Ho comprato in questi giorni un cd del
nostro , con 25 canzoni tra le quali ,
una si intitola ROLL ON JOHN ( recorded live for WBRAI Radio N.Y. 1962 )
arranged by D.Dylan.
Non ha nulla a che vedere con l'ultimo cd .
Ne sai qualche cosa ? Io non l'avevo mai sentita.
Colgo l'occasione per augurare a te e a tutti i Dylaniani
un felice Natale e un grande Anno Nuovo .
Speriamo in un nuovo tour 2014 di grande qualità come quello di
quest'anno.
Saluti, Marcello
Ciao Marcello, nelle
news del giorno
Venerdi 27 Luglio 2012 pubblicai il seguente post: Tempest:
Shakespeare o Poe?
Dylan è in procinto di pubblicare il suo nuovo album che uscirà il 10
settembre 2012. Sappiamo già che l’album si chiamerà “Tempest” e che
conterrà 10 canzoni originali. I fans più incalliti di Dylan hanno già
cominciato a discutere sul significato del titolo dell'album.”The
Tempest”, qualcuno ha detto, è l’ultima opera scritta da Shakespeare,
quindi il messaggio di Dylan è che questo sarà il suo ultimo lavoro
prima del ritiro dalle scene. Ma in realtà “The Tempest” è la penultima
perchè l’ultima in ordine di tempo è “Enrico VIII”, quindi, questo
potrebbe anche non essere l’ultimo album che Dylan pubblicherà!
Quegli stessi fans stanno anche discutendo sulla canzone chiamata “Roll
On John”. Non è ben chiaro se questa canzone sia una nuova traccia
originale o un traditional dallo stesso titolo che Dylan eseguì dal vivo
alla radio degli Stati Uniti nel 1962 - lo stesso anno in cui pubblicò
il suo album di debutto, ma probabilmente è solo una coincidenza, una
diversa canzone con lo stesso titolo di questa che è un traditional e
non si riferisce di certo a John Lennon.
Il video di “Roll on John”:
Il testo di “Roll
on John”:
Roll on John (Traditional)
Roll, roll, roll on John, Don't you roll so slow.
How can I roll when the wheels won't roll?
I asked that girl, won't you be my wife?
She fell on her knees,she began to cry.
The more she cried, the worse I felt,
'Til I thought my heart would melt.
I looked at the sun, was a-sinking low.
I looked at my baby, she was a-walkin' down the road.
I looked at the sun, was a-turning red.
I looked at my baby, but she bowed her head.
Don't the sun look lonesome, oh lord lord lord, on the graveyard fence?
Don't my baby look lonesome, when her head is bent?
Roll on John, don't you roll so slow.
How can I roll when the wheels won't roll?
Roll on John, don't you roll so slow.
How can I roll when the wheels won't roll?
Probabilmente non ti
ricordavi più!
Per l'anno venturo pare che lo staff di Bob stia già
organizzando un tratto del tour 2014 che dovrebbe partire in Marzo dal Giappone
con le seguenti date:
31 marzo (lunedì)
Zepp Diver - Tokyo
1 aprile (martedì) Zepp Diver - Tokyo
3 aprile (giovedì) Zepp Diver - Tokyo
4 aprile (venerdì) Zepp Diver - Tokyo
7 aprile (lunedì ) Zepp Diver - Tokyo
8 aprile (martedì) Zepp Diver - Tokyo
13 aprile (domenica) Zepp Sapporo
14 aprile (lunedì) Zepp Sapporo
17 aprile (giovedi) Zepp Nagoya
18 aprile (venerdì) Zepp Nagoya
19 aprile (sabato) Zepp Fukuoka
21 aprile (lunedì) Zepp Osaka
22 aprile (martedì) Zepp Osaka
23 aprile (mercoledì) Zepp Osaka
Prezzi: GA 13.000 ¥ , ¥ 22.000 posti riservati
(Un biglietto bevande (¥ 500) che deve essere acquistato alla porta
d'entrata)
La prevendita inizierà Lunedi 23 dic 2013.
E' stato inoltre confermato che Bob Dylan verrà a suonare in Europa
nell'estate 2014. Le date fissate non sono ancora tutte definite e
quindi non potranno essere annunciate fino al nuovo anno. Come indicato
nel post di Isis Magazine in precedenza, il tour europeo dovrebbe
toccare i paesi non visitati nel 2013. Inoltre pare che, se un promotore
inglese non tirerà fuori qualcosa di speciale Dylan non suonerà nel
Regno Unito.
Quindi il tour ci sarà certamente, se poi sarà curato come l'ultimo
tratto europeo di quest'anno sarà senz'altro ancora bello da vedere e
sentire! Ciao e tantissimi auguri a te e tua moglie! Mr.Tambourine
Ciao Mr. Tambourine,
bellissima serata martedi 17 dicembre in quel di Breganze nel ricordo di
Woody Guthrie.
Ad organizzare l'evento è stato il simpaticissimo Nerio Brian che ho
"scoperto" essere un grande animatore di iniziative del genere in zona,
non lo conoscevo perchè io in zona ci vivo solo da pochi anni.
A narrare la vita di Guthrie tra canzoni eseguite dal vivo e spezzoni
del film "Questa terra è la mia terra" è stata la giovane e brava
Margherita Zorzi, matematica, esperta di musica, autrice di tre libri,
nonchè interprete folk.... altra piacevole scoperta della serata !
Invito i fratelli dylaniati a cercare i testi scritti dalla Zorzi su
Fausto Amodei e George Brassens:
http://www.editricezona.it/cantareillavoro.htm.
Infine visto che Breganze è insindacabilmente in Veneto ed è pure una
"città del vino" la serata non poteva che chiudersi con le bollicine
offerte dal bravo Roberto Benazzoli winemaker emergente dell'area della
DOC Breganze, la serata ha visto la presenza anche del presidente del
Club Tenco, Enrico De Angelis.
Vi allego qualche foto e faccio a tutti (Maria Rosa, Duluth49, Ardez,
etc...) i miei migliori Auguri di Buone Feste!
Maurizio
Grazie per la cronaca
della serata e le foto, grazie anche per gli auguri che hai inviato agli
amici Maria Rosa Ventura, Duluth49, Daniele "Ardez" Ardemagni,
etc...etc...perchè nominarli tutti sarebbe lunga, però sono certo che,
sia i citati sia i non, saranno contenti perchè ti sei ricordato di loro
con i tuoi auguri. Peccato non esserci stato mannaggia, qualche
"bollicina" l'avrei mandata giù più che volentieri, pazienza, non si può
aver tutto dalla vita, tantissimi auguri a te e a tutti gli altri nelle
foto, Buon Natale, Mr.Tambourine.
London, England - Royal Albert Hall -
November 28, 2013
by Joe Neanor
Terzo sold-out di fila alla Royal Albert Hall per Bob. Molte canzoni
sono state eseguite al centro del palco al microfono centrale, mano
sinistra sul fianco, con il pubblico nella parte anteriore vicinissimo a
lui, la band più indietro sul palco. Le altre canzoni sono state
eseguite co altamente visibile ed un convincente performer a giudizio di
tutta la gente del pubblico.
Stasera abbiamo avuto canzoni da Tempest, la mia performance preferita è
stata una ipnotica Scarlet Town. Questa è stata seguita da un momento
davvero dolce, Soon After Midnight, Bob armeggiava al piano ricordandoci
che "ora è il suo momento più che mai".
Due canzoni degli anni Sessanta hanno fatto alzare ancora in piedi il
pubblico della RAH. Dal mio palco, guardando giù verso il basso, si
vedeva la potenza fisica che George Receli ha usato per portare All
Along the Watchtower in un crescendo fantastico. Bob ha chiuso lo show
con una ottima Blowin’ in the Wind al centro del palco. Poi si è
avvicinato al bordo del palco e ha dato la mano contento ad alcuni fan
prima di fare l’inchino finale.
Bisogna ammirare Bob per il duro lavoro fatto per mantenere lo show
fresco. Sarebbe così facile fare lo show cantando i suoi classici con la
chitarra e l’armonica. Invece si mette sempre in gioco e prende rischi,
compreso quello di riscrivere i testi per Tangled Up In Blue uscendo
dalla formazione per affrontare il pubblico da solo, senza una chitarra
che lo protegga o dei fogli con tutte quele parole che usa nelle sue
canzoni.
Bob ha parlato solo una volta per annunciare l' intervallo. Ha
dimostrato, superbamente sostenuto dalla sua band , che siamo ancora
nell’ERA BOB.
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by Fiona Clapperton
Ho dovuto fare qualche mercanteggiamento e fare la sdolcinata al box
office per avere un posto in un palco della Royal Albert Hall per HIS
BOBNESS ! Magico, lirico ... Ha gettato un incantesimo su tutto la sala.
La band era stretto intorno a lui, il ritorno di Charlie Sexton , lo
styraordinario chitarrista blues, è la cosa migliore che sia successa!
Dylan non può più suonare la chitarra a causa di una artrite, ma
soffiava nell’armonica come ai vecchi tempi. Mi è piaciuto molto il
Grand Piano, Bob lo suonava mettendoci tutto il suo cuore ... e la voce
? La voce era goooood ! Favoriti personali, "Early Roman Kings" ( Questi
blues sono per Charlie ! ) e “Soon After Midnight”, entrambi da
"Tempest". Un sacco di persone non avevano familiarità con le canzoni
nuove, comunque Bob ha spazzato via tutti i dubbi.
Ci chiedevamo se avrebbe fatto qualcosa di speciale in finale, infatti
ha stretto la mano ai fans alla fine, cosa insolitissima per Bob ma
bellissima, nemmeno il tempo di stupirsi e lui era già fuori ....
Venerdi 21 Dicembre 2013
London, England - Royal Albert Hall -
November 27, 2013
by Hugh Barney
Quattro “Long and Wasted Years” dal mio ultimo concerto di Bob Dylan nel
2009. Anni lunghi e sprecati, ma ne è valsa la pena aspettare.
Certamente le cose sono cambiate : Bob Dylan ci ha dato probabilmente il
più amato e curato concerto che ho visto negli ultimi 20 anni .
Sentendo i bootlegs dei concerti di Parigi (12 e 13 novembre) ho potuto
stabilire che la band sta suonando meglio che alla fine degli anni '90.
Charlie Sexton con la sua chitarra è stato un gradito ritorno, portando
quel bordo emozionante al suono. Stu Kimball è lasciato a fare quello
che sa fare meglio, la chitarra ritmica.
Questo è stato il mio 11° concerto di Bob Dylan, ed anche la mia prima
alla Royal Albert Hall.
Bob non aveva suonato nel 2007 a Newcastle Upon Tyne, quindi questo
evento per noi è diventato un pellegrinaggio obbligatorio, per vedere
His Bobness forse per un'ultima volta.
Io e Simon Warren abbiamo preso il treno per Londra e siamo arrivati
intorno 16:00. Un corsa con la metro a South Kensington, la terra delle
Ambasciate, Knightsbridge e University College di Londra. Abbiamo
attraversato il vecchio sottopasso vittoriano dove un musicista da
strada suonava una ottima Lay Lady Lay che ci ha messo ulteriormente di
buon umore. Abbiamo mangiato qualcosa in un piccolo ristorante italiano
a prezzi ragionevoli come diceva l’insegna luminosa.
Al di là del totale cambiamento in
Italia, le set list sono state praticamente Le stesse in questo tratto
finale del tour, quindi sapevamo in anticipo quello che stavano per
suonare. Questo fatto è stato a vantaggio di tutti, in quanto il
risultato è stato migliore ed i musicisti erano più tranquilli perchè
sapevano che tutto sarebbe filato via liscio. Giravano voci che questo
tour veniva registrato per un album dal vivo da molto tempo atteso, ( 26
anni, Colombia ! ), forse per questo le scalette sempre uguali, per
poter usufruire di più takes degli stessi pezzi? Probabile....
Quello che abbiamo ascoltato è stato un mix elaborato con cura di
vecchie canzoni, classici e sei canzoni estratte dal nuovo album
Tempest. Dopo quello che sembrava un brano di riscaldamento, “Things
Have Changed”, Bob è passato dritto filato a “She Belong to Me” che è
stata fantastica, con la gente felice anche se non si è alzata in piedi
perchè in realtà non è necessario nella Royal Albert Hall, antico
palazzo Municipale chiaramente progettato per consentire a tutti di
vedere cosa succedeva all’interno. E’ davvero un grande luogo con una
grande acustica per il suono.
Bob è stato grande anche nel suonare l'armonica.
Gli Highlights per me sono stati:
“Pay In Blood” eseguita molto bene da un Bob dondolate sui fianchi,
trattenendosi da scimmiottare lo stile di danza di Mick Jagger.
L’effetto è stato ipnotico. Era come guardare un pirata ringhiante
raccontare le sue avventure in piedi alla tavola. Sembrava letteralmente
un leone ruggente. Il suo “ vissuto nella voce” è l’ideale per questa
canzone e non ha mai suonato così bene per 20 anni.
Tangled Up In Blue : Una nuova bella versione, con Bob al pianoforte con
una versione alla Van Morrison. Suonata da tutti con squisito tempismo.
Ci sono state alcune righe di testo diverse nei vari luoghi dove ha
suonato questa canzone che non avevo mai sentito prima, dovro cercare di
sentire qualche bootleg nuovamente.
Una grande “Love Sick” ha completato il primo set, seguito da 15 minuti
di intervallo.
La ripresa si apre con “High Water”` che è sempre buona.
Poi venne “Simple Twist of Fate” : Un'altra bella interpretazione fatta
con grande cura. Tutti gli occhi erano per Bob.
“Spirit On The Water”: mi è sempre piaciuta questa canzone. Non
dimenticherò mai la coppia che ballava nel retro dell'auditorium a
Sheffield nel 2007. Ancora una volta splendidamente cantata. Molto
romantica in effetti.
Quindi il finale, con un grande “Long and Wasted Years” riflessiva e
piena di rimpianto. Non mi è piaciuta questa canzone quando l’ho sentita
per la prima volta, ho pensato che era troppo ruvida, ma certo questo
show mi farà tornare a riascoltare l’album. Bob ha ringhiato e ringhiato
sapientemente la canzone, mentre io avevo sul mio volto un sorriso.
Poi i bis. Ci aspettavamo “ All Along the Watchtower”, il grande pezzo
da “John Wesley Harding”, Stu Kimball ha sfornato la successione di quei
semplici accordi di La-minore Fa e Sol che solo un genio come Dylan
poteva creare con quel suono così atmosferico, scuro, misterioso e
biblicamente parlando come il suono della fine del mondo.
Poi l' ultima canzone . Sarebbe stata “Roll on John” come per la notte
prima o “Blowin’ in the wind” ? Simon era per “Roll On John” ed io
optavo per “Blowin in the wind ' che suonava così bene sul bootleg di
Parigi. Dalla tazza è uscito il mio dado, con una delle migliori
versioni di “Blowing” che io abbia mai visto o sentito.
In breve: un grande spettacolo con un grande suono da parte di Bob,
grande ricerca e l’incantante effetto vincolante quando soffiava nella
sua armonica.
dove ci sono un sacco di foto originali dell'epoca.
Auguro un Buon Natale e Felice Anno Nuovo a tutti i Maggiesfarmers,
Andrea Missaglia
Grazie Andrea, andando a
vedere la pagina delle foto ho ricordato che questa ci era stata
segnalata qualche anno fa dalla nostra Marina Gentile, ma una
rinfrescata fa sempre piacere, auguroni anche a te, alla prossima,
Mr.Tambourine
Giovedi 20 Dicembre 2013
Talkin'9298-
Maria Rosa Ventura
Ciao Mr. Tambourine,
un ultimo messaggio prima della fine dell'anno per inviare a te e a
tutti i Farmers i miei auguri... :-)
Non so se ti è giunto il rumors, da confermare, che i manager di Dylan
stiano organizzando un tour in Giappone e, forse, Australia per la
prossima primavera.
Al momento non sono al
corrente di questi "rumors", credo che dovremo aspettare un paio di mesi
prima di sapere almeno le date della prima parte del Tour 2014.
Per chiudere con le varie amenità che ho
postato quest'anno, volevo intanto ringraziare (visto che ancora non
l'ho fatto) Sebastiano.giulia (Talkin' 9274)
l'unico che ha sinora raccontato simpaticamente qualcosa delle mostre
londinesi (grazie Riccardo). Ma forse qualcun altro andrà da quelle
parti per Natale...
In effetti, come anche lui fa notare, il marchio/firma con il Black
Buffalo è piuttosto curioso. In attesa che Dylan decida se vuole
raccontarcene qualcosa, si possono trovare alla scelta varie logiche
spiegazioni... ma poiché in fatto di logica sei più ferrato di me, Mr.
Tambourine, le lascio a te... :-)
A me la cosa ha fatto venire in mente il nome "Rolling Thunder" definito
da Dylan stesso "La Verità che Parla", espressione presa dalla cultura
nativo americana. Così, collegandomi alla pink-black story legata a
"Blood on Tracks", da te pubblicata in questi giorni mi è venuto voglia
di raccontare (per chi non la conoscesse), a mo' di winter tale
prenatalizio, un'altra pink-black story, non proprio una murder ballad
ma quasi... la storia di Black Buffalo Woman e Crazy Horse.
Crazy Horse (Tasunk Witko 1840-1877) è stato, come tutti sanno, un capo
Lakota Oglala (Sioux).
Era un guerriero indiano un po' particolare, non solo per i suoi capelli
biondi e la pelle chiara, ma anche perché non amava, come gli altri
guerrieri, dipingersi e truccarsi e si vestiva molto semplicemente. Non
amava neanche i racconti di guerra, ma sapeva essere invincibile in
battaglia.
Nel 1865 venne insignito (insieme ad altri tre guerrieri che si erano
distinti), dal Consiglio degli Anziani, del prestigioso titolo di
Portatore di Casacca. Questo era in realtà un incarico che poneva chi lo
riceveva al servizio della sua tribù, rinunciando agli interessi
personali. La "casacca" era una camicia fabbricata con la pelle di due
bighorn e ornata con piume, aculei di porcospino e parti di scalpi.
Ma Crazy Horse aveva un tallone d'Achille, non era sposato (cosa
ritenuta necessaria) perché innamorato di Black Buffalo Woman che era
invece sposata, con un matrimonio combinato, a No Water, membro di una
prestigiosa famiglia Lakota. BBW ricambiava i suoi sentimenti e
accettava le sue attenzioni. La legge indiana le avrebbe consentito di
ottenere il divorzio purché lei ponesse gli effetti personali del marito
fuori dalla tenda e il nuovo marito offrisse un risarcimento al
precedente. BBW però (che con No Water aveva avuto tre figli) non si
decideva a compiere questo gesto e Crazy Horse era troppo avverso alle
formalità per porsi il problema di rispettarle. Così finì che i due
fuggirono insieme mentre No Water era partito per una battuta di caccia.
Tornato che fu si armò di una pistola e partì all'inseguimento dei due.
Raggiuntoli entrò nella tenda di Crazy Horse e gli sparò.
Qui il racconto si perde tra storia e leggenda. Sembra che Crazy Horse
avesse preso in mano un coltello cercando di difendersi ma che fosse
stato trattenuto per le spalle da Piccolo Grande Uomo, lo stesso che
(ormai passato al servizio dei bianchi) lo bloccherà quando venne
ucciso. Secondo altri ciò non avvenne e il colpo fu semplicemente
deviato dall'intervento di un cugino di Crazy Horse. Così lui fu
soltanto ferito ad una mascella e gli rimase una profonda cicatrice.
L'episodio rischiava di creare profonde fratture tra i vari gruppi
familiari interni alla tribù, quindi gli anziani intervennero: Black
Buffalo Woman dovette ritornare con No Water che pagò tre cavalli (tra
cui il suo migliore) di risarcimento a Crazy Horse mentre quest'ultimo
perse la casacca, poiché aveva anteposto i suoi interessi personali a
quelli della tribù. Tale fu lo scandalo che la sua casacca non venne
data a nessun altro e la tradizione finì coll'essere abbandonata, come
molte altre, dopo la sconfitta dei nativi e il loro confino nelle
riserve. Malgrado ciò egli non perse la stima che godeva presso il suo
popolo.
Successivamente Crazy Horse venne convinto a sposarsi, ma la prima
moglie Black Shawl (malata di tubercolosi) e l'unica figlia morirono
presto. Poco prima di morire si risposò con Nelli Larabee, mezzosangue
francese.
Non si sa quale fine abbia fatto Black Buffalo Woman. Ebbe un'altra
bambina, subito dopo il ritorno col marito, che si suppone fosse figlia
di Crazy Horse e che pare sia morta anch'essa in tenera età.
Questa è la storia. Saluti e auguri a tutti, Maria Rosa.
A proposito del nome
"Rolling Thunder Revue" Dylan disse ad un giornalista che accompagnava
la carovana:
"...un giorno ero sulla veranda fuori casa mia e stavo giusto pensando
al nome da dare al tour. Alzai gli occhi al cielo e sentii un boato,
bum-bum-bum, un tuono che si ripercuoteva da occidente ad oriente. Tuono
che rotola, mi sembro' il nome giusto.
Il giornalista disse a Bob "...sai cosa significa?" No rispose Bob.
Nel linguaggio dei nativi americani (Pellirossa) significa "la verità
che parla".
A parte questa, ci
sono altre versioni sull'origine del nome. In un primo momento la revue
doveva chiamarsi "Montezuma Revue" , altre fonti dicono "Rock medicine
show" ed altre "Old time medicine show". La denominazione "Rolling
Thunder" , checcè ne dica Bob di aver sentito il tuono una sera, deriva
dal fatto che in quel periodo gli USA scatenarono un grosso attacco
aereo in Viet Nam, nome in codice dell'operazione era "Rolling Thunder"
ed i bombardieri partivano dalla base di GUAM, così i ragazzi della
backing band decisero di chiamarsi proprio "Guam", presentandosi un
giorno con indosso delle t-shirt con scritto GUAM. Questa sembra essere
l'ipotesi più veritiera.
Invece Larry «Ratso» Sloman, allora giovane inviato di Rolling Stone,
che seguì e documentò ogni tappa di quella che si chiamò Rolling Thunder
Revue e che sarebbe diventato il più celebre tour di tutta la storia del
rock, tra descrizioni dei concerti e interviste ai musicisti,
chiacchierate con i fan e litigi con il management iperprotettivo e
paranoico di Dylan, narra di scene commoventi come una visita alla tomba
di Kerouac o bizzarre come un saluto al sole in compagnia di un
sedicente capo indiano di nome "Rolling Thunder", ragione per la quale
Dylan, per omaggiare la saggezza del capo indiano, decise di chiamare la
carovana "Rolling Thunder Revue" , anche questa potrebbe essere una
versione valida.
Inoltre nel film Renaldo & Clara, ci sono tre immagini legate agli
indiani: la canzone "Kaw Liga", la testa del pellerossa sulla portiera
del camion ed il nome "Rolling Thunder" che oltre ad essere il nome di
un famoso treno è anche il nome di un capo indiano. Anche questi
particolari confermerebbero la derivazione del nome dal Capo Indiano,
anche se quella del treno non è tutta da scartare, essendo la RTR una
carovana itinerante.
Perchè Dylan ha scelto
come marchio il black buffalo nessuno lo potrà mai dire, comunque il tuo
aggancio è bello e suggestivo, la storia da te riportata dell'amore fra
Crazy Horse e Black Buffalo Woman (nipote di Nuvola Rossa), ma pare che
ti sia scordata che Crazy Horse non era un pellerossa qualunque, egli fu
uno dei tre capi indiani (gli altri due furono Nuvola Rossa e Toro
Seduto) che sferrarono il colpo più tremendo che l'America subì nella
sua storia, il massacro del 7° Cavalleggeri del Generale G.A.Custer.
Nato nelle Black Hills
(Paha Sapa in lingua lakota), presumibilmente intorno a metà anni '40,
si salvò dalla distruzione del proprio villaggio ad opera dei soldati
federali. Probabilmente a causa di questo trauma, da adulto, giunto alla
guida dei Sioux Oglala, fu molto attivo nella resistenza allo sterminio
dei nativi d'America da parte dei soldati federali statunitensi.
Cavallo Pazzo guidò, assieme a Toro Seduto, i 1.200 guerrieri che nella
battaglia del Little Bighorn, il 25 giugno 1876, sconfissero i 211
cavalleggeri dell'esercito USA, guidati dal Ten. Col. George A. Custer,
riportando pochissime perdite.
Il successo indiano fu però di breve durata: i federali si ripresero
subito dal colpo e nello stesso anno registrarono importanti successi.
Il 6 maggio 1877 Cavallo Pazzo alla testa di 900 Oglala stremati dalla
fame e dalla fuga, si consegnò al tenente Philo Clark comandante di Fort
Robinson. Morì poco prima della mezzanotte del 5 settembre 1877, ferito
a morte con una baionetta, alla presumibile età di trentasette anni.
Cavallo Pazzo, in inglese Crazy Horse, in lingua lakota Tashunka Uitko o
Tashunka Witko o Tȟašúŋke Witkó a seconda delle traslitterazioni, che
significa letteralmente il suo cavallo è pazzo. (data di nascita
sconosciuta, probabilmente nei primi anni 1840 – Fort Robinson, 5
settembre 1877), era un nativo americano della tribù degli Oglala Lakota
(Sioux).
In lingua lakota, Crazy Horse, è Tašunka Witko che significa Il suo
cavallo è pazzo (giacché il ta- iniziale di Tašunka rappresenta il
pronome possessivo "suo") ma ormai è di abitudine, anche negli Stati
Uniti, chiamare il condottiero Oglala "Crazy Horse" (Cavallo Pazzo),
sebbene la traduzione sia erronea. La giusta traduzione sarebbe stata
His Horse Is Crazy.
Negli anni giovanili era conosciuto anche come riccetto o ricciuto a
causa dei capelli particolarmente ricci e di colore castano chiaro (cosa
rarissima tra i nativi americani).
Personaggio leggendario cui sono attribuite imprese memorabili e
fantastiche, come quella che lo voleva invulnerabile ai proiettili o che
narrava che il suo spirito aleggiasse ancora tra le tribù dei
pellerossa.
Sulla sua morte ci sono diverse versioni: alcune fonti indicano che
sarebbe stato ucciso dalla baionetta di un soldato dopo essersi arreso
con la sua tribù, altre fonti ancora narrano che Cavallo Pazzo, nel mese
di settembre del 1877, avrebbe lasciato la riserva senza autorizzazione
per accompagnare sua moglie malata dai genitori e il Generale George
Crook, temendo che tentasse un ritorno alla battaglia, ne avrebbe
ordinato l'arresto.
Cavallo Pazzo inizialmente non avrebbe opposto resistenza ma, resosi
conto che lo stavano conducendo ad una prigione, avrebbe cominciato a
lottare con le guardie: mentre veniva trattenuto da un uomo della
polizia indiana che lo scortava, Piccolo Grande Uomo (suo vecchio
amico), un soldato semplice di nome William Gentiles lo avrebbe colpito
alla schiena con una baionetta, ferendolo a morte.
Comunque, anche se
abbiamo abbandonato per un momento la via dylaniana per raccontare
an'altra storia, credo che non sia dispiaciuto a nessuno, anzi, credo
che molti troveranno le tue e le mie parole davvero interessanti. Colgo
l'occasione per ringraziarti per le tue numerose ed interessantissime
partecipazioni con le tue opinioni e il tuo particolare punto di vista
espressi su questa pagina e per augurarti un felicissimo Natale ed un
altrettanto felice Anno Nuovo. Un abbraccio, Mr.Tambourine.
Crazy Horse
Black Buffalo Woman
No Water, marito di Black Buffalo Woman
Black Shawl Woman, moglie di Crazy Horse
Il Crazy Horse Memorial in costruzione nelle Black Hills, South Dakota
Mercoledi
19 Dicembre 2013
Andato
invenduto all'asta il testo manoscritto originale di Mr.Tambourine
Ecco i due fogli di Bob Dylan con i testi
scritti a mano per "Mr. Tambourine Man". Scritti in matita su carta
velina e firmati in alto a destra sul primo foglio"Bob Dylan."
Questa versione si discosta un pò dalla versione finale registrata nella
canzone.
Il testo è Accompagnato da una lettera di autenticità fornito da Peter
McKenzie, la cui famiglia ospitò Dylan a New York nei primi anni del
1960.
Nauts, supergruppo con Dave Matthews,
Jakob Dylan e Charlie Sexton
clicca qui
Martedi 18 Dicembre 2013
London, England - Royal Albert Hall -
November 26, 2013
by Fran Scott
Una performance frizzante stasera. Bob era senza cappello, senza
reticenza, senza paura.
Tanti i punti salienti – She Belong To Me, What Good Am I?, Love Sick ,
Pay in Blood, Simple Twist Of Fate , Forgeful Heart, Soon After
Midnight e Long And Wasted Years.
La band era eccellente, la chitarra luccicante di Charlie Sexton in
Tangled Up in Blue era una particolare gioia per gli occhi. Gli
arrangiamenti dolci hanno dato al set di una maggiore coerenza e
lasciato più espressione al canto di Dylan.
Il suono è stato mixato meravigliosamente bene, forse per quei funghi
magici
appesi al soffitto in questa opulenta sala di velluto rosso.
Alla fine, dopo una breve discussione con Garnier e Sexton – Roll On
John.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
by Espen Aas
Dopo 47 anni, Dylan è ritornato alla Royal Albert Hall la scorsa notte,
l'ultima volta era stata il 27 maggio 1966 e dopo non era più ritornato
fino ad oggi. Non ho idea di cosa accadrà dopo questo Tour ... I tre
spettacoli alla RAH sono andati rapidamente sold out, sono stato
fortunato a trovare un biglietto per tutti e tre. Ero seduto nella
galleria est - dietro
il palco. Non mi aspettavo una gran vista, ma avendo frequentato la
Hall come sede di numerosi concerti di musica classica, sapevo che le
probabilità per avere un buon suono erano elevate. La Royal Albert Hall si
trova a circa 25 minuti di distanza da casa mia con la metro, e il luogo
ha molti ingressi. Ciò significa che non è necessario fare la fila per
ore come si deve fare in molti altri ambiti. Mi ci sono voluti meno di
cinque minuti per entrare dalla porta n°3, e poi trovato il mio posto in
seconda fil, dietro
la band. Ho subito capito che questo era un posto molto buono. Quando il
tecnico delle chitare è venuto sul palco per controllare la chitarra di
Stu Kimball era veramente vicino. Come previsto, alle 19.34 ho sentito
la Chitarra di Kimball, e la band è salita sul palco lanciandosi in
Things Have Changed come previsto. Ho visto fare questo pezzo un paio di
volte, e e ogni volta sono stato preoccupato per la voce, a volte
suonava come un corvo arrabbiato quando sputava fuori le parole, ma non
stanotte, questo era la buona vecchia voce di Dylan, o almeno molto
vicina. Una buona versione dondolante, con Dylan al centro della scena
ci ha messo nella giusta atmosfera. Non mi aspettavo molto dalla
successiva She Belongs To Me anche se l’ha eseguita nella maggior parte
degli spettacoli da questa estate. Nel 1966 aveva aperto con questa, in
acustico. Questa versione era naturalmente completamente diversa, ma ho
apprezzato le modalità e ci sono stati enormi applausi quando Dylan ha
tirato fuori la sua armonica. Le luci si spensero, potevo vedere Dylan
andare dietro al pianoforte a coda per lanciarsi in Beyond Here Lies
Nothing'. E' un grande canzone dal vivo, e io ero felice nel sentirlo.
E' stata fatta con Donnie Herron alla tromba, con Dylan alla chitarra, e
nell’ultimo tour con il pianoforte a coda. Funziona ogni volta. Forse
non tutta la gente conosceva le canzoni in quanto tali, ma ugualmente
grandi applausi. Ero pronto per uno delle mie canzoni preferite di tutti
i tempi, What Good Am I? da uno dei miei album preferiti (Ho Mercy), e questa
canzone in particolare Dylan l’ha eseguita perfettamente,
l'arrangiamento, la voce, semplicemente perfetta. Pelle d'oca
dappertutto. È stata nella setlist per la maggior parte del tour di
quest' anno, e se continua ilTour non si fermerà spero che il prossimo
anno continui a
farla . La prima canzone della serata da " Tempest" , è stata Duquesne
Whistle, non un gran canzone come tale, ma un divertente live, e ho
potuto vedere che Bob e la band godevano nel suonarla. Dylan sembrava
rilassato e ha apprezzato sia la prestazione dalla sua band e la
canzone. Andiamo al brano successivo, Waiting For You, questo è
probabilmente il brano che meno persone conoscono. Canzone bella e
grande da ascoltare dal vivo. Raramente suonata fino a poco tempo fa.
Dylan l’ha suonata due volte a Londra nel 2005 ( Brixton Academy) , ma
poi non è più stata suonata fino a questo tour. Dylan ha lasciato il
pianoforte ed è tornato al centro del palco nuovamente. Era giunto il
momento per una delle mie canzoni preferite dal più recente album, Pay
in Blood, Dylan l’ha cantata quasi come in " Tempest ", la voce roca e
dolente. Mi è piaciuta molto. Lui è tornato di nuovo al pianoforte e
hanno fatto la prima delle due canzoni da "Blood On The Tracks ", uno
dei suoi brani più eseguiti, Tangled Up In Blue, un mio favorito da
lunga data, ma le migliori performances di questa canzone sono quelle con la line-up Charlie Sexton e Larry
Campbell tra il 1999 e il 2002. Charlie è molto ansioso, ed è un peccato
che la sua chitarra sia un pò bassa nel mix, è un fantastico
chitarrista, e credo che le canzoni verrebbero meglio se avesse un pò
più di libertà d’agire. Per quello che vale, mi piacerebbe sentirlo di
nuovo fare il back- up vocal su questa canzone, così ... Uno degli
applausi più grandi della serata è stato per Love Sick, iI brano di
apertura di un altro grande album dei cosiddetti ultimi anni,
l'eccellente Time Out Of Mind. Finita la canzone è giunto il momento
della pausa.
Quando l'intervallo è finito, sapevo che arrivava un altro brano
regolare
dalle escursioni recenti, High Water (for Charlie Patton), un’ altra
grande
canzone live, e sempre meglio quando Donnie Herron suona il banjo, Dylan
al centro della scena ancora, cantando e suonando l'armonica.
E’ tornato al pianoforte per il secondo pezzo da "Blood On The Tracks ",
una canzone che ho sentito fare molte volte prima, Simple Twist Of Fate,
bella canzone come "Tangled ..." Non era male, ma uno dei brani meno
interessanti della serata per me. Molto più divertente Early Roman Kings
che, nonostante la sua tipica e prevedibile modalità blues, è grande dal
vivo. E soprattutto Dylan e Sexton sembravano godere nel farla. Ci sono
stati tra i due un sacco di sorrisi e risatine. George Receli ha fatto
qualche grande drumming anche in questo pezzo. Ricordo come Keith Richards ha
parlato bene di Receli, grande batterista davvero. Un punto culminante
della serata. Poi Forgetful Heart, di nuovo al centro del palco, con
l’armonica, mentre Donnie Herron ha suonato il violino. Grande canzone e
grande prestazione vocale. Avrei potuto stare ad ascoltarla per altri 15
minuti sono sicuro..Forse perchè era così bella.
Forse perché non mi è mai piaciuta troppo, ma la prossima canzone,
è stata Spirit On The Water, la peggiore per me.
Una sfilata di grandi canzoni è venuta dopo : Scarlet Town è un altro
grande brano da " Tempest ", amo l’arrangiamento e il modo in cui Dylan
ha usato la voce. Poteva senza dubbio farla al centro della scena, anche
se il piano era troppo bello. Poi Long and Wasted Years, altro punto
forte! Dylan al centro della scena ancora una volta, Donnie Herron ha
funzionato
brillantemente anche in questa. Enorme applauso, Dylan ha raccolto la
band intorno a se senza presentarla (perchè smettere di presentarli?),
un inchino e via dal palco. Per fortuna poco dopo sono tornati, e ci
hanno dato il grande momento di rock'n'roll della serata, All Along The
Watchtower, naturalmente, una canzone che Dylan ha fatto più di 2.000
volte dal vivo, a volte fantastica, a volte non così buona, per fortuna
stasera era fantastica. Detto questo, un pò più di fuzz e volume alla
chitarra di Sexton l’avrebbe resa praticamente perfetta. La Hall era in
estasi. Ero molto curioso di vedere se questo era l’ultimo brano, ma non
sono andati via! Si sono scambiati poche parole sul palco e Dylan ha
fatto la sua seconda
esecuzione assoluta del suo tributo a John Lennon, Roll On John, momento
assoluto clou della serata. Splendidamente cantata. In qualche modo, non
avrei mai immaginato che l’ avrebbe suonata dal vivo quando ho sentito
l'album. Ora l’ha fatta già due volte. Forse lo farà anche domani.
Questo è stato il migliore show che ho visto dal 2002. Lo show è durato
poco più di due ore. L' uomo è tornato alla Royal Albert Hall - è stato
un gran ritorno.
Lunedi 16 Dicembre 2013
Talkin'9297-
Simone (Cancio)
Buongiorno. Mi piacerebbe aggiungere
qualcosa che ho letto da qualche parte ma non ricordo bene dove...mi
aggancio alla talkin' 9295 di Robyone a
proposito dello sguardo di Bob nella foto di copertina del tuo sempre
ottimo sito.
Dovrebbe essere, sempre se non sbaglio, proprio il momento cruciale di
"Idiot Wind", poco prima del ritornello quando il Nostro canta, urla,
sputa fuori, vomita le parole "..."and it makes me feel so sorry...".
Ho letto che i giorni di quel concerto fossero uno dei punti più bassi
della relazione tra Dylan e sua moglie e che lei fosse presente proprio
lì in quel concerto proprio per tentare di rimettere insieme i pezzi di
un rapporto a dir poco deteriorato. La sua presenza viene stranamente
indicata tra le prime file del pubblico (!?).
Si dice che Dylan la guardi nel momento esatto in cui canta quelle
strofe e, se osservate bene, scuote la testa a mò di "non è vero" mentre
canta le incriminate parole come a voler negare qualsiasi tipo di
dispiacere, almeno in quel momento; quindi parole e sguardo sarebbero
per la povera Sara!
Grazie Mr.T. per questo 2013 dylaniato che ci hai regalato e auguri di
Buon Natale a tutti i frequentatori del sito...e non solo
Simone (Cancio)
Per terminare in bellezza
l'argomento, leggete questi saggi tratti da maggiesfarm.it:
Chitarre all’asta: da Bob Dylan a
Ligabue
clicca qui
Sabato 14 Dicembre 2013
Blackpool, England - Opera House
Theatre - November 24, 2013
by LukeTheDrifter
Blackpool : "Seduto ad ascoltare il suono del dolore"
Ieri sera a Blackpool. Dopo l' incredibile concerto di ieri mi aspettavo
fin dall'inizio che lo show fosse leggermente meno bello, come terzo
concerto senza una pausa. Il mio pessimismo di base ha spesso dimostrato
di essere un amico - è quindi raramente mi ha deluso nella vita, spesso
si scopre meglio di quanto temuto. Così fa questa sera. Non si potrebbe
pensare che potrebbe essere possibile - Dylan ha tenuto un concerto alla
pari con il giorno precedente, ma finalmente ha inventato un numero
finale sorprendente. Maggiori informazioni su questo fatto dopo.
Stasera sono perfettamente piazzato nel bel mezzo della decima fila, e
pur sapendo che ho già avuto alcuni straordinari concerti a Blackpool,
comunque sono contento che anche questa sera il concerto sta per
cominciare. L'illuminazione, di gusto ma soffusa, delinea presto la
silhouette di Dylan, stasera nel suo abito grigio e nero, con lo stesso
cappello dalle due serate precedenti. Comincia con “Things Have
Changed”. Mi colpisce fortemente che l'intero concerto e l'intero tour è
immerso nel "blue" (nota: la parola "blue" può
essere tradotta con blu, triste, depresso, pornografico e osceno.
Scartate evidentemente le ultime due, la traduzione più reale sembra
essere triste) , in tutti i sensi della parola - è un periodo
triste per Bob, come spesso è stato. Mentre nel 2011 e in parte nel 2012
sembrava essere sia fisicamente che mentalmente libero sul palco, in
questi concerti sembra felice e spesso sorridente come non ho mai visto
prima in questi anni, tranne in alcuni scorci, ma questo ora è cambiato.
La sua presenza fisica, sia al pianoforte che al centro del palco, è
ancora eccezionalmente forte e potente, ma i sorrisi sono meno, e se ci
sono, di solito sono rivolti verso l'interno, ad eccezione di quelli che
manda di tanto in tanto indietro verso Donnie Herron. Se lui è felice,
lui è solito mostrarlo. Ha sicuramente apprezzare l'affetto del pubblico
e gli applausi, ma non riesco a vedere che la sua performance sia stata
chiaramente influenzata da questo, che fa più o meno quello che pensa
che dovrebbe fare, e ogni sera si diverte chiaramente ad interagire con
la sua band, combinato con una fruizione sempre più presente del suo
modo di suonare il pianoforte, che si sviluppa costantemente e migliora.
Viene inevitabilmente in mente che egli condivida un'eredità con noi in
questi giorni, né lui né noi sappiamo quanto tempo il "Never Ending
Tour" potrà continuare ancora. Canta canzoni di ogni decennio dal suo debutto ,
ma il centro di gravità dominante di questi concerti sono le nuove
canzoni, la maggior parte del suo ultimo e, a mio parere, album
magistrale, "Tempest". Stasera sette delle diciannove canzoni della
setlist provengono da questo album.
Immerso nella tristezza. Per molte ragioni . Dolore per un amore passato : "Lei
è nata in primavera, io sono nato più tardi". Dolore per termini umani:
"Se la Bibbia ha ragione, il mondo intero esploderà" e "In Scarlet Town”
la fine è vicina . "Whatchtower" il leone fa sentire il suo ruggito e il vento tira
forte. Riconoscendo sentimento e solitudine: "Vedo gli gli amanti nel
prato / vedo sagome alla finestra / le guardo finchè non se ne sono
andate e quando se ne vanno mi sento aggrappato ad un'ombra ". Ma il
concerto è in realtà brillante come ieri, e si può quasi vedere Dylan
degustare le parole che rotolano nella sua bocca, come se avesse
assaggiato un buon vino, prima di sputarle fuori per noi, con tempismo e
fraseggio perfetto, come è suo marchio nei secoli dei secoli. In "Long
And Wasted Years" ci fa sperimentare qualcosa che è legato a tante
grandi performance vocali, da recitazioni segrete di canzoni inedite
dalla cantina di " Big Pink" a virtuosistiche buffonate vocali di grandi
canzoni come "Brownsville Girl" e "Angelina", fonte di gioia costante
nelle loro versioni in studio, ma qui abbiamo la potente e musicale
recitazione notte dopo notte, che dipinge questo capolavoro di nuovo in
ogni concerto. Che benedizione è il vederlo in questo tour.
E poi - grazia su grazia - dopo il primo bis, mi rendo conto che
qualcosa sta succedendo, quando Donnie non sembra prendere il suo
violino per Blowin’ In The Wind come fa di solito, c’è buio e silenzio
sul palco, prima che Dylan suoni le prime note familiari di una canzone
che non ha mai suonato dal vivo prima, lo strano, in un certo senso,
finale di "Tempest", il caloroso tributo ed il saluto per John Lennon,
"Roll On, John". Lui non è andato a Liverpool questa volta, quindi il
posto è stato molto ben scelto per l'anteprima mondiale della canzone.
La canzone è un inno triste che tanto ci ricorda la tragedia che è
indissolubilmente legata al nome di John Lennon, ma forse narra anche
della solitudine esistenziale che Dylan stesso a volte, o forse il più
delle volte, si porta addosso, e che tutti non riusciamo a comprendere
pienamente. In un'intervista dopo l'uscita di "Tempest" parla della
perdita commovente di John Lennon , e il fatto che lui avesse una
capacità unica per capire ogni altra situazione. Che altro dire,
quest’anno se n’è andato anche Lou Reed poche settimane fa, Bob ha
seppellito tanti cari amici nel corso degli anni. "Un altro giorno
nella tua vita sulla strada verso la fine del tuo viaggio" canta
accorato, - si passa velocemente la mano sulla guancia un paio di volte
durante la canzone, che si tratti di lacrime? Non lo so, ma avrebbero
potuto essere...il brano è intriso di tenerezza e dolore, mentre la
sensibilità di Dylan ci spinge verso la fine del concerto, prima che
lui, serissimo, ricambi l'omaggio del pubblico con solo un piccolo
cenno. Forse lui non si è asciugato le lacrime stasera, ma ci sono stati
molti altri che lo hanno fatto.
In mattinata andremo a Londra per il concerto alla Royal Albert Hall di
Martedì - per la prima volta dopo l'incredibile e storica visita del
1966. Se Dylan è consapevole del significato storico di questa reunion?
Naturalmente! Ne sarà influenzato e la setlist? Non si sa mai, ma
possiamo ancora sperare in "Visions of Johanna” o in “Desolation Row”,
che ha eseguito a Milano, o “Just Like Tom Thumb Blues” o in “I Don’t
Believe You (lei si comporta come se non ci fossimo mai incontrati)” che
ha fatto a Roma. Alla Royal Albert Hall sarà il momento perfetto per
qualsiasi cosa che accadrà.
Non è stata la miglior canzone del 2012 - neanche la migliore canzone di
“Tempest” , la canzone che conclude l’ultimo album di Bob Dylan. Ma
"Roll on John" ha capacità di resistenza, simile allo spirito del suo
soggetto, John Lennon. Dylan rende omaggio al grande uomo, che il mondo
ha perso nel 1980, lui e Lennon erano amici, e alcune perdite non si
possono mai superare .
"Roll on John" ha una melodia dolce ma stoica. É squillante e disperata.
Così la musica si adatta alle parole: è il tributo ora a portata di
mano. Più che un semplice elogio è un racconto che parla in gran parte
della vita di Lennon. Sono successe molte cose in quei 40 anni: crescere
a Liverpool, con gli amici che hanno fatto il cammino con lui, la fatica
del suonare ad Amburgo , e la brillante e famosa battuta sui gioielli
alla Regina d’Inghilterra, una vita così piena, ma finita troppo presto.
L'influenza di Dylan su Lennon (in particolare attraverso i Beatles ) è
ben documentata. C'era anche un senso di rivalità tra di loro ed insieme
una ammirazione reciproca. Erano due voci che andavano in direzioni
opposte con opere brillanti nello stesso breve arco di tempo. Nel mese
di ottobre del '70, Dylan ha pubblicato il suo nuovo album “New
Morning”, il lavoro di un uomo di famiglia contento, il tutto avvolto in
un dolce ritmo. Cantava di costruire una capanna nello Utah, di
dedicarsi alla pesca delle trote iridate e di avere "un gruppo di
ragazzi che mi chiamano “Pa”. "Questa è quello che conta di
più" cantava Dylan con sicurezza. Egli era "felice di essere vivo
sotto il cielo blu".
Meno di due mesi dopo, Lennon ha pubblicato il suo primo album solista
post-Beatles, intitolato “John Lennon / Plastic Ono Band”. C’erano cieli
azzurri davanti per Lennon, ma in quei giorni, nere nubi di tempesta si
stavano addensando. L'album è stato come una catarsi per Lennon. Aveva un
sacco di pesi da togliersi dalle spalle. Dopo aver trascorso l' ultimo
decennio in quello che fu più tardi soprannominato "il più grande
spettacolo sulla terra", Lennon si allontanò, ripudiando quelle cose.
Nella canzone “God” sembrava librarsi libero nel cielo, gridando a tutti
che non credeva nella Bibbia, in Gita, in Budda, in Elvis, in Kennedy,
nei Beatles e nemmeno nello stesso Dylan ( "Io non credo in Zimmerman "
), tutto è respinto, lui dice di credere solo in se stesso e nella
moglie Yoko. Questa è una parte della sua esistenza che ha avuto modo di
"portare avanti". Ci sono, però, momenti meno impegnativi per John
Lennon / Plastic Ono Band. In " Hold On ", un brano amabile, canta di
fare diverse cose e di come sarebbe andato tutto bene.
Da lì in poi, Lennon , che aveva già reso immortali le parole "All You
Need Is Love" e " Give Peace a Chance" aveva di nuovo messo in mostra un
umore più positivo nelle sue canzoni. L'uomo in isolamento diventa il
sognatore. Il sogno di Lennon si è avverato a metà anni '70, quando Yoko
diede alla luce il loro figlio Sean Ono Lennon. Il padre di famiglia
era stato accontentato e dedicherà i seguenti cinque anni al focolare
domestico con Sean al centro del suo universo . Quando torna in studio
per registrare Double Fantasy, Lennon suona le campane della
celebrazione, una svolta di centottanta gradi dal mondo che la John Lennon
/ Plastic Ono Band aveva raccontato.
Gli anni '70 sono stati troppo occupati - e interessanti – anche per
Dylan. Da New Morning era venuto fuori un pot-pourri di suoni, di stili e
forme diverse. Ha fatto il suo film, Renaldo e Clara, pochi anni dopo la
registrazione della colonna sonora originale per il film di Sam
Peckinpah “Pat Garrett and Billy the Kid”. Furono pubblicati tre album
live, compresi “The Basement Tapes” con le registrazioni che aveva fatto
nel ’67 con The Band. Tra il '74 e il '79, ci sono stati cinque album in
studio, tre di loro posizionati tra gli highs della sua carriera, in
particolare Blood on the Tracks. Il dolore provato da Dylan per la
separazione dalla moglie Sara troverà il suo sbocco nei solchi di Blood
on the Tracks, a detta di molti che hanno seguito da vicino la sua
carriera. Dylan ha replicato con il suo modo di vedere, sostenendo che
le canzoni erano basate su racconti di Cechov, anche se suo figlio Jakob
aveva detto che "In quelle canzoni sono i miei genitori che parlano".
Dylan si aprì poi nel suo album del '79 , Slow Train Coming, l’album
della rinascita cristiana. Dylan che aveva visto fallire il suo
matrimonio, torna di nuovo on the road, trova Gesù e passa più veloce di
qualsiasi treno.
Dylan e Lennon, ognuno mettendo gran parte di cervello e muscoli nella
musica degli ultimi 20 anni, hanno avuto diversi pensieri e diverse
melodie nelle loro teste. Dopo le sessioni di Double Fantasy, Lennon era
di nuovo tornato in studio per lavorare al suo prossimo album. La pausa
di quasi sei anni dalle precedenti registrazioni aveva lasciato un vuoto
nei nostri suoni quotidiani, ma adesso lui era di nuovo in gioco. Felice
per come la vita lo aveva ricompensato, scrivendo una nuova canzone dal
titolo "La vita comincia a 40 anni" John Lennon stava facendo un passo
fuori dal guscio di nuovo.
Nella tarda sera dell’ 8 dicembre 1980, Lennon fece i suoi ultimi passi
da vivo. La crudeltà di quel momento è ancora viva in tutti noi, così
insensata. Un'altra azione egoista di una mente depravata. In "Roll on
John" Dylan ci guida attraverso quel momento. Il ricordo, ancora fresco,
diventa più vivo.
“Si voltò e lentamente si allontanò”, Gli hanno sparato nella schiena e
lui se ne andò”.
La mente depravata, dopo aver svolto la sua criminale bravata, apre le
pagine di The Catcher in the Rye e si mette a leggere. Ben presto il
mondo sarà scioccato dalla nitizia.
"Ho sentito le notizia oggi, oh ragazzo, hanno tirato la tua nave a riva,
ora la città sta morendo, non c'è più gioia.
Hanno strappato il cuore e l’han tagliato fin nel profondo, brilla la tua luce, vai avanti, bruciavi così intensamente,
Continua così, John".
Scrivendo di "Roll on John" su Counterpunch , Peter Stone Brown nota
come "Dylan racconta varie parti e aspetti della storia di Lennon ed è
una di quelle cose in cui devi sentire attraverso il modo in cui canta
le strofe che dice". Il paroliere Top della musica degli ultimi 50 anni
riconosce che Lennon aveva un sacco di grandi strofe, intramezzando la
frase con un paio di "Roll on John". In quella notte terribile, 8
Dicembre 1980, arrivando forti e chiare le parole riassumono tutto,
"Penso che oggi sarò triste” E sono ancora triste, continua così
John.
Keith Butler, l’uomo che gridò “Judas” a
Bob Dylan.
Nel 1966 alla Free
trade hall, a Manchester, Dylan viene contestato durante un concerto.
Gli show del cantante, in quella tournée, erano divisi in due seti. Il
primo totalmente acustico, “alla vecchia maniera”, ed il secondo in
elettrica insieme al suo gruppo spalla dell’epoca, quella che poi
sarebbe diventata The band.
Durante il concerto di
Manchester di quell’anno, un fan gli grida: “Judas (Giuda)”. Dopo
l’offesa, si sente un applauso, seguito da altre grida.
Un uomo urla: “I’m never listening to you again,
ever!” (Non verrò mai più ad ascoltarti!), Dylan gli risponde: “I
don’t believe you” (Non ti credo), poi dopo una lunga pausa, aggiunge
“You’re a liar” (Sei un bugiardo).
Poi, in uno di quei
momenti che tanto piacciono agli appassionati di rock, si gira verso la
band e dice: “Play it fuckin’ loud” (Suonate fottutamente forte). E
attacca una storica Like a rolling stone, urlata come se fosse l’ultimo
giorno del mondo.Nel documentario di Martin Scorsese "No direction home"
viene ricostruito proprio quel momento.
Dovranno passare più di
trent’anni da quel giorno del lontano 1966 prima che il misterioso
personaggio che gridò «Giuda!» a Bob Dylan perché imbufalito per la
cosiddetta “svolta elettrica” del Guru di Duluth riveli finalmente il
suo nome. Quel grido, registrato su un paio di bootleg, si può anche
ascoltare sul suo “Live 1966”. L’uomo, secondo il “Birmingham Post” che
pubblicò la notizia, si chiamerebbe Keith Butler ed abiterebbe da
parecchio tempo a Toronto, Canada. «Fu “One too many mornings” in chiave
elettrica che mi fece andare fuori dai gangheri», ha dichiarato al
quotidiano il signor Butler.
Venerdi 13 Dicembre 2013
Twitter, smascherato e chiuso il falso
account di Bob Dylan
Come se Bob Dylan non avesse già abbastanza
problemi.
Prima di oggi, il Twitterverse e la comunità dei fans di Bob Dylan erano
tutti in fermento a causa del nuovo account di Bob Dylan su Twitter
presunto "ufficiale", con tweet personali dello stesso Mr. Dylan.
L'account , @ BobDylanTweets era caratterizzato da una fotografia del
leggendario cantautore - autore - artista. Era inclusa anche la
descrizione " BOB DYLAN - Questo è il mio unico account Twitter
ufficiale e personale" seguito da " USA" e l'URL del sito ufficiale di
Dylan.
I primi due tweets erano :
• "Il mio primo tweet. ! Bob Hi"
• "Mi sono aggregato oggi a Twitter per la prima volta".
In tarda mattinata, @ BobDylanTweets ha registrato oltre 400 contatti, e
aveva già accumulato oltre 3000 seguaci.
L'account, che non era stato verificato al momento dell’apertura, era
stato immediatamente dichiarato da molti come falso, e inoltre il fatto
era stato segnalato anche da alcuni media. Un portavoce di Dylan poi
confermato che era fasullo, infatti l'account è stato poi sospeso.
Ciao mr. Tambourine
Ho letto pochi giorni fa, dall'account Twitter di Fabio volo, che presto
gli dedicheranno un meridiano della Mondadori. Mi chiedevo se sarebbe
una buona idea dedicarne uno a Dylan, anche perché il libro di Lyrics
del prof. Carrera non si trova più in circolazione (molto stoltamente
non lo comprai, e ora rimpiango moltissimo quella decisione). Volevo
infine ringraziare Maria Rosa, che nel talkin'
9265, ha risposto al mio quesito sulle nuove parole di Tangled Up
in Blue. Ho visto le foto di Paolo Brillo sul buscadero di questo mese,
e devo dire che sono veramente eccellenti, i miei complimenti,
Simone Vallin
Ciao a tutti,
ma avete visto lo sguardo di Bob nella foto di copertina di Maggiesfarm?
Terribile, folgorante, sguardo che tu brucia, sguardo pieno di rabbia e
di odio, di uno che sta cercando uno sfogo che non trova da
nessuna parte se non nella canzone che sta cantando. Sembra che dica “
You’re an idiot babe........It's a wonder that you still know even how
to breathe”.
Era il 1975, quando Bob fece uscire Blood On The Tracks, l’album che in
qualche modo narrava il dolore e la rabbia per la disgregazione della
sua vita familiare. Bob cercherà una ripartenza per una nuova fase della
sua esistenza dando vita al gran carrozzone della Rolling Thunder Revue,
ma per molto tempo ancora avrà negli occhi quell’espressione che
esprimeva l’inquietudine del suo stato d’animo. Da allora sono passati
quasi 40 anni, ma negli occhi di Bob c’è ancora qualcosa di
indefinito, che ti fa chiedere a cosa sta pensando, se quello è lo
sguardo di una persona che è riuscita a trovare quello che cercava.
Essere nel pubblico e vedere che lui ti fissa con gli occhi socchiusi
mentre narra le sue storie ti fa sentire a disagio, ti vien da chiederti
se quello è un uomo che scruta nel tuo animo per trovare quello che
forse non ha trovato nel suo. A Roma ero in prima fila davanti a lui e,
per quel breve momento che mi ha fissato, ho avuto questa sensazione.
Da allora dovevo comunicarlo a qualcuno e l’occasione si è
spontaneamente presentata quando ho visto la foto. E, visto che si avvicina
il Natale,
"Tanti auguri a tutti i Maggiesfarmers" anche se
un pò in anticipo.
Un saluto a tutti, Roby.
Non credo che tu abbia
anoiato qualcuno con la tua riflessione, per inciso, quando ho postato
la foto ho avuto la stessa sensazione, quello sguardo davvero ti
raggela. Grazie per gli auguri e Buon Natale anche a te, Mr.Tambourine.
Poche parole per commentare la diatriba
sulle foto.
Io dico solo, se fossi stato in grado di fare quelle belle immagini
sarei stato molto orgoglioso di dividerle con tutti i fans. Dylaniani e,
non solo. Diceva il buon GABER, la libertà è partecipazione .
Un saluto, Marcello.
Grazie Marcello per
aver espresso la tua sincera, apprezzabile e forse un pò romantica
opinione, ma non dimentichiamo che Andrea Orlandi e Paolo Brillo hanno
tutti i diritti di tutelare e vedere riconosciuto il loro lavoro. Alla
prossima, Mr.Tambourine, :o)
Blackpool, England - Opera House
Theatre - November 23, 2013
by Dave Longley
Nel corso dell'autunno ho seguito il tour europeo 2013 attraverso Bob
Links. Ho fatto il viaggio guidando in compagnia di mio figlio di otto
anni Isaac Sonny Smith al suo primo concerto di Bob Dylan! Devo
ammettere che mi sentivo un pò preoccupato che riuscisse a mantenere la
sua concentrazione per quasi due ore ma mi sbagliavo, in auto si mise a
cantare insieme a * Duquesne Whistle * e sperando che Bob avrebbe
suonato la sua canzone preferita di Tempest " Roll on John".
Arrivati a questo bellissimo teatro era evidente che la folla era
composta quasi tutta da Bob Cats , Isaac ha ricevuto alcuni sguardi
curiosi e commenti come omaggio per un bambino della sua età.
Ci siamo seduti sulla balconata, il volto di Isaac stupito in totale
incredulità dalla illuminazione così delicata.
La band e gli arrangiamenti sono semplicemente magnifici , mi ritrovo ad
ascoltare ad occhi chiusi tanto in tanto, è un modo per avere un pò più
di magia da quei momenti.
Sono sicuro che tutti i fans hanno ler loro canzoni favorite, ma il mix
di vecchie e nuove canzoni che coprono mezzo secolo, blues, jazz e
country non può essere eguagliato da nessun altro artista vivente.
In questi giorni la voce di Bob è sotto costante controllo, bisogna solo
essergli grati che sta ancora girando il mondo mettendo insieme queste
grandi serate di vera musica dal vivo.
Beh, al contrario di quello che ci aspettavamo non siamo riusciti ad
avere Roll on John, ma siamo usciti ugualmente felici,
Isaac ha speso la sua paghetta in un berretto da baseball Bob Dylan,
orgogliosamente addormentato nell’auto mentre dormiva sognava il ritorno
a casa nello Yorkshire.
Arrivederci a Londra Bob.
Nonno Dave Longley
Leeds West Yorks
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
by Nick Morgan
Avevo comprato due biglietti per questo concerto molto tempo fa perché
avevo sentito che questo era un luogo favoloso (22° concerto di Bob così
bello impegnato...), ma improvvisamente mi è venuto necessario un terzo
così ne ho trovato uno last minute, che per caso era nella fila davanti!
Lui era lì, proprio lì di fronte a me! His Bobness, sorridente, mano sul
fianco, sbarazzino. Mi sa che Bob ha AMATO questo concerto così come ha
fatto con tutti gli altri. Tempest va bene per la sua voce attuale e per
la band, naturalmente.
Dopo un buon inizio con Things Have Changed e She Belong to Me la prima
parte del set si è conclusa con una splendida, ipnotizzante Love Sick.
Il pubblico, col suo brusio, sembrava eccitato durante l'intervallo.
Nessuno poteva aspettarsi che lo show fosse così buono!
Forgetful heart era ben suonata da Donnie al violino, l’ultimo pezzo
prima dei bis è stato Long and Wasted Year, eseguito per bene in ogni
parola. Lo show è terminato con una vivace Watchtower e Blowin' in the
wind non è stato, ovviamente, una sorpresa ... la cosa stupefacente è la
sua resistenza e il fatto che la canzone finale sia ancora così
rilevante 51 anni dopo essere stata scritta!
Mai credere a chi ti dice che Bob è ormai passato. E non criticate ciò
che non potete capire !
Nick Morgan
Holmfirth Yorkshire in Inghilterra
Mercoledi
11 Dicembre 2013
Talkin'9292
- Franco110600
Ciao,scrivo per le talkin'
9279 e 9289.
Andrea, dici di aver imparato da Dylan a non seguire i leader ma poi ti
difendi usando le parole di un altro, cioè Mr.Tambourine e Benedetto
Landi.
Parli di superbia e sfrontatezza da parte mia nella talkin'
9281 ma quelli sono termini giusti per te e
per quello che hai scritto nella talkin' 9279
e cioè: ''Paolo, sentito da me, non ne sapeva nulla.
Ora si trova a Londra e mi ha delegato per suo conto al riguardo''.
Toni enfatici e drammatici per cominciare, ma cosa mai vi avranno fatto
di tanto grave, Andrea ?!?
''Il fatto che le foto siano state trovate sul
web non autorizza Benedetto Landi
a farne l'uso che vuole ne tanto meno il tuo sito''
Sembri molto arrabbiato, Andrea e a me sembra quasi di vederti puntare
il dito...
''Prima di inserirle nel sito Maggie's Farm,il
responsabile del sito deve chiedere quantomeno la cortesia di poterle
usare chiarendo come ed in quale contesto''
Come a dire: ''Come vi siete permessi ?!? Quel pezzetto prezioso di Bob
Dylan è solo mio e se lo volete dovete fare una richiesta ben
dettagliata che poi noi valuteremo !!!''
''Gli autori vogliono decidere dove,come e se
vengano rese pubbliche prima che lo siano''
e poi ''Visto che la pubblicazione la hai fatta
sia io che Paolo aspettiamo che vengano riportati i crediti rispettivi
nell'ordine dall'alto in basso....''
e segue un'accurata descrizione delle foto in questione.
Andrea ma non è che state dando un pò troppa importanza a voi e alle
foto ?!?
Scendete dal trono perchè lassù nessuno vi ci ha messo.
Avete fatto solo delle foto in un contesto dove era anche vietato farle
per volere del soggetto stesso.
Se volete avere dei diritti dovreste prima rispettare i doveri non ti
sembra ?!
E finisci con un: ''Ciò ovviamente vale anche
per il futuro''
Toni addirittura minacciosi per Mr.Tambourine e Benedetto Landi, visto
quello che avevi scritto prima.
Sembra un avvertimento in stile "Cosa Nostra" di qualcuno che non li
ripete mai due volte...
Poi nella talkin' 9289 accetti le scuse ma
stai ancora li a cavillare sulle foto perchè si sono sbagliati con i
numeri o con i nomi o non so cos'altro, e dici che la mia uscita e le
mie valutazioni personali non erano richieste.
Va bene, Andrea,la prossima volta ti chiederò il permesso di scrivere su Maggie's Farm e ti mando prima il testo per la tua approvazione...E
alla luce di tutto questo vuoi venirmi a parlare di umiltà e modestia
?!?
Ecco perchè ti dico che da Dylan non hai imparato proprio nulla e me ne
dispiace.
Ed è per colpa di gente fanatica come te che lui è così schivo e
diffidente verso tutti quelli che cercano di avvicinarlo.
Vuoi in qualunque modo cercare di impossessarti di un suo piccolo
pezzetto fosse anche solo attraverso delle fotografie, perchè solo
quelle puoi fare, fotografie che ti piace considerare parte stessa di te
e di lui visto la cattiveria con cui le difendi
senza che nessuno te le abbia veramente portate via.
Troppo spesso vi dimenticate che Bob Dylan è solo un uomo.
Se non possono farlo i giornali e le televisioni di tutto il mondo
cerchiamo almeno noi di non rendere il suo fardello ancora più pesante.
Ciao
Forse è anche bello che questo fatto abbia
innescato una piccola
polemica espressa in forma perfettamente accettabile
e corretta. Queste pagine, per principio, hanno sempre ospitato le
diverse opinioni di tutti ed i più disparati punti di vista, ma questa mi
sembra una polemica che andando avanti non ci porta da nessuna parte. Il
fatto è che fondamentalmente Andrea e Paolo hanno ragione ed io e
Benedetto, ingenuamente e senza voler far loro uno sgarbo, abbiamo
sbagliato ed era giusto che chiedessimo scusa. Anche Franco100600 ha
avuto il diritto di esprimere il suo parere, ma credo che ora sia meglio
mettere una pietra sopra a questo spiacevole incidente di percorso.
Spero che siate tutti d'accordo con me e speriamo di evitare che inconvenienti come
questo si ripetano.
Un salutone a tutti, Mr.Tambourine.
Ho visto delle foto di Paolo Brillo del
2012, con Dylan che suona la chitarra, volevo sapere, allora non l' ha
definitivamente appesa al chiodo.
Sapresti indicarmi quale e stata l'ultima volta, recente, ( escluso il
ricevimento con Obama ) in concerto che a suonato la chitarra?
Pace e bene a tutti.
Sembra che
l'ultima volta sia stata a Chicago, Illinois, allo United Center il 9
novembre 2012 per la 1° canzone "Sweet Home Chicago (Instrumental - Bob
on guitar)", ma non prendere questa informazione per oro colato,
potrebbe essermi sfuggito qualcosa, ciao, :o)
Martedi 10 Dicembre 2013
WHAT GOOD AM I? - di Fausto Lealiclicca qui
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Talkin'9290
- Roberto Maratea
Hey Mr. Tambourine man,
grazie per la mail che hai scritto a Claudia e scusa per il disturbo
causato dal mio ritardo nel risponderle (sono stato scollegato per
alcuni giorni): l' ho già contattata rispondendo alla mail che aveva
inviato tramite l' apposita funzionalità.
Tra l' altro, ammetto di sentirmi debitore nei tuoi confronti: da quando
hai pubblicato la mia mail ho ricevuto una gran quantità di visite
(anche se gli animali della fattoria sembrano un po' timidi nel
partecipare alle discussioni: non dovrebbero farsi problemi, visto che
ho creato il blog apposta)!
Insomma: non volevo fare spamming ma il risultato sembra essere
quello...
Grazie mille, Roberto the Lizard.
Figurati, è stato
un piacere, ciao, alla prossima, Mr.T. :o)
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Talkin'9289
- Andrea Orlandi
Caro Mr Tambourine Man,
scuse accettate. I credits sono corretti per quelle di Paolo, ma le mie
due sono la prima il 4 e la seconda il 3 a Milano, non 3-4 su entrambe.
Questo è quanto si vorrebbe, oltre a chiedere prima di pubblicarle, se,
come nel nostro caso, la fonte è certa e gli autori hanno scritto di
voler essere sentiti prima di ulteriori pubblicazioni.
Grazie, Andrea Orlandi.
Mercoledi 4
Dicembre 2013
Talkin' 9279 -
Andrea Orlandi
Ti ringrazio per la tua giusta puntualizzazione Andrea, chiedo quindi
scusa a te e Paolo per aver postato sul sito le foto scattate da voi ed
inviatemi dall'amico Benedetto Landi. Sono più che convinto che anche
Benedetto non intendeva farvi il minimo sgarbo, lo stesso da parte mia.
Credo sia stata soltanto una distrazione senza intenti di danneggiare
nessuno. Ricordo di aver chiesto molto tempo fa il permesso a Paolo
Brillo di usare alcune delle sue foto e lui mi diede il nulla-osta per
due foto scattate da lui con l'impegno di indicarne i credits, cosa che
naturalmente feci. Personalmente chiedo a te e Paolo di scusarmi ma
proprio non mi era passato per la mente di controllare l'origine delle
foto. Ho messo i credirs alle foto come da te richiesto, spero di non
aver sbagliato, nel caso sono certo che me ne darai segnalazione per la
correzione. A volte l'entusiasmo dei fans dylaniani mette in secondo
piano le giuste norme da rispettare. Grazie ancora, alla prossima,
Mr.Tambourine.
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Caro Benedetto, ti ricordo quello che hai
scritto "Talkin' 9273
- Benedetto Landi
Oggetto: Foto tour autunno 2013
Ti allego alcune foto raccolte sul web del tour appena terminato di Bob
Dylan.Un saluto a tutti i lettori della fattoria. Benedetto."
Quindi che siano state tratte dal web, si, ma da alcuni gruppi di
Dylanfan e su Facebook proprio non lo hai scritto. Ed anche lo avessi
scritto, Dylanfan e Facebook non sono fotografi.
Come è facile comprendere, anche lo scopo mio e di Paolo è quello di
condividere i nostri scatti con chi segue ed ama Bob. Diversamente non
pubblicheremo le nostro foto sulle nostre bacheche Facebook e su Flickr.
Quando le pubblico, però, indico che i diritti sono riservati e che ogni
uso e pubblicazione deve essere richiesta all'autore. Pertanto le foto
che inseriamo io e Paolo in internet, le inseriamo con chiari
riferimenti agli autori e con la espressa volontà di essere contattati
per eventualmente autorizzare o meno la loro divulgazione. Questa non è
bieca speculazione commerciale: né io né Paolo siamo fotografi di
mestiere e non viviamo con le foto, ma le facciamo per passione, subendo
mille angherie, scocciature e fastidi per avere poi forse un singolo
scatto, dove la ricompensa sta nella soddisfazione di condividere un
pezzo di storia della nostra epoca, che magari, spesso, quantomeno per
certi eventi, non sarebbe documentata e fissata nella memoria,
quantomeno di noi fans. Ed anche per far sentire presente chi magari
avrebbe voluto esserci.
Detto questo, grazie per i complimenti e le scuse.
Talkin' 9282-
Benedetto Landi
Certo nessuno vuole appropriarsi del materiale di altri, tantomeno io, è
stato detto chiaramente che le foto sono tratte dal web, e anche da
alcuni gruppi di Dylanfan su Facebook. Quindi essendo già online e non
sapendo chi fosse l'autore, non ritengo di aver fatto nulla di male, il
mio scopo era soltanto quello di condividere alcuni scatti secondo me
bellissimi con chi segue ed ama Bob Dylan.
Spero di essere stato chiaro, e mi perdonino gli autori di alcune delle
foto che avevo mandato, a cui faccio i miei complimenti per i bellissimi
scatti.
Benedetto.
________________________________
Ed ora a Franco110600 (Talkin'
9281) non so che cognome.
La superbia e sfrontatezza della tua uscita non richiesta, trova la
migliore risposta dalle reazioni scritte del responsabile del sito e di
chi gli aveva inviato le nostre foto.
Impara da loro un pò di umiltà e modestia e tieniti per te valutazioni
personali non richieste. Cosa ho imparato io da Mr. Dylan - per
Paolo lascio a lui la risposta - non me lo lascio certo spiegare e
giudicare pubblicamente da uno sconosciuto.
Don't follow leaders watch the parkingmeters...
Talkin' 9281 - Franco110600
Ciao, leggo nella talkin' 9279:
"Gli autori vogliono decidere dove, come e se vengano rese pubbliche,
prima che lo siano".
Andrea e Paolo, pensate se Dylan decidesse di scrivervi per tutte le
volte che avete ascoltato un concerto che è stato registrato senza la
sua autorizzazione...Tanti anni appresso a un uomo da cui avete imparato
poco.
ciao
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Grazie Andrea di aver capito che nessuno voleva farvi uno sgarbo o
danneggiarvi in un qualunque modo e di aver accettato le nostre scuse. Anche Maggie's Farm è un fansite
(come le vostre bacheche Facebook e Flickr) per il quale il sottoscritto ci mette i suoi soldi ed il suo
lavoro (proprio come te e Paolo) per portarlo avanti, quindi, in un
certo senso, siamo tutti sulla stessa barca, e la mia unica
soddisfazione è quella vedere che il sito è visitatissimo non solo dai
fans italiani ma da moltissima gente che si collega da paesi esteri di
tutto il mondo. Grazie ancora, un saluto a te e Paolo,
Mr.Tambourine.
Lunedi 9 Dicembre 2013
Blackpool, England - Opera House Theatre
- November 22, 2013
by Jim Carney
La maggior parte delle cose scritte su questo tour sono state accurate.
Ha rappresentato un completo cambiamento di direzione di Bob rispetto ad
altri grandi tours recenti - 2000, 2003 , e 2005.
Venerdì notte a Blackpool era magico. Ho visto molti grandi concerti in
questi anni per dire che questo è stato il migliore che abbia mai visto,
ed anche mia moglie, che ne ha visti pochi, ha detto che questo è stato
il suo preferito. Non ci sono stati punti alti o bassi nello show. Prima
della pausa Waiting for You, Pay in Blood e Love Sick son state le
migliori. Quando Bob è tornato, High Water era magnifica ( anche se
nulla potrà mai toccare la versione che ho sentito a Dublino nel
novembre del 2005 ), così come lo sono state Scarlet Town, Long e Wasted
Years e i due grandi bis.
Ma l'apice del concerto è stata una indimenticabile Forgetful Heart, col
pubblico incantato ai suoi piedi. In precedenza nel pomeriggio, nel
Galleon Pub, abbiamo aveva un grande spettacolo dalla tribute band
Simply Dylan, guidata da un formidabile interprete di Dylan, John
O'Connell. John ha suonato un set incredibile, scegliendo canzoni da
Desire, Blood on the Tracks, Street Legal e Slow Train Coming, con un
cenno anche a Saved e una stellare Heart of Mine da Shot of Love.
Il grande concerto di Bob Dylan mi ha agganciato subito, e quanta
felicità ascoltando Bob Dylan! Io per primo sono grato a questo uomo
veramente grande.
Ciao Mr. Tambourine,
seguo sempre la fattoria e vorrei chiederti un favore. Ho visitato il
sito citato nella Talkin' 9272: ho
apprezzato molto le canzoni (non solo quelle con l' audio ma anche i
testi delle altre) e mi hanno molto intrigata gli argomenti del blog.
Ho provato a contattare l' autore dal sito ma non ho ancora avuto
risposta (in effetti sono passati solo un paio di giorni...) potresti
darmi la mail della Lucertola? O potresti chiedere a lui di mandarmela?
Ciao
Ciao Claudia, sul sito
c'è questo link:
http://www.lascintilla.net/contatti/ .
Dovresti poter contattare la Lucertola, forse non ti ha risposto subito
perchè impegnato, vedrai che ti risponderà, altrimenti ricontattalo col
link che ti ho segnato. Nel frattempo spero che la Lucertola (Roberto
Maratea) ti legga e mi scriva dandomi l'autorizzazione a darti la sua
mail personale, stay tuned, Mr.Tambourine, :o)
La chitarra di Bob Dylan venduta all'asta
per 965.000 dollari
clicca qui
Sabato 7 Dicembre 2013
Blackpool, England - Opera House Theatre
- November 22, 2013
by Stephen Davey
Wow.
Ecco il cuore della questione : la notte scorsa Bob Dylan è stato
semplicemente straordinario.
La partenza è stata lenta, ma di certo la voce di Bob suonava più nitida
e più chiara degli ultimi anni, proprio così come le precedenti
recensioni mi avevano informato.
Things Have Changed è un’apertura di routine così mi sono seduto in
attesa di vedere cosa succedeva poi, e le successive 18 canzoni mi hanno
sbalordito.
La prima parte dello show andava in crescendo e Lovesick è stata la più
bella che ho mai sentito, e un senso di semi-shock stava scendendo sul
pubblico. Siamo stati tutti nelle sue mani e stava diventando una di quelle
notti nelle quali si diventa fortemente consapevole del fatto che sei un
testimone privilegiato di qualcosa di speciale.
Il secondo tempo è stato semplicemente affascinante ( e so di non essere
più un nostalgico, sono stato a oltre 40 spettacoli in tutta Europa e
non mi sono mai sentito così costretto a scrivere una recensione ). Ogni
canzone è stata suonata per soddisfare la folla e Bob ha dato una
versione sottile e pulita che sfociava in grandi ovazioni nei momenti di
preparazione per la successiva canzone. Dopo Soon After Midnight la
folla era pronta a scoppiare e poi è arrivato, per me, l’highlight
dello show con Long And Wasted Years. E' stata probabilmente la miglior
canzone che ho mai sentito cantare da Bob, io che avevo già dichiarato la
versione di Shelter From The Storm del 2005 a Dublino come intoccabile!
Quando è finita è stata una pura eruzione, le parole che uscivano dalla
mia bocca denotavano una ammissione di amore sincero. Ma lui non mi
sentiva come non sentiva le parole degli altri 3.000 che gridavano
parole simili.
Il bis per me è sempre stato un favore a chi non riconosceva tutte le
altre canzoni, il tempo per Bob di suonare un paio di classici. In
questo senso non è mai stato la mia parte preferita del concerto, ma
anche Watchtower è suonata fresca e diversa e per la prima volta dopo
tanti anni mi è piaciuta molto.
E Blowin’ in the wind è perfetta per gli occasionali dei concerti che
conoscono poco l’opera di Bob, ma, abbinare una serie di nuove canzoni
con due classici di oltre mezzo secolo fa, è una mossa intelligente. E
così Bob ha inchiodato tutti. Il lavoro di armonica è stato eccellente
in tutto, ma
mentre si muoveva al centro della scena per il numero finale ha
affascinato il pubblico che era tutto in piedi, poi le luci sono calate,
Bob stava lì, guardando e nascondendo un sorriso. Sapeva benissimo
quello che aveva
appena fatto.
Io ci sarò di nuovo stasera e domani . Lo show non può essere così buono
ogni notte .... o sì?
Gentili amici della Farm, e gentile Mr.Tambourine,
lavoro in una biblioteca e spulciando svogliatamente un libro da
catalogare ("Storia degli Stati Uniti dal 1945 a oggi " di Giuseppe
Mammarella, ed. Laterza, 2010), ho trovato la seguente informazione e
nota, che credo possa interessare ai "filologi" del Nostro in virtù dei
versi:
"...You don't need a weather man /
To know which way the wind blows"
(Subterranean Homesick Blues)
" Tra il '68 e il '69, l'SDS (Students for a Democratic Society) si trova profondamente divisa tra gruppi
puramente nihilisti dai nomi coloriti come i Crazies, i Motherfuckers, i
Running Dogs, per i quali la rivoluzione è droga, sesso e teppismo,
un'estrema sinistra arroccata su posizioni dogmatiche e settarie di
ispirazione maoista e una decina di organizzazioni sostenitrici delle
cause più disparate. Alla convenzione annuale del giugno 1969, che per
la prima volta riunirà i groppuscoli della sinistra, nasce una nuova
fazione: quella dei "Weathermen", destinata in breve a votarsi alla
clandestinità e al terrorismo urbano (34) " p. 219
e la nota, specifica:
(34): " I weathermen (lett. meteorologi), così chiamati da una strofa di
una canzone di Bob Dylan, erano destinati a scomparire ben presto dopo
alcune disperate imprese terroriste, isolati e braccati dalla polizia.
Harold Jacobs ha pubblicato una raccolta di documenti su questo gruppo,
intitolata appunto Weatherman, san Francisco 1971" p. 2019
Bene, questo gruppetto di sinistra radicale prese il nome (dato da
chissà chi!), dall' "uomo del meteo" di Dylan (forse, perchè la cosa non
è poi così chiara e nemmeno particolarmente interessante!).
Ma come è nato, però, un verso così fantasioso a Dylan? Bè, la domanda è
presuntuosa se pretende una risposta esaustiva, ma volendo giocarci
sopra, credo molto nella ipotesi della "suggestione" improvvisa da parte
di Dylan per alcune parole e/o versi che, immaginando la cosa a livello
figurato, possa aver incontrato nell'aria, in un barattolo di
confetture, in un film, nella sua mente...insomma ovunque, e genialmente
le abbia sfruttate per un mirabile gioco di sensi, di pieni e di vuoti,
di rime, di ironia, nell'efficacia economica della struttura della
canzone a quel momento disponibile (non è originale come
interpretazione, la mia, ma gli predico molto credito!). Credo che ciò
accada, anche se in misura minore, anche nei testi attuali del nostro.
Bene, tornando ai nostri versi ("You don't need a weather man / To know
which way the wind blows"), ho come l'impressione (anche io una
"suggestione"), che sia capitato sotto mano al nostro eroe il seguente
testo: "The Boy with the U.S. Weather Men" by Francis William
Rolt-Wheeler.
Ripeto: solo una "suggestione".
Ciao a tutti e sempre applausi per il lavoro di Mr.Tambourine
Hollis
Grazie Hollis,
interessantissima osservazione, chi volesse approfondire la conoscenza
del movimento dei Weathermen può
cliccare
qui. Alla prossima, :o)
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Talkin'9286
-
Maria Rosa
Ventura
Grazie di aver ripubblicato la tua risposta Mr. Tambourine! Naturalmente
l'avevo letta e non intendevo assolutamente snobbarla... :-) La mia era
solo un'altra sfigatissima battuta (in cui facevo riferimento a quando
hai detto che giustamente ogni tanto rimandi la pubblicazione di qualche
mail scegliendo il momento migliore)...
Naturalmente la tua risposta è essenziale, condivisibile, sensata e
senz'altro più logica della mia, che devo sempre girare zavorrata,
perché ho una certa tendenza al volo aerostatico... :-)
Davvero hai letto tutto Freud in gioventù, senza motivazioni
professionali? Complimenti! Io ho buttato la spugna molto prima, anche
perché già Jung e altri, contemporanei, mi hanno dato un bel da fare...
Il geniale padre della psicanalisi mi fece un pò l'effetto che Dylan
racconta in Chronicles : "C'era un libro di Sigmund Freud, il re del
subconscio, intitolato Al di là del principio di piacere. Un giorno lo
stavo sfogliando, quando Ray entrò, lo vide e disse: - I pezzi grossi di
quel settore lavorano tutti per le agenzie pubblicitarie. Vendono fumo.
- Misi via il libro e non lo presi più in mano."
Per fortuna non gli ha ancora fatto causa la Società Psicoanalitica di
Vienna... :-)
La
mia è stata da una parte voglia di sapere e da un'altra parte, ai tempi
della mia gioventù, faceva molto chic e a volte rendeva (specie con le
galline, così chiamavamo le ragazze negli anni '60) snocciolare frasi
estrapolate da opere di personaggi famosi. Non saprei dirti se Freud fu
un genio o soltanto un cocainomane fantasioso e truffaldino, ma allora
lessi L'Introduzione alla psicoanalisi, L'interpretazione dei sogni e
Psicologia delle masse ed analisi dell'Io. Molti personaggi famosi
dell'epoca non erano per niente d'accordo con il suo pensiero, gente
come Adler e Jung, o come Albert Einstein. A proposito del rapporto
Freud - Einstein c'è un curioso aneddoto: Nel dicembre del 1926 Freud,
recatosi a Berlino per rivedere figli e nipoti, ebbe l'occasione di
incontrare per la prima volta Einstein e sua moglie che si erano recati
a casa sua a fargli visita. Questo fu il commento di Freud in margine al
loro colloquio, protrattosi per due ore: « È vivace, sicuro di sé,
piacevole. Di psicologia ne capisce quanto me di fisica, tanto che
abbiamo avuto una conversazione molto scherzosa »
L'idea diffusa secondo cui Einstein era un ammiratore di Freud è
erronea, come ha fatto notare A. H. Esterson: in una lettera a uno dei
suoi figli nei primi anni trenta, Einstein scrisse che non era
rimasto convinto dalle opere di Freud e che riteneva i suoi metodi dubbi
se non fraudolenti. Nel 1933 infine, a richiesta della Società delle
Nazioni, venne pubblicata una discussione con Einstein sul tema: "Perché
la guerra?". Freud, al contrario di Einstein, affermò l'impossibilità
della fine delle guerre, in quanto l'aggressività, fondamento di ogni
guerra, è radicata nell'uomo, e forse in questo aveva dannatamente
ragione. In seguito cercai di cimentarmi anche con Così parlò
Zarathustra di Nietzsche, rilessi ogni pagina del libro almeno una
ventina di volte ma sono sicuro di aver capito nemmeno la metà dei
concetti che il folosofo voleva esprimere, troppo difficile per la mia
cultura, così passai a cose più leggere come L'elogio della Follia e Gli
Adagia di Desiserius Erasmus (pseudonimo che Erasmo da Rotterdam usò per
firmare le sue opere), letture più comprensibili. Ho sempre avuto la
passione di leggere opere importanti, ma confesso che son certo di non
aver capito tutto quello che ho letto. Pazienza, però è stato divertente
ed istruttivo!
(Per quanto riguarda la causa in corso, ho apprezzato le parole di Gypsy
Flag (talkin' 9281). L'area balcanica è
solcata da antiche e nuove ferite, ancora aperte... Forse Dylan dovrebbe
davvero ampliare le sue criptiche parole in merito - non parlo di scuse,
non credo avesse l'intenzione di offendere il popolo croato. Ma cogliere
l'occasione per una schiarita, che magari potrebbe anche fare bene...)
Grazie, poi, Alessandro delle tue belle parole, anche se non credo
affatto che quel che ho scritto sia minimamente esaustivo su quei versi,
non è niente più che un'immagine, un piccolo quadro che si riflette in
uno molto più grande... come dici tu la poesia sta tutta tra una riga e
l'altra, nell'eco che risuona tra un verso e l'altro, nello spazio vuoto
del non detto... Ad avvicinarsi troppo a un dipinto si vedono bene le
pennellate, la tecnica, ma si perde l'insieme...
Io amo provocare, ma poi ascolto le risposte, e so apprezzare quel che
mi viene detto.
Bella e ardua cosa essere un piccolo produttore di vino... :-) Il Pinot
Grigio è un vino che conosco abbastanza bene perché la produzione
italiana si situa tra Veneto, Alto Adige e Friuli, la mia regione
d'origine.
Per quanto riguarda la tua domanda: sarebbe una bella carambata se
scrivesse al sito la portatrice del tatuaggio!! :o) Io posso solo
raccontarti, raccontarvi, una piccola storia: tanti anni fa conobbi una
ragazza (che ora ho perso di vista) che portava tatuate sull'avambraccio
queste parole "Like a Rolling Stone". Quando le chiesi perché se le
fosse fatte tatuare mi rispose: "Perché è così che mi sento".
Un saluto a tutti i farmers, Maria Rosa.
Il vendita il testo di "Mr. Tambourine
man"
clicca qui
Venerdi 6 Dicembre 2013
Glasgow, Scotland - Clyde Auditorium -
November 20, 2013
by Paul Ryan
Torno per la terza notte di fila.
Non avrei pubblicato la mia recensione del secondo spettacolo se fossi
stato prima a questo concerto. Non ho mentito: c'è infatti stato un
miglioramento da Lunedi a Martedì. E' solo che il cambiamento era stato
leggero, ma questa volta la differenza era notevole, lo show di stasera
era facilmente il migliore dei tre.
Stesso set. Stessi arrangiamenti. Non che la band ha suonato meglio nel
senso di tenere il tempo o come numero di sbavature.
La differenza è stato Dylan stesso. Potrebbe essere stato l’effetto di
ringiovanimento e buon riposo di un paio di notti di sonno decente in questa bella
città. Qualunque sia stata la ragione, la sua voce era più forte e
melodiosa stasera. Per l’inferno, ha anche preso delle vere note a
volte.
She Belongs To Me è stata cantata così come si poteva sperare.
Nell’ultima linea lei ripetuto "Lei ha nessun posto dove cadere",
l'ultima parola ci è arrivata con un registro da tenore che non mi ero
reso conto che potesse ancora gestire.
Forgetul Heart è stata ottima, Pay in Blood e Long and Wasted Years
erano semplicemente magnifiche. Si potevano anche distinguere le parole
di Early Ropman Kings. . .
C'era un vigore maggiore ii questo spettacolo che, in retrospettiva, era
un pò mancato negli spettacoli precedenti, la prima notte in
particolare.
C'era più grinta, davvero.
Anche la reazione del pubblico è stata molto migliore, sempre più
intensa mentre si avvicinava la fine dello show, e , meraviglia delle
meraviglie, Bob ha permesso il contatto fisico con alcune persone del
pubblico. I ragazzi della security erano molto spaventati per
questa cosa.
Il portatile Pro Tools era emigrato dalla cabina stage-side fino alla
reception principale sul balcone. Non ho idea se la mossa sia stata
significativa, tuttavia c’era ancora una registrazione multi-traccia in
corso.
Fuori c'era di nuovo una troupe cinematografica. Nelle due sere
precedenti sembravano solo voler solo filmare la folla che andava e
veniva. Questa volta hanno intervistato le persone per misurare, credo,
la reazione del pubblico al concerto.
Parlando con il ragazzo seduto accanto a me , abbiamo concordato che con
per la terza notte ci aspettavamo un bis supplementare, ma entrambi
sapevano che non sarebbe successo. Forse la serata finale del tour alla
RAH potrà vedere questa tradizione reintrodotta, ma io non ci
scommetterei sopra. Abbiamo inoltre concordato che tutto sommato non ci
siamo sentiti delusi.
La cosa più importante è la qualità delle performances, ma un bello
spettacolo è già sufficiente. Così in questo modo siamo stati
ricompensati con tutta questa serie di spettacoli, in modo particolare
questa sera. Biglietti costosi . . . ma lo show è valso ogni singolo
penny.
Rispondo al quesito di Duluth49: dal libro
che ho letto di Sloman "On the Road con Bob Dylan", giornalista che è
stato a stretto contatto con Bob e con tutti i componenti dell Rolling
Thunder Revue durante il tour del 1975, tra le pagine, esce fuori che
si, Bob è vegetariano. Anche in altre fonti non ufficiali si parla che
Bob è vegetariano. Per quanto riguarda se è amante del Poker c'è un
video, ora mi sfugge il titolo della song, dove si vede Dylan che è
ripreso a giocare ad un tavolo a poker. C'è anche una foto recente dove
Dylan con i componenti della band viene ripreso a giocare a poker
all'interno del suo bus.
Ci sono delle songs dove le carte sono presenti, mi viene in mente la
"Series of Dreams" o la "Lily, Rosemary and the Jack of Hearts", dove
Bob è il Jack di cuori.
Un saluto alla MaggiesFarm, Stefano Catena.
Eccomi qua, Mr. Tambourine.. riguardo alla
mia mail (talkin’ 9270 del 26 novembre), al
significato della frase estratta da Desolation Row, tatuata sul braccio
di una ragazza, se tu avevi risposto in maniera molto esaustiva ed
essenziale senza inoltrarsi ad analizzare la complessità della mente
umana, capendo la frase come l’avevo intesa io, Maria Rosa Ventura
(Talkin’ 9277) ha proprio colmato ogni mia
più piccola lacuna, anche se… Quindi ringrazio prima te, Mr. Tambourine,
che seppur un’opinione, la tua, ci stava tutta, concisa, ma davvero
valida. All’amica Dylaniata Maria Rosa Ventura, esprimo la mia più
grande ammirazione (e invidia) per la sua preparazione nell’affrontare
l’argomento in questione. Cara Maria Rosa, si, sono Alessandro (nato
insieme a Like A Rolling Stone), quale piccolissimo produttore di Pinot
Grigio, apprezzo sicuramente molto volentieri anche il Barolo, e
l’Amarone di Valpolicella, come un buon Cognac del resto.. detto questo,
come tu saprai sicuramente, e come afferma il Prof. Dott. Carrera, molte
delle canzoni di Dylan vanno viste come dei quadri, rappresentano storie
senza che il tempo scorra, con frasi non in maniera sequenziale, senza
spazio temporale. Credo non sia da meno, Desolation Row, che andrebbe
vista, appunto, in maniera totale, dove c’è tutto sulla tela… Difficile
analizzare ogni singola frase, dove risulta più importante quello che
non dice di quello che dice. Questo intendevo per spiegazione astratta.
Per spiegazione logica, perdonami il gioco di parole, intendevo proprio
la logica, il perché, il motivo razionale celato in quella frase, che
induce una ragazza a farsela tatuare.. Già, perché proprio quella frase?
Usando il tuo metro, se una si fa tatuare il nome di una squadra, a
rigor di logica significa che tifa per quella squadra, con un ben
preciso motivo, ma in questo caso? Forse, la ragazza in questione si
potrebbe chiamare proprio Ophelia.. Mah..
Ti ringrazio di cuore Maria Rosa, per me, semplice Dylaniato, il tuo
metro va benone, hai fatto una bella e accurata analisi logica,
diversamente logica, di una parte di una delle opere più belle di un
giovane Dylan, nel suo periodo di maggior ispirazione. Tante belle cose.
Colgo l’occasione per salutarti, Mr. Tambourine, ottimo lavoro, e
aspetto, forse c’è ancora qualcuno che vuol dire la sua, che stravolga
queste teorie, chissà forse proprio la ragazza in questione, sai col
potere della rete… (dubito). Ciao alla prossima. Ale’65.
Ciao,manca in archivio la talking parte 461.
Dove sono quelle dalla 469 in poi ?
Grazie,ciao.
Hai ragione, avevo sbagliato
il collegamento con la Talkin' 461, ora ho corretto, grazie della
segnalazione. Le Talkin' 469 non esiste, perchè dopo la 468 mi parve più
giusto rispondere o pubblicare le vostre mail giorno per giorno nelle
news invece di raggrupparle una volta alla settimana nella Talkin', così
per un paio d'anni pubblicai giornalmente le vostre mail nelle news con
la voce: La mail di Franco 110600 - tanto per farti un esempio.
Poi mi accorsi che in questo modo la ricerca di una precedente mail
diventava quasi impossibile, perciò tornai alla vecchia numerazione:
Talkin' XXXX - Franco110600, uso sempre la tua intestazione mail per
essere chiaro. Quindi, tutte le mail successive alla Talkin' 468 sono
state pubblicate nelle news giorno per giorno, proprio come succede
ancora adesso. Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)
Bob Dylan denunciato per affermazioni
su croati, ''chieda scusa''
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Giovedi 5 Dicembre 2013
Talkin'9282-Benedetto Landi
Certo nessuno vuole appropriarsi del materiale di altri, tantomeno io, è
stato detto chiaramente che le foto sono tratte dal web, e anche da
alcuni gruppi di Dylanfan su Facebook. Quindi essendo già online e non
sapendo chi fosse l'autore, non ritengo di aver fatto nulla di male, il
mio scopo era soltanto quello di condividere alcuni scatti secondo me
bellissimi con chi segue ed ama Bob Dylan.
Spero di essere stato chiaro, e mi perdonino gli autori di alcune delle
foto che avevo mandato, a cui faccio i miei complimenti per i bellissimi
scatti.
Benedetto.
Ciao, leggo nella talkin'
9279:
"Gli autori vogliono decidere dove, come e se vengano rese pubbliche,
prima che lo siano".
Andrea e Paolo, pensate se Dylan decidesse di scrivervi per tutte le
volte che avete ascoltato un concerto che è stato registrato senza la
sua autorizzazione...Tanti anni appresso a un uomo da cui avete imparato
poco.
ciao
Carissimi,
mi permetto una puntualizzazione sul caso Croazia, non soltanto per
esprimere solidarietà al nostro: non credo che si possa parlare di
"razzismo" nè tantomeno di "istigazione all'odio razziale" nel mettere
in rapporto - a un livello di relazioni umane profonde - la persecuzione
nazista degli ebrei e le pulizie etniche della ex Jugoslavia. Ho la
sensazione che la suscettibilità croata, provocata dall'uscita un pò
criptica di Dylan sulla percezione del carnefice, sia fuori misura.
Indice piuttosto di come questo paese stia ricostruendo la propria
identità nazionale esercitando una torsione sulla memoria del genocidio.
Cercando cioè di farsi una storia di "buoni" (loro) e "cattivi" (i
serbi), piuttosto schematica e strumentale. Ricordo che per molti
aspetti il popolo è lo stesso e nel dipartimento di linguistica della
mia università esisteva, fino agli anni ottanta, un insegnamento di
serbo-croato.
In seconda, in senso generale, credo che dare in qualche forma del
nazista a qualcuno - anche se il "qualcuno" prende le dimensioni di una
comunità o di un popolo - sia un'accusa forte e spiacevole ma per nulla
considerabile come razzismo.
Quella di Dylan mi ricorda la "sparata" di Jacques Brel contro i
fiamminghi, che defini "nazisti in guerra e cattolici in tempo di pace".
A volte la storia non perdona, e i poeti non vanno per il sottile.
saluti a tutti, GypsyFlag.
Amici della fattoria ho letto da qualche parte , forse su WIKIPEDIA che
il nostro BOB è vegetariano, ma cosa secondo me molto interessante è che
sarebbe un grande appassionato del gioco del poker.
Potrebbe anche essere vero, visto certi suoi pezzi dove le carte
rappresentato molti simboli.
Se qualcuno mi potesse dare notizie gli sarei molto grato. Mi auguro che
il quesito possa essere di qualche interesse.
Un salutone a tutti, Marcello
Mercoledi
4 Dicembre 2013
Talkin'9279- Andrea Orlandi
Ieri sulla pagina news del tuo sito hai
inserito 10 foto trasmesse da Benedetto Landi sul tour autunnale di
Dylan, tratte dal web. Su 10, cinque sono del mio amico Paolo Brillo -
che mi legge in copia - e mie.
Esattamente 3 di Paolo e 2 mie.
Paolo, sentito da me, non ne sapeva nulla. Ora si trova a Londra e mi ha
delegato per suo conto al riguardo.
Il fatto che le foto siano state trovate sul web, non autorizza
Benedetto Landi a farne l'uso che vuole, né tantomeno il tuo sito.
Fermo restando che le foto sono state personalmente postate dagli autori
nella loro bacheca Facebook, nel post è chiaro il riferimento al
rispettivo autore e quindi non è dubbia la loro fonte.
Prima di inserirle nel sito Maggie's Farm il responsabile del sito deve
chiedere quantomeno la cortesia di poterle usare, chiarendo come ed in
quale contesto.
Gli autori vogliono decidere dove, come e se vengano rese pubbliche,
prima che lo siano.
Visto che la pubblicazione la hai fatta, sia io che Paolo aspettiamo che
vengano riportati i crediti rispettivi, nell'ordine dall'alto in basso:
1-3-7 foto di Paolo Brillo 8 nov Padova, 27.11 RAH, 8 nov Padova
9-10 foto di Andrea Orlandi 3 e 4 nov Arcimboldi
Ciò ovviamente vale anche per il futuro.
Grazie e ciao, Andrea Orlandi
Ti ringrazio per la tua
giusta puntualizzazione Andrea, chiedo quindi scusa a te e Paolo per
aver postato sul sito le foto scattate da voi ed inviatemi dall'amico
Benedetto Landi. Sono più che convinto che anche Benedetto non intendeva
farvi il minimo sgarbo, lo stesso da parte mia. Credo sia stata soltanto
una distrazione senza intenti di danneggiare nessuno. Ricordo di aver
chiesto molto tempo fa il permesso a Paolo Brillo di usare alcune delle
sue foto e lui mi diede il nulla-osta per due foto scattate da lui con
l'impegno di indicarne i credits, cosa che naturalmente feci.
Personalmente chiedo a te e Paolo di scusarmi ma proprio non mi era
passato per la mente di controllare l'origine delle foto. Ho messo i
credirs alle foto come da te richiesto, spero di non aver sbagliato, nel
caso sono certo che me ne darai segnalazione per la correzione. A volte
l'entusiasmo dei fans dylaniani mette in secondo piano le giuste norme
da rispettare. Grazie ancora, alla prossima, Mr.Tambourine.
K.BUTLER & THE JUDAS
Bob Dylan’s 115th Devotional Band
50 anni di canzoni in due ore di show, i grandi classici,
le chicche per Dylanofili incalliti, versioni ogni volta diverse come
insegna il maestro. Semplicemente il migliore omaggio a Bob Dylan che
possiate immaginare.
Ciao Mr. Tambourine,
Il tour europeo è finito, vediamo se ci arriverà qualche video o
registrazione delle ultime date o se in UK sono più ligi alle regole che
da noi... :-)
Intanto vorrei offrire a Riccardo (talkin 9267)
un calumet della pace, francamente ho perso di vista il senso di questa
polemica che ho innescato con lui...
Hai ragione Riccardo, mi sono ricordata dopo di aver letto tuoi
interventi in passato. Effettivamente ci sono un mare di notizie e di
nomi che sono apparsi su questo sito di cui non mi ricordo, mi scuserai
della mia scarsa memoria.
Per dare un minimo di senso a quello che ti ho detto finora ti dirò che
cosa, principalmente, non ho capito del tuo intervento: perché tutta
quella fatica per farsi autografare un album che consideri "orrendo" con
l'idea di dire al vecchio Mc "Your album is not bad"... cioè qualcosa
che non solo non era quello che pensavi, ma neppure un complimento...
(rif. talkin 9192)? Comunque tu scrivi
bene, Riccardo, e quello che io capisco o non capisco non ha proprio
nessuna importanza.
Mi sarebbe piaciuto leggere invece, caro Mr. T., una risposta al tema
proposto da Ale '65 (talkin 9270 del 26
novembre ) sulla ragazza tatuata con dei versi di "Desolation Row",
purtroppo sino ad ora nulla... ma forse la risposta è arrivata e tu la
stai tenendo in cantina, ben coricata, per farla invecchiare un po'? :o)
Io ho cercato di dare una breve e piccola risposta
ad Ale il giorno stesso che ho pubblicato la sua mail (Talkin’
9270), non saprei
quanto valida possa essere stata, comunque era un’opinione. Te la
riporto qui di seguito così non devi far la fatica di cercarla: “Credo che la tua interpretazione della
frase estratta da Desolation Row sia la più esatta, la disperazione e la
miseria morale delle persone è il lato umano che più colpisce tutti
perchè e quello con il quale moltissime persone, in qualche modo, si
identificano o si sentono parte viva e pulsante di questa tragica
situazione di vita. La disperazione fa apparire questa donna come una
persona persa nei suoi pensieri che si incanta a guardare altre miserie
simili alla sua che vede passare nel Vicolo della Desolazione, un
campionario di tristezze e povertà umane che non ha pari in nessun'altra
parte del mondo. Su quest' argomento si potrebbe parlare, forse anche
con maggior competenza, per ore ed ore, la complessità della mente umana
è sempre stata una delle cose più difficili da spiegare ed interpretare,
perciò mi fermo qui prima di sconfinare in un campo nel quale non sono
ferrato, anche se quand'ero molto più giovane, trovai il tempo e la
voglia di leggere tutte le opere di Freud, a partire dall 'Introduzione
alla Psicanalisi, per cercare di capire meglio me stesso e l'avventura
incredibile che stavo vivendo nella favolosa decade dagli anni '60 ai
'70. L'argomento e la discussione sono davvero interessante e sono certo
che altri amici sapranno aggiungere quello che è sfuggito alla nostra
attenzione su questo argomento, basta aspettare......
Abbiamo aspettato ma nessuno si è ancora sentito di dire la sua su
questo argomento....
Intanto eccoti la mia...
Allora Ale (Alessandro immagino) - che ami il Bourbon e il Brunello, ma
spero berresti volentieri anche un calice di Barolo, di Amarone o di
Pinot Nero (in certe declinazioni il mio favorito) se ti dovesse
capitare... :-) - non porto tatuaggi, e non conto di farmene
prossimamente (ma tutti ne portiamo qualcuno nel cuore), e non
conoscendo la ragazza in questione non saprei dirti perché "lei" si sia
tatuata quei versi. Posso parlare quindi soltanto dei versi, così come
li vedo io.
Per cominciare mi ha stupito la tua richiesta di una spiegazione "non
astratta, ma logica"..." che cosa avrà voluto dire?" Mi sono chiesta.
Dunque, vediamo:
Astratto è sinonimo di mentale, immaginario, ideale, teorico,
speculativo, immateriale; logico è sinonimo di razionale, ragionevole,
raziocinante, ragionato, coerente.
Dati questi presupposti mi pare che trattare una canzone di Dylan solo
dal punto di vista logico sia un pò come prendere un metro per misurare
le gambe di un'idea... però, va bene, proviamoci, prendiamo questo
metro... :-)
"She spends her time peeking/Into Desolation Row" è il verso
finale della strofa che, nella canzone, è dedicata a Ophelia, il celebre
personaggio dell'Amleto di Shakespeare. Perché Dylan ha scelto proprio
lei? Questa sfortunata ragazza, figlia di Polonio (Ciambellano della
corte di Danimarca), e sorella di Laerte, innamorata di Amleto, nobile,
ma non abbastanza per poterlo sposare? Come sappiamo Amleto rinnegò i
suoi sentimenti per lei per non coinvolgerla nelle trame dinastiche
dello zio Claudio (che aveva usurpato il trono di Danimarca uccidendo il
padre di Amleto e sposandone la madre) e poi uccise il padre, Polonio,
che, per conto del re, stava cercando di dimostrare la sua pazzia
utilizzando lettere che lui aveva scritto alla figlia. Ophelia in
seguito a questi fatti divenne folle e annegò accidentalmente in un
corso d'acqua.
Vediamo ora i versi di Dylan:
Now Ophelia, she's neath the window
For her I feel so afraid
On her twenty-second birthday
She already is an old maid
To her, death is quite romantic
She wears an iron vest
Her profession's her religion
Her sin is her lifelessness
And though her eyes are fixed upon
Noah's great rainbow
She spends her time peeking
Into Desolation Row.
Sotto la finestra c'è Ofelia
per lei son così spaventato
appena ventidue anni ha compiuto
e già una vecchia zitella è.
Per lei la morte è assai romantica
d'una camicia di ferro è vestita
per professione ha la sua religione
il suo peccato è l'assenza di vita.
E benché i suoi occhi stiano fissando
il grande arcobaleno di Noè
lei passa il suo tempo spiando
dentro alla Via Desolazione.
Quindi Ofelia è presentata nel momento dell'abbandono, quando, rimanendo
sola si riduce ad essere una vecchia zitella malgrado abbia solo
ventidue anni. Il 22 è un numero simbolico (in un altra versione del
brano Dylan lo cambierà con il 20), e non so se corrispondesse alla
reale età di Ophelia, che forse era ancora più giovane. Il 22 siboleggia
l'Essere dentro lo Spazio ed il Tempo (ma stiamo entrando in un campo
che esula dalla logica e io ho il mio metro in mano, così mi fermo...).
Bisognerebbe poi chiedersi perché lei stia sotto la finestra, e qua con
la logica non saprei... la finestra è un simbolo di ricettività e magari
ciò si connette alla seconda parte della strofa.
Dubito che per Ophelia la morte fosse romantica, ma la sua lo è
diventata sicuramente in tante rappresentazioni.
La camicia di ferro (intesa come indumento intimo) con cui è vestita può
essere la gabbia, la costrizione che circonda la sua esistenza, ma anche
rappresentare gli abiti che lei indossa, che inzuppandosi d'acqua mentre
lei cammina nel fiume, la faranno annegare.
Perché per professione abbia la sua religione è arduo a dirsi
(soprattutto cercando di non essere astratti...) ma Ophelia professioni
non ne aveva se non quella di rispettare il sistema di valori e di
principi entro il quale era stata educata. E certo essere senza una
possibilità di vita, senza la possibilità di una scelta, alla fine
neppure quella di morire, è una colpa, perché lei non è capace di
sottrarsi a questa situazione.
Eppure la fine della strofa apre la finestra di Ophelia, la proietta in
una dimensione diversa, quella della ricettività di cui parlavo
all'inizio. In che condizione è lei in questa scena? Probabilmente è già
morta e scivola lungo il fiume con gli occhi aperti (così come viene
rappresentata in alcuni dipinti) e i suoi occhi stanno fissando
l'arcobaleno. Ma non si tratta di un arcobaleno qualsiasi, bensì di
quello che vide Noè dall'Arca quando ebbe termine il diluvio. Quello era
il simbolo di un rinnovato patto tra Dio e gli uomini, la promessa che
non ci sarebbe stato un altro diluvio. E l'arcobaleno ha, presso tutti i
culti, un grande valore simbolico, rappresenta un ponte con il divino,
una scala, una porta che consente di accedere al cielo.
Ma (ecco i versi tatuati!), contemporaneamente, Ophelia sta anche
spiando, sbirciando dentro Desolation Row... Lei è già in un'altra
dimensione ma il suo sguardo continua a essere rivolto verso il mondo
pieno di desolanti contraddizioni che sta lasciando.
Una delle più note preghiere recita: "Come in Cielo, così in Terra", ma
questa uguaglianza né Ophelia né noi l'abbiamo ancora vista
realizzata...
Non so se sono stata abbastanza logica, Ale. D'altronde il mio metro è
di seta, e la seta è leggera e, ogni tanto, vola...
Un abbraccio, Maria Rosa.
Ecco alcune immagini del concerto
(Blowin' e saluto finale), anche se non sono un gran che perché sono
ingrandimenti estratti da una ripresa video che ho fatto dal secondo
circle. Ciao Riccardo
Bob Dylan denunciato per “incitamento
all’odio razziale”
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Lunedi 2
Dicembre 2013
Talkin'9274- Sebastiano.giulia
Cari dylaniati, posso dirlo: "Quel giorno
c'ero anch'io!"
Per iniziare la giornata, al mattino siamo andati a curiosare alla
mostra Mood Swings alla galleria Halcyon di New Bond Street. Dire che è
una cosa incredibile è niente: quando sei lì, è veramente un tutto che
non ti sai spiegare. Perché i cancelli? E' proprio una forma d'arte? E
come l'ha pensata, lui: ricordi di vita? arte? Una presa per il....?
Forse un investimento (occhio gente: parecchi pezzi avevano il bollino
rosso che indicava quanto meno un interesse da parte di qualcuno
disposto a spendere, ad esempio, anche 220.000 dollari!!!) L'idea di
queste opere - non solo cancelli ma anche tavoli con piani rotondi di
cristallo sorretti da simili opere metalliche - ci è parsa tutto sommato
pure simpatica, visto l'utilizzo di ruote, tagliaerba, chiavi inglesi,
ingranaggi, lame, pistoni, molle, ancore, insomma tutto quello che una
volta potevi trovare in quei bui negozi di ferramenta di paese. Curiosa
è la firma dell'artista, incisa in una piccola placca rappresentante un
bufalo. Tra il pubblico c'erano facce sbigottite, vecchiotti deliranti
per il loro dio, critici più o meno tali, ovviamente curiosi, un tale
Cristal Cat, un tal'altro Paolo Brillo (come fa a fare quelle foto,
boh?), carissimi amici incontrati in concerti precedenti in Italia e
all'estero, ecc.
Poi, nella galleria al di là della strada, l'esposizione di alcuni suoi
quadri e stampe, in vendita a prezzi molto più bassi, ma comunque non
per tutte le tasche.
Fatto ciò, andiamo alla National Portrait Gallery per vedere la mostra
Face Value, in una saletta in cui sono esposti una dozzina di piccoli
ritratti fatti nel 2012 dal Nostro. Ci sono parsi abbastanza belli e
abbiamo anche ipotizzato che potessero fare riferimento al viso di
alcuni cantanti. Se qualcuno vuole dare la propria idea al riguardo....
Bene, arriva sera: ricerca spasmodica di una T-shirt di taglia un pò
large, un drink prima di iniziare e prendiamo posto nel secondo circle,
proprio sopra la sua testa: una posizione non certo ottimale, ma era
quello che eravamo riusciti a trovare già mesi fa. Il concerto è stato
molto bello, e specialmente la seconda parte in cui ci è parso di
sentire un certo trasporto nella sua voce, spinta forse da una emozione
che non avevamo sentito così forte in altre occasioni. Buona la band;
personalmente, apprezzo Charlie meno dei precedenti chitarristi, però
devo dire che stavolta l'ho sentito meglio del solito. Ovviamente, fra
qualche giorno girerà la registrazione, e se riuscite a scaricarla vi
invito seriamente a gustarvela. Gli applausi finali sono stati
altrettanto sentiti dal pubblico, veramente caldi e intensi. Anche Bob
ha salutato in modo diverso, molto meno freddo, forse anche emozionato.
E per finire, cosa eccccezzzzionale, Bob si è avvicinato al bordo del
palco e ha stretto la mano a un paio di persone. Non ho visto chi
fossero, forse erano persone che conosceva, ma se fossi stato io non mi
laverei più la mano.
Siamo usciti e ci siamo posizionati vicino al pullman in cui di solito
si ritira; dopo un pò il pullman parte e rimaniamo fra l'allibito e il
sorpreso. Ma subito ci trasferiamo dall'altra parte del teatro,
all'uscita degli artisti: dopo un pò escono Stu e Tony, allegri e
ilari, che rilasciano i loro autografi. Anche Diana, la ragazza di mio
figlio, alla quale Tony dice di vedere il volto di una attrice di cui
però non ricorda il nome, riesce a strapparne uno. Una piccola signora,
di una certa età, lo ferma e gli dice qualcosa all'orecchio,
accoratamente; lui rientra e dopo un pò esce con un poster: lo consegna
a questa signora, che lo apre, lo guarda e, quasi cedendo sulle gambe,
urla "Oh, God!". C'era la Sua firma. Beh, lo ammetto: ho pensato che
l'avrei seguita e, in una strada appena distante, l'avrei brutalmente
assalita e me ne sarei impossessato, dileguandomi poi nel buio della
notte. Ma di Bob nessuna traccia. Arrivano due van e aspettano; dopo
poco esce Charlie di corsa, con un ragazzo che gli assomiglia molto,
forse suo figlio, che si infilano in uno di essi e parte. Ci voltiamo,
ma anche l'altro van è sparito. Forse la sua uscita era un depistaggio
per permettere a Bob di andarsene indisturbato? Restiamo lì, interdetti
e speranzosi; il gruppo si assottiglia man mano che passa il tempo e
rimaniamo in cinque folli ad attendere, ma a mezzanotte anche le luci
del teatro si spengono. Va bè, saremo più attenti la prossima volta; è
stata comunque una bella serata e ce ne torniamo a casa, infreddoliti ma
contenti.
Riccardo
Grazie Riccardo, la tua è
una testimonianza importante, specialmente perchè è una testimonianza
diretta di un
concerto avvenuto non in Italia e quindi più veritiera di quello che per
forza di cose dobbiamo leggere e tradurre dai vari siti che le pubblicano, granzie
anche per le foto, Mr.Tambourine, :o)
Salute a tutta la fattoria,
mi permetto di segnalare il sito della Scintilla, un progetto che mutua
il proprio spirito e idea della musica dal nostro Bardo.
Lo trovate all’ indirizzo lascintilla.net: per ora sono state pubblicate
un paio di registrazioni e testi di altri pezzi ma la cosa a cui più
tengo è il blog: spero possa diventare un luogo di dibattito (che so:
magari il sito su cui andare dopo aver letto le news della fattoria… J
).
Mr Tambourine: non so se questo possa essere considerato spam (in tal
caso, cestina senza problemi la mail: non mi offendo) ma mi piacerebbe
comunque sapere almeno la tua opinione sui pezzi pubblicati.
Ciao dalla Lucertola
Ho pututo sentire solo due
dei pezzi, cioè: "Chi tace acconsente" e "Se non adesso quando",
gli altri pezzi hanno solo il testo e non il player per ascoltarli. Le
canzoni mi sono piaciute, arrangiate bene e cantate bene, complimenti
sinceri! Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)