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SITO ITALIANO DI BOB DYLAN

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Giovedi 31 Ottobre 2013

Amsterdam, The Netherlands - Heineken Music Hall - October 30, 2013

1. Things Have Changed (Bob center stage)
2. She Belongs To Me (Bob center stage with harp)
3. Beyond Here Lies Nothin' (Bob on grand piano)
4. What Good Am I? (Bob on grand piano)
5. Pay In Blood (Bob center stage)
6. Waiting For You (Bob on grand piano)
7. Duquesne Whistle (Bob on grand piano)
8. Tangled Up In Blue (Bob on grand piano)
9. Love Sick (Bob center stage with harp)
(Intermission)
10. High Water (For Charley Patton) (Bob center stage with harp)
11. Simple Twist Of Fate (Bob on grand piano)
12. Early Roman Kings (Bob on grand piano)
13. Forgetful Heart (Bob center stage with harp)
14. Spirit On The Water (Bob on grand piano)
15. Scarlet Town (Bob on grand piano)
16. Soon After Midnight (Bob on grand piano)
17. Long And Wasted Years (Bob center stage)

(encore)
18. All Along The Watchtower (Bob on grand piano)
19. Blowin' In The Wind (Bob on grand piano then center stage with harp)

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Bob Dylan a novembre in Italia                                                                clicca qui

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Bob Dylan sbarca agli Arcimboldi                                                           clicca qui

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Silenzio signori, c’è Bob Dylan                                                                clicca qui

 

 
Mercoledi 30 Ottobre 2013

Talkin' 9209 - Feel Glass

Vendo biglietto Arcimboldi 2 novembre a € 76.

Ciao! Un mio amico non riesce a venire al concerto di Milano del 2 novembre perciò vendo il suo biglietto ovviamente a prezzo normale, cioè 76€. Potreste per cortesia mettere un annuncio o spargere la voce in qualche modo?

Io sono Filippo di Milano e potete contattarmi su questa mail feelglass@gmail.com o su twitter (@feelglass).
Per la consegna ci si può vedere anche prima del concerto davanti al teatro.
Grazie! (e complimenti sempre per il sito e i costanti aggiornamenti).
Filippo

http://www.feelglass.altervista.org
http://flavors.me/feelglass


Ecco fatto Filippo, spero che tu riesca a vendere il biglietto, alla prossima, :o)

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Talkin' 9208 - Maria Rosa Ventura

Ciao Mr. Tambourine,
grazie dei gentili superlativi in merito ai miei messaggi... :-) (e quindi non lamentarti se ne scrivo un altro!).

Intanto vorrei rivolgere un pensiero a un artista che mi è caro e che è appena scomparso: Lou Reed.
Ho iniziato a seguirlo che ero giovanissima e non l'ho mai perso di vista. Delle molte volte che l'ho visto on stage voglio ricordare quella forse, apparentemente, più anomala, rispetto al suo personaggio: nel settembre del 2008 si esibì agli Arcimboldi in una arcana e potente versione musicale dello "Shir haShirim" (Il Cantico dei Cantici) realizzata dal geniale compositore e sassofonista americano John Zorn. Insieme a Marc Ribot alla chitarra, Greg Cohen al contrabasso, Carol Emanuel all'arpa, Kenny Wollensen al vibrafono e a uno straordinario coro di voci femminili, Lou Reed e sua moglie Laurie Anderson, recitavano (nella versione inglese) i versi del grande poema.
Un ricordo molto forte, per me, di questo artista che ha saputo camminare non solo sul "wild side" ma su tutti i lati lati dell'umana esistenza.

Per ritornare a Dylan, a pochi giorni dalle date italiane, non parlerò dei concerti ma mi permetto una riflessione su una pagina della sua biografia riportata in "Chronicles vol. 1" (Feltrinelli, 2005): la questione MacLeish.
La riflessione nasce da alcune osservazioni fatte da Alessandro Carrera nel capitolo conclusivo della nuova edizione di "La voce di Bob Dylan" (Feltrinelli, 2011). Mi dispiace scomodare ancora il prof. Carrera ma furono le sue osservazioni a darmi da pensare e queste, ahimè, sono le conseguenze...!
Carrera riflette sul modo piuttosto anomalo in cui Dylan è biografo di se stesso (e come poteva essere diversamente!): non solo tralascia alcuni avvenimenti essenziali della sua vita per parlare di fatti assolutamente minori ma, nel descrivere questi episodi, sicuramente inventa, cambia il nome di alcuni personaggi e, come di consueto, passeggia nel bosco della letteratura mondiale riempiendo il suo cestino di bacche e frutti. Ma la cosa più imbarazzante, ci dice Carrera, avviene quando Dylan oltrepassa "il confine dell'appropriazione, anche di quella più disinvolta," per entrare nel territorio del plagio. Cioè Carrera scopre, facendo riferimento anche a quanto scritto da Edward M. Cook nel suo blog ralphriver.blog.spot.com., che Dylan descrivendo il suo incontro con Archibald MacLeish copia "quasi parola per parola", dall'introduzione scritta dallo stesso MacLeish a un'edizione delle "Complete Poems of Carl Sandburg". Ma non solo, fa di peggio, confonde una seconda parte dell'introduzione, scritta dallo stesso Sandburg dove il poeta parlava di se stesso, e attribuisce a MacLeish alcuni fatti della vita di Sandburg!!
Dal momento che Dylan sa benissimo di essere tenuto costantemente sotto osservazione, come un virus di nuova generazione sul vetrino di un microscopio elettronico, come gli è potuto venire in mente di fare una cosa del genere? E' così stupido da pensare che nessuno se ne sarebbe accorto? E' affetto da una bulimia cleptomane incurabile? Non è proprio capace di descrivere qualcuno con parole sue?
Fermo restando che anche un genio o un principe-poeta possono avere i loro quindici minuti di imbecillità, devo ammettere che la cosa mi dava un po' fastidio, così ho deciso di fare qualche ricerca per conto mio.
Quanto scriverò ora, però, non è suffragato da sufficienti prove documentarie e quindi, dal punto di vista storico-letterario, dubito abbia gran valore... A meno che lo stesso Dylan non voglia essere così cortese da rilasciare una dichiarazione in cui convalida quanto da me scritto! :-o))))
Veniamo ai fatti: nel 1970 (come racconta nel terzo capitolo) Dylan riceve una lettera di MacLeish nella quale il grande letterato gli chiede di scrivere delle canzoni su un suo testo teatrale, "Scratch", ispirato a un racconto di Stephen Vincent Benét "The Devil and Daniel Webster". Dylan, per quanto fosse già un mito, non ha ancora trent'anni, mentre MacLeish (nato nel 1892 ) è uno dei Poeti laureati d'America, insieme a Carl Sandburg e Robert Frost, per lui dunque questo incarico è un grande onore. Nel giorno del loro primo incontro, tra loro si instaura una curiosa conversazione, MacLeish gli domanda quali autori ha letto ed esprime giudizi lapidari. Chiede anche a Dylan quali furono gli eroi della sua infanzia e lui risponde: "Robin Hood e San Giorgio, l'uccisore di draghi". Lui ride: "Certo, è meglio non averli come nemici". Poi comincia a leggere alcuni monologhi del testo e, ci dice Dylan: "Dopo averlo ascoltato con attenzione, intuitivamente compresi che la cosa non faceva per me".
Però lui non rifiuta l'incarico, risponde che ci avrebbe pensato e qui il racconto si interrompe, per riprendere dopo un po' di pagine, quando Dylan ritorna con le canzoni che ha scritto.
Ora qui sta il punto della questione: Dylan non vuole scrivere le canzoni per "Scratch", ma non può nemmeno rifiutarsi di farlo, non può mancare di rispetto a un uomo anziano che è anche un grande poeta e intellettuale.
Quale altra alternativa ha? Quella di scrivere canzoni che non sono adatte al testo, in modo che sia lo stesso MacLeish a rifiutarle. E perché Dylan non vuole? Ce lo dice lui stesso: "Era un'opera cupa. Dipingeva un mondo paranoico, fatto di colpa e di paura, in uno stato di perenne oscuramento, a testa bassa contro l'era atomica, pieno di inganni e di slealtà... Era un testo che condannava a morte la società, con l'umanità a faccia in giù nel proprio sangue. Andava oltre lo stesso messaggio dell'Apocalisse, come se la distruzione della terra fosse dopotutto la missione dell'uomo. MacLeish stava mandando segnali attraverso le fiamme, come se avesse un'intenzione segreta che forse io non volevo nemmeno conoscere".
Ma perché Dylan non ci racconta l'episodio come è realmente avvenuto? Persino oggi, nei giorni in cui lui scrive il libro, e quando ormai MacLeish è morto da molti anni, non si sente libero di dire come sono andate realmente le cose, non vuole o non può farlo. Allora forse pensa di filtrare l'episodio attraverso un espediente che sapeva facilmente riconoscibile, ma anche rischioso. Infatti la storia viene narrata in parte con le parole dello stesso MacLeish, come se anche lui avesse il diritto di esprimere il suo punto di vista o come se Dylan non volesse essere troppo coinvolto nel racconto.
Ma come ci avvisa Dylan che in realtà è tutto un fraintendimento, che c'è qualcun altro che ci sta raccontando la storia? Attraverso "l'errore" con cui attribuisce a MacLeish un episodio che invece appartiene alla vita di Sandburg. Lo scrittore racconta a Dylan di essere stato a West Point dove (come ci dice Carrera) "in realtà non ha mai messo piede; è Sandburg che è stato a West Point". In verità nemmeno Sandburg ha mai frequentato West Point, in quanto vi è stato espulso dopo due sole settimane perché non aveva superato i test di matematica e grammatica. O forse perché la sua era una famiglia di poveri emigranti svedesi, non abbastanza titolata per il prestigioso college militare. C'era un altro però a cui, da ragazzino, sarebbe piaciuto andare a West Point, ed era lo stesso Dylan, come lui ci racconta nel secondo capitolo di "Chronicles": "... prima ancora di sapere che sarei diventato un cantante, e con la mente in grande fervore, avevo persino covato il desiderio di andare a West Point. Mi ero sempre immaginato che sarei morto in qualche eroica battaglia, non nel mio letto. Volevo diventare un generale, avere il mio battaglione..."
Così chiede al padre come può fare, e lui, perplesso, gli risponde che il suo nome "non cominciava con un 'de' o con un 'von', e che per entrare a West Point ci volevano le conoscenze giuste e le credenziali appropriate". E lo zio è ancora meno incoraggiante: "Perché dovresti andare a lavorare per il governo? - mi chiese. - Un soldato è come una casalinga, come una cavia da laboratorio. Va' a lavorare nelle miniere, piuttosto."
Quindi Dylan traccia un trait d'union tra sé e Sandburg, appassionato tra l'altro come lui della storia della guerra civile americana e che scrisse una monumentale biografia su Abramo Lincoln. Ma questo trait d'union non arriva fino a MacLeish. Egli dichiara infatti di aver provato a scrivere le canzoni, ma che i suoi sentimenti erano altrove. "Io... volevo tenermi a distanza dalle terribili verità che quell'opera annunciava. La verità era l'ultima cosa che avevo in mente e anche se c'era non la volevo in casa mia. Edipo l'aveva cercata e quando la trovò la verità lo distrusse. Era uno scherzo crudele, meglio lasciarla perdere. D'ora in poi avrei detto cose diverse, una per ogni lato della faccia, e quello che si sentiva sarebbe dipeso dal lato dove stava. Se mai fossi inciampato su qualche verità mi ci sarei seduto sopra e l'avrei tenuta ferma."
Appunto, la verità. E i rapporti che ci sono tra essa e la poesia, con i suoi simboli, le sue figure, le sue metafore.
Dylan non può raccontare tutta la verità quando scrive di sé perché è un poeta, ma proprio perché è un poeta alla fine è la verità che vince.
Così lui torna una seconda volta da MacLeish con queste canzoni che non sono adatte e che lo scrittore non può accettare, due di quelle canzoni ("Time Passes Slowly" e "New Morning") finiranno poi sul suo nuovo album "New Morning". MacLeish lo accompagna verso l'uscita, attraverso il giardino. E Dylan accompagna noi verso la fine dell'incontro. "La commedia di Archie era molto cupa, greve come un omicidio a mezzanotte. Non sarei riuscito a farla mia in nessun modo, ma era stata una gran cosa incontrare lui, un uomo che era stato sulla luna quando la maggior parte di noi riesce a malapena a staccarsi dal suolo. In un certo senso, mi aveva insegnato ad attraversare l'Atlantico a nuoto. Lo volevo ringraziare ma mi riusciva difficile. Ci salutammo con la mano dalla strada e io sapevo che non l'avrei rivisto mai più".

Vi saluto anch'io, Maria Rosa

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Talkin' 9207 - Verrini.g

sapete in che hotel sarà Bob le tre sere a Milano?
grazie. Ciao, Giuseppe

Prorpio no Giuseppe, mi spiace, ma se si sapesse l' hotel sarebbe sotto assedio per tre giorni! :o)
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Milano: Concerto di Bob Dylan agli Arcimboldi                                       clicca qui

 

 
Martedi 29 Ottobre 2013

Geneva, Switzerland - Geneva Arena - October 28, 2013

1. Things Have Changed(Bob center stage)
2. She Belongs To Me (Bob center stage with harp)
3. Beyond Here Lies Nothin' (Bob on grand piano)
4. What Good Am I? (Bob on grand piano)
5. Pay In Blood (Bob center stage)
6. Waiting For You (Bob on grand piano)
7. Duquesne Whistle (Bob on grand piano)
8. Tangled Up In Blue (Bob on grand piano)
9. Love Sick (Bob center stage with harp)
(Intermission)
10. High Water (For Charley Patton) (Bob center stage with harp)
11. Simple Twist Of Fate (Bob on grand piano)
12. Early Roman Kings (Bob on grand piano)
13. Forgetful Heart (Bob center stage with harp)
14. Spirit On The Water (Bob on grand piano)
15. Scarlet Town (Bob on grand piano)
16. Soon After Midnight (Bob on grand piano)
17. Long And Wasted Years (Bob center stage)

(encore)
18. All Along The Watchtower (Bob on grand piano)
19. Blowin' In The Wind (Bob on grand piano then center stage with harp)

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Berlin, Germany – Tempodrom - October 24, 2013

by Sascha Krieger

Si deve supporre che la piscina è rimasta senz’acqua! Il " Dylan Pool ", cioè uno dei siti preferiti dai fans di Bob Dylan in tutto il mondo, ha messo insieme una montagna di pareri diversi per stabilire chi meglio sapeva prevedere la set list durante il tour, stessa cosa per i singoli concerti .
Giocare a questa specie di indovinello in questi giorni deve essere un affare piuttosto noioso: Bob Dylan , il grande maestro dell’ imprevedibile, il lunatico trovatore del quale nessuno ha mai saputo quello che poteva combinare in una qualsiasi notte, sembra aver unito le fila di coloro che, come ben oliate macchine per riprodurre musica, suonano esattamente le stesse canzoni nello stesso ordine notte dopo notte, cosa studiata durante le prove e quindi senza alcuna sorpresa. Attualmente in tour in Europa, Dylan ha ora portato la sua striscia di spettacoli consecutivi identici a sei e la fine non è ancora in vista. Il live act di Bob Dylan sta quindi soffocando nella routine pura, sta diventando un atto meccanico per compiacere il pubblico con il minimo impegno e meno ancora ambizione artistica? Lungi da ciò, infatti, l’ultima incarnazione di Dylan, o si dovrebbe dire re-invenzione?, come performer dal vivo produce il suo migliore spettacolo più emozionante da molto tempo.

Il prezzo per una maggiore prevedibilità e meno sorprese è stato pagato per avere spettacoli dal vivo con intensità musicale e coerenza, qualcosa che a Dylan è spesso mancata.
A differenza degli sforzi alquanto eclettici e spesso irregolari degli anni 1990 e 2000, la musica di Bob Dylan oggi ha un carattere chiaramente definibile: una forte simbiosi di country e blues rock, con elementi di rockabilly, il jazz ed il folk si fondono con lui in un modo semplicissimo e logico,così, quando è salito sul palco per il primo dei tre spettacoli al Tempodrom di Berlino, si è capito subito che il battito del cuore di questa musica è impostato dal batterista George Recile: il suo lavoro sui tamburi getta le basi e definisce il polso di questo densa, terrosa, martellante musica che ha un forte nucleo dalla prima all'ultima nota. Recile è il batterista di Dylan dal 2002, il bassista Tony Garnier è con lui dal 1989 – e ha fatto quasi 3000 concerti con Dylan.

Ora, con una setlist stabile, questa familiarità mostra finalmente la compattezza della band, gli arrangiamenti sono diventati molto più complessi, vi è coerenza fra la musica e la densità delle altre cose, la sciatteria dei giorni precedenti è andata via. Considerando le prestazioni passate di Dylan, oggi le sue esecuzioni sono ora ben strutturate, potrebbe anche essere la quasi definitiva interpretazione delle sue canzoni. Questo è abbastanza ovvio per i brani più noti della set list: “She Belong to Me” è ora una intensa blues e soul ballad, “Tangled Up in Blue” un folk rock a muso duro che si discosta un pò dalla ballata, “Simple Twist Of Fate” ha un nucleo duro che non ha mai posseduto, Love Sick è stato ridotta ad uno staccato bluesy, mentre il suo premio Oscar “Things Have Changed” è oggi un vivace country rock, così come All Along the Watchtower è in continuo cambiamento.

Un'altra cosa che è caratteristica delle prestazioni attuali di Dylan, considerando che, in passato, usava canzoni miste di diversi periodi della sua carriera, ora invece l'attenzione è chiaramente mirata al materiale più recente: sei canzoni sono tratte dall’album del 2012 Tempest, e complessivamente dodici delle 19 canzoni della set list sono state pubblicate dopo il 2000, solo un singolo brano, più i due bis, sono i pezzi più famosi degli anni ‘60. Bob Dylan è ancora un artista creativo, un musicista che vive e lavora al presente.
Quindi non è una sorpresa che il materiale più recente sia tra i pezzi più forti: soprattutto per i più ruvidi brani di sapore rock come “ Pay in Blood”, quasi violenta, o il rock blues puro di Early Roman Kings, Duquesne Whistle sembra uscire quasi senza sforzo, mentre l' aria sognante da ballata dondolante di Forgetful Heart e Soon After Midnight, ma anche di Scarlet Town, crudamente di sapore balladesque, forniscono i momenti più altamente poetici ed anche i momenti più struggenti .

E Dylan ? Si muove avanti e indietro tra il canto al centro della scena e l'esecuzione dietro il pianoforte a coda , il suo attuale, e sorprendentemente abilmente suonato, strumento. Non è più il gioco pestato sui tasti a volte divertente o addirittura imbarazzante di una volta, come strumentista è diventato un elemento chiave del sound della band. Il suo canto è ancora migliorato: la sua voce roca è più espressiva, lui la usa per scolpire di nuovo le sue canzoni, la sua vecchia corteccia monotona ha lasciato il posto a una voce sorprendentemente versatile piena di sfumature che vengono alla ribalta particolarmente nel materiale più recente. Lungi dal gridare i testi, oggi riempie le parole di significato, è tornato ad essere il crooner che era solito essere, anche se con un aspetto molto diverso, si è quasi trasformato in una sua particolare versione di uno di quei bluesmen dei vecchi tempi che lui ha sempre ammirato così tanto. Lui continua a non sorridere o mostrare emozione sul volto, ma è tutto lì: nel canto, il gioco, la musica, e chi lo sa, nel corso dei prossimi due spettacoli, potrebbe sorprenderci ancora!

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Bootleg Series Vol.10 - Another Self Portrait                                           clicca qui

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Talkin' 9206 - Maurizio Longo

Ciao Mr. Tambourine,
mi permetto di divagare un po', ma non troppo...
Quindici anni fa mi comperai un giubbotto in pelle color marrone scuro, quasi nero, simile a quello che campeggia sulla copertina del box di Lou Reed " Between Thought and Expression", sono certo di averlo preso pensando a lui, certe "icone" ti influenzano, quel giubbotto è diventato la mia seconda pelle, lo indossavo anche domenica pomeriggio quando ho
appreso la notizia della dipartita di Lou..
Ricordo che nell'83 volevo andare all'Arena di Verona a vederlo, ma non potei, ci rimasi molto male, mi rifeci vent'anni dopo a Fano quando tra l'altro mi ritrovai nella medesima condizione di Riccardo Arrigoni (talkin 9192), solo che io l'ultimo metro fortunatamente sono riuscito a farlo !
Dopo il concerto che Lou fece nella piazza della cittadina marchigiana in compagnia dell'allora sconosciuto Antony, mi misi in cerca di un contatto con lui.... a notte fonda Lou faceva autografi a chi era rimasto nei paraggi, mi misi in fila e quando venne il mio turno gli misi sotto il naso il manifesto dell'evento e lui scarabocchio il suo nome sopra, accennai un "Thank you Lou" e lui silenzioso rispose muovendo solo leggermente le palpebre, sembrava una statua, immobile, stanchissimo e
ostile a chiunque tentasse di fotografarlo, cose impensabili col nostro Bob, caro Marco (talkin 9201) !!
Lou Reed, come il nostro Bob ci ha accompagnato per decenni, è strano credere che se ne sia andato, mi sarebbe sempre piaciuto vederlo nella Rolling Thunder Revue, Bob lo aveva invitato, ma non se ne fece nulla.
L'ultima volta lo vidi nel 2006 a Ravenna, fece un concerto molto "dylaniano" un paio di classici e poi tutti brani "minori", non cantava, parlava, come capita ogni tanto anche al nostro eroe, in questo essere delle "non voci" Lou e Bob si sono sempre assomigliati molto.
La nostra musica perde uno dei suoi pilastri, potrei fare a meno di molti CD ma mai di "Velvet Underground & Nico", "Rock'n'Roll Animal" e al "Live" del 1973, mai e poi mai !
Thank you Lou

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Talkin' 9205 - Adriano Ercolani

Carissimo Mr.Tambourine,
eccomi dopo tanto tempo;)
Il mio doveroso omaggio a Reed, dove si parla tanto anche di Bob, come d'obbligo

http://contezarganenko.blogspot.it/2013/10/requiem-per-lou-reed.html

a presto, Adriano

 

 
Lunedi 28 Ottobre 2013

Düsseldorf, Germany - Mitsubishi Electric Halle - October 22, 2013

By Brian Berry

Beh, non voglio dare un giudizio completo, tutti conoscono le canzoni – quelle di ieri e quelle di oggi - il nostro uomo era in buona voce, in particolare nelle canzoni tratte da Tempest che son venute tutte molto bene, soprattutto Long and Wasted Years che per me è stato il momento clou dello show. In generale le prestazioni sono state decenti, senza alcun
particolare pezzo che potesse distinguersi. Il pianoforte di Dylan suonava spesso non era in sintonia totale con la band. La setlist è un pò che non cambia, sentiremo le stesse canzoni per tre notti di fila anche alla Royal Albert Hall ? ( E Berlino, Parigi , ecc ).
Interessante aver visto la signora bionda molto attraente allla sinistra del backstage vicino al tecnico del suono, deve essere stata la fidanzata di Dylan, lui continuava a guardare verso di lei.

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by Joachim Neumann

Non ha mai avuto un posto migliore in un concerto Dylan come questa sera, in prima fila al centro palco! Lo spettacolo è stato eccellente per me! Bob con l’anima fresca e in fiamme, la band molto stretta intorno a lui! All’inizio Tony ha suonato il basso su una chitarra Fender a 6 corde, suono molto interessante! Tutti i musicisti hanno avuto spazio per i loro assoli! George ha fatto un paio di grandi cambiamenti di ritmo. Il banjo di Donnie si sentiva chiaramente nel mix! Charlie è il re della Les Paul per me. Stu martellava la Gibson con un’ascia come sempre, e Tony, beh, cosa si può dire su uno dei migliori bassisti di questo pianeta?!

Va bene , se volete sapere il punto culminante in una scaletta piena di highlights: Long and Wasted Years è semplicemente incredibile. Bob dal vivo è difficile da descrivere con le parole ! Non osate mancare!

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Talkin' 9204 - Simone Agliati

Ciao Mr.Tambourine,
ti seguo tutti i giorni da molto tempo, ho notato che negli ultimi 7 concerti Bob non ha cambiato una canzone nella setlist! Siccome ho comprato i biglietti per tutte e tre le sere agli Arcimboldi non vorrei aver fatto una cosa inutile, cioè vedere lo stesso show per tre sere.
Ciao, Simone

Dont' worry caro Simone, come ha detto Eraclito - "Panta Rei" - "tutto scorre", non ci si può bagnare nella stessa acqua di un fiume per due volte. Quindi, anche in caso di tre setlist uguali, le canzoni avranno certamente un sapore diverso ogni sera perchè ogni volta che Dylan le canta sono sempre momenti unici ed irripetibili, quindi non correrai il rischio di annoiarti. Alla prossima, :o).

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Talkin' 9203 - Pinna

E’ morto Lou Reed. Un’altro grande poeta del rock ci lascia.
Vorrei ricordarlo con questa grande interpretazione di Foot of pride.
Grazie. Ciao a tutti.
Angelo.


 

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Bob Dylan: Questione di Sguardi                                                             clicca qui

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Morto Lou Reed, il cantante dei Velvet Underground                             clicca qui

 

 
Domenica 27 Ottobre 2013

Berlin, Germany - Tempodrom - October 26, 2013

1. Things Have Changed
2. She Belongs To Me
3. Beyond Here Lies Nothin'
4. What Good Am I?
5. Pay In Blood
6. Waiting For You
7. Duquesne Whistle
8. Tangled Up In Blue
9. Love Sick
(Intermission)
10. High Water (For Charley Patton)
11. Simple Twist Of Fate
12. Early Roman Kings
13. Forgetful Heart
14. Spirit On The Water
15. Scarlet Town
16. Soon After Midnight
17. Long And Wasted Years

(encore)
18. All Along The Watchtower
19. Blowin' In The Wind

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Hamburg, Germany - CCH (Congress Center Hamburg) - October 19, 2013

by Gerhard Reininger

Quando Bob e la sua band avevano finito lo show e la folla aveva lasciato la sede incolonnati come un gregge di pecore, fuori dell'edificio sotto la pioggia mi sono imbattuto in una bancarella di merchendise non ufficiale che vendeva t-shirt e naturalmente ne ho comprata una come souvenir del concerto. Le date del tour erano state stampate sul retro e sul davanti c’era una collezione di ritratti di Dylan di epoche diverse. Ho afferrato la maglietta e, pagato il venditore, l’ho infilata sotto la giacca per proteggerla dalla pioggia e portarla a casa, conscio che il Bob Dylan stampato sulla maglietta era proprio la stessa persona con la quale ero stato nelle ultime due ore.

Lo spettacolo è stato bello e chiaro . Dylan stesso era in buona forma. Vestito di nero, senza cappello, in piedi dietro il microfono come un cowbow si è esibito con grande routine e - forse - con piacere. Bob era grande e la sua armonica chiara e nitida, per me gli interventi dell’armonica sono l’essenza dello spettacolo e lui è semplicemente un maestro in questo.

Avevo seguito le recensioni precedenti e ho pensato di essere ben preparato, naturalmente non lo ero. Il locale era pieno e il palco piuttosto piccolo, il tendone dell’ Eye-Mind di Dylan era stato appeso alla carlona, perché non c’era lo spazio sufficiente per spiegarlo tutto. Questo poteva essere un simbolo per lo spettacolo, il sipario, la musica, le canzoni, Dylan stesso non aveva abbastanza spazio per muoversi, e il pubblico non ha fato niente per avvicinarsi e vederlo meglio. Qualcuno che era venuto solo per la musica deve essere stato deluso. Ma - per essere onesti - chi viene ad un Dylan-show solo per la musica? Chi guarda un film di Marilyn Monroe solo per sentire i dialoghi ?

Ci ho pensato tutta la notte e ha cercato di scoprire se dovevo essere stato deluso o no. E poi mi sono reso conto di quanto fosse reale lo sguardo stampato sulla maglietta del merchandising con i ritratti che conoscevo a memoria e che i miei occhi avevano visto il vecchio sputare fuori le canzoni in faccia a tutti . Niente di più e niente di meno. Ma la mia anima era stata insieme con quell’uomo che ha indossato tutte quelle facce durante la sua vita e che aveva scritto tutte quelle canzoni che va in giro a cantare per il mondo . Respirare la stessa aria con questo uomo per un pò di tempo e far parte del suo mondo ne è valsa la pena ... ancora e sempre nuovo.
Grazie Bob !

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Talkin' 9202 - Johnnny Lunardi

Buongiorno a tutti gli amici della Fattoria...volevo chiedere a chi la possedesse o anche solo ascoltata, se vale la pena acquistare la deluxe edition della bootleg series vol.8...Grazie JO

Caro Johnny, per far capire subito a tutti di cosa si sta parlando ecco un breve riepilogo tratto da wikipedia:

The Bootleg Series Vol. 8 - Tell Tale Signs: Rare and Unreleased 1989-2006
Pubblicato il 6 ottobre 2008

   

The Bootleg Series Vol. 8 - Tell Tale Signs: Rare and Unreleased 1989-2006 - o semplicemente Tell Tale Signs - è il titolo di un album-compilation in due CD di Bob Dylan. Fa parte della serie ufficiale dei bootleg di questo autore, contenenti versioni alternative di canzoni pubblicate in album mai distribuite precedentemente.
L'album è stato prodotto dalla Columbia Records e messo in distribuzione dal 6 ottobre 2008 anche in formato long playing (vinile). La versione speciale in edizione Deluxe consta di tre CD oltre ad un libro di 150 pagine e a un disco singolo in vinile contenente due tracce.

L'album comprende canzoni provenienti da sessioni di registrazione per i dischi Oh Mercy, World Gone Wrong, Time Out of Mind e Modern Times, oltre a brani appartenenti a contributi di Dylan per colonne sonore (incluso il brano Cross the Green Mountain, dal film del 2003 Gods and Generals). Sono presenti anche registrazioni live dal 1989 al 2006 rimaste inedite.

La collezione comprende una traccia da un disco incompiuto del 1992 iniziato e mai completato in collaborazione con David Bromberg, e un duetto con Ralph Stanley nel brano The Lonesome River. Uno dei brani, Dreamin' Of You, outtake (brano alternativo) delle sessioni compiute in studio di registrazione per l'album Time Out of Mind, ha fatto da traino come brano promozionale al lancio del disco nell'estate 2008 ed è stata distribuita gratuitamente in download sul web dalla casa discografica di Dylan.
Non figurano nell'album versioni alternative di canzoni registrate da Dylan per i dischi pubblicati nel medesimo lasso di tempo: Under the Red Sky, Good as I Been to You e Love and Theft.
In gran parte dei brani Dylan è accompagnato dai musicisti che hanno suonato nei concerti del Never Ending Tour nel periodo preso in esame dall'album, inclusi i membri della band che lo accompagna da alcuni anni - Stu Kimball, Donnie Herron, Denny Freeman, Tony Garnier, George Receli - integrata da musicisti del suo entourage ed esponenti degli Heartbreakers di Tom Petty.

Disco 1
Mississippi - 6:04 (versione inedita, Time Out of Mind)
Most of the Time - 3:46 (versione alternativa, Oh Mercy)
Dignity - 2:09 (demo al pianoforte, Oh Mercy)
Someday Baby - 5:56 (versione alternativa, Modern Times)
Red River Shore - 7:36 (inedita Time Out of Mind)
Tell Ol' Bill - 5:31 (versione alternativa di una canzone distribuita nella colonna sonora di North Country)
Born in Time - 4:10 (inedita, Oh Mercy)
Can't Wait - 5:45 (versione alternativa, Time Out of Mind)
Everything is Broken - 3:27 (versione alternativa, Oh Mercy)
Dreamin' of You - 6:23 (inedita, Time Out Of Mind)
Huck's Tune - 4:09 (dalla colonna sonora di Lucky You)
Marchin' to the City - 6:36 (inedita, Time Out of Mind)
High Water (For Charley Patton) - 6:40 (live 23 agosto 2003, Cascate del Niagara, Ontario, Canada)

Disco 2
Mississippi - 6:24 (versione inedita numero 2, Time Out of Mind)
32-20 Blues - 4:22 (inedita, World Gone Wrong)
Series of Dreams - 6:27 (inedita, Oh Mercy)
God Knows - 3:12 (inedita, Oh Mercy)
Can't Escape from You - 5:22 (inedita, December 2005 Recording)
Dignity - 5:25 (inedita, Oh Mercy)
Ring Them Bells - 4:59 (live al The Supper Club, 17 novembre 1993, New York, NY)
Cocaine Blues - 5:30 (live, 24 agosto 1997, Vienna, VA)
Ain't Talkin' - 6:13 (versione alternativa, Modern Times)
The Girl on the Greenbriar Shore - 2:51 (live, 30 giugno 1992, Dunkerque, Francia)
Lonesome Day Blues - 7:37 (live, 1 febbraio 2002, Sunrise, FL)
Miss the Mississippi - 3:20 (inedita, 1992)
The Lonesome River - 3:04 (con Ralph Stanley, dall'album Clinch Mountain Country)
Cross the Green Mountain - 8:15 (dalla colonna sonora di Gods and Generals)

Deluxe Edition
La versione Deluxe dell'album - in edizione limitata - contiene un terzo CD conle seguenti tracce come bonus:
Duncan & Brady - 3:47 (inedita, 1992)
Cold Irons Bound - 5:57 ('live al Bonnaroo, 2004)
Mississippi - 6:24 (versione inedita #3, Time Out of Mind)
Most of the Time - 5:10 (versione alternativa #2, Oh Mercy)
Ring Them Bells - 3:18 (versione alternativa, Oh Mercy)
Things Have Changed - 5:32 (live, 15 giugno 2000, Portland, OR)
Red River Shore - 7:08 (versione inedita #2, Time Out of Mind)
Born in Time - 4:19 (versione inedita #2, Oh Mercy)
Tryin' to Get to Heaven - 5:10 (live 5 ottobre 2000, Londra, Inghilterra)
Marchin' to the City - 3:39 (versione inedita #2, Time Out of Mind)
Can't Wait - 7:24 (versione alternativa #2, Time Out of Mind)
Mary and the Soldier - 4:23 (inedita, World Gone Wrong)

Vinile
Dreamin' of You - 6:23 (inedita, Time Out Of Mind)
Ring Them Bells - 4:59 (live al The Supper Club, 17 novembre 1993, New York, NY)

Se clicchi su questo link puoi trovare tutti i testi e le traduzioni dell'album:

http://www.maggiesfarm.eu/telllyrics.htm

Invece qui puoi trovare tutti i commenti pubblicati sulla Fattoria dopo l'uscita di Tell Tale Sign:

http://www.maggiesfarm.eu/telltalesign.htm

Credo che così tu possa leggere le opinioni di fans e critici e decidere quello che vuoi fare. Personalmente TTS mi è piaciuto molto, con brani meravigliosi e naturalmente con brani "normali". L'album vale la pena di essere acquistato (a mio modestissimo parere) solo per questi brani: Mississippi, Most of the Time, Red River Shore, Cross the Green Mountain, The Lonesome River, Dignity, Series of Dreams, Born in Time. Naturalmente, perchè la risposta sia completa restiamo in attesa del parere di qualche altro Maggiesfarmers che pubblicherò appena ricevuto. Alla prossima, :o)

 

 
Sabato 26 Ottobre 2013

Berlin, Germany - Tempodrom - October 25, 2013

1. Things Have Changed
2. She Belongs To Me
3. Beyond Here Lies Nothin'
4. What Good Am I?
5. Pay In Blood
6. Waiting For You
7. Duquesne Whistle
8. Tangled Up In Blue
9. Love Sick
(Intermission)
10. High Water (For Charley Patton)
11. Simple Twist Of Fate
12. Early Roman Kings
13. Forgetful Heart
14. Spirit On The Water
15. Scarlet Town
16. Soon After Midnight
17. Long And Wasted Years

(encore)
18. All Along The Watchtower
19. Blowin' In The Wind

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Hannover, Germany - Swiss Life - October 18, 2013

by Trevor Townson

“Non lamentarti con gli altri per i tuoi dolori” - Udanavarga - 560BC (Buddism), “Ama il prossimo tuo come te stesso” – Levitico - 1300BC (Ebraismo), “Bisogna sempre trattare gli altri come essi stessi desiderano essere trattati – Hitopadesa - 3200BC (induismo) , “Non fare ad altri quello che non vuoi sia fatto a te” - Dialoghi - 557BC (confucianesimo) , “Fai ad altri ciò che vorresti fosse fatto a te” - [ Matteo 7:12 ] Gesù - 30AD (Cristianesimo), "Devi fare agli altri quello che vorresti che loro facessero a te" - Bob Dylan - canzone "Do Right to Me Baby (Do Unto Others)" - 1979AD ( Slow Train Coming ) , mi sembra che la religione sia un pò come la Folk Music, solo che attira più persone.
Essere tra il pubblico era una cosa che non facevo da oltre un anno ormai , quindi sono un pò arrugginito sulle cose di Bob, spero di essere scusato per questo, perché nessuno è attualmente in grado di tenere il passo con Bob.
Hannover, molto cose sono successe nel mondo di Bob dall'ultima volta che l’ho visto e probabilmente sarà come vederlo di nuovo per la prima volta, un sacco di nuove canzoni e nuovi arrangiamenti più alcuni vecchi hits, per questa nottata nel Tempodrom il palco è stato allestito con quello che sembra un vecchio ed antiquato stile “Hollywood movie”, con l’illuminazione tipo 1920 che è stata accesa prima dello spettacolo emettendo un colore giallo cupo ed un sordo bagliore.
In altre recensioni avrete già letto che il concerto inizia con Bob al centro del palco che attacca “Things Have Changed”, e Bob arriva puntuale al centro della scena, senza cappello, e si butta dritto in quella canzone. Bob era in piedi di fronte al pubblico, mani sui fianchi, e snocciola spedito la canzone con il sostegno fantastico dalla band , questi ragazzi probabilmente non hanno mai tempo per le prove in senso tradizionale, ma notte su notte, con la ripetizione dei pezzi accumulano tanta esperienza che li fa legare bene. Altra novità un pò strana è l'intervallo, non so perchè l' abbia fatto, sembrava un pò strana questa fermata a metà dello show, ma probabilmente ha il suo scopo. Le cose sembravano
aver cambiato marcia al loro ritorno sul palco, il che non vuol dire che ci fosse stato qualcosa di sbagliato in quello che era accaduto prima, solo che lo show sembrava rinvigorito dopo la pausa. Tempest non è un album che ho ascoltato molto, ho avuto i testi che qualcuno aveva messo insieme non appena l'album è stato pubblicato, ma ancora li sto leggendo e studiando. Sentite le canzoni del nuovo album per la prima volta dal vivo suonavano così familiari, anche Bob sembrava già padrone della loro esecuzione, e Bob, essendo Bob, ha comunque già iniziato a cambiare qualche frase nei testi rendendoli leggermente diversi dalle versioni dell'album con alcuni piccoli aggiustamenti.
Non ero troppo impaziente e preoccupato per le nuove canzoni, c'era una ragione per questo ma alla fine ero felice di essermi sbagliato, le nuove canzoni erano buone, in realtà erano molto buone, in realtà esse hanno creato un nuovo concerto a mio avviso, era come fosse tutto un nuovo spettacolo, Bob ha eseguito la nuove canzoni brillantemente e si potrebbe dire che ha goduto nel cantarle, voto 10. Come ho detto queste canzoni hanno fatto il concerto nuovo per me, non che queste canzoni siano state le sole gemme della serata, c'è stata anche un'ottima Tangled Up In Blue con il testo cambiato, non borbottato ma cantato in un modo che sembrava abbastanza chiaro, ovviamente non è stato possibile capire ogni parola e memorizzarla, per far questo ci vorrebbe un nastro e sentirlo poi diverse volte per essere in grado di riferire tutte le parole esatte.
Simple Twist Of Fate era squisita ed anche in questa erano state cambiate alcune liriche.
Una fantastica High Water ha dato il via dopo la pausa col grande banjo di Donnie, Donnie era infatti veramente udibile stasera, anche quando ha preso il violino che è sempre bello sentire , questo è stato davvero un buon concerto globale, cosa possibile se la band è al top come lo era questa sera nel sostenere Bob, oltre a Donnie buono il lavoro di Charlie alla chitarra , sarebbe, molto difficile per me dire quale sia stata la migliore canzone dello show, questo dimostra quanto bene siano state tutte eseguite. “Forgetful heart” non avrebbe potuto essere eseguita meglio, subito dopo Bob si è seduto al pianoforte per “Spirit On The Water”, battendo sulla tastiera come se stesse giocando.
Fuori dalle venue, nella maggior parte degli show di Dylan, troverete una signora con un cartello che dice che ha bisogno di un biglietto gratuito, per lo show della Royal Albert Hall vorrei fare la stessa cosa, e se trovassi uno che mi dà un biglietto gli sarei veramente grato, anche se credo sia impossibile che avvenga.
Chiudendo lo show di Hannover Bob ha eseguito “Blowin' In The Wind”, canzone che ha una vita assolutamente incredibile e non è ancora finita, una canzone che da più di mezzo secolo è sempre al top di tutte le canzoni del mondo, veramente incredibile. Bob disse di Woody che non c'erano molti uomini che hanno fatto che le cose che ha fatto lui, bene Bob, detto tra noi, non c'è nessuno che ha fatto le cose che hai fatto tu, anche ora che il cerchio non è ancora chiuso, senza dubbio Bob ha ancora qualcosa da cucinare nel frigo della sua cucina! Brillante!

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Talkin' 9201 - Marcocinzia1

Salve,
mi chiamo Marco, un fan di Bob Dylan e vi scrivo da Milano.
Ho letto il vostro sito, complimenti ci sono un sacco di cose interessanti!
Vi scrivo per chiedervi due informazioni, non so se potete aiutarmi, in vista dei concerti a Milano mi piacerebbe incontrarlo per un autografo o anche semplicemente vederlo, voi sapete se ha qualche appuntamento a Milano o incontro? Ma qui sta in qualche hotel? Ho letto che viaggia in un pullman e dorme li è vero??
vi ringrazio spero di non avervi disturbato!
grazie, ciao. Marco

Nessun disturbo caro Marco, capisco il tuo desiderio (che non è solo tuo), credo che almeno qualche migliaio di persone vorrebbero vederlo o incontrarlo per un autografo a Milano! Nessun incontro con fans o giornalisti in programma, Dylan non fa più queste cose da decenni ormai. Certamente Dylan ed il suo staff risiederanno in un hotel segretissimo durante la loro permanenza a Milano. Tutto lo staff di Bob, musicisti, rodies, tecnici audio, road managers, parenti o amici viaggiano in due pullman neri con scritto sui lati a grandi lettere "BEAT THE STREET" e con un bilico con scritto sulla fiancata "ROCK'N ROLL  TRUCKING" che probabilmente troverai posteggiati nei pressi del Teatro degli Arcimboldi. Raramente Bob viaggia o dorme sul suo Tour Bus, che è quello dei tre con l'antenna per il telefono satellitare sul tetto, solitamente Bob si sposta in aereo e dorme in albergo assieme ai membri della band e la sua bodyguard Baron.

        

Ti allego le foto dei mezzi così ti sarà facile riconoscerli se li vedrai circolare per Milano. Consiglio per tutti, se vedete passare i bus ed il bilico per le strade di Milano seguiteli, potreste avere la botta di fortuna di vedere o incontrare Bob!

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Anche Dhani, il figlio di George Harrison, al Dylan Fest                         clicca qui

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Bob Dylan: Questione di Sguardi                                                             clicca qui

 

 
Venerdi 25 Ottobre 2013

Berlin, Germany - Tempodrom - October 24, 2013

1. Things Have Changed
2. She Belongs To Me
3. Beyond Here Lies Nothin'
4. What Good Am I?
5. Pay In Blood
6. Waiting For You
7. Duquesne Whistle
8. Tangled Up In Blue
9. Love Sick
(Intermission)
10. High Water (For Charley Patton)
11. Simple Twist Of Fate
12. Early Roman Kings
13. Forgetful Heart
14. Spirit On The Water
15. Scarlet Town
16. Soon After Midnight
17. Long And Wasted Years

(encore)
18. All Along The Watchtower
19. Blowin' In The Wind

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"La Storia del Rock" a Milano con Bob Dylan                                         clicca qui

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"Bob Dylan": una storia senza fine nel libro-cofanetto                           clicca qui

 

 
Giovedi 24 Ottobre 2013

Talkin' 9200 - Maria Rosa Ventura

Caro Mr. Tambourine,
abbiamo due punti di vista diversi, ed è giusto che sia così. Poi io devo avere anche dei problemi di comunicazione... perché difendi Marcello? Non ne ha bisogno! Io gli avevo fatto un complimento! Magari lo avessi avuto vicino in certi concerti! Quello che volevo dirgli era che, visto che Dylan in questo periodo ha scelto di presentare una lista di canzoni piuttosto bloccata e anche gli arrangiamenti e il modo di cantarle le rende piuttosto riconoscibili, può essere un'esperienza di ascolto diversa, rispetto ai suoi concerti degli anni precedenti, non doversi impegnare nel "riconoscere" quello che canta ma piuttosto nell'ascoltarlo, magari con un'attenzione diversa (che non vuol dire migliore o peggiore).
Mi piacciono le battute e amo la sintesi, e il risultato, a quanto pare, è che non si capisce quello che voglio dire...
Ad esempio, in una mail precedente, spero di non aver offeso Daniele Ardemagni, se non gli piace Knopfler ne ha tutto il diritto. Mi aveva solo lasciato perplessa il suo modo "barricadero" di esprimerlo. Veramente mi sembrava ingeneroso nei confronti di questo artista.
Paolo Vites è infinitamente più competente di me, non si discute. E se io, su alcuni argomenti, ho punti di vista diversi dai suoi è cosa che ha valore più che altro per me.
Conosco vari musicisti professionisti (e tanti che suonano per passione, in tutto il tempo che gli rimane libero dall'altra professione con cui campano) e so che suonano per denaro, per ambizione, per le donne, e, magari, persino perché amano la musica e sono contenti di partecipare a un certo progetto, sono contenti di collaborare con altri musicisti.
Non credere che non capisca il tuo punto di vista Mr. Tambourine, vicino a quello di molti altri. E' un po' un mistero perché Dylan si ostini a suonare il piano, che non "sa" suonare... magari gli serve per darsi la giusta concentrazione. Ma io non sono orfana del suo "periodo rock" (che pure ho amato molto). Do una grande importanza all' interpretazione e alla parte lirica e credo che, da questo punto di vista, quello che Dylan fa ora sia grande.
I brani di Tempest sono belli e potenti, eseguirli cambia la "luce" dello spettacolo, non è una questione di scaletta.
Mi sono piaciuti veramente la sincerità, il sentimento con cui ha scritto Massimo. Non lo conosco personalmente, ma credo che sia una bella persona.
C'è qualcosa che non mi convince in quello che ha scritto Riccardo, per ragioni imponderabili. Ma è perché ho un brutto carattere. Chiedo scusa anche a lui.
Un abbraccio, Maria Rosa

E' vero, a volte lo scritto non riesce ad esprimere il vero senso dellla parola e qualche volta è facile essere fraintesi. Comunque la mia cosidetta "difesa" d'ufficio di Marcello era solo per sottolineare uno dei grossi problemi che si verificano ai concerti, cioè l'individuazione del titolo della canzone che Dylan sta cantando, a volte profondamente cammuffata dentro un nuovo arrangiamento che rende difficilissima l'identificazione. Serviva anche per sottolineare una volta in più che tutti quelli che vanno ad un concerto di Bob non sono esclusivamente dei ferrati fans competenti e conoscitori dell'"opera omnia" dylaniana, ma moltissime persone del pubblico sono solo dei fans non "dylaniati", delle persone normalissime alle quali piace Dylan pur non conoscendolo a fondo. Il mio non era assolutamente un rimprovero a te, era solamente l'espressione di un punto di vista diverso che non cambia assolutamente la stima che ho di te e il concreto interesse per quello che scrivi, e credo di non essere l'unico che legge con piacere ciò che scrivi. A proposito di Dylan "pianista", ricordo che un paio d'anni fa, sempre a proposito di come migliorare lo show di Dylan, avevo espresso un giudizio identico al tuo, cioè che Bob non sa suonare il pianoforte come un vero pianista, ci picchia sopra e diverse volte le note che si sentono non sono proprio quelle giuste. Questa dichiarazione suscitò la reazione di molti lettori che la pensano in modo diverso sulla questione, ritenendo Bob un valido pianista a tutti gli effetti. L'inserimento di un pianista professionista nella backing band era ( a mio personale avviso) un modo per dare un suono più sicuro e compatto alla band che accompagna Bob, eliminando tutte le incertezze ed i piccoli errori che Bob commette quando si entusiasma più del solito e si lascia trascinare dell'improvvisazione, ma probabilmente a Bob non frega niente di queste cose, lui si diverte e l'opinione degli altri non lo interessa minimamente. Ho un ricordo bellissimo di un concerto che Bob tenne diversi anni fa al vecchio Palatrussardi di Milano, quella sera Bob stupì tutti eseguendo dei bellissimi assoli di chitarra che nessuno immaginava fosse capace di fare. Capii dopo una mezz'ora che il vecchio Bob si stava divertendo alle nostre spalle con un semplicissimo trucchetto. I conti non mi tornavano, da anziano strimpellatore della domenica di chitarra, avevo notato che il movimento delle mani di Bob non giustificava, anzi rendeva impossibile, fare assoli di quel genere, e così ebbi l'illuminazione, concentrai la mia attenzione su G.E. Smith che si nascondeva dietro Bob e vidi che a suonare quegli assoli era lui. Mi fu chiaro perchè Dylan si agitava come un tarantolato sul palco mentre i due ridevano di gusto, ma anche questo fu un modo per Dylan di divertirsi in modo diverso dal solito. Infine vorrei dirti che per fortuna abbiamo delle opinioni diverse e ce le scambiamo, altrimenti non avremmo nessun motivo di intavolare piccole discussioni su queste pagine. Il fatto di avere idee diverse non ti deve portare a chiedere scusa, le tue opinioni vanno rispettate anche se all'opposto di quelle di un altro. Si chiede scusa quando, lasciandosi trasportare, si finisce per essere pesanti con le parole nei confronti di un'altra persona. Spero tu continui ad avere il tuo"brutto"carattere come dici tu, e che continui a manifestare le tue opinioni e raccontarci, attraverso le tue mail, cose che personalmente ho sempre trovato intererssantissime e che credo abbiano interessato moltissimi altri lettori della Fattoria. Un salutone ed un abbraccio, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 9199 - Gianfranco Cautiero

Ciao,
ho letto, in uno dei commenti, di Erri De Luca e ho ho trovato in rete un suo articolo su Dylan, molto bello..

http://www.feltrinellieditore.it/news/2007/04/23/erri-de-luca-bob-dylan--ci-ha-fatto-vivere-una-liberta-da-brivido-8400/

enjoy

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Forgetful Heart - Oslo - Spektrum, 10.10-2013

 

 

 
Mercoledi 23 Ottobre 2013

Düsseldorf, Germany - Mitsubishi Electric Halle - October 22, 2013

1. Things Have Changed
2. She Belongs To Me
3. Beyond Here Lies Nothin'
4. What Good Am I?
5. Pay In Blood
6. Waiting For You
7. Duquesne Whistle
8. Tangled Up In Blue
9. Love Sick
(Intermission)
10. High Water (For Charley Patton)
11. Simple Twist Of Fate
12. Early Roman Kings
13. Forgetful Heart
14. Spirit On The Water
15. Scarlet Town
16. Soon After Midnight
17. Long And Wasted Years

(encore)
18. All Along The Watchtower
19. Blowin' In The Wind

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Talkin' 9198 - Maria Rosa Ventura

Caro Massimo (Barabba), avevo notato anch'io che il messaggio di Riccardo non era semplice e ingenuo come voleva sembrare. Ma quello che tu hai scritto mi ha veramente colpito... dunque hai un cuore tenero! :-) Forse dovevo capirlo da quello che mi avevi scritto in precedenza, ma sono lodi che non merito e che non posso accettare. :-)

A Riccardo volevo fare una domanda: se è vero quello che mi hanno detto, e i posti in palio col quiz su Twitter erano 60 (non 20) e tu, come hai scritto, sei arrivato ventunesimo, come mai non avevi il prezioso braccialetto?
Io sono una donna, Riccardo, e come vedi pure piuttosto rompiscatole, ma, dato che per me contano più i sentimenti che la matematica, se mai fossimo stati a Londra e io fossi stata la vigilante, avrei chiuso un occhio e ti avrei lasciato passare...

Per quanto riguarda il tour europeo, sono d'accordo con Massimo. E arrangiamenti a parte, a Barolo, Dylan non eseguiva ancora i brani di "Tempest", dunque, Mr. Tambourine, come fai a dire che i concerti sono così simili?
Scusa Maria Rosa, ma per te un concerto cambia fisionomia, feeling e appeal solo perchè Bob canta qualche brano da Tempest? Io non credo proprio, una variazione nella setlist non cambia certo il tono del concerto, è solo una setlist diversa da un’altra, e nemmeno una pausa o due canzoni in più cambiano qualcosa, il concerto è e rimane quello che abbiamo visto negli ultimi tre anni, esattamente la stessa cosa ripetuta centinaia di volte con la sola variante di qualche canzone nella setlist. Poi naturalmente c'è la serata nella quale tutti, a partire da Bob, sono in serata giusta ed il concerto diventa più interessante e godibile, di contro ci sono le serate nate male (cosa comune a tutti gli artisti che fanno molti concerti live) nelle quali invece lo show diventa un pò noioso, ma queste cose fanno parte del gioco senza per questo spostare le virgole, quando saremo agli Arcimboldi certamente l'ambiente sortirà il suo effetto positivo, farà sembrare tutto più raccolto e più intimo in modo da gustare ed apprezzare di più le performances di Bob e della sua band, ma sappiamo di già ciò che ci verrà dato, novità non ce ne saranno, e per novità non intendo variazioni nella setlist o un diverso uso delle luci o una diversa presentazione dell'artista, io intendo qualcosa che possa veramente cambiare il "sapore" del concerto, ma su questo argomento sono già state fatte diverse discussioni su queste pagine e naturalmente ognuno ha la sua rispettabilissima idea, quindi non mi ripeterò elencando i cambiamenti che secondo me potrebbero arricchire il live act di Bob.

Certo, la scaletta è un po' bloccata ma caro Marcello ( Duluth 49 - mi tolgo il cappello di fronte alla tua bravura nel riconoscere le canzoni, non sto scherzando) pensa che bello, per una volta, non dover giocare a Rischiatutto e ascoltare, ascoltare e basta!
Permettimi di difendere Marcello perchè a Barolo al suo fianco c’ero io e tutte, ma proprio tutte, le persone che stavano alla sinistra del palco dov’eravamo noi, ad ogni inizio di canzone si chiedevano l’un l’altra quale canzone fosse, fino a quando hanno capito che Marcello le riconosceva subito e di conseguenza, dopo un paio di pezzi, si giravano verso di lui senza parlare in attesa che lui dicesse il titolo, ti garantisco che decine di persone si giravano per sapere i titoli di quello che stavano ascoltando e per passare parola agli altri. Non credere che ai concerti ci sia solo gente che riconosce al volo i pezzi di Bob, sono maledettamente pochi quelli in grado di afferrare un pezzo non solo dalle prime battute, ma anche a metà canzone. Ci sono molte persone (ne conosco diverse) che pur essendo state presenti ad almeno una decina di concerti o più, conoscono solo il 20/30% del repertorio dylaniano, persone che su 37 album di Bob ne conosceranno soltanto sei o sette per titolo con relative canzoni e copertina. Molte persone che vanno ai concerti di Bob, che tu ci creda o no, conoscono davvero in minima parte il lavoro di Bob, ma questo non è colpa mia, e ti posso garantire perchè c’ero io di fianco a Marcello, che tutte le persone intorno a lui gli erano veramente grate perchè, grazie a lui, sapevano cosa Dylan stesse cantando, e non parlo di pezzi strani, ma di canzoni come Leopard Skin, It’s All over now Baby Blue, Things Have Changed, Tangled Up in Blue, Honest with Me, Hard Rain, Simple Twist Of Fate, Highway 61, Ballad of a Thin Man, Blowin’ in the Wind, non sto scherzando, moltissime persone non le riconoscevano proprio, questo per dire che quella sera Marcello ha reso un gradito servizio a molte persone e non stava per niente giocando al Rischiatutto.

Mi ha stupito poi anche, Tambourine, quello che hai detto di Sexton. Certo, se uno vive del proprio lavoro, i soldi fanno comodo, ma dire che Charlie suona con Dylan per lo stipendio! Ha lavorato con lui tanti anni e certamente avrà avuto, oltre a problemi personali, anche i suoi momenti di stanca. Lui è un buon chitarrista e stare vicino a qualcuno che gli mette le briglie al collo non deve essere sempre facile. Ma io credo che sia uno dei pochi chitarristi capaci di capire che cosa Dylan vuole e di lavorare a un progetto comune con lui. Al Dylan di oggi non serve un fenomeno ma qualcosa di più: qualcuno al servizio della poesia e della sua voce, di emozioni espresse in versi e musica che sono profonde e delicate, e possono rompersi facilmente.
Dopo il concerto all’Alcatraz di Milano, Paolo Vites, e son sicuro che non vorrai considerare Paolo un incompetente, scrisse nel suo blog: "Però ieri sera sono stato preso in contropiede, spiazzato. Insomma, ero venuto sicuro di vedere quello che è il miglior chitarrista del Texas ma non solo, Charlie Sexton, sparare bordate di chitarra nel suo stile, invece non ha fatto praticamente un cazzo." E si chiedeva dov’era andato a finire il famoso ragazzo prodigio che tanto bene aveva fatto anni addietro in coppia con Larry Campbell. A Barolo io non ho sentito niente di affascinante uscire dalla sua chitarra, niente che un qualsiasi altro chitarrista professionista non avrebbe saputo fare, Charlie sembrava essere assente, con la mente da un’altra parte.
Che Charlie abbia avuto in questi ultimi tre anni dei problemi nel rapporto con Dylan non sono cose che mi sono inventato io, basta leggere le recensioni dei concerti o aver visto qualche video o meglio ancora essere stati ai concerti. Charlie "in gabbia" non è una novità per nessuno, dunque perchè ti stupisce tanto se ora, dopo essere stato allontanato per far posto a Robillard, ha accettato di nuovo di essere un musicista stipendiato che suona nella backing band di Bob con tutti i limiti del caso. Tutti i musicisti professionisti suonano per i soldi, anche Tony, George, Stu e il povero Donnie che è sempre il più bistrattato e che nella maggior parte dei concerti non si sente nemmeno nel mix. Perchè per Charlie dovrebbe essere diverso? Suonare, per un musicista che ha scelto quella professione, è il suo lavoro e per questo è remunerato, questo non vuol dire che debba automaticamente debba sempre suonare con il massimo dell’entusiasmo. Forse Dylan non la pensa come te su Charlie, visto che l’ha sostituito con Robillard e Linden prima di richiamarlo al suo servizio.


Dato che, a parte te, Mr.T., non lo ha fatto nessuno, volevo ringraziare Miscio per il suo testo su "Stuck inside Mobile", i link e il video, commovente. Lo so, lo ringrazio sempre per le cose che posta, ma non posso farci nulla se mi piacciono!

Per finire qualche considerazione sul pezzo di Lipparini che hai linkato ("Aspettando Dylan 3") e che ho letto volentieri. Fa riferimento, tra l'altro, a un bel racconto di Erri De Luca che ho letto vari anni fa e contenuto in "In alto, a sinistra" Feltrinelli 1994. Amo molto De Luca e il suo modo di scrivere e mi sarei volentieri ripresa in mano il libro, ma chissà dove l'ho messo! Così riprendo il brano citato da Lipparini di questo racconto dove si fa riferimento a un certo Zimmer, simbolo di Dylan e della sua voce: "è - (la sua voce)- la più gelata specie di misericordia. E di certo proviene da una spaccatura della terra sotto i suoi piedi. Perché Zimmer, nell'antica lingua del protagonista, era “colui che canta". Qui De Luca, che conosce e traduce l'ebraico, fa riferimento ovviamente a Zimmerman, il nome originario di Dylan, e alla sua trascrizione in ebraico.
La lingua ebraica (per quel poco che l'ho studiata) è fatta di 22 lettere consonanti, le vocali si trovano solo nei libri per bambini e nella Bibbia (che fu vocalizzata per rendere definita in modo certo la lettura) e vengono evidenziate grazie a dei segni di punteggiatura. Le parole ebraiche sono legate fra loro da radici comuni (in genere di 3 lettere) che ne definiscono il senso, così la lingua ebraica è come una grande foresta dove tante radici uniscono tante parole-albero. La parola zimmer deriva dalla radice zayin. mem. resh che significa, appunto "cantare" , un destino in un nome.
Ora il nome in ebraico Zimmerman si può scrivere in due modi: con la zayin, come già detto, che però è una zeta dolce. La trascrizione più corretta (come mi ha confermato il mio maestro, madrelingua) è però quella con la tzadi, lettera che corrisponde a un suono zeta più duro e più vicino a quello di origine est europea.
Allora a questo punto la radice cambia e diventa tzadi. mem. resh e cambia anche il significato: tzimmer significa "alzarsi, drizzarsi, elevarsi", anche questo un bel simbolo! E, nella forma causativa attiva "hitzmir" significa "far fremere" o "riscaldare"... un altro destino in un nome gemello.
Un abbraccio, Maria Rosa

Non vorrei che tu pensassi che sono stato scortese nelle mie osservazioni in risposta alle tue, ho detto semplicemente come la penso io, naturalmente senza avere la pretesa che anche tu la pensi come me! Un abbraccio anche a te, alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 9197 - Mario Sori

grazie per le foto di Dylan ma non riesco ad aprire il file, con che programma si apre?
grazie ancora, Mario

Scusa se non riesco a capire la tua domanda, se clicchi sui link che ho elencato nella mia risposta si aprono le pagine di maggiesfarm.it dove Michele ha postato le foto raccolte da Elio Rooster, non capisco davvero che file vuoi aprire, cerca di essere più chiaro, resto in attesa, ciao, :o)

 

 
Martedi 22 Ottobre 2013

Talkin' 9196 - Alexan "wolf"

Ciao Mr. Tambourine,
sono stato al primo dei due concerti di Copenhagen ed ecco un breve resoconto: introduzione, recensione e conclusione:

Copenhagen, Denmark - Falconer Salen - October 15, 2013

Questa primavera avevo in mente di fare un viaggetto con uno dei miei due figli. Siccome è un grandissimo estimatore di fiabe e sapevo che desiderava vedere la sirenetta scelgo la capitale danese. Dal punto di vista climatico, i mesi di luglio e agosto sarebbero il periodo migliore. Mi metto in cerca e scopro che anche con compagnie low cost il volo è carissimo. Non parliamo degli alberghi: la Danimarca è comunque cara in assoluto. Rinuncio. Nel frattempo escono le date del tour e scopro che Bob il 15 e il 16 ottobre è a Copenhagen. Do un’occhiata ai voli e scopro che prenotando subito con 80 euro a testa si va e si torna. Non ci penso un secondo (a 57 anni i rimpianti cominciano a pesare quanto i rimorsi) e prendo i biglietti. Un’amica mi prenota una stanza in un albergo supereconomico, che si rivelerà in posizione strategica, e infine mi preoccupo dei biglietti. E qui arriva la mazzata! Ho chiesto alla mia amica di prendere i più economici (la Falconer Salen è un teatro con soli posti a sedere) e scopro che costano 115 euro l’uno. Non oso pensare cosa costino le prime file! Ma tant’è. A questo punto le dico di prenderli. Dopo qualche mese il giorno arriva: partiamo lunedì 14 ottobre. Andiamo subito a vedere la sirenetta. Tutte le guide dicono che si tratta di una delusione e che i danesi non la sopportano. Per mio figlio invece è un’emozione e lo è anche per me. Due giorni per visitare la città, con un paio d’ore nel parco di divertimenti di Tivoli (il più antico d’Europa) e la sera di mercoledì si torna in Italia. La città è un paradiso per i ciclisti (e un inferno per gli automobilisti) ed è quel che si dice il classico esempio di civiltà in termini di accessibilità per chi ha problemi motori.

Martedì alle 20, dunque, il concerto. Arriviamo sul posto e scopriamo che si tratta di un auditorium all’interno di un moderno hotel/centro congressi. Folla sul marciapiede. Merchandising tarocco. Birra a fiumi (dentro e fuori). Entriamo. In effetti il concerto inizierà con soli 10’ di ritardo. Merchandising ufficiale. Andiamo in sala e prendiamo posto, siamo proprio in piccionaia comunque si vede bene (abbiamo anche un binocolo). Mi sono preparato e ho visto che nelle prime tre date (una a Oslo e due a Stoccolma) è stata presentata praticamente la stessa scaletta (complessivamente 21 pezzi, con Summer Days, Thunder on the Mountain, Blind Willie McTell e Waiting for you, variabilmente presenti; in seguito si aggiungerà Love Sick). Età media del pubblico sicuramente sopra i quarant’anni, e anche di più. Si spengono le luci. Non ci ho fatto caso, ma mi sembra che l’introduzione parlata non ci sia stata, al massimo un Ladies and gentlemen: BOB DYLAN!. Entra il solo Stu che esegue un intro strumentale. Tra un brano e l’altro, il consueto spegnersi delle luci sul palco, con pochissime note a segnalare l’inizio del brano successivo. 1. Things Have Changed: è un ottimo opener, la band è “tight” da subito, Bob è al centro del palco, ha un vestito nero con degli alamari, le ghette sulle scarpe ed è senza cappello (il cappello, bianco, c’è, ma starà per tutto il concerto su un mobile dietro la sua postazione al pianoforte); si limita a cantare e quando lo fa dal centro del palco, direttamente rivolto al pubblico, si muove – soprattutto con le braccia – in modo teatrale, allargandole o posandole in vario modo sui fianchi. Per chi avrà la fortuna di stare più vicino credo che valga la pena di guardare le sue mani e le sue dita. 2. She Belongs To Me: per me uno degli highlight del concerto (saranno parecchi). Forse può venire sottovalutata perché occupa la seconda posizione nella scaletta, ma è una canzone bellissima e verso la fine c’è il suo primo intervento all’armonica, che ci trasporta dove solo lui ci sa portare. 3. Beyond Here Lies Nothin’: Bob si piazza dietro il pianoforte. La canzone viene eseguita correttamente, ma è forse il pezzo che mi emoziona di meno. La posizione dei musicisti non cambia mai: a sinistra Stu, poi la batteria di George con davanti Tony, al centro Charlie (dietro a Bob quando Bob è al centro del palco), a destra, un po’ indietro, c’è Donnie (anche in questo caso Bob, quando è al pianoforte, gli sta davanti). 4. What Good Am I?: è bella, sussurrata da dietro il piano. Tornerò poi sul fatto che è praticamente uguale alla versione ufficiale sul CD. 5. Pay In Blood: pezzo vivace, è il primo che eseguirà da Tempest, l’ultimo album e il più rappresentato finora nel tour (curiosamente ancora senza i testi nel sito bobdylan.com). Conclude tutte le strofe con un feroce, “… but not my own!”. 6. Waiting For You: quarta esecuzione dal vivo assoluta. 7. Duquesne Whistle: ancora grande fedeltà alla versione ufficiale. 8. Tangled Up In Blue: altro highlight per me. Dylan concentrato: dizione molto precisa. Arrangiamento diverso dal solito e testi modificati. 9. High Water (For Charley Patton): con questo pezzo, sempre bello (Donnie al banjo), si chiude la prima parte. Bob annuncia l’intervallo e nel buio i musicisti spariscono. L’intervallo – che credo Bob gradisca – dura circa 20’. Molti si alzano … e tornano con una birra. Anni fa ho sperimentato un intervallo analogo allo Zenith di Parigi e lì Bob ci aveva detto “Because of the laaaaaaaaw”. Non so se sia anche qui un obbligo di legge o se si tratterà di un tratto costante dei suoi concerti. Comunque non va via nessuno. Durante i pezzi il pubblico rumoreggia poco. Non so se sia per rispetto verso la musica, potrebbe essere preso come scarsa partecipazione del pubblico, ma magari mi sbaglio ed è una caratteristica culturale. 10. Summer Days: la seconda parte riprende con un altro pezzo da “Love & Theft”. Dovendo scegliere preferisco 1000 volte la riproposizione di questo tirato rock anni ’50, rispetto alla per me ormai insopportabile TD&TD. 11. Simple Twist Of Fate: secondo pezzo da BOTT e altro highlight. 12. Early Roman Kings. Sono disarmato. Credo che qui varrebbe la pena di concentrarsi sul testo. La musica è pari pari la riproposizione della Mannish Boy, così come Bob può averla sentita cantare da Muddy Waters durante le registrazioni di The Last Waltz. 13. Forgetful Heart: versione incredibilmente lenta. Dylan al centro del palco, canta ogni verso – senz’altro di proposito – in ritardo sulla musica. Crooner al 100%, Donnie al violino (e qui voglio notare che Donnie, almeno dal punto dove mi trovo, lo si sente solo quando è al violino o al banjo). 14. Spirit On The Water: unico pezzo da Modern Times. Normalmente sugli ultimi due versi il pubblico si scatena, ma qui non succede niente. 15. Scarlet Town: pezzo d’atmosfera; ancora uguale al disco. Le due canzoni che seguono sono quelle che mi sono piaciute di più, non so perché: 16. Soon After Midnight: sono ancora perplesso sui possibili significati del testo, ma la resa vocale di Bob ne sfrutta al massimo le possibilità melodiche. 17. Long And Wasted Years: ancora straordinario impegno vocale e grandissimo impegno strumentale della band. Per la prima volta il palco si illumina e alla fine della canzone i musicisti avanzano sul proscenio, ben illuminati e senza gli strumenti: li possiamo vedere per pochi secondi prima del buio ed il successivo ritorno per i due bis. Bob non ha presentato i musicisti né lo farà dopo. Charlie è molto penalizzato dal mixing. E’ un peccato, perché quando lo si sente è impeccabile. Non si può dire la stessa cosa del piano di Bob, che a volte viene pestato ad un tale volume che fa pensare serva più a condurre la band che ad essere “suonato”. Long And Wasted Years oltre ad essere una grande e commovente canzone è comunque anche un ottimo finale di set prima di rilanciare con i due bis: 18. All Along The Watchtower: ottima versione, con sempre maggior coinvolgimento del pubblico. E 19. Blowin’ In The Wind: grande finale, tutti in piedi ad applaudire. Dylan ha tutti in pugno. Ancora luci, ancora avanti sul bordo del palco per pochi secondi. Buio.

In tutto diciannove pezzi (di cui 6 da Tempest) che sono molto di più rispetto a quanto ci aveva abituato negli ultimi passaggi in Italia. Tutte le canzoni sono state almeno buone. Sono in generale riproposte in versioni molto simili a quelle registrate sugli album. Probabile che in Italia sui giornali leggeremo “Dylan stasera in concerto: attenzione che di solito stravolge i pezzi dal vivo”. Beh, in realtà adesso non è così. Almeno a Copenhagen non è stato così. Dylan fa il “professionista”. Presta un’estrema cura a che la pronuncia di ciascuna parola sia riconoscibile al massimo. Chi conosce i testi può veramente seguirlo senza difficoltà. E comunque, dal punto di vista vocale è ancora in grado di sottolineare anche una semplice sillaba per dargli il colore che lui desidera. L’ultimo vero spazio improvvisativo adesso è limitato all’armonica. La band, che comunque svolge un lavoro egregio, è sottoutilizzata. In questo processo si perde qualcosa: un po’ del senso di avventura che ha accompagnato alcuni anni del NET. Non credo di essere arrivato a 15 concerti di Bob, ma di registrazioni ne ho sentite parecchie. Ci sono canzoni su cui Bob ha sperimentato in molti modi diversi, sfiorando più volte (e spesso raggiungendo) sia il disastro che il sublime. I concerti dal 1992 al 1994 possono essere riascoltati senza stancarsi mai, ma ovviamente sono indecorosamente limitativo. Supper Club, Hammersmith e Londra in generale, molti concerti a New York, a Milano e in Italia in generale, a Marseille, a Praga, a Lubljana, Oslo, Stoccolma, etc. etc. etc. etc. etc. etc. etc., anche prima del 92 e dopo il 94 e ben dentro gli anni 2000 possono essere riascoltati commuovendosi ogni volta e gli appassionati mi perdonino per tutto ciò che non ho citato. Ma adesso credo che l’esperienza che vale sia quella del concerto. Proprio solo l’essere lì, dal vivo. Se il concerto del 16 ottobre è stato identico a quello del giorno prima (a parte la presenza di Love Sick), dubito che mi rimetterò a riascoltarli entrambi. Va bene così. Bob ha 72 anni e sta continuando a darci molto. Things have changed (again). Perchè adesso abbia deciso di fare questo tipo di show lo sa lui. C’è anche chi ipotizza una precisa volontà di disfarsi di quel popolo che lo segue di concerto in concerto per tutto il tour, ed effettivamente a seguire i forum su expectingrain potrebbe anche riuscirci, ma lo show è troppo curato per essere solo finalizzato a quello. Basta così. Mi preparo per rivederlo il 4 novembre a Milano.

Mr. Tambourine ti seguo sempre e ti ringrazio ancora per tenere aperto questo spazio dedicato al nostro artista preferito: negli ultimi mesi e nelle ultime settimane ho letto delle mail bellissime.
Alexan “wolf”

Grazie per la rece, alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 9195 - larry.campbell69

Gentile Mr Tambourine,
se a qualcuno dei followers di Maggie's Farm può interessare, ho a disposizione 02 ottimi biglietti per il concerto di Parigi, 13 November 2013.
Categoria: Orchestre (Platea più vicina al palco)
Fila: 07 (G), posti 13 & 15
Prezzo ufficiale FNAC: Euro 125,00 per ticket
Ticket in PDF, pagamento via Paypal o bonifico bancario
Gli interessati possono contattarmi via email a larry.campbell69@gmail.com
Grazie e saluti, Leonardo M.

Avviso pubblicato caro Leonardo, spero che tu possa vendere i 2 biglietti per Parigi, :O)

 

 
Lunedi 21 Ottobre 2013

Hamburg, Germany - CCH (Congress Center Hamburg) - October 20, 2013

1. Things Have Changed
2. She Belongs To Me
3. Beyond Here Lies Nothin'
4. What Good Am I?
5. Pay In Blood
6. Waiting For You
7. Duquesne Whistle
8. Tangled Up In Blue
9. Love Sick
(Intermission)
10. High Water (For Charley Patton)
11. Simple Twist Of Fate
12. Early Roman Kings
13. Forgetful Heart
14. Spirit On The Water
15. Scarlet Town
16. Soon After Midnight
17. Long And Wasted Years

(encore)
18. All Along The Watchtower
19. Blowin' In The Wind

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Hamburg, Germany CCH (Congress Center Hamburg) - October 19, 2013

1. Things Have Changed
2. She Belongs To Me
3. Beyond Here Lies Nothin'
4. What Good Am I?
5. Pay In Blood
6. Waiting For You
7. Duquesne Whistle
8. Tangled Up In Blue
9. Love Sick
(Intermission)
10. High Water (For Charley Patton)
11. Simple Twist Of Fate
12. Early Roman Kings
13. Forgetful Heart
14. Spirit On The Water
15. Scarlet Town
16. Soon After Midnight
17. Long And Wasted Years

(encore)
18. All Along The Watchtower
19. Blowin' In The Wind

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Copenhagen, Denmark - Falconer Salen - October 16, 2013

by Lars Kjædegaard

Wonderful Wonderful show di Copenhagen - questo è stato il mio 16° concerto di Dylan, ed è stato il migliore. Le canzoni uscivano come perle su una stringa, Dylan ha cantato magnificamente, ogni parola era chiara, e l'atmosfera sul palco era
rilassata e propositiva. Anche i brevi intervalli tra le canzoni erano grandi, il tintinnio del pianoforte di Dylan, Sexton che faceva qualche accordo e Recile che spazzolava il rullante. Aveva una sapore di concerto vecchio stile che è stato grande. 'Forgetful Heart' è stata sorprendente, 'Long And Wasted Years' sembrava come un abbraccio.
Ero con mia moglie, i miei figli e la fidanzata di mio figlio. E' stata una notte che non dimenticheremo mai.
Grazie, signor Dylan.

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Talkin' 9194 - Barabba123456

Caro Mr. Tambourine,
la lettera di Riccardo Arrigoni è come una canzone di Bob, una di De Andrè, una poesia di Leopardi e di tutti gli altri che sono riusciti ad esprimere la propria interiorità usando un artifizio (l’arte, nel caso di Riccardo la scrittura) che tutti noi vorremmo avere, perché tutti noi proviamo le stesse cose, ma non abbiamo la capacità di farlo.
Forse potrà essere risultata strana perché non parlava direttamente di Bob Dylan (eppure io ho percepito gli stessi dilemmi di Dylan, di Cohen, di De Andrè, di Kurt Cobain……..e potrei allungare la lista di compositori-poeti che in questo secolo hanno scritto quello che è dentro di noi).
Tra tutte le lettere lette in questi anni su questo sito non solo questa è quella che mi ha emozionato di più, ma credo sia anche quella che parla in modo più profondo ed esemplare di Dylan ….. e non solo di lui.
Vorremmo incontrarlo e parlarci (che si chiami Paul McCartney o Bob Dylan o qualsiasi altro ), ma forse anche no, ma sappiamo benissimo che è come noi!, che prova le stesse nostre emozioni e debolezze …. Ce lo hanno scritto chiaro e tondo (e ci piacciono quando cantano, non quando fanno musica strumentale…..della colonna sonora di Pat Garrett e Billy the Kid chi se le ricorda le strumentali?, non perché fossero meno belle di Knockin, ma perché vogliamo sentire la voce (il più bello strumento musicale), e perché quella voce ci fornisce frasi e concetti che noi siamo abituati ed educati a capire fin dai sei anni.
Caro Riccardo, sei solo si, ma solo insieme a tutti noi altri (e naturalmente anche insieme a Bob) ….. ma abbiamo qualcosa.
O.K. chiuso questo discorso tra il patetico e il surreale mi sembra che non si parli del tour eureopeo!
Immaginavo sarebbe stato molto simile a quello americano, eppure…….19 canzoni (grazie Bob), forse molto più “calmo” che può essere sentito anche da seduti, manca “Honest wiht me” con quella bella cavalcata di batteria che è una delle mie preferite … và bè.
Non ho un orecchio musicale, ma la differenza tra i vari chitarristi non la ho percepita (sicuramente c’era), ma il pianoforte l’ho sentito! E anche la differenza degli arrangiamenti da Barolo in poi.
E’ per questo che vado ai concerti di Dylan ogni anno, perché ogni volta è qualcosa di diverso ………….. ma forse anche con la speranza di trovarmi davanti a Lui, scambiarci due parole in un inglese improbabile, sfiorargli una mano e sentirmi esattamente come Riccardo. Ciao

Certamente hai saputo cogliere più di me, o saputo leggere fra le righe della mail di Riccardo meglio di me, lo spirito e l'emozione che animava il suo scritto. Anch'io avevo letto fra le parole l'intenzione di comunicare un'emozione anche se la lettera non parlava direttamente di Bob Dylan, ma tu hai saputo interpretarla meglio. Riepilogando, un grazie a Riccardo per averci scritto e un grazie a te per averci spiegato in modo bello e semplice alcune cose che la mail conteneva e che magari qualcuno, me compreso, non aveva avuto il tempo necessario per soffermarsi e carpirne il succo. La poca differenza fra i chitarristi solisti è dovuta al fatto che volutamente Dylan non concede loro abbastanza spazio per brillare, anzi, il caso di Charlie Sexton messo in quarantena a più riprese la dice lunga, anche se oggi sembra che Charlie abbia ingoiato tutti i rospi e stia molto più defilato rispetto ai primi mesi dopo il suo ritorno nella band, cioè fino a quando Bob gli ha intimato lo stop trasformando il ragazzo prodigio del Texas in un rassegnato sideman turnista (spero di aver interpretato in modo giusto i fatti e le ragioni, anche se non ne sono certo al 100%, quando lo incontrai faccia a faccia a Barolo ed scambiai quattro parole con lui mi sembrò avere dei piccoli problemi diciamo di salute), ma probabilmente il compenso è molto buono ed il rospo diventa più facile da digerire. Degli altri due, Robillard se ne è andato sbattendo la porta non gradendo il poco spazio a lui lasciato da Bob, e Linden ha suonato solo in alcuni show, troppo poco per essere visto e sentito bene. Per quanto concerne lo show attuale, a parte le 19 canzoni e la pausa che non cambiano la struttura o il sapore del concerto, non vedo e non sento una grossa differenza tra i concerti dell'anno scorso e quelli di quest'anno, anche se qualche arrangiamento ha subito qualche variazione le cose non si sono spostate tanto da poter dire che Bob stia proponendo delle novità o qualcosa di diverso, ma come sappiamo tutti, queste sono solo opinioni esclusivamente personali, sia le mie che le tue, ci saranno certamente altri dylaniati che la vedono in modo diverso da me e te, ma credo che sia giusto così, sarebbe terribilmente monotono se tutti la pensassimo allo stesso modo! Alla prossima, Mr.Tambourine

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Talkin' 9193 - Mario Sori

Ciao, tempo fa qualcuno aveva postato un centinaio di foto di Dylan sul vecchio sito Maggie's Farm intitolandole "Le migliori 100 foto di Dylan" . Come si potrebbero rintracciare? Mi sembra che erano all'interno delle discussioni settimanali.
Grazie. Mario

Le foto erano state mandate alla Fattoria da Elio Rooster, ma arrivò solo ad 80, non fece in tempo ad arrivare a 100 perchè penso che Michele Murino abbandonò la conduzione della sua Fattoria prima che Elio potesse mandargli le restanti, comunque se clicchi sui link che ho elencato sotto potrai vedere le 80 foto. Alla prossima, :o)

http://www.maggiesfarm.it/talking197bis.htm
http://www.maggiesfarm.it/talking202bis.htm
http://www.maggiesfarm.it/talking205bis.htm
http://www.maggiesfarm.it/talking207quater.htm
http://www.maggiesfarm.it/talking222bis.htm
http://www.maggiesfarm.it/talking223bis.htm
http://www.maggiesfarm.it/elio.htm
http://www.maggiesfarm.it/stalking249elio.htm

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MILANO: Teatro degli Arcimboldi -  Aspettando Bob Dylan 3                 clicca qui

 

 
Sabato 19 Ottobre 2013

Hannover, Germany - Swiss Life Hall - October 18, 2013

1. Things Have Changed
2. She Belongs To Me
3. Beyond Here Lies Nothin'
4. What Good Am I?
5. Pay In Blood
6. Waiting For You
7. Duquesne Whistle
8. Tangled Up In Blue
9. Love Sick
(Intermission)
10. High Water (For Charley Patton)
11. Simple Twist Of Fate
12. Early Roman Kings
13. Forgetful Heart
14. Spirit On The Water
15. Scarlet Town
16. Soon After Midnight
17. Long And Wasted Years

(encore)
18. All Along The Watchtower
19. Blowin' In The Wind

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MILANO: Teatro degli Arcimboldi -  Aspettando Bob Dylan 1                 clicca qui

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MILANO: Teatro degli Arcimboldi -  Aspettando Bob Dylan 2                 clicca qui

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BLOWIN' IN THE WIND - BOB DYLAN                                                       clicca qui

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Talkin' 9192 - Riccardo Arrigoni

Mettiamoci più umanità in quello che facciamo e non perdiamoci in idolatrie vane.
Non so bene perché scrivo a voi questa lettera, forse perché mi sento legato da sentimenti quasi famigliari con questo sito o forse perché persone che hanno gusti simili, seppur musicali, sono persone simili. Probabilmente non é così e non c'è né nemmeno uno fra voi che mi somiglia. Mi auguro che certe persone diano più importanza ai sentimenti che alla grammatica.

Bisogna essere onesti per vivere fuori dalla legge.

Stamattina mi sono alzato relativamente presto, alle 9, avevo una cosa da fare, che non é poca cosa. Dovevo andare ad Oxford Street 363 all'HMV, il Famoso negozio di dischi che riapre dopo anni..Mi preparo... Ma rinvio la sveglia, avevo sonno, dormo fino alle 10.
Arrivo per le undici al negozio, e aspetto aspetto aspetto...mi accorgo che non avevo il braccialetto...sapevo che ci voleva, bisognava fare un test su Twitter.. Rispondere a poche domande molto semplici e inutili. Come in molte cosa della vita, chi arriva primo vince. Io sono arrivato 21esimo.. Non un grande risultato. Ma se consideriamo che venivano premiati con il prezioso braccialetto solo i primi venti.. Ne avevo fallito l'obbiettivo di una posizione..un uno l'ho collezionato.
Il problema non sta in questi venti ovviamente, il problema sta nel fatto che in 180 avevano il braccialetto, come avevano fatto? Non ero a conoscenza di questo! Semplice, hanno dormito nel negozio il giorno prima (ma come é possibile?).
Sempre queste persone maledette che dormono ai concerti, ma cosa credono di trovare? Cosa vogliono dimostrare a dormire un giorno in negozio?! Tutti c'è la possono fare! Eppure quando arrivi fanno i superiori e dicono, siamo qua da ieri sera. Bravi!
Già, mi sono dimenticato di dirvi il soggetto di questa mia lettera! Paul McCartney! Sarebbe venuto al HMV di Oxford Street 363 per firmare autografi per il suo nuovo album (orrendo) e incontrare i fan! Ma solo quelli con il braccialetto!
Insomma io sto aspettando. Aspetto le 15, sarebbe arrivato fra... 4 ore... Be avevo aspettato di più, potevo farcela.
Ce l'ho fatta! Arriva, tutti a fare foto, mezza Londra bloccata, muratori che dall'alto dei palazzi si interrompono e guardano giù, tutti con iPhone, iPad, cellulari, macchine fotografiche. Un tripudio di flash. Paul scende dalla macchina e mi passa di fianco. Io non facevo foto, pensavo a come fosse fastidioso. Non riuscivo nemmeno a tenere aperti gli occhi. Ero in prima fila. Come in molti concerti di Bob..
Inizia a firmare gli autografi ai fan, é toccante. Gente che piange, ragazze commosse. Arrivano una per una davanti alla scrivania di Paul. Alcuni riescono a parlare, dicono poche frasi. Paul é sempre gentile. Risponde e annuisce, spesso.
Arriva un fan con tatuaggi di Paul dappertutto. GIieli mostra. Paul non sorride, lo rispetta, li guarda tutti attentamente, e fa anche domande. Ma il tempo é poco, fugge veloce. Time passes slowly when you searching for love...and then ( aggiunto da me) fades away..
Guardo molti volti di fan e non riesco a trattenermi. Poi appena entrato aveva accennato o sole miooo. Quindi mi sentivo a casa. Allora faccio finta di niente e mi immetto nella fila dei tipi fighi con il braccialetto, quelli che hanno dormito lì la notte.
Arriva il mio turno. Tutto ok. Nessuno mi ha controllato se lo avevo o no. Mi tolgo la giacca, perché avevano paura che gli facessi delle foto ecc. GIiela porgo volentieri, avevo caldo e mi avrebbe fatto piacere uno che me la tenesse.
Faccio un passo, poi un altro. Sono a un metro da Paul. Assaporo il momento. Ehi Paul finally I can meet you!! Your album is not bad..( mentivo, era orrendo) how are you? Nice to met you. Firmava il cd e andavo via. 10 secondi a esagerare ci avrei messo.
Ovviamente, non andò così. Dopo il secondo passo, viene verso di me una donna, che caso é? Sempre le donne.. Mi dice, tu non hai il braccialetto! E io dico lo so mi si é rotto mi scusi, ignaro che ormai ero arrivato, ci ero riuscito, era lì.
Portatelo fuori! Fuori? Ma per favore, sono qua dalle 10, ci metto 10 secondi, mi dispiace per il braccialetto.
Insomma mi hanno portato fuori. Non ci ero riuscito. La guardo. Mi guarda. Dice, non hai il braccialetto, non puoi.
La guardo, dico, quello prima di me non lo aveva! E non aveva nemmeno il cd! Lo ha comprato mentre era in fila, da uno che ne aveva due!
Mi sa che non ha capito cosa ho detto, si gira, mi guarda, e se ne va.
Rimango attonito. Non ci credevo. Ero a un passo. Cerco di non piangere. Cammino verso la steinway hall, la via di fronte.
Fatico a trattenere le lacrime, escono prepotenti.
Giro la via ripasso all HMV, "via via lasciate libero il passaggio via via, keep walking keep walking" Prendo la metro di Bond Street e me ne vado.

Confesso di aver avuto anch'io delle difficoltà nel capire il perchè hai mandato la tua mail a Maggie' s Farm, ma tutto sommato va bene così, mi spiace solo che uno come te, probabilmente anche fan di Bob Dylan oltre che di McCartney, non sia riuscito ad avere l'autografo di Paul o perlomeno scambiare con lui qualche parola. Credo che tu abbia vissuto ugualmente una emozione ed abbia voluto descriverla, e questo è positivo. In questo caso si trattava di Paul, ma se si fosse trattato di Bob sarebbe stata la stessa cosa. Ti ringrazio e se la prossima volta hai qualcosa che riguarda Bob Dylan non esitare a mandarla. Ciao, Mr.Tambourine.

 

 
Venerdi 18 Ottobre 2013

Stockholm, Sweden - Stockholm Waterfront Auditorium - October 13, 2013

by Simon Freeman

E’ stata una pura coincidenza di tempi che ha visto Dylan esibirsi a Stoccolma alla fine della settimana nella quale ad Alice Munro è stato conferito il Premio Nobel 2013 per la letteratura? Grandi come le sue storie è sicuramente difficile pesare la validità della Munro al confronto con Dylan, a mio avviso, quest'ultimo vince con molte distanze di lunghezza.

Forse era l'impostazione della Stockholm Waterfront Congress che ha aggiunto un classico incremento di sensibilità. Due nottate splendide, ben eseguite, controllate , molto più che lo scorso autunno nel North American Tour.  Avevo partecipato agli shows di Chicago, Madison, St. Paul e Milwaukee e le venue, con l'eccezione di St. Paul in Minnesota, erano mezze vuote, lacere e timide. Bob usciva dopo un raffinato anche se un pò ripetitivo Mark Knopfler.

L'attenzione per Tempest a Stoccolma è stato premiata, tutte le canzoni in versioni molto più belle rispetto alle loro omologhe sull’album con la possibile eccezione di Scarlet Town nella quale Bob non ha saputo resistere a non fare il suo plinking e plonking sul pianoforte. Il pezzo migliore è stato Long and Wasted Years - un vero pezzo di bravura nel canto e con la chitarra di Charlie sensazionale.

Andate ai concerti e portate la vostra testimonianza.

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Talkin' 9191 - Duluth49

Vorrei, se mi consentite, fare delle prime valutazioni molto personali e ripeto molto personali sui pezzi ascoltati delle prime serate nord europee. Mi sembra che le set list siano molto ripetitive, salvo rare eccezzioni.
A me la prima cosa che salta agli occhi è che la band che lo accompagna potrebbe dare molto di più, non fosse altro per la quasi scolastica ripetitività degli accordi.
Per quanto riguarda la voce di Bob devo dire che mi piace sempre molto.
Lui è, come cantasse quasi da solo, e forse non sarebbe male.

Prendo lo spunto di queste poche riflessioni per ringraziare Mr.Tambourine per il lavoro davvero eccezzionale che svolge, dandoci la possibilita' di ascoltare il mattino dopo il concerto, pezzi dello stesso.
Sei davvero grande, Marcello

Caro Marcello lasciami dire che anche tu sei davvero grande, l’anno scorso a Barolo sei stato un faro nella notte per moltissime persone che stavano intorno a te dicendo loro i titoli dei pezzi che Bob stava cantando. Detto questo, sembra che l’unica differenza tra i concerti 2012 e 2013 sia questa novità della pausa a metà concerto, il resto è rimasto invariato credo per precisa volontà dello stesso Bob. Anch’io come molti altri fans vorrei qualche novità che cambi la ripetitività dei concerti, intendo dire che andare a Milano, Roma o Padova quest’anno sarebbe esattamente uguale che essere stati a Barolo lo scorso anno, e questo non incoraggia certo la decisione di partecipare al concerto, visto anche i prezzi di quest’anno (dai 70 ai 95 euro) rispetto al costo del biglietto di Barolo che era di 29 euro. D’accordo che un concerto di Bob è un “evento” al quale non si dovrebbe mancare, un’occasione di passare un paio d’ore ascoltando ancora una volta le canzoni del nostro, respirare la stessa aria, essere distanti da lui solo pochi metri, condividere un pezzettino minuscolo della nostra vita con la vita dell’artista che così tanto significa per tutti noi. I miei desideri per vivacizzare i concerti li ho già espressi molte volte ma li ripeterò un'altra volta sperando di non annoiare nessuno. Fermo restando che la voce di Bob, anche nelle attuali condizioni, è sempre suggestiva, vedrei molto bene un vero pianista al grand piano ed un vero organista alla tastiera, tutti potremmo godere molto più delle espressioni del viso di Bob con dei maxi schermi, e per finire non pensate che un paio di pezzi acustici con Dylan solo sul palco con la sua chitarra e la sua armonica sarebbe di nuovo una bella emozione? E non necessariamente dovrebbe cantare “Blowin’ “ o “The Times They are a Changin’ “, non sarebbe emozionante sentirlo cantare e suonare in questo modo Long and Wasted Years o Workingman Blues # 2?
Per quanto riguarda i filmati postati il giorno dopo lasciami dire che il merito non è mio ma di coloro che, appena finito il concerto, tornano a casa e caricano i video su Youtube, comunque ti ringrazio per le belle parole. Un saluto a te e tua moglie, Mr.Tambourine.

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Giovedi 17 Ottobre 2013

Copenhagen, Denmark - Falconer Salen - October 16, 2013

1. Things Have Changed
2. She Belongs To Me
3. Beyond Here Lies Nothin'
4. What Good Am I?
5. Pay In Blood
6. Waiting For You
7. Duquesne Whistle
8. Tangled Up In Blue
9. Love Sick
(Intermission)
10. High Water (For Charley Patton)
11. Simple Twist Of Fate
12. Early Roman Kings
13. Forgetful Heart
14. Spirit On The Water
15. Scarlet Town
16. Soon After Midnight
17. Long And Wasted Years

(encore)
18. All Along The Watchtower
19. Blowin' In The Wind

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Stockholm, Sweden - Stockholm Waterfront Auditorium - October 12, 2013

by Anders Tidström

Bobby è atterrato in sicurezza Sabato in Svezia per tenere un concerto della notte al Waterfront auditorium di Stoccolma.
E ... ci ha dato uno spettacolo vivace e grande fin dall’inizio.
Nessun annuncio vecchio stile, semplicemente le luci sul palco quando la band è entrata (con dieci minuti di ritardo). Bello , non abbiamo bisogno di leggere il suo curriculum per conoscere Dylan, lui ha dato un contributo competente ed eccezionale alla musica contemporanea ... e altro ancora .

Bob ha aperto al centro della scena, con il microfono e nessuno strumento. Un inizio coraggioso.
Il canto nudo e crudo e l'uomo che danza , salutando il suo pubblico con “Things Have Changed”. La statuetta dell’Oscar era come al solito appoggiata su di un amplificatore vicino a Dylan. Un trofeo degno, una mascotte ? C'è, ovviamente, un bel rapporto artistico tra Bob e Charlie Chaplin che sul palco è palese e continuo. Sicuramente i due artisti condividono lo spirito, quando Bob è sul palco assomiglia troppo a Chaplin! Ma per cambiare questa era una notte nella quale Dylan non portava cappello ... il che significa che ha lasciato il suo cappello a terra fino a quando lo spettacolo era finito. Arena esaurita (circa 3000 persone) e suono eccellente, poche luci che sembravano una notte con un mite chiaro di luna, senza spot bianchi e solo un nero morbido sfondo dietro la band. His Bobness con un bel vestito nero con un pò di sobrie decorazioni d'argento sui pantaloni – sembrava quasi un torero messicano.

Bob rimase al centro per “She Belong To Me”. Ricordo che nel 1966 Dylan ha iniziato il concerto al centro della scena alla Stockholm Concert House con questo brano ! Identico a 47 anni fa, allora perchè non aprire con una nuova versione di “Leopard Skin Pill Box Hat” per l'occasione ?
Bob si porta dietro il pianoforte a coda e “Beyond Here Lies Nothin' “ risuona nell'aria . Dylan e la sua band stanno seguendo la scaletta da Oslo (10 ottobre) con due sole eccezioni: Blind Willie Mc Tell, aggiunto prima della pausa e Thunder On The Mountain al posto di Summer Days.

No, nessuna nostalgia! Noi amiamo roba vecchia e nuova , originale o totalmente riarrangiata. Stasera siamo stati premiati con sei canzoni da Tempest, Pay in Blood, Duquesne Whistle, Early Roman Kings, Scarlet Town, Soon after Midnight e Long and Wasted Years. Tutti i sei brani sono stati eseguiti con grande calore e sentimento e questo ha dato una speciale atmosfera dinamica a tutto il concerto.

“Simple Twist Of Fate” e “Thunder On The Mountain” sono andate diritte al mio cuore. Poesia sottile, melodie armoniche e una band con una resa davvero enorme. In precedenza “It's Alright Ma I’m Only Bleeding” è stato davvero dondolante e il violino di Donnie Herron era eccellente. L'intero concerto è stato uno spettacolo di prima qualità.
Un fan di Bob come me può essere un povero critico, ma faccio del mio meglio, ho notato una versione un pò ruvida di Blowin' in The Wind”.

Dylan ha fatto diversi gesti e passi di danza sul palco, davvero belli. Ha suonato l’armonica solo in un paio di canzoni e la maggior parte del tempo ha cantato e suonato dietro al pianoforte a coda.

Infine, quando ho visto Bob per la prima volta, nell’aprile del 1966 , la sua set list era di otto canzoni più corta di quella di questa sera e anche lui era più di un'ora in ritardo. Chiaro che Bob era molto più vecchio allora e molto più giovane ora!

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Talkin' 9190 - Mauriziolongo

Cari fratelli.... e sorelle dylaniati/e,
forte del mio oramai riconosciuto dinamismo mi appresto a fare alcune considerazioni :

Caro Ardez, rispetto le tue personalissime opinioni ed ammiro il tuo anticonformismo, deve essere una cosa di famiglia, anche tuo cognato è sempre andato per la sua strada :-)))
Sulle opere e i concerti del nostro eroe ognuno ha le sue liste, però non condivido affatto il giudizio su Knopfler.
A PADOVA i quattro brani con Knopfler al fianco di Bob sono stati i migliori del concerto, la sua "mano" io l'ho sentita, e molto, fosse rimasto tutto il concerto sarebbe stata una libidine.
Su SP stasera l'ho riascoltato ancora, ma proprio non ci sento nulla di buono, non riesco a sentire Dylan che canta come Bobby Solo "Blue Moon", non ce la faccio proprio... se proprio devo salvare qualcosa, salvo la cover di "The Boxer".... a proposito, la seconda voce di chi è ? ....sarà mica Paul Simon ? .... Mr. Tambourine, illluminami tu !!!

Ti illuminerò caro Maurizio, la seconda voce di The Boxer è cantata da Dylan stesso che imita Paul Simon!

Cara Maria Rosa, il tuo intervento mi ha fatto assai ridere, se vieni a Padova ti offro "un goto de proseco" (trad. = un calice di prosecco), noto vino frizzante locale che qui si offre solo a gente simpatica !!
All'Alcatraz mi è bastato uscire all'ultimo verso di Blowin', ho scelto pero' il lato sbagliato delle transenne, contrariamente a Murino (vecchia volpe !), l'occasione è stata buona però per conoscerlo, non mi ero reso conto chi era, mi sono accorto solo quando mi ha dettato l'indirizzo mail a cui inviare il video che gli avevo fatto!
Preciso che il commento sull'abbandono del pubblico era riferito alla bellissima esibizione di Padova del 2011 e non di Milano, li non c'ero.
Fare concerti di mercoledì sera in una città come Padova si corre sempre il rischio che il pubblico ad un certo punto vada a nanna, soprattutto se si tira fino a mezzanotte. A Padova non ci sono mai stati problemi di trasporti, l'organizzazione è
molto "militaresca", come ho già detto.
Il nostro eroe però mi piacerebbe vederlo suonare in alte location, per esempio il mio sogno è vederlo nella bellissima Piazza degli Scacchi di Marostica, nel 1991 ci suonò anche De Andrè (parte del concerto è documentato nell'ultimo monumentale cofanetto live)
Mi sono sempre chiesto chi bisogna interessare di una proposta del genere? ... a chi bisogna "chiedere" un'evento del genere ???D'Alessandro e Galli ? Il tour manager di Dylan ? ...sindaco ? giunta ??
Mr. Tambouirine, visto che hai già la torcia in mano, re-illuminami !
Ciao a tutti, Maurizio

Credo che prima di tutto debba essere l'amministrazione della città (assessorato alla cultura) che sarebbe anche quella che dovrebbe "cacciare i picci" per pagare Bob, poi dovrebbe essere la stessa amministrazione a contattare D'Alessandro e Galli (promoter esclusivi di Dylan per l'Italia) per organizzare l'evento.

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Talkin' 9189 - Valerio Billeri

http://bluradioveneto.it/eventi-news/valerio-billeri-0

alle 22 in onda. live...chi non c'e' e' laziese

 

 
Mercoledi 16 Ottobre 2013

Copenhagen, Denmark - Falconer Salen - October 15, 2013

1. Things Have Changed
2. She Belongs To Me
3. Beyond Here Lies Nothin'
4. What Good Am I?
5. Pay In Blood
6. Waiting For You
7. Duquesne Whistle
8. Tangled Up In Blue
9. High Water (For Charley Patton)
(Intermission)
10. Summer Days
11. Simple Twist Of Fate
12. Early Roman Kings
13. Forgetful Heart
14. Spirit On The Water
15. Scarlet Town
16. Soon After Midnight
17. Long And Wasted Years

(encore)
18. All Along The Watchtower
19. Blowin' In The Wind

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Bob Dylan - Long And Wasted Years - Stockholm 2013

 

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Bob Dylan - All along the watchtower - Stockholm 2013

 

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Bob Dylan - Blowing in the wind - Stockholm 2013

 

 

 
Martedi 15 Ottobre 2013

Talkin' 9188 - Daniele Ardemagni "Ardez"

Cancio caro...o meglio...Cancio e basta... ri-confermo tutto ciò che ho detto e continuo a dire su BOTT, su Knopfler (va bè..alla terza canzone sono scappato con altri, non ne potevamo più, ma almeno non abbiamo disturbato la sua monotona esibizione, o meglio, a detta di molti altri che ho sentito visto che sono uscito ad aspettare che entrasse Bob), su Saved, su Shot Of Love (grande disco...come tutti e tre quelli d'ispirazione cristiana...per me!!) su Down in the Groove, su SP e ti pregherei di non permetterti più di mettermi parole in bocca che neanche penso lontanamente..credi forse che non capisca niente di musica? Be, dal tuo pulpito di ciò che vuoi, ma la musica è da quando sono nato che è il mio pane quotidiano e sono cresciuto fra musicisti e continuo tutt'ora a frequentarli visto che faccio anche quello...soprattutto quello..qualche cover e roba mia soprattutto. Parlando di Dylan ho un ottimo dylanologo come cognato di cui non sto qui a dire il nome altrimenti passerei per vanitoso o altrimenti ti nasconderesti dalla vergogna, ma che Mr. Tambourine ti potrà confermare se mai ti dovesse interessare chi sia (e su molte cose la pensiamo uguale, su altre, giustamente e da persone libere di pensiero un po' meno). Io da quando seguo Bob, ovvero dall'uscita di Time Out Of Mind, non ho mai ascoltato cosa dicevano su questo o quel disco, altrimenti sarei partito, anche se non è da me, prevenuto nell'ascoltarlo; facendo come ho fatto invece ho potuto ascoltarli per i fatti miei e dare un mio personale parere a tutta la sua discografia ufficiale e non, che col passare degli anni a volte si è modificata lievemente, un po' perché in determinati periodi mi andava bene un determinato genere del Nostro e a volte un altro...poi ho cominciato a parlare e a frequentare anche altri dylaniani-dylaniati-dylanologi, ma resto soprattutto un grande fans del Dylan degli anni in cui l'ho scoperto fino a quello attuale...e la prossima volta parla per te se vuoi dire certe cose che a me non appartengono. Grazie e tanti saluti.
(Mr. Tambourine scusa lo sfogo, ma che altri parlino per me dicendo cose non vere non mi va).
Daniele Ardemagni "Ardez"

Carissimi Daniele e Cancio, avete il sacrosanto diritto di avere e di esporre le vostre opinioni e vedo che le avete espresse chiaramente ma civilmente, cioè senza i soliti insulti inutili. Questo vi fa onore e mi rende felice e fiero di essere riuscito ad avere discussioni dove i lettori come voi si contrastano e si combattono con l'arma dell'eleganza formale. I giudizi a volte sono duri, come è giusto che possano essere, ma mai in modo da dar fastidio. Voto AAA!!!!!!

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Talkin' 9187 - Maria Rosa Ventura

Accidenti, Mr. Tambourine, che bella discussione!
Avevo già in mente di rispondere qualcosa a Daniele e Maurizio, ma poi stamattina è passato Simone (Ciancio) e ha dato fuoco alla miccia, con la nonchalance di un gentleman che passeggia con un candelotto di dinamite nella tasca del cappotto... :-)
A me piaci Daniele "Ardez", mi piace la passione con cui scrivi e molte volte (non sempre!) anche le cose che dici... ma questa volta con Knopfler mi pare che tu sia stato veramente ingeneroso, non se lo merita proprio! Certo è molto lodevole da parte tua aver passato il tempo del suo concerto al bar e a fare shopping invece che a tirare bussolotti sul coppino ai fan di Knopfler (ce n'era qualcuno che se lo sarebbe proprio meritato!), facevi così anche a scuola quando non ti piaceva una lezione?!! :-)))
Sempre a proposito di questo concerto, a Maurizio (Longo) volevo fare una chiosa in merito alla fuga del pubblico alle 23.30: credo si sia trattato soprattutto di una questione di trasporti... Quella sera, ebbi anch'io l'idea di brillante di andare al concerto con la metro, insieme ad alcuni amici. Naturalmente non mi passò nemmeno per la mente di lasciare il concerto prima della fine. Al termine, quando arrivammo di corsa in stazione, insieme ad altri mille, scoprimmo che l'ultimo metrò ci stava passando proprio sotto il naso... come rientrare a casa, a mezzanotte passata, sortendo dalla bruma di Assago? Alle nostre proteste alla fine qualcuno si impietosì e venne tirato fuori dai depositi un treno che ci riportò in città. Poi ho scoperto che questa è una annosa questione che si ripropone regolarmente (è successo recentemente all'ultimo concerto di Peter Gabriel) e che contrappone Atm (l'azienda tranviaria milanese) agli organizzatori dei concerti, in merito a chi dovrebbe pagare le corse aggiuntive. (Come questo si concilierà con la Milano dell'Expo non so dirlo...)
Devo poi dire, caro Maurizio, che sono profondamente ammirata dal tuo vitalismo! C'ero anch'io all'Alcatraz e, appena finito il concerto, me ne stavo ancora lì a meditare su Dylan che attraversava il palco a grandi falcate ruggendo: "I cant't wait, wait for you to change your mind" quando sono stata quasi travolta da due barbari all'inseguimento del Walhalla... poi ho saputo che c'era stata una corsa a catapultarsi fuori dal locale per omaggiare il vate in libera uscita da Alcatraz... e mentre io galleggiavo ancora nella mia dimensione sonno/veglia, tu avevi già scattato una foto a Michele Murino intento a dare il cinque a Dylan, ti eri organizzato mentalmente una recensione critica del concerto rapportato a quelli degli ultimi 10 anni e, se qualcuno non fosse stato ancora soddisfatto gli avresti regalato anche una box vuota dell'edizione de luxe di ASP a mo' di ciapapulver ("prendipolvere", cioè soprammobile in milanese)! Fantastico! Nemmeno in dieci vite io riuscirei a raggiungere una prestazione del genere! Scusa se ho scherzato un po', Maurizio, non ti arrabbiare (e il riferimento alla box era volutamente asincronico dal punto di vista temporale...) sicuramente l'ho scritto perché ti invidio molto!
Ma tutto questo divagare mi consente di introdurre una piccola digressione sul concetto di tempo in Dylan e sul tempo che noi viviamo quando andiamo a un suo concerto. Per far ciò mi riallaccio a un saggio di Alessandro Carrera, pubblicato nella nuova edizione di "La voce di Bob Dylan" (Feltrinelli, 2011) intitolato "Tangled Up in Blue - Storie che fermano il tempo" (ecco qualcuno che "sa" le cose, Massimo, non certo io!). Non farò al prof. Carrera il torto di riassumere malamente il suo scritto (se volete andate a rileggervelo!), gli sto già facendo quello di citarlo, spero non in modo troppo sconclusionato... Dirò solo, per quello che è funzionale al mio discorso, che il saggio parte dalla vocazione pittorica di Dylan, che lo porta a seguire (nel 1974) le lezioni di pittura di Norman Raeben, figlio di Shalom Aleichem (Shalom Rabinovitz) il padre della moderna letteratura yiddish. Raeben gli insegna "a far sì che la testa, la mente e l'occhio comunichino fra di loro, a realizzare visivamente quello che è reale". Così Dylan imparò non solo a dipingere, ma anche a scrivere canzoni come se stesse dipingendo. Imparò cioè che "il soggetto di una canzone è necessariamente un'illusione di tempo" e che, come ci dice Carrera, i dipinti e i film sono "strumenti per fermare la percezione dello scorrimento temporale". Dylan però è un poeta della memoria e non del ricordo e i suoi autoritratti non sono autobiografici nel senso che non raccontano la sua vita, ma sono archetipi per raccontare la Storia e le storie. In quegli anni era attraversato da visioni, da storie, da immagini viste e sognate che metteva in versi e dipingeva ma ancora non cantava le sue canzoni come se stesse dipingendo. Comincia a cercare una nuova voce alla fine degli anni Ottanta e la trova (o è la voce a trovare lui, o forse è l'unica voce che gli è rimasta) nel nuovo millennio. 
Così quando in "Things Have Changed" canta "If the Bible is right, the world will explode" ("Se la Bibbia ha ragione, il mondo esploderà") sa che noi viviamo in un'eterna diretta-differita questa annunciata esplosione (fine o inizio del tempo?) continuamente rappresentata intorno a noi a nostro monito e, contemporaneamente, a nostro intrattenimento. Così Dylan, in quel palcoscenico senza fine, circolare, sul quale interpreta, in un continuo ritorno, il suo divenire poetico non dimentica mai che "ieri, oggi e domani stanno tutti nello stesso spazio"* e ci fronteggia sfidandoci a seguirlo in quella dimensione. Una dimensione dove (per dirla ancora con Carrera, anche se credo che lui la intendesse in un altro senso) " l'ossessione amorosa si spezza contro l'impossibilità di possedere un oggetto d'amore che non è affatto un oggetto e che non può essere posseduto "** Così come, aggiungo io, l'ossessione di "possedere" il proprio tempo, di dominarlo non è che un'illusione, si può solo tentare (e se si è fortunati riuscire) di fondersi in esso. Lì, allora, chiedersi chi domina chi non ha più nessun senso.
Un abbraccio a tutti, Maria Rosa

* Da un'intervista a Jonathan Cott del 1978
**Ancora dallo stesso saggio di Alessandro Carrera contenuto in "La voce di Bob Dylan", 2011, a cui faccio riferimento in tutto il testo

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Talkin' 9186 - Miscio

Caro Mr. Tambourine,
nel suo interessante saggio Francesco Alunni, fa delle azzeccatissime osservazioni, tra le altre, in particolare, su Memphis Blues Again, una canzone che mi ha sempre intrigato. Una cosa che può rendere perplessi è da dove Dylan tiri fuori la città di Mobile. A questo proposito c'è una singolare coincidenza, rilevata per la prima volta, che io sappia, dal filosofo Robert Bernasconi in un articolo ripubblicato nella raccolta Theorizing Multiculturalism:
“L’ultima nave di schiavi che raggiunse gli Stati Uniti fu rimorchiata a Mobile in Alabama, sotto la copertura dell’oscurità notturna nell’agosto del 1859. Il trasporto di schiavi dall’Africa era illegale per le leggi degli Stati Uniti fin dal 1808. Tuttavia Timoty Meaher, un costruttore di battelli a vapore di Mobile aveva scommesso con qualche Nordista una consistente somma di denaro che fosse ancora possibile eludere le ronde di perlustrazione che bloccavano il commercio Atlantico di schiavi. Per vincere la scommessa ingaggiò William Forster come capitano della Clotilde, un veloce bastimento specificamente costruito per il compito. Forster trasportò 135 schiavi comperati dal Dahomey, che li aveva catturati in una recente guerra. Gli africani non potevano naturalmente essere venduti pubblicamente su Royal Street dove le aste di schiavi si tenevano sempre, Così Meaher li distribuì ad un certo numero di suoi conoscenti. Egli tenne 32 africani per sé in un piccolo villaggio fuori mano vicino al suo cantiere navale e alla sua segheria. Dopo l’emancipazione, gli africani, che non erano mai stati registrati come schiavi furono impossibilitati a guadagnare abbastanza denaro per ritornare in Africa come volevano. Essi erano “Stuck inside of Mobile” chiusi dentro Mobile. Per fare il possibile nella loro situazione, comprarono un po’ di terreno da Meaher e si organizzarono come una comunità che in seguito fu conosciuta come Africa Town. Anche se Mobile ha una ricca storia in cui stratificazioni spagnole, francesi e inglesi sono rimaste visibili nella sua architettura, Africa Town mostrò una notevole attrazione. Dopo il 1890 il giornale locale diceva questo degli abitanti della "colonia Africana": essi si mescolano molto poco con gli altri negri e preservano molti dei loro costumi originali, usano il loro nativo linguaggio, parlano l'inglese con difficoltà e sono governati da una regina di loro scelta. Hanno guadagnato un'alta reputazione di onestà e industriosità e la loro colonia è giustamente considerata come una delle curiosità di Mobile."(1)

A parte gli articoli di giornale dell'epoca (le voci correvano), il primo resoconto sistematico pare essere stato quello di Emma Langdon Roche in "Historic Sketches of the South", resoconto un po' paternalistico sullo stile "poveri e industriosi selvaggi", ma si era nel 1914. Il testo è liberamente scaricabile dall'Internet Archive e contiene diverse fotografie originali. (2) Nel 1928 Zora Neale Hurston filmò Africa Town e l'ultimo sopravvissuto del Clotilda, Cudjo Lewis:



“Riflettendo sui suoi 68 anni sul suolo Americano e sui 5 di schiavitù, Lewis ha fornito un racconto di dolorosa perdita; aveva sepolto i suoi tre figli e la moglie e desiderava tornare nel luogo della sua fanciullezza in Ghana. Lewis descriveva anche momenti di grande felicità, come quando i Confederati fuggirono da Mobile nell'Aprile del 1865 e raccontava che …"Dopo che ci liberarono, credimi, eravamo così contenti che facemmo un tamburo e cominciammo a suonarlo… [come se fossimo] in Africa." Le Nazioni Unite usarono questo racconto nel Marzo del 2009 per commemorare le vittime del commercio di schiavi trans-Atlantico e per illustrare momenti emblematici in cui gli Africani avevano rivendicato la loro libertà.” (3)
Negli ultimi anni c'è stato un risveglio dell'interesse riguardo questa storia, Lewis ha avuto il postumo onore di finire sulla copertina di un libro e la storia, a parte piccoli dettagli sul numero dei deportati resta sostanzialmente confermata. (4)

Africa Town, che si collocava a nord di Mobile, è stata oggetto di studi archeologici e conservativi da parte del William&Mary College di Williamsburg, che ha avviato l' Africatown Archaeological Project. A Cudjo Lewis è stato pure dedicato un busto commemorativo, che nel 2011, a testimonianza del fatto che i cretini sono ubiquitari, ha subito un atto di vandalismo. (5)

Questi poveretti, che non essendo né schiavi né liberi dal punto di vista della legge non esistevano, si trovavano in una situazione paragonabile ai figli di stranieri nati in Italia, confinati in una terra di nessuno, un limbo edificato dall'umana imbecillità. Non potevano essere né comprati né venduti, ma non potevano nemmeno circolare liberamente. Erano chiusi dentro un'enclave dove vivevano seminascosti, in una società che faceva finta di non vederli. Paradossalmente i discendenti delle persone vissute ad Africa Town sono le sole, tra gli schiavi americani, a conoscere la loro origine, le loro originali tradizioni, a tramandare i veri nomi dei loro antenati.
A questo punto possiamo chiederci: ha in qualche modo a che fare, questa vicenda, con la canzone di Dylan? Ovviamente la domanda rimarrà per sempre senza risposta a meno di un (improbabile) pronunciamento diretto dell'autore. Quello che si può dire è che si aggiunge alle tante coincidenze possibili che si trovano nelle canzoni di Dylan. Molti indizi sono presenti, come la sua consuetudine ad accennare a fatti storici precisi, quasi dimenticati o rimossi, ma dall'alto valore simbolico; la collocazione temporale, attorno alla Guerra di Secessione, periodo da cui il nostro Bob attinge spesso e che conosce approfonditamente; la convinzione della sostanziale immutabilità dei problemi che affliggono la condizione umana, che potrebbe averlo guidato ad una metafora antica di alienazioni moderne, poiché condurre una vita senza senso, chiusi in un ciclo ripetitivo, può adattarsi egualmente bene all'africano del Dahomey deportato a Mobile che alla contemporanea schizofrenia del vivere urbano. Naturalmente si tratta solo di una supposizione, ma la sensazione di essere chiusi dentro una situazione dalla quale non si può uscire e a cui ci costringono forze infinitamente superiori alla nostra volontà è un tipo di alienazione molto moderna che si addice quasi letteralmente all'esperienza inflitta a questi africani prigionieri in una strana terra di mezzo all'interno di un pianeta sconosciuto.

Note:
(1) Robert Bernasconi, “Stuck Inside of Mobile with the Memphis Blues Again: Interculturalism and Conversation of Races”, in Theorizing Multiculturalism: A Guide to the Current Debate, a cura di Cyntia Willett, Blackwell Publishing, 1998.

(2) http://archive.org/details/historicsketche00rochgoog

(3) Sito del progetto del William&Mary College http://www.wm.edu/as/anthropology/documents/Newsletters/Fall2010/africatown/index.php
Un racconto più particolareggiato si può trovare qui http://www.encyclopediaofalabama.org/face/Article.jsp?id=h-1402
 

(4)Il libro di Sylviane Diouf - Dreams of Africa in Alabama – (2007)
http://books.google.it/books?id=xjPKi1CDP2MC&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false
 

5) http://blog.al.com/live/2011/03/mobile_crime_busts_vandalized.html

Ciao, Miscio


Caro Miscio, la tua disquisizione sull'argomento è veramente intrigante, anzi, potrebbe anche essere proprio l'ispirazione di Dylan per quella canzone, peccato che non potremo mai sapere la verità, ma non importa, questo non rende il tuo lavoro meno importante, significativo ed interessante. Le tue parole mi hanno interessato moltissimo, spero sia stato così per molti altri lettori della Fattoria. Un grandissimo grazie, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 9185 - Valerio Billeri

Ciao Spettral sono Valerio Billeri..ho partecipato a 2 edizioni del vostro folk fest....ti invio il mio nuovo cd...contiene una versione di blacjack davie ( gia cantata da bob e che ha ispirato tin angel...)..se vuoi la puoi mettere gratuitamente sul sito..cosi mi fai un po di pubblicita' che x la nostra musica ultimamente e' vitale...ciao da V.

Ciao Valerio, mi ricordo benissimo di voi, ti ringrazio per il CD ma il file per il sito è troppo grande, il server di aruba non accetta file più grandi di 5 MB, però se metti qualche filmato su youtube posso linkarlo facilmente sul sito e farti tutta la pubblicità che vuoi. Con un pò di calma lo ascolterò volentieri, un grazie ancora, un saluto a te e tutti i ragazzi dei Pezzi D'Assemblaggio (se ancora si chiamano così). Mr.Tambourine, :o)

 

 
Lunedi 14 Ottobre 2013

Stockholm, Sweden - Stockholm Waterfront Auditorium - October 13, 2013

Stockholm, Sweden - Stockholm Waterfront Auditorium - October 13, 2013

1. Things Have Changed
2. She Belongs To Me
3. Beyond Here Lies Nothin'
4. What Good Am I?
5. Pay In Blood
6. Waiting For You
7. Duquesne Whistle
8. Tangled Up In Blue
9. High Water (For Charley Patton)
(Intermission)
10. Summer Days
11. Simple Twist Of Fate
12. Early Roman Kings
13. Forgetful Heart
14. Spirit On The Water
15. Scarlet Town
16. Soon After Midnight
17. Long And Wasted Years

(encore)
18. All Along The Watchtower
19. Blowin' In The Wind

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Talkin' 9184 - Simone (Cancio)

Caro Daniele, mi sembra di leggere, dal mio niente, una spolveratina di anticonformismo che a te piace aggiungere alla fine di ogni pietanza che servi al tavolo di "Maggie's Farm".
Ognuno ha le sue opinioni, questo non è vero, è sacrosanto ma alcune tue osservazioni - chiamiamole così - a me risultano provocatorie o meglio, non vere. E, con questa mia lettera, ti dimostro che sei risucito nell'intento di stuzzicare l'animo di un altro lettore della Farm (mission accomplished!)
Credo però - permettimi di farlo - che tu in fondo non sia quello che ti mostri: credo che tu ami alla follia "Blood", che "Down in the groove" ti faccia schifo e che anche tu sia convinto che Knopfler quella sera a Milano suonò della Musica, mentre la band di Dylan ci provò soltanto (sempre secondo il mio parere...).
Purtroppo Dylan relegò Knopfler alla stessa stregua di Charlie (cioè comparsa...) e qui sta la pecca del grande Bob: avere sul palco due chitarristi che possono fare ciò che vuoi e servirtene per togliere i coriandoli dal palco a festa finita!
Ricollegandomi alla tua similitudine, è come avere due luminari a disposizione e consultarli per un banale raffreddore ma come sappiamo, Dylan è Dylan anche in questo...ma dire che Knoplfer ha rovinato il concerto di Dylan per essere stato sul palco con lui 15 minuti è straordinariamente dolce da parte tua!
Abbiamo anche capito che BOT non ti piace affatto (anche se continuo a non crederti...), che "Shot of love" è grandioso come del resto "Saved" e che SP è una merda che profuma di cioccolata, ma per una volta esci allo scoperto and join us (come diceva il grande John) nel club di coloro che la malattia della presunzione l'ascoltano soltanto e non tentano di applicarla (disordinatamente) nella vita di tutti i giorni, e vedrai che BOT non uscirà più dal tuo lettore...in fondo sei il più dolce di tutti noi Dylaniati.
Con vero affetto, Simone (Cancio)

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Domenica 13 Ottobre 2013

Stockholm, Sweden - Stockholm Waterfront Auditorium - October 12, 2013

1. Things Have Changed
2. She Belongs To Me
3. Beyond Here Lies Nothin'
4. What Good Am I?
5. Pay In Blood
6. Duquesne Whistle
7. Tangled Up In Blue
8. It's Alright, Ma (I'm Only Bleeding)
9. Blind Willie McTell
(Intermission)
10. Early Roman Kings
11. Simple Twist Of Fate
12. Thunder On The Mountain
13. Forgetful Heart
14. Spirit On The Water
15. Scarlet Town
16. Soon After Midnight
17. Long And Wasted Years

(encore)
18. All Along The Watchtower
19. Blowin' In The Wind

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Talkin' 9183 - Daniele "Ardez" Ardemagni

Mah..Maurizio Longo....io il concerto congiunto col "muratore in pensione" (Mark Knopfler appunto) l'ho visto a Milano nel 2011 e direi che è stato il concerto, insieme a quello del 2009, il più triste di Bob che abbia visto...ma questo non per colpa di Bob che era in forma strabiliante come ho ricominciato a vederlo dal concerto del 2010 di Padova, ma per l'inutile presenza sul palco dell'ex Dire per i primi 3 pezzi quando già c'era Sexton che bastava e avanzava (come se tu andassi per curiosità a farti dire da due medici bravissimi che cos'è quel malessere che senti ma entrambi ti danno due diagnosi diverse....alla fine si genera solo confusione ed è meglio andare da uno e farsi seguire da quello a mio avviso...e sul palco la presenza del "muratore" ha generato solo caos)...secondariamente "succhiarmi" più di un'ora di Knopfler prima di ascoltare Bob è stato pesantissimo..infatti alla 3° canzone sono andato al bar e a comprarmi una maglietta. Terza cosa la maleducazione dei fans di Knopfler che non sono stati zitti durante l'esibizione di Bob e per ascoltarlo decentemente ho cambiato ben quattro volte posto...Quello del 2010 a Padova lo trovai invece fantastico (come quello del giugno 2011 all'Alcatraz, quello dello scorso anno a Barolo, del 2002 e 2007 a Milano, del 2008 a Bergamo e quello del 2001 a Brescia, il migliore fin'ora) oltre che per averlo visto in gran forma anche per la scelta della scaletta dove c'erano fra le altre chicche Under The Red Sky, Workingman Blues e Masters Of War. Comunque la scaletta di questo nuovo pezzo del NET mi sembra buona, non fosse altro che ci sono ben 5 brani tratti da Tempest (e vai!!!) almeno fin'ora. Poi si vedrà se cambierà qualcosa in questi venti giorni.
Quanto a Self Protrait non l'ho mai trovato così brutto, anzi (e questo BS 10 lo sta facendo riapprezzare a molti), e Down in the Groove è da rivalutare assolutamente come del resto Saved e Shot of Love..e svaluterei un pò Bood On The Tracks una buona volta (ma questo già lo sapete..non lo considero brutto ma enormemente triste e fatto di arrangiamenti noiosi, sia quello delle session di New York sia quello ufficiale...ma forse, data la tematica principale dell'album erano giusti così, piuttosto scarni. Certo non consiglierei di ascoltarlo e leggere in parallelo "I dolori del giovane Werther" di Goethe o dopo che ci si è lasciati con qualcuno...quel disco mi ricorda terribilmente quel libro, bello ma...da maneggiare con cura)...poi ognuno ha i suoi pareri, ma peggio ancora ha le sue verità in tasca...e con Bob non ci sono verità assolute.
Un Abbraccio e a presto.
Daniele "Ardez" Ardemagni

 

 
Sabato 12 Ottobre 2013

Bob Dylan - Tangled Up In Blue - Live Oslo 2013

 

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Bob Dylan - Blowing In The Wind - Live Oslo 2013

 

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Bob Dylan - Simple Twist Of Fate - Live Oslo 2013

 

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Oslo, Norway – Spektrum - October 10, 2013

by Steinar Daler

Oslo è la mia città natale e , naturalmente, è bello vedere Dylan lì . Era il mio 10° show di Dylan . Ho visto 4 concerti vicini a Oslo e 4 in un’altra città della Norvegia e ho perso solo 3 dei suoi concerti in Norvegia . Ciò significa che ho seguito Dylan dal 1981 fino alla scorsa notte. Credo di essere uno dei pochi norvegesi che hanno visto Dylan dall'inizio di quest'anno ( 3 concerti in aprile negli Stati Uniti + 4 concerti a luglio Stati Uniti / Canada) . Mi è piaciuto tutto di quei concerti e questo mi aveva reso un pò nervoso prima del concerto qui ad Oslo . Può essere deleterio avere aspettative troppo alte prima di un concerto di Bob. Nei sette concerti che ho visto all'inizio di quest'anno ho visto alternarsi 3 chitarristi diversi nella band di Bob; Duke Robbillard 3 volte, Charlie Sexton 3 volte e Colin Linden 1 volta. Come un sacco di altri fans mi chiedevo chi sarebbe stato il chitarrista ora. Vicino alla sede del concerto ho incontrato Baron, il body-guard di Dylan, gli ho detto ciao un paio di volte prima di chiedergli chi sarebbe stato il chitarrista e lui mi aveva detto Charlie . Io naturalmente l’ho detto ad un sacco di altri fans prima che la band salisse sul palco.
Dieci minuti dopo l’orario previsto Stu passeggiava sul palco suonicchiando la sua chitarra con un riff-blues questa volta molto bello, mentre lo Spektrum di Oslo era tutto esautiro ( 7000 persone ). Bob e la band sono arrivati dopo Stu, con Bob senza cappello con grandi ricci nei capelli grigi, vestito di nero con bande bianche e stivali bianchi, ha preso il suo posto al centro della scena e ha iniziato a cantare "Things Have Changed ". Ho visto Bob al suo primo spettacolo in un Tour europeo un sacco di volte prima ( Stoccolma o Oslo ) e mi ricordo che poteva sembrare che accusasse il jet- lag. Ero preoccupato anche per questo prima del concerto . E, beh, non so se era jet- lag o qualunque altra cosa , ma Bob non sembrava molto a suo agio sul palco, il suo canto era piuttosto grezzo e il suono nella sala non era al meglio, direi tutto piuttosto deludente. La successiva canzone "She Belong To Me" ( cantata ancora al centro della scena ) era un pò meglio, ma ho sicuramente sentito esecuzioni migliori all'inizio di quest'anno. Niente armonica. Strano!
Bob si è avvicinato poi al pianoforte ed ha iniziato "Beyond Here Lies Nothin’ ” – non una delle mie canzoni preferite, e devo dire che mi è sembrata una prestazione ordinaria, cominciavo a sospettare che questo sarebbe stato una sorta di concerto noioso. Poi ha suonato “What Good Am I” e d'un tratto la sua voce era molto migliore - una buona performance ( quasi come quando avevo sentito questa canzone 3 volte in primavera ). Si poteva sentire chiaramente il pubblico esultare ed applaudire molto di più dopo questa canzone. Anche il suono in sala era migliorato.
Primo brano da " Tempest", “Pay In Blood”, ok ma non eccezionale. Dopo la canzone mia moglie si è chinata e mi ha chiesto " Che ne pensi ", ho risposto che non ero proprio soddisfatto ma niente di più. Ma poi è successo qualcosa. "Tangled up in blue " è stato il brano successivo ed improvvisamente la voce di Bob è diventata molto più chiara , il pianoforte era davvero buono ( alcuni testi modificati sono stati come sempre bene accolti ) e tutto il suono della band si sentiva molto meglio. "Tangled " è, naturalmente, uno dei più graditi al pubblico, e l'atmosfera in sala è migliorata. Dopo "Tangled " Bob ha camminato di nuovo fino al centro della scena per fare “It's Alright, Ma (I'm Only Bleeding)”. Il primo vero punto forte dello show! Un arrangiamento diverso, mai sentito prima, molto bluesy, un forte canto tipo rap e violino di Donnie di ottima fattura.
Bob e tutta la band erano ora al meglio. Davvero, davvero buono! Non mi ricordo se è stato durante "Tangled " o " It’s All Right Ma”che Stu ha rotto una corda della chitarra, comunque sembrava che avere nessun problema, e quando Bob ha finito “It’s All Right” ha iniziato a parlare. Sono sicuro che ha detto "Non andate via ", e il resto della frase era probabilmente qualcosa come "noi saremo di nuovo con voi fra un istante". Allora tutta la band ha lasciato il palco e le luci in sala si sono accese. Tutti si stavano chiedendo cosa stesse accadendo e c'erano un sacco di speculazioni divertenti da parte delle persone intorno a me - "Lui è vecchio e ha bisogno di una pausa", " Deve andare al bagno " ," Ha bisogno di una pausa per una sigaretta " , “Ha qualche problema con il suo naso – troppo freddo forse - e devo andare fuori per starnutire " , e così via con cose di questo genere. Forse non sapremo mai il perchè di questa interruzzione.
Dopo circa 10 minuti sono tornati e sembrava che tutti , Bob incluso, fossero più felici e il suono era adesso molto buono. Bob si è messo al piano per "Early Roman Kings " ( la canzone da “Tempest” che ha suonato più spesso ). E' stata la versione migliore che ho sentito dal vivo. Non solo un ottimo rhythm & blues riff, ma anche un suono più pieno. BUONA!
" Simple Twist Of Fate” è stata un’altra preferita dalla gente. La voce di Bob era chiara e l’arrangiamento non lontano dalla versione "originale". L'intero suono della band sembrava perfetto . Anche " Summer Days " è stata meglio di quanto avevo sentito per un paio d' anni. Charlie ha suonato qualche piccolo riff molto delicato e Tony sorrideva contento quando suonava il suo contrabbasso. "Forgetful heart" è stata la seguente, un altro punto culminante del concerto. Il pubblico l’ha gradita - e il fraseggio melodico della voce di Bob era buono.
" Spirit On The Water” non era male, ma niente di più. Poi la terza canzone da “Tempest”, “Scarlet Town”, poi “Soon After Midnight” ed il bebutto dal vivo di “Long And Wasted Years”. Tre prestazioni veramente grandi . Buonissimo canto, concentrazione su ogni parola , delicato gioco di tutta la band e il pubblico davvero felice che applaudiva di cuore.
Avevo sentito "Soon After Midnight” diverse volte prima , ma questa volta aveva un suono più completo e potente.
"Long And Wasted Years” è stato il pezzo più in evidenza, al debutto mondiale , al centro della scena con Bob che dava tutto il possibile in ogni parola - bene, cosa si può avere di più?
Una piccola pausa e poi due bis. Versioni molto ben eseguite e riconoscibili di " Watchtower” e " Blowin' in the wind". Sembravano tutti felici . Avevo la sensazione, come in un sacco di vecchi concerti, che le prestazioni potessero scadere prima della fine dello show, ma questa volta è stato l’opposto - un avvio debole, un continuo crescendo ed un finale molto forte..Non vedo l'ora di andare ai due concerti di Stoccolma nel fine settimana .

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Talkin' 9182 - Mauriziolongo

Caro fratello dylaniato Ardez,
sono deluso da ASP perchè il piatto è troppo povero...
Nel periodo considerato il nostro ha suonato con J.Cash, G.Harrison, D.Bromberg, L.Russel e ha accompagnato il compianto A.Ginsberg e in tutte le session si poteva pescare molto meglio.
Oltre alla già citata e famosissima, per noi dylaniati, "Yesterday", mi sarebbe piaciuto sentire la versione full band di "Blowin in the wind" registrata il 15 giugno del '70 nelle session di New Morning, (ben 15 take !) o "Tomorrow is a Long Time", la splendida "That's All Right Mama" fatta con Cash e i tre brani fatti al JC Tv Show, "If Not for You" scartata dal concerto per il Bangla Desh per non parlare di tutto quello che i fans e gli archivisti non ufficiali non conoscono, magari la misteriosa session con Elvis......
Non penso che Sony un giorno proporrà un'altro autoritratto, un JUST ANOTHER SELF PORTRAIT, dunque mi delude l'occasione colta solo in piccola parte.
Il Self Portrait originale, insieme a Knocked Out Loaded e a Down In the Groove, sono i peggiori album fatti da Dylan, l'aggravante di SP è che la "shit" è stata voluta e studiata da Dylan, mentre gli altri due sono antologie di outtakes fatte dalla Sony con brani presi dalle numerosissime session degli anni ottanta, per restare in tema, direi che pubblicare certe brutture e come fare la pipì controvento.....

La mia critica a Padova era legata al concerto del 2011 con Knopfler, molto più bello di quello che hai visto tu del 2010, con l'ex Dire Straits il nostro ha fatto miracoli e nonostante questo un bel pò di pubblico alle 23:30 se ne stava andando, prima dei bis. Lo scrissi anche all'epoca sulla Fattoria, il problema era dovuto al fatto che il concerto era durante la settimana, il prossimo è di venerdì sera, speriamo vada meglio !
A Padova nel 2010 era la prima volta che suonava Dylan, anche se da qualche anno ci suonano tutti e forse c'era un'entusiasmo diverso. L'organizzazione degli eventi in zona è della ZED e coinvolge a Padova lo stadio, un palazzetto dello sport, un palatenda molto "intimo" dove quest'anno suonerà Dylan (nel quale ho potuto stringere la mano a Roger Daltrey !!) e d'estate la splendida piazza di Villa Contarini nella vicina Piazzola sul Brenta, dove nel 2010 doveva suonare Dylan poi spostato al palazzetto, causa maltempo (ottima soluzione per non annullare i concerti, come a Udine nel 2004).
Il sistema è effettivamente buono ma un po' "militaresco" e in alcuni casi ai concerti ci sono quasi più addetti dell'organizzazione o dei numerosi sponsor che pubblico pagante !!
A presto ! Maurizio

P.S.: ....nel 2011 filmai Michele Murino fuori dall'Alcatraz che dava il 5 a Bob, vista l'intimità della location di quest'anno, il Palageox, se riesco provo io a dare il 5 a Bob...... fratelli dylaniati, tenete pronti gli smartphone ;-)))))

 

 
Venerdi 11 Ottobre 2013

Oslo, Norway - Spektrum - October 10, 2013

1. Things Have Changed
2. She Belongs To Me
3. Beyond Here Lies Nothin'
4. What Good Am I?
5. Pay In Blood
6. Tangled Up In Blue
7. It's Alright, Ma (I'm Only Bleeding)
(Intermission)
8. Early Roman Kings
9. Simple Twist Of Fate
10. Summer Days
11. Forgetful Heart
12. Spirit On The Water
13. Scarlet Town
14. Soon After Midnight
15. Long And Wasted Years

(encore)
16. All Along The Watchtower
17. Blowin' In The Wind

Band Members
Bob Dylan - piano, harp
Tony Garnier - bass
George Recile - drums
Stu Kimball - rhythm guitar
Charlie Sexton - lead guitar
Donnie Herron - banjo, electric mandolin, pedal

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Talkin' 9182 - Daniele "Ardez" Ardemagni

Caro Maurizio Longo..
siamo un po' cattivi con questo ultimo Bootleg e con SF mi pare...naturalmente (insieme a Self Protrait) considero il BS 10 molto più piacevole del vostro tanto amato Blood On The Tracks (ragazzi...anni che ci provo ma alla 3° canzone lo tolgo dal lettore e mi ripiazzo i "miei" preferiti che sono Modern Times, Tempest o piuttosto Under the red Sky e Shot of love). Quanto a Padova ci sono stato nel 2010, poco dopo il ritorno di Sexton e fu una serata meravigliosa..la prima volta che lo vidi anche ballare, passare dalle tastiere alle chitarre e farmi apprezzare molto perfino due tracce del palloso BOTT...e il pubblico era assai generoso visto anche la splendida scaletta....gli unici rompi cazzo fino alle ultime 4 canzoni furono gli omini della security che manco ti facevano ballare sugli spalti...comunque, al di là di tutto, come ho ripetuto non è il BS che preferisco (a mio avviso il migliore è il BS 8 versione deluxe coi 3 cd e le copertine dei 45 giri...185 euro, altro che €80 di questo) ma ha l'importanza di rimettere e rivalutare un disco dove c'era un Dylan che cantava con la voce pari a quella di Elvis e che per una volta lo abbiamo visto in versione interprete piuttosto che cantautore rivoluzionario (anche se SF fu a suo modo rivoluzionario)...certo era un pò pieno di addobbi troppo orchestrali, il che non lo considero né un male né un bene ma uno degli esperimenti e una delle strade seguite da Bob, magari uscito meno bene di altre strade intraprese e sperimentate dal Nostro. Se poi vogliamo essere obbiettivi guardiamo anche la triade elettrica degli anni '60 a questo punto...le canzoni ad ascoltarle oggi a volte risultano pesanti..cominciano, continuano e finiscono allo stesso modo...non c'è quel pathos che poi abbiamo ritrovato negli arrangiamenti live...capisco l'importanza storica di quei dischi, in quel momento, ma è ora di rivalutarli e portarli ai giorni nostri..alla fine credo che l'album più rock di quel periodo fu quello di transizione, Another Side Of...mancava solo l'elettricità che sarebbe arrivata da lì a qualche mese. Quindi tornando a bomba sul BS 10 ci da la possibilità di rivalutare ai giorni nostri non un capolavoro, ma quel progetto discreto che fu SP, allora preso a calci in culo anche se non se lo meritava; come rivalutati sono stati tutti gli altri periodi: da quello gospel (splendida la triade di dischi della conversione) a quello confuso ma molto rock della seconda metà degli anni '80. Però, come ho ripetuto nella mail precedente, chiudiamola qui coi '60 e riscopriamo qualcosa degli ultimi 25 anni...non credo ci sia tutto su Tell Tale Signs...credo ci sia ancora molto da andare a prendere, scoprire e scartare del periodo più recente contando anche le innumerevoli date del NET. In ogni caso, voto personale a SF 6-1/2 e ad ASF BS10 un bel 7. Quanto a cosa mi aspetto da Bob in concerto a novembre? Mi aspetto lo Shakespeare dei giorni nostri raccontare le sue (e nostre) storie, come da sempre fa e come meglio crede...poi valuterò...anzi..non valuterò nemmeno..sarò semplicemente consapevole di essere fortunato di essermi trovato per l'ennesima volta negli ultimi 13 anni di fronte alla Storia, al Mito, alla Leggenda che le future generazioni studieranno nelle scuole come si fa con Omero, Shakespeare, Wilde, Hesse ecc. fino ad arrivare alla beat generation....e aver fatto parte di questa storia anche solo come spettatore mi ripaga sempre...non siamo di fronte a un prodotto di consumo o ad un patetico revival degli anni che furono, ma di fronte al genio senza il quale il rock non sarebbe stato lo stesso, il costume neppure e la cultura attuale sarebbe molto diversa...e che continua a cambiare direzione senza tonfi (a parte qualche rara eccezione come a tutti capita...del resto è "anche" umano Bob) in ogni suo lavoro...dal '62 fino a Tempest, uno dei miei preferiti. Un abbraccio.
Daniele "Ardez" Ardemagni

 

 
Giovedi 10 Ottobre 2013

Talkin' 9181 - Mauriziolongo

Ciao Mr.Tambourine man,
ebbene è giunta l'ora di dire la mia su ASP, la versione deluxe esattamente..... una bella occasione persa direi !

Inizio dall'aspetto, l'insieme è accattivante ma le foto un pò ripetitive e già viste, il colore azzurrino che imperversa ovunque ricorda molto il colore del salotto di casa mia, proprio del 1969 !!!

Passiamo al sodo, l'isola di Wright è stata per me un'esibizione scialba e piatta e questa edizione rimasterizata me la fà apprezzare solo un pò di più, ma solo un pò, si salvano abbastanza le canzoni acustiche, Lay Lady Lay (con un grande Levon Helm !) e poco altro, il nostro da il meglio sui pezzi del momento e sui classici viceversa lo si sente svogliato come su
Mr.Tambourine Man, tagliata sui 3 minuti, il valore storico è notevole, quello musicale molto meno.
La rimasterizazione poteva essere fatta un pò meglio con meno fruscio e meno "eco", ed evidenziando meglio le tastiere, la chitarra di Robbie Robertson in primo piano dà un suono troppo datato all'insieme.

Sulle outtakes dei due CD principali devo dire che ci potevano stare ben altre canzoni, un pò di materiale con Cash e qualcos'altro con Harrison, (perche' non mettere "Yesterday"?!?!), o qualche outtake del duetto di Girl from the North Country e che cosa centri Minstrel Boy dalle Basament Tapes non lo capisco.
Mi fà sorridere la New Morning in stile "Blood, Sweat & Tears", non a caso gli arrangiamenti sono di Al Kooper (l'inventore dei BS&T !!), molto belli i due demo che aprono e chiudono l'opera e la Time Passes Slowly nr. 2 in stile "With a Little Help From My Friends" di Joe Cocker.
Per il resto tra overdubs messe e tolte non c'è quasi nulla che mi entusiasmi, il periodo storico era confuso e ne esce un quadro musicale complessivo opaco e senza un'impronta precisa, ne più ne meno di quello che già si sapeva.
Gli archivi potevano essere saccheggiati meglio e si potevano privilegiare i brani originali alle cover o ai traditional ed evitare la ripetizione dei due brani live nel secondo CD, sopratutto per chi si è svenato per prendere la super deluxe edition.

Sulla rimasterizzazione del Self Portrait originale posso solo dire che è una "REMASTERED SHIT" o una "SHIT REMASTERED", fate voi, e con questo ho detto tutto. Per la cronaca l'ho trovato su Amazon.it a 86,00 euro, rapporto
qualità/prezzo scarso, anyway, mia moglie ha trovato un modo per riutilizzare il cofanetto come soprammobile, la copertina le piace molto !! ....meno male !

Il mese prossimo vi dico come sarà Bob a Padova, è la terza volta in pochi anni che viene nella Citta del Santo, e si che il pubblico non è che sia particolarmente caloroso..... mha !

A presto, Maurizio

Grazie per aver espresso la tua opinione, resto allora in attesa della recensione del concerto padovano, a proposito, sono solo Mr.Tambourine, il "man" è quello di Dylan! A presto, :o)

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Talkin' 9180 - Marco Manici

Ciao Mr. Tambourine,
mi associo a Marco on the tracks riguardo ad ASP - ero anche io contrariato dalle poche critiche al cd - ma poi ho pensato che fosse meglio cosi - troppi pareri positivi sono sospetti - o portano male - cosi invece i conti tornano - anche se non capisco come si faccia a dire che ASP non dica niente di nuovo - quandomai avete sentito cose come This evening so soon - Pretty Saro -Thirsty boots etc-etc ? - suoni puliti e voce sincera - riguardo alla querelle dei prezzi assurdi del cd io ho scaricato la versione deluxe da Emule - ho risparmiato 80 euro che posso usare per andare al concerto a novembre - non ho ancora ben chiaro fra smentite e conferme se sia illegale l'uso personale del materiale scaricato - comunque ho acquistato dischi e cd per quasi 50 anni - uno sconto le compagnie discografiche me lo possono fare - Grazie x tutto quello che fai x il sito MR. TAMBOURINE - e tieni duro -
Marco Manici

 

 
Mercoledi 9 Ottobre 2013

Domani riprende da Oslo il tratto autunnale del tour 2013 e nel giro di 15 giorni il Nostro sarà per l’ennesima volta nel nostro paese. Naturalmente mi aspetto che coloro che andranno ai concerti trovino la voglia ed il piacere di mandare i loro commenti sull’esibizione di Bob alla Fattoria. Un consiglio per tutti, andate ai concerti aspettatandovi molto ed avrete poco, aspettatevi poco ed avrete tanto, capito? Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 9179 - Marco on the Tracks

Ciao Mr Tambourine,
ho letto i pareri di chi ha ascoltato ASP qui nel sito e ho trovato (quasi) tutti i pareri condivisibili, non al 100% altrimenti sarei un pò contradditorio, ma quantomeno in parte. Non sono d’accordo solo con chi ritiene questo ultimo bootleg inutile, perché a me questo bootleg non sembra affatto tale.
Sono d’accordo con Maria Rosa, perché trovo ASP un album che si ascolta volentieri, ma posso essere d’accordo anche con la provocazione di chi mette a confronto ASF con la “Merda d’artista” di Piero Manzoni. Cioè, sono d’accordo che non bisogna seguire ciecamente il proprio artista preferito, chiunque esso sia e qualunque cosa produca, a prescindere, ma non sono d’accordo se si paragona il “contenuto” di quella particolare, provocatoria, opera di Manzoni con il contenuto di ASP.
Non riesco neppure ad esser d’accordo con chi dice che ASP nulla aggiunge e nulla toglie all’opera di Dylan, perché credo che per ASP sia vero l’esatto opposto: ASP riempie il vuoto creato a suo tempo da un album come “Selfportrait” (in quanto trovo la versione rivisitata e i pezzi inediti superiori qualitativamente all'originale - qui qualcuno potrebbe obiettare: bello sforzo, visto il valore Selfportait! - ) e offre un Dylan con una voce particolare, che può piacere o non piacere ma è una voce che Dylan non ha più avuto fuori da quel particolare periodo, e ritrovarla e ascoltarla mi fatto decisamente piacere.
ASP può non essere un album imprenscindibile o indispensabile ma trovo sia comunque un buon prodotto e non qualcosa dato alle stampe raccogliendo materiale a casaccio, solo ed esclusivamente per far cassa.
E’ chiaro che 80-100 euro sono una cifra considerevole per 4 cd ma è altrettanto evidente che, negli attuali "tempi moderni", ci si può accontentare di ascoltare ASP senza necessariamente rigirarsi tra le mani il libretto allegato al bootleg o senza acquistare i 4 cd del bootleg stesso e questo dovrebbe buttare acqua sul fuoco delle polemiche inerenti il prezzo dei 4 cd di ASP, e far focalizzare l'attenzione sul contenuto degli stessi.
Ogni nuovo bootleg è un tassello in più di quel puzzle infinito e complesso che compone il volto di Dylan, e quindi a suo modo indispensabile come in un scatola di un puzzle è indispensabile ogni singolo pezzo, nessuno escluso. E, da questo punto di vista, sinceramente non capisco le critiche nate per ASP (a onor del vero soprattutto su questo sito), seppure rispetto anche i pareri negativi se espressi in maniera civile.
Il mio Dylan preferito è quello di “Blood on the tracks”, ma ciò non toglie che trovo piacevole ascoltare ASP e, in queste settimane, ascolto più spesso ASP di BOTT (che avrò ascoltato - e che ascolterò ancora - milioni di volte e che chiaramente è un album di tutt’altra importanza - e valore - nella carriera di Dylan).
Certo, forse io sono di parte, in quanto appartengo alla categoria Dylaniana che apprezza ogni tappa del Never Ending Tour perché sente dentro ogni respiro di Dylan il suo stesso respiro (ma questo non mi impedisce di trovare alcune esibizioni del N.E.T. non del tutto convincenti se non abbastanza scadenti), e non giudica in maniera totalmente negativa nessun album di Dylan perché c’è sempre qualcosa in ogni suo album che lo colpisce come un treno in corsa o lo accarezza come una brezza di vento (ma non sono così cieco o sordo da non sentire sostanziali differenze tra “Selfportrait” e album dello spessore di “Time Out Of Mind” o “Highway 61 Revisited”).
Anche al più Dylaniato dei Dylaniani poteva sorgere il dubbio che quattro cd di inediti o rivisitazioni del periodo 1969-1971 (ovvero non le migliori annate di Dylan), per di più con “Selfportrait” come soggetto nel titolo, potessero rivelarsi una grande delusione. E invece… invece Dylan ancora una volta è lì, pronto a sorprenderti. La sua voce non è mai stata così pulita e direi persino sincera e diretta. ASP non è un album, è un tesoro, affondato ai tempi del disastro di “Selfportait” e miracolosamente ritrovato.
Marco on the Tracks

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Talkin' 9178 - Barabba123456

Buongiorno Mr. Tambourine,
il tuo richiamo all’ordine sarà eseguito (è vero che non è un blog ma sarebbe bello poter scambiare opinioni direttamente tra i lettori), ma prima di aderire con piacere alla discussione sul tema che hai intelligentemente posto alla vigilia del tour eureopeo lasciami quattro righe per Maria Rosa:
-quando ho letto la tua lettera e ho scritto la mia avevo la quasi matematica certezza che la mia piccola onda andasse ad infrangersi sul grande scoglio della tua cultura e del tuo sapere, complimenti! …….ti assicuro che i complimenti sono sinceri non sto facendo ironia anche se per esperienza so che il mio modo di parlare e scrivere può alcune volte dare questa impressione e ti dirò di più, siccome non sono un malato di presunzione accetto volentieri il tuo consiglio di leggere "A Year with swallen appen” di Brian Eno.
-Detto questo: chi cerchiamo veramente quando andiamo a vedere un concerto di Bob? (sembra il titolo di un tema del liceo…….divertente)

1- Assolutamente il Bob dell’istante in cui si esibisce! Cerco di registrarlo con in miei occhi e con le mie orecchie e conservarlo dentro di me fino alla fine dei miei giorni come gli innumerevoli e immeritati doni che il Signore mi ha donato.

2- Di vedere un Bob che non esegue una scaletta bloccata: il fatto che ognuno di noi, per lo meno per me è così, continui a vedere un numero esagerato di suoi concerti è proprio per la sorpresa di cosa canterà, come e con quali arrangiamenti.

3- Per ultimo, visto che i prossimi concerti che vedrò saranno all’Atlantico di Roma che non è un teatro e prevede solo posti in piedi, di vedere un Bob con poco pubblico! (anch’io come Bob sono un gemelli e una parte di me vorrebbe fossero sold-out, ma in gemello più egoista vuole stare il più vicino possibile al palco).

Vorrei finire con un pensiero sulle ragioni del never-ending tour e sul lavoro di Bob Dylan:
forse sarò un pò troppo romantico e ingenuo ma amo pensare che tutto questo impegno sia un Suo personale omaggio, ringraziamento e atto di fede in DIO.
Ciao a tutti, Massimo

Caro Massimo (confesso che mi sono affezionato al tuo nickname Barabba) e che in futuro continuerò ad usarlo, Massimo, anche se è il tuo vero nome ed anche un bel nome, è pur sempre uno dei tanti, come Giorgio, Mario, Luigi, Giovanni, Angelo etc....etc....! Barabba è particolare e meraviglioso, al di là che sia stato il nome di una persona che ci insegnato essere ladro ed assassino, ma a questo proposito, per chi è curioso come me, riporto quello che scrive Wikipedia su Barabba:

Gesù Barabba o Barabba (aramaico בר-אבא, Yeshua Bar-abbâ, letteralmente "Yeshua, figlio del Padre") era, secondo i quattro vangeli canonici, un ribelle e/o assassino ebreo, appartenente probabilmente al partito degli zeloti, detenuto dai Romani a Gerusalemme, negli stessi giorni della passione di Gesù detto il Cristo, il fondatore del cristianesimo. Egli venne liberato dalla folla che era stata chiamata ad esprimersi su chi rilasciare tra lui e Gesù di Nazaret.

La figura di Barabba viene presentata in modi diversi nei quattro vangeli canonici.
Il Vangelo secondo Marco (15,7) racconta che «un tale chiamato Barabba si trovava in carcere insieme ai ribelli (stasiastôn) che nel tumulto avevano commesso un omicidio», sottolineando quindi l'appartenenza a un gruppo insurrezionale, responsabile collettivamente di omicidio.
Il Vangelo secondo Matteo (27,16) lo definisce «un prigioniero famoso».
Il Vangelo secondo Luca (23,19) afferma che era stato incarcerato per assassinio, oltre che complicità in una sommossa: «Questi [Barabba] era stato messo in carcere per una sommossa scoppiata in città e per omicidio».
Il Vangelo secondo Giovanni (18,40), invece, afferma solo che egli è un "brigante" (λῃστής, lestés).
Nei vangeli Barabba compare nell'ambito del racconto del processo a Gesù davanti a Ponzio Pilato. Il prefetto romano, non trovando giustificazione alcuna alle pretese di crocifissione fatte dagli accusatori, voleva liberarlo. Secondo i vangeli sinottici era infatti consuetudine del prefetto romano di liberare un carcerato nel giorno di Pasqua, mentre secondo il Vangelo di Giovanni si trattava di una consuetudine ebraica. Il popolo di Gerusalemme, spinto dai sacerdoti, scelse Barabba.

Il nome Barabban, tramandato dalla maggior parte dei manoscritti in greco dei vangeli, era in aramaico un patronimico: Bar-abbâ, "figlio del padre". Alcuni dei più antichi manoscritti presentano la forma bar rabba(n), "figlio del (nostro) maestro". In pochi manoscritti in greco ed in siriaco del Vangelo di Matteo il patronimico, preceduto dal nome Iesoûs, è stato tradotto nella versione inglese con Jesus bar-Abbas, "figlio del Padre", nella versione italiana è stato cancellato Iesoûs ed è chiamato solo Barabba. Potrebbe essere anche un patronimico vero e proprio (Bar-Abbas, "figlio di Abbas").
Abba significa "padre" in Aramaico, ed appare sia tradotto sia non tradotto nei vangeli. Una traduzione di Bar-Abbas sarebbe figlio del padre. Gesù spesso si riferisce a Dio come "padre", e l'uso di Gesù della parola Aramaica Abba compare non tradotta in Marco 14:36 (nella maggioranza delle traduzioni in inglese). Questo ha portato alcuni autori a speculare che "bar-Abbâ" potrebbe oggi essere riferito a Gesù stesso come "figlio del padre". Nei vangeli, Gesù si riferisce a se stesso come "figlio di Dio", ma non si riferisce sempre a sé stesso come "figlio del padre".
Secondo Fanelli la parola aramaica Abbà sarebbe il nome di Dio, rivelato da Gesù stesso nel Nuovo Testamento (nel vangelo di Marco Gesù si rivolge a Dio chiamandolo Abbà, la parola appare anche nelle lettere di Paolo di Tarso ai Romani ed ai Galati), quindi bar-Abbà si tradurrebbe con "figlio di Dio", essendo la parola Dio impronunciabile per gli ebrei. Alcuni studiosi critici, come l'ateo Jean Meslier, hanno individuato in Barabba una similitudine con i vari Messia politicizzati, come il più tardo Simon Bar Kokheba, preteso Re dei Giudei nel 135. Quindi ci sarebbero stati due "messia Gesù" seguiti dagli ebrei a quel tempo: Yeshua bar Yosef detto il Cristo e Yeshua figlio del Padre. Gesù sarebbe stato il messia spirituale, per questo odiato dai sacerdoti che lo fecero passare per un ribelle politico agli occhi dei romani, e Barabba, il messia politico, amato dal popolo, poiché considerato il liberatore del popolo d'Israele, e dai sacerdoti stessi, pericoloso invece per il potere romano. L'accusa di voler essere il "re dei Giudei", motivazione ufficiale della condanna di Gesù, sarebbe stata quindi da imputare a Barabba. Barabba era probabilmente un combattente zelota, la setta nazionalista dei figli di Giuda il Galileo, dai romani chiamati "sicarii" o "latrones", quindi i due ladroni crocifissi Gesta e Disma erano probabilmente suoi complici. Qualcuno ha ipotizzato anche scambi storici di persona tra Gesù e Barabba.

Chiedo scusa per questa divagazione e riprendo ciò che volevo dirti, nel senso che anch'io avrei grandissimo piacere nel poter mettervi in condizione di scambiarvi opinioni in tempo reale, ma purtroppo non è possibile per diversi motivi che non voglio star ad elencare. L'idea è suggestiva ma irrealizzabile. Il mio non era assolutamente un richiamo all'ordine, mi permetterei una cosa del genere solo ed esclusivamente se qualcuno usasse un linguaggio scurrile ed offensivo nella sua mail (mail che certamente mi guarderei bene dal pubblicare perchè come responsabile del sito aborro queste cose). Trovo ottime le tue ragioni, in particolare la # 2, quella speranza che mai sparisce dai nostri cuori di vedere cosa Bob ci saprà dare in quel particolare concerto. Infine, lasciami dire che anch'io sono certo che Bob non porta avanti questa sequenza infinita di spettacoli per soldi, forse sarà un suo personale omaggio come dici tu o una sua profonda esigenza come dico io, ma certo i soldi ormai non attirano più Bob come esigenza primaria. Un salutone, Mr.Tambourine, :o)

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Bob Dylan: Questione di Sguardi                                                              clicca qui

 

 
Martedi 8 Ottobre 2013

Talkin' 9177 - Francesco Alunni

Ciao Mr. Tambourine,
ti segnalo che è appena uscito un mio articolo su Dylan nell'ultimo numero della rivista Critica Marxista dal titolo "Ibridismo e luogo metaforico in Bob Dylan". Nonostante il carattere della rivista in cui è stata pubblicata, la mia analisi non è né politica e nemmeno sociologica: è invece una riflessione, anche abbastanza tecnica, su alcune componenti strutturali delle canzoni di Dylan (mi soffermo in particolare sul biennio 1965-1966). Se qualcuno è interessato a leggerlo può trovarlo qui:
http://alcunetraduzioni.files.wordpress.com/2013/10/ibridismoluogodylan.pdf
A presto e grazie mille per tenere la Farm sempre aggiornata!
Francesco Alunni

Direi anche ottima riflessione, :o)

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Talkin' 9176 - Maria Rosa Ventura

Ciao Mr. Tambourine,
innanzitutto volevo ringraziare Miscio per il suo messaggio e per il modo in cui l'ha formulato, e anche te, naturalmente, che dedichi una parte del tuo tempo a questo blog.
Poi, essendo stata chiamata in causa, devo una risposta. Veramente, anche per non rompere troppo a chi vorrebbe occuparsi d'altro, ero stata tentata di non farlo, ma poi, visto che "There's a whole lot of people suffering tonight/ From the disease of conceit" ho pensato che non era il caso di ingrossarne le fila.

Intanto devo fare una precisazione: quando parlavo di Dylan che legge le pagine gialle non sono stata compresa, sicuramente perché non mi so spiegare, quindi provo a farlo meglio. Non intendevo affatto "Basta che Dylan sia lì, sul palco", ma caso mai, per paradosso (e sottolineo per paradosso!) il contrario. Infatti chi cerchiamo veramente quando andiamo a un concerto? Il Dylan di adesso, dell'istante in cui si esibisce? Quello degli anni Sessanta o Settanta? Quello che farebbe un concerto perfetto se solo si desse la pena di seguire i nostri consigli?
"I'm not here", diceva qualcuno. E che ci fosse qualche dubbio su chi potremmo trovare lo supponevano anche i manifesti di annuncio dei concerti che si premuravano di specificare: "Bob Dylan - In person", come se, all'ultimo, si potesse presentare quella controfigura con l'aria da piacione che appare in locandina!! :-o)
Quello che volevo dire era che anche con un materiale apparentemente banale, di poco valore, privo di contenuto, un artista (e io mi ostino a credere che Dylan sia un artista, lascio poi ai critici definire in quale album, in quale canzone, in quali versi non lo è), un artista, dicevo, può trovare il modo di esprimersi ed essere potente... "Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior" cantava qualcuno.

Dunque, caro Barabba, innanzitutto ti ringrazio per i tuoi consigli. Leggerei molto volentieri il saggio di Benjamin, se non lo avessi già fatto numerosi anni fa, così come altre opere dello stesso (ma il tuo suggerimento mi offre l'opportunità per riprenderlo in mano e rileggerlo)... Voglio molto bene al vecchio Walter, morto nel 1940 a Port Bou, in Catalogna, mentre cercava di sfuggire alla polizia spagnola che lo avrebbe consegnato ai nazisti.
A chi volesse leggere qualcosa dello stesso autore mi permetto di suggerire (non a te che avrai letto la sua opera omnia) "I "passages" di Parigi" una raccolta di saggi e pensieri a cura di Rolf Tiedemann in 2 volumi edita da Einaudi - 2007).
Ti ringrazio anche per il suggerimento in merito alle biblioteche, luoghi spesso affascinanti in cui mi perdo dalla più tenera infanzia... ho donato centinaia di libri miei alle biblioteche pubbliche (sono sempre a corto di stanziamenti) alcuni sono stati catalogati altri donati agli utenti. Anch'io ho approfittato molte volte di questi doni, procurandomi opere fuori catalogo che cercavo da tempo. Non sono una collezionista, mi pare di averlo già detto, così tengo materiale che amo particolarmente o che mi serve da consultazione, il resto mi piace condividerlo.

Devo ricordare poi, a te e a Mr. Spaceman, che i "Bootleg Series" sono nati non solo per fornire materiale documentario a qualche critico e a qualche fanatico (sono una "storica" e ho una fissa per i documenti!) ma anche perché Dylan è stato uno degli artisti di cui sono stati prodotti più bootleg in assoluto. E non mi risulta che i suddetti, per quanto cimeli di estremo interesse (ma spesso registrati male, ovviamente, viste le condizioni, e talvolta incopertinati ancora peggio) siano prodotti nel garage da un nipotino di Dylan con il consenso del nonno all'insaputa delle major... quindi qualcuno che ci guadagna c'è... e non è l'autore e interprete...

"The Next Day" è un album molto interessante e sono veramente contenta che Bowie stia meglio e abbia ripreso a comporre. E' un artista che ho amato molto e possiedo decine di album suoi, ma tanti li ho dati via negli ultimi anni... non riuscivo più ad ascoltarli, mi mettevano una grande tristezza, un grande vuoto. Dylan è un creatore geniale, molto compreso nella sua genialità (leggere le pagine a lui dedicate da Brian Eno nel 1995 - "A Year with swallen appen" - "Futuri impensabili" 1997 - Giunti - è molto interessante) ma da un certo punto in poi mi è sembrato come uno splendido fiume avvelenato dove i pesci muoiono. Ma è solo un'opinione personale, a lui auguro di stare bene e fare cose splendide negli anni a venire... :-)
Chi non mi stanco mai di ascoltare invece è Frank Zappa, purtroppo non ci è dato sapere che cosa avrebbe fatto negli anni a venire...
Quanto alla merda del sig. Manzoni, ho avuto modo di entusiasmarmi per la prima volta alla vista del prezioso prodotto sfinterico-filosofico alla splendida mostra "Jarry e la Patafisica" presentata a Milano a Palazzo Reale nel 1983 e il piccolo catalogo dell'esposizione è un cimelio che conservo...
In merito al discorso sono d'accordo con te, di merda in scatola ce n'è tanta, ma poi bisogna distinguere tra merda e merda!!! Per il famoso discorso del letame e dei fiori che facevo prima... che ci vuoi fare, sono una giardiniera appassionata! :-)
Un saluto a tutti e, per chi ha letto sino in fondo, grazie della pazienza, Maria Rosa.

P.S. I'm sorry! Mi sono dimenticata di ringraziare Massimo, in arte Barabba, per essersi presentato... :-) Ho continuato con lo pseudonimo che si è scelto per non generare ulteriore confusione, ma la maleducazione non mi piace!
Ciao, Maria Rosa

Cara Maria Rosa, ti faccio i compilimenti per quello che scrivi, lo stesso vale per Barabba123456, Miscio, Mr.Spaceman, Notdarkyet, Duluth49, Mauriziolongo, Robertopozzi, Johhny Lunardi, Daniele "Ardez" Ardemagni, Luca 68, Maurizio R., Simone (Cancio), Pietro Bertino, Federico95, Stefano Catena (e tutti quelli che non ho citato ai quali chiedo venia...), perchè con le vostre parole tenete viva una discussione con sfumature diverse sul Nostro. Ti faccio notare che Maggie's Farm non è un Blog, anche se qualche volta ne assume i connotati, Maggie's Farm è un fansite italiano gestito da un semplice fan e sulle cui pagine esprimono le loro opinioni altri semplici fans come voi. Credo che tutto questo sia molto bello e vi invito a continuare su questa falsariga, questa pagina è soprattutto vostra, poi naturalmente trovano ospitalità tutte le notizie che riguardano l'attività artistica di Bob, altrimenti che sito dedicato sarebbe? Infine voglio sottolineare il grande interrogativoche la tua frase:  - chi cerchiamo veramente quando andiamo a un concerto? Il Dylan di adesso, dell'istante in cui si esibisce? Quello degli anni Sessanta o Settanta? Quello che farebbe un concerto perfetto se solo si desse la pena di seguire i nostri consigli? - suggerisce uno dichiarazione di intenti dylaniani che ogni fan dovrebbe fare. L'argomento mi sembra interessante, qual'è il Dylan che andate a vedere o che sperate di vedere? Resto in attesa delle vostre mail su questo nuovo argomento argutamente suggerito dall'amica Maria Rosa.  Un salutone ed un grazie a tutti, citati e non, Mr.Tambourine.

 

 
Lunedi 7 Ottobre 2013

Talkin' 9175 - Barabba123456

Questa letterina, oltre che a tutti i Maggiesfarmers che avranno la pazienza di leggerla, è principalmente per Maria Rosa e per Mr.Spaceman che ringrazio per la sua gentile risposta.
Prima di tutto piacere di conoscerti Maria Rosa, io sono Massimo (Barabba è solo uno dei nomi che mi era venuto in mente per creare una mail secondaria dopo aver visto “La passione di Cristo” di Mel Gibson ……….Gesù non mi sembrava il caso di usarlo anche se Barabba non è stata sicuramente la scelta migliore per rappresentarmi; comunque chiamatemi anche così non ha importanza).

- E’ bello in periodi di particolare confusione generale e personale fare provocazioni più o meno forti, non essere capiti e sentirsi dare del “giuda” o un “tornatene a casa” (non è un riferimento alle vostre considerazioni sulle mie, ma è una citazione che mi tornerà utile più tardi nel discorso).

- Quando ho scritto in grassetto “NON COMPRATE ANOTHER SELF PORTRAIT”, e bada bene ho scritto “non comprate” e non “non ascoltate” (che poi non era altro che una provocazione, alla quale comunque continuo a credere, che intendeva anche smuovere un pò le discussioni che mi sembravano essersi incagliate sui costi e diventate un pò noiose) non è perché sono uno che può “permettersi di non comperare un album o un "cofanetto" solo perché non gli piace e non perché non può permetterselo”:
è esattamente il contrario, non navigando in buone acque come molti oggi, devo e sottolineo devo decidere ha cosa rinunciare, e non posso decidere se rinunciarci o meno se prima non ne conosco il contenuto.
Cerco di non comprare più niente a scatola chiusa, a prescindere dalla scatola, da chi l’ha impacchettata e da quello che c’è stampato sopra (per fortuna oggi anche nel mondo musicale esiste la volontà da parte di alcuni di divulgare a bassissimo costo il contenuto dei cd ……non lo scrivo ma spero che sia chiaro a cosa mi riferisco).

Per ricollegarmi a Self Portrait e ad Another Self Portrait parlerò poi alla fine di questa lettera di un’altra famosa scatola di un artista italiano con la quale l’autore provava a dire le stesse cose che avevo provato a dire io e che da sola mi avrebbe fatto risparmiare tutte queste parole …….ma stanotte non ho sonno, sta piovendo e ho voglia di scrivere.

- Mi piace ed è molto interessante la notizia di Dylan scultore (non lo sapevo ma non mi sorprende affatto, mi domando solo dove trovi il tempo per fare tutto questo!), e mi piace anche la citazione che hai fatto di una delle opere di Marcel Duchamp …..ma, senza voler sembrare uno Sgarbi “de noj artri” : quella insieme ad altre molte opere sue e di altri più tardi non è altro che un’altra sublime e intelligente provocazione che si inseriva in un periodo storico in cui, persi i canoni dell’arte classica (è successo anche nella musica), l’artista si poneva la domanda di quale potesse essere “l’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica”: cioè se una caffettiera, uno spremiagrumi ecc. per effetto della loro riproducibilità in serie perdessero l’”aurea” che avevano invece le opere realizzate in unica copia.
Credo che dopo il concettuale, il ready made, il dadaismo ecc..ecc.. la matassa sia stata districata qualche decennio più tardi da Andy Warhol (1928-1987) con la Pop Art ……il termine Pop non fa venire in mente una gran varietà di musica a tutti noi molto gradita? E per chi ha avuto il coraggio di leggere fino a questo punto e avesse avuto l’impressione che non stessi ancora parlando di musica vi ricordate quanti illustri cantanti girassero intorno a Warhol? E le copertine degli album? Un pò meno di altri ma un pò anche Dylan (http://www.maggiesfarm.it/warhol.htm).

- A proposito della “Fontana” di Marcel Duchamp (1917), visto che mi sembra di aver capito che tu Maria Rosa sei appassionata come me di tutte le arti nella loro interezza, vorrei permettermi di consigliarti un libro:
Walter Benjamin (1892-1940) intitolato appunto “L’arte nel tempo della sua riproducibilità tecnica”, più che altro un saggio pubblicato nel 1935: parla anche di musica naturalmente che per definizione e sua natura richiede a priori la necessità di essere riprodotta.
Però non lo comprare, ne nuovo ne usato, ma prendilo in prestito in biblioteca (In Italia stranamente questo ancora consentono di farlo e nelle videomedioteche puoi trovare anche film e dischi, portarli a casa e, ……..sssssssss, non dirlo a nessuno ma, di nascosto , senza farti vedere puoi fartene una copia) così da poter dare un piccolo dispiacere alle case editrici che sono ne più ne meno come le case discografiche:
sai che in Italia esiste una legge entrata in vigore una diecina di anni fà e fortemente voluta dalle case editrici, non certo dagli scrittori, che vieta la fotocopiatura integrale dei libri? ……. Quando mi serviva un testo e non potevo acquistarlo andavo a fotocopiarne un pezzo qua e un altro di là come fossi un delinquente; era molto più semplice acquistare hashish, alla faccia della diffusione della cultura a tutti gli strati sociali e delle pari opportunità – La stessa identica cosa vale per la musica -.

 ­Quando Dylan, e qui mi ricollego anche al discorso portato avanti con Mr. Spaceman, in quel famoso concerto imbracciò la chitarra elettrica e si sentì rivolgere le frasi che avevo citato ad inizio pagina e che sicuramente tutti voi conoscete bene, non voleva far altro che, esaurita l’espressione artistica precedente, trovare altre forme e creare qualcosa di nuovo.
Questo tipo di operazione a me sembra una costante in tutta l’opera dylaniana e soprattutto nei concerti: sarà sicuramente vero che la voce non è più delle migliori, ma ogni anno si mette a tavolino e cambia gli arrangiamenti e lo faceva con risultati ottimi anche quando la voce c’era ancora.
Facendo un semplice ragionamento logico e sapendo come sempre sia proiettato verso il futuro e come oggi tenti di staccarsi di dosso il suo passato, mi sembra veramente improbabile o comunque contraddittorio che per sua volontà decida di rimettere in circolazione cose fatte 40 anni fà.
Ma! ……..Siccome l’unica cosa di cui sono sicuro sono i mie dubbi e, rivenendomi alla mente quei biglietti vip di cui ho letto su questo sito per i prossimi concerti sui quali lui non può che essere d’accordo; ed ancora considerando che con quella casa discografica credo ci lavori ancora: le affermazioni circa le possibilità quanto meno di un placido consenso da parte di Bob sulla pubblicazione di quel materiale come Spaceman ritiene sia, …. forse non è del tutto da escludere ……anzi!.
Comunque sia, anche fosse, il mio giudizio su di Lui, cioè che sia una delle maggiori figure culturali che il nostro secolo abbia avuto l’onore di avere, non cambia di una virgola.
Sempre con riferimento alla gentile risposta di Spaceman (mi piacerebbe parlare delle scenografie limitate che usa oggi, del non uso dei megaschermi e delle copertine prive di testi e commenti – cose che a me per esempio piacciono molto, e mi piacerebbe dirti perché, ma mi dilungherei troppo: Dylan non ha la fisicità e la presenza scenica di un Jim Morrison, o di un Bowie o di una Madonna e se vado ad un concerto non voglio vederlo su un megaschermo come succede per Vasco, Depeche Mode, U2 e molti altri; sono stato felice di poter stare senza troppa fatica a 5 ,10 metri da Bob………

Mr.Tambourine sarebbe bello avere chat in tempo reale -) vorrei dirti in coerenza con ciò che ho tentato di dire fin qui e fin dalla prima volta, prima eventualmente di comprare l’album di Bowie “The next day” di ascoltare su youtube i quattro brani ai quali è stato dato un video (nel video del brano omonimo la canzone considera che è stata notevolmente tagliata, credo per problemi di censura a cui è stato sottoposto il video ……si avete capito bene ho scritto proprio censura: ancora esiste la caccia alla streghe) poi su itune credo sia possibile ascoltare una piccola parte di ogni brano (sono 14+3, praticamente quello che non molti anni fa sarebbe stato un doppio album) e se poi credi ne valga la pena compralo ……. se invece ti piace rischiare e ti piacciono le sorprese senza paura delle delusioni compralo subito ….. rimanga fra me e te, altrimenti mi crederanno un incoerente, ma alcune volte lo faccio anche io, per esempio gli ultimi tre album di Dylan : “Tempest” addirittura nella versione con quel librettino dentro che non so più dove ho messo, li ho comprati senza avere la minima idea di cosa trovarci!; Ma che ci posso fare: la vita è una contraddizione.

- Parlando di Bowie per voler parlare del Nostro, anche immaginando sia già stato detto su questo sito, voglio comunque far notare come nell’ album “Hunky Dory” uscito nel dicembre del 1971 sia inserita una canzone dal titolo “Song for Bob Dylan” (vi ricordate “Song for Woody” che inizia con “Hey,hey Woody Guthrie, I wrote you a song” ? bè leggete e traducete in inglese come inizia la canzone di quest’altro geniaccio del Duca Bianco) in cui l’autore, oltre a voler omaggiare Dylan, lo sprona a ritrovare le sue poesie dando altresì, questo è il mio pensiero leggendo oggi quel testo, anche lui un giudizio diciamo non positivo su Self portrait e su New Morning e su quel periodo dylaniano:

CANZONE PER BOB DYLAN (Bowie)

Ascolta questa, Robert Zimmerman
Ho scritto una canzone per te
Su uno strano giovane
di nome Dylan
Con una voce come sabbia e colla
Le sue parole di vera vendetta
Avrebbero potuto inchiodarci al pavimento
Ha trascinato un pò più di gente
Ne ha spaventati molti di più.

Ah, eccola che viene
Eccola che viene
Viene di nuovo
La stessa vecchia signora dipinta
Dalla mente di un supercervello
Farà a pezzi questo mondo
Presentandosi da amica
Ma un paio di canzoni
Dal tuo vecchio album
Potrebbero rimandarla a casa.

Hai dato il tuo cuore a ogni stanza con letto
Almeno un'immagine sulla mia parete
Sedevi dietro a un milione di occhi
E gli raccontavi come vedevano
Poi perdemmo il treno dei tuoi pensieri
I quadri sono tutti tuoi,
Mentre nascono problemi
Preferiremmo spaventarci
Insieme piuttosto che soli.

Ah, eccola che viene, ecc...

Ora ascolta Robert Zimmermann
Sebbene io non creda che ci incontreremo
Chiedi al tuo caro amico Dylan
Se rimarrebbe a fissare un pò
la vecchia strada
Digli che abbiamo perso le sue poesie
Così ora le scrivono sui muri
Ridacci la nostra unità
Ridacci la nostra famiglia
Sei il profugo di tutte le nazioni
Non lasciarci con la loro saggezza.

Eccola che viene.., ecc.

http://www.velvetgoldmine.it/testi/HunkyDory.html


- E per finire Maria Rosa (ma immagino che avevi già capito di cosa parlavo) ecco l’opera che avrebbe potuto sintetizzare la mia modesta opinione iniziale – le informazioni sono prese e sintetizzate da Wikipedia:



Merda d'artista
Autore: Piero Manzoni
Data 1961, Materiale: scatoletta di latta, carta stampata e feci
Dimensioni 4,8 cm × 6 cm - Ubicazione Museo del Novecento, Milano.

Merda d'artista è il titolo di un'opera dell'artista italiano Piero Manzoni.
Il 21 maggio 1961 l'autore sigillò le proprie feci in 90 barattoli di conserva, ai quali applicò un'etichetta con la scritta «merda d'artista» in italiano, inglese (Artist's shit), francese (Merde d'Artiste) e tedesco (Künstlerscheiße). Sulla parte superiore del barattolo è apposto un numero progressivo da 1 a 90 insieme alla firma dell'artista.
Manzoni mise in vendita i barattoli di circa 30 grammi ciascuno ad un prezzo pari all'equivalente in oro del loro peso.

Significato dell'opera
L'opera di Manzoni risulta influenzata dai celebri Ready-made di Marcel Duchamp:
in senso ironico, l'idea che un artista già affermato troverebbe mercato e consenso della critica per qualsiasi sua opera che crea, anche le più scadenti e banali, in particolare che il mercato dell'arte contemporanea è pronto ad accettare letteralmente della merda, purché in edizione numerata e garantita nella sua autenticità ed esclusività da un notaio;
Ora tranquilli dylaniani incalliti che non siete altro (anche io lo sono!; dylaniano si ma dylaniato no!), non stò ripetendo la critica che apparse sulla quella rivista 43 anni fa, non voglio dire che SP e ASP sono m…., non mi permetterei mai e non posso permettermelo e oltretutto non credo sia vero, credo solo si stesse divertendo come in quel bell' album natalizio di un paio di anni fa:
però volevo e voglio dirvi: non siate delle persone che ammirate degli idoli o come oggi si usa dire dei leader ai quali prostrarvi incondizionatamente ai loro piedi a prescindere.
Altrimenti rischiate di fare come mia madre che ha appeso su alcune pareti di casa sua i quadri che facevo nel “mio periodo pittorico” (e vi assicuro che quelli sono quasi tutti veramente una vera merda!), ma se gli faccio vedere un Picasso o un Mondrian o qualsiasi altro pittore che non sia un classico pre-novecento per lei non ci sono dubbi: sono migliori i miei!
Auf Wiedersehen!

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Talkin' 9174 - Mauriziolongo

Ciao Mr. Tambourine,
devo contraddire il contenuto della tesi del giovane fan "robertopozzi", a cui comunque faccio i complimenti.
Anch'io nel lontano 1982 portai all'esame di terza media la biografia di un personaggio storico a piacere.... indovinate chi era.....Ricordo ancora le facce dei professori, basiti e stupefatti, me ne sono uscito con un bel "distinto"..... e ti credo !
Comunque l'assenza di Dylan a Woodstock è stata causata solo da motivi economici, mi rifaccio al racconto che Michael Lang fà della vicenda sul suo libro "The Road to Woodstock" nel quale parla di un'incontro, un pranzo, con Dylan per invitarlo formalmente al festival ammettendo poi che sono stati motivi economici che hanno causato il diniego di Dylan e del
suo staff. Per tutto il libro Lang si sofferma spesso sull'aspetto economico dell'evento, ripetendo più volte che il budget per ogni artista era di 12.000 dollari, massimo 15.000 per i più noti (con Hendrix concordò due esibizioni che poi non si fecero, pur di offrirgli 30.000 dollari) e se non sbaglio per l'esibizione dell'isola di Wright Dylan ottenne un compenso di 70.000 dollari, credo che le cifre parlino da sole !!!
Recuperate il libro di Lang uscito nel 2009, è pieno di retroscena spassosissimi.
Ciao

Caro Maurizio, lasciami dire che hai portato un'ottima testimonianza a favore della tua tesi, ma come abbiamo imparato bene, con Dylan la verità è sempre difficile da stabilire. Con questo non voglio mettere minimamente in dubbio le parole di Lang, ma ricordo un altro caso infinitamente più "chiaccherato" ed importante che fu quello del famoso incidente di moto. Ancora oggi nessuno può dire come siano andate le cose quel giorno, Dylan stesso diede diverse versioni dell'incidente a distanza di tempo. Jerry Garcia dichiarò chiaramente che non ci fu nessun incidente e che la storia fu completamente inventata per "coprire" la necessità di Dylan di ritirarsi dal palco per un lungo periodo per disintossicarsi dal massiccio uso di varie droghe che lo stavano uccidendo. Oltre alla versione di Garcia altri amici e collaboratori di Bob dissero di tutto su quello strano incidente, dissero che Bob era stato sfigurato (fu chiaro in seguito che non era vero perchè il viso di Bob non mostrò mai segno di alcuna cicatrice), che aveva rotto l'osso del collo sfiorando la morte, qualcun'altro disse che Bob scivolò semplicemente su un tratto di strada in discesa mentre spingeva a mano la moto per portarla a riparare dal meccanico rimediando solo qualche livido. Come vedi tutto è aleatorio, io non mi sento di mettere in dubbio le parole di Garcia, per te fanno fede le parole di Lang, per altri faranno fede altre versioni. Anche la storia del "Judas" gridato al concerto fu raccontata, e lo è ancora, in diversi modi, per fortuna oggi su Youtube è a disposizione il breve video di quel momento che serve soprattutto per sapere le esatte parole che furono pronunciate allora da Bob. Ho letto il libro di Lang e sono d'accordo con te che è pieno di retroscena divertenti. Per finire ricordo a tutti che Dylan cominciò la sua carriera appena arrivato a New York riempiendo di grossissime e molteplici "balle" tutti coloro coi quali parlava, quindi, anche le testimonianze di Bob stesso sono poco affidabili sul piano della verità. Dylan si è divertito per anni a confondere tutti quelli che volevano sapere troppi particolari sulla sua vita, e credo che il sistema più efficace sia stato proprio quello di raccontare versioni diverse dello stesso accaduto. Questo non toglie assolutamente niente alla grandezza dell'uomo e dell'artista, Dylan è Dylan e basta, indipendentemente da quello che si racconta su di lui. A distanza di quasi mezzo secolo ci si chiede ancora perchè incise e fece uscire un disco come "Self Portrait", ma la verità la potrebbe raccontare solo lui, solo che volesse farlo. Anche in Chronicles ci sono raccontate cose che hanno avuto diverse versioni nel corso degli anni, e forse Dylan stesso ha difficoltà a ricordare con chiarezza tutti quegli avvenimenti e quei particolari avvenuti in momenti di grande stress da eccessivo lavoro e di grande confusione. Ricordare chiaramente tutta la baraonda che lo circondava è senz'altro impossibile anche per lui, quindi io credo che abbia fatto come meglio ha potuto per raccontare tutte quelle cose, inoltre da anni stiamo tutti aspettando quel Chronicles Vol.2 per avere altre spiegazioni su altri avvenimenti che per forza di cose non sono presenti nel Vol.1. Il fatto è che i fans dylaniani vorrebbero "sapere tutto di tutto" di Bob, dimenticando che anche lui ha la necessità di avere una sua vita privata che giustamente non mette in piazza. Comunque, la ricerca e le discussioni su quelle verità sono sempre interessanti per noi fans che, tra una frottola e l'altra, speriamo sempre prima o poi di sapere la "vera verità"! Alla prossima, Mr.Tambourine.

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Nobel Letteratura: Murakami superfavorito fra Dylan e Vecchioni           clicca qui

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Ora la lobby arancione vuole Vecchioni Nobel                                         clicca qui

 

 
Sabato 5 Ottobre 2013

Libri: "Bob Dylan" di Brian Southall                                                         clicca qui

   (edizioni MAGAZZINI SALANI, PP.64 + COFANETTO, EURO 29,90)

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Talkin' 9173 - Miscio

Caro Mr.Tambourine,

come al solito nessuno ha ucciso Davey Moore, e noi non abbiamo che queste parole per ricordarli:

http://www.maggiesfarm.it/ttt292.htm
ciao, Miscio.

Credo che tu abbia tristemente ragione, a monte di questa tragica disgrazia ci sono problemi immensi che nessuno vuole affrontare. Anche questa volta la domanda: "Chi ha ucciso Davey Moore?" rimarrà senza risposta, io spero solo che in un prossimo futuro, magari quando non potrò più saperlo e vederlo, cose come queste siano definitivamente risolte e superate, ma sono anche convinto che è una questione talmente spinosa che per molti anni ancora nessuno prenderà l'iniziativa di metterci le mani. Affrontare o portare all'attenzione problemi come questi, proprio come ha fatto Bob con alcune delle sue canzoni, non vuol dire che poi qualcuno di quelli che sfortunatamente ci comandano si prendano la briga di preoccuparsi di cosa succede a qualche poveraccio che, in cerca di una speranza e di una vita migliore, trova una morte orribile a poche centinaia di metri da una piccola isola nel Mediterraneo. Apprezzo la tua sensibilità che credo che sia anche quella di molti altri amici della Fattoria, continuiamo tutti a sperare che il mondo migliori per tutti, la speranza è sempre il sentimento più forte che ci spinge a trovare la forza ed il coraggio di continuare sulle strade difficili che abbiamo imboccato. Alla prossima, Mr.Tambourine, :o((((((

 

 
Venerdi 4 Ottobre 2013

Talkin' 9172 - Mr.Spaceman

Ciao Barabba. Apprezzo molto il tuo modo di parlare di musica. Mi hai fatto venire la curiosità di scoprire The Next Day. La critica non lo ha osannato mi sembra. Ma poco importa ovviamente. Io personalmente non sono d'accordo sul modo in cui vendono i cd di Dylan. Mi spiego. Mediamente The Next Day costa 18/19 euro. Come Tempest. Ma se apri TEMPEST o MODERN TIMES o TT LIFE (escluse le versione deluxe) trovi a malapena una foto fatta in studio e zero pagine di testi o altro. Le confezioni dei Cd sono quelle con la costina nera, quelle che venivano usate per i primi cd degli anni 80/90 (resti di magazzino praticamente). Nessuno (dico nessuno) usa più i cd con le costine nere. Tutto questo (risparmio su booklet interno e plastica cd) risparmio mi fa storcere il naso sul prezzo di vendita. Se la produzione è Jack Frost (cioè lui) la responsabilità estetica dell'opera appartiene solo a lui. E bisogna ammettere che è davvero povera la cornice dei cd che Dylan ci offre (NON PARLO DELLA MUSICA). Ho una MIA PERSONALE certezza che non si muova foglia se Bob non lo decide dopo aver letto approfonitamente la genesi delle sue opere ultime. Nonostante gli ultimi album siano andati bene Bob sta facendo una gran fatica a riempire spazi che vanno oltre le 5.000 persone. Quest'aridità si percepisce anche dal "risparmio" sulle soluzioni sceniche dal vivo. Senza Mark Knoplfer non avrebbe riempito le arene, infatti il prossimo tour sarà nei teatri. A prezzi alti. L'Americanarama non è andato bene da quel punto di vista. Sono tutti segnali che vanno letti da precisi punti di vista. Dylan è ostinatissimo a rimanere sul mercato e on the road. Ha la fortuna di avere uno zoccolo durissimo di fans che sorvolano su molte cose (assenza di scenografie, megaschermi. Se pago 100 euro avrò diritto di vederlo almeno su un megaschermo?). In tutto questo (caotico) discorso che ho tentato di fare non c'entra la qualità della musica o i gusti di tutti. E? solo un punto di vista sul "Dylan-Marketing" che considero davvero fuori tempo e privo di ogni generosità da parte del nostro. Ora molti ritireranno fuori la storia dell'elenco telefonico cantato o altro, che a lui basta essere lì. E sono d'accordo. Ma tra un cd originale di Dylan ed uno masterizzato la differenza sta solo nei soldi che vanno a lui, perchè a noi di "estetico" ci rimane davvero poca roba. Pochissima. A prezzo pieno.
Mr. Spaceman

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Talkin' 9171 - robertopozzi

Buonasera a tutti, è veramente un onore per me entrare in contatto con voi. Sono un normalissimo fanatico di Dylan e l'anno scorso ho portato all'esame di maturità una tesina dal titolo "Perché Bob Dylan non era a Woodstock" con la speranza che i professori si bevessero la scusa del classico "ho scelto un autore per parlare del contesto storico" quando l'intento era ovviamente l'esatto opposto! Dopo lunghe lotte e conflitti interiori ho deciso di mandarvi il prodotto finale, per la verità è pubblicato sul blog intheflesh.it grazie alla gentile intercessione di amici. Anche solo un commento di una riga mi renderebbe immensamente felice! Grazie per tutto quello che fate, davvero :)
P.S. Sabato 2/11 vedrò Dylan dal vivo per la prima volta!!!!!!.

Ho letto con attenzione la tua tesina e devo dire che il lavoro di ricerca è veramente accurato, ben fatto anche l'abbinamento degli eventi storici inseriti nel contesto della storia artistica di Bob, dunque i miei complimenti più sinceri! Permettimi una domanda, come mai uno come te, che si definisce "normalissimo fanatico" (che cos'è un normalissimo fanatico?) e che scrive una tesi sull'artista oggetto del suo normale fanatismo non è mai stato ad un concerto di Bob????????? Alla prossima, :o)

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Perché Dylan sarebbe un buon candidato al Nobel per la Letteratura     clicca qui

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La musica di Dylan in una flash drive USB in un’armonica a bocca        clicca qui

 

 
Giovedi 3 Ottobre 2013

Talkin' 9170 - Barabba123456

Ciao ancora Mr.Tambourine,
non vorrei sembrare e diventare più logorroico di quello che non sono, ma mi sento tirato piacevolmente dentro le osservazioni postate da Spaceman: per tentare di essere più chiaro e magari aprire nuove riflessioni che potrebbero essere interessanti e possano con e oltre Bob Dylan includere riflessioni sull’arte in generale (…..non sta facendo mostre pittoriche Bob? ………. Dateci dei giudizi anche su quelle ……….. a me un pò piacciono, che importanza ha se riprese da foto ho da paesaggi?), proverò a fissare alcuni punti per semplificarne la comprensione:

1- Sono contento che per Spaceman ASP sia il suo album preferito ( e vi giuro ad entrambi che non sto facendo ironia), e se proprio ve lo devo dire un pò lo invidio, perché io prendendo ad esempio gli ultimi dieci anni gli album che sono riuscito a sentire ininterrottamente per ore sono veramente pochi: Modern Time (Bob Dylan), Push the Sky Away (Nick Cave), The next day (David Bowie), Dear Heater (Leonard Cohen), tutti quelli di Bob (ma perché non li conoscevo) esclusi SP e NM…….e stò da venti anni aspettando un altro “Nevermind”; ma può essere tranquillamente colpa mia visto che purtroppo non ascolto più molta radio – che tra l ‘altro anche loro oramai mandano solo musica per metterci in mezzo spot pubblicitari (quanta bella musica indipendente e underground esiste e mai nessuno ascolterà!).

2- Avete presente quando dicono: “Non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace” ………… nell’ambito dell’arte (e la musica è arte) è una delle maggiori falsità e ipocrisie dell’umanità: torno nel mio ambito anche non essendone eccelso ……….. può piacermi il rinascimento con Michelangelo e i sui pochi seguaci, può piacermi Le Corbousier con tutte le sue contraddizioni, può piacermi il romanico o il gotico, può anche non piacermi alcuna di queste correnti ……….. ma non posso affermare che il Partenone non sia un capolavoro, non posso affermare che il Colosseo non sia un capolavoro, non posso affermare che la casa sulla cascata di Frank Lloyd Wright non sia un capolavoro solo perché non coincidono con l’architettura che io vorrei fare …… ma il palazzo appena finito davanti a casa mia fatto da un imprenditore (sinonimo di produttore discografico) si che te lo posso dire che non è un capolavoro, non è architettura e soprattutto non è arte (per chi pensava che non stessi ancora parlando di Dylan ….ll palazzo è SP e quello vicino è NM)!

3- Erano dieci anni che non capivo cosa fosse successo a David Bowie, sta bene , sta male…. È morto!: Stà bene! E finalmente ci ha regalato l’album di cui vi parlavo sopra –The next day-: volete farvi una risata …. A novembre uscirà un COFANETTO (lo stesso album, più un cd con i video (4) e altre quattro canzoni inedite più un paio di remix) …………. Non è un modo per aumentare il conto in banca? Vi assicuro che Bowie lo preferisco a Dylan (non per la musica ma perchè sapeva e sa miscelare meglio di qualsiasi altro sound and vision) e sicuramente ha un ottimo commercialista (da quanto mi risulta tra i cantautori viventi è il più ricco di tutti …………… ma come vedete sto ancora parlando di Bob)….naturalmente non comprerò quest’altro cacchio di … no non voglio più scriverla quella parola!

4- E lascio per ultimo quello che considero il mio dubbio più grande e la certezza più grande per altri: come fate ad affermare che tutto quello che esce al di fuori degli album non ufficiali sia voluto e controllato da Bob? Spaceman puoi dirmi come fai a sapere che Dylan controlla tutto quello che esce dalla Columbia-Sony? (Mr. Tambourine se puoi lasciare in grasseto questa frase ho comunque evidenziala in qualche modo perché è quello che più mi interessa non mi dispiacerebbe) Ti assicuro che non te lo chiedo in tono di sfida (Mr.Tambourine ha fatto un lavoro ottimo nel mediare le diverse opinioni e non trasformare questo sito in una curva da stadio ma anzi in un interessante e piacevole scambio di opinioni), ma veramente perché io non lo so e mi sono solo fatto un’idea che può essere diversa dalla tua e forse sbagliata, puoi spiegarmelo?

Che potere ha Dylan oggi di dire alla Columbia (quando lui era un esordiente come molti oggi) di dire questo si fatelo uscire , no questo no non fatelo uscire?
Ho fra le mani alcuni cd di Dylan: non so da quale ma ad un certo punto il produttore risulta essere un certo Jack Frost (altro pseudonimo di Bob Dylan) ….. solo per soldi? Non credo, non sarebbe durato tanto, credo per essere più libero (e qui mi sarebbe piaciuto inserire una pagina dei gia citati diari di Kurt Cobain in cui in una pagina spiegava con estrema esattezza come dovrebbe essere un vero artista: libero al 100/100……. E come la situazione economico-sociale-mondiale ……e soprattutto delle case discografiche nello specifico non gli consentiva di esserlo …. Ma mi sono gia troppo dilungato e forse Cobain non è esattamente quello che si vorrebbe sentire in queste pagine – ma vi assicuro che parlando di musica in generale in quelle pagine avrebbe potuto spiegare in maniera lucida e disinteressata quale era la situazione venti anni fa e oggi):
Prima che mi rispondi però, hai letto l’articolo di Jay Gatsby su questo sito? Puoi andarlo a leggerlo, io ti copio e incollo una affermazione di Bob (mi fido che sia la sua poi chi lo sa?) riferita alla sua creatività e alla sua situazione psico-fisica in quei tempi:
“Non feci altro che tirare contro un muro tutto quello che avevo sottomano. Quello che ci restava attaccato lo pubblicai, poi andai a raccogliere anche il resto che non ci era rimasto attaccato e pubblicai anche quello”.
Si riferiva a Self Portrait e se vuoi possiamo estenderlo anche a New Morning.
Un’ultima cosa per chi vuole fare indigestione di Dylan, non so se è legale, credo di si e spero di non creare problemi a lui e soprattutto di non crearli a me (io ne ho comprato uno dal Canada), ma ho trovato un sito che ha tutti i concerti live dal 62 ad oggi del nostro:

http://www.rockinconcerts.com/artists-Bob-Dylan

Cercate e li troverete tutti,………….. anche questi li controlla Bob?
Buona musica e arte a tutti, qualunque sia …………..decidiamo noi per il momento, poi la storia farà il suo lavoro.

Caro Barabba123456, l'arte è qualcosa di misterioso da definire, una cosa senza confini e con miliardi di possibilità di giudizio. Qui si potrebbe aprire l'eterna discussione se il bello sia soggettivo od oggettivo, la stessa domanda potremmo farcela circa tutto il lavoro di Dylan, musica, testi, attività live, pittura ed ora scultura. Ma in sostanza il bello e l'arte dovrebbero essere oggettive come dici tu, il Partenone ed il Colosseo sono belli ed unici anche se a qualcuno potrebbero anche non piacere, così il lavoro di Bob, prendi 100 persone e probabilmente avrai 100 giudizi con sfumature diverse. Questo è un bene o un male? Non saprei, però credo e sostengo che l'opinione di una persona è sacra anche se un' altra la ritiene sbagliata. Come te anch'io sono un ammiratore (oltre a Dylan naturalmente) anche di altri artisti, persone che in momenti diversi della mia vita mi han dato emozioni e sensazioni che ancora oggi ricordo con piacere. Il fatto di ricordare queste persone (ti faccio alcuni nomi. Byrds, Beatles, Beach Boys, Mamas and Papas, Chuk Berry, Jethro Tull, Rolling Stones, King Crimson, Colosseum, Loggins & Messina, CSN & Y, Eagles, Van Morrison, James Taylor, Jimi Hendrix, Ten Years After, Procol Harum, Leonard Cohen, Eric Clapton, The Who, Tina Turner, Tom Petty, Bruce Springsteen, Joe Cocker, Leon Russel, Rod Stewart, Carole King e chissà quanti altri averi voluto citare) non vuol dire non stimare o sottovalutare Bob, anzi, è esattamente il contrario, considero Bob padre ed ispiratore di tutti questi grandi artisti, ma non posso negare che anche loro mi hanno dato momenti irripetibili. Anch'io son convinto che Bob non sia in grado di controllare tutto quello che Sony immette sul mercato, anche perchè il diritto di usare tutto questo materiale credo spetti a Sony-Columbia che di sicuro è diventata, pagandoli profumatamente, la proprietaria di tutte queste canzoni. Qualcuno può pensarla diversamente, non c'è nessun male in questo, son proprio le nostre diverse opinioni che ci fanno vedere le cose da angoli differenti e di conseguenza trarre conclusioni diverse. Queste piccole discussioni su Maggie's Farm sono diventate buone cose espresse in modo civile e corretto, e questo, oltre che essere merito mio perchè ho insistito perchè le cose funzionassero in questo modo, è senz'altro per la maggior parte mertito vostro che vi scambiate opinioni con intelligenza e rispetto. Voglio aggiungere che se oggi Maggie's Farm è diventata una vera enciclopedia dylaniana è anche merito vostro, ognuno di voi che scrive su queste pagine aggiunge un pezzo alla storia di Bob. Per leggere tutto ciò che è archiviato nella Fattoria ci vuole un sacco di tempo, ma ci trovate proprio tutto, non c'è niente della vita di Dylan che sia stato trascurato o non trattato da questo sito, e questo grazie a quelli che c'erano, a quelli che ci sono e quelli che ci saranno! Alla prossima, Mr.Tambourine

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Bob Dylan, storia e immagini in un libro-cofanetto                                   clicca qui

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Da Obama a Bob Dylan, celebrità nei panni dei generali                           clicca qui

 

 
Mercoledi 2 Ottobre 2013

Talkin' 9169 - Maria Rosa Ventura

Ciao Mr. Tambourine,
forse mi sono persa qualcosa ma mi sembra che tu non abbia ancora postato l'annuncio della nuova mostra di opere dylaniane che sta per aprirsi a Londra. C'è (dal 24/08/13 al 05/01/14) "Face Value" alla National Portrait Gallery, un'esposizione di ritratti che credo tu abbia già segnalato.
Ma ora sta per aprirsi (16/11/13 - 05/01/14) alla Halcyon Gallery una mostra di "iron works gate", sculture in metallo del nostro. La presenta una bella foto di Bob in veste "saldatore" che mi ricorda , per analogia, "Blowtorch" un quadro presentato a Palazzo Reale a Milano.
In merito a quanto da te postato in precedenza devo dirti che anch'io avevo notato, nella tua intervista in trasmissione, la frase relativa all'elenco telefonico. Ora io credo che tu faccia molto bene a dare voce a tutti i punti di vista, verità in tasca non ne ha nessuno, ma, detto questo, credo che se Dylan leggesse l'elenco telefonico potrebbe essere qualcosa che vale la pena di vedere! Perché non conta solo "quello" che si fa ma anche "come" lo si fa. Come tu sai c'è stato qualcuno che ha rivoluzionato l'arte contemporanea con un orinatoio (solo per fare un esempio).
In ogni caso Dylan, essendo umano (almeno fino a prova contraria!!) ha commesso sicuramente molti errori e probabilmente è stato il primo a rammaricarsene, ma non credo a pentirsene, perché noi siamo anche i nostri errori.
Sono comunque contenta ogni volta che sento che c'è chi può permettersi di non comperare un album o un "cofanetto" solo perché non gli piace e non perché non può permetterselo. Io ascolto tanta musica e leggo molti libri e ogni volta devo fare delle scelte. Malgrado acquisti parecchio usato e sia una regina del bookcrossing (i libri devono girare... ma ce ne sono alcuni che mi tengo stretti...). Però so di essere una privilegiata perché ci sono sempre più persone le cui scelte vertono sul mangiare a pranzo o a cena... questo non lo dimentico mai.
Un abbraccio, Maria Rosa.


Hai ragione cara Maria Rosa, a mia scusa dico che nessun sito italiano ha finora dato la notizia, quindi onore al tuo merito, ecco la relativa news sotto. Ciao, grazie ed alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

“Mood Swing” la mostra delle sculture in ferro di Dylan a Londra

 
credit: Jon Shearer/www.halcyongallery.com

L'ultimo progetto di Bob Dylan, una mostra d'arte con le sue recenti sculture in ferro, si aprirà il prossimo novembre alla Halcyon Gallery di Londra.
Intitolata" Mood Swings ", la mostra alla Halcyon Gallery di Londra - che già in precedenza ospitò una raccolta di schizzi e disegni di Bob Dylan – si aprirà il 16 novembre e durerà fino al 25 Gen 2014. La mostra presenterà una vasta gamma di recenti opere in metallo di Dylan, in particolare sette porte in ferro d'epoca e rottami metallici decorati con oggetti tra i quali chiavi inglesi, tritacarne e una chiave di violino di chitarra.
" Mood Swings " comprenderà anche altre opere saldate ed una nuova collezione di serigrafie. Ogni pezzo della mostra sarà in vendita. "Il ferro serve a dimostrare la sua sconfinata creatività ed il suo talento", ha dichiarato Paul Green, presidente della Halcyon Gallery. " Poiché queste opere sono fatte in casa, non sulla strada, ci permettono di dare un raro sguardo in un'altra parte dell’universo personale dell'artista".
" Sono stato in giro ferro tutta la mia vita , fin da quando ero un bambino ", ha detto Dylan . "Sono nato e cresciuto in un paese che viveva di minerale diferro, lo si poteva respirare ed annusare ogni giorno e ho sempre lavorato accanto al ferro un modo o nell'altro.

 

 

Martedi 1 Ottobre 2013

Lasciatemi aprire il mese di Ottobre con un ringraziamento per tutte quelle persone che mi hanno chiesto di iscrivermi e linkarmi a loro su Facebook, Twitter e Linkedin. Sono veramente onorato di questi inviti, ma purtroppo li devo declinare perchè questi cosidetti socialnetwork non incontrano il mio favore, non ho un account Facebook e non ho un account Twitter, ho acceso un account su Linkedin come Mr.Tambourine dietro invito di un caro amico, ma non sono capace di gestirlo come si deve e ho poco tempo per farlo. Per questo motivo, pur con l'orgoglio per le richieste ricevute, devo dire a queste gentilissime persone di non offendersi se non raccoglierò il loro invito ed allo stesso tempo prego tutti coloro che mi hanno invitato o che vorrebbero invitarmi in futuro a connettermi a loro su una di queste piattaforme sociali di non farlo. Vi ringrazio ancora una volta, Mr.Tambourine. 

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Talkin' 9168 - Mr.Spaceman

Lo ammetto. Per me "Another Self Portait" non è solo diventato il mio album preferito di mr. Zimmerman, ma uno dei dischi che sono entrati nella mia sfera emotiva più profonda come non accadeva da anni. E' il mio "Blood on the tracks", il mio "Blonde on blonde", il mio "Dark side of the moon", il mio "Abbey Road o Revolver" o quello che volete voi. Vi ho trovato dentro tutto quello che desideravo e molto di più. Chi mi conosce sa che non sono mai stato un morbido con le scelte discografiche di Bob (e concertistiche). Ma stavolta devo cedere alla meraviglia assoluta di questo "Bootleg" illuminante. Ovviamente quest'album disintegra in un colpo solo New Morning e Self Portrait (e perchè no, anche Skyline). C'è una tale immensità che tutta quella fase andrà riletta da capo. "New Morning" l'ho sempre considerato un disco fatto male, suonato peggio e ruffiano. "Self Portait" era l'apoteosi del suicidio artistico e commerciale. Ora questo volume della bootleg series capovolge tutto. Ma nella versione di "If not for you" non sentite già gli echi di Desire? in Wallflower c'è il seme di Blood on the tracks. Per non parlare di Pretty Saro. Capolavoro, anche se non suo. In sintesi. Per me è stata più di una rivelazione. E' il disco della vita. Ricomprerò Self Portait remasterizzato quando lo venderanno separato dal box (perchè così sarà...così come venderanno il concerto all'isola di Wight). Un ultima cosa. Sappiate che non c'è virgola che si sposti senza che Dylan l'approvi alla Columbia Records. Non pensate che lui sia "vittima" di raggiri discografici, che pubblicano box all'impazzata e Best of senza che lui sappia nulla. E' tutto molto curato e predefinito. E dietro tutto questo c'è lui. E stavolta ha veramente donato l'autoritratto migliore che potesse dipingere.
Mr. Spaceman

Caro Mr.Spaceman, anch'io, conoscendoti via mail da molto tempo, sono rimasto stupito dalle tue parole, questo dimosra che nella vita non si può mai dire qualcosa di definitivo, che dietro l'angolo può sempre esserci la sorpresa capace di stupirci ancora. Son davvero contento se quest'album ti ha fatto modificare un pò le tue idee dylaniane, magari un giorno la stessa cosa potrebbe succedere a molti altri che a tuttoggi rimangono sulle loro intransigenti posizioni. Continua a scriverci, alla prossima, :o)

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Dylan, il poeta solitario che tutti vogliono arruolare                                clicca qui

 

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