Nell ' album “The freewheelin’ Bob Dylan”
ci sono
tre canzoni che devono pagare pegno per la melodia
ad altri tre brani della musica popolare anglosassone:
No more auction block - che diventerà......... ?
Lord Randall
- che diventerà.......... ?
Nottamun town -
che diventerà.......... ?
Attenzione ! Ogni risposta vale 2 punti che verranno aggiunti al
punteggio solito
Oggetto: Nota di Richiamo : Destinatario : Mr
Tambourine
Come vedasi sotto riportato ho risposto anche io al quiz
precedente ma sia nella talkin di oggi Lun.27 e nella pagina principale di
Magge's Farm la mia risposta non si vede.
NON SI VEDE.
Ora puo' darsi che abbia visto male,puo' darsi che ti sia sfuggita la mia
e-mail,questa volta abbiamo superato i limiti.
Ma che dico limiti siamo andati oltre.Piu' di cosi' non si puo'!
Inoltre faccio presente che e' assurdo che debba mettermi ogno Lunedi sera
al PC ed aspettare la mezzanotte e un minuto per inviare la risposta e far
prima per acquisire un maggior punteggio.
Pregasi gentilmente di fare qualche modifica a tal proposito.
**
dylan quiz
Martedì 21 Aprile 2009, 08:35
A: spettral@gmail.it
Al forum di assago Milano al concerto del 20/04/2002
George Receli pur essendoci viene sostituito dal batterista ombra Keltner.
**
Nota personale:
Keltner e Watson sono i migliori batteristi di e per Bob Dylan da sempre
secondo me.
Stefano C.
***
Cosi' e' scritto - vidimato - timbrato in data odierna senza successive
modifiche, nonche' protocollato con numero 001260.
Si invia con richiesta di risposta a mezzo stampa.
Cosi' e' deciso,cosi e' stabilito.
Distinti saluti
Stefano C.
Caz...pita Stefano , mi son proprio
dimenticato di te , scusami ma in questo periodo ci sono talmente tante cose
da fare che mi è sfuggita la tua mail , comunque ho recuperato ed aggiornato
, riconoscimi che ho sempre detto a voi di tenere controllato perchè
sbagliare è facile quando le cose da fare sono tante e si hanno solo due
mani :o). Per quanto riguarda il regolamento sono ancora convinto che una
differenzazione ci debba essere , altrimenti a punteggio pari per tutti non
arriveremmo mai alla fine , e la differenza sarebbe fatta dai mio "special
bonus" e non da voi. Non penso sia una cosa improponibile aspettare la
mezzanotte per mandare la mail , finora nessuno ( a parte te ) si è
lamentato di questo fatto. Voi dovete fare la differenza col vostro impegno
, non io con i miei bonus ! Poi ricorda che è sempre un gioco , una buona
occasione per rimestare nella memoria dylaniana di ognuno. Comunque sia , se
proporrete altre regole sono più che disposto ad esaminarle e discuterle con
voi , questo mi sembra già essere un buon modo di valutazione e di
assegnazione dei punteggi , ma non è detto che si possa migliorare con
l'opinione di tutti voi che partecipate a questo quiz con impegno , allegria
e buona volontà , così è momentaneamente deciso e messo a verbale !!!
Ho visto troppi recensori definire "valzer" il brano "This
Dream of You": non è un valzer, ma un brano in 4/4; bando ai tecnicismi sì,
ma un minimissimo di conoscenza musicale, soprattutto a chi si occupa di
musica professionalmente, si dovrebbe richiedere, no?
Mirko
Ciao Mirko , giusta la tua osservazione ,
il tempo di This dream of you è basato sulla vecchia beguine in 4/4 ,
purtroppo non sempre i recensori sono anche musicisti , certo ci vuole una
bella fantasia per definire varler una beguine !
Together Through Life : C'è un fantasma al posto di
Dylan
by Stefano Catena
Ho ascoltato il nuovo album di Bob.
Mentre scrivo sto ascoltando It's All Good. In poche parole i fans di Dylan
secondo me potevano farne a meno di questo disco compreso il sottoscritto.
Nell'insieme suona tutto bene ma manca Bob Dylan , e' come se ci fosse un
fantasma al suo posto, c'e' la sua voce arrochita ma non c'e colui che ha
scritto cio' che ha scritto e cantato cio' che ha cantato,manca il verbo
dylaniano, non quello del messia ma quello musicale, manca la novita'.
Ho letto da qualche parte che il disco Time out of Mind e' stato l'ultimo
ruggito del leone Dylan e io aggiungo dopo di che dal 1997 ad ora il
fantasma di Dylan si aggira in modo misterioso e oscuro, in modo
indecifrabile sulla testa dei fan dylaniani.
Mi sono piaciute due o tre song dell'album.
La title track Beyond here lies Nothin', la Forgetful Heart che sembra
figlia di Man in a Long Black Coat o Ain't Talkin ma che comunque rimane una
perla nell'intero ultimo lavoro e per ultima It's all Good.
Spero che si chiuda con questo cd la solita triologia e se ne apra un altra.
Ma ho l'impressione che il cerchio si stia chiudendo.
Not dark Yet recita in una song Mr. Dylan forse ci siamo quasi?
Interessante l'intervista nel dvd di Roy Silver anche se
non ho capito cosa c'entra con il tutto!
Interessante perche' mentre Dylan nell'intervista parla di Roy come di uno
"scroccone" pronto a guadagnare.....(perche' Grossman?....) dicendolo con un
mezzo sorriso da presa in giro.
Roy parla di Dylan da fan di Dylan , da uno che ammira Dylan e che ama Dylan
e che dice di scoppiare a piangere all'ascolto di Blowin' in the Wind.
Un altro disco geniale di Dylan : Together Through Life
by Star-Ledger Staff
Nonostante il suo compuilsivo seguire la strada dei trovatori , Bob Dylan –
68 anni il mese venturo – rimane un romantico.
Il tema del suo nuovo grande album “Together Through Life” , sembra essere
quello “finchè ci sarà qualcuno accanto a voi” , tutti argomenti che
colpiscono i fans , anche se non ci sono banchi o sgabelli volanti – è solo
rumore , si tratta di un cuore spezzato che guarda fuori..
“Together Through Life” continua la linea bastarda dei capolavori dylaniani
, ed è un taglio netto con la musica di Modern times. La musica ha il sapore
delle città di confine , grazie alla fisarmonica di Hidalgo che scivola
attraverso molte tracce come una bollente brezza. Così come il Dylan dei
giorni nostri , l’album è impregnato di blues , con Mike Campbell che suona
la 6 corde qualche brano come il brano d’apertura “ Beyond here lies nothin’
“.
I testi di 9 brani su dieci sono scritti con il paroliere dei greatful Dead
Robert Hunter , già suo passato collaboratore. Le sessioni hanno preso
spunto dalla realizzazione di “Life is hard” , brano scritto per il film in
uscita “ la vie en rose” di Olivier Dahan.
E’ un triste brano che si appoggia su uno sfarfallio di mandolini e di pedal
steel guitar , che Dylan vanta come se stesse scrivendo una lettera d’amore
“ Sento una brezza fredda al posto della memoria...”. Comunque Dylan non ha
perso il sentimentalismo.
Duro sulle ultime note di “Life is hard” arriva “My wife’s home town”. E’ un
divertente blues nello stile deell’ultimo Dylan : “ C’è una ragione per
questo e una ragione per quello / Non posso pensare a tutto / ma so che
esistono / Non voglio dire che la casa di mia moglie sia un inferno”.
Cambiate le parole , usa la melodia dell’Hit del 1964 di Willie Dixon per
Muddy Waters "I Just Want to Make Love to You."
Dylan rimaneggia un altro riff di un vecchio blues con “Shake shake mama”,
mentre la sua “Jolene” è una mala-ragazza-nel buon mantra di un roadhouse.
Lo swing pop dei vecchi tempi che schiaccia l’occhio a “love and Theft” ,
assume qui un’aria Mexocali , con “If you ever go to Houston” un laconoco
racconto cautelativo. La voce nodosa di Dylan non è mai stata più espressiva
, appare evidente che canta di sapere cosa gli piace in “ I feel a change
comin’ on “- “ Sei la solita lasciva piccola , potresti attizare il fuoco”.
L’album si conclude con un colpo da maestro , “It’s all good”. Su un
saltellante Zydeco beat , Dylan canta della corruzzione , dei rifiutatati
echi della propaganda da camera : “ I grandi politici dicono bugie / Le
cucine dei ristoranti sono piene di mosche... ma non vorrei cambiare niente
se potessi , perchè voi sapete cosa dicono - uomo , va tutto bene-. “ I
tempi sono duri e lo diventaranno ancora di più – edifici fatiscenti ,
orfani di guerra che piangono- e la vita ti sta portando alla fine.
Ma Dylan conosce il trattamento, se non la cura: “ Rimani con me piccola ,
spero tu lo voglia / Tu sai cosa sto dicendo , va tutto bene”.
Set list: London, England -
Roundhouse - April 26, 2009
1. Leopard-Skin Pill-Box Hat (Bob on keyboard)
2. Don't Think Twice, It's All Right (Bob on keyboard)
3. Tangled Up In Blue (Bob on keyboard)
4. Million Miles (Bob on keyboard)
5. Rollin' And Tumblin' (Bob on keyboard)
6. Tryin' To Get To Heaven (Bob on keyboard)
7. Tweedle Dee & Tweedle Dum (Bob center stage)
8. Sugar Baby (Bob on keyboard)
9. High Water (For Charley Patton) (Bob on keyboard)
10. I Don't Believe You (She Acts Like We Never Have Met) (Bob on keyboard)
11. Po' Boy (Bob on keyboard)
12. Highway 61 Revisited (Bob on keyboard)
13. Ain't Talkin' (Bob on keyboard)
14. Summer Days (Bob on keyboard)
15. Like A Rolling Stone (Bob on keyboard)
(encore)
16. All Along The Watchtower (Bob on keyboard)
17. Spirit On The Water (Bob on keyboard)
18. Blowin' In The Wind (Bob on keyboard)
Review: London, England -
O2 Arena - April 25, 2009
Dylan in London last night: energized, committed,
triumphant
by Gerry Smith
Lo show della 02 London Arena è stato un trionfo inaspettato.
Dylan aveva una Marcia in più fin dall’inizio con “Maggie’s farm” alla
chiusura con “Blowin’ in the wind”. La sua performance è stata densa di
energia ed impegnata come qualcuno degli show che avevo visto sin dal 1978 (
e mia madre li ha visti sin dal 1965 ).
Il set si è aperto come un treno merci in corsa e raramente ha perso lo
slancio. La set list è stata scelta bene , con solo la metà dei pezzi
ripetuti dai precedenti show.
Gli highlights – ce ne sono stati molti – inclusa Hollis Brown r
Workingman’s blues. I pochi pezzi sottotono , particolarmente Spirit on the
water , erano pezzi minori dai due ultimi album , suonano meglio sull’
impianto HiFi che sul palco.
Raramente ho sentito Dylan cantare così bene . confidenziale , espressivo ,
propositivo , la sua voce sembrava aver riacquistato la forza di 20 anni fa.
Il suono era di prima qualità dal mio posto , molto distante dal palco.
Dylan era perfetto nel mix , è un piacere sentire la musica così chiara ,
anche la presentazione ““… Colombian recording artist…” è suonata davvero
muddy.
Sono andato al concerto con trepidazione , non solo perchè per
l’imbarazzante mancanza dei trasporti pubblici ( qualche stupido dirigente
aveva deciso di chiudere la Jubilee Line del Tube , il solo modo serio per
raggiungere il centro di Londra oggi ) , ma anche per la paura che Bobby
potesse essere finito.
I timori erano infondati – La voce di Bob , il suo suonare la tastiera e
l’armonica e in generale il livello di energia sono stai una rivelazione.
Ci sono volte che il Mighty Zimmy colpisce ancora , Bob è sempre l’ Uomo,
c’è qualcuno che ha dei dubbi ?
Review: London, England -
Sheffield Arena - April 24, 2009
Review of Dylan Sheffield and 1st London
By ken
Così , questo non uniforme ma interessante tutto è arrivato in Inghilterra.
Partito con un sorprendente show di alto livello nella venue della Shaffield
Arena.
Le prime 3 canzoni sono state un pò da pisoliono , ma da “Boots of spanish
leather a “It’s altight mama” sono state una la miglior cosa che io ricordi.
Semplicemente una splendida Boots ; Bob di fronte con la chitarra , con lo
sfondo del palco iluuminato con luci bizzarre. Grande vocal . Leeve è stata
bollente come sempre. Sugar Baby , una delle miglioricanzoni dai suoi album
, è stata una bella performance.
Rweedle è stata grande ( wow , ho detto davvero questo ?!) .- Bob di fronte
, senza chitarra , coi movimenti di un vecchi blueman con l’armonica in mano
, faceva queste cose mentre cantava e suonava l’armonica allo stesso tempo.
Innovativo , realmente , simile alla Love sick dell’inizio del tour.
Po’ boy è stata , penso , la vcanzone della serata. Questa complicata
canzone ( melodicamente intendo ) è stata fatta con un nuovo strutturale
arrangiamento , e Bob ha sparato il testo.
It’s alright mama ha guadagnato con un nuovo riff pungente , ma detto questo
, lo show è diventato prevedibile.
Una buona apertura per la tappa Inglese.
Together Trough Life : Uno strano piccolo grande
disco...
di Tommaso Sega
Ciao a tutti.
Comprato due giorni fa, dopo averlo già ascoltato e riascoltato molte volte,
dico la mia su “Togheter Through Life". È uno strano, piccolo grande
disco...
Non è stato un gran film "I'm Not There", c'erano dentro troppi film e
troppi Dylan, ma aveva le sue belle intuizioni. Tipo ambientare la parte con
il crepuscolare Richard Gere in una città un po' alla Tim Burton (quello di
"Big Fish") e un po' tanto alla Jim Jarmush. Ecco, mi veniva giusto in mente
quella strana città piena di cowboy, clown, giraffe e spose cadavere,
ascoltando il nuovo disco di Dylan. "Togheter Through Life" mi sembra,
ancora di più dei due precedenti, un disco di american music, ma proveniente
da un posto storto e strano, impossibile da trovare sulle cartine
geografiche. Più facile da trovare in qualche vecchissimo film in bianco e
nero di melodrammi gitani o maledizioni di licantropi. Ascoltandolo è facile
immaginarsi Dylan accompagnato dagli splendidi figuri della splendida
fotografia sul retro del disco.
Anzi, più che provenire da un posto strano "Togheter Through Life" È un
posto strano. Un posto in cui si possono trovare locande rigorosamente
"dell'Agnello Macellato" (quelle dove il visitatore in genere entra, chiede
se il Conte Drakosi abita da quelle parti e tutti si zittiscono, guardandolo
impauriti) e dove, su un palchetto improvvisato si può trovare Dylan che
azzanna e mastica il blues con "My Wife's Home Town", "Jolene", "I'ts All
Good" e "Shake Shake Mama" (di Blind Willie McTell non so, ma so che nessuno
canta il Blues come Dylan - e Tom Waits). Poi ci sono i vicoli stretti e
male illuminati, dove le canzoni si colorano di strane sfumature magiche e
ammaliatrici, con Dylan che canta "Beyond Here Lies Nothing" o "Forgetful
Heart" con voce da vecchio ipnotizzatore. Uscendo nei campi grigi dagli
alberi spogli, ecco risuonare tra i rami secchi scheletri di serenate come
"Life Is Hard" e "This Dream Of You" (per me finalmente le manie
“confidenziali” dell'ultimo Dylan hanno trovato una loro giusta dimensione).
Ma non è un posto triste e cupo, tutt'altro: il mondo sotto la marea di
Dylan è più allegro e vitale della maggior parte della musica proveniente
dal mondo di sopra. Allegra, nonostante la constatazione che l'ultima parte
parte del giorno se n'è già andata, è "I Feel A Change Comin' On"
(capolavoro dell'album... cosa non ne avrebbero tirato fuori i Byrds dei bei
tempi!) e serenamente folk è anche "If You Ever Go To Huston".
Tanto è gagliardo l'album, tanto puzzeranno di morto le solite polverose
polemiche da burocrati sui furti da questo o quell'altro bluesman, a questo
o quell'altro poeta. Dylan porge le chiavi di un mondo e quelli le usano
solo per rilevarne le impronte digitali. Contenti loro...
E’ essenzialmente un album sovraccarico di blues in tonalità
maggiori , con il supremo talento e la furbizia di Bob , con la gracchiante
voce gentile suo tramonto della vita.
Ma ogni registrazione con canzoni impertinenti come “My wife’s home town” o
“If you ever go to Houston” non potrebbe mai essere presa seriamente , anche
se create da un genio commevente come Dylan.
Eppure il suo bel programma alla radio l’anno scorso gli ha dato un sacco di
credito musicale da permettergli di portare alla ribalta per un istante
anche personaggi buoni a nulla.
Review: London, England -
Sheffield Arena - April 24, 2009
from "The Times" - Bob Dylan at Sheffield Arena
Perchè dovrebbe esserci così tanta eccitazione per questo tratto del tour
europeo di Bob Dylan è qualcosa di misterioso.
Si , lui ha un nuovo album , lui rimane una delle preminenti superstars
superstiti degli anni 60, ma questo non spiega perchè è diventato come un
biglietto bollente.
Forse è perchè abbiamo imparato di più su Bob Dylan in questi ultimi quattro
anni che non nelle precedenti quattro decadi. Lui ha pubblicato le sue
memorie. Ha sbalordito con la tolleranza e lo spirito nel suo "Theme Time
Radio" shows. Ha fatto la prima mostra dei suoi quadri. Ha anche concesso
diverse interviste.
Tuttavia , l’unico campo nel quale rimane testardo ed enigmatico e non
comunicativo è il suo modo di presentarsi nelle esibizioni dal vivo.
Non ha detto una parola di saluto quando ha iniziato il suo show alla
Sheffield Arena , nemmeno per presentare le canzoni , nessuna delle quali
proveniva dal nuovo album.
La sua backing band da molto tempo , formata da cinque musicisti , era
disposta a semi-cerchio , come se stessero facendo le prove delle canzoni ,
con Dylan in piedi dietro la sua tastiera di fronte agli altri musicisti.
Vestito in nero , cappello nero , sembrava un incrocio fra un toreador e un
Don mafioso quando la band ha cominciato con la vivace tracotanza del R&B
con “Cat’s in the well” , seguita da una drasticamente ristrutturata “It’s
all over now baby blue”.
Il canto di Dylan è diventato una caricatura di se stesso ed è il testamento
del fascino duraturo che le sue canzoni ed i suoi testi hanno ancora vivo
malgrado questo rimaneggiamento approssimativo.
Presa la chitarra , è venuto al centro del palco per fare una lamentosa
prestazione di “Boots of spanish leather” , durante la quale ha tirato fuori
un paio di assoli nel suo scompigliato stile staccato.
Il dondolante swing di “The levee’s gonna break” ha mostrato una superba
prestazione della band , in particolare di Tony Garnier al contrabbasso ,
anche se le ripetitive liriche hanno messo in evidenza che quando Dylan
imbocca una strada difficilmente la abbandona.
La qualità è molto calata quando si è imbarcato in una serie di canzoni dal
suo album Love and Theft , inclusa una lenta e sgangherata “Po’ boy” ,
seguita da una disorganizzata “Make you feel my love” che è stata infarcita
da ingannevoli tentativi di falsetto. Una solida “Highway 61 , poi seguita
dall’umore del blues in tonalità minore di “Love sick” che è corsa sul
binario giusto , prima che la band tirasse fuori una amabile versione
di “Like a rolling stone”.
Benchè il legame spirituale fra Dylan ed il suo pubblico funziona ancora in
profondità , questo legame sparisce nella prestazione dal vivo e nella
capacità di essere recepito , questo show non è stato significativo. “ E’
stata la più costosa lisciata di pelo che ho mai avuto in vita mia” ha detto
uno del pubblico mentre usciva.
Reviews: Brussels, Belgium
- Forest National - April 22, 2009
by Roric McCorristin
Bob Dylan e la sua band sono stati semplicemente magnifici a Brussels
stasera. Erano in perfetta forma dall’inizio alla fine e Bob sorrideva ,
tutta la serata. Siamo stati testimoni di qualcosa di straordinario e la
folla l’ha capito .
E’ stata un’enorme emozione !
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Review by Jacques Graf
Uno dei migliori show ai quail ho mai assisitito.
E’ abbastanza ?
Non dirò dettagli sulla set list , mi piace dire che Bob sta migliorando il
suo canto , notte dopo notte!
Oh....il ritorno della vecchia rana asmatica come il mio amato figlio Louis
ha detto ?
Tutto quello che posso dire è che Dylan da un nuovo senso , una nuova luce a
tutte le canzoni che canta :
Non solo per quelli che le conoscono perfettamente...gente che non ha idea
di quello che andranno a vedere – qualcuno di loro , immagina un vecchio
tamburino che canta – scoprono un nuovo elegante fascino : la nascita della
vera musica live.
Anche LARS – che non è una delle mie preferite dal vivo , è stata totalmente
una storia nuova la scorsa notte : ci sono stati alcuni momenti simili
all’originale , qualcosa come “ nessuno canta Dylan come Dylan” cantato da
Dylan che imitava Dylan..." you got no secret to ..../ blank/..........
conceal " ( questo con un sorriso nella voce ).
Il fatto è che Dylan taglia il ritmo delle strofe e lascia spazi vuoti o le
velocizza in serie – persino non cantando la prima “ sugar baby” – creando
così come una nuova canzone.
E non voglio citare “Desolation row” , incompleta ma mai così bella in
questa nuovo cantato ( trunk, jaleous monk ... )( spoonfeeding Casanova ...
)( knog broke, kind of joke )
Non è questo il perchè siamo qui ? Testimoniando tutte le nuove intenzioni ,
le nuove strade che le canzoni stanno prendendo ?
Mi fanno venire in mente il modo col quale il cantante tedesco Fisher
Diskeau rivela il significato
di Schubert solo illuminando le parole che canta , dando loro un senso. Il
comportamento di Dylan va nello stesso senso , molto coinvolto. Sono
tranquillamente sicuro che ancora si cura delle parole ( anche se ovviamente
alcune non le canta !).
Scrivere in francese sarebbe stato più facile per me , spero di essere stato
chiaro !
Possano avere gli inglesi grandi show !.
Set list: London, England -
O2 Arena - April 25, 2009
1. Maggie's Farm (Bob on keyboard)
2. The Times They Are A-Changin' (Bob on keyboard)
3. Things Have Changed (Bob on keyboard)
4. Chimes Of Freedom (Bob on keyboard)
5. Rollin' And Tumblin' (Bob on keyboard)
6. The Lonesome Death Of Hattie Carroll (Bob on keyboard)
7. 'Til I Fell In Love With You (Bob center stage)
8. Workingman's Blues #2 (Bob on keyboard)
9. Highway 61 Revisited (Bob on keyboard)
10. Ballad Of Hollis Brown (Bob on keyboard)
11. Po' Boy (Bob on keyboard)
12. Honest With Me (Bob on keyboard)
13. When The Deal Goes Down (Bob on keyboard)
14. Thunder On The Mountain (Bob on keyboard)
15. Like A Rolling Stone (Bob on keyboard)
(encore)
16. All Along The Watchtower (Bob on keyboard)
17. Spirit On The Water (Bob on keyboard)
18. Blowin' In The Wind (Bob on keyboard)
come in qualche mia precedente avevo annunciato, ho partecipato ai concerti
di Roma e Firenze del Nostro Amato. Anche se con un certo ritardo, provo a
raccontare questi due giorni al seguito di Bob. Non mi avventuro, però, in
una recensione puntuale, che non è alla mia portata, limitandomi a segnalare
ciò che da profana ho percepito e ritenuto apprezzabile o al contrario ho
considerato criticabile.
Intanto, in questo tour primaverile mi accompagnavano, oltre a mio marito,
Floriano, Carlo (il di lui fratello) ed i miei nipoti Giuseppe e Riccardo
(di tredici anni) al loro primo incontro con Mr. Dylan.
La presenza dei miei nipoti è stato per me il vero evento, croce e delizia
di questa avventura. La preoccupazione principale atteneva alla possibile
reazione all’ascolto di quella voce aspra e ringhiante, tanto che nei giorni
precedenti il concerto di Roma mi sono più volte chiesta se non avevo
commesso un errore a programmare non uno, ma ben due concerti con loro. Meno
preoccupazione mi destava il possibile stravolgimento delle canzoni, perché
loro non dominano ancora il repertorio e dunque presumibilmente non
avrebbero riconosciuto gran parte delle canzoni. Per evitare una probabile
delusione li avevo comunque preparati spiegando loro che la voce di Bob che
ripetutamente hanno sentito nella tanto amata versione originale di LARS non
era più la stessa e che il tempo ha lasciato il segno sulle sue corde vocali
così come su tutta la sua persona. Ed a riprova di ciò, dall’acquisto dei
biglietti avvenuto lo scorso dicembre, un po’ alla volta ho sottoposto loro
un bel po’ di materiale live comprese le registrazioni degli ultimi due
concerti di Bergamo e Chatillon.
Come è andata a finire ve lo dirò alla fine di questo racconto.
Comunque, la presenza dei miei due nipoti ha trasformato questo tour in una
gita fuori porta cominciata venerdì 17 a Roma davanti ad un panino e ad una
coca nel McDonald’s a qualche centinaio di metri dal Palalottomatica per
finire domenica 19 davanti ad una succulenta fiorentina in un ameno
ristorante in località Farneta a poca distanza da Cortona, con visita
all’Abazia di Farneta - ed alla sua cripta che ne costituisce la parte più
interessante - situata proprio di fronte al ristorante.
Ma vengo ai concerti.
Intanto a mio parere il concerto di Firenze è stato di gran lunga migliore
di quello di Roma, per varie ragioni: la band e lo stesso Bob erano in
migliore forma; il pubblico è stato più caloroso ed ha accolto meglio il
gruppo; migliore senza dubbio l’acustica del Mandela Forum rispetto al
Palalottomatica, presso il quale i concerti dovrebbero essere banditi.
Naturalmente luci ed ombre: molte ombre che l’amore per quest’uomo consente
ai più di tollerare, me compresa, ma non di sottacere.
La luce che mi è parso di intravvedere in questi due concerti concerne il
ruolo dei soliti noti: Denny Freeeman e Stu Kimball. Bene, se non ho preso
una cantonata, sia a Roma che a Firenze mi sembra che Freeman è stato
relegato in un ruolo secondario e conseguentemente Kimball ha recuperato un
peso maggiore nella economia generale della band dando,nel complesso,
migliore prova di sé. In ciò ripongo una speranza. Diciamola tutta: vedo un
futuro, perlomeno, senza Freeman. Auspicherei anche una dipartita di Donny
Herron, che mi sembra qualsiasi strumento suoni non ci si accorge della sua
presenza, mentre gli assoli di violino che ci ha dispensato a più riprese in
questi due concerti mi sono sembrati davvero senza alcuna espressione. E vi
assicuro che lo dice una che ha un orecchio di legno!
Sia a Roma che a Firenze, è emerso chiaro il ruolo trascinante della sezione
ritmica: Tony Garnier e George Receli. In particolare Receli ha
letteralmente dominato a Roma nella bellissima e sempre difficile “It's
Alright, Ma” ed a Firenze in “H61” alle quali ha dato sostegno ed energia.
Buona versione sia a Roma che a Firenze di “Spirit_On_The_Water” , ma
d’altra parte è un pezzo che questa band conosce bene e quindi l’esecuzione
è ben collaudata.
Mi è piaciuta molto anche Mr.Tambourine eseguita a Firenze.
A Roma invece ho vissuto momenti di smarrimento nel sentire LARS: un
terrificante frastuono. Mi è sembrato che ognuno andasse per conto proprio e
che gli strumenti si scontrassero l’uno con l’altro senza mai ricomporsi ad
unità. A Firenze è andata molto meglio: buona esecuzione apprezzata dal
pubblico che ha cantato in autonomia alcuni versi con la massima
soddisfazione di Bob che ha dispensato per tutta l’esecuzione una quantità
di sorrisetti ed ammiccamenti, come dimostra il video che sono riuscita a
girare e che trovate su youtube:
http://www.youtube.com/watch?v=Cm9iutAsudA
Sempre a Roma è da menzionare Boots Of Spanish Leather che rappresenta il
secondo pezzo eseguito da Bob alla chitarra. Mi sembra sia una versione
originale con un accompagnamento in stile vagamente country ma con un
cantato quasi blues: peccato per i numerosi errori delle chitarre e forse
dello stesso Bob. Ho messo il video su youtube qui
http://www.youtube.com/watch?v=wqAqivw0ZhA.
Il vero highlander è stata “The Lonesome Death Of Hattie Carroll” a Firenze:
rilettura struggente ed esecuzione direi quasi perfetta: ha rappresentato
ciò che qualsiasi fan si aspetta da un concerto di Bob.
Infine, in entrambi i concerti ha proposto una nuova versione di “Blowin' In
The Wind” che personalmente ho gradito. L’esecuzione di Firenze la trovate
qui: http://www.youtube.com/watch?v=E3jaNJq7vw8
La tenera sorpresa di questo tour è stata “Return To Me”eseguita sia a Roma
che a Firenze: io l’ho percepita come un abbraccio affettuoso ai romani ed a
tutto il suo pubblico italiano.
Infine, ho trovato, sia a Roma che a Firenze, la voce piuttosto in forma e
particolarmente romantica.
Ho cercato di esprimere al meglio il mio pensiero, anche critico, ma non
posso alla fine di questo mio tour non dire che sono immensamente felice di
essere stata ancora una volta partecipe di questa grande storia infinita,
che ha i suoi alti e bassi, ma che ci fa appassionare negli elogi e nelle
critiche, regalandoci ancora emozioni anche quando ci presentiamo davanti al
palco senza aspettarci nulla. Bob è una sorgente da cui possiamo ancora
attingere per alimentare il nostro spirito. E lo hanno capito anche i mie
nipoti.
A Firenze, all’uscita del Mandela Forum mio cognato Carlo mi ha chiesto se
ricordavo come proseguiva il tour europeo e quale sarebbe stata la prossima
tappa. Ho risposto che non ero sicura ma mi sembrava che Bob sarebbe andato
subito dopo in Svizzera e poi in Francia. Camminavo sotto braccio a Giuseppe
e Riccardo e con la coda dell’occhio vedo quest’ultimo voltarsi verso di me
per dirmi: “zia, andiamo anche noi in Svizzera!” ed a lui fa eco
Giuseppe”Siiii, zia dai, andiamo anche noi!!”.
Durante i concerti li ho osservati spesso temendo di cogliere cenni di noia
o di stanchezza (sono abituati ad andare a letto molto presto durante il
periodo scolastico) ma i loro occhi erano incollati al palco, vigili ed
attenti ed alla fine del concerto di Firenze, associandosi alle
considerazioni di noi adulti, hanno commentato che quel concerto era stato
molto più bello di quello di Roma, perché lo avevano percepito anche loro.
Alla mia domanda se gli era piaciuto come cantava Bob (la solita mia
ossessione sulla voce) hanno risposto con convinzione e sincerità di sì. E
con profonda commozione e gratitudine ho pensato “Grazie Bob”.
Bob Dylan - Like A Rolling Stone - Firenze 18 aprile
2009
Bob Dylan - Blowin' In The Wind - Firenze 18 aprile
2009
Bob Dylan - Boots Of Spanish Leather - Roma 17 aprile
2009
a
Sabato 25 Aprile 2009
DYLAN QUIZ # 12
Blindboygrunt 5 punti
Angelo 5 punti + 1 di "special bonus"
Benedetto 3 punti
Marina 2 punti
N.B. Le mail di Blindboygrunt e di Angelo
sono giunte nello stesso momento ( h. 00-02-39) , quindi sono primi ex-equo
, per questo hanno entrambi ricevuto i 5 punti spettanti al primo.
Set list: Sheffield,
England - Sheffield Arena - April 24, 2009
1. Cat's In The Well (Bob on keyboard)
2. It's All Over Now, Baby Blue (Bob on keyboard)
3. Things Have Changed (Bob on keyboard)
4. Boots Of Spanish Leather (Bob on guitar)
5. The Levee's Gonna Break (Bob on keyboard)
6. Sugar Baby (Bob on keyboard)
7. Tweedle Dee & Tweedle Dum (Bob on keyboard
8. Po' Boy (Bob on keyboard)
9. It's Alright, Ma (I'm Only Bleeding) (Bob on keyboard)
10. Make You Feel My Love (Bob on keyboard)
11. Highway 61 Revisited (Bob on keyboard)
12. Love Sick (Bob on keyboard)
13. Thunder On The Mountain (Bob on keyboard)
14. Like A Rolling Stone (Bob on keyboard)
(encore)
15. All Along The Watchtower (Bob on keyboard)
16. Spirit On The Water (Bob on keyboard)
17. Blowin' In The Wind (Bob on keyboard)
Reviews: Strasbourg ,
France - Zenith - April 21, 2009
by Gerhard Reininger
Sono andato allo show di Strasburgo assieme a mio fratello. Bella venue
anche se con tutti posti a sedere . La gente se n’è fregata ed è andata
tutta davanti al palco, brutta vista per tutti quei costosi posti a sedere.
Bob è salito sul palco con 10 minuti di ritardo ed ha aperto con “Cat’s in
the well”. É stato un buon inizio. Seconda canzone “Master of war” – il
punto più alto della serata a mio avviso.
Qualcuno ha speculato se l’avesse cantata perchè fosse il compleanno di
Hitler o perchè il summit della NATO aveva avuto luogo qui qualche settimana
fa. Non so se questi fatti hanno avuto rilevanza nella scelta delle canzoni
, può essere , ma può anche non essere. Comunque è stata una performance a
colpi di tamburi che venivano direttamente dai campi di battaglia di tutto
il mondo.
Sfortunatamente non c’è molto altro da dire sul concerto. Tutto il resto
delle canzoni sono suonate pressapoco tutte uguali. La band era radunata sul
lato opposto di Bob che stava dietro la sua tastiera ed ho notato che c’era
come una sfida tra loro , una indifferenza nel fare qualsiasi movimento.
Bob ha preso le distanze ed ha snocciolato le sue canzoni nel microfono ,
suonava la tastiera senza ispirazione , anche il suono dell’armonica ,
nient’altro che singole note aggiunte alla melodia , avrebbe potuto fare di
più ma , spesse volte , non l’ha fatto.
Comunque è stato bello vederlo , respirare la stessa aria per un momento ,
bello vederlo ballare nel suo vestito nero di ispirazione Vittoriana con le
bande rosse sui pantaloni , ma la musica – eccetto Master of war – è stato
una irritante e noiosa zuppa di suono di chitarre senza nessun highlights. A
tutti mancava un sacco Larry .
Stavolta non c’è stata nessuna scintilla che venisse dal palco ad illuminare
la gente.
Un freddo e misero show che è finito dopo due ore che ci ha lasciati a mani
vuote , senza niente da portare a casa.
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by Gerard Poillet
Che mondo meraviglioso sentire Bob suonare “Wheels on fire” con la chitarra
in mano , incredibile , e suonava ...l’assolo , questo è vero. Chiunque
suoni la chitarra come me poteva capirlo....E dopo la versione da big band
col violino di Donnie per Blowin’ si poteva morire....Buonanotte gente !
Review: Brussels, Belgium
- Forest National - April 22, 2009
By Philippe Manche - Le Soir
L’icona della musica Americana popolare è stata al Forest National mercoledi
mentre “Together Through Life” , il suo nuovo album sta per uscire questa
settimana.
In tournèe quasi interrottamente dal 1984 , Bob Dylan , 68 anni il 24 maggio
prossimo , passa quasi la metà dell’anno sulle scene del mondo intero che ha
frequentato regolarmente dopo l’inizio del suo “Never Ending Tour” 25 anni
fa. E ad ogni volta , i concerti sono completi – quello del Forest è stato
buono , e il pubblico aspetta sempre di più i suoi grandi momenti con una
passione senza fine.
Non c’è bisogno di ripercorrere la sua carriera ne la sua importranza nella
sfera musicale per sapere che Bob è senza dubbio l’ultimo rappresentate
della musica popolare americana del giorno d’oggi.
Folk , country , blues , rock n’ roll , li ha digeriti , impastati ed
integrati per un buon 40 anni , tutte le sfaccettature della musica e dei
colori mescolati in una poesia che appartiene solo a lui.
Allora , mentre il suo album sta per arrivare nei negozi , e noi lo
recensiremo la settimana ventura , Bob è venuto in Europa per questa
primavera di concerti.
Esattamente alle 20,32 , il “Patron” arriva affiancato dai suoi cinque
musicisti. A destra del palco , dietro un piccolo organo – impugnerà la sua
chitarra solo una volta per la magnifica “Man in the long black coat” –
Dylan comincia con “The wicked messenger” , riesumato dall’album John Wesley
Harding del 1967.
Se il suono ci metterà due o tre canzoni per stabilizzarsi , si può
ragionevolmente scrivere che il concerto di mercoledi è stato molto ispirato.
Certo , è stato necessario ignorarare il batterista troppo invadente , ma
l’interesse ed il piacere di un concerto di Dylan , si trova anche nella
scelta del repertorio.
E mercoledi , se il cantante canta sempre le intramontabili “Like a rolling
stone” , “All along the watchtower” o “Blowin’ in the wind” , è allora che
si avvia su sentieri battuti che si apprezzano ancora di più.
E sebbene “Blind Willie McTell” , omaggio al celebre bluesman , non sia una
delle più conosciute , fa sempre il suo piccolo effetto sentirla dal vivo.
Ultra concentrato ed attento , con un gesto della testa o uno sguardo per
dare le indicazioni ai musicisti , Dylan suona la sua tastiera e apporta un
piccolo tocco alla Brooker T. , tanto che i due chitarristi , Denny Freeman e
Stu Kimball , possono ricamare dei bei riffs ed assoli mentre stavano
eseguendo “Highway 61 revisisted”.
Con un repertorio la cui metà proviene dagli anni 60 , ( quattro canzoni
sono estratte dall’album Highway 61 revisited ) , Bob non ha avuto nessuna
difficoltà a regalare i suoi gioielli durante le due ore di un concerto di
elevata fattura e finalmente rock , anche se ci sono stati momenti stagnanti.
Ah si , l’artista non ha detto una parola , a parte la presentazione dei
suoi musicisti , durante i 120 minuti. Normale , no ?
7/2 Sauget, IL at GCS Ballpark
7/4 South Bend, IN at Coveleski Stadium
7/8 Louisville, KY at Louisville Slugger Field
7/10 Dayton, OH at Fifth Third Field
7/11 Eastlake, OH at Classic Park
7/13 Washington, PA at Consol Energy Park
7/14 Allentown, PA at Coca-Cola Park
7/15 New Britain, CT at New Britain Stadium
7/19 Syracuse, NY at Alliance Bank Stadium
7/21 Pawtucket, RI at McCoy Stadium
7/23 Lakewood, NJ at FirstEnergy Park
7/24 Aberdeen, MD at Ripken Stadium
7/25 Norfolk, VA at Harbor Park
7/28 Durham, NC at Durham Bulls Athletic Park
7/29 Sevierville, TN at Smokies Park
8/4 Round Rock, TX at The Dell Diamond
8/5 Corpus Christi, TX at Whataburger Field
8/7 Grand Prairie, TX at QuikTrip Park
8/11 Glendale, AZ at Camelback Ranch
8/12 Las Vegas, NV at Cashman Field
8/14 Fresno, CA at Chukchansi Park
8/15 Stockton, CA at Banner Island Ballpark
Dylan potrebbe essere l’ultimo
camaleonte , ma è anche un avido collezionista. E attraverso gli anni , la
collezione dei personaggi che sono apparsi nei testi dylaniani è resa
vincente solo dal modo col quale Bob ha trasformato tutte queste distinte ,
disparate voci , nella sua voce. Per Shakespeare la cosa era un gioco , il
gioco , per Dylan il problema è sempre stato con le parole.Non sono sicuro ,
quindi , come reagire alla conferma della scorsa settimana che Bob ha
collaborato con l’autore dei testi dei Greatful Dead Robert Hunter , in 9
delle 10 canzoni dell’album in uscita , Together Through Life.
Potrebbe essere un segno dei tempi
moderni nei quali viviamo. In un’era nella quale lo stile vince sulla
sostanza , la presa di coscienza che i nostri politici , pop stars e figure
pubbliche sono sostenuti da un esercito di servitori impegnati a costruire
in noi un incessante bisogno di idolatria , è diventata un luogo comune. Ma
se guardiamo oltre quello che sembra essere il vasto deserto del perpetuo
sconforto , non cerchiamo iconoclastie per consolarci. Quello che stiamo
realmente cercando è qualcuno per attraversare quest’ammasso di cose , che
ci dia un senso di direzione , che ci aiuti a ritrovare la via di casa.
Stiamo cercando chiarezza.
Nei mesi recenti , la sfida fra i
bloggers ( qualche fan contrariato da Dylan non escluso ) è stata quella di
tracciare un parallelo tra Barack Obama e Bob Dylan. Ma ancora una volta ,
il paragone è totalmente infondato. Dylan non è il solo camaleonte culturale
in giro.Come Zelig , il caratteritico personaggio reso popolare dal film di
Woody Allen nel 1983 , Obama ha perfettamente la capacità di conformarsi a
ciò che gli sta intorno. Quando Obama sale sul palco , noi vediamo ciò che
vogliamo vedere. Quando Obama parla , noi sentiamo ciò che vogliamo sentire
, tuttavia , anche le parole che dice , spesso non sono farina del suo
sacco. In tempi nei quali la nostra cultura è sterilizzata , dove ogni
azione è vagliata da un esame volgare , la gente alla quale guardiamo per
trovare ispirazione, l’ispirazione non può più venire dal loro esempio, e
così si affidano alle parole. Non è importante quello che dicono , ma il
modo in cui lo dicono , ed è per questo modo che sono valutati. Gli storici
sono d’accordo che Abramo Lincoln è stato l’ultimo presidente a mettere
parole sulla carta , il “The Gettysburg Address,” , forse il suo discorso
più famoso , e composto da 278 parole e dura meno di tre minuti. Ma in
questi 3 minuti , Lincoln ha condensato il dolore e la sofferenza di una
nazione con parole così durature che sono incise nel marmo per l’eternità.Ci
sono stati paragoni infiniti tra Lincoln e l’uomo che risiede al momento
nella casa sulla collina. Ma al di là del fatto che lo gradite o se lo
odiate , non potete cacciare Obama . Lui non scrive ogni parola che esce
dalla sua bocca , ma è un grande ed efficace oratore.I suoi predecessori
potevano parlare di “visione delle cose” , ma Obama le comprende.
Con Bob Dylan , tuttavia , “comprendere”
una visione artistica non è abbastanza, Con Bob le parole contano.
La faccenda qui non è che Bob Dylan ha
scritto qualche canzone con qualcun altro – anche se questo “qualcun altro”
potrebbe essere il secondo più grande scrittore di testi in lingua inglese
vivente – La faccenda è sulla purezza della visione , non sulla
persuasività del messaggio . E’ un fatto di chiarezza.
Dylan sta staccandosi da quella che
molti considerano la perfetta trilogia del rock . Time out of mind , Love
and Theft e Modern Times non sono soltanto alti segni della creatività di
Bob , sono standard d’oro coi quali altri musicisti potrebbero essere
valutati.
E così , la notizia che Dylan ha
collaborato con un altro paroliere fa sorgere spontaneamente altre domande.
Aveva bisogno di questo ? Quanto gli è stato utile ?
Poteva fare tutto da solo ?
Bob e Robert Hunter avevano già
collaborato in precedenza . I due avevano lavorato assieme su qualche
canzone per l’album di Dylan del 1988 “Down in the groove”. Ma queste si
staccavano di poco dai canoni dylaniani , musicalmente e liricamente. Furono
cose transitorie , come se Dylan fosse stato in una sorta di limbo
dantesco. Questo l’abbiamo trovato poi nella sua biografia “Chronicles”.
E per ultimo non dimentichiamo che Dylan
ed il commediografo Jaques Levy , hanno scritto un intero album di canzoni
nel 1976 ( ironicamente , nel 1965 , diresse Red Cross , una cosa di Sam
Shepard col quale Dylan avrebbe scritto più tardi il testo di “Brownsville
Girl” ). E mentre la collaborazione Dylan-Levy rimane come uno dei più
grandi successi commerciali , non c’è discussione che le canzoni di Desire
sono tutte “distintamente” Dylan.
E questa potrebbe essere la chiave,
Dylan ha sempre odiato essere definito un “poeta” o “ un “profeta” , “ la
voce della sua generazione”. Forse ora sappiamo il perchè. A volte diamo
troppa importanza a queste collaborazioni , e la cosa ci opprime invece di
tirarci sù.
E dopo quasi mezzo secolo di
collaborazioni , possiamo realmente sapere il limite completo del carico che
abbiamo chiesto di portare a Dylan. E se guardiamo la cosa da questa
prospettiva , possiamo realmente incolpare Dylan di aver voluto condividere
le sue difficoltà – e le sua visione - con qualcun altro ? Anche se
condividendo la visione si corre il rischio di vedere le cose da un punto di
vista differente....
Review: Brussels, Belgium
- Forest National - April 22, 2009
by Grzegorz Gras
Sono le due del mattino e sono appena tornato a casa dapo aver guidato 40 Km
da Breussels a Saint-Lievens-Houtem. Che lunga notte è stata ! Fuori
dai pochi show ai quail ho assistito , questo è stato il migliore , non solo
per la musica , di Bob.
Dopo un veloce giro turistico per Brussels , sono andato alla Forest
National venue poco dopo le 15,00. C’erano già alcune persone fuori dalle
porte , fra di esse il mio amico italiano Michele. Essendo stato presentato
ad alcuni Bobcats , abbiamo aspettato chiacchierando , e siccome era presto
, siamo andati in un vecchio caffè vicino alla venue ed abbiamo avuto una
lunga conversazione.
I tempi stanno cambiando , Bob Dylan è invecchiato , le cose sono cambiate (
e cambieranno ancora ) ma c’è una cosa che sarà eterna – ed è questa pace ed
amore che scorre nella comunità dei Bobcats.
Tu puoi passare ore ed ore a discutere della vita , della musica , di Bob o
di qualunque altra cosa . Dopotutto è grazie a Bob , per quello che ci ha
dato e per l’effetto che ha avuto sulle nostre vite. Ci siamo rimessi in
fila verso le 18,00 ed i cancelli sono stati aperti poco dopo le 19,00.
E qui arriva la sorpresa , quasi nessun controllo di sicurezza. Ci hanno
lasciato entrare , guardati i biglietti non hanno voluto fare nessun altro
tipo di controllo. Ho visto gente con piccole cineprese o macchine
fotografiche in prima fila ed i ragazzi della security facevano poca
attenzione a loro. Meraviglioso !! Grazie ragazzi per questo , ho potuto
fare circa 150 fotografie , alcune delle quali davero molto belle !! . Lo
show è cominciato poco dopo le 20,30 e l’opener è stata “The wicked
messenger”. Dopo averla già sentita a Berlino , contavo su qualche altra
ma....è stata comunque buona....Una dura versione di “It’s all over now baby
blue” in questo nuovo arrangiamento ( che personalmentemi mi piace molto ) –
molto meglio che e.g. la versione 2004 che non sapeva di niente dal mio
punto di vista ) è stato un highlights per me.
E’ stato buono sentire dal vivo “Blind Willie McTell” - c’è qualcosa di
mistico ed irreale in questa canzone-. Contavo su “Desolation row” e l’ho
avuta !!! La mia ragazza ( il secondo show per lei...ha cominciato ad amare
e capire Dylan ) voleva così tanto ascoltare Ballad of a thin man , la sua
canzone preferita , e l’ha avuta anche lei !!!
Il resto è stato tipico , così non andrò canzone per canzone. Penso che Bob
era tranquillo e di buon umore ( anche , se a detta di qualche amico alla
fine era esausto per l’impegno ) ed ha goduto lo show. Proprio prima degli
encore , quando sono tornati , ha perfino fatto un piccolo balletto di
fronte al pubblico. Qualunque cosa fosse , è stato bello che l’abbia fatto
per noi. Gli encore sono adesso gli stessi tutte le volte , cosa un pò
noiosa , ma alla fine senti la “classica” “Blowin’ in the wind” , che
potrebbe essere molto importante per quegli occasionali bobfans che la
sentono per la prima volta.
Dopo la fine dello show , abbiamo aspettato che la folla uscisse lentamente
, poi siamo usciti e siamo andati al merchandise fuori dai cancelli , ho
comperato per me alcuni posters nuovi ( uno molto bello del 1975 più qualcun
altro ) e due bottons.
Eravamo asieme a Michele e Federica ( che è sempre là – è una ragazza che è
stata “on the road” per 11 anni ed è probabilmente la persona che ha visto
più show di tutti...probabilmente circa 1000 ). Siamo andati ad un
ristorante per mangiare qualcosa e per un altra ora di chiacchiere , poi
abbiamo dato loro un passaggio ( grazie Michele per questa t-shirt !!! ) e
siamo tornati a casa.....sono adesso le 2,30 di mattina e suppongo sia ora
di saltare a letto per una bella dormita. E’ stata davvero una notte
piacevole....
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a
Giovedi 23 Aprile 2009
Set list: Brussels, Belgium -
Forest National - April 22, 2009
1. The Wicked Messenger (Bob on keyboard)
2. It's All Over Now, Baby Blue (Bob on keyboard)
3. Man In The Long Black Coat (Bob on guitar)
4. Stuck Inside Of Mobile With The Memphis Blues Again (Bob on keyboard)
5. Blind Willie McTell (Bob on keyboard)
6. Desolation Row (Bob on keyboard)
7. Honest With Me (Bob on keyboard)
8. Sugar Baby (Bob on keyboard)
9. Highway 61 Revisited (Bob on keyboard)
10. Ballad Of A Thin Man (Bob on keyboard)
11. I Don't Believe You (She Acts Like We Never Have Met) (Bob on keyboard)
12. Ain't Talkin' (Bob on keyboard)
13. Thunder On The Mountain (Bob on keyboard)
14. Like A Rolling Stone (Bob on keyboard)
(encore)
15. All Along The Watchtower (Bob on keyboard)
16. Spirit On The Water (Bob on keyboard)
17. Blowin' In The Wind (Bob on keyboard)
Review: Geneva,
Switzerland - Geneva Arena - April 20, 2009
by Jean-Luc Besse
Non sapevo cosa aspettarmi per questa seconda venuta di sua Bobbità in
Ginevra. Il tempo era mite , una specia di primavera e mi sono preoccupato
di arrivare presto ( nell’ultimo concerto Bob aveva cominciato che un terzo
della gente stava ancora fuori...).
Ho chiesto ad alcune persone dello Straff dov'era il tour bus , e mi hanno detto
che non era li perchè Bob stava in in lussuoso hotel vicino al lago sin da
sabato ( sembra sia partito immediatamente da Firenza dopo lo show di sabato.
Lo show Bob e la sua band hanno dato ulteriore conferma che hanno apprezzato
il soggiorno a Ginevra.
L’Arena era quasi piena e la gente sembrava essere di buon umore. Guardando
la set list , niente di rivoluzionario e la band è sembrata molto attenta ,
accurata , e così rock che tutti sono rimasti sorpresi.
Bob e la sua band sono stati generosi ! Grande assoli di Stu e Denny. Tony
solido come sempre e Donnie così carino quando prendeva la sua piccola
chitarra con Bob al centro del palco nell’ultima canzone per duettare
assieme alla sua armonica ( Blowin’ in the wind).
Niente HG 61 stasera ma la band ha rocckato davvero duro nelle altre
canzoni perchè era ben presente.
Alla fine una grande e sincera standing ovation dal pubblico per il regalo
di questo grande concerto.
Bob , a pochi giorni dal suo compleanno , è difinitivamente il migliore.
Grazie di tutto. Continua a tenere il rock and roll vivo e vegeto.
Review: Florence, Italy -
Mandela Forum - April 18, 2009
Caro Mr Tambourine,
se interessa, ho partorito anch'io la mia brava recensione sul concerto di
Dylan di Firenze del 18 aprile. La spedisco in allegato, ma l'ho pubblicata
anche sul mio blog a questo link
http://contaminazioni.splinder.com/post/20379277/Dylan%2C+vecchio%2C+adorabile+marp.
Tanto per mettere le mani avanti: per quanto mi riguarda è stato un
bellissimo concerto. Con me c'era tutta la famiglia: i figli adolescenti,
relegati in tribuna sud perché solo all'ultimo momento si sono decisi ad
unirsi alla bella spedizione; il marito (che non conosce Dylan e, tutto
sommato, dopo che mi ha accompagnato a Pistoia 2006 lo considera anche un
po' antipatico) che ha vagabondato nel parterre per i fatti suoi; e la
sottoscritta, che ha fatto la vita della fan dura e pura, con fila a partire
dal primo pomeriggio, corsa frenetica all'apertura dei cancelli ed ardua
conquista del posto (quasi) in prima fila. Beh, che il concerto mi piacesse
era quasi scontato. Che piacesse anche alla prole e al coniuge, date le
premesse, un po' meno. Eppure è accaduto, segno che il vecchio Bob è sempre
in grado di lasciare il segno, persino fra i riottosi. Per tutto il resto,
vedi la recensione.
Ciao, grazie dell'attenzione e alla prossima
Lorenza Boninu
Dylan, vecchio, adorabile marpione(impressioni dopo il concerto del 18
aprile 2009 al Mandela Forum di Firenze)
Ah che barba, che noia, che barba, che noia! Gente, cerchiamo, se possibile,
di scrollarci di dosso lo stereotipo del fan di Dylan deluso, incazzato,
scontento o, al contrario, estatico, entusiasta, perennemente in crisi
mistica davanti al Vate. Sai che risate si farebbe Dylan se solo potesse
leggere le troppe parole sprecate per ogni sua singola performance, per ogni
gesto o tic o smorfia che si lascia scappare quando è sul palco, per ogni
vezzo della sua voce, per ogni occhiata che rivolge alla band o in direzione
del pubblico. Se potesse … probabilmente non vorrebbe. Dylan, maledetto
arrogante.
“A volte nelle canzoni si dicono certe cose anche se c’è solo una piccola
probabilità che siano vere. A volte si dicono cose che non hanno niente a
che vedere con la verità di quello che si vuole dire, e altre volte ancora
si dicono cose che tutti sanno essere vere. O magari si finisce per credere
che l’unica verità al mondo è che sul mondo non c’è nessuna verità.
Qualunque cosa si dica, la si dice in modo meccanico. Non c’è mai tempo per
pensare. Cucire, stirare, impacchettare e spedire; ecco quello che si fa”.
(da Chronicles, volume I)
Questo è Dylan. Faremmo meglio a dargli retta. In ogni caso a Firenze ha
cucito, stirato, impacchettato e spedito il suo show. In modo impeccabile.
Mi è piaciuto? Diciamo pure che mi ha esaltato. Non mi sono fatta mancare
niente: l’attesa in mezzo ai fedelissimi, la corsa all’apertura dei
cancelli, l’ardua conquista del posto (quasi) in prima fila, le chiacchiere
con chi, più fanatico di me, si era doverosamente fatto anche le date di
Milano e Roma. E poi è arrivato lui, con quel suo ghigno accennato, la mano
che spesso correva al petto, spesso alla guancia, quel suo muoversi a
scatti, i suoi passetti un po’ rigidi. Qualcuno ha parlato di cabaret, e lo
ha fatto in modo velatamente dispregiativo, come dire “credevamo fosse rock
and roll e guarda cosa ci tocca”. Beh, se anche era cabaret, era cabaret ben
fatto. E secondo me, c’era anche parecchio rock and roll, perché, diavolo,
non avrei mai pensato che Dylan, proprio lui, mi facesse venir voglia di
ballare: ma è successo, grazie Bob, che almeno mi hai comunicato un po’ di
sano buonumore.
Io non sono affatto un’ esperta di musica. Leggo le recensioni dei critici
di professione e mi perdo. Leggo le recensioni degli appassionati e mi perdo
lo stesso. Sono una che nella sua vita ha ascoltato tanto, ma senza metodo,
senza approfondire, senza stare a cercare influenze, filiazioni, confronti,
legami, rapporti e tutto il ciarpame che si porta dietro la supposta
competenza. Certo che amo Dylan più di qualsiasi altro e gira che ti gira
sempre lì torno: ma sono una povera letterata e quindi da questa falsa
recensione non aspettatevi sottili disamine del timbro,
dell’interpretazione, dello stile, dell’arrangiamento di ogni singolo pezzo.
Semplicemente posso dire che ho adorato il modo quasi giocoso in cui ha
eseguito “Mr Tambourine Man”, che mi sono deliziata ascoltando “Man in the
long black coat” alla chitarra, che ho avuto i brividi per tutto il tempo in
cui abbiamo cantato insieme con lui “Like a rolling stone”, che mi ha
colpito l’interpretazione di “The lonesome death of Hattie Carrol” (così
astratta, remota, simile ad una favola nera, ad un mito senza tempo), che
quando ha attaccato “Workingman’s blues #2” ho avuto la tentazione di salire
sul palco e abbracciarlo, che mi è piaciuta moltissima l’idea di chiudere il
cerchio di “All along the watchtower” ripetendo in conclusione la prima
strofa, che ho trovato cosa buona e giusta lo stravolgimento di “Blowin’ in
the wind” , la canzone più abusata e forse più fraintesa di Dylan.
Ma non è solo questione di “Blowin’ in the wind” … Vogliamo dire che Dylan
quando canta i suoi cavalli di battaglia è assolutamente ironico e, quel che
più conta, autoironico? E’ uno strano circolo vizioso: Dylan che si rifiuta
di trasformarsi nel monumento di se stesso, i fan che non glielo permettono,
e lui che continua a prenderli in giro, a prendersi in giro, e che proprio
per questo si rivela assolutamente geniale, un passo avanti a tutti, e
suscita ancora e ancora e ancora le medesime reazioni … chi lo chiama
traditore, chi semplicemente lo adora, chi si sente urtato, chi si
taglierebbe le vene per l’idolo, chi non capisce, chi pensa di capire tutto.
Sono più di quarant’anni che va avanti questa storia, mi sa che Dylan ha
smesso da un pezzo di farci caso. Fa parte del copione, ognuno ha la sua
parte e la recita come meglio crede. La verità è che l’artista vero, in
qualunque campo operi, non sta lì a chiedersi se e come accattivarsi il
pubblico: se ha qualcosa da dire, la dice, senza tanti complimenti, se si
sente di fare una cosa piuttosto di un’altra, la fa. La logica dell’audience
appartiene alla pessima televisione italiana, quella di Amici e di X Factor,
delle cover plastificate e del “pianobarismo” (rubo la definizione a Morgan,
peraltro complice di certe operazioni) pretestuosamente innalzato al rango
di profonda interpretazione, non certo a Dylan.
Dylan a Firenze era tranquillo, divertito, rilassato. Ha suonato con
evidente piacere. Eravamo tanti, ma era come essere in pochi ad ascoltare un
vecchio amico con la sua band in qualche locale fumoso. Accanto a me c’era
un ragazzino con una capigliatura (finta?) stile Caparezza, peraltro molto
interessato all’influsso di Rimbaud su Bob; davanti, un giovanotto
venticinquenne (classe 1984 l'anno in cui io ho visto Dylan la prima volta a
Roma) che, dopo essersi imbattuto in Dylan a Bologna, quando il nostro
Jokerman si esibì davanti a Giovanni Paolo II, se ne è istantaneamente
innamorato nel vederlo tendere sportivamente la mano al Papa; e ancora una
signora più o meno mia coetanea che mi ha raccontato, con le stelline nello
sguardo, di Roma e Milano; e poco prima, mentre ancora eravamo in fila,
avevo origliato il resoconto estasiato di un tizio che il giorno prima era
riuscito a seguire il concerto dal backstage. Beh, un concerto di Dylan è
anche questo, il mescolarsi delle generazioni, il rendersi conto che, grazie
a Dio, non è solo questione di attardati e attempati nostalgici, ma che il
vecchio Bob può dare ancora qualcosa anche ai nostri figli, ai nostri
fratelli minori. Per esempio lo scatto imprevisto che ci riporta a prima, a
quando tutto è cominciato, al blues delle origini, che ci rammenta che se
vogliamo davvero un nuovo inizio, dobbiamo volgere lo sguardo indietro nel
tempo, a quando la musica aveva un’anima e un senso, e non si era ancora
trasformata in un repertorio di suonerie per cellulari.
Set list: Strasbourg, France
- Zenith - April 21, 2009
1. Cat's In The Well (Bob on keyboard)
2. Masters Of War (Bob on keyboard)
3. It's All Over Now, Baby Blue (Bob on keyboard)
4. Lonesome Day Blues (Bob on keyboard)
5. Under The Red Sky (Bob on keyboard)
6. Rollin' And Tumblin' (Bob on keyboard)
7. Beyond The Horizon (Bob on keyboard)
8. John Brown (Bob on keyboard)
9. Tweedle Dee & Tweedle Dum (Bob on keyboard)
10. This Wheel's On Fire (Bob on guitar)
11. Highway 61 Revisited (Bob on keyboard)
12. Just Like A Woman (Bob on keyboard)
13. Thunder On The Mountain (Bob on keyboard)
14. Like A Rolling Stone (Bob on keyboard)
(encore)
15. All Along The Watchtower (Bob on keyboard)
16. Spirit On The Water (Bob on keyboard)
17. Blowin' In The Wind (Bob on keyboard)
by Sean O'Hagan - The Observer, Sunday 19 April 2009
I segnali sono buoni. Una immagine di copertina di una gang di Brooklin
tratta dal reportage fotografico di Bruce Davidson del 1959 , la presenza di
David Hidalgo in prestito dai Los Lobos , e diversi titoli da favola –
Beyond here lies nothin’ , My wife home’s town , If you ever go to Houston –
suggeriscono tutti che Bob Dylan era in procinto di far seguire Modern Times
da un’altro album classico , purtroppo non è così.
Together Through Life , 33° album di studio , è il suono di un uomo che
cerca di stare a galla. Viene fuori in un solo brano , “Life is hard” che
Dylan ha scritto e registrato per il film in uscita di Oliver Dahan
intitolato “My own love song”. Di Bob Dylan ha conservato solo la scrittura
e la registrazione , ma il risultato questa volta tende al rigetto.
Quello che manca è la sensazione di essere colti di sorpresa dalle migliori
canzoni di Dylan , il senso , anche , che particolarmente nella sua musica
più recente , che stia cantando in faccia al suo invadente senso della
morte. “ Non ho la madre , nemmeno il padre , e nemmeno gli amici ” canta in
“Shake Shake Mama ” , ma il generico shuffle del blues annulla ogni senso
drammatico , e come un flash che fissa i testi in una canzone , che come
tante altre in questo disco , sembrano non definiti ed impressionistici.
L’album comincia al trotto con “Beyond here lies nothin’ “ , un tempo medio
di blues-rock che usa la fisarmonica di Hidalgo per tingersi di atmosfere
Tex-Mex. Non comunica niente , benchè , oltre la generale atmosfera da
supper-club batti i piedi che la backing band offre va alla deriva in quanto
l’interesse della band non è sufficientemente impegnato nella canzone.
Poi arriva “Life is hard” il quale probabilmente suonerà bello nel contesto
del film di Dhana – che racconta di un viaggio a Memphis di un cantante su
una sedia a rotelle e del suo migliore amico , ma è il genere di ballata che
Dylan può scrivere mentre sta dormendo. “ Non sò cosa sia giusto o sbagliato
– canta – mi serve solo la forza di combattere , combattere il mondo che sta
fuori”. In carattere o no , la canzone suona troppo familiare , quel mondo
stanco al punto di sconfiggere quel punto di vista che è diventato infine un
refrain tardivo.
Ho ascoltato diverse volte “My wife home’s town” , il tipo di titolo che
suggerisce che Bob ha ascoltato i pezzi d’annata di George Jones in ritardo
, ma , di nuovo , la valenza lirica è deludente.
La frase migliore è la ripetuta "I just wanna say that Hell's my wife's home
town" è quasi in valore aggiunto con la diabolica risata soffocata verso la
fine. Roba leggera comunque. Inoltre , “If you ever go to Houston” è l’ombra
di una vecchia canzone cowboy trasformata in un walking blues , mentre
“Forgetful heart” è un’altra ballata sul tema della perdita e del rammarico.
Sembrano galleggiare entrambe senza lasciare un segno della loro presenza.
Ormai tutti i più noiosi ed ossessivi temi di Bob sembrano incapaci di
mantenere viva l’attenzione.
Nel contesto , “I feel a chamge comin’ on” suona positivamente epica ,
benchè , sia chiaro , non è una canzone che fa riferimento all’era di Obama.
“ Sto cercando in tutto il mondo , guardando lontano verso est “ canta Dylan
, suonando per un momento come se stesse prendendo la temperatura dei tempi
, “Vedo la mia piccola arrivare , cammina col prete del villaggio”. Questo è
ciò che è più vicino al Dylan che spaccia allusioni e simbolismi. Più tardi
, nella stessa canzone , lui sta “ascoltando Billy Joe Shaver” e “leggendo
James Joyce , ma , in queste frasi troppo familiari , c’è l’eco di altre
vecchie canzoni di Dylan dove questo modo di citare nomi porta in qualche
posto , rivela qualcosa.
L’album finisce con “It’s all good” , un altro punto reletivamente alto ,
dove l’avversione di Dylan per il mondo raggiuge livelli assurdi. “I grandi
politici dicono bugie , le cucine dei ristoranti piene di fiamme , non fa un
minimo di differenza , non vedo come potrebbero...è tutto buono”.
Qui , la musica e le parole , sembrano guidati da una singolarità di
propositi che è assente altrove. Ad un certo punto lui canta : Comunque I
sogni non hanno mai funzionato per me , anche quando si sono avverati”. Ci
sono così pochi momenti di rivelazione nel disco che questa frase si alza
sopra tutte le altre , e sembra risuonare con un certo senso di verità
profonda. Questo porta a pensare , alla maggioranza di noi , a che
cosa potrebbe essere.
Se Modern Times può adesso essere visto come la parte finale di una trilogia
sulla mortalità e l’invecchiamento che è cominciato nel 1977 con Time out of
mind e continuato nel 2001 con Love and theft , allora Togethr Through Life
suona come un sospiro. Non c’è niente così epico o allegro come Highlands o
lamentoso quanto Nettie Moore , niente con il peso e la profondità di quelle
ultime canzoni di Dylan che possedevano la risonanza delle
grandi ballate blues e Folk che lui amava.
Per finire ho ascoltato quel canto mormorato e gracchiante più delle stesse
parole. Anche i fedeli saranno sottoposti al test della pazienza.
Review: Milan, Italy – Mediolanum Forum - April 15, 2009
Per l’ennesima volta porto qualcuno ad un concerto di Bob
Dylan (tra ex e amici nel corso degli anni saranno stati più di una
dozzina). Appena sanno che vado a vedere Dylan l’amico o l’amica di turno mi
chiede “Posso venire anch’io?”. La prossima volta risponderò di no perché
dal 2003 dylan delude e non poco. Vado da solo, “mi tocca”, non posso farne
a meno… dovessi imbroccare la serata giusta come nel 2002 ad Anzio oppure
nel 96 a Ferrara e anche il 98 a Roma. Stavolta ero a Milano, l’anno scorso
a Trento (la mia ragazza subito dopo il concerto: “col cazzo che ci torno a
vederlo!”) e Bergamo. Parte il concerto, il 24esimo credo, l’emozione non è
più la stessa ma ancora qualcosa provo, verso Just like a woman tiro un
sospiro di sollievo e penso “bhè non è male, sembra più in forma delle
ultime volte e la band forse ha imparato un pò a suonare…” mi giro verso la
mia amica e Manuela mi guarda come fosse uno scherzo… “ma che è tutto
così?!”. Intorno a me giovanissimi contenti – son felice per loro – io
aspetto qualcosa della scaletta, ma niente di davvero buono arriva a
sorprendermi, aspetto un assolo decente ma manco quello – io suono bene la
chitarra e vedere lo strimpellio della band è straziante… ma poi… Herron fa
finta di suonare? Avessi mai sentito quel pedal steel fare qualcosa! non
esce un suono figuriamoci un assolo!!! …. - . Dylan c’è, insomma a 68 anni
sembra esserci di più del solito, oramai ha smesso di cantare, non c’è un
fraseggio, boccheggia strofa su strofa senza allungare una sola vocale, cosa
ti costa?!! Un piccolo sforzo dai. Finisce il concerto e gli do un 5, un 6-
per Blind Willie McTell perché sono buono e spero nel prossimo anno, intanto
sappiamo tutti che tornerà per promuovere l’album ma questa volta scegliesse
altre location, il Mediolanum era metà vuoto. Due giorni dopo chiamo mio
fratello maggiore, lui vide Dylan con Tom Petty e ha alt(r)e aspettative,
“mi sono annoiato, ma perché non fa più neanche una degli anni 70?”, “non lo
so Luca poi lo chiamo e glielo chiedo”. Inaspettatamente il giorno dopo
ancora mi chiama mio cugino da Firenze (quasi 20 concerti all’attivo):
“ Bello, oramai è da semolino però mi è piaciuto, Workingman's Blues #2 e
Po’boy e infine mi ha fatto ridere sentirlo cantare in italiano, gli do un
bel voto”.
Tirando le somme: possiamo rinunciare a vedere Dylan tornare ad un buono
stato (lo dico anche per la bile di Paolo Vites - caro Paolo ero abbonato al
rolling thunder - che mette tanto livore nel suo Love sick per Dylan, roba
da Positively 4th Street), però un po’ di passione pare mettercela, anche a
68 anni, lontano anni luce dal caro collega Mick Jagger – ma questo lo
sapevamo già. Noi tutti speriamo che cambi buona parte della band, io terrei
solo il bassista Tony e cambierei tutti gli altri, anche George del quale
stile mi sono profondamente stufato, speriamo nel prossimo tour (che ne dite
di una petizione? con la Dave Matthews Band ha funzionato
http://www.davematthewsband.it/ , il fine era diverso, fare in modo che
suonassero anche in Italia, il 5 luglio a Lucca, consiglio a tutti di
prendere un biglietto), staremo a vedere dopo l’uscita del nuovo album, di
cui si parla già maluccio, vedi il newsweek e il guardian, per i sample
sentiti via internet ho un strano presentimento, che sia bruttino quasi
quanto Down in the Groove? (altra petizione: AAA cercasi produttore per Bob
Dylan, non dico proprio Lanois ma il caro amico T Bone Burnett ha chiesto
tramite stampa di voler produrre un album del grande vecchio, T Bone ha
prodotto grandi successi, gioielli musicali di Elvis Costello, Roy Orbison,
Tony Bennett, K.D. Lang, Counting Crows, the Wallflowers….. ). Ma alla fine
gli si vuole bene al caro Bob, e continuerò a beccarmi le battutine degli
amici sul defibrillatore dietro il palco, sulla miopia che non gli fa
comprendere dove sia il pubblico, sull’artrite che gli fa suonare la pianola
bontempi etc etc…. e tornerò a vederlo dal vivo, intanto a giugno mi sfogo
con gli Staind all’Alcatraz.
Ciao a tutti
KuoreScuro
Review: Florence, Italy -
Mandela Forum - April 18, 2009
Firenze dylaniata
Ieri sera ho assistito ad un grandissimo concerto dello
Zio Bob. Sono sempre stato molto critico in passato delle sue
performance, Pistoia Blues, MOdena Con Tom Petty 1988 credo, Ancona ,
e San Siro 1984
Ieri sera ho trovato un Dylan perfetto. Mi è piaciuto
tantissimo. Sno rientrato questa mattina a Pesaro con il cuore colmo di
gioia. Si, Colmo di gioia.
Quando puoi, se vuoi, puoi mettere in rete
l'ordine della scaletta?
Un abbraccio avvolgente come una strofa di Dylan
Paolo
Rewiews: Rome, Italy -
PalaLottomatica - April 17, 2009
ave a tutti,
sono appena tornato dal concerto di Roma...concerto per me
fantastico!!! Comunque pensavo fosse molto più statico e dalla voce
abbastanza roca, invece l'ho trovato carichissimo e bene di voce già
dalla prima "Cat's in the well" dove si muoveva e faceva muovere come
nelle altre canzoni veloci come "The levee's gonna break". Sono state
tutte belle versioni a parte "Beyond the Horizon" e il bis "Spirit On
the Water" un pò noiose. Grandiosa la chicca " Return to me" con
l'ultimo verso in italiano e "Tweedle Dee & Tweedle Dum" dove ha dato
tutto al centro del palco, con ovviamente il finale " Like a rolling
stone" , dove il pubblico cantava in coro, ma lui andava sempre in
controtempo! Cmq concerto bellissimo ed esaltante, a parte l'ultima
parte dove era sicuramente un pò stanco...cmq a voi gli altri commenti.
ciao, Andrea
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Ciao Michele, mi chiamo Rita e leggo spessissimo le pagine
di Maggie's
Farm. Vivo a Roma e venerdì sera scorso sono stata al concerto di Bob:
splendido. Pensa che ho dovuto convincere mio marito Stefano a venire
con me: a lui piace Dylan ma per motivi imperscrutabili negli ultimi
dieci anni non lo ha voluto più ascoltare. Ti dico solo che persino lui
è uscito dal Palalottomatica dicendo che è ancora un grande :)
Ti mando le mie impressioni sul concerto, se ritieni possano essere
interessanti (le ho messe anche sul mio blog).
Ciao e grazie per il lavoro che fate su Maggie's Farm.
Rita
Insieme attraverso la vita
Si possono fare decine di ipotesi sul significato che
Dylan ha
voluto dare al titolo del suo album che uscirà tra pochi giorni. Per me
vuol dire che la sua musica mi accompagna da sempre e continuerà a
farlo finché ascolterò musica. Tutti abbiamo una personale colonna
sonora che commenta momenti e ricordi importanti, brutti e malinconici
o belli e romantici.
Andare al suo concerto qui a Roma venerdì scorso
è stata ancora una volta una grande emozione. Erano tanti anni che non
lo vedevo: l’ultima volta (fine anni ’80, mi sembra) alla scalinata del
Palazzo della Civiltà del Lavoro all’EUR. L’ho visto suonare con Van
Morrison, con Santana, con gli Heartbreakers. Tanto tempo fa.
Temevo di rimanere delusa, avevo letto tante critiche sulla sua voce, sulla
band che lo accompagna, sul suo modo di comportarsi e di suonare oggi.
Cazzate, mia personale opinione.
Sul palco non c’era il Dylan della
copertina di Freeweehlin’, non c’era quello di Desire, non c’era
nemmeno quello che suonava la chitarra. C’era invece un anziano signore
di quasi settant’anni, un po’ strano, che cammina rigidamente con un
cappello in testa e una pashmina verde al collo. Dietro una tastiera,
quasi uno qualsiasi della band sulla destra del palcoscenico. L’ho
visto accettare i limiti che l’età gli impone con una umiltà e una
consapevolezza che mi hanno commosso e nello stesso tempo riempita
(come se ce ne fosse bisogno) di ammirazione nei suoi confronti.
Il tempo non è stato generoso: la sua voce è cambiata e a tratti “si
rompe”. Ma così come un oggetto diventa più bello e prezioso quando
presenta quei difetti che vengono dal trascorrere di molti anni, così
la sua voce è ancora grande e piena di fascino, nonostante le rughe che
il tempo gli ha impietosamente lasciato.
Ha imbracciato la chitarra
per due brani: Things have changed (bellissima, una delle mie
preferite) e Boots of spanish leather (altrettanto bella), poi è andato
al suo solito posto. Mi sono chiesta se lui fosse contento o rassegnato
nel tornare alle tastiere. Return to me con l’ultima strofa cantata in
italiano è stata un atto delicato e attento nei confronti del pubblico
romano. Non mi importa molto se non guarda i fans e non parla se non
presentare la band (in verità a mia memoria è sempre stato uno di poche
parole): personalmente non mi infastidisce il suo atteggiamento. Credo
sempre che sia importante rispettare le altrui “stranezze”,
semplicemente perché tutti ne abbiamo.
Emozionante It’s all right ma
(I’m only bleeding), la trovo perfetta per i tempi che stiamo vivendo,
Highway 61 (speravo proprio di trovarla nella setlist) e, naturalmente,
Like a rolling stone. Ho apprezzato moltissimo Make You Feel My Love e
Love sick: adoro come questo anziano signore parla dell’amore. Unica
delusione: purtroppo non ha fatto Ain’t talkin’. Mi sarebbe piaciuto
tantissimo sentirla dal vivo: l’avrei scambiata volentieri con Beyond
the horizon che a mio gusto trovo un po’ noiosa.
Mi aspettavo di vedere soprattutto gente della mia età, quarantenni o giù di
lì, o "più
grandi” e invece c’erano tantissimi giovani, soprattutto nel parterre
ma anche nelle tribune. È stata una gradevole sorpresa. Together through
life.
Bob Dylan - Workingman's Blues #2 - Firenze 18 aprile
2009
Bob Dylan - Po' Boy - Firenze 18 aprile 2009
a
Martedi 21 Aprile 2009
Set list: Geneva, Switzerland
- Geneva Arena - April 20, 2009
1. Watching The River Flow (Bob on keyboard)
2. It's All Over Now, Baby Blue (Bob on keyboard)
3. Just Like Tom Thumb's Blues (Bob on guitar)
4. Stuck Inside Of Mobile With The Memphis Blues Again (Bob on keyboard)
5. Million Miles (Bob on keyboard)
6. Tough Mama (Bob on keyboard)
7. Tryin' To Get To Heaven (Bob on keyboard)
8. The Levee's Gonna Break (Bob on keyboard)
9. When The Deal Goes Down (Bob on keyboard)
10. It's Alright, Ma (I'm Only Bleeding) (Bob on keyboard)
11. Beyond The Horizon (Bob on keyboard)
12. Ballad Of A Thin Man (Bob on keyboard)
13. Thunder On The Mountain (Bob on keyboard)
14. Like A Rolling Stone (Bob on keyboard)
(encore)
15. All Along The Watchtower (Bob on keyboard)
16. Spirit On The Water (Bob on keyboard)
17. Blowin' In The Wind (Bob on keyboard)
Corre voce che Dylan abbia fatto l’ultima puntata del suo the
Theme Time Radio Hour .
Ha chiuso la sua lunga pemanenza alla radio con "So long" di Woody Guthrie ,
"It’s been goon to know yuh" e col suono della
puntina che gracchiava nel solco finale del vinile.
Un comunicato è atteso prossimamente dalla stampa.
Review: Florence, Italy -
Mandela Forum - April 18, 2009
by Giovanni Zecchi
È la prima volta che scrivo a “Maggie’s Farm” (seguo le news quasi tutti i
giorni…), ma dopo il mio primo concerto di Dylan mi sono sentito in un certo
senso in dovere di farlo. Lo show di Firenze è finito da un’ora e mezza:
scrivo
le mie impressioni-emozioni a caldo, come uno di 26 anni che non sa molto di
musica, che non sa suonare nessuno strumento, ma che un giorno nell’autunno
del
2006 ha comprato per caso un CD (“Modern Times”) che lo ha fatto
letteralmente
innamorare (prima per me Dylan era solo il nome di UN cantante): da allora,
attraverso tutti i suoi album e tutte (o quasi…!) le sue canzoni, ho fatto
un
meraviglioso viaggio all’indietro nel tempo fino al 1962…
L’hanno scorso avevo acquistato il biglietto per il concerto di Bergamo, mi
ero recato sul posto, ma per problemi personali non avevo potuto assistere
allo
show: tutta quell’amarezza (durata quasi un anno) stasera è stata
completamente
cancellata…
La prima magia della serata è stata l’aver ritrovato, seduta appena una fila
sopra di me (eravamo nella gradinata superiore del secondo settore
numerato),
una mia amica (naturalmente anche lei fan di Dylan…) che a gennaio non aveva
potuto comprare il biglietto per vedere il concerto insieme a me, nella
nostra
città, poi…
La seconda magia della serata sono state le canzoni, ascoltate direttamente
dalla voce dell’Incantatore: posso fare paragoni solo con quelle sentite
dagli
album ufficiali, dai CD live e da qualche bootleg, non avendo assistito ad
altri concerti prima di questo. Forse non mi ricordo tutto esattamente, mi
affido al flusso della coscienza…
Ha iniziato proprio con “Maggie’s Farm”: un bell’impatto, rock. Poi mi è
rimasta dentro una scatenata “Rollin’ And Tumblin’”, simile a quella del
disco,
mi è parso… Quando Bob con la chitarra in braccio al centro del palco ha
attaccato “Man In The Long Black Coat” mi è venuto un tuffo al cuore. Deve
essere stata la sua voce cavernosa, paludosa: ho sentito che quello era il
suo
regalo per Firenze. Emozionante, vibrante, vissuta “The Lonesome Death Of
Hattie Carroll”: nel cantarla Bob ha espresso qualcosa di bellissimo ed
infinitamente triste… La successiva onestamente non l’ho riconosciuta… Ma
quante voci ha quest’omino? “Workingmaaaaaan’s Blues #2” l’ha cantata
proprio
così (!!), in maniera quasi assurda, polifonica: voce roca e raspante, bassa
e
baritonale (non l’avevo mai sentito scavare così nel profondo:
sconcertante!),
e poi alta e ostentatamente nasale, quella con cui sembra divertirsi, lo
sberleffo, la pronuncia di Paperino…
“Ballad Of Hollis Brown” (la conoscevo poco) è stata una sorpresa: l’
atmosfera è diventata rossa, mi pare abbiano tirato fuori un contrabbasso,
era
incalzante, viscerale e molto blues, sembrava di stare nella cantina del
diavolo (chi l’ha detto prima di me…?).
Poi mi ricordo una “Summer Days” frizzante, che ha fatto ballare, e una
spettacolare “Thunder On The Mountain”, riconoscibilissima, in cui hanno
pestato duro con chitarra e batteria.
Il momento inaspettato è stato il breve giro di “Return To Me”, l’ultima
strofa (“solo tu, solo tu, solo tu…”) cantata in italiano “americanizzato”:
atmosfera romantica e rétro, ma l’ho riconosciuta solo perché sapevo che l’
avevano già fatta anche a Roma. Poi è arrivata Lei, “Like A Rolling Stone”,
e
lì è stato da pelle d’oca: è valsa da sola il prezzo del biglietto, perché
cantata da QUELLA voce, con tutto il Forum in coro… Dopo il palco si è
spento,
i musicisti se ne sono andati e poi sono ritornati, mentre finalmente sullo
sfondo si accendeva il misterioso occhio simbolico: l’aspettavo…
Il primo “bis” è stato “All Along The Watchtower”, con il suono della
chitarra molto bello, lancinante. Poi una specie di piacevole swing sulle
note
tranquille di “Spirit On The Water”, che il pubblico mi pare non abbia molto
apprezzato. Infine l’altra Signora: “Blowin’ In The Wind”, completamente
rivisitata. Qui sono stato vinto dalla tentazione ed ho registrato un pezzo
col
video della fotocamera, perché, porca miseria, ho sentito che stavo vivendo
un
momento di storia, irripetibile. Ascoltare “Blowin’ In The Wind”
direttamente
dalla sua voce (non importa quale…), con il suono dell’armonica che è un
tutt’
uno con la sua bocca…sì, l’armonica! L’ha tirata fuori per varie canzoni
(oltre
a “Blowin’ In The Wind”), anche se onestamente non ricordo quali. Però
gliel’ho
sentita suonare in modo strano, con un effetto contrappuntistico, per lo più
su
una sola nota, o al massimo due o tre, in “risposta” agli altri strumenti…
Soprattutto nella prima parte dello show ho visto (col binocolo) che sul
palco in realtà Bob non stava mai fermo, teneva il ritmo con la gamba
“snodabile”, si dimenava sulla pianolina: era chiaro che si divertiva,
soprattutto quando “faceva la vocina”, salvo poi farci scendere insieme a
lui
negli abissi del blues, verso profondità mostruose…
Alla fine c’è stata una sorta di standing ovation, con i musicisti raccolti
sul palco di fronte alla platea: lui a un certo punto ha voltato le spalle
al
pubblico di scatto, ostentatamente (questo l’ho percepito di sicuro…) e se
ne è
andato dietro le quinte camminando molleggiato, seguito dagli altri membri
della band.
Terza magia della serata è stato il pubblico, le facce della gente che mi
sono divertito ad “annusare”: famiglie coi bambini, tanti adolescenti,
ragazzine con le mamme sessantottine (nel senso di “nate intorno al ’68”…),
gruppi di ragazzi da concerto rock, coppie quarantenni, cinquantenni,
sessantenni, tanti signori (e meno signori…) di mezz’età…insomma, un
miracolo
che si fosse lì tutti insieme per qualcosa di comune, un miracolo che poteva
fare solo Bob Dylan. All’uscita c’è chi ha detto: - Sì, è vero, è stato
proprio
arrogante - , oppure - Come ha cantato bene “Workingman’s Blues”… - , o
addirittura - Certo che un saluto a Firenze poteva anche farlo, ma si sa,
lui è
una merdaccia… - Divide, divide ancora Dylan, e questo PER ME vuol dire che
è
ancora vivo, come Artista e come Uomo, con tutti i suoi lampi di genio e
tutti
i suoi difetti. Dà tutto - QUEL CHE PUO’ DARE - nella musica, e basta.
Posso solo dire che io un concerto così non l’ho mai visto, un tipo così non
l’ho mai visto: più volte nel corso del concerto mi è venuto da piangere e
da
sorridere insieme, e questo vale più di ogni altra cosa…
P.s.: lo so, sono stato troppo lungo, ma non potevo descrivere tutte le
emozioni che questo concerto mi ha dato in uno spazio più breve di questo…
P.p.s.: comprerò sicuramente “Together Through Life”, ma la maglietta del
merchandising ufficiale a 30 € mi ha lasciato l’impressione di un furto…!!
Grazie, Giovanni Zecchi
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
by Snijezana Matejcic - Croatia
Non posso credere che nessuno ancora abbia scritto una parola sulla serata
al Madelaforum di Firenze , Italia. E’ stato incredibile , la musica nelle
mia orecchie è ancora così viva – così tanti giovani in fronte al palco che
cantavano a pieni polmoni e Bob che rispondeva suonando e cantando fuori di
se dalla gioia . Vado ad un concerto all’anno fin dall’inizio del Never
Ending Tour , ogni volta in una città diversa , tanti in Italia , e penso
che questo concerto sia stato un highlight da molto tempo. I concerti di
Dylan sono il mio energetico intellettuale ed emozionale , e questo ultimo
mi servirà per alcuni mesi. Amo BD !
Rewiews: Rome, Italy -
PalaLottomatica - April 17, 2009
by John Hayes
Siccome vivo in Scozia , la naturale scelta per questo tour era Glasgow ed
Edinburgo in maggio. Edinburgo sold-out immediatamente ed io avevo visto Bob
al SECC di Glasgow nel 1990 e non mi era piaciuta la venue così tanto , cosi
pensavo che avrei perso questo tour. Tuttavia , avendo letto le recensioni
dei primi show , Stoccolma etc... Ho pensato... Mia moglie Maggie ( NON una
fan ) ha detto che pensava che sarebbe stato bello andare via per un break
da qualche parte per alcuni giorni e stava cercando fra le diverse opzioni
da diversi giorni. Quando ho detto che LE STRADE DI ROMA SONO PIENE DI
MACERIE.....ha detto che lo sapeva...ma vengo al punto.....era un buon
compromesso.
Una possibilità per lei di vedere Roma per la prima volta e per me di vedere
Bob ( forse il suo ultimo tour? ) allo stesso tempo !
Così siamo partiti mercoledi accompagnati da nostro figlio Robert (16) anche
lui un fan.
La prima cosa che mi ha colpito , ero già stato a Roma altre due volte ( la
prima 30 anni fa e la seconda 10 )è stata che dovevo essere molto
concentrato sul vino , la pasta , la pizza etc. Di certo sono andato in
Vaticano , al Colosseo etc. ma sono stato stupito di quanta roba c’era
ancora da vedere qui.
E’ un must , se non siete ancora stati ovunque dopo diversi giorni di visite
,
feste etc. , Robert ed io abbiamo preso il metrò per il Palalottomatica , la
grande nuova venue per tanti eventi.Siamo arrivati presto ed abbiamo
scoperto che le nostre sedie erano miglia indietro dal palco ma almeno
centrali.
La band ha cominciato puntuale alle 21,00 con una solida “Cat’s in the well”
, è stata eseguita bene con Bob che cantava veramente bene , come ha fatto
per tutta la serata. E’ seguita “Don’t think twice” , Bob ha preso la
chitarra ( la prima volta dal settembre 2000 che lo vedo far questo ),
“Things have changed” e “Boots of spanish leather” sono stati due highlight
per me ,in parte perchè mi piacciono tutte e due , ma sono state rafforzate
da lui suonando la chitarra. Dopo “ Thunder on the mountain” , ben eseguita
e solida. Poi arriva una che non conoscevo , “Return to me””. E’ stata
superba e totalmente inaspettata , sono stato informato che l’ha suonata
anche la sera dopo a Firenze. “Like a rolling stone” poi , era certamente la
più attesa del concerto ed è stata bella.
Dopo il concerto , come al solito , ho pensare alle dozzine di canzoni che
mi sarebbe piaciuto sentire , ma senza disappunto , è sempre una gran cosa
vederlo dal vivo.
Molta gente del pubblico ha registrato e questo è stato Ok , ma in nessun
modo potrebbero rendere giustizia al concerto. Senza bisogno di dire...Non
ha suonato When I paint my masterpiece , scelta troppo ovvia !! Troppo
presto è arrivata la fine dell’avventura italiana. Per finire , ciao ad
Maureen ed Eugenio ed anche a Rick , nostri amici e fans da lungo tempo. Le
loro interpretazioni di alcune di alcune delle prime canzoni acustiche di
Bob sono leggendarie !
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by Henry Talon
Bel concerto , Dylan c’era e con lui la band. Bob ha preso l’armonica più
spesso di quello che mi aspettavo ed ha anche suonato la chitarra durante lo
show.
Ha riarrangiato alcune delle canzoni , anche quelle recenti , in questo
nuovo stile staccato , ma questo è proprio il suo modo di fare. Gli
highlights per me
Sono stai “It’s alright ma” ben puntualizzata , “Things have changed” e
“Boots of spanish leather”. Il batterista ( ancora George Receli suppongo
)ha fatto delle cose fantastiche.
La parte non buona : Il Palolottomatica è essenziaòmente un’arena sportiva ,
e nessun musicista serio vorrebbe suonare lì. Il suono era proprio
terribile. Avevo promesso di non tornare più , poi Dylan arriva ed io sono
tornato , ma ora ho promesso mai più un’altra volta , si dovrebbe boicottare
questo posto. Ovunque sarebbe meglio , di certo i gradini all’aperto della
Scalinata dove Dylan ha suonato nel 98 , pochi isolati da qui , hanno una
grande acustica. Roma ha disperatamente bisogno di un posto per buoni
concerti , l’Auditorium è grande , ma di certo non si può ascoltare Dylan in
poltrone imbottite.
Robert Hunter coautore dei brani in nuovo album Bob
Dylan
di Apcom
Nove canzoni su 10 scritte dal paroliere dei Grateful Dead
Roma, 16 apr. (Apcom) - Bob Dylan, uno dei più grandi autori musicali in
lingua inglese, ha ricevuto un sostanziale aiuto nella stesura dei brani del
suo nuovo attesissimo album, "Together Through Life", in uscita in Italia il
24 aprile. Nove dei 10 brani proposti, scrive The Guardian, sono stati
scritti a quattro mani con Robert Hunter, definito dal quotidiano britannico
un poeta noto per essere stato il "membro dietro le quinte" del gruppo
"Grateful Dead" di Jerry Garcia. Hunter fu il paroliere di questa band per
oltre un trentennio contribuendo a canzoni che ne determinarono il successo
come "China Cat Sunflower", "Friend of the Devil" e "Truckin'". L'unica
canzone interamente scaturita dal genio di Dylan è "This Dream of You",
tuttavia, ha scritto la musica di tutti i brani presenti in "Together
Through Life", fanno sapere i suoi manager, a eccezione di "My wife's home
town", che rende omaggio al blues di Willie Dixon. Non è la prima volta che
i Dylan e Hunter lavorano insieme: i due hanno già collaborato per due
canzoni presenti nell'album "Down In the Groove" del 1988.
Review: Florence, Italy -
Mandela Forum - April 18, 2009
by Alice
Salve a tutti i dylaniani!!
Quella di ieri era la seconda volta che vedevo il mitico Bob live ( la prima
era in Val d'Aosta il 18 giugno dell'anno scorso), e lasciatemelo
dire...WAO! quello sì che era un Bob Dylan con i fiocchi!!
Io ho solo 16 anni, e non ero nata hai suoi tempi d'oro, ma ho visto molti
video dei vecchi live, e ieri sera mentre ero in mezzo a quella folla
impazzita di giovani come me, mentre cantavo a squarciagola quelle canzoni
che mi hanno fatto innamorare di Mr. Dylan, mentre lo guardavo suonare su
quel palco, tutto sorridente e grintoso, mi sono sentita come trasportata
indietro, come se per un attimo con la sua strana magia Bob fosse riuscito a
farmi viaggiare a ritroso nel tempo, fino a quei mitici anni 60' . Ora ormai
è vecchio, non ha quasi più voce e canta le sue canzoni in modo
irriconoscibile, ma la magia che trasmette è sempre la stessa. So che Bob
ogni tanto legge Maggie's Farm, allora gli rivolgo un grazie di cuore per la
serata magica che ha regalato a tutti noi ieri sera!! GRAZIE!!!
Review: Rome, Italy -
PalaLottomatica - April 17, 2009
BOB DYLAN E IL BLUES NEL CONCERTO ROMANO
(fonte: ostianews.com)
Botteghini ancora aperti a concerto già iniziato e bagarini inoperosi. Roma
non ha colto con il tutto esaurito il concerto che Bob Dylan ha tenuto al
Palalottomatica, tappa del tour che precede di poco l’uscita di Together
through life, che uscirà venerdì 24. Sempre il 24, ma a maggio, Robert
Zimmerman compirà 68 anni. Chiunque sappia qualcosa di Dylan, sa bene che
non esiste personaggio più lontano dai tempi promozionali, e il concerto di
stasera più che un’anticipazione del nuovo album è stato soltanto l’ennesimo
capitolo di quel Neverending Tour che va avanti praticamente senza pause dal
1988. L’ultimo Dylan ha riscoperto il blues e, come ha raccontato lui
stesso, l’amore per i dischi della Chess, della Sun, le sue grandi passioni
insieme ad Hank Williams e alla Carter Family. Il concerto è durato più o
meno due ore: la prima ora e mezza è stata occupata da una carrellata nel
suo repertorio meno conosciuto, condotta sul filo di un Talking Blues e di
ritmi tipo il boogie e lo shuffle. Come d’abitudine negli ultimi anni, Dylan
ha passato quasi l’intero concerto dietro una tastiera che suona in modo
dilettantesco, concedendosi qualche sortita con l’armonica. Al microfono al
centro del palco ci è andato una sola volta, con la sua andatura rigida. La
band è formata da musicisti che suonano con lui da molto tempo, Stu Kimball,
Donnie Heron, Denny Freeman, alle chitarre, mandolino e violino, Tony
Garnier al basso e George Receli alla batteria. Solo verso la fine Dylan,
vestito come un giocatore d’azzardo da saloon, con vestito nero e banda
argentata, camicia turchese e cappellone nero, ha concesso alcuni classici
ma, come al solito, in versioni sorprendenti: Like a rolling stone suonata
in una versione molto simile a quella dei Rolling Stones, poi All along the
Watchtower alla Jimmy Hendrix e Blowin’ in the wind, trasformata in un blues
terzinato che la rendeva irriconoscibile. Niente di sorprendente: da decenni
Dylan si è divertito a smontare il suo mito,spiazzare i suoi fan e a
ironizzare sui riti del concerto. La cosa più nuova è la sua voce che si è
fatta più scura, a tratti roca, tanto che nell’acustica rimbombante del
Palalottomatica si faceva fatica a tratti a decifrare la musica. L’unica
concessione allo spettacolo, per dir così, l’ha fatta nella presentazione
della band, quando ha introdotto i musicisti con lo stile degli imbonitori
da fiera e una musica tra il blues e il cartone animato.
Review: Milan, Italy – Mediolanum Forum - April 15, 2009
Dylan "vintage" per pochi intimi
Soltanto 5 mila spettatori al Forum di Milano che può
ospitarne più del doppio. Ma l'antica magia funziona
by MARINELLA VENEGONI (fonte: lastampa.it)
Incurante della curiosità generale per il prossimo disco Anni Cinquanta,
Together Through Life, di imminente uscita, Bob Dylan non ha pensato di
portarsi in tour un fisarmonicista che potesse reggere almeno qualcuna delle
nuove, curiose canzoni vintage.
Ergo, non voleva proprio suonarle, e al debutto dell’annuale tour italiano
l’altra sera, davanti a poco più di 5 mila persone disperse per l’immenso
Forum di Milano che ne può contenere 11 mila, il Vate di Duluth si è
presentato invece con la solita formazione
Freeman-Garnier-Herron-Kimball-Kramer, con la quale ormai si capisce a occhi
chiusi. In realtà, lui nel vintage ci sguazza abitualmente, circondato delle
chitarre pronte ad assecondare percorsi avventurosi dentro brani antichi e
ogni volta riscritti con il mood del momento: ma sempre nell’ambito di un
impasto blues, country e swing che rappresentano lo zoccolo duro della sua
musica.
È sorpresa per i ragazzi e le fotomodelle, per la Berté e la Rettore,
insomma per tutti quelli che popolano incuriositi e un po’ eccitati il
semideserto parterre: loro, musica così non l’hanno mai ascoltata e forse il
Vate pensa pure di rendere un servizio alle nuove generazioni, con atmosfere
che ricordano più ciò che si potrebbe ascoltare in un vecchio club bianco
del Wisconsin che non il repertorio del maestro di tutti i residui
cantautori in circolazione nel mondo.
Dylan è completamente autoreferenziale; ma è pure in buona forma e di buon
umore, come si capisce dalla dedizione recitativa che mette in Stuck Inside
of Mobile With the Memphis Blues Again. Addirittura, dopo anni, si concede
un pezzo in piedi, alla chitarra, Just Like Tom Thumb’s Blues, ottimo
rockblues d’artigianato, prima di riparare, cappellaccio sugli occhi, al suo
solito posto in fondo, dietro le tastiere: dov’è però vivace e arzillo,
pronto all’armonica, dedicato al canto (o recitazione) con una voce
cavernosa e raspa, ma senza mangiarsi troppo le parole. Il concerto va
avanti rotondo di suoni per un’ora e mezza, con una volonterosa scaletta
nella quale trovano ormai posto, da alcuni anni, vari titoli amati dal
popolo, che un tempo tendeva meticolosamente a trascurare.
Just Like a Woman diventa un terzinato, A Hard Rain A-Gonna Fall è un
valzerino, così come When The Deal Goes Down. Ci sono rockblues trascinanti
(Rollin’ & Tumblin’), pezzi sincopati (Desolation Row), ballatone
strascicate (Sugar Baby) e anche pezzi dall’eccelso Modern Times, come
Thunder on the Mountain e Spirit on the Water, che si amalgamano nel grande
calderone del sound complessivo. Lietamente, nel gran finale, si riconoscono
un po’ (soltanto un po’) perfino Like a Rolling Stone e Blowing in the Wind.
E comunque, tutto si può dire meno che Bob Dylan sia prevedibile: la sua
arte è diventata proprio quella di riversare sul pubblico l’uomo che è oggi,
alla vigilia dei sessantotto anni e a colpi di duecento concerti l’anno: e
non quello che gli altri vorrebbero che lui fosse. Almeno, lode all’onestà.
Dylan, il Maestro che non tradisce se stesso (e noi)
by Speroni Matteo
Preciso, serio, rispettoso della sua storia artistica e del pubblico. Per
nulla beffardo o irriverente nei confronti delle sue stesse canzoni.
L' altra sera al Mediolanum Forum Bob Dylan ha mostrato il meglio di sé. Con
stile inimitabile, Dylan ha portato in scena il Maestro di mezzo secolo di
musica e cultura: due ore di concerto con la sua band, senza alcunché di
superfluo, nessuna parola e una ventina di canzoni, compresi i bis, tra cui
pezzi storici come «Just Like a Woman», «A Hard Rain' s A-Gonna Fall»,
«Desolation Row», «Ballad Of a Thin Man», «Like a Rolling Stone», «All Along
the Watchtower», «Blowin' in the Wind». Nessun brano del nuovo album, in
uscita tra qualche giorno, «Together Through Life». Vestito di nero,
cappello a tese larghe e piatte, Dylan è passato dalle tastiere alla
chitarra, all' armonica; dal blues al country roots, dal rock' n' roll alla
psichedelia, con sonorità classiche ad alto impatto elettrico ed emotivo. Ha
suonato in un Forum quasi pieno di fronte a un pubblico entusiasta che
abbraccia tre o quattro generazioni, unito da un sottile filo di intimità,
l' amore per Dylan e il sentimento di comprenderne l' essenza profonda, al
contrario dei suoi detrattori. C' è per esempio chi sostiene che nel tempo
Dylan non abbia curato la voce. A parte il fatto che l' altra sera ha
mostrato una voce eccezionale per i suoi 68 anni, sarebbe come rimproverare
Sid Vicious per non essersi aggiornato sulle ultime marche di gel. Bob Dylan
non è un' ugola da coccolare ma una visione del mondo, espressa
magistralmente anche da una voce.
Bob Dylan - Like a rolling stone - Firenze Mandela Forum
18.4.2009
Bob Dylan - Man in the long black coat - Firenze Mandela
Forum - 18.4.2009
Return to me - Like a rolling stone - Bob Dylan Roma
17-04-2009
Bob Dylan Rome - Things Have
Changed (17.04.2009)
a
Domenica 19 Aprile 2009
Set list: Florence, Italy -
Mandela Forum - April 18, 2009
1. Maggie's Farm (Bob on keyboard)
2. Mr. Tambourine Man (Bob on keyboard)
3. Most Likely You Go Your Way (And I'll Go Mine) (Bob on keyboard)
4. Man In The Long Black Coat (Bob on guitar)
5. Rollin' And Tumblin' (Bob on keyboard)
6. The Lonesome Death Of Hattie Carroll (Bob on keyboard)
7. 'Til I Fell In Love With You (Bob on keyboard)
8. Workingman's Blues #2 (Bob on keyboard)
9. Highway 61 Revisited (Bob on keyboard)
10. Ballad Of Hollis Brown (Bob on keyboard)
11. Po' Boy (Bob on keyboard)
12. Summer Days (Bob on keyboard)
13. Return To Me (Bob on keyboard)
14. Thunder On The Mountain (Bob on keyboard)
15. Like A Rolling Stone (Bob on keyboard)
(encore)
16. All Along The Watchtower (Bob on keyboard)
17. Spirit On The Water (Bob on keyboard)
18. Blowin' In The Wind (Bob on keyboard)
Omaggio anche a Firenze , rieseguita
"Return to me"
Review: Rome, Italy -
PalaLottomatica - April 17, 2009
by Francesco Paniccià
E' davvero difficile spiegare in poche righe (i cannot explain that in
lines!) la sensazione,così personale e irrinunciabile,che provo ad ogni
concerto di Dylan.
Ma mi auguro che anche voi condividiate la percezione di un'intimità rara e
estremamente preziosa che immancabilmente mi assale ogni volta che aspetto
di vederlo in concerto.
E ieri sera a Roma,questa sensazione era potentissima,quasi fisica e
concreta.
Ho assistito a pressochè ognuna delle ultime esibizioni di Dylan in Italia e
posso anche comprendere lo scoramento di chi, a mio giudizio ingenerosamente
talvolta, forse per troppo amore, si professa stufo di un tour che va avanti
senza sosta a discapito di una performance brillante, meno ripetitiva.
Certo, validissime ragioni legate al gusto musicale di ognuno, ma anche a
ricordi inevitabilmente avvolti alla musica dylaniana, possono portarci ad
esprimere il desiderio di una scaletta sempre nuova o arrangiamenti più
raffinati, anche più familiari magari.
Ma credo che il giudizio sui concerti di Bob debba trascendere in qualche
modo l'impressione del momento, la ricerca egoistica di quella che in fondo
è un divertimento effimero, l'apprezzamento più o meno intenso della singola
canzone.
Dylan non è Mick Jagger, non Tony Bennett, nè gli U2 e tantomeno Bruce
Springsteen e, ad essere onesti, non lo è mai stato e non ha mai voluto
esserlo.
Non ha scritto canzoni per fare l'amore in macchina, canticchare sotto la
doccia, ballare ubriaco. E' stato incommensurabilmente più generoso ed
onesto, di un'onestà che, come tutte le cose vere, è anche dura da accettare
perchè mai compiacente.
Per questo leggo sempre con molto fastidio le critiche rivoltegli, in
particolar modo quelle assolutamente ridicole, francamente quasi
incommentabili, sulla discrepanza fra l'uomo e l'artista.Vorrei solo porre
l'attenzione sul fatto che stiamo parlando di una persona che, con un'umiltà
incredibile, si esibisce quasi ogni sera per chiunque voglia ascoltarlo,
modificando, e mostrando così una passione che è vocazione nel senso più
alto del termine, negli unici termini che l'età e un impietoso logorio della
voce gli consentono, canzoni che qualunque altro artista avrebbe reso
cianfrusaglie da museo, con i giapponesi a naso in sù a fotografarle, le
scolaresche in pellegrinaggio, togliendogli per sempre il senso di libertà
che ancora adesso ne promana.
Mi rendo conto di non aver ancora parlato del concerto, ma volevo solo
riflettere su quanto inestimabile sia la possibilità di attingere ogni
giorno, ovunque ci troviamo (questo grazie a Steve Jobs perlopiù..) a parole
così belle e vere. Su quanto la sua opera sia un dono troppo prezioso. Su
quanto sia lontana anni luce dall'essere solo della magnifica musica. Su
quanto inoltre, il suo concerto, sia per tutto ciò, significativo.
Per 50 miseri euro.12 pacchetti di marlboro.10 birre medie allungate in un
bicchere di plastica.4 schifosissimi libri su Montalbano.
Un terzo di quello che quel vecchio trombone (ovviamente lo adoro, ma fra i
due la differenza è incolmabile) di Leonard Cohen, chiedeva per una data
milanese dopo anni di silenzio.Certo, si dirà che il concerto è durato tre
ore, che la voce era vellutata, che i musicisti erano virtuosi.
Si dovrà rispondere, se si vuole essere onesti, che è un pò troppo semplice
fare un tour quando le tasche si svuotano, quando si fa un disco ogni 5
anni, quando il tuo pubblico è composto da vecchie impellicciate e
radical-chic che pendono dalle tue labbra ogni volta che giungi le mani in
segno di ringraziamento o sciorini l'ultima banalità buddhista.
Questo può significare essere un ottimo intrattenitore. Per favore, non
chiediamolo a Bob Dylan, che per tutti noi, è infinitamente di più.
Tornando al concerto di ieri sera, mi semrba di poter dire che è stato fra i
migliori di quelli recenti.Forse per via del pubblico, molto giovane e
insolitamente caldo, perlomeno nel parterre non numerato, Bob sembrava
particolarmente energico.
L'apertura con Cat's in the well, semrbava preludere ad un concerto in linea
con quelli di Trento, Bologna, Milano degli anni scorsi e così anche la
successiva Don't think twice, fra i rari momenti deludenti assieme ad una
noiosa e scialba Beyond the horizon.
Con Things have changed, Bob al centro del palco, chitarra elettrica al
collo e dita insolitamente frementi, è stata fantastica.E' in questo genere
di pezzi che Dylan da, in questi anni, il meglio di sè. Molto bella anche
Boots of Spanish leather.
Ma visto che gli aggettivi sono sempre i soliti e che i concerti si
somigliano, vale la pena raccontarvi la sorpresa di Return to me.
Questa scelta dice tutto.Tutto della passione di Bob, della sua infinita
conoscenza delle varie tradizioni musicali, della sua voglia e questo mi fa
sempre un gran piacere, di divertire il pubblico, senza voler piacere a
tutti i costi, dimostrando semplicemente attenzione e delicatezza. E una
sensibilità generosa.
A quel punto ero estasiato, il che non ha impedito di godermi Like a Rolling
Stone e gli encores ormai classici.
Sono tornato a casa felice. Una passeggiata sull'Aventino ha reso la serata
indimenticabile.
Grazie Bob.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Bob Dylan incanta il pubblico romano
by Ema-Caw (fonte: notizie.it.msn.com)
Roma, 18 apr. (Apcom) - Immancabile cappello da cowboy, inseparabile
armonica e una pashmina verde, il colore della libertà. Bob Dylan si
presenta in perfetto stile country al pubblico romano che ieri al
Palalottomatica lo ha accolto calorosamente. Nella seconda tappa del tour
italiano iniziato a Milano e che si concluderà stasera a Firenze, il
cantante e musicista statunitense ha allietato i numerosi fans con le sue
canzoni che ogni volta arrangia in maniera diversa al punto da renderle
irriconoscibili.
Senza la chitarra che non suona più dal vivo e dietro una tastiera, Dylan -
quasi a mimetizzarsi con la band - propone alcuni dei suoi brani più famosi:
da 'Just Like a Woman' a 'Ballad Of A Thin Man', da 'A Hard Rain's' a
'Desolation Row', passando per 'Rollin' And Tumblin', 'When the Deal Goes
Down', 'Thunder On The Mountain', 'Spirit', 'All Along The Watchtower' e
'Blowin' in The Wind'.
Nessun accenno, invece, al nuovo album 'Together Through Life', che uscirà
il 24 aprile. Di poche parole, anzi nulla: il menestrello non ha accennato
un saluto. Soltanto la sua musica per quasi due ore ininterrotte. Qualcuno
forse si aspettava di ascoltare altri suoi brani storici, qualcun altro
un'anticipazione dell'ultimo lavoro, altri ancora il Dylan degli anni
Sessanta e non il bluesman che appare oggi. Ma resta sempre Bob Dylan, gli
si perdona tutto.
Reviews: Milan, Italy – Mediolanum Forum - April 15, 2009
by Benedetta
premetto col dire che questa è una recensione per il concerto di Milano, mi
dispiace se la mando nel posto sbagliato :)
Seconda cosa, dopo la premessa: io ho solo 15 anni. Non sono cresciuta con
Dylan, cioè sì, ma diciamo che stiamo su due binari e epoche diverse, e non
ero nemmeno un'idea dei miei genitori quando è uscita Like A Rolling Stone.
Io con Dylan ci sono cresciuta grazie a mio padre, però il mio vero amore
per lui è nato solo da qualche mese a questa parte, e quindi non posso nè
voglio considerarmi una dylaniata doc (anche se, crescendo..)
Al concerto ci sono andata con una mia amica di 23 anni, Marta, che l'aveva
già visto un paio di anni fa a Torino e aveva detto che gli era piaciuto
molto. Il biglietto per Dylan era il mio regalo di compleanno, assieme al
viaggio Torino-Milano e accompagnamento con lei.
Dopo esserci regalate una maglietta di quelle da 30 euro originali, ci siamo
avvicinate al parterre un po' sgomitando ottenendo due posti bellissimi con
un'ottima vista. Per me Dylan è il numero uno al maschile, ma il mio numero
uno in assoluto su tutti e tutto è Joan Baez, che è un po' la mia versione
di Woody Guthrie, ma ero eccitatissima comunque.
Dico da subito che il concerto è stato stupendo, forse perchè era il primo,
forse perchè Dylan mi è sembrato sorridere un sacco e davvero su di giri, e
ho adorato Just Like a Woman e Like a Rolling Stone, che non ho esitato a
cantare (ero una di quelle che urlava di più e la prima a urlare "bravo"
quando ha attaccato Desolation Row). Forse il concerto mi ha preso perchè
avevo in testa l'idea di vedere Bob Dylan con una mia amica lontana dai
genitori e che potevo urlare e fare la scema a più non posso, ma anche
perchè lui mi è parso davvero bravo. L'atmosfera era davvero bella e il
pubblico mi pare abbia apprezzato moltissimo tutto. La scena più bella è
stata quando Dylan ha lasciato cantare Like A Rolling Stone ai fans, una
cosa che mi ha reso parecchio felice.
Ovviamente per ragioni di età Dylan non può più nascondersi dietro alla
maschera di un Bob Dylan di protesta, di Blonde on Blonde, di un padre di
famiglia, di un cristiano fervente o di chi cerca di vender un disco usando
il proprio nome, ma può soltanto cercare di reinventarsi gli arrangiamenti,
per cambiare un po', mi sembra che sia stato proprio lui a dire "tutto ciò
che posso fare è essere me stesso, chiunque io sia", e credo che sia alla
ricerca di sè stesso per l'ennesima volta, ma questa è logicamente una mia
semplice impressione che non voglio imporre a nessuno. Certo anch'io, la
prima volta che ho sentito l'arrangiamento di Blowin' in the Wind sono
rimasta un po' stupita, perchè ero partita con l'idea "Bruce Springsteen fa
Born To Run come l'ha scritta 30 anni fa, perchè Bob Dylan dovrebbe cambiare
Blowin in The Wind?". Stupita sì, ma non delusa, perchè credo sia ammirevole
alla sua età essere ancora capaci di mettersi in discussione.
Credo di aver detto tutto come una giovane fan di Dylan può, e secondo me il
concerto è stato stupendo, e anche lui. Forse perchè mia mamma aveva 3 anni
quando è uscita Blowin' in the Wind, e mio padre 10 quando è uscita Like a
Rolling Stone.
"faccio quel che posso per restare quel che sono, ma qui tutti pretendono
che tu sia come loro"...ovvero Paolo Vites hai rotto i coglioni!!!
Anni fa uno spazientito Lou Reed, a chi gli rinfacciò di non avere più alle
spalle dei chitarristi come Steve Hunter e Dick Wagner, rimasti
immortalati nella storia della musica rock in un leggendario disco live che
porta il nome di Rock'n'roll animal, rispose piu o meno dicendo:"quei tempi
sono finiti e non torneranno più".
I tempi sono cambiati e i vari Campbell, Sexton o Baxter non ci sono pìù ,
lo show è diverso , meno bello, ma se uno
accetta che gli anni passano anche per un Dylan che per i suoi 68 anni mi è
sembrato in ottima forma, forse si godrebbe il concerto in maniera diversa,
più rilassata.
Ho visto Bob Dylan una ventina di volte dal quel primo concerto all'arena di
verona nell'84, ne ho visti di bellissimi, di buoni e di tremendi, e
sinceramente ne ho visti di peggio rispetto a quello di mercoledì, ( per
esempio l'ultimo al forum due anni fa). Bob, mi è sembrato di ottimo umore,
la voce era più chiara (nel possibile), e a dato quello che poteva , le
versioni di Thumb's bues, Blind Willie McTell, When the deal goes down, mi
sono sembrate ottime così come le oramai stra -sentite (da me), Like a
rolling stone o Just like a woman, mi sono piaciute molto , insomma un buon
concerto. la band ha suonato come voleva il capo e se pretendiamo che il
centravanti a cui viene chiesto di fare il terzino non faccia bene il ruolo,
forse non è del tutto colpa sua.
Il problema mi sembra che certe persone che hanno visto, scritto, parlato di
Dylan , orfani del "vecchio Dylan" , rifiutino
questo nuovo , ma forse più che di un sito di fans, avrebbero bisogno di un
appuntamento con l'analista.
Insultare gratuitamente Dylan, con i riferimenti all'oscar vinto, le ironie
con paragoni sui pesunti vip su un personaggio
citato e presentato da vari presidenti , scrittori , poeti e perfino da un
papa , è stato oltre modo fastidioso, anche per chi come me è solo un buon
fan e niente più.
Per quanto riguarda la questione luogo dove Dylan suona, mi permetto di
aggiungere che se per vederlo suonare
al teatro degli Arcimboldi bisogna versare cifre di 170 euri come per
Leonard Cohen, dico grazie ma mi tengo
stretto il forum, magari a lui e ai vip i biglietti li regalano, io li
compro sempre, e trovo scandaloso pagare certe cifre
uno show , qualunque sia, e chiuque suoni, anzi , se magari il giorno del
concerto londinese vorrà farsi sostituire, può sempre venire a lavorare al
posto mio, così alla fine della giornata potrà concedersi il giusto relax in
poltrona davanti alla tv, felice di non doversi sorbire quella vecchia
seccatura che si chiama Bob Dylan.
Grazie dello spazio concesso
Un buon concerto - ero nel secondo anello - dopo 15 minuti sono sgattaiolato
nel secondo e dopo mezzora ero nel parterre-e i controlli?--- buona energia
del pubblico e sopratutto buona energia da Bob- ma la voce ridotta ad un
rantolo dove sarebbe?- bob urlava nel microfono e scandiva bene le parole-
ma soprattutto ha un energia nuova ed inaspettata- in Hard rain e in
Desolation row scandiva frasi in toni marziali e aritmici -come esercizi
vocali- bisogna aver coraggio e voglia per fare certe cose- e si vede che
lui cerca cose nuove- non vedo in giro tanta gente che osa questo dal
vivo--per le canzoni sono daccordo con quello detto da Paolo Martinelli e
Ricky Massakro--buone JLAW- finalmente una BWMCTELL fatta come si deve- ci
sono sempre quelle 3 o 4 canzoni fatte per riempire la serata che non
piacciono -ma non si puo avere tutto- Blowin in the wind a qualuno non piace
fatta cosi--ma è bella invece- parte in r&b anni 60- poi violino country e
incedere e scalare alla Just like a woman o altre canzoni--finalmente una
buona Memphis blues again---nei vari settori dove sono stato ho ascoltato
pareri diversi ma non negativi riguardo a Bob - sei bravo Mr.Tambourine a
mettere vicino le mail dissonanti come quella di Vites,,-che riguardo a voce
e concerti la pensa un po come te- e, al riguardo, sarei contento di leggere
la tua recensione del concerto- a quelle completamente opposte di Martinelli
e altri- fanno bene al dialogo--- Vites bisogna capirlo---ha dato molto
amore -ne ha ricevuto --e vorrebbe che il gioco con gli dei non finisse --ma
pensa di essere arrivato alla fine- penso di capire io--quante volte negli
anni ottanta e novanta ho avuto la stessa senzazione -ma poi Bob mi ha
sempre sorpreso- e alla fine mi sono abituato al suo modo di essere e di
dare- l arte di Bob è forse piu seducente della seduzione al femminile- non
solo non bisognerebbe svelare tutto, (NOTHINGH HAS BEEN REVEALED) lasciando
un po di mistero,che incita a continuare nel tempo il sedurre e l'essere
sedotti---ma anche essendo riusciti ad essere vicino alla meta--si potrebbe
anche non prendere il frutto--lasciando quella sospensione-quel senso di
ineffabile ci fa sentire per un attimo eterni- di essere tuttuno con un
altro essere e di andare anche oltre--di lasciarsi disperdere nel tutto e
ricominciare a giocare--ovviamente tutto questo riguarda piu il rapporto con
il mito che con le persone---- Vites e altri si sono stancati di giocare-puo
essere- ma poi appena esce qualcosa di Bob gridano al miracolo- ( l 'hai
fatto anche tu Mr.Tambourine con le nuove canzoni di TTL - va bene- ma la
voce di Bob nei concerti è anche piu bella e forte che nel cd - è una strana
contraddizione- che, se vera, mostrerebbe il vostro dualismo amore -odio con
Bob--ma va bene lo stesso- non c' entra la psicanalisi- c' entra di piu il
giocare con il Mito - in un mondo che cerca di usare- di consumare il sacro
ancora rimasto--è bello frequentare ancora il Mito--che comunque genera
cultura e bellezza---buon lavoro--.
Cappellaccio e giacca nera da cow-boy, look che lo
renderebbe inconfondibile perfino di spalle, Bob Dylan con le sue canzoni
senza tempo ha fatto calare da consumato stregone del rock un incantesimo
durato quasi due ore sul Mediolanum Forum, prima delle tre tappe italiane
(stasera è a Roma, domani a Firenze) dell’edizione 2009 del suo «Never
Ending Tour».
E poco importa se la sua figura, anzichè dominare il centro del palco,
rimane defilata dietro una tastiera o accartocciata su un'armonica a bocca:
le vibrazioni della sua voce e il magnetismo di una musica che spazia dal
blues al folk al country, sanno ancora catturare gli sguardi e le emozioni
di un pubblico che è specchio di più generazioni.
Partendo da uno dei pezzi più riusciti del recente «Modern times», per poi
correre a ritroso lungo un repertorio che ha segnato mezzo secolo di storia
americana, il «menestrello» del Minnesota (definizione abusata ma che ormai
è una sua seconda pelle) ha usato tutti gli ingredienti della sua ricetta,
grazie anche al supporto di una band con due chitarre, percussioni e
contrabbasso. E migliaia arrivati da ogni parte del nord Italia, giovani
rocker e nostalgici signori di mezza età gli hanno restituito il calore che
in genere si riserva per le occasioni uniche.
La prima esplosione di applausi è arrivata sulle note dell’immortale «Just
like a woman», quando sul palco sono calate le tenebre per lasciar brillare
luci di stelle e le roche parole di Dylan hanno lasciato il posto a uno
straziante assolo di armonica.
Come ormai sua abitudine, anche altre pietre miliari ormai entrate
nell’empireo del rock vengono «stravolte» da un arrangiamento che rende
quasi irriconoscibili pezzi come «Desolation road» e «Ballad of a thin man».
E la magia che Dylan regalato nel bis, rispolverando «Like a rolling stone»,
«All along the watchtower» e «Blowing in the wind» ha cancellato la
delusione dei tanti che hanno aspettato invano un assaggio del nuovo disco,
«Together through life», in uscita alla fine del mese e anticipato in radio
dal singolo «Beyond here lies nothin'».
Tra il pubblico milanese si sono visti anche la cantante Loredana Bertè, il
fotografo Oliviero Toscani e la moglie del patron dell’Inter Massimo
Moratti.
Set list: Rome, Italy -
PalaLottomatica - April 17, 2009
1. Cat's In The Well (Bob on keyboard)
2. Don't Think Twice, It's All Right (Bob on keyboard)
3. Things Have Changed (Bob on guitar)
4. Boots Of Spanish Leather (Bob on guitar)
5. The Levee's Gonna Break (Bob on keyboard)
6. Sugar Baby (Bob on keyboard)
7. Tweedle Dee & Tweedle Dum (Bob on center stage - no harp or keyboard)
8. Make You Feel My Love (Bob on keyboard)
9. It's Alright, Ma (I'm Only Bleeding) (Bob on keyboard)
10. Beyond The Horizon (Bob on keyboard)
11. Highway 61 Revisited (Bob on keyboard)
12. Love Sick (Bob on keyboard)
13. Thunder On The Mountain (Bob on keyboard)
14. Return To Me (Bob on keyboard)
15. Like A Rolling Stone (Bob on keyboard)
(encore)
16. All Along The Watchtower (Bob on keyboard)
17. Spirit On The Water (Bob on keyboard)
18. Blowin' In The Wind (Bob on keyboard)
L'omaggio di Bob a Roma - " Return to me" , vecchio
successo di Dean Martin scritto da Danny DiMinno e Carmen Lombardo , con l'ultima
strofa cantata in italiano
Return to me,
Oh, my dear I'm so lonely
Hurry back, hurry back, oh my love,
Hurry back, I am yours.
Return to me,
For my heart wants you only.
Hurry home, hurry home, won't you please,
Hurry home, to my heart.
My darling,
If I hurt you, I'm sorry,
Forgive me
And please say you are mine.
Return to me,
Please come back bella mia,
Hurry back, hurry back, hurry home,
To my arms and to my heart.
Ritorna da me,
Cara mia ti amo
Solo tu, solo tu, solo tu, solo tu
Mio cuore...
Reviews: Milan, Italy – Mediolanum Forum - April 15, 2009
by Paolo Martinelli
Dovuto a problemi privati non ero sicuro di poter andare allo show , ma ero
quasi sicuro che non era sold-out. Alla fine sono andato , ho comperato il
mio biglietto due ore prima dell’inizio , non c’erano più biglietti per il
parterre , ma al mercato nero ( metodo italiano , usuale ) ho comperato una
poltrona numerata. Dopo ho camminato un pò intorno all’edificio per vedere
dove fosse l’uscita degli artisti.
Allora sono entrato e trovato il mio posto : buona posizione , sulla destra
del palco dietro Bob.
Più tardi , prima delle 20,30 , sono andato ai servizi , ho fatto quello che
dovevo fare , mi sono lavato le mani e......c’erano due box per i tovaglioli
di carta , entrambi vuoti!!!!! F**K ! Ho pagato 63 euro e non c’era un
tovagliolo nei servizi prima dell’inizio del concerto ?!?! Non potevo
credere che il prezzo elevato dello show comprendesse il più difettoso dei
servizi :o(((( Bene , ho trovato una persona con la quale protestare poi
sono ritornato al mio posto.
Ho visto MOLTI posti vuoti in sala , non sò perchè , a Milano , hanno scelto
il Forum di Assago e non un posto più piccolo......bene , probabilmente lo
sò , non è una faccenda musicale ma qualcosa più vicina al businnes :o(
Andiamo , il mio ultimo concerto è stato Milano 2000 , da allora sono
passati 9 lunghi anni, quando “Wicked” è iniziata ho cominciato a sentirmi
davvero bene. Buona partenza , una canzone che mi piace , breve ma
abbastanza forte per far alzare in piedi subito la platea .
Allora le luci si sono abbassate ed ho visto Bob spostarsi dalla tastiera
prendendo la chitarra per venire al centro del palco : buono, “Tom Thumb” è
stata brillante , per me valeva il costo del biglietto ( tovaglioli a parte ,
vedi l’intro ).
Da quel momento Bob è tornato dietro alla tastiera fino al finale di Blowin’
in the wind con l’assolo di armonica.
“JLAW” è stata goduta dal pubblico cantando il coro. Avendo sentito quattro
dei primi show quasi sapevo cosa aspettarmi , così il resto dello show mi è
suonato così familiare , alle mie orecchie , ma è stato suonato molto bene (
non sono un musicista , sono un ascoltatore nella media ) e mi sono
realmente goduto il tutto.
Dopo un pò di minuti di “Hard Rain” ho pensato :” Dov’è la chitarra acustica
? Non l’ho potuta sentire , una dozzina di secondi dopo questo Stu ha
indicato col dito lo speaker dietro di lui ed ha cominciato a sentirsi anche
lui nella canzone , woooow non ero io ad essere sordo. Durante “Blind Willie
McTell” , così buona da sentire , Tony è venuto al centro del palco in
fronte a George e Bob -....mostrando il suo bel fondoschiena alla parte
sinistra della platea :o) – Bob suonava spesso la tastiera con una mano e
l’altra levata verso il pubblico , e , allo stesso tempo , con una gamba ,
faceva movimenti divertenti che mi sono piaciuti :o).
Prima di “Thunder" le luci si sono abbassate , Bob si è spostato vicino a
Donnie e nel buio del palco ho visto Tony avvicinarsi a loro , probabilmente
per essere sicuro di quale fosse il prossimo pezzo : Thunder o prima
un’altra canzone ? Alla fine Tony è tornato da Stu e Denny , nessuna
sorpresa , in ogni modo , il Maestro ci disse anni fa : lui suona musica
matematica , così stasera proprio 17canzoni... ne aspetto 18 il prossimo
show per continuare la serie 17 , 18 , 17 , 18 :o).
Bis come al solito , con la gente che cantava il coro di LARS che mi è
sembrata più vicina alla versione di M&A che a quella suonata da Bob.
Dopo Blowin’ ho visto la band lasciare il palco , dalla mia posizione potevo
vedere l’uscita degli artisti dietro il palco . Ho visto Tony abbracciare
molto amichevolmente qualcuno. Sono uscito portandomi verso la zona dei bus
, c’erano altre tre persone. Io sono alto , ma loro erano pià alti di me ,
così mi ci è voluto qualche secondo per capire che Bob era a fianco del bus
, parlando al telefono , dopo mezzo minuto ha messo il cellulare in tasca ed
è venuto nella nostra direzione ( la porta del bus era a 5 metri da noi ,
dietro i cancelli). Abbiamo gridato cose banali come “ grande show “ ,
“Thank you” e via così , abbastanza per fare in modo che lui ci ignorasse
completamente saltando dentro il bus :o)-
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by Ricki Massakro
“Vista la partecipazione di pubblico, non sarebbe meglio un paio di serate
agli Arcimboldi ? Ma anche lì, tanto, la pochezza di quello che è oggi Bob
Dylan dal vivo non cambierebbe. Solo, staremmo più comodi, si sentirebbe
meglio e personalmente ci metterei da casa mia solo dieci minuti invece che
quasi due ore.”
Così scrive il signor Paolo Vites. Perchè, allora, non se ne sta a casa sua,
in pantofole, risparmiando tempo, fatica, e forse denaro? Se lo deve fare
per lavoro, potrebbe così timbrare prima il cartellino di uscita.
Assieme ai miei figli eravamo in seconda fila, ad un tiro di sputo dal
palco, dopo essermi sciroppato trecento chilometri in auto (sola andata),
tre ore di coda fuori dei cancelli, mezza giornata di ferie, ....
Dirà che sono fuori, come migliaia di altre persone che hanno fatto e
faranno la stessa cosa. Può essere, certo; un cinquantacinquenne colpito da
demenza senile? Va bene. Ma gli voglio dire che, visto da ben vicino, quel
vecchio Bob stava divertendosi. Sono cresciuto con il Dylan chitarra e blue
jeans, quindi con un certo concetto del modo di essere artista, ma ancora
oggi l’ho sentito in forma: diversa, ma sicuramente ben dentro di lui. Non
credo che Dylan voglia solo fare i fiorellini su questo o quel ritmo,
cambiare colore delle luci, giusto per fare spettacolo (cosa che invece mi
pare essere una delle poche cose apprezzate dal signor Vites); riesce anche
a farlo, ma secondo molti di noi, nonostante tutto quello che fa o che si
dice di lui, nonostante questa non sia proprio la migliore band, rimane
ancora quella grinta di quarant’anni fa.
Noi siamo rimasti sicuramente soddisfatti della giornata, e credo che lo
siano stati anche quelle decine di giovanissimi ragazzi che, attorno ai
vecchiotti come me, hanno cantato a squarciagola tutte quelle canzoni. Alla
prossima.
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BOB DYLAN live in Milan 15/04/2009
by Marina Macaluso (fonte: telemusi.blogspot.com)
Ieri sera sul palco del Forum d'Assago di Milano è salito
Bob Dylan insieme alla sua band.
Il Menestrello di Duluth ha cantato per due ore pezzi vecchi e nuovi scelti
ma dal suo vastissimo repertorio.
Regalo inatteso per il pubblico milanese quando si è avvicinato al centro
del palco per imbracciare la chitarra e cantare il brano
"Just Like Tom Thumb's Blues".
Non c'è stato il coretto tanto atteso del brano "Just Like A Woman" da parte
del pubblico ma durante "Like A Rolling Stones", Bob Dylan, si è divertito a
cantare insieme a tutti i presenti un breve pezzo del ritornello.
Con la sua voce calda e profonda ha interpretato le canzoni scelte per
l'occasione con la solita grinta mostrando solo l'amore per la musica.
Poche le parole sul palco che hanno lasciato molto tempo alle lunghe
interpretazioni dei brani anche grazie alla qualità della band che suona con
lui da molti anni.
Review: Milan , Italy -
Mediolanum Forum April 15 , 2009
The wicked messenger - di Paolo Vites
(fonte: gamblin--ramblin.blogspot.com)
"If ye cannot bring good news, then don't bring any" (Bob Dylan)
“Ahò ma ye anno dato l'oscar aqquello?”: frase colta dall’amico Raffaele
Concollato all’ingresso del Forum di Assago ieri sera. La frase è di
Loredana Bertè. “Aqquello” è Bob Dylan, che la cantante italiana si è
degnata di andare a sentire esibirsi. La cantante era probabilmente rimasta
colpita dalla statuetta che dal 2001 Bob Dylan mette in bella vista vicino a
sé sul palcoscenico.
C’era anche la Rettore tra i “vips” – con la “s” certamente – presenti, il
che qualche sospetto sul livello di popolarità di Bob Dylan oggi lo fa
venire. O forse il livello di performance che l’anziano songwriter americano
è oggi in grado di produrre si merita “vips” del genere.
A onor del vero, personalmente ho incontrato anche il bravo Alberto Fortis.
Forum che era pieno a metà, un 5mila spettatori sui 12mila che ne può
contenere. Uno si domanda come fanno a pagare il cachè dell’artista – e
spese di contorno -: da quanto ne so, almeno fino a un paio di anni fa,
chiedeva 250mila dollari a serata. Vista la partecipazione di pubblico, non
sarebbe meglio un paio di serate agli Arcimboldi ? Ma anche lì, tanto, la
pochezza di quello che è oggi Bob Dylan dal vivo non cambierebbe. Solo,
staremmo più comodi, si sentirebbe meglio e personalmente ci metterei da
casa mia solo dieci minuti invece che quasi due ore.
Non canta, Bob Dylan, non canta più. Parla (ma se fosse
autentico spoken word con accompagnamento musicale adeguato sarei felice,
adoro lo spoken word), sillabando frasette e parole in modo a volte
piacevole, più spesso in modo balordo, producendo sorta di filastrocche a
ritmo marziale. Quando prova a tirare fuori una linea melodica dalla voce,
esce fuori un nonsense. La band, che lo accompagna ormai da troppi anni, è
irritante. Certo, non è tutto colpa loro, visti gli arrangiamenti identici
per tutti i brani, ma insomma, ce ne fosse uno che tirasse fuori i coglioni
almeno una volta. E quello lì, ma quanti soldi deve prendersi per sopportare
la rottura di palle di suonare per due ore sempre una inaudibile chitarra
acustica. Tanti, credo.
Mi è piaciuta Just like a Woman. Per lo sfondo del palcoscenico che
improvvisamente si è fatto di romantiche stelline e per quel verso, che ieri
sera diceva cose che solo il mio cuore poteva percepire, credo, fra tutti i
presenti: “And when we’ll meet again, introduced as friends, please don’t
let on that you knew me when, I was hungry, and it was your world…”. Ma gli
amici vicino a me mi hanno detto che è stata orribile anche quella. Non so.
Un po’ mi è piaciuta anche Blind Willie McTell, ma credo anche questa perché
improvvisamente il palco si è fatto buio, illuminato da luci sulfuree, come
trovarsi a cantare il blues nella cantina del diavolo.
Un accenno dell'antica passione mi è sembrato di coglierlo quando ha fatto
la più bella canzone rock di tutti i tempi: sì, quella lì. O era la
commozione dell'amica seduta vicino a me, che vedeva Bob Dylan per la prima
volta. È giusto così, che lui canti per quelli come lei. Per quelli
come me, come diceva una volta un amico americano, andare a vedere oggi Bob
Dylan è come andare ad ammirare il Mount Rushmore. Un monumento. La musica
non conta più.
No, credo che Bob Dylan dal vivo 2009 sia uno degli spettacoli più
imbarazzanti che si possano oggi vedere. L’amico Al , quando glielo faccio
notare, mi dice: “No dai, se pensi di trovarti a uno spettacolo di cabaret
ti puoi anche divertire”. Ah, ok, pensavo fosse rock’n’roll. Ma lo ammiro,
ammiro Bob Dylan lo stesso. È la sua vocazione, questa, non è un
entertainer. Non è spettacolo. Sta pagando un prezzo, alla musa che gli ha
dato così tanto. Deve dare indietro qualcosa, solo lui sa cosa, e sta
pagando un prezzo. Spero che in questo modo si stia salvando l’anima. Se lo
merita.
Ti vedo a Londra, Bob, alla Roundhouse, fra una decina di giorni. Mi hanno
preso un biglietto, devo esserci, è il mio sporco lavoro, sporco come il
tuo, e anche io ho un debito da pagare. Con te, credo. Sarà l’ultimo ballo,
l’ultimo valzer. You'll most likely go your way, and 'll go mine...
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Bob Dylan a Milano: il menestrello non canta più
di Marco Barbonaglia (fonte: ilsole24ore.com)
"There was a wicked messenger, from Eli he did come…" Così Bob Dylan apre il
suo concerto milanese, primo dei tre appuntamenti italiani. Sono i versi
d'apertura di The Wicked Messenger, presa da John Wesley Harding del 1968.
Allora, dopo aver tracciato la strada che portò i Beatles a comporre il loro
capolavoro psichedelico, Sgt Pepper's Lonely Hearts Club Band, Robert
Zimmerman spiazzò tutti, presentandosi alle legioni di fan con un album
acustico, dai suoni lineari che evocava, nei testi, oscure e potenti
immagini bibliche. Non era certo la prima volta che lasciava di stucco i
suoi ammiratori e nemmeno sarebbe stata l'ultima.
Chi spera, oggi, di assistere ad un revival dello scapigliato eroe della
controcultura degli anni Sessanta, o di trovarsi di fronte qualsiasi altra
incarnazione dylaniana, dal menestrello al visionario poeta elettrico di
Blonde on Blonde, rimarrà probabilmente deluso. Il Dylan che appare sul
palco è un vecchio bluesman, impegnato in un tour infinito che va avanti
senza interruzioni dall'88 e che rifiuta di crogiolarsi nel ruolo di
leggenda vivente. Preferisce, piuttosto, affrontare il pubblico sera dopo
sera, con piglio quasi da artigiano e con una media che supera i 130
concerti all'anno.
È in questi panni che Mr Tamburine si presenta anche questa volta a Milano.
Cappello e giacca da musicista country, senza la chitarra che ormai non
imbraccia praticamente più dal vivo, si tiene un po' in disparte dietro alla
tastiera, quasi volesse rifuggire le luci della ribalta che lo inseguono da
oltre quarantacinque anni.
Voce roca, tagliente, logorata dalla continua attività live, segnata
dall'inconfondibile timbro nasale, Dylan comunque non lesina i classici. Da
Just Like a Woman a Ballad Of A Thin Man, da A Hard Rain's A-Gonna Fall a
Desolation Row. Incanta il pubblico con un sound caldo e profondo, grazie
anche ad una band straordinaria che riesce nell'impresa di seguire le sue
continue improvvisazioni e trasformazioni che ne fanno un maestro nell'arte
di cambiare le canzoni più famose fino a renderle irriconoscibili.
Il menestrello non tralascia nemmeno le canzoni più recenti, come il blues
scatenato di Rollin' And Tumblin', When the Deal Goes Down , la potente
Thunder On The Mountain o l'evocativa Spirit on the Water eseguita con
accenti da crooner. Tutti brani del penultimo album Modern Times, che di
moderno non ha nulla ma che è riuscito a compiere una vera e propria magia.
Con sonorità fuori dal tempo che paiono, a tratti, materializzarsi da una
trasmissione radiofonica degli anni quaranta, il disco ha scalato, due anni
fa, le classifiche di mezzo mondo restituendo a Dylan un primo posto che non
raggiungeva dal ‘76.
Prima di andarsene il menestrello di Duluth regala al pubblico ancora tre
dei suoi più grandi classici. Croce e delizia dei fan, Bob si concede
nell'esecuzione di Like A Rolling Stone, All Along The Watchtower e,
perfino, Blowin' in The Wind. Tutte rigorosamente stravolte, con gli
arrangiamenti cambiati che ne fanno quasi altre tre canzoni. Soprattutto
l'ultima, vero e proprio inno di una generazione, è irriconoscibile,
sfigurata, cantata con un andamento sincopato e l'accompagnamento di un
violino, tra lo sgomento e l'emozione dei fan.
Ma Dylan è anche questo. I momenti migliori dei suoi show non più sono
quelli dedicati ai capolavori che deve, di tanto in tanto, per forza
regalare alla platea. La vera magia che compie è quella di fare vivere sul
palco una musica senza tempo, fatta di blues, swing e country, un universo
musicale che esisteva ben prima che il mondo fosse sconvolto dal ciclone di
Like A Rolling Stone. Da lì era partito, ancora ragazzino, Robert Zimmerman.
E oggi, un sessantottenne Bob Dylan, con quella voce impossibile, così
lontana da ogni regola del bel canto, eppure così affascinante da farsi
quasi strumento musicale, è esattamente lì che ritorna.
Ciao Mr.Tambourine ... scusami ma ho notato una imprecisione
pubblicata nella scaletta di ieri sera a Milano
Questo è quanto pubblicato...
2. Just Like Tom Thumb's Blues (Bob on keyboard)
3. Just Like A Woman (Bob on guitar)
..in realtà è il contrario, giusto per dovere di cronaca ovviamente
2. Just Like Tom Thumb's Blues (Bob on guitar)
3. Just Like A Woman (Bob on keyboard )
A presto Alex
Ciao Alex , grazie per la precisazione ,
set list corretta , a presto :o))))))
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..dimenticavo...
Set list: Milan, Italy - Assago DatchForum - April 15, 2009
..non è più DatchForum, ma Mediolanum Forum !!
E' vero , è stato ribatezzato con questo
nome il 9 Gennaio 2009
(clicca qui) , per questo boblinks riporta
DutchForum , all'epoca della comunicazione del tour il nome ufficiale era
ancora DutchForum, ricordo che notai anch'io questo particolare , ma
cercando in Internet non trovai nessuna notizia in merito , il DutchForum si
chiamava ancora DutchForum , corretto anche il nome , ciao e grazie :o))))
Review: Basel, Switzerland -
St. Jacobshalle - April 14, 2009
Review by Rex Schenk
Il nuovo bollettino della Radio svizzera DRS parla dello show di Dylan in
Basilea , che sorpresa !! Specie se state guidando per tornare a casa da
Basilea verso mezzanotte dopo il concerto.
Ma così è , sulla radio dell’automobile. Giusto , uno show di Dylan è un
evento maggiore , qualcosa da citare assieme alle nuove variazioni politiche
della Nord-Corea , in un’altro dei tour infiniti del mondo. Giusto con il
tempo . Il bollettino diceva che lo show di Dylan è durato due ore circa ,
che non ha affrontato il pubblico in nessun modo , che “ha lasciato che la
musica parlasse da sola”. Tutto ciò e vero , prendiamo questa inaspettata
notizia come viene , se mi perdonate il cinismo.
Se uno show di Dylan è un set dell’imprevedibile contro il prevedibile ,
come ci si può avventurare nella discussione ? Allora , la St. Jakobshalle
prevedibile è questa : Un seducente multifunzionale affare che rende ogni
nozione di suono virtualmente impossibile , non importa cosa la gente sotto
il palco si aspetti. Il suono pessimo della Heineken Music Hall è ancora
nelle nostre orecchie.
Il pubblico di questa serena e anche calda serata primaverile-estiva in
Basilea era il “dream-team” dei veterani del Sud della Germania degli anni
60’ e degli Svizzeri del Nord-Ovest , radunati per l’occasione. Questo era
prevedibile , ma avevo evitato di pensarci. Adesso sono qui , e sono
stranamente divertito perchè mi sono sentito di assomigliare a loro. C’erano
anche persone giovani impossibili da descrivere , e prima dello show , tutti
bevevano birra distesi fuori sul prato sotto il sole.
Se il pubblico è il pubblico di Dylan in qualche storica maniera ,
Dylanicamente non lo era.
Abbastanza prevedibile , lo show è cominciato alle 20,00 , con
qualcosa come “Cat’s in the well” , che infatti è sfociata proprio in “Cat’s in
the well”, ma la gente non era ancora arrivata , perchè sapevano che di
solito i concerti rock cominciano tre ore più tardi. Sono sciamati dentro
durante “Don’t think twice it’s all right” , cercando i loro posti , una
volta trovati i posti , c’è stato un incessante via vai di gente che andava
e veniva portando birra nei bicchieri di plastica.
Il malfunzionante affare concreto è in realtà un pub con la musica del
neverendingtour come background. Eventualmente , come una moneta ben messa in
un juke-box , “Like a rolling stone” poteva salvare qualche coppia in crisi
di Basilea , almeno uno dei coniugi , dritto davanto a me.
Quello che è successo fra “Cat’s in the well” ed il prevedibile apogeo di
“Highway 61” è stato probabilmente lo stesso che in Amsterdam. Potete
graziosamente dire che i musicisti sono punti sul palco , guardando Bob e la
band con il binocolo , ma attualmente non potete sentirli , perchè il suono
è un continuo rimbalzare dal retro , l’eco ritorna sul palco , rimbalza sul
soffitto e ricade al centro della sala , ci sono stati momenti che l’eco del
suono dell’organo di Bob era ripetuto 4 o 5 volte e diventava qualcosa di
simile ad un martello pneumatico , che potreste considerare come un’idea
creativa per un lavoro di studio.
Io spero che Romeo o qualcun’altro luminare con microfoni direzionali fosse
stato quaggiù sotto il palco. "John Brown", "Masters Of War", "Visions Of
Johanna", and "Girl Of The North Country" sono state vocalmente buone
stasera , sperando che abbiate avuto la possibilità di sentirle e così di
poter misurare l’imprevedibile con cui “la musica parla per se stessa”
Verso l’amara fine del concerto mi veniva in mente un recente recensore
tedesco che diceva qualcosa del genere: “ I musicisti immobili , il pubblico
se ne va “ , e anche questo è vero.
Poesia in romanesco dedicata a Bob da Stefano Catena
Evviva Bob! Evviva Dylan
Sempre er monno se lo gira!
Gira de qua gira de la' ogni tanto un disco ce lo fa'
Se je vie' bene oppuro male nun se sa'
tanto sor Bob lo rifara'!
Ogni concerto da un pezzo a sta' parte
e' uguale sempre all'anno passato
Ma con un innesto de qua' e uno de la'
ogni anno nun se po di' ma la novita' ce sta'.
Gira gira tutto er monno
Bob mio vatte' un po' a riposa che tra n'assolo de chitara e uno de
tamburello a vorte me vie' da sbadiglia'
To' seguito pe' mari e monni ma ora te dico
Bob mio o rifai la bande nova
o nun me vedi poi' pe' nanno ancora
_______________________________________________________________________________________________________________
Together Through Life : i testi e le musiche non sono Dylan-only
I testi della canzoni di Together Through Life sono scritti
in collaborazione con l'autore dei testi del Greatful Dead Robert Hunter ,
la foto del promo di "Beyond here lies nothin' " lo dimostra :
con la sola eccezzione di "This dream of you" scritta dal solo Bob Dylan ,
la canzone "My wife's home town" è stata scritta da Bob Dylan
basandosi sulla canzone " I just want to make love to you " di Willlie Dixon
, giustamente le note di copertina la accreditano come scritta da " Bob Dylan &
Willie Dixon ". Anche con "Somebady baby"
Dylan aveva rivistato la canzone "Troble no more" di Muddy Waters/Willie
Dixon
. Sotto la lista del personale del nuovo album :
Full Personnel
Bob Dylan - Guitar, Keyboards, Vocals. Mike Campbell - Guitar, Mandolin.
David Hidalgo - Accordion, Guitar. Donny Herron - Steel Guitar, Banjo,
Mandolin, Trumpet. Tony Garnier - Bass. George Recile - Drums.
Recorded and Mixed by David Bianco. Assisted by Bil Lane and Rich Tosi.
Pro Tools engineers: David Spreng, Rafael Serrano. Mastered by Eddy Schreyer
Package Design: Coco Shinomiya.
Photography: front cover: Bruce Davidson / Magnum photos back cover: Josef
Koudelka / Magnum Photos inside photos: Danny Clinch
All music by Bob Dylan except 'My Wife's Home Town' (music by Bob Dylan and
Willie Dixon) All lyrics by Bob Dylan with Robert Hunter except 'This Dream
Of You' which is lyrics by Bob Dylan only.
BOB DYLAN - Milano 04/15/2009 Stuck Inside of Mobile with
the Memphis blues again
Bob Dylan live milano 15 04 2009 Like A Rolling Stone
Bob Dylan, April 14th 2009, Basel "All Along The
Watchtower"
a
Giovedi 16 Aprile 2009
Set list: Milan, Italy -
Assago Mediolanum Forum - April 15, 2009
1. The Wicked Messenger (Bob on keyboard)
2. Just Like Tom Thumb's Blues (Bob on guitar)
3. Just Like A Woman (Bob on keyboard)
4. Rollin' And Tumblin' (Bob on keyboard)
5. A Hard Rain's A-Gonna Fall (Bob on keyboard)
6. High Water (For Charley Patton) (Bob on keyboard)
7. Sugar Baby (Bob on keyboard)
8. Stuck Inside Of Mobile With The Memphis Blues Again (Bob on keyboard)
9. Blind Willie McTell (Bob on keyboard)
10. Desolation Row (Bob on keyboard)
11. Honest With Me (Bob on keyboard)
12. Ballad Of A Thin Man (Bob on keyboard)
13. When The Deal Goes Down (Bob on keyboard)
14. Thunder On The Mountain (Bob on keyboard)
15. Like A Rolling Stone (Bob on keyboard)
(encore)
16. All Along The Watchtower (Bob on keyboard)
17. Spirit On The Water (Bob on keyboard)
18. Blowin' In The Wind (Bob on keyboard)
DYLAN-QUIZ REGOLAMENTO
al primo che risponde - 5 punti
al secondo -3 punti
al terzo -2 punti
Tutti gli altri -1 punto.
Chi sbaglia sarà penalizzato di 4 punti , ma se entro la settimana manda la
risposta esatta gli saranno ridati i punti tolti
La risposta pervenuta prima della mezzanotte di lunedi verrà cestinata , la
risposta dovrà essere reinviata dopo l'ora indicata sopra per poter essere
accettata
Alla risposta più completa potrà essere assegnato uno "Special Bonus" di 1
punto
Mr.Tambourine ha il diritto di assegnare un "bonus una tantum" di 2 punti a
suo insindacabile giudizio
Se alla fine del quiz due persone saranno in parità si procederà ad uno
spareggio
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Ho pensato di togliere la penalità di 2 punti per risposta
anticipata , la risposta verrà cestinata come se non fosse mai arrivata
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
I risultati di questa settimana :
Angelo: 5 punti + 2 di "special bonus" per le tre risposte = 7 punti
Blindboygrunt : 3 punti + 1 punto di "special bonus" , non posso assegnarti
altri 2 punti perchè manca la terza risposta
Benedetto : 2 punti
Antonio da Napoli : risposta esatta ma anticipata ,
cestinata come da regolamento.
Luigi 78 : 1 punto
Stefano Catena : 1 punto
Marina : 1 punto
Review: Amsterdam, The
Netherlands - Heineken Music Hall - April 12, 2009
by Howard Weiner
Teppisti del calcio scatenati fuori dal Bijlmer Sports Complex , tranquilli
e rilassati i fans di Bob Dylan in fila in attesa dell’apertura dei cancelli
all’Heineken Music Hall per il concerto finale di Bob in Amsterdam.
" Gotta serve somebody” pronta elettrificata , penso sia stata una vesione
troncata come quella dell’apertura delle altre serate.
“Don’t think twice” è stata accolta bene , Dylan svariava col suo organo in
stile gospel.
La cowboy band è uscita dall’ibernazione durante una giocosa “Most likely
you go your way and i’ll go mine”.
“Million miles” è stata una sorpresa e una performance che ha sorpassato le
aspettative , Dylan ha snocciolato una serie di accordi “sporchi” di taglio
blues , che ricreavano l’atmosfera di Time out of mind. Questa band si trova
al meglio in questo tipo di suono che colpisce i nervi ed evoca una
sensibilità nebbiosa.
“Stuck inside of Mobile“ è stato il giusto seguito. Dylan sembrava
divertirsi per la prima volta in questo tratto di tour olandese.
La rielaborata “Sugar baby” è stata una brutta baby , lo stesso “Beyond the
horizon”. Se questo è l’ orizzonte che può essere tirato fuori da Dylan è
ancora distante un milione di miglia. Dopo la brutta "baby" Dylan ha
annoiato i suoi fans olandesi con una stupida “Tweedle dee & tweedle dum” ,
di fronte al microfono con in mano la sua armonica. Sulla qualità
dell’intrattenimento , devo fare una piccola divagazione , non ho mai visto
una audience di gente così disinteressata che parlavano tra di loro come
quella di Amsterdam. Ho cercato di evitare queste chiacchiere , ma stavano
chiacchierando dappertutto , come i bambini durante la ricreazione. Ho
dovuto sfogarmi , perchè questo è successo in tutti e tre gli show , ed in
particolar modo le chiacchere disturbavano durante i pezzi lenti. Andando avanti , è stata
fatta una focosa “Desolation row” . Bob realmente bloccato in questa
canzone. Una brutta performance , ma sono stato davvero colpito dalla
mancanza di coraggio e convinzione dei membri della band. Andando avanti
hanno combinato un’altro disastro , la band si è fermata senza motivo e
senza saper cosa fare durante “Tough mama”. Dylan ha improvvisato qualche
parola e qualche accordo , e la band , fermatasi prematuramente , è
rientrata facendo un finale veloce.Da solo , con l’organo zoppicante , Bob ha cantato “avvilito” la strofa
finale .
La band si è un pò riscattata con “Highway 61” che è stata perversa.
La cowboy band ha avuto un diverbio verbale violento che ha fatto urlare
Tony Garnier , l’unico che sembrava aver fatto il suo dovere , questo è stato uno show
da dimenticare.
“Ain’t talking” è stata al di là del rimprovero , un ossequio festivo di
Pasqua.
“Thunder on the mountain” era fuori controllo con gli sfigati chitarristi
che girando intorno si sono avvicinati a Bob per interagire con lui.
LARS è stata voluminosa e potente , e così i tre encore.
Amsterdam è una città fenomenale , ma i cretini chiacchierini che sono
venuti a questi concerti non hanno capito niente.
Anche Dylan è sembrato scoraggiato , con i menbri della band schierati per
la presentazione , li ha
indicati e svelto se n’è andato via.
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by Trevor Townson
Muri ed acqua , sembra che questa sia la principale ragione per la quale la
gente viene a visitare Amsterdam , fotografare i muri e l’acqua. Alcuni
grandi muri ( dighe ?) come quello della central station sono disponibili in
video , anche se devo dire che non ho visto un muro muoversi per tutti i tre
minuti del film.
Il mio scopo di venire ad Amsterdam non è stato quello di fare fotografie ai
muri, ma di certo ho fatto delle foto dove non era permesso.
Tre serate , bene , però io avevo i biglietti solo per le prime due . Il
servizio vendita biglietti olandese sembrava essere super-complicato , così
non è stata una sorpresa scoprire che il terzo show non era sold-out.
Fuori dalla venue , gli advertising sugli enormi pannelli elettronici che
indicavamo i dettagli dei concerti di Bob Dylan erano quelli che attiravano
di più l’attenzione.
La prima notte è stata una buona e solida performance , con George che ha
dato tutto se stesso alla batteria durante “HG 61”. Non è raro che Bob lo
guardi , e quando lo fa di solito è qualcosa di buono , e stasera gli occhi
erano su George.
Il suo entusiasmo è continuato nella seconda serata , e lui non volle
fermarrsi alla fine di “Leeve’s gonna break” , in realtà Bob l’ha guardato
con un mezzo sorriso come se volesse dire “ Fermati George , la canzone è
finita”.
Ancora una volta ,“Things have changed” , la tastiera di bob era ben udibile
e Bob sembrava voler prendere la leader-place con degli assoli al posto
delle chitarre o con la sua armonica.
Immagino che il tour di Bob è più che la ripetizione di uno show che non
dovrebbe essere mai fatto uguale. Bob sembra sperimentare in tutte le sue
parti col fraseggio e la musica e tutto sembra ancora più spontaneo del
solito , così Bob sembra essere scoppiato con idee ed invenzioni che non è
possibile fare tutto ad un tratto , e questo è troppo anche per lui.
Troppe volte lavora su effetti disastrosi , penso che stia perdendo , in
“The lonesome death”, il modo in cui l’ha cantata tagliando le frasi a pezzi
, non posso prendere seriamente una canzone come questa , mi fa pensare che
Hattie è morta , William anche e che alla fine Dylan ha ucciso anche la
canzone.
Nemmeno una delle mie preferite , comunque non sono stato così infastidito ,
mentre le coppie dietro di me lo hanno detto chiaramente. Ancora una volta ,
in generale , la folla lo ama e manifesta la sua approvazione con gli
applausi. A me non imposta se lo show è stato riesumato per la settimana
pasquale dalla canzone seguente , Dylan ha trasformato la versione rock di
“Tough Mama” in una cosa rara.
C’è stato tanto buon lavoro anche nelle due notti prima da parte di Donnie ,
col violino ben udibile.
C’era una coppia che celebrava col questo viaggio il 40° anniversario di
matrimonio , hanno detto che questa era la seconda volta che vedevano Dylan
, la prima era stata nel 1966 a Newcastle. Coincidenza , anch’io avevo
visto Bob Dylan a Newcastle per la prima volta nel 1984 , ma questo non era
il mio 2° concerto , era il 60°. Ho apprezzato le loro parole ! Si sono
guduti lo show e hanno commentato come fanno quelli che hanno visto Bob
poche volte , “ E’ stato difficile per noi riconoscere le canzoni , qualche
volta ci siamo riusciti solo a metà canzone”. Ho detto loro di non aspettare
altri 40 anni prima di ritornare ad un suo concerto !.
Personalmente ho trovato il secondo show meglio del primo , ed il terzo
meglio del secondo.
Apertura con “Serve somebody” . “Million Miles” era rock , con , mi sembra ,
Stu alla solista , ed anche in altre occasioni , ma potrei sbagliarmi.
Un’altra canzone , non ricordo esattamente quale , penso fosse “Beyond the
horizon” o poteva essere “Sugar baby” è stata totalmente rielaborata come se
fosse stata una canzone nuova , suonava davvero bene.
Non ero il solo a non prestare molta attenzione a tutte le sfumature di
questa serata e Bob appariva a volte totalmente frustrato. Occasionalmente
sembrava sorridere con la band , altre volta sembrava davvero incazzato con
qualcosa a qualcuno.
E’ duro dire cosa c’era di errato o se era un show che stava facendo crack ,
persino i membri della band erano imbarazzati perchè Bob è stato per un
istante in piedi accanto alla tastiera osservandoli come se stesse pensando
chi era inoppurtuno. Anche in sala c’era molta gente importuna che
infastidiva.
Dopo una ragionevolmente piacente “Desolation row” che non è entrata nel
cuore della gente , tanto che lui faceva movimenti con il corpo e la gamba ,
le cose sono precipitate durante “Tough Mama”.
Sembrava che Bob volesse fare qualche intervento con l’armonica nel finale
della canzone , ma non ha fatto niente che potesse essere l’apertura di un
assolo , la band ha smesso di suonare perchè evidentemente tutti avevano
perso il segno . Bob ha smesso di suonare la tastiera e tutto è sprofondato
in un mortale silenzio . La canzone si era fermata , ma era evidente che
tutti sapevano che non era finita , ma non sapevano cosa fare , e nessun
applauso ha rotto il silenzio. Allora Bob ha cominciato a pestare sulla
tastiera risprendendo da dove avevano interrotto per l’ultima strofa ,
mentre la band attendeva di capire dove poteva rientrare , mentre George ,
con l’espressione preoccupata , cercava di aggiungere un leggero lavoro di
piatti e qualche colpo di cassa. Poi tutti sono rientrati per una veloce
chiusura del pezzo.
Lo show si è chiuso come nelle due notti precedenti con Bob al centro del
palco con l’armonica per “Blowin’ in the wind”.
Set list: Basel, Switzerland
- St. Jacobshalle - April 14, 2009
1. Cat's In The Well (Bob on keyboard)
2. Don't Think Twice, It's All Right (Bob on keyboard)
3. I'll Be Your Baby Tonight (Bob on keyboard)
4. Stuck Inside Of Mobile With The Memphis Blues Again (Bob on keyboard)
5. John Brown (Bob on keyboard)
6. I Don't Believe You (She Acts Like We Never Have Met) (Bob on keyboard)
7. Masters Of War (Bob on keyboard)
8. Tweedle Dee & Tweedle Dum (Bob on keyboard)
9. Visions Of Johanna (Bob on keyboard)
10. Honest With Me (Bob on keyboard)
11. Girl Of The North Country (Bob on keyboard)
12. Highway 61 Revisited (Bob on keyboard)
13. Beyond The Horizon (Bob on keyboard)
14. Thunder On The Mountain (Bob on keyboard)
15. Like A Rolling Stone (Bob on keyboard)
(encore)
16. All Along The Watchtower (Bob on keyboard)
17. Spirit On The Water (Bob on keyboard)
18. Blowin' In The Wind (Bob on keyboard)
Ciao sono un tuo assiduo lettore dal 2000. Ti faccio i miei
complimenti per il lavoro splendido che fai. Senza farti perdere tempo ti
dico che io oltre ad essere un appassionato di Dylan sono anche un
giornalista di Libero. lavoro a Roma nella cronaca della capitale e ho
approfittato per scrivere il pezzo che annuncia il concerto di venerdì di
Dylan al Palalottomatica. L'ho scritto oggi (martedì 14 aprile) l'ho finito
proprio adesso (20.24) e sarà pubblicato domani (15 aprile) a pagina 55
della cronaca di Roma. Libero arriva in tutta Italia, ma non con la cronaca
di Roma ovunque. E siccome nel pezzo ho citato il tuo sito te lo mando qui
sotto. ciao e grazie di tutto. :-)
il titolo è: Dylan in concerto il 17 aprile
Quella volta che Bob suonò al Folkstudio
Il cantautore, venerdì al Palalottomatica, si esibì nel locale di Trastevere
nel 1963 ma nessuno se ne accorse
L’ultimo concerto a Roma è stato il 16 luglio del 2006 all’Auditorium. Dopo
quasi tre anni Bob Dylan torna nella capitale, venerdì 17 aprile, per
suonare, stavolta, al Palalottomatica (per informazione sui biglietti
contattare lo 06-45496305).
Torna quindi a Roma il “neverendingtour” (il tour che non finisce mai). Dal
1988 il cantautore americano è in giro per il mondo con una media 150
concerti l’anno. Parte in primavera e, con qualche sosta, arriva fino a
ottobre. Sono ventuno anni che ha iniziato e promette di continuare.
«Suonare dal vivo è la cosa che so fare meglio e che mi piace di più», ha
sempre detto a chi gli faceva notare l’età (68 anni da compiere il prossimo
24 maggio).
Dylan quest’anno è partito da Stoccolma lo scorso 23 marzo e chiuderà il 5
maggio a Dublino. Tre sono le date italiane, oltre a quella romana: stasera
a Milano e sabato a Firenze. Intanto si è scoperto che, a Parigi dopo il
concerto del 7 aprile, ha incontrato, per merito di Carla Bruni sua grande
fan, il presidente francese Sarkozy cui ha anche regalato una armonica.
Dylan si è anche dilettato a inserire nella sua scaletta una canzone di
Charles Aznavour: “The Times We’ve Known / Les bon moments”. Un omaggio che
è stato apprezzato dallo stesso Aznavour presente al concerto.
Qui a Roma, invece, l’unica sorpresa potrebbe essere l’inserimento nella
set-list delle canzoni, che proporrà al pubblico, di “When i paint my
masterpiece”, misconosciuta canzone dove viene citata Roma descritta in un
lontano viaggio fatto anni fa nella capitale da Dylan. C’è una piccola
leggenda, infatti, sulla prima volta che l’autore di “Blowin’ in the wind”
venne in Italia ed in particolare nella città eterna. Il primo concerto che
Dylan tenne a Roma, ufficialmente, fu il 19 giugno del 1984 nell’allora
Palaeur. Il cantautore suono per tre date nella capitale. Al suo fianco, in
quel tour, c’era anche Carlos Santana. Ma per la vera data del primo
concerto di Dylan a Roma bisogna tornare indietro di ventuno anni: il 5
gennaio del 1963. Secondo Maggie’s Farm (il sito internet dei dylanologi
italiani) «quel giorno vola a Roma per incontrare la famosa cantante Odetta
e per cercare di rintracciare la sua ragazza, Suze Rotolo». Non è proprio un
concerto ufficiale, ma soltanto un’esibizione improvvisata, quasi a
sorpresa. Quella sera, infatti, si esibisce nel celebre Folkstudio, il
locale di Trastevere, che negli anni successivi ha lanciato cantanti come
Francesco De Gregori, Antonello Venditti e Rino Gaetano. Negli anni,
quell’episodio, è diventato una leggenda, come se non fosse mai accaduto.
Anche perché nessuno s’era accorto di quel giovane mingherlino con chitarra
e armonica a bocca sul palco a suonare le sue ballad in americano. Anche se
Dylan non era un perfetto sconosciuto. Dieci mesi prima di quella serata
romana, aveva già pubblicato il suo primo lp che già vendeva bene negli
Stati Uniti. Così si cominciò a parlare di quell’happening soltanto dopo che
divenne molto noto. La sera in cui si presentò nel locale c’erano poche
persone, la maggior parte sedute al bar. Questo episodio è stato anche
confermato da uno dei biografi ufficiali dell’autore di Like a Rolling
stone: Anthony Scaduto. In un suo libro, Scaduto, descrive alcuni
particolari e retroscena del periodo italiano del cantante. «Tra la fine del
1962 e l’inizio del 1963 Dylan», scrive, «viveva il suo momento creativo
migliore e faceva grandi cose. Intanto aveva ufficialmente cambiato il suo
nome (quello originario era Robert Allen Zimmermann). Alla fine di dicembre
ricevette un invito dagli inglesi della BBC a prendere parte a un recital.
La trasmissione era programmata per la metà di gennaio, e così prima si
precipitò in Italia. Corse a Perugia per cercare la sua fidanzata Suze, ma
non la trovò. Dylan allora andò a Roma e capitò al Folkstudio, dove strinse
amicizia con alcuni cantanti blues e country americani». Da allora sono
passati 46 anni. Non invano. C'è da scommetterci che venerdì sera più di
qualcuno noterà la presenza di Dylan a Roma.
Giampiero De Chiara
Grazie Giampiero , per la citazione e per
l'anteprima dell'articolo :o)
I concerti italiani 2009 , possiamo aspettarci di più ?
Onestamente direi di no , le cose non sono cambiate rispetto all’anno scorso
, Bob è sempre quello , la band anche , il suono idem , la voce uguale ,
quindi è prevedibile che non ascolteremo niente di diverso , ne più ne meno
quello che abbiamo sentito l’anno scorso.
Ma ci sono delle ragioni perchè le cose non sono cambiate ?
A mio parere si , e la prima e più impostante è la voce di Bob. Tutti
sappiamo quali siano oggi le sue possibilità vocali , Dylan , non per
malavoglia e per chissà quale altro motivo , non è più in grado di cantare
come una volta , è obbligato a parlare , mormorare , fare di tutto una
specie di talkin’ , la sua gola non gli permette di più. Abbiamo sentito e
visto tutti i video dei concerti della prima parte di questo tour 2009 , e
ci siamo resi conto una volta ancora di come stanno le cose. L’età non torna
indietro , la voce nemmeno , lo spirito di Bob è sempre presente , la voglia
di essere sul palco mi sembra più viva che mai , ma certe cose non lo
supportano più , la voce prima di tutto. Questo condiziona tutto quello che
può essere il suo show , condiziona in modo preponderante quella che è la
musica , obbligata a stare entro determinati schemi fuori dai quali Bob non
sarebbe più in grado di partecipare , condiziona gli arrangiamenti , obbliga
i musicisti ad una specie di suono sempre ripetitivo perchè la voce di Bob
non ha altre possibilità , la sua estensione vocale è ridotta più o meno
nell'ordine di un’ottava
, sopra di questa , quando ci prova sentiamo la voce scricchiolare e
mancare. Questa non è una colpa , è solo una realtà , data dallo scorrere del tempo
, per lui come per noi , quanti di noi sono in grado di fare le cose che si
facevano a 20 anni ? Dylan non può più urlare le sue “ Idiot wind” ,
“Maggie’s Farm” , “Hard rain” , Highway 61” o "Like a rolling stone” come
faceva con la Rolling Thunder Revue , quelli sono dei bellissimi momenti
confinati nei meandri più belli della memoria. Oggi le cose sono diverse ,
queste canzoni non può urlarle , sputarle fuori dai denti come faceva una
volta , oggi è obbligato a recitarle , a raccontarle più che a cantarle. E
allora ? Lo buttiamo giù dalla torre perchè non ha più 20 anni ? Credo che
saremmo degli idioti se usassimo questo metro per giudicare , credo che per
giudicare dobbiamo usare il metro di oggi e non quello di ieri , allora , in
questo caso , le cose possono funzionare ancora. Tutti noi , dylaniani da
anni , dylaniani da mesi , dylaniani da giorni , dylaniano da ore , sappiamo
che non andiamo al concerto per sentire la “musica” , ci andiamo per
omaggiare ancora una volta colui che tante emozioni ha dato alla nostra vita
, il sapore ed il contributo che gli dobbiamo per il nostro modo di pensare
, di giudicare , di valutare , certo lui è stato influente in maniera
determinante su ognuno di noi , questo dobbiamo tenerlo sempre presente. E’
un riconoscimento all’infinito , un grazie senza tempo , che viene spontaneo
dal cuore , non ci interessa più il sentire la sua “canzone” , ci interessa
vedere lui , essere vicini a lui per un’altra ora della nostra vita , della
sua vita . che importanza ha se parla , se canta , se urla o se mormora, lui
è ancora con noi , davanti a noi , che ci offre quello che è in grado di
darci , con l’umiltà e l’intelligenza di non pretendere di darci quello che
non ci può dare. Credo che questo lo abbiamo capito tutti , l’abbiamo
accettato tutti , nessuno di noi ha più pretese , ci basta stare un pò con
lui , il “nostro Bob” che ognuno di noi sente “suo” in modo personale , più
o meno visceralmente , più o meno con gioia più o meno con dolore , a volte.
Poi ci sono le situazioni logistiche che contribuiscono in maniera
determinante a rendere uno show bello o noioso. La venue diventa
importantissima , preponderante , faccio un paragone esasperato , ho visto
l’Aida di Verdi alla Scala e all’Arena di Verona , non è stata la stessa
cosa. La Scala è l’ambiente ideale per gustare un’opera , l’Arena
assolutamente no , troppo dispersiva , troppo rumorosa , troppo non adatta ,
è solo un evento , un evento memorabile che si svolge in un luogo non adatto
, questo al di là del valore intrinseco dell’opera. Le situazioni dell’anno
scorso di Bergamo ed Aosta erano quanto di meno indicato si potesse pensare
per un concerto. Il “Lazzaretto” , già la parola fa venire i brividi ,
aggiungiamoci poi il cattivo tempo e l’acqua che porta all’esasperazione la
situazione di disagio e qualunque concerto di qualunque artista sarebbe
stato rovinato. Aosta , praticamente un prato , non una venue , un prato
dove fare una scampagnata ma non adatto per assistere ad un concerto ,
infatti il sapore fu quello della gita fuori porta con la novità del
concerto difficilmente apprezzabile nelle sue sfumature. In musica la
concentrazione è cosa essenziale per gustare , gradire , comprtendere e
vivere l’emozione dell’artista che c’è sul palco , ma se la situazione
intorno al palco è quella della fiera di paese non ci siamo più , qualunque
artista avrebbe delle difficoltà a farsi ascoltare con attenzione.
Ma Dylan ha una gran qualità , direi unica , lui vola sempre al di sopra di
queste cose terrene , oggi non è andata bene ? Pazienza , domani sarà
migliore , e se non sarà domani sarà dopodomani , c’è un fatalismo in lui
che supera i limiti delle nostre possibilità di comprensione , lui vive in
un mondo diverso dal nostro , dove le cose e le parole hanno un significato
diverso da quello che hanno nel nostro quotidiano.
“ Fin che ci sarà gente che mi viene a vedere continuerò a stare sul palco”
, sono le sue parole , e fino ad oggi è stato fedele a questa dichiarazione. Che
importa se il concerto riuscirà grande , o medio , o scarso , non è questo
che conta , che conta è Lui , è Dylan , live in person , the Legend davanti
a noi , portandoci in maniera diversa lo stesso messaggio , con la speranza
che noi siamo sempre pronti a recepirlo e capirlo senza travisarlo. Non
possiamo dare a lui le colpe delle nostre debolezze o delle nostre defaillances ,
lui
è lui , sempre lui , magari oggi si pone in maniera diversa da ieri o da
domani , ma questo lo sappiamo da tempo , sono 50 anni che si da al pubblico con
l’ispirazione del momento , Dylan è uno show vero , reale , con la
possibilità degli alti e bassi , non è un film programmato sempre uguale nel
tempo.
La band che lo accompagna potrebbe dare il 200 % in più suo palco , ma non
lo può fare , è obbligata a rispettare i canoni dettati dalla voce di Dylan
, è chiaro come il sole che anche loro , quando trovano il Dylan in serata
speciale danno tutta l’anima al concerto , sfoggiando l’inventiva e le
capacità di cui sono dotati , altre volte sono obbligati a fare i musicisti
sindacali da un sacco di questioni che non dipendono da loro , come dar loro
colpa per questo ?
Andiamo ancora una volta a vedere la Leggenda , l’Icona , l’Artista , il
Maestro o come volete chiamarlo , prendiamo quello che ci può dare con gioia
, il domani potrà sempre essere migliore o peggiore , ragione più che
sufficiente per gustarci l’oggi , il presente. Quando sarà passato mettiamo
tutto nella sacca dei ricordi , un giorno li ritireremo fuori , vedendoli e
gustandoli forse con un sapore diverso , ma sarà sempre il sapore di
Dylan , e il sapore di Dylan , in tutti questi anni , attraverso gli alti e
bassi della sua carriera , del suo umore , della sua vita , non è mai stato
poco , sia come sia , giudicatelo come preferite , ma il sapore di Dylan è
sempre il sapore di Dylan. Il succo di tutto sta in due titoli , " The times
they are a-changin' " e "Things have changed" , prendiamone atto con
serenità , le cose col tempo cambiano per tutti , ma c'è un altro titolo che
è sempre attuale , " Emotionally yours" !
Ciao-sono Marco di Milano-complimenti per tutto quello che
sate facendo-è la prima volta che vi scrivo-la solita pigrizia- vedi gli
altri che dicono piu o meno quello che pensi e ti impigrisci-scusa dunque se
la faccio un po lunga- quest' ultimo periodo mi ha dato la spinta per dire
qualcosa--io sono ormai sessantenne e Dylan lo frequento dal 65, quando nei
juke-box impersersava LARS-45 anni di dedizione-di permanza e manutenzione--
mi sono succhiato tutti i suoi periodi con gli inevitabili up and down--il
tempo poi ti da saggezza e ti aiuta a capire ed ad avere pazienza--comunque
Lui ha cambiato tutto il modo di pensare e fare musica- ha cambiato anche
me---riguardo alle critiche di oggi forse non tutti sanno che anche negli
anni 80 e 90 era piu o meno la stessa situazione- non c'erano siti e stampa
come oggi, ma parlando con altri fans e addetti ai lavori-si sentiva
dire---la voce non va bene- oppure è bellissima- arrangiamenti delle canzoni
pure--io sapevo che in tutti i concerti c' erano -e ci sono- sempre un paio
di piccoli capolavori- i quadri viventi-work in progress- l'
ineffabile e l' indicibile che si mostrano per pochi attimi e ti lasciano
pieno di mito- di materiale psichico e onirico che ti fa andare avanti
gratis esteticamente ed estaticamente per mesi--e dove lo trovo un altro
cosi?---bene- veniamo all' oggi--una cosa riguardo a Dylan è che nei giudizi
noi dipendiamo spesso dai periodi mentali che stiamo vivendo e questo a
volte condiziona i giudizi - lo vorremmo sempre bello e in forma- ma qui non
è cosi--come dice la canzone--la bellezza e i piccoli capolavori bisogna
andarseli a cercare e meritarseli--è gia un capolavoro per esempio la mail
di Marina quando parla di A CHANGE IS GONNA COME del 2004 al Lincon centre
di New York- filmato e audio buoni- il piano suonato a tempo e con grinta-
lui che canta per i neri e per tutti allo stesso tempo soffiando nelle
parole la tristezza e la speranza della condizione dell essere umano-con
quelle dita nodose da artigiano senza tempo che fa scarpe per tutti ma va in
giro ancora scalzo--- ricordo una versione dell'anno scorso a Copenhagen di
Ain't me baby- sembrava rock d avanguardia--a Milano dopo qualche giorno era
gia cambiata- sempre bella-ma diversa- si sentiva che dylan ma anche il
gruppo improvvisavano su di un registro stabilito ma intercambiabile- sono
cose impagabili secondo me--ALTRO CHE ABBIAMO PAGATO IL BIGLIETTO E VOGLIAMO
QUESTO E QUELLO--come ha detto Dylan--saro capito fra 100 anni-- queste cose
si sono susseguite anche negli altri concerti piu o meno--ed è qui il punto-
ci sono un paio di cose da dire prima-- a forza di leggere i pareri nella
fattoria degli ultimi anni di Dylan- piu o meno negativi-intendo i
concerti-dall' essere arrivati alla frutta--piano piano mi sono convinto
anche io-visto che i vecchi fans ne parlano male- quelli nuovi e quelli
intermedi ne parlano troppo bene senza un adeguata esperienza--è una
situazione buffa ma possibile--ci sono dei giorni che leggendo le news mi
sembra di assistere al funerale di Dylan-- meno male che Tu mr tambourine,
forse per rifarti dei troppi pareri negativi, hai parlato bene dell ultimo
disco-scherzo---- ho ascoltato gli altri pezzi del cd e sono quasi tutti
belli-in Life is hard voce e arrangiamento sono deliziosi-da mangiare--vengo
al punto che mi ha fatto venire voglia di scriverTI- mi fa ridere dentro il
fatto che alla mia eta devo tentare di dare una sferzata di energia a gente
piu giovane--il fatto è che ho ascoltato gli ultimi concerti e sono
entusiasta--gia gli ultimi concerti dell' anno scorso in America erano
meglio di quelli in Europa- organo suonato bene con pezzi solisti- c' è un
tipo su expectingrain che sta rimasterizzando i concerti di quest'anno-
sembra di essere li sul posto- il concerto di Copenhagen ha un energia
incredibile- le canzoni sono cantate bene e Bob si fa capire sia
musicalmente e vocalmente--la voce stranamente è piu bella di qualche anno
fa,quando non sapeva ancora adattarla all eta'- ora è si roca e lupeggiante
-ma gli da un senso deciso e uno stile- ogni tanto cade-ma non si puo avere
tutto--ho fatto sentire il concerto ad altre persone che ne hanno confermato
la qualita e la forza- ci sono anche altri concerti belli-ma vedo che su
maggiesfarm non se ne parla- riguardo ai concerti c è un senso di
lutto-anche le recensioni esterne non aiutano molto non sempre almeno- come
quella dell'Angelo misterioso a Parigi- dove si dice che la voce di Bob è
proprio alla fine, ma il concerto del giorno dopo è stato davvero buono-!!?
-devo dire che a volte la band è un'enigma- --a volte è meglio del periodo
Campbell-Sexton-non scandalizzatevi----a volte non ha verve e non prende
decisioni--come in Hattie Carrol- Bob si impegna un casino con voce e organo
e loro invece di abbellire il tutto degnamente si limitano ad accompagnare
sindacalmente--anche altri concerti rimasterizzati bene sono belli--se
andate su expectingrain li trovate- insomma per me è come tornare ai bei
tempi- eppure non ho bevuto--voi direte-de gustibus-- ma sentire bene un
concerto è importante e penso che la maggior parte di concerti di questi
anni siano registrati male e diano una sensazione negativa--condizionandone
il giudizio-- cosi come li sto sentendo io sono anche troppo
belli---speriamo che a Milano vada bene- se no dovro nascondermi per un po
di tempo--comunque visto che i concerti dell'anno scorso-vedi Aosta o
Bergamo non erano buoni anche per me-quelli di quest' anno posso assicurarti
che sono migliori--scusa se ti ho tediato o criticato-comunque stai facendo
un bel lavoro- complimenti-Marco
TTL potrebbe essere un album minore , ma è grande !
by Hanns
Ho avuto la possibilità di ascoltarlo ieri. Avevamo solo 30 minuti a
disposizione , qualche impressione.
TTL è come se Dylan e la band si fossero divertiti in studio. E’ stato come
un momento di ispirazione , prendere la tigre per la coda . cavalcare l’onda
, usare la finestra mentre è ancora aperta....qualunque cosa.
Potete sentire Dylan che dice “Penso che Life is hard suona molto bella –
perchè registrarne un’altra ? Voi ragazzi sparatevi in piscina ed io proverò
a scrivere qualche altra canzone”. Non ha scritto qualche nuovo classico ,
penso . ( Può essere “Houston ?) , non lo so , lui ha scritto un album.
Si , TTL è un album , molto conciso , tutto sta assieme , vuole essere
ascoltato tutto. ( Può essere uno sbaglio aver fatto ascoltare due brani
prima della pubblicazione ?). E’ come un fiume , scorre e si srotola
perfettamente. L’insieme è migliore dei singoli pezzi , niente fuori posto ,
nessuna canzone che vorreste saltare. Nemmeno Jolene , la più generica e
sostituibile delle canzoni. Questo lo porta ad essere molto più divertente
di Modern Times.
E’ bello vedere come Dylan ha realizzatoil tutto in un fiato : TTL è (
qualche critico l’ha già detto) un album estivo. Lo ascolterò in tante
serate estive , quando il sole starà tramontando e gli ultimi raggi
entreranno dalla finestra , mentre mi starò preparando per andare in città.
Ha quel senso di vibrazioni , se avete un’auto scoperta correste sentire
proprio TTL. Ma non è superficiale ed allegro, è un album triste ma con i
baffi. Princopalmente perchè le canzoni sono in tonalità di accordi minori ,
ed anche perchè la produzione è più povera che in L&T o MT. Sono certo che
TTL è stato ben seminato.
Il suono è già stato descritto da altri , niente da aggiungere qui. Hidalgo
ha il ruolo principale ma Campbell è importante per il suono. Penso che
suoni la maggior parte delle ritmiche e gli assoli , ma potrei anche
sbagliarmi. La voce di Bob è molto rauca e rasposa , in qualche momento
cede. Non ha importanza , perchè non cerca di apparire meglio di quello che
è attualmente.
Non sono un parlatore nato , così non cercherò di dire qualcosa circa o
testi.
Penso , che per molta gente , TTL diventerà uno dei più suonati album di
Dylan. Non necessariamente l’album preferito , ma uno che tornerà molto
spesso. Capite cosa voglio dire?
Così Yeah , TTL potrebbe essere un album minore in termini di songwriting.
Ma è il più grande degli album minori , così la penso io. Son contento che
Bob l’abbia registrato , mi piace molto.
Stavo ascoltando Tough Mama live 2009. C'e' il finale che
suona il tutto abbastanza strano.
Per cuorisita' qualcuno sa' cosa sia successo?
O stavano semplicemente provando varie sonorita' (provandole mentre
suonavano) per i vari finali.
Mistero.
Regards Stefano C.
A mio avviso ci possono essere due
spiegazioni :
1) Una distrazione della band che pensava
che il brano fosse finito , mentre invece Dylan continua seccato dall'
inconveniente , si sente come pesta sulla tastiera sbagliando anche un
accordo , in attesa del rientro della band per il finale della canzone.
2) Una invenzione di Bob non prevista che
ha trovato impreparata la band che si ferma cercando di capire come e dove
rientrare , Dylan non è nuovo a queste cose.
Bob Dylan- Tough Mama Amsterdam 12.04.2009
a
Martedi 14 Aprile 2009
Comunicato Stampa e Invito
martedì 14 aprile 2009
Spazio Tadini a Milano
via Jommelli, 24
ore 19,30 aperitivo con accompagnamento musicale
ore 21,00 "Da Dylan a Obama"
conversazione con Alessandro Carrera
scrittore e saggista, traduttore delle canzoni e delle prose di Bob Dylan
per Feltrinelli,
autore del libro "L'America al bivio della democrazia" (Vertigo/2008)
introduce: Michele Papagna - presidente AceA Onlus
Martedì 14 aprile, allo Spazio Tadini di Milano, una serata speciale con
Alessandro Carrera per parlare di Bob Dylan, di Obama e della voglia di
cambiamento che ha percorso gli Stati Uniti, dagli anni ‘60 ad oggi
“Quanto Obama esprime la voglia di cambiamento degli anni ‘60? Quanto la
generazione di Bob Dylan si riconosce in Obama? E le parole di Obama
sono..."parole nel vento"? C'è ancora la speranza? E lo stile di vita
americano, che poi è europeo, italiano... occidentale, come ne esce da
questa crisi economica globale? Non solo economicamente: come ne usciamo
culturalmente da questa crisi?”
Cultura, politica, musica, cambiamento, questi i principali ingredienti
della serata speciale che si terrà martedì 14 aprile allo Spazio Tadini di
Milano, nell’ambito delle iniziative organizzate per ricordare Federico
Ceratti, presidente fondatore di Acea Onlus, editore, autore di musiche,
animatore di centinaia di iniziative culturali, politiche e sociali,
scomparso tragicamente a settembre '08.
Ospite della serata sarà Alessandro Carrera, professore all’Università di
Houston in Texas, scrittore e saggista, traduttore delle canzoni e delle
prose di Bob Dylan per Feltrinelli, corrispondente dagli Usa del quotidiano
"Europa", autore del libro "L'America al bivio della democrazia" (Vertigo
10/2008), uno dei tanti "amici di Federico".
Ad introdurre musiche e conversazioni sarà Michele Papagna, presidente di
AceA onlus, Associazione per i Consumi Etici e gli Stili di vita solidali.
PROGRAMMA
"Da Dylan a Obama" conversazione con Alessandro Carrera
14 aprile 2009 Spazio Tadini a Milano via Jommelli 24 (tra Loreto e
Lambrate)
ore 19,30 aperitivo con accompagnamento musicale dal vivo
ore 21,00 "Da Dylan a Obama" conversazione con Alessandro Carrera
scrittore e saggista, traduttore delle canzoni e delle prose di Bob Dylan
per Feltrinelli, autore del libro "L'America al bivio della democrazia"
(Vertigo/2008).
introduce: Michele Papagna, presidente AceA Onlus
per informazioni:
Spazio Tadini - Milano
Tel. 02/2619684 E-mail ms@spaziotadini.it
Sito web www.spaziotadini.it
Francesca Cazzaniga, Ufficio stampa AceAOnlus, Via Angera 3, 20125 Milano
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Set list: Amsterdam, The
Netherlands - Heineken Music Hall - April 12, 2009
1. Gotta Serve Somebody (Bob on keyboard)
2. Don't Think Twice, It's All Right (Bob on keyboard and harp)
3. Most Likely You Go Your Way (And I'll Go Mine (Bob on keyboard)
4. Million Miles (Bob on keyboard)
5. Stuck Inside Of Mobile With The Memphis Blues Again (Bob on keyboard)
6. Sugar Baby (Bob on keyboard and harp)
7. Tweedle Dee & Tweedle Dum (Bob center stage on harp - no keyboard)
8. Beyond The Horizon (Bob on keyboard)
9. Desolation Row (Bob on keyboard and harp)
10. Tough Mama (Bob on keyboard and harp)
11. Highway 61 Revisited (Bob on keyboard)
12. Ain't Talkin' (Bob on keyboard)
13. Thunder On The Mountain (Bob on keyboard)
14. Like A Rolling Stone (Bob on keyboard)
(encore)
15. All Along The Watchtower (Bob on keyboard)
16. Spirit On The Water (Bob on keyboard and harp)
17. Blowin' In The Wind (Bob on keyboardp)
Review: Amsterdam, The
Netherlands - Heineken Music Hall - April 11, 2009
Review by Howard Weiner
Il secondo round all’ Heineken Music Hall è stato cencioso.
Una breve e sciatta Maggie’s Farm è stata seguita da una divertente
Mr.Tambourine , ma serebbe stata meglio se il testo non fosse stato
macellato. Man in the long black coat mi ha colto impreparato , in
particolare il paludoso arrangiamento di accordi che si è concluso in un
sublime finale.
Per l’occasione la cow-boy Band portava giacche nere di cuoio. Dylan
sembrava il leader di una ragtime band , cappello bianco con
corrispondente tuta nera e cravatta a righe , più gente entusiasta che la
notte prima , comunque entrambi gli show erano sold-out.
In entrambe le serate biglietti-extra erano disponibili alle casse , io sono
stato beneficiario di questi pre-show tickets entrambe le serate.
Dylan e la sua band sono stati un disastro con una feroce “When the Leeve
Breaks” Leeve è più rumorosa ogni volta che la suonano , come un ariete che
vuole sfondare la jam. La performance è continuata con una impressionante
tripletta : “When the deal goes on” , “Things have changed” e “The lonesome
death of Hattie Carrol”
La gente ha urlato la sua approvazione per Hattie. La sorpresa della serata
è stata una maschia “Tough Mama” alla quale era stato applicato il turbo.
“Workingman’a blues” era stata grande la sera prima , Dylan l’ha fatta di
nuovo questa sera , non gli importava di averla suonata due volte nello
stesso posto ,“I can live on rice and beans.”
Un bel sole splendeva su Amsterdam nelle ore del pomeriggio , ogni persona
era per strada , seduti bevendo caffè , comprando tulipani e passeggiando
per le vie.
Dopo diverse pinte ed una intensiva session di caffè , mi sono fermato fuori
da una chiesa a sentire i rintocchi delle campane alle 15,00. Penso che
potyrei vivere in questa città pochi mesi.
Ad ogni modo , il motivo di questa piccola divagazione è che il piacere che
mi aveva preso voleva il suo contributo.
Potevo levarmi in piedi a malapena per il resto del concerto , così la
mia capacità di recensire il resto del concerto è stata varamente impedita.
Dopo essere doverosamente rimasto fino alla fine del concerto , ho preso il
metrò per tornale al mio hotel , ho risalito le tre rampe di scale e mi sono
fatto una meritata dormita. Ora aspetto il finale funky di questa sera.
Voglio descrivere la mia esperienza di questo concerto , non le singole
canzoni ( set list ) . Questo concerto è stato uno speciale incontro fra il
pubblico e Bob Dylan , attraverso la musica e la sua presenza dal vivo ,
sempre un’esperienza mistica.
Quest’uomo che vuole essere se stesso ed esprimere se stesso , puro ,
modesto , creativo , autentico , onesto , reale e sincero è stato veramente
riconosciuto dal pubblico come una grande valenza ed ha avuto ( forse
inconsciamente ) grande risonanza dentro di loro.
La bella musica è l’espressione di qualcosa di più che solo qualche tono.
I testi poetici possono arricchirmi e toccare il mio cuore in profondità.
Le intenzopni di quest’uomo sono così pure.
E’ stato u incontro ed anche un onore per questo grande ed unico artista ,
il pubblico ascoltava con cura ed un sacco di rispetto il suo Maestro.
L’uomo che è sempre capace di cambiare di volta in volta , come un
misterioso processo dinamico , con la tensione dentro di se. Lui chiede ai
vecchi fans di essere flessibili e trasbordare nelle nuove aree perchè i
tempi stanno continuamente cambiando ! E i giovani fans sono impressionati
dal suo suono originale e dalle sue performances.
Bob si è costruito questi tanti crediti in 50 anni di carriera,
Lui da molto al pubblico e questo sembra esprimergli il suo amore e la sua
gratitudine , sempre in modo modesto , ma puro e reale.
Così è stato un bell’incontro , con bella musica , l’ho gustato davvero
tanto !
Grazie mille Bob !
Set list: Amsterdam, The
Netherlands - Heineken Music Hall - April 11, 2009
1. Maggie's Farm (Bob on keyboard)
2. Mr. Tambourine Man (Bob on keyboard)
3. Man In The Long Black Coat (Bob on keyboard)
4. The Levee's Gonna Break (Bob on keyboard)
5. When The Deal Goes Down/STRONG> (Bob on keyboard)
6. Things Have Changed (Bob on keyboard)
7. The Lonesome Death Of Hattie Carroll (Bob on keyboard)
8. Tough Mama (Bob on keyboard)
9. Workingman's Blues #2 (Bob on keyboard)
10. It's Alright, Ma (I'm Only Bleeding) (Bob on keyboard)
11. Just Like A Woman (Bob on keyboard)
12. Highway 61 Revisited (Bob on keyboard)
13. Nettie Moore (Bob on keyboard)
14. Thunder On The Mountain (Bob on keyboard)
14. Like A Rolling Stone (Bob on keyboard)
(encore)
15. All Along The Watchtower (Bob on keyboard)
16. Spirit On The Water (Bob on keyboard)
17. Blowin' In The Wind (Bob on keyboard)
Review: Amsterdam, The
Netherlands - Heineken Music Hall - April 10, 2009
by Howard Weiner
Evitando i chicchi della grandine , sono entrato nella Heineken Music Hall.
E’ una bella venue con un’ampia pista da ballo. C’erano anche un paio di
“Heinekens” , uomini che vendevano birra col barilotto legato alla schiena.
Quasi tutto va bene , alle pareti appeso il cartello “No smoking”.
“When i paint my mesteroiece” è stata oro. Il canto greve di Dylan è tornado
, l’inflessione della sua voce è come il brontolio potente di un tuono.
Appariva elegante , il maestro nel suo vestito nero con striscie verdi ,
maglietta e foulard verdi.
Ho pensato a Garcia e Danko durante “Masterpiece”. Non desidero tornare
nella terra della Coca-cola , ma potrei farlo dopo 72 ore di dissolutezza.
Il sapore europeo è continuato con una bella “Boots of spanish leather”.
Il Bob Dylan show con il cambio di sfondo nero era raffinato.
“Rolled and Tumbled” è suonata un pò bastonata e “Po’ boy” è riuscita a
malapena a recuperare , io ero esaltato di sentire “Po’boy” dopo il suo
debutto il 30/4/2005. “Workingman’s blues” è stata brillante , il vocal di
Dylan sopra le righe.
Bob ha continuato ad eseguire i suoi recenti capolavori con una
tambureggiante “High water”. Donnie pizzicava il banjo , mentre Tony e
George hanno scosso e tuonato nell’arena tutta la sera.
La band era competente e supportava Bob , ma non ha mai brillato in niente.
“Love sick” è stato un regalo , le luci rosse del Distretto Speciale , il
beat suonato senza molta precisione , catapultandosi poi in un’altra
scheletrita “Highway 61” , il rotolare del destino è continuato con “Nettie
Moore”. Amici, questa parte del concerto per me è stata deliziosa . Tuttavia ,
sembravano esserci molti commenti nel pubblico.
“Summer days è stata bollente e “Like a rolling stone” mondana.
Il pubblico era come zoppo , con scarso entusiasmo nel chiamare il bis.
Ho gustato “Spirit on the water” come secondo encore. Stanco ed esausto per
il jet-leg , sono tornato all’Hotel Linda , dove sono alloggiato per questi
tre giorni di concerti olandesi.
Ci sono tre rampe di scale per salire in camera mia , un vero inferno. Mi
farò qualche buona dormita , domani è un giorno nuovo e Bob ha appena
incominciato a lasciare la sua untuosa traccia.
***********************
Review by Judith Lallier
Dopo 2 show a Parigi , eravamo pronti per una esibizione ad alto voltaggio e Bob
l’ha fatta.
Essere stati per due giorni di fronte ai riservati francesi , può tirar
fuori da ognuno il lato selvaggio sul palco , ed i fans volevano proprio
questo !
L’apertura con la mia favorita “ Leopard skin pill box hat” è stata
perfetta , seguita per seconda da “When i paint my Masterpiece”che non è
stata un gran che. Ma la terza – una grande “Watching the river flow , con
Bob che suonava la chitarra come un giovanotto è stata un highlight.
“Boots of spanish leather” è stata una grande versione , mio marito ed io
l’abbiamo gradita molto , ma il notro umore ha fatto scappare qualcuno dei
nostri vicini !!!
“Rollin’ and tumblin’” ha fatto muovere la band ed il pubblico – “Po’boy” è
stata molto meglio che quella di Parigi- “Honest with me” , forte e chiara ,
un vero highlight – “Workingman’s blues” ci ha fatto contenti – WOW – “High
water” è stata grande , “Love sick” e “HG 61” liscie , e allora “Nettie
Moore” ha mostrato la sua faccia dopo essere stata assente per alcuni show.
“Summer days” e “Rolling stone” hanno chiuso il set principale , con gli encores
standard Watchtower , Spirit e Blowin’. É stata una notte indimenticabile –
Lo sarà anche domani – Buonanotte!!!!
Bob Dylan, 11 April, 2009, Heineken Music Hall,
Amsterdam
a
Domenica 12 Aprile 2009
Alessandro Carrera ci scrive per chiarire il pensiero del
"boscaiolo" Dylan su Obama
Caro Mr.Tambourine ,
ti mando un mio articolo uscito ieri su "Europa" per rettificare il modo in
cui alcuni giornali italiani (Corriere e La Stampa, per esempio) hanno
trattato l'intervista in cui Dylan parla di Obama.
In questi giorni sono a Milano e alcuni amici mi hanno coinvolto in un
dibattito che ha per titolo, per l'appunto, "Da Dylan a Obama", cioe' la
generazione degli anni '60 (o quello che ne rimane) rispetto alle nuove
sfide della politica. Ma non sara' un esercizio di nostalgia, e penso che si
parlera' soprattutto della nuova politica americana e del mio libro
"L'America al bivio della democrazia" (Vertigo 2008), comunque si svolgera'
a Milano allo Spazio Tadini di via Jommelli 24 (una traversa di Viale
Porpora) alle ore 19.30 del 14 aprile, proprio un giorno prima del concerto.
L' organizzazione e' a cura di Acea, associazione per i consumi etici e gli
stili di vita solidali, ed e' per ricordare Federico Ceratti, fondatore
dell'associazione.
Con un caro saluto
Alessandro Carrera
P.S : Non ho dimenticato la richiesta di Stefano. Penso sempre a una
risposta molto articolata ma forse sara' meglio che mi accontenti di essere
meno ambizioso, rispondendo e basta. Fra pochi giorni senz'altro.
A presto, Alessandro
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Da “Europa”, 9 aprile 2009
Dylan deluso dalla “politics”, non da Obama
di Alessandro Carrera
Se per caso vi è capitato di leggere su qualche giornale italiano che Bob
Dylan “ha scaricato Obama”, sappiate che si tratta o di manipolazione o di
incomprensione di ciò che Dylan ha effettivamente detto nel corso di
un’intervista rilasciata a Bill Flanagan come anticipazione del suo nuovo
disco, Together Through Life, che uscirà il 27 aprile. Anche alcune testate
internazionali si sono buttate sull’osso, ma è stata la stampa italiana a
distinguersi per zelo. Dopotutto viviamo in un paese il cui presidente del
consiglio, dopo aver ostentato distacco e battute di dubbio gusto, adesso
ansima per farsi fotografare insieme a Obama. Non c’è da stupirsi che
qualunque colpo di scalpello che tenda a scalfire il piedestallo di Obama
sia accolto con sollievo dalle nostre parti.
Ma le cose sono un po’ più complicate. Nel corso del 2008 Bob Dylan aveva
detto: “L’America è in uno stato di grandi rivolgimenti. La povertà è
demoralizzante. Non ci si può aspettare dalla gente la virtù della purezza
quando sono poveri. Ma adesso c’è questa persona che sta riscrivendo la
natura della politica a partire dalla base... Barack Obama. Sta ridisegnando
la figura dell’uomo politico, per cui dovremo stare a vedere che cosa ne
verrà”. Non suonava come una dichiarazione ufficiale, ma Dylan non si
esprimeva a favore di un uomo politico dai tempi di Carter, e anche allora a
denti stretti. Dall’ultima intervista, apparsa su www.bobdylan.com e poi
rimbalzata sulla stampa, apprendiamo che la stima di Dylan nasceva
soprattutto dall’Obama scrittore. Aveva letto l’autobiografia I sogni di mio
padre e Obama gli era apparso come un personaggio da Odissea rovesciata. “La
sua scrittura agisce a più livelli” ha detto Dylan. “Ti fa provare emozioni
e allo stesso tempo ti fa pensare, e non è una cosa facile.”. Va premesso
che poche battute prima Dylan aveva reiterato il suo disinteresse per la
politics, termine che in inglese ha un significato più negativo
dell’italiano “politica” (dire in inglese it’s all politics equivale più o
meno all’italiano “è tutta una mafia”). La politics, secondo Dylan, è una
forma di intrattenimento, uno sport praticato da chi viene dalle migliori
famiglie, da chi avanza nel mondo ben vestito, ben calzato e ben appoggiato.
Crea più problemi di quelli che risolve, e forse chi davvero comanda non ha
nemmeno cariche pubbliche.
Certamente qui ritorna a galla tutta la postura antisociale della scena
hipster degli anni sessanta, fondato sulla radicale contrapposizione tra
“noi” e “loro” (basta guardare la scena di Bill Clinton che va a salutare i
Rolling Stones nel film Shine a Light di Martin Scorsese, e il loro
atteggiamento del tipo “ma che cosa vuole costui da noi?” per farsene
un’idea). Così, quando Flanagan chiede a Dylan se c’era qualcosa, nei Sogni
di mio padre, che potesse fargli pensare a Obama come a un buon politico,
Dylan risponde: “In realtà nulla. Da un certo punto di vista la politica
sembrerebbe l’ultima cosa di cui una persona così vorrebbe occuparsi. Ma
probabilmente saprebbe fare qualunque cosa. Se leggi il suo libro capisci
che è stato il mondo della politica a venire da lui. Il posto era già suo”.
E alla ulteriore domanda: “Credi che sarà un buon presidente?” Dylan
risponde: “Non ne ho idea. Sarà il miglior presidente che potrà essere
(he’ll be the best president he can be – è questa la frase per lo più
tralasciata). Molti arrivano alla presidenza con le migliori intenzioni e se
ne vanno via sconfitti. Johnson sarebbe un buon esempio... Nixon, anche
Clinton, Truman, tutti gli altri indietro nel tempo. Volano troppo vicino al
sole e rimangono bruciati”.
Prudenza, di sicuro. E anche un pessimismo al quale Dylan ci ha abituati, ma
non certo un’abiura. È piuttosto il punto di vista di qualcuno che, come
Dylan stesso afferma nell’intervista, si considera un mistico, un selvatico
e un solitario. Ogni tanto è bene che qualcuno venga dai boschi a
ricordarci, anche brutalmente, che la politica non è tutto.
Grazie a Carla Bruni , il Presidente Sarkozy , già vicino
ad artisti come Gilbert Montagné, Didier Barbelivien e Mireille Mathieu,
sarà diventato un fan di Bob Dylan ?
In ogni caso , il Presidente ha assistito il 7 aprile al primo concerto di
Bob Dylan al Palazzo dei congressi di Parigi .
The times they are changing…
Dopo il concerto , riportano le cronache , Il Presidente ha voluto
incontrare Bob Dylan il quale ha regalato una delle sue armoniche alla
Signora Sarkozy. Strategia politica o un’apertura lodevole ? A quando un
duetto Dylan-Carla Bruni Sarkozy ?
(Fonte: Le Figaro)
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Posti in auto da Rimini a Milano
Ciao a tutti, sono Maurizio di Rimini.
ci sarete al concerto a Milano?
Io parto da Rimini e ho dei posti liberi in auto.
ciao
Maurizio
392 5851717
Review: Paris , France -
Palais des Congres - April 8th 2009
by Marina
Montesano
Show numero 2 a Parigi , stessa situazione della sera precedente , ma nessun
rush davanti al palco da parte del pubblico , cosa che si era
dimostrata inutile.
Partenza non buona con The Wicked messenger , eseguita come se stessero
facendo una prova in garage. Poi Bob ha preso la chitarra per Lay Lady lay
ed è ritornato alla tastiera per Things have changed , buonissima versione
con Donnie al violino. When the deal goes on è una canzone che , per me ,
non funziona tanto , ma è stata seguita da una fantastica Till i fell in
love with you : Bob al centro del palco con l'armonica per buona parte della
canzone , che ha suonato come non avevo mai sentito , potrebbe essere una
nuova canzone da tanto che è grande.
Lo show va avanti senza scosse con Stuck inside of mobile e Sugar Baby , ma
vola in alto con una davvero profonda It’s alright Ma : il
fatto è che Stu è stato abilmente spostato dalla Siberia dietro le spalle di
Bob in fronte a lui , come il resto della band , ha suonato alla grande in
questa canzone aggiungendo un sacco di ritmo.
Poi ci sono state Hattie Carrol e Tweedle , ambedue in nuove versioni ,
seguite da Beyond the horizon : dopo tre sere di fila sono abbastanza stufa
di questa canzone , e così anche per Bob , che la esegue senza cura. Hifgway
61 ci ha fatto sorridere risollevando il morale. Dopo questa , alcune note
che ho riconosciuto immediatamente : non era una canzone di Dylan , ma la
versione inglese di Les bons moments (The times we’ve know) di Charles
Aznavour. Che sorpresa , i miei ricordi mi dicono che l'aveva suonaya nel
1998 ( ma potrei sbagliarmi su questa data ) , una fantastica versione ,
davvero un momento magico ( con Aznavour in sala ).
Per i tre encore è stato permesso al pubblico di affolarsi davanti al palco
, con una bella esecuzione di Spirit on the water , con grandi sorrisi fra
Bob e Donnie , con la ora solita , ma non per questo meno apprezzata ,
armonica/balletto alla fine. É stato un buono show , non fantastico , ma gli
highlights e per maggior merito The times we’ve know l’hanno reso unico.
Review: Paris , France -
Palais des Congres - April 7th 2009
L’
Express de Paris
Ieri sera Dylan è rimasto
fedele a se stesso , vale a dire un uomo d’ombra e di mistero per il primo
dei due concerti dello Spring Tour 2009 previsto al Palais des Congres di
Parigi.
Una parte della sala l’ha visto di schiena dietro alla sua tastiera, in
redingote e pantaloni neri con bande rosse, l’altra l’ha visto di profilo ,
la sguardo mascherato dal suo cappello ( di stile sudista? ). Per la piccola
storia , lui ha cantato di fronte per un momento con la sua chitarra e
l’armonica ( applausi ) , naturalmente le luci erano abbassate.....
Il cantore di Hurricane ( che non ha cantato questa sera ) non si è mai
lasciato andare, non lo fa mai almeno...Ma la corrente è passata a volo
radente tra lui e le tre generazioni che erano presenti, compresi alcuni
baby rockers. Circondato da musicisti professionali , Bob Dylan ha cantato
18 canzoni dal suo repertorio , la set list cambia tutte le sere , anche
ieri è stato così.
Il debutto è stato un pò difficoltoso per tutti , Dylan compreso , a causa
del suono non buono. Bisognava tendere l’orecchio per capire ed
indentificare i brani riarrangiati nelle versioni dal vivo. Lo spettacolo ha
cominciato a marciare con John Brown , Chimes of freedom , Highway 61
revisited....l’energia del rock-blues , gli assoli delle chitarre e della
tastiera , il suono delll’armonica hanno lasciato gli spettatori interdetti
davanti ad un Dio che hanno cercato di avvicinare ( almeno quelli delle
prime file ). La reazione è stata in due tempi : raccoglimento durante il
brano ed ovazione alla fine. E si ricomincia.
Con Bob Dylan , la partecipazione è essenzialmente musicale. Non una parola
, non uno scherzo . Per il refrain di Like a rolling stone , davvero molto
attesa ed applaudita , le luci sono state puntate sul pubblico , ci si
avviava alla fine.
a
Sabato 11 Aprile 2009
Set list: Amsterdam, The
Netherlands - Heineken Music Hall - April 10, 2009
1. Leopard-Skin Pill-Box Hat (Bob on keyboard)
2. When I Paint My Masterpiece (Bob on keyboard and harp)
3. Watching The River Flow (Bob on guitar)
4. Boots Of Spanish Leather (Bob on keyboard)
5. Rollin' And Tumblin' (Bob on keyboard)
6. Po' Boy (Bob on keyboard)
7. Honest With Me (Bob on keyboard and harp)
8. Workingman's Blues #2 (Bob on keyboard)
9. High Water (For Charley Patton) (Bob on keyboard and harp)
10. Love Sick (Bob on keyboard)
11. Highway 61 Revisited (Bob on keyboard)
12. Nettie Moore (Bob on keyboard)
13. Summer Days (Bob on keyboard)
14. Like A Rolling Stone (Bob on keyboard)
(encore)
15. All Along The Watchtower (Bob on keyboard)
16. Spirit On The Water (Bob on keyboard)
17. Blowin' In The Wind (Bob on keyboard and harp)
Non mollo:-)
Alla chitarra ...............ma anche Bob Dylan alla chitarra...e nel sito
che ora mi sfugge H.Harris suona la Steel Guitar:-))
La risposta e' .................
Stefano C.
Giusta! La tua costanza mi ha ispirato una
nuova regola : chi sbaglia viene penalizzato con la sottrazione di 4 punti ,
ma se entro la settimana manderà la risposta esatta i punti di
penalizzazione verranno abrogati. Come dicevo ieri l'esperienza ci
suggerisce nuove regole day by day ! Perciò ti verranno tolti i 4 punti e ti sarà
aggiunto il punto che ti spetta per la risposta giusta :o)))))))))))
Slow Train Band : In preparazione 2 serate per il
compleanno di Dylan
Ciao Mr Tambourine, sono Dario della Slow Train Band.
In passato abbiamo avuto dei dissapori, e ho avuto nei tuoi confronti un
comportamento "criticabile", per usare un eufemismo.
Sicuramente da quando alcuni elementi della band sono stati sostituiti,
oltre a guadagnarci musicalmente, la mia visione e' molto piu' serena e
obiettiva. Ho avuto quindi modo di seguire e apprezzare il tuo sincero
lavoro con MF.
Desidero complimentarmi con te, e chiederti, se puoi, di accettare le mie
scuse e dimenticare quello sgradevole incidente.
Ti segnalo in via preliminare che stiamo organizzando un evento in occasione
del compleanno di Dylan.
Si svolgera' a Milano, presso il Circolo ARCI Metromondo di Via Ettore Ponti
40.
Venerdi 22 maggio serata dedicata a Dylan con interventi in via di
definizione e concerto della band Limited Edition.
Sabato 23 maggio ci sara' la partecipazione straordinaria di Michele Murino
che presentera' le sue opere su Bob Dylan, a seguire cena "american style" e
concerto della Slow Train Band.
Ti terro' aggiornato quando sara' meglio definito il programma delle serate,
in modo che tu possa poi pubblicare la notizia su MF.
Ciao, grazie e a presto.
Dario
E' vero , ci sono state alcune
incomprensioni in passato fra di noi , ma credo che avrai potuto constatare
come queste non abbiano avuto nessuna influenza sul comportamento di
Maggie's Farm nei riguardi della Slow Train Band. Si trattò solamente di un
banale misanderstanding personale , ed ora sono lieto di sapere che hai
rimosso questa prevenzione nei miei confronti, storia chiusa e seppellita
.Tienimi informato di tutto , queste pagine sono sempre a disposizione per
supportare l'azione di chi organizza qualcosa in tributo a Bob. Resto in
attesa del materiale , ti saluto e ti ringrazio , ciao ,
The Times We've Known - Bob Dylan - Se volete suonarla
Words and music Charles Aznavour
Performed by Bob Dylan in the Madison Square Garden, November 1, 1998 -
Paris April 8 2009
Tabbed by Eyolf Østrem
Chords:
D#dim x01212
E6 022120
E7 020100
------------------------------------------------
A
The times we've known are slipping by
F#m
Iike vapour trails across the sky
E
The best of times, the worst of times
A (Asus4 A)
Have come and gone
The years of debt, the years of doubt
the years of 'what's it all about?'
Of holding fast, and holding out
And holding on
D C#7
When life was hard and chances few
F#m
Still I was rich in having you
B7
Though people said we wouldn't go far
E
We went ahead and here we are
A /c#
Together still remember me
D
Together still through everything
A E A
The times we've known
Sometimes the years were lush and green
Sometimes we lived on hope alone
A little bit of both have been
The times we've known
Some lucky flings, some rotten breaks
Some funny things, a few mistakes
The dreams that every dreamer takes
And makes his own
The time to laugh, a time to cry
A time to let the world go by
And if there were some tears to pay
No one can take those years away
On fragile wings our days have flown
D D#dim
Still we have things to call our own
A E C# F#
The times we've known
D E6 E7 A
The times we've known
__________________________________________________________________________________________________________________
Review: Paris , France -
Palais des Congres - April 8th 2009
by Angelo Misterioso
Torno al Palais des Congres per il secondo show di Bob Dylan a Parigi.
Questa volta niente casino , ieri la folla , appena Bob è salito sul palco ,
è sciamata in fronte al palco e per la security sono state necessarie alcune
canzoni per rimandare tutti al loro posto.
Stasera erano tutti seduti tranquillamente ai loro posti.
In sostanza i Francesi hanno dormito per l’intero concerto , svegliandosi
solo per gli encore , strano.
Devo dire che questo show è stato migliore di quello di ieri , può essere
perchè ha suonato “Lay Lady Lay” all’inizio dello show , che è una delle mie
preferite.
Naturalmente le luci erano troppo deboli per fare foto decenti ( questa è
l’opinione di Patrice , il nostro fotografo ).
Se si esclude il cantato povero , il resto è stato bello.
Così stavolta ho davvero appezzato il concerto.
L’icona francese Charles Aznavour era al concerto , anche Lanny Kravitz (
che sembrava annoiato e fuori di testa ).
Review: Paris , France -
Palais des Congres - April 7th 2009
by Barnaby
Nelson
Di sicuro un buonissimo show.
Dylan , ancora lontano dal microfono , ha dovuto fare un salto per
raggiungerlo nell’introduzione , chiaramente ispirato dal fatto di essere a
Parigi. La gente nelle prime file si è riverstata sotto il palco.
I musicisti della band sembravano essere più espressivi del solito – Denny
andava occasionalmente avanti ed indietro , la faccia di Stu rispecchiava il
suo suonare , George pieno di sprint. Più assoli da parte di Stu , buona
interazione fra i membri della band , con Bob , il fuoco principale della
serata è sembrato essere George per la maggior parte dello show.
Minacciosa e tesa la versione di John Brown e Master of war , in sostanza
una delle migliori versioni di Master che ho sentito. La band altrettanto
sostanziosa.
Tweedle Dee : Dylan al centro con l’armonica , niente chitarra , Grande
armonica in Blowin’.
Nel complesso , impressionante il forte groove della band ed il livello di
impegno di Dylan nel cantare , voce in buonissima forma.
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Review by Marina Montesano
Il Palazzo dei congressi di Parigi è un teatro che contiene meno di 4.000
persone , tutti i posti a sedere venduti rapidamente , fuori , gli
scalpatori facevano soldi con i pochi biglietti in offerta,
All’inizio dello show , i fans hanno tentato di raggiungere il fronte del
palco , ma sono stati respinti dalla security.
Penso che la gente ha applaudito e sorriso per l’intero show , la posizione
seduta non ha potuto rendere bollente il concerto , almeno questo è il mio
punto di vista.
I primi numeri sono stati disturbati dalla situazione che ho citato prima ,
penso sia stato bello vedere Bob alla chitarra per “I’ll be your baby
tonight” . Highlights della serata è stato sen’altro una misteriosa “John
Brown” , una “Chimes of freedom” cantata davvero bene , una “Tweedle Dee”
con Bob al centro del palco all’armonica , poi è ritornato dietro alla
tastiera per l’ultima parte dello spettacolo , una applauditissima “Master of
war” e qualche numero veloce come “Honest with me” , “HG 61 “ , “Thunder” e
“LARS” , perchè la band andava giù pesante e Bob sembrava in buona forma.
Inoltre c’è stata “Po’ boy” di nuovo , molto buona come l’avevo sentita in
Saarbrucken.
Mi sono chiesta perchè abbia deciso di tagliare l’ultima strofa , una
divertente conclusione , non un grosso problema comunque , è stato un grande
ritorno. “Blowin’” alla fine , di nuovo al centro di fronte ai suoi fans ,
con la sua armonica e qualche balletto pazzo.
Un buon finale.
Grazie Dario , davvero bella , ti propongo questa
affascinante versione dalla voce di Melanie :o)
Melanie - Mr. Tambourine Man
a
Venerdi 10 Aprile 2009
Set list: Paris, France -
Palais des Congrès - April 8, 2009
1. The Wicked Messenger (Bob on keyboard)
2. Lay, Lady, Lay (Bob on guitar)
3. Things Have Changed (Bob on keyboard)
4. When The Deal Goes Down (Bob on keyboard and harp)
5. 'Til I Fell In Love With You (Bob on keyboard and harp)
6. Stuck Inside Of Mobile With The Memphis Blues Again (Bob on keyboard and
harp)
7. Sugar Baby (Bob on keyboard)
8. It's Alright, Ma (I'm Only Bleeding) (Bob on keyboard)
9. The Lonesome Death Of Hattie Carroll (Bob on keyboard)
10. Tweedle Dee & Tweedle Dum (Bob on keyboard and harp)
11. Beyond The Horizon (Bob on keyboard)
12. Highway 61 Revisited (Bob on keyboard)
13. The Times We've Known (Bob on keyboard) (song by Charles Aznavour)
14. Thunder On The Mountain (Bob on keyboard)
15. Like A Rolling Stone (Bob on keyboard)
(encore)
16. All Along The Watchtower (Bob on keyboard)
17. Spirit On The Water (Bob on keyboard)
18. Blowin' In The Wind (Bob on keyboard)
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Una grande canzone per due Grandi !!!!!!
Bob Dylan - The Times We've Known / Les bon moments
(Charles Aznavour)
(lyrics are written by Charles Aznavour)
The times we've known are slipping by
Like vapour trails across the sky
The best of times, the worst of times
Have come and gone
The years of debt, the years of doubt
The years of 'what's it all about?'
Of holding fast, and holding out
And holding on
When life was hard and chances few
Still I was rich just having you
Though people said we won't go far
We went ahead and here we are
Together still through everything
Together still remembering
The times we've known
Sometimes the years were lush and green
Sometimes we lived on hope alone
A little bit of both have been
The times we've known
Some lucky flings, some rotten breaks
Some funny things, a few mistakes
The dreams that every dreamer takes
And makes his own
The time to laugh, a time to cry
A time to let the world go by
And if there were some tears to pay
No one can take those years away
On fragile wings our days have flown
Still we have things to call our own
The times we've known
The times we've known
The times we've known
Charles Aznavour - Les bons moments
Nous avons eu de bons moments
Nous avons eu de grands moments
De folles joies d'étranges peines
A vivre ensemble
Nous étions gorgés de printemps
Et fiers d'étaler nos vingt ans
Que les feux de l'amour
Et le désir rassemblent
Un jour riche, un jour sans un sou
Nous étions heureux malgré tout
Car jour et nuit brûlait en nous
Cet amour fou qui nous ressemble
Bien sûr, le bonheur est mouvant
[ Find more Lyrics on www.mp3lyrics.org/ksgv ]
Mais laisse au cœur des amants
Nous avons eu de bons moments
Nous avons eu de grands moments
Des crépuscules clairs
Des aubes grises ensemble
Nous étions jeunes et insouciants
Et vivions comme des enfants
Que les jours de la vie
Et les rêves rassemblent
Mais aujourd'hui mon triste cœur
Laisse ta peine oublie ta peur
Car bien que notre amour se meure
Sèche tes pleurs car il me semble
Qu'il vaut mieux dire en se quittant
Nous avons eu pour quelque temps
De bons moments, de bons moments
Review: Paris , France -
Palais des Congres Paris April 7th 2009
by Angelo Misterioso
Carla Bruni Sarkozy era al concerto ( col marito ? ) , l’ho sentito dire
ieri , ma non avendola vista non ne posso parlare. Secondo la stampa Carla
si è fatta regalare un’armonica da Bob. BITCH!
Lo show di Parigi , sold-out da molto tempo e molta gente cercava di
comperare i biglietti fuori dal Palais , potevi averne uno dagli scalpatori
( bagarini ) per 250 euro.
Patrice Guino , il nostro fotografo che ha relazioni in tutto il mondo ha
potuto invitarci in 20° fila , non le poltrone migliori , ma chi può
lamentarsi ? Forse anche lui non è riuscito a fare foto decenti.
Comunque , Bob è sempre dietro la sua tastiera per la maggior parte del
tempo , suonando la chitarra solo in un paio di brani , vestito in completo
scuro ( “Un fottuto incubo per me “ ha detto Patrice ).
Certamente quando si va ad un concerto di Dylan non ci si aspetta il meglio
, si va a vedere una Leggenda.
I suoi giorni mogliori sono lontani da lui ed il poverino non riesce più a
cantare. Qualche canzone , le più conosciute , erano appena riconoscibili.
Tuttavia ci sono stati alcuni momenti buoni quando la band suonava una
versione allungata o qualche assolo e Bob non stava cantando.
Al di là di tutto 2 ore di un buon show.
Bob Dylan ha fatto una seduta fotografica pre la rivista americana Riolling
Stone fra la 13,00 e le 15,00 di oggi in un palazzo privato vicino al Parc
Monceau di Parigi.
Arrivederci a domani.
Andando a fondo su richiesta del direttore di Maggies Farm
invio la mia risposta (anche se per completezza gli addetti ai lavori della
cbs o sony avrebbero dovuto mettere nel folder di Desire i musicisti che
avevano suonato alle rispettive song.)
Anche perche' sembra che Dylan suoni in tutte le song la chitarra.
Quindi pur mantenendo la mia convinzione di aver risposto giustamente in
quanto ho consultato un documento ufficiale invio a Mr Tambourain quale
direttore e vicedirettore e redattore,la risposta esatta.
La risposta esatte e':
H.Harris alla Steel Guitar
**
Stefano Catena
Hi Hi Hi :o)))) , li hai detti tutti
meno quello giusto ! Lodo la tua perseveranza e perciò farò uno strappo alla
regola non togliendoti altri 4 punti ! La steel guitar non è la chitarra , è
uno strumento diverso , con un suono diverso , con una tecnica di picking diversa , invece che appoggiare le dita sulla tastiera di suona
col barrel , il cilindretto di acciaio , sfrutta il principio della chitarra
ma è un' altro strumento , come il dulcimer e tanti altri. Sei sempre in
tempo a darmi la risposta esatta e conquistarti il punticino della rinascita
, non mollare :o) ciao
Mr.Tambourine
P.S. : un suggerimento , se cerchi negli
archivi di Maggie's Farm trovi la risposta
Caro Mr Tambourine man,
credo che si stia facendo un'apologia all'ultimo album di Dylan che non
merita affatto.Le due canzoni che abbiamo avuto modo di sentire fino ad ora
non valgono niente e lo sappiamo bene entrambi.Non vorrei che Dylan finisse
la carriera vendendo dischi solo perchè suscita compassione. Spero che le
restanti canzoni di questo suo nuovo lavoro valgano quanto Mississippi di
Love & Theft o Ain't Talkin' di Modern Times. Dal vivo, invece, Dylan non si
discute. La sua è la voce più penetrante che esista al mondo,anche se io,al
suo posto, avrei cambiato i chitarristi. Attendo di rivederlo a Roma il
17. Nell'attesa auguro una buona Pasqua a te e a tutti i fans del Nostro.Ciao
Franzpilar
Caro Franz , non pensi che prima di dire
che si stia facendo apologia dell'ultimo album e prima di dire che non
merita bisogni almeno ascoltarlo per intero ? Rispetto la tua valutazione
dei due pezzi anticipati , ma , come avrai letto dalle mie recensioni dei
citati , permettimi di non essere d'accordo con te. Beyond here è un
onestissimo blues che non toglie o aggiunge niente alla valenza di Dylan ,
piacevole o monotono da ascoltare a secondo di chi lo ascolta. Per me è
piacevole perchè l'introduzione della fisarmonica di Hidalgo ha dato un
sapore diverso alla canzone , è un vecchio blues ma allo stesso tempo non lo
è , suona diverso , nuovo e piacevole , nessuno dirà mai che è un capolavoro
, si fa ascoltare senza difficoltà , come qualunque canzone di Bob .
Discorso diverso per I feel a change comin' on . Piacevole ballata come
cento altre di Bob , forse non un capolavoro a livello musicale , ma la
esplosività del testo è incontestabile. Ed è vero , c'è il sangue del Paese
nella voce di Bob , frase che da sola vale tutto l'album , frase di livello
biblico , di un lirismo , un rammarico , una constatazione della realtà
difficilmente descrivibile con una frase sola , "c'è il sangue del Paese
nella mia voce" , questa è la frase che dice più di un un libro intero,
dietro alla quale ci sono 50 anni di vita , di esperienze, di successi , di
flops , di gioie , di delusioni , di amore e di odio. E' una frase semplice
, ma solo Bob poteva dirla , e l'ha detta. C'è un'altra frase nella canzone
: "and the fourth part of the day's already gone"
, presa anch' essa dalle Canterbury Tales che mi ha fatto riflettere , che
Dylan voglia dire che si è reso conto di essere arrivato in fondo , anche
l'ultima parte del giorno ( inteso come vita ) se n'è andata ,
l'accettazione dello scorrere del tempo , l' invecchiare , il rendersi conto
che tutti i giorni possono essere quelli buoni per dire addio a tutto ed a
tutti , per lasciare per sempre quella che è la vita temporale , per fare il
salto verso l' immenso ignoto e forse presentarsi al Grande Setaccio che
tutto cribbia e tutto paragona , forse la visione finale dell' Amor che move
il sole e l'altre stelle. Chissà se questa frase è stata scritta con questo
intento o se è solo una mia fantasia , una mia impressione......raramente
Dylan scrive cose a casaccio , se questa frase l'ha colpito tanto da
inserirla nel testo di una sua canzone di certo alle spalle della frase ci
sarà un significato per Bob , a lui quella frase ha detto qualcosa , l'ha
ritenuta così bella da copiarla senza cambiarne una virgola , chissà
se ci spiegherà mai il perchè.
Anche dire che Dylan suscita compassione mi sembra ingiusto ed
ingiustificato , può suscitare nostalgia , rincrescimento per quello che non
è più , dissociazione da quello che è attualmente , dispiacere che gli anni
siano passati anche e non solo per lui , ma con la compassione non ci siamo
, Dylan , in qualunque condizione , è sempre la sola Leggenda vivente dei
giorni nostri , come potrebbe una leggenda suscitare compassione invece di
ammirazione ? Anch'io , e non sono il solo , da molto tempo vado dicendo che questi musicisti non
sono all'altezza dei precedenti , che Bob dovrebbe cambiarli , ma
giustamente nessuno di noi può sapere la vera ragione del perchè si tiene
questi. Forse ci marcerà anche un pochino , ma teniamo conto che si sta
avvicinando ai 70 , quanti di noi avrebbero la forza e la voglia di fare
ancora un 60/70 concerti all'anno in giro per il mondo , oggi qui , domani
la , on the road sul pullman , tutti i giorni cambiare albergo , cibo ,
acqua , aria , orari , show alla sera e subito via verso un'altra città per
cantare ! Da Dylan abbiamo sempre accettato tutto , pur criticandolo e
contestandolo , continuiamo su questa strada , domani potrebbe darci una
meraviglia in più oltre a quelle che ci ha già dato , perchè essere così
pessimisti ? Tanti auguri anche a te , :o)
Mi sono improvvisato Bob per un attimo.
Se andate qui: http://beyondhereliesnothing.com
e cliccate in alto in "Lyrical Portrait Gallery" trovate Stefano Oh! Baby il
video.
Il testo l'ho scritto direttamente senza pensarci sopra mentre la song
andava avanti...sembra un testo alla Bobby!:-DD
Stefano C.
LETTERA SEMISERIA AL DIRETTORE DI MAGGIE’S FARM
MR TAMBURAIN
PRENDENDO ATTO DI AVER RISPOSTO GIUSTAMENTE ALLA DOMANDA DEL QUIZ N° 10,IN
CUI SI CHIEDEVA CHI SUONASSE LA CHITARRA NEL BRANO ROMANCE IN DURANGO,MI SI
VEDE DECURTARE DI BEN (- 4 PUNTI ) IL MIO PUNTEGGIO.
NELLA FATTISPECIE CHI BEN RISPONDE VENGONO TOLTI PUNTI….
ORA NON VOLENDO PRENDERE FISCHI PER FIASCHI E IO NON SONO NE UN FISCHIO E
NEMMENO UN FIASCO,DA CHE MONDO ESISTE CHI BEN RISPONDE GUADAGNA PUNTI E NON
VICEVERSA.
VENENDO AL PUNTO MI CHIEDO E VI CHIEDO MA NON ERA MEGLIO DARE I PUNTEGGI A
TUTTI UGUALMENTE A CHI RISPONDE BENE E A CHI RISPONDE MALE LASCIARLO NEL SUO
PUNTEGGIO ATTUALE SENZA AVANZAMENTO?
OVVIAMENTE LASCIANDO COME TEMPO UN MARGINE DI 24 ORE DALLA PUBBLICAZIONE DEL
QUIZ E NELLA FATTISPECIE OGNI LUNEDI.
LE RISPOSTE QUINDI VENGONO PRESE IN CONSIDERAZIONE DAL GIORNO SEGUENTE E
CIOE’ IL MARTEDI COME ULTIMO GIORNO DI INVIO DELLE RISPOSTE.
E PER DINCI DIAMO UNA REGOLARITA’ AL QUIZ
E PER BACCO RICOMINCIAMO TUTTI DA ZERO…..UHM…VI VEDO PERPLESSI!
COSI’ E’ DECISO E STABILITO IN DATA 08/04/09.
LETTERA PROTOCOLLATA SENZA ULTERIORI MODIFICHE
PERTANTO SI RIMETTA IL TUTTO AL CONSIGLIO DIRETTIVO DI MAGGIES FARM COMPOSTO
DA UN SOLO DIRETTORE.
DISTINTI SALUTI
STEFANO C.
Risposta semi-seria a Stefano Catena
Caro Stefano , apprezzo il tuo
tentativo , l’avrei fatto anch’io , ma la risposta giusta è quella che hanno
dato gli altri. Credo che il senso della domanda fosse quello di scoprire
chi suonava escluso Bob , se avessi voluto intendere quello che è scritto
nei credits che domanda sarebbe stata ? Se vado al canile di Aosta e chiedo
ai residenti la stessa cosa tutti i cani mi avrebbero risposto Bob Dylan ,
ma loro non hanno a disposizione le fonti di informazione che abbiamo noi.
Con questo sia chiaro che non intendo paraganarti ad un cane :o) , è solo un
esempio esasperato. E’ vero che il Dylan-quiz è solo un gioco , ma ha il
merito di sollecitare le persone a ricercare cose e fatti che propabilmente
erano stati dimenticati da tempo , un ripasso interessante ed utile insomma.
La regola di penalizzare chi da una risposta sbagliata è stata proposta da
Angelo , mi è sembrata sensata e l’ho inserita nel regolamento . Nella tua
mail dici : LE RISPOSTE QUINDI VENGONO PRESE IN CONSIDERAZIONE DAL GIORNO
SEGUENTE E CIOE’ IL MARTEDI COME ULTIMO GIORNO DI INVIO DELLE RISPOSTE. Non
è così , il martedi è il termine primo per mandare le risposte , non
l’ultimo. La differenzazione di punteggio è diventata necessaria per
premiare il più veloce , lo “special bonus” per chi si impegna a dare la
risposta più dettagliata . Senza differenzazione sareste tutti alla pari e il quiz
perderebbe molto del suo sapore e sarebbe più monotono. Non pensare che sei stato l’unico a
sbagliare , il quiz è lungo e certamente altri sbaglieranno e verranno
penalizzati.
Non penso che gli altri partecipanti siano d’accordo nell’annullare tutto e
cominciare da capo , il quiz è , oltre che un divertimento , una ricerca ,
anche la dimostrazione delle proprie conoscenze dylaniane , con una sua
piccola patina di serietà. Per guadagnare punti bisogna fare un piccolo
sforzo , orologio alla mano , appena scatta la mezzanotte di lunedi mandare
la risposta , ricordo che le mail riportano l’ora di arrivo , in caso di due
mail con lo stesso orario i 5 punti o i 3 etc. verranno assegnati “Ex aequo
et bono denotatur iudicia et sententiae cum iudex secundum aequitatem et
haud secundum iuris canonones iudicare potest, exempli gratia secundum
canonem 38(2) statuti Tribunalis Internationalis Iustitiae cum partium
consensu Tribunal ex aequo et bono iudicare potest”.....azzo !
Se evete regole da suggerire per migliorare l’assegnazione dei punteggi
mandatemele come ha fatto Angelo , io , nella qualità di Direttore Mega
Galattico del Consiglio Direttivo Unico di MF con pieni poteri
decisionali e non contestabili , sono aperto a qualunque tipo di miglioria
, regolare definitivamente il quiz non mi sembra giusto , si impara di più
dalla quotidianità che non dalle regole , quando sorgono i problemi , e poi
, sinceramente , non è emozionante avere un regolamento che può cambiare da
un momento all'altro ? :o)
Mr.Tamburain
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Together Through Life : Opinioni a confronto.....
Ciao Mr T.
Cambiano le cose, cambiano i suoni e tutto sembra diverso.
Pero' poi un suono, familiare, comprensibile arriva nelle nostre case,
macchine, Ipod e tutto...
e' il nuovo singolo di Bob Dylan, e soprattutto e' la voce dell'America...
la voce di una rara e devastata umanita' che sembra vacillare, ma non cede
di un millimetro...
perche' quella voce non puo' cantare la resa, e neppure il crepuscolo degli
Eroi...
e' la voce della Gente, e' la voce di una generazione che ancora non cede il
passo alla sconfitta...
"Sto ascoltando Billy Joe Shaver / Sto leggendo James Joyce
Qualcuno mi dice che ho il sangue del paese nella mia voce
Ognuno ha tutti i soldi Ognuno ha tutti i bei vestiti
Ognuno ha tutti i fiori Io non ho una sola rosa".
Sono versi impagabili nella semplicita' della grandezza...I suoni ci
riportano indietro nel tempo, a Planet Waves, a Infidels, ma in fondo solo a
lui, al Cantore, che con la sua voce regala ancora sogni a chi non puo'
farne a meno...
Non Elvis, e neppure Bruce Springsteen hanno tenuto fede alla promessa di
redenzione che risiede dentro il rock, nel suo Sogno Bob Dylan e' tornato,
ancora, e ancora tornera', perche' il suo modo di essere e' questo, voce,
chitarra o piano... armonica ferita, sangue e splendore. Dio lo benedica e
abbia pieta' di Noi...
Amen
Dario Twist of fate
Parole sante Dario , Amen :o)))))))
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Hey tu...col Tambourine....mi hai veramente commosso, la tua
ri-dichiarazione
d'amore per il nostro amato BOB é davvero stupefacente. L'altra volta che ti
ho
scritto, AcidaMente ti ho dato dello SnobDylan...ma ora facciamo la PACE
visto
che c'é stata da poco la domenica delle palme (anche se non sono per nulla
cattolico) ti mando in allegato 2 belle palme , ciao dylaniano
Nino
Grazie Nino , le tue parole mi hanno dato
gioia , in fondo stimiamo ed amiamo tutti Dylan , anche se a volte ci
esprimiamo diversamente , Pace fatta , anche se guerra non c'è mai stata
:o)))))
Review: Saarbrücken,
Germany – Saarlandhalle - April 5, 2009
by Joachim Neumann
Dopo Hannover , Berlino ed Erfurt , Saarbruecken è stato per me il 4°
concerto di questo tratto del tour 2009.
Lo show è stato sold-out poco tempo dopo l’apertura delle vendite dei
biglietti , così non c’è stata confusione per entrare nella venue. Comunque
, come al solito , mi sono messo in coda , ho tolto la mia chitarra dalla
custodia ed ho cominciato a suonare per quelli che erano in attesa . Questi
ragazzi conoscevano le procedure , così mi hanno lasciato riprendere il mio
posto nella fila alla fine del mio concerto personale. Tanti applausi alla
fine , grazie miei fans !
Sfortunatamente all’ingresso c'è stata una donna ai cancelli che ha reagito
in modo aggressivo urlando e spingendo , bene , noi ne abbiamo fatto le
spese , ma alla fine è stato solo un pò di nervosismo che può succedere in
ogni show.
Sapete , noi ci siamo astenuti dal fare follie quando quelli della security
hanno aperto i cancelli ....voglio dire che tutti volevano andare di fronte
al palco. E così siamo arrivati , molto importante per me questa volta ,
perchè un mio amico era in attesa di vedere il concerto di Bob per la prima
volta.
Potete immaginare l’eccitazione di trovarsi di fronte alla tastiera di Bob ?
Che divertimento ! La venue si è riempita abbastanza in fretta , il primo
ministro della contea era lì ,e c’era anche Wolfgang Niedecken. Lui è un
misicista non tanto famoso in Germania e pensa di essere il più grande fan
di Bob , cosa che noi sappiamo non essere vera , He He ! Tante simpatiche
conversazioni durante l’attesa , poi le luci si sono abbassate e Santos ha
annunciato Bob.
Gotta serve somebody , bene , l’aspettavo da Hannover , ora Bob l’ha cantata
, la band davvero unita , un brillante opener a mia opinione.
Poi Bob ha imbracciato la chitarra , non era la Gibson-jazz usata in
precedenza , questa volta era una semi-acustica, col corpo piccolo con una
“D” sulla paletta , che meraviglia di marchio.
Ha pizzicato qualche accordo di prova prima di suonare Lay Lady Lay.
Leeve non è mai stata una delle mie preferite , ma stasera mi ha coinvolto ,
tutti hanno cominciato a muoversi con questa canzone, ed io con loro.
Every grain of sand è stata la seguente , gente , che performance , vera ,
la voce di Bob diritta nel senso del sole , ho capito che era uno show coi
fiocchi .
Tweedle è ora swinging and rolling come la Summer days dei buoni vecchi
tempi vi deve piacere, ci sono altre cose che sappiamo tutti , sembra
che Bob l’abbia di nuovo inventata come una nuova canzone.
Beyond the horizon , in questo nuovo arrangiamento lento , è giusta per
calmare lo show e la gente per ascoltare il suono bello di Bob e della band.
Honest with me , ed è di nuovo rock , le chitarre urlanti sulla sinistra ,
non troppi assoli , ma dritto e duro ritmo da parte di Denny e Stu. Chitarre
fuorilegge per me , là sono , e possono essere rock se lo vogliono.
Sugar baby , una canzone che piace alla maggior parte della gente , ma non a
me, non so perchè , non è il mio pezzo di torta , non ci sta nel ritmo , ma
la voce era di Bob di nuovo chiara e brillante.
Mobile mi ha fatto muovere di nuovo , non suonano più la solita intro , Stu
parte con accordi belli della sua Gibson acustica , e allora la canzone
comincia a rollare molto simile all’originale su Blonde on Blonde.
Ho scalciato durante Po’Boy stasera , che bell’arrangiamento , lento , con
Dylan che scandiva le parole come dovevano essere. Meravigliosa ! Grazie per
questa.
Summer days , un bello swing stasera , ma mi fa sentire sempre un pò triste
, non riesco a scacciare dalla mente le grandi performances con Larry e
Charlie , ma è la sola canzone che risveglia queste memorie. Nel frattempo
Stu e Denny lasciano la loro impronta nella set list attuale , giusto !
I believe in you , molto dolce e soft , di certo un’altra canzone coi
fiocchi.
Highway sempre forte e rock come al solito , un pò corta stasera.
Like a rolling stone è stata la fine del set principale , mi chiedo perchè
Bob non canta più la terza strofa , penso da anni , qualcuno ha un’idea ?
Ho applaudito assieme al pubblico finchè le luci si sono riaccese e gli
encore sono stati aperti con Watchtower. George tira sempre fuori l’inferno
dalla sua batteria e Stu ha suonato tutti gli assoli. Buon lavoro , a me
sembra che gli piaccia molto di più questa parte dello show .
Spirit ci ha portato verso il finale , e dopo la presentazione della band ,
è cominciata Blowin’ in the wind , in questo nuovo arrangiamento con le dita
sulla barretta per gli armonici che la rendono di nuovo gradevole dopo tutti
questi anni.
Applausi veramente rumorosi alla fine , tutti sembravano essersi divertiti
molto. Stavolta ho pensato che c’era la possibilità di un secondo encore ,
come a Dublino nel 2005. Ma non male , han finito nella solita maniera , le
luci si sono accese mentre Bob e la sua band lasciavano l’edificio. Uno dei
migliori show di questo tratto del tour , ma lo sappiamo , in futuro
potrebbe succedere ogni cosa. Grazie , arrivederci on the road.
Set list: Paris, France -
Palais des Congrès - April 7, 2009
1. Cat's In The Well (Bob on keyboard)
2. The Times They Are A-Changin' (Bob on keyboard)
3. I'll Be Your Baby Tonight (Bob on guitar)
4. Stuck Inside Of Mobile With The Memphis Blues Again (Bob on keyboard)
5. John Brown (Bob on keyboard)
6. Rollin' And Tumblin' (Bob on keyboard)
7. Chimes Of Freedom (Bob on keyboard)
8. Tweedle Dee & Tweedle Dum (Bob on keyboard)
9. Masters Of War (Bob on keyboard)
10. Honest With Me (Bob on keyboard)
11. Beyond The Horizon (Bob on keyboard)
12. Highway 61 Revisited (Bob on keyboard)
13. Po' Boy (Bob on keyboard)
14. Thunder On The Mountain (Bob on keyboard)
15. Like A Rolling Stone (Bob on keyboard)
(encore)
16. All Along The Watchtower (Bob on keyboard)
17. Spirit On The Water (Bob on keyboard)
18. Blowin' In The Wind (Bob on keyboard)
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Fell a change comin’ on
Dylan c’è ! Eccome ! E' cambiata la sua voce , è diventata roca , raspante ,
più suggestiva che mai , a volte ha dei cedimanti ma chi se ne frega , che
importanza ha ? Dylan c’è , c’è sempre stato , non è mai andato via , la sua
musa è sempre al suo fianco. Che bello questo brano , che semplice e che
bello , semplice e profondo nella sua intensità lirica , nell’abbinamento
di parole semplici a concetti immensi.
“ C’è il sangue del Paese nella mia voce !” , nemmeno il grande Elvis-The
King avrebbe potuto permettersi una frase del genere , una frase da 5 o 6
premi Nobel, e mi perdonino coloro che l’hanno già ricevuto più o meno meritatamente
. Dylan è quello che “coglie l’attimo” , nessuno lo sa fare meglio
di lui , e le parole arrivano dritte e forti come una martellata sul
cervello . Una frase che riassume , una vita , una carriera , un uomo , un
poeta , un musicista , “e pluribus unum” , “da tanti uno” dicevano i Romani
antichi, gli Americani l’hanno scritto anche sui dollari senza sapere che
sarebbero stati profeti , quell’”UNUM” si sarebbe chiamato Bob Dylan , ma
allora non lo sapevano ancora. Quel Dylan vanto e fastidio
della nazione , colonna sonora dell’America , bacchettatore dell'
Establishment , gazzettino di paese dei
difetti del nuovo mondo , osservatore spietato e cronista fedele , dei suoi
difetti e di quelli del resto del mondo. Che dire di fronte a questa frase ,
percossa e attonita la terra al nunzio sta ! Mai artista era giunto così in
alto e così in basso , la giostra delle banalità , la profondità del pensiero
, le sue parole scorrono come il grande Mississippi , lento , maestoso ed
inarrestabile . Dylan è il più grande fiume d’America , più grande del
Mississsippi stesso , Dylan è il fiume che porta con se la vita nuova , i detriti ed
i rifiuti della società , l’acqua pulita che la gente è solita sporcare ,
come è d’uso degradare tutto ciò che di bello c’è al mondo .
Immiserire la mente umana è uno dei giochi nei quali l’Homo Sapiens è sempre
stato maestro , con le dovute eccezzioni che rispondono a nomi leggendari ,
Leonardo , Michelangelo , Tiziano , Giotto , Bob Dylan. E’ come se Bob
avesse tre occhi , due per lui ed uno per osservare il resto del mondo , per
descriverlo , magnificarlo ed annichilirlo con la forza delle sue parole e
delle sue canzoni . Bisognerebbe risalire fino a non si sa quando , molto indietro nel tempo per trovare
qualcosa di simile a Dylan , e bisognerà aspettare molti anni prima dell’avvento di un
nuovo Dylan , ma intanto lui è qui con noi , sempre arrogante ed umile nel
dimostrare che come lui non c’è nessuno , per fortuna nostra che abbiamo
avuto la possibilità di innamorarci metaforicamente del migliore di sempre.
“Feel a change comin’ on” è una perla , un capolavoro di una semplicità
disarmante , di una intensità insopportabile , la somma del pensiero
dylaniano , la grandezza dell’amore e la miseria del mondo nel quale siamo
tutti costretti a vivere. “Fell a change comin’ on” è un
grido di speranza , che parte dalla voce di Bob e diventa immediatamente
nostro , un’illusione collettiva perchè il mondo non migliorerà mai , per
fortuna c’è l’amore a darci la forza di sperare , di andare avanti , di
digerire il tutto amaramente , cosa non si farebbe per l’amore ? Il mondo ha
sempre giocato il suo equilibrio su questo argomento , su questo lato
indispensabile della natura umana , bello ed imprevedibile , e Dylan lo sa
meglio di chiunque altro , perchè può unire l’esperienza umana a quella
immensa dell’artista che vive in lui , quel suo “alter ego” in continuo
conflitto con l’uomo , l’eterna guerra fra orgoglio e pregiudizio , fra
passione ed indifferenza , fra il bene ed il male , fra lui e gli altri ,
fra Bob Dylan e Robert Zimmerman da Duluth , Minnesota.
Review: Erfurt, Germany -
Messehalle - April 2, 2009
by Andreas Grosser
Lo scorso giovedi sera Bob Dylan è salito sul palco della Messehalle Erfurt
di nuovo , già nel novembre del 2005 si era fermato qui. E se ricordo
bene , era una splendida giornata di sole proprio come quella di giovedi ,
una delle prime giornate soleggiate e calde dopo il lungo e freddo inverno.
Al concerto ho sentito qualcuno dire che Mr.Dylan porta tempo bello qui ,
altrettanto a Gotha , all’aria aperta , qualche anno fa.
Due giorni prima ero stato al suo concerto di Hannover , con, eccetto 4
titoli , una set list diversa , che includeva “Chimes of freedom” ,
“Shooting star” e “Dignity” come highlights.
In Erfurt ci ha dato 13 canzoni diverse , la maggior parte con la voce
chiara ed una genuina espressività che traspariva da ogni canzone.
E di nuovo , come nel 2005 , la raramente suonata “A hard rain’s a-gonna
fall” , che aveva suonato nel 2005 con la sua band in una memorabile ,
indescrivibile brillante versione. Questa volta non è stata così ipnotica ,
profonda e maestosa , ma molto movimentata in un’altro senso : lenta per la
mia impressione , troppo tranquilla. Meravigliosa “Ain’t talking” con la sua
musica affascinante , che scava uno speciale senso
esistenziale-sentimentale.
Un grande concerto a Erfurt , con qualche pezzo di chitarra da parte di Bob
( all’inizio di una delle prime molti non potevano credere ai loro occhi ) ,
il pubblico in maggioranza oltre i 40 anni , pochi i giovani.
Dylan frena su Obama: la politica è solo
intrattenimento
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Martedi 7 Aprile 2009
"Fell a change Comin' on "
Ciao,
può questa frase di Dylan rispondere ad alcuni dei vostri dubbi su di lui?
BD: I think it’s the land. The streams, the forests, the vast emptiness. The
land created me. I’m wild and lonesome. Even as I travel the cities, I‘m
more at home in the vacant lots. But I have a love for humankind, a love of
truth, and a love of justice. I think I have a dualistic nature. I’m more of
an adventurous type than a relationship type.
Stefano , hai combinato due pasticci , hai
risposto prima della mezzanotte di oggi ( guarda sopra nel quiz era
chiaramente indicato ) ed hai dato la risposta sbagliata , non ti sembrava
troppo semplice ? Bisogna cercare più a fondo. Per questa volta non ti
toglierò i 2 punti per risposta anticipata perchè la prima volta la nuova
regola poteva sfuggire a chiunque , ma dalla prossima volta NESSUNA PIETA' !
Devo purtroppo toglierti 4 punti per la risposta sbagliata , hai tutto
l'anno per rifarti :o)
Set list: Saarbrücken,
Germany - Saarlandhalle - April 5, 2009
1. Gotta Serve Somebody (Bob on keyboard)
2. Lay, Lady, Lay (Bob on guitar)
3. The Levee's Gonna Break (Bob on keyboard)
4. Every Grain Of Sand (Bob on keyboard)
5. Tweedle Dee & Tweedle Dum (Bob on keyboard)
6. Beyond The Horizon (Bob on keyboard)
7. Honest With Me (Bob on keyboard)
8. Sugar Baby (Bob on keyboard)
9. Stuck Inside Of Mobile With The Memphis Blues Again (Bob on keyboard)
10. Po' Boy (Bob on keyboard)
11. Summer Days (Bob on keyboard)
12. I Believe In You (Bob on keyboard)
13. Highway 61 Revisited (Bob on keyboard)
14. Like A Rolling Stone (Bob on keyboard)
(encore)
15. All Along The Watchtower (Bob on keyboard)
16. Spirit On The Water (Bob on keyboard)
17. Blowin' In The Wind (Bob on keyboard)
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L'intervista a Bob Dylan di Bill Flanagan - parte 2
- (Dean Spencer news)
clicca qui
Ho ascoltato Beyond here lies nothin’ e l’ho ascoltato diverse volte.
La mia impressione :
Non è un capolavoro , è un verace vecchio blues molto bene
ristrutturato. La voce attuale di Dylan entra a pennello in questo pezzo ,
suscitando emozioni che un altro tipo di voce non avrebbe saputo fare.
Incredibili i suoni ed i colori che la fisarmonica di Hidalgo riesce a dare
al pezzo , fornendogli una sua identità spiccata , si sente e si ricorda
come la parte più caratteristica del pezzo.
Misurata e contenuta la chitarra di Campbell , un lavoro da professionisti ,
con alcuni tipici fraseggi rock che ben si inseriscono nella struttura blues
del brano , ottima poi la scelta del timbro sonoro abbastanza cupo e
leggermente compresso , si mischia in modo perfetto e mai preminente con il
suond della canzone. Ho cercato di immaginare lo stesso pezzo suonato con
Freeman e Kimball , sarebbe stata una cosa completamente diversa , senza
un’anima propria.
Al primo ascolto avevo pensato “ Il solito blues di routine , come si usa
fare in molti album , pezzi riempitivi " , ma questo brano ha qualcosa di
diverso , di speciale , una una sua valenza specifica , un’anima propria ,
l’anima che si trovava nelle prime incisioni anni 60 , suono ruvido e sporco
ma ricco di fascino , suono perso per sempre con l’avvento dei CD , ma Dylan
l’ha saputo ripescare , merito del suo genio naturale e della sua sensibiltà
artistica , il saper cogliere quel giusto gusto d’antico che tante emozioni
ha saputo dare pur nella sua imperfezione sonora.
Il testo :
Situazione drammatica narrata con parole semplici , la purezza di un
sentimento profondo rapportato con l’abbruttimento e la pericolosotà del
mondo. Lui sa che questo amore è la cosa più importante del mondo , ma si
guarda intorno e vede quello che non vorrebbe vedere , i viali con le
macchine abbandonate, le finestre con i vetri dietro le quali la gente si
nasconde per paura di essere vista , l’angoscia di vivere in un mondo che
ormai non è più a misura d’uomo , che c’è oltre l’amore ? Niente , il resto
, quello che circonda lui e lei non dovrebbe avere influenza ed importanza
sul loro rapporto , invece purtroppo non è così. Però lei è come se non
esistesse materialmente , sembra la donna idealizzata , un fantasma senza
nessuna descrizione , sembra un concetto più che una donna reale ,
dylan non la descrive , non parla di lei , parla con se stesso , si racconta
le sue emozioni , le sue illusioni , le sue constatazioni , le analizza
velocemente , giunge abbastanza in fretta alla conclusione. Bastano tre o
quattro frasi come flash cinematografici per rendere il tono della storia ,
senza parole inutili , senza parole colte , il linguaggio della strada usato
da un animo sensibile ed osservatore , da una mente capace di spiegare una
potenziale tragedia con due parole.
“La mia barca è nella baia e le vele sono spiegate“ , frase di difficile
interpretazione , è un annunciato addio o forse un invito a lasciare quel
mondo per la ricerca di un’altro ? Mi rimane questo dubbio , che tutto
sommato tale resterà , conoscendo un pò Dylan sono propenso a pensare alla
partenza in cerca di qualcosa di nuovo che possa sostituire questo
importantissimo amore , fedele all’idea che nessuno è indispensabile e che
tutto si possa sostituire , che sia questa l’attuale bruttezza del mondo che
l’artista vorrebbe egoisticamente abbandonare? Come se dicesse “Tu sei
importante , la cosa più bella che mi sia capitata , ma io ho bisogno di
qualcos’ altro che dia un sapore diverso a questa squallida esistenza ,
sotto altra luce e da un diverso punto di vista lo stesso tema di
Workingman’s blues ? L’amore ed il rapporto misurato e minato dalla miseria
, dal duro lavoro e dall’indifferenza della società verso questi problemi ?
Il mondo dei poveri cristi raccontato da chi ha occhi per vedere ?
Set list: München,Germany
- Zenith - April 4, 2009
1. Maggie's Farm (Bob on keyboard)
2. One More Cup Of Coffee (Valley Below) (Bob on keyboard and harp)
3. You Ain't Goin' Nowhere (Bob on guitar)
4. Things Have Changed (Bob on keyboard)
5. Just Like A Woman (Bob on keyboard and harp)
6. Rollin' And Tumblin' (Bob on keyboard)
7. The Lonesome Death Of Hattie Carroll (Bob on keyboard)
8. Tweedle Dee & Tweedle Dum (Bob center stage on harp - no keyboard or
guitar)
9. Sugar Baby (Bob on keyboard)
10. Highway 61 Revisited (Bob on keyboard)
11. Ballad Of Hollis Brown (Bob on keyboard)
12. Workingman's Blues #2 (Bob on keyboard)
13. Thunder On The Mountain (Bob on keyboard)
14. Like A Rolling Stone (Bob on keyboard)
(encore)
15. All Along The Watchtower (Bob on keyboard)
16. Spirit On The Water (Bob on keyboard and harp)
17. Blowin' In The Wind (Bob on keyboard and harp)
Il mio secondo concerto di Bob Dylan ha avuto luogo nella mia città. Mia
moglie ed io abbiamo atteso in fila per 20 minuti che aprissero le porte.
Abbiamo comprato una maglietta al merchandise , bevuto una birra e ci siamo
messo in moto per cercare un posto più vicino possibile alla sinistra di Bob
Dylan per vederlo bene.
Ho notato che c’era molta gente di lingua inglese fra la folla , comunque
abbiamo passato il tempo d’attesa parlando con qualche persona amabile.
Finalmente le luci si sono accese e la musica per la presentazione di Bob è
partita.
L’apertura con “Maggie’s Farm” , arrangiata in modo diverso dalla versione
dell’album , un opener di buona qualità. La canzone seguente è stata una
sorpresa: “One more cup of coffe” , una delle mie preferite. Allora Bob ha
preso la sua chitarra ed è venuto al centro del palco per cantare “You ain’t
going nowhere”. La canzone dopo , un’altra delle mie preferite : “Things
have changed”. Lui l’ha suonata in una versione diversa da quella live
dell’album (Bootleg 8 ) ma altrettanto buona.
“Just like a woman” è stata , anche se non è una delle mie favorite , un
highlight , per il coro la gente ha cantato a lungo a voce spiegata.
É stata dura cantare assieme perchè Bob cambiava il fraseggio ed il ritmo
del suo canto molto spesso , ma alle gente non importava , la cantavano come
la conoscevano.
Dopo aver suonato “ Rollin’ and tumblin’ “ e “The lonesome death of Hattie
Carrol” ( che ora ha un bell’arrangiamento ) , Bob ha preso l’armonica ed è
venuto di nuovo al centro del palco per fare “Tweedle Dee & tweedle Dum” ,
molto ritmica e rock.
Hanno rallentato il tempo per “Sugar babe” , poi sono tornati al 100% con
“Highway 61”. Un’altra sorpresa è stata la “Ballad of Hollis Brown” che non
avevo mai sentito dal vivo , ma è stata certamente un altro highlight della
serata.
Dopo aver fatto “Workingman’s blues” , hanno finito lo show con “Thunder on
the mountain” e “Like a rollig stone” con la gente che cantava in coro. Sono
tornati per gli encore con “All along the watchtower” , “Spirit on the
water” e “Blowin’ in the wind”. Penso che Bob sia stato davvero compiaciuto
di quanto la gente sorrideva ed applaudiva molto entusiasticamente.
La set list è stata buona , è non c’è stato niente da lamentarsi per questo
show. Penso che tutta la gente coinvolta si sia divertita molto !
E’ già dall’inizio di questo mese che abbiamo saputo dell’uscita , il 28
Aprile , del nuovo album in studio di Bob Dylan “Together Through Life”
Oggi lui ci ha sorpreso di nuovo facendo debuttare “ Beyond here lies
nothin’ “ come free MP3 da scaricare dal suo sito ufficiale.
Mai dire che il vecchio Bob non è al passo di un miglio al minuto col ritmo
di consumo musicale sul WEB.
Così , com’è il brano ? Graziosamente grande direi , dopo averlo ascoltato
tre o quattro volte.
Sono un grande Dylan-fan , ancora entusiasta del blues del suo ultimo lavoro
in studio del 2006 , Modern Times.
"Beyond Here Lies Nothin'" mantiene la tradizionale progressione di accordi
del blues , ma il tempo è sostenuto molto bene dal riff di fisarmonica e di
chitarra che gli danno un sapore particolare , come se provenisse dall’era
di Robbie Robertson o di Mike Bloomfield (
precisamente David Hidalgo dei Los Lobos alla fisarmonica e Mike Campbell
degli Heartbreakers alla chitarra solista ).
Ho approfondito anche il testo , col suo classico motivo dylaniano di unire
i rapporti umani con questo mondo pericoloso.
Al momento , almeno , “ Beyond here lies nothin’ “ sembra essere la miglior
canzone nuova di Dylan che ho sentito negli ultimi anni. Ma è disponibile
solo per 24 ore , allora andate su bobdylan.com e scaricatelo subito , e
fateci sapere cosa pensate dell’ultimo Bobby Zimmerman.
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Cantando sommessamente e gracidando come una rana toro
By Neil McCormick
Bob Dylan ha realizzato un nuovo album , “Together Through Life” , che esce
alla fine di Aprile , il suo 33° album in studio.
Cosa provate a questa notizia probabilmente dipende da quanto da vicino
avete seguito la sua carriera.
Come uno dei più grandi della musica popolare di tutti i tempi , un tipo
davvero eccezzionale che ha tessuto la sua aggrovigliata matassa per cinque
decadi , Dylan ha sentito il dovere di andare dove lo guida la sua musa.
Anche se questo significa qualche volta scendere giù nelle roadhause di
confine per suonare qualche Tex-Mex blues.
Spostatosi verso il suono più denso del blues elettrico e lasciati i testi
di Modern Times , questo disco è più dinamico , intimo ed anche più
fantasioso.
Il tema è l’amore in tempi difficili. La voce rotta di Bob è alta nel mix ,
canta in tono basso gracchiando come una rana toro che impersona Dean
Martin. Una fisarmonica piena di colori svetta nel centro , mentre chitarre
acustiche tipo jazz e chitarre elettriche compresse gli girano intorno.
E’ un bizzarro vecchio sound con il sapore dei vecchi 45 giri riveduti con
la chiarezza e la cristallinità dei mezzi attuali.
Come in molti casi del Dylan degli ultimi anni , lui flirta con i clichè ,
quasi eccitante con le rime-fedeli come 'moon' and 'June'.
Quando Dylan offre una canzone col titolo di ampio respiro come “Life is
hard” , vi dovete aspettare uno stato d’animo nazionale piuttosto che una
jazzy-ballad sull’amore perduto.
“ I feel a change coming on “ implica un Obama-amichevole accenno ai tempi
che stanno cambiando, ma è anche un quasi prosaico romanzo country , il
cambio in questione è quello di essere in una situazione di rapporto. Dylan
spesso dà l’impresione di essere più interessato in questo periodo al suono
in generale piuttosto che ai testi. Ma quando spara una frase fulminante
come “ Ho il sangue della nazione nella mia voce” , significa che dovete
riesaminare da capo tutta la canzone.
C’è uno spirito di humor malizioso in questo lavoro. Nella più intima “It’s
all gone” , lui mette chiaramente in risalto il caos che regna nel
mondo , ogni accoppiata è preoccupante “ Mattone su mattone , loro vi fanno
piangere , un bicchiere d’acqua è abbastanza per affogare” , ironicamente
addolcita con il titolo dal clichè volgare , certamente una delle più
irritanti abitudini del linguaggio contemporaneo.
E’ folle o è un genio ? “Non voglio crederci , ma devo crederci” , canta in
“This dream of you”. Qualche volta provo gli stessi stati d’animo di Dylan.
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DYLAN-QUIZ - MODIFICA AL REGOLAMENTO
Caro Tambourine.
Vorrei proporre una mia idea per quanto riguarda il Dylan Quiz.Visto che gli
orari di immisione del quiz mi sono sfavorevoli (lavorando in fabbrica tu
capisci che non mi è possibile accedere ad un computer),che ne diresti di
penalizzare le risposte sbagliate con lo stesso criterio di quelle esatte?
ES.:
Il primo che sbaglia - 5 punti
Il secondo -3 punti
Il terzo -2 punti
Tutti gli altri -1 punto.
Forse così almeno aspetteremo un pò tutti prima di rispondere.
Mi complimento con te per il lavoro sul sito.
Un saluto a tutti gli amici DYLANIANI (veri).
Ciao, Angelo
Mi sembra una proposta più che sensata
e l'accetto con una modifica , chi sbaglia sarà penalizzato di 4 punti , le risposte non dovranno
pervenire prima della mezzanotte di lunedi , così saranno tutti sullo stesso
piano , chi risponde prima sarà penalizzato di 2 punti invece che premiato !
In caso di risposta anticipata verranno comminati 2 punti di
penalizzazione e si dovrà reinviare la risposta dopo tale orario per essere
accettata , in caso di errore saranno tolti 4 punti , Occhio dunque
,da oggi si può anche come back !!!!!!!
a
Domenica 5 Aprile 2009
Together Through Life : Opinioni a confronto.....
Caro Mr. Tambourine, cari Maggiesfarmer tutti,
come accade con una certa frequenza negli ultimi tempi, qualcuno ha espresso
il mio pensiero prima di me. Mi riferisco al lungo e pacato intervento di
Blindboygrunt che mi ha battuto sul tempo (ma non ti illudere Blind, non
riuscirai a battermi anche nella scalata della classifica, perché ti farò
sudare la partita ).
Posso dire di condividere pressoché appieno quello che il caro amico ha
detto a proposito delle varie questioni poste in questi ultimi giorni,
quindi vi risparmio di leggere inutili ripetizioni.
Mi limiterò, pertanto, ad aggiungere soltanto che l'immenso patrimonio
costituito dalla Farm deve essere preservato ad ogni costo e per fare questo
non bastano le critiche ma occorre essere anche propositivi. Faccio anch'io
mea culpa, sotto questo profilo, poiché sebbene tenga moltissimo al sito ed
a questa affettuosa comunità, forse non mi sono impegnata più di tanto nel
dare il mio apporto, seppur minimo in relazione alle mie scarse capacità.
Criticare è semplice. Molto più difficile è proporre soluzioni alternative.
Anch'io quando Michele ha lasciato mi sono sentita smarrita ed ho temuto che
potesse scomparire tutto. Non vi nascondo che all'inzio il mio timore è
stato alimentato dai cambiamenti introdotti dal Tambourino (vi ricordate
quel bel rosso dello sfondo? per me rappresentò una vera e propria bomba al
vetriolo lanciata sui miei poveri occhi sempre affaticati), ma ben presto ho
apprezzato la duttilità del carissimo amico ad accogliere suggerimenti da
tutti. Personalmente sono grata a Mr. Tambourine per il tempo che dedica a
noi ed alla nostra passione, e sono sicura che è pronto ad accettare di buon
grado le critiche costruttive. Ed a tal proposito, mi sento di dire che, nel
pieno rispetto delle libertà di espressione di tutti, preferirei che il
curatore del sito esprimesse il suo punto di vista con toni più moderati per
il ruolo che ricopre e deve ricoprire nel sito, senza ovviamente rinunciare
alla propria sacrosanta opinione. E dico questo con tutto l'affetto e la
stima nei suoi confronti.
La Farm è un bene prezioso per le nuove generazioni che vogliono avviarsi
alla scoperta dell'opera immensa di Dylan e dobbiamo dare loro una
impressione di sobrietà e competenza.
Lo dico perché proprio la scorsa domenica ho dato ai miei due nipoti di
quasi tredici anni il link di MF e abbiamo aperto insieme il sito. Ho
spiegato loro che qui potranno imparare tante cose su un grande uomo. I mie
due nipoti si sono avvicinati al Nostro spontaneamente. Circa un anno e
mezzo fa, quanto avevano poco più di undici anni, smanettando con il mio
cellulare hanno scoperto Like A Rolling Stone (é la suoneria che ho abbinato
al numero di mio marito). E' stato un amore a prima vista. Non potete
immaginare la mia emozione. Sono levitata ed il cuore ha sobbalzato. Non
credevo a quello che stava accadendo ed a ciò che è accaduto dopo: volevano
imparare a suonarla! Così, in questo ultimo anno e mezzo li ho introdotti
gradatamente alla scoperta di Dylan e saranno entrambi con me ai concerti di
Roma e Firenze.
Loro, come tanti altri figli e nipoti di tutto il mondo rappresentano la
speranza che l'opera di questo grande uomo non vada dispersa e MF può fare
tanto perché questo possa realizzarsi.
In conclusione, ben vengano le critiche ma contribuiamo a valorizzare il
lavoro di Mr. Tambourine.
Un abbraccio a tutti
Marina
p.s.: Mr. Tambourine, se mai avessi bisogno di un avvocato sono a tua
disposizione, così potrò avere la fortuna di svelare il tuo segreto
Cara Marina , il mio è un segreto di
pulcinella , sono in tanti a conoscere la mia identità , però dico grazie a
te ed a tutti gli altri amici che fino ad oggi l’avete conservato.
Spero di non aver mai bisogno di un avvocato :o))) ( anche se apprezzo
moltissimo l’offerta ) , non è mai stato mio costume offendere qualcuno ,
esprimo le mie opinioni e le sostengo come molti , anche se sono il curatore
del sito io continuo a considerarmi uno di voi , e nemmeno credo di essermi
abbandonato mai ad intemperanze verbali nei confronti di qualcuno.
Il patrimonio di Maggie’s Farm è una cosa che va assolutamente conservata ,
credo che pochi siti dylaniano possa vantare un archivio valido e completo
come quello della Fattoria , e questo non solo per i vecchi Maggiesfarmers ,
ma sopratutto per i nuovi , per i giovani , che si avvicinano con entusiasmo
e a volte con timore a quell’immensa opera che è la musica e la poesia di
Dylan. Con il patrimonio di Maggie’s Farm , pian piano , potranno conoscere
ogni cosa , l’archivio è talmente vasto che a prima vista può anche
scoraggiare , ma la pazienza e la volontà sono le virtù migliori dei
dylaniani.
Ben vengano le critiche , le ho sempre ascoltate ed accettate , anch’io come
tanti altri ho le mie lacune , meglio ancora i consigli e le idee nuove .
Portare avanti Maggie’s Farm è un lavoro veramente impegnativo che richiede
dedizione totale . Michele ha lasciato un grande tesoro a tutti noi , gli
archivi “Napoleonici”, ai quali ora si sono aggiunti quelli "Tambourinici" , conserviamoli ed aumentiamoli , tutti
insieme ,
Maggie’s Farm è una ricchezza dylaniana a livello nazionale , da curare e
conservare con cura , perchè la Fattoria è il sito di tutti noi , più o meno
sfegatati ed innamorati dell’artista Dylan e di tutto quello che ha saputo
darci fino ad oggi.
Qualche vecchio Magfarmiano se n’è andato , qualche nuovo Maggiesfarmer è
arrivato , ma la Fattoria è sempre qui , sempre pronta a dar voce a chiunque , a dare a tutti , vecchi e nuovi , le notizie
riguardanti Bob , a commentare e sviluppare tutto il possibile , tanto è stato
fatto e tanto è ancora da fare , Bob è sempre in attività , non scordiamolo
!
Un abbraccio anche a te , Mr.Tambourine.
Reviews: Berlin, Germany -
Max Schmeling Halle - April 1, 2009
by Grzegorz Gras
Sono tornato mezz’ora fa da Berlino ed ho fatto una doccia. Ho deciso di
scrivere questa piccola recensione subito , così la mia impressione è ancora
fresca e viva.
La mia ragazza ed io siamo partiti la mattina alle 7,30 e siamo arrivati a
Berlino alle 13,00. Abbiamo fatto una bella passeggiata dalla Hauptbahnhof
alla Alexanderplatz , poi abbiamo preso la metropolitana per andare alla
Max-Schmelling-Halle , dove siamo arrivati poco dopo le 16,00. Sorpresa ,
poche persone erano davanti alla venue. Ancora alle 17,00 non c’era gente.
Abbiamo incontrato alcuni amici che venivano dall’Italia , Michele ed un
gruppo di ragazzi , così siamo rimasti a chiacchierare in attesa
delll’apertura delle porte che sono state aperte alle 18,30.
I ragazzi della security hanno battagliato per farci stare come volevano
loro , con il loro “deutscher Ordnung”. Finalmente siamo arrivati al palco ,
in terza fila proprio di fronte alla tastiera di Bob , così avevamo una
bella vista.
Abbiamo aspettato altri 90 minuti poi loro sono saliti sul palco , vestiti
di grigio ( o forse in nero ) con cappelli neri , solo Bob l’aveva bianco.
Prima canzone , “Wicked messenger” è stata forte , anche se avevo la
sensazione che la sua voce era un grido , forse dovuto alla non buona
acustica della Halle. Non procederò canzone per canzone , non è necessario
procedere in questo modo , comunque avreste dovuto sentire tutti questo
show...
Gli highlights – ho apprezzato il suo guitar piking in “You ain’t going
nowhere” , e ci sono stati alcuni momenti forti nei quali ha suonato
l’armonica durante lo show ( in totale ci sono stati molti interventi di
armonica , e questo è stato bello , specialmente quando veniva al centro del
palco ). “My back pages” ha avuto il suo momento , mi è piaciuto anche il
nuovo arrangiamento di “Behind the horizon” sebbene l’assolo di Denny in
questa canzone mi sia sembrato un pochino banale.
Ma non facciamo gli schizzinosi.....”Stuck inside of Mobile” è stata buona ,
con alcuni picking di chitarra enfatizzati che mi erano mancati un sacco in
questi anni.
É stato bello ascoltare “Workingman’s blues # 2“, specialmente perchè era la
prima volta che la suonava quest’anno. Poi “Thunder on the mountain” e “Like
a rollling stone”, che suonano sempre allo stesso modo ogni volta ed ancora
non hanno stancato.
Un tipico encore per questo tour e loro stavano li , guardando verso la
folla.....o forse oltre la folla. Ho avuto questa brutta impressione che
loro , specialmente Bob , guardassero oltre il pubblico , e devo ammettere
di essere rimasco scocciato da questo schema di non prestare nessuna
attenzione alla gente quest’anno. Voglio dire , anche questo “ Grazie amici
, ora voglio presentarvi la band e bla..bla...bla...” è sempre lo stesso
notte dopo notte ed è diventato una cosa noiosa. Potrebbe fare di meglio ,
lo so che potrebbe.....
Comunque , sono quasi stato pestato dalla Security per scattare qualche foto
– mi hanno dato un’unica possibilità , ho potuto scattarne poche buone !
Spero di scattarne altre a Brussels.
Al di là di tutto un buon show ed una buona set list – nessuna sorpresa , al
momento ho smesso di aspettarmi sorprese. Gli arrangiamenti sono belli , ma
suonano tutti uguali , anche la band ha sempre lo stesso suono , e l’agire
di Bob è sempre lo stesso.
Non sto dicendo che non mi piace , ho sempre amato vedere Bob Dylan live ,
ma vorrei che cambiasse qualcosa. Desidero sempre che per un momento
cominciasse a riprendere cura dello show – lo so che le cose sono cambiate ,
ma perchè così tanto ?
Dai Bob , cambia schema , soltanto un pochino !
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by Reinald Purmann
La stella vagante ha bisogno di due anni nella sua orbita per tornare in
questa parte dell’Europa.
Grandi aspettative dappertutto.
“They are planting storys in the press” sul cesso portatile dell’uomo
davanti alla sua casa di Malibù.
Notizia così lontana ed inverosimile , un trono portatile per l’artista ?
Ricordate il vecchio inno della battaglia “I wish I was in Dixie, away…” ?
Bob Dylan ha detto una volta a J.Cash che tutte le sue canzoni venivano da
Dio: “Giusto” replicò Cash “ eccetto quelle che vengono da Woody , da Hank e
da me” Comunque tutte le canzoni che ha cantato a Berlino 2009 venivano
direttamente dal cielo.
Le due “Very best of....” di Berlino sono state raggianti , e penso non sia
ancora finita.
Alle 20,08 , come il giorno prima l’uomo e la sua band sono saliti sul palco
, tutti in nero nell’oscurità , solo Dylan portava il suo cappello grigio –
le luci si sono accese per una inudibile “Wicked Messenger”. La prima
impressione è stata quello di una versione dell’eco , dominato dal potere
del sole che lo dissolve in una mattina d’aprile. Hanno sistemato questo
problema molto rapidamente , ma l’ultima volta , a Berlino 2007 , era
certamente molto meglio.
Dylan ha compensato con alcune belle canzoni , cantando dal “Paese della
coca-co-ola”. Al centro del palco con la chitarra dirigeva “You ain’t going
nowhere” !
“Leeve” , che non è una delle mie preferite , è stata perfetta come la notte
precedente , un vero highlight ( solo 5 canzoni uguali alla notte prima ).
Una cordiale “My back pages” ha toccato la gente in pieno.
Ci sono stati altri highlights “ Highway 61” e “Workingman’s blues” sono
state belle e perfette . Quanti altri artisti cantano nelle loro canzoni del
proletariato e del suo destino economico ? ( nel giorno del G-20 , segno dei
tempi ?).
“Like a rolling stone” ha commosso tutti , e molti hanno combattuto per
trattenere le lacrime.
Al concerto c’era moltissima gente , giovani e vecchi , Dylan-addicted e
principanti , ho parlato con alcuni di questi ultimi , una fonte di buon
feeling.
“Just like a woman” è stata dimenticata. La band era attenta e concentrata
nelle cose da fare , le chitarre hanno avuto delle piccole libertà. Il buon
Donnie Herron è veramente attento agli ordini del suo capo. Lui e tutta la
band sono perfetti musicisti , ma il mix del suono ha ridotto il violino e
potenziato l’armonica.
Puo essere che lui abbia voluto così , e così è stato fatto e questo era OK
e la musica davvero buona , o invece a causa di essa , loro stavano lì come
un muro di pietra , in faccia a più di 5.000 persone , si sono girati e sono
spariti nell’oscurità.....Auguro il meglio a quest’uomo e alla sua cow-boy
band ed a tutti voi .
Bob Dylan - "Beyond Here Lies Nothin'"
by Pat
Con un nuovo album di Bob Dylan in uscita si può già indovinare cosa ci sarà
in cima alla pagina degli album dell’anno sulla rivista Rolling Stone, ma
non sono in sintonia con questo pezzo. Suona come se Dylan si fosse fatto
incanalare sulle tracce di Carlos Santana , con la differenza della sua voce
grave invece che quella urlata delle moderne superstars.
La musica non è nuova ma è lontana dall'essere male , in sostanza ha uno spessore che si sente ,
con liriche solide che mi rende definitivamente curiosa di sentire come
suonerà il resto dell’album.
Voto : B
Bob Dylan 2009 -03 - 27 Jönköping, Sweden - Make You
Feel My Love
a
Sabato 4 Aprile 2009
Paolo Vites ha sentito "Together Through Life" in
anteprima
Paolo Vites ,
nel suo stupendo blog
, ha dichiarato di aver
battuto la concorrenza coreana avendo avuto la possibilità di sentire il
nuovo disco in anticipo , però con l’embargo di non poterne parlare fino al
29 Aprile.
Non vedo dove sta il vantaggio o la differenza di aver avuto questa chanche , ognuno di noi , dopo
averlo acquistato il 28 può parlarne il 29 . Avrei letto con gioia la sua
opinione sul nuovo lavoro dylaniano prima dell'uscita del disco , così la
domanda sorge spontanea : A che serve averlo potuto sentire prima ?
Review: Hannover, Germany -
AWD-hall - March 31, 2009
by Reinald Purmann
L’apertura di questa parte di tour tedesco in una sold-out ADW-Hall è stata
buona , ma non si può dire eccezzionale. La band , vestito grigio ,
maglietta e cappello nero , Mr. Dylan , vestito nero con bande rosse ,
maglietta rossa e spanish hat grigio sono saliti sul palco 8 minuti dopo
l’orario previsto , lanciandosi con energia in “Leopard skin pill box hat”.
Seguita da una bellissima “The man in me” , Dylan al centro del palco ,
suonando l’armonica e cantando intensamente. Allora George Recile ha buttato
via la sua giacca per una swinging “Tom Thumb’s blues”. Questa è stata una
buona partenza per lo show.
Dylan ha trascinato per tutta la sera le parole delle sue canzoni , in
questa , in ogni finale di verso allungava la parola finale “kno-ot – shoo-
ot”, “roo-om – moo-on etc).
“Chimes of freedom” è stata fatta bene , in parte trionfante ed in parte
ipnotica , esprimendo la speranza di un cambiamento.
“ The Leeve’s gonna break” non è una delle mie preferite , ma stasera è
stata eseguita bene , con tanta energia da parte della band e il cantato
veramente buono.
Un’altro highlight è stata “Shooting star” , al centro del
palco….sfortunatamente Bob na ha usato la chitarra per tutta la sera , ma
questa mancanza è stata compensata più tardi da una molto soffice , davvero
tranquilla versione di “Dignity” ( mi piace questa canzone per un sacco di
ragioni e perchè cita il mio nome nella canzone ).
“Highway 61” è stata suonata come un inno e ben accolta dal pubblico ,
“Master of war” e “Nettie Moore” ben eseguite , ma ho sentito entrambe fatte
meglio nel 2007.
“Summer days” ha accontentato la folla dei rocckettari.
Tutto sommato un buon concerto partito bene. Da sottolineare la band ( sulla
sinistra ) e Dylan ( sulla destra ) che si guardavano in faccia sul palco ,
forse Dylan vuole essere sicuro che nessuno prenda l’iniziativa di qualche
assolo non previsto e non desiderato. Per “All along the watchtower” avrebbe
potuto fare un pò di lavoro con la chitarra ( questa canzone andrebbe
suonata un pò più “fucking-loud” , stasera lo è stata solo verso la fine.
Sono felice di averlo visto in buona forma , molto rilassato e con una bella
voce , la band stretta atorno a lui come sempre. E : Beyond here lies berlin
! Se il server mi serve bene.
____________________________________________________________________________________________________________________
Il titolo “Together Through Life” è preso dalle lettere
d’amore a Nora di James Joyce :
Le lettere comprendono queste parole : "Do not ever lose the love I have for
you now, Nora. If we could go on together through life in that way how happy
we should be. Let me love you, Nora. Do not kill my love."
Altre frasi di " Beyond here lies nothin' " sarebbero state
prese da :
1) Dal poema “FROM THE PORCH AT RUNNYMEDE” di Paul Laurence
Dunbar (1874–1906)
I stand above the city’s rush and din,
And gaze far down with calm and undimmed eyes,
To where the misty smoke wreath grey and dim
Above the myriad roofs and spires rise;
Still is my heart and vacant is my breath—
This lovely view is breath and life to me,
Why I could charm the icy soul of death
With such a sight as this I stand and see.
I hear no sound of labor's din or stir,
I feel no weight of worldly cares or fears,
Sweet song of birds, of wings the soothing whirr,
These sounds alone assail my listening ears.
Unwhipt of conscience here I stand alone,
The breezes humbly kiss my garment's hem;
I am a king , the whole world is my throne,
The blue grey sky my royal diadem.
2) Da una vecchia nursery rhyme, sempre di Dunbar , che in uno dei suoi
versi , datati dopo il 1783, dice così :
Up and down street
Each window’s made of glass
If you go to Tom Tickler’s house
You’ll find a pretty lass
Hug her and kiss her
And take her on your knee
And whisper very close
Darling girl, do you love me?
invece alcune frasi come : “Oh well, I love you pretty baby”, “You’re the
only love I’ve ever known”, “Just as long as you stay with me” sarebbero
titoli o frasi prese da vecchi brani jazz e blues.
Se avete ulteriori informazioni o conferme al riguardo
mandatele a spettral@gmail.it
Beyond Here Lies Nothin'…e le alter utopie di Bob Dylan
by Eruke
Potete capire di che si tratta ? E’ l’ago arrugginito di una
bussola. Volete sapere come suona l’ago di una bussola arrugginita dal tempo
? Ascoltate Beyond here lies nothin’ , il primo pezzo presentato
ufficialmente dal nuovo album di Bob Dylan Together Through Life. La voce ,
più rasposa che mai...
Come una sega contro tutti i tipi di tempo , il ritmo del brano , una
battaglia persa con il passato , l’amore e la fantasia nell’eternità di un
momento.
Perchè questa canzone mi lascia pieno di speranza e con una strana tristezza
?
Si comincia fuori tempo , buio e ballabili , una saltellante big band blues
se ce n’è una simile.
La voce inizia con grande e grezza spavalderia , qui c’è Black Jack Dewey in
persona che dice alla sua “pretty baby” che lo fa sentire come se il mondo
fosse il suo trono. Con la mano agitata in fretta , qui c’è tutto , oltre
questo c’è il niente.
La voce arrugginita spara fuori le frasi con la consueta eleganza e
finalità.
Il lieve calo sulla parola “ nothin ‘ “ ci dice tutto quello che c’è da
sapere sul mondo freddo e vuoto dal quale il cantante sta cercando di
sfuggire con questo momento d’amore.
E’ del sogno di questo amore che lui non può fare a meno , mentre cammina
giù per i boulevards pieni di auto abbandonate e rotte. La prega di tenere
la mano sulla sua testa , per salvarlo , guarirlo e benedirlo , perchè la
sua nave ancorata giù al porto ha già le vele spiegate.
Oltre questo non c’è niente – ed è il niente che sentiamo , ed è questo vuoto
che continua a penetrarci velocemente fin dal primo refrain. La canzone
sembra finire velocemente , c’è ancora in grande suono che ronza intorno ,
come l’arrangiamento si estende e viene fuori di nuovo , la voce torna
dentro e fuori come un serpente.
Lui deve tornare sulla nave fantasma , ha avuto il suo momento d’amore per
tutta la durata della canzone , niente può domandare ancora.
E’ tutto nella voce , serrata e sincopata. Siamo chiamati a fare attenzione
al cantato enfatico all’inizio di ogni strofa , e tutto è trasportato verso
il nulla che chiude ogni strofa.
“E’ tutta colpa degli Arabi” disse Bob una volta “ Loro hanno inventato lo
zero”. Non dovremmo essere sorpresi dal fatto che Dylan con le proprie
parole possa oscurare od illuminare il mondo facendoci sentire la grandezza
del...niente , ed il suono del....niente.
Il non-luogo che è il mondo in questa canzone appartiene al non-luogo di
tante altre sue composizioni. Ricordate che utopia significa nessun posto ,
che non significa il paradiso ( I Greci per questo chiamarono quel luogo
Eutopia , o buon posto ).
I cancelli del paradiso sono un’utopia : non si può o non di deve ridere del
mondo che idealizza questo concetto , re e giullari non sono desiderati in
quel luogo , nulla al di fuori di questo luogo irraggiungibile è reale. Dove
scendono le lacrime , dove la tristezza ti strugge , e dove alla fine le
lacrime vanno a fermarsi. E’ così lontano da tutto questo romantico sogno.
Highlands. C’è un amore oltre l’orizzonte , e se le parole restano lì c’è
sempre un nuovo orizzonte senza nessun oltre , e se il mondo è piatto , noi
semplicemente ci avviamo verso il bordo.
Ma perchè questa nuova utopia , questo nulla , mi lascia con questo
terribile senso di tristezza ?
L’eco del blues di Otis Rush in “Beyond here lies nothin’”
By Gerald Bramford dei “Back Pages” , tribute band Norvegese
Avendo ascoltato “ Beyond here lies nothin’ “ , quello che ho sentito è un
blues in La minore molto vicino a quello di Otis Rush , un chitarrista blues
di una certa reputazione negli anni 50’ e 60’ nell’area di Chicago la cui
canzone più nota è probabilmente questa “All your love” , che è stata resa
famosa dalla cover dei Blues Breakers di John Mayll con Eric Clapton alla
chitarra , incisa sul disco chiamato “Beano” , ascoltatele entrambe.
“ Ho suonato per anni questa struttura di blues così adesso posso
aggiungerla immediatamente al nostro repertorio , devo solo scrivermi il
testo ! Che goia !
La versione di Bob è davvero piacente , aumentata dal valore dell’aggiunta
della fisarmonica di Hidalgo , e adesso sono ansioso di sentire il resto
dell’album.
Ho sempre ascoltato il suono prima di porre l’attenzione ai testi , è sempre
stato così , fin dal primo The freewheelin) , nel lontano 63.
Set list: Erfurt, Germany -
Messehalle - April 2, 2009
1. Cat's In The Well (Bob on keyboard)
2. Man In The Long Black Coat (Bob guitar then keyboard)
3. I'll Be Your Baby Tonight (Bob on keyboard and harp)
4. Can't Wait (Bob on keyboard)
5. Most Likely You Go Your Way (And I'll Go Mine) (Bob on keyboard and harp)
6. Beyond The Horizon (Bob on keyboard)
7. High Water (For Charley Patton) (Bob on keyboard)
8. Girl Of The North Country (Bob on keyboard and harp)
9. Honest With Me (Bob on keyboard)
10. A Hard Rain's A-Gonna Fall (Bob on keyboard)
11. Highway 61 Revisited (Bob on keyboard)
12. Ain't Talkin' (Bob on keyboard)
13. Thunder On The Mountain (Bob on keyboard)
14. Like A Rolling Stone (Bob on keyboard)
(encore)
15. All Along The Watchtower (Bob on keyboard)
16. Spirit On The Water (Bob on keyboard and harp)
17. Blowin' In The Wind (Bob on keyboard)
Come centinaia di altri blues , anche “Beyond here lies nothin’ “ si
appoggia su un blues precedente , anzi , su diversi blues precedenti. Il
blues “canonico “ e più tradizionale è formato da una sequenza di tre
accordi che si susseguono nello spazio-tempo delle 12 battute. Quindi ,
essendo queste le regole , niente da inventare , stare nelle regole se si
vuol suonare un buon vecchio traditional-blues. Questo impone grossi limiti
allo sviluppo musicale essendo impossibile variare la struttura dei pezzi ,
così centinaia di “classici” si assomigliano uno all’altro , non certo per
mancanza di fantasia , ci si possono mettere tutti gli strumenti che si
vuole , fare tutti i guitar solos che vuoi , variare i suoni della chitarra
, dal pulito al più distorto ( gli esempi sono ormai incalcolabili ), ma la
metrica della canzone è inalterabile , la melodia legata e strozzata dalle
regole .
Molti anni fa , un coloured-bluesman di nome Otis Rush , famoso nella zona
di Chicago negli anni 50’ e 60 ‘ , imbraccia la sua Gibson 335 cherryred ,
probabilmente anche lui prendendo ispirazione dal ricco patrimonio del blues
, scrive un pezzo e lo chiama “All your love (I miss loving). Poco tempo
dopo , un’altro coloured bluesman , Jody Williams , riprende il pezzo , fa
alcune piccole variazioni e lo chiama “Lucky you”. In Inghilterra , nello
stesso periodo , il giovane chitarrista Eric “Slowhand” Clapton sente il
pezzo , abbandona la sua Telecaster , compra una fiammante Gibson 335
cherryred in Chearing Cross , abbandona il gruppo beat del quale faceva
parte , “The Yardbyrds” , e decide di dedicarsi esclusivamente al blues. Si
imbarca in una disastrosa tournèe in Grecia con una band chiamata “The
Glandes” suonando i classici blues fra i quali “All your love”. Al ritorno
dal disgraziato tour verrà sostituito da un certo Peter Green , che con loro
apprenderà il repertorio di quella squinternata band. Eric intanto si unisce
ai Blues Breakers di John Mayall , portando in dote i blues del suo
repertorio , incidendo "All your love"sul disco “
Blues Breakers – John Mayall with Eric Clapton “ , conosciuto anche come il
“Beano” album , perchè sulla copertina del disco Eric sta leggendo una copia
di “Beano” , una rivista illustrata di comics. Intanto Peter Green ,
impadronitosi del repertorio dei “Glands” , lascia il gruppo ed entra nei
famosissimi Fleetwood Mac per i quali scriverà una canzone intitolata “Black magic woman” che non è altro che la “All your love” di Otis Rush con
il testo cambiato. Niente da stupirsi , questa è un’operazione più che
normale nell’ambito del blues. Uno dei più grandi chitarristi mai apparsi
sulla scena rock , Carlos Santana , sente la canzone e la incide , facendola
diventare uno dei must più famosi degli anni 70. Passano quasi 40 anni , Bob
Dylan prende la stessa canzone , “All your love” diventata “Lucky you” ,
diventata “Black magic woman” , scrive un suo testo ( ispirato delle
Canterbury Tales di Geoffrey Chaucer ), aggiunge la
fisarmonica di Hidalgo e registra il pezzo per il suo nuovo album di
prossima uscita “Together Through Life”. Ancora niente da stupirsi , questo
tipo di cose succede migliaia di volte nel mondo musicale , pratica normale
si potrebbe dire. Dylan cambia solo il testo ed il suond lasciando
inalterata la struttura e la melodia del pezzo originale , Dylan non è nuovo
a queste operazioni , avendo usato svariate volte questa tecnica
specialmente all’inizio della sua carriera nell’era folk , ma con questa
operazione il pezzo non è più “All your love” , diventa “Beyond here lies
nothin’ “ , non più un pezzo di Otis Rush ma un pezzo di Bob Dylan , e si
sente !
Dylan ci ha messo il suo modo di sentire le cose , le sue emozioni , la sua
storia , il suo pathos , la sua emotional voice , la sua capacità di
reinventare i pezzi delgi altri , la sua ineguagliabile dote di saper
rendere “suo” un pezzo ispirato da un’altro. La canzone non è un Masterpiece
, è un bellissimo ed onesto blues al quale Dylan ha aggiunto la sua arte e
le sue idee , trasformando un pezzo “comune” in un pezzo di “Dylan”.
Piacevolissima la fisarmonica di Hidalgo , il suond “sporco” credo voluto
apposta così , mi aspettavo qualcosa di più dalla chitarra , ma il pezzo
funziona benissimo anche con questa voluta aria retrò , la voce di Bob
giganteggia su tutto , è lui il capitano di questa nuova nave ancora da
varare , restiamo in attesa del varo , con la certezza che anche il resto di
Together Through Life sia di questo spessore.
Set list: Berlin, Germany -
Max Schmeling Halle - April 1, 2009
1. The Wicked Messenger (Bob on keyboard)
2. When I Paint My Masterpiece (Bob center stage on harp - no keyboard or
guitar)
3. You Ain't Goin' Nowhere (Bob on guitar)
4. The Levee's Gonna Break (Bob on keyboard and harp)
5. My Back Pages (Bob on keyboard and harp)
6. Things Have Changed (Bob on keyboard)
7. Tweedle Dee & Tweedle Dum (Bob center stage on harp - no keyboard or
guitar)
8. Beyond The Horizon (Bob on keyboard and harp)
9. Stuck Inside Of Mobile With The Memphis Blues Again (Bob on keyboard and
harp)
10. Love Sick (Bob on keyboard)
11. Highway 61 Revisited (Bob on keyboard)
12. Workingman's Blues #2 (Bob on keyboard)
13. Thunder On The Mountain (Bob on keyboard)
14. Like A Rolling Stone (Bob on keyboard)
(encore)
15. All Along The Watchtower (Bob on keyboard)
16. Spirit On The Water (Bob on keyboard and harp)
17. Blowin' In The Wind (Bob on keyboard and harp)
Review: Copenhagen, Denmark –
Forum - March 29, 2009
by Jacob Gadd
Il miglior modo di descrivere lo show di stasera al Forum è usare una
singola parola : Arte.
Il suono della band durante lo show era arte ( anche se la qulità del suono
nel Forum poteva essere molto migliore ). I diversi piazzamenti delle luci
sul palco erano arte. Gli arrangiamenti delle canzoni erano arte. E la voce
di Bob Dylan è di certo arte !
Essendo uno dei più esperti performerd di Rock & Roll ( Il migliore ? ) ,
Bob Dylan ha dato al pubblico uno show professionale al suo meglio.
In questi primi sei concerti ci sono stati sei brani diversi d’apertura ,
stasera una meravigliosa versione di “Gotta serve somebody”.
Le mie aspettative per il concerto prevedevano un livello alto , e alla fine
del concerto sono state molto più che giustificate.
La canzone seguente è stata “When i paint my masterpiece”
Ho avuto la fortuna di essere seduto vicino ad un carissimo amico , Thor
Lindeneg , che potrebbe diventare uno dei migliori pittori surrealisti
danesi.Abbiamo avuto una versione di spessore , ed è stato in questa che ho
capito che Bob aveva cambiato in meglio il suono del suo organo , grazie
Bob.
Lo show è continuato con “Watching the river flow” con Bob alla chitarra.
Alla fine della canzone la gente ha avuto qualcuna delle “buone vecchie”
caratteristiche di Bob-picking-the-electric guitar.
E' seguito il primo picco di questo show di alto livello artistico: “Simple
twist of fate” , semplicemente gentile , dolce , perfetta versione di questa
canzone. Anche se lo show fosse finito qui sarebbe stato un successo .
“Tweedle Dee” è stata la seguente. Non sono mai stato impressionato da
questa canzone , ma in sostanza è stata tranquillamente buona.
Il prossimo picco – una rarità : “I believe in you”.Devo ammettere che
faccio saltare questa canzone quando ascolto Slow Train, e proprio non buona
per le mie orecchie , ma questa sera è stata una versione celestiale ,
niente di meno.
Poi arriva “Till i fell in love with you” ed è stata bella , seguita poi dal
terzo picco : “Trying to get to heaven”. Una tranquilla e diversa versione ,
ma sempre dura e naturale come la versione originale.
Nessun’altro picco dal mio punto di vista , ma sempre un sacco di godimento
attraverso lo show con brillanti scivolate fra Rock & Roll e Ballads ,
e molta armonica.
Questo show era professionale , dava Arte nel modo migliore !
Come sempre , se non vi piace Bob Dylan , non andate ai suoi show.
A tutti voi attraverso l’Europa :
Questo tour non è promettente , è grande !
Non perdete l’occasione di vedere il vero artista : Bob Dylan !
Set List: Hannover, Germany -
AWD-hall - March 31, 2009
1. Leopard-Skin Pill-Box Hat (Bob on keyboard)
2. The Man In Me (Bob center stage with harp - no guitar)
3. Just Like Tom Thumb's Blues (Bob on keyboard and harp)
4. Chimes Of Freedom (Bob on keyboard)
5. The Levee's Gonna Break (Bob on keyboard and harp)
6. Sugar Baby (Bob on keyboard)
7. John Brown (Bob on keyboard)
8. Stuck Inside Of Mobile With The Memphis Blues Again (Bob on keyboard and
harp)
9. Masters Of War (Bob on keyboard)
10. Shooting Star (Bob on keyboard and harp)
11. Highway 61 Revisited (Bob on keyboard)
12. Nettie Moore (Bob on keyboard and harp)
13. Summer Days (Bob on keyboard)
14. Like A Rolling Stone (Bob on keyboard)
(encore)
15. All Along The Watchtower (Bob on keyboard)
16. Dignity (Bob on keyboard and harp)
17. Thunder On The Mountain (Bob on keyboard)
qui il dibattito sta prendendo una brutta piega e mi sa che ti serve un
avvocato. Penso che per competenza professionale tocchi a Marina, quindi io
mi limito a una serie di considerazioni. Mi "limito" per dire, visto che non
ho nessuna intenzione di essere sintetico! Mi sembra che la discussione stia
virando dal tema Dylan-uomo a quello relativo ai contenuti del sito. E
siccome è la prima volta che in modo così diffuso si affronta l'argomento,
secondo me vale la pena di non lasciarlo cadere. Pertanto, sintetizzo
rapidamente le ultime questioni sollevate per poi puntare al cuore del
problema.
1. L'uomo e l'artista
I toni si stanno un po' esasperando, ma probabilmente molto dipende dalla
vis polemica con cui vengono presentate le varie idee. Ribadisco quello che
dicevo nella mia mail, che fu una di quelle iniziali: nessuno vuole, può o
deve giudicare il comportamento personale di Dylan; a tutti noi interessa
l'unica
veste con cui si presenta, e cioè quella di artista. Ciò posto, non si può
arrivare ad affermazioni del tipo "della vita dell'uomo non me ne frega
niente": non è moralismo o pettegolezzo, è semplicemente una regola vecchia
come l'arte stessa, per cui l'opera molte volte può essere decifrata solo
conoscendo l'esistenza dell'artista. Mi spiego con un semplice esempio: di
per sé, a nessuno interessa una lite di Dylan con una "cognata", oppure una
sua relazione extra coniugale con una dipendente della Comunbia (si, ho
scritto proprio Comunbia!) records. Però senza conoscere questi aspetti
diventa più difficile capire due canzoni come Ballad in plain d o You gonna
make me lonesome. Quindi da alcuni eventi personali è impossibile
prescindere, a livello di conoscenza e non certo di giudizio. Quello che
intendevo sostenere all'inizio della discussione era però un altro concetto:
quello che si coglie nello sfogo di Tambourine è semplicemente il dispiacere
che il proprio mito non sia perfetto. E preciso: non è detto che debba
esserlo; quello che conta è ciò che ci ha dato e che (speriamo) possa ancora
darci. Tuttavia, se qualcuno vuole sostenere che è "deluso" nelle proprie
aspettative dai comportamenti di Dylan dovrebbe essere libero di dirlo; come
ipotizzavo, potrebbe essere un eccesso di morale, ma rimane una opinione
liberamente esprimibile. Anzi, a valutare ancora meglio la molla scatenante,
è stato Paolo Vites per primo a giudicare il titolo in funzione del flusso
emozionale che scatenava in lui. Il flusso del Tamburino è diverso, ma la
cosa non mi sembra così grave: ha semplicemente descritto le sue emozioni (e
non è forse in linea col soggetto cui il sito è dedicato?)
2. Cosa ne pensa l'interessato
Sappiamo che a Dylan non importa nulla di quello che pensano i suoi fan
(questa è una constatazione, non è una critica). Però a me sembra che nel
corso del tempo, e in modo neanche troppo velato, si sia espresso su questo
tema. E ovviamente lo ha fatto sostenendo sia una posizione sia il suo
contrario. Innanzi tutto si è chiamato fuori dalle responsabilità: "Tu dici
che vorresti qualcuno debole mai, ma forte sempre, per proteggerti e
difenderti, nella ragione e nel torto. Tu dici vorresti qualcuno che ti
prenda ogni volta che cadi, che stia sempre a cogliere fiori e a correre
ogni volta che lo chiami.Ma non sono io.l'uomo che cerchi tu non sono io".
Ma non per questo l'artista è così miope da non vedere i difetti dell'uomo
quando decide di trasformarli in contraddizioni "Cosa valgo se sono come
tutti, se mi giro dall'altra parte a vederti vestito così.se vedo e non
dico, se per me sei trasparente.se occasioni ne ho avute e continuo a non
capire. se dico cose schiocche e rido in faccia al dolore, e volto la
schiena a te che muori nel silenzio, cosa valgo?". Non mi sembrano neanche
posizioni incoerenti: "non aspettarti nulla da me e quindi non giudicarmi;
io però le domande me le faccio".
3. I concerti
Dalla polemica sull'uomo a quella sui concerti il passo è stato breve, anche
perché Tambourine ci mette del suo rincarando di volta in volta la dose (ma
è fisiologico: in fondo lui risponde ogni volta ad ogni mail, e quindi deve
per forza ritornare sempre sugli stessi argomenti, magari versando ancora un
po' di benzina sul fuoco). E' una polemica vecchia, già ospitata sulle
pagine del sito, questo è innegabile. Però i concerti sono ricominciati,
quindi esprimere un giudizio sul nuovo spring tour dovrebbe essere
consentito, se non doveroso. E dato che i concerti non sono cambiati, come
le fonti internet che sono disponibili a tutti confermano, mi sembra anche
legittimo che chi ha perplessità le possa ribadire. Naturalmente chi vuole
andarci ci va, chi non se la sente se ne sta a casa, però se queste opinioni
non vengono espresse su un sito dedicato a Dylan dove dovrebbero trovare
posto? Personalmente, continuo ad andare ai concerti (semel in anno) senza
nessuna aspettativa, soprattutto da quando suona questa famigerata band, ma
solo per il piacere personale di continuare una tradizione e di vedere da
vicino il vecchio Bob. E' come un vecchio zio che da ragazzini ci ha
insegnato molte cose "che contano" della vita e che una volta l'anno viene a
pranzo a casa: a volte è in forma, altre è più rincoglionito, ma l'affetto
non si discute. Ovviamente questo non significa passare sulle lacune. Al
contrario, mi sono drammaticamente ritrovato nella descrizione che faceva
Michele del "suo" concerto a Chatillon dello scorso anno: simmetricamente,
io mi ero trovato sotto la pioggia di Bergamo a passeggiare lontano dal
palco e ad osservare gli spettatori, moltissimi dei quali assolutamente non
coinvolti da quello che stava succedendo, esattamente come me in quel
momento. Se Dylan fa concerti il sito "deve" riportare le aspettative di chi
ci andrà o non ci andrà, le scalette dei brani, le impressioni di chi c'è
stato. Se le aspettative o i giudizi sono negativi, rispettiamo chi li
esprime. Altrimenti, rischiamo che il sito ospiti solo le recensioni
"estere" che Tambourine gentilmente e puntualmente ci traduce. Ma chi
sarebbe così contento se le uniche notizie sul sito fossero quelle del fan
che "si è bagnato come una ragazzina che fa i giochetti con il suo
amichetto"? (cito quasi testualmente una descrizione che mi ha fato
rabbrividire.). Io credo molto in quello che da sempre sostiene Paul
Williams (che a questo concetto ha dedicato tre volumi e un bel pezzo di
vita), e cioè che l'arte di Dylan sia soprattutto l'arte di un performer. Ma
se è così, "bisogna" giudicare ogni singola performance, anche quando i
risultati non sono buoni e non solo quando si raggiunge l'immenso per una
sfumatura in un verso o per un assolo di armonica (quante volte è successo
in passato, e quanto poco negli ultimi anni!).
4. Maggiesfarm
Negli ultimi giorni i difensori di Dylan hanno decisamente inasprito il tono
delle polemiche, non solo in relazione ai contenuti (un po' talebani) ma
anche nei giudizi nei tuoi confronti, e questo francamente non lo capisco.
Anche perché (qualcuno lo ha opportunamente ricordato, ma qualcun altro se è
lo è scordato) il lavoro del curatore del sito è un atto di amore e di
volontariato. Riflettiamoci, perchè le parole di Michele sono emblematiche:
senza Tambourine il sito sarebbe morto un anno fa. E do voce anche a una mia
preoccupazione: se Tambourine avesse un carattere come il mio, (anche se
fortunatamente ritengo di no), probabilmente in una delle prossime talkin
scriverebbe un messaggio tipo "ragazzi, andate a fare in culo, e scusate se
ho usato un giro di parole.". Dopo di che, o si fa avanti un altro morituro
oppure si prende tutto e lo si butta nel cesso (accidenti, mi ero ripromesso
di non toccare l'argomento del cesso ma, seppure per altre strade, ci sono
arrivato anch'io!). Riflettiamo ancora un attimo: dalle ultime mail emerge
un elenco consistente delle cose che NON si possono (o non si dovrebbero)
fare. Ne cito qualcuna: usare pseudonimi, criticare i concerti, criticare le
scalette dei concerti, parlare male dell'uomo, dare giudizi negativi sugli
album recenti, occuparsi delle notizie frivole, occuparsi di altri artisti,.
Ebbene, togliamo tutte queste cose dal sito e cosa rimane: le segnalazioni
dei video su you tube, i link agli articoli che parlano di Dylan, le
recensioni dei concerti che già appaiono sul sito ufficiale. In poche
parole: expecting rain, anzi, qualcosa di meno, visto che su quel sito ci
sono diverse notizie su artisti che ruotano intorno all'universo dylaniano.
Invece abbiamo un patrimonio ben più ricco (e in italiano!), e non è bello
pensare che sia a rischio. Seguo quotidianamente maggiesfarm dal 2002, anche
se non ho mai scritto o partecipato molto, fondamentalmente perché molte
delle mie opinioni le anticipava Michele nei suoi interventi. Ora, dalla
mail di Michele e dalle osservazioni di Tambourine, apprendo dati
contraddittori: anche se il numero degli accessi è invariato, molti hanno
abbandonato il sito e soprattutto molti esprimono giudizi negativi sulla
nuova gestione. Gli aspetti sotto esame, per carità, più che legittimamente,
sono la forma, la grafica e i contenuti. E allora, perché non affrontare
questi temi in modo approfondito (nel dibattito quotidiano sul sito,
intendo) per capire meglio cosa vogliamo dal sito e, soprattutto, cosa
possiamo fare per esso. Perché mi pare di capire (dalla preoccupazione di
Michele) che sia il caso di stringersi intorno al curatore, aiutarlo a
superare i difetti (se ci sono) e di vedere in che modo possa essere
migliorata la gestione del patrimonio di informazioni di cui disponiamo.
5. La forma
Parto da una constatazione importante: quando c'era "lui" i testi erano
perfetti (non so se avesse influenza anche sui treni.). In effetti, nel
lavoro di Michele (esattamente come nei suoi libri, peraltro) non c'era una
virgola o un accento - apostrofo fuori posto. Di solito queste cose non si
notano (lo dico per esperienza professionale) se non quando mancano: se la
forma è perfetta il discorso fila e ci si può concentrare sui contenuti,
solo nel caso contrario qualcosa si inceppa. All'inizio la gestione di
Tambourine è stata un po' macchinosa, poi mi sembra che sia decisamente
migliorata, giungendo ad un livello comunque accettabile, addirittura più
che accettabile se si considera il rapporto tra risultato e tempo a
disposizione. Certo, ogni tanto c'è qualche errore di battitura, o qualche
virgola fuori posto. Però non credo che siano elementi così gravi da andare
a discapito della fruibilità dei testi. Senza il minimo intento polemico,
osservo che spesso sono scritte molto peggio le mail dei lettori,
specialmente quelle "di protesta". Se poi gli errori del Tamburino danno
fastidio, ben venga il consiglio di Michele: siamo qui per segnalarli e
correggerli insieme.
6. La grafica
In una delle pochissime volte in cui ho scritto, ho avuto modo di
sottolineare che per me la grafica è migliorata, c'è una maggiore rotazione
delle immagini, si arriva più facilmente alle news del giorno, ecc. Anzi,
forse si dovrebbe pensare di capovolgere la sequenza di accesso, nel senso
di definire come home page la pagina delle novità e consentire solo dopo di
passare al sito completo. Ma sono dettagli (con Michele avevamo discusso
tempo fa di questi aspetti, e probabilmente aveva ragione lui). Però c'è un
aspetto che è sostanziale: Tambourine pubblica gli interventi (esattamente
come sta avvenendo in questi ultimi tempi) ogni giorno, naturalmente
rispondendo, e consentendo ai frequentatori di intervenire a loro volta
quasi in tempo reale. Così facendo sta dando un valore aggiunto incredibile
al sito: in pratica, si riduce la talkin' settimanale e aumentano gli
interventi quotidiani; ci stiamo avvicinando a quello che mancava, e cioè
una specie di blog. Anzi, forse questa è l'unica forma di blog che può
funzionare su un sito senza incappare in tutti i problemi che mi aveva
indicato Michele (intrusioni, spam, ecc.). Secondo me non è un risultato di
poco conto, e andrebbe valorizzato.
7. I contenuti
Novità, testi, traduzioni, approfondimenti: cosa vogliono i lettori di
maggiesfarm? E soprattutto: cosa si può dare che non sia già presente nei
meandri del sito? Non è facile una risposta a quest'ultima domanda,
soprattutto perché siamo in presenza di un sito "maturo", dopo dieci anni di
vita di cui nove frenetici. Penso ad esempio alla cosa più importante per un
appassionato che si avvicina per la prima volta a Dylan: le traduzioni.
Michele ha tradotto tutte le canzoni, poi le liner notes degli album, poi le
versioni alternative delle canzoni stesse, poi i booklet dei cd. Adesso da
tradurre non c'è più niente (salvo le manciate di nuove canzoni). I grandi
dibattiti sono già stati fatti; negli ultimi anni si è discusso di Masked
and Anonimous, di I'm not there, di Chronicles, di Love and Theft e di
Modern Times. Poi siamo passati ai concerti, a Tell Tale Signs, presto
affronteremo il tema dei concerti nuovamente (dopo le recensioni delle tappe
italiane) e poi terrà banco il nuovo album. Abbiamo argomenti per due
sessioni di dibattito (una e mezzo, chè il tema dei concerti è un po'
logoro.). Dopo di che da discutere c'è ben poco. E' facile accusare il sito
di mancanza di novità, ma il fatto è che grandi novità nessuno le propone, e
del resto sarebbe veramente difficile trovarne. Non a caso, se guardiamo i
temi delle discussioni su rec-dylan troviamo proposte di argomenti
assolutamente "datati": ieri qualcuno puntava l'attenzione su Neighbourhood
bully, il che è emblematico.
Da qualche parte ho letto che con il ricambio di lettori l'età degli utenti
si è abbassata. Se è così, il sito potrebbe forse fare da guida ai meno
esperti per orientarsi nell'universo dylaniano. Se ripenso ai miei primi
approcci (per quello che riesco ancora a ricordare!) mi vengono in mente i
temi di cui mi sarebbe piaciuto trovare lo svolgimento già fatto: le
influenze artistiche di Dylan, le influenze letterarie, una guida alla
selezione dei migliori album, la traduzione (e se possibile qualche
spiegazione) delle principali canzoni, gli artisti che sono stati
maggiormente influenzati da lui. Però il bello è che tutte queste cose "da
qualche parte" nel sito ci sono, basta armarsi di pazienza e di sagacia
informatica per scovarle! E' quindi così difficile dare una risposta che
forse servirebbe una domanda. Perché allora non proponiamo agli utenti del
sito qualche domanda, un "censimento" per capire quanti anni hanno e da
quanti seguono il sito o comunque Dylan, un "questionario" per capire quali
temi vorrebbero vedere sviluppati, un elenco di proposte per riscontrarne il
gradimento. Se serve, offro un aiuto. Oppure non facciamo domande, e più
semplicemente stimoliamo gli interventi in questo senso. Del resto il sito
compie dieci anni, magari un restyling potrebbe aiutarlo e comunque sarebbe
più che giustificato. Se invece le risposte ci diranno che va bene così,
tanto meglio: saremo tutti più contenti, con buona pace di chi la pensa
diversamente.
Con grande gratitudine per il lavoro che fai ogni notte
Blindboygrunt
Ti ringrazio per il tuo ottimo e circostanziato intervento , senza parole
inutili , hai saputo mettere il luce perfettamente il succo delle cose. Io
credo di aver espresso gli stessi concetti nei miei numerosi , e per forza di cose
a volte ripetitivi interventi , ma non sempre sono stato capito fino in fondo come
hai saputo fare tu , succede di essere male interpretati o fraintesi nelle
proprie intenzioni , molto dipende dalla disponibiltà di ricezione di chi
legge.Il compito di stimolare le persone non è facile , perchè facendo
questo a volte devi calcare l'accelleratore , esasperare un pò i concetti
per favorire una reazione , ed alla fine finisci quasi sempre per essere il
materasso delle botte. Intendiamoci , non è che mi stia lamentando , è stata
una mia libera scelta e sono contento di averla fatta , anche se questo a
volte mi procura parole , epiteti e concetti non proprio desiderati. Ma in
fondo ho deciso che queste cose ci potevano stare , essere all'altezza di
Michele era impossibile per chiunque , ma se devo essere sincero , non credo che il sito abbia perso le sue caratteristiche,
anche perchè , al di là delle mie innovazioni e del mio modo di vedere le
cose ed esprimerle , sono
assolutamente certo che l'informazione e l'analisi per tutto quello che
riguarda Bob Dylan fino ad oggi sia più che esauriente e soddisfaciente ,
non è mancato nulla , ho riportato come un frate cerstosino tutto quello che
è successo nella vita e nelle opere di Dylan da quando Michele ha lasciato. Sono stato molto stupito quando mi sono sentito dire di trattare argomenti
che non c'entravano con Dylan , di parlare di altri artisti , che c'è di
male in questo ? La prima cosa che ho fatto quando mi sono ritrovato alla
guida della Fattoria è stata quella di visitare tutti i siti dylaniani
esistenti , cominciando dal tanto decantato expectingrain , ed è stato
proprio lì che ho trovato il 50% circa di link che si riferivano ad altri
artisti , addirittura a bizzeffe su Obama in questo periodo ( che c'entra
Obama con
Bob Dylan ed expectingrain ?) , allora ho pensato che se queste cose le
faceva il sito dylaniano ritenuto il più valido a livello informativo , forse era il caso
di seguire anche quella strada , se questo andava bene per quel sito non
capisco perchè debba andare male per Maggie's Farm. Che l'età media dei visitatori si sia abbassata
la ritengo una cosa positiva , anche su Maggie's Farm è in atto un ricambio
generazionale , nuovi Dylan fans che vogliono sapere e conoscere Dylan , su
Maggie's Farm c'è tutto , basta aver la pazienza di cercare nel grandissimo
patrimonio degli archivi. Sono perfettamente
informato che molti "Padri Pellegrini" della Farm l' hanno
abbandonata con Michele, questo è logico ed era stato previsto
, ma a tutt'oggi le visite sono sempre rimaste costanti , anche questo mese
abbiamo passato le 10.100 persone che hanno avuto la volontà di visitare il
sito , questo conta qualcosa, significa qualcosa se lo si vuole
analizzare , sia statisticamente sia come significato intrinseco riferito al
sito. Anche a me manca Michele come a tutti gli altri , ti
ricordo che io ero uno come voi , uno che visitava la fattoria tutti i
giorni , che seguiva le notizie , i dibattiti , ogni tanto mandavo la mia
opinione come facevano tanti, an ordinary man insomma. Ancora oggi mi
chiedo perchè Michele abbia scelto me , ma questo lo può dire solo lui , mi
chiedo perchè Michele abbia lasciato questa meraviglia di sito che è stata la
sua vita per dieci anni , ma questo ve lo può dire solo lui. All'inizio della mia gestione ho fatto un sacco di pasticci
, prove , esperimenti , credimi , non è stato facile trovarsi di punto in bianco
a dover far funzionare la Fattoria e portarla avanti , senza nessuna esperienza al riguardo , faccio
un esempio esagerato , è stato come prendere uno che passava per strada ,
portarlo su un palco ed ordinargli di cantare tutte le canzoni di Bob Dylan
come Bob Dylan. Ho ricevuto mail peggiori delle attuali e così , pian piano
mi son fatto il callo , ho capito come ragiona a volte la gente e l'ho
accettato , anche se certe frasi mi procurano un profondo dispiacere , ma
quando accetti di metterti in ballo devi ballare . Col passare del tempo penso di aver trovato un equilibro ed una
quadratura accettabile , forse nel sito ci sarà stato qualcosa di troppo
, ma mai una notizia dylaniana è mancata su queste pagine , a volte siamo stati i primi a
dare una notizia , grazie anche alle tempestive segnalazioni di diverse
persone come te che mi stanno dando un grande aiuto sia materiale che
morale. Ho accettato le critiche e le lodi , gli insulti ed i complimenti ,
un giorno ti senti nella polvere e l'altro sull'altare , ma questa credo sia
la normalità quotidiana per chi sta alla guida della Fattoria. Mi fa
veramente un grandissimo piacere vedere che molti visitatori della Fattoria non si sono dimenticati di Michele , ed avere Michele
come metro di paragone è un onore per me , anche se la certezza di non
eguagliarlo mi lascerà sempre una punta di amarezza e di invidia nel senso
buono della cosa , se fossi in predicato di essere
paragonato a certi personaggi politici nullafacenti , nulladicenti e
nullasignificanti , forse in questo caso mi incazzerei come un riccio , ma
fortunatamente non è così.
L'uso dei nikenames è un'abitudine che s'era
instaurata nella Fattoria fin dall'inizio , e molte delle lamentele
derivanti dall' uso di Mr.Tambourine mi sembrano ingiustificate. All'interno della Fattoria
tante persone hanno sempre usato un "nome d'arte" , tu stesso
usi Blindboygrunt , ricordo Carlo Pig , Giulia Rabbit , Stefano Red link ,
Elio Rooster , Antonio Cat , Gianfranco Dog , Luca Spider , Anna Duck , tanto per citarne qualcuno e non ci
ho mai visto niente di male , ho sempre trovato la cosa simpatica , così io
sono diventato Mr.Tambourine e lo rimarrò.
Ritengo il referendum macchinoso e difficile
perchè non tutti hanno il tempo e la voglia di scrivere , ma il rapporto in
tempo reale è una cosa che funziona , ogni idea per svilupparlo , come ogni
altra idea per migliorare il sito è sempre ben accetta e presa seriamente in
considerazione , basta scrivere .
Review: Jönköping, Sweden
- Kinnarps Arena - March 27, 2009
by Mikael Peterson
Gran giorno oggi !!! E’ tempo di un’altro Dylanconcert , il mio 26° , questa
volta in Jönköping….l’ultima volta a Glagow l’11 Aprile 2007.
Qualcuno si ricorderà di me , stavo facendo un pisolino nella mia macchina
quando il mio amico ha visto Bib che comperava il dentifricio fuori da
Orebro a tarda notte dopo lo show al Globen , Stoccolma Marzo 28 2007....so
che qualcuno di voi troverà questa storia difficile da credere , non posso
darvi torto.....
E’ mezzogiorno , sto guidando e sono ad un'ora di distanza dal luogo del
concerto , ha nevicato tutta la notte e guardando fuori dal finestrino vedo
un bellissimo paesaggio natalizio , sto bevendo una birra ed ascolto Tell
Tale Signs....
Se qualcuno mi chiedesse quale canzone richiederei se mi fosse chiesto ,
prima di un concerto di Dylan....bene , non penso di aver passato un giorno
nella mia miserabile vita senza che questa fantasia trovasse posto nella mia
mente.....di solito Bob in persona mi chiede cosa fare......e per il momento
la mia risposta è una sola “ Across the green mountain”....una canzone
bellissima e profonda , con testo eccezzionale.
Tornato a casa , avevo previsto di scrivere una recensione passo per passo ,
ma ho dovuto rinunciare , semplicemente perchè è stato così fantastico che
non posso immaginare ne cosa , ne quando , ne dove si ripeterà una cosa del
genere , lo show è stato un grande diamante pazzo , il tipo di show del
quale non si può tenere traccia , capite ? Setlist , assoli e tutto il
resto.
Congratulazioni , questa volta Bob era così infuocato che sarebbe inutile
spendere parole circa gli highlights e tutto il resto....senza dubbio il
miglior show che abbia visto dopo l’era Sexton/Campbell , e forse anche
meglio in certi momenti.....
Vorrei chiedervi un favore , in maggio andrò a Dublino per i due concerti
con i miei due fratelli , così se avete la possibilità di ospitarci , o di
trovare una sistemazione poco costosa vi lascio il mio indirizzo e_mail :
mikaeljokerman@yahoo.se