mondo del cinema e del varietà - matrimonio andato male, e nella sua vita
più tardi, la depressione clinica. Dal 1959, aveva concluso la sua carriera
di pin-up ed aveva riorientato la sua vita sul cristianesimo facendo la
missionaria in una organizzazione umanitaria. Nei primi anni 1980, il
fumettista Dave Stevens basa l'interesse del suo eroe amore su Bettie Page
nella pionieristica serie "The Rocketeer". La popolarità del fumetto,
insieme a una fanzine dal titolo "Le Pagine di Betty", che comprendeva
vecchie foto dei giorni del club , ha suscitato un rinnovato interesse per
la vita e la carriera di Page. Dave Stevens sarebbe poi diventato un amico
intimo della Page, sottolineando in una intervista che non avrebbe mai
potuto immaginare che avrebbe dovuto aiutare la Page e raccogliere generi
alimentari per lei quando aveva creato "Betty Page" in "The Rocketeer".
Bettie Page è morta il 6 dicembre 2008, lasciando dietro di sé molti ricordi
piacevoli per i ragazzi e gli uomini che sono cresciuti con le immagini di
"That Girl Next Door".
Per curiosità, ho digitato "Bettie Page" e "Bob Dylan" insieme in una
ricerca su Google, scoprendo che erano separati di poco nell’indice delle
ricerche. Probabilmente più fantasia che realtà.
( fonte:dreamtimepodcast.com)
“Christmas in the Heart”, giustamente applaudito !
La copertina del nuovo album benefico di Bob Dylan, sembra destinata ad un’
accoglienza di tipo-Scrooge da parte di molti pomposi studiosi
auto-nominatisi che stanno attaccati ai canoni del cantante come una palla
al piede negli ultimi anni.
Questa è una buona notizia, ovviamente. Con amici come questi, la tentazione
di Dylan di realizzare una collezione di Kylie deve essere grande. Forse il
prossimo Natale?
Non è troppo difficile capire perché Dylan ha registrato una nostalgica
antologia natalizia. Proprio come il suo eclettico Theme Time Radio Hour
Show, l'album conferma la sua reputazione di studente instancabile del Great
American Songbook, trovando sempre nuovi colori e texture nelle pieghe più
remote della nazione nel suo grande arazzo musicale. Più cinicamente,
contribuirà ad aumentare il profilo del cantante nel bel mezzo del suo
attuale rilancio commerciale e nella critica.
Ma anche tra i fans occasionali, me compreso, è difficile non amare
“Christmas in the heart”. In primo luogo, tutti i proventi vanno in
beneficenza per il problema della fame nel mondo. Tradizionalmente,
naturalmente, gli album buona-causa sono un affare mediocre nascosti dietro
alibi di piombo , ma almeno il contributo di Dylan al genere mette la musica
prima del messaggio. E 'giocoso e allegro e, fortunatamente, privo di
sermoni.
Dylan canta per i senzatetto a Natale, ancora un altro lato di Bob Dylan?
Lungi dall'essere un gesto stupido o eccentrico, si potrebbe sostenere che
le canzoni di festa sono proprio il genere di cose che un veterano rocker
come Dylan dovrebbe affrontare. L’album ci ricorda che lui è, in primo
luogo, un appassionato di musica e un cantante pop. Si colloca anche lui nel
mezzo di una discendenza illustre che comprende Elvis Presley, Phil Spector,
John Lennon, Nat "King" Cole e Bing Crosby.
Questa è probabilmente un'eresia da ammettere, ma “Christmas in the Heart” è
effettivamente migliore di album più recenti di Dylan, il superlodato Modern
Times e Together Through Life. Piuttosto che altra musica blues da saloon
bar, preferisco questi disinvolti stornelli su Santa e sui fiocchi di neve
tutti i giorni. Specialmente se sono cantati con la imbellettata, lacera,
stridula voce del fantasma del Natale passato.
Solo roba per vendere ? Bah ipocrisia!
(Fonte:entertainment.timesonline.co.uk)
Christmas in the heart
di Riccardo Bertoncelli
Dylan ha pubblicato a sorpresa un album di canzoni natalizie, a pochi mesi
dall'ultimo CD, e tutti si stanno lambiccando il cervello cercando di capire
cosa significhi. Forse un ritorno alla cristianità, come ai tempi di Saved e
Slow Train Coming? Forse una provocazione per conquistare spazio sui media?
Ma no, ma no. E' tutto molto più semplice. Il vecchio Bobby voleva solo
mettere il suo nome in fondo alla decennale lista di artisti che hanno
pubblicato un "christmas album" e fare un po' di beneficenza, magari per
ricacciare in gola certi giudizi a chi lo ha accusato di avere svenduto per
vil denaro certe sue storiche canzoni diventate jingle. E poi, sono dieci
anni almeno che Bobby vive in un felice stato di regressione infantile, che
pubblica dischi in cui la musica evocata non è nemmeno quella dei suoi
vent'anni al Village ma quella ascoltata nel tinello di casa, a Hibbing, un
giorno dei primi '50. Lo immaginiamo accucciato sul tappeto mentre il babbo
in poltrona legge il giornale e la mamma in cucina prepara la cena. Dalla
vecchia radio a valvole esce il vocione pastoso di Nat King Cole, sommo
crooner natalizio, che canta The Christmas Song, e come volete che il
malleabile Bobby non ne resti influenzato, ben prima di conoscere Woody
Guthrie e le meravigliose meraviglie del folk?
Nat King Cole, e Mel Tormé, perfino Bing Crosby, con il suo appiccicoso
White Christmas, e i Ray Conniff Singers, e Gene Autry, capace di
countryswingare tutto, anche Santa Claus: sono loro i santi protettori di
questa raccolta, che Bobby ha voluto come ennesima madeleine del suo tempo
perduto e non certo come storico innovativo intervento nel campo della
musica natalizia - quelle son cose che (forse) avrebbe fatto da ragazzo,
taaaaaanto tempo fa.
White Christmas in quest'album non ma The Christmas Song sì, e Hear Come
Santa Claus, e un delizioso The Christmas Blues da qualche quinta di vecchia
Broadway; più tutta una serie di tradizionali che in album del genere non
mancano mai, come Little Drummer Boy, che un Natale di tanti anni orsono
affascinò anche il poco natalizio Jimi Hendrix, e The First Noel, che Dylan
potrebbe avere imparato dalla zia Joanie quand'era cucciolo tra le sue
braccia (nel 1966, per inciso, la zia incise un suo Christmas album oggi
dimenticatissimo, Noel). Bobby prende l'impegno seriamente, mette alla
frusta la sua tour band più qualche prevedibile ospite (David Hidalgo, per
esempio) e passa con disinvoltura dallo scorbutico al puntiglioso al
liliale, dando l'impressione di fare sul serio, e divertirsi anche.
Indimenticabile la sua versione di O' Come All Ye Faithfull, che poi è la
nostra Adeste fideles. Dylan non la interpreta, la sbrana, azzannando i
versi latini neanche fosse il testo di un vecchio blues del terrore, usando
la voce come il fucile sparachiodi del killer di Non è un paese per vecchi.
Se Papa Ratzinger avesse voglia di invitarlo ancora in Vaticano, sa cosa
fargli cantare.
(Fonte: delrock.it)
Bob Dylan , Christmas in the Heart
NEW YORK (14 ottobre) - La voce è roca e nasale, a tratti
cavernosa: è proprio lui, Bob Dylan, ad interpretare classici di Natale come
Here Comes Santa Claus, Little Drummer Boy, Adeste Fidelis o Must Be Santa.
Come praticamente tutti i cantanti americani, anche il poeta ha ceduto alle
sirene natalizie e ha registrato un disco di canti di Natale, in vendita da
questa settimana, i cui proventi verranno versati in beneficenza.
Il risultato viene giudicato da alcuni disarmante, da altri sorprendente, e
in base alle prime critiche sembra dividere profondamente gli americani,
generalmente ghiotti di questo tipo di prodotto. Su iTunes, il negozio di
musica online della Apple, apre la ridda di commenti un inquietante «Oh My
God, voglio suicidarmi». Senza appello, tale rc6699 seppellisce l'ultima
fatica del cantautore con un letale «Non va bene per Natale, ma lo tengo per
Halloween», la popolare festa americana delle notte delle streghe. È tutto
sommato positivo il commento di Rolling Stone, la bibbia dei rockettari, che
al cd, il 33.mo registrato in studio da Dylan, dà tre stelle su cinque. Il
critico David Fricke definisce l'album «come una nevicata su Woodstock con
una sfida alla Self Portrait», il doppio album del 1970 di cover rock e folk
che lo stesso Dylan aveva a suo tempo definito uno scherzo.
Bob Dylan ha sempre amato stupire, ma recentemente gli episodi strani
sembrano essersi moltiplicati. Due anni fa aveva spaventato i ragazzini di
un kindergarten di Los Angeles che se lo erano ritrovati in classe, con i
suoi strani completi texani scuri e i sottili baffetti neri, oltre alla
chitarra. All'asilo frequentato dal nipotino (figlio di Jakob), Dylan era
stato percepito come il Weird Guitar Guy, strano signore con la chitarra che
interpreta «canzoni terrificanti». L'ultimo episodio è di due mesi fa. Una
poliziotta del New Jersey ha fermato un «vecchio eccentrico» che si aggirava
solo sotto la pioggia cercando di dare un'occhiata a una casa in vendita.
«Documenti?», ha chiesto l'agente all'uomo bagnato fradicio, i pantaloni
della tuta da ginnastica nera infilati negli stivali, due impermeabili col
cappuccio tirati sopra la testa. «Non li ho. Sono Dylan».
(Fonte; ilmessaggero.it)
BOB DYLAN Christmas In The Heart (Columbia) 2009 - Christmas carols
di Gabriele Benzing
Un disco di canzoni di Natale a ottobre? Ma soprattutto, un disco di canzoni
di Natale di Bob Dylan?! Ebbene sì, non è uno scherzo: il vecchio Bob ha
trovato ancora una volta il modo per lasciare tutti quanti con un palmo di
naso... Ad appena qualche mese di distanza dall'ultimo "Together Through
Life", eccolo tornare in scena nei panni di un improbabile Santa Claus, per
misurarsi con il più classico dei repertori natalizi. E ancora una volta,
smaltito lo sconcerto, non resta che armarsi di buona volontà e inseguire la
scia della sua slitta...
Immaginate la mattina del giorno di Natale: cielo terso, aria di neve,
rintocchi di campane e tutto quanto. Sì, proprio come nell'epilogo del
"Canto di Natale" di Dickens. L'arcigno Ebenezer Scrooge scende in strada
con il cuore traboccante di buoni sentimenti, sorridendo felice ai passanti
increduli. Immaginate che il burbero Scrooge, per mostrare al mondo i suoi
generosi propositi, si metta improvvisamente a cantare, con una voce rauca
che risuona per le vie come un latrato festoso: "Glory to the newborn
king!". Bene, ecco a voi "Christmas In The Heart".
Liquidare sbrigativamente un disco del genere sarebbe un po' come sparare su
Babbo Natale... Meglio partire allora da una considerazione di fondo: Dylan
ha scelto di andare a collocarsi nell'alveo di una tradizione ben precisa,
fortemente radicata nel costume americano; una tradizione natalizia che non
è fatta solo di Bing Crosby e Frank Sinatra, ma anche di Johnny Cash e Gene
Autry e che appartiene a pieno titolo all'universo country-folk
d'oltreoceano. È rispetto a questa tradizione, allora, che va giudicato
"Christmas In The Heart". Anche in tempi recenti, del resto, gente come
Sufjan Stevens (e Bright Eyes) hanno dimostrato che sotto l'albero di Natale
può esserci pur sempre spazio per la creatività.
Quello di Dylan, come in tutti gli ultimi dischi, è un omaggio rispettoso e
devoto alla musica di una volta: i suoi canti di Natale non sfuggono
all'inevitabile tripudio di campanelli, renne e fiocchi di neve. Ma il
sornione Mr. Zimmerman non manca di strizzare l'occhio al sapore vagamente
surreale della sua svolta natalizia: basta dare un'occhiata all'artwork del
disco per rendersene conto, con la slitta da vecchio biglietto d'auguri
della copertina a fare il paio, sul retro, con un'immagine della storica
pin-up Bettie Page in ammiccante versione Santa Claus...
Non c'è da stupirsi, insomma, che "Christmas In The Heart" sia ancora una
volta un disco fatto di contraddizioni. Da una parte c'è la sobrietà un po'
ruvida di brani come "The Christmas Blues" e "Do You Hear What I Hear?", che
evitano le orchestrazioni stucchevoli tipiche del genere per affidarsi alle
mani dei consueti sodali che accompagnano Dylan sul palco (con l'aggiunta
come in "Together Through Life" di David Hidalgo dei Los Lobos). Dall'altra
c'è il contorno lezioso di coretti in stile Andrew Sisters che fanno da
sfondo a "Hark The Herald Angels Sing" o "The First Noel". Da una parte c'è
il sorriso un po' frivolo di "Winter Wonderland", dall'altra la seriosità da
crooner di "Have Yourself A Merry Little Christmas". Da una parte c'è il
profano di "Christmas Island", dall'altra il sacro di "Adeste Fideles", con
Dylan a scandire i versi in un traballante latino da ubriaco, che finisce
per produrre un involontario effetto comico.
Eppure, dal suo cappello da Babbo Natale Dylan sa estrarre a sorpresa numeri
come "Must Be Santa", che (prendendo spunto dalla versione dei misconosciuti
texani Brave Combo) trasforma una classica filastrocca natalizia in una
polka a rotta di collo, a cui la fisarmonica di Hidalgo conferisce un
irresistibile sapore da sagra di paese. Se anche il resto del disco avesse
avuto lo stesso piglio, avrebbe potuto suonare come il Grinch impegnato a
divorare spartiti natalizi... Ma evidentemente non era questo che
interessava a Dylan: gli elogi senili sembrano averlo stufato, sembrano
avergli fatto venire voglia di ricominciare a spiazzare il proprio pubblico
(nel bene e nel male, come sempre), quasi che il plauso raccolto da dischi
come "Love And Theft" e "Modern Times" fosse diventato ormai troppo unanime
per i suoi gusti.
Il problema di "Christmas In The Heart", alla fine, è proprio la mancanza di
personalità: Dylan vuole ricreare l'atmosfera natalizia della sua
giovinezza, ma lo fa attenendosi pedissequamente alla tradizione (con il
pensiero rivolto a Re Elvis), senza mettere quasi nulla di suo sotto
l'albero. Sull'onda della nostalgia, Dylan si limita a prestare la sua
inconfondibile voce a una serie di canoni riprodotti con tutta la fedeltà
possibile, da "Little Drummer Boy" a "Silver Bells", fino ad arrivare
all'"Amen" conclusivo di "O' Little Town Of Bethlehem".
Gli intenti benefici (tutti i proventi del disco andranno al World Food
Programme) non bastano a nobilitare gli esiti musicali di "Christmas In The
Heart". Se proprio siete stati visitati come il vecchio Scrooge dal fantasma
dei Natali futuri, compratelo per fare una buona azione. Ma non fatevi
illusioni, quando metterete il disco sul lettore.
(Fonte; ondarock.it)
"Christmas in the heart" , il pensiero di Marina
Caro Mr. Tambourine, cari amici della Farm, questo disco mi ha colpito al
cuore.
E’ da qualche giorno che ci penso e sebbene tema ci siano buone probabilità
che stia per dire delle amenità, voglio condividere con voi il mio pensiero.
Christmas in The Heart mi sembra la rappresentazione sintetica della storia
di Bob, dell’intrecciarsi della sua vita con la storia della sua terra
americana e persino della terra delle sue origini, attraverso questo filo
conduttore e comune denominatore della musica degli ultimi cinquant’anni.
Questo disco non è una mera raccolta di canti natalizi. Qui il nostro caro
vecchio lancia un messaggio ancora più preciso sul senso della sua vita così
profondamente legata alla musica e delinea in maniera ancora più netta il
viaggio a ritroso nel tempo che ha iniziato di recente rincorrendo e
riscoprendo la tradizione musicale dell’America sulla quale ha costruito la
sua formazione ed alla cui evoluzione ha contribuito in prima persona. Il
Natale è l’occasione per attraversare le sonorità della sua infanzia, della
sua giovinezza e della sua maturità. Ci sta dicendo che la storia della
musica americana è anche la sua storia; la musica, tempo per tempo, è stata,
è e sarà la compagna della sua vita; la musica lo avvicina
all’imperscrutabile, è la chiave di lettura dell’universo; dalla musica di
un tempo è partito ed alla musica di un tempo vuole nuovamente approdare; la
musica è anche il mezzo per compiere un opera di bene. Ci sta dicendo questo
sono io. Sono io il ragazzino di Hibbing avvolto nei suoni della polka della
fine degli anni cinquanta importata dalla tradizione dei paesi dell’est dai
minatori del Minnesota; sono io immerso nelle sonorità dell’ Hillbilly o di
quella commossa disillusione, disperata ed edificante al tempo stesso,
espressa dal blues. E poi sono io con i miei tormenti ascetici a cercare il
conforto in questa piccola capanna a Betlemme.
Forse i miei sono vaneggiamenti, ma la sua voce mi ha trasmesso tutto
questo.
Questo album si apre con i suoni festosi di Here come Santa Claus, prosegue
con il divertente “parapapampam” di Little drummer boy e il ritmo vorticoso
di Must be santa passando per il solenne fraseggio in latino di Adeste
Fideles, spassosamente pronunciato con inflessione americana, e la
commovente e bellissima Christmas Blues, si chiude con un simbolico e
struggente “amen” liberamente introdotto nel testo originale di O’ Little
Town Of Bethlehem. “Amen” è un avverbio ebraico che sta a significare
“essere vero, veritiero”, ed in tale accezione è stato assunto anche nel
Nuovo Testamento. Forse Bob vuole dirci che l’unica cosa vera è la venuta di
Cristo tra i peccatori, anche se l’orecchio del peccatore non può percepire
la sua venuta, quando canta le due più significative strofe delle quattro
che compongono il canto? Non so. Forse vaneggio. Qualcuno, miglior
conoscitore di Bob di me, spero dirà presto la sua opinione.
Una cosa però è chiara. La voce, mai così dolcemente aspra negli ultimi
tempi, trasuda e trasmette profonde emozioni. Le interpretazioni sono vere,
sentite, sincere. E parlano di sé, di ciò che più ama.
Non credo, poi, di dire amenità più gravi di quelle che ho appena espresso,
se affermo che nel complesso l’esecuzione dei vari brani è di ottimo livello
(non a caso non ci sono i soliti noti a suonare la chitarra) e che Bob si
destreggia egregiamente tra i cori con una voce che si integra ed al tempo
stesso si contrappone perfettamente alle vocine celestiali dei coristi.
E’ questa voce che parla al cuore. Perlomeno al mio.
Ancora grazie, quindi, Bob. Quest’anno avrò un po’ più di Natale nel cuore.
Un abbraccio a tutti, Marina
[Folk] Bob Dylan - Christmas In The Heart
di Paolo Bianchi
Su Dylan si dice (ed io stesso dico) sempre la stessa cosa, ma non c'è
niente da fare, chi come me si ostina a dirla è semplicemente amico della
Verità. La "cosa" in questione è che Bob Dylan non ha mai finito e mai
finirà di stupire tutti noi che lo seguiamo amorevolmente e/o criticamente.
Mai Dylan finirà di creare seri problemi a quelli che cercano dai primi '60
ad oggi di affibiargli un'etichetta qualsiasi. Io stesso nella mia
recensione al suo ultimo album di inediti "Together Through Life", parlando
del brano "Shake Shake Mama" mi sono lasciato andare in un "Questo credo sia
il tipico pezzo che Bob amerà eseguire dal vivo!" per essere poi
inesorabilmente sbugiardato da Bob Dylan che, per ora, ha eseguito
moltissimi brani dell'album (credo tutti…verificherò...) senza mai toccare
"Shake Shake Mama"!
Ormai Bob ha raggiunto un livello tale da potersi permettere di fare ciò che
vuole e di stupire anche chi, come me e molti suoi fan, si aspettano già di
essere stupiti.
L'ultimo atto di questa bellissima storia assume il titolo di "Christmas in
the Heart", un disco di canzoni natalizie più o meno note il cui ricavato
sarà totalmente devoluto in beneficienza a "Feeding America". In fondo, a
pensarci bene, non c'è niente di nuovo nè quindi di "rivoluzionario" in una
scelta del genere: prima di Bob lo hanno fatto molti, moltissimi, da Johnny
Cash a Elvis Presley per rimanere in terra USA.
Quello che "rompe" in questo caso è l'assoluta incompatibilità tra questo
nuovo (bellissimo!) disco, la non attualità di dischi di questo genere,
l'idea che l'opinione pubblica si è fatta oggi di Bob Dylan e soprattutto
l'idea che si ha oggi, purtroppo, del Natale.
Non aspettatevi rielaborazioni eccessive, non aspettatevi significati
nascosti ma aspettatevi significati profondi (anzitutto, chiaramente, quelli
legati al significato cristiano della festività), chi vuole essere sorpreso
dall'apparente assurdità del progetto sarà, come ovvio, ulteriormente
sorpreso dalla "normalità" di questo riuscitissimo, tipico e atipico disco
di Natale.
Certo le sorprese non mancheranno (ve ne rovino subito una, qui Bob canterà
anche in Latino nel brano "Adeste Fideles"!) ma non è questo il tipico album
del Menestrello di Duluth su cui è possibile (anche se spesso sbagliato)
soffermarsi a parlarne, a valutare e a ricercare...questo è un disco che va
semplicemente ascoltato, di cui va compreso lo spirito e che soprattutto va
acquistato. E' semplicemente un bellissimo disco contro la Fame e a favore
del Natale.
I grandi artisti sanno riavvicinare coloro che li stanno ad ascoltare alle
cose anche più "vuote" e "svuotate" com'è oggi questa festività, perchè
sanno tirare fuori il senso più vero e profondo che va sempre al di là
dell'apparenza e dello stesso senso cristiano della festività (in fondo è
noto che il Natale esiste da ben prima della nascita di Gesù stesso in un
certo senso anche il suo "spirito" ha origini immemori).
Ci riuscì Eduardo de Filippo col suo "Te piace 'o presepio?" e a suo modo ci
riesce Bob Dylan col suo "Christmas in the Heat", Bob non ha dovuto scrivere
un solo verso per riuscirci, perchè quello che conta e fa grande un artista
è la capacità evocativa... basta ascoltare.
Ascoltate l'araldo: La beneficenza di Dylan può portare
tutto a casa dei senzatetto
by Patrick Foster, Media Correspondent
I fans possono vedere la sua musica come più mirata sui diritti civili
rispetto ai riti stagionali come il Natale, ma Bob Dylan si è classificato
al 1° posto nella corsa natalizia.
Il cantautore del 1960, che una volta manifestava nelle sue canzoni il fuoco
della protesta, ieri ha pubblicato un album di classici di Natale. Il denaro
( sotto forma di royalities ) proveniente da Christmas In The Heart, che
comprende canti e canzoni contemporanee, andrà in beneficenza ad
organizzazioni caritatevoli tra le quali , oltre a Feeding America e WPA ,
c’è anche “Crisis”, l'organizzazione britannica che sostiene le persone
senza fissa dimora.
Anche se alcuni potrebbero pensare che la raspa nella voce di Dylan non
trasuda allegria natalizia - un critico ha paragonato la sua voce nell’album
al muggito di una mucca con una gamba bloccata in un cancello – ma altri
esperti del settore dicono che il disco raggiungerà la cima delle
classifiche in questo Natale.
Martin Talbot, amministratore delegato della Official Charts Company, ha
detto che il volontariato può sperare in un imprevisto, con le canzoni che
potrebbero diventare dei classici. "Tornando agli anni 50’, tutti i grandi
artisti hanno inciso canzoni di Natale, ma ora è generalmente considerata
come una cosa un pò strana e fuori moda”. Ha detto.
"Non sono a conoscenza di altri come Bob Dylan, che hanno messo insieme un
album come questo. Non c'è dubbio che sarà un successo enorme”.
"E 'una cosa logica da fare, perché lui sta riproponendo canzoni che
ricorrono anno dopo anno, e la gente continua a comprarle.
"L'unico pericolo per gli artisti è che queste iniziative vendano di più dei
loro albums.
"La più grande vendita di Mariah Carey negli ultimi cinque anni, per
esempio, è All I Want For Christmas Is You. Ma Dylan ha alle spalle un
catalogo molto forte e dubito che accadrà ".
I fans sono divisi sui meriti dell’ album, che include favoriti come Winter
Wonderland, Hark the Herald Angels Sing, e Have Yourself a Merry Little
Christmas.
Caroline Schwarz, co-direttore del Bob Dylan Fan Club, ha dichiarato: "Ho
sentito opinioni diverse, ma mi piace veramente. Dopo aver ascoltato
correttamente penso che si tutto stia assieme molto bene. E 'un suono
classico, molto Bob. Mi piace il mix di canzoni religiose, si può sentire
ciò che egli intende, e poi le sue variazioni nel pop hits ".
Feeding America, un ente di beneficenza che aiuta le famiglie a basso
reddito negli Stati Uniti, riceverà le royalties americane derivanti
dall’album in perpetuo, mentre “Crisis” e il WPA . il programma alimentare
mondiale si divideranno i diritti internazionali. Il ricavato delle vendite
dovrebbero fornire più di quattro milioni di pasti durante il periodo
natalizio.
Ieri il rapporto annuale delle Nazioni Unite in materia di sicurezza
alimentare a livello mondiale ha confermato che più di un miliardo di
persone - un sesto della popolazione mondiale - sono denutriti e ha detto
che il numero è in crescita anche prima della crisi economica, che ha solo
peggiorato la situazione.
Leslie Morphy, chief executive di “Crisis”, ha detto: "A Natale, Crisis
offre compagnia e sostegno per alleviare la solitudine e l'isolamento con
servizi essenziali, quali l'edilizia e la consulenza del lavoro, per aiutare
le persone a muovere i primi passi dei senzatetto.
"Siamo molto grati a Bob Dylan per la sua generosa donazione. Il denaro
servirà a fornire migliaia di pasti caldi ai nostri ospiti ed anche una cena
di Natale. "Dylan ha venduto finora oltre 100 milioni di dischi, ma non ha
mai avuto un n.1 in Gran Bretagna.
Il suo successo più grande in questo paese è stata Like a Rolling Stone, che
è arrivata al n. 4 nel 1965.
Il cantante ha detto: "che il problema della fame è risolvibile in ultima
analisi, significa che dobbiamo fare ogni cosa in nostro potere per
contribuire ad alimentare chi soffre e di sostenere gli sforzi per trovare
soluzioni a lungo termine.
"Sono onorato di collaborare con il Programma alimentare mondiale e Crisis
nella loro lotta contro la fame e la senza fissa dimora".
CITH : Nobiltà nel Cuore !
Quando mi sono svegliato questa mattina, niente sembrava fuori dal comune.
Mi sono fatto una tazza di cereali, ho portato fuori l’
immondizia, ho guardato un pò i gabbiani che raccoglievano la roba dai
sacchetti, poi ho acceso il mio computer portatile. Negli ultimi giorni sono
stato a controllare i siti regolari per rilevare ogni cosa sul nuovo album
di Bob Dylan senza alcuna fortuna. Questa mattina, tutto è cambiato. Ho
deciso di creare questo blog per condividere alcuni dei miei pensieri.
Ieri, il premio Nobel per la letteratura è stato assegnato ad una persona
diversa da Bob Dylan. Il suo ultimo album “Christmas in the Heart” dimostra
che egli avrebbe potuto averlo , nella letteratura (e tutta l'arte),
l'invenzione e l'innovazione sono elementi essenziali per poter andare
avanti. Questo è stato prima osservato dai formalisti russi, che erano
arrivati con il coniare il termine “evoluzione letteraria”. In breve, la
'novità' è una parte importante nel definire ed apprezzare la letteratura;
allontanarsi dalle convenzioni è ciò che rende possibile l'evoluzione.
Bob Dylan è noto per i suoi costanti cambi di rotta, a volte ho cercato
dentro di me di vedere i suoi lati diversi, come tante altre persone, una
nozione che è stato esplorata nel film I'm Not There. Dylan , al momento , è
sempre alla continua ricerca di nuove forme di espressione che si rifanno
agli anni cinquanta, che è una cosa notevole da diversi punti di vista : lui
ha fatto parte della musica migliore mai pubblicata, con una scrittura di
testi che dovrebbe seriamente impressionare tutti anche senza il supporto
della musica.
E ora sto ascoltando il suo ultimo album, “Christmas in the Heart”. Se c'è
qualcuno là fuori che si sarebbe aspettato che Dylan potesse fare una cosa
del genere , diciamo, un anno fa, avrei detto che era andato via di testa.
Poi di nuovo, Dylan ha dimostrato di essere in grado di cavarsela con
qualunque cosa lui faccia, lasciando spesso gli ascoltatori storditi, o
colpiti, o semplicemente sbalorditi. Durante l'ascolto sento Dylan che
mormora dolcemente PUR-rum pum-pum-pum, sono impressionato. Quando chiede
chi ha un grosso naso rosso, io sono divertito e impressionato. Quando mi
augura un buon Natale, sono grato e impressionato. Impressionato, perché la
qualità di questo album è, ancora una volta di livello elevato, e forse non
ho mai goduto di altre interpretazioni di canzoni di Natale come le sue (
Non so cosa abbia influenzato Dylan nel prendere questa decisione).
Il calore che ho sempre sentito durante l'ascolto di "The Times Are
A-Changin o di “One Too Many Mornings” ritorna in me in questo intimo
contesto di Natale con Bob Dylan.
Oltre al fatto che le canzoni sono molto piacevoli da ascoltare, di buon
umore e sono state attentamente orchestrate e organizzate, questa mossa
artistica è di gran lunga la più inaspettata da Bob.Questo, a mio parere,
dimostra il vero artista che è: sempre in movimento, reinventando se stesso,
allargando i limiti al regno delle possibilità - e rimanere sulla parte
superiore della sua arte in termini di creazione.
Se Bob Dylan non ha alcuna chance di vincere il premio Nobel per il futuro,
è a causa di questo processo artistico che è sempre stato ispirato e
commovente generazione dopo generazione, e continuerà a farlo. La sua
eredità sarà di immenso valore culturale, tanto che è quasi impossibile,
solo pensare di cominciare a coglierne la sua vastità e la sua qualità.
I gabbiani al di fuori della mia finestra erano troppo lenti per gli uomini
della spazzatura. Quando le ultime note di O Little Town Of Bethlehem si
sono spente , mi ritrovo sorpreso: per la prima volta, da che mi ricordo,
sono davvero impaziente che arrivi il Natale di quest'anno.
(Fonte: visionsofdeq.blogspot.com)
Bob Dylan non funziona sulla slitta di Babbo Natale
Come una slitta rotolante ? Bob Dylan cerca di affrontare le tradizioni
di Natale - con risultati disastrosi.
by Jim DeRogatis - Pop Music Critic
Anche se può sembrare come lo sforzo più improbabile, i fan di lunga data
del Bardo più famoso del rock devono applaudire al messaggio di Robert Allen
Zimmerman nel fare un album di Natale - che è, almeno se si apprezza
perfidamente il senso dell 'umorismo sarcastico e l'amore per il
surrealismo, sono sempre stati un punto fermo lavoro di Bob Dylan.
Questo è, dopo tutto, l'uomo nell cui autobiografia loda il vecchi wrestler
Gorgeous George e il suonatore di ukulele Tiny Tim, come due dei suoi più
grandi ispiratori, e che ama pasticciare con la nostra nozione del suo
status, come la voce di una generazione, con l'occasionale deviazione
stupefacente nel fare uno spot per Victoria's Secret.
Concettualmente, quindi, "Christmas in the heart” è un successo,
semplicemente perché è così inaspettato e bizzarro. Si potrebbe pensare che
quando entra nel sesto decennio della sua carriera, con 34 album in studio e
innumerevoli registrazioni dal vivo al suo attivo, a Dylan non poteva venire
in mente null’ altro per sorprenderci di più.
Purtroppo, per quanto riguarda la musica, l'album è un completo fallimento.
Come una slitta rotolante ? Bob Dylan cerca di affrontare le tradizioni di
Natale - con risultati disastrosi.
Come la copertina in stile Currier & Ives , il tipo di arrangiamenti
fastidiosamente preziosi, e al di là della scelta prevedibile dei pezzi
ormai strausati , il coro di background dei cantanti suoai come se fossero i
membri superstiti della famiglia King, Dylan suona le cose in modo diretto ,
aderendo agli sciropposi, pop schlocky suoni della pre-rock era, che hanno
anche caratterizzato i momenti peggiori nei suoi albums più recenti.
Dylan non mai stato un buon cantante convenzionale, poi negli ultimi anni ,
il suo (una volta) potente gracidio è diventato più di un sibilo stridente.
Ma la sua esecuzione è il vero problema.
Quando lui inciampa con la voce in "I'll Be Home for Christmas", suona come
una imbarazzante pecora nra in una famiglia di diseredati, offrendo il
sentimento come una minaccia piuttosto che una promessa.
In "Winter Wonderland", quando il mieloso canta "Avremo un sacco di
divertimento con Mr. Snowman", lui suona come uno psicotico e risponde:
"Fino a quando gli altri ragazzi sapranno tutti che è caduto !" E dal
momento che inizia la macellazione il ritornello familiare in latino di
"Adeste Fideles" - "Venite adoremus Dominum" diventa , non scherzo "Benito
adore-a-moose domino!" !" - Non si sa se è un sussulto o una risata.
Se i proventi di questo album non fossero stati donati in beneficenza per
attenuare la fame nel mondo, si potrebbe pensare che era tutta una messa in
scena fallimentare. Indipendentemente da ciò, i fan farebbero bene a
comprarlo per fare una donazione di tasca propria risparmiandosi la festosa
tortura di ascoltare le canzoni.
"Christmas In The Heart", la voce e il cuore di Bob
Dylan davanti al Natale
di Paolo Vites
«Adeste fideles laeti triumphantes venite, venite in Bethlehem Natum videte
Regem angelorum Venite adoremus, Dominum»: fa un effetto straniante sentire
le parole, in latino seppur un po’ zoppicante in quanto a pronuncia, cantate
da Bob Dylan.
Sì, l’uomo che un tempo immemorabile tuonava contro i padroni della guerra,
denunciava la dura pioggia atomica, chiedeva al tamburino magico di fargli
dimenticare l’oggi fino al domani e senza una direzione verso casa, si
sentiva come una pietra che rotola. Il più importante e influente autore di
canzoni rock dell’epoca moderna pubblica un disco di classici natalizi,
questa è la notizia, tra cui Adeste fidelis.
Quello del Christmas album è un appuntamento classico negli Stati Uniti, da
quando Bing Crosby, con la sua "White Christmas", vendette decine e decine
di milioni di copie, tutti i grandi si sono adeguati, da Elvis a Frank
Sinatra a Phil Spector, che a tutt’oggi con il suo "A Special Gift" detiene
certamente il titolo di produttore del disco natalizio - dal punto di vista
rock - più riuscito. Che un disco così lo faccia il più outsider dei
musicisti rock, fa scalpore, ma in fondo neanche tanto.
Musicalmente, la raccolta conferma il punto a cui è giunto e si è fermato
ormai da anni e da almeno tre dischi, gli ultimi, il cantautore americano.
Dopo aver approcciato in modo rivoluzionario il folk, il rock, il blues, il
country, la musica gospel e quant’altro, cioè aver rovistato a fondo
nell’anima musicale del suo paese, Bob Dylan si è adagiato in quella forma
musicale pre-rock’n’roll, anni Quaranta e primi Cinquanta, tra melodie da
crooner, classica country music hillbilly, blues.
Non è un caso allora che il repertorio prescelto da Dylan per questo
"Christmas in the Heart " ricalchi quasi fedelmente quello del disco "Elvis’
Christmas Album", pubblicato nel 1957: brani come Here Comes Santa Claus,
I’ll Be Home For Christmas, O Little Town Of Bethlehem. Ma anche quello del
secondo disco natalizio di Elvis ("Sings The Wonderful World of Christmas"),
pubblicato nel 1970: O Come All Ye Faithful, Silent Bells, Winter
Wonderland.
E anche gli arrangiamenti sono pressoché gli stessi, con il sapiente uso di
cori maschili e femminili che ricordano i Jordanaires, i back up singers del
Re del rock’n’roll, e l’impianto musicale elegantemente jazzy e un po’
country.
La voce, però, non è esattamente quella consolatoria e sdolcinata dei
classici album natalizi: è quella di un uomo anziano, provato da oltre 40
anni di vita on the road, da bottiglie di Jack Daniel’s e sigarette come se
piovesse, una voce che forse non è raccomandabile far ascoltare ai bambini
la sera di Natale. La voce di un sopravissuto, la voce di un bluesman del
cuore. Ma proprio per questo è una voce vera: il disco di Bob Dylan trasuda
sangue e cuore, commuove nel sentirlo piegarsi su melodie che corrono il
rischio di diventare stereotipate se non vengono eseguite con l’anima.
E Dylan si diverte un mondo ad approcciare questo repertorio che
evidentemente, visto il modo di suonarlo, lo fa tornare ai giorni della sua
adolescenza, a un’America in cui ideali e promessa erano ancora intatti e in
cui anche il Natale aveva un significato. Anche per lui, ragazzino ebreo,
attraverso canzoni che sanno comunicare un oltre.
Diverte, e tanto, quando si getta capofitto nel cajun indiavolato e
trascinante con tanto di fisarmonica di Must Be Santa, in cui nell’ultima
strofa, chissà perché, cita uno dopo l’altro tutti i presidenti americani
che ha visto sfilare nella sua vita (“Kennedy, Johnson, Nixon, Carter,
Reagan, Bush, Clinton, Bush…”) e spezza il cuore nel blues da tarde ore
della notte di Christmas Blues, in cui ci infila con nonchalance un
bell’assolo di armonica.
Appassiona con l’hillbilly music di Christams Island, e intenerisce il cuore
con la già citata Adeste Fidelis. I diritti d’autore del disco sono devoluti
da Bob Dylan a Feeding America, associazione che si occupa di chi non è in
grado di pagarsi da mangiare: si calcola che il ricavato del disco possa
procurare circa quattro milioni di pasti per circa un milione e mezzo di
persone durante il periodo natalizio. Non male, vecchio Bob.
(Fonte: ilsussidiario.net)
DYLAN , ancora controcorrente.
Il 13 ottobre 2009 giorno di uscita dell'ennesima opera di DYLAN (Christmas
in the heart), è una data che molti aspettavano (devo dire purtroppo...la
maggior parte) per poter nuovamente criticare in maniera del tutto gratuita
la qualità del disco. Il fatto poi che DYLAN abbia deciso di donare le
royalties al World Food Program per sfamare gli affamati in tutto il mondo ,
è per i più l'unica nota di merito del disco. Non voglio mettermi ad
analizzare "tecnicamente" brano per brano come ho visto fare in molti per
trovare qualche difetto del tipo ".. quì la voce è troppo gracchiante, no
forse quì ci voleva un assolo di armonica,ma forse era meglio una chitarra
acustica...etc.. etc.. etc..".
Penso che DYLAN sia andato ancora una volta controcorrente in tempi in cui i
dischi natalizi fatti dalle grandi "star musicali" siano finiti da un pezzo.
RAY CHARLES,JOHNNY CASH, JOHN FAHEY, JIMI HENDRIX, WILLIE NELSON...tutti
loro ne hanno inciso uno , non vedo perchè se lo incide DYLAN diventi tutto
d'un tratto.. "un traditore.., un venduto.., o meglio ancora uno che ormai
vive solo di ... NEVER ENDING TOUR.
Christmas in the heart è un disco natalizio, e allora DYLAN ancora una volta
ha centrato il bersaglio e , che si voglia o non si voglia ormai è parte di
DYLAN. (QUESTO E' DYLAN , PRENDERE O LASCIARE)
Merry Christmas a tutti.
ANGELO
PLETTRO E CALAMAIO - di Osvaldo Piliego
Ci fossero miliardi di parole, lo stesso non basterebbero a raccontare la
musica e se le note fossero mille e non sette, da sole non potrebbero
contenere quello che le pagine conservano. Si dice che dietro ogni canzone
c'è una storia, un libro consumato o una poesia mandata a memoria e si dice
anche che ogni volta che si scrive, o semplicemente si legge, la musica è lì
a farci da colonna sonora. La musica e la scrittura sono arti permeabili che
a vicenda si lasciano attraversare e influenzare. Da sempre, o più o meno,
prima della scrittura e della stampa, la parola e la sua diffusione
dipendeva dalla musica che attraverso ritmo e melodia restava impressa nella
memoria e tramandata.
Con il tempo musica e parole hanno cambiato il loro rapporto, entrambe si
sono evolute senza mai allontanarsi al punto di separarsi. La poesia è e
sarà sempre musicale e alcune delle più celebri canzoni della popular music
sono pagine di letteratura, testi pregni di lirismo. C'è poi la narrativa
che racconta la musica, la sua storia, le sue figure, le sue storie e quella
che dalla musica è fortemente influenzata. E ancora musicisti che si
misurano con la poesia e la scrittura e poeti che collaborano con musicisti.
Le varianti sono quasi le stesse che permettono alle note di diventare
canzoni sempre nuove e alle parole di trasformarsi in storie mai lette.
Simbolo vivente del rapporto tra musica e letteratura è, secondo me, Bob
Dylan. La grandezza di un artista come Bob Dylan è di compiere gesti immensi
con estrema facilità. Prima di lui musica e poesia sembravano dialogare
attraverso il jazz, o per lo meno il jazz sembrava essere in qualche modo
influente nella composizione stessa della poesia. Dylan è riuscito a unire
nella sua arte narrazione, musica, poesia, spettacolo a scavalcare il limite
facendo dialogare il rock con la cultura alta. Rappresenta un feedback, una
frattura se vogliamo, che ha forzato alcune resistenze e ha unito linguaggi
musicali e letterari apparentemente lontani. Non a caso il poeta Allen
Ginsberg salutò il suo arrivo nelle radio con la frase "La poesia nei juke
box" e non a caso a lui riserviamo la copertina del nostro nuovo numero di
Coolclub.it dedicato al rapporto tra libri e musica così come una serie di
incontri che si stanno svolgendo a Lecce nell'ambito della manifestazione
nazionale Ottobre piovono libri: i luoghi della lettura e che abbiamo
intitolato, proprio a farla apposta, "La poesia nei jukebox".
Abbiamo interrogato alcuni scrittori su questo tema, lo abbiamo chiesto
anche alle band intervistate. Abbiamo cercato di delineare i profili di
questo tema anche grazie al contributo eccezionale di Giancarlo Susanna che
ci ha regalato il ricordo e le parole di Pier Vittorio Tondelli. E poi
dischi libri, film, appuntamenti come per ogni numero e, speriamo, per molti
altri.
(Fonte: otranto.biz)
Hey, Balordi , Santa's Coming!
by Don Corrigan - Columnist
Posti di lavoro sempre più difficili da trovare. I bilanci dello Stato e
delle amministrazioni locali fanno acqua. Il deficit nazionale continua a
crescere. Ma sorridete gente , Santa's coming!
Le minacce contro il Paese ci riempiono di rabbia. Trame continuano ad
essere tessute. I Mayhem (I Mayhem sono una band black metal norvegese,
formata nel 1984 dal chitarrista Euronymous. Sono giudicati da tanti uno dei
gruppi più rappresentativi del genere e il loro disco De Mysteriis Dom
Sathanas è definito una pietra miliare di questa corrente. I Mayhem sono
anche molto mitizzati nel panorama heavy metal per la loro storia
controversa, costellata da episodi di omicidio e suicidio, performance dal
vivo raccapriccianti e vandalismi contro luoghi cristiani, oltre per le
numerose leggende metropolitane macabre che hanno creato un alone di mistero
intorno alla band stessa ) sembrano essere proprio dietro l'angolo. Ma cheer
up, folks, Santa's coming!
Norme di inciviltà hanno invaso la Terra. I sapientoni fanno
richieste di anarchia. Nessuno sembra d'accordo su niente. Ma sorridete
gente , Santa's coming!
Mi sono ricordato che San Nicola è venuto a visitarci di nuovo con il
recente annuncio che il 13 ottobre Bob Dylan farà uscire “Christmas in the
heart”, un'importante raccolta di preferiti per le vacanze che riscaldano il
cuore.
Fra le canzoni ci sono "Here Comes Santa Claus", "Winter Wonderland",
"Little Drummer Boy" e "Must Be Santa".
Ho intenzione di essere in prima fila per comprare il disco di Dylan. Non ho
comprato un album di Dylan dai tempi di "Blood on the Tracks", molto tempo
fa. E 'giunto il momento per un po' sorrisi Natalizi annunciati dal
cantante, compositore, musicista e poeta emerito.
Questi devono essere tempi agrodolci per Dylan, il nostro grande poeta. Dopo
tutti questi anni, non abbiamo mai imparato niente dalle sue parole . I
maestri della guerra sono ancora in piena attività. Da Detroit a New
Orleans, le Desolation Rows sono cresciute in modo esponenziale e sempre più
disperate. E, Dio solo sa che cosa sta soffiando nel nostro vento.
Ancora, Santa is coming. E Dylan non ci ha voltato le spalle. Egli ci sta
dando un Natale, se lo meritiamo o no. Cosa c'è di più, ha deciso di donare
i suoi diritti d'autore degli Stati Uniti a Feeding America, che supporta le
banche per alimenti e mense tutto su questa terra.
La preoccupazione di Dylan mi fa sentire un po' di gioia. La sua generosità,
anche a me fa valutare tuttti i Balordi di questa terra, la loro avarizia ,
la loro mediocrità senza spiritualità , il loro materialismo che si
amplifica sempre più, e per contrasto, mi rende chiaro tutto il bene che può
esistere!
Thank you, Rush Limbaugh ( radio americana che ospita commenti di politici
conservatori ), vi ringrazio per tanti anni di parole sui poveri indegni. Vi
ringrazio per mostrarci quanto miserabile un tirchio possa essere!
Thank you, bevitori di tea , grazie per la vostra turbolenta protesta contro
tutti gli indegni di assistenza sanitaria, che sono sporchi perchè non si
lavano. Vi ringrazio per quella brutta abitudine di dire "Hey,questo è mio,
Jack !" , stupida ostentazione agli altri!
Grazie anche a Cynthia Davis, R-O'Fallon, che ci avete mostrato il modo di
giustificare i tagli ai programmi di refezione scolastica per i bambini
affamati. Grazie per aver fatto sapere all’intero paese che qui, in
Missouri, crediamo che "la fame può essere una motivazione positiva" per
tutti i giovani con lo stomaco vuoto.
Quando il direttore di Feeding America Vicki Escara sentito parlare del dono
di Dylan, ha gridato il suo apprezzamento per la generosità di Bob, che
contribuirà a portare l’attenzione "sui 38 milioni di americani che oggi non
hanno la sicurezza alimentare. It's just inconcepibile".
Sì, è inconcepibile. Ma vi è un motivo di speranza. Santa is coming.
Fonte : new.websterkirkwoodtimes.com)
Dylan deve cantare Dylan
Ok, prometto che è la mia ultima sull’ argomento.
È che ho ascoltato il disco, finalmente, e mi sono detto: “Forse sono stato
troppo duro”.
Ma poi ho ascoltato
http://www.youtube.com/watch?v=lUyuGFoiWJ0 e mi sono convinto che Dylan
deve cantare Dylan
Ciao dalla Lucertola
Ben detto Mr. Tambourine!
Christmas In The Heart forse, ad un migliore e più approfondito ascolto, non
risulterà ascrivibile alla categoria dei capolavori. Ma è divertente pensare
a questo nostro caro vecchio che come un bimbo in attesa dei doni canta un
inno a Babbo Natale accompagnato da cori e suoni di campanelli.
La voce del vecchio Bob? Graffia l’orecchio dell’ascoltatore, a volte.
Graffia persino l’anima, a volte, perché sembra preludere ad un ineluttabile
declino fisico. Ma che bello sentirla. Che bello non dovere piangere la sua
assenza.
Lo slancio caritatevole? Forse la beneficenza è una necessità della sua
anima strapazzata, è l’espressione di un egoistico bisogno di sentirsi a
posto con se stessi. Forse. Forse è questa forma di egoismo interiore che
muove tutte le azioni umanitarie. Ma che bello che lo abbia fatto. Che bello
poter dire agli amici ed ai colleghi, che non lo conoscono (e credetemi ce
ne sono molti), che Bob è grande anche per questo.
La Sony? Fa il suo lavoro e Bob e tutti coloro che raccoglieranno il suo
messaggio non devono misurare la lodevolezza della iniziativa in funzione
dell’atteggiamento della casa discografica. Forse questa ha fatto un
bell’affare, ma ogni disco in più venduto sarà un pasto in più per un
affamato. Ed in questo senso, chiunque contribuirà ad aumentare le vendite,
per qualunque motivo lo faccia avrà, suo malgrado, contribuito alla causa
(Citybank compresa).
Che Dio lo benedica, dunque. In ogni caso.
Forse il mio sembrerà un atto di fede, piuttosto che un giudizio obiettivo
sull’opera di un artista. Forse è così. Se avere fede significa dare per
vero e buono l’imperscrutabile, questa volta più che mai faccio atto di
fede.
L’altro ieri sono andata da Ricordi in via del Corso, nel centro di Roma,
come mi capita spesso quando ho voglia di comprare un disco che non ho (ho
comprato Tupelo Honey di Van Morrison). Con l’occasione ho chiesto
all’addetto alle informazioni discografiche se aveva notizie dell’uscita del
nuovo disco di Bob Dylan prevista per il 13 ottobre. E lui: “Un altro?? Ma è
instancabile!! Come si intitola?” Io: “Christmas In The Heart”. Mi guarda
“Christmas ….!!” Io: “Si. E’ un disco di canzoni natalizie americane”. Mi
guarda scuotendo la testa: ”Anche lui ha ceduto, eh … !!!”.
Ma che vuol dire ho pensato, rimanendo impassibile. Volevo spiegargli il
senso di questa cosa. Ho rinunciato. Era così sciocca l’osservazione e
l’allusione che non ho avuto voglia di spiegare nulla. Peraltro, mi ha detto
che in Italia esce domani, venerdì 9 ottobre, in anticipo rispetto agli USA.
Domani se lo ritrovo lì gli dirò quello che non sa.
Un abbraccio Marina
“Hey Mr. Tambourine”,
sono d’ accordo con quanto hai scritto e ti dirò di più: il fatto che Dylan
abbia usato questo disco per fare beneficenza dimostra la sua assoluta buona
fede.
Lo dimostra perché si tratta di un disco davvero “rischioso”: si è messo in
gioco, e pesantemente. Sarebbe stato molto più comodo cedere “una parte”
delle royalties di TTL: faceva una bella figura e aumentava vendite già
ottime.
Tu scrivi: “Che cosa possiamo imputare a Dylan ? Di essere un Grande ? Di
essere un Poeta ?.....ecc”.
In realtà la mia opinione era ben più ristretta: a Dylan non imputo niente;
parlavo solo di “Christmas in the heart”, il cui valore puramente artistico
secondo me è davvero poca cosa.
Non dico che sia bello o brutto: dico che è… come dire… fuori posto.
Davvero: mi sembra come andare a dirigere la nona di Beethoven vestito da
metallaro.
Voleva fare canzoni natalizie? Bene: poteva riarrangiarle in chiave blues,
in modo che la sua voce fosse adeguata. E invece no: lui vuole l’
arrangiamento classico.
Sapete cosa penso? Penso che il contrasto sia talmente evidente, talmente
rischioso e talmente poco gradevole che Dylan non possa averlo ignorato. Per
questa ragione io credo che Bob si sia sentito costretto (una volta tanto) a
fare il disco in quel modo, che sentisse di non avere scelta: la beneficenza
si poteva fare solo con quelle canzoni, arrangiate così.
Mi piacerebbe sapere cosa pensate in proposito.
Ciao a tutti da Roberto the Lizard
"Christmas in the Heart" , cos'è sta merda again ?
Trovo scorretto da parte mia esprimere un giudizio sul
nuovo album basandomi su una manciata di sample; tuttavia non resisto alla
tentazione di riesumare un’antica domanda, suscitata da “Self Portrait”.
Per “Christmas in the Heart” non posso che domandare: “Cos’è ‘sta merda?”
Giustifico l’ affermazione: puoi vestirti da metallaro ed essere adeguato
alla situazione; puoi metterti il frac ed essere adeguato alla situazione.
Non puoi cantare canzoni di natale, con arrangiamenti alla Bing Crosby, se
hai la voce di Bob Dylan.
Ciao dalla Lucertola ( Roberto The Lizard )
“Christmas in the Heart” , la “merda” buona.
Devo confessare che la prima impressione che ho avuto ascoltando i samples
nel breve tempo che sono stati su Amazon UK è stata identica a quella sopra
postata di Roberto the Lizard , cioè , “Cos’è sta merda !”.
Sembra un Bob Dylan impazzito , che vuole prendere per il culo se stesso ed
il mondo , ma forse invece le cose non stanno in questo modo.
Il disco sarà terribile , non credo proprio che ci sarà differenza fra i
samples ed il disco nella sua intierezza , ma il ragionamento che faccio io
è un’altro.
E’ questo un disco di Bob Dylan ? Chiariamo la questione , materialmente lo
è , artisticamente e moralmente no.
Detto questo , sarà difficile inserire questo “Christmas in the heart” nella
discografia ufficiale di Bob , non ha niente a che vedere e non l’avrà mai (
questo al di la del fatto che il disco , o almeno alcuni pezzi dello stesso
, alla lunga potrebbero anche piacere ).
Questa è un’operazione diversa , trasparente nell’intenzione e con molti
lati oscuri nella realtà.
Mi spiego meglio :
Il lavoro di Bob e la sua intenzione sono quanto di più lodevole si possa
fare , l’aver lavorato gratuitamente , lui ed i musicisti , la cessione
delle royalities alle organizzazioni umanitarie sono quanto di più nobile ,
generoso , solidale ed altruistico si possa fare.
Ma la cosa non finisce qui , finora , a quel che risulta a me , la Sony non
ha dichiarato che gli utili della vendita del disco andranno alle stesse
organizzazioni , allora mi chiedo , chi intascherà questa montagna di denaro
? La Sony stessa naturalmente , e per la compagnia sarà un’altro Affare con
la A maiuscola , un’operazione commerciale coi fiocchi e controcoglioni. Non
posso addossare la colpa di questo stato di cose a Dylan , lui la sua parte
l’ha fatta, ci ha messo la faccia, ci ha messo la voce , ci ha messo il
lavoro , la sua reputazione ed a meno di considerarlo uno scemo , di certo
avrà previsto la comune reazione di milioni di fans nel dire ancora una
volta “Cos’è sta merda ?”.
Quindi , a conti fatti , Dylan voto 10 – Sony voto 2 - , con i complimenti
per il senso del businnes dei suoi dirigenti .
Da un’altro punto di vista dobbiamo tener sempre presente che Dylan ha
sempre fatto , fa e farà quello che gli passa per la mente, fregandosene
altamente dell’opinione del resto del mondo , fans e non. Questo è sempre
stato un atteggiamento duro da digerire per tutti , ma alla fine tutti noi
l’abbiamo mandato giù , e forse abbiamo capito dentro di noi , senza mai
ammetterlo pubblicamente, che proprio questo è quello che ha distinto e
sopraelevato il valore di Bob rispetto agli altri.
Nessuno più di Dylan ha dato delle picconate micidiali per distruggere e
rovinare la sua immagine pubblica di uomo ed artista , nessuno ha inciso
cose talmente diverse le une dalle altre da sembrare altamente bislacche ed
ai confini della pazzia e del suicidio artistico. Ma questo è Dylan , take
it or leave it ! Nient’altro che si possa dire.
La maturazione dylaniana attraverso gli anni si è spostata in campi diversi
, ha esplorato le radici di ogni forma musicale americana , lui ha voluto
cantarle e rappresentarle tutte , e bene ha fatto. Siamo noi fans che
vorremmo un Dylan immutabile nel tempo ( ne siamo poi così sicuri ? ),
quello che più piace a noi , potrebbe essere il Dylan della RTR , di Blonde
on Blonde , del periodo cristiano , del periodo folk , della protesta , il
Dylan nuovo Profeta , voce della sua generazione , il più grande poeta di
questo secolo , il più grande songwriter della musica Rock , e chi ne ha più
ne metta. Ma sarebbe altamente ingiusto ed altrettanto egoistico. Dylan ha
il diritto di essere se stesso , di fare e suonare le cose che piacciono a
lui , di parlare col suo pubblico o di stare zitto ( e forse è arrivato alla
decisione di stare zitto perchè aveva capito prima di tutti noi che era
assolutamente inutile parlare , perchè ogni parola detta da lui può venir
travisata od usata nel modo che più fa comodo agli altri ).
Che cosa possiamo imputare a Dylan ? Di essere un Grande ? Di essere un
Poeta ? Di essere un genio letterario e musicale ? Di saper stare al di
sopra delle convenzioni ? Di aver fatto gioire e soffrire milioni di fans ?
Di aver inciso solo 47 LP ? Di aver fatto della carità a persone bisognose ?
Ma di cosa stiamo parlando ? “Christmas in the heart” non è un disco di Bob
Dylan nel senso stretto del significato , ed allora ? . “Christmas in the
Heart” ha uno scopo ed un significato ben preciso dal punto di vista di Bob
, e se questo dovesse essere il giudizio , ben vengano altre merde del
genere , milioni di bambini muoiono di fame in tutto il mondo , facciamo
finta di non saperlo ? Dylan ha fatto quello che era in grado di fare per
contribuire ad alleviare questo problema troppo sottovalutato dai Grandi
della terra , e , moralismo a parte , 100.000 Dylan piuttosto che un solo
Bush , o Saddam o altri guerrafondai del genere. “Cos’è sta merda ?” , bene,
è merda utile , merda con un alto valore intrinseco , merda che darà cibo a
bambini che muoiono di fame e di stenti , vorrei tonnellate di questa merda
, e scusatemi l’uso di parole così terra a terra.
Mr.Tambourine
Primo ascolto: Bob Dylan's 'Christmas in the Heart'
by Randy Lewis - Il blog di musica L. A. Times
Nonostante qualche reazione scettica del pubblico alla notizia che Bob Dylan
ha fatto un album di Natale - "Un altro segno che i tempi finali sono
vicino", un amico ha scritto in una e-mail che collega alla pagina Amazon
Web --- Non è uno scherzo. E a giudicare da una mezza dozzina di canzoni che
ho potuto ascoltare in anteprima nella serata di Mercoledi, si tratta di una
tonnellata di divertimento.
"Christmas in the heart" uscirà il 13 ottobre, e Dylan , in questa settimana
, stava ancora cercando di decidere la selezione di brani e la sequenza ,
che è una delle ragioni per cui una manciata di giornalisti musicali non
hanno potuto ascoltare tutto il disco.
L’ immagine della copertina è un buon indizio di ciò che Dylan ha fatto in
questa serie di canti tradizionali di Natale - al di là dell'aspetto
benefico dell’operazione. (Tutti i diritti d'autore di Dylan - per sempre -
saranno divoluti a tre organizzazioni che aiutano a nutrire gli affamati:
Feeding America, UK , e quella delle Nazioni Unite 'World Food Program., C’è
stata anche una brutta storia all'inizio di questa settimana su un primo
accordo per il download del disco tra Sony Music e Citibank che sembra
particolarmente sbagliata.)
Piuttosto che un semplice sessione per i suoi figli e nipoti, quella di
Dylan sembra essere l’offerta di un astuto esploratore delle radici della
musica per le vacanze , ed in particolare quelle di Natale – esplorando vari
album nel corso degli anni per la musica pop , la miniera nel blues, folk,
country e gospel.
La sua versione di "Must Be Santa", con la fisarmonica di David Hidalgo, è
direttamente ispirata alla registrazione del gruppo di Texas-polka “Brave
Combo” , che faceva parte dell’album del 1991 "It's Christmas, Man!".
Eppure, c'è in arrivo un video di Dylan, girato qui nei sobborghi di L.A.,
di "Here Comes Santa Claus" che si rifà dritto alla versione di Gene Autry
incisa nel 1947, con un assolo di chitarra che rispecchia l'originale,
timbricamente melodico.
Egli va ancora più indietro nel tempo con "O Come All Ye Faithful (Adeste
Fidelis)," come se cantasse per la prima volta a Hibbing, Minnesota , con
accento latino. Quattro stelle per Bob !
L’ arrangiamento di "Christmas Island" si divide tra la versione delle
Andrews Sisters-Guy Lombardo fatta nel'40 e quella pop di Leon Redbone's del
1987 . Ricordando Mel Tormé in "The Christmas Song", la voce brizzolata
Dylan suona a volte come se una corda vocale o due fossero state messe a
tostare sul fuoco insieme alle castagne.
Il coro di alcuni dei brani in anteprima ricorda i cantanti di Ray Conniff ,
Mitch Miller e altri gruppi che spopolavano negli album delle vacanze degli
anni '50 e '60, i paesaggi sonori altrettanto ampii e potenti , ben
orchestrati , favorendo con gran riverbero campane, xilofoni e campanelli
con un suono limitato dalle regole , ed il suono corposo e blues dei recenti
album in studio di Dylan.
Possiamo solo sperare che, quando il resto della musica verrà a galla ,
Dylan prenda spunto dal Dwight Yoakam e riservi un trattamento da mariachi
alle "Silver Bells".
Una prima sbirciata all’album di Bob Dylan “Christmas
in the Heart”
Di Phil Gallo / LiveDaily Contributor
Fan di Dylan, tenetevi forte: la leggenda del folk-rock canta in latino nel
suo album di Natale, che sarà nei negozi 13 Ottobre.
Mentre Dylan sta portando a termine la track list di "Christmas in the
heart", ha dato il permesso che sei delle tracce dell'album fossero date in
anteprima d’ascolto ad un ristretto numero di giornalisti. E 'evidente che
Dylan ha preso sul serio questo progetto, i brani hanno avuto un regime
canonico ed integrale con cori, campane della chiesa, sezioni d'archi e le
bande che includono pezzetti dal sapore swing Western.
Per completare il tutto, ha girato un video con una festosa atmosfera
natalizia per "Must Be Santa" , brano che era già stato registrato da
artisti del calibro di Brave Combo e Tommy Steele.
Il tono della mezza dozzina di brani si rifà agli album di Natale del 1950 e
primi anni '60, con arrangiamenti che ricoerano Andy Williams, Bing Crosby e
le Andrews Sisters, un LP corale insomma. L'approccio è di vecchio stile,
costellato da una gioia convincente nella voce ruggente di Dylan e dei
musicisti che lo circondano. Immaginate Bob, come se fosse vostro zio con
tutta la famiglia raccolta intorno al pianoforte e lui che canta, che
potrebbe non avere la voce migliore per questo, ma che è certamente pieno di
entusiasmo.
Il suono ridonda dell’ impegno di Dylan per rendere questo un progetto
artistico. "Little Drummer Boy" è solenne eppure sempre più accogliente, un
effetto creato per dare l'impressione di avere vicino un bambino ,
aumentando gradualmente la sua presenza vocale fino a quando il canto non è
completamente in tandem con Dylan. "The Christmas Song" si apre con un
pianoforte verticale, che suggerisce l'isolamento. Come si unisce il
sostegno degli altri strumenti , il pianoforte dà modo alle campane ben
intonate che rafforzano l'idea di un raduno, anche se una chitarra jazz fa
scintillare la melodia, come nella versione di Nat Cole , non vi è "Jingle
Bells" in coda.
Dylan cala la carta giusta con "Here Comes Santa Claus", apparentemente in
viaggio su un percorso illuminato da torce tiki, e "Christmas Island", che
si collega alla versione delle Andrews Sisters.
La tradizionale esecuzione di "Adeste Fidelis" potrebbe farvi sollevare le
sopracciglia . Dylan ha attraversato il mondo facendo un sacco di csvolte
nei suoi quasi 50 anni di carriera , ma chi avrebbe pensato che avremmo
dovuto un giorno sentirlo cantare le parole "Regem angelorum / Venite
adoremus"? Stranamente, la resa è del tutto convincente.
(Fonte: livedaily.com)
Primo ascolto: Bob Dylan's 'Christmas in the Heart'
by Randy Lewis - Il blog di musica L. A. Times
Nonostante qualche reazione scettica del pubblico alla notizia che Bob Dylan
ha fatto un album di Natale - "Un altro segno che i tempi finali sono
vicino", un amico ha scritto in una e-mail che collega alla pagina Amazon
Web --- Non è uno scherzo. E a giudicare da una mezza dozzina di canzoni che
ho potuto ascoltare in anteprima nella serata di Mercoledi, si tratta di una
tonnellata di divertimento.
"Christmas in the heart" uscirà il 13 ottobre, e Dylan , in questa settimana
, stava ancora cercando di decidere la selezione di brani e la sequenza ,
che è una delle ragioni per cui una manciata di giornalisti musicali non
sono stati invitati ad ascoltare il tutto.
L’ immagine della copertina è un buon indizio di ciò che Dylan ha fatto in
questa serie di canti tradizionali di Natale - al di là dell'aspetto
benefico dell’operazione. (Tutti i diritti d'autore di Dylan - per sempre -
saranno divoluti a tre organizzazioni che aiutano a nutrire gli affamati:
Feeding America, UK e quella delle Nazioni Unite 'World Food Program. C’è
stata anche una brutta storia all'inizio di questa settimana su un primo
accordo per il download del disco tra Sony Music e Citibank che sembra
particolarmente sbagliata.)
Piuttosto che un semplice sessione per i suoi figli e nipoti, quella di
Dylan sembra essere l’offerta di un astuto esploratore delle radici della
musica per le vacanze , ed in particolare quelle di Natale – esplorando vari
album nel corso degli anni per la musica pop , la miniera del blues, folk,
country e gospel.
La sua versione di "Must Be Santa", con la fisarmonica di David Hidalgo, è
direttamente ispirata alla registrazione del gruppo di Texas-polka “Brave
Combo” , che faveca parte dell’album del 1991 "It's Christmas, Man!".
Eppure, c'è in arrivo un video di Dylan, girato qui nei sobborghi di L.A.,
di "Here Comes Santa Claus" che si rifà dritto alla versione di Gene Autry
incisa nel 1947, con un assolo di chitarra che rispecchia l'originale,
timbricamente melodico.
Egli va ancora più indietro nel tempo con "O Come All Ye Faithful (Adeste
Fidelis)," come se cantasse per la prima volta a Hibbing, Minnesota , con
accento latino. Quattuo stelle!
L’ arrangiamento di "Christmas Island" si divide tra la versione delle
Andrews Sisters-Guy Lombardo fatta nel'40 e quella pop di Leon Redbone's del
1987 . Ricordando Mel Tormé in "The Christmas Song", la voce brizzolata di
Dylan suona a volte come se una corda vocale o due fossero state messe a
tostare sul fuoco insieme alle castagne.
Il coro du alcuni dei brani in anteprima ricorda i cantanti di Ray Conniff ,
Mitch Miller e altri gruppi che spopolavano negli album delle vacanze degli
anni '50 e '60, i paesaggi sonori altrettanto ampii e sonori, favorendo con
gran riverbero campane, xilofoni e campanelli su il suono stretto, ed il
suono corposo e blues dei recenti album in studio di Dylan.
Anteprima del disco Natalizio di Bob: Un Natale davvero
Zimmy!
di Chris Willman
Ormai saprete tutti che Bob Dylan ha un album di Natale in uscita in
ottobre. ( Potreste non accettare la cosa, ma di certo ne avete sentito
parlare.) Ieri sera, uno dei rappresentanti di Dylan ha tenuto un
party-seduta di ascolto a Los Angeles per pochi privilegiati giornalisti
musicali, suonando sei brani del disco , si dice che His Bobness stia ancora
facendo i tocchi finali in questa settimana. Sono contemporaneamente un
patito di musica di Natale e un Dylanologista , mi è piaciuto quello che ho
sentito, anche se mi aspetto che, sinceramente, lasciando da parte le
castagne, come "The Christmas Song (Chestnuts Roasting on an Open Fire),"
Dylan può avere fatto il suo album più controverso di tutta la sua carriera.
In primo luogo, lasciate che vi dica quello che l'album non è. Non c'è
materiale originale, ogni canzone è uno standard di familiari canzoni per le
festività. In altre parole, non mi aspettavo di sentire le canzoni originali
di Dylan sulla falsariga di "Blowin 'in the Blizzard", "Positively 34th
Street", "Non controllare l'elenco dei Twice, It's All Right", "I Want Yule
"o " Ballad of a Jolly Fat Man ". Sono anche deluso dal fatto che Dylan non
ha dato all’album un titolo più personale e meno generico, come, per
esempio, Blitzer on Blitzer, Eggnog on the Tracks, The Freestyle-Skiin' Bob
Dylan, Santa Claus Lane Revisited, , The Toyshop Tapes, Slow Horsedrawn
Sleigh Coming, Under the Blood Red Mistletoe, or Elf Portrait.
No, si chiama semplicemente “Christmas in the heart”, e sarà nei negozi il
13 Ottobre (anche se sarà disponibile come download per i clienti di
Citibank una settimana prima, cosa che è fonte di molte controversie minori
tra i fans ). In copertina c’è una slitta di vecchia scuola grafica , molto
nella tradizione della vecchia scuola di Currier e Ives, è difficile pensare
che il progetto sia stato attuato sinceramente e con nostalgia, senza alcun
serio tentativo di revisionismo di Natale, anche se, per sua stessa natura,
la voce di Dylan in quelle canzoni sarà oggetto di alcune recensioni
pesanti.
Sono rimasto molto soddisfatto da Dylan nella rara "Must Be Santa", una
polka, che è probabilmente il più veloce ritmo che Bob ha registrato nei
suoi 48 anni di carriera. Lo stile è stato sicuramente influenzato da una
registrazione della canzone fatta nei primi anni 1990 dal gruppo texano
Brave Combo, come i fans più esperti hanno notato. Ci viene detto che Dylan
appena girato un video per il brano, in un palazzo decadente in L.A. nello
storico quartiere di West Adams, con circa 40 comparse per aiutarlo a
ricreare lo spirito di festa che si sente nella canzone , che ha
effettivamente il suono di una festa in casa.
Gli altri brani che ho sentito nel corso della sessione di ascolto sono
stati "Here Comes Santa Claus", "The Christmas Song", il brano preferito
nella Seconda Guerra Mondiale "Christmas Island", "O Come All Ye Faithful",
e "Little Drummer Boy". Come descrivere il suono non-polka? “Christams in
the heart” è un ibrido strano. C'è una sensazione decisamente anni 50’ nella
strumentazione di base, con spazzole sul rullante, assoli di chitarra
country-ish (in particolare su "Here Comes Santa Claus", che rende omaggio
al Gene Autry originale), e l'abbondanza della fisarmonica di David Hidalgo
suona festosamente.
Ma c'è anche un uso di cori di sfondo alternativamente maschili e femminili,
dagli anni del perido vangelico di Dylan non avevo più sentito queste voci
di pulcini tubare lungo su un disco di Dylan. Sono sicuro che questi cori
saranno derisi in tutto il mondo , come se Dylan si fosse sottomesso ad una
mentalità di facile ascolto, ma credo che, come un acuto storico musicale,
lui abbia deliberatamente evocato alcuni dei registri di classe di Natale di
fine anni '50 della sua giovinezza, o eventualmente gli inizi degli anni '60
con musicisti del calibro di Mitch Miller, Ray Conniff, e Harry Simeone
Chorale. C'è anche un po' di sapore di Andrews Sisters- Emmylou Harris,
quando ci sono alcuni versi che suonano come un piccolo coro di due o tre
donne.
E per quanto riguarda voce di Dylan? Egli non è esattamente al culmine dei
suoi poteri in questi giorni, ma così è e così l’avrete. Mi ha sorpreso che
ha inserito alcuni classici che hanno note di picco che sono fuori dalla sua
portata naturale , dove a volte sembra cedere ed altre volte no . Per
fortuna, lui non canta anche l’ "Ave Maria". Simon Cowell, capito che Dylan
non avrebbe mai voluto fare un Must , non avrà alcun motivo per cambiare
idea qui, ma chi se ne frega? Sentire tutti i sei brani è stato un lavoro
terribile, bisogna che le orecchie vadano in sintonia con quello che alcuni
fans irriducibili e beffardi hanno giudicato una auto-parodia.
Non bisogna scambiarlo per un affare economico , in ogni caso, gli addetti
di Dylan dichiarano che il suo cuore era veramente coinvolto in questa
operazione , che ha preso molto sul serio il progetto e ha fatto molte
registrazioni per esso, spontanee come potrebbe sembrare. (Come nota a
margine vale la pena dire che questa è la prima volta che lui si sia
pubblicamente schierato con una organizzazione di beneficenza, e il suo
guadagno andrà direttamente nelle casse del Programma alimentare mondiale in
tutto il mondo.)
Poche settimane fa, le clips di 30 secondi delle 15 canzoni della track list
sono apparsi sul sito Amazon UK, ma sono stati subito ritirati , ed i
rappresentanti Dylan insistono sul fatto che non solo questi campioni di
misteriosa origine non erano stati autorizzati , ma Dylan era ancora
impegnato per stilare l'elenco completo delle canzoni fino a questo Venerdì.
C’è stata anche la voce che avrebbe potuto cambiare la track list all'ultimo
minuto per fare dispetto a chi è stato responsabile di questo passo falso su
Amazon UK.
Naturalmente, i campioni sono rimasti abbastanza tempo per essere scaricato
da molti Bob-Ologi.
Ecco alcune delle opinioni dei più attivi fan di Dylan su expectingrain.com.
come anteprima di quanto controverso questo album può rivelarsi:
"Non posso farci niente, io sono un sentimentale e il disco mi piace. Il
Vecchio si è divertito con questo e lo sono anch'io La sua eredità è già
fermamente stabilizzata e dubito che lui si preoccupi delle opinioni degli
altri. Ho intenzione di bere zabaione a go-go e Crankin 'it up a 10! "
"E 'il male puro, nella forma del suono".
"Oh, povero! Qualcuno lo maledirà ! “
"Credo che sia affascinante. E 'accogliente e rustico, come It's a Wonderful
Life. ' Attendo con impazienza l'album , dopo aver fiutato che potrebbe
anche essere un aborto. E dove potresti sentire Bob cantare in latino? "
"Si tratta di due grandi cose che si scontrano , messe assieme suonano male
e sicuramente sarà messo fra le cose peggiori che Bob abbia mai proposto ai
suoi fans , come Self Portrait, Knocked Out Loaded, Down in the Groove e la
riedizione commemorativa delle sue armoniche a 2.600 dollari ".
"Ha messo il chiodo nel posto giusto. Questo sarà un album che porterà un
sorriso raggiante sul volto ad ogni ascolto. Se non lo farai allora sei un
po 'troppo iper-pretenzioso con la bocca piena di Botox. Please, please,
ricordate ... non è mai una cosa disdicevole solo perchè è divertente ,
nessun artista dovremme mai escludere progetti “divertenti”.
"Dovrebbe sono stato chiamato “Christmas in Intensive Care Unit."
"Un sacco di gente giudica male perchè vorrebbe Bob sulla propria lunghezza
d'onda, ma così va la storia musicale, la reinterpretazione di essa, e il
senso dell 'umorismo. Qualcuno ascolta Theme Time Radio Hour? Geez ..."
"Le persone si sputtanano solo nei cori di Natale a casa . E’ un ricordo
ispirato agli usi del 1950 , a quella estetica popolare (anche Johnny Cash
ha usato questo tipo di suono in un album come Ballads of the West True).
Perché questa dovrebbe essere meno valida rispetto a qualsiasi altra
estetica? So cosa mi devo aspettare da quest’album, mi scoraggia un pò , e
anche se non è facile accettarlo con questo suono , almeno finché non sarò
sceso ad un compromesso con Bob , senza prenderlo troppo sul serio , si può
ancora godere di quest’album come divertimento ".
"Due parole: Oy Vey".
"Personalmente, io sono per il boicottaggio , mi sembra un mendicante che
vuole vendere il suo CD il giorno della sua uscita. Non posso, in tutta
coscienza, considerare l'acquisto di questo pezzo di raschiamenti di gola
rancidi".
"Bisogna dargli credito per non andare incontro ad un altro flop
inaspettato. Voglio dire, è in ultima analisi, è una cosa più
donchisciottesca che suonare elettrico, country o la fase di cristiano
rinato".
"Adoro la mancanza di finzione ... non prendo sul serio questa release , mi
fa ridere e mi da la gioia di sentirlo. Non voglio cercare di sezionare o
analizzare, perché , ovviamente , esso non garantisce niente. Penso che sia
divertente , un “sacco” di divertimento e così sarà per molte delle persone
che mangeranno grazie a questo “Christmas in the heart”.
"E 'un po' come Blind Melon Chitlin che vaga sul set del Lawrence Welk
Show".
(Fonte: new.music.yahoo.com/programs/pepsi-music/blog)
Dylan tira fuori qualcosa di nuovo dal sacco di Natale
By Jonathan Zwickel
L’uscita dell’album di Bob Dylan per il prossimo Natale è di per sé
contraddittoria.
Ho sentito le clisp di trenta secondi di canzoni come "Here Comes Santa
Claus" e "Do You Hear What I Hear?" recentemente apparsi su YouTube e sono
sincero, roba risibile, barocca, leziosa. La voce di Dylan suona come quella
del vecchio dei Muppets ubriaco di zabaione; i cori sono zuccherosi come
quelli delle Andrews Sisters , degli show di Perry Como – che facevano
fa-la-las e wooh-oohs; gli accordi sono quelli della radio “Golden Age” ,
tintinnii di glockenspiel e slitta con le campane. La copertina dell'album è
Pasternak come immaginata da Rockwell. Le royalties andaranno alle Nazioni
Unite via il “World Food Program”.
Il disaccordo su Dylan è endemico di Dylan, e senza fine. La sua voce, il
suo intento, la sua corruzione, la sua integrità. Il suo anti-consumismo, il
mercantilismo. La sua arte, la sua religione, la sua vita. Lui è un genio,
ma anche post-genio. E ora questo, "Natale nel Cuore". Un regalo
improvvisato? Un appello per la carità? Esce 13 ottobre su Columbia Records.
I prossimi concerti che aprirano il tour di Dylan a Seattle - presso il
Teatro Moore di Domenica ed al WaMu Theater di Lunedi - probabilmente
chiariranno poco. Questa è la superstar che ha cessato di cantare la maggior
parte del suo catalogo per alcuni anni nella fine degli anni '70 e primi
anni '80, dopo la sua conversione al cristianesimo. Anche allora, il suo
rapporto con la religione - come il suo rapporto con i suoi fan, i suoi
coetanei ed i media - era imperscrutabile. Potrebbe essere un calcolo o
potrebbe essere un capriccio.
Durante la sua fase cristiana , Dylan ha tenuto tre spettacoli al Paramount
nel gennaio del 1980. Le registrazioni bootleg rivelano che erano un
tentativo di predicazione , come evangelizzare: "Gesù è il Signore,"
dichiarò Dylan , al quale qualcuno tra il pubblico gridò una volgarità.
Dylan risponde: "Non ti piace il Signore, o non conosci il Signore? Quale di
queste due?"
Qualcun altro urlò: "Non mi importa!"
"You don't care? So che non ti interessa. Non l’ho fatto per quello."
Una settimana dopo, durante un concerto a Omaha, prima di cantare "Solid
Rock", Dylan disse alla folla, "Anni fa hanno detto che ero un profeta. Ero
solito dire così allora , 'No, io non sono un profeta. ' ho risposto. Hanno
continuato in quel modo per anni per convincermi che lo ero . Adesso esco e
dico “Gesù Cristo è la risposta”. Allora dicono, 'Bob Dylan non è un
profeta.' Solo che non è possibile gestire la cosa. "
A Dylan, Gesù ha insegnato come manipolare la gente , la percezione della
verità nonché le questioni spirituali. Non dovrebbe essere una sorpresa,
egli filtrò il Vangelo attraverso la sua lente artistica. Infatti, per
Dylan, la manipolazione e la percezione sono questioni spirituali.
Una delle canzoni presenti nel cosidetto tour-evangelico di Dylan era "Gotta
Serve Somebody", un brano impegnativo di deferenza verso la Potenza massima.
Ha vinto il suo primo Grammy, con la motivazione "Migliore interpretazione
per voce rock maschile”. Risultò evidente che i fans di Dylan non erano gli
unici ad essere scettici riguardo alle vicissitudini del loro eroe
spirituale: Nella primavera del 1980, John Lennon registratò un brano di
risposta sferzante chiamato "Gotta Serve Yourself". “ Va, devi servire te
stesso, servirti da solo, non c'è nessuno che lo può fare per te ".
Dopo pochi anni, Dylan prese le distanze dal cristianesimo dicendo di non
aver mai appartenuto alla congregazione dei “New born childrens”. Entro la
metà degli anni '80, era ad assistere alle funzioni degli ebrei ortodossi
nelle sinagoghe a Brooklyn e St. Paul , facendo registrazioni per
raccogliere fondi per il Telethon Chabad. Nel 2007, egli lesse alcuni brani
della Torah durante una funzione per lo Yom Kippur in Atlanta.
La religione, la giustizia sociale, l'amore, la morte - Bob Dylan spaccia
grandi idee come fece in “Leopard-skin pillbox hats”. Un album di Natale -
in particolare uno come questo simultaneamente riverente e sicario - non era
inevitabile, ma ha senso. Le canzoni di Natale sono canzoni popolari;
"Winter Wonderland" è meno inno religioso rispetto allo standard del
songbook americano. Vieni Domenica al Moore, porta anche i soldi per lui ,
farà l'apertura con "I Have a Dreidel Little".
(Fonte: seattletimes.nwsource.com)
Una dura renna cadrà
by Ben Greenman
Del disco in prossima uscita di Bob Dylan “Christmas in the Heart”, il cui
ricavato andrà all’associazione Feeding America , sono trapelati la scorsa
settimana alcuni campioni delle canzoni.
Bene , i campioni inviati dal sito di Bob ad Amazon sono stati ripresi e
messi di nuovo in vircolazione da alcuni volonterosi dopo che Amazon li
aveva ritirati dopo aver concesso un breve lasso di tempo per l’ascolto.
Abbiamo deciso di lasciar passare la prima ondata di reazione prima di
passare alla musica , che sembra davvero grande.
Per favore, prendete nota che l’espressione “grande” è qui più una
espressione d’entusiasmo che una obbiettiva misura di qualità.
Oggettivamente , le canzoni suonano strane per dirla terra terra.
E’ come se Dylan avesse fatto il sogno di avere uno show televisivo di
Natale negli anni 50’/60’, completo di arrangiamenti zuccherosi ed annesse
melense vocalist femminili.
La maggior parte della musica suona decisamente pre-rock, mentre la voce di
Dylan è gracchiante.
Lui può ancora cantare (relativamente ) senza intoppi se vuole , ascoltate
TTL o guardate i video dei concerti , ma lui può anche usare la sua voce
gracchiante come difesa contro il sentimentalismo.
E’ impossibile non leggere la track list senza un pò di ironia. Dylan ha una
lunga e pubblicizzata storia con la cristianità , pensare che non ci sia una
strizzatina d’occhio all’ottimismo infantile di "Here Comes Santa Claus” o
“Winter Wonderland” vuol dire ignorare mezzo secolo di satira pungente.
Guardate soltanto la copertina. Inoltre , negli ultimi anni , Dylan ha
adattato alla grande il suo personaggio ad una certa comicità ( si tratta di
una misura oggettiva della qualità ) nel suo “Theme Time Radio Hour”, che lo
ha visto muoversi con confidenza attraverso tutti i tipi della musica
americana , dal blues al country alle novità.
“Hark the Herald Angels Sing” può anche dare pririto, ma lui è veramente
addolorato , “Must Be Santa” va come un treno con un conduttore
morto/ubriaco.
Così , è questo album di Natale uno scherzo , uno scerzo serio ? Un esempio
della soddisfazione di un desiderio ? Decidete da soli , e guardate le
copertine/parodia a tema Dylan che vedete lungo le strade.
Bob Dylan e un nuovo disco sul Natale
La rivista Rolling Stone scrive dell’uscita di un secondo album di Bob Dylan
entro il 2009, una raccolta di canti natalizi intitolata “Christmas in the
Heart”. La curiosità dei fans d’ascoltare un Dylan inedito in “Come All Ye
Faithful” e “Little Drummer Boy” sarà soddisfatta sul sito di Amazon.co.uk,
store di musica digitale [con un catalogo assai più ricco di iTunes] dal 12
ottobre prossimo, un giorno in anticipo rispetto all’uscita prevista sul
mercato discografico. L’album è sincero: Dylan canta il Natale con il cuore,
da cui il titolo “Christmas in the Heart” (Natale nel cuore), interpretando
la tradizione musicale natalizia con serietà e rispetto. I proventi della
nuova colonna sonora del Natale 2009, nella versione americana,
impingueranno le casse della Feeding America, associazione che sostiene
famiglie in difficoltà. Nel resto del mondo, i ricavi di “Christmas in the
Heart” saranno divisi in parti uguali e donate ad altre organizzazioni che
sostengono i poveri e gli affamati. Un dono per le nostre orecchie e per
quelli meno fortunati.
(Fonte:http://www.maxgranieri.it)
Bob Dylan's Christmas Album is, well... surreal
By William Routhier - Boston Music Examiner
Tutti sappiamo che Dylan è mutevole come il tempo nel New England. Non tiene
mai i piedi nelle stesse scarpe per molto tempo , appena la gente si trova
bene con lui in quella situazione , lui decise che è ora di cambiare.
Ha scioccato il mondo del folk quando ha suonato in elettrico a Newport.
Dopo il suo incidente di moto la temporanea reclusione in quel di Woodstock,
NY. Nei tardi ani 60’ è riemerso con un album dal suono country, John Wesley
Harding. Il disco ottenne consenso universale e conteneva il “classico” “All
Along the Watchtower.” Allora l’ha fatto seguire con l’album “Nashville
Skyline” , nel quale improvvisamente la sua voce diventa roca , un
canticchiare sottovoce con parabole misteriose atipiche per le canzoni
country.
Ognuno si grattò la testa e disse “Eh ?”. Quando Bob decise di realizzare un
disco come cristiano rinato , “Slow train coming” , nel 1979 , ricevette
ancora commenti lamentosi di sgomento e di incredulità .
In “Street Legal” salto nel suono tipico di Las Vegas , con la sezione fiati
ed i cori femminili.
E’ una cosa che sembra gli faccia piacere e che ha fatto per tutta la sua
carriera lunga e leggendaria , confondendo i suoi fans. E in retrospettiva ,
sono tutti grandi lavori che resistono alla prova del tempo.
Ma questa sua mossa recente , registrare un album si canzoni Natalizie ,
“Christmas in the Heart” , che uscirà il 13 ottobre , è a dir poco
sbalorditiva , e non particolarmente in senso buono. La ragione della
realizzazione di quest’album è lodevole – tutto il ricavato andrà
all’Associazione Feeding America che fornirà i pasti a quasi un milione e
mezzo di persone bisognose nelle prossime feste di Natale.
Nel suo sito Dylan commenta “ E’ una tragedia che più di 35 milioni di
persone in questo Paese – 12 milioni dei quali sono bambini – vadano a letto
senza aver cenato e senza sapere cosa mangeranno al loro risveglio. Mi sono
unito alle brave persone di Feeding America nella speranza che i nostri
sforzi possano dare la certezza del cibo alla gente che ne ha bisogno”. Così
, HEY , non è possibile argomentare su queste cose. Giù il cappello.
Tornando alla musica , però , questo disco è semplicemente strano. Ho
sentito solo le campionature di 30 secondi delle canzoni messe su Amazon ,
ma erano abbastanza per capire come sarebbe stato tutto il resto.
Immaginate che siano i tardi ani 50’ , in TV stanno dando uno show natalizio
di Dean Martin che per l’occasione ha portato con se l’orchestra di Lawrence
Welk e le sue cantanti. I capelli delle donne sono cotonati , permanenti
perfette , abiti di chiffon bianchi e rosso scuro. L’uomo in smocking ed i
suoi capelli tirati indietro dalla brillantina , c’è una slitta da neve ma è
tutto falso. Dino finge di essere un pò ubriaco quando recita la scena
vicino al caminetto dove ci sono i pacchi con i regali di Natale sotto
l’albero.
Poi annuncia “ Ecco uno la cui musica mi piace molto. Viene dal futuro ,
pazzesco , eh ?” Dino beve un goccio e fa roteare gli occhi “ Ooo , questa è
una cosa molto bella , the one and only Bob Dylan”.
Bob avanza esitante , alla sua età attuale , baffetti sottili , indossando
uno smoking bianco con una cravatta rossa ed un cappello da Babbo Natale. Si
trascina nervosamente , la band comincia a suonare e Bob comincia a
gracchiare “Here Comes Santa Claus”, testi commerciali accompagnato dalle
cantanti di Lawrence. Una campana suona delle note discendenti per dare un
sapore natalizio extra. Alla fine il pubblico applaude calorosamente. Lui si
inoltra nella gracchiante cronaca di “The Little Drummer Boy”, cantandola
sinceramente facendo il classico par-ump-a-pum-pums. Poi finisce il suo set
con un duetto con un hit di Dean “The Christmas Blues.” Dean Martin
ovviamente non sa che questa canzone apparirà sul nuovo album di Dylan.
Se potete immaginare questo , avrete una graziosa idea di come suonerà
l’album di Dylan. E’ come se lui avesse fatto un viaggio andata e ritorno
sulla macchina del tempo di Mr. Peabody alla fine degli anni 50’ , arrivando
al centro di un bizzarro set musicale , completo con innoque donne coriste
che gli fanno da eco , arrangiamenti presi dal songbook di Mitch Miller ,
con pochi piccoli tocchi di Grand Old Opry inseriti in buona misura , per
ottenere quanto di più banale possa esserci.
E’ Bob Dylan , col suo nome stampato sul fronte della copertina.
“Strano” , non c’è altro nome per questo disco , oppure “Opera surreale”.
Tutto questo da un ragazzo che ha appena fatto uscire “Together Through
Life” , uno dei più duri tagli musicali , tetro , bluesy , suono polveroso
che proviene da una città sul confine col Messico. Il video di "Beyond Here
Lies Nothin" è un cupo, quasi inguardabile ritratto di una coppia di
esistenzialisti intrappolati in una brutale relazione sadica.
Ed ora , la cosa successiva di Bob è una versione di “Here comes Santa
Claus” che starebbe agevolmente su un album di Perry Como. Fatta eccezzione
per la voce di carta vetrata.
Surreale.
E’ il nuovo disco di natale di Bob Dylan , “Christmas in the Heart”,
E la cosa più strana è , come tutto in questo album , è che probabilmente
alla fine mi piacerà.
(Fonte:
http://www.examiner.com/x-14721-Boston-Music-Examiner~y2009m9d17-Bob-Dylans-Christmas-Album-is-well-surreal)
Bob Dylan: Christmas In the Heart
Recensione in anteprima di Stein Arne Nistad
Quando ho sentito per la prima volta parlare del progetto natalizio di Dylan
, devo ammettere che ho pensato si trattasse di uno scherzo. Invece era vero
, e l’uscita in tutto il mondo è prevista per il 12 Ottobre.
I campioni delle canzoni erano probabilmente un errore , disponibili in
Internet il 17 settembre. Questa recensione preliminare è basata su questi
esempi e non sul CD.
Prima di tutto , “Christmas in the Heart” non è un CD di Bob Dylan , è un
progetto di beneficenza, Dylan ed i musicisti non riceveranno nemmeno un
penny per questo lavoro , come dichiarato sul sito dell’artista.
Le registrazioni non comprendono nessun pezzo scritto da Dylan. Tute le
tracce sono l’interpretazione di Dylan di tradizionali canzoni di Natale. Le
15 tracce sono suonate nel classico stile natalizio americano ed includono
canzoni come “Here Comes Santa Claus”, “Winter Wonderland”, “Have Yourself a
Merry Little Christmas”.
Quindi , questo non è un album per i fans di Dylan , che , a mio avviso ,
tendono ad odiare in generale i canti di Natale. Il disco è ovviamente
indirizzato ai generici fruitori. L’intera idea è quella di vendere il CD ,
raccogliere soldi e distribuirli alla povera gente bisognosa nel periodo
natalizio. Questo è un fatto importantissimo da tenere bene a mente.
A mia opinione , Dylan si è lasciato un pò andare in questi ultimi anni ,
finalmente ha smesso di combattere contro la sua leggenda. Nei più recenti
dischi manifesta umorismo , ironia ed è più gioioso che mai , è come se
stesse dichiarando che la vita non è poi così seria dopo tutto.
L’ispirazione che Dylan ha avuto dal blues , dal jazz e dalle canzoni da
music hall dal 1920 al 1950 si è manifestata già in “Love and Theft” del
2001 e “Modern Times” del 2006. E’ inoltre riconoscibile nel suo ultimo
lavoro di sapore bluesy “Together Through Life”.
A mio avviso . l’album di Natale è in modo strano ispirato alla stessa
tradizione. Mi sembra un tipo di Dylan che incontra Disney , Sinatra ed il
feeling delle Andrew Sisters. Dylan ha praticamente fatto un vero album di
Natale nella perfetta tradizione del patrimonio musicale dgli anni 40’ e
50’.
Gli arrangiamenti hanno un sound tradizionale condito con qualcosa dal
sapore di antico. Gli arrangiamenti dei cori mi fanno venire in mente le
canzoni disneyane “zippi du dua”. Non mi sarei mai aspettato di dover
associare uno qualunque dei lavori di Dylan a questo tipo di musica. Ma la
cosa ha un certo senso , le canzoni Natalizie Americane delle registrazioni
di quei periodi hanno proprio questo suono.
Lui non ha cercato di trasformarle in canzoni alla Dylan , le canta in modo
fedele alle incisioni originali , comunque l’album ha un tocco moderno.
Il suono e gli arrangiamenti sono terribilmente basati su questo nei
campioni che ho ascoltato. Dylan canta bene , la sua voce rugosa conferisce
al disco una patina temporale che genera un interessantissimo contrasto con
i ben noti vecchi arrangiamenti. La sua voce conferisce al disco qualcosa di
nuovo ed in un certo senso un inaspettato feeling. Se Babbo Natale avesse
una voce , sarebbe probabilmente quella di Dylan.
Naturalmente Dylan si è divertito nel registrarle , c’è molta energia nei
musicisti e nelle prestazioni di Bob. Il disco trabocca di strumenti come la
fisarmonica , le steel guitar , i violini , le campane ed i tamburi.
Nonostante alcuni arrangiamenti e canzoni non siano del mio gusto preferito
, riconosco in ognuna di esse una qualità di fondo. E’ strano , ma sento che
il genio di Dylan mi prenderà anche in questo caso. Come fan di Dylan penso
che gli higlights del disco siano “Christmas Blues” and “Have Yourself A
Merry Little Christmas”.
Fare un album di Natale , a mio parere , è la cosa più inaspettata , strana
e surreale che Dylan abbia mai fatto. Quando Dylan ha deciso di vestire i
panni di Babbo Natale cosa dovevamo aspettarci ? Penso non bisogno scordare
che Dylan ha registrato queste canzoni natalizie per beneficenza , non per
creare un altro capolavoro. Molti fans di Dylan sostengono che questo sia il
suo peggior album mai realizzato , non sono s’accordo. Penso che sia un
disco divertente , realizzato sulla base di una buona maestria musicale.
Alcune canzoni esprimono una sorta di follia divertente. Penso che
“Christmas in the Heart” sarà ben accolto da tutte quelle molte persone che
credono nella tradizione natalizia , anche da molti fans di Dylan dopo lo
shock iniziale.
Questo album non è un disco di Dylan , è un vero intrattenimento natalizio
registrato dal Sig. Dylan.
In un modo o nell’altro , ha fatto un vero album classico di Natale.
(fonte:
http://jeveitetstelle.blogspot.com/2009/09/bob-dylan-christmas-in-heart.html)
Confermato : L’album di Natale di Bob Dylan è divertente
By: Lane Brown
Bene , speriamo che non abbiate altro da fare per il resto di questo
pomeriggio.
Qualche persona volonterosa ha caricato su Youtube tutti questi esempi di 30
secondi del nuovo album di Bob Dylan che erano apparsi per breve tempo ,
prima di essere rimossi , su Amazon.
Come avevamo sperato , lo stile Andrew Sister del backup vocale ed una
divertente fisarmonica rendono chiaro che questa cosa è destinata a
confondere in modo serio i fans più accesi di Dylan , come Masked and
Anonymous, quello spot pubblicitario dell’intimo femminile Victoria's Secret
, ed ogni intervista che lui ha rilasciato.
I nostri pezzi preferiti : "Must Be Santa" e "Christmas Island," che
possiamo tranquillamente ascoltare dopo parecchi bicchieri di zabaione.
Gustateli !
(Fonte:
http://nymag.com/daily/entertainment/2009/09/confirmed_bob_dylans_christmas.html)
Ho ascoltato i promos di "Christmas in the Heart"
Ieri Amazon aveva messo sul web la possibilità di ascoltare 30 secondi di
tutte le canzoni del nuovo album di Dylan “Christmas in the Heart” , oggi
questa possibilità è stata tolta.
Ho ascoltato 4 o 5 pezzi ripromettendomi di riascoltarli oggi per potere
essere più obbiettivo nel mio primo giudizio ( così , a pelle , il primo
ascolto risulta nebuloso sotto ogni aspetto ).
Quindi niente , sono rimasto dispiaciuto , come il bambino al quale hanno
buttato in terra il gelato. Dovrò aspettare la prossima occasione ( se si
ripeterà ) oppure l’uscita del disco per poter sentire bene quello che ho
sentito di striscio. Ho letto i primi commenti nel forum di expectingrain e
sono negativi , ma credo che anche quelli siano il frutto di una prima
impressione comune a tutti dopo il primo superficiale ascolto. La voce è
quella del Dylan attuale , questo vuol dire che le registrazioni sono
recentissime , ma la musica sembra ( è solo la mia prima impressione )
realizzata in studio da un’orchestra che Dylan non l’ha mai nemmeno visto.
Ho avuto l’impressione che Dylan ci avesse messo solo la voce , d’altronde
sono tutte cover , nessuna delle canzoni è firmata da lui. Per il momento ,
non potendo fare un ascolto più approfondito , l’unica ragione che
giustifica e nobilità un’operazione del genere è quella benefica , sperando
che veramente molte famiglie povere possano trovare un sostanziale aiuto
attraverso questo strano lavoro di Bob. Perciò mi armerò di pazienza in
attesa di poter , come molti altri sicuramente faranno , dire la mia con più
elementi a disposizione, ora ho nelle orecchie solo qualcosa di indefinito ,
e con questo poco mi sembra altamente ingiusto e sbagliato voler stilare un
giudizio od un’opinione.
Mr.Tambourine
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