Caro Mr.Tambourine,
ero tranquillo nella bucolica quiete dei campi, che tra una fatica e
l'altra mi leggevo Giovenale (Satira IX,34-35): "Nam si tibi sidera
cessant, nil faciet longi mensura incognita nervi..." - " Infatti se le
stelle ti abbandonano, non te ne farai nulla della misura sconosciuta
del tuo lungo nerbo..". Me la gustavo anche in inglese "If your stars go
against you, the fantastic size of your cock will get you precisely
nowhere" (trad. di Peter Green) (fonte: expectingrain.com). Ha,ha, ben
più eleganti i latini non è vero? E improvvisamente da quella radio
pirata, Maggiesfarm.eu, arriva la voce di questa Juju. Che mi mette la
pulce. Tutti quegli ordini su Amazon di mia moglie Peppa. Il corriere
che passa sempre quando sono nei campi. Tutti quei sorrisini strani e
quelle allusioni quando passo giù al villaggio...Corro a casa,... Peppa!
Peppaaaa!!!
Ciao, da un affranto Miscio.
Ti capisco caro
Miscio, è la legge del celodurismo! Mio nonno era felice quando leggeva
sul giornale "Quest' inverno sarà lungo e duro!". Naturalmente lui la
intendeva a suo favore ed era felice, prova anche tu a trovare il lato
positivo nella faccenda del corriere di Amazon, magari è solo una
coincidenza e sei stato tu a montare tutta la storia da solo con la tua
immaginazione, quindi basta paralipomeni, la verità non è mai quello che
tu puoi pensare ma quello che è in realtà. Voglio dire che un uomo nero,
giallo o rosso, esistono indipendentemente dal fatto che tu li conosca e
possa pensarli, percui, se non ne hai notizia e non pensi a loro non
vuol dire che non esistano. A questo punto bisognerebbe far luce sulla
contapposizione Platone / Aristotele, ma ne vale la pena? Per un
pacchetto di Amazon? Miscio, non ti crucciare, vuolsi così colà dove si
puote ciò che si vuole e più non dimandare!" D'accordo? Alla prossima,
un abbraccio, Mr.Tambourine, :o)
Ciao Mr. Tambourine,
sono un frequentatore di lunghissima data della Fattoria, e approfitto
di questa mail per ringraziare te in primis e ovviamente anche chi ti ha
preceduto, ma anche ognuno che partecipa attivamente con segnalazioni,
articoli e saggi, per il prezioso, accurato ed enorme lavoro quotidiano
che permette ad appassionati come me di avere informazioni, svago e
cultura di qualità.
Scrivo in particolare per segnalare una curiosità (Magari è già stato
rilevato da altri e dunque in questo caso ciò che segue serve a poco).
Da qualche anno ho iniziato a cimentarmi nella lettura di testi su Dylan
in lingua inglese e l'anno scorso ho acquistato il libro dell'oggetto di
questa mail. Normalmente ho sempre almeno 4 o 5 libri in coda (nuovi)
che poi seleziono per la lettura anche molto tempo dopo averli
acquistati.
Qualche giorno fa ho iniziato a leggerlo e tra senso di disorientamento,
sorpresa e con vari pensieri che subito mi sono balzati in mente, vedo
il titolo del primo capitolo che mi stupisce non poco e poi poi alla
pagina 38 leggo: "...in this way, to recall a famous phrase from Walt
Whitman, Dylan's voice can <Contain Multitudes>. He achieves this in the
very fabric of his lyrics, at the level of the poetic lines". ("... in
questo modo, per ricordare una famosa frase di Walt Whitman, la voce di
Dylan può <Contenere le moltitudini>. Ci riesce proprio nel tessuto dei
suoi testi, a livello delle linee poetiche".
Ora, il testo è stato pubblicato negli Stati Uniti il 2019, mentre il
brano di Dylan, sappiamo tutti, è arrivato in piena crisi Covid 2020 e
sarà curioso cercare di capire se Timothy Hampton fosse in possesso di
indiscrezioni su un brano eventualmente scritto molto prima di essere
pubblicato, oppure se Dylan è stato ispirato dal paragone di Hampton con
il lavoro di Whitman dopo aver letto lui stesso il libro, oppure se è un
semplice scherzo del destino.
Un saluto e di nuovo grazie per tenere in vita Maggie's Farm.
Maurizio Fodrini.
Grazie per le tue
parole caro Maurizio, e come risposta alla tua domanda io direi" A
simple twist of fate"? La verità non la sapremo mai, quella è proprietà
di Dylan e sua rimarrà! Non vedo perchè dovrebbe venire a spiegare a noi
le sue conoscenze e le sue ispirazioni. Giusto che ognuno di noi si
faccia una propria opinione che lo soddisfi, e questo credo sia già
molto per un "dylaniano". Alla prossima, live long and prosper,
Mr.Tambourine, :o)
Frank Zappa e quel primo concept album
della storia
clicca qui
Lunedì 29
Giugno 2020
Talkin'
10935 -
edoardobarghini
Oggetto: Rough and Rowdy Ways
Un saluto a Mr. Tambourine e a tutti i Maggiesfarmers.
Torno ad affacciarmi sul sito per unirmi al plauso generale per il nuovo
lavoro di Bob, che sembra abbia finalmente saputo mettere d'accordo
tutti con un disco ispiratissimo e di gran valore. Sono sicuro che nei
prossimi tempi ci sarà modo di parlarne approfonditamente qui nella
Fattoria, vista la ricchezza di questo lavoro; per ora mi limito a dire
che a mio parere ci sono almeno tre brani che entrano subito di diritto
nel pantheon del migliore repertorio dylaniano: My Own Version of You,
Mother of Muses, Key West. Davvero spassosa la lettura di Black Rider
proposta da "Juju", ma scherzi a parte penso che sulla figura di questo
misterioso personaggio ci arrovelleremo per un pò: personalmente ho idea
che si tratti di una figura di natura ben più metafisica (la prima cosa
che mi viene in mente conoscendo anche l'immaginario di riferimento di
Dylan sono i quattro cavalieri dell'Apocalisse, ma non saprei andare più
a fondo). In generale, il pezzo mi ricorda Man in the Long Black Coat:
anche lì una figura oscura e dai tratti vagamente metafisici arrivava a
portarsi via la donna del protagonista-narratore: che l'archetipo sia di
nuovo da ricercare nelle antiche ballate di cui Dylan è grande
conoscitore? Lascio la parola a chi è più esperto di me.
Chiudo con una segnalazione e una domanda:
1) Non mi sembra sia stata ancora proposta sul sito (ma non poteva
mancare) la recensione di Alessandro Carrera, bellissima come tutto ciò
che il Prof. Carrera ha scritto e scrive su Dylan. La si può leggere
qua:
Conoscendo l'autore non poteva che
traboccare di spunti interessantissimi.
2) Le note di copertina di questo album mi sembrano tra le più scarne di
sempre. La band di Bob ormai la conosciamo, ma non posso fare a meno di
chiedermi, riguardo i cinque "additional musicians" accreditati, quali
strumenti suonino e in quali canzoni rispettivamente. Qualcuno può far
luce su questo?
Grazie e lunga vita alla Fattoria, Edoardo.
Un'aggiunta alla mia mail di ieri sera,
in cui segnalavo la recensione di Alessandro Carrera a "Rough and Rowdy
Ways" pubblicata dall'Osservatore Romano: sul sito Doppiozero è apparsa
proprio oggi una seconda recensione firmata dal Prof. Carrera, più
estesa, e complementare alla precedente. Segnalo anche questa,
clicca qui. Trovo che le sue
riflessioni siano sempre fra le più interessanti ed acute che si possano
leggere sull'opera di Bob.
Un saluto, di nuovo, a tutti i Farmers, Edoardo.
Ciao Edoardo, questo
album è tutto da sentire e risentire moltissime volte per poter
azzardare ipotesi e paragoni con altri lavori dylaniani. La dialettica
dylaniana è certamente una delle più difficili da interpretare e capire,
bisogna leggere le parole e "tra le parole" per formarsi opinioni che, a
volte sono giuste ed altre sono solo le nostre impressioni. Certamente
anche in quest'ultimo lavoro c'è molto di più di quanto si possa pensare
del vero Bob Dylan, in fondo la mente dalla quale sgorgano le sue parole
è sempre la stessa, quindi, molto probabilmente, le idee che esprime
possono essere ritrovate, magari sotto altre forme o altre allegorie, in
molte altre canzoni. Ma il bello è proprio questo, scervellarci non per
arrivare alla verità assoluta e dylaniana, ma alla nostra verità, quella
che ci convince di più e che ci fa star bene. Andando avanti ne
leggeremo diversi di commenti su quest' opera che rispecchia la realtà
dylaniana migliorata con l'esperienza degli anni passati per arrivare
alla soglia degli 80, e scusa se è poco. Leggeremo un sacco di cose che
ci convinceranno ed altre meno, ma saranno sempre interessanti e con un
fondo di verità alle spalle, chiunque le scriva, partendo dal
presupposto che chi esprime la propria opinione non lo fa per rompersi
le scatole ma per dare la sua mano che, aggiunta a quelle degli altri,
contribuisce a fornire una visione più larga dell'universo dylaniano.
“Man in the Long Black
Coat”, tratta dall’album “Oh Mercy” del 1989, E proprio nelle liriche di
questa fantastica canzone, come una poesia, vengono trattate tematiche
universali come il male, la desolazione, la corruzione della coscienza,
la fuggevolezza dell’esistenza e l’incapacità di trattenere il proprio
destino nel palmo della mano, o forse soltanto attraverso i semplici
ricordi. E’ la storia di una donna, che in una serata estiva piena di
desolazione e silenzio, dona tutta se stessa ad un misterioso uomo “dal
lungo cappotto nero”.
“Disse che la coscienza umana è vile e corrotta.
Non puoi seguirla come fosse una guida,
quando sei tu a doverla soddisfare”
Assai ambigua la dichiarazione dell’uomo dal cappotto nero.
Un’affermazione che potrebbe quasi far pensare alla sua reale identità.
La donna, a questo punto della canzone, fugge assieme all’uomo
misterioso, non lasciando nessuna traccia di sé:
"Non disse mai nulla.
Non lasciò nulla di scritto.
…Non una parola, non un "addio"
nemmeno un appunto"
L’identità misteriosa dell’uomo rimane, anche se le diverse
interpretazioni sembrano ricondurla alla personificazione del male o del
diavolo. C'è anche la possibilità che "l'uomo dal luingo cappotto nero"
sia la mostre stessa, alla quale nessuno figge e nessuno può opporsi, e
forse questo potrebbe giustificare l'arrendevolezza della donna e la sua
sparizione.
Per quanto riguarda lo
stimatissimo Prof. Alessandro Carrera c'è poco da dire, è come leggere
la Bibbia. Le sue analisi e le sue conclusioni sono il meglio che si
possa leggere su Dylan. Avevo intenzione di pubblicare questi link tra
oggi e domani ma giustamente ho lasciato a te il piacere di segnalare i
suoi articoli.
Invece per i musicisti
addizionali eccoti le specifiche, anche se difficilmente si potrà sapere
in quale canzone hanno suonato:
Grazie
Claudio, l'articolo è lo stesso citato sopra da Edoardo ma che importa,
tu l'hai segnalato ed è giusto che lo sappiano anche gli altri e non
solo io. Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)
Spero che vi piaccia e vi interessi. Cordialità. Vittorio Gaeta.
Che dire oltre che un
grande grazie, saggio piaciuto ed interessante, scrivici ancora. Alla
prossima, Mr.Tambourine, :o)
Se volete, vi mando la traduzione di quel testo con le note che avevo
preparato.
Perfetto Vittorio,
restiamo in attesa!
Sabato 27
Giugno 2020
Talkin'
10932 - cavalliselvaggi57
Oggetto: Bob Dylan
Ciao Mr. Tambourine, ti invio un mio pensiero notturno.
Un abbraccio, Giovanni Puma
“Vedo la storia di tutta la razza umana
È tutta lì, scolpita sulla tua faccia,
Dovrei rompere tutto? Dovrei cadere in ginocchio?
C’è luce alla fine del tunnel, puoi dirmelo, per favore?”
Ascolto da un paio di giorni il disco di Dylan e penso di essere un uomo
fortunato perché ho avuto la possibilità di incontrarlo sulla mia
strada. Tocca corde profonde, ti scuote la mente e l’anima. L’ho sempre
pensato, quest’uomo raggiunge vette omeriche. Dylan è una porta
spalancata tra passato e futuro, una voce che racconta la complessità
della vita e il mistero della morte, lo specchio del nostro volto, le
maschere che portiamo, la strada che percorriamo ogni giorno.
Dylan è entrato nella mia vita come un tornado e mi ha spalancato,
direttamente o indirettamente, un mondo musicale e letterario che mi fa
essere quello che sono. È grazie a Dylan, e a Pepi e Luigi, se ho letto
e amato Faulkner, Steinbeck, Roth, McCarty , se ho ascoltato Neil Young,
Cohen, i Rolling Stones, Hank Williams...
Non posso negare che tutto questo sia stato importante quanto la mia
laurea in Lettere classiche.
Ci sono Maestri che non si dimenticano.
Ascoltare l’ultimo capolavoro di Bob è servito a ricordarmelo ancora una
volta.
Caro cavalliselvaggi57,
perchè ho l'impressione che tu sia un rollingstoniano? Forse è quel
wildhorses57 che mi ha condizionato....! Scherzi a parte, ho apprezzato
molto il tuo pensiero perchè son parole che vanno dritte al cuore,
spiegandoti in pochi cenni l'essenza di Dylan. Condiviso tutto, grazie
ancora, alla prossima, Mr.Tambourine, :o)
Grazie Giovanni, rece molto ben fatta, ho
apprezzato e condiviso le tue opinioni espresse nell'articolo, e son
convinto che piacerà a moltissimi dei nostri lettori. Complimenti!
Permettimi però una doverosa precisazione, Maggie's Farm dal Marzo 2008
è diretta ed aggiornata da me, cioè Mr.Tambourine, in quanto il creatore
di questo sito, il grande Michele Murino, scelse di lasciare il sito
nelle mie mani per impegni suoi personali che non gli permettevano di
portare avanti insieme lavoro e sito. Precisato questo, complimenti
ancora, alla prossima, Mr.Tambourine, :o)
Oggetto: La mia recensione Music Map del nuovo
straordinario album di Bob Dylan, “Rough and Rowdy Ways”
Ciao, carissimo Mr.Tambourine!
Ecco a voi il link:
http://www.musicmap.it/recdischi/ordinaperr.asp?id=7777
della mia recensione del nuovo splendido album di Bob Dylan, “Rough and
Rowdy Ways”, un autentico capolavoro, che ho scritto per Music Map.
Nella stessa pagina i lettori potranno trovare i link alle mie analisi
dei tre singoli che avevano preceduto l’album che scrissi al tempo della
loro uscita. Presto scriverò ancora del disco in altri siti musicali e
non. Vi terrò aggiornati.
Intanto godiamoci questa nuova meraviglia del Nostro. Da quando ho
iniziato a seguirlo nel 2005, appena dodicenne, non c’è giorno che non
mi occupi della sua musica e non mi lasci trasportare dalle sue parole e
dalla sua voce. Per me è senza dubbio il più grande artista dei nostri
tempi. Un saluto a tutta la Farm.
Samuele Conficoni
Grazie anche a te caro
Samuele, recensione apprezzata e, naturalmente, non sarò il solo :o)!!!
Tienici sempre informati di quello che scrivi, alla prossima,
Mr.Tambourine, :o)
Rough and Rowdy Ways, la biblioteca di
Babele di Bob Dylan
clicca qui
Venerdì 26
Giugno 2020
Talkin'
10928 - ggmanca
Oggetto: Nuovo Dylan
Gentilissimi,
Sono a mandarvi il mio intervento sull'ultimo disco di Dylan,
auspicandone la pubblicazione.
I migliori saluti, GGManca.
Il nuovo album di Bob Dylan, "Rough and rowdy ways".
Con una voce cupa, cavernosa e abrasiva che in più di una occasione
sembra tendere a quella di Tom Waits, Bob Dylan presenta le dieci
canzoni del suo ultimo lavoro discografico, il doppio CD "Rough and
rowdy ways". Mr. Zimmermann torna ai pezzi inediti di propria
composizione dopo ben otto anni (Tempest, ultimo album contenente brani
inediti, risale al 2012, mentre i successivi "Shadows in the night",
"Fallen angels" e "Triplicate", pubblicati rispettivamente nel 2015,
2016 e 2017 contengono esclusivamente covers di standards che
appartengono alla tradizione musicale americana) . Il titolo dell'album,
peraltro, sembra raccontare molto sui suoi contenuti: "strade
accidentate e rumorose" sono quelle percorse dal cantautore del
Minnesota a partire dai suoi esordi nel mondo della musica risalenti
agli anni sessanta. Sono canzoni dense, quelle di "Rough and rowdy
ways", che lasciano trapelare la disincantata weltanschauung dylaniana.
Esse sembrano rimestare in maniera spietata negli ultimi sessant'anni di
storia e di cultura americana, oltre che nelle alterne vicende
individuali dell'autore. Testi visionari e onirici che il premio Nobel
Dylan attinge direttamente dal pozzo delle proprie inarrivabili capacità
poetiche e letterarie. Le parole raccontano di una esperienza umana e
artistica, la sua, unica e irripetibile, vissuta attraversando momenti
storici cruciali che hanno riverberato i propri effetti fino ai nostri
giorni determinando, in positivo e in negativo, gli attuali assetti
sociali, politici e culturali dell'America d'oggi e non solo. In "Rough
and rowdy ways", ancora una volta Bob gioca allo scoperto e con molta
lucidità volge il proprio pensare ai tempi che cambiano, riferendo degli
atteggiamenti che gli sono propri e della propria personalissima
esperienza.
"Sono proprio come Anne Frank, come Indiana Jones
E quei cattivi ragazzi britannici, i Rolling Stones
Vado fino al limite, vado fino alla fine
Vado proprio dove tutte le cose perse vengono fatte di nuovo bene
Canto le canzoni di esperienze come William Blake
Non ho scuse da fare
Tutto scorre allo stesso tempo
Vivo sul viale del crimine
Guido auto veloci e mangio fast food
Contengo moltitudini",
scrive e canta Bob nella canzone che apre il disco e che ha per titolo
"I contain multitudes". Nel brano successivo, "False Prophet", l'uomo di
Duluth si riferisce ancora alla propria esperienza personale e alle
proprie attitudini nei confronti delle cose:
"Sono nemico del tradimento
Nemico di conflitto
Nemico della vita senza senso non vissuta
Non sono un falso profeta
So solo quello che so
Vado dove solo i soli possono andare
Sono il primo tra uguali
Secondo a nessuno
L’ultimo dei migliori
Puoi seppellire il resto
Seppelliscili nudi con il loro argento e oro
Mettili sotto i sei piedi e prega per le loro anime
[...]
Canto canzoni d’amore
Canto canzoni di tradimento
Non importa cosa bevo
Non importa cosa mangio
Ho scalato le montagne di spade a piedi nudi".
In "Goodbye Jimmy Reed" Dylan si rivolge al bluesman del Mississippi,
uno di quelli che maggiormente, da sempre ne influenzano la musica:
"Perché il tuo è il regno, il potere, la gloria
Vai a raccontarlo giù per la montagna, vai a raccontare la vera storia
Dillo con quel tono semplice e puritano
Nelle ore mistiche in cui una persona è sola
Arrivederci Jimmy Reed, buona fortuna
Colpisci la Bibbia, proclama un credo".
"Murder most foul" , ben diciasette munuti (è forse, in assoluto, la più
lunga song dell'intero repertorio dylaniano! ), Dylan rievoca
l'assassinio di JFK:
"Era un giorno buio a Dallas, novembre ’63
Un giorno che vivrà nell’infamia
Il presidente Kennedy era molto in gamba
Buona giornata per vivere e una buona giornata per morire
Essere condotti al massacro come un agnello sacrificale
Disse: “Aspetta un attimo, ragazzi, sapete chi sono?”
“Certo che lo sappiamo. Sappiamo chi sei.”
Poi gli hanno fatto saltare la testa mentre era ancora in macchina
Abbattuto come un cane in pieno giorno
Era una questione di tempismo e il tempismo era giusto
Devi pagare i debiti; siamo venuti a collezionare
Ti uccideremo con odio; senza alcun rispetto
Ti derideremo e ti scioccheremo e te lo metteremo in faccia
Abbiamo già qualcuno qui per prendere il tuo posto".
Una lettura degli avvenimenti del mondo sempre "a muso duro", profonda e
disincantata, quella che emerge dall'ascolto di queste canzoni.
Musicalmente parlando, le songs di "Rough and rowdy ways" ricalcano gli
stilemi cui sono uniformati gli ultimi album di inediti pubblicati da
Dylan. Accorate e minimali quanto a strumentazione musicale utilizzata,
queste nuove canzoni regalano atmosfere rarefatte e di grande intensità
(merito, questo, anche della voce sempre molto espressiva del nostro).
Manco a dirlo, a prevalere tra i solchi sono la dolcezza delle ballate
tipicamente dylaniane e la rudezza del blues. Dylan riporta sempre tutto
a casa....
Grazie GG di averci fatto sapere la
tua impressione sul nuovo disco di Dylan. Condivido le tue parole perchè
Dylan, ci riporta semprte tutti a casa....Alla prossima, live long and
prosper, Mr.Tambourine, :o)
Alessandro Portelli: Dylan si riprende
la parola con "Rough and Rowdy Ways"
clicca qui
Giovedì 25
Giugno 2020
Talkin'
10927 -
girmang
Oggetto: grazie grazie...intervista
Ho sentito di questo sito benemerito, e grazie a radio3, grazie rai.
Posso sapere come trovo nel tuo benemerito sito l’intervista al
N.Y.Times? e buona lavoro. Ancora grazie,
Girolamo.
Ciao Girolamo, ben arrivato ed entrato a far
parte della famiglia della Fattoria! L'intervista fatta da Douglas
Brinkley (scrittore,Professore di storia alla Rice University e
commentatore storico per la CNN, collaboratore della rivista Vanity
Fair) per il New York Times è intitolata:
"Bob Dylan Has a Lot on His Mind" e la trovi all'indirizzo sotto
riportato:
Plao Mr. Tamburino,
ti scrivo da Cin Ciun Cian, io non ti ho più visto e sono partita, non
potevo aspettarti per dei mesi. Dai, il Love Minus 0/No Limit sarà per
la prossima volta. Magari quando tu arrivi qui in ameno villaggio di Cin
Ciun Cian (spero presto) che è un posto tipo Key West. Qui a Cin Ciun
Cian però, per me che ero abituata a vivere in via del Pungiglione, è
tutto molto noioso, per foltuna che ho tlovato copia cinese di Rowdy
Ways. Disco bellissimo, molto melodico. Nostro grande Bob è
intramontabile. La mia plefelita è Black Rider che per me va tradotta in
italiano come Fattorino Negro. Per me è canzone autobiografica e Dylan
si lamenta che sua moglie ordina sempre oggetti inutili su Amazon in
modo che glieli consegni fattorino negro con grande grande zun-zun.
Molto diveltente. Anche tu capisci così? Questo volevo chiedelti.
A plesto, Juju.
Cara Juju, mi
spiace che tu sia dovuta tornare al tuo villaggio natale di Cin Ciun
Cian, ma credo che prima o poi ritornerai nel nostro bel paese. Concordo
con te che Dylan descriva la storia di uno davvero incazzato perchè il
cavaliere nero se la spassa con sua moglie, non ci son dubbi perchè Bob,
nel testo, usa la parola "cock" che è la più volgare per descrivere l'
organo riproduttore maschile, nella traduzione della canzone Michele
Murino, che è una persona per bene e raffinata, ha usato la parola
"uccello" invece del più appropriato "cazzo"! Potrei condividere la tua
teoria che il "cavaliere nero" sia quello che dici tu, in quanto far
l'amore si può esprimere anche con la parola "cavalcare" e, il
"cavaliere" potrebbe benissimo essere colui che si fa la moglie.
L'ipotesi che sia un "cavaliere" di colore potrebbe essere suggerita
dalla frase che Dylan usa per ammonirlo, "The size of your cock will get you nowhere"
(Le dimensioni del tuo uccello non ti porteranno da nessuna parte),
essendo cosa risaputa che i colored people da quelle parti sono meglio
dotati di noi "visi pallidi"! Quindi la tua ipotesi è più che
plausibile! Alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Ciao Mr. Tambourine,
ti invio la traduzione dell'interessante recensione di Jeff Slate a
Rough and Rowdy Ways.
Ti rimando in calce anche la mia traduzione di Key West, con alcune
modifiche e qualche altra nota esplicativa, alla luce di alcune
correzioni testuali sempre riprese dal sito genius.com.
Grazie mille per gli aggiornamenti quotidiani e a presto! Francesco
Alunni
Bob Dylan emerge dal lockdown con un nuovo
capolavoro moderno
Scuro e premonitore, è il senso dell’umorismo e il lirismo
dell’ultimo album di Dylan a fare luce sui nostri tempi
di Jeff Slate
Bob Dylan è un campione di pesi massimi. Cinque stelle non sono
abbastanza per il suo nuovo album, Rough and Rowdy Ways.
Il disco, uscito venerdì, è un capolavoro e un corso di perfezionamento
nella scrittura di testi al livello dei migliori di Dylan, e quindi di
chiunque altro. Mentre attinge vagamente allo stesso panorama musicale
che ha esplorato dal 2001 con Love & Theft, una specie di miscuglio da
locale con juke box, aggiornato ai nostri giorni, di swing precedente e
successivo al rock and roll, a livello di testi Dylan è entusiasmante
per tutto Rough and Rowdy Ways, offrendo dieci canzoni tanto dense per
immagini e impeccabili per maestria e qualità quanto qualunque altra
cosa prodotta da Dylan nella sua lunga carriera.
In uno slancio temporaneo da puro fan, ho chiesto una volta a Tom Petty
com’era davvero Dylan. Lui stesso un fan, Petty mi ha guardato di
traverso da sopra gli occhiali, ha fatto un largo sorriso e ha detto:
“Bob è davvero, davvero divertente. La maggior parte delle persone non
se ne rende conto”.
Quel senso dell’umorismo qui è in bella mostra. Non quell’umorismo del
quale i dylanologi sembrano cercare continuamente di convincere i non
sfegatati, ma uno spirito schietto, scuro, asciutto, da vecchia scuola e
permeato di pathos.
Qualche anno fa dovetti discutere a proposito del fatto che Dylan
meritasse il Nobel per la letteratura. La maggior parte delle lettere
d’insulti che ricevetti da coloro che erano in totale disaccordo con il
conferimento a Dylan di quel premio veniva da offesi fan di Philip Roth,
perciò considerate la cosa come volete. Ma qui, su questo suo primo
album di canzoni originali da quando ha vinto il Nobel, i testi di Dylan
sono scuri, cupi e densi, mescolando cultura pop, filosofia, storia,
Shakespeare, amore, mortalità e l’apocalisse, il tutto con quella
inclinazione per l’assurdo alla quale Petty si riferiva.
Inoltre Rough and Rowdy Ways si rivolge al passato per avvertirci che
“il peggio deve ancora venire” e che una moderna apocalisse (che
potrebbe già essere cominciata) incombe sugli eventi. È l’altra facciata
oscura del Grande Canzoniere Americano che Dylan ha esplorato
nell’ultima decade. Ma se la fine è vicina, non è certo una novità per
Dylan.
Anche la voce di Dylan è grandiosa. Credo fermamente che Dylan sia uno
dei più grandi cantanti americani di sempre, perché la sua dizione
espressiva e focalizzata è del tutto originale, in costante mutamento e
senza eguali, e Rough and Rowdy Ways non fa che supportare la mia tesi.
Se c’è meno melodia e più atmosfera qui che nei dischi alla Sinatra, la
sua voce ruvida ma ancora incredibilmente emotiva è in primissimo piano.
E se ha adottato parte della vivacità che ha chiaramente preso a cuore
dalla sua profonda immersione nel repertorio di Sinatra, ha anche
imparato più di una cosa o due sul tempismo impeccabile di Sinatra,
dando perfino ai suoi testi più cupi una cadenza che nasconde la natura
spesso pesante di quello che Dylan sta comunicando.
Nel frattempo, mentre eravate bloccati dal lockdown a guardare Netflix,
Bob Dylan ha fatto saldature e dipinto, cosa che forse spiega tutte le
immagini della natura che hanno la funzione di un contrappeso rispetto
ai fitti riferimenti alla cultura pop e alle immagini cupe, presenti per
tutto quanto Rough and Rowdy Ways.
“La canzone è come un dipinto” Dylan ha detto di recente al New York
Times a proposito dell’epica meditazione di 17 minuti su JFK, “Murder
Most Foul”, che ha sganciato come una sorpresa di mezzanotte a marzo,
quando solo una manciata di persone sapeva che Dylan si era messo sotto
a lavorare in uno studio di registrazione. “Non puoi averne una visione
d’insieme se stai troppo vicino”.
I testi di Dylan del disco sono già stati esaminati da appassionati ed
esperti. Ma se c’è una cosa che ho imparato dalla mia profonda
immersione nel suo capolavoro degli anni ‘70, Blood on the Tracks,
qualche anno fa, è che il significato in Dylan non è mai semplice, e
spesso va oltre la lettera, specialmente per lui, e che il fatto di
affrontare la scrittura di testi nel modo in cui un pittore affronta i
propri soggetti gli permette di occuparsi contemporaneamente di diversi
strati di significato, e spesso di più di una storia o di un argomento.
Ma anche mettendo da parte la grandiosa “Murder most foul”, che qui
occupa un disco a parte, cosa che la mette appropriatamente in evidenza,
anche se avrebbe potuto facilmente entrare nel primo cd senza problemi,
questo disco sarebbe ancora 50 minuti abbondanti di Dylan al massimo
dell’intensità e della riflessione.
Dylan intona “sono già sopravvissuto di molto alla mia vita” e dopo
“Oggi e domani e anche ieri, i fiori muoiono come tutto il resto”.
Sembrano cose sinistre, da vita arrivata alla fine. Perciò Rough and
Rowdy Ways sarebbe un commiato? Un giro d’onore? “Dimmi quando, dimmi
come/Se mai c’è stato un momento che allora sia adesso/Lasciami entrare,
apri la porta/La mia anima è angosciata, la mia mente in guerra” è ciò
che Dylan sembra dire alla Morte in Black Rider, perciò è una
supposizione ragionevole, sebbene va detto che minacci a un certo punto
di tagliare una mano alla Morte. Quindi, forse, una lettura più prudente
è che probabilmente Dylan rivolga il suo sguardo all’interno mentre
assiste al fatto che il mondo in cui viviamo si sta completamente
sgretolando, come già ha fatto almeno qualche altra volta nel corso dei
suoi 79 anni, e che stia sperando che anche noi facciamo lo stesso.
Le eccezionali “My own version of you”, piena di un lirismo a mitraglia,
in cui Dylan si immagina come un romantico Dr. Frankenstein, e la
canzone che chiude l’album [n.d.t. Slate considera Murder most foul a
parte], Key West (Philosopher Pirate), sono da annoverare tra le più
magnifiche di Dylan, ma non sono nient’altro che meditative. Perfino
“Goodbye Jimmy Reed”, una delle canzoni più rock di Rough and Rowdy
Ways, sbalza e ancheggia veloce prima di diventare autobiografica, con
un tono dolente e contemplativo.
Naturalmente esaminare i significati dei testi di Dylan non è niente di
nuovo. È qualcosa di cui sono colpevoli anche i suoi estimatori più
occasionali. Ma dopo aver passato un pò di tempo con Rough and Rowdy
Ways, cioè che è diventato ovvio è che è davvero più divertente che cupo
e che si rivela in modi infiniti e graduali, di sicuro ancora lontani
dall’essere appresi appieno.
In Chronicles, la sua specie di memorie del 2004, Dylan ricorda di
essere a un punto morto e di capitare in sudicio bar lungo la strada in
cui si suonava il jump blues [uno stile di blues influenzato dal jazz:
https://it.wikipedia.org/wiki/Jump_blues ]. Di come un fulmine,
l’ambientazione cupa e la musica ancora più cupa alleggerissero il suo
torvo umore e lo aiutassero a dar di sprone verso quest'ultima,
infinitamente fertile fase della sua carriera. Perciò forse la lezione
di Rough and Rowdy Ways è che la luce inestimabile può arrivare dai
posti più oscuri, facendo ancora una volta di Dylan la voce che abbiamo
bisogno di ascoltare, proprio quando ne abbiamo più bisogno.
Ringrazio di cuore l'amico Francesco
per aver raccolto alla "carpe diem" il mio appello di ieri e fornitoci,
in un men che non si dica, una meravigliosa traduzione. Un grazie ancora
ad Andrea Orlandi per avercelo segnalato ed al grande Francesco per
averlo tradotto per il piacere di tutti noi. Alla prossima,
Mr.Tamborine, :o)
Mercoledì
24
Giugno 2020
Black Rider
(Cavaliere Nero)
(Bob Dylan)
dall'album "Rough and Rowdy Ways"
traduzione di Michele Murino
[Verse 1]
Black rider, black rider, you've been living too hard
Been up all night, have to stay on your guard
The path that you're walking, too narrow to walk
Every step of the way, another stumbling block
The road that you're on, same road that you know
Just not the same as it was a minute ago Cavaliere nero, cavaliere nero, stai facendo
una vita troppo dura
In piedi tutta notte, devi stare in guardia
Il sentiero che percorri è troppo stretto per camminarci
Ad ogni passo c'è un ostacolo
La strada su cui cammini, la solita strada che sai
Già non è più la stessa di un minuto fa
[Verse 2]
Black rider, black rider, you've seen it all
You've seen the great world and you've seen the small
You fell into the fire and you're eating the flame
Better seal up your lips if you wanna stay in the game
Be reasonable, mister, be honest, be fair
Let all of your earthly thoughts be a prayer Cavaliere nero, cavaliere nero, hai visto di
tutto
Hai visto il gran mondo, e pure quello piccolo
Sei caduto nel fuoco e ti sei mangiato la fiamma
Sarà meglio che tu tenga le labbra sigillate se vuoi restare in gioco
Sii ragionevole, mister, sii onesto e leale
Lascia che tutti i tuoi pensieri mondani diventino di preghiera
[Verse 3]
Black rider, black rider, all dressed in black
I'm walking away, you try to make me look back
My heart is at rest, I'd like to keep it that way
I don't wanna fight, at least not today
Go home to your wife, stop visiting mine
One of these days I'll forget to be kind Cavaliere nero, cavaliere nero, tutto vestito
di nero
Io me ne vado via e tu provi a farmi voltare
Il mio cuore è a riposo e mi piacerebbe che lo rimanesse
Non voglio combattere, almeno non oggi
Torna a casa da tua moglie e smetti di far visita alla mia
Uno di questi giorni potrei dimenticare di essere gentile
[Verse 4]
Black rider, black rider, tell me when, tell me how
If there ever was a time, then let it be now
Let me go through, open the door
My soul is distressed, my mind is at war
Don't hug me, don't flatter me, don't turn on the charm
I'll take a sword and hack off your arm Cavaliere nero, cavaliere nero, dimmi quando,
dimmi come
Se mai c'è stato un tempo, allora che sia ora
Lasciami passare, apri la porta
Il mio animo è turbato, la mia mente in guerra
Non abbracciarmi, non lusingarmi, non ricorrere al tuo fascino
O prendo una spada e ti taglio il braccio
[Verse 5]
Black rider, black rider, hold it right there
The size of your cock will get you nowhere
I'll suffer in silence, I'll not make a sound
Maybe I'll take the high moral ground
Some enchanted evening I'll sing you a song
Black rider, black rider, you've been on the job too long Cavaliere nero, cavaliere nero, fermo dove sei
Le dimensioni del tuo uccello non ti porteranno da nessuna parte
Soffrirò in silenzio, non farò alcun rumore
Forse terrò il morale alto
In una notte d'incanto ti canterò una canzone
Oggetto: traduzioni intero album Rough and
Rowdy Ways
Ciao!
Ho visto che avete pubblicato il link ai testi tradotti, grazie molte e
grazie per i complimenti, probabilmente non saranno filologicamente
perfette (non essendoci molti testi ufficiali in giro) ma almeno possono
essere utili per farsi un'idea dei temi dei testi in questi primi giorni
di ascolto del nuovo album.
Buona giornata, Guglielmo
Mi sembrava giusto, tu
il lavoro lungo l'hai fatto, quindi perchè non avrei dovuto pubblicare
il link? Considera che sei stato anche il primo a mandarle, mentre altri
sono arrivati un pochino dopo. Comunque, per dare a tutti il giusto
merito, nelle pagine canzone per canzone ho suddiviso le traduzioni fra
i vari volonterosi che me le hanno inviate. Alla prossima,
Mr.Tambourine, :o)
By Jeff Slate, who wrote the scripts on More Blood on The Tracks bootleg
edition
Ciao, Andrea.
°°°°°°°°°°°°
BOB DYLAN EMERGES FROM LOCKDOWN WITH A NEW MODERN MASTERPIECE
Dark and foreboding, it’s the humor and lyricism of Dylan’s latest album
“Rough and Rowdy Ways” that shines a light on our times
By Jeff Slate
Bob Dylan is a heavyweight champion. Five stars aren’t enough for his
new album, Rough and Rowdy Ways.
The album, released Friday, is a masterpiece, and a masterclass in
lyric-writing in league with Dylan’s – and therefore anyone’s – best.
While vaguely mining the same musical landscape Dylan has explored since
2001s Love & Theft – a sort of modern day juke joint mixture of pre- and
post-rock and roll swing – Dylan is on fire lyrically throughout Rough
and Rowdy Ways, offering up ten songs as dense in imagery and flawless
in craftsmanship and quality as any of his long career.
In a momentary fit of fanboydom, I once asked Tom Petty what Dylan was
really like. A fan himself, Petty squinted over his sunglasses at me,
smiled broadly and said, “Bob is really, really funny. Most people don’t
get that.”
That humor is on full display here. Not the sort of humor that
Dylanologists seem to try endlessly to convince non-diehards of, but
genuine, dark, dry, old school wit tinged with pathos.
A few years ago I had to argue that Dylan deserved his Nobel Prize in
Literature. Most of the hate mail I received from those who took issue
with Dylan being awarded the honor came from aggrieved Philip Roth fans,
so make of that what you will. But here, on his first album of original
songs since winning the Nobel, Dylan’s lyrics are dark, moody and dense,
mixing pop culture, philosophy, history, Shakespeare, love, mortality
and the apocalypse, all with that absurdist bent Petty was referring to.
Still, Rough and Rowdy Ways reaches into the past to warn us that “the
worst is yet to come,” and a modern apocalypse (that may already be upon
us) hangs over the proceedings. It’s the dark flipside of the Great
American Songbook Dylan has explored over the past decade. But if the
end is nigh, that’s nothing new for Dylan.
Dylan’s voice also sounds great. I firmly believe Dylan is one of
America’s all-time great singers – because his expressive, in-the-moment
delivery is wholly original, ever-changing and without peer – and Rough
and Rowdy Ways only supports my case.
If there’s less melody and more atmosphere here than on Dylan’s
“Sinatra” albums, his ragged but still unbelievably emotive voice is
front and center. And if he’s adopted some of the playfulness he clearly
took to heart from his deep dive into Sinatra’s songbook, he’s also
learned more than a thing or two about Sinatra’s impeccable timing,
giving even his darkest lyrics a lilt that belies the often heavy nature
of what Dylan is conveying.
Meanwhile, while you’ve been stuck in Lockdown, watching Netflix, Bob
Dylan has been welding and painting, which perhaps accounts for all the
imagery of nature that acts as a counterbalance to the thick pop culture
references and dark imagery throughout Rough and Rowdy Ways.
“The song is like a painting,” Dylan told The New York Times recently
about the epic, 17-minute JFK rumination, “Murder Most Foul,” which he
dropped as a midnight surprise in March, when only a handful knew Dylan
had been hunkered down in the recording studio. “You can’t see it all at
once if you’re standing too close.”
Already Dylan’s lyrics on the album have been pored over by amateur –
and not so amateur – academics. But if there’s one thing I learned from
my deep dive into his 1970s masterpiece Blood On The Tracks a few years
ago, it’s that Dylan’s meaning is never plain, and is often beside the
point, especially to him, and that approaching his lyric-writing as a
painter approaches his subjects allows him to deal with multiple layers
of meaning – and often more than one story or subject-matter – at once.
But even setting aside the grand “Murder Most Foul” – which occupies a
separate disc here, setting it off appropriately, even though it could
have easily fit on the first CD proper – this album is still
50-plus-minutes of Dylan at his most intense and most reflective.
Dylan intones, “I’ve already outlived my life by far,” and later, “Today
and tomorrow and yesterday, too, the flowers are dyin’, like all things
do.” It feels like grim, end of life stuff. So is Rough and Rowdy Ways a
valedictory? A victory lap? “Tell me when, tell me how/If there was ever
a time then let it be now/Let me go through, open the door/My soul is
distress, my mind is at war,” Dylan seems to be telling Death in “Black
Rider,” so it’s a reasonable assumption, though he does threaten to cut
off Death’s hand at one point. So perhaps a safer reading is likely that
Dylan is looking inward while witnessing the world we’re living in
coming apart at the seams – as it has at least a few times during his 79
years – and is hoping that we do the same.
Standout tracks “My Own Version of You,” full of rapid-fire lyricism in
which Dylan imagines himself a romantic Dr. Frankenstein, and album
closer “Key West (Philosopher Pilot),” stand amongst Dylan’s most
gorgeous, but are also nothing if not reflective. Even “Goodbye Jimmy
Reed,” one of the more rocking numbers on Rough and Rowdy Ways, bounces
and swings, before turning autobiographical, with a mournful,
contemplative tone.
Of course poring over Dylan’s lyrics for meaning is nothing new. It’s
something even his most casual fans are guilty of. But after spending
some time with Rough and Rowdy Ways, what became most obvious is that it
is indeed more funny than dark, and reveals itself in never-ending and
unfolding ways, most surely yet to be fully realized.
In Chronicles, his 2004 memoir of sorts, Dylan recalled being at a low
ebb, and stumbling into a grubby, jump blues roadhouse bar. Like a bolt
of lightning, the dark setting and darker music lightened his grim mood,
and helped spur him toward this latest, infinitely fertile period of his
career. So perhaps the lesson in Rough and Rowdy Ways is that
inestimable light can come from the dark places, once again making Dylan
the voice we need to hear, just when we need it most.
Ti ringrazio Andrea
per questo saggio, lo pubblico in lingua originale perchè, pur avendoci
dato un'occhiata prolungata, mi sono reso conto che col mio inglese non
sarei capace di fornire una traduzione veritiera, però, come al solito,
spero che qualche amico Maggiesfarmers lo faccia per tutti noi. Grazie
ed alla prossima, Mr.Tambourine, :o)
Quando Bob Dylan suonò in concerto una
cover di Bruce Springsteen
clicca qui
Martedì 23
Giugno 2020
"Crossing the Rubicon"
(Attraversando il Rubicone) (Bob Dylan)
dall’album “Rough and Rowdy Ways”
traduzione Mr.Tambourine
[Verse 1]
I crossed the Rubicon on the 14th day
Of the most dangerous month of the year
At the worst time, at the worst place
That's all I seem to hear
I got up early
So I can greet the goddess of the dawn
I've painted my wagon, abandoned all hope
And I crossed the Rubicon Ho attraversato il Rubicone il 14° giorno
Del mese più pericoloso dell’anno
Nel momento peggiore, nel posto peggiore
E’ tutto ciò che mi sembra di sentire
Mi sono alzato presto
Così da salutare la Dea dell’alba
Ho dipinto il mio carro, ho abbandonato ogni speranza
E ho attraversato il Rubicone
[Verse 2]
Well, the Rubicon is a red river
Goin' gently as she flows
Redder than your ruby lips
And the blood that flows from the rose
Three miles north of purgatory
One step from the great beyond
I prayed to the cross, I kissed the girls
And I crossed the Rubicon Bene, il Rubicone è un fiume rosso
Che scorre dolcemente
Più rosso delle tue labbra rubino
E del sangue che sgorga dalla rosa
Tre miglia a nord del purgatorio
Ad un passo dall’aldilà
Ho pregato presso la croce, ho baciato le ragazze
E ho attraversato il Rubicone
[Verse 3]
What are these dark days I see?
In this world so badly bent
I cannot redeem the time
The time so idly spent
How much longer can it last?
How long can it go on?
I embrace my love, put down my hair
And I crossed the Rubicon Cosa sono questi giorni bui che vedo?
in questo mondo così messo male
Non posso recuperare il tempo
il tempo così follemente trascorso
Per quanto potrà durare?
Per quanto tempo potrà continuare?
Ho abbracciato il mio amore, ho sciolto i miei capelli
E ho attraversato il Rubicone
[Verse 4]
I can feel the bones beneath my skin
And they're tremblin' with rage
I'll make your wife a widow
You'll never see old age
Show me one good man in sight
That the sun shines down upon
I pawned my watch, I paid my debts
And I crossed the Rubicon Posso sentire le ossa sotto la mia pelle
Ed esse fremono di rabbia
Renderò vedova tua moglie
Tu non vedrai mai la vecchiaia
Mostrami un solo uomo buono
Sul quale il sole non ha mai brilllato
Ho impegnato il mio orologio, ho pagato i miei debiti
e ho attraversato il Rubicone
[Verse 5]
Put my hide up on a hill
Where some happiness I'll find
If I survive, then let me love
Let the hour be mine
Take the high road, Take the low
Take any one you're on
I poured the cup, I passed it along
And I crossed the Rubicon Ho messo il mio nascondiglio sulla collina
Dove troverò un pò di felicità
Se sopravvivo, allora lasciami amare
lascia che sia la mia ora
Prendi la strada alta, prendi la bassa
Prendi qualsiasi strada sulla quale sei
Ho riempito il calice e l'ho passato
e ho attraversato il Rubicone
[Verse 6]
Well, you defiled the most lovely flower
In all her womanhood
Others can be tolerant
Others can be good
I’ll cut you up with a crooked knife
Lord, and I'll miss you when you're gone
I stood between Heaven and Earth
And I crossed the Rubicon Bene, hai contaminato il fiore più amabile
In tutta la sua femminilità
altri possono essere tolleranti
altri possono essere buoni
io ti farò a pezzi con un coltello ricurvo,
Signore, e mi mancherai quando non ci sarai più
Io rimasi tra Cielo e Terra
e ho attraversato il Rubicone
[Verse 7]
You won't find any happiness here
No happiness or joy
Go back to the gutter, try your luck
Find you some nice pretty boy
Tell me how many men I need
And who can I count upon
I strapped my belt, I buttoned my coat
And I crossed the Rubicon Non troverai qualche felicità qui
Nessuna felicità o gioia
Torna nella fogna, tenta la sorte
Trovati un bel ragazzo grazioso
Dimmi di quanti uomini ho bisogno
E su chi posso contare
Mi sono allacciato la cintura, mi sono abbottonato il cappotto
E ho attraversato il Rubicone
[Verse 8]
I feel the holy spirit inside
See the light that freedom gives
I believe it's in the reach of
Evey man who lives
Keep as far away as possible
It's darkest 'fore the dawn (Oh Lord)
I turned the key, I broke it off
And I crossed the Rubicon Sento dentro lo spirito santo
Vedo la luce che dà la libertà
Credo che sia alla portata di
Ogni uomo che vive
Tieniti il più lontana possibile
è più buio prima dell’alba (Oh Signore)
Ho girato la chiave, l’ho rotta
E ho attraversato il Rubicone
(Verse 9)
Mona, baby, are you still in my mind?
I truly believe that you are
Couldn't be anybody else but you
Who's come with me this far
The killing frost is on the ground
And the autumn leaves are gone
I lit the torch, I looked to the east
And I crossed the Rubicon Piccola femminuccia, sei ancora nei miei
pensieri?
Credo davvero che tu ci sia
Non potrebbe essere nessun altro all’infuori di te
Chi è venuta con me così lontano
Il gelo mortale è sul terreno
E le foglie d’autunno sono sparite
Ho acceso la torcia, ho guardato ad est
E ho attraversato il Rubicone
Orgoglioso che sia stata scelta una mia foto fattagli nel 96 a
rappresentare l’uscita del video "I contain multitudes".
Ciao, Andrea.
Credo che per te sia stata una immensa soddisfazione
il fatto che Dylan abbia
scelto una tua foto, vuol dire che conosce ed apprezza il tuo lavoro!
Spero anche che tu abbia avuto la possibilità di scambiare qualche
parola con lui, le tue bellissime foto te lo fanno meritare e spero che
Bob in qualche modo te lo abbia significato. Davvero felice per te, è
come se avessi vinto il premio Pulitzer per la miglior fotografia!!!
Spero che questo bellissimo fatto possa avere in futuro un seguito!
Ciao, alla prossima, Mr.Tambourine, :o)
Oggetto: Pensieri su Rough and Rowdy Ways su
8th Of May.
Ciao Mister Tambourine,
ti invio il pezzo che ho scritto sul mio blog 8th Of May su "Rough and
Rowdy Ways". Non una recensione, solo pensieri sparsi su questo
magnifico disco di Bob dopo vari ascolti. E non ultimi naturalmente.
Scrollando il pezzo c'è anche la versione inglese.
Spero che possa interessare a tutti i Farmers.
Un caro abbraccio, Corrado
Caro Corrado, le
parole dei giusti vanno sempre ascoltate, lette, e piacciono sempre. Il
fatto poi che non sia la solita recensione (alla fine dicono tutte le
stesse cose) aumenta il valore e l'interesse. Grazie davvero, un
abbraccio anche a te, Mr.Tambourine, :o)
Bob Dylan, un cantastorie tra i “falsi
profeti”
clicca qui
Lunedì 22
Giugno 2020
Talkin'
10925 -
gug.latini
Oggetto: traduzioni intero album Rough and Rowdy Ways
Ciao Mr. Tambourine,
sono Guglielmo Latini, ci eravamo sentiti a marzo quando molto
gentilmente avevi pubblicato su Maggie's Farm la mia traduzione di
Murder Most Foul.
Volevo dirti che, sempre sul mio blog Coolturama, oggi ho messo online
le traduzioni dell'intero album, anche se questa volta mi limito a
tradurre e non a cercare i riferimenti perché da solo l'impresa sarebbe
mastodontica.
Se per caso vuoi condividerle con i tanti altri fans di Maggie's Farm,
questo è il link:
Ovviamente mi scuso in anticipo per
gli strafalcioni che potranno esserci, ma per quanto possibile ho
cercato di verificare il tutto.
Buona giornata e buon ascolto!
Guglielmo Latini
Caro Guglielmo, hai fatto un
lavoro mastodontico nell'arco di un batter di ciglia perchè posso
testimoniare che fino a giovedì non si trovava online alcun testo del
nuovo album, non Genius Lyrics e men che meno bobdylan.com che arriva
sempre a chiudere la stalla quando i buoi sono scappati, ma perchè non
danno a me un paio di milioni di dollari all'anno che glielo terrei
sempre aggiornato come dovrebbe essere? C'è solo il testo di Murder Most
Foul, False Prophet e Crossing The Rubicon, I Contain Moltitudes niente,
My own version of you niente, I’ve Made Up My Mind to Give Myself to You
niente, Black Rider niente, Goodbye Jimmy Reed niente, Mother of Muses
niente e Key West (Philosopher Pirate) niente! Ti ringrazio davvero per
il tuo gigantesco lavoro, anche se non userò tutte le tue traduzioni per
fare le singole pagine delle canzoni che cercherò di distribuire
equamente tra gli amici che mandano le traduzioni. Ho già in coda le
traduzuioni di Michele Murino e di altri, pian piano pubblicherò le
traduzioni e dove possibile i riferimenti. Alla prossima, live long and
prosper, Mr.Tambourine, :o)
Dire qualcosa dopo un primo ascolto di tutte queste canzoni è ancora
difficile per me. Vale sempre aspettarlo Bob questo è sicuro, così
magnetico, intenso, emozionante.
Mi sono chiesto perché abbia fatto uscire un disco doppio con 10 pezzi
che in totale arrivano quasi a 71 minuti, un tempo che può essere
compreso in solo CD.
Solo guardando bene la copertina ed i dischi ho voluto immaginare che
anche stavolta Bob mi ha spiazzato.
I dischi sono due. Rough and Dowdy Ways e Murder Must Foul.... due
capitoli a parte.
Se il futuro ci riserverà altro di Bob non so, o meglio, una cosa l'ho
sempre saputa e sempre la saprò, lui sarà sempre fuori dal tempo. Grazie
Bob.
Caro Franco, noi non
sapremo mai le ragioni di queste scelte, ma in fondo che ci frega,
l'importante è avere tutte le registrazioni, poi che le dispongano pure
come pare a loro! Il nostro compito è ascoltare, possibilmente più
volte, e poi farci le nostra opinioni personali, se poi queste si vuole
condivederle con altri dylaniati ci sono queste pagine! Live long and
prosper, Mr.Tambourine, :o)
Ottima come di
consueto, grazie cara Marina, alla prossima, Mr.Tambourine, :o)
Sabato 20
Giugno 2020
MY OWN VERSION OF YOU
(LA MIA VERSIONE DI TE)
(Bob Dylan)
da “Rough and Rowdy Ways”
Traduzione di Guglielmo Latini
All through the summers,
into January
I've been visiting mosques and monasteries
Looking for the necessary body parts
Limbs and livers and brains and hearts
I'll bring someone to life, is what I wanna do
I'm gonna create my own version of you Per tutta le estati, fino a gennaio
Ho visitato obitori e monasteri
Alla ricerca delle parti del corpo necessarie
Arti e fegati e cervelli e cuori
Darò vita a qualcuno, è quello che voglio fare
Voglio creare la mia versione di te
Well, it must be the winter of my discontent
I wish you'd've taken me with you wherever you went
They talk all night and they talk all day
But not for a minute, do I believe anything they say
I'm gon' bring someone to life, someone I've never seen
You know what I mean, you know exactly what I mean Be’, dev’essere l’inverno del mio scontento
Vorrei che mi avessi portato con te ovunque tu sia andata
Parlano tutta la notte e parlano tutto il giorno
Nemmeno per un minuto credo a quello che dicono
Sto per dare vita a qualcuno, qualcuno che non ho mai visto
Sai cosa intendo, sai esattamente cosa intendo
I'll take the Scarface Pacino and The Godfather Brando
Mix it up and attack, and get a robot commander
If I do it all right and put the head on straight
I'll be saved by the creature that I create
I'll get blood from a cactus, gunpowder from ice
I don't gamble with cards and I don't shoot no dice
Can you look in my face with your sightless eyes?
Can you cross your heart and hope to die?
I'll bring someone to life, someone for real
Someone who feels the way that I feel Prenderò il Pacino di Scarface e il Brando del
Padrino
Li mischierò in una tanica e mi troverò un commando robot
Se lo faccio in posizione verticale e metto la testa dritta
Sarò salvato dalla creatura che creerò
Trarrò sangue da un cactus, polvere da sparo dal ghiaccio
Non gioco d’azzardo a carte e non tiro dadi
Puoi guardarmi in faccia con i tuoi occhi senza vista?
Puoi fare un giuramento sulla tua testa?
Darò vita a qualcuno, qualcuno per davvero
Qualcuno che prova ciò che provo io
I study Sanskrit and Arabic to improve my mind
I wanna do things for the benefit of all my my kind
I say to the willow tree, "Don't weep for me"
I'm saying the hell with all things that used to be
Well, I'm get into trouble, then I hit the wall
No place to turn, no place at all
I'll pick a number between a-one and two
And I ask myself, "What would Julius Caesar do?"
I'll bring someone to life in more ways than one
Don't matter how long it takes, it'll be done when it's done Studio il sanscrito e l’arabo per migliorare la
mia mente
Voglio fare cose che vadano a beneficio di tutta l’umanità
Dico al salice: “Non piangere per me”
Dico “All’inferno!” a tutte le cose che ero
Be’, mi metto nei guai, poi vado a sbattere
Nessun posto per voltarmi indietro, proprio nessuno
Sceglierò un numero tra uno e due
E mi chiederò: “Cosa farebbe Giulio Cesare?”
Darò vita a qualcuno in più di un modo
Non importa quanto ci vorrà, sarà pronto quando sarà pronto
I'm gon' make you play the
piano like Leon Russell
Like Liberace, like St. John the Apostle
I'll play every number that I can play
I'll see you maybe on Judgment Day
After midnight, if you still wanna meet
I'll be in Black Horse Tavern on Armageddon Street Ti farò suonare il piano come Leon Russell
Come Liberace, come San Giovanni Apostolo
Suonerò ogni pezzo che so suonare
Magari ci vedremo nel Giorno del Giudizio
Dopo mezzanotte, se vorrai ancora incontrarmi
Sarò alla Black Horse Tavern su Armageddon Street
Two doors down, not that far a walk
I'll hear your footsteps, you won't have to knock
I'll bring someone to life, balance the scales
I'm not gonna get involved in any insignificant details Due porte più in basso, non molto distante
andando a piedi
Ascolterò i tuoi passi, non dovrai bussare
Darò vita a qualcuno, pareggerò i conti
Non tralascerò alcun dettaglio insignificante
You can bring it to St. Peter
You can bring it to Jerome
You can bring it all the way over
Bring it all the way home
Bring it to the corner where the children play
You can bring it to me on a silver tray
I'll bring someone to life, spare no expense
Do it with decency and common sense Puoi portarlo a San Pietro
Puoi portarlo a Jerome
Puoi portarlo per tutto il tragitto
Portarlo fino a casa
Portarlo nell’angolo in cui giocano i bambini
Me lo puoi portare su un vassoio d’argento
Darò vita a qualcuno, non risparmierò alcuna spesa
Lo farò con decenza e buonsenso
Can you tell me what it
means, to be or not to be?
You won't get away with fooling me
Can you help me walk that moonlòight mile?
Can you give me the blessings of your smile?
I'll bring someone to life, use all of my powers
Do it in the dark in the wee, small hours Puoi dirmi cosa significa essere o non essere?
Non te la caverai prendendomi in giro
Puoi aiutarmi a percorrere quel miglio al chiaro di luna?
Puoi concedermi le benedizioni del tuo sorriso?
Darò vita a qualcuno, userò tutti i miei poteri
Lo farò al buio, nelle ore piccole
I can see the history of the whole human race
It's all right there, it's carved into your face
Should I break it all down? Should I fall on my knees?
Is there light at the end of the tunnel, can you tell me please?
Stand over there by the cypress tree
Where the Trojan women and children were sold into slavery
Long before the first Crusade
Way back before England or America were made
Step right into the burning hell
Where some of the best-known enemies of mankind dwell
Mr. Freud with his dreams, Mr. Marx with his ax
See the raw hide lash rip the skin from their backs
Got the right spirit, you can feel it you can hear it
You've got what they call the immortal spirit
You can feel it all night, you can feel it in the morn
It creeps in your body, the day you were born
One strike of lightning is all that I need
And a blast of electricity that runs at top speed
Shimmy your ribs, I'll stick in the knife
Gonna jump-start my creation to life
I wanna bring someone to life, turn back the years
Do it with laughter and do it with tears Vedo la storia di
tutta la razza umana
E’ tutta lì, scolpita sulla tua faccia
Dovrei rompere tutto? Dovrei cadere in ginocchio?
C’è luce alla fine del tunnel, puoi dirmelo, per favore?
Resta lì, vicino al cipresso
Dove donne e bambini di Troia furono venduti in schiavitù
Molto prima della prima crociata
Molto prima della nascita dell’Inghilterra o dell’America
Entra nell’inferno ardente
Dove dimorano alcuni dei nemici più noti dell’umanità
Il signor Freud con i suoi sogni, il signor Marx con la sua ascia
Guarda la frusta di cuoio strappare la pelle dalle loro schiene
Hai lo spirito giusto, puoi sentirlo, puoi ascoltarlo
Hai quello che chiamano lo spirito immortale
Puoi sentirlo tutta la notte, puoi sentirlo al mattino
Si insinua nel tuo corpo dal giorno in cui sei nato
Un fulmine è tutto ciò di cui ho bisogno
E un’esplosione di elettricità che scorre alla massima velocità
Mostrami il costato, io infilzerò il coltello
Allaccerò i cavi e la mia creazione prenderà vita
Voglio riportare in vita qualcuno, riavvolgere gli anni
Lo farò con le risate e con le lacrime
Ciao Mr. Tamburino, a mezzanotte esatta ho trovato su spotify il nuovo
Dylan - se puoi e riesci a pubblicarla questa è Key West - forse la piu
bella - ciao, Marco.
Caro Mr. Tamburine man e cara community,
Mi sfugge la ragione di pubblicare il testo della terza canzone del
nuovo disco del nostro idolo con 48 ore di anticipo. Mi sono ripromesso
di non ascoltarle fino all’arrivo fisico del disco questo perché, avendo
io solamente 25 anni, non ho mai davvero vissuto “l’attesa”. Dacche
tutto è digitale ed esistono moltissime piattaforme per ascoltare musica
le canzoni vengono ormai pubblicate con tempi di latenza bassissimi. Mi
chiedo come ci si sarebbe potuti sentire nell’attesa dell’uscita di BOTT
o Blonde On Blonde. So che non è lo stesso ma voglio provare adesso con
quello che oramai certamente l’ultimo disco del quasi ottuagenario
mister Zimmerman.
Non mi azzardo di fare l’esegesi del testo che qui ti allego, quello
appunto della terza canzone, cioè My Own Version of You, da un lato
perché non ho le competenze, dall’altro perché le parole senza la musica
quando si tratta di Dylan (ma non solo) perdono di potenza evocativa.
Non posso esimermi dal dirti però che frasi come ” Che farebbe Giulio
Cesare?” oppure “Vedo la storia dell’intera umanità è proprio qui
dipinta sulla tua faccia” mi hanno fatto venire la pelle d’oca ed una
grande impazienza di sentire la canzone.
Speravo che quest’estate sarebbe stato l’anno in cui avrei potuto
seguire Dylan durante parte del suo tour europeo ed invece non sarà
possibile. È il primo album che pubblica da quando ho la fortuna di
essermi avvicinato a lui ed è un’emozione gigante, ciònonostante i suoi
tre live siano state tra le esperienze più belle e potenti della mia
vita.
Un caro saluto, Davide Deraco.
MY OWN VERSION OF YOU
BY BOB DYLAN
All through the summers, into January
I've been visiting mosques and monasteries
Looking for the necessary body parts
Limbs and livers and brains and hearts
I'll bring someone to life, is what I wanna do
I'm gonna create my own version of you
Well, it must be the winter of my discontent
I wish you'd've taken me with you wherever you went
They talk all night and they talk all day
But not for a minute, do I believe anything they say
I'm gon' bring someone to life, someone I've never seen
You know what I mean, you know exactly what I mean
I'll take the scar-faced Pacino and the Godfather vandal
Mix it up and attack, and get a robot commander
If I do it all right and put the head on straight
I'll be saved by the creature that I create
I'll get blood from a cactus, gunpowder from ice
I don't gamble with cards and I don't shoot no dice
Can you look in my face with your sightless eyes?
Can you cross your heart and hope to die?
I'll bring someone to life, someone for real
Someone who feels the way that I feel
I study Sanskrit and Arabic to improve my mind
I wanna do things for the benefit of all my my kind
I say to the willow tree, "Don't wait for me"
I'm saying the hell with all things that used to be
Well, I'm get into trouble, then I hit the wall
No place to turn, no place at all
I'll pick a number between a-one and two
And I ask myself, "What would Julius Caesar do?"
I'll bring someone to life in more ways than one
Don't matter how long it takes, it'll be done when it's done
I'm gon' make you play the piano like Leon Russell
Like Liberace, like St. John the Apostle
I'll play every number that I can play
I'll see you maybe on Judgment Day
After midnight, if you still wanna meet
I'll be in Black Horse Tavern on Armageddon Street
Two doors down, not that far a walk
I'll hear your footsteps, you won't have to knock
I'll bring someone to life, balance the scales
I'm not gonna get involved in any insignificant details
You can bring it to St. Peter
You can bring it to Jerome
You can bring it all the way over
Bring it all the way home
Bring it to the corner where the children play
You can bring it to me on a silver tray
I'll bring someone to life, spare no expense
Do it with decency and common sense
Can you tell me what it means, to be or not to be?
You won't get away with fooling me
Can you help me walk that good land mile?
Can you give me the blessings of your smile?
I'll bring someone to life, use all of my powers
Do it in the dark in the wee, small hours
I can see the history of the whole human race
It's all right there, it's carved into your face
Should I break it all down? Should I fall on my knees?
Is there light at the end of the tunnel, can you tell me please?
Stand over there by the cypress tree
Where the Trojan women and children were sold into slavery
Long before the first Crusade
Way back before England or America were made
Step right into the burning hell
Where some of the best-known enemies of mankind dwell
Mr. Freud with his dreams, Mr. Marx with his ax
See the raw hide lash rip the skin from their backs
Got the right spirit, you can feel it you can hear it
You've got what they call the immortal spirit
You can feel it all night, you can feel it in the morn
It creeps in your body, the day you were born
One strike of lightning is all that I need
And a blast of electricity that runs at top speed
Shimmy your ribs, I'll stick in the knife
Gonna jump-start my creation to life
I wanna bring someone to life, turn back the years
Do it with laughter and do it with tears
Caro Davide, prima
di tutto grazie per il testo, da oggi sono tutti online, quindi, pian
piano, verranno tutti pubblicati e tradotti. Naturalmente ogni
traduzione è sempre soggetta a revisioni e miglioramenti, quindi, se vi
sembrerà il caso, mandate i vostri suggerimenti. Poi lasciami dire che è
bellissimo leggere l'entusiasmo di un giovane 25enne che si emoziona
anche a sentire solo la voce di Bob, perchè nel caso degli ultimi 5
dischi le canzoni erano dai masterpieces del songbook americano. Noi,
ormai decrepiti dylaniani, provammo quelle emozioni con Blonde On Blonde
sopratutto, anche se non fu l'unico, ma quel suo selvaggio suono di fine
mercurio ci lasciò tutto di stucco! Un disco di Dylan è sempre un
evento, non sai mai cosa ci si può trovare dentro! Questa volta, forse
causa la pandemia, Bob ci ha omaggiato e preparati per questo disco con
tre anticipazioni, dandoci l'idea della diversità e del valore di questo
suo ultimo lavoro. Godiamocelo in pace, per parlerne e commentare di
tempo ce ne sarà a iosa! Live long and prosper, Mr. Tambourine, :o)
Giovedì 18
Giugno 2020
Talkin'
10920 -
silcatt
Oggetto: "Bob Dylan Has a Lot on His
Mind" di Douglas Brinkley
Gentilissimo Mr Tambourine, ho rivisto la
mia traduzione dell’intervista a Dylan, correggendola e migliorandola in
un paio di punti (anche confrontandomi con quella che ti ha inviato
Mario Mazziol). Questa nuova stesura mi sembra perfetta, o almeno spero.
Se sul sito non hai già inserito la precedente che ti ho inviato lunedì,
buttala e usa questa. Grazie!!!
Un abbraccio e ancora un infinito grazie per tutto il lavoro che ti
sobbarchi e la grande passione con cui lo fai.
Alla prossima, Silvano.
Carissimo "semprer
fidelis" Silvano, ti chiamerò così d'ora in poi, perchè, proprio come i
marines, nel momento del bisogno tu ci sei sempre! Ecco dunque la tua
traduzione per la gioia di tutti i Maggiesfarmers, naturalmente copia di
tutto è già negli archivi! Alla prossima, un abbraccio, Mr.Tambourine,
:o)
Bob Dylan
Has a Lot on His Mind
di Douglas Brinkley
(Preside di Scienze Umane e professore di Storia alla Rice University.
Autore del libro “American Moonshot: John F. Kennedy and the Great Space
Race.)
12 giugno 2020
Traduzione di Silvano
Cattaneo
Qualche anno fa, seduti
all'ombra degli alberi di Saratoga Springs, New York, ebbi una
conversazione di due ore con Bob Dylan che spaziò da Malcolm X alla
Rivoluzione francese, da Franklin Roosevelt alla Seconda guerra
mondiale. A un certo punto mi chiese cosa sapessi del massacro di Sand
Creek del 1864. Quando risposi "non abbastanza", si alzò dalla sedia
pieghevole, salì sul suo tour bus e tornò cinque minuti dopo con
fotocopie che descrivevano come le truppe statunitensi avevano
massacrato centinaia di pacifici Cheyenne e Arapaho nel Colorado
sudorientale.
Considerata la natura
del nostro rapporto, mi sono sentito libero di contattarlo ad aprile,
nel mezzo della crisi del coronavirus, dopo che a sorpresa aveva
pubblicato "Murder Most Foul", epico brano di 17 minuti sull'assassinio
di Kennedy. Nonostante non abbia rilasciato nessuna intervista
importante al di fuori del suo sito web da quando nel 2016 ha vinto il
Nobel per la letteratura, ha accettato una chiacchierata telefonica
dalla sua casa di Malibu che, in definitiva, è la sua unica intervista
prima della pubblicazione di "Rough and Rowdy Ways”, il suo primo album
di brani originali da “Tempest” del 2012.
Come la maggior parte
delle conversazioni con Dylan, "Rough and Rowdy Ways" copre un
territorio complesso: trance e inni, blues sprezzanti, brame d'amore,
giustapposizioni comiche, ironici giochi di parole, ardore patriottico,
fermezza anticonformista, cubismo lirico, riflessioni dell'età del
crepuscolo e appagamento spirituale.
Nell’adrenalinica
"Goodbye Jimmy Reed" Dylan onora il bluesman del Mississippi con feroci
riff di armonica e versi sconci. Nel blues lento "Crossing the Rubicon",
sente "le ossa sotto la mia pelle" e considera le sue opzioni
prima della morte: "Tre miglia a nord del purgatorio, un passo dal
grande oltre / Ho pregato la croce, baciato le ragazze e ho attraversato
il Rubicone".
"Mother of Muses" è un
inno al mondo naturale, cori gospel e militari come William Tecumseh
Sherman e George Patton, "che hanno aperto la strada perché Presley
cantasse / che hanno aperto la strada a Martin Luther King". E "Key
West (Philosopher's Pirate)" è un’eterea meditazione sull'immortalità,
ambientata in un viaggio lungo la Route 1 verso le Florida Keys, con la
fisarmonica di Donnie Herron che incarna Garth Hudson della Band. In
questo brano rende omaggio a "Ginsberg, Corso e Kerouac".
Forse un giorno scriverà
una canzone o dipingerà un quadro per onorare George Floyd. Negli anni
'60 e '70, sulla scia dell’impegno dei leader neri del movimento per i
diritti civili, anche Dylan contribuì a mettere a nudo l'arroganza del
privilegio bianco e l’oscenità dell'odio razziale in America con canzoni
come "George Jackson", "Only a Pawn in Their Game" e" The Lonesome Death
of Hattie Carroll". Uno dei suoi versi più duri su vigilanza e razza è
in “Hurricane”, ballata del 1976: "A Paterson è così che vanno le
cose / Se sei nero è meglio che non ti fai vedere in giro / A meno che
non vuoi tirarti addosso la questura".
L’ho richiamato il
giorno dopo l’uccisione di Floyd a Minneapolis per avere un suo
commento. Visibilmente scosso dall'orrore successo proprio nel suo Stato
natio, sembrava depresso. "Mi ha fatto infinitamente male vedere George
torturato a morte in quel modo", ha detto. “Era terribilmente osceno.
Speriamo che la giustizia arrivi presto per la famiglia Floyd e per la
nazione".
Questo è un resoconto
delle due conversazioni:
"Murder
Most Foul"
è stata scritta come una celebrazione nostalgica per un tempo perduto?
Per me non è nostalgica.
Non penso a "Murder Most Foul" come una glorificazione del passato o un
commiato da un'età perduta. Mi parla del presente e lo ha sempre fatto,
specialmente quando stavo scrivendo il testo.
Qualcuno negli anni ’90
ha messo all'asta un fascio di trascrizioni inedite che avevi scritto
sull'omicidio di John Kennedy. Quelle note in prosa erano per un saggio
o speravi di scrivere una canzone come "Murder Most Foul" da tanto
tempo?
Non ho la consapevolezza
di aver mai voluto scrivere una canzone su JFK. Molti di questi
documenti messi all'asta erano stati falsificati. I falsi sono facili da
individuare perché qualcuno li ha firmati con il mio nome sempre in
fondo.
Ti ha sorpreso che
questa canzone di 17 minuti sia stato il tuo primo numero 1 nelle
classifiche di Billboard?
Sì, certo.
"I Contain Multitudes" ha un verso molto potente: "Dormo
con la vita e la morte nello stesso letto". Probabilmente ci
sentiamo tutti così quando raggiungiamo una certa età. Pensi spesso alla
mortalità?
Penso alla morte della razza umana. Il lungo e strano
viaggio della scimmia nuda. Non per essere banale, ma la vita di tutti è
davvero effimera. Ogni essere umano, non importa quanto forte o potente
sia, è fragile di fronte alla morte. Ci penso in termini generali, non
in modo personale.
C'è un forte sentimento apocalittico in "Murder Most
Foul". Sei preoccupato che nel 2020 abbiamo superato il punto di non
ritorno? Che la tecnologia e l’iperindustrializzazione operino contro la
vita umana sulla Terra?
Certo, ci sono molti motivi per essere preoccupati. In
giro c'è sicuramente molta più ansia e nervosismo di una volta. Ma
questo vale solo per le persone di una certa età come me e te, Doug.
Abbiamo la tendenza a vivere nel passato, ma è una cosa nostra. I
giovani non hanno questa tendenza. Non hanno un passato, tutto ciò che
sanno è quello che vedono e sentono, e in questo crederanno. Tra venti o
trent’anni, saranno loro protagonisti. Quando vedi qualcuno di dieci
anni, lui avrà il potere tra venti o trent’anni e non avrà la minima
idea del mondo che conoscevamo noi. Gli adolescenti non hanno il viale
dei ricordi. Quindi è meglio entrare in questa mentalità il più presto
possibile perché sarà la realtà. Riguardo alla tecnologia, rende tutti
vulnerabili. Ma i giovani non la pensano così, non gliene importa
affatto. Le telecomunicazioni e la tecnologia avanzata sono il mondo in
cui sono nati. Il nostro mondo è già obsoleto.
Un verso di "False Prophet" - "Sono l'ultimo dei
migliori, puoi seppellire gli altri" - mi ha ricordato la recente
scomparsa di John Prine e Little Richard. Hai ascoltato la loro musica
dopo che sono morti, come una sorta di tributo?
Tutt’e due hanno trionfato nel loro lavoro. Non hanno
bisogno di nessuno che faccia tributi. Tutti sanno chi erano e cos’hanno
fatto. E meritano tutto il rispetto e le lodi che hanno ricevuto. Nessun
dubbio a riguardo. Ma con Little Richard ci sono cresciuto, era lì prima
di me. Accese un fiammifero sotto di me e mi fece entrare in sintonia
con cose che non avrei mai conosciuto da solo. Quindi penso a lui in
modo diverso. John [Prine] è venuto dopo di me, non è la stessa cosa. Li
vedo in modo diverso.
Perché la musica gospel di Little Richard non ha avuto
maggior successo?
Probabilmente perché la musica gospel è la musica della
buona novella e di questi tempi non ci sono proprio buone notizie. Le
buone notizie nel mondo di oggi sono come un fuggitivo, trattate come un
bandito e messe in fuga. Represse. Tutto ciò che vediamo sono notizie
buone a nulla. E dobbiamo ringraziare l'industria dei media per questo.
Fomentano le persone. Gossip e panni sporchi, cattive notizie che
deprimono e inorridiscono. Le notizie dei gospel, invece, sono
esemplari. Ti possono infondere coraggio. Puoi accordarci la tua vita, o
comunque provarci. E puoi farlo con onore e principi. Ci sono verità nel
gospel, ma alla maggior parte delle persone non interessano. Vivono le
proprie vite troppo in fretta. Troppe influenze negative. Sesso,
politica e omicidi sono la strada da percorrere se vuoi attirare
l'attenzione della gente. Ci eccitano, questo è il nostro problema.
Little Richard era un grande cantante gospel, ma penso
sia stato vissuto come un estraneo o un intruso nel mondo del gospel.
Non l'hanno accettato. E ovviamente il mondo del rock'n'roll voleva che
lui continuasse a cantare "Good Golly, Miss Molly". Così la sua musica
gospel non fu accettata in nessuno dei due mondi. Penso sia successa la
stessa cosa a Sister Rosetta Tharpe, ma non riesco a immaginare nessuno
dei due preoccuparsene più di tanto. Entrambi erano quelle che definiamo
persone dal carattere forte. Autentici, pieni di talento, conoscevano sé
stessi e non si facevano condizionare da nulla di esterno. So che Little
Richard era così. E anche Robert Johnson era così, persino di più.
Robert è stato uno dei geni più inventivi di tutti i tempi. Ma
probabilmente non aveva un pubblico a cui parlare. Era così avanti che
non l'abbiamo ancora raggiunto. Oggi la considerazione per lui non
potrebbe essere più alta, eppure ai suoi tempi le sue canzoni
confondevano la gente. E questo ti dimostra che le grandi persone
seguono la loro strada.
Nell'album "Tempest" hai inciso "Roll on John" come
omaggio a John Lennon. C'è un'altra persona per cui vorresti scrivere
una ballata?
Quel tipo di canzoni mi escono all’improvviso, dal nulla.
Non pianifico mai di scriverne una. Detto questo, ci sono però
personaggi pubblici che per una qualche ragione sono nel tuo subconscio.
Nessuna delle canzoni dedicate è scritta intenzionalmente. Cadono
davvero dal cielo. Sono sorpreso come tutti del perché le scrivo. Però
la tradizione folk ha una lunga storia di brani dedicati a qualcuno:
John Henry, Mister Garfield, Roosevelt. Forse sono semplicemente
incatenato a questa tradizione.
Nei tuoi pezzi rendi omaggio a molti grandi artisti.
Citare Don Henley e Glenn Frey in "Murder Most Foul" per me è stata una
sorpresa. Quali canzoni degli Eagles ti piacciono di più?
"New Kid in Town", "Life in the Fast Lane", "Pretty Maids
All in a Row". Questa potrebbe essere una delle migliori canzoni di
sempre.
In "Murder Most Foul" citi anche ad Art Pepper, Charlie
Parker, Bud Powell, Thelonious Monk, Oscar Peterson e Stan Getz. In che
modo il jazz ti ha ispirato come cantautore e poeta nella tua lunga
carriera? Ci sono artisti jazz che hai continuato ad ascoltare negli
ultimi tempi?
Forse le prime incisioni di Miles [Davis] su Capitol
Records. Ma cos'è il jazz? Dixieland, bebop, fusion ad alta velocità?
Cos’è che chiami jazz? Sonny Rollins? Di Sonny mi piacciono le sue cose
calypso, ma è jazz? Jo Stafford, Joni James, Kay Starr, penso che
fossero tutti cantanti jazz. King Pleasure, ecco la mia idea di un
cantante jazz. Non so, puoi infilarci di tutto in quella categoria. Il
jazz risale ai ruggenti anni ‘20. Paul Whiteman fu chiamato il re del
jazz, ma sono sicuro che se avessi chiesto a Lester Young non avrebbe
saputo di cosa stavi parlando.
Qualcosa mi ha ispirato? Certo, e probabilmente molto.
Ella Fitzgerald mi ha ispirato come cantante. Oscar Peterson come
pianista, senza dubbio. Qualcosa mi ha ispirato come autore? Sì, "Ruby,
My Dear" di [Thelonious] Monk. Quel brano mi ha spinto a fare qualcosa
di simile. Ricordo di averlo ascoltato in continuazione.
Che ruolo ha l'improvvisazione nella tua musica?
Proprio nessuno. Non c’è modo di cambiare la natura di
una canzone dopo che l’hai scritta. Puoi inserire motivi diversi di
chitarra o piano sulle linee strutturali e proseguire da lì, ma non è
improvvisazione. L'improvvisazione ti lascia aperto a esecuzioni buone o
cattive, ma l’idea è di rimanere coerenti. In sostanza suoni la stessa
cosa una volta dopo l’altra, nel modo più perfetto possibile.
"I Contain Multitudes" è
sorprendentemente autobiografica in alcuni punti. Gli ultimi due versi
emanano uno stoicismo estremo, mentre il resto della canzone è un
confessionale spiritoso. Ti sei divertito a vedertela con gli impulsi
contradditori tuoi e della natura umana in generale?
In realtà non ho dovuto
lottare molto. È il genere di cose in cui accumuli versi da flusso di
coscienza, li lasci decantare e poi ci tiri fuori qualcosa. In questa
canzone in particolare, gli ultimi versi sono arrivati per primi: quindi
è qui che tutto stava andando. Ovviamente, il catalizzatore della
canzone è il titolo. È uno di quei pezzi che scrivi d’istinto. Un po’ in
uno stato di trance. La maggior parte delle mie canzoni recenti sono
così. I testi sono veri, tangibili, non sono metafore. Le canzoni
sembrano conoscere sé stesse e sanno che io posso cantarle, vocalmente e
ritmicamente. In un certo senso si scrivono da sole e contano su di me
perché le canti.
In questa canzone, ancora una volta, nomini tanta gente.
Cosa ti ha spinto a citare Anna Frank accanto a Indiana Jones?
La sua storia significa molto. È profonda, e difficile da
esprimere o parafrasare, specialmente nella cultura moderna. Tutti hanno
una soglia di attenzione così breve. Tu però stai portando il nome di
Anna [Frank] fuori dal contesto perché fa parte di un trittico. Potresti
anche chiedere: "Cosa ti ha spinto a includere Indiana Jones o i Rolling
Stones?" I nomi in sé non sono solitari. E la loro combinazione che dà
vita a qualcosa che è più delle singole parti. Scendere troppo nei
dettagli è irrilevante. La canzone è come un dipinto, non puoi vederlo
tutto insieme se sei troppo vicino. I singoli pezzi sono solo una parte
del tutto.
"I Contain Multitudes" è più simile alla scrittura in
trance. O meglio, non è che è simile, è proprio scrittura in stato di
trance. È come percepisco per davvero le cose. È la mia identità e non
ho intenzione di metterla in discussione, non sono in grado di farlo.
Ogni verso ha uno scopo specifico. Da qualche parte nell'universo quei
tre nomi [Anna Frank, Indiana Jones e Rolling Stones] devono aver pagato
un prezzo per quello che rappresentano, e sono legati tra loro. Mi è
difficile spiegare perché e per come, ma questi sono i fatti.
Ma Indiana Jones è un personaggio immaginario…
Sì, ma la colonna sonora di John Williams lo ha portato
in vita. Senza quella musica sarebbe stato solo un film. È la musica che
fa vivere Indy. E forse questa è una delle ragioni per cui sta nella
canzone. Non so, tutti e tre quei nomi sono arrivati contemporaneamente.
Un riferimento ai Rolling Stones irrompe in “I Contain
Multitudes.” Così per gioco, quale canzone degli Stones vorresti aver
scritto tu?
Oh, non so, forse “Angie,”
“Ventilator Blues”
e cos’altro… fammi pensare, ah sì!, “Wild
Horses”.
Charlie Sexton ha
iniziato a suonare con te per un paio di anni nel 1999, e poi è
ritornato all'ovile nel 2009. Cosa lo rende un musicista così speciale?
È come se riusciste a leggervi nel pensiero.
Charlie sì, lui può
leggere nella mente di chiunque. Charlie, poi, scrive canzoni e le canta
benissimo, e sa suonare la chitarra da maestro. Non c'è nessuna delle
mie canzoni in cui Charlie non si senta coinvolto e con me ha sempre
suonato alla grande. "False Prophet" è uno dei tre brani con il giro di
12 battute del nuovo disco. Charlie è bravo in tutte le canzoni. Non è
un chitarrista esibizionista, anche se potrebbe farlo se lo volesse. È
molto contenuto nel suo modo di suonare, ma quando vuole sa essere
esplosivo. Ha uno stile classico, autentica vecchia scuola. Entra in una
canzone piuttosto che aggredirla. Questo ha sempre fatto con me.
Come hai passato gli ultimi mesi rifugiato in casa a
Malibu? Sei riuscito a saldare o a dipingere?
Sì, un pò.
Riesci a essere musicalmente creativo quando sei a casa?
Lo sono soprattutto nelle stanze d’albergo. Una stanza
d’albergo è per me la cosa più vicina a uno studio privato.
Avere l'Oceano Pacifico dietro casa ti aiuta a elaborare
la pandemia di Covid-19 in modo spirituale? Esiste una teoria chiamata
"blue mind" [“mente blu”] secondo cui vivere vicino all'acqua è un
rimedio salutare.
Sì, posso crederci. "Cool Water", "
Many Rivers to Cross”, “How Deep Is the Ocean”: ascolto
una di queste canzoni ed è una sorta di cura. Non so per cosa, forse una
cura per qualcosa che non so nemmeno di avere. Un rimedio di qualche
tipo. È come una cosa spirituale. L'acqua è una cosa spirituale. Non
avevo mai sentito parlare di "blue mind". Suona come una specie di
canzone, uno slow blues. Qualcosa che potrebbe scrivere Van Morrison.
Forse l'ha fatto, non lo so.
È davvero un peccato che proprio quando la commedia "Girl
From the North Country", con le tue musiche, stava ottenendo recensioni
entusiastiche abbia dovuto chiudere a causa del Covid-19. Sei andato a
vederla o hai guardato il video?
Certo, l'ho vista e mi ha colpito. L'ho vista come uno
spettatore anonimo, non come qualcuno che ne fosse in qualche modo
coinvolto. Mi sono lasciato andare. Alla fine mi ha fatto piangere. Non
so nemmeno perché. Quando è calato il sipario, sono rimasto stordito.
Davvero. Peccato che Broadway abbia chiuso perché volevo rivederla.
Pensi a questa pandemia in termini quasi biblici? Una
piaga che ha spazzato la terra?
Penso che sia un presagio di qualcos'altro a venire. È di
sicuro un'invasione e ha colpito ovunque, ma in che senso “biblica”?
Intendi una specie di segnale di avvertimento alle persone affinché si
pentano dei loro misfatti? Ciò implicherebbe che nel mondo stia per
arrivare una sorta di castigo divino. L'estrema arroganza può avere
punizioni disastrose. Forse siamo alla vigilia della distruzione. Ci
sono molti modi per considerare questo virus. Penso che si debba
lasciare che faccia il suo corso.
Tra tutti i tuoi brani, "When I Paint My Masterpiece" con
gli anni mi piace sempre di più. Cosa te l’ha fatta riportare in
scaletta negli ultimi concerti?
Anche a me col tempo piace di più. Penso che questa
canzone abbia a che fare con il mondo classico, qualcosa di
irraggiungibile. Un posto dove vorresti essere, al di là della tua
esperienza. Qualcosa di così supremo ed elevato da non poter mai più
scendere. Hai raggiunto l'inimmaginabile. Questo cerca di dire la
canzone e dovresti considerarla in questo contesto. Detto ciò, anche se
dipingi il tuo capolavoro, poi cosa farai? Ovviamente dovrai dipingere
un altro capolavoro. E potrebbe diventare un ciclo infinito, una sorta
di trappola. Ma questo la canzone non lo dice.
Alcuni anni fa ti ho visto suonare una versione quasi
bluegrass di "Summer Days". Hai mai pensato di registrare un album
bluegrass?
Non ci ho mai pensato. La musica bluegrass è misteriosa e
profondamente radicata, devi essere nato suonandola. Solo perché sei un
grande cantante, o un grande qualcos’altro, non significa che tu possa
stare in un gruppo bluegrass. È quasi come la musica classica. È
armonica e contemplativa, ma è sanguigna. Se hai mai sentito gli Osborne
Brothers, sai cosa intendo. È una musica che non perdona e non la puoi
forzare. Le canzoni dei Beatles suonate in stile bluegrass non hanno
alcun senso, è il repertorio sbagliato, ma è stato fatto. Di sicuro ci
sono elementi di musica bluegrass in quello che suono, in particolare
l'intensità e tematiche simili. Ma non ho il timbro alto da tenore e non
abbiamo armonie a tre voci o il banjo in continuazione. Ascolto molto
Bill Monroe, ma cerco di stare attaccato a ciò che riesco a fare meglio.
Come va la tua salute? Sembri in ottima forma. Come
riesci a far lavorare mente e corpo all'unisono?
Ah, questa è la grande domanda, vero? Come fanno tutti
gli altri? Mente e corpo vanno di pari passo. Ci deve essere una sorta
di accordo. Mi piace pensare alla mente come spirito e al corpo come
sostanza. Non ho idea di come si integrino queste due cose. Cerco solo
di andare sulla retta via e di rimanerci, senza scossoni.
Bob Dylan ama il musical con le sue
canzoni
clicca qui
Mercoledì
17
Giugno 2020
Talkin'
10919 -
mmazzim
Oggetto: Dylan Intervista 2020.pdf
Mr. Tamburino ecco l’intervista. Che se la godano tutti!
clicca qui
Un abbraccio, Mario Mazziol
Come dicevano una
volta i vecchi nostalgici del si stava meglio quando si stava peggio,
“Muro o non muro tre passi avanti”. Caro Mario, ti ringrazio di cuore a
nome di tutti, anche se credo di dover lasciare l'intervista in formato
pdf. perchè la traduzione è di Fabio Galimberti che l'ha tradotta credo
per il quotidiano "La Repubblica", quindi non credo di avere
l'autorizzazione a copiarla ed inglobarla nel sito. però anticipo a
tutti che il nostro vecchio amico Silvano Cattaneo si è subito attivato
e mi ha mandato la sua traduzione che sarà quella che ingloberò nel
sito. Per il momento sarà bello leggerla anche in pdf. Grazie ed alla
prossima, live long and prosper, Mr.Tamborine, :o)
Complimenti ad Alessandro per il suo azzeccato ritrovamento e le sue
osservazioni. Ormai abbiamo imparato che Dylan sovradetermina i suoi
testi. Invito tutti a rifugiarsi tra le solide mura di Maggie's Farm
prima che si scateni, il 19, la shit storm di banalità che di solito
dura due o tre giorni prima di sparire nel nulla. Non ne faccio una
colpa a quei poveri freelance che tra una camicia da stirare e i bambini
da prendere a scuola devono buttar giù due righe su un vecchio cantante
di cui sanno solo che una volta ha composto Hurricane. Nel frattempo
protetti dal sicuro rifugio dalla tempesta della Fattoria propongo a
tutti di risolvere l'interrogativo di JuJu: Dylan è un' aspirapolvere? O
aspira solo quello che vuole lui? Sapete già qual'è la mia ovvia
risposta, ma per soffiare ancor più sul fuoco, sentite questa...Il 20
Febbraio 1858 Whitman pubblicava sul Brooklyn Daily Times un articolo
intitolato Rowdyism Rampant (teppismo dilagante) in cui denunciava i
"loafers" che "sfidavano la legge, provocavano risse e disturbavano la
quiete pubblica" e profetizzava che "un giorno o l'altro qualche persona
di buona volontà avrebbe preso in mano la questione" e dato una lezione,
con mano ferma, a questa "rum-swilling, rampant set of rowdies and
roughs" (dilagante torma di turbolenti e rozzi sbevazzoni di rum.)
Diciamolo subito: i modi rozzi e turbolenti sono i modi in cui si è
fatta l'America. Vi ricordate Gangs of New York? Più o meno romanzata
che sia, è la New York di Whitman, c'era anche lui in giro a quel tempo,
anche se non negli stessi quartieri. Era un "nativo", non certo rozzo
come il "butcher", ma un nativo, almeno idealmente, e c'è anche questo
nelle moltitudini di "Leaves of Grass", non so se ci avrebbe messo anche
gli irlandesi. E in quelle di Dylan? C'è parecchia roba. Pensate che
vada a Bally-na-Lee per caso? Lo chiederemo a Di Caprio.
Carissimo Miscio, già
nella traduzione di "I Contain Moltitudes" avevamo citato Bally-na-Lee
come una poesia Iirlandese intitolata "The Lass from Bally-na-Lee"
scritta da Anthony Raftery. Ora te la allego perchè la trovo
delicata nella sua essere in fondo una cosa di sesso:
On my way to Mass
To say a prayer,
The wind was high
Sowing rain,
I met a maid
With wind-wild hair
And madly fell
In love again.
I spoke with learning,
Charm and pride
And, as was fitting,
Answered she:
'My mind is now
well satisfied,
So walk with me
Tto Bally-na-Lee.'
Given the offer,
I didn't delay,
And blowing a laugh
At this willing young lass,
I swung with her over
The fields through the day
Till shortly we reached
The rump of the house.
A table with glasses
And drink was set
And then says the lassie,
Turning to me:
'You are welcome, Raftery,
So drink a wet
To love's demands
In Bally-na-Lee.
Sulla mia strada per
la messa
Per dire una preghiera,
Il vento era forte
Acqua a catinelle,
Ho incontrato una cameriera
Con i capelli selvaggi
E follemente mi
Innamorai di nuovo.
Ho parlato con sapienza,
Fascino e orgoglio
E, come era conveniente,
Lei rispose:
'La mia mente è adesso
ben soddisfatta,
Quindi vieni con me
A Bally-na-Lee
Vista l'offerta,
Non ho perso tempo
E soffiando una risata
a questa giovane ragazza volenterosa,
Ho passeggiato con lei
nei campi durante il giorno
Fino a che non abbiamo raggiunto
Il retro della casa.
Un tavolo coi bicchieri
E il drink fu pronto
E poi la ragazzina disse
Rivolgendosi a me:
"Benvebuto Raftery,
Quindi bevi qualcosa
Per fare richieste d’amore
A Bally-na-Lee.
Ballinalee (o Saint
Johnstown; in irlandese: Béal Átha na Lao è un villaggio nella contea
settentrionale di Longford, in Irlanda. Si trova sul fiume Camlin e
rientra nella parrocchia civile di Clonbroney. Il nome del villaggio in
irlandese significa "bocca del guado dei vitelli". Il nome "St
Johnstown" deriva dal nome della Chiesa Irlandese di St. John. Ci sono
due chiese cattoliche romane nella parrocchia; la Chiesa della
Santissima Trinità nel villaggio e la Chiesa di San Giacomo a
Clonbroney. Ballinalee era il sito del primo convento edificato in
Irlanda a Old Clonbroney. I suoi resti sono visibili ancora oggi.
Però non vorrei che a
causa di questa poesia dalla quale ha tratto il nome di Bally-na-Lee
venisse ancora una volta accusato di essere un plagiatore! Tanto a lui
non gliene frena una beata mi..................!!!!! Alla prossima, con
stima ed ammirazione, Mr.Tambourine, :o)
Martedì 16
Giugno 2020
Bob Dylan e
«Rough and Rowdy Ways»: un disco su vita e morte
clicca qui
Cari MaggiesFarmers,
ti invio il link dell'intervista fatta a Dylan in questi giorni di cui
parla dell'album Rough and Rowdy Ways.
Se qualcuno ha la santa pazienza di tradurla....
Ub saluto a tutti
BOB DYLAN: "FORSE SIAMO VICINI
ALLA DISTRUZIONE"
clicca qui
Sabato 13
Giugno 2020
Talkin'
10914 - alessandro.sottoriva
Oggetto: Uno pari...
Ciao Mr. Tambourine, tramite te, e questa nostra grande Fattoria,
volevo, e ci tengo tanto, rispondere all' anonima lettrice della
Talkin' 10910..
Ohhhh.. Gentilissima, carissima e affezionata anonima Dylanyana, ti dico
grazie, grazie a te dal profondo del cuore, adesso sei tu che mi hai
fatto commuovere!... Mi fa molto molto piacere, che il mio pensiero e le
mie parole ti siano arrivate diritte al cuore. Sono convinto che chi
come me, te e tutti i Maggiesfarmers seguano assiduamente questo
bellissimo sito messo a disposizione e curato quotidianamente in maniera
ineccepibile dal buon Mr.Tambourine, oltre che per una sana passione
Dylaniana o semplice curiosità, proprio perché dotati di un gran
sentimento, non può essere che altrimenti, perché Dylan, Bob Dylan, È
sentimento. Quel sentimento, che a volte non sappiamo bene neanche noi
di avere, ma che le vicissitudini della vita, ricordi e avvenimenti
tristi, ce lo fanno manifestare in tutta la sua meravigliosa bellezza.
Coraggio, quindi carissima anonima, da parte mia non posso che esserne
orgoglioso se le mie parole dopo le lacrime ti hanno strappato un
sorriso portandoti un pò' di conforto, il viaggio continua, la vita va
avanti, sii serena sempre e ricorda sempre i bei momenti, You are a Big
Girl, now. Non potendo far altro, ti abbraccio forte, grazie a te
ancora. Un caro saluto. Ciao Ale '65.
E grazie ancora anche a te, Mr. Tambourine, alla prossima, vedi tu se la
ritieni di interesse pubblico o girarla privatamente a lei.
Caro Ale '65, la nostra amica che ha
chiesto di rimanere "anonima" sarà altrettanto commosa dalle tue
bellissime parole nei suoi riguardi. Credo non ci sia altro da
aggiungere, che ha capito ha capito, chi non ha capito peggio per
lui.....Ho ritenuto più giusto pubblicare la tua mail in risposta
dell'amica anonima che sarà lieta di leggerla su queste pagine piuttosto
che girargliela direttamente, d'altronde questo è anche uno dei compiti
della Fattoria, unire tutti coloro che in un modo o nell'altro sono
toccati nel cuore da Dylan! Alla prossima, live long and prosper,
Mr.Tambourine, :o)
Time Bob Dylan Has a Lot on His Mind:
l'intervista a Bob Dylan
L' intervista di Douglas Brinkley a Bob
Dylan pubblicata dal New York Times si intitola "Bob Dylan Has a Lot on
His Mind". Se qualcuno dei nostri amici lettori si sente di tradurla per
tutti farà un grande piacere a tutti noi che siamo "dylaniati"!
Purtroppo io, col mio inglese appena sopra la 3° media non sono in grado
di offrire una traduzione decente. Resto in attesa sperando nel buon
cuore e nella buona volontà di qualcuno di voi!
Carissimi amici,
voglio segnalarvi ciò che è accaduto ieri perchè mi sono accorto che
l’attuale mondo non è affatto cambiato da quando ero giovane e da quando
Dylan disse che “I tempi stanno cambiando”.
A seguito della segnalazione dell’amico Stefano Catena (catestef) nella
pagina di ieri ho riportato la tracklist che Stefano mi aveva mandato
via e-mail. Contento di poter comunicare finalmente i titoli dei brani
del nuovo album, dopo averli postati e messi online, mi sono affrettato
a comunicare la notizia ad expectingrain.com visto che nemmeno loro
avevano fino al momento accennato ai titoli. Stamane faccio un controllo
e mi accorgo che expectingrain.com non ha pubblicato la notizia così che
al mondo nessuno sapeva ancora i nomi delle canzoni di prossima
pubblicazione, ma anche dalla pagina di Wikipedia
https://en.wikipedia.org/wiki/Rough_and_Rowdy_Ways che avevo segnalato
era sparito il pezzo titolato ”Notes” con i titoli, per riapparire oggi
subito dopo che Bob Dylan ha pubblicato su Youtube un breve video della
durata di 26 secondi col quale svela i titoli dei brani! Perdonatemi se
certe cose non le capisco, tenere segreti i titoli dei brani in uscita mi
sembra solo una stronzata che non serve a niente, men che meno a creare
una tensione emotiva nei fans in attesa, considero la cosa solo una
cretinata e basta! Poi, se non ci credete, potete andare a controllare
di persona, sul sito ufficiale di Bob Dylan sono riapparse le date del
Tour americano di Giugno e Luglio che lo stesso sito di Dylan aveva
annunciato essere state cancellate:
https://www.bobdylan.com/on-tour/
Misteri senza spiegazione, probabilmente qualcuno non sa fare bene il
lavoro per il quale è pagato e Bob non se ne accorge perchè è già
qualche giorno che le date dei concerti sono riapparse senza una
ragione plausibile.
Voglio dire che questa specie di omertà non mi è piaciuta e non l’ho
apprezzata, specialmente da parte di expectingrain.com, da parte di
bobdylanisis.com, da parte di chi ha modificato ieri mattina la pagina
di Wikipedia per riaggiornarla ieri pomeriggio dopo la pubblicazione del
video che potete vedere sotto:
Adesso è palese che il titolo del nuovo album di Bob è stato
probabilmente ispirato dal brano "My Rough And Rowdy Ways" di Jimmie Rodgers:
I titoli che ho
pubblicato ieri sono stati così confermati, e tutti vissero felici e
contenti, anche se io continuo a non capire queste bizzarre strategie di
mercato senza senso. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Giovedì 11
Giugno 2020
Talkin'
10913 - catestef
Oggetto: titoli Bob Dylan - Rough And Rowdy Ways
Tracklisting
Ecco i titoli dei testi del nuovo album di Dylan:
Disk 1:
1. I contain multitudes
2. False prophet
3. My own version of you
4. I've made up my mind to give myself to you
5. Black rider
6. Goodbye Jimmy Reed
7. Mother of muses
8. Crossing the rubicon
9. Key west
Disk 2:
1. Murder Most Foul
Carissimo Stefano, veloce come il lampo e non
ti scappa niente!!!! Questi titoli sono apparsi il 9 giugno 2020 sul sito
tedesco JPC e sono stati
rapidamente ritirati, quindi devono ancora essere ufficialmente
confermati. Questo non vuol dire che non siano quelli veri che saranno
ripubblicati molto presto. I titoli appaiono ancora nella pagina
https://en.wikipedia.org/wiki/Rough_and_Rowdy_Ways nella sezione
Notes. Comunque, grazie a te, Maggie's Farm è il primo sito che li
pubblica in Italia! Un grandissimo grazie, alla prossima, live long and
prosper, Mr.Tambourine, :o)
Ciao,
Intanto complimenti per il sito sempre aggiornato e pieno di notizie
interessanti. Volevo segnalarti questo articolo del mio blog
https://www.pietrobertino.blog/2020/06/08/il-problema-non-sono-i-neri-il-problema-siamo-noi/
Che parte da Dylan per parlare di molto altro e, forse, è anche un
articolo su Dylan più di quanto sembri. Spero ti piaccia, sono un
insegnante molto amareggiato dal futuro che stiamo preparando ai ragazzi
e vedere quei ragazzi in ginocchio a ricordare George Floyd in varie
piazze italiane, mi ha fatto pensare che sì, forse i tempi possono
ancora cambiare.
Un caro saluto, Pietro Bertino.
Caro Pietro, ho letto
il tuo bellissimo articolo le cui parole condivido in pieno. Le tue
considerazioni sono piene di rabbia e tristezza ed anche, permettimi di
dire, di quello che una volta si chiamava "il buon senso dal buon padre
di famiglia". Purtroppo sembra che nel mondo di oggi il buon senso non
serva più a niente, quando si entra a far parte degli "anziani" come me
si pensa di aver visto tutto nella vita ed invece c'è sempre qualcosa di
nuovo. Il vedere le immagini di quel maledetto disgraziato che soffoca
un uomo premendogli il collo con il ginocchio per 8 minuti fa rivoltare
lo stomaco. e, scusa se mi ripeto, ma purtroppo cose come queste sono
ANCORA all'ordine del giorno nella nazione che si taccia di essere la
più progredita, la più tecnologica, la più democratica repubblica del
mondo, nella quale il sogno di ogni uomo è realizzabile. Non saprei cosa
aggiungere, come te spero che i tempi possano ancora cambiare, ma sono
molto ma molto scettico. Speriamo.....sperare non costa niente! Comunque
grazie, alla prossima, l,iove long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Mercoledì
10
Giugno 2020
Qualcuno può
far meglio?
Filmato nel 1979 al Madison Square Garden
per il "MUSE" - No Nukes concerts. Da sinistra a destra: John Hall,
James Taylor, Carly Simon, Graham Nash.
Musicians United for Safe Energy,
o nella forma abbreviata MUSE, fu un gruppo di artisti attivista
fondato nel 1979 da Jackson Browne, Graham Nash, Bonnie Raitt e John
Hall, gruppo nato per contestare l'utilizzo dell'energia nucleare, in
particolare dopo l'incidente accaduto alla centrale nucleare di Three
Mile Island nel marzo del 1979.
MUSE ha organizzato una serie di cinque eventi (battezzati No Nukes) al
Madison Square Garden a New York nel settembre 1979.
Il 23 settembre 1979, quasi 200.000 persone presero parte a un grande
raduno organizzato dal MUSE sull'estremità nord della discarica di
Battery Park della città di New York. Ai concerti parteciparono anche
altri artisti tra cui Crosby, Stills & Nash, Bruce Springsteen, James
Taylor, Carly Simon, The Doobie Brothers, Jesse Colin Young, Gil
Scott-Heron e Tom Petty. A sostegno dell'iniziativa furono pubblicati un
film e l'album dei concerti.
Martedì 9
Giugno 2020
Quando Bob
Dylan pubblicò un flop… di proposito
clicca qui
Ciao Mr.Tambourine,
Sono una delle tue fedeli lettrici e voglio ringraziare, anche se in
forma anonima, alessandro.sottoriva per le sue commoventi parole. Io ho
avuto il mio amato nonnetto, al quale ero legatissima, che mi è stato
portato via da questo maledetto virus ed il fatto che alessandro si sia
ricordato di tutti coloro che non ci sono più per questo motivo mi ha
strappato ulteriori lacrime, ma , pur dovendo rinnovare il dolore nel
ripensare alla sua scomparsa, sono stata felicissima.
Credo che come te, moltissimi altri abbiano
apprezzato le parole di Ale ’65, la Fattoria è una piccola comunità, ma
quello che succede ad uno colpisce tutti! Ti ringrazio di cuore
carissima anonima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Sabato 6
Giugno 2020
Talkin'
10908 - alessandro.sottoriva
Oggetto: Punti di vista.
Hei Mr. Tambourine ciao, credo che se fosse ancora in vita, pure Jimi,
avrebbe detto la sua, a riguardo dei punti di vista, sollevati nella
(bella) discussione di ieri... A parte questo, come suggerisce il video
che ti ho allegato sotto, Dai che si riparte, di tempo ne abbiamo avuto
per pensare, il viaggio continua, on the road again. Che sia davvero un
"New Morning" per tutti, per dirla alla Dylan, e che gli enormi
sacrifici fatti da chi c'è e da chi purtroppo è stato portato via,
possano servire a darci una speranza e tornare a vivere, non a
sopravvivere. Avrebbero Voluto Così.
Ciao, alla prossima, Ale '65
Jimi Hendrix - "If 6 Was 9"
Caro Ale ’65,
le tue parole, che contengono moltitudini, per dirla alla Dylan, non
hanno bisogno di nessuna aggiunta. Sono davvero commoventi e di una
profondità meravigliosa, il pensiero poi per coloro che non ce l’hanno
fatta e non sono più qui con noi risulta oltremodo commovente, mi fa
pensare a quell’esercito di persone senza volto inghiottite nel nulla
senza che nessuno potesse sapere qualcosa di loro.....molte volte la
prima notizia arrivata alla famiglia è stata una busta contenente la
fattura della cremazione, e questo aggiunge tristezza alla disperazione,
senza contare l’azione che sembra proprio di bassa lega, forse si poteva
trovare un altro mezzo meno straziante di questo per comunicare la
scomparsa di questi poveri sfortunati fra i quali probabilmente ci sarà
stato anche qualche nostro affezionato lettore. Mi vengono i brividi a
ripensarci, ma comunque, al di là di queste tristezze, rimane la
dimostrazione di come bastano poche parole per toccare il cuore di
tutti!
Detto doverosamente questo, è stato piacevole rivedere Dennis Hopper
(Billy), Peter Fonda (Wyatt, alias “Capitan America") e Jack Nicholson
(George Hanson) in sella ai loro fantastici choppers.
Quando il film usci tutti noi giovani cominciammo a sbavare per
modificare i nostri motorini con forcelle saldate per allungarle,
serbatoi a goccia che provenivano dei vecchi ciclomotori “aquilotto”
della Bianchi,
forse qualcuno se li
ricorda ancora, tubi di scarico di fattura fantasiosamente artigiana, l’
importante era che andassero in alto oltre l’altezza della sella con
rigoroso schienale anch’esso di fattura nostrana. Ricordo i vigili del
mio paese che mi guardarono allibiti e divertiti la prima volta che mi
videro passare sul mio chopper/Morini “corsarino” 48c.c. quattrotempi.
Mi dissero di sparire dalla loro vista e di non farmi più vedere in giro
con quell’obbrobrio. Naturalmente al tempo me ne fregai del loro avviso
e continuai a girare collezionando multe a ripetizione, ma era un
sacrificio che facevo volentieri pur di essere “IN”.
Speriamo che questa “ripartenza” prima o poi svolti verso la positività
e che sia davvero un nuovo mattino per ritrovare la vita e non, come
giustamente hai detto tu, la sopravvivenza.
Ti ringrazio dal profondo del cuore per queste tue parole, alla
prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Venerdì 5
Giugno 2020
Tomorrow
Night with Tricia Yearwood
Written By Will Grosz, Sam Coslow & Traditional 1939 - Arranged by Bob Dylan
"Rhythm, Country & Blues" Concert - Universal Amphitheater, Los Angeles,
California, March 23rd 1994
Tomorrow night, will you remember what you said tonight?
Tomorrow night, will all the thrill be gone?
Tomorrow night, will it be just another memory
Or just another song, that's in my heart to linger on? Domani sera, ti ricorderai di cosa hai detto
stasera?
domani sera, tutti i brividi se ne saranno andati?
Domani sera, sarà solo un altro ricordo?
o solo un'altra bella canzone, questo c'è nel mio cuore su cui
soffermarsi?
Your lips are so tender, your heart is beating fast
And you willingly surrender, to me my darling will it last?
Tomorrow night, will you be with me when the moon is bright
Tomorrow night, will you say those lovely things you said tonight? Le tue labbra sono così tenere, il tuo cuore
sta battendo veloce
e ti arrendi volentieri a me, mia cara, durerà?
Domani sera, sarai con me quando la luna splende?
domani sera, dirai quelle belle cose che hai detto stasera?
Your lips are so tender, your heart is
beating fast
And you willingly surrender, to me my darling will it last?
Tomorrow night, will you be with me when the moon is bright
Tomorrow night, will you say those lovely things you said tonight?
Le tue labbra sono così tenere, il tuo cuore sta
battendo veloce
e ti arrendi volentieri a me, mia cara, durerà?
Domani sera, sarai con me quando la luna splende?
domani sera, dirai quelle belle cose che hai detto stasera?
1939 song written by Sam Coslow and Will Grosz
Bob Dylan recorded the song on his 1992 album "Good As I Been To You"
As I was slowly passing, an orphans home today
I stopped for just a little while to watch the children play
A lone boy standin', and when I asked him why
He turned with eyes that could not see, and he began to cry
I'm nobody's child, I'm nobody's child
Just like a flower I'm growin' wild
No mama's arms to hold me no daddy's smile
Nobody wants me, I'm nobody's child
In every town and village
There are places just like this
With rows and rows of children
And babies in their cribs
They've long since stopped their cryin'
As no-one ever hears
And no-one there to notice them or take away their fears
Nobody's child, they're nobody's child
Just like a flower they're growin wild
No mama's arms to hold them, no daddy's smile
Nobody wants them they're nobody's child
Nobody's child, they're nobody's child
Just like a flower they're growin wild
No mama's arms to hold them, no daddy's smile
Nobody wants them they're nobody's child
Nobody wants them they're nobody's child
Mercoledì
3
Giugno 2020
Talkin'
10907 - miscio.tux
Oggetto: La Storia non ricorda i
vili
Caro Mr.Tambourine,
ti ringrazio per le attribuzioni,ma è meglio togliere quel Miscio da un
poema di Dylan, così penseranno che la colpa sia tua e io avrò una lunga
vita tranquilla, come si confà al pavido. Esporsi in prima persona non
porta mai bene, specie se si è piccoli e miserandi. Devi sapere che nel
luglio del 1789, in testa alla folla che assediava la Bastiglia c'era un
povero artigiano che inneggiava più degli altri. La storia ricorda Aubin
Bonnemer e Louis Tournay, due prodi veterani che si arrampicarono per
tagliare a colpi d'ascia le corde che reggevano il ponte levatoio. Non
ricorda invece il nome di quell'infelice che, poco lesto, quando il
ponte collassò violentemente a terra, prese anche lui la sua Bastiglia,
ma in un'altra maniera. Comunque, se devo dirti la verità, le tre ultime
canzoni mi hanno mandato un pò su di giri, perché oltre ad essere
ottime, mi sembra che lascino intravedere un pochino più del solito
l'intenzione sottostante. Insomma Dylan si è un pò sbottonato.
Prendiamo per esempio Murder Most Foul. C'è una prima metà che illustra
un mondo schifoso, dove nulla è più certo e speranze e ideali vengono
sistematicamente traditi, e da cui non sembra esserci possibile via
d'uscita. Poi c'è la seconda metà con questo elenco interminabile di
canzoni e personaggi della cultura popolare. Ho letto anche di qualcuno
che ironizzava su questo elenco, che tanto ci si può infilare tutto, Bugs
Bunny, Godzilla e George Soros. In realtà non credo che lo svaccato dei
social riuscirebbe a riprodurlo, perché si tratta di un elenco
meticolosamente studiato, anche se per esaurirlo bisognerebbe scrivere
un libro. Ogni passaggio si presta a tante interpretazioni. Scendo un
pò nei dettagli solo per non parlare a vuoto, e per ogni mio
suggerimento ce ne sono certamente decine che non ho pensato. "Play
‘Cry me a river’ for the Lord of the Gods" può ricordare un brano delle
Lamentazioni (1) ed è la stessa cosa che dice Ella Fitzgerald in "Cry me
a river": hai fatto piangere me, adesso piangi tu. "Play number nine,
Play number six", possono alludere semplicemente a numeri di una
classifica di dischi, ma l'ora nona (le tre del pomeriggio nella
convenzione romana) è il momento della morte di Cristo; il numero 6
nella Bibbia, è il "numero dell'uomo" (l'uomo fu creato il sesto giorno)
ed è indice dell'incompletezza della natura umana. (Com'è ovvio poi, se ci
si affida alla numerologia, le interpretazioni possono crescere in
maniera esponenziale.) O ancora, "Play ‘Down in the Boondocks’ for Terry
Malloy": la canzone racconta dell'amore "impossibile" di un giovane di
umili origini per la figlia del suo capo, giovane che spera un giorno di
uscire dalla sua condizione di povertà; la povertà di Terry Malloy di
"Fronte del Porto" è la sua apatia, da cui troverà il modo di uscire
testimoniando. Il passaggio "Slide down the banister, go get your coat"
può alludere all'abitudine di Paul McCartney di scivolare lungo la
ringhiera per entrare nello studio EMI di Abbey Road, particolare
confermato anche da Bono intervistato da Elvis Costello (2). Tuttavia,
come Michele, il mio primo pensiero è stato proprio Mary Poppins, che si
sposa benissimo con l'inizio della strofa, rivolta ai "bambini". Oppure
ancora , Play "Moonlight Sonata" in F-sharp", che è come l'avrebbe
suonata Irving Berlin, il "Beethoven" di Tin Pan Alley, cosa che gli
permetteva di usare il più possibile i tasti neri, essendo lui
autodidatta e musicalmente illetterato(3). Che è come dire, suona un
brano notoriamente collocato nella cultura alta, ma suonalo come se
fosse "popular culture". Direi che siamo molto lontani dalla nota
condanna di Adorno della cultura di massa come pratica mercificata. Anzi
all'accusa di mancanza di relazione "dialettica" nei confronti del
passato, che secondo Adorno caratterizzerebbe questo tipo di
espressione, Dylan implicitamente risponde con , Play "Lonely At The
Top" and "Lonely Are The Brave", che mostrerebbe il contrario. La
canzone di Randy Newman infatti imita l'estetica della Tin Pan Alley
degli anni 20 col suo sottinteso ottimistico e affermativo per evocare
un'atmosfera di senso opposto (4) e lo stesso avviene per il film
"Lonely Are The Brave" che usa il genere western non per celebrare la
continuazione degli stereotipi di un'epopea, ma per mostrare la fine
degli ideali nell'America odierna. Come penso risulti evidente non siamo
di fronte a bruscolini, siamo di fronte ad un pensiero piuttosto
elaborato, rispetto al quale le quattro righe di banalità che sparano la
maggior parte dei giornali fanno una figura miseranda. Ma c'è qualcosa
di ancora più importante, credo, che Dylan ci mostra con questa canzone.
Gebianchi ha citato il potere lenitivo dell'arte nei confronti del
dolore che l'uomo incontra lungo il proprio cammino. Propriamente questo
potere è stato sempre riconosciuto all'arte "alta", mai ai prodotti
della cultura di massa, sempre ricondotti nell'ambito del consumo
alienato. Ora Bob ci dice un'altra cosa, che dentro questo consumo
alienato, dentro ad una condizione a cui non ci possiamo facilmente
sottrarre, e da cui anche la fruizione dell'arte "alta" non è per niente
immune, si sviluppano altre dinamiche che hanno a che vedere con la
libertà e l'interpretazione individuale, che con tutte le altre
interpretazioni di ogni singola persona si incontrano in quel nodo, in
quel reticolo di moltitudini che è il brano popolare. Non è certamente
la prefigurazione di una nuova comunità, non è qualcosa che già esiste.
E' l' indicazione della presenza di una possibilità, qualcosa che
trascende la miseria contingente. Tutte le citazioni di Dylan non
vengono da estemporanee invenzioni della fantasia. Per molte persone
hanno costituito la colonna sonora della loro vita, dei loro amori, dei
loro guai, dei loro momenti spensierati. Poi anche aspetti della
quotidianità possono essere banali, ma il fatto che li riscatta è
l’unicità con cui investono la vita. E’ il modo con cui li recepiamo.
Ciò che salva la spazzatura non è certo la spazzatura in se stessa, ma
quello che ognuno ci mette in questa spazzatura, un ricordo, un amore,
una giornata lieta, una situazione con gli amici. E’ la nostra
spazzatura. E’ il riconoscimento che dentro di noi c’è qualcosa che va
molto oltre. Per questo e in onore di questo canta Dylan. Le nostre
moltitudini. Ridicole, tragiche, grandi e piccole, una marea di relitti
e un fiume di sangue, finché qualcosa non prende forma, al suono di una
canzone. Come alla fine di Murder Most Foul. Va beh, per evitare di
concludere con questa commovente (e vile) retorica da liceale al compito
in classe, propongo un quesito: non vi sembra che se ICM e MMF sono la
prima e l'ultima canzone dell'album ciò non richiami l'inizio e la fine
di Tempest? L'analogia tematica di MMF con Roll on John è evidente,
mentre il rapporto ICM/Duquesne Whistle è più complicato. Però, anche se
è un'impressione soggettiva, a me sembra che entrambe le canzoni
iniziali siano in un certo senso ironiche, forse fino al sarcasmo,
stiano a rappresentare la lontananza da un passato idealizzato, che
soltanto in maniera ingenua si può sovrapporre alla situazione odierna.
(1) Lamentations 2:18 King James Version (KJV).
Their heart cried unto the Lord, O wall of the daughter of Zion, let
tears run down like a river day and night: give thyself no rest; let not
the apple of thine eye cease.
(Il loro cuore grida al Signore, O muro della figlia di Sion, lascia che
le lacrime scendano come un fiume giorno e notte: non darti quiete; non
dare riposo alle pupille dei tuoi occhi. [I nemici godono della
disgrazia di Gerusalemme]
(4) "..mentre i testi di Berlin parlano di mondani elegantemente vestiti
e dipingono un quadro affascinante della vita del benestante, il testo
di Newman esprime il punto di vista di un intrattenitore di successo che
racconta agli ascoltatori come nonostante denaro, donne e adulazioni è
"lonely at the top".[...] Il suo arrangiamento per "Lonely at the Top" è
particolarmente degno di nota. Anche se non si tratta
dell'orchestrazione più elaborata dell'album, la partitura per ottoni e
fiati è una perfetta imitazione degli dell'estetica degli anni '20. È
come se Newman, a quasi tutti i livelli, si fosse trasportato indietro
nell'ambiente di Irving Berlin, ma con un senso dell'ironia della fine
del XX secolo. È interessante notare, tuttavia, nonostante i legami
melodici, orchestrazionali e armonici legati alla Tin Pan Alley degli
anni '20, che la struttura della canzone, A-B-C-B-A-B-Coda, decisamente
non riflette la forma quasi onnipresente di AABA dell'era di Tin Pan
Alley; è più simile alle sezioni verso - coro - middle-eight delle
canzoni popolari post-1960." (
https://tinyurl.com/yd2dlq3z )
Caro Miscio, questa è un'altra prova
(se ce ne fosse stato bisogno) della tua capacità di penetrare il
pensiero altrui esaminando le altrui parole, la tua sensibilità e acume
di giudizio, l'accurata ricerca delle analogie e dei possibili
significati e riferimenti più o meno nascosti nelle liriche Dylaniane.
Giuro che da oggi non mi permetterò più di chiamarti "vile" e ti
considererò alla pari di Sir Eglamore o Gebianchi. Chi scrive e pensa
come voi merita di essere sul gradino superiore ed io considero una
fortuna avere parsone come voi che dedicano un pò del loro tempo per
scrivere le proprie opinioni su queste pagine! Ho letto con vero
interesse le tue parole e con la maggior parte di esse mi sono trovato
d'accordo. Il tuo commento a MMF è intelligente, mai scontato o banale,
e la lettura scorre come l'acqua pura di un ruscello montano. Un grazie
veramente sentito per il tempo che spendi per contribuire a portare
avanti questo piccolo grande sito. Resto sempre in ateesa della
prossima! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Martedì 2
Giugno 2020
Talkin'
10906 - dinve56
Oggetto: Falso profeta
Buongiorno Mister,
un grazie sincero a te e a tutti coloro che ci guidano nell'esplorazione
dell'universo dylaniano, in particolare Michele Murino. Sono convinta
che l'approfondita conoscenza dell'inglese in tutte le sue sfumature,
sia la principale chiave di accesso alla conoscenza del messaggio di Bob
Dylan. Posso dire di aver letto i testi delle canzoni di Dylan sul sito,
ovviamente fidandomi delle capacità interpretative dei traduttori.
Cercare di conoscere Dylan e il suo messaggio è ancora
possibile...forse, alla mia "veneranda" età, imparare l'inglese ad un
alto livello, credo non sia più possibile. Grazie quindi a chi traduce
con grande sensibilità linguistica e culturale. Il Nostro non si stanca
di sfidarci. Quando credi di aver capito qualcosa, arriva una novità che
ti costringe a ricominciare quasi da capo. Se così non fosse, non
sarebbe Bob Dylan! Lunga vita. Carla.
D'accordissimo!!!!!!
Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Lunedì 1
Giugno 2020
Talkin'
10905 - miscio.tux
Oggetto: Punti di vista
Caro Mr.Tambourine,
aggiungiamo un'altra possibile interpretazione di "Play number nine,
play number six":
Il
rapporto tra questi numeri è lo stesso che c'è tra "Marching Through
Georgia" e "The Blood Stained Banner"; c'erano buone ragioni perché una
facesse gonfiare il petto al nordista e schifare il sudista e viceversa
per l'altra. Se ci si affida al soggettivismo intuitivo tanto caro a
JuJu, probabile che scoppi la Guerra di Secessione. L'impasse o il
paradosso si superano soltanto se si mettono le mani sul numerone che
sta in terra e si vede che è un oggetto reale, con proprietà
fisico-geometriche più complesse delle nostre rappresentazioni.
Analogamente la ragione e l'esperienza ci dicono che esiste una verità
storica che anche nella contesa tra unionisti e confederati sta da una
parte ben precisa. Dylan sa che in molti casi le credenze si
equivalgono, ma non avrebbe scritto Murder Most Foul se credesse che una
cosa vale l'altra. Certo, so bene che per Sir Eglamore l'intuizione non
è questo semplice prospettivismo, ma un'evocazione spirituale. Lui è un
grande e perdonerà. E sono sicuro che perdonerà anche te cara JuJu che
senz'altro nel tuo lavoro avrai incontrato tanti grandi, ma mai nessuno
così grande come Sir Eglamore. A lui farebbe piacere sentirselo dire con
la tua voce.
Ciao, dal più velenoso dei
Misci.
Ciao ultravile Miscio,
hai perfettamente ragione e la foto che hai allegato spiega benissimo il
senso del tuo pensiero, dipende da che parte sei nel guardare il numero
a terra per leggere o sei o nove! Due parole di spiegazione per i nostri
lettori così risparmio loro di dover fare una ricerca: "Marching Through
Georgia" è una canzone/marcia scritta da Henry Clay Work alla fine della
guerra civile americana nel 1865. Il titolo e il testo della canzone si
riferiscono alla "Marcia sul mare" del maggiore generale dell'esercito
americano William T. Sherman per catturare la città confederata di
Savannah, in Georgia, alla fine del 1864. La canzone divenne molto
popolare tra i veterani della Union Army dopo la guerra civile
americana. La canzone, cantata dal punto di vista di un soldato
dell'Unione, racconta di marciare attraverso il territorio georgiano,
liberare schiavi, incontrare uomini unionisti del sud felici di vedere
ancora una volta la bandiera degli Stati Uniti e punire la
Confederazione per aver iniziato la guerra.
Invece The Blood Stained Banner è un inno scritto dal compositore John
R. Clements - Anche la terza bandiera nazionale degli Stati Confederati
d'America è spesso chiamata "Blood Stained Banner (Bandiera macchiata di
sangue)". Quando non c'è vento e la bandiera pende molle o
accartocciata, sembra essere stata immersa nel sangue.
Poi c'è un nuovo
personaggio che si affaccia alla porta della Fattoria, questa piccola
massaggiatrice cinese che spara a zero su chiunque le si para davanti!
Povera piccola Juju, ma perchè mai pensi che a me non piaccia Dylan? Ti
pare che perderei ore su ore per redigere queste pagine se non amassi
Dylan? Chiaramente non mi piace tutto ciò che Bob ha pubblicato, ma
questo non vuol dire niente, sono solo gusti personali, però lasciami
dire alla cinesina che Dylan non avrebbe mai meritato il Nobel per la
letteratura per le canzoni registrate in "Christmas in the heart" o nei
5 album "sinatriani" che non contengono una parola sua. Concordo infine
con te che Sir Eglamore sia un "grande" per il quale le parole assumono
il ruolo di "evocazione spirituale", come fossero delle preghiere
assurte al ruolo di dogmi invece degli umili e semplici prospettivismi a
te tanto cari! Spero di cuore che un giorno il prode cacciatore di
draghi e la piccola Chōchō-san cinese che ha scelto di fare la geisha
(da noi si sarebbe detto "entraîneuse") possano incontrarsi e scambiarsi
le loro esperienze, anche se ho la sensazione che l'abbiano già fatto!
Ma questa è solo una mia impressione o se preferisci un "pensiero
prospettico" come quelli che si usano per anticipare le evoluzioni dei
fenomeni, perchè considero ambedue, Eglamore e Juju dei "singolari
fenomeni"! Alla prossima velenoso Miscio, live long and prosper,
Mr.Tambourine, :o)
Buonasera, mi piacerebbe inserire nella sezione del sito "Come writers
and critics" una mia riflessione su alcune sfaccettature di Dylan
focalizzata principalmente su alcuni brani di The times they are
a-changin. é un lavoro che ho fatto per un esame universitario ma si
presta ad essere letto ed apprezzato dai fan del cantautore. La allego
in pdf.
Grazie dell'attenzione, Riccardo Schiavoni.
Ecco fatto caro
Riccardo, clicca questo link,
http://www.maggiesfarm.eu/comewriters.htm
,vai al piede della pagina e troverai il tuo saggio. Grazie per avercelo
inviato, alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)