Carrissimi
Maggiesfarmers, approfitto di questo periodo, nel quale l’attività
dylaniana è praticamente ferma, per prendermi un pò di giorni di riposo.
Auguro a tutti le cose migliori per l’anno venturo, ci aggiorniamo a
dopo l’Epifania.
Giovedi 13 Dicembre 2012
Talkin'
8965 - Adriano Ercolani
Carissimo Mr.Tambourine,
ti ringrazio sinceramente per i tuoi complimenti, mi sento insignito di
una laurea ad honorem:-)
Comprendo anche il tuo rilievo sulla lunghezza del post, e'uno dei
motivi perche' non ho ancora scritto direttamente su Bob: affiora una
mole tale di riferimenti, intuizioni, collegamenti che un post
diventerebbe un libro...
Ma siccome bisogna imparare a gestire la propria creativita', e mi ero
gia' ripromesso di scrivere su "Tempest" accetto con immenso piacere
l'invito.
Potrei scrivere un poema in ottave:-) ma mi limitero' a una recensione.
Per ora consentimi di segnalarti l'ultima parte dello scritto su
Guccini.
E' la recensione del disco "L'Ultima Thule", contemporaneo quasi di
"Tempest", e col quale secondo me rivela delle interessanti
similitudini. Speriamo non sia simile la decisione degli autori!!!
Grazie ancora, non solo dei complimenti, ma dello splendido lavoro,
linfa vitale per ogni dylaniano.
A molto presto, Adriano
Parole e musica di Bob Dylan - Versione in italiano di Andrea Buriani
Lontano, tra il morire del giorno e del tempo in un solo rintocco,
riparammo in un androne, e i tuoni a frotte.
Maestosi lampi nel cielo, tra le ombre noi lì sotto,
quei bagliori di libertà sfidavan la notte.
Bagliori per i guerrieri la cui forza è il non lottare,
bagliori pei rifugiati ed i migranti in mezzo al mare,
per quei poveri soldati che chiedon solo di tornare,
sono campane di libertà nella notte.
Di laggiù, dalla fusa fornace, di nascosto potemmo osservare
increduli l’assottigliarsi dei muri di città.
Mentre il suono di un canto nuziale nella pioggia andava a svanire,
tra lo sfolgorio di quei lampi: campane di libertà
suonavano per il ribelle, suonavan per lo sfruttato,
suonavano per l’escluso, per l’offeso e il condannato,
suonavano per chi è solo e chi al rogo è poi bruciato,
e su di noi lampi nel cielo: campane di libertà.
E nel mistico, folle rullare, della grandine il martellare,
esplodeva il poema del cielo, nell’incredulità
che un dolce suono d’altare si potesse così allontanare,
lasciandoli lì a sferzare quei lampi in libertà,
che colpivano per i gentili, per i miti e la povera gente,
colpivan per i custodi del sapere e della mente,
per i pittori e i poeti lontani, oltre il limite di questo tempo:
e su di noi lampi nel cielo: campane di libertà.
Nella spoglia cattedrale, chiare storie da pioggia portate
per nude forme senza nè facce nè posizioni
riecheggiavano in lingue mai nate e nemmeno mai pensate
all’interno di prese-per-comodo situazioni,
riecheggiavano per il sordo, per il cieco e per il muto,
per la madre senza un marito e per l’offesa prostituta,
per chi è imprigionato perchè qualcuno lo ha tradito,
e su di noi lampi nel cielo: campane di libertà.
In uno squarcio remoto di cielo bianca una nuvola là si esauriva
mentre la nebbia gonfia ed ipnotica lenta saliva.
Ma di lampi ancora infuocata quaggiù la pioggia dura colpiva
per chiunque costretto a restare, e chi invece partiva.
Colpiva per chi va cercando sui suoi passi le perse parole
e gli amanti rimasti soli con una segreta storia nel cuore,
per le anime gentili imprigionate dal dolore,
e su di noi lampi nel cielo: campane di libertà.
Bob Dylan - "Soon" March 11,1987 "The
Gershwin Gala"
Martedi 11 Dicembre 2012
Talkin'
8964 - Ivano Bison
Caro Mr Tamburino,
per mia colpevole omissione non ho indicato i crediti delle foto per il
pezzo apparso nei giorni scorsi sul nostro spettacolo. Ti chiedo se è
possibile rimediare. Il fotografo è Pino Tellarini, tra l'altro anche
valente chitarrista.
Ti ringrazio molto e mi scuso, Ivano Bison
No problem Ivano,
rimediato, se guardi il servizio di fianco alle foto ho aggiunto il nome
del fotografo, ciao, :o)
Lunedi 10 Dicembre 2012
Happy birthday Jakob
Ieri era il compleanno di Jakob Luke
Dylan, nato a New York il 9 dicembre 1969, ultimo figlio di Bob e Sara
Dylan, tanti, tanti auguri Jakob!!!!
Jakob Dylan "Nothing but the Whole
Wide World" on Guitar Center Sessions
Parole e musica di Bob Dylan - Versione in italiano di Andrea Buriani
Addio, Angelina, le campane del Re
stan rubando e col suono mi attirano a sé.
Tintinna il triangolo, suonan trombe uno “slow”
Addio, Angelina, c’è del fuoco nel cielo ed io me ne andrò.
Non occorre ci sian colpe, non facciamoci del male,
non c’è nulla da capire, ogni cosa resta uguale.
Sembra un tavolo vuoto anche il bordo del mar
Addio, Angelina, trema ora il cielo e ti devo lasciar.
Il Jack e la Regina stan lasciando il cortile.
sotto il naso delle guardie sfilan zingari a decine
in quel posto dove l’Asso e il Demonio giocan duro.
Addio, Angelina, s’arrotola il cielo, ci vediamo in un futuro.
Dei Pirati, sotto il sole, lancian torbide occhiate,
mentre tirano a lattine potenti fucilate.
A ogni colpo che và a segno, c’è chi un grido in alto getta.
Addio, Angelina, muta il cielo colore ed anch’ io cambio in fretta.
King Kong, con gli gnomi, balla il tango al pian di sopra.
Valentino gli ha insegnato, mentre il truccator s’adopra:
chiude gli occhi dei morti e nessun ne è allibito.
Ma addio, Angelina, il cielo si commuove ed io son già partito.
Levan sassi i burattini, le mitraglie alte le voci
e i demoni lancian chiodi, bombe a mano agli orologi.
Dammi il nome che tu vuoi, non te lo posso ora negare,
ma addio, Angelina, esplode il cielo ma ora posso riposare.
In tanti dite che Tempest è già stato
dimenticato...in realtà penso esattamente il contrario..è dall'11
settembre che "suona" nella mia auto e nel mio lettore a casa e credo
che in molti stiano facendo lo stesso...è un'album a mio avviso che va
in qualche modo interiorizzato e ascoltato ancora per un pò..non è di
presa immediata, anche se a me è piaciuto subito, ma è uno di quei
lavori che prima di tutto va assorbito col tempo e poi se ne parlerà,
come lo è stato con molti altri album del Nostro. Non va rivalutato,
come è successo spesso con altri dischi quali Saved, o Empire o Street
Legal (che all'uscita vennero presi a calci); questo è il risultato di
vent'anni di ricerca, fra le sonorità pre-rock e altre che affondano nel
jazz, nel folk, nel blues, nelle dark-ballad, nel rock e anche nel
celtico...tanta roba quindi..infatti anche Bob ha aspettato un bel pò
prima di presentarne qualche pezzo live e sono certo che nelle prossime
scalette, quando il pubblico avrà deciso di metterlo nei top five o top
ten dei suoi lavori o meno, verranno suonati più volte i pezzi di
Tempest..almeno me lo auguro..quanto al Dylan che fa parte degli
Illuminati be... mi sto facendo delle grosse, grasse risate a vedere
video postati da quest' altra setta di psicopatici dove dicono che tutta
la musica in generale è al servizio di Lucifero..basta che si suoni uno
strumento che fai parte dei simpatizzanti di Lucifero..roba da
matti..probabilmente colui che posta queste scemenze è qualcuno che
voleva imparare a suonare ma non ci è riuscito, se non suonando il
clacson o il campanello di casa. Credo invece che Bob si sia avvicinato,
come diceva un lettore qualche tempo fa, alla Chiesa e non solo al
cristianesimo..questo me lo fa dedurre il verso in cui parla della
Madonna nella 1° traccia di Tempest...e tornando a bomba su chi scrive
quelle stronzate, loro dicono che anche la Chiesa è opera di
Lucifero...va bè..tendiamo una serie di veli pietosi su questi mezzi
squilibrati..il fatto è che quando parlano di Dylan vanno sempre a
prendere quello spezzone d'intervista dove Dylan (lo si vede
chiaramente) prende un pò per i fondelli il giornalista dicendo che ha
fatto un patto ma non dice con chi..dice "con chi governa tutto"...e
quello potrebbe essere benissimo Dio..se avesse detto "con chi governa
in terra" allora si può pensare a Lucifero...poco più avanti, come molti
di voi sapranno si parla della riluttanza che Bob ha sempre avuto nei
confronti dei media, in cui dice "quando fai qualcosa devi rendere conto
solo a due persone: Dio e te stesso...l'unico che può giudicare è
Dio...Dio è il giudice, non i mass-media". Questo pezzo, chissà perche
non lo fanno mai vedere...quanto all'occhio di Horus per gli egizi era
il dio del bene, della luce...non delle tenebre..e sposo la tua teoria
Mr.Tambourine, che forse ciò che ci vuole dire Bob è "guardate anche con
la testa, non solo con gli occhi". Ultima cosa che mi fa pensare a Dylan
vicino ancora di più al cristianesimo più di altre volte è quando ha
dichiarato quanto gli abbia dato fastidio essere paragonato a "Giuda,
uno dei nomi più odiati della storia...mi hanno paragonato, per il fatto
che mi sia messo a suonare la chitarra elettrica, a colui che tradì
Nostro Signore".
Questi sono i miei pareri su Tempest, le voci sugli Illuminati e un
"probabile" ri-avvicinamento di Dylan al cristianesimo e alla Chiesa
Cattolica. Ma questo è solo un parere mio...anche se di prove ce ne sono
per poter far sì di arrivare a questa "possibile" conclusione
sull'enigma Dylan, dove tutto è possibile e tutto può essere il
contrario di tutto. L'imporante è che ci sia e vada avanti a cantare,
scrivere e far parlare di sè..anche se quest'ultima cosa pare che non lo
vada a tangere molto. Come sempre, grazie a Dio.
A presto e Buon Natale in anticipo...magari ci si sente prima o
nell'anno nuovo in occasione dell'uscita di "In alto i cuori", il disco
di Massimo (Bubola) che uscirà il 23 gennaio.
Daniele "Ardez" Ardemagni
Sono perfettamente
d'accordo con te su tutto, Tempest è un disco più importante di quello
che appare, Dylan affronta argomenti profondi anche se potrebbe non
sembrare. Il brano sul Titanic, seppur impostato cinematograficamente,
accusa senza pietà la boria di una certa categoria sociale (potrebbe
essere un ritorno in altra forma alle accuse alla John Birch Society o
ai Masters Of war) che ebbe la sfacciataggine di dichiarare
"inaffondabile" un'opera umana progettata male e costruita peggio. Il
Titanic, prima o poi, si sarebbe spezzato da solo in due tronconi nel
corso della navigazione senza bisogno di urtare un iceberg,
strutturalmente lo scafo non avrebbe potuto resistere alle
sollecitazioni ed alle tremende forze che il mare genera. Il messaggio
Dylaniano c'è tutto, ben mascherato dietro una tragica storia reale e
cinematografica, ma c'è e viene fuori prepotentemente se si sa leggere
fra le righe. Altra confessione "in diretta su disco" è il suo
avvicinamente alla Chiesa Cattolica ed alla madre di Dio, in fondo anche
lui sente di certo di essere arrivato nel tratto finale della sua vita
(per quanto possa rimanere ancora tra noi), prima o poi le forze o
qualche acciacco fisico stopperanno la sua attività fisica e mentale ed
il mito di Dylan risorgerà più intangibile che mai, proprio come quello
della "Fenice". Altro argomento trattato nel disco è l'uomo in se
stesso, con la sua forza e le sue debolezze, caratteristica comune a
tutta l'umanità, che può avere grandi intuizioni ed incredibili
debolezze. Il corso della vita è fatto di queste cose, le proviamo tutti
ogni santo o maledetto giorno della nostra esistenza, l'amore , l'odio,
la nostalgia della famiglia che non vedi più da vent'anni o qulanque
altra grandezza o miseria umana. Chissà se Bob avrà ancora un fac-simile
di famiglia, certo che tutto ciò che era la sua vita da uomo nel bel
mezzo del cammin della sua vita, oggi è invecchiato con lui ed ha preso
direzioni diverse. Nel disco questa frase è chiara, Dylan che fa dire al
personaggio della canzone la sua grande nostralgia per le persone che
gli sono care e che per i più svariati motivi non sono più vicini a lui.
Qui Dylan si riconosce come un uomo qualunque, come uno di noi, non si
rappresenta come il "mito Dylan", anzi, in tutto il disco quest'idea
della "leggenda vivente" è proprio assente, tutti i personaggi che
popolano il disco possono essere una rappresentazione più o meno
metaforica di lui stesso. Certo, bisogna leggere fra le righe, usare
l'occhio di Horus, vedere oltre quello che vedono gli occhi, vedere
quello che vede la mente. Che Dylan meni il can per l'aia con i
giornalisti che lo intervistano è cosa risaputa e famosa, la
dimostrazione è nell'ultima intervista a Rolling Stone, nella quale si
diverte a mettere in imbarazzo e confondere il suo interlocutore con
affermazioni bizzarre come quella della sua tranfigurazione. Ma
questo è Dylan, non mi sarei aspettato niente di meno e niente di
più, ci doveva essere qualcosa per stupire e confondere e puntualmente
c'è stata.
Spero che ci mandi la tua
recensione del disco di Massimo qualche giorni prima dell'uscita del suo
nuovo lavoro, un salutone e tanti auguri di Buon Natale a te e tutti
tuoi cari, Mr.Tambourine.
Ieri era l'anniversario della morte di
John Lennon, MF lo ricorda così....
Venerdi 7 Dicembre 2012
Talkin'
8962 - Ivano Bison
Caro Mr Tamburino, eccoti alcune note
dedicate allo spettacolo tenuto venerdì 30 al CinemaTetro Pax di
Cinisello. Ti sono grato per lo spazio. Alelgo anche un paio di foto.
Una abbraccio, Ivano
THE COVERLAND NIGHT
foto di Pino Tellarini
E’ stata una bella serata con il teatro
Pax di Cinisello (485 posti) completamente esaurito. Anche se l’evento
era a scopo
benefico le persone sono venute perché il nostro spettacolo sta ottenuto
ottime critiche e il tam tam ha funzionato al meglio. Due parole per
indicare cosa abbiamo presentato al pubblico, mettendo in scena “The
Coverland – quando le novità non erano note”.
Riassunto: nel titolo c’è la spiegazione sulla vera natura di ciò che
passava nel panorama musicale italiano durante gli anni
sessanta. Un periodo nel quale tutto ciò che veniva presentato
(spacciato) per nuovo, appariva tale perché erano sconosciute le
origini.
Tutti i brani sono stati eseguiti dalla Coverland Band: Minuccio De
Vivo, voce, Giulia Giovinetti, voce; Ed Seagraves, chitarra e voce; Luca
Alberti, basso; Mauro Garavello, batteria; Roberto Muru, chitarra e
Silvio Coppelli, tastiere.
foto di Pino Tellarini
Tra i musicisti Mr.Tambourine troverà i protagonisti (Minuccio, Ed,
Roberto, Mauro) di una grande esibizione dylaniana, in quella che egli
stesso battezzò “The Band With No Name” dopo una interessante conferenza
di Alessandro Carrera.
Lo spettacolo “The Coverland – quando le novità non erano note” ha
mostrato l’ottima narrazione fatta dall’attore Omar Pirovano. Per la
prima volta abbiamo anche sperimentato degli inserti di ballo, eseguiti
alla perfezione dalla scuola di
Danza Pablo Neruda. Una fusione riuscita, prodotta da una contaminazione
tra le arti. La musica, le parole e la danza.
Insomma una bella soddisfazione per tutti noi e molte grazie per
l’ospitalità concessaci, come sempre, da Maggie’s Farm.
Ivano Bison
Caro Ivano, grazie
per questa piccola descrizione della serata. Ricordo benissimo quella
sera al Teatro Marconi di Cinisello con Alessandro Carrera e quella
fantastica band di amici appassionati che non si era data un nome,
percui nella recensione della serata trovai giusto battezzarla "Band
with no name". Ricordo le bellissime canzoni che eseguirono quella sera,
in particolare una stupenda "The Mighty Quinn".
Clicca qui se
hai voglia di rileggere quello che scrisse Maggie's Farm di quella
meravigliosa serata!
Un abbraccio anche a te
e, mi sembra inutile ribadirlo, le pagine di Maggie's Farm sono sempre
le "vostre pagine", per quelli come te che si danno da fare per
realizzare qualcosa di valido in questo mondo che sembra diventato
indifferente a tutto. Alla prossima, Mr.Tambourine :o)
Photograph - Ringo Starr - Concert for George
- Royal Albert Hall, 2002
Giovedi 6 Dicembre 2012
Talkin'
8961 - Adriano Ercolani
Ciao, sono un vostro lettore da molti
anni, credo qualche anno fa ci siamo scritti per qualche bootleg...
Volevo solo segnalarti un mio nuovo blog, non esplicitamente su Bob, ma
essendo lui uno dei punti di riferimento d'una vita finisco spesso a
parlare di lui.
Questo è una comparazione fra i cantautori italiani principali e lui, in
tre parti, in occasione dell'addio di Guccini alla musica.
Spero possa interessarvi.
P.S. Nel primo articolo (essendo il pubblico di riferimento composto da
lettori di fumetti e cinefili) mi autocandido a "professore di filologia
dylaniana", ma è ovvio che entrando in Maggie's Farm torno ad essere un
umile allievo :O))))
Caro Adriano, lascia che
ti faccia i miei complimenti per il tuo nuovo blog e per come scrive ed
analizzi e paragoni le situazioni, gli artisti e le canzoni, collegando
il tutto in un discorso unitario. Spero che prima o poi tu riesca a fare
un'analisi di questo tipo anche sull'ultima fatica del Nostro, cioè
"Tempest", album del quale si è parlato molto ma che sembra essere stato
dimenticato troppo in fretta. Mi piace il tuo modo di affrontare le cose
e davvero sarei felice di poter postare un tuo scritto su questo
argomento sulle pagine della Fattoria. Dopo i complimenti pienamente
meritati, vorrei farti un piccolo appunto sulla (a mio parere) eccessiva
lunghezza del tuo ultimo scritto intitolato "L'Ultima Thule (part II)".
Ho cominciato a leggerlo con un buon piglio ed interesse ma la lunghezza
del saggio era eccessiva ed ho dovuto ripromettermi di continuare la
lettura in un secondo tempo. Questo non inficia per niente la validità
del tuo scritto, anzi, potrebbe addirittura darsi che la mia
osservazione sia solo una stronzata! Ho notato che hai dimenticato di
inserire Massimo Bubola fra i migliori cantautori italiani,
personalmente credo che un posto fra De Gregori, Guccini e De Andrè se
lo sia proprio meritato, non sei d'accordo? Per quanto riguarda la tua
dichiarazione di "umile allievo" lasciamo dire che, specialmente in
argomento dylaniano, non ci sono professori od allievi, nè vincitori nè
vinti, praticamente siamo tutti uguali, siamo tutti delle persone che
esprimono la loro opinione senza in mano niente che possa darci ragione.
Anche le analisi più approfondite, per quanto ben fatte, sono da
considerare solo un punto di vista, poi ognuno è padrone di dare a
queste opinioni il valore che più ritiene appropriato. Spero davvero di
poter leggere qualcosa di tuo ed approfondito su Tempest, rimango perciò
in attesa e colgo l'occasione per rifarti i complimenti per il tuo blog.
Alla prossima, Mr.Tambourine
Dylan, Mccartney ed Harper con Tony
Hawks per beneficenza
clicca qui
Mercoledi
5 Dicembre 2012
Bootleg
Series 10
Qualche tempo fa, si è accennato al fatto che la gente voleva
riabilitare "Dylan", l’album del 1973 che la Columbia fece uscire quando
Dylan la lasciò per la Asylum Records e pubblicare le diverse sessioni
come Bootles Serier 10.
Un pò più tardi (verso il 22 ottobre 2012), il sito di ISIS ha suggerito
che le sessioni di registrazione del 1969/1970 che erano state prese in
considerazione non erano quelle di “ Dylan” ma quelle di "Self
Portrait".
Più di recente, le voci si sono concentrate su materiale "di contorno"
di "Self Portrait" - vale a dire, le registrazioni delle sessioni di
"Self Portrait" ma senza le sovraincisioni, quello che si potrebbe
chiamare roba periferica. Alcuni di questi brani potrebbero essere
outtakes inedite, mentre le altre potrebbero essere tracce di materiale
già rilasciato in precedenza ma senza le sovraincisioni.
Una proposta di ripubblicazione di "Self Portrait" sembra improbabile
per dar corpo ad un doppio CD in versione per le Bootleg Series,
tuttavia, ci sarebbero sicuramente molte registrazioni di quel periodo
alle quali attingere per programmare l’uscita sul mercato di queste
tracce come Bootleg Series N° 10.
Inoltre bisogna segnalare che lo staff di Dylan è al lavoro su una serie
di differenti progetti diversi in questo momento, quindi tutto potrebbe
essere soggetto a modifiche (anche dell'ultimo minuto) e che la
decisione finale dovrà avere il benestare dei dirigenti di Sony.
Dixie
by Daniel Decatur Emmett of Mount Vernon, Ohio
Oh, I wish I was in the land of cotton,
Old times there are not forgotten,
Look away, look away, look away Dixie Land.
In Dixie Land, where I was born in,
early on one frosty mornin',
Look away, look away, look away Dixie Land.
I wish I was in Dixie, Hooray! Hooray!
In Dixie Land I'll take my stand
to live and die in Dixie.
Away, away, away down south in Dixie.
Away, away, away down south in Dixie
Martedi 4 Dicembre 2012
Bob Dylan - Let It Be Me (audio outtake
from 'Shot Of Love') '81
Riguardo l'argomento toccato dal Marco
L., mi permetto di consigliare lo splendido libro "Bob Dylan, l'ultimo
cavaliere", dell'appassionato autore dylanologo-niato fiorentino Nicola
Menicacci. Non è nuovissimo (2005), ma al di là delle supposizioni
presentate dall'autore (che possono far storcere il naso ma offrono
comunque soprendenti spunti di riflessione), è un parallelo
interessantissimo tra l'arte di Dylan e l'enigma mai sopito di
Rennes-le-Chateau...come dire "non ci credo ma...."Divertitevi!
un saluto e viva Dylan!
Simone "Cancio"
Grazie per il
suggerimento che son certo seguiranno in molti! :o)
Grande evento quello proposto a
CASTELBRANDO in concomitanza con il tradizionale MERCATINO DI NATALE.
Infatti alle ore 18.00, "al termine della passeggiata"…(il mercatino si
svolge sia in paese che al castello !) , tutti
al Teatro Magno per LIKE A ROLLING STONE. A tutti i gentili spettatori
che interverranno L’Azienda Agricola Rebuli Michele offrirà un
calice di Valdobbiadene D.O.C.G. come benvenuto. E al termine Pizza … e
poi al Bar Donatello a festeggiare , cantare e ballare ancora.
Domenica 9 Dicembre - ore 18.00 (ingresso libero)
La storia del Rock e degli anni ’60 in MUSICA... PAROLE... IMMAGINI
LIKE A ROLLING STONE è uno spettacolo/concerto musicale che racconta la
nascita del grande rock attraverso
storie – aneddoti - immagini proiettate su schermo gigante e musica
eseguita dal vivo dalla Mr.AntonDjango’s Band .
Il tutto si sviluppa attorno alla vita, musicale e non , di Bob Dylan
soffermandosi sul periodo d’oro del rock (gli anni
“sessanta”..) e sugli amici che assieme a Dylanhanno contribuito
all’affermazione di questo genere quali Rolling Stones e
Beatles, Jimi Hendrix ed Eric Clapton, Chuck Berry ed Elvis, ‘Creedence
, Animals, Deep Purple….
Sabato 1
Dicembre 2012
Talkin'
8958 - Marco L.
Passato il momento di fiamma dovuto
all'uscita di Tempest, vorrei proporre un quesito assolutamente
secondario. Su youtube girano dei video che vogliono dimostrare il fatto
che Dylan sia un illuminato, o appartenente a qualche ordine occulto in
genere.
Posto che io trovo tutte queste delle grandi cazzate (ma al contempo
sono immerso quanto tutti nel mistero dylaniano), voi della Farm che
idea vi siete fatti?
ti copio il video sull'argomeento con più visualizzazioni:
di tutte le cose che dice, l'unica che mi interessa davvero è quella
riguardo l'uso dell'occhio che tutto vede di Horus, che non ho mai
capito davvero.
Caro Marco, come tutti noi, avrai imparato per
esperienza che con Dylan si possono fare soltanto supposizioni che
possono avere più o meno un fondo di credibilità, la realtà e la verità
la può sapere solo lui, così come il perchè delle sue azioni e delle sue
scelte. Noi possiamo scervellarci per trovare tutte le più difficili
spieghazioni sul cosidetto "Eye Mind", o "All Seeing Eye", o "Horus'
Eye" che Dylan sfoggia da moltissimi anni come sfondo del suo live-show.
Ti riposto sotto due interessantissimi saggi dell'amico McTell su tale
argomento, nella speranza che ti possa aiutare a capire meglio. Inoltre
sotto ti ho allegato un paio di links dove puoi trovare più
dettagliatamente i significati esoterici del simbolo. Non saprei dirti
se queste spiegazioni possano corrispondere alle spiegazioni che ti
potrebbe dare Dylan, comunque ci puoi fantasticare sopra anche tu e poi
scegliere la risposta che per te funziona meglio, in fondo potrtebbe
essere una considerazione valida come qualunque altra. Spero che il
tutto ti sia di aiuto e ti soddisfi, alla prossima, Mr.Tambourine.
Ma Dylan ci crede?
La mente divaga, le cose cambiano ma se rimane un chiodo fisso, questo è
l’amore per Dylan. Ho comprato tell tale signs ma non ho voglia di
perdermi nell’ennesima recensione. Mi sono invece, casualmente imbattuto
(…ma niente avviene per caso) nel “eye mind”, ovvero il simbolo di Horus
che da circa una decina d’anni, il nostro caro Robertino Zimmerman , si
porta sulle spalle ad ogni concerto. Ero a Milano nel 2000 quando lo
vidi per la prima volta, in tutta la sua grandezza, dipinto sullo sfondo
del palco. Ed è da allora che mi domando cosa rappresenti per Dylan tale
simbolo. Naturalmente non mi ci sono dedicato con tutto me stesso poiché
fortunatamente ho mille altre cose da fare, però dopo nove anni la
curiosità, mi ha portato a scoprire cose molto interessanti sul
significato del simbolo di Horus. E’ strano come questo, passi
inosservato dalla maggior parte dei fans, perché per me un simbolo
rappresenta sempre e necessariamente “qualcosa”. Nel caso di Dylan,
personaggio ermetico, direi quasi sigillato, diventa squisitamente
interessante, ipotizzare cosa rappresenti per lui… per la sua persona.
Orbene: l’antico Dio egiziano Horus, non sarebbe altro che la
rappresentazione del sole e di una serie di circostanze astronomiche
legate ad esso, che in modo preciso, rappresentano il fondamento di
moltissime religioni. Cerco di spiegarmi meglio: leggenda vuole che
questo Dio sia nato il 25 Dicembre di chissà quale remoto anno. La data
del 25 Dicembre coincide perfettamente con un momento astronomico molto
particolare, cioè il momento dell’anno in cui il sole, smette di
“girare” verso sud, per poi invertire direzione. Per fare questo
occorrono tre giorni, dopo di cui il sole sembra risorgere verticalmente
per poi mettersi a girare verso nord. Questa “resurrezione” avviene
esattamente in prossimità della costellazione della croce. In
concomitanza a tutto ciò, si aggiunga che in questo periodo le tre
stelle più luminose della costellazione di Orione, denominate “i tre
Re”, si ritrovano in una diagonale perfetta con la stella di Sirio e,
tutte quattro insieme, puntano nella direzione esatta in cui il sole
“risorge”. Ometto altri particolari, che magari qualche appassionato,
potrà spiegare meglio di me, ma spero di aver sottolineato le
coincidenze presenti tra questi eventi e gli eventi narrati nella
religione cristiana. La cosa per me sbalorditiva è che gli stessi
riferimenti sono stati presi in prestito da molte altre religioni. Basti
pensare che sono almeno quattro le religioni riconosciute, che indicano
la nascita del proprio Dio, nella data del 25 Dicembre. L’idea che mi
sono fatto io, è che il Dylan cristiano rinato dei primi anni ottanta,
sia morto e sepolto nei disastrosi anni novanta, per poi assumere una
nuova e definitiva consapevolezza, consacrata l’11 Settembre del 2001
(religione, terrorismo… coincidenze che Dylan sembra conoscere meglio di
tutti) con la pubblicazione dell’oscuro e geniale album “love and
theft”. E’ proprio in quel periodo che le canzoni di Dylan cominciano ad
essere impregnate di rassegnazione e pessimismo, è proprio in quel
periodo che la sua voce si fa tenebrosa e rauca più che mai ed è proprio
in quel periodo che i suoi concerti cominciano a somigliarsi fino alla
noia. Soprattutto per quanto concerne il sound, la scenografia e
l’abbigliamento che io oserei definire “spettrali”. In sintesi: credo
che Dylan non creda più. O almeno ci creda in modo diverso. Chi ha
orecchio per intendere intenda. La cosa meravigliosa è che in qualche
modo Dylan ce l’ha voluto far sapere mostrandoci ad ogni concerto
l’occhio vigile di Horus.
Etichette: Bob Dylan, religione Nessun commento: Pubblicato da McTell
Carissimo Mr. Tambourine,
tu non lo sai ma io sono un frequentatore quotidiano di Maggie’s
farm. Qualche tempo fa ti avevo mandato un piccolo saggio su uno dei
dipinti di Dylan, tuttora reperibile nel mio poco aggiornato blog.
Spinto dal tuo giudizio favorevole mi ero ripromesso di farne altri ma
vuoi per un motivo vuoi per l’altro non ho più avuto la voglia e il
tempo di proseguire su quel filone. La mente divaga, le cose cambiano
ma se rimane un chiodo fisso, questo è l’amore per Dylan. Ho comprato
Tell Tale Signs ma non ho voglia di perdermi nell’ennesima recensione,
ho già letto tutto il possibile, nel tuo sito. Mi sono invece,
casualmente imbattuto (…ma niente avviene per caso) nel “eye mind”,
ovvero il simbolo di Horus che da circa una decina d’anni, il nostro
caro Robertino Zimmerman , si porta sulle spalle ad ogni concerto. Ero
a Milano nel 2000 quando lo vidi per la prima volta, in tutta la sua
grandezza, dipinto sullo sfondo del palco. Ed è da allora che mi
domando cosa rappresenti per Dylan tale simbolo. Naturalmente non mi ci
sono dedicato con tutto me stesso poiché fortunatamente ho mille altre
cose da fare, però dopo nove anni la curiosità, mi ha portato a
scoprire cose molto interessanti sul significato del simbolo di Horus.
E’ strano come questo, passi inosservato dalla maggior parte dei fans,
perché per me un simbolo rappresenta sempre e necessariamente
“qualcosa”. Nel caso di Dylan, personaggio ermetico, direi quasi
sigillato, diventa squisitamente interessante, ipotizzare cosa
rappresenti per lui… per la sua persona. Orbene: l’antico Dio egiziano
Horus, non sarebbe altro che la rappresentazione del sole e di una
serie di circostanze astronomiche legate ad esso, che in modo preciso,
rappresentano il fondamento di moltissime religioni. Cerco di spiegarmi
meglio: leggenda vuole che questo Dio sia nato il 25 Dicembre di
chissà quale remoto anno. La data del 25 Dicembre coincide
perfettamente con un momento astronomico molto particolare, cioè il
momento dell’anno in cui il sole, smette di “girare” verso sud, per
poi invertire direzione. Per fare questo occorrono tre giorni, dopo di
cui il sole sembra risorgere verticalmente per poi mettersi a girare
verso nord. Questa “resurrezione” avviene esattamente in prossimità
della costellazione della croce. In concomitanza a tutto ciò, si
aggiunga che in questo periodo le tre stelle più luminose della
costellazione di Orione, denominate “i tre Re”, si ritrovano in una
diagonale perfetta con la stella di Sirio e, tutte quattro insieme,
puntano nella direzione esatta in cui il sole “risorge”. Ometto altri
particolari, che magari qualche appassionato, potrà spiegare meglio di
me, ma spero di aver sottolineato le coincidenze presenti tra questi
eventi e gli eventi narrati nella religione cristiana. La cosa per me
sbalorditiva è che gli stessi riferimenti sono stati presi in prestito
da molte altre religioni. Basti pensare che sono almeno quattro le
religioni riconosciute, che indicano la nascita del proprio Dio, nella
data del 25 Dicembre. L’idea che mi sono fatto io, è che il Dylan
cristiano rinato dei primi anni ottanta, sia morto e sepolto nei
disastrosi anni novanta, per poi assumere una nuova e definitiva
consapevolezza, consacrata l’11 Settembre del 2001 (religione,
terrorismo… coincidenze che Dylan sembra conoscere meglio di tutti) con
la pubblicazione dell’oscuro e geniale album “love and theft”. E’
proprio in quel periodo che le canzoni di Dylan cominciano ad essere
impregnate di rassegnazione e pessimismo, è proprio in quel periodo che
la sua voce si fa tenebrosa e rauca più che mai ed è proprio in quel
periodo che i suoi concerti cominciano a somigliarsi fino alla noia.
Soprattutto per quanto concerne il sound, la scenografia e
l' abbigliamento che io oserei definire “spettrali”. In sintesi: credo
che
Dylan non creda più. O almeno ci creda in modo diverso. Chi ha orecchio
per intendere intenda. La cosa meravigliosa è che in qualche modo Dylan
ce l’ha voluto far sapere mostrandoci ad ogni concerto l’occhio vigile
di Horus.
Spiegazione ricca ed ineccepibile !!!! Lasciami solo aggiungere quello
che mi sembra essere il messaggio che Dylan manda col suo "mindeye" -
Cercate di vedere anche con la mente, non solo con gli occhi -.