Stavo riflettendo sulle “voci” circa la presenza in Italia di Bob sia in Luglio
che in Agosto. Una delle due suona male. Mi spiego.
Se consideriamo che l’inizio del tour 2012 è fissato in Aprile per
Argentina, Brasile e Cile, sarebbe logico che anche Maggio venga riservato
per un’extension del tour da quelle parti. Poi naturalmente arriverà il
tratto europeo, con i mesi di Giugno/Luglio o Luglio/Agosto dedicati all'Europa. Quindi anche
Cortona in teoria ci potrebbe benissimo stare, anche se significa la
presenza di Bob in Italia sia in Luglio che Agosto, il che sembra un pò
inverosimile. Bob può tenere tutta la sua carovana in europa per quei due
mesi, ma due spettacoli in Italia in due mesi diversi faccio fatica a
crederli possibili. Dopo l'Europa Dylan si prenderà un due o tre settimane
di riposo prima dell’inizio
del tratto invernale che pare si svolgerà negli USA divedendo ancora il
cartellone con Mark Knopfler (le “voci” parlano di questo, naturalmente
tutto da verificare, prendiamola con beneficio di inventario).
Quando, nelle prossime settimane o mesi cominceranno ad essere
confermate altre date oltre alle nove finora in essere, potremo avere le
idee più chiare e ragionare con migliori dati di fatto. Quattro mesi di stop
fra il tour 2011 e 2012 sono molti, noi non sappiamo se nel frattempo Dylan
ha fatto qualche altra cosa oltre che l’apparizione tributo a Scorsese, ma
visto come stanno le cose, prevedere che anche quest’anno il tour non
supererà le 80/90 date è abbastanza realistico. Meno concerti possono solo
far bene alla voce disastrata di Dylan, quindi si potrebbe pensare ad un
tour all’altezza di quello dello scorso anno, e se le “voci” circa
l’intervento col laser alle corde vocali dovessero rivelarsi vere, forse
potremo avere un tour ancora migliore, Stiamo a vedere, come si dice, chi
vivrà vedrà!
Mr.Tambourine
Ottima giornata quella di ieri per la
Fattoria, con l'onore del link #1 su expectingrain.com, la ripresa della
notizia d'apertura di ieri al link #10 della "voce" sulla prossima presenza
di Bob al nuovo festival di Cortona da parte di Harold Lepidus di Bob
Dylan Examiner, ed infine al link #11 la segnalazione da parte di Johanna
Parker (purtroppo non so chi sia per poterla ringraziare) della notizia
della presenza di Dylan a Lucca rilasciata da Mimmo D'Alessandro e
pubblicata il 23 febbraio. Questo ha fruttato oltre 2.000 visite al sito,
peccato che il contatore (versione gratuita) si fermi a tal numero, comunque
una giornata più che positiva per la Fattoria, con la soddisfazione (anche se è una cosa
che sapevo da molto tempo dai rilevamenti delle provenienze delle visite che
il contavisite fornisce giornalmente) che il nostro sito è abbastanza
seguito anche all'estero.
Chuck Berry e Leonard Cohen premiati alla
JFK Library, Bob Dylan invia i suoi complimenti
Chuck Berry e Leonard Cohen sono stati
premiati alla Biblioteca John F. Kennedy di Boston questo pomeriggio,
ricevendo la prima edizione del PEN New England Awards per i testi di
canzoni di eccellenza letteraria.
Bob Dylan, che non ha potuto partecipare alla cerimonia, ha inviato i suoi
complimenti: "Per Chuck, lo Shakespeare del rock and roll, congratulazioni per il
premio PEN, questo è quello che much monkey business meritava ya ...
Salutami il signor Leonard, Kafka del blues, e Lord Byron Keith (Richards).
In tutta serietà, Chuck, congratulazioni per questo prestigioso premio, Tu
hai infatti scritto il “Book” con la B maiuscola, e congratulazioni a
Leonard, che lo sta ancora continuando - Bob Dylan".
Il "Monkey Business" a cui Dylan fa senz’ombra di dubbio cenno è la canzone
di Chuck Berry "Too Much Monkey Business", che ha avuto una grande influenza
sul singolo dylaniano del 1965 "Subterranean Homesick Blues".
Dylan ha fatto una voce di back up in uno degli album di Cohen, ha fatto una
cover di "Halellujah," e dedicò "Isis" a Cohen in un concerto della Rolling
Thunder Revue a Montreal.
Per onorare Berry, Paul Simon ha letto alcuni testi di Chuck. Elvis Costello
ha cantato una cover di “No Particular Place to Go” , quindi Richards si è
unito a lui una versione di “Promise land”. Berry ha poi eseguito un
pezzetto di "Johnny B. Goode", durante il suo discorso.
L'evento è stato trasmesso in live-streaming presso la Biblioteca JFK. Il
video dovrebbero essere pubblicate sul sito della biblioteca, e reso
disponibile su iTunes. Nel frattempo, è possibile ascoltare
un'ora di audio qui.
Harold Lepidus, "Bob Dylan Examiner"
http://www.examiner.com/bob-dylan-in-national/chuck-berry-leonard-cohen-honored-at-jfk-library-bob-dylan-sends-his-regards?CID=obinsite
Lunedi 27 Febbraio 2012
Bob Dylan live in Cortona ( Italy) in August?
First rumors
Two super-names are circulating among the
Italian journalists about the mysterious new festival to be held in Cortona
(Tuscany) in the month of August: Bob Dylan and Umberto Eco. The replacement
of the old Tuscan Sun Festival which will be moved to Florence, will be
called 'In Tuscany-Cortona Art Festival', will be (partly) presented at a
press conference this morning just in the Etruscan town.
Meanwhile, moving the first two scenarios, one of the singer-symbol of 60
years Bob Dylan, still active live, and Umberto Eco, just to reiterate the
fact that the festival will live not only of music, but it will be a mix of
arts and culture.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Due super-nomi stanno circolando tra i
giornalisti italiani in merito al nuovo misterioso festival che si dovrebbe
tenere a Cortona nel prossimo mese di Agosto: Bob Dylan e Umberto Eco. Il
sostituto del vecchio Tuscan Sun Festival che sarà spostato a Firenze, si
chiamerà 'In Toscana-Cortona art festival', sarà (in parte) presentato in
una conferenza stampa questa mattina proprio nella città etrusca.
Intanto circolano le prime due ipotesi, quella del cantautore-simbolo degli
anni 60, ancora attivo dal vivo, e quella di Umberto Eco, tanto per ribadire
il fatto che il festival non vivrà solo di musica, ma sarà un mix fra arti e
cultura.
Sinead O’Connor, “Sono viva grazie alle
canzoni di Bob Dylan”
clicca qui
Sabato 25 Febbraio 2012
Come sarà il tour 2012?
Molti di noi (intendo noi dylaniati) si staranno interrogando su cosa
proporrà al pubblico il tour 2012.
Bene, nessuno può, per il momento dare una risposta certa, possiamo
solo desiderare, immaginare e sperare.
Cosa si potrebbe desiderare? Ognuno di noi, nel fondo segreto del proprio
cuore, vorrebbe che Dylan imboccasse la strada che più piace a lui,
naturalmente compatibile con le possibilità fisiche che l’età comporta,
voglio dire che nessuno più pretende che Bob canti e strilli le sue canzoni
come ai tempi della RTR, ma in questi giorni si vocifera di un possibile
intervento alle corde vocali con il laser, certo dovremo sentirlo prima di
poter dire se la sua voce sarà migliorata davvero o se questa “rumor” era
solo un’invenzione senza fondamento.
Laser e migliorie a parte, credo che sostanzialmente lo show rimarrà quello
dello scorso anno, potrà forse subire qualche cambiamento a livello di
scenografie (gli schermi giganti per vedere meglio Bob sarebbe un toccasana
per il pubblico, ma conosciamo la sua avversione a queste risorse della
moderna tecnologia), oppure potrebbe anche darsi che Bob voglia di proposito
non poter essere visto bene, conosciamo la sua assoluta avversione per le
foto ed i filmati che in questi ultimi anni è cresciuta in modo esponenziale
con gli anni, oppure potrebbe essere che non li usa proprio perchè li usano
tutti, Bob ha sempre tenuto alla sua “diversità ed originalità”. Sappiamo
che più il tempo passa e più Bob sente il bisogno di continuare ad esibirsi,
ma da anni non sente più il bisogno di essere “esposto” o addiruttura
“sovraesposto”, queste erano cose che facevano parte del passato, dei tempi
della RTR, il presente è senz’altro più razionale e bilanciato, senza più
voli pindarici sostenuti dall’entusiasmo tipico della gioventù, Bob desidera
continuare tranquillo sulla strada del tramonto finchè il fisico gli darà la
possibilità di stare a contatto con quel pubblico che è ormai diventato la
sua unica ragione di vita, quel pubblico che stringe i denti a sentirlo
rivoltare e strapazzare in diversi modi le sue canzoni, come se fossero
canzoni qualunque invece che dei capolavori, ma gli resta sempre fedele, il
suo pubblico ha capito che anche il passare del tempo può essere per un
artista una cosa dignitosa e della quale potersi ancora vantare, Bob ce la
mette tutta la maggior parte delle volte, molto più dei membri della sua
band, ma noi sappiamo che in Bob brucia un fuoco musicale diverso da tutti,
anche se vorremmo che ogni show fosse sempre migliore di quello della sera
prima, ma in fondo sappiamo tutti che non è una cosa possibile, quindi
andiamo al concerto sempre con una certa apprensione, sperando di trovarlo
nella serata magica, quella unica ed irripetibile per lui e per noi.
Sono anni che sui siti a lui dedicati la discussione su come dovrebbe essere
il suo show si rinnova ripetitiva e noiosa prima dell’inizio di ogni nuovo
tour, oserei dire ormai banale e perfettamente inutile, Bob non si farà mai
dire da nessuno cosa fare, perciò argomento chiuso.
E poi, sinceramente, chi se ne frega se ci saranno cambiamenti o
peggioramenti, Bob è Bob, l’icona delle icone, la leggenda che più leggenda
non si può, solo poterlo vedere muoversi con le sue mosse chaplinesche sul
palco è una fortuna, non si può chiedere di più, si prende quello che Bob
propone nella serata e chiuso, si potrà stare a cercare il perchè ed il
percome di diversi momenti dello show, perchè questo è stato così, perchè
invece quest’altro è stato cosà, ma alla fine non sarà un esercizio
lessicale che non servirà a niente, forse le nostre parole più o meno
sensate avranno soltanto un valore a livello di testimonianza di alcuni
momenti che avremo avuto la fortuna di vivere a pochi metri da lui.
Per molti di noi sarà la possibilità di dire un’altra volta ancora : “Io
c’ero, ero poca distanza dall’unico geniale mito rimasto nel mondo
della musica, l’unico dei due che si è salvato, l’altro è stato freddato con
cinque colpi alla schiena trent’anni fa davanti al Dakota Building.
Bruce Springsteen: The dream is over? - di
Paolo Vites
clicca qui
Venerdi 24 Febbraio 2012
La mail di Nicola Gospel Quaggia
Ciao, sono l'autore del post "La Musica Così Come La Trovai - Another Side
of Bob Dylan" su potatopiebadbusiness.com. Volevo ringraziarti per aver
ospitato il mio pezzo sulla tua vetrina, mi ha fatto davvero molto piacere.
Ciao, a presto.
Nicola Gospel Quaggia
Caro Nicola, quando le cose
sono ben fatte, lucide, razionali, intelligenti e sincere meritano di
trovare ospitalità sulle pagine della Fattoria. Se avrai occasione di
scrivere qualcos'altro su Dylan, di qualunque argomento di tratti, ti prego
di mandarne copia anche a maggiesfarm.eu, lo leggerò e lo pubblicherò più
che volentieri, alla prossima, Mr.Tambourine
Lillian Roxon: la donna che scrisse la
storia del rock
clicca qui
Giovedi 23 Febbraio 2012
Dylan tornerà al Summer Festival 2012 di
Lucca
Conferma dal direttore artistico Mimmo
D’Alessandro, da definire solo la data.
Fu proprio il grande artista americano, che ha
ispirato e influenzato generazioni di musicisti in tutto il mondo, a
inaugurare la prima edizione della manifestazione. Il 6 luglio 1998, in
piazza Napoleone, a quell’eopoca ancora sede di un parcheggio per automobili
e sgombrata per l’occasione. Una carriera cinquantennale con pochissime
cadute di tono e dalla qualità ancora straordinaria, sia nei dischi sia nei
concerti, che Dylan, da qualche anno, offre al suo pubblico senza soluzione
di continuità, in quello che è stato battezzato il «Neverending tour».
Precursore, innovatore, iconoclasta della musica e delle parole, ha
attraversato gli anni Sessanta dei sogni, i Settanta della violenza e della
disillusione, gli Ottanta del disimpegno e i Novanta della difficile
rinascita. Ma le sue parole raccontano storie e poesie che ormai si possono
trovare anche sui libri di scuola: non a caso è sempre in lizza per
vincere il premio Nobel per la Letteratura.
La notizia è credibile perchè la
fonte è Mimmo D'Alessandro della D'Alessandro & Galli che gestisce le date
italiane di Bob, ricordo che anche l'anno scorso Mimmo anticipò le date
italiane che vennero poi puntualmente confermate.
La Musica così come la trovai – Another
Side of Bob Dylan
clicca qui
Mercoledi 22 Febbraio 2012
La mail di Olao
Ho visto Patty Smith al festival di Sanremo, cacchio!!!!!!!!!!!!!!!E' ancora
forte, mi è sembrata, scusa l'indecisione, un qualcosa fra un Bob Dylan o un Keith Richards
al femminile, strana, charismatica, antidiva dalla semplicità
sconcertante, sembrava venire da un altro mondo etereo e fascinoso, come se
fosse parte di una specie aliena, familiare e simpatica. Avrà imparato tanto
da Dylan visto che ha avuto la fortuna di conoscerlo e di cantare con lui?
Ciao e complimenti per il sito! Olao
Caro Olao, è la prima volta che sento un nome strano
come il tuo, senza offesa naturalmente :o), lasciami dire che mi ha
veramente sorpreso per la rarità, ho voluto cercare in Internet ed ho
trovato che il tuo è uno dei più semplici fra quelli strani, eccone un
campione:
Per la tua domanda credo che tutti abbiano da imparare da Bob, non solo
Patty Smith, che comunque non ha mai nascosto di conoscere bene le canzoni
di Dylan e di aver sempre ammirato il personaggio, ecco cosa diceva di lui
molti anni fa:
DUE O TRE COSE CHE SO DI DYLAN
di Patti Smith
La poetessa americana del rock presenta vent’anni di versi di mister
Zimmerman in antologia
Quelli della mia generazione potrebbero tracciare con le parole di Bob Dylan
il diagramma della loro vita. E’ stato il nostro portavoce, la nostra musa.
Ha espresso il nostro sdegno, la confusione e il desiderio. Il respiro della
sua opera è così ampio che ha dato voce non soltanto a coloro che sono
consapevoli della realtà sociale ma anche ai disadattati della società. Era
ancora ragazzo quando ha fatto sapere al mondo la sua risposta alla guerra,
all' atomica e alla distruzione dell'ambiente. Ha sostenuto attivamente il
movimento per i Diritti civili e risvegliato in molti il bisogno di rivolta
sociale e politica. C'è riuscito usando delle canzoni. Opere durature,
magistrali come The Lonesome Death of Hattie Carroll, lt's Alright Ma e A
Hard Rain's A-Gonna Fall. Canti dell'innocenza e dell'esperienza, per dirla
con William Blake. Uno squillante appello al cambiamento. Avevano in sé il
cambiamento. E’ impensabile l'idea di passare attraverso la vita senza
quelle canzoni come fondale sonoro. Quale canzone è più adatta ai tempi che
corrono di Masters of War, una canzone scritta in risposta ai test nucleari
e alla forza militare? Mentre i nostri padri lottavano per la fine della
guerra, l'uomo progettava l'atomica. Come voler radicare il dissenso tra
l'uomo e la natura. Tra l'uomo e il suo Dio. Questo fa pensare a una
semplice verità su Bob Dylan. Anche se aveva l'aria di un ragazzo
irrequieto, sradicato e scostante, i suoi stivali non hanno mai battuto
strade senza Dio. Non ha mai ignorato la sua coscienza. S'è addossato tante
responsabilità quante ne ha scansate. Era un giovane energico e ambizioso.
Sembrava che avesse fretta di attraversare l'esistenza, come se la sua
salvezza fosse in bilico. Invece è ancora tra noi. Un uomo di principio e di
rivolta. Quelli che hanno seguito la strada di Bob Dylan con il cuore aperto
sono stati ben ricompensati. Come Pablo Picasso, Dylan ha cambiato pelle
molte volte, e molte volte ha variato i colori della sua esistenza. E’ stato
un artista indiscreto e famelico. Ha fatto sua l'influenza dei beat, della
Bibbia e del blues e l'ha risputata come una mamma uccello ai suoi piccoli.
Col tempo, il cerchio della vita mi ha portato dal conoscerlo astrattamente
attraverso le sue canzoni fino a cantare in concerto al suo fianco. La
canzone era Dark Eyes. E’ stato un evento emozionante dividere il microfono
con lui, ma alla fine l'esperienza è stata trascesa dalla bellezza e dalla
forza della canzone in sé. Quando è sbocciato il suo lato elettrico ci ha
regalato Highway 61 costruendo un ponte tra la poesia e il rock'n'roll. Da
innamorato ci ha dato canzoni con l'atmosfera sacrale di Sad Eyed Lady of
the Lowlands. In un momento di grande introspezione ci ha fatto dono delle
canzoni su John Wesley Harding. Non ha mai esitato nel darci il libretto
d'opera della sua esistenza. Parole sgorgate magicamente da vene d'argento -
senza sforzo da giovane e con più travaglio in età matura. Ha errato di
città e in città, di mondo in mondo, attraverso due secoli, come un
menestrello benigno, e con i suoi molti compari, un medicine show con
personaggi bizzarri e una vibrante miscela di medicina buona, cibo per la
mente e intrattenimento per famiglie. Ha capito che le canzoni sono in grado
di incitare ed eccitare, ma anche di aggregare le persone, e possiedono un
potere taumaturgico. E’ stato sovversivo, spirituale, ma senza mai perdere
il senso dell'umorismo. Ha fatto il suo patto con l'alto potere. Il potere
del bene. E’ un gentiluomo che tiene sempre nascosti i suoi segreti nelle
maniche. Sa bene quanti errori ha fatto come uomo o come musicista e si è
sottomesso alla penitenza della strada, cantando le sue canzoni. Perché alla
fine, questo è ciò che sono. Sono le canzoni di Bob Dylan, alcune con le
piume strappate al vento, la miniera del senso comune, e alcune dal pozzo
del suo io. Un artista ci consegna il corpo della sua opera. Ecco il suo
corpo. Parola per parola.
Martedi 21 Febbraio 2012
La mail di Maurizio
Ciao Mr. Tambourine,
ho letto la recensione di Bergamonews sul monumentale quadruplo CD "Chimes
of Freedom" e devo dire che condivido quasi tutto, ad eccezione
dell'inizio affidato al duetto virtuale Cash & Avett Brothers che è
allucinante da quanto "falso" risulta, hanno fatto peggio solo i Beatles
con Free as Bird !!!
Trovo molto bella anche la Blowin' di Ziggy Marley, anche se il richiamo
alla Redemption Song del padre è forte
Su Sting sarei piu' buono, anche se il suo capolavoro lo ha fatto nel 1981su I SHALL BE RELEASED.... a proposito, lo scorso anno per i 70 anni di
Bob ho avuto un'idea simile e ho raccolto le migliori cover (secondo me)
dei brani di Bob e ho messo insieme questa play list :
ALL ALONG THE WATCHTOWER Jimi Hendrix 1968
IT'S ALL OVER NOW BABY BLUE Van Morrison 1966
ALL I REALLY WANT TO DO Cher 1965
TOMORROW IS A LONG TIME Elvis 1966
MR TAMBOURINE MAN (live) Byrds 1970
TOO MUCH OF NOTHING Fortheingay 1970
VISION OF JOHANNA Marian Faithfull 1970
GIRL FROM THE NORTH COUNTRY (live) Cash & Mitchell 1970
IF NOT FOR YOU George Harrison 1970
JUST LIKE A WOMAN Nina Simone 1971
A HARD RAIN'S GONNA FALL Brian Ferry 1973
BLOWIN' IN THE WIND (live) Joan Baez 1976
TONITE I'LL BE STAY HERE Tina Turner 1974
THE TIMES THEY ARE CHANGING (live) J.Taylor & C.Simon 1979
I SHALL BE RELEASED (live) Sting 1981
LAY LADY LAY Everly Brothers 1984
CHIMES OF FREEDOM (live) Bruce Springsteen 1988
I BELIEVE IN YOU Sinead O'Connor 1992
Ghost track = Maggie's Farm U2
LIKE A ROLLING STONE Rolling Stones 1995
SUBTERRAN HOMESICK BLUES Red Hot Chili Pepper 1987
FOREVER YOUNG Pretenders 1994
TANGLED UP IN BLUE (live) Indigo Girls 1992
MAKE YOU FELL MY LOVE Billy Joel 1997
DON'T THINK TWICE IT'S ALRIGHT (live) Eric Clapton 1992
NOT DARK YET Barb Jungr 2002
JOKERMAN Caetano Veloso 1992
ONE MORE CUP OF COFFEE Robert Plant 2007
RING THEM BELLS Joe Cocker 2007
CHANGING OF THE GUARDS Patti Smith 2007
LOVE SICK (live) The White Stripes 2002
LEOPARD SKIN PILL BOX HAT Beck 2009
BALLAD OF THIN MAN Kula Shaker 2002
MASTERS OF WAR (live) Pearl Jam 2003
KNOCKIN ON HEAVENS DOOR Guns'n'Roses 1992
Ghost Track = Rainy Day Women BEATLES
Che ne dici ?
Non ti nascondo che ho fatto un doppio CD con lussuosissimo packaging che
ho regalato a pochi "Dylaniati"....
Ciao !
Maurizio
Credo sia un'ottima set list, sebbene qualche versione da te indicata non
l'abbia sentita, vedrò di aggiornarmi....:o), per Free as a bird devo dire
che hai ragione, ma che gran canzone era! Ho sentito anni fa il demo
originale di John sul quale è stato sovrainciso il resto e penso che di più
non si potesse fare, era proprio un demo povero povero, un demo nel vero
senso della parola, ma tutto fu fatto (parlo anche della Anthology di nove
cassette) per dare una possibilità al povero George Harrison che si era
rovinato con la sua attività di produttore di molti film senza successo, o
almeno così mi è stata raccontata.
Bob Geldof, quasi nonno e di nuovo
innamorato
clicca qui
Sabato 18 Febbraio 2012
Tour 2012, confermate le prime 9 date
Come già annunciato dalla Fattoria in questi
giorni, nel mese di aprile partirà il tour 2012 con le seguenti 9 date già
confermate dal sito ufficiale
bobdylan.com/tour, molto probabilmente altre date verranno aggiunte nei
prossimi giorni.
4/15/12 Rio de Janeiro, Brazil - Citibank
Hall
4/17/12 Brasilia, Brazil - Ginasio Nilson Nelson
4/19/12 Belo Horizonte, Brazil - Chevrolet Hall
4/21/12 Sao Paulo, Brazil - Credicard Hall
4/22/12 Sao Paulo, Brazil - Credicard Hall
4/24/12 Porto Alegre, Brazil - Pepsi On Stage
4/26/12 Buenos Aires, Argentina - Teatro Gran Rex
4/27/12 Buenos Aires, Argentina - Teatro Gran Rex
4/30/12 Santiago, Chile - Movistar Arena
Nel 2012 la stagione dei concerti in Argentina sarà molto più densa del
solito. Per alcuni artisti affermati e già confermati (Roger Waters con 9
date, Morrisey con un mini tour nella Capitale e in altre città dal 28
febbraio al 4 marzo, e il leggendario bluesman Buddy Guy il 16 maggio al
Luna Park), a questi dobbiamo ora aggiungere uno dei pesi massimi della
storia del rock.
Bob Dylan, probabilmente il poeta più brillante che ha avuto il mondo della
muisica, è atteso per sei date in Brasile (vedi elenco sotto) prima di
calcare il palco del Luna Park (0 del teatro Grand Rex) alla fine di aprile, e poi si
prevedono altre tappe in alcune province argentine già collaudate come
scenari validi per diversi artisti, come le città di Rosario e Cordoba. La
notizia è stata confermata da una fonte riportata
sul Reporter T4F.
In questo modo, il never ending tour, che è iniziato nel 1998, continua
ancora oggi dopo averlo portato in tutti i paesi del mondo, Cina compresa,
continuertà poi anche in Cile. Questa sarà la quarta volta che
Dylan viena in Argentina dopo le sue performance nel 1991 (nello stadio
Obras), nel 1998 (al River come act di apertura per il concerto dei Rolling
Stones) e quello del 2008 (a Velez).
La carriera di Bob Dylan è impeccabile. Nato nella città di Duluth,
Minnesota il 24 maggio 1941, sotto il nome di Robert Allen Zimmerman, è
cresciuto nel bel mezzo di un ambito nel quale la musica nera era il blues e
il gospel. Oggi ha già più di 30 album in studio, ai quali si dovrebbero
aggiungere molte altre compilations, registrazioni live e collaborazioni con
altri artisti.
Nella sua carriera, l'autore di Blowin in The Wind ha vinto un numero
significativo di premi e Grammy, il Pulitzer, il principe delle Asturie, il
Golden Globe e un Oscar. E’ entrato nella Hall of Fame del rock and Roll ed
è stato nominato più volte come candidato al Premio Nobel per la
letteratura.
Bob Dylan è mondialmente riconosciuto come l'artista creativo più potente e
influente negli ultimi decenni. Anche altri top-artists come U2, Guns N’
Roses, Jimi Hendrix, Rolling Stones e Roger Waters hanno inciso cover dei
suoi pezzi per tributarlo. E anche il presidente degli Stati Uniti, Barak
Obama, ha detto che nel suo iPod ci sono più canzoni di Dylan che di altri
artisti. Anni fa, i Presidenti suoi predecessori, Jimmy Carter e Bill
Clinton aveva dichiarato di essere fans del musicista.
Oltre al suo genio musicale, Dylan si è distinto per la sua campagna per la
pace e conrtro l’apparato politico.
Il riconoscimento enorme che ha, tuttavia, non gli ha permesso di diventare
una top-machine nella vendita di dischi, o persino di riempire uno stadio.
Secondo le cifre ufficiali, nel corso della sua storia ha venduto circa 100
milioni di copie.
Le esibizioni a Buenos Aires sono previste nei
giorni 26 e 27 di Aprile al teatro Grand Rex.
Ticketex.com si occuperà della ventita anche se l'annuncio dei concerti
è presente nel sito ma i biglietti non sono ancora stati messi in vendita
Date brasiliane:
- Rio de Janeiro (Citibank Hall) – 15 de abril
- Brasília (Ginásio Nilson Nelson) – 17 de abril
- Belo Horizonte (Chevrolet Hall) – 19 de abril
- São Paulo (Credicard Hall) – 21 e 22 de abril
- Porto Alegre (Pepsi On Stage) – 24 de abril
Lasciatemi dire che sono molto contento che l’articolo di Walter Gatti sia
riuscito, sebbene datato dieci anni fa, a creare un nuovo scambio di
opinioni. Credo di conoscere abbastanza il nostro Daniele “ardez” Ardemagni,
la sua smisurata ammirazione per Bob, quindi ritengo che la sua non sia
stata per niente la semplice voglia di “bastonare” qualcuno, ma
semplicemente è il suo grande amore per Dylan che non gli permette di essere
più mitigato, poi in seconda battuta riesce sempre ad essere meno impulsivo
e più bilanciato, quindi non mettiamo assolutamente in croce Daniele, averne
di fan come lui, qualunque artista ci metterebbe la firma subito, così come
io sono felice di averlo tra i lettori della Fattoria, a volte solo come
visitatore ed altre volte come opinionista o come “bacchettattore” di altrui
opinioni, so che con lui devo essere sempre più paziente ed arrivare la dove
Daniele in prima istanza fa fatica ad arrivare perchè trascinato dal suo
dylanismo, ma se ci fossero trenta Daniele Ardemagni le discussioni e gli
scambi di opinioni sulla Fattoria sarebbero certamente in quantità
industriale, e questo può far solo bene al sito ed a tutti noi, perchè la
discussione ci fa riflettere, ci fa ragionare, ci fa capire che qualche
volta le nostre posizioni non sono poi così sostenibili come crediamo,
insomma, lo scambio di opinioni ci allarga la mente e la conoscenza, quindi
ben venga, ora ed in futuro, almeno finchè Bob sarà in grade di suscitare in
noi un qualsiasi tipo di emozione. Moralwe della storia: grazie Walter,
grazie Daniele! :o)
Mr.Tambourine
Questo è un disco che riporta l’ascoltatore indietro di qualche anno. Non
solo per i suoi contenuti, ma anche perché è contagiato da un’atmosfera
rintracciabile in molti lavori dei decenni passati persa con il passare
degli anni.
Intendo dire che vi è in quest’opera un fine, un coinvolgimento dei
partecipanti, una coralità che non può non emozionare. E in più... i
contenuti, certo non da meno.
Ma andiamo con ordine. Il disco celebra i 50 anni di Amnesty International,
l’associazione che, con riscontro mondiale, tutela i diritti degli uomini in
ogni parte del globo e che è riuscita in questi anni grazie alla sua
attività di sensibilizzazione a ridare la libertà a migliaia di prigionieri
politici, a sospendere pene capitali, a dare la parola ai dissidenti nei
paesi dove vigono regimi autoritari. Grazie alla sua costante attività,
l’associazione è stata insignita del premio Nobel e, oggi, vanta sostenitori
in ogni parte del mondo. In particolare gli incassi della vendita di questo
disco saranno utilizzati per sostenere alcune campagne a difesa della
libertà di espressione.
Per celebrare l’evento, gli ideatori dell’iniziativa hanno pensato di
rispolverare la monumentale produzione di Bob Dylan, ovvero l’artista che
dell’integrità ha fatto il proprio tratto distintivo e che ha avuto sempre
ben presente nei suoi testi e nelle sue azioni i bisogni delle persone meno
fortunate e la tutela di quelle vittime del pregiudizio. Per realizzare il
disco (quadruplo) sono stati chiamati a raccolta numerosi artisti, alcuni
molto famosi, altri meno e alcuni per nulla.
Così i generi di provenienza sono assai diversi tra loro: c’è chi ha
navigato e naviga tutt’ora nel rock, chi nel blues, chi nel soul e chi nel
jazz.
Tutti hanno collaborato gratuitamente: i produttori, i grafici, i tecnici.
Ogni canzone rappresenta una cover inedita, fatto salva la versione della
canzone che dà il titolo all’album resa dallo stesso Dylan.
Devo dire che il risultato finale è molto superiore a quelle che erano le
mie attese e ciò è attribuibile, da un lato, al rispetto che i giovani
artisti hanno dimostrato nei confronti delle opere del “maestro”, rispetto
che ha permesso, nella maggior parte dei casi, di evitare lo scempio
dell’originale per dimostrare la supremazia di un genere musicale diverso o
l’unicità dell’esecutore. Dall’altro anche le star presenti hanno
approcciato la materia con umiltà, rispettosi dell’opera di Dylan, limitando
in molte occasioni il proprio ego a vantaggio dell’omogeneità del progetto.
Ovvio che non è possibile analizzare ogni singolo brano (in tutto sono 73),
ma preliminarmente va precisato che alcune delle sorprese migliori le
riservano proprio gli artisti meno conosciuti o quelli la cui fama è
strettamente legata ad un ambito circoscritto.
Venendo ad una più approfondita analisi. L’inizio è stupendo: Johnny Cash
con gli Avett Brothers ( il duo è “virtuale”) ci offre una versione country,
priva di sorprese ma ugualmente splendida di One Too Many Mornings. Sarò un
nostalgico ma ogni volta che ascolto Cash, penso sempre che sia stato uno
dei più grandi e sentirlo mi dà sempre una grande emozione.
Non finisce di stupire Patti Smith che, a sessant’anni suonati, coinvolge
l’ascoltatore con una versione assai convincente (e rock) di Drifter’s
Escape, un brano da John Wesley Harding che rivive sotto una nuova luce. Non
conosco i Rise Against ma la loro versione hard di Ballad of Hollis Brown mi
piace, la trovo molto spontanea.
Bella senza alcuna titubanza è l’interpretazione di un altro mostro sacro,
Pete Townsend, che di Corrina Corrina dà una versione intima, rispettosa,
che intriga. Uno dei migliori momenti del disco. Ad altissimo livello anche
la performance di Betty Lavette che con la sua voce sulfurea flirta con il
blues e il soul in Most of Time.
Difficile in dischi come questi scegliere il brano più bello, quello meglio
eseguito. Il gusto di ognuno è sacro, la preferenza di un genere piuttosto
che di un altro gioca un ruolo fondamentale. Ma io non ho dubbi: la versione
di Diana Krall di Simple Twist of Fate è da brividi: solo voce (a volte solo
un sussurro) e piano per un emozione che più pura non si può. Straordinaria!
Senza sorprese e, purtroppo emozioni, è la versione di Blowing in the Wind
di Ziggy Marley. Mi piace e trovo trascinante la versione di Changing of the
Guards, testimonianza del periodo religioso del nostro (e anche di uno tra i
più interessanti dal punto di vista musicale), Gaslight Anthem. Certo il
fantastico coro gospel e l’organo della versione originale qui mancano però
i nostri si danno da fare.
Non conosco i Silversum Pickups, ma la loro No Dark Yet è avvolgente e per
certi versi affascinante. Mentre è molto bella You’re a big Girl Now dei
bravi My Morning Jacket protagonisti di una versione minimale ma molto
convincente. Qui lo spirito di Dylan è presente in ogni singola dei nota.
Ammetto: Sting mi sta antipatico, non lo sopporto. Tanto l’ho apprezzato
quando suonava nei Police, tanto lo disdegnato nella sua carriera solista e
trovo le sue incursioni nella musica cosiddetta colta, piene di presunzione.
Ovvio, questione di gusti, se la maggior parte del mondo lo ama, qualche
ragione ci dovrà pur essere, ma a me sfugge. Sta di fatto che a me non piace
e faccio fatica ad arrivare alla fine dell’ascolto di Girl from the North
Country.
Neppure è tra i miei favoriti Mark Knopfler, ma qui il giudizio è diverso.
Quest’ultimo è sempre stato un fan di Dylan e sempre lo ha considerato tra i
suoi principali ispiratori. A testimonianza di tali sentimenti vi sono
alcune date di concerti fatte insieme negli ultimi mesi. La cover di
Restless farewell è molto, molto bella, cantata con trasporto e suonata
magnificamente. Un impianto stereo di qualità sarebbe in grado di cogliere
ogni sfumatura armonica. Pur comprendendo lo forzo di Lenny Kravitz di
essere credibile, la sua versione da sagra di paese di Rainy Day Women non
mi convince per nulla.
One More Cup of Coffee è offerta in un’ interpretazione che sa tanto di
frontiera da quel vecchio rocker di Steve Earle. Bella e struggente, la
canzone è impreziosita da una seconda voce femminile e dal violino di Lucia
Micarelli. Un altro dei momenti più alti del disco. Anche Blake Mills da il
suo buon contributo con una bella versione di Heart of Mine, veramente
centrata. Miley Cyrus è perfettamente a suo agio con You’re Gonna Make me
Lonesome, in una versione solo acustica ottimamente cantata.
L’occasione è propizia anche per rispolverare qualche vecchio militante
oramai dimenticato: ecco dunque Billy Bragg, cantautore “combat”, che nel
passato ha, in molte sue scelte, ripercorso le vie di Dylan. Qui è in
un’ottima versione di Lay Down Your Weary Tune: acustica, solo chitarra, con
il contributo di alcuni cori in sottofondo assai convincenti. Bentornato
Billy.
Non volendo essere da meno rispetto alla sua
gentile consorte, anche Elvis Costello dà una grande prova: la sua versione
gospel di License to Kill stupisce e resta nella mente e nel cuore. Puro
soul nel senso più vero del termine.
Non so proprio cosa aspettarmi dai figli della
coppia Costello – Krall, se il dna non mente! Carina è Lay Lady Lay di
Angelique Kidjo. Il compito era arduo ma la resa finale è più che
accettabile, quasi a cappella, con un accompagnamento sonoro minimale, il
tutto affascina.
Convince anche il vecchio Jackson Browne: la sua versione di Love Minus
Zero/No limit è molto vicina, stilisticamente, al periodo di The road; la
vicinanza tra l’autore e l’interprete è percepibile in ogni nota. Capisco
che John Baez abbia dei diritti acquisiti sul nostro e un credito di
riconoscenza, ma il passare oltre nell’ascolto non nuoce al giudizio finale
di questo disco.
Non è niente male Mr. Tambourine Man: affidarne l’esecuzione ad un gruppo
sconosciuto, per lo meno per me, come i Jack’s Mannequin poteva essere un
azzardo, ma i casi sono due: o il pezzo è talmente bello da essere
impossibile rovinarlo (ma alcuni tentativi del passato testimoniano il
contrario) o gli esecutori sono bravi e a me sembra che questa sia la
verità.
Io ho un debole per Adele, la trovo straordinaria e benché distante dal
mondo di Dylan riesce a offrire la solita interpretazione magistrale con
Make You Feel My Love: solo voce e piano per tre minuti che vanno gustati
sino in fondo. Un altro cavallo di battaglia del nostro, I Want You, è
affidata alla, per me, sconosciuta Ximena Sarina che ne dà invece una bella
versione, più leggera dell’originale ma buona in definitiva.
Ed ecco un altro che era “sparito”: Neil Finn, mente dei Crowded House e
autore di alcuni importanti successi pop come Don’t Dream It’s Over, era
forse meglio rimanesse ancora un po’ in naftalina. La sua versione di She
Belongs to Me è da dimenticare mentre è molto bella la successiva Bob
Dylan’s dream di Brian Ferry, un artista stilisticamente distante da Dylan
anche se protagonista nel passato di un album tributo alla sua musica.
Grande interpretazione.
Just Like a Woman è affidata a Carly Simon e il risultato non dispiace. Solo
piano e voce ma il coinvolgimento è sincero. I Floggyng Molly rileggono uno
dei brani più famosi: The Times They Are A- Changing. L’interpretazione
gronda di ritmo, le atmosfere sono “Irish” e il tutto è irresistibile.
Prendete un po' di Pogues, di Dexys Midnnight Runners, e di Chieftains e il
gioco è fatto. I Fistful of Mercy sono un gruppo formato da Dhani Harrison,
Ben Harper, e Joseph Arthur: la loro Buckets of Rain è gradevole ma nulla di
più, anche se era lecito aspettarselo, visto il loro curriculum.
Una sorpresa è invece Man of Peace di Joe Perry, molto “rockkata” e
travolgente. It’s All Over Now Baby Blue è affidata ai Bad Religion:
difficile rovinare un pezzo così bello ma loro ci riescono e senza grande
sforzo, pare...
Un’altra “perla” è quella dei Chemical Brothers: la loro Desolation Row è
talmente brutta che dovrebbe convincere Amnesty International a rivedere
alcuni sue convinzioni sulla libertà di espressione.
Senza pretese ma gradevole è la versione di Knockin’ on Heaven’s Door di
RedOne, attento a non rovinare una canzone che è impossibile rendere più
bella rispetto alla versione originale. Sinéad O’ Connor è un’altra artista
di cui non sentivo mancanza anche se la sua versione di Property of Jesus,
ammetto, non è niente male. Un po’ folk, un po’ “ambient” e “combat”, il
risultato finale è assai piacevole.
Mi sembra che Ke$ha sia una cantante pop di grande successo con alle spalle
un repertorio molto leggero, alla Lady Ga Ga tanto per intenderci. Beh se è
così, tanto di cappello: la sua Don’t Think twice, It’ s All Right è
coraggiosa e da brividi. Brava! Dovrò chiedere scusa a mia figlia per alcuni
pochi lusinghieri commenti fatti nel passato.
La versione solo strumentale del medesimo brano viene offerta dal Kronos
Quartet: noia assoluta, passare oltre, salvo che ci si voglia atteggiare ad
intellettuale. Una delle ultime disgrazie dell’industria discografica, i
Maroon 5, ci forniscono invece una discreta versione di I Shall Be Released:
temevo il peggio è invece il pericolo è scampato.
Bella ed originale invece l’esibizione dei Carolina Chocolate Drops in
Political World. “Prezzemolo” Seal e Jeff Beck (strano connubio) rileggono
Like a Rolling Stones: certo ad avere nelle orecchie l’originale il
confronto è nettamente perdente e la versione meno travolgente, però i due
si impegnano e alla fine regalano un prodotto apprezzabile certo facilitati
da un brano che non ha eguali...
One of Us Must Know interpretata da Mike Hucknall è molto bella e benché il
cantante dei Simply Red frequenti lidi musicali assai diversi, il risultato
è convincente tanto che in alcuni passaggi sembra proprio di sentire cantare
Dylan. La Dave Matthews band si esibisce in una versione inizialmente
rallentata di All Along the Watchtower che termina in un crescendo che
tuttavia poteva essere assolutamente evitato. Un’occasione persa.
Michael Franti (Subterranean Homesick Blues) può tranquillamente continuare
a cantare con Jovanotti con lui è divertente qui molto meno. Lucinda
Williams è la fuoriclasse di sempre: la sua versione minimale di Tryin’ to
Get to Heaven colpisce per profondità e per l’interpretazione sofferta e
commuove. Un altro vecchio leone come Kris Kristofferson si esibisce al
meglio in Mighty Queen: ma si sa, gioca in casa e dimostra di conoscere
perfettamente la materia.
Prima della fine mi piace segnalare I’d Have You Anytime interpretata con
sensualità dall’attrice Evan Rachel Wood: il contorno è jazzato e la voce
pur se non memorabile è perfetta per la versione proposta. Mille miglia
lontano dal nostro ma in fin dei conti una sorpresa. E ancora Forever Young
interpretata da Pete Seeger, è divertente. Il nostro nonostante i quasi,
credo, 90 anni, dimostra di avere ancora una grande vitalità.
Tutto bello o quasi. Il disco dura quasi 5 ore, un omaggio di alcuni dei più
grandi musicisti viventi a quello che forse può essere considerato il più
grande di tutti. Personalmente ringrazio i curatori di aver evitato la
“Carrambata” di far partecipare alla registrazione il figlio Jakob, che
comunque vive di luce artistica propria. Credo che anche chi ama
svisceratamente Dylan potrà apprezzare questo disco. Il prezzo per
l’acquisto è abbastanza alto però forse ne vale la pena per i contenuti e
per i fini.
Ciao Mr Tambourine,
mi unisco anch’io alla discussione sull’articolo di Walter Gatti il cui
sunto sembra essere Dylan è stato un Grande sì, ma solo degli/negli anni
sessanta.
Parafrasando una canzone di Springsteen potrei dire che “It’s hard to be a
Dylanian’ in 2012!!!” Ovvero: “Non è facile essere un Dylaniano nel 2012!!!”
In parte la “colpa” può essere di Dylan che, talvolta, nei suoi concerti o
nei suoi album può non sembrare all’altezza del suo nome e della sua fama.
In parte - una parte direi ben più consistente - la “colpa” è... di tutti gli
altri!!! Di chi lo critica per ogni cosa, fuori da ogni logica o contesto, e
di chi lo critica senza conoscere neppure in minima parte di chi o cosa stia
parlando.
Premesso questo, l'articolo di Gatti esprime, direi in maniera ragionevole,
un parere, condivisibile o meno che esso sia. A mio parere Gatti sembra
voler girare intorno al mito di Dylan ma senza realmente riuscire a
dimostrare se tale mito sia estinto o meno.
L’articolo di Gatti sopravvive oggi grazie all’argomento trattato (Bob
Dylan) e questo dimostra che Dylan oggi è ancora popolare e la sua
popolarità è viva oggi come era viva dieci anni fa e come sarà viva fra
dieci e forse persino cento anni. A dimostrarlo basterebbe anche il recente
album quadruplo di cover Dylaniane eseguite da artisti appartenenti ad ogni
categoria: dal rock al pop al country e al punk, dai giovanissimi idoli dei
teenager ad artisti che hanno fatto con Dylan la storia della musica. Quello
che più ho apprezzato di questa raccolta, aldilà del valore o meno di ogni
interpretazione, è come ognuno abbia vissuto e interpretato Dylan a modo
suo, dimostrando che Dylan è vivo e presente ancora oggi, e questa vita a
volte la puoi trovare non solo dove è sempre
stata (vedi ad esempio le cover di Johnny Cash, Joan Baez e Patty Smith) ma
anche là dove meno te lo aspetteresti (Miley Cyrus, Adele, Ke$ha).
Nell’articolo di Gatti ci sono a mio parere troppi “se” e troppi “ma”: prima
si dice che Dylan è sconosciuto ai più, poi si specifica che quei più sono
un certo target di pubblico che adorano le Spice Girls e Gigi
D’Alessio...Chi ascolta Gigi D’Alessio in genere non ascolta Bob
Dylan?...Bella scoperta! Io rispetto i gusti musicali di tutti e rispetto
qualunque artista musicale o presunto tale ma, se devo essere sincero, a
volte mi risulta difficile rispettare una certa tipologia di “fan”
idolatranti spesso musicalmente (e non solo) ciechi di fronte non solo ad
altre realtà che non siano quelle del loro idolo, ma anche alla realtà
stessa del loro idolo.
Il “giornalista del rock”(ma è riduttivo definirlo tale) Greil Marcus in una
storica recensione disse che “Selfportrait” è una merda e disse anche perché
per lui quel disco era una merda e, se le sue motivazioni sono
oggettivamente valide, allora forse “Selfportrait” è davvero una merda, o
quantomeno non è un capolavoro, e a me sta bene così; pur considerandomi
Dylaniano, non mi sento offeso da tale affermazione, perchè so bene che
Marcus conosce l'artista Dylan e lo ama e lo rispetta anche più di quanto
possa fare io. Greil Marcus per descrivere il modo in cui Dylan pronuncia
una singola parola - e come quella parola pronunciata in quel modo in quella
canzone sia piena di significato e contenga interi universi di emozioni e
sensazioni - ha utilizzato un'intera pagina del recente me-ra-vi-glio-so
libro "Bob Dylan Writings". Una pagina intera per una singola parola
pronuciata da Dylan! Mi ha fatto venire i brividi!
Ecco, a me Dylan piace ed emoziona anche per questo: perché nel bene e nel
male, nei suoi album migliori ma anche nei peggiori, ha sempre qualcosa da
dire e soprattutto da far dire a chi lo ascolta: Dylan ti apre la mente. La
differenza tra Dylan e i Beatles o Vasco per me è tutta qui: Dylan ti offre
un mezzo (la sua canzone, la sua voce, il modo di pronunciare ogni parola) e
sta a te prendere qualcosa da quel mezzo e plasmarlo, trasformarlo in
qualcos'altro che magari per te ha un significato e per un'altra persona ne
avrà un altro. La musica dei Beatles a me non ha mai emozionato, ma è
evidente che oggettivamente la loro musica ha fatto la Storia almeno quanto
quella di Dylan. Credo che il modo in cui i Beatles abbiano fanno la Storia
sia lo stesso in cui può farla qualsiasi altra Pop Star, da Madonna “Like a
Vergin” a LadyGaga “The edge of glory”: è un modo più semplice e diretto di
colpire chi ascolta, e in genere colpisce tutti allo stesso identico modo.
Questo non significa necessariamente che sia un modo peggiore, ma è un modo
diverso, tutto qui.
Dylan e i Beatles hanno attraversato lo stesso periodo storico, e lo hanno
influenzato in modo differente. Io preferisco di gran lunga il modo in cui
lo ha fatto Dylan, perché oggi i Beatles vengono ricordati soprattutto per
le fans dell’epoca che urlavano e si strappavano i capelli, mentre Dylan
viene ricordato per aver scosso la coscienza (e non i capelli) di una intera
generazione. Tra l’altro John Lennon stesso se ne rese conto quanto disse
(peraltro molto modestamente) “Dylan shows the way”. Anche John Lennon e i
Beatles hanno influenzato musicalmente Dylan, ma questa è un’altra storia.
Ognuno può vivere Dylan, i suoi album ed i suoi concerti a modo suo. A me
non dispiace nessuno dei famosi o famigerati album della “trilogia
cristiana” di Dylan: li ascolto volentieri e mi lasciano qualcosa, magari
cerco di non fare troppissima attenzione al testo e sicuramente gli
preferisco di gran lunga un album capolavoro assoluto come “Blood on the
tracks”, ma non mi sembrano così disastrosi come molti li hanno dipinti.
Dylan può essere paragonato solo a se stesso, e allora ci si aspetta sempre
una nuova “Like a rolling stone”. Ma se anche mai Dylan avesse prodotto
qualcosa del genere, non ce lo farebbe mai sapere, perché Dylan non ti darà
mai ciò che ti aspetti, ti darà sempre ciò che non ti aspetti, e questa è
una delle sue più grandi doti.
Lo stesso vale ancora di più per i concerti: basta leggere su questo sito i
racconti di chi vi ha partecipato per rendersi conto che lo stesso identico
concerto può provocare emozioni completamente differenti.
Ma mi sto dylun-gando un pò troppo...Torniamo a noi... Dylan non è più
popolare oggi? Boh, dipende cosa si intende per "popolare". Se non è
popolare chi ogni anno per non dire ogni giorno viene omaggiato da cover
praticamente ovunque nel mondo, se non è popolare chi negli ultimi anni
viene candidato al Nobel per la Letteratura, se non è popolare chi
recentemente ha vinto il Premio Pulitzer, se non è popolare chi da
trent'anni fa un concerto ogni tre giorni e in genere ogni volta la sua
discreta dose di biglietti riesce a venderla, se non è popolare chi fa un
Tour in Cina e riempe le prime pagine dei giornali (d'accordo in America in
parte erano critiche, ma critiche oggettivamente critiche ridicole), se non
è popolare chi entra nella Top Ten con i suoi ultimi album e riceve anche
discrete - e talvolta ottime - recensioni, se non è popolare chi ogni anno
vede pubblicato almeno un libro che parla di lui, se non è popolare chi al
cinema in un film viene interpretato non da un attore ma da sei attori
differenti, se non è popolare chi viene invitato da Barack Obama alla Casa
Bianca, se non è popolare chi viene citato dal Papa, se non è popolare chi
viene studiato a scuola insieme a Leopardi e Dante, dicevo (e mi fermo
perchè non vorrei sembrare troppo invadendente) se non è popolare chi ha
fatto tutto questo, allora sì, Dylan non è popolare.
Ciao Mr.Tambourine, mi aggiungo anch’io alla tua affermazione, in merito
alla mail del sig. “Ardez” che ha, “bastonato”, se mi è permesso il termine
esagerato, il sig. Walter Gatti. Il tuo discorso non fa una piega, non si
può andare avanti, anche nelle proprie passioni, col paraocchi come i
cavalli, e vedere solo in una direzione, criticando, negativamente, come in
questo caso, tutto quello che sta intorno solo perché non si può (o non si
vuol) vedere… o conoscere… Anch’io come te, Mr. Tambourine, ritengo che le
opinioni, tutte, giuste o sbagliate che siano, devono, dovrebbero essere
rispettate. E chi non le accetta, debba essere redarguito, se non altro per
correttezza e rispetto di chi le scrive. Condivido, col sig. “Ardez”, la
felicità, e la soddisfazione nel ritrovarsi nel mezzo di un concerto di
Dylan e rendersi conto di come quest’uomo possa riunire tutto intorno di
“tutto e di più”, dai ventenni sbarbatelli, ai vecchi occhialuti con tanto
di barba, dagli studenti intellettuali, ai semplici operai, da sessantottini
ribelli ai direttori bancari, dai padri con i figli sopra le spalle…..
Tuttavia,… anche a me la Pausini, per esempio mi dice meno di niente, ma,
per quanto discutibile, è una mia opinione personale. Me ne guardo bene,
nell’affermare e metterla nel “mucchio di schifezze” musicali! Non
rispecchia e rientra minimamente nei miei gusti musicali, appunto, ma è una
persona prima, e un’artista poi, e ha il mio più grande rispetto. A modo
suo, certo, ma una Grande Artista. In questa nostra povera Italia, ormai
sputtanata un po’ da tutti nel mondo, da chi ci vede solo come tutti
mafiosi, dal bunga bunga, dagli sguardi di bassa ironia di Sarkozy con la
Merkel, per non parlare, per ultimo, dalla bravata di Schettino, (e non lo
chiamo Sig. Capitano), lei, come pochi altri, è riuscita, con i suoi 70
milioni di dischi venduti, di portare il Buon Nome Di Questa Nostra Italia,
in Tutto IL Mondo. Dovremmo esserne tutti orgogliosi. Anche il sig. “Ardez”,
che forse, si è dimenticato che, per esempio ancora oggi, nel 2012, in
tantissime parti del mondo, c’è chi canta ancora Volare, di Domenico
Modugno… Rispetto e Riconoscenza. Poi, se si vuole, tutto il resto. Ciao,
alla prossima, Ale’65.
Caro Tambourine, non ho messo in dubbio la cultura dylaniana di Gatti, ma
semplicemente ho detto che mi pare strano che non si accorga che buona parte
degli spettacoli di Dylan siano formati da giovanissimi e secondariamente
non è vero che Dylan è "imprigionato" solo in un'epoca precisa..anzi, credo
sia uno dei pochi, nato proprio in quell'epoca che riesce ancora a far
parlare di sè attualmente, facendo cose decorose.. e se la sua leggenda è
partita proprio negli anni '60 mi pare che ancora oggi continui, fra alti e
bassi come tutti sappiamo (sopratutto se riferito alla seconda metà degli
anni '80 chiuso col ritorno di Oh, Mercy!).
Quanto all'articolo che mi hai allegato di Vites già lo conoscevo avendo il
libro...non metto in discussione la cultura dylaniana o critico il parere
altrui...semplicemente non lo condivido del tutto..so che manca molto Dylan
in DITG ma preferisco considerarlo quasi come un Bootleg (come l'album
precedente) di quello che combinava in sala di registrazione in quel periodo
e il fatto che ci sia una canzone, a mio avviso fra le più belle scritte da
Bob come Death is not the end, se non lo avesse pubblicato quel piccolo
"abortino" di album chissà se mai l'avremmo conosciuta. Quanto a Pausini o
altri artisti...possono vendere 10 mila copie in tutto il mondo come 200
milioni...per me la quantità non è sempre stata sinonimo di qualità,
sopratutto nell'arte musicale, in particolar modo quella commerciale degli
ultimi tempi...e se vecchi leoni come Bob, Cohen, Petty, Young, Reed,Stones
e pochi altri reggono bene nel cuore di molti giovani e giovanissimi un
motivo ci sarà..anzi mi pare più che evidente.
Ho acquistato appena uscito la raccolta del tributo a Bob.
Devo dire che lo ascoltato tutto di un fiato , e dopo aver goduto delle
splendide canzoni , mi sono detto anche se non ne avevo bisogno , visto i
miei lunghi trascorsi dylaniani, ma quanti brani di altissimo livello ha
scritto questo mostro.
Mi dispiace che il cd non è stato almeno finora per niente pubblicizzato ,
dato anche il motivo per cui è stato lanciato.
Un ringraziamento al vs.sito per essere quotidianamente aggiornato. Aspetto
con ansia il concerto di Tom Petty
al quale spero , come da voi anticipato si aggiunga la presenza di BOBBY.
Un caro saluto, Marcello
Finalmente arriva il momento per Bob Dylan di
suonare di nuovo in Brasile.
Secondo il giornalista Lucio Ribeiro, Dylan - considerato uno dei più grandi
compositori della storia della musica popolare - deve arrivare in Brasile
per una serie di spettacoli nel mese di aprile. Il tour inoltre farà anche
alcune tappe in Argentina. Se i concerti saranno confermati, sarà la quinta
volta che Dylan viene in Brasile, l'ultima è stata nel 2008.
Ciao mr.Tambourine..ho letto con non poco stupore e disdegno l'articolo
postato ieri di Walter Gatti. Dylan non avrebbe conquistato le geneazioni
che amano Alex Britti e compagnia bella? Be, da 34enne quale sono io dovrei
far parte della generazione "abbagliata" da Britti, Pausini, Grignani e chi
più schifezze ne ha più ne metta, ma onestamente, quando vado ad uno
spettacolo di Bob, se girando il volto da una parte dello spazio dove si
tiene il concerto mi sento "felicemente" giovane, girandomi dall'altra mi
sento ormai in quella schiera che potrebbe passare il testimone alle
centinai di 18/20enni che riempiono gli spazi e e che probabilmente manco
sanno chi sia Alex Britti e tanti nati in quella generazione...la leggenda
di Dylan continua, senza età anagrafica..quindi il signor Gatti prima di
scrivere certe cose si vada a documentare meglio, non chiedere "sai chi è
Bob Dylan?" magari all'esterno di qualche spettacolo di Lady Gaga.
Dylanamente vostro Daniele "ardez" Ardemagni (prossimamente vorrei chiedere
delucidazioni sul fatto del perchè un album come Down in the groove sia
stato così preso a calci...a mio avviso dove ci sono gia due pezzi come
"Silvio" ma sopratutto "Death is not the end" meriterebbe una piccola
parentesi di rivalutazione)..
Caro "Ardez" lasciami dire
che secondo me il bravo Walter Gatti sa benissimo chi è e cosa ha fatto Bob
nella sua carriera, ha soltanto un'opinione diversa dalla tua, quindi credo
che la tua frase "quindi il signor Gatti prima di scrivere certe cose si
vada a documentare meglio, non chiedere "sai chi è Bob Dylan?" magari
all'esterno di qualche spettacolo di Lady Gaga." la trovo un pò
esasperata e fuori luogo. Inoltre , ti ricordo che quella Laura Pausini che
nemmeno io apprezzo, ha venduto finora più di 70 milioni di dischi in tutto
il mondo, per questo merita sia il mio che il tuo rispetto, così come lo
merita Walter per aver espresso un suo parere.
Per quanto riguarda "Down In
The Groove", è considerato una delle opere meno significative di Bob, e la
sola "Silvio", per quanto bella e valida possa essere, non è abbastanza per
salvare dalla mediocrità un disco senza luce, almeno a parere di tutti i
critici e dylanologi. Riporto quanto scrive Paolo Vites nel suo libro - Bob
Dylan 1962-2002 - Quarant'anni di canzoni - (e spero che tu non voglia
mettere in dubbio anche la sua competenza) su questo disco:
Se "Knocked Out Loaded" è
il "figlioccio" di "Empire Burlesque", "Down In The Groove" ne è il
nipotino, nonchè il cugino alla lontana di "Self Portrait". Dylan stesso, in
alcune dicharazioni rilasciate durante la preparazione del disco, dice di
aver avuto in mente un "nuovo Self Portrait". Se sulla carta l'idea di
andare a riprendere quei brani che il giovane Zimmermann ascoltava alla
radio e che avrebbero influenzato la sua crescita musicale può essere buona,
il risultato finale farà apparire "Self Portrait" un piccolo capolavoro. Se
infatti quell'album alla fine pecca più per abbondanza, "Down In The Groove"
è un autentico deserto. Non c'è nulla (eccetto un brano, Silvio) che ne
giustifichi la pubblicazione.
Vedi quindi, caro "Ardez", che
quando manca una "vera ispirazione" un disco può anche ridursi a niente,
ancher se è un disco di Bob Dylan, nonostante la presenza in "Down In The
Groove" di musicisti di altissimo livello come Eric Clapton, Ron Wood, Mark
Knopfler, Nathan East, Asley Dunbar, Jerry Garcia e Bob Weired tanto per
fare alcuni nomi. In quel disco i musicisti ci sono, mancano solo il vero
Dylan e le sue canzoni, e così l'asino casca in malomodo. Per finire, avere
idee diverse è il sale della vita, un metodo sano per confrontarsi, ma tu
non devi prendere ogni cosa come se fosse un muro da dover abbattere ad ogni
costo, ammorbidisciti un pochino, sii più tollerante e più pronto ad esporre
le tue idee invece di distruggere quelle degli altri, questo detto con
sincera amicizia, capisco la tua ammirazione e la tua fede in Bob, ma
credimi, ho qualche anno più di te e tante volte ho dovuto sperimentarlo di
persona, a volte il troppo storpia le cose. Un salutone, alla prossima,
Mr.Tambourine
Lunedi 13 Febbraio 2012
18 Febbraio, Dylan Dogs live all'Aisha
Ciao Mr. Tambourine,
ti allego la locandina del nostro prossimo live sempre all'Aisha di Roma.
Sabato 18 Febbraio, ore 22,30 ingresso libero.
Via Emanuele Filiberto 193, vicino Metro Manzoni.
Grazie, Bruno "Jackass"
Ciao, Mr. Tambourine,
volevo scusarmi per essere involontariamente rimasto nell'anonimato nella
mail che ti ho inviato: ho dimenticato di firmarla e la ho erroneamente
inviata da una di quelle caselle per usi secondari che quando le crei non
sai mai cosa scriverci (avevo appena visto "La Passione di Cristo" di Mel
Gibson).
Mi ha comunque fatto un immenso piacere vederla pubblicata e ti ringrazio
per questo.
Colgo l'occasione per congratularmi con te e con tutti i tui collaboratori
per l'immenso e appassionato lavoro che mettete a disposizione di tutti e
che giornalmente ho il piacere di consultare,
con affetto, Massimo Ottaviani
Grazie Massimo, lasciami
precisare che tutti i miei collaboratori siete voi che mi scrivete, per il
resto sono solo nel portare avanti la Fattoria, ma anche sul web i tempi
sono cambiati, è la normale evoluzione delle cose, i vecchi amici, e tali
sono rimasti, che anni fa scrivevano dei bellissimi saggi per Maggiesfarm,
hanno nel tempo creato i loro blog, andando al passo con lo sviluppo
tecnologico di Google che ha permesso quello che alcuni anni fa era
impensabile. Anche il grande Michele Murino, che aveva creato e portato
avanti per una decina d'anni questo sito, un bel giorno ha improvvisamente
abbandonato la Fattoria dovendosi confrontare con altre problematiche della
vita. Ma va bene così, mai lamentarsi, alla prossima, :o)
I sessant'anni di Bob Dylan. È stato un grande: però la sua poetica è troppo
legata a una precisa epoca. A differenza dei Beatles che hanno attraversato
mode e stagioni.
Mr. Tambourine man ha sessant'anni. Campane a festa nel mondo della musica e
della cultura lo scorso 24 maggio, quando Bob Dylan, «Il cantautore», l'uomo
che ha trasformato la musica pop in arte, in poesia, in protesta, in romanzo
sociale, ha soffiato sulle candeline. L'uomo da cui tutti i cantautori
d'ogni latitudine sono sorti, da Springsteen a De Gregori, da Lucio Battisti
a Paul Simon, l'autore da cui pure John Lennon ha attinto. L'uomo che nel
'62, in piena crisi Usa-Urss ,si prese la briga di scrivere una canzone -
Hard rain gonna fall -sulla morte da guerra nucleare (quando l'unica morte
che la gente era avvezza ascoltare in musica era quella da cuore infranto
per amore); l'uomo che nel '69 mandò a quel paese gli organizzatori del più
grande happening giovanile della rock generation, il festival di Woodstock,
adducendo la sua voglia di tranquillità; l'uomo che si proclamò cristiano e
contemporaneamente..............
Ho riproposto con piacere
questo saggio di Walter Gatti perchè, anche se scritto 10 anni fa, è ancora
attualissimo, potrebbe essere stato scritto ieri mattina ed essere ancora lo
specchio attuale di un Dylan che non finirà mai di essere trasparente e
misterioso, coerente e sconnesso, vicino e distante.
Continuano le voci, Brasile, Cile ed
Argentina per l’inizio del tour 2012
Continua il tour che non finisce mai, il tour infinito, il più grande
progetto di Bob Dylan (70 anni) negli ultimi tre decenni, dal 1988 ogni anno
date a pioggia per la parte dedicata al tramonto della sua carriera, con
operazioni chirurgiche sui suoi pezzi anni 60. Per il pubblico, la perennità
del tour ha permesso all’artista americano di esibirsi in luoghi insoliti
durante il suo picco creativo dai 60 ai 70 anni, posti come Israele, la
Cina, dove ha debuttato nel 2011 e ha dovuto rinunciare al suo repertorio di
canzoni di protesta, Taiwan ed il Vietnam, oppure il Cile e il resto del Sud
America. Ora Dylan ha appena chiuso un accordo con un produttore regionale
per il suo terzo ritorno a Santiago. L'appuntamento sarà ai primi di maggio
e non è ancora stato definito il luogo, anche se tutti puntano sull'Arena
Movistar, lo stesso luogo in cui l'ultima volta aveva riunito circa 10.000
persone in un concerto molto acclamato. Il tour avrà anche parecchie date in
Brasile e Argentina, e sarà ufficializzato verso la fine di questo mese. In
effetti, mercoledì, alcuni media brasiliani hanno riferito che la voce di
classici come Like a Rolling Stone e Blowin' in the wind tornerà in Brasile
nel mese di aprile.
Off Topic: Campioni di pieghe, chi è il
migliore?
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Venerdi 10 Febbraio 2012
La mail di barabba......@alice
Ho conosciuto Bob quandi ormai avevo 35 anni, grazie ad un incidente
motociclistico che mi ha tenuto paralizzato a casa per un anno. Ho avuto
modo di ascoltare tutti i sui album .... tanto il tempo non mi mancava!.
Appena ristabilitomi sono andato a vederlo a Roma, poi a Viareggio, poi
ancora a Roma .... non ero io che andavo da lui, ma era lui che veniva da me
...... che cosa volevo di più!, appena cento chilometri per stare cinque
metri davanti a lui! è stato fantastico, e prego Dio che possa continuare a
suonare per l'eternità!......voce rauca, voce pulita, voce nuova o voce
vecchia cosa importa! non vendo l'ora di poterlo rivederlo nel tour 2012!
ragazzi è lui che ci fà un piacere a venire da noi, non dimenticatelo.
E' davvero coinvolgente il
tuo entusiasmo caro Barabba (o come ti chiami), sentirti dire grazie di aver
avuto un incidente che ti ha tenuto bloccato un anno ma ti ha dato la
possibilità ed infine la gioia di aver conosciuto Bob e le sue opere più a
fondo è, oserei dire, pazzesco nel senso buono e stupito della parola.
Comunque ti auguro di continuare ad avere questo entusiasmo non solo per Bob
ma anche per tutte le altre cose della vita, uno sguardo ottimista al mondo
non fa mai male, un salutone, Mr.Tambourine :o)
Concerto online di Paul McCartney in
diretta streaming
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Mercoledi 8 Febbraio 2012
Poeta o Buffone, chi è veramente Dylan?
Mi sono sempre chiesto cosa avevano in più, o forse di diverso dagli altri,
personaggi come Leonardo, Michelangelo, Giotto, Papa Giulio II, Dante,
oppure Caravaggio a.k.a. Michelangelo Merisi, ma la risposta non l’ho ancora
trovata, continua ad essere portata via dal vento senza la possibilità di
essere ascoltata (se mai ce ne fosse una). Posso solo dire che “avevano”,
si, ma cosa avevano? Il dono che il Creatore elargisce a pochissimi uomini
ogni 500/1000 anni, forse per fare in modo che il mondo degli esseri comuni
progredisca sul cammino della conoscenza e del divenire. Che aveva
Caravaggio più degli altri, più di quelli che l’avevano preceduto o più di
quelli che l’hanno seguito? Io non saprei spiegarvelo chiaramente e nemmeno
confusamente, ma basta che guardiate un suo quadro per capire che il Sig.
Merisi era uno di quelli che faceva la differenza. Lo stesso discorso vale
per gli altri sopra citati, Leonardo, Michelangelo, il Sommo ed
ineguagliabile talento visionario e poetico di Messer Dante fiorentino, la
costanza e la lungimiranza di Giulio II (ed anche la ricchezza) che lo fanno
diventare un artista del pensiero, della volontà, della straordinaria
capacità di far uscire dalle mani di Michelangelo il “giudizio universale”
costringendolo alla giornaliera tortura del confronto con se stesso. Potrei
citare almeno un altro centinaio di persone che hanno vissuto costantemente
al “piano di sopra”, ma non servirebbe, quelli già citati sopra bastano ed
avanzano rendendo perfettamente l’idea.
Ciao Tambourine, dopo 5 mesi di sosta riparte il nostro "Bob Dylan Tribute
Tour", ti allego la locandina del nostro primo appuntamento, al "Rose &
Bowl" di Cagliari, via Marche 9.
La novità sarà che il pubblico potrà determinare la scaletta scegliendo
direttamente le canzoni da ascoltare, una partecipazione più attiva...
almeno speriamo !
Dylan condividerà il tour 2012 con Tom Petty
& The Heartbreakers?
Cominciano a girare voci su una probabile
condivisione del tour 2012 di Bob con
Tom Petty & The Heartbreakers, il tour europeo dovrebbe cominciare
dall'isola di Wight venerdi 22 giugno, sabato 23 sarà il turno del Boss e
domenica 24 potrebbe esserci la "sorpresa Bob Dylan". Si parla anche di un
co-tour di 78 date tra USA e Europa (38 in Europa in estate e 40 in Usa in
autunno), idea davvero eccitante, ma rimaniamo calmi ed incrociamo le dita
in attesa di conferme sui siti ufficiali, sarebbe quasi troppo bello per
essere vero......si vocifera anche di un trattamento laser alle corde vocali
di Bob per migliorare la voce.......e di un tour primaverile in Argentina,
però amici, quando c'è troppa carne al fuoco di solito brucia qualcosa
purtroppo......:o(((((. ma sperare non costa niente, quindi speriamo e se
tutto si avvererà saremo tutti felici....:o))))))
I commenti per Almost True - Bob Dylan su
Facebook
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Venerdi 3 Febbraio 2012
La mail di Ramona
Dear Mr Tambourine, sei responsabile di un'arrabbiatura che mi sono presa
ieri
sera. Sì perché se non avessi visto il tuo annuncio su questa pagina non
sarei
andata a guardare il cosiddetto programma su Dylan di Rai2. Dico...
possibile
che la Rai debba sprecare energie, tempo, mezzi, personale, soldi (penso che
Amanda Lear sia stata pagata per dire le c***te che ha detto), soldi nostri
tra
l'altro, per mettere in piedi delle simili st*****te? Sulla Rai è
impossibile
trovare un programma decente di musica, non dico rock-pop ma neanche di
jazz,
neanche di classica se è per questo, neanche di cinema se non a notte fonda,
e
per una volta che nominano uno dei più grandi artisti viventi di musica
popolare devono produrre una simile c***ta? Cos'è, Lucarelli, che
consideravo
uno scrittore-giornalista serio, è andato a lezione da Giacobbo di Voyager?
e
quello gnocco di Di Bella si è prestato allo scherzo per "rendergli
omaggio"?
C'è anche la possibilità che chi non ha seguito il programma fino in fondo
per
sentire le smentite (ah ah come siamo spiritosi) lo abbia preso sul serio...
non ho parole...Ramona
Nemmeno io, specialmente dopo
aver sentito Mangiarotti pronunciare "Dailan Thomas" nel 2012,
caz..............!!!!!!!!!!!!!
Neil Young: "Jobs creò l'iPod ma ascoltava
musica in vinile"
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Giovedi 2 Febbraio 2012
La mail di Duluth 49
Che bello, ho pensato questa sera una trasmissione RAI su Dylan.
L'unica cosa che mi è venuta in mente mentre guardavo quel programma è :
Cosa è questa merda - cfr. Greil Marcus.
un saluto a tutti gli amici del sito, Marcello
Caro Mr.Tambourine,
in effetti credo di conoscer bene tutti i dylan-fans o dylan-fanatici di cui
ti ho raccontato nel precedente intervento. Li conosco bene in parte perché
ho conosciuto almeno uno di loro per ogni categoria. E li conosco anche
perché temo di averli vissuti tutti in prima persona. Confesso di esser
stato dylan-ossessivo e dylan-centrico e oggi non rinnego nessuna di quelle
“personalità”, ma sono felice di essermele lasciate alle spalle. C’è un
tempo per ogni cosa e oggi preferisco pensare a Dylan in modo differente,
senza troppi estremismi. Oggi prendo da Dylan, dalle sue canzoni, dai suoi
concerti, dalle sue storie tutto quello che di positivo riescono a darmi e
non faccio troppo caso a quello che magari di Dylan mi può piacere un po’
meno. Troppo spesso ci dimentichiamo che Dylan è un Uomo, come me, come te,
come ognuno di noi. E l’uomo talvolta sbaglia e, soprattutto, l’uomo non è
perfetto.
Già che ci sono ti racconto un episodio dylan-iante abbastanza recente e
perché no, divertente:
La storia comincia con una coppia che si reca dal parroco per chiedere le
prime informazioni sul loro imminente matrimonio. Il parroco, tra le altre
cose, dice loro di preparare un “libretto matrimoniale”, ovvero un libricino
contenente brani della Bibbia scelti dagli sposi cui far seguire il rito
matrimoniale vero e proprio. Gli sposi scelgono i brani, preparano il
libricino e lo portano al parroco.
“Bene” dice il parroco, “avete scelto dei brani molto belli e significativi,
ma…”
“C’è qualcosa che non va?” chiede lo sposo.
“No, va tutto benissimo. Ma ora dovete scegliere una copertina per il
libretto.”
“E cosa si può mettere come copertina?”
“Quello che volete, un’immagine per voi significativa, che rappresenti in
qualche modo la vostra unione.”
Lo sposo si mette davanti al computer e cerca su google “immagini libretto
matrimonio”. A dire la verità nessuna delle immagini apparse dopo la ricerca
gli piacciono particolarmente: troppo “già viste”, troppo “stereotipate”,
troppo poco realmente adatte a ricoprire il ruolo di “cover matrimoniale”.
C’è il bacio di Klimt, c’è il calice con pane e grappolo d’uva, ci sono
orripilanti cuoricini rosa pastello. Lo sposo stampa comunque cinque
immagini, le meno peggio tra quelle viste e, accompagnato dalla futura
sposa, torna dal parroco.
“Ecco, ho trovato queste…” dice lo sposo con voce poco convinta.
Il parroco sfoglia le immagini e, rivolto verso gli sposi, dice loro:
“Quale preferite? Sta a voi scegliere”. Ma sembra essere poco convinto anche
lui.
Allora lo sposo prende coraggio, tira fuori un’altra stampa che non aveva
osato mostrare prima e dice al parroco:
“A me piace molto questa ma non so se può andar bene…”
Il parroco guarda la foto, guarda gli sposi e sorride:
“Oh, che bella! Questa va proprio bene, perché non me l’hai fatta vedere
subito?”
“Perché non è tra quelle che si trovano su internet quando cerchi libretto
matrimoniale. E’ un’immagine che per me significa molto, ma credevo non
andasse bene…”
“Certo che va bene,va benissimo. Ci vedo proprio voi due in questa foto, voi
che cominciate il vostro cammino insieme.”
Lo sposo sorride, la sposa a dire il vero un pò meno e, rassegnata,
risponde:
“Oh no, ancora Dylan!!! Che tormento, neppure il giorno del matrimonio mi
lascia in pace!!!”
L’immagine scelta dallo sposo e dal parroco è la copertina di “Freewheelin'
Bob Dylan”, ed è piaciuta molto a tutti gli invitati alla cerimonia, anche
se pochi hanno riconosciuto Dylan e Suze in quella foto e, addirittura,
qualcuno li ha scambiati per gli sposi stessi.
Allo sposo ancora oggi piace pensare che niente accada per caso, che tutto
prima o poi assume un significato e che in fondo poco importa che le strade
di Dylan e Suze si siano inevitabilmente separate, quello che conta davvero
è percorrere serenamente il proprio cammino, proprio come Dylan e Suze in
quella foto che non smette mai di emozionare.
Marco on the tracks
Lasciami dire che il tuo
racconto mi ha davvero emozionato, GRAZIE!!!!!
Almost True - Bob Dylan - video completo
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Mercoledi 1 Febbraio 2012
La mail di Marco On The Tracks
Caro Mr Tambourine,
lo so è dura essere il gestore di maggiesfarm, storico sito italiano sul più
grande artista del rock-pop (sigh!) - folk (e perché no, non solo di quello)
di sempre, è dura tirare da solo la carretta e trovare ogni giorno argomenti
o storie dylan-ianti con le quali potersi confrontare, chiacchierare o
discutere animatamente. E’ dura soprattutto perchè è molto più facile
ricevere una critica per qualcosa che non piace piuttosto che un complimento
per qualcosa che invece è piaciuto. E’ dura perché i dylan-iati hanno il
loro bel caratterino, e magari ognuno ha una sua particolare visione ed
ammirazione per Dylan, e ci sono i dylan-centrici che amano Dylan a
prescindere, punto e basta, e qualunque cosa dica o faccia Dylan va bene
così, e guai a chi lo mette in discussione. Ma ci sono anche i dylan-critici
che invece di Dylan non gli va bene (quasi) niente, quelli che ti verrebbe
da rispondergli: “OK, facciamo finta che hai ragione tu: Dylan è ormai un
vecchio pazzo allo sbando e non dovrebbe più incidere dischi o concerti, ma
saresti così cortese da dirmi chi diavolo ti obbliga a stargli dietro?”. E
ci sono anche i dylan-ossessivi che vogliono sapere dove era Dylan il 31
gennaio 1971 alle ore 12:25 e quante volte è andato a fare pipì quel giorno,
e ci sono i dylan-sessantottini che vorrebbero Dylan scrivesse una nuova
“Blowin in the wind” per farne l’inno degli indignados dei nostri giorni, e
i Dylan_inguaribili_romantici che vorrebbero poter leggere su RollingStone o
sul Buscadero che Dylan è stato visto portar rose rosse sulla tomba di Suze
Rotolo, perché Suze e Dylan, quelli di “Freewheelin” che camminano insieme
sorridenti mentre su New York scende la neve, sono un ricordo e un’immagine
che porteranno per sempre nel cuore.
Ecco, dicevo, Mr.Tambourine, ma come diavolo ti è saltato in testa di tirar
fuori una recensione così immeritata e ingiusta del film “Il grande
Lebowski”? Se fossi sarcastico potrei rispondere alle tue parole dicendo:
“Meno male che il tuo sito si occupa di musica e di Dylan e non di cinema
sennò avresti chiuso i battenti da qualche anno!!!!”.
Ti chiedi come mai il film “Il grande Lebowski” dei fratelli Coen è
considerato un film cult? Bè, non saprei neppure da dove cominciare per
risponderti…
Il film ha ricevuto ottime recensioni di critica dai più importanti critici
cinematografici di tutto il mondo e sì, questo potrebbe voler dire poco, i
critici non debbono necessariamente aver ragione o essere un unico punto di
riferimento però quantomeno un’idea te la danno.
Il film ha avuto un buon successo di pubblico, ma si sa, pure Boldi e DeSica
hanno un buon successo di pubblico e, diamine, non vorrai dirmi che i loro
possono considerarsi film, anzi, tutt’altro, sono un’offesa al cinema
stesso.
Un film diventa “cult” se i suoi personaggi rimangono nella storia, e non
solo del cinema, se anni e anni dopo se ne continua a parlare, si citano le
loro battute e addirittura (forse qui esagerando un pochino) si fanno raduni
annuali vestiti come i personaggi del film.
“Il grande Lebowski” è un cult ed è nella storia del cinema per una infinità
di motivi tra i quali: una sceneggiatura bomba (oggi le sceneggiature sono
spesso piatto-banali-uguali a se stesse e le eccezioni non possono che far
piacere), la caratterizzazione di tutti i personaggi (balordi, estremi,
patetici, ridicoli, divertenti, geniali, squilibrati, cinici, ironici; il
personaggio di Bridges può non piacere, troppo perdente, troppo fiero della
sua pigrizia e del suo stato di nullafacente perditempo, è un’antieroe che
in realtà alla fine diventa paradossalmente eroe di tutti quelli che lui
stesso schernisce).
Ma il film non è solo questo, il film è mille generi e nessun genere
insieme, è noir, è antinoir, è una geniale commedia degli equivoci, è un
film demenziale, è tutto questo e tutto quello che ci si vuole vedere.
E scusa, ma il discorso su Bridges che ha accettato il ruolo per soldi è una
cantonata grossa come la Costa Concordia…
Mr.Tambourine, hai letto il cast del film? Non c’è solo Jeff Bridges, ci sono
anche tra i più importanti e bravi attori di Hollywood dei nostri giorni:
John Turturro, Steve Buscemi, Philip Seymour Hoffman, e forse il miglior
John Goodman di sempre. E non credo proprio che questi attori abbiano
partecipato al film solo per motivi economici. Anzi, mi risulta che ci sia
la fila davanti a casa Coen per poter partecipare ai loro film, e non dico
che per loro un attore lavorerebbero anche gratis, ma di certo diversi
grandi attori sono disposti ad abbassarsi il cachet pur di lavorare con i
Coen. I Coen sono tra i più bravi, intelligenti, originali
sceneggiatori/registi attualmente in circolazione e magari “Il grande
Lebowski” non è il loro miglior film, seppure è il più famoso (un “cult”
appunto), e a te può non esser piaciuto, ed un parere soggettivo ha lo
stesso valore di un qualunque altro parere soggettivo, ci mancherebbe.
Ma, come per le critiche che quotidianamente vengono fatte a Dylan, la mia
prima risposta è sempre “per criticare occorre conoscere”: se leggo la
recensione di un giornalista deluso di un concerto di Dylan cui ha assistito
perchè Dylan storpia le canzoni… Bè… O non lo prendo proprio in
considerazione o gli rispondo: “Ehi bello, ma tu hai mai assistito ad un
concerto di Dylan prima d’ora? Cioè, cosa ti aspettavi? Che imbracciasse la
Fender saltasse sul palco come Springsteen, urlasse: “Siete caldiiii??” come
Madonna e così via?? Poi si può discutere sul valore o meno di ogni concerto
di Dylan, ma solo se si conosce almeno a sufficienza quello di cui si sta
parlando, altrimenti è tutta fuffa. Insomma, se non si è ben capito, secondo
me hai clamorosamente sottovalutato il grande Lebowski, e ci tenevo lo
sapessi. Probabilmente non è il tuo genere e quindi ti perdono.
Poichè in queste righe poco si è parlato di Dylan, puoi lasciare anche tra
noi questa chiacchierata oppure puoi pubblicarla, come preferisci.
ps: grazie x aver tradotto la significativa intervista di Tom Petty.
Marco On The Tracks
Caro Marco, ho preferito
pubblicare la tua mail perchè, al contrario di quanto pensi tu, hai parlato
molto di Dylan fra le righe, e specialmente dei dylan-fans che sono la
peggior razza di fans che un artista può incontrare sul cammino della sua
vita. I suoi fans sono totalitari, egoisti, logorroici, han sempre ragione
(guai a contraddirli), di solito sono gli unici depositari della verità,
qualunque essa sia, pronti sempre ad attaccarsi l'un l'altro per piccoli
particolari o sfumature, quelli che ha fatto bene e quelli che ha fatto
male, quelli che so tutto io e tu non sai niente, quelli che la vedo giusta
io e tu stai sbagliando, quelli che il bello e il buono è soltanto quello
che piace a loro, il resto è solo crap stuffs, insomma, tutte quelle
categorie che tu hai citato, con la quali è senz'altro molto difficile (o
quasi impossibile) scrivere qualcosa che metta tutti d'accordo, al massimo
possono risponderti - si, va bene, potrebbe essere una interpretazione, ma
la verità invece è un'altra....(e parte la filippica). Sul grande Lebowsky
può darsi certamente che io non abbia compreso il messaggio dei fratelli
Coen, che il personaggio interpretato magistralmente da Bridges non sia
molto originale (forse in America ce ne sono a milioni di tipi come
Lebowsky). e nemmeno i personaggi che lo circondano, geniale commedia degli
equivoci e film demenziale. Ok, potrebbe essere tutto vero, ma perdonami se
io non ci trovo niente di geniale e che sappia attirare la mia attenzione,
mi immagino la tristezza dei Lebowsky-meeting dove tutti si vestono
simil-lebowsky, bevono white-russian, si fanno qualche spinello e dicono
:"Ti ricordi dove dice...bla....bla....bla...grande, grande davvero!".
Ricordo altri film denominati "cult", tipo "L'uomo da Marciapiede", "Un
tranquillo week-end di paura", "Il cacciatore", The Blues Brothers" , e
credo che ci sia una grande differenza con il Grande Lebowsky. Comunque
rispetto la tua opinione e credo che tu abbia avuto le tue ragioni per
esprimerla, ma concedimi la facoltà di avere la mia, anche, come dici tu, se
sbagliata. Nemmeno su Dylan sono all'altezza di Michele Murino, di Paolo
Vites, del grande Alessandro Carrera o di altri scrittori o critici, eppure,
con un pò di buona volontà sono finora riuscito a far si che questo ormai
mitico e mitizzato sito continuasse la sua vita dopo il brusco e repentino
addio del suo creatore Michele Murino. Queste chiacchierate sono quelle che
danno il "sapore" alle cose, svolte correttamente senza parole inutili o
troppo pesanti da digerire. Ti ringrazio davvero, alla prossima,
Mr.Tambourine
Chiedo scusa a tutti, aspetto
copiose relazioni su quanto trasmesso da mamma-rai 2 poi vi dirò la mia, vi
posso anticipare che mi ha dato l'impressione del ciocccolato ma era
un'altra cosa.