Amsterdam, The Netherlands - Heineken Music Hall -
October 30, 2013
1. Things Have Changed (Bob center stage)
2. She Belongs To Me (Bob center stage with harp)
3. Beyond Here Lies Nothin' (Bob on grand piano)
4. What Good Am I? (Bob on grand piano)
5. Pay In Blood (Bob center stage)
6. Waiting For You (Bob on grand piano)
7. Duquesne Whistle (Bob on grand piano)
8. Tangled Up In Blue (Bob on grand piano)
9. Love Sick (Bob center stage with harp)
(Intermission)
10. High Water (For Charley Patton) (Bob center stage with harp)
11. Simple Twist Of Fate (Bob on grand piano)
12. Early Roman Kings (Bob on grand piano)
13. Forgetful Heart (Bob center stage with harp)
14. Spirit On The Water (Bob on grand piano)
15. Scarlet Town (Bob on grand piano)
16. Soon After Midnight (Bob on grand piano)
17. Long And Wasted Years (Bob center stage)
(encore)
18. All Along The Watchtower (Bob on grand piano)
19. Blowin' In The Wind (Bob on grand piano then center stage with harp)
Ciao! Un mio amico non riesce a venire al
concerto di Milano del 2 novembre perciò vendo il suo biglietto
ovviamente a prezzo normale, cioè 76€. Potreste per cortesia mettere un
annuncio o spargere la voce in qualche modo?
Io sono Filippo di Milano e potete contattarmi su questa mail
feelglass@gmail.com o su
twitter (@feelglass).
Per la consegna ci si può vedere anche prima del concerto davanti al
teatro.
Grazie! (e complimenti sempre per il sito e i costanti aggiornamenti).
Filippo
Ciao Mr. Tambourine,
grazie dei gentili superlativi in merito ai miei messaggi... :-) (e
quindi non lamentarti se ne scrivo un altro!).
Intanto vorrei rivolgere un pensiero a un artista che mi è caro e che è
appena scomparso: Lou Reed.
Ho iniziato a seguirlo che ero giovanissima e non l'ho mai perso di
vista. Delle molte volte che l'ho visto on stage voglio ricordare quella
forse, apparentemente, più anomala, rispetto al suo personaggio: nel
settembre del 2008 si esibì agli Arcimboldi in una arcana e potente
versione musicale dello "Shir haShirim" (Il Cantico dei Cantici)
realizzata dal geniale compositore e sassofonista americano John Zorn.
Insieme a Marc Ribot alla chitarra, Greg Cohen al contrabasso, Carol
Emanuel all'arpa, Kenny Wollensen al vibrafono e a uno straordinario
coro di voci femminili, Lou Reed e sua moglie Laurie Anderson,
recitavano (nella versione inglese) i versi del grande poema.
Un ricordo molto forte, per me, di questo artista che ha saputo
camminare non solo sul "wild side" ma su tutti i lati lati dell'umana
esistenza.
Per ritornare a Dylan, a pochi giorni dalle date italiane, non parlerò
dei concerti ma mi permetto una riflessione su una pagina della sua
biografia riportata in "Chronicles vol. 1" (Feltrinelli, 2005): la
questione MacLeish.
La riflessione nasce da alcune osservazioni fatte da Alessandro Carrera
nel capitolo conclusivo della nuova edizione di "La voce di Bob Dylan"
(Feltrinelli, 2011). Mi dispiace scomodare ancora il prof. Carrera ma
furono le sue osservazioni a darmi da pensare e queste, ahimè, sono le
conseguenze...!
Carrera riflette sul modo piuttosto anomalo in cui Dylan è biografo di
se stesso (e come poteva essere diversamente!): non solo tralascia
alcuni avvenimenti essenziali della sua vita per parlare di fatti
assolutamente minori ma, nel descrivere questi episodi, sicuramente
inventa, cambia il nome di alcuni personaggi e, come di consueto,
passeggia nel bosco della letteratura mondiale riempiendo il suo cestino
di bacche e frutti. Ma la cosa più imbarazzante, ci dice Carrera,
avviene quando Dylan oltrepassa "il confine dell'appropriazione, anche
di quella più disinvolta," per entrare nel territorio del plagio. Cioè
Carrera scopre, facendo riferimento anche a quanto scritto da Edward M.
Cook nel suo blog ralphriver.blog.spot.com., che Dylan descrivendo il
suo incontro con Archibald MacLeish copia "quasi parola per parola",
dall'introduzione scritta dallo stesso MacLeish a un'edizione delle
"Complete Poems of Carl Sandburg". Ma non solo, fa di peggio, confonde
una seconda parte dell'introduzione, scritta dallo stesso Sandburg dove
il poeta parlava di se stesso, e attribuisce a MacLeish alcuni fatti
della vita di Sandburg!!
Dal momento che Dylan sa benissimo di essere tenuto costantemente sotto
osservazione, come un virus di nuova generazione sul vetrino di un
microscopio elettronico, come gli è potuto venire in mente di fare una
cosa del genere? E' così stupido da pensare che nessuno se ne sarebbe
accorto? E' affetto da una bulimia cleptomane incurabile? Non è proprio
capace di descrivere qualcuno con parole sue?
Fermo restando che anche un genio o un principe-poeta possono avere i
loro quindici minuti di imbecillità, devo ammettere che la cosa mi dava
un po' fastidio, così ho deciso di fare qualche ricerca per conto mio.
Quanto scriverò ora, però, non è suffragato da sufficienti prove
documentarie e quindi, dal punto di vista storico-letterario, dubito
abbia gran valore... A meno che lo stesso Dylan non voglia essere così
cortese da rilasciare una dichiarazione in cui convalida quanto da me
scritto! :-o))))
Veniamo ai fatti: nel 1970 (come racconta nel terzo capitolo) Dylan
riceve una lettera di MacLeish nella quale il grande letterato gli
chiede di scrivere delle canzoni su un suo testo teatrale, "Scratch",
ispirato a un racconto di Stephen Vincent Benét "The Devil and Daniel
Webster". Dylan, per quanto fosse già un mito, non ha ancora trent'anni,
mentre MacLeish (nato nel 1892 ) è uno dei Poeti laureati d'America,
insieme a Carl Sandburg e Robert Frost, per lui dunque questo incarico è
un grande onore. Nel giorno del loro primo incontro, tra loro si
instaura una curiosa conversazione, MacLeish gli domanda quali autori ha
letto ed esprime giudizi lapidari. Chiede anche a Dylan quali furono gli
eroi della sua infanzia e lui risponde: "Robin Hood e San Giorgio,
l'uccisore di draghi". Lui ride: "Certo, è meglio non averli come
nemici". Poi comincia a leggere alcuni monologhi del testo e, ci dice
Dylan: "Dopo averlo ascoltato con attenzione, intuitivamente compresi
che la cosa non faceva per me".
Però lui non rifiuta l'incarico, risponde che ci avrebbe pensato e qui
il racconto si interrompe, per riprendere dopo un po' di pagine, quando
Dylan ritorna con le canzoni che ha scritto.
Ora qui sta il punto della questione: Dylan non vuole scrivere le
canzoni per "Scratch", ma non può nemmeno rifiutarsi di farlo, non può
mancare di rispetto a un uomo anziano che è anche un grande poeta e
intellettuale.
Quale altra alternativa ha? Quella di scrivere canzoni che non sono
adatte al testo, in modo che sia lo stesso MacLeish a rifiutarle. E
perché Dylan non vuole? Ce lo dice lui stesso: "Era un'opera cupa.
Dipingeva un mondo paranoico, fatto di colpa e di paura, in uno stato di
perenne oscuramento, a testa bassa contro l'era atomica, pieno di
inganni e di slealtà... Era un testo che condannava a morte la società,
con l'umanità a faccia in giù nel proprio sangue. Andava oltre lo stesso
messaggio dell'Apocalisse, come se la distruzione della terra fosse
dopotutto la missione dell'uomo. MacLeish stava mandando segnali
attraverso le fiamme, come se avesse un'intenzione segreta che forse io
non volevo nemmeno conoscere".
Ma perché Dylan non ci racconta l'episodio come è realmente avvenuto?
Persino oggi, nei giorni in cui lui scrive il libro, e quando ormai
MacLeish è morto da molti anni, non si sente libero di dire come sono
andate realmente le cose, non vuole o non può farlo. Allora forse pensa
di filtrare l'episodio attraverso un espediente che sapeva facilmente
riconoscibile, ma anche rischioso. Infatti la storia viene narrata in
parte con le parole dello stesso MacLeish, come se anche lui avesse il
diritto di esprimere il suo punto di vista o come se Dylan non volesse
essere troppo coinvolto nel racconto.
Ma come ci avvisa Dylan che in realtà è tutto un fraintendimento, che
c'è qualcun altro che ci sta raccontando la storia? Attraverso
"l'errore" con cui attribuisce a MacLeish un episodio che invece
appartiene alla vita di Sandburg. Lo scrittore racconta a Dylan di
essere stato a West Point dove (come ci dice Carrera) "in realtà non ha
mai messo piede; è Sandburg che è stato a West Point". In verità nemmeno
Sandburg ha mai frequentato West Point, in quanto vi è stato espulso
dopo due sole settimane perché non aveva superato i test di matematica e
grammatica. O forse perché la sua era una famiglia di poveri emigranti
svedesi, non abbastanza titolata per il prestigioso college militare.
C'era un altro però a cui, da ragazzino, sarebbe piaciuto andare a West
Point, ed era lo stesso Dylan, come lui ci racconta nel secondo capitolo
di "Chronicles": "... prima ancora di sapere che sarei diventato un
cantante, e con la mente in grande fervore, avevo persino covato il
desiderio di andare a West Point. Mi ero sempre immaginato che sarei
morto in qualche eroica battaglia, non nel mio letto. Volevo diventare
un generale, avere il mio battaglione..."
Così chiede al padre come può fare, e lui, perplesso, gli risponde che
il suo nome "non cominciava con un 'de' o con un 'von', e che per
entrare a West Point ci volevano le conoscenze giuste e le credenziali
appropriate". E lo zio è ancora meno incoraggiante: "Perché dovresti
andare a lavorare per il governo? - mi chiese. - Un soldato è come una
casalinga, come una cavia da laboratorio. Va' a lavorare nelle miniere,
piuttosto."
Quindi Dylan traccia un trait d'union tra sé e Sandburg, appassionato
tra l'altro come lui della storia della guerra civile americana e che
scrisse una monumentale biografia su Abramo Lincoln. Ma questo trait
d'union non arriva fino a MacLeish. Egli dichiara infatti di aver
provato a scrivere le canzoni, ma che i suoi sentimenti erano altrove.
"Io... volevo tenermi a distanza dalle terribili verità che quell'opera
annunciava. La verità era l'ultima cosa che avevo in mente e anche se
c'era non la volevo in casa mia. Edipo l'aveva cercata e quando la trovò
la verità lo distrusse. Era uno scherzo crudele, meglio lasciarla
perdere. D'ora in poi avrei detto cose diverse, una per ogni lato della
faccia, e quello che si sentiva sarebbe dipeso dal lato dove stava. Se
mai fossi inciampato su qualche verità mi ci sarei seduto sopra e
l'avrei tenuta ferma."
Appunto, la verità. E i rapporti che ci sono tra essa e la poesia, con i
suoi simboli, le sue figure, le sue metafore.
Dylan non può raccontare tutta la verità quando scrive di sé perché è un
poeta, ma proprio perché è un poeta alla fine è la verità che vince.
Così lui torna una seconda volta da MacLeish con queste canzoni che non
sono adatte e che lo scrittore non può accettare, due di quelle canzoni
("Time Passes Slowly" e "New Morning") finiranno poi sul suo nuovo album
"New Morning". MacLeish lo accompagna verso l'uscita, attraverso il
giardino. E Dylan accompagna noi verso la fine dell'incontro. "La
commedia di Archie era molto cupa, greve come un omicidio a mezzanotte.
Non sarei riuscito a farla mia in nessun modo, ma era stata una gran
cosa incontrare lui, un uomo che era stato sulla luna quando la maggior
parte di noi riesce a malapena a staccarsi dal suolo. In un certo senso,
mi aveva insegnato ad attraversare l'Atlantico a nuoto. Lo volevo
ringraziare ma mi riusciva difficile. Ci salutammo con la mano dalla
strada e io sapevo che non l'avrei rivisto mai più".
sapete in che hotel sarà Bob le tre sere
a Milano?
grazie. Ciao, Giuseppe
Prorpio no Giuseppe, mi
spiace, ma se si sapesse l' hotel sarebbe sotto assedio per tre giorni!
:o)
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Milano: Concerto di Bob Dylan agli
Arcimboldi
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Martedi 29
Ottobre 2013
Geneva, Switzerland - Geneva Arena -
October 28, 2013
1. Things Have Changed(Bob center stage)
2. She Belongs To Me (Bob center stage with harp)
3. Beyond Here Lies Nothin' (Bob on grand piano)
4. What Good Am I? (Bob on grand piano)
5. Pay In Blood (Bob center stage)
6. Waiting For You (Bob on grand piano)
7. Duquesne Whistle (Bob on grand piano)
8. Tangled Up In Blue (Bob on grand piano)
9. Love Sick (Bob center stage with harp)
(Intermission)
10. High Water (For Charley Patton) (Bob center stage with harp)
11. Simple Twist Of Fate (Bob on grand piano)
12. Early Roman Kings (Bob on grand piano)
13. Forgetful Heart (Bob center stage with harp)
14. Spirit On The Water (Bob on grand piano)
15. Scarlet Town (Bob on grand piano)
16. Soon After Midnight (Bob on grand piano)
17. Long And Wasted Years (Bob center stage)
(encore)
18. All Along The Watchtower (Bob on grand piano)
19. Blowin' In The Wind (Bob on grand piano then center stage with harp)
Si deve supporre che la piscina è rimasta senz’acqua! Il " Dylan Pool ",
cioè uno dei siti preferiti dai fans di Bob Dylan in tutto il mondo, ha
messo insieme una montagna di pareri diversi per stabilire chi meglio
sapeva prevedere la set list durante il tour, stessa cosa per i singoli
concerti .
Giocare a questa specie di indovinello in questi giorni deve essere un
affare piuttosto noioso: Bob Dylan , il grande maestro dell’
imprevedibile, il lunatico trovatore del quale nessuno ha mai saputo
quello che poteva combinare in una qualsiasi notte, sembra aver unito le
fila di coloro che, come ben oliate macchine per riprodurre musica,
suonano esattamente le stesse canzoni nello stesso ordine notte dopo
notte, cosa studiata durante le prove e quindi senza alcuna sorpresa.
Attualmente in tour in Europa, Dylan ha ora portato la sua striscia di
spettacoli consecutivi identici a sei e la fine non è ancora in vista.
Il live act di Bob Dylan sta quindi soffocando nella routine pura, sta
diventando un atto meccanico per compiacere il pubblico con il minimo
impegno e meno ancora ambizione artistica? Lungi da ciò, infatti,
l’ultima incarnazione di Dylan, o si dovrebbe dire re-invenzione?, come
performer dal vivo produce il suo migliore spettacolo più emozionante da
molto tempo.
Il prezzo per una maggiore prevedibilità e meno sorprese è stato pagato
per avere spettacoli dal vivo con intensità musicale e coerenza,
qualcosa che a Dylan è spesso mancata.
A differenza degli sforzi alquanto eclettici e spesso irregolari degli
anni 1990 e 2000, la musica di Bob Dylan oggi ha un carattere
chiaramente definibile: una forte simbiosi di country e blues rock, con
elementi di rockabilly, il jazz ed il folk si fondono con lui in un modo
semplicissimo e logico,così, quando è salito sul palco per il primo dei
tre spettacoli al Tempodrom di Berlino, si è capito subito che il
battito del cuore di questa musica è impostato dal batterista George
Recile: il suo lavoro sui tamburi getta le basi e definisce il polso di
questo densa, terrosa, martellante musica che ha un forte nucleo dalla
prima all'ultima nota. Recile è il batterista di Dylan dal 2002, il
bassista Tony Garnier è con lui dal 1989 – e ha fatto quasi 3000
concerti con Dylan.
Ora, con una setlist stabile, questa familiarità mostra finalmente la
compattezza della band, gli arrangiamenti sono diventati molto più
complessi, vi è coerenza fra la musica e la densità delle altre cose, la
sciatteria dei giorni precedenti è andata via. Considerando le
prestazioni passate di Dylan, oggi le sue esecuzioni sono ora ben
strutturate, potrebbe anche essere la quasi definitiva interpretazione
delle sue canzoni. Questo è abbastanza ovvio per i brani più noti della
set list: “She Belong to Me” è ora una intensa blues e soul ballad,
“Tangled Up in Blue” un folk rock a muso duro che si discosta un pò
dalla ballata, “Simple Twist Of Fate” ha un nucleo duro che non ha mai
posseduto, Love Sick è stato ridotta ad uno staccato bluesy, mentre il
suo premio Oscar “Things Have Changed” è oggi un vivace country rock,
così come All Along the Watchtower è in continuo cambiamento.
Un'altra cosa che è caratteristica delle prestazioni attuali di Dylan,
considerando che, in passato, usava canzoni miste di diversi periodi
della sua carriera, ora invece l'attenzione è chiaramente mirata al
materiale più recente: sei canzoni sono tratte dall’album del 2012
Tempest, e complessivamente dodici delle 19 canzoni della set list sono
state pubblicate dopo il 2000, solo un singolo brano, più i due bis,
sono i pezzi più famosi degli anni ‘60. Bob Dylan è ancora un artista
creativo, un musicista che vive e lavora al presente.
Quindi non è una sorpresa che il materiale più recente sia tra i pezzi
più forti: soprattutto per i più ruvidi brani di sapore rock come “ Pay
in Blood”, quasi violenta, o il rock blues puro di Early Roman Kings,
Duquesne Whistle sembra uscire quasi senza sforzo, mentre l' aria
sognante da ballata dondolante di Forgetful Heart e Soon After Midnight,
ma anche di Scarlet Town, crudamente di sapore balladesque, forniscono i
momenti più altamente poetici ed anche i momenti più struggenti .
E Dylan ? Si muove avanti e indietro tra il canto al centro della scena
e l'esecuzione dietro il pianoforte a coda , il suo attuale, e
sorprendentemente abilmente suonato, strumento. Non è più il gioco
pestato sui tasti a volte divertente o addirittura imbarazzante di una
volta, come strumentista è diventato un elemento chiave del sound della
band. Il suo canto è ancora migliorato: la sua voce roca è più
espressiva, lui la usa per scolpire di nuovo le sue canzoni, la sua
vecchia corteccia monotona ha lasciato il posto a una voce
sorprendentemente versatile piena di sfumature che vengono alla ribalta
particolarmente nel materiale più recente. Lungi dal gridare i testi,
oggi riempie le parole di significato, è tornato ad essere il crooner
che era solito essere, anche se con un aspetto molto diverso, si è quasi
trasformato in una sua particolare versione di uno di quei bluesmen dei
vecchi tempi che lui ha sempre ammirato così tanto. Lui continua a non
sorridere o mostrare emozione sul volto, ma è tutto lì: nel canto, il
gioco, la musica, e chi lo sa, nel corso dei prossimi due spettacoli,
potrebbe sorprenderci ancora!
Ciao Mr. Tambourine,
mi permetto di divagare un po', ma non troppo...
Quindici anni fa mi comperai un giubbotto in pelle color marrone scuro,
quasi nero, simile a quello che campeggia sulla copertina del box di Lou
Reed " Between Thought and Expression", sono certo di averlo preso
pensando a lui, certe "icone" ti influenzano, quel giubbotto è diventato
la mia seconda pelle, lo indossavo anche domenica pomeriggio quando ho
appreso la notizia della dipartita di Lou..
Ricordo che nell'83 volevo andare all'Arena di Verona a vederlo, ma non
potei, ci rimasi molto male, mi rifeci vent'anni dopo a Fano quando tra
l'altro mi ritrovai nella medesima condizione di Riccardo Arrigoni
(talkin 9192), solo che io l'ultimo metro fortunatamente sono riuscito a
farlo !
Dopo il concerto che Lou fece nella piazza della cittadina marchigiana
in compagnia dell'allora sconosciuto Antony, mi misi in cerca di un
contatto con lui.... a notte fonda Lou faceva autografi a chi era
rimasto nei paraggi, mi misi in fila e quando venne il mio turno gli
misi sotto il naso il manifesto dell'evento e lui scarabocchio il suo
nome sopra, accennai un "Thank you Lou" e lui silenzioso rispose
muovendo solo leggermente le palpebre, sembrava una statua, immobile,
stanchissimo e
ostile a chiunque tentasse di fotografarlo, cose impensabili col nostro
Bob, caro Marco (talkin 9201) !!
Lou Reed, come il nostro Bob ci ha accompagnato per decenni, è strano
credere che se ne sia andato, mi sarebbe sempre piaciuto vederlo nella
Rolling Thunder Revue, Bob lo aveva invitato, ma non se ne fece nulla.
L'ultima volta lo vidi nel 2006 a Ravenna, fece un concerto molto
"dylaniano" un paio di classici e poi tutti brani "minori", non cantava,
parlava, come capita ogni tanto anche al nostro eroe, in questo essere
delle "non voci" Lou e Bob si sono sempre assomigliati molto.
La nostra musica perde uno dei suoi pilastri, potrei fare a meno di
molti CD ma mai di "Velvet Underground & Nico", "Rock'n'Roll Animal" e
al "Live" del 1973, mai e poi mai !
Thank you Lou
Düsseldorf, Germany - Mitsubishi
Electric Halle - October 22, 2013
By Brian Berry
Beh, non voglio dare un giudizio completo, tutti conoscono le canzoni
– quelle di ieri e quelle di oggi - il nostro uomo era in buona voce,
in particolare nelle canzoni tratte da Tempest che son venute tutte
molto bene, soprattutto Long and Wasted Years che per me è stato il
momento clou dello show. In generale le prestazioni sono state decenti,
senza alcun
particolare pezzo che potesse distinguersi. Il pianoforte di Dylan
suonava spesso non era in sintonia totale con la band. La setlist è un
pò che non cambia, sentiremo le stesse canzoni per tre notti di fila
anche alla
Royal Albert Hall ? ( E Berlino, Parigi , ecc ).
Interessante aver visto la signora bionda molto attraente allla sinistra
del backstage vicino al tecnico del suono, deve essere stata la
fidanzata di Dylan, lui continuava a guardare verso di lei.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
by Joachim Neumann
Non ha mai avuto un posto migliore in un concerto Dylan come questa
sera, in prima fila al centro palco! Lo spettacolo è stato eccellente
per me! Bob con l’anima fresca e in fiamme, la band molto stretta
intorno a lui! All’inizio Tony ha suonato il basso su una chitarra
Fender a 6 corde,
suono molto interessante! Tutti i musicisti hanno avuto spazio per i
loro assoli! George ha fatto un paio di
grandi cambiamenti di ritmo. Il banjo di Donnie si sentiva chiaramente nel
mix! Charlie è il re della Les Paul per me. Stu martellava la Gibson con
un’ascia come sempre, e Tony, beh, cosa si può dire su uno dei migliori
bassisti di questo pianeta?!
Va bene , se volete sapere il punto culminante in una scaletta piena di
highlights: Long and Wasted Years è semplicemente incredibile. Bob dal
vivo è difficile da descrivere con le parole ! Non osate mancare!
Ciao Mr.Tambourine,
ti seguo tutti i giorni da molto tempo, ho notato che negli ultimi 7
concerti Bob non ha cambiato una canzone nella setlist! Siccome ho
comprato i biglietti per tutte e tre le sere agli Arcimboldi non vorrei
aver fatto una cosa inutile, cioè vedere lo stesso show per tre sere.
Ciao, Simone
Dont' worry caro Simone,
come ha detto Eraclito - "Panta Rei" - "tutto scorre", non ci si può
bagnare nella stessa acqua di un fiume per due volte. Quindi, anche in caso di tre setlist uguali,
le canzoni avranno certamente un sapore diverso ogni sera perchè ogni
volta che Dylan le canta sono sempre momenti unici ed irripetibili,
quindi non correrai il rischio di annoiarti. Alla prossima, :o).
E’ morto Lou Reed. Un’altro grande poeta del rock ci lascia.
Vorrei ricordarlo con questa grande interpretazione di Foot of pride.
Grazie. Ciao a tutti.
Angelo.
Morto Lou Reed, il cantante dei Velvet
Underground
clicca qui
Domenica
27
Ottobre 2013
Berlin, Germany - Tempodrom - October
26, 2013
1. Things Have Changed
2. She Belongs To Me
3. Beyond Here Lies Nothin'
4. What Good Am I?
5. Pay In Blood
6. Waiting For You
7. Duquesne Whistle
8. Tangled Up In Blue
9. Love Sick
(Intermission)
10. High Water (For Charley Patton)
11. Simple Twist Of Fate
12. Early Roman Kings
13. Forgetful Heart
14. Spirit On The Water
15. Scarlet Town
16. Soon After Midnight
17. Long And Wasted Years
(encore)
18. All Along The Watchtower
19. Blowin' In The Wind
Hamburg, Germany - CCH (Congress
Center Hamburg) - October 19, 2013
by Gerhard Reininger
Quando Bob e la sua band avevano finito lo show e la folla aveva
lasciato la sede incolonnati come un gregge di pecore, fuori
dell'edificio sotto la pioggia mi sono imbattuto in una bancarella di
merchendise non ufficiale che vendeva t-shirt e naturalmente ne ho
comprata una come souvenir del concerto. Le date del tour erano state
stampate sul retro e sul davanti c’era una collezione di ritratti di
Dylan di epoche diverse. Ho afferrato la maglietta e, pagato il
venditore, l’ho infilata sotto la giacca per proteggerla dalla pioggia e
portarla a casa, conscio che il Bob Dylan stampato sulla maglietta era
proprio la stessa persona con la quale ero stato nelle ultime due ore.
Lo spettacolo è stato bello e chiaro . Dylan stesso era in buona forma.
Vestito di nero, senza cappello, in piedi dietro il microfono come un
cowbow si è esibito con grande routine e - forse - con piacere. Bob era
grande e la sua armonica chiara e nitida, per me gli interventi
dell’armonica sono l’essenza dello spettacolo e lui è semplicemente un
maestro in questo.
Avevo seguito le recensioni precedenti e ho pensato di essere ben
preparato, naturalmente non lo ero. Il locale era pieno e il palco
piuttosto piccolo, il tendone dell’ Eye-Mind di Dylan era stato appeso
alla carlona, perché non c’era lo spazio sufficiente per spiegarlo
tutto. Questo poteva essere un simbolo per lo spettacolo, il sipario, la
musica, le canzoni, Dylan stesso non aveva abbastanza spazio per
muoversi, e il pubblico non ha fato niente per avvicinarsi e vederlo
meglio. Qualcuno che era venuto solo per la musica deve essere stato
deluso. Ma - per essere onesti - chi viene ad un Dylan-show solo per la
musica? Chi guarda un film di Marilyn Monroe solo per sentire i dialoghi
?
Ci ho pensato tutta la notte e ha cercato di scoprire se dovevo essere
stato deluso o no. E poi mi sono reso conto di quanto fosse reale lo
sguardo stampato sulla maglietta del merchandising con i ritratti che
conoscevo a memoria e che i miei occhi avevano visto il vecchio sputare
fuori le canzoni in faccia a tutti . Niente di più e niente di meno. Ma
la mia anima era stata insieme con quell’uomo che ha indossato tutte
quelle facce durante la sua vita e che aveva scritto tutte quelle
canzoni che va in giro a cantare per il mondo . Respirare la stessa aria
con questo uomo per un pò di tempo e far parte del suo mondo ne è valsa
la pena ... ancora e sempre nuovo.
Grazie Bob !
Buongiorno a tutti gli amici della
Fattoria...volevo chiedere a chi la possedesse o anche solo ascoltata,
se vale la pena acquistare la deluxe edition della bootleg series
vol.8...Grazie JO
Caro Johnny, per far
capire subito a tutti di cosa si sta parlando ecco un breve riepilogo
tratto da wikipedia:
The Bootleg Series
Vol. 8 - Tell Tale Signs: Rare and Unreleased 1989-2006
Pubblicato il 6 ottobre 2008
The Bootleg Series Vol. 8
- Tell Tale Signs: Rare and Unreleased 1989-2006 - o semplicemente Tell
Tale Signs - è il titolo di un album-compilation in due CD di Bob Dylan.
Fa parte della serie ufficiale dei bootleg di questo autore, contenenti
versioni alternative di canzoni pubblicate in album mai distribuite
precedentemente.
L'album è stato prodotto dalla Columbia Records e messo in distribuzione
dal 6 ottobre 2008 anche in formato long playing (vinile). La versione
speciale in edizione Deluxe consta di tre CD oltre ad un libro di 150
pagine e a un disco singolo in vinile contenente due tracce.
L'album comprende canzoni provenienti da sessioni di registrazione per i
dischi Oh Mercy, World Gone Wrong, Time Out of Mind e Modern Times,
oltre a brani appartenenti a contributi di Dylan per colonne sonore
(incluso il brano Cross the Green Mountain, dal film del 2003 Gods and
Generals). Sono presenti anche registrazioni live dal 1989 al 2006
rimaste inedite.
La collezione comprende una traccia da un disco incompiuto del 1992
iniziato e mai completato in collaborazione con David Bromberg, e un
duetto con Ralph Stanley nel brano The Lonesome River. Uno dei brani,
Dreamin' Of You, outtake (brano alternativo) delle sessioni compiute in
studio di registrazione per l'album Time Out of Mind, ha fatto da traino
come brano promozionale al lancio del disco nell'estate 2008 ed è stata
distribuita gratuitamente in download sul web dalla casa discografica di
Dylan.
Non figurano nell'album versioni alternative di canzoni registrate da
Dylan per i dischi pubblicati nel medesimo lasso di tempo: Under the Red
Sky, Good as I Been to You e Love and Theft.
In gran parte dei brani Dylan è accompagnato dai musicisti che hanno
suonato nei concerti del Never Ending Tour nel periodo preso in esame
dall'album, inclusi i membri della band che lo accompagna da alcuni anni
- Stu Kimball, Donnie Herron, Denny Freeman, Tony Garnier, George Receli
- integrata da musicisti del suo entourage ed esponenti degli
Heartbreakers di Tom Petty.
Disco 1
Mississippi - 6:04 (versione inedita, Time Out of Mind)
Most of the Time - 3:46 (versione alternativa, Oh Mercy)
Dignity - 2:09 (demo al pianoforte, Oh Mercy)
Someday Baby - 5:56 (versione alternativa, Modern Times)
Red River Shore - 7:36 (inedita Time Out of Mind)
Tell Ol' Bill - 5:31 (versione alternativa di una canzone distribuita
nella colonna sonora di North Country)
Born in Time - 4:10 (inedita, Oh Mercy)
Can't Wait - 5:45 (versione alternativa, Time Out of Mind)
Everything is Broken - 3:27 (versione alternativa, Oh Mercy)
Dreamin' of You - 6:23 (inedita, Time Out Of Mind)
Huck's Tune - 4:09 (dalla colonna sonora di Lucky You)
Marchin' to the City - 6:36 (inedita, Time Out of Mind)
High Water (For Charley Patton) - 6:40 (live 23 agosto 2003, Cascate del
Niagara, Ontario, Canada)
Disco 2
Mississippi - 6:24 (versione inedita numero 2, Time Out of Mind)
32-20 Blues - 4:22 (inedita, World Gone Wrong)
Series of Dreams - 6:27 (inedita, Oh Mercy)
God Knows - 3:12 (inedita, Oh Mercy)
Can't Escape from You - 5:22 (inedita, December 2005 Recording)
Dignity - 5:25 (inedita, Oh Mercy)
Ring Them Bells - 4:59 (live al The Supper Club, 17 novembre 1993, New
York, NY)
Cocaine Blues - 5:30 (live, 24 agosto 1997, Vienna, VA)
Ain't Talkin' - 6:13 (versione alternativa, Modern Times)
The Girl on the Greenbriar Shore - 2:51 (live, 30 giugno 1992,
Dunkerque, Francia)
Lonesome Day Blues - 7:37 (live, 1 febbraio 2002, Sunrise, FL)
Miss the Mississippi - 3:20 (inedita, 1992)
The Lonesome River - 3:04 (con Ralph Stanley, dall'album Clinch Mountain
Country)
Cross the Green Mountain - 8:15 (dalla colonna sonora di Gods and
Generals)
Deluxe Edition
La versione Deluxe dell'album - in edizione limitata - contiene un terzo
CD conle seguenti tracce come bonus:
Duncan & Brady - 3:47 (inedita, 1992)
Cold Irons Bound - 5:57 ('live al Bonnaroo, 2004)
Mississippi - 6:24 (versione inedita #3, Time Out of Mind)
Most of the Time - 5:10 (versione alternativa #2, Oh Mercy)
Ring Them Bells - 3:18 (versione alternativa, Oh Mercy)
Things Have Changed - 5:32 (live, 15 giugno 2000, Portland, OR)
Red River Shore - 7:08 (versione inedita #2, Time Out of Mind)
Born in Time - 4:19 (versione inedita #2, Oh Mercy)
Tryin' to Get to Heaven - 5:10 (live 5 ottobre 2000, Londra,
Inghilterra)
Marchin' to the City - 3:39 (versione inedita #2, Time Out of Mind)
Can't Wait - 7:24 (versione alternativa #2, Time Out of Mind)
Mary and the Soldier - 4:23 (inedita, World Gone Wrong)
Vinile
Dreamin' of You - 6:23 (inedita, Time Out Of Mind)
Ring Them Bells - 4:59 (live al The Supper Club, 17 novembre 1993, New
York, NY)
Se clicchi su questo link
puoi trovare tutti i testi e le traduzioni dell'album:
Credo che così tu possa
leggere le opinioni di fans e critici e decidere quello che vuoi fare.
Personalmente TTS mi è piaciuto molto, con brani meravigliosi e
naturalmente con brani "normali". L'album vale la pena di essere
acquistato (a mio modestissimo parere) solo per questi brani:
Mississippi, Most of the Time, Red River Shore, Cross the Green
Mountain, The Lonesome River, Dignity, Series of Dreams, Born in Time.
Naturalmente, perchè la risposta sia completa restiamo in attesa del
parere di qualche altro Maggiesfarmers che pubblicherò appena ricevuto.
Alla prossima, :o)
Sabato 26
Ottobre 2013
Berlin, Germany - Tempodrom - October
25, 2013
1. Things Have Changed
2. She Belongs To Me
3. Beyond Here Lies Nothin'
4. What Good Am I?
5. Pay In Blood
6. Waiting For You
7. Duquesne Whistle
8. Tangled Up In Blue
9. Love Sick
(Intermission)
10. High Water (For Charley Patton)
11. Simple Twist Of Fate
12. Early Roman Kings
13. Forgetful Heart
14. Spirit On The Water
15. Scarlet Town
16. Soon After Midnight
17. Long And Wasted Years
(encore)
18. All Along The Watchtower
19. Blowin' In The Wind
“Non lamentarti con gli altri per i tuoi dolori” - Udanavarga - 560BC
(Buddism), “Ama il prossimo tuo come te stesso” – Levitico - 1300BC
(Ebraismo), “Bisogna sempre trattare gli altri come essi stessi
desiderano essere trattati – Hitopadesa - 3200BC (induismo) , “Non fare
ad altri quello che non vuoi sia fatto a te” - Dialoghi - 557BC
(confucianesimo) , “Fai ad altri ciò che vorresti fosse fatto a te” - [
Matteo 7:12 ] Gesù - 30AD (Cristianesimo), "Devi fare agli altri quello
che vorresti che loro facessero a te" - Bob Dylan - canzone "Do Right to
Me Baby (Do Unto Others)" - 1979AD ( Slow Train Coming ) , mi sembra che
la religione sia un pò come la Folk Music, solo che attira più persone.
Essere tra il pubblico era una cosa che non facevo da oltre un anno
ormai , quindi sono un pò arrugginito sulle cose di Bob, spero di essere
scusato per questo, perché nessuno è attualmente in grado di tenere il
passo con Bob.
Hannover, molto cose sono successe nel mondo di Bob dall'ultima volta
che l’ho visto e probabilmente sarà come vederlo di nuovo per la prima
volta, un sacco di nuove canzoni e nuovi arrangiamenti più alcuni vecchi
hits, per questa nottata nel Tempodrom il palco è stato allestito con
quello che sembra un vecchio ed antiquato stile “Hollywood movie”, con
l’illuminazione tipo 1920 che è stata accesa prima dello spettacolo
emettendo un colore giallo cupo ed un sordo bagliore.
In altre recensioni avrete già letto che il concerto inizia con Bob al
centro del palco che attacca “Things Have Changed”, e Bob arriva
puntuale al centro della scena, senza cappello, e si butta dritto in
quella canzone. Bob era in piedi di fronte al pubblico, mani sui
fianchi, e snocciola spedito la canzone con il sostegno fantastico dalla
band , questi ragazzi probabilmente non hanno mai tempo per le prove in
senso tradizionale, ma notte su notte, con la ripetizione dei pezzi
accumulano tanta esperienza che li fa legare bene. Altra novità un pò
strana è l'intervallo, non so perchè l' abbia fatto, sembrava un pò
strana questa fermata a metà dello show, ma probabilmente ha il suo
scopo. Le cose sembravano
aver cambiato marcia al loro ritorno sul palco, il che non vuol dire che
ci fosse stato qualcosa di sbagliato in quello che era accaduto prima,
solo che lo show sembrava rinvigorito dopo la pausa. Tempest non è un
album che ho ascoltato molto, ho avuto i testi che qualcuno aveva messo
insieme non appena l'album è stato pubblicato, ma ancora li sto leggendo
e studiando. Sentite le canzoni del nuovo album per la prima volta dal
vivo suonavano così familiari, anche Bob sembrava già padrone della loro
esecuzione, e Bob, essendo Bob, ha comunque già iniziato a cambiare
qualche frase nei testi rendendoli leggermente diversi dalle versioni
dell'album con alcuni piccoli aggiustamenti.
Non ero troppo impaziente e preoccupato per le nuove canzoni, c'era una
ragione per questo ma alla fine ero felice di essermi sbagliato, le
nuove canzoni erano buone, in realtà erano molto buone, in realtà esse
hanno creato un nuovo concerto a mio avviso, era come fosse tutto un
nuovo spettacolo, Bob ha eseguito la nuove canzoni brillantemente e si
potrebbe dire che ha goduto nel cantarle, voto 10. Come ho detto queste
canzoni hanno fatto il concerto nuovo per me, non che queste canzoni
siano state le sole gemme della serata, c'è stata anche un'ottima
Tangled Up In Blue con il testo cambiato, non borbottato ma cantato in
un modo che sembrava abbastanza chiaro, ovviamente non è stato possibile
capire ogni parola e memorizzarla, per far questo ci vorrebbe un nastro
e sentirlo poi diverse volte per essere in grado di riferire tutte le
parole esatte.
Simple Twist Of Fate era squisita ed anche in questa erano state
cambiate alcune liriche.
Una fantastica High Water ha dato il via dopo la pausa col grande banjo
di Donnie, Donnie era infatti veramente udibile stasera, anche quando ha
preso il violino che è sempre bello sentire , questo è stato davvero un
buon concerto globale, cosa possibile se la band è al top come lo era
questa sera nel sostenere Bob, oltre a Donnie buono il lavoro di Charlie
alla chitarra , sarebbe, molto difficile per me dire quale sia stata la
migliore canzone dello show, questo dimostra quanto bene siano state
tutte eseguite. “Forgetful heart” non avrebbe potuto essere eseguita
meglio, subito dopo Bob si è seduto al pianoforte per “Spirit On The
Water”, battendo sulla tastiera come se stesse giocando.
Fuori dalle venue, nella maggior parte degli show di Dylan, troverete
una signora con un cartello che dice che ha bisogno di un biglietto
gratuito, per lo show della Royal Albert Hall vorrei fare la stessa
cosa, e se trovassi uno che mi dà un biglietto gli sarei veramente
grato, anche se credo sia impossibile che avvenga.
Chiudendo lo show di Hannover Bob ha eseguito “Blowin' In The Wind”,
canzone che ha una vita assolutamente incredibile e non è ancora finita,
una canzone che da più di mezzo secolo è sempre al top di tutte le
canzoni del mondo, veramente incredibile. Bob disse di Woody che non
c'erano molti uomini che hanno fatto che le cose che ha fatto lui, bene
Bob, detto tra noi, non c'è nessuno che ha fatto le cose che hai fatto
tu, anche ora che il cerchio non è ancora chiuso, senza dubbio Bob ha
ancora qualcosa da cucinare nel frigo della sua cucina! Brillante!
Salve,
mi chiamo Marco, un fan di Bob Dylan e vi scrivo da Milano.
Ho letto il vostro sito, complimenti ci sono un sacco di cose
interessanti!
Vi scrivo per chiedervi due informazioni, non so se potete aiutarmi, in
vista dei concerti a Milano mi piacerebbe incontrarlo per un autografo o
anche semplicemente vederlo, voi sapete se ha qualche appuntamento a
Milano o incontro? Ma qui sta in qualche hotel? Ho letto che viaggia in
un pullman e dorme li è vero??
vi ringrazio spero di non avervi disturbato!
grazie, ciao. Marco
Nessun disturbo caro
Marco, capisco il tuo desiderio (che non è solo tuo), credo che almeno
qualche migliaio di persone vorrebbero vederlo o incontrarlo per un
autografo a Milano! Nessun incontro con fans o giornalisti in programma,
Dylan non fa più queste cose da decenni ormai. Certamente Dylan ed il
suo staff risiederanno in un hotel segretissimo durante la loro
permanenza a Milano. Tutto lo staff di Bob, musicisti, rodies, tecnici
audio, road managers, parenti o amici viaggiano in due pullman neri con
scritto sui lati a grandi lettere "BEAT THE STREET" e con un bilico con
scritto sulla fiancata "ROCK'N ROLL TRUCKING" che probabilmente
troverai posteggiati nei pressi del Teatro degli Arcimboldi. Raramente
Bob viaggia o dorme sul suo Tour Bus, che è quello dei tre con l'antenna
per il telefono satellitare sul tetto, solitamente Bob si sposta in
aereo e dorme in albergo assieme ai membri della band e la sua bodyguard
Baron.
Ti allego le foto dei
mezzi così ti sarà facile riconoscerli se li vedrai circolare per
Milano. Consiglio per tutti, se vedete passare i bus ed il bilico per le
strade di Milano seguiteli, potreste avere la botta di fortuna di vedere
o incontrare Bob!
1. Things Have Changed
2. She Belongs To Me
3. Beyond Here Lies Nothin'
4. What Good Am I?
5. Pay In Blood
6. Waiting For You
7. Duquesne Whistle
8. Tangled Up In Blue
9. Love Sick
(Intermission)
10. High Water (For Charley Patton)
11. Simple Twist Of Fate
12. Early Roman Kings
13. Forgetful Heart
14. Spirit On The Water
15. Scarlet Town
16. Soon After Midnight
17. Long And Wasted Years
(encore)
18. All Along The Watchtower
19. Blowin' In The Wind
"Bob Dylan": una storia senza fine nel
libro-cofanetto
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Giovedi 24
Ottobre 2013
Talkin'9200
- Maria Rosa Ventura
Caro Mr. Tambourine,
abbiamo due punti di vista diversi, ed è giusto che sia così. Poi io
devo avere anche dei problemi di comunicazione... perché difendi
Marcello? Non ne ha bisogno! Io gli avevo fatto un complimento! Magari
lo avessi avuto vicino in certi concerti! Quello che volevo dirgli era
che, visto che Dylan in questo periodo ha scelto di presentare una lista
di canzoni piuttosto bloccata e anche gli arrangiamenti e il modo di
cantarle le rende piuttosto riconoscibili, può essere un'esperienza di
ascolto diversa, rispetto ai suoi concerti degli anni precedenti, non
doversi impegnare nel "riconoscere" quello che canta ma piuttosto
nell'ascoltarlo, magari con un'attenzione diversa (che non vuol dire
migliore o peggiore).
Mi piacciono le battute e amo la sintesi, e il risultato, a quanto pare,
è che non si capisce quello che voglio dire...
Ad esempio, in una mail precedente, spero di non aver offeso Daniele
Ardemagni, se non gli piace Knopfler ne ha tutto il diritto. Mi aveva
solo lasciato perplessa il suo modo "barricadero" di esprimerlo.
Veramente mi sembrava ingeneroso nei confronti di questo artista.
Paolo Vites è infinitamente più competente di me, non si discute. E se
io, su alcuni argomenti, ho punti di vista diversi dai suoi è cosa che
ha valore più che altro per me.
Conosco vari musicisti professionisti (e tanti che suonano per passione,
in tutto il tempo che gli rimane libero dall'altra professione con cui
campano) e so che suonano per denaro, per ambizione, per le donne, e,
magari, persino perché amano la musica e sono contenti di partecipare a
un certo progetto, sono contenti di collaborare con altri musicisti.
Non credere che non capisca il tuo punto di vista Mr. Tambourine, vicino
a quello di molti altri. E' un po' un mistero perché Dylan si ostini a
suonare il piano, che non "sa" suonare... magari gli serve per darsi la
giusta concentrazione. Ma io non sono orfana del suo "periodo rock" (che
pure ho amato molto). Do una grande importanza all' interpretazione e
alla parte lirica e credo che, da questo punto di vista, quello che
Dylan fa ora sia grande.
I brani di Tempest sono belli e potenti, eseguirli cambia la "luce"
dello spettacolo, non è una questione di scaletta.
Mi sono piaciuti veramente la sincerità, il sentimento con cui ha
scritto Massimo. Non lo conosco personalmente, ma credo che sia una
bella persona.
C'è qualcosa che non mi convince in quello che ha scritto Riccardo, per
ragioni imponderabili. Ma è perché ho un brutto carattere. Chiedo scusa
anche a lui.
Un abbraccio, Maria Rosa
E' vero, a volte lo
scritto non riesce ad esprimere il vero senso dellla parola e qualche
volta è facile essere fraintesi. Comunque la mia cosidetta "difesa"
d'ufficio di Marcello era solo per sottolineare uno dei grossi problemi
che si verificano ai concerti, cioè l'individuazione del titolo della
canzone che Dylan sta cantando, a volte profondamente cammuffata dentro
un nuovo arrangiamento che rende difficilissima l'identificazione.
Serviva anche per sottolineare una volta in più che tutti quelli che
vanno ad un concerto di Bob non sono esclusivamente dei ferrati fans
competenti e conoscitori dell'"opera omnia" dylaniana, ma moltissime
persone del pubblico sono solo dei fans non "dylaniati", delle persone
normalissime alle quali piace Dylan pur non conoscendolo a fondo. Il mio
non era assolutamente un rimprovero a te, era solamente l'espressione di
un punto di vista diverso che non cambia assolutamente la stima che ho
di te e il concreto interesse per quello che scrivi, e credo di non
essere l'unico che legge con piacere ciò che scrivi. A proposito di
Dylan "pianista", ricordo che un paio d'anni fa, sempre a proposito di
come migliorare lo show di Dylan, avevo espresso un giudizio identico al
tuo, cioè che Bob non sa suonare il pianoforte come un vero pianista, ci
picchia sopra e diverse volte le note che si sentono non sono proprio
quelle giuste. Questa dichiarazione suscitò la reazione di molti lettori
che la pensano in modo diverso sulla questione, ritenendo Bob un valido
pianista a tutti gli effetti. L'inserimento di un pianista
professionista nella backing band era ( a mio personale avviso) un modo
per dare un suono più sicuro e compatto alla band che accompagna Bob,
eliminando tutte le incertezze ed i piccoli errori che Bob commette
quando si entusiasma più del solito e si lascia trascinare
dell'improvvisazione, ma probabilmente a Bob non frega niente di queste
cose, lui si diverte e l'opinione degli altri non lo interessa
minimamente. Ho un ricordo bellissimo di un concerto che Bob tenne
diversi anni fa al vecchio Palatrussardi di Milano, quella sera Bob
stupì tutti eseguendo dei bellissimi assoli di chitarra che nessuno
immaginava fosse capace di fare. Capii dopo una mezz'ora che il vecchio
Bob si stava divertendo alle nostre spalle con un semplicissimo
trucchetto. I conti non mi tornavano, da anziano strimpellatore della
domenica di chitarra, avevo notato che il movimento delle mani di Bob
non giustificava, anzi rendeva impossibile, fare assoli di quel genere,
e così ebbi l'illuminazione, concentrai la mia attenzione su G.E. Smith
che si nascondeva dietro Bob e vidi che a suonare quegli assoli era lui.
Mi fu chiaro perchè Dylan si agitava come un tarantolato sul palco
mentre i due ridevano di gusto, ma anche questo fu un modo per Dylan di
divertirsi in modo diverso dal solito. Infine vorrei dirti che per
fortuna abbiamo delle opinioni diverse e ce le scambiamo, altrimenti non
avremmo nessun motivo di intavolare piccole discussioni su queste
pagine. Il fatto di avere idee diverse non ti deve portare a chiedere
scusa, le tue opinioni vanno rispettate anche se all'opposto di quelle
di un altro. Si chiede scusa quando, lasciandosi trasportare, si finisce
per essere pesanti con le parole nei confronti di un'altra persona.
Spero tu continui ad avere il tuo"brutto"carattere come dici tu, e che
continui a manifestare le tue opinioni e raccontarci, attraverso le tue
mail, cose che personalmente ho sempre trovato intererssantissime e che
credo abbiano interessato moltissimi altri lettori della Fattoria. Un
salutone ed un abbraccio, Mr.Tambourine, :o)
Düsseldorf, Germany - Mitsubishi
Electric Halle - October 22, 2013
1. Things Have Changed
2. She Belongs To Me
3. Beyond Here Lies Nothin'
4. What Good Am I?
5. Pay In Blood
6. Waiting For You
7. Duquesne Whistle
8. Tangled Up In Blue
9. Love Sick
(Intermission)
10. High Water (For Charley Patton)
11. Simple Twist Of Fate
12. Early Roman Kings
13. Forgetful Heart
14. Spirit On The Water
15. Scarlet Town
16. Soon After Midnight
17. Long And Wasted Years
(encore)
18. All Along The Watchtower
19. Blowin' In The Wind
Caro Massimo (Barabba), avevo notato
anch'io che il messaggio di Riccardo non era semplice e ingenuo come
voleva sembrare. Ma quello che tu hai scritto mi ha veramente colpito...
dunque hai un cuore tenero! :-) Forse dovevo capirlo da quello che mi
avevi scritto in precedenza, ma sono lodi che non merito e che non posso
accettare. :-)
A Riccardo volevo fare una domanda: se è vero quello che mi hanno detto,
e i posti in palio col quiz su Twitter erano 60 (non 20) e tu, come hai
scritto, sei arrivato ventunesimo, come mai non avevi il prezioso
braccialetto?
Io sono una donna, Riccardo, e come vedi pure piuttosto rompiscatole,
ma, dato che per me contano più i sentimenti che la matematica, se mai
fossimo stati a Londra e io fossi stata la vigilante, avrei chiuso un
occhio e ti avrei lasciato passare...
Per quanto riguarda il tour europeo, sono d'accordo con Massimo. E
arrangiamenti a parte, a Barolo, Dylan non eseguiva ancora i brani di
"Tempest", dunque, Mr. Tambourine, come fai a dire che i concerti sono
così simili?
Scusa Maria Rosa, ma per te un concerto cambia
fisionomia, feeling e appeal solo perchè Bob canta qualche brano da
Tempest? Io non credo proprio, una variazione nella setlist non cambia
certo il tono del concerto, è solo una setlist diversa da un’altra, e
nemmeno una pausa o due canzoni in più cambiano qualcosa, il concerto è
e rimane quello che abbiamo visto negli ultimi tre anni, esattamente la
stessa cosa ripetuta centinaia di volte con la sola variante di qualche
canzone nella setlist. Poi naturalmente c'è la serata nella quale tutti,
a partire da Bob, sono in serata giusta ed il concerto diventa più
interessante e godibile, di contro ci sono le serate nate male (cosa
comune a tutti gli artisti che fanno molti concerti live) nelle quali
invece lo show diventa un pò noioso, ma queste cose fanno parte del
gioco senza per questo spostare le virgole, quando saremo agli
Arcimboldi certamente l'ambiente sortirà il suo effetto positivo, farà
sembrare tutto più raccolto e più intimo in modo da gustare ed
apprezzare di più le performances di Bob e della sua band, ma sappiamo
di già ciò che ci verrà dato, novità non ce ne saranno, e per novità non
intendo variazioni nella setlist o un diverso uso delle luci o una
diversa presentazione dell'artista, io intendo qualcosa che possa
veramente cambiare il "sapore" del concerto, ma su questo argomento sono
già state fatte diverse discussioni su queste pagine e naturalmente
ognuno ha la sua rispettabilissima idea, quindi non mi ripeterò
elencando i cambiamenti che secondo me potrebbero arricchire il live act
di Bob.
Certo, la scaletta è un po' bloccata ma caro Marcello ( Duluth 49 - mi
tolgo il cappello di fronte alla tua bravura nel riconoscere le canzoni,
non sto scherzando) pensa che bello, per una volta, non dover giocare a
Rischiatutto e ascoltare, ascoltare e basta!
Permettimi di difendere Marcello perchè a Barolo
al suo fianco c’ero io e tutte, ma proprio tutte, le persone che stavano
alla sinistra del palco dov’eravamo noi, ad ogni inizio di canzone si
chiedevano l’un l’altra quale canzone fosse, fino a quando hanno capito
che Marcello le riconosceva subito e di conseguenza, dopo un paio di
pezzi, si giravano verso di lui senza parlare in attesa che lui dicesse
il titolo, ti garantisco che decine di persone si giravano per sapere i
titoli di quello che stavano ascoltando e per passare parola agli altri.
Non credere che ai concerti ci sia solo gente che riconosce al volo i
pezzi di Bob, sono maledettamente pochi quelli in grado di afferrare un
pezzo non solo dalle prime battute, ma anche a metà canzone. Ci sono
molte persone (ne conosco diverse) che pur essendo state presenti ad
almeno una decina di concerti o più, conoscono solo il 20/30% del
repertorio dylaniano, persone che su 37 album di Bob ne conosceranno
soltanto sei o sette per titolo con relative canzoni e copertina. Molte
persone che vanno ai concerti di Bob, che tu ci creda o no, conoscono
davvero in minima parte il lavoro di Bob, ma questo non è colpa mia, e
ti posso garantire perchè c’ero io di fianco a Marcello, che tutte le
persone intorno a lui gli erano veramente grate perchè, grazie a lui,
sapevano cosa Dylan stesse cantando, e non parlo di pezzi strani, ma di
canzoni come Leopard Skin, It’s All over now Baby Blue, Things Have
Changed, Tangled Up in Blue, Honest with Me, Hard Rain, Simple Twist Of
Fate, Highway 61, Ballad of a Thin Man, Blowin’ in the Wind, non sto
scherzando, moltissime persone non le riconoscevano proprio, questo per
dire che quella sera Marcello ha reso un gradito servizio a molte
persone e non stava per niente giocando al Rischiatutto.
Mi ha stupito poi anche, Tambourine, quello che hai detto di Sexton.
Certo, se uno vive del proprio lavoro, i soldi fanno comodo, ma dire che
Charlie suona con Dylan per lo stipendio! Ha lavorato con lui tanti anni
e certamente avrà avuto, oltre a problemi personali, anche i suoi
momenti di stanca. Lui è un buon chitarrista e stare vicino a qualcuno
che gli mette le briglie al collo non deve essere sempre facile. Ma io
credo che sia uno dei pochi chitarristi capaci di capire che cosa Dylan
vuole e di lavorare a un progetto comune con lui. Al Dylan di oggi non
serve un fenomeno ma qualcosa di più: qualcuno al servizio della poesia
e della sua voce, di emozioni espresse in versi e musica che sono
profonde e delicate, e possono rompersi facilmente.
Dopo il concerto all’Alcatraz di Milano, Paolo
Vites, e son sicuro che non vorrai considerare Paolo un incompetente,
scrisse nel suo blog: "Però ieri
sera sono stato preso in contropiede, spiazzato. Insomma, ero venuto
sicuro di vedere quello che è il miglior chitarrista del Texas ma non
solo, Charlie Sexton, sparare bordate di chitarra nel suo stile, invece
non ha fatto praticamente un cazzo."
E si chiedeva dov’era andato a finire il
famoso ragazzo prodigio che tanto bene aveva fatto anni addietro in
coppia con Larry Campbell. A Barolo io non ho sentito niente di
affascinante uscire dalla sua chitarra, niente che un qualsiasi altro
chitarrista professionista non avrebbe saputo fare, Charlie sembrava
essere assente, con la mente da un’altra parte.
Che Charlie abbia avuto in questi ultimi tre anni dei problemi nel
rapporto con Dylan non sono cose che mi sono inventato io, basta leggere
le recensioni dei concerti o aver visto qualche video o meglio ancora
essere stati ai concerti. Charlie "in gabbia" non è una novità per
nessuno, dunque perchè ti stupisce tanto se ora, dopo essere stato
allontanato per far posto a Robillard, ha accettato di nuovo di essere
un musicista stipendiato che suona nella backing band di Bob con tutti i
limiti del caso. Tutti i musicisti professionisti suonano per i soldi,
anche Tony, George, Stu e il povero Donnie che è sempre il più
bistrattato e che nella maggior parte dei concerti non si sente nemmeno
nel mix. Perchè per Charlie dovrebbe essere diverso? Suonare, per un
musicista che ha scelto quella professione, è il suo lavoro e per questo
è remunerato, questo non vuol dire che debba automaticamente debba
sempre suonare con il massimo dell’entusiasmo. Forse Dylan non la pensa
come te su Charlie, visto che l’ha sostituito con Robillard e Linden
prima di richiamarlo al suo servizio.
Dato che, a parte te, Mr.T., non lo ha fatto nessuno, volevo ringraziare
Miscio per il suo testo su "Stuck inside Mobile", i link e il video,
commovente. Lo so, lo ringrazio sempre per le cose che posta, ma non
posso farci nulla se mi piacciono!
Per finire qualche considerazione sul pezzo di Lipparini che hai linkato
("Aspettando Dylan 3") e che ho letto volentieri. Fa riferimento, tra
l'altro, a un bel racconto di Erri De Luca che ho letto vari anni fa e
contenuto in "In alto, a sinistra" Feltrinelli 1994. Amo molto De Luca e
il suo modo di scrivere e mi sarei volentieri ripresa in mano il libro,
ma chissà dove l'ho messo! Così riprendo il brano citato da Lipparini di
questo racconto dove si fa riferimento a un certo Zimmer, simbolo di
Dylan e della sua voce: "è - (la sua voce)- la più gelata specie di
misericordia. E di certo proviene da una spaccatura della terra sotto i
suoi piedi. Perché Zimmer, nell'antica lingua del protagonista, era
“colui che canta". Qui De Luca, che conosce e traduce l'ebraico, fa
riferimento ovviamente a Zimmerman, il nome originario di Dylan, e alla
sua trascrizione in ebraico.
La lingua ebraica (per quel poco che l'ho studiata) è fatta di 22
lettere consonanti, le vocali si trovano solo nei libri per bambini e
nella Bibbia (che fu vocalizzata per rendere definita in modo certo la
lettura) e vengono evidenziate grazie a dei segni di punteggiatura. Le
parole ebraiche sono legate fra loro da radici comuni (in genere di 3
lettere) che ne definiscono il senso, così la lingua ebraica è come una
grande foresta dove tante radici uniscono tante parole-albero. La parola
zimmer deriva dalla radice zayin. mem. resh che significa, appunto
"cantare" , un destino in un nome.
Ora il nome in ebraico Zimmerman si può scrivere in due modi: con la
zayin, come già detto, che però è una zeta dolce. La trascrizione più
corretta (come mi ha confermato il mio maestro, madrelingua) è però
quella con la tzadi, lettera che corrisponde a un suono zeta più duro e
più vicino a quello di origine est europea.
Allora a questo punto la radice cambia e diventa tzadi. mem. resh e
cambia anche il significato: tzimmer significa "alzarsi, drizzarsi,
elevarsi", anche questo un bel simbolo! E, nella forma causativa attiva
"hitzmir" significa "far fremere" o "riscaldare"... un altro destino in
un nome gemello.
Un abbraccio, Maria Rosa
Non vorrei che tu
pensassi che sono stato scortese nelle mie osservazioni in risposta alle
tue, ho detto semplicemente come la penso io, naturalmente senza avere
la pretesa che anche tu la pensi come me! Un abbraccio anche a te, alla
prossima, Mr.Tambourine, :o)
grazie per le foto di Dylan ma non riesco
ad aprire il file, con che programma si apre?
grazie ancora, Mario
Scusa se non riesco a
capire la tua domanda, se clicchi sui link che ho elencato nella mia
risposta si aprono le pagine di maggiesfarm.it dove Michele ha postato
le foto raccolte da Elio Rooster, non capisco davvero che file vuoi
aprire, cerca di essere più chiaro, resto in attesa, ciao, :o)
Martedi 22
Ottobre 2013
Talkin'9196
- Alexan "wolf"
Ciao Mr. Tambourine,
sono stato al primo dei due concerti di Copenhagen ed ecco un breve
resoconto: introduzione, recensione e conclusione:
Copenhagen, Denmark - Falconer Salen -
October 15, 2013
Questa primavera avevo in mente di fare
un viaggetto con uno dei miei due figli. Siccome è un grandissimo
estimatore di fiabe e sapevo che desiderava vedere la sirenetta scelgo
la capitale danese. Dal punto di vista climatico, i mesi di luglio e
agosto sarebbero il periodo migliore. Mi metto in cerca e scopro che
anche con compagnie low cost il volo è carissimo. Non parliamo degli
alberghi: la Danimarca è comunque cara in assoluto. Rinuncio. Nel
frattempo escono le date del tour e scopro che Bob il 15 e il 16 ottobre
è a Copenhagen. Do un’occhiata ai voli e scopro che prenotando subito
con 80 euro a testa si va e si torna. Non ci penso un secondo (a 57 anni
i rimpianti cominciano a pesare quanto i rimorsi) e prendo i biglietti.
Un’amica mi prenota una stanza in un albergo supereconomico, che si
rivelerà in posizione strategica, e infine mi preoccupo dei biglietti. E
qui arriva la mazzata! Ho chiesto alla mia amica di prendere i più
economici (la Falconer Salen è un teatro con soli posti a sedere) e
scopro che costano 115 euro l’uno. Non oso pensare cosa costino le prime
file! Ma tant’è. A questo punto le dico di prenderli. Dopo qualche mese
il giorno arriva: partiamo lunedì 14 ottobre. Andiamo subito a vedere la
sirenetta. Tutte le guide dicono che si tratta di una delusione e che i
danesi non la sopportano. Per mio figlio invece è un’emozione e lo è
anche per me. Due giorni per visitare la città, con un paio d’ore nel
parco di divertimenti di Tivoli (il più antico d’Europa) e la sera di
mercoledì si torna in Italia. La città è un paradiso per i ciclisti (e
un inferno per gli automobilisti) ed è quel che si dice il classico
esempio di civiltà in termini di accessibilità per chi ha problemi
motori.
Martedì alle 20, dunque, il concerto. Arriviamo sul posto e scopriamo
che si tratta di un auditorium all’interno di un moderno hotel/centro
congressi. Folla sul marciapiede. Merchandising tarocco. Birra a fiumi
(dentro e fuori). Entriamo. In effetti il concerto inizierà con soli 10’
di ritardo. Merchandising ufficiale. Andiamo in sala e prendiamo posto,
siamo proprio in piccionaia comunque si vede bene (abbiamo anche un
binocolo). Mi sono preparato e ho visto che nelle prime tre date (una a
Oslo e due a Stoccolma) è stata presentata praticamente la stessa
scaletta (complessivamente 21 pezzi, con Summer Days, Thunder on the
Mountain, Blind Willie McTell e Waiting for you, variabilmente presenti;
in seguito si aggiungerà Love Sick). Età media del pubblico sicuramente
sopra i quarant’anni, e anche di più. Si spengono le luci. Non ci ho
fatto caso, ma mi sembra che l’introduzione parlata non ci sia stata, al
massimo un Ladies and gentlemen: BOB DYLAN!. Entra il solo Stu che
esegue un intro strumentale. Tra un brano e l’altro, il consueto
spegnersi delle luci sul palco, con pochissime note a segnalare l’inizio
del brano successivo. 1. Things Have Changed: è un ottimo opener, la
band è “tight” da subito, Bob è al centro del palco, ha un vestito nero
con degli alamari, le ghette sulle scarpe ed è senza cappello (il
cappello, bianco, c’è, ma starà per tutto il concerto su un mobile
dietro la sua postazione al pianoforte); si limita a cantare e quando lo
fa dal centro del palco, direttamente rivolto al pubblico, si muove –
soprattutto con le braccia – in modo teatrale, allargandole o posandole
in vario modo sui fianchi. Per chi avrà la fortuna di stare più vicino
credo che valga la pena di guardare le sue mani e le sue dita. 2. She
Belongs To Me: per me uno degli highlight del concerto (saranno
parecchi). Forse può venire sottovalutata perché occupa la seconda
posizione nella scaletta, ma è una canzone bellissima e verso la fine
c’è il suo primo intervento all’armonica, che ci trasporta dove solo lui
ci sa portare. 3. Beyond Here Lies Nothin’: Bob si piazza dietro il
pianoforte. La canzone viene eseguita correttamente, ma è forse il pezzo
che mi emoziona di meno. La posizione dei musicisti non cambia mai: a
sinistra Stu, poi la batteria di George con davanti Tony, al centro
Charlie (dietro a Bob quando Bob è al centro del palco), a destra, un
po’ indietro, c’è Donnie (anche in questo caso Bob, quando è al
pianoforte, gli sta davanti). 4. What Good Am I?: è bella, sussurrata da
dietro il piano. Tornerò poi sul fatto che è praticamente uguale alla
versione ufficiale sul CD. 5. Pay In Blood: pezzo vivace, è il primo che
eseguirà da Tempest, l’ultimo album e il più rappresentato finora nel
tour (curiosamente ancora senza i testi nel sito bobdylan.com). Conclude
tutte le strofe con un feroce, “… but not my own!”. 6. Waiting For You:
quarta esecuzione dal vivo assoluta. 7. Duquesne Whistle: ancora grande
fedeltà alla versione ufficiale. 8. Tangled Up In Blue: altro highlight
per me. Dylan concentrato: dizione molto precisa. Arrangiamento diverso
dal solito e testi modificati. 9. High Water (For Charley Patton): con
questo pezzo, sempre bello (Donnie al banjo), si chiude la prima parte.
Bob annuncia l’intervallo e nel buio i musicisti spariscono.
L’intervallo – che credo Bob gradisca – dura circa 20’. Molti si alzano
… e tornano con una birra. Anni fa ho sperimentato un intervallo analogo
allo Zenith di Parigi e lì Bob ci aveva detto “Because of the
laaaaaaaaw”. Non so se sia anche qui un obbligo di legge o se si
tratterà di un tratto costante dei suoi concerti. Comunque non va via
nessuno. Durante i pezzi il pubblico rumoreggia poco. Non so se sia per
rispetto verso la musica, potrebbe essere preso come scarsa
partecipazione del pubblico, ma magari mi sbaglio ed è una
caratteristica culturale. 10. Summer Days: la seconda parte riprende con
un altro pezzo da “Love & Theft”. Dovendo scegliere preferisco 1000
volte la riproposizione di questo tirato rock anni ’50, rispetto alla
per me ormai insopportabile TD&TD. 11. Simple Twist Of Fate: secondo
pezzo da BOTT e altro highlight. 12. Early Roman Kings. Sono disarmato.
Credo che qui varrebbe la pena di concentrarsi sul testo. La musica è
pari pari la riproposizione della Mannish Boy, così come Bob può averla
sentita cantare da Muddy Waters durante le registrazioni di The Last
Waltz. 13. Forgetful Heart: versione incredibilmente lenta. Dylan al
centro del palco, canta ogni verso – senz’altro di proposito – in
ritardo sulla musica. Crooner al 100%, Donnie al violino (e qui voglio
notare che Donnie, almeno dal punto dove mi trovo, lo si sente solo
quando è al violino o al banjo). 14. Spirit On The Water: unico pezzo da
Modern Times. Normalmente sugli ultimi due versi il pubblico si scatena,
ma qui non succede niente. 15. Scarlet Town: pezzo d’atmosfera; ancora
uguale al disco. Le due canzoni che seguono sono quelle che mi sono
piaciute di più, non so perché: 16. Soon After Midnight: sono ancora
perplesso sui possibili significati del testo, ma la resa vocale di Bob
ne sfrutta al massimo le possibilità melodiche. 17. Long And Wasted
Years: ancora straordinario impegno vocale e grandissimo impegno
strumentale della band. Per la prima volta il palco si illumina e alla
fine della canzone i musicisti avanzano sul proscenio, ben illuminati e
senza gli strumenti: li possiamo vedere per pochi secondi prima del buio
ed il successivo ritorno per i due bis. Bob non ha presentato i
musicisti né lo farà dopo. Charlie è molto penalizzato dal mixing. E’ un
peccato, perché quando lo si sente è impeccabile. Non si può dire la
stessa cosa del piano di Bob, che a volte viene pestato ad un tale
volume che fa pensare serva più a condurre la band che ad essere
“suonato”. Long And Wasted Years oltre ad essere una grande e commovente
canzone è comunque anche un ottimo finale di set prima di rilanciare con
i due bis: 18. All Along The Watchtower: ottima versione, con sempre
maggior coinvolgimento del pubblico. E 19. Blowin’ In The Wind: grande
finale, tutti in piedi ad applaudire. Dylan ha tutti in pugno. Ancora
luci, ancora avanti sul bordo del palco per pochi secondi. Buio.
In tutto diciannove pezzi (di cui 6 da Tempest) che sono molto di più
rispetto a quanto ci aveva abituato negli ultimi passaggi in Italia.
Tutte le canzoni sono state almeno buone. Sono in generale riproposte in
versioni molto simili a quelle registrate sugli album. Probabile che in
Italia sui giornali leggeremo “Dylan stasera in concerto: attenzione che
di solito stravolge i pezzi dal vivo”. Beh, in realtà adesso non è così.
Almeno a Copenhagen non è stato così. Dylan fa il “professionista”.
Presta un’estrema cura a che la pronuncia di ciascuna parola sia
riconoscibile al massimo. Chi conosce i testi può veramente seguirlo
senza difficoltà. E comunque, dal punto di vista vocale è ancora in
grado di sottolineare anche una semplice sillaba per dargli il colore
che lui desidera. L’ultimo vero spazio improvvisativo adesso è limitato
all’armonica. La band, che comunque svolge un lavoro egregio, è
sottoutilizzata. In questo processo si perde qualcosa: un po’ del senso
di avventura che ha accompagnato alcuni anni del NET. Non credo di
essere arrivato a 15 concerti di Bob, ma di registrazioni ne ho sentite
parecchie. Ci sono canzoni su cui Bob ha sperimentato in molti modi
diversi, sfiorando più volte (e spesso raggiungendo) sia il disastro che
il sublime. I concerti dal 1992 al 1994 possono essere riascoltati senza
stancarsi mai, ma ovviamente sono indecorosamente limitativo. Supper
Club, Hammersmith e Londra in generale, molti concerti a New York, a
Milano e in Italia in generale, a Marseille, a Praga, a Lubljana, Oslo,
Stoccolma, etc. etc. etc. etc. etc. etc. etc., anche prima del 92 e dopo
il 94 e ben dentro gli anni 2000 possono essere riascoltati
commuovendosi ogni volta e gli appassionati mi perdonino per tutto ciò
che non ho citato. Ma adesso credo che l’esperienza che vale sia quella
del concerto. Proprio solo l’essere lì, dal vivo. Se il concerto del 16
ottobre è stato identico a quello del giorno prima (a parte la presenza
di Love Sick), dubito che mi rimetterò a riascoltarli entrambi. Va bene
così. Bob ha 72 anni e sta continuando a darci molto. Things have
changed (again). Perchè adesso abbia deciso di fare questo tipo di show
lo sa lui. C’è anche chi ipotizza una precisa volontà di disfarsi di
quel popolo che lo segue di concerto in concerto per tutto il tour, ed
effettivamente a seguire i forum su expectingrain potrebbe anche
riuscirci, ma lo show è troppo curato per essere solo finalizzato a
quello. Basta così. Mi preparo per rivederlo il 4 novembre a Milano.
Mr. Tambourine ti seguo sempre e ti ringrazio ancora per tenere aperto
questo spazio dedicato al nostro artista preferito: negli ultimi mesi e
nelle ultime settimane ho letto delle mail bellissime.
Alexan “wolf”
Grazie per la rece, alla
prossima, Mr.Tambourine, :o)
Gentile Mr Tambourine,
se a qualcuno dei followers di Maggie's Farm può interessare, ho a
disposizione 02 ottimi biglietti per il concerto di Parigi, 13 November
2013.
Categoria: Orchestre (Platea più vicina al palco)
Fila: 07 (G), posti 13 & 15
Prezzo ufficiale FNAC: Euro 125,00 per ticket
Ticket in PDF, pagamento via Paypal o bonifico bancario
Gli interessati possono contattarmi via email a
larry.campbell69@gmail.com
Grazie e saluti, Leonardo M.
Avviso pubblicato caro
Leonardo, spero che tu possa vendere i 2 biglietti per Parigi, :O)
Lunedi 21
Ottobre 2013
Hamburg, Germany - CCH (Congress
Center Hamburg) - October 20, 2013
1. Things Have Changed
2. She Belongs To Me
3. Beyond Here Lies Nothin'
4. What Good Am I?
5. Pay In Blood
6. Waiting For You
7. Duquesne Whistle
8. Tangled Up In Blue
9. Love Sick
(Intermission)
10. High Water (For Charley Patton)
11. Simple Twist Of Fate
12. Early Roman Kings
13. Forgetful Heart
14. Spirit On The Water
15. Scarlet Town
16. Soon After Midnight
17. Long And Wasted Years
(encore)
18. All Along The Watchtower
19. Blowin' In The Wind
Hamburg, Germany CCH (Congress Center
Hamburg) - October 19, 2013
1. Things Have Changed
2. She Belongs To Me
3. Beyond Here Lies Nothin'
4. What Good Am I?
5. Pay In Blood
6. Waiting For You
7. Duquesne Whistle
8. Tangled Up In Blue
9. Love Sick
(Intermission)
10. High Water (For Charley Patton)
11. Simple Twist Of Fate
12. Early Roman Kings
13. Forgetful Heart
14. Spirit On The Water
15. Scarlet Town
16. Soon After Midnight
17. Long And Wasted Years
(encore)
18. All Along The Watchtower
19. Blowin' In The Wind
Copenhagen, Denmark - Falconer Salen -
October 16, 2013
by Lars Kjædegaard
Wonderful Wonderful show di Copenhagen - questo è stato il mio 16°
concerto di Dylan, ed è stato il migliore. Le canzoni uscivano come
perle su una stringa, Dylan ha cantato magnificamente, ogni parola era
chiara, e l'atmosfera sul palco era
rilassata e propositiva. Anche i brevi intervalli tra le canzoni erano
grandi, il tintinnio del pianoforte di Dylan, Sexton che faceva qualche
accordo e Recile che spazzolava il rullante. Aveva una sapore di
concerto vecchio stile che è stato grande. 'Forgetful Heart' è stata
sorprendente, 'Long And Wasted Years' sembrava come un abbraccio.
Ero con mia moglie, i miei figli e la fidanzata di mio figlio. E' stata
una notte che non dimenticheremo mai.
Grazie, signor Dylan.
Caro Mr. Tambourine,
la lettera di Riccardo Arrigoni è come una canzone di Bob, una di De
Andrè, una poesia di Leopardi e di tutti gli altri che sono riusciti ad
esprimere la propria interiorità usando un artifizio (l’arte, nel caso
di Riccardo la scrittura) che tutti noi vorremmo avere, perché tutti noi
proviamo le stesse cose, ma non abbiamo la capacità di farlo.
Forse potrà essere risultata strana perché non parlava direttamente di
Bob Dylan (eppure io ho percepito gli stessi dilemmi di Dylan, di Cohen,
di De Andrè, di Kurt Cobain……..e potrei allungare la lista di
compositori-poeti che in questo secolo hanno scritto quello che è dentro
di noi).
Tra tutte le lettere lette in questi anni su questo sito non solo questa
è quella che mi ha emozionato di più, ma credo sia anche quella che
parla in modo più profondo ed esemplare di Dylan ….. e non solo di lui.
Vorremmo incontrarlo e parlarci (che si chiami Paul McCartney o Bob
Dylan o qualsiasi altro ), ma forse anche no, ma sappiamo benissimo che
è come noi!, che prova le stesse nostre emozioni e debolezze …. Ce lo
hanno scritto chiaro e tondo (e ci piacciono quando cantano, non quando
fanno musica strumentale…..della colonna sonora di Pat Garrett e Billy
the Kid chi se le ricorda le strumentali?, non perché fossero meno belle
di Knockin, ma perché vogliamo sentire la voce (il più bello strumento
musicale), e perché quella voce ci fornisce frasi e concetti che noi
siamo abituati ed educati a capire fin dai sei anni.
Caro Riccardo, sei solo si, ma solo insieme a tutti noi altri (e
naturalmente anche insieme a Bob) ….. ma abbiamo qualcosa.
O.K. chiuso questo discorso tra il patetico e il surreale mi sembra che
non si parli del tour eureopeo!
Immaginavo sarebbe stato molto simile a quello americano, eppure…….19
canzoni (grazie Bob), forse molto più “calmo” che può essere sentito
anche da seduti, manca “Honest wiht me” con quella bella cavalcata di
batteria che è una delle mie preferite … và bè.
Non ho un orecchio musicale, ma la differenza tra i vari chitarristi non
la ho percepita (sicuramente c’era), ma il pianoforte l’ho sentito! E
anche la differenza degli arrangiamenti da Barolo in poi.
E’ per questo che vado ai concerti di Dylan ogni anno, perché ogni volta
è qualcosa di diverso ………….. ma forse anche con la speranza di trovarmi
davanti a Lui, scambiarci due parole in un inglese improbabile,
sfiorargli una mano e sentirmi esattamente come Riccardo. Ciao
Certamente hai saputo
cogliere più di me, o saputo leggere fra le righe della mail di Riccardo
meglio di me, lo spirito e l'emozione che animava il suo scritto.
Anch'io avevo letto fra le parole l'intenzione di comunicare un'emozione
anche se la lettera non parlava direttamente di Bob Dylan, ma tu hai
saputo interpretarla meglio. Riepilogando, un grazie a Riccardo per
averci scritto e un grazie a te per averci spiegato in modo bello e
semplice alcune cose che la mail conteneva e che magari qualcuno, me
compreso, non aveva avuto il tempo necessario per soffermarsi e carpirne il succo. La poca differenza fra i chitarristi solisti è
dovuta al fatto che volutamente Dylan non concede loro abbastanza spazio
per brillare, anzi, il caso di Charlie Sexton messo in quarantena a più
riprese la dice lunga, anche se oggi sembra che Charlie abbia ingoiato
tutti i rospi e stia molto più defilato rispetto ai primi mesi dopo il
suo ritorno nella band, cioè fino a quando Bob gli ha intimato lo stop
trasformando il ragazzo prodigio del Texas in un rassegnato sideman
turnista (spero di aver interpretato in modo giusto i fatti e le
ragioni, anche se non ne sono certo al 100%, quando lo incontrai faccia
a faccia a Barolo ed scambiai quattro parole con lui mi sembrò avere dei piccoli problemi diciamo di salute), ma
probabilmente il compenso è molto buono ed il rospo diventa più facile
da digerire. Degli altri due, Robillard se ne è andato sbattendo la
porta non gradendo il poco spazio a lui lasciato da Bob, e Linden ha
suonato solo in alcuni show, troppo poco per essere visto e sentito
bene. Per quanto concerne lo show attuale, a parte le 19 canzoni e la
pausa che non cambiano la struttura o il sapore del concerto, non vedo e
non sento una grossa differenza tra i concerti dell'anno scorso e quelli di
quest'anno, anche se qualche arrangiamento ha subito qualche variazione
le cose non si sono spostate tanto da poter dire che Bob stia proponendo
delle novità o qualcosa di diverso, ma come sappiamo tutti, queste sono
solo opinioni esclusivamente personali, sia le mie che le tue, ci
saranno certamente altri dylaniati che la vedono in modo diverso da me e
te, ma credo che sia giusto così, sarebbe terribilmente monotono se
tutti la pensassimo allo stesso modo! Alla prossima, Mr.Tambourine
Ciao, tempo fa qualcuno aveva postato un
centinaio di foto di Dylan sul vecchio sito Maggie's Farm intitolandole
"Le migliori 100 foto di Dylan" . Come si potrebbero rintracciare? Mi
sembra che erano all'interno delle discussioni settimanali.
Grazie. Mario
Le foto erano state mandate alla Fattoria da Elio
Rooster, ma arrivò solo ad 80, non fece in tempo ad arrivare a 100
perchè penso che Michele Murino abbandonò la conduzione della sua Fattoria prima che Elio
potesse mandargli le restanti, comunque se clicchi sui link che ho
elencato sotto potrai vedere le 80 foto. Alla prossima, :o)
MILANO: Teatro degli Arcimboldi -
Aspettando Bob Dylan 3
clicca qui
Sabato 19
Ottobre 2013
Hannover, Germany - Swiss Life Hall -
October 18, 2013
1. Things Have Changed
2. She Belongs To Me
3. Beyond Here Lies Nothin'
4. What Good Am I?
5. Pay In Blood
6. Waiting For You
7. Duquesne Whistle
8. Tangled Up In Blue
9. Love Sick
(Intermission)
10. High Water (For Charley Patton)
11. Simple Twist Of Fate
12. Early Roman Kings
13. Forgetful Heart
14. Spirit On The Water
15. Scarlet Town
16. Soon After Midnight
17. Long And Wasted Years
(encore)
18. All Along The Watchtower
19. Blowin' In The Wind
Mettiamoci più umanità in quello che
facciamo e non perdiamoci in idolatrie vane.
Non so bene perché scrivo a voi questa lettera, forse perché mi sento
legato da sentimenti quasi famigliari con questo sito o forse perché
persone che hanno gusti simili, seppur musicali, sono persone simili.
Probabilmente non é così e non c'è né nemmeno uno fra voi che mi
somiglia. Mi auguro che certe persone diano più importanza ai sentimenti
che alla grammatica.
Bisogna essere onesti per vivere fuori dalla legge.
Stamattina mi sono alzato relativamente presto, alle 9, avevo una cosa
da fare, che non é poca cosa. Dovevo andare ad Oxford Street 363
all'HMV, il Famoso negozio di dischi che riapre dopo anni..Mi preparo...
Ma rinvio la sveglia, avevo sonno, dormo fino alle 10.
Arrivo per le undici al negozio, e aspetto aspetto aspetto...mi accorgo
che non avevo il braccialetto...sapevo che ci voleva, bisognava fare un
test su Twitter.. Rispondere a poche domande molto semplici e inutili.
Come in molte cosa della vita, chi arriva primo vince. Io sono arrivato
21esimo.. Non un grande risultato. Ma se consideriamo che venivano
premiati con il prezioso braccialetto solo i primi venti.. Ne avevo
fallito l'obbiettivo di una posizione..un uno l'ho collezionato.
Il problema non sta in questi venti ovviamente, il problema sta nel
fatto che in 180 avevano il braccialetto, come avevano fatto? Non ero a
conoscenza di questo! Semplice, hanno dormito nel negozio il giorno
prima (ma come é possibile?).
Sempre queste persone maledette che dormono ai concerti, ma cosa credono
di trovare? Cosa vogliono dimostrare a dormire un giorno in negozio?!
Tutti c'è la possono fare! Eppure quando arrivi fanno i superiori e
dicono, siamo qua da ieri sera. Bravi!
Già, mi sono dimenticato di dirvi il soggetto di questa mia lettera!
Paul McCartney! Sarebbe venuto al HMV di Oxford Street 363 per firmare
autografi per il suo nuovo album (orrendo) e incontrare i fan! Ma solo
quelli con il braccialetto!
Insomma io sto aspettando. Aspetto le 15, sarebbe arrivato fra... 4
ore... Be avevo aspettato di più, potevo farcela.
Ce l'ho fatta! Arriva, tutti a fare foto, mezza Londra bloccata,
muratori che dall'alto dei palazzi si interrompono e guardano giù, tutti
con iPhone, iPad, cellulari, macchine fotografiche. Un tripudio di
flash. Paul scende dalla macchina e mi passa di fianco. Io non facevo
foto, pensavo a come fosse fastidioso. Non riuscivo nemmeno a tenere
aperti gli occhi. Ero in prima fila. Come in molti concerti di Bob..
Inizia a firmare gli autografi ai fan, é toccante. Gente che piange,
ragazze commosse. Arrivano una per una davanti alla scrivania di Paul.
Alcuni riescono a parlare, dicono poche frasi. Paul é sempre gentile.
Risponde e annuisce, spesso.
Arriva un fan con tatuaggi di Paul dappertutto. GIieli mostra. Paul non
sorride, lo rispetta, li guarda tutti attentamente, e fa anche domande.
Ma il tempo é poco, fugge veloce. Time passes slowly when you searching
for love...and then ( aggiunto da me) fades away..
Guardo molti volti di fan e non riesco a trattenermi. Poi appena entrato
aveva accennato o sole miooo. Quindi mi sentivo a casa. Allora faccio
finta di niente e mi immetto nella fila dei tipi fighi con il
braccialetto, quelli che hanno dormito lì la notte.
Arriva il mio turno. Tutto ok. Nessuno mi ha controllato se lo avevo o
no. Mi tolgo la giacca, perché avevano paura che gli facessi delle foto
ecc. GIiela porgo volentieri, avevo caldo e mi avrebbe fatto piacere uno
che me la tenesse.
Faccio un passo, poi un altro. Sono a un metro da Paul. Assaporo il
momento. Ehi Paul finally I can meet you!! Your album is not bad..(
mentivo, era orrendo) how are you? Nice to met you. Firmava il cd e
andavo via. 10 secondi a esagerare ci avrei messo.
Ovviamente, non andò così. Dopo il secondo passo, viene verso di me una
donna, che caso é? Sempre le donne.. Mi dice, tu non hai il
braccialetto! E io dico lo so mi si é rotto mi scusi, ignaro che ormai
ero arrivato, ci ero riuscito, era lì.
Portatelo fuori! Fuori? Ma per favore, sono qua dalle 10, ci metto 10
secondi, mi dispiace per il braccialetto.
Insomma mi hanno portato fuori. Non ci ero riuscito. La guardo. Mi
guarda. Dice, non hai il braccialetto, non puoi.
La guardo, dico, quello prima di me non lo aveva! E non aveva nemmeno il
cd! Lo ha comprato mentre era in fila, da uno che ne aveva due!
Mi sa che non ha capito cosa ho detto, si gira, mi guarda, e se ne va.
Rimango attonito. Non ci credevo. Ero a un passo. Cerco di non piangere.
Cammino verso la steinway hall, la via di fronte.
Fatico a trattenere le lacrime, escono prepotenti.
Giro la via ripasso all HMV, "via via lasciate libero il passaggio via
via, keep walking keep walking" Prendo la metro di Bond Street e me ne
vado.
Confesso di aver avuto
anch'io delle difficoltà nel capire il perchè hai mandato la tua mail a
Maggie' s Farm, ma tutto sommato va bene così, mi spiace solo che uno
come te, probabilmente anche fan di Bob Dylan oltre che di McCartney,
non sia riuscito ad avere l'autografo di Paul o perlomeno scambiare con
lui qualche
parola. Credo che tu abbia vissuto ugualmente una emozione ed abbia
voluto descriverla, e questo è positivo. In questo caso si trattava di
Paul, ma se si fosse trattato di Bob sarebbe stata la stessa cosa. Ti
ringrazio e se la prossima volta hai qualcosa che riguarda Bob Dylan non
esitare a mandarla. Ciao, Mr.Tambourine.
Venerdi 18 Ottobre 2013
Stockholm, Sweden - Stockholm
Waterfront Auditorium - October 13, 2013
by Simon Freeman
E’ stata una pura coincidenza di tempi che ha visto Dylan esibirsi a
Stoccolma alla fine della settimana nella quale ad Alice Munro è stato
conferito il Premio Nobel 2013 per la letteratura? Grandi come le sue
storie è sicuramente difficile pesare la validità della Munro al
confronto con Dylan, a mio avviso, quest'ultimo vince con molte distanze
di lunghezza.
Forse era l'impostazione della Stockholm Waterfront Congress che ha
aggiunto un classico incremento di sensibilità. Due nottate splendide,
ben eseguite, controllate , molto più che lo scorso autunno nel North
American Tour. Avevo partecipato agli shows di Chicago, Madison,
St. Paul e Milwaukee e le venue, con l'eccezione di St. Paul in
Minnesota, erano mezze vuote, lacere e timide. Bob usciva dopo un
raffinato anche se un pò ripetitivo Mark Knopfler.
L'attenzione per Tempest a Stoccolma è stato premiata, tutte le canzoni
in versioni molto più belle rispetto alle loro omologhe sull’album con
la possibile eccezione di Scarlet Town nella quale Bob non ha saputo
resistere a non fare il suo plinking e plonking sul pianoforte. Il pezzo
migliore è stato Long and Wasted Years - un vero pezzo di bravura nel
canto e con la chitarra di Charlie sensazionale.
Andate ai concerti e portate la vostra testimonianza.
Vorrei, se mi consentite, fare delle
prime valutazioni molto personali e ripeto molto personali sui pezzi
ascoltati delle prime serate nord europee. Mi sembra che le set list
siano molto ripetitive, salvo rare eccezzioni.
A me la prima cosa che salta agli occhi è che la band che lo accompagna
potrebbe dare molto di più, non fosse altro per la quasi scolastica
ripetitività degli accordi.
Per quanto riguarda la voce di Bob devo dire che mi piace sempre molto.
Lui è, come cantasse quasi da solo, e forse non sarebbe male.
Prendo lo spunto di queste poche riflessioni per ringraziare
Mr.Tambourine per il lavoro davvero eccezzionale che svolge, dandoci la
possibilita' di ascoltare il mattino dopo il concerto, pezzi dello
stesso.
Sei davvero grande, Marcello
Caro Marcello
lasciami dire che anche tu sei davvero grande, l’anno scorso a Barolo
sei stato un faro nella notte per moltissime persone che stavano intorno
a te dicendo loro i titoli dei pezzi che Bob stava cantando. Detto
questo, sembra che l’unica differenza tra i concerti 2012 e 2013 sia
questa novità della pausa a metà concerto, il resto è rimasto invariato
credo per precisa volontà dello stesso Bob. Anch’io come molti altri
fans vorrei qualche novità che cambi la ripetitività dei concerti,
intendo dire che andare a Milano, Roma o Padova quest’anno sarebbe
esattamente uguale che essere stati a Barolo lo scorso anno, e questo
non incoraggia certo la decisione di partecipare al concerto, visto
anche i prezzi di quest’anno (dai 70 ai 95 euro) rispetto al costo del
biglietto di Barolo che era di 29 euro. D’accordo che un concerto di Bob
è un “evento” al quale non si dovrebbe mancare, un’occasione di passare
un paio d’ore ascoltando ancora una volta le canzoni del nostro,
respirare la stessa aria, essere distanti da lui solo pochi metri,
condividere un pezzettino minuscolo della nostra vita con la vita
dell’artista che così tanto significa per tutti noi. I miei desideri per
vivacizzare i concerti li ho già espressi molte volte ma li ripeterò
un'altra volta sperando di non annoiare nessuno. Fermo restando che la
voce di Bob, anche nelle attuali condizioni, è sempre suggestiva, vedrei
molto bene un vero pianista al grand piano ed un vero organista alla
tastiera, tutti potremmo godere molto più delle espressioni del viso di
Bob con dei maxi schermi, e per finire non pensate che un paio di pezzi
acustici con Dylan solo sul palco con la sua chitarra e la sua armonica
sarebbe di nuovo una bella emozione? E non necessariamente dovrebbe
cantare “Blowin’ “ o “The Times They are a Changin’ “, non sarebbe
emozionante sentirlo cantare e suonare in questo modo Long and Wasted
Years o Workingman Blues # 2?
Per quanto riguarda i filmati postati il giorno dopo lasciami dire che
il merito non è mio ma di coloro che, appena finito il concerto, tornano
a casa e caricano i video su Youtube, comunque ti ringrazio per le belle
parole. Un saluto a te e tua moglie, Mr.Tambourine.
Copenhagen, Denmark - Falconer Salen -
October 16, 2013
1. Things Have Changed
2. She Belongs To Me
3. Beyond Here Lies Nothin'
4. What Good Am I?
5. Pay In Blood
6. Waiting For You
7. Duquesne Whistle
8. Tangled Up In Blue
9. Love Sick
(Intermission)
10. High Water (For Charley Patton)
11. Simple Twist Of Fate
12. Early Roman Kings
13. Forgetful Heart
14. Spirit On The Water
15. Scarlet Town
16. Soon After Midnight
17. Long And Wasted Years
(encore)
18. All Along The Watchtower
19. Blowin' In The Wind
Stockholm, Sweden - Stockholm
Waterfront Auditorium - October 12, 2013
by Anders Tidström
Bobby è atterrato in sicurezza Sabato in Svezia per tenere un concerto
della notte al Waterfront auditorium di Stoccolma.
E ... ci ha dato uno spettacolo vivace e grande fin dall’inizio.
Nessun annuncio vecchio stile, semplicemente le luci sul palco quando la
band è entrata (con dieci minuti di ritardo). Bello , non abbiamo
bisogno di leggere il suo curriculum per conoscere Dylan, lui ha dato un
contributo competente ed eccezionale alla musica contemporanea ... e
altro ancora .
Bob ha aperto al centro della scena, con il microfono e nessuno
strumento. Un inizio coraggioso.
Il canto nudo e crudo e l'uomo che danza , salutando il suo pubblico con
“Things Have Changed”. La statuetta dell’Oscar era come al solito
appoggiata su di un amplificatore vicino a Dylan. Un trofeo degno, una
mascotte ? C'è, ovviamente, un bel rapporto artistico tra Bob e Charlie
Chaplin che sul palco è palese e continuo. Sicuramente i due artisti
condividono lo spirito, quando Bob è sul palco assomiglia troppo a
Chaplin! Ma per cambiare questa era una notte nella quale Dylan non
portava cappello ... il che significa che ha lasciato il suo cappello a
terra fino a quando lo spettacolo era finito. Arena esaurita (circa 3000
persone) e suono eccellente, poche luci che sembravano una notte con un
mite chiaro di luna, senza spot bianchi e solo un nero morbido sfondo
dietro la band. His Bobness con un bel vestito nero con un pò di sobrie
decorazioni d'argento sui pantaloni – sembrava quasi un torero
messicano.
Bob rimase al centro per “She Belong To Me”. Ricordo che nel 1966 Dylan
ha iniziato il concerto al centro della scena alla Stockholm Concert
House con questo brano ! Identico a 47 anni fa, allora perchè non aprire
con una nuova versione di “Leopard Skin Pill Box Hat” per l'occasione ?
Bob si porta dietro il pianoforte a coda e “Beyond Here Lies Nothin' “
risuona nell'aria . Dylan e la sua band stanno seguendo la scaletta da
Oslo (10 ottobre) con due sole eccezioni: Blind Willie Mc Tell, aggiunto
prima della pausa e Thunder On The Mountain al posto di Summer Days.
No, nessuna nostalgia! Noi amiamo roba vecchia e nuova , originale o
totalmente riarrangiata. Stasera siamo stati premiati con sei canzoni da
Tempest, Pay in Blood, Duquesne Whistle, Early Roman Kings, Scarlet
Town, Soon after Midnight e Long and Wasted Years. Tutti i sei brani
sono stati eseguiti con grande calore e sentimento e questo ha dato una
speciale atmosfera dinamica a tutto il concerto.
“Simple Twist Of Fate” e “Thunder On The Mountain” sono andate diritte
al mio cuore. Poesia sottile, melodie armoniche e una band con una resa
davvero enorme. In precedenza “It's Alright Ma I’m Only Bleeding” è
stato davvero dondolante e il violino di Donnie Herron era eccellente.
L'intero concerto è stato uno spettacolo di prima qualità.
Un fan di Bob come me può essere un povero critico, ma faccio del mio
meglio, ho notato una versione un pò ruvida di Blowin' in The Wind”.
Dylan ha fatto diversi gesti e passi di danza sul palco, davvero belli.
Ha suonato l’armonica solo in un paio di canzoni e la maggior parte del
tempo ha cantato e suonato dietro al pianoforte a coda.
Infine, quando ho visto Bob per la prima volta, nell’aprile del 1966 ,
la sua set list era di otto canzoni più corta di quella di questa sera e
anche lui era più di un'ora in ritardo. Chiaro che Bob era molto più
vecchio allora e molto più giovane ora!
Cari fratelli.... e sorelle dylaniati/e,
forte del mio oramai riconosciuto dinamismo mi appresto a fare alcune
considerazioni :
Caro Ardez, rispetto le tue personalissime opinioni ed ammiro il tuo
anticonformismo, deve essere una cosa di famiglia, anche tuo cognato è
sempre andato per la sua strada :-)))
Sulle opere e i concerti del nostro eroe ognuno ha le sue liste, però
non condivido affatto il giudizio su Knopfler.
A PADOVA i quattro brani con Knopfler al fianco di Bob sono stati i
migliori del concerto, la sua "mano" io l'ho sentita, e molto, fosse
rimasto tutto il concerto sarebbe stata una libidine.
Su SP stasera l'ho riascoltato ancora, ma proprio non ci sento nulla di
buono, non riesco a sentire Dylan che canta come Bobby Solo "Blue Moon",
non ce la faccio proprio... se proprio devo salvare qualcosa, salvo la
cover di "The Boxer".... a proposito, la seconda voce di chi è ?
....sarà mica Paul Simon ? .... Mr. Tambourine, illluminami tu !!!
Ti illuminerò caro Maurizio, la seconda voce di
The Boxer è cantata da Dylan stesso che imita Paul Simon!
Cara Maria Rosa, il tuo intervento mi ha
fatto assai ridere, se vieni a Padova ti offro "un goto de proseco"
(trad. = un calice di prosecco), noto vino frizzante locale che qui si
offre solo a gente simpatica !!
All'Alcatraz mi è bastato uscire all'ultimo verso di Blowin', ho scelto
pero' il lato sbagliato delle transenne, contrariamente a Murino
(vecchia volpe !), l'occasione è stata buona però per conoscerlo, non mi
ero reso conto chi era, mi sono accorto solo quando mi ha dettato
l'indirizzo mail a cui inviare il video che gli avevo fatto!
Preciso che il commento sull'abbandono del pubblico era riferito alla
bellissima esibizione di Padova del 2011 e non di Milano, li non c'ero.
Fare concerti di mercoledì sera in una città come Padova si corre sempre
il rischio che il pubblico ad un certo punto vada a nanna, soprattutto
se si tira fino a mezzanotte. A Padova non ci sono mai stati problemi di
trasporti, l'organizzazione è
molto "militaresca", come ho già detto.
Il nostro eroe però mi piacerebbe vederlo suonare in alte location, per
esempio il mio sogno è vederlo nella bellissima Piazza degli Scacchi di
Marostica, nel 1991 ci suonò anche De Andrè (parte del concerto è
documentato nell'ultimo monumentale cofanetto live)
Mi sono sempre chiesto chi bisogna interessare di una proposta del
genere? ... a chi bisogna "chiedere" un'evento del genere
???D'Alessandro e Galli ? Il tour manager di Dylan ? ...sindaco ? giunta
??
Mr. Tambouirine, visto che hai già la torcia in mano, re-illuminami !
Ciao a tutti, Maurizio
Credo che prima di tutto
debba essere l'amministrazione della città (assessorato alla cultura)
che sarebbe anche quella che dovrebbe "cacciare i picci" per pagare Bob,
poi dovrebbe essere la stessa amministrazione a contattare D'Alessandro
e Galli (promoter esclusivi di Dylan per l'Italia) per organizzare
l'evento.
Copenhagen, Denmark - Falconer Salen -
October 15, 2013
1. Things Have Changed
2. She Belongs To Me
3. Beyond Here Lies Nothin'
4. What Good Am I?
5. Pay In Blood
6. Waiting For You
7. Duquesne Whistle
8. Tangled Up In Blue
9. High Water (For Charley Patton)
(Intermission)
10. Summer Days
11. Simple Twist Of Fate
12. Early Roman Kings
13. Forgetful Heart
14. Spirit On The Water
15. Scarlet Town
16. Soon After Midnight
17. Long And Wasted Years
(encore)
18. All Along The Watchtower
19. Blowin' In The Wind
Cancio caro...o meglio...Cancio e
basta... ri-confermo tutto ciò che ho detto e continuo a dire su BOTT,
su Knopfler (va bè..alla terza canzone sono scappato con altri, non ne
potevamo più, ma almeno non abbiamo disturbato la sua monotona
esibizione, o meglio, a detta di molti altri che ho sentito visto che
sono uscito ad aspettare che entrasse Bob), su Saved, su Shot Of Love
(grande disco...come tutti e tre quelli d'ispirazione cristiana...per
me!!) su Down in the Groove, su SP e ti pregherei di non permetterti più
di mettermi parole in bocca che neanche penso lontanamente..credi forse
che non capisca niente di musica? Be, dal tuo pulpito di ciò che vuoi,
ma la musica è da quando sono nato che è il mio pane quotidiano e sono
cresciuto fra musicisti e continuo tutt'ora a frequentarli visto che
faccio anche quello...soprattutto quello..qualche cover e roba mia
soprattutto. Parlando di Dylan ho un ottimo dylanologo come cognato di
cui non sto qui a dire il nome altrimenti passerei per vanitoso o
altrimenti ti nasconderesti dalla vergogna, ma che Mr. Tambourine ti
potrà confermare se mai ti dovesse interessare chi sia (e su molte cose
la pensiamo uguale, su altre, giustamente e da persone libere di
pensiero un po' meno). Io da quando seguo Bob, ovvero dall'uscita di
Time Out Of Mind, non ho mai ascoltato cosa dicevano su questo o quel
disco, altrimenti sarei partito, anche se non è da me, prevenuto
nell'ascoltarlo; facendo come ho fatto invece ho potuto ascoltarli per i
fatti miei e dare un mio personale parere a tutta la sua discografia
ufficiale e non, che col passare degli anni a volte si è modificata
lievemente, un po' perché in determinati periodi mi andava bene un
determinato genere del Nostro e a volte un altro...poi ho cominciato a
parlare e a frequentare anche altri dylaniani-dylaniati-dylanologi, ma
resto soprattutto un grande fans del Dylan degli anni in cui l'ho
scoperto fino a quello attuale...e la prossima volta parla per te se
vuoi dire certe cose che a me non appartengono. Grazie e tanti saluti.
(Mr. Tambourine scusa lo sfogo, ma che altri parlino per me dicendo cose
non vere non mi va).
Daniele Ardemagni "Ardez"
Carissimi Daniele e
Cancio, avete il sacrosanto diritto di avere e di esporre le vostre
opinioni e vedo che le avete espresse chiaramente ma civilmente, cioè
senza i soliti insulti inutili. Questo vi fa onore e mi rende felice e
fiero di essere riuscito ad avere discussioni dove i lettori come voi si
contrastano e si combattono con l'arma dell'eleganza formale. I giudizi
a volte sono duri, come è giusto che possano essere, ma mai in modo da
dar fastidio. Voto AAA!!!!!!
Accidenti, Mr. Tambourine, che bella
discussione!
Avevo già in mente di rispondere qualcosa a Daniele e Maurizio, ma poi
stamattina è passato Simone (Ciancio) e ha dato fuoco alla miccia, con
la nonchalance di un gentleman che passeggia con un candelotto di
dinamite nella tasca del cappotto... :-)
A me piaci Daniele "Ardez", mi piace la passione con cui scrivi e molte
volte (non sempre!) anche le cose che dici... ma questa volta con
Knopfler mi pare che tu sia stato veramente ingeneroso, non se lo merita
proprio! Certo è molto lodevole da parte tua aver passato il tempo del
suo concerto al bar e a fare shopping invece che a tirare bussolotti sul
coppino ai fan di Knopfler (ce n'era qualcuno che se lo sarebbe proprio
meritato!), facevi così anche a scuola quando non ti piaceva una
lezione?!! :-)))
Sempre a proposito di questo concerto, a Maurizio (Longo) volevo fare
una chiosa in merito alla fuga del pubblico alle 23.30: credo si sia
trattato soprattutto di una questione di trasporti... Quella sera, ebbi
anch'io l'idea di brillante di andare al concerto con la metro, insieme
ad alcuni amici. Naturalmente non mi passò nemmeno per la mente di
lasciare il concerto prima della fine. Al termine, quando arrivammo di
corsa in stazione, insieme ad altri mille, scoprimmo che l'ultimo metrò
ci stava passando proprio sotto il naso... come rientrare a casa, a
mezzanotte passata, sortendo dalla bruma di Assago? Alle nostre proteste
alla fine qualcuno si impietosì e venne tirato fuori dai depositi un
treno che ci riportò in città. Poi ho scoperto che questa è una annosa
questione che si ripropone regolarmente (è successo recentemente
all'ultimo concerto di Peter Gabriel) e che contrappone Atm (l'azienda
tranviaria milanese) agli organizzatori dei concerti, in merito a chi
dovrebbe pagare le corse aggiuntive. (Come questo si concilierà con la
Milano dell'Expo non so dirlo...)
Devo poi dire, caro Maurizio, che sono profondamente ammirata dal tuo
vitalismo! C'ero anch'io all'Alcatraz e, appena finito il concerto, me
ne stavo ancora lì a meditare su Dylan che attraversava il palco a
grandi falcate ruggendo: "I cant't wait, wait for you to change your
mind" quando sono stata quasi travolta da due barbari all'inseguimento
del Walhalla... poi ho saputo che c'era stata una corsa a catapultarsi
fuori dal locale per omaggiare il vate in libera uscita da Alcatraz... e
mentre io galleggiavo ancora nella mia dimensione sonno/veglia, tu avevi
già scattato una foto a Michele Murino intento a dare il cinque a Dylan,
ti eri organizzato mentalmente una recensione critica del concerto
rapportato a quelli degli ultimi 10 anni e, se qualcuno non fosse stato
ancora soddisfatto gli avresti regalato anche una box vuota
dell'edizione de luxe di ASP a mo' di ciapapulver ("prendipolvere", cioè
soprammobile in milanese)! Fantastico! Nemmeno in dieci vite io
riuscirei a raggiungere una prestazione del genere! Scusa se ho
scherzato un po', Maurizio, non ti arrabbiare (e il riferimento alla box
era volutamente asincronico dal punto di vista temporale...) sicuramente
l'ho scritto perché ti invidio molto!
Ma tutto questo divagare mi consente di introdurre una piccola
digressione sul concetto di tempo in Dylan e sul tempo che noi viviamo
quando andiamo a un suo concerto. Per far ciò mi riallaccio a un saggio
di Alessandro Carrera, pubblicato nella nuova edizione di "La voce di
Bob Dylan" (Feltrinelli, 2011) intitolato "Tangled Up in Blue - Storie
che fermano il tempo" (ecco qualcuno che "sa" le cose, Massimo, non
certo io!). Non farò al prof. Carrera il torto di riassumere malamente
il suo scritto (se volete andate a rileggervelo!), gli sto già facendo
quello di citarlo, spero non in modo troppo sconclusionato... Dirò solo,
per quello che è funzionale al mio discorso, che il saggio parte dalla
vocazione pittorica di Dylan, che lo porta a seguire (nel 1974) le
lezioni di pittura di Norman Raeben, figlio di Shalom Aleichem (Shalom
Rabinovitz) il padre della moderna letteratura yiddish. Raeben gli
insegna "a far sì che la testa, la mente e l'occhio comunichino fra di
loro, a realizzare visivamente quello che è reale". Così Dylan imparò
non solo a dipingere, ma anche a scrivere canzoni come se stesse
dipingendo. Imparò cioè che "il soggetto di una canzone è
necessariamente un'illusione di tempo" e che, come ci dice Carrera, i
dipinti e i film sono "strumenti per fermare la percezione dello
scorrimento temporale". Dylan però è un poeta della memoria e non del
ricordo e i suoi autoritratti non sono autobiografici nel senso che non
raccontano la sua vita, ma sono archetipi per raccontare la Storia e le
storie. In quegli anni era attraversato da visioni, da storie, da
immagini viste e sognate che metteva in versi e dipingeva ma ancora non
cantava le sue canzoni come se stesse dipingendo. Comincia a cercare una
nuova voce alla fine degli anni Ottanta e la trova (o è la voce a
trovare lui, o forse è l'unica voce che gli è rimasta) nel nuovo
millennio.
Così quando in "Things Have Changed" canta "If the Bible is right, the
world will explode" ("Se la Bibbia ha ragione, il mondo esploderà") sa
che noi viviamo in un'eterna diretta-differita questa annunciata
esplosione (fine o inizio del tempo?) continuamente rappresentata
intorno a noi a nostro monito e, contemporaneamente, a nostro
intrattenimento. Così Dylan, in quel palcoscenico senza fine, circolare,
sul quale interpreta, in un continuo ritorno, il suo divenire poetico
non dimentica mai che "ieri, oggi e domani stanno tutti nello stesso
spazio"* e ci fronteggia sfidandoci a seguirlo in quella dimensione. Una
dimensione dove (per dirla ancora con Carrera, anche se credo che lui la
intendesse in un altro senso) " l'ossessione amorosa si spezza contro
l'impossibilità di possedere un oggetto d'amore che non è affatto un
oggetto e che non può essere posseduto "** Così come, aggiungo io,
l'ossessione di "possedere" il proprio tempo, di dominarlo non è che
un'illusione, si può solo tentare (e se si è fortunati riuscire) di
fondersi in esso. Lì, allora, chiedersi chi domina chi non ha più nessun
senso.
Un abbraccio a tutti, Maria Rosa
* Da un'intervista a Jonathan Cott del 1978
**Ancora dallo stesso saggio di Alessandro Carrera contenuto in "La voce
di Bob Dylan", 2011, a cui faccio riferimento in tutto il testo
Caro Mr. Tambourine,
nel suo interessante saggio Francesco Alunni, fa delle azzeccatissime
osservazioni, tra le altre, in particolare, su Memphis Blues Again, una
canzone che mi ha sempre intrigato. Una cosa che può rendere perplessi è
da dove Dylan tiri fuori la città di Mobile. A questo proposito c'è una
singolare coincidenza, rilevata per la prima volta, che io sappia, dal
filosofo Robert Bernasconi in un articolo ripubblicato nella raccolta
Theorizing Multiculturalism:
“L’ultima nave di schiavi che raggiunse gli Stati Uniti fu rimorchiata a
Mobile in Alabama, sotto la copertura dell’oscurità notturna nell’agosto
del 1859. Il trasporto di schiavi dall’Africa era illegale per le leggi
degli Stati Uniti fin dal 1808. Tuttavia Timoty Meaher, un costruttore
di battelli a vapore di Mobile aveva scommesso con qualche Nordista una
consistente somma di denaro che fosse ancora possibile eludere le ronde
di perlustrazione che bloccavano il commercio Atlantico di schiavi. Per
vincere la scommessa ingaggiò William Forster come capitano della
Clotilde, un veloce bastimento specificamente costruito per il compito.
Forster trasportò 135 schiavi comperati dal Dahomey, che li aveva
catturati in una recente guerra. Gli africani non potevano naturalmente
essere venduti pubblicamente su Royal Street dove le aste di schiavi si
tenevano sempre, Così Meaher li distribuì ad un certo numero di suoi
conoscenti. Egli tenne 32 africani per sé in un piccolo villaggio fuori
mano vicino al suo cantiere navale e alla sua segheria. Dopo
l’emancipazione, gli africani, che non erano mai stati registrati come
schiavi furono impossibilitati a guadagnare abbastanza denaro per
ritornare in Africa come volevano. Essi erano “Stuck inside of Mobile”
chiusi dentro Mobile. Per fare il possibile nella loro situazione,
comprarono un po’ di terreno da Meaher e si organizzarono come una
comunità che in seguito fu conosciuta come Africa Town. Anche se Mobile
ha una ricca storia in cui stratificazioni spagnole, francesi e inglesi
sono rimaste visibili nella sua architettura, Africa Town mostrò una
notevole attrazione. Dopo il 1890 il giornale locale diceva questo degli
abitanti della "colonia Africana": essi si mescolano molto poco con gli
altri negri e preservano molti dei loro costumi originali, usano il loro
nativo linguaggio, parlano l'inglese con difficoltà e sono governati da
una regina di loro scelta. Hanno guadagnato un'alta reputazione di
onestà e industriosità e la loro colonia è giustamente considerata come
una delle curiosità di Mobile."(1)
A parte gli articoli di giornale dell'epoca (le voci correvano), il
primo resoconto sistematico pare essere stato quello di Emma Langdon
Roche in "Historic Sketches of the South", resoconto un po'
paternalistico sullo stile "poveri e industriosi selvaggi", ma si era
nel 1914. Il testo è liberamente scaricabile dall'Internet Archive e
contiene diverse fotografie originali. (2) Nel 1928 Zora Neale Hurston
filmò Africa Town e l'ultimo sopravvissuto del Clotilda, Cudjo Lewis:
“Riflettendo sui suoi 68 anni sul suolo Americano e sui 5 di schiavitù,
Lewis ha fornito un racconto di dolorosa perdita; aveva sepolto i suoi
tre figli e la moglie e desiderava tornare nel luogo della sua
fanciullezza in Ghana. Lewis descriveva anche momenti di grande
felicità, come quando i Confederati fuggirono da Mobile nell'Aprile del
1865 e raccontava che …"Dopo che ci liberarono, credimi, eravamo così
contenti che facemmo un tamburo e cominciammo a suonarlo… [come se
fossimo] in Africa." Le Nazioni Unite usarono questo racconto nel Marzo
del 2009 per commemorare le vittime del commercio di schiavi
trans-Atlantico e per illustrare momenti emblematici in cui gli Africani
avevano rivendicato la loro libertà.” (3)
Negli ultimi anni c'è stato un risveglio dell'interesse riguardo questa
storia, Lewis ha avuto il postumo onore di finire sulla copertina di un
libro e la storia, a parte piccoli dettagli sul numero dei deportati
resta sostanzialmente confermata. (4)
Africa Town, che si collocava a nord di Mobile, è stata oggetto di studi
archeologici e conservativi da parte del William&Mary College di
Williamsburg, che ha avviato l' Africatown Archaeological Project. A
Cudjo Lewis è stato pure dedicato un busto commemorativo, che nel 2011,
a testimonianza del fatto che i cretini sono ubiquitari, ha subito un
atto di vandalismo. (5)
Questi poveretti, che non essendo né schiavi né liberi dal punto di
vista della legge non esistevano, si trovavano in una situazione
paragonabile ai figli di stranieri nati in Italia, confinati in una
terra di nessuno, un limbo edificato dall'umana imbecillità. Non
potevano essere né comprati né venduti, ma non potevano nemmeno
circolare liberamente. Erano chiusi dentro un'enclave dove vivevano
seminascosti, in una società che faceva finta di non vederli.
Paradossalmente i discendenti delle persone vissute ad Africa Town sono
le sole, tra gli schiavi americani, a conoscere la loro origine, le loro
originali tradizioni, a tramandare i veri nomi dei loro antenati.
A questo punto possiamo chiederci: ha in qualche modo a che fare, questa
vicenda, con la canzone di Dylan? Ovviamente la domanda rimarrà per
sempre senza risposta a meno di un (improbabile) pronunciamento diretto
dell'autore. Quello che si può dire è che si aggiunge alle tante
coincidenze possibili che si trovano nelle canzoni di Dylan. Molti
indizi sono presenti, come la sua consuetudine ad accennare a fatti
storici precisi, quasi dimenticati o rimossi, ma dall'alto valore
simbolico; la collocazione temporale, attorno alla Guerra di Secessione,
periodo da cui il nostro Bob attinge spesso e che conosce
approfonditamente; la convinzione della sostanziale immutabilità dei
problemi che affliggono la condizione umana, che potrebbe averlo guidato
ad una metafora antica di alienazioni moderne, poiché condurre una vita
senza senso, chiusi in un ciclo ripetitivo, può adattarsi egualmente
bene all'africano del Dahomey deportato a Mobile che alla contemporanea
schizofrenia del vivere urbano. Naturalmente si tratta solo di una
supposizione, ma la sensazione di essere chiusi dentro una situazione
dalla quale non si può uscire e a cui ci costringono forze infinitamente
superiori alla nostra volontà è un tipo di alienazione molto moderna che
si addice quasi letteralmente all'esperienza inflitta a questi africani
prigionieri in una strana terra di mezzo all'interno di un pianeta
sconosciuto.
Note:
(1) Robert Bernasconi, “Stuck Inside of Mobile with the Memphis Blues
Again: Interculturalism and Conversation of Races”, in Theorizing
Multiculturalism: A Guide to the Current Debate, a cura di Cyntia
Willett, Blackwell Publishing, 1998.
Caro Miscio, la tua
disquisizione sull'argomento è veramente intrigante, anzi, potrebbe
anche essere proprio l'ispirazione di Dylan per quella canzone, peccato
che non potremo mai sapere la verità, ma non importa, questo non rende
il tuo lavoro meno importante, significativo ed interessante. Le tue
parole mi hanno interessato moltissimo, spero sia stato così per molti
altri lettori della Fattoria. Un grandissimo grazie, Mr.Tambourine, :o)
Ciao Spettral sono Valerio Billeri..ho
partecipato a 2 edizioni del vostro folk fest....ti invio il mio nuovo
cd...contiene una versione di blacjack davie ( gia cantata da bob e che
ha ispirato tin angel...)..se vuoi la puoi mettere gratuitamente sul
sito..cosi mi fai un po di pubblicita' che x la nostra musica
ultimamente e' vitale...ciao da V.
Ciao Valerio, mi ricordo benissimo di voi, ti
ringrazio per il CD ma il file per il sito è troppo grande, il server di
aruba non accetta file più grandi di 5 MB, però se metti qualche filmato
su youtube posso linkarlo facilmente sul sito e farti tutta la
pubblicità che vuoi. Con un pò di calma lo ascolterò volentieri, un
grazie ancora, un saluto a te e tutti i ragazzi dei Pezzi D'Assemblaggio
(se ancora si chiamano così). Mr.Tambourine, :o)
Lunedi 14 Ottobre 2013
Stockholm, Sweden - Stockholm
Waterfront Auditorium - October 13, 2013
Stockholm, Sweden - Stockholm Waterfront
Auditorium - October 13, 2013
1. Things Have Changed
2. She Belongs To Me
3. Beyond Here Lies Nothin'
4. What Good Am I?
5. Pay In Blood
6. Waiting For You
7. Duquesne Whistle
8. Tangled Up In Blue
9. High Water (For Charley Patton)
(Intermission)
10. Summer Days
11. Simple Twist Of Fate
12. Early Roman Kings
13. Forgetful Heart
14. Spirit On The Water
15. Scarlet Town
16. Soon After Midnight
17. Long And Wasted Years
(encore)
18. All Along The Watchtower
19. Blowin' In The Wind
Caro Daniele, mi sembra di leggere, dal
mio niente, una spolveratina di anticonformismo che a te piace
aggiungere alla fine di ogni pietanza che servi al tavolo di "Maggie's
Farm".
Ognuno ha le sue opinioni, questo non è vero, è sacrosanto ma alcune tue
osservazioni - chiamiamole così - a me risultano provocatorie o meglio,
non vere. E, con questa mia lettera, ti dimostro che sei risucito
nell'intento di stuzzicare l'animo di un altro lettore della Farm
(mission accomplished!)
Credo però - permettimi di farlo - che tu in fondo non sia quello che ti
mostri: credo che tu ami alla follia "Blood", che "Down in the groove"
ti faccia schifo e che anche tu sia convinto che Knopfler quella sera a
Milano suonò della Musica, mentre la band di Dylan ci provò soltanto
(sempre secondo il mio parere...).
Purtroppo Dylan relegò Knopfler alla stessa stregua di Charlie (cioè
comparsa...) e qui sta la pecca del grande Bob: avere sul palco due
chitarristi che possono fare ciò che vuoi e servirtene per togliere i
coriandoli dal palco a festa finita!
Ricollegandomi alla tua similitudine, è come avere due luminari a
disposizione e consultarli per un banale raffreddore ma come sappiamo,
Dylan è Dylan anche in questo...ma dire che Knoplfer ha rovinato il
concerto di Dylan per essere stato sul palco con lui 15 minuti è
straordinariamente dolce da parte tua!
Abbiamo anche capito che BOT non ti piace affatto (anche se continuo a
non crederti...), che "Shot of love" è grandioso come del resto "Saved"
e che SP è una merda che profuma di cioccolata, ma per una volta esci
allo scoperto and join us (come diceva il grande John) nel club di
coloro che la malattia della presunzione l'ascoltano soltanto e non
tentano di applicarla (disordinatamente) nella vita di tutti i giorni, e
vedrai che BOT non uscirà più dal tuo lettore...in fondo sei il più
dolce di tutti noi Dylaniati.
Con vero affetto, Simone (Cancio)
Stockholm, Sweden - Stockholm
Waterfront Auditorium - October 12, 2013
1. Things Have Changed
2. She Belongs To Me
3. Beyond Here Lies Nothin'
4. What Good Am I?
5. Pay In Blood
6. Duquesne Whistle
7. Tangled Up In Blue
8. It's Alright, Ma (I'm Only Bleeding)
9. Blind Willie McTell
(Intermission)
10. Early Roman Kings
11. Simple Twist Of Fate
12. Thunder On The Mountain
13. Forgetful Heart
14. Spirit On The Water
15. Scarlet Town
16. Soon After Midnight
17. Long And Wasted Years
(encore)
18. All Along The Watchtower
19. Blowin' In The Wind
Mah..Maurizio Longo....io il concerto
congiunto col "muratore in pensione" (Mark Knopfler appunto) l'ho visto
a Milano nel 2011 e direi che è stato il concerto, insieme a quello del
2009, il più triste di Bob che abbia visto...ma questo non per colpa di
Bob che era in forma strabiliante come ho ricominciato a vederlo dal
concerto del 2010 di Padova, ma per l'inutile presenza sul palco dell'ex
Dire per i primi 3 pezzi quando già c'era Sexton che bastava e avanzava
(come se tu andassi per curiosità a farti dire da due medici bravissimi
che cos'è quel malessere che senti ma entrambi ti danno due diagnosi
diverse....alla fine si genera solo confusione ed è meglio andare da uno
e farsi seguire da quello a mio avviso...e sul palco la presenza del
"muratore" ha generato solo caos)...secondariamente "succhiarmi" più di
un'ora di Knopfler prima di ascoltare Bob è stato pesantissimo..infatti
alla 3° canzone sono andato al bar e a comprarmi una maglietta. Terza
cosa la maleducazione dei fans di Knopfler che non sono stati zitti
durante l'esibizione di Bob e per ascoltarlo decentemente ho cambiato
ben quattro volte posto...Quello del 2010 a Padova lo trovai invece
fantastico (come quello del giugno 2011 all'Alcatraz, quello dello
scorso anno a Barolo, del 2002 e 2007 a Milano, del 2008 a Bergamo e
quello del 2001 a Brescia, il migliore fin'ora) oltre che per averlo
visto in gran forma anche per la scelta della scaletta dove c'erano fra
le altre chicche Under The Red Sky, Workingman Blues e Masters Of War.
Comunque la scaletta di questo nuovo pezzo del NET mi sembra buona, non
fosse altro che ci sono ben 5 brani tratti da Tempest (e vai!!!) almeno
fin'ora. Poi si vedrà se cambierà qualcosa in questi venti giorni.
Quanto a Self Protrait non l'ho mai trovato così brutto, anzi (e questo
BS 10 lo sta facendo riapprezzare a molti), e Down in the Groove è da
rivalutare assolutamente come del resto Saved e Shot of Love..e
svaluterei un pò Bood On The Tracks una buona volta (ma questo già lo
sapete..non lo considero brutto ma enormemente triste e fatto di
arrangiamenti noiosi, sia quello delle session di New York sia quello
ufficiale...ma forse, data la tematica principale dell'album erano
giusti così, piuttosto scarni. Certo non consiglierei di ascoltarlo e
leggere in parallelo "I dolori del giovane Werther" di Goethe o dopo che
ci si è lasciati con qualcuno...quel disco mi ricorda terribilmente quel
libro, bello ma...da maneggiare con cura)...poi ognuno ha i suoi pareri,
ma peggio ancora ha le sue verità in tasca...e con Bob non ci sono
verità assolute.
Un Abbraccio e a presto.
Daniele "Ardez" Ardemagni
Oslo è la mia città natale e , naturalmente, è bello vedere Dylan lì .
Era il mio 10° show di Dylan . Ho visto 4 concerti vicini a Oslo e 4 in
un’altra città della Norvegia e ho perso solo 3 dei suoi concerti in
Norvegia . Ciò significa che ho seguito Dylan dal 1981 fino alla scorsa
notte. Credo di essere uno dei pochi norvegesi che hanno visto Dylan
dall'inizio di quest'anno ( 3 concerti in aprile negli Stati Uniti + 4
concerti a luglio Stati Uniti / Canada) . Mi è piaciuto tutto di quei
concerti e questo mi aveva reso un pò nervoso prima del concerto qui ad
Oslo . Può essere deleterio avere aspettative troppo alte prima di un
concerto di Bob. Nei sette concerti che ho visto all'inizio di
quest'anno ho visto alternarsi 3 chitarristi diversi nella band di Bob;
Duke Robbillard 3 volte, Charlie Sexton 3 volte e Colin Linden 1 volta.
Come un sacco di altri fans mi chiedevo chi sarebbe stato il chitarrista
ora. Vicino alla sede del concerto ho incontrato Baron, il body-guard di
Dylan, gli ho detto ciao un paio di volte prima di chiedergli chi
sarebbe stato il chitarrista e lui mi aveva detto Charlie . Io
naturalmente l’ho detto ad un sacco di altri fans prima che la band
salisse sul palco.
Dieci minuti dopo l’orario previsto Stu passeggiava sul palco
suonicchiando la sua chitarra con un riff-blues questa volta molto
bello, mentre lo Spektrum di Oslo era tutto esautiro ( 7000 persone ).
Bob e la band sono arrivati dopo Stu, con Bob senza cappello con grandi
ricci nei capelli grigi, vestito di nero con bande bianche e stivali
bianchi, ha preso il suo posto al centro della scena e ha iniziato a
cantare "Things Have Changed ". Ho visto Bob al suo primo spettacolo in
un Tour europeo un sacco di volte prima ( Stoccolma o Oslo ) e mi
ricordo che poteva sembrare che accusasse il jet- lag. Ero preoccupato
anche per questo prima del concerto . E, beh, non so se era jet- lag o
qualunque altra cosa , ma Bob non sembrava molto a suo agio sul palco,
il suo canto era piuttosto grezzo e il suono nella sala non era al
meglio, direi tutto piuttosto deludente. La successiva canzone "She
Belong To Me" ( cantata ancora al centro della scena ) era un pò meglio,
ma ho sicuramente sentito esecuzioni migliori all'inizio di quest'anno.
Niente armonica. Strano!
Bob si è avvicinato poi al pianoforte ed ha iniziato "Beyond Here Lies
Nothin’ ” – non una delle mie canzoni preferite, e devo dire che mi è
sembrata una prestazione ordinaria, cominciavo a sospettare che questo
sarebbe stato una sorta di concerto noioso. Poi ha suonato “What Good Am
I” e d'un tratto la sua voce era molto migliore - una buona performance
( quasi come quando avevo sentito questa canzone 3 volte in primavera ).
Si poteva sentire chiaramente il pubblico esultare ed applaudire molto
di più dopo questa canzone. Anche il suono in sala era migliorato.
Primo brano da " Tempest", “Pay In Blood”, ok ma non eccezionale. Dopo
la canzone mia moglie si è chinata e mi ha chiesto " Che ne pensi ", ho
risposto che non ero proprio soddisfatto ma niente di più. Ma poi è
successo qualcosa. "Tangled up in blue " è stato il brano successivo ed
improvvisamente la voce di Bob è diventata molto più chiara , il
pianoforte era davvero buono ( alcuni testi modificati sono stati come
sempre bene accolti ) e tutto il suono della band si sentiva molto
meglio. "Tangled " è, naturalmente, uno dei più graditi al pubblico, e
l'atmosfera in sala è migliorata. Dopo "Tangled " Bob ha camminato di
nuovo fino al centro della scena per fare “It's Alright, Ma (I'm Only
Bleeding)”. Il primo vero punto forte dello show! Un arrangiamento
diverso, mai sentito prima, molto bluesy, un forte canto tipo rap e
violino di Donnie di ottima fattura.
Bob e tutta la band erano ora al meglio. Davvero, davvero buono! Non mi
ricordo se è stato durante "Tangled " o " It’s All Right Ma”che Stu ha
rotto una corda della chitarra, comunque sembrava che avere nessun
problema, e quando Bob ha finito “It’s All Right” ha iniziato a parlare.
Sono sicuro che ha detto "Non andate via ", e il resto della frase era
probabilmente qualcosa come "noi saremo di nuovo con voi fra un
istante". Allora tutta la band ha lasciato il palco e le luci in sala si
sono accese. Tutti si stavano chiedendo cosa stesse accadendo e c'erano
un sacco di speculazioni divertenti da parte delle persone intorno a me
- "Lui è vecchio e ha bisogno di una pausa", " Deve andare al bagno " ,"
Ha bisogno di una pausa per una sigaretta " , “Ha qualche problema con
il suo naso – troppo freddo forse - e devo andare fuori per starnutire "
, e così via con cose di questo genere. Forse non sapremo mai il perchè
di questa interruzzione.
Dopo circa 10 minuti sono tornati e sembrava che tutti , Bob incluso,
fossero più felici e il suono era adesso molto buono. Bob si è messo al
piano per "Early Roman Kings " ( la canzone da “Tempest” che ha suonato
più spesso ). E' stata la versione migliore che ho sentito dal vivo. Non
solo un ottimo rhythm & blues riff, ma anche un suono più pieno. BUONA!
" Simple Twist Of Fate” è stata un’altra preferita dalla gente. La voce
di Bob era chiara e l’arrangiamento non lontano dalla versione
"originale". L'intero suono della band sembrava perfetto . Anche "
Summer Days " è stata meglio di quanto avevo sentito per un paio d'
anni. Charlie ha suonato qualche piccolo riff molto delicato e Tony
sorrideva contento quando suonava il suo contrabbasso. "Forgetful heart"
è stata la seguente, un altro punto culminante del concerto. Il pubblico
l’ha gradita - e il fraseggio melodico della voce di Bob era buono.
" Spirit On The Water” non era male, ma niente di più. Poi la terza
canzone da “Tempest”, “Scarlet Town”, poi “Soon After Midnight” ed il
bebutto dal vivo di “Long And Wasted Years”. Tre prestazioni veramente
grandi . Buonissimo canto, concentrazione su ogni parola , delicato
gioco di tutta la band e il pubblico davvero felice che applaudiva di
cuore.
Avevo sentito "Soon After Midnight” diverse volte prima , ma questa
volta aveva un suono più completo e potente.
"Long And Wasted Years” è stato il pezzo più in evidenza, al debutto
mondiale , al centro della scena con Bob che dava tutto il possibile in
ogni parola - bene, cosa si può avere di più?
Una piccola pausa e poi due bis. Versioni molto ben eseguite e
riconoscibili di " Watchtower” e " Blowin' in the wind". Sembravano
tutti felici . Avevo la sensazione, come in un sacco di vecchi concerti,
che le prestazioni potessero scadere prima della fine dello show, ma
questa volta è stato l’opposto - un avvio debole, un continuo crescendo
ed un finale molto forte..Non vedo l'ora di andare ai due concerti di
Stoccolma nel fine settimana .
Caro fratello dylaniato Ardez,
sono deluso da ASP perchè il piatto è troppo povero...
Nel periodo considerato il nostro ha suonato con J.Cash, G.Harrison,
D.Bromberg, L.Russel e ha accompagnato il compianto A.Ginsberg e in
tutte le session si poteva pescare molto meglio.
Oltre alla già citata e famosissima, per noi dylaniati, "Yesterday", mi
sarebbe piaciuto sentire la versione full band di "Blowin in the wind"
registrata il 15 giugno del '70 nelle session di New Morning, (ben 15
take !) o "Tomorrow is a Long Time", la splendida "That's All Right
Mama" fatta con Cash e i tre brani fatti al JC Tv Show, "If Not for You"
scartata dal concerto per il Bangla Desh per non parlare di tutto quello
che i fans e gli archivisti non ufficiali non conoscono, magari la
misteriosa session con Elvis......
Non penso che Sony un giorno proporrà un'altro autoritratto, un JUST
ANOTHER SELF PORTRAIT, dunque mi delude l'occasione colta solo in
piccola parte.
Il Self Portrait originale, insieme a Knocked Out Loaded e a Down In the
Groove, sono i peggiori album fatti da Dylan, l'aggravante di SP è che
la "shit" è stata voluta e studiata da Dylan, mentre gli altri due sono
antologie di outtakes fatte dalla Sony con brani presi dalle
numerosissime session degli anni ottanta, per restare in tema, direi che
pubblicare certe brutture e come fare la pipì controvento.....
La mia critica a Padova era legata al concerto del 2011 con Knopfler,
molto più bello di quello che hai visto tu del 2010, con l'ex Dire
Straits il nostro ha fatto miracoli e nonostante questo un bel pò di
pubblico alle 23:30 se ne stava andando, prima dei bis. Lo scrissi anche
all'epoca sulla Fattoria, il problema era dovuto al fatto che il
concerto era durante la settimana, il prossimo è di venerdì sera,
speriamo vada meglio !
A Padova nel 2010 era la prima volta che suonava Dylan, anche se da
qualche anno ci suonano tutti e forse c'era un'entusiasmo diverso.
L'organizzazione degli eventi in zona è della ZED e coinvolge a Padova
lo stadio, un palazzetto dello sport, un palatenda molto "intimo" dove
quest'anno suonerà Dylan (nel quale ho potuto stringere la mano a Roger
Daltrey !!) e d'estate la splendida piazza di Villa Contarini nella
vicina Piazzola sul Brenta, dove nel 2010 doveva suonare Dylan poi
spostato al palazzetto, causa maltempo (ottima soluzione per non
annullare i concerti, come a Udine nel 2004).
Il sistema è effettivamente buono ma un po' "militaresco" e in alcuni
casi ai concerti ci sono quasi più addetti dell'organizzazione o dei
numerosi sponsor che pubblico pagante !!
A presto ! Maurizio
P.S.: ....nel 2011 filmai Michele Murino fuori dall'Alcatraz che dava il
5 a Bob, vista l'intimità della location di quest'anno, il Palageox, se
riesco provo io a dare il 5 a Bob...... fratelli dylaniati, tenete
pronti gli smartphone ;-)))))
Venerdi 11 Ottobre 2013
Oslo, Norway - Spektrum - October 10,
2013
1. Things Have Changed
2. She Belongs To Me
3. Beyond Here Lies Nothin'
4. What Good Am I?
5. Pay In Blood
6. Tangled Up In Blue
7. It's Alright, Ma (I'm Only Bleeding)
(Intermission)
8. Early Roman Kings
9. Simple Twist Of Fate
10. Summer Days
11. Forgetful Heart
12. Spirit On The Water
13. Scarlet Town
14. Soon After Midnight
15. Long And Wasted Years
(encore)
16. All Along The Watchtower
17. Blowin' In The Wind
Band Members
Bob Dylan - piano, harp
Tony Garnier - bass
George Recile - drums
Stu Kimball - rhythm guitar
Charlie Sexton - lead guitar
Donnie Herron - banjo, electric mandolin, pedal
Caro Maurizio Longo..
siamo un po' cattivi con questo ultimo Bootleg e con SF mi
pare...naturalmente (insieme a Self Protrait) considero il BS 10 molto
più piacevole del vostro tanto amato Blood On The Tracks (ragazzi...anni
che ci provo ma alla 3° canzone lo tolgo dal lettore e mi ripiazzo i
"miei" preferiti che sono Modern Times, Tempest o piuttosto Under the
red Sky e Shot of love). Quanto a Padova ci sono stato nel 2010, poco
dopo il ritorno di Sexton e fu una serata meravigliosa..la prima volta
che lo vidi anche ballare, passare dalle tastiere alle chitarre e
farmi apprezzare molto perfino due tracce del palloso BOTT...e il
pubblico era assai generoso visto anche la splendida scaletta....gli
unici rompi cazzo fino alle ultime 4 canzoni furono gli omini della
security che manco ti facevano ballare sugli spalti...comunque, al di là
di tutto, come ho ripetuto non è il BS che preferisco (a mio avviso il
migliore è il BS 8 versione deluxe coi 3 cd e le copertine dei 45
giri...185 euro, altro che €80 di questo) ma ha l'importanza di
rimettere e rivalutare un disco dove c'era un Dylan che cantava con la
voce pari a quella di Elvis e che per una volta lo abbiamo visto in
versione interprete piuttosto che cantautore rivoluzionario (anche se SF
fu a suo modo rivoluzionario)...certo era un pò pieno di addobbi troppo
orchestrali, il che non lo considero né un male né un bene ma uno
degli esperimenti e una delle strade seguite da Bob, magari uscito meno
bene di altre strade intraprese e sperimentate dal Nostro. Se poi
vogliamo essere obbiettivi guardiamo anche la triade elettrica degli
anni '60 a questo punto...le canzoni ad ascoltarle oggi a volte
risultano pesanti..cominciano, continuano e finiscono allo stesso
modo...non c'è quel pathos che poi abbiamo ritrovato negli arrangiamenti
live...capisco l'importanza storica di quei dischi, in quel momento, ma
è ora di rivalutarli e portarli ai giorni nostri..alla fine credo che
l'album più rock di quel periodo fu quello di transizione, Another Side
Of...mancava solo l'elettricità che sarebbe arrivata da lì a qualche
mese. Quindi tornando a bomba sul BS 10 ci da la possibilità di
rivalutare ai giorni nostri non un capolavoro, ma quel progetto discreto
che fu SP, allora preso a calci in culo anche se non se lo meritava;
come rivalutati sono stati tutti gli altri periodi: da quello gospel
(splendida la triade di dischi della conversione) a quello confuso ma
molto rock della seconda metà degli anni '80. Però, come ho ripetuto
nella mail precedente, chiudiamola qui coi '60 e riscopriamo qualcosa
degli ultimi 25 anni...non credo ci sia tutto su Tell Tale Signs...credo
ci sia ancora molto da andare a prendere, scoprire e scartare del
periodo più recente contando anche le innumerevoli date del NET. In ogni
caso, voto personale a SF 6-1/2 e ad ASF BS10 un bel 7. Quanto a cosa mi
aspetto da Bob in concerto a novembre? Mi aspetto lo Shakespeare dei
giorni nostri raccontare le sue (e nostre) storie, come da sempre fa e
come meglio crede...poi valuterò...anzi..non valuterò nemmeno..sarò
semplicemente consapevole di essere fortunato di essermi trovato per
l'ennesima volta negli ultimi 13 anni di fronte alla Storia, al Mito,
alla Leggenda che le future generazioni studieranno nelle scuole come si
fa con Omero, Shakespeare, Wilde, Hesse ecc. fino ad arrivare alla beat
generation....e aver fatto parte di questa storia anche solo come
spettatore mi ripaga sempre...non siamo di fronte a un prodotto di
consumo o ad un patetico revival degli anni che furono, ma di fronte al
genio senza il quale il rock non sarebbe stato lo stesso, il costume
neppure e la cultura attuale sarebbe molto diversa...e che continua a
cambiare direzione senza tonfi (a parte qualche rara eccezione come a
tutti capita...del resto è "anche" umano Bob) in ogni suo lavoro...dal
'62 fino a Tempest, uno dei miei preferiti. Un abbraccio.
Daniele "Ardez" Ardemagni
Giovedi 10 Ottobre 2013
Talkin'9181
- Mauriziolongo
Ciao Mr.Tambourine man,
ebbene è giunta l'ora di dire la mia su ASP, la versione deluxe
esattamente..... una bella occasione persa direi !
Inizio dall'aspetto, l'insieme è accattivante ma le foto un pò
ripetitive e già viste, il colore azzurrino che imperversa ovunque
ricorda molto il colore del salotto di casa mia, proprio del 1969 !!!
Passiamo al sodo, l'isola di Wright è stata per me un'esibizione scialba
e piatta e questa edizione rimasterizata me la fà apprezzare solo un pò
di più, ma solo un pò, si salvano abbastanza le canzoni acustiche, Lay
Lady Lay (con un grande Levon Helm !) e poco altro, il nostro da il
meglio sui pezzi del momento e sui classici viceversa lo si sente
svogliato come su
Mr.Tambourine Man, tagliata sui 3 minuti, il valore storico è notevole,
quello musicale molto meno.
La rimasterizazione poteva essere fatta un pò meglio con meno fruscio e
meno "eco", ed evidenziando meglio le tastiere, la chitarra di Robbie
Robertson in primo piano dà un suono troppo datato all'insieme.
Sulle outtakes dei due CD principali devo dire che ci potevano stare ben
altre canzoni, un pò di materiale con Cash e qualcos'altro con Harrison,
(perche' non mettere "Yesterday"?!?!), o qualche outtake del duetto di
Girl from the North Country e che cosa centri Minstrel Boy dalle
Basament Tapes non lo capisco.
Mi fà sorridere la New Morning in stile "Blood, Sweat & Tears", non a
caso gli arrangiamenti sono di Al Kooper (l'inventore dei BS&T !!),
molto belli i due demo che aprono e chiudono l'opera e la Time Passes
Slowly nr. 2 in stile "With a Little Help From My Friends" di Joe
Cocker.
Per il resto tra overdubs messe e tolte non c'è quasi nulla che mi
entusiasmi, il periodo storico era confuso e ne esce un quadro musicale
complessivo opaco e senza un'impronta precisa, ne più ne meno di quello
che già si sapeva.
Gli archivi potevano essere saccheggiati meglio e si potevano
privilegiare i brani originali alle cover o ai traditional ed evitare la
ripetizione dei due brani live nel secondo CD, sopratutto per chi si è
svenato per prendere la super deluxe edition.
Sulla rimasterizzazione del Self Portrait originale posso solo dire che
è una "REMASTERED SHIT" o una "SHIT REMASTERED", fate voi, e con questo
ho detto tutto. Per la cronaca l'ho trovato su Amazon.it a 86,00 euro,
rapporto
qualità/prezzo scarso, anyway, mia moglie ha trovato un modo per
riutilizzare il cofanetto come soprammobile, la copertina le piace molto
!! ....meno male !
Il mese prossimo vi dico come sarà Bob a Padova, è la terza volta in
pochi anni che viene nella Citta del Santo, e si che il pubblico non è
che sia particolarmente caloroso..... mha !
A presto, Maurizio
Grazie per aver espresso
la tua opinione, resto allora in attesa della recensione del concerto
padovano, a proposito, sono solo Mr.Tambourine, il "man" è quello di
Dylan! A presto, :o)
Ciao Mr. Tambourine,
mi associo a Marco on the tracks riguardo ad ASP - ero anche io
contrariato dalle poche critiche al cd - ma poi ho pensato che fosse
meglio cosi - troppi pareri positivi sono sospetti - o portano male -
cosi invece i conti tornano - anche se non capisco come si faccia a dire
che ASP non dica niente di nuovo - quandomai avete sentito cose come
This evening so soon - Pretty Saro -Thirsty boots etc-etc ? - suoni
puliti e voce sincera - riguardo alla querelle dei prezzi assurdi del cd
io ho scaricato la versione deluxe da Emule - ho risparmiato 80 euro che
posso usare per andare al concerto a novembre - non ho ancora ben chiaro
fra smentite e conferme se sia illegale l'uso personale del materiale
scaricato - comunque ho acquistato dischi e cd per quasi 50 anni - uno
sconto le compagnie discografiche me lo possono fare - Grazie x tutto
quello che fai x il sito MR. TAMBOURINE - e tieni duro -
Marco Manici
Mercoledi
9 Ottobre 2013
Domani riprende da Oslo il
tratto autunnale del tour 2013 e nel giro di 15 giorni il Nostro sarà
per l’ennesima volta nel nostro paese. Naturalmente mi aspetto che
coloro che andranno ai concerti trovino la voglia ed il piacere di
mandare i loro commenti sull’esibizione di Bob alla Fattoria. Un
consiglio per tutti, andate ai concerti aspettatandovi molto ed avrete
poco, aspettatevi poco ed avrete tanto, capito? Mr.Tambourine, :o)
Ciao Mr Tambourine,
ho letto i pareri di chi ha ascoltato ASP qui nel sito e ho trovato
(quasi) tutti i pareri condivisibili, non al 100% altrimenti sarei un pò
contradditorio, ma quantomeno in parte. Non sono d’accordo solo con chi
ritiene questo ultimo bootleg inutile, perché a me questo bootleg non
sembra affatto tale.
Sono d’accordo con Maria Rosa, perché trovo ASP un album che si ascolta
volentieri, ma posso essere d’accordo anche con la provocazione di chi
mette a confronto ASF con la “Merda d’artista” di Piero Manzoni. Cioè,
sono d’accordo che non bisogna seguire ciecamente il proprio artista
preferito, chiunque esso sia e qualunque cosa produca, a prescindere, ma
non sono d’accordo se si paragona il “contenuto” di quella particolare,
provocatoria, opera di Manzoni con il contenuto di ASP.
Non riesco neppure ad esser d’accordo con chi dice che ASP nulla
aggiunge e nulla toglie all’opera di Dylan, perché credo che per ASP sia
vero l’esatto opposto: ASP riempie il vuoto creato a suo tempo da un
album come “Selfportrait” (in quanto trovo la versione rivisitata e i
pezzi inediti superiori qualitativamente all'originale - qui qualcuno
potrebbe obiettare: bello sforzo, visto il valore Selfportait! - ) e
offre un Dylan con una voce particolare, che può piacere o non piacere
ma è una voce che Dylan non ha più avuto fuori da quel particolare
periodo, e ritrovarla e ascoltarla mi fatto decisamente piacere.
ASP può non essere un album imprenscindibile o indispensabile ma trovo
sia comunque un buon prodotto e non qualcosa dato alle stampe
raccogliendo materiale a casaccio, solo ed esclusivamente per far cassa.
E’ chiaro che 80-100 euro sono una cifra considerevole per 4 cd ma è
altrettanto evidente che, negli attuali "tempi moderni", ci si può
accontentare di ascoltare ASP senza necessariamente rigirarsi tra le
mani il libretto allegato al bootleg o senza acquistare i 4 cd del
bootleg stesso e questo dovrebbe buttare acqua sul fuoco delle polemiche
inerenti il prezzo dei 4 cd di ASP, e far focalizzare l'attenzione sul
contenuto degli stessi.
Ogni nuovo bootleg è un tassello in più di quel puzzle infinito e
complesso che compone il volto di Dylan, e quindi a suo modo
indispensabile come in un scatola di un puzzle è indispensabile ogni
singolo pezzo, nessuno escluso. E, da questo punto di vista,
sinceramente non capisco le critiche nate per ASP (a onor del vero
soprattutto su questo sito), seppure rispetto anche i pareri negativi se
espressi in maniera civile.
Il mio Dylan preferito è quello di “Blood on the tracks”, ma ciò non
toglie che trovo piacevole ascoltare ASP e, in queste settimane, ascolto
più spesso ASP di BOTT (che avrò ascoltato - e che ascolterò ancora -
milioni di volte e che chiaramente è un album di tutt’altra importanza -
e valore - nella carriera di Dylan).
Certo, forse io sono di parte, in quanto appartengo alla categoria
Dylaniana che apprezza ogni tappa del Never Ending Tour perché sente
dentro ogni respiro di Dylan il suo stesso respiro (ma questo non mi
impedisce di trovare alcune esibizioni del N.E.T. non del tutto
convincenti se non abbastanza scadenti), e non giudica in maniera
totalmente negativa nessun album di Dylan perché c’è sempre qualcosa in
ogni suo album che lo colpisce come un treno in corsa o lo accarezza
come una brezza di vento (ma non sono così cieco o sordo da non sentire
sostanziali differenze tra “Selfportrait” e album dello spessore di
“Time Out Of Mind” o “Highway 61 Revisited”).
Anche al più Dylaniato dei Dylaniani poteva sorgere il dubbio che
quattro cd di inediti o rivisitazioni del periodo 1969-1971 (ovvero non
le migliori annate di Dylan), per di più con “Selfportrait” come
soggetto nel titolo, potessero rivelarsi una grande delusione. E invece…
invece Dylan ancora una volta è lì, pronto a sorprenderti. La sua voce
non è mai stata così pulita e direi persino sincera e diretta. ASP non è
un album, è un tesoro, affondato ai tempi del disastro di “Selfportait”
e miracolosamente ritrovato.
Marco on the Tracks
Buongiorno Mr. Tambourine,
il tuo richiamo all’ordine sarà eseguito (è vero che non è un blog ma
sarebbe bello poter scambiare opinioni direttamente tra i lettori), ma
prima di aderire con piacere alla discussione sul tema che hai
intelligentemente posto alla vigilia del tour eureopeo lasciami quattro
righe per Maria Rosa:
-quando ho letto la tua lettera e ho scritto la mia avevo la quasi
matematica certezza che la mia piccola onda andasse ad infrangersi sul
grande scoglio della tua cultura e del tuo sapere, complimenti! …….ti
assicuro che i complimenti sono sinceri non sto facendo ironia anche se
per esperienza so che il mio modo di parlare e scrivere può alcune volte
dare questa impressione e ti dirò di più, siccome non sono un malato di
presunzione accetto volentieri il tuo consiglio di leggere "A Year with
swallen appen” di Brian Eno.
-Detto questo: chi cerchiamo veramente quando andiamo a vedere un
concerto di Bob? (sembra il titolo di un tema del liceo…….divertente)
1- Assolutamente il Bob dell’istante in cui si esibisce! Cerco di
registrarlo con in miei occhi e con le mie orecchie e conservarlo dentro
di me fino alla fine dei miei giorni come gli innumerevoli e immeritati
doni che il Signore mi ha donato.
2- Di vedere un Bob che non esegue una scaletta bloccata: il fatto che
ognuno di noi, per lo meno per me è così, continui a vedere un numero
esagerato di suoi concerti è proprio per la sorpresa di cosa canterà,
come e con quali arrangiamenti.
3- Per ultimo, visto che i prossimi concerti che vedrò saranno
all’Atlantico di Roma che non è un teatro e prevede solo posti in piedi,
di vedere un Bob con poco pubblico! (anch’io come Bob sono un gemelli e
una parte di me vorrebbe fossero sold-out, ma in gemello più egoista
vuole stare il più vicino possibile al palco).
Vorrei finire con un pensiero sulle ragioni del never-ending tour e sul
lavoro di Bob Dylan:
forse sarò un pò troppo romantico e ingenuo ma amo pensare che tutto
questo impegno sia un Suo personale omaggio, ringraziamento e atto di
fede in DIO.
Ciao a tutti, Massimo
Caro Massimo (confesso che
mi sono affezionato al tuo nickname Barabba) e che in futuro continuerò
ad usarlo, Massimo, anche se è il tuo vero nome ed anche un bel nome, è
pur sempre uno dei tanti, come Giorgio, Mario, Luigi, Giovanni, Angelo
etc....etc....! Barabba è particolare e meraviglioso, al di là che sia
stato il nome di una persona che ci insegnato essere ladro ed assassino,
ma a questo proposito, per chi è curioso come me, riporto quello che
scrive Wikipedia su Barabba:
Gesù Barabba o Barabba
(aramaico בר-אבא, Yeshua Bar-abbâ, letteralmente "Yeshua, figlio del
Padre") era, secondo i quattro vangeli canonici, un ribelle e/o
assassino ebreo, appartenente probabilmente al partito degli zeloti,
detenuto dai Romani a Gerusalemme, negli stessi giorni della passione di
Gesù detto il Cristo, il fondatore del cristianesimo. Egli venne
liberato dalla folla che era stata chiamata ad esprimersi su chi
rilasciare tra lui e Gesù di Nazaret.
La figura di Barabba viene presentata in modi diversi nei quattro
vangeli canonici.
Il Vangelo secondo Marco (15,7) racconta che «un tale chiamato Barabba
si trovava in carcere insieme ai ribelli (stasiastôn) che nel tumulto
avevano commesso un omicidio», sottolineando quindi l'appartenenza a un
gruppo insurrezionale, responsabile collettivamente di omicidio.
Il Vangelo secondo Matteo (27,16) lo definisce «un prigioniero famoso».
Il Vangelo secondo Luca (23,19) afferma che era stato incarcerato per
assassinio, oltre che complicità in una sommossa: «Questi [Barabba] era
stato messo in carcere per una sommossa scoppiata in città e per
omicidio».
Il Vangelo secondo Giovanni (18,40), invece, afferma solo che egli è un
"brigante" (λῃστής, lestés).
Nei vangeli Barabba compare nell'ambito del racconto del processo a Gesù
davanti a Ponzio Pilato. Il prefetto romano, non trovando
giustificazione alcuna alle pretese di crocifissione fatte dagli
accusatori, voleva liberarlo. Secondo i vangeli sinottici era infatti
consuetudine del prefetto romano di liberare un carcerato nel giorno di
Pasqua, mentre secondo il Vangelo di Giovanni si trattava di una
consuetudine ebraica. Il popolo di Gerusalemme, spinto dai sacerdoti,
scelse Barabba.
Il nome Barabban, tramandato dalla maggior parte dei manoscritti in
greco dei vangeli, era in aramaico un patronimico: Bar-abbâ, "figlio del
padre". Alcuni dei più antichi manoscritti presentano la forma bar
rabba(n), "figlio del (nostro) maestro". In pochi manoscritti in greco
ed in siriaco del Vangelo di Matteo il patronimico, preceduto dal nome
Iesoûs, è stato tradotto nella versione inglese con Jesus bar-Abbas,
"figlio del Padre", nella versione italiana è stato cancellato Iesoûs ed
è chiamato solo Barabba. Potrebbe essere anche un patronimico vero e
proprio (Bar-Abbas, "figlio di Abbas").
Abba significa "padre" in Aramaico, ed appare sia tradotto sia non
tradotto nei vangeli. Una traduzione di Bar-Abbas sarebbe figlio del
padre. Gesù spesso si riferisce a Dio come "padre", e l'uso di Gesù
della parola Aramaica Abba compare non tradotta in Marco 14:36 (nella
maggioranza delle traduzioni in inglese). Questo ha portato alcuni
autori a speculare che "bar-Abbâ" potrebbe oggi essere riferito a Gesù
stesso come "figlio del padre". Nei vangeli, Gesù si riferisce a se
stesso come "figlio di Dio", ma non si riferisce sempre a sé stesso come
"figlio del padre".
Secondo Fanelli la parola aramaica Abbà sarebbe il nome di Dio, rivelato
da Gesù stesso nel Nuovo Testamento (nel vangelo di Marco Gesù si
rivolge a Dio chiamandolo Abbà, la parola appare anche nelle lettere di
Paolo di Tarso ai Romani ed ai Galati), quindi bar-Abbà si tradurrebbe
con "figlio di Dio", essendo la parola Dio impronunciabile per gli
ebrei. Alcuni studiosi critici, come l'ateo Jean Meslier, hanno
individuato in Barabba una similitudine con i vari Messia politicizzati,
come il più tardo Simon Bar Kokheba, preteso Re dei Giudei nel 135.
Quindi ci sarebbero stati due "messia Gesù" seguiti dagli ebrei a quel
tempo: Yeshua bar Yosef detto il Cristo e Yeshua figlio del Padre. Gesù
sarebbe stato il messia spirituale, per questo odiato dai sacerdoti che
lo fecero passare per un ribelle politico agli occhi dei romani, e
Barabba, il messia politico, amato dal popolo, poiché considerato il
liberatore del popolo d'Israele, e dai sacerdoti stessi, pericoloso
invece per il potere romano. L'accusa di voler essere il "re dei
Giudei", motivazione ufficiale della condanna di Gesù, sarebbe stata
quindi da imputare a Barabba. Barabba era probabilmente un combattente
zelota, la setta nazionalista dei figli di Giuda il Galileo, dai romani
chiamati "sicarii" o "latrones", quindi i due ladroni crocifissi Gesta e
Disma erano probabilmente suoi complici. Qualcuno ha ipotizzato anche
scambi storici di persona tra Gesù e Barabba.
Chiedo scusa per questa
divagazione e riprendo ciò che volevo dirti, nel senso che anch'io avrei
grandissimo piacere nel poter mettervi in condizione di scambiarvi
opinioni in tempo reale, ma purtroppo non è possibile per diversi motivi
che non voglio star ad elencare. L'idea è suggestiva ma irrealizzabile.
Il mio non era assolutamente un richiamo all'ordine, mi permetterei una
cosa del genere solo ed esclusivamente se qualcuno usasse un linguaggio
scurrile ed offensivo nella sua mail (mail che certamente mi guarderei
bene dal pubblicare perchè come responsabile del sito aborro queste
cose). Trovo ottime le tue ragioni, in particolare la # 2, quella
speranza che mai sparisce dai nostri cuori di vedere cosa Bob ci saprà
dare in quel particolare concerto. Infine, lasciami dire che anch'io
sono certo che Bob non porta avanti questa sequenza infinita di
spettacoli per soldi, forse sarà un suo personale omaggio come dici tu o
una sua profonda esigenza come dico io, ma certo i soldi ormai non
attirano più Bob come esigenza primaria. Un salutone, Mr.Tambourine, :o)
Ciao Mr. Tambourine,
ti segnalo che è appena uscito un mio articolo su Dylan nell'ultimo
numero della rivista Critica Marxista dal titolo "Ibridismo e luogo
metaforico in Bob Dylan". Nonostante il carattere della rivista in cui è
stata pubblicata, la mia analisi non è né politica e nemmeno
sociologica: è invece una riflessione, anche abbastanza tecnica, su
alcune componenti strutturali delle canzoni di Dylan (mi soffermo in
particolare sul biennio 1965-1966). Se qualcuno è interessato a leggerlo
può trovarlo qui:
http://alcunetraduzioni.files.wordpress.com/2013/10/ibridismoluogodylan.pdf
A presto e grazie mille per tenere la Farm sempre aggiornata!
Francesco Alunni
Ciao Mr. Tambourine,
innanzitutto volevo ringraziare Miscio per il suo messaggio e per il
modo in cui l'ha formulato, e anche te, naturalmente, che dedichi una
parte del tuo tempo a questo blog.
Poi, essendo stata chiamata in causa, devo una risposta. Veramente,
anche per non rompere troppo a chi vorrebbe occuparsi d'altro, ero stata
tentata di non farlo, ma poi, visto che "There's a whole lot of people
suffering tonight/ From the disease of conceit" ho pensato che non era
il caso di ingrossarne le fila.
Intanto devo fare una precisazione: quando parlavo di Dylan che legge le
pagine gialle non sono stata compresa, sicuramente perché non mi so
spiegare, quindi provo a farlo meglio. Non intendevo affatto "Basta che
Dylan sia lì, sul palco", ma caso mai, per paradosso (e sottolineo per
paradosso!) il contrario. Infatti chi cerchiamo veramente quando andiamo
a un concerto? Il Dylan di adesso, dell'istante in cui si esibisce?
Quello degli anni Sessanta o Settanta? Quello che farebbe un concerto
perfetto se solo si desse la pena di seguire i nostri consigli?
"I'm not here", diceva qualcuno. E che ci fosse qualche dubbio su chi
potremmo trovare lo supponevano anche i manifesti di annuncio dei
concerti che si premuravano di specificare: "Bob Dylan - In person",
come se, all'ultimo, si potesse presentare quella controfigura con
l'aria da piacione che appare in locandina!! :-o)
Quello che volevo dire era che anche con un materiale apparentemente
banale, di poco valore, privo di contenuto, un artista (e io mi ostino a
credere che Dylan sia un artista, lascio poi ai critici definire in
quale album, in quale canzone, in quali versi non lo è), un artista,
dicevo, può trovare il modo di esprimersi ed essere potente... "Dai
diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior" cantava qualcuno.
Dunque, caro Barabba, innanzitutto ti ringrazio per i tuoi consigli.
Leggerei molto volentieri il saggio di Benjamin, se non lo avessi già
fatto numerosi anni fa, così come altre opere dello stesso (ma il tuo
suggerimento mi offre l'opportunità per riprenderlo in mano e
rileggerlo)... Voglio molto bene al vecchio Walter, morto nel 1940 a
Port Bou, in Catalogna, mentre cercava di sfuggire alla polizia spagnola
che lo avrebbe consegnato ai nazisti.
A chi volesse leggere qualcosa dello stesso autore mi permetto di
suggerire (non a te che avrai letto la sua opera omnia) "I "passages" di
Parigi" una raccolta di saggi e pensieri a cura di Rolf Tiedemann in 2
volumi edita da Einaudi - 2007).
Ti ringrazio anche per il suggerimento in merito alle biblioteche,
luoghi spesso affascinanti in cui mi perdo dalla più tenera infanzia...
ho donato centinaia di libri miei alle biblioteche pubbliche (sono
sempre a corto di stanziamenti) alcuni sono stati catalogati altri
donati agli utenti. Anch'io ho approfittato molte volte di questi doni,
procurandomi opere fuori catalogo che cercavo da tempo. Non sono una
collezionista, mi pare di averlo già detto, così tengo materiale che amo
particolarmente o che mi serve da consultazione, il resto mi piace
condividerlo.
Devo ricordare poi, a te e a Mr. Spaceman, che i "Bootleg Series" sono
nati non solo per fornire materiale documentario a qualche critico e a
qualche fanatico (sono una "storica" e ho una fissa per i documenti!) ma
anche perché Dylan è stato uno degli artisti di cui sono stati prodotti
più bootleg in assoluto. E non mi risulta che i suddetti, per quanto
cimeli di estremo interesse (ma spesso registrati male, ovviamente,
viste le condizioni, e talvolta incopertinati ancora peggio) siano
prodotti nel garage da un nipotino di Dylan con il consenso del nonno
all'insaputa delle major... quindi qualcuno che ci guadagna c'è... e non
è l'autore e interprete...
"The Next Day" è un album molto interessante e sono veramente contenta
che Bowie stia meglio e abbia ripreso a comporre. E' un artista che ho
amato molto e possiedo decine di album suoi, ma tanti li ho dati via
negli ultimi anni... non riuscivo più ad ascoltarli, mi mettevano una
grande tristezza, un grande vuoto. Dylan è un creatore geniale, molto
compreso nella sua genialità (leggere le pagine a lui dedicate da Brian
Eno nel 1995 - "A Year with swallen appen" - "Futuri impensabili" 1997 -
Giunti - è molto interessante) ma da un certo punto in poi mi è sembrato
come uno splendido fiume avvelenato dove i pesci muoiono. Ma è solo
un'opinione personale, a lui auguro di stare bene e fare cose splendide
negli anni a venire... :-)
Chi non mi stanco mai di ascoltare invece è Frank Zappa, purtroppo non
ci è dato sapere che cosa avrebbe fatto negli anni a venire...
Quanto alla merda del sig. Manzoni, ho avuto modo di entusiasmarmi per
la prima volta alla vista del prezioso prodotto sfinterico-filosofico
alla splendida mostra "Jarry e la Patafisica" presentata a Milano a
Palazzo Reale nel 1983 e il piccolo catalogo dell'esposizione è un
cimelio che conservo...
In merito al discorso sono d'accordo con te, di merda in scatola ce n'è
tanta, ma poi bisogna distinguere tra merda e merda!!! Per il famoso
discorso del letame e dei fiori che facevo prima... che ci vuoi fare,
sono una giardiniera appassionata! :-)
Un saluto a tutti e, per chi ha letto sino in fondo, grazie della
pazienza, Maria Rosa.
P.S. I'm sorry! Mi sono dimenticata di
ringraziare Massimo, in arte Barabba, per essersi presentato... :-) Ho
continuato con lo pseudonimo che si è scelto per non generare ulteriore
confusione, ma la maleducazione non mi piace!
Ciao, Maria Rosa
Cara Maria Rosa, ti faccio i compilimenti per quello che scrivi, lo
stesso vale per Barabba123456, Miscio, Mr.Spaceman, Notdarkyet, Duluth49,
Mauriziolongo, Robertopozzi, Johhny Lunardi, Daniele "Ardez" Ardemagni,
Luca 68, Maurizio R., Simone (Cancio), Pietro Bertino, Federico95,
Stefano Catena (e tutti quelli che non ho citato ai quali chiedo
venia...), perchè con le vostre parole tenete viva una discussione con
sfumature diverse sul Nostro. Ti faccio notare che Maggie's Farm non è
un Blog, anche se qualche volta ne assume i connotati, Maggie's Farm è
un fansite italiano gestito da un semplice fan e sulle cui pagine
esprimono le loro opinioni altri semplici fans come voi. Credo che tutto
questo sia molto bello e vi invito a continuare su questa falsariga,
questa pagina è soprattutto vostra, poi naturalmente trovano ospitalità
tutte le notizie che riguardano l'attività artistica di Bob, altrimenti
che sito dedicato sarebbe? Infine voglio sottolineare il grande
interrogativoche la tua frase: -
chi cerchiamo veramente quando andiamo a un concerto? Il Dylan di
adesso, dell'istante in cui si esibisce? Quello degli anni Sessanta o
Settanta? Quello che farebbe un concerto perfetto se solo si desse la
pena di seguire i nostri consigli?
- suggerisce uno dichiarazione di intenti dylaniani che ogni fan
dovrebbe fare. L'argomento mi sembra interessante, qual'è il Dylan che
andate a vedere o che sperate di vedere? Resto in attesa delle vostre
mail su questo nuovo argomento argutamente suggerito dall'amica Maria
Rosa. Un salutone ed un grazie a tutti, citati e non,
Mr.Tambourine.
Lunedi 7 Ottobre 2013
Talkin'9175
- Barabba123456
Questa letterina, oltre che a tutti i
Maggiesfarmers che avranno la pazienza di leggerla, è principalmente per
Maria Rosa e per Mr.Spaceman che ringrazio per la sua gentile risposta.
Prima di tutto piacere di conoscerti Maria Rosa, io sono Massimo
(Barabba è solo uno dei nomi che mi era venuto in mente per creare una
mail secondaria dopo aver visto “La passione di Cristo” di Mel Gibson
……….Gesù non mi sembrava il caso di usarlo anche se Barabba non è stata
sicuramente la scelta migliore per rappresentarmi; comunque chiamatemi
anche così non ha importanza).
- E’ bello in periodi di particolare
confusione generale e personale fare provocazioni più o meno forti, non
essere capiti e sentirsi dare del “giuda” o un “tornatene a casa” (non è
un riferimento alle vostre considerazioni sulle mie, ma è una citazione
che mi tornerà utile più tardi nel discorso).
- Quando ho scritto in grassetto “NON COMPRATE ANOTHER SELF PORTRAIT”, e
bada bene ho scritto “non comprate” e non “non ascoltate” (che poi non
era altro che una provocazione, alla quale comunque continuo a credere,
che intendeva anche smuovere un pò le discussioni che mi sembravano
essersi incagliate sui costi e diventate un pò noiose) non è perché sono
uno che può “permettersi di non comperare un album o un "cofanetto" solo
perché non gli piace e non perché non può permetterselo”:
è esattamente il contrario, non navigando in buone acque come molti
oggi, devo e sottolineo devo decidere ha cosa rinunciare, e non posso
decidere se rinunciarci o meno se prima non ne conosco il contenuto.
Cerco di non comprare più niente a scatola chiusa, a prescindere dalla
scatola, da chi l’ha impacchettata e da quello che c’è stampato sopra
(per fortuna oggi anche nel mondo musicale esiste la volontà da parte di
alcuni di divulgare a bassissimo costo il contenuto dei cd ……non lo
scrivo ma spero che sia chiaro a cosa mi riferisco).
Per ricollegarmi a Self Portrait e ad Another Self Portrait parlerò poi
alla fine di questa lettera di un’altra famosa scatola di un artista
italiano con la quale l’autore provava a dire le stesse cose che avevo
provato a dire io e che da sola mi avrebbe fatto risparmiare tutte
queste parole …….ma stanotte non ho sonno, sta piovendo e ho voglia di
scrivere.
- Mi piace ed è molto interessante la notizia di Dylan scultore (non lo
sapevo ma non mi sorprende affatto, mi domando solo dove trovi il tempo
per fare tutto questo!), e mi piace anche la citazione che hai fatto di
una delle opere di Marcel Duchamp …..ma, senza voler sembrare uno Sgarbi
“de noj artri” : quella insieme ad altre molte opere sue e di altri più
tardi non è altro che un’altra sublime e intelligente provocazione che
si inseriva in un periodo storico in cui, persi i canoni dell’arte
classica (è successo anche nella musica), l’artista si poneva la domanda
di quale potesse essere “l’arte nell’epoca della sua riproducibilità
tecnica”: cioè se una caffettiera, uno spremiagrumi ecc. per effetto
della loro riproducibilità in serie perdessero l’”aurea” che avevano
invece le opere realizzate in unica copia.
Credo che dopo il concettuale, il ready made, il dadaismo ecc..ecc.. la
matassa sia stata districata qualche decennio più tardi da Andy Warhol
(1928-1987) con la Pop Art ……il termine Pop non fa venire in mente una
gran varietà di musica a tutti noi molto gradita? E per chi ha avuto il
coraggio di leggere fino a questo punto e avesse avuto l’impressione che
non stessi ancora parlando di musica vi ricordate quanti illustri
cantanti girassero intorno a Warhol? E le copertine degli album? Un pò
meno di altri ma un pò anche Dylan (http://www.maggiesfarm.it/warhol.htm).
- A proposito della “Fontana” di Marcel Duchamp (1917), visto che mi
sembra di aver capito che tu Maria Rosa sei appassionata come me di
tutte le arti nella loro interezza, vorrei permettermi di consigliarti
un libro:
Walter Benjamin (1892-1940) intitolato appunto “L’arte nel tempo della
sua riproducibilità tecnica”, più che altro un saggio pubblicato nel
1935: parla anche di musica naturalmente che per definizione e sua
natura richiede a priori la necessità di essere riprodotta.
Però non lo comprare, ne nuovo ne usato, ma prendilo in prestito in
biblioteca (In Italia stranamente questo ancora consentono di farlo e
nelle videomedioteche puoi trovare anche film e dischi, portarli a casa
e, ……..sssssssss, non dirlo a nessuno ma, di nascosto , senza farti
vedere puoi fartene una copia) così da poter dare un piccolo dispiacere
alle case editrici che sono ne più ne meno come le case discografiche:
sai che in Italia esiste una legge entrata in vigore una diecina di anni
fà e fortemente voluta dalle case editrici, non certo dagli scrittori,
che vieta la fotocopiatura integrale dei libri? ……. Quando mi serviva un
testo e non potevo acquistarlo andavo a fotocopiarne un pezzo qua e un
altro di là come fossi un delinquente; era molto più semplice acquistare
hashish, alla faccia della diffusione della cultura a tutti gli strati
sociali e delle pari opportunità – La stessa identica cosa vale per la
musica -.
Quando Dylan, e qui mi ricollego anche al discorso portato avanti con Mr.
Spaceman, in quel famoso concerto imbracciò la chitarra elettrica e si
sentì rivolgere le frasi che avevo citato ad inizio pagina e che
sicuramente tutti voi conoscete bene, non voleva far altro che, esaurita
l’espressione artistica precedente, trovare altre forme e creare
qualcosa di nuovo.
Questo tipo di operazione a me sembra una costante in tutta l’opera
dylaniana e soprattutto nei concerti: sarà sicuramente vero che la voce
non è più delle migliori, ma ogni anno si mette a tavolino e cambia gli
arrangiamenti e lo faceva con risultati ottimi anche quando la voce
c’era ancora.
Facendo un semplice ragionamento logico e sapendo come sempre sia
proiettato verso il futuro e come oggi tenti di staccarsi di dosso il
suo passato, mi sembra veramente improbabile o comunque contraddittorio
che per sua volontà decida di rimettere in circolazione cose fatte 40
anni fà.
Ma! ……..Siccome l’unica cosa di cui sono sicuro sono i mie dubbi e,
rivenendomi alla mente quei biglietti vip di cui ho letto su questo sito
per i prossimi concerti sui quali lui non può che essere d’accordo; ed
ancora considerando che con quella casa discografica credo ci lavori
ancora: le affermazioni circa le possibilità quanto meno di un placido
consenso da parte di Bob sulla pubblicazione di quel materiale come
Spaceman ritiene sia, …. forse non è del tutto da escludere ……anzi!.
Comunque sia, anche fosse, il mio giudizio su di Lui, cioè che sia una
delle maggiori figure culturali che il nostro secolo abbia avuto l’onore
di avere, non cambia di una virgola.
Sempre con riferimento alla gentile risposta di Spaceman (mi piacerebbe
parlare delle scenografie limitate che usa oggi, del non uso dei
megaschermi e delle copertine prive di testi e commenti – cose che a me
per esempio piacciono molto, e mi piacerebbe dirti perché, ma mi
dilungherei troppo: Dylan non ha la fisicità e la presenza scenica di un
Jim Morrison, o di un Bowie o di una Madonna e se vado ad un concerto
non voglio vederlo su un megaschermo come succede per Vasco, Depeche
Mode, U2 e molti altri; sono stato felice di poter stare senza troppa
fatica a 5 ,10 metri da Bob………
Mr.Tambourine sarebbe bello avere chat in
tempo reale -) vorrei dirti in coerenza con ciò che ho tentato di dire
fin qui e fin dalla prima volta, prima eventualmente di comprare l’album
di Bowie “The next day” di ascoltare su youtube i quattro brani ai quali
è stato dato un video (nel video del brano omonimo la canzone considera
che è stata notevolmente tagliata, credo per problemi di censura a cui è
stato sottoposto il video ……si avete capito bene ho scritto proprio
censura: ancora esiste la caccia alla streghe) poi su itune credo sia
possibile ascoltare una piccola parte di ogni brano (sono 14+3,
praticamente quello che non molti anni fa sarebbe stato un doppio album)
e se poi credi ne valga la pena compralo ……. se invece ti piace
rischiare e ti piacciono le sorprese senza paura delle delusioni
compralo subito ….. rimanga fra me e te, altrimenti mi crederanno un
incoerente, ma alcune volte lo faccio anche io, per esempio gli ultimi
tre album di Dylan : “Tempest” addirittura nella versione con quel
librettino dentro che non so più dove ho messo, li ho comprati senza
avere la minima idea di cosa trovarci!; Ma che ci posso fare: la vita è
una contraddizione.
- Parlando di Bowie per voler parlare del Nostro, anche immaginando sia
già stato detto su questo sito, voglio comunque far notare come nell’
album “Hunky Dory” uscito nel dicembre del 1971 sia inserita una canzone
dal titolo “Song for Bob Dylan” (vi ricordate “Song for Woody” che
inizia con “Hey,hey Woody Guthrie, I wrote you a song” ? bè leggete e
traducete in inglese come inizia la canzone di quest’altro geniaccio del
Duca Bianco) in cui l’autore, oltre a voler omaggiare Dylan, lo sprona a
ritrovare le sue poesie dando altresì, questo è il mio pensiero leggendo
oggi quel testo, anche lui un giudizio diciamo non positivo su Self
portrait e su New Morning e su quel periodo dylaniano:
CANZONE PER BOB DYLAN (Bowie)
Ascolta questa, Robert Zimmerman
Ho scritto una canzone per te
Su uno strano giovane
di nome Dylan
Con una voce come sabbia e colla
Le sue parole di vera vendetta
Avrebbero potuto inchiodarci al pavimento
Ha trascinato un pò più di gente
Ne ha spaventati molti di più.
Ah, eccola che viene
Eccola che viene
Viene di nuovo
La stessa vecchia signora dipinta
Dalla mente di un supercervello
Farà a pezzi questo mondo
Presentandosi da amica
Ma un paio di canzoni
Dal tuo vecchio album
Potrebbero rimandarla a casa.
Hai dato il tuo cuore a ogni stanza con letto
Almeno un'immagine sulla mia parete
Sedevi dietro a un milione di occhi
E gli raccontavi come vedevano
Poi perdemmo il treno dei tuoi pensieri
I quadri sono tutti tuoi,
Mentre nascono problemi
Preferiremmo spaventarci
Insieme piuttosto che soli.
Ah, eccola che viene, ecc...
Ora ascolta Robert Zimmermann
Sebbene io non creda che ci incontreremo
Chiedi al tuo caro amico Dylan
Se rimarrebbe a fissare un pò
la vecchia strada
Digli che abbiamo perso le sue poesie
Così ora le scrivono sui muri
Ridacci la nostra unità
Ridacci la nostra famiglia
Sei il profugo di tutte le nazioni
Non lasciarci con la loro saggezza.
- E per finire Maria Rosa (ma immagino che avevi già capito di cosa
parlavo) ecco l’opera che avrebbe potuto sintetizzare la mia modesta
opinione iniziale – le informazioni sono prese e sintetizzate da
Wikipedia:
Merda d'artista
Autore: Piero Manzoni
Data 1961, Materiale: scatoletta di latta, carta stampata e feci
Dimensioni 4,8 cm × 6 cm - Ubicazione Museo del Novecento, Milano.
Merda d'artista è il titolo di un'opera dell'artista italiano Piero
Manzoni.
Il 21 maggio 1961 l'autore sigillò le proprie feci in 90 barattoli di
conserva, ai quali applicò un'etichetta con la scritta «merda d'artista»
in italiano, inglese (Artist's shit), francese (Merde d'Artiste) e
tedesco (Künstlerscheiße). Sulla parte superiore del barattolo è apposto
un numero progressivo da 1 a 90 insieme alla firma dell'artista.
Manzoni mise in vendita i barattoli di circa 30 grammi ciascuno ad un
prezzo pari all'equivalente in oro del loro peso.
Significato dell'opera
L'opera di Manzoni risulta influenzata dai celebri Ready-made di Marcel
Duchamp:
in senso ironico, l'idea che un artista già affermato troverebbe mercato
e consenso della critica per qualsiasi sua opera che crea, anche le più
scadenti e banali, in particolare che il mercato dell'arte contemporanea
è pronto ad accettare letteralmente della merda, purché in edizione
numerata e garantita nella sua autenticità ed esclusività da un notaio;
Ora tranquilli dylaniani incalliti che non siete altro (anche io lo
sono!; dylaniano si ma dylaniato no!), non stò ripetendo la critica che
apparse sulla quella rivista 43 anni fa, non voglio dire che SP e ASP
sono m…., non mi permetterei mai e non posso permettermelo e oltretutto
non credo sia vero, credo solo si stesse divertendo come in quel bell'
album natalizio di un paio di anni fa:
però volevo e voglio dirvi: non siate delle persone che ammirate degli
idoli o come oggi si usa dire dei leader ai quali prostrarvi
incondizionatamente ai loro piedi a prescindere.
Altrimenti rischiate di fare come mia madre che ha appeso su alcune
pareti di casa sua i quadri che facevo nel “mio periodo pittorico” (e vi
assicuro che quelli sono quasi tutti veramente una vera merda!), ma se
gli faccio vedere un Picasso o un Mondrian o qualsiasi altro pittore che
non sia un classico pre-novecento per lei non ci sono dubbi: sono
migliori i miei!
Auf Wiedersehen!
Ciao Mr. Tambourine,
devo contraddire il contenuto della tesi del giovane fan "robertopozzi",
a cui comunque faccio i complimenti.
Anch'io nel lontano 1982 portai all'esame di terza media la biografia di
un personaggio storico a piacere.... indovinate chi era.....Ricordo
ancora le facce dei professori, basiti e stupefatti, me ne sono uscito
con un bel "distinto"..... e ti credo !
Comunque l'assenza di Dylan a Woodstock è stata causata solo da motivi
economici, mi rifaccio al racconto che Michael Lang fà della vicenda sul
suo libro "The Road to Woodstock" nel quale parla di un'incontro, un
pranzo, con Dylan per invitarlo formalmente al festival ammettendo poi
che sono stati motivi economici che hanno causato il diniego di Dylan e
del
suo staff. Per tutto il libro Lang si sofferma spesso sull'aspetto
economico dell'evento, ripetendo più volte che il budget per ogni
artista era di 12.000 dollari, massimo 15.000 per i più noti (con
Hendrix concordò due esibizioni che poi non si fecero, pur di offrirgli
30.000 dollari) e se non sbaglio per l'esibizione dell'isola di Wright
Dylan ottenne un compenso di 70.000 dollari, credo che le cifre parlino
da sole !!!
Recuperate il libro di Lang uscito nel 2009, è pieno di retroscena
spassosissimi.
Ciao
Caro Maurizio, lasciami
dire che hai portato un'ottima testimonianza a favore della tua tesi, ma
come abbiamo imparato bene, con Dylan la verità è sempre difficile da
stabilire. Con questo non voglio mettere minimamente in dubbio le parole
di Lang, ma ricordo un altro caso infinitamente più "chiaccherato" ed
importante che fu quello del famoso incidente di moto. Ancora oggi
nessuno può dire come siano andate le cose quel giorno, Dylan stesso
diede diverse versioni dell'incidente a distanza di tempo. Jerry Garcia
dichiarò chiaramente che non ci fu nessun incidente e che la storia fu
completamente inventata per "coprire" la necessità di Dylan di ritirarsi
dal palco per un lungo periodo per disintossicarsi dal massiccio uso di
varie droghe che lo stavano uccidendo. Oltre alla versione di Garcia
altri amici e collaboratori di Bob dissero di tutto su quello strano
incidente, dissero che Bob era stato sfigurato (fu chiaro in seguito che
non era vero perchè il viso di Bob non mostrò mai segno di alcuna
cicatrice), che aveva rotto l'osso del collo sfiorando la morte,
qualcun'altro disse che Bob scivolò semplicemente su un tratto di strada
in discesa mentre spingeva a mano la moto per portarla a riparare dal
meccanico rimediando solo qualche livido. Come vedi tutto è aleatorio,
io non mi sento di mettere in dubbio le parole di Garcia, per te fanno
fede le parole di Lang, per altri faranno fede altre versioni. Anche la
storia del "Judas" gridato al concerto fu raccontata, e lo è ancora, in
diversi modi, per fortuna oggi su Youtube è a disposizione il breve
video di quel momento che serve soprattutto per sapere le esatte parole
che furono pronunciate allora da Bob. Ho letto il libro di Lang e sono
d'accordo con te che è pieno di retroscena divertenti. Per finire
ricordo a tutti che Dylan cominciò la sua carriera appena arrivato a New
York riempiendo di grossissime e molteplici "balle" tutti
coloro coi
quali parlava, quindi, anche le testimonianze di Bob stesso sono poco
affidabili sul piano della verità. Dylan si è divertito per anni a
confondere tutti quelli che volevano sapere troppi particolari sulla sua
vita, e credo che il sistema più efficace sia stato proprio quello di
raccontare versioni diverse dello stesso accaduto. Questo non toglie
assolutamente niente alla grandezza dell'uomo e dell'artista, Dylan è
Dylan e basta, indipendentemente da quello che si racconta su di lui. A
distanza di quasi mezzo secolo ci si chiede ancora perchè incise e fece
uscire un disco come "Self Portrait", ma la verità la potrebbe
raccontare solo lui, solo che volesse farlo. Anche in Chronicles ci sono
raccontate cose che hanno avuto diverse versioni nel corso degli
anni, e forse Dylan stesso ha difficoltà a ricordare con chiarezza tutti
quegli avvenimenti e quei particolari avvenuti in momenti di grande
stress da eccessivo lavoro e di grande confusione. Ricordare chiaramente
tutta la baraonda che lo circondava è senz'altro impossibile anche per
lui, quindi io credo che abbia fatto come meglio ha potuto per
raccontare tutte quelle cose, inoltre da anni stiamo tutti aspettando
quel Chronicles Vol.2 per avere altre spiegazioni su altri avvenimenti
che per forza di cose non sono presenti nel Vol.1. Il fatto è che i fans
dylaniani vorrebbero "sapere tutto di tutto" di Bob, dimenticando che
anche lui ha la necessità di avere una sua vita privata che giustamente
non mette in piazza. Comunque, la ricerca e le discussioni su quelle
verità sono sempre interessanti per noi fans che, tra una frottola e
l'altra, speriamo sempre prima o poi di sapere la "vera verità"! Alla
prossima, Mr.Tambourine.
Credo che tu abbia tristemente ragione, a monte di questa tragica
disgrazia ci sono problemi immensi che nessuno vuole affrontare. Anche
questa volta la domanda: "Chi ha ucciso Davey Moore?" rimarrà senza
risposta, io spero solo che in un prossimo futuro, magari quando non
potrò più saperlo e vederlo, cose come queste siano definitivamente
risolte e superate, ma sono anche convinto che è una questione talmente
spinosa che per molti anni ancora nessuno prenderà l'iniziativa di
metterci le mani. Affrontare o portare all'attenzione problemi come
questi, proprio come ha fatto Bob con alcune delle sue canzoni, non vuol
dire che poi qualcuno di quelli che sfortunatamente ci comandano si
prendano la briga di preoccuparsi di cosa succede a qualche poveraccio
che, in cerca di una speranza e di una vita migliore, trova una morte
orribile a poche centinaia di metri da una piccola isola nel
Mediterraneo. Apprezzo la tua sensibilità che credo che sia anche quella
di molti altri amici della Fattoria, continuiamo tutti a sperare che il
mondo migliori per tutti, la speranza è sempre il sentimento più forte
che ci spinge a trovare la forza ed il coraggio di continuare sulle
strade difficili che abbiamo imboccato. Alla prossima, Mr.Tambourine,
:o((((((
Venerdi 4 Ottobre 2013
Talkin'9172
- Mr.Spaceman
Ciao Barabba. Apprezzo molto il tuo modo
di parlare di musica. Mi hai fatto venire la curiosità di scoprire The
Next Day. La critica non lo ha osannato mi sembra. Ma poco importa
ovviamente. Io personalmente non sono d'accordo sul modo in cui vendono
i cd di Dylan. Mi spiego. Mediamente The Next Day costa 18/19 euro. Come
Tempest. Ma se apri TEMPEST o MODERN TIMES o TT LIFE (escluse le
versione deluxe) trovi a malapena una foto fatta in studio e zero pagine
di testi o altro. Le confezioni dei Cd sono quelle con la costina nera,
quelle che venivano usate per i primi cd degli anni 80/90 (resti di
magazzino praticamente). Nessuno (dico nessuno) usa più i cd con le
costine nere. Tutto questo (risparmio su booklet interno e plastica cd)
risparmio mi fa storcere il naso sul prezzo di vendita. Se la produzione
è Jack Frost (cioè lui) la responsabilità estetica dell'opera appartiene
solo a lui. E bisogna ammettere che è davvero povera la cornice dei cd
che Dylan ci offre (NON PARLO DELLA MUSICA). Ho una MIA PERSONALE
certezza che non si muova foglia se Bob non lo decide dopo aver letto
approfonitamente la genesi delle sue opere ultime. Nonostante gli ultimi
album siano andati bene Bob sta facendo una gran fatica a riempire spazi
che vanno oltre le 5.000 persone. Quest'aridità si percepisce anche dal
"risparmio" sulle soluzioni sceniche dal vivo. Senza Mark Knoplfer non
avrebbe riempito le arene, infatti il prossimo tour sarà nei teatri. A
prezzi alti. L'Americanarama non è andato bene da quel punto di vista.
Sono tutti segnali che vanno letti da precisi punti di vista. Dylan è
ostinatissimo a rimanere sul mercato e on the road. Ha la fortuna di
avere uno zoccolo durissimo di fans che sorvolano su molte cose (assenza
di scenografie, megaschermi. Se pago 100 euro avrò diritto di vederlo
almeno su un megaschermo?). In tutto questo (caotico) discorso che ho
tentato di fare non c'entra la qualità della musica o i gusti di tutti.
E? solo un punto di vista sul "Dylan-Marketing" che considero davvero
fuori tempo e privo di ogni generosità da parte del nostro. Ora molti
ritireranno fuori la storia dell'elenco telefonico cantato o altro, che
a lui basta essere lì. E sono d'accordo. Ma tra un cd originale di Dylan
ed uno masterizzato la differenza sta solo nei soldi che vanno a lui,
perchè a noi di "estetico" ci rimane davvero poca roba. Pochissima. A
prezzo pieno.
Mr. Spaceman
Buonasera a tutti, è veramente un onore
per me entrare in contatto con voi. Sono un normalissimo fanatico di
Dylan e l'anno scorso ho portato all'esame di maturità una tesina dal
titolo "Perché Bob Dylan non era a Woodstock" con la speranza che i
professori si bevessero la scusa del classico "ho scelto un autore per
parlare del contesto storico" quando l'intento era ovviamente l'esatto
opposto! Dopo lunghe lotte e conflitti interiori ho deciso di mandarvi
il prodotto finale, per la verità è pubblicato sul blog
intheflesh.it grazie alla gentile intercessione di amici. Anche solo
un commento di una riga mi renderebbe immensamente felice! Grazie per
tutto quello che fate, davvero :)
P.S. Sabato 2/11 vedrò Dylan dal vivo per la prima volta!!!!!!.
Ho letto con attenzione
la tua tesina e devo dire che il lavoro di ricerca è veramente accurato,
ben fatto anche l'abbinamento degli eventi storici inseriti nel contesto
della storia artistica di Bob, dunque i miei complimenti più sinceri!
Permettimi una domanda, come mai uno come te, che si definisce
"normalissimo fanatico" (che cos'è un normalissimo fanatico?) e che
scrive una tesi sull'artista oggetto del suo normale fanatismo non è mai
stato ad un concerto di Bob????????? Alla prossima, :o)
La musica di Dylan in una flash drive
USB in un’armonica a bocca
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Giovedi 3 Ottobre 2013
Talkin'9170
- Barabba123456
Ciao ancora Mr.Tambourine,
non vorrei sembrare e diventare più logorroico di quello che non sono,
ma mi sento tirato piacevolmente dentro le osservazioni postate da
Spaceman: per tentare di essere più chiaro e magari aprire nuove
riflessioni che potrebbero essere interessanti e possano con e oltre Bob
Dylan includere riflessioni sull’arte in generale (…..non sta facendo
mostre pittoriche Bob? ………. Dateci dei giudizi anche su quelle ……….. a
me un pò piacciono, che importanza ha se riprese da foto ho da
paesaggi?), proverò a fissare alcuni punti per semplificarne la
comprensione:
1- Sono contento che per Spaceman ASP sia il suo album preferito ( e vi
giuro ad entrambi che non sto facendo ironia), e se proprio ve lo devo
dire un pò lo invidio, perché io prendendo ad esempio gli ultimi dieci
anni gli album che sono riuscito a sentire ininterrottamente per ore
sono veramente pochi: Modern Time (Bob Dylan), Push the Sky Away (Nick
Cave), The next day (David Bowie), Dear Heater (Leonard Cohen), tutti
quelli di Bob (ma perché non li conoscevo) esclusi SP e NM…….e stò da
venti anni aspettando un altro “Nevermind”; ma può essere
tranquillamente colpa mia visto che purtroppo non ascolto più molta
radio – che tra l ‘altro anche loro oramai mandano solo musica per
metterci in mezzo spot pubblicitari (quanta bella musica indipendente e
underground esiste e mai nessuno ascolterà!).
2- Avete presente quando dicono: “Non è bello ciò che è bello ma è bello
ciò che piace” ………… nell’ambito dell’arte (e la musica è arte) è una
delle maggiori falsità e ipocrisie dell’umanità: torno nel mio ambito
anche non essendone eccelso ……….. può piacermi il rinascimento con
Michelangelo e i sui pochi seguaci, può piacermi Le Corbousier con tutte
le sue contraddizioni, può piacermi il romanico o il gotico, può anche
non piacermi alcuna di queste correnti ……….. ma non posso affermare che
il Partenone non sia un capolavoro, non posso affermare che il Colosseo
non sia un capolavoro, non posso affermare che la casa sulla cascata di
Frank Lloyd Wright non sia un capolavoro solo perché non coincidono con
l’architettura che io vorrei fare …… ma il palazzo appena finito davanti
a casa mia fatto da un imprenditore (sinonimo di produttore
discografico) si che te lo posso dire che non è un capolavoro, non è
architettura e soprattutto non è arte (per chi pensava che non stessi
ancora parlando di Dylan ….ll palazzo è SP e quello vicino è NM)!
3- Erano dieci anni che non capivo cosa fosse successo a David Bowie,
sta bene , sta male…. È morto!: Stà bene! E finalmente ci ha regalato
l’album di cui vi parlavo sopra –The next day-: volete farvi una risata
…. A novembre uscirà un COFANETTO (lo stesso album, più un cd con i
video (4) e altre quattro canzoni inedite più un paio di remix) ………….
Non è un modo per aumentare il conto in banca? Vi assicuro che Bowie lo
preferisco a Dylan (non per la musica ma perchè sapeva e sa miscelare
meglio di qualsiasi altro sound and vision) e sicuramente ha un ottimo
commercialista (da quanto mi risulta tra i cantautori viventi è il più
ricco di tutti …………… ma come vedete sto ancora parlando di
Bob)….naturalmente non comprerò quest’altro cacchio di … no non voglio
più scriverla quella parola!
4- E lascio per ultimo quello che considero il mio dubbio più grande e
la certezza più grande per altri: come fate ad affermare che tutto
quello che esce al di fuori degli album non ufficiali sia voluto e
controllato da Bob? Spaceman puoi dirmi come fai a sapere che Dylan
controlla tutto quello che esce dalla Columbia-Sony? (Mr. Tambourine
se puoi lasciare in grasseto questa frase ho comunque evidenziala in
qualche modo perché è quello che più mi interessa non mi dispiacerebbe)
Ti assicuro che non te lo chiedo in tono di sfida (Mr.Tambourine ha
fatto un lavoro ottimo nel mediare le diverse opinioni e non trasformare
questo sito in una curva da stadio ma anzi in un interessante e
piacevole scambio di opinioni), ma veramente perché io non lo so e mi
sono solo fatto un’idea che può essere diversa dalla tua e forse
sbagliata, puoi spiegarmelo?
Che potere ha Dylan oggi di dire alla Columbia (quando lui era un
esordiente come molti oggi) di dire questo si fatelo uscire , no questo
no non fatelo uscire?
Ho fra le mani alcuni cd di Dylan: non so da quale ma ad un certo punto
il produttore risulta essere un certo Jack Frost (altro pseudonimo di
Bob Dylan) ….. solo per soldi? Non credo, non sarebbe durato tanto,
credo per essere più libero (e qui mi sarebbe piaciuto inserire una
pagina dei gia citati diari di Kurt Cobain in cui in una pagina spiegava
con estrema esattezza come dovrebbe essere un vero artista: libero al
100/100……. E come la situazione economico-sociale-mondiale ……e
soprattutto delle case discografiche nello specifico non gli consentiva
di esserlo …. Ma mi sono gia troppo dilungato e forse Cobain non è
esattamente quello che si vorrebbe sentire in queste pagine – ma vi
assicuro che parlando di musica in generale in quelle pagine avrebbe
potuto spiegare in maniera lucida e disinteressata quale era la
situazione venti anni fa e oggi):
Prima che mi rispondi però, hai letto l’articolo di Jay Gatsby su questo
sito? Puoi andarlo a leggerlo, io ti copio e incollo una affermazione di
Bob (mi fido che sia la sua poi chi lo sa?) riferita alla sua creatività
e alla sua situazione psico-fisica in quei tempi:
“Non feci altro che tirare contro un muro tutto quello che avevo
sottomano. Quello che ci restava attaccato lo pubblicai, poi andai a
raccogliere anche il resto che non ci era rimasto attaccato e pubblicai
anche quello”.
Si riferiva a Self Portrait e se vuoi possiamo estenderlo anche a New
Morning.
Un’ultima cosa per chi vuole fare indigestione di Dylan, non so se è
legale, credo di si e spero di non creare problemi a lui e soprattutto
di non crearli a me (io ne ho comprato uno dal Canada), ma ho trovato un
sito che ha tutti i concerti live dal 62 ad oggi del nostro:
Cercate e li troverete tutti,………….. anche questi li controlla Bob?
Buona musica e arte a tutti, qualunque sia …………..decidiamo noi per il
momento, poi la storia farà il suo lavoro.
Caro Barabba123456,
l'arte è qualcosa di misterioso da definire, una cosa senza confini e
con miliardi di possibilità di giudizio. Qui si potrebbe aprire l'eterna
discussione se il bello sia soggettivo od oggettivo, la stessa domanda
potremmo farcela circa tutto il lavoro di Dylan, musica, testi, attività
live, pittura ed ora scultura. Ma in sostanza il bello e l'arte
dovrebbero essere oggettive come dici tu, il Partenone ed il Colosseo
sono belli ed unici anche se a qualcuno potrebbero anche non piacere,
così il lavoro di Bob, prendi 100 persone e probabilmente avrai 100
giudizi con sfumature diverse. Questo è un bene o un male? Non saprei,
però credo e sostengo che l'opinione di una persona è sacra anche se un'
altra la ritiene sbagliata. Come te anch'io sono un ammiratore (oltre a
Dylan naturalmente) anche di altri artisti, persone che in momenti
diversi della mia vita mi han dato emozioni e sensazioni che ancora oggi
ricordo con piacere. Il fatto di ricordare queste persone (ti faccio
alcuni nomi. Byrds, Beatles, Beach Boys, Mamas and Papas, Chuk Berry,
Jethro Tull, Rolling Stones, King Crimson, Colosseum, Loggins & Messina,
CSN & Y, Eagles, Van Morrison, James Taylor, Jimi Hendrix, Ten Years
After, Procol Harum, Leonard Cohen, Eric Clapton, The Who, Tina Turner,
Tom Petty, Bruce Springsteen, Joe Cocker, Leon Russel, Rod Stewart,
Carole King e chissà quanti altri averi voluto citare) non vuol dire non
stimare o sottovalutare Bob, anzi, è esattamente il contrario, considero
Bob padre ed ispiratore di tutti questi grandi artisti, ma non posso
negare che anche loro mi hanno dato momenti irripetibili. Anch'io son
convinto che Bob non sia in grado di controllare tutto quello che Sony
immette sul mercato, anche perchè il diritto di usare tutto questo
materiale credo spetti a Sony-Columbia che di sicuro è diventata,
pagandoli profumatamente, la proprietaria di tutte queste canzoni.
Qualcuno può pensarla diversamente, non c'è nessun male in questo, son
proprio le nostre diverse opinioni che ci fanno vedere le cose da angoli
differenti e di conseguenza trarre conclusioni diverse. Queste piccole
discussioni su Maggie's Farm sono diventate buone cose espresse in modo
civile e corretto, e questo, oltre che essere merito mio perchè ho
insistito perchè le cose funzionassero in questo modo, è senz'altro per
la maggior parte mertito vostro che vi scambiate opinioni con
intelligenza e rispetto. Voglio aggiungere che se oggi Maggie's Farm è
diventata una vera enciclopedia dylaniana è anche merito vostro, ognuno
di voi che scrive su queste pagine aggiunge un pezzo alla storia di Bob.
Per leggere tutto ciò che è archiviato nella Fattoria ci vuole un sacco
di tempo, ma ci trovate proprio tutto, non c'è niente della vita di
Dylan che sia stato trascurato o non trattato da questo sito, e questo
grazie a quelli che c'erano, a quelli che ci sono e quelli che ci
saranno! Alla prossima, Mr.Tambourine
Da Obama a Bob Dylan, celebrità nei
panni dei generali
clicca qui
Mercoledi
2 Ottobre 2013
Talkin'9169
- Maria Rosa Ventura
Ciao Mr. Tambourine,
forse mi sono persa qualcosa ma mi sembra che tu non abbia ancora
postato l'annuncio della nuova mostra di opere dylaniane che sta per
aprirsi a Londra. C'è (dal 24/08/13 al 05/01/14) "Face Value" alla
National Portrait Gallery, un'esposizione di ritratti che credo tu abbia
già segnalato.
Ma ora sta per aprirsi (16/11/13 - 05/01/14) alla Halcyon Gallery una
mostra di "iron works gate", sculture in metallo del nostro. La presenta
una bella foto di Bob in veste "saldatore" che mi ricorda , per
analogia, "Blowtorch" un quadro presentato a Palazzo Reale a Milano.
In merito a quanto da te postato in precedenza devo dirti che anch'io
avevo notato, nella tua intervista in trasmissione, la frase relativa
all'elenco telefonico. Ora io credo che tu faccia molto bene a dare voce
a tutti i punti di vista, verità in tasca non ne ha nessuno, ma, detto
questo, credo che se Dylan leggesse l'elenco telefonico potrebbe essere
qualcosa che vale la pena di vedere! Perché non conta solo "quello" che
si fa ma anche "come" lo si fa. Come tu sai c'è stato qualcuno che ha
rivoluzionato l'arte contemporanea con un orinatoio (solo per fare un
esempio).
In ogni caso Dylan, essendo umano (almeno fino a prova contraria!!) ha
commesso sicuramente molti errori e probabilmente è stato il primo a
rammaricarsene, ma non credo a pentirsene, perché noi siamo anche i
nostri errori.
Sono comunque contenta ogni volta che sento che c'è chi può permettersi
di non comperare un album o un "cofanetto" solo perché non gli piace e
non perché non può permetterselo. Io ascolto tanta musica e leggo molti
libri e ogni volta devo fare delle scelte. Malgrado acquisti parecchio
usato e sia una regina del bookcrossing (i libri devono girare... ma ce
ne sono alcuni che mi tengo stretti...). Però so di essere una
privilegiata perché ci sono sempre più persone le cui scelte vertono sul
mangiare a pranzo o a cena... questo non lo dimentico mai.
Un abbraccio, Maria Rosa.
Hai ragione cara Maria Rosa,
a mia scusa dico che nessun sito italiano ha finora dato la notizia,
quindi onore al tuo merito, ecco la relativa news sotto. Ciao, grazie ed
alla prossima, Mr.Tambourine, :o)
“Mood Swing” la mostra delle sculture in
ferro di Dylan a Londra
credit: Jon Shearer/www.halcyongallery.com
L'ultimo progetto di Bob Dylan, una
mostra d'arte con le sue recenti sculture in ferro, si aprirà il
prossimo novembre alla Halcyon Gallery di Londra.
Intitolata" Mood Swings ", la mostra alla Halcyon Gallery di Londra -
che già in precedenza ospitò una raccolta di schizzi e disegni di Bob
Dylan – si aprirà il 16 novembre e durerà fino al 25 Gen 2014. La mostra
presenterà una vasta gamma di recenti opere in metallo di Dylan, in
particolare sette porte in ferro d'epoca e rottami metallici decorati
con oggetti tra i quali chiavi inglesi, tritacarne e una chiave di
violino di chitarra.
" Mood Swings " comprenderà anche altre opere saldate ed una nuova
collezione di serigrafie. Ogni pezzo della mostra sarà in vendita. "Il
ferro serve a dimostrare la sua sconfinata creatività ed il suo
talento", ha dichiarato Paul Green, presidente della Halcyon Gallery. "
Poiché queste opere sono fatte in casa, non sulla strada, ci permettono
di dare un raro sguardo in un'altra parte dell’universo personale
dell'artista".
" Sono stato in giro ferro tutta la mia vita , fin da quando ero un
bambino ", ha detto Dylan . "Sono nato e cresciuto in un paese che
viveva di minerale diferro, lo si poteva respirare ed annusare ogni
giorno e ho sempre lavorato accanto al ferro un modo o nell'altro.
Martedi
1 Ottobre 2013
Lasciatemi aprire il mese di
Ottobre con un ringraziamento per tutte quelle persone che mi hanno
chiesto di iscrivermi e linkarmi a loro su Facebook, Twitter e Linkedin.
Sono veramente onorato di questi inviti, ma purtroppo li devo declinare
perchè questi cosidetti socialnetwork non incontrano il mio favore, non
ho un account Facebook e non ho un account Twitter, ho acceso un account
su Linkedin come Mr.Tambourine dietro invito di un caro amico, ma non
sono capace di gestirlo come si deve e ho poco tempo per farlo. Per
questo motivo, pur con l'orgoglio per le richieste ricevute, devo dire a
queste gentilissime persone di non offendersi se non raccoglierò il loro
invito ed allo stesso tempo prego tutti coloro che mi hanno invitato o
che vorrebbero invitarmi in futuro a connettermi a loro su una di queste
piattaforme sociali di non farlo. Vi ringrazio ancora una volta,
Mr.Tambourine.
Lo ammetto. Per me "Another Self Portait"
non è solo diventato il mio album preferito di mr. Zimmerman, ma uno dei
dischi che sono entrati nella mia sfera emotiva più profonda come non
accadeva da anni. E' il mio "Blood on the tracks", il mio "Blonde on
blonde", il mio "Dark side of the moon", il mio "Abbey Road o Revolver"
o quello che volete voi. Vi ho trovato dentro tutto quello che
desideravo e molto di più. Chi mi conosce sa che non sono mai stato un
morbido con le scelte discografiche di Bob (e concertistiche). Ma
stavolta devo cedere alla meraviglia assoluta di questo "Bootleg"
illuminante. Ovviamente quest'album disintegra in un colpo solo New
Morning e Self Portrait (e perchè no, anche Skyline). C'è una tale
immensità che tutta quella fase andrà riletta da capo. "New Morning"
l'ho sempre considerato un disco fatto male, suonato peggio e ruffiano.
"Self Portait" era l'apoteosi del suicidio artistico e commerciale. Ora
questo volume della bootleg series capovolge tutto. Ma nella versione di
"If not for you" non sentite già gli echi di Desire? in Wallflower c'è
il seme di Blood on the tracks. Per non parlare di Pretty Saro.
Capolavoro, anche se non suo. In sintesi. Per me è stata più di una
rivelazione. E' il disco della vita. Ricomprerò Self Portait
remasterizzato quando lo venderanno separato dal box (perchè così
sarà...così come venderanno il concerto all'isola di Wight). Un ultima
cosa. Sappiate che non c'è virgola che si sposti senza che Dylan
l'approvi alla Columbia Records. Non pensate che lui sia "vittima" di
raggiri discografici, che pubblicano box all'impazzata e Best of senza
che lui sappia nulla. E' tutto molto curato e predefinito. E dietro
tutto questo c'è lui. E stavolta ha veramente donato l'autoritratto
migliore che potesse dipingere.
Mr. Spaceman
Caro
Mr.Spaceman, anch'io, conoscendoti via mail da molto tempo, sono rimasto
stupito dalle tue parole, questo dimosra che nella vita non si può mai
dire qualcosa di definitivo, che dietro l'angolo può sempre esserci la
sorpresa capace di stupirci ancora. Son davvero contento se quest'album
ti ha fatto modificare un pò le tue idee dylaniane, magari un giorno la
stessa cosa potrebbe succedere a molti altri che a tuttoggi rimangono
sulle loro intransigenti posizioni. Continua a scriverci, alla prossima,
:o)