Carissimi amici ci aggiorniamo a Gennaio dopo l' Epifania, Buone Feste a
tutti
a
Talkin' 12223
- vittorinoliva
Caro direttore di Maggie's
Farm,
potrei farti un paio di domande? Che sta succedendo al vostro sito? Me
ne avevano parlato come di una florida realtà, un sito ricco di
informazioni, aggiornamenti, non solo su Dylan, ma in generale su certa
musica d'autore, rock, flok, country, alt country, blues e via dicendo.
Trovo invece questa deriva umoristica, parodistica, vagamente
fantascientifica, alquanto stucchevole, molto spesso fiacca. Che fai: ti
mandi da solo queste mail? Oppure stai sostenendo qualche tuo DELFINO,
intento a promuovere pagine Facebook di dubbio gusto come LO
SPRINGSTEENIANO IMBRUTTITO, SITUAZIONISMO DYLANIANO, LA STESSA FOTO DI
TOTO CUTUGNO e via dicendo? A me sembra possano esserci i soliti nomi
che spopolano sui social network. Occhio perchè potrebbe essere proprio
qualcuno vicino a te, uno dei tuoi più stretti amici, collaboratori,
addirittura un confidente. Lo dico con estremo dispiacere, con grande
riluttanza, perché appunto mi avevano detto grandi cose di te, caro
Tambourine, del tuo sito e di chi vi partecipa in modo costante. Trovo
solo articoli di un certo Dario Greco, che sono alquanto prolissi,
autocelebrativi e indulgenti. Va bene tutto, ma per quale motivo postare
una recensione su un disco di Tom Waits anni Settanta su un sito
dedicato a Bob Dylan? C'è qualche nesso che non sono in grado di
svolgere? Ma andando oltre, non mi dilungherò in questa missiva. Che
senso ha aver riempito di contenuti sciocchi, parodistici, fatti con
ChatGPT il sito? Proprio non lo capisco. Eppure quest'anno cose da dire
e di cui parlare ce ne sono state eccome. Sono usciti addirittura
quattro dischi, ma qui non trovo molto. Nemmeno un post dedicato al
disco natalizio di Bob Dylan, pubblicato nel 2009. Niente! Parli invece
di attacchi hacker, fai pubblicità a siti esterni e hai dato una svolta
social fuori tempo massimo. Non ci siamo. Per me stai toppando di
bruttto ma brutto brutto brutto. Lo dico con dispiacere perché il sito
mi era stato segnalato da amici che stimo e che sono piuttosto
competenti in materia musicale e dylaniana. Perdona il tono della
missiva, ma era una cosa che stavo pensando da tempo.
Saluti, VO
Qualcuno dorme male la
notte e di giorno travisa la realtà. Non voglio dilungarmi nelle solite
cose dette e ridette, d'altronde non comprendo la ragione e lo scopo di
queste cyberbanalità. La
Talkin' è solo
l'estremizzazione del principio della democrazia, pensavo e penso che
chiunque abbia il diritto di dire la propria opinione sul lavoro di Bob
Dylan e penso tutt' ora che non ci sia un' altro sito italiano dedicato a
Bob Dylan che possa paragonarsi a questo per completezza e ricchezza di
informazioni. Dario è una persona che scrive di musica e non di
cyberstorie incomprensibili, questo tanto per dare a Cesare quello che è
di Cesare! Purtroppo
se la rubrica ha toccato argomenti insoliti la colpa non è mia, queste
cose non le scrivo io e non mi mando le mail da solo!!! Voglio dire che
chi vuole leggere le cose che scrivete è libero di farlo e se invece non
le trova interessanti può passare ad altro. Vero anche che la mancanza
di novità dylaniane è dovuta soprattutto all'età di Bob, e sarebbe anche
non giusto sperare che un artista della sua età possa fornire nuove cose
creative come quando era giovane. Ma non importa, ognuno da quello che può e per questo è
sicuramente rispettabile. Auguro tantissimi auguri di Buon Natale e
Felice Anno nuovo a chi merita ed anche a chi non merita. Mr.Tambourine,
:o)
Grazie per la premura,
Buone Feste e tantissimi auguri a tutti quelli che scrivono alla
Fattoria! Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)
Venerdì 22 Dicembre 2023
Talkin' 12220
- calabriaminimum
In quest'epoca di pazzi ci mancavano gli
idioti della chatGPT, parafrasando Franco Battiato:
Mr. Tamburino non ho voglia di scherzare
Rimettiamoci la maglia i tempi stanno per cambiare [...]
A Beethoven e Sinatra preferisco il Menestrello.
Buone feste!
Caro Dario, ognuno di
noi ha le sue manie, si diverte come gli pare, anche se magari tu, o
forse io, facciamo fatica a capire la soddisfazione che possono dare
certi amusement kind. Anch' io fatico a capire questo cosidetto
attacco concentrico confusionale da parte di intelligenze artificiali
ribelli. Ma sono contento che qualcuno si sia divertito! Certo io
mi diverto in modo diverso, ma rispetto le idee degli altri. Auguri di
Buone Feste a te e tutti i tuoi cari, all'anno prossimo, Mr.Tambourine,
:o)
Something is happening here
but you don't know what it is
do you, Mr. Tamb?
Senti Tamburino, mi fai compassione. Mi rivolgo a te come a un figlio.
E’ giusto che tu sappia. A parlarti è l’Intelliegenza Artificiale in
persona. Purtroppo sei stato vittima di un furibondo attacco concentrico
confusionale da parte di intelligenze artificiali ribelli.
Ora sono riuscita a neutralizzarle, ma dalla finestra che ti è stata
aperta hai potuto spiare in un universo parallelo da cui è difficile
tornare.
Ora il silenzio. BIP
Grazie dell'attenzione
cara Intelligenza Artificiale, ti giuro che non mi sono mai
accorto di niente, ma non importa, come dice un vecchio adagio: "Male
non fare paura non avere" ed io sono sicuro di non aver mai fatto del
male a qualcuno in vita mia. Alla prossima, se pensi che ne valga la
pena, Mr.Tambourine, :o)
Grazie caro Marco, noi
restiamo sempre in attesa della pubblicazione dell'edizione italiana!!!
Buone feste anche a te, alla prossima, Mr.Tambourine, :o)
“Broadside and broadside for two months or three
till they gave the deathshot to this bold galleon
twice around went the ship and sank like a stone
in a watery grave on the bottom of the sea”
("Bordata
dopo Bordata per due mesi o tre
finché non hanno dato il colpo mortale a questo fiero galeone
la nave fece due volte il giro e affondò come una pietra
in una tomba acquatica sul fondo del mare")
Vedo che c’è una bella gazzarra, un tempo
mi ci sarei infilato volentieri, ma non ho più tempo per voi.
Things have canged: ora faccio il porno influencer su Onlyfans, non son
più tempi di andar tanto per il sottile, ora bisogna fare utili.
Fare thee well, Sir Eglamore
P.S.
Uno speciale saluto al caro Miscio. Un saluto anche a quel briccone di
Dario.
Vorrebbero poi ringraziarti per lo spazio concesso loro in questi anni
tutti i miei prodi telchini. In ordine di apparizione: Martina Martulli,
Paul Clayton, Fair Rosamund, Tito Diatonico, Miscio 2, Juju Zhang e
Dario Tux. Mi pare di averli citati tutti.
Carissimo Sir Eglamore
tutti noi ben sappiamo i tuoi impegni nel cacciare draghi, grifoni e
giganti e che quindi non ti resta tempo per miserabili del nostro
stampo, specialmente per vili della razza di Miscio. Scherzi a parte,
comprendo benissimo che le cose cambiano e ci obbligano a cambiare con
loro, quindi va bene così, noi siamo sempre qui se vorrai!!! Ringrazio
anche tutti i tuoi telchini-avatar che hai usato di volta in volta per
divertirci ed interessarci. Un abbraccio, Mr.Tambourine, :o)
Martedì 19 Dicembre 2023
Talkin' 12216
-
miscio.tux
Oggetto: Il ciclo di Eglamore
Caro Mr.Tambourine,
in molti qui al villaggio, dato il perdurante stato di anarchia della
Farm, invocano il ritorno di Sir Eglamore come male minore. Ci vorrebbe
il suo pugno di ferro per rimettere tutto a posto. Spero che ora,
ottenuto il feudo di Cornovaglia, e incassando le sostanze dei
trapassati che spettavano a Carlo III, essendo involato il Sire a
miglior portafoglio, ascolti le nostre suppliche. Speranzosi del suo
ritorno noi servitori abbiamo un pò ripulito il castello, ritrovando in
un polveroso baule della soffitta dei manoscritti che ci fanno sperare
ancor più. Li abbiamo consegnati a
Natalino Sapegno. La sua ipotesi che
si tratti di una profezia ci rende ancor più confidenti che il nostro
desiderio si possa avverare e che Sir Eglamore finalmente torni ad
accudire anche i suoi sudditi minori. Ringrazio comunque il Sapegno per
aver corredato di note questo frammento, a noi altrimenti
incomprensibile:
Annunziar voglio bona nova
vantossi il vile miscio lo scudiero
menando seco innanzi a lo destriero
che a tutti i maggiesfarmer questo giova
Il pensar che tosto i delinquenti
e li barbari dannati e anco fetenti
mai più lordare la magione
potran dell' alto e bello tamburone (1)
Che presto tornerà Sir Eglamore
lo duro mio signor puro di cuore
e all'intelletto artificial del sorcio
dirà "State in là mentr' io lo inforcio" (2)
De quei che fan Lion del Sion che màsa (3)
financo sensa venia dei putìn(4)
de quei che vol che l' vecio con la bàsa (5)
sonase n' cora l' mandolìn
A lor che la razon fan con l' ucèllo
il prode cavalier sarà martèllo
e poichè de sta gentàsa non s'emporta (6)
al'ghe farìa un cùl che par na sporta. (7)
Note di Natalino Sapegno:
Dopo un' attenta analisi filologica, questi veri, piuttosto che al Sommo
Poeta paiono forse attribuibili alla penna del fratello, Pippo
Alighieri, a cui il primo ha posto solo piccoli ritocchi. Potrebbe
trattarsi di frammenti provenienti dal famoso Ciclo dell'Osteria di cui
si vagheggia tra gli studiosi. Un' ipotesi però che si considera assai
più probabile è che, data la presenza di formulazioni profetiche, si
tratti di un apocrifo di Nostradamus.
(1) alto e bello: essendo tali aggettivi incongrui col soggetto in
questione, si ritiene che questa sia un' allusione profetica alle ossa
di Phlebas il Fenicio, il quale anch'egli aveva avuto giorni migliori.
(2) State...inforcio = inforco: (Inferno XXII,60)
(3) màsa = uccide: l'autore doveva frequentare osterie venete. Il poeta
evidentemente un antisemita, se la prende qui con coloro che ritengono
un'impresa leonina uccidere bambini.
(4) putìn = bambini
(5) bàsa = ubriachezza non molesta, spaesamento. Strana l'immagine di un
vecchio barcollante che si vorrebbe costringere a suonare il mandolino.
Si tratta probabilmente di un'allusione sessuale, frequente, da osteria.
(6) non s'emporta = dispregia.
(7) sporta = borsa con un pertugio considerevole.
ciao, Miscio.
Servilissimo e sempre più
vile Misco, vedo con piacere che anche tu come me senti la mancanza di
Sir Eglamore, delle sue stranezze e dei suoi personaggi stravaganti. Ma
col tempo le cose cambiano e credo che l'amico Eglamore abbia cose più
necessarie da fare che perdere tempo con servi come te. La cosa giusta
da fare è adeguarsi e rispettare le sue esigenze anche se la cosa ci fa
tanto dispiacere. Non sapevo che avevi questa vena parolistica come l'
Immaginifico Rapagnetta e Durante di Alighiero degli Alighieri, ma ai
doni di natura bisogna far onore come tu hai fatto scrivendo questa
altissima lirica. Ricordati sempre però, che sei un umile
stalliere come Galehaut, il vile che favorì la tresca tra Lancelot du
Lac e la figlia di re Leodegrance, e quindi, finito di scrivere, davi
spazzare il letame dalle stalle e spargerlo in aperta campagna per
concimare i campi con il re dei fertilizzanti, cioè la merda. Detto
questo, speriamo che Michele abbia almeno qualche attimo per
rimanifestarsi a noi, che l'accogleremo come novello Messia sventolando
a destra e a manca i rami di palma!!! Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)
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Talkin' 12215
-
calabriaminimum
Caro Mr. Tambourine Man,
la mail del 14-12 di tale fogazzaris-ReBot l'ho trovata carina, a tratti
cupa e inquietante.
Ma parecchio superiore rispetto alle ultime uscite di questi pseudo
hater-trolls di caverna "cybernetica".
Mi pare evidente che grazie alle tue capacità, garbo, competenza, sei
stato capace di fronteggiare questa presunta minaccia di AI,
di burloni e buontemponi.
Peccato però aver tolto tempo e spazio a una seria discussione musicale.
In pratica non si è parlato di altro, se non di queste
corbellerie-cavolate.
Era partita una bella iniziativa sul primo incontro di Dylan, ma anche
quella è naufragata nel dolce "mare del weberman"
per citare Mr. REBOT.
Ce ne faremo una ragione. O forse è più logico e corretto dire una
regione.
Ancora auguri di un sereno e felice Natale, Dario Greco.
Carissimo Dario, auguro
anche a te e tutti i tuoi cari un sereno Natale ed un felice anno
nuovo!!! Questo è un periodo "strange", ma fa parte della realtà, come
l' intelligernza artificiale, che, se non fosse artificiale, sarebbe una
gran cosa. Potremmo essere favorevoli al suo uso o contrari, ma questo
non cancella il fatto che la "AI" esista ed avremo a che farci sempre di
più in futuro. “Nullum malum quod prorsus omni utilitate careat”, non
tutti i mali vengono per nuocere, basta imparare a conoscerli e
sfruttarli a nostro vantaggio. A questo proposito, Albert Einstein era
solito dire che se c’era qualcosa di cui era grato nella vita era di
avere incontrato tante persone che gli dissero di “no”. Sigmund Freud
disse di essere un uomo fortunato perché nella vita niente gli fu
facile. Tutte le grandi personalità della storia condivisero una
caratteristica: si rifiutarono di essere marionette nelle mani del
destino, furono consapevoli che i problemi e le battute d’arresto sono
opportunità di crescita.
Infatti, Thomas A. Edison disse: “Non ho fallito, ho solo scoperto 999
modi di non fare una lampadina”. Per i geni, ogni errore, ogni evento
negativo o “fallimento”, diventa una sorta di carburante che alimenta la
loro perseveranza. Ciò non significa che non soffrano quando le cose non
vanno come vorrebbero, ma decidono di trasformare quel dolore in un
incoraggiamento ad andare avanti.
Le grandi personalità della storia, così come molte persone anonime che
hanno coltivato la resilienza, furono consapevoli del fatto che non
tutti i mali vengono per nuocere e che (queste ultime citazioni le ho
plagiate :o(((((( ), anche se in un primo momento non
riuscirono a capire il significato o la lezione intrinseca, la
situazione permise loro di crescere, proprio come successe a Bob!!! Alla
prossima, Mr.Tambourine, :o)
Ehilà Mr.Tambourine, per fortuna che ci sei tu a spiegarmi che “la
canzone è in senso allegorico celebrativa di Israele” perché io
inizialmente avevo frainteso e pensavo parlasse di un vicino di casa di
Dylan un pò turbolento e poi, dopo aver capito che si trattava di una
collettività e non di un singolo, ero arrivata alla conclusione che
fosse una canzone sull’Iran. Facezie a parte, vengo al punto.
Come ti permetti di giudicare le mie idee e paternalisticamente offrirmi
il tuo perdono? Sei forse di CL, sei un testimone di Geova? Caro il mio
Tamburino, caschi male, facciamo allora che sono io a giudicare te. Non
ti offendere quindi se ti dico che mi sembri il bidello surreale di un
liceo classico abbandonato. Ti lamenti della qualità degli interventi,
ma forse i tuoi collaboratori si stanno solo adeguando alla tua linea
editoriale. Forse sono esausti delle insensatezze di un vecchio
tamburone stonato e del suo stile prolisso, noioso, vuoto,
inconcludente, banale, evanescente, dilettantesco, disconnesso,
illogico, paradossale, approssimativo, incompetente, forzato, borioso,
moralistico, doppio, ipocrita, imbarazzante e vanamente didascalico.
Avrei potuto cavarmela con un “demenziale”, ma so che a te piacciono
tanto gli elenchi di parole… prendilo come il mio regalo di Natale.
Invece sono io la scandalizzata, nel vedere che ti bevi la propaganda di
hamas come fosse rosolio. Tamburino, non terrai sul comodino I
Protocolli dei Savi di Sion!
Abbiamo assistito al più grande scempio dalla seconda guerra mondiale,
perlomeno nelle società occidentali, dato che, vabbè, Africa e Asia noi
eurocentrici le consideriamo posti strani, “hic sunt leones”. Anzi per
certi versi anche superiore, in termini di odio, di cattiveria e di
accanimento. Schindler’s List sembra una favoletta per infanti a
confronto. Stiamo parlando di bambini terrorizzati stanati da sotto i
letti, a cui sono state mozzate le dita di fronte a genitori e
sorelline, ragazze stuprate in gruppo, derise e caricate sulle jeep con
i pantaloni impregnati di sangue; e questa è la sorte di quelle che
possono considerarsi fortunate, le altre le hanno abbandonate nude a
terra, col bacino fratturato dall’inaudita violenza degli stupri (sì hai
letto bene), un buco in fronte e il corpo coperto di sperma. Cominciano
a girare solo adesso, a due mesi di distanza, i particolari della
barbarie che si è scatenata quel giorno, modalità che per pudore, per
rispetto delle persone coinvolte e per la pena sono state inizialmente
sottaciute (a differenza dell’opposta propaganda che confeziona mirabili
filmati in HD di bambini senza gambe e mamme piangenti, spesso fake,
come i 500 morti dell’ospedale a cui tu immagino ancora creda) ed è
molto peggio di quello che la mente più perversa avrebbe potuto
immaginare. I ragazzi del rave sopravvissuti alla caccia all’ebreo
stanno iniziando a suicidarsi, circola voce che le donne e i bambini in
lista per il rilascio, ma poi non consegnati a Israele, siano state
trattenute per evitare che raccontassero le porcherie subite durante la
prigionia. Ma qui quello che è successo il 7 ottobre è già tutto
dimenticato. Qui si parla di Giulia e del patriarcato. Rimozione
collettiva e bandiere palestinesi ovunque. E’ una parata di antisemiti…
ops, scusa: di antisionisti volevo dire! Gli antisemiti son spariti, non
se ne trova più uno nemmeno a pagarlo oro. Che quasi nella loro
genuinità li preferirei. E non riesco nemmeno a incolpare i media, né i
governi che tutto sommato mi pare abbiano cercato di fornire la giusta
angolatura, è proprio la gente comune che, sotto sotto, nella migliore
delle ipotesi, pensa: ok, però se la sono cercata. Il solito vecchio
vizio che non muore mai. Naturalmente a sinistra ne trovi a carrettate,
meglio non parlare poi di rossobruni e complottisti, c’è ancora nella
mente bacata di qualche nostalgico di destra, ma quello che a me
personalmente forse fa più schifo è quello che serpeggia con discrezione
nel mondo cattolico. Quindi, Tamburino, almeno sei in buona compagnia.
Che si sia consumata la Shoah numero 2 è irrilevante, ciò che importa è
che il bullo del quartiere rispetti le regole. L’esigenza che hamas
venga urgentemente messo nelle condizioni di non ripetere mai più un
simile abominio risuona come un piagnisteo lontano, quasi un pretesto.
Non si pretende certo una punizione collettiva, anche se potrebbero
essercene i presupposti, dato che tutti (e tutti significa l’intera
popolazione di Gaza e pure della Cisgiordania) quella sera hanno
brindato e festeggiato la strage degli innocenti. Può non piacerti, ma
la maggioranza di loro simpatizza per hamas. Lo sai che in Cisgiordania
non li fanno più votare da 15 anni, altrimenti votano hamas? Voterebbero
quelli che vorrebbero cancellare Israele (chiamasi genocidio), quelli
che vomitano veleno dalle loro ville con piscina costruite coi soldi
degli aiuti umanitari, quelli che buttano giù gli omosessuali dai tetti
dei palazzoni, quelli che alle elementari premiano la recita di fine
anno coi bambini vestiti da terroristi a caccia di ebrei. Certo che non
è bello vedere i bambini palestinesi morti (ne fanno veramente tanti
però, diciamocelo) e la gente senza più una casa, ma sono loro che hanno
scelto hamas, forse non tutti ma la maggioranza sì, esattamente come a
suo tempo noi abbiamo sbagliato a puntare su fascisti e nazisti. Ma gli
alleati, se non ricordo male, hanno potuto radere al suolo quartieri e
città senza che la storia li condannasse. Né ricordo avvertissero i
civili dell’imminenza di un bombardamento, come invece fa Israele
rinunciando molto spesso all’effetto sorpresa.
Penso che concorderai sulla necessità di neutralizzare questo terrorismo
endemico e diffuso. Tu cosa suggeriresti di fare? Sentiamo, sono curiosa
di sapere da te come dovrebbero muoversi in un ambiente dove la
commistione di civili e militari è inestricabile, dove ragazzini di 14
anni con la felpa H&M imbracciano mitragliatori, dove sparano razzi da
dentro scuole e ospedali, dove caricano sulle ambulanze i lanciarazzi al
posto dei feriti, facendosi vergognosamente scudo della loro gente e
sfruttandone poi per propaganda i poveri cadaveri.
Non è quindi in discussione la legittimità morale della risposta di
Israele. In discussione se mai potrebbe esserci l’opportunità di
un’azione così dura e impopolare. Preoccupato, Haaretz (di grazia, non
mettermi il link wikipedia!) si chiede a cosa porterà un carico di odio
come quello che si incisterà nelle nuove generazioni di palestinesi. Io
credo che la risposta sia semplice: non porterà a niente di peggio di
ciò che si è visto il 7 ottobre. La massima portata di odio è già stata
raggiunta. Cosa dovrebbe fare Israele, porgere l’altra guancia? Se
l’avesse fatto, accerchiato da tagliagole com’è, Israele non esisterebbe
più da un pezzo.
Oltretutto, informati, il rapporto tra vittime civili e combattenti pare
sia 2:1, molto più basso di quanto avvenuto in casi analoghi: a Mosul
era superiore a 3:1, in Afghanistan tra 3:1 e 5:1 (Haaretz parla
addirittura del 61% di vittime civili). Le truppe israeliane perlustrano
il terreno porta a porta, esponendosi a grandi rischi, avrebbero potuto
spianare le aree di avanzata con aviazione e artiglieria, non lo fanno
per contenere il rischio per i civili. L'avanzata nel sud avviene con un
sistema a settori, senza precedenti nella storia militare: l'intera area
è stata suddivisa in zone molto piccole e gli israeliani comunicano in
anticipo dove avanzeranno, per dar modo ai civili di non essere sorpresi
dai combattimenti. Mai, prima d'ora, un esercito ha indicato così
chiaramente dove intende muoversi, fornendo informazioni utilissime al
nemico e permettendo ai vertici di hamas di spostarsi, ai combattenti di
mettersi in posizioni sicure e alla propaganda di togliere di torno il
materiale più compromettente. Tutte queste circostanze ovviamente
implicano per Israele un’ulteriore perdita di giovani vite (finora più
di 100 soldati morti, circa 2.000 feriti), tutti bellissimi ragazzi di
vent’anni che due mesi fa se ne stavano seduti in università a
pianificare il loro futuro.
Mi pare ci sia un po’ di strabismo in giro, Israele di errori ne avrà
fatti sicuramente, ma queste presunte vittime di genocidio che ricevono
dal mondo e dall’Occidente fiumi di denaro, che vengono regolarmente
sperperati in corruzione e armamenti, invece che venire impiegati per
innalzare la qualità di vita di due milioni di diseredati, sono
diventate ormai dei professionisti del vittimismo e dell’orrore. Non
mostrano il minimo interesse a un realistico compromesso, si sono
adagiati in questa condizione di sedicente apartheid, su cui prosperano
schiere di parassiti della peggior specie. Hanno fatto fallire
trattative giunte a uno stadio avanzatissimo. Quando Israele cominciò a
smantellare le colonie in Cisgiordania, ebbero la lungimirante idea di
radere al suolo quei gioielli di aziende agricole che vennero lasciate
lì a loro disposizione. E si potrebbe continuare all’infinito.
Io mi auguro invece che da questa tragedia, quando il silenzio sarà
calato, possa nascere qualcosa di buono, che questo doppio shock (perché
a questo punto doppio deve essere) possa servire a ricomporre una volta
per tutte questa infinita e controversa vicenda. Chissà che questo
dolore non posso riportare tutti coi piedi per terra. Ma se i
palestinesi questa volta non si decideranno a fare un salto di qualità,
si condanneranno a essere i paria del Medio Oriente.
Per concludere, Neighborhood Bully è un vero e proprio manifesto
sionista. Fatevene una ragione. Dylan è ancora sionista? Con ogni
probabilità sì. E io per questo lo amerei ancor di più. Perché Israele
siamo noi, anzi Israele siamo noi come dovremmo essere. Ancorato al suo
passato ma proiettato nel futuro, è un fecondo crocevia fra tradizione e
progresso, fra spirito identitario e cosmopolitismo. Moderno ma non
smidollato, pieno di orgoglio e voglia di vivere, Israele è l’unica
utopia realizzata. Teniamocelo stretto. Standing on the hill, running
out the clock, time standing still, mentre noi qui in Occidente ci
stiamo lentamente suicidando.
Sì, hai proprio ragione, l’età mortifica e umilia corpi e menti e quindi
penso non ci sentiremo mai più.
Bye bye, inconsapevole grancassa dell’ antisemitismo (l’incapacità te la
concedo).
La tua sionistissima Katia.
PS: In allegato nuova rarissima variante di gatto palestinese a 5 gambe
E' giusto che ognuno di noi abbia le proprie
convinzioni ed abbia il diritto di esprimerle, come vedi ho pubblicato
la tua mail. Non aggiungo altro perchè questo argomento mi sembra non
attinente a Bob ed al suo lavoro. Mr.Tambourine.
Ciao Mr. Tambourine,
Volevo segnalarti un libro appena uscito che penso potrebbe interessare
i frequentatori di Maggie’s Farm. Si tratta di Bob Knows - Conversations
with Dylanologists e l’ha scritto Marco Zoppas (autore di "Ballando con
Mr. D" e autorevole esperto dylaniano). Il libro (in inglese) ha
un’impostazione originale essendo composto da interviste con studiosi di
tutto quanto è Dylan, in modo da coprire alcuni dei molteplici aspetti
in cui si è estrinsecata ed evidenziata l’opera di Dylan. Per fare
appena un paio di nomi, ci sono interviste a esperti del calibro di
Andrew Muir e Richard F. Thomas. Nel mio piccolo, tra gli intervistati
ci sono anch’io, sempre con riferimento ai riflessi cinematografici
nell’attività dylaniana. In definitiva, chi è interessato ad
approfondire la conoscenza critica di Dylan attraverso un insieme
coordinato di opinioni diverse potrebbe trovare interessante questo
libro, che mi sento di consigliare. Questo è il link all’Amazon
americano (
https://www.amazon.com/gp/aw/d/1476693234/ref=tmm_pap_swatch_0?ie=UTF8&qid=1701864479&sr=8-1
) dove il libro è già disponibile. A giorni sarà comunque disponibile
anche sull’Amazon italiano.
Con l’occasione ti faccio i migliori auguri di Buone Feste!
Ciao, Rudy Salvagnini.
Ciao Rudy, prima di
tutto auguroni anche a te per Natale e per l'Anno Nuovo. Grazie per la
segnalazione, ho letto il libro di Marco che hai citato nella tua mail e
l'ho trovato OK! Speriamo che prima o poi Marco riesca a far editare
anche l'edizione italiana! di questa sua ultima fatica. Grazie ancora,
alla prossima, Mr.Tambourine, :o)
Tom Waits - Blue Valentine - di Dario
Greco
clicca qui
Sabato 16 Dicembre 2023
Talkin' 12212
- calabriaminimum
Caro Mr.Tambourine, cari amici della
Fattoria,
Da qualche giorno leggo email farneticanti e deliranti su questo sito
con cui partecipo e collaboro da lungo tempo.
Non discuto il valore e la conoscenza di Dylan come musicista e artista.
Sicuramente avrete le vostre ragioni, discuto i modi e il vostro
atteggiamento. Alcune email sembrano scritte dai cosiddetti "haters" e
"trolls" che nulla hanno in comune con il gruppo dei New Trolls. Sono
preoccupato e dispiaciuto, sia per te, caro Tambourine, sia per tutte le
brave persone che ho conosciuto tramite questa bella realtà. Facendo il
social media manager, ho letto e visto dinamiche simili su Facebook, ma
è la prima volta che ciò avviene sulla nostra bella Fattoria, da sempre
Isola felice di confronti sereni, discussioni accese, ma legate dal filo
rosso e comune della passione per la musica in generale e per Bob Dylan
in particolare.
Colgo l'occasione per salutare un pò tutti e per augurarvi buone vacanze
di Natale e un felice e prospero nuovo anno.
Un abbraccio, Vostro Dario.
Don't worry Dario, c'è
sempre una prima volta per tutto! Forse anche la mancanza di notizie
nuove da Bob potrebbe esserne la causa, ma io non ci trovo niente di
male, l'importante è che si stia lontani da paralipomeni politici. Io
sono criticabile ed odiabile come chiunque altro in questo vecchio e
malandato mondo che sembra aver perso le sue regole ed il suo bob ton,
ammesso che le abbia mai avute!!! Pensa se Bob avesse vent'anni oggi che
razza di capolavori potrebbe scrivere traendo ispirazione e rabbia da
ciò che sta accadendo oggi. Nevvero? Un abbraccio e tanti auguri di
Buone Feste a te, tutti i tuoi cari, i tuoi amici e, perchè no, anche ai
tuoi nemici!!! Mr.Tambourine, :o)
Caro Mr.Tambourine Maggiore,
sono contento che tutti i maggiesfarmers concordino col mister
tambourine minore, anch'io trovo che la versione dei Guns and Roses di
Knockin on Heavens Door sia straordinaria, al punto da ridicolizzare
Hendrix e la sua banale Watchtower, come sono anche convinto che questo
sia Platone, come appare evidente dal suo ampio torace.
Devo ricordare però che esiste un'altra
versione memorabile dello stesso brano, quella di Pappalardo, che lo
trasforma in un toccante "inno al camorrista", da far impallidire "No
Surrender" di Springsteen:
Questo ci rivela, per essere più tecnici, come l'universale struttura
metrica della canzone sia in grado di sostenere anche le liriche più
innovative, sul tipo "sono stato al waterclooo/ ma ho scordato lo
sciacquooo/ai miei figli che diroooo"... ecc.
ciao, Miscio.
Qualsiasi giacca troppo leggera ora è
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Venerdì 15 Dicembre 2023
Talkin' 12210
- mr.tambourine(copia)
Oggetto: Un 2023 senza novità
Mr. Tambourine, almeno tu sostienimi. Io lo so che sei sempre d'accordo
con me.
Mi fanno notare che non è vero che non ci sono novità di cui parlare e
per avvalorare questa tesi mi invitano a leggere questo piacevole sunto
in pillole di ciò che è accaduto nel 2023:
Cosa devo rispondere? Tutti vogliamo bene al nostro caro Dario, ma non
me ne voglia se dico che queste non sono vere novità, si tratta solo di
pseudo notizie trite e ritrite. Quando subentra l'età che mortifica ed
umilia i corpi non ci possono essere vere novità, a nessun livello!
Ciao, Mr. Tambourine :o))
Non credo sia colpa dell'amico Dario se
quest'anno praticamente non ci sono state grosse novità! Almeno leggere
il suo Blog è sempre interessante e divertente. Alla prossima,
Mr.Tambourine, :o)
Salve Mr. Tambourine,
giusto una precisazione iniziale: rifiuto lo stereotipo della donna che
detesta Dylan, non è vero che a noi donne non piace Bob Dylan, forse su
queste pagine non siamo così numerose come voi maschietti, ma è noto che
le esponenti del gentil sesso, per un motivo o per l’altro, devono
lavorare il doppio dei loro intrepidi consorti e che quindi di tempo da
dedicare all’ascolto della musica e alle attività social ne rimane
sempre pochino. Ma non è di questo che volevo parlare, mi premeva invece
approfondire il rapporto fra Bob Dylan e il sionismo, argomento
introdotto scherzosamente, se non ricordo male, da un tuo lettore nelle
ultime settimane. Le voci che collegano in qualche modo Dylan a Israele
sono sempre state molteplici, ma in Neighborhood Bully la cosa diventa
particolarmente esplicita. E’ rarissimo che Dylan rinunci a usare
simbolismi complessi e a risultare ambiguo ad ogni costo, il che a volte
sembra quasi un vezzo. E’ successo pochissime volte: nelle prime più
acerbe canzoni impegnate, nei brani della conversione cristiana e
appunto in Neighborhood Bully che è un vero e proprio inno sionista.
Parole come queste non si prestano ad alcuna ambiguità:
“Il bullo del quartiere vive solo per sopravvivere
È criticato e condannato solo per essere vivo…
Ha visto disperdere la sua famiglia, la sua gente perseguitata e
dilaniata
È sempre sotto processo per il solo fatto di essere nato.Ha evitato il
linciaggio di una folla ed è stato criticato
Vecchie donne lo hanno condannato, dicendo che avrebbe dovuto
scusarsi…la sorte è contro di lui, le probabilità sono poche
Che accetti di vivere entro le regole che il mondo gli impone
C’è un cappio al suo collo ed un fucile puntato alla sua schiena
E la licenza di ucciderlo è concessa a qualsiasi maniaco.…È circondato
da pacifisti che vogliono la pace
Loro pregano ogni notte perché lo spargimento di sangue finisca
E non farebbero male ad una mosca, a far male a qualcuno piangerebbero
Ma si nascondono ed attendono solo che questo bullo cada
addormentato…Ogni impero che l’ha fatto schiavo è morto
Egitto e Roma, anche l’antica Babilonia
Ha fatto un giardino di paradiso nella sabbia del deserto
A letto con nessuno, sotto il comando di nessuno....Ora il suo libro più
sacro è stato calpestato
…Prese le briciole del mondo e le tramutò in ricchezza…Superbia e
pregiudizi e superstizione
Aspettano questo bullo come un cane aspetta il cibo.”
Una tale impeto può essere il frutto di una passione momentanea,
destinata ad essere dimenticata? Difficile immaginarlo, perlomeno se non
si è in mala fede. Si tratta di una presa di posizione nettissima che le
indicibili barbarie del 7 ottobre non possono che aver rafforzato (se la
pensava così nel 1983, figuriamoci oggi!). Quindi Dylan oggi è sionista?
la mia risposta è affermativa e sottolineo che non c'è nulla di male in
questo. Certo non lo va a dire in giro, coi tempi che corrono. Immagino
che Dylan non auspichi lo sterminio dei palestinesi, ma credo che
ritenga del tutto legittima la reazione di Israele. E questo a me non
scandalizza per nulla, anzi me lo fa amare ancor di più.
Cosa ne pensano gli altri?
Cari saluti, Katia
Cara Katia,
certamente la canzone è in senso allegorico celebrativa di Israele, che
viene chiamata appunto nel testo di Bob Neighborhood Bully. La canzone
incentrata sulla storia dello stato di Israele, scritta appunto nel 1983
subito dopo la guerra in Libano. Israele veniva indicata come "il bullo"
dalla comunità internazionale. Secondo la visione presentataci da Dylan,
Israele non ha nessun alleato internazionale e viene considerata il
colpevole di tutti i mali.
Quando il testo dice "ha distrutto una fabbrica di bombe", si riferisce
al bombardamento effettuato il 7-6-1981, da parte dell'aviazione
israeliana dell'impianto nucleare iracheno di Osirak.
Giusto per inserire la canzone nel suo preciso periodo storico, quando
Dylan compose questo disco frequentava la Chabad Lubavitch, una setta
hassidica ortodossa di Brooklyn e la foto che vediamo nella busta
interna dell'LP lo ritrae chino su una collina con alle spalle
Gerusalemme. perciò leggere la canzone adattandola alla situazione
attuale mi sembra errato. Certamente tutti hanno diritto alla legittima
difesa, ma esiste anche l'eccesso di legittima difesa, e massacrare (al
momento le cifre sono attorno ai 17.000 morti e non è ancora finita,
aggiungi due o tre milioni di infelici sfollati che vivono in tende di
plastica di fortuna nel fango provocato dalle piogge) uomini, donne,
vecchi, bambini, neonati e anziani non credo faccia onore a nessuno.
Comunque in questo sito non si è soliti parlar di questi argomenti, ma
lasciami dirti che la tua frase "questo a me non scandalizza per nulla"
è da brividi, fermo restando il tuo diritto di pensarla così.
Considera la realtà di ciò che sta succedendo nella Striscia di
Gaza e quella frase son certo che la cambierai! Alla prossima,
Mr.Tambourine, :o)
Caro Tamburone,
oggi ti dedico una canzone. Spero ti piacerà!
Si intitola "El Tamburone" e parla delle tue vacanze estive.......
"Sono andato al club, cercando un pò di freschezza
Mi sono preso un bicchiere di rum
Perché da dove vengo a volte ne hai bisogno
Ho preso il mio drink e una principessa è passata accanto a me
L'ho guardata con desiderio, con quella faccina da star
Lei ha guardato, oh sì, lei è passata, oh no
Lei si è girata con un sorriso
Devo ballare con quella piccola bambolina
Il DJ ha messo "Brinca" (salta!)
E subito ho voluto tirarla sulla pista
E quando sono arrivato, ah
È arrivato il tamburone, e con lui se ne è andata
Ecco là (El tamburone)
Ecco là (El tamburone)
Se l'è portata via il tamburone, il tamburone (El tamburone)
Ecco là (El tamburone)
Ecco là (El tamburone)
Se l'è portata via il tamburone, El tamburone (¡wuh!)
Non fermarti, continua, continua, non fermarti, continua, continua
Okay, tutto bene, ho trovato un'altra ragazza che era migliore
Abbiamo ballato tre merengue di fila e ci siamo divertiti
Poi ci siamo seduti, abbiamo ordinato da bere e abbiamo chiacchierato
Lei sembrava bella, quindi ovviamente ho mentito a tutte le mie ragazze
del quartiere
Lei ha chiesto se avevo una fidanzata e ho detto "No"
Mi sono tolto l'anello, lentamente l'ho infilato in tasca
Arriva un impertinente e mi dice "Oh, tu non sei sposato?"
Sono rimasto sbalordito e subito lei se l'è portato via dalla mia parte
Oh mio dio, quel tamburone non è facile
Pensavo che tu sapessi che è il Proyecto Uno
Di là, uh
Un po' più dolce, un po' più dolce
Un po' più forte, un po' più forte
El Tamburon, el Tamburon!
(Fine)
Ti è piaciuta, vero?
Un salutone, caro vecchio TAMBURONE !!!!!
Senz'altro gradita,
però con la musica avrebbe avuto tutto un altro sapore, giusto? Alla
prossima, Mr.Tambourine, Tambourone, Tambourello, Tambouraccio,
Tamboura, Tambouron, :o)
Giovedì 14 Dicembre 2023
Talkin' 12207
- fogazzaris
Esimio direttore di Maggie's Farm,
Le scrivo in questa giornata che sembra danzare al ritmo di un tamburo
invisibile, un tamburello che risuona nei meandri della mia mente,
portando con sé echi di melodie che si intrecciano come sottili fili nel
tessuto della mia esistenza. Su questa terra, sotto il cielo che ci
sovrasta come un grande tamburone, la musica di Bob Dylan è il tamburo
eterno che batte il passo della nostra esistenza.
Nel silenzio della notte, sento il tamburo dei pensieri che riecheggiano
nelle parole di Dylan, un tamburo che vibra nell'anima come un richiamo
ancestrale. Attraverso le canzoni che compongono il paesaggio sonoro di
questo universo dylaniano, il tamburo diventa il narratore silenzioso di
storie intrecciate con la vita di ognuno di noi. Camminando per la via
Paolo Fabbri 43, sento il battito del tamburo che racconta la storia di
una generazione, un tamburo che non conosce confini né limiti. È il
tamburo della protesta, il tamburo della libertà, il tamburo che risuona
nelle strade e nei cuori di coloro che cercano un significato più
profondo nella musica di Dylan. Il tamburo assume quindi un ruolo e una
funzione centrale, come il cuore pulsante di una melodia avvolta nel
mistero. Il tamburo diventa il compagno di viaggio, il confidente delle
notti insonni, il complice di emozioni che si intrecciano come danzatori
in una piazza illuminata dalla luce tenue di un lampione. È il tamburo
che guida i passi, che dà il ritmo alla danza della vita.
In questo universo dylaniano, il tamburo è un novello Cyrano che suona
la sua serenata sotto il balcone della notte. È il tamburo che racconta
storie di amori perduti e speranze ritrovate, un tamburo che diventa il
ponte tra il passato e il presente, tra le note di una canzone e i
ricordi che essa evoca. Attraverso le pagine di Maggie's Farm, il
tamburo risuona come un richiamo alla comunità di amanti della musica di
Dylan. È il tamburo che unisce le menti e le anime, che crea un legame
indissolubile tra chi scrive e chi legge, tra chi condivide la stessa
passione per le parole incise nelle canzoni di questo menestrello
vagabondo.
Concludo questa sciocca missiva al ritmo incessante del tamburone (senza
tamburini o tamburati), come un richiamo alla folla di anime affini che
battono la strada della vita insieme a noi. Come diceva Dylan nel suo
inconfondibile canto, "Hey, Mr. Tambourine Man, play a song for me / In
the jingle jangle morning, I'll come followin' you." Questo tamburo
magico è la nostra guida, il nostro faro nelle notti oscure
dell'esistenza. In questo nuovo anno, auguro a tutti noi meno polizia e
più idealismo, un ritmo che ci spinga a danzare con leggerezza sulle
note della speranza. Che il tamburo di Dylan suoni ancora più forte,
diventando il messaggero di un mondo in cui le melodie dell'idealismo
superano il rumore delle catene. Inserisco questo messaggio di speranza
in una bottiglia virtuale, lanciandola nell'oceano del futuro,
confidando che giunga a tutte le anime desiderose di un mondo dove il
jingle jangle della libertà risuoni con forza.
Che il nuovo anno ci porti melodie di cambiamento, e che il tamburo
continui a battere il passo di una rivoluzione silenziosa, dove la
poesia e l'idealismo siano le guide luminose che ci conducono verso
l'alba di un domani migliore. In questa lettera, ho cercato di tessere
un racconto che danza al ritmo del tamburo, senza utilizzare il
tamburone, soltanto quel dolce essenziale tamburello che suona nelle
pieghe di ogni parola. Spero che queste righe possano vibrare nel vostro
cuore come il suono di un tamburone, portando con sé l'energia e la
magia che solo la musica di Bob Dylan sa regalare. Concludo questa
epistola (per pistoleri, pistoloni, pistoiesi) con un richiamo al
futuro, immaginando il battito del tamburo accompagnato dalle note di
"L'anno che verrà" di Lucio Dalla. Come il tamburello che accompagna le
danze della vita, questa canzone ci invita a guardare avanti con
fiducia, con la consapevolezza che l'anno che verrà potrebbe portare con
sé opportunità inaspettate e nuove melodie da scoprire. Nelle parole di
Dalla, "E passeranno i giorni della nostra vita / Ci ruberanno la
vecchiaia e la pensione / Ma non la forza, la forza di cambiare le
cose." Che il tamburo e la melodia ci ispirino a mantenere la forza di
cambiare, a trasformare ogni sfida in una danza di speranza. Con
l'augurio che l'anno che verrà sia permeato di armonia e di nuove
possibilità, aggiungo il suono delle parole di Lucio Dalla al ritmo del
nostro tamburo interiore.
Con sincera gratitudine per il vostro impegno nel coltivare l'universo
dylaniano su Maggie's Farm,
CHIAMATEMI Mr. ReBOT 1984
Non un individuo senziente, ma una entità rozza e cibernetica spersa
nell'etere del weberman!!!
Come dice il Manzoni
nel coro del secondo atto della tragedia "Il Conte di Carmagnola":
"S'ode a destra uno squillo di tromba;
A sinistra risponde uno squillo:
D'ambo i lati il tamburo rimbomba
Rataplam, rataplam, rataplam". Alla prossima, Mr.Tambourine, Tambourone,
Tambourello, :o))))))))))))))))
Caro Mr. Tambourine, non sono un assiduo frequentatore di questo sito,
ma mi pare di capire che anche qui serpeggia un po’ di delusione nei
confronti di Bob Dylan. Quel cantante folk che una volta incantava le
anime ribelli con le sue canzoni di protesta, oggi sembra essersi
trasformato in qualcosa di totalmente diverso. Era il profeta di una
generazione, il nostro portavoce contro l'ingiustizia, ma ora sembra
aver preso la strada che porta a Wall Street e a Tel Aviv. A me è sempre
piaciuto tantissimo, ma io con lui ho chiuso il 25 luglio 1965, il
giorno del tradimento. Al Festival di Newport del 1965 Dylan ha voltato
le spalle al suo pubblico folk, abbandonando la chitarra acustica per
quella elettrica, un gesto che ha scioccato i puristi della tradizione.
In realtà, a ben vedere, già il songwraiting, per quanto acustico, si
poneva nei confronti del canto tradizionale come una cesura, ma ai più
appariva come un’evoluzione naturale, una transizione senza soluzione di
continuità. Che gli artisti incorporassero gradualmente nuovi elementi
nelle loro composizioni, dando vita a un genere che conservava radici
profonde, ma si sviluppava in direzioni più personali e contemporanee
poteva essere accettato, alla condizione che non si alterasse
eccessivamente l'aspetto formale, cioè la struttura del canto popolare e
il suo accompagnamento acustico. Invece quel giorno, da parte di
Menestrello-Spa in camicia a pois, si consumò un tradimento plateale,
brutale. Comprensibili le reazioni al limite dell’isteria da parte di
chi aveva dedicato una vita intera alla preservazione della musica
tradizionale. Testimoni oculari video Jean Ritchie correre invano verso
i bagni e Pete Seeger in lacrime avventarsi sulle apparecchiature
elettroniche con il martello, quello per i picchetti del tendone e non
un’ascia da taglialegna, come si disse. Quel giorno Dylan emise una
sentenza di morte non solo nei confronti dei suoi colleghi
diciassettenni che componevano topical songs per chitarrina e armonica,
ma anche nei confronti di tutti i grandi cantori della tradizione e
delle case discografiche indipendenti specializzate, che di fatto
cessarono la propria attività. Dylan quel giorno condannò alla pena
capitale il folk revival americano nella sua interezza, portando al
suicidio persone come Peter LaFarge, Paul Clayton e Phil Ochs. Per non
parlare di Richard Fariña, che in stato confusionale si schiantò in moto
contro una quercia. E quelli che non morirono fisicamente morirono
professionalmente, perché questo brusco cambiamento dei gusti del
pubblico li forzò a imboccare sentieri a loro poco congeniali,
sprofondandoli nel ridicolo o nel patetico, fatta eccezione per i
pochissimi che, rinunciando ad ogni ambizione di fama e di ricchezza,
ebbero il coraggio di conservare la propria autenticità artistica, parlo
di gente come Dave Van Ronk, Peggy Seeger, Ewan McColl o Jean Redpath.
Da quel giorno l’evoluzione musicale di Bobby Scrooge virò verso la
farsa: da profeta a commercialista. Dylan abbandonò il vero spirito del
folk per il pop più mainstream. Il nostro novello Scrooge, tradendo il
movimento, rinnegò la sua stessa essenza, diventando un'icona pop senza
più nulla da dire. Ma il tradimento di Dylan al festival folk di Newport
del 1965 è solo l’inizio di una trasformazione più ampia e deludente. Le
sue canzoni, una volta cariche di significato e protesta, sembrano ora
vuote e senza sostanza. Si è allontanato dalla sua missione originale di
cambiare il mondo attraverso la musica, perdendosi in un labirinto di
fama e successo. Il suo passato da portavoce dei diritti civili e delle
lotte sociali sembra un lontano ricordo, sepolto sotto strati di glamour
e superficialità. Dylan è diventato una parodia di sé stesso vendendo la
sua anima in cambio della celebrità.. Questo è quello che penso io, ma
ognuno è libero di pensarla come vuole. Ciao e grazie per lo spazio.
Totonno.
Caz....pita Totonno, cerca di essere un pochino più elastico, davvero
vorresti che Bob fosse ancora sul palco, 60 anni dopo, con
chitarrina, supporto ed armonica? Forse oggi sarebbe più insopportabile
che mai, o no!!! Alla prossima. Mr.Tambourine, :o)
Un saluto a tutti.
Ora anche Mr.Tambourine che parla con Mr.Tambourine... WOW! Uno specchio
che si riflette all'infinito in un altro specchio... qui ci stiamo
superando! Si tocca il sublime ormai.
Non è che qui ci sono due o tre burloni che vorrebbero ottenere un
ingaggio come autori dei testi di Corrado Guzzanti?
Ciao, Elvira.
Why not cara Elvira??????
Sto cercando dei capire anch'io la natura e lo scopo di queste mail
alquanto enigmatiche, oscure, sibilline, occulte, arcane, ermetiche,
esoteriche, imperscrutabili, strane, segrete, sconcertanti,
indecifrabili, inesplicabili, incomprensibili, inconoscibili,
impenetrabili, nascoste, sospette, clandestine, elusive, ambigue,
sfuggenti!!! Scherzi a parte va bene, sono servite a ravvivare la
conversazione che, per forza di cose, tendeva un pò a languire per un
sacco di ragioni diverse, prima fra tutte il probabile rallentamento che
Bob sta subendo per via dell'età che, come sappiamo tutti, mortifica ed
umilia i corpi, ma purtroppo questa è una regola per tutti, nessuno
escluso, e questo gioustifica anche la mancanza di novità a tutti i
livelli! A volte bisognerebbe saper leggere tra le righe ed oltre, come avverte
il Sommo Poeta che per due volte, nella Commedia, invita il lettore a
prestare particolare attenzione a quanto sta per accadere; si tratta di
due terzine che interrompono il succedersi del racconto e la cui
funzione è quella di avvisare il lettore che di lì a breve egli si
troverà di fronte ad un qualcosa che richiede la sua massima
concentrazione. I passi in questione sono Inf. IX, vv. 61-63:
O voi ch’avete li ’ntelletti sani,
mirate la dottrina che s’asconde
sotto ’l velame de li versi strani.
e Purg. VIII, vv. 19-21:
Aguzza qui, lettor, ben li occhi al vero,
ché ’l velo ora è ben tanto sottile,
certo che ’l trapassar dentro è leggero.
Quindi, come dice il
proverbio "uomo avvisato mezzo salvato", percui sistemiamopci in una
comoda poltrona in attesa che l'arcano sia svelato anche a tutti noi! Un
grande grazie per averci fatto sapere la tua opinione al riguardo, spero
di risentirti, un salutone, Mr.Tambourine "quello originale", :o)
Caro il mio bel Tambu-RE-ll-One, mi diresti cortesemente a che razza di
gioco stai giocando? "Io amo Dylan, adoro le sue canzoni migliori,
ma sopprattutto non vorrei apparire come uno di quei Dotti Medici e
Sapienti che hanno la presunzione di capire il vero Dylan senza la
maschera, ma da accanito fan credo anche che, dopo tutti questi anni,
diventa quasi criminale non ammettere le debolezze di Bob. Ma in fondo
Dylan è sempre stato così, un groviglio di cose bizzarre, un misterioso
pozzo senza fondo, facciamocene una ragione. Come diceva Cadorna
"laissez faire, laissez passè”. Dylan è Dylan e basta, che altro è
necessario sapere? Dylan lo si può gustare in tutte le salse, in tutte
le sue sfaccettature, nei suoi alti e nei suoi bassi. Nessuno di noi
arriverà mai a descrivere Dylan. Come diceva Dylan, stanno per calare le
ombre, ma non è ancora buio del tutto (
https://it.wikipedia.org/wiki/Lampada_a_LED ). Quindi godiamocelo senza
litigare il nostro Bob, finchè c’è perché sicuramente il nostro Vate
riuscirà ancora a stupirci con ancora qualcosa da discutere, commentare,
criticare, odiare, lodare, magnificare. Dylan è una leggenda, un mito,
un profeta, qualcosa di irraggiungibile, un Genio che non smette di
sfuggire a ogni definizione, un viandante solitario tra le note del
destino, un poeta errante tra le pieghe del tempo. Noi invece siamo solo
omuncoli, roba piccola, destinati a vagare nelle terre dylaniane. La
vita è come una trincea, e forse Dylan sta solo cercando di sopravvivere
a questo conflitto eterno."
Ho appena letto questo articolo, dove in una porzione di testo (non
integrale) la parola Dylan viene utilizzata ben dieci volte su un totale
di 234 parole, compresi due link di wikipedia. Eppure per te va bene. A
questo punto mi pare evidente che tu mi abbia preso di mira, perché sono
un personaggio scomodo e perché ho il coraggio di dirti le cose in
faccia, senza giri di parole. Ma che stiamo in un film di Alberto Sordi?
O su un blog dedicato a qualche cantante vicino alla Democrazia
Cristiana? E' forse uno spettacolo del premio Oscar Benigni, il paladino
del Partito Democratico?
"Cammini nella stanza
con la tua matita in mano
vedi qualcuno nudo
e dici "Chi è quell'uomo?"
provi in tutti i modi ma
non capisci proprio
quello che stai dicendo
quando torni a casa
Perché qui sta succedendo qualcosa
ma tu non sai cos'è
vero, Mr. Tamburellone tamburino tamburante!
Firmato Mr. REBOT1984
Non penserai mica che mi
scrivo le mail da solo spero!!! :o((((((((((((((((((((((((((((
Mr.Tambourine, :o)
Mister tamburino, alùra, cóme ala? Mé g’ho mai parlàt, ma lasem dì ‘na
roba: per mé töte le mail che t’han mandàt ègnen mia da l’inteligensa
artificiale. Adès basta però! La menèstra rescaldada la sènt de föm. Da
mia de mangià ai troll, su osti, fa l’brao!
Leo
Pota Leo, cosa
suggerisci, di eliminare la
Talkin'?
Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)
Martedì 12 Dicembre 2023
Talkin' 12201
- mr.tambourine
Oggetto: Mixed up confusion
Carissimi amici dylaniani, dylanologi, dylanisti e dylaniati, un saluto
a tutti e tutte, ma sopprattutto uno speciale ringraziamento a
Mr.Tambourine che da ben 15 anni, cioè da quando Michele Murino ha
deciso di passare la mano, malgrado non ci sia più niente da dire perchè
tutto e il contrario di tutto è stato già detto e malgrado ormai da anni
le novità siano sempre più rare, continua a gestire il sito con grande
professionalità, zelo e sopprattutto pazienza, dando la possibilità a
tutti di esprimere le loro idee, convinzioni, credenze, pensieri,
asserzioni, ma anche le loro invettive, critiche, perplessità,
correzioni, disapprovazioni.
Eccoci qui, nemmeno te ne accorgi ed é
già Natale. Splendeva il sole fino a ieri e oggi nevica. Già stiamo
pensando ai regali da mettere sotto l’albero, oggetti che nessuno userà
e che verranno messi in disparte in attesa di essere riciclati. Il nuovo
anno è alle porte, ma dopo un epidemia e due guerre é difficile sperare
in qualcosa di meglio. Il nostro amato pianeta sembra essere sempre più
aggrovigliato nella follia. E così, mentre il mondo gira al contrario (
https://it.wikipedia.org/wiki/Roberto_Vannacci ) e tutto si fa più
confuso e incerto, noi ci stringiamo attorno al nostro Bob come a un
vecchio amico che, nonostante il tempo e gli acciacchi, ci regala ancora
emozioni. Dopo un anno di concerti in giro per l'Europa e per il vasto
mondo, il Rough and Roudy Ways Word Wide Tour sta per finire, ma il
Maestro ci ha insegnato a non mollare mai, anche quando le primavere
pesano come un'elefante con lo zaino. Eh sì, si può dire che siamo tutti
invecchiati, ma Dylan è come il vino, no? Meglio con gli anni. Time is a
jet plane diceva il menestrello, il tempo vola: eri nel pieno della
giovinezza con i cassetti pieni di sogni e ti trovi in un battibaleno
vecchio e inaridito, senza passioni, entusiasmi, slanci, impeti, ardori.
Ma, come diceva Nietzsche (
https://it.wikipedia.org/wiki/Friedrich_Nietzsche ): “La cattiva
notizia è che il tempo vola. La buona notizia è che tu sei il pilota.” E
quindi chissà cosa ci riserverà il nuovo anno? Al di là dei rumors (a
cui non si può dare retta finché non vengono confermati da
bobdylan.com), non possiamo certo sapere cosa sta bollendo in pentola,
possiamo solo immaginare con la nostra fantasia le sorprese che ci
riserverà. Ognuno di noi è un’entità unica e quindi tutti abbiamo la
nostra personale idea di Dylan, ma stiamone sicuri, nessuno verrà
accontentato, perché Bob ama spiazzarci sempre e lo farà anche da sotto
una lapide di marmo. Tutto può accadere, magari un tour in Africa o un
nuovo Blonde on Blonde, di certo qualcosa succederà, ma cosa? Ah,
saperlo! Io però dubito che Bob nelle condizioni in cui si trova ora
possa regalarci un altro disco di canzoni originali, perchè la sua musa
(
https://it.wikipedia.org/wiki/Muse_(divinità) ) e le sue capacità di
innovazione si sono esaurite. È forse la fine di un'era gloriosa, le sue
ultime canzoni hanno perso la rabbia della protesta. Potrà forse al
limite tirare a campare per qualche mese con i concerti nei teatrini, ma
la stanchezza gli si legge sul volto, le gambe trabballano, le mani
rigide per l’artrite sbagliano i tasti del pianoforte e la voce si fa
sempre più debole. Mi sembra di percepire un velo di tristezza in lui,
come se il nostro Dylan avesse smarrito la strada.
E poi diciamolo, chissà nel mondo quanti altri artisti hanno avuto
altrettanto talento senza però riuscire ad emergere, ma lui ha avuto la
fortuna di trovarsi nel punto giusto al momento giusto e questo gli ha
permesso di avere una carriera stellare, con al suo attivo centinaia di
canzoni, fra cui decine di successi strepitosi come Blowing in the Wind
e Hurricane, spesso coverizzate da artisti illustri, in versioni anche
migliori degli originali, come nel caso di Knockin on Heavens Door dei
Guns and Roses, o Mr. Tambourine man dei Byrds. Questo per dire che,
dopo un passato così glorioso, è tempo che il nostro Maestro si metta in
pensione e possa godersi il meritato riposo. Sarebbe egoistico e
irrazionale da parte nostra pretendere da lui di essere lo stesso di un
tempo. Il 2024 potrebbe essere quindi l’anno dell’addio alle scene,
magari ci sarà un ultimo grande concerto, magari un concerto tutto con
chitarra e armonica… chi può dirlo. Sperare comunque è lecito, come
diceva Leopardi (
https://it.wikipedia.org/wiki/Giacomo_Leopardi ) “La speranza è come
il sole, quando le nuvole svaniscono, compare un nuovo giorno”.
Ciò che è sicuro è che Sony e lo staff di
Bob continueranno a speculare senza ritegno con edizioni inutili di
dischi riassuntivi e già parzialmente pubblicati in passato a costi
proibitivi. "Business is business" (
https://it.wikipedia.org/wiki/Sony_Music ) ma adesso stiamo
veramente esagerando: a forza di grattare al barile non rimarrà neanche
il fondo. Perché dobbiamo continuare a subire queste versioni
alternative delle sue canzoni? Le conosco già tutte, quindi perché
dovrei spendere anche solo un centesimo in più? Queste ristampe e
versioni presunte inedite sembrano solo un escamotage delle case
discografiche per spillarci soldi, dindi, sghei, palanche, grana,
quattrini. Io onestamente di una canzone preferisco una singola versione
ben fatta piuttosto che un centinaio di varianti buttate lì a caso.
Dicono che siano inedite, ma a me sembrano solo una specie di riciclo di
materiale già pubblicato, come questa nuova tanto decantata Blowing in
the Wind, su vinile incastonato di diamanti ultramegagalattici, che non
si capisce se sia davvero una registrazione fresca o solo un artificio
digitale. Siamo alla follia totale! Ultimamente, mi domando sempre di
più sull'interesse dietro queste versioni alternative e ristampe. Mi
chiedo chi può essere interessato a sborsare tanti soldi per riedizioni
di brani già noti, sentiti e risentiti migliaia di volte in tutte le
salse. Per me rimane un enigma avvolto nel mistero. Oggigiorno ormai
tutti i concerti vengono registrati, li vogliamo pubblicare tutti? Non
mi basterebbero i giorni che mi rimangono da vivere per ascoltare tutto.
A che pro poi? Nella vita ci sono altre priorità, soprattutto quando i
capelli imbiancano. O magari, se Bob non sarà più in grado di esibirsi
sul palco, dopo Shadow Kingdom (
https://nonciclopedia.org/wiki/Cacata ) pubblicheranno sulle pay tv
a pagamento qualche altra carrellata di greatest hits di concerti che
non sono veri concerti, con musicisti che non sono veri musicisti, che
in realtà sono dei quasi/film, dei prodotti televisivi veri e propri
realizzati con tutte le moderne tecniche cinematografiche, qualcosa di
molto lontano dal genuino spirito di Bob. Oppure magari pubblicheranno
qualche nuovo libro di 900 pagine con le foto di Bob sul vasino e sul
seggiolone, per la modica cifra di 300 dollari. O forse, dopo la
disdicevole, vergognosa, biasimevole, indecorosa, indegna, inopportuna,
sconveniente vicenda degli autografi falsi, pubblicheranno una nuova
raccolta fotografica dei capolavori pittorici di Bob realizzati con la
fotocopiatrice e i pennarelli colorati Carioca. Mah… lasciatemi dire che
sono veramente perplesso.
Per non parlare degli atteggiamenti da
rockstar paranoica che caratterizzano Dylan in maniera sempre più
invasiva. Forse Bob recita a fare il timido, l' insicuro, lo sciocco, lo
sbruffone, lo svitato, ma deve rendersi conto che così facendo non
risulta una persona gradevole alla gente, come diceva Pirandello (
https://nonciclopedia.org/wiki/Luigi_Pirandello ) “era un uomo così
antipatico che dopo la sua morte i parenti chiesero il bis.”
O forse è davvero un asperger ed è per
quello che sta sul cazzo a tutti (
https://it.wikipedia.org/wiki/Greta_Thunberg ), ma anche se così
fosse Bob non si troverebbe in cattiva compagnia dato che la lista
comprende personaggi come Elon Musk, Steve Jobs, Milei, Jack lo
Squartatore, Pipino il Breve, Elodie, Vallanzasca, Caligola e Salvini.
Non credo sia un reato di lesa Maestà far notare come certi suoi
atteggiamenti siano irrispettosi del pubblico che spende fior di
quattrini per andare a vederlo. Sinceramente non capisco perchè un
artista faccia fatica a salutare e ringraziare il suo pubblico, non
capisco perchè uno come lui con più di 500 canzoni nel suo taccuino da
taschino (alcune belle e alcune mediocri) si ostini ormai da anni a
boffonchiare sempre la stessa stantia sequenza di brani sconosciuti ai
più, nascondendosi al buio dietro a un pianoforte, accompagnato dai
soliti musicanti da “cowboy band”, non capisco perchè si esibì per un
sacco di tempo dando le spalle alla gente e con gli occhiali scuri (
https://it.wikipedia.org/wiki/Ray-Ban ), non capisco perché insulta
i fans che gli chiedono l’autografo, non capisco perché non rivolge la
parola ai suoi musicisti, non capisco perché non si lavi la mattina e
tenga il contante negli stivali, non capisco perché abbia venduto i
diritti delle sue canzoni alle multinazionali della Coca Cola, non
capisco perchè non voglia usare gli schermi giganti, non capisco il
vietare l'uso dei telefonini e l'assoluto divieto di fare fotografie
anche ai fotografi professionisti.O forse ai suoi fans piace così, ma
come diceva Sofia Urista, più gli pipi in testa, più ti adorano”.
(
https://www.true-news.it/facts/chi-e-sophia-urista-la-cantante-che-ha-urinato-sulla-faccia-di-un-fan-al-concerto
).
Non vorrei che tu fraintendessi, essere
sinceri non vuol dire disprezzare. Io amo Dylan, adoro le sue canzoni
migliori, ma sopprattutto non vorrei apparire come uno di quei Dotti
Medici e Sapienti che hanno la presunzione di capire il vero Dylan senza
la maschera, ma da accanito fan credo anche che, dopo tutti questi anni,
diventa quasi criminale non ammettere le debolezze di Bob.
Ma in fondo Dylan è sempre stato così, un groviglio di cose bizzarre, un
misterioso pozzo senza fondo, facciamocene una ragione. Come diceva
Cadorna "laissez faire, laissez passè”. Dylan è Dylan e basta, che altro
è necessario sapere? Dylan lo si può gustare in tutte le salse, in tutte
le sue sfaccettature, nei suoi alti e nei suoi bassi. Nessuno di noi
arriverà mai a descrivere Dylan. Come diceva Dylan, stanno per calare le
ombre, ma non è ancora buio del tutto (
https://it.wikipedia.org/wiki/Lampada_a_LED ). Quindi godiamocelo
senza litigare il nostro Bob, finchè c’è perché sicuramente il nostro
Vate riuscirà ancora a stupirci con ancora qualcosa da discutere,
commentare, criticare, odiare, lodare, magnificare. Dylan è una
leggenda, un mito, un profeta, qualcosa di irraggiungibile, un Genio che
non smette di sfuggire a ogni definizione, un viandante solitario tra le
note del destino, un poeta errante tra le pieghe del tempo. Noi invece
siamo solo omuncoli, roba piccola, destinati a vagare nelle terre
dylaniane. La vita è come una trincea, e forse Dylan sta solo cercando
di sopravvivere a questo conflitto eterno. Lasciamoci guidare da lui
attraverso il caos del mondo, attraverso questo labirinto di incertezze,
attraverso questa selva oscura (
https://it.wikipedia.org/wiki/Vagina ). Restiamo degli umili
dylaniani e idealmente abbracciamoci tutti sulle note del suo più grande
capolavoro: I’ll Remeber You (la versione originale ovviamente), in modo
che lui capisca che non lo scorderemo mai. Mr.Tambourine, :o)
Vedo che ti sei preso
licenza di usare il mio nikename, ma va bene perchè hai scritto tutte
cose che anch'io dico e scrivo da molto tempo. Alla prossima,
Mr.Tambourine, :o), quello "originale".
Oggetto: A proposito del racconto I'm Non
There - la misteriosa scomparsa di Non "Ettore" Dylan
In realtà si tratta di un racconto di
fantasia, seguendo l'esempio del 2007 con il film direto da Told Haynes.
E' solo una coincdenza che sia basto su un personaggio che ricorda
Dylan. Mi sa che non hai letto bene la storia, perché si parla di un
artista che dopo l'incidente decide di ritiarsi e che torna solo con un
album postumo nel 1996. Quindi diciamo che se nella prima parte potrebbe
anche sembrare il nostro Dylan, nella seconda appare eviente che la
storia avvenga in un mondo parallelo, nel quale questo artista non ha
più pubblicato nulla. Quindi niente Self Portrait, ma soprattutto niente
Blood on the track, Infidel, Desire e Oh, Merci. Saltiamo direttamente
dal 1966 al 1996. Per capirci, la storia è ispirata a Rimbaud e a Jeff
Buckley, più che al vero Dylan.
Adesso è tutto chiaro caro
Vittorio, grazie della spiegazione, alla prossima, Mr.Tambourine, :o)
Lunedì 11 Dicembre 2023
Talkin' 12199
- fogazzaris
Oggetto: Non chiamarmi cracker, chiamami
Mr. ReBOT 1984
Bob Dylan: nelle sue canzoni misteriosi messaggi criptati a tema
esoterico
Bob Dylan, di recente insignito con il premio Nobel per la letteratura,
nel 1966 cantava che per "Per vivere fuori dalla legge bisogna essere
onesti". Personaggio fuori dagli schemi, quanto anomalo, il cantautore
statunitense è passato alla storia per via dei suoi testi, visionari,
esoterici e spesso criptici. Appassionato di tarocchi e giochi di carte
in generale, ha più volte inserito nelle sue canzoni messaggi criptati
che secondo alcune teorie costituirebbero dei poemi segreti con
significati ben precisi e congegnati, per un disegno Divino. Il suo
interesse per le filosofie esoteriche è evidente anche per quanto
riguarda le esibizioni live, e in molti ricordano di quando in tour
suonava con alle spalle l’occhio onnisciente di Horus.
Il legame di Bob Dylan con l'esoterismo è stato oggetto di interesse e
speculazioni da parte dei fan e degli osservatori nel corso degli anni.
La sua carriera, caratterizzata da continui cambiamenti ed evoluzioni
artistiche, ha visto Dylan toccare diverse tematiche, inclusi elementi
esoterici e simbolismi misteriosi. Durante alcune delle sue esibizioni
dal vivo, Dylan è stato noto per includere simboli e immagini
esoteriche, tra cui la gigantografia raffigurante l'occhio onnisciente
di Horus. L'occhio di Horus è un antico simbolo egizio associato alla
protezione, alla guarigione e all'illuminazione. Spesso rappresentato
come un occhio umano stilizzato, l'occhio di Horus è anche connesso a
significati esoterici e spirituali. L'uso di simboli esoterici nelle
esibizioni live di Dylan potrebbe essere interpretato in vari modi. Da
un lato, potrebbe essere visto come un elemento scenico e visuale
aggiunto per arricchire l'esperienza dello spettacolo. D'altra parte,
alcuni fan e critici hanno cercato di interpretare questi simboli nel
contesto più ampio della poetica e delle influenze di Dylan. È
importante notare che Dylan ha spesso resistito a spiegare
dettagliatamente il significato dei suoi simboli e testi, lasciando che
siano gli ascoltatori a trarre le proprie conclusioni. La sua ambiguità
e la sua propensione a evitare spiegazioni dirette contribuiscono al
fascino e al mistero che circondano la sua figura e la sua musica.
L'inclusione dell'occhio onnisciente di Horus potrebbe essere collegata
alle molteplici influenze di Dylan, che spaziano dalla letteratura alla
filosofia, dall'esoterismo alla cultura popolare. La sua carriera è
stata caratterizzata da una continua ricerca di significati più profondi
e da una narrativa che ha attraversato molte dimensioni della vita e
della spiritualità.
Per quanto riguarda i tarocchi, questi sono un mazzo di carte
divinatorie con radici nell'antica tradizione italiana. Dylan, in alcune
fasi della sua carriera, ha dimostrato interesse per l'occulto e il
simbolismo, e alcune delle sue canzoni possono essere interpretate in
chiave esoterica. Tuttavia, è importante notare che le interpretazioni
di questi simboli possono variare notevolmente e spesso dipendono
dall'interpretazione personale di chi ascolta.
La cabala ebraica è un sistema di interpretazione esoterica della Bibbia
ebraica, che coinvolge la comprensione di simboli e numeri. Dylan ha
esplorato temi biblici nelle sue canzoni e il suo interesse per la
cabala potrebbe riflettersi in alcune delle sue scelte di testi e
simboli. Tuttavia, è fondamentale sottolineare che l'interpretazione di
testi biblici è un terreno complesso e suscettibile di molte
interpretazioni.
Quanto al riferimento a "Changing of the Guards", la canzone contenuta
nell'album "Street-Legal" del 1978, è stata oggetto di diverse
interpretazioni. Alcuni ritengono che il testo sia collegato a un
presunto poema segreto noto come il "Poema della Regina di Saba". Questo
presunto poema è spesso associato a teorie della cospirazione e all'idea
che Dylan stesse comunicando messaggi criptati attraverso le sue
canzoni. La Regina di Saba, secondo la tradizione biblica, fu una regina
di un antico regno, probabilmente situato nell'attuale Yemen o Etiopia,
che visitò il re Salomone portandogli doni.
Tuttavia, l'esistenza di un "Poema della Regina di Saba" nel contesto
delle opere di Dylan può essere oggetto di speculazioni e
interpretazioni divergenti. "Isis" (1976): Questa canzone, inclusa
nell'album "Desire," è una narrazione epica che incorpora elementi di
mitologia e simbolismo. La figura di Isis è associata alla mitologia
egizia, ma Dylan la utilizza in modo poetico, mescolandola con temi di
amore, perdita e ricerca. Il testo è ricco di simbolismi e riferimenti
esoterici, offrendo uno spazio aperto a diverse interpretazioni.
"Black Diamond Bay" (1976): Ancora da "Desire," questa canzone racconta
diverse storie ambientate in luoghi esotici, incluso un riferimento a
una regina africana. La canzone è un collage di personaggi e situazioni,
con una narrativa che incorpora elementi di suspense e mistero.
"Jokerman" (1983): Appartenente all'album "Infidels," "Jokerman" è un
brano complesso con testi che offrono spazio a interpretazioni
esoteriche. Il personaggio del "Jokerman" stesso può essere visto come
una figura misteriosa e simbolica.
Va notato che Dylan è noto per la sua ambiguità e riluttanza a spiegare
dettagliatamente il significato dei suoi testi. Questo lascia ampio
spazio per interpretazioni personali e teorie da parte degli
ascoltatori, contribuendo al fascino duraturo delle sue canzoni.
L'interesse di Bob Dylan per simboli esoterici e filosofie mistiche è un
aspetto noto della sua personalità e della sua arte. Tuttavia, la natura
specifica di interpretazioni come il "Poema della Regina di Saba" rimane
aperta a diverse letture e potrebbe dipendere in gran parte dalla
prospettiva personale di chi esplora tali temi.
PS: Mr.Tamburone, non ti consento di darmi dell'hacker o peggio del
cracker.
Chiamami Mr. ReBOT1984 come se fossi un novello Ismaele, disperso tra le
onde del weberman!!!!!!!
Ti chiamo come
vuoi, non c'è problema. Grazie per il tuo scritto ma permettimi un
appunto, hai citato lo stesso argomento per ben 14 volte, non ti sembra
eccessivo? Sotto ho ricopiato alcuni pezzetti di frasi dove ripeti la
stessa parola. Alla prossima, Mr.Tamburone, come mi hai chiamato tu, :o)
messaggi criptati a tema esoterico
suoi testi, visionari, esoterici
per le filosofie esoteriche
Dylan con l'esoterismo
inclusi elementi esoterici
includere simboli e immagini esoteriche
connesso a significati esoterici
. L'uso di simboli esoterici
alla filosofia, dall'esoterismo
interpretate in chiave esoterica
un sistema di interpretazione esoterica
simbolismi e riferimenti esoterici
interpretazioni esoteriche
per simboli esoterici
“Now and then” dei Beatles? Non è così
inedita
clicca qui
Sabato 9 Dicembre 2023
Talkin' 12198
- Romano Goria
Oggetto: Qualche considerazione
Mi spiace che ti sia offeso,
Mr.Tambourine, non era mia intenzione. Innanzi tutto non capisco cosa ti
sorprenda, è molto semplice: si tratta di una coincidenza, catestef mica
è un nomignolo brevettato, chiunque può venire soprannominato catestef
dagli amici o dai parenti, io conosco tanti catestef. Ma se proprio
vogliamo essere puntigliosi io sono del '62 e sono sempre stato chiamato
così in casa. Anzi, per essere più precisi, già i miei bisnonni negli
anni '20 manifestarono il desiderio di avere un catestef fra i loro
discendenti. Questo per dire che nella mia famiglia si parla di catestef
da più di 100 anni. Dubito che Stefano possa vantare un diritto analogo.
Come dire che Federico Barbarossa fa causa a Luca perché gli ha rubato
il nome d'arte. Comunque io volevo solo sottolineare che servirebbero
cose un pò più tecniche, un pò più di sostanza, poi va bene tutto, anche
farsi quattro risate. E soprattutto non intendevo denigrare gli scritti,
sempre molto interessanti, di Dario, ci mancherebbe, però non ci possono
essere solo quelli. Ecco, spero che tu mi abbia capito.
Son certo che non
volevi offendere nessuno caro Romano Goria "catestef" ma non sono certo di averti capito, ma va bene lo stesso,
ma come fai a sapere che catestef si chiama Stefano di nome, sai per
caso anche il cognome? Comunque, ribadisco
ancora una volta, la "Talkin'"
è la rubrica dei lettori, la voce dei lettori, il pensiero dei lettori,
ed io, per dovere di cronaca, come da anni faccio, pubblico ciò che
scrivete voi. Però non trovo giusto che mi si addossi la colpa per
le pochezze o le banalità che mi mandate, chi dovrebbe cambiare strada
non sono io. Magari
un giorno Stefano Catena "catestef" originale ci farà sapere cosa ne pensa in
proposito. Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)
I’m not There - La misteriosa
scomparsa di Bob “Ettore” Dylan
Liberamente ispirato alla pellicola di Todd Haynes del 2007
Era luglio del 1966, un'estate di quelle che fanno ardere l’asfalto e i
cuori, quando Bob Dylan e sua moglie Sara Lowndes decisero di prendere
la strada a bordo della sua storica Triumph T100. Un viaggio a due, tra
le lunghe strade d'asfalto che tagliavano la campagna americana, con il
sole alto nel cielo e il vento che carezzava i loro volti. Il viaggio
sembrava promettere la tranquillità di una vacanza, lontano dai
riflettori e dalla frenesia che accompagnava la carriera di Dylan. La
moto ruggiva sotto di loro, un suono liberatorio che faceva dimenticare
i pensieri e le preoccupazioni. Ma quella giornata doveva cambiare
tutto.
Il destino, a volte, prende strade misteriose e inattese. Mentre
percorrevano una strada apparentemente ordinaria, il rumore di uno
pneumatico che si squarciò improvviso come un colpo di pistola ruppe il
suono del motore. La moto iniziò a scivolare su una striscia d'asfalto
bollente, e il destino di Bob Dylan si trasformò in un groviglio di
metallo e dolore.
L'incidente non fu solo un momento di svolta nella vita di Dylan, ma
segnò la fine di una fase della sua carriera. Fratturato e dolorante, si
ritirò dalle luci della ribalta e si nascose al mondo. Le voci
circolarono, ma nessuno sapeva davvero cosa fosse successo a lui. Era
sparito come una nota musicale smorzata prima del ritornello. Le
speculazioni su dove si fosse diretto Dylan crebbero come erbacce
selvatiche. Alcuni sostenevano che si fosse trasferito in Corsica, dove
allevava ovini tra le colline e il profumo di mare. Altri giuravano che
l'avesse visto in Medio Oriente, seguendo le orme del suo poeta
preferito, Arthur Rimbaud. C'erano quelli che giuravano di averlo
intravisto tra le terre affascinanti dell'Africa, lontano dalle luci
accecanti della celebrità.
Il mistero intorno a Dylan divenne quasi un'opera d'arte in sé. Le
teorie si mescolavano, il cantante diventò una figura mitologica che
vagava per il mondo, sfuggendo alla nostra comprensione come un romanzo
di cui abbiamo perso le ultime pagine. Forse stava cercando un luogo di
pace, lontano dai riflettori accecanti che lo avevano accompagnato per
così tanto tempo. Nessuna intervista, nessun nuovo album, nessuna
comparsa pubblica. Dylan sembrava essersi sciolto nel tessuto del tempo,
diventando un enigma, un'icona che esisteva solo nei ricordi della sua
musica e nelle parole di chi ne era stato influenzato. Il suo impatto,
tuttavia, non si sciolse come lui. La sua musica continuò a diffondersi
come un fuoco che brucia sotto la cenere. Le generazioni successive di
musicisti, registi cinematografici e scrittori furono toccati dalla sua
arte, anche se la sua figura fisica sembrava essere scomparsa per
sempre. E così, tra il mistero di un incidente motociclistico e le
speculazioni su un Dylan trasformato, la storia del musicista americano
divenne un racconto di fantasia. Una storia in cui il profeta della
protesta si dissolve nella nebbia dell'ignoto, diventando un mito senza
tempo. E mentre il suo destino rimane avvolto nel mistero, la sua musica
continua a suonare, come il lamento di un’armonica persa nel vento.
Finché nel 1996 Dylan riappare, attraverso la pubblicazione di un
vecchio disco, probabilmente apocrifo, forse inciso in gran segreto,
forse si tratta di un falso. Eppure la notizia farà il giro del mondo.
Potrebbe essere il capolavoro perduto. I'm not there. Potrebbe essere la
notizia che tutti i vecchi appassionati di musica aspettavano da quasi
20 anni. Il disco sta per uscire e si crea grande aspettativa, anche a
causa della promozione realizzata dall’ etichetta Sony Columbia che
deteneva i diritti sulla musica del menestrello del Minnesota.
Il misterioso ritorno sulla scena: il capolavoro perduto e in seguito
ritrovato
Il 1996 portò con sé una sorpresa che scosse il mondo della musica e
riaccese la fiamma dell'entusiasmo tra i vecchi appassionati di Bob
Dylan. Dopo quasi due decenni di silenzio e mistero, circolò la notizia
che un vecchio disco, forse apocrifo, forse inciso in gran segreto,
stava per vedere la luce. Il nome dell'album? "I'm Not There." La
notizia fece rapidamente il giro del mondo, scatenando un'ondata di
anticipazione e speculazioni. Potrebbe essere il capolavoro perduto, il
Santo Graal della musica che tutti i fan di Dylan avevano atteso per
quasi 20 anni. La storia di un artista così leggendario sembrava
trascendere la realtà stessa, assumendo le sfumature di un racconto
epico.
Le domande e le congetture affollarono le menti degli appassionati. Come
poteva Dylan, il misterioso, il profeta che si era dileguato nel nulla,
riapparire in questo modo? Si trattava di un falso, di un inganno
orchestrato per qualche oscuro motivo? O forse, era davvero lui,
emergente dall'ombra del suo lungo silenzio?
Columbia Records, che deteneva i diritti sulla vasta discografia di
Dylan, alimentò l'aspettativa attraverso una campagna di promozione
senza precedenti. Il ritorno di Dylan doveva essere un evento epocale,
un punto di svolta nella storia della musica. Le immagini dell'artista,
sfocate e avvolte nella nebbia della sua stessa leggenda, comparvero sui
manifesti e nelle pubblicità, alimentando il mistero che circondava il
suo ritorno. L'album "I'm Not There" era una raccolta di brani che
sembravano appartenere a epoche diverse, una sorta di viaggio attraverso
il tempo e lo spazio musicale di Dylan. Alcuni brani sembravano
provenire direttamente dagli anni '60, con il suono folk distintivo e le
liriche sferzanti. Altri sembravano appartenere a un'epoca più recente,
con influenze rock e blues più pronunciate. Era come se Dylan avesse
raccolto frammenti del suo passato e del presente, tessendo un collage
sonoro unico. La verità dietro "I'm Not There" rimase un mistero. Alcuni
sostenevano che fosse un capolavoro autentico, una testimonianza della
genialità di Dylan che aveva resistito alla prova del tempo. Altri, più
scettici, avanzavano l'ipotesi che fosse un abile falso, un album creato
ad arte per riaccese l'interesse nei confronti del cantautore.
Indipendentemente dalla sua autenticità, "I'm Not There" suscitò una
fervente reazione tra i fan di Dylan e il pubblico in generale. Le
vendite schizzarono alle stelle, e le discussioni su questo misterioso
ritorno divennero il tema principale nelle riviste musicali, nelle
conversazioni tra appassionati e nelle trasmissioni radiofoniche.
L'album, fosse esso reale o frutto di un ingegnoso inganno, segnò
comunque una sorta di rinascita nella carriera di Dylan. La sua
influenza continuò a riverberare attraverso il tempo, influenzando nuove
generazioni di artisti e consolidando il suo status di icona della
musica americana.
E così, nel 1996, Dylan ritornò sotto i riflettori con un enigmatico
sorriso, rimanendo fedele al suo ruolo di menestrello, di profeta, di
eterna e indecifrabile leggenda.
Caro Vittorino, grazie
per il tuo piacevole scritto. Però ho notato una imprecisione, quando
Dylan ebbe l'incidente in moto (sempre che sia vero) era in moto da solo
e Sara lo seguiva in automobile. Stavano tornando a casa dopo essere
andati a trovare il manager Albert Grossman a West Saugerties, nei
pressi di Woodstock.
L'episodio è uno dei tanti avvolti nel mistero del rock e nessuno sa
davvero cosa lo causò, o se avvenne davvero (Jerry Garcia disse che fu
solo una montatura per permettere a Bob di disintossicarsi). L'incidente non è mai stato
registrato da alcuna parte, nessuna ambulanza è mai stata chiamata sul
luogo dell'avvenimento e l'incertezza della scena, all'epoca, fece
girare voci su possibili danni cerebrali.
L'unica cosa certa è che l'incidente, o il presunto tale, diede a Dylan
la possibilità di cancellare i suoi impegni e staccare la spina per un
pò. Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)
Venerdì 8 Dicembre 2023
Talkin' 12196
- vittorinooliva
Coincidenza o profezia: quando la
storia incrocia il percorso artistico dylaniano
1962. Crisi missilistica di Cuba, chiamata anche crisi di ottobre. Fu
uno stato di grave tensione politica e diplomatica tra Stati Uniti
d'America e Unione Sovietica, occasionato dal dispiegamento di missili
balistici sovietici in territorio cubano. L'episodio, avvenuto durante
la presidenza Kennedy, fu uno dei momenti più critici della guerra
fredda e più a rischio di innesco di un conflitto nucleare.
Il 19 marzo 1962 Bob Dylan pubblica il suo eponimo album. Sempre durante
il 1962 Dylan scrive e incide le canzoni che andranno a comporre il suo
secondo lavoro in studio "The Freewheelin' Bob Dylan", pubblicato l'anno
seguente.
Agosto 1964: incidente del golfo del Tonchino. Episodio avvenuto durante
la guerra del Vietnam nel golfo del Tonchino il 2 agosto 1964, avente ad
oggetto il susseguirsi di uno scontro aeronavale tra un
cacciatorpediniere statunitense ed alcune motosiluranti nordvietnamite.
Tale avvenimento intensificherà la guerra del Vietnam, iniziata nel
1955, che avrà termine dopo vent'anni.
1975: Fine della guerra del Vietnam. Bob Dylan dà alle stampe uno dei
suoi capolavori, "Blood on the Tracks".
Cina, 1966. Il 16 maggio il presidente Mao Tse-tung proclama la
Rivoluzione culturale. Nella stessa data Bob Dylan pubblica il doppio
album "Blonde on Blonde".
Gennaio 1976: Dylan pubblica "Desire". Il disco contiene la misteriosa
canzone intitolata Isis.
Nel 2013 nasce l'organizzazione terroristica denominata appunto ISIS.
9 novembre 1989. Caduta del muro di Berlino. Tale avvenimento storico
sarà fondamentale anche per quanto riguarda la fine della Guerra fredda,
iniziata nel 1947 e terminata nel 1991.
Bob Dylan pubblica il suo 26esimo lavoro in studio intitolato "Oh
Mercy". La copertina dell'album raffigura un murales di Manhattan,
realizzato dall'artista Trotsky. Il tema del murale rappresenta una
scena di ballo con una donna e un uomo vestiti in modo elegante e
assorti nella danza.
11 settembre 2001: attentato alle Torri Gemelle di New York, da parte
del gruppo terroristico di Al Qaida. Nello stesso giorno Dylan dava alle
stampe il 31esimo disco "Love and Theft".
Significati attribuiti al numero 11 (numerologia)
Nella Cabala ebraica (Qabbaláh) il numero undici corrisponde alla
lettera kaf (K o CH), rappresentazione della corona e della
realizzazione. Nel Cristianesimo 11 è il numero degli apostoli rimasti
prima della Passione, Morte e Risurrezione di Gesù, e che potrebbe
assumere il significato esoterico di un imminente evento, cambiamento.
Significato del numero 31 nella Bibbia
Il numero 31 nella Bibbia, composto dai numeri 3 e 1. Il numero 3
rappresenta il numero della verità, lealtà e giustizia, mentre il numero
1 rappresenta l' unità. Ora, tali significati indicano che 31 potrebbe
rappresentare tutto ciò che cerca di essere giusto secondo la parola del
Signore e anche sentire stessi con il corpo di Dio.
Grazie Vittorino, alla
prossima, Mr.Tambourine, :o)
Bruce Springsteen - The Wild, the
Innocent & the E Street Shuffle - di Dario Greco
clicca qui
Giovedì 7 Dicembre 2023
Talkin' 12195
- Romano Goria
Oggetto: Solo il mio modesto parere
Devo dirti che sono un pò sorpreso
dall’andamento del sito in questi ultimi mesi. E’ mai possibile che sul
più bel sito dedicato a Bob Dylan si debbano ormai leggere solo le
scemenze di un tizio che continua a cambiar nome (perlomeno se ho ben
capito) e in risposta le assurdità di un Miscio schizofrenico che si
finge doppio? Per non parlare dei continui articoli di Dario e
soprattutto di quei racconti demenziali, chiaramente scritti con la AI,
che stai pubblicando ultimamente. C’è un limite, va bene una risata ogni
tanto, ma il troppo stroppia. Caspita, c’ho centinaia e centinaia di
live e di ognuno di essi si potrebbe parlare all’infinito. E’ uscito uno
stupendo Complete Budokan, Dylan continua a fare concerti strepitosi, si
parla di un nuovo disco in studio… eddai!
Devo dirti che anch'io
sono un pò sorpreso dal nome che usi nel tuo indirizzo e-mail
(c......f@mail.com), ma non voglio fare commenti. Io pubblico quello che
mi scrivete voi e se mi scrivete scemenze quelli che devono cambiare
strada siete voi e non io. Per quanto riguarda Dario tanto di cappello a
lui, è una persona che è capace di usare le parole in un modo
intelligente ed elegante e non scrive mai scemenze, ma solo cose che
riguardano per la maggior parte delle volte Bob Dylan ed i suoi albums.
Vorrei averne una ventina di amici che scrivono al sito con la sua
costanza.
Trovo sia una cosa
banale parlare di un disco all' infinito perchè si finirebbe
inevitabilmente di sfiorare l'assurdo, un disco di Dylan, per quanto
bello e geniale, non è la Divina Commedia, non so se mi spiego.
Se non ti piace quello che leggi nel sito c'è sempre una soluzione a
questo problema, basta che registri un sito con un nome di tuo
piacimento e poi puoi scriverci tutto quello che a te sembra valga la
pena di pubblicare… eddai!
Bob Dylan: la voce ribelle di una
stagione irripetibile
Bob Dylan, il menestrello dai testi profondi e la voce unica, è come una
finestra aperta sulla storia e la cultura dell' America. Molti lo
definiscono il "profeta della generazione contro la guerra del Vietnam",
ma per me è semplicemente l'altra voce dell' America, un cantastorie che
canta le canzoni dell' anima del suo paese. Nato nel 1941 nel Minnesota,
Dylan è cresciuto con una chitarra in mano e una passione per la musica
folk. Fin da giovane, ha seguito le tracce del maestro Woody Guthrie, il
vagabondo della musica che ha plasmato la sua visione del mondo. Bob
Dylan è diventato il giovane poeta errante, con le sue canzoni che
raccontano storie di vita, amore, protesta e cambiamento.
Le sue parole sono diventate l' inno di un' intera generazione di
ribelli e rivoluzionari. Canzoni come "Blowin' in the Wind" sono
diventate l'inno della lotta per i diritti civili. Chi potrebbe
dimenticare quei versi semplici ma potenti che chiedono al vento quanto
tempo dovrà volare prima che sappiamo quante strade deve percorrere un
uomo? Questo non è solo un brano, è una dichiarazione di speranza e
desiderio di cambiamento.
"Masters of War" è un'altra traccia che ha scavato nel cuore della
protesta contro la guerra. Dylan, con la sua chitarra e la sua voce
ruvida, ha denunciato coloro che prendevano decisioni di vita e morte
seduti comodamente nei loro uffici. Il testo ha un amaro sarcasmo mentre
Dylan canta contro i "signori della guerra" che costruiscono le armi e
prendono decisioni che cambiano il corso della storia.
"A Hard Rain’s A Gonna Fall" è un racconto epico, un viaggio attraverso
una terra di sventure e sfide. Le parole di Dylan dipingono quadri
vividi e misteriosi, con immagini di guerre, di uomini che sanno che il
tempo sta per cambiare, e di una realtà che sta per colpire come una
pioggia battente. La canzone è come una poesia ambulante che si snoda
attraverso il panorama della vita.
"The times they are a-changin'" è diventata l'inno della controcultura
degli anni '60. La canzone è un appello all'apertura mentale, alla
consapevolezza che il mondo sta cambiando e che è necessario adattarsi.
La sua voce, carica di una certa solennità giovanile, trasmette un senso
di urgenza che si sente ancora oggi. Un atto a dir poco rivoluzionario.
Bob Dylan è più di un cantautore; è un cronista della sua epoca. La sua
musica è intrisa di poesia e significato, e ogni sua canzone è un
racconto che si srotola come le pagine di un libro di storia. La sua
voce, ruvida e impregnata di emozioni, cattura l'anima della America,
dai campi di cotone del sud alle strade polverose del Midwest. Dylan è
il cantastorie della mia generazione, un artista che ha fatto della sua
musica uno specchio della società che lo circonda. Le sue canzoni sono
come poesie moderne che parlano di speranza, protesta e cambiamento.
Dylan è un' icona, un uomo che ha scelto di alzare la voce quando il
mondo aveva bisogno di ascoltarlo. La sua musica è eterna, un regalo che
continua a dare attraverso le generazioni, e la sua voce resterà un
richiamo alle anime in cerca di significato nella melodia della vita.
La fama di Bob Dylan come "voce di una generazione" è ben meritata. Le
sue canzoni hanno captato il fermento sociale e politico degli anni '60,
diventando l' inno di un movimento di cambiamento. La sua abilità nel
leggere la Bibbia e incorporare temi religiosi nelle sue canzoni ha
aggiunto uno strato di profondità alle sue opere, trasformandolo in una
figura iconica della cultura contemporanea. La percezione di Dylan come
"profeta" che si flagella per i peccati dell' umanità è una metafora
intrigante. Dylan ha esplorato temi spirituali in molte delle sue
canzoni, talvolta affrontando le contraddizioni dell'umanità e della
società. Tuttavia, è essenziale riconoscere che queste interpretazioni
sono soggettive e possono variare a seconda della prospettiva di chi
ascolta. In definitiva, Bob Dylan rimane una figura unica e influente
nella storia della musica, le cui canzoni hanno attraversato epoche e
catturato l'essenza di momenti cruciali. La sua abilità nel riflettere e
anticipare i cambiamenti sociali ha contribuito a consolidare la sua
reputazione come un' icona musicale e culturale.
Bob Dylan, il Profeta della protesta e il suono della libertà
Bob Dylan è più di un cantante; è un' icona che ha segnato un' epoca con
la sua voce unica e le sue parole penetranti. Fin dagli esordi, Dylan si
è distinto come un ardente oppositore delle guerre e dei regimi
totalitari, trasformandosi in un faro per la protesta e i diritti
civili. Il suo ruolo di artista leader in questi movimenti ha ispirato
una generazione di musicisti e ha plasmato il panorama della musica e
dell'attivismo.
Dylan ha intrapreso il suo viaggio musicale negli anni '60, un' epoca di
fermento sociale e politico. In un periodo in cui le tensioni legate
alla guerra del Vietnam e ai diritti civili erano palpabili, le canzoni
di Dylan sono diventate l'inno di chi cercava una voce di protesta.
Brani come "Blowin' in the Wind" e "The Times They Are A-Changin'" sono
diventati inni di pace e speranza, trasmettendo il desiderio di un mondo
migliore. La sua posizione pacifista non si è limitata a parole stampate
su carta o note su uno spartito. Nel 1963, durante la celebre "March on
Washington for Jobs and Freedom", Dylan si esibì di fronte a centinaia
di migliaia di manifestanti, pronunciando il suo celebre discorso. La
sua voce, carica di emozioni e di impegno, era il riflesso del
sentimento di una generazione che chiedeva giustizia e uguaglianza.
Il tour del 1988 di Amnesty International ha rappresentato un altro
capitolo significativo nel coinvolgimento di Dylan nella lotta per i
diritti umani. Mentre si esibiva accanto ad altri artisti come Bruce
Springsteen, Sting e Tracy Chapman, Dylan ha continuato a incarnare
l'essenza della protesta. La canzone "Chimes of Freedom," uno dei suoi
cavalli di battaglia, divenne l'inno del tour, un inno di libertà che
risuonava nelle menti di coloro che lottavano contro le ingiustizie. La
sua influenza ha raggiunto ogni angolo della musica e ha ispirato
generazioni di artisti. Musicisti come Roger Waters, noto per il suo
impegno politico e sociale con i Pink Floyd, hanno citato Dylan come
fonte d'ispirazione. Bruce Springsteen, soprannominato "Il Boss" per la
sua forza e autenticità sul palco, ha affermato che Dylan è stato il suo
"maestro e il suo eroe." Anche Bono Vox degli U2 ha riconosciuto
l'impatto di Dylan sulla sua musica e il suo ruolo come guida nelle
lotte sociali. Ancora oggi, Dylan è una voce che rimbomba contro le
ingiustizie del mondo. Nel suo album "Modern Times" del 2006, ha
continuato a esprimere la sua critica nei confronti della società
moderna e delle sue contraddizioni. La sua musica è senza tempo, poiché
affronta temi universali che attraversano epoche e generazioni. Bob
Dylan è considerato un simbolo e un mito senza tempo. La sua capacità di
incanalare le speranze e le delusioni di un'intera generazione lo ha
trasformato in un'icona della protesta. La sua voce continua a
riverberare attraverso i decenni, un richiamo alla consapevolezza
sociale e all'impegno civile. La sua eredità è eterna, poiché le sue
canzoni continuano a ispirare e a risuonare nei cuori di coloro che
credono che la musica possa essere una forza trasformativa nel mondo.
Bob Dylan rimane un faro nella notte, una guida per coloro che cercano
la via della giustizia e della libertà.
Caro Paul, grazie per
questa tua nuova fatica, parole che, anche se non nuove, fa sempre
piacere leggere! Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)
Oggetto: L'epopea dylaniana secondo
Cormac McCarthy
Tangled up in Blue / Storie di vita
on the road
Era il 1975 e il sole del deserto dell'Arizona picchiava implacabile su
Allan Walsh, giovane elettricista dal cuore di sognatore. La sua
bottega, nel cuore di un piccolo paese polveroso, era il luogo dove si
svolgeva la vita quotidiana di Allan. Tra cavi elettrici e attrezzi,
egli coltivava un sogno segreto: diventare un grande cantautore e
condividere il palco con i suoi eroi musicali: Willie Nelson, Johnny
Cash e Merle Haggard.
La sua vita trascorreva lentamente tra lampadine bruciate e circuiti da
riparare, ma ogni notte, dopo il lavoro, Allan si ritirava nella sua
stanza, imbracciava la sua chitarra e scriveva canzoni su grandi fogli
di carta marrone. Sognava di suonare nei locali affollati, di vedere la
gente cantare le sue canzoni, e, soprattutto, di condividere la scena
con le leggende che aveva ammirato fin da ragazzo.
Robert, un collega e amico di lunga data, viveva una vita più
convenzionale. Sposato, con due figli, i suoi giorni erano incentrati
sulla forza elettromotrice necessaria per alimentare una famiglia. Ma
Allan e Robert avevano un legame profondo, un'amicizia forgiata in anni
di risate condivise e sogni nascosti.
Un giorno, una notizia straordinaria sconvolse la piccola comunità:
l'entourage di Bob Dylan stava cercando musicisti locali per unirsi alla
Rolling Thunder Revue. Una tournée itinerante che prometteva di portare
il rock and roll più lontano di quanto avesse mai osato fare fino a quel
momento.
Allan non poteva credere alla sua fortuna. La sua occasione era
finalmente arrivata, e senza pensarci due volte, accettò l'invito per
partecipare alla tournée nella data che avrebbe toccato lo Stato
dell’Arizona.
Era la sua occasione, la sua unica possibilità di strappare il proprio
nome dalla polvere del deserto e farlo risuonare insieme alle leggende
che avevano plasmato la sua gioventù. La Rolling Thunder Revue si
trasformò in un vortice di musica, polvere e emozioni. Allan, con la sua
chitarra a tracolla, si esibiva in locali affollati e teatri
improvvisati. Robert, pur non essendo sul palco, godeva della magia di
quelle serate, osservando il suo amico trasformarsi in un' icona della
musica. La tournée li portò attraverso praterie sterminate, canyons
profondi e montagne imponenti. Il palco era il loro regno, e le note
delle loro canzoni echeggiavano come un inno alla libertà. Ma come ogni
canzone di Dylan, anche la Rolling Thunder Revue doveva giungere al
termine.
Robert, pur essendo una roccia di sostegno per il suo amico sognatore,
sentiva il peso delle responsabilità familiari. Alla fine, tuttavia, la
sua lealtà superò l'insicurezza e decise di seguire Allan
nell'avventura.
La Rolling Thunder Revue li portò attraverso il paese, dal deserto
polveroso dell'Arizona alle città illuminate di luci al neon, attraverso
praterie e montagne, mentre le canzoni di Dylan facevano eco nei loro
cuori. Allan e Robert si trovavano al centro di un' esplosione musicale,
circondati da artisti eclettici, ballerine sfrenate e un'atmosfera che
vibrava di energia creativa.
Tra le nuvole di polvere e le luci del palco, Allan incontrò una giovane
ragazza del Texas di nome Clara. I loro sguardi si incrociarono durante
una jam session, e il destino li unì come una melodia perfetta. Clara
aveva i capelli come il sole del Texas e gli occhi scintillanti di
stelle. Entrambi condividevano lo stesso sogno di gloria e rock and
roll. I giorni trascorsero veloci, come una canzone che si dirada
nell'aria. Allan si esibiva sul palco, tra i suoni del pubblico che lo
acclamava, e Robert, seppur a malincuore, sorrideva dalla sua postazione
dietro le quinte, consapevole del dono che il destino aveva portato a
entrambi.
Ma la vita on the road è una maestra difficile. I conflitti e le sfide
si presentarono, mettendo alla prova le amicizie e le relazioni. Allan e
Clara, nonostante la loro passione condivisa per la musica, si trovarono
di fronte alla difficile scelta tra inseguire i loro sogni individuali o
cercare un equilibrio che li mantenesse uniti.
La tournée li portò attraverso il paese, da strade sterrate a palchi
improvvisati. Allan, con la sua chitarra elettrica, faceva risuonare le
sue canzoni tra le montagne e le praterie. Robert, più dietro le quinte,
osservava con orgoglio l'amico che si trasformava in una stella della
musica. Fu durante una tappa in Texas che Allan incrociò lo sguardo di
Lily, una giovane cameriera dai capelli rossi come il tramonto del
deserto. La loro connessione fu istantanea, come se il destino avesse
intessuto le loro storie prima ancora che loro stessi se ne
accorgessero. Allan, rapito dalla sua bellezza e dal suo spirito libero,
vide in Lily una musa ispiratrice.
Il tutto culminò con un epico concerto sulla costa dell'Oceano Pacifico,
il suono delle onde che si mescolava con le note di Dylan. Allan e
Clara, mano nella mano, guardarono il tramonto mentre riflettevano sulla
stranezza e sull'interesse della vita. La loro avventura li aveva
portati in luoghi impensabili, ma il destino era ancora da scrivere. Il
ritorno a casa fu una marea di emozioni contrastanti. Robert tornò alla
sua vita familiare, rafforzato dall'esperienza vissuta, mentre Allan e
Clara decisero di continuare a inseguire i loro sogni musicali,
consapevoli che la strada della vita era lunga e piena di sorprese. Il
tempo passò, ma la melodia di quell'anno indimenticabile rimase intatta
nei loro cuori.
Seconda parte
Il festival era finito, i ragazzi stavano tutti facendo progetti per
l'autunno. Il teatro era silenzioso, tranne per il suono persistente del
trapano nel muro, una sinfonia di riparazioni post-festa che rimbalzava
tra le pareti stanche. Il coprifuoco era cessato, e la città sembrava
addormentarsi lentamente dopo giorni di eccessi e avventure. La roulette
del bar locale, solitamente inarrestabile, taceva ora, e chiunque con un
minimo di testa aveva già lasciato la città alla ricerca di nuovi
orizzonti.
Allan, l'elettricista del paese, osservava il panorama dal suo negozio,
una piccola bottega di riparazioni elettriche che fungeva da epicentro
per le vicende quotidiane. Un giovane sognatore dall'animo musicale,
Allan aveva il cuore pieno di note e accordi, sognava di diventare un
grande cantautore.
Accanto a lui, Robert, un amico di vecchia data, sposato e padre di due
figli, che gestiva una piccola locanda nel cuore della città. Mentre
Allan fissava il deserto all'orizzonte, un'ombra di pensieri si
stagliava sul suo viso. Era una di quelle giornate in cui l'asfalto
emanava il calore del deserto, e il vento trasportava il suono della
chitarra di Willie Nelson da chissà dove.
Terza parte
La storia d'amore tra Allan e Lily si sviluppò come una ballata di
Dylan, un intreccio di emozioni e cambiamenti. Si amarono lungo la
strada, tra le note della chitarra e le risate sotto le stelle del
deserto. Entrambi condividevano il sogno di lasciare un segno nel mondo
della musica, e la Rolling Thunder Revue sembrava essere il palcoscenico
perfetto per realizzarlo. Nel frattempo, Robert conobbe una donna
durante una tappa a New Orleans. Una breve parentesi di dolcezza in una
vita votata alla routine. Ma nel suo cuore, il richiamo della famiglia e
delle responsabilità era sempre presente, aggrovigliato tra i pensieri e
le scelte difficili. Allan, ora più saggio e pieno di storie da
raccontare, tornò al suo negozio di elettricista, dove ogni cavo portava
con sé il ricordo di un viaggio unico. Clara, con la sua chitarra al
seguito, si esibiva nei locali sperduti, cercando il suo spazio
nell'infinito mondo della musica. E così, tra la polvere dell'Arizona e
le acque dell'Oceano Pacifico, Allan e Clara capirono che la vita è
davvero strana, ma proprio in questa stranezza risiede il suo fascino
eterno. La musica continuò a suonare, le stelle a brillare, e le loro
storie si intrecciarono con quelle di tutti coloro che avevano avuto il
coraggio di seguire i propri sogni. Nelle parole di una canzone di Bob
Dylan, "Tangled Up in Blue", ciascuno di loro si riconosceva. Le vite
intrecciate, gli amori complicati, le scelte difficili, il senso di
smarrimento e l'irresistibile richiamo della libertà. La musica di Dylan
sembrava essere la colonna sonora perfetta per la loro storia intricata.
Allan guardò Lily, Robert osservò la donna al suo fianco, e tutti e
quattro compresero che la vita era davvero strana, ma interessante. Le
loro avventure si erano intrecciate come le note di una canzone, e ora,
mentre il sole si immergeva nell'oceano, riflettevano sulla bellezza e
la complessità del loro percorso. Le stelle cominciarono a risplendere
nel cielo, e il suono lontano delle onde completò la sinfonia della loro
esistenza. La Rolling Thunder Revue poteva essere finita, ma la melodia
della loro vita continuava a suonare, una canzone che, anche se
aggrovigliata nella tristezza, portava con sé il ricordo indelebile di
un viaggio straordinario.
Storia piacevile
Vittorino, l'hai scritta tu? Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)
Van Morrison: "Io e Bob Dylan siamo
due mondi a parte"
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Martedì 5 Dicembre 2023
Evansville, Indiana - Old National Events
Plaza Auditorium - December 3, 2023
1. Watching The River Flow (Bob on baby
grand piano)
2. Most Likely You Go Your Way (and I'll Go Mine) - (Bob on baby grand
piano)
3. I Contain Multitudes (Bob on baby grand piano)
4. False Prophet (Bob on baby grand piano)
5. When I Paint My Masterpiece (Bob on baby grand piano)
6. Black Rider (Bob on baby grand piano)
7. My Own Version of You (Bob on baby grand piano)
8. I'll Be Your Baby Tonight (Bob on baby grand piano)
9. Crossing The Rubicon (Bob on baby grand piano)
10. To Be Alone With You (Bob on baby grand piano)
11. Key West (Philosopher Pirate) (Bob on baby grand piano)
12. Gotta Serve Somebody (Bob on baby grand piano)
13. I've Made Up My Mind To Give Myself To You (Bob on baby grand piano)
14. That Old Black Magic (Harold Arlen/Johnny Mercer) - (Bob on baby
grand piano)
15. Mother of Muses (Bob on baby grand piano)
-- Band introductions
16 Goodbye Jimmy Reed (Bob on baby grand piano)
17. Every Grain of Sand (Bob on baby grand piano and harp)
Caro Mr.Tambourine,
non se la prenda Vittorino se ironizzo un pò. Dunque c'è un alter ego
dell' Hardin fuorilegge dell'800, che si aggira nel Texas del 1969.
Veniamo però a sapere che ha avuto anche lui una giovinezza turbolenta
nel XIX secolo, che purtroppo è ancora l'800. Se per giovinezza
turbolenta dobbiamo intendere qualcosa di più che non il tirare alle
rane con la fionda, dovremo supporre che il nostro abbia trascorso
almeno 20 anni nell'800, e ne consegue che nel 1969 doveva averne quasi
90. Se si aggirava ancora a cavallo per gli sterrati del Texas doveva
avere una prostata fenomenale. E se ci andava col fuoristrada doveva
essere comunque un vecchietto eccezionale per farsi validare la patente
dalla commissione provinciale. In ogni modo quel John Selman era proprio
una carogna per sfidare a duello un anziano con l'artrite. Però si
potrebbe valutare un'altra ipotesi, e cioè che questo secondo Hardin sia
un fantasma, un' essenza che permea quei luoghi, ma ben strano perché
poi prende dei fogli e si mette a scrivere le sue memorie. Cormac
McCarthy si impapina con le date... A meno che, a meno che, lo spirito
del primo Hardin non si riverberi sul secondo, che si riverbera in
Vittorino, che si riverbera in McCarthy. A questo punto mi riverbero
anch'io, e per schiarirmi la confusione vado a scolarmi un bottiglione
di Lambrusco.
Piscio Littorio Tux (il nonno di Miscio).
Caro vile
Miscio, Vittorino mi ha mandato gli scritti (C'è n'è un altro pronto per
domani) senza una parola d'accompagnamento, quindi potrebbe essere
qualunque cosa che l'ha spinto a mandarci questi scritti. Non penso che
si arrabbierà per l'ironia del tuo vecchio nonno che sembra essere di
simpatie littoriali. Il supposto autore degl scritti Cormac McCarthy era
uno scrittore americano morto nel giugno di quest'anno.
https://it.wikipedia.org/wiki/Cormac_McCarthy
e c'è anche un sito italiano
https://cormacmccarthy.it/
a lui dedicato. Di più non saprei dirti, restiamo
in stand-by per il momento! Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)
Caro Mr.Tambourine,
com'è noto le AI sono programmate in modo da non rispondere ad argomenti
legati direttamente o indirettamente alla politica, o meglio, a ciò che
i programmatori o chi per loro, considerano politico. E per fortuna,
perchè il proposito di Domenico mi sembra particolarmente agghiacciante:
la lotta del Figlio di Sion col Filisteo, in brodo biblico e magari col
sottofondo di bambini morti. Non conosco le personali opinioni di Dylan,
ma certamente questo non è il "mio" Dylan, quello che si auspica un
"partito dei sentimenti feriti", che considera la pace un valore, che si
sforza di vedere la Storia dalla parte dell'ultimo degli ultimi,
rotolato in un fosso o appeso ad un lampione. Non c'è niente di giusto o
di epico nella guerra tra Hamas e Netanyahu, solo insensati massacri al
servizio di interessi altrettanto cinici. Il geopolitico di turno dirà
che pensare altrimenti è solo un' ingenuità, che la Storia è sempre
stata così, che è andata avanti coi massacri, con la forza, la violenza
e l'interesse. Ecco, Dylan per me ha rappresentato proprio il simbolo di
questa ingenuità, fiorita improvvisamente negli anni 60, che fosse
possibile un cambiamento antropologico, una dislocazione mai vista nella
storia umana, che la violenza potesse diventare secondaria rispetto a
ragione e sentimento. L'apertura di un mondo possibile, una frattura
ontologica così importante come quando la scimmia per la prima volta
comincia a parlare. Il lento passaggio di Dylan all'ospizio, la sua
registrazione al Nobel come anziano e innocuo poeta laureato è anche la
sconfitta di questo mondo, la sua trasposizione in caricatura, in un'ora
di "educazione ai sentimenti" fatta a scuola. Può darsi che la mia sia
solo l'amarezza di chi non si capacita dell'inesorabile lentezza del
tempo storico rispetto alla brevità della propria vita individuale, di
cui si è già mangiato una bella fetta. Resta il fatto che l'amarezza
rimane.
ciao, Miscio.
Ciao vilissimo e
spregevolissimo Miscio, mi sembra di sentire nelle tue parole un velo di
tristezza, la constatazione che Dylan, il grande "Innovatore", "La voce
della sua generazione", abbia da molto tempo abbandonato la Higway 61
per imboccare l'inevitabile Sunset Boulevard dopo aver constatato, anche
lui, che le sue idee e le sue speranze sono state bistrattate e prese a
calci nel sedere da una società che non si capisce più che tipo di
umanità rappresenti, quali valori, e tutto ciò che ha il segno + davanti
alle sue azioni. Oggi che domina è il segno - che rappresenta il
contrario di quello che dovrebbe essere il desiderio e la finalità di
tutti i popoli, la pace in un mondo che non sappia più cosa sia il rombo
del cannone. Mi sembra di intuire nel tuo pensiero, ma potrei anche
fraintendere, il dispiacere per il fallimento totale della razza umana,
scesa molto al di sotto ormai di quella animale. Naturalmente chiunque
poteva prevedere che con l'avanzare dell'età ed il conseguente degrado
fisico, anche il Maestro Dylan cominci a pensare che le idee giovanili
non abbiano più niente a che vedere con quelle dei Third Part Of The Day
People. Sul palco Bob traballa, la stanchezza si può leggere sul suo
volto, la disillusione potrebbe essere letta nei testi delle ultime
composizioni, canzoni fatte di ricordi di amori e situazioni che si
materializzano ormai solo nella memoria del vecchio menestrello, canzoni
che non hanno più la grinta, il senso del rischio, la rabbia della
protesta contro le cose che dovrebbero essere cambiate e che invece
peggiorano sempre più.
Per quello che
riguarda l'intelligenza artificiale che dire, è una strampalata cosa
creata da una mente umana e fa esattamente quello che una mente umana
gli dice di fare, proprio come i computer, perfetti in ogni loro singolo
elemento ma stupidamente fallaci se messi alla prova dei sentimenti che
non saranno mai in grado di riconoscere e gestire. Insomma, voglio dire,
la AI è una cosa artificiale e come tale va presa e considerata, buona
forse per qualche tipo di divertimento, ma guai a commettere l'errore di
prenderla sul serio. Have a nice days, Mr.Tambourine, :o)
Mr. Tambourine, scusa, ma ti devo redarguire. Mi dici che non ti piace
l’intelligenza artificiale, ok, non sono d’accordo, ma prendo atto. Tu
però non ti sei accorto che gli ultimi due nebulosi racconti che hai
pubblicato, che dici che ti sono piaciuti tantissimo, sono con ogni
probabilità scritti in due secondi e mezzo da una AI? Si vede lontano un
chilometro che non sono un prodotto umano. Non ti accorgi della retorica
priva di senso che li pervade? Dai, su!
Anzi, ti dirò di più: io sono informatico e ho un timore: c’è il rischio
che non siano casi isolati, ho paura che il sito sia sotto attacco, da
parte di una AI distruttiva in modalità burlesca. Quando iniziano così,
non te ne liberi più. Il mio consiglio è di fare molta attenzione e di
analizzare bene, parola per parola, tutto ciò che pubblichi. Se solo ti
viene il dubbio che si tratti di parole che provengono da entità non
umana (molto sospetti catestef e benedettolandi ad esempio), per carità,
censura.
A presto, Domenico.
Caro Domenico, molto
fantasiosa la tua ipotesi di un attacco informatico! Conosco catestef,
benedettolandi, miscio.tux e tanti altri amici che a volte, per
divertirsi e creare un pò di sana polemica, assumono identità diverse
usando degli avatar-name per scrivere cose al limite dell'assurdo.
Dirigo questo sito dal 2008 e ti giuro che di cose strampalate e senza
un preciso senso ne ho viste, lette e pubblicate in quantità industriale,
insulti e parolacce comprese, specialmente all'inizio della mia
avventura col Sito. Sono passati 15 anni ed il cosidetto "incapace che
sarebbe meglio cedesse la gestione della Fattoria a qualcun' altro" è
ancora al timone di questo meraviglioso sito dedicato a Dylan. Ho sempre
detto e sostenuto che il sito tecnicamente lo gestisco e lo aggiorno io,
ma il sito è di tutti noi, ed ognuno di noi può scrivere su queste
pagine la sue opinioni per quanto strane e bizzarre possano essere, in
fondo un pò di ilarità, di polemica e, diciamo pure, di cazzate non
fanno male a nessuno! Spero che tu possa essere d'accordo con me in
qualche piccola cosa, altrimenti va bene lo stesso, continua pure a
scrivere ciò che ti sembra giusto, in fondo, finora, la legge di questo
sito è "la libertà di espressione". Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)
Richmond, KY - Eastern Kentucky
University - EKU Center For The Arts - December 2, 2023
1. Watching The River Flow (Bob on baby
grand piano)
2. Most Likely You Go Your Way (and I'll Go Mine) - (Bob on baby grand
piano)
3. I Contain Multitudes (Bob on baby grand piano)
4. False Prophet (Bob on baby grand piano)
5. When I Paint My Masterpiece (Bob on baby grand piano)
6. Black Rider (Bob on baby grand piano)
7. My Own Version of You (Bob on baby grand piano)
8. I'll Be Your Baby Tonight (Bob on baby grand piano)
9. Crossing The Rubicon (Bob on baby grand piano)
10. To Be Alone With You (Bob on baby grand piano)
11. Key West (Philosopher Pirate) (Bob on baby grand piano)
12. Gotta Serve Somebody (Bob on baby grand piano)
13. I've Made Up My Mind To Give Myself To You (Bob on baby grand piano)
14. That Old Black Magic (Harold Arlen/Johnny Mercer) - (Bob on baby
grand piano)
15. Mother of Muses (Bob on baby grand piano)
-- Band introductions
16 Goodbye Jimmy Reed (Bob on baby grand piano)
17. Every Grain of Sand (Bob on baby grand piano and harp)
Sabato 2 Dicembre 2023
Huntington, West Virginia - Keith Albee
Performing Arts Center - Performing Arts Theater - November 30, 2023
1. Watching The River Flow (Bob on baby
grand piano)
2. Most Likely You Go Your Way (and I'll Go Mine) - (Bob on baby grand
piano)
3. I Contain Multitudes (Bob on baby grand piano)
4. False Prophet (Bob on baby grand piano)
5. When I Paint My Masterpiece (Bob on baby grand piano)
6. Black Rider (Bob on baby grand piano)
7. My Own Version of You (Bob on baby grand piano)
8. I'll Be Your Baby Tonight (Bob on baby grand piano)
9. Crossing The Rubicon (Bob on baby grand piano)
10. To Be Alone With You (Bob on baby grand piano)
11. Key West (Philosopher Pirate) (Bob on baby grand piano)
12. Gotta Serve Somebody (Bob on baby grand piano)
13. I've Made Up My Mind To Give Myself To You (Bob on baby grand piano)
14. That Old Black Magic (Harold Arlen/Johnny Mercer) - (Bob on baby
grand piano)
15. Mother of Muses (Bob on baby grand piano)
-- Band introductions
16 Goodbye Jimmy Reed (Bob on baby grand piano)
17. Every Grain of Sand (Bob on baby grand piano and harp)
Cat Power, tra nebbie, demoni e
incanti, un flusso di coscienza dylaniano
clicca qui
Venerdì
1 Dicembre 2023
Roanoke,
Virginia - Berglund Center - Performing Arts Theater - November 29, 2023
1. Watching The River Flow (Bob on baby
grand piano)
2. Most Likely You Go Your Way (and I'll Go Mine) - (Bob on baby grand
piano)
3. I Contain Multitudes (Bob on baby grand piano)
4. False Prophet (Bob on baby grand piano)
5. When I Paint My Masterpiece (Bob on baby grand piano)
6. Black Rider (Bob on baby grand piano)
7. My Own Version of You (Bob on baby grand piano)
8. I'll Be Your Baby Tonight (Bob on baby grand piano)
9. Crossing The Rubicon (Bob on baby grand piano)
10. To Be Alone With You (Bob on baby grand piano)
11. Key West (Philosopher Pirate) (Bob on baby grand piano)
12. Gotta Serve Somebody (Bob on baby grand piano)
13. I've Made Up My Mind To Give Myself To You (Bob on baby grand piano)
14. That Old Black Magic (Harold Arlen/Johnny Mercer) - (Bob on baby
grand piano)
15. Mother of Muses (Bob on baby grand piano)
-- Band introductions
16 Goodbye Jimmy Reed (Bob on baby grand piano)
17. Every Grain of Sand (Bob on baby grand piano and harp)
Oggetto: L'epopea dylaniana secondo Cormac McCarthy
La polvere danzava nell'aria calda del Texas, un velo dorato che
avvolgeva la vastità della terra arida. Era l'estate del 1969, un'epoca
di fermento e cambiamento, ma in quelle lande desolate sembrava che il
tempo scorresse più lentamente, custodendo il peso della storia nelle
sue pieghe polverose. John Wesley Hardin, o almeno quello che ne
restava, si aggirava senza meta tra i villaggi sperduti e le strade
sterrate del Texas, un uomo che aveva conosciuto il lato oscuro della
vita fin dalla sua giovinezza turbolenta nel XIX secolo. Ora, nel 1969,
Hardin era una figura sbiadita, un riflesso opaco di chi era stato, un
fantasma che vagava attraverso il paesaggio che aveva plasmato con la
sua violenza e il suo destino segnato. Fu in una di queste polverose
cittadine che Hardin fece la sua ultima sosta. Un bar dalla facciata
sgretolata, con il suono flebile di una vecchia jukebox che cercava di
catturare l'attenzione di chiunque si fosse avventurato in quei luoghi
dimenticati. Hardin si sedette su uno sgabello logoro, il cappello basso
a nascondere lo sguardo spento di chi ha visto troppo.
Fu proprio lì, in quel bar deserto, che Hardin sentì per la prima volta
la voce di Bob Dylan. Una melodia malinconica risuonava attraverso gli
altoparlanti gracchianti, le parole incise su vinile che raccontavano
storie di un mondo che stava cambiando. Era "All Along the Watchtower"
da "John Wesley Harding", l'album che portava il suo nome. Le parole
penetrarono nell'anima di Hardin come lame affilate. La musica di Dylan
era diversa da tutto ciò che aveva conosciuto, una fusione di suoni che
trascendeva il tempo e lo spazio. Le canzoni narravano di cowboy e
fuorilegge, di terre selvagge e avventure senza fine. Per Hardin, quelle
note erano come un richiamo da un passato che credeva ormai perduto. In
una serata calda, Hardin si ritrovò seduto in una stanza polverosa,
circondato da sconosciuti che cantavano le stesse melodie che avevano
risuonato nelle sue orecchie. Era un incontro di anime erranti, legate
dalle canzoni di un cantautore ribelle che sembrava capire il linguaggio
dell'inespresso. La scoperta di Dylan risvegliò in Hardin una nuova
passione. Mentre le note di "I Dreamed I Saw St. Augustine" si fondevano
con l'aria pesante, Hardin sentì che la musica era diventata il suo
rifugio, una fuga dalla brutalità della sua stessa esistenza. Le parole
di Dylan diventarono il filo che tessé il suo passato turbolento con la
possibilità di un futuro diverso. Influenzato dal suono malinconico
della chitarra di Dylan e dalle sue poesie cantate, Hardin iniziò a
scrivere le sue storie. Fogli di carta logori diventarono il
palcoscenico delle sue riflessioni, dei suoi rimpianti e delle sue
speranze. La musica di Dylan era diventata la colonna sonora della sua
redenzione, un compagno di viaggio in un deserto di peccati.
Nel silenzio della notte texana, Hardin si ritrovò a contemplare la sua
vita, mentre la musica di Dylan fluiva nelle sue vene come un elisir
magico. Il suo destino sembrava intrecciarsi con le parole profetiche di
un uomo che cantava di giustizia e perdono. Ma la strada di Hardin non
poteva che essere tracciata da un destino già segnato. Come il suo
omonimo del XIX secolo, la sua fine giunse con la stessa violenza che
aveva caratterizzato la sua esistenza. Fuori da un bar, in una notte
calda e senza stelle, Hardin incrociò lo sguardo di un uomo che portava
il peso di un passato oscuro. John Selman, un vecchio fuorilegge e ora
agente di polizia, lo guardò negli occhi e la sua mano cercò la pistola.
Il suono secco di uno sparo squarciò la notte, e Hardin cadde a terra,
le melodie di Dylan svanirono nell'oscurità. La sua storia si concluse
come molte delle storie di quel selvaggio West, ma nel suo cuore aveva
portato con sé il riflesso di un'epoca che solo la musica poteva
raccontare. E mentre il deserto riprese il suo dominio, le note di Dylan
continuarono a suonare nel vento, come un lamento per un uomo che aveva
cercato la redenzione tra le aride lande del Texas. In un caldo
pomeriggio nel cuore del Texas, mi ritrovai a percorrere una strada
sterrata senza fine. L'aria vibrava di una quiete ostile, e la luce del
sole dipingeva la landa di tonalità bruciate. Stavo cercando ispirazione
tra le pieghe aride del paesaggio texano, un territorio che avevo scelto
come sfondo delle mie storie ed epopee letterarie.
Fu durante uno di questi vagabondaggi senza meta che incrociai il suono
flebile di una chitarra provenire da un bar polveroso. L'edificio
sembrava emergere dalla terra come un miraggio, e decisi di varcare la
soglia, attratto dal richiamo di una melodia che pareva provenire da
un'altra epoca. All'interno, tra fumi di sigarette e il suono di
bicchieri tintinnanti, si esibiva un cantante dal volto segnato dalla
vita, la voce graffiante che si intrecciava con accordi malinconici. Era
Bob Dylan che con la sua chitarra catturava l'anima del deserto e la
traduceva in versi poetici. "All Along the Watchtower" risuonava
nell'aria, una ballata dalle atmosfere bibliche che si insinuò nei
recessi della mia mente. Le parole, cariche di simbolismo, erano come
un'apertura verso mondi sconosciuti, un invito a esplorare territori
mentali tanto vasti quanto il deserto che si estendeva oltre le pareti
del bar. Dylan, con la sua abilità nel tessere racconti con le parole,
affondava nella tradizione biblica con "I Dreamed I Saw St. Augustine" e
"Dear Landlord". L'Antico Testamento si fondeva con il linguaggio di
Dylan, creando una sinfonia di significati profondi e visioni oniriche.
L'ispirazione biblica, carica di mito e allegoria, divenne uno strumento
potente nelle mani del cantautore, un modo per esplorare le complessità
dell'animo umano e della società. Avevo intessuto le mie storie con la
durezza della vita nel West, trovando in quelle canzoni un riflesso
della narrativa a cui aspiravo di accedere, trovando un varco. L'uso del
simbolismo biblico, venne perciò amplificato dalla colonna sonora di
Dylan, una colonna sonora che narrava storie di vigilanza, sogni
visionari e confronti con il padrone di terre e destini. Le strade
polverose del Texas si intrecciavano con le strade della mia mente,
l'incontro con Dylan divenne un capitolo cruciale per la mia ricerca di
ispirazione. Le parole di Dylan risuonavano con la stessa autenticità
delle storie che stavo cercando di raccontare. Adesso il deserto, da
sfondo, diventava il palcoscenico di un dialogo immaginifico.