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THE  BEATEN  PATH

THE DYLAN'S PAINTINGS AND THE REAL PLACES

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GLI  SCRITTI  DI  DARIO  "TWIST OF FATE"  GRECO

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Giovedì 30 Settembre 2021

Talkin' 11887 - magicbus21

Oggetto: Bootleg Series 16

Ciao Mr.Tamburine,
sto ancora aspettando dal mio "pusher", l'edizione deluxe del nuovo bootleg series, come al solito i piccoli negozi vengono snobbati dalla distribuzione; ogni anno si celebra la festa del disco ma poi per il resto dell'anno saluti e baci...vabbè, è un'altra storia.
Ho letto la bella recensione di Samuele anche se ho trovato un errore da matita rossa!: Sweet Caroline è di Neil Diamond, e non di John Denver, che sarebbe un pò come dire che "il ragazzo della via Gluck" è di Gianni Morandi; mi sono confrontato spesso con dylaniani e ho notato che sono ferrattissimi sulle tematiche del menestrello e un pò meno sull'universo musicale pop rock in generale, anche qui poco importa, questo è un sito di fans di Dylan!
Piuttosto ho visto che c'è questa bella intervista al primo batterista del N.E.T. Christopher Parker, visto che il mio inglese fa schifo, non è che la pubblichi tradotta? Articolo originale  clicca qui
Grazie per tenere in piedi il sito,
Saluti, Alessandro.

Hai ragione caro Ale, anche il sito di Bob Dylan riporta come autore di Sweet Caroline Neil Diamond, però esiste anche una Sweet Caroline scritta da Denver : https://songsear.ch/song/John-Denver/Sweet-Caroline/4905184 . Può darsi che l'amico samuele nello sacrivere il suo bell'articolo abbia avuto un momento di Blackout e sia stato indotto in errore, in questo caso son certo che prenderà buona nota e correggerà il suo articolo.

Christopher Parker è stato il primo batterista del Never Ending Tour di Bob Dylan. Per tre anni a partire dal 1988, ha diviso la strada con Bob, dopo aver fatto parte della house band dello show televisivo Saturday Night Live, prima di lasciare la band alla fine del 1990.

Parker ha suonato con Bob dal 7 Giugno 1988 (Concord Pavilion, Concord, CA), anche se il vero inizio del NET è stato il giorno 8 Giugno 1989 (Wembley Arena, London, England), con la seguente formazione:
Kenny Aaronson (bass)*
Christopher Parker (drums)
George Edward (G. E.) Smith (guitar)

*Tony Garnier ha sostituito Aaronson il 3 Giugno 1989 (RDS Simmons Court, Dublin, Eire)

Parker è rimasto nella band fino al 28 Gennaio 1991 (Hallenstadion, Zurich, Switzerland) quando è stato sostituito da Ian Wallace. L'articolo è molto lungo e nemmeno io sono in grado di tradurlo correttamente, se qualche amico si sentirà di tradurlo ce lo invierà certamente. Stay tuned, alla prossima, Mr.Tambourine, :o)



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Talkin' 11886 - francescoanaia71

Oggetto: Il Never Ending Tour

Articoletto:

https://www.repubblica.it/spettacoli/musica/2021/09/28/news/bob_dylan_never_ending_tour-319714999/?ref=RHBT-VS-I270679837-P4-S4-T1

Grazie per la segnalazione caro Frana_71, alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Mercoledì 29 Settembre 2021

Talkin' 11885 - samuconf93

Oggetto: Recensione Bootleg Series Vol.16 per Music Map

Ciao, Mr. Tambourine, a te e a tutta la Farm!
Per Music Map ho scritto un approfondimento sul nuovo Bootleg Series del nostro amato Bob. Potete leggerlo a questo link:

http://www.musicmap.it/recdischi/ordinaperr.asp?id=8632

Credo avrò modo di occuparmene presto anche per un altro sito web. Colgo l’occasione per esprimere la mia felicità in relazione al World Wide Tour del Nostro, che durerà, a quanto pare, fino al 2024. Strepitoso!

Un caro saluto, Samuele.

Grazie carissimo Samuele, ho letto con piacere la tua recensione che giudico ottima, complimenti! Consiglio a tutti di leggerla, ne vale la pena. Grazie, alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 11884 - massimo.ottaviani1

Oggetto: Tour 2021 - 2024

Salve Mr.Tambourine.
Io non ci avevo fatto caso, ma non so se avete notato che il tour è 2021 2024.
2024! Veramente instancabile Bob.
Un saluto a tutti. Massimo.

Una conferma ulteriore, se ce ne fosse bisogno, che il nostro Bob riesce sempre a sorprenderci! Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Martedì 28 Settembre 2021

Talkin' 11883 - catestef

Oggetto: Poster

Bel poster....ma noto che non c'e' scritto and "His Band. Staremo a vedere....

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Oggetto: Bob Dylan Tour Dates Annunced For Fall 2021

Tour confermato!

https://www.bobdylan.com/on-tour/

Bob Dylan 2021 Tour dates

NOVEMBRE

02 Novembre 2021 - Milwaukee, Wisconsin - Riverside Theatre
03 Novembre 2021 - Chicago, Illinois - Auditorium Theatre
05 Novembre 2021 - Cleveland, Ohio - KeyBank State Theatre
06 Novembre 2021 - Columbus, Ohio - Palace Theatre
07 Novembre 2021 - Bloomington, Indiana - Indiana University - Indiana University Auditorium
09 Novembre 2021 - Cincinnati, Ohio - Aronoff Center for the Arts - Procter & Gamble Hall
10 Novembre 2021 - Knoxville, Tennessee - Knoxville Civic Auditorium
12 Novembre 2021 - Louisville, Kentucky - Louisville Palace
13 Novembre 2021 - Charleston, West Virginia - Charleston Municipal Auditorium
15 Novembre 2021 - Moon Township, Pennsylvania - Robert Morris University - UPMC Events Center
16 Novembre 2021 - Hershey, Pennsylvania - Hershey Theatre
19 Novembre 2021 - New York, New York - Beacon Theatre
20 Novembre 2021 - New York, New York - Beacon Theatre
21 Novembre 2021 - New York, New York - Beacon Theatre
23 Novembre 2021 - Port Chester, New York - Capitol Theatre
24 Novembre 2021 - Port Chester, New York - Capitol Theatre
26 Novembre 2021 - Providence, Rhode Island - Providence Performing Arts Center
27 Novembre 2021 - Boston, Massachusetts - BOCH Center - Wang Theatre
29 Novembre 2021 - Philadelphia, Pennsylvania - The Met
30 Novembre 2021 - Philadelphia, Pennsylvania - The Met

DICEMBRE

02 Dicembre 2021 - Washington, D.C. - The Anthem

Prima di quanto pensassi, grazie Stefano, certamente hai visto che a Novembre sono state aggiunte altre date, forse per questo ieri expectingrain ha fatto quella strana azione di postare e cancellare. Ora l'unica domanda è "Con quale Band?". Fortunatamente non abbiamo molto da aspettare per saperlo! Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Lunedì 27 Settembre 2021

Talkin' 11882 - catestef

Oggetto: Bob Dylan Fall Tour 2021

Intanto su expectingRain sono uscite le date invernali....

the Bob Dylan Show:

--- November 2021 ---
Sun 7 Bloominton
Wed 10 Knoxville
Fri 12 Louisville
Sat 13 Charleston
Mon 15 Moon Township
Tue 16 Hershey
Fri 19 Beacon NYC
Sat 20 Beacon NYC
Sun 21 Beacon NYC
Tue 23 Port Chester
Wed 24 Post Chester
Sat 27 Boston
Mon 29 Philadelphia
Tue 30 Philadelphia
--- December 2021 ---
Thu 2 Washington DC

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Oggetto: Rettifica tour

Le date del tour messe oggi pomeriggio su expectingrain.com sono state cancellate questa sera.
Rimane solo un grande MAH!

Caro Stefano, certamente qualcosa sta bollendo in pentola, probabilmente a breve saranno pubblicate e confermate le date del Tour invernale. E' probabile che anche Karl Erik Andersen, fondatore di expectingrain, abbia deciso che sia sempre meglio aspettare la conferma ufficiale del sito di Bob. Stiamo a vedere, forse è solo questione di pochi giorni, le date di Novembre dovrebbero essere quelle pubblicate e cancellate, alle quali si aggiungeranno le date di Dicembre. Grazie comunque, alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 11881 - roccobarocco

Oggetto: Recensioni Bootleg Vol.16

Ciao Mr. Tambourine,
scusa se ti rompo ancora ma mi è venuta una curiosità. Ho notato che sul sito non hai pubblicato molte recensioni dell’ultima uscita delle Bootleg.Vol.16 di Bob. Mi son chiesto perchè, ma poi ho concluso che era meglio chiederlo direttamente a te.
Ciao, Rocco.

Ciao Rocco, prima di tutto lasciami dire che nessuno di coloro che scrivono alla Fattoria mi rompono, è sempre un piacere leggere e rispondere o commentare quello che scrivete su Bob. Riguardo al Vol.16 delle Bootleg Series la risposta è semplice, ho pubblicato alcune recensioni e ne ho lette un buon numero, ma ho constatato una cosa, praticamente sono tutte uguali, quasi un vergognoso copia incolla con qualche parola cambiata, quindi, quando ne hai lette un paio che vanno un pò al di là della semplice cronaca, come diceva il buon vecchio Franco Califano "Tutto il resto è noia". Alla prossima Mr.Tambourine, :o)

 

 
Sabato 25 Settembre 2021

Talkin' 11880 - calabriaminimum

Mie considerazioni (scritte a caldo) su Shadow Kingdom.

http://maggiesfarms.blogspot.com/2021/07/shadow-kingdom-2021.html

Dario Twist of Peaks

Io capisco la tua infarinata di depressione, ho anch'io l'idea che in questo Shadow Kingdom di Dylan (oltre alla presenza) ci sia solo la musica, tutto il resto, inquadrature, bianco e nero ecc....ecc.....mi sembrano idee cinematografiche mica neanche tanto nuove, sembrano essere state scopiazzate da vecchi "cult". Ma non è questo che conta, il fatto è che Bob ci ha spiazzato tutti ancora una volta, tu ti aspetti il conghiale con la polenta e lui ti fa servire l'anatra all'arancia. Mi chiedo cosa farà per stupirci la prossima volta, forse il licenziamento della attuale live band a favore dei musicisti del videoclip? Potrebbe essere anche se mi sembra assai improbabile, però con la fantasia dylaniana non è possibile prevedere niente, tu pensi rosso e lui fa verde, pensi bianco e ti arriva il nero. Restiamo in attesa, intanto godiamoci questo filmino e il Vol.16 delle Bootleg Series. Alla prossima, mr.Tambourine, :o)

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Come la guardia del corpo di Tom Petty ispirò “Nightwatchman”                          clicca qui

 

 
Venerdì 24 Settembre 2021

La parte nascosta di Bob Dylan, «Springtime in New York»                                     clicca qui

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Bob Dylan va elettrico: viene contestato, ma cambia la musica                               clicca qui

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"Desire", la sentenza dà ragione a Bob Dylan                                                           clicca qui

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"Respect" di Aretha Franklin è la canzone più bella di sempre                                clicca qui

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I terribili incidenti che sconvolsero la vita di Roy Orbison                                       clicca qui

 

 
Giovedì 23 Settembre 2021

Talkin' 11879 - alessandro.sottoriva

Oggetto: Quello che c'è dentro

Ehiii....ciao Mr.Tambourine, fa sempre un gran piacere seguirti nelle tue eccellenti spiegazioni, negli approfondimenti di aneddoti e storie reali sparse qua e là nel bizzarro mondo musicale. Da grande stimatore dei Procol Harum, dopo Dylan s'intende, con il loro progressive-rock di Homburg o di una grande A Salty Dog, solo per citarne alcune, ero a conoscenza dell'origine "gattara" della scelta del loro nome, e rileggerla nelle tue righe mi ha piacevolmente rinfrescato la memoria.. E... sempre a proposito di gatti, permettimi il gioco di parole, come non elencare A Proposito Di Davis, un gran film dei fratelli Coen uscito alcuni anni fa su uno stralcio di vita vissuta di Dave Van Ronk, nel film Davis, appunto, che si guadagnava da vivere nei quartieri delle buie e fumose Coffeehouse nelle fredde notti New Yorkesi degli anni sessanta. Un anima, e un cuore grande questo Davis che trovandosi un gatto in camera e, in principio, non sapendo a chi darlo, se lo porta dietro non senza problemi, pur di non abbandonarlo... Una breve, piccola, grande lezione di vita. Esempio che tu, Mr.Tambourine hai seguito benissimo, con soddisfazione ricambiata a quanto mi sembra di aver capito. Chapeau.
‌Aggiungo sotto il link del trailer, per chi volesse darci un'occhiata, non si sa mai, potrebbe riuscire a tirar fuori il lato, "quel" meraviglioso lato umano che abbiamo, quello che a volte, noi comuni mortali, non sappiamo neanche di avere...
‌Ciao, alla prossima, Ale '65.

https://youtu.be/GUTTkD2whok 

Caro Ale, Enzo Jannacci che è risaputo era un valente medico che, oltre a cantare, suonare e scrivere meravigliose canzoni, ha lavorato all'ospedale di Cantù per moltissimi anni curando le persone malate, ha detto "Ho visto guarire più persone grazie alla compagnia di un gatto di quanto non abbiano fatto tonnellate di medicine". Ti giuro che in vita mia non ho mai pensato nemmeno da lontano di avere un gatto in casa, anche se ogni tanto mi prendevo cura di quello di mio figlio quando era lontano da casa per lavoro, e pian piano mi sono accorto che avevo cominciato a volergli bene e che lui riusciva a farsi capire ed a farmi fare quello che voleva. Quando poi mio figlio mi ha regalato due gattini  di due mesi li ho accettati volentieri ed ora sono diventati parte della mia giornata e della mia vita. Ho sempre pensato che l'addomesticamento coi gatti fosse una cosa difficilissima, ma mi sbagliavo, i miei due mi hanno addomesticato nel giro di pochi giorni. La realtà è che noi non riusciremo mai a possedere un gatto, è lui che ci lascia far parte della sua vita. A volte ci capitano delle fortune che, come dici tu, neanche sappiamo di avere. Oggi mi rendo conto di quante cose mi sanno dare Memù e Pisolo (questi i loro nomi) e che fortuna è vivere con loro.......e poi, cosa provi quando il tuo gatto ti guarda negli occhi? Un grande grazie, alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

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Bootleg Vol.16, gli anni '80 e il ritorno di Bob Dylan                                               clicca qui

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Fermi tutti, il Dylan anni ’80 non era poi tanto male                                                clicca qui

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Se Dante diventa l’anti-Dylan                                                                                    clicca qui

 

 
Mercoledì 22 Settembre 2021

Talkin' 11878 - calabriaminimum

"A proposito di gatti, musica e tamburini"

Caro Tamburino,
ancora una volta la sagacia e il tuo intuito sopraffino ti accompagnano. Devi sapere che sono anche io un recente acquisto del
numeroso club dei gattari. Non ho un gatto personale, ma mi prendo cura di un bell'esemplare di gatto nero randagio. Una femmina. Le  do da mangiare e la accudisco da circa un anno e mezzo, da quando è iniziata 'sta brutta storia del Covid-19. In qualche maniera credo ci sia un nesso tra il primo Dylan e i gatti, anche se in seguito il nostro divenne più che altro un accanito cinofilo. Del resto, nessuno è
perfetto, men che meno il grande cantautore nordamericano. In effetti se ricordo bene ci sono altri artisti e musicisti che sono molto più
legati ai gatti rispetto a Dylan. Così a memoria ricordo Kerouac, ma forse anche lo stesso Hemingway, vedi link qui:

https://www.ansa.it/lifestyle/notizie/passioni/animali/2014/10/13/a-key-west-tra-i-gatti-a-sei-dita-di-ernest-hemingway_1fb8bb3f-0d99-4722-9776-3f9e36295de2.html
A livello musicale a parte l'opera Cats, l'esempio più lampante è quello del compianto Freddie Mercury, che ne possedeva una decina,
circa. Avevo letto tempo fa che in uno dei dischi di maggior successo della seconda fase dei Queen ci fosse un pezzo dedicato a uno dei suoi preziosi felini: Delilah, su Innuendo.
Qui un articolo di approfondimento sul tema:
https://www.vanityfair.com/hollywood/2018/11/freddie-mercury-and-his-love-affair-with-his-cats

Mentre da questo ho tratto ispirazione per il titolo della mail:
https://www.dropnews.it/2020/11/03/gatto-che-balla-a-ritmo-di-tamburo-il-meme-e-virale-video/

Ti auguro buona fortuna e spero tu non sia troppo triste per questa nuova uscita, mi riferisco al Bootleg Series 16, Bob Dylan Springtime in New York, ormai imminente. Noto che non ne parli con piacere e che hai tentato in ogni modo di esprimere il tuo disappunto per questa uscita. La vita a volte sa essere molto dura, anche per un vero appassionato di musica, di Bob Dylan e di gatti come te e come me.
Ti abbraccio calorosamente!

Dario Twist of Felix

Carissimo Dario, ti sei dimenticato il gatto più famoso del mondo? Tale Procol Harum (che deriva da una storpiatura del nome del gatto di un amico del produttore della band Denny Cordell, "Procul Harum", che peraltro in latino significa qualcosa come "lontano da queste". I Procol Harum, erano e sono il gruppo del tastierista Gary Brooker, quello che scrisse quella famosissima canzone dal titolo "A Whiter Shade Of Pale" che fu definita la canzone perfetta dalle maggiori riviste musicali. John Lennon disse: “E’ la canzone che avevo sempre desiderato scrivere!”  L’intro suonata da Mattew Fisher con l’Hammond M 102 fece diventare famoso l’organo in tutto il mondo. La canzone raggiunse il primo posto in quasi tutto il mondo alla fine vendette più di 10 milioni di copie.

Allora molta gente si chiese cosa significasse questo oscuro testo di difficile interpretazione. Molti hanno dato la loro interpretazione personale, ma sulla pagina ufficiale del sito dei Procol Harum ci saranno un centinaio di spiegazioni diverse del significato della canzone, ma alla resa dei conti, quello che conta è la dichiarazione fatta da Matthew Fisher alla BBC Radio il 2 Marzo del 2000.
“Non so che cosa significano. E mi ha mai infastidito il fatto che non so che cosa significano. Questo è quello che ho trovato piuttosto difficile, soprattutto in America, dove le persone sono terribilmente aggrappate ai testi e vogliono sapere che cosa significano, e dicono: "Lo so, ho capito cosa significano questi testi". A me non me ne frega un accidente di quello che significano. Sai, suonano alla grande ... questo è tutto quello che devono fare”.
Leggete le diverse interpretazioni cliccando sul link sotto:

http://www.procolharum.com/awsoplyrics.htm

La storia della canzone, come spesso accade, ha anche il suo eroe oscuro, l'uomo che quel giorno si trovò lì per caso.
Quell'uomo era un turnista e un batterista jazz, e il suo nome era Bill Eyden. "A Whiter Shade of Pale" fu registrata in un pomeriggio d'inverno, nei primi mesi del 1967. Quel giorno il batterista titolare dei Procol Harum, Bobby Harrison, non prese parte alla registrazione. Per qualche motivo mai del tutto chiarito, il produttore della band, Denny Cordell, decise che in quella sessione dietro i tamburi doveva sedere Bill Eyden, ben noto nell'ambiente londinese.
Eyden diede al brano un tocco di vivacità, con quelle rullate e quei "fill-in" di impronta jazzistica fra una battuta e l'altra, contribuendo in definitiva al risultato finale al pari degli altri strumentisti (gli appassionati potranno fare il confronto con la versione stereo, in cui alla batteria c'è Bobby Harrison). Fu liquidato con la paga sindacale, 15 sterline e 15 scellini, e non rivide mai più i Procol Harum.
Fu solo più tardi, dopo l'enorme successo della canzone, che a Bill Eyden fu riconosciuta una cifra più alta, a titolo morale, per le sole esecuzioni televisive in playback nelle quali Bobby Harrison mimava la sua parte. Alla fin fine, forse la vera "ombra pallida" di tutta la storia è proprio Bill Eyden…

Artefice dell’operazione fu la Decca Records che nell’intento di rinnovare il mercato discografico inglese, consigliò anche ai Procol Harum (come aveva fatto con i Moody Blues) di tentare una compenetrazione tra musica classica e rock. La band accettò e per una serie di combinazioni fortuite e di intuizioni straordinarie, sortì per mano del pianista Gary Brooker, dell’organista Matthew Fisher e del paroliere Keith Reid un vero e proprio miracolo artistico e commerciale. La canzone infatti non solo si innestava perfettamente nel proprio tempo storico per struttura, mole e qualità degli ingredienti musicali, ma anche per l’ appetibilità dei suoi riferimenti letterari, per la loro consecutio narrativa e per quella giusta dose di visionarietà che aderiva perfettamente al lato più psichedelico della “swinging London”.
Musicalmente, i riferimenti principali erano tre: "l’Aria sulla quarta corda” di Bach su cui era imperniata l’intro di Hammond M 102 di Fisher, la cantata BWW 140 “Wachet auf, ruft uns die Stimme”, sempre di Bach e a sua volta ispirata alla “Parabola delle Vestali” di Gesù Cristo e infine, dalla hit del 1966 di Percy Sledge “When a man loves a woman” a cui Broker e Fisher si ispirarono per il groove dell’inciso.

Consiglio a tutti di andare a risentire questo capolavoro, la buona musica non guasta mai!

A te Dario, intanto che continui a portare avanti il nobile gesto di nutrire una gatta randagia, cosa che ti fa davvero onore perchè quell'animaletto ora dipende da te, spero che in futuro tu possa diventare il proprietario e l'amico di un paio di gattini appena svezzati e di vederli crescere giorno per giorno e ti accorgerai delle grandissime soddisfazioni e del grande amore che saranno capace di darti.

Per finire, non sono contrario alle uscite delle Bootleg Series, vorrei soltanto che fossero meno speculative e maggiormente curate nella selezioni dei brani. Un abbraccio, alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Martedì 21 Settembre 2021

Talkin' 11877 - catestef

Oggetto: Pic

Saluti.



Stefano C.

Forse perchè non ci stavano, giusto????? Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 11876 - miscio.tux

Oggetto: Grazie

Caro Mr.Tambourine,
un grazie a F. Alunni per aver reso meno vile il mio commento alla poesia. Del resto questo è o dovrebbe essere lo spirito di Maggie's Farm, dico bene? Perché tu lo sai che mi applico, ma non è facile qui al villaggio, tra le scudisciate dei Kapò di Sir Eglamore, che non l'hanno seguito sulle montagne, ma sono rimasti a strozzare i miei capponi da mandargli ogni tanto per il brodo. Temo anche che se i no-vax scoprissero le polpette di Juju le userebbero come rimedio per il virus, insieme al vermifugo, quindi nascondi bene la ricetta che cominciano già a sparire i gatti.
Ciao, Miscio.

"CHI TOCCA I GATTI MUORE" c'è scritto su tutti i tralicci dell'alta corrente, non saprei spiegarti il perchè, ma così è!!! Naturalmente i kapò (nella lingua Lagersprache - "lingua dei lager" in tedesco - il kapò era un detenuto che aveva il compito di comandare gli altri detenuti, un incarico infame svolto da persone infami. IL Lagersprache era il linguaggio utilizzato nei lager nazisti. Era composto per una parte dal tedesco, l'unica lingua ammessa nei campi di concentramento, parlata dalle SS secondo un particolare vocabolario, impiegato per impartire ordini ai prigionieri; per un'altra parte era composta da una nuova lingua basata sulla mescolanza delle lingue dei paesi di origine dei deportati (polacco, russo, spagnolo, francese, italiano, ecc.) con il quale i prigionieri di diverse nazionalità comunicavano per lavorare, per procurarsi cose utili alla sopravvivenza, per evitare situazioni pericolose, per resistere. Lagersprache era così una sorta di lingua franca attraverso la quale gli internati provenienti da diversi paesi potevano capirsi) di Sir Eglamore fanno il loro immondo lavoro per soddisfare i vizi di una persona ricca, agiata e di nobil lignaggio, i prototipi di quell'immaginario Ciacco che Dante mette all'inferno fra i golosi "per la dannosa colpa della gola" e Boccaccio ne fa il protagonista dell'ottava novella del Decamerone dopo averlo già citato nelle "Esposizioni". Non c'è nessun riferimento storico al personaggio, è probabile che il nome Ciacco, usato dai fiorentini per indicare un porco, sia stato usato dai due poeti per questo motivo. Per i cinesi non mi esprimo perchè credo che siano capaci di qualunque cosa, senza voler significare che siano peggiori di altri, almeno finora non han tirato in testa a nessuno una bomba atomica. Comunque non ti devi abbattere a causa del tuo bassissimo lignaggio, purtroppo non siamo noi a scegliere dove, quando e da chi dobbiamo nascere. Io credo che con i tuoi scritti tu ti sia completamente riscattato e ti sia elevato al livello di coloro che sfruttano le persone misere come te a loro vantaggio come Sir Eglamore. Però credo che anche lui abbia cambiato opinione su di te, ma, naturalmente, non può confessarlo ne darlo a vedere, specialmente quando si trovi in gozzoviglia coi suoi pari.

Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

 

 

Lunedì 20 Settembre 2021

Talkin' 11875 - alunni.f

Oggetto: Miscio e Cummings

Ciao Mr. Tambourine,
vorrei ringraziare Miscio per la bella traduzione della poesia di Cummings e credo che abbia piena ragione per quanto riguarda il riferimento al verso di Pay in Blood. Tra l'altro la poesia mi sembra molto vicina ad alcuni temi di Dylan, non solo di metà anni '60; in particolare è attraversata da una spiccata vena apocalittica (ad es. il quarto verso della prima strofa, con l'immagine delle stelle strappate via (immagine tra l'altro presente in diverse canzoni di Dylan), rimanda ad Apocalisse 6,13 e 12,4 e il settimo verso sempre della prima strofa allude a sconvolgimenti cosmici con le suggestive immagini dei cieli impiccati e degli oceani annegati). Nella lirica di Cummings c'è dunque questa sorta di vento apocalittico che sovverte tutti i tipi di ordine: quello della natura (fino a "soffiare" lo spazio nel tempo), quello sociale (con il re "soffiato" in mendicante), quello morale/spirituale (con la speranza "soffiata" in terrore, la pietà in invidia e l'anima in mente) e potremmo anche dire anche quello temporale/cosmico (con il presto "soffiato" in mai e il mai in ancora e con la suggestiva immagine del "per sempre" spellato (infinitamente?) dalla sua tomba) fino ad arrivare a quello personale (io e te spruzzati, come due minuscole gocce, nel nulla). Se dovessi arrischiarmi in un'interpretazione complessiva della lirica, partendo dal primo distico ("cosa se molto di un quale di vento dà verità alla menzogna dell'estate?"), direi che l'intento è quello di svelare la verità nascosta della realtà, che Cummings individua nella sua impermanenza, nel fatto che ogni cosa è inerentemente passeggera (la menzogna dell'estate, col suo pieno rigoglio dopo la primavera, sarebbe quindi spazzata via dal vento autunnale che mostrerebbe come tutto è transeunte), fino ad arrivare a una conclusione nichilista (non a caso il penultimo verso della poesia dice che "tutto niente è solo la nostra casa più grande"). Questo vento apocalittico avrebbe quindi una duplice funzione, da una parte distruttiva, dall'altra rivelatoria. L'ultimo distico della seconda strofa sembra poi suggerire che ci vogliano caratteristiche quasi sovrumane (cuori grandi come montagne e radici così profonde da essere esse stesse alberi) per poter sopportare la portata di questa rivelazione, superare l'inverno e poter salutare la primavera col suo rinnovamento (forse un riferimento alla ciclicità di questo processo continuo di distruzione/ricostruzione; questa ipotesi sarebbe confermata dal fatto che nell'ultima strofa il vento "soffia il presto in mai e il mai in ancora", come a sottolineare come questo collassamento della temporalità sia esso stesso infinito). Quanto all'ultimo verso ("i più che muoiono, più noi viviamo") sono d'accordo con l'interpretazione di Miscio; come aggiunta (ma quella di Miscio è migliore) ne propongo anche un'altra: se per "we" intendessimo l'umanità come specie, allora sarebbe necessario che ci fosse qualcuno prima di noi che non potrebbe che morire; da questo punto di vista sarebbe quindi un riferimento al ciclo di nascite e morti che costituisce la catena della sopravvivenza umana. Sull'uso che Dylan fa di questa citazione preferisco non sbilanciarmi: ritengo Pay in Blood una delle sue canzoni più misteriose e di più difficile comprensione (già non saprei dire chi è che sta parlando e se questa voce narrante cambi nel corso delle strofe).
Un saluto a tutti e un grosso ringraziamento a te per gli aggiornamenti quotidiani.
Francesco Alunni.

Caro Francesco, non posso che condividere la tua analisi sulla poesia di Cummings. E' un poeta che non conoscevo, come si fa a conoscere tutto? Ma dopo la mail di Miscio ho dovuto informarmi sul suo lavoro e sul suo modo di scrivere, la sua filosodia ed il suo modo di esasperare le cose grandi per farle sembrare ancora più assurde nella loro semplicità. Miscio sarà certamente contento di sapere che i suoi sforzi sono letti con attenzione ed apprezzati. Le interpretazioni dei pensieri sono sempre difficoltose, specialmente se le idee sono quelle degli altri, e, purtroppo, con tutta la nostra sapienza, esperienza e con l'aiuto della moderna tecnologia, ci sono ancora cose che per noi rimangono misteriose, per esempio non sappiamo ancora, o meglio, non siamo ancora riusciti a capire come gli Egizi (se sono stati loro) abbiano fatto a costruire le piramidi. Ma nella vita bisogna accontentarsi, non sempre si può sapere tutto di tutto....e questo è un'altro grande problema per l'umanità! A rigor di logica nello spazio dovrebbero esistere altre forme di vita più o meno sviluppate della nostra, ma noi non sappiamo se qualcuna di queste forme di vita sia riuscita ad arrivare fino a noi. A me piace pensare di si e che le grandi idee che hanno permesso ad un'umanità, priva di mezzi meccanici e tecnologici, di costruire cose mirabili ed irripetibili, come i 16 acquedotti che rifornivano l'Urbe di acqua fresca, possa essere stata suggerita da qualche forma di vita aliena. Ancora oggi quello dell’Aqua Virgo, acqua “Vergine”, risalente al 19 avanti Cristo, voluto da Agrippa, braccio destro di Augusto, porta acqua ai cittadini romani, e alimenta ancora tre fra i capolavori artistici più ammirati e fotografati di Roma: la Fontana di Trevi, la Barcaccia di Piazza di Spagna e la fontana dei Quattro Fiumi in Piazza Navona. Noi possiamo solo restare ammirati di fronte a queste opere dell'ingegno umano, consci che senza la tecnologia di oggi non sopravviveremmo che pochi giorni. Poi giustamente ci si chiede come abbia fatto una sola mente a concepire un'opera come la "Comedia", come abbia fatto Omero (se è stato lui) a scrivere L'Iliade e l'Odissea in un tempo nel quale quasi nessuno sapeva leggere e scrivere, quindi facendo diventare il tramandare da una generazione all'altra simili opere un'impresa monumentale. Noi oggi ci scervelliamo ancora per capire e sviscerare ogni parola uscita dalla penna di Dylan, qualche volta diciamo cose giuste e probabile altre invece diciamo fesserie senza sapere di dirle. Comunque è bello, è nella natura umana cercare di sapere e capire, quindi noi, da buon umani, cerchiamo di capire uno di noi leggermente molto più grande di noi.

Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Sabato 18 Settembre 2021

Talkin' 11874 - miscio.tux

Oggetto: Cummings e Pay In Blood

Caro Mr. Tambourine,
Sei proprio sicuro che di Miscio ce ne sia uno solo? Io avrei qualche dubbio. Comunque, tanto per ringraziare l'amore di Sir Eglamore, gli dedico questa difficilissima poesia di Cummings, ("what if a much of a which of a wind") anche perché l'ultima linea potrebbe essere stata utilizzata da Dylan in "Pay in Blood".

what if a much of a which of a wind
gives the truth to summer's lie;
bloodies with dizzying leaves the sun
and yanks immortal stars awry?
Blow king to beggar and queen to seem
(blow friend to fiend:blow space to time)
—when skies are hanged and oceans drowned,
the single secret will still be man

what if a keen of a lean wind flays
screaming hills with sleet and snow:
strangles valleys by ropes of thing
and stifles forests in white ago?
Blow hope to terror;blow seeing to blind
(blow pity to envy and soul to mind)
- whose hearts are mountains,roots are trees,
it's they shall cry hello to the spring

what if a dawn of a doom of a dream
bites this universe in two,
peels forever out of his grave
and sprinkles nowhere with me and you?
Blow soon to never and never to twice
(blow life to isn't: blow death to was)
- all nothing's only our hugest home;
the most who die, the more we live

Devo essere folle per imbarcarmi nella traduzione di una roba del genere. Tanto per iniziare già la prima linea è micidiale. Per fortuna è stato osservato che l’uso del linguaggio da parte di Cummings disarticola la convenzione e si rifà alle libere possibilità combinatorie, allo stesso modo di un bambino che non conosce le regole di composizione di una frase e se le inventa: il “molto di un pò di vento” è simile al bambino che vuole “tanto di un pò di gelato” o “tantissimo di un gelatino”. Questo genere di “sgrammatica” continua nelle altre strofe. Ma procediamo:

che accade se molto di un pò di vento
dona verità alla menzogna dell’estate
insanguina con instabili foglie il sole
strappa via le stelle immortali?
Soffia il re a mendicare e la regina all’apparire
(soffia l’amico a demone: muta lo spazio in tempo)
- quando i cieli saranno impiccati e gli oceani annegati,
l’unico segreto sarà ancora l’uomo

che accade se un impeto di un magro vento scortica
colline urlanti con nevischio e neve:
strangola valli con corde di cose
e soffoca foreste in un vuoto c’era?
Soffia speranza in terrore; soffia il vedere in cecità
(soffia pietà in invidia e anima in mente)
- i cui cuori sono montagne, le radici alberi,
sono loro che devono gridare ciao alla primavera

che accade se un’alba di una condanna di un sogno
sbrana quest’universo in due,
scoperchia il per sempre fuori dalla sua tomba
e spruzza il nulla di me e di te?
Soffia il presto a mai e il mai ad ancora
(soffia la vita a non essere: soffia la morte a fu)
- tutto niente è solo la nostra casa più grande
più c’è chi muore, più noi viviamo

Ognuna delle 3 strofe è divisa in due parti: le prime 6 linee spiegano come l’essenza dell’universo non sia la ragione, e che quindi non è con questo strumento che possiamo sentirci parte di esso: la realtà è in continuo tumultuoso mutamento che se ne frega degli ingegni minuti che calcolano certosini come me (stelle strappate via, amico che diventa demone, spazio che diventa tempo…). Anche le categorie a cui siamo più affezionati, anche quelle che consideriamo antitetiche come pietà e invidia, anima e mente (intesa come ragione), sono tutte sradicate da questo tornado vitalistico come rottami del nostro inutile tentativo di comprensione. L’ atteggiamento di Cummings qui è simile a quello a cui Dylan si era avvicinato alla metà degli anni 60, quando diceva: “il mondo è assurdo e basta” o “io accetto il caos”. Ancora: acuti commentatori hanno osservato come le prime 4 linee evidenzino la forza distruttiva del cosmo, mentre le due successive quella creativa. Mi viene in mente che in maniera più grossolana la struttura della poesia somiglia a quella di “Queen Jane Approximately”, in cui la prima parte di ogni strofa si chiede alla protagonista che cosa farà quando tutti i suoi progetti razionali o presunti tali sul mondo si rivelano fallaci.
Le due ultime linee di ogni strofa, dovrebbero abbozzare la risposta di Cummings al caos. L’ ultima contrappone un chi impersonale ad un noi personale (“the most who die,the more we live”). Si potrebbe pensare che per Cummings la vita prenda forma proprio dal caos e dalla morte, ne sia inscindibile. Se Dylan ha usato questa linea in Pay in Blood (“più muoio/più vivo”) il senso non è certamente più “cosmico”, ma forse storico (più ho storia in me (più muoio), più essa rispunta in forme nuove di vita) o addirittura sociale e in questo caso in senso negativo (la partecipazione agli stereotipi della socialità moderna è una forma di morte che viene presa per vita). Comunque è risaputo che Cummings scrive in maniera totalmente refrattaria alla parafrasi per cui interpretarlo è un pò un'impresa disperata. Anzi sono certo che Sir Eglamore collocherebbe Cummings al livello 3 di consapevolezza, e io non sono in grado, meglio lasciare la parola finale a chi leggerà, sempre che ci sia qualcuno che si prenda la briga oltre a Cacasenno.

Ciao, Miscio.

Carissimo, vilissimo ed ora anche paraculissimo (paraculo è uno che sa abilmente e con disinvoltura volgere a proprio favore una situazione, o fare comunque il proprio interesse) di Sir Eglanmore, Hai tirato in ballo un artista difficilissimo da capire e comprendere, celebre per il suo uso poco ortodosso delle maiuscole e delle regole della punteggiatura, e per il fatto di servirsi delle convenzioni sintattiche in modo avanguardista e innovativo. Nei suoi scritti si trovano segni di punteggiatura inaspettati ed apparentemente fuori posto che interrompono frasi intere o perfino singole parole. Molte delle sue poesie, per via dell'accurata disposizione grafica dei versi, sono più facilmente comprensibili sulla pagina scritta, rispetto alla lettura ad alta voce. Non saprei dirti se il saggio Sir Eglamore si degnerà di rispondere ad una persona di bassissimo lignaggio. Ci ha fatto sapere attraverso la simpatica Juju Zhang che probabilmente non ci scriverà più perchè si è ritirato a fare lo strozzacapre sui monti, in una valle sperduta dove si è rifugiato, disgustato da uno Stato che non fa altro che continuare a chiedergli soldi, ma come non dargli ragione quando a governarci ci sono persone (ancora una volta evitiamo di fare nomi) che quando dicono qualcosa ci vogliono sette od otto telegiornali per spiegarci cosa intendevano dire. Ma stendiamo un velo pietoso su ministri e Capo di Governo diciamo.....inadatti allo scopo per il quale sono stati nominati. Gente che, al contrario degli ignavi danteschi, vive con molta infamia e sanza lodo, perciò seguiamo il consiglio del buon Virgilio ed andiamocene senza ragionar di loro, tanto non serve a niente......purtroppo!!! Credo che Cacasenno potrebbe essere un buon Primo Ministro perchè con la sua sgrammaticatezza, in questo sembra essere tale e quale a Cummings, riesce a farsi capire. Giustamente io mi tiro da parte, sperando che il buon Eglamore abbia avuto la buona idea di portarsi un PC che lo tenga in contatto col mondo reale e possa leggere le tue parole e sentirsi di risponderti in base al suo modus pensandi!!! Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Venerdì 17 Settembre 2021

Talkin' 11873 - benede

Oggetto: New Booltleg Series Vol.16

Ti mando questo video trovato in rete, ho aggiunto di sottofondo l'inizio di One more Cup of coffee del'88.
Benedetto.

Ciao benedetto, devi mandarmi il link del video altrimenti non posso publicarlo. Credo sia lo stesso che mi ha mandato l'amico catestef che trovi qui sotto.

Piccola anticipazione del nuovo Bootleg Series.

Ti ringrazio ma anche questo non posso pubblicarlo a beneficio di tutti, Comunque grazie, alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 11872 - catestef

Oggetto: Video ufficiale Dylan 

Tenetevi forte!
Questo e' il regalo che ci fa il sito Bob Dylan o la Sony Legacy un giorno prima dell'uscita ufficiale del Boot.16


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Oggetto: nuovo libro su dylan in italiano

Io l'ho ordinato, circa 600 pagine e niente spese di spedizione (promozione).
Magari molte interviste le conosciamo già, (parlo dei fan sfegatati) magari ne contiene altre mai lette. Però la buona cosa è che sono raccolte in un libro e tradotte in italiano:

clicca qui

Stefano C.

Ottimo tutte e due le news, grazie Stefano, alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 11871 - roccobarbaro

Oggetto: Trailer  Vol.16

Ciao Mr.Tambourine, ecco il trailer ufficiale del Bootleg Vol.16

 

Rocco.

Grazie Rocco, alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Giovedì 16 Settembre 2021

Talkin' 11870 - catestef

Oggetto: Cancellazione concerto

La notizia della cancellazione del concerto alla Buddy Holly Hall - Helen DeVitt Jones Theater - di Lubbock non mi sorprende più di tanto. Vista la non più giovane età di Dylan è meglio che i concerti li tiene nei periodi caldi e non viaggiare in pullman nel freddo invernale degli Stati Uniti. Se questa è la ragione ovvero la mia opinione ben venga.
Si parla quindi di posticipare il concerto nel Maggio 2022 e tutto ci sta perchè ho sentito di rumors che parlano di Dylan nella nostra penisola in luglio-agosto.
Mentre io aspetto il prossimo anno, viaggio con la fantasia sperando che la band di Dylan sia con gli stessi musicisti di Shadow Kingdom...e non con la sua His Band.
Un pò di novità Bob dai!
Saluti, Stefano C.

Ciao Stefano, come avrai letto anche il concerto del 22 Maggio 2022 è stato per il momento depennato, sparito dal WEB, ma non dimentichiamoci che bobdylan.com non l'aveva ancora confermato. Non sappiamo perchè questo annunciare un concerto, spostarlo di alcuni mesi e poi farlo sparire del tutto. Potrebbe essere stato uno scherzo molto ben riuscito di qualche burlone, oppure una verità che ha avuto le sue ragioni per essere annunciata, spostata e ritirata, ma noi difficilmente sapremo il perchè. Tutti aspettiamo il ritorno nel "bel paese di Dante e di Petrarca", ma avrei dei dubbi sull'efficacia in concerto della formazione che accompagnava Bob nel video, forse troppo fini e sofisticati, non saprei se sarebbero l'ideale per un live-swow. Comunque sia quel che sia, Bob deciderà come, quando, e se tornare  nella vecchia Europa, ed in qualunque forma a noi andrà certamente bene!

Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 11869 - juju.zhang79

Oggetto: Glande passione cinese per gatti

Ciao Tambù,
che coincidenze, ho appena finito massaggino a bellissimo e famosissimo giornalista musicale de “L’ultimo Imbarcadero”, è di Varese ed è gattaro come te. Aspetta che mi lavo le mani e torno a raccontarti cosa facciamo noi con gatti in mio paese.
Eccomi, ti posso dedicare solo dieci minuti, perché poi mi arriva Re Mascetti che vuole un trattamento da re, come convienensi a un Cav. dell’antiguerra come lui. Allora, ti stavo dicendo che anche a noi piacciono i gatti. Pensa che maestro Wang Yang Ming ha scritto bellissima poesia su gatto in poltrona che parla di sua vita, Diavolo in Me si intitola. A Cin Ciun Cian c’è antichissima usanza di prendere sette barattoli vuoti di latta, praticare con sottile punteruolo piccolo foro in ognuno di loro e infilarci dentro robusto cordino, come infilare collana, fino a formare sonaglio che va legato stretto stretto a coda di felino demoniaco. A quel punto la indemoniata bestiolina comincerà a correre in tondo come razzo lunare in orbita. Tutti i bambini della città lo guarderanno ridendo mentre, con sua linguetta di fuori e occhioni sbarrati, sfreccerà su cresta dei sette colli di Cin Ciun Cian. Al traguardo del settimo giro, quando tutte le sue demoniache tossine saranno emanate, addetto specializzato calerà grande rete accalappiagatti in cui la bestiolina si aggroviglierà, a questo punto sacco ululante verrà appeso al ramo di un albero e tutti i bambini lo colpiranno forte settantasette volte con canne di bambù, finché sarà tornata la quiete. A quel punto, secondo prescrizioni tratte da antichissimo ricettario di maestro Wang Yang Ming, alla piccola tigre maligna andrà tagliata la coda con sonagli e data ai bambini per giocare, la carcassa andrà appesa a testa in giù e scuoiata; una volta eviscerata, andrà disossata e tritata. Questa polpa andrà poi impastata con ossa di cane macinate per creare stuzzicante contrasto, insieme a latte di cocco, farina di riso (io però uso farina di lenticchie), sale di montagna, miscela cinque spezie e pepe di Sichuan. Creata una grossa polpettona la si dovrà impolverare nella polvere da sparo e interrare sotto un cavolo, cinese ovviamente. Dopo sette anni polpettona verrà riesumata e fritta in olio nero di antico treno a carbone cinese, rarissimo e costosissimo. Affettata e servita con topino rosa vivo sopra (codina va legata a stuzzicadente infilato in polpettona affettata se no scappa via). Altre varianti della ricetta prevedono, in alternativa al sonaglio legato alla coda, di introdurre in sederino della felina bestiola grosso peperoncino-sette-fiamme o fuoco d’artificio cinese per grande spettacolo notturno. In antichità invece bambini introducevano coda felina dentro barattolo di petrolio e poi accendevano coda, ma ora è stato vietato da ONU.
Scusa, mi è arrivato il Mascetti, devo scappare.
Ciao Tambù, tua Juju.

Cara Juju, io amo davvero i miei gatti ed anche quelli di mio figlio e di altre persone amiche che come me condividono l'amore per queste straordinarie bestiole, quindi non ho particolarmente apprezzato l'abitudine cinese di attaccare alla coda del gatto le tolle e tutto il resto della tiritera. Spero che il tuo Paese, che è stato uno dei primi a sviluppare la civiltà, prima o poi si accorga di essere rimasto in panne sull'autostrada del progresso. Come dice il proverbio "Un buon cavallo corre per tre chilomentri, un buon asino corre trecento metri". Poi uno deve sciegliere da che parte preferisce stare. Un salutone, alla prossima, Mr.Tambù, :o)

 

 
Mercoledì 15 Settembre 2021

Talkin' 11868 - paolo.manclossi

Al netto delle considerazioni condivisibili senza se e senza ma di un predominante interesse con fini commerciali dei "bootleg series" personalmente gli stessi, con preferenze più o meno marcate, li ho apprezzati e li apprezzo se riesco a contestualizzarli nei singoli periodi di uscita dei dischi ufficiali. Avendo a suo tempo già ascoltato su Bootleg e/o nastri, di quest'ultimi ne ho qualche centinaia, naturalmente in qualità censurabile la stragrande maggioranza di inediti, rehersal o demo, poche le novità ma se non altro apprezzabili e gustose le versioni su CD. Nel tempo ho rivalutato periodi e dischi e questo ancor più ascoltando le relative BS ...non tanto nei molteplici esempi di "work progress" ma soprattutto per gli incredibili "inediti" e le performance "live" che nulla avevano e hanno da spartire con quelle "ufficiali" limitate e poco significative se confrontate con quelle presenti nella discografia ufficiale. Lasciando stare a proposito il NET, non mi meraviglierei se dopo aver esaurito e sviscerato tutti i nastri possibili presenti nei cassetti a certificare i lavori in studio si partirà con i documenti "live" dove esiste un archivio infinito. Testimonianza complete e registrate come Dio comanda del tour del 1974 con la Band ... della 2° RTR del 1976 (troppo poco e striminzito "Hard Rain" .... i concerti europei o americani del 1978 (At Budokan poco rappresentativo) .... l'esperienza con Tom Petty & Heartbreakers sia del 1986 che 1987 (di cui il video Hand & Handle ne è un gustosissimo esempio...poi arriveremmo al NET dal 1988 in poi...e qui l'archivio da cui pescare infinito per noi e i nostri posteri.

Caro Paolo, apprezzo molto il fatto che tu abbia a disposizione qualche centinaia di registrazioni di cose "non ufficiali", e sicuramente questo ti avrà dato la possibilità di allargare ed approfondire la tua conoscenza di Bob e di apprezzarlo meglio in tutte le sue sfumature. Grazie per la tua testimonianza e speriamo che i posteri (quelli che gestiranno Maggie's Farm e quelli che manderanno le loro mail con i loro pensieri) siano grandi appassionati come te e me! Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)
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Talkin' 11867 - calabriaminimum

Intervista di Nicola Gervasini per la rubrica "Dieci Pillole Springsteeniane".

http://thewildtheinnocentandthesaint.blogspot.com/2021/08/cinque-domande-per-dario-greco.html

Saluti alla Farm! :o)

Come diceva il Dott. Albert Schweitzer “Ci sono due modi di sfuggire alle miserie della vita: la musica e i gatti”, io di gatti ne ho due e ti garantisco che mi riempiono la vita e mi danno emozioni forse anche più della musica. Ormai riesco a capire cosa vogliono dal loro sguardo e dal modo di comportarsi, a volte mi sento cretino perchè mi trovo a parlare con loro, e loro mi rispondono non con la voce (spesse volte ci scappano diversi Miaooo, specie vicino all'ora dei pasti) ma con lo sguardo e tante altri piccoli segni che ho imparato a comprendere. Spero che anche tu abbia un gatto, e se non ne hai procuratene uno il più in fretta possibile! Alla prossima, un abbraccio, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Martedì 14 Settembre 2021

Talkin' 11866 - juju.zhan79

Oggetto: Ammazza il Sir

Ciao Tambù!
Sono qui in via del Pungiglione col Sir, ma che bell’uomo che è ancora! Ammazza, guarda che roba! Gli sto facendo uno di quei massaggetti che neanche ti puoi immaginare. Io avevo invitato anche te, ma tu ti lasci scappare sempre tutto. Bisogna prendere la quaglia quando ce l’hai sotto il piede dice maestro Wang Yang Ming. In questo periodo lui fa lo strozzacapre sui monti, su in una valle dove si è rifugiato, disgustato da uno Stato che non fa altro che continuare a chiedergli soldi. E ti dirò che pure io lo disprezzo il vostro Stato sanguisuga ma esangue, la pensiamo proprio allo stesso modo io e Eglamore. Lui ormai non vi scrive più, perché, volervi bene un pò ve ne vuole anche, soprattutto a Miscio (a te meno perché speri che non pubblichino la Bootleg Series), il fatto è che non siete alla sua altezza. E anche io sto cominciando a pensarlo. Come zafferano ai maiali dice maestro Wang Yang Ming.
Stiamo ascoltando All Over You in questo momento, lo sto facendo sciogliere come una candela, mi sa che sta per andare in brodo di giuggiole adesso. Ah no, si è distratto, ha visto sul mio laptop la homepage di Maggie’s Farm e ha detto: “Xxxxx xxx, la grafica, cazzo, è raccapricciante”. Eh, lo so, lui un pò bestemmia in questo periodo, perché dice che i truzzi sono la nostra unica salvezza. Vuole scrivere “Elogio del truzzo”, con tanto di scuse.
E’ talmente intelligente che ha elaborato questa teoria, quasi hegeliana, che ora vi spiego. Lui mi dice sempre che esistono tre livelli di consapevolezza. Il primo livello, quello del buon selvaggio, è il livello dell’inconsapevolezza (di Dio sono umile servo). Il secondo livello equivale a un primo livello critico di consapevolezza, si contrappone violentemente al primo e lo ribalta, è tipicamente adolescenziale (Dio è oppio per i popoli), quello di Miscio per intenderci. Il terzo livello, che è quello della piena consapevolezza, la sapienza, acquisisce il secondo e lo supera, confermando incidentalmente la validità del primo (Dio è componente essenziale della società umana a prescindere dalla sua esistenza). E’ universale, vale per tutto, dal funerale agli spaghetti alla carbonara, c’è solo un’eccezione: con gli ebrei non va usato. Comunque ora, già che siamo qui, mi dice di dire a Miscio che si è stufato di venire screditato. La deve smettere di scrivere queste goffe email autografe che nelle sue intenzioni vorrebbero sembrare apocrife (non ci casca nemmeno il Tamburone), tutto per gettare infamia su Sir Eglamore che, ve lo dico io, non è un plagiatore (Tambù, tu non cercare di capire, fai finta di niente); lo dico una volta per tutte: di Miscio ne esiste uno solo ed è Miscio. E comunque, siamo tutti e due vaccinati, caro il mio Miscio, mica siamo fessi noi. Abbiamo anche il Green Pass, solo che Eglamore mi ha detto di non mostrarlo mai e di scassare i coglioni più che posso, come Cacciari. Niente dai, adesso lasciatemi finire il massaggio al Sir, che se no mi si scuoce.

Ciao a tutti! E viva i concerti di Bob, viva la Bootleg Series, i bootleg veri, i nastri, gli mp3 e pure le litigate con Joan.
Juju.

Carissima Juju, sono contentissimo di saperti in compagnia di Sir Eglamore e, soprattutto, di avere, se pur attraverso te, sue notizie. Al di là del significato delle parole, ciò che conta per me, è sapere che sta bene pur avvendo fatto le sue attuali scelte di vita. Saperlo in salute mi fa contento, così come lo sarà Miscio e credo molti altri che si erano magari abituati a leggere le sue bellissime paralipomeniche elucubrazioni. Sono davvero dispiaciuto di venire a conoscenza del fatto che non sciverà più alla Fattoria e che la grafica della Home Page è, a suo giudizio, raccapricciante. Purtroppo io non so fare di meglio, anche se prima di arrivare a questa ho esaminato tutti i siti degli artisti a me cari per prendere ispirazione e magari scopiazzare qualcosa, ma sinceramente non ho ancora trovato niente che mi piaccia di più della grafica attuale. Ogni tanto la modifico cercando di fare delle migliorie, se ci riesco bene, in caso contrario non importa, non è una grafica che da valore ad un sito ma piuttosto quello che contiene, e da questo punto di vista, punto di vista dylaniano, non mi posso lamentare, anche perchè è l'unico sito italiano dedicato a Bob. Scusa ma ho dovuto sostituire l'imprecazione di Eglamore con delle xxxxx...perchè ho giudicato inutile un'espressione simile, ma son certo che Eglamore capirà. Lasciami precisare che non sono per niente contro la pubblicazione delle Bootleg Series, ma permettimi di avere una mia personale opinione, e cioè, a me quelle pubblicazioni interessano poco. Considero queste cose operazioni di mercato che niente aggiungono e niente tolgono a quello che è Bob Dylan! Gradirei veder pubblicato un disco di materiale nuovo con canzoni inedite, anche se capisco che ad una persona col vissuto di Bob non si possa più chiedere la realizzazione di un album di canzoni nuove ogni sei mesi. La storia poi del green pass è, a mio avvio, ridicola e al top delle cretinate politiche, arrivato alla mia veneranda età, credevo di averle sentite tutte, invece questi fenomeni della più alta espressione del pensiero emettono direttive che sembrano uscire direttamente dal Cottolengo, con tutto il rispetto per il Cottolengo. Del resto, come diceva Napoleone "Non interrompere mai il tuo nemico mentre sta facendo un errore”. Per tutto e per tutti c'è sempre una resa dei conti prima di presentarci al gran setaccio che tutto cribbia e tutto paragona, solo che per la gravità degli errori di certi personaggi politici non è stata trovata ancora una pena adeguata, e coloro che sono stati vittime di questi errori non avranno mai la possibilità di avere la solidarietà ed il cordoglio degli altri perchè semplicemente hanno cessato di fare parte di questo mondo, purtroppo.....!

Un salutone cinese, alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 11865 - benedettolandi

Ti ho mandato questo interessante articolo sulla canzone Joey, magari poter avere la traduzione per capirlo nei dettagli.
Ciao Benedetto.

 Behind The Song: “Joey,” by Bob Dylan

Ciao Benedetto, articolo bellissimo e lunghissimo, che io non sono in grado, purtroppo, di tradurre correttamente. Comunque "Joey" era la sesta traccia dell'album forse più venduto di sempre di Bob Dylan: Desire. È la canzone più lunga dell'album, nonché anche la più controversa perchè racconta la storia del defunto gangster Joseph "Crazy Joe" Gallo (1929-1972) che fu all'origine di molte critiche da parte dei Mass Media.

Dylan descrive Joe Gallo come un fuorilegge con una morale, forse dietro ispirazione della canzone Pretty Boy Floyd di Woody Guthrie.
Nella canzone Gallo si rifiuta di uccidere degli innocenti, mette pace fra i neri e cerca invano di protegge la sua famiglia quando, con un’imbostaca, viene ucciso nel ristorante Umberto’s Clam House di Little Italy, mentre nella biografia scritta da Goddard (da cui Dylan e Levy prenderanno i dettagli sull'uccisione), Gallo è un razzista che picchiava la moglie e abusava dei figli e che aveva partecipato allo stupro di un ragazzo in prigione. Nessuno di questi dettagli è citato nella canzone di Dylan/Levy. Molti critici, tra cui Lester Bangs, hanno ricordato che Gallo era uno spietato mafioso e che la canzone non racconta fedelmente la sua vita.
Dylan e Levy scrissero la canzone in una sola notte, dopo una serata passata in casa dell'attore Jerry Orbach, che conosceva personalmente Gallo. Inoltre la figura di Gallo aveva particolarmente colpito Levy, che lo aveva conosciuto.
Diversamente da altri fuorilegge la cui vita è stata romanzata, come Jesse James o Billy the Kid, la figura di Gallo, morto appena quattro anni prima, era ancora viva nelle menti delle persone, per questo la canzone fu molto criticata sia dal pubblico che dai giornali.
"Per me", ha detto Dylan, "è una grande canzone, e non perde mai il suo fascino. È una canzone tremenda. Me ne sono accorto solo cantandola notte dopo notte.
Alcuni fans che erano d'accordo sul fatto che la scrittura fosse fantastica e che amano Dylan e le sue altre canzoni, odiano ancora "Joey", perchè la grandezza della scrittura non perdonava la trasgressione di glorificare un mafioso malvagio.

Anch'io mi son domandato spesse volte perchè Dylan avesse scelto questa forma di trasformare in una triste storia la realtà di una vita disdicevole e condannabile, ma la realtà delle imprese di "Crazy Joe" ha stroncato, giustamente quella che, verità a parte, rimane sempre una bella canzone.

Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Lunedì 13 Settembre 2021

Talkin' 11864 - miscio.tux

Oggetto: Ah Ah Ah, ero io

Era uno scherzo, Tamburone!
Non so se hai capito, ma non era mio nipote, ero io che con il mio tipico umorismo curatoriale volevo sfottere i novax, in mezzo ai quali temo si sia rifugiato il nostro prode ma latitante Eglamore. Guarda che Scacciati e Agabomben sono Cacciari e Agamben, a noi dei salotti libertari ci piace molto prendere in giro quelli che non hanno studiato.
Ciao alla prossima, il tuo Miscione.

Grazie dell'informazione Miscio, davvero hai pensato che io avessi potuto credere alla storia di Cacasenno? Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

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Sparito dal WEB il presunto concerto di ripresa del NET

Le  notizie del concerto e del successivo posticipo al 31 Maggio 2022 erano state date da expectingrain.com, con relativi link che rimandavano alla pagina che annunciava il concerto e la relativa possibilità di prenotare i biglietti. Da un paio di giorni è sparito tutto, exectingrain ha cancellato le notizie e del concerto non è rimasta alcuna traccia. Io avevo scritto qualche giorno addietro:

"Il concerto alla Buddy Holly Hall - Helen DeVitt Jones Theater - di Lubbock, Texas, sembra essere stato rimandato alla data del 31 Maggio 2022, annullando quindi la precedente "voce" che lo dava fissato per il 14 Ottobre 2021. Come dico sempre io, finchè non è pubblicato sul sito di Bob le voci rimangono voci senza nessuna ufficialità, restiamo dunque in attesa della conferma che, quando verrà, sarà certamente accompagnata da altre date che faranno ripartire il NET negli U.S.A."

L'annullamento e la sparizione della notizia su expectingrain mi ha sorpreso non poco in quanto il sito è il più quotato per quanto riguarda le notizie su Dylan. Quindi la mia teoria che le notizie non sono ufficiali finchè non sono pubblicate sul sito ufficiale di Bob sono solo voci e niente più resta ancora valida.

 

 
Sabato 11 Settembre 2021

Talkin' 11863 - miscio.tux

Oggetto: No Vax

Eccelensa Mr.Tamburine,
sono Cacasenno, il nipote di Misio, e a me mi sembra che sia un ingiustisia obligare di fare il vacino sperimentale che ci fanno esperimenti su di noi per farci diventare dei robot che dopo ci controlano col microcip. Mio sio Misio no lo dice ma dopo che a punturato prende la radio e la TV e le partite di calcio nela sua testa, e l’è anca cuntent, col sandròn. Voi che siete fanz di quell’ansiano stonato che canta lo sapete, anche lui l’an punturato e dopo quando andava a Key West pigliava la radio sensa l’antenna, ma sicome è vecio come Pantalòn ciapa le notisie del 1901. Perchè non sono mica semo io, lo dicono anche Scacciati e Bambomben che il potere ci voliono selesionare con la Tennica, che l’Esere non è più l’Esere di una volta, ma un eserino, che era melio quando la bigopolitica la faceva Caio Mario sui Cimbri e sui Teutoni, o Sir Eglamore con le negrette. Perchè la sienza non è neutrale, è una vacca come nonna papera, l’a detto anche il prof. Panzironi che da quando la CIA a inventato i numeri primi li usa per cifrare i messaggi segreti che ci spiano. Maledeto Stato fasista comunista maosta stalinista capitalista! E poi basta aprire gli occhi razza di ignorantici, lo sanno tutti che Dante era comunista, come la relatività relativa di Einstein, mentre la Meccanica Quasistica è fasista. E gli Fulminati allora? Cioè volevo dire e gli Illuminati allora? Si,si, fate finta di niente, ridete,ridete, siete tutti dei vili topastri come Misio che a me e ai miei amici ci dice branco di microcefali, che non so neanche cosa siano, saran pesci. Ma noi non ci pieghiamo, cantiamo il nostro canto di libertà, Bella Ciao bell’Abissina!

Carissimo Cacasenno,
felice di poterti leggere. Specialmente tuo zio Miscio sarà contento di sapere che almeno il suo nipotino si interessa del modus pensandi dello zio anche se non lo condivide del tutto.
Sulla questione dell’obbligo di vaccinarsi o della libertà di sciegliere se farlo o no in questi giorni si è sviluppato un acceso dibattito degno di Star Trek (almeno quello era chiaro che era basato esclusivamente sulla fantasia). Stiamo sentendo di tutto, stupidaggini, cose giuste e, come al solito, sembra che a guidarci e darci le indicazioni di cosa fare e come comportarci siano una commissione di fuoriusciti dal Cottolengo. Mi chiedo perchè se devo prendere un treno che fa il tratto Como-Milano non ho bisogno di alcun salvacondotto mentre se salgo su “Italo” invece sì, perchè due poliziotti che stanno in macchina assieme per tutta la giornata, al momento del pranzo uno va in mensa e l’altro mangia fuori all’aperto per poi risalire sulla stessa macchina e finire il turno di servizio. Sono cose ai confini della realtà difficilissime da capire, ma i nostri momentanei dittatori ci chiedeno di non discutere ed ubbidire, quasi come la fede, bisogna credere senza farsi domande, altrimenti il dogma va a farsi friggere. Tutti noi siamo convinti che il principio di libertà vada difeso con tutti i mezzi possibili, ma il confine fra libertà e necessità in questi casi diventa talmente sottile che qualunque decisione si scelga di prendere sembra essere sbagliata. Nessuno di noi, giovane o vecchio che sia, era preparato a vivere un’esperienza del genere, la generazione di mio padre e mia madre hanno vissuto l’esperienza di due guerre mondiali con in mezzo la pandemia della “spagnola”, ma ben poco delle loro esperienze sono giunte a noi, cancellate come le parole scritte sulla sabbia dalle onde. Teniamo conto che la spagnola fece in tutto il mondo una cifra stimata vicina ai 50.000.000 milioni di morti, su una popolazione di un miliardo di persone. Cifre che se confrontate con quelle di oggi (circa 4 milioni e mezzo di morti su una popolazione di 7 miliardi e più) sono spaventose. Eppure la generazione dei miei genitori, in qualche modo è sopravvissuta a tutte queste disgrazie senza l’aiuto della medicina come invece è ai nostri giorni, e forse per questa ragione le loro menti hanno preferito dimenticare e non raccontare.
Io non saprei che direttive usare oggi, se obbligare al vaccino per una salvaguardia comune della popolazione o se invece sia meglio lasciare ad ognuno la libertà di scegliere. La situazione è talmente complicata che qualunque decisione diventa come un muro invalicabile. E’ peraltro vero che dopo mesi di massicce vaccinazioni le cose han cominciato e riprendersi e quel terrore di ammalarsi, specialmente per le persone anziane si è notevolmente mitigato. Io non saprei dire se ci sarò ancora il giorno che finalmente potremo dire “basta” con questo virus, ma per ora, mi accontento di essere sopravvissuto e di essere stato fortunato più di molti amici che non ce l’hanno fatta. Se c’è stato un lato divertente in tutto questo è stato ascoltare le cazzate che quotidianamente i nostri responsabili politici ci hanno propinato, evitando di fare nomi per educazione.
Per quanto riguarda la tendenza comunista nella “Divina Commendia” consiglio a tutti di leggere questo esauriente trattato scritto da Roberto Sidoli, Massimo Leoni e Daniele Burgio:

https://www.homolaicus.com/letteratura/fonti/dante-comunista.pdf

Salutami lo zio, un ciao ed un grazie, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Venerdì 10 Settembre 2021

Talkin' 11862 - frank_rizzi

Oggetto: I Bootleg di Dylan

Caro Tamburino (e cari tutti),

ti scrivo dopo aver un pò riflettuto sulla tua opinione sulla Bootleg edition. In particolare, dicevi che i Bootleg non ti entusiasmano tanto e ricordo che, non so quando nel passato, sottolineavi che sono state una mossa commerciale molto astuta (cosa su cui concordo pienamente).
Ne approfitto per dirti la mia opinione, che è poi quella di un "giovane" (non di età) ascoltatore di Bob. In effetti, diciamo che l'unico album di canzoni nuove che è uscito da quando lo ascolto è proprio quello dell'anno scorso "Rough and Rowdy Ways" (che bello quando uscirono i primi singoli, che accesero una bellissima luce in un periodo buissimo).

Ho letto un pò della vita di Bob (tramite soprattutto il Prof. Carrera) e ascoltato un pò di tutto della sua musica. È molto interessante secondo me seguire i suoi percorsi musicali con il trascorrere del tempo e capire come essi si siano sviluppati, costantemente "in direzione ostinata e contraria" per citare Fabrizio. Suonare il Rock, in opposizione al Folk; suonare il Country in opposizione al Rock; il Bob "incomprensibile" di Self Portrait contro il Bob osannato dalle folle; e così via. Il film "I'm Not There" di Todd Haynes ci descrive tutto questo.

Sono proprio questi percorsi "ostinati" che lo rendono un protagonista di prima e unica grandezza della musica Americana e Internazionale. Una figura "tetragona" avrebbe detto la mia Prof di italiano, una "sfinge" incomprensibile e inscalfibile.

Il ruolo dei bootleg è restituirci la sua figura sotto un'altra prospettiva: il Bob che provava le melodie in cerca della ispirazione mercuriale; il Bob incerto della direzione da prendere; il Bob perso, probabilmente, nella temperie incomprensibile degli anni '80. Addirittura, il Bob che rinuncia a dei pezzi incredibili e non li pubblica (mi riferisco al Bootleg no. 8 - Tell Tale Signs con dei pezzi "unrealeased" fantastici e che magari non vengono fuori a causa dello scontro tra titani Dylan - Lanois).

Insomma, i bootleg mi restituiscono un Dylan che è lì presente ("I'm there" per contraddire il pezzo e il film). Sai che ascolto più i bootleg che gli album ufficiali? Chissà, sarà forse perché sono quelli che compro adesso e che ascolto proprio con il gusto della "prima uscita discografica".

Auguro a tutta la comunità dei "Farmers" un buon anno, migliore di quelli precedenti, e che si possa stare bene anche grazie alla nostra colonna sonora preferita, la musica di Bob Dylan.

Un abbraccio a tutti, Francesco "FranK" Rizzi.


Carissimo Frank, quello che dici è vero, personalmente i bootleg di Bob non mi hanno mai entusiasmato, principalmente perchè molti di essi, ormai siamo arrivati al Vol.16 dopo Great White Wonder, primo bootleg nella storia del rock, contenevano veramente cose inascoltabili, registrate e suonate di malavoglia, con ripetizioni dello stesso pezzo che non avevano molto senso. Ricordo che arrivai a dire che di questo passo la Sony sarebbe arrivata a pubblicare anche le litigate fra Bob e Sara e quelle fra Bob e Joan. Devo però riconoscere che fra queste "cose pirata" c'erano anche tante cose veramentre buone, buonissime e degne di apparire su un album ufficiale, tanto che a volte non si riusciva a capire perchè certe "takes" erano state scartate mentre erano certamente migliori di quelle pubblicate sull'album ufficiale. Ma forse queste cose fanno parte integrante di quel personaggio tetragono (come avrebbe detto la tua Prof) che è Bob. Tutti coloro che sono stati catturati dal charisma del personaggio e dalla bellezza e dalla profondità delle canzoni difficilmente sono riusciti a comprenderlo fino in fondo. La verità è che stiamo discutendo e scrivendo fiumi di parole per ogni cosa che riguarda lui, convinti di aver trovato la chiave per entrare nella sua mente e poi capire che non avevamo capito niente. Ma non importa, si ricomincia sempre daccapo e si trovano sempre nuove sfumature che prima non avevamo considerato. Seguire, studiare, analizzare, capire Bob Dylan è, e sarà sempre un Work in progress, anche quando lui avrà smesso di scivere canzoni e di girare il mondo per farci sentire le sue bizzare e geniali rielaborazioni. Voglio dire, quando si parla di Dylan, nulla è inutile perchè, come diceva Voltaire "Il dubbio non è piacevole, ma la certezza è ridicola. Soltanto gli imbecilli sono sicuri di ciò che dicono".  Bob ci ha riempito la testa di dubbi e questo può non essere piacevole, ma assieme ai dubbi ci ha regalato i suoi pensieri, anche se difficilissimi da decriptare! Alla prossima e grazie, Mr.Tambourine, :o)

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CONCERT FOR BANGLADESH - “La madre” di tutti i benefit concerts               clicca qui

 

 
Giovedì 9 Settembre 2021

"No such thing as forever", il fotolibro di Paolo Brillo su Bob Dylan                    clicca qui

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Bob Dylan ha vinto la causa contro Jacques Levy                                                 clicca qui

Dylan vince la causa intentata dagli eredi del co-autore di "Desire"                      clicca qui

 

 
Mercoledì 8 Settembre 2021

Talkin' 11861 - sebastiano.giulia

Oggetto: Video Shadow Kingdom

Se vi interessa....

https://www.dropbox.com/s/0l9alrxa7u5l1wj/2021-07-18%20Bob%20Dylan%20Shadow%20Kingdom.mp4?dl=0

Ciao a tutti, Riccardo.

Grazie Riccardo, sono certo che tutti andranno a rivedersi questo filmato. La versione di When i paint my masterpiece è stratosferica, carica di ricordi e rincrescimenti, come se Bob volesse essere ancora a Roma. Qui sotto allego le parole di questa versione così tutti potranno seguirla perfettamente.

When I Paint My Masterpiece (Shadow Kingdom version)

Oh, the streets of Rome are filled with rubble,
Ancient footprints are everywhere.
You can almost think that you're seein' double
On a cold dark night by the Spanish Stairs.
Got to hurry your back to my hotel room,
Gonna wash my clothes, scrape off all of the grease.
Gonna lock the doors and turn my back on the world for a while
Gonna stay right there till I paint my masterpiece.

Well, the hours I've spent inside the Coliseum
dodging lions with that mean and a hungry look
those mighty kings of the Jungle
I could hardly stand to see 'em
I could see 'em coming, I could read their faces like a book

Train wheels runnin' through the back of my memory,
when I ran a hilltop following a pack of wild.
Someday, everything is going to be a different.
When I paint, I paint my masterpiece.

Sailin' 'round the world full of crimson and clover
sometimes I feel just like my cup is runnin' o……ver

I left Rome and I pulled into Brussels
on a plane ride so bumpy that it made me ill
Clergymen in uniform, young girls pullin' muscles
everyone was there to meet me comin' down the hill
Newspapermen eating candy
Had to be held back by big police.
Someday, everything is going to be beautiful
When I paint my masterpiece.

Inoltre se portate il cursore in alto a destra sulla freccetta accanto alla scritta "REGISTRATI" avrete la possibilità di scaricare il video sul vostro desktop in circa tre minuti. Buona ri-visione a tutti e grazie ancora a Riccardo. Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

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Ron Cornelius, chitarrista per Dylan e Cohen scomparso in Agosto

Cornelius ha suonato nell’album “Self Portrait” di Bob Dylan, suonando con Charles E. Daniels e Bubba Fowler ai Columbia Recording Studios di Nashville, Tennessee nel Marzo del 1970. La session venne prodotta da Bob Johnston e le tracks furono "Early Morning Rain" (cover della canzone di Gordon Lightfoot) and "Woogie Boogie" dello stesso Dylan. Cornelius inoltre lavorò a fianco di Charlie McCoy, Al Kooper e David Bromberg nelle sessions di registrazione dell’album “Dylan” del 1973.

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I manager più infami della storia del rock                                                                clicca qui

 

 
Martedì 7 Settembre 2021

Talkin' 11860 - miscio.tux

Oggetto: Fwd: Scarlet Town

Caro Mr.Tambourine,
bentornato a te e a tutti i Farmers. Quest’estate ho lavorato nella corvèe di Sir Eglamore ma lui mi ha spiegato che si tratta di lavoro di cittadinanza, per cui sono stanco ma contento. Ma vengo subito al sodo perchè mi sono imbattuto in una curiosità che sembrerebbe materia di uno specialista, come Carrera. Si tratta di questo inedito di E.E.Cummings, ritrovato, penso nel 2011,



(fonte: https://www.theawl.com/2011/05/a-lost-e-e-cummings-poem-discovered/2/ )

Come vedi Cummings non ci va giù piano con i termini, per cui è stato accusato di razzismo. Ma su questo torno tra un attimo. Quello che mi ha colpito è che nel testo ci sono tutti i colori citati nell’ultima strofa di Scarlet Town (“The black and the white, the yellow and the brown/ It’s all right there in front of you in Scarlet Town”) e la cosa mi è sembrata interessante, perché molti commentatori hanno associati i colori alle razze, ed è quello che si fa anche in questa poesia. Inoltre non sono del tutto convinto che si tratti di una poesia razzista, perché nel sogno, quando Dio getta il mondo all’Inferno, aspetta che i “niggers” siano addormentati e non è chiaro se ci vadano pure loro. Quello che è chiaro è che all’inferno le razze vengono tutte abbrustolite e diventano nere, suscitando le risate dei “niggers” che sembrano divertiti spettatori. Alla fine si diverte pure Dio, che cancella il giorno del giudizio. La scena sembra quella di uno spettacolo “minstrelsy” invertito, con
i neri che ora sono spettatori, e al limite se Dylan ha mai usato tale fonte, potrebbe essere proprio questa scena che lo ha incuriosito.

Carissimo Miscio, felice di risentirti. Spero che la vicinanza di Sir Eglamore abbia contribuito a non montarti la testa, umile e vile di natali sei e tale resterai, nonostante tutti i tuoi sforzi (lodevoli per altro) per emanciparti. L'idea di Cummings di vedere le razze come dei colori è davvero geniale, come la poesia del resto, dopo averla letta nemmeno io la considero razzista. La parola "negro", oggi usata in termine dispregiativo, è, a mio modo di vedere, un punto di vista sbagliato. Credo che la parola negro derivi dal latino "niger" (che significa nero), quindi il termine è sempre stato usato per indicare la diversità del colore della pelle, ma non in senso offensivo o dispregiativo. Forse il cinema di Hollywood ci ha insegnato a disprezzare le razze diverse da quella bianca, nei film sulla II guerra mondiale i giapponesi sono sempre chiamati dai marines "musi gialli", nei westerns gli indiani piuttosto che pellerossa vengono chiamati "musi rossi", invece i bianchi non sono chiamati "musi bianchi" ma "visi pallidi" che ha un sapore poetico e non razzista. Purtroppo l'America non si è ancora lasciata alle spalle la storia della schiavitù e di tutti gli annessi e connessi. Un'indagine del Washington Post sulla "N-word" ha scoperto che la parola "nigger" o "nigga" è la parola più usata su Twitter e che gli stessi neri americani usano la parola per riferirsi a se stessi come motivo d'orgoglio e di appartenenza ad una razza che negli anni ha domostrato di aver tutte le carte in regola per essere considerata e trattata come qualunque altra persona di razza diversa. Certo negli U.S.A. questo processo sarà ancora lungo prima di essere completato, il KU KLUX KLAN esiste ancora, come esistono organizzazioni di stampo nazista e chiudiamola qui perchè per fare l'elenco dei difetti americani ci vorrebbero alcuni libri di storia, d'altronde, come dice il vecchio adagio, la mamma dei cretini è sempre incinta.

Non credo che nemmeno il Prof. Carrera potrebbe con certezza dirti se Dylan abbia tratto ispirazione, se fosse a conoscenza di questa poesia, se conosca Cummings e se abbia trovato buono usare i colori per indicare le razze nella strofa di "Scarlet Town". Certamente il tuo accostamento è una intuizione felice ma forse indimostrabile, a meno che lo stesso Bob dica in qualche intervista che per Scarlet Town la poesia di Cummings gli abbia fatto buon gioco. Naturalmente se qualcuno dei nostri amici lettori ha una sua opinione su questa faccenda queste pagine sono a loro disposizione!

Un vile abbraccio, alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Lunedì 6 Settembre 2021

Talkin' 11859 - silcatt

Oggetto: Intervista a Jim Keltner

Gentilissimo Tamburino, mi sono imbattuto in una bella intervista a Jim Keltner di un paio di mesi fa, quasi tutta incentrata sulla sua pluridecennale collaborazione con Bob Dylan.
Credo che tutti sappiano chi è Jim Keltner, “the leading session drummer in America”, come l’ha definito Howard Sounes. La lista degli artisti che l’hanno voluto dietro i tamburi, in studio o sul palco, è infinita e comprende il gotha della nostra musica: George Harrison, John Lennon, Ringo Starr, Mick Jagger, Charlie Watts, Ry Cooder, Neil Young, David Crosby, Jackson Browne, Simon & Garfunkel, Willie Nelson, J.J. Cale, Eric Clapton, B.B. King, Bill Frisell, Richard Thompson, Randy Newman, Warren Zevon, Joni Mitchell, Rickie Lee Jones, Robbie Robertson, Tom Petty, Elvis Costello… solo per ricordare quelli a me più cari. E naturalmente Bob Dylan.
Ho trovato l'intervista (una lunga chiacchierata tra Keltner e Ray Padgett, curatore del sito dylanlive.substack) molto interessante, il punto di vista particolare e privilegiato di un grande musicista che ha lavorato con Dylan in situazioni e momenti artistici diversi. Così ho pensato di tradurla e inviartela. Vedi tu se e come pubblicarla per gli amici della Fattoria. Di cose da raccontare Jim ne aveva tante e vale sicuramente la lettura.

Chi volesse andare al testo originale, lo trova diviso in due parti qui:

https://dylanlive.substack.com/p/jim-keltner-talks-thirty-years-of

https://dylanlive.substack.com/p/jim-keltner-im-there-because-bob 

Un caro saluto a tutti, Silvano.

Fantastico caro Silvano, ecco la tua traduzione e buona lettura a tutti, naturalmente aspetto la prossima!!! Un abbraccio, Mr.Tambourine, :o)

Jim Keltner racconta trent’anni alla batteria per Bob Dylan

di Ray Padgett (22 luglio 2021)

(Source: https://dylanlive.substack.com/p/jim-keltner-talks-thirty-years-of)
(Source: https://dylanlive.substack.com/p/jim-keltner-im-there-because-bob)

Jim Keltner ha suonato la batteria per quel genere di artisti che per ricordarli basta semplicemente il nome. Neil, Joni, Mick, Elton, Willie, Tom, John, George e Ringo. E, naturalmente, Bob.

In effetti, pochi musicisti hanno lavorato con Bob Dylan per un periodo di tempo più lungo di Jim Keltner. Si incontrarono la prima volta in una session del 1971: la sezione ritmica di Keltner, guidata da Leon Russell, accompagnò Bob in "Watching the River Flow" e "When I Paint My Masterpiece". Trent’anni dopo, Keltner andò in tour con Dylan sostituendo senza alcun preavviso il batterista George Receli che si era infortunato al tunnel carpale.

Nel mezzo sono successe parecchie cose. Keltner è stato il batterista dei tre "anni gospel" di Dylan. Ha suonato in diversi album – Pat Garrett & Billy the Kid, Saved, Shot of Love, Empire Burlesque, Time Out of Mind – e vari brani. È diventato il batterista di riferimento di Bob per gli eventi unici, dallo speciale per il decimo anniversario del Letterman Show al Japan's Great Music Experience in cui Bob ha suonato accompagnato da una grande orchestra; fino, ovviamente, al “Bobfest”, il concerto dove le più grandi star hanno celebrato i trent’anni di attività di Dylan.

E vogliamo forse dimenticare che Keltner era il sesto Travelling Wilbury? George Harrison gli chiese persino di diventare un membro ufficiale della band, ma Jim disse no (però ha ancora il suo soprannome di Wilbury: Buster Sidebury).

Quando ci siamo sentiti al telefono un mese fa, c'erano perciò molte cose da discutere. Non siamo riusciti a parlare di tutto, ma nel corso di una conversazione lunga, argomentata e affascinante, ho cercato di affrontare il più possibile le sue collaborazioni con Dylan.

La prima volta che incontrasti Bob Dylan fu la session del 1971 con Leon Russell?

Sì. Ero in Inghilterra con la mia famiglia e ricevetti una telefonata da Leon per incontrarmi a New York con Carl [Radle, bassista] e Jesse [Ed Davis, chitarrista].
All'epoca non mi rendevo conto di quanto fossero importanti quei ragazzi nella mia vita. Leon, Jesse e Carl. Eravamo una sezione ritmica. In realtà, io non avevo ancora combinato granché, ma stavo facendo delle session e ne sarebbero arrivate molte altre. Ho sempre amato il fatto che venissimo tutti e quattro dall'Oklahoma, c’era anche quel piccolo legame.
I miei ricordi di quella session sono come un sogno, davvero. Ero seduto alla batteria, Leon stava suonando e noi ci siamo accodati. Ho dato un’occhiata in giro e ho visto Bob in piedi di fronte al muro. Potevo vedere le sue labbra muoversi. Stava scrivendo su un blocchetto. Pensai: "Wow, scrive i testi mentre suoniamo." Forse aggiustò qualche verso, sistemando qualcosa per adattarlo al ritmo. Mi fece impazzire.
Il suo fraseggio è unico. Ho appena fatto un'intervista su Willie Nelson e stavo parlando del suo fraseggio completamente originale, molto simile a quello di un jazzista. Mentre parlavo di Willie, mi sembrava di parlare di Bob. C’è questa somiglianza tra loro: entrambi sono unici nel loro cantato, nel modo in cui si esprimono e come le loro voci suonano. Li ho messi tutti e due nella categoria jazz. Non cantano come il tipico cantante rock.
Ascoltare quello che allora registrammo fu semplicemente straordinario, come un’esperienza extracorporea per me. Quella piccola canzone era Watching the River Flow e ancora oggi mi emoziona quando la sento. Mi riporta indietro. Nel corso degli anni mi sono sempre chiesto cosa sarebbe successo se fossimo diventati la sezione ritmica di Bob per altre cose. Ma non è andata così.

Ne hai parlato come di un cantante jazz, o quasi. So che tu hai iniziato suonando jazz. Pensi che sia stata quella la strada attraverso cui ti sei collegato alla sua musica?

È una forte possibilità, anche se non è stata una cosa cosciente. Per me, suonare con Bob è sempre stata una delle cose più naturali che potessi fare. Ma forse ci hai visto giusto. Potrebbe essere quella sensazione di libertà che provi quando suoni jazz, come se avessi solo bisogno di conoscere la canzone, conoscerne la forma e poi provarci, senza paura.
La cosa che amo di Bob è il suo coraggio. Da parte di alcuni artisti c'è un coraggio che si trasmette ai musicisti che li accompagnano. E quando accade ottieni il meglio dai musicisti perché non sono preoccupati se sono perfettamente in tempo, se stanno correndo troppo o se stanno andando troppo lentamente.
Non si tratta di trovare il tempo esatto o l’atmosfera giusta, ma trovare quella cosa che fa sì che la canzone prenda vita. Io adoro essere in grado di trovare il tempo giusto, ma amo anche la fase esplorativa, quando lasci che la canzone ti viene addosso anziché essere tu a saltare su di lei.
L'altro giorno, ad esempio, stavo parlando con il mio grande amico Matt Chamberlain che attualmente suona la batteria con Bob. Conosco Matt da molto tempo, fin da quando aveva appena iniziato. Mi raccontava che una volta Bob gli ha detto, prima che iniziassero a registrare: "Suona e basta. Non cercare di trovare una cosa per accontentarti di quella". Magari non ricordo esattamente le sue parole, ma il senso era quello, proprio come ti dicevo io prima. Lascia che la musica accada. Non sforzarti di trovare "una parte" per la canzone. Questo è abbastanza simile al jazz. E questo è il Bob Dylan che ho sempre conosciuto.

Un paio di anni dopo incidesti Knocking on Heaven's Door e la colonna sonora di Pat Garrett e Billy the Kid. In che modo fare una session per una colonna sonora fu diverso dalla prima session?

A quei tempi registrare la canzone per un film significava suonare mentre guardavi le immagini. Oggi non credo si faccia più così, ora il compositore riceve tutto già ben definito prima.
Knockin' on Heaven's Door doveva colpire profondamente le corde del cuore perché era una scena di morte. La sequenza indugiava su Katy Jurado, questa grande attrice messicana, sui suoi grandi occhi marroni pieni di sentimento. Piange perché suo marito sta morendo in riva al fiume. Guardare la scena mentre ascoltavo la voce di Bob fu davvero... Piansi. Fu la prima volta che piansi mentre suonavo. Pensai: "Gesù, devo stare attento o farò diventare questo take uno schifo.”
Credo che essere commosso fino alle lacrime mentre suoni il tuo strumento sia un regalo. Anni dopo, al contrario, feci una session con Randy Newman dove il testo della canzone mi colpì così tanto che non potei fare a meno di ridere. Non potevo ridere ad alta voce, ma dentro di me ridevo così forte che mi spaventai di nuovo allo stesso modo. E ripensai: "Oh no, sto per far diventare questo take uno schifo.”

Facciamo un salto in avanti di qualche anno, ai gospel tour, il tuo periodo più lungo con Dylan: tre anni. Ho letto che prima avevi declinato alcuni inviti ad andare in tour con lui. Perché allora decidesti di partecipare a quei tour?

Bob mi chiese di unirmi alla sua band un paio di volte, ma per vari motivi ebbi sempre qualche timore. Inoltre, a quei tempi lavoravo così tanto in studio che non volevo perdermi niente. Pensavo che se non fossi andato in tournée con lui era lo stesso okay, perché prima o poi l’avrei incontrato in studio.
Una sua chiamata per un tour cominciava con un invito a suonare. Era quasi come un'audizione, ma sapevo già che se mi fossi presentato avrei avuto la parte.
Quella volta, invece, fu un pò diverso. Le istruzioni ricevute erano che avrei dovuto scendere [nello studio], sedermi nella stanza da solo e ascoltare il suo nuovo disco [Slow Train Coming]. Poi, finito di sentirlo, tornare su e incontrare Bob. Pensai: okay, è interessante.
Arrivai nel suo studio, a Santa Monica in Main Street. Mi sedetti lì e un’assistente fece partire la musica. Una canzone dopo l'altra cominciò a prendermi a pugni in testa, a colpirmi il cuore. Hanno iniziato a succedermi tutte le cose più sdolcinate che puoi immaginare. Ecco di nuovo Dylan che mi fa piangere, ed è stato un pianto incontrollabile! [ride] Quando il disco finì, avevo consumato mezza scatola di Kleenex.
Andai di sopra, aprii la porta e lui era seduto lì, davanti alla sua macchina da scrivere. Dissi: "Bob, non so cosa farai, ma qualunque cosa sia, voglio venire a farla con te." E così fu.
Poi iniziarono le prove. Provammo tanto. Ricordo che mi sembrava tutto molto naturale. Aveva dei musicisti davvero fantastici. Aveva Tim Drummond al basso e Tim era un grande musicista innato. Non c'era logica nel suo modo di suonare. Era esattamente il tipo di musicista che Bob amava, nel senso che non cercava di capire ma ci si attaccava. Suonava proprio accordandosi a quello che stava succedendo in quel momento. Poi c’era Fred Tackett alla chitarra. Conoscevo Fred dai Little Feat. Avevamo già suonato insieme in alcune session ed era sempre molto facile e divertente suonare con lui. Fred e Tim erano incredibili. Poi c’era Spooner [Oldham] all’organo e Spooner era l'eroe di tutti. L'uomo che aveva suonato il Farfisa in When a Man Loves a Woman.

Quel tipo è una leggenda!

La leggenda dei Muscle Shoals [Studios]. Ma forse è anche la persona più dolce del mondo intero. Quella era la sezione ritmica principale. E poi Terry Young, il pianista, aveva delle doti incredibili.
Mi sentivo circondato dal soul. Era una band davvero piena di sentimento, persone piene di sentimento. Il coro gospel alle sue spalle era assolutamente irreale. Mi sentivo proprio nel posto giusto. Poi, in virtù della natura della musica, iniziai ad avere una specie di vita di preghiera. E sai com’è, più preghi e più acquisti fiducia in te stesso, fa parte della preghiera. E aumenti la tua fede. Pensai: "Wow, è proprio sorprendente."
Partimmo in tour iniziando da San Francisco, al Warfield [Theatre], la casa di Bill Graham. È un ottimo posto per suonare. Il palco è molto vicino al pubblico. Il modo in cui è costruito è che sale ripidamente, così che quando sei sul palco stai quasi guardando un muro di persone piuttosto che un mare di persone.
Ero seduto lì, a suonare dietro a Bob, e guardavo le facce. Non dimenticherò mai quel ragazzo con una bandana rossa intorno alla testa. Penso che stesse fumando perché aveva qualcosa in mano, e probabilmente non era una sigaretta. [ride] Si alzò e disse: "Fottiti Dylan! Rock and roll!" Poi proprio accanto a lui – amico, lo ricordo chiaro come il sole – proprio accanto a lui era seduto un ragazzo con addosso una giacchetta sportiva, assieme a sua moglie, o la sua ragazza, e un bambino piccolo. Si alzò in piedi dopo il "Rock and roll!" e disse: "Ti amiamo, Bob! Adoriamo la tua musica!"
Fu così fino alla fine del tour. Come una rissa tra il pubblico. Non una lotta nel senso letterale, ma un sovrapporsi di urla e di inviti ad andare avanti. Ho avuto proprio l'impressione che a Bob piacesse perché sapeva che stava colpendo un nervo scoperto.

Come quando passò all’elettrico e suscitò più o meno le stesse reazioni.

Esattamente. Non che lo volesse. Non ho mai avuto l'impressione che facesse quelle cose solo per attirare l'attenzione o qualcosa del genere. Stava facendo ciò che intendeva fare, e il suo pubblico lo avrebbe amato o lo avrebbe odiato.
Man mano che il tour proseguì, penso che la gente si rese conto che la musica parlava da sola. Non stava solo parlando di Gesù. Penso che le persone – i non credenti, dovrei dire – abbiano iniziato a rendersi conto di quanto fosse splendida la musica. Perché era davvero musica splendida. Per quanto mi riguarda, quelle canzoni gospel sono tra le più belle mai scritte. Puoi immaginare quanto sia stato eccitante far parte di tutto quel progetto. È stato il periodo più lungo in cui sono stato con qualcuno in una band.
Ci fu una notte a Seattle che non dimenticherò mai. Era un bel concerto, tutto stava andando bene, tutto girava al massimo. Finché arrivammo a Solid Rock, brano che adoravo suonare perché era veloce e aveva la ferocia dentro. Bob andava a mille quella notte e le parole colpivano forte. Alla fine della canzone ci furono gli applausi che ci si aspettava, ma andarono avanti per almeno cinque minuti. Posso dimostrarlo: ho una copia del nastro registrato dal mixer. Dovetti insistere parecchio per averne una copia, ma quello fu un evento straordinario per uno che suona in una band. Non riesco a immaginare cosa sia stato per Bob. Cinque minuti di standing ovation per una canzone che non era nemmeno in chiusura di concerto. Ci furono momenti così.

Ne era passata di strada dal ragazzo con la bandana rossa che urla "Fottiti"!

Penso che dovrei definirlo un momento clou della mia carriera di musicista. È una di quelle cose che non dimentichi mai. Ci furono altri momenti simili durante quel periodo.

Avesti la percezione che il tour era cambiato durante quei tre anni? So che alcune persone andavano e venivano, specialmente tra le coriste, ma era cambiata anche l’atmosfera?

Sì. Una delle cose che cambiò e che rese le cose più facili per il pubblico, fu che gli furono date alcune delle canzoni più vecchie. Nel primo tour suonammo solo le canzoni di Slow Train Coming. Ad ogni tour successivo sembrava che aggiungessimo sempre più i suoi classici. Ricordo la sera in cui suonammo per la prima volta Like a Rolling Stone. Ricordo di aver avuto i brividi perché il pubblico impazzì.

Dopo i gospel tour, il tuo lavoro successivo con Dylan è stato Empire Burlesque. A quel punto avevi alle spalle già un certo numero di album e parecchi tour. Qual è la differenza tra suonare con lui in studio o in concerto?

Con la maggior parte degli altri artisti, suonare dal vivo e suonare in studio sono due cose piuttosto diverse. Quando suono per un disco, di solito cerco di portare in studio cose differenti dall'ultima volta che ho suonato. Per me è sempre stato così. Suonare in studio è una specie di divertente avventura, mentre andare in tour significa provare e imparare le canzoni.
Con Bob suonare dal vivo non era poi così diverso dall'essere in uno studio perché la parte avventurosa rimaneva intatta. È quello che ti ho detto prima: lui non vuole dover ascoltare sempre e sempre la stessa cosa, proprio come io non voglio dover suonare sempre e sempre la stessa cosa.
Ci sono situazioni in cui ogni volta devi suonare un arrangiamento esattamente nel modo in cui è stato provato e perfezionato. L'ho fatto durante il tour “Old Friends” di Simon & Garfunkel. In questi casi, se la musica è davvero buona non è proprio un lavoro, è anche divertimento. Però è un divertimento disciplinato.

Come sei stato coinvolto nei Traveling Wilburys? È stato grazie a Dylan? So che avevi lavorato anche con George Harrison.

Fu tutto merito di George. George divenne come un fratello. Gli piaceva avermi intorno per qualunque cosa. Quando stava lavorando a un progetto, io c’ero. Mi sembra ci fosse stato l'album Cloud 9 [di George Harrison] prima dei Wilburys, corretto?

Cloud 9 è del 1987. Quindi sì, penso che abbia preceduto i Wilburys di poco.

Ero nel suo studio. Lo chiamavamo HOT Studio, da Henley-on-Thames, e ci stavamo divertendo un mondo. Ci siamo sempre divertiti a suonare, specialmente in quello studio perché era in casa sua. La casa era un enorme parco dei frati del monastero. Era come un sogno.
Jeff Lynne stava lavorando con lui a quell’album, Cloud 9. Jeff e George avevano lo stesso senso dell'umorismo. Quel genere di folle umorismo inglese alla Monty Python. Più birre bevevano, più stupidi diventavano. Eravamo seduti lì una notte, penso avessimo appena inciso This Is Love, la mia canzone preferita del disco. Si stavano divertendo e cominciarono a inventare nomi per una band. Continuarono ad andare avanti finché si focalizzarono su Traveling Wilbury. Pensavano che fosse semplicemente esilarante.
Poi, finito quel lavoro, sentii da George che erano andati a casa di Bob e avevano inciso una canzone [Handle with Care]. La cosa successiva che mi disse fu proprio: “Ehi, stiamo per formare una band. Saremo i Traveling Wilburys. Faremo un disco." E così iniziammo a registrare.

A proposito di nomi divertenti, chi ti diede il soprannome di Buster Sidebury?

Sempre George. Si aspettavano che diventassi un Wilbury. Ma io allora pensavo: hai Roy [Orbison], hai Bob [Dylan], hai Tom [Petty], hai Jeff [Lynne] e hai George [Harrison]. Sono cinque ragazzi, uno al centro, due ai lati. Se ci metti un altro Wilbury, si sbilancia. Da che parte dovrei stare? So che è uno strano modo di ragionare, ma pensavo così.
Inoltre erano cinque icone. Io potrei essere considerato un'icona nel mondo della batteria, ma non è di questo che stiamo parlando. [ride] Per me fu naturale dire di no. Poi mi venne in mente: io sono un Sidebury. George rise. Lo adorava, ma dovevo ancora convincerlo. Così aggiunsi: "Sono un cugino Sidebury, il tuo primo cugino."
Sai, ero molto legato a Tom [Petty]. A lui piaceva che avessi partecipato, ne ha sempre parlato nelle interviste. È così che sono diventato Buster Sidebury.
Gli altri fumavano tutti, io avevo smesso. Prova a pensare di essere in uno di quei camper che tengono nel parcheggio degli studi per girare i video: quattro tipi tutti che fumavano, era troppo per me. Durante uno dei video saltai giù dal camper e andai da Roy [Orbison]. Roy era da solo perché sua moglie Barbara gli aveva detto: "Farai meglio a non puzzare di fumo quando vengo sul set!" Gli aveva lanciato il guanto di sfida.
Andai al suo bus, bussai, entrai e iniziammo a parlare. Mi disse: "Jim, questa cosa è davvero divertente, no?" Risposi: "Amico, è incredibile. Sai Roy, i ragazzi sono tutti qui solo per te, davvero. Tutti vogliono sentirti cantare." E lui: "Beh, io sono il solo autentico cantante della band. Gli altri quattro sono raffinati autori." Dovetti trattenere la risata. Era la verità, un dato di fatto, ma lo disse in modo così divertente! La prima cosa che feci fu raccontarlo a George, che scoppiò a ridere. Poi lo dissi anche agli altri. "Io sono il solo autentico cantante della band. Gli altri quattro sono raffinati autori." Era assolutamente vero.

Mi piace. Si è mai parlato di suonare dal vivo?

Sì, certo. C'erano piani, grandi progetti per andare in tour. Stavamo per fare un tour in treno che doveva attraversare tutti gli Stati Uniti. La cosa divertente è che tutti pensavano che sarebbe stato Bob a bocciarlo, ma Bob era assolutamente d'accordo. Si è scoperto che fu George. Non mi interessa speculare sul motivo per cui non volle farlo, ma non volle farlo.

Peccato.

Sì, davvero. Mi sembra che Roy fosse già morto. E forse c'entrò anche questo.

L'energia sembrava diversa nel secondo album senza il "cantante", come [Roy] si definiva?

Fu diverso perché il primo album lo realizzammo nel modo classico, mettendo giù le tracce e poi sovraincidendo singolarmente. Il secondo album, invece, l’abbiamo fatto dal vivo, suonando tutti seduti nella stessa stanza.

Più come un album di Dylan.

Esattamente. Non ho più ripensato a cosa sarebbe stato un tour dei Wilbury. Per me è come se la morte di George avesse steso un’ombra su tutto quel progetto. Con George che se n’era andato, svanì ogni interesse. George era più giovane di me, dovrebbe essere il mio fratellino che vedo sempre. Lui non era fatto per andare in giro. Amava Los Angeles e amava il suo Friar Park [lo studio casalingo in Inghilterra]. Avremmo dovuto continuare ad andare avanti e indietro come abbiamo fatto in tutti quegli anni.
Bob è ancora qui, e ti dirò una cosa: George Harrison era il più grande fan al mondo di Bob Dylan. Non c'è nessuno che io abbia conosciuto che fosse un così grande fan di Bob Dylan. Conosceva il testo di ogni sua canzone, vecchia e nuova.

Hai mai sentito il nastro del 1970 dove loro due suonano insieme, passando il tempo in studio a divertirsi? Io l'ho ascoltato proprio l'altro giorno.

Potrei averlo sentito. Questa è un'altra cosa da andare a riprendere appena posso.

Fanno una cover di Da Doo Ron Ron, la canzone di quel gruppo femminile [le Crystals]. Non ricordano una parola del testo tranne "da doo ron ron", ma si divertono così tanto a cantarlo e ricantarlo che è assolutamente contagioso.

Fantastico!

Proseguendo col tuo lavoro seguente con Dylan, come sei stato coinvolto nel “BobFest”, il concerto per il 30º anniversario della sua carriera?

Potrebbe essere stato Bob a chiedermi di farlo. O Bob o George. O forse entrambi. Vediamo. [Jim sfoglia un'agenda.] Il 7 [ottobre] abbiamo fatto le prove con Tom Petty. Il 12 abbiamo provato con Sophie B., gli O'Jays, e Johnny Winter. Il 13 abbiamo provato con Clapton, Stevie Wonder, Sinéad O’Connor, Bob e la house band. Il 14 con Rosanne Cash, Shawn Colvin, George Harrison e Lou Reed. Poi il 15 abbiamo provato con Neil Young.

Una bella settimana!

Sì. Poi il 16 ci fu il concerto. E il giorno dopo iniziai un album con Willie [Nelson] ai Power Station [Studios].

Ti ricordi di qualcuno in particolare di quei nomi?

Ricordo le prove con Neil e poi la gioia di provare con Stevie Wonder. Stevie era come se fosse di un altro pianeta. E Clapton. Ho sempre amato Eric.

Cosa c’era in quei tre?

Immagina come ti sentiresti. Sei a questo evento importante per onorare Bob Dylan e poi improvvisamente ti ritrovi tutti i più grandi artisti del momento. Stai suonando la musica di Bob con loro. Vederli tutti insieme per Bob, è questo che mi ha steso.
Quello fu l'inizio della nostra collaborazione con Neil Young. Io, Steve Cropper e Duck Dunn [entrambi nella house band del BobFest]. L’anno dopo andammo in tour con Neil e metà della band erano gli M.G.’s. Cropper e Duck. Fu incredibile suonare dal vivo con loro.
Neil è un altro artista molto simile a Bob. Ce ne sono pochi e Neil è sicuramente uno di quelli. Neil vuole che tu interpreti la sua musica, che tu lo ascolti e lo segui. Ed è quello che abbiamo fatto.
Suonare con Duck Dunn al basso è stato come un sogno. E anche la ritmica di Cropper era irreale. A volte c'era un pò di tensione, nella musica intendo, perché Cropper è così potente con il suo groove e a Neil piace davvero nuotarci dentro. Ero in paradiso. Potevo esprimermi come volevo, volteggiare dentro e fuori questa cosa incredibilmente ritmata e immergermi con Neil nelle acque più profonde. Fu un grande tour. Ed è successo grazie al BobFest.

Dobbiamo parlare di un'altra session, Time Out of Mind, uno dei grandi album di Dylan dei tempi più recenti. Sia Bob che Daniel Lanois hanno parlato della tensione che c’era tra loro. Tu eri una delle persone chiamate da Bob per aiutarlo?

Sì, mi chiamò Bob, o qualcuno dei suoi collaboratori. Ero sicuramente lì per Bob. Bob e Lanois non la vedevano sempre allo stesso modo. C'era tensione. Devo dire che Bob non è il solo ad essere così. Penso ci siano alcune persone che si nutrono di tensione e, in un certo senso, anch’io sono una di quelle. Quando c'è tensione, c'è una ragione in più per cui le cose cambiano. Non ho avuto alcun problema con Lanois. In realtà, per me è stato più divertente, ma in un modo quasi insano.
Quello che ho sempre amato di quel disco è che la voce è così grande. C'erano molti musicisti che suonavano contemporaneamente, ma come è stato mixato – in modo che la musica sia tutta dietro, quasi sfocata, mentre la voce è ben in primo piano – mi ha sempre meravigliato.
Ricordo che una sera, mentre eravamo tutti lì intorno, Bob fece una domanda. Chiese: "Cosa ti piace? Ti piacciono i pezzi o ti piace l'insieme?" Quello a cui si riferiva parlando di “pezzi” erano le tante singole parti presenti nella musica, piccole cose musicalmente davvero fantastiche. Risposi: "Mi piacciono i pezzi." Quando è uscito il disco, ho poi capito cos’era successo. Ha tenuto i pezzi di cui parlavamo, e quei piccoli pezzi di musica tutti assieme sono diventati come una parete, uno sfondo per uno voce immensa, in modo che i testi risaltassero magnificamente e la voce suonasse incredibile.
Non molto tempo fa stavo suonando con Eric Clapton e lui mi ha detto che Tryin' to Get to Heaven è una delle sue canzoni preferite in assoluto.

Anche David Bowie ne ha fatto una cover.

Oh, sì. Time Out of Mind è un disco molto, molto amato da tanti artisti perché è semplicemente fantastico. Voglio dire, la musica è killer. Il modo in cui è stato mixato, la sua voce così grande, è incredibile. È una delle mie cose preferite.
Il modo in cui il disco suonava! Quando è uscito e l'ho sentito per la prima volta, ho pensato: "Wow, Bob ha ottenuto quello che stava cercando." Solo che ci è arrivato dopo. Nel mix l'hanno fatto funzionare!

L'ultimo tuo tour con Bob è capitato quasi per caso. Nel 2002, George Receli, il suo batterista, si infortunò e tu hai suonato nella band per qualche settimana.

Esatto, [George Receli] ebbe un grave problema al tunnel carpale. Così mi chiamarono e fu un cosa tipo: "Mi stai dicendo che vuoi che venga subito senza aver provato?" Bob voleva proprio che fossi a Milano l’indomani. "Wow, non so se posso farlo. Non credo di poter arrivare così presto." Arrivai due giorni dopo. Il mio primo concerto con loro fu il 21 aprile a Zurigo. George, un grande batterista e davvero un buon amico, rimase in modo che io potessi… fammici pensare, forse suonò nel sound-check.

Mi sembra che per quel primo concerto, lui suonò metà dello show e tu l’altra metà. Poi, per le date rimanenti, suonasti tu.

Giusto, ecco com’è andata. George suonò la prima parte del concerto [di Zurigo] in modo che potessi farmi un'idea di quello che stavano facendo in termini di volume, e cogliere l'atmosfera dell'intera cosa. Poi ho finito io. Proprio così.

Ma lui non suonò le canzoni che avresti dovuto suonare tu dopo. Sei stato gettato sul palco a suonare altre cose.

Si, esattamente. Anche in quel caso fu la fiducia che Bob aveva in me. La fiducia che potevo fare le cose che lui amava davvero, ovvero suonare semplicemente la musica. Basta adattarsi alla musica in qualche modo. Non cercare di trovare una parte da recitare e tutto quel genere di cose. Non preoccuparti se non sei perfettamente preciso in tutto. Non importa. Bob è un vero campione di questo tipo di pensiero e perciò fu facile per me.

Avevi mai dovuto fare una cosa simile con qualcun altro prima, letteralmente senza nessuna prova?

Assolutamente no. Come ti ho detto, quello è Dylan. È stato incredibile, amico, ora che ci penso. Mi piacerebbe ricordare ogni particolare. Tenemmo due concerti a Parigi, mi rivedo seduto alla batteria, dietro Bob. Ricordo che furono piuttosto buoni. Mentre suonavano, Tony [Garnier] e i membri della band tutti... C'era Charlie Sexton, giusto?

Sì, c’era.

Okay, i membri della band tutti si prendevano cura di me. Mi lanciavano segnali.

E tu, in qualche modo, rispondevi?

Oh, sì. Mi stavano davvero dando una mano.

Nel tipico stile di Bob, non suoni mai lo stesso show. Ogni sera ci sono nuove canzoni in cui vieni catapultato. Non è come riuscire a superare il primo concerto e poi navigare senza problemi.

Proprio così. Con Bob molte volte non sapevi nulla. È così che dovrebbe essere, se ci pensi. Non c'è niente di sbagliato nell'avere uno show veramente buono e ben provato, ma penso che la vera arte sia un pò più di questo. Penso che aggiungere alla situazione un piccolo elemento di pericolo o di tensione, o come vuoi chiamarlo, in certi casi sia una buona cosa. Di nuovo, torniamo alla paura. Se non sei senza paura, avrai paura. Io e molti musicisti che conosco possiamo sentire l'odore della paura. So che sembra strano, ma deriva dall'essere in uno studio con altri artisti e fare dischi in cui tutto è in gioco. Lì il tempo è denaro, le carriere delle persone vengono create o modellate, c'è molta responsabilità. Se senti che qualcuno ha paura o è riluttante in qualche modo, allora devi cambiare atteggiamento. Quelli eccitanti, quelli davvero davvero eccitanti come Bob, Willie [Nelson], Neil [Young], Clapton, sono del genere senza paura. E questo rende la cosa eccitante anche per i musicisti.
Adoro riascoltare quello che registriamo, è la cosa che più mi piace. E poi commentare: "L’abbiamo fatta bene? Okay, ma riproviamo di nuovo", oppure "Fantastico, non saremo più in grado di farla così".

Funziona così una tipica session di Dylan? Fate uno o due take e poi andate assieme nella sala di controllo a riascoltare?

Sì. Sono tutti un pò diversi. Bob è un pò più convenzionale, il più anticonformista è Neil Young. Con Neil c'è una sorta di prova sommaria della canzone e poi il primo take. Prima di quella prova sommaria, si sta solo cazzeggiando. Ho suonato con Neil in dischi dove il cazzeggio è diventato il take, senza nemmeno arrivare alla prova. Può essere un pò scioccante.

Ad oggi, le tue più recenti collaborazioni con Dylan chiudono il cerchio perché abbiamo parlato molto di Willie Nelson. E l'ultima cosa segnata sulla mia lista è che hai suonato con Bob Dylan e Willie Nelson contemporaneamente. L’hai fatto un paio di volte: hai registrato con loro Heartland negli anni '90 e un decennio dopo (maggio 2004) c'è stato lo speciale televisivo in cui Bob e Nelson hanno cantato You Win Again.

Che grande accoppiata! In quella intervista [su Willie Nelson], l'intervistatore mi aveva chiesto – e si tratta di un video ufficiale e io sono davanti alla telecamera e tutto il resto – il tipo mi aveva chiesto: "Hai suonato in Heartland?" E io avevo risposto: "Non ne sono sicuro. Non so se c’è della batteria su quel brano." Tornato a casa l’ho riascoltato e sicuro che c'è la batteria! Mi sono detto: "Oh no! Sono un fottuto idiota." Se per 50 anni hai suonato e inciso dischi, ci sono cose che non riesci a ricordare. Ora è troppo tardi per dirlo in quella intervista su Willie, ma posso certamente dirlo in questa: in Heartland Willie Nelson e Bob Dylan sono due delle voci più distintive nel mondo della musica. Sei d’accordo?

Assolutamente.

Capisci subito quando cantano e sentirli cantare insieme è bellissimo. Adoro come si combinano in Heartland. Vorrei che lo facessero di nuovo. Sono entrambi qui, amico! Entrambi su questo pianeta e continuano a ricevere tutta l'attenzione che meritano. Ne abbiamo bisogno. Lo dirò a Jeff Kramer [manager di Dylan]. Lo chiamerò non appena avremo finito.

Fai parte di un ristretto gruppo di musicisti che Bob ha chiamato e richiamato per decenni. Perché pensi che continui a farlo?

Penso sia per i nostri precedenti insieme. La prima volta lo incontrai suonando in Watching The River Flow. Non fu un successo gigantesco, ma sicuramente è una delle sue canzoni memorabili. Poi Knockin' on Heaven's Door, brano iconico. Poi gli anni del Vangelo. Penso che con questi precedenti penserà sempre a me.
Uno dei miei momenti preferiti con Bob è stato durante i Traveling Wilbury. Era così divertente. Vorrei che le persone come te e tutti i suoi grandi fan potessero conoscere o vedere quel lato di Bob, anche se non puoi averlo senza momenti speciali come quello. Mi faceva scoppiare dal ridere. Una volta gli dissi: "Amico, sei come Lenny Bruce tornato dal passato." È davvero molto più simpatico di quello che la gente immagina.

Chissà se glielo dicesti prima o dopo aver inciso con lui la canzone su Lenny Bruce…

Io e mia moglie andavamo a vedere Lenny Bruce nei club di Los Angeles i primi tempi che stavamo insieme, prima di sposarci. Le persone della nostra generazione erano grandi fan di Lenny Bruce.

Lo sai che stava eseguendo quella canzone nel suo ultimo tour? L'ha ripresa di nuovo.

Davvero? Ha suonato Lenny Bruce?

Sì, nell'ultimo tour con Matt Chamberlain. Un arrangiamento lento, davvero cool.

Oh, fantastico. È un peccato che abbiano dovuto fermarsi perché questa band sarà davvero una buona band.

Sì, e c’è Bob Britt, che ha lavorato anche con te in Time Out of Mind.

Pure lui? Grande!

Lui e Matt si sono uniti negli ultimi tre mesi del tour, poi hanno dovuto fermarsi per il Covid.

Ci starà pensando tutto il tempo.

Bob Britt è un altro che compare e ricompare. Prima Time Out of Mind e venticinque anni dopo nella band live. Ho parlato con Duke Robillard un paio di settimane fa, anche a lui è successo lo stesso: ha fatto un paio di session con Bob e decenni dopo l’ha seguito in tour.

Da quello che avevo capito, Duke [Robillard] aveva partecipato a Time Out of Mind per Bob. So per certo che quelli che furono chiamati da Bob e non avevano nulla a che fare con [Daniel] Lanois eravamo io, Jim Dickinson e Duke Robillard, oltre alla sua band.
Per quanto mi riguarda, pensavo: finché sono qui, sono qui per Dylan e basta. So perché sono qui e cosa devo fare, cioè intuire quello che Bob vuole da me. Posso capirlo riascoltando le registrazioni o da qualunque cosa lui dica. Ma sono qui perché Bob Dylan vuole che io sia qui.

 

 
Sabato 4 Settembre 2021

Talkin' 11858 - dinve56

Oggetto: Ripresa di Settembre

Ciao Mister Tambourine, un saluto a tutti gli amici della Farm. Mai come oggi è stato bello sentirvi, risentirvi. Lunga vita a tutti!
Carla.

Carissima Carla, le tue pochissime parole sono come una cantica completa perchè contengono tutto, tutto ciò che di bello, di nobile e di desiderabile possa esistere fra persone che, tutto sommato, non si conoscono nemmeno, eppure, in qualche modo, sono legate da un sentimento di amicizia, di partecipazione, di condivisione e di tutte quelle cose che tutti vorrebbero avere ma che a volte è difficilissimo trovare.

Davvero felice di averti risentito! Cominciamo una nuova strada assieme, fino a quando la pietra non smetterà di rotolare! Portati bene, alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

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Il concerto alla Buddy Holly Hall - Helen DeVitt Jones Theater - di Lubbock, Texas, sembra essere stato rimandato alla data del 31 Maggio 2022, annullando quindi la precedente "voce" che lo dava fissato per il 14 Ottobre 2021. Come dico sempre io, finchè non è pubblicato sul sito di Bob le voci rimangono voci senza nessuna ufficialità, restiamo dunque in attesa della conferma che, quando verrà, sarà certamente accompagnata da altre date che faranno ripartire il NET negli U.S.A.

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Bob Dylan e il MeToo minus zero                                                                             clicca qui

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Come scrivere una canzone secondo Bob Dylan                                                     clicca qui

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Chi è Steve Jordan, il batterista che sostituirà Charlie Watts                                  clicca qui

 

 
Venerdì 3 Settembre 2021

Mirino & The Maggie's Farm Band

  

Durante le vacanze mi sono sentito con il sempre grandissimo Michele Murino, creatore di questo sito, che mi ha parlato di questo suo nuovo progetto artistico e musicale. Naturalmente la cosa mi ha subito interessato ed ho cominciato a fargli qualche domanda. Lui mi rispondeva ed il giorno dopo io gliene facevo un'altra, e così via. In questo modo, come in un perfetto work in progress che non è ancora finito, è nata questa prima parte di intervista. Naturalmente il progetto è in fase di realizzazione e quindi Vi terrò informati sullo sviluppo della realizzazione. Per il momento ecco le prime "news" su Mirino & The Maggie's Farm Band!

MF: Allora, Michele Murino, dal website Maggie’s Farm agli spettacoli con i Blackstones (“All you need is rock”), dai libri scritti su Bob Dylan ad autore di cover in italiano sempre ovviamente di canzoni di Bob. Parlaci di questo nuovo progetto che ti vede in veste di autore dei testi e cantante.

MM: In realtà in fin dei conti si tratta di un progetto che nasce oltre 20 anni fa proprio con il sito Maggie’s Farm. Risale infatti a quell’epoca la stesura in italiano di parecchie canzoni di Dylan che avevo adattato metricamente rendendole cantabili nella nostra lingua e che avevo poi pubblicato su Maggie’s Farm nella rubrica “Italian version”, invitando poi i lettori del nostro sito a mandare a loro volta i propri testi. Passando gli anni, mi sono reso conto che molti di quei testi, nel cantarli, suonavano davvero bene (naturalmente, per provarli, li cantavo e ricantavo direttamente sulla base originale di Dylan).
Negli ultimi quattro o cinque anni soprattutto, sono passato a vedere, grazie a basi strumentali karaoke, come funzionavano.
Da lì in avanti il passo è stato relativamente breve. Qui ad Aosta (dove vivo) già da molti anni avevo conosciuto tanti musicisti molto bravi, con molti dei quali ho anche collaborato in veste di autore di testi (ricordo ad esempio l’Elettrocirco per cui scrissi tra l’altro “Il sogno di Prometeo”) e circa un anno fa mi sono detto che era il caso di provare a vedere se queste canzoni in italiano funzionavano anche con una band. Ed ho quindi creato il progetto “Mirino and the Maggie’s Farm Band”.

MF: Chi hai coinvolto come musicisti?

MM: In ordine rigorosamente alfabetico: Paolo “Pol” Broglio al basso, Gabriele “Tino” Martinet all’armonica, Stefano “Steo” Trieste alla batteria e Stefano “Bulga” Ungari alla chitarra. Tutti bravissimi e con molta esperienza alle spalle.

MF: Questo progetto si trasformerà in un CD?

MM: Sì. Al momento abbiamo registrato due brani, “Quando il mio capolavoro io dipingerò” (When I paint my masterpiece) e “Nel mezzo del nulla andrai” (You ain’t goin’ nowhere). Poi ne abbiamo già provati e perfezionati altri 4: “Falso Profeta” (False Prophet), “La mia versione personale di te” (My own version of you), “Lungo le torri di vedetta” (All long the watchtower) e “Maestri di guerra” (Masters of war). Naturalmente metteremo i pezzi anche su Youtube e altre piattaforme.

MF: Da quanti brani sarà composto il CD?

MM: Dodici. Oltre ai sei che ho citato prima avremo: “Ti voglio” (I want you), “Aggrovigliato nel blues” (Tangled up in blue), “Ballata di un uomo magro” (Ballad of a thin man), “Come una pietra rotolata” (Like a rolling stone), “Highway 61” e “Hurricane”

MF: Perché pensi che questo progetto sia una novità?

MM: Naturalmente nel corso degli anni abbiamo avuto nel nostro Paese molte cover di brani di Dylan in italiano, da quelle degli anni sessanta che personalmente trovo per nulla convincenti, ai capolavori di De Andrè, De Gregori e Bubola tra cui citerei soprattutto “Via della povertà” e “Avventura a Durango”.
Perché queste di “Mirino and the Maggie’s Farm Band” dovrebbero costituire una novità, dunque? Perché io mi sono sempre detto che brani come i due che ho appena citato sono bellissimi, anzi sono le canzoni che mi hanno fatto scoprire Dylan, quindi per me delle pietre miliari, però resta il fatto che, parlando da un punto di vista esclusivamente del rispetto del testo originale di Dylan, sono canzoni “altre”, ovvero diventano canzoni differenti. Se noi andiamo ad analizzare i testi infatti ci sono molte strofe e molti versi completamente differenti rispetto a quello che dice Dylan, spesso inventati di sana pianta dai vari De Gregori, Bubola e soci.

MF: Questa però non è una critica, giusto?

MM: Assolutamente no. Anzi questo va anche a merito di De Andrè, De Gregori etc. che essendo dei grandi cantautori, che hanno ovviamente prodotto materiale originale, nel momento in cui hanno adattato i pezzi di Dylan, hanno messo molta farina del proprio sacco, trasformando i pezzi di Dylan quasi in canzoni proprie. Alle volte magari lo hanno fatto anche per comodità, perchè modificando il testo inglese era più facile cantarlo in italiano, altre volte per la loro personalità, per la loro capacità poetica. Per mettere insomma una propria impronta che in qualche modo rendesse quei pezzi un pò anche “loro”.
Per fare un esempio solo, cito per brevità il verso di “Via della povertà” che recita “Einstein travestito da ubriacone / ha nascosto i suoi appunti in un baule / è passato di qui un’ora fa / diretto verso l’ultima Thule”. Se lo confronti con il testo di Dylan è quasi tutto inventato di sana pianta. Cito solo questo verso ma ne potrei elencare decine e decine in cui gli autori italiani hanno radicalmente modificato i versi di Dylan, inventando e ricreando versi completamente differenti.
Il risultato è comunque straordinario, naturalmente, soprattutto se parliamo – come dicevo prima – di Fabrizio De Andrè, Francesco De Gregori e Massimo Bubola, ma resta il fatto che noi abbiamo così delle canzoni bellissime sì ma che tradiscono in moltissimi versi quello che ha scritto Dylan realmente.
Io invece faccio l’esatto opposto. Ho preso cioè i testi di Dylan e li ho adattati metricamente cercando di rispettare al 99 per cento i versi scritti da Bob. Devo dire, con mia stessa sorpresa, che dopo anni di lavoro mi sono ritrovato con molti brani che a mio avviso reggono alla grande in italiano e che rispettano appunto il 90 per cento, se non di più in alcuni casi, quello che Dylan ha scritto.

MF: E’ stato un lavoro difficile, immagino…

MM: E’ stato un lavoro lungo e difficile. Ho limato in continuazione ogni singolo verso per mesi e mesi fino ad arrivare ad un risultato definitivo che come dicevo prima rispetta il lavoro di Dylan e che risulta cantabile benissimo in italiano (o almeno questa è la mia speranza, naturalmente).

MF: Ci terrai naturalmente aggiornati sul progetto?

MM: Naturalmente. MF avrà sempre l’esclusiva e l’anteprima.

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Talkin' 11857 - seranto.f

Ciao, possibile che dopo tanti anni non si sono trovati video del concerto di Milano 26-4-1984?
Se esistono...dove posso visionarli...se esistono.

       

Grazie.

Purtroppo nel web non si trova nessun filmato di quel concerto, credo dovremo accontentarci delle foto che hai allegato alla tua mail. Ciao, alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

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“Nessuno sa cantare il blues come Blind Willie McTell” - di Paolo Vites                clicca qui

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Pubblicato un vinile con due versioni inedite di “Blind Willie McTell”                 clicca qui

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Addio Charlie Watts, il “collante” dei Rolling Stones                                             clicca qui

Charlie Watts: Like a Rolling Stone                                                                         clicca qui

 

 

Giovedì 2 Settembre 2021

Talkin' 11856 - elviralto75

Oggetto: Allora? Ma dove sei finito?

Uéi Tamburino,
sono la solita Elvira scassambrella. Ammazza quante vacanze che fai! Oggi è il primo settembre, sai? Sei rimasto bloccato su qualche isola esotica, o sei schiattato? Sulla questione pedofilia manco un editorialino, un commentino, un’edizioncina straordinaria? Speriamo che a Bob Dylan non venga in mente, un giorno molto lontano, di morire in agosto! Non offenderti se dico così, lo sai che scherziamo. Siamo burloni noi. Certo che quest’anno, a pensarci bene, non ne hai azzeccata una, non ho capito davvero perché non ti volevi rassegnare all’idea che uscisse il Bootleg Series vol. 16; di fronte a tutte le numerose evidenze che c’erano, la tua ci appariva una speranza disperata, legittima, ma manifestata forse nel luogo meno indicato. Ma non ti piace Infidels? Guarda che contiene anche una take alternativa di I’ll Remember You, che mi sembra di aver letto sia la tua canzone di Dylan preferita. Questa volta lo devi prendere. E che mi dici delle tre Blind Millie McTell? Non sarà I’ll Remember You, ma è pur sempre una passabile canzoncina. E’ un bel trilemma, qual è la versione definitiva, quella acustica, la take 1 con l’organo, o la take 5 elettrica? Tu che ne pensi, qual è la tua preferita?
Ciao, a prestissimo.
Elvira.

Carissima Elvira, sono sempre qui e non ho nessuna intenzione di schiattare per il momento, ma sai, noi vecchi abbiamo i nostri tempi che non sono più quelli di una volta e some time arriviamo in ritardo, in ritardo ma arriviamo!

Per la questione pedofilia (come dici tu) non ho mai ritenuto dover scrivere o pubblicare qualcosa perchè è una cosa talmente scema e vecchia di molti decenni fa che a mio parere non era proprio il caso di discuterne, per me una stronzata è e rimane e non ho parole inutili da sprecare sull'argomento, se qualcuno di voi vuole però esprimere la sua sulla questione, come sempre, queste pagine sono a Vostra disposizione.

Questione Bootleg Vol. 16, i rumors e le evidenze restano sempre rumors ed evidenze finchè non sono confermate dal sito ufficiale di Bob, quindi, finchè non vedo l'ufficializzazione è giusto che abbia i miei dubbi. Anche la notizia che il 21 ottobre Dylan riprenderà l'attività concertistica dal vivo alla The Buddy Holly Hall - Helen Devitt Jones Theater, Lubbock, Texas è pubblicata da tutti i siti dedicati a Dylan e non, ma sul sito di Bob la data non è ancora elencata e quindi non ufficiale. Il compito di Maggie's Farm è di dare le notizie giuste e non in anticipo, quindi attendiamo l'ufficializzazione.

Non ho comprato la Bootleg Series Vol. 16 perchè, per me e solo esclusivamente per me, l'album non contiene cose che possano destare la mia curiosità, sono canzoni che abbiamo sentito e risentito e non  mi interessa la versione solo con l'acustica, solo col pianoforte o solo la take con una band. Questo non vuol dire che non mi piaccia più Dylan, ma vorrei poter sentire un nuovo album di canzoni inedite, le Bootleg Series non mi hanno mai entusiasmato più di tanto.

Ognuno di noi ha la sua canzone preferita o il suo album preferito, allora? Che c'è di male? Niente, è solo questione di gusti o di momenti, voglio dire, magari ascolti un disco o una canzone in un momento particolare della tua vita ed a quelle resti particolarmente legato!

Comunque la tua mail mi ha fatto davvero molto piacere, mille grazie ed un sincero abbraccio, quello scassamarroni di Mr.Tambourine, :o)

 

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