Ciao Mr. Tambourine,
avrei voluto dare un mio contributo grafico al tuo sito, ma purtroppo ho
dovuto desistere. Con l’intelligenza artificiale volevo creare una bella
immagine del nostro Bob Dylan intitolata “The Neighborhood Bully” che tu
avresti potuto inserire sulla Home page, ma purtroppo non ci sono
riuscito e non capisco il motivo, dato che le mie indicazioni erano
abbastanza precise. Le ho detto: "Fammi una caricatura in bianco e nero
con Bob Dylan in divisa israeliana che, come l’Arcangelo Michele, col
piede schiaccia la testa a Roger Waters in divisa palestinese e con gli
occhi che gli schizzano fuori dalla testa". Tu riesci a capire come mai
la AI si è rifiutata di obbedirmi? Io sinceramente non me lo spiego. Che
tu sappia Bob ha forse posto un veto sull’uso della sua immagine da
parte della AI?
Mi scuso, ti ringrazio e ti saluto.
Domenico.
Caro Domenico, non
sono assolutamente in grado di darti una risposta al momento, inoltre
nutro antipatia personale per la AI, preferisco la mediocrità umana ma
sincera. Non so come funziona l'Intelligenza Artificiale e nemmeno come
fare per usarla. Mi spiace, ma se qualcuno dei nostri amici lettori sarà
in grado di darti una spiegazione lo farà di sicuro. Stay tuned!!! Alla
prossima, Mr.Tambourine, :o)
La storia della cover di “Freewhelin’
Bob Dylan” dal ‘63 a TikTok
clicca qui
Mercoledì 29 Novembre 2023
Richmond, Virginia - Altria Theater -
November 27, 2023
1. Watching The River Flow (Bob on baby
grand piano)
2. Most Likely You Go Your Way (and I'll Go Mine) - (Bob on baby grand
piano)
3. I Contain Multitudes (Bob on baby grand piano)
4. False Prophet (Bob on baby grand piano)
5. When I Paint My Masterpiece (Bob on baby grand piano)
6. Black Rider (Bob on baby grand piano)
7. My Own Version of You (Bob on baby grand piano)
8. I'll Be Your Baby Tonight (Bob on baby grand piano)
9. Crossing The Rubicon (Bob on baby grand piano)
10. To Be Alone With You (Bob on baby grand piano)
11. Key West (Philosopher Pirate) (Bob on baby grand piano)
12. Gotta Serve Somebody (Bob on baby grand piano)
13. I've Made Up My Mind To Give Myself To You (Bob on baby grand piano)
14. That Old Black Magic (Harold Arlen/Johnny Mercer) - (Bob on baby
grand piano)
15. Mother of Muses (Bob on baby grand piano)
-- Band introductions
16 Goodbye Jimmy Reed (Bob on baby grand piano)
17. Every Grain of Sand (Bob on baby grand piano and harp)
Ciao Tamburone, come procede la
decrepitudine? Ti ricordi ancora di me? Sono Dario Tux, ho tre anni e
sono il figlio di Dario Greco e Miscio Tux, in famiglia soprannominato
scherzosamente il Nerchia, perché da papà Dario ho ereditato un cazzo
così; papà Miscio invece aveva il pistacchio. Avrei voluto scriverti
prima, ma me ne sono successe di tutti i colori quest’anno. A malincuore
devo annunciarvi che il messaggio di ieri a firma Miscio Tux è un fake
perché papà Miscio ci ha lasciato prematuramente, era andato a casa del
nonno e purtroppo, mentre era lì, sono scoppiati tutti i tubi
dell’acqua. Sono entrambi morti annegati, orcogiuda. Scusa se non te
l’ho detto per tempo, ma i servizi sociali mi hanno inserito per qualche
tempo nella comunità di Don Risotto. Non ti dico che divertita! Il
mattino ci faceva sempre cantare “La risposta soffia nel vento” e il
pomeriggio intrecciamo i braccialetti arcobaleno che poi lui vende ai vu
cumprà, così poi c’ha qualche soldino per andare a puttane. Poi una sera
mi è arrivato in camera in vestaglia nera di seta, sembrava un grosso
cotechino viola col pistacchio rinsecchito, diceva che voleva fare gli
esercizi spirituali insieme a me… l’ho coperto di bestemmie, come uno
tzunami che travolge l'ombrellone. Il giorno dopo mi ha restituito a
papà Dario. In tutta onestà devo dire che senza papà Miscio adesso in
casa l’atmosfera è più leggera. Non nascondiamocelo, è stato un
matrimonio riparatore. Va beh. Te lo ricordi, Tamburone, come sono stato
concepito?
In agosto comunque sono volato negli Usa per assistere ai 6 concerti di
addio al Madison Square Garden, era l’ultima mia chance per capire una
volta per tutte cosa papà e papà ci trovassero di così speciale nelle
strampalate litanie di questo ebreo svalvolato. Non vi dico il trauma,
sto bestemmiando ancora adesso. Età media 78 anni, alla fine dei
concerti le poltroncine erano tutte impregnate di piscio. A proposito,
vi ho mai detto come papà Dario in famiglia chiamava papà Miscio? Piscio
lo aveva soprannominato, ma solo per scherzare naturalmente. Comunque,
oh, tutti bianchi, maschi, etero e benestanti ai concerti di questo
vostro cantante stonato. Negri, checche, femmine… zero, lo devono vedere
come il fumo negli occhi. Anche qui, sul tuo sito, femmine nemmeno col
cannocchiale. Ad ogni modo sono sopravvissuto, ma proprio non l’ho
capito perché vi piace così tanto questo suo latrare. Anche se te,
Tamburone, a dire il vero, mi sembra che non ti piace tanto Bob Dylan.
Anzi mi pare proprio che te lo detesti. Io mi immagino che uno che gli
piace Bob Dylan dovrebbe essere contento se pubblicano dei nuovi
concerti. Subito se li compra o se li scarica. Te invece sembra che sei
stizzito quando esce un nuovo album. Speri fino all’ultimo che non esce
e poi quando esce ti incazzi. A volte mi cringio io al posto tuo a
leggere ciò che scrivi. Ma tu li hai mai ascoltati i dischi di questo
qui? Và che sei una bella sagoma, gestisci il sito di uno che detesti!
Dev’essere una fatica immane trovare sempre qualcosa da rispondere.
Potrei gestirlo pure io questo sito allora. Guarda, non offenderti, ma
mi fai morir dal ridere.
Scusa, ho parlato un pò in slang, per risultare più simpatico ma ora
torno ai congiuntivi, per rispetto di papà Miscio che non era contento
quando parlavo in slang e bestemmiavo.
Comunque niente… proprio adesso che volevo usare i congiuntivi non mi
viene più in mente niente da dire. Proprio come te, non so cosa dire!
Dai, che scherzo… non fare il permaloso! Siete una bella banda di folli
comunque. Ce ne fosse uno normale qui.
Niente dai, volevo solo portare un pò di allegria in RSA. La prossima
volta parliamo del Budokan magari.
A presto, Dario Tux.
PS Ah ecco, cosa volevo chiederti! Ce
l’hai mica l’indirizzo di quella tua amica cinese che faceva i massaggi?
Volevo fare un salto una volta.
Carissimo amico
dall'eptaidentità, felicissimo di leggerti ancora. Prima di tutto
scusami ma ho dovuto bannare quella semibestemmia perchè non necessaria
e poco elegante, ma sono certo che tu mi capirai, ognuno ha le sue
esigenze. Ammiro la tua fantasia ed il tuo modo di affrontare i diversi
argomenti, sei un pò inutilmente sboccacciato perchè, a mio umile
parere, non servono parolacce per essere spiritoso.
Rasserenati, se non
ammirassi Dylan non gestirei questo sito da ben 15 anni, cioè da quando
Michele Murino ha deciso di passare la mano. Amo Dylan ma da accanito
fan non capisco certi suoi atteggiamenti, certe sue scelte e certe sue
decisioni. Non capisco (a parte l'esigenza commerciale) la pubblicazione
di dischi riassuntivi e già parzialmente pubblicati in passato. Non
capisco perchè un artista faccia fatica a salutare il suo pubblico che
spende fior di quattrini per andare a vederlo e per comprare i suoi
dischi, non capisco perchè uno come lui con più di 500 bellissime
canzoni nel suo taccuino si ostini da due anni a eseguire una scaletta
ormai noiosa e stantia, non capisco perchè si esibì per un sacco di
tempo dando le spalle alla gente, non capisco perchè non voglia usare
gli schermi giganti, non capisco il vietare l'uso dei telefonini e
l'assoluto divieto di fare fotografie anche ai fotografi professionisti.
Ma queste sono solo mie debolezze, certamente molti altri fans capiranno
meglio di me questo suo modo di porsi e saranno d'accordo con lui. Ma
come ben tu sai, ognuno di noi è un'entità a se stante, unico ed
irripetibile, quindi per forza di cose diverso dagli altri. Essere
sinceri non vuol dire disprezzare, ma a me personalmente (e anche per il
mio portafoglio) queste edizioni dal sapore di fondo del cassetto mi
dicono poco o niente, preferisco una sola versione di una canzone fatta
bene che cento un pò buttate lì alla vada come vada. Va bene che per gli
americani "businnes is businnes", ma questa frase non va d'accordo con
le mie saccocce, non vorrei mai che in futuro venissero pubblicate delle
Bootleg Series conteneti le litigate di Bob con Suze Rotolo, Joan Baez,
Shirley Marlin Noznisky o Novoletsky nota anche come Sara Lownds,
Carolyn Dennis, Carol Woods (presunta terza moglie e madre di un figlio
di Bob), e Darlene Springs terza moglie ufficiale.
La mia amica dei
massaggi si chiama Juju Zhang, centro benessere "Gates of Eden" , via
del Pungiglione, Milano. Spero di risentirti presto, fa la la dong,
Mr.Tambourine, :o)
Martedì 28 Novembre 2023
Talkin'
12184 - miscio.tux
Oggetto: Psicoanalisi del dylanista
Caro Mr. Tambourine,
in effetti il mio intervento è proprio bizzarro, quasi che non venisse
da me ma da un criminale di Brescia. Sorprendente. Comunque durante la
mia analisi con Recalcati (
https://www.massimorecalcati.it/ ), presso il quale sono in cura per
un curioso delirio che mi porta a pensare di avere un gemello identico,
il luminare mi ha confermato come la mia cartella clinica non sia poi
così insolita. Un giorno, mentre passeggiando, menavamo il Lacan (
https://it.wikipedia.org/wiki/Jacques_Lacan )per l’aia, così mi si
rivolse: “vede, mio carissimo Vile, il Nostro Insegnamento scaturisce
dal fatto che all’origine di ogni esperienza umana c’è la “mancanza”,
stavamo tanto bene nella pancia della mamma finché qualcuno non ci ha
fatto uscire, ma è là che vogliam tornare”. Credo di averne sentito
parlare, professore, gentilmente gli risposi, una volta a Pomeriggio
Cinque, da Barbara D’Urso. Bene, proseguì sua eminenza, me ne
compiaccio, ma vede, di questa esperienza sprofondata nell’inconscio ne
resta una traccia, un anelito, ”leaves a greasy trail” (Nettie Moore),
come dice il vostro profeta. Noi lacaniani la chiamiamo “objet a petit”,
oggetto a piccola, che nel bambino, che non ha molti altri gadget a
disposizione, assume forme primigenie (la voce, lo sguardo, le feci, il
seno), ma che in effetti può prendere qualunque sembiante, persino (in
soggetti altamente disturbati) il pizzetto Paul Clayton (
https://en.wikipedia.org/wiki/Paul_Clayton_(singer) ) o il baffo di
Elémire Zolla (
https://it.wikipedia.org/wiki/El%C3%A9mire_Zolla ). Crede forse che
il mio illustre collega d’accademia, il subdolo prof. Carrera, abbia
intitolato il suo libro “La Voce di Bob Dylan” per caso? Mica poteva
intitolarlo “Il sembiante dell’oggetto a minuscola di Bob Dylan”, anche
se non è escluso che una bozza di tale versione venga inclusa nella
prossima edizione deluxe dei Bootleg Series, quella che prevede l’audio
integrale dei borborigmi di tutte le registrazioni in studio, la
“Intestinal Complete”. Vede, mio spregevole amico, in molti è la voce
che indica questa mancanza indicibile, ma nel suo caso clinico,
particolarmente vile, è stata una pagina di Tarantula a contrassegnare
il buco dell’Altro. Il buco di che? L’assenza. Voli alto. Non mi si
crogioli in questi equivoci volgari. Ma professore, gli chiesi, è
proprio sicuro di tutte queste cose? Certo che no, di tali materie,
nessuno se ne sa un c…, ma che resti tra noi: senza ferma credenza non
c’è Insegnamento, e senza Insegnamento mi tocca lavorare. E poi, come
ammoniva Ludwig Wittgenstein (
https://it.wikipedia.org/wiki/Ludwig_Wittgenstein ), delle cose di
cui non si può parlare, si deve parlare a vanvera. Ma con molto buon
senso, altrimenti se ne accorgono. In lontananza un gatto selvaggio
ringhiò, il vento cominciò a ululare….
ciao, Miscio.
Caro vilissimo
Miscio, è sempre sorprendente leggere i tuoi piccoli saggi che
gentilmente, cosa per la quale ti ringrazio di cuore, sottoponi alla
nostra attenzione. Ti invidio davvero perchè vorrei saper scrivere come
te, ma purtroppo non mi sarà mai possibile, sono scarso in campo
culturale, e la mancanza di cultura genera mancanza di identità, con
tutte le tristi conseguenze del caso, come scrive Luca Rota (
https://lucarota.com/2016/01/21/la-mancanza-di-cultura-genera-mancanza-di-identita-con-tutte-le-tragiche-conseguenze-del-caso/
) nel suo interessantissimo blog che consiglio a
tutti di leggere.
Contrariamente a quanto si possa pensare, noi italiani siamo un popolo
di cultura debole e di identità debole, tanto da far sembrare i nostri
sommi artisti (Dante, Michelangelo, Brunelleschi, Caravaggio, Enrico
Fermi, Giacomo Leopardi, Alessandro Volta, Guglielmo Marconi, Meucci,
Galileo, Giuseppe Verdi, solo per citarne alcuni) delle eccezioni che
confermano la regola. E’ anche vero che l’Italia, dopo la caduta
dell’Impero Romano ha vissuto anni bui di invasioni e dominazioni che
hanno impoverito le italiche tradizioni, tanto da costringere D’azeglio
a dire la famosa frase: “Fatta l’Italia, bisogna fare gli italiani”.
Vero anche che, come si diceva una volta negli ambienti della
televisione di stato “Con la cultura non si mangia” , ma alla luce di
programmi supertrash e volgari come GF che ti spingono a chiederti “Ma
chi sono questi NIP (non important person) che avrebbero la triste
pretesa di volerci insegnare qualcosa col loro esempio??? Ma i numeri
dello share danno ragione a Canale 5 che, senza ombra di vergogna,
propone alla nostra attenzione personaggi di indubbia validità
intrinseca. Ma non importa, Sinner ha trascinato la nazione alla
conquista della Coppa Davis, Bagnaia è campione del mondo e allora di
che dovremmo lamentarci? Ai posteri l’ardua sentenza, peccato che “Noi
non ci saremo” come cantava Daolio coi Nomadi.
Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)
Salve Mr.Tambourine Man, play a song for me! Mi chiamo Paul Auster III e
sono un grande appassionato di musica. Di recente ho fatto un viaggio in
Sardegna e in Corsica e mi sono imbattuto in una storia interessante che
vorrei conivivere con te e con tutti gli appassionati che popolano
questa bellissima realta che porta il nome di una delle canzoni piu
belle e rappresentative del nostro caro amato menestrello. Perdona gli
errori ma non sono italiano, sono nato a New York molte lune fa vicino
al sofà di un grande scrittore statunitense.
Eccoti la storia che ho raccolto e che desidero aedsso condividere con
tutti voi.........
"Il Viaggio Sonoro: Un Giovane Fan Italiano e l'Incanto di Bob Dylan"
Nato nell'estate scintillante dei Mondiali di Italia '90, la mia
infanzia fu segnata dal frastuono degli inni calcistici e dalle risate
gioiose dei tifosi della Germania che celebravano la loro terza
vittoria. Avvenne durante l'adolescenza, periodo magico di scoperte e
trasformazioni, che mi innamorai di qualcosa di ancora più potente: le
parole e i versi musicati del grande menestrello americano Bob Dylan.
Era un giorno afoso, con il sole che scintillava sulle strade polverose
del mio paese italiano. Mentre sfogliavo vecchi dischi di vinile
dimenticati in soffitta, mi imbattei casualmente in un album di Dylan.
Un'immagine sgranata del cantautore, con gli occhi malinconici e la
chitarra in mano, attirò la mia attenzione. Era il punto di partenza di
un viaggio che avrebbe plasmato la mia prospettiva sulla musica e sulla
vita stessa.
L'album in questione era "Blowin' in the Wind," una raccolta dei
successi di Dylan che, come il vento sussurrante del titolo, mi avvolse
completamente. Le prime note di "Like a Rolling Stone" risuonarono nelle
mie orecchie e fecero vibrare qualcosa dentro di me. Era un suono
diverso da tutto ciò che avevo sentito prima, un misto di poesia,
ribellione e saggezza.
Da quel momento, Bob Dylan divenne la colonna sonora della mia
adolescenza. Le sue canzoni, intrise di metafore e significati nascosti,
mi catturarono in un vortice di emozioni. L'arte di Dylan non era solo
musica; era un affondo profondo nell'animo umano, una riflessione sulla
società, sull'amore, sulla guerra e sul destino.
Un aneddoto personale definì il mio legame con la musica di Dylan in
modo indelebile. Durante una calda estate, ero immerso nella lettura di
"Tarantula," la raccolta di poesie di Dylan. Mentre ero assorto nelle
sue parole, incontrai un' anima errante, una giovane donna con occhi
penetranti e una passione per la vita. Era come se la poesia di Dylan
avesse preso forma nella sua persona.
Fu in un piccolo locale di musica dal vivo che il destino fece il suo
gioco. Le note di "Knockin' on Heaven's Door" riempivano l' aria mentre
condividevamo uno sguardo complicemente inteso. La musica di Dylan
divenne la colonna sonora di quel momento, l'incantesimo che ci
avvicinò. Tra chitarre e note malinconiche, scoprimmo le gioie del sesso
e quelle della condivisione di sogni e passioni.
Era come se le parole di Dylan ci avessero sussurrato all'orecchio,
guidandoci attraverso il labirinto della passione. La sua musica era una
soundtrack intimo, un accompagnamento perfetto per esplorare il
territorio sconosciuto dell'amore e dell'adolescenza. Ci sentivamo come
protagonisti di una canzone di Dylan, intrecciati nelle storie della
vita con la stessa intensità di un suo testo profondo.
Mentre la notte scivolava via, il vinile di Dylan ancora girava sul
giradischi, e noi danzavamo tra le note e le lenzuola. Le canzoni di
Dylan erano la colonna sonora della nostra passione, una melodia che
avvolgeva ogni istante come un abbraccio caloroso. La poesia del
cantautore americano divenne il linguaggio del nostro amore, con le sue
parole che si intrecciavano con le nostre emozioni.
La nostra storia, come molte di quelle narrate da Dylan, era un mix di
speranze, delusioni, e momenti di pura bellezza. La sua musica, con la
sua capacità di catturare l' essenza della vita, divenne il nostro punto
di riferimento nei giorni di sole e nelle notti tempestose. Le note di
"Mr. Tambourine Man" erano la nostra via di fuga, il nostro rifugio
quando il mondo esterno diventava troppo caotico.
Bob Dylan non era solo un cantante per me, ma un mentore, un poeta che
parlava direttamente alla mia anima. Le sue canzoni continuavano a
guidarmi attraverso le montagne e le valli della vita, offrendomi
consigli e conforto quando ne avevo bisogno.
Oggi, anni dopo quei giorni intensi di passione e scoperta, la musica di
Dylan resta un faro nella mia vita. Il giovane fan cresciuto nell'ombra
delle note di "Blowin' in the Wind" è diventato un uomo, ma la fiamma
accesa da Dylan continua a bruciare. La sua musica mi ha insegnato che
la vita è una canzone in continua evoluzione, con ogni nota portatrice
di nuovi significati e avventure.
Ecco il motivo per cui il viaggio sonoro con Bob Dylan è stato
un'esperienza che ha modellato il mio essere. La sua musica, come un
amico saggio, mi ha accompagnato attraverso i momenti felici e quelli
difficili, sempre pronta a offrirmi consiglio e ispirazione. Il giovane
fan italiano nato nell'estate dei Mondiali di Italia '90 è cresciuto con
le melodie di Dylan, portando nel cuore la consapevolezza che, in fondo,
siamo tutti "tangled up in blue," intrecciati nelle complessità della
vita e della musica.
In fede, Paul Auster III
Carissimo Paul, grazie
di aver voluto condividere con noi la tua bellissima storia/esperienza:
Come ho già detto ogni occasione è buona per conoscere e farsi
intrappolare da Dylan. Mi fa anche piacere che dopo la toccante storia
giovanile tu abbia continuato ad apprezare le canzoni e le parole di
Dylan che, non solo a te ma anche a tutti noi, sono sempre fonte di
ispirazione e consigli sul come procedere giorno dopo giorno sulla lunga
autostrada della vita. Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)
Lunedì 27 Novembre 2023
Baltimore, Maryland - Joseph Meyerhoff
Symphony Hall - November 25, 2023
1. Watching The River Flow (Bob on baby
grand piano)
2. Most Likely You Go Your Way (and I'll Go Mine) - (Bob on baby grand
piano)
3. I Contain Multitudes (Bob on baby grand piano)
4. False Prophet (Bob on baby grand piano)
5. When I Paint My Masterpiece (Bob on baby grand piano)
6. Black Rider (Bob on baby grand piano)
7. My Own Version of You (Bob on baby grand piano)
8. I'll Be Your Baby Tonight (Bob on baby grand piano)
9. Crossing The Rubicon (Bob on baby grand piano)
10. To Be Alone With You (Bob on baby grand piano)
11. Key West (Philosopher Pirate) (Bob on baby grand piano)
12. Gotta Serve Somebody (Bob on baby grand piano)
13. I've Made Up My Mind To Give Myself To You (Bob on baby grand piano)
14. That Old Black Magic (Harold Arlen/Johnny Mercer) - (Bob on baby
grand piano)
15. Mother of Muses (Bob on baby grand piano)
-- Band introductions
16 Goodbye Jimmy Reed (Bob on baby grand piano)
17. Every Grain of Sand (Bob on baby grand piano and harp)
Ragazzi (si fa per dire perché purtroppo
il tempo passa per tutti), anche io voglio condividere con voi le
emozioni provate il giorno in cui ho saputo per la prima volta
dell’esistenza del nostro insuperabile menestrello. Vi anticipo che si
tratta di una modalità di conoscimento insolita. Era il 1978, io avevo
15 anni e mi trovavo in un ostello di Barcellona (che si trova in
Spagna), ero nei sudici bagni senza bidet dell’ostello e stavo cacando,
mi accorsi troppo tardi che di carta igienica non c’era traccia. Il
panico iniziò a insinuarsi nella mia mente, ma, appoggiata sul
calorifero, qualcuno aveva dimenticato una copia di Tarantula, quelle
pagine furono la mia salvezza, le parole di Dylan seppero anche quella
prima volta accarezzare con dolcezza le mie impellenze. Grato a Bob fin
da quel primo momento, dopo aver letto la recensione di Street Legal su
“Hola 2001” che era il settimanale musicale più in voga in Spagna a quel
tempo, comprai l’album e fu amore per sempre.
Il vostro spregevole Miscio.
Carissimo e
spregevolissimo Miscio, strano ma davvero bizzarro il tuo primo incontro
con Dylan, ma va bene, ogni metodo è buono per entrare in contatto con
Bob. Capisco il tuo panico causa la mancanza di carta igienica, ma mi
ricordo all'inizio degli anni 50, che erano tempi nei quali quasi
nessuno aveva il bagno in casa, tempi in cui la gente sapeva parlare
solo il dialetto e succedeva anche che persone che abitavano ad una
decina di chilometri di distanza parlassero due dialetti molto diversi e
facessero una dannata fatica a capirsi. Molta gente ancora aveva
difficoltà a leggere, figurarsi a camprare un giornale per poi usarlo
nei cessi! Le case avevano il cesso sulle logge, sui balconi o nei
cortili, però di solito un cesso per tutto il caseggiato, quindi ti
lascio immaginare l'odore di acido muriatico e la sporcizia di quei
luoghi. L'uomo primitivo si puliva nei ruscelli o con le foglie, gli
egizi utilizzavano sabbia intrisa di oli profumati, i vichinghi
preferivano gli scarti di lana di pecora, mentre arabi e indiani usavano
la mano sinistra (tanto che ancora oggi è un insulto toccare un indiano
con questa mano, considerata “impura”). Ricordo che le abitazioni non
avevano l'acqua calda e per lavarsi si usava l'acqua bollita sulla stufa
in un mastello di legno, quindi l'ultimo che si lavava si lavava col
fango! Non c'era la televisione e le serate, dopo aver ascoltato il
solito vecchio nonno che raccontava le solite esperienze della grande
guerra, quella del Piave, della Bainsizza, di Caporetto, le serate
finivano a letto, e non essendoci contraccettivi efficaci, le famiglie
avevano spesso e volentieri una decina di figli. Certo, ricordi di un
altro mondo completamente scomparso, ma che ogni tanto fa piacere
ricordare perchè questo ti da modo di ricordare che sei stato giovane e
spensierato. C'era la radio e tutte le sere suonava dal vivo l'orchestra
del maestro Angelini. Per sentire musica bisognava accontetarsi delle
campane, della banda del paese (solitamente al limite
dell'inascoltabile) o qualche disperato che strimpellava trite e ritrite
melodie su una fisarmonica nelle osterie tra un calice di vino e
l'altro. Scusami questa divagazione ma era solo per sottolineare che
oggi le persone tendono a non accontentarsi mai, niente è mai
abbastanza, mentre a quei tempi il "niente" era all'ordine del giorno.
Un caloroso abbraccio, Mr.Tambourine, :o)
Domenica 26 Novembre 2023
Talkin'
12181 - catestef
Oggetto: Video Budokan 1978
Non ci credo....ma e' tutto vero!
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Talkin'
12180 - benedettolandi
Oltre al Complete Budokan,trovato questo
video,finora mai visto del concerto del 20 Febbraio.
Carissimi, avete
segnalato tutti e due lo stesso video, e allora???? Guardiamocelo tutti
insieme!!! Mr.Tambourine, :o)
Baltimore, Maryland - Joseph Meyerhoff
Symphony Hall - November 24, 2023
1. Watching The River Flow (Bob on baby
grand piano)
2. Most Likely You Go Your Way (and I'll Go Mine) - (Bob on baby grand
piano)
3. I Contain Multitudes (Bob on baby grand piano)
4. False Prophet (Bob on baby grand piano)
5. When I Paint My Masterpiece (Bob on baby grand piano)
6. Black Rider (Bob on baby grand piano)
7. My Own Version of You (Bob on baby grand piano)
8. I'll Be Your Baby Tonight (Bob on baby grand piano)
9. Crossing The Rubicon (Bob on baby grand piano)
10. To Be Alone With You (Bob on baby grand piano)
11. Key West (Philosopher Pirate) (Bob on baby grand piano)
12. Gotta Serve Somebody (Bob on baby grand piano)
13. I've Made Up My Mind To Give Myself To You (Bob on baby grand piano)
14. That Old Black Magic (Harold Arlen/Johnny Mercer) - (Bob on baby
grand piano)
15. Mother of Muses (Bob on baby grand piano)
-- Band introductions
16 Goodbye Jimmy Reed (Bob on baby grand piano)
17. Every Grain of Sand (Bob on baby grand piano and harp)
Sabato 25 Novembre 2023
Talkin'
12179 - catestef
Oggetto: Alla scoperta di Bob (continuo)
Si Andrea18 siamo coetanei sono del 1966
(classe de fero). A parte la battuta volevo aggiungere qualche righa
finale al mio racconto precedente.
"....Non so se sia un bene o un male, ma da allora, da quando ho
incontrato sulla mia strada Bob Dylan, non ho più ascoltato altri
artisti se non solo e unicamente Bob. In Dylan non so per quale
misterioso motivo avevo/ho trovato tutto ciò che altri cantanti nemmeno
minimamente potevano offrirmi. Dylan stava in un altro mondo, percepivo
che aveva una marcia in più rispetto a tanti. Inoltre quando hanno
conferito a His bobness il Nobel per la Letteratura mi son detto avevo
ragione io a seguirlo da quando avevo 15/16 anni dal lontano 1981 e
quella marcia in più che aveva l'ha portato ad essere il numero uno nel
panorama musicale mondiale.
Stefano C.
Permettimi, caro
Stefano, di dissantire da te quando dici di non aver ascoltato altri
artisti se non Bob. Vuoi che ti suggerisca una trentina di nomi di
Artisti da ascoltare che possono darti emozioni e sensazioni, se non
uguali, simili a quelle che provi ascoltando Bob? Un salutone,
Mr.Tambourine, :o)
È tornato Titoli di Coda, con una
stagione dedicata a Bob Dylan
clicca qui
Venerdì 24 Novembre 2023
Talkin'
12178 - francescoanaia71
Oggetto: Alla scoperta di Bob
Visto che se ne parla, e vista l'uscita
del cofanetto.
Io ho iniziato il mio cammino con Bob proprio con il Live at Budokan.
Nella camea di un mio amico c'era una fila di LP impressionante.
ricordo che li aveva divisi in ordine alfabetico, aveva da poco comprato
Live at Budokan e doveva ancora sistemarlo.
Mi disse di levare la pellicola. E poi lo sistemai. Ricordo che
sbagliai. Lo inserii nella lettera B e gli dissi. Ma hai solo questo?
Lui disse di no. Allora andò nella sezione D. E vidi gli altri. Rimasi
affascinato dalla copertina di Freewheelin'.... (e per molto tempo
sognai di camminare così con una ragazza che mi piaceva).
"Non lo conosci???" "Tieni, e mi diede il Live (tanto ho la
cassetta...)". E dai li..... like a rolling stone ....
InBobWeTrust
Grazie della tua
testimonianza Francesco, quanti modi diversi di approcciarsi a
Dylan!!!!!! Alle prossima mail, Mr.Tambourine, :o)
Newark, N.J. - New Jersey Performing
Arts Center - Prudential Hall - November 21, 2023
1. Watching The River Flow (Bob on baby
grand piano)
2. Most Likely You Go Your Way (and I'll Go Mine) - (Bob on baby grand
piano)
3. I Contain Multitudes (Bob on baby grand piano)
4. False Prophet (Bob on baby grand piano)
5. When I Paint My Masterpiece (Bob on baby grand piano)
6. Black Rider (Bob on baby grand piano)
7. My Own Version of You (Bob on baby grand piano)
8. I'll Be Your Baby Tonight (Bob on baby grand piano)
9. Crossing The Rubicon (Bob on baby grand piano)
10. To Be Alone With You (Bob on baby grand piano)
11. Key West (Philosopher Pirate) (Bob on baby grand piano)
12. Gotta Serve Somebody (Bob on baby grand piano)
13. I've Made Up My Mind To Give Myself To You (Bob on baby grand piano)
14. That Old Black Magic (Harold Arlen/Johnny Mercer) - (Bob on baby
grand piano)
15. Mother of Muses (Bob on baby grand piano)
-- Band introductions
16 Goodbye Jimmy Reed (Bob on baby grand piano)
17. Every Grain of Sand (Bob on baby grand piano and harp)
Ciao,
la mail di Stefano C. mi ha prorprio emozionato, non so se anche lui sia
più o meno della mia stessa epoca (1965), ma potrei pensare che sia cosi
a giudicare dal racconto.
II mio percorso di avvicinamento a Bob è stato quasi identico :
Ascolto Blowin in the wind e Mr. Tambuorine Man...FOLGORATO!!! - Compro
la cassetta Greatest Hits e poi passo all' ascolto di SLOW TRAIN - mia
sorella piu grande di me aveva un fidanzato che mi registrava le
cassette (TDK - MAXELL - BASF...ricordate ??).
Aggiungo altra nota nostalgico/sentimentale : primi anni 80 termino in
fretta e furia esame di riparazione (rimandato a settembre) per salire
su un pulmann che ci porta ad Avignone per assistere al primo concerto
di Dylan !!
Sul pulmann c'e una bellissima ragazza bionda che con la chitarra canta
"Blowin......", momento indicabile avevo circa 17 anni.
Saluti a tutti, nostalgici e non, Andrea
Grazie Andrea di aver
sentito la voglia di raccontarci la storia del tuo coinvolgimento con
Bob. Chissà quanti altri amici (io penso che ognuno di noi che
frequentiamo la Fattoria abbia una sua storia personale) vorrebbero
farlo ma rinunciano o per pigrizia o per altri motivi che hanno una
priorità, ma se avete un momento di tempo, vi prego, condividate con noi
la vostra esperienza come hanno fatto gli amici Stefano ed Andrea. Alla
prossima, Mr.Tambourine, :o)
Mentre vi scrivo ho appena terminato la full immersion in questa nuova
uscita di Bob Dylan. Mi riferisco a The Complete Budokan 1978 (Live).
Quattro ore e 29 minuti di canzoni eseguite alla Nippon Budokan Hall, le
sere del 28 febbraio e del primo marzo 1978, 45 anni fa. David Mansfield
e Rob Stoner sono gli unici "superstiti" del leggendario tour 1975-1976
chiamato Rolling Thunder Revue. Ci sono per questa occasione coriste
come Helena Springs, tastiere e addirittura un sax tenore suonato da un
grande session man come Steve Douglas. È il Dylan che sta per mandare
alle stampe un nuovo album che risponde al nome di Street-Legal, ma cosa
più eclatante è un artista fresco di separazione con la propria compagna
e madre dei suoi figli. Questo aspetto, unito alla perdita di un mito di
gioventù come Elvis Presley crea un corto circuito nel modo di concepire
le canzoni e quindi la performance dylaniana. Un altro aspetto
significativo è che Dylan per la prima volta compie un tour mondiale,
andando a suonare per la prima volta in Asia e Oceania.
La scelta più particolare di questo nuovo spettacolo non è solo legata
agli arrangiamenti e ai suoni, che sono in realtà un proseguimento di
quanto era stato realizzato durante la Rolling Thunder. La sensazione è
di un Dylan davvero sopra le righe, che gigioneggia più del solito,
quasi con una messa in scena da grande varietà. In pratica è Bob Dylan
che si presenta da Milly Carlucci ed esegue brani ritmati, quasi
ballabili per attirare le masse e per dare una nuova ventata al proprio
repertorio, dove ci sono canzoni che sono state scritte ed eseguite più
di 15 anni prima. A questo punto bisogna fare un recap e capire il
contesto in cui si muove l'artista.
La scena musicale rispetto a quando si esibiva abitualmente è cambiata e
non poco. Il Re è appena morto e sono venuti fuori nuovi artisti come
Bruce Springsteen, Warren Zevon e Tom Petty, ma soprattutto c'è stata la
rivoluzione punk, unita all'esplosione del fenomeno Disco Music. Nel
tentativo di intercettare questo nuovo tipo di musica, rendendo al
contempo omaggio a Elvis Presley e a Roy Orbison, Dylan mette in scena
uno spettacolo nuovo, luccicante e lustrato a dovere. Ma è ancora il
"nostro menestrello"?
Non bisogna mai cascare in questo tipo di ragionamento quando si parla
di Dylan, se davvero si vuole essere obiettivi e imparziali. Per quanto
mi riguarda comprendo le scelte di un artista che non si è mai fermato
completamente, che ha avuto il coraggio e l'incoscienza forse di
rischiare, di tentare nuovi percorsi musicali e creativi. Se non
l'avesse fatto molto probabilmente non sarebbe durato tutto questo tempo
e oltre.
Bob Dylan non è come gli altri e questo lo sappiamo praticamente da
sempre. Non conta conoscerlo da dieci, venti o quarant'anni.
Eppure qui il problema non è necessariamente legato a certe scelte,
soluzione o agli arrangiamenti stravaganti e sopra le righe. Il guaio è
che certi pezzi sembrano quasi delle parodie. Anche a livello vocale,
prendi ad esempio Shelter from the Storm, una delle mie canzoni
preferite. Qui è irriconoscibile, quasi inascoltabile. Altre invece
sfiorano il capolavoro, penso a It's Alright Ma (I’m Only Bleeding),
Ballad of a Thin man, Don't Think Twice It’s All Right, I Shall be
Released e Knockin’ On Heaven’s Door. Per oltre metà del live sono
favorevolmente impressionato. Tuttavia alcuni suoni e certe scelte non
le comprendo del tutto. E poi c'è il problema GREATEST HITS. Forse Dylan
ha avuto paura di fare fiasco in Giappone?
Questo lo dico dopo un solo primo ascolto completo. Ci tento a dire
chiaramente che questo mio è un giudizio per il 75% favorevole, che
quasi certamente migliorerà con altri ascolti più attenti, maggiormente
a fuoco, fatti senza fretta e ansia da prestazione. Ascoltare per la
prima volta un box composto da quattro cd che dura oltre quattro ore
resta un’esperienza impegnativa se non estenuante, per certi versi
paragonabile oggi alla visione in binge watching di una serie tv su
piattaforme come Netflix o Prime Video.
Resto un pò deluso da estimatore e fan per i punti critici di cui ho
scritto sopra, ma pazienza. Bisogna farsene una ragione. Cercheremo di
farci piacere questa nuova uscita, oppure di passare oltre, andando
avanti. La fortuna con uno come Dylan è anche questa. Mediamente ci sono
sempre due o tre uscite all’anno e questa in effetti non è stata nemmeno
la prima.
Ci tengo a specificare che non sono abituato a scrivere articoli su
uscite discografiche dedicate a materiale live. Non è proprio la mia
comfort zone, in quanto preferisco esprimere abitualmente un parere sui
dischi in studio, che sono la mia vera passione. La musica dal vivo mi
piace condividerla e viverla sul momento. Raramente ascolto dischi live
e quasi mai sono parte integrante della mia colonna sonora quotidiana.
Naturalmente ci sono alcune importanti eccezioni, penso non so al
magnifico live di Van Morrison, It’s Too Late to Stop Now del 1974, al
box di Dylan della Rolling Thunder Revue, all’Unplugged e naturalmente a
Before the Flood con The Band, di cui scriverò una scheda di
approfondimento in separata sede.
Concludo dicendo ancora una volta Evviva Bob Dylan, Evviva il rock e il
revival anni Settanta. Senza polemica, ma anche senza fette di
prosciutto sulle orecchie. Va bene così, no?
Pubblicato da Dario Greco alle 03:10
Etichette: bob dylan, bob dylan at budokan, bob dylan e il tempo,
budokan, live, rolling thuder revue, the complete budokan 1978
Carissimo Dario, prima di
tutto GRAZIE di aver scritto queste parole dietro mia richiesta.
Desidero aggiungere anche la mia opinione oltre la tua e spero che
apprezzerai!
Sono perfettamente
conscio di non essere al tuo livello nello scrivere, ma poco importa,
cercherò di manifestarti il mio pensiero a modo mio.
Per prima cosa non bisogna assolutamente commettere l’errore di
continuare a pensare che Bob sia sempre “il nostro menestrello” perchè è
ormai da anni che non lo è più. Nessuno rimane uguale a se stesso per
tanti anni (in questo caso sono passati 15/16 anni dal Dylan menestrello
di Duluth), anche noi, e penso anche tu, se rivai indietro nel tempo a
pensare a com’eri a vent’anni e com’eri a trentacinque rimarrai
certamente stupito. Io parlo per me stesso e il Mr.Tambourine del 1963 e
quello del 1978 erano completamente due persone diverse, così come oggi
sono ancora un’altra persona. E’ la normale evoluzione della vita. L’atà
che avanza, il corpo che cambia, le esigenze e le necessità, le priorità
cambiano (come dice anche Bob - Things have changed) e se tu mi
chiedessi cosa avevo in mente nei miei vent’anni potrei risponderti con
una sola parola di quattro lettere!
E’ dunque normale che il Dylan che già ci aveva stupito col passaggio
dalla chitarra acustica a quella elettrica si stesse evolvendo in forme
diverse, forme che magari allora, condizionato da tante cose che gli
giravano intorno e che magari poco avevano a che fare con la musica,
contribuissero a creare in lui quella certa senzazione di caos e di
disagio, di ricerca caotica di qualcosa ancora da indentificare.
Consideriamo che lo smalto compositivo per un artista non è sempre allo
stesso livello, anche le muse ispiratrici a volte hanno bisogno di
qualche tempo di vacanza e riposo. Ma anche intorno a Dylan il mondo
musicale era cambiato, il rock era in piena evoluzione verso alte forme
musicali che prenderanno nomi diversi, sulla scena appaiono nomi nuovi
mentre nomi vecchi ci lasciano per sempre, e questo lascia una traccia
anche nella mente di Bob.
Verso la fine degli anni ’70 non puoi più salire sul palco con un
gruppetto esiguo di persone, il volume e la massa del suono esigono
altro, come Springsteen con la sua E-Street Band di dieci elementi, con
una sezione di fiati e un coro di voci femminili.
Ecco che allora Dylan si presenta al Bodukan di Tokio con una band di 11
persone oltre a lui stesso. Naturalmente tutta questa gente non è sul
palco solo per far numero, ma deve suonare, ecco dunque l’esigenza di
stravolgere le canzoni per far di un gruppo di canzoni un grande
spettacolo.
Detto questo, capisco la tua difficoltà di reggere oltre 4 ore di
ascolto di cose già note, ma oggi, non essendoci più i negozi di dischi
anche il mercato della musica è completamente cambiato.
Altro tasto dolente sono i concerti, diventati, a livello di costo,
proibitivi per tante persone che non possono permettersi di spendere
cifre elevate per vedere i loro beniamini.
Io poi non amo queste riedizioni dove si va a scavare il fondo del
barile per riproporre cose già sentite o di nessuna utilità per nessuno,
ne per chi ascolta e nemmeno per l’artista che non dice niente di nuovo,
solo cose trite e ritrite.
Sappiamo tutti che oggi tutti i concerti vengono registrati, molti
artisti (non è il caso di Bob ed io apprezzo molto questo suo esporsi a
grandi rischi di errori) usano cantare per la maggior parte del
concereto in Play Back, magari un paio di pezzi cantato dal vivo aiutati
non solo dalla band ma anche da una base preregistrata e di certo con
l’auto-tune per evitare stonature o cali di voce, ma il mondo musicale
oggi non può permettersi scivolate di nessun genere.
In questo disco ci sono diverse cose non proprio perfette dal punto di
vista di arrangiamenti e di voce, ma questo ci poteva stare a quel
tempo, con un Dylan “sperimentale” in cerca di una nuova vita come uomo
e come artista.
Disco ottimi per collezionisti, ma da ascoltare è tutta un’altra storia,
giusto come dici tu, ogni tanto bisogna far finta di avere qualche fetta
di prosciutto sulle orecchie e passare oltre, come insegna Virgilio:
“Non ragioniam di loro ma guarda e passa”!!! Disco ignavo?
Mr.Tambourine:o)
Newark, N.J. - New Jersey Performing
Arts Center - Prudential Hall - November 20, 2023
1. Watching The River Flow (Bob on baby
grand piano)
2. Most Likely You Go Your Way (and I'll Go Mine) - (Bob on baby grand
piano)
3. I Contain Multitudes (Bob on baby grand piano)
4. False Prophet (Bob on baby grand piano)
5. When I Paint My Masterpiece (Bob on baby grand piano)
6. Black Rider (Bob on baby grand piano)
7. My Own Version of You (Bob on baby grand piano)
8. I'll Be Your Baby Tonight (Bob on baby grand piano)
9. Crossing The Rubicon (Bob on baby grand piano)
10. To Be Alone With You (Bob on baby grand piano)
11. Key West (Philosopher Pirate) (Bob on baby grand piano)
12. Gotta Serve Somebody (Bob on baby grand piano)
13. I've Made Up My Mind To Give Myself To You (Bob on baby grand piano)
14. That Old Black Magic (Harold Arlen/Johnny Mercer) - (Bob on baby
grand piano)
15. Mother of Muses (Bob on baby grand piano)
-- Band introductions
16 Goodbye Jimmy Reed (Bob on baby grand piano)
17. Every Grain of Sand (Bob on baby grand piano and harp)
La copertina di ‘Freewheelin’ è
diventata un trend su TikTok
clicca qui
Martedì 21 Novembre 2023
Philadelphia, Pennsylvania - The
Fillmore - November 19, 2023
1. Watching The River Flow (Bob on baby
grand piano)
2. Most Likely You Go Your Way (and I'll Go Mine) - (Bob on baby grand
piano)
3. I Contain Multitudes (Bob on baby grand piano)
4. False Prophet (Bob on baby grand piano)
5. When I Paint My Masterpiece (Bob on baby grand piano)
6. Black Rider (Bob on baby grand piano)
7. My Own Version of You (Bob on baby grand piano)
8. I'll Be Your Baby Tonight (Bob on baby grand piano)
9. Crossing The Rubicon (Bob on baby grand piano)
10. To Be Alone With You (Bob on baby grand piano)
11. Key West (Philosopher Pirate) (Bob on baby grand piano)
12. Gotta Serve Somebody (Bob on baby grand piano)
13. I've Made Up My Mind To Give Myself To You (Bob on baby grand piano)
14. That Old Black Magic (Harold Arlen/Johnny Mercer) - (Bob on baby
grand piano)
15. Mother of Muses (Bob on baby grand piano)
-- Band introductions
16 Goodbye Jimmy Reed (Bob on baby grand piano)
17. Every Grain of Sand (Bob on baby grand piano and harp)
Per la serie mi faccio le domande e mi do
anche le risposte da solo come i matti! ??
Come hai scoperto Bob Dylan?
Per caso...ho visto in un edicola un libretto di poche pagine con una
cassetta allegata di 30 minuti in vendita. Se ben ricordo si chiamava "I
giganti del Rock" una collana curata da Guido Harari. Siamo nel 1981 o
82. Mi attirava prima di tutto il suo nome chissà per quale arcano
mistero.
Poi?
La cassetta conteneva una piccola
raccolta di brani acustici dei primi suoi dischi. Rimasi folgorato dalla
sua voce e dalla musica e dal fatto che avevo la sensazione certa che
mentre Dylan cantava stava dicendo cose importanti che dovevo
assolutamente sapere pur essendo a digiuno con l'inglese, Una cosa che
non so spiegare nemmeno oggi perche' mi fece questo effetto. Mentre
ascoltavo la cassetta sembrava di essere catapultato in un altro mondo.
Mai successo prima. Il giorno dopo chiamai mio cugino che aveva tutti i
suoi lp fino a Slow Train. Cosi gli chiesi di registrarmeli tutti....Mi
disse perchè? Non lo so perchè! risposi! La seconda cosa che feci era di
andare in una libreria e comprare la Biografia di Scaduto che veniva
citata nell'opuscolo appena acquistato. Volevo sapere ogni cosa di
questo artista!
In realtà la molla che mi ha spinto a conoscere Dylan è stato grazie a
un altro artista o meglio a un altra coincidenza fortuita. Prima che
arrivasse Dylan di cui ero all'oscuro della sua esistenza c'era Edoardo
Bennato e avevo comprato un libro Lato Side di Granetto -Romano -
Vettori " Edoardo Bennato Un mondo in una canzonetta". In quarta pagina
c'era una breve introduzione che recitava così "....furbo o epigono di
Bob Dylan?" (riferendosi a Edo). Da allora fino ad oggi Dylan è entrato
nella mia vita e non se ne è mai andato. Dopo tutti questi anni lo
considero come uno di famiglia.
Stefano C.
Ciao Stefano,
più o meno tutti noi dylaniati abbiamo conosciuto Bob in maniera strana.
Io ricordo che avevo sentito Blowing in the wind cantata alla Cremeria
Coccodè di Inverigo (la gelateria della Milano bene di allora), da una
emergente cantante-chitarrista (tipo Joan Baez) di nome Giovanna
Nocetti, in arte solo Giovanna (
https://it.wikipedia.org/wiki/Giovanna_(cantante)
) e la canzone mi era piaciuta davvero molto, ma confesso di aver
sentito per la prima volta allora il nome di Bob Dylan. Allora ero
Beatlesiamo "cotto e mangiato" quando mi capitò di sentire
"Mr.Tambourine Man" dei Byrds e fu allora che mi si aprì un mondo nuovo.
Come me molti altri saranno venuti a conoscenza di Bob in centinaia di
altri modi, ma il risultato è identico: tutti "presi e catturati a
vita"!!!! Ti ringrazio di aver voluto raccontarci la tua!!! Alla
prossima, Mr.Tambourine, :o)
Cincinnati - Ohio - Andrew J. Brady
Music Center - October 20, 2023
di Tom Burke
Bob Dylan ha portato il suo itinerare autunnale col suo
Rough and Rowdy Ways tour 2023 a Cincinnati, Ohio, ieri sera (20 ottobre
2023) suonando per il tutto esaurito all'Andrew J. Brady Music Center.
Passeggiando sul palco alle 20:00, Dylan ha preso posto davanti al suo
piccolo pianoforte nero a coda situato al centro del palco, si è seduto
in posa da giocatore d'azzardo, col cappello bianco in testa, e poi ha
dato inizio allo spettacolo.
Dylan è rimasto al pianoforte alternandosi per tutta la durata dello
spettacolo tra lo stare in piedi e lo stare seduto mentre suonava. In
ogni caso, e non importa la canzone, il suo modo di suonare era forte,
vivace, energico, a volte enfatico, altre volte allegro, sempre fulcro
del concerto/spettacolo.
Dylan ha mescolato alcune gemme dalle sue ultime pagine (When I Paint My
Masterpiece, e Go your Way (And I'll Go Mine) tra 9 brani tratti da
Rough and Rowdy Ways durante un set di 1 ora e 45 minuti.
Il canto di Dylan durante lo spettacolo è stato eccezionale, voce forte,
nitida ed emotiva.
I momenti salienti della band includevano la chitarra elettrica di Doug
Lancio in Gotta Serve Somebody e, nessuna sorpresa, il fantastico basso
di Tony Garnier che ha suonato, in particolare, il contrabbasso in
diversi brani, che da soli valevano il prezzo del biglietto.
Come è diventata consuetudine nella maggior parte delle tappe
dell'autunno 2023 tour, la scaletta includeva una canzone specificamente
rilevante per il luogo della serata. Questa sera Dylan ha eseguito una
meravigliosa cover della dolce hit di Dwight Yoakum “South of
Cincinnati”, ovviamente, la sala gremita l'ha adorato.
Dylan ha fornito un ultimo momento clou dello spettacolo, suonando un
lungo e bellissimo pezzo di armonica, durante la chiusura dello
spettacolo in Every Grain of sand.
Lunedì 20 Novembre 2023
Bob Dylan - The complete Budokan: in Giappone: stile Las Vegas
clicca qui
Quando Bob Dylan andò alla conquista
del Giappone
clicca qui
Su richiesta di Mr. Tambourine e altri
utenti mi impegno a scrivere un pezzo retrospettivo sui dischi di Bob
Dylan live realizzati negli anni Settanta.
Ci sarà ampio spazio anche per Budokan 1978 (in tutte le sue salse,
rumba & cha cha cha).
Intanto vi segnalo l'articolo di Paolo Vites, sempre puntuale e
coinvolgente.
Grazie Dario, restiamo
in attesa day by day!!! :o)))))))))))))))))))) Mr.Tambourine, :o)
Sabato 18 Novembre 2023
New York, New York - Beacon Theatre -
November 16, 2023
1. New York State
of Mind (Billy Joel) - (Bob on baby grand piano) (partial)
2. Watching The River Flow (Bob on baby grand piano)
3. Most Likely You Go Your Way (and I'll Go Mine) - (Bob on baby
grand piano)
4. I Contain Multitudes (Bob on baby grand piano)
5. False Prophet (Bob on baby grand piano)
6. When I Paint My Masterpiece (Bob on baby grand piano)
7. Black Rider (Bob on baby grand piano)
8. My Own Version of You (Bob on baby grand piano)
9. I'll Be Your Baby Tonight (Bob on baby grand piano)
10. Crossing The Rubicon (Bob on baby grand piano)
11. To Be Alone With You (Bob on baby grand piano)
12. Key West (Philosopher Pirate) (Bob on baby grand piano)
13. Gotta Serve Somebody (Bob on baby grand piano)
14. I've Made Up My Mind To Give Myself To You (Bob on baby grand piano)
15. That Old Black Magic (Harold Arlen/Johnny Mercer) - (Bob on baby
grand piano)
16. Mother of Muses (Bob on baby grand piano)
-- Band introductions
17 Goodbye Jimmy Reed (Bob on baby grand piano)
18. Every Grain of Sand (Bob on baby grand piano and harp)
Ciao dylaniati,
non ho ancora sentito il disco di CAT POWER.
Per ora nemmeno noi,
ma prima o poi qualche amico ci scriverà una dettagliata relazione!!!
Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)
Venerdì 17 Novembre 2023
Brooklyn, New York - Kings Theatre -
November 15, 2023
1. Watching The River Flow (Bob on baby
grand piano)
2. Most Likely You Go Your Way (and I'll Go Mine) - (Bob on baby grand
piano)
3. I Contain Multitudes (Bob on baby grand piano)
4. False Prophet (Bob on baby grand piano)
5. When I Paint My Masterpiece (Bob on baby grand piano)
6. Black Rider (Bob on baby grand piano)
7. My Own Version of You (Bob on baby grand piano)
8. I'll Be Your Baby Tonight (Bob on baby grand piano)
9. Crossing The Rubicon (Bob on baby grand piano)
10. To Be Alone With You (Bob on baby grand piano)
11. Key West (Philosopher Pirate) (Bob on baby grand piano)
12. Gotta Serve Somebody (Bob on baby grand piano)
13. I've Made Up My Mind To Give Myself To You (Bob on baby grand piano)
14. That Old Black Magic (Harold Arlen/Johnny Mercer) - (Bob on
baby grand piano)
15. Mother of Muses (Bob on baby grand piano)
-- Band introductions
16 Goodbye Jimmy Reed (Bob on baby grand piano)
17. Every Grain of Sand (Bob on baby grand piano and harp)
Ciao Mr. Tambourine,
volevo segnalare a te ed ai tuoi lettori che da alcuni giorni è online
il mio sito dedicato ai bootlegs contenenti brani tratti dai Basement
Tapes. Spero sia di tuo gradimento.
Questo è il link:
https://www.basementboots.com
Un caro saluto, Andrea Brillo.
Caro Andrea,
complimenti per la bella iniziativa, inutile dire che tutto ciò che
riguarda Bob è di interesse generale!!! Molti amici saranno contenti e
potranno soddisfare qualche curiosità in più!!!!! Alla prossima,
Mr.Tambourine, :o)
Brooklyn, New York - Kings Theatre -
November 14, 2023
1. Watching The River Flow (Bob on baby
grand piano)
2. Most Likely You Go Your Way (and I'll Go Mine) - (Bob on baby grand
piano)
3. I Contain Multitudes (Bob on baby grand piano)
4. False Prophet (Bob on baby grand piano)
5. When I Paint My Masterpiece (Bob on baby grand piano)
6. Black Rider (Bob on baby grand piano)
7. My Own Version of You (Bob on baby grand piano)
8. I'll Be Your Baby Tonight (Bob on baby grand piano)
9. Crossing The Rubicon (Bob on baby grand piano)
10. To Be Alone With You (Bob on baby grand piano)
11. Key West (Philosopher Pirate) (Bob on baby grand piano)
12. Gotta Serve Somebody (Bob on baby grand piano)
13. I've Made Up My Mind To Give Myself To You (Bob on baby grand piano)
14. That Old Black Magic (Harold Arlen/Johnny Mercer) - (Bob on
baby grand piano)
15. Mother of Muses (Bob on baby grand piano)
-- Band introductions
16 Goodbye Jimmy Reed (Bob on baby grand piano)
17. Every Grain of Sand (Bob on baby grand piano and harp)
Lo scomparso Gregg Sutton ricorda il
“Real Live Tour” del 1984 - Parte seconda
RIP Gregg Sutton (1949-2023)
di Ray Padgett (25 ottobre 2023)
Traduzione di Silvano
Cattaneo
RP: In quei primi concerti, era chiaro a tutti che non eravate
amalgamati?
GS: Sapevamo tutti che il primo show non era stato granché.
Eravamo tutte persone con standard elevati. Io ho standard elevati.
Ricordo che sull’aereo con noi c'erano due giornalisti olandesi, vecchi
amici di Mick [Taylor]. Stavano parlando di quanto fossero rimasti
delusi dal primo concerto. Questo tipo olandese disse: "Penso che Bob
Dylan sia in una posizione molto sfortunata come essere umano, perché le
aspettative della gente sono sempre molto alte".
Non ero proprio d'accordo. Penso che Bob Dylan sia sempre stato in una
posizione abbastanza buona, qualunque fossero i suoi problemi personali.
È il più grande che sia mai esistito. Ma era un punto di vista
interessante. Io ho sempre pensato a Bob in un modo, e quel tipo pensava
a lui nell'altro modo.
Ma dal secondo o terzo show c’eravamo davvero. Ricordo che dopo circa
cinque o sei concerti, io e Bob stavamo camminando giù per una collina
dietro il palco. Gli chiesi: "Bob, era tutto okay il basso?" E lui:
"Ooh, non ci ho fatto caso". E pensai che fosse fantastico. Quello era
un buon segno!
RP: Se ci avesse fatto caso, poteva significare un problema.
GS: Nessuno va a un concerto di Bob Dylan per ascoltare il
bassista. Vuoi solo che la band sia in palla.
RP: Nelle canzoni più vecchie, ad esempio “Maggie's Farm” o
“Leopard Skin Pill-box Hat”, provavi a rifare quelle parti di basso
oppure cercavi di staccarti dagli originali?
GS: Suonai tutte quelle canzoni in un modo molto naturale.
“Maggie's Farm” l'abbiamo suonata come il disco, solo con un pò più di
energia. Una sorta di "My Baby Left Me" di Elvis Presley più su di giri.
Ascoltala su “Real Live”: c'è solo un'energia un pò più alta e hai Mick
Taylor che fa ottimi assolo di slide. Io ho solo provato a scuoterla un
pò. Lo stesso per “Highway 61”. L'ho suonata a modo mio, ma è anche il
modo in cui l'avevano suonata nel disco perché è fantastico, ed è
semplicemente bum-BUM, bum-BUM, bum-BUM. Sembra dirti, togliti di mezzo!
Io non sono concentrato sui colpi della grancassa. Penso che il bassista
debba capire tutto quello che sta succedendo. Il basso è uno strumento
molto compositivo. Anche nel rock and roll più essenziale, devi sapere
quando fermarti e quando suonare. Devi solo essere di supporto, ed
essere consapevole dell'intera composizione e di cosa farà il cantante.
RP: Una cosa sorprendente ascoltando quelle prove è che, oltre
alle sue canzoni, fece un sacco di cover, e molte non le ha mai eseguite
in concerto. Non avrei mai pensato di sentire Bob Dylan cantare "Always
on My Mind".
GS: Amo questa cosa. È il bello di Bob: è completamente
imprevedibile. E in più aveva tutte le altre sue canzoni. Mi sembra che
la prima volta che suonammo "Just Like a Woman" fu proprio in concerto.
RP: Mai provata prima?
GS: Mai provata. Non disse nemmeno cosa stesse suonando. Si
aspettava che riconoscessimo l’attacco di armonica, e così è stato.
[Nota: in realtà l'avevano provata; probabilmente Gregg sta pensando a
un’altra canzone.]
Voglio dire, ha un catalogo così vasto e ogni tanto pesca fuori
qualcosa. Sceglie una canzone così. Era molto sciolto. A volte
dimenticava la tonalità e chiedeva: "Ehi Gregg, in che tonalità faremo
'Simple Twist of Fate'?"
Una volta iniziò “Maggie's Farm” nella tonalità sbagliata. Mi guarda in
modo candido e mi fa: "Ehi Gregg, in che tonalità siamo?" Dissi: "Siamo
in SOL, Bob, come hai iniziato tu". E lui: "Bene, possiamo andare nella
tonalità giusta adesso?”
RP: Vuoi dire che avete dovuto cambiare la tonalità a metà
canzone?
GS: SÌ. Aveva cantato la prima strofa e quando iniziò a suonare
l’armonica si rese conto di aver sbagliato tonalità, perché aveva preso
l'armonica giusta. Allora dicemmo semplicemente "uno, due, tre, quattro,
chiave di LA" e via.
RP: Per abbinarla all'armonica, quindi, anziché cambiare
l’armonica.
GS: Esatto. Pensai che fosse divertente che non sapesse in che
chiave si trovava, e nemmeno gli importasse. Voglio dire, era così, ma
penso che anche Bob avesse la sua personale scorta di “medicine". Mi
vengono in mente un paio di volte in cui anch’io non sapevo in che
tonalità mi trovavo, ma in quei momenti ero estremamente “medicato".
[ride]
Dieci minuti prima che iniziasse il primo concerto della tournée [a
Verona], Bob mi fa: "Ehi, ti ho sentito cantare. Io farò sette o otto
canzoni, e poi ho bisogno che tu canti mentre mi preparo per il set
acustico. Va bene?" "Va bene!”
RP: E così hai finito per cantare in ogni spettacolo.
GS: Sì. Chiesi agli altri: "Allora, che pezzo facciamo?" E Mick
Taylor: "Non mi interessa cosa fai, basta che sia in SOL così posso
suonare la slide".
Quindi per le prime due o tre sere abbiamo fatto "I Got My Mojo Working"
perché era in SOL e l'avevo cantata nei club. Avevo cantato anche "I've
Got To Use My Imagination”, ma era in LA; allora pensai: "Beh, potremmo
fare 'Imagination' in SOL”. Così siamo passati a quella e ne abbiamo
cavato una versione piuttosto interessante.
Sono stato in due band con Barry Goldberg [co-autore di "Imagination", e
nella band di Dylan a Newport nel '65]. Una delle band con Barry si
chiamava The Coup, registrammo un disco che non fu mai stato pubblicato,
ma che conteneva una nuova versione di “Imagination”. Quindi, dopo aver
fatto due o tre volte "I Got My Mojo Working", mi dissi che avrei potuto
mettermi in mostra un po' di più. E allora perché non fare
"Imagination"?
L'altra band in cui avevo suonato con Barry erano i KGB. Il cantante,
Ray Kennedy, era uno dei co-autori di "Sail on Sailor"; poi c’erano
Michael Bloomfield e Barry [Goldberg]. È così che l’ho conosciuto. Feci
l’audizione, mi presero, il primo concerto fu il venerdì sera. La
domenica, l'articolo di Robert Hilburn sulla prima pagina della sezione
Calendario del LA Times, apriva così: "Michael Bloomfield dice di non
comprare questo disco". E il disco era uscito proprio quel giorno! Mi
dissi, “è così che i pezzi grossi di Hollywood mettono insieme un super
gruppo? Non funziona! Fanculo, torno a San Francisco”.
Adoro Mike Bloomfield. Sai, Bloomfield è stato il mio primo eroe della
chitarra. Aveva un vero carisma. Ho visto il primo concerto degli
Electric Flag, ho visto la Butterfield Band un milione di volte. E
quando avrei potuto suonare con Bloomfield, cazzo, lui ha mollato. Mi
chiesi se, per caso, io avessi detto qualcosa di sbagliato…
RP: Tu fai parte di un gruppo molto piccolo, o forse sei il solo,
membro della band di Dylan che ottiene un proprio spazio come voce
solista. La Rolling Thunder Revue fu una cosa a sé, là un sacco di gente
cantava le proprie cose, ma a parte quello, è insolito.
GS: Lo so. È molto insolito. Se avessi avuto una personalità più
da venditore di automobili, sul palco avrei detto: "Bene, grazie Bob!
Ehi gente, non è fantastico? Bob Dylan, dai, tutti!”
Stavo riascoltando alcune di quelle esibizioni e ho notato che spesso mi
faceva un'introduzione divertente. Diceva cose del tipo: "Gregg canterà
una canzone che ha scritto venendo qui in limousine". In realtà avrei
cantato una vecchia cover. Ricordo che era davvero divertente. C'è stata
una volta in cui stavamo scherzando e lui non riusciva a smettere di
ridere. Non ricordo che spettacolo fosse. C’eravamo detti qualcosa,
probabilmente riguardo a una ragazza che era a lato del palco, e lui
comincia: "Gregg Sutton sta per... [ridacchia] Gregg... [ridacchia]”.
Andavamo molto d’accordo, finché non gli chiesi un aumento. Da lì non
siamo più andati d'accordo.
RP: È stato a metà del tour?
GS: No, quasi alla fine. Non avrei dovuto farlo. Si incazzò.
La verità è che, ripensandoci, prima cosa non era lui a cui avrei dovuto
chiederlo; e seconda, forse io avrei dovuto pagare lui.
Un aumento, in ogni caso, sarebbe finito tutto nel braccio, quindi, che
cazzo? Però era duro sapere di essere il membro meno pagato della band e
vedere otto borsoni pieni di soldi lasciare lo stadio ogni notte. Ma non
importa davvero.
Aveva questi tre scagnozzi, Bob Myers, Gary Shafner e Bob qualcos'altro,
che mi fecero la ramanzina. Mi misero a sedere e mi dissero quanto Bob
fosse scontento di me. Io penso che lo considerasse un tradimento, ma
avrebbe dovuto dirmelo lui stesso. Ma lui non è quel tipo d’uomo, non
affronta le persone.
Shafner disse: "Oh, hai davvero rovinato tutto, Gregg, perché Bob ti
avrebbe tenuto. Al diavolo i tre inglesi, ma te ti avrebbe tenuto". Il
che è una totale bugia perché la band successiva furono gli
Heartbreakers. Non avrebbero rotto la band di Tom Petty, sbarazzandosi
di Howie [Epstein] per farmi suonare. Stavano solo cercando di essere
meschini, ma che cazzo? Vivere e imparare.
RP: Prima che le cose andassero male nei tuoi rapporti con Bob,
passavate molto tempo assieme nel backstage?
GS: Lui aveva un camerino separato. Ogni tanto entravo,
soprattutto se avevo una bella ragazza da fargli incontrare. Gli
piaceva. Gli stavo attorno.
Mi regalò una giacca nera da motociclista, così io gli regalai una mia
giacca di pelle bianca, che gli piacque molto. Andavo lì e scambiavo i
vestiti con lui. Ogni tanto diceva: "Oh, non andare sull'autobus, vieni
con la mia limousine". Lo facevo ridere, ero come il buffone di corte.
RP: Avevate la stessa taglia e vi scambiavate i vestiti?
GS: Sì, assolutamente la stessa taglia e avevamo gusti simili. È
sempre stato un uomo molto ben vestito. Certo, può spendere qualsiasi
cifra per l’abbigliamento, ma gli piaceva come mi vestivo.
RP: Non c’era solo Dylan. C’era anche Santana nel tour.
GS: Arrivava sempre per una jam nei bis. Chitarrista davvero
brillante. Spesso avevamo Mick Taylor, Eric Clapton e Carlos Santana sul
palco a suonare "Tombstone Blues" o qualunque cosa fosse. Era un tipo
molto simpatico, ma credo che non abbia mai imparato il mio nome. Mi
chiamava sempre "Ehi, amico". Era un pò offensivo.
RP: E sì che è stato un tour lungo e voi avete suonato insieme
praticamente ogni sera…
GS: Un paio di volte salii persino nella sua stanza. Una volta
provai anche a chiedergli: "Come mi chiamo?" Non mi rispose. Fece finta
di parlare con Bill Graham, probabilmente chiedendo a Bill come mi
chiamavo, perché Bill mi conosceva.
Bill Graham era un gran tipo. Quando ero ragazzo, a New York, avevo un
amico che faceva l'usciere al Fillmore, io vivevo in quel quartiere. Un
giorno stavo passeggiando lungo il Fillmore e decisi di andare a trovare
il mio amico, come avevo fatto un sacco di volte.
Il caso volle che, proprio quel giorno, il batterista di Rahsaan Roland
Kirk avesse picchiato un altro usciere che cercava di impedirgli di
entrare perché non sapeva chi fosse. Questo tipo era uscito da poco di
prigione per una questione di armi o qualcosa del genere, e aveva appena
picchiato questo ragazzo. Quindi erano tutti piuttosto tesi, ma io non
lo sapevo.
Entrai nel Fillmore. Bill Graham mi vide, mi guardò come la spazzatura
del quartiere. Mi prese per la collottola e per il fondo dei pantaloni,
mi sollevò da terra e mi scaraventò sulla Seconda Avenue.
Quando lo rividi nel backstage [del tour dell'84], gli dissi: "Tu ed io
ci siamo già incontrati". Gli ricordai l’episodio, e ora eccomi lì a
suonare per Bobby. Era davvero mortificato di avermi fatto una cosa del
genere, e non aver potuto fare abbastanza per me dopo. Ho pensato fosse
carino.
RP: Anche Joan Baez è stata in quella tournée, almeno per una
parte. Hai avuto rapporti con lei?
GS: Sì. Non quanto mi sarebbe piaciuto avere. Prima del suo primo o
secondo spettacolo, entrò nel camerino della band. Probabilmente non era
riuscita ad entrare da Bob. Eravamo lì, seduti a ridere e sballarci.
Disse: "Ragazzi, voglio che sappiate che considero un mio diritto salire
sul palco in qualsiasi momento durante lo spettacolo. Voglio solo che
siate pronti per questo.” Nessuno seppe cosa rispondere, perché non
c'entrava niente. Stavamo parlando tra di noi e all'improvviso Joan fa
questo annuncio folle. Ci fu un silenzio imbarazzato. Allora feci la mia
migliore imitazione di Jack Benny e le dissi: "Joan, è ridicolo!” In un
certo senso ruppe il ghiaccio. Dopodiché, io e lei diventammo amici.
Ricordo che, dopo uno spettacolo, stavo cercando di restituire qualcosa
a Bob, ma non potevo avvicinarmi a lui. Venne da me e mi disse: "Ti
frustra tanto quanto frustra me?" E affondò le unghie nel mio palmo.
Io ero molto bello a quel tempo. Avrei potuto concludere con Joan, cosa
che avrei dovuto fare. Avrei dovuto concludere quel giorno, ma non l'ho
fatto. [ride] Ho adorato la voce di Joan. Per me “Diamonds & Rust” è una
canzone grandiosa, grandiosa. Così personale e così reale. Non ci sono
altre canzoni simili su Bob Dylan. È così intima.
RP: In uno dei suoi libri, Joan ha scritto che in quel tour tra
lei e Bob c'era ogni sorta di vibrazioni negative.
GS: A Bob non piaceva averla intorno. Questo è un altro motivo
per cui ho esitato a concludere la storia, perché pensavo che potesse
essere una situazione strana. Ripensandoci, mi sarebbe piaciuto passare
la notte con lei.
RP: Fu un tour di 27 date. Sono sicuro che la maggior parte
furono concerti ben assemblati, ma c'è qualcuno che spicca in modo
particolare?
GS: Il primo in Inghilterra, a Newcastle, è stato fantastico. E
pensai che anche il concerto di Londra fosse stato davvero grande.
RP: Cosa mi dici di Newcastle?
GS: A quel punto eravamo come una macchina ben oliata. Eravamo
una band dal grande suono. Sembravamo Bob Dylan con i Rolling Stones di
“Get Yer Ya-Ya's Out!” Fu proprio grande e tempestoso. Aprire con
“Highway 61”, con quel ritmo, fu esaltante. La gente impazzì. Era il
primo pubblico di lingua inglese che vedevamo dopo molto tempo.
Ho avuto questa sensazione per la prima volta a Parigi il 1 luglio, mio
compleanno, e a Newcastle. È stata l'unica volta nella mia vita in cui
sono stato davvero orgoglioso di essere americano. In piedi su quel
palco, a suonare “Highway 61” con il più grande cantautore americano che
sia mai vissuto. Non sono un patriota o cose simili. Ma c’era qualcosa.
È stato come un momento karmico.
RP: E tu eri uno dei due americani sul palco.
GS: Ero uno dei due americani sul palco, io e Bob Dylan. Hai mai
visto il film “Zelig"?
RP: Non credo.
GS: “Zelig” è un film di Woody Allen dove ritroviamo il
personaggio Leonard Zelig, interpretato da Woody, in diverse situazioni
storiche. È inserito con trucchi cinematografici e cose del genere; è un
film molto intelligente.
Ho avuto una vita alla Zelig. Ero uno dei due americani in quel tour. Ho
suonato nell'unica band che abbia mai aperto uno spettacolo per Elvis
Presley. Ero il direttore d'orchestra di Andy Kaufman alla Carnegie
Hall. Mi sono successe tutte queste cose che erano come momenti Zelig.
L'intero tour di Bob è stato così. Suonare con Eric Clapton, Mick Taylor
e Carlos Santana: ci sono capitato dentro prima ancora di sapere chi ci
sarebbe poi stato.
RP: Non voglio andare fuori argomento, ma vorrei chiederti di
quando eri il bandleader di Andy Kaufman alla Carnegie Hall.
GS: Andy Kaufman è stato il mio migliore amico, da quando avevamo
10 anni fino al giorno della sua morte. Ero il suo direttore musicale
per tutto ciò che faceva, tranne che se fosse andato al Tonight Show,
avrebbe usato la band del Tonight Show. Ho viaggiato con lui, siamo
stati insieme alla Carnegie Hall, ho scritto le partiture. Grazie a lui
ho finito per lavorare anche con Robin Williams, e per un po' sono stato
il leader della band di Rodney Dangerfield perché Rodney Dangerfield
amava un personaggio interpretato da Andy.
RP: Quale personaggio?
GS: Tony Clifton. Tony Clifton era il classico artista di Las
Vegas, ma anche il classico tipaccio di Las Vegas. Entrava in scena
fumando una sigaretta ed era molto vanitoso e meschino. Rodney
Dangerfield lo amava. Per un paio di settimane lo volle per aprire i
suoi spettacoli. Io ero il bandleader del personaggio Tony, così Rodney
finì per nominarmi anche suo bandleader.
Andy [Kaufman] e io c’eravamo conosciuti in quarta elementare. Eravamo
gli unici due fan di Elvis [Presley] in quarta elementare. Siamo stati
sempre, sempre migliori amici. Oltre a Bob, Andy è la cosa più singolare
che io abbia mai fatto. Perché per me era come Bob, un artista unico nel
suo genere. L'unico comico che non voleva necessariamente far ridere.
Era divertente e la gente rideva, ma non era proprio quello che stava
cercando di fare.
RP: Sono più giovane, quindi non ero presente ai suoi tempi, ma
sono un fan del Saturday Night Live. Un paio di anni fa, andai a
guardare alcune delle prime stagioni e la prima cosa…
GS: Mighty Mouse! Quando fa Mighty Mouse.
RP: Esattamente! Conoscevo il nome, ma non sapevo davvero nulla.
Esce e fa il numero di Mighty Mouse. Strabiliante. Non l'avevo mai
visto.
GS: Ascolta, su YouTube c'è un sacco di roba di Andy che vale la
pena vedere, specialmente quella della Carnegie Hall. Se hai un'ora e
mezza, lo spettacolo della Carnegie Hall è assolutamente surreale.
Inoltre, ripensando alle cose migliori di Andy, c’è “Old Macdonald” che
è molto, molto divertente. Lo improvvisò durante una registrazione,
attirando quattro persone dal pubblico. Era una cosa che faceva fin da
adolescente, quando organizzava feste per bambini.
RP: Mentre parlavi, ho cercato queste cose su Google e appena
abbiamo finito premerò play. Ma è vero che [Andy Kaufman] è morto
proprio prima del tuo tour con Dylan?
GS: Scoprii che era morto mentre ero in tournée con Bob. Proprio
prima che iniziasse il tour, Andy mi disse che aveva un cancro ai
polmoni. Pensavo stesse recitando qualche parte di un suo pezzo, gli
dissi: "Andy, non è divertente". E lui: "No, ce l’ho davvero". Andò da
molti dottori, nessuno poteva aiutarlo. Organizzammo una specie di
veglia funebre dal vivo per lui all'Improv. Era strano. Andy era lì, era
già calvo. Sapevo che sarebbe stata l'ultima volta che l’avrei visto.
Ricordo che eravamo da qualche parte in Italia, in uno di quegli hotel
con la rivendita di riviste nella hall. Stavo uscendo per il concerto.
Presi una copia di People e lessi: "Andy Kaufman è morto a 34 anni".
Nonostante tutte le cose che stavano succedendo con Bob, la mia mente
andò altrove. Non riuscii proprio a controllarmi. Mi sedetti e quando
arrivarono gli altri della band stavo piangendo nella hall. Era una
brutta scena, ma non potei proprio trattenermi. Il tempismo, in quel
caso, fu bizzarro.
RP: Da un lato stavi vivendo questo momento culminante della tua
carriera…
GS: Sì, e persi il mio migliore amico. Eravamo cresciuti insieme,
insieme fatto trip di acidi e tutta quella merda…
RP: Mi chiedo se Dylan fosse un fan di Andy Kaufman. Io ce lo
vedo.
GS: Sì. Gliene parlai quando quel giorno mi chiese: "Perché non
vieni con me?" Glielo dissi, rispose che gli piaceva Andy. Gli piacevano
gli aspetti bizzarri di Andy. Gli piaceva che fosse di orientamento
liberal.
RP: Volevo chiederti del concerto finale del tour allo Slane
Castle, perché all’epoca sembrò un avvenimento piuttosto importante.
GS: Fu un concerto incredibile, incredibile.
RP: Come mai?
GS: Beh, prima di tutto, era l'ultimo spettacolo del tour, ed era
anche in Irlanda, giusto? L'Irlanda è diversa da qualsiasi altro posto
sulla terra. Quando arrivammo lì, c’era appena stata una rivolta perché
avevano finito la Guinness. C'erano tutti i rifiuti gettati per strada e
tutto il resto, mentre cercavamo di arrivare al concerto. Quei ragazzi
si erano ribellati davvero perché avevano finito la birra.
C’era Van Morrison lì con Bob. Sia Bob che Van Morrison sono tipi
piuttosto scostanti, ma loro due insieme diventano due chiacchieroni.
Riuscivano a parlarsi così velocemente e a raccontarsi così tante
storie. Li vidi allontanarsi abbracciandosi, ridendo proprio. Con loro
c’era una bella donna, chissà cos’era successo la sera prima.
Ok, quindi, la folla era di nuovo oliata perché sul posto era arrivato
una sorta di pronto soccorso Guinness. Era estate, e d'estate lì c’è
sole fino alle undici di sera. Andammo in scena verso le otto ed era
ancora pieno giorno. Facemmo davvero un grande set, poi uscì Van e fece
"It's All Over Now, Baby Blue". Fu semplicemente fantastico. Eric
[Clapton] era lì. Chrissie Hynde era lì. C'erano un sacco di star.
Alla fine, Bob attacca "Blowin' in the Wind". Ogni cantante famoso sul
palco eseguì una strofa, ovviamente cantando i versi di Bob. Il brano
stava crescendo di intensità, diventando un po' più rock.
Bono, che era lì con Lord Slane e indossava un cappello nero, fu
l'ultimo a cantare. Cominciò e mi resi conto che stava inventando le
parole. Giocava in casa, quindi il pubblico era tutto con lui. Continuò
ad andare avanti. Tutti gli altri, dopo la loro strofa, avevano posato
il microfono, giusto? Lui, invece, non molla quel cazzo di microfono.
Marcia su e giù con il suo cappellino nero, inventando il testo di
"Blowin' in the Wind".
Dopo quattro o cinque versi, Bob se ne va. Eric se ne va, Carlos se ne
va. E noi ci ritrovammo a supportare Bono che stava ancora marciando su
e giù, sembrava una parata nazista.
Alla fine, Mick Taylor, disgustato, alzò la chitarra tenendola in
equilibrio sulla paletta e la lasciò cadere a terra. E se ne andò. Il
tecnico del suono aveva velocemente disattivato il suo Marshall, ma io
riuscii a sentire il botto. Quindi eccoci lì: io, Mac [Lagan], Colin
[Allen] e Bono. Non potevamo fermarci perché Bono stava ancora vomitando
versi.
RP: Non l’ha fermato nemmeno Mick Taylor che ha lasciato cadere
rumorosamente la chitarra?
GS: No, no. Bono non si è fermato. A dire il vero, non credo
nemmeno che se ne fosse accorto. Dopo un po' la cosa si esaurì e alla
fine ci fermammo. Quello fu l'ultimo pezzo che avrei suonato con Bob
Dylan. Se n’era andato, non sarebbe tornato a ringraziare.
Salimmo sull'autobus per uscire da lì e Bob mi fa: "Ehi Gregg, quel Bono
mi ha impressionato".
RP: In tono sincero o sarcastico?
GS: Penso entrambi. Penso che fosse sarcastico, ma allo stesso
tempo era vero. Bono aveva preso il sopravvento, come una presa di
potere nemica. Penso che Bob avesse una visione più ampia. Penso che si
sia fatto una risata. Ed era proprio tipico di Bob: "Ehi, quel Bono mi
ha impressionato”.
Ricordo che una volta gli diedi la tonalità sbagliata di una canzone.
Sceso dal palco, mi disse [imita la voce di Dylan]: "Quella era
assolutamente, decisamente la tonalità sbagliata”. Valeva quasi la pena
di sbagliare per sentirglielo dire, perché era proprio la sua
espressione. Avrebbe potuto essere “Positively 4th Street”.
RP: Pensi che l’album “Real Live” abbia reso giustizia al tour?
GS: Sì e no. All’epoca pensai che avrebbero potuto scegliere
altre canzoni. È un disco dal vivo, perché non inserire un paio di
dozzine di brani anziché solo dieci?
Molte persone pensano che non suoni bene o qualcosa del genere, ma [il
produttore] Glyn Johns sapeva cosa cazzo stava facendo. Pete Townshend a
Londra disse che sembrava che Bob suonasse con i Rolling Stones: ecco,
pensavo che il disco avrebbe restituito questa cosa.
Forse sapevano fin dall'inizio che avrebbero registrato un disco dal
vivo, ma di certo non ce lo dissero finché in tournée non arrivò Glyn
Johns per una settimana. Io penso che nelle prime due settimane non
fossero sicuri di voler davvero ricavarne un disco, ma man mano che le
cose andavano avanti abbiamo iniziato a suonare alla grande.
C'è una versione di "Imagination" in cui Mick Taylor fa quelle cose
folli che faceva anche su alcune canzoni di Bob. Otteneva un armonico
con la slide e poi il bending di quell'armonico. Cose impossibili per un
comune mortale. Suonava davvero fantastico. Mi sembra lo facesse su “All
Along the Watchtower”. Non ho sentito nulla di tutto ciò in “Real Live”.
Sarebbe stato bello avere uno degli assoli più squisiti di Mick Taylor
perché come lui non c’è nessuno.
RP: Hai detto che Pete Townshend assistette a uno degli
spettacoli?
GS: A quello di Londra. Londra fu davvero speciale perché il
backstage era una parete di star. Credo che Pete fosse nel palco reale,
quello che puoi vedere dal palcoscenico.
RP: Ti intimorì?
GS: No, affatto. Andava benissimo. Non c’era ragione per
intimorirsi. Lui era lì per vedere cosa stavamo facendo. Era come
un'opportunità. Non che io stessi cercando un'audizione per gli Who o
qualcosa del genere. Questo è quello che facciamo: serio rock and roll.
RP: Guardavi quando Dylan eseguiva da solo il suo set acustico?
GS: Assolutamente. Sempre. Nessun altro nella band lo faceva, ma
io sì. Ogni tanto gli dicevo: "Ehi, Bob, perché non fai 'Desolation Row’
una di queste sere?" E lui: "Oh no, no. Troppi versi, Gregg". Finché un
paio di sere dopo l’ha fatta [ndt: nella terza data di Roma, Palaeur, 21
giugno 1984]. Si girò per controllarmi, vide che ero lì in piedi.
Ha poi riscritto "Tangled Up In Blue" e una sera l'ha cantata. Per me è
una delle sue canzoni più grandi, e la riscrittura è ancora meglio. È la
continuazione della stessa storia.
RP: Sì, non ha cambiato solo uno o due versi qua e là. È la
stessa musica, ma liriche totalmente diverse.
GS: Ha aggiunto un terzo personaggio. Ci sono tre personaggi, e
lui ha reso il terzo più forte. C'è una nuova azione. È una riscrittura
totale.
RP: È qualcosa che hai visto mentre lo faceva sul palco, di
fronte a una folla enorme. Ti chiedesti cosa stesse cantando?
GS: Sì. Il capo della sua sicurezza era un dentista di nome Stan
Golden. Parlavo con Stan di queste cose, perché mi ascoltava. Il motivo
per cui Stan era il capo della sicurezza è perché poteva portare una
valigia di medicine attraverso qualsiasi frontiera del mondo. Non sapeva
un accidenti di sicurezza.
Ad ogni modo, ci dicemmo entrambi: “Wow. Hai sentito che roba ‘Tangled
Up in Blue’? È una fottuta riscrittura totale”. E non è che Bob abbia
detto qualcosa. Non ha annunciato: "Ecco 'Tangled Up in Blue'. Prima era
così, ma adesso va così." L’ha semplicemente cantata.
Il mese scorso se n'è andato
improvvisamente Gregg Sutton che fu bassista di Dylan nel tour europeo
del 1984 (quello che portò Bob a esibirsi per la prima volta in Italia).
Proprio un paio di settimane prima della sua morte, era stato
intervistato da Ray Padgett: un'amichevole chiacchierata, come sempre
ricca di spunti.
Caro Tambourine, ti invio la traduzione dell'intervista pubblicata sul
sito Flagging Down di Padgett.
Grazie Silvano a nome
di tutti i nostri amici lettori. E' sempre piacevole leggere e sapere
l'opinione ed il punto di vista di chi ha vissuto per un pò di tempo a
stretto contatto con Bob. Naturalmente ogni musicista può essere stato
colpito da atteggiamenti e situazioni diverse, ognuno di loro ha visto
Bob con i propri occhi, quindi il parere e l'esperienza può benissimo
cambiare da uno all'altro. Bob rimane sempre se stesso, ma agli occhi
degli altri assume un riflesso diverso! Sotto pubblico la prima parte di
questa chiacchierata ed il resto domani, poi, naturalmente, verrà tutto
riportato nella tua pagina "Ho suonato con Bob Dylan". Un
abbraccio, alla prossima, Mr.Tambourine, :o)
Lo scomparso Gregg Sutton ricorda il
“Real Live Tour” del 1984 - Parte prima
RIP Gregg Sutton (1949-2023)
di Ray Padgett (25 ottobre 2023)
Traduzione di Silvano
Cattaneo
The 1984 band. L-R Bob Dylan, Colin
Allen, Gregg Sutton, Ian McLagan, Mick Taylor
Ray Padgett: Qualche giorno fa ci
siamo scritti una e-mail a proposito di "Heart of Mine" che voi suonaste
un paio di volte. All’epoca, nel 1984, eri già abbastanza fan da
conoscere anche brani del genere, non propriamente grandi successi?
Gregg Sutton: Sì. Bob era il mio idolo. Lo seguivo dal 1963. Al
Greenwich Village, all'improvviso, certi ragazzi cominciarono a girare
con il berretto tipo quello di Bob Dylan sulla copertina del suo primo
disco, e il supporto per l'armonica anche senza l’armonica. Io ero uno
di quei ragazzi.
Conoscevo tutte le sue cose. Adesso sono più vecchio, ma se ci fosse da
risuonare “Heart of Mine”, probabilmente riuscirei. Ricordo che prima di
uno spettacolo eravamo nel camerino della band con i tre inglesi – Mick
Taylor, Ian McLagan e Colin Allen. Mick mi chiese: "Gregg, ma tu sei
davvero un fan?” Alzai le mano e dissi: “Mi dichiaro colpevole. E voi?”
Tutti risposero "Non particolarmente". Non gli piaceva, ma considerato
che non erano fan di Bob, se la cavavano piuttosto bene a suonare le sue
cose.
Di me, Bob poteva dire che conoscevo e amavo il suo repertorio. Sai,
avrebbe potuto avere qualunque bassista avesse voluto. Prese me perché
ero legato a lui. Capitava – stiamo parlando di un’epoca in cui non
esistevano i testi digitali, dove ti basta un semplice un clic per
consultarli – che gli chiedessi "C'è questo punto in 'Visions of
Johanna' dove non ho mai capito esattamente cosa dici”. Lo imbeccavo,
dandogli il verso prima, e lui semplicemente continuava: "Oh, quella fa
[imita la voce di Dylan] ‘Ya can’t look at much, man / As she herself
prepares for him’”.
Gli piaceva che chiedessi quel genere di stronzate. Ci siamo trovati
bene.
RP: Ho parlato con Benmont Tench qualche tempo fa e anche per lui
è la stessa cosa, come uno studioso della musica di Dylan.
GS: Sì, Benmont è molto accademico. Conosco Benmont dai miei
tempi con i Lone Justice. Veniva a suonare con noi.
RP: Hai visto lui e Mike Campbell suonare con Dylan all’ultimo
Farm Aid, lo scorso fine settimana?
GS: Sì, è stato divertente. Al primo Farm Aid [1985], i Lone
Justice si esibirono tra il set di Dylan e il set di Petty.
RP: Accadde appena un anno dopo la tua esperienza nella band di
Bob.
GS: Sì, passai da Bob ai Lone Justice.
RP: Riparlasti con Dylan a quel primo Farm Aid?
GS: Ci incrociammo, ma a quel Farm Aid c’era un'atmosfera un pò
strana. Lui era con la band di Petty e anche con Elliot Roberts, che un
tempo era stato il mio manager. C'erano vibrazioni contrastanti, diciamo
così.
Gli parlai un anno o due dopo. Graffiti Man, la band di Jesse Ed Davis e
John Trudell, aprirono alcuni concerti dei Lone Justice. Bob amava
Graffiti Man, era lì per vederli. E io e lui abbiamo fatto una piccola
chiacchierata.
RP: È singolare che tu abbia menzionato questo cosa di Graffiti
Man perché proprio ieri hanno pubblicato alcune foto da un libro in
uscita del Dylan Center. Una fotografia, che non avevo mai visto prima,
è del 1987: ci sono Dylan, Jesse Ed Davis, John Trudell e George
Harrison. Loro quattro.
GS: Potrebbe essere al Palace di Hollywood.
RP: Uno degli spettacoli con i Lone Justice?
GS: Sì, sicuramente. Non ricordo di aver visto George Harrison,
ma non significa che non fosse lì. Non credo che George Harrison avesse
alcun interesse a salutare i Lone Justice, quindi è probabile che sia
semplicemente entrato e poi uscito. Chi lo sa! Io potevo essere
impegnato in qualsiasi cosa. Mi drogavo anche tanto in quel periodo.
Avrei potuto essere in bagno a farmi. [ride] O aspettare che Jesse Ed
[Davis] uscisse fatto dal bagno, così potevo entrare e farmi io.
RP: Riavvolgiamo il nastro. Qui stiamo parlando della fine, ma
torniamo all'inizio. Come capitasti nella band di Dylan?
GS: Grazie al mio amico Charlie Quintana che era il batterista
dei Plugz. Chalo! Era un grande batterista e un bravo ragazzo. Bob usava
i Los Plugz da qualche tempo. Chalo mi chiamò e mi disse: "Perché non
vieni a casa di Bob a suonare un po’?" Così ho fatto. Ogni bassista
della città ci sarebbe andato.
Poi non ho più avuto notizie da nessuno, così ho pensato che non se ne
facesse niente. Ma due o tre settimane dopo mi chiamarono e dissero:
"Torna qui". Trovai una band completamente nuova, fatta eccezione per
Mick Taylor. Chalo se n’era andato. C'erano Colin Allen dei
Bluesbreakers e Ian McLagan. Suonai quel giorno, mi confermarono il
lavoro la notte stessa.
RP: A quella prima prova in cui c’eravate tu, Charlie e non so
chi altro, che successe? Raccontami.
GS: Eravamo io, Charlie, Mick Taylor e Bob. Non c'era ancora il
pianista. Fu molto bello. Stava accadendo.
Mick Taylor viveva nella casa in cui stavamo provando, all’interno della
proprietà di Bob a Point Dume. Viveva lì da circa un anno. Mick era il
capo della band. Era il più famoso, il mio preferito tra tutti i
chitarristi inglesi. Mi ritrovai lì a suonare non solo con il mio idolo,
ma anche con il mio chitarrista preferito al mondo.
RP: Suonaste canzoni di Dylan o semplicemente improvvisaste?
GS: Suonammo canzoni di Dylan. Vecchie e nuove canzoni. Alcune
cose da "Infidels”, e poi "Highway 61", "Maggie's Farm", un sacco di
roba che la gente conosceva. Tutti brani di Dylan, nessuna cover.
RP: Quale fu la tua prima interazione con Bob?
GS: Il primo giorno, quando bussai alla porta della sala prove,
fu lui stesso ad aprirmi. Eravamo vestiti in modo identico. Indossavamo
entrambi giacche grigie da motociclista, jeans neri, stivali da
motociclista e t-shirt. Una specie di versione morbida di James Dean. Ci
guardammo dall'alto in basso, come in quel film dei fratelli Marx. Fu
divertente. Poi ci stringemmo la mano. Ha la stretta di mano a pesce
lesso, lui non ti prende davvero la mano, semplicemente ti permette di
prendere la sua e dice: "Ciao, sono Bob".
Devo dirlo, è proprio un tipo normale. Per tutto il tempo in cui ho
suonato con lui, non ha mai detto: "Ehi, perché non suoni questo?" Non
ha mai detto a nessuno: "Perché non suoni così?" Assumeva i musicisti
per il modo in cui loro suonavano le sue canzoni.
Poi, la seconda volta che tornai, come ti ho detto c'era una nuova band
con Ian McLagan. Iniziammo a provare seriamente a casa sua per cinque o
sei giorni.
RP: Come andò? Vi amalgamaste subito o fu un inizio difficile?
GS: Procedeva abbastanza bene. Era un posto per le prove, ma
tutto era okay. A parte il fatto che quasi uccisi Mick Taylor.
RP: Cosa, cosa??
GS: Beh, a quel tempo avevo una forte relazione con la China
White [eroina]. Ero all'inizio di una dipendenza dalla droga durata 30
anni. Beh, non proprio all'inizio, però non ero così strafatto da non
poter andare in tour o cose del genere. Ero un pò schizzato. Due giorni
dopo aver avuto l’ingaggio, tirai fuori un pacchettino. Ne offrii un pò
a Mick. Dissi: "Perché non dai una piccola annusatina a questa?"
Ovviamente, lui pensava che fosse cocaina. Andò in bagno e – thud! –
sentii un tonfo. Mi dissi: “Uh uh! È solo il secondo giorno di ingaggio
e ho ucciso Mick Taylor”.
Lui esce e mi fa: "Gregg, questa non è cocaina!” Dico: "Sei Mick Taylor!
Sei un tossico famoso. Andiamo!” Alla fine lo trovò divertente. E io mi
sentii sollevato per non averlo ucciso, perché quel colpo mi aveva fatto
venire un brivido alla schiena.
Comunque, poi provammo al Beverly Theatre di Beverly Hills per due o tre
giorni, per essere ancora più sul pezzo. Un teatro da 3.000 posti.
RP: Vuoto? Affittato solo per voi?
GS: Vuoto. L'affittammo, il che mi colpì davvero. Pensai: "Questo
è davvero il grande momento". Avevo suonato in posti più grandi, ma
quelle erano solo delle cazzo di prove!
A quel punto avevo visto Bob forse sette o otto giorni nella mia vita,
quindi ogni volta che lo vedevo per me era sorprendente. Dovevo darmi un
pizzicotto e dire: "Ehi, sono con Bob Dylan, in questa stanza e in
questo momento".
Su un palco vero abbiamo faticato un pò di più. I primi due concerti
del tour [ndt: Verona, 28 e 29 maggio 1984] non furono affatto belli.
RP: Secondo te, perché faticaste all’inizio?
GC: Ci stavamo ancora abituando al mare. Semplicemente non
eravamo uniti. Ascoltando le registrazioni delle prove che mi hai
mandato, ho capito perché i primi spettacoli furono terribili. Era come
se facessimo il passo a metà. Non lo stavamo facendo seriamente. Mi
sembra che nel tuo articolo tu dicessi che, come sempre nelle prove, Bob
era un pessimo esecutore. Cantava come se fosse costretto. E poi non
condivideva con noi. Così non avevamo la sensazione di come stavano le
cose e come potevamo migliorarle.
C'è un frammento di "Jokerman" su quel nastro… Alla fine suonammo una
versione fantastica di "Jokerman", ma alcune delle versioni [di prova]
che mi hai inviato non erano affatto buone. La versione di "Shelter from
the Storm" era semplicemente orribile. Sembrava un'altra canzone. Ma non
era tanto colpa della band quanto piuttosto che Bob voleva inserire una
certa progressione su "Shelter From the Storm". Penso che poi abbia
finito per farla di tanto in tanto nel suo set acustico.
RP: È come un'arma a doppio taglio con lui, giusto? Reinventa
sempre le canzoni: a volte è fantastico, ma se provi sempre a fare un
arrangiamento diverso, a volte fai cilecca.
GS: È proprio così. Voglio dire, complimenti a lui per non
essersi mai appiattito. E diciamocelo, alcune di queste canzoni le ha
suonate migliaia di volte. Prova ad ascoltare “Shadow Kingdom”: molte di
quelle canzoni festeggiano il loro cinquantesimo compleanno, davvero un
lungo tempo per suonarle ancora.
Ecco perché Bob è Bob. È un artista. Ma tutti gli artisti hanno un'idea
in testa e qualche volta funziona, qualche volta no. Deve essere
lasciato fare durante le prove. Non abbiamo mai visto tutta la robacce
che Van Gogh avrà tirato fuori, capisci cosa intendo?
Ma sì, è stato interessante sentire quella merda. Poi ovviamente sono
andato su YouTube per ascoltare le versioni dal vivo, giusto per capire.
E mi sono detto che eravamo molto meglio di quelle prove.
RP: Spero che avertele inviate non ti abbia creato problemi di
fiducia in te stesso.
GS: Ho una certa età perché la mia autostima venga colpita.
Quelle prove erano solo l'inizio del processo. Bob è un individuo strano
e imprevedibile. Non è uno di quelli che ti facilitano le cose. Fa
semplicemente quello che ha in testa in qualsiasi momento.
TO BE CONTINUED.......................
Martedì 14 Novembre 2023
Springfield, Massachusetts - Symphony
Hall - November 12, 2023
1. Watching The River Flow (Bob on baby
grand piano)
2. Most Likely You Go Your Way (and I'll Go Mine) - (Bob on baby grand
piano)
3. I Contain Multitudes (Bob on baby grand piano)
4. False Prophet (Bob on baby grand piano)
5. When I Paint My Masterpiece (Bob on baby grand piano)
6. Black Rider (Bob on baby grand piano)
7. My Own Version of You (Bob on baby grand piano)
8. I'll Be Your Baby Tonight (Bob on baby grand piano)
9. Crossing The Rubicon (Bob on baby grand piano)
10. To Be Alone With You (Bob on baby grand piano)
11. Key West (Philosopher Pirate) (Bob on baby grand piano)
12. Gotta Serve Somebody (Bob on baby grand piano)
13. I've Made Up My Mind To Give Myself To You (Bob on baby grand piano)
14. That Old Black Magic (Harold Arlen/Johnny Mercer) - (Bob on
baby grand piano)
15. Mother of Muses (Bob on baby grand piano)
-- Band introductions
16 Goodbye Jimmy Reed (Bob on baby grand piano)
17. Every Grain of Sand (Bob on baby grand piano and harp)
Waterbury, Connecticut - Palace
Theater - November 11, 2023
1. Watching The River Flow (Bob on baby
grand piano)
2. Most Likely You Go Your Way (and I'll Go Mine) - (Bob on baby grand
piano)
3. I Contain Multitudes (Bob on baby grand piano)
4. False Prophet (Bob on baby grand piano)
5. When I Paint My Masterpiece (Bob on baby grand piano)
6. Black Rider (Bob on baby grand piano)
7. My Own Version of You (Bob on baby grand piano)
8. I'll Be Your Baby Tonight (Bob on baby grand piano)
9. Crossing The Rubicon (Bob on baby grand piano)
10. To Be Alone With You (Bob on baby grand piano)
11. Key West (Philosopher Pirate) (Bob on baby grand piano)
12. Gotta Serve Somebody (Bob on baby grand piano)
13. I've Made Up My Mind To Give Myself To You (Bob on baby grand piano)
14. That Old Black Magic (Harold Arlen/Johnny Mercer) - (Bob on
baby grand piano)
15. Mother of Muses (Bob on baby grand piano)
-- Band introductions
16 Goodbye Jimmy Reed (Bob on baby grand piano)
17. Every Grain of Sand (Bob on baby grand piano and harp)
Hallelujah di Cohen: la
sacralizzazione di un testo erotico
clicca qui
Domenica 12 Novembre 2023
Providence, Rhode Island - Providence
Performing Arts Center - November 10, 2023
1. Watching The River Flow (Bob on baby
grand piano)
2. Most Likely You Go Your Way (and I'll Go Mine) - (Bob on baby grand
piano)
3. I Contain Multitudes (Bob on baby grand piano)
4. False Prophet (Bob on baby grand piano)
5. When I Paint My Masterpiece (Bob on baby grand piano)
6. Black Rider (Bob on baby grand piano)
7. My Own Version of You (Bob on baby grand piano)
8. I'll Be Your Baby Tonight (Bob on baby grand piano)
9. Crossing The Rubicon (Bob on baby grand piano)
10. To Be Alone With You (Bob on baby grand piano)
11. Key West (Philosopher Pirate) (Bob on baby grand piano)
12. Gotta Serve Somebody (Bob on baby grand piano)
13. I've Made Up My Mind To Give Myself To You (Bob on baby grand piano)
14. That Old Black Magic (Harold Arlen/Johnny Mercer) - (Bob on
baby grand piano)
15. Mother of Muses (Bob on baby grand piano)
-- Band introductions
16 Goodbye Jimmy Reed (Bob on baby grand piano)
17. Every Grain of Sand (Bob on baby grand piano and harp)
Cincinnati, Ohio - The Andrew J. Brady Music Center - October 20, 2023
Recensione di E.B.
Ho alcune foto
dell'iconico ponte sospeso John Roebling (1867), (il pre-cursore di Ye
Olde Brooklyn Bridge!), sotto un drammatico effetto di nuvole grigio-blu
che si abbinano alle foglie autunnali colorate che cadono dagli alberi
vicino al fiume. Una settimana fa abbiamo raggiunto i 30 gradi con cielo
soleggiato, ma questa giornata è iniziata piovosa e fredda, con
temperature minime intorno ai 10 gradi.
L'evento di stasera si
è svolto nella sala interna dell'Andrew J. Brady Music Center con
capienza di 4.500 posti a sedere, mentre la sala all'aperto ha una
capienza di 8.000. Nelle vicinanze si trova la Cincinnati Black Music
Walk of Fame, con la fondazione candidati (2021)
Bootsy Collins, Otis Williams e The Charms, Dr. Charles Fold e i
fratelli Isley; (2022) Hi-Tek, La stella della mezzanotte, Penny Ford,
Wilbert Longmire; (2023) James Brown, Louise Shropshire, Philippe
Wynne e The Deele.
Grazie a Wikipedia ho
scoperto che il Brady Music Center prende il nome da un locale
musicista, insegnante di musica, direttore d'orchestra e di banda (n.
3.01.1915, D. 10/01/2004). Era noto per i suoi "spettacoli di varietà
Bandwagon" e spettacoli dell'intervallo di football".
Con due balconate
superiori e un piano rialzato prospiciente un palco rialzato, il filare
di sedili pieghevoli collegati realizzati per adattarsi perfettamente
alla capacità della folla. Mi stupisce che molti del pubblico sentissero
il bisogno di alzarsi e fare costantemente "la corsa alla birra" durante
uno spettacolo di due ore che fa così che l'intera fila delle persone
devono alzarsi per uscire e poi, ovviamente, rientrare di nuovo. Questo
tipo di attività costante provocava l'uso di bicchieri e lattine di
birra White Claw, che furono buttate sul pavimento, per essere presi a
calci e alcuni inservienti con uno spazzolone e un grande secchio sono
stati chiamati nella nostra sezione più di una volta. Meno male che è un
pavimento di cemento! Poi c’è il blocco dei telefonini, quindi almeno
noi non siamo stati disturbati dall'uso costante del telefono.
Il nostro spettacolo al
Brady Music Center è stato ben accolto da un pubblico impegnato, attento
e premuroso ma senza spazio per alzarsi e ballare (tranne alcune signore
che si sono alzate per ballare e agitare le mani nell’aria, ci siamo
alzati in piedi in ovazione dopo un'entusiasmante Gotta Serve Somebody e
qualche altra volta.
I punti salienti per me
sono stati: Every Grain of Sand, reso deliziosamente (con Bob
all'armonica!) come finale, ... e la più grande e piacevole sorpresa
della serata è stata "South of Cincinnati" (una canzone di Dwight
Yoakum) eseguita in posizione n. 15 (di 18). Dopo una breve riunione i
musicisti erano al centro del palco con Bob al pianoforte, tutti si sono
tuffati subito in questo gioiello. Non conoscevo questa canzone ma ho
sentito distintamente "Cincinnati" abbastanza bene e questo ha suscitato
un grande applauso da parte del pubblico ogni volta che è arrivato
(succede spesso!)... così come applausi per ogni menzione del fiume
Ohio. In realtà mi sono venute le lacrime agli occhi pensando che
abbiamo avuto una cosa così bella e inaspettata in regalo da Bob e della
band. "Ti amiamo, Bob!" Io e tutti quelli vicino a me abbiamo gridato .
"We love you, Bob!" verso il palco più di una volta stasera. Lo sa, lo
sa.
Dopo Every Grain of
Sand, standing ovation e moltissimi applausi, inchini sul palco e le
luci si spengono su un altro "Don't you dare to miss it!". Grazie, Bob.
Cincinnati ti ama. Continua così, sempre avanti.
Sabato 11 Novembre 2023
Talkin'
12167 - guglielmo.maggioni
Oggetto: Cat Power sings Dylan
Buongiorno a tutti,
Sto ora ascoltando il meraviglioso disco live di Cat Power che rilegge
il live di Bob del 1966 e ho gli occhi lucidi: non ricordo un atto
d'amore così intenso e di tale livello nei confronti del nostro eroe. Su
Robinson di questa settimana c'è una bella intervista a Cat Power in cui
spiega genesi dell'opera, definendo Bob una divinità: come darle torto?
Saluti dylaniani, sempre!
Grazie Guglielmo per
le belle parole. Io non l'ho ancora sentito, ma spero che qualche amico
trovi il tempo e la voglia di fare una o breve o lunga recensione del
disco per tutti noi. Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)
Port Chester, New York - Capitol
Theatre - November 8, 2023
1. Watching The River Flow (Bob on baby grand piano)
2. Most Likely You Go Your Way (and I'll Go Mine) - (Bob on baby grand
piano)
3. I Contain Multitudes (Bob on baby grand piano)
4. False Prophet (Bob on baby grand piano)
5. When I Paint My Masterpiece (Bob on baby grand piano)
6. Black Rider (Bob on baby grand piano)
7. My Own Version of You (Bob on baby grand piano)
8. I'll Be Your Baby Tonight (Bob on baby grand piano)
9. Crossing The Rubicon (Bob on baby grand piano)
10. To Be Alone With You (Bob on baby grand piano)
11. Key West (Philosopher Pirate) (Bob on baby grand piano)
12. Gotta Serve Somebody (Bob on baby grand piano)
13. I've Made Up My Mind To Give Myself To You (Bob on baby grand piano)
14. That Old Black Magic (Harold
Arlen/Johnny Mercer) - (Bob on baby grand piano)
15. Stella Blue (Robert Hunter/Jerry
Garcia) - (Bob on baby grand piano)
16. Mother of Muses (Bob on baby grand piano)
-- Band introductions
17 Goodbye Jimmy Reed (Bob on baby grand piano)
18. Every Grain of Sand (Bob on baby grand piano)
Indianapolis, Indiana - Murat Theatre -
16 ottobre 2023
di Adam Selzer
Giuro che è andata proprio così: Ho iniziato a uscire con Michael Glover
Smith prima degli shows del 2004.
Fuori dal “The Tabernacle” di Atlanta, quasi 20 anni fa, parlando della
sua cover di "Ball and Biscuit" dei White Strips, Mike ha osservato che
era una cover di una canzone del 21° secolo. "Scommetto che non accadrà
più di nuovo", ha detto. Probabilmente non immaginava che Bob sarebbe
stato in tournée per altri 20 anni, ma è stato solo quest'anno che ha
fatto una cover di "Bad Actor" di Merle Haggard e "Only a River" di Bob
Weir pubblicate in questo secolo (anche se il co-sceneggiatore Ritter ha
detto di averlo scritto nel '98).
Comunque adesso passiamo alla parte nord di Chicago, 19 anni dopo e
qualche cambiamento. Sono andato a prendere Mike per andare a
Indianapolis. Questo viaggio non era previsto, ma subito dopo Chicago
avevamo notato che, per qualche motivo, i biglietti per Indy erano
economicissimi sui siti di rivendita. Potevi procurarteli a meno di
dieci dollari. Nessun'altra serata del tour è così, quindi abbiamo
deciso di approfittare. Quando siamo saliti sulla Lake Shore Drive
abbiamo dato il massimo di possibilità di canzoni a sorpresa. Mike ha
menzionato Mellencamp, il che sembrava plausibile. "Sono stati amici per
anni", ha osservato Mike. "Scommetto che Mellecamp è almeno allo
spettacolo."
Abbiamo cercato una sua foto attuale. Assomigliava a Paul Williams, ad
entrambi, Paul Williams il critico e Paul Williams il cantautore,
stranamente! Abbiamo esaminato un paio di canzoni di cui Dylan potrebbe
fare una cover. Ad ogni modo, "Longest Days" è una canzone eccellente e
senza tempo.
L'Old National Center si trova in una parte di Indianapolis che
assomiglia al Midwest D.C. Il teatro è uno splendido edificio antico
costruito dagli Shriners, quei ragazzi che indossano il Fez ed
accompagnano gli anziani bisognosi di aiuti. A quanto pare loro
ci sono ancora lì, poiché abbiamo visto un ragazzo con uno di quei
cappelli entrare da una porta laterale.
Lo spettacolo, cappello compreso, è stato per la maggior parte giocoso.
Dylan lo era, scherzava molto con il fraseggio, come ha fatto nella 3°
notte di Chicago, ma lui non sembrava tanto che stesse cercando un nuovo
modo di fare le canzoni, stava proprio scherzando stasera. Ha fatto
"Vent'anni che non ci sono più" in "Crossing the Rubicon" proprio allo
stesso modo.
Avevo visto un roadie segnare qualcosa sulla stecca di Bob, e una volta
o due volte Bob guardò il foglio e sfogliò il suo libro di testi,
ma quando è iniziato "Old Black Magic" abbiamo pensato che eravamo lì
per una scaletta standard, come ci aspettavamo.
Ma dopo che finì, Doug Lancio cominciò a strimpellare qualcosa.
STRUMMING perfetto, cosa che raramente senti ai concerti di Dylan, e non
suonava come "Mother of Muses." Per un attimo abbiamo pensato che fosse
"Only a River" per il compleanno di Bob Weir, ma dopo poche righe ho
capito che stava succedendo: Bob Dylan stava facendo la cover di
"Longest Days" di Mellencamp.
Ed è stata cantata magnificamente. La chitarra acustica era prominente
nell’ arrangiamento e Bob sembrava cantare attentamente e chiaramente,
in gran parte aderente alla melodia. Nessuna menzione del cantautore o
altro: una sola donna in fondo alla fila sembrava elettrizzata ma non
sono sicuro di quante altre persone sapevano che canzone fosse. Dopo lo
spettacolo molte persone si chiedevano di cosa si trattasse ancora nella
hall e fuori.
Ero ancora sotto shock quando Bob ci sorprese ulteriormente lanciandosi
in "Truckin", prima di un'altra straordinaria "Mother of Muses". Il
finale con l'armonica è tornata di nuovo in "Every Grain of Sand" per la
terza notte di fila, e ha avuto la stessa reazione dal pubblico delle
ultime due notti.
Uno spettacolo di Dylan non ha bisogno di sorprese per essere
eccezionale: alcune dei migliori spettacoli che ho visto avevano quella
che era, all'epoca, la scaletta più banale. Ma vederlo sorprenderci con
una cover come "Longest Days" ha fatto di questa una di quelle notti
nelle quali mi sarei preso a calci. Quei vecchi manifesti non scherzano
quando dicono "Non osare perdertelo".
Dopo sei spettacoli in quattro stati, probabilmente per me, sarà così
fino a Brooklyn il mese prossimo, e sarà dura andare fin laggiù.
Un ringraziamento a Bailey, che ho incontrato a Chicago e a Grand
Rapids, e che ha fatto il viaggio dell'ultimo minuto dal suo college a
Kalamazoo per portare la sua partner al suo primo spettacolo. Ero fiero
che fosse venuto, te dimenticherai di tutto, ma non dimenticherai uno
spettacolo di Dylan. La qualità era buona e va ricordato anche il costo,
e stasera, compreso tasse, era di soli $ 18.
Giovedì 9 Novembre 2023
Port Chester, New York - Capitol
Theatre - November 7, 2023
1. Watching The River Flow (Bob on baby
grand piano)
2. Most Likely You Go Your Way (and I'll Go Mine) - (Bob on baby grand
piano)
3. I Contain Multitudes (Bob on baby grand piano)
4. False Prophet (Bob on baby grand piano)
5. When I Paint My Masterpiece (Bob on baby grand piano)
6. Black Rider (Bob on baby grand piano)
7. My Own Version of You (Bob on baby grand piano)
8. I'll Be Your Baby Tonight (Bob on baby grand piano)
9. Crossing The Rubicon (Bob on baby grand piano)
10. To Be Alone With You (Bob on baby grand piano)
11. Key West (Philosopher Pirate) (Bob on baby grand piano)
12. Gotta Serve Somebody (Bob on baby grand piano)
13. I've Made Up My Mind To Give Myself To You - (Bob on baby grand
piano)
14. That Old Black Magic (Harold Arlen/Johnny Mercer) - (Bob on baby
grand piano)
15. Footlights (Merle Haggard) - (Bob on
baby grand piano)(song by
16. Mother of Muses (Bob on baby grand piano)
-- Band introductions
17 Goodbye Jimmy Reed (Bob on baby grand piano)
18. Every Grain of Sand (Bob on baby grand piano)
Grand Rapids, Michigan - DeVos
Performance Hall - October 14, 2023
di Nicholas James Thomasma
Modi burberi ed enigmatici: la stella di Bob Dylan brilla ancora nello
spettacolo di Grand Rapids. Penseresti che dopo averlo visto almeno 15
volte in concerto avresti una buona idea di cosa aspettarti, tuttavia,
cerco di non andare allo show di Dylan con aspettative. Per molte
persone, Bob Dylan è uno spettacolo da non perdere. Molte persone
vogliono solo vedere il più grande cantautore di tutti i tempi ancora in
giro. Dopotutto ha 82 anni. Ma una cosa che ho imparato di sicuro è che
se ti aspetti che Dylan faccia coming out con una chitarra acustica e
suonare un set di grandi successi, sicuramente non lo farà. È bastato un
rapido sguardo alla scaletta di questo tour per sapere che saranno per
lo più brani dell'ultimo album Rough and Rowdy Ways.
Ho scattato una breve foto di me e del mio amico Dan Hildebrandt, il
bassista ella mia band, Nicholas James and the Bandwagon, e poi abbiamo
bloccato i telefoni nell’apposita borsa. (NOTA DELL'EDITORE: Come è la
politica di lunga data di Dylan, il suo tour non fornisce credenziali
multimediali né consente professionisti fotografia ai concerti.)
L'allestimento del palco era semplice con un'illuminazione minima e
nessuna tecnologia sofisticata. Stranamente il tendone sul retro del
palco non era tirato, facendo vedere la parete di cemento e varie
custodie per i roadies, nonché l'impianto di illuminazione posteriore.
Sembrava quasi una svista, come se se ne fossero dimenticati di chiudere
la tenda, ma si vedeva che le teche erano ben illuminate. Anche i
quattro faretti che sembrano usciti da un set cinematografico degli anni
'30, e un paio di lampade da terra erano le uniche luci sul palco. È
stato uno strano set-up, ma mi aspetto sempre qualcosa di strano da Bob
Dylan.
Le luci si sono spente alle 20:00, un acuto
e la band è salita sul palco tutta vestita con abiti neri. Hanno
iniziato a suonare l'intro di "Watching the River Flow" e pochi istanti
dopo, Dylan appare tra un fragoroso applauso dal pubblico. VESTITO IN
MODO ELEGANTE, DI BUON SPIRITO E GRAVAMENTE COME SEMPRE vestito dalla
testa ai piedi con un abito nero di paillettes, ad eccezione delle sue
scarpe con la punta bianca ed il cappello bianco, Dylan a 82 anni era
vestito in modo elegante e la sua performance è stata piena di stile e
spavalderia. Alternando lo stare in piedi mentre canta allo stare seduto
mentre improvvisa, Dylan è stato al centro del palco per tutta la notte
dietro un pianoforte a coda nero. Ho trovato il suo modo di suonare il
pianoforte esplorativo e avvincente, con Dylan stesso che prende la
maggior parte dei ruoli principali e delle sezioni soliste, rimettendosi
alle sue band solo poche volte.
La sua voce - fumosa, confusa e brontolante
- era purtroppo difficile da ascoltare e capire le parole. Mi aspettavo
questo. Da fan sfegatato di Dylan, Conosco comunque la maggior parte dei
testi. Si è concentrato principalmente sulle canzoni di "Rough and Rowdy
Ways. C' erano alcune gemme dell'era gospel, inclusa una deliziosa
versione di "Gotta Serve Somebody" e anche alcuni classici dell'era The
Band, tra cui "When I Paint My Masterpiece" e "Most likely". Poi un
altro momento clou è stata una cover inaspettata di "Nadine" di Chuck
Berry, che Dylan ha suonato per la terza volta nella sua carriera. Io
particolarmente ho apprezzato i nuovi arrangiamenti di "To Be Alone With
You" e "I'll Be Your Baby Tonight", ma nel complesso lo spettacolo è
rimasto lontano dagli Hits.
Dylan sembrava essere particolarmente di
buon umore, considerando che aveva ringraziato il pubblico non meno di
quattro volte. Il pubblico era impegnato a guardare l’intero concerto
senza un mucchio di cellulari in aria. Ho visto spettacoli di Dylan in
cui non diceva una sola parola al pubblico, quindi anche sentirlo
presentare la band è stato un piacere: Jerry Pentecost batteria, Bob
Britt alla chitarra elettrica, Doug Lancio all'acustica ed elettrica,
Donnie Herron al violino, mandolino elettrico, pedal steel e lap steel e
Tony Garnier, il membro più longevo della band di Dylan al basso
elettrico e cantrabbasso. Il culmine dello spettacolo è arrivato durante
il finale, "Every Grain of Sand", quando alla fine, Dylan ha preso
un'armonica dal pianoforte a coda mentre soffiava a squarciagola l'unico
assolo di armonica del notte. Successivamente, ha fatto qualche passo
verso la parte anteriore del palco ed è rimasto lì in piedi mentre la
folla numerosa lo citava con lodi e molti applausi. Sembrava instabile
dopo quasi 2 ore sul palco. Annuì e chinò la testa, e la sua figura
oscura fece qualche passo indietro nell'oscurità, le luci si abbassarono
e lui se n'era andato. Il pubblico si aspettava un bis? Forse, ma a Bob
Dylan non importa di cosa potresti aspettarti da lui.
Mercoledì 8 Novembre 2023
"Mixing Up the Medicine" in uscita 11
Novembre in formato Libro (in Inglese), LP, CD
Joni Mitchell, 80 anni e stile magnetico
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Lunedì 6 Novembre 2023
Boston, Massachusetts - Orpheum -
November 4, 2023
1. Watching The River Flow (Bob on baby grand piano)
2. Most Likely You Go Your Way (and I'll Go Mine) - (Bob on baby grand
piano)
3. I Contain Multitudes (Bob on baby grand piano)
4. False Prophet (Bob on baby grand piano)
5. When I Paint My Masterpiece (Bob on baby grand piano)
6. Black Rider (Bob on baby grand piano)
7. My Own Version of You (Bob on baby grand piano)
8. I'll Be Your Baby Tonight (Bob on baby grand piano)
9. Crossing The Rubicon (Bob on baby grand piano)
10. To Be Alone With You (Bob on baby grand piano)
11. Key West (Philosopher Pirate) (Bob on baby grand piano)
12. Gotta Serve Somebody (Bob on baby grand piano)
13. I've Made Up My Mind To Give Myself To You (Bob on baby grand piano)
14. That Old Black Magic (Harold
Arlen/Johnny Mercer) - (Bob on baby grand piano)
15. Stella Blue (Robert Hunter/Jerry
Garcia) - (Bob on baby grand piano)
16. Mother of Muses (Bob on baby grand piano)
-- Band introductions
17 Goodbye Jimmy Reed (Bob on baby grand piano)
18. Every Grain of Sand (Bob on baby grand piano)
Ciao Francesco, ti
prego di scusare questo mio grande ritardo nel pubblicare la tua mail ma
mi era proprio sfuggita!!! :o((((((((((((((( Alla prossima,
Mr.Tambourine, :o)
Grazie Sergio, molti amici saranno felici di
poter scaricare questo file di Joan. Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)
Domenica 5 Novembre 2023
Boston, Massachusetts - Orpheum -
November 3, 2023
1. Watching The River Flow (Bob on baby grand piano)
2. Most Likely You Go Your Way (and I'll Go Mine) - (Bob on baby grand
piano)
3. I Contain Multitudes (Bob on baby grand piano)
4. False Prophet (Bob on baby grand piano)
5. When I Paint My Masterpiece (Bob on baby grand piano)
6. Black Rider (Bob on baby grand piano)
7. My Own Version of You (Bob on baby grand piano)
8. I'll Be Your Baby Tonight (Bob on baby grand piano)
9. Crossing The Rubicon (Bob on baby grand piano)
10. To Be Alone With You (Bob on baby grand piano)
11. Key West (Philosopher Pirate) (Bob on baby grand piano)
12. Gotta Serve Somebody (Bob on baby grand piano)
13. I've Made Up My Mind To Give Myself To You (Bob on baby grand piano)
14. That Old Black Magic (Harold
Arlen/Johnny Mercer) - (Bob on baby grand piano)
15. Brokedown Palace (Robert Hunter/Jerry
Garcia) - (Bob on baby grand piano)
16. Mother of Muses (Bob on baby grand piano)
-- Band introductions
17 Goodbye Jimmy Reed (Bob on baby grand piano)
18. Every Grain of Sand (Bob on baby grand piano)
Ciao Mr.T, tra le molte novità del
periodo ci tenevo a informarti che sto
gestendo una rubrica settimanale sui dischi che ho più amato e
ascoltato.
Questa volta è il turno di Harvest Moon di Neil Young, album del 1992.
Invito tutti gli amici della fattoria a sostenermi, vista anche la
connessione tematica del disco trattato.
Grazie,Dario Greco.
Grazie Dario, è sempre un piacere leggerti!!!
Alla prossima Mr.Tambourine, :o)
Sabato 4 Novembre 2023
Grand Rapids, Michigan - DeVos
Performance Hall - October 14, 2023
di Adam Selzer
Un piacere nei concerti di Bob Dylan è il modo in cui le battute ti
colpiscono in modi nuovi. Ho sempre pensato a "Ho percorso la lunga
strada della disperazione / non ho incontrato nessun’ altro viaggiatore
lì" come una frase sull' isolamento. Ma una notte a Chicago la settimana
scorsa, mentre cantava quel verso, all'improvviso l' ho sentito in un
altro modo: come una nota di cui le persone che viaggiano di solito non
finiscono sulla strada oscura disperazione.
Il viaggio a Grand Rapids è stata una scelta dell'ultimo minuto per me.
Alle 15:00 a Chicago ero ad un funerale in un cimitero, il tipo di
evento in cui sei circondato da persone che non conosci. Ma per tutto il
tempo io stavo controllando i siti dei biglietti. Se partissi entro le
3:30 probabilmente arriverei in tempo. I posti buoni erano convenienti.
Mi prenderei a calci se me lo perdessi. Anche se soltanto fosse "Solo un
altro spettacolo" sarebbe stato un altro spettacolo in una città in cui
non ero mai stato. Viaggiare mi terrà lontano dalla strada oscura della
disperazione. E mi metterò a scrivere un altro diario di viaggio
sconclusionato in una recensione.
Grand Rapids sembrava una bella città, anche se le rapide sono quelle
che io ho attraversato col ponte dal parcheggio al Devos Center. La sala
era molto più moderna della maggior parte dei teatri nei quali sono
stato in questo tour, il che gli ha dato un'atmosfera leggermente
diversa. Il ragazzo accanto a me era loquace e amabile; non aveva mai
visto Dylan prima e non era un grande fan, ma gli piaceva e sembrava
aperto a qualunque cosa potesse succedere. Tutto sommato sembrava un
vicino di posto molto più promettente del ragazzo "Telly Savalas in
maglietta Packers" di Milwaukee, che si era appoggiato e mi aveva detto
durante "I Contain moltitudes" "Questa è una canzone dei MAN”.
Questo nuovo ragazzo era abbastanza aperto a ciò che sarebbe potuto
accadere nello show e vedere la sua reazione sarebbe stato interessante.
Dylan uscì di nuovo con il cappello bianco, e "Watching the River Flow"
fu quasi tornata alla normalità dopo aver suonato una nuova melodia ad
un più alto numero di ottani l'altra sera a Milwaukee. Ma è stato un
buon inizio per uno spettacolo forte. E’ così interessante vedere come
le canzoni differiscono sottilmente da notte a notte. Il canto è stato
grandioso e il pubblico è stato davvero riconoscente, entusiasta,
applausi spontanei dopo strofe e pause strumentali.
Stasera non ci sono state nuove versioni davvero rivalutate, anche se
verso la fine di "My Own Version Of You" mi ha colpito un riif/groove
che non sono sicuro fosse anche nella prima sera, ma sembrava che ti
stesse risucchiando in un luna park e costruiva l'intensità a un livello
febbrile. "Black Rider" sembrava usare l’effetto eco un pò più
frequentemente. Alcuni momenti salienti per me questa notte: "Crossing
the Rubicon" (specialmente "Twenty yeeeearrrrrs I BeenGone.") e "Mother
of Muses." Semplicemente uno spettacolo solido, eccellente
rappresentazione del tour così com'è questa settimana.
Dopo una canzone Bob chiamò Doug Lancio e gli disse qualcosa; dopo Doug
si sporse e disse qualcosa a Donnie e Britt a lato del palco. Molto
probabilmente stava trasmettendo la voce che la canzone a sorpresa sarà
"Nadine", il primo "urlo regionale", canzone del tour da ripetere in
un'altra città (a meno che non si contino i ringraziamenti di "Chicago"
e "Truckin'").
Dopo qualche canzone, il ragazzo accanto a me si è chinato e ha detto:
"Non è poi così tanto un concerto come ESPERIENZA." Era interessante
vederlo ridere alle varie battute divertenti nelle canzoni (ovviamente
non ha avuto molti problemi capire cosa stava dicendo Dylan) e reagire a
battute come quella del versetto "prostituta" in "Key West". "Key West"
era quasi tranquilla, sussurrata, versione dannatamente efficace
stasera. Mi ha fatto pensare a "Key West" come una città come
Willoughby, la città fuori dal tempo di The Twlight Zone dove si scopre
che sei morto, quelle città magiche dove lo spettacolo si ferma di tanto
in tanto, ma non ogni volta. Solo quando sei ai confini della realtà.
Solo quando hai trovato la "località perduta" di Ferlighetti dove
potresti "ritrovare una
metropolitana della domenica per un pò di Far Rockaway del cuore."
Ad un certo punto il ragazzo accanto a me si è avvicinato a me e mi ha
detto: "Sai chi altrimenti penso che sia fantastico? Adam Duritz."
Questa è una posizione che rispetto pienamente; alcuni di noi si
vergognano di ammettere che amiamo i Counting Crows, che ha iniziato a
diventare una "band degli anni '90" prima ancora che gli anni '90
fossero finiti. Giusto fin dall'inizio i Counting Crowd riarrangiarono e
riscrissero i loro successi, frustrante per gran parte del pubblico ma
affascinante per alcuni di noi. Il mio compagno di posto aveva
dannatamente ragione: questo concerto è un'esperienza, ti risucchia con
versi, strofe e perfino pause di pianoforte che potrebbero essere piene
di note sbagliate. Non ci sono molte persone a questo punto della loro
carriera che rendendo i loro concerti qualcosa di totalmente nuovo,
un'altra parte importante è il loro corpus complessivo di lavoro,
distinto dalle altre parti, itineranti
abbastanza in giro per assicurarsi che ogni fan possa vederlo.
Fuori ho chiacchierato con Jake e Bailey, una coppia di studenti del
Michigan che avevo incontrati agli spettacoli di Chicago. Erano con
alcuni principianti che sembravano anche loro avere avuto anche una
grande esperienza e siamo tutti d'accordo sul fatto che l'armonica negli
ultimi momenti dello spettacolo (tornata di nuovo stasera dopo essere
apparsa a Milwaukee) è stata un'intensa coda emotiva. La folla
semplicemente ruggì, forse perché quello fu il primo momento in cui
Dylan, cantando nuove canzoni e nuovi arrangiamenti al pianoforte - è
apparso come un Bob Dylan "classico", che soffia nell'armonica, proprio
alla fine, come per dire "Sì, sono io, lo stesso ragazzo degli anni '60.
" Ha funzionato da matti a Milwaukee e stasera ha funzionato di nuovo.
Mentre me ne andavo un uomo si avvicinò a me e disse: "Ehi, amico, cosa
è successo qui stasera?" "Concerto di Bob Dylan", dissi. Lui annuì
pensieroso e guardò in giro, e disse: "Va bene. Ecco cosa succede.
Pensavo che quel negro fosse morto. Fantastico." E se ne andò nella
notte di Grand Rapids.
“Now and then” dei Beatles? Non è così
inedita
clicca qui
Giovedì 2 Novembre 2023
Il previsto show del giorno 1 Novembre 2023 a Springfield, MA, nella
Symphony Hall, causa lavori di mantenimento, è stato cancellato e
riprogrammato per il giorno 12 di Novembre nello stesso luogo.
Milwaukee, Wisconsin - The Riverside
Theater - October 12 2023
di Nancy Cobb
Dopo gli spettacoli di Chicago, ho preso il treno fino a Milwaukee per i
due spettacoli al Riverside Theatre. I 2 locali, in stile Deco erano
vecchi ed eleganti, con la stessa capacità, ma il Riverside sembrava un
pò più piccolo. L'allestimento sul palco del Riverside era casuale e
disordinato, rispetto alla linea elegante e pulita di Chicago. Quasi
sembrava che Dylan fosse in una garage band perché si vedeva all'esterno
il muro di cemento grigio e la porta del garage scorrevole della
porzione di magazzino dell'edificio attraverso il palco. La disposizione
era ancora semicircolare attorno a Dylan, tranne per il fatto che
sembravano essere sempre più lontani. L'altra caratteristica notevole
del "look" della band era che la seconda notte Bob indossava un grazioso
cappello su misura color caffè che sembrava essere un incrocio tra un
cappello da cowboy e una bombetta. Non ha indossato un cappello per
molto tempo e non si era preoccupato dei suoi capelli che non sono più
quelli di una volta.
I due spettacoli avevano la scaletta identica tranne che Truckin' era in
posizione 14 al posto di That ol' Black Magic per l'estrema gioia del
pubblico e tutti si alzarono in piedi, molto probabilmente bloccando la
visuale del personale della security nei confronti di eventuali
trasgressori. Ho notato uno schema in questi ultimi cinque spettacoli.
Sempre più canzoni iniziano con solo Bob alla voce accompagnato dal
pianoforte, nuovo e migliorato. Nella seconda parte inizia la band con
un intermezzo strumentale, poi viene solitamente mixato un assolo di
pianoforte di Bob. La terza parte, il finale, ha un ritmo più allegro.
Sembra come se alcune canzoni ora fossero strutturate come
mini-sinfonie.
Bob è di umore felice e sperimentale in questi giorni e il pubblico ed i
critici dei principali giornali si stanno divertendo entrambi!!!
Fortunatamente siamo riusciti ad arrivare a Milwaukee per entrambi gli
spettacoli. In breve, mi è piaciuto molto lo spettacolo di mercoledì e
mi è piaciuto molto lo spettacolo di giovedì. Mi limiterò a poche
osservazioni casuali.
Mercoledì ci siamo seduti nella parte anteriore della balconata e ci
siamo divertiti moltissimo, la vista del palco era buona e potevamo
osservare meglio Dylan e la band interagire; COME altri hanno notato
l'atmosfera generale era quella del set di un garage popolato da un
gruppo di musicisti ben vestiti. Giovedì, seduti in platea, avevamo una
buona visuale di Dylan ed un suono molto migliore.
Il mio consiglio, se avete la possibilità di scegliere, date più
importanza al suono che alla vista.
Dylan sembrava essere di buon umore entrambe le sere, così come lo era
il pubblico.
Il passaggio quasi immediato da una canzone trasmette ai concerti la
sensazione di una sinfonia con movimenti piuttosto che una raccolta di
canzoni. Ciò è accentuato dal modo in cui sono presentate molte canzoni,
temi e variazioni musicali in base alla performance.
Il cappello di Bob giovedì evocava il suo cappello della prima Rolling
Thunder Revue, con una piuma sul lato sinistro.
La band è molto brava e chiaramente Dylan dirige la musica dal suo
pianoforte.
I fan di Dylan si alzano dai loro posti chiedendogli di fare una cover
di una canzone dei Grateful Dead.
Oh! Un break d'arpa alla fine di Every Grain of Sand!
Black Rider si è distinto per me in questi spettacoli, soprattutto
giovedì. A ogni spettacolo, ogni canzone può avere un impatto
inaspettato.
Most likely, ottimo arrangiamento.
Dalla balconata abbiamo potuto vedere alcune delle pagine che Dylan
sfoglia prima di iniziare una canzone. Le lettere sono enormi, come la
linea superiore di una mappa oculare.
Mi piacciono molto di più le canzoni del Rough & Rowdy Ways nelle loro
versioni dal vivo. Un album live ufficiale di questi spettacoli sarebbe
fantastico.
Mercoledì 1 Novembre 2023
Schenectady, NY - Proctors Theatre -
October 30, 2023
1. Watching The River Flow (Bob on baby
grand piano)
2. Most Likely You Go Your Way (and I'll Go Mine) - (Bob on baby grand
piano)
3. I Contain Multitudes (Bob on baby grand piano)
4. False Prophet (Bob on baby grand piano)
5. When I Paint My Masterpiece (Bob on baby grand piano)
6. Black Rider (Bob on baby grand piano)
7. My Own Version of You (Bob on baby grand piano)
8. I'll Be Your Baby Tonight (Bob on baby grand piano)
9. Crossing The Rubicon (Bob on baby grand piano)
10. To Be Alone With You (Bob on baby grand piano)
11. Key West (Philosopher Pirate) (Bob on baby grand piano)
12. Gotta Serve Somebody (Bob on baby grand piano)
13. I've Made Up My Mind To Give Myself To You (Bob on baby grand piano)
14. Truckin' (Robert Hunter, Bob Weir,
Philip Lesh, Jerry Garcia) - (Bob on baby grand piano)
15. Mother of Muses (Bob on baby grand piano)
-- Band introductions
16 Goodbye Jimmy Reed (Bob on baby grand piano)
17. Every Grain of Sand (Bob on baby grand piano)