Ciao Mr. Tamburine! Complimenti per la
splendida analisi di "Every Grain of Sand", una delle mie preferite,
gemma straordinaria alla quale solo la versione della Bootleg Series
rende davvero giustizia! Ogni volta che sento il cane abbaiare sullo
sfondo mi vengono i brividi :)
A proposito dell'influenza di Blake nel testo rilevata sapientemente
dall'amico Ale, volevo proporre alcune considerazioni su una possibile
influenza del poeta inglese anche nella canzone "Dark Eyes" da Empire
Burlesque. A proposito del significato del brano avevo letto non mi
ricordo dove di una donna dagli "occhi scuri" appunto, ma non ero
rimasto molto convinto.
Secondo me Dylan esprime nel testo l'assoluta condizione di fiero
isolamento dell'eroe e del poeta romantico che non si riconosce nella
grettezza e nella materialità della società circostante, i gentlemen che
parlano tra loro in apertura, e ribadisce la propria appartenza ad un
"altro mondo" in cui può solo scivolare inosservato, quasi farsi da
parte.
Tutte le immagini evocate, il canto del gallo, il soldato immerso in
preghiera, il bambino che ha perso la madre, trasmettono l' idea di una
società corrotta in cui l' individuo non trova spazio e rievocano il
pianto dei Chimney Sweepers ed il sospiro dell' Helpless Soldier della
London di Blake.
La Bellezza è l'unico ideale positivo proposto dall'autore, quella
bellezza che nel nostro mondo non viene nemmeno colta, goes unrecognized
(difficile da rendere sorry!).
Gli "dei caduti dell'acciaio e della velocità" rappresentano il tramonto
della mentalità borghese illuminista che ha animato la Rivoluzione
Industriale con il suo sogno utopico di progresso e che non ha prodotto
altro che fame e di cui "la prostituta in Paradiso e l'ubriaco al
volante" sono il risultato drammatico.
In questo senso mi sembra di poter leggere l'immagine degli "occhi
scuri" del titolo, da cui l'autore sembra essere circondato, come il
simbolo di un'umanità ostile e avara, interessata al guadagno
individuale e del tutto priva degli ideali del poeta, in continuità con
il pensiero di filosofi come Hobbes (homo homini lupus) anch'egli
fortemente presente nella poesia di Blake.
Al di là del contenuto mi pare di rintracciare proprio un omaggio di
Dylan al modo di poetare dell' autore inglese con questo continuo
accostamento di immagini e di personaggi il cui significato preciso e
individuale sfugge ma che ben si inseriscono in un contesto più ampio
creato proprio da questo aspetto evocativo.
Sperando di essere stato il più chiaro possibile mi rimetto alla tua
lucidità di analisi per eventuali critiche o confutazioni. Grazie dello
spazio concesso e di tutto quello che fai, Roberto.
Per prima cosa
riportiamo i due scritti, quello di Dylan "Dark Eyes" e "London" di
William Blake, così, a parte il piacere di leggere due bellissime
poesie, chi legge potrà rendersi conto che questa bellissima canzone
dylaniana è un perfetto omaggio allo stile di Blake come hai giustamente
rilevato tu.
"London"
di William Blake
Io vago attraverso le strade sfruttate per scopi commerciali.
Vicino dove il Tamigi sfruttato per scopo commerciale scorre,
E noto in ogni faccia che incontro
Segni di debolezza, segni di dolore.
In ogni pianto di ogni uomo,
In ogni pianto di paura di infante,
In ogni voce, in ogni divieto,
Sento le catene create dalla mente.
Come il pianto dello spazzacamino
Disgusta ogni chiesa annerita;
E il sospiro della sfortuna del soldato,
Scorre nel sangue dai muri del palazzo.
Ma attraverso la maggior parte delle strade a mezzanotte sento
Come la maledizione della giovane prostituta
Distrugge la lacrima dell'infante appena nato,
E infetta il carro funebre del matrimonio.
DARK EYES
da "Empire Burlesque"
parole e musica Bob Dylan
traduzione di Michele Murino
Oh, i gentiluomini stanno conversando
E la luna di mezzanotte è sulla riva del fiume
Stanno bevendo e passeggiando
Ed è il momento per me di scivolare via
Io vivo in un altro mondo
Dove la vita e la morte vengono fissate nella memoria
Dove la terra è legata con perle di innamorati
E tutto quello che vedo sono occhi scuri.
Un gallo canta in lontananza
Ed un altro soldato è immerso in preghiera
Un bambino si è smarrito allontanandosi dalla mamma
E lei non riesce a trovarlo in nessun posto
Ma io riesco a sentire un altro tamburo
Battere per il morto che risorge
Che la bestia della natura teme mentre si avvicinano
E tutto quello che vedo sono occhi scuri
Mi dicono di essere prudente
Per tutti gli scopi che mi propongo di raggiungere
Mi dicono che la vendetta è dolce
E da dove stanno, sono sicuro che lo è
Ma io non provo niente per il loro gioco
Dove la bellezza non viene apprezzata
Tutto quello che sento è calore ed ardore
E tutto quello che vedo sono occhi scuri
Oh, la prostituta è in Paradiso
E l'ubriaco è al volante
La fame paga un prezzo troppo grosso
Alla caduta degli Dei della velocità e dell'acciaio
Oh, il tempo è breve ed i giorni sono dolci
E la passione guida la freccia che vola
Un milione di facce ai miei piedi
Ma tutto quello che vedo sono occhi scuri.
Trovo la tua
analisi esauriente e ben fatta, ma lasciami ricordare che in un'altra
occasione Dylan cita letteralmente una frase da un'altra famosa poesia di
William Blake, e cioè "The Tyger": "Tyger! Tyger! Burning
bright In the forests of the night: What
immortal hand or eye Dare frame thy fearful symmetry?", Dylan prende le
parole in rosso nel testo e la riporta pari pari nella sua "Roll on
John" di Tempest (Tiger, tiger burning
bright I pray the Lord my soul to keep In
that forest of the night cover him over and let him sleep Shine your
light, move it on You burned so bright, Roll on, John). Sono passati
tanti anni dal 1985 di Empire Burlesque al 2012 di Tempest, ma Dylan ha
sempre vivo dentro di se quello spirito di tristezza e ribellione che
animava anche Blake. "The Tyger" è una poesia tra le più famose di Blake
per il suo ritmo incalzante che descrive abilmente l'immagine della
tigre, vista da Blake come l'antitesi dell’Agnello (The Lamb) delle
Songs of Innocence. La potenza, la magnificenza e la perfezione di
questa terribile creatura non può che essere frutto della creazione da
parte di Dio, eppure si tratta dello stesso Dio che ha creato anche il
docile agnellino, ed è questa contrapposizione che spiega le numerose
domande che Blake pone a se stesso nel corso della poesia. Ancora una
volta quindi è presente il contrasto tra l'innocenza degli esseri
infanti e miti e la malvagità degli esseri adulti e aggressivi, tema
spesso ricorrente nella poesia di Blake, specialmente in "London". Dio
creò dunque l'agnello, ma allo stesso modo anche la tigre, come a dire
che non c'è luce senza oscurità o vita senza morte. La costruzione di
"Dark Eyes" è identica come forma e struttura a "London", quasi una
copia anche se i concetti sono espressi in modo diverso, l'influenza di
Blake è evidentissima, anche se questo modo di vedere la vita e le sue
complicanze è un bagaglio già presente nell'Arte dylaniana che aveva già
tentato ai suoi inizi, forse con descrizioni e visioni deliranti
influenzate e deformate dall'uso di sostanze stupefacenti, di percorrere
questa via. In questo senso trovo che il disagio espresso in maniera
poetica in "Dark Eyes" sia paragonabile a quello espresso in maniera
caotica e quasi confusionaria in "Like a Rolling Stone", pur con tutte
le differenze del caso. Dylan è stato una grande carta assorbente, ha
saputo prendere ed incamerare il meglio di tutti quelli che ha
conosciuto o quelli che ha letto, ha messo tutto nel suo cassettone e
poi, a seconda delle occasioni, ne ha tirato fuori le parti che facevano
al caso del momento. Molti hanno stupidamente parlato di plagio, e non
solo nel caso di Blake, ma si sà, chi non sà parlare è sempre abile nel
criticare e condannare. Per fortuna Dylan non si è mai fatto
condizionare da gente di quel tipo, e parafrasando un poeta del '300, ha
guardato, è passato e non si è fermato a ragionar di loro. Alla
prossima, Mr.Tambourine.
Cancio...ti ignoro...non mi servi di
certo tu per dirmi se ascoltare Tempest (un mese solo? è da un'anno e
mezzo che lo ascolto si può dire tutti i giorni) o altri album..che
siano di Bob, Cohen, Bubola, Cash, Clark, Zero, miei o quel cazzo che mi
fotte di ascoltare. Quanto agli zebedei rotti (sai, provengo da un'altra
parte dello Stivale e mi esprimo giustamente nel mio idioma) li ho pure
io quando leggo certi interventi. Quindi potevi benissimo evitare la tua
volgare mail..ma giustamente c'è di tutto un pò..babao dù babao (è
bresciano ma non preoccuparti...nulla di meno e nulla di più volgare di
come ti sei espresso tu romanescamente nei miei confronti, lingua fra
l'altro che amo come amo la Capitale). Parlando di cose più attinenti al
sito volevo sapere da Mr. Tambourine se gentilmente sa qualcosa sulla
formazione della band di quest'anno che come ho amaramente visto salterà
l' Italia.. ma chissà, forse è un bene: lo si andrà a vedere più
volentieri e con più entusiasmo da parte anche di chi lo ha perso quando
tornerà. Grazie dell'informazione nel caso sia possibile darmela e a
presto.
Daniele Ardemagni "Ardez"
Al momento non
ci sono norizie relative alla backing band, il sito di
Kimball è
aggiornato al 2012, quello di
Sexton
al 2013, quello di Receli
è in costruzione, Donnie Herron e Tony
Garnier sembrano non avere un proprio sito web. Altro per il momento non
saprei dire, se riceverò notizie in merito da oltremare le pubblicherò
immediatamente. Alla prossima, Mr.Tambourine.
Giovedi 27
Febbraio 2014
Talkin'
9344
- Duluth49
Carissimo Mr. Tambourine
E' da qualche giorno che ascolto quotidianamente una versione di Visions
of Johanna su you tube PORTSMOUTH 2000, consiglio a tutti gli amici di
ascoltarla, è semplicemente un CAPOLAVORO.
Ascoltatela al mattino, al pomeriggio, alla sera, di notte. Ma
ascoltatela vi darà delle emozioni stupende.
Anche se molti di Voi amici, siete già conoscitori dello scritto, mi
scuso, ma sentivo di condividerla con Voi .
a presto, Marcello
A Danie' "Ardez" Ardemagni, c'hai
frantumato le "mele" co 'sta storia di "Blood" e "Desire".. ascoltate
"Tempest" pe' 'na mesata e lassece campa' 'n pace!
sempre con affetto...Cancio
Sto cercando di
immaginare la reazione "sempre con affetto" di Ardez.....:o).......stamo
a vvede!
"A proposito di Davis", un uomo e un film
incompiuti
clicca qui
Mercoledi
26
Febbraio 2014
Talkin'
9342
- Maria Rosa Ventura
Ciao Mr. Tamburine,
volevo innanzitutto scrivere un pensiero a Gypsy Flag, ammesso che
ancora legga queste righe, spero ci ripensi e non si oscuri.
Naturalmente tu non avevi intenzione di offenderlo commentando in quel
modo la sua proposta, ma quando si fa dell'umorismo succede... (ne so
qualcosa io...)
Tra la posizione di Gypsy e quelle di Daniele Ardemagni e del
tarantolato Tarantulalips c'è un abisso profondo eppure l'acqua è la
stessa. Drammatizzare le posizioni non serve non perché, come dico a
Marcello (Duluth '49), uno spot sia solo uno spot, ma in quanto credo
che Dylan sia uscito senza macchia da quel paradosso da lui
interpretato, proprio perché si tratta di un paradosso. (Il paradosso è
qualcosa in contrasto con il buon senso o con la logica - in questo caso
anche la logica morale - che si rivela, ad un esame più approfondito,
essere valido).
E poi perché egli, come ogni Poeta degno della P maiuscola, può fare
cose assurde, cose sbagliate o cose che sembrano sbagliate, ma non può
vendersi (neanche se pagato milioni) poiché ciò non è nella natura dei
Poeti.
Anche questo è un paradosso, naturalmente.
Per il resto sottoscrivo, ancora una volta, quanto detto da Miscio (si
vede che ho poche idee mie! :-) ) e lo ringrazio per la tigre alata,
sorella di tante alate creature (cavalli, leoni, grifoni) che solcano
sin dall'antichità sogni e visioni dell'umana esperienza.
Ora vorrei cambiare discorso, approfittando del punto interrogativo che
si/ci pone Ale '65 in merito a "Every grain of sand". La tua è una bella
domanda, Alessandro, talmente bella da essere completa in se stessa e
non aver neanche bisogno di una risposta, magari una mia pessima
risposta (ma una buona te l'ha data Mr. Tambourine).
Gli splendidi versi conclusivi di questa canzone, che è quasi un salmo,
sono troppo delicati perché una spiegazione non rischi di frantumarli: I hear the ancient footsteps like the motion of the sea
Sometime I turn, there's someone there, other times its only me
I'm hanging in the balance of the reality of man
Like every sparrow falling, like every grain of sand.
Odo passi antichi come il moto del mare
Talvolta mi giro, e là c'è qualcuno, altre sono io solo
Sono sospeso nel baricentro della realtà dell'uomo
come ogni passero quando cade, come di sabbia ogni grano.
Molte volte dal vivo ha cantato il terzo verso con "I'm hanging in the
balance of a perfect finished plan (sono sospeso nel baricentro di un
completo, perfetto piano) in ogni modo, star sospesi nel punto di
equilibrio tra spazio e tempo, tra Dio e mondo è l'istante perfetto di
pace (shalom in ebraico, parola che deriva dalla radice "shin-lamed-mem"
che vuol dire "essere completo", "completare") che la meditazione, la
preghiera, l'arte, ci offrono la possibilità di raggiungere.
Un saluto, Maria Rosa
Grazie per le
ulteriori precisazioni, come si dice, l'unione fa la forza, e se noi
mettiamo insieme l'esperienza e la conoscenza di ognuno di noi saremo
sempre in grado di scrivere cose belle ed interessanti. Alla prossima,
Mr.Tambourine, :o)
Stefano Barbieri, quando mai Bob tenne un
concerto a Milano nel 2012? Tenne un concerto splendido a Barolo
quell'anno. A Milano venne nel 2011 tenendo uno show strepitoso
all'Alcatraz e a novembre col tour congiunto al "panzone" Knopfler che
in parte fu rovinato dalla maleducazione dei fans di quest'ultimo.
Peccato che non ti piaccia un capolavoro come Tempest e che ti sia perso
uno dei spettacoli del 2013, soprattutto quelli a Milano e Padova..ma va
bé...nessuno è perfetto..tanto anche i sassi sanno della mia poca stima
per album "capolavoro" come Desire o BOTT. Lo spot Chrysler ha un suo
perchè..e al di là di tutto mi diverte sempre Dylan nei panni di
"attore"..e se questo farà rialzare le vendite e affievolire un anche se
di poco la crisi ben venga..poi diciamocelo: Dylan ha sempre fatto quel
che gli pareva, non credo che il giudizio di qualche fans o lettore lo
tocchi più di tanto...anzi...magari si diverte proprio a creare questo
scompiglio e diatribe tra fans, mass-media, addetti ai lavori e
compagnia bella. Quanto a Yusuf Islam...bella interpretazione ma nulla
di più (vista dopo, dato che è da oltre 15 anni che boicotto Sanremo e
che come cantante, oltre che per certe sue scelte che comunque sono sue
pur non condividendole, non mi ha mai entusiasmato)...ma sono gusti,
pareri e talvolta momenti e non si può essere tutti sempre sintonizzati
sulla stessa linea d'onda nel medesimo momento.
Alla prossima.Daniele Ardemagni "Ardez"
Caro Daniele, l'amico Stefano è
sicuramente incorso in un errore di scrittura (2012 invece di 2011), ma
queste puntualizzazioni sulle date o l'anno lasciano un pò il tempo che
trovano, sono solo
errori di battitura e basta, sapessi quanti
ne devo correggere io prima di pubblicare le mail che ricevo,
naturalmente non attribuisco certi errori troppo vistosi per essere
volontari a poca conoscenza dei fatti o cose simili, le considero
soltanto sviste e di conseguenza le correggo. Credo invece che tu abbia
tutti i diritti di contestare, come hai fatto in modo per altro
corretto, le opinioni di Stefano che sono diverse dalle tue. Scrive
l'amico Stefano in proposito a quel concerto:
"A parte Forgetful
heart, ho sentito un Dylan noioso, senza voce, con arrangiamenti
imbarazzanti, quasi una presa in giro, soprattutto quando attaccava con
quelle assurde marcette che denotavano un lavoro di routine, senza
profondità.
Ma questo è il mio sentire e basta; non voglio offendere nessuno"!.
Allora sono andato a vedere le set list
dei due concerti milanesi del 2011, il primo il 22 giugno all'Alcatraz
dove esegui "Forgetful Heart" ed il secondo il 14 novembre al Mediolanum
Forum di Assago dove invece non fece canzoni tratte da Togheter Through
Life o Tempest, quindi il riferimento di Stefano era certamente al
concerto dell'Alcatraz. Poi le valutazioni sul concerto sono cose
personali, ognuno fa le sue in tutta tranquillità e civiltà perchè è una
cosa che rientra nei propri diritti.
Sono d'accordo con te che a Dylan non
gliene frega niente di noi fans, dei media e dei mazzi vari che lo
criticano, ma permettimi di dire la mia personale opinione su questo
fatto, non credo che Dylan l'abbia fatto apposta per scatenare un
putiferio mediale o una specie di guerra civile fra i suoi fans, sono
invece convinto che l'abbia fatto esclusivamente per quei famosi 5
milioni di dollari che sono certo facevano comodo anche a lui per
mantenere funzionate l'attuale ambaradan ruota intorno a lui e da lui
dipende.
Certamente ognuno di noi ha i suoi albums preferiti, sentiti e vissuti
in momenti diversi della nostra vita e quindi un album può assumere per
me un significato particolare mentre invece a te potrebbe non fare ne
caldo ne freddo. Ma nemmeno questo è un grosso problema, è solo un avere
simpatie diverse per canzoni diverse.
In quanto ad Yusuf Islam, nato Steven Demetre Georgiou e a lungo
conosciuto con il suo nome d'arte Cat Stevens, quando negli anni del suo
maggior splendore produsse album e canzoni meravigliose come:
1970 - Tea for the
Tillerman con le splendide Wild World,Father and Son e Tea for the
Tillerman.
1971 - Teaser and the Firecat con The Wind, Rubylove, I Laugh, How Can I
Tell You, Morning Has Broken, Bitterblue e Moonshadow.
1972 - Catch Bull at Four con The Boy with a Moon & Star on His Head e
O' Caritas.
1973 - Foreigner con The Hurt e How Many Times.
1974 - Buddha and the Chocolate Box con Oh Very Young e Sun.
Probailmente tu non eri ancora nato o eri piccolissimo e non hai potuto
vivere quegli anni irripetibili. Ti riporto un pochino della vita di
Stevens perchè allora per noi giovani era un artista mitico del valore
equivalente a molti altri:
All'inizio della sua
carriera musicale, Georgiou adotta il nome "Cat Stevens" dopo che
un'amica gli fa notare che i suoi sembrano gli occhi di un gatto. Siamo
in pieno periodo Swinging London, e Stevens incarna in pieno lo
stereotipo del cantante pop commerciale dell'epoca, un'immagine dalla
quale egli si distanzierà notevolmente negli anni a seguire.
Dopo i primi due album Matthew and Son e New Masters, che ottengono un
tiepido successo soprattutto grazie a qualche singolo come I Love My
Dog, Stevens si ammala gravemente di tubercolosi e passa un certo
periodo in un sanatorio di Midhurst, nella campagna inglese. Qui
comincia a riflettere sul proprio futuro, sulla propria carriera (cambia
casa discografica), sul proprio stile di vita, decidendo di operare un
drastico cambiamento anche a partire dall'immagine: capelli più lunghi,
barba e abiti più informali.
Il periodo lontano dalle scene lascia il segno e nel giro di due anni
(1970 e 1971) dà alle stampe Mona Bone Jakon, Tea for the Tillerman e
Teaser and the Firecat, Buddha and the Chocolate Box, che lo faranno
diventare famoso in tutto il mondo: Lady D'Arbanville, Wild World,
Father and Son, Morning Has Broken, Moonshadow, Peace Train tra le più
celebri. Da segnalare la presenza tra i musicisti di artisti del calibro
di Peter Gabriel (flauto in Katmandu) e Rick Wakeman, all'epoca quasi
sconosciuti ai più.
Nel 1977, dopo aver rischiato di morire annegato a Malibù, Stevens si
converte all'Islam adottando il nome Yusuf Islam.
Yusuf Islam vive tuttora a Londra con sua moglie e i suoi cinque figli.
Ha fondato associazioni benefiche come Muslim Aid e Small Kindness per
assistere le vittime della carestia in Africa. Inoltre, il cantante ha
donato parte delle royalties del suo Box Set americano del 2001 al fondo
per le vittime degli attentati dell'11 settembre 2001.
Mi fa piacere
postare un suo pezzo perchè son certo che molti lettori della mia
età lo apprezzeranno come allora:
Ti ringrazio per aver
espresso il tuo parere e per avermi dato l'occasione di parlare un pò di
Cat Stevens, alla prossima. Mr.tambourine, :o)
Ancora una volta i miei amici puristi sono là fuori che stanno urlando
che il cantante della protesta definitiva dagli anni sessanta si è
venduto per fare non uno ma due spot, uno per Chobani Yogurt al quale ha
concesso licenza di utilizzazione della sua registrazione originale di
“I Want you” per il loro prodotto cremoso, e due apparendo in prima
persona per conto della società automobilistica di Detroit appena
acquistata dalla italiana Fiat, quello che il vecchio confratello di
Dylan Tom Paxton aveva brillantemente satirizzato con la canzone del
1980 “I’m Changing My Name to Chrysler”.
La voce di Dylan narra il perchè comprare una Chrysler, mentre come
colonna sonora in sottofondo c’è la sua canzone che ha vinto il premio
Oscar per il film del 2000 “The Wonder Boys”, “Things Have Changed”.
Ragazzi, l’hanno avuto, altro che le cose sono cambiate, le cose si sono
addirittura ribaltate. Conosciuto come cantante folk di protesta che
appoggiava Carl Oglesby, lo scrittore, accademico ed attivista
presidente della SDS “Students for a Democratic Society” e che andò
contro l'ex presidente della Ford Motor Company Robert McNamara che
scatenò la guerra in Vietnam, uno dei pricipali “Masters of War” così
definiti da Dylan, ora è diventato il loro portavoce. Wow! C’è n’è
abbastanza per far sbarellare molta gente!
Ma questo era prima che le importazioni a basso prezzo di auto dal
Giappone cominciassero a mettere in crisi l' industria automobilistica
americana. Questo era anche prima che il cuore dell’industria fosse
strappato esportando posti di lavoro americani in Cina e che luoghi come
Youngstown in Ohio, orgoglio della US Steel, dovesse mettersi in fila
per chiedere l'elemosina al governo, subito imitate da Lee Iacoca della
Chrysler. Questo era anche prima che le “Big Three” di Detroit andassero
in bancarotta nel 2008 e dovettero essere salvate per evitare di
affondare. E questo era prima che Detroit dovesse affrontare il
fallimento nel 2013 e trovarsi fronte alla prospettiva di svendere tutta
la collezione d'arte del suo museo di classe mondiale per pagare le sue
fatture.
Bob Dylan non ha mai avuto paura di alienarsi il suo pubblico, quando
una nuova situazione gli imponeva di parlare di una verità diversa. A
differenza dei mirmidoni della pop music della scala sociale più bassa
che possono offrire prevedibili satire contro le aziende
automobilistiche come Chrysler - mentre i loro amici guidano le “Toyota
Prius” nel paese che ha inventato, questo è esatto, ha inventato le auto
elettriche, Dylan mantiene gli occhi aperti e legge la scritta sul muro,
proprio come ha scritto in Subterranean Homesick Blues: "Man in the
trench coat and badge got laid off”…”Don’t follow leaders/Watch the
parking meters.”
E quando Detroit ha bisogno il trovatore dell'America per mettere una
buona parola in favore delle auto americane, lui si presta ad utilizzare
se stesso e la sua voce roca per fare ciò che loro desiderano.
Lo spot è stato musica per le mie orecchie. Vedere le immagini
avvincenti di Marilyn Monroe e James Dean, l'iconografia del periodo
d'oro delle auto, evocare le caratteristiche americane con immagini del
paesaggio, “On The Road” di Jack Kerouac e “Song of the Open Road” di
Walt Whitman richiamate nell’ultima parte della cavalcata evocativa
sotto il sole di un tratto non più utilizzato della Route 66 era
perfetto. E vedere Bob Dylan nella sua passeggiata finale in una sala da
biliardo, come “Fast Eddie Felson”, il personaggio interpretato da Paul
Newman nel film “The Hustler” (Lo spaccone), girarsi in fronte alla
telecamera recitando le parole di chiusura dello spot: "Lasciate che la
Germania faccia la vostra birra, lasciate che la Svizzera faccia i
vostri orologi, lasciate che l’Asia assembli i vostri telefonini, noi
costruiremo la vostra auto" Bene, tutto questo per me è stata pura
poesia.
Domanda interessante quella che mi poni alla fine della mia critica allo
spot chrysler :< E poi, scusami se faccio fatica a capire, perchè dici
“senso di ribellione invece di “senso di dispiacere”?>
Molte volte, negli anni scorsi, quando andavo ad un concerto di bob, ero
solito dire tra me e me ( e anche alla mia amica Daniela, mia usuale
compagna di concerti); "mi basta che canti anche solo una canzone tipo
To Ramona o che so? Spanish Harlem Incident o Every Grain of Sand o...
mettendoci se stesso ed emozionandomi e per me è sufficente per essere
presente".
E così è stato per oltre 25 anni, dal concerto di Verona di tantissimi
anni fa, ma a Milano 2012 ho detto basta ai live di Dylan. A parte
Forgetful heart, ho sentito un Dylan noioso, senza voce, con
arrangiamenti imbarazzanti, quasi una presa in giro, soprattutto quando
attaccava con quelle assurde marcette che denotavano un lavoro di
routine, senza profondità.
Ma questo è il mio sentire e basta; non voglio offendere nessuno.
Mi sono ribellato, dopo che non riuscivo ad ammettere a me stesso che
ero deluso; ti posso rispondere così.
Tempest non mi piace ( soprattutto Tempest e Roll on John), lo spot
della Chrysler è per lo meno una caduta di gusto, ma del resto quanti
grandi vecchi miti musicali stanno facendo pubblicità? Nessuno, però c'è
Lady Gaga per Versace... :-)
Ps: L'altro giorno ho visto e sentito Cat Stevens a Sanremo cantare
Father and Son e mi ha emozionando tantissimo, e lui non era uno dei
miti della mia gioventù....I miei miti erano Bob (al primo posto) e,
poi, John Lennon e Leonard Cohen...
Dimenticavo. si può sapere perchè Michele "Napoleon in rags" Murino ha
lasciato tutto senza dire nulla?
ciao, Stefano
Vorremmo saperlo in tanti
perchè Michele lasciò la Fattoria. ti posso dire che ad inizio 2008 mi
chiamò al telefono dicendomi se me la sentivo di continuare con la
Fattoria perchè lui non aveva più la testa per seguirla. Io gli risposi
che ci avrei provato e dopo quasi 7 anni sono qui ancora. Anche negli
anni seguenti ebbi diversi rapporti con Michele, ma mai gli chiesi,
conoscendo la sua avversione a parlare dei suoi fatti personali, i
motivi della sua rinuncia. Poi, credo 4 anni fa, mi chiamo dicendomi del
brutto fatto dell'allagamento del negozio e che era davvero
preoccupatissimo per il continuo del suo lavoro. Da allora, non ostante
l'avessi chiamato almeno un centinaio di volte non mi ha più risposto al
telefonino e le mail che gli mandavo venivano regolarmente rispedite al
mittente. Oggi come oggi sono ancora fermo ad allora, vorrei poterlo
sentire per salvare definitivamente la sua maggiesfarm.it che lui non si
preoccupò più di mantenere in vita come se avesse preso dieci anni della
sua vita e li avesse buttati nel cesso. Lasciò scadere il dominio e da
allora non lo ha più rinnovato. Fortunatamente la nostra affezzionata
Marina Gentile si è preoccupata di pagare il rinnovo del dominio negli
ultimi tre anni ed è grazie a lei se oggi maggiedfarm.it è ancora
visibile. Io sto facendo molto per salvare la maggior parte del sito e
riportarlo in maggiesfarm.eu, ma è difficilissimo portare avanti il sito
e ricopiare, rifare i collegamenti e rinominare tutte le pagine del
vecchio per inglobarlo nel nuovo, è un lavoro monumentale. Spero che
prima o poi Michele mi contatti e che possa fornirmi i dati per accedere
al suo sito, sistemare i file che si sono degradati ed avere la
possibilità nel giro di qaulche anno ancora di inglobare il vecchio sito
nell'attuale. Ci spero poco ma continuo a sperare, MICHELE, fatti vivo
per Giove, il tuo è un lavoro meraviglioso, ti sembra giusto lasciarlo
andare alla deriva in questo modo? Prima o poi la barca affonderà del
tutto e non potrai nemmeno più avere la soddisfazione di averne il
ricordo. Caro "Napoleons" resto sempre in attesa!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Mr.Tambourine
Ciao Mr.Tambourine,
ci tengo tanto a ringraziarti per la tua personale interpretazione della
strofa finale della bella Every Grain of Sand. (Talkin’
9337). Spiegazione, la tua, molto accurata,
come sempre. Quest’ultima parte, in effetti, come pensavo anch’io, è la
più significativa, il tocco di grazia e la svolta, il Dylan che si rende
conto.. l’influenza di Cristo e il rapportarsi con Lui, si sente molto
forte in questo pezzo, come anche nell’album precedente, Saved, l’album
della “conversione” appunto. (What Can I Do for You? per esempio, molto
bella..). Si, penso che Dylan allora, accecato dalla fama e messo in
ginocchio dagli sbagli fatti, avesse toccato il fondo, si sia fatto un
esame di coscienza, e avesse voluto riemergere. Per fortuna. Si è reso
conto, nonostante tutto, di essere solo una persona umana come tante
altre, un granello di sabbia uguale a tanti altri, che chissà dove andrà
a finire. E che, come un passero che è caduto, se ha fatto degli sbagli,
ed è caduto, poi, se vuole si rialza…
Per concludere, Mr. Tambourine, a mio giudizio, credo sia stata molto
appropriata la foto sul retro dell’album,” Shot Of Love”, per dare il
giusto valore a Every Grain of Sand, Dylan che osserva una rosa stretta
tra le dita, che anche se è il più bel fiore, è pieno di spine, e anche
lei come tutti gli altri fiori, nasce, fiorisce appassisce e poi muore…
Ciao, e grazie ancora. Alla prossima. ‘Ale 65.
P.S. Lo so che non centra niente, ma volevo segnalare a te e a tutti
quelli della Farm, “Once”, un gran bel film più o meno sul filone di
Inside Llewyn Davis, girato in Irlanda nel 2006, che nonostante sia
stato girato quasi “alla buona” con un ridottissimo budget, e attori non
professionisti in quanto musicisti, riesce a far toccare le corde giuste
che fanno emozionare.. due piccoli, grandi sogni che si realizzeranno…..
Ti ringrazio per le tue
balle parole caro Ale, ma ti garantisco che è stato un vero piacere
esprimere la mia personale opinione su quanto da te chiestomi. Sono
contento che tutti e due abbiamo attribuito lo stesso significato a
quella frase. Trovo giusta anche l'interpretazione della foto di retro
copertina, nella sua immaginazione Dylan ha sempre considerato la rosa
come rappresentazione simbolica della gioia e del dolore, della nascita
e della morte, della bellezza e dell' inevitabile degrado fisico. Se ti
ricordi, già nella canzone "Time Pass Slowly" dall'album "New Morning"
del 1970 Bob cita la rosa in questo senso:
Time passes slowly up
here in the daylight
We stare straight ahead and try so hard to stay right
Like the red rose of summer that blooms in the day
Time passes slowly and fades away
Il tempo passa lentamente qui nella luce del giorno
Guardiamo dritti davanti a noi e proviamo a stare dritti
come la rosa rossa dell'estate che sboccia nel giorno
Il tempo passa lentamente e svanisce
Credo sia utile allegare
anche il resto della canzone, (naturalmente solo la traduzione),
IL TEMPO PASSA LENTAMENTE
parole e musica Bob Dylan
Il tempo passa lentamente qui sulle montagne
sediamo di fianco ai ponti e camminiamo di fianco alle fontane,
catturiamo i pesci selvatici che galleggiano nella corrente
Il tempo passa lentamente quando sei perso in un sogno
Una volta avevo una ragazza, era graziosa e dolce
Restavamo seduti nella sua cucina mentre sua mamma cucinava
Guardavamo fuori dalla finestra le stelle alte nel cielo
Il tempo passa lentamente quando cerchi l'amore
Non c'è motivo per andare in città su di un carro
Non c'è motivo per andare alla fiera
Non c'è motivo per andare su, non c'è motivo per andare giù
Non c'è motivo per andare da nessuna parte
Il tempo passa lentamente qui nella luce diurna
Guardiamo dritti davanti a noi e proviamo a stare dritti
come la rosa rossa dell'estate che sboccia nel giorno
Il tempo passa lentamente e svanisce
perchè già allora in
Dylan cominciava a manifestarsi quel senso di disagio che precederà di 4
anni il fallimento del suo matrimonio ed in un certo qual modo di una
parte importante della sua vita per vivere la quale, dopo (a mio avviso)
il falso incidente del 29 luglio 1966) aveva abbandonato le scene per un
paio di anni prima di ritornare a calcare il palco il 21 gennaio 1968
per il concerto tributo a Woody Guthrie. Non servirà a niente nemmeno la
vacanza di lavoro di tre mesi a Durango nella Sierra Madre messicana per
il film "Pat Garrett & Billy The Kid", perchè Sara, ormai insofferente
per il comportamento e forse altre cose che noi non sapremo mai
chiaramente, lo fece tribulare seriamente. Poco tempo dopo Sara
concluderà il suo matrimonio con Bob che affogando nella disperazione
scriverà "Blood On The Tracks" toccando il fondo del suo inferno
terrestre. Bob si riprenderà solo dopo alcuni anni di vita sregolata e
dissoluta con la trilogia cristiana, lavori nei quali si respira un'aria
di tranquillità e serenità che da anni era scomparse nelle opere
dylaniane. Dopodichè Dylan continuerà alternando alti e bassi sia nel
lavoro che nella vita, rendendo palese che la separazione da Sara fu la
più grande ferita che Bob ebbe dalla vita. Alla prossima, Mr.Tambourine
All’asta il manoscritto originale di
“Lay Lady Lay”
Prezzo di base : 10.000 $
Testi scritti a mano della romantica “Lay
Lady Lay” sono stati trovati in un deposito di stoccaggio e autenticati
dal presidente della società musicale di Bob Dylan Jeff Rosen.
I testi scritti a mano per la canzone “Lay Lady Lay” si trovano su di un
foglio 5 x 8 off- white di cancelleria della Atlantic Lumber Company. A
matita Dylan ha aggiunto il titolo nella parte superiore, con gli
accordi musicali vicino al bordo destro. Poi continua con le tre strofe
della canzone. Eccoli:
“Lay lady lay lay across my big brass bed (2) Whatever colors you have
in your mind I'll show them to you you'll see them shine Whatever colors
you can have and hold I’ll show them to you, they’ll shine like gold Lay
lady lay lay across my big brass bed.
Stay lady stay stay with your man awhile Until the break of day, let me
see you make him smile Clothes face (keep) travelling on the moonlit
mile Hands are dirty, hands are clean You're the best thing I (he’s)
ever seen— Stay lady stay stay with your man awhile.
Why wait any longer for the world to begin Why wait for the sky to turn
blue (You can have your cake and eat it too) Why wait any longer for the
one you love When he's standing right in front of you.
Lay lady lay lay across my big brass bed Stay, lady, stay—stay while the
night is still ahead I long to see you in the morning light I long to
hold you in the night (all thru the night) Got my night light shining
and the stars are too Got the heartbreaking blues and they’re all for
you Stay lady stay stay while the night is still ahead Lay lady lay
across my big brass bed.”
Esistono diverse sottili differenze tra la versione registrata su disco
ed i testi scritti qui, Dylan ha cambiato un paio di righe, tra le
quali: “Got my night light shining and the stars are too / Got the
heartbreaking blues and they’re all for you.”
I testi sono accompagnati da una lettera che li autentica scritta da
Jeff Rosen, presidente della “Bob Dylan Music Company”, che dice: "Ho
rappresentato Bob Dylan negli ultimi 35 anni. Questa lettera certifica
che i testi della canzone “Lay Lady Lay”, allegati al presente
documento, sono autentici, originali di Bob Dylan e scritti di suo
pugno. Questi testi sono stati scoperti in un deposito di stoccaggio con
diversi altri oggetti personali di Bob Dylan risalenti al 1960 e 1970.
Il foglio con il testo è in ottime condizioni.
Originariamente scritta per essere inserita nella colonna sonora di
“Midnight Cowboy” (Un uomo da marciapiede), la canzone arrivò dopo il
termine fissato per la consegna, e fu poi offerta agli Everly Brothers
che la rifiutarono. Finalmente pubblicata sull’album del 1969 “Nashville
Skyline”, “Lay Lady Lay” appare successivamente in molte delle
compilation dylaniane, oltre ad entrare a far parte delle set list per
le sue esibizioni dal vivo. Un incredibilmente pezzo di uno dei
cantautori più influenti della musica, autenticato direttamente dal
manager attuale di Dylan messo all’asta con pre- certificate dalla Roger
Epperson / REAL and RR Auction COA.
Il sito ufficiale di Bob Dylan ha
confermato tutte le date che avevamo anticipato come probabili la
settimana scorsa, ecco l'elenco aggiornato ad oggi, naturalmente è
possibile che nel frattempo ne siano aggiunte altre, comunque saremo
sempre aggiornati:
31 Marzo 2014 -
Tokyo, Japan - Zepp DiverCity
01 Aprile 2014 - Tokyo, Japan - Zepp
DiverCity
03 Aprile 2014 - Tokyo, Japan - Zepp
DiverCity
04 Aprile 2014 - Tokyo, Japan - Zepp
DiverCity
07 Aprile 2014 - Tokyo, Japan - Zepp
DiverCity
08 Aprile 2014 - Tokyo, Japan - Zepp
DiverCity
09 Aprile 2014 - Tokyo, Japan - Zepp
DiverCity
10 Aprile 2014 - Tokyo, Japan - Zepp
DiverCity
13 Aprile 2014 - Sapporo, Japan - Zepp
Sapporo
14 Aprile 2014 - Sapporo, Japan - Zepp
Sapporo
17 Aprile 2014 - Nagoya, Japan - Zepp
Nagoya
18 Aprile 2014 - Nagoya, Japan - Zepp
Nagoya
19 Aprile 2014 - Fukouka, Japan - Zepp
Fukuoka
21 Aprile 2014 - Osaka, Japan - Zepp Namba
22 Aprile 2014 - Osaka, Japan - Zepp Namba
23 Aprile 2014 - Osaka, Japan - Zepp Namba
26 Aprile 2014 - Maui, Hawaii - Maui Arts
& Cultural Center
29 Aprile 2014 - Honolulu, Hawaii -
Blaisdell Arena
16 Giugno 2014 - Cork, Ireland - Live at the Marquee
(Festival)
17 Giugno 2014 - Dublin, Ireland - The O2
27 Giugno 2014 - Kosice, Slovakia - Steel Arena
01 Luglio 2014 - Munich, Germany - Tollwood
03 Luglio 2014 - Zwickau, Germany - Stadthalle
07 Luglio 2014 - Rostock, Germany - Stadthalle
08 Luglio 2014 - Flensburg, Germany - Flens
Arena
11 Luglio 2014 - Stavern, Norway - Poles
Festival
12 Luglio 2014 - Kristiansand, Norway -
Bendiktsbukta
14 Luglio 2014 - Helsingborg, Sweden -
Sofiero Castle
15 Luglio 2014 - Goteborg, Sweden -
Tradgardsforeningen
17 Luglio 2014 - Pori, Finland - Pori Jazz 2014
Caro Mr.Tambourine,
devo essere trai pochi matti di Maggiesfarm che non è rimasto
scandalizzato dallo spot e che ha cercato di trovarne un senso. Tu dici
che è perché sono un fan un pò perduto nell'idolatria del suo oggetto
d'amore idealizzato. Può darsi. A me sembra che sia doveroso cercare
delle spiegazioni alternative, se razionalmente ci sembra possibile,
prima di dare del fascista a Dylan. Per esempio, che Dylan stia
lavorando sul proprio personaggio, come se fosse materia artistica mi
sembra difficile negarlo. La decostruzione della propria immagine parte
fin dalla copertina di Another Side, diventa evidente con Self Portrait
( e forse è bene ricordare che anche in quell'occasione ci fu un
sollevamento di indignazione) arriva fino agli esiti più radicali con
gli spot per Victoria's Secret e per la Chrysler.
Dylan utilizza con spregiudicatezza tutti
i linguaggi dell'arte che vengono dal passato più o meno recente. Ci
sarebbero tanti esempi da fare. Nel caso in questione il linguaggio
implicito di questi spot, è quello della Pop Art, un messaggio
assolutamente identico a quello usato da Warhol nel suo intento di
mostrare come , alla metà del secolo scorso, la modalità di circolazione
dei segni abbia fatto saltare la dicotomia alto/basso che aveva dominato
l'arte. Trai tanti, prendiamo ad esempio la sua Brillo Box:
la scatola di spugnette detergenti viene
prelevata dalla banalità del supermercato e fatta salire alla dignità di
oggetto museale. Dylan fa l'operazione contraria, ma identica nel senso,
prende un aspirante premio Nobel, lo imbelletta di cerone e lo trasforma
in un venditore di automobili o di mutande. L'alto diventa basso.
Praticamente nessun altro si trova nella possibilità di poter fare
un'operazione di questo genere. Per una qualunque altra star del pop uno
spot è l'equivalente dello spostare la Brillo Box da uno scaffale
all'altro del supermercato. E dubito che ci sia un qualunque esponente
dell' “alta cultura” universalmente noto al popolo bue del Super Bowl.
Certo 5 milioni sono una bella medicina, ma ci vuole anche coraggio per
prestarsi contemporaneamente all'idolatria e al disprezzo dopo essersi
costruita una credibilità da maggiore artista in circolazione. O meglio,
bisogna credere sino in fondo a quello che si fa.
ciao, Miscio
Caro Miscio, la
caratteristica di Dylan è proprio quella di crearsi e di distruggersi,
l'ha fatto tante volte, quindi è indubbio che lui abbia il coraggio di
fare qualunque cosa. Quando si inventò l'incidente in moto per sottrarsi
alla esagerata e intollerabile pressione che i media di allora avevano
creato intorno a lui e che lui cercò di sfuggire con le più diverse
droghe da cui l'esigenza di sparire per un periodo di tempo
indeterminato finchè questa assurda cosa non fosse diminuita o cessata
(questa è la mia opinione sul fatto) fu certamente uno dei peggiori atti
che un artista avesse potuto fare a proprio danno, cercare di farsi
dimenticare col silenzio, di sfruttare proprio la stupidità dei media
per cancellare la sua immagine per poter finalmente crearne una nuova e
diversa. Verranno così alla luce cose assurde (se paragonate a quello
che Dylan aveva prodotto prima), Self Portrait, un disco che qualunque
artista con un pò di istinto di conservazione non avrebbe mai
pubblicato, Nashville Skyline dove cerca di fare la brutta copia di
Elvis Presley con una voce filtrata e resa baritonale fino all'eccesso.
Ma in mezzi a questi album di seconda fascia produrrà anche lavori che
metteranno in risalto lati dylaniani che erano rimasti oscuri per il
popolo dei suoi fans già pesantemente scioccati e bistrattati dopo
l'abbandono del folk, la svolta elettrica, quella country, quella
cristiana: Dischi belli e dischi fantastici, come dimenticare Oh Mercy,
Blood on the Tracks, Desire, Slow Train, Time Out of Mind, Love and
Theft, Modern Times fino all'ultimo Tempest, inframezzati da album di
natura e fattura davvero mediocre. Dylan sembra essere un artista
assurdo, indefinibile, masochista oltre che geniale regista di se
stesso. C'è una canzone che a mio avviso descrive in modo perfetto Bob
Dylan, non saprei dire se Edoardo Bennato avesse preso come motivazione
proprio la personalità di Bob o se la cosa fosse stata completamente
casuale, certo che, qualunque sia stato l'incipit di Edoardo, si adatta
perfettamente alla descizione di Bob:
Un giorno credi
(Edoardo Bennato)
Un giorno credi di essere giusto
e di essere un grande uomo
in un altro ti svegli e devi
cominciare da zero.
Situazioni che stancamente
si ripetono senza tempo
una musica per pochi amici,
come tre anni fa.
A questo punto non devi lasciare
qui la lotta è più dura ma tu
se le prendi di santa ragione
insisti di più.
Sei testardo, questo è sicuro,
quindi ti puoi salvare ancora
metti tutta la forza che hai
nei tuoi fragili nervi.
Quando ti alzi e ti senti distrutto
fatti forza e va incontro al tuo giorno
non tornare sui tuoi soliti passi
basterebbe un istante.
Mentre tu sei l'assurdo in persona
e ti vedi già vecchio e cadente
raccontare a tutta la gente
del tuo falso incidente.
Mentre tu sei l'assurdo in persona
e ti vedi già vecchio e cadente
raccontare a tutta la gente
del tuo falso incidente.
La vita di un artista è costellata di momenti morali e momenti
materiali, Dylan, in tutti questi anni, ha sempre dimostrato di essere
un Maestro insuperabile nella morale e un altrettanto buon materialista,
e 5 milioni di dollari di materialismo credo abbiano fatto comodo anche
a lui. Certo che gente come noi, che conosce abbastanza Dylan in ogni
sua sfaccettatura, non si scandalizza o si stupisce o resta deluso per
questa cosa della Chrysler, le sollevazioni popolari, le false morali e
la banalità di giudizio sono una caratteristica di coloro ai quali fa
comodo e cassetta vedere la cosa da questo punto di vista, ma noi non
siamo di quelli. Naturalmente riportiamo per forza di cosa una buona
parte di tutto quello che viene scritto su Dylan ma da qui a condividere
quei giudizi e quelle prese di posizione ce ne passa. Personalmente non
mi da fastidio che Bob si "abbassi" a partecipare a cose come quelle, ma
il mito Dylan è diventato talmente grande ed ingombrante che c'è sempre
qualcuno che cerca, per fortuna senza riuscirci mai, di prendere il
monumento a martellate. Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)
Sabato 22
Febbraio 2014
Talkin'
9338
- Gypsy Flag
Mi dispiace che la mia proposta sia stata
banalmente ridicolizzata. Ok, ho capito l'antifona: mi oscuro io dalla
Maggie's Farm
bye bye, Gypsy
Mi spiace che tu
l'abbia presa in questo modo, io avevo cercato di spiegarti in modo
forse esagerato ma certamente spiritoso perchè ritenevo inutile
l'oscuramento del sito. Non volevo assolutamente prenderti in giro o
ridicolizzarti. Spero che tu riconsideri tutta la faccenda e ritorni in
nostra compagnia! Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)
Ciao, Mr. Tambourine.. sono sempre quello
a cui rimane impresso, frequentemente, qualche parola, qualche frase,
qualche strofa, di qualche pezzo di Dylan, anche non recente, che come
una pennellata in rilievo sulle altre, un dettaglio carpito da un
quadro, si è fotocopiato nella mia mente, e ogni tanto riappare,
portandomi a farmi delle domande, ma che non sempre trovo risposte. O ne
trovo più di una, e proprio per questo, non so quale potrebbe essere
quella più appropriata. Come in passato per il dilemma della ragazza con
la strofa di Desolation Row tatuata sul braccio, o come..ad esempio… mi
capita ancora adesso di riascoltare volentieri l’album Shot of Love, del
1981, e puntualmente metto e rimetto sempre il pezzo di chiusura, la
bellissima e struggente Every Grain Of Sand, una sorta di “preghiera
autobiografica” che ti fa sentire addosso tutta l’esistenza di Dylan,
tra le pieghe e i risvolti del suo tormento d’artista. Tra l’altro
sostenuta da un ottima armonica, magistralmente suonata, con un
passaggio, in particolare, una vera chicca, un tocco di vera tecnica,
credo abbastanza difficile, un rapido “soffiato-aspirato-soffiato” come
un salto sull’armonica, un tocco davvero elegante. Credo che mai come in
questa sua opera, Dylan abbia usato e dosato le parole per descrivere al
meglio il suo (o i suoi) stato d’animo. Parole che hanno sviscerato e
scardinato le porte della percezione, la Sua percezione, dell’esistenza
umana.
Eh si, mi sa proprio che Dylan, dopo aver letto "Auguries of Innocences"
di William Blake, (“To see a World in a Grain of Sand And a Heaven in a
Wild Flower, Hold Infinity in the palm of your hand And Eternity in an
hour”- "Vedere un mondo in un granello di sabbia e un Cielo in un fiore
selvatico, Tenere l'Infinito nel palmo della tua mano E l'Eternità in
un'ora") avrà fatto un salto sulla sedia rimanendone seriamente,
profondamente folgorato, e abbia trovato l’ispirazione per fare una
ricerca dentro se stesso, e metterla sulla carta…e in musica con Every
Grain of Sand..
Frammenti di vita vissuta fino in fondo ogni giorno, -”…Don’t have the
inclination to look back on any mistacke, Like Cain, I now behold this
chain of events that I must break. In the fury of the moment I can see
the Master’s hand, In every leaf that trembles, in every grain of
sand.(Non ho l’inclinazione a voltarmi indietro su ogni errore, Ora come
Caino, osservo la catena di eventi da spezzare. Nel furore di un attimo
posso vedere la mano del Padrone, In ogni foglia in vibrazione, in ogni
grano di sabbia.)”- come il tempo che passa inesorabilmente, –“…The sun
beat down upon the steps of time to light the way To ease the pain of
idleness and the memory of decay. (Il sole sui gradini del tempo batte e
illumine il cammino lenendo pene d’indolenza e ricordi di declino.)”-
la potenza e la gloria, e il prezzo da pagare -“…I have gone from rags
to riches in the sorrow of the night (Passai dagli stracci alla
ricchezza nel rammarico notturno)”- e la consapevolezza di sentirsi solo
anche fra mille… “…I hear the ancient footsteps like the motion of the
sea Sometimes I turn, there’s someone there, other times it’s only
me…(Odo gli antichi passi come il mare in movimento, Mi giro a volte,
c’è qualcuno, altre volte son io soltanto)”…
Ma, e qui chiedo il tuo aiuto, e perche no anche all’amica Maria Rosa
Ventura, è con l’arrivo dell’ultima strofa, il dettaglio, quel dettaglio
del quadro che ogni tanto riaffiora, e mi tormenta perché non so più
dove metterlo, la sua più giusta collocazione… -“ I am hanging in the
balance of the reality of man like every sparrow falling, like every
grain of sand.” (Son sospeso in equilibrio sulla realtà dell’uomo, come
ogni passero caduto, come ogni granello di sabbia.”-
Che significato daresti tu a quest’ultima strofa, io me ne sono fatto
un’idea, son convinto che si cela qualcosa di profondo, ho provato a
seguire diverse traduzioni, anche quella di Maggie’s Farm, o di Tito
Schipa Jr., ma sinceramente è una metafora che ancor oggi, stento a
capire… Sono sicuro che con i tuoi saggi occhi, riesci a vedere qualcosa
più in la, qualcosa che a me sfugge, la giusta, la meglio, la tua
personale collocazione di quel dettaglio che da valore all’opera intera…
Grazie mille. Alla prossima. Ale ’65.
Ciao Ale, credo sia
meglio leggere tutto il testo di fila per comprenderne meglio il
significato intrinseco. Dunque:
Nel momento della mia
confessione, nel momento del mio più profondo bisogno
Quando la pozza di lacrime sotto i miei piedi si allaga con ogni neonato
seme
C'è una voce in agonia dentro di me che cerca qualcosa da qualche parte,
lavorando duramente nel pericolo e nella morale della disperazione.
Non ho l'inclinazione a guardare indietro ad ogni sbaglio,
come Caino, adesso scorgo questa catena di eventi che devo spezzare.
Nella furia del momento, riesco a vedere la mano del Signore
In ogni foglia che trema, in ogni granello di sabbia.
Oh, i fiori dell'indulgenza e l'erbaccia degli anni passati,
come criminali, hanno soffocato il respiro della coscienza e del buon
conforto.
Il sole batte sui passi del tempo per illuminare la strada
Per affievolire il dolore dell'ozio e la memoria del declino.
Fisso attraverso l'entrata di affamate fiamme tentatrici
Ed ogni volta che passo da questa parte sento sempre il mio nome.
Poi avanti nel mio viaggio riesco a capire
Che ogni capello è numerato così come ogni granello di sabbia.
Sono passato dagli stracci alla ricchezza nel dolore della notte
Nella violenza di un sogno estivo, nel brivido di una luce invernale,
nell'amara danza della solitudine che svanisce nello spazio,
nello specchio rotto dell'innocenza su ogni viso dimenticato.
Sento gli antichi passi come il movimento del mare
A volte mi giro, e c'è qualcuno lì, a volte solo io.
Sono sospeso in equilibrio sulla realtà dell'uomo
Come ogni passero che cade, come ogni granello di sabbia.
Dopo averlo letto in
questo modo la cosa che balza più evidente agli occhi è che questo stile
di scrittura non è quello abituale dylaniano, chiaramente Bob ha subito
l'influenza di Blake, ma anche di altri autori che magari ha letto per
curiosità o perchè avevano uno stile che lo prendeva bene. Tutte queste
influenze rendono la scrittura dylaniana una novità distante anni luce
dallo stile "Like a rolling stone", più reale, meno visionaria, più
poetica, meno misantropa della sensazione irreale dei tempi passati nel
crogiolarsi in paradisi artificiali che gli facevano scrivere 20 pagine
di vomito (che poi, debitamente centellinate, diventeranno quel
capolavoro che è LARS), più pungente, con una voglia vendicativa che si
sviluppa nel periodo del fallimento del suo matrimonio, periodo nel
quale Dylan accusa tutto e tutti di essere la causa delle sue peripezie,
litigherà quasi con tutti, condurrà una vita totalmente fuori dalle
righe, «L'inferno sono gli altri» aveva scritto Jean-Paul Sartre in "A
Porte Chiuse", e Dylan sembrò far sua questa frase, «Nel mondo esiste un
unico essere menzognero: l'uomo. Ogni altro essere è genuino e sincero,
perché si fa vedere schiettamente qual è, manifestandosi così come si
sente, mentre l'essere umano, a causa del suo abbigliamento, è diventato
una caricatura, un mostro, la cui vista è ripugnante già per questo
fatto, che è poi perfino sottolineato dal colore bianco e per lui
innaturale della pelle e dalle disgustose conseguenze del suo nutrimento
a base di carne, che è contro natura, nonché delle bevande alcoliche,
del tabacco, degli stravizi e delle malattie. L'essere umano appare come
una macchia ignominiosa nella natura» scriveva Schopenhauer nei
"Parerga" e nei "Paralipomena", e anche queste dure osservazioni sulla
natura dell'essere umano sembrano aver influenzato il comportamente e le
visioni dylaniane del tempo, dello spazio e delle carenze umane.
Riuscirà ad uscire dallo stato confusionale con la scoperta di Cristo
che lo porterà a vedere il mondo con altri occhi, ad occuparsi più delle
sue esigenze morali abbandonando il linguaggio profetico che lo aveva
caratterizzato fino ad allora e sostituendolo con un linguaggio nuovo
molto al di sopra o al di fuori dei suo normali canoni. E' un Dylan
nuovo, rinato, quello che scrive "Every Grain Of Sand", un Dylan che ha
intravisto una luce in fondo a quel tunnel che sembrava non finire mai,
e pian piano raggiunge quella luce e tutto diventa più chiaro.
L'esigenza di un esame di coscienza diventa fondamentale, Dylan si
confronta con se stesso, con il suo passato, con il suo presente e con
il suo futuro che intravede attraverso le parole di Cristo ed i suoi
insegnamenti. Every Grain Of Sand è una vera poesia profondamente
significativa, Dylan prende coscenza delle sue paure, delle sue nuove
esigenze, della necessità di fare un bilancio del passato, "Mi sento
sospeso in equilibro su quella che è la vera realtà dell'uomo, che si
crede l'opera più grande del creato, e che invece si accorge di non
essere più importante di un passero che cade o di essere soltanto come
un granello di sabbia, uno come miliardi di miliardi di altri granelli.
Questa consapevolezza sembra far trovare un nuovo equilibrio ed una
nuova pace morale a Dylan e la scrittura di tutta la trilogia cristiana
tenderà a ringraziare l' Essere Supremo che tutto cribbia e tutto
paragona per il dono della luce. E' una delle svolte di Dylan, molto
mistica e piena di nuova speranza, ma poi Dylan passerà attraverso altre
trasformazioni con momenti peggiori e momenti migliori, ma questa Every
Grain Of Sand ci mostra un grande Dylan, consapevole del passato e del
futuro che sta per vivere, ragionatore, speranzoso, un Dylan che si
confronta e che sembra trovare le risposte da tanto cercate.
Naturalmente questa è solo la mia impressione e potrebbe essere
totalmente fuori strada, ma anche se così fosse, spero che ti sia
servita in qualche modo ad illumunare qualche punto buio. Alla prossima,
Mr.Tambourine, :o)
E’ morto Francesco Di Giacomo voce del
Banco del Mutuo Soccorso. Tutto è successo intorno alle 18, quando Di
Giacomo era alla guida della sua auto. Secondo una prima ricostruzione
il cantante sarebbe stato colpito da un malore che gli avrebbe fatto
perdere il controllo del veicolo facendogli invadere l’altra corsia fino
a schiantarsi contro un’auto che proveniva in senso contrario. Era nato
a Siniscola il 22 agosto 1947. Aveva 67 anni.
R.I.P. (Requiescant In Pace)
Ricordiamolo in una delle più belle canzoni che il Banco abbia mai
prodotto, inno instancabile contro le violenze e gli abusi della guerra
che come spesso si dice non fa vincitori ma solo vinti.
Grazie a tutti. Ciao.
Grazie di cuore per
questo ricordo, chi ha avuto la fortuna di vedere Francesco negli anni
60/70 quando il Banco era uno dei gruppi italiani più bravi conosceva
certamente la valenza di Francesco!
Venerdi 21
Febbraio 2014
Bob Dylan
in nomination per l' mtvU Woodie Award
L' mtvU Woodie Awards premia la musica più popolare tra gli studenti
universitari, quindi è raro vedere un artista la cui carriera risale al
1960 tra i candidati della manifestazione. Tuttavia uno dei candidati al
trofeo quest'anno è proprio Bob Dylan.
La 72enne vecchia icona del folk-rock è stato nominato per un nuovo
premio denominato “Did It My Way Woodie” che premia gli artisti per le
loro innovazioni. Dylan ha ricevuto la sua nomination per l'intelligente
video ufficiale interattivo del suo classico del 1965 "Like a Rolling
Stone", pubblicato lo scorso novembre per promuovere la raccolta “The
Complete Album Collection Volume 1” box set.
Dylan sarà in competizione con artisti più giovani come Beyonce, Kanye
West, Arcade Fire e Childish Gambino, il rapper alter ego
dell'interprete di “Community” Donald Glover.
La consegna di quest'anno degli mtvU Woodie Awards si terrà a Austin, in
Texas, durante il “South by Southwest Music Festival”, e andrà in onda
il 16 marzo su MTV alle 8 pm ET / PT .
Aggiunta
un'altra data in Finlandia al Tour Europeo 2014
June 16, 2014 - Cork, Ireland - Live at
the Marquee (Festival)
June 17, 2014 - Dublin, Ireland - The O2
June 27, 2014 - Košice, Slovakia - Steel Arena
July 01, 2014 - Munchen, Germany - Toolwood
July 03, 2014 - Zwickau, Germany - Stadthalle
July 07, 2014 - Rostock, Germany - Stadthalle
July 08, 2014 - Flensburg, Germany - Flens Arena
July 11, 2014 - Stavern, Norway - Staverfestivalen
July 12, 2014 - Kristiansand, Norway Odderoya live festival
July 14, 2014 - Helsingborg, Sweden - Sofiero Slott och Park
July 15, 2014 - Göteborg, Sweden - Trädgårdsföreningen
July 17, 2014 - Kirjurinluoto, Finland - Pori Jazz
Dovremmo piangere nel vedere Bob Dylan
vendere auto?
Le icone della contestazione al servizio delle grandi marche? Niente di
nuovo. Tuttavia, alcuni si sono infastiditi alla comparsa di Bob Dylan
nella trasmissione dello spot Chrysler nel Super Bowl. Quando potremo
finalmente digerire le pubblicità con i grandi artisti?
Dopo Eminem, in scena nel cuore di Detroit per far rivivere il mito
dell'America industriale (spot in onda durante il Super Bowl nel 2011),
la casa automobilistica Chrysler, recentemente acquisitata dalla società
italiana Fiat, ha mobilitato il “Santo Graal” delle icone per aumentarne
il valore dello suo spot. Domenica scorsa, durante il Super Bowl, Bob
Dylan è apparso sugli schermi, chitarra in mano, in uno spot
nazionalistico al 100 %, con immagini dell’america tradizionale come la
vecchia Route 66 o le foto di lavoratori di inizio secolo, qualche
passata icone del cinema ed altre foto del genere. "Detroit ha fatto le
automobili, e le automobili hanno fatto l'America" ...
"Questo è un messaggio pubblicitario, ok, ma è un messaggio patriottico
che funziona, anche perchè è pieno di buoni sentimenti. Dylan ha sempre
lottato per i diritti civili. Promuovere oggi un marchio che ha fatto
grande l'America, un marchio in grado di ricreare l'orgoglio, la
crescita, la lotta alla disoccupazione, di dare coraggio per affrontare
la crisi, non è un paradosso".
Tuttavia, questa alleanza tra il “fiore all'occhiello della protesta” e
uno dei simbolidel capitalismo americano non ha entusiasmato alcuni
ambienti. "Anche lui, l’hanno avuto..." sembravano gridare in coro
alcuni "twit” di fans disorientati nei confronti di una controcultura
che non ha ancora finito di vendere il suo fascino.
Bob Dylan uomo sandwich?
Così, l' anticonformista di ieri è diventato il beniamino della
pubblicità. E se alcuni fans non sono ancora in grado di accettare la
loro ”icona della ribellione di ieri” pienamente integrato nel principio
di "win-win" degli anni 2010 (ti vendo il folklore e lo scambio
culturale per una bella miniera d'oro e visibilità). Bob Dylan non è
nemmeno alla sua prima prova come testimonial: mentre una volta era
riluttante ad approvare il suo status di leggenda vivente, nel 2004 si è
prestato senza remore per uno spot per Victoria 's Secret.
Il destino della pubblicità sembra raccordarsi con le previsioni dei
filosofi Luc Boltanski e Eva Chiapello illustrate nel loro saggio del
1999, lo "Spirito del Capitalismo" si rinnova più in fretta dei suoi
avversari. Dunque questo tipo di operazione non è stato inventato
Domenica scorsa al Super Bowl. Il linguaggio e lo spirito della
pubblicità degli anni ‘90 aveva già impregnato gli studenti di sinistra
che nel maggio 1968 lottavano contro una società considerata troppo
materialista e contro i valori del movimento (la fantasia, l'autonomia,
l’autenticità), come scrisse nel suo saggio “Storytelling” del 2007
Christian Salmon.
"Polemica franco- francese"
Alexandre Sap, non vede male in questo. "La polemica che circonda la
pubblicità di Chrysler con Bob Dylan è una polemica franco-francese
superata, alimentata dalla nostra incapacità di collegare arte e
denaro". Come dice Fabrice Brovelli, il " Mr. Music "dell’agenzia BETC,
accusando i critici di essere in malafede: "Coloro che si sono risentiti
per questo spot probabilmente non si sono accorti di niente quando la
Apple Corporation fu la prima a diffondere musica liberamente sfruttando
gli artisti".
Oggi, pochi autori rifiutano la pubblicità dopo l’esplosione di quel
fenomeno intorno agli anni 2000, quando il crollo dell'industria
discografica impose la creazione di un altro modello di business. Lou
Reed, che era anche apparso in uno spot per i caschi Parrot dopo la sua
scomparsa, profetizzò, durante la sua ultima apparizione al Festival di
Cannes: "In un mondo dove tutto è diventato un download gratuito gli
unici che veramente pagano sono gli artisti, ma li salva la pubblicità,
bisogna naturalmente scegliere bene, non sarebbe bello vedere Dylan o
Jagger in uno spot di Kiloutou o di Krys. "Prima ero troppo presto... Ma
questo era prima".
Io credo che David Yearsley abbia ragione. Questo spot del superbowl ha
un sapore epocale. Per di più ci coinvolge direttamente, come italiani.
Che facciamo, spazziamo la cosa sotto un tappeto? Dobbiamo semplicemente
ingollare questa palata di banalità e ipocrisie che il "nostro" ci ha
propinato? Non sarebbe il caso di dare un segno, di mandare un messaggio
- che amiamo Dylan e la sua musica ma non siamo disposti ad accettare
una caduta di stile così grave? Per un personaggio che - volente o
nolente - ha influenzato la cultura nell'arco di mezzo secolo. Si tratta
di un grande e geniale artista acclamato in vita. Questo determina una
riverberazione, che forse è da intendersi come resistenza: nei confronti
di quegli atti che possano svilire la sua memoria, abbassare il livello
della sua arte.
Io propongo un oscuramento temporaneo, per protesta, della Maggie's
Farm. Per protesta ma anche per amore.
Divulgando la notiizia di questo oscuramento, cercando di farla arrivare
al diretto interessato.
Un oscuramento che non sarebbe altro che un aggrottamento di ciglia, un
minimo ruggito di tigre o di gatto selvatico...
Un caro saluto a tutti, Gypsy
Caro Gypsy, capisco il tuo
sconcerto e la tua delusione ma credimi, oscurare Maggie's Farm sarebbe
davvero una cosa che non porterebbe da nessuna parte, una cosa senza
senso. Nessuno può permettersi di dire a Dylan cosa fare e cosa non
fare. Ti immagini se, attuando l'oscuramento da te proposto per
protesta, il caro vecchio Bob Dylan scrivesse alla Fattoria dicendo:
"Caro Mr.Tambourine,
dovrebbe gentilmente, (sempre le la cosa non è di gran disturbo), fare
da intermediario tra me ed il suo lettore Gypsy Flag. Ho impellente
necessità di sapere come devo comportarmi d' ora in poi, quale decisioni
prendere e quali scelte fare. Spero che lei possa passare il mio appello
il più in fretta possibile al sopracitato Gypsy Flag. Nel frattento
rimango ansiosamente in attesa di una di lui risposta positiva
contenente la sua disponibiltà prima di inviargli l'elenco completo di
tutti i miei impegni in modo che lui possa dirmi cosa fare.
La ringrazio in anticipo per tutto quello che potrà fare per me e la
saluto distintamente,
Bob Dylan"
Forse dovremmo essere tutti più tolleranti nei confronti di un artista
che oltre essere quello che è, leggenda, icona, faro illuminante, voce
di una generazione e tutte le altre centinaia di definizioni coniate per
lui, alla fine, dopo la sua arte, è un uomo come noi che deve tener fede
agli impegni che si è assunto nei confronti di tutti coloro che in un
modo o nell'altro lavorano o dipendono da lui. Alla prossima,
Mr.Tambourine
Giovedi 20
Febbraio 2014
Aggiunte
due date (9 e 10 aprile) a Tokio e confermate le due date Hawaiane
Le due date alle isole Hawaii che ho
menzionato ieri sono state oggi confermate ed aggiunte dal sito
ufficiale di Bob Dylan, sono state anche confermate le due date
aggiuntive del 9 e 10 aprile allo Zepp DiverCity di Tokio. Altre date da
confermare si sono unite, 2 in Irlanda, 1 in Slovakia, 4 in Germania e 2
in Svezia. Ecco l'elenco completo al momento:
Mar 31, 2014 - Tokyo, Japan - Zepp
DiverCity
Apr 01, 2014 - Tokyo, Japan - Zepp DiverCity
Apr 03, 2014 - Tokyo, Japan - Zepp DiverCity
Apr 04, 2014 - Tokyo, Japan - Zepp DiverCity
Apr 07, 2014 - Tokyo, Japan - Zepp DiverCity
Apr 08, 2014 - Tokyo, Japan - Zepp DiverCity
Apr 09, 2014 - Tokyo, Japan - Zepp DiverCity
Apr 10, 2014 - Tokyo, Japan - Zepp DiverCity
Apr 13, 2014 - Sapporo, Japan - Zepp Sapporo
Apr 14, 2014 - Sapporo, Japan - Zepp Sapporo
Apr 17, 2014 - Nagoya, Japan - Zepp Nagoya
Apr 18, 2014 - Nagoya, Japan - Zepp Nagoya
Apr 19, 2014 - Fukuoka, Japan - Zepp Fukuoka
Apr 21, 2014 - Osaka, Japan - Zepp Namba
Apr 22, 2014 - Osaka, Japan - Zepp Namba
Apr 23, 2014 - Osaka, Japan - Zepp Namba
Apr 26, 2014 - Maui, Hawaii - Maui Arts & Cultural Center
Apr 29, 2014 - Honolulu, Hawaii - Blaisdell Arena
*da confermare
Jun 16, 2014 - Cork, Ireland - Live at the Marquee (Festival)
Jun 17, 2014 - Dublin, Ireland - The O2
JUn 27, 2014 - Košice, Slovakia - Steel Arena
Forse mi sono spiegato male e per questo mi
scuso, intendo che nemmeno io sarei contento se dylan si vendesse il
culo ma per me (al di la del fatto che non considero compromettente lo
spot) non spetta a me ne tantomeno a nessunaltro dire se sbaglia o meno.
Mi rende nervoso vedere i commenti che ho letto sui siti sui quali era
postato il video, cose del tipo: "Alla fine si è venduto pure il
menestrello! Non c'è più religione! Che brutta fine....". Ecco questo mi
fa venire voglia di mandarli a zappare l'orto. Dylan secondo me non è
grande perché ha scritto Blowin' in the Wind o Hard Rain ma per tutto il
complesso e tanta gente parla, sono sicuro, senza conoscere nulla al di
fuori di quelle canzoni, o credendo che like a rolling stone si scriva
con la s alla fine e sia dedicata alla più grande rock and roll band di
sempre. Io non firmerei come mio un brano-copia di manish boy, ma lui si
e va bene così.
È grande perché ha fatto in modo che noi ci perdessimo nei suoi pezzi,
non ha elemosinato nulla e non ha implorato amore per una personalità
che NOI non conosceremo mai in tutte le sue sfaccettature. Per questo
non bisognerebbe cercare di interpretare nulla secondo me, e accettare
l'uomo che non si preoccupa di nascondere la sua natura cangiante. La
libertà non si mendica, si esercita. Lui la esercita.
Fondamentalmente il
tuo ragionamento funziona, ma è naturale che ogni fan di un cantente, in
special modo quelli di Bob, vorrebbero vedere sempre la perfezione
nell'artista nel quale ripongono la loro ammirazione per i più svariati
motivi. Ci sono poi i critici che sono sempre contro tutto e contro
tutti per abitudine, quelli ai quali da fastidio che Dylan continui ad
essere l'icona che è e che il suo personaggio leggendario non possa
venire scalfito da niente e da nessuno. Certo che questo spot ci ha un
pò fatto pensare tutti, ma suvvia ragazzi, io l'ho detto più di una
volta, Dylan ha un apparato di persone notevole che ruota intorno a lui
e che deve mantenere, e la gente si mantiene coi soldi, cogli stipendi o
le partecipazioni. Dylan ha una casa immensa a Malibù, non saprei dire
quante persona sul suo libro paga per garantire il corretto funzionameno
della casa, poi c'è tutto l'apparato artistico (musicisti, tecnici del
suono, roadies più o meno professionali che montano e smontano il palco
nel giro di tre ore, autisti di truck, tourbus, viaggi aerei, alberghi
per almeno una cinquantina di persone, road manager, manager di questo e
manager di quell'altro e chissà quanta gente ho dimenticato di citare,
comunque tutta gente che a fine mese deve riscuotere il salario, quindi
per pagare stipendi bisogna incassare soldi, e tanti, a questo punto,
anche se poco etico o poco professionale ed in contrasto con la figura
artistica non vedo perchè Bob debba rinunciare ad un compenso di 5
milioni di dollari (queste sono le voci sul "compenso" dylaniano per la
partecipazione allo spot) per dire qualche stronzata che forse nemmeno
pensa. Non ci vedo niente di così osceno nel fare il testimonial per
Chrysler, Cadillac, Victoria Secret o che altro, anche se la cosa
potrebbe ed anzi, fa discutere senz'altro creando un gran clamore, ma
stiamo coi piedi per terra, perchè anche Dylan, per quanto grande possa
essere, in qualche modo deve portare a casa una barca di soldi a fine
mese. Quindi, a volte certe cose non saranno etiche, ma funzionali di
sicuro. Alla prossima. Mr.Tambourine, :o)
"Come senators, congressmen, Please heed the
call
Don't stand in the doorway Don't block up the hall
For he who gets hurt Will be he who has stalled
There's a battle outside And it is ragin'.
It'll soon shake your windows and rattle your walls
For the times they are a-changin'."
(Bob Dylan – "The Times They Are A-changin'," 1964)
La cultura dello spettacolo
Domenica 2 febbraio 2014 , secondo fonti attendibili, 111.500.000
milioni di persone (soprattutto residenti negli Stati Uniti) hanno visto
il più grande spettacolo del mondo noto come “Super Bowl”. Per essere
sicuri che questo Super Bowl non fosse dissimile da suoi predecessori,
una studiata mercificazione televisiva ha mostrato un pacchetto di
mediocrità per essere utilizzate per la vendita di spazzatura inutile.
Secondo Bill Wanger, vice presidente esecutivo per la programmazione e
la ricerca di Fox Sports, "Il Grande evento televisivo è un ottimo modo
per le persone di vivere un evento comune, parlarne socialmente,
singolarmente ed in gruppo".
Wagner presuppone che gli spettatori siano consumatori usa-e-getta
preconfezionati che hanno perso la capacità di pensare, o che forse non
hanno mai sviluppato questa capacità. Pertanto, quello che Fox Sports ed
i suoi associati fissano nell’ordine del giorno quelle che sono le
regole dell’economia di libero mercato, la gente avrà il solo desiderio comune
di seguirle.
Ciò che distingue questo spettacolo dai precedenti non è tanto l'
audience da record, nonostante la non-partita del gioco, ma gli spot
fantasiosi e le performances musicali di mediocri artisti pop. Una sola
cosa separa questo spettacolo dai suoi omologhi del passato: i due
minuti di ciance che mitizzavano il patriottismo che vedono Bob Dylan
colpevole di averle dette.
Il grande imbroglio
Quando il corporativismo riesce ad acquistare l'anima di un'icona, il
poeta del movimento americano per i diritti civili, stiamo assistendo ad
un chiaro segno che il mercato distrugge qualunque tipo di etica.
Questo è l'uomo che, nel maggio del 1963, abbandonò "The Ed Sullivan
Show" dopo che i dirigenti della CBS gli avevano chiesto di non cantare
"Talkin' John Birch Paranoid Blues", perché avrebbe potuto offendere i
razzisti di destra della John Birch Society. Bob Dylan in seguito ha poi
ispirato il pensiero e le azioni di molti altri americani. Ma deve aver
infranto molti cuori liberali e progressisti con la sua terribilmente
partecipazione allo spot della Chrysler, che era pieno di frasi
scioviniste circa l’orgoglio americano con un serio sfondo
proto-fascista.
Lo spot si apre con la frase "C'è qualcosa di più americano che
l'America?" L'annuncio si chiude poi con la voce di Dylan su una serie
di immagini che mostrano il braccio di un uomo che versa una birra, un
primo piano di due mani che montano un orologio di precisione e, infine,
una fila di teste, per lo più di donne asiatiche, intente al montaggio
di telefoni cellulari che ricordano gli onnipresenti (iconici) iPhones.
Queste scelte estetiche sono intenzionali, la pubblicità stessa è un
mezzo intenzionale. Che cosa lo sentiamo dire?
"Quindi lasciate che la Germania faccia fermentare la birra. Lasciate
che la Svizzera costruisca il vostro orologio. Lasciate che l’Asia
assembli i vostri telefonini. Noi... costruiremo... la vostra auto".
Come scrisse il filosofo americano Harry Frankfurt nel suo libro “On
Bullshit”, " Una delle caratteristiche più salienti della nostra cultura
è che è piena di tante stronzate. Tutti lo sanno. Ma ognuno di noi
contribuisce a prendere la situazione per scontata".
Il fascismo sul Mercato
Quello che dovrebbe scioccare la gente è la frase proto-fascista:
"Lasciate che l’Asia assembli il vostro telefonino", detta da un ebreo
americano che, a un certo punto della nostra storia, ha combattuto per i
diritti dei neri, latini, ebrei, asiatici e altre minoranze in America
con le sue canzoni iconiche pieno di poesia ipnotizzante. Bob Dylan ha
dimenticato che l'Asia è il più grande e più popoloso continente del
mondo riempito con una moltitudine di culture diverse e sede di numerose
antiche civiltà, per non parlare della sede di alcune delle fabbriche di
automobili più vendute nel mondo, i computer e le tecnologie internet,
proprio per citarne alcuni successi? Non sa che la Mercedes-Benz, una
volta di proprietà Chrysler e ora Chrysler è una consociata interamente
controllata dalla multimazionale automobilistica italiana Fiat? Per
essere sicuri , il presupposto di fondo da parte dei produttori della
pubblicità è che la maggior parte degli americani - tra cui Bob Dylan -
sono troppo ignoranti per sapere queste cose e si può anche ipotizzare
più di 4 miliardi di persone asiatiche sono semplicemente lavoratori per
l'assemblaggio dei computer di Apple Corporation; i Tedeschi sono buoni
solo per la produzione di birra, e gli svizzeri possono fare solo
orologi di fantasia.
Questo è l'uomo che ha scritto "The Times They Are a-Changin". Dylan ha
detto di "The Times They Are a- Changin' ". "Questa è sicuramente una
canzone con uno scopo, volevo scrivere una grande canzone, una sorta di
canzone a tema, con brevi versi concisi che ammucchiati gli uni sugli
altri in modo ipnotico. Il movimento per i diritti civili e il movimento
folk erano abbastanza vicini e alleati insieme in quel momento".
Si spera che l' ironia di questa situazione non si perda sulle persone
che hanno guardato questo annuncio mitizzato. A giudicare dai milioni di
visite che lo spot ha avuto su Youtube, molte persone in tutto il mondo,
tra cui molti asiatici, tedeschi e svizzeri l’ hanno cercato per
guardarlo.
L'agenda neoliberista
Questi sono elementi di fatto che l'agenda neoliberista ha
raggiunto i suoi obiettivi principali nel mercificare il tutto,
eliminando un'etica fondata sulla moralità di tutti gli aspetti della
nostra società, e, infine, trasformare il corporativismo in un'etica,
priva di una eventuale morale.
C'è da meravigliarsi? Viviamo in un' epoca in cui le nostre scuole
pubbliche sono dirette a costruire con programmi progettati per
soddisfare il minimo comune denominatore, le banche commerciali e le
società che gestiscono i fondi monetari truffano il pubblico e creano un
tracollo finanziario su scala globale, eppure vengono rese operative con
i soldi dei contribuenti. Siamo in un'epoca in cui
l’anti-intellettualismo è venerato, e l'industria culturale, dominata da
una manciata di poche persone, ha deciso che non c'è più bisogno di
creatività anche per il più basso livello di comune denominatore.
Evidentemente, essi presuppongono di avere una grandissima moltitudine
di consumatori docili pronto a comprare qualsiasi cosa confezionata o per
una rapida soddisfazione. Questo è ciò che Henry Giroux chiama "politica
zombie e la cultura ", nel suo libro , “Zombie Politics and Culture in
the Age of Casino Capitalism“. Questa è l'età in cui la maggior parte
delle persone vengono acquistati e venduti nel mercato solo per sentirsi
dire che sono liberi, liberi di scegliere il prodotto che hanno scelto.
Speranza ed immaginazione
L’episodio della svendita di Bob Dylan è emblematico del trionfo del
neoliberismo e il suo zelo religioso per il fondamentalismo di mercato.
Questo è ciò che Margaret Thatcher e Ronald Reagan avevano in mente
quando hanno costruito la loro alleanza 30 anni fa. Volevano
acquistare il maggior numero di Bob Dylan che potevano vendere
patriottismo e una nuova forma di fascismo nei mercato del mondo.
Sapevano che il mito vince sempre sui fatti e la realtà per le strade.
Ci riusciranno anche questa volta? Forse i voti ci dicono che hanno
trionfato. Dopo tutto, i numeri non mentono, o no? Vi è un numero che è
assente dalle notizie e dai resoconti dei media, quanti sono coloro che
hanno deciso di sintonizzarsi per vedere questa narrazione fraudolenta
di questa grandezza. Essi possono essere contati. Il mondo è abitato da
quasi 7 miliardi di persone, e il 38,8 per cento di questa popolazione
utilizza internet con regolarità. E possiamo essere sicuri che questo
numero salirà rapidamente.
Essi sono collegati e interconnessi. Parlano tra di loro e si scambiano
messaggi audiovisivi di dissenso, speranza e cambiamento. A giudicare da
ciò che sta accadendo in tutto il mondo, nonostante il caos in luoghi
come la Siria, c'è molto spazio per l'ottimismo. La storia ha dimostrato
che quando un impero prevale, si ha un posto dove andare, ma verso il
basso. L'implosione avverrà. L’ “Occupy Muvement” ci ha dato un assaggio
della rivolta nonviolenta contro il neoliberismo. I semi della
rivoluzione globale sono piantati, e più Bob Dylan acquistano per la
loro ideologia, la maggioranza delle loro nudità si rivela. L'
imperatore ha vestiti? Forse un pannolino pò allentato rappresenta il
guscio di un vecchio poeta. Possiamo immaginare un mondo migliore e poi
agire su quella immaginazione. Infatti, i tempi sono cambiati, quando il
tempo di un'idea arriva nessuna forza di mercato può fermarlo.
News sul
Tour 2014 da John Baldwin di Desolation Row Newsletter
Il tour europeo 2014 inizierà in Irlanda il 16 giugno e terminerà il 17 luglio. Come
già detto prima, non ci saranno spettacoli nel Regno Unito, Italia e
Croazia, ma, contrariamente alla credenza precedente, pochissimi
spettacoli saranno in Europa orientale, la metà dei quali di nuovo in
paesi che il tour ha visitato lo scorso ottobre/novembre e anche in Europa
centrale. Il Tour sarà un mix di Festival, Arene e spettacoli in piccole
venue. Le date ufficiali sono attese a breve.
Bob Dylan , una figura torreggiante nella storia del rock' n' roll, sarà
alle isole Hawaii per due concerti in Hawaii, il 26 aprile al Maui Arts &
Cultural Center e il 29 aprile alla Blaisdell Arena.
I biglietti saranno in vendita dalle ore 9:00 di Sabato per lo
spettacolo della Blaisdell Arena nei punti vendita Ticketmaster e al
botteghino della Blaisdel. I membri del MACC possono acquistare i
biglietti per lo spettacolo di Maui dalle ore 10:00 di Sabato, e i
biglietti saranno disponibili al pubblico il 1 marzo.
Dato che i giovani era stata ben serviti di messaggi non
riguardanti il football nella prima parte del Super Bowl, è stato giusto
che i vecchi abbiano contrattaccato con i loro annunci che non
riguardavano certo l'orgia annuale di sesso e violenza, il consumismo e
il militarismo che impazza negli spot televisivi. Perciò abbiamo dovuto
assistere alla visione sgradevole di Bob Dylan che sviolinava l’ultima
berlina della Chrysler in uno spot esageratamente saturo di spazzatura patriottica sull’orgoglio di essere americani, con in sottofondo una sua canzone.
Se non fosse stato per l' esigente make-up e hair-styling, uno avrebbe
potuto ipotizzare, o almeno sperare, che questa vecchia polena della
controcultura e voce di protesta di una generazionenon non fosse stato
ingaggiato per un multi-milionario spot delle auto della Chrysler e che
fosse stato INVECE scelto per fare un annuncio senza compenso per le
ultime vestigia dell' industria americana. Infatti, dal momento che
Dylan teoricamente non è uno che ha bisogno di soldi, questo annuncio
avrebbe potuto essere stato il suo regalo al popolo americano, un aumento
gratuito di fiducia che arriva giusto dopo un lunghissimo periodo di
crisi.
Ma era chiaro che Dylan aveva incassato l'assegno per questa mendace
peana (Nella letteratura greca la parola “peana” indicava un canto
corale in onore del dio Apollo, considerato il guaritore. In greco "paián", da cui la denominazione dell'inno, in seguito il peana venne
dedicato anche ad altre divinità o a uomini illustri e recitato in
occasione di vittorie militari, matrimoni e durante banchetti e riti
sacrificali. Ne composero i poeti greci Bacchilide e Pindaro. Per
estensione vengono definiti peana anche discorsi o poesie che lodino con
particolare enfasi eventi o persone. Fare peana vuol dire fare il
cortigiano, adulare, piaggiare, lustrare, ossequiare, far la corte,
lisciare, menare il turibolo, piagellare, insaponare, ungere) dopo averci propinato una malinconica sequenza di parole molto al di sotto
del valore di quelle di "Song to Woody" o "It’s All Over Now, Baby
Blue".
Questo spettacolo, presentato durante l’intervallo della partita, è stato veramente
deprimente, fin dalla frase d’apertura dello spot, di una banalità
delirante senza precedenti ("C'è qualcosa di più americano che
l'America?") per poi andare verso la fine con una sequenza infantile:
"Lasciate che la Germania faccia la birra. Lasciate che la Svizzera
facciai vostri orologi", intonava il vecchio bardo. "Noi
costruiremo la vostra auto", il tutto costretto entro i due più
truci minuti di falsità nella storia della pubblicità nel Super Bowl,
banalità servita a colpi di commensali e caffè fumanti, mustang allo
stato brado, cheerleaders, un cartello stradale della Route 66, James
Dean, Marilyn Monroe, Dr. J, nodi gordiani di svincoli autostradali,
lavoratori alla catena di montaggio delle auto del defunto centro di
Detroit, col vecchio Dylan che si aggirava in un negozio di chitarre e
guardava una altrettanto vecchia sua fotografia, spettacolo che ha fatto
strabuzzare gli occhi al pubblico televisivo. Era così surreale che molti
spettatori di una certa età devono aver pensato che il loro idolatrato
eroe ospite nel Super Bowl fosse caduto di nuovo nell’uso di LSD.
Il più grande di questi cerchi concentrici pieni di menzogne è stata
l'assurdità detta da Dylan di come non sia possibile copiare una vera
eredità americana o raffreddare il cuore e l'anima dei lavoratori
americani. Chrysler è ora di proprietà della Fiat, che legalmente non è
più italiana e avrà presto la sede legale in Olanda. Che questa
multinazionale abbia ridato vitalità alla Motor City è cosa tristemente
ridicola. Detroit ha ormai perso due terzi della sua popolazione e le
luci stradali sono diventate molto rare perchè nei quartieri più lontani
dal centro città sono state addirittura spente. Mentre Dylan
strimpellava ipnoticamente il suo motivo “Things Have Changed” si
cullava nel mare della banalità.
La Storia americana è piena di fatti ricorrenti che raccontano la
nascita del Paese, come quella di Custer che muore al Little Bighorn nel
1876 quasi 100 anni dopo il giorno nel quale l’America si staccò dalla Gran
Bretagna. Nel regno della musica e della politica, la fine della Seconda
Guerra Mondiale in Europa fu annunciata sulla facciata del New York
Times il giorno 8 maggio 1945 nascosta in mezzo a titoli tra i quali un
articolo che diceva che Aaron Copland aveva vinto il premio Pulitzer per
l’Appalachian Spring, una banale storiella di un un contabile musicale
ottimista dell'innocenza americana mentre la nazione usciva dalla guerra
come la più grande superpotenza del mondo.
Allo stesso modo la presenza spudorata di Dylan nel folle spot è andata in
onda al Super Bowl meno di una settimana dopo la morte di Pete Seeger,
“roccia di integrità musicale e morale”. L’artista più vicina a Seeger
mai arrivata al Super Bowl, Madonna, si rifiutò di fare una cover della
sua "If I Had Hammer" poiché, come Dave Marsh in CounterPunch ha
riferito, si volevano cambiare le parole in “Se avessi un martello / mi
piacerebbe distruggere la tua fottuta testa”. Forse è una buona cosa che
Pete che non abbia potuto vedere e sentire Dylan raccontar favole in
modo ridicolo.
Una versione romanzata del giovane Dylan fa da cameo spettrale alla
chiusura dell'ultimo film dei fratelli Coen, “Inside Llewyn Davis”
fortuitamente, almeno per il filmmaker, pubblicato all'inizio del mese
dopo la morte di Pete Seeger. Principalmente ambientato nel Greenwich
Village nel 1961, il film segue le disavventure e le peregrinazioni del
giovane protagonista, ed i Coen lasciano generosamente spazio a
spettacoli di ballate folk interpretate dal cantante e chitarrista
interprete Oscar Isaac. Forse la più solipsistica di una lunga serie di
studi in stile (Il solipsismo, dal latino solus, "solo" e ipse,
"stesso": "solo se stesso", è la credenza secondo cui tutto quello che
l'individuo percepisce venga creato dalla propria coscienza. Di
conseguenza, tutte le azioni e tutto quello che fa l'individuo è parte
di una morale prestabilita dal proprio io, ubbidendo pertanto solamente
a quello che quest'ultimo dice, al di là delle leggi prestabilite dal
mondo esterno, da altre soggettività), è stranamente preveggente che i
Coen facciano qualcosa sul filone del folk revival americano che precede
in definitiva Dylan alla sua debacle nel Super Bowl. .
Il Llewyn Davis dei Coen è un personaggio alla ricerca di se stesso,
sessualmente irresponsabile, un irresponsabile infantile che si preoccupa solo di
sè stesso. Anche se c’è un pò di talento e un pizzico di autenticità in
ciò che fa, Davis rappresenta semplicemente una lezione sulla verità che
il successo, la celebrità, viene distribuita quasi casualmente. Mentre
è alla ricerca di concerti e luoghi per dormire, Davis partecipa ad una
sessione di studio per alcune stupide canzoni pseudo-hillybilly, ma è
così sconfortato dal compenso e sprezzante dei meriti della musica che
ha appena composto che firmerà la sua rinuncia alle royalties. Nel corso
della settimana successiva la sua canzone comincerà a diventare un successo, lasciando il povero Davis
letteralmente fuori al freddo a cozzare ripetutamente contro il muro di
mattoni del suo fallimento. Davis decide di tornare allora al suo lavoro
come marinaio, rinunciando non solo per al suo obiettivo di una carriera
musicale ma all’America stessa. Nel popolare ritrovo musicale del
Village, il Gaslight, Davis dà una finale performance molto sentita
prima di uscire dalla porta e subire un brutale pestaggio da parte del
marito di una cantante con la quale si era ubriacato la sera prima. Come
Davis lascia il club sentiamo e vediamo una silhouette nella scena
successiva, un chitarrista dalla voce ghiaiosa, Dylan stesso, cantare
“Farewell”, la sua versione di " Leaving di Liverpool". Con il passare
delle navi nella notte del Greenwich Village, i Coen cercano di spremere
qualche goccia di intensità fuori della sconfitta di Davis, anche se è
difficile immaginare perché qualcuno dovrebbe davvero preoccuparsi per
la sua definitiva uscita dalla storia della musica. I Coen puntano molto
di più a mettere in risalto la magia del momento della nascita di una
stella.
La storia narrata dai Coen contiene la verità su Dylan e la sua rotta di
collisione con il Super Bowl: che le umili origini possono sempre essere
dimenticate per un giusto compenso.
Off Topic: Sanremo 2014, una ciofeca da
qualche milione di euro.
Mi rendo conto che l’argomento interesserà veramente pochi lettori, ma
fate finta di niente e lasciatemi sfogare. Vedere come buttano nel cesso
i nostri soldi i “sapientoni” della Rai è una roba che fa venire da
vomitare.
Sentire uno che spesso e volentieri inciampa nelle parole presentare uno
spettacolo in Eurovisione è deprimente, (che peccato che Pippo Baudo
abbia ormai 136 anni!!!!), sentire le scontate volgarità della
Littizzetto non fa più neanche ridere, ispira solo una grande
compassione per un’artista ormai fossilizzata nella descrizione su uso
ed abuso degli attributi sessuali. Vedere Raffaella "Pelloni nipote del
Passator cortese, re della strada e re della foresta (parole della Carrà
nazional-popolare)", 71 anni il prossimo 18 giugno, rughe mal mascherate
in ogni dove, pancetta da pensionata, ridicolmente vesita come una
punk-metallara-icona-gay di 18 anni, cantare e ballare in playback è una
cosa che ti stringe il cuore, che brutto quando un’artista non sà
invecchiare, proprio come McCartney o i Pooh tutti rifatti e tirati da
far addirittura senso.
Stendiamo, per senso di pudore perchè si
pensa che la musica sia un’altra cosa, un velo pietoso sui cosidetti
“campioni” o “big” che dir si voglia ai quali di big e di campioni non è
rimasto più niente se non un triste ricordo di qualche momento di gloria
passata. Spezzo una lancia in favore di Cristiano De Andrè, ingrassato
come un tacchino per il “Thanksgiving day” (perchè ha smesso di fumare)
ma almeno autore di due canzoni con un buon testo.
Unica nota lieta della serata, oltre alla bellissima apertura di Ligabue
accompagnato da Mauro Pagani alla Mandola in un'ottima cover di una
canzone di Fabrizio De Andrè tutta cantata in dialetto genovese, la
partecipazione come ospite, del buon vecchio e per anni grande
desaparecidos della musica Cat Stevens, con tre canzoni che hanno fatto
venire a tutti le lacrime agli occhi per l’emozione, con una immensa
finale “Father and Sons” che ha fatto scattare una spontanea e meritata
standing-ovation da parte del ricco pubblico sanremese.
A bocce ferme, oltre il piacere di aver
rivisto il vecchio Gatto Stefano, mi è venuto proprio da dire,
parafrasando Ramazzotti, “Caro vecchio Bob.......- grazie di
esistere - !!!!!!!!!!!
Mr.Tambourine
Martedi 18
Febbraio 2014
Talkin'
9333
- Gypsy Flag
Oggetto: Nuova versione di Union sundown (da
Infidels):
Well, my shoes they come from Singapore,
My shirt is from Taiwan,
My pants are from Malaysia,
My necktie's from the Amazon.
Saxophone is from the Philippines
My car's a Chrysler, don’t you see?
It’s put together by people I don’t know
Somewhere down in Italy. Bè le mie scarpe vengono da Singapore
le mia camicia da Taiwan
i miei pantaloni dalla Malesia
la mia cravatta dall'Amazzonia
il sassofono dalle Filippine
la mia macchina è una Chrysler, non vedi?
è stata fabbricata da gente che non conosco
da qualche parte giù in Italia
Well, it's sundown on the union
And what's made in the U.S.A.
Sure was a good idea
Till greed got in the way. Bè è il tramonto sul sindacato
e ciò che è prodotto negli Stati Uniti
Sicuramente era una buona idea
finchè non è nata l'avidità
Cari saluti, Gypsy
Ottima versione Gypsy, allora completiamola
visto che l'argomento è proprio in tono con lo spot "incriminato":
Well, the perfume is from
China,
Ear-rings are from Japan.
Belt buckle's from the Himalaya,
The dog collar's from Pakistan
Chain says "Made in Brazil"
Where a woman slaved for sure,
Taking home sixty cents a day to a family of twelve,
A lot of money to her. Bene, il profumo viene dalla Cina
gli orecchini dal Giappone
la fibbia della cintura dall'Himalaya
e il collare del cane dal Pakistan
La catena dice "Made in Brazil"
dove una donna che di certo lavora come una schiava
porta a casa sessanta centesimi di dollaro al giorno
per una famiglia di dodici persone
e sono un sacco di soldi per lei
Well, some people complainin' that there is no work.
I say, "Brother, how can that be?
When nothin' you got is U.S.-made?"
It all comes from across the sea.
They call it religious capitalism
Under corporate command
It says, "Nobody gets hired to do anything
That can be done cheaper in some other land" Bene, alcuni si lamentano perchè non c'è lavoro
Io rispondo: "Fratello, come potrebbe essere diverso?
quando niente di quello che hai viene fatto negli Stati Uniti?"
Viene tutto da oltreoceano
Lo chiamano capitalismo religioso
sotto il controllo delle corporazioni
Sai com'è, "Nessuno viene pagato per fare qualcosa
che può essere fatta in qualche altro paese con minor spesa"
Well, the drug dealers are making big profit
Oh yeah, they say times were tough for a while.
When the Russians bomb Las Vegas,
They'll be on a desert isle.
And them big manufacturers aren't starving, though
Their profits are down beyond belief.
Got to have to send them a care package,
Or make it food relief. Bene, i trafficanti di droga fanno grandi
profitti
Oh sì, dicono che i tempi sono stati duri per un certo periodo
Quando i Russi bombarderanno Las Vegas
loro saranno su un'isola deserta
E quei grandi industriali non stanno morendo di fame,
sebbene i loro guadagni scendano oltre misura
Bisogna mandar loro pacchi-aiuto
oppure generi di conforto
All that steel and aluminum
Venezuela, El Salvador.
Well, the unions are big business,
But they're going out like a dinosaur.
Well, they used to grow food in Kansas,
Now they want to grow it on the moon.
They want to take your home garden away,
That day is coming pretty soon. Tutto quell'acciaio e quell'alluminio
viene dal Venezuela e da El Salvador
Beh, i sindacati sono un grosso affare,
ma sono in via di estinzione come i dinosauri
Beh, una volta in Kansas ci coltivavano i campi
ora le coltivazioni vogliono farle sulla Luna
Vogliono toglierti anche l'orticello dietro casa,
e quel giorno arriverà presto
There's a man with a black face in the White House,
Who's got no name or important ties.
Just as long as he understands the shape of things to come,
He can stay there till he dies.
Got to be an invisible man
Not a front man like Marchionne for some diseased cause.
Certainly not a union man, a Fiat/Chrysler man,
Not a man tied to social laws. C'è un uomo con il viso nero alla Casa Bianca,
uno senza nome e senza legami importanti
Finchè riesce a capire la forma delle cose a venire
può restar lì fino alla morte
Dev'essere un uomo invisibile
non un uomo come Marchionne per qualche causa malata
Certo non un uomo del sindacato, un uomo della Fiat/Chrysler,
nè un uomo soggetto alle leggi della società.
Ciao Mr. Tambourine,
nel mio blog dedicato alla cultura americana ho pubblicato un pezzo su
Forgetful Heart, immaginando una sorta di "vita dentro la canzone". In
altre parole, come questa canzone mi parla e cosa mi comunica.
Se pensi che la cosa possa interessare ecco il link: http://8thofmay.wordpress.com
Bob on! Corrado.
Ciao Corrado, davvero un
blog ben fatto, consiglio a tutti i Maggiesfarmers di seguirlo, grazie
and always Bob on! Mr.Tambourine
Caro Mr. Tambourine,
il messaggio è indirizzato a Maria Rosa che non riconosce il gattone:
E' la bandiera gloriosa del mondo dell'Esperienza, dove si costruisce e
si distrugge (Detroit lo sa bene) e ovviamente sta ruggendo verso di noi
tutti, che siamo il suo pasto quotidiano. Può solo essere sconfitta dal
potere dell'Immaginazione umana, per questo i saggi la cantano senza
paura:
http://www.allmusic.com/song/tyger-mt0007693210
[Calma ragazzi, volevo solo strapparvi un sorriso. Del resto nel mio
caso sarebbe calzante quel gustoso aneddoto riferito da Bertrand
Russell: al termine di una sua conferenza sull'astronomia fu avvicinato
da una vecchietta che gli rinfacciava di aver detto un cumulo di
sciocchezze, perché in realtà il mondo era un disco piatto appoggiato
sul dorso di una tartaruga. Alla domanda leggermente caustica di
Russell, sul dove si appoggiasse la tartaruga, la vecchietta
imperturbabile rispondeva “su un'altra tartaruga”. E l'esoterico sapere
della bisnonna non si è perduto...]
ciao, Miscio
Grazie, giro tutto a
Maria Rosa, :o)
Lunedi
17
Febbraio 2014
Talkin'
9330
- Tarantulalips
Mi aggiungerò anche io alla soap
Chrysler.
Da giorni vedo fiumi di parole sprecate per dire se sia o no paradossale
o se sia o no sbagliato quello che Dylan ha fatto.
Bene, per quanto mi riguarda può fare ciò che vuole, dovrebbe poter
andare a vendere il culo per cinque euro se ne ha l'intenzione. Non è
una questione di soldi.
Allora il fatto che Guccini da 50 anni ci propina la stessa fanfara
(trionfi la giustizia proletaria... La fiaccola dell'anarchia.. Ecc.) e
sale sul palco vestito come un barbone per poi vivere nella ricchezza ed
essere culo e camicia con il renziano Farinetti non scandalizza nessuno?
Senza entrare in paragoni musicali dall'esito scontato, da questo punto
di vista preferisco Dylan.
Senza contare che Marchionne e la Fiat sono visti negli states (vedi il
rispetto che ha Obama, non proprio un conservatore, per l'Ad della nuova
FCA) come i salvatori del mercato dell'auto in america nonostante
Detroit sia fallita. "Verità e bellezza sono negli occhi di chi guarda"
si diceva in Masked and Anonymous. Noi, Marchionne lo vediamo come un
burattino della famiglia che con gli aiuti di stato si è arricchita e si
è comprata mezza Torino, oltre che un uomo che guadagna centinaia di
volte lo stipendio di un operaio.
Non è una questione di soldi, chi pensa di saperla più lunga secondo me
dovrebbe provare a scrivere cose tipo Mr.Tambourine man, Vision of
Johanna, Positively 4th street, Blind Willie mc Tell, Cold Irons Bound o
Mississippi è poi sfoderare la propria superbia.
Lui può fare quello che vuole.
Caro
Tarantulalips, che Dylan sia padrone di fare quello che vuole non lo
mette in dubbio nessuno, ma l'affermazione che i commenti e le opinioni
dei suoi fans siano un inutile spreco di parole non mi vede d'accordo.
Con questo metro di giudizio anche le tue parole diventano solo
altre parole sprecate che si aggiungono a quelle numerose già scritte
sull'argomento Chrysler, almeno secondo quanto scrivi all'inizio della
tua mail. Se, a tuo parere, che tutto ciò che è stato scritto su tutti i
giornali ed i siti del mondo sulla Chrysler-story e la partecipazione a
questa che tu definisci una soap da parte di Dylan siano tutte opinioni
buttate nel cesso sei padronissimo di pensarlo, ma allora non capisco
perchè tu abbia sentito la necessità di aggiungere il tuo parere al
fiume di parole sprecate. Scusa la mia franchezza, ma non penso che se
domani uscisse su tutti i Media del mondo la notizia che Dylan si è
venduto il culo per 5 euro (come dici tu) noi saremmo tutti contenti o
indifferenti o non avremmo niente da dire sulla questione solo perchè
lui può fare quello che vuole. Tutti al mondo possono fare quello che
vogliono, nessuno lo può impedire, ma se sei una persona importante come
lui, una grande icona della musica, o forse la voce di una
generazione come qualcuno l'ha descritto, un artista che ha costretto il folk ad
andare a letto col
rock, uno scrittore che ha portato la poesia nei juke-box e via con
arcinote definizioni di questo tono, bhè, forse non sei più tanto libero
e non puoi lamentarti se tutto il mondo commenta positivamente o
negaticamente le tue azioni, le tue prese di posizione o le tue scelte
materiali oltre che morali. Uno come Dylan , che gli piaccia o no, oltre
al fatto di poter dire e fare quello che vuole, ha anche una etica
professionale da rispettare, proprio quel tipo di etica che prima l'
Avvocato attraverso le persone di Valleta e Romiti ed ora gli Elkann con
Marchionne si sono mangiati senza il minimo rimorso nei confronti di una
nazione come la nostra che ha sempre pagato e sta ancora pagando per le
loro decisioni. Penso che siano in molti ad essere d'accordo col tuo
giudizio su Marchionne e tutto l' ambaradan che lo circonda, ma in molti
si sono chiesti perchè Dylan abbia accettato di essere iscritto nel loro libro paga.
Certamente avrà avuto i suoi sacrosanti motivi per accettare di fare il
testimonial di FCA, di Cadillac, Di Victoria Secret o di Chobani
yougurt, e se non è questione di soldi viene spontaneo chiedersi, ma
allora è questione di cosa? Non credo che ci possa essere niente di
poetico o patriottico nello spot Chrysler, per questo,
giustamente, milioni di fans e non, si sono chiesti il perchè di questa
partecipazione. Sarà giusto? Sarà sbagliato? Sarah Ferguson? Non te lo saprei
dire, ma capisco e giustifico tutti coloro che si sono sentiti di
esprimere la loro opinione, positiva o negativa, pro o contro Dylan, pro
o contro i critici, pro o contro questo sito che ha postato solo una
infinitesimale parte dei fiumi di parole che sono state scritte
sull'argomento. Non sei stato l'unico prendere posizione contro coloro
che hanno pacatamente espresso il loro parere, anche Daniele Ardemagni
"Ardez" ha scritto dicendosi stupito o sorpreso (Quante storie per uno spot ragazzi...a me
in fondo Dylan diverte quando si cimenta in "attore" e l'ho trovato
simpatico e se questo potrà contribuire ad aumentare posti di lavoro con
la produzione di auto ben venga..al di là di questo Dylan ha fatto
sempre quel che gli pareva e il più delle volte il tempo gli ha dato
ragione) per le
piccole polemiche con relative opinioni che questo spot ha innescato.
Venerdì sera, quando ho postato la mail di Daniele, non stavo bene ed
avevo bisogno di coricarmi e riposare, cosa che mi ha tolto la
possibilità di rispondergli come invece avrei voluto fare. Daniele ha
usato (come suo solito, ormai non è più una notivà) il suo tomahawk per
ridurre a pezzettini tutto quello che secondo il suo modo di
vedere le cose non gli garbava. Ha chiamato alcuni di noi "vecchi
nostalgici e noiosi lamentatori di professione", ma noi che lo
conosciamo, che sappiamo la sua fede assoluta in Dylan che sconfina
nel farlo paladino dylaniano che rifiuta e combatte ogni genere di critica contro il suo
idolo, non ce la siamo presa, sappiamo che questo è solo il suo modo di
esprimersi senza voler offendere nessuno ed abbiamo imparato ad
incassare questi "aggettivi" senza rancore, in fondo anche Daniele
esprime la sua esigenza di difendere e giustificare Dylan come altri
esprimono la loro esigenza di attaccare e criticare Bob, ma il tutto
avviene con fair-play anche se le opinioni sono nettamente contrastanti.
L'amico Duluth 49 ha visto la cosa come una semplice pubblicità che non
gli ha detto niente di particolare, Miscio, Maria Rosa Ventura, Stefano
Barbieri, Harold Lepidus ed io stesso abbiamo scritto le nostre opinioni
sulla faccenda, ed altre opinioni di altri Maggiesfarmers su argomenti
diversi possono essere lette andando a ritroso nel tempo giorno per
giorno. Potremmo dire che giorno per giorno, tutto lo scibile
riguardante Bob Dylan è stato trattato, analizzato e discusso su queste
pagine e penso che il tutto costituisca un grosso patrimonio. Si è scritto di cose serie
e di sciocchezze senza grande
importanza, si è difeso e criticato Dylan, ognuno ha dato un contributo
fondamentale per creare quel patrimonio che ancora oggi si chiama
Maggie's Farm, ed io penso di essere nel giusto continuando a difendere
il principio che ognuno di voi, sia che segua costantemente o saltuariamente
la Fattoria. abbia il sacrosanto diritto di scrivere tutto ciò che
ritiene opportuno su Dylan continuendo ad espandere la nostra conoscenza
dylaniana che è fatta di tante piccole parti che messe insieme formano un
gigantesco tutt'uno. Alla prossima, Mr.Tambourine,
:o)
Bobblinks ha pubblicato le prime due date
del tour europeo 2014:
16/6/14 Cork, Ireland - Live at the
Marquee (Festival)
17/6/14 Dublin, Ireland - The O2
Il sito ufficiale bobdylan.com non ha
ancora però confermato le date. Probabilmente verranno confermate
assieme ad altre che andranno a comporre il tour europeo che sarà reso
noto a breve.
Odolo: «Full immersion» nel mondo del
rock
clicca qui
Sabato 15
Febbraio 2014
Talkin'
9329
- Daniele Ardemagni "Ardez"
Quante storie per uno spot ragazzi...a me
in fondo Dylan diverte quando si cimenta in "attore" e l'ho trovato
simpatico e se questo potrà contribuire ad aumentare posti di lavoro con
la produzione di auto ben venga..al di là di questo Dylan ha fatto
sempre quel che gli pareva e il più delle volte il tempo gli ha dato
ragione.
Chi invece non riesco a sopportare ( e nel mio entourage dylaniano
grazie a Dio non ce ne sono) sono tutte ste nostalgie, queste continue
lamentele su cosa ha fatto negli ultimi anni..a volte quando leggo certi
interventi non capisco se sono su un sito dedicato a Dylan o
semplicemente su un Dylan-gossip, Dylan-lamentele.
Certo, sarò un fan anomalo per certe mie preferenze dylaniane...Tempest,
Modern Time, Time Out Of Mind, Shot of Love, Street Legal e Another side
of Bob Dylan sono i miei album preferiti. Adoro Tempest perchè dopo quel
capolavoro di MD uscì TTL che, nonostante sia un disco accettabile l'ho
trovai nettamente inferiore al precedente e pensai che la vena creativa
si fosse affievolita...mentre poi, come hanno anche detto Bubola e De
Gregori (dylaniani doc oltre che grandi autori) il genio è tornato con
Tempest (dall' 11 settembre 2012 nel mio lettore ci capita tutti i
giorni di fisso, anche se ora col bootleg di Milano preferisco
ascoltarlo live). Sarò pure anomalo per non aver mai apprezzato Blood On
The Tracks o perchè riascoltandoli ora trovo datati i dischi della
svolta elettrica senza nulla togliere all'importanza che hanno avuto ai
tempi della loro uscita.
Può entusiasmarmi l'idea del circo vagante della RTR ma trovo certi
arrangiamenti non di mio gradimento..seguo Bob in modo "ossessivo" dal
1997, quando lo vidi come semplice ammiratore cantare davanti al Papa e
a fine dell'esibizione mi accorsi di essermi dylaniato, non tanto per la
qualità del canto sofferto visto che usciva da poco da una convalescenza
dovuta all'infiammazione cardiaca avuta a maggio ma perchè vedevo un
uomo dalla grande anima che sofferente cantava per un altro uomo di
grande fede già molto sofferente anche lui..Poi Bob come tutti sappiamo
si è ripreso alla grande..al che, senza voler sentire pareri di
"esperti" (mi avrebbero condizionato l'ascolto pregiudicando magari un
disco che avrei potuto considerare splendido come un disco mediocre)
cominciai il mio acquisto di tutti gli album...registrazioni di bootleg
vari, oltre quelli stampati ufficialmente dalla sony (il mio preferito
naturalmente è Tell Tale Signs versione deluxe mentre quello ascoltato di
meno è quello dedicato alla RTR ). Così non trovai sti grandi
capolavori, almeno all'inizio dischi come Desire o BOTT e non così
scadenti Empire, Down in the groove (ok che qui si tratta di cover ma
pure qui ci trovai capolavori come Death is not the end) e trovai
ascoltabile e piacevole Under the red sky, che forse peccava di una
registrazione troppo veloce e che meritava di essere prodotto meglio. E
che dire degli album della conversione? Una triade
meravigliosa...perfetta se solo Saved fosse stato inciso live come
avrebbe voluto Bob. Poi dal 2000 in poi tanti concerti..il primo a
Milano al Palavobis, poi Brescia (eccezionale), Como, Bergamo, Padova
altre volte Milano, Barolo (grandioso) e poi in ultima ancora Milano
agli Arcimboldi, concerto con una scaletta di gran classe incentrata
molto su Tempest (che il pubblico ha saputo apprezzare molto, almeno
nella serata del 3 novembre ma anche nelle altre a detta di chi si è
fatto tutti e tre i concerti...beati loro), su canzoni che non suonava
da anni come What good Am I? o She belongs to me...qualcosa tratto da
Blood On The Track, qui davvero ascoltabile e la cosa più bella che ho
potuto notare è come certe delle ultime canzoni sia tratte da Tempest o
Forgetful Heart e Love sick siano state salutate come dei grandi
classici. Dei concerti visti fin'ora ho trovato un pò fiacco quello del
2009 a Milano prima del ritorno di Charlie Sexton alla chitarra e quella
a fianco di quello che io chiamo "il muratore in pensione" ovvero
Knopfler, non tanto per l'esibizione di Dylan che fu grande, ma per la
maleducazione dimostrata dai fans dell'ex Dire. La vera scaletta
rivoluzionaria ultimamente credo sia proprio stata quella del tour
teatrale mentre a Roma ha fatto una scaletta che poteva essere quella di
qualche anno fa. Quanto all'ultimo bootleg sono contento che sia uscito
soprattutto perchè molti hanno avuto modo di rivalutare quel tanto
"famigerato" Self Protrait che alla fine non era poi così male,
specialmente se si tolgono certi "orpelli" country come ci ha dimostrato
il BS 10.
Mio padre che segue Bob da Blowin', come tanti altri ultrasessantenni
sentiti sono rimasti entusiasti delle ultime produzioni, Tempest su
tutte. Le cose che non sopporto, oltre ai soliti nostalgici che
farebbero meglio mettersi in pantofole e riascoltarsi BOTT fino allo
svenimento o che quando vanno ai concerti pretenderebbero magari di
vedere il vecchi furgone VW sul palco e che Dylan si ripeta come in
realtà non ha mai fatto volendo cantare con lui stile karaoke come
farebbero ai concerti di Biagio Antonacci o Pausini (ma anche di altri
rocker...ecco la grandezza di Bob: nei suoi concerti tutto è sempre
nuovo, sempre rinnovato..nessun stupido effetto nostalgia...quello lo si
lascia a chi non ha più niente da dire) sono le trasmissioni dedicate a
Bob, una delle quali purtroppo hai partecipato anche tu Mr.
Tambourine...tu non hai colpa naturalmente. 90% dedicato a sti cazzo di
anni '60 con la solita storia "voce di una generazione " (quanti anni
sono che Bob cerca di scrollarsi da dosso sta cosa?) e un superfluo 10%
dedicata ad altri 40 e passa anni di carriera: aberrante!
Come scrivevo proprio qualche mese fa su questo sito nel ritornello di
Things Have Changed, Bob canta "sono chiuso ermeticamente in una
scatola"...quella scatola sono molto probabilmente gli anni '60 e tutte
le etichette a lui appiccicate in oltre mezzo secolo di carriera.
Dylan è un uomo libero..e come si parla di cavolate, come perdersi in
uno spot (va bé, si sa come sono fatti la maggior parte dei
giornalisti), non si parla mai dei vari enti benefici che sostiene e di
ospedali da lui finanziati...o della sua conversione alla Chiesa
Cattolica (si qualcuno storcerà il naso ma io ne sono felice, con tutti
gli sbagli che può aver fatto la Chiesa Cattolica questo Papa sta
facendo una gran rivoluzione all'interno di essa...e Dylan probabilmente
se ne è accorto ed è uscito allo scoperto con quella fede che si portava
dentro da anni ma che non esternava più come una volta, come fosse
giustamente un fatto personale e non pubblicitario). Credo che un buon
documentario di cui varrebbe la pena parlare sia Bob Dylan-Revealed
uscito qualche tempo fa e trasmesso solo in un cinema di Brescia..quella
è una bella panoramica dall'inizio della sua carriera fino al NET, senza
tralasciare nessuna parte della sua carriera. Credo sia disponibile
anche in dvd da diverso tempo, sperando che abbiano perfezionato i
sottotitoli.
Con questo vi saluto mentre in sottofondo sta partendo Scarlet Town,
l'ennesimo grande capolavoro firmato da Bob (sfido chiunque a trovarmi
gente over 70 a scrivere certe meraviglie). Ciao a tutti.
Daniele Ardemagni "Ardez"
Carissimi amici della fattoria, volevo
solo dare una mia lettura allo spot di Dylan.
Io l'ho visto soltanto come una pubblicità , senza dovermi fare un sacco
di domande sul perchè o sul per come un artista del suo livello sia
arrivato a farlo.
Tra altre considerazioni , visto che nessuno di noi conosce a fondo il
personaggio credo sia totalmente inutile scavare una roccia bagnata
dall'oceano, che cambia in continuazione, a volte dalla notte al giorno
dopo......... .
con amicizia, Marcello
Non hai tutti i torti
caro Marcello, ma visto che una delle nostre passioni è parlare di Bob
Dylan dando la nostra opinione (anche se soggettiva e quindi fallibile),
perchè rinunciare, non c'è niente di male, possibile che Dylan in quello
spot non ti abbia detto proprio niente oltre il messaggio commerciale?
Mr.Tambourine, :o)
Di seguito sono riportate tutte le informazioni rese disponibili finora:
Aiken Promotions Events COMUNICATO STAMPA :
Bob Dylan :
• Live At The Marquee , Cork - 16 giugno 2014
• 02 , Dublin - 17 giugno, 2014
Biglietti in vendita da Giovedi 20 febbraio alle 09:00.
Prenotazioni 24 ore con carta di credito 0818 719 300 ( ROI ) / 0844 277
4455 ( NI )
Prenotazioni on line www.ticketmaster.ie
Da Ticketmaster.ie (solo per Cork) :
• Bob Dylan
• Live At The Marquee , Cork ,
• Lunedi 16 giugno 2014 – ore 20:00
• Nota : Le persone sotto i 18 anni devono essere accompagnate da un
genitore o un Tutore.
• Inizio vendita biglietti: gio 20/021/14, ore 09:00
• Prezzi € 65.50 - € 76,00 ( I prezzi sono soggetti a variazioni)
Limite di 9 biglietti a persona, per singola operazione, per famiglia,
per ogni carta di credito. Le prenotazioni oltre questo limite verranno
annullate.
Si prega di rispettare questi limiti per i biglietti. Le persone che
verranno trovate in possesso di un quantitativo superiore al limite
vedranno i biglietti annullati senza preavviso a discrezione di
Ticketmaster. Ciò include: ordini con lo stesso nome, stesso indirizzo
e-mail, indirizzo di fatturazione, numero di carta di credito o altre
informazioni.
Harold Lepidus - Bob Dylan Examiner
(Fonte:
http://www.examiner.com/article/report-bob-dylan-to-play-ireland-
june?CID=examiner_alerts_article)
Venerdi 14
Febbraio 2014
Talkin'
9327
- Maria Rosa Ventura
Ciao Mr. Tamburine,
ho visto che hai chiuso l'argomento spot Chrysler e in effetti non avevo
intenzione di invischiarmi in questa polemica, così tipica di tutte
quelle che hanno da sempre incatramato la vita artistica (e personale)
di Dylan. Però mi sono venute in mente delle considerazioni, un piccolo
ampliamento del punto di vista generale. Intendiamoci, non voglio
difendere l'indifendibile, lo spot è paradossale ma, proprio per questo,
assolutamente esemplare di quello che siamo oggi, della nostra economia,
della nostra società. Quando l'ho visto, con un Dylan non anonimo ma
sicuramente masked (dato il quintale di cerone e i fotoritocchi) ho
pensato al tanto deprecato, a tratti zoppicante, aggrovigliato ed
eccessivamente retorico film del 2003 (ma probabilmente migliore di
quanto le critiche lascino supporre), che voleva essere, fra le altre
cose, una denuncia. Il Dylan/Fate del suo film mi sembra l'immagine
riflessa in uno specchio deformante di quello di questo spot (come se
fosse una sua scena tagliata) e la società che vi è rappresentata è la
stessa: un insieme inestricabile di verità e menzogne, l'incrocio di
realtà parallele nelle quali ci muoviamo ogni giorno. Io non so che cosa
avesse in mente chi ha ideato lo spot ma Dylan ha la capacità di rendere
"sua" ogni cosa che tocca (anche per questo manda tanto in bestia un
sacco di gente) e le "bullshits" che ha raccontato nello spot, con
quella maschera a tratti ironica sulla faccia, sono speculari a quelle
che ci raccontano ogni giorno e spesso ce le beviamo, anche perché molte
volte non abbiamo altra scelta.
Come non hanno grandi scelte gli operai di Detroit e quelli italiani
della Fiat (ex Fiat). Hanno bisogno di un lavoro, di uno stipendio non
solo per garantire una vita dignitosa a loro e alle loro famiglie ma
perché sono, come noi, in questo ingranaggio: produrre, guadagnare,
spendere e consumare sulla base delle proprie possibilità, per produrre
ancora. Ci lamentiamo ma questi sono i messaggi che ci hanno cresciuto,
la nostra realtà. Quanti sono veramente capaci di vivere in modo
diverso? Io qualcuno ne conosco, ma in quanti li considerano modelli da
imitare?
Certo, gli americani si arrabbiano per la menzogna, perché la
Chrysler/FCA, nata con l'aiuto del governo Obama, non è più americana,
ma questo è il quadro di tutta la nostra economia oggi: a quale nazione
appartengono le grandi aziende, le cosiddette multinazionali? La loro
(anche se poi si aspettano aiuti e sgravi fiscali dalle nostre). E le
piccole e medie aziende spesso anche, perché dalle grandi dipendono. Il
super manager di cui parli non è italiano ma canadese (originario
italiano) e ormai di cittadinanza svizzera. Non è lì che dobbiamo
cercare la nostra identità, ma all'antica sorgente delle nostre radici
culturali là dove Dylan attinge la sua acqua, tentando di mantenerla
viva.
"You can't duplicate a legacy" dice nello spot, non si può duplicare
un'eredità. E duplicare non è copiare e neppure ricreare, ma credere che
tutto, noi compresi, sia riproducibile indefinitamente, identico a se
stesso, da una sua piccola parte, una sua piccola porzione di DNA, per
poi essere usato. Come se anche noi, le nostre vite, la nostra storia,
la nostra cultura, tutto fosse un pezzo di design genetico. Dubito
avesse in mente questi concetti chi ha scritto quelle parole, ma forse
li aveva Dylan, che li ha resi evidenti con il suo operare poetico.
Ho letto varie considerazioni interessanti su questo spot, che tu hai
pubblicato o linkato (ad es. quelle di rassegna.it - sito di
Informazione Lavoro ed Economia sociale) ma tu preferisci buttarla sul
"per 5 milioni di dollari si può dire qualsiasi cosa". Qualsiasi,
qualsiasi cosa? Davvero? Tu lo faresti? Se è qui che tutti siamo allora
è veramente inutile indignarsi, tutto si può fare.
Sono ingenua? Poco obiettiva? Forse. Ma la mia non vuole essere una
polemica con te, perché, anche se non ti conosco personalmente, ti stimo
per le cose che scrivi, che pubblichi, e mi piacciano il tuo entusiasmo,
la tua passione e anche il tuo buon senso e la tua razionalità che
brandisci come uno scudo.
Se ho scritto queste righe è per mettere in evidenza che Dylan, mentre
se ne sta lì con quella maschera di cerone e ritocchi photoshop sulla
faccia, ci ricorda chi siamo, le nostre contraddizioni, le nostre
debolezze, per questo ci fa arrabbiare.
"Chi è senza peccato scagli la prima pietra" disse una volta qualcuno.
Quella pietra è stata scagliata, e ancora sta rotolando, perché c'è
sempre qualcuno che si crede più innocente degli altri.
Voglio aggiungere ancora un'annotazione, per alleggerire un pò il
discorso, ispirata a un'immagine che mi ha colpito nello spot e che
sembra essere del tutto fuori contesto. A un certo punto del video si
vede un murales dove è rappresentato un gigantesco leone alato,
infuocato, furioso e ruggente che si staglia in mezzo a un paesaggio
naturale. Al di sotto di esso (sotto il prato) sono raffigurati quelli
che sembrano i resti di una discarica, fra i quali si staglia un vecchio
pneumatico. Dubito sia il wild cat che urla in "All along the
watchtower" :-) ... Ma che cosa ci fa là? Contro chi sta ruggendo?
Un abbraccio a te e a tutti i Farmers
Nessuna polemica cara
Maria Rosa, io avevo detto che consideravo chiuso l' "affaire"-spot solo
perchè non avevo intenzione di avventurarmi in analisi e considerazioni
al di fuori della mia portata, le ragioni socio-politiche dietro le
mosse di Obama e FCA mi rimangono misteriose come misteriosi sono i
motivi che hanno spinto Bob a partecipare e forse anche dare una mano a
confezionare un annuncio del genere. Per Bob ho scelto la soluzione più
facile, (5 milioni di dollari sono sempre un'ottima ragione al di là di
ogni altra considerazione), ma questa mia non voleva essere un
rimprovero o un biasimo nei confronti di Bob, tutt'altro, solo che
riuscire a definire ogni altra ragione oltre a quella banale dei soldi è
praticamente una quaterna al lotto, percui, da parte mia, ho riternuto
meglio non avventurarmi in opinioni che poi avrebbero potuto rivelarsi
sbagliate. E poi, scusa se me ne approfitto, a fare delle belle e
sansate analisi ci avete pensato tu e Miscio risparmiandomi un sacco di
lavoro! :o)
Ma davvero qualche intelligentone (questo
è un eufemismo naturalmente) dell' ufficio stampa di Marchionne ha
redatto il comunicato stampa col nome di "Bob Dillon"? Non ci posso
credere!!!!! Raffaele S.
Ciao Raf. purtroppo è
la triste verità, ecco ancora l'estratto del comunicato che avevo
postato ieri:
Che ci possiamo fare,
un vecchio proverbio dice che la mamma di questi intelligentoni è sempre
incinta, però resta il fatto che di fronte a tutto il mondo l'ufficio
stampa di Fiat Chrysler Automobiles e di conseguenza il Sig. Marchionne
che dirige tutta la baracca per conto degli Elkann hanno fatto la
figura....come potremmo dire.......dei cioccolatini?................
Buon giorno gentile Sig. Michele Murino.
Bob Dylan l'ho conosciuto, approfondito, studiato ed imparato nel corso
degli anni.
Non so se definirmi un "fan" di Bob Dylan nel senso classico del termine
ma sicuramente l'ho apprezzato e lo apprezzo moltissimo per molte
ragioni. Dal punto di vista prettamente musicale egli è stato, nel mio
piccolo mondo di chitarrista autodidatta, il mio primo "maestro di
chitarra".
Dal punto di vista poetico, culturale, filosofico e politico un punto di
riferimento importante da tenere costantemente in considerazione, anche
se non esente da critiche.
Mi sono permesso, con un CD musicale da me letteralmente "fatto in
casa", di rendere omaggio a quest'uomo che ha dipinto quadri bellissimi
con le parole, fra le parole, che ha saputo raccogliere e sintetizzare i
sentimenti umani incastonandoli in architetture sonore senza precedenti,
che ha reso onore alla musica rendendola portatrice di un messaggio
vero, di una
idea di futuro, di consapevolezza e coscienza della vita e dell'essere
tutti, per quanto diversi, una cosa sola, che forse suo malgrado ha
rappresentato una generazione dandole voce e desiderio di essere
protagonista e artefice del proprio futuro.
Ho selezionato, non senza grandi difficoltà, una serie di quindici brani
che, secondo me, sono fra i più rappresentativi di un'epoca e
dell'autore e che sicuramente hanno accompagnato la mia vita.
Questi brani sono completamente riarrangiati come spesso è accaduto ed
accade con molte canzoni di questo autore.
La differenza è che io sono "nessuno", rispetto a nomi di professionisti
bravi e famosi che hanno ripreso sicuramente meglio di me molte delle
sue canzoni, e mi perdo anonimamente in questo pianeta.
Il mio obiettivo non è il lucro, la fama o chissà cos'altro, il CD
infatti non è in vendita ma gratuito.
Ho voluto solo rendere omaggio all'uomo e all'artista Bob Dylan.
Se questo "lavoro casalingo" può essere una pubblicazione interessante
per il sito " MAGGIE'S FARM " sarà mio piacere inviargliene una copia
che potrà essere condivisa, mediante il suo sito, con il suo pubblico.
In attesa di un Suo cortese riscontro La ringrazio per il tempo che mi
ha dedicato.
Remo Rombi
Caro Remo, lasciami
prima di tutto precisare che Michele Murino ha lasciato la conduzione di
questo sito (per altro da lui creato) nel marzo del 2008 e da allora
sono io che gestisco il sito. Detto questo, ogni lavoro di qualsiasi
tipo che sia inerente a Dylan è di sicuro interesse per questo sito a
Lui dedicato. Mi dovresti inviare via e-mail sempre all'indirizzo
spettral@alice.it, gli MP3 delle tue versioni delle canzoni, fai anche
in modo che i file non siano più grandi di 5 MB perchè il server al
quale il sito è appoggiato rifiuta il trasferimento di file di grandezza
superiore. Mandami una mail per ogni canzone e ad una ad una le
metteremo a disposizione di chi desidererà ascoltarle. Nell'attesa degli
MP3 ti saluto e ti ringrazio, Mr.Tambourine.
Giovedi 13
Febbraio 2014
Talkin'
9324 - Miscio
Caro Mr. Tambourine,
non posso dire di non essere rimasto sconcertato, come tutti, penso,
dopo aver guardato lo spot di Dylan per la Chrysler. Ma poi mi sono
accorto che nel mio giudizio se ne affastellavamo tanti altri che nulla
avevano a che vedere oggettivamente con quello che avevo visto. Prima di
tutto Dylan è conscio da parecchio tempo che ciò che di lui arriva al
pubblico è sempre “l'uomo con la maschera di Bob Dylan”. Mentre tutti
hanno l'impressione di conoscere o di aver conosciuto le “profondità” di
questa maschera, lui la utilizza in maniera totalmente utilitaristica,
cinica, come strumento con caratteristiche definite e limitate con cui
agire su una realtà che non controlla completamente. Lui non è
affezionato come lo siamo noi alla propria immagine. Ha eliminato ogni
rapporto feticistico con il proprio alter ego di star. Sa che non
manipolerà mai più materiale artistico nella sua purezza, ma almeno dai
tardi anni 60, da quando la produzione di massa ha investito la sfera
culturale, sa benissimo che avrà sempre a che fare con la merce. Sa che
quel tipo di autenticità immaginata, alla Pete Seeger, in cui un
generoso portabandiera armato di forti valori chiama a raccolta la
coscienza intatta di cittadini pronti all'indignazione è una fiducia
mistica, che appartiene al passato. Ciò a cui arriva l'immagine pura di
Seeger è al proprio ristretto target di ascoltatori, ben definito, come
ogni fascia di consumo. A chi la volesse inviare all'americano medio
steso sul divano e supermunito di birra in attesa del Super Bowl faccio
tanti auguri. Le coscienze a cui dovrebbe rivolgersi non sono cresciute
alla luce del confronto e della crescita razionale di una comunità
discorsiva, ma sotto le incessanti martellate dell'induzione al consumo
compulsivo. Certo, chiunque si può giocare le proprie carte, ma di
fronte ad un tale scenario non scommetterei molto sulla capacità che un
tale livello di comunicazione possa produrre un discorso politico con
qualche presa sulla realtà.
Ciò che determina l'effetto di un messaggio è il retroterra simbolico su
cui si disegna, e poiché anche il simbolico è fatto di storia e con essa
evolve, quello con cui oggi abbiamo a che fare è ben diverso da quello a
cui si rivolgeva il Dylan di Mr. Tambourine Man. L'umanità tipica dei
nostri anni non è quella degli anni 60; l'individuo medio non cerca la
propria realizzazione in una dimensione automoma da quella dell'etica
del lavoro ma nella migliore delle ipotesi accetta condizioni di vita
minimali su cui si sente totalmente incapace di incidere, e nella
peggiore è tutto preso in un delirio laburistico competitivo e lenisce
l'angoscia di perdita di contatto col mondo attraverso il consumo
voluttuario. Un malanno che il vecchio Reich chiamerebbe “peste
emozionale”.
In questi giorni mi è capitato di assistere a due scenari che definirei
drammatici, assistendo a programmi televisivi:
Primo scenario: una madre racconta la sua precarietà economica,
lei e il suo compagno lavorano, ma sono comunque poveri, non ce la fanno
e devono ridurre le spese all' inverosimile. La figlia, una ragazzina,
di fronte alle ristrettezze sempre maggiori piange. Non potrà studiare,
uscire spesso, avere i piccoli gadgets dello standard giovanile.
L'intervistatore le chiede: che cosa ti manca di più? Lei risponde:
tutte le cose che le mie amiche possono comprare e io no. Non si tratta
qui di colpevolizzare o giudicare moralmente una ragazzina che ha tutte
le ragioni di sentire la restrizione del consumo come una limitazione
del suo spazio vitale, ma di cogliere un mutamento fondamentale,
rispetto a come avrebbe potuto presentarsi lo stesso scenario qualche
decennio fa. Si può star certi che allora, la madre o chi per lei
avrebbe cercato di farle capire, che pur di fronte ad ogni durezza della
vita ci sono cose che non si perdono mai, e specificamente quelle cose
che non si possono comprare, che non hanno la forma-merce. La forza di
un legame, l'inossidabilità delle amicizie vere, quella rete di
relazioni etiche, prima che politiche che ti fanno cercare e sentire la
vicinanza di chi vive le tue stesse condizioni. E' la mancanza di questo
spazio che è il vero furto di futuro nelle prospettive di questa
ragazzina.
Secondo scenario: lavoratori
Electrolux che protestano alla minaccia di trasferimento della
produzione in Polonia. L'opinione generale è : non me ne frega un cazzo
della Politica, del Parlamento, dello Stato, voglio solo lavorare e
guadagnare quel tanto che mi farà essere consumatore. E se la mia
salvezza significa l'inferno per un polacco tanto meglio, o lui o me. L'
assioma teorico della signora Tatcher, “non esiste la società, ma solo
l'individuo” ha scavato a lungo e riemerge come ideologia del
proletariato. Tra le leggi olimpiche della pura finanza e le miserie del
quotidiano c'è solo il deserto, la tabula-rasa dei nostri rancori.
Ancora una volta un buco, una mancanza, il deserto simbolico proiettato
proprio in quella zona di costruzione della realtà che dovrebbe essere
il bersaglio specifico dei nostri desideri.
(E gli smottamenti continuano ogni giorno, si pensi al referendum
svizzero sulla limitazione all'ingresso di lavoratori stranieri...)
Che cosa significa agire sul simbolico in una condizione simile? Che
cosa può dire in questo contesto quell'operatore convenzionale dalla
pelle liftata che chiameremo la “maschera di Bob Dylan?” Dylan aveva già
distrutto la credibilità di questo personaggio con lo spot per
Victoria's Secret: un'operazione di sviamento, un drastico risveglio
alla realtà degradata del personaggio pubblico, che non può vantare come
figura, profondità maggiore di quella dei cartoni di Disney, di fronte
al proliferare degli omaggi alla sua rinascita come genio poetico.
Probabilmente una pedagogia orientata alla disillusione. Certo, Dylan si
è beccato un lauto compenso. Ma anche qui dobbiamo ragionare con quello
che abbiamo. E chi lo conosceva bene ci ha ricordato che Dylan non si è
mai venduto a nessuno. Per quel che ne sappiamo i soldi della Chrysler
possono essere anche finiti in beneficenza. Dylan non ne aveva bisogno,
e se ha accettato di comparire in uno spot, in cui pare, ha anche
dettato testo di suo pugno, qualche credito come artista dobbiamo pur
darglielo.
Seguiamo allora quello che ha detto Sean Wilentz (1), il commentatore
che per me ha riportato le cose più interessanti circa questo spot.
Ho cominciato a rispondere – dice Wilentz – alle lamentele dei miei
amici, per dir loro che avevano totalmente frainteso quello che Dylan è
stato per decenni, – non una guida spirituale o morale, o ancora meno un
modello, o un profeta, o un sapiente, ma un lavoratore della canzone e
un musicista, che faceva il suo lavoro come meglio poteva – che,
sorprendentemente spesso, virava al sublime – e che faceva i soldi che
meritava. Poi -dice sempre Wilentz – ho guardato la pubblicità su
Youtube e ho visto che la mia risposta era inadeguata. Per Dylan
liberarsi dalla sinistra folkie e scegliere l'arte sulla politica non ha
mai significato rinunciare a problemi o temi politici, non più di quanto
la svolta rock significasse ripudiare la musica folk. Ogni concezione
dell'arte ampia come quella di Dylan include necessariamente la
politica, in quanto la politica fa parte degli sforzi dell'uomo. E
l'annuncio pubblicitario della Chrysler, mentre ci cattura con la
presenza di Dylan, contiene anche un sottotesto politico. Dylan non
esalta mai il prodotto Chrysler al di sopra di quello di ogni altra
fabbrica di automobili. Piuttosto celebra l'America come una terra
amante dell'auto; l'ad inizia con un goffo “non c'è niente di più
americano dell'America” solo vagamente redento dall'essere pronunciato
dalla voce di Dylan. Ma poi arriva un guazzabuglio di immagini del
famigliare paesaggio di Dylan - trattorie vecchio stile, Route 66 nel
Missouri, domatori di cavalli, carnevali, Marilyn Monroe - che evocano
una particolare mistica nazionale nostalgica, radicata negli anni 1940 e
1950 e intrisa del profumo di Jack Kerouac.Seguono frammenti di cineteca
della vecchia Detroit -- "Si...," dice Dylan, "Detroit ha fatto le auto,
e le auto hanno fatto l' America" – e quindi un peana in prosa quasi
certamente scritto dallo stesso Dylan alla “strada Americana e alle
creature che vivono su di essa" e su come “noi americani crediamo nello
“zoom”, nello “roar” e nella potenza."
L'annuncio vuol dire che l'America è ciò che la sua gente fa e ne fa di
essa, auto prima di tutto, che ha un senso – e che ne fa anche un
filmato operaio: l'annuncio non si indirizza alla Chrysler e alle sue
auto, ma agli americani che costruiscono queste auto, e alla loro
determinazione e al loro orgoglio – " l'anima e il cuore di ogni uomo e
donna che lavora sulla linea " intona Dylan. Forse sono di parte, ma
quello che ho visto fare a Dylan è promuovere auto americane, e aiutare
la città di Detroit in difficoltà, una volta il più grande centro
industriale nella storia del mondo. Inoltre, vorrei scommettere un paio
di jeans Jordache che Woody Guthrie e Pete Seeger avrebbero fatto la
stessa cosa se ne avessero avuto l'opportunità.
A me pare che Wilentz abbia colto nel segno. Difficile dire a chi Dylan
si stia rivolgendo, e anche a nome di chi stia parlando, la classe
operaia dell' American Pride non è scomparsa dalla realtà ma è certo
difficile immaginarla come entità sociologica coesa, sconfitta e
relegata com'è ad un ruolo di subalternità ideologica, costretta ad
accettare condizioni durissime, come i turni di 10 ore stile Marchionne,
i tagli salariali, la sospensione del diritto di sciopero. Ma è forse
più importante capire che Dylan come artista ancora una volta sta agendo
sul simbolico. Parla da quello spazio che ci riguarda tutti, quel
deserto a cui mi riferivo prima, o meglio, quello che qualcuno
pretenderebbe trasformare in un deserto. Questo è lo spazio
contemporaneamente immaginario e concreto delle relazioni sociali ed
economiche che il ciclo finanziario pretenderebbe di cancellare, porre
come superficie inerte su cui si incontrano compratori e merce. E' il
posto pericoloso e contraddittorio dove si formano i sogni condivisi, i
residui non completamente assimilabili, dove il simbolico decide di
volta in volta ciò che è comune e ciò che non lo è, ben oltre l'acqua.
Ed è il posto dove abita anche Dylan, con le sue stranezze, la sua città
di Enigma, “le strane creature che popolano la strada americana.” Dylan
ci crede con un atto di fede, scommette che questo spazio ci sarà per
sempre e che nessuna forza potrà mai collassarlo, nemmeno la sbornia
finanziaria, nemmeno l'arroganza del neoliberismo avventuriero. Lo
riempie di cianfrusaglie antiche, dei sogni che hanno fatto l'America,
del diritto di delirare il mondo come spazio di creazione, al di là di
ogni disperazione, solitudine, appartenenza etnica o voluttà
consumistica in cui ci vogliono cacciare. Dice: “Quelle che ho sono
carte scarse, ma giocherò questa mano che mi piaccia o no.” E può darsi
che ancora una volta abbia ragione lui.
Ottima disamina Miscio,
sono certo che molti amici la leggeranno con piacere. Grazie, alla
prossima, Mr.Tambourine
Mercoledi
12
Febbraio 2014
Talkin'
9323 - Stefano Barbieri
Ogg: Spot Chrysler e dintorni
Ciao a tutti,
diciamolo con franchezza, lo spot per la chrysler è una ciofeca. Dylan
con i capelli tinti, senza rughe, che esalta la esclusività americana
nel costruire automobili è abbastanza patetico.
Sono un fan di Dylan da moltissimo tempo (un quarantennio), ma devo dire
che negli ultimi tempi non sono più in sintonia con lui: gli ultimi
concerti non mi sono piaciuti, l'ultimo disco neppure (Tempest); ho
trovato invece interessante "Another Selfportrait".
A malincuore ho dovuto dare ascolto ad un senso di ribellione che ha
iniziato ad avere il sopravvento dentro di me durante il concerto del
2012 a Milano; Tempest poi l'ho ascoltato un paio di volte e mollato
lì...non mi dice nulla.
Scusate lo sfogo, ma occorre dire quello che si pensa: si può essere
delusi dopo tanti anni d'amore; anzi, di solito, più si è amato e più la
delusione è pesante.
Ciao, Stefano Barbieri
Registriamo il tuo
disappunto e la tua delusione, nemmeno a me lo spot Chrysler è piaciuto,
anch'io ho scritto che il filmato mi pareva "photoshoppato" per
eliminare rughe ed imperfezioni varie, col risultato di far sembrare
Dylan una statua di cera del museo di Madame Tussaud. Su questo breve
spot-clip ne stiamo leggendo di tutte le razze, specialmente dai critici
americani che sono sempre abbastanza terra-terra, raramente si
soffermano a scavare in profondità per cercare quello che c'è sempre
nascosto fra le righe di ogni cosa che Dylan dice o fa. Devo dire che
anch'io sono rimasto abbastanza rasoterra nella mia piccola disamina,
cercando di mettere in evidenza le ragioni o le motivazioni che per
prime sembrano risaltare in quel tipo di spot, dove devi essere il più
breve e il più possibile sintetico pur dovendo esprimere concetti che
meriterebbero intere pagine di analisi sociale. Al di là delle esigenze
di Chrysler ci sono le esigenze di quelli che lavorano per Chrysler,
persone alle quali non interessa un tubo se il merito della ripresa
dell'azienda è da attribuire agli smodati aiuti di Obama o alla sfrenata
e sfacciata intelligenza di Marchionne (mi chiedo se c'è qualcuno che
saprebbe dire cosa c'è veramente alle spalle di questa stranissima
operazione nella quale una piccola azienda che fa fatica a sopravvivere
senza l'aiuto degli italiani che ad essa hanno sempre pagato la cassa
integrazione per i suoi operai e poi tutti i rottami a titolo di
incentivo per fare in modo che gli stabilimenti rimangano in Italia, e
l'Avvocato in questo è stato un "Maestro" nel dirigere le scelte
governative senza far capire che le decisioni erano sue, lasciatemi però
aggiungere che quel "maestro" può avere anche un'altra interpretazione
che lascio alla vostra fantasia), a quelle persone interessa poter
continuare a lavorare per assicurare per loro e per i loro figli una
possibilità di vita discreta. Poi ci sono le esigenze di Dylan, quella
artistica che gli impone di dare un certo "sapore" alle cose che fa, e
quella essenzialmente materiale che riguarda il vil metallo senza il
quale niente si compra e niente si mette sotto i denti. Io ho detto che
per 5 milioni di dollari direi qualsiasi cosa, e anche se la cosa sembra
abbastanza una banalità, non credo di essere il solo a pensarla così,
quanti sarebbero disposti a rinunciare ad una cifra simile? Dylan oltre
che artista è anche uomo con tutte le tipiche esigenze e necessità
umane, quindi la frase diventa un pò meno banale, ma nei prossimi giorni
tratteremo ancora quest' argomento.
Sui concerti non
mi sento di contraddirti perchè ognuno di noi li vive a modo suo e la
sua opinione non dovrebbe essere contestabile. Trovo invece che il
giudizio su Tempest sia un pò troppo duro, a mio avviso "Long and Wasted
Years" vale tutto l'album, Roll on John purtroppo è arrivata con troppi
anni di ritardo e quindi senza più freschezza e genuinità, Tempest la
trovo accattivante come melodia ma certamente più di 40 strofe
ammazzerebbero anche un dinosauro, Duquesne Whistle è un ottimo
motivetto rilassante, ottimo da ascoltare in auto, Early Roman Kings
tratta un tema scottante con una struttura musicale troppo vecchia per
risultare efficace, comunque un pezzo che musicalmente si ascolta
volentieri ed un testo che ha le sue belle difficoltà per una giusta
interpretazione, il resto, Soon After Midnight, Narrow way, Pay in
Blood, Scarlet Town e Tin Angel sono dei buoni pezzi con testi
dylanisticamente strutturati, da leggere e rileggere perchè descrivono
situazioni tipiche della tradizione crooner americana che a volte
esaspera i concetti e le situazioni per dal loro maggior risalto, ma
questo non toglie che, se anche esasperato, il disagio sociale sia
sempre in risalto nelle “cronache” dylaniane. Confesso una volta in più
che il Dylan che preferisco era quello della straordinaria RTR, ma nel
1975 dylan aveva 39 anni di meno, una diversa grinta ed una voce che gli
permetteva di esprimersi in modo mai più eguagliato. Certo gli shows di
oggi, se paragonati a quelli del passato (anche se paragoni di questo
tipo hanno poco senso) potevano essere strutturati in modo diverso, oggi
le limitazioni vocali di Dylan impongono una uniformità negli
arrangiamenti che a qualcuno può anche apparire noiosa. E poi, scusami
se faccio fatica a capire, perchè dici “senso di ribellione invece di
“senso di dispiacere”? Ciao e su col morale, Dylan è “one and only” in
ogni situazione, dovremmo lamentarci per questo? Alla prossima,
Mr.Tambourine, :o)
"Bob Dillon"? Ma Fiat-Chrysler sa che
è Bob Dylan?
di Denis Arcand
La nuova entità Fiat-Chrysler proclama la sua volontà di preservare la
"americanità" della Chrysler nel conglomerato italiano, ma qualcuno
presso la sede sociale non sa chi è Bob Dylan.
Lunedi pomeriggio, l'ufficio del presidente Sergio Marchionne ha
rilasciato il resoconto integrale di un'intervista alla stazione radio
WJR-AM a Detroit.
L'intervista era naturalmente sui 60 secondi dello spot commerciale
andato in onda durante il Super Bowl, durante il quale Bob Dylan, "The
Voice of a Generation", era il portavoce della Chrysler 200.
Nella trascrizione stenografica dell'intervista rilasciata dalla
società, Bob Dylan è scritto "Bob Dillon".
Questa cosa sarebbe davvero divertente se
non fosse un macroscopico errore. Il signor Marchionne e Fiat vogliono
convincere gli americani che Chrysler rimarrà una società americana come
la torta di mele, anche se il Gruppo Fiat ha appena comprato l'ultimo
grande blocco di azioni di Chrysler che ancora non gli apparteneva. Questo
ha aperto la strada per la fusione delle due società.
Il video clip con Bob Dylan è stato un successo in Internet, 24 ore dopo
la sua uscita durante il SuperBowl, è stato visionato più di un milione
di volte su YouTube e questa cifra sarà raddoppiata la notte di Martedì.
Non è un uno spot proprio fatto male, se avete lo stomaco forte
abbastanza per questo genere di cose.
Tutte le immagini-icona degli Stati Uniti sono in questo annuncio,
cowboys, Route 66, il bianco e nero della Motor City durante gli anni
'30, cheerleaders adolescenti delle high-school, il tipico ristorante
nel deserto, il baseball, Marilyn Monroe, James Dean e sì, lo stesso Bob
Dylan, che alla fine dello spot fa il venditore di auto e dichiara a
favore di Fiat- Chrysler : "Noi costruiremo la tua auto".
E c'è la sorpresa ( o lo shock? ) nel vedere Bob Dylan vendere auto .
Dal momento che l'acquisizione di Chrysler da parte di Fiat è iniziata
in principio 2009, Chrysler ha prodotto diversi capolavori di pubblicità
che giocavano sul patriottismo americano. Lo spot con Bob Dylan segue gli
altri due grandi annunci al SuperBowl del 2011 e 2012 con il cantante
Eminem e con Clint Eastwood. Lo scorso anno, Chrysler ha anche trasmesso
lo spot pubblicitario "Così Dio creò un Farmer" per associare il marchio
dei pick-ups Ram ad un famoso discorso in omaggio agli agricoltori
americani .
Questi spot erano distaccati da qualsiasi riferimento sulla proprietà
italiana di Chrysler. In effetti, gli spot con Eminem e Eastwood erano
un evidente constatazione sul reale nazionalismo economico e ne hanno
beneficiato non solo Chrysler, ma probabilmente anche alle altre due
case automobilistiche di Detroit, General Motors e Ford.
Fiat ha appena comprato l'ultima partita delle azioni di Chrysler e si
prepara a lanciare l’unione tra Milano e New York con il nuovo nome
Fiat-Chrysler Automobiles. Questa nuova doppia cittadinanza è una
questione di pubbliche relazioni sia negli Stati Uniti che in Italia. Il
signor Marchionne deve convincere gli americani che la Fiat-Chrysler è
una società americana, da cui lo spot patriottico del SuperBowl. Nel
frattempo il signor Marchionne sta cercando di rassicurare gli italiani
che sono preoccupati per una eventuale decisione di spostare la sede di
Fiat negli Stati Uniti, con il prossimo ingresso alla New York Stock
Exchange.
In realtà , Fiat-Chrysler Automobiles sarà solo un altra multinazionale:
avrà sede in Olanda e pagherà le tasse in Inghilterra ... un
escamotage utilizzato dalle grandi aziende per ridurre al minimo le loro
tasse.
Secondo le leggi che governano le società quotate in borsa, un colloquio
con il presidente contenente informazioni importanti ("informazioni
rilevanti", come si dice in gergo finanziario) dovrebbero essere
condiviso con tutti gli investitori. Questo è quello che probabilmente
spiega perché l'ufficio del signor Marchionne ha rilasciato il resoconto
integrale del colloquio.
Durante l'intervista , il signor Marchionne ha detto che i modelli Alfa
Romeo che saranno lanciati il prossimo anno in Nord America avranno un
motore Ferrari.
Domenica, durante la trasmissione del Super Bowl, Bob Dylan non era solo
nello spot della Chrysler 200, una delle sue celebri canzoni, I Want
You, era lo sfondo musicale per uno spot dello yogurt anche mandato in
onda durante il primo tempo della partita.
Ma quella di Chrysler, dove Dylan è portavoce della Chrysler 200 in
persona, ha spinto molti critici musicali a dichiarare che il ribelle
poeta dei tumultuosi anni '60 e '70 si è venduto a Chrysler per un
selfspot. Che dire poi di una grande azienda che non sa scrivere nemmeno il nome
del suo nuovo dipendente?
Le proteste per la partecipazione di Dylan allo spot della Chrysler
sembrano non volersi calmare. In questi giorni Dylan è accusato di
essere “un venduto”, di essere uno che dice “cagate” aziendali perchè
profumatamente pagato, di aver diffuso un messaggio fondamentalmente non
corretto adducendo la triste scusa che Chrysler non è più di proprietà
americana, quindi l’idea base dello spot “Che c’è di più americano dell’
America?” era andata a farsi friggere. Chrysler (più precisamente FCA –
Fiat Chrysler Automobiles – è oggi un’azienda multinazionale con sede
legale in Olanda, sede amministrativa a New York, con un big-manager
italiano e diversi stabilimenti sparsi in tutto il mondo oltre che ad
Auburn Hills, Michigan. Perciò la dichiarazione “Le vostre macchine le
costruiremo noi” non dovrebbe essere più valida perchè quel “noi”
purtroppo non può più essere riferito agli americani ma dovrebbe
significare gli italiani che decidono oggi le future mosse di Chrysler.
L’idea era davvero indovinata - lasciate fare la birra ai tedeschi, gli
orologi agli svizzeri, assemblare i vostri telefonini agli asiatici, ma
di una cosa state sicuri, le vostre automobili le costruiremo noi -.
Peccato che lo spot è arrivato dopo che l’aspetto societario di Chrysler
aveva cambiato proprietà, quindi, tecnicamente, il messaggio e
l’assicurazione di Dylan che le automobili americane verranno costruite
dagli americani è tecnicamente un falso, o se vogliamo un messagio
fraudolento e fuorviante, una “enorme castroneria” (gli americani hanno
usato più schiettamente le parola “bullshit”, “Shill” o Shilling” che
indicano uno che intenzionalmente da una falsa informazione perchè è
stato pagato per darla, questo almeno è quello che è scritto nei
dizionari slang americani, cioè il linguaggio che ormai si usa tutti i
giorni anche sui giornali e sui siti internet, linguaggio molto diverso
dal perfetto inglese accademico usato da Her Majesty The Queen
Elizabeht.
Il tutto sembra voler essere “sforzato” e strapompato a bella posta per
far di una pulce un elefante. Il fatto che ora Chrysler non sia più
americana non vuol dire proprio niente, è solo un dettaglio
amministrativo, le automobili di Chrysler continueranno ad essere
costruite ad Auburn Hills in
Michigan anche se i boss si chiamano Marchionne ed Elkann e tutta la
baracca fa ora parte del gruppo Fiat S.P.A.
C’e gente alla quale fa comodo pensare che Dylan sia ancora quello dei
primi anni ’60, quello che era stato definito la voce della sua
generazione (epiteto e qualifica che peraltro lui ha sempre rifiutato),
quello con la chitarra folk (quella con le corde di nylon per intenderci) e l’armonica
a bocca, quello che ripeteva stile juke-box le canzoni di Woody. Poi ha
fatto loro comodo
contestarlo e mazzuolarlo per la sua svolta elettrica, poi perchè aveva
scritto una canzone contro la John Birch Society, poi per quella
country di Nashcille Skyline, poi per la carovana in stile circense della RTR, poi perchè
scrisse un’altra canzone in occasione dell’omicidio di George Jackson, poi
perchè ne scrisse un’altra in favore di Robin “Hurricane” Carter, poi
perchè osò scrivere una canzone che narrava le gesta da bulletto di
quartiere di un certo Joey Gallo, nato Joseph Gallo, conosciuto anche
con i soprannomi di "Crazy Joe" e "Joe the Blond", un piccolo criminale
da quattro soldi affilliato alla famiglia Profaci di N.Y., poi trovarono
divertente e comodo canzonarlo ed insultarlo per la sua svolta
cristiana, poi per questo, poi per quello, poi per quell’altro, poi per
i reggiseni e le mutandine di Victoria Secret, poi per lo spot della
Cadillac, poi per i quadri copiati da vecchie fotografie, poi per il tour in Cina, poi per il Vietnam e finalmente per
questo benedetto spot della Chrysler. Difficile anche per uno come Dylan
farsi scivolare addosso tutta questa infinita serie di cazzate, ma lui
di solito scrolla le spalle e tira dritto per la sua strada fregandosene
alla grande di tutte le stronzate che quei poveri giornalisti in
malafede scrivono su di lui per tirare a campare.
Dylan non ha mai assunto una posizione a favore di qualcuno o di
qualcosa, ha cantato e denunciato quello che ai suoi occhi sembrava
ingiusto, quindi da eliminare o modificare. Ha sempre rifiutato
etichette di qualunque genere. Ha sempre tirato l’acqua al suo mulino
cercando di trarne il maggior vantaggio possibile com'era nel suo
diritto. Ha sempre cercato il
successo a tutti i costi e qualche volta ha forse sfruttato persone come la
Baez per raggiungere il suo scopo. Non ha mai nascosto le motivazioni
del suo agire, vivere una vita come quella di Dylan non dev'essere per niente
facile, confinato in una prigione d’oro dalla quale non puoi uscire se
non a rischio della tua incolumità, attento a quel che dici perchè ogni
tua parola viene
riportata e reinterpretata a seconda delle varie convenienze su tutti i
giornali del mondo. Ha fatto dichiarazioni e si è smentito da solo
parecchie volte, ma i particolari di una vita come la sua sono difficili
da fissare nel tempo o a distanza di anni. Credo che essere Bob Dylan
sia molto più difficile che essere una persona qualunque, ci sono
impegni e doveri da rispettare se vuoi durare in cima alla montagna ed
evitare che il resto del mondo ti butti di sotto come nel gioco della
torre e ti dimentichi più in fretta di quando ci ha messo a portati in
alto. Molti critici o pseudotali pensano di “dover” giudicare Dylan
anche come uomo invece che esclusivamente come “artista”, come se lui
non avesse (come ognuno di noi) il minimo diritto ad avere una sua vita
privata nella quale nessuno dovrebbe ficcare il naso. Inoltre nessuno
dovrebbe criticare il modo col quale si guadagna da vivere, o
semplicemente sindacare sul perchè
sia sempre in tour anche se le sue prestazioni non sono certamente più
paragonabili a quelle di 20/30/40 anni fa. Dylan ha un sacco di persone
che dipendono da lui per il pane quotidiano, quindi per fare in modo che
tutti giri sempre al meglio per tutti deve guadagnare per forza di cose
molti soldi, e guadagnare molti soldi non sempre è facile, ecco perchè a
volte deve far cose che sembrano sminuire il suo carisma e la sua figura
artistica come la pubblicità per un reggiseno, per una automobile o per
uno yogurt. Pecunia non olet, «Il denaro non ha odore» dice la
tradizione accettata da Svetonio (70-126) nel De vita Caesarum VIII e
ripresa poi da Dione Cassio (155-229) nella Storia LXV che vuole questa
frase attribuita a Vespasiano (9-79), al quale il figlio Tito aveva
rimproverato di avere messo una tassa, la “centesima venalium”,
sull'urina raccolta nelle latrine gestite dai privati, popolarmente
denominati da allora "vespasiani", tassazione dalla quale provenivano
cospicue entrate per l'erario. Dall'urina veniva ricavata l'ammoniaca
necessaria alla concia delle pelli. L'episodio completo vorrebbe che
Tito avesse tirato alcune monete in uno dei bagni in segno di sfida al
padre: quest'ultimo le avrebbe raccolte e, avvicinatele al naso, avrebbe
pronunciato le fatidiche parole.
È una frase che viene cinicamente usata per indicare che, qualunque sia
la sua provenienza, "il denaro è sempre denaro" o "il denaro è solo
denaro"; nel senso che il mezzo non determina l'intenzione (il nuovo uso
del denaro potrebbe essere positivo o non disdicevole) e che la
provenienza non darebbe alcuna connotazione positiva o negativa al
mezzo/strumento che è il denaro.
Allora perchè voler far le pulci su come e perchè Dylan si procuri il
denaro necessario alle sue esigenze ed a quelle delle persone che da lui
dipendono. Ognuno di questi piccoli o grandi anchormen dovrebbe farsi un
grosso esame di coscienza prima di scagliare la pietra, dovrebbero
limitarsi esclusivamente a criticare (in modo equanime, imparziale,
spassionato, non alterato da pregiudizi, da preferenze, da idee e
sentimenti personali) il lavoro artistico di Bob Dylan lasciando perdere
tutto il resto che dovrebbe essere di esclusiva competenza di Dylan
stesso.
Sembra però, dato proveniente da anni ed anni di esperienza, che gli
americani debbano scrivere il loro annuale tonnellaggio di stronzate su
Dylan, ma questa volta mi sà che la vera incazzatura degli americani era
data dal fatto che Chrysler è stata fagocitata da Fiat.
Comunque, non ostante tutte queste becere ipocrisie, certamente Dylan
sta già pensando ad altro, al prossimo tour e forse chissà, anche al
nuovo album. Benedetto Dylan, uomo dai mille volti (Man of a Thousand
Faces), famoso film del 1957 diretto da Joseph Pevney ispirato alla vita
dell'attore Lon Chaney), perciò chiudiamo l’argomento e non parliamone
più!
Mr.Tambourine
LARRY '' RATSO '' SLOMAN si unisce a me per una discussione sul Gerde’s
Folk City e il suo proprietario, il famoso Mike Porco. Questo filmato
verrà aggiunto al primo documentario sul Gerde’s Folk City chiamato
“Positively Porco”.
Il primo libro di Mr. Ratso era la cronaca stupenda e tremenda della
leggendaria “ROLLING THUNDER REVUE” intrapresa da Bob Dylan e la sua
troupe di amici e musicisti. Il libro è il resoconto più intimo e
completo di come la Revue si sviluppò e viaggiò nella prima storica
corsa attraverso gli States. Verso la fine del libro, Larry ha incluso
la più ampia intervista con Mike Porco che sia mai stata stampata.
Le strade di Ratso e di Porco si incrociarono nel backstage al Madison
Square Garden durante la “Night of The Hurricane”, un concerto per
raccogliere fondi per far uscire Rubin Carter dal carcere nel quale era
stato recluso per qualcosa che non aveva mai fatto. E' stata una causa
che è stata a cuore a Bob Dylan che aveva scritto anche la canzone
“Hurricane”, come Ratso ben spiega nel suo libro. Carter avrebbe potuto
diventare campione del mondo.
Quasi 5 pagine di “On The Road with Bob Dylan “ sono state dedicate alla
conversazione con Mike Porco, mentre sullo sfondo il concerto infuriava.
E' un classico. Mike racconta delle prime volte che faceva qualche
panino per il giovane Dylan e lo incoraggiava a pettinarsi i capelli una
volta ogni tanto. Mike racconta la storia della visita a Dylan in
Francia, dove hanno condiviso alcuni momenti stile Padre / Figlio. Se
avete bisogno di una conferma da parte di chiunque che i due hanno avuto
quel tipo di rapporto, basta leggere il libro.
Naturalmente, la Rolling Thunder Revue ha preso il via dal Gerde’s Folk
City, sulla 61° strada, per la festa di compleanno a sorpresa di Mike
Porco il 23 ottobre 1975. Bob Dylan ha centinaia di filmati a ricordo di
quella notte. Nel libro di Ratso ci sono le foto in bianco e nero.
Lillian Bailey, Mike Porco, Suze Rotolo, 1985
La nostra intervista è stata condotta nel Village Underground, nello
spazio che una volta era l'ufficio di Mike Porco al 130 di W3rd Street.
Se i muri potessero parlare....
Per inciso, Ratso ed io siamo invecchiati di 53 anni dalla data della
prima apparizione di Bob Dylan sul palco del Gerde’s.
Non vorrei farne un affare troppo grande di Bob Dylan che appare in uno
spot della Chrysler durante il Super Bowl, eppure, temo, sia un grosso
problema.
Lo spot è arrivato pochi giorni dopo la morte di Pete Seeger, che ha
contribuito ad avviare l'intero movimento folk americano che ha portato
Dylan al successo di critica e, altrettanto velocemente, in cima alle
classifiche pop. C’erano molte cose che collegavano Seeger e Dylan, non
ultima delle quali era la loro ammirazione, diciamo anche idolatria, nei
confronti di Woody Guthrie.
E mentre guardavo lo spot dove Dylan chiedeva " C'è qualcosa di più
americano dell'America?" mi è venuto da pensare, ma Woody Guthrie, la
voce dei lavoratori, avrebbe fatto uno spot per una grande
multinazionale? No, certo che no.
Tenete a mente che solo pochi minuti prima, una delle canzoni più note
di Dylan, “I Want You”, era servita come sfondo musicale per lo spot
dell’azienda produttrice di yogurt “Chobani”. Eppure, c'è una differenza
tra una canzone di Dylan usata come sfondo e Dylan stesso che appare
davanti alla macchina da presa per uno spot di una casa automobilistica.
Facebook e Twitter erano pieni di epiteti apologeti (apostolo,
difensore, diffusore, elogiatore, evangelizzatore, missionario,
paladino, predicatore, propugnatore, protettore, sostenitore) per Dylan,
parlando di come ha sempre agito per il proprio interesse, come questa
sua celebrazione dell’essere americano (come se il capitalismo fosse una
vocazione intrinsecamente patriottica), del perchè sta sostenendo una
società americana che ha lottato ed è sopravvissuta grazie alla
amministrazione Obama.
Mi dispiace, io non comprerò quell’auto. Tutti, a quanto pare, hanno il
loro prezzo.
Eppure, c'è chi non l’ha (almeno finché non lo farà).
Come avrete visto e sentito, uno spot televisivo di due minuti con Bob
Dylan è andato in onda durante il Super Bowl. Poi, all'indomani, decine
e decine di articoli nei quali ogni giornalista esprimeva il suo parere. Bob
Dylan ha tradito i suoi principi per il proprio tornaconto. O non lo ha
fatto? O i suoi fans sono deliranti.
Le seguenti parole sono state tutte prese dai titoli dei giornali:
Tradimento? Dare una mano ? Dylan è un venditore di auto. Dylan è un
genio. E' stato uno dei migliori, o uno dei peggiori. Un successo. Una
delusione. E' inquietante.
Per me la gente non ha centrato il punto che non era la presunta
dichiarazione che ha fatto Dylan. Si tratta solo del triste stato del
giornalismo americano.
Credo che sia stato Warren Zevon che ha detto : "Una volta che si firma
con un'etichetta discografica, è come stringere la mano con il diavolo".
Dylan "VENDUTO”, se si vuole, più di 50 anni fa, quando ha firmato con
la Columbia Records. Poi andò elettrico, "VENDUTO”! Ha fatto un annuncio
stampa per le chitarre Fender, "VENDUTO”! Sta scrivendo un libro,
"VENDUTO”! Suona il country, "VENDUTO”! La Rolling Thunder Revue sta
suonando nelle arene, "VENDUTO”! Ha concesso una licenza per usare le
sue canzoni per uno spot televisivo, "VENDUTO”! Una sua canzone è in un
annuncio di “Victoria Secret”, "VENDUTO”! E’ in uno spot per “Victoria
Secret”, "VENDUTO”! E' in un annuncio della Cadillac, e lo sta
promuoverlo sul suo "Theme Time Radio Hour", "VENDUTO”! Nel 2013 ha
"usato" un video fatto nel 1965 per "Like A Rolling Stone" per
promuovere il suo costoso box set, "VENDUTO”!
Tuttavia, la cosa non si ferma qui. Dylan è stato accusato di "essersi
venduto" anche quando non aveva fatto nulla. Il New York Times, il
Washington Post, l' NME , lo U.K. Telegraph, e un sacco di altre
pubblicazioni e blog lo hanno chiamato in questo modo anche quando era
girata la voce, durante il suo programma radiofonico, che lui stesse per
prestare la sua voce ad un navigatore satellitare. Naturalmente era uno
scherzo, ma perché preoccuparsi di controllare le fonti? Meglio
riciclare quello che qualcun altro aveva già stampato. Così tutti hanno
fatto una risata a spese di Dylan. E che dire di quando Dylan si è
lasciato censurare per suonare in Cina? Non è mai successo, ma tutti i
blog del mondo andavano a rotta di collo nel fornire le loro opinioni o
i loro insulti, o quando Maureen Dowd del New York Times accusò Dylan di
aver paura a cantare le canzoni che lei pensava che Bob avrebbe dovuto
cantare, canzoni come "Hurricane" che Bob non cantava più da ormai 35
anni.
Le accuse di plagio hanno afflitto Dylan
dai tempi di "Blowin' In The Wind", se non prima. Certo, ci sono stati
casi nei quali molte persone non capiscono nemmeno che cosa costituisca
plagio e cosa no, ma alcuni preferiscono supporre che Dylan abbia
"rubato" per non far fatica nella ricerca della verità. La maggior parte
dei veri e propri e critici istruiti lo sanno bene e meglio, ma perché
prendersi la briga di ascoltarli?
La polemica per Chrysler non avrebbe dovuto toccare Dylan che ha giocato
pulito. Solo l'idea che Dylan apparisse in uno spot pubblicitario in
persona ha fatto sbavare un sacco di persone davanti alle loro tastiere,
e scrivere le cose più disparate in Internet. Bastava scrivere la
reazione istintiva. La cosa importante era quella di aumentare il
traffico di visite al tuo sito.
Ognuno sta cercando di fare qualche dollaro in questi giorni, e il mondo
del giornalismo non è diverso. Per sopravvivere nell' era di Internet,
giornali e riviste hanno bisogno di convincere la gente a leggere il
loro contenuto in modo che possano momentaneamente abbandonare i video
spot per il pane ed il burro, leggere le pubblicità invece di guardarle.
Con le recenti rivoluzioni nella tecnologia, chiunque può esprimere un
parere immediato, che sia informato o no, dal Wall Street Journal a
qualcuno che redige un blog nel seminterrato di sua madre, magari
circondato da scatole di pizza vuote, o un post sul suo telefonino che
possa essere letto da tutti quelli che sono sulla sua agenda dei
contatti. Questo è il modo di promozione col quale il giornalismo
funziona adesso.
La maggior parte delle persone che postano frasi su Dylan "venduto"
vogliono solo attirare l’attenzione. Naturalmente, alcuni articoli sono
informati e sinceri, ma tanti sono solo ridicolmente privi di ogni
senso, dicono qualunque scemenza per sentirsi importanti, quindi, gli
utenti potranno cliccare su un link per avere un posto sul treno del
“J'accuse” o per esprimere la loro indignazione.
Il punto principale è questo: se siete stati fans di Dylan dal 1960 o dal
1970, probabilmente siete cresciuti seguendo le vicende della sua vita,
e se vi siete indignati per il Dylan che ha "venduto" alcuni dei suoi
ideali è perchè non avete prestato la necessaria attenzione. Se siete
giovani, e avete conosciuto Dylan nel corso degli ultimi anni, questi
ideali sono qualcosa dei quali avrete sentito parlare sui libri di
storia o su Wikipedia.
Lo spot della Chrysler al Super Bowl è stato fatto per promuovere
Detroit e le automobili americane, interpretato da un artista
americano. Così anche se Chrysler è ora di proprità della Fiat, mi
sembra esagerato accusare Dylan di essere sciovinista. In fondo si trattava
solo di uno spot televisivo di due minuti e non è il caso di gridare
così forte. Ritorniamo tutti in linea e smettiamo di sottolineare queste
incongruenze per mostrare come siamo superiori a Bob Dylan. Immaginate
quando 50 anni fa la vecchia immagine di un cantante folk idealista è
stato schiacciata da una sua canzone che si chiamava "Like A Rolling
Stone"!
Dylan sarebbe stato pagato $ 5 milioni per l'annuncio. Che cosa avrà
fatto con quei soldi ? Forse li ha tenuti, forse no. Dylan è noto per
finanziare segretamente molte organizzazioni di beneficenza che
sarebbero deducibili dalle tasse.
Che dire di quei rispettabili giornalisti che accusano Dylan di essere
"venduto"? Sono andati al college per studiare giornalismo? VENDUTI! Non
vengono pagati per il loro lavoro, VENDUTI! Non scrivono solo quello che
vogliono, VENDUTI! No? VENDUTI! Perché non si stanno concentrando sui
reali problemi del mondo invece di perdere tempo ad occuparsi di queste
sciocchezze? VENDUTI!
Se dicono che Dylan sta andando a nord, probabilmente lui starà andando
verso est o sud-ovest. Egli potrebbe anche eventualmente finire da
qualche parte a nord, ma la sua bussola interna lo porterà sempre in un
viaggio che nessuno potrebbe nemmeno immaginare. Poi Dylan è un artista
e non un filantropo, perchè dovrebbe condividere i suoi guadagni con
loro? Non preoccupatevi di capirlo. Anche il suo libro di memorie,
Chronicles, è pieno di inesattezze. Nessuno lo conosce veramente per
quello che è.
La vera cosa più cool dell'annuncio, tuttavia, è che la chitarra in
mostra nello spot potrebbe essere il nuovo modello SJ-200 della Gibson
firmato Bob Dylan. E la Chrysler 200 ha pagato anche per questo.
Bellissimo Bob!
U.S.A! U.S.A! U.S.A!
(Grazie a Andrew Klewan)
Harold Lepidus - Bob Dylan Examiner
(Fonte:
http://www.examiner.com/article/media-sells-out-blames-bob-dylan?CID=examiner_alerts_article)
De Gregori a Hollywood per premio LA
Italia
clicca qui
Sabato 8
Febbraio 2014
Talkin' 9322
- Marco on the Tracks
Ciao Mr.Tambourine,
innanzitutto ti faccio i complimenti per come il sito abbia aperto il
nuovo anno, ovvero con tanto materiale interessante su Dylan e dintorni.
Ho letto il libro di Dave Van Ronk (ed Elijah Wald) “Manhattan Folk
Story” di cui si è anche parlato da queste parti e mi permetto di fare
alcune considerazioni, partendo da un confronto apparentemente azzardato
che Van Ronk propone, ovvero il paragone tra Duke Ellington, Johann
Sebastian Bach ed il loro periodo storico con il periodo storico in cui
nacque artisticamente Dylan. Nel paragone Van Ronk fa pendere nettamente
la bilancia verso Ellington e Bach. Questa “presa di posizione” a me
pare sia più un atto di umiltà di Van Ronk nei confronti del periodo
storico che, dal punto di vista artistico, anche (e per alcuni versi
soprattutto) lui ha contribuito a far entrare nella storia, piuttosto
che un modo per sminuire il ruolo dell’artista Dylan nella storia della
musica. Personalmente non riesco a paragonare Ellington e Bach (ed il
loro periodo storico) con Dylan. Non ci riesco perché lo vedo un pò
come paragonare una Mustang del ‘67 con una Harley Davidson o con una
Ferrari: sono tutti e tre mezzi di trasporto, ma sono decisamente
differenti per tutto il resto. Paragonare differenti artisti di
differenti periodi storici la trovo una forzatura eccessiva. Bach è
stato un compositore, organista, clavicembalista e maestro di coro
(cit.wikipedia) ed Ellington è stato un pianista, compositore, direttore
d’orchestra quindi, teoricamente, con il cantautore Bob Dylan e il Folk
Revival c’entrerebbero poco se non che tutti rientrano nel “calderone”
della musica.
C’è anche da considerare il fatto che Dylan è passato attraverso diversi
generi musicali: dal folk al rock al country al blues ma, se si va a
guardare in alcune enciclopedie (e in tanti articoli apparsi su di lui
in rete), il suo nome è associato al genere musicale pop-rock quando non
semplicemente abbreviato come “pop” e quella parola (“pop”) suona molto
come musica per la massa, commerciale e banale, mentre il Jazz e la
Musica Classica sono considerati generi musicali di un più alto
livello/spessore. Credo quindi che qualsiasi critico/studioso musicale
la pensi esattamente come Van Ronk su questo punto (ovvero, riassumendo:
Ellington e Bach sono meglio di Dylan).
Per me (inteso come “per la mia Vita”) non c’è mai stato nessun artista
Jazz e nessun compositore di Musica Classica che possa aver avuto un
ruolo importante come quello che ha avuto Bob Dylan. Mi ha aperto la
mente, ed è riuscito a guardare dentro di me più di quanto io stesso sia
mai riuscito a fare. Mi ha reso una persona (credo) migliore e, se penso
alla mia vita prima di Dylan e dopo Dylan, non posso che ringraziarlo
per tutto quello che ha significato per me incontrarlo lungo il mio
cammino. Tutto questo a me Ellington e Bach non me lo hanno mai dato,
seppure mi piace anche ascoltare ed immergermi nelle sonorità del Jazz e
nelle emozioni che la Musica Classica può offrire a chi la ascolta.
Poi se vogliamo discutere del fatto che Dylan & company “sono solo
canzonette” e che i veri Maestri della Musica sono altri bè, potrà anche
essere vero, dopotutto parliamo di Ellington e Bach, due geni assoluti,
ma non hai idea di quante argomentazioni superficiali e snob mi sono
state fatte da presunti intenditori di musica che etichettano Dylan come
“pop” e neppure sanno riconoscere la sottile differenza tra pop, rock e
folk, tanto per cominciare. Per criticare occorre conoscere e chi
etichetta Dylan come puro e semplice “pop” (alla stregua di Lady Gaga,
tanto per intenderci) mi sembra abbia più da imparare che da criticare
(chiaramente non parlo di Van Ronk, che Dylan lo conobbe di persona).
Ritornando a quanto detto da Van Ronk, a mio parere le sue parole sono
anche rivolte contro una certa sostanziosa rappresentanza di giovani di
quel periodo (piccolo borghesi che “giocavano” a fare gli idealisti e
pretendevano dai cantanti Folk un certo “stile di vita” ma intanto loro
avevano il culo parato - scusate il francesismo - dai genitori e
potevano studiare al college per diventare dentisti o agenti di borsa e
tanti saluti agli idealismi anni sessanta) che un ridimensionamento di
quello che rappresentò quel periodo storico.
Un’altra parte del libro che ho trovato molto interessante è quando Van
Ronk parla dell’inverno 1961/ 62 nel Village. Van Ronk racconta che in
realtà nel famoso gelido inverno del 1961, quando Dylan arrivò a N.Y.,
non è che il Folk Revival stesse realmente vivendo un momento magico e
fervente nel Greenwich Village. Cioè, c’erano alcuni locali (pochi,
piccoli e fatiscenti) dove i cantanti Folk potevano esibirsi (per pochi
spiccioli quando andava bene), c’erano le strade del Village dove potevi
esibirti all’aperto, c’erano case discografiche che qualche album erano
disposte a pubblicarlo e c’era qualcosa nell’aria che poteva far sperare
che prima o poi il Folk-Revival avrebbe realmente ingranato ma, fino a
quando non arrivarono “Blowin’ in the wind” e “A hard rain’s a-gonna
fall”, nessuno dei cantanti del Village aveva realmente avuto un
successo a livello nazionale (figurarsi poi internazionale), né
tantomeno fatto fortuna con il Folk Revival.
Van Ronk sostiene che Dylan fosse arrivato a N.Y. soprattutto per Woody
Guthrie, per incontrarlo e stargli vicino. Leggermente differente la
versione di Bob Dylan che sostiene di essere andato a N.Y. sicuramente
anche per Woody Guthrie, ma soprattutto perché a N.Y. nel Village in
quel periodo c’era l’ambiente giusto per chi, come lui, era alla ricerca
di fortuna.
Mi ha colpito questa parte del libro perché Van Ronk sembra voler
rappresentare un Dylan più “umano” e “sensibile” di quanto lo stesso
Dylan abbia mai voluto rappresentare di se stesso. Mi pare che proprio
qui su maggiesfarm tempo fa è stata pubblicata un’intervista (o un link
che rimandava all’intervista) dove Dylan dichiarava che oggi, ripensando
al passato, riteneva di aver in qualche modo sopravvalutato Woody
Guthrie. La cosa mi colpì particolarmente perché, anche fosse vero, non
capisco il motivo per cui chi ha dedicato una canzone (e una parte della
sua vita) a Woody Guthrie oggi si debba prender la briga di rinnegare in
quel modo il passato. (Paradossalmente, le recenti dichiarazioni di
Dylan su Guthrie sembrano quasi ricalcare quanto detto da Van Ronk
sull’importanza di Dylan e del suo periodo storico, che sarebbero
appunto stati sopravvalutati, quindi in parte Dylan darebbe ragione a
Van Ronk).
Nel suo insieme il libro di Van Ronk è molto interessante, scorrevole, a
tratti divertente e a tratti malinconico e lo suggerisco a chiunque
voglia in qualche modo ritrovarsi a rivivere quel particolare periodo
storico che sarà forse stato sopravvalutato, chissà, ma che comunque ha,
a suo modo, cambiato la storia.
Vorrei però fare anche una precisazione: il libro è stato “pensato” da
Van Ronk e scritto/dato alle stampe da Elijah Wald senza che fu
possibile una eventuale revisione da parte di Van Ronk, che se ne andò
prematuramente nel periodo in cui ancora stava ancora lavorando al
libro. Wald nella postfazione del libro dichiara che ha utilizzato
interviste e registrazioni fatte tra lui e Van Ronk ed ha cercato di
lasciare tutto così com’era per non mettere in bocca a Van Ronk parole
che non erano sue. Ma chiaramente Van Ronk avrebbe potuto rivedere
qualcosa, togliere o aggiungere altri argomenti. Insomma, si tratta
praticamente di una “bozza” e come tale andrebbe letta. Il risultato
finale è a mio parere ottimo ma il libro non può essere esattamente
quello che Van Ronk aveva in mente di scrivere.
Bob Dylan nel libro viene citato (inevitabilmente) diverse volte. La
parte più divertente è quanto Van Ronk afferma che il proprietario del
Gaslight Cafè faceva salire sul palco Dylan quando… voleva far svuotare
il locale!!! … Ma comunque da Van Ronk nei confronti di Dylan ci sono
sempre parole di stima per il suo enorme contributo allo “sdoganamento”
del Folk Revival ed anche perché prima di Dylan il termine “songwriter”
nell’ambiente Folk praticamente non esisteva.
Van Ronk racconta anche del famoso plagio di Dylan a suo danno per gli
arrangiamenti di “The House of the Rising Sun” e, anche in questo caso,
seppure all’inizio la cosa gli dette particolarmente fastidio, alla fine
non sembra che abbia poi realmente portato grosso rancore verso Dylan.
E’ particolare infine il fatto che un libro definito come la biografia
di Dave Van Ronk racconti esclusivamente (a parte un divertente episodio
più recente riguardante proprio “The House of the Rising Sun”) degli
anni sessanta, del Village e del Folk Revival. Chissà perché sia Van
Ronk (con il suo discorso su Ellington e Bach) e Dylan (con la recente
intervista in cui parla di Guthrie) hanno sentito il bisogno di
rinnegare in parte un periodo storico che proprio loro hanno contribuito
a far entrare nella storia. E con questa domanda inquietante chiudo il
discorso, mi sa che mi sono dilungato anche troppo…
Marco on the Tracks
Ciao Marco, forse fare un paragone fra Bach e Dylan è veramente
impossibile oltre che inutile e stupido, qualcuno da noi direbbe "E che
ciazzecca?". Inoltre non mi pare, almeno questa è la mia modesta
opinione, che Ellington sia entrato a far parte della storia della musica americana
con la stessa importanza di Dylan. Sui motivi che hanno spinto Robert
Zimmerman a trasferirsi al Village ne sono state dette e scritte di
ogni, Dylan stesso ha dato a volte motivazioni diverse nel corso degli
anni e delle interviste, dicendo tutto ed il contrario di tutto.
Certamente questo libro di Van Ronk è solo l'abbozzo di quello che lui
avrebbe voluto pubblicare, ma purtroppo se ne è andato prima di poter
dare la versione definitiva. Certo l' avrebbe rivisto e corretto, forse migliorato anche,
ma credo che in questo modo, semplicemente abbozzato e praticamente
messo insieme da Elijah Wald, il libro sia
davvero più genuino di quanto avrebbe potuto risultare dopo una o due
revisioni. Si può essere d'accordo o meno con quanto pensa Van Ronk su
quello che succedeva al Village in quegli anni. La famosissima ballata
"The House of the raising sun" (brano che risale alla prima metà
dell'ottocento e, al pari di molte altre classiche ballate folk, con
paternità dubbia, a volte chiamata anche "Rising Sun Blues".
Lo studioso del folklore Alan Lomax, autore nel 1941 della raccolta di
canzoni "Our Singing Country", scriveva che la melodia era presa da una
ballata tradizionale inglese (probabilmente dal titolo Matty Groves risalente al
seicento) ed il testo era stato scritto da Georgia Turner e Bert Martin,
una coppia di abitanti del Kentucky. Altri studiosi propendono per
ipotesi diverse, sebbene quella di Lomax sia generalmente considerata la
più plausibile.
La più antica incisione del brano conosciuta è quella del 1933 eseguita
da Clarence "Tom" Ashley che affermò di avere imparato il brano da suo
nonno. Secondo alcuni una incisione più antica fu quella del bluesman
Alger "Texas" Alexander del 1928 col titolo The Risin' Sun. Di tale
incisione esistono solo testimonianze indirette poiché non è nota
l'esistenza di nessuna copia del 78 giri. Non se ne conoscono dunque né
il testo né melodia ed è dunque impossibile stabilire se si trattasse
del medesimo brano.
Del testo esistono due diverse versioni: una al maschile e una al
femminile. Quella maschile parla di un ragazzo proveniente da una
famiglia problematica e pentito di aver passato la sua vita nel peccato
e nella infelicità frequentando la "Casa del sole nascente"; quella
femminile invece parla di una ragazza ravveduta di essere entrata nel
giro della prostituzione e costretta a rimanere in quella casa per poter
vivere.
La versione maschile è la più nota ed è quella proposta dagli Animals,
pubblicata come singolo nel 1964, sebbene quasi tutti gli studiosi siano
concordi nel ritenere il testo al femminile quello originario. Ci sono
un centinaio di versioni con arrangiamenti diversi della canzone, e
quello di Van Ronk era solo uno dei tanti così come lo era la versione di
Dylan. In quanto all' aver rinnegato una parte del loro passato storico
sia da parte di Dylan che di Van Ronk, non la giudico una cosa fuori
dall' ordinario, a vent' anni si vedono le cose in un certo modo, a
distanza di anni molto probabilmente le stesse cose si giudicano e si
valutano in un modo diverso, ma non sono le cose ad essere cambiate, ad
essere cambiato è chi le giudica, ecco perchè si possono registrare
delle incongruenze nelle dichiarazioni di una stessa persona a distanza
di tempo. Grazie per i complimenti iniziali, alla prossima,
Mr.Tambourine, :o)
“Gruñò el gato montes”: così Eliades Ochoa – nel simpatico album di
tributo "From Another World", recentemente uscito, traduce “a wild cat
did growl”, nella sua curiosa interpretazione di All along the
watchtower. Il vecchio ruggito del gatto selvaggio, mi sembra l’unico e
migliore commento allo spot “fordista” (per usare un eufemismo) di
Dylan. Un’altra di quelle cose proprio difficili da mandar giù…
Divertente e geniale invece lo spot dell’orso, che per uno yogurt mette
sottosopra il drugstore di provincia, con in sottofondo “honey I want
you”.
Saluti, Gypsyflag
L'idea dell' orso che
devasta il piccolo drugstore alla ricerca di uno yogurt "Chobani" è
veramente quanto di più scarso si poteva ideare per uno spot
pubblicitario, e pensare che in Italia fu Vodafone molto tempo fa ad
avere una sciagurata idea del genere, per fortuna Chobani ha usato "I
want you" come colonna sonora ridando un pò di dignità allo spot. Non mi
è piaciuto invece lo spot Chrysler, al di là delle valutazioni che sono
state fatte sull' americanità di Chrysler e la presunta bugia di Dylan
(gli articoli americani hanno usato la parola "shilling" che equivale a
"bullshit" per capirci) che hanno portato i cronisti USA a considerare
un "failure" lo spot della Chrysler), con un terribile Dylan
che sembrava la statua di cera di se stesso (il filmato è stato molto
probabilmente ritoccato o photoshoppato, niente rughe, Dylan sembra
avere 15 anni di meno), almeno questa è
l'impressione che ho avuto io, poi quando dice "we will build your car" l'asino prende un gigantesco inciampo, avrebbe dovuto dire,
per essere reale, "Fiat will build your cars", ma come ho detto ieri,
per 5 milioni di dollari si può dire qualsiasi cosa. Alla prossima, :o)
From Another World: Tutto il mondo
canta Dylan
clicca qui
Venerdi 7
Febbraio 2014
Dylan compenso di 5 milioni di dollari
per lo spot Chrysler
Whow amici, leggo oggi che Bob Dylan, per la sua partecipazione allo
spot della Chysler (o meglio sarebbe dire FCA - Fiat Chysler Automobiles
perchè ormai tutti sanno che il colosso americano Chrysler è diventato
di proprietà italiana) ha percepito un compenso di 5 milioni di dollari.
Lasciatemi dire che per una cifra simile io avrei detto qualsiasi
cosa!!! E voi???
Mr.Tambourine
Caro Mr. Tamburine Man,
Ti segnalo che sul numero 137 di
www.blogfoolk.com e' stato pubblicato un lungo ed interessante
speciale su "From Another World: A Tribute To Bob Dylan", album tributo
unico nel suo genere che vede protagonisti artisti e band di tutto il
mondo, che hanno riletto attraverso gli stilemi delle rispettive
tradizioni musicali alcuni dei classici del repertorio di Bob. Per
l'occasione Il giornalista Ciro De Rosa ha intervistato il produttore
del disco, Alain Weber, che ha raccontato la genesi del progetto,
rivelando anche alcuni aneddoti sorprendenti.
Eccoti, dunque, il link
http://www.blogfoolk.com/2014/02/artisti-vari-from-another-world-tribute.html
Sarebbe bello che tu segnalassi questo disco su Maggie's Farm, dando
così anche l'opportunità ai tuoi lettori di conoscere il nostro
magazine.
Ringraziandoti in anticipo dell'attenzione che vorrai dedicarci ti
saluto cordialmente.
Salvatore Esposito
Direttore Editoriale di
www.blogfoolk.com
Ciao "Eagle", bello vedere che un "magfarmiano"
(termine coniato dall'amico Michele "Napoleon in rags" Murino per
definire i lettori e frequentatori della sua Fattoria, mentre ora, come
certamente saprai, io preferisco usare il termine "maggiesfarmer" perchè
lo trovo più corretto) primigenio come te segua ancora Maggie's Farm.
Questo disco era stato già segnalato dalla Fattoria giovedi 23 Gennaio,
ma ora, con l'articolo da te postato sul tuo fantastico "BlogFoolk,
Storie, Suoni e Visioni sulle Strade del Folk" (che consiglio a tutti di
seguire) questo disco acquista un nuovo sapore ed un nuovo significato,
e sono certo che molti maggiesfarmers lo acquisteranno e magari, perchè
no, ci mandereanno la loro recensione. Un doversoso e soprattutto
sentito grazie per la segnalazione e la considerazione, ma spero che in
futuro, almeno qualche volta, tu possa e voglia trovare il tempo di
scrivere ancora qualcosa anche per questa Fattoria proprio come facevi
molti anni fa, in fondo credo che molti vecchi magfarmiani facciano
parte ancora della schiera dei nostri fedeli dylaniati. Alla prossima,
Mr.Tambourine, :o)
Ciao Tambourine e Piero,
Io penso che la chiesa vada distinta dalla fede in Dio, Allah, Sole,
etc....
Quello che ho sempre trovato nelle chiese è tanta ipocrisia. Scusate se
il tono del precedente messaggio era forse un pò crudo e troppo diretto,
ma nel paragonare il Papa a una Rock star stavo solo procedendo per
paradossi.
Io penso che le chiese vadano "liberate" e restituite ai popoli. Tutto
quel patrimonio dev’essere di tutti, perché spesso per innalzarle (nel
nome di Dio) il sangue dei popoli è stato versato e riversato ancora.
Nessuno dovrebbe mai pagare un biglietto per entrare in una chiesa. Io
sogno di vedere tutte le chiese del mondo sconsacrate e convertite in
teatri gratuiti, in scuole di musica e danza, dove tutti posso discutere
e sperare di diventare persone migliori e aiutare il prossimo,
indipendentemente dalla razza, colore della pelle, fede, etc.
Capisco che la chiesa è fatta da uomini, e noi siamo piccoli e deboli e
sbagliamo. Qui parliamo però di sbagli millenari, quando verrà il tempo
di cambiare? Oggi vedo solo tanta falsità nella chiesa come nella
società. Tante parole (apostolica ad esempio) vuote con cui tappano le
orecchie di tutti noi, rendendo veramente difficile sentire, comprendere
e allievare il pianto di chi soffre o muore tutti i giorni.
Caro Gianfranco, le
tue osservazioni, per quanto a volte spinte a piene mani verso
l'estremismo (per esempio il tuo sogno di vedere le Chiese trasformate
in teatri e scuole di musica e danza, per la verità davvero tanto
inverosimile quanto legittimo), ma questo estremismo è solo una forma
esasperata per esprimere un sentimento sincero e di buoni, anzi ottimi
propositi. Purtoppo a volte la realtà e sempre molto distante dai nostri
desideri, tanto per farti un esempio abbastanza stupido: tutti sognamo
un mondo dove regni la pace fra i popoli invece la realtà ci butta in
faccia il fatto che nel mondo si stanno combattendo almeni un centinaio
di guerre ed il peggio è che la maggior parte di quelli che le
combattono non sanno neppure perchè cazzo lo fanno, Ma mai disperare,
come dice Bob "The Times They Are A-Changin'", e chissà che una volta
cambino anche verso la direzione che piace a noi. Un saluto, alla
prossima, Mr.Tambourine, :o)
Spot Chrysler al Super Bowl: il
messaggio è politico
clicca qui
Giovedi 6
Febbraio 2014
Il
problema con Bob Dylan e le sfacciate bugie per Chrysler
Quelli di noi che assistevano alla grande batosta che i Seattle Seahawks
hanno dato ai Denver Broncos al Super Bowl 2014 lo hanno fatto o perché
volevamo vedere il "Vince Lombardi Trophy" alzato sopra le loro teste o
perché volevano vedere il resto del programma, cioè gli spot
pubblicitari. Per i nostri problemi, siamo stati spruzzati con l’ Axe
Body Spray per esorcizzare la tipica stupidità sessista di sfruttare le
paure della Middle America per le guerre in corso in Medio Oriente e in
Asia. Alcuni spettatori sono stati sconvolti dallo spot della Coca-Cola
e di Cheerios, perché gli annunci di queste marche esprimavano le loro
opinioni ristrette su ciò che è o non è americano, e Scarlett Johansson
ha cercato di propinarci la SodaStream, che è, se non sapete la verità ve
la dico io:
(Sodastream, ditta israeliana che produce gasatori per
l'acqua del rubinetto, spacciati per prodotti "eco-chic", nasconde delle
brutte verità:
■La sua principale fabbrica si trova in un insediamento israeliano nei
Territori palestinesi occupati; gli insediamenti sono ritenuti illegali
dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU, dalla Corte Internazionale di
Giustizia e da tutte le istituzioni europee.
■Finanzia direttamente l’insediamento attraverso le tasse comunali che
vengono utilizzate esclusivamente per sostenere la crescita e sviluppo.
■Finanzia anche, tramite le tasse comunali, la famigerata discarica
israeliana di Abu Dis, dove vengono scaricate 1100 tonnellate di rifiuti
israeliani al giorno su terre rubate ai Palestinesi, inquinando corsi
d’acqua e terre nelle vicinanze.
■Sfrutta la manodopera palestinese, sottoponendola a condizioni di
lavoro discriminatorie e a licenziamenti indiscriminati, come
testimoniano gli stessi lavoratori. L'occupazione israeliana impedisce,
del resto, lo sviluppo di un'economia palestinese).
Il Super Bowl è fondamentalmente una parata televisiva di cose che
centrano poco con l' America. Ma non ero ancora preparato per vedere Bob
Dylan, uno dei nostri più celebri artisti viventi, prendere parte a
questa faccenda. Dylan ha lasciato alcuni di noi preplessi e dubbiosi a grattarsi
la testa prestando il suo volto a campagne pubblicitarie che
non hanno molto senso, con una delle sue più belle canzoni che faceva da
colonna sonora in uno spot dove c’era un assurdo orso affamato di
yogurt. C'era qualcosa di innegabilmente strano in un Bob Dylan che
chiede se ci sia qualcosa di più americano dell' America stessa, con lo
sfondo della sua musica e le immagini di James Dean, di bambini che
giocano a baseball, le cheerleaders e un uomo insoddisfatto che prende
un caffè in un autogrill sulla strada. La cosa strana non era che Bob
Dylan era nello spot, la cosa inquietante è che ha abbandonato i principi
cardine che
una volta aveva sposato, non solo, ma cercava di convincere i suoi fans
e la gente a prendere per buoni quelli dello spot.
Io amo la musica di Bob Dylan. L'ho sentita per tutto il tempo che posso
ricordare. Sono praticamente cresciuto con Blonde on Blonde e Highway 61
Revisited. Ogni tanto cambio la mia preferenza per un disco o l’altro,
ma alla fine il mio preferito è sempre Blood on the Tracks , e una volta
sono anche stato fisso per due mesi nell’ascoltare a ripetizione la
versione bootleg di "Went to see the gypsy". Ho conosciuto per anni
tantissime persone che, ascoltata " Blowin 'in the Wind", avevano deciso
che era loro dovere lottare per il cambiamento, per eliminare la guerra,
e di combattere il razzismo; so della svolta elettrica di Dylan, e so
quanto è stata bella la Rolling Thunder Revue che guardo spesso. Ho
divorato tutte queste cose di Dylan, e ho il più profondo rispetto ed
ammirazione per l’uomo come musicista. Ma io sono sempre stato
diffidente su Dylan come persona, perché, francamente, sembra uno
stronzo incoerente che si nasconde dietro la sua mistica.
La scelta di Dylan di prestare il suo volto per Chrysler, a mio avviso,
è più di uno strano capriccio. Perché deve fare il venditore di auto in
questa fase della sua carriera è oltre le mie possibilità di capire.
Presumo che non abbia bisogno di soldi o di un’ auto gratuita. E mentre
Chrysler sembra il miglior marchio automobilistico americano (la destra
lo avrebbe crocifisso se avesse detto stronzate per una società di
proprietà straniera e costruita all’estero come Toyota, mentre anche i
suoi fans più fedeli l’avrebbero contestato se avesse cercato di vendere
vetture di lusso BMW, definendola una svendita o addirittura ricorrendo
al più famoso insulto mai scagliato contro Dylan: "Giuda "), il tutto
puzza peggio di quanto sia possibile annusare.
"Quindi lasciamo che la Germania produca la birra" ci dice Dylan verso
la fine dello spot, "Lasciate che la Svizzera costruisca il vostro
orologio, “Lasciate che l’Asia assembli i vostri cellulari", poi, dopo
una breve pausa: “Noi costruiremo le vostre automobili". E per "noi",
Dylan non vuol dire Fiat Chrysler Automobiles, una società olandese con
un amministratore delegato italiano, Bob Dylan intende proprio l’America
e gli americani, la gente di Detroit. Questo è un messaggio che la
maggior parte di noi non può tollerare. Detroit è diventato il simbolo
dell'America che rivendica il suo antico splendore, e anche se la
società alla quale Dylan ha attribuito il suo nome leggendario non è più
tecnicamente americana, sta continuando a creare migliaia di posti di
lavoro nell'area di Detroit. Non sto sostenendo che non dovremmo
sostenere la Chrysler, ma credo che non debba essere Bob Dylan la
persona giusta per dirci queste cose.
Per non dimenticare, Bob Dylan è il cantante che ha chiamato "Masters of
War" coloro che hanno costruito le macchine usate durante la guerra del Vietnam,
cosa che lo fa apparire ancora più assurdo e incoerente ora che gli USA
hanno approvato una commessa con Chrysler (che ha vinto l’appalto) per
produrre i carri armati M1 Abrams. Certo, il settore militare “Chrysler
Defence” è stato ceduto alla General Dynamics per 348,5 milioni di
dollari nel 1982. Ma la attuale Fiat Chrysler non è svincolata da
contratti col Ministero della Difesa Americano, date un'occhiata a
Iveco, uno dei rami di Fiat Industrial, che (tra le altre cose) produce
veicoli fuoristrada militari, per la difesa e la protezione civile. Da
qualunque lato si guardi ora la cosa, Bob Dylan è ora sul libro paga
delle stesse persone che tanti anni fa aveva denigrato, lasciando tutti noi
a chiederci se, ancora una volta, i valori che lo hanno reso una
leggenda non significano più nulla per lui.
Ciao Mr. Tambourine (mi sarebbe piaciuto avere questo nickname, dato il
mio cognome, ma è già occupato :D).
Ti volevo solo ringraziare per l'approfondimento su Blonde on Blonde,
che non finirà mai di stancarmi, sebbene nella mia personale classifica
regni incontrastato Highway 61.
Ti ringrazio anche per il riassunto della vita di Pete Seeger, un
maestro, vero e proprio simbolo del folk, a cui vorrei dedicare due
parole: essendo stato dylaniato pochi anni fa, solo da qualche tempo sto
andando a ritroso nel tempo, cercando di scoprire le radici musicali da
cui sorge quel genio assoluto di His Bobness.
Seeger, insieme a Guthrie (padre e figlio), Missisipi Sheiks, Van Ronk
(in attesa del film dei Cohen, di cui consiglio "Fratello, dove sei"), è
quello che mi ha colpito di più: la semplicità dei testi è incredibile,
nonostante siano così intrisi dei suoi ideali. Un simbolo indelebile
della musica d'oltreoceano.
Una scoperta che invece mi ha parecchio incuriosito è quella di
Bloomfield: ho sentito poco del suo repertorio (tolto naturalmente tutto
highway 61 revisited), però il suo sound è eccezionale, la chitarra è
maestosa (la Super session con Al Kooper e Stills ne è un esempio
concreto). Un altro personaggio che si deve assolutamente approfondire.
Bè, come vedi, seguo giornalmente la fattoria, quindi non posso far
altro che ringraziarti per tutto il lavoro e la passione che infondi nel
sito. un Immenso Grazie da parte mia, e, oserei dire, anche da parte di
tutti gli animali della fattoria che ti seguono sempre!
Grazie Francesco,
parole come le tue forniscono un ulteriore impulso e motivazione per
continuare il lavoro di compilazione giornaliera della Fattoria, ma
lasciami puntualizzare che una Fattoria senza animali non servirebbe a
niente, quindi, a conti fatti, tutti voi siete importanti come credo di
esserlo io, ognuno di noi da il suo contributo ed è questo che da anni
continua a mantenere Maggie's Farm uno dei fansite di Dylan più
apprezzati proprio per i suoi contenuti. Alla prossima, Mr.Tambourine,
:o)
Ciao Mr.Tambourine,
ho letto ed apprezzato quanto hai scritto a proposito del Greenwich
Village, degli Inizi di Bob Dylan tratti dal libro di Howard Sounes, di
Blonde on Blonde, di Mike Bloomfield, di Pete Seeger e ieri di Buddy
Holly e Ritchie Valens. Per combinazione mi stavo guardando su Youtube
il concerto del 50° anniversario dei Beach Boys e mi son trovato ad
esclamare “ Ma c....., perchè non c’è più gente che canta e suona
così?”. Ti allego il link del filmato, guardalo, ne vale la pena. Ciao e
grazie di tutto ciò che fai per noi dylaniati.
Alberto “Clean Cut Kid”
Hi Clean Cut Kid, davvero mille grazie
per avermi segnalato questo meraviglioso filmato. L’ho riguardato con
vero piacere e tantissima emozione, musicisti e canzoni incredibili. Per
rispondere alla tua esclamazione penso che abbiano a bella posta gettato
via lo stampo per fare in modo che artisti come questi (ma la cosa vale
anche per molti altri) rimangano unici ed irripetibili. Grazie
ancora, alla prossima, Mr.Tambourine, :o)
Mercoledi
5
Febbraio 2014
3 Febbraio
1959: "The Day the Music Died"
"The Day the Music Died" (Il giorno in
cui la musica morì), talvolta indicata anche come The Day the Rock Died:
Il giorno in cui il rock morì, è la locuzione convenzionale con cui
viene ricordato il disastro aereo accaduto nello Iowa (USA) il 3
febbraio 1959 nel quale persero la vita tre popolari musicisti, ancor
giovani in età ma già icone del rock and roll: Buddy Holly (vero nome
Charles Hardin Holley, nato il 7 settembre 1936), "The Big Bopper"
(Jiles Perry Richardson, nato il 24 ottobre 1930) e Ritchie Valens
(Richard Steven Valenzuela, nato il 13 maggio 1941).
La locuzione è ricavata dai versi di una canzone scritta anni dopo, nel
1970, dal cantautore Don McLean, intitolata American Pie: « I can't remember if I cried
When I read about his widowed bride,
But something touched me deep inside
The day the music died. »
« Non ricordo se piansi
Quando lessi che la sua sposa era diventa vedova,
Ma qualcosa mi colpì profondamente
Il giorno in cui la musica morì. »
Poco dopo l'una di notte il Beechcraft
Bonanza guidato dal giovane e inesperto pilota Roger Peterson, che volle
decollare nonostante le cattive condizioni meteorologiche (la zona era
interessata da una bufera di neve e forti nevicate), perse quota
all'improvviso, probabilmente per un errore di disorientamento del
pilota, andandosi a schiantare in una piantagione di granturco poco
fuori Mason City, la località da cui era decollato, otto miglia a nord
di Clear Lake, nell' Iowa.
Nell' impatto il pilota e i tre passeggeri persero la vita. I tre
musicisti, impegnati in una lunga tournée nel Midwest, si erano esibiti
quella sera alla "Surf Ballroom" di Clear Lake e si erano rimessi subito
in viaggio: la sera dopo avrebbero dovuto tenere un altro spettacolo nel
Nord Dakota.
Sul luogo in cui avvenne l'incidente è stato inaugurato il 16 settembre
2003 un monumento a ricordo dell'evento.
La Surf Ballroom di Clear Lake, nello
Iowa, non doveva essere una data del tour ma gli organizzatori, per
occupare una serata rimasta scoperta, chiamarono Carroll Anderson,
manager della Surf Ballroom proponendogli lo spettacolo. Questi accettò
e venne fissata la data del 2 febbraio.
Quando Buddy Holly arrivò al locale si mostrò assai contrariato con i
musicisti del gruppo per il cattivo funzionamento del pullman ventilando
la possibilità di affittare un volo charter per il trasferimento a
Moorhead, nel Minnesota, da dove avrebbero poi raggiunto Fargo (North
Dakota). Secondo lo speciale televisivo Behind the Music: The Day the
Music Died prodotto dal canale satellitare VH-1, Holly quella sera era
indispettito anche per il fatto di non poter disporre di un cambio di
biancheria né di poter far lavare quella che indossava poiché la locale
tintoria quel giorno era chiusa per riposo.
Il volo fu organizzato con Roger Peterson, pilota locale ventunenne che
lavorava per la Dwyer Flying Service di Mason City, Iowa. Fu concordato
un compenso di trentasei dollari per ciascuno dei tre passeggeri del
Beechcraft Bonanza B35 (V-tail).
Il Rock ' n ' Roll era ancora ai suo albori quando subì la sua prima
tragedia. Il 3 febbraio 1959, tre delle più grandi star del momento,
Buddy Holly (in realtà Holley come scritto sulla sua pietra tombale),
Ritchie Valens e J.P. Richardson, più noto come “Big Bopper”, persero la
vita in un incidente aereo nei pressi di Clear Lake, Iowa.
I tre artisti, insieme a “Dion and the Belmonts”, facevano parte di un
tour chiamato Winnter Dance Party per suonare in 24 città del Midwest in
altrettanti giorni. Ma il sistema di riscaldamento del bus sul quale
viaggiavano era vecchiotto e si ruppe dopo pochi giorni, cosa che causò
una forte influenza in alcuni musicisti e il batterista di Holly, Carl
Bunch, dovette essere ricoverato in ospedale per assideramento. Quando
si trovarono alla sala da ballo “Surf Ballroom“ a Clear Lake il 2
febbraio, dopo circa una settimana e mezzo di tour, Holly, dopo lo
spettacolo, decise di noleggiare un aereo nella vicina Mason City a
Fargo, ND, proprio di fronte al confine di stato del loro prossimo
concerto a Moorhead, Minnesota.
L'aereo , un Beechwood Bonanza, poteva portare solo tre passeggeri e il
pilota Roger Peterson. Il bassista di Holly, il futuro leggendario
cantante country Waylon Jennings , diede il suo posto a Big Bopper che
era malato. Secondo l’autobiografia di Jennings, Holly lo prese in giro
dicendogli: "Beh, spero che il tuo vecchio autobus si blocchi", al che
Jennings gli rispose: "Beh, spero che il tuo vecchio aereo venga giù".
Ci sono storie contrastanti su come
Ritchie Valens era seduto nel terzo sedile. Tommy Allsup, chitarrista di
Holly, affermò di aver perso quel posto con Valens dopo esserselo
giocato con il lancio in aria di una moneta nello spogliatoio dopo lo
spettacolo. Nel 2010, Dion DiMucci, che era stato in silenzio per 51
anni dopo quella notte, ha sostenuto che non era Allsup la persona
prevista per occupare il terzo posto in quanto non era uno degli
headliner in cartellone. La leggenda dice che Allsup, dopo aver vinto il
lancio della moneta, esitò a pagare i 36 dollari per il volo,
l’equivalente dell’importo dell’affitto mensile dell’appartamento dei
suoi genitori dove lui era cresciuto, cedendo per questo motivo il posto
a Valens. Il DJ locale Bob Hale, che era il presentatore delconcerto,
concorda sul fatto che Allsup e Valente avessero tirato a sorte per il
posto, ma che a tirare la moneta in aria era stato lui.
Indipendentemente dalle contraddizioni, intorno alle 12:55 del 3
febbraio, l' aereo che trasportava Holly, Richardson e Valens decollò in
mezzo ad una tempesta di neve con forti venti. Ma l' aereo percorse solo
pochi chilometri prima di schiantarsi, uccidendo all'istante tutti e
quattro gli uomini a bordo.
L'inchiesta federale stabilì che anche se
il tempo giocò un ruolo importante nell’ incidente , il 21enne pilota
Peterson era troppo inesperto per volare in quelle condizioni meteo.
Inoltre, probabilmente fraintese l'indicatore di altitudine, che era
diverso da quello su cui era stato addestrato, e inavvertitamente portò
l'aereo verso il basso anziché verso l'alto.
Al momento, la moglie di Holly, sposata da appena sei mesi, Maria Elena,
era in stato di gravidanza da due settimane. Il giorno dopo l'incidente
ebbe un aborto spontaneo da trauma emotivo.
Nel marzo 1980, un pezzo che non era stato trovato sul luogo del
disastro è stato ritrovato. Gli occhiali neri di Holly erano stati
proiettati su un lontano banco di neve e furono ritrovati solo dopo che
la neve si sciolse molti anni più tardi. Gli occhiali furono portati
nell'ufficio dello sceriffo della contea di Cerro Gordo, sigillati in
una busta e dimenticati per altri 21 anni. Dopo il ritrovamento gli
occhiali sono stati restituiti alla vedova e sono attualmente in
esposizione permanente presso il Buddy Holly Center nella sua città
natale di Lubbock, Texas.
Buddy Holly Iniziò a cantare durante gli
anni del liceo, e verso la metà degli anni cinquanta cantava e suonava
musica country and western in piccoli locali del sud-ovest degli Stati
Uniti d'America. Sempre più attratto dalla musica rock, Holly registrò
vari brani sia come solista sia come leader di un gruppo, The Crickets,
per i quali firmò il grande successo That'll Be the Day nel 1957. Il
titolo di questa canzone era curiosamente ispirato a una frase che
l'attore John Wayne ripeteva nel film Sentieri selvaggi, uscito l'anno
prima. Nello stesso anno il suo singolo "Peggy Sue" scalò le
classifiche, rendendolo popolarissimo e pari ad Elvis Presley nello
scatenare l'entusiasmo del pubblico. Holly e i Crickets ebbero un
regolare programma radiofonico (1955-1958) e suonarono in tutto il
mondo.
Posing for a photo in the 1950s are the
original four-piece Buddy Holly and the Crickets. Band members are, from
left, Niki Sullivan, rhythm guitar; Jerry Allison, drums; Buddy Holly,
lead vocals and lead guitar; and Joe B. Mauldin, standup bass.
Il tono accattivante e il fascino fanciullesco della sua voce e delle
sue canzoni che valsero il successo a Buddy Holly che scrisse ed eseguì
pezzi memorabili, sia in versione solista sia con il complesso dei
Crickets. Nello stesso periodo Holly partecipò, sia come solista sia con
i Crickets, ai principali varietà televisivi statunitensi. La vita e i
successi di Holly sono stati portati sullo schermo dal film The Buddy
Holly Story (1978) e sui palcoscenici dal musical Buddy: The Buddy Holly
Story (1990). Holly compariva come figura minore anche tra i personaggi
del film La Bamba.
In Pulp Fiction di Quentin Tarantino, nel locale Jack Rabbit Slim's a
tema anni cinquanta sono incluse le stelle dell'epoca, tra cui un
cameriere travestito da Buddy Holly (Steve Buscemi).
Buddy Holly con Ed Sullivan
In American Graffiti di George Lucas, uno
dei protagonisti afferma che il rock and roll non è più lo stesso dopo
la morte di Buddy.
I Beatles, quando ancora si chiamavano The Quarry Men, fecero una cover
di “That'll Be the Day” con due chitarre in una registrazione
casereccia, che appare nell'Anthology 1. Inoltre, nel loro album Beatles
for Sale, appare una cover di un brano di Holly, “Words of Love”, mentre
I'll Follow the Sun è ispirata alla morte di quest'ultimo.
La canzone American Pie di Don McLean è un tributo a Buddy Holly. Il
brano parla dei terribili eventi del "giorno in cui la musica morì" (The
Day the Music Died).
Il cantautore americano James Taylor ha riarrangiato ”Everyday”
trent'anni dopo in modo impeccabile, evidenziando l'estro innovativo e
mirabile dell'artista prematuramente scomparso.
Buddy Holly ha pubblicato solo tre album nella sua carriera. Nonostante
tutto, le sue registrazioni sono state così prolifiche che la Coral
Records fu abile nel pubblicare nuovi album e singoli per 10 anni dopo
la sua morte, grazie al missaggio della tecnica musicale, delle
registrazioni in studio e di quelle fatte in casa. Le registrazioni con
le prove dei brani di Holly furono oggetto di overdubbing nelle
registrazioni in studio per renderli più commerciali. I migliori pezzi
trattati in questo modo sono considerati i primi singoli postumi, come i
due singoli del 1959 “Peggy Sue Got Married” e “Crying, Waiting, Hoping”
prodotti da Jack Hansen, con il coro delle Ray Charles Singers che
simulano un'autentica registrazione dei Crickets. Attualmente si suppone
che “Crying, Waiting, Hoping” sia la parte "A" del 45 giri, con una
perfetta sintonia tra la parte corale e quella del cantante. La sessione
di Hansen, nella quale le ultime sei esibizioni originali di Holly sono
state oggetto di overdubbing, venne pubblicata nel 1960 dalla Coral LP
col titolo The Buddy Holly Story, Vol. 2. Le migliori registrazioni
postume fatte in studio includono i brani “Wishing” e “Reminiscing”.
Buddy Holly ha continuato anche dopo la
sua scomparsa a vendere alla pari di un artista "attivo", e le sue
registrazioni hanno sempre avuto un seguito di fedelissimi, specialmente
in Europa. La richiesta del suo materiale non ancora pubblicato è stata
talmente grande che Norman Petty rispolverò tutto il materiale in suo
possesso e lo ripubblicò sempre grazie all'overdubbing: tracce
alternative delle registrazioni in studio, capolavori in originale
rifiutati, “Crying, Waiting, Hoping” e altre cinque canzoni del 1959
(con l'aggiunta di nuovi arrangiamenti di surf-guitar), e persino alcuni
demo amatoriali del 1954 (dove la voce flebile viene spesso quasi
sovrastata della presenza dell'orchestra). L'ultimo album di Holly è
stato Giant (con il singolo Love is Strange), uscito nel 1969. Tra gli
overdubs di Jack Hansen del biennio 1959/60, quelli di Norman Petty
degli anni sessanta, le altre versioni di provenienza esterna e i brani
originali di Holly, i collezionisti e gli appassionati possono spesso
scegliere tra diverse versioni della medesima canzone.
Caro amico Gianfranco, ti chiamo amico perchè so che lo sei, io non so
perchè continui a vedere la chiesa come una azienda corrotta e
criminale.
Volevo solo dirti che la chiesa essendo apostolica, e di tutti. La
chiesa non è del papa,(che ne è il capo) dei vescovi, o dei preti. La
chiesa siamo noi, siamo noi che contribuiamo a fare la chiesa, a volte
con i nostri difetti, a volte con delle inconprensioni, a volte con le
nostre miserie, a volte succede che vediamo anche cose tragiche che
succedono nelle nostre
parrocchie, proprio da chi invece dovrebbe essere lì per aiutare le
persone, ecco, succede che vedendo anche questo, ci colpevolizziamo.
Io so solo una cosa, che Dio, attraverso la chiesa, attraverso preti che
lasciano tutto e si mettono al servizio dei più deboli in terre lontane
e in paesi vicini, attraverso famiglie che vanno in missione con i
poveri, io mi sento figlio di Dio, e vicino alla chiesa così' come è,
anche con le sue incongruenze le sue difficoltà. So anche che Dio a
tanta pazienza con me, e mi sa aspettare, Gesù guarda dentro di noi e
conosce i nostri limiti, dove finisce la nostra forza comincia quella di
Dio. Ciao Gianfranco! Pace e bene a tutti.
Piero
Spot patriottico di Bob Dylan al Super
Bowl
clicca qui
Martedi 4
Febbraio 2014
Talkin' 9315
- Stefano Catena
Sto leggendo nei vari siti Dylan patriottico, Dylan si è piegato,
Dylan.....Dylan intanto ha veicolato la sua immagine (nei pochi minuti
del video tra i vari o altri messaggi dello spot, si vede il Dylan dagli
anni 60 fino al Dylan attuale) ma soprattutto ha veicolato la sua song
vincitrice di un Oscar, rifatta in versione strumentale, che a me
piace!!! E ha fatto o si è reso testimonial di uno spot strepitoso e
credibile!!! "....Lasciate che i tedeschi facciano la vostra birra, che
gli svizzeri facciano i vostri orologi e che in Asia vengano assemblati
i vostri telefoni: noi costruiremo le vostre auto". E' un bel
video/spot. Go Bob Go!!!
Stefano C.
Ciao Mr. Tambourine, volevo ringraziarti per la tua nobile segnalazione
e bellissima storia, su Rolling Stone, riguardo l’uscita del triplo cd
di Michael Bloomfield.. E’ già, bellissima e triste storia, corta
storia, purtroppo, come quella di tanti altri “maledetti”, che in parte
conoscevo già, quella di Bloomfield, fin dalla sua apparizione al
Festival di Newport del 69… come quella, oltre ai famosi Hendrix,
Morrison, Lennon, Cobain, del povero Jeff Buckley, figlio d’arte, (il
padre era Tim Buckley) anche lui morto giovanissimo, annegato nel Wolf
River, autore tra l’altro dello splendido album “Grace” con una
bellissima interpretazione di Hallelujah di Leonard Cohen..Destini. Va
beh. Tornando a noi, mentre ti sto scrivendo lo sto ascoltando, intendo
Bloomfield, il primo dei tre cd. Già il titolo, dice tutto. Pelle d’oca,
e brividi, non dico altro. E tanta tristezza appunto per essersene
andato troppo presto. Come ha dichiarato lo stesso Dylan diversi anni
fa, ho pensato anch’io chissà cosa avrebbe potuto regalarci ai giorni
nostri, che razza di capolavori sarebbero potuti uscire da quel talento
e dalla sua chitarra, magari in tour con Lui. Credo proprio che la
stessa Like a Rolling Stone, non sarebbe stata LEI, l’Unica e
Inimitabile, senza il suo prezioso contributo. Basta ascoltarla anche
solamente in versione strumentale, presente nel cd, per rendersene
conto.. Parte bellissima come una fucilata, che ti arriva diretta al
cuore, senza farti male, col suo giro di riff, Bloomfield ti
anestetizza, mentre l’Hammond di Kooper sembra tenerti la mano..
Potrebbe andar (lontano) con le sue gambe, anche (per assurdo) senza le
parole, Dylan gli ha dato il colpo di grazia, il Suo, positivamente
parlando, portandola a miglior vita.. Un grandissimo omaggio questa
antologia, chiamiamola così, voluta proprio da Al Kooper, suo amico e
collega intimo, per dire grazie a Uno che avrebbe potuto dare ancora
molto, e per farlo conoscere a chi non lo avesse mai sentito, o
dimenticato.. Come sempre, Mr.Tambourine, sei entrato nel vero spirito
del Sito, questa tua segnalazione ci voleva, un servizio sicuramente
apprezzato da tutti i Dylaniati. Anche quelli che non leggono Rolling
Stone. O che non vanno su Expecting Rain. O che credevano che empatia,
fosse il contrario di simpatia. Precisa e dettagliata spiegazione,
immagino tua, (non per niente hai letto Freud,) molto apprezzata dal
sottoscritto, a tal punto da pensare che Dylan stesso, fosse, potrebbe
essere un empatico.. Consiglio mio, proprio per la tua professionalità
non farti problemi se nelle varie recensioni e articoli, trovi parole
che ti senti in dovere di spiegare o interpretare per renderle
comprensibili; spesso, molto spesso, chi ti legge può essere un tipo
“terra terra”, sorretto soltanto da una smisurata passione per un
artista.
Thank You Al Kooper, Thank You so much Dear Michael, “maledetto”
Bloomfield.. Ciao, alla prossima, Ale ’65.
Non saprei se si
potrebbe definire Dylan un tipo ai confini dell'empatia, è talmente
unico e schivo che qualsiasi accostamente diventa difficile da capire o
intrepretare. Verò è che in rare occasioni Bob si è lasciato andare a
parole di rammarico per qualcuno, ricordo per Levon Helm (con uno
scritto sul suo sito ufficiale) e diverse volte per Bloomfield. Forse il
prodigioso Bloomfield aveva bisogno di spaziare molto di più in campo
musicale e si sentiva limitato nell'espressione dalla musica di Dylan,
proprio per il fatto che era musica di un altro e non sua, e per questo
ha cercato altre strade per sfogare la sua esigenza espressiva. Questo
non significa che abbia snobbato Dylan , tutt'altro, Bloomfield era un
genio nel suo campo e nessuno può dire ad un genio cosa fare, nemmeno un
altro genio come Bob. L'osservazione calza a pennello se pensi a
qualcuno che dica a Bob come comportarsi e cosa fare, assolutamente
oltre la realtà. Comunque Bloomfield, nel corto periodo nel quale ha
accompagnato Dylan nelle sue prime scorribande elettriche ha dato il
meglio di sè lasciando la sua significativa impronta che ancora oggi
continuiamo ad ascoltare ed apprezzare. Per quanto concerne i nostri
stimati lettori, ad oggi hanno passato la bella cifra di 1.700.000,
quindi naturalmente in questa massa di persone ci puoi trovare di tutto
(naturalmente senza disprezzare o snobbare nessuno), dal medico al
laureato, dal letterato al giornalista, dall'impiegato all'operaio meno
abituato all'uso di parole che a volte esprimono concetti un pò
complicati come l'empatia. Per questo si cerca sempre di essere il più
semplici possibile, fedeli al principio che chi ha avuto maggiori
possibilità di acculturarsi comprende anche un linguaggio semplice,
mentre coloro che per esigenze o per situazioni diverse sono stati meno
fortunati non avranno nessuna difficoltà. Alla prossima, ciao,
Mr.Tambourine, :o)
"A proposito di Davis" dei fratelli
Coen
clicca qui
Sabato 1
Febbraio 2014
Talkin' 9313
- Gianfranco Cautiero
Ogg: in risposta al post Papa Francesco
superstar su Rolling Stone
Ciao,
penso che la chiesa necessitava di rinnovare il proprio messaggio, e
papa Francesco serve proprio a questo.
Senza avvicinarsi a questa "modernita'' e inziare con le vecchie
prediche (adattandole ai problemi attuali) la chiesa rischiava infatti
di perdere consensi e quindi potere. Queste copertine di importanti
riviste (importanti perchè molte persone formano le loro opinioni
proprio leggendo questi contenitori di notizie) con la bella faccia
pacifica del pontefice in prima pagina, mi ricordano tanto che il papa
non è troppo diverso da Bono, Obama o Bob Dylan. Continuo a vedere la
chiesa come un azienda che fa maketing (il famigerato marketing è
proprio una loro invenzione mi sa) alla stregua della Columbia, Mulino
Bianco o Walt Disney. Essere al vertice di un azienda corrotta e
criminale e poi recitare dei buon sermoni è una storia che conosciamo
fin troppo bene oppure mi sbaglio? O anche il papa è vittima di un
corruzione più grande di lui? Quindi il suo "ignorare" questo fatto in
che categoria lo fa cadere?
Ciao Gianfranco,
la tua mail propone un ottimo argomento di riflessione, che cosa
rappresenta o che cos'è oggi la Chiesa........In buona parte sono
d'accordo con il tuo parere, certamente la Chiesa è una delle più grandi
"multinazionali" del mondo, però vedi che ho messo la parola fra
virgolette perchè non va preso proprio tutto alla lettera. Che il
Vaticano tiri l'acqua al suo "mulino bianco" è incontestabile, anche se
i fini della Chiesa come istituzione nata dalla passione di Cristo
dovrebbero essere di tutt'altro tono ed indirizzo, ma questo è un
discorso che la gente fa da 2000 anni con più o meno successo. Purtroppo
anche il clero, preti, pretini, pretonzoli, don abbondii, parroci,
vescovi, cardinali ed anche il successore di Pietro, sono tutti uomini
in carne ed ossa come noi, e pertanto fallaci come tutti, fermo restando
che sono quelli che dovrebbero dare il buon esempio. Purtroppo una
celebre frase latina dice "Sic transit gloria mundi" , locuzione che
deriva da un passaggio dell' Imitatio Christi: "O quam cito transit
gloria mundi" - ("Oh, quanto rapidamente passa la gloria di questo
mondo"). Analogo il senso della locuzione "Mundus transit et
concupiscentia eius" ("Il mondo passa e così la sua concupiscenza")
nella prima lettera di Giovanni (2,17). Con questo credo di non aver
detto niente di nuovo o che già non fosse risaputo, al di là di come la
potrebbe pensare ognuno di noi su questo argomento del quale si potrebbe
discutere per altre migliaia di anni senza ottenere rilevanti risultati.
L'uomo dovrebbe imparare la lezione dai suoi errori, invece? Dopo le
barbarie antiche, Inquisizione compresa, sono arrivate quelle dei
moderni Satrapi che rispondevano al nome di Hitler, Stalin, Pol Pot,
Pinochet e via di questo passo, per chiudere questo triste elenco con i
democraticissimi americani che sono stati gli unici a sganciare sulla
testa degli sfortunati abitanti di Hiroshima e Nagasaki due devastanti
bombe atomiche, salvo poi condannare quelli che avevano perso per
crimini contro l'umanità....una specie di "fuori mi chiamo" oltraggioso
oltre che vergognoso. Non sono del tuo parere per quanto riguarda la tua
affermazione che il Papa non è diverso da Bono, Obama o Bob Dylan. Non
tocca a me spiegarti la diversità ma sono certo che se ci rifletti un
pochettino più profondamente mitigherai questa affermazione. Certo, a
volte la Chiesa da l'impressione di essere un qualcosa di corrotto e
forse criminale (specialmente nei secoli passati quando affidava le
anime ed i corpi degli eretici al potere temporale che provvedeva a fare
quello che la chiesa non poteva fare, cioè versare il sangue di questi
poveretti e poverette. Ma ci sono stati Papi ottimi come Giovanni XXIII,
Giovanni Paolo II e l'attuale Papa Francesco, cosi come altri sono stati
buoni ma meno popolari, altri aristrocratici lontani dal popolo che
dovevano guidare, alcuni troppo teorici e poco pratici, alcuni
degenerati che ne hanno fatte più di Bertoldo e la Chiesa ha sempre
dovuto rispondere delle azioni di questi Pastori di infinite greggi. Io
credo che Papi come Roncalli, Wojtyla, abbiano cercato di dare il
massimo esempio di umiltà possibile, cerrtemente in netto contrasto con
tutta la pompamagna e lo smodato lusso che li circondava. Questo credo
stia cercando di fare oggi Bergoglio che, non essendo per niente
stupido, si è subito reso conto di che genere fossero le persone che lo
circondano, cercando a suo modo di cambiare o modificare il
comportamento ecclesiatico, il tempo poi ci dirà se la sua sarà stata
un'azione fruttifera o invece vana ed inutile, ma io credo alla buona
volontà ed alle sane intenzioni e propositi di riformare e combattere
proprio dall'interno, perciò nella posizione più difficile, le diverse
correnti di pensiero filosofico e materialista che da anni circolano
liberamente per i corridoi che uniscono le stanze vaticane. Spero
inoltre che altri Maggiesfarmers ci facciano sapere la loro opinione su
un argomento tanto importante come questo, anche se si sconfinerà un
pochino da quelle che sono le solite discussioni dylaniane, ma tutto
sommato credo che ne valga la pena consumare un pò del nostro tempo per
una questione come questa. Alla prossima e grazie, Mr.Tambourine. :o)
Mike Bloomfield: La prodigiosa chitarra
del rock dimenticata
Clapton e Dylan lo veneravano, ma la droga lo ha portato via troppo
presto. Un nuovo box set per onorarne la fondamentale eredità.
By David Fricke
Un giorno, durante le sessioni della metà del 1965 per la svolta
elettrica di Bob Dylan con l’album “Highway 61 Revisited”, alcuni tra i
musicisti di studio stavano cenando. Il chitarrista Michael Bloomfield,
un giovane virtuoso sfacciato di Chicago che aveva anche suonato nella
Paul Butterfield Blues Band, chiese agli altri " Avete intenzione di
formare una band per accompagnare Bob e suonare questa musica? Se ne
avete la possibilità dovreste farlo” Poi aggiunse "Io no".
"Ho pensato - Questa è esilarante -" ricorda l’organista Al Kooper, uno
dei musicisti seduto a tavola per quel pranzo. "Michael ha detto che
amava essere in una blues band e che nulla avrebbe potuto scalzarlo da
questo proposito". Kooper è stato con Dylan per un breve tour dopo
l’uscita dell’album. "Ero il 90% ambizione e il 10% talento" ammette
ridendo, "Bloomfield era il contrario di me, 90% talento e
10% ambizione".
Bob Dylan Mike BloomfieldAl Kooper Bob Dylan
Il risultato : Quasi 50 anni dopo Bloomfield, oggetto di una nuova
antologia di 3 CD prodotta da Kooper, “From His Head to His Heart to His
Hands” (Dalla sua testa al suo cuore alle sue mani), pubblicata dalla
Columbia è il più grande eroe dimenticato della chitarra rock.
Dal 1965
al 1968 è stato niente di meno che il futuro del blues, caricando le
forme primordiali e le prime verità blues dei suoi idoli B.B. King,
Muddy Waters e Howlin 'Wolf con il suo stile, toni alti a rotta di collo
e improvvisazione incisiva, l'articolazione melodica su una serie a
mitragliatrice di dischi classici: di Dylan l’epocale singolo "Like a
Rolling Stone" e l’LP “Highway 61 Revisited”, l’album di debutto della
Paul Butterfield Blues Band del 1965, il raga- blues thriller,
“Est-Ovest” del 1966 e l’album “Super Session” del 1968 con Al Kooper e
Stephen Stills. Nel 1966, Eric Clapton, ormai nel pieno della celebrità,
chiamava Bloomfield "la musica su due gambe".
Ma negli anni Settanta, mentre Clapton faceva il sold-out in tutte le
arene , Bloomfield era scivolato nella penombra a San Francisco,
lavorando con gente di basso profilo per fare dischi di piccole
etichette, mentre lottava contro la sua insonnia cronica e contro
l'eroina. Il 15 febbraio del 1981, tre mesi dopo il ricongiungimento con
Dylan sul palco, un momento per lui culminante, fu trovato accasciato in
un'auto, morto di overdose. Aveva solo 37 anni.
"Un sacco di gente non sa chi è" dice Kooper , uno degli amici più
intimi di Bloomfield. "Ecco perché ho prodotto questo box set. "E' un
modo piacevole per far conoscere al pubblico qualcuno che ha fatto
qualcosa di meraviglioso".
In un'intervista di Rolling Stone del 2009, Dylan ha ricordato
Bloomfield come "il ragazzo che mi manca sempre.... Aveva tanta
anima...e conosceva tutti gli stili. “From His Head to His Heart to His
Hands” si apre con le prove di registrazione: brani di audizione di
inizio 1964 di Bloomfield per il produttore originale di Dylan, John
Hammond , una parata di radici musicali, velocità e tenuta tonale che
passa dal country al rockabilly al blues di Robert Johnson.
"Michael era pratico, ha buttato direttamente il suo cuore in un
amplificatore" dice il tastierista Barry Goldberg, che ha incontrato il
chitarrista al liceo a Chicago ed era nella psichedelica R & B big band
di Bloomfield “The Electric Flag” . "Quando lui suonava qualcosa era
come Otis Rush, aveva l'intensità nella sua anima, non aveva bisogno di
niente altro".
Il primo disco del Box Set mette in mostra le rivoluzionarie prodezze di
Bloomfield in piena fioritura blues, la sua musica ardente fiorisce in
una outtake di Highway 61 "Tombstone Blues" , il fuoco, l'ascensione
modale nel suo assolo in "Est-Ovest", la triste lentezza e l’urlo di
dolore nel brano "Texas" dal disco degli Electric Flag del 1968 “A Long
Time Comin' ". “Espressione, pura espressione, " rispose Bloomfield
quando gli venne chiesto della sua passione per la chitarra in una
intervista di Rolling Stone del 1968. "Senza una chitarra io sono come
un poeta senza mani" , aveva solo 24 anni.
"Metteva una forza tremenda in quello che faceva" dice il pianista Mark
Naftalin che ha suonato con Bloomfield nella Paul Butterfield Blues Band
e in molti concerti e sessioni post '68. "Ma non aveva ambizione, si
allontanava dalla possibilità di avere successo come fosse un rituale".
Bloomfield con The Paul Batterfield Blues Band
L'esempio classico è “Super Session”, il solo disco di successo di
Bloomfield con il proprio nome. I brani tratti da quell'album, outtakes
associate a materiale live - forse alcuni dei suoi momenti più sublimi
con assoli furiosamente poetici. Il chitarrista Jimmy Vivino ,
bandleader dei Conan e discepolo di Bloomfield da tutta la vita, cita il
groviglioso e scintillante fraseggio vocale di Bloomfield come se fosse
un durissimo diamante grezzo ma melodico in " Albert Shuffle", pezzo
d’apertura di “Super Session” come il picco del dosco . «L'intro e il
primo coro sono mozzafiato", ha detto delirando, "Ed è solo una Les Paul
Sunburst in un amplificatore Super Reverb che Bloomfield otteneva quei
toni, senza bassi, il volume a tutta manetta fino a dove era possibile
controllarlo con la chitarra".
Ma Bloomfield è presente solo su un lato di quel grande LP. Lasciò le
sessioni dopo una notte di registrazione, lasciando a Kooper un appunto:
"Alan, non riuscivo a dormire e sono andato a casa". Kooper finì l'album
con Stephen Stills. "Sai una cosa retrospettiva? Michael non è stato
contestato mai da nessuno" dice Kooper oggi, "Anche io non ho voluto
prendere posizione contro di lui, ho preferito restare suo amico".
“Bloomfield era carismatico, la gente voleva essere intorno a lui,
toccare i lembi dei suoi vestiti" dice Nick Gravenites, cantante degli
Electric Flag, un altro amico da lungo tempo di Chicago. " Gli piaceva
l' attenzione, ma non gli piaceva l'idolatria. Stava cercando una via di
mezzo tra le persone gradivano la buona musica e avevano piacerte di
ascoltarlo".
The Electric Flag
Michael Bernard Bloomfield è nato il 28 luglio 1943 a Chicago, sul lato
sbagliato del blues. Suo padre Harold dirigeva le Bloomfield Industries,
una catena che rifirniva con successo i ristoranti. Il più vecchio dei
due figli, Michael si ribellò contro la scuola, la disciplina e la
ricchezza della sua famiglia, in cerca di conforto e di uno scopo da
quella musica proveniente dai quartieri neri della città, sulla sud side
e west side della città.
Il nonno Max possedeva un banco dei pegni e Bloomfield ha avuto la sua
prima chitarra in quel posto. Mancino naturale, si costrinse a suonare
da destro. "Ecco come era volitivo" dice Goldberg, "Quando amava
qualcosa lo faceva, a qualunque costo".
Gironzolando intorno al Monte di Pietà del nonno, Bloomfield "Aveva una
certa empatia per gli sbandati che passavano la vita tra alti e bassi
alla continua ricerca di cinque dollari per mangiare" dice Gravenites,
"Ha sperimentato quel tipo di vita . " (L'empatia è la capacità di comprendere appieno lo stato d'animo altrui,
sia che si tratti di gioia, che di dolore. Empatia significa sentire
dentro ed è una capacità che fa parte dell’esperienza umana ed animale.
Si tratta di un forte legame interpersonale e di un potente mezzo di
cambiamento. Il concetto può prestarsi al facile riduttivismo mettersi
nei panni dell’altro, mentre invece significa andare non solo verso
l’altro, ma anche portare questi nel proprio mondo. Essa rappresenta,
inoltre la capacità di un individuo di comprendere in modo immediato i
pensieri e gli stati d'animo di un'altra persona. L'empatia è dunque un
processo: essere con l'altro.L’empatia costituisce un modo di comunicare
nel quale il ricevente mette in secondo piano il suo modo di percepire
la realtà per cercare di far risaltare in sé stesso le esperienze e le
percezioni dell'interlocutore. È una forma molto profonda di
comprensione dell'altro perché si tratta d'immedesimazione negli altrui
sentimenti. Ci si sposta da un atteggiamento di mera osservazione
esterna (di come l'altro appare all'immaginazione) al come invece si
sente interiormente (in quei panni, con quell'esperienza di vita, con
quelle origini, cercando di guardare attraverso i suoi occhi).
All'inizio degli anni Sessanta, Bloomfield era una parte importante
della scena blues di Chicago. Abile al pianoforte e all’acustica così
come alla chitarra elettrica, registrò come sideman con Sleepy John
Estes e Big Joe Williams e suonando di notte nei locali per i negri con
Waters & Wolf prima di entrare come cantante – armonicista nella Paul
Butterfield Blues Band nei primi mesi del 1965. "Muddy lo chiamava suo
figlio" dice Gravenites di Bloomfield, "Muddy sapeva perchè non lo
chiamava il suo partner o il suo compagno, credetemi , questo era
importante, dovrebbe dirvi qualcosa . . . . Qualcosa che non ha nulla a
che fare con lo spettacolo ma ha a che fare con l'anima".
Muddy Waters con Mike Bloomfield
Bloomfield ha anche impressionato Dylan al loro primo incontro in un
club popolare, nel 1963, un incontro che portò alla telefonata di Dylan
nel '65 che chiedeva a Bloomfield di registrare con lui a New York.
Kooper, che ha suonato l’organo in "Like a Rolling Stone ", in realtà,
si presentò per la sessione aspettandosi di suonare la chitarra. Poi
Bloomfield "entrò, si sedette accanto a me, disse ciao e cominciò il
riscaldamento" dice Kooper. "Non avevo mai sentito nessuno che suonava
così bene, tanto meno qualcuno della mia età. Ho messo la mia chitarra
nella custodia e la infilai sotto la sedia. Bloomfield si sbarazzò di me
in cinque minuti".
Una errata credenza dell’eredità di Bloomfield è che i suoi gioielli
siano diminuiti di fama causa le sue vicende personali, Bloomfield
divenne più solitario e impigliato con l'eroina, che ha utilizzava in
parte per alleviare l' insonnia cronica della quale soffriva. Nel 1969
le sue impostazioni diventano meno appariscente ma più fangose, vicine
al blues del delta, al soul e al gospel che amava. Vivino ricorda un
concerto degli anni Settanta a New York dove Bloomfield "si sedette con
una chitarra acustica e suonò canzoni da “portico” tutta la notte. Lui
non stava solo eseguendo dei liks, lui suonava il suo modo di sentire".
Goldberg alla fine si rassegnò alla spirale discendente di Bloomfield.
"Il suo cervello era in fiamme – terribile per un grande chitarrista
come lui" dice Goldberg, "Il fatto che non riusciva a spegnerlo - voleva
la pace così tanto che si perse nelle droghe, ma anche così ha lasciato
ugualmente il segno del suo passaggio".
Eppure , in un'intervista del 2009, Dylan si chiedeva cosa sarebbe
potuto essere oggi Bloomfield. "Penso che sarebbe ancora in tour" ha
detto di Bloomfield "se fosse rimasto con me".
Michael Bloomfield è stato trovato morto per
overdose nella sua auto a San Francisco il 15 febbraio 1981. Giace nello
Hillside Memorial Park a Culver City vicino a Los Angeles dove riposano
personaggi famosi come Max Factor, Sorrell Booke (Boss Hogg), June
Clayworth, Dinah Shore, Lorne H. Greene, Jeff Chandler, Al Jolson,
Michael Landon, Eddy Cantor, Selma Diamond, Shelley Winters, Suzanne
Pleshette e molti altri.
Questa storia sarà pubblicata sulla rivista Rolling Stone del 30 gennaio
2014.
Michael Bloomfield "From His Head to His Heart to His Hands" Track
Listi;
Disc One: Roots
‘I’m a Country Boy’
‘Judge, Judge’
‘Hammond’s Rag’
‘I’ve Got You in the Palm of My Hand’
‘I’ve Got My Mojo Workin’’
‘Like a Rolling Stone’ (Instrumental)
‘Tombstone Blues’ (Alternate Chambers Brothers Version)
Michael Speaks About Paul Butterfield
‘Born in Chicago’
‘Blues With a Feeling’
‘East-West’
‘Killing Floor’
‘Texas’
‘Susie’s Shuffle’ (Live Jam)
‘Just a Little Something’ (Live)
‘Easy Rider’
Disc Two: Jams
‘Albert’s Shuffle’
‘Stop’
‘His Holy Modal Majesty’
‘Opening Speech’ (Live)
’59th Street Bridge Song (Feeling Groovy)’ (Live)
‘Don’t Throw Your Love on Me So Strong’ (Live)
‘Santana Clause’ (Live)
‘The Weight’ (Live)
‘Opening Speech’ (Live)
‘One Way Out’ (Live)
‘Her Holy Modal Highness’ (Live)
‘Fat Grey Cloud’ (Live)
‘Mary Ann’ (Live)
‘That’s All Right’ (Live)
Disc Three: Last Licks
‘I’m Glad I’m Jewish’ (Live)
Men’s Room – Spoken Word Segment from McCabe’s (Live)
‘Don’t You Lie to Me’ (Live)
‘Can’t Lose What You Ain’t Never Had’ (Live)
‘Gypsy Good Time’ (Live)
‘One Good Man’
‘It’s About Time’ (Live)
‘Carmelita Skiffle’ (Live)
‘Darktown Strutters Ball’ (Live)
‘Don’t Think About It Baby’
‘Jockey Blues / Old Folks Boogie’ (Live)
‘A-Flat Boogaloo’ (Live)
‘Glamour Girl’ (Live)
Spoken Intro – Bob Dylan (Live)
‘The Groom’s Still Waiting at the Altar’ (Live)
‘Hymn Time’ (Live Excerpt)