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Mercoledi 29 Febbraio 2012

Sarà possibile Dylan a Cortona?

Stavo riflettendo sulle “voci” circa la presenza in Italia di Bob sia in Luglio che in Agosto. Una delle due suona male. Mi spiego.
Se consideriamo che l’inizio del tour 2012 è fissato in Aprile per Argentina, Brasile e Cile, sarebbe logico che anche Maggio venga riservato per un’extension del tour da quelle parti. Poi naturalmente arriverà il tratto europeo, con i mesi di Giugno/Luglio o Luglio/Agosto dedicati all'Europa. Quindi anche Cortona in teoria ci potrebbe benissimo stare, anche se significa la presenza di Bob in Italia sia in Luglio che Agosto, il che sembra un  pò inverosimile. Bob può tenere tutta la sua carovana in europa per quei due mesi, ma due spettacoli in Italia in due mesi diversi faccio fatica a crederli possibili. Dopo l'Europa Dylan si prenderà un due o tre settimane di riposo prima dell’inizio del tratto invernale che pare si svolgerà negli USA divedendo ancora il cartellone con Mark Knopfler (le “voci” parlano di questo, naturalmente tutto da verificare, prendiamola con beneficio di inventario).
Quando, nelle prossime settimane o mesi cominceranno ad essere confermate altre date oltre alle nove finora in essere, potremo avere le idee più chiare e ragionare con migliori dati di fatto. Quattro mesi di stop fra il tour 2011 e 2012 sono molti, noi non sappiamo se nel frattempo Dylan ha fatto qualche altra cosa oltre che l’apparizione tributo a Scorsese, ma visto come stanno le cose, prevedere che anche quest’anno il tour non supererà le 80/90 date è abbastanza realistico. Meno concerti possono solo far bene alla voce disastrata di Dylan, quindi si potrebbe pensare ad un tour all’altezza di quello dello scorso anno, e se le “voci” circa l’intervento col laser alle corde vocali dovessero rivelarsi vere, forse potremo avere un tour ancora migliore, Stiamo a vedere, come si dice, chi vivrà vedrà!
Mr.Tambourine

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Alle radici dei menestrelli lariani                                                       clicca qui

 

 
Martedi 28 Febbraio 2012

Yesterday Expectingrain Day

Monday, February 27, 2012 at 0630 CET
1 - Bob Dylan live in Cortona ( Italy) in August? First rumors - (Maggie's Farm) from Tonino
10 - Pre-sales for five Bob Dylan concerts have begun, plus tour rumors - (Bob Dylan Examiner) by Harold Lepidus
11 - Dylan tornerà al Summer Festival 2012 di Lucca - (Maggie's Farm) from Johanna Parker

Ottima giornata quella di ieri per la Fattoria, con l'onore del link #1 su expectingrain.com, la ripresa della notizia d'apertura di ieri al link #10 della "voce" sulla prossima presenza di Bob al nuovo  festival di Cortona da parte di Harold Lepidus di Bob Dylan Examiner, ed infine al link #11 la segnalazione da parte di Johanna Parker (purtroppo non so chi sia per poterla ringraziare) della notizia della presenza di Dylan a Lucca rilasciata da Mimmo D'Alessandro e pubblicata il 23 febbraio. Questo ha fruttato oltre 2.000 visite al sito, peccato che il contatore (versione gratuita) si fermi a tal numero, comunque una giornata più che positiva per la Fattoria, con la soddisfazione (anche se è una cosa che sapevo da molto tempo dai rilevamenti delle provenienze delle visite che il contavisite fornisce giornalmente) che il nostro sito è abbastanza seguito anche all'estero.

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Festival, Bob Dylan tra le star di Cortona                                      clicca qui

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Chuck Berry e Leonard Cohen premiati alla JFK Library, Bob Dylan invia i suoi complimenti

Chuck Berry e Leonard Cohen sono stati premiati alla Biblioteca John F. Kennedy di Boston questo pomeriggio, ricevendo la prima edizione del PEN New England Awards per i testi di canzoni di eccellenza letteraria.
Bob Dylan, che non ha potuto partecipare alla cerimonia, ha inviato i suoi complimenti:
"Per Chuck, lo Shakespeare del rock and roll, congratulazioni per il premio PEN, questo è quello che much monkey business meritava ya ... Salutami il signor Leonard, Kafka del blues, e Lord Byron Keith (Richards). In tutta serietà, Chuck, congratulazioni per questo prestigioso premio, Tu hai infatti scritto il “Book” con la B maiuscola, e congratulazioni a Leonard, che lo sta ancora continuando - Bob Dylan".
Il "Monkey Business" a cui Dylan fa senz’ombra di dubbio cenno è la canzone di Chuck Berry "Too Much Monkey Business", che ha avuto una grande influenza sul singolo dylaniano del 1965 "Subterranean Homesick Blues".
Dylan ha fatto una voce di back up in uno degli album di Cohen, ha fatto una cover di "Halellujah," e dedicò "Isis" a Cohen in un concerto della Rolling Thunder Revue a Montreal.
Per onorare Berry, Paul Simon ha letto alcuni testi di Chuck. Elvis Costello ha cantato una cover di “No Particular Place to Go” , quindi Richards si è unito a lui una versione di “Promise land”. Berry ha poi eseguito un pezzetto di "Johnny B. Goode", durante il suo discorso.
L'evento è stato trasmesso in live-streaming presso la Biblioteca JFK. Il video dovrebbero essere pubblicate sul sito della biblioteca, e reso disponibile su iTunes. Nel frattempo, è possibile ascoltare un'ora di audio qui.

Harold Lepidus, "Bob Dylan Examiner"
http://www.examiner.com/bob-dylan-in-national/chuck-berry-leonard-cohen-honored-at-jfk-library-bob-dylan-sends-his-regards?CID=obinsite

 

 
Lunedi 27 Febbraio 2012

Bob Dylan live in Cortona ( Italy) in August? First rumors

Two super-names are circulating among the Italian journalists about the mysterious new festival to be held in Cortona (Tuscany) in the month of August: Bob Dylan and Umberto Eco. The replacement of the old Tuscan Sun Festival which will be moved to Florence, will be called 'In Tuscany-Cortona Art Festival', will be (partly) presented at a press conference this morning just in the Etruscan town.
Meanwhile, moving the first two scenarios, one of the singer-symbol of 60 years Bob Dylan, still active live, and Umberto Eco, just to reiterate the fact that the festival will live not only of music, but it will be a mix of arts and culture.

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Due super-nomi stanno circolando tra i giornalisti italiani in merito al nuovo misterioso festival che si dovrebbe tenere a Cortona nel prossimo mese di Agosto: Bob Dylan e Umberto Eco. Il sostituto del vecchio Tuscan Sun Festival che sarà spostato a Firenze, si chiamerà 'In Toscana-Cortona art festival', sarà (in parte) presentato in una conferenza stampa questa mattina proprio nella città etrusca.
Intanto circolano le prime due ipotesi, quella del cantautore-simbolo degli anni 60, ancora attivo dal vivo, e quella di Umberto Eco, tanto per ribadire il fatto che il festival non vivrà solo di musica, ma sarà un mix fra arti e cultura.

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Cortona, nuovo festival con Bob Dylan ed Umberto Eco                clicca qui

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Cortona pensa a Dylan ed Eco per il nuovo festival                        clicca qui

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Sinead O’Connor, “Sono viva grazie alle canzoni di Bob Dylan”   clicca qui

 

 
Sabato 25 Febbraio 2012

Come sarà il tour 2012?

Molti di noi (intendo noi dylaniati) si staranno interrogando su cosa proporrà al pubblico il tour 2012.
Bene, nessuno può, per il momento dare una risposta certa, possiamo solo desiderare, immaginare e sperare.
Cosa si potrebbe desiderare? Ognuno di noi, nel fondo segreto del proprio cuore, vorrebbe che Dylan imboccasse la strada che più piace a lui, naturalmente compatibile con le possibilità fisiche che l’età comporta, voglio dire che nessuno più pretende che Bob canti e strilli le sue canzoni come ai tempi della RTR, ma in questi giorni si vocifera di un possibile intervento alle corde vocali con il laser, certo dovremo sentirlo prima di poter dire se la sua voce sarà migliorata davvero o se questa “rumor” era solo un’invenzione senza fondamento.
Laser e migliorie a parte, credo che sostanzialmente lo show rimarrà quello dello scorso anno, potrà forse subire qualche cambiamento a livello di scenografie (gli schermi giganti per vedere meglio Bob sarebbe un toccasana per il pubblico, ma conosciamo la sua avversione a queste risorse della moderna tecnologia), oppure potrebbe anche darsi che Bob voglia di proposito non poter essere visto bene, conosciamo la sua assoluta avversione per le foto ed i filmati che in questi ultimi anni è cresciuta in modo esponenziale con gli anni, oppure potrebbe essere che non li usa proprio perchè li usano tutti, Bob ha sempre tenuto alla sua “diversità ed originalità”. Sappiamo che più il tempo passa e più Bob sente il bisogno di continuare ad esibirsi, ma da anni non sente più il bisogno di essere “esposto” o addiruttura “sovraesposto”, queste erano cose che facevano parte del passato, dei tempi della RTR, il presente è senz’altro più razionale e bilanciato, senza più voli pindarici sostenuti dall’entusiasmo tipico della gioventù, Bob desidera continuare tranquillo sulla strada del tramonto finchè il fisico gli darà la possibilità di stare a contatto con quel pubblico che è ormai diventato la sua unica ragione di vita, quel pubblico che stringe i denti a sentirlo rivoltare e strapazzare in diversi modi le sue canzoni, come se fossero canzoni qualunque invece che dei capolavori, ma gli resta sempre fedele, il suo pubblico ha capito che anche il passare del tempo può essere per un artista una cosa dignitosa e della quale potersi ancora vantare, Bob ce la mette tutta la maggior parte delle volte, molto più dei membri della sua band, ma noi sappiamo che in Bob brucia un fuoco musicale diverso da tutti, anche se vorremmo che ogni show fosse sempre migliore di quello della sera prima, ma in fondo sappiamo tutti che non è una cosa possibile, quindi andiamo al concerto sempre con una certa apprensione, sperando di trovarlo nella serata magica, quella unica ed irripetibile per lui e per noi.
Sono anni che sui siti a lui dedicati la discussione su come dovrebbe essere il suo show si rinnova ripetitiva e noiosa prima dell’inizio di ogni nuovo tour, oserei dire ormai banale e perfettamente inutile, Bob non si farà mai dire da nessuno cosa fare, perciò argomento chiuso.
E poi, sinceramente, chi se ne frega se ci saranno cambiamenti o peggioramenti, Bob è Bob, l’icona delle icone, la leggenda che più leggenda non si può, solo poterlo vedere muoversi con le sue mosse chaplinesche sul palco è una fortuna, non si può chiedere di più, si prende quello che Bob propone nella serata e chiuso, si potrà stare a cercare il perchè ed il percome di diversi momenti dello show, perchè questo è stato così, perchè invece quest’altro è stato cosà, ma alla fine non sarà un esercizio lessicale che non servirà a niente, forse le nostre parole più o meno sensate avranno soltanto un valore a livello di testimonianza di alcuni momenti che avremo avuto la fortuna di vivere a pochi metri da lui.
Per molti di noi sarà la possibilità di dire un’altra volta ancora : “Io c’ero, ero poca distanza dall’unico geniale mito rimasto nel mondo della musica, l’unico dei due che si è salvato, l’altro è stato freddato con cinque colpi alla schiena trent’anni fa davanti al Dakota Building.

Mr.Tambourine

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Amnesty International e Bob                                                       clicca qui

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Bruce Springsteen: The dream is over? - di Paolo Vites          clicca qui

 

 
Venerdi 24 Febbraio 2012

La mail di Nicola Gospel Quaggia

Ciao, sono l'autore del post "La Musica Così Come La Trovai - Another Side of Bob Dylan" su potatopiebadbusiness.com. Volevo ringraziarti per aver ospitato il mio pezzo sulla tua vetrina, mi ha fatto davvero molto piacere. Ciao, a presto.
Nicola Gospel Quaggia

Caro Nicola, quando le cose sono ben fatte, lucide, razionali, intelligenti e sincere meritano di trovare ospitalità sulle pagine della Fattoria. Se avrai occasione di scrivere qualcos'altro su Dylan, di qualunque argomento di tratti, ti prego di mandarne copia anche a maggiesfarm.eu, lo leggerò e lo pubblicherò più che volentieri, alla prossima, Mr.Tambourine

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Tutti cantano Dylan: i fondi ad Amnesty International                 clicca qui

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Lillian Roxon: la donna che scrisse la storia del rock                  clicca qui

 

 
Giovedi 23 Febbraio 2012

Dylan tornerà al Summer Festival 2012 di Lucca

Conferma dal direttore artistico Mimmo D’Alessandro, da definire solo la data.

Fu proprio il grande artista americano, che ha ispirato e influenzato generazioni di musicisti in tutto il mondo, a inaugurare la prima edizione della manifestazione. Il 6 luglio 1998, in piazza Napoleone, a quell’eopoca ancora sede di un parcheggio per automobili e sgombrata per l’occasione. Una carriera cinquantennale con pochissime cadute di tono e dalla qualità ancora straordinaria, sia nei dischi sia nei concerti, che Dylan, da qualche anno, offre al suo pubblico senza soluzione di continuità, in quello che è stato battezzato il «Neverending tour». Precursore, innovatore, iconoclasta della musica e delle parole, ha attraversato gli anni Sessanta dei sogni, i Settanta della violenza e della disillusione, gli Ottanta del disimpegno e i Novanta della difficile rinascita. Ma le sue parole raccontano storie e poesie che ormai si possono trovare anche sui libri di scuola: non a caso è sempre in lizza  per vincere il premio Nobel per la Letteratura.


La notizia è credibile perchè la fonte è Mimmo D'Alessandro della D'Alessandro & Galli che gestisce le date italiane di Bob, ricordo che anche l'anno scorso Mimmo anticipò le date italiane che vennero poi puntualmente confermate.

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La Musica così come la trovai – Another Side of Bob Dylan         clicca qui

 

 
Mercoledi 22 Febbraio 2012

La mail di Olao

Ho visto Patty Smith al festival di Sanremo, cacchio!!!!!!!!!!!!!!!E' ancora forte, mi è sembrata, scusa l'indecisione, un qualcosa fra un Bob Dylan o un Keith Richards al femminile, strana, charismatica, antidiva dalla semplicità sconcertante, sembrava venire da un altro mondo etereo e fascinoso, come se fosse parte di una specie aliena, familiare e simpatica. Avrà imparato tanto da Dylan visto che ha avuto la fortuna di conoscerlo e di cantare con lui? Ciao e complimenti per il sito! Olao

Caro Olao, è la prima volta che sento un nome strano come il tuo, senza offesa naturalmente :o), lasciami dire che mi ha veramente sorpreso per la rarità, ho voluto cercare in Internet ed ho trovato che il tuo è uno dei più semplici fra quelli strani, eccone un campione:

Ezeranta Euterpio Eduvile Levolio Odobella Arcidalia Binda Rono Cosmo Zelì Orifiamma Mammeta Finimola Efrem Stellorio Eleda Egone Pulcarina Taide Darcilio Lassalla Passidea Valleverdina Efferino Fatma Elzira Orvile Annania(m) Fiorindella Aetenea Vaschilde Armònia Alieta Fleride Sinesio Elmo Etra Erinto Umanilio Sapia Armena Armea Fioraliso Efleme Stellario Ampelio Onelio Parisina Nirvana Audo Fiordestilde Adello Iconavetera Colettina Enoe Zore Idotea Fioravanti Ardemia Velleda Eduino Roseo Delcisio Elodia Oloferne Prassitele Astevan Naviglio Vinila Pensiero Sole Progresso Cleofino Teotina Solideo Darilla Radoica Dilva Mandrina Aristina Vaifra/o Velina Epaminonda Refaldino
Ederino Rosimbo Friede Amirtade Europea Agricolo Avvertito Eopa Elfridia Afranorma Vitige Itiolo Nevicella Olema Ilmer Evandio Emisfero Ortenilla Efledio Anairdo Fiorneve Ovedia Maggiorina Elisena Glicerio Daino Onesmina Ozil Orienta Astutillo Nelinda Balante Evio Bachisio Vasintone Azenaide Bronislava Aimo Purgentino Eleocasta Gerlando Eutibide Dialina Cerino Irmo Ezzelina Astianale Armina Elso Ideana Fontana Teredo Rotoleo Oldo Satanella Seba Imperiale Olao Eczenia Solisca Osguino Finimunda.

Per la tua domanda credo che tutti abbiano da imparare da Bob, non solo Patty Smith, che comunque non ha mai nascosto di conoscere bene le canzoni di Dylan e di aver sempre ammirato il personaggio, ecco cosa diceva di lui molti anni fa:

DUE O TRE COSE CHE SO DI DYLAN
di Patti Smith
La poetessa americana del rock presenta vent’anni di versi di mister Zimmerman in antologia

Quelli della mia generazione potrebbero tracciare con le parole di Bob Dylan il diagramma della loro vita. E’ stato il nostro portavoce, la nostra musa. Ha espresso il nostro sdegno, la confusione e il desiderio. Il respiro della sua opera è così ampio che ha dato voce non soltanto a coloro che sono consapevoli della realtà sociale ma anche ai disadattati della società. Era ancora ragazzo quando ha fatto sapere al mondo la sua risposta alla guerra, all' atomica e alla distruzione dell'ambiente. Ha sostenuto attivamente il movimento per i Diritti civili e risvegliato in molti il bisogno di rivolta sociale e politica. C'è riuscito usando delle canzoni. Opere durature, magistrali come The Lonesome Death of Hattie Carroll, lt's Alright Ma e A Hard Rain's A-Gonna Fall. Canti dell'innocenza e dell'esperienza, per dirla con William Blake. Uno squillante appello al cambiamento. Avevano in sé il cambiamento. E’ impensabile l'idea di passare attraverso la vita senza quelle canzoni come fondale sonoro. Quale canzone è più adatta ai tempi che corrono di Masters of War, una canzone scritta in risposta ai test nucleari e alla forza militare? Mentre i nostri padri lottavano per la fine della guerra, l'uomo progettava l'atomica. Come voler radicare il dissenso tra l'uomo e la natura. Tra l'uomo e il suo Dio. Questo fa pensare a una semplice verità su Bob Dylan. Anche se aveva l'aria di un ragazzo irrequieto, sradicato e scostante, i suoi stivali non hanno mai battuto strade senza Dio. Non ha mai ignorato la sua coscienza. S'è addossato tante responsabilità quante ne ha scansate. Era un giovane energico e ambizioso. Sembrava che avesse fretta di attraversare l'esistenza, come se la sua salvezza fosse in bilico. Invece è ancora tra noi. Un uomo di principio e di rivolta. Quelli che hanno seguito la strada di Bob Dylan con il cuore aperto sono stati ben ricompensati. Come Pablo Picasso, Dylan ha cambiato pelle molte volte, e molte volte ha variato i colori della sua esistenza. E’ stato un artista indiscreto e famelico. Ha fatto sua l'influenza dei beat, della Bibbia e del blues e l'ha risputata come una mamma uccello ai suoi piccoli. Col tempo, il cerchio della vita mi ha portato dal conoscerlo astrattamente attraverso le sue canzoni fino a cantare in concerto al suo fianco. La canzone era Dark Eyes. E’ stato un evento emozionante dividere il microfono con lui, ma alla fine l'esperienza è stata trascesa dalla bellezza e dalla forza della canzone in sé. Quando è sbocciato il suo lato elettrico ci ha regalato Highway 61 costruendo un ponte tra la poesia e il rock'n'roll. Da innamorato ci ha dato canzoni con l'atmosfera sacrale di Sad Eyed Lady of the Lowlands. In un momento di grande introspezione ci ha fatto dono delle canzoni su John Wesley Harding. Non ha mai esitato nel darci il libretto d'opera della sua esistenza. Parole sgorgate magicamente da vene d'argento - senza sforzo da giovane e con più travaglio in età matura. Ha errato di città e in città, di mondo in mondo, attraverso due secoli, come un menestrello benigno, e con i suoi molti compari, un medicine show con personaggi bizzarri e una vibrante miscela di medicina buona, cibo per la mente e intrattenimento per famiglie. Ha capito che le canzoni sono in grado di incitare ed eccitare, ma anche di aggregare le persone, e possiedono un potere taumaturgico. E’ stato sovversivo, spirituale, ma senza mai perdere il senso dell'umorismo. Ha fatto il suo patto con l'alto potere. Il potere del bene. E’ un gentiluomo che tiene sempre nascosti i suoi segreti nelle maniche. Sa bene quanti errori ha fatto come uomo o come musicista e si è sottomesso alla penitenza della strada, cantando le sue canzoni. Perché alla fine, questo è ciò che sono. Sono le canzoni di Bob Dylan, alcune con le piume strappate al vento, la miniera del senso comune, e alcune dal pozzo del suo io. Un artista ci consegna il corpo della sua opera. Ecco il suo corpo. Parola per parola.

 

 
Martedi 21 Febbraio 2012

La mail di Maurizio

Ciao Mr. Tambourine,
ho letto la recensione di Bergamonews sul monumentale quadruplo CD "Chimes of Freedom" e devo dire che condivido quasi tutto, ad eccezione dell'inizio affidato al duetto virtuale Cash & Avett Brothers che è allucinante da quanto "falso" risulta, hanno fatto peggio solo i Beatles con Free as Bird !!!
Trovo molto bella anche la Blowin' di Ziggy Marley, anche se il richiamo alla Redemption Song del padre è forte
Su Sting sarei piu' buono, anche se il suo capolavoro lo ha fatto nel 1981su I SHALL BE RELEASED.... a proposito, lo scorso anno per i 70 anni di Bob ho avuto un'idea simile e ho raccolto le migliori cover (secondo me)
dei brani di Bob e ho messo insieme questa play list :

ALL ALONG THE WATCHTOWER Jimi Hendrix 1968
IT'S ALL OVER NOW BABY BLUE Van Morrison 1966
ALL I REALLY WANT TO DO Cher 1965
TOMORROW IS A LONG TIME Elvis 1966
MR TAMBOURINE MAN (live) Byrds 1970
TOO MUCH OF NOTHING Fortheingay 1970
VISION OF JOHANNA Marian Faithfull 1970
GIRL FROM THE NORTH COUNTRY (live) Cash & Mitchell 1970
IF NOT FOR YOU George Harrison 1970
JUST LIKE A WOMAN Nina Simone 1971
A HARD RAIN'S GONNA FALL Brian Ferry 1973
BLOWIN' IN THE WIND (live) Joan Baez 1976
TONITE I'LL BE STAY HERE Tina Turner 1974
THE TIMES THEY ARE CHANGING (live) J.Taylor & C.Simon 1979
I SHALL BE RELEASED (live) Sting 1981
LAY LADY LAY Everly Brothers 1984
CHIMES OF FREEDOM (live) Bruce Springsteen 1988
I BELIEVE IN YOU Sinead O'Connor 1992
Ghost track = Maggie's Farm U2

LIKE A ROLLING STONE Rolling Stones 1995
SUBTERRAN HOMESICK BLUES Red Hot Chili Pepper 1987
FOREVER YOUNG Pretenders 1994
TANGLED UP IN BLUE (live) Indigo Girls 1992
MAKE YOU FELL MY LOVE Billy Joel 1997
DON'T THINK TWICE IT'S ALRIGHT (live) Eric Clapton 1992
NOT DARK YET Barb Jungr 2002
JOKERMAN Caetano Veloso 1992
ONE MORE CUP OF COFFEE Robert Plant 2007
RING THEM BELLS Joe Cocker 2007
CHANGING OF THE GUARDS Patti Smith 2007
LOVE SICK (live) The White Stripes 2002
LEOPARD SKIN PILL BOX HAT Beck 2009
BALLAD OF THIN MAN Kula Shaker 2002
MASTERS OF WAR (live) Pearl Jam 2003
KNOCKIN ON HEAVENS DOOR Guns'n'Roses 1992
Ghost Track = Rainy Day Women BEATLES

Che ne dici ?
Non ti nascondo che ho fatto un doppio CD con lussuosissimo packaging che ho regalato a pochi "Dylaniati"....
Ciao ! Maurizio

Credo sia un'ottima set list, sebbene qualche versione da te indicata non l'abbia sentita, vedrò di aggiornarmi....:o), per Free as a bird devo dire che hai ragione, ma che gran canzone era! Ho sentito anni fa il demo originale di John sul quale è stato sovrainciso il resto e penso che di più non si potesse fare, era proprio un demo povero povero, un demo nel vero senso della parola, ma tutto fu fatto (parlo anche della Anthology di nove cassette) per dare una possibilità al povero George Harrison che si era rovinato con la sua attività di produttore di molti film senza successo, o almeno così mi è stata raccontata.

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Chimes of Freedom: Bob Dylan diventa pop                          clicca qui

 

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Lunedi 20 Febbraio 2012

Slow Train Band

Venerdi 2 Marzo 2012 - Ore 22:30

SCIMMIE - Via Ascanio Sforza 49 - MILANO

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Patty Smith e la New York anni ‘70                                                 clicca qui

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Bob Geldof, quasi nonno e di nuovo innamorato                         clicca qui

 

 
Sabato 18 Febbraio 2012

Tour 2012, confermate le prime 9 date

Come già annunciato dalla Fattoria in questi giorni, nel mese di aprile partirà il tour 2012 con le seguenti 9 date già confermate dal sito ufficiale bobdylan.com/tour, molto probabilmente altre date verranno aggiunte nei prossimi giorni.

4/15/12 Rio de Janeiro, Brazil - Citibank Hall
4/17/12 Brasilia, Brazil - Ginasio Nilson Nelson
4/19/12 Belo Horizonte, Brazil - Chevrolet Hall
4/21/12 Sao Paulo, Brazil - Credicard Hall
4/22/12 Sao Paulo, Brazil - Credicard Hall
4/24/12 Porto Alegre, Brazil - Pepsi On Stage
4/26/12 Buenos Aires, Argentina - Teatro Gran Rex
4/27/12 Buenos Aires, Argentina - Teatro Gran Rex
4/30/12 Santiago, Chile - Movistar Arena

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Bob Dylan Exlosion rock 60/65

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Parigi, mostra dal 6 marzo al 15 luglio 2012

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Venerdi 17 Febbraio 2012

Nel mese di aprile Bob Dylan torna in Argentina

Nel 2012 la stagione dei concerti in Argentina sarà molto più densa del solito. Per alcuni artisti affermati e già confermati (Roger Waters con 9 date, Morrisey con un mini tour nella Capitale e in altre città dal 28 febbraio al 4 marzo, e il leggendario bluesman Buddy Guy il 16 maggio al Luna Park), a questi dobbiamo ora aggiungere uno dei pesi massimi della storia del rock.
Bob Dylan, probabilmente il poeta più brillante che ha avuto il mondo della muisica, è atteso per sei date in Brasile (vedi elenco sotto) prima di calcare il palco del Luna Park (0 del teatro Grand Rex) alla fine di aprile, e poi si prevedono altre tappe in alcune province argentine già collaudate come scenari validi per diversi artisti, come le città di Rosario e Cordoba. La notizia è stata confermata da una fonte riportata sul Reporter T4F.
In questo modo, il never ending tour, che è iniziato nel 1998, continua ancora oggi dopo averlo portato in tutti i paesi del mondo, Cina compresa, continuertà poi anche in Cile. Questa sarà la quarta volta che Dylan viena in Argentina dopo le sue performance nel 1991 (nello stadio Obras), nel 1998 (al River come act di apertura per il concerto dei Rolling Stones) e quello del 2008 (a Velez).
La carriera di Bob Dylan è impeccabile. Nato nella città di Duluth, Minnesota il 24 maggio 1941, sotto il nome di Robert Allen Zimmerman, è cresciuto nel bel mezzo di un ambito nel quale la musica nera era il blues e il gospel. Oggi ha già più di 30 album in studio, ai quali si dovrebbero aggiungere molte altre compilations, registrazioni live e collaborazioni con altri artisti.
Nella sua carriera, l'autore di Blowin in The Wind ha vinto un numero significativo di premi e Grammy, il Pulitzer, il principe delle Asturie, il Golden Globe e un Oscar. E’ entrato nella Hall of Fame del rock and Roll ed è stato nominato più volte come candidato al Premio Nobel per la letteratura.
Bob Dylan è mondialmente riconosciuto come l'artista creativo più potente e influente negli ultimi decenni. Anche altri top-artists come U2, Guns N’ Roses, Jimi Hendrix, Rolling Stones e Roger Waters hanno inciso cover dei suoi pezzi per tributarlo. E anche il presidente degli Stati Uniti, Barak Obama, ha detto che nel suo iPod ci sono più canzoni di Dylan che di altri artisti. Anni fa, i Presidenti suoi predecessori, Jimmy Carter e Bill Clinton aveva dichiarato di essere fans del musicista.
Oltre al suo genio musicale, Dylan si è distinto per la sua campagna per la pace e conrtro l’apparato politico.
Il riconoscimento enorme che ha, tuttavia, non gli ha permesso di diventare una top-machine nella vendita di dischi, o persino di riempire uno stadio. Secondo le cifre ufficiali, nel corso della sua storia ha venduto circa 100 milioni di copie.

(Fonte: http://www.cronista.com/contenidos/2012/02/15/noticia_0016.html9

Le esibizioni a Buenos Aires sono previste nei giorni 26 e 27 di Aprile al teatro Grand Rex. Ticketex.com si occuperà della ventita anche se l'annuncio dei concerti è presente nel sito ma i biglietti non sono ancora stati messi in vendita

Date brasiliane:

- Rio de Janeiro (Citibank Hall) – 15 de abril
- Brasília (Ginásio Nilson Nelson) – 17 de abril
- Belo Horizonte (Chevrolet Hall) – 19 de abril
- São Paulo (Credicard Hall) – 21 e 22 de abril
- Porto Alegre (Pepsi On Stage) – 24 de abril

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Due dylaniani diversi

Lasciatemi dire che sono molto contento che l’articolo di Walter Gatti sia riuscito, sebbene datato dieci anni fa, a creare un nuovo scambio di opinioni. Credo di conoscere abbastanza il nostro Daniele “ardez” Ardemagni, la sua smisurata ammirazione per Bob, quindi ritengo che la sua non sia stata per niente la semplice voglia di “bastonare” qualcuno, ma semplicemente è il suo grande amore per Dylan che non gli permette di essere più mitigato, poi in seconda battuta riesce sempre ad essere meno impulsivo e più bilanciato, quindi non mettiamo assolutamente in croce Daniele, averne di fan come lui, qualunque artista ci metterebbe la firma subito, così come io sono felice di averlo tra i lettori della Fattoria, a volte solo come visitatore ed altre volte come opinionista o come “bacchettattore” di altrui opinioni, so che con lui devo essere sempre più paziente ed arrivare la dove Daniele in prima istanza fa fatica ad arrivare perchè trascinato dal suo dylanismo, ma se ci fossero trenta Daniele Ardemagni le discussioni e gli scambi di opinioni sulla Fattoria sarebbero certamente in quantità industriale, e questo può far solo bene al sito ed a tutti noi, perchè la discussione ci fa riflettere, ci fa ragionare, ci fa capire che qualche volta le nostre posizioni non sono poi così sostenibili come crediamo, insomma, lo scambio di opinioni ci allarga la mente e la conoscenza, quindi ben venga, ora ed in futuro, almeno finchè Bob sarà in grade di suscitare in noi un qualsiasi tipo di emozione. Moralwe della storia: grazie Walter, grazie Daniele! :o)
Mr.Tambourine

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Giovedi 16 Febbraio 2012 

Omaggio a Bob Dylan: 73 canzoni per Amnesty

TITOLO: Chimes of Freedom: songs of Bob Dylan

GIUDIZIO: ***1/2

Questo è un disco che riporta l’ascoltatore indietro di qualche anno. Non solo per i suoi contenuti, ma anche perché è contagiato da un’atmosfera rintracciabile in molti lavori dei decenni passati persa con il passare degli anni.
Intendo dire che vi è in quest’opera un fine, un coinvolgimento dei partecipanti, una coralità che non può non emozionare. E in più... i contenuti, certo non da meno.
Ma andiamo con ordine. Il disco celebra i 50 anni di Amnesty International, l’associazione che, con riscontro mondiale, tutela i diritti degli uomini in ogni parte del globo e che è riuscita in questi anni grazie alla sua attività di sensibilizzazione a ridare la libertà a migliaia di prigionieri politici, a sospendere pene capitali, a dare la parola ai dissidenti nei paesi dove vigono regimi autoritari. Grazie alla sua costante attività, l’associazione è stata insignita del premio Nobel e, oggi, vanta sostenitori in ogni parte del mondo. In particolare gli incassi della vendita di questo disco saranno utilizzati per sostenere alcune campagne a difesa della libertà di espressione.

Per celebrare l’evento, gli ideatori dell’iniziativa hanno pensato di rispolverare la monumentale produzione di Bob Dylan, ovvero l’artista che dell’integrità ha fatto il proprio tratto distintivo e che ha avuto sempre ben presente nei suoi testi e nelle sue azioni i bisogni delle persone meno fortunate e la tutela di quelle vittime del pregiudizio. Per realizzare il disco (quadruplo) sono stati chiamati a raccolta numerosi artisti, alcuni molto famosi, altri meno e alcuni per nulla.
Così i generi di provenienza sono assai diversi tra loro: c’è chi ha navigato e naviga tutt’ora nel rock, chi nel blues, chi nel soul e chi nel jazz.
Tutti hanno collaborato gratuitamente: i produttori, i grafici, i tecnici. Ogni canzone rappresenta una cover inedita, fatto salva la versione della canzone che dà il titolo all’album resa dallo stesso Dylan.
Devo dire che il risultato finale è molto superiore a quelle che erano le mie attese e ciò è attribuibile, da un lato, al rispetto che i giovani artisti hanno dimostrato nei confronti delle opere del “maestro”, rispetto che ha permesso, nella maggior parte dei casi, di evitare lo scempio dell’originale per dimostrare la supremazia di un genere musicale diverso o l’unicità dell’esecutore. Dall’altro anche le star presenti hanno approcciato la materia con umiltà, rispettosi dell’opera di Dylan, limitando in molte occasioni il proprio ego a vantaggio dell’omogeneità del progetto.
Ovvio che non è possibile analizzare ogni singolo brano (in tutto sono 73), ma preliminarmente va precisato che alcune delle sorprese migliori le riservano proprio gli artisti meno conosciuti o quelli la cui fama è strettamente legata ad un ambito circoscritto.

Venendo ad una più approfondita analisi. L’inizio è stupendo: Johnny Cash con gli Avett Brothers ( il duo è “virtuale”) ci offre una versione country, priva di sorprese ma ugualmente splendida di One Too Many Mornings. Sarò un nostalgico ma ogni volta che ascolto Cash, penso sempre che sia stato uno dei più grandi e sentirlo mi dà sempre una grande emozione.

Non finisce di stupire Patti Smith che, a sessant’anni suonati, coinvolge l’ascoltatore con una versione assai convincente (e rock) di Drifter’s Escape, un brano da John Wesley Harding che rivive sotto una nuova luce. Non conosco i Rise Against ma la loro versione hard di Ballad of Hollis Brown mi piace, la trovo molto spontanea.

Bella senza alcuna titubanza è l’interpretazione di un altro mostro sacro, Pete Townsend, che di Corrina Corrina dà una versione intima, rispettosa, che intriga. Uno dei migliori momenti del disco. Ad altissimo livello anche la performance di Betty Lavette che con la sua voce sulfurea flirta con il blues e il soul in Most of Time.

Difficile in dischi come questi scegliere il brano più bello, quello meglio eseguito. Il gusto di ognuno è sacro, la preferenza di un genere piuttosto che di un altro gioca un ruolo fondamentale. Ma io non ho dubbi: la versione di Diana Krall di Simple Twist of Fate è da brividi: solo voce (a volte solo un sussurro) e piano per un emozione che più pura non si può. Straordinaria!

Senza sorprese e, purtroppo emozioni, è la versione di Blowing in the Wind di Ziggy Marley. Mi piace e trovo trascinante la versione di Changing of the Guards, testimonianza del periodo religioso del nostro (e anche di uno tra i più interessanti dal punto di vista musicale), Gaslight Anthem. Certo il fantastico coro gospel e l’organo della versione originale qui mancano però i nostri si danno da fare.

Non conosco i Silversum Pickups, ma la loro No Dark Yet è avvolgente e per certi versi affascinante. Mentre è molto bella You’re a big Girl Now dei bravi My Morning Jacket protagonisti di una versione minimale ma molto convincente. Qui lo spirito di Dylan è presente in ogni singola dei nota. Ammetto: Sting mi sta antipatico, non lo sopporto. Tanto l’ho apprezzato quando suonava nei Police, tanto lo disdegnato nella sua carriera solista e trovo le sue incursioni nella musica cosiddetta colta, piene di presunzione. Ovvio, questione di gusti, se la maggior parte del mondo lo ama, qualche ragione ci dovrà pur essere, ma a me sfugge. Sta di fatto che a me non piace e faccio fatica ad arrivare alla fine dell’ascolto di Girl from the North Country.

Neppure è tra i miei favoriti Mark Knopfler, ma qui il giudizio è diverso. Quest’ultimo è sempre stato un fan di Dylan e sempre lo ha considerato tra i suoi principali ispiratori. A testimonianza di tali sentimenti vi sono alcune date di concerti fatte insieme negli ultimi mesi. La cover di Restless farewell è molto, molto bella, cantata con trasporto e suonata magnificamente. Un impianto stereo di qualità sarebbe in grado di cogliere ogni sfumatura armonica. Pur comprendendo lo forzo di Lenny Kravitz di essere credibile, la sua versione da sagra di paese di Rainy Day Women non mi convince per nulla.

One More Cup of Coffee è offerta in un’ interpretazione che sa tanto di frontiera da quel vecchio rocker di Steve Earle. Bella e struggente, la canzone è impreziosita da una seconda voce femminile e dal violino di Lucia Micarelli. Un altro dei momenti più alti del disco. Anche Blake Mills da il suo buon contributo con una bella versione di Heart of Mine, veramente centrata. Miley Cyrus è perfettamente a suo agio con You’re Gonna Make me Lonesome, in una versione solo acustica ottimamente cantata.

L’occasione è propizia anche per rispolverare qualche vecchio militante oramai dimenticato: ecco dunque Billy Bragg, cantautore “combat”, che nel passato ha, in molte sue scelte, ripercorso le vie di Dylan. Qui è in un’ottima versione di Lay Down Your Weary Tune: acustica, solo chitarra, con il contributo di alcuni cori in sottofondo assai convincenti. Bentornato Billy.

Non volendo essere da meno rispetto alla sua gentile consorte, anche Elvis Costello dà una grande prova: la sua versione gospel di License to Kill stupisce e resta nella mente e nel cuore. Puro soul nel senso più vero del termine.

Non so proprio cosa aspettarmi dai figli della coppia Costello – Krall, se il dna non mente! Carina è Lay Lady Lay di Angelique Kidjo. Il compito era arduo ma la resa finale è più che accettabile, quasi a cappella, con un accompagnamento sonoro minimale, il tutto affascina.

Convince anche il vecchio Jackson Browne: la sua versione di Love Minus Zero/No limit è molto vicina, stilisticamente, al periodo di The road; la vicinanza tra l’autore e l’interprete è percepibile in ogni nota. Capisco che John Baez abbia dei diritti acquisiti sul nostro e un credito di riconoscenza, ma il passare oltre nell’ascolto non nuoce al giudizio finale di questo disco.

Non è niente male Mr. Tambourine Man: affidarne l’esecuzione ad un gruppo sconosciuto, per lo meno per me, come i Jack’s Mannequin poteva essere un azzardo, ma i casi sono due: o il pezzo è talmente bello da essere impossibile rovinarlo (ma alcuni tentativi del passato testimoniano il contrario) o gli esecutori sono bravi e a me sembra che questa sia la verità.

Io ho un debole per Adele, la trovo straordinaria e benché distante dal mondo di Dylan riesce a offrire la solita interpretazione magistrale con Make You Feel My Love: solo voce e piano per tre minuti che vanno gustati sino in fondo. Un altro cavallo di battaglia del nostro, I Want You, è affidata alla, per me, sconosciuta Ximena Sarina che ne dà invece una bella versione, più leggera dell’originale ma buona in definitiva.

Ed ecco un altro che era “sparito”: Neil Finn, mente dei Crowded House e autore di alcuni importanti successi pop come Don’t Dream It’s Over, era forse meglio rimanesse ancora un po’ in naftalina. La sua versione di She Belongs to Me è da dimenticare mentre è molto bella la successiva Bob Dylan’s dream di Brian Ferry, un artista stilisticamente distante da Dylan anche se protagonista nel passato di un album tributo alla sua musica. Grande interpretazione.

Just Like a Woman è affidata a Carly Simon e il risultato non dispiace. Solo piano e voce ma il coinvolgimento è sincero. I Floggyng Molly rileggono uno dei brani più famosi: The Times They Are A- Changing. L’interpretazione gronda di ritmo, le atmosfere sono “Irish” e il tutto è irresistibile. Prendete un po' di Pogues, di Dexys Midnnight Runners, e di Chieftains e il gioco è fatto. I Fistful of Mercy sono un gruppo formato da Dhani Harrison, Ben Harper, e Joseph Arthur: la loro Buckets of Rain è gradevole ma nulla di più, anche se era lecito aspettarselo, visto il loro curriculum.

Una sorpresa è invece Man of Peace di Joe Perry, molto “rockkata” e travolgente. It’s All Over Now Baby Blue è affidata ai Bad Religion: difficile rovinare un pezzo così bello ma loro ci riescono e senza grande sforzo, pare...

Un’altra “perla” è quella dei Chemical Brothers: la loro Desolation Row è talmente brutta che dovrebbe convincere Amnesty International a rivedere alcuni sue convinzioni sulla libertà di espressione.

Senza pretese ma gradevole è la versione di Knockin’ on Heaven’s Door di RedOne, attento a non rovinare una canzone che è impossibile rendere più bella rispetto alla versione originale. Sinéad O’ Connor è un’altra artista di cui non sentivo mancanza anche se la sua versione di Property of Jesus, ammetto, non è niente male. Un po’ folk, un po’ “ambient” e “combat”, il risultato finale è assai piacevole.

Mi sembra che Ke$ha sia una cantante pop di grande successo con alle spalle un repertorio molto leggero, alla Lady Ga Ga tanto per intenderci. Beh se è così, tanto di cappello: la sua Don’t Think twice, It’ s All Right è coraggiosa e da brividi. Brava! Dovrò chiedere scusa a mia figlia per alcuni pochi lusinghieri commenti fatti nel passato.

La versione solo strumentale del medesimo brano viene offerta dal Kronos Quartet: noia assoluta, passare oltre, salvo che ci si voglia atteggiare ad intellettuale. Una delle ultime disgrazie dell’industria discografica, i Maroon 5, ci forniscono invece una discreta versione di I Shall Be Released: temevo il peggio è invece il pericolo è scampato.

Bella ed originale invece l’esibizione dei Carolina Chocolate Drops in Political World. “Prezzemolo” Seal e Jeff Beck (strano connubio) rileggono Like a Rolling Stones: certo ad avere nelle orecchie l’originale il confronto è nettamente perdente e la versione meno travolgente, però i due si impegnano e alla fine regalano un prodotto apprezzabile certo facilitati da un brano che non ha eguali...

One of Us Must Know interpretata da Mike Hucknall è molto bella e benché il cantante dei Simply Red frequenti lidi musicali assai diversi, il risultato è convincente tanto che in alcuni passaggi sembra proprio di sentire cantare Dylan. La Dave Matthews band si esibisce in una versione inizialmente rallentata di All Along the Watchtower che termina in un crescendo che tuttavia poteva essere assolutamente evitato. Un’occasione persa.

Michael Franti (Subterranean Homesick Blues) può tranquillamente continuare a cantare con Jovanotti con lui è divertente qui molto meno. Lucinda Williams è la fuoriclasse di sempre: la sua versione minimale di Tryin’ to Get to Heaven colpisce per profondità e per l’interpretazione sofferta e commuove. Un altro vecchio leone come Kris Kristofferson si esibisce al meglio in Mighty Queen: ma si sa, gioca in casa e dimostra di conoscere perfettamente la materia.

Prima della fine mi piace segnalare I’d Have You Anytime interpretata con sensualità dall’attrice Evan Rachel Wood: il contorno è jazzato e la voce pur se non memorabile è perfetta per la versione proposta. Mille miglia lontano dal nostro ma in fin dei conti una sorpresa. E ancora Forever Young interpretata da Pete Seeger, è divertente. Il nostro nonostante i quasi, credo, 90 anni, dimostra di avere ancora una grande vitalità.

Tutto bello o quasi. Il disco dura quasi 5 ore, un omaggio di alcuni dei più grandi musicisti viventi a quello che forse può essere considerato il più grande di tutti. Personalmente ringrazio i curatori di aver evitato la “Carrambata” di far partecipare alla registrazione il figlio Jakob, che comunque vive di luce artistica propria. Credo che anche chi ama svisceratamente Dylan potrà apprezzare questo disco. Il prezzo per l’acquisto è abbastanza alto però forse ne vale la pena per i contenuti e per i fini.

Autore: Redazione Bergamo - http://www.bergamonews.it/cultura-e-spettacolo/omaggio-bob-dylan)

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La mail di Marco Abate

Ciao Mr Tambourine,
mi unisco anch’io alla discussione sull’articolo di Walter Gatti il cui sunto sembra essere Dylan è stato un Grande sì, ma solo degli/negli anni sessanta.
Parafrasando una canzone di Springsteen potrei dire che “It’s hard to be a Dylanian’ in 2012!!!” Ovvero: “Non è facile essere un Dylaniano nel 2012!!!” In parte la “colpa” può essere di Dylan che, talvolta, nei suoi concerti o nei suoi album può non sembrare all’altezza del suo nome e della sua fama. In parte - una parte direi ben più consistente - la “colpa” è... di tutti gli altri!!! Di chi lo critica per ogni cosa, fuori da ogni logica o contesto, e di chi lo critica senza conoscere neppure in minima parte di chi o cosa stia parlando.

Premesso questo, l'articolo di Gatti esprime, direi in maniera ragionevole, un parere, condivisibile o meno che esso sia. A mio parere Gatti sembra voler girare intorno al mito di Dylan ma senza realmente riuscire a dimostrare se tale mito sia estinto o meno.
L’articolo di Gatti sopravvive oggi grazie all’argomento trattato (Bob Dylan) e questo dimostra che Dylan oggi è ancora popolare e la sua popolarità è viva oggi come era viva dieci anni fa e come sarà viva fra dieci e forse persino cento anni. A dimostrarlo basterebbe anche il recente album quadruplo di cover Dylaniane eseguite da artisti appartenenti ad ogni categoria: dal rock al pop al country e al punk, dai giovanissimi idoli dei teenager ad artisti che hanno fatto con Dylan la storia della musica. Quello che più ho apprezzato di questa raccolta, aldilà del valore o meno di ogni interpretazione, è come ognuno abbia vissuto e interpretato Dylan a modo suo, dimostrando che Dylan è vivo e presente ancora oggi, e questa vita a volte la puoi trovare non solo dove è sempre stata (vedi ad esempio le cover di Johnny Cash, Joan Baez e Patty Smith) ma anche là dove meno te lo aspetteresti (Miley Cyrus, Adele, Ke$ha).
Nell’articolo di Gatti ci sono a mio parere troppi “se” e troppi “ma”: prima si dice che Dylan è sconosciuto ai più, poi si specifica che quei più sono un certo target di pubblico che adorano le Spice Girls e Gigi D’Alessio...Chi ascolta Gigi D’Alessio in genere non ascolta Bob Dylan?...Bella scoperta! Io rispetto i gusti musicali di tutti e rispetto qualunque artista musicale o presunto tale ma, se devo essere sincero, a volte mi risulta difficile rispettare una certa tipologia di “fan” idolatranti spesso musicalmente (e non solo) ciechi di fronte non solo ad altre realtà che non siano quelle del loro idolo, ma anche alla realtà stessa del loro idolo.
Il “giornalista del rock”(ma è riduttivo definirlo tale) Greil Marcus in una storica recensione disse che “Selfportrait” è una merda e disse anche perché per lui quel disco era una merda e, se le sue motivazioni sono oggettivamente valide, allora forse “Selfportrait” è davvero una merda, o quantomeno non è un capolavoro, e a me sta bene così; pur considerandomi Dylaniano, non mi sento offeso da tale affermazione, perchè so bene che Marcus conosce l'artista Dylan e lo ama e lo rispetta anche più di quanto possa fare io. Greil Marcus per descrivere il modo in cui Dylan pronuncia una singola parola - e come quella parola pronunciata in quel modo in quella canzone sia piena di significato e contenga interi universi di emozioni e sensazioni - ha utilizzato un'intera pagina del recente me-ra-vi-glio-so libro "Bob Dylan Writings". Una pagina intera per una singola parola pronuciata da Dylan! Mi ha fatto venire i brividi!
Ecco, a me Dylan piace ed emoziona anche per questo: perché nel bene e nel male, nei suoi album migliori ma anche nei peggiori, ha sempre qualcosa da dire e soprattutto da far dire a chi lo ascolta: Dylan ti apre la mente. La differenza tra Dylan e i Beatles o Vasco per me è tutta qui: Dylan ti offre un mezzo (la sua canzone, la sua voce, il modo di pronunciare ogni parola) e sta a te prendere qualcosa da quel mezzo e plasmarlo, trasformarlo in qualcos'altro che magari per te ha un significato e per un'altra persona ne avrà un altro. La musica dei Beatles a me non ha mai emozionato, ma è evidente che oggettivamente la loro musica ha fatto la Storia almeno quanto quella di Dylan. Credo che il modo in cui i Beatles abbiano fanno la Storia sia lo stesso in cui può farla qualsiasi altra Pop Star, da Madonna “Like a Vergin” a LadyGaga “The edge of glory”: è un modo più semplice e diretto di colpire chi ascolta, e in genere colpisce tutti allo stesso identico modo. Questo non significa necessariamente che sia un modo peggiore, ma è un modo diverso, tutto qui.
Dylan e i Beatles hanno attraversato lo stesso periodo storico, e lo hanno influenzato in modo differente. Io preferisco di gran lunga il modo in cui lo ha fatto Dylan, perché oggi i Beatles vengono ricordati soprattutto per le fans dell’epoca che urlavano e si strappavano i capelli, mentre Dylan viene ricordato per aver scosso la coscienza (e non i capelli) di una intera generazione. Tra l’altro John Lennon stesso se ne rese conto quanto disse (peraltro molto modestamente) “Dylan shows the way”. Anche John Lennon e i Beatles hanno influenzato musicalmente Dylan, ma questa è un’altra storia.
Ognuno può vivere Dylan, i suoi album ed i suoi concerti a modo suo. A me non dispiace nessuno dei famosi o famigerati album della “trilogia cristiana” di Dylan: li ascolto volentieri e mi lasciano qualcosa, magari cerco di non fare troppissima attenzione al testo e sicuramente gli preferisco di gran lunga un album capolavoro assoluto come “Blood on the tracks”, ma non mi sembrano così disastrosi come molti li hanno dipinti. Dylan può essere paragonato solo a se stesso, e allora ci si aspetta sempre una nuova “Like a rolling stone”. Ma se anche mai Dylan avesse prodotto qualcosa del genere, non ce lo farebbe mai sapere, perché Dylan non ti darà mai ciò che ti aspetti, ti darà sempre ciò che non ti aspetti, e questa è una delle sue più grandi doti.
Lo stesso vale ancora di più per i concerti: basta leggere su questo sito i racconti di chi vi ha partecipato per rendersi conto che lo stesso identico concerto può provocare emozioni completamente differenti.
Ma mi sto dylun-gando un pò troppo...Torniamo a noi... Dylan non è più popolare oggi? Boh, dipende cosa si intende per "popolare". Se non è popolare chi ogni anno per non dire ogni giorno viene omaggiato da cover praticamente ovunque nel mondo, se non è popolare chi negli ultimi anni viene candidato al Nobel per la Letteratura, se non è popolare chi recentemente ha vinto il Premio Pulitzer, se non è popolare chi da trent'anni fa un concerto ogni tre giorni e in genere ogni volta la sua discreta dose di biglietti riesce a venderla, se non è popolare chi fa un Tour in Cina e riempe le prime pagine dei giornali (d'accordo in America in parte erano critiche, ma critiche oggettivamente critiche ridicole), se non è popolare chi entra nella Top Ten con i suoi ultimi album e riceve anche discrete - e talvolta ottime - recensioni, se non è popolare chi ogni anno vede pubblicato almeno un libro che parla di lui, se non è popolare chi al cinema in un film viene interpretato non da un attore ma da sei attori differenti, se non è popolare chi viene invitato da Barack Obama alla Casa Bianca, se non è popolare chi viene citato dal Papa, se non è popolare chi viene studiato a scuola insieme a Leopardi e Dante, dicevo (e mi fermo perchè non vorrei sembrare troppo invadendente) se non è popolare chi ha fatto tutto questo, allora sì, Dylan non è popolare.

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La mail di Alessandro Sottoriva

Ciao Mr.Tambourine, mi aggiungo anch’io alla tua affermazione, in merito alla mail del sig. “Ardez” che ha, “bastonato”, se mi è permesso il termine esagerato, il sig. Walter Gatti. Il tuo discorso non fa una piega, non si può andare avanti, anche nelle proprie passioni, col paraocchi come i cavalli, e vedere solo in una direzione, criticando, negativamente, come in questo caso, tutto quello che sta intorno solo perché non si può (o non si vuol) vedere… o conoscere… Anch’io come te, Mr. Tambourine, ritengo che le opinioni, tutte, giuste o sbagliate che siano, devono, dovrebbero essere rispettate. E chi non le accetta, debba essere redarguito, se non altro per correttezza e rispetto di chi le scrive. Condivido, col sig. “Ardez”, la felicità, e la soddisfazione nel ritrovarsi nel mezzo di un concerto di Dylan e rendersi conto di come quest’uomo possa riunire tutto intorno di “tutto e di più”, dai ventenni sbarbatelli, ai vecchi occhialuti con tanto di barba, dagli studenti intellettuali, ai semplici operai, da sessantottini ribelli ai direttori bancari, dai padri con i figli sopra le spalle….. Tuttavia,… anche a me la Pausini, per esempio mi dice meno di niente, ma, per quanto discutibile, è una mia opinione personale. Me ne guardo bene, nell’affermare e metterla nel “mucchio di schifezze” musicali! Non rispecchia e rientra minimamente nei miei gusti musicali, appunto, ma è una persona prima, e un’artista poi, e ha il mio più grande rispetto. A modo suo, certo, ma una Grande Artista. In questa nostra povera Italia, ormai sputtanata un po’ da tutti nel mondo, da chi ci vede solo come tutti mafiosi, dal bunga bunga, dagli sguardi di bassa ironia di Sarkozy con la Merkel, per non parlare, per ultimo, dalla bravata di Schettino, (e non lo chiamo Sig. Capitano), lei, come pochi altri, è riuscita, con i suoi 70 milioni di dischi venduti, di portare il Buon Nome Di Questa Nostra Italia, in Tutto IL Mondo. Dovremmo esserne tutti orgogliosi. Anche il sig. “Ardez”, che forse, si è dimenticato che, per esempio ancora oggi, nel 2012, in tantissime parti del mondo, c’è chi canta ancora Volare, di Domenico Modugno… Rispetto e Riconoscenza. Poi, se si vuole, tutto il resto. Ciao, alla prossima, Ale’65.


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Mercoledi 15 Febbraio 2012

La mail di Daniele "ardez" Ardemagni

Caro Tambourine, non ho messo in dubbio la cultura dylaniana di Gatti, ma semplicemente ho detto che mi pare strano che non si accorga che buona parte degli spettacoli di Dylan siano formati da giovanissimi e secondariamente non è vero che Dylan è "imprigionato" solo in un'epoca precisa..anzi, credo sia uno dei pochi, nato proprio in quell'epoca che riesce ancora a far parlare di sè attualmente, facendo cose decorose.. e se la sua leggenda è partita proprio negli anni '60 mi pare che ancora oggi continui, fra alti e bassi come tutti sappiamo (sopratutto se riferito alla seconda metà degli anni '80 chiuso col ritorno di Oh, Mercy!).
Quanto all'articolo che mi hai allegato di Vites già lo conoscevo avendo il libro...non metto in discussione la cultura dylaniana o critico il parere altrui...semplicemente non lo condivido del tutto..so che manca molto Dylan in DITG ma preferisco considerarlo quasi come un Bootleg (come l'album precedente) di quello che combinava in sala di registrazione in quel periodo e il fatto che ci sia una canzone, a mio avviso fra le più belle scritte da Bob come Death is not the end, se non lo avesse pubblicato quel piccolo "abortino" di album chissà se mai l'avremmo conosciuta. Quanto a Pausini o altri artisti...possono vendere 10 mila copie in tutto il mondo come 200 milioni...per me la quantità non è sempre stata sinonimo di qualità, sopratutto nell'arte musicale, in particolar modo quella commerciale degli ultimi tempi...e se vecchi leoni come Bob, Cohen, Petty, Young, Reed,Stones e pochi altri reggono bene nel cuore di molti giovani e giovanissimi un motivo ci sarà..anzi mi pare più che evidente.

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La mail di Marcello (duluth49)

Ho acquistato appena uscito la raccolta del tributo a Bob.
Devo dire che lo ascoltato tutto di un fiato , e dopo aver goduto delle splendide canzoni , mi sono detto anche se non ne avevo bisogno , visto i miei lunghi trascorsi dylaniani, ma quanti brani di altissimo livello ha scritto questo mostro.
Mi dispiace che il cd non è stato almeno finora per niente pubblicizzato , dato anche il motivo per cui è stato lanciato.

Un ringraziamento al vs.sito per essere quotidianamente aggiornato. Aspetto con ansia il concerto di Tom Petty
al quale spero , come da voi anticipato si aggiunga la presenza di BOBBY.
Un caro saluto, Marcello

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La mail di Riccardo

 

 
Martedi 14 Febbraio 2012

Tour 2012: nuove voci dal Brasile

Finalmente arriva il momento per Bob Dylan di suonare di nuovo in Brasile.
Secondo il giornalista Lucio Ribeiro, Dylan - considerato uno dei più grandi compositori della storia della musica popolare - deve arrivare in Brasile per una serie di spettacoli nel mese di aprile. Il tour inoltre farà anche alcune tappe in Argentina. Se i concerti saranno confermati, sarà la quinta volta che Dylan viene in Brasile, l'ultima è stata nel 2008.

(Fonte: http://virgula.uol.com.br/ver/noticia/musica/2012/02/08/293860-bob-dylan-pode-tocar-no-brasil-em-abril)

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La mail di Daniele "ardez" Ardemagni

Ciao mr.Tambourine..ho letto con non poco stupore e disdegno l'articolo postato ieri di Walter Gatti. Dylan non avrebbe conquistato le geneazioni che amano Alex Britti e compagnia bella? Be, da 34enne quale sono io dovrei far parte della generazione "abbagliata" da Britti, Pausini, Grignani e chi più schifezze ne ha più ne metta, ma onestamente, quando vado ad uno spettacolo di Bob, se girando il volto da una parte dello spazio dove si tiene il concerto mi sento "felicemente" giovane, girandomi dall'altra mi sento ormai in quella schiera che potrebbe passare il testimone alle centinai di 18/20enni che riempiono gli spazi e e che probabilmente manco sanno chi sia Alex Britti e tanti nati in quella generazione...la leggenda di Dylan continua, senza età anagrafica..quindi il signor Gatti prima di scrivere certe cose si vada a documentare meglio, non chiedere "sai chi è Bob Dylan?" magari all'esterno di qualche spettacolo di Lady Gaga.
Dylanamente vostro Daniele "ardez" Ardemagni (prossimamente vorrei chiedere delucidazioni sul fatto del perchè un album come Down in the groove sia stato così preso a calci...a mio avviso dove ci sono gia due pezzi come "Silvio" ma sopratutto "Death is not the end" meriterebbe una piccola parentesi di rivalutazione)..

Caro "Ardez" lasciami dire che secondo me il bravo Walter Gatti sa benissimo chi è e cosa ha fatto Bob nella sua carriera, ha soltanto un'opinione diversa dalla tua, quindi credo che la tua frase "quindi il signor Gatti prima di scrivere certe cose si vada a documentare meglio, non chiedere "sai chi è Bob Dylan?" magari all'esterno di qualche spettacolo di Lady Gaga." la trovo un pò esasperata e fuori luogo. Inoltre , ti ricordo che quella Laura Pausini che nemmeno io apprezzo, ha venduto finora più di 70 milioni di dischi in tutto il mondo, per questo merita sia il mio che il tuo rispetto, così come lo merita Walter per aver espresso un suo parere.

Per quanto riguarda "Down In The Groove", è considerato una delle opere meno significative di Bob, e la sola "Silvio", per quanto bella e valida possa essere, non è abbastanza per salvare dalla mediocrità un disco senza luce, almeno a parere di tutti i critici e dylanologi. Riporto quanto scrive Paolo Vites nel suo libro - Bob Dylan 1962-2002 - Quarant'anni di canzoni - (e spero che tu non voglia mettere in dubbio anche la sua competenza) su questo disco:

Se "Knocked Out Loaded" è il "figlioccio" di "Empire Burlesque", "Down In The Groove" ne è il nipotino, nonchè il cugino alla lontana di "Self Portrait". Dylan stesso, in alcune dicharazioni rilasciate durante la preparazione del disco, dice di aver avuto in mente un "nuovo Self Portrait". Se sulla carta l'idea di andare a riprendere quei brani che il giovane Zimmermann ascoltava alla radio e che avrebbero influenzato la sua crescita musicale può essere buona, il risultato finale farà apparire "Self Portrait" un piccolo capolavoro. Se infatti quell'album alla fine pecca più per abbondanza, "Down In The Groove" è un autentico deserto. Non c'è nulla (eccetto un brano, Silvio) che ne giustifichi la pubblicazione.

Vedi quindi, caro "Ardez", che quando manca una "vera ispirazione" un disco può anche ridursi a niente, ancher se è un disco di Bob Dylan, nonostante la presenza in "Down In The Groove" di musicisti di altissimo livello come Eric Clapton, Ron Wood, Mark Knopfler, Nathan East, Asley Dunbar, Jerry Garcia e Bob Weired tanto per fare alcuni nomi. In quel disco i musicisti ci sono, mancano solo il vero Dylan e le sue canzoni, e così l'asino casca in malomodo. Per finire, avere idee diverse è il sale della vita, un metodo sano per confrontarsi, ma tu non devi prendere ogni cosa come se fosse un muro da dover abbattere ad ogni costo, ammorbidisciti un pochino, sii più tollerante e più pronto ad esporre le tue idee invece di distruggere quelle degli altri, questo detto con sincera amicizia, capisco la tua ammirazione e la tua fede in Bob, ma credimi, ho qualche anno più di te e tante volte ho dovuto sperimentarlo di persona, a volte il troppo storpia le cose. Un salutone, alla prossima, Mr.Tambourine

 

 

 
Lunedi 13 Febbraio 2012

18 Febbraio, Dylan Dogs live all'Aisha

Ciao Mr. Tambourine,
ti allego la locandina del nostro prossimo live sempre all'Aisha di Roma.
Sabato 18 Febbraio, ore 22,30 ingresso libero.
Via Emanuele Filiberto 193, vicino Metro Manzoni.
Grazie, Bruno "Jackass"

 

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La mail di Massimo (barabba@......alice.it)

Ciao, Mr. Tambourine,
volevo scusarmi per essere involontariamente rimasto nell'anonimato nella mail che ti ho inviato: ho dimenticato di firmarla e la ho erroneamente inviata da una di quelle caselle per usi secondari che quando le crei non sai mai cosa scriverci (avevo appena visto "La Passione di Cristo" di Mel Gibson).
Mi ha comunque fatto un immenso piacere vederla pubblicata e ti ringrazio per questo.
Colgo l'occasione per congratularmi con te e con tutti i tui collaboratori per l'immenso e appassionato lavoro che mettete a disposizione di tutti e che giornalmente ho il piacere di consultare,
con affetto, Massimo Ottaviani

Grazie Massimo, lasciami precisare che tutti i miei collaboratori siete voi che mi scrivete, per il resto sono solo nel portare avanti la Fattoria, ma anche sul web i tempi sono cambiati, è la normale evoluzione delle cose, i vecchi amici, e tali sono rimasti, che anni fa scrivevano dei bellissimi saggi per Maggiesfarm, hanno nel tempo creato i loro blog, andando al passo con lo sviluppo tecnologico di Google che ha permesso quello che alcuni anni fa era impensabile. Anche il grande Michele Murino, che aveva creato e portato avanti per una decina d'anni questo sito, un bel giorno ha improvvisamente abbandonato la Fattoria dovendosi confrontare con altre problematiche della vita. Ma va bene così, mai lamentarsi, alla prossima, :o)

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SCRIVEVANO.......

Dispiace, ma il mito è muto

di Walter Gatti

I sessant'anni di Bob Dylan. È stato un grande: però la sua poetica è troppo legata a una precisa epoca. A differenza dei Beatles che hanno attraversato mode e stagioni.

Mr. Tambourine man ha sessant'anni. Campane a festa nel mondo della musica e della cultura lo scorso 24 maggio, quando Bob Dylan, «Il cantautore», l'uomo che ha trasformato la musica pop in arte, in poesia, in protesta, in romanzo sociale, ha soffiato sulle candeline. L'uomo da cui tutti i cantautori d'ogni latitudine sono sorti, da Springsteen a De Gregori, da Lucio Battisti a Paul Simon, l'autore da cui pure John Lennon ha attinto. L'uomo che nel '62, in piena crisi Usa-Urss ,si prese la briga di scrivere una canzone - Hard rain gonna fall -sulla morte da guerra nucleare (quando l'unica morte che la gente era avvezza ascoltare in musica era quella da cuore infranto per amore); l'uomo che nel '69 mandò a quel paese gli organizzatori del più grande happening giovanile della rock generation, il festival di Woodstock, adducendo la sua voglia di tranquillità; l'uomo che si proclamò cristiano e contemporaneamente..............

leggi tutto l'articolo

Ho riproposto con piacere questo saggio di Walter Gatti perchè, anche se scritto 10 anni fa, è ancora attualissimo, potrebbe essere stato scritto ieri mattina ed essere ancora lo specchio attuale di un Dylan che non finirà mai di essere trasparente e misterioso, coerente e sconnesso, vicino e distante.

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E' morta Whitney Houston                                                               clicca qui

Trovata morta la cantante Whitney Houston                                   clicca qui

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Johnny Cash, un museo a Nashville                                               clicca qui

 

 
Sabato 11 Febbraio 2012

Continuano le voci, Brasile, Cile ed Argentina per l’inizio del tour 2012

Continua il tour che non finisce mai, il tour infinito, il più grande progetto di Bob Dylan (70 anni) negli ultimi tre decenni, dal 1988 ogni anno date a pioggia per la parte dedicata al tramonto della sua carriera, con operazioni chirurgiche sui suoi pezzi anni 60. Per il pubblico, la perennità del tour ha permesso all’artista americano di esibirsi in luoghi insoliti durante il suo picco creativo dai 60 ai 70 anni, posti come Israele, la Cina, dove ha debuttato nel 2011 e ha dovuto rinunciare al suo repertorio di canzoni di protesta, Taiwan ed il Vietnam, oppure il Cile e il resto del Sud America. Ora Dylan ha appena chiuso un accordo con un produttore regionale per il suo terzo ritorno a Santiago. L'appuntamento sarà ai primi di maggio e non è ancora stato definito il luogo, anche se tutti puntano sull'Arena Movistar, lo stesso luogo in cui l'ultima volta aveva riunito circa 10.000 persone in un concerto molto acclamato. Il tour avrà anche parecchie date in Brasile e Argentina, e sarà ufficializzato verso la fine di questo mese. In effetti, mercoledì, alcuni media brasiliani hanno riferito che la voce di classici come Like a Rolling Stone e Blowin' in the wind tornerà in Brasile nel mese di aprile.

(Fonte: http://diario.latercera.com)

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Off Topic: Campioni di pieghe, chi è il migliore?                           clicca qui

 

 
Venerdi 10 Febbraio 2012

La mail di barabba......@alice

Ho conosciuto Bob quandi ormai avevo 35 anni, grazie ad un incidente motociclistico che mi ha tenuto paralizzato a casa per un anno. Ho avuto modo di ascoltare tutti i sui album .... tanto il tempo non mi mancava!. Appena ristabilitomi sono andato a vederlo a Roma, poi a Viareggio, poi ancora a Roma .... non ero io che andavo da lui, ma era lui che veniva da me ...... che cosa volevo di più!, appena cento chilometri per stare cinque metri davanti a lui! è stato fantastico, e prego Dio che possa continuare a suonare per l'eternità!......voce rauca, voce pulita, voce nuova o voce vecchia cosa importa! non vendo l'ora di poterlo rivederlo nel tour 2012! ragazzi è lui che ci fà un piacere a venire da noi, non dimenticatelo.

E' davvero coinvolgente il tuo entusiasmo caro Barabba (o come ti chiami), sentirti dire grazie di aver avuto un incidente che ti ha tenuto bloccato un anno ma ti ha dato la possibilità ed infine la gioia di aver conosciuto Bob e le sue opere più a fondo è, oserei dire, pazzesco nel senso buono e stupito della parola. Comunque ti auguro di continuare ad avere questo entusiasmo non solo per Bob ma anche per tutte le altre cose della vita, uno sguardo ottimista al mondo non fa mai male, un salutone, Mr.Tambourine :o)

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Alba (Cuneo) mostra: My Back  Pages # 1                     clicca qui   e   clicca qui

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Paul McCartney "Kisses On The Bottom"                                             clicca qui

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Macca, concerto a notte fonda                                                              clicca qui

 

 
Giovedi 9 Febbraio 2012

Dylan è sbarcato su Twitter                                                           clicca qui

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SCRIVEVANO.......

NO DIRECTION HOME - I ricordi di Al Kooper                              clicca qui

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Concerto online di Paul McCartney in diretta streaming              clicca qui

 

 
Mercoledi 8 Febbraio 2012

Poeta o Buffone, chi è veramente Dylan?

Mi sono sempre chiesto cosa avevano in più, o forse di diverso dagli altri, personaggi come Leonardo, Michelangelo, Giotto, Papa Giulio II, Dante, oppure Caravaggio a.k.a. Michelangelo Merisi, ma la risposta non l’ho ancora trovata, continua ad essere portata via dal vento senza la possibilità di essere ascoltata (se mai ce ne fosse una). Posso solo dire che “avevano”, si, ma cosa avevano? Il dono che il Creatore elargisce a pochissimi uomini ogni 500/1000 anni, forse per fare in modo che il mondo degli esseri comuni progredisca sul cammino della conoscenza e del divenire. Che aveva Caravaggio più degli altri, più di quelli che l’avevano preceduto o più di quelli che l’hanno seguito? Io non saprei spiegarvelo chiaramente e nemmeno confusamente, ma basta che guardiate un suo quadro per capire che il Sig. Merisi era uno di quelli che faceva la differenza. Lo stesso discorso vale per gli altri sopra citati, Leonardo, Michelangelo, il Sommo ed ineguagliabile talento visionario e poetico di Messer Dante fiorentino, la costanza e la lungimiranza di Giulio II (ed anche la ricchezza) che lo fanno diventare un artista del pensiero, della volontà, della straordinaria capacità di far uscire dalle mani di Michelangelo il “giudizio universale” costringendolo alla giornaliera tortura del confronto con se stesso. Potrei citare almeno un altro centinaio di persone che hanno vissuto costantemente al “piano di sopra”, ma non servirebbe, quelli già citati sopra bastano ed avanzano rendendo perfettamente l’idea.

clicca qui per leggere tutto l'articolo

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La mail di Al Diesan

Ciao Tambourine, dopo 5 mesi di sosta riparte il nostro "Bob Dylan Tribute Tour", ti allego la locandina del nostro primo appuntamento, al "Rose & Bowl" di Cagliari, via Marche 9.
La novità sarà che il pubblico potrà determinare la scaletta scegliendo direttamente le canzoni da ascoltare, una partecipazione più attiva... almeno speriamo !

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Il super-omaggio di Amnesty a Bob Dylan - (rollingstone.it)      clicca qui

 

 
Martedi 7 Febbraio 2012

Amnesty Bob International Dylan - di Paolo Vites                      clicca qui

 

 
Lunedi 6 Febbraio 2012

Bob Dylan per i 50 anni di Amnesty International                     clicca qui

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I quattro Bob Dylan                                                                     clicca qui

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Quando la foto rock diventa arte                                                clicca qui

 

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Sabato 4 Febbraio 2012

Dylan condividerà il tour 2012 con Tom Petty & The Heartbreakers?

Cominciano a girare voci su una probabile condivisione del tour 2012 di Bob con Tom Petty & The Heartbreakers, il tour europeo dovrebbe cominciare dall'isola di Wight venerdi 22 giugno, sabato 23 sarà il turno del Boss e domenica 24 potrebbe esserci la "sorpresa Bob Dylan". Si parla anche di un co-tour di 78 date tra USA e Europa (38 in Europa in estate e 40 in Usa in autunno), idea davvero eccitante, ma rimaniamo calmi ed incrociamo le dita in attesa di conferme sui siti ufficiali, sarebbe quasi troppo bello per essere vero......si vocifera anche di un trattamento laser alle corde vocali di Bob per migliorare la voce.......e di un tour primaverile in Argentina, però amici, quando c'è troppa carne al fuoco di solito brucia qualcosa purtroppo......:o(((((. ma sperare non costa niente, quindi speriamo e se tutto si avvererà saremo tutti felici....:o))))))

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I commenti per Almost True - Bob Dylan su Facebook                     clicca qui

 

 
Venerdi 3 Febbraio 2012

La mail di Ramona

Dear Mr Tambourine, sei responsabile di un'arrabbiatura che mi sono presa ieri
sera. Sì perché se non avessi visto il tuo annuncio su questa pagina non sarei
andata a guardare il cosiddetto programma su Dylan di Rai2. Dico... possibile
che la Rai debba sprecare energie, tempo, mezzi, personale, soldi (penso che
Amanda Lear sia stata pagata per dire le c***te che ha detto), soldi nostri tra
l'altro, per mettere in piedi delle simili st*****te? Sulla Rai è impossibile
trovare un programma decente di musica, non dico rock-pop ma neanche di jazz,
neanche di classica se è per questo, neanche di cinema se non a notte fonda, e
per una volta che nominano uno dei più grandi artisti viventi di musica
popolare devono produrre una simile c***ta? Cos'è, Lucarelli, che consideravo
uno scrittore-giornalista serio, è andato a lezione da Giacobbo di Voyager? e
quello gnocco di Di Bella si è prestato allo scherzo per "rendergli omaggio"?
C'è anche la possibilità che chi non ha seguito il programma fino in fondo per
sentire le smentite (ah ah come siamo spiritosi) lo abbia preso sul serio...
non ho parole...Ramona

Nemmeno io, specialmente dopo aver sentito Mangiarotti pronunciare "Dailan Thomas" nel 2012, caz..............!!!!!!!!!!!!!

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iClassics > Bob Dylan «Highway 61 Revisited»                               clicca qui

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Neil Young: "Jobs creò l'iPod ma ascoltava musica in vinile"        clicca qui

 

 
Giovedi 2 Febbraio 2012

La mail di Duluth 49

Che bello, ho pensato questa sera una trasmissione RAI su Dylan.
L'unica cosa che mi è venuta in mente mentre guardavo quel programma è : Cosa è questa merda - cfr. Greil Marcus.
un saluto a tutti gli amici del sito, Marcello

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La mail di Marco on the tracks

Caro Mr.Tambourine,
in effetti credo di conoscer bene tutti i dylan-fans o dylan-fanatici di cui ti ho raccontato nel precedente intervento. Li conosco bene in parte perché ho conosciuto almeno uno di loro per ogni categoria. E li conosco anche perché temo di averli vissuti tutti in prima persona. Confesso di esser stato dylan-ossessivo e dylan-centrico e oggi non rinnego nessuna di quelle “personalità”, ma sono felice di essermele lasciate alle spalle. C’è un tempo per ogni cosa e oggi preferisco pensare a Dylan in modo differente, senza troppi estremismi. Oggi prendo da Dylan, dalle sue canzoni, dai suoi concerti, dalle sue storie tutto quello che di positivo riescono a darmi e non faccio troppo caso a quello che magari di Dylan mi può piacere un po’ meno. Troppo spesso ci dimentichiamo che Dylan è un Uomo, come me, come te, come ognuno di noi. E l’uomo talvolta sbaglia e, soprattutto, l’uomo non è perfetto.
Già che ci sono ti racconto un episodio dylan-iante abbastanza recente e perché no, divertente:
 

La storia comincia con una coppia che si reca dal parroco per chiedere le prime informazioni sul loro imminente matrimonio. Il parroco, tra le altre cose, dice loro di preparare un “libretto matrimoniale”, ovvero un libricino contenente brani della Bibbia scelti dagli sposi cui far seguire il rito matrimoniale vero e proprio. Gli sposi scelgono i brani, preparano il libricino e lo portano al parroco.
“Bene” dice il parroco, “avete scelto dei brani molto belli e significativi, ma…”
“C’è qualcosa che non va?” chiede lo sposo.
“No, va tutto benissimo. Ma ora dovete scegliere una copertina per il libretto.”
“E cosa si può mettere come copertina?”
“Quello che volete, un’immagine per voi significativa, che rappresenti in qualche modo la vostra unione.”
Lo sposo si mette davanti al computer e cerca su google “immagini libretto matrimonio”. A dire la verità nessuna delle immagini apparse dopo la ricerca gli piacciono particolarmente: troppo “già viste”, troppo “stereotipate”, troppo poco realmente adatte a ricoprire il ruolo di “cover matrimoniale”. C’è il bacio di Klimt, c’è il calice con pane e grappolo d’uva, ci sono orripilanti cuoricini rosa pastello. Lo sposo stampa comunque cinque immagini, le meno peggio tra quelle viste e, accompagnato dalla futura sposa, torna dal parroco.
“Ecco, ho trovato queste…” dice lo sposo con voce poco convinta.
Il parroco sfoglia le immagini e, rivolto verso gli sposi, dice loro: “Quale preferite? Sta a voi scegliere”. Ma sembra essere poco convinto anche lui.
Allora lo sposo prende coraggio, tira fuori un’altra stampa che non aveva osato mostrare prima e dice al parroco:
“A me piace molto questa ma non so se può andar bene…”
Il parroco guarda la foto, guarda gli sposi e sorride: “Oh, che bella! Questa va proprio bene, perché non me l’hai fatta vedere subito?”
“Perché non è tra quelle che si trovano su internet quando cerchi libretto matrimoniale. E’ un’immagine che per me significa molto, ma credevo non andasse bene…”
“Certo che va bene,va benissimo. Ci vedo proprio voi due in questa foto, voi che cominciate il vostro cammino insieme.”
Lo sposo sorride, la sposa a dire il vero un pò meno e, rassegnata, risponde:
“Oh no, ancora Dylan!!! Che tormento, neppure il giorno del matrimonio mi lascia in pace!!!”
L’immagine scelta dallo sposo e dal parroco è la copertina di “Freewheelin' Bob Dylan”, ed è piaciuta molto a tutti gli invitati alla cerimonia, anche se pochi hanno riconosciuto Dylan e Suze in quella foto e, addirittura, qualcuno li ha scambiati per gli sposi stessi.
Allo sposo ancora oggi piace pensare che niente accada per caso, che tutto prima o poi assume un significato e che in fondo poco importa che le strade di Dylan e Suze si siano inevitabilmente separate, quello che conta davvero è percorrere serenamente il proprio cammino, proprio come Dylan e Suze in quella foto che non smette mai di emozionare.

Marco on the tracks


Lasciami dire che il tuo racconto mi ha davvero emozionato, GRAZIE!!!!!

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Almost True - Bob Dylan - video completo                                  clicca qui

 

 
Mercoledi 1 Febbraio 2012

La mail di Marco On The Tracks

Caro Mr Tambourine,

lo so è dura essere il gestore di maggiesfarm, storico sito italiano sul più grande artista del rock-pop (sigh!) - folk (e perché no, non solo di quello) di sempre, è dura tirare da solo la carretta e trovare ogni giorno argomenti o storie dylan-ianti con le quali potersi confrontare, chiacchierare o discutere animatamente. E’ dura soprattutto perchè è molto più facile ricevere una critica per qualcosa che non piace piuttosto che un complimento per qualcosa che invece è piaciuto. E’ dura perché i dylan-iati hanno il loro bel caratterino, e magari ognuno ha una sua particolare visione ed ammirazione per Dylan, e ci sono i dylan-centrici che amano Dylan a prescindere, punto e basta, e qualunque cosa dica o faccia Dylan va bene così, e guai a chi lo mette in discussione. Ma ci sono anche i dylan-critici che invece di Dylan non gli va bene (quasi) niente, quelli che ti verrebbe da rispondergli: “OK, facciamo finta che hai ragione tu: Dylan è ormai un vecchio pazzo allo sbando e non dovrebbe più incidere dischi o concerti, ma saresti così cortese da dirmi chi diavolo ti obbliga a stargli dietro?”. E ci sono anche i dylan-ossessivi che vogliono sapere dove era Dylan il 31 gennaio 1971 alle ore 12:25 e quante volte è andato a fare pipì quel giorno, e ci sono i dylan-sessantottini che vorrebbero Dylan scrivesse una nuova “Blowin in the wind” per farne l’inno degli indignados dei nostri giorni, e i Dylan_inguaribili_romantici che vorrebbero poter leggere su RollingStone o sul Buscadero che Dylan è stato visto portar rose rosse sulla tomba di Suze Rotolo, perché Suze e Dylan, quelli di “Freewheelin” che camminano insieme sorridenti mentre su New York scende la neve, sono un ricordo e un’immagine che porteranno per sempre nel cuore.
Ecco, dicevo, Mr.Tambourine, ma come diavolo ti è saltato in testa di tirar fuori una recensione così immeritata e ingiusta del film “Il grande Lebowski”? Se fossi sarcastico potrei rispondere alle tue parole dicendo: “Meno male che il tuo sito si occupa di musica e di Dylan e non di cinema sennò avresti chiuso i battenti da qualche anno!!!!”.
Ti chiedi come mai il film “Il grande Lebowski” dei fratelli Coen è considerato un film cult? Bè, non saprei neppure da dove cominciare per risponderti…
Il film ha ricevuto ottime recensioni di critica dai più importanti critici cinematografici di tutto il mondo e sì, questo potrebbe voler dire poco, i critici non debbono necessariamente aver ragione o essere un unico punto di riferimento però quantomeno un’idea te la danno.
Il film ha avuto un buon successo di pubblico, ma si sa, pure Boldi e DeSica hanno un buon successo di pubblico e, diamine, non vorrai dirmi che i loro possono considerarsi film, anzi, tutt’altro, sono un’offesa al cinema stesso.
Un film diventa “cult” se i suoi personaggi rimangono nella storia, e non solo del cinema, se anni e anni dopo se ne continua a parlare, si citano le loro battute e addirittura (forse qui esagerando un pochino) si fanno raduni annuali vestiti come i personaggi del film.
“Il grande Lebowski” è un cult ed è nella storia del cinema per una infinità di motivi tra i quali: una sceneggiatura bomba (oggi le sceneggiature sono spesso piatto-banali-uguali a se stesse e le eccezioni non possono che far piacere), la caratterizzazione di tutti i personaggi (balordi, estremi, patetici, ridicoli, divertenti, geniali, squilibrati, cinici, ironici; il personaggio di Bridges può non piacere, troppo perdente, troppo fiero della sua pigrizia e del suo stato di nullafacente perditempo, è un’antieroe che in realtà alla fine diventa paradossalmente eroe di tutti quelli che lui stesso schernisce).
Ma il film non è solo questo, il film è mille generi e nessun genere insieme, è noir, è antinoir, è una geniale commedia degli equivoci, è un film demenziale, è tutto questo e tutto quello che ci si vuole vedere.
E scusa, ma il discorso su Bridges che ha accettato il ruolo per soldi è una cantonata grossa come la Costa Concordia…
Mr.Tambourine, hai letto il cast del film? Non c’è solo Jeff Bridges, ci sono anche tra i più importanti e bravi attori di Hollywood dei nostri giorni: John Turturro, Steve Buscemi, Philip Seymour Hoffman, e forse il miglior John Goodman di sempre. E non credo proprio che questi attori abbiano partecipato al film solo per motivi economici. Anzi, mi risulta che ci sia la fila davanti a casa Coen per poter partecipare ai loro film, e non dico che per loro un attore lavorerebbero anche gratis, ma di certo diversi grandi attori sono disposti ad abbassarsi il cachet pur di lavorare con i Coen. I Coen sono tra i più bravi, intelligenti, originali sceneggiatori/registi attualmente in circolazione e magari “Il grande Lebowski” non è il loro miglior film, seppure è il più famoso (un “cult” appunto), e a te può non esser piaciuto, ed un parere soggettivo ha lo stesso valore di un qualunque altro parere soggettivo, ci mancherebbe.
Ma, come per le critiche che quotidianamente vengono fatte a Dylan, la mia prima risposta è sempre “per criticare occorre conoscere”: se leggo la recensione di un giornalista deluso di un concerto di Dylan cui ha assistito perchè Dylan storpia le canzoni… Bè… O non lo prendo proprio in considerazione o gli rispondo: “Ehi bello, ma tu hai mai assistito ad un concerto di Dylan prima d’ora? Cioè, cosa ti aspettavi? Che imbracciasse la Fender saltasse sul palco come Springsteen, urlasse: “Siete caldiiii??” come Madonna e così via?? Poi si può discutere sul valore o meno di ogni concerto di Dylan, ma solo se si conosce almeno a sufficienza quello di cui si sta parlando, altrimenti è tutta fuffa. Insomma, se non si è ben capito, secondo me hai clamorosamente sottovalutato il grande Lebowski, e ci tenevo lo sapessi. Probabilmente non è il tuo genere e quindi ti perdono.
Poichè in queste righe poco si è parlato di Dylan, puoi lasciare anche tra noi questa chiacchierata oppure puoi pubblicarla, come preferisci.
ps: grazie x aver tradotto la significativa intervista di Tom Petty.

Marco On The Tracks

Caro Marco, ho preferito pubblicare la tua mail perchè, al contrario di quanto pensi tu, hai parlato molto di Dylan fra le righe, e specialmente dei dylan-fans che sono la peggior razza di fans che un artista può incontrare sul cammino della sua vita. I suoi fans sono totalitari, egoisti, logorroici, han sempre ragione (guai a contraddirli), di solito sono gli unici depositari della verità, qualunque essa sia, pronti sempre ad attaccarsi l'un l'altro per piccoli particolari o sfumature, quelli che ha fatto bene e quelli che ha fatto male, quelli che so tutto io e tu non sai niente, quelli che la vedo giusta io e tu stai sbagliando, quelli che il bello e il buono è soltanto quello che piace a loro, il resto è solo crap stuffs, insomma, tutte quelle categorie che tu hai citato, con la quali è senz'altro molto difficile (o quasi impossibile) scrivere qualcosa che metta tutti d'accordo, al massimo possono risponderti - si, va bene, potrebbe essere una interpretazione, ma la verità invece è un'altra....(e parte la filippica). Sul grande Lebowsky può darsi certamente che io non abbia compreso il messaggio dei fratelli Coen, che il personaggio interpretato magistralmente da Bridges non sia molto originale (forse in America ce ne sono a milioni di tipi come Lebowsky). e nemmeno i personaggi che lo circondano, geniale commedia degli equivoci e film demenziale. Ok, potrebbe essere tutto vero, ma perdonami se io non ci trovo niente di geniale e che sappia attirare la mia attenzione, mi immagino la tristezza dei Lebowsky-meeting dove tutti si vestono simil-lebowsky, bevono white-russian, si fanno qualche spinello e dicono :"Ti ricordi dove dice...bla....bla....bla...grande, grande davvero!". Ricordo altri film denominati "cult", tipo "L'uomo da Marciapiede", "Un tranquillo week-end di paura", "Il cacciatore", The Blues Brothers" , e credo che ci sia una grande differenza con il Grande Lebowsky. Comunque rispetto la tua opinione e credo che tu abbia avuto le tue ragioni per esprimerla, ma concedimi la facoltà di avere la mia, anche, come dici tu, se sbagliata. Nemmeno su Dylan sono all'altezza di Michele Murino, di Paolo Vites, del grande Alessandro Carrera o di altri scrittori o critici, eppure, con un pò di buona volontà sono finora riuscito a far si che questo ormai mitico e mitizzato sito continuasse la sua vita dopo il brusco e repentino addio del suo creatore Michele Murino. Queste chiacchierate sono quelle che danno il "sapore" alle cose, svolte correttamente senza parole inutili o troppo pesanti da digerire. Ti ringrazio davvero, alla prossima, Mr.Tambourine

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Almost True - Bob Dylan                                                              clicca qui

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Chiedo scusa a tutti, aspetto copiose relazioni su quanto trasmesso da mamma-rai 2 poi vi dirò la mia, vi posso anticipare che mi ha dato l'impressione del ciocccolato ma era un'altra cosa.

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