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Martedi 31 Gennaio 2012
QUESTA SERA, RAI2 ore 23:40 - “Almost True –
Bob Dylan”
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Il grande Lebowsky
La prima volta che lo vidi
anni fa non mi entusiasmò, la seconda, ieri sera, mi ha fatto veramente
incazzare.
L’insulsa e perlomeno irreale ed assurda storia di un fancazzista abbastanza
penoso, (ma perchè Jeff Bridges? Forse per i soldi?), semiidiota quanto
irritante con tutti quegli “AHHHH! – OHHHHH!- UHHHHH!“, beveroni a go-go
(White Russian, credo vodka e latte, sembra che negli USA non sappiano fare
altro che bere), mischiato a diversi spinelli per far diventare ancora più
cretino un personaggio che lo è già di natura. Lo chiamano Film-Cult (e
perchè mai?????), ma forse la definizione non è proprio quella giusta, non
saprei che dire.
Meno male che in tutta questa porcheria c’è di sottofondo (solo due volte
però) la fantastica “The Man in Me”, che però stride con tutto il resto, una
ottima canzone non può andare d’accordo con un film di .....!
Bravo Bob, ti fai ascoltare sempre volentieri, tutto il resto è stata solo
noia rinnovata.
Mr.Tambourine
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Le news di Miami & the Groovers
Ciao a tutti,
il nuovo album di Miami & the Groovers uscirà venerdì 10 Febbraio e si
chiamerà GOOD THINGS.
Il disco è stato registrato al Cosabeat Studio di Villafranca di Forlì sotto
la regia di Franco Naddei ed uscirà a 4 anni di distanza dal precedente
“Merry go round” L'album avrà 12 canzoni più una intro parlata (recitata dal
cantautore americano Israel Nash Gripka ).
Il terzo disco della band vedrà alcuni ospiti prestigiosi come: Antonio
Gramentieri (Hugo Race, Sacri Cuori), Riccardo Maffoni, Alex Valle
(Francesco De Gregori), Heather Horton (Michael McDermott). Il nuovo tour
inizierà sabato 11 Febbraio al Teatro Comunale di Cesenatico ed andrà a
toccare varie parti d'Italia.
L'album verrà masterizzato da Giovanni Versari nello studio La Maestà di
Tredozio, già teatro della masterizzazione dell'ultimo cd di Vinicio
Capossela “Marinai, profeti e balene”.
L'uscita del disco sarà anticipata dal videoclip del singolo “Good things”,
in uscita il 5 febbraio.
Le nuove canzoni vedono un susseguirsi di rock elettrico, ballate
desertiche, echi di Bo Diddley e Rockabilly, fino a canzoni più tese e
nervose, con dei testi che richiamano i tempi difficili che stiamo vivendo
ma con una luce di speranza alla fine di ogni storia.
I titoli delle canzoni: Good Things, Burning Ground, Audrey Hepburn's smile,
Cold in my bones, Walkin' all alone, On a night train, Always the same,
Under Control, Last r'n'r' band, Before your eyes, Postcards, We're still
alive. In occasione dell'uscita di Good Things anche il sito web ufficiale
della band verrà rinnovato.
TOUR
Sabato 11 Febbraio: una data assolutamente imperdibile!
La 1a data del GOOD THINGS TOUR, in cui Miami & the Groovers presenteranno
ufficialmente il nuovo disco "Good Things" uscito a quasi 4 anni di distanza
dal precedente "Merry go round".
Sarà una serata speciale, nel bellissimo contesto del Teatro di Cesenatico,
la band al gran completo, con ospite Riccardo Maffoni, Antonio Vanzolini ed
Antonio Gramentieri (da confermare).
Una serata dedicata a questo nuovo sorprendente lavoro con qualche
ripescaggio dei due album precedenti.
Sarà disponibile anche il cd "Good Things" al Merchandising per l'acquisto
in anteprima.
Apertura Biglietteria h 19,30
Iinzio concerto h 21.
BIGLIETTI ED INFORMAZIONI:
Il ticket di ingresso è di 10 €.
Il teatro ha una capienza di 271 posti così suddivisi: 69 in platea, 56 nel
primo settore, 60 nel secondo settore e 86 nel loggione.
Il consiglio è di acquistare o prenotare i biglietti in anticipo per avere
il posto/settore migliore e perchè il "tutto esaurito" è un obiettivo
dichiarato!
Per informazioni/prenotazioni ed acquisto biglietti di PLATEA e PALCO A:
email: miamigroovers2012@gmail.com
Telefono:
348.7967063
340.0818303
338.8859694
0541.371772
TEATRO COMUNALE DI CESENATICO, Via Mazzini 10 Cesenatico.
**********************************
Inoltre è possibile anche l'acquisto online (solo dei settori: palco A e
Loggione A) gestito direttamente dal Comune di Cesenatico:
http://biglietteria.artacom.it/biglietteria/cercaPostiPub.do;jsessionid=D11FD61364E38C3DDF5CD9EB11E9BEF2?idEvento=18035
Per ulteriori informazioni sulla vendita online:
Ufficio Cultura
Servizio Beni e Attività Culturali
via Armellini 18
tel 0547 79274
cell 320 6190691
fax 0547 79327
cultura@cesenatico.it
www.miami-groovers.com
GOOD THINGS TOUR 2012:
4 Febbraio h 18: presentazione videoclip "Good Things" Circolo Milleluci,
Rimini
11 Febbraio Teatro Comunale di Cesenatico
17 Febbraio Rose'n'Rock, San MArino
18 Febbraio Roadhouse Rimini
25 Febbraio: showcase Carù dischi h 16 Gallarate (VA)
h 22,30 All'1 e 35 circa, Cantù (CO)
26 Febbraio: Private show Storytellers (acoustic duo) Induno Olona (VA), h
16,30 per info: 339.4181257
MARZO
4 MARZO: Novafeltria Gruppo Sip h 19 (Acoustic duo)
9 MARZO: Arci Tambourine, Seregno (MI)
10 MARZO: Spaziomusica , via Faruffini 5 Pavia, Info: 333.6510774
15 MARZO: Central Kitschen, Latina
16 MARZO: Doolin Irish Pub, Latina
24 MARZO: Pub 1340 , Via Guasco 19 Francavilla Bisio (Acoustic duo show)
25 MARZO: Da Trapani, Pavia (Acoustic duo show)
26 MARZO: La Bottega della Creperia, Piazzetta Gregorio da Rimini, Rimini
31 MARZO: Gilgamesh, Torino (da confermare)
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Lunedi 30 Gennaio 2012
73 canzoni di Bob Dylan per solidarietà
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Bob Dylan e Amnesty: 50 anni portati
benissimo
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LO SPIRITO NOMADE E LA TERNI “BEAT”
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Sabato 28 Gennaio 2012
Tom Petty su Bob Dylan
Di Paul Zollo 24 Gen, 2012
Tom Petty: Non avevo sentito Dylan [io sono cresciuto in Florida] fino a
quando è uscito "Like A Rolling Stone" come singolo. E l’ho apprezzato
subito. Ho cominciato ad informarmi su tutto quel che lo riguardasse, shows,
dischi, singoli, ho imparato tutti i suoi singoli. Non avevo un album di
Dylan fino a Blonde on Blonde [1966]. Avevo sentito Highway 61 Revisited
[1965] da un mio amico che l’aveva. Ma effettivamente il primo disco che ho
acquistato è stato Blonde on Blonde. È lì che davvero Bob mi è esploso
dentro e ho iniziato ad approfondire il suo lavoro.
Ha influenzato il mio songwriting, naturalmente. Ha influenzato il
songwriting di tutti. Non c'è niente da fare. Nessuno aveva mai veramente
dato più importanza ai testi che alla musica, specie nelle canzoni d’amore,
quindi, a questo proposito, penso che ha influenzato tutti, perché
improvvisamente ci si è resi conto si poteva scrivere in altri modi diversi
dai tradizionali.
L'ho visto nel '77 o '78 a Los Angeles. Eravamo andati a vederlo in
concerto. Io e Bugs [Weidel, mio roadie da molto tempo] abbiamo lasciato lo
studio Shelter, e abbiamo guidato per l'Anfiteatro Universal, avevamo una
gomma a terra, così abbiamo dovuto cambiare la gomma sulla strada, quindi
alla fine eravamo tutti coperti di grasso e sporco. Siamo arrivati allo
Universal e trovato il nostro posto. Lo spettacolo era appena cominciato. E
poi a metà dello spettacolo, Bob ha presentato una celebrità tra il
pubblico, cosa un pò insolita per Bob.
Una cosa come "Joni Mitchell è qui tra di voi" e giù applausi. E poi
all'improvviso disse: "Anche Tom Petty è qui." E ci fu un’altro applauso. E
quella fu la prima volta che fui veramente colpito, la gente sapeva chi ero,
in fondo avevo fatto solo due dischi fino ad allora. Poi un ragazzo si
avvicinò a noi dove eravamo seduti e ci ha detto "Bob vuole che tu venga
dietro le quinte." Così siamo andati nel backstage e ha avuto un breve
colloquio con lui, niente di sostanziale o particolare, ma avevo incontrato
Bob.
Quando Bob ha suonato per il Live Aid [13 Luglio 1985 al Wembley Stadium di
Londra, e JFK Stadium di Philadelphia] si era esibito con solo chitarre
acustiche, e la gente non aveva gradito molto, era stata una esibizione
potremmo dire abbastanza disastrosa. Così, quando Willie Nelson lo invitò ad
esibirsi per il Farm Aid, Bob non aveva voglia di suonare in acustico,
voleva avere una band elettrica dietro di lui. Così ci ha interpellato,
siamo andati da lui ed abbiamo provato, abbiamo provato un sacco di canzoni.
Gli piacevano gli Heartbreakers. E' stata una cosa facile e veloce. E’ stato
come se avesse buttato qualcosa e gli Heartbreakers sono stati bravi a
prenderla e riportagliela subito. Abbiamo provato e imparato più canzoni di
quante ne avessimo effettivamente bisogno.
Così lo abbiamo sostenuto al Farm Aid ed è andata molto bene. E poi, dopo
l’esibizione, Bob tornò e disse: "Hey, che ne pensate di fare un tour? Devo
fare un tour in Australia [1986] e mi piacerebbe avervi con me!. Noi eravamo
tutti grandi fan di Dylan, e siamo stati molto intrigati dall'idea di
suonare con Bob. Così siamo partiti. E questo andò avanti per due anni.
Abbiamo davvero fatto il giro del mondo con Bob Dylan.
Se avete intenzione di suonare con Bob, è un pò come suonare con un artista
jazz. Lui improvvisa. E in quei giorni improvvisava. Una volta aveva
provato un pezzo di canzone con Benmont Tench, tastierista degli Heartbreakers,
ne aveva tratto qualcosa di oscuro, come un brano nuovo, e nessuno di noi lo
sapeva, tranne Benmont.
Aveva un sacco di materiale. Ogni notte facevamo uno spettacolo diverso.
Ogni sera facevamo qualcosa che non avevamo fatto nelle precedenti. Sembrava
difficile perchè lui è così irregolare. Ma in fondo non lo era molto. E'
stato sempre professionale. Sapeva come lo show sarebbe stato, e di solito
lo sapevamo anche noi .
Bob da un valore molto alto alla sua vita privata, e deve sempre lottare per
averla. Lui non è il tipo di persona che vi racconta tutto di sé. Ma ho
trovato che è davvero una brava persona. Mi piace. Piaceva a noi come noi a
lui. Lui è un musicista davvero buono, e un grande cantautore.
Una delle cose più belle di Bob è che è un uomo onesto. Davvero, davvero
onesto. Qualcuno che non avrebbe mai dovuto parlagli contro. Io mi sono
goduto tutti quegli anni nei quali ho lavorato con lui, e credo che abbiamo
una sincera amicizia. Ancora oggi facciamo un sacco di lunghe chiacchierate.
Sa molto di musica, specialmente musica popolare. Lui sapeva davvero un
sacco di canzoni popolari, molti dei primi R& B, un sacco dei primi rock,
canzoni abbastanza sconosciute che io non sapevo. I miei ricordi più cari
sono le prove dove Bob poteva iniziare a suonare una canzone che non
conoscevamo e finire con un’altra, noi scoprivamo sempre qualcosa di nuovo.
Quando hai quel tipo di successo, e sei il migliore cantautore che sia mai
vissuto, un di mito gigantesco si crea intorno a te. Ed è un bel peso da
portare in giro ogni giorno. Ma io lo ammiro perchè è rimasto un bravo
ragazzo, un ragazzo onesto.
Vi dirò questo di lui: ho visto un sacco di gente strisciare intorno a Bob,
aver paura di lui, o paura di dire ciò che pensavano, cercando di anticipare
quello che lui stava cercando di dire o fare. Ho sempre constatato che se
facevo a Bob una domanda diretta, avrei ricevuto una risposta diretta.
Quindi forse la nostra amicizia non era poi così difficile, perché ero
convinto che l’avrei trattato come se fosse stato uno qualunque. Certo il
suo talento mi metteva in soggezione, ma la persona è solo una persona
[Ride] E non mi ricordo di aver mai fatto a lui una domanda senza che lui mi
desse una risposta diretta.
Ho trovato Bob realmente protettivo per la sua famiglia, e di avere una
grande preoccupazione per i suoi figli. L' uomo stesso è un musicista
professionista e un uomo di famiglia. Un trovatore del vero senso del
termine.
Lui è in grado di descrivere la sua visione del mondo molto bene. E lui può
enunciarla anche in modo poetico. Questo è talento puro, questo non è
qualcosa che si impara leggendo un manuale. E' solo un dono che la vita gli
ha fatto, beato lui, ed io ho avuto la fortuna di stargli vicino per un bel
pò di tempo. Non ho mai dato per scontato che avrei lavorato con qualcuno
che era un maestro in quello che stava facendo, ma non l’ho mai nemmeno
visto prendersi troppo sul serio. E' un professionista. Non è mai arrivato
in ritardo, ha fatto ogni spettacolo. [Ride]
E' stato gratificante anche musicalmente. Proprio così divertente. E ci sono
state grandi, grandi canzoni da suonare. Wow. Tutte quelle canzoni, sono
state davvero buone. E' stato un brivido suonare "Like A Rolling Stone" con
Bob. E ci sarebbe piaciuto cantargli il coro, ma c’era un solo microfono.
Questa era la teoria, quel tipo di cose risalenti alla musica folk, dove
tutti dovevano cantare in un microfono, e magari stare in equilibrio su una
gamba sola per poterlo fare. Ma Dio, è stato divertente. Ho anche avuto modo di suonare il
basso in alcuni brani, quando Howie [Epstein] suonava la lap-steel.
Inframmezzare le nostre canzoni con le sue era spaventoso. Sai, perché sei
lì con il più grande scrittore che sia mai vissuto. [Ride] Ma io cercavo di
non pensarci troppo. E la gente era davvero felice di sentir suonare anche
solo noi. Grazie a Dio. Quindi penso che mi ha davvero intimidito solo nei
primi momenti, ma una volta finito il primo show, mi sono subito adattato.
E devo dire anche che abbiamo imparato un bel pò. E' stato bello per me fare
un passo indietro col pensiero e vedere che cosa vuol dire suonare con lui.
E' stato davvero interessante rivedere l'intera dinamica di come
funzionavano le cose, come si doveva fare molta attenzione a ciò che lui
stava facendo mentre cantava. Quindi penso che siamo usciti da
quell’esperienza con la band molto migliorata. E [Bob] è stato un buon amico
per anni. E ci ha trattato molto bene, davvero.
Sono rimasto sorpreso di leggere [in Chronacles], che lui si sentiva al
fondo dellla sua carriera mentre pensava che noi eravamo in cima. Tutto
quello che posso dire è che se quello era il suo fondo, era un fondo davvero
piuttosto elevato, perché era davvero avvincente in alcune serate.
Recentemente ho visto un video bootleg di uno di quegli spettacoli, e sono
stato ripreso ancora sorpreso di quanto era grande.
Sai, gli artisti, a volte non sono realmente i migliori giudici del loro
rendimento. Ho avuto notti in cui ho pensato che non ero stato molto buono,
e poi le persone che avevano visto lo spettacolo venivano da me entusiasti
per lo show. Ho avuto la sensazione in quel tour che Bob era alla ricerca di
qualcosa. E' molto difficile dirlo in parole. Abbiamo avuto un sacco di
cose di tutti i tipi e abbiamo parlato a lungo. Non era niente di
particolare, ma a volte avevo la sensazione che stesse forse cercando il
prossimo passo nella sua carriera. E forse io sono stato nel mio momento
migliore, ma non credo proprio che lui fosse in fondo al suo. Penso che la
parte bassa del suo gioco non è poi così bassa, comunque. Penso che sia
sempre buona. Forse, come chiunque altro, in misura diversa ogni sera.
Nel libro egli menziona Malmuth, in Svezia, dove ha avuto una rinascita che
gli ha aperto la porta successiva della sua carriera. E mi ricordo di quel
fatto. Quella sera non capivo cosa stava succedendo nella sua testa, ma
ricordo che si era avvicinato al microfono per cantare, e non usciva una
parola, e mi sentivo davvero preoccupato per lui, come se avesse perso la
sua voce. E poi ha scavato nel profondo, e bang, è venuto fuori, e lui era
diventato un uomo nuovo in pochi secondi. E da quel momento in poi, e per il
resto del tour, lo show in realtà è andato su di una tacca. Il livello di
energia è salito, e lui sembrava rinnovato.
Bob è un grande artista, e penso che sta andarlo a vedere valga sempre i
soldi del biglietto. Ma gli artisti sono così, non necessariamente si ha la
fortuna di vederli lavorare quando sono al loro meglio.
Durante la registrazione dei due dischi dei Travelin' Wilburys Bob era molto
buono, molto tagliente. Un sacco di gente dice che non fa più come una volta
in studio. Non è vero. L'ho visto lavorare molto duramente sulle cose. E
fare un sacco di takes della stessa canzone. Ma il mito si avvolge intorno
alle persone. Ma io credo che su i suoi stessi dischi sia molto spontaneo,
almeno come esecuzione. Gli piace avere un'idea spontanea. Ma certo, lui
mantiene la vista panoramica di quello che sta succedendo.
“The Band of the Hand” è un singolo raro che ho prodotto per lui in
Australia. Lo ho fatto per un film. [The Band of the Hand , 1986.] Mi ho
detto a questo proposito sull’aereo che stava atterrando a Sydney: "Devo
fare questa session stasera, te la senti di produrla?" Così, appena toccato
il suolo a Sydney, ho dovuto prenotare uno studio e convocare la band
perchè gli Heartbreakers erano da qualche altra parte. E abbiamo fatto una
traccia, e abbiamo lavorato molto duramente su di essa. Abbiamo lavorato
quasi tutta la notte sulla canzone.
Abbiamo scritto "Jammin 'Me" insieme. Il versetto su Eddie Murphy era tutto
di Bob. Non avevo nulla contro Eddie Murphy e Vanessa Redgrave. [Ride] Ho
pensato che la cosa della quale Bob parlava era allora strausata dai media.
Ed i tempi stavano cambiando, non vi erano quattro canali televisivi in più
allora. Si stava cambiando, e lui era l'essenza, credo, di quello che stava
scrivendo.
Abbiamo scritto una versione insieme al Sunset Marquis Hotel. Abbiamo
scritto un paio di canzoni di quel giorno. C'e n’era un’ altra chiamata "I
Got My Mind Made Up" E' stato pubblicata in uno dei suoi album. Knocked Out
Loaded credo. Ho prodotto la track. Avevamo fatto una versione anche per Let
Me Up che non era stata usata. Ma era stata stampata sulla copertina. Così
abbiamo riscritto quella canzone, in realtà ho ripreso il testo di "Jammin
'Me" e completamente riscritto la musica con Mike Campbell. E poi l’abbiamo
inviata a Bob per vedere se andava bene, elui disse: "OK, va bene" .
Ricordo che scrivevamo versi in quantità molto più del necessario. Lo
abbiamo fatto con i Wilburys, forse troppo. E' un grande onore lavorare con
qualcuno così grande. E più che un onore, è stato divertente perché è
davvero bravo.
Ho amato Chronicles. L'ho visto come un lungo poema. La cosa grandiosa è che
lui rivela di aver insicurezze come tutti gli altri. Quando sei così famoso,
la gente stenta a crederti. Pensano solo che tu dovresti capire solo quanto
grande sei [Ride] Ma la verità è che sei solo un essere umano. E puoi sempre
passare un’altra volta attraverso tutto ciò che è comune a tutti gli esseri
umani.
(Fonte:
http://www.americansongwriter.com/2012/01/tom-petty-on-bob-dylan/)
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Venerdi 27
Gennaio 2012 Libri: Bob
Dylan. Un percorso in 16 canzoni
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“Chimes of freedom”
E’ appena uscito “Chimes of freedom”, tributo
a Bob Dylan con 73 canzoni ed 80 artisti diversi, il tutto per sostenere e
celebrare i 50 anni dalla fondazione di Amnesty International. Iniziativa
più che lodevole, ben 4 CD con un sacco di cover delle canzoni di Bob, ma il
vero problema è proprio questo : la mancanza di Bob! La storia si ripete,
raramente, proprio nel caso di artisti di grande calibro, ci sono state
cover che sono state migliori/alla pari/diverse ma intriganti come gli
originali. Esempio pratico: Raramente una cover dei Beatles è stata migliore
della versione dei Fab 4, ricordo soltanto la stratosferica versione di
“With a little help from my friend” di Joe Cocker che trasformò una semplice
canzoncina in un capolavoro musicale, oppure la Mr.Tambourine dei Byrds o la
incredibile Like a rolling stone di Jimi. Questo disco farcito fino
all’inverosomile di cover dylaniane potrà anche piacere, ma, dai trailers
che ho sentito fin’ora c’è molta roba di scarso valore che certamente non
riuscirà a “prendere” i malati di dylanite. Il tributo era dovuto ed è stato
apprezzato, si poteva fare forse con meno gente e con versioni più curate
che potevano dire qualcosa in più, ma, naturalmente, questa è solo un modo
di vedere questa iniziativa. Ecco la track list:
CD 1
Johnny Cash with the Avett Brothers, “One Too Many Mornings”: We begin with
pure studio sorcery from Rick Rubin: North Carolina's finest playing to an
old vocal track. Cool, even if it isn't Johnny's best version. Too bad they
couldn't do it IRL.
Raphael Saadiq, “Leopard-Skin Pill-Box Hat”: Sam Cooke disciple goes to the
corner blues bar but checks the drugged-out wackiness at the door.
Patti Smith, “Drifter’s Escape”: The punk goddess takes one of Dylan's
middling story songs and has no clue how to give it life.
Rise Against, “Ballad of Hollis Brown”: Chicago band veers from folk to punk
on the album's most explosive track.
Tom Morello The Nightwatchman, “Blind Willie McTell”: The Rage guitarist
keeps the ax on simmer and his voice in a midnight croak on this static
reading.
Pete Townshend, “Corrina, Corrina”: Rolling folk ballads not the Who
guitarist’s specialty.
Bettye LaVette, “Most of the Time”: The soul legend works her butt off here.
Would’ve been nice if the band woke up at some point.
Charlie Winston, “This Wheel’s On Fire”: British indie-folk singer with
vocal resemblance to Steve Winwood gets caught in a Traffic jam.
Diana Krall, “Simple Twist of Fate”: There's beauty in understatement.
Brett Dennen, “You Ain't Goin’ Nowhere”: Could have come from the basement
of Big Pink. Squeaky voice, but nice!
Mariachi El Bronx, “Love Sick”: Dusty Tex-Mex version suitable as Pale Rider
or Rango theme song.
Ziggy Marley, “Blowin’ in the Wind”: No big reggae production. Just acoustic
guitar, percussion and some heart.
The Gaslight Anthem, “Changing of the Guards”: Guessing the Boss couldn’t
make it, so he sent these guys, and they give it a Jersey bar treatment,
adding a cool new riff. A highlight, for sure.
Silversun Pickups, “Not Dark Yet”: LA shoegazers obviously studied at the
Daniel Lanois school.
My Morning Jacket, “You’re A Big Girl Now”: Jim James checks in from
somewhere in the afterlife.
The Airborne Toxic Event, “Boots of Spanish Leather”: Neither airborne,
toxic or eventful. But the violin sounds good.
Sting, “Girl from the North Country”: Fold your hands and be quiet, this is
a recital.
Mark Knopfler, “Restless Farewell”: Warm, sleepy Celtic version with no sign
of the Dire Straits leader’s trademark guitar work.
CD 2
Queens Of The Stone Age, “Outlaw Blues”: QOTSA goes rollicking down Highway
61, despite having no sense of swing.
Lenny Kravitz, “Rainy Day Woman # 12 & 35”: Whatever the wild New Orleans
carnival band was taking, they didn't share it with Lenny.
Steve Earle & Lucia Micarelli, “One More Cup of Coffee (Valley Below)”: Sexy
and desperate in a Spaghetti western.
Blake Mills, “Heart Of Mine”: Pleasant version from a guitarist-for-hire who
doesn't even have a Wiki page.
Miley Cyrus, “You’re Gonna Make Me Lonesome When You Go”: The very presence
of her name on the credits might keep Dylan faithful from even entering, but
surprise!, this is one of the highlights, and the potential single. She
pulls it off with a pure, pretty voice, and exquisite
guitar backup.
Billy Bragg, “Lay Down Your Weary Tune”: Solid lunchpail version from true
Dylan disciple.
Elvis Costello, “License to Kill”: Elvis shows off his falsetto on a slow,
dubby cover that just kind of sits there. Needed more from one of the
artists who could actually sit at the Dylan table.
Angelique Kidjo, “Lay, Lady, Lay”: Gender-bending reggae dub version funky
and exotic.
Natasha Bedingfield, “Ring Them Bells”: Sung with the girlish wonder of
someone who just discovered Dylan.
Jackson Browne, “Love Minus Zero/No Limit”: Just suck the life out of it,
why don’t you?
Joan Baez, “Seven Curses” (Live): Serene folk from his old, respected
traveling mate.
The Belle Brigade, “No Time To Think”: Lame country-folk version of one of
his most underrated songs.
Sugarland, “Tonight I’ll Be Staying Here With You” (Live): The way Jennifer
Nettles belts out "Tonight, I'll Be Staying Here With You," it's gonna take
a SWAT team to get her out.
Jack’s Mannequin, “Mr. Tambourine Man”: A little slow, but still a nice
jingle jangle morning feel to this one.
Oren Lavie, “4th Time Around”: Leonard Cohen does Dylan, with sitar,
courtesy of Israeli singer-playwright.
Sussan Deyhim, “All I Really Want To Do”: No idea who this Iranian singer
is, but this is deadly.
Adele, “Make You Feel My Love”: Just Adele and a piano. As you may know, she
has a way with a ballad.
CD 3
K’NAAN, “With God On Our Side”: Glad I liked this quirky symphonic-rap
version, because who wants to hassle a guy from Somalia?
Ximena Sariñana, “I Want You”: Mexico checks in with cute and dreamy ambient
pop take, complete with synths and clicking sticks.
Neil Finn with Pajama Club, “She Belongs to Me”: Of the many attempts at
quiet and menacing, this is one of the better ones.
Bryan Ferry, “Bob Dylan’s Dream”: Ambient and elegant.
Zee Avi, “Tomorrow Is A Long Time”: Sad, sweet Malaysian lullaby will either
put you to sleep or into hypnotic state to channel past lives.
Carly Simon, “Just Like a Woman”: Cocktail hour at the retirement village.
(Obviously, this side 3 is getting awfully mopey.)
Flogging Molly, “The Times They Are A-Changin”: Here we go! There is
absolutely no way in the world Dave King would have let us down — a Celtic
punk party stomp!
Fistful Of Mercy, “Buckets Of Rain”: Pedal steel beast Ben Harper and
friends go old-timey for the win.
Joe Perry, “Man Of Peace”: The guitars sizzle a little, but this is why
Steven Tyler fronted Aerosmith. It also didn’t warrant 7:39.
Bad Religion, “It’s All Over Now, Baby Blue”: Professor Greg Graffin plugs
this neatly into the BR formula and it sounds like every other BR song:
pretty good.
My Chemical Romance, “Desolation Row” (Live): Glam-punk version is spirited
but oddly lo fi.
RedOne featuring Nabil Khayat, “Knockin’ on Heaven”s Door”: RedOne produced
“Bad Romance” and "Poker Face" for Lady Gaga. Here he flashes a soulful
acoustic side.
Paul Rodgers & Nils Lofgren, “Abandoned Love”: Take a little-known,
under-appreciated song from “Biograph” and pile on the Americana. Veteran
move from the famed Bad Company/E Street Band members.
Darren Criss featuring Chuck Criss and Freelance Whales, “New Morning”:
Wait, they seriously got an actor from “Glee” to do this?
Cage the Elephant, “The Lonesome Death of Hattie Carroll”: If you can make
it to 4:11, this droning version almost gets interesting.
Band of Skulls, “It Ain’t Me, Babe”: What's the world coming to when a band
called Band of Skulls doesn't, like, rock?
Sinéad O’Connor, “Property of Jesus”: Pretty sure Sinead was standing on the
corner with a bullhorn and someone added the backing track.
Ed Roland and The Sweet Tea Project, “Shelter From The Storm”: Dude from
Collective Soul just kind of takes up space here.
Ke$ha, “Don’t Think Twice, It’s All Right”: Ke$ha, your pop hits are cool
and clever, but this emo shtick is so far from all right, I don't know where
to start. Grab a tissue, collect yourself and try again.
Kronos Quartet, “Don’t Think Twice, It’s All Right”: I think this is good,
but I better ask the classical music guy.
CD 4
Maroon 5, “I Shall Be Released”: Blue-eyed soul that succeeds at being
neither good nor bad.
Carolina Chocolate Drops, “Political World”: With fiddles sawing hard, the
Drops sound ready to storm the capitol gates.
Seal & Jeff Beck, “Like A Rolling Stone”: Halfway through this plodding
cover, you can almost hear them saying, “How did we get into this and how do
we get out?”
Taj Mahal, “Bob Dylan’s 115th Dream”: Taj heightens the surrealism with a
vocal borrowed from “Frogman” Henry.
Dierks Bentley, “Senor (Tales of Yankee Power)” (Live): Somewhere amidst all
this jolly bluegrass pickin’, you might find the emotion of this powerful
song, but good luck.
Mick Hucknall, “One Of Us Must Know (Sooner Or Later)”: Simply Red singer
does Rod Stewart doing Dylan in this faithful version of a real gem.
Thea Gilmore, “I’ll Remember You”: Zzzzzz...next.
State Radio, “John Brown”: Confusing blend of “Smoke on the Water” and
jam-funk jibbidy-do.
Dave Matthews Band, “All Along the Watchtower” (Live): It says Dave
Matthews, and that has to be the DMB, but it sounds more like Adam Sandler.
Michael Franti, “Subterranean Homesick Blues”: Sounds like he’s doing it on
a kids’ show, but it’s hard not to like the reggae-rocker.
We Are Augustines, “Mama, You Been On My Mind”: The importance of being
earnest.
Lucinda Williams, “Tryin’ To Get To Heaven”: Lucinda sings like she’s had a
few, but she's still all there.
Kris Kristofferson, “Quinn The Eskimo (The Mighty Quinn)”: Gravitas. You
can't buy it.
Eric Burdon, “Gotta Serve Somebody”: Back to the corner bar, where the
Animal growls.
Evan Rachel Wood, “I’d Have You Anytime”: Why is she on here and why does
this sound like a Christmas carol?
Marianne Faithfull, “Baby Let Me Follow You Down” (Live): When she sings
“Can I come home with you?” it sounds like a threat. Run!
Pete Seeger, “Forever Young”: The folk legend recites the lyrics in the
jangly version with a children’s choir and jangly. It would just be
un-American to not like it.
Bob Dylan, “Chimes Of Freedom”: Now, this guy has potential. Wish he still
sang like this.
Bonus Digital Tracks (cause 73 songs wasn’t enough)
Outernational, “When the Ship Comes In”: Sounds eerily like a young Joe
Strummer.
Daniel Bedingfield, "Man in the Long Black Coat": Whiplash, avant-electronic
version from Natasha's brother.
Silverstein, “Song To Woody”: Has to be the first time anyone ever yelled
"Leadbelly!" in that screamo voice.
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Giovedi 26
Gennaio 2012 Argentina 2012
Tour
Dylan porterà il suo NET nel 2012 nelle
maggiori città argentine e si spera che anche Buonos Aires sarà compresa
nell'elenco. Vi daremo ulteriori notizie appena possibile.
(Fonte:
http://www.entradasyconciertos.com/2012/01/24/bob-dylan-en-argentina-2012/)
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Bob Dylan
scende a patti con il demonio?
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Boots of Spanish Leather
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Miley fa uscire il nuovo video con la
cover di Bob Dylan
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Questa terra è la mia terra
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Mercoledi 25
Gennaio 2012 La mail di Eddy
Perchè Bob non ha mai collaborato nemmeno una volta con Paul McCartney?
Molti anni fa Bob rilasciò questa dichiarazione
durante un'intervista: "McCartney mi mette in soggezione. E' l'unica persona
per cui sono in soggezione. Può fare tutto quello che vuole, e non molla mai
il colpo. Gli viene tutto così dannatamente naturale..." Credo non ci sia
bisogno di aggiungere altro :o)
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La mail di Stefano Catena
Da leggere assolutamente:
http://www.americansongwriter.com/2012/01/tom-petty-on-bob-dylan/
....un saluto! Stefano C.
Grazie per la segnalazione,
l'avevo già visto e sto facendo la traduzione perchè tutti possano leggerlo,
spero di riuscire a pubblicarlo domani.
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Sweet Sixteen - di Maurizio Pratelli
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Martedi 24
Gennaio 2012 80 stars e 72
canzoni di Bob Dylan per Amnesty
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Anche il Teatro Smeraldo di Milano
sparisce
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Libri: Il trombettiere di Custer ed altri
migranti
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Mostra ‘Rock!’ a Napoli
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Lunedi 23
Gennaio 2012 La mail di
Beppe Gazerro
Caro Mr.T,
durante le vacanze di Natale ho fatto una cosa che pensavo da tempo.
Ho ascoltato, uno dietro l’altro, tutti i dischi dei quattro Beatles
pubblicati dopo il loro scioglimento.
(o anche prima, ma cmq pubblicati come solo).
E ho stilato un’ipotetica, sognante, virtuale discografia dei *Beatles No
Split* (come l’ho chiamata io).
Cioe’ i dischi che avrebbero potuto fare i moschettieri se non si fossero
mai sciolti.
I titoli dei dischi sono frasi presi dalle singole canzoni (mai titoli di
canzoni).
La scelta dei brani e’ ovviamente puramente di gusto personale.
Dato che la fattoria e’ parecchio aperta e che cmq so che tu sei stato un
grande Beatlesiano prima di diventare Dylaniano (correggimi se sbaglio),
pensavo di fare cosa gradita spedendoti il file.
Vedi tu se pubblicarlo per farmi avere il parere degli altri o limitarti al
tuo.
Buon anno a te nonche’ a Murino.
Beppe
www.giuseppegazerro.com
www.youtube.com/GiuseppeGazerro
Caro Beppe, come potrei correggerti, ciascuno di noi
“anziani”, voglio dire con questa parola fra virgolette non che siamo vecchi
(anche se effettivamente lo siamo di fatto), ma soltanto che siamo persone
che hanno avuto la fortuna o la possibilità, ognuno la può definire a modo
suo, di aver seguito, più o meno costantemente, la carriera di Bob dagli
inizi folk fino ad oggi. Ma prima di tutto questo, ciascuno di noi, chi in
modo leggero e chi in modo più pesante, ha dovuto subire l’incancellabile
segno di quel terribile e mai smaltito uppercut che i Beatles scagliarono
sul nostro mento tramortendoci e segnandoci a vita potremmo dire, come se
avessero sporcato la nostra fedina immacolata con le loro impronte digitali
lasciate con inchiostro indelebile.
La verità è che quando i Beatles scagliarono il loro attacco, noi italiani
(e mi riferisco a quegli italiani nati nell’immediato dopoguerra) eravamo
ancora avvolti dalle nebbie musicali degli anni ’50, eravamo fans di Bobby
Solo che imitava Elvis Presley, di Little Tony che imitava Elvis Presley, di
Celentano che era una via di mezzo tra l'imitazione di Elvis Presley e Jerry
lewis, di non so quanti altri cantanti che facevano il verso ad Elvis
Presley, ed in più eravamo i primi fans italiani di Elvis “The Pelvis” in
persona. Bob Dylan l’ aveva sentito nominare soltanto qualcuno di noi, e
comunque la musica di allora era saldamente ancorata alla melodia ed ai più
banali ed a volte stupidi testi che sia possibile immaginare. Tutti erano
presi dall’immagine dei Beatles, dai loro Yeah Yeah, dai loro gridolini in
falsetto quando scuotevano le loro teste da principianti capelloni.
L’incontro Beatles-Dylan aveva ancora da venire ed i Beatles, pur imperando
in tutti i modi, non avevano ancora capito che le nuove regole della musica
non erano le loro ma bensì quelle di un giovane neo-folk, sfigato e nemmeno
troppo pulito, che le stava scrivendo cercando in tutti i modi la sua strada
aggirandosi per le vie del Village. I Beatles furono una vera bomba atomica
per il mondo musicale, ma l’effetto Dylan fu molto più devastante, anche se
per rendersene conto ci vollero molti anni ancora. Noi non sapevamo assolutamente
niente di com’era la vita in America, eravamo soltanto instupiditi e
bombardati dai western hollywoodiani nei quali una ventina di giacche
azzurre o lunghi coltelli ammazzavano regolarmente tre o quattromila
pidocchiosi e suduci pellirossa o indiani che dir si voglia, (questi erano i
termini usati per riferirsi a loro).
Altre problematiche americane non ne conoscevamo, e sinceramente non saprei
nemmeno dirti se conoscevamo le nostre.
Vedevamo al telegiornale i B52 americani che bombardavano il Vietnam ( il
filmato era sempre quello tutte le sere), ma non sapevamo niente di niente
del percome e del perchè di quello che stava accadendo. L’assassinio di
Martin Luther King non ci sconvolse più di tanto, sembrava una cosa da
cinema, ma quando spararono a JFK ci rendemmo conto di colpo che qualcosa
stava cambiando, che i tempi stavano cambiando, e quel piccolo ebreo lo
cantò a tutti ed aveva ragione, i tempi sravano cambiando e la cosa ci
stavano coinvolgendo.
Se ne accorsero anche i Beatles (ai quali costò quintalate di rabbia
dichiarare ”Dylan show the way!”. Era l’ammissione per loro e per tutto il
mondo che l’orchestra da quel momento era diretta dal Maestro Dylan e non
più da loro.
Queste primarie osservazioni si potrebbero diramare in migliaia di discorsi
collaterali, ma senza perdere di vista i Beatles, che seppero modificarsi
smettendo le stupidate con gli yeah yeah e copiando l’esempio Dylaniano,
cosa che fecero tutti, ma proprio tutti tutti in quegli anni, cominciarono a
sfornare dischi completemente differenti, con testi e musiche che si
staccavano completamente da quelli dei loro inizi, l’aveva fatto Bob
abbandonando il folk per andare elettrico prima con “Bringing It All Back
Home”, dove compaiono i primi accompagnamenti con strumenti elettrici, e poi
con l’insuperato “Blonde on Blonde” che all’inizio doveva chiamarsi “Dylan
on Dylan” (comunque sembra che il titolo venga da “Brecht on Brecht”, uno
spettacolo che in quegli anni Bertold stava mettendo in piedi a New York e
per il quale collaborava Suze Rotolo che portò più volte Dylan alle prove).
E quando tutto il resto del mondo musicale cercò di copiare e superare BoB
lui se ne esce tranquillamente con “John Wesley Harding”, andando
controcorrente per un’altra delle numerose volte che invertità la sua
direzione di marcia, la sua musica ed i suoi testi.
Certamente hai fatto un lavoro simpaticissimo e da certosino che merita il
plauso di tutti, clicca qui, ti ringrazio per
questo, e credo che farà piacere ad alti appassionati di musica che
costantemente o saltuartiamente visitano la fattoria. Alla prossima.
Mr.Tambourine
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La Mail di Marco
Ciao tambourine, mi è capitato di vedere un
video su youtube dell'ottobre scorso che mostra neil young e dave matthews
che interpretano "oh susanna"al benefit per la bridge school.prima di
iniziare,neil si rivolge allegramente a dave dicendo qualche parola in cui
si distingue nettamente"bob dylan".altrettanto allegramente dave alza le
mani al cielo e partono boato e applausi del pubblico presente.vorrei sapere
se qualcuno è in grado di tradurre le parole dei due,il contesto e il
significato di questo siparietto.grazie a presto,Marco.
Caro Marco, credo che tu ti riferisca al filmto
linkato sotto, ma certamente è molto difficile da capire, forse un
madrelingua potrebbe farlo, restiamo in attesa, stay Tuned!
http://www.youtube.com/watch?v=lQzHnDl-QBk
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BOB DYLAN AND ETTA JAMES - 1 CD
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Live at the Marriott Hotel, Providence, RI;
July 10, 1986
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Tutti insieme per Bob Dylan e Amnesty
clicca qui
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Ringo Starr a Rai2: “Quel traditore di Bob
Dylan…”
clicca qui
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Lohn Lennon e Bob Dylan
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Film: Il Re sotto scacco, la leggenda di
Bobby Fischer
clicca qui
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Sabato 14
Gennaio 2012 Blind Willie
McTell (January 12, 2012) In Honor Of Martin Scorsese
Bob Dylan - Blind Willie McTell (January 12... di Flixgr
La notizia anticipata giovedi
era vera, Dylan, accompagnato dalla sua band, ha cantato in onore di
Scorsese. Così questa è la prima esibizione del 2012, finita con una
generale standing ovation, con un Dylan misurato, quasi elegante senza il
classico spanish hat che difficilmente molla,a quando le prossime?
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Ruth Gerson su Bob Dylan
Left to right - Lee Reemik, Ruth Gerson, Mick Dylan, Paul
Page
By Evan Schlansky January 11th, 2012
Quando hai sentito per la prima volta
Bob Dylan?
L’ho visto in televisione per il Live Aid. Non l’avevo mai sentito
cantare o suonare prima. Mi sono subito procurata “Biograph”. "Masters of
War" è stata la canzone che mi ha fatto “entrare” in Bob Dylan. Ricordo
esattamente dove mi trovavo e cosa stavo facendo quando l'ho sentito per la
prima volta. Avevo fatto una doccia ed ero lì avvolta in un asciugamano,
l'ascoltavo e tremavo. Ho pensato che fosse la canzone migliore che io
avevo mai sentito cantare nella mia vita. Lo faccio ancora anche con “The
Lonesome Death of Hattie Carroll!”.
Come ha influenzato la tua musica?
Dylan mi ha fatto capire che una canzone è il luogo dove le parole e la
musica e la voce si incontrano tutte insieme per fare un qualcosa di
particolare che è evocativo per chi ascolta. Se ci fossero solo le parole
senza la musica, o la musica senza le parole, o se mancasse la componente del
canto vocale non sarebbe la stessa cosa, la stessa espressione. Il canto e
le performances di Bob Dylan hanno formato la mia mente e credo che abbiano
influenzato qualsiasi cosa io abbia mai cantato.
Quante volte l’hai visto suonare di persone dal vivo? In quali
spettacoli?
Ho visto Bob Dylan suonare dal vivo solo undici o dodici volte. Il mio
migliore amico mi prende sempre in giro – lui ne ha visti più di cento. Il
mio show preferito di Dylan è stato al Tramps di New York. Era un posto
piccolo, forse teneva circa 400 persone. Il mio amico Kevin ed io abbiamo
fatto la fila per un giorno e mezzo per avere i biglietti, e un altro giorno
per entrare, eravamo in quarta fila al centro. E' stato lo spettacolo più
suggestivo che abbia mai visto. Tutti avevano fatto un enorme sforzo per
essere lì, per cui nessuno parlava. Ogni persona ascoltatava ogni nota. Gli
ascoltatori sono parte di ciò che rende uno spettacolo grande, proprio come
chi suona.
Penso che ci siano stati sei bis. Elvis Costello si alzò e cantò "I Shall Be
Released" con Dylan. Morirò ricordando come quella canzone venne cantata. Il
giorno dopo ho sentito Elvis Costello alla radio parlarne e lui ha detto che
era l'esperienza musicale più incredibile che avesse mai avuto, o
qualcosa in tal senso.
Ti ci è voluto un pò per “entrare” in Bob Dylan, dato il suo stile di
canto strano?
No. Ricordo di aver notato che lui era diverso dagli altri, per
esempio da Frank Sinatra o Robert Plant. Sono stata subito presa, a causa di
quello che stava dicendo. Ci sono momenti nei quali il tono e l’intenzione
della sua voce è come se qualcuno ti mettesse una mano nel
costato e ti tirasse fuori il fiato dai polmoni.
Com’è stato quando l’hai incontrato?
Verso la fine degli anni '90 ho voluto mettere "Forever Young" su un album
chiamato “Not around town”, con tutti pezzi live che avevo eseguito in
Italia, Israele, Svezia ... l'ho mandato alla persona responsabile delle
pubblicazioni di Bob Dylan. Qualche settimana dopo ho ricevuto una chiamata
dal suo manager che diceva che Bob Dylan l'aveva sentita e che stava per
venire a vedere un mio spettacolo. Rimasi scioccata. Mi arrampicai in tutti
i modi per assicurarmi che lo show sarebbe stato perfetto, non ero mai stata
così emozionata.
Il giorno dello spettacolo ho ricevuto una telefonata nella quale molto
gentilmente diceva di non poteva venire a causa di una prova generale, ma
lui generosamente mi invitò a suonare alcune canzoni durante il giorno
assieme a lui. Mi sono seduta con lui, faccia a faccia per circa un'ora e
mezza. Era così gentile. Il mio stomaco non smetteva di tremare, ma lui ha
fatto tutto il possibile per mettermi a mio agio.
Abbiamo suonato molte canzoni insieme. Ci siamo seduti lì, ginocchio contro
ginocchio e lui ha fatto un assolo su una delle mie canzoni chiamata,
davvero non lo potevo credere "Summer Waters" - E ripensandoci ancora oggi
non riesco a credere che sia realmente successo. Bob mi ha detto che gli
erano piaciute molto le mie canzoni, in particolare una chiamata "Ruff
Jumping, e quelle parole dette da lui sono quelle che mi hanno sempre spinto
ad andare avanti. Dylan è stato molto professorale. Ha controllato la mia
conoscenza della musica, che allora era ancora carente. La mia esperienza con
la musica prima di incontrare Bob era scrivere e suonare. Avevo passato
poco tempo ad ascoltare. Dopo l’incontro con lui, ho ascoltato un album al
giorno. Bob aveva anche notato che sul retro del mio disco c'erano un mucchio
di citazioni della stampa e mi ha elogiato anche come cantautrice. Li
lesse tutti e mi guardò, e, toccando la custodia con l'unghia, disse: "Non
lasciare che ti definiscano così. Tu sei un artista completa, una brava
interprete, non solo una cantautrice. Non scrivi una canzone per leggerla
stampata su una pagina, tu la scrivi per cantarla” Ha detto "Non è più una
canzone se non la suoni". Non so se sto citando le parole esatte, ma questo
è il mio ricordo di quello che ha detto, e spero che sia stato sincero,
perché è quello che penso ancora ogni volta che suono.
Hai una citazione preferita da un testo di Bob Dylan?
No. E' come con i bambini. Non posso scegliere il preferito. Li amo tutti
allo stesso modo. A volte ti senti più vicino ad uno, altre volte più in
sintonia con un’altro.
Quali sono le tue canzoni preferite o l’album, e perché?
Dipende dal mio umore, o da dove mi trovo. Blood on the Tracks, forse. “The
Times They Are A-Changin” e “The Lonesome Death of Hattie Carroll", potrei
scegliere queste. Ma, se dovessi portarne uno con me su un’isola deserta
sceglierei “Biograph” - è un imbroglio, lo so, ma c’è qualcosa di
Freewheelin nel flusso delle canzoni. Lo sento in macchina ogni volta che mi
sento in contatto con la realtà.
“The Lonesome Death of Hattie Carroll" è forse la mia canzone preferita,
perché quando la sento, è come se fossi lì a vivere la cosa. Dylan crea
un'immagine che ha un'espressione così forte, ti senti come se fossi seduta
all'interno di un dipinto. Sei appena stata dipinta nel quadro, e il tuo
cuore piange.
Cosa ammiri di Bob Dylan?
Il Never Ending Tour – quanto e come suona, e da quanto tempo. Come ogni
volta che l'ho visto suonare, è sempre tutto nuovo. E' sempre la creazione,
la ricerca di un modo nuovo in una melodia, un altro modo per esprimere il
pensiero.
Uno dei miei maestri preferiti è stato una persona che si chiama Michael
Langham. Mi ha insegnato Shakespeare, e ha parlato di un concetto che lui
chiamava "pensiero pensante". Così, quando si doveva ripetere la stessa cosa
più e più volte, notte dopo notte, si doveva imparare ad ingannare il
cervello, e sviluppare una capacità per consentire ai pensieri di venire da
noi per la prima volta, ogni volta che si recitava il monologo. Ecco come
Bob Dylan canta e suona. E' come se il pensiero gli fosse appena venuto in
mente quando lo sta cantando per noi. Questo è ciò che rende le sue canzoni
senza tempo.
(Fonte http://www.expectingrain.com)
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Sapendo che l'amico Mick
dei Blackstones aveva avuto la fortuna di cantare diverse volte sul palco
con Ruth Gerson, l'ho chiamato al telefono per farmi raccontare la storia
dell' incontro con Bob Dylan. "Scemo, te l'ho raccontata tre anni fa!" è
stata la sua risposta, e, caz......aveva ragione! Sono andato a ripescarla
negli archivi per riproporvela:
Ruth Gerson, il mio
incontro con Dylan
Ruth Gerson con Mick Dylan dei Blackstones
Di Mick Dylan
Diversi anni fa , quando
Ruth venne in Italia per la prima volta , mi trovai ad aspettarla con
Marcello di "Musica vera" a Bellagio sulla bellissima ed affascinante
entrata della famosa Villa Melzi d’Eryl. Posto incredibile, una serie di
terrazze a gradinate circondate da cipressi secolari che sbocca proprio
sulla sponda del lago di Como, credo uno dei posti più belli al mondo in
assoluto. Dovevamo fare il “service audio” per la bella newyorkese in una
giornata nella quale c’erano almeno 38° all’ombra , una cosa da incubo , e
trascinare il palco e gli amplificatori sulla seconda terrazza non fu una
cosa da ridere , per fortuna , ricordo , il lago era lì a portata di mano ,
un ampli e un tuffo e così riuscimmo a montare il tutto.
Ruth arrivò con i membri della sua Band a bordo di un Van argento, da Roma,
dove la sera prima aveva tenuto un concerto. Scesa dal Van, si guardò
intorno con la bocca spalancata per lo stupore che la vista di quel luogo le
aveva creato.
“ Non ci sono cose così a Niuiaak? “ mi sono azzardato a chiederle tanto per
rompere il ghiaccio.
“ Are you joking me?” mi rispose seccata.
“ No, ma ho visto come ti guardavi in giro" .
“ You right, hai ragione, non ho mai visto un posto tanto bello, ho girato
il mondo per cinque anni, ma questo posto è unico“.
“ Che facevi in giro per il mondo? A proposito, io mi chiamo Mick “.
“ Io Ruth, Ruth Gerson, ho fatto la pianista e la corista per Gloria Gaynor,
per questo ho girato un pò dappertutto
, giù da un aereo e via con un’altro “.
“ E poi ti sei stancata“.
“ Già, non ce la facevo più!”.
“ Allora che hai fatto?
“ Mi sono fermata, mi sono laureata "Magna Cum Laude" all'Università di
Princeton e ho frequentato la High School of Performing Arts, intanto avevo
cominciato a scrivere le mie canzoni, scusami , ora devo scaricare il van“.
“ Posso aiutarti?”.
“ Certo, dopo settecento chilometri con questo caldo un’aiuto è sempre
gradito , montiamo batteria e strumenti e poi una bella doccia“.
“ Posso consigliarti un bel bagno nel lago?”.
Lei si girò , vide l’acqua , e con un gran sorriso mi disse : “Why not !!
Appena finito ci spariamo dentro“.
" Te la cavi con l'italiano, dove l'hai imparato?
" Sono stata un anno a Perugia quando avevo 19 anni per studiare musica
lirica e per impostare la voce".
Finito il lavoro e dopo aver fatto il sound-check , Ruth, io, il batterista
Lee Reemik ed il bassista Ivan "Funky Boy" Boodley ci siamo buttati così
com’eravamo, intendo completamente vestiti nell’acqua fresca del lago e devo
dire che ci siamo divertiti un casino per oltre mezz’ora, poi, tutti a
cambiarci e a mangiare una pizza prima del concerto .
Nel sound-check Ruth suonò “ Forever young “ (la eseguirà anche nel
concerto), così, tra un bicchere di buon rosso e l’altro gli dissi: “ Non
sapevo che ti piacesse Bob “.
“ Ho sempre amato le sue canzoni, le trovavo... , non so come dire ,
entusiasmanti , eccitanti , diceva le cose che io avevo in mente ma che non
riuscivo a tirare fuori, fù allora che cominciai a scrivere le mie prime
canzoni cercando di copiarlo, non nella musica ma nel contenuto dei testi,
insomma non volevo parlare delle solite cose che senti nella pop-music
amore che fa rima con cuore and all these kinda bollocks, mi hai capisciato
? “.
“ Si dice capito Ruth , capisciato means to piss in italian!”.
Una sonora risata partì dalla bocca di Ruth.
“ You know , non parlo bene la vostra lingua , anche se abito a Brooklin e
quindi cerco sempre di parlare in italiano quando vado nei negozi, ma anche
loro dopo anni di vita Americana parlano un pò come me“.
“ Non importa, è stata una cosa simpatica!”.
“ Sì , penso di sì – disse ridendo ancora – adesso voglio raccontarti come
l’ho conosciuto!”.
“ Chi ?”.
“ Bobby, stavamo parlando di lui, isn’t it ?”.
“ Hai conosciuto Dylan? E gli hai potuto parlare? Non ci credo!”.
“ Sì , è vero, avevo contattato il suo agente per avere il permesso di
inserire sul mio CD “Emotionally Yours" o "Forever Young", non ricordo di
preciso, insomma , o una o l'altra, gli avevo mandato il demo, quando un
pomeriggio ricevo la telefonata che mai mi sarei aspettata “.
“ Dylan ha telefonato a te? Proprio lui, live in person?”.
“ Yes, proprio lui, Bob Dylan in person !”.
“ Dai, dimmi com’è successo“
“ Dopo aver sentito la mia
versione del suo pezzo, mi è arrivata una telefonata: " Ciao, sono Bob,
vorrei incontrarti ". "Grazie, imiti proprio bene la sua voce , so
long!" gli ho risposto sbattendo giù la cornetta . Dopo mezz'ora sento
suonare il campanello, vado al citofono e chiedo "Chi è ? " , " Ciao Ruth,
sono ancora Bob, posso salire?". " Ancora tu - ho detto seccata - perchè non
la smetti, ho un sacco di cose da fare in casa e mi stai facendo perdere
tempo!". "Perchè non dai un'occhiata dalla finestra ?" Mi sono
affacciata più che altro per vedere la faccia dello scociatore, non potevo
credere ai miei occhi, Bob era lì, davanti alla mia porta e aspettava che io
la aprissi, capisci, era venuto a Brooklin a casa mia, lui, Bob Dylan! Per
tutto il pomeriggio non ha fatto altro che farmi domande. Io non avevo il
tempo di rispondere che già mi aveva chiesto qualcos’altro… Mi sentivo come
uno studente di matematica nelle grinfie di Einstein. La cosa divertente è
che poi ci siamo messi a suonare la chitarra e, a quel punto,
l’interrogatorio si è trasformato in una lezione di musica: "Cosa ascolti?
Che canzoni conosci? Cosa! Non conosci questa canzone? Devi impararla
subito".
Bob è stato davvero molto gentile, ma ripensandoci ero talmente emozionata
che non sono riuscita ad apprezzare veramente il nostro incontro. Per questo
spero di aver modo di incontrarlo di nuovo in futuro”.
“ E cosa avete cantato ?”.
“ Mi ricordo I shall be
released , io cantavo e lui mi faceva l’altra voce,Girl from north country ,
Desolation row , ma ne abbiamo cantate veramente tante , è stato da me per
quasi tre ore , avevamo soltanto la mia vecchia Guild 6 string e
continuavamo a rubarcela di mano , non dimenticherò mai quei momenti “.
“ Io sarei morto ! “.
“ Bhè , c’è mancato poco......!”.
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Probabilmente la settimana
ventura sarò in ospedale per degli esami e non so se riuscirò ad aggiornare
le news, nella peggiore delle ipotesi ci aggiorniamo a lunedi venturo :o)
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Venerdi 13
Gennaio 2012
Guardate qui
l'esibizione di Bob di stanotte al VH1 Critics' Choice Movie Awards
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De Sfroos all'arrembaggio
clicca qui
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Patti Smith, show al Chelsea Hotel
clicca qui
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Giovedi 12
Gennaio 2012 Oggi Dylan si
esibirà accompagnato dalla sua band
(Fonti:
expectingrain.com
http://www.freak-search.com/en/thread/6359476/dylan_on_tv_12jan12
http://au.news.yahoo.com/nsw/latest/a/-/article/12563024/dylan-to-perform-at-critics-choice-awards/
Leonardo DiCaprio, Bob Dylan and Olivia Harrison to Particpate in Martin
Scorsese Music+Film Award Tribute at the 17th Annual Critics' Choice Movie
Awards
Leonardo DiCaprio, Bob Dylan to honour Martin Scorsese)
"Bob Dylan si esibirà con la sua band Giovedi
12 gennaio ai VH1 Critics' Choice Awards durante il segmento in onore di
Martin Scorsese. Lo show va in onda in diretta alle 20:00
ora/costa-orientale su VH1. Di NN"
La cosa non è poi così inaspettata, dato che ha già
fatto cose simili altre volte, la notizia è data, ma tutta da verificare, speriamo
sia vera e che qualcuno youtubi l'avvenimento.....
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11 gennaio 1999, De Andrè suonava l'ultima
canzone
clicca qui
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Il Mr. Tambourine Man di Dylan pubblica il
primo album
clicca qui
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Indignados, la nuova protesta non ha una
colonna sonora
clicca qui
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Veramente a sproposito
clicca qui |
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Mercoledi 11
Gennaio 2012 E via per il
2012!
Il 2011 si è rivelato un altro grande anno
per noi fans di Bob Dylan, ricco di avvenimenti ed eventi da commentare.
Marzo ha visto la speciale performance live di Bob alla White House che ha
cantato Maggie’s Farm accompagnato dai Mumford and Sons e The Avett
Brothers. I membri della band di Dylan, Tony Garnier e Stu Kimball, erano
con lui in questa particolare cosa, così come c’era in veste di ospite
(impossibile capirene la ragione) il chitarrista Harvey Mandel (Canned
Heat).
I fans di Dylan hanno poi avuto l’occasione di celebrare il 70esimo
compleanno di Bob il 24 Maggio 2011, escogitando ed organizzando molti modi
di onorare il nostro Bardo con eventi e spettacoli speciali in suo onore.
Bob e la sua band l’anno scorso si sono scarrozzati ancora una volta in giro
per il mondo per l'esecuzione di un totale di 89 concerti, il primo
spettacolo in assoluto in Cina e il primo spettacolo in Israele dopo ben 18
anni di assenza dal paese. La stupida speculazione circa il suo aver
accettato il “diktat” del governo cinese ha generato uno speciale messaggio
personale di Dylan a tutti i suoi "fans e seguaci" per fugare ogni diceria
di manomissione alla scaletta, cosa che non è riuscita a cinvincere
realmente nessuno, anche perchè ognuno di noi credo sia più che convinto che
Bib abbia il diritto di lavorare dove e quando vuole decidendo quello che è
meglio per lui senza nessun solone che gli gaccia la predica!
Poi i fans australiani sono stati gratificati con il primo tour dopo il mese
di agosto del 2007. Dopo poco più di due settimane e undici concerti in
Europa, compresa la tappa italiana all’Alcatraz di Milano, Bob e la band
sono scesi di nuovo “on the road” per girare gli Stati Uniti in comppagnia
dello Special Guest Leon Russell, come tratto del tour estivo. Russell vanta
una lunga collaborazione professionale con Dylan, che risale al lontano
1971, quando ha condiviso il palco con Bob al Concerto per il Bangladesh al
Madison Square Garden. Russell ha anche suonato il basso sul 45 di Dylan
“George Jackson” e co-prodotto leregistrazioni di Bob When i paint my
masterpiece e Watching The River Flow quello stesso anno.
Dopo una meritata pausa, la band ha riattraversato l’oceano per un secondo
tratto europeo con soste in Italia, Francia, Irlanda, Svezia, Germania e in
altri luoghi, segnando solo la sesta volta in assoluto, e la prima volta dal
2000, che Bob sarebbe stato in tour in Europa due volte all'interno di uno
stesso anno civile. Mark Knopfler ha fermato le sessioni di registrazione
del suo album proprio prossimo quando gli è stato chiesto dal team di Dylan
ad unirsi al tour di Bob come atto di apertura dello show. Knopfler ha avuto
il pregio di partecipare alla realizazione di Slow Train Coming ed alla
produzione di Infidels nel 1983. I fans di enrtrambi gli artisti hanno avuto
la possibilità di assisitere a diverse esibizioni con Bob e Mark che
suonavano assieme. Il tour si è poi concluso a Londra con un duetto per la
canzone Forever Young. Legioni di fans hanno riferito l’energia continua di
Bob e il godimento nell’esibirsi, mentre niente dave l’impressione che Bob
volesse rallentare il ritmo del tour.
Il 2011 ha visto anche l’uscita dell’album, acclamato dalla critica,
prodotto da Dylan ed uscito su eticheta Egiptyan Records che è l’etichetta
personale di Dylan) tributo algrande Hank Williams, album di materiale
inedito scritto da uno degli eroi musicali di Bob. I “Quaderni perduti” di
Hank Williams contenevano un gran numero di brani inediti mai incisi, e
questa volta, con tre anni di lavori, lo staff di Dylan ha fato in odo che
diversi artisti, ed esempio Levon Helm, Norah Jones, Jack White, Jakob
Dylan, interpretassero alcuni di quei brani, così come personalmente Bob ha
interpretato The Love That Faded,
Un bel libro nuovo per i bambini di tutto il mondo che ha portato lo spirito
di Blowin' in the Wind è stato pubblicato con il plauso della critica.
Questo libro contiene dolci bellissime illustrazioni di Jon J. Muth che
accompagnano i testi amati di questa iconica canzone di Bob Dylan.
Un'altra mostra di pittura di Bob Dylan, accompagnata da un catalogo che
viene fornito con quattro copertine da collezione, "Le Asia Series", per la
quale Bob ha detto di essersi ispirato durante i tour 2010 e 2011 in
Giappone, Corea del Sud, Cina e Vietnam, è stato mostrato alla Gagosian
Gallery di Madison Avenue, New York, dal 20 settembre al 22 ottobre, 2011,
anche se si è scoperto che alcuni di questi dipinti erano datati 2009,
quando Dylan non era stato in Asia a tutti, ed è stato rivelato che la
maggior parte (probabilmente tutte) queste opere erano state dipinte
copiando delle pre-esistenti fotografie. Ma probabilmente la colpa di questo
“passo falso” è da attribuire agli organizzatori della mostra che hanno
pensato di esagerare per attirarte più pubblico, senza penzare che il
pubblico, per le cose che riguardano Dylan è sempre ultra-attento e
difficilmente si lascia sfuggire qualcosa.
ED infine grazie a tutti voi, fans di Bob ed amici della Fattoria. La vostra
conoscenza di tutte le cose relative a Bob Dylan non finisce mai di stupire.
E, ultimo ma non meno importante, molte grazie a Bob Dylan e suoi compagni
di band, Tony Garnier, Donnie Herron, George Recile, Stu Kimball e Charlie
Sexton. Li ringraziamo per le tante ore di divertimento che danno ai fans di
Bob Dylan di tutto il mondo.
Auguriamoci dunque, che il 2012 sia ancora dylanisticamente più ricco e
proficuo, anche se da un artista di 70 anni non si può pretendere
l’impossibile. Buon 2012 a tutti voi!
Mr.Tambourine
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Quando per Bob Dylan ci vollero due
militari per smuovere la città
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Bob Dylan - 1970 /1988, gli anni difficili
[Pt3]
clicca qui
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Inside Llewyn Davis, i fratelli Coen
vogliono Garret Hedlund
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Martedi 10
Gennaio 2012 La mail di
Stefano Novati
Ragazzi, non dormo più la notte. La song che Clint Eastwood suona sui
titoli di coda del suo ultimo film J. Edgar, a me pare o Spirit On The Water
o Beyond The Horizon. é follia la mia sentire/vedere Dylan dappertutto? o ci
ho azzeccato?
attendo una vostra illuminazione. SN
Non avendo visto il film ho
cercato e letto molte recensioni in rete, ma lasciando da parte le opinioni
positive o negative sul film, non ho trovato da nessuna parte il nome di
Bob. Spero che qualcuno dei nostri amici Maggiesfarmers che l'hanno visto ci
sappia dire qualcosa in più, mi raccomando, stay tuned, :o)
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Tom Petty and the HEARTHBREAKERS
Venerdì 29 Giugno 2012 ore 21:00 Piazza
Napoleone - Lucca - Posto In Piedi: 50,00 + prev
Tom Petty and The Heartbreakers appartengono
a una speciale categoria di Artisti. Una categoria che comprende quei pochi
che hanno saputo sostenere una carriera lunga decenni nonostante la
volubilità del pubblico della musica pop. Hanno messo a segno hits in 5
decenni diversi e venduto decine di milioni di disco lungo il loro cammino.
Sono stati inseriti nella Rock and Roll Hall of Fame al primo anno di
eleggibilità' e hanno accumulato talmente tanti premi e riconoscimenti che
e' difficile persino elencarli. Durante tutto questo tempo la loro
incompromettibile integrità' non è mai stata a rischio e i loro concerti
sono diventati momenti leggendari. Tom Petty ha detto che gli Heartbreakers
sono per prima cosa una live band. I critici li hanno definiti una delle
poche vere grandi rock and roll band ancora in attività. Il pubblico si è
espresso ancora più nettamente facendo si che il Tour del Nord America del
2010 fosse il migliore della storia di Tom Petty and The Heartbreakers,
quello con più presenze di sempre. Tom Petty, con gli Heartbreakers al suo
fianco, è una leggenda del Rock and Roll, adorata da musicisti e amanti
della musica di tutto il mondo. Il Tour che la band compirà in Europa nel
2012 sarà il primo nel vecchio continente dopo 20 anni.
(Fonte: www.summer-festival.com)
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Runnin’ Down a Dream -Tom Petty in Italia
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Venticinque anni dopo Tom Petty torna in
Italia
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Il Mr. Tambourine Man di Bob Dylan
pubblica il primo album
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La mail di Giuseppe
Ho cercato in internet la tomba di Suze Rotolo ma non ho trovato niente, sai
qualcosa? Grazie,
Giuseppe
Posso dirti che il corpo di Suze è stato cremato e
consegnato ai familiari, quindi, al momento, nessuno può dire dove sia Suze,
se a NY, se a Perugia o chissà in quale altro posto. Certo che i parenti
cercherano di tener ben segreto il posto della sepoltura per non far si che
il luogo diventi meta di pellegrinaggio dei fans di Bob, che non succeda che
la tomba di Suze diventi come quella di Jim Morrison tanto per capirci.
Lasciami anche dire che non c’è niente che non vada sulla tomba di Jim, ma
nel caso di Suze sarebbe diverso, e forse anche lei avrebbe preferito
riposare tranquilla senza baraonda intorno, lei sapeva cosa voleva dire aver
vissuto a fianco di Dylan, infatti dalla sua bocca o da quella dei suoi
parenti per oltre quarant’anni non uscirà una parola al riguardo.
Però se qualcuno volesse firmare il Guest Book di
Legacy.com lo può fare
cliccando qui
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Lou Reed influenzato da Bob Dylan?
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Lunedi 9
Gennaio 2012
La mail di Andrea Del Monte
Grazie Mr Tambourine!!
In allegato ti invio l'mp3 della canzone e la copertina come se fosse
scaricato da iTunes.
http://itunes.apple.com/it/album/i-numeri-primi-single/id450321404
Grazie ancora!
A presto, ADM
Grazie a te Andrea, davvero
nashvilliano e godevole, ho riportato anche il link così se qualcuno lo
volesse scaricare lo può fare, grazie ancora e spero di avere l'occasione
per rivederti, un salutone, Mr.Tambourine
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The road goes on forever and the party never
ends
Il ricordo di Paolo Vites
di Carlo Carlini
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So long Carlo...
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Only a Hobo
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The Lost Hank Williams Notebooks
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Davide Imbrogno è il Grande Classico
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The greatest rock & roll band in the world
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