Tampa, Florida - Florida State
Fairgrounds - MIDFLORIDA Credit Union Amphitheatre - June 27, 2013
1. Things Have Changed
2. Love Sick
3. High Water (For Charley Patton)
4. Soon After Midnight
5. Early Roman Kings
6. Tangled Up In Blue
7. Duquesne Whistle
8. She Belongs To Me
9. Beyond Here Lies Nothin'
10. A Hard Rain's A-Gonna Fall
11. Blind Willie McTell
12. Simple Twist Of Fate
13. Summer Days
14. All Along the Watchtower
West Palm Beach, Florida - Cruzan
Amphitheatre - June 26, 2013
Serata estiva, piena di vapore, calda e afosa presso l'anfiteatro Cruzan
di West Palm Beach Mercoledì 26 giugno e poi c'era il clima afoso,
appiccicoso, caldo con una brezza intermittente.
Il festival AmericanaramA ha preso il via nel sud della Florida con un
numero decente di folla.
Invito mia figlia per questo concerto del NET che passa per la città. La
sua prima risposta è stata: "Ma io non conosco niente di Bob Dylan. "."
Nemmeno io, " le ho risposto "Ma andiamo lo stesso, hai mai sentito una
di queste meravigliose band? Le sentirai adesso!
Abbiamo trovato i nostri posti presso gli stand dove abbiamo potuto
sentire la brezza e c’era abbastanza luce per avere una visione decente.
My Morning Jacket ha cominciato mentre la gente cominciava ad entrare.
Ha avuto il piacere di vedere Jim James al Newport Folk Festival di
qualche anno fa ed era impaziente di vedere i My Morning
Jacket. A tutto vapore vapore! Dopo un brevissimo intermezzo ecco i
Wilco. La gente è aumentata, il sole cominciava a sbiadire e il
volume era stato alzato! Eravamo in piedi ballando al ritmo di questa
incredibile band! Avevo assistito ad uno show di questa band qualche
anno fa come apertura di un concerto di Neil Young a Worcester, Mass.
Dopo che avevano suonato mi sono alzato dal mio posto è sono andato al
chiosco ed ho comprato il loro CD. La parte migliore per me di questa
band stasera era che hanno suonato la mia canzone preferita! Grazie
signore! Caldo!
La serata si è scaldata come Bob Dylan e la sua band sono saliti sul
palco. Non avevo mai visto i capelli di Bob così grandi e così liberi!
In alcuni momenti dello spettacolo, a seconda dove si trovava, l'angolo
delle luci ha fatto sembrare Bob un angelo con un alone che brillava
sopra la sua grossa massa di capelli. Bello! Su ogni lato del palco
c'erano torce con fuoco ardente ... citronella, le porte dell'inferno, il
livello di umidità colava dai ricci di Bob.
Dopo circa la quinta canzone stavo andando alla deriva pensando che lo
spettacolo di stasera stava per essere uguale agli altri del tour
primaverile, con le stesse canzoni ma in un ordine diverso. Tuttavia,
sono rimasto ottimista, nonostante la partenza di alcune persone della
mia fila. Non ho potuto fare a meno di sentire su alcune delle loro
lamentele
negative: "Perché, perché continua a fare queste canzoni?", "Davvero
questo è quello che stiamo ottenendo? " , "Se non si movimenta un pò va
a finire che mi addormento". Ho dovuto ignorare le loro parole così ho
potuto sentire la band. Non si può piacere a tutti e mi piace pensare
che Bob è abbastanza intelligente per sapere quello che deve fare,
perciò continua a fare a modo suo e proseguire dritto per la sua strada.
La band suona bene! Bob ha suonato con
molti chitarristi di talento che hanno portato ciascuno un certo stile e
un certo valore alla sue canzoni e Duke Robillard è uno di questi. Duke
ha fatto alcuni liks di chitarra molto belli stasera. Mi piace il nuovo
suono e la posizione della band. E si poteva vedere tutti i musicisti,
anche Donnie! Bello sentire Duquesne Whistle dal vivo per la prima
volta!! E per me è uno standout dell’album “Tempest”. Ma stasera la mia
preferenza è andata a: She Belongs To Me, Tangled Up In Blue, Cry a While
e Thunder On The Mountain. Sono contento di avere avuto l’opportunità di
introdurre un'altra persona non solo alla musica di Dylan, ma anche a
quella di
Bob Weir, di My Morning Jacket e Wilco.
Visto che i prossimi concerti italiani, Bob
li terrà in teatri, sarei intenzionato ad acquistare, facendo un
notevole sacrificio finanziario, un posto di platea numerata, magari in
prima o seconda fila, se riesco. Mi domando però se questo mio
sacrificio economico non verrà anche stavolta vanificato dalla scorretta
abitudine di molti fans che, incuranti dei diritti degli altri
spettatori, usano fiondarsi, alle prime note, sotto il palco ostruendo
la visuale agli spettatori delle prime file. Ho notato che questa
incivile abitudine è limitata in pratica solo ai concerti dylaniani. Al
teatro degli Arcimboldi di Milano ho visto tempo fa uno splendido
concerto di Leonard Cohen e tutti sono rimasti seduti ai posti di
competenza. Mi aspetterei che chi gestisce questo sito si facesse carico
di una piccola campagna di sensibilizzazione in merito. Io sono un
pensionato di quasi 74 anni e non ho più la forza di competere a
spintoni con i giovani. Scusate lo sfogo, grazie e complimenti per il
sito, davvero.
Enrico
Caro amico e collega, io
ho qualche anno in meno ma sono anch'io pensionato come te, quindi
ammiro la tua voglia e la tua forza di volontà di sopportare dei disagi
per vedere Bob. Ma credo che questa volta tu possa essere tranquillo,
agli Arcimboldi nessuno oserà alzarsi dalla propria poltrona! Queste
cose di solito accadono nelle venue outdoor dove inutilmente (o forse
per spillare più quattrini) gli organizzatori mettono anche delle sedie
che regolarmente non servono più a niente appena Bob attacca la prima
canzone. Comunque, se questo ti può consolare, queste brutte cose da
maleducati accadono in tutti i paesi del mondo, non solo da noi! Ti
auguro di goderti il concerto e spero che mi manderai la tua recensione
di "maturo" ed esperto fan! Alla prossima, :o)
Venerdi 28
Giugno 2013
West Palm Beach, Florida - Cruzan
Amphitheatre - June 26, 2013
1. Things Have Changed
2. Love Sick
3. High Water (For Charley Patton)
4. Soon After Midnight
5. Early Roman Kings
6. Tangled Up In Blue
7. Duquesne Whistle
8. She Belongs To Me
9. Cry A While
10. Simple Twist Of Fate
11. Honest With Me
12. All Along The Watchtower
(encores)
14. Thunder On The Mountain
15. Ballad Of A Thin Man
E' cominciato l'AmericanaramA summer tour
a West Palm Beach con qualche novità. La set list ha subito variazioni
con l'inclusione di She Belongs to Me, Cry A While, Simple Twist of
Fate, Honest With Me e sopratttutto il debutto live di Duquesne Whistle.
ciao caro.
per motivi ineludibili non posso più andare al concerto di Cohen del 7
luglio a Roma.
Vendo il biglietto se qualcuno ne ha bisogno di Tribuna Tevere Num (I
anello) Intero € 103,50.
Lo vendo per 80 €.
se qualcuno è interessato mi contatti al 3397727637
Massimo
Giovedi 27
Giugno 2013
Champaign, Illinois - University of
Illinois - Assembly Hall - April 25, 2013
di David Jones
Questa volta sono io seduto con la testa tra le mani invece di Dylan. Ho
dovuto davvero pagare 100 dollari in più per vedere anche Mark Knoffler
lo scorso anno allo United Center? O era lo stipendio esorbitante di
Charlie Sexton che ha fatto la differenza di prezzo? Così ho fatto la 2
ore di macchina per arrivare a Champaign, dove l’acustica è notoriamente
povera, inoltre scarsamente illuminata, quasi al buio, praticamente la
stessa sede del 2010, ma ora si tratta di qualcosa da record negativo,
era così scuro che di più non avrebbe potuto essere! Gli specchi che
erano apparsi lo scorso anno presumibilmente per bloccare i flash delle
fotocamere avevano aggiunto solo un altro effetto disastroso. Ora, prima
dello spettacolo, si sente un piacevole annuncio circa l'uso delle
macchine fotografice durante lo spettacolo, ma chi ha pensato di
illuminare scarsamente il locale per bloccare le fotocamere ed i
telefoni ha sbagliato tutto, basta sbloccare l’autofocus aumentando un
pochiono il tempo di esposizione delle fotocamere digitali da 30 dollari
che si possono comprare su Amazon per avere in realtà una ripresa ancora
più nitida.
Lo spettacolo del 2010 era stato così bello in confronto a quello del
2013. Per cominciare le luci erano accese nel 2010, e l'uso intelligente
di proiezioni video e dell’illuminazione avevano aggiunto una qualità
professionale che ora manca. Allo United Center Mark Knoffler aveva
utilizzato l'illuminazione per completare l’effetto drammatico delle
canzoni. Dylan non è mai stato timido nel prendere in "prestito" di
altre persone idee sia musicali, liriche o artistichee. 6 mesi fa ho
visto a Chicago The Who e Bob Seger per gli stessi soldi che ho speso
per vedere Dylan! Non è più in discussione da tempo ormai se "Mr. Jones"
sa cosa sta succedendo, sto chiedendomi però se lo sà Dylan.
Se si va abbastanza indietro nel tempo si possono sentire le "Tell Tale
Signs" sulla partenza dei chitarristi dalla band di Dylan. Quindi non è
una sorpresa che la band oggi stia suonando meglio, lo fanno sempre per
un pò di tempo dopo ogni nuovo cambiamento, e poi siamo sempre noi fans
a dover soffrire per il rimanente anno o due che porta alla caduta del
“dio chitarrista”. Ho osservato che la stessa cosa accade con Denny
Freeman e prima ancora con Larry Campbell. Ripenso alllo show
dell’Aragon nel 2009, i due chitarristi nuovi avevano dato una nuova
vita e una nuova direzione alla band, poi, ad un certo punto, chissà per
quale motivo, Charlie è stato castrato, sembrava imbambolato come un
cervo dai fari dell’auto, inutile ogni tentativo di leggere cosa stava
passando per la sua mente.
Così il nuovo corso della band vede Stu Kimball relegato solo alla
chitarra acustica e Duke Robillard avvantaggiato nel suonare con Herron
tra gli spazi lasciati da Dylan.
Dopo aver visto questo spettacolo, non ho alcuna intenzione di
danneggiare i miei ricordi o il mio portafoglio andando al Toyota Park
nel mese di luglio. Quel posto può contenere 30.000 persone e mi chiedo
se si riesce a vedere il palco dal prato? Ieri sera mi ero seduto con un
gruppo di "ragazzi" al buio mentre la depressione mi portava verso il
basso e mi misi a ridere insieme a loro.
Le recensione dei concerti sono “gentili”, anche se suonano come se
fossero copiate l’una dall’altra ed il recensore non si sia preso
nemmeno la briga di andare al concerto. E le pagine parlano in grande
dettaglio su ciò che la band indossa e utilizzano termini cortesi come
impegnato. "Impegnati? Questo è quello che dicono i parenti giovani
dell’infermiera 20enne che cura il nonno alla casa di riposo! Io non
sono venuto qui solo per dire che avevo visto Dylan, e quel punto ho
realizzato che tutto questo forse era troppo, ma probabilmente era anche
l'ultima volta.
Se Knoffler avesse suonato qualche canzone in più dei Dire Straits
avrebbe potuto rubare facilmente la scena a Dylan. Dubito che i Wilco
mostreranno lo stesso tipo di moderazione.
“Stava dietro la sala dell'assemblea
era lì che aveva fatto il suo letto
Molte volte lo si sarebbe potuto vedere ritornare
finchè un giorno egli semplicemente apparve
con una nota nella mano che recitava
"le piante dei miei piedi,
giuro che stanno bruciando"
Oh le foglie cominciarono a cadere
ed i mari cominciarono a dividersi
e gli uomini che lo fronteggiarono erano molti
e gli furono dette queste sole poche parole
"Se non puoi portare buone notizie
allora non portarne affatto"
(THE WICKED MESSENGER)
Deopo lo show stavo cercando di mettere insieme i miei pensieri circa lo
spettacolo e su come non abbiano faticato a suonare Tempest nella sua
interezza. Qallora mi ha colpito il tema di fondo, la morte. Tema che
Dylan aveva eluso l'anno scorso nell’intervista a Rolling Stone. "Volevo
fare un album religioso ma non avevo abbastanza materiale.... ci vuole
un sacco di concentrazione per tirare fuori 10 canzoni con lo stesso
tema. Lui ha scritto di tanti capolavori ed è la colonna sonora della
nostra vita.
Lui deve sempre essere Bob Dylan, non fare la parodia di Bob Dylan,
forse è ora di mettere giù il pennello e dire addio a questa band, fare
un inchino finale e finire il "Never Ending Tour" come un bis finale e
scrivere altri 5 volumi delle Chronicles.
Sebbene potrebbe non sembrare, sto portando buone notizie. Bob, ti
voglio bene, ma ti prego di non lasciarci con "Roll on John" come
canzone finale.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Recensione di TA O'Bannon
Sono stato deluso dallo show, la scarsa illuminazione, l'uso schifoso
degli specchi si poteva evitare? Non sono riuscito a vedere Dylan nel
2012, ma ho speso migliaia e migliaia di dollari nel corso degli anni
per vederlo In un centinaio di spettacoli.
La voce era meno roca che in passato, c'era il canto vero e proprio, ma
era non così abbastanza per fare diventare questo spettacolo una cosa
piacevole. La scaletta era triste, lenta e monotona. Una nenia dopo
l'altra. E per di più nel buio perchè la sala era scarsamente
illuminata!
Deludente, sì, e un pò patetico. L’unica luce è stata “What Good Am I?
che mi ha fatto piangere, principalmente perchè non l’avevo più sentita
dal vivo da un lungo periodo di tempo, e suonava davvero buona, ma poi
mi ha anche fatto capire che questo artista che ho amato per tanto tempo
diventando un suo vero fan dovrebbe porsi qualche domanda.
Non so cosa sta succedendo, ma penso che mi sono fatto l’ultimo show di
Dylan per quest’ anno, forse per sempre. Mi sono troppo arrabbiato ed
era tutto troppo triste.
Rispettosamente, TA O'Bannon
Mercoledi
26
Giugno 2013
Springfield, Missouri - Missouri State
University - JQH Arena - April 24, 2013
di Mel Smith
Ci siamo diretti a sud questa mattina per la città regina degli Ozarks
per vedere Bob con ancora le nuvole scure in cielo. La primavera è stata
lenta ad arrivare in questa parte del paese, ma questo giorno si
trasformò in uno di quei grandi giorni nei quali ero cantento di essere
vivo e diretto a uno spettacolo. Ho incontrato i miei amici e Larry
Susan alla Brewing Springfield per un paio di giri di birra e uno
spuntino prima dello spettacolo.
Abbiamo trascorso il pomeriggio nel giardino sul retro del bred &
breakfast Walnut Street Inn a prendere un pò di sole. Siamo arrivati al
luogo del concerto e abbiamo trovato I posti a sedere sul pavimento
proprio mentre I Dawes stavano salendo sul palco.
Un altro pò di preoccupazione era che Charlie non faceva più parte dello
spettacolo, ma Duke Robillard è stato spettacolare, l'interazione tra
lui e gli altri della band era praticamente impeccabile. Non ci sono
state tirate di orecchie o toccate di naso come un allenatore di terza
base da parte di Bob nel dirigere la band come gli avevo vistofare molte
volte prima. Proprio uno spettacolo meraviglioso.
Ho visto Bob a Des Moines l’estate scorsa ed era la mia prima volta con
lui al pianoforte a coda ed ero stato un pò deluso dal "plink plink
plink "che suonava in quel momento. Questo spettacolo però ha dimostrato
che per due ore Bob aveva bene in mano quel pianoforte suonando il blues
su di esso come nessuno può fare.
Highlights per me sono stati “Thing Have Changed”, “Beyond Here Lies
Nothing”, “Tangled Up in Blu” e “What Good Am I?”. C'erano i testi con
le solite scivolate come in ogni concerto dal vivo di Dylan, giuro che
qualcosa nel mezzo di Tangled Up in Blue non era del tutto a posto. Non
sono mai stato un vero grande fan di “Visions of Johanna”, ma questa
versione è stato davvero la migliore delle cinque volte che lo ho
ascoltato.
I quattro brani da Temptest si adattano bene alla serata nel loro stile
blues.
“Early Roman Kings” era basso e sporco proprio lì come l’esecuzione di
Blind Willie McTell e Love Sick.
Il mio amico Hole (sì questo è il suo nome) di solito cerca di fare
qualche passo di danza stile mid west quando Dylan viene da queste
parti, ma i tempi sono quello che sono e questo sarà il solo show che
saremo in grado di vedere in questo tour. Siamo ancora grati che siamo
stati in grado di vedere un tale spettacolo dinamico e potente come
quello che abbiamo visto a Springfield. Sappiamo che un giorno uno di
noi (io, Hole o Dylan) non sarà più in grado o di andare o di fare lo
spettacolo. Ogni anno che passa le eventualità di ritrovarci tutti ad
uno show si assottigliano.
Se avete la possibilità di vedere questo tour fate in modo di non
perdere lo show. Non sto dicendo di mollare la vostra ragazza o il posto
di lavoro o qualcosa di simile, ma d'altra parte ci saranno sempre
ragazze e posti di lavoro.
P.S. Un grazie di cuore a Bill Pagel di boblibks.com che permette da
anni a tutti noi di condividere le recensioni di questi
spettacoli.
Grazie della tua risposta, è sempre bello
far parte di questo sito vivente e trasformante.
Vi dedico questa mia canzone.
Fatemi sapere anche personalmente cosa ne pensate! Uscirà a breve,
l'anno prossimo credo, il mio cd.
Ciao a tutti.
Un abbraccio!!!
La canzone è buona a mio
avviso, però, sempre a mio avviso, la tonalità è un pò tirata per la tua
voce, io la abbasserei di un tono per evitare di aver quei piccoli
problemi che sembri avere sulle note più alte. Alla prossima, :o)
Lunedi 24
Giugno 2013
Talkin'
9107 - Riky A.
Oggi è a Padova, domani a Roma, poi a
Milano, poi a Berlino, a Londra, in Florida, nell'Ohio, Tennessee,
Minnesota, California, Vietnam, Giappone, India...Israele.. Questa
continua ricerca è la somma che contraddistingue Bob Dylan. Un
instancabile pellegrinaggio, ma verso cosa?
All'improvviso sono stato folgorato: "qui siamo privi di una stabile
dimora, ma andiamo in cerca di quella futura" lettera agli ebrei 13,14.
Questa frase è contenuta nel requiem tedesco di Brahms (dein wir haben
hie keine bleibende Statt).
Mi sono subito venute in mente tutte le canzoni di Bob, un rambler,
instancabile nella sua ricerca di verità. Credo di aver compreso che
questa verità tanto agoniata da Bob sia un qualcosa che riguardi il
concetto di "fede". Bob stesso si è accorto di avere una grande fede in
diversi periodi, John Wesley Harding, Slow Train Coming, Shot Of Love,
Saved...il periodo gospel ecc..
Secondo me questo suo approdo alla fede è precedente, è innato. Non
sapeva di essere credente, ma inconsciamente la sua ricerca tra vagoni
merci, città americane, New York, Colorado e tutta l'amata America, era
una ricerca di "dimora". Una dimora errante, come il senso di continuo
movimento che è magicamente rinchiuso nelle sue canzoni.
Questa dimora stabile non la troverà in questo mondo, ma in quello
futuro.
Lettera agli Ebrei
P.s. Bob è Ebreo, speriamo l'abbia letta :)
E voi? Che ne pensate? Riky
Bella domanda e bella
riflessione. Potrebbe essere davvero così oppure essere solo una tua
impressione, sinceramente credo che nessuno di noi possa dirlo, forse
solo Bob sarebbe in grado (sempre che su questo argomento, cioè "la
ricerca della fede" sia estremamente lucido, cioè cosciente di essere da
sempre alla ricerca della fede in modo voluto e non inconscio, cosa che
sarebbe anche possibile del resto, molta gente agisce per senzazioni che
non riescirebbe mai a spiegare razionalmente, oppure tenta di farlo
attraverso poesie, allegorie, letteratura, musica, canzoni,
comportamenti mutevoli nel tempo, un pò come sembra aver fatto Bob) di
dire una parola su questo modus vivendi che ha adottato da moltissimi
anni ormai, modus che potrebbe spiegare il perchè dei suoi mutamenti
religiosi, questi impulsi a volte violenti da fargli abbandonarte un
tipo di vita per impostarne un altro completamente diverso, eventi che
hanno influito non solo sull’uomo ma anche sull’artista e la sua musica.
Dylan ha attraversato diverse fasi di differenzazione dall’inizio della
sua carriera fino ad oggi, dimostrando di essere uno spirito inquieto,
uno spirito sempre alla ricertca di qualcosa che ha sempre cercato di
descrivere con le canzoni, canzoni che cambiavano completamente quando
cambiavano le sue motivazioni di vita. Probabilmente, come hai detto
bene tu, questo bisogno è innato in Bob, un bisogno continuo di qualcosa
di diverso, un bisogno di comprendere sempre di più o in un altro modo
le cose che accadono su questo piccolo pianeta che è il nostro mondo, il
bisogno di capire il perchè di tante cose alle quali molti uomini hanno
cercato di dare risposte, a volte facendo centro ed a volte toppando. Ma
questo credo sia valido anche per Bob, non mi sentirei di affermare che
ogni sua scelta sia stata giusta o che non abbia mai commesso errori,
direi piuttosto che Bob ha saputo imparare dai suoi sbagli e trarne
profitto per il futuro che doveva seguire. Tutta la sua vita dimostra
che sta rincorrendo qualcosa e che questo qualcosa è sempre in
evoluzione così da non poter fargli mai affermare “Ce l’ho fatta!”,
quindi la strada continua, sempre avanti e sempre senza fermarsi,
l’identico spirito con quale è impostato e portato avanti da anni il
NET. Dylan non si calmerà mai, nemmeno quando l’età non gli permetterà
più di cavalcare per il mondo come sta facendo oggi, ma certo si
inventerà qualcosa di nuovo che lo metterà in grado di dirci, di farci
sapere le sue sensazioni, le sue paure, le sue speranze e le sue
delusioni. Come vedi sono d’accordo con te su questo argomento, anch’io
credo che il suo peregrinare sia un’esigenza innata e quasi sicuramente
incosciente che lo costringe ad andare sempre più avanti, fino a dove i
misteri vengono svelati dalla luce della conoscenza e dell’esperienza.
Dove arriverà non lo sappiamo ne noi e probabilmente nemmeno lui,
l’ultimo approdo è sempre sconosciuto per il navigante......
The ghost of electricity - di Paolo
Vites
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Sabato 22
Giugno 2013
Springfield, Missouri - Missouri State
University - JQH Arena - April 24, 2013
di Trusten Williams
Insieme con i miei amici Mike e Tom, sono entrato nella JQH Arena di
Springfield sperando di vedere un buon spettacolo di Dylan. Sono
entusiasta nel dire che non siamo stati delusi. Le opinioni erano che
questo spettacolo era stato molto buono.
Come era stato detto in altri spettacoli precedenti questo, l'annuncio
d'apertura era quello di godersi lo spettacolo senza far uso di telefoni
cellulari e macchine fotografiche.
Bob è arrivato sul palco ed ha cominciato a snocciolare canzone per
canzone con esecuzioni passionali e animate, grande musica. L'aggiunta di
Duke alla band sembra aver avuto un effetto energizzante. Il palco poco
illuminato è servito per creare l'atmosfera perfetta e lo sfondo per una
serata intima con Bob. La set list era la stessa che avevo letto per la
notte precedente a St. Louis e la consistenza della list sembrava
mostrare che la band suona un set stretto che ha avuto l'effetto di
farli andare a tutta birra. Dalla canzone di apertura, “Things Have
Changed”, che vedeva Bob in piedi al centro della scena, alla
prestazione del bis di “Ballad of a Thin Man”, Bob era saldamente ancorato
ad ogni parola ed ogni nota musicale
che ha suonato, con una passione che non avevo mai visto.
Ho visto Bob forse una dozzina di volte nel corso degli anni, la prima
volta da solo mentre ero al liceo, ed una fantastica performance diversi
anni fa con Charlie Sexton e Larry Campbell alla Columbia University del
Missouri, e questo spettacolo potrebbe essere stato il migliore di
sempre. Bob sembrava divertire se stesso a non finire e la band sembrava
avere gli stessi godimenti. E' stato un vero piacere, a metà del set,
vedere Stu fundere il suo sguardo con Duke sorridendo da orecchio a
orecchio, come Duke ha suonato alcuni top notch alla chitarra solista.
Si potrebbe dire che Stu stava godendo vedendo Duke che si godeva
l'esperienza di suonare nella band, che è servita a migliorare la
qualità della performance musicale e aumentare il mio apprezzamento per
la performance della band. Avendo visto Stu diverse volte in concerto,
ho sviluppato un reale apprezzamento del suo umile e sottile approccio
nel suonare. Questa sera a Springfield, è stato un vero maestro che ha
eseguito una performance dinamica, ancora una volta, senza fanfare.
Bob era in un tipo di forma rara in ogni canzone che ha cantato, dalle
nuove canzoni di Tempest a Blind Willie McTell. La prestazione di
All Along The Watchtower è sempre una delle mie preferite, ed è stata
piacevole anche stasera. Ci sarebbe un suggerimento che vorrei dare a
Bob e alla band, Watchtower dovrebbe durare più a lungo, friggere di
più, essere cucinata di più.
Prima dello spettacolo ho avuto la fortuna di incontrare Louise
Harrison, la sorella di George Harrison, che era allo show per "George"
delle Liverpool Legends, (consiglio vivamente di guardarlo). Lei
è una donna molto gentile, ha ormai 82 anni e mi sono divertito a
parlare con lei per circa 10 minuti. Ha parlato di essere stata al
concerto del Bangladesh e di avere avuto la possibilità di interagire
con Bob, negli anni Settanta.
E' stato un vero piacere avere avuto la possibilità di scambiare
opinioni con lei.
Venerdi 21
Giugno 2013
Bob Dylan ha
dipinto un quadro in Central Park circondato da donne in topless?
Un paio di giorni fa era girata la “voce” che Bob Dylan fosse stato
avvistato a New York in Central Park mentre dipingeva un ritratto
circondato da donne in topless che leggevano un libro.
Oggi la “voce” sempre più “pazza” cerca ancora di coinvolgere la vecchia
icona del rock mentre è circondato da donne semi-nude che leggono
narrativa futuristica, e un dipinto ad olio copiato però da una foto è
stato oggi mostrato oggi tramite una filiale della CBS:
la quale riferisce che "Giovedi scorso (13
giugno) Bob Dylan ha piantato in asso il suo microfono per un
cavalletto, quando è stato avvistato a Central Park che stava
apparentemente dipingendo ritratti di modelle in topless sdraiate
nell'erba.
La voce è ulteriormente spiegata da almeno uno degli informatori fidati
di Animal New York, che ha detto di aver visto Dylan con vernici e
cavalletto vicino ad alcune donne che non erano modelle, ma bensì un
gruppo chiamato "Pulp Topless", donne che si riuniscono a New York nelle
giornate di sole per leggere un libro all'aperto mentre sono a seno
nudo. L'informatore non è però del tutto convincente anche se ha
mostrato una foto di un ritratto di nudo, presumibilmente dipinto da
Dylan, quel pomeriggio. Un ritratto nudo che, guarda caso, sembra essere
stato fortemente ispirato da una foto della attrice italiana Sonia
Aquino scattatale dal fotografo di moda svizzero Bruno Bisang.
Nel frattempo, almeno una donna coinvolta nell’attività ha confermato
che lei era a Central Park lo scorso Giovedi pomeriggio a leggere Bunny
Modern come parte di un raduno programmato da Richard Prince e ha
fornito le foto a NSFW del pomeriggio. Ma anche lei non può confermare
se Bob Dylan era lì in carne e ossa:
"Si dice che Bob Dylan si è presentato, vernici e cavalletto alla mano,
e ha trascorso il pomeriggio con noi come modelle di vita per le sue più
recenti riflessioni ad olio su tela. . . Vero? Falso? Non chiedetemelo.
Quando abbiamo raggiunto l'erba per una delle nostre sedute di lettura
all'aria aperta ci siamo concentrate sui nostri libri e non sulle
persone intorno a noi. C'era qualcuno con un cavalletto in lontananza?
La nostra risposta: forse. . .? Ha continuato, se era là, non è venuto
da noi a presentarsi".
Se questa “voce” che lui era là fosse vera, non sarebbe la prima volta
che Bob Dylan è uscito all’aperto per nutrire la sua ispirazione
artistica. Nel 2011, il New York Times ha riferito che alcuni esperti di
Dylan, viste e considerate le opere della sua mostra "The Asia Series" -
descritte dalla Gagosian Gallery come "raffigurazioni di persone di
prima mano, scene di strada, architettura e paesaggio" che il musicista
aveva incontrato e visto nei suoi viaggi in Asia - hanno scoperto che
invece i quadri in mostra erano basati su delle fotografie che sono
ampiamente a disposizione di tutti sul web e che lui non aveva scattato
personalmente.
“Voce” vera o non vera, facciamo pure un applauso alla creatività degli
ideatori della stessa.
Ecco alcune delle foto del gruppo di topless lettrici:
Giovedi 20
Giugno 2013
St. Louis, Missouri - Peabody Opera
House - April 23, 2013
di Rodney Peck
Durante l'ultima settimana di aprile mia moglie (Terri) ed io abbiamo
avuto la fortuna di vedere Bob Dylan esibirsi due volte. Martedì scorso
23 al Peabody Opera House di St. Louis abbiamo visto uno spettacolo che
ci ha emozionato così tanto che abbiamo deciso di andare a Champaign,
IL, due giorni dopo, il 25. E' stato uno show molto stimolante e sono
lieto di essere in grado di condividere le mie impressioni sullo "stato
di Dylanology" (tongue-in-cheek sul termine Dylanology) a questo punto.
Avevamo visto l'ultima volta Dylan il 25 agosto del 2012 ed eravamo
rimasti entrambi in silenzio e piuttosto delusi, soprattutto dal momento
che non lo vedevamo dall’ottobre 2010 e niente era cambiato nel
frattempo. Il problema principale per me era stata la perdita della
musicalità della band, così come quella del chitarrista Charlie Sexton,
due questioni che erano quasi certamente legate. Nell’autunno del 2009
tutta la comunità dylaniana era entusiasta alla notizia del ritorno di
Charlie nella band. Lo avevamo visto il 27 ottobre a Rockford, IL, e
siamo stati veramente colpiti da quanto grande fosse. Direi che è stato
il miglior Dylan che avevo visto dal 1° novembre del 2002 per l’ultimo
tour di Charlie con Bob. La mia recensione di quella sera si trova qui:
http://www.boblinks.com/102709r.html # 5 .
Charlie era per tutto il palco quella notte, davvero in grande spolvero
e sicuramente iniettava un pò di energia seria e alimentava la musica
della band, apparentemente persino sfidando Dylan, a volte. Purtroppo,
egli è un grande egocentrico e ha quasi messo in ombra il suo capo in
quello show. Quando li abbiamo visti di nuovo nel 2010 era chiaro che
Bob aveva silenziato Charlie che sembrava di essere sul palco col
broncio. Inoltre, la musica era sicuramente sofferente. A causa di
problemi personali, non abbiamo visto Dylan nel 2011, ma è stato più o
meno lo stesso che nei concerti del 2012. Quindi, eravamo molto
entusiasti di sentire che Bob e Charlie si erano divisi e che Duke
Robillard stava prendendo il suo posto.
La nuova band è stata molto positiva e sono felice di dire che sono
stato a dir poco entusiasta dallo spettacolo che abbiamo visto a St.
Louis. Parte della gioia della notte stava nel fatto di essere al
Peabody. Non ero più stato lì dal 1986 (quando era ancora Teatro
dell'Opera di Kiel) per vedere Stevie Ray Vaughn fare un grande concerto
e ho sicuramente raccolto una sorta di vibrazioni deja vu. Lo spettacolo
a Champaign probabilmente era altrettanto buono, ma essendo in un’ arena
grandissima di basket che era piena per meno meno di ¼ della sua
capacità poteva risultare uno show non altrettanto buono. Io sicuramente
ho pensato che per lui sarebbe stato meglio esibirsi in locali più
piccoli in questa fase della sua carriera.
Per quanto riguarda il nuovo chitarrista Duke Robillard, ho solo delle
cose buone da dire su di lui. La sua musica è stata sempre accesa in
entrambi gli show e, anche se lui ha una propria carriera da solista,
certamente sembra capire il suo ruolo di sideman in queste occasioni.
Sempre in piedi perfettamente seminascosto dietro Dylan e le ombre del
palco abilmente suona il suo strumento in un modo da strappare consensi
per quanto sta facendo. C’è chi conosce già il lavoro da solista e lo
stile di Duke, ma in base a quello che ho sentito dal palco lui è una
specie di BB King con influenze blues e questa sembra essere la
direzione scelta da Bob in questi giorni.
Ahum, sì la direzione che Bob sta prendendo. La sua voce ha ora una
evoluzione come lui ha sempre voluto che fosse. Ora è veramente un
cantante di Blues dalla voce rauca sulle orme di Howlin' Wolf o Blind
Willie Johnson. Naturalmente, i Blues sono sempre stati vicino al centro
dell’ universo musicale di Dylan, ma sono abbastanza convinto che lui è
ora su un altro livello. Ripensandoci, mi sembra che dai tempi di “Good
as I Been to You” e “World Gone Wrong” lui è stato avvolto
specificamente da ingranaggi Blues, una sorta di meccanismo di recupero
dopo il difficile (ma sottovalutato) periodo degli anni '80 che si
conclusero ufficialmente nel 1990 con “Under the Red Sky”. La sua
armonica suona ora ancora più blusier che mai e penso che la sua
decisione di passare al pianoforte a coda aggiunge efficacia a questo
suono. Mi piace anche quando lui va al centro della scena e, chitarra o
no, microfono in mano, canta da lì. E' divertente ed è anche qualcosa di
nuovo sufficiente a rendere un pò più affascinante il vederlo, e lo fa
anche abbastanza a lungo, ora che sembra completamente a suo agio senza
senza uno strumento a fargli da puntello.
Tuttavia, alcune questioni musicali ancora mi danno fastidio. Mentre il
blues di Bob è molto piacevole per l'orecchio, l'hard-jammin'rock' non
sembrano essere più roba per lui. Ripenso a come suonava Summer Days nel
2009 ed il confronto con adesso è la prova più evidente di come queste
cose non siano più nelle sue corde. Non che la canzone sia male ora, è
una piacevole song up-tempo che è anche ballabile, ma è usato in modo da
trascendere la sua natura rockabilly originale in un modo che potrebbe
evocare paragoni al modo in cui i Dead utilizzavano per jammare “Not
Fade Away”. Forse è una questione di scelte, forse è solo una questione
che Bob è ora più vecchio, non lo so. Amo il suono della band e non sto
dicendo che questo pezzo sia stato tutto male, sto solo dicendo “Ho
ancora bisogno di un pò di rock-power nella mia dieta”.
Le prestazioni acustiche sono sempre state parte integrante del Dylan
show e mi mancano ogni volta, anche se sono passati dieci anni da quando
lo fece per l’ultima volta. Inoltre, mentre mi è piaciuto in questi
ultimi spettacoli, è stato un pò noioso sapendo che avrebbe suonato
esattamente la stessa scaletta delle altre notti. Certo, siamo stati
molto fortunati che ha tirato fuori “Workingman Blues # 2” a Champaign,
ma io sono un fan di Dylan piuttosto hard che non vorrebbe vedere
numerosi spettacoli in fila con la stessa scaletta.
Ci sono stati alcuni ragazzi universitari seduti dietro di noi a
Champaign, che erano dispiaciuti perchè la maggior parte delle canzoni
erano del periodo di Time out of Mind o più tardi, canzoni generalmente
sconosciute a quei fan occasionali che Bob ha bisogno di avere per
continuare il NET. Certo, per noi appassionati hard-core ci piace che
lui abbia abbastanza fiducia nelle sue canzoni del tardo periodo tanto
da basarci il suo show, ma se continua così si troverà con noi soltanto
perchè il pubblico continuerà a diminuire. Non mi lamento solo per
essere stronzo. Ho detto prima che presso la University of Illinois
Assembly Hall la folla era poca, e questo non è insolito in questi
giorni. I punti di critica costruttiva che ho fatto non sono solo una
questione di preferenze personali. Queste saranno le questioni che Bob
dovrà affrontare al fine di mantenere la folla al livello nel
neverendingtour dagli anni 70. Se il Dylan artista non è interessato a
fare queste cose, il Dylan uomo d'affari dovrebbe esserne a conoscenza e
tenerne conto.
Mercoledi
19
Giugno 2013
St. Louis, Missouri - Peabody Opera
House - April 23, 2013
di Tom Burke
Gran posto. Ottimo luogo. Grande spettacolo.
Ho dei pregiudizi a favore di Bob. In realtà mi piace la sua voce
brutale. Mi piace molto la sua esecuzione ed il suo styling. Capisco
però che la sua voce come il formaggio andato a male non è per tutti, e
provo sempre dispiacere per quelle persone che vengono a uno spettacolo
aspettandosi di sentire ancora il Dylan della Royal Albert Hall e dei
giorni della Rolling Thunder Revue.
Per me, Dylan suona alla grande in questo momento, e penso che la band
sta suonando in un stile che esalta la sua voce e il suono dello
spettacolo. Purtroppo, io non sono un esperto di musica quindi non posso
davvero parlare con un minimo di autorità, ma in questo show mi è parso
che il mix sia stato eccellente la scorsa notte. Tutti gli strumenti si
sentivano e ciascuno è stato evidenziato in modo appropriato e la voce
di Bob era facilmente udibile e comprensibile. Ho pensato che l'acustica
era ottima. Il suono era nitido e chiaro. La musica non era troppo forte
ed aveva il feeling dei vecchi tempi, con abbondante uso del
contrabbasso e del banjo. Ho pensato che il chitarrista fosse
eccellente, non cerca di fare troppo, ha uno stile minimalista molto
preciso. Bob sembrava fantastico al pianoforte! Alcune parti veramente
belle e si sentiva tutto! Idem per l'armonica ---- forte, emotiva, senza
lo stridore che a volte può verificarsi se si soffia troppo forte.
Dylan ha una presenza davvero interessante sul palco ..... sembra
eccentrico per me.
Non dice una parola al pubblico. Mantiene le distanze dal resto della
band. Fa dei cenni alla band durante le canzoni per i finali ecc, anche
con la sua voce che assume diverse espressioni nelle canzoni che
interpreta / segnali / sviluppa ecc. i testi cambiando alcune strofe,
balla mentre canta ..... fa sempre più pensare a un cantante vaudeville,
più precisamente quello che dice lui è un ---- menestrello itinerante
col suo show. Molte delle canzoni sono state eseguite con Bob che
cantava al centro della scena, altre con lui seduto al pianoforte a
coda.
Che dire delle canzoni?? Ha attaccato il set come quasi sempre in questo
mini tour (vedi boblink per i dettagli) ...... al centro della scena per
i 3 numeri di apertura --- “Things Have Changed”, “Love Sick” e “High
Water (for Charley Patton) ...... grande mini set ---- dolce!
Poi al pianoforte per un paio di canzoni da Tempest --- “Soon after
Midnight” e “Early Roman Kings”----- divertente se non altro perchè sono
nuove e mai sentite prima.
Poi uno dei punti salienti dello show ---- Una versione davvero diversa
ed aggrovigliata di “Tangled Up in Blue”---- mai sentita prima così, più
elettrica e frenetica --- questa versione è stata molto forte.
“Pay in Blood” buona, “Vision of di Johanna” ----- questa è una tale
canzone incredibile e lui ha fatto un ottimo lavoro eseguendola al
pianoforte ...... un grande momento!!
“Spirit on the Water” .... non è un classico, ma è una canzone che mi
piace. Idem per “Beyond Here Lies Nothing”.
Successivamente, un altro grande momento --- Bob al centro della scena
per una lamentosa “Blind Willie McTell” .... sembra di vedere le grandi
piantagioni di cotone, sentire lo schioccare della frusta, odorare la
dolce magnolia in fiore, vedere i fantasmi della schiavitù sulle navi
..... cosa c'è di meglio???
Incredibile la canzone successiva! Bob dietro al pianoforte per un
incredibile “What Good Am I?”, grande voce. Ottimo pianoforte. Folla
silenziosa. Grande momento.
“Summer Days” è poi seguita ---- buona versione boogie ---- bella ---
solida ----- “Scarlet Town” ---- buona canzone --- testi ed esecuzione
ringhianti.
Lo spettacolo è finito con due classici --- buone e solide prestazioni
---- “All along the Watchtower” ----- non si può rovinare questo pezzo,
ma in realtà è stato così, niente a che vedere con la versione di
“Before the Flood” che sul tuo vecchio giradischi esprime grazia e se
alzi il volume sembra che la band di supporto stia per impazzire ----
Watchtower non può essere eseguita meglio di quella versione a mio
parere!
Infine “Ballad of a Thin Man” ----- un classico da godere ------
Incredibile!!!---- cattura simultaneamente lo spirito del tempo della
metà degli anni '60 ed è una canzone senza tempo.
Ho gironzolato intorno al teatro per un pò dopo lo spettacolo girando
fra i tour bus..... stavo sotto la pioggia e dopo circa 10 minuti ho
realizzato che avevo 57 anni e che avrei fatto meglio a togliermi dalla
pioggia e andare a casa.
Ps. Bella apertura dei Dawes ...... evocativa del suono così caldo dei
primi
Anni '70 .... Jackson Browne?? ...... Quando Chris Hillman si unirà alla
band???
Ho aquistato i biglietti per i due
concerti di Roma,70 euro per soli posti in piedi all'Atlantico,e sono
sicuro che staremmo pigiati tutti come sardine, il locale mi sembra
molto piccolo.
Forse non sarebbe stato meglio un solo concerto ma al Palalottomatica (
se libero ) distante solo qualche km dall'Atlantico?
Penso che la maggior parte del pubblico di Dylan abbia superato i
cinquant'anni e spendere 70 euro per godersi lo spettacolo tutta la
serata in piedi non mi sembra ragionevole.
L'ultimo concerto del 2011 al Palalottomatica è stato eccezionale per
tutte le eta', chi se lo voleva godere tranquillo stava sugli spalti o
in tribuna, chi voleva invece un contatto diciamo più fisico stava sotto
la platea. Anche perchè dove ero io c'erano famiglie con al seguito
anche dei bambini, e che sicuramente all'Atlantico sconsiglierei di
portare.
Che ne pensate?
Pace e bene a tutti.
Piero
Caro Piero, sembra che il
tuor di quest'anno sia improntato sui teatri e venue piccole, così come
quello dell'anno scorso era impostato esclusivamente sui festival estivi
all'aperto. Credo sia questa la ragione della scelta. Penso che per un
fan di Dylan, anche oltre i 50 anni, stare in piedi due o tre ore non sia un
problema. L'anno scorso a Barolo eravamo tutti in piedi sotto il sole
sin dalle quattro del pomeriggio, con un caldo infernale, ma ce l'abbiamo
fatta, vedrai che ce la faranno anche quest'anno senza fatica. Alla
prossima, :o)
Bob Dylan Tour Italia 2013: Milano,
Roma e Padova
clicca qui
Venerdi 14
Giugno 2013
Tour 2013
Date Europee
Oct 10, 2013 Oslo, Norway Oslo - Spektrum
Oct 12, 2013 Stockholm, Sweden - Stockholm Waterfront
Oct 13, 2013 Stockholm, Sweden - Stockholm Waterfront
Oct 15, 2013 Copenhagen, Denmark - Falconer Salen
Oct 16, 2013 Copenhagen, Denmark - Falconer Salen
Oct 18, 2013 Hannover, Germany - Swiss Life Hall
Oct 19, 2013 Hamburg, Germany - CCH Jun
Oct 20, 2013 Hamburg, Germany - CCH Jun
Oct 22, 2013 Düsseldorf, Germany - Mitsubishi Electric Halle
Oct 24, 2013 Berlin, Germany - Tempodrom
Oct 25, 2013 Berlin, Germany - Tempodrom
Oct 28, 2013 Geneva, Switzerland - Geneva Arena
Oct 30, 2013 Amsterdam, Netherlands - Heineken Music Hall
Oct 31, 2013 Amsterdam, Netherlands - Heineken Music Hall
Nov 02, 2013 Milan, Italy - Teatro degli Arcimboldi
Nov 03, 2013 Milan, Italy - Teatro degli Arcimboldi
Nov 04, 2013 Milan, Italy - Teatro degli Arcimboldi
Nov 06, 2013 Rome, Italy - Atlantico
Nov 07, 2013 Rome, Italy - Atlantico
Nov 08, 2013 Padova, Italy - Gran Teatro Geox
Nov 10, 2013 Brussels, Belgium -Forest National
Nov 12, 2013 Paris, France - Teatro Gran Rex
Nov 13, 2013 Paris, France - Teatro Gran Rex
Nov 16, 2013 Esch-sur-Alzette - Luxembourg Rockhal
Nov 18, 2013 Glasgow, Scotland - Clyde Auditorium
Nov 19, 2013 Glasgow, Scotland - Clyde Auditorium
Nov 20, 2013 Glasgow, Scotland - Clyde Auditorium
Nov 22, 2013 Blackpool, England - Opera House
Nov 23, 2013 Blackpool, England - Opera House
Nov 24, 2013 Blackpool, England - Opera House
Nov 26, 2013 London, England - Royal Albert Hall
Nov 27, 2013 London, England - Royal Albert Hall
Nov 28, 2013 London, England - Royal Albert Hall
Grazie a Giulia Satta, Daniele "Ardez"
Ardemagni e Alfredo Cesarano per la segnalazione.
Caro Mr Tambourine,
Grazie dei ringraziamenti, per me è solo un piacere condividere con
tutta la Fattoria le buone notizie :)
Ed oggi sono ancora più buone, buonissime!
Probabilmente lo hai già visto, sul sito ufficiale di Bob sono uscite
tutte le date del prossimo tour europeo.
Tra queste date (sospiro di sollievo) ben sei sono italiane:
02 Novembre 2013: Milano (Teatro degli Arcimboldi)
03 Novembre 2013: Milano (Teatro degli Arcimboldi)
04 Novembre 2013: Milano (Teatro degli Arcimboldi)
06 Novembre 2013: Roma (Atlantico)
07 Novembre 2013: Roma (Atlantico)
08 Novembre 2013: Firenze (Teatro Comunale di Firenze)
Le vendite apriranno domani 14 giugno alle ore 09.00.
Buona giornata a tutti voi (di certo felici, voi)!
Grazie a te, a Daniele e
Alfredo, questa volta il merito è proprio vostro, nemmeno i mei
contatti americani hanno saputo anticiparmi le notizie, voi siete stati
i primi a segnalare le date italiane, a voi il merito dunque, in questa
occasione io riporto soltanto! Capirete perchè a volte dico che la
Fattoria è di tutti e non solo ed esclusivamente mia! :o)
Coraggio, Mr. Tamburine,
non te la prendere! Sapessi quante sciocchezze ho detto nella mia vita e
quante sviste! E quante volte mi sono salvata in corner mordendomi la
lingua, un miracolo che non me ne sia ancora staccata un pezzo... :-)
E scusa se mi sono permessa di sorridere un po' sul paradosso della
situazione.
Quanto a Walter spero che abbia desistito dal suo proposito di buttarsi
nel lago di Luino, altrimenti toccherà organizzare una spedizione di
salvataggio! :-)
Un abbraccio, Maria Rosa
L'amico Walter mi ha
confermato di aver desistito dal suo proposito anche perchè sbagliare in
buona fede non vuol dire doversi perdere per sempre, certo, sarebbe
meglio non fare sviste, ma purtroppo siamo umani e la perfezione è solo
delle macchine! Comunque grazie per la solidarietà! :o)
Non riesco a capire una cosa: Tempest è
uno dei più bei lavori di Bob da sempre e sono giorni interi che
spendete tempo sull' unica traccia non dico mediocre ma meno bella
dell'album (guarda caso uno scarto di TTL), Duquesne Whistle. Ci sono
altre 9 tracce che meriterebbero molta più attenzione piuttosto che
fermarsi sempre sul fischi del treno iniziale, al video, a R.Hunter (che
diciamocelo, con Dylan non ha scritto canzoni memorabili, Silvio
compreso e TTL lo considero un bel disco ma di transito fra Modern Times
per arrivare al capolavoro di Tempest).
Scusate ma è solo un mio parere. Intanto Bob arriverà in Italia per
diverse date a novembre, 3 delle quali agli Arcimboldi di Milano...ho
sembre desiderato vederlo in un ambiente intimo, anche se era già
successo all'Alcatraz...ma qui essendo teatro ci sarà un'altra
atmosfera.
Un abbraccio...Daniele "Ardez" Ardemagni
Non sono d'accordo con te
caro Ardez, a me Duquesne piace moltissimo, c'è la mano di Dylan che
trasforma le cose mediocri in cose particolari. Devo dire poi che gli
scambi di opinioni nascono casualmente, basta la mail di un amico per
accendere un piccolo scambio di idee, sempre bello e mai dannoso. Poi
darsi che in futuro la nostra attenzione si soffermi su qualcos'altro,
su qualche altra canzone. Quando Tempest uscì ricordo di aver scritto
che per me la canzone più bella dell'album era "Long and wasted years",
non saprei dirti dettagliatamente perchè, ma quando la sento qualcosa si
muove dentro di me, qualcosa che le altre canzoni non riescono a toccare
così profondamente, è una sensazione, un feeling che non saprei
spiegare, ma quella canzone per me è "Tempest", molto più di altre
altrettanto valide. Salutami chi sai, un
abbraccio anche a te, Mr.Tambourine, :o)
Mi sveglio la mattina del 13 giugno e
accendo il pc. Leggo su Maggie's Farm che una utente ha notato che ci
sono 6 concerti di Bob in Germania. Allora vado sul sito di Dylan e
oltre alla conferma dei concerti tedeschi trovo anche 6 concerti in
Italia; tre a Milano, due a Roma e uno a Firenze. DAJE !!!!
October 10, 2013 Oslo Norway Oslo Spektrum
October 12, 2013 Stockholm Sweden Waterfront Congress Centre
October 13, 2013
October 15, 2013 Copenhagen Denmark Falconer Salen
October 16, 2013
October 18, 2013 Hanover Germany Swiss Life Hall
October 19, 2013 Hamburg Congress Center Hamburg
October 20, 2013
October 22, 2013 Düsseldorf Mitsubishi Electric Halle
October 24, 2013 Berlin Tempodrom
October 25, 2013
October 28, 2013 Geneva Switzerland SEG Geneva Arena
October 30, 2013 Amsterdam Netherlands Heineken Music Hall
October 31, 2013
November 2, 2013 Milan Italy Teatro degli Arcimboldi
November 3, 2013
November 4, 2013
November 6, 2013 Rome Atlantico Live
November 7, 2013
November 8, 2013 Florence Teatro Comunale Florence
November 10, 2013 Brussels Belgium Forest National
November 12, 2013 Paris France Le Grand Rex
November 13, 2013
November 14, 2013
November 16, 2013 Esch-sur-Alzette Luxembourg Rockhal
November 18, 2013 Glasgow Scotland Clyde Auditorium
November 19, 2013
November 20, 2013
November 22, 2013 Blackpool England Blackpool Opera House
November 23, 2013
November 24, 2013
November 26, 2013 London Royal Albert Hall
November 27, 2013
November 28, 2013
FEDERICO95
Cazzo
Friends, questa si che è collaborazione! Davvero grazie a tutti! :o)
Giovedi 13
Giugno 2013
Talkin'
9099 - Giulia Satta
Caro Mr. Tambourine,
Ancora nessuna notizia è apparsa sul sito o sulle pagine ufficiali di
Bob Dylan.
Però ho appena scoperto che su un sito tedesco che si occupa di concerti
(Marek Lieberberg Konzertagentur GmBH & CO.KG:
http://www.mlk.com/ ) sono comparse
sei date che potrebbero far palpitare il cuore di qualcuno:
Cara Giulia, nessuna
notizia era finora mai trapelata o apparsa sul web, complimenti a
te che l'hai scoperto! Speriamo che queste date vengano confermate dal
sito di Bob al più presto e che assieme a queste sei date tedesche
compaia anche qualche data italiana. Rinnovo i complimenti per la
segnalazione davvero gradita.
Ed ecco che anche la pagina Facebook di
eventim.de e
la pagina specifica (il ticketmaster tedesco, per intenderci)
pubblica la foto ed annuncia le date!
Ma no, ma quale figuraccia! Capita a
tutti una svista!
Anche io avrei dovuto capire che Walter si riferiva ad un'altra canzone.
Ciao, Bruno
Caro Bruno, ti ringrazio
perchè hai cercato di metterti nel "gruppo della svista" per darmi una
mano. Certo, si è trattato di una svista, sia da parte di Walter che da
parte mia, ma questo non toglie che io l'abbia fatta davvero grossa.
Pazienza, la prossima volta starò molto ma molto più attento! E con
questo anche Walter si toglierà il peso dallo stomaco, :o)
Dai Mr. Tamburine!
Ma quali contestazioni! Mi fate sentire un incrocio tra un'adolescente
problematica e una vecchia zia un po' rimbambita! :-)
Comunque mi sono divertita a leggere i commenti di questi giorni...
dunque, ricapitoliamo: Dylan ha aperto il suo ultimo album con un brano
che è un avanzo di TTL, accompagnato da un video riciclato, il testo non
è suo ma l'ha scritto tutto Hunter, la musica è scopiazzata, ma ha
scelto quello perché non voleva discutere con i manager della Sony!
Chissà che cosa ne pensa di tutto questo quel vecchio rompiscatole di
Jack Frost che Dylan ha voluto in sostituzione dei suoi produttori... !
:-)
Tutta questa storia mi fa pensare a mia nonna che con l'arrosto avanzato
della domenica il lunedì ci faceva le polpette... comunque le polpette
di mia nonna erano buone (e l'arrosto lo aveva fatto lei... anche se,
devo ammetterlo, non aveva allevato il manzo e, naturalmente, non era
neppure lei stessa il manzo...).
Quanto al commento di Miscio sulla strofa di Early Roman Kings, trovo le
sue riflessioni interessanti. Conoscevo la storia dell'allegro poligamo,
ma non avevo mai pensato di accostarla a questo pezzo (resta da
chiedersi se sarebbe stato così allegro se ognuna delle sue 14 mogli
avesse avuto a sua volta 14 mariti!). Bello anche il riferimento alla
"Comare di Bath" di Chaucer.
L'unica contraddizione che posso trovare nelle sue parole, se proprio si
vuole trovarne una, è su quanto scrive nel primo post, riferito a Ding
Dong Daddy: "le donne vogliono sentirsi amate più di ogni altra cosa", e
quanto dice nel secondo a proposito della comare: "ciò che le donne
desiderano è il potere - dominare il loro marito o innamorato ed essere
nel comando superiori a lui". Dunque: what the women want? Su questa
questione ci si spacca la testa da un sacco di tempo e pare che anche
Dylan abbia fatto degli studi in merito, non so se poi abbia ottenuto
delle risposte soddisfacenti. Comunque i versi del pezzo da te citati,
Miscio, sono veramente un capolavoro di enigmistica, e non solo.
Mi fanno pensare a un delizioso brano di "Through the looking glass", il
dialogo tra Humpty Dumpty e Alice, che varrebbe la pena di rileggersi
per intero, meglio in inglese, ma ne cito solo la parte centrale (e
tradotta da Masolino d'Amico):
- Non capisco che cosa dovrei portarmi a casa - disse Alice.
Humpty Dumpty fece un sorriso di disprezzo. - Naturale... devo dirtelo
io. Volevo dire, "ecco un argomento che ti stende definitivamente" -
- Ma "piglia su e porta a casa" non è proprio come dire "ecco un
argomento che ti stende" - obiettò Alice.
- Quando io uso una parola - disse Humpty Dumpty in tono alquanto
sprezzante - questa significa esattamente quello che decido io... né più
né meno.
- Bisogna vedere - disse Alice - se lei può dare tanti significati
diversi alle parole.
- Bisogna vedere - disse Humpty Dumpty - chi è che comanda... è tutto
qua.
Alice era troppo perplessa per dir niente; così dopo un minuto Humpty
Dumpty ricominciò. - Certe hanno un caratterino... soprattutto i verbi:
sono i più orgogliosi... con gli aggettivi puoi fare quello che vuoi, ma
con i verbi... comunque, io posso farli filare tutti quanti!
Impenetrabilità! Ecco cosa dico!
- E sarebbe così cortese da dirmi - disse Alice - che cosa significa?
- Ora parli come una bambina ragionevole - disse Humpty Dumpty con aria
molto compiaciuta. - Con "impenetrabilità" volevo dire che ne abbiamo
abbastanza di questo argomento, e che faresti meglio a dirmi che cosa
vuoi fare a questo punto, poiché non credo che tu voglia fermarti qui
tutto il resto della tua vita. *
Un abbraccio, Maria Rosa
* Lewis Carroll - Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie -
Attraverso lo Specchio - Mondadori - 1978 e ristampe.
Nella nota al brano Masolino d'Amico, scrive che: "Humpty Dumpty come il
suo autore erano seguaci del nominalismo, la teoria medievale per cui i
termini universali non sono altro che flatus vocis, espressioni verbali,
gettoni a disposizione di ogni parlante: punto di vista sempre più
condiviso dal pensiero moderno".
Il che non vuol dire che non abbiano senso, aggiungo io.
Mercoledi
12
Giugno 2013
Talkin'
9095 - Bruno "Jackass"
Ciao Mr. Tambourine
mentre riesco a comprendere il dibattito sulla debole connessione
video/canzone in Duquesne Whistle, non riesco proprio a vedere alcuna
somiglianza tra DW e Manish Boy/I'm a Man.
Spesso Bob Dylan ha sfruttato pedissequamente la classica struttura del
blues, quando lo fa è una cosa che in genere non apprezzo, ma questo non
mi pare proprio il caso.
Bruno "Jackass"
Cazzeruola Bruno, hai maledettamente ragione, ci
siamo infilati in un errore madornale, Walter B. con la sua mail ed io a
seguito con la mia risposta. Chiedo scusa a te ed a tutti i lettori per
la mia risposta idiota, ma continuando a ragionare su alcune cosa si
finisce a volte per prendere lucciole per lanterne. Ora ho capito
l'enormità della cazzata che abbiamo fatto sia io sia l'amico Walter.
Credo che nessuno dei due sia stato in mala fede, penso invece che, pur
non volendo, ci siamo confusi ed abbiamo preso un granchio grande come
una casa. L'osservazione non ha ragione di essere in quanto non è
Duquesne Whistle ad essere simile a "Manish Boy" o "I'm a Man" ma bensì
"Early Roman Kings". Vedi com'è facile sbagliare anche per uno come me
che non dovrebbe permettersi errori (o meglio castronerie) di questo
tipo? Purtroppo mi è successo ed ho anche fatto una figuraccia, sia nei
tuoi confronti che te ne sei accorto sia nei confronti di quanti altri
(e saranno stati numerosi) che avranno notato la cosa e pensato "Che
pirla questo Tambourine!". Ed avete tutti ragione, non chiedo scusa,
chiedo solo a tutti voi di perdonarmi, mi sono comportato come il cane
che si morde la coda e dopo cento giri non si ricorda più cosa sta
facendo perchè gli gira troppo la testa! Avrei dovuto essere io a far
notare all'amico Walter che molto probabilmente aveva fatto un errore,
che aveva confuso una cosa con un'altra, e invece sono caduto anch'io
dalla giostra come se fossi stato un dannato principante (che
vergogna!!!!!). Ma può succedere, e la dimostrazione la si può ancora
leggere nelle news di ieri. Abbiamo confuso Early Roman Kings con
Duquesne Whistle, ma ormai è fatta, volenti o nolenti abbiamo sbagliato
tutti e due, io e Walter, ma almeno a Walter va il merito di aver
scoperto che quello che tutti chiamavano "Mannish Boy" sembra essere
sbagliato, perchè sul disco c'è scritto "Manish Boy". Ho avvertito via
mail l'amico Walter B. dell'errore che avevamo fatto scambiando Duquesne
con Early, mi ha riscritto immediatamente dicendo di lasciare la sua
obbrobriosa mail (così l'ha definita) nelle news a perenne ricordo della
sua sbadatezza, e che stava pensando di andare a buttarsi nel lago di
Luino con una pietra al collo.
Spero che abbia cambiato idea, anche perchè
mi darebbe fastidio essere da meno.....! :o). Comunque grazie davvero
caro Bruno, mi sono ampiamente meritato la figuraccia che ho fatto.
:o(((((((
Martedi 11
Giugno 2013
Talkin'
9094 - Walter B.
Ciao a tutti,
a me sembra che in "Duquesne Whistle" di Bob Dylan ci sia
poco, solo la sua voce per
una cover rivistata, bella ma non originale, e per non originale
intendo non composta da Dylan. La musica è la melodia di un vecchissimo
blues ripreso e reso popolare da Muddy Waters col titolo di "Manish Boy"
(e bada ben bada ben non "Mannish" - vedi foto) e da Bo Didley come "I'm
a Man", le parole sono di Hunter, le immagini di Nash Edgerton e la
decisione di abbinarle a Duquesne molto probabilmente è della Sony che
aveva bisogno di qualcosa per pubblicizzare l'imminente uscita sul
mercato di Tempest. Questo non vuol dire che la canzone non sia bella o
valida, tutt'altro, ma mi diventa difficile capire il perchè si cerchi a
tutti i costi la mano di Bob in
questa canzone.
Walter B.
Ciao Walter, se ci pensi
bene non è poi così difficile da capire, questo è un sito dove
moltissimi
fans di Bob Dylan hanno occasione di trovarsi, di confrontarsi, di esprimere quello
che sembra a loro giusto o interessante per chiunque ami almeno un pò il
lavoro di Bob Dylan. Bob è il motivo che in qualche modo unisce
tutti noi dylaniati, quindi diventa spontaneo cercare di parlare di qualunque cosa riguardi il suo lavoro
o cercare la sua presenza ovunque sia possibile o probabile, non vedo
una stranezza esagerata in questo? Sempre
meglio che parlare di giaguari da smacchiare o delle amanti di
Berlusconi, non trovi? Alla prossima, :o)
St. Louis, Missouri - Peabody Opera House
- April 13, 2013
di Tom Finkel
Per la visita di Bob Dylan a St. Louis ieri sera, la prima dopo
l’ottobre del 2010 e quattordicesimo show del suo attuale tour, il
Peabody Opera House stadio era stato addobbato per l’intera altezza da
una tenda nera semicircolare con quattro grandi fari piazzati di di
fronte ad essa, che di tanto in tanto brillavano come tante lune enormi
orbitanti intorno al pianeta Bob.
Bob Dylan è finalmente diventato ciò che ha probabilmente sempre sognato
di essere: un vecchio bluesman. E questa è una buona cosa. E’ piccolo di
statura, più piccolo che mai, magro e con le gambe storte. E tiene in
pugno uno stadio come nessun altro artista.
La band è salita sul palco poco dopo le otto e trenta e si è buttata in
"Things Have Changed", tutti con il cappello, meno il multi-strumentista
Donnie Herron, che ha suonato il banjo, steel guitar, mandolino, pedal e
lap steel a capo scoperto. (Non pioveva dentro il Peabody.) Dylan
sfoggiava un vestito che sembrava qualcosa come una tuta militare nera,
con strisce rosse sulle gambe e larghe fasce scarlatte ad ogni polso. Il
suo cappello era un flattop di feltro grigio con l’orlo arrotolato, il
cappello dei giocatori d'azzardo.
Hanno proposto un set di sedici canzoni, un solo bis, una set list
allineata con quella della serata d’apertura a Buffalo il 5 aprile.
Un Bob Dylan che mostra un potenziale di sorprese che vanno
oltre la setlist, variazioni che possono venire solo con la fantasia
oppure prestabilite, come i tic calcolati di un professionista del
poker, per spingere gli altri che siedono al suo tavolo un pò fuori dal
loro gioco.
La setlist è molto ben fatta, con nove canzoni uscite dopo il 2000.
Dylan le suona e canta sia stando in piedi al centro della scena col
microfono in mano e, di tanto in tanto, mimando ... qualcosa ancora
vagamente inimitabile di ispirazione Chaplinesca, con picccoli gesti che
sembrano scoordinati, o stando dietro al pianoforte piazzato sulla
destra del palco. Alcuni spettatori casuali potrebbe interpretare male
come parla (o, più precisamente, come recita). Dylan ormai non canta più
da anni. E
in particolare, i suoi sono gli unici microfoni per canto presenti sul
palco. Nessun altro della band canta una singola nota.
Dopo "Things Have Changed", "High Water (For Charley Patton)" e "Blind
Willie McTell ", ha portato la sua vocalità sulle linee melodiche delle
canzoni blues. In “Soon After Midnight "e" Summer Days" ha canticchiato.
In "Early Roman Kings" e "Pay in Blood" ha sputato sangue. In "Scarlet
Town" ha tirato fuori uno sporadico falsetto. "Visions of Johanna"
sembrava una ninnananna. E sui pezzi di chiusura della serata, "All
Along the Watchtower " e " Ballad of a Thin Man ", lui, beh, è stato
davvero rock.
La più recente aggiunta della band è il leggendario Duke Robillard,
virtuoso
chitarrista blues di Woonsocket, Rhode Island, che sembra aver fatto
fare a tutti un
passo in avanti dopo la partenza di Charlie Sexton.
Nonostante la quasi totale mancanza di prove, Robillard tiene il passo
più che bene per la maggior parte del tempo e, al meglio, impostando la
musica.
In effetti, in generale, i numeri più lucidi sono quelli nei quali Dylan
rimane lontano dalla sua tastiera e si attacca solo alla voce e
all' armonica, lasciando Robillard a portare il peso strumentale.
Nella set list attuale c’è “What Good Am I?", una canzone che Dylan non
eseguiva in concerto dal 2010 (quattro volte quell'anno) e non era più
stata in rotazione regolare da ... quando? Risalente all’album del 1989
“Oh Mercy”, la canzone è notevole e Dylan la canta con sentimento.
“A che servo se sono come tutti gli altri,
se mi volto, non appena vedo come vesti,
se mi tappo le orecchie in modo da non poterti sentire piangere,
a che servo?”
Per rispondere a una domanda con una domanda - cosa sarebbe Dylan, lo fa
per tutto il tempo: Perché la canta ora? Potrebbe avere a che fare con
la scarna decorazione del palco in questo tour: tre specchi
elegantemente incorniciati come un ritratto a grandezza naturale e
casualmente un pò angolati ma tutti di fronte al pubblico.
Prima e dopo il bis, il gruppo si è schierato sulla parte anteriore dello
stadio, disponendosi come se dovesse fare una foto dell’epoca della
guerra civile.
Taccuino del critico:
Quest'uomo fa una media di 90 a 100 spettacoli dal vivo all'anno
dal giorno in cui ha compiuto 60 anni, è un regalo ogni volta che sale
sul palco. Perché lo fa? Tanto vale chiedere perché cade la pioggia
quando piove. E' quello che lui vuole fare. E' un dono, e come ogni
regalo, anche stasera è stato qui per fare il suo show.
Lunedi 10
Giugno 2013
Talkin'
9093 - Tarantulalips
Ciao a tutti. volevo solo dare il mio
parere a riguardo della discussione iniziata da Michele Lenzi sul video
di Duquesne. Poichè il testo del pezzo è stato scritto con Robert Hunter
come tutto Toghether Through Life, forse essendo un outtake dello scorso
disco, il video fu registrato allora... visto che anche il regista è lo
stesso...
Grazie
Questa ipotesi era già stata suggerita su queste pagine
non ricordo più da chi, ma certo è un'ipotesi da prendere in
considerazione. La domanda però è sempre questa: Bob, con questo video,
ha voluto lanciare un preciso messaggio di denuncia del male che spesse
volte soverchia il bene, la violenza che schiaccia l'amore (questo
sembra essere il significato della storia narrata nel video) oppure è
stata soltanto una cosa casuale rimediata di fretta in qualche cassetto
polveroso dove Dylan tiene le cose non usate per pubblicizzare la vicina
uscita del disco? Spesso Dylan fa cose strane e apparentemente senza
senso, poi lascia che siano gli altri a cercare di dare un senso o un
significato a quelle cose, magari divertendosi come un matto a leggere
tutte le stranezze che gli appassionati riescono ad estrapolare dal suo
lavoro. Anche questa è un'ipotesi, anche se sembra essere abbastanza
inverosimile, ma pur sempre un'ipotesi che potrebbe essere vera così
come tantissime altre, discusse e magari abbandonate. Con Dylan
non si può mai essere certi di niente, sei d'accordo? Ciao, alla
prossima, Mr.Tambourine, :o)
PS Ma a proposito di Bootleg Series, ma questo volume 10-11 quando
arriva?
Se qualcuno ha questa
versione ce lo farà certamente sapere, in quanto alle Bootleg Series 10 - 11 sono
solo circolate alcune voci senza poi essere state più riprese, al momento delle
ventilate Series 10 e 11 non si sa praticamente niente. Dovremo aver pazienza, prima
o poi arriveranno....., o almeno lo speriamo......:o)
scusami per la mancata traduzione, vedo di rimediare subito. Il brano in
questione che potrebbe essere l'ispirazione del verso "I’ve had my fun /
I’ve had my flings" di Early Roman Kings veniva dal "prologo della donna
di Bath" era: [To think that in my time I've had my fling.
But age, alas, that cankers everything.
Has stripped me of my beauty and spirit.
Let it go then! Goodbye, and devil take it!
The flour's all gone; there is no more to say.
Now I must sell the bran as best I may;
But all the same I mean to have my fun.]
(The Canterbury Tales - Oxford University Press - 2011 - p.162, nella
trasposizione in inglese moderno di David Wright, perchè in altre
traduzioni questa coincidenza non compare), vale a dire: [Ancor oggi mi fa bene al cuore
pensare che ai miei tempi me la son goduta.
Ma gli anni, ahimè, che avvelenano tutto,
mi hanno tolto bellezza e vigore.
E che vadano, salute! il diavolo se li accompagni!
La farina è partita, non c'è che dire:
non mi resta che vendere come posso un po' di crusca.
Eppure ho ancora intenzione di stare allegra...]
(traduzione di Ermanno Barisone)
(Si possono leggere gli interi Racconti di Canterbury sempre nella
traduzione di Barisone qui:
http://www.culturaesvago.com/racconti-di-canterbury/
Nel prologo, la "donna" o "comare" di Bath viene presentata da Chaucer
in maniera completamente anticonvenzionale rispetto ai canoni
medioevali. Consapevole di se e del mondo, con 5 mariti e innumerevoli
amanti non si è fatta mancare nulla, e pur raggiunta un'età matura, non
mette limiti a ciò che la provvidenza le farà incontrare nel suo
viaggio. Nel successivo racconto è sempre lei che ci narra la storia di
un cavaliere che, avendo recato altraggio ad una fanciulla, (questi
"nobili" cavalieri, che nella letteratura muoiono d'amor cortese tra i
suoni delle arpe celesti, nella realtà non ci pensavano due volte a far
la festa ad una donzella che incontravano nei campi) viene condannato a
morte a meno che, entro un anno e un giorno, non ritorni al cospetto
della regina con la risposta al suo indovinello: cos'è che desiderano di
più le donne? Trascorso invano tutto il tempo concesso, egli si appresta
a tornare dalla regina per subire il supplizio (stupratore ma di
parola...) quando incontra una vecchia ("che nessun uomo può immaginare
una creatura più brutta") che gli promette di salvarlo se la sposerà. E
così avviene: ciò che le donne desiderano di più è il potere, " dominare
il loro marito o innamorato ed essere nel comando superiori a lui". Il
cavaliere è salvo e sposa la vecchia, ma è titubante di fronte alla
richiesta di consumazione del matrimonio, così la megera gli pone
un'alternativa: mi vuoi brutta e vecchia ma fedele o bella e giovane ma
infedele?
Il cavaliere non sceglie e lascia la decisione alla vecchia, che
rivelandosi così probabilmente una strega, lo ringrazia trasformandosi
in una giovane e bella fanciulla. Ci si potrebbe vedere un collegamento
con il verso "I ain't afraid to make love/ To a bitch or a hag", che si
può anche tradurre come "non ho paura di fare l'amore con una megera o
con una strega", ma se si scende a questo livello di suggestione, le
possibilità che dà un testo di Dylan sono veramente infinite.
Ciao, Miscio
Meglio se sono infinite,
danno a noi più occasioni per parlare di Bob e del suo lavoro. La tua
spiegazione del verso "I ain't afraid to make love/ To a bitch or a hag"
è molto convincente e rende quasi certamente evidente che anche Bob a
volte trae ispirazione dalle cose che magari legge per passare il tempo,
cose che poi si ritrovano, anche a distanza di tempo, in qualche frase
delle sue canzoni. La tua è una spiegazione dettagliata del perchè
all'uscita dell'album e la conseguente stesura dei testi da parte di
molti appassionati (al momento di questo post, i testi ufficiali di "Tempest" non
sono ancora stati inseriti nella sezione "songs" di bobdylan.com dove
appaiono quelli di tutte le altre sue composizioni) qualcuno disse che
fra le opere che avevano ispirato Bob c'erano anche "I racconti di
Canterbury". Ti ringrazio veramente di cuore per il tempo che dedichi al
sito ed ai suoi lettori per la stesura delle tue accurate analisi.
Ciao, alla prossima, Mr.Tambourine, :o)
Bowling Green, Ohio - Bowling Green
State University - Stroh Center - April 21, 2013
di Don Ely
Sono arrivato allo Stroh Center con un sacco di tempo a disposizione
prima dello showtime. Non avevo "nessun posto particolare dove andare",
come diceva Chuck Berry, così ho passato la maggior parte del pomeriggio
a Ann Arbor.
LO Stroh Center è un nuovo e molto attraente impianto sportivo, qualcosa
che non si può spesso dire quando questi luoghi sono usati come sale da
concerto. Non è molto grande, ed è libero su tre lati. C'è vetro fino al
soffitto, molto bello, con flussi di luce naturale sempre bella. Il
miglior attributo del Centro di Stroh, però, è, che ci crediate o no, la
qualità del suono che era davvero, davvero, (sopracciglio-alzato),
buona. Quindi, il mio posto in un angolo di fronte al palco si è
rivelato molto buono.
Ho finalmente visto il set completo dei Dawes come apertura. Mi piace
questa band, anche se probabilmente non abbastanza per andare a vederli
in un concerto tutto loro, ma sono sicuramente talentuosi e potrebbero
anche avere il grande successo.
Una parola per quanto riguarda i manifesti di Bob Dylan disponibili in
questo tour: la tiratura è scarsa, circa un centianaio di copie, quindi
se siete interessati non tardate a sceglierne uno, non appena sete
entrati nel locale!
Dylan ed i ragazzi hanno suonato un altro grande set, anche se le
canzoni sostanzialmente sono rimaste le stesse, ero seduto un pò
indietro, rilassato, e mi è piaciuto. Il materiale di Tempest è
meraviglioso da vivere e sentire, "Pay in Blood" per tre notti di
seguito mi fa capire che cosa è realmente una canzone fantastica. Ho
pensato che questa sera "Visions Of Johanna " era una spanna sopra delle
prestazioni delle altre due serate, ed al Bowling Green ha sentito la
più energetica "Summer Days" di sempre. E "What Good Am I? " non cessa
di stupire. Grazie Bob per averla rispolverata, anche se una tantum, e
gettato una nuova luce su questa canzone. Per la prima volta nel corso
di questi shows ho dato una buona occhiata al pianoforte di Bob, che è
molto più piccolo di quanto pensassi.
E finalmente ho visto gli specchi tanto citati nelle recensioni passate
che tanto hanno fatto discutere, situati vicino al davanti del palco in
un apparente tentativo di contrastare le foto che non erano consentite.
Un annuncio è stato fatto durante l'intervallo di ogni spettacolo ai
membri del pubblico con l’invito di mettere via gli invadenti telefoni
cellulari, ma a giudicare da il numero dei bagliori dei cellulari che ho
notato in tutte e tre le arene, è servito a poco.
Così Bob Dylan continua ad andare avanti, e lui e la sua band stanno
dando alcuni dei migliori spettacoli della loro carriera. E ora ci sarà
anche l’AmericanaramA Music festival da vedere! My Morning Jacket è una
delle mie band preferite di tutti i tempi, vado a vederli ogni volta che
vengono a Detroit, ed i Wilco pure, ma non li vedevo da almeno un
decennio, quindi sono entusiasta! E Richard Thompson è un grande
chitarrista! Quindi li vedremo nei rock 'n' roll shows di questa estate
....
Sabato 8
Giugno 2013
Talkin'
9090 - Michele Lenzi
Ciao a tutti,
ogni tanto leggo, ammetto non tutto, mail di discussione sul significato
del video di "Duquesne..." cercando di trovare dei punti di contatto con
il testo del brano. Io non so se già qualcuno ha fatto l'osservazione
che adesso vado a fare. E' possibile che il video sia stato girato per
un altro brano? Alcuni mesi fa feci notare su questo sito che la foto
del retrocopertina di Tempest con Dylan in primo piano è molto
probabilmente stata scattata alcuni anni fa ( secondo me ai tempi di
"Love and Theft"): viso dimagrito rispetto rispetto agli ultimi 3- 4
anni. Se ci fate caso nel video (mia impressione) Dylan ha un viso
diverso, io direi più rilassato e riposato, rispetto a quello visto
negli ultimi tour. Quindi la mia tesi è che magari il video possa essere
stato registrato per un brano di un precedente album.
Ribadisco: non sempre leggo tutte la mail e quindi magari questa
questione è già stata affrontata.
Michele Lenzi
Ciao Michele,
questa era la foto che mi
avevi inviato, foto dove chiaramente si vede che è un Dylan di una
decina d'anni più giovane. La tua mail, nella quale ponevi la stessa
domanda che riproponi oggi per il video di Duquesne Whistle, fu
pubblicata il giorno 13 settembre 2012. Il giorno 15 settembre 2012
l'amico Otello, forse a seguito della tua stessa domanda, mi mandò
quest'altra foto osservando che paragonando le due foto, quella del
retro di Tempest
sembrava essere stata ritoccata ma di un periodo successivo a Love &
Theft. La questione non ebbe seguito, anche perchè sia in questo caso
come nel caso del video di Duquesne nessuno può dare risposte certe.
Anche il Dylan che appare nel video sembra essere un Dylan dal volto
diverso, meno stanco e con meno rughe. La cosa suggerisce che veramente
il video sia stato girato per qualche altro motivo e per una canzone
diversa da Duquesne Whistle, ma perchè sia poi stato usato proprio per
questo pezzo per il momento resta ancora un mistero. Possiamo analizzare
il video e cercare tutti i riferimenti possibili o probabili con il
testo di Duquesne, ma è un lavoro che in realtà non riesce a stabilire
niente, forse raccoglie solo qualche casuale coincidenza. Almeno, questa
è la mia opinione per quanto può valere. Alla prossima, Mr.Tambourine
:o)
Caro Mr.Tambourine,
ringrazio Maria Rosa per la compagnia. Mi sa che andiamo dallo stesso
pusher.. ehi Mr.Tambourine..ne sai qualcosa? .. :-)
In effetti le sono bastate due paroline e il mio castello di sabbia
blakiano è crollato ingloriosamente, perché avrebbe previsto un Dylan
alla luce del giorno e un ragazzo invece immerso nelle tenebre della
notte. Non me n'ero accorto. Fette di prosciutto agli occhi?
Riguardo al tuo discorso circa il vero atteggiamento di Dylan nei
confronti di un ambiente dalla mentalità limitata, penso che in gran
parte sia proprio così, se per ambiente ci si riferisce non solo alla
comunità ebraica, ma all'intera cittadina in cui viveva. Fin dal
discorso al Tom Paine Award, non mi hanno mai convinto le spiegazioni
usuali che vedevano in Dylan un orientamento conservatore ed un
atteggiamento di minor impegno sociale, mentre invece la sua
intransigenza giovanile prendeva la forma di un utopismo mistico,
talmente radicale che di fronte ad esso nessun impegno sociale
politicamente corretto poteva più bastare, perchè l'intera società era
vista come già definitivamente condannata.
A questo proposito, cercando di cavare il ragno dal buco di Early Roman
Kings mi sono scontrato con questa incredibile ultima strofa, in cui
Dylan fa esplodere le possibilità interpretative a dismisura.
I was up on black mountain
The day Detroit fell
They killed ‘em all off
And they sent ‘em to hell
Ding dong daddy
You’re coming up short
Gonna put you on trail
In a sicilian court
I’ve had my fun
I’ve had my flings
......
Tralascio le prime due linee che richiedono una trattazione a parte, ma
per il resto chi è questo ding dong daddy? Tutti negli USA hanno
familiarità con la canzone "Ding Dong Daddy from Dumas". Dumas è una
città del Texas e si trova nel paese noto per il suo bestiame e i suoi
pozzi di petrolio e per i suoi «machos», uomini tutti d'un pezzo. Ding
Dong Daddy era pure il soprannome di Porfirio Rubirosa, famoso playboy
superdotato. Potrebbe quindi trattarsi di uno scherno alla figura del
macho, ma la cosa mi convince poco. Poi mi sono imbattuto per caso in
questa pagina:
http://www.streetcar.org/blog/2005/10/ding-dong-daddy-the-real-story.html
, che racconta una curiosa storia.
Nella San Francisco del 1945 un attempato ometto dall'aspetto
inoffensivo, che faceva il mestiere di conduttore di tram, riuscì a
farsi sposare da 14 donne. Troppo vecchio per la guerra, ma non per il
flirt, sfruttò la mancanza di concorrenza dovuta alla leva militare. La
stampa gli affibiò il nomignolo di "Ding Dong Daddy of the D-car Line".
Spiegava candidamente la sua condotta ad una giornalista: "Le donne
vogliono sentirsi amate più di ogni altra cosa...È semplice. Se voglio
farmi sposare da te, ti aiuterò a preparare la cena qualche notte e ti
farò sentire come l'amore può essere sicuro e accogliente."
Mentre il mondo era impegnato nella più grande carneficina che la storia
ricordi, Ding Dong Daddy si faceva in 14 per distribuire affetto alle
signore troppo sole. Questo personaggio che non può che strappare il
sorriso, era anche forzatamente uno spudorato mentitore. Una moglie
riferì che dopo essere sparito dalla circolazione per un po' ricomparve
in uniforme militare. Ad un'altra aveva raccontato di essere un agente
dell'FBI e che la sua copertura richiedeva di apparire sposato ad altre
donne. Condannato per bigamia a 10 anni di carcere, entrò a San Quintino
il 12 Aprile 1945, il giorno della morte di Roosevelt. Il 6 Agosto 1945
cadeva l'atomica su Hiroshima e fa riflettere su una società la cui
morale non si scandalizza per la distruzione dell'intera popolazione di
una città, ma lo fa per la bigamia. Potrebbero riferirsi a questo sia il
"tribunale siciliano" che il " They killed ‘em all off", "li hanno
ammazzati tutti", ma certo, sugli stermini c'è un'ampia scelta.
Dylan potrebbe persino essersi un po' identificato in questo
personaggio, visto che in gioventù aveva anche lui dei discreti traffici
col gentil sesso. Il verso successivo "I’ve had my fun \ I’ve had my
flings" che sta per "alla fin fine me la sono goduta", (Francesco
Guccini la tradurrebbe più sanguignamente con : " anca mè, quand'a l'era
giuv'nassa, oilì, oilà...") viene con molta probabilità dai Racconti di
Canterbury (The Canterbury Tales - Oxford University Press - 2011 -
p.162) e precisamente dal racconto della donna di Bath, che anche lei la
sapeva lunga.
[And to this day it does my spirit good
To think that in my time I've had my fling.
But age, alas, that cankers everything.
Has stripped me of my beauty and spirit.
Let it go then! Goodbye, and devil take it!
The flour's all gone; there is no more to say.
Now I must sell the bran as best I may;
But all the same I mean to have my fun.]
(Naturalmente al tempo di Chaucer non esisteva l'inglese moderno per cui
questa è la trasposizione in termini moderni dell'originale nella
"traduzione" di David Wright)
È d'obbligo usare precauzionalmente il condizionale per tutta questa
vicenda, (Dylan di rado è così diretto, il periodo della seconda guerra
mondiale non è un suo riferimento usuale, e se Maria Rosa si concentra
temo che troverà qualcosa che non quadra...) ma è comunque simpatica da
raccontare!
ciao, Miscio.
Caro Miscio, le tue osservazioni sono sempre approfondite ed
accurate, e la storia di questo Ding Dong Daddy (chiamato anche con la
sigla
DDD) potrebbere essere pertinente. DDD è anche un personaggio dei
fumetti:
Quindi questo personaggio
strano dovrebbe essere molto famoso negli States, dove naturalmente il
termine sarà forse usato per indicare gli "sciupafemmine" come sembra
essere stato questo personaggio celebrato anche nella canzone "Ding Dong
Daddy from Dumas" da te citata, ecco il video:
Ti chiedo un favore, la
prossima volta, quando alleghi un pezzo di un racconto in inglese come
quello sopra tratto dai Racconti di Canterbury, ricordati di allegare
anche la traduzione in italiano per coloro che masticano meno la lingua
inglese, anche perchè molte volte nemmeno io ho il tempo materiale di fare
le traduzioni. Restiamo in attesa delle contestazioni di Maria Rosa? :o)
Bowling Green, Ohio
- Bowling Green State University - Stroh Center - April 21, 2013
di Charlie Alter
Bob e la band hanno fornito una scarna e alquanto buia prestazione nella
nuova Stroh Arena alla Bowling Green State University. L’apertura era
affidata ai Dawes, che hanno invece fornito un set molto ottimista ed
energico di nuovo e di vecchio materiale. Sono rimasto sorpreso di
quanto i Dawes mi hanno ricordato altri artisti di Los Angeles come
Jackson Browne, Neil Young & Crazy Horse, e forse gli Eagles - in senso
buono.
Il set di Dylan è iniziato con una cupa “Things Have Changed” con Bob
sul davanti del palco, ed è continuato con l’usuale setlist per questo
tour, con la sostituzione di Summer Days al posto di Thunder on the
mountain - Personalmente avrei preferito sentire “Thunder” che è
migliore. Ecco la set list che ha eseguito: Things have changed, Love
Sick, High water, Soon after midnight, Early Roman Kings, Tangled Up in
Blue, Pay in Blood, Visions of Johanna, Spirit on the water, Beyond Here
Lies Nothing, Blind Willie McTell, What good am i?, Summer Days,
Watchtower e Ballad of a Thin Man (Encore).
Per me i punti salienti sono stati: Things, High Water, Beyond Here,
Warchtower e Thin Man . Il nuovo chitarrista Duke Robillard si è
adattato bene e ha fornito liks di chitarra estremamente gustosi.
Non sono sicuro che le canzoni da Tempest funzionino tanto bene, ma
certamente alla sordina ha contribuito il tono modesto dello spettacolo.
Bob era in bella voce e l'acustica della Stroh Arena era stellare.
Comunque un buon momento per tutti, in particolare gli amici di Houston,
Kerry & Roxanne, che hanno fatto il viaggio per vedere His Bobness.
Tutto sommato, un altro spettacolo terrificante da un vero maestro, "Ci
mancherai molto Bob quando te ne andrai".
Venerdi 7
Giugno 2013
Tour 2013:
Duluth si, Columbus no
La data di Martedì 9
luglio presso il Parco Festival Bayfront di Duluth è stata aggiunta
all’AmericanaramA Music Festival mentre invece la data del 7 luglio presso
il Nationwide Arena di Columbus, in Ohio, è stata annullata. WILCO, My
Morning Jacket e Richard Thompson Electric Trio saranno sul palco prima
di Dylan.
Ecco l’elenco aggiornato delle date:
6/26/13 West Palm Beach, Florida - Cruzan
Amphitheatre
6/27/13 Tampa, Florida - Florida State Fairgrounds
6/29/13 Atlanta, Georgia - Aaron's Amphitheatre at Lakewood
6/30/13 Nashville, Tennessee - The Lawn at Riverfront Park
7/2/13 Memphis, Tennessee - AutoZone Park
7/3/13 Tuscaloosa, Alabama - Tuscaloosa Amphitheater
7/5/13 Noblesville, Indiana - Klipsch Music Center
7/6/13 Cincinnati, Ohio - Riverbend Music Center
7/9/13 Duluth, Minnesota - Bayfront Park
7/10/13 St. Paul, Minnesota - Midway Stadium
7/11/13 Peoria, Illinois - Chiefs Stadium
7/12/13 Bridgeview, Illinois - Toyota Park
7/14/13 Clarkston, Michigan - DTE Energy Music Theatre
7/15/13 Toronto, Ontario - Molson Canadian Amphitheatre
7/18/13 Darien Center, New York - Performing Arts Center
7/19/13 Bridgeport, Connecticut - The Ballpark at Harbor Yard
7/20/13 Mansfield, Massachusetts - Comcast Center
7/21/13 Saratoga Springs, New York - Performing Arts Center
7/23/13 Columbia, Maryland - Marriweather Post Pavilion
7/24/13 Virginia Beach, Virginia - Farm Bureau Live
7/26/13 Hoboken, New Jersey - Pier A Park
7/27/13 Wantagh, New York - Nikon at Jones Beach Theater
7/28/13 Camden, New Jersey - Susquehanna Bank Center
7/31/13 Denver, Colorado - Fiddler's Green Amphitheatre
8/1/13 West Valley City, Utah - USANA Amphitheatre
8/3/13 Irvine, California - Verizon Wireless Amphitheatre
8/4/13 Mountain View, California - Shorline Amphitheatre
Ciao Mr. Tambourine, niente, volevo dire
che ammesso che ci vada, Dylan, (e dubito), alla Cerimonia della Légion
d’Honneur, sono sicuro che non tradirà la sua emozione nascondendola
dietro gli occhiali come fece intravedere (noi Dylaniani l’abbiamo
capito, in quanto emozionati come lui) quando Barak Obama lo ha
insignito alla Casa Bianca della più alta onoreficienza civile degli
Stati Uniti, la Medaglia Presidenziale Della Libertà… Staremo a vedere…
Ciao alla prossima, Ale ’65.
Credo anch'io che se andrà a
ricevere la Legion non sarà così emozionato, in fondo la Medal of
Freedom era ed è la più alta onorificenza del suo paese!
Caro Mr. Tambourine,
mi sono decisa a scrivere qualcosa per non lasciare solo Miscio nei suoi
vaneggiamenti! :-)
Le cose che avete detto sul video di "Duquesne whistle" e sul brano e
quanto scritto dal prof. Carrera (di cui al di là della mole di pagine
da lui scritte, commentate, tradotte sul e del protagonista di questo
sito - rimango affezionata al suo "La voce di Bob Dylan", uno splendido
testo di poetica, prima di tutto), queste cose ferme restano.
Mi permetto comunque qualche piccola osservazione visto che "reality has
always had too many heads"*. (Qualcuna l'avevo già fatta tempo fa in
merito a collane con croci portate da vari dei personaggi che si muovono
nella storia ecc.)
Comincio subito con una schiocchezza perchè "il faut etre lèger comme
l'oiseau et non comme la plume"**...
Credo che il regista del video, Nash Edgerton, un piccolo tentativo di
far coincidere il testo della canzone con le immagini lo abbia fatto
quando, ai versi "Listen to that Duquesne whistle blowing/ Blowing like
she ain't gon' blow no more" vediamo il fioraio fischiare,
effettivamente, per chiamare i poliziotti dopo il secondo furto di una
rosa! :-)
Aldilà di queste amenità, una cosa che mi ha colpito nella storia è la
presenza di due piani temporali diversi: la vicenda del ragazzo si
svolge quasi tutta di giorno (anche se in giornate diverse visto che la
ragazza effettua tre cambi d'abito e il ragazzo passa almeno una notte
in prigione), mentre Dylan passeggia con il suo gruppo di bodygard
stralunati durante la notte. Solo alla fine i due piani si incontrano: è
notte quando il ragazzo viene scaricato, tutto conciato, sul marciapiede
e qua Dylan e i suoi lo incrociano e lo superano, ignorandolo. In quella
scena, mi pare che Dylan accenni uno dei suoi proverbiali sorrisi
ironici e io mi domando: l'incontro tra i due piani temporali c'è stato
veramente o non si tratta che di un'illusione ottica? Ai posteri l'ardua
sentenza!
Intanto mi permetto di farti, caro Mr. T., un'altra domanda. Non ho
capito bene che cosa intendevi dire quando hai scritto, in risposta a
Miscio, "Insomma Dylan potrebbe essere solo lo stratagemma inventato
da Zimmermann per fuggire la squallida realtà nella quale si vede
costretto a crescere, una comunità talmente religiosamente ottusa che
non sarebbe stata capace di avanzare di un solo passo nemmeno in mille
anni, una comunità schiava delle tradizioni, timorosa dei cambiamenti,
gente che non ha mai trovato il coraggio di rappresentare il suo Dio in
modo materiale, gente con apertura mentale uguale a zero che
annichilisce qualunque personalità abbia una sensibilità superiore a
quella di una formica o di una lucertola". Di chi e di cosa stavi
parlando? Conosco persone cresciute in realtà completamente diverse, ma
altrettanto afosamente provinciali e culturalmente soffocanti che
sarebbero disposte a sottoscrivere queste parole che però, malgrado ciò,
descriverebbero solo una parte della realtà. E la cultura e la
spiritualità ebraiche, pur con tutte le contraddizioni, anche atroci,
che ogni religione ha quando è vissuta in modo claustrofobico, sono ben
più vaste, ricche e complesse, tu lo sai, naturalmente.
Ma la storia di Edipo ci insegna che il miglior modo di sfuggire a un
destino avverso non è scappare, bensì andargli diritto incontro. Credo
che Dylan lo sappia bene e maschere e apparenti cambi di direzione gli
siano serviti solo a depistare chi cercasse di fargli cambiare rotta
(talvolta difendono anche da se stessi)...
Un abbraccio, Maria Rosa
* Cold Irons Bound - ** Paul Valéry
Son felice che ci siano
persone come te e Miscio che scrivono i loro vaneggiamenti per tutti i
lettori di Maggie's Farm.....:o). In risposta alla tua domanda intendevo
dire questo: credo tu sappia che Bob ebbe diversi e duri contrasti con
suo padre, forse per quello che diceva e per gli atteggiamenti alla
James Dean, alla Marlon Brando e alla Elvis Presley che il giovane
andava assumendo all'epoca, mentre nel profitto scolastico non era dei
più puntigliosi. Quindi, lontano dal voler criticare la cultura
spirituale ebraica (perchè credo che qualunque comunità, specie se
costretta ad emigrare in un paese straniero, tenda a conservare quasi in
modo esagerato le proprie tradizioni, usi e costumi, rallentando in
questo modo il suo processo evolutivo), l'ambiente avrebbe senz'altro condizionato o forse
soffocato uno spirito ribelle ed innovativo come Bob, che, a mio avviso,
per potersi realizzare fu costretto ad andarsene dalla sua casa, dalla
sua famiglia e dalla sua città. Dylan stesso, durante le sue
peregrinazioni ed i primi tempi del suo arrivo al Village, raccontò un
sacco di fregnacce circa la sua provenienza, la sua identità ed i lavori
da lui svolti. Questo non per nascondere il fatto che fosse ebreo, ma io
credo solo per acquisire un pò più di credibilità artistica ed
alimentare un certo alone misterioso intorno al suo personaggio in modo
da attirare maggior attenzione su di lui. In questa fase di fuga e
cambiamenti, userà molteplici nickname, fino ad approdare al definitivo
"Bob Dylan" che diventerà a tutti gli effetti il suo nuovo nome, anche
per l'anagrafe americana si trasformerà in Robert Dylan. Oggi Bob Dylan è per tutto e per tutti Bob
Dylan, mentre Robert Zimmerman è rimasto solo un ricordo del passato
dylaniano. Il cambio di identità fu dunque un escamotage o un'esigenza
per togliere definitivamente dal bozzolo il nascente astro di Bob Dylan?
Non saprei dirtelo sinceramente, questa è solo la mia interpretazione di certi avvenimenti del
passato dylaniano, magari sono solo scemenze, io ho questa idea e la porto avanti, tutto qui. Un saluto,
Mr.Tambourine, :o)
Scomparso Franco Fosca, cantautore
d'impegno politico, chitarrista, artista di strada, fan di Bob Dylan
clicca qui
Giovedi 6
Giugno 2013
Talkin'
9086 - Miscio
Caro Mr.Tambourine,
temo che dovrai bannarmi a furor di popolo, se continuo a farneticare di
tigri urizeniche e di vecchi che girano in cielo col compasso in mano
come Archimede Pitagorico. Torno a cose più concrete. Non ricordo se su
Maggiesfarm se ne sia già parlato, del motivetto iniziale di Duquesne
Whistle, che sembra essere quello di Each Day di Jelly Roll Morton.
Morton era stato accusato a suo tempo anche lui di essere un plagiatore
( http://www.vjm.biz/new_page_8.htm ) e
forse Dylan scherza sia su se stesso che su Morton quando scrive "Tu
dici che sono un giocatore d'azzardo, dici che sono un ruffiano...".
Quello che mi ha meravigliato è che già nel 1962 il giovanissimo Dylan
parlasse di Jelly Roll Morton nell'intervista di Cynthia Gooding: [A me piace la musica folk come ad esempio la roba di Hobart Smith e
tutto il resto ma non canto molto di quel materiale e quando lo faccio
probabilmente si tratta di una versione modificata o qualcosa del
genere. Non una versione modificata... non saprei come spiegarlo
esattamente. E' soltanto qualcosa di più di semplice musica folk, credo.
Cose tipo il vecchio jazz, Jelly Roll Morton, sai? Roba come quella.] http://www.maggiesfarm.it/cynthiagooding.htm
ciao, Miscio
Ti bannerò il giorno che
comincierai a scrivere cazzate....! Ciao, alla prossima, :o)
Ciao Mr. Tambourine,
mi infilo tra le discussioni dylaniane per parlare del "fratello
minore", ovvero Bruce Springsteen.
Sono reduce dal concerto di Padova del Boss e non sono in grado di
trattenere l'entusiasmo che mi ha trasmesso.... devo sfogarmi !
Riconfermo quanto ho già scritto in passato in questo sito nell'ambito
del vecchio confronto tra Dylan e il Boss sul palco.
Bruce è sempre una gigantesca festa e lo ha confermato anche a Padova,
tre ore filate di super-show finito con poca voce ma con un'entusiasmo
incredibile, tanto che il ritornello di Born in the USA lo ha lasciato
cantare al pubblico.
Bellissima la set list iniziata con una The Ghost of Tom Joad
riarrangiata e finita con una sempre trascinante Twist & Shout/La Bamba,
in mezzo tra le richieste fatte dal pubblico è ritornata una Boom Boom
da brividi, la suono' anche a Torino nel 1988, l'altra sera quando l'ho
risentita parevano passati due giorni e non 25 anni, come farà....
Tornando a casa ho pensato che Bruce a 63 anni è ancora in grado di
radunare 40.000 persone, con i biglietti anche sopra i 100 euro, Dylan
ha smesso di riempire gli stadi e i grandi spazi a meta' degli anni
ottanta, a 45 anni (l'ultimo concerto affollato che ricordo è stato a
Modena con Tom Petty nell'87/30.000 persone), certo pero' che il Boss
non fa' 100 concerti all'anno da 25 anni..... la partita dunque si
pareggia, lunga vita ai nostri "fratelli" !!!
Maurizio
E lunga vita sia per tutti e
due, augurio di cuore!
Hey Tamb,
pensi che dopo tutte le stupide e anche fastidiose polemiche il Nostro
andrà a ritirale la Legione?
Marcus
Quien sabe????? Certo che
molto dipenderà dalla data nella quale si svolgerà la cerimonia, sempre
che Bob sia libero da impegni, poi bisognerebbe sapere quanto Bob tiene
ad una tale onorificenza, quanto fastidio gli han dato le polemiche,
quali ragioni politiche ed anche economiche lo convinceranno ad essere
presente, insomma, troppe variabili per poter fare una precisione,
l'unica è restare in attesa.................,:o)
Bowling Green, Ohio
- Bowling Green State University - Stroh Center - April 21, 2013
di Bill Royaloak
Ha deciso di fare il viaggio fino a Bowling Green (circa un'ora e mezzo
a sud dalla Motown) tramite servizio auto questa volta. Era un modo
estremamente cool per viaggiare e altamente raccomandato se avete
bisogno di concedervi una pausa dallo stress quotidiano. L’autista
(dall'India) sapeva quasi niente di Bob e così gli ho chiesto se aveva sentito Ravi Shankar (ovviamente lo aveva sentito) così gli ho
linkato Bob via George Harrison e Bangledesh. Poi la lampadina si è
accesa nella sua testa e sapeva esattamente chi era Bob, ma non pensava
che fosse ancora in giro.
Dopo avergli detto la buona notizia gli ho dato il lettore MP3 che avevo
caricato con Bob e George e tutti gli altri in modo da poter ascoltare
le loro canzoni mentre noi correvamo verso lo stadio.
I Dawes ha aperto la serata con un tipo di musica che mi pare di aver
già ascoltato da molto altri, le canzoni erano nuove ma il sound
sembrava richiamare come gente come Jackson Brown, CSNY, Don Henley,
Bruce Hornsby e questo genere di cose.
Dopo una breve pausa le luci si sono abbassate, il riff blues è iniziato,
e lo show di Bob Dylan è partito con "Things Have Changed", con un
Sound tipo Blues Brothers.
La successiva è stata una "Love Sick" dai suoni familiari. Il sole stava
tramontando fuori dalla grande finestra della scena in un chiaro
crepuscolo e la venue diventava accogliente e familiare ... versate il
bourbon e accendete il caminetto.
Le cose sono migliorate molto con con "High Water".
Nel corso di questi tre fantastici numeri d’apertura tutti i musicisti
erano
in grado di mostrare il loro talento nel blues e abbiamo avuto una
grande introduzione di Duke Robillard. Quel suono di chitarra scorre
attraverso gli accordi (in tutte le canzoni) come un melassa dal sapore
piacevole.
Abbiamo apprezzato molto tutte le canzoni da "Tempest" (ho suonato
l'intero album per settimane) la versione di questa sera di "Early Roman
Kings” era molto pulita e liscia, grande versione live ... Bob non
sembrava così arrabbiato come sul disco. Il resto delle altre tre canzoni
suonava nuovo e fresco, soprattutto "Pay in Blood" (uno dei preferiti).
Le cose sono diventate un pò impastate intorno "Johanna" e "Spirit on the
Water" verso la fine.... Bob sembra essere essere infastidito dal suo
fianco in questi giorni ....... e dopo quattro giorni di spettacoli si
può aver bisogno di un giorno per ricaricarsi.
"Summer Days" è stata una sorpresa .... è veramente decollata .... una
grande sintonia senza inceppamenti.
Avrei giurato di aver visto Charlie fra il pubblico, ma forse era solo
un ragazzo che gli assomigliava .... buona fortuna e salute a lui!
Poi Bob è uscito dal retro del palco prima di ritornare per il bis con
"Ballad of a Thin Man"e trascinare piacevolmente tutto il pubblico
dell’arena che era abbastanza piena, Bob e la sua band sono stati
davvero stretti per tutto lo spettacoloe. Grazie ancora!
Il mio conducente indiano stava ancora ascoltando Bob quando siamo
tornati in macchina e così l’abbiamo ascoltato fino a casa ..... come
mancia ho lasciato al ragazzo il mio lettore MP3 mentre stava ascoltando
per l’ennesima volta la sua canzone preferita finora - "One More Cup of
Coffe”.
Mercoledi
5
Giugno 2013
Bob Dylan
riceverà la Legion d'Onore in Francia
clicca qui
Sono veramente dispiaciuto, ho appreso la
notizia dal nostro sito preferito (Maggie's Farm), lo stesso sito che
organizzò il primo folk festival a Roma..... e fu lì che condivisi il
palco con te.
Ricordò che ti bastò uno sguardo per inquadrarmi e mi dicesti: tu sei
del cancro ma sopratutto anche della tigre..!!!?
Ed io con aria festosa ti risposi...azzeccato!!
Ti ho visto solo in quella 3 giorni ma mi RICORDERO' DI TE.
Buon viaggio Mr. Franco.
Vincent!!
Permetti anche a me di
unirmi a te in questo sincero saluto....! Mr.Tambourine
Ciao a tutta la Farm! Ti scrivo Mr.
Tambourine per chiederti se hai notato quello che sta accadendo nel
centro europa... Anche il fiume Moldava è esondato, proprio quel fiume
rappresentato dalla statua sulla copertina di Tempest..Un segno
premonitore??
Qualcuno sa dirmi la provenienza di
questa foto? Cosa sta facendo Bob? sembra un carro-bus con sopra un
impianto per uno show. Dove e' stata scattata la foto? Da Chi?
Anno?...mai saputo....mistero.
Sarà dura......ma
speriamo che qualcuno possa illuminarci in proposito...............!
Martedi 4
Giugno 2013
Talkin'
9080 - Ivan Manuppelli
Caro Mr. Tambourine,
ma lo sapevi? che brutta notizia. mi ha shockato.
sarebbe giusto parlarne su MF. Io ho avuto la fortuna di conoscerlo
proprio tramite questo sito.
ecco l'email che mi è arrivata ieri:
Cari amici.
Sabato 1 Giugno, nel giorno del Topo di legno, il nostro fratello Franco
Fosca ci ha lasciato.
In un momento come questo il dolore, i pensieri e l’amore che ci univano
a lui sono troppo grandi per potersi esprimere anche per noi che abbiamo
ricevuto da Franco stesso, nelle sue disposizioni testamentarie, il
compito di darvi questa comunicazione. Ciascuno troverà le parole e i
pensieri più adatti per tenerlo per sempre con sé, per ricordarlo e per
dedicargli tutti i sorrisi che merita.
Tutti assieme avremo modo di salutarlo prima della sua partenza per le
colline della Liguria, dove sarà sepolto, nel cimitero di Arnasco, come
aveva sempre sognato.
La camera ardente è prevista per lunedì mattina, dalle 10 alle 15,
presso il Policlinico Casilino, in via Casilina 1094, non distante dalla
casa di Franco.
Nel pomeriggio, chi vorrà e potrà, saluterà Franco in una breve
cerimonia laica che si terrà in piazza Navona (dove meglio?) alle 18.
Franco partirà per Arnasco, in provincia di Savona, nella prima
mattinata di martedì: l’ultimo (per ora) appuntamento con lui è alle 15
al cimitero del paese.
Sul tavolo dove Franco scriveva, nello
stesso foglio con cui ci ha chiesto di scrivervi queste parole, abbiamo
trovato questi versi, che vorremmo condividere con tutti.
Vorrei ritornare
con gli amici perduti
averli tutti qui intorno
nel’eterno ritorno
dei paradisi scaduti
e ora sì che sapremmo fare la rivoluzione
ora sì che sapremmo fare la RIVOLUZIONE
Vi preghiamo di dare la massima diffusione di questa comunicazione, per
aiutare tutti quelli che vorranno a essere presenti ai saluti.
Per qualsiasi informazione potete rivolgervi a noi due incaricati di
ottemperare alle ultime richieste del nostro fratello d’elezione.
Felice Zaccheo - 348.72.79.211
Gianluca Bernardo - 388.98.44.046
Franco Fosca è stato un grande combattente. Un uomo libero. In alto i
calici, come vorrebbe lui.
love love love
flower power
Caro Ivan, la notizia
della scomparsa di Franco Fosca addolora anche me, anche se l'avevo
conosciuto solo superficialmente adurante il 1° Maggie's Farm Folk
Festival di Roma al Rasho-Mon nel maggio 2005. Ecco alcune foto di quei
giorni:
Michele "Napoleon in rags" Murino con Franco Fosca
Franco con Elio DeAngelis
Michele Murino, Benedicta Hamster, Franco Fosca
Franco, Benedicta "Hamster" Michele Murino ed Elio DeAngelis
Purtroppo io non ho
ricevuto, la mail con la triste notizia, altrimenti ne avrei parlato
subito ieri. Ti ringrazio di avermi dato la possibilità attraverso la
tua mail di informare tutti coloro che l'hanno conosciuto anche
attraverso queste pagine e di redigere un piccolo ricordo di franco
attraverso le fotografie ed i link delle pagine che parlano di lui.
Ciao Tambourine,
ho saputo solo stamane, leggendo la posta elettronica, della morte
improvvisa di Franco Fosca.
Su Maggiesfarm c'è da molti anni una pagina intera dedicata alla sua
figura, forse tu riuscirai a individuarla più facilmente di me e a
segnalarla.
Eccola:
FRANCO FOSCA, BREVE AUTOBIOGRAFIA DI UN
DYLANIANO -
clicca qui
Personalmente solo da due anni l'avevo conosciuto meglio. Amava Bob
Dylan alla follia come penso tutti noi qua sopra, ma non si limitava a
quello. Scriveva e cantava anche canzoni proprie. Non amava "stare in
rete"... era un vero stradaiolo, un vero hobo e un troubador.
Ultimamente era attivissimo e la notizia della sua morte per me, e per i
tanti che l' hanno conosciuto qui a Roma, è stata come un macigno in
testa. Aveva 57 anni, ma lui è stato veramente per sempre giovane.
Bruno "Jackass
grazie delle buone parole, ma sono solo un "ladro di pensieri" come dice
Sua Bobbità. Io invece i complimenti li faccio a te, visto che in poco
tempo rispondi all'universo mondo e sensatamente.
Ma vengo subito al sodo. Il mio disappunto verso Gray era dovuto al
fatto che un commentatore specializzato sull'argomento non ci trovasse
proprio niente in una canzone di Bob, anche se posso capire che il
parere espresso in un blog quotidiano rappresenti stati d'animo
momentanei. Gray ha scritto libri su Dylan, non è di quelli che danno le
stelline.
La mia ipotesi sui "peddlers e meddlers"
derivava dal fatto che, oltre all'evidente coincidenza linguistica con
la canzone
confederata, viene da un periodo storico che spesso è preso come
riferimento da Dylan e rispecchia inoltre il punto di vista del Sud
sconfitto, una prospettiva che egli ha impostato già da tempo, come
conferma l' "imprimatur" di Carrera. La ritengo quindi un'ipotesi un po'
più probabile di altre. Ma è naturalmente un'ipotesi, e ciò non toglie
che Dylan possa aver preso di mira istituzioni religiose che detengono
un potere materiale, come le religioni organizzate, e che ci possa stare
anche l'immagine dell'alto prelato venditore ambulante di vuote parole e
ficcanaso negli affari di Cesare, con gli anelli d'oro al dito.
Mi chiedi poi il parere sul video di
Duquesne Whistle e mi cogli impreparato, che per me è un pò enigmatico.
Per riuscire a dargli un senso bisognerebbe conoscere preliminarmente
quanto ci sia di Dylan dentro e quanto invece sia attribuibile a Nash
Edgerton, il regista.
Edgerton che a quanto pare è l'autore sia del video di "Must Be Santa"
che di "Beyond here lies nothing", riferisce che non sa nemmeno se Dylan
quest'ultimo (quello di Beyond..) l'abbia visto. Naturalmente il
discorso per Duquesne Whistle è diverso, si tratta solo di valutare la
quantità dylaniana del contenuto.
C'è l'interpretazione di Carrera,
ovviamente, impeccabile come al solito, che legge il video attraverso il
contrasto tra l'ingenuità del ragazzo e la brutalità del mondo, un mondo
in cui Dylan passa invece in un modo ben consapevole, insieme alla sua
banda di scacciati.
Sono state fatte altre ipotesi, come per
esempio che illustri il rapporto tra il fan e la star, un rapporto al
quale Dylan era un tempo abituato, ma una cosa del genere mi sembra
intempestiva, "fuori tempo massimo" , e la ragazza non ha per nulla il
connotato della star, anzi guida una modesta automobile. Altri hanno
pensato che il video tratti della decostruzione dei canoni tradizionali
della commedia romantica, un argomento però che potrebbe interessare più
a Edgerton che a Dylan.
Un fatto abbastanza chiaro è che la
canzone c'entra abbastanza poco col video, e sembra funzionare più come
elemento di opposizione, un commento ironico a ciò che si vede. Per
andare oltre bisogna proprio "forzare l'interpretazione". Partire da
elementi che sono direttamente riferibili a Dylan o alla sua visione
delle cose. Per esempio il fotogramma di Lennon, al secondo 12, mi pare
sia con buona probabilità di provenienza dylaniana. E anche questo
confermerebbe che tra il video e la canzone non c'è alcun legame, tranne
il contrasto, l'allusione ad un ipotetico passato idilliaco schernito
dalla crudezza della realtà.
In mancanza d'altro, parto da questo come
ipotesi interpretativa. Il video sembra riguardare lo scontro tra le
illusioni o le aspettative dell'uomo e la brutalità della realtà. Si
apre con immagini di una moderna città (forse Los Angeles) di cui
possiamo osservare il caos e la bruttezza. Un brulicare di persone
indaffarate che si svolge costantemente sotto lo sguardo onnipresente
delle insegne pubblicitarie, che ci ricordano come sia il denaro a
dirigere questo traffico. Nello stesso fotogramma in cui compare Lennon
si vede pure un mendicante che porta il suo sacco e nell'immagine
immediatamente successiva un'altro che fruga nel bidone della
spazzatura, davanti ad un negozio di vestiti a sconto. Qui compare
per la prima volta il ragazzo protagonista, che sembra starsene a parte
rispetto a questo mondo e perde tempo immerso nelle sue fantasie
trastullandosi con le carte. Scopriamo che stava aspettando la ragazza
di cui si è invaghito e si mette a buffoneggiare per attrarne
l'attenzione. Ciò che costantemente fa da sfondo a queste scene è sempre
un panorama desolante, architetture di cattivo gusto, squallide strade,
un uomo che traffica col suo smartphone. Un panorama che sembra agli
inizi di un tragitto che potrebbe portarlo agli esiti che troviamo in
Masked and Anonymous. Se è stato effettivamente Dylan a volere questa
ambientazione, non possiamo dubitare che sia questo il modo in cui vede
la realtà. Il simbolo di questa realtà, che torreggia in "Roll on John",
è la famosa tigre di Blake. Esistono innumerevoli interpretazioni di
questa simbologia, che sono una diretta conseguenza della
complicatissima mitologia creata da Blake.
Quindi mi lascerò arbitrariamente guidare
dalla spiegazione data da Ginsberg, nelle sue lezioni a Naropa, che poi
sostanzialmente è quella del critico Harold Bloom. Il mondo in cui ci
troviamo a vivere da uomini adulti è il mondo
dell'Esperienza (quello che chiamiamo "il mondo reale"), e l'uomo vi
entra dopo la caduta dell'Innocenza della fanciullezza (il "broken
mirror of Innocence" della blakiana "Every Grain of Sand"), il che
comporta pure la caduta dell'amore e della compassione verso il mondo,
per lasciar posto al buon senso e all'egoismo personale dell'adulto.
Quest'ultimo agisce mosso dal proprio interesse e non per amore, e la
sua visione del mondo è una visione corrotta, rappresentata da una città
piena di sfruttamento dell'uomo sull'uomo e di simboli d'angoscia, in
cui "si paga col sangue", ma preferibilmente con quello degli altri.
Evidentemente il ragazzo si trova ancora nel primo stato, mentre il
personaggio rappresentato da Dylan, che nel finale ne scavalca
indifferente il corpo martoriato, è come minimo passato attraverso la
forgiatura dell'Esperienza.
Già in un'intervista del 1977 con
Jonathan Cott, Dylan aveva parlato di questo passaggio
innocenza/esperienza
riguardo a "Just Like a Woman", dicendo: "That’s the child in everyone.
That's the child in everyone that has to be confronted". È con il
bambino dentro ognuno di noi che ci si deve confrontare. E
all'osservazione di Cott:
[Cott - “Just Like a Woman" always seemed to me to be somehow about
being born: “I can’t stay in here ... I just can't fit.” So by
confronting the child in you, saying goodbye to childhood, you’re bom
into something bigger ... In a way, it’s a frightening song.]
È sempre stata una canzone spaventosa, ma bisogna cercare di eliminare
questa sensazione. Il problema è cercare di capire che cosa significhi
per Dylan andare oltre lo spavento provocato dalla caduta
dall'Innocenza. In "Roll on John", Dylan sembra scherzare circa questo
incontro con la "tigre" dell'Esperienza giocando un po' sul ricordo
dell'incidente in motocicletta, una "Triumph Tiger". Ginsberg ci spiega
che la tigre è una creatura "urizenica", cioè creata dal dio che
presiede al mondo dell'Esperienza, Urizen(
http://it.wikipedia.org/wiki/Urizen ). Questo è il dio della
Ragione, raffigurato da Blake con un compasso in mano, intento ad
imporre la sua misura al mondo, dopo avergli tolto l'incanto e averlo
ridotto a mera cosa, "reificato", come si dice. Oggi i filosofi che non
vedono tanto di buon occhio la scienza lo chiamerebbero "dio della
ragione calcolante", quella che sostituisce l'ente con il suo doppio,
costituito come un insieme di relazioni matematiche e quantificate.
Ricordiamoci che Blake vedeva le conseguenze della prima
industrializzazione inglese, quella del carbone e del vapore, che
comprendeva lo sfruttamento inumano dei bambini, e lo imputava oltre che
alla cupidigia economica, alla visione meccanicistica del mondo, che
allora era rappresentata dal successo della fisica di Newton. (Un
bell'esempio oggi è Google, o qualunque altro motore di ricerca: noi
vediamo i risultati, ma alla base ci sta un algoritmo matematico che
quantifica i rapporti di relazione trai termini). In Blake però, non
sembra esserci un completo rifiuto della ragione, ma solo di quella
ragione che pretende di sovrapporsi a tutte le altre facoltà umane. Dice
Ginsberg:
[Urizen nel mondo caduto è figlio di Albione, l'uomo completo e Vala,
che è la natura. In questo senso egli è un aspetto della creatura
Albionica completa, l'uomo unificato completo. In altre parole,
l'intelletto ha un posto nell'uomo unificato. Quando viene confuso con
la natura, quando l'uomo intero viene intrappolato, e la natura fottuta,
il risultato è questa sottile astrazione, questa qualità mentale,
Urizenica, che implica giudizi, limitazioni, limitazione ai sensi,
perdita di immaginazione.]
e più oltre, citando Foster Damon - A Blake Dictionary: The Ideas and
Symbols of William Blake -:
[Così, Damon, alla voce "Urizen", dice: “Urizen è lo Zoa del Sud, che
simbolizza la Ragione”…un “limitatore di Energia” (piuttosto
un'estensore di Energia), “il legiferatore, e la coscienza
vendicativa”..”La sua arte è l'architettura..”..”Il suo nome è stato
tradotto come “Your Reason”, una derivazione molto caratteristica di
Blake, che usa continuamente bisticci semi-consci.....]
Il punto cardinale che Blake assegna a Urizen è appunto il Sud e il
"bound for the south", la rotta verso Sud che Dylan fa percorrere a
Lennon in "Roll on John" potrebbe non essere geografica, ma
semplicemente quella orientata verso il mondo dell'Esperienza. Urizen è
"vendicativo" perché qualunque evento perturbatore che alteri la rete
della Legge, della Ragione e dell'Economia che ha steso sul mondo deve
essere compensato per ripristinare l'equilibrio a cui egli presiede,
l'architettura del mondo. A ben vedere, il ragazzo nel video ruba un
fiore violando la legge dell'economia e viene punito dalla "Legge",
mentre il danno all'operaio mafioso viene ripagato con la vendetta, la
forma primitiva della "Legge". In "Cross the Green Mountain" Dylan aveva
già incontrato questo "avenging God" ("Tutto deve arrendersi al Dio
vendicativo", il veterotestamentario dio degli eserciti). In effetti in
Blake c'è una sovrapposizione tra Urizen e il dio del Vecchio
Testamento. Continua Ginsberg:
[La causa della caduta di Urizen nello stato di Satana (o Errore) -
Urizen poi diventa – (o) può essere scambiato con – Jehovah, il Jehovah
Ebreo – il Dio del giudizio, della vendetta, il limitatore, il
ragionatore e il giudice, la coscienza vendicativa. Così il vecchio
Jehovaico duro padrone è sia Urizen che Satana.
(
http://www.allenginsberg.org/index.php?page=william-blake-class---2-urizen-and-gnostic-background
)]
Per farla breve, (Ginsberg ci mette 12 lunghe lezioni per spiegarlo) il
mondo della nostra esperienza è un'illusione, un'illusione, si badi,
materiale, nel senso che le sue leggi non sono quelle del sogno, ma
della fisica, create da Urizen, e se ci si butta da un palazzo si muore
veramente. Si deve sempre tener presente che per Blake non esiste una
realtà fisica indipendente da quella mentale, se non appunto nel mondo
illusorio di Urizen.
[La causa della caduta di Urizen allo stato di Satana, - prosegue
Ginsberg, - è il desiderio di dominio (più territorio, più potere).
[...] Come nella vecchia storia di Jehova egli crea il mondo, così
Urizen, misurando e ragionando crea questo mondo apparente. In termini
Buddisti penso, questo sarebbe la nozione del sé che crea il proprio
territorio,e quindi, con i sensi, struttura un intero universo
fenomenico,che, in apparenza esiste, ma è anche soggetto, come l'acqua
che scorre, ad un completo mutamento,alterazione e scomparsa. Blake trae
alcune di queste nozioni anche da fonti Occidentali classiche, perché in
Eraclito, abbiamo, "tutto ciò che guardiamo da svegli è morte".]
Ginsberg ipotizza un'origine mesopotamica di queste concezioni, che da
lì avrebbero influenzato sia l'Oriente che l'Occidente attraverso
Eraclito e lo Gnosticismo. È lecito chiedersi a questo punto come si
esce da questo garbuglio, dato che i dubbi si affastellano: fino a che
punto Dylan sposa le immaginisfiche costruzioni di Blake? Le usa
soltanto come allusioni poetiche superficiali o le pone in relazione
alla sua fede nel dio dell'ebraismo? E che ruolo riveste per lui in
tutto questo la figura di Cristo? Il video non risponde certo a queste
domande. Blake probabilmente avrebbe risposto che bisognava cercare di
rimanere uomini integri, completi, senza limitare i nostri sensi e la
nostra immaginazione anche in presenza di un mondo decaduto.
In effetti molti commentatori si sono meravigliati del fatto che Blake,
dopo aver descritto nella poesia omonima la Tigre in termini terribili,
la rappresentasse poi graficamente non come una bestia feroce e
pericolosa ma come un innocuo gattone, dallo sguardo stralunato.
Ginsberg in "First Blues" legge questa poesia accompagnato da Dylan alla
chitarra in maniera distesa, come fosse quasi un girotondo infantile,
tutt'altro che oppresso da terrificanti incombenze.
Esiste su youtube una versione molto simile a quella di "First Blues"
che può dare un'idea:
http://www.youtube.com/watch?v=B52wi_4-1y8
Dylan poi in "Roll on John" alterna le frasi di Blake a quelle di una
filastrocca per bambini, che ricordano l'innocenza di "The Lamb". C'è
l'immagine di un dio amoroso, che come un padre rimbocca le coperte al
figlio che dorme, e veglia su di lui.
Può darsi allora che sia Ginsberg che Dylan si riferiscano alla via di
uscita indicata dallo stesso Blake negli " Auguries of Innocence" e che
ricorda pure quella proposta in "Series of Dreams" ("E non c'e' uscita
in nessuna direzione / Eccetto quell'unica che non riesci a vedere coi
tuoi occhi "): Siamo portati a credere ad una menzogna
Quando non vediamo attraverso l'Occhio
Che era nato in una Notte per perire in una Notte
Quando l'Anima dormiva in fasci di luce
Dio appare e Dio è Luce
Per quelle povere anime che abitano nella notte
Ma fa apparire una Forma Umana
A coloro che abitano nei Reami del giorno
che è usata da Harold Bloom come chiave di lettura di "The Tyger":
[Il narratore di The Tyger è stato portato a credere ad una menzogna
perché vede la sua Tigre non attraverso i suoi occhi, ma con quelli di
lei, e così vede la tigre come un'agghiacciante simmetria contornata
dalle tenebre. L'occhio di questa percezione limitata e decaduta è nato
nella notte della nostra caduta dalla visione Immaginativa e perito in
quella stessa notte. L'occhio del corpo è nato nel sonno autoillusorio
dell'anima. E a quelle povere anime che abitano nelle tenebre volontarie
della limitata percezione dei sensi, se Dio appare lo deve fare come una
luce che brilla nelle tenebre. Ma egli mostra una forma umana a quelli
che scelgono di vivere nella luce. Così in The Tyger; l'animale è
splendore brillante e la sua simmetria è agghiacciante per quelli che
scelgono di vederlo nelle tenebre, perché la foresta non è nella notte,
ma "della notte", e non esiste senza di essa. L'uomo che vede
l'agghiacciante simmetria può anche vedere l'amore di Dio come luce, e
la sua ira come fuoco, e può identificare la Tigre con quest'ultima, e
dire che Dio ha creato sia la tigre che l'agnello. Oppure può scegliere
le tenebre ed essere una specie di Gnostico, e credere che si tratti di
due divinità diverse, e assegnare ad ognuno la creazione di un animale.
Ma Blake non vuole nessuna delle due risposte; Dio è umano nel chiarore
della luce, e la feroce tigre è soltanto la povera creatura del disegno.
Blake vuole che noi mettiamo in questione l'interrogante, piuttosto che
tentare una risposta a una domanda che già mira semplicemente a
rispondere a se stessa.] (Harold Bloom - The Visionary Company: A
Reading of English Romantic Poetry p.36)
Riassumendo quindi? Non sono veramente sicuro che le tortuose strade che
ho seguito abbiano un senso, ma sostanzialmente la lettura del video è
quella già data da Carrera senza tanti arzigogoli.
ciao, Miscio
Caro Miscio, anch’io ho un rispetto supremo per le
opinioni e le interpretazioni di Alessandro Carrera, la sua esperienza e
la sua conoscenza del personaggio e dell’artista Dylan fanno di lui una
delle persone più titolate per esprimere analisi sul lavoro dylaniano.
Però c’è un punto che potrebbe essere fonte di discussione, ed è questo:
Dylan è veramente quello che traspare dai suoi testi e dalle sue canzoni
o è qualcosa di diverso? A questo interrogativo credo che nessuno di
noi potrebbe rispondere, ne Gray, ne Carrera e ne chiunque altro. Dylan
potrebbe essere in realtà una persona comunissima, ossia potrebbe essere
solo Robert Zimmermann, un piccolo ebreo di Duluth Minnesota, mentre il
suo alter ego si esprimerebbe a livello stratosferici sotto l’apparente
identità artistica di Bob Dylan. Insomma Dylan potrebbe essere solo lo
stratagemma inventato da Zimmermann per fuggire la squallida realtà
nella quale si vede costretto a crescere, una comunità talmente
religiosamente ottusa che non sarebbe stata capace di avanzare di un
solo passo nemmeno in mille anni, una comunità schiava delle tradizioni,
timorosa dei cambiamenti, gente che non ha mai trovato il coraggio di
rappresentare il suo Dio in modo materiale, gente con apertura mentale
uguale a zero che annichilisce qualunque personalità abbia una
sensibilità superiore a quella di una formica o di una lucertola. Ecco
l’esigenza del paravento “Bob Dylan”, in sostanza un paravento per dire
quello che Zimmermann non avrebbe mai potuto esprimere senza essere
cacciato dalla sua stessa genia. Un’esigenza che sfrutterà negli anni a
venire esplorando senza timore tutti i campi dell’esperienza umana, che
non avrà paura di fare dell’esperienza una cosa che si deve provare di
persona e non per sentito dire. Essere un artista diverso nei contenuti
e nel modo di esprimersi, allora come oggi, non deve
essere stato per niente facile, come dice Francesco De Gregori in
"Ragazza del 95" il futuro è anche un dovere, non solo un diritto. Dopo
le rivoluzioni si urla ai quattro venti a gran voce la storia dei
diritti, ma non bisogna dimenticare che dopo le rivoluzioni rimangono i
rivoluzionari, e che i rivoluzionari hanno il dovere di rimettere in
funzione quello che i loro deposti predecessori avevano distrutto. Dylan
dice cose simili, cose che spesse volte a coloro che detengono il potere
non vanno a genio, ma lui non ha mai mollato la presa, le sue
argomentazioni sono sempre quelle, espresse nel corso degli anni in
forme diverse, palesi o mascherate dietro qualche indecifrabile
allegoria, ma il succo è quello, Dylan è come un missile che corre
dritto verso il bersaglio assegnatogli senza deviare di un grado la sua
traiettoria. Dylan è come un'arma a doppio taglia, in qualunque modo si
esprima trova sempre la capacità di colpirti, di coinvolgetri, di farti
pensare, di farti riflettere, ti obbliga a farti domande e pretende che
tu trovi da solo le risposte, pena la squalifica dal gioco. Dylan è un
artista che ha rischiato ytante volte di trovarsi avvolto nelle nelle spire di
un uragano che distrugge artisti con la stessa facilità che distrugge le
case, che solleva e disperde rottami di ogni tipo,
uno strano essere alieno che vanno contro le regole del vivere
quotidiano. Dylan passerà per tutte queste esperienze, dovrà scagliare
pesanti avvertimenti contro la società che lo circonda, quasi degli
anatemi o delle scomuniche, sarà costretto a mentire (l’incidente
motociclistico fu uno stratagemma per sfuggire da qualcosa che stava
diventando mortalmente pericolosa), sarà costretto a continuamente a
vivere reinventarsi di volta in volta soltanto per “dover” confondere le
idee agli altri in modo da mandarli nella più totale confusione ed in
situazione di dubbioso stallo.
La lettura di Carrera del video è sostanzialmente impeccabile, il
paragone fra il ragazzo ingenuo e speranzoso e la brutalità del mondo,
quel mondo che Dylan sembra scavalcare con la più serena indifferenza fa
da sempre parte delle tematiche dylaniane e in questo video si trova la
conferma di una parte del modus pensandi dylaniano. Ma ancora non ci
siamo, le immagini sono completamente estranee a quanto l’artista dice
nella canzone.
La tematica del viaggio rappresentato da un treno è una costante nella
cultura americana, idea ripresa in migliaia di canzoni, ma Dylan sembra
usare questa tematica del treno per lanciare un messaggio diverso dal
solito:
Ascoltate quel fischio
del Duquesne che soffia
Sta soffiando come se stesse andando a spazzare via il mio mondo
Mi fermerò a Carbondale e andrò avanti
Quel treno di Duquesne mi porterà giorno e notte
Tu dici che sono un giocatore d'azzardo, dici che sono un ruffiano, ma
non sono ne l’uno ne l’altro.
Ascoltate quel fischio del Duquesne che soffia
Suona come se fosse la corsa finale
Nel momento che le cose devono finire un fischio ne annuncia la fine, la
fine della corsa per il treno e la fine della vita per l’uomo, quel
fischio che potrebbe spazzare via il mondo intero se qualcuno, in un
momento di pazzia schiacciase il famoso bottone rosso che scatena la
distruzione nucleare, il paragone è azzeccato, c’è poi la spiegazione
che potrebbe andare bene per tutti i dylanologi, da Gray a tutti quelli
che hanno scritto qualunque cosa su di lui, voi avete sempre pensato che
fossi un gicatore d’azzardo o un ruffiano, ma non sono mai stato ne
l’uno ne l’altro, e certo non ve lo diro mai.
Ascoltate quel fischio
del Duquesne che soffia
Soffia come non ha mai soffiato prima
la luce blu lampeggia, la luce rossa risplende
soffia come se lei fosse alla porta della mia camera
mi sorridi attraverso lo steccato
Proprio come hai sempre sorriso in passato
Ascoltate quel fischio del Duquesne che soffia
Soffia come se lei (la locomotiva) non dovesse più soffiare
Chi mai potrebbe essere quella “lei” che si avvicina alla porta della
sua camera annunciata da un fischio che non è mai stato così intenso?
Potrebbe essere la morte che prima o poi arriva per tutti? Perchè no, il
fischio soffia come se non dovesse più fischiare (perchè dopo la morte
nessuno udrà più il fischio del treno che porta quello che resta di noi
verso un infinito che non siamo in grado di descrivere.
Non sentite quel
fischio del Duquesne che soffia?
Sta soffiando come se il cielo dovesse saltare in aria in lontananza
Tu sei l'unica cosa viva che mi fa andare avanti
Sei come una bomba a orologeria nel mio cuore
Sento una dolce voce chiamare delicatamente
Deve essere la madre di nostro Signore
Ascoltate quel fischio del Duquesne che soffia
Sta soffiando come se la mia donna fosse a bordo
L’amore fa parte della vita, quando ne avvertiamo i primi sintomi le
orecchie e la testa cominciano a fischiare in modo che non abbiamo mai
sentito prima, come il fischio lontano di un treno che passa
sferragliando all’orizzonte. Ed assieme all’amore esiste la fede, la
fede in una qualunque delle cose sulle quali si basano le religioni (sia
essa Cristiama, Islamica, Ebraica, Buddista o pagana).
La madre si nostro Signore per un cristiano è la Madonna, per un
islamico sarà forse la madre di Maometto, per un buddista la madre del
Budda e via così. Tutti crediamo in qualcosa, anche gli atei, che non
credono a nulla se non a se stessi!
Ascoltate quel
fischio del Duquesne che soffia
Che soffia per mandare via la mia tristezza
Tu sei un mascalzone, so esattamente dove stai andando
Ti guiderò io stesso alla fine del giorno
Mi sveglio ogni mattina con quella donna nel mio letto
Tutti a dirmi che mi è andata alla testa
Ascoltate quel fischio di Duquesne che soffia
Soffia come se stesse uccidendomi
Sentite il fischio? Forse fischia per allontanare la mis tristezza, “tu
sei un mascalzone” potrebbe dirgli la mostre che viene a prenderlo, “ti
guiderò fino alla fine del giorno” dove ogni cosa lascia il posto al
nulla del buio, ma io credo nell’amore, ci credo quando mi sveglio e
vedo che nel mio letto c’è sempre quella donna che mi motiva a
continuare
a vivere, mentre quel maledatto fischio soffia come se volesse
uccidermi.
Non sentite quel
fischio del Duquesne che soffia?
Che soffia attraverso un altra cattiva città
Le luci della mia terra natia sono splendenti
Mi chiedo se mi riconosceranno la prossima volta
Mi chiedo se quella vecchia quercia è ancora in piedi
Quella vecchia quercia, quella dove eravamo soliti arrampicarci
Ascoltatete quel fischio del Duquesne che soffia
Che soffia come se volesse spaccare il minuto E poi c’è un’altra città cattiva, che
rappresenta la società con le sue brutture ed ingiustizie, in una città
cattiva non ci può essere niente di buono, forse esistono solo i ricordi
di quando si era bambini, quell’albero sul quale ci si arrampicava per
giocare, chissà se la vecchia quercia è ancora in piedi.....c’è il
ricordo della tera natia con lo splendore delle sue luci, chissà se
qualcuno si ricorderà di me, quante sensazioni si nascondono dietro
questa frase!
Forse la città del video è la città cattiva, la città che punisce il
ragazzo che si lascia prendere dalla pazzia dell’amore senza accorgersi
che sta pestando i piedi a qualcuno che poi gliela farà pagare e lo
lascerà mezzo morto sulla strada scavalcandolo con indifferenza come se
fosse un rifiuto da buttare?
Vedi Miscio, forse le tue e le mie parole sono soltanto un insieme di
riflessioni sbagliate, oppure potrebbero in qualche modo contenere delle piccole o
grandi verità, ma non è questo quello che conta, l’importante è che
anche tu ed io abbiamo provato a cercare di capire e spiegare qualcosa
che di solito è estremamente complicata da comprendere. Molti parlano di
Dylan dicendo le loro opinioni come facciamo noi, come fa Gray, come fa
Carrera (questo senza aver la minima intenzione di paragonarci ad
Alessandro), come fa Vites, come ha fatto per anni Michele “Napoleon in
rags” Murino, come in futuro faranno altri. Poi ci sono quelli che
leggono quello che scrivono gli altri senza esprimere opinioni, ma non
essendo obbligati ad esprimersi sono pienamente giustificati. Non saprei
dire se noi
abbiamo oggi abbiamo espresso cose reali o cose un pochino fuori dalla realtà,
in fondo in fondo non ha una grande importanza, ma almeno
ci abbiamo provato, e se avremo scritto qualcosa di intelligente sarà a
vantaggio di tutti, se avremo scritto stupidate non credo che nessuno ci
sparerà per questo. Alla prossima, :o)
Mr.Tambourine
Davvero i riferimenti di Dylan alla
Guerra Civile Americana sono una delle chiavi fondamentali per capire la
sua poetica e per “decifrare l’America”. La vittoria dei Nordisti sui
Sudisti, che passa come la vittoria della modernità sulla tradizione,
segna in effetti l’avvento della modernità ma con tutte le sue violente
e paradossali contraddizioni. Le riflessioni di Miscio rafforzano l’idea
che la rivisitazione di questo capitolo della storia americana e dei
suoi lati oscuri - da parte di un giovanissimo Dylan all’inizio degli
anni sessanta - potrebbero essere considerate una delle prime
espressioni di una nascente sensibilità postmoderna. Tanto quanto le
rappresentazioni in costume che ciclicamente frotte di americani
inscenano sui luoghi storici delle battaglie della Guerra Civile
potrebbero essere l’ingenuo schermo di un rimosso collettivo.
Gypsy Flag
Credo che la tua
osservazione possa essere condivisa senza il minimo tentennamento. Anche
per me il Bob Dylan degli anni '60 era già un artista formato e con uno
stile che la gente avrebbe capito soltanto alcuni anni dopo. Dylan aveva
già allora una visione precisa dell'America e delle sue radici che si
nascondevano nella musica folkloristica degli "americani" che
conservavano ricordi e tradizioini della loro terra d'origine.
Aggiungiamo a questo una grande capacità di giudizio, una visione senza
pari ai problemi del passato, del presente e del futuro, una sensibilità
agli eventi quotidiani fuori dall'ordinario, ma non soltanto per lui, ma
principalmente per le persone e la società che si affannava a cercar di
raggiungere i più fantastici obiettivi senza rendersi conto che poi
bisogna pagare un prezzo salato. In questo senso Blowin' ed Hard Rain
precorrevano i tempi grami che sarebbero venuti in seguito, quando
sarebbe arrivato il momento di pagare il conto alla natura che aveva
reagito alle devastazioni umane con le pioggie acide, la perdita delle
stagioni, l'intensificarsi della forza dei fenomeni atmosferici. Dylan
lanciò fin dai suoi inizi artistici il suo messaggio di "allerta" ma
nessuno aveva tempo per prenderlo sul serio, c'erano dei negri da
mantenere forzatamente separati dai bianchi, una corsa agli armamenti da
vincere a qualunque costo, gli esperimenti atomici che diventavano
sempre più potenti fino a raggiungere potenze mai immaginate dall'uomo,
gli arsenali militari che si riempivano di testate nucleari come i silos
dell'antico Egitto si riempivano di grano, la guerra fredda fra Est ed
Ovest che costò un numero imprecisati di morti fra civili ed agenti più
o meno segreti, il Viet Nam cominciava a far capire agli americani che
le guerre si possono anche perdere anche se l'America rifiutava questa
ipotesi forte delle sue passate vittorie in tutte le guerre. Dylan aveva
capito vent'anni prima di tutti gli altri che, volenti o nolenti le
comunità delle diverse nazioni, inevitabilmente il momento della resa
dei conti arriva sempre, che la sfida all'O.K. Corral poteva essere una
leggenda ma allo stesso tempo una verità. Molti grandi personaggi
dissero agli americani che non tutto era oro quello che luccivava, i due
Kennedy, Martin Luther King tentarono di mettere in guardia una nazione
che non aveva nessunissama intenzione di mettersi sulla difensiva, una
nazione nella quale i diritti umani li scrivevano coloro che avevano nei
loro capaci forzieri immensi capitali, una nazione nella quale lo
sviluppo dell'economia era principalmente basato sulla produzione
bellica, una nazione che considerava ancora i negri, anche dopo la
guerra di secessione, mano d'opera a bassissimo costo senza nessun
diritto, una nazione che non permetteva ai negri di essere persone umane
ma continuava a considerarli come cose al loro esclusivo servizio ed
Hattie Carrol ne fu un classico esempio. L'America era abituata a
scrivere la sua storia con le armi invece che con le penne, i nativi
americani erano persone da sterminare, e visto che non si riusciva a
farlo sul campo di battaglia i governanti di allora pensarono bene di
mandare ai loro odiati pellerossa interi vagoni carichi di coperte
infestati dal virus del vaiolo. Purtroppo anche in America qualcuno
aveva letto "Il Principe" di Machiavelli e si era convinto che il fine
giustificava i mezzi. Dylan contrasterà tutte queste distorsioni della
giustizia attraverso l'intensità dei suoi testi affidati ad un supporto
musicale che era di più facile divulgazione che i libri. Dylan avviserà,
lancerà moniti, farà previsioni durissime, ma poi, quando si accorgerà
che i suoi moniti venivano osteggiati da chi era al potere, rifiuterà
qualunque tipo di etichette che gli americani cercavano di cucirgli
adosso, sparirà dalle scene per diversi anni, farà uscire dischi insulsi
per convincere tutti che lui era soltanto un senplice cantantucolo che
non meritava di essere preso in considerazione. Ma forse Dylan non aveva
fatto i canti con la potenza delle sue parole, che pian piano, come una
continua goggia d'acqua può bucare una parete di roccia, sgretolerà le
coscienze degli americani facendo sentire in colpa tutta una nazione. Da
allora il mito di Bob Dylan ingigantì di giorno in giorno fino a
diventare quello che è oggi, una leggenda che nessuno può tentare di
scalfire, Dylan è diventato più grande di quell'America che l'aveva
messo diverse volte nella polvere e diverse volte sull'altare. In
realtà, nella storia americana non ci sono lati oscuri, Hollywood si è
sempre preoccupato in modo perfetto di raccontare le cose come faceva
comodo all'America, anche se la realtà era diversa e lo sapevano tutti.
Ancora oggi i nativi Americani sono confinati nelle riserve e trattati
come straccioni, purtroppo la grande democrazia e la grande giustizia
americana si dimentica tutt'ora dell'esistenza di queste popolazioni,
così come falsamente rappresentava gli abitanti degli Starti Confederati
come dei maledetti senza-Dio che pensavano solo ad aumentare i loro
profitti sfrurrando la popolazione di colore importata e deportata a
forza proprio per avere mano d'opera che costasse meno del cavallo che
tirava il carretto, cosa che i Nordisti fanno ancora, andare nei ghetti
delle maggiori città americane del nord a partire da New York per
rendersene conto. L'America è il paese delle grandi contraddizioni,
delle grandi ingiustizie, dei grandi pentimenti e dei flop colossali,
il Viet Nam fu soltanto il primo e la Lehman Brothers forse l'ultima. I
riferimenti di Bob alla Guerra Civile Americana o di Secessione che dir
si voglia sono davvero una delle chiavi fondamentali per capire la
poetica dylaniana e per "decifrare l'America come giustamente hai
scritto tu. Ma non sono certo i soli, e più si conosce Dylan e si
analizza più si capisce la grandezza della sua visione perfettamente
riversata nelle sue canzoni. Per l'America Dylan sarà sempre una spina
nel fianco, la coscienza nascosta che periodicamente si riaffaccia a
ricordare agli Americani che le cose non stanno come pensano loro, che
la realtà può essere differente dal comun credere, che Dylan è sempre
dietro di loro a pungolarli, anche se questo può dal loro molto
fastidio.
Domanda: dunque - interpretando Lepidus
-"Silvio" sarebbe Jerry Garcia?
un caro saluto, Gypsy flag
Io non leggo
nell'articolo di Lepidus che "Silvio" si possa identificare con Jerry
Garcia e nemmeno lo credo, la collaborazione fra i Dead e Dylan durò
artisticamente molto poco, anche se Dylan ammirerà sempre Jerry Garcia,
forse perchè vedeva in lui quello che Dylan stesso non riuscì mai ad
essere, cioè il vero leader di una band invece che un solo-performer che
si faceva accompagnare da diverse formazioni. Ma forse fu sempre così
per il semplice motivo che Dylan vorrà sempre essere libero nelle
proprie scelte e nelle proprie decisioni. Collaborerà intensamente con
The Band ma anche questa cosa inevitabilmente ebbe la sua fine. Dylan è
troppo "personale" per vivere in simbiosi con altre persone, anche se
Bob ha certamente anche lui i suoi eroi ed i suoi idoli proprio come
ognuno di noi.
Sabato 1
Giugno 2013
"Down In The
Groove" è stato un punto di svolta nella carriera di Bob Dylan?
Di Harold Lepidus
C’è stato un momento difficile nella carriera di Dylan. La maggior parte
dei lettori già conoscono la storia, ma per essere più chiari, a quanto
pare aveva proprio perso la bussola della propria carriera nel 1980. Ciò
su cui mi concentrerò è la battaglia di Dylan con il proprio passato, o
almeno la mia interpretazione, e il suo effetto su "Down In The Groove".
Mentre è difficile veramente sapere cosa pensa di Dylan, lui sembrava
essere ad un bivio artistico a quell’epoca. Quando il primo bootleg
della,storia del rock, "Great White Wonder," fu pubblicato nel 1969,
Dylan rispose con "Self Portrait", e quando la Columbia pubblicò il
set-box retrospettivo "Biograph", lui rispose con il confusionario
“Knocked Out Loaded.”
Dopo che Dylan chiuse l’esibizione al Live Aid del 1985 con un rilevante
e non convenzionale, ed anche incompreso set, si imbarcò nella
recitazione del film "Hearts Of Fire" che fu aspramente stroncato dalla
critica, allora si rese conto che era tempo di ricostruire da capo la
sua carriera. Dylan cominciò a girare il mondo accompagnato da Tom Petty
& The Heartbreakers, con un piccolo tour collaterale che lo portò in
compagnia dei Grateful Dead ad esibirsi in sei stadi durante l'estate
del 1987.
Mentre le uscite di Dylan verso la metà degli anni ‘80 non erano state
delle sue migliori, nonostante alcune recensioni ottimistiche e che
almeno una canzone da ogni album era stata molto trasmessa dalla maggior
parte delle radio in FM di rock, era chiaro Dylan non stava esprimendo
il suo potenziale.
Giocare con il morto deve aver scatenato qualcosa in Dylan. Il suo stile
non convenzionale era qualcosa a cui poteva fare riferimento:
Cambiamenti soventi della set list, improvvisazioni, andare in tour per
il semplice gusto di farlo e non necessariamente per promuovere un nuovo
album. Dopo tutto, uno idiosincratico come Dylan, che altro poteva fare?
"Down In The Groove" subì molti cambiamenti dopo essere stato respinto
dalla sua casa discografica, che doveva essere stato uno shock per una
persona della statura di Dylan. Elenchi di brani furono presi in
considerazione per cambiare e ritoccare quel lavoro prima di
pubblicarlo. C’erano molte voci confuse sul conto dell’album, con voci
circa la presenza di alcuni membri dei Clash e dei Sex Pistols che
avrebbero potuto realizzare alcuni brani emozionanti. Prima della
pubblicazione dell'album, mi ricordo che qualcuno della Sony mi diede un
CD promozionale intitolato "Forever Young", con il singolo "Silvio",
insieme a una selezione di classici brani di Dylan. Era eccitante e
“Forever Young” diventò un piccolo successo e un fiore all’occhiello dei
concerti per molti anni a seguire.
The Dead ebbero un grande successo commerciale in quel periodo con
"Touch Of Grey" e "Silvio", con Jerry Garcia, Bob Weir, Brent Mydland ai
cori, ed era stato registrato poco prima del tour congiunto fra Dylan e
The Dead. “Silvio” era una delle due canzoni di "Down In The Groove",
scritta in collaborazione con il paroliere dei Dead Robert Hunter,
mentre il resto dell’album era composto da altri due brani composti da
Dylan e sei cover di altri artisti.
Pur non essendo un album classico, "Down In The Groove" dimostrò che
Dylan era ancora vitale. L'album, almeno per me, è ancora uno dei
migliori usciti quell’anno, anche se ebbe una tiepida accoglienza.
In quei periodi Dylan era impegnato nella 1° serie del programma della
NBC “Saturday Night Live”. Secondo quanto riferito da Monica Dude:
Nella primavera del 1988, il Late Night Show TV aveva evitato do essere
cancellato dalla programmazione appena due anni prima, dopo un periodo
di declino creativo e popolare, ma ora era stato rimesso in condizioni
buone con eleganza. Lorne Michaels, entro l'inizio di marzo, aveva
segnato un finale di stagione al top del gradimento, con Gilda Radner
come ospite che tornava nello show dopo otto anni, e Dylan come ospite
musicale.
E poi ai primi di marzo, La Writers Guild of America scese in sciopero.
Mentre la maggior parte della stagione televisiva 1987-1988 rimase
inalterato, molte sceneggiature in onda, alcune serie dal vivo o cose
come Stasera e SNL furono costrette a chiudere. Lo sciopero, il più
lungo del suo genere, si trascinò fino ad agosto. I programmi cancellati
allora non furono mai più riprogrammati.
Quell'estate, Dylan aveva iniziato il suo cosiddetto "Never-Ending
Tour", che continua ancora oggi. Lo spettacolo che avevo visto a Great
Wood a Mansfield, Massachusetts, fu uno dei più emozionanti che io abbia
mai visto. Fu uno spetacolo nudo, senza tanti fronzoli, con un sapore un
pò punk, non dissimile dalla sua apparizione al David Letterman nel
1984. Lo spettacolo durò soltanto 80 minuti, ma non un momento venne
sprecato.
Senza armonica, Dylan si esibì con tutte le chitarre infuocate, mimando
assoli di chitarra eseguiti da G.E. Smith che suonava proprio dietro a
lui in coesione perfetta. Il set era iniziato con canzoni che non ho mai
nemmeno sperato di sentire cantare da Dylan, cose come "Subterranean
Homesick Blues" e un elettrico "Pretty Peggy-O." Poi ci furono alcuni
pezzi abbastanza insignificanti da "Down In The Groove" e " Hearts Of
Fire ". " Had A Dream About You, Baby " ebbe la stessa intensità e voce
appassionata come gli altri. Secondo His Bobness, "Had A Dream" è stata
suonata dal vivo solo quattro volte. Il resto dello show era pieno di
classici, con un set-up non dissimile dalla track list di "Before The
Flood", un breve set acustico suonato tra quelli elettrici. Per la
penultima canzone del set principale, Dylan eseguì il suo nuovo hit
"Silvio". L'arrangiamento era già stato modificato dalla versione in
studio, con il riff ripetitivo sostituito da un unico martellato, non
diversamente l’arrangiamento di "Going To A Go-Go " dei Miracles.
Così, ancora una volta Dylan era rinato dalle ceneri nel 1988. Presto
sarebbero venuti i Traveling Wilburys e "Oh Mercy", e il decennio
sarebbe finito su un livello alto.
Solo sei canzoni dell'album sono furono mai suonate dal vivo, e con
quattro eseguite meno di una decina di volte, "Rank Stangers to Me” è
stato suonato 26 volte e "Silvio" quasi 600. Dopo alcuni anni, la
canzone era caduta in disgrazia, per poi ritornare in auge nel 1995 alla
morte di Jerry Garcia, e la canzone divenne un punto fermo dei concerti
fino al 1999, considerata da molti come un tributo per il suo amico
defunto.
Harol Lepidus - Bob Dylan Examiner
http://www.examiner.com/article/was-down-the-groove-a-turning-point-bob-dylan-s-career?CID=examiner_alerts_article
Ciao Tambourine,
ti chiedo un favore, sto scrivendo per il giornale locale del mio paese
un articolo sul razzismo e vorrei prendere come spunto la canzone di Bob
“The Lonesome Death of Hattie Carrol". Mi è chiaro che è una canzone che
accusa la violenza dei bianchi contro le persone di colore, proprio come
succede in molti paesi del mondo compreso il nostro. Ma oltre il fatto
narrato abbastanza laconicamente da Dylan, vorrei che tu mi spiegassi
con maggior precisione come avvenne il fatto e come si potrebbe
giudicare la canzone con occhi da esperto e non soltanto da nostrano
lettore quale posso essere io. Ti ringrazio in anticipo per quanto
potrai fare, Roby Bertelli,
Ciao Roby, spero di riuscire a soddisfare le tue
esigenze. Cominciamo con la storia:
GIOVANE e ubriaco uccise una donna di colore ma, essendo bianco,
ricco e privilegiato, scontò in carcere solo tre mesi per
quell'omicidio. Erano i primi anni Sessanta, Rosa Parks aveva già
segnato un solco nella storia dei diritti civili in America, ma non
ancora abbastanza profondo da incidere anche la vita quotidiana. A
"celebrare" l'ingiustizia e a raccontare al mondo intero la storia di
quel tragico fatto di sangue, violenza e razzismo, ci pensò un
altrettanto giovane cantautore, Bob Dylan, che compose quello che è
diventato un classico della musica folk, The lonesome death of Hattie
Carroll.
L'assassino che ispirò la canzone di Bob Dylan si chiamava William
Devereux Zantzinger, scomparso tempo fa all'età di 69 anni. La famiglia
di Zantzinger, che perdonò mai a Dylan di aver musicato il fatto di
cronaca nera di cui era stato protagonista. Intervistato dal biografo di
Dylan, Howard Sounes, nel 2001, Zantzinger definì Dylan un
"insignificante figlio di puttana
Il 9 febbraio 1963 William Devereux Zantzinger, un giovane bianco di 24
anni, proprietario di una piantagione di tabacco, ordinò da bere a
Hattie Carroll, una cameriera nera di 51 anni che lavorava all'Emerson
Hotel di Baltimora. Ritenendo che la donna non fosse abbastanza veloce
nel servirlo, Zantzinger l'apostrofò pesantemente insultandola con il
termine "negra" e la colpì con un bastone. Hattie Carroll, madre di
undici figli (uno in più rispetto al testo della canzone) morì la
mattina dopo di emorragia cerebrale.
Poco più che ventenne, Bob Dylan rimase profondamente colpito dalla
sentenza riportata dai giornali nell'estate del '63 e scrisse di getto
la canzone dal titolo The lonesome death of Hattie Carroll, eseguita dal
vivo nei suoi concerti prima di essere inserita nel suo terzo
celeberrimo album The times they are a-changin' pubblicato nel gennaio
1964. Nel testo non c'è riferimento al colore della pelle della vittima
e del carnefice, ma insiste sulle differenze sociali tra i due
sottolineando come la ricchezza e i rapporti di potere abbiano
influenzato profondamente la sentenza.
Grazie ai suoi avvocati infatti William Zantzinger si vide ridurre
l'imputazione da omicidio volontario a colposo, fu condannato a una pena
di sei mesi ma ne scontò appena tre per buona condotta. Dopo la sentenza
il New York Herald Tribune sostenne che la condanna fu ridotta per
evitare di doverla scontare in una prigione di Stato e rischiare così la
vendetta dei detenuti afro-americani. Zantzinger scontò la breve pena in
relativa sicurezza nella prigione locale della contea di Washington.
Dylan iniziò la canzone partendo dall'omicidio della "povera Hattie
Carroll", uccisa da William Zantzinger in un "hotel di Baltimora
frequentato dall'alta società". La polizia lo arrestò con l'accusa di
omicidio di primo grado, ma "voi che filosofate sulle disgrazie e
criticate le paure toglietevi il fazzoletto dal viso, non è ancora il
momento delle vostre lacrime". La seconda strofa è dedicata a
Zantzinger, "a 24 anni proprietario di una piantagione di tabacco di 600
acri", protetto e curato dai genitori con conoscenze altolocate nel
Maryland. Reagì all'arresto con una scrollata di spalle e uscì in fretta
su cauzione.
Il brano prosegue con il ritratto di Hattie Carroll, una cameriera di 51
anni che aveva dato alla luce dieci figli, abituata a servire in tavola
e gettare la spazzatura, che "non si era mai seduta capotavola e non
aveva mai parlato con la gente ai tavoli", e che fu uccisa con un colpo
di bastone senza aver fatto nulla a William Zantzinger. L'ultima strofa
è nell'aula di tribunale dove il giudice batte il suo martello per
dimostrare che la legge è uguale per tutti e che anche i potenti vengono
trattati correttamente una volta che la polizia li ha catturati. Quel
giudice fissò negli occhi la persona che aveva ucciso senza motivo
condannandolo a sei mesi. "Voi che filosofate sulle disgrazie e
criticate le paure affondate il fazzoletto profondamente sul vostro
viso, questo è il momento per le vostre lacrime" conclude il brano di
Dylan.
Zantzinger visse sempre nei dintorni di Baltimora e nel 1991 venne
arrestato per truffa dal momento che riscuoteva l'affitto da poveri neri
per degli appartamenti fatiscenti che non erano più di sua proprietà.
(Fonte: http://www.repubblica.it)
Ed ora invece affrontiamo la questione da un punto
di vista meno cronistico, riportandoti le parole del Professor
Alessandro Carrera sull’argomento:
The lonesome death of Hattie Carroll
di Alessandro
Carrera
William Zanzinger killed poor Hattie Carroll
With a cane that he twirled around his diamond ring finger
At a Baltimore hotel society gath'rin'.
And the cops were called in and his weapon took from him
As they rode him in custody down to the station
And booked William Zanzinger for first-degree murder...
The Lonesome Death of Hattie Carroll, cioè la triste morte di Hattie
Carroll, è una canzone di "The Times They Are A-Changin'", il disco che
più di ogni altro ha fatto attribuire a Dylan la qualifica molto
limitante di "cantante di protesta" (ovviamente ci sono molte altre cose
in quel disco). La stessa The Lonesome Death of Hattie Carroll è molto
di più di una
canzone di protesta. È una canzone veramente tragica, una delle più
grandi ballate narrative dylaniane, e che ha letteralmente incantato
molta gente.
Quando nel 1967 è uscito il film "Don't look back", che era stato
realizzato da Don Pennebaker riportando frammenti della tournée che
Dylan aveva fatto in Inghilterra nel 1965, un'ampia parte di questa
canzone è presente nel montaggio finale.
Anni dopo, Pennebaker ha raccontato che lui la canzone non la conosceva.
Stava registrando Dylan in presa diretta e a un certo punto si è
letteralmente dimenticato di fare un taglio (di solito i frammenti che
filmava erano molto più brevi) perchè era talmente affascinato dalla
canzone che non riusciva a smettere di ascoltarla.
Andrew Sarris, un critico cinematografico americano, ha poi recensito il
film con un giudizio veramente molto bello su questa canzone: "Ci sono
tante canzoni, ha scritto Sarris, che parlano di argomenti sociali, che
parlano di tragedie avvenute nella società, ma ci sono pochissime
canzoni e pochissimi artisti che sanno trasmettere un grido di dolore".
...But you who philosophize disgrace and criticize all fears,
Take the rag away from your face.
Now ain't the time for your tears.
Questo è il vero argomento di Hattie Carroll. Trasmette veramente un
grido di dolore, questa è la ragione per cui è una grande canzone. Oltre
alla sua incredibile struttura, che è stata analizzata da Christopher
Ricks, uno dei pochi critici letterari che si occupano regolarmente di
Dylan. Ricks ha dichiarato addirittura che questa è la più grande
canzone di Dylan e che Dylan non dovrebbe più neanche cantarla perchè
ormai è un testo sacro.
Contrariamente alla tipica ballata politica che racconta un fatto in
modo lineare (ci sono: una situazione sociale, un personaggio che esce
da questa situazione, il fatto che accade, la condanna morale del fatto
se si tratta di un omicidio o se si tratta di un atto di violenza) Dylan
altera completamente i tempi e comincia a darci quello che è successo
già nel primo verso: "William Zanzinger ha ucciso la povera Hattie
Carroll". L'ha già detto. A partire da questo inizio il resto può essere
raccontato con estrema libertà perchè il fatto fondamentale è già stato
menzionato.
Hattie Carroll was a maid in the kitchen.
She was fifty-one years old and gave birth to ten children
Who carried the dishes and took out the garbage...
Il fatto su cui si basa la canzone è noto: un giovane aristocratico del
Maryland che all’inizio degli anni Sessanta, a una cena di società,
uccide a colpi di bastone una cameriera nera di cinquant'anni che non
era stata abbastanza rapida a portargli un bicchiere di whisky. La
conclusione della storia è che questo personaggio, grazie ai suoi
appoggi politici e a quelli della sua famiglia, viene condannato
semplicemente a sei mesi di carcere.
Dylan costruisce la canzone sull'attesa di questa risoluzione..
Ma introduce elementi nella vicenda che la portano verso un piano quasi
metafisico.
William Zanzinger ha ucciso la povera Hattie Carroll con "un bastone che
roteava intorno all'anello di diamanti che lui portava al dito".
Quest'immagine del bastone che rotea intorno all'anello è quasi
astratta, anche abbastanza difficile da immaginare.
Vediamo il bastone roteare intorno a un anello come se lo maneggiasse un
acrobata, ma la violenza del gesto non ne risulta diminuita. Dopodichè
Dylan descrive il party in cui si è svolto il fatto e in due strofe ci
dà lo sfondo da cui vengono l'assassino e la sua vittima, con un uso
delle rime che ad un certo punto diventa quasi ipnotico, ad esempio
quando Dylan descrive Hattie Carroll come una persona che "non si è mai
seduta a capotavola, che non ha mai parlato alla gente seduta a tavola,
che non faceva altro che pulire quello che era rimasto in tavola", con
la rima "table" che ritorna per tre volte, a indicare che l’unica cosa
che la società sa di Hattie Carroll è il suo essere una serva e
nient’altro.
And never sat once at the head of the table
And didn't even talk to the people at the table
Who just cleaned up all the food from the table...
Poi il tono cambia quando Dylan aggiunge che Hattie Carroll, la quale
"vuotava i portacenere e su tutto un altro piano...", venne uccisa dai
colpi del bastone. Che cos'è questo "altro piano"? Un altro piano su cui
si svolge la storia?
È necessario raggiungere questo "altro piano" per capire l’arroganza e
la crudeltà dell’assassino? (Che, detto per inciso, dopo aver scontato i
sei mesi di carcere ebbe altri problemi con la giustizia, questa volta
per truffa, e che si è sempre riferito a Dylan come "quel bastardo che
gli ha rovinato la reputazione").
The Lonesome Death of Hattie Carroll è una delle canzoni in cui Dylan
dimostra di avere perfettamente assimilato la lezione di Brecht.
Woody Guthrie, Pete Seeger o Phil Ochs non avrebbero potuto scrivere
Hattie Carroll nello stesso modo in cui l’ha scritta Dylan.
I riferimenti alla tradizione americana non bastano per spiegare la
grandezza veramente unica di questa canzone.
Solo alcune delle ballate che Brecht e Kurt Weill componevano negli anni
'30 possono essergli messe a paragone.
In particolare direi la ballata di "Jenny dei Pirati" dall’Opera da tre
soldi, perché anche quella è una canzone scritta su due piani, quello
dove si svolge la vita della povera serva Jenny, e quello in cui la
stessa Jenny chiama le sue creature fantastiche, i suoi pirati, a fare
una giustizia sanguinosa. Ma in Hattie Carroll non c’è nemmeno la
consolazione di una vendetta favolosa. La tragedia della povera Hattie è
irrimediabile, non la si può "filosofare", come dice Dylan nel
ritornello, che infatti non è rivolto ai colpevoli, ma alle persone
benintenzionate e ottimiste, che magari vorrebbero trarre anche dalla
storia di Hattie Carroll un incoraggiamento a una sorta di ottimismo
progressista a tutti i costi, senza avere il coraggio di ammettere che
la maggior parte delle volte le grida di dolore rimangono senza risposta
e si spengono così.
Oh, but you who philosophize disgrace and criticize all fears,
Bury the rag deep in your face
For now's the time for your tears
Spero che tutto questo possa aiutarti a fare un
discreto saggio, auguri, :o)