MAGGIE'S FARM

SITO ITALIANO DI BOB DYLAN

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Martedi 30 Giugno 2015

Rome, Italy - Terme di Caracalla, June 29, 2015

  
   
1. Things Have Changed
2. She Belongs To Me
3. Beyond Here Lies Nothin'
4. Workingman's Blues #2
5. Duquesne Whistle
6. Waiting For You
7. Pay In Blood
8. Tangled Up In Blue
9. Full Moon And Empty Arms
(intermission)
10. High Water (For Charley Patton)
11. Simple Twist Of Fate
12. Early Roman Kings
13. Forgetful Heart
14. Spirit On The Water
15. Scarlet Town
16. Soon After Midnight
17. Long And Wasted Years
18. Autumn Leaves

(encore)
19. Blowin' In The Wind
20. Love Sick


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"Love Sick" - Stadio Zanussi, 27 Giugno 2015



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Dylan a San Daniele del Friuli, 27 giugno 2015 - di Rudy Salvagnini            clicca qui

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Bob Dylan, avanti senza meta fra i prosciutti di San Daniele                      clicca qui

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No fotografie, please                                                                                     clicca qui

 

 
Lunedi 29 Giugno 2015

QUESTA SERA BOB DYLAN ALLE TERME DI CARACALLA !!!

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Talkin' 9595 - cimar2003

DYLAN INCANTA “ SAN….. PROSCIUTTO DEL FRIULI ”.

Dopo un violento acquazzone alle 20:30 i cancelli sono finalmente stati aperti, un meraviglioso arcobaleno faceva da cornice alla zona concerto.
In perfetta puntualità ( forse anche con qualche minuto di anticipo) BOB sale sul palco.
Sono state 2 ore di pura musica, ho trovato BOB in forma smagliante. La scaletta ha dato spazio (a parte ai 4 grandi classici) a brani dell’ultimo periodo. A mio avviso su tutte Workingman's Blues #2 , Tangled Up In Blue e Forgetful Heart.
Anche l’acustica l’ho trovata ottima, credo che i cinquemila spettatori siano rimasti soddisfatti, dunque quello che sperava il nostro Tambourine almeno per stasera si è avverato.
Forse l’unica pecca è stata quella di far salire a fine concerto fino quasi ai cancelli i bus navetta ( ne ho contati una quindicina ) creando un vero e prorio ingorgo.

P.S. : Sabato 3 Agosto dalle mie parti a Quero per la precisione ( piccolo paese a confine delle prealpi Trevigiane e Bellunesi ) ci sarà, in onore del centenario della grande guerra, per la rassegna “ Voci, suoni, emozioni dal Massiccio del Grappa” il grandissimo MASSIMO BUBOLA in concerto – IL TESTAMENTO DEL CAPITANO.
Mi farebbe molto piacere ( chissà, prima o poi ) conoscere il simpatico Daniele Ardemagni "Ardez", anche se non abbiamo gli stessi gusti culinari, almeno sulla grande musica ci troviamo d’accordo.
Spero di potervi mandare qualche foto della serata.
Ciao a tutti.


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Talkin' 9594 - simone.zaffiri

Ho visto che non avete una foto della location di ieri...
Spero vi sia servita...
Ciao, Sem.

Grazie per la bellissima foto Sem, è proprio servita, visto che pare sia stata la prima volta che lo Stadio Zanussi abbia ospitato un evento musicale, e di che calibro, niente male come inizio...............in Internet non esistono altre foto di eventi che non siano partite di calcio! Long live and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 9593 - francesco.car0998

A San Daniele Bob continua ad incantare

Una violenta pioggia si è abbattuta su San Daniele Del Friuli nelle ore precedenti il concerto di Bobby, che sembrava ormai compromesso.
Circa un'ora prima del concerto, il tempo si è ristabilito e un arcobaleno è tornato a splendere sullo Stadio Zanussi, una location eccezionale. Ero in prima fila davanti alle transenne e ho avuto il piacere di vedere Bob e la sua performance in tutta la loro magnificenza. Il concerto si apre con l'energica Things Have Changed e Bob è evidentemente in ottima forma.
Tutti a squarciagola (me compreso) abbiamo cantato il ritornello con Bob.
Con il secondo pezzo, She Belongs To Me, veniamo catapultati ai tempi di "Bringing It All Back Home". La versione qui presentata da Bob è molto diversa dall'originale ma davvero bella. Gli assoli di armonica di Bob mandano la folla in visibilio.
Beyond Here Lies Nothin' è un'altra botta di energia e Bob la canta con trasporto suonando divinamente il suo pianoforte. Alla fine del pezzo, visibilmente sorpreso per l'euforia e la grande partecipazione del pubblico, Dylan sorride compiaciuto ai membri della sua eccezionale band.
Workingman's Blues #2 è una grande emozione, una ballad indimenticabile.
Lo stadio è ammutolito, la folla ammira e ascolta Bob estasiata.
A quel punto l'atmosfera si scalda nuovamente con una scoppiettante versione di Duquesne Whistle. Bob è scatenato al piano e batte il ritmo con i piedi, la batteria è potentissima.
Una versione potente e divertente del pezzo, puro rock n roll.
Waiting For You, un bellissimo pezzo venato di country, ci porta ad uno dei pezzi piú attesi della serata, Pay In Blood. Pay In Blood scatena la folla, è pura energia, Bob la canta con rabbia e convinzione, vorremmo che il pezzo durasse tutta la notte. Dopo il grande regalo di Pay In Blood, ecco arrivare un classico da Blood On The Tracks, nientemeno che Tangled Up In Blue, il cui ritornello è inevitabilmente cantato con foga e trasporto da tutta la folla. Gli assoli di armonica di Bob sono sempre emozionanti.
La folla è di nuovo in visibilio quando sente le prime note di Full Moon And Empty Arms, tratta dall'ultimo grande disco di Bob, "Shadows In The Night". Il pezzo è eseguito divinamente, dalla voce di Bob traspare l'emozione, che ci arriva prepotentemente. Che dire, magnifica esecuzione. Bob non ci sta deludendo, non potrebbe mai farlo.
Dopo una breve pausa, Bob e la band tornano con High Water (For Charley Patton), un pezzo a metà strada tra il country e la potenza del rock, che sorprende la folla.
Un altro classico, Simple Twist Of Fate, accende il pubblico. Una ballad emozionante dall'atmosfera sognante. Grazie Bob, la serata sta andando alla grande. Una grande Early Roman Kings introduce una delle esecuzioni piú belle della serata, Forgetful Heart. Un pezzo magnifico, Bob in uno stato di grazia vocale. La brezza che avvolge lo stadio Zanussi, con l'emozione creata dal pezzo e dai magnifici assoli di armonica, creano un'atmosfera unica. La potente Spirit On The Water soprende e precede Scarlet Town, uno dei pezzi più belli di Tempest e un altro tra i migliori della serata. L'atmosfera che si crea è simile a quella creata da Forgetful Heart. Bob si alterna tra microfono e piano durante tutto il concerto ed è motivato dalla folla, a cui accenna spesso dei sorrisi. La potenza blues di Soon After Midnight colpisce tutti e Bob al piano è scatenato, la band picchia duro sugli strumenti. Il pubblico balla e canta. Bob vorrebbe diventare il Jerry Lee Lewis della situazione, ma si trattiene.
Long and Wasted Years è stupenda, potente e Bob canta sempre con grande trasporto. La band è grande e la chitarra è magnifica. Autumn Leaves è eseguita con voce limpida da Bob e fa commuovere la folla con la sue parole e l'esecuzione profonda.
Nei bis arriva un pezzo attesissimo, il classico dei classici di "The Freewheelin'", ovvero Blowin' In The Wind, trasformata da Bob in una ballad dal sapore swing, che non stravolge peró il pezzo. Sentire Dylan cantare questo pezzo dal vivo era il sogno di una vita, e dopo di essa mi sono detto che avrei potuto anche morire. Esecuzione stupenda, le parole nitide e cariche di significato, il ritornello che carica di pathos lo stadio. Bob abbandona per l'ultima volta il pianoforte, ma non finisce qui. Love Sick arriva per la gioia di tutti, visibilmente emozionati. Love Sick, non lo nascondo, è indubbiamente il miglior pezzo di tutta la serata. La band furiosa, Bob canta con rabbia altrettanto potente. Il ritornello del pezzo pervade di energia il pubblico. Un pezzo che sembra provenire dall'aldilà, psichedelico come non mai. La chitarra è quasi floydiana.
Potenza rock allo stato puro, batteria spaccaorecchie che non riesce a far stare fermo il pubblico. La serata si conclude in bellezza. Bob sta per un minuto fermo sul palco a guardare il pubblico adorante con sorriso compiaciuto. Le espressioni e le mossette di Bob sono state indubbiamente una delle cose piú divertenti del concerto, uno dei piú belli a cui abbia mai assistito. Bob era fisicamente e vocalmente in forma: il tempo per lui sembra non passare. Il pubblico era pieno di giovani appassionati di Bob e questo vuol dire che i fans continuano ad aumentare e molti si avvicinano alla sua poesia.
È stato grande e lo ringrazio, ha cantato con tutto il suo cuore per noi.
Vorrei solo dire grazie Bob, grazie di tutto e sono sicuro che ci rivedremo, anzi ne sono piú che sicuro.
E come sempre , long live and prosper, Mr. Tambourine.
(RECENSIONE DI FRANCESCO 98)

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San Daniele, suspense per il maltempo, poi Bob Dylan canta                     clicca qui

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San Daniele, Bob Dylan alle radici vere della musica americana                 clicca qui

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Talkin' 9592 - cncs

Oh, incredibile! Ardez, ti sei è dimenticato di dire che non ti piace "Blood on the tracks"!
Visto che il tuo super-chitarrosissimo-cognato ha amicizie molto vicine a Dylan, digli che riferisca ai suoi amici che hanno preso un granchio: un amico di un amico di mio cognato ha visto Dylan in persona comperare tre etti di prosciutto crudo alla Ipercoop di Orbetello, con tanto di infradito, costumino hawaiano e cappello in paglia come quello indossato sul retro della copertina di uno degli album più belli del nostro (ah già, a te non piace...). A Danie', ma mi faccia il piacere!
Un saluto a tutti, in particolare alla splendida Martina Martulli!
p.s. dimenticavo la cosa più importante. Mercoledì sarò di nuovo a Lucca (ero presente la prima volta di Dylan) a vedere i miei idoli, uno dopo l'altro!. Vai Robbe' e vai France'!
Ciao Mr. T.

Simone


Ciao Simone, questa tua mi conferma che la nostra Talkin' è sempre seguita da molti. Che ad "Ardez" non piaccia BOTT è ormai un must assodato!!!!!! Grazie per la tua simpatica mail che sicuramente sarà apprezzata anche dall'amico "Ardez". Long live and prosper, Mr.Tambourine, :o) 

 

 
Domenica 28 Giugno 2015

DOMANI SERA BOB DYLAN ALLE TERME DI CARACALLA !!!

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San Daniele del Friuli, Italy - Stadio Zanussi, June 27, 2015

   

1. Things Have Changed
2. She Belongs To Me
3. Beyond Here Lies Nothin'
4. Workingman's Blues #2
5. Duquesne Whistle
6. Waiting For You
7. Pay In Blood
8. Tangled Up In Blue
9. Full Moon And Empty Arms
(intermission)
10. High Water (For Charley Patton)
11. Simple Twist Of Fate
12. Early Roman Kings
13. Forgetful Heart
14. Spirit On The Water
15. Scarlet Town
16. Soon After Midnight
17. Long And Wasted Years
18. Autumn Leaves

(encore)
19. Blowin' In The Wind (band introduction)
20. Love Sick

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Talkin' 9591 - danieleardemagni77

Come tutte le persone con una certa sensibilità e intelligenza Bob è diventato vegetariano negli anni '80 (non è una bufala da web, ma ne ho le prove da gente che lo ha frequentato e lo conosce da anni). Secondariamente "cara Martulli" il cognato del geniale Bubola (ovvero io) non vuol convertire proprio nessuno...come molte persone ignoranti lei confonde vegetariani con gli integralisti "vegani" coi quali non abbiamo nulla a che fare. Se lei ama avere nel piatto cadaveri e agonie è una sua scelta e la rispetto, ma non mi piace e nemmeno la condivido...è libera di farlo. Terzo...chissà perché se uno non mangia cadaveri, gli onnivori (integralisti, non tutti naturalmente) pensano che la cultura culinaria del vegetariano si fermi a quattro foglie d'insalata e frutta...in realtà, da quando ho mollato (Dio ti ringrazio) la carne, ho ampliato molto di più le mie conoscenze culinarie e mi sento molto meglio, dentro e fuori. Ora la manderei gentilmente a quel paese ma sono una persona gentile e la cosa migliore da fare è ignorare una persona come lei. Come diceva un mio caro amico: "io a certe persone non dico più un cazzo...più parlano e più si rovinano da sole". Si vede che Bob essendo una persona oltre che intelligente e anche molto curiosa di sperimentare ha trovato nella strada del vegetarianismo (da fonti sicure...mi spiace per lei Martulli) un'ottima alternativa alla violenza su esseri viventi che invece a lei mi pare sia indifferente. Detto questo chiudo qui...la mia era solo una battuta ma qualche macellaio o parente stretto a quanto pare si è offeso...non vorrei trasformare il sito dedicato al più grande in una diatriba fra chi ha fatto scelte diverse a tavola. Un caro saluto e..sto contando i giorni al contrario per Torino. Scusa Mr. Tamburine per questo mezzo disguido nato, come ripeto da una battuta, ma vedo che anche fra certi che si pensano "dylanologi" c'è una certa carenza (in questo caso molta) di ironia, autoironia ed educazione oltre che di rispetto....vero "signora Martulli"??!!!.Un saluto a tutti e buon concerto (a qualunque delle quattro date andiate).

P.S.: MrTambourine stasera sono stato a vedere Massimo e la Eccher Band in un bellissimo anfiteatro...Splendido come sempre e a breve,quando mi manderà le foto una mia amica (non so se vegetariana, vegana, onnivora, cannibale..ahahah) la recensione.
Un abbraccio (non alla "signora Martulli" naturalmente ma a te e a tutti i veri dylaniani di questa splendida pagina.

Daniele Ardemagni "Ardez"

Caro “Ardez”, come certamente saprai perchè se ne è ampliamente parlato nel sito, Sir Eglamore, altrimenti chiamato anche Sir Lionel, è un personaggio delle “Child Ballads”, e precisamente la # 18. Anche Barbara Allen è un personaggio delle “Child Ballads”, precisamente la # 84, ballata che è stata cantata da Dylan sul secondo nastro dei “Gaslight Tapes” del tardo 1962. Dylan ha anche preso in prestito piccole parti della ballata originale per “Scarlet Town”, il nome della città nella ballata è Charlotte Town che diventa Scarlet, il poor William diventa Sweet William Holme e sul letto di morte è assisitito dalla sua amante che viene chiamata Mary al posto di Barbara.
Sono anche certo che avrai letto altre Talkin’ nelle quali il nostro Sir Eglamore (sfruttando a sua insaputa la mail di martina.martulli, almeno così dice lui ma io penso sia un’altro dei suoi scherzi) è un arguto e preparato “pain in the ass”, o un “jerk”, o un “breast-beating”, o un “buzzkill”, insomma, è un rompicoglioni per vocazione, e ci riesce sempre molto bene. Ha una ottima padronaza del lessico e riesce ad arrampicarsi sui vetri come nessun’altro. E’ un bastian-contrario per natura e vocazione, e prima di capire che la sua è solamente una provocazione tanto per il piacere di dire il contrario di quello che dice un altro ti farà girare le palle una decina di volte. Poi, quando finalmente riesci ad inquadrarlo, potresti persino ammirarlo e divertirti con le sue assurdità. Sir Eglamore non è cattivo, tutt’altro, è fatto così e basta, non fa male a nessuno, rompe le palle a tutti ma con grande classe.
Io ho impartato a ridere e ad apprezzare quello che scrive, e spero che anche tu riesca in futuro ad essere più sportivo e prendere meno sul serio i bellissimi scritti assurdi di questo personaggio bizzarro che si cela dietro il cacciatore di draghi Sir Eglamore. E se anche qualche volta si fa qualche scambio di idee e battute su argomenti apparentemente stupidi come quello se Dylan sia vegetariano o cannibale credo che la cosa ci stia senza dare fastidio a nessuno!
Resto in attesa della rece del concerto di Massimo e delle foto e, naturalmente della tua personale rece di Torino. Un salutone, long live and proper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 9590 - petr@bedrna..............

My new photos on: http://www.petrbedrna.cz/Dylan/index.html 

Best, Peter.

Tanks a lot Peter, in your pics Dylan appears with the hood of his sweatshirt and a cap on his head, I'm sure that you have taken them during the sound-check in Wiesen. Long live and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 9589 - andrea.freddi

Bob non è vegetariano. Ne ho la prova:
https://www.youtube.com/watch?v=YXNVEAxBdAM
A parte che il pezzo è una delizia, c'è un siparietto spassosissimo (inizia all'incirca al 00:30) in cui Bob invita una sua ipotetica domestica a fare fuori un paio di polli e a friggerli per offrirli all'amica Mavis... molto divertente
saluti, Andrea

Il pezzo è davvero molto bello, ma purtroppo, per quelli come me che conoscono l'inglese a livello scarsissimo (appena qualcosa in più del classico "the pen is on the table", ci è assolutamente impossibile capire cosa si dicono, suppongo Bob e Mavis, in quelle gioiose parole che sembrano di benvenuto. Ci sarebbe voluta la traduzione, e spero che qualche Maggiesfarmer con l'inglese a livello linguamadre ce la faccia avere, restiamo in curiosa attesa. Comunque grazie per aver sottoposto il pezzo alla nostra attenzione. Long live and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Sabato 27 Giugno 2015

Stasera alle 10,00 Bob Dylan allo Stadio Zanussi di San Daniele del Friuli, mandateci la vostra recensione del concerto!

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Talkin' 9588 - martina.martulli

Rif:
Talkin' 9586 - danieleardemagni77

Il cognato del chitarrosissimo Bubola afferma che Dylan, giustamente, non mangia cadaveri. Io, che invece, ancor più giustamente, non mi fermo al mondo vegetale, rispondo che non è vero.
Non è vero, primo, perché nulla si sa al riguardo, come del resto di ogni altro aspetto della vita privata di Dylan; si tratta solo di una leggenda che gira sul Web (ovvero: il Mondo della Bufala).
Ma soprattutto non può esser vero per un semplice fatto: il Dylan è persona parecchio intelligente e curiosa, e questo è incompatibile con la dieta erbacea.
Inoltre riesce difficile credere che un cultore della tradizione come Dylan, che caparbiamente si ostina a tenere in vita una vecchia signora agonizzante come Barbara Allen, possa nutrirsi delle pappette verdognole figlie del modernismo più imbecille.
Quindi abbiamo definitivamente chiarito che Dylan non è vegetariano.
Ma il punto non è questo. Ciò che mi riesce davvero intollerabile è il fatto che i fachiri della verdura non si accontentino di privarsi dell'ineffabile e ancestrale piacere di rosicchiare un osso, ma vogliano evangelizzare i normali, cercando di insinuare subdolamente in loro il senso di colpa animalista. Ma spesso i normali, che sono normali inconsapevolmente (per tradizione), hanno una consapevolezza carnivora fragile e accade che talvolta accettino la conversione.
A costoro io dico: non fatevi ingannare dal falso argomento della sofferenza degli animali.
Negare il dolore è solo una moda aberrante. Il dolore è elemento imprescindibile; l'alternativa è l'idiozia. Il dolore porta alla conoscenza, arricchisce l'animo e ci regala l'arte. Solo un cretino non lo capisce. E se devo soffrire io uomo, perché mai un animale dovrebbe esserne dispensato?
Io poi, se fossi un pollo, sarei orgoglioso di finire in un curry preparato secondo tutti i crismi.
Dobbiamo risvegliarci da questa anestesia animalista e accettare con naturalezza il dolore degli animali e anche imparare a infliggerlo senza ipocrisie, senza il filtro del macellaio. Io per esempio vorrei imparare a uccidere e scuoiare il coniglio. Ci riuscirò, per ora mi limito a fare i dispetti al mio gatto ogni volta che sento odore di moralismo animalista.
Sir Eglamore


:o))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))), long live and prosper Sir!

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Talkin' 9587 - liana.martinelli

Come mai a Milano per EXPO nessuno ha pensato di inserire un concerto di Dylan? Sarebbe stato un evento con risonanza mondiale invece che solo italiana, giusto? Ciao a tutti, Liliana.

Cara Liliana, sarebbe stata un'idea formidabile ma purtroppo, da molto tempo, anzi troppo, ai nostri politicanti non vengono più idee felici.....! Long live and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Wiesen, Austria - Ottakringer Arena Wiesen, June 26, 2015

   

1. Things Have Changed
2. She Belongs To Me
3. Beyond Here Lies Nothin'
4. Workingman's Blues #2
5. Duquesne Whistle
6. Waiting For You
7. Pay In Blood
8. Tangled Up In Blue
9. Full Moon And Empty Arms
(Intermission)
10. High Water (For Charley Patton)
11. Simple Twist Of Fate
12. Early Roman Kings
13. Forgetful Heart
14. Spirit On The Water
15. Scarlet Town
16. Soon After Midnight
17. Long And Wasted Years
18. Autumn Leaves

(encore)
19. Blowin' In The Wind
20. Love Sick

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Lunedì 29 Bob Dylan a Roma alle Terme di Caracalla                                  clicca qui

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Ljubljana, Bob Dylan, per sempre muleto                                                     clicca qui

 

 
Venerdi 26 Giugno 2015

Talkin' 9586 - danieleardemagni77

Oggetto: Talkin' 9585 cimar2003

Cimar2003,,,tranquillo...la mia era una battuta...se a te piace mangiare cadaveri non è un problema mio :o) Buon concerto...ciao,
Daniele Ardemagni "Ardez"

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Ljubljana, Slovenia - Centre Stozice, June 25, 2015



1. Things Have Changed
2. She Belongs To Me
3. Beyond Here Lies Nothin'
4. Workingman's Blues #2
5. Duquesne Whistle
6. Waiting For You
7. Pay In Blood
8. Tangled Up In Blue
9. I'm A Fool To Want You
(Intermission)
10. High Water (For Charley Patton)
11. Simple Twist Of Fate
12. Early Roman Kings
13. Forgetful Heart
14. Spirit On The Water
15. Scarlet Town
16. Soon After Midnight
17. Long And Wasted Years
18. Autumn Leaves

(encore)
19. Blowin' In The Wind
20. Love Sick

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Canta Bob Dylan introduce Saviano, la cultura made in Fvg                      clicca qui

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Mainz, Germany - Zollhafen Nordmole, June 20, 2015

by Steven Jackson

Gli occhi di Mainz hanno visto la gloria

The Never-Ending Tour? Se solo. The Never-Changing set list? Non più.
Più o meno la stessa identica scaletta per gli ultimi 2 anni? Io non la penso così ... In un sabato di mezza estate, con una leggera brezza che soffiava dal Reno, Bob Dylan ci ha sconvolti con una splendida prestazione di un set fantastico che è stato pieno di sorprese. Per l’avvio della parte europea del tour 2015 tour, Dylan è stato semplicemente magnifico a Magonza.

Tutto è iniziato in modo prevedibile e abbastanza regolarmente con Things Have Changed, l’opener d’eccellenza degli ultimi 2 anni. Non sapevamo se si trattava di una dichiarazione di intenti. Dopo il periodo di riposo, Bob era chiaramente in vena, si pavoneggiava e strizzava l'occhio nella prima canzone della serata. Successivamente, i raffinati interventi di armonica di She Belong To Me stati accolti da urla di gioia dai suoi fans tedeschi. Il Solco gypsy di Beyond Here Lies Nothin' ha lasciato presto il passo a Workingman Blues # 2, perfettamente delicato coi deliziosi riffs di chitarra di Charlie Sexton. La band era stretta come non mai, ma Bob sembrava essere veramente infuocato da come si aggirava sul palco come una tigre in gabbia. Duquesne Whistle è andato giù come un temporale e quindi la prima sorpresa: il debutto live di Full Moon And Empty Arms, che Bob ha cantilenato squisitamente sostenuto dal dolce contrabbasso di Tony Garnier, dolcemente accarezzato dalle spazzole di George Recile e dai sontuosi interventi di Donnie Herron.

E poi, un'altra sorpresa, un vera e propria bella cover di Sad Songs And Waltzes di Willie Nelson che Bob ha cantato con cura consumata. Era abbondantemente chiaro che Bob si stava divertendo. E se Bob si diverte, noi di più perchè abbiamo tempi buoni.
Poi Tangled Up in Blue con un ancora più ispirato assolo di armonica e del meraviglioso pianoforte a coda che ha deliziato il pubblico.
Poi, come Bob si è spostato al centro della scena eravamo pronti per un'altra sorpresa, una versione molto originale di 'Til I Fell In Love With You, e tutti siamo stati laminati e stupiti per i fraseggi di chitarra di Sexton con Bob che ringhiava impennando la voce. Sì, impennando!
Questa è stata seguita da To Ramona che non suonava più ormai da un anno. A questo punto il vecchio pistolero era pronto a sputare Pay in Blood trasformato in un rock.
Poi Stu Kimball ha preso le maracas scuotendole molto bluesy per Early Roman Kings che ha abbellito il buon cielo notturno. Era alla fine di questa canzone, in qualche modo la Mai-Modificata set-list era diventata davvero la mutevole set-list ...

Il palco era stato debitamente impostato per un finale incredibilmente emozionante. Nessuno poteva piuttosto credere a quello che stava succedendo.
Bob ora indossava un grande sorriso da gatto del Cheshire, facendo intendere che la vecchia scaletta stava per essere fatto a pezzi mentre lui ed i suoi complici intraprendevano una maliziosamente lenta versione acustica di Tweedle Dee & Tweedle Dum, che ci ha solleticato ed incuriosito. Cosa stava succedendo? Successivamente ecco tornare Hard Rain. E poi? Ballad of a Thin Man! A questo punto la folla si stava abbeverando dalla sua mano. Qualcosa stava accadendo e sicuramente sapevamo di cosa si trattava: Bob era di nuovo in tutta la sua strana e meravigliosa modalità ancora una volta assolutamente imprevedibile! Poi è stata la voltya di una agitata e jazzy All Along The Watchtower e ogni fans era certo di tornare a casa felice. Mentre la band si godeva gli applausi deliranti, Dylan, mano sul fianco, indossava il deliziosa ghigno di un uomo che aveva visto e conquistato tutto. All'improvviso era Huckleberry Finn di nuovo, il diavoletto che aveva rubato i nostri cuori. Eravamo in riva al Reno o al Mississippi? Bentornato in Europa, Bob: Due canzoni mai suonate-live prima di stasera, otto (otto!) modifiche alla set list dell'ultima data live americana del mese scorso, senza intervallo.
Grazie, Bob!

 

 
Giovedi 25 Giugno 2015

Audio: I'm A Fool To Want You - Bamberg, Germany - brose Arena, June 23, 2015

 

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Talkin' 9585 - cimar2003

Ciao a tutti, credo di avere la risposta all’amico Daniele Ardemagni "Ardez" che si chiedeva come mai il tour italiano di DYLAN si apre a San Daniele del Friuli ( alla festa dell’ottimo prosciutto ).
Penso che DYLAN abbia pensato anche a noi …onnivori.
Circolano voci che il prossimo anno Bob aprirà il tour italiano proprio a Torino....alla festa della bagna cauda.
Ci vediamo a San Daniele.
Angelo “ THE HAM”.

Magari con la Littizzetto??????????? :o)))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))) Long live and prosper, :o)

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Collisioni si espande e sbarca a San Daniele con Dylan e Saviano            clicca qui

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Quel prosciutto somiglia tanto a una chitarra                                              clicca qui

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3 Soundcheck Mainz 20 6 2015 Unknown Song

 

 

 
Mercoledi 24 Giugno 2015

Talkin' 9584 - danieleardemagni77

Come avevo "pronosticato" il tour europeo di Bob ha portato novità nella scaletta...ma mi chiedo...perché aprire il tour a San Daniele, festa del prosciutto visto che Bob è (giustamente) da anni vegetariano??? Ci vediamo a Torino Bob!
Daniele Ardemagni "Ardez"

Caro Daniele,
viste le locations europee dove avverranno gli shows di Bob era più che logico pensare che un cambiamento nella set list fosse prevedibile. La vecchia set list, chiamiamola così, era parte di uno spettacolo pensato e costruito per i “vecchi” teatri americani che permettono certamente un suono migliore e più sofisticato, non essendo indispensabili amplificazioni delle dimensioni di quelle necessarie per i grandi spazi aperti. Mainz era uno show “open air” svoltosi su di un’area molto estesa su di un grande molo che si protende nel fiume Reno, quindi un ambiente lontanissimo dalle caratteristiche degli shows americani da poco finiti, conseguentemente la set list ha dovuto subire i necessari cambiamenti per adeguarsi all’ambiente molto più dispersivo di quello intimo e raccolto di un teatro “old style”. Anche la Sparkassen Carre di Tubingen è una grandissima sala dove si svolgono anche concerti ma sicuramente ha l’acustica dei palasport o dei grandi scatoloni non esclusivamente concepiti per la musica. Idem per la brose Asrena di Bamberg, un grande palasport dove di solito si svolgono partite di basket. In luoghi simili, e anche in Italia avremo venue di questo genere, è impossibile ottenere un suono calibrato e raffinato, quindi dovremo sperare che il suono sarà il meno peggio. Speriamo dunque di avere un buon suono, un Bob in ottima forma, un pubblico educato e delle buone canzoni!
Long live and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Bamberg, Germany - brose Arena, June 23, 2015

  

1. Things Have Changed
2. She Belongs To Me
3. Beyond Here Lies Nothin'
4. Workingman's Blues #2
5. Duquesne Whistle
6. Waiting For You
7. Pay In Blood
8. Tangled Up In Blue
9. I'm A Fool To Want You (da Shadows In The Night - live debut)
(Intermission)
10. High Water (For Charley Patton)
11. Simple Twist Of Fate
12. Early Roman Kings
13. Forgetful Heart
14. Spirit On The Water
15. Scarlet Town
16. Soon After Midnight
17. Long And Wasted Years
18. Autumn Leaves

(encore)
19. Blowin' In The Wind
20. Love Sick

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Aria di Fvg, venerdì kermesse al via: oltre a Dylan ci sarà Saviano           clicca qui

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Bob Dylan, 4 show italiani a partire dal fine settimana                              clicca qui

 

 
Martedi 23 Giugno 2015

De Gregori & Dylan                                                                                  clicca qui

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Bob Dylan e il prosciutto dalle pop alle "dop" star                                 clicca qui

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Cibo e musica ad Aria di Friuli 2015. C’è anche Bob Dylan                    clicca qui

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Jackson Browne: LOVE NEEDS A HEART - di Fausto Leali                     clicca qui

 

 
Lunedi 22 Giugno 2015

Dylan riprende il tour con una sorprendente setlist, tra cui due debutti dal vivo

 

Bob Dylan e la sua band hanno iniziato il loro tour estivo stasera allo Zollhafen Nordmole (Nord Mole Open Air) a Magonza, in Germania. Dopo una scaletta “chiusa” nel corso degli ultimi due anni, Dylan infine ha mescolato le cose, come solo lui sa fare. Non solo ha modificato notevolmente la scelta delle canzoni, ma ha anche portato al debutto due canzoni, “Full Moon and Empty Arms” e “Sad Songs and Waltzes”. "Full Moon and Empty Arms" è il terzo brano dal suo ultimo album in studio "Shadows in the Night" che esegue dal vivo. In realtà, è il quarto, se si include "The night we called it a day” eseguita nell’ultimo episodio del “Late night with David Letterman” show lo scorso mese. La vera sorpresa è stata “Sad Songs and Waltzes”, scritta da Willie Nelson e originariamente pubblicata nel suo album del 1973 "Shotgun Willie".
Lo show è iniziato nel solito modo, con le primi sette canzoni dalla passata set list. Poi le cose sono cambiate.
Prima "Full Moon e Empty Arms" e poi, un paio di canzoni più tardi, "To Ramona". Due canzoni dopo ancora la cover di Willie Nelson. Il resto dello show avrebbe potuto essere tratto da uno di dieci anni fa. Non c'è stato intervallo.
Era un vecchio trucco. Nel mese di ottobre del 1980, dopo quasi un anno di tutto materiale nuovo intriso di gospel, Dylan tornò al Fox Warfield Theatre di San Francisco ed iniziò lo show con "Gotta Serve Somebody" e "I Believe in You" come previsto, poi proseguì con "Like a Rolling Stone". Il resto dello spettacolo è stata una "retrospettiva musicale."

 

È questo un segno di come saranno le cose a venire, o semplicemente un'aberrazione? Solo il tempo lo dirà.
Parlando del 1980: ieri Sony Legacy ha pubblicato il video di Dylan di "What Can I Do For You” dall'album "Saved” per il 35° anniversario della sua uscita. Era un preannuncio che questo sarà ufficialmente rilasciato come parte di una futura edizione delle "Bootleg Series"? Se è così, molto probabilmente sarà un documento del periodo vangelico di Dylan, tra cui un video dell’ aprile 1980 del concerto alla Massey Hall di Toronto, oltre a molti brani inediti.
O forse era solo una cosa gentile che Sony ha voluto fare? Chi lo sa?

Harold Lepidus "Bob Dylan Examiner"
(Fonte: http://www.examiner.com/article/dylan-s-back-on-tour-with-surprise-setlist-including-two-live-debuts?CID=examiner_alerts_article)

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Talkin' 9583 - duluth49

Oggetto: breve pensiero

Finalmente il ns. Bob ha cambiato scaletta, che abbia letto il NS. SITO...........
un saluto Marcello

Sarebbe davvero bello, anche se Tony Garnier mi ha detto che conoscono Maggie's Farm.....Comunque credo che in questo caso il nostro sito non c'entri........peccato! Long live and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Tubingen, Germany - Sparkassen Carre, June 21, 2015

  

1. Things Have Changed
2. She Belongs To Me
3. Beyond Here Lies Nothin'
4. Workingman's Blues #2
5. Duquesne Whistle
6. Waiting For You
7. Pay In Blood
8. Where Are You? (da Shadows In The Night - live debut)
9. Tangled Up In Blue
10. To Ramona
11. Early Roman Kings
12. Shelter From The Storm
13. Blind Willie McTell
14. Spirit On The Water
15. Desolation Row
16. Ballad Of A Thin Man

(encore)
17. All Along The Watchtower

 

 
Domenica 21 Giugno 2015

Mainz, Germany - Zollhafen Nordmole, June 20, 2015

   

1. Things Have Changed (Bob center stage)
2. She Belongs To Me (Bob center stage with harp)
3. Beyond Here Lies Nothin' (Bob on piano)
4. Workingman's Blues #2 (Bob center stage)
5. Duquesne Whistle (Bob on piano)
6. Waiting For You (Bob on piano)
7. Pay In Blood (Bob center stage)
8. Full Moon and Empty Arms (Bob center stage)
9. Tangled Up In Blue (Bob center stage with harp then on piano)
10. To Ramona (Bob on piano)
11. Early Roman Kings (Bob on piano)
12. Sad Songs and Waltzes (song by Willie Nelson) (Bob on piano)
13. 'Til I Fell In Love With You (Bob center stage)
14. Tweedle Dee & Tweedle Dum (Bob on piano)
15. A Hard Rain's A-Gonna Fall (Bob on piano)
16. Ballad Of A Thin Man (Bob on piano then center stage with harp)

(encore)
17. All Along The Watchtower (Bob on piano)

 

 
Sabato 20 Giugno 2015

Caracalla: grande attesa per gli spettacoli di Bolle, Puccini e Dylan        clicca qui

 

 
Venerdi 19 Giugno 2015

Talkin' 9582 - mazzociompi

Buonasera amici, vi avevo già scritto a riguardo ma ci riprovo. Premetto che lungi da me porre critiche a questo meraviglioso sito che da una vita seguo con passione, ma purtroppo si fa non poca fatica a seguirvi se "l'impaginatura" è questa (le notizie buttate per esteso su un unica pagina). Possibile non ci sia il modo di pubblicare il titolo delle news con un breve riassunto e rimandare chi vuol leggere l'intera notizia su un'altra pagina? Allego il link di dagospia per far capire cosa intendo. Grazie e scusate la pignoleria. Ci vediamo a Lucca. W BOB!!!
http://www.dagospia.com/

Carissimo mazzociompi, scusa se ti chiamo così ma essendoti dimenticati di firmare la mail con il tuo nome devo per forza usare il nikename usato nell'indirizzo della della tua mail. Detto questo non capisco dove sia il problema, forse leggere solo un titolo con un inizio di articolo che ti rimanda per forza ad un'altra pagina è più corto o più facile che avere già tutto sottocchio? Non sei obbligato a leggere tutto, leggi l'inizio di quanto postato e se poi decidi che l'argomento ti intereressa continui fino in fondo, altrimenti smetti e passi al seguente. Probabilmente "dagospia.com" ha una sua linea editoriale suggerita da diverse necessità e non saprei quante persone addette al sito mentre io sono solo, e l'unica necessità di Maggie's Farm è riportare e riferire al meglio, per quanto possibile e per quanto nelle mie capacità, le notizie che riguardano il nostro Bob Dylan. Ricordo di aver detto molte volte su queste pagine che sono solo a compilare e tenere in piedi questo sito, quindi seguendo la linea editoriale di dagospia dovrei compilare il doppio delle pagine che realizzo attualmente e la cosa, oltre a non portare nessun vantaggio al sito, mi farebbe impiegare il doppio del tempo (che è già molto ogni giorno) che dedico all'aggiornamento delle notizie sul sito, inoltre, personalmente, non penso proprio che riportare tutte le news nella pagina dedicata alle news giorno per giorno sia confusionario. Spero comunque che anche se non di tuo completo gradimento causa l'impaginazione continuerai a seguire questo meraviglioso sito ( affermazione non fatta da me ma da centinaia di altre persone) che è un archivio indispensabile per ogni appassionato fan di Bob. Long live and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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DYLAN/CASH "The Nashville Cats", come gli artisti rock cambiarono la musica -country - di Paolo Vites                                                                              clicca qui

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Quando Dylan e Cash rinnovarono il country                                         clicca qui

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June 18: Paul McCartney was born in 1942 – Happy Birthday Macca!

 

Per sapere tutto su Paul: https://it.wikipedia.org/wiki/Paul_McCartney

 

 
Giovedi 18 Giugno 2015

Cinquant'anni fa Bob Dylan cambiò la storia del rock                              clicca qui

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Pubblicato “Dylan, Cash and The Nashville Cats: A new music city”      clicca qui

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Un cd in friulano per Bob Dylan                                                                 clicca qui

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Lucca Summer Festival: un mese di grande musica                                 clicca qui

 

 
Mercoledi 17 Giugno 2015

“Like a rolling stone” festeggia 50 anni – 5 cose da sapere                   clicca qui

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Talkin' 9581 - stefano.colmagro

Ciao mr. Tambourine.
A quanto pare - stando a quanto scrive Greil Marcus - proprio oggi, il 16 giugno di cinquant'anni fa, il Nostro registrava "Like a rolling stone", con l'apporto decisivo e - così vuole la leggenda - inatteso di Al Kooper all'organo.
A proposito di quella canzone verrebbe da parafrasare i Beatles: niente da dire che non sia già stato detto.
Io vorrei semplicemente condividere questo ricordo con qualcuno per cui significhi qualcosa.
Stefano​

Ciao Stefano, come giustamente hai scritto tu : niente da dire che non sia già stato detto. Questo però non impedesci di fare dei moveback mentali e ritornare a quei piacevoli ricordi e sensazioni. Ecco quanto scrisse Gabriele Di Fronzo sull'argomento:

Bob Dylan Like a Rolling Stone: Metafora cucita su carta

di Gabriele Di Fronzo

Vi sono profumi freschi come carni di bimbi,
dolci come oboi, verdi come i prati,
e altri, corrotti, ricchi e trionfanti,
aventi l'espansione delle cose infinite,
come l'ambra, il muschio, il benzoino e l'incenso
che cantano il trasporto dello spirito e dei sensi.
(da Correspondances, Les Fleurs du Mal, Charles Baudelaire)

Quantunque sia orribile rivederti coperta così;
quantunque non sia mai stata fatta di una città
un’ulcera più fetida al cospetto della verde Natura,
il Poeta dice: Splendida è la tua bellezza.
(Paris se repeuple, Arthur Rimbaud)



«E’ importante stare alla larga dalla trappola della celebrità. Il trip della fama-per-un-minuto alla Andy Warhol. I media sono un enorme tritacarne, sempre insoddisfatto e continuamente bisognoso di essere nutrito; sono l’oscurità ed il tenere nascoste le cose ad avere un notevole potere. Pensate a Napoleone. Napoleone aveva conquistato l’Europa, e nessuno sapeva neppure che aspetto avesse; di questi tempi, la gente diventa famosa troppo in fretta, e questo conduce unicamente all’immediata distruzione dell’individuo. Vi è molta verità nell’affermare che la fama sia nient’altro che una maledizione.» (Dylan,1985).

«Il pubblico tratta tutte le celebrità alla stessa maniera. Non importa affatto il motivo che ha reso famosa una certa persona; puoi essere famoso per avere sparato al Presidente o per qualsiasi altra cosa, e ciononostante sei famoso e loro metteranno le tue foto sulle pagine di tutti i giornali. Puoi essere uno stilista, o una star del cinema, oppure un famoso finanziere di Wall Street, puoi comunque contare su un certo livello di celebrità. Sono parecchie le persone che rincorrono la fama ma in realtà ciò che inseguono è il denaro… E’ come passare davanti ad un pub, e guardare aldilà dei vetri-si vede che tutti sono impegnati a mangiare, intenti a chiacchierare… aldiquà della vetrata, tutti ti sembrano autentici, concreti… Ma si tratta di una realtà fittizia, perché una volta che entri nel pub, è tutto finito, non ti sembreranno più autentici.» (Dylan 1986).


Nel 1949, mentre tentava con scarsi risultati di affermarsi come sceneggiatore, Raymond Chandler si era posto la questione. “Credo che essere molto poveri e molto belli sia probabilmente più un fallimento morale che un successo artistico”, aveva scritto, aggiungendo che uno come Shakespeare se la sarebbe cavata in qualsiasi contesto, avrebbe fatto bene con qualunque mezzo di comunicazione si fosse trovato ad usare. Avrebbe anche corso il rischio di produrre opere di bassa qualità, perché senza una dose di volgarità non si dà un uomo completo; la raffinatezza fine a sé stessa è sempre sintomo di fuga. Il sogno radicalmente democratico di una fama e di una ricchezza che possono toccare a tutti, e che genera grandi imprenditori, grandi politici e grandi criminali, si estende anche all’artista, con la differenza che la disciplina a lui richiesta è, se possibile, ancora più ardua. Non si tratta in alcun modo di essere condiscendenti con il pubblico.

Quattro giorni dopo l’uscita di Like a Rolling Stone Dylan si presentò al Newport Folk Festival. I ritmi tradizionalmente tranquilli e prevedibili della manifestazione, in quel 1965 furono sconvolti, irreparabilmente incendiati dalla decisione del cantautore di eseguire amplificati i suoi nuovi brani.
La stragrande maggioranza dei musicisti che si esibivano al festival erano tradizionalisti folk convinti sostenitori dei valori democratici, ed il pubblico, che ignorava le intenzioni di quello che considerava il Vate della rivolta sociale, si aspettava di ascoltare canzoni di protesta.
Lo shock provocato da quanto stava per accadere non avrebbe potuto essere più violento.
Dylan si presentò sul palco con un giubbotto di pelle e gli occhiali scuri ed affiancato da una vera band. Prima una versione acida di Maggie’s Farm, poco lontana dall’essere semplice rumore, seguita poi da una versione fragorosa, rimbombante di Like a Rolling Stone.
Il pubblico fischiava. La folla, sino a pochi istanti prima adorante, riconobbe nella scena propostagli un affronto ai valori democratici del folk.
Il passaggio dal folk al rock elettrico rappresentava un inaccettabile tradimento. Non è scorretto sostenere che la chitarra elettrica rappresentasse il capitalismo e la gente che ad esso si era venduta.
Il significato percepito ed attribuito alla svolta di Newport sancì la rottura; Dylan aveva preferito il materialismo, la fama e la ricchezza, l’egoismo del capitalismo moderno rispetto all’impegno politico, alla poesia del quotidiano propri di quel mondo infinitamente bello e giusto che era cantato dal folk.

Così come Dylan anche Pasolini veniva da un mondo puro ed onesto per definizione, quello della Poesia. Anche Pasolini era passato all’elettrico quando aveva deciso di dedicarsi al Cinema. Anche Pasolini portava giacche di pelle ed occhiali scuri e si faceva circondare da un entourage di fedelissimi. Come Dylan, Pasolini non si era mai liberato da una certa naïveté politica, ed interpretava i mutamenti degli anni sessanta più attraverso l’istinto che con la ragione. E come il Pasolini del 1975 vedeva solo marciume e corruzione nell’Occidente, così Dylan poco dopo, non avrebbe fatto che predicare l’imminente apocalisse, e da allora in poi non ha mai veramente smesso. Nessuno dei due è mai riuscito a tenere la bocca chiusa, nessuno dei due ha mai potuto fare a meno di tradire incessantemente tutti coloro che credevano di averli inchiodati al muro, di averli dalla loro parte, di averli assimilati alla loro causa. Questa immagine proposta in un recente saggio dal prof. Carrera, docente di Letteratura Italiana presso la Houston University, avvicina due figure che apparentemente hanno ben pochi tratti in comune. Pasolini e Dylan. La realtà nuda, cruda del quotidiano di cui si fa cronista sublime il poeta italiano e la cultura dei Beat. Carrera dimostra in questo caso di essere in possesso di una illuminante lungimiranza; è notizia di questi giorni il progetto di Ferlinghetti, una tra le maggiori voci della Beat Generation, di portare per i teatri dell’America la vita di Pier Paolo Pasolini ribadendo la forte attrazione tra l’autore di Ragazzi di vita e l’ universo Beat.

Entrambi, per usare la felice espressione di Dylan, temevano di fare la fine di “una farfalla trafitta da uno spillo”.

Il passaggio dalla chitarra acustica a quella elettrica celava un ben più incisivo riposizionamento del menestrello di Duluth; dalle finger-pointing songs come The Time They Are A-Changin’, che puntavano il dito contro l’ingiustizia e indicavano la via della rivolta, Dylan era passato ai truth attacks, alle “offensive di verità”, scoppi di veemenza accusatoria a metà strada tra esistenzialismo e paranoia, conclusi i quali assai raramente si voltava indietro a controllare l’entità dell’offesa inflitta.
Ciò che colpisce in canzoni come Positively 4th Street e It’s All Over Now, Baby Blue è la calma soprannaturale con cui Dylan pronuncia la sua requisitoria. “Parla gentilmente, come in presenza di un morto; lascia le prove indiscutibili sul tavolo, prende la porta e se ne va.” In questo modo, trasudante anch’esso un’irraggiungibile pacatezza, Alessandro Carrera descrive il modus operandi del cantastorie americano.

L’artista dalla sua torre d’avorio percepisce la realtà sottostante e la modifica attraverso i suoi cambiamenti. Metafora delle svolte sociali, metafora dei mutamenti culturali. La Poesia appare, prima tra le Arti, non più proprietà della raffinatezza intellettuale, ma significato di quell’inconsapevolezza propria dell’infanzia; la metafora in Dylan sta nella sua capacità nel fornire un senso e passione a cose insensate.

Nel 1965 Dylan affitta una casa a Woodstock dove scrive di getto una poesia priva di titolo, “quasi un attacco di vomito” come avrà modo di dire in seguito.
«Era lunga dieci pagine, non aveva un nome, era solo un ritmo messo su carta, tutta sul mio odio specifico diretto ad un punto che era onesto. Alla fine non era odio, era un dire a qualcuno qualcosa che non sapeva, dirgli che era fortunato. Vendetta, è una parola migliore. Non l’avevo mai pensata come una canzone, finché un giorno ero al pianoforte, e mi ha cantato dalla carta, “How does it feel?” in un movimento lento, un movimento lentissimo, come se seguisse qualcosa. Era come nuotare nella lava. Vedi la tua vittima che nuota nella lava. Che si appendono con le braccia ad un albero di betulla. Che scivoli, che scalci l’albero, che colpisci un chiodo con il piede. Vedi qualcuno immerso nel dolore al quale prima o poi è destinato. L’ho scritta. Non ho sbagliato. E’ andata dritta al suo scopo.»
Da lì a breve questa visione seriamente dantesca di anime dannate destinate a nuotare in un viscoso mare di fuoco acquisisce una forma distinta, una metrica ed un ritmo incandescente, e diviene Like a Rolling Stone. La registra tra il 15 ed il 16 giugno del 1965.
L’idea che rincorreva era quella di “un personaggio molto elisabettiano, con tanto di giarrettiere ed un corno da pastore, che sta venendo giù dalla collina al mattino presto, con il sole che si alza dietro le sue spalle”.
Se vogliamo fare nostre le parole di Humboldt, per cui il linguaggio si situerebbe al limite tra l’espresso ed il non espresso ed il suo scopo ultimo sarebbe quello di spingere questo limite sempre poco più lontano, Dylan ha dato prova in questo caso, come in infiniti altri, di poter spostare il confine per un lungo tratto del percorso.

Il soggetto di Like a Rolling Stone è la strada: la strada dove i sassi rotolano presi a calci o vengono sparati oltre i limiti dall’urto con i pneumatici o con le scarpette dei ragazzini. E per fare la fine del sasso sono più che sufficienti una deviazione, una sosta anticipata o ritardata, o un qualsiasi errore.
Non c’è un secondo atto nella vita americana, diceva F.S.Fitzgerald; questi sarà poi citato da Dylan nell’amara Ballad of Thin Man, come mero feticcio letterario con il chiaro intento di esemplificare la mezza cultura della classe media americana. La società americana è da considerarsi una one-mistake-society, un ambiente nel quale è sufficiente commettere un errore per ritrovarsi nel fossato.
Dylan canta la strada della desolazione con l’interminabile Desolation Row, abitata da personaggi e situazioni surreali, sul cui sterrato polveroso Cenerentola subisce le attenzioni di uno sbadato Romeo, Einstein si traveste da Robin Hood e una bancarella vende cartoline dell’impiccagione; in Highway 61 Revisited narra le assurde vicende che si susseguono su una delle principali arterie del continente americano e con ciò fornisce un amaro, disperato simbolo del fallimento nella società contemporanea.
La strada, luogo degli amori e disamori evocataci dal poeta, ambisce paradossalmente alla fisionomia del vicolo cantato dai bluesman. La strada non ha in sé nulla di romantico, si rivela una condanna senza appello. Nè Muddy Waters, né tanto meno Dylan si commuovono, o intendono commuovere il fruitore del loro messaggio.
Dostoevsky in un suo racconto dal titolo "Storia di un uomo ridicolo" narra le vicende di un uomo che, nell’istante stesso in cui sta per porre fine alla sua vita, è colto da una visione in seguito alla quale è costretto ad ammettere di essere stato certamente più colpevole che vittima delle sue circostanze; deciderà di rinunciare ad ogni aspetto della sua precedente esistenza e di "camminare, camminare" vestendo gli scarni, umili panni del predicatore itinerante in completa povertà. La strada richiede il suo crudele pedaggio alla fintamente ingenua signorina cantataci, o meglio urlataci, dal poeta del jukebox e non troppo diversamente pretende dall’ uomo ridicolo fattoci conoscere dalla penna dello scrittore russo di saldare l’esoso conto che indubbiamente gli spetta.
Lo scenario che si cela dietro la via asfaltata sulla quale entrambi i personaggi vivono, è in ultima analisi terreno privilegiato per il conseguimento della personale salvezza.
Ancora una volta Dylan privilegia la forza trasgressiva della metafora, quella che Eco avrebbe definito con il termine “sommovimento”; muovendo dal di fuori del linguaggio,Dylan giunge ad un lussuoso surplus di senso, fatto di ambiguità e ricchezza presenti nelle singole immagini.
Il risultato da lui inseguito ed infine raggiunto, la ragione più profonda che preme affinché Dylan racconti questa storia, sta proprio nel fatto che dalla viltà propria della strada, si apre la possibilità di una liberazione violenta dal destino prestampato della austera borghesia americana, una elezione insieme dostoevskiana e dionisiaca.

Quali siano le ragioni per cui l’ex signora elegante non può fare ritorno a casa, al narratore preme mettere in chiaro subito una cosa: l’unica colpevole, padrona indiscussa ed indiscutibile del proprio avvenire, è lei, ed unicamente lei.
La verità di cui Dylan si fa portatore in questo momento non è più che i mascherati signori della guerra della potente Masters of War sono cattivi e bugiardi, ma che ciò che realmente interessa al poeta Beat è ridefinire l’importanza, la centralità dell’uno, dell’individuo e delle sue scelte.
Hai fatto buone scuole, come no, Madama Malinconia, incalza Dylan, ma sii sincera, non facevi che ubriacarti. Nessuno ti ha mai insegnato a vivere per strada, e te ne rendi conto solo adesso che ti ci devi abituare. Dicevi che non saresti mai scesa a compromessi con il vagabondo misterioso, ma adesso l’hai capito che quello che ti vende non è un alibi, mentre lo guardi nel bianco degli occhi e gli fai: ci mettiamo d’accordo?
Così come nei classici, in questo caso lo scarto tra la figura proposta dall’autore ad il senso rincorso è estremamente ridotto; l’assurdità logica enfatizzata da Beardsley, il violento e sanguinoso scontro tra significati letterali nello stesso contesto, tanto cara a Dylan, appare ora a riposo.
L’attacco paralizzante mosso da rabbia e desiderio di vendetta pare leggibile sin dal mero livello letterale del testo; nient’altro che il Sentimento, espresso dalle parole che inseguono indefesse l’eccitazione dei sensi. Tutto muove in una unica direzione, dal principio alla fine rispettata: urlare disperato il proprio intimo Sentire, più o meno celato dietro le parole, effettivo strumento dell’intelletto dell’autore per raggiungere tale scopo.
Con Like a Rolling Stone, Dylan alzava spudoratamente il leggero coperchio degli anni sessanta ed aveva fatto fuggire Eris, la dea della Discordia, quella che, come splendidamente riportato dall’Iliade, comincia il suo cammino debole e zoppicante per poi crescere ad ogni passo e farsi più alta delle montagne. Ancora una volta la capacità di sintesi propria delle immagini avanzate dal prof. Carrera chiarisce la situazione meglio di decine di insulsi commenti. Like a Rolling Stone è una crociata dai toni forti ed impronunciabili condotta da uno strano moralista, mosso da un imprescindibile impeto vendicativo.
Ed il suo successo, il suo continuo passaggio alla radio, la sua indiscussa vittoria nel jukebox conduce al paradosso, di chi canta disperato l’ipocrisia di una società e viene issato ad idolo dalla stessa.
L’unica accettabile,e degna di studio, tra le sempre tante morali che si affacciano premurose, sta nella tragica americana bellezza del fallimento.

Pavese riconosceva nella vita adulta due distinte esperienze, il successo ed il fallimento. O si provvede all’uccisione di Moby Dick o si porta al naufragio l’intero equipaggio del Pequod.
Ma in realtà si può insieme uccidere la balena e far naufragare la nave, oppure prendere coscienza del fatto che l’uccisione della balena non sempre é catalogabile sotto la parola successo, mentre indiscutibilmente, inopinatamente il naufragio della nave, in ogni modo questo possa accadere, e’ sempre e comunque un fallimento.
Non si mira certo ad equiparare successo e fallimento; neanche la più mirabile tra le metafore riuscirebbe a colmare l’enorme distanza di significato che è insita tra i due concetti.
Dylan però riesce, almeno, ad insinuare tale vicinanza; un verso del brano Love Minus Zero/No Limit così recita: “She knows there’s no success like failure/And that failure‘s no success at all.” Lei lo sa che non c’è successo come il fallimento/E che il fallimento non è per nulla un successo.
Il fallimento, per quanto non venga inseguito, è definito più importante del successo, in quanto porta con sé maggiori implicazioni ed insegnamento. Soprattutto rispetto al successo effimero, debole alla Andy Warhol, il più desiderato ed afferrabile.
“Il linguaggio nella sua interezza è metafora; la nostra mente è un organo associativo, si limita a lavorare per via di associazioni”. Avrebbe forse permesso Richards, una tale “associazione”? Neanche gli infiniti versi rimbaudiani, occupati da pesci ridenti, amici sanguinari che pugnalano le sue foto, le scarpe da ginnastica con i tacchi, l’artista che può togliere il buio della notte e dipingere il giorno di nero, il ragazzo che entra in banca per chiede la cauzione di Achab, l’ago della bussola arrugginito dal tempo, il Presidente degli Stati Uniti che deve mostrarsi nudo, la parrucca calva per Jack lo Squartatore, il consiglio ad una giovane sposa di ingoiare l’orgoglio che non è mica veleno, il naso sul pavimento, i pagliacci morti in battaglia, il pubblicitario che per creare la prossima guerra mondiale intende mettere delle panchine al sole, il monaco immacolatamente geloso, il fantasma dell’opera travestito da prete che imbocca casanova, lo spettro dell’elettricità che urla nelle ossa del suo volto, il grido solitario dello spremiaranci, il giudice che cammina sui trampoli, la bocca di mercurio e le visioni di tram dell’amata, il mazzo di carte senza l’asso ed il fante, lui che cerca di spellare la luna ed accusarla, nemmeno queste immagini allucinate prive di ogni logica, prese singolarmente o in un insieme, tutto fuorché organico, riescono ad avere l’assurdo grado di assurdità proprio del tentativo di accostare successo e fallimento.
Like a Rolling Stone é una gracchiante, disarticolata invettiva, che utilizza la triste e penosa vicenda di Miss Lonely come puro pretesto intorno al quale Dylan erige un edificio impossibile da abbattere fatto di continue scariche elettriche con le quali il cantautore in ogni occasione esegue, capitalmente, il proprio pubblico.
William Empson che definisce la metafora come la figura che permette di uscire dall’ambito ordinario della parola, avrebbe riconosciuto all’autore di Mr Tambourine Man una rara forza immaginativa. Ferlinghetti, riconobbe in lui un’immaginazione furiosa ed immagini tremendamente brillanti, “e il fraseggio un po’ folle di molte delle sue canzoni è qualcosa che parecchi poeti vorrebbero possedere.” Lo spettacolo da lui proposto agli ascoltatori, ben prima di essere un gentile invito al Caos (“Io accetto il caos. Non sono sicuro se il caos accetti me.”) è una danza circense, scombinata, con parole che alludono, si limitano ad essere presenti, si nascondono acquattandosi o non significano nulla. Allen Ginsberg, autore di “Howl” manifesto in versi della nascente generazione di battuti e beati, così definiti da un’eccellente raccolta proposta da Einaudi e curata splendidamente da Emanuele Bevilacqua, constatò come Dylan fosse riuscito a fare grande arte con un jukebox.
Dylan sarà sempre molto vicino alle tecniche di scrittura ed alle tematiche dei Beat; la prosa spontanea, la lettura di testi come Mexico City Blues risalta viva dai suoi versi, e ciò è ancor più vero nell’unico esempio di prosa del cantautore. Di Tarantula l’autore dice: “Sono cose senza rima, frammenti messi insieme con la tecnica del cut-up (William Burroughs), cose senza valore, salvo il fatto che hanno preso forma di parole”; senza neanche troppa ironia si può riconoscere in questa breve frase di Dylan, un’eccezionale recensione valida ad illuminare gran parte della sua produzione musico-letteraria.
Il monito avanzato dallo studioso Kames per cui nella costruzione della metafora lo scrittore dovrebbe attenersi all’uso di parole riconducibili letteralmente alla natura dell’oggetto in questione, appare un consiglio disatteso, un appunto stacciato e gettato fulmineamente nel cestino della carta.
Piuttosto in Dylan si susseguono, indomite, immagini sorprendenti e totalmente inaspettate, se non addirittura sconcertanti, portatrici di una falsità palese, se non addirittura di assurdità.

Ritorniamo al nostro discorso sui versi furibondi della celeberrima Like a Rolling Stone.
Principessa in cima alla guglia e tutta la bella gente che beve, pensa di avercela fatta e si scambia regali preziosi, conclude Dylan, farai meglio a toglierti il tuo anello di diamanti e a portarlo al banco dei pegni. Ti faceva così ridere Napoleone in stracci ed il gergo che usava. Và da lui adesso, ti chiama, non puoi dirgli di no. Non possiedi ormai più nulla, e quindi non hai niente da perdere. Sei invisibile adesso. Ormai non esisti, non hai alcun segreto da nascondere.
“Like a Rolling Stone è un’ode al fallimento, anche se scritta come solo il successo poteva scriverla.” Alessandro Carrera dimostra perfettamente con questa sua affermazione di aver compreso la natura stessa dell’opera dell’americano.
Il poeta giunge a deflagrare l’intera mitologia del sogno americano, fatta di lucente successo ed imperdonabile, buio fallimentare.
Le immagini bizzarre, furiose, sconcertanti, crudeli, immancabilmente folli di Dylan rincorrono, ora con grazia, ora meno, ma sempre con indomita passione (patior), insperate associazioni. Solo sognati abbracci. Suggestivo lavoro di un incantevole sarto.

Bibliografia delle fonti
- Carrera, Alessandro; La voce di Bob Dylan. Una spiegazione dell’America, Feltrinelli, Milano 2001.
- Rizzo, Stefano (a cura di); Bob Dylan. Blues, ballate e canzoni, Newton Compton editori, Roma 1972.
- Sounes, Howard; Down the Highway, Tea Saggistica, Milano 2005.
- Bevilacqua, Emanuele (a cura di); Battuti & Beati. I Beat raccontati dai Beat, Einaudi, Torino 1996.
- Conte; Metafora, Feltrinelli, Milano

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intervista a Greil Marcus apparsa sul Manifesto il 09/11/2005

«Like a Rolling Stone»  L'eterno ritornello di una strana canzone

Il libro, il tour, il film.
Il rocker è tornato

Un incontro con Greil Marcus che ha scritto la «biografia» del brano più noto dell'artista che domani apre a Bologna il tour italiano. Registrato oltre 40 anni fa, è anche un modo per ripensare alle menzogne e alle promesse tradite del sogno americano.
Mentre esce in dvd il lungo film di Martin Scorsese dedicato ai primi anni della carriera di Dylan
ANDREA COLOMBO

ROMA
Con il saggio Mistery Train, nel 1975, ha rivoluzionato tutti i criteri della critica rock.
Negli '80, in Lipstick Traces, ha tracciato una genealogia del punk ritrovandone le origini nei grandi e quasi segreti movimenti culturali antagonisti del XX secolo. Con La repubblica invisibile ha percorso in lungo e in largo un paese senza confini e senza tempo, forse la vera America, adoperando come mappa i Basement Tapes registrati da Bob Dylan e dalla Band nella cantina di casa, a Woodstock, nel 1967.
L'argomento dell'ultimo libro di Greil Marcus è all'apparenza infinitamente più circoscritto: una canzone sola, scritta e registrata quarant'anni fa da Bob Dylan: Like a Rolling Stone.

Marcus, come le è venuta l'idea di scrivere un intero libro su «Like a Rolling Stone»?

Non è venuta in mente a me. Un editore mi ha proposto di scrivere il libro, e io ho risposto di no, perché ne stavo già scrivendo un altro e perché non mi sembrava una buona idea. Poi però ho iniziato a buttare giù qualche appunto e parlarne un po' in giro, e ho scoperto che tutti la trovavano invece un'ottima idea. Il bello è che quell'editore non sapeva che Like a Rolling Stone è la mia canzone preferita. Per me non si tratta di una vecchia canzone. Ogni volta che la sento la trovo diversa. E proprio questo è diventato il soggetto del libro: perché è una canzone sempre diversa, che non invecchia.

La risposta a questa domanda è ovviamente nel suo libro. Può provare comunque a riassumerla?

È come se né Dylan né i musicisti sapessero quello che sta per succedere nella canzone. Nella maggior parte dei dischi, la registrazione è semplicemente la copia di qualcosa: di come la canzone è stata scritta, o di un arrangiamento. Ognuno sa già tutto quello che deve fare. I musicisti si possono riferire a qualcosa. Like a Rolling Stone, invece, suona sempre come un evento: una battaglia in guerra, o un incidente stradale. Quando ti trovi nel mezzo di un evento, non sai mai cosa succederà. Non sai come andrà a finire. E un evento non può essere ripetuto. Non lo puoi suonare di nuovo, e quando lo ascolti suona sempre come se stesse succedendo in quel momento.

È lo stesso elemento che l'ha affascinata nei «Basement Tapes», su cui ha scritto un libro?

Forse. Nei Basement Tapes Dylan e la Band suonano per divertirsi. Non cercano di fare nulla di speciale. Ascoltarli è come spiare e origliare gente che non sa che la stai ascoltando. Detto questo, non direi che Like a Rolling Stone e i Basement Tapes siano la stessa cosa.

Qual è la differenza?

Nei Basement Tapes ogni canzone è parte di un insieme creato dal complesso di tutte le canzoni. Like a Rolling Stone è di per sé come un viaggio, o una ricerca. In parte perché è così lunga, in parte perché il suono è così grande che questa canzone da sola può essere un intero mondo.

Stiamo parlando del Bob Dylan di 40 anni fa. Ma Dylan continua a suonare, a scrivere canzoni bellissime e a eseguire i classici in modo sempre diverso. Cosa pensa della versione lenta e triste di «Like a Rolling Stone» che Dylan propone spesso negli ultimi anni?

Dylan chiude quasi tutti i suoi concerti con Like a Rolling Stone. È come se la canzone fosse un cavallo morto e Dylan e i musicisti le girassero attorno prendendola a calci per cercare di farla rialzare. Ma di solito non ci riescono.

Nel libro lei parla con grande entusiasmo del penultimo cd di Dylan, «Time Out of Mind» mentre sorvola completamente
sull'ultimo, «Love and Theft». Non le è piaciuto?

Time out of Mind è un cd così grande che nessuno avrebbe potuto fare due dischi altrettanto belli di seguito. Ma anche Love and Theft è molto bello. Le racconto una cosa poco nota: avevo sentito dire che l'ultima e a mio parere miglior canzone, Sugar Baby, è identica a una vecchia canzone di un cantante della Louisiana, Gene Austin. Così ho comprato un suo album e l'ho ascoltata. Non ricordo il nome, ma la si può facilmente trovare su Internet, cercando su Google Dylan e Gene Austin insieme. Non solo è davvero identica a Sugar Baby, a parte le parole, ma è anche una delle canzoni più belle che ho sentito in tutta la mia vita. L'ho fatta ascoltare a mio padre, che ha 88 anni, e a mia figlia, che ne ha 35, ed entrambi sono rimasti choccati dalla sua bellezza. Questo dimostra che il titolo del cd (Amore e furto) va preso alla lettera: Dylan ama quel che ruba e ruba quel che ama. Del resto il titolo esatto è con le virgolette, «Love and Theft», perché è stato a sua volta rubato dal titolo di un libro sui Black Minstrels scritto da un mio amico.

Ha visto il film di Martin Scorsese su Dylan, «No Direction Home»?

Sì. L'ho presentato in occasione della prima mondiale, al Film Festival di Telluride, in Colorado. È pieno di suspence ed è davvero un film. Dovrebbe essere visto in un cinema, con molte persone, non in tv o in dvd.

Perché parla di suspence?

La prima metà racconta l'affascinante storia di un ragazzo che scopre chi è e cosa può fare. Nella seconda parte è come se lo stesso musicista, dopo averlo scoperto, non lo sapesse più. La musica diventa così forte e potente che, mentre guardi le performances, pensi che così non può continuare, che qualcuno finirà per farsi male. E questa è suspence.

Alla fine di «Lipstick Traces», pubblicato negli anni '80, scriveva, più o meno: «Quando si sentirà qualcosa di così potente come fu `Anarchy in Uk', dei Sex Pistols nel '76, significherà che il mondo ha fatto un altro giro». Ha poi sentito una musica di tale potenza?

No. Di soliti senti una canzone che ti piace, poi però ne senti un'altra che ti fa sembrare quella precedente un po' più piccola. Ma in Anarchy in Uk è come se qualcuno stesse chiedendo che tutto il mondo cambi, non importa se in meglio o in peggio, e che cambi in quello stesso istante. E io non ho mai sentito una canzone che faccia sembrare quella canzone dei Sex Pistols e quella domanda meno potenti, meno grandi.

A cosa sta lavorando adesso?

Ho appena finito un libro: The Shape of Things to Come: Prophecy and the American Voice. Parla dell'idea del patto con Dio e della sua rottura, come parte fondamentale dell'identità americana. L'America comincia con i Puritani, che si ritengono i nuovi figli di Israele, legati a Dio da una reciproca promessa. Un secolo e mezzo più tardi, gli Usa divennero un paese fondato sulle promesse di libertà, fraternità e uguaglianza fatte dai suoi cittadini a se stessi. Ma erano promesse così grandi che dovevano inevitabilmente essere violate e disattese. Gli Usa sono diventati così un paese la cui identità è basata sulla rottura delle sue promesse originarie. Il libro affronta questo argomento parlando di alcune figure storiche, come Lincoln e Martin Luther King, ma soprattutto tratta di come si è confrontata con questo tema l'arte contemporanea: Philip Roth, David Lynch, Allen Ginsberg, David Thomas dei Pere Ubu...

A proposito di promesse tradite, come giudica la presidenza Bush e la guerra in Iraq?

È un governo terribile. L'idea di un paese che tradisce se stesso è oggi il nostro dramma nazionale quotidiano.

Non era così anche ieri, con la guerra nel Vietnam ad esempio?

La guerra nel Vietnam e quella in Iraq non sono la stessa cosa. Quella del Vietnam è stata una guerra orribile e criminale, tuttavia è stata una guerra portata avanti da almeno tre presidenti: credevano che fosse necessaria. Era davvero un tipo di politica nazionale. Quella in Iraq, invece, è una faccenda privata del presidente Bush, fatta apposta per aumentare il potere di un gruppo molto ristretto. Sembra che sia anche questa una politica nazionale, invece è molto vicina a essere la guerra personale di George Bush. E penso sinceramente che non abbia proprio nulla a che fare con gli attacchi dell'11 settembre 2001 su New York e Washington

(Fonte: http://www.maggiesfarm.it/marcusmanifesto.htm)


E' sempre affascinante, anche se già ampiamente metabilizzato, rileggere la storia di Dylan che si specchia dentro LARS, un protagonista che c'è e non c'è, un'artista che sembra tradire il passato per un futuro incerto ed un presente di fischi. Lui non si scompone, moderno sostenitore dell'antico detto "Laissez faire, Laissez passer " (Il laissez-faire, letteralmente "lasciate fare", fu un principio proprio del liberalismo economico, favorevole al non intervento dello Stato. Secondo questa teoria, l'azione del singolo, nella ricerca del proprio benessere, sarebbe sufficiente a garantire la prosperità economica della società. L'espressione, che nella sua interezza suona "laissez faire, laissez passer ("lasciate fare, lasciate passare"), viene per lo più attribuita al protoliberista J.C.M. Vincent de Gournay (1712-1759), ministro del commercio francese, avversario, come i fisiocratici, del tradizionale centralismo regolamentatore colbertista, ma più attento di loro alla realtà non agricola, ossia artigianale-industriale e commerciale, del paese.
John Maynard Keynes, nel suo "La fine del laissez-faire" (1926), scrive che la massima del laissez-faire è tradizionalmente attribuita al mercante Legendre nella sua risposta a una richiesta di Jean Baptiste Colbert, su che cosa occorresse per far prosperare il commercio. Ma al Legendre sembra competere solo la prima parte della locuzione, e nella forma "laissez nous faire". Keynes aggiunge che il primo scrittore che usò l'espressione fu il marchese d'Argenson, ex ministro di Luigi XV, verso il 1751: Laissez faire, telle devrait être la devise de toute puissance publique, depuis que le monde est civilisé.
Keynes inoltre affermava che "la popolarità della dottrina deve di più ai filosofi politici del tempo, che agli economisti")
, e tira dritto per la sua strada, sa bene che le mode cambiano in fretta e la gente si adegua altrettanto presto. Tutti hanno capito che Dylan non è più "la voce della sua generazione", che ha buttato a mare tutte le etichette affibbiategli, che lui d'ora in avanti sarà elettrico e la chitarra folk diventerà solo un vecchio ricordo. Lui ha trovato un nuovo modo di essere, un nuovo modo di sputare le sue sentenze, ha compreso perfettamente che per sopravvivere la strada da percorrere è quella aperta dalla "british invasion", ma lui non si adegua e non copia, lui è quello che "indica la strada" come dirà Lennon, tutto il resto diventerà obsoleto. Sappiamo che LARS è solo un lato di Dylan, quello arrabbiato, della rivolta contro quelli che lo costringono a vivere rischiando di farlo morire, i businnesmen che bevono il suo vino, e lui vomita il suo disgusto e trasforma il ribrezzo in qualcosa di sublime. Dylan cambierà ancora tante volte il suo essere nel corso degli anni seguenti, ma "Like A Rolling Stone" è ormai una piramide egizia che solo armageddon potrà cancellare, ma tanto "noi non ci saremo" come cantava l'indimenticato Augusto nella canzone scritta da Francesco Guccini. Long live and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Martedi 16 Giugno 2015

Talkin' 9580 - larry.campbell69

Oggetto: Tickets Lucca 2015

Ciao Mr Tambourine,
mille grazie per il lavoro su Bob nella povera Italia!

Ho 2 biglietti per Bob Dylan e Francesco De Gregori a Lucca il 1 Luglio 2015. Due amici non riescono più a venire ...
Sono degli ottimi posti, Blocco B (sotto al palco) fila 4. Prezzo di acquisto (e di vendita) EUR 108.00 per biglietto.

Chi fosse interessato può contattarmi su larry.campbell69@gmail.com

Grazie ancora e saluti, Leonardo.

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San Antonio, Texas - Majestic Theatre, May 7, 2015

di Jamie Alexander


Ho visto la prima volta Dylan dal vivo quando suonava "Gotta Serve Somebody" al Warfield di San Francisco. Ci sono stati altri numerosi show negli anni seguenti che spiccano nella mia memoria. Quello di EL Rey a Los Angeles è il mio favorito di ogni tempo, tra gli altri. Negli ultimi anni, è difficile dire quanto ho apprezzato i suoi concerti e la sua evoluzione. Ora ho l’occasione di vedere una nuova città e assaporare la sua performance e la musica.

San Antonio, Majestic Theatre, è stato un altro degli splendidi classici luoghi che Bob & company hanno scelto con tanta cura. Mi sono piaciute molto le sue prestazioni, la sua voce, l'espressione e l'armonica sono molto buone, il suo pianoforte si fonde in modo significativo con il suo talento e la sua band.
In questo spettacolo la presenza scenica di Bob è di fiducia ed audacia.
Dylan sta cercando un suono eccezionale. Sono così felice che interpreti materiale fresco, piuttosto che solo i suoi più grandi successi.

Come fan di lunga durata, sono imbarazzato ad ammettere di aver sviluppato un capriccio insolito. Anche se non diagnosticata in modo professionale, ho una fobia per le persone della sicurezza e talvolta degli uscieri.
Quando avevo scelto di sedermi nella parte posteriore del piano terra del Majestic, pensando che avrei potuto ballare un pò, sono rimasto sorpreso di trovare gli uscieri in piedi direttamente dietro l'ultima fila. Questo non è usuale durante i concerti che ho frequentato.
Data la mia personale fobia, non mi sentivo a mio agio lì. Durante la pausa mi sono trasferito e mi è stato detto da una donna del pubblico che c' era un posto vuoto sul lato accanto a lei. La vista era eccellente. Come mi sono trasferito nella mia nuova sede, mi ha detto con rabbia che se volevo ballare dovevo andare sul retro. Mi sono scusato e mi sono seduto.

L'unico svantaggio di questi bellissimi luoghi è che il signor Dylan è diventato "l'istituzione" e non tollererà la danza. Dobbiamo tutti ricordare la tolleranza e allentare i divieti. Penso che sia giusto per le persone di poter ballare ai concerti di Bob. Le persone in un posto in corridoio in ogni riga (vicino al muro) dovrebbero avere il permesso di danzare (di fronte alla loro propria sede) o presso sedi nella parte posteriore sull’alto balcone superiore. Queste zone potrebbero essere standardizzate in modo che le persone non siano disturbate dalla sicurezza e non danneggino gli altri del pubblico. Dubito che questa politica verrà istituita ma è una perdita quando non si balla in un concerto.

Per quanto riguarda la mia fobia, ho avuto molti amici in comune ed ho conosciuto persone dello staff di Mr. Dylan anni fa.
Sento il bisogno di scrivere questo perché nell'entusiasmo di un concerto a volte penso che mi piacerebbe andare a congratularmi con lui. Sono un persona che parla e sono positivo nella vita quotidiana, ma sono timido di natura per fare cose del genere, inoltre, ho una fobia che non posso superare.


 

 
Lunedi 15 Giugno 2015

"Collisioni": da Dylan ad Ammaniti                                                             clicca qui

 

 
Sabato 13 Giugno 2015

Houston, Texas - Bayou Music Center, May 5, 2015

by English Pete

Bene, da dove cominciare? Ho 52 anni e questo è stato il primo concerto di Dylan sia mio che di mia moglie.
Sono l'amante della musica in famiglia. Sono abbastanza sicuro che mia moglie viene ai numerosi concerti ai quali andiamo puramente per compiacermi.

Sarò il primo ad ammettere che mi ci sono voluti molti anni per arrivare a Dylan. Ovviamente ho avuto modo di conoscere la sua musica nel corso degli anni, ma non ha mai davvero preso il tempo di ascoltare attentamente.
Sono cresciuto tra la fine degli anni Settanta e Ottanta ed ad onor del vero Punk, New Wave e Post Punk (se vogliamo applicare etichette) erano la musica della mia generazione. In realtà ascoltavo Neil Young da molto prima di Bob. Poi, divenuto più anziano (alcuni direbbero che sono maturato) ho iniziato ad ascoltare di più musica basata sul cantautorato.........Per primo Gram Parsons, poi Townes Van Zandt e John Prine.
Poi ho sentito una pubblicazione anticipata di "Tempest" e questo mi agganciato.

Quindi, tornando a Houston, 5 Maggio 2015, ecco il mio primo spettacolo di Dylan.
Per quanto io ami i primi lavori di Bob (grazie al cofanetto di CD acquistato un paio di anni fa) ho potuto godermi a fondo il suo nuovo materiale, quindi il concerto con le più recenti canzoni e nuovi arrangiamenti di classici non mi ha scoraggiato neanche un pò.
E per quanto io possa amarlo.................. perdiana gente, che grande spettacolo! Avevo visto la set list e ricercato il paio di canzoni ("Things have changed”", e "Waiting for You"), che non conoscevo, e poi ho compilato un elenco di riproduzione MP3 delle registrazioni in studio di tutti i brani che avrebbe eseguito. Abbiamo ascoltato quella playlist per un paio di giorni, con l'intesa che gli arrangiamenti sarebbero stati probabilmente molto diversi.
Non siamo rimasti sorpresi. E non siamo rimasti delusi. Che fantastica prestazione di Bob e della sua band. Tranquillo a volte, anche se è tutto ovviamente studiato in prova. Ma questa è la bellezza di una performance dal vivo. A volte si ha una collisione di suoni, altre volte si può solo ascoltare gli spazi tra gli strumenti e le singole note. I fraseggi di chitarra di Charlie erano impressionanti e il virtuosismo di Donnie su molti pezzi erano una gioia per le orecchie, il suo banjo in "High Water" per esempio. Il violino melanconico in “Forgetful heart” è stato quasi straziante. E' probabilmente ingiusto nominare solo questi due ragazzi, tutta la band è stata eccellente. Stu e le sue Maracas sono stati citati in abbondanza in precedenti recensioni.

E poi c'era Bob. Il suo fraseggio è stato generalmente potente. Proprio quello che mi aspettavo (Ho comunque sentito mia moglie ridere quando si è schiarito la gola a metà di "Beyond Here Lies Nothin '").
Per me era uno show blues.....dondolante e in alcuni casi semplicemente rilassato.
Ho letto alcune recensioni di spettacoli precedenti in questo tour, dove le persone si lamentavano circa la scelta dei brani, non abbastanza classici, ecc, mi sono guardato intorno e ho visto molte facce impassibili nell'auditorium. Mi spiace per queste persone, che non hanno avuto quello che si aspettavano. Mi ha riportato alla mente la registrazione del 1966 alla Royal Albert Hall (effettivamente registrato nella mia città natale di Manchester)......... metà del pubblico non ci stava con quello che Bob stava facendo, ma il tempo non si ferma, e nessuno è un un artista come Bob. Lui non suona per accontentare il pubblico, non l’ha mai fatto, e sicuramente questa è la bellezza di tutto.
Spero di non dover aspettare altri 50 anni per il mio prossimo spettacolo di Dylan.

 

 
Venerdi 12 Giugno 2015

Oklahoma City, Oklahoma - Civic Center Music Hall, Thelma Gaylord Performing Arts Theatre, May 3, 2015

di Mel Smith

Mentre la scaletta per questo tour può essere statica, la presentazione è qualcosa che non ho mai visto fare da Dylan. La band è quasi invisibile con la fiochissima illuminazione sul palco. Un riflettore occasionale sullo strumento in risalto al momento, niente di più.
Io non voglio fare l’elenco dettagliato delle canzoni qui ma vi devo dire che quello che ho visto e sentito, Tangled e WMB # 2 era vera poesia. Non so quando è stato scritto. Io avrei voluto essere lì al momento del soundcheck quel giorno. L'unico esempio che riuscivo a ricordare era: “Lei accese la stufa e mi offrì una pipa, "Pensavo che non avresti mai detto ciao", disse "Sembri un tipo taciturno". Poi aprì un libro di poesie e me lo porse . Era scritto da un poeta italiano del Duecento
Ed ognuna di quelle parole suonò vera e splendente come un carbone ardente, trasudando da ogni pagina come fosse scritta nella mia anima da me per te aggrovigliato nella tristezza”

Il testo di Workingman’s Blues # 2 per circa la metà della canzone non era quello che era stato registrato. Il mio compagno di strada Hole ha commentato che era Workingman Blues # 4 o # 5, e aveva ragione. Come è sempre stato ci sono frasi che Bob sembra aver scritto mentre oscilla da un trapezio senza la rete.

La band, seppure quasi invisibile, era così stretta a lui e bella come ho non li mai sentiti essere. La voce di Bob era chiara e risonante come non ho mai sentito in più di 20 spettacoli che ho visto.
Meno ringhiante e più crooner, muovendosi sul palco e coinvolgendo il pubblico quando non era dietro il pianoforte. Nella mia mente lo spettacolo non era tanto un Rock Show ma una presentazione di una raccolta di canzoni di Dylan. Quelli che vanno agli shows di questo tour farebbero bene a lasciare le scarpe da ballo a casa. Mi sembrava di essere più verso il Jazz / Blues / dondolante che il pieno sonoro sul rock and roll dell'’era di Larry Campbell o G.E. Smith.
In qualche modo un pò meglio, appena più sommesso e dignitoso rispetto alle mie solite esperienze con Dylan. Sono abituato a lasciare gli spettacoli madido di sudore e fisicamente drenato da sbattere in giro come un pesce sul molo. Questo è stato un drenaggio emotivo e intellettuale con la realtà e la forza delle sue parole che ha colpito l'intero pubblico.

Prendo una settimana di riposo e mi preparo per lo show di domenica prossima a 15 minuti da casa mia per vedere Dylan a forse la sua migliore Band da anni ed anni.

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Il Lucca Summer Festival compie 18 anni                                                   clicca qui

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I concerti di giugno e luglio a Torino                                                          clicca qui

 

 
Giovedi 11 Giugno 2015

Talkin' 9579 - g.frigeri

Oggetto: Segnalazione

Mercoledi 17 Giugno 2015 - ore 19,30

Nell’ambito della rassegna “Mercoledì Rosa”, serata dedicata a BOB DYLAN con

K.BUTLER & THE JUDAS
A Bob Dylan Devotional (Lele Borghi, Gianni Campovecchi, Giancarlo Frigieri, Rigo Righetti)

Circolo HORTUS – CATOMES TOT - Via Panciroli – Reggio Emilia

2 ore e 30 di concerto, 50 anni di repertorio dylaniano, rivisitato in versioni sempre diverse come insegna il maestro.
The only tribute band that matters

Giancarlo Frigeri

 

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Elliott Murphy, l'ultima delle rock star                                                          clicca qui

 

 
Mercoledi 10 Giugno 2015

Talkin' 9578 - danieleardemagni77

Ciao a tutti. La location per il Dylan live di quest'anno in Italia da me scelta è quella di Torino per diversi motivi. Prima di tutto la distanza..è la città più vicina da dove abito (sempre comunque 300 km di andata circa). Secondariamente si tratta di una location al chiuso il che mi fa stare tranquillo nel caso ci sia mal tempo. Poi, ultima cosa non indifferente, anche se il viaggio è probabile che me lo farò da solo, là mi troverò con ragazzi dylaniani, certi dei quali sono disponibili ad ospitarmi per la notte nel caso non me la senta di affrontare il viaggio dopo il concerto.

La scaletta, quasi inalterata al concerto che vidi agli Arcimboldi nel novembre 2013 e che fece entusiasmare molti, mi fa pensare che Bob abbia trovato in queste canzoni la sua giusta dimensione....mi fa piacere che abbia sostituito What Good Am I? con una delle mie preferite di sempre che è Workingman's Blues e poca altra roba. La scaletta pare quasi l'abbia scritta io, visto il mio amore per i suoi lavori dal '97 in poi, Modern Times ma soprattutto Tempest su tutti. Ci stanno bene i due classici dei '70 (periodo che a me non piace molto) come Tangled e Simple anche se estratti da un album che ormai tutti sanno non amo, ma con questi arrangiamenti prendono una forma molto più bella ed ascoltabile e qualcosina (fortunatamente poco) dai fin troppo celebrati anni '60. Magari sostituirei Blowin' in the Wind con Like a rolling Stone e Autumn Leaves con Roll On John o Huck's Tune ma se vogliamo restare su Shadows con The Night We Called Day dove abbiamo visto una magistrale interpretazione al David Letterman recentemente......o visto il successo che ha avuto il bootleg sui Basement Tapes qualcosa da quel storico doppio album registrato nella "big pink".

Al di là di questo non ho mai nascosto il mio amore per la produzione dylaniana in genere, specialmente quella degli ultimi anni, quella che me lo ha fatto scoprire e amare alla follia. La scelta di aver scelto così poche canzoni dei '60 credo sia anche per il fatto che quel decennio della sua carriera sia stato ormai sfruttato e consumato in abbondanza e che anche gli ultimi lavori meritino giustamente una collocazione in alto. Sarò contento di riascoltare i nuovi, lievi arrangiamenti di Love Sick, Pay in Blood e di quella che considero la Like A Rolling Stone del nuovo secolo, ovvero Long And Wasted Years, canzone talmente potente quando dolce che dal vivo credo sia una delle cose più belle che si possano ascoltare.

Per quanto riguarda Barolo Mr. Tambourine, non so dove foste collocati tu e Duluth, ma io (a parte Alessandro Baricco e un mio amico) me ne stavo alla sinistra del palco con Under 25 e adolescenti piuttosto scatenati e me la ricordo come una serata molto piacevole ( a differenza ad esempio di quella del 2009 a Milano in uno degli ultimi live in cui c'era Freeman...lì lo trovai stanco e fuori forma..per poi riprendersi alla grande con il rientro di Charlie).

Quanto alla scenografia quasi felliniana, che ricorda molto quella di un set cinematografico, credo si sposi bene con le canzoni...Dylan, a differenza dei vari Springsteen, Rolling Stones, Pink Floyd e compagnia è una rockstar che non ha bisogno di fare la...rockstar. Gli altri sono leggenda perché senza i loro classici non vanno lontano...Dylan continua a riscrivere la propria storia (e non solo propria) da oltre mezzo secolo e lo continua a fare..a volte può essere piaciuto a volte no, ma a mio avviso è così. Le leggende sono collocate e imprigionate in un determinato periodo storico, con precisi brani...lui no, e fa di tutto per staccarsi dalle varie etichette a lui messe e dal periodo in cui esplose...ecco probabilmente la scelta di non includere molto dei suoi brani degli anni '60/'70. I suoi non sono e non devono essere concerti con effetto nostalgia.

Concludo rubando una frase che spesso dice Massimo Bubola quando parliamo di Bob in cui dice: "Che importanza potrebbe avere vedere com'è vestito, che scarpe porta, che timbro di voce ha, se hai il pizzetto o meno, se tu avessi la possibilità di vedere Shakespeare in persona recitare le sue opere? Sei di fronte a un gigante e questo basta...e lo stesso vale per Dylan". Ho sempre considerato queste parole alquanto vere e so che di fronte a me a Torino avrò la fortuna di trovarmi per la quindicesima volta in 15 anni il gigante Bob, e da come canta negli ultimi tempi e dalla scelta fatta da un pò di tempo sulla scaletta andrà bene e ne sarò felice. Farà variazioni? Ben vengano, col suo passato e presente glorioso potrà fare ciò che vorrà.

Quanto alla recensione del concerto del cognatone Massimo (Bubola) a Lumezzane del 24 aprile so che l'aspettavi ma per motivi vari non sono riuscito a farla, anche perché quella sera ero lì, oltre che in veste di spettatore, anche in veste di zio e di aiuto all'organizzazione il che non ho potuto seguire lo spettacolo-lezione come si doveva. Lo rivedrò il 26 di giugno a (Verolavecchia) e il 26 luglio (Breno) sempre nel bresciano e spero che in una di queste due date possa avere l'occasione di fare per il sito una discreta recensione del Rosso su Verde-tour 2015.
Un abbraccio dylaniano a tutti.
Daniele Ardemagni "Ardez"

Ciao "Ardez", lasciami complimentarmi con te per la tua mail molto ben equilibrata e calibrata, priva di frasi o intenzioni polemiche. Hai chiaramente e libertamente espresso il tuo parere sul Dylan di oggi e questo è bene e positivo. Come avrai notato ci sono diverse prese di posizione su Dylan, ma naturalmente, essendo un Artista con cinquan'anni di carriera sulle spalle, le sue sfaccettature son così tante che ognuno dei suoi fans ha la possibilità di scegliere il periodo della sua carriera che preferisce, ed anche questo è bene.

Per quanto riguarda la scaletta vorrei soltanto che fosse più a rotazione, mafari con brani dello stesso periodo di questi. Intendo dire che i brani di Tempest, a rotazione, in questi due anni avrebbero potuto essere stati eseguiti tutti dal vivo, e su questo nessuno avrebbe avuto niente da ridire. Sarei felice di ascoltare una versione anche più breve della title track, magari solo una decina di strofe invece di 45! Anche sul disco che non ti piace ci sono due canzoni che mi piacerebbe sentirle reinterpretate con lo stile attuale, una è Idiot Wind e la curiosità sarebbe quella di vedere in cosa trasformerebbe oggi quella rabbia schiumante che è evidente nella versione eseguita con la Rolling Thunder Revue. L'altra canzone è Lily, Rosemary and the Jack of Hearts, una canzone che mi è sempre piaciuta, ma non saprei dire esattamente per quale specifica ragione, e mi renderebbe felice di riascoltarla in una versione completamente differente. Di Modern Times mi piacerebbe sentire Beyond The Horizon, un pezzo che mi affascinò immediatamente al primo ascolto. Anche Nettie Moore e perchè no Ain't Talkin! Blowin' la sostituirei con Hurricane, un pezzo da molto tempo ineseguito. Da Together sostituirei la ormai sentita e risentita Forgetful con la stupenda This Dream Of You. Come vedi ognuno di noi vorrebbe la scaletta personale, cosa assolutamente impossibile, ma credo che un pò più di rotazione di pezzi non farebbe male a nessuno.

Per quanto riguarda Barolo io e l'amico Duluth49 (Marcello), sua moglie ed un gruppo di altri amici, eravamo alla sinistra del palco alla distanza di circa 10/15 metri dal palco, di conseguenza essendo tutti in piedi, noi potevamo vedere chi c'era intorno a noi e non chi c'era 10 metri avanti a noi, e lo stesso sarà stato per te, quello che c'era trenta metri dietro alle tue spalle non avresti potuto assolutamente vederlo. Fui il primo ad entrare sulla piazza di Barolo in compagnia dell'amico Barabba che gentilmente mi aveva offerto uno dei suoi biglietti (io ero rimasto senza e quindi senza la sua generosità non avrei potuto andare a Barolo) verso la una o giù di lì mentre io tecnici stavano ancora finendo di scaricare la strumentazione dal Tir che era arrivato in Piazza attorno alle 10,30/11 del mattino. Mi avviciani e chiesi al povero Jules Henry Aerts (scomparso nel settembre 2014) a che ora ci sarebbe stato il sound check e lui, dopo avermi risposto un secco ed infastidito "Non lo so", mentre stavo per andarmene mi richiamò e dopo aver guardato un foglio, mi disse laconicamente: "Alle cinque". C'era già molta gente seduta in colonna sulla strada che attendevano che li facessero accedere alla piazza, ma questo accadde alcune ore più tardi, verso le 18.00. Dopo l'apertura girai la piazza in lungo ed in largo notando tutto ciò che vedevo perchè, al di là del piacere del concerto, dovevo anche documentarmi per non raccontar cazzate nella mia recensione del concerto. La serata, come hai detto tu, fu anche per noi certamente piacevole, io ho detto che ad essere scazzati (almeno questa fu la mia impressione) erano i musicicti ad eccezzione di Tony, e che Bob si dette da fare molto più del normale per colmare un pochono questa lacuna.

Per quanto riguarda la scenografia molto contenuta ed abbastanza scura personalmente non la trovo una cosa che ci favorisce. Migliaia di persone spendono molti quattrini per andare ai concerti di Bob, non solo per sentire le canzoni, ma anche per poterlo vedere in volto, vedere le sue espressioni e le sue mosse, fare magari una foto ricordo dell'evento, ma questo non è possibile. Per molto tempo, quando suonava le tastiere, la maggior parte della gente vedeva solo la schiena di Bob, ora, almeno a giudicare dai filmati attuali, è difficile vederlo bene, impossibile fare foto. Mi chiedo perchè mi devo sentire un delinquente ed essere minacciato o addirittura privato della macchina fotografica solo perchè ho desiderio di vedere il mio artista preferito in volto o perchè voglio fargli una foto.....non saprei che dire, questo non mi sembra giusto.

Per quanto concerne le parole di Massimo Bubola sono d'accordo che te e con lui, parole validissime, però ricordo che anche l'occhio vuole la sua parte, non solo l'orecchio. Che il live act di Dylan sia diverso da quello di tutti gli altri mi sembra giusto, lui è diverso da tutti gli altri, però pur in un contersto come l'attuale se ci desse un pò più di corda non morirebbe nessuno, nè lui nè noi.

Per concludere questa simpatica chiacchierata, resto in attesa di una tua recensione (magari con due o tre foto allegate) di uno dei prossimi concerti di Massimo, e naturalmente, la cronachissima del concerto di Torino!!!!!!!!!!!!!!! Long live and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Martedi 9 Giugno 2015

Thackerville, Oklahoma - WinStar World Casino and Resort, Global Event Center, May 2, 2015

di Barry McCollom

Ho guidato da Dallas al WinStar World Casino nel giorno del Kentucky Derby. Il Red River era davvero gonfio per le recenti piogge. Un enorme casinò con il rumore delle slot machines costantemente attive mentre il distributore del tavolo di blackjack dava le carte ai giocatori seduti, un grande scenario dove vedere Bob. Il gong e l’intro di chitarra dello show è stato per me nuovo dato che avevo visto Bob con Mark Knopler l'ultima volta. Bel tocco. Tutti pronti? La cerimonia sta per iniziare (Is everybody in? The ceremony is about to begin. Come dice il testo di “Celebration Of The Lizard” dei Doors del “Re Lucertola”. Non avevo mai sentito "Forgetful Heart" dal vivo. Si poteva sentire cadere in terra uno spillo! Indovina? "Autumn Leaves" suonava proprio come l'album!
Scherzi a parte, il fraseggio è così commovente in entrambi questi due brani. Al di la di tutto il concerto mi è piaciuto! La coppia accanto a me e poche altre persone cercavano di seguire i testi sul loro smartphone per tutta la notte. Grazie a tutti per aver condiviso le loro impressioni sullo spettacolo nelle altre città. "May god bless and keep you always!".

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Talkin' 9578 - stefanobarbieri7

Rispondo all'amico Marcello: dopo aver visto Dylan una quindicina di volte, a partire dall'Arena di Verona con Santana tanti anni fa, da tre anni non vado più ai suoi concerti.
Non l'ho neppure deciso, a un certo punto mi si è rotto qualcosa dentro: perchè devo andare a vedere uno spettacolo dove tutte le canzoni suonano uguali, dove lui non canta più, dove non si capisce un tubo e, soprattutto, dove non provo più alcuna emozione?
I suoi concerti sono diventati di una noia mortale, completamente autoreferenziali; preferisco ricordare i decenni trascorsi ascoltando i vinili e sognando...All is gone.
Ciao, Stefano Barbieri.

Caro Stefano, se non riesci più a provare alcuna emozione in un concerto di Dylan nessuno ti può biasimare, son cose che succedono, qualcosa si rompe e buonanotte ai suonatori. Credo che sia stata una decisione spiacevole anche per te quella di non andare più ai concerti, ma purtroppo, come dice un vecchio adagio, "quando il giocattolo si rompe i bambini non possono più continuare a giocare". Forse un giorno ritroverai l'entusiasmo e la voglia, forse ti bastera "esserci" e allora chissà, forse andrai ancora a qualche concerto del nostro grande ed ineguagliabile menestrello. Long live and prosper, Mr.Tambourine, :o) 

 

 
Lunedi 8 Giugno 2015

Talkin' 9577 - duluth49

Oggetto: CONSIDERAZIONI

Carissimi amici , vorrei fare alcune considerazioni riguardanti le scalette dei concerti del nostro Bob che, puntualmente vengono postate sul sito. Ormai sin dalla scorsa stagione vengono riproposti quasi sempre gli stessi pezzi. Dopo averci abituati a sorprese e ad arrangiamenti sempre diversi anche se qualche volta discutibili, mi vien da pensare che abbia perso la strada o che stia cercando nuovi orizzonti. Sono più di 20 anni che seguo i suoi concerti e questo suo immobilismo è per me fonte di molti dubbi e un filo di delusione. Nonostante ciò, ho i biglietti del Summer Lucca dal primo giorno di vendita.
Continuo a sperare che il suo sia un periodo di transizione, voi cosa ne pensate?
Un saluto a tutti, l' amico Marcello.

Caro Marcello, la tua fede dylaniata, anche in presenza di forti dubbi, ti fa onore. Spero che questa tua possa generare uno scambio di opinioni fra i nostri amici lettori. Sappiamo tutti che questo è un argomento delicato, forse meglio starne lontano per non scottarsi, ma tant’è, se non si ha ogni tanto il coraggio dei propri dubbi e delle prorie opinioni si diventa apatici ed inutili, quindi molto meglio esprimersi, anche se questo potrebbe generare la reazione di qualche fan dello zoccolo duro.
Io e te sappiamo bene, perchè l’abbiamo vissuto di persona a Barolo nell’ormai lontano 2012, che i fans di Bob sono quanto di più strano e diverso si possa trovare sul mercato, integralisti, semplici simpatizzanti, quelli che “io so tutto”, quelli che sanno solo un pochino, quelli con tendenza tassonomica, quelli che hanno l’onestà di dirti che non riconoscono il pezzo che Bob sta cantando, quelli che bla...bla.....bla......etc....etc.....etc.....!
Da Bob abbiamo avuto concerti davvero eccitanti e concerti davvero noiosi, ricordo molti di questi shows,a volte tornavo a casa al settimo cielo ed a volte invece con le palle che giravano ad elica! Ma questo ci stava, lo "human been" che risponde al nome di Bob Dylan è quanto di più artistico ed incostante ci possa essere, e così va preso ed accettato. Ognuno di noi avrà nella propria mente ricordi di concerti meravigliosi o inascoltabili, ma Bob lasciava sempre in noi quella parte di “alea” (dove per Alea, parola latina per indicare il dado che si lancia si intende la caratteristica di un evento il cui verificarsi non dipende da nulla di ben definibile) che ci faceva sperare di capitare nella serata “one in a million”. Oggi tutto questo sembra essere finito, non saprei dirti in base a che cosa Dylan abbia deciso di sterzare ed occupare la corsia di sinistra che è sempre pericolosa. Set lists immutabile, palco minimalista, musicisti che suonano perchè sono ben pagati anche se probabilmente si rompono le palle, vedere Bob in faccia è un’impresa, scattare una foto è quasi un reato da arresto, ed io, sinceramente, faccio fartica ad adeguarmi a questo tipo di Dylan, così diverso, così prevedibile, e forse anche un pò stanco, così lontano da tutto quello che ti potevi aspettare.
A Barolo eravamo fianco a fianco, abbiamo visto un pubblico composto per la maggior parte da over 50 travestiti da concerto ma molto tiepidi negli applausi e restii ad abbandonarsi all’entusiasmo. Abbiamo constatato che una abbondante parte del pubblico non sapeva riconoscere la maggior parte delle canzoni, abbiamo visto il povero Toni che incitava tutti e nessuno di quelli che c’erano sul palco con lui avere un che di reazione, abbiamo visto un Bob che sinceramente si è impegnato per dare al pubblico quel poco in più del niente che ha dato la sua backing band, abbiamo visto un Dylan che probabilmente si inoltrava nell’inverno della sua carriera.
Quello che tu speri sia un periodo di transizione sta durando da due anni, ognuno di noi è a conoscenza di quello che vedrà e sentirà nei quattro concerti 2015, difficile pensare diversamente, lecito sperare. Certo questo immobilismo non entusiasma molto, quando le aspettative diventano nulle l’eccitazione cala di conseguenza. Il colpo più strano (Christmas era solo una specie di premio alla carriera) è quest’ultimo Shadows in the night, inaspettato quanto inutile come Christmas, nel quale Dylan ha certamente il diritto di cantare quello che al momento lo soddisfa di più, ma sentirlo cantare le canzoni di Sinatra è stato come sentire Bonolis quando cerca di fare una delle tante parodie di Totò. Il prossimo potrebbe essere un tributo ad Elvis, o forse ai Beatles o a chissà chi altro, ma sarebbe sempre un Dylan che esegue delle cover, ma Dylan non è diventato il mito, la leggenda che è, perchè faceva cover, o sbaglio? Shadows potrebbe essere un tributo sincero ad un artista che lui ha ammirato seriamente, anche se rimane quella piccola ombra dell’intervista chilometrica rilasciata alla rivista dei pensionati americani che qualche pulce commerciale nell’orecchio ce l’ha messa.
Non mi sento di dire che la set list sia da cambiare, però preferisco sempre sentire una non eccelsa versione di Simple o di Tangled invece che la cover di Autumn Leaves e Stay with me. Che faccia le canzoni che vuole, va bene, ma le sue di canzoni, e le cover le lasci fare a chi è meno artista di lui.
Come sempre, questa è solo la mia opionione, contestabilissima e magari non condivisibile, ma l’ho voluta esprimere e spero che altri amici abbiano la voglia di fare la stessa cosa. Long live and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Morta Ronnie Gilbert dei The Weavers                                                     clicca qui

 

 
Sabato 6 Giugno 2015

Bob Dylan, il 29 giugno alle Terme di Caracalla                                         clicca qui

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Bob Dylan tour 2015, quattro concerti in Italia                                           clicca qui

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Bob Dylan, biglietti Tour 2015                                                                     clicca qui

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Addio a Jean Ritchie, mamma del folk e ispiratrice di Bob Dylan              clicca qui

 

 
Venerdi 5 Giugno 2015

"Mr Tambourine Man" compie cinquant'anni: i Byrds galvanizzano la visione di Bob Dylan                                                                                                                clicca qui

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Memphis, Tennessee - Orpheum Theatre, April 30, 2015

di James Sullivan

Quando ho programmato questo viaggio sono contento di aver scelto Memphis. L’ Orpheum Theater è un luogo bellissimo che mi aveva bloccato a fissare il soffitto prima dello spettacolo. Di sicuro non costruiscono più teatri così. Proprio il posto giusto tipo per un concerto di Bob e la sua band.
L'illuminazione cala e il suono erano proprio perfetto. Bob e la sua band sono ormai una macchina ben oliata. Non voglio fare la recensione canzone per canzone, ma mi trovo ad osservare Bob affascinato quando è al centro scena per Love Sick, Forgetful Heart, Long And Wasted Years e Autumn Leaves, meravigliosi. Ritorna al pianoforte per Soon After Midnight che è stata la mia preferita di stasera. Perfetto il modo nel quale è stata eseguita. Un grande spettacolo e sono grato per aver potuto andarci. La felicità a volte è uno stato della mente e domani attraverserò il confine di stato verso Thackerville.

 

 
Mercoledi 3 Giugno 2015

Talkin' 9576 - zerganenko

Buonasera Mr.Tambourine,
Si parla ovviamente del Nostro...e anche di te!
Un grande saluto, Adriano Ercolani
http://xl.repubblica.it/articoli/sixto-rodriguez-la-recensione-del-concerto-di-roma/20020/

Grazie Adriano, la tua recensione è davvero di 1° categoria, cioè di quelli che sanno cosa scrivere quando hanno una penna in mano, che rabbia mi fai........l'invidia è proprio una brutta cosa!!! :o))) Long live and prosper, Mr.Tambourine.

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Lucca Summer Festival compie 18 anni                                                       clicca qui

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New Orleans, Louisiana - Saenger Theatre, April 29, 2015

di Nancy Cobb

'' QUESTO È TUTTO! QUESTO È TUTTO! "

Questo è ciò che penso sulle prestazioni di Dylan in “Autumn Leaves” ieri sera, anche se questa canzone è stata fatta più di 1.000 di volte prima di oggi. Questa citazione è attribuita a Bob Dylan da Eric Burdon che parlava con un giornalista locale, quando venne recentemente a Coachella Valley per lo Stagecoach Festival. Ecco la storia, nei primi anni '60, Dylan e Joan
Baez erano in un viaggio attraverso il paese e sentirono la versione degli Animals di “The House Of The Rising Sun” alla radio. Bob fermò la macchina e saltò fuori, e ..... il resto è storia. Per ironia della sorte, un giovane ragazzo al suo primo concerto di BD era seduto accanto a me, e ha chiesto se pensavo che Dylan avrebbe cantato quella canzone (suppongo perché eravamo a New Orleans, e Bob l’aveva fatta in passato). Gli raccontai la "scaletta" ma gli dissi che forse ci sarebbe stata una sorpresa o due.

Tornando allo spettacolo, c'è un detto che dice: Se parli di Dio è perchè stai pregando, ma se Dio ti parla, allora sei schizofrenico. Beh, io prego, e Bob Dylan mi parla (naturalmente attraverso le sue canzoni). Ma ultimamente Dylan ha avuto un pò di aiuto. Non posso credere che Tempest sia stato registrato con la stessa voce come quella splendida che abbiamo sentito ieri notte. Vi è un chirurgo del New England che ha aiutato molti cantanti a trasformarsi da cantanti lirici a rockers urlanti (Steven Tyler, Roger Daltrey) prendendosi cura del loro strumento meraviglioso. Forse potrebbe aver aiutato un pò anche Bob.

La "scaletta" è stata morbida e pastosa, con una sensazione cadenzata come fosse una vecchia altalena di paese. Per le prime canzoni sembrava che le bacchette della batteria fossero avvolte in federe, l’armonica di Bob In Tangled Up semplice routine, e Forgwetful heart era transitoria, fuggevole, fugace, precaria, effimera, una cosa che dura un giorno prima di svanire, come se una grande cosa potesse scaturire da quella piccola cosa che aveva in mano. Al termine di Tangled Up in Blue ha ottenuto una reazione tremenda dalla folla, allora l’ha alzata come fosse stata una coppa di champagne come a dire: "Ecco a voi".
In Love Sick, per la prima volta ho sentito che stava cantando direttamente al pubblico, invece che indirettamente per una persona del suo passato. E’ malata d'amore, odio, ossessione, e il cosiddetto tradimento, e ora c'è come un reciproco rispetto tra Dylan e il suo pubblico, che era composto da vecchi e nuovi ammiratori, tutti mischiati assieme.

Early Roman Kings si è distinta come una luminosa rock blues, forse in omaggio per questa grande città, e, naturalmente, è stata la canzone più divertente della serata.
Poco dopo la mezzanotte mi ha ricordato le sue ballate d'amore su Blonde On Blonde, così diverse da Tempest. Poi c’è stata la lentissima ed incredibilmente commovente Autumn Leaves che non avrebbe potuto essere cantata con la vecchia ruvida voce di Dylan. Dopo una grande Blowin’ in the Wind è arrivata la conclusione perfetta, Stay With Me. Mi viene in mente Dylan in un'altra canzone di Sinatra .... ...."It Was a Very Good Year".

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E' morta a 94 anni Julie Harris, la costumista dei Beatles                           clicca qui

    

 

 
Lunedi 1 Giugno 2015

Lucca Summer Festival: Aprono Bob Dylan e De Gregori                          clicca qui

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Dylan preferì l'isola di Wight a Woodstock.                                                clicca qui

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Giorgio Moroder e la (mancata) collaborazione con Bob Dylan                 clicca qui

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La notte che Bob Dylan mise al mondo il rock                                            clicca qui

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Greenville, South, Carolina - Peace Center, Peace Concert Hall, April 26, 2015

Il concerto di Bob Dylan è stato una grande delusione.
 Lo ringrazio per il concerto peggiore che avrebbe potuto fare. Egli ha dato un tono sommesso a lume di candela invece del un set potente al suo show. Ha continuato a suonare canzoni che il pubblico non conosceva, perché non erano quelle che lo hanno reso famoso. Ha suonato sopra ai suoi suoi membri della band al suono di un batterista diverso. Probabilmente non sapeva nemmeno di essere a Greenville, Carolina del Sud.
 Bob ha bisogno di andare in pensione. Era solito essere speciale, ma ora non lo è più così tanto.
 Debby Pappy.

(Fonte: http://www.greenvilleonline.com/story/opinion/readers/2015/05/14/letter-bob-dylan-concert-huge-disappointment/27313039/)

 

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