MAGGIE'S FARM

SITO ITALIANO DI BOB DYLAN

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Venerdi 28 Febbraio 2014

Talkin' 9346 - Robertopozzi

Ciao Mr. Tamburine! Complimenti per la splendida analisi di "Every Grain of Sand", una delle mie preferite, gemma straordinaria alla quale solo la versione della Bootleg Series rende davvero giustizia! Ogni volta che sento il cane abbaiare sullo sfondo mi vengono i brividi :)
A proposito dell'influenza di Blake nel testo rilevata sapientemente dall'amico Ale, volevo proporre alcune considerazioni su una possibile influenza del poeta inglese anche nella canzone "Dark Eyes" da Empire Burlesque. A proposito del significato del brano avevo letto non mi ricordo dove di una donna dagli "occhi scuri" appunto, ma non ero rimasto molto convinto.
Secondo me Dylan esprime nel testo l'assoluta condizione di fiero isolamento dell'eroe e del poeta romantico che non si riconosce nella grettezza e nella materialità della società circostante, i gentlemen che parlano tra loro in apertura, e ribadisce la propria appartenza ad un "altro mondo" in cui può solo scivolare inosservato, quasi farsi da parte.
Tutte le immagini evocate, il canto del gallo, il soldato immerso in preghiera, il bambino che ha perso la madre, trasmettono l' idea di una società corrotta in cui l' individuo non trova spazio e rievocano il pianto dei Chimney Sweepers ed il sospiro dell' Helpless Soldier della London di Blake.
La Bellezza è l'unico ideale positivo proposto dall'autore, quella bellezza che nel nostro mondo non viene nemmeno colta, goes unrecognized (difficile da rendere sorry!).
Gli "dei caduti dell'acciaio e della velocità" rappresentano il tramonto della mentalità borghese illuminista che ha animato la Rivoluzione Industriale con il suo sogno utopico di progresso e che non ha prodotto altro che fame e di cui "la prostituta in Paradiso e l'ubriaco al volante" sono il risultato drammatico.
In questo senso mi sembra di poter leggere l'immagine degli "occhi scuri" del titolo, da cui l'autore sembra essere circondato, come il simbolo di un'umanità ostile e avara, interessata al guadagno individuale e del tutto priva degli ideali del poeta, in continuità con il pensiero di filosofi come Hobbes (homo homini lupus) anch'egli fortemente presente nella poesia di Blake.
Al di là del contenuto mi pare di rintracciare proprio un omaggio di Dylan al modo di poetare dell' autore inglese con questo continuo accostamento di immagini e di personaggi il cui significato preciso e individuale sfugge ma che ben si inseriscono in un contesto più ampio creato proprio da questo aspetto evocativo.
Sperando di essere stato il più chiaro possibile mi rimetto alla tua lucidità di analisi per eventuali critiche o confutazioni. Grazie dello spazio concesso e di tutto quello che fai, Roberto.

Per prima cosa riportiamo i due scritti, quello di Dylan "Dark Eyes" e "London" di William Blake, così, a parte il piacere di leggere due bellissime poesie, chi legge potrà rendersi conto che questa bellissima canzone dylaniana è un perfetto omaggio allo stile di Blake come hai giustamente rilevato tu.

"London"
di William Blake

Io vago attraverso le strade sfruttate per scopi commerciali.
Vicino dove il Tamigi sfruttato per scopo commerciale scorre,
E noto in ogni faccia che incontro
Segni di debolezza, segni di dolore.

In ogni pianto di ogni uomo,
In ogni pianto di paura di infante,
In ogni voce, in ogni divieto,
Sento le catene create dalla mente.

Come il pianto dello spazzacamino
Disgusta ogni chiesa annerita;
E il sospiro della sfortuna del soldato,
Scorre nel sangue dai muri del palazzo.

Ma attraverso la maggior parte delle strade a mezzanotte sento
Come la maledizione della giovane prostituta
Distrugge la lacrima dell'infante appena nato,
E infetta il carro funebre del matrimonio.


DARK EYES
da "Empire Burlesque"
parole e musica Bob Dylan

traduzione di Michele Murino

Oh, i gentiluomini stanno conversando
E la luna di mezzanotte è sulla riva del fiume
Stanno bevendo e passeggiando
Ed è il momento per me di scivolare via
Io vivo in un altro mondo
Dove la vita e la morte vengono fissate nella memoria
Dove la terra è legata con perle di innamorati
E tutto quello che vedo sono occhi scuri.

Un gallo canta in lontananza
Ed un altro soldato è immerso in preghiera
Un bambino si è smarrito allontanandosi dalla mamma
E lei non riesce a trovarlo in nessun posto
Ma io riesco a sentire un altro tamburo
Battere per il morto che risorge
Che la bestia della natura teme mentre si avvicinano
E tutto quello che vedo sono occhi scuri

Mi dicono di essere prudente
Per tutti gli scopi che mi propongo di raggiungere
Mi dicono che la vendetta è dolce
E da dove stanno, sono sicuro che lo è
Ma io non provo niente per il loro gioco
Dove la bellezza non viene apprezzata
Tutto quello che sento è calore ed ardore
E tutto quello che vedo sono occhi scuri

Oh, la prostituta è in Paradiso
E l'ubriaco è al volante
La fame paga un prezzo troppo grosso
Alla caduta degli Dei della velocità e dell'acciaio
Oh, il tempo è breve ed i giorni sono dolci
E la passione guida la freccia che vola
Un milione di facce ai miei piedi
Ma tutto quello che vedo sono occhi scuri.

Trovo la tua analisi esauriente e ben fatta, ma lasciami ricordare che in un'altra occasione Dylan cita letteralmente una frase da un'altra famosa poesia di William Blake, e cioè "The Tyger": "Tyger! Tyger! Burning bright In the forests of the night: What immortal hand or eye Dare frame thy fearful symmetry?", Dylan prende le parole in rosso nel testo e la riporta pari pari nella sua "Roll on John" di Tempest (Tiger, tiger burning bright I pray the Lord my soul to keep In that forest of the night cover him over and let him sleep Shine your light, move it on You burned so bright, Roll on, John). Sono passati tanti anni dal 1985 di Empire Burlesque al 2012 di Tempest, ma Dylan ha sempre vivo dentro di se quello spirito di tristezza e ribellione che animava anche Blake. "The Tyger" è una poesia tra le più famose di Blake per il suo ritmo incalzante che descrive abilmente l'immagine della tigre, vista da Blake come l'antitesi dell’Agnello (The Lamb) delle Songs of Innocence. La potenza, la magnificenza e la perfezione di questa terribile creatura non può che essere frutto della creazione da parte di Dio, eppure si tratta dello stesso Dio che ha creato anche il docile agnellino, ed è questa contrapposizione che spiega le numerose domande che Blake pone a se stesso nel corso della poesia. Ancora una volta quindi è presente il contrasto tra l'innocenza degli esseri infanti e miti e la malvagità degli esseri adulti e aggressivi, tema spesso ricorrente nella poesia di Blake, specialmente in "London". Dio creò dunque l'agnello, ma allo stesso modo anche la tigre, come a dire che non c'è luce senza oscurità o vita senza morte. La costruzione di "Dark Eyes" è identica come forma e struttura a "London", quasi una copia anche se i concetti sono espressi in modo diverso, l'influenza di Blake è evidentissima, anche se questo modo di vedere la vita e le sue complicanze è un bagaglio già presente nell'Arte dylaniana che aveva già tentato ai suoi inizi, forse con descrizioni e visioni deliranti influenzate e deformate dall'uso di sostanze stupefacenti, di percorrere questa via. In questo senso trovo che il disagio espresso in maniera poetica in "Dark Eyes" sia paragonabile a quello espresso in maniera caotica e quasi confusionaria in "Like a Rolling Stone", pur con tutte le differenze del caso. Dylan è stato una grande carta assorbente, ha saputo prendere ed incamerare il meglio di tutti quelli che ha conosciuto o quelli che ha letto, ha messo tutto nel suo cassettone e poi, a seconda delle occasioni, ne ha tirato fuori le parti che facevano al caso del momento. Molti hanno stupidamente parlato di plagio, e non solo nel caso di Blake, ma si sà, chi non sà parlare è sempre abile nel criticare e condannare. Per fortuna Dylan non si è mai fatto condizionare da gente di quel tipo, e parafrasando un poeta del '300, ha guardato, è passato e non si è fermato a ragionar di loro. Alla prossima, Mr.Tambourine.

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Talkin' 9345 - Daniele Ardemagni "Ardez"

Oggeto: Talkin' 9343

Cancio...ti ignoro...non mi servi di certo tu per dirmi se ascoltare Tempest (un mese solo? è da un'anno e mezzo che lo ascolto si può dire tutti i giorni) o altri album..che siano di Bob, Cohen, Bubola, Cash, Clark, Zero, miei o quel cazzo che mi fotte di ascoltare. Quanto agli zebedei rotti (sai, provengo da un'altra parte dello Stivale e mi esprimo giustamente nel mio idioma) li ho pure io quando leggo certi interventi. Quindi potevi benissimo evitare la tua volgare mail..ma giustamente c'è di tutto un pò..babao dù babao (è bresciano ma non preoccuparti...nulla di meno e nulla di più volgare di come ti sei espresso tu romanescamente nei miei confronti, lingua fra l'altro che amo come amo la Capitale). Parlando di cose più attinenti al sito volevo sapere da Mr. Tambourine se gentilmente sa qualcosa sulla formazione della band di quest'anno che come ho amaramente visto salterà l' Italia.. ma chissà, forse è un bene: lo si andrà a vedere più volentieri e con più entusiasmo da parte anche di chi lo ha perso quando tornerà. Grazie dell'informazione nel caso sia possibile darmela e a presto.
Daniele Ardemagni "Ardez"

Al momento non ci sono norizie relative alla backing band, il sito di Kimball è aggiornato al 2012, quello di Sexton al 2013, quello di Receli è in costruzione, Donnie Herron e Tony Garnier sembrano non avere un proprio sito web. Altro per il momento non saprei dire, se riceverò notizie in merito da oltremare le pubblicherò immediatamente. Alla prossima, Mr.Tambourine.

 

 
Giovedi 27 Febbraio 2014

Talkin' 9344 - Duluth49

Carissimo Mr. Tambourine
E' da qualche giorno che ascolto quotidianamente una versione di Visions of Johanna su you tube PORTSMOUTH 2000, consiglio a tutti gli amici di ascoltarla, è semplicemente un CAPOLAVORO.
Ascoltatela al mattino, al pomeriggio, alla sera, di notte. Ma ascoltatela vi darà delle emozioni stupende.
Anche se molti di Voi amici, siete già conoscitori dello scritto, mi scuso, ma sentivo di condividerla con Voi .
a presto, Marcello

 

Davvero belissima, Thank you, :o)

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Talkin' 9343 - Cancio

A Danie' "Ardez" Ardemagni, c'hai frantumato le "mele" co 'sta storia di "Blood" e "Desire".. ascoltate "Tempest" pe' 'na mesata e lassece campa' 'n pace!
sempre con affetto...Cancio


Sto cercando di immaginare la reazione "sempre con affetto" di Ardez.....:o).......stamo a vvede!

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"A proposito di Davis", un uomo e un film incompiuti                       clicca qui

 

 
Mercoledi 26 Febbraio 2014

Talkin' 9342 - Maria Rosa Ventura

Ciao Mr. Tamburine,
volevo innanzitutto scrivere un pensiero a Gypsy Flag, ammesso che ancora legga queste righe, spero ci ripensi e non si oscuri. Naturalmente tu non avevi intenzione di offenderlo commentando in quel modo la sua proposta, ma quando si fa dell'umorismo succede... (ne so qualcosa io...)
Tra la posizione di Gypsy e quelle di Daniele Ardemagni e del tarantolato Tarantulalips c'è un abisso profondo eppure l'acqua è la stessa. Drammatizzare le posizioni non serve non perché, come dico a Marcello (Duluth '49), uno spot sia solo uno spot, ma in quanto credo che Dylan sia uscito senza macchia da quel paradosso da lui interpretato, proprio perché si tratta di un paradosso. (Il paradosso è qualcosa in contrasto con il buon senso o con la logica - in questo caso anche la logica morale - che si rivela, ad un esame più approfondito, essere valido).
E poi perché egli, come ogni Poeta degno della P maiuscola, può fare cose assurde, cose sbagliate o cose che sembrano sbagliate, ma non può vendersi (neanche se pagato milioni) poiché ciò non è nella natura dei Poeti.
Anche questo è un paradosso, naturalmente.
Per il resto sottoscrivo, ancora una volta, quanto detto da Miscio (si vede che ho poche idee mie! :-) ) e lo ringrazio per la tigre alata, sorella di tante alate creature (cavalli, leoni, grifoni) che solcano sin dall'antichità sogni e visioni dell'umana esperienza.

Ora vorrei cambiare discorso, approfittando del punto interrogativo che si/ci pone Ale '65 in merito a "Every grain of sand". La tua è una bella domanda, Alessandro, talmente bella da essere completa in se stessa e non aver neanche bisogno di una risposta, magari una mia pessima risposta (ma una buona te l'ha data Mr. Tambourine).
Gli splendidi versi conclusivi di questa canzone, che è quasi un salmo, sono troppo delicati perché una spiegazione non rischi di frantumarli:
I hear the ancient footsteps like the motion of the sea
Sometime I turn, there's someone there, other times its only me
I'm hanging in the balance of the reality of man
Like every sparrow falling, like every grain of sand.
Odo passi antichi come il moto del mare
Talvolta mi giro, e là c'è qualcuno, altre sono io solo
Sono sospeso nel baricentro della realtà dell'uomo
come ogni passero quando cade, come di sabbia ogni grano.


Molte volte dal vivo ha cantato il terzo verso con "I'm hanging in the balance of a perfect finished plan (sono sospeso nel baricentro di un completo, perfetto piano) in ogni modo, star sospesi nel punto di equilibrio tra spazio e tempo, tra Dio e mondo è l'istante perfetto di pace (shalom in ebraico, parola che deriva dalla radice "shin-lamed-mem" che vuol dire "essere completo", "completare") che la meditazione, la preghiera, l'arte, ci offrono la possibilità di raggiungere.
Un saluto, Maria Rosa

Grazie per le ulteriori precisazioni, come si dice, l'unione fa la forza, e se noi mettiamo insieme l'esperienza e la conoscenza di ognuno di noi saremo sempre in grado di scrivere cose belle ed interessanti. Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 9342 - Daniele Ardemagni "Ardez"

Stefano Barbieri, quando mai Bob tenne un concerto a Milano nel 2012? Tenne un concerto splendido a Barolo quell'anno. A Milano venne nel 2011 tenendo uno show strepitoso all'Alcatraz e a novembre col tour congiunto al "panzone" Knopfler che in parte fu rovinato dalla maleducazione dei fans di quest'ultimo. Peccato che non ti piaccia un capolavoro come Tempest e che ti sia perso uno dei spettacoli del 2013, soprattutto quelli a Milano e Padova..ma va bé...nessuno è perfetto..tanto anche i sassi sanno della mia poca stima per album "capolavoro" come Desire o BOTT. Lo spot Chrysler ha un suo perchè..e al di là di tutto mi diverte sempre Dylan nei panni di "attore"..e se questo farà rialzare le vendite e affievolire un anche se di poco la crisi ben venga..poi diciamocelo: Dylan ha sempre fatto quel che gli pareva, non credo che il giudizio di qualche fans o lettore lo tocchi più di tanto...anzi...magari si diverte proprio a creare questo scompiglio e diatribe tra fans, mass-media, addetti ai lavori e compagnia bella. Quanto a Yusuf Islam...bella interpretazione ma nulla di più (vista dopo, dato che è da oltre 15 anni che boicotto Sanremo e che come cantante, oltre che per certe sue scelte che comunque sono sue pur non condividendole, non mi ha mai entusiasmato)...ma sono gusti, pareri e talvolta momenti e non si può essere tutti sempre sintonizzati sulla stessa linea d'onda nel medesimo momento.
Alla prossima.Daniele Ardemagni "Ardez"

Caro Daniele, l'amico Stefano è sicuramente incorso in un errore di scrittura (2012 invece di 2011), ma queste puntualizzazioni sulle date o l'anno lasciano un pò il tempo che trovano, sono solo errori di battitura e basta, sapessi quanti ne devo correggere io prima di pubblicare le mail che ricevo, naturalmente non attribuisco certi errori troppo vistosi per essere volontari a poca conoscenza dei fatti o cose simili, le considero soltanto sviste e di conseguenza le correggo. Credo invece che tu abbia tutti i diritti di contestare, come hai fatto in modo per altro corretto, le opinioni di Stefano che sono diverse dalle tue. Scrive l'amico Stefano in proposito a quel concerto:

"A parte Forgetful heart, ho sentito un Dylan noioso, senza voce, con arrangiamenti imbarazzanti, quasi una presa in giro, soprattutto quando attaccava con quelle assurde marcette che denotavano un lavoro di routine, senza profondità.
Ma questo è il mio sentire e basta; non voglio offendere nessuno"!.

Allora sono andato a vedere le set list dei due concerti milanesi del 2011, il primo il 22 giugno all'Alcatraz dove esegui "Forgetful Heart" ed il secondo il 14 novembre al Mediolanum Forum di Assago dove invece non fece canzoni tratte da Togheter Through Life o Tempest, quindi il riferimento di Stefano era certamente al concerto dell'Alcatraz. Poi le valutazioni sul concerto sono cose personali, ognuno fa le sue in tutta tranquillità e civiltà perchè è una cosa che rientra nei propri diritti.

Sono d'accordo con te che a Dylan non gliene frega niente di noi fans, dei media e dei mazzi vari che lo criticano, ma permettimi di dire la mia personale opinione su questo fatto, non credo che Dylan l'abbia fatto apposta per scatenare un putiferio mediale o una specie di guerra civile fra i suoi fans, sono invece convinto che l'abbia fatto esclusivamente per quei famosi 5 milioni di dollari che sono certo facevano comodo anche a lui per mantenere funzionate l'attuale ambaradan ruota intorno a lui e da lui dipende.

Certamente ognuno di noi ha i suoi albums preferiti, sentiti e vissuti in momenti diversi della nostra vita e quindi un album può assumere per me un significato particolare mentre invece a te potrebbe non fare ne caldo ne freddo. Ma nemmeno questo è un grosso problema, è solo un avere simpatie diverse per canzoni diverse.

In quanto ad Yusuf Islam, nato Steven Demetre Georgiou e a lungo conosciuto con il suo nome d'arte Cat Stevens, quando negli anni del suo maggior splendore produsse album e canzoni meravigliose come:

1970 - Tea for the Tillerman con le splendide Wild World,Father and Son e Tea for the Tillerman.
1971 - Teaser and the Firecat con The Wind, Rubylove, I Laugh, How Can I Tell You, Morning Has Broken, Bitterblue e Moonshadow.
1972 - Catch Bull at Four con The Boy with a Moon & Star on His Head e O' Caritas.
1973 - Foreigner con The Hurt e How Many Times.
1974 - Buddha and the Chocolate Box con Oh Very Young e Sun.
 Probailmente tu non eri ancora nato o eri piccolissimo e non hai potuto vivere quegli anni irripetibili. Ti riporto un pochino della vita di Stevens perchè allora per noi giovani era un artista mitico del valore equivalente a molti altri:

All'inizio della sua carriera musicale, Georgiou adotta il nome "Cat Stevens" dopo che un'amica gli fa notare che i suoi sembrano gli occhi di un gatto. Siamo in pieno periodo Swinging London, e Stevens incarna in pieno lo stereotipo del cantante pop commerciale dell'epoca, un'immagine dalla quale egli si distanzierà notevolmente negli anni a seguire.
Dopo i primi due album Matthew and Son e New Masters, che ottengono un tiepido successo soprattutto grazie a qualche singolo come I Love My Dog, Stevens si ammala gravemente di tubercolosi e passa un certo periodo in un sanatorio di Midhurst, nella campagna inglese. Qui comincia a riflettere sul proprio futuro, sulla propria carriera (cambia casa discografica), sul proprio stile di vita, decidendo di operare un drastico cambiamento anche a partire dall'immagine: capelli più lunghi, barba e abiti più informali.
Il periodo lontano dalle scene lascia il segno e nel giro di due anni (1970 e 1971) dà alle stampe Mona Bone Jakon, Tea for the Tillerman e Teaser and the Firecat, Buddha and the Chocolate Box, che lo faranno diventare famoso in tutto il mondo: Lady D'Arbanville, Wild World, Father and Son, Morning Has Broken, Moonshadow, Peace Train tra le più celebri. Da segnalare la presenza tra i musicisti di artisti del calibro di Peter Gabriel (flauto in Katmandu) e Rick Wakeman, all'epoca quasi sconosciuti ai più.
Nel 1977, dopo aver rischiato di morire annegato a Malibù, Stevens si converte all'Islam adottando il nome Yusuf Islam.
Yusuf Islam vive tuttora a Londra con sua moglie e i suoi cinque figli. Ha fondato associazioni benefiche come Muslim Aid e Small Kindness per assistere le vittime della carestia in Africa. Inoltre, il cantante ha donato parte delle royalties del suo Box Set americano del 2001 al fondo per le vittime degli attentati dell'11 settembre 2001.

Mi fa piacere postare un suo pezzo perchè son certo che molti lettori della mia età lo apprezzeranno come allora:

 

Ti ringrazio per aver espresso il tuo parere e per avermi dato l'occasione di parlare un pò di Cat Stevens, alla prossima. Mr.tambourine, :o)

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Bob Dylan in meta per Detroit

By Ross Altman

Ancora una volta i miei amici puristi sono là fuori che stanno urlando che il cantante della protesta definitiva dagli anni sessanta si è venduto per fare non uno ma due spot, uno per Chobani Yogurt al quale ha concesso licenza di utilizzazione della sua registrazione originale di “I Want you” per il loro prodotto cremoso, e due apparendo in prima persona per conto della società automobilistica di Detroit appena acquistata dalla italiana Fiat, quello che il vecchio confratello di Dylan Tom Paxton aveva brillantemente satirizzato con la canzone del 1980 “I’m Changing My Name to Chrysler”.
La voce di Dylan narra il perchè comprare una Chrysler, mentre come colonna sonora in sottofondo c’è la sua canzone che ha vinto il premio Oscar per il film del 2000 “The Wonder Boys”, “Things Have Changed”.
Ragazzi, l’hanno avuto, altro che le cose sono cambiate, le cose si sono addirittura ribaltate. Conosciuto come cantante folk di protesta che appoggiava Carl Oglesby, lo scrittore, accademico ed attivista presidente della SDS “Students for a Democratic Society” e che andò contro l'ex presidente della Ford Motor Company Robert McNamara che scatenò la guerra in Vietnam, uno dei pricipali “Masters of War” così definiti da Dylan, ora è diventato il loro portavoce. Wow! C’è n’è abbastanza per far sbarellare molta gente!
Ma questo era prima che le importazioni a basso prezzo di auto dal Giappone cominciassero a mettere in crisi l' industria automobilistica americana. Questo era anche prima che il cuore dell’industria fosse strappato esportando posti di lavoro americani in Cina e che luoghi come Youngstown in Ohio, orgoglio della US Steel, dovesse mettersi in fila per chiedere l'elemosina al governo, subito imitate da Lee Iacoca della Chrysler. Questo era anche prima che le “Big Three” di Detroit andassero in bancarotta nel 2008 e dovettero essere salvate per evitare di affondare. E questo era prima che Detroit dovesse affrontare il fallimento nel 2013 e trovarsi fronte alla prospettiva di svendere tutta la collezione d'arte del suo museo di classe mondiale per pagare le sue fatture.
Bob Dylan non ha mai avuto paura di alienarsi il suo pubblico, quando una nuova situazione gli imponeva di parlare di una verità diversa. A differenza dei mirmidoni della pop music della scala sociale più bassa che possono offrire prevedibili satire contro le aziende automobilistiche come Chrysler - mentre i loro amici guidano le “Toyota Prius” nel paese che ha inventato, questo è esatto, ha inventato le auto elettriche, Dylan mantiene gli occhi aperti e legge la scritta sul muro, proprio come ha scritto in Subterranean Homesick Blues: "Man in the trench coat and badge got laid off”…”Don’t follow leaders/Watch the parking meters.”
E quando Detroit ha bisogno il trovatore dell'America per mettere una buona parola in favore delle auto americane, lui si presta ad utilizzare se stesso e la sua voce roca per fare ciò che loro desiderano.
Lo spot è stato musica per le mie orecchie. Vedere le immagini avvincenti di Marilyn Monroe e James Dean, l'iconografia del periodo d'oro delle auto, evocare le caratteristiche americane con immagini del paesaggio, “On The Road” di Jack Kerouac e “Song of the Open Road” di Walt Whitman richiamate nell’ultima parte della cavalcata evocativa sotto il sole di un tratto non più utilizzato della Route 66 era perfetto. E vedere Bob Dylan nella sua passeggiata finale in una sala da biliardo, come “Fast Eddie Felson”, il personaggio interpretato da Paul Newman nel film “The Hustler” (Lo spaccone), girarsi in fronte alla telecamera recitando le parole di chiusura dello spot: "Lasciate che la Germania faccia la vostra birra, lasciate che la Svizzera faccia i vostri orologi, lasciate che l’Asia assembli i vostri telefonini, noi costruiremo la vostra auto" Bene, tutto questo per me è stata pura poesia.

(Fonte: http://folkworks.org/features1/feature-articles/2235-2014/42142-bob-dylan-s-goal-line-stand-for-detroit)

 

 
Martedi 25 Febbraio 2014

Talkin' 9341 - Stefano Barbieri

Oggetto: Talkin' 9323

Domanda interessante quella che mi poni alla fine della mia critica allo spot chrysler :< E poi, scusami se faccio fatica a capire, perchè dici “senso di ribellione invece di “senso di dispiacere”?>
Molte volte, negli anni scorsi, quando andavo ad un concerto di bob, ero solito dire tra me e me ( e anche alla mia amica Daniela, mia usuale compagna di concerti); "mi basta che canti anche solo una canzone tipo To Ramona o che so? Spanish Harlem Incident o Every Grain of Sand o... mettendoci se stesso ed emozionandomi e per me è sufficente per essere presente".
E così è stato per oltre 25 anni, dal concerto di Verona di tantissimi anni fa, ma a Milano 2012 ho detto basta ai live di Dylan. A parte Forgetful heart, ho sentito un Dylan noioso, senza voce, con arrangiamenti imbarazzanti, quasi una presa in giro, soprattutto quando attaccava con quelle assurde marcette che denotavano un lavoro di routine, senza profondità.
Ma questo è il mio sentire e basta; non voglio offendere nessuno.
Mi sono ribellato, dopo che non riuscivo ad ammettere a me stesso che ero deluso; ti posso rispondere così.
Tempest non mi piace ( soprattutto Tempest e Roll on John), lo spot della Chrysler è per lo meno una caduta di gusto, ma del resto quanti grandi vecchi miti musicali stanno facendo pubblicità? Nessuno, però c'è Lady Gaga per Versace... :-)
Ps: L'altro giorno ho visto e sentito Cat Stevens a Sanremo cantare Father and Son e mi ha emozionando tantissimo, e lui non era uno dei miti della mia gioventù....I miei miti erano Bob (al primo posto) e, poi, John Lennon e Leonard Cohen...
Dimenticavo. si può sapere perchè Michele "Napoleon in rags" Murino ha lasciato tutto senza dire nulla?
ciao, Stefano


Vorremmo saperlo in tanti perchè Michele lasciò la Fattoria. ti posso dire che ad inizio 2008 mi chiamò al telefono dicendomi se me la sentivo di continuare con la Fattoria perchè lui non aveva più la testa per seguirla. Io gli risposi che ci avrei provato e dopo quasi 7 anni sono qui ancora. Anche negli anni seguenti ebbi diversi rapporti con Michele, ma mai gli chiesi, conoscendo la sua avversione a parlare dei suoi fatti personali, i motivi della sua rinuncia. Poi, credo 4 anni fa, mi chiamo dicendomi del brutto fatto dell'allagamento del negozio e che era davvero preoccupatissimo per il continuo del suo lavoro. Da allora, non ostante l'avessi chiamato almeno un centinaio di volte non mi ha più risposto al telefonino e le mail che gli mandavo venivano regolarmente rispedite al mittente. Oggi come oggi sono ancora fermo ad allora, vorrei poterlo sentire per salvare definitivamente la sua maggiesfarm.it che lui non si preoccupò più di mantenere in vita come se avesse preso dieci anni della sua vita e li avesse buttati nel cesso. Lasciò scadere il dominio e da allora non lo ha più rinnovato. Fortunatamente la nostra affezzionata Marina Gentile si è preoccupata di pagare il rinnovo del dominio negli ultimi tre anni ed è grazie a lei se oggi maggiedfarm.it è ancora visibile. Io sto facendo molto per salvare la maggior parte del sito e riportarlo in maggiesfarm.eu, ma è difficilissimo portare avanti il sito e ricopiare, rifare i collegamenti e rinominare tutte le pagine del vecchio per inglobarlo nel nuovo, è un lavoro monumentale. Spero che prima o poi Michele mi contatti e che possa fornirmi i dati per accedere al suo sito, sistemare i file che si sono degradati ed avere la possibilità nel giro di qaulche anno ancora di inglobare il vecchio sito nell'attuale. Ci spero poco ma continuo a sperare, MICHELE, fatti vivo per Giove, il tuo è un lavoro meraviglioso, ti sembra giusto lasciarlo andare alla deriva in questo modo? Prima o poi la barca affonderà del tutto e non potrai nemmeno più avere la soddisfazione di averne il ricordo. Caro "Napoleons" resto sempre in attesa!!!!!!!!!!!!!!!!!! Mr.Tambourine

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Talkin' 9340 - Ale '65

Ciao Mr.Tambourine,
ci tengo tanto a ringraziarti per la tua personale interpretazione della strofa finale della bella Every Grain of Sand. (Talkin’ 9337). Spiegazione, la tua, molto accurata, come sempre. Quest’ultima parte, in effetti, come pensavo anch’io, è la più significativa, il tocco di grazia e la svolta, il Dylan che si rende conto.. l’influenza di Cristo e il rapportarsi con Lui, si sente molto forte in questo pezzo, come anche nell’album precedente, Saved, l’album della “conversione” appunto. (What Can I Do for You? per esempio, molto bella..). Si, penso che Dylan allora, accecato dalla fama e messo in ginocchio dagli sbagli fatti, avesse toccato il fondo, si sia fatto un esame di coscienza, e avesse voluto riemergere. Per fortuna. Si è reso conto, nonostante tutto, di essere solo una persona umana come tante altre, un granello di sabbia uguale a tanti altri, che chissà dove andrà a finire. E che, come un passero che è caduto, se ha fatto degli sbagli, ed è caduto, poi, se vuole si rialza…
Per concludere, Mr. Tambourine, a mio giudizio, credo sia stata molto appropriata la foto sul retro dell’album,” Shot Of Love”, per dare il giusto valore a Every Grain of Sand, Dylan che osserva una rosa stretta tra le dita, che anche se è il più bel fiore, è pieno di spine, e anche lei come tutti gli altri fiori, nasce, fiorisce appassisce e poi muore… Ciao, e grazie ancora. Alla prossima. ‘Ale 65.



P.S. Lo so che non centra niente, ma volevo segnalare a te e a tutti quelli della Farm, “Once”, un gran bel film più o meno sul filone di Inside Llewyn Davis, girato in Irlanda nel 2006, che nonostante sia stato girato quasi “alla buona” con un ridottissimo budget, e attori non professionisti in quanto musicisti, riesce a far toccare le corde giuste che fanno emozionare.. due piccoli, grandi sogni che si realizzeranno…..


Ti ringrazio per le tue balle parole caro Ale, ma ti garantisco che è stato un vero piacere esprimere la mia personale opinione su quanto da te chiestomi. Sono contento che tutti e due abbiamo attribuito lo stesso significato a quella frase. Trovo giusta anche l'interpretazione della foto di retro copertina, nella sua immaginazione Dylan ha sempre considerato la rosa come rappresentazione simbolica della gioia e del dolore, della nascita e della morte, della bellezza e dell' inevitabile degrado fisico. Se ti ricordi, già nella canzone "Time Pass Slowly" dall'album "New Morning" del 1970 Bob cita la rosa in questo senso:

Time passes slowly up here in the daylight
We stare straight ahead and try so hard to stay right
Like the red rose of summer that blooms in the day
Time passes slowly and fades away

Il tempo passa lentamente qui nella luce del giorno
Guardiamo dritti davanti a noi e proviamo a stare dritti
come la rosa rossa dell'estate che sboccia nel giorno
Il tempo passa lentamente e svanisce


Credo sia utile allegare anche il resto della canzone, (naturalmente solo la traduzione),

IL TEMPO PASSA LENTAMENTE
parole e musica Bob Dylan

Il tempo passa lentamente qui sulle montagne
sediamo di fianco ai ponti e camminiamo di fianco alle fontane,
catturiamo i pesci selvatici che galleggiano nella corrente
Il tempo passa lentamente quando sei perso in un sogno

Una volta avevo una ragazza, era graziosa e dolce
Restavamo seduti nella sua cucina mentre sua mamma cucinava
Guardavamo fuori dalla finestra le stelle alte nel cielo
Il tempo passa lentamente quando cerchi l'amore

Non c'è motivo per andare in città su di un carro
Non c'è motivo per andare alla fiera
Non c'è motivo per andare su, non c'è motivo per andare giù
Non c'è motivo per andare da nessuna parte

Il tempo passa lentamente qui nella luce diurna
Guardiamo dritti davanti a noi e proviamo a stare dritti
come la rosa rossa dell'estate che sboccia nel giorno
Il tempo passa lentamente e svanisce


perchè già allora in Dylan cominciava a manifestarsi quel senso di disagio che precederà di 4 anni il fallimento del suo matrimonio ed in un certo qual modo di una parte importante della sua vita per vivere la quale, dopo (a mio avviso) il falso incidente del 29 luglio 1966) aveva abbandonato le scene per un paio di anni prima di ritornare a calcare il palco il 21 gennaio 1968 per il concerto tributo a Woody Guthrie. Non servirà a niente nemmeno la vacanza di lavoro di tre mesi a Durango nella Sierra Madre messicana per il film "Pat Garrett & Billy The Kid", perchè Sara, ormai insofferente per il comportamento e forse altre cose che noi non sapremo mai chiaramente, lo fece tribulare seriamente. Poco tempo dopo Sara concluderà il suo matrimonio con Bob che affogando nella disperazione scriverà "Blood On The Tracks" toccando il fondo del suo inferno terrestre. Bob si riprenderà solo dopo alcuni anni di vita sregolata e dissoluta con la trilogia cristiana, lavori nei quali si respira un'aria di tranquillità e serenità che da anni era scomparse nelle opere dylaniane. Dopodichè Dylan continuerà alternando alti e bassi sia nel lavoro che nella vita, rendendo palese che la separazione da Sara fu la più grande ferita che Bob ebbe dalla vita. Alla prossima, Mr.Tambourine

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All’asta il manoscritto originale di “Lay Lady Lay”

Prezzo di base : 10.000 $

 

Testi scritti a mano della romantica “Lay Lady Lay” sono stati trovati in un deposito di stoccaggio e autenticati dal presidente della società musicale di Bob Dylan Jeff Rosen.
I testi scritti a mano per la canzone “Lay Lady Lay” si trovano su di un foglio 5 x 8 off- white di cancelleria della Atlantic Lumber Company. A matita Dylan ha aggiunto il titolo nella parte superiore, con gli accordi musicali vicino al bordo destro. Poi continua con le tre strofe della canzone. Eccoli:
“Lay lady lay lay across my big brass bed (2) Whatever colors you have in your mind I'll show them to you you'll see them shine Whatever colors you can have and hold I’ll show them to you, they’ll shine like gold Lay lady lay lay across my big brass bed.
Stay lady stay stay with your man awhile Until the break of day, let me see you make him smile Clothes face (keep) travelling on the moonlit mile Hands are dirty, hands are clean You're the best thing I (he’s) ever seen— Stay lady stay stay with your man awhile.
Why wait any longer for the world to begin Why wait for the sky to turn blue (You can have your cake and eat it too) Why wait any longer for the one you love When he's standing right in front of you.
Lay lady lay lay across my big brass bed Stay, lady, stay—stay while the night is still ahead I long to see you in the morning light I long to hold you in the night (all thru the night) Got my night light shining and the stars are too Got the heartbreaking blues and they’re all for you Stay lady stay stay while the night is still ahead Lay lady lay across my big brass bed.”

Esistono diverse sottili differenze tra la versione registrata su disco ed i testi scritti qui, Dylan ha cambiato un paio di righe, tra le quali: “Got my night light shining and the stars are too / Got the heartbreaking blues and they’re all for you.”

I testi sono accompagnati da una lettera che li autentica scritta da Jeff Rosen, presidente della “Bob Dylan Music Company”, che dice: "Ho rappresentato Bob Dylan negli ultimi 35 anni. Questa lettera certifica che i testi della canzone “Lay Lady Lay”, allegati al presente documento, sono autentici, originali di Bob Dylan e scritti di suo pugno. Questi testi sono stati scoperti in un deposito di stoccaggio con diversi altri oggetti personali di Bob Dylan risalenti al 1960 e 1970. Il foglio con il testo è in ottime condizioni.

Originariamente scritta per essere inserita nella colonna sonora di “Midnight Cowboy” (Un uomo da marciapiede), la canzone arrivò dopo il termine fissato per la consegna, e fu poi offerta agli Everly Brothers che la rifiutarono. Finalmente pubblicata sull’album del 1969 “Nashville Skyline”, “Lay Lady Lay” appare successivamente in molte delle compilation dylaniane, oltre ad entrare a far parte delle set list per le sue esibizioni dal vivo. Un incredibilmente pezzo di uno dei cantautori più influenti della musica, autenticato direttamente dal manager attuale di Dylan messo all’asta con pre- certificate dalla Roger Epperson / REAL and RR Auction COA.

(Fonte: http://www.rrauction.com/preview_itemdetail.cfm?IN=147)

 

 
Lunedi 24 Febbraio 2014

Confermate tutte le date del tour europeo 2014

Il sito ufficiale di Bob Dylan ha confermato tutte le date che avevamo anticipato come probabili la settimana scorsa, ecco l'elenco aggiornato ad oggi, naturalmente è possibile che nel frattempo ne siano aggiunte altre, comunque saremo sempre aggiornati:

31 Marzo   2014  -  Tokyo, Japan - Zepp DiverCity
01 Aprile   2014   -  Tokyo, Japan - Zepp DiverCity
03 Aprile   2014   -  Tokyo, Japan - Zepp DiverCity
04 Aprile   2014   -  Tokyo, Japan - Zepp DiverCity
07 Aprile   2014   -  Tokyo, Japan - Zepp DiverCity
08 Aprile   2014   -  Tokyo, Japan - Zepp DiverCity
09 Aprile   2014   -  Tokyo, Japan - Zepp DiverCity
10 Aprile   2014   -  Tokyo, Japan - Zepp DiverCity
13 Aprile   2014   -  Sapporo, Japan - Zepp Sapporo
14 Aprile   2014   -  Sapporo, Japan - Zepp Sapporo
17 Aprile   2014   -  Nagoya, Japan - Zepp Nagoya
18 Aprile   2014   -  Nagoya, Japan - Zepp Nagoya
19 Aprile   2014   -  Fukouka, Japan - Zepp Fukuoka
21 Aprile   2014   -  Osaka, Japan - Zepp Namba
22 Aprile   2014   -  Osaka, Japan - Zepp Namba
23 Aprile   2014   -  Osaka, Japan - Zepp Namba
26 Aprile   2014   -  Maui, Hawaii - Maui Arts & Cultural Center
29 Aprile   2014   -  Honolulu, Hawaii - Blaisdell Arena
16 Giugno 2014  -  Cork, Ireland - Live at the Marquee (Festival)
17 Giugno 2014  -  Dublin, Ireland - The O2
27 Giugno 2014  -  Kosice, Slovakia - Steel Arena
01 Luglio   2014  -  Munich, Germany - Tollwood
03 Luglio   2014  -  Zwickau, Germany - Stadthalle
07 Luglio   2014  -  Rostock, Germany - Stadthalle
08 Luglio   2014  -  Flensburg, Germany - Flens Arena
11 Luglio   2014  -  Stavern, Norway - Poles Festival
12 Luglio   2014  -  Kristiansand, Norway - Bendiktsbukta
14 Luglio  2014   -   Helsingborg, Sweden - Sofiero Castle
15 Luglio   2014  -  Goteborg, Sweden - Tradgardsforeningen
17 Luglio   2014  -  Pori, Finland - Pori Jazz 2014

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Talkin' 9339 - Miscio

Caro Mr.Tambourine,
devo essere trai pochi matti di Maggiesfarm che non è rimasto scandalizzato dallo spot e che ha cercato di trovarne un senso. Tu dici che è perché sono un fan un pò perduto nell'idolatria del suo oggetto d'amore idealizzato. Può darsi. A me sembra che sia doveroso cercare delle spiegazioni alternative, se razionalmente ci sembra possibile, prima di dare del fascista a Dylan. Per esempio, che Dylan stia lavorando sul proprio personaggio, come se fosse materia artistica mi sembra difficile negarlo. La decostruzione della propria immagine parte fin dalla copertina di Another Side, diventa evidente con Self Portrait ( e forse è bene ricordare che anche in quell'occasione ci fu un sollevamento di indignazione) arriva fino agli esiti più radicali con gli spot per Victoria's Secret e per la Chrysler.

Dylan utilizza con spregiudicatezza tutti i linguaggi dell'arte che vengono dal passato più o meno recente. Ci sarebbero tanti esempi da fare. Nel caso in questione il linguaggio implicito di questi spot, è quello della Pop Art, un messaggio assolutamente identico a quello usato da Warhol nel suo intento di mostrare come , alla metà del secolo scorso, la modalità di circolazione dei segni abbia fatto saltare la dicotomia alto/basso che aveva dominato l'arte. Trai tanti, prendiamo ad esempio la sua Brillo Box:

  la scatola di spugnette detergenti viene prelevata dalla banalità del supermercato e fatta salire alla dignità di oggetto museale. Dylan fa l'operazione contraria, ma identica nel senso, prende un aspirante premio Nobel, lo imbelletta di cerone e lo trasforma in un venditore di automobili o di mutande. L'alto diventa basso. Praticamente nessun altro si trova nella possibilità di poter fare un'operazione di questo genere. Per una qualunque altra star del pop uno spot è l'equivalente dello spostare la Brillo Box da uno scaffale all'altro del supermercato. E dubito che ci sia un qualunque esponente dell' “alta cultura” universalmente noto al popolo bue del Super Bowl. Certo 5 milioni sono una bella medicina, ma ci vuole anche coraggio per prestarsi contemporaneamente all'idolatria e al disprezzo dopo essersi costruita una credibilità da maggiore artista in circolazione. O meglio, bisogna credere sino in fondo a quello che si fa.
ciao, Miscio

Caro Miscio, la caratteristica di Dylan è proprio quella di crearsi e di distruggersi, l'ha fatto tante volte, quindi è indubbio che lui abbia il coraggio di fare qualunque cosa. Quando si inventò l'incidente in moto per sottrarsi alla esagerata e intollerabile pressione che i media di allora avevano creato intorno a lui e che lui cercò di sfuggire con le più diverse droghe da cui l'esigenza di sparire per un periodo di tempo indeterminato finchè questa assurda cosa non fosse diminuita o cessata (questa è la mia opinione sul fatto) fu certamente uno dei peggiori atti che un artista avesse potuto fare a proprio danno, cercare di farsi dimenticare col silenzio, di sfruttare proprio la stupidità dei media per cancellare la sua immagine per poter finalmente crearne una nuova e diversa. Verranno così alla luce cose assurde (se paragonate a quello che Dylan aveva prodotto prima), Self Portrait, un disco che qualunque artista con un pò di istinto di conservazione non avrebbe mai pubblicato, Nashville Skyline dove cerca di fare la brutta copia di Elvis Presley con una voce filtrata e resa baritonale fino all'eccesso. Ma in mezzi a questi album di seconda fascia produrrà anche lavori che metteranno in risalto lati dylaniani che erano rimasti oscuri per il popolo dei suoi fans già pesantemente scioccati e bistrattati dopo l'abbandono del folk, la svolta elettrica, quella country, quella cristiana: Dischi belli e dischi fantastici, come dimenticare Oh Mercy, Blood on the Tracks, Desire, Slow Train, Time Out of Mind, Love and Theft, Modern Times fino all'ultimo Tempest, inframezzati da album di natura e fattura davvero mediocre. Dylan sembra essere un artista assurdo, indefinibile, masochista oltre che geniale regista di se stesso. C'è una canzone che a mio avviso descrive in modo perfetto Bob Dylan, non saprei dire se Edoardo Bennato avesse preso come motivazione proprio la personalità di Bob o se la cosa fosse stata completamente casuale, certo che, qualunque sia stato l'incipit di Edoardo, si adatta perfettamente alla descizione di Bob:

Un giorno credi
(Edoardo Bennato)

Un giorno credi di essere giusto
e di essere un grande uomo
in un altro ti svegli e devi
cominciare da zero.

Situazioni che stancamente
si ripetono senza tempo
una musica per pochi amici,
come tre anni fa.

A questo punto non devi lasciare
qui la lotta è più dura ma tu
se le prendi di santa ragione
insisti di più.

Sei testardo, questo è sicuro,
quindi ti puoi salvare ancora
metti tutta la forza che hai
nei tuoi fragili nervi.

Quando ti alzi e ti senti distrutto
fatti forza e va incontro al tuo giorno
non tornare sui tuoi soliti passi
basterebbe un istante.

Mentre tu sei l'assurdo in persona
e ti vedi già vecchio e cadente
raccontare a tutta la gente
del tuo falso incidente.

Mentre tu sei l'assurdo in persona
e ti vedi già vecchio e cadente
raccontare a tutta la gente
del tuo falso incidente.


La vita di un artista è costellata di momenti morali e momenti materiali, Dylan, in tutti questi anni, ha sempre dimostrato di essere un Maestro insuperabile nella morale e un altrettanto buon materialista, e 5 milioni di dollari di materialismo credo abbiano fatto comodo anche a lui. Certo che gente come noi, che conosce abbastanza Dylan in ogni sua sfaccettatura, non si scandalizza o si stupisce o resta deluso per questa cosa della Chrysler, le sollevazioni popolari, le false morali e la banalità di giudizio sono una caratteristica di coloro ai quali fa comodo e cassetta vedere la cosa da questo punto di vista, ma noi non siamo di quelli. Naturalmente riportiamo per forza di cosa una buona parte di tutto quello che viene scritto su Dylan ma da qui a condividere quei giudizi e quelle prese di posizione ce ne passa. Personalmente non mi da fastidio che Bob si "abbassi" a partecipare a cose come quelle, ma il mito Dylan è diventato talmente grande ed ingombrante che c'è sempre qualcuno che cerca, per fortuna senza riuscirci mai, di prendere il monumento a martellate. Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Sabato 22 Febbraio 2014

Talkin' 9338 - Gypsy Flag

Mi dispiace che la mia proposta sia stata banalmente ridicolizzata. Ok, ho capito l'antifona: mi oscuro io dalla Maggie's Farm
bye bye, Gypsy

Mi spiace che tu l'abbia presa in questo modo, io avevo cercato di spiegarti in modo forse esagerato ma certamente spiritoso perchè ritenevo inutile l'oscuramento del sito. Non volevo assolutamente prenderti in giro o ridicolizzarti. Spero che tu riconsideri tutta la faccenda e ritorni in nostra compagnia! Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 9337 - Ale '65

Ciao, Mr. Tambourine.. sono sempre quello a cui rimane impresso, frequentemente, qualche parola, qualche frase, qualche strofa, di qualche pezzo di Dylan, anche non recente, che come una pennellata in rilievo sulle altre, un dettaglio carpito da un quadro, si è fotocopiato nella mia mente, e ogni tanto riappare, portandomi a farmi delle domande, ma che non sempre trovo risposte. O ne trovo più di una, e proprio per questo, non so quale potrebbe essere quella più appropriata. Come in passato per il dilemma della ragazza con la strofa di Desolation Row tatuata sul braccio, o come..ad esempio… mi capita ancora adesso di riascoltare volentieri l’album Shot of Love, del 1981, e puntualmente metto e rimetto sempre il pezzo di chiusura, la bellissima e struggente Every Grain Of Sand, una sorta di “preghiera autobiografica” che ti fa sentire addosso tutta l’esistenza di Dylan, tra le pieghe e i risvolti del suo tormento d’artista. Tra l’altro sostenuta da un ottima armonica, magistralmente suonata, con un passaggio, in particolare, una vera chicca, un tocco di vera tecnica, credo abbastanza difficile, un rapido “soffiato-aspirato-soffiato” come un salto sull’armonica, un tocco davvero elegante. Credo che mai come in questa sua opera, Dylan abbia usato e dosato le parole per descrivere al meglio il suo (o i suoi) stato d’animo. Parole che hanno sviscerato e scardinato le porte della percezione, la Sua percezione, dell’esistenza umana.
Eh si, mi sa proprio che Dylan, dopo aver letto "Auguries of Innocences" di William Blake, (“To see a World in a Grain of Sand And a Heaven in a Wild Flower, Hold Infinity in the palm of your hand And Eternity in an hour”- "Vedere un mondo in un granello di sabbia e un Cielo in un fiore selvatico, Tenere l'Infinito nel palmo della tua mano E l'Eternità in un'ora") avrà fatto un salto sulla sedia rimanendone seriamente, profondamente folgorato, e abbia trovato l’ispirazione per fare una ricerca dentro se stesso, e metterla sulla carta…e in musica con Every Grain of Sand..
Frammenti di vita vissuta fino in fondo ogni giorno, -”…Don’t have the inclination to look back on any mistacke, Like Cain, I now behold this chain of events that I must break. In the fury of the moment I can see the Master’s hand, In every leaf that trembles, in every grain of sand.(Non ho l’inclinazione a voltarmi indietro su ogni errore, Ora come Caino, osservo la catena di eventi da spezzare. Nel furore di un attimo posso vedere la mano del Padrone, In ogni foglia in vibrazione, in ogni grano di sabbia.)”- come il tempo che passa inesorabilmente, –“…The sun beat down upon the steps of time to light the way To ease the pain of idleness and the memory of decay. (Il sole sui gradini del tempo batte e illumine il cammino lenendo pene d’indolenza e ricordi di declino.)”-  la potenza e la gloria, e il prezzo da pagare -“…I have gone from rags to riches in the sorrow of the night (Passai dagli stracci alla ricchezza nel rammarico notturno)”- e la consapevolezza di sentirsi solo anche fra mille… “…I hear the ancient footsteps like the motion of the sea Sometimes I turn, there’s someone there, other times it’s only me…(Odo gli antichi passi come il mare in movimento, Mi giro a volte, c’è qualcuno, altre volte son io soltanto)”…

Ma, e qui chiedo il tuo aiuto, e perche no anche all’amica Maria Rosa Ventura, è con l’arrivo dell’ultima strofa, il dettaglio, quel dettaglio del quadro che ogni tanto riaffiora, e mi tormenta perché non so più dove metterlo, la sua più giusta collocazione… -“ I am hanging in the balance of the reality of man like every sparrow falling, like every grain of sand.” (Son sospeso in equilibrio sulla realtà dell’uomo, come ogni passero caduto, come ogni granello di sabbia.”-

Che significato daresti tu a quest’ultima strofa, io me ne sono fatto un’idea, son convinto che si cela qualcosa di profondo, ho provato a seguire diverse traduzioni, anche quella di Maggie’s Farm, o di Tito Schipa Jr., ma sinceramente è una metafora che ancor oggi, stento a capire… Sono sicuro che con i tuoi saggi occhi, riesci a vedere qualcosa più in la, qualcosa che a me sfugge, la giusta, la meglio, la tua personale collocazione di quel dettaglio che da valore all’opera intera… Grazie mille. Alla prossima. Ale ’65.

Ciao Ale, credo sia meglio leggere tutto il testo di fila per comprenderne meglio il significato intrinseco. Dunque:

Nel momento della mia confessione, nel momento del mio più profondo bisogno
Quando la pozza di lacrime sotto i miei piedi si allaga con ogni neonato seme
C'è una voce in agonia dentro di me che cerca qualcosa da qualche parte,
lavorando duramente nel pericolo e nella morale della disperazione.

Non ho l'inclinazione a guardare indietro ad ogni sbaglio,
come Caino, adesso scorgo questa catena di eventi che devo spezzare.
Nella furia del momento, riesco a vedere la mano del Signore
In ogni foglia che trema, in ogni granello di sabbia.

Oh, i fiori dell'indulgenza e l'erbaccia degli anni passati,
come criminali, hanno soffocato il respiro della coscienza e del buon conforto.
Il sole batte sui passi del tempo per illuminare la strada
Per affievolire il dolore dell'ozio e la memoria del declino.

Fisso attraverso l'entrata di affamate fiamme tentatrici
Ed ogni volta che passo da questa parte sento sempre il mio nome.
Poi avanti nel mio viaggio riesco a capire
Che ogni capello è numerato così come ogni granello di sabbia.

Sono passato dagli stracci alla ricchezza nel dolore della notte
Nella violenza di un sogno estivo, nel brivido di una luce invernale,
nell'amara danza della solitudine che svanisce nello spazio,
nello specchio rotto dell'innocenza su ogni viso dimenticato.

Sento gli antichi passi come il movimento del mare
A volte mi giro, e c'è qualcuno lì, a volte solo io.
Sono sospeso in equilibrio sulla realtà dell'uomo
Come ogni passero che cade, come ogni granello di sabbia.

Dopo averlo letto in questo modo la cosa che balza più evidente agli occhi è che questo stile di scrittura non è quello abituale dylaniano, chiaramente Bob ha subito l'influenza di Blake, ma anche di altri autori che magari ha letto per curiosità o perchè avevano uno stile che lo prendeva bene. Tutte queste influenze rendono la scrittura dylaniana una novità distante anni luce dallo stile "Like a rolling stone", più reale, meno visionaria, più poetica, meno misantropa della sensazione irreale dei tempi passati nel crogiolarsi in paradisi artificiali che gli facevano scrivere 20 pagine di vomito (che poi, debitamente centellinate, diventeranno quel capolavoro che è LARS), più pungente, con una voglia vendicativa che si sviluppa nel periodo del fallimento del suo matrimonio, periodo nel quale Dylan accusa tutto e tutti di essere la causa delle sue peripezie, litigherà quasi con tutti, condurrà una vita totalmente fuori dalle righe, «L'inferno sono gli altri» aveva scritto Jean-Paul Sartre in "A Porte Chiuse", e Dylan sembrò far sua questa frase, «Nel mondo esiste un unico essere menzognero: l'uomo. Ogni altro essere è genuino e sincero, perché si fa vedere schiettamente qual è, manifestandosi così come si sente, mentre l'essere umano, a causa del suo abbigliamento, è diventato una caricatura, un mostro, la cui vista è ripugnante già per questo fatto, che è poi perfino sottolineato dal colore bianco e per lui innaturale della pelle e dalle disgustose conseguenze del suo nutrimento a base di carne, che è contro natura, nonché delle bevande alcoliche, del tabacco, degli stravizi e delle malattie. L'essere umano appare come una macchia ignominiosa nella natura» scriveva Schopenhauer nei "Parerga" e nei "Paralipomena", e anche queste dure osservazioni sulla natura dell'essere umano sembrano aver influenzato il comportamente e le visioni dylaniane del tempo, dello spazio e delle carenze umane. Riuscirà ad uscire dallo stato confusionale con la scoperta di Cristo che lo porterà a vedere il mondo con altri occhi, ad occuparsi più delle sue esigenze morali abbandonando il linguaggio profetico che lo aveva caratterizzato fino ad allora e sostituendolo con un linguaggio nuovo molto al di sopra o al di fuori dei suo normali canoni. E' un Dylan nuovo, rinato, quello che scrive "Every Grain Of Sand", un Dylan che ha intravisto una luce in fondo a quel tunnel che sembrava non finire mai, e pian piano raggiunge quella luce e tutto diventa più chiaro. L'esigenza di un esame di coscienza diventa fondamentale, Dylan si confronta con se stesso, con il suo passato, con il suo presente e con il suo futuro che intravede attraverso le parole di Cristo ed i suoi insegnamenti. Every Grain Of Sand è una vera poesia profondamente significativa, Dylan prende coscenza delle sue paure, delle sue nuove esigenze, della necessità di fare un bilancio del passato, "Mi sento sospeso in equilibro su quella che è la vera realtà dell'uomo, che si crede l'opera più grande del creato, e che invece si accorge di non essere più importante di un passero che cade o di essere soltanto come un granello di sabbia, uno come miliardi di miliardi di altri granelli. Questa consapevolezza sembra far trovare un nuovo equilibrio ed una nuova pace morale a Dylan e la scrittura di tutta la trilogia cristiana tenderà a ringraziare l' Essere Supremo che tutto cribbia e tutto paragona per il dono della luce. E' una delle svolte di Dylan, molto mistica e piena di nuova speranza, ma poi Dylan passerà attraverso altre trasformazioni con momenti peggiori e momenti migliori, ma questa Every Grain Of Sand ci mostra un grande Dylan, consapevole del passato e del futuro che sta per vivere, ragionatore, speranzoso, un Dylan che si confronta e che sembra trovare le risposte da tanto cercate. Naturalmente questa è solo la mia impressione e potrebbe essere totalmente fuori strada, ma anche se così fosse, spero che ti sia servita in qualche modo ad illumunare qualche punto buio. Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 9336 - "Pinna"

E’ morto Francesco Di Giacomo voce del Banco del Mutuo Soccorso. Tutto è successo intorno alle 18, quando Di Giacomo era alla guida della sua auto. Secondo una prima ricostruzione il cantante sarebbe stato colpito da un malore che gli avrebbe fatto perdere il controllo del veicolo facendogli invadere l’altra corsia fino a schiantarsi contro un’auto che proveniva in senso contrario. Era nato a Siniscola il 22 agosto 1947. Aveva 67 anni.



R.I.P. (Requiescant In Pace)
Ricordiamolo in una delle più belle canzoni che il Banco abbia mai prodotto, inno instancabile contro le violenze e gli abusi della guerra che come spesso si dice non fa vincitori ma solo vinti.
Grazie a tutti. Ciao.

Grazie di cuore per questo ricordo, chi ha avuto la fortuna di vedere Francesco negli anni 60/70 quando il Banco era uno dei gruppi italiani più bravi conosceva certamente la valenza di Francesco!

 

 
Venerdi 21 Febbraio 2014

Bob Dylan in nomination per l' mtvU Woodie Award

L' mtvU Woodie Awards premia la musica più popolare tra gli studenti universitari, quindi è raro vedere un artista la cui carriera risale al 1960 tra i candidati della manifestazione. Tuttavia uno dei candidati al trofeo quest'anno è proprio Bob Dylan.
La 72enne vecchia icona del folk-rock è stato nominato per un nuovo premio denominato “Did It My Way Woodie” che premia gli artisti per le loro innovazioni. Dylan ha ricevuto la sua nomination per l'intelligente video ufficiale interattivo del suo classico del 1965 "Like a Rolling Stone", pubblicato lo scorso novembre per promuovere la raccolta “The Complete Album Collection Volume 1” box set.
Dylan sarà in competizione con artisti più giovani come Beyonce, Kanye West, Arcade Fire e Childish Gambino, il rapper alter ego dell'interprete di “Community” Donald Glover.
La consegna di quest'anno degli mtvU Woodie Awards si terrà a Austin, in Texas, durante il “South by Southwest Music Festival”, e andrà in onda il 16 marzo su MTV alle 8 pm ET / PT .

(fonte: http://www.classichitsandoldies.com/v2/2014/02/13/bob-dylan-receives-nomination-for-mtvu-woodie-award/)

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Aggiunta un'altra data in Finlandia al Tour Europeo 2014

June 16, 2014 - Cork, Ireland - Live at the Marquee (Festival)
June 17, 2014 - Dublin, Ireland - The O2
June 27, 2014 - Košice, Slovakia - Steel Arena

July 01, 2014 - Munchen, Germany - Toolwood
July 03, 2014 - Zwickau, Germany - Stadthalle
July 07, 2014 - Rostock, Germany - Stadthalle
July 08, 2014 - Flensburg, Germany - Flens Arena
July 11, 2014 - Stavern, Norway - Staverfestivalen
July 12, 2014 - Kristiansand, Norway Odderoya live festival
July 14, 2014 - Helsingborg, Sweden - Sofiero Slott och Park
July 15, 2014 - Göteborg, Sweden - Trädgårdsföreningen
July 17, 2014 - Kirjurinluoto, Finland - Pori Jazz


(Le date elencate sono tutte da confermare)

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Dovremmo piangere nel vedere Bob Dylan vendere auto?

Le icone della contestazione al servizio delle grandi marche? Niente di nuovo. Tuttavia, alcuni si sono infastiditi alla comparsa di Bob Dylan nella trasmissione dello spot Chrysler nel Super Bowl. Quando potremo finalmente digerire le pubblicità con i grandi artisti?
Dopo Eminem, in scena nel cuore di Detroit per far rivivere il mito dell'America industriale (spot in onda durante il Super Bowl nel 2011), la casa automobilistica Chrysler, recentemente acquisitata dalla società italiana Fiat, ha mobilitato il “Santo Graal” delle icone per aumentarne il valore dello suo spot. Domenica scorsa, durante il Super Bowl, Bob Dylan è apparso sugli schermi, chitarra in mano, in uno spot nazionalistico al 100 %, con immagini dell’america tradizionale come la vecchia Route 66 o le foto di lavoratori di inizio secolo, qualche passata icone del cinema ed altre foto del genere. "Detroit ha fatto le automobili, e le automobili hanno fatto l'America" ...
"Questo è un messaggio pubblicitario, ok, ma è un messaggio patriottico che funziona, anche perchè è pieno di buoni sentimenti. Dylan ha sempre lottato per i diritti civili. Promuovere oggi un marchio che ha fatto grande l'America, un marchio in grado di ricreare l'orgoglio, la crescita, la lotta alla disoccupazione, di dare coraggio per affrontare la crisi, non è un paradosso".
Tuttavia, questa alleanza tra il “fiore all'occhiello della protesta” e uno dei simbolidel capitalismo americano non ha entusiasmato alcuni ambienti. "Anche lui, l’hanno avuto..." sembravano gridare in coro alcuni "twit” di fans disorientati nei confronti di una controcultura che non ha ancora finito di vendere il suo fascino.

Bob Dylan uomo sandwich?
Così, l' anticonformista di ieri è diventato il beniamino della pubblicità. E se alcuni fans non sono ancora in grado di accettare la loro ”icona della ribellione di ieri” pienamente integrato nel principio di "win-win" degli anni 2010 (ti vendo il folklore e lo scambio culturale per una bella miniera d'oro e visibilità). Bob Dylan non è nemmeno alla sua prima prova come testimonial: mentre una volta era riluttante ad approvare il suo status di leggenda vivente, nel 2004 si è prestato senza remore per uno spot per Victoria 's Secret.
Il destino della pubblicità sembra raccordarsi con le previsioni dei filosofi Luc Boltanski e Eva Chiapello illustrate nel loro saggio del 1999, lo "Spirito del Capitalismo" si rinnova più in fretta dei suoi avversari. Dunque questo tipo di operazione non è stato inventato Domenica scorsa al Super Bowl. Il linguaggio e lo spirito della pubblicità degli anni ‘90 aveva già impregnato gli studenti di sinistra che nel maggio 1968 lottavano contro una società considerata troppo materialista e contro i valori del movimento (la fantasia, l'autonomia, l’autenticità), come scrisse nel suo saggio “Storytelling” del 2007 Christian Salmon.

"Polemica franco- francese"
Alexandre Sap, non vede male in questo. "La polemica che circonda la pubblicità di Chrysler con Bob Dylan è una polemica franco-francese superata, alimentata dalla nostra incapacità di collegare arte e denaro". Come dice Fabrice Brovelli, il " Mr. Music "dell’agenzia BETC, accusando i critici di essere in malafede: "Coloro che si sono risentiti per questo spot probabilmente non si sono accorti di niente quando la Apple Corporation fu la prima a diffondere musica liberamente sfruttando gli artisti".
Oggi, pochi autori rifiutano la pubblicità dopo l’esplosione di quel fenomeno intorno agli anni 2000, quando il crollo dell'industria discografica impose la creazione di un altro modello di business. Lou Reed, che era anche apparso in uno spot per i caschi Parrot dopo la sua scomparsa, profetizzò, durante la sua ultima apparizione al Festival di Cannes: "In un mondo dove tutto è diventato un download gratuito gli unici che veramente pagano sono gli artisti, ma li salva la pubblicità, bisogna naturalmente scegliere bene, non sarebbe bello vedere Dylan o Jagger in uno spot di Kiloutou o di Krys. "Prima ero troppo presto... Ma questo era prima".

(fonte: http://www.lesinrocks.com/2014/02/16/actualite/doit-pleurer-de-voir-bob-dylan-vendre-des-voitures-11474619/)

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Talkin' 9335 - Gypsy Flag

Oggetto: David Yearsley

Io credo che David Yearsley abbia ragione. Questo spot del superbowl ha un sapore epocale. Per di più ci coinvolge direttamente, come italiani. Che facciamo, spazziamo la cosa sotto un tappeto? Dobbiamo semplicemente ingollare questa palata di banalità e ipocrisie che il "nostro" ci ha propinato? Non sarebbe il caso di dare un segno, di mandare un messaggio - che amiamo Dylan e la sua musica ma non siamo disposti ad accettare una caduta di stile così grave? Per un personaggio che - volente o nolente - ha influenzato la cultura nell'arco di mezzo secolo. Si tratta di un grande e geniale artista acclamato in vita. Questo determina una riverberazione, che forse è da intendersi come resistenza: nei confronti di quegli atti che possano svilire la sua memoria, abbassare il livello della sua arte.

Io propongo un oscuramento temporaneo, per protesta, della Maggie's Farm. Per protesta ma anche per amore.
Divulgando la notiizia di questo oscuramento, cercando di farla arrivare al diretto interessato.
Un oscuramento che non sarebbe altro che un aggrottamento di ciglia, un minimo ruggito di tigre o di gatto selvatico...

Un caro saluto a tutti, Gypsy

Caro Gypsy, capisco il tuo sconcerto e la tua delusione ma credimi, oscurare Maggie's Farm sarebbe davvero una cosa che non porterebbe da nessuna parte, una cosa senza senso. Nessuno può permettersi di dire a Dylan cosa fare e cosa non fare. Ti immagini se, attuando l'oscuramento da te proposto per protesta, il caro vecchio Bob Dylan scrivesse alla Fattoria dicendo:

"Caro Mr.Tambourine,
dovrebbe gentilmente, (sempre le la cosa non è di gran disturbo), fare da intermediario tra me ed il suo lettore Gypsy Flag. Ho impellente necessità di sapere come devo comportarmi d' ora in poi, quale decisioni prendere e quali scelte fare. Spero che lei possa passare il mio appello il più in fretta possibile al sopracitato Gypsy Flag. Nel frattento rimango ansiosamente in attesa di una di lui risposta positiva contenente la sua disponibiltà prima di inviargli l'elenco completo di tutti i miei impegni in modo che lui possa dirmi cosa fare.
La ringrazio in anticipo per tutto quello che potrà fare per me e la saluto distintamente,
Bob Dylan"

Forse dovremmo essere tutti più tolleranti nei confronti di un artista che oltre essere quello che è, leggenda, icona, faro illuminante, voce di una generazione e tutte le altre centinaia di definizioni coniate per lui, alla fine, dopo la sua arte, è un uomo come noi che deve tener fede agli impegni che si è assunto nei confronti di tutti coloro che in un modo o nell'altro lavorano o dipendono da lui. Alla prossima, Mr.Tambourine

 

 
Giovedi 20 Febbraio 2014

Aggiunte due date (9 e 10 aprile) a Tokio e confermate le due date Hawaiane

Le due date alle isole Hawaii che ho menzionato ieri sono state oggi confermate ed aggiunte dal sito ufficiale di Bob Dylan, sono state anche confermate le due date aggiuntive del 9 e 10 aprile allo Zepp DiverCity di Tokio. Altre date da confermare si sono unite, 2 in Irlanda, 1 in Slovakia, 4 in Germania e 2 in Svezia. Ecco l'elenco completo al momento:

Mar 31, 2014 - Tokyo, Japan - Zepp DiverCity

Apr 01, 2014 - Tokyo, Japan - Zepp DiverCity
Apr 03, 2014 - Tokyo, Japan - Zepp DiverCity
Apr 04, 2014 - Tokyo, Japan - Zepp DiverCity
Apr 07, 2014 - Tokyo, Japan - Zepp DiverCity
Apr 08, 2014 - Tokyo, Japan - Zepp DiverCity
Apr 09, 2014 - Tokyo, Japan - Zepp DiverCity
Apr 10, 2014 - Tokyo, Japan - Zepp DiverCity
Apr 13, 2014 - Sapporo, Japan - Zepp Sapporo
Apr 14, 2014 - Sapporo, Japan - Zepp Sapporo
Apr 17, 2014 - Nagoya, Japan - Zepp Nagoya
Apr 18, 2014 - Nagoya, Japan - Zepp Nagoya
Apr 19, 2014 - Fukuoka, Japan - Zepp Fukuoka
Apr 21, 2014 - Osaka, Japan - Zepp Namba
Apr 22, 2014 - Osaka, Japan - Zepp Namba
Apr 23, 2014 - Osaka, Japan - Zepp Namba
Apr 26, 2014 - Maui, Hawaii - Maui Arts & Cultural Center
Apr 29, 2014 - Honolulu, Hawaii - Blaisdell Arena

*da confermare

Jun 16, 2014 - Cork, Ireland - Live at the Marquee (Festival)
Jun 17, 2014 - Dublin, Ireland - The O2
JUn 27, 2014 - Košice, Slovakia - Steel Arena

Jul 01, 2014 - Munchen, Germany - Toolwood
Jul 03, 2014 - Zwickau, Germany - Stadthalle
Jul 07, 2014 - Rostock, Germany - Stadthalle
Jul 08, 2014 - Flensburg, Germany - Flens Arena
http://www.mlk.com/bob_dylan/1986-in_show_concert_2014

Jul 11, 2014 - Stavern, Norway - Staverfestivalen  http://www.stavernfestivalen.no/
Jul 12, 2014 - Kristiansand, Norway Odderoya live festival  Http://fests.eu/it/festival/odderoya-live/?page=4

Jul 14, 2014 - Helsingborg, Sweden - Sofiero Slott och Park
Jul 15, 2014 - Göteborg, Sweden - Trädgårdsföreningen
http://www.livenation.no/artist/bob-dylan-and-his-band-tickets


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Talkin' 9334 - Tarantulalips

Forse mi sono spiegato male e per questo mi scuso, intendo che nemmeno io sarei contento se dylan si vendesse il culo ma per me (al di la del fatto che non considero compromettente lo spot) non spetta a me ne tantomeno a nessunaltro dire se sbaglia o meno. Mi rende nervoso vedere i commenti che ho letto sui siti sui quali era postato il video, cose del tipo: "Alla fine si è venduto pure il menestrello! Non c'è più religione! Che brutta fine....". Ecco questo mi fa venire voglia di mandarli a zappare l'orto. Dylan secondo me non è grande perché ha scritto Blowin' in the Wind o Hard Rain ma per tutto il complesso e tanta gente parla, sono sicuro, senza conoscere nulla al di fuori di quelle canzoni, o credendo che like a rolling stone si scriva con la s alla fine e sia dedicata alla più grande rock and roll band di sempre. Io non firmerei come mio un brano-copia di manish boy, ma lui si e va bene così.
È grande perché ha fatto in modo che noi ci perdessimo nei suoi pezzi, non ha elemosinato nulla e non ha implorato amore per una personalità che NOI non conosceremo mai in tutte le sue sfaccettature. Per questo non bisognerebbe cercare di interpretare nulla secondo me, e accettare l'uomo che non si preoccupa di nascondere la sua natura cangiante. La libertà non si mendica, si esercita. Lui la esercita.

Fondamentalmente il tuo ragionamento funziona, ma è naturale che ogni fan di un cantente, in special modo quelli di Bob, vorrebbero vedere sempre la perfezione nell'artista nel quale ripongono la loro ammirazione per i più svariati motivi. Ci sono poi i critici che sono sempre contro tutto e contro tutti per abitudine, quelli ai quali da fastidio che Dylan continui ad essere l'icona che è e che il suo personaggio leggendario non possa venire scalfito da niente e da nessuno. Certo che questo spot ci ha un pò fatto pensare tutti, ma suvvia ragazzi, io l'ho detto più di una volta, Dylan ha un apparato di persone notevole che ruota intorno a lui e che deve mantenere, e la gente si mantiene coi soldi, cogli stipendi o le partecipazioni. Dylan ha una casa immensa a Malibù, non saprei dire quante persona sul suo libro paga per garantire il corretto funzionameno della casa, poi c'è tutto l'apparato artistico (musicisti, tecnici del suono, roadies più o meno professionali che montano e smontano il palco nel giro di tre ore, autisti di truck, tourbus, viaggi aerei, alberghi per almeno una cinquantina di persone, road manager, manager di questo e manager di quell'altro e chissà quanta gente ho dimenticato di citare, comunque tutta gente che a fine mese deve riscuotere il salario, quindi per pagare stipendi bisogna incassare soldi, e tanti, a questo punto, anche se poco etico o poco professionale ed in contrasto con la figura artistica non vedo perchè Bob debba rinunciare ad un compenso di 5 milioni di dollari (queste sono le voci sul "compenso" dylaniano per la partecipazione allo spot) per dire qualche stronzata che forse nemmeno pensa. Non ci vedo niente di così osceno nel fare il testimonial per Chrysler, Cadillac, Victoria Secret o che altro, anche se la cosa potrebbe ed anzi, fa discutere senz'altro creando un gran clamore, ma stiamo coi piedi per terra, perchè anche Dylan, per quanto grande possa essere, in qualche modo deve portare a casa una barca di soldi a fine mese. Quindi, a volte certe cose non saranno etiche, ma funzionali di sicuro. Alla prossima. Mr.Tambourine, :o)

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Bob Dylan e l' etica di mercato fascista

di Tony Kashani , Truthout | Op -Ed

"Come senators, congressmen, Please heed the call
Don't stand in the doorway Don't block up the hall
For he who gets hurt Will be he who has stalled
There's a battle outside And it is ragin'.
It'll soon shake your windows and rattle your walls
For the times they are a-changin'."
(Bob Dylan – "The Times They Are A-changin'," 1964)


La cultura dello spettacolo
Domenica 2 febbraio 2014 , secondo fonti attendibili, 111.500.000 milioni di persone (soprattutto residenti negli Stati Uniti) hanno visto il più grande spettacolo del mondo noto come “Super Bowl”. Per essere sicuri che questo Super Bowl non fosse dissimile da suoi predecessori, una studiata mercificazione televisiva ha mostrato un pacchetto di mediocrità per essere utilizzate per la vendita di spazzatura inutile. Secondo Bill Wanger, vice presidente esecutivo per la programmazione e la ricerca di Fox Sports, "Il Grande evento televisivo è un ottimo modo per le persone di vivere un evento comune, parlarne socialmente, singolarmente ed in gruppo".
Wagner presuppone che gli spettatori siano consumatori usa-e-getta preconfezionati che hanno perso la capacità di pensare, o che forse non hanno mai sviluppato questa capacità. Pertanto, quello che Fox Sports ed i suoi associati fissano nell’ordine del giorno quelle che sono le regole dell’economia di libero mercato, la gente avrà il solo desiderio comune di seguirle.
Ciò che distingue questo spettacolo dai precedenti non è tanto l' audience da record, nonostante la non-partita del gioco, ma gli spot fantasiosi e le performances musicali di mediocri artisti pop. Una sola cosa separa questo spettacolo dai suoi omologhi del passato: i due minuti di ciance che mitizzavano il patriottismo che vedono Bob Dylan colpevole di averle dette.

Il grande imbroglio
Quando il corporativismo riesce ad acquistare l'anima di un'icona, il poeta del movimento americano per i diritti civili, stiamo assistendo ad un chiaro segno che il mercato distrugge qualunque tipo di etica. Questo è l'uomo che, nel maggio del 1963, abbandonò "The Ed Sullivan Show" dopo che i dirigenti della CBS gli avevano chiesto di non cantare "Talkin' John Birch Paranoid Blues", perché avrebbe potuto offendere i razzisti di destra della John Birch Society. Bob Dylan in seguito ha poi ispirato il pensiero e le azioni di molti altri americani. Ma deve aver infranto molti cuori liberali e progressisti con la sua terribilmente partecipazione allo spot della Chrysler, che era pieno di frasi scioviniste circa l’orgoglio americano con un serio sfondo proto-fascista.
Lo spot si apre con la frase "C'è qualcosa di più americano che l'America?" L'annuncio si chiude poi con la voce di Dylan su una serie di immagini che mostrano il braccio di un uomo che versa una birra, un primo piano di due mani che montano un orologio di precisione e, infine, una fila di teste, per lo più di donne asiatiche, intente al montaggio di telefoni cellulari che ricordano gli onnipresenti (iconici) iPhones. Queste scelte estetiche sono intenzionali, la pubblicità stessa è un mezzo intenzionale. Che cosa lo sentiamo dire? "Quindi lasciate che la Germania faccia fermentare la birra. Lasciate che la Svizzera costruisca il vostro orologio. Lasciate che l’Asia assembli i vostri telefonini. Noi... costruiremo... la vostra auto".

Come scrisse il filosofo americano Harry Frankfurt nel suo libro “On Bullshit”, " Una delle caratteristiche più salienti della nostra cultura è che è piena di tante stronzate. Tutti lo sanno. Ma ognuno di noi contribuisce a prendere la situazione per scontata".

Il fascismo sul Mercato
Quello che dovrebbe scioccare la gente è la frase proto-fascista: "Lasciate che l’Asia assembli il vostro telefonino", detta da un ebreo americano che, a un certo punto della nostra storia, ha combattuto per i diritti dei neri, latini, ebrei, asiatici e altre minoranze in America con le sue canzoni iconiche pieno di poesia ipnotizzante. Bob Dylan ha dimenticato che l'Asia è il più grande e più popoloso continente del mondo riempito con una moltitudine di culture diverse e sede di numerose antiche civiltà, per non parlare della sede di alcune delle fabbriche di automobili più vendute nel mondo, i computer e le tecnologie internet, proprio per citarne alcuni successi? Non sa che la Mercedes-Benz, una volta di proprietà Chrysler e ora Chrysler è una consociata interamente controllata dalla multimazionale automobilistica italiana Fiat? Per essere sicuri , il presupposto di fondo da parte dei produttori della pubblicità è che la maggior parte degli americani - tra cui Bob Dylan - sono troppo ignoranti per sapere queste cose e si può anche ipotizzare più di 4 miliardi di persone asiatiche sono semplicemente lavoratori per l'assemblaggio dei computer di Apple Corporation; i Tedeschi sono buoni solo per la produzione di birra, e gli svizzeri possono fare solo orologi di fantasia.

Questo è l'uomo che ha scritto "The Times They Are a-Changin". Dylan ha detto di "The Times They Are a- Changin' ". "Questa è sicuramente una canzone con uno scopo, volevo scrivere una grande canzone, una sorta di canzone a tema, con brevi versi concisi che ammucchiati gli uni sugli altri in modo ipnotico. Il movimento per i diritti civili e il movimento folk erano abbastanza vicini e alleati insieme in quel momento".

Si spera che l' ironia di questa situazione non si perda sulle persone che hanno guardato questo annuncio mitizzato. A giudicare dai milioni di visite che lo spot ha avuto su Youtube, molte persone in tutto il mondo, tra cui molti asiatici, tedeschi e svizzeri l’ hanno cercato per guardarlo.

L'agenda neoliberista
Questi sono elementi di fatto che l'agenda neoliberista ha raggiunto i suoi obiettivi principali nel mercificare il tutto, eliminando un'etica fondata sulla moralità di tutti gli aspetti della nostra società, e, infine, trasformare il corporativismo in un'etica, priva di una eventuale morale.
C'è da meravigliarsi? Viviamo in un' epoca in cui le nostre scuole pubbliche sono dirette a costruire con programmi progettati per soddisfare il minimo comune denominatore, le banche commerciali e le società che gestiscono i fondi monetari truffano il pubblico e creano un tracollo finanziario su scala globale, eppure vengono rese operative con i soldi dei contribuenti. Siamo in un'epoca in cui l’anti-intellettualismo è venerato, e l'industria culturale, dominata da una manciata di poche persone, ha deciso che non c'è più bisogno di creatività anche per il più basso livello di comune denominatore. Evidentemente, essi presuppongono di avere una grandissima moltitudine di consumatori docili pronto a comprare qualsiasi cosa confezionata o per una rapida soddisfazione. Questo è ciò che Henry Giroux chiama "politica zombie e la cultura ", nel suo libro , “Zombie Politics and Culture in the Age of Casino Capitalism“. Questa è l'età in cui la maggior parte delle persone vengono acquistati e venduti nel mercato solo per sentirsi dire che sono liberi, liberi di scegliere il prodotto che hanno scelto.

Speranza ed immaginazione
L’episodio della svendita di Bob Dylan è emblematico del trionfo del neoliberismo e il suo zelo religioso per il fondamentalismo di mercato. Questo è ciò che Margaret Thatcher e Ronald Reagan avevano in mente quando hanno costruito la loro alleanza 30 anni fa. Volevano acquistare il maggior numero di Bob Dylan che potevano vendere patriottismo e una nuova forma di fascismo nei mercato del mondo. Sapevano che il mito vince sempre sui fatti e la realtà per le strade. Ci riusciranno anche questa volta? Forse i voti ci dicono che hanno trionfato. Dopo tutto, i numeri non mentono, o no? Vi è un numero che è assente dalle notizie e dai resoconti dei media, quanti sono coloro che hanno deciso di sintonizzarsi per vedere questa narrazione fraudolenta di questa grandezza. Essi possono essere contati. Il mondo è abitato da quasi 7 miliardi di persone, e il 38,8 per cento di questa popolazione utilizza internet con regolarità. E possiamo essere sicuri che questo numero salirà rapidamente. Essi sono collegati e interconnessi. Parlano tra di loro e si scambiano messaggi audiovisivi di dissenso, speranza e cambiamento. A giudicare da ciò che sta accadendo in tutto il mondo, nonostante il caos in luoghi come la Siria, c'è molto spazio per l'ottimismo. La storia ha dimostrato che quando un impero prevale, si ha un posto dove andare, ma verso il basso. L'implosione avverrà. L’ “Occupy Muvement” ci ha dato un assaggio della rivolta nonviolenta contro il neoliberismo. I semi della rivoluzione globale sono piantati, e più Bob Dylan acquistano per la loro ideologia, la maggioranza delle loro nudità si rivela. L' imperatore ha vestiti? Forse un pannolino pò allentato rappresenta il guscio di un vecchio poeta. Possiamo immaginare un mondo migliore e poi agire su quella immaginazione. Infatti, i tempi sono cambiati, quando il tempo di un'idea arriva nessuna forza di mercato può fermarlo.

(Fonte:http://www.truth-out.org/opinion/item/21853-bob-dylan-and-the-ethics-of-market-fascism)

 

 
Mercoledi 19 Febbraio 2014

News sul Tour 2014 da John Baldwin di Desolation Row Newsletter

Il tour europeo 2014 inizierà in Irlanda il 16 giugno e terminerà il 17 luglio. Come già detto prima, non ci saranno spettacoli nel Regno Unito, Italia e Croazia, ma, contrariamente alla credenza precedente, pochissimi spettacoli saranno in Europa orientale, la metà dei quali di nuovo in paesi che il tour ha visitato lo scorso ottobre/novembre e anche in Europa centrale. Il Tour sarà un mix di Festival, Arene e spettacoli in piccole venue. Le date ufficiali sono attese a breve.


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Bob Dylan terrà due spettacoli alle Hawaii

di Elizabeth Kieszkowski

Bob Dylan , una figura torreggiante nella storia del rock' n' roll, sarà alle isole Hawaii per due concerti in Hawaii, il 26 aprile al Maui Arts & Cultural Center e il 29 aprile alla Blaisdell Arena.
I biglietti saranno in vendita dalle ore 9:00 di Sabato per lo spettacolo della Blaisdell Arena nei punti vendita Ticketmaster e al botteghino della Blaisdel. I membri del MACC possono acquistare i biglietti per lo spettacolo di Maui dalle ore 10:00 di Sabato, e i biglietti saranno disponibili al pubblico il 1 marzo.

(fonte: http://www.staradvertiser.com/s?action=login&f=y&id=245927861&id=245927861)

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La comparsata senza vergogna di Bob Dylan

by David Yearsley

Dato che i giovani era stata ben serviti di messaggi non riguardanti il football nella prima parte del Super Bowl, è stato giusto che i vecchi abbiano contrattaccato con i loro annunci che non riguardavano certo l'orgia annuale di sesso e violenza, il consumismo e il militarismo che impazza negli spot televisivi. Perciò abbiamo dovuto assistere alla visione sgradevole di Bob Dylan che sviolinava l’ultima berlina della Chrysler in uno spot esageratamente saturo di spazzatura patriottica sull’orgoglio di essere americani, con in sottofondo una sua canzone.

Se non fosse stato per l' esigente make-up e hair-styling, uno avrebbe potuto ipotizzare, o almeno sperare, che questa vecchia polena della controcultura e voce di protesta di una generazionenon non fosse stato ingaggiato per un multi-milionario spot delle auto della Chrysler e che fosse stato INVECE scelto per fare un annuncio senza compenso per le ultime vestigia dell' industria americana. Infatti, dal momento che Dylan teoricamente non è uno che ha bisogno di soldi, questo annuncio avrebbe potuto essere stato il suo regalo al popolo americano, un aumento gratuito di fiducia che arriva giusto dopo un lunghissimo periodo di crisi.

Ma era chiaro che Dylan aveva incassato l'assegno per questa mendace peana (Nella letteratura greca la parola “peana” indicava un canto corale in onore del dio Apollo, considerato il guaritore. In greco "paián", da cui la denominazione dell'inno, in seguito il peana venne dedicato anche ad altre divinità o a uomini illustri e recitato in occasione di vittorie militari, matrimoni e durante banchetti e riti sacrificali. Ne composero i poeti greci Bacchilide e Pindaro. Per estensione vengono definiti peana anche discorsi o poesie che lodino con particolare enfasi eventi o persone. Fare peana vuol dire fare il cortigiano, adulare, piaggiare, lustrare, ossequiare, far la corte, lisciare, menare il turibolo, piagellare, insaponare, ungere) dopo averci propinato una malinconica sequenza di parole molto al di sotto del valore di quelle di "Song to Woody" o "It’s All Over Now, Baby Blue".

Questo spettacolo, presentato durante l’intervallo della partita, è stato veramente deprimente, fin dalla frase d’apertura dello spot, di una banalità delirante senza precedenti ("C'è qualcosa di più americano che l'America?") per poi andare verso la fine con una sequenza infantile: "Lasciate che la Germania faccia la birra. Lasciate che la Svizzera facciai vostri orologi", intonava il vecchio bardo. "Noi costruiremo la vostra auto", il tutto costretto entro i due più truci minuti di falsità nella storia della pubblicità nel Super Bowl, banalità servita a colpi di commensali e caffè fumanti, mustang allo stato brado, cheerleaders, un cartello stradale della Route 66, James Dean, Marilyn Monroe, Dr. J, nodi gordiani di svincoli autostradali, lavoratori alla catena di montaggio delle auto del defunto centro di Detroit, col vecchio Dylan che si aggirava in un negozio di chitarre e guardava una altrettanto vecchia sua fotografia, spettacolo che ha fatto strabuzzare gli occhi al pubblico televisivo. Era così surreale che molti spettatori di una certa età devono aver pensato che il loro idolatrato eroe ospite nel Super Bowl fosse caduto di nuovo nell’uso di LSD.

Il più grande di questi cerchi concentrici pieni di menzogne è stata l'assurdità detta da Dylan di come non sia possibile copiare una vera eredità americana o raffreddare il cuore e l'anima dei lavoratori americani. Chrysler è ora di proprietà della Fiat, che legalmente non è più italiana e avrà presto la sede legale in Olanda. Che questa multinazionale abbia ridato vitalità alla Motor City è cosa tristemente ridicola. Detroit ha ormai perso due terzi della sua popolazione e le luci stradali sono diventate molto rare perchè nei quartieri più lontani dal centro città sono state addirittura spente. Mentre Dylan strimpellava ipnoticamente il suo motivo “Things Have Changed” si cullava nel mare della banalità.

La Storia americana è piena di fatti ricorrenti che raccontano la nascita del Paese, come quella di Custer che muore al Little Bighorn nel 1876 quasi 100 anni dopo il giorno nel quale l’America si staccò dalla Gran Bretagna. Nel regno della musica e della politica, la fine della Seconda Guerra Mondiale in Europa fu annunciata sulla facciata del New York Times il giorno 8 maggio 1945 nascosta in mezzo a titoli tra i quali un articolo che diceva che Aaron Copland aveva vinto il premio Pulitzer per l’Appalachian Spring, una banale storiella di un un contabile musicale ottimista dell'innocenza americana mentre la nazione usciva dalla guerra come la più grande superpotenza del mondo.

Allo stesso modo la presenza spudorata di Dylan nel folle spot è andata in onda al Super Bowl meno di una settimana dopo la morte di Pete Seeger, “roccia di integrità musicale e morale”. L’artista più vicina a Seeger mai arrivata al Super Bowl, Madonna, si rifiutò di fare una cover della sua "If I Had Hammer" poiché, come Dave Marsh in CounterPunch ha riferito, si volevano cambiare le parole in “Se avessi un martello / mi piacerebbe distruggere la tua fottuta testa”. Forse è una buona cosa che Pete che non abbia potuto vedere e sentire Dylan raccontar favole in modo ridicolo.

Una versione romanzata del giovane Dylan fa da cameo spettrale alla chiusura dell'ultimo film dei fratelli Coen, “Inside Llewyn Davis” fortuitamente, almeno per il filmmaker, pubblicato all'inizio del mese dopo la morte di Pete Seeger. Principalmente ambientato nel Greenwich Village nel 1961, il film segue le disavventure e le peregrinazioni del giovane protagonista, ed i Coen lasciano generosamente spazio a spettacoli di ballate folk interpretate dal cantante e chitarrista interprete Oscar Isaac. Forse la più solipsistica di una lunga serie di studi in stile (Il solipsismo, dal latino solus, "solo" e ipse, "stesso": "solo se stesso", è la credenza secondo cui tutto quello che l'individuo percepisce venga creato dalla propria coscienza. Di conseguenza, tutte le azioni e tutto quello che fa l'individuo è parte di una morale prestabilita dal proprio io, ubbidendo pertanto solamente a quello che quest'ultimo dice, al di là delle leggi prestabilite dal mondo esterno, da altre soggettività), è stranamente preveggente che i Coen facciano qualcosa sul filone del folk revival americano che precede in definitiva Dylan alla sua debacle nel Super Bowl. .
Il Llewyn Davis dei Coen è un personaggio alla ricerca di se stesso, sessualmente irresponsabile, un irresponsabile infantile che si preoccupa solo di sè stesso. Anche se c’è un pò di talento e un pizzico di autenticità in ciò che fa, Davis rappresenta semplicemente una lezione sulla verità che il successo, la celebrità, viene distribuita quasi casualmente. Mentre è alla ricerca di concerti e luoghi per dormire, Davis partecipa ad una sessione di studio per alcune stupide canzoni pseudo-hillybilly, ma è così sconfortato dal compenso e sprezzante dei meriti della musica che ha appena composto che firmerà la sua rinuncia alle royalties. Nel corso della settimana successiva la sua canzone comincerà a diventare un successo, lasciando il povero Davis letteralmente fuori al freddo a cozzare ripetutamente contro il muro di mattoni del suo fallimento. Davis decide di tornare allora al suo lavoro come marinaio, rinunciando non solo per al suo obiettivo di una carriera musicale ma all’America stessa. Nel popolare ritrovo musicale del Village, il Gaslight, Davis dà una finale performance molto sentita prima di uscire dalla porta e subire un brutale pestaggio da parte del marito di una cantante con la quale si era ubriacato la sera prima. Come Davis lascia il club sentiamo e vediamo una silhouette nella scena successiva, un chitarrista dalla voce ghiaiosa, Dylan stesso, cantare “Farewell”, la sua versione di " Leaving di Liverpool". Con il passare delle navi nella notte del Greenwich Village, i Coen cercano di spremere qualche goccia di intensità fuori della sconfitta di Davis, anche se è difficile immaginare perché qualcuno dovrebbe davvero preoccuparsi per la sua definitiva uscita dalla storia della musica. I Coen puntano molto di più a mettere in risalto la magia del momento della nascita di una stella.

La storia narrata dai Coen contiene la verità su Dylan e la sua rotta di collisione con il Super Bowl: che le umili origini possono sempre essere dimenticate per un giusto compenso.

(fonte: http://www.counterpunch.org/2014/02/14/the-shameless-descent-of-bob-dylan/)

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A PROPOSITO DI DAVIS, quella "roba" nostalgica siamo noi             clicca qui

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Off Topic: Sanremo 2014, una ciofeca da qualche milione di euro.

Mi rendo conto che l’argomento interesserà veramente pochi lettori, ma fate finta di niente e lasciatemi sfogare. Vedere come buttano nel cesso i nostri soldi i “sapientoni” della Rai è una roba che fa venire da vomitare.
Sentire uno che spesso e volentieri inciampa nelle parole presentare uno spettacolo in Eurovisione è deprimente, (che peccato che Pippo Baudo abbia ormai 136 anni!!!!), sentire le scontate volgarità della Littizzetto non fa più neanche ridere, ispira solo una grande compassione per un’artista ormai fossilizzata nella descrizione su uso ed abuso degli attributi sessuali. Vedere Raffaella "Pelloni nipote del Passator cortese, re della strada e re della foresta (parole della Carrà nazional-popolare)", 71 anni il prossimo 18 giugno, rughe mal mascherate in ogni dove, pancetta da pensionata, ridicolmente vesita come una punk-metallara-icona-gay di 18 anni, cantare e ballare in playback è una cosa che ti stringe il cuore, che brutto quando un’artista non sà invecchiare, proprio come McCartney o i Pooh tutti rifatti e tirati da far addirittura senso.

  

Stendiamo, per senso di pudore perchè si pensa che la musica sia un’altra cosa, un velo pietoso sui cosidetti “campioni” o “big” che dir si voglia ai quali di big e di campioni non è rimasto più niente se non un triste ricordo di qualche momento di gloria passata. Spezzo una lancia in favore di Cristiano De Andrè, ingrassato come un tacchino per il “Thanksgiving day” (perchè ha smesso di fumare) ma almeno autore di due canzoni con un buon testo.
Unica nota lieta della serata, oltre alla bellissima apertura di Ligabue accompagnato da Mauro Pagani alla Mandola in un'ottima cover di una canzone di Fabrizio De Andrè tutta cantata in dialetto genovese, la partecipazione come ospite, del buon vecchio e per anni grande desaparecidos della musica Cat Stevens, con tre canzoni che hanno fatto venire a tutti le lacrime agli occhi per l’emozione, con una immensa finale “Father and Sons” che ha fatto scattare una spontanea e meritata standing-ovation da parte del ricco pubblico sanremese.

A bocce ferme, oltre il piacere di aver rivisto il vecchio Gatto Stefano, mi è venuto proprio da dire, parafrasando Ramazzotti, “Caro vecchio Bob.......- grazie di esistere - !!!!!!!!!!!

Mr.Tambourine

 

 
Martedi 18 Febbraio 2014

Talkin' 9333 - Gypsy Flag

Oggetto: Nuova versione di Union sundown (da Infidels):

Well, my shoes they come from Singapore,
My shirt is from Taiwan,
My pants are from Malaysia,
My necktie's from the Amazon.
Saxophone is from the Philippines
My car's a Chrysler, don’t you see?
It’s put together by people I don’t know
Somewhere down in Italy.
Bè le mie scarpe vengono da Singapore
le mia camicia da Taiwan
i miei pantaloni dalla Malesia
la mia cravatta dall'Amazzonia
il sassofono dalle Filippine
la mia macchina è una Chrysler, non vedi?
è stata fabbricata da gente che non conosco
da qualche parte giù in Italia


Well, it's sundown on the union
And what's made in the U.S.A.
Sure was a good idea
Till greed got in the way.
Bè è il tramonto sul sindacato
e ciò che è prodotto negli Stati Uniti
Sicuramente era una buona idea
finchè non è nata l'avidità


Cari saluti, Gypsy


Ottima versione Gypsy, allora completiamola visto che l'argomento è proprio in tono con lo spot "incriminato":

Well, the perfume is from China,
Ear-rings are from Japan.
Belt buckle's from the Himalaya,
The dog collar's from Pakistan
Chain says "Made in Brazil"
Where a woman slaved for sure,
Taking home sixty cents a day to a family of twelve,
A lot of money to her.
Bene, il profumo viene dalla Cina
gli orecchini dal Giappone
la fibbia della cintura dall'Himalaya
e il collare del cane dal Pakistan
La catena dice "Made in Brazil"
dove una donna che di certo lavora come una schiava
porta a casa sessanta centesimi di dollaro al giorno
per una famiglia di dodici persone
e sono un sacco di soldi per lei


Well, some people complainin' that there is no work.
I say, "Brother, how can that be?
When nothin' you got is U.S.-made?"
It all comes from across the sea.
They call it religious capitalism
Under corporate command
It says, "Nobody gets hired to do anything
That can be done cheaper in some other land"
Bene, alcuni si lamentano perchè non c'è lavoro
Io rispondo: "Fratello, come potrebbe essere diverso?
quando niente di quello che hai viene fatto negli Stati Uniti?"
Viene tutto da oltreoceano
Lo chiamano capitalismo religioso
sotto il controllo delle corporazioni
Sai com'è, "Nessuno viene pagato per fare qualcosa
che può essere fatta in qualche altro paese con minor spesa"


Well, the drug dealers are making big profit
Oh yeah, they say times were tough for a while.
When the Russians bomb Las Vegas,
They'll be on a desert isle.
And them big manufacturers aren't starving, though
Their profits are down beyond belief.
Got to have to send them a care package,
Or make it food relief.
Bene, i trafficanti di droga fanno grandi profitti
Oh sì, dicono che i tempi sono stati duri per un certo periodo
Quando i Russi bombarderanno Las Vegas
loro saranno su un'isola deserta
E quei grandi industriali non stanno morendo di fame,
sebbene i loro guadagni scendano oltre misura
Bisogna mandar loro pacchi-aiuto
oppure generi di conforto

All that steel and aluminum
Venezuela, El Salvador.
Well, the unions are big business,
But they're going out like a dinosaur.
Well, they used to grow food in Kansas,
Now they want to grow it on the moon.
They want to take your home garden away,
That day is coming pretty soon.
Tutto quell'acciaio e quell'alluminio
viene dal Venezuela e da El Salvador
Beh, i sindacati sono un grosso affare,
ma sono in via di estinzione come i dinosauri
Beh, una volta in Kansas ci coltivavano i campi
ora le coltivazioni vogliono farle sulla Luna
Vogliono toglierti anche l'orticello dietro casa,
e quel giorno arriverà presto


There's a man with a black face in the White House,
Who's got no name or important ties.
Just as long as he understands the shape of things to come,
He can stay there till he dies.
Got to be an invisible man
Not a front man like Marchionne for some diseased cause.
Certainly not a union man, a Fiat/Chrysler man,
Not a man tied to social laws.
C'è un uomo con il viso nero alla Casa Bianca,
uno senza nome e senza legami importanti
Finchè riesce a capire la forma delle cose a venire
può restar lì fino alla morte
Dev'essere un uomo invisibile
non un uomo come Marchionne per qualche causa malata
Certo non un uomo del sindacato, un uomo della Fiat/Chrysler,
nè un uomo soggetto alle leggi della società.


Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 9332 - Corrado Ori Tanzi

Ciao Mr. Tambourine,
nel mio blog dedicato alla cultura americana ho pubblicato un pezzo su Forgetful Heart, immaginando una sorta di "vita dentro la canzone". In altre parole, come questa canzone mi parla e cosa mi comunica.
Se pensi che la cosa possa interessare ecco il link:
http://8thofmay.wordpress.com

Bob on! Corrado.

Ciao Corrado, davvero un blog ben fatto, consiglio a tutti i Maggiesfarmers di seguirlo, grazie and always Bob on! Mr.Tambourine

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Talkin' 9331 - Miscio

Caro Mr. Tambourine,
il messaggio è indirizzato a Maria Rosa che non riconosce il gattone:

 

E' la bandiera gloriosa del mondo dell'Esperienza, dove si costruisce e si distrugge (Detroit lo sa bene) e ovviamente sta ruggendo verso di noi tutti, che siamo il suo pasto quotidiano. Può solo essere sconfitta dal potere dell'Immaginazione umana, per questo i saggi la cantano senza paura:
http://www.allmusic.com/song/tyger-mt0007693210
[Calma ragazzi, volevo solo strapparvi un sorriso. Del resto nel mio caso sarebbe calzante quel gustoso aneddoto riferito da Bertrand Russell: al termine di una sua conferenza sull'astronomia fu avvicinato da una vecchietta che gli rinfacciava di aver detto un cumulo di sciocchezze, perché in realtà il mondo era un disco piatto appoggiato sul dorso di una tartaruga. Alla domanda leggermente caustica di Russell, sul dove si appoggiasse la tartaruga, la vecchietta imperturbabile rispondeva “su un'altra tartaruga”. E l'esoterico sapere della bisnonna non si è perduto...]
ciao, Miscio


Grazie, giro tutto a Maria Rosa, :o)

 

 
Lunedi  17 Febbraio 2014

Talkin' 9330 - Tarantulalips

Mi aggiungerò anche io alla soap Chrysler.
Da giorni vedo fiumi di parole sprecate per dire se sia o no paradossale o se sia o no sbagliato quello che Dylan ha fatto.
Bene, per quanto mi riguarda può fare ciò che vuole, dovrebbe poter andare a vendere il culo per cinque euro se ne ha l'intenzione. Non è una questione di soldi.
Allora il fatto che Guccini da 50 anni ci propina la stessa fanfara (trionfi la giustizia proletaria... La fiaccola dell'anarchia.. Ecc.) e sale sul palco vestito come un barbone per poi vivere nella ricchezza ed essere culo e camicia con il renziano Farinetti non scandalizza nessuno?
Senza entrare in paragoni musicali dall'esito scontato, da questo punto di vista preferisco Dylan.
Senza contare che Marchionne e la Fiat sono visti negli states (vedi il rispetto che ha Obama, non proprio un conservatore, per l'Ad della nuova FCA) come i salvatori del mercato dell'auto in america nonostante Detroit sia fallita. "Verità e bellezza sono negli occhi di chi guarda" si diceva in Masked and Anonymous. Noi, Marchionne lo vediamo come un burattino della famiglia che con gli aiuti di stato si è arricchita e si è comprata mezza Torino, oltre che un uomo che guadagna centinaia di volte lo stipendio di un operaio.
Non è una questione di soldi, chi pensa di saperla più lunga secondo me dovrebbe provare a scrivere cose tipo Mr.Tambourine man, Vision of Johanna, Positively 4th street, Blind Willie mc Tell, Cold Irons Bound o Mississippi è poi sfoderare la propria superbia.
Lui può fare quello che vuole.

Caro Tarantulalips, che Dylan sia padrone di fare quello che vuole non lo mette in dubbio nessuno, ma l'affermazione che i commenti e le opinioni dei suoi fans siano un inutile spreco di parole non mi vede d'accordo. Con questo metro di giudizio anche le tue parole diventano solo altre parole sprecate che si aggiungono a quelle numerose già scritte sull'argomento Chrysler, almeno secondo quanto scrivi all'inizio della tua mail. Se, a tuo parere, che tutto ciò che è stato scritto su tutti i giornali ed i siti del mondo sulla Chrysler-story e la partecipazione a questa che tu definisci una soap da parte di Dylan siano tutte opinioni buttate nel cesso sei padronissimo di pensarlo, ma allora non capisco perchè tu abbia sentito la necessità di aggiungere il tuo parere al fiume di parole sprecate. Scusa la mia franchezza, ma non penso che se domani uscisse su tutti i Media del mondo la notizia che Dylan si è venduto il culo per 5 euro (come dici tu) noi saremmo tutti contenti o indifferenti o non avremmo niente da dire sulla questione solo perchè lui può fare quello che vuole. Tutti al mondo possono fare quello che vogliono, nessuno lo può impedire, ma se sei una persona importante come lui, una grande icona della musica, o forse la voce di una generazione come qualcuno l'ha descritto, un artista che ha costretto il folk ad andare a letto col rock, uno scrittore che ha portato la poesia nei juke-box e via con arcinote definizioni di questo tono, bhè, forse non sei più tanto libero e non puoi lamentarti se tutto il mondo commenta positivamente o negaticamente le tue azioni, le tue prese di posizione o le tue scelte materiali oltre che morali. Uno come Dylan , che gli piaccia o no, oltre al fatto di poter dire e fare quello che vuole, ha anche una etica professionale da rispettare, proprio quel tipo di etica che prima l' Avvocato attraverso le persone di Valleta e Romiti ed ora gli Elkann con Marchionne si sono mangiati senza il minimo rimorso nei confronti di una nazione come la nostra che ha sempre pagato e sta ancora pagando per le loro decisioni. Penso che siano in molti ad essere d'accordo col tuo giudizio su Marchionne e tutto l' ambaradan che lo circonda, ma in molti si sono chiesti perchè Dylan abbia accettato di essere iscritto nel loro libro paga. Certamente avrà avuto i suoi sacrosanti motivi per accettare di fare il testimonial di FCA, di Cadillac, Di Victoria Secret o di Chobani yougurt, e se non è questione di soldi viene spontaneo chiedersi, ma allora è questione di cosa? Non credo che ci possa essere niente di poetico o patriottico nello spot Chrysler, per questo, giustamente, milioni di fans e non, si sono chiesti il perchè di questa partecipazione. Sarà giusto? Sarà sbagliato? Sarah Ferguson? Non te lo saprei dire, ma capisco e giustifico tutti coloro che si sono sentiti di esprimere la loro opinione, positiva o negativa, pro o contro Dylan, pro o contro i critici, pro o contro questo sito che ha postato solo una infinitesimale parte dei fiumi di parole che sono state scritte sull'argomento. Non sei stato l'unico prendere posizione contro coloro che hanno pacatamente espresso il loro parere, anche Daniele Ardemagni "Ardez" ha scritto dicendosi stupito o sorpreso (Quante storie per uno spot ragazzi...a me in fondo Dylan diverte quando si cimenta in "attore" e l'ho trovato simpatico e se questo potrà contribuire ad aumentare posti di lavoro con la produzione di auto ben venga..al di là di questo Dylan ha fatto sempre quel che gli pareva e il più delle volte il tempo gli ha dato ragione) per le piccole polemiche con relative opinioni che questo spot ha innescato. Venerdì sera, quando ho postato la mail di Daniele, non stavo bene ed avevo bisogno di coricarmi e riposare, cosa che mi ha tolto la possibilità di rispondergli come invece avrei voluto fare. Daniele ha usato (come suo solito, ormai non è più una notivà) il suo tomahawk per ridurre a pezzettini tutto quello che secondo il suo modo di vedere le cose non gli garbava. Ha chiamato alcuni di noi "vecchi nostalgici e noiosi lamentatori di professione", ma noi che lo conosciamo, che sappiamo la sua fede assoluta in Dylan che sconfina nel farlo paladino dylaniano che rifiuta e combatte ogni genere di critica contro il suo idolo, non ce la siamo presa, sappiamo che questo è solo il suo modo di esprimersi senza voler offendere nessuno ed abbiamo imparato ad incassare questi "aggettivi" senza rancore, in fondo anche Daniele esprime la sua esigenza di difendere e giustificare Dylan come altri esprimono la loro esigenza di attaccare e criticare Bob, ma il tutto avviene con fair-play anche se le opinioni sono nettamente contrastanti. L'amico Duluth 49 ha visto la cosa come una semplice pubblicità che non gli ha detto niente di particolare, Miscio, Maria Rosa Ventura, Stefano Barbieri, Harold Lepidus ed io stesso abbiamo scritto le nostre opinioni sulla faccenda, ed altre opinioni di altri Maggiesfarmers su argomenti diversi possono essere lette andando a ritroso nel tempo giorno per giorno. Potremmo dire che giorno per giorno, tutto lo scibile riguardante Bob Dylan è stato trattato, analizzato e discusso su queste pagine e penso che il tutto costituisca un grosso patrimonio. Si è scritto di cose serie e di sciocchezze senza grande importanza, si è difeso e criticato Dylan, ognuno ha dato un contributo fondamentale per creare quel patrimonio che ancora oggi si chiama Maggie's Farm, ed io penso di essere nel giusto continuando a difendere il principio che ognuno di voi, sia che segua costantemente o saltuariamente la Fattoria. abbia il sacrosanto diritto di scrivere tutto ciò che ritiene opportuno su Dylan continuendo ad espandere la nostra conoscenza dylaniana che è fatta di tante piccole parti che messe insieme formano un gigantesco tutt'uno. Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

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European Tour 2014: le due date Irlandesi

Bobblinks ha pubblicato le prime due date del  tour europeo 2014:

16/6/14 Cork, Ireland - Live at the Marquee (Festival)
17/6/14 Dublin, Ireland - The O2

Il sito ufficiale bobdylan.com non ha ancora però confermato le date. Probabilmente verranno confermate assieme ad altre che andranno a comporre il tour europeo che sarà reso noto a breve.   

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Lucca Summer Festival, ospite Elisa, in forse Bob Dylan                   clicca qui

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Odolo: «Full immersion» nel mondo del rock                                      clicca qui

 

 
Sabato 15 Febbraio 2014

Talkin' 9329 - Daniele Ardemagni "Ardez"

Quante storie per uno spot ragazzi...a me in fondo Dylan diverte quando si cimenta in "attore" e l'ho trovato simpatico e se questo potrà contribuire ad aumentare posti di lavoro con la produzione di auto ben venga..al di là di questo Dylan ha fatto sempre quel che gli pareva e il più delle volte il tempo gli ha dato ragione.
Chi invece non riesco a sopportare ( e nel mio entourage dylaniano grazie a Dio non ce ne sono) sono tutte ste nostalgie, queste continue lamentele su cosa ha fatto negli ultimi anni..a volte quando leggo certi interventi non capisco se sono su un sito dedicato a Dylan o semplicemente su un Dylan-gossip, Dylan-lamentele.
Certo, sarò un fan anomalo per certe mie preferenze dylaniane...Tempest, Modern Time, Time Out Of Mind, Shot of Love, Street Legal e Another side of Bob Dylan sono i miei album preferiti. Adoro Tempest perchè dopo quel capolavoro di MD uscì TTL che, nonostante sia un disco accettabile l'ho trovai nettamente inferiore al precedente e pensai che la vena creativa si fosse affievolita...mentre poi, come hanno anche detto Bubola e De Gregori (dylaniani doc oltre che grandi autori) il genio è tornato con Tempest (dall' 11 settembre 2012 nel mio lettore ci capita tutti i giorni di fisso, anche se ora col bootleg di Milano preferisco ascoltarlo live). Sarò pure anomalo per non aver mai apprezzato Blood On The Tracks o perchè riascoltandoli ora trovo datati i dischi della svolta elettrica senza nulla togliere all'importanza che hanno avuto ai tempi della loro uscita.
Può entusiasmarmi l'idea del circo vagante della RTR ma trovo certi arrangiamenti non di mio gradimento..seguo Bob in modo "ossessivo" dal 1997, quando lo vidi come semplice ammiratore cantare davanti al Papa e a fine dell'esibizione mi accorsi di essermi dylaniato, non tanto per la qualità del canto sofferto visto che usciva da poco da una convalescenza dovuta all'infiammazione cardiaca avuta a maggio ma perchè vedevo un uomo dalla grande anima che sofferente cantava per un altro uomo di grande fede già molto sofferente anche lui..Poi Bob come tutti sappiamo si è ripreso alla grande..al che, senza voler sentire pareri di "esperti" (mi avrebbero condizionato l'ascolto pregiudicando magari un disco che avrei potuto considerare splendido come un disco mediocre) cominciai il mio acquisto di tutti gli album...registrazioni di bootleg vari, oltre quelli stampati ufficialmente dalla sony (il mio preferito naturalmente è Tell Tale Signs versione deluxe mentre quello ascoltato di meno è quello dedicato alla RTR ). Così non trovai sti grandi capolavori, almeno all'inizio dischi come Desire o BOTT e non così scadenti Empire, Down in the groove (ok che qui si tratta di cover ma pure qui ci trovai capolavori come Death is not the end) e trovai ascoltabile e piacevole Under the red sky, che forse peccava di una registrazione troppo veloce e che meritava di essere prodotto meglio. E che dire degli album della conversione? Una triade meravigliosa...perfetta se solo Saved fosse stato inciso live come avrebbe voluto Bob. Poi dal 2000 in poi tanti concerti..il primo a Milano al Palavobis, poi Brescia (eccezionale), Como, Bergamo, Padova altre volte Milano, Barolo (grandioso) e poi in ultima ancora Milano agli Arcimboldi, concerto con una scaletta di gran classe incentrata molto su Tempest (che il pubblico ha saputo apprezzare molto, almeno nella serata del 3 novembre ma anche nelle altre a detta di chi si è fatto tutti e tre i concerti...beati loro), su canzoni che non suonava da anni come What good Am I? o She belongs to me...qualcosa tratto da Blood On The Track, qui davvero ascoltabile e la cosa più bella che ho potuto notare è come certe delle ultime canzoni sia tratte da Tempest o Forgetful Heart e Love sick siano state salutate come dei grandi classici. Dei concerti visti fin'ora ho trovato un pò fiacco quello del 2009 a Milano prima del ritorno di Charlie Sexton alla chitarra e quella a fianco di quello che io chiamo "il muratore in pensione" ovvero Knopfler, non tanto per l'esibizione di Dylan che fu grande, ma per la maleducazione dimostrata dai fans dell'ex Dire. La vera scaletta rivoluzionaria ultimamente credo sia proprio stata quella del tour teatrale mentre a Roma ha fatto una scaletta che poteva essere quella di qualche anno fa. Quanto all'ultimo bootleg sono contento che sia uscito soprattutto perchè molti hanno avuto modo di rivalutare quel tanto "famigerato" Self Protrait che alla fine non era poi così male, specialmente se si tolgono certi "orpelli" country come ci ha dimostrato il BS 10.
Mio padre che segue Bob da Blowin', come tanti altri ultrasessantenni sentiti sono rimasti entusiasti delle ultime produzioni, Tempest su tutte. Le cose che non sopporto, oltre ai soliti nostalgici che farebbero meglio mettersi in pantofole e riascoltarsi BOTT fino allo svenimento o che quando vanno ai concerti pretenderebbero magari di vedere il vecchi furgone VW sul palco e che Dylan si ripeta come in realtà non ha mai fatto volendo cantare con lui stile karaoke come farebbero ai concerti di Biagio Antonacci o Pausini (ma anche di altri rocker...ecco la grandezza di Bob: nei suoi concerti tutto è sempre nuovo, sempre rinnovato..nessun stupido effetto nostalgia...quello lo si lascia a chi non ha più niente da dire) sono le trasmissioni dedicate a Bob, una delle quali purtroppo hai partecipato anche tu Mr. Tambourine...tu non hai colpa naturalmente. 90% dedicato a sti cazzo di anni '60 con la solita storia "voce di una generazione " (quanti anni sono che Bob cerca di scrollarsi da dosso sta cosa?) e un superfluo 10% dedicata ad altri 40 e passa anni di carriera: aberrante!
Come scrivevo proprio qualche mese fa su questo sito nel ritornello di Things Have Changed, Bob canta "sono chiuso ermeticamente in una scatola"...quella scatola sono molto probabilmente gli anni '60 e tutte le etichette a lui appiccicate in oltre mezzo secolo di carriera.
Dylan è un uomo libero..e come si parla di cavolate, come perdersi in uno spot (va bé, si sa come sono fatti la maggior parte dei giornalisti), non si parla mai dei vari enti benefici che sostiene e di ospedali da lui finanziati...o della sua conversione alla Chiesa Cattolica (si qualcuno storcerà il naso ma io ne sono felice, con tutti gli sbagli che può aver fatto la Chiesa Cattolica questo Papa sta facendo una gran rivoluzione all'interno di essa...e Dylan probabilmente se ne è accorto ed è uscito allo scoperto con quella fede che si portava dentro da anni ma che non esternava più come una volta, come fosse giustamente un fatto personale e non pubblicitario). Credo che un buon documentario di cui varrebbe la pena parlare sia Bob Dylan-Revealed uscito qualche tempo fa e trasmesso solo in un cinema di Brescia..quella è una bella panoramica dall'inizio della sua carriera fino al NET, senza tralasciare nessuna parte della sua carriera. Credo sia disponibile anche in dvd da diverso tempo, sperando che abbiano perfezionato i sottotitoli.
Con questo vi saluto mentre in sottofondo sta partendo Scarlet Town, l'ennesimo grande capolavoro firmato da Bob (sfido chiunque a trovarmi gente over 70 a scrivere certe meraviglie). Ciao a tutti.
Daniele Ardemagni "Ardez"

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Talkin' 9328 - Duluth49

Carissimi amici della fattoria, volevo solo dare una mia lettura allo spot di Dylan.
Io l'ho visto soltanto come una pubblicità , senza dovermi fare un sacco di domande sul perchè o sul per come un artista del suo livello sia arrivato a farlo.
Tra altre considerazioni , visto che nessuno di noi conosce a fondo il personaggio credo sia totalmente inutile scavare una roccia bagnata dall'oceano, che cambia in continuazione, a volte dalla notte al giorno dopo......... .
con amicizia, Marcello

Non hai tutti i torti caro Marcello, ma visto che una delle nostre passioni è parlare di Bob Dylan dando la nostra opinione (anche se soggettiva e quindi fallibile), perchè rinunciare, non c'è niente di male, possibile che Dylan in quello spot non ti abbia detto proprio niente oltre il messaggio commerciale? Mr.Tambourine, :o)

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Bob Dylan suonerà in Irlanda nel mese di giugno

Secondo Aiken Promotions Events e Ticketmaster.ie Bob Dylan e la sua band terranno due spettacoli in Irlanda a Giugno.

Di seguito sono riportate tutte le informazioni rese disponibili finora:
Aiken Promotions Events COMUNICATO STAMPA :

Bob Dylan :
• Live At The Marquee , Cork - 16 giugno 2014
• 02 , Dublin - 17 giugno, 2014

Biglietti in vendita da Giovedi 20 febbraio alle 09:00.
Prenotazioni 24 ore con carta di credito 0818 719 300 ( ROI ) / 0844 277 4455 ( NI )
Prenotazioni on line www.ticketmaster.ie

Da Ticketmaster.ie (solo per Cork) :
• Bob Dylan
• Live At The Marquee , Cork ,
• Lunedi 16 giugno 2014 – ore 20:00
• Nota : Le persone sotto i 18 anni devono essere accompagnate da un genitore o un Tutore.
• Inizio vendita biglietti: gio 20/021/14, ore 09:00
• Prezzi € 65.50 - € 76,00 ( I prezzi sono soggetti a variazioni)

Limite di 9 biglietti a persona, per singola operazione, per famiglia, per ogni carta di credito. Le prenotazioni oltre questo limite verranno annullate.
Si prega di rispettare questi limiti per i biglietti. Le persone che verranno trovate in possesso di un quantitativo superiore al limite vedranno i biglietti annullati senza preavviso a discrezione di Ticketmaster. Ciò include: ordini con lo stesso nome, stesso indirizzo e-mail, indirizzo di fatturazione, numero di carta di credito o altre informazioni.

Grazie per la segnalazione a Ken Crowley di Tempestuous Days.

Harold Lepidus - Bob Dylan Examiner
(Fonte: http://www.examiner.com/article/report-bob-dylan-to-play-ireland- june?CID=examiner_alerts_article)

 

 
Venerdi 14 Febbraio 2014

Talkin' 9327 - Maria Rosa Ventura

Ciao Mr. Tamburine,
ho visto che hai chiuso l'argomento spot Chrysler e in effetti non avevo intenzione di invischiarmi in questa polemica, così tipica di tutte quelle che hanno da sempre incatramato la vita artistica (e personale) di Dylan. Però mi sono venute in mente delle considerazioni, un piccolo ampliamento del punto di vista generale. Intendiamoci, non voglio difendere l'indifendibile, lo spot è paradossale ma, proprio per questo, assolutamente esemplare di quello che siamo oggi, della nostra economia, della nostra società. Quando l'ho visto, con un Dylan non anonimo ma sicuramente masked (dato il quintale di cerone e i fotoritocchi) ho pensato al tanto deprecato, a tratti zoppicante, aggrovigliato ed eccessivamente retorico film del 2003 (ma probabilmente migliore di quanto le critiche lascino supporre), che voleva essere, fra le altre cose, una denuncia. Il Dylan/Fate del suo film mi sembra l'immagine riflessa in uno specchio deformante di quello di questo spot (come se fosse una sua scena tagliata) e la società che vi è rappresentata è la stessa: un insieme inestricabile di verità e menzogne, l'incrocio di realtà parallele nelle quali ci muoviamo ogni giorno. Io non so che cosa avesse in mente chi ha ideato lo spot ma Dylan ha la capacità di rendere "sua" ogni cosa che tocca (anche per questo manda tanto in bestia un sacco di gente) e le "bullshits" che ha raccontato nello spot, con quella maschera a tratti ironica sulla faccia, sono speculari a quelle che ci raccontano ogni giorno e spesso ce le beviamo, anche perché molte volte non abbiamo altra scelta.
Come non hanno grandi scelte gli operai di Detroit e quelli italiani della Fiat (ex Fiat). Hanno bisogno di un lavoro, di uno stipendio non solo per garantire una vita dignitosa a loro e alle loro famiglie ma perché sono, come noi, in questo ingranaggio: produrre, guadagnare, spendere e consumare sulla base delle proprie possibilità, per produrre ancora. Ci lamentiamo ma questi sono i messaggi che ci hanno cresciuto, la nostra realtà. Quanti sono veramente capaci di vivere in modo diverso? Io qualcuno ne conosco, ma in quanti li considerano modelli da imitare?
Certo, gli americani si arrabbiano per la menzogna, perché la Chrysler/FCA, nata con l'aiuto del governo Obama, non è più americana, ma questo è il quadro di tutta la nostra economia oggi: a quale nazione appartengono le grandi aziende, le cosiddette multinazionali? La loro (anche se poi si aspettano aiuti e sgravi fiscali dalle nostre). E le piccole e medie aziende spesso anche, perché dalle grandi dipendono. Il super manager di cui parli non è italiano ma canadese (originario italiano) e ormai di cittadinanza svizzera. Non è lì che dobbiamo cercare la nostra identità, ma all'antica sorgente delle nostre radici culturali là dove Dylan attinge la sua acqua, tentando di mantenerla viva.
"You can't duplicate a legacy" dice nello spot, non si può duplicare un'eredità. E duplicare non è copiare e neppure ricreare, ma credere che tutto, noi compresi, sia riproducibile indefinitamente, identico a se stesso, da una sua piccola parte, una sua piccola porzione di DNA, per poi essere usato. Come se anche noi, le nostre vite, la nostra storia, la nostra cultura, tutto fosse un pezzo di design genetico. Dubito avesse in mente questi concetti chi ha scritto quelle parole, ma forse li aveva Dylan, che li ha resi evidenti con il suo operare poetico.
Ho letto varie considerazioni interessanti su questo spot, che tu hai pubblicato o linkato (ad es. quelle di rassegna.it - sito di Informazione Lavoro ed Economia sociale) ma tu preferisci buttarla sul "per 5 milioni di dollari si può dire qualsiasi cosa". Qualsiasi, qualsiasi cosa? Davvero? Tu lo faresti? Se è qui che tutti siamo allora è veramente inutile indignarsi, tutto si può fare.
Sono ingenua? Poco obiettiva? Forse. Ma la mia non vuole essere una polemica con te, perché, anche se non ti conosco personalmente, ti stimo per le cose che scrivi, che pubblichi, e mi piacciano il tuo entusiasmo, la tua passione e anche il tuo buon senso e la tua razionalità che brandisci come uno scudo.
Se ho scritto queste righe è per mettere in evidenza che Dylan, mentre se ne sta lì con quella maschera di cerone e ritocchi photoshop sulla faccia, ci ricorda chi siamo, le nostre contraddizioni, le nostre debolezze, per questo ci fa arrabbiare.
"Chi è senza peccato scagli la prima pietra" disse una volta qualcuno. Quella pietra è stata scagliata, e ancora sta rotolando, perché c'è sempre qualcuno che si crede più innocente degli altri.
Voglio aggiungere ancora un'annotazione, per alleggerire un pò il discorso, ispirata a un'immagine che mi ha colpito nello spot e che sembra essere del tutto fuori contesto. A un certo punto del video si vede un murales dove è rappresentato un gigantesco leone alato, infuocato, furioso e ruggente che si staglia in mezzo a un paesaggio naturale. Al di sotto di esso (sotto il prato) sono raffigurati quelli che sembrano i resti di una discarica, fra i quali si staglia un vecchio pneumatico. Dubito sia il wild cat che urla in "All along the watchtower" :-) ... Ma che cosa ci fa là? Contro chi sta ruggendo?
Un abbraccio a te e a tutti i Farmers

Nessuna polemica cara Maria Rosa, io avevo detto che consideravo chiuso l' "affaire"-spot solo perchè non avevo intenzione di avventurarmi in analisi e considerazioni al di fuori della mia portata, le ragioni socio-politiche dietro le mosse di Obama e FCA mi rimangono misteriose come misteriosi sono i motivi che hanno spinto Bob a partecipare e forse anche dare una mano a confezionare un annuncio del genere. Per Bob ho scelto la soluzione più facile, (5 milioni di dollari sono sempre un'ottima ragione al di là di ogni altra considerazione), ma questa mia non voleva essere un rimprovero o un biasimo nei confronti di Bob, tutt'altro, solo che riuscire a definire ogni altra ragione oltre a quella banale dei soldi è praticamente una quaterna al lotto, percui, da parte mia, ho riternuto meglio non avventurarmi in opinioni che poi avrebbero potuto rivelarsi sbagliate. E poi, scusa se me ne approfitto, a fare delle belle e sansate analisi ci avete pensato tu e Miscio risparmiandomi un sacco di lavoro! :o)

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Talkin' 9326 - Raf75

Ma davvero qualche intelligentone (questo è un eufemismo naturalmente) dell' ufficio stampa di Marchionne ha redatto il comunicato stampa col nome di "Bob Dillon"? Non ci posso credere!!!!! Raffaele S.

Ciao Raf. purtroppo è la triste verità, ecco ancora l'estratto del comunicato che avevo postato ieri:

Che ci possiamo fare, un vecchio proverbio dice che la mamma di questi intelligentoni è sempre incinta, però resta il fatto che di fronte a tutto il mondo l'ufficio stampa di Fiat Chrysler Automobiles e di conseguenza il Sig. Marchionne che dirige tutta la baracca per conto degli Elkann hanno fatto la figura....come potremmo dire.......dei cioccolatini?................

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Talkin' 9325 - Remo Rombi

Buon giorno gentile Sig. Michele Murino.
Bob Dylan l'ho conosciuto, approfondito, studiato ed imparato nel corso degli anni.
Non so se definirmi un "fan" di Bob Dylan nel senso classico del termine ma sicuramente l'ho apprezzato e lo apprezzo moltissimo per molte ragioni. Dal punto di vista prettamente musicale egli è stato, nel mio piccolo mondo di chitarrista autodidatta, il mio primo "maestro di chitarra".
Dal punto di vista poetico, culturale, filosofico e politico un punto di riferimento importante da tenere costantemente in considerazione, anche se non esente da critiche.

Mi sono permesso, con un CD musicale da me letteralmente "fatto in casa", di rendere omaggio a quest'uomo che ha dipinto quadri bellissimi con le parole, fra le parole, che ha saputo raccogliere e sintetizzare i sentimenti umani incastonandoli in architetture sonore senza precedenti, che ha reso onore alla musica rendendola portatrice di un messaggio vero, di una
idea di futuro, di consapevolezza e coscienza della vita e dell'essere tutti, per quanto diversi, una cosa sola, che forse suo malgrado ha rappresentato una generazione dandole voce e desiderio di essere protagonista e artefice del proprio futuro.

Ho selezionato, non senza grandi difficoltà, una serie di quindici brani che, secondo me, sono fra i più rappresentativi di un'epoca e dell'autore e che sicuramente hanno accompagnato la mia vita.
Questi brani sono completamente riarrangiati come spesso è accaduto ed accade con molte canzoni di questo autore.
La differenza è che io sono "nessuno", rispetto a nomi di professionisti bravi e famosi che hanno ripreso sicuramente meglio di me molte delle sue canzoni, e mi perdo anonimamente in questo pianeta.
Il mio obiettivo non è il lucro, la fama o chissà cos'altro, il CD infatti non è in vendita ma gratuito.
Ho voluto solo rendere omaggio all'uomo e all'artista Bob Dylan.

Se questo "lavoro casalingo" può essere una pubblicazione interessante per il sito " MAGGIE'S FARM " sarà mio piacere inviargliene una copia che potrà essere condivisa, mediante il suo sito, con il suo pubblico.

In attesa di un Suo cortese riscontro La ringrazio per il tempo che mi ha dedicato.
Remo Rombi

Caro Remo, lasciami prima di tutto precisare che Michele Murino ha lasciato la conduzione di questo sito (per altro da lui creato) nel marzo del 2008 e da allora sono io che gestisco il sito. Detto questo, ogni lavoro di qualsiasi tipo che sia inerente a Dylan è di sicuro interesse per questo sito a Lui dedicato. Mi dovresti inviare via e-mail sempre all'indirizzo spettral@alice.it, gli MP3 delle tue versioni delle canzoni, fai anche in modo che i file non siano più grandi di 5 MB perchè il server al quale il sito è appoggiato rifiuta il trasferimento di file di grandezza superiore. Mandami una mail per ogni canzone e ad una ad una le metteremo a disposizione di chi desidererà ascoltarle. Nell'attesa degli MP3 ti saluto e ti ringrazio, Mr.Tambourine.

 

 
Giovedi 13 Febbraio 2014

Talkin' 9324 - Miscio

Caro Mr. Tambourine,
non posso dire di non essere rimasto sconcertato, come tutti, penso, dopo aver guardato lo spot di Dylan per la Chrysler. Ma poi mi sono accorto che nel mio giudizio se ne affastellavamo tanti altri che nulla avevano a che vedere oggettivamente con quello che avevo visto. Prima di tutto Dylan è conscio da parecchio tempo che ciò che di lui arriva al pubblico è sempre “l'uomo con la maschera di Bob Dylan”. Mentre tutti hanno l'impressione di conoscere o di aver conosciuto le “profondità” di questa maschera, lui la utilizza in maniera totalmente utilitaristica, cinica, come strumento con caratteristiche definite e limitate con cui agire su una realtà che non controlla completamente. Lui non è affezionato come lo siamo noi alla propria immagine. Ha eliminato ogni rapporto feticistico con il proprio alter ego di star. Sa che non manipolerà mai più materiale artistico nella sua purezza, ma almeno dai tardi anni 60, da quando la produzione di massa ha investito la sfera culturale, sa benissimo che avrà sempre a che fare con la merce. Sa che quel tipo di autenticità immaginata, alla Pete Seeger, in cui un generoso portabandiera armato di forti valori chiama a raccolta la coscienza intatta di cittadini pronti all'indignazione è una fiducia mistica, che appartiene al passato. Ciò a cui arriva l'immagine pura di Seeger è al proprio ristretto target di ascoltatori, ben definito, come ogni fascia di consumo. A chi la volesse inviare all'americano medio steso sul divano e supermunito di birra in attesa del Super Bowl faccio tanti auguri. Le coscienze a cui dovrebbe rivolgersi non sono cresciute alla luce del confronto e della crescita razionale di una comunità discorsiva, ma sotto le incessanti martellate dell'induzione al consumo compulsivo. Certo, chiunque si può giocare le proprie carte, ma di fronte ad un tale scenario non scommetterei molto sulla capacità che un tale livello di comunicazione possa produrre un discorso politico con qualche presa sulla realtà.

Ciò che determina l'effetto di un messaggio è il retroterra simbolico su cui si disegna, e poiché anche il simbolico è fatto di storia e con essa evolve, quello con cui oggi abbiamo a che fare è ben diverso da quello a cui si rivolgeva il Dylan di Mr. Tambourine Man. L'umanità tipica dei nostri anni non è quella degli anni 60; l'individuo medio non cerca la propria realizzazione in una dimensione automoma da quella dell'etica del lavoro ma nella migliore delle ipotesi accetta condizioni di vita minimali su cui si sente totalmente incapace di incidere, e nella peggiore è tutto preso in un delirio laburistico competitivo e lenisce l'angoscia di perdita di contatto col mondo attraverso il consumo voluttuario. Un malanno che il vecchio Reich chiamerebbe “peste emozionale”.
In questi giorni mi è capitato di assistere a due scenari che definirei drammatici, assistendo a programmi televisivi:

Primo scenario: una madre racconta la sua precarietà economica, lei e il suo compagno lavorano, ma sono comunque poveri, non ce la fanno e devono ridurre le spese all' inverosimile. La figlia, una ragazzina, di fronte alle ristrettezze sempre maggiori piange. Non potrà studiare, uscire spesso, avere i piccoli gadgets dello standard giovanile. L'intervistatore le chiede: che cosa ti manca di più? Lei risponde: tutte le cose che le mie amiche possono comprare e io no. Non si tratta qui di colpevolizzare o giudicare moralmente una ragazzina che ha tutte le ragioni di sentire la restrizione del consumo come una limitazione del suo spazio vitale, ma di cogliere un mutamento fondamentale, rispetto a come avrebbe potuto presentarsi lo stesso scenario qualche decennio fa. Si può star certi che allora, la madre o chi per lei avrebbe cercato di farle capire, che pur di fronte ad ogni durezza della vita ci sono cose che non si perdono mai, e specificamente quelle cose che non si possono comprare, che non hanno la forma-merce. La forza di un legame, l'inossidabilità delle amicizie vere, quella rete di relazioni etiche, prima che politiche che ti fanno cercare e sentire la vicinanza di chi vive le tue stesse condizioni. E' la mancanza di questo spazio che è il vero furto di futuro nelle prospettive di questa ragazzina.

Secondo scenario: lavoratori Electrolux che protestano alla minaccia di trasferimento della produzione in Polonia. L'opinione generale è : non me ne frega un cazzo della Politica, del Parlamento, dello Stato, voglio solo lavorare e guadagnare quel tanto che mi farà essere consumatore. E se la mia salvezza significa l'inferno per un polacco tanto meglio, o lui o me. L' assioma teorico della signora Tatcher, “non esiste la società, ma solo l'individuo” ha scavato a lungo e riemerge come ideologia del proletariato. Tra le leggi olimpiche della pura finanza e le miserie del quotidiano c'è solo il deserto, la tabula-rasa dei nostri rancori. Ancora una volta un buco, una mancanza, il deserto simbolico proiettato proprio in quella zona di costruzione della realtà che dovrebbe essere il bersaglio specifico dei nostri desideri.

(E gli smottamenti continuano ogni giorno, si pensi al referendum svizzero sulla limitazione all'ingresso di lavoratori stranieri...)
Che cosa significa agire sul simbolico in una condizione simile? Che cosa può dire in questo contesto quell'operatore convenzionale dalla pelle liftata che chiameremo la “maschera di Bob Dylan?” Dylan aveva già distrutto la credibilità di questo personaggio con lo spot per Victoria's Secret: un'operazione di sviamento, un drastico risveglio alla realtà degradata del personaggio pubblico, che non può vantare come figura, profondità maggiore di quella dei cartoni di Disney, di fronte al proliferare degli omaggi alla sua rinascita come genio poetico. Probabilmente una pedagogia orientata alla disillusione. Certo, Dylan si è beccato un lauto compenso. Ma anche qui dobbiamo ragionare con quello che abbiamo. E chi lo conosceva bene ci ha ricordato che Dylan non si è mai venduto a nessuno. Per quel che ne sappiamo i soldi della Chrysler possono essere anche finiti in beneficenza. Dylan non ne aveva bisogno, e se ha accettato di comparire in uno spot, in cui pare, ha anche dettato testo di suo pugno, qualche credito come artista dobbiamo pur darglielo.

Seguiamo allora quello che ha detto Sean Wilentz (1), il commentatore che per me ha riportato le cose più interessanti circa questo spot.

Ho cominciato a rispondere – dice Wilentz – alle lamentele dei miei amici, per dir loro che avevano totalmente frainteso quello che Dylan è stato per decenni, – non una guida spirituale o morale, o ancora meno un modello, o un profeta, o un sapiente, ma un lavoratore della canzone e un musicista, che faceva il suo lavoro come meglio poteva – che, sorprendentemente spesso, virava al sublime – e che faceva i soldi che meritava. Poi -dice sempre Wilentz – ho guardato la pubblicità su Youtube e ho visto che la mia risposta era inadeguata. Per Dylan liberarsi dalla sinistra folkie e scegliere l'arte sulla politica non ha mai significato rinunciare a problemi o temi politici, non più di quanto la svolta rock significasse ripudiare la musica folk. Ogni concezione dell'arte ampia come quella di Dylan include necessariamente la politica, in quanto la politica fa parte degli sforzi dell'uomo. E l'annuncio pubblicitario della Chrysler, mentre ci cattura con la presenza di Dylan, contiene anche un sottotesto politico. Dylan non esalta mai il prodotto Chrysler al di sopra di quello di ogni altra fabbrica di automobili. Piuttosto celebra l'America come una terra amante dell'auto; l'ad inizia con un goffo “non c'è niente di più americano dell'America” solo vagamente redento dall'essere pronunciato dalla voce di Dylan. Ma poi arriva un guazzabuglio di immagini del famigliare paesaggio di Dylan - trattorie vecchio stile, Route 66 nel Missouri, domatori di cavalli, carnevali, Marilyn Monroe - che evocano una particolare mistica nazionale nostalgica, radicata negli anni 1940 e 1950 e intrisa del profumo di Jack Kerouac.Seguono frammenti di cineteca della vecchia Detroit -- "Si...," dice Dylan, "Detroit ha fatto le auto, e le auto hanno fatto l' America" – e quindi un peana in prosa quasi certamente scritto dallo stesso Dylan alla “strada Americana e alle creature che vivono su di essa" e su come “noi americani crediamo nello “zoom”, nello “roar” e nella potenza."

L'annuncio vuol dire che l'America è ciò che la sua gente fa e ne fa di essa, auto prima di tutto, che ha un senso – e che ne fa anche un filmato operaio: l'annuncio non si indirizza alla Chrysler e alle sue auto, ma agli americani che costruiscono queste auto, e alla loro determinazione e al loro orgoglio – " l'anima e il cuore di ogni uomo e donna che lavora sulla linea " intona Dylan. Forse sono di parte, ma quello che ho visto fare a Dylan è promuovere auto americane, e aiutare la città di Detroit in difficoltà, una volta il più grande centro industriale nella storia del mondo. Inoltre, vorrei scommettere un paio di jeans Jordache che Woody Guthrie e Pete Seeger avrebbero fatto la stessa cosa se ne avessero avuto l'opportunità.
A me pare che Wilentz abbia colto nel segno. Difficile dire a chi Dylan si stia rivolgendo, e anche a nome di chi stia parlando, la classe operaia dell' American Pride non è scomparsa dalla realtà ma è certo difficile immaginarla come entità sociologica coesa, sconfitta e relegata com'è ad un ruolo di subalternità ideologica, costretta ad accettare condizioni durissime, come i turni di 10 ore stile Marchionne, i tagli salariali, la sospensione del diritto di sciopero. Ma è forse più importante capire che Dylan come artista ancora una volta sta agendo sul simbolico. Parla da quello spazio che ci riguarda tutti, quel deserto a cui mi riferivo prima, o meglio, quello che qualcuno pretenderebbe trasformare in un deserto. Questo è lo spazio contemporaneamente immaginario e concreto delle relazioni sociali ed economiche che il ciclo finanziario pretenderebbe di cancellare, porre come superficie inerte su cui si incontrano compratori e merce. E' il posto pericoloso e contraddittorio dove si formano i sogni condivisi, i residui non completamente assimilabili, dove il simbolico decide di volta in volta ciò che è comune e ciò che non lo è, ben oltre l'acqua. Ed è il posto dove abita anche Dylan, con le sue stranezze, la sua città di Enigma, “le strane creature che popolano la strada americana.” Dylan ci crede con un atto di fede, scommette che questo spazio ci sarà per sempre e che nessuna forza potrà mai collassarlo, nemmeno la sbornia finanziaria, nemmeno l'arroganza del neoliberismo avventuriero. Lo riempie di cianfrusaglie antiche, dei sogni che hanno fatto l'America, del diritto di delirare il mondo come spazio di creazione, al di là di ogni disperazione, solitudine, appartenenza etnica o voluttà consumistica in cui ci vogliono cacciare. Dice: “Quelle che ho sono carte scarse, ma giocherò questa mano che mi piaccia o no.” E può darsi che ancora una volta abbia ragione lui.

(1) http://www.kesq.com/news/Wilentz-Has-Dylan-become-a-sellout-shill/-/233092/24310330/-/12cy7tg/-/index.html

ciao, Miscio.


Ottima disamina Miscio, sono certo che molti amici la leggeranno con piacere. Grazie, alla prossima, Mr.Tambourine

 

 
Mercoledi 12 Febbraio 2014

Talkin' 9323 - Stefano Barbieri

Ogg: Spot Chrysler e dintorni

Ciao a tutti,
diciamolo con franchezza, lo spot per la chrysler è una ciofeca. Dylan con i capelli tinti, senza rughe, che esalta la esclusività americana nel costruire automobili è abbastanza patetico.
Sono un fan di Dylan da moltissimo tempo (un quarantennio), ma devo dire che negli ultimi tempi non sono più in sintonia con lui: gli ultimi concerti non mi sono piaciuti, l'ultimo disco neppure (Tempest); ho trovato invece interessante "Another Selfportrait".
A malincuore ho dovuto dare ascolto ad un senso di ribellione che ha iniziato ad avere il sopravvento dentro di me durante il concerto del 2012 a Milano; Tempest poi l'ho ascoltato un paio di volte e mollato lì...non mi dice nulla.
Scusate lo sfogo, ma occorre dire quello che si pensa: si può essere delusi dopo tanti anni d'amore; anzi, di solito, più si è amato e più la delusione è pesante.
Ciao, Stefano Barbieri

Registriamo il tuo disappunto e la tua delusione, nemmeno a me lo spot Chrysler è piaciuto, anch'io ho scritto che il filmato mi pareva "photoshoppato" per eliminare rughe ed imperfezioni varie, col risultato di far sembrare Dylan una statua di cera del museo di Madame Tussaud. Su questo breve spot-clip ne stiamo leggendo di tutte le razze, specialmente dai critici americani che sono sempre abbastanza terra-terra, raramente si soffermano a scavare in profondità per cercare quello che c'è sempre nascosto fra le righe di ogni cosa che Dylan dice o fa. Devo dire che anch'io sono rimasto abbastanza rasoterra nella mia piccola disamina, cercando di mettere in evidenza le ragioni o le motivazioni che per prime sembrano risaltare in quel tipo di spot, dove devi essere il più breve e il più possibile sintetico pur dovendo esprimere concetti che meriterebbero intere pagine di analisi sociale. Al di là delle esigenze di Chrysler ci sono le esigenze di quelli che lavorano per Chrysler, persone alle quali non interessa un tubo se il merito della ripresa dell'azienda è da attribuire agli smodati aiuti di Obama o alla sfrenata e sfacciata intelligenza di Marchionne (mi chiedo se c'è qualcuno che saprebbe dire cosa c'è veramente alle spalle di questa stranissima operazione nella quale una piccola azienda che fa fatica a sopravvivere senza l'aiuto degli italiani che ad essa hanno sempre pagato la cassa integrazione per i suoi operai e poi tutti i rottami a titolo di incentivo per fare in modo che gli stabilimenti rimangano in Italia, e l'Avvocato in questo è stato un "Maestro" nel dirigere le scelte governative senza far capire che le decisioni erano sue, lasciatemi però aggiungere che quel "maestro" può avere anche un'altra interpretazione che lascio alla vostra fantasia), a quelle persone interessa poter continuare a lavorare per assicurare per loro e per i loro figli una possibilità di vita discreta. Poi ci sono le esigenze di Dylan, quella artistica che gli impone di dare un certo "sapore" alle cose che fa, e quella essenzialmente materiale che riguarda il vil metallo senza il quale niente si compra e niente si mette sotto i denti. Io ho detto che per 5 milioni di dollari direi qualsiasi cosa, e anche se la cosa sembra abbastanza una banalità, non credo di essere il solo a pensarla così, quanti sarebbero disposti a rinunciare ad una cifra simile? Dylan oltre che artista è anche uomo con tutte le tipiche esigenze e necessità umane, quindi la frase diventa un pò meno banale, ma nei prossimi giorni tratteremo ancora quest' argomento.

Sui concerti non mi sento di contraddirti perchè ognuno di noi li vive a modo suo e la sua opinione non dovrebbe essere contestabile. Trovo invece che il giudizio su Tempest sia un pò troppo duro, a mio avviso "Long and Wasted Years" vale tutto l'album, Roll on John purtroppo è arrivata con troppi anni di ritardo e quindi senza più freschezza e genuinità, Tempest la trovo accattivante come melodia ma certamente più di 40 strofe ammazzerebbero anche un dinosauro, Duquesne Whistle è un ottimo motivetto rilassante, ottimo da ascoltare in auto, Early Roman Kings tratta un tema scottante con una struttura musicale troppo vecchia per risultare efficace, comunque un pezzo che musicalmente si ascolta volentieri ed un testo che ha le sue belle difficoltà per una giusta interpretazione, il resto, Soon After Midnight, Narrow way, Pay in Blood, Scarlet Town e Tin Angel sono dei buoni pezzi con testi dylanisticamente strutturati, da leggere e rileggere perchè descrivono situazioni tipiche della tradizione crooner americana che a volte esaspera i concetti e le situazioni per dal loro maggior risalto, ma questo non toglie che, se anche esasperato, il disagio sociale sia sempre in risalto nelle “cronache” dylaniane. Confesso una volta in più che il Dylan che preferisco era quello della straordinaria RTR, ma nel 1975 dylan aveva 39 anni di meno, una diversa grinta ed una voce che gli permetteva di esprimersi in modo mai più eguagliato. Certo gli shows di oggi, se paragonati a quelli del passato (anche se paragoni di questo tipo hanno poco senso) potevano essere strutturati in modo diverso, oggi le limitazioni vocali di Dylan impongono una uniformità negli arrangiamenti che a qualcuno può anche apparire noiosa. E poi, scusami se faccio fatica a capire, perchè dici “senso di ribellione invece di “senso di dispiacere”? Ciao e su col morale, Dylan è “one and only” in ogni situazione, dovremmo lamentarci per questo? Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

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"Bob Dillon"? Ma Fiat-Chrysler sa che è Bob Dylan?

di Denis Arcand

La nuova entità Fiat-Chrysler proclama la sua volontà di preservare la "americanità" della Chrysler nel conglomerato italiano, ma qualcuno presso la sede sociale non sa chi è Bob Dylan.

Lunedi pomeriggio, l'ufficio del presidente Sergio Marchionne ha rilasciato il resoconto integrale di un'intervista alla stazione radio WJR-AM a Detroit.
L'intervista era naturalmente sui 60 secondi dello spot commerciale andato in onda durante il Super Bowl, durante il quale Bob Dylan, "The Voice of a Generation", era il portavoce della Chrysler 200.

Nella trascrizione stenografica dell'intervista rilasciata dalla società, Bob Dylan è scritto "Bob Dillon".

Questa cosa sarebbe davvero divertente se non fosse un macroscopico errore. Il signor Marchionne e Fiat vogliono convincere gli americani che Chrysler rimarrà una società americana come la torta di mele, anche se il Gruppo Fiat ha appena comprato l'ultimo grande blocco di azioni di Chrysler che ancora non gli apparteneva. Questo ha aperto la strada per la fusione delle due società.

Il video clip con Bob Dylan è stato un successo in Internet, 24 ore dopo la sua uscita durante il SuperBowl, è stato visionato più di un milione di volte su YouTube e questa cifra sarà raddoppiata la notte di Martedì. Non è un uno spot proprio fatto male, se avete lo stomaco forte abbastanza per questo genere di cose.
Tutte le immagini-icona degli Stati Uniti sono in questo annuncio, cowboys, Route 66, il bianco e nero della Motor City durante gli anni '30, cheerleaders adolescenti delle high-school, il tipico ristorante nel deserto, il baseball, Marilyn Monroe, James Dean e sì, lo stesso Bob Dylan, che alla fine dello spot fa il venditore di auto e dichiara a favore di Fiat- Chrysler : "Noi costruiremo la tua auto".
E c'è la sorpresa ( o lo shock? ) nel vedere Bob Dylan vendere auto .

Dal momento che l'acquisizione di Chrysler da parte di Fiat è iniziata in principio 2009, Chrysler ha prodotto diversi capolavori di pubblicità che giocavano sul patriottismo americano. Lo spot con Bob Dylan segue gli altri due grandi annunci al SuperBowl del 2011 e 2012 con il cantante Eminem e con Clint Eastwood. Lo scorso anno, Chrysler ha anche trasmesso lo spot pubblicitario "Così Dio creò un Farmer" per associare il marchio dei pick-ups Ram ad un famoso discorso in omaggio agli agricoltori americani .
Questi spot erano distaccati da qualsiasi riferimento sulla proprietà italiana di Chrysler. In effetti, gli spot con Eminem e Eastwood erano un evidente constatazione sul reale nazionalismo economico e ne hanno beneficiato non solo Chrysler, ma probabilmente anche alle altre due case automobilistiche di Detroit, General Motors e Ford.

Fiat ha appena comprato l'ultima partita delle azioni di Chrysler e si prepara a lanciare l’unione tra Milano e New York con il nuovo nome Fiat-Chrysler Automobiles. Questa nuova doppia cittadinanza è una questione di pubbliche relazioni sia negli Stati Uniti che in Italia. Il signor Marchionne deve convincere gli americani che la Fiat-Chrysler è una società americana, da cui lo spot patriottico del SuperBowl. Nel frattempo il signor Marchionne sta cercando di rassicurare gli italiani che sono preoccupati per una eventuale decisione di spostare la sede di Fiat negli Stati Uniti, con il prossimo ingresso alla New York Stock Exchange.
In realtà , Fiat-Chrysler Automobiles sarà solo un altra multinazionale: avrà sede in Olanda e pagherà le tasse in Inghilterra ... un escamotage utilizzato dalle grandi aziende per ridurre al minimo le loro tasse.
Secondo le leggi che governano le società quotate in borsa, un colloquio con il presidente contenente informazioni importanti ("informazioni rilevanti", come si dice in gergo finanziario) dovrebbero essere condiviso con tutti gli investitori. Questo è quello che probabilmente spiega perché l'ufficio del signor Marchionne ha rilasciato il resoconto integrale del colloquio. Durante l'intervista , il signor Marchionne ha detto che i modelli Alfa Romeo che saranno lanciati il prossimo anno in Nord America avranno un motore Ferrari.

Domenica, durante la trasmissione del Super Bowl, Bob Dylan non era solo nello spot della Chrysler 200, una delle sue celebri canzoni, I Want You, era lo sfondo musicale per uno spot dello yogurt anche mandato in onda durante il primo tempo della partita.
Ma quella di Chrysler, dove Dylan è portavoce della Chrysler 200 in persona, ha spinto molti critici musicali a dichiarare che il ribelle poeta dei tumultuosi anni '60 e '70 si è venduto a Chrysler per un selfspot. Che dire poi di una grande azienda che non sa scrivere nemmeno il nome del suo nuovo dipendente?

(Fonte: http://blogues.lapresse.ca/monvolant/auto/2014/02/03/%C2%AB-bob-dillon-%C2%BB-est-ce-que-fiat-chrysler-sait-qui-est-bob-dylan/)

 

 
Martedi 11 Febbraio 2014

Dylan e la polemica Chrysler

Le proteste per la partecipazione di Dylan allo spot della Chrysler sembrano non volersi calmare. In questi giorni Dylan è accusato di essere “un venduto”, di essere uno che dice “cagate” aziendali perchè profumatamente pagato, di aver diffuso un messaggio fondamentalmente non corretto adducendo la triste scusa che Chrysler non è più di proprietà americana, quindi l’idea base dello spot “Che c’è di più americano dell’ America?” era andata a farsi friggere. Chrysler (più precisamente FCA – Fiat Chrysler Automobiles – è oggi un’azienda multinazionale con sede legale in Olanda, sede amministrativa a New York, con un big-manager italiano e diversi stabilimenti sparsi in tutto il mondo oltre che ad Auburn Hills, Michigan. Perciò la dichiarazione “Le vostre macchine le costruiremo noi” non dovrebbe essere più valida perchè quel “noi” purtroppo non può più essere riferito agli americani ma dovrebbe significare gli italiani che decidono oggi le future mosse di Chrysler. L’idea era davvero indovinata - lasciate fare la birra ai tedeschi, gli orologi agli svizzeri, assemblare i vostri telefonini agli asiatici, ma di una cosa state sicuri, le vostre automobili le costruiremo noi -. Peccato che lo spot è arrivato dopo che l’aspetto societario di Chrysler aveva cambiato proprietà, quindi, tecnicamente, il messaggio e l’assicurazione di Dylan che le automobili americane verranno costruite dagli americani è tecnicamente un falso, o se vogliamo un messagio fraudolento e fuorviante, una “enorme castroneria” (gli americani hanno usato più schiettamente le parola “bullshit”, “Shill” o Shilling” che indicano uno che intenzionalmente da una falsa informazione perchè è stato pagato per darla, questo almeno è quello che è scritto nei dizionari slang americani, cioè il linguaggio che ormai si usa tutti i giorni anche sui giornali e sui siti internet, linguaggio molto diverso dal perfetto inglese accademico usato da Her Majesty The Queen Elizabeht.
Il tutto sembra voler essere “sforzato” e strapompato a bella posta per far di una pulce un elefante. Il fatto che ora Chrysler non sia più americana non vuol dire proprio niente, è solo un dettaglio amministrativo, le automobili di Chrysler continueranno ad essere costruite ad Auburn Hills in Michigan anche se i boss si chiamano Marchionne ed Elkann e tutta la baracca fa ora parte del gruppo Fiat S.P.A.
C’e gente alla quale fa comodo pensare che Dylan sia ancora quello dei primi anni ’60, quello che era stato definito la voce della sua generazione (epiteto e qualifica che peraltro lui ha sempre rifiutato), quello con la chitarra folk (quella con le corde di nylon per intenderci) e l’armonica a bocca, quello che ripeteva stile juke-box le canzoni di Woody. Poi ha fatto loro comodo contestarlo e mazzuolarlo per la sua svolta elettrica, poi perchè aveva scritto una canzone contro la John Birch Society, poi per quella country di Nashcille Skyline, poi per la carovana in stile circense della RTR, poi perchè scrisse un’altra canzone in occasione dell’omicidio di George Jackson, poi perchè ne scrisse un’altra in favore di Robin “Hurricane” Carter, poi perchè osò scrivere una canzone che narrava le gesta da bulletto di quartiere di un certo Joey Gallo, nato Joseph Gallo, conosciuto anche con i soprannomi di "Crazy Joe" e "Joe the Blond", un piccolo criminale da quattro soldi affilliato alla famiglia Profaci di N.Y., poi trovarono divertente e comodo canzonarlo ed insultarlo per la sua svolta cristiana, poi per questo, poi per quello, poi per quell’altro, poi per i reggiseni e le mutandine di Victoria Secret, poi per lo spot della Cadillac, poi per i quadri copiati da vecchie fotografie, poi per il tour in Cina, poi per il Vietnam e finalmente per questo benedetto spot della Chrysler. Difficile anche per uno come Dylan farsi scivolare addosso tutta questa infinita serie di cazzate, ma lui di solito scrolla le spalle e tira dritto per la sua strada fregandosene alla grande di tutte le stronzate che quei poveri giornalisti in malafede scrivono su di lui per tirare a campare.
Dylan non ha mai assunto una posizione a favore di qualcuno o di qualcosa, ha cantato e denunciato quello che ai suoi occhi sembrava ingiusto, quindi da eliminare o modificare. Ha sempre rifiutato etichette di qualunque genere. Ha sempre tirato l’acqua al suo mulino cercando di trarne il maggior vantaggio possibile com'era nel suo diritto. Ha sempre cercato il successo a tutti i costi e qualche volta ha forse sfruttato persone come la Baez per raggiungere il suo scopo. Non ha mai nascosto le motivazioni del suo agire, vivere una vita come quella di Dylan non dev'essere per niente facile, confinato in una prigione d’oro dalla quale non puoi uscire se non a rischio della tua incolumità, attento a quel che dici perchè ogni tua parola viene riportata e reinterpretata a seconda delle varie convenienze su tutti i giornali del mondo. Ha fatto dichiarazioni e si è smentito da solo parecchie volte, ma i particolari di una vita come la sua sono difficili da fissare nel tempo o a distanza di anni. Credo che essere Bob Dylan sia molto più difficile che essere una persona qualunque, ci sono impegni e doveri da rispettare se vuoi durare in cima alla montagna ed evitare che il resto del mondo ti butti di sotto come nel gioco della torre e ti dimentichi più in fretta di quando ci ha messo a portati in alto. Molti critici o pseudotali pensano di “dover” giudicare Dylan anche come uomo invece che esclusivamente come “artista”, come se lui non avesse (come ognuno di noi) il minimo diritto ad avere una sua vita privata nella quale nessuno dovrebbe ficcare il naso. Inoltre nessuno dovrebbe criticare il modo col quale si guadagna da vivere, o semplicemente sindacare sul perchè sia sempre in tour anche se le sue prestazioni non sono certamente più paragonabili a quelle di 20/30/40 anni fa. Dylan ha un sacco di persone che dipendono da lui per il pane quotidiano, quindi per fare in modo che tutti giri sempre al meglio per tutti deve guadagnare per forza di cose molti soldi, e guadagnare molti soldi non sempre è facile, ecco perchè a volte deve far cose che sembrano sminuire il suo carisma e la sua figura artistica come la pubblicità per un reggiseno, per una automobile o per uno yogurt. Pecunia non olet, «Il denaro non ha odore» dice la tradizione accettata da Svetonio (70-126) nel De vita Caesarum VIII e ripresa poi da Dione Cassio (155-229) nella Storia LXV che vuole questa frase attribuita a Vespasiano (9-79), al quale il figlio Tito aveva rimproverato di avere messo una tassa, la “centesima venalium”, sull'urina raccolta nelle latrine gestite dai privati, popolarmente denominati da allora "vespasiani", tassazione dalla quale provenivano cospicue entrate per l'erario. Dall'urina veniva ricavata l'ammoniaca necessaria alla concia delle pelli. L'episodio completo vorrebbe che Tito avesse tirato alcune monete in uno dei bagni in segno di sfida al padre: quest'ultimo le avrebbe raccolte e, avvicinatele al naso, avrebbe pronunciato le fatidiche parole.
È una frase che viene cinicamente usata per indicare che, qualunque sia la sua provenienza, "il denaro è sempre denaro" o "il denaro è solo denaro"; nel senso che il mezzo non determina l'intenzione (il nuovo uso del denaro potrebbe essere positivo o non disdicevole) e che la provenienza non darebbe alcuna connotazione positiva o negativa al mezzo/strumento che è il denaro.
Allora perchè voler far le pulci su come e perchè Dylan si procuri il denaro necessario alle sue esigenze ed a quelle delle persone che da lui dipendono. Ognuno di questi piccoli o grandi anchormen dovrebbe farsi un grosso esame di coscienza prima di scagliare la pietra, dovrebbero limitarsi esclusivamente a criticare (in modo equanime, imparziale, spassionato, non alterato da pregiudizi, da preferenze, da idee e sentimenti personali) il lavoro artistico di Bob Dylan lasciando perdere tutto il resto che dovrebbe essere di esclusiva competenza di Dylan stesso.
Sembra però, dato proveniente da anni ed anni di esperienza, che gli americani debbano scrivere il loro annuale tonnellaggio di stronzate su Dylan, ma questa volta mi sà che la vera incazzatura degli americani era data dal fatto che Chrysler è stata fagocitata da Fiat.

Comunque, non ostante tutte queste becere ipocrisie, certamente Dylan sta già pensando ad altro, al prossimo tour e forse chissà, anche al nuovo album. Benedetto Dylan, uomo dai mille volti (Man of a Thousand Faces), famoso film del 1957 diretto da Joseph Pevney ispirato alla vita dell'attore Lon Chaney), perciò chiudiamo l’argomento e non parliamone più!
Mr.Tambourine

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Positively Porco

LARRY '' RATSO '' SLOMAN si unisce a me per una discussione sul Gerde’s Folk City e il suo proprietario, il famoso Mike Porco. Questo filmato verrà aggiunto al primo documentario sul Gerde’s Folk City chiamato “Positively Porco”.

  Il primo libro di Mr. Ratso era la cronaca stupenda e tremenda della leggendaria “ROLLING THUNDER REVUE” intrapresa da Bob Dylan e la sua troupe di amici e musicisti. Il libro è il resoconto più intimo e completo di come la Revue si sviluppò e viaggiò nella prima storica corsa attraverso gli States. Verso la fine del libro, Larry ha incluso la più ampia intervista con Mike Porco che sia mai stata stampata.



Le strade di Ratso e di Porco si incrociarono nel backstage al Madison Square Garden durante la “Night of The Hurricane”, un concerto per raccogliere fondi per far uscire Rubin Carter dal carcere nel quale era stato recluso per qualcosa che non aveva mai fatto. E' stata una causa che è stata a cuore a Bob Dylan che aveva scritto anche la canzone “Hurricane”, come Ratso ben spiega nel suo libro. Carter avrebbe potuto diventare campione del mondo.

  Quasi 5 pagine di “On The Road with Bob Dylan “ sono state dedicate alla conversazione con Mike Porco, mentre sullo sfondo il concerto infuriava. E' un classico. Mike racconta delle prime volte che faceva qualche panino per il giovane Dylan e lo incoraggiava a pettinarsi i capelli una volta ogni tanto. Mike racconta la storia della visita a Dylan in Francia, dove hanno condiviso alcuni momenti stile Padre / Figlio. Se avete bisogno di una conferma da parte di chiunque che i due hanno avuto quel tipo di rapporto, basta leggere il libro.

  Naturalmente, la Rolling Thunder Revue ha preso il via dal Gerde’s Folk City, sulla 61° strada, per la festa di compleanno a sorpresa di Mike Porco il 23 ottobre 1975. Bob Dylan ha centinaia di filmati a ricordo di quella notte. Nel libro di Ratso ci sono le foto in bianco e nero.

Lillian Bailey, Mike Porco, Suze Rotolo, 1985

La nostra intervista è stata condotta nel Village Underground, nello spazio che una volta era l'ufficio di Mike Porco al 130 di W3rd Street. Se i muri potessero parlare....



Per inciso, Ratso ed io siamo invecchiati di 53 anni dalla data della prima apparizione di Bob Dylan sul palco del Gerde’s.

Bob Porco

POSITIVELY PORCO - Official Trailer
 

(Fonte: http://folkcityatfifty.blogspot.no/2014/02/positively-ratso.html)

 

 
Lunedi 10  Febbraio 2014

Il brutto “affaire” aziendale di Dylan

Non vorrei farne un affare troppo grande di Bob Dylan che appare in uno spot della Chrysler durante il Super Bowl, eppure, temo, sia un grosso problema.
Lo spot è arrivato pochi giorni dopo la morte di Pete Seeger, che ha contribuito ad avviare l'intero movimento folk americano che ha portato Dylan al successo di critica e, altrettanto velocemente, in cima alle classifiche pop. C’erano molte cose che collegavano Seeger e Dylan, non ultima delle quali era la loro ammirazione, diciamo anche idolatria, nei confronti di Woody Guthrie. E mentre guardavo lo spot dove Dylan chiedeva " C'è qualcosa di più americano dell'America?" mi è venuto da pensare, ma Woody Guthrie, la voce dei lavoratori, avrebbe fatto uno spot per una grande multinazionale? No, certo che no.

Tenete a mente che solo pochi minuti prima, una delle canzoni più note di Dylan, “I Want You”, era servita come sfondo musicale per lo spot dell’azienda produttrice di yogurt “Chobani”. Eppure, c'è una differenza tra una canzone di Dylan usata come sfondo e Dylan stesso che appare davanti alla macchina da presa per uno spot di una casa automobilistica.
Facebook e Twitter erano pieni di epiteti apologeti (apostolo, difensore, diffusore, elogiatore, evangelizzatore, missionario, paladino, predicatore, propugnatore, protettore, sostenitore) per Dylan, parlando di come ha sempre agito per il proprio interesse, come questa sua celebrazione dell’essere americano (come se il capitalismo fosse una vocazione intrinsecamente patriottica), del perchè sta sostenendo una società americana che ha lottato ed è sopravvissuta grazie alla amministrazione Obama.
Mi dispiace, io non comprerò quell’auto. Tutti, a quanto pare, hanno il loro prezzo.
Eppure, c'è chi non l’ha (almeno finché non lo farà).

(Fonte: http://www.huffingtonpost.com/marshall-fine/bob-dylan-corporate-shill_b_4744753.html)

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I Media accusano Bob Dylan di essere un venduto

Come avrete visto e sentito, uno spot televisivo di due minuti con Bob Dylan è andato in onda durante il Super Bowl. Poi, all'indomani, decine e decine di articoli nei quali ogni giornalista esprimeva il suo parere. Bob Dylan ha tradito i suoi principi per il proprio tornaconto. O non lo ha fatto? O i suoi fans sono deliranti.
Le seguenti parole sono state tutte prese dai titoli dei giornali: Tradimento? Dare una mano ? Dylan è un venditore di auto. Dylan è un genio. E' stato uno dei migliori, o uno dei peggiori. Un successo. Una delusione. E' inquietante.

Per me la gente non ha centrato il punto che non era la presunta dichiarazione che ha fatto Dylan. Si tratta solo del triste stato del giornalismo americano.
Credo che sia stato Warren Zevon che ha detto : "Una volta che si firma con un'etichetta discografica, è come stringere la mano con il diavolo". Dylan "VENDUTO”, se si vuole, più di 50 anni fa, quando ha firmato con la Columbia Records. Poi andò elettrico, "VENDUTO”! Ha fatto un annuncio stampa per le chitarre Fender, "VENDUTO”! Sta scrivendo un libro, "VENDUTO”! Suona il country, "VENDUTO”! La Rolling Thunder Revue sta suonando nelle arene, "VENDUTO”! Ha concesso una licenza per usare le sue canzoni per uno spot televisivo, "VENDUTO”! Una sua canzone è in un annuncio di “Victoria Secret”, "VENDUTO”! E’ in uno spot per “Victoria Secret”, "VENDUTO”! E' in un annuncio della Cadillac, e lo sta promuoverlo sul suo "Theme Time Radio Hour", "VENDUTO”! Nel 2013 ha "usato" un video fatto nel 1965 per "Like A Rolling Stone" per promuovere il suo costoso box set, "VENDUTO”!

Tuttavia, la cosa non si ferma qui. Dylan è stato accusato di "essersi venduto" anche quando non aveva fatto nulla. Il New York Times, il Washington Post, l' NME , lo U.K. Telegraph, e un sacco di altre pubblicazioni e blog lo hanno chiamato in questo modo anche quando era girata la voce, durante il suo programma radiofonico, che lui stesse per prestare la sua voce ad un navigatore satellitare. Naturalmente era uno scherzo, ma perché preoccuparsi di controllare le fonti? Meglio riciclare quello che qualcun altro aveva già stampato. Così tutti hanno fatto una risata a spese di Dylan. E che dire di quando Dylan si è lasciato censurare per suonare in Cina? Non è mai successo, ma tutti i blog del mondo andavano a rotta di collo nel fornire le loro opinioni o i loro insulti, o quando Maureen Dowd del New York Times accusò Dylan di aver paura a cantare le canzoni che lei pensava che Bob avrebbe dovuto cantare, canzoni come "Hurricane" che Bob non cantava più da ormai 35 anni.

Le accuse di plagio hanno afflitto Dylan dai tempi di "Blowin' In The Wind", se non prima. Certo, ci sono stati casi nei quali molte persone non capiscono nemmeno che cosa costituisca plagio e cosa no, ma alcuni preferiscono supporre che Dylan abbia "rubato" per non far fatica nella ricerca della verità. La maggior parte dei veri e propri e critici istruiti lo sanno bene e meglio, ma perché prendersi la briga di ascoltarli?

La polemica per Chrysler non avrebbe dovuto toccare Dylan che ha giocato pulito. Solo l'idea che Dylan apparisse in uno spot pubblicitario in persona ha fatto sbavare un sacco di persone davanti alle loro tastiere, e scrivere le cose più disparate in Internet. Bastava scrivere la reazione istintiva. La cosa importante era quella di aumentare il traffico di visite al tuo sito.

Ognuno sta cercando di fare qualche dollaro in questi giorni, e il mondo del giornalismo non è diverso. Per sopravvivere nell' era di Internet, giornali e riviste hanno bisogno di convincere la gente a leggere il loro contenuto in modo che possano momentaneamente abbandonare i video spot per il pane ed il burro, leggere le pubblicità invece di guardarle. Con le recenti rivoluzioni nella tecnologia, chiunque può esprimere un parere immediato, che sia informato o no, dal Wall Street Journal a qualcuno che redige un blog nel seminterrato di sua madre, magari circondato da scatole di pizza vuote, o un post sul suo telefonino che possa essere letto da tutti quelli che sono sulla sua agenda dei contatti. Questo è il modo di promozione col quale il giornalismo funziona adesso.
La maggior parte delle persone che postano frasi su Dylan "venduto" vogliono solo attirare l’attenzione. Naturalmente, alcuni articoli sono informati e sinceri, ma tanti sono solo ridicolmente privi di ogni senso, dicono qualunque scemenza per sentirsi importanti, quindi, gli utenti potranno cliccare su un link per avere un posto sul treno del “J'accuse” o per esprimere la loro indignazione.
Il punto principale è questo: se siete stati fans di Dylan dal 1960 o dal 1970, probabilmente siete cresciuti seguendo le vicende della sua vita, e se vi siete indignati per il Dylan che ha "venduto" alcuni dei suoi ideali è perchè non avete prestato la necessaria attenzione. Se siete giovani, e avete conosciuto Dylan nel corso degli ultimi anni, questi ideali sono qualcosa dei quali avrete sentito parlare sui libri di storia o su Wikipedia.

Lo spot della Chrysler al Super Bowl è stato fatto per promuovere Detroit e le automobili americane, interpretato da un artista americano. Così anche se Chrysler è ora di proprità della Fiat, mi sembra esagerato accusare Dylan di essere sciovinista. In fondo si trattava solo di uno spot televisivo di due minuti e non è il caso di gridare così forte. Ritorniamo tutti in linea e smettiamo di sottolineare queste incongruenze per mostrare come siamo superiori a Bob Dylan. Immaginate quando 50 anni fa la vecchia immagine di un cantante folk idealista è stato schiacciata da una sua canzone che si chiamava "Like A Rolling Stone"!

Dylan sarebbe stato pagato $ 5 milioni per l'annuncio. Che cosa avrà fatto con quei soldi ? Forse li ha tenuti, forse no. Dylan è noto per finanziare segretamente molte organizzazioni di beneficenza che sarebbero deducibili dalle tasse.

Che dire di quei rispettabili giornalisti che accusano Dylan di essere "venduto"? Sono andati al college per studiare giornalismo? VENDUTI! Non vengono pagati per il loro lavoro, VENDUTI! Non scrivono solo quello che vogliono, VENDUTI! No? VENDUTI! Perché non si stanno concentrando sui reali problemi del mondo invece di perdere tempo ad occuparsi di queste sciocchezze? VENDUTI!
Se dicono che Dylan sta andando a nord, probabilmente lui starà andando verso est o sud-ovest. Egli potrebbe anche eventualmente finire da qualche parte a nord, ma la sua bussola interna lo porterà sempre in un viaggio che nessuno potrebbe nemmeno immaginare. Poi Dylan è un artista e non un filantropo, perchè dovrebbe condividere i suoi guadagni con loro? Non preoccupatevi di capirlo. Anche il suo libro di memorie, Chronicles, è pieno di inesattezze. Nessuno lo conosce veramente per quello che è.

La vera cosa più cool dell'annuncio, tuttavia, è che la chitarra in mostra nello spot potrebbe essere il nuovo modello SJ-200 della Gibson firmato Bob Dylan. E la Chrysler 200 ha pagato anche per questo. Bellissimo Bob!
U.S.A! U.S.A! U.S.A!

 

(Grazie a Andrew Klewan)

Harold Lepidus - Bob Dylan Examiner
(Fonte: http://www.examiner.com/article/media-sells-out-blames-bob-dylan?CID=examiner_alerts_article)

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Luci sul fratello sfigato di Bob Dylan                                                     clicca qui

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De Gregori a Hollywood per premio LA Italia                                        clicca qui

 

 
Sabato 8 Febbraio 2014

Talkin' 9322 - Marco on the Tracks

Ciao Mr.Tambourine,
innanzitutto ti faccio i complimenti per come il sito abbia aperto il nuovo anno, ovvero con tanto materiale interessante su Dylan e dintorni.

Ho letto il libro di Dave Van Ronk (ed Elijah Wald) “Manhattan Folk Story” di cui si è anche parlato da queste parti e mi permetto di fare alcune considerazioni, partendo da un confronto apparentemente azzardato che Van Ronk propone, ovvero il paragone tra Duke Ellington, Johann Sebastian Bach ed il loro periodo storico con il periodo storico in cui nacque artisticamente Dylan. Nel paragone Van Ronk fa pendere nettamente la bilancia verso Ellington e Bach. Questa “presa di posizione” a me pare sia più un atto di umiltà di Van Ronk nei confronti del periodo storico che, dal punto di vista artistico, anche (e per alcuni versi soprattutto) lui ha contribuito a far entrare nella storia, piuttosto che un modo per sminuire il ruolo dell’artista Dylan nella storia della musica. Personalmente non riesco a paragonare Ellington e Bach (ed il loro periodo storico) con Dylan. Non ci riesco perché lo vedo un pò come paragonare una Mustang del ‘67 con una Harley Davidson o con una Ferrari: sono tutti e tre mezzi di trasporto, ma sono decisamente differenti per tutto il resto. Paragonare differenti artisti di differenti periodi storici la trovo una forzatura eccessiva. Bach è stato un compositore, organista, clavicembalista e maestro di coro (cit.wikipedia) ed Ellington è stato un pianista, compositore, direttore d’orchestra quindi, teoricamente, con il cantautore Bob Dylan e il Folk Revival c’entrerebbero poco se non che tutti rientrano nel “calderone” della musica.
C’è anche da considerare il fatto che Dylan è passato attraverso diversi generi musicali: dal folk al rock al country al blues ma, se si va a guardare in alcune enciclopedie (e in tanti articoli apparsi su di lui in rete), il suo nome è associato al genere musicale pop-rock quando non semplicemente abbreviato come “pop” e quella parola (“pop”) suona molto come musica per la massa, commerciale e banale, mentre il Jazz e la Musica Classica sono considerati generi musicali di un più alto livello/spessore. Credo quindi che qualsiasi critico/studioso musicale la pensi esattamente come Van Ronk su questo punto (ovvero, riassumendo: Ellington e Bach sono meglio di Dylan).
Per me (inteso come “per la mia Vita”) non c’è mai stato nessun artista Jazz e nessun compositore di Musica Classica che possa aver avuto un ruolo importante come quello che ha avuto Bob Dylan. Mi ha aperto la mente, ed è riuscito a guardare dentro di me più di quanto io stesso sia mai riuscito a fare. Mi ha reso una persona (credo) migliore e, se penso alla mia vita prima di Dylan e dopo Dylan, non posso che ringraziarlo per tutto quello che ha significato per me incontrarlo lungo il mio cammino. Tutto questo a me Ellington e Bach non me lo hanno mai dato, seppure mi piace anche ascoltare ed immergermi nelle sonorità del Jazz e nelle emozioni che la Musica Classica può offrire a chi la ascolta.
Poi se vogliamo discutere del fatto che Dylan & company “sono solo canzonette” e che i veri Maestri della Musica sono altri bè, potrà anche essere vero, dopotutto parliamo di Ellington e Bach, due geni assoluti, ma non hai idea di quante argomentazioni superficiali e snob mi sono state fatte da presunti intenditori di musica che etichettano Dylan come “pop” e neppure sanno riconoscere la sottile differenza tra pop, rock e folk, tanto per cominciare. Per criticare occorre conoscere e chi etichetta Dylan come puro e semplice “pop” (alla stregua di Lady Gaga, tanto per intenderci) mi sembra abbia più da imparare che da criticare (chiaramente non parlo di Van Ronk, che Dylan lo conobbe di persona).
Ritornando a quanto detto da Van Ronk, a mio parere le sue parole sono anche rivolte contro una certa sostanziosa rappresentanza di giovani di quel periodo (piccolo borghesi che “giocavano” a fare gli idealisti e pretendevano dai cantanti Folk un certo “stile di vita” ma intanto loro avevano il culo parato - scusate il francesismo - dai genitori e potevano studiare al college per diventare dentisti o agenti di borsa e tanti saluti agli idealismi anni sessanta) che un ridimensionamento di quello che rappresentò quel periodo storico.

Un’altra parte del libro che ho trovato molto interessante è quando Van Ronk parla dell’inverno 1961/ 62 nel Village. Van Ronk racconta che in realtà nel famoso gelido inverno del 1961, quando Dylan arrivò a N.Y., non è che il Folk Revival stesse realmente vivendo un momento magico e fervente nel Greenwich Village. Cioè, c’erano alcuni locali (pochi, piccoli e fatiscenti) dove i cantanti Folk potevano esibirsi (per pochi spiccioli quando andava bene), c’erano le strade del Village dove potevi esibirti all’aperto, c’erano case discografiche che qualche album erano disposte a pubblicarlo e c’era qualcosa nell’aria che poteva far sperare che prima o poi il Folk-Revival avrebbe realmente ingranato ma, fino a quando non arrivarono “Blowin’ in the wind” e “A hard rain’s a-gonna fall”, nessuno dei cantanti del Village aveva realmente avuto un successo a livello nazionale (figurarsi poi internazionale), né tantomeno fatto fortuna con il Folk Revival.

Van Ronk sostiene che Dylan fosse arrivato a N.Y. soprattutto per Woody Guthrie, per incontrarlo e stargli vicino. Leggermente differente la versione di Bob Dylan che sostiene di essere andato a N.Y. sicuramente anche per Woody Guthrie, ma soprattutto perché a N.Y. nel Village in quel periodo c’era l’ambiente giusto per chi, come lui, era alla ricerca di fortuna.
Mi ha colpito questa parte del libro perché Van Ronk sembra voler rappresentare un Dylan più “umano” e “sensibile” di quanto lo stesso Dylan abbia mai voluto rappresentare di se stesso. Mi pare che proprio qui su maggiesfarm tempo fa è stata pubblicata un’intervista (o un link che rimandava all’intervista) dove Dylan dichiarava che oggi, ripensando al passato, riteneva di aver in qualche modo sopravvalutato Woody Guthrie. La cosa mi colpì particolarmente perché, anche fosse vero, non capisco il motivo per cui chi ha dedicato una canzone (e una parte della sua vita) a Woody Guthrie oggi si debba prender la briga di rinnegare in quel modo il passato. (Paradossalmente, le recenti dichiarazioni di Dylan su Guthrie sembrano quasi ricalcare quanto detto da Van Ronk sull’importanza di Dylan e del suo periodo storico, che sarebbero appunto stati sopravvalutati, quindi in parte Dylan darebbe ragione a Van Ronk).

Nel suo insieme il libro di Van Ronk è molto interessante, scorrevole, a tratti divertente e a tratti malinconico e lo suggerisco a chiunque voglia in qualche modo ritrovarsi a rivivere quel particolare periodo storico che sarà forse stato sopravvalutato, chissà, ma che comunque ha, a suo modo, cambiato la storia.

Vorrei però fare anche una precisazione: il libro è stato “pensato” da Van Ronk e scritto/dato alle stampe da Elijah Wald senza che fu possibile una eventuale revisione da parte di Van Ronk, che se ne andò prematuramente nel periodo in cui ancora stava ancora lavorando al libro. Wald nella postfazione del libro dichiara che ha utilizzato interviste e registrazioni fatte tra lui e Van Ronk ed ha cercato di lasciare tutto così com’era per non mettere in bocca a Van Ronk parole che non erano sue. Ma chiaramente Van Ronk avrebbe potuto rivedere qualcosa, togliere o aggiungere altri argomenti. Insomma, si tratta praticamente di una “bozza” e come tale andrebbe letta. Il risultato finale è a mio parere ottimo ma il libro non può essere esattamente quello che Van Ronk aveva in mente di scrivere.

Bob Dylan nel libro viene citato (inevitabilmente) diverse volte. La parte più divertente è quanto Van Ronk afferma che il proprietario del Gaslight Cafè faceva salire sul palco Dylan quando… voleva far svuotare il locale!!! … Ma comunque da Van Ronk nei confronti di Dylan ci sono sempre parole di stima per il suo enorme contributo allo “sdoganamento” del Folk Revival ed anche perché prima di Dylan il termine “songwriter” nell’ambiente Folk praticamente non esisteva.
Van Ronk racconta anche del famoso plagio di Dylan a suo danno per gli arrangiamenti di “The House of the Rising Sun” e, anche in questo caso, seppure all’inizio la cosa gli dette particolarmente fastidio, alla fine non sembra che abbia poi realmente portato grosso rancore verso Dylan.

E’ particolare infine il fatto che un libro definito come la biografia di Dave Van Ronk racconti esclusivamente (a parte un divertente episodio più recente riguardante proprio “The House of the Rising Sun”) degli anni sessanta, del Village e del Folk Revival. Chissà perché sia Van Ronk (con il suo discorso su Ellington e Bach) e Dylan (con la recente intervista in cui parla di Guthrie) hanno sentito il bisogno di rinnegare in parte un periodo storico che proprio loro hanno contribuito a far entrare nella storia. E con questa domanda inquietante chiudo il discorso, mi sa che mi sono dilungato anche troppo…

Marco on the Tracks

Ciao Marco, forse fare un paragone fra Bach e Dylan è veramente impossibile oltre che inutile e stupido, qualcuno da noi direbbe "E che ciazzecca?". Inoltre non mi pare, almeno questa è la mia modesta opinione, che Ellington sia entrato a far parte della storia della musica americana con la stessa importanza di Dylan. Sui motivi che hanno spinto Robert Zimmerman a trasferirsi al Village ne sono state dette e scritte di ogni, Dylan stesso ha dato a volte motivazioni diverse nel corso degli anni e delle interviste, dicendo tutto ed il contrario di tutto. Certamente questo libro di Van Ronk è solo l'abbozzo di quello che lui avrebbe voluto pubblicare, ma purtroppo se ne è andato prima di poter dare la versione definitiva. Certo l' avrebbe rivisto e corretto, forse migliorato anche, ma credo che in questo modo, semplicemente abbozzato e praticamente messo insieme da Elijah Wald, il libro sia davvero più genuino di quanto avrebbe potuto risultare dopo una o due revisioni. Si può essere d'accordo o meno con quanto pensa Van Ronk su quello che succedeva al Village in quegli anni. La famosissima ballata "The House of the raising sun" (brano che risale alla prima metà dell'ottocento e, al pari di molte altre classiche ballate folk, con paternità dubbia, a volte chiamata anche "Rising Sun Blues". Lo studioso del folklore Alan Lomax, autore nel 1941 della raccolta di canzoni "Our Singing Country", scriveva che la melodia era presa da una ballata tradizionale inglese (probabilmente dal titolo Matty Groves risalente al seicento) ed il testo era stato scritto da Georgia Turner e Bert Martin, una coppia di abitanti del Kentucky. Altri studiosi propendono per ipotesi diverse, sebbene quella di Lomax sia generalmente considerata la più plausibile. La più antica incisione del brano conosciuta è quella del 1933 eseguita da Clarence "Tom" Ashley che affermò di avere imparato il brano da suo nonno. Secondo alcuni una incisione più antica fu quella del bluesman Alger "Texas" Alexander del 1928 col titolo The Risin' Sun. Di tale incisione esistono solo testimonianze indirette poiché non è nota l'esistenza di nessuna copia del 78 giri. Non se ne conoscono dunque né il testo né melodia ed è dunque impossibile stabilire se si trattasse del medesimo brano.
Del testo esistono due diverse versioni: una al maschile e una al femminile. Quella maschile parla di un ragazzo proveniente da una famiglia problematica e pentito di aver passato la sua vita nel peccato e nella infelicità frequentando la "Casa del sole nascente"; quella femminile invece parla di una ragazza ravveduta di essere entrata nel giro della prostituzione e costretta a rimanere in quella casa per poter vivere. La versione maschile è la più nota ed è quella proposta dagli Animals, pubblicata come singolo nel 1964, sebbene quasi tutti gli studiosi siano concordi nel ritenere il testo al femminile quello originario. Ci sono un centinaio di versioni con arrangiamenti diversi della canzone, e quello di Van Ronk era solo uno dei tanti così come lo era la versione di Dylan. In quanto all' aver rinnegato una parte del loro passato storico sia da parte di Dylan che di Van Ronk, non la giudico una cosa fuori dall' ordinario, a vent' anni si vedono le cose in un certo modo, a distanza di anni molto probabilmente le stesse cose si giudicano e si valutano in un modo diverso, ma non sono le cose ad essere cambiate, ad essere cambiato è chi le giudica, ecco perchè si possono registrare delle incongruenze nelle dichiarazioni di una stessa persona a distanza di tempo. Grazie per i complimenti iniziali, alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 9321 - Gypsyflag

Ogg: Gruña el gato montes

“Gruñò el gato montes”: così Eliades Ochoa – nel simpatico album di tributo "From Another World", recentemente uscito, traduce “a wild cat did growl”, nella sua curiosa interpretazione di All along the watchtower. Il vecchio ruggito del gatto selvaggio, mi sembra l’unico e migliore commento allo spot “fordista” (per usare un eufemismo) di Dylan. Un’altra di quelle cose proprio difficili da mandar giù…
Divertente e geniale invece lo spot dell’orso, che per uno yogurt mette sottosopra il drugstore di provincia, con in sottofondo “honey I want you”.
Saluti, Gypsyflag

L'idea dell' orso che devasta il piccolo drugstore alla ricerca di uno yogurt "Chobani" è veramente quanto di più scarso si poteva ideare per uno spot pubblicitario, e pensare che in Italia fu Vodafone molto tempo fa ad avere una sciagurata idea del genere, per fortuna Chobani ha usato "I want you" come colonna sonora ridando un pò di dignità allo spot. Non mi è piaciuto invece lo spot Chrysler, al di là delle valutazioni che sono state fatte sull' americanità di Chrysler e la presunta bugia di Dylan (gli articoli americani hanno usato la parola "shilling" che equivale a "bullshit" per capirci) che hanno portato i cronisti USA a considerare un "failure" lo spot della Chrysler), con un terribile Dylan che sembrava la statua di cera di se stesso (il filmato è stato molto probabilmente ritoccato o photoshoppato, niente rughe, Dylan sembra avere 15 anni di meno), almeno questa è l'impressione che ho avuto io, poi quando dice "we will build your car" l'asino prende un gigantesco inciampo, avrebbe dovuto dire, per essere reale, "Fiat will build your cars", ma come ho detto ieri, per 5 milioni di dollari si può dire qualsiasi cosa. Alla prossima, :o)

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Bob Dylan e Chrysler vincono al Superbowl                                         clicca qui

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From Another World: Tutto il mondo canta Dylan                                clicca qui

 

 
Venerdi 7 Febbraio 2014

Dylan compenso di 5 milioni di dollari per lo spot Chrysler

Whow amici, leggo oggi che Bob Dylan, per la sua partecipazione allo spot della Chysler (o meglio sarebbe dire FCA - Fiat Chysler Automobiles perchè ormai tutti sanno che il colosso americano Chrysler è diventato di proprietà italiana) ha percepito un compenso di 5 milioni di dollari. Lasciatemi dire che per una cifra simile io avrei detto qualsiasi cosa!!! E voi???
Mr.Tambourine

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Talkin' 9320 - Redazione Blogfoolk

Ogg: From Another World

Caro Mr. Tamburine Man,
Ti segnalo che sul numero 137 di www.blogfoolk.com e' stato pubblicato un lungo ed interessante speciale su "From Another World: A Tribute To Bob Dylan", album tributo unico nel suo genere che vede protagonisti artisti e band di tutto il mondo, che hanno riletto attraverso gli stilemi delle rispettive tradizioni musicali alcuni dei classici del repertorio di Bob. Per l'occasione Il giornalista Ciro De Rosa ha intervistato il produttore del disco, Alain Weber, che ha raccontato la genesi del progetto, rivelando anche alcuni aneddoti sorprendenti.
Eccoti, dunque, il link http://www.blogfoolk.com/2014/02/artisti-vari-from-another-world-tribute.html
Sarebbe bello che tu segnalassi questo disco su Maggie's Farm, dando così anche l'opportunità ai tuoi lettori di conoscere il nostro magazine.
Ringraziandoti in anticipo dell'attenzione che vorrai dedicarci ti saluto cordialmente.
Salvatore Esposito
Direttore Editoriale di www.blogfoolk.com

Ciao "Eagle", bello vedere che un "magfarmiano" (termine coniato dall'amico Michele "Napoleon in rags" Murino per definire i lettori e frequentatori della sua Fattoria, mentre ora, come certamente saprai, io preferisco usare il termine "maggiesfarmer" perchè lo trovo più corretto) primigenio come te segua ancora Maggie's Farm. Questo disco era stato già segnalato dalla Fattoria giovedi 23 Gennaio, ma ora, con l'articolo da te postato sul tuo fantastico "BlogFoolk, Storie, Suoni e Visioni sulle Strade del Folk" (che consiglio a tutti di seguire) questo disco acquista un nuovo sapore ed un nuovo significato, e sono certo che molti maggiesfarmers lo acquisteranno e magari, perchè no, ci mandereanno la loro recensione. Un doversoso e soprattutto sentito grazie per la segnalazione e la considerazione, ma spero che in futuro, almeno qualche volta, tu possa e voglia trovare il tempo di scrivere ancora qualcosa anche per questa Fattoria proprio come facevi molti anni fa, in fondo credo che molti vecchi magfarmiani facciano parte ancora della schiera dei nostri fedeli dylaniati. Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 9319 - Gianfranco Cautiero

Ogg: Talkin' 9313

Ciao Tambourine e Piero,
Io penso che la chiesa vada distinta dalla fede in Dio, Allah, Sole, etc....
Quello che ho sempre trovato nelle chiese è tanta ipocrisia. Scusate se il tono del precedente messaggio era forse un pò crudo e troppo diretto, ma nel paragonare il Papa a una Rock star stavo solo procedendo per paradossi.
Io penso che le chiese vadano "liberate" e restituite ai popoli. Tutto quel patrimonio dev’essere di tutti, perché spesso per innalzarle (nel nome di Dio) il sangue dei popoli è stato versato e riversato ancora. Nessuno dovrebbe mai pagare un biglietto per entrare in una chiesa. Io sogno di vedere tutte le chiese del mondo sconsacrate e convertite in teatri gratuiti, in scuole di musica e danza, dove tutti posso discutere e sperare di diventare persone migliori e aiutare il prossimo, indipendentemente dalla razza, colore della pelle, fede, etc.
Capisco che la chiesa è fatta da uomini, e noi siamo piccoli e deboli e sbagliamo. Qui parliamo però di sbagli millenari, quando verrà il tempo di cambiare? Oggi vedo solo tanta falsità nella chiesa come nella società. Tante parole (apostolica ad esempio) vuote con cui tappano le orecchie di tutti noi, rendendo veramente difficile sentire, comprendere e allievare il pianto di chi soffre o muore tutti i giorni.

Caro Gianfranco, le tue osservazioni, per quanto a volte spinte a piene mani verso l'estremismo (per esempio il tuo sogno di vedere le Chiese trasformate in teatri e scuole di musica e danza, per la verità davvero tanto inverosimile quanto legittimo), ma questo estremismo è solo una forma esasperata per esprimere un sentimento sincero e di buoni, anzi ottimi propositi. Purtoppo a volte la realtà e sempre molto distante dai nostri desideri, tanto per farti un esempio abbastanza stupido: tutti sognamo un mondo dove regni la pace fra i popoli invece la realtà ci butta in faccia il fatto che nel mondo si stanno combattendo almeni un centinaio di guerre ed il peggio è che la maggior parte di quelli che le combattono non sanno neppure perchè cazzo lo fanno, Ma mai disperare, come dice Bob "The Times They Are A-Changin'", e chissà che una volta cambino anche verso la direzione che piace a noi. Un saluto, alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

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Bob Dylan e Fiat Chrysler                                                                        clicca qui

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Spot Chrysler al Super Bowl: il messaggio è politico                             clicca qui

 

 
Giovedi 6 Febbraio 2014

Il problema con Bob Dylan e le sfacciate bugie per Chrysler

Quelli di noi che assistevano alla grande batosta che i Seattle Seahawks hanno dato ai Denver Broncos al Super Bowl 2014 lo hanno fatto o perché volevamo vedere il "Vince Lombardi Trophy" alzato sopra le loro teste o perché volevano vedere il resto del programma, cioè gli spot pubblicitari. Per i nostri problemi, siamo stati spruzzati con l’ Axe Body Spray per esorcizzare la tipica stupidità sessista di sfruttare le paure della Middle America per le guerre in corso in Medio Oriente e in Asia. Alcuni spettatori sono stati sconvolti dallo spot della Coca-Cola e di Cheerios, perché gli annunci di queste marche esprimavano le loro opinioni ristrette su ciò che è o non è americano, e Scarlett Johansson ha cercato di propinarci la SodaStream, che è, se non sapete la verità ve la dico io:

(Sodastream, ditta israeliana che produce gasatori per l'acqua del rubinetto, spacciati per prodotti "eco-chic", nasconde delle brutte verità:
■La sua principale fabbrica si trova in un insediamento israeliano nei Territori palestinesi occupati; gli insediamenti sono ritenuti illegali dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU, dalla Corte Internazionale di Giustizia e da tutte le istituzioni europee.
■Finanzia direttamente l’insediamento attraverso le tasse comunali che vengono utilizzate esclusivamente per sostenere la crescita e sviluppo.
■Finanzia anche, tramite le tasse comunali, la famigerata discarica israeliana di Abu Dis, dove vengono scaricate 1100 tonnellate di rifiuti israeliani al giorno su terre rubate ai Palestinesi, inquinando corsi d’acqua e terre nelle vicinanze.
■Sfrutta la manodopera palestinese, sottoponendola a condizioni di lavoro discriminatorie e a licenziamenti indiscriminati, come testimoniano gli stessi lavoratori. L'occupazione israeliana impedisce, del resto, lo sviluppo di un'economia palestinese).


Il Super Bowl è fondamentalmente una parata televisiva di cose che centrano poco con l' America. Ma non ero ancora preparato per vedere Bob Dylan, uno dei nostri più celebri artisti viventi, prendere parte a questa faccenda. Dylan ha lasciato alcuni di noi preplessi e dubbiosi a grattarsi la testa prestando il suo volto a campagne pubblicitarie che non hanno molto senso, con una delle sue più belle canzoni che faceva da colonna sonora in uno spot dove c’era un assurdo orso affamato di yogurt. C'era qualcosa di innegabilmente strano in un Bob Dylan che chiede se ci sia qualcosa di più americano dell' America stessa, con lo sfondo della sua musica e le immagini di James Dean, di bambini che giocano a baseball, le cheerleaders e un uomo insoddisfatto che prende un caffè in un autogrill sulla strada. La cosa strana non era che Bob Dylan era nello spot, la cosa inquietante è che ha abbandonato i principi cardine che una volta aveva sposato, non solo, ma cercava di convincere i suoi fans e la gente a prendere per buoni quelli dello spot.

Io amo la musica di Bob Dylan. L'ho sentita per tutto il tempo che posso ricordare. Sono praticamente cresciuto con Blonde on Blonde e Highway 61 Revisited. Ogni tanto cambio la mia preferenza per un disco o l’altro, ma alla fine il mio preferito è sempre Blood on the Tracks , e una volta sono anche stato fisso per due mesi nell’ascoltare a ripetizione la versione bootleg di "Went to see the gypsy". Ho conosciuto per anni tantissime persone che, ascoltata " Blowin 'in the Wind", avevano deciso che era loro dovere lottare per il cambiamento, per eliminare la guerra, e di combattere il razzismo; so della svolta elettrica di Dylan, e so quanto è stata bella la Rolling Thunder Revue che guardo spesso. Ho divorato tutte queste cose di Dylan, e ho il più profondo rispetto ed ammirazione per l’uomo come musicista. Ma io sono sempre stato diffidente su Dylan come persona, perché, francamente, sembra uno stronzo incoerente che si nasconde dietro la sua mistica.
La scelta di Dylan di prestare il suo volto per Chrysler, a mio avviso, è più di uno strano capriccio. Perché deve fare il venditore di auto in questa fase della sua carriera è oltre le mie possibilità di capire. Presumo che non abbia bisogno di soldi o di un’ auto gratuita. E mentre Chrysler sembra il miglior marchio automobilistico americano (la destra lo avrebbe crocifisso se avesse detto stronzate per una società di proprietà straniera e costruita all’estero come Toyota, mentre anche i suoi fans più fedeli l’avrebbero contestato se avesse cercato di vendere vetture di lusso BMW, definendola una svendita o addirittura ricorrendo al più famoso insulto mai scagliato contro Dylan: "Giuda "), il tutto puzza peggio di quanto sia possibile annusare.
"Quindi lasciamo che la Germania produca la birra" ci dice Dylan verso la fine dello spot, "Lasciate che la Svizzera costruisca il vostro orologio, “Lasciate che l’Asia assembli i vostri cellulari", poi, dopo una breve pausa: “Noi costruiremo le vostre automobili". E per "noi", Dylan non vuol dire Fiat Chrysler Automobiles, una società olandese con un amministratore delegato italiano, Bob Dylan intende proprio l’America e gli americani, la gente di Detroit. Questo è un messaggio che la maggior parte di noi non può tollerare. Detroit è diventato il simbolo dell'America che rivendica il suo antico splendore, e anche se la società alla quale Dylan ha attribuito il suo nome leggendario non è più tecnicamente americana, sta continuando a creare migliaia di posti di lavoro nell'area di Detroit. Non sto sostenendo che non dovremmo sostenere la Chrysler, ma credo che non debba essere Bob Dylan la persona giusta per dirci queste cose.
Per non dimenticare, Bob Dylan è il cantante che ha chiamato "Masters of War" coloro che hanno costruito le macchine usate durante la guerra del Vietnam, cosa che lo fa apparire ancora più assurdo e incoerente ora che gli USA hanno approvato una commessa con Chrysler (che ha vinto l’appalto) per produrre i carri armati M1 Abrams. Certo, il settore militare “Chrysler Defence” è stato ceduto alla General Dynamics per 348,5 milioni di dollari nel 1982. Ma la attuale Fiat Chrysler non è svincolata da contratti col Ministero della Difesa Americano, date un'occhiata a Iveco, uno dei rami di Fiat Industrial, che (tra le altre cose) produce veicoli fuoristrada militari, per la difesa e la protezione civile. Da qualunque lato si guardi ora la cosa, Bob Dylan è ora sul libro paga delle stesse persone che tanti anni fa aveva denigrato, lasciando tutti noi a chiederci se, ancora una volta, i valori che lo hanno reso una leggenda non significano più nulla per lui.

(Fonte:http://flavorwire.com/436911/the-problem-with-bob-dylan-shilling-for-chrysler/)

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Talkin' 9318 - Francesco Tamburinini

Ogg: Grazie!

Ciao Mr. Tambourine (mi sarebbe piaciuto avere questo nickname, dato il mio cognome, ma è già occupato :D).
Ti volevo solo ringraziare per l'approfondimento su Blonde on Blonde, che non finirà mai di stancarmi, sebbene nella mia personale classifica regni incontrastato Highway 61.
Ti ringrazio anche per il riassunto della vita di Pete Seeger, un maestro, vero e proprio simbolo del folk, a cui vorrei dedicare due parole: essendo stato dylaniato pochi anni fa, solo da qualche tempo sto andando a ritroso nel tempo, cercando di scoprire le radici musicali da cui sorge quel genio assoluto di His Bobness.
Seeger, insieme a Guthrie (padre e figlio), Missisipi Sheiks, Van Ronk (in attesa del film dei Cohen, di cui consiglio "Fratello, dove sei"), è quello che mi ha colpito di più: la semplicità dei testi è incredibile, nonostante siano così intrisi dei suoi ideali. Un simbolo indelebile della musica d'oltreoceano.

Una scoperta che invece mi ha parecchio incuriosito è quella di Bloomfield: ho sentito poco del suo repertorio (tolto naturalmente tutto highway 61 revisited), però il suo sound è eccezionale, la chitarra è maestosa (la Super session con Al Kooper e Stills ne è un esempio concreto). Un altro personaggio che si deve assolutamente approfondire.

Bè, come vedi, seguo giornalmente la fattoria, quindi non posso far altro che ringraziarti per tutto il lavoro e la passione che infondi nel sito. un Immenso Grazie da parte mia, e, oserei dire, anche da parte di tutti gli animali della fattoria che ti seguono sempre!

Grazie Francesco, parole come le tue forniscono un ulteriore impulso e motivazione per continuare il lavoro di compilazione giornaliera della Fattoria, ma lasciami puntualizzare che una Fattoria senza animali non servirebbe a niente, quindi, a conti fatti, tutti voi siete importanti come credo di esserlo io, ognuno di noi da il suo contributo ed è questo che da anni continua a mantenere Maggie's Farm uno dei fansite di Dylan più apprezzati proprio per i suoi contenuti. Alla prossima, Mr.Tambourine, :o) 

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Talkin' 9317 - Alberto "Clean Cut Kid"

Ciao Mr.Tambourine,
ho letto ed apprezzato quanto hai scritto a proposito del Greenwich Village, degli Inizi di Bob Dylan tratti dal libro di Howard Sounes, di Blonde on Blonde, di Mike Bloomfield, di Pete Seeger e ieri di Buddy Holly e Ritchie Valens. Per combinazione mi stavo guardando su Youtube il concerto del 50° anniversario dei Beach Boys e mi son trovato ad esclamare “ Ma c....., perchè non c’è più gente che canta e suona così?”. Ti allego il link del filmato, guardalo, ne vale la pena. Ciao e grazie di tutto ciò che fai per noi dylaniati.
Alberto “Clean Cut Kid”

 

Hi Clean Cut Kid, davvero mille grazie per avermi segnalato questo meraviglioso filmato. L’ho riguardato con vero piacere e tantissima emozione, musicisti e canzoni incredibili. Per rispondere alla tua esclamazione penso che abbiano a bella posta gettato via lo stampo per fare in modo che artisti come questi (ma la cosa vale anche per molti altri) rimangano unici ed irripetibili. Grazie ancora, alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Mercoledi 5 Febbraio 2014

3 Febbraio 1959: "The Day the Music Died"

"The Day the Music Died" (Il giorno in cui la musica morì), talvolta indicata anche come The Day the Rock Died: Il giorno in cui il rock morì, è la locuzione convenzionale con cui viene ricordato il disastro aereo accaduto nello Iowa (USA) il 3 febbraio 1959 nel quale persero la vita tre popolari musicisti, ancor giovani in età ma già icone del rock and roll: Buddy Holly (vero nome Charles Hardin Holley, nato il 7 settembre 1936), "The Big Bopper" (Jiles Perry Richardson, nato il 24 ottobre 1930) e Ritchie Valens (Richard Steven Valenzuela, nato il 13 maggio 1941).
La locuzione è ricavata dai versi di una canzone scritta anni dopo, nel 1970, dal cantautore Don McLean, intitolata American Pie:
« I can't remember if I cried
When I read about his widowed bride,
But something touched me deep inside
The day the music died. »

« Non ricordo se piansi
Quando lessi che la sua sposa era diventa vedova,
Ma qualcosa mi colpì profondamente
Il giorno in cui la musica morì. »


Poco dopo l'una di notte il Beechcraft Bonanza guidato dal giovane e inesperto pilota Roger Peterson, che volle decollare nonostante le cattive condizioni meteorologiche (la zona era interessata da una bufera di neve e forti nevicate), perse quota all'improvviso, probabilmente per un errore di disorientamento del pilota, andandosi a schiantare in una piantagione di granturco poco fuori Mason City, la località da cui era decollato, otto miglia a nord di Clear Lake, nell' Iowa.
Nell' impatto il pilota e i tre passeggeri persero la vita. I tre musicisti, impegnati in una lunga tournée nel Midwest, si erano esibiti quella sera alla "Surf Ballroom" di Clear Lake e si erano rimessi subito in viaggio: la sera dopo avrebbero dovuto tenere un altro spettacolo nel Nord Dakota.
Sul luogo in cui avvenne l'incidente è stato inaugurato il 16 settembre 2003 un monumento a ricordo dell'evento.

La Surf Ballroom di Clear Lake, nello Iowa, non doveva essere una data del tour ma gli organizzatori, per occupare una serata rimasta scoperta, chiamarono Carroll Anderson, manager della Surf Ballroom proponendogli lo spettacolo. Questi accettò e venne fissata la data del 2 febbraio.
Quando Buddy Holly arrivò al locale si mostrò assai contrariato con i musicisti del gruppo per il cattivo funzionamento del pullman ventilando la possibilità di affittare un volo charter per il trasferimento a Moorhead, nel Minnesota, da dove avrebbero poi raggiunto Fargo (North Dakota). Secondo lo speciale televisivo Behind the Music: The Day the Music Died prodotto dal canale satellitare VH-1, Holly quella sera era indispettito anche per il fatto di non poter disporre di un cambio di biancheria né di poter far lavare quella che indossava poiché la locale tintoria quel giorno era chiusa per riposo.
Il volo fu organizzato con Roger Peterson, pilota locale ventunenne che lavorava per la Dwyer Flying Service di Mason City, Iowa. Fu concordato un compenso di trentasei dollari per ciascuno dei tre passeggeri del Beechcraft Bonanza B35 (V-tail).

  Il Rock ' n ' Roll era ancora ai suo albori quando subì la sua prima tragedia. Il 3 febbraio 1959, tre delle più grandi star del momento, Buddy Holly (in realtà Holley come scritto sulla sua pietra tombale), Ritchie Valens e J.P. Richardson, più noto come “Big Bopper”, persero la vita in un incidente aereo nei pressi di Clear Lake, Iowa.
I tre artisti, insieme a “Dion and the Belmonts”, facevano parte di un tour chiamato Winnter Dance Party per suonare in 24 città del Midwest in altrettanti giorni. Ma il sistema di riscaldamento del bus sul quale viaggiavano era vecchiotto e si ruppe dopo pochi giorni, cosa che causò una forte influenza in alcuni musicisti e il batterista di Holly, Carl Bunch, dovette essere ricoverato in ospedale per assideramento. Quando si trovarono alla sala da ballo “Surf  Ballroom“ a Clear Lake il 2 febbraio, dopo circa una settimana e mezzo di tour, Holly, dopo lo spettacolo, decise di noleggiare un aereo nella vicina Mason City a Fargo, ND, proprio di fronte al confine di stato del loro prossimo concerto a Moorhead, Minnesota.

L'aereo , un Beechwood Bonanza, poteva portare solo tre passeggeri e il pilota Roger Peterson. Il bassista di Holly, il futuro leggendario cantante country Waylon Jennings , diede il suo posto a Big Bopper che era malato. Secondo l’autobiografia di Jennings, Holly lo prese in giro dicendogli: "Beh, spero che il tuo vecchio autobus si blocchi", al che Jennings gli rispose: "Beh, spero che il tuo vecchio aereo venga giù".

  

Ci sono storie contrastanti su come Ritchie Valens era seduto nel terzo sedile. Tommy Allsup, chitarrista di Holly, affermò di aver perso quel posto con Valens dopo esserselo giocato con il lancio in aria di una moneta nello spogliatoio dopo lo spettacolo. Nel 2010, Dion DiMucci, che era stato in silenzio per 51 anni dopo quella notte, ha sostenuto che non era Allsup la persona prevista per occupare il terzo posto in quanto non era uno degli headliner in cartellone. La leggenda dice che Allsup, dopo aver vinto il lancio della moneta, esitò a pagare i 36 dollari per il volo, l’equivalente dell’importo dell’affitto mensile dell’appartamento dei suoi genitori dove lui era cresciuto, cedendo per questo motivo il posto a Valens. Il DJ locale Bob Hale, che era il presentatore delconcerto, concorda sul fatto che Allsup e Valente avessero tirato a sorte per il posto, ma che a tirare la moneta in aria era stato lui.
Indipendentemente dalle contraddizioni, intorno alle 12:55 del 3 febbraio, l' aereo che trasportava Holly, Richardson e Valens decollò in mezzo ad una tempesta di neve con forti venti. Ma l' aereo percorse solo pochi chilometri prima di schiantarsi, uccidendo all'istante tutti e quattro gli uomini a bordo.

L'inchiesta federale stabilì che anche se il tempo giocò un ruolo importante nell’ incidente , il 21enne pilota Peterson era troppo inesperto per volare in quelle condizioni meteo. Inoltre, probabilmente fraintese l'indicatore di altitudine, che era diverso da quello su cui era stato addestrato, e inavvertitamente portò l'aereo verso il basso anziché verso l'alto.
Al momento, la moglie di Holly, sposata da appena sei mesi, Maria Elena, era in stato di gravidanza da due settimane. Il giorno dopo l'incidente ebbe un aborto spontaneo da trauma emotivo.

Nel marzo 1980, un pezzo che non era stato trovato sul luogo del disastro è stato ritrovato. Gli occhiali neri di Holly erano stati proiettati su un lontano banco di neve e furono ritrovati solo dopo che la neve si sciolse molti anni più tardi. Gli occhiali furono portati nell'ufficio dello sceriffo della contea di Cerro Gordo, sigillati in una busta e dimenticati per altri 21 anni. Dopo il ritrovamento gli occhiali sono stati restituiti alla vedova e sono attualmente in esposizione permanente presso il Buddy Holly Center nella sua città natale di Lubbock, Texas.

Buddy Holly Iniziò a cantare durante gli anni del liceo, e verso la metà degli anni cinquanta cantava e suonava musica country and western in piccoli locali del sud-ovest degli Stati Uniti d'America. Sempre più attratto dalla musica rock, Holly registrò vari brani sia come solista sia come leader di un gruppo, The Crickets, per i quali firmò il grande successo That'll Be the Day nel 1957. Il titolo di questa canzone era curiosamente ispirato a una frase che l'attore John Wayne ripeteva nel film Sentieri selvaggi, uscito l'anno prima. Nello stesso anno il suo singolo "Peggy Sue" scalò le classifiche, rendendolo popolarissimo e pari ad Elvis Presley nello scatenare l'entusiasmo del pubblico. Holly e i Crickets ebbero un regolare programma radiofonico (1955-1958) e suonarono in tutto il mondo.

Posing for a photo in the 1950s are the original four-piece Buddy Holly and the Crickets. Band members are, from left, Niki Sullivan, rhythm guitar; Jerry Allison, drums; Buddy Holly, lead vocals and lead guitar; and Joe B. Mauldin, standup bass.

Il tono accattivante e il fascino fanciullesco della sua voce e delle sue canzoni che valsero il successo a Buddy Holly che scrisse ed eseguì pezzi memorabili, sia in versione solista sia con il complesso dei Crickets. Nello stesso periodo Holly partecipò, sia come solista sia con i Crickets, ai principali varietà televisivi statunitensi. La vita e i successi di Holly sono stati portati sullo schermo dal film The Buddy Holly Story (1978) e sui palcoscenici dal musical Buddy: The Buddy Holly Story (1990). Holly compariva come figura minore anche tra i personaggi del film La Bamba.

In Pulp Fiction di Quentin Tarantino, nel locale Jack Rabbit Slim's a tema anni cinquanta sono incluse le stelle dell'epoca, tra cui un cameriere travestito da Buddy Holly (Steve Buscemi).

 
Buddy Holly con Ed Sullivan

In American Graffiti di George Lucas, uno dei protagonisti afferma che il rock and roll non è più lo stesso dopo la morte di Buddy.

I Beatles, quando ancora si chiamavano The Quarry Men, fecero una cover di “That'll Be the Day” con due chitarre in una registrazione casereccia, che appare nell'Anthology 1. Inoltre, nel loro album Beatles for Sale, appare una cover di un brano di Holly, “Words of Love”, mentre I'll Follow the Sun è ispirata alla morte di quest'ultimo.

La canzone American Pie di Don McLean è un tributo a Buddy Holly. Il brano parla dei terribili eventi del "giorno in cui la musica morì" (The Day the Music Died).

Il cantautore americano James Taylor ha riarrangiato ”Everyday” trent'anni dopo in modo impeccabile, evidenziando l'estro innovativo e mirabile dell'artista prematuramente scomparso.

Buddy Holly ha pubblicato solo tre album nella sua carriera. Nonostante tutto, le sue registrazioni sono state così prolifiche che la Coral Records fu abile nel pubblicare nuovi album e singoli per 10 anni dopo la sua morte, grazie al missaggio della tecnica musicale, delle registrazioni in studio e di quelle fatte in casa. Le registrazioni con le prove dei brani di Holly furono oggetto di overdubbing nelle registrazioni in studio per renderli più commerciali. I migliori pezzi trattati in questo modo sono considerati i primi singoli postumi, come i due singoli del 1959 “Peggy Sue Got Married” e “Crying, Waiting, Hoping” prodotti da Jack Hansen, con il coro delle Ray Charles Singers che simulano un'autentica registrazione dei Crickets. Attualmente si suppone che “Crying, Waiting, Hoping” sia la parte "A" del 45 giri, con una perfetta sintonia tra la parte corale e quella del cantante. La sessione di Hansen, nella quale le ultime sei esibizioni originali di Holly sono state oggetto di overdubbing, venne pubblicata nel 1960 dalla Coral LP col titolo The Buddy Holly Story, Vol. 2. Le migliori registrazioni postume fatte in studio includono i brani “Wishing” e “Reminiscing”.

Buddy Holly ha continuato anche dopo la sua scomparsa a vendere alla pari di un artista "attivo", e le sue registrazioni hanno sempre avuto un seguito di fedelissimi, specialmente in Europa. La richiesta del suo materiale non ancora pubblicato è stata talmente grande che Norman Petty rispolverò tutto il materiale in suo possesso e lo ripubblicò sempre grazie all'overdubbing: tracce alternative delle registrazioni in studio, capolavori in originale rifiutati, “Crying, Waiting, Hoping” e altre cinque canzoni del 1959 (con l'aggiunta di nuovi arrangiamenti di surf-guitar), e persino alcuni demo amatoriali del 1954 (dove la voce flebile viene spesso quasi sovrastata della presenza dell'orchestra). L'ultimo album di Holly è stato Giant (con il singolo Love is Strange), uscito nel 1969. Tra gli overdubs di Jack Hansen del biennio 1959/60, quelli di Norman Petty degli anni sessanta, le altre versioni di provenienza esterna e i brani originali di Holly, i collezionisti e gli appassionati possono spesso scegliere tra diverse versioni della medesima canzone.

 

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Le ultime ore di Buddy Holly                                                                   clicca qui

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Talkin' 9316 - Pieronicolaantonelli

Ogg: Talkin' 9313

Caro amico Gianfranco, ti chiamo amico perchè so che lo sei, io non so perchè continui a vedere la chiesa come una azienda corrotta e criminale.
Volevo solo dirti che la chiesa essendo apostolica, e di tutti. La chiesa non è del papa,(che ne è il capo) dei vescovi, o dei preti. La chiesa siamo noi, siamo noi che contribuiamo a fare la chiesa, a volte con i nostri difetti, a volte con delle inconprensioni, a volte con le nostre miserie, a volte succede che vediamo anche cose tragiche che succedono nelle nostre
parrocchie, proprio da chi invece dovrebbe essere lì per aiutare le persone, ecco, succede che vedendo anche questo, ci colpevolizziamo.
Io so solo una cosa, che Dio, attraverso la chiesa, attraverso preti che lasciano tutto e si mettono al servizio dei più deboli in terre lontane e in paesi vicini, attraverso famiglie che vanno in missione con i poveri, io mi sento figlio di Dio, e vicino alla chiesa così' come è, anche con le sue incongruenze le sue difficoltà. So anche che Dio a tanta pazienza con me, e mi sa aspettare, Gesù guarda dentro di noi e conosce i nostri limiti, dove finisce la nostra forza comincia quella di Dio. Ciao Gianfranco! Pace e bene a tutti.
Piero

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Superbowl: accoglienza tiepida per spot Chrysler con Bob Dylan        clicca qui

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Spot patriottico di Bob Dylan al Super Bowl                                          clicca qui

 

 
Martedi 4 Febbraio 2014

Talkin' 9315 - Stefano Catena

Sto leggendo nei vari siti Dylan patriottico, Dylan si è piegato, Dylan.....Dylan intanto ha veicolato la sua immagine (nei pochi minuti del video tra i vari o altri messaggi dello spot, si vede il Dylan dagli anni 60 fino al Dylan attuale) ma soprattutto ha veicolato la sua song vincitrice di un Oscar, rifatta in versione strumentale, che a me piace!!! E ha fatto o si è reso testimonial di uno spot strepitoso e credibile!!! "....Lasciate che i tedeschi facciano la vostra birra, che gli svizzeri facciano i vostri orologi e che in Asia vengano assemblati i vostri telefoni: noi costruiremo le vostre auto". E' un bel video/spot. Go Bob Go!!!
Stefano C.


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Talkin' 9314 - Ale '65

Ogg: .............Dear Michael Bloomfield

Ciao Mr. Tambourine, volevo ringraziarti per la tua nobile segnalazione e bellissima storia, su Rolling Stone, riguardo l’uscita del triplo cd di Michael Bloomfield.. E’ già, bellissima e triste storia, corta storia, purtroppo, come quella di tanti altri “maledetti”, che in parte conoscevo già, quella di Bloomfield, fin dalla sua apparizione al Festival di Newport del 69… come quella, oltre ai famosi Hendrix, Morrison, Lennon, Cobain, del povero Jeff Buckley, figlio d’arte, (il padre era Tim Buckley) anche lui morto giovanissimo, annegato nel Wolf River, autore tra l’altro dello splendido album “Grace” con una bellissima interpretazione di Hallelujah di Leonard Cohen..Destini. Va beh. Tornando a noi, mentre ti sto scrivendo lo sto ascoltando, intendo Bloomfield, il primo dei tre cd. Già il titolo, dice tutto. Pelle d’oca, e brividi, non dico altro. E tanta tristezza appunto per essersene andato troppo presto. Come ha dichiarato lo stesso Dylan diversi anni fa, ho pensato anch’io chissà cosa avrebbe potuto regalarci ai giorni nostri, che razza di capolavori sarebbero potuti uscire da quel talento e dalla sua chitarra, magari in tour con Lui. Credo proprio che la stessa Like a Rolling Stone, non sarebbe stata LEI, l’Unica e Inimitabile, senza il suo prezioso contributo. Basta ascoltarla anche solamente in versione strumentale, presente nel cd, per rendersene conto.. Parte bellissima come una fucilata, che ti arriva diretta al cuore, senza farti male, col suo giro di riff, Bloomfield ti anestetizza, mentre l’Hammond di Kooper sembra tenerti la mano.. Potrebbe andar (lontano) con le sue gambe, anche (per assurdo) senza le parole, Dylan gli ha dato il colpo di grazia, il Suo, positivamente parlando, portandola a miglior vita.. Un grandissimo omaggio questa antologia, chiamiamola così, voluta proprio da Al Kooper, suo amico e collega intimo, per dire grazie a Uno che avrebbe potuto dare ancora molto, e per farlo conoscere a chi non lo avesse mai sentito, o dimenticato.. Come sempre, Mr.Tambourine, sei entrato nel vero spirito del Sito, questa tua segnalazione ci voleva, un servizio sicuramente apprezzato da tutti i Dylaniati. Anche quelli che non leggono Rolling Stone. O che non vanno su Expecting Rain. O che credevano che empatia, fosse il contrario di simpatia. Precisa e dettagliata spiegazione, immagino tua, (non per niente hai letto Freud,) molto apprezzata dal sottoscritto, a tal punto da pensare che Dylan stesso, fosse, potrebbe essere un empatico.. Consiglio mio, proprio per la tua professionalità non farti problemi se nelle varie recensioni e articoli, trovi parole che ti senti in dovere di spiegare o interpretare per renderle comprensibili; spesso, molto spesso, chi ti legge può essere un tipo “terra terra”, sorretto soltanto da una smisurata passione per un artista.
Thank You Al Kooper, Thank You so much Dear Michael, “maledetto” Bloomfield.. Ciao, alla prossima, Ale ’65.

Non saprei se si potrebbe definire Dylan un tipo ai confini dell'empatia, è talmente unico e schivo che qualsiasi accostamente diventa difficile da capire o intrepretare. Verò è che in rare occasioni Bob si è lasciato andare a parole di rammarico per qualcuno, ricordo per Levon Helm (con uno scritto sul suo sito ufficiale) e diverse volte per Bloomfield. Forse il prodigioso Bloomfield aveva bisogno di spaziare molto di più in campo musicale e si sentiva limitato nell'espressione dalla musica di Dylan, proprio per il fatto che era musica di un altro e non sua, e per questo ha cercato altre strade per sfogare la sua esigenza espressiva. Questo non significa che abbia snobbato Dylan , tutt'altro, Bloomfield era un genio nel suo campo e nessuno può dire ad un genio cosa fare, nemmeno un altro genio come Bob. L'osservazione calza a pennello se pensi a qualcuno che dica a Bob come comportarsi e cosa fare, assolutamente oltre la realtà. Comunque Bloomfield, nel corto periodo nel quale ha accompagnato Dylan nelle sue prime scorribande elettriche ha dato il meglio di sè lasciando la sua significativa impronta che ancora oggi continuiamo ad ascoltare ed apprezzare. Per quanto concerne i nostri stimati lettori, ad oggi hanno passato la bella cifra di 1.700.000, quindi naturalmente in questa massa di persone ci puoi trovare di tutto (naturalmente senza disprezzare o snobbare nessuno), dal medico al laureato, dal letterato al giornalista, dall'impiegato all'operaio meno abituato all'uso di parole che a volte esprimono concetti un pò complicati come l'empatia. Per questo si cerca sempre di essere il più semplici possibile, fedeli al principio che chi ha avuto maggiori possibilità di acculturarsi comprende anche un linguaggio semplice, mentre coloro che per esigenze o per situazioni diverse sono stati meno fortunati non avranno nessuna difficoltà. Alla prossima, ciao, Mr.Tambourine, :o) 

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Super Bowl 2014, Bob Dylan testimonial della Chrysler                        clicca qui

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Al Super Bowl Dylan per la Chrysler                                                       clicca qui

 

 
Lunedi 3 Febbraio 2014

OFFICIAL Chrysler and Bob Dylan Super Bowl Commercial 2014

 

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Bob Dylan fa doppietta al Super Bowl                                                    clicca qui

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Bob Dylan testimonial Chrysler al Super Bowl                                       clicca qui

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Santarcangelo: Bob Dylan e la rivoluzione della pop music                  clicca qui

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Bob Dylan scultore, ferro e acciaio in mostra a Londra                         clicca qui

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"A proposito di Davis" dei fratelli Coen                                                  clicca qui

 

 
Sabato 1 Febbraio 2014

Talkin' 9313 - Gianfranco Cautiero

Ogg: in risposta al post Papa Francesco superstar su Rolling Stone

Ciao,
penso che la chiesa necessitava di rinnovare il proprio messaggio, e papa Francesco serve proprio a questo.
Senza avvicinarsi a questa "modernita'' e inziare con le vecchie prediche (adattandole ai problemi attuali) la chiesa rischiava infatti di perdere consensi e quindi potere. Queste copertine di importanti riviste (importanti perchè molte persone formano le loro opinioni proprio leggendo questi contenitori di notizie) con la bella faccia pacifica del pontefice in prima pagina, mi ricordano tanto che il papa non è troppo diverso da Bono, Obama o Bob Dylan. Continuo a vedere la chiesa come un azienda che fa maketing (il famigerato marketing è proprio una loro invenzione mi sa) alla stregua della Columbia, Mulino Bianco o Walt Disney. Essere al vertice di un azienda corrotta e criminale e poi recitare dei buon sermoni è una storia che conosciamo fin troppo bene oppure mi sbaglio? O anche il papa è vittima di un corruzione più grande di lui? Quindi il suo "ignorare" questo fatto in che categoria lo fa cadere?

Ciao Gianfranco,
la tua mail propone un ottimo argomento di riflessione, che cosa rappresenta o che cos'è oggi la Chiesa........In buona parte sono d'accordo con il tuo parere, certamente la Chiesa è una delle più grandi "multinazionali" del mondo, però vedi che ho messo la parola fra virgolette perchè non va preso proprio tutto alla lettera. Che il Vaticano tiri l'acqua al suo "mulino bianco" è incontestabile, anche se i fini della Chiesa come istituzione nata dalla passione di Cristo dovrebbero essere di tutt'altro tono ed indirizzo, ma questo è un discorso che la gente fa da 2000 anni con più o meno successo. Purtroppo anche il clero, preti, pretini, pretonzoli, don abbondii, parroci, vescovi, cardinali ed anche il successore di Pietro, sono tutti uomini in carne ed ossa come noi, e pertanto fallaci come tutti, fermo restando che sono quelli che dovrebbero dare il buon esempio. Purtroppo una celebre frase latina dice "Sic transit gloria mundi" , locuzione che deriva da un passaggio dell' Imitatio Christi: "O quam cito transit gloria mundi" - ("Oh, quanto rapidamente passa la gloria di questo mondo"). Analogo il senso della locuzione "Mundus transit et concupiscentia eius" ("Il mondo passa e così la sua concupiscenza") nella prima lettera di Giovanni (2,17). Con questo credo di non aver detto niente di nuovo o che già non fosse risaputo, al di là di come la potrebbe pensare ognuno di noi su questo argomento del quale si potrebbe discutere per altre migliaia di anni senza ottenere rilevanti risultati. L'uomo dovrebbe imparare la lezione dai suoi errori, invece? Dopo le barbarie antiche, Inquisizione compresa, sono arrivate quelle dei moderni Satrapi che rispondevano al nome di Hitler, Stalin, Pol Pot, Pinochet e via di questo passo, per chiudere questo triste elenco con i democraticissimi americani che sono stati gli unici a sganciare sulla testa degli sfortunati abitanti di Hiroshima e Nagasaki due devastanti bombe atomiche, salvo poi condannare quelli che avevano perso per crimini contro l'umanità....una specie di "fuori mi chiamo" oltraggioso oltre che vergognoso. Non sono del tuo parere per quanto riguarda la tua affermazione che il Papa non è diverso da Bono, Obama o Bob Dylan. Non tocca a me spiegarti la diversità ma sono certo che se ci rifletti un pochettino più profondamente mitigherai questa affermazione. Certo, a volte la Chiesa da l'impressione di essere un qualcosa di corrotto e forse criminale (specialmente nei secoli passati quando affidava le anime ed i corpi degli eretici al potere temporale che provvedeva a fare quello che la chiesa non poteva fare, cioè versare il sangue di questi poveretti e poverette. Ma ci sono stati Papi ottimi come Giovanni XXIII, Giovanni Paolo II e l'attuale Papa Francesco, cosi come altri sono stati buoni ma meno popolari, altri aristrocratici lontani dal popolo che dovevano guidare, alcuni troppo teorici e poco pratici, alcuni degenerati che ne hanno fatte più di Bertoldo e la Chiesa ha sempre dovuto rispondere delle azioni di questi Pastori di infinite greggi. Io credo che Papi come Roncalli, Wojtyla, abbiano cercato di dare il massimo esempio di umiltà possibile, cerrtemente in netto contrasto con tutta la pompamagna e lo smodato lusso che li circondava. Questo credo stia cercando di fare oggi Bergoglio che, non essendo per niente stupido, si è subito reso conto di che genere fossero le persone che lo circondano, cercando a suo modo di cambiare o  modificare il comportamento ecclesiatico, il tempo poi ci dirà se la sua sarà stata un'azione fruttifera o invece vana ed inutile, ma io credo alla buona volontà ed alle sane intenzioni e propositi di riformare e combattere proprio dall'interno, perciò nella posizione più difficile, le diverse correnti di pensiero filosofico e materialista che da anni circolano liberamente per i corridoi che uniscono le stanze vaticane. Spero inoltre che altri Maggiesfarmers ci facciano sapere la loro opinione su un argomento tanto importante come questo, anche se si sconfinerà un pochino da quelle che sono le solite discussioni dylaniane, ma tutto sommato credo che ne valga la pena consumare un pò del nostro tempo per una questione come questa. Alla prossima e grazie, Mr.Tambourine. :o)

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Mike Bloomfield: La prodigiosa chitarra del rock dimenticata

Clapton e Dylan lo veneravano, ma la droga lo ha portato via troppo presto. Un nuovo box set per onorarne la fondamentale eredità.

By David Fricke

Un giorno, durante le sessioni della metà del 1965 per la svolta elettrica di Bob Dylan con l’album “Highway 61 Revisited”, alcuni tra i musicisti di studio stavano cenando. Il chitarrista Michael Bloomfield, un giovane virtuoso sfacciato di Chicago che aveva anche suonato nella Paul Butterfield Blues Band, chiese agli altri " Avete intenzione di formare una band per accompagnare Bob e suonare questa musica? Se ne avete la possibilità dovreste farlo” Poi aggiunse "Io no".
"Ho pensato - Questa è esilarante -" ricorda l’organista Al Kooper, uno dei musicisti seduto a tavola per quel pranzo. "Michael ha detto che amava essere in una blues band e che nulla avrebbe potuto scalzarlo da questo proposito". Kooper è stato con Dylan per un breve tour dopo l’uscita dell’album. "Ero il 90% ambizione e il 10% talento" ammette ridendo, "Bloomfield era il contrario di me, 90% talento e 10% ambizione".

Bob Dylan Mike Bloomfield    Al Kooper Bob Dylan

Il risultato : Quasi 50 anni dopo Bloomfield, oggetto di una nuova antologia di 3 CD prodotta da Kooper, “From His Head to His Heart to His Hands” (Dalla sua testa al suo cuore alle sue mani), pubblicata dalla Columbia è il più grande eroe dimenticato della chitarra rock.

Dal 1965 al 1968 è stato niente di meno che il futuro del blues, caricando le forme primordiali e le prime verità blues dei suoi idoli B.B. King, Muddy Waters e Howlin 'Wolf con il suo stile, toni alti a rotta di collo e improvvisazione incisiva, l'articolazione melodica su una serie a mitragliatrice di dischi classici: di Dylan l’epocale singolo "Like a Rolling Stone" e l’LP “Highway 61 Revisited”, l’album di debutto della Paul Butterfield Blues Band del 1965, il raga- blues thriller, “Est-Ovest” del 1966 e l’album “Super Session” del 1968 con Al Kooper e Stephen Stills. Nel 1966, Eric Clapton, ormai nel pieno della celebrità, chiamava Bloomfield "la musica su due gambe".
Ma negli anni Settanta, mentre Clapton faceva il sold-out in tutte le arene , Bloomfield era scivolato nella penombra a San Francisco, lavorando con gente di basso profilo per fare dischi di piccole etichette, mentre lottava contro la sua insonnia cronica e contro l'eroina. Il 15 febbraio del 1981, tre mesi dopo il ricongiungimento con Dylan sul palco, un momento per lui culminante, fu trovato accasciato in un'auto, morto di overdose. Aveva solo 37 anni.

"Un sacco di gente non sa chi è" dice Kooper , uno degli amici più intimi di Bloomfield. "Ecco perché ho prodotto questo box set. "E' un modo piacevole per far conoscere al pubblico qualcuno che ha fatto qualcosa di meraviglioso".

In un'intervista di Rolling Stone del 2009, Dylan ha ricordato Bloomfield come "il ragazzo che mi manca sempre.... Aveva tanta anima...e conosceva tutti gli stili. “From His Head to His Heart to His Hands” si apre con le prove di registrazione: brani di audizione di inizio 1964 di Bloomfield per il produttore originale di Dylan, John Hammond , una parata di radici musicali, velocità e tenuta tonale che passa dal country al rockabilly al blues di Robert Johnson.

"Michael era pratico, ha buttato direttamente il suo cuore in un amplificatore" dice il tastierista Barry Goldberg, che ha incontrato il chitarrista al liceo a Chicago ed era nella psichedelica R & B big band di Bloomfield “The Electric Flag” . "Quando lui suonava qualcosa era come Otis Rush, aveva l'intensità nella sua anima, non aveva bisogno di niente altro".

Il primo disco del Box Set mette in mostra le rivoluzionarie prodezze di Bloomfield in piena fioritura blues, la sua musica ardente fiorisce in una outtake di Highway 61 "Tombstone Blues" , il fuoco, l'ascensione modale nel suo assolo in "Est-Ovest", la triste lentezza e l’urlo di dolore nel brano "Texas" dal disco degli Electric Flag del 1968 “A Long Time Comin' ". “Espressione, pura espressione, " rispose Bloomfield quando gli venne chiesto della sua passione per la chitarra in una intervista di Rolling Stone del 1968. "Senza una chitarra io sono come un poeta senza mani" , aveva solo 24 anni.
"Metteva una forza tremenda in quello che faceva" dice il pianista Mark Naftalin che ha suonato con Bloomfield nella Paul Butterfield Blues Band e in molti concerti e sessioni post '68. "Ma non aveva ambizione, si allontanava dalla possibilità di avere successo come fosse un rituale".

Bloomfield con The Paul Batterfield Blues Band

L'esempio classico è “Super Session”, il solo disco di successo di Bloomfield con il proprio nome. I brani tratti da quell'album, outtakes associate a materiale live - forse alcuni dei suoi momenti più sublimi con assoli furiosamente poetici. Il chitarrista Jimmy Vivino , bandleader dei Conan e discepolo di Bloomfield da tutta la vita, cita il groviglioso e scintillante fraseggio vocale di Bloomfield come se fosse un durissimo diamante grezzo ma melodico in " Albert Shuffle", pezzo d’apertura di “Super Session” come il picco del dosco . «L'intro e il primo coro sono mozzafiato", ha detto delirando, "Ed è solo una Les Paul Sunburst in un amplificatore Super Reverb che Bloomfield otteneva quei toni, senza bassi, il volume a tutta manetta fino a dove era possibile controllarlo con la chitarra".
Ma Bloomfield è presente solo su un lato di quel grande LP. Lasciò le sessioni dopo una notte di registrazione, lasciando a Kooper un appunto: "Alan, non riuscivo a dormire e sono andato a casa". Kooper finì l'album con Stephen Stills. "Sai una cosa retrospettiva? Michael non è stato contestato mai da nessuno" dice Kooper oggi, "Anche io non ho voluto prendere posizione contro di lui, ho preferito restare suo amico".

“Bloomfield era carismatico, la gente voleva essere intorno a lui, toccare i lembi dei suoi vestiti" dice Nick Gravenites, cantante degli Electric Flag, un altro amico da lungo tempo di Chicago. " Gli piaceva l' attenzione, ma non gli piaceva l'idolatria. Stava cercando una via di mezzo tra le persone gradivano la buona musica e avevano piacerte di ascoltarlo".

The Electric Flag

Michael Bernard Bloomfield è nato il 28 luglio 1943 a Chicago, sul lato sbagliato del blues. Suo padre Harold dirigeva le Bloomfield Industries, una catena che rifirniva con successo i ristoranti. Il più vecchio dei due figli, Michael si ribellò contro la scuola, la disciplina e la ricchezza della sua famiglia, in cerca di conforto e di uno scopo da quella musica proveniente dai quartieri neri della città, sulla sud side e west side della città.
Il nonno Max possedeva un banco dei pegni e Bloomfield ha avuto la sua prima chitarra in quel posto. Mancino naturale, si costrinse a suonare da destro. "Ecco come era volitivo" dice Goldberg, "Quando amava qualcosa lo faceva, a qualunque costo". Gironzolando intorno al Monte di Pietà del nonno, Bloomfield "Aveva una certa empatia per gli sbandati che passavano la vita tra alti e bassi alla continua ricerca di cinque dollari per mangiare" dice Gravenites, "Ha sperimentato quel tipo di vita . "
(L'empatia è la capacità di comprendere appieno lo stato d'animo altrui, sia che si tratti di gioia, che di dolore. Empatia significa sentire dentro ed è una capacità che fa parte dell’esperienza umana ed animale. Si tratta di un forte legame interpersonale e di un potente mezzo di cambiamento. Il concetto può prestarsi al facile riduttivismo mettersi nei panni dell’altro, mentre invece significa andare non solo verso l’altro, ma anche portare questi nel proprio mondo. Essa rappresenta, inoltre la capacità di un individuo di comprendere in modo immediato i pensieri e gli stati d'animo di un'altra persona. L'empatia è dunque un processo: essere con l'altro.L’empatia costituisce un modo di comunicare nel quale il ricevente mette in secondo piano il suo modo di percepire la realtà per cercare di far risaltare in sé stesso le esperienze e le percezioni dell'interlocutore. È una forma molto profonda di comprensione dell'altro perché si tratta d'immedesimazione negli altrui sentimenti. Ci si sposta da un atteggiamento di mera osservazione esterna (di come l'altro appare all'immaginazione) al come invece si sente interiormente (in quei panni, con quell'esperienza di vita, con quelle origini, cercando di guardare attraverso i suoi occhi).

All'inizio degli anni Sessanta, Bloomfield era una parte importante della scena blues di Chicago. Abile al pianoforte e all’acustica così come alla chitarra elettrica, registrò come sideman con Sleepy John Estes e Big Joe Williams e suonando di notte nei locali per i negri con Waters & Wolf prima di entrare come cantante – armonicista nella Paul Butterfield Blues Band nei primi mesi del 1965. "Muddy lo chiamava suo figlio" dice Gravenites di Bloomfield, "Muddy sapeva perchè non lo chiamava il suo partner o il suo compagno, credetemi , questo era importante, dovrebbe dirvi qualcosa . . . . Qualcosa che non ha nulla a che fare con lo spettacolo ma ha a che fare con l'anima".

Muddy Waters con Mike Bloomfield

Bloomfield ha anche impressionato Dylan al loro primo incontro in un club popolare, nel 1963, un incontro che portò alla telefonata di Dylan nel '65 che chiedeva a Bloomfield di registrare con lui a New York. Kooper, che ha suonato l’organo in "Like a Rolling Stone ", in realtà, si presentò per la sessione aspettandosi di suonare la chitarra. Poi Bloomfield "entrò, si sedette accanto a me, disse ciao e cominciò il riscaldamento" dice Kooper. "Non avevo mai sentito nessuno che suonava così bene, tanto meno qualcuno della mia età. Ho messo la mia chitarra nella custodia e la infilai sotto la sedia. Bloomfield si sbarazzò di me in cinque minuti".

Una errata credenza dell’eredità di Bloomfield è che i suoi gioielli siano diminuiti di fama causa le sue vicende personali, Bloomfield divenne più solitario e impigliato con l'eroina, che ha utilizzava in parte per alleviare l' insonnia cronica della quale soffriva. Nel 1969 le sue impostazioni diventano meno appariscente ma più fangose, vicine al blues del delta, al soul e al gospel che amava. Vivino ricorda un concerto degli anni Settanta a New York dove Bloomfield "si sedette con una chitarra acustica e suonò canzoni da “portico” tutta la notte. Lui non stava solo eseguendo dei liks, lui suonava il suo modo di sentire".

Goldberg alla fine si rassegnò alla spirale discendente di Bloomfield. "Il suo cervello era in fiamme – terribile per un grande chitarrista come lui" dice Goldberg, "Il fatto che non riusciva a spegnerlo - voleva la pace così tanto che si perse nelle droghe, ma anche così ha lasciato ugualmente il segno del suo passaggio".

Eppure , in un'intervista del 2009, Dylan si chiedeva cosa sarebbe potuto essere oggi Bloomfield. "Penso che sarebbe ancora in tour" ha detto di Bloomfield "se fosse rimasto con me".

  

Michael Bloomfield è stato trovato morto per overdose nella sua auto a San Francisco il 15 febbraio 1981. Giace nello Hillside Memorial Park a Culver City vicino a Los Angeles dove riposano personaggi famosi come Max Factor, Sorrell Booke (Boss Hogg), June Clayworth, Dinah Shore, Lorne H. Greene, Jeff Chandler, Al Jolson, Michael Landon, Eddy Cantor, Selma Diamond, Shelley Winters, Suzanne Pleshette e molti altri.

Questa storia sarà pubblicata sulla rivista Rolling Stone del 30 gennaio 2014.

Michael Bloomfield "From His Head to His Heart to His Hands" Track Listi;

Disc One: Roots

‘I’m a Country Boy’
‘Judge, Judge’
‘Hammond’s Rag’
‘I’ve Got You in the Palm of My Hand’
‘I’ve Got My Mojo Workin’’
‘Like a Rolling Stone’ (Instrumental)
‘Tombstone Blues’ (Alternate Chambers Brothers Version)
Michael Speaks About Paul Butterfield
‘Born in Chicago’
‘Blues With a Feeling’
‘East-West’
‘Killing Floor’
‘Texas’
‘Susie’s Shuffle’ (Live Jam)
‘Just a Little Something’ (Live)
‘Easy Rider’

Disc Two: Jams
‘Albert’s Shuffle’
‘Stop’
‘His Holy Modal Majesty’
‘Opening Speech’ (Live)
’59th Street Bridge Song (Feeling Groovy)’ (Live)
‘Don’t Throw Your Love on Me So Strong’ (Live)
‘Santana Clause’ (Live)
‘The Weight’ (Live)
‘Opening Speech’ (Live)
‘One Way Out’ (Live)
‘Her Holy Modal Highness’ (Live)
‘Fat Grey Cloud’ (Live)
‘Mary Ann’ (Live)
‘That’s All Right’ (Live)

Disc Three: Last Licks
‘I’m Glad I’m Jewish’ (Live)
Men’s Room – Spoken Word Segment from McCabe’s (Live)
‘Don’t You Lie to Me’ (Live)
‘Can’t Lose What You Ain’t Never Had’ (Live)
‘Gypsy Good Time’ (Live)
‘One Good Man’
‘It’s About Time’ (Live)
‘Carmelita Skiffle’ (Live)
‘Darktown Strutters Ball’ (Live)
‘Don’t Think About It Baby’
‘Jockey Blues / Old Folks Boogie’ (Live)
‘A-Flat Boogaloo’ (Live)
‘Glamour Girl’ (Live)
Spoken Intro – Bob Dylan (Live)
‘The Groom’s Still Waiting at the Altar’ (Live)
‘Hymn Time’ (Live Excerpt)

Fonte: http://www.rollingstone.com/music/news/mike-bloomfield-rocks-forgotten-guitar-prodigy-20140123#ixzz2rjukFwv4
 

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