1. Rainy Day Women #12 & 35
2. It's All Over Now, Baby Blue
3. Things Have Changed
4. Tangled Up In Blue
5. Beyond Here Lies Nothin'
6. Simple Twist Of Fate
7. High Water (For Charley Patton)
8. Tryin' To Get To Heaven
9. Tweedle Dee & Tweedle Dum
10. Desolation Row
11. Highway 61 Revisited
12. Forgetful Heart
13. Thunder On The Mountain
14. Ballad Of A Thin Man
(encore)
15. Like A Rolling Stone
16. All Along The Watchtower
17. Blowin' In The Wind
Tel Aviv, Israel - Ramat Gan Stadium -
June 20, 2011
Io voglio indietro i miei soldi, E' così semplice.
Di Nicola Simmonds
Le prestazioni poco brillanti di Dylan hanno deluso i fan con la sua
mancanza di impegno ed il brusco termine dello show. C 'era stato un brusio
nell'aria. Per mesi si potevano udire conversazioni a Tel Aviv su quanto la
gente aveva pagato per i biglietti.
Questo è Bob Dylan. "Blowin' in the Wind" ,”Mr.Tambourine Man". Bob Dylan,
la voce di una generazione. Bob Dylan, che dice le cose come stanno. E
Israele era disposto a pagare. I biglietti più economici sono stati a 250
NIS. Ma questo è Bob Dylan, la leggenda vivente.
Stranamente, gli israeliani hanno formato lunghe ed ordinate code al di
fuori del Ramat Gan Stadium lunedi sera, aspettando il concerto con una
sorta di riverenza e di eccitazione.
Senza salutare il pubblico Dylan è apparso sul palco ed è andato dritto su
una musica di facile ascolto. È vero, ai concerti è necessario ascoltare
l'artista fare il suo "materiale nuovo", forse "dal nuovo album". Il
pubblico ha ascoltato educatamente. E poi c'era un'altra canzone. Più o meno
la stessa cosa. Non so che canzone sia stata. Nessuno lo sa. E poi un altra.
La gente tra il pubblico ha iniziato ad accendersi sigarette, giocando con i
loro telefoni o andando a cercare una birra.
Questa attività lo ha fatto vivacizzare ... si è spostato sul Blues. Blues
molto buono. Se avesse suonato fuori da un live music-bar ed avesse suonato
questa musica sarebbe stata una grande notte.
Si è poi spostato su un rock stile anni ‘50. Buona musica. Ben suonata. Solo
che non è roba da Dylan, la leggenda vivente.
Circa un'ora di questa musica poi le luci si sono spente. E' stato poco
chiaro cosa sarebbe successo dopo. Molti tra il pubblico devono aver sperato
che Dylan e la sua band stessero per salire finalmente sulla macchina del
tempo per tornarte indietro al 1967.
Finalmente.
"Like a Rolling Stone". Questo è ciò che ero venuto a vedere. E' stato
fantastico. Poi "Along the Watchtower" - beh, è stata qualcosa che abbiamo
riconosciuto. Questa è stata seguita vagamente da qualcos'altro, mi hanno
detto poi che si trattava di "Blowin' in the Wind", accuratamente nascosta
dietro un tempo molto particolare e strumentale.
Poi le luci si sono spente ancora. La gente aspettava di vedere cosa sarebbe
successo in seguito. Non è successo più niente.
Nessun "Hurricane". No "Sarah". No "The times they are a-changin’ “. No "Mr.
Tambourine Man". No "It’ ain’t me babe". No “Knockin’ on heaven’s door”. No
"I Want You". No "Maggie’s Farm". No "Just Like a Woman".
Un giovane uomo con le stampelle che aveva chiaramente fatto grandi sforzi
per essere lì, è stato visto uscire dallo stadio zoppicando mentre cantava
"Come ci si sente ... ad essere stati fregati".
Sul viaggio di ritorno sull’ autobus affollato qualcuno suonava Sarah con
una armonica. E il bus ha applaudito.
Caro Tambourine,
come promesso mando un resoconto dell’appuntamento realizzato al Circolino
di Cusano Milanino (grazie a tutti i volontari del CSC) che aveva al centro
l’incontro con Alessandro Carrera.
Alessandro ci ha parlato di Bob Dylan tenendo il pubblico, da par suo e con
grande maestria, inanellando analisi, episodi, spiegazioni letterarie e
musicali. L’evento si incastrava nel giro di presentazioni che Alessandro
sta facendo per promuovere la nuova edizione del suo libro “La voce di Bob
Dylan-Una spiegazione dell’America”.
Abbiamo passato un bel tardo pomeriggio sotto il portico, insieme ad altri
venuti ad ascoltarlo, in un’atmosfera molto stimolante. E’ c’è stato anche
qualcosa di più, perché Alessandro si è fermato con noi per mangiare una
pizza e ti lascio immaginare…
Ti devo dire: è stata una serata davvero istruttiva perché abbiamo potuto
analizzare alcuni aspetti dell’opera di Dylan in un ambiente informale e
senza le consuete “reti” che ostacolano il dialogo. Così è stato sabato 25
giugno.
Sono passati dieci anni dalla prima edizione del libro, tanto significativo
per i dylanisti (dylaniati, dylanologhi, e quant’altro di bobbistico si
possa aggettivare) di ogni parte d’Italia. Copie dell’opera di Carrera erano
disponibili per l’acquisto(la vendita è andata bene) grazie alla
collaborazione con “LaLibreria”, via Lincoln, a Cinisello Balsamo.
Le disponibilità e la capacità, non solo didattica, di Carrera ci hanno
condotto lungo un percorso da cui si sono colte sfumature (non ancora poste
a fuoco, neppure da noi “esperti”) che hanno messo il pubblico in condizione
di seguire l’evoluzione dell’opera dylaniana. Non solo sul piano musicale.
Capire come il giovane (quasi hillybilly) proveniente dalla basse colline
del Minesota si sia potuto inserire, con rapidità e rapacità intellettuale,
nel Village di New York agli albori dei ‘60, è stato molto istruttivo.
Raccogliere il racconto del suo rapporto con Suze Rotolo (abbiamo mostrato
una rarità, come la copertina del vinile che raffigura lei e Bob in
Freewheelin') e di quanto sia divenuto decisivo per la formazione di una
coscienza, che prima il nostro non possedeva. E poi, la grande evoluzione
con l’elettrico e tante, tante, tante cose ancora.
All’appuntamento al Circolino, non potevano mancare i nostri cari amici
della “Band With No Name” che tu stesso avevi così battezzato (e se ne sono
ricordati) Minuccio De Vivo, alla voce e Roberto Muru, alla chitarra e
armonica. Loro sono stati bravissimi, deliziandoci con punteggiature di alto
profilo. Insieme avevamo scelto, volutamente, due brani (“Vision of Johanna”
e “Blind Willie McTell”) non ripercorrendo il solito schema di cose
straconosciute, fornendo il destro a Carrera per inoltrarsi in un discorso
che racchiudeva poesia e musica (il blues) che tanto hanno caratterizzato e
stanno caratterizzando la vita di Dylan. Certo, alla fine dell’incontro, per
i palati di tutti (dylanisti e non) è stato gustoso risentire la “Knockin’
On Heaven’s Door” che Minuccio e Roberto ci hanno regalato.
Un forte abbraccio e molte grazie ancora,
Ivano Bison
Ps. Rilancio un’idea. Perché non pensare ad un raduno di band dylaniste? Una
“due giorni situazionista” scevra da ogni connotato politico e pensando al
puro, colto, intrattenimento, mettendo insieme un’organizzazione collettiva
di eventi?
Ivano Bison mostra la copertina con Bob e Suze;
Alessandro Carrera, con Minuccio De Vivo ( a sinistra) e Roberto Muru
Caro Ivano, grazie per il
resoconto, so per esperienza diretta q8anto sia bello ascoltare Alessandro
mentre parta con la sua voce pacata e coinvolgente, quanto ci sia sempre da
imparare da lui, e quanto interessanti le sue analisi dylaniane. Per quanto
riguarda Suze sai che è un bell'argomento di discussione! Ci sarebbe stato
Bob Dylan senza Suze Rotolo? Senza la sua influenza educativa e sociale?
Sarebbe stato un Bob diverso da quello che abbiamo avuto la fortuna di
conoscere ed apprezzare? Di cosa avrebbero parlato i suoi testi senza la sua
"musa" ispiratrice? Sarebbe divebtato egualmente famoso ed influente come è
stato? O sarebbe stato solo uno dei tanti scomparso dopo qualche lampo di
notorietà? Io sono convinto che Suze sia stata fondamentale, tanto da dire
"no Suze no Bob", ma naturalmente questa è solo la mia opinione che non è
suffragata da qualcosa, è solo un'impressione, una casa senza fondamenta,
un'idea teorica. Comunque invito tutti i Maggiesfarmer a dire la loro su
questo argomento, tanto poco si è parlato di Suze dopo la sia improvvisa
scomparsa, io credo che si meritasse qualcosa di più, anche da Bob. Per
esempio se Bob avesse fatto un comunicato sul suo sito in ricordo di Suze
non sarebbe stato molto più bello invece di quell'insulso discorsetto che
diceva tutto ed il contrario di tutto? Forse Madame Dowd meritava una
risposta mentre Suze non meritava un ricordo? A voi la palla, io ho detto la
mia.
Per la tua idea di una
reunion di band dylaniane, se riuscirai a realizzarla, ti darò tutto
l'appoggio possibile sulla pagine della Fattoria, è dal MFFF del 2007 a
Città di Castello, organizzato dai Blackstones, che non c'è più stato un
ritrovo di artisti che dedicano a Dylan molto del loro tempo suonando le sue
musiche. L'idea è ottima, ti auguro di riuscire a trovare la struttura e
qualche fondo per realizzare questo raduno che potremmo chiamare " 1° Raduno
Nazionale Bob Dylan Tribute Band". Tienimi informato sugli sviluppi, l'idea
è troppo bella per abbandonarla, un abbraccio ed un saluto a te, ad
Alessandro ed ai bravissimi Minuccio e Roberto, Mr.Tambourine.
Martedi 28 Giugno 2011
Odense, Denmark - Funen Village (Den Fynske
Landsby) - June 27, 2011
1. Rainy Day Women #12 & 35 (Bob on keyboard, Stu on acoustic guitar)
2. The Man In Me (Bob on keyboard then center stage on harp)
3. Things Have Changed (Bob center stage on harp, Stu on acoustic guitar)
4. I'll Be Your Baby Tonight (Bob on guitar, Stu on acoustic guitar)
5. Beyond Here Lies Nothin' (Bob on guitar, Donnie on electric mandolin)
6. Boots Of Spanish Leather (Bob on guitar, Donnie on violin, Tony on
standup bass)
7. Ballad Of Hollis Brown (Bob center stage, Donnie on banjo, Tony on
standup bass)
8. Every Grain Of Sand (Bob on keyboard and harp, Stu on acoustic guitar)
9. Tweedle Dee & Tweedle Dum (Bob on guitar)
10. A Hard Rain's A-Gonna Fall (Bob on keyboard, Donnie on electric
mandolin, Tony on standup bass)
11. Highway 61 Revisited (Bob on keyboard)
12. Forgetful Heart (Bob center stage, Donnie on viola, Tony on standup
bass)
13. Thunder On The Mountain (Bob on keyboard)
14. Ballad Of A Thin Man (Bob center stage on harp)
(encore)
15. Like A Rolling Stone (Bob on keyboard)
16. All Along The Watchtower (Bob on guitar then center stage on harp)
17. Blowin' In The Wind (Bob center stage, Donnie on violin, Stu on acoustic
guitar)
Ciao Mr. T,
rispondo a Silvia che chiedeva se la donna che cercava un biglietto gratis
fuori dall'Alcatraz sia poi entrata...
Stai certa che è entrata, Silvia. Si tratta di Federica, una fan che segue
Bob Dylan in ogni tappa da molti anni spostandosi in autostop o con mezzi di
fortuna da un luogo all'altro in tutto il mondo, dall'Europa all'America e
oltre, e che costantemente entra gratis ai concerti grazie alla generosità
di alcuni fan e spesso degli stessi uomini dello
staff di Bob... Praticamente ad ogni concerto cui ho assistito, ormai ho
perso il conto, l'ho sempre vista. Credo sia la persona che ha visto più
concerti di Bob. Oltre mille, a quanto si sa.
Ciao, Michele "Napoleon in rags"
Michele, ciao!
Ci scambiammo un par di mail anni fa in occasione dell'ultimo concerto di
Dylan qui a Bologna (dove abito), quello al
Palamalaguti.
Spero di non fare cosa sgradita col mandarti questo mio testo, che si chiude
con un riferimento al Nostro.
Un caro saluto,
Gualtiero alias Cirano Bolognese
The Milan bound travelin' Cirano Bolognese ballad
Fra Reggio Emilia e Modena, in campagna
a un certo punto passi un largo fiume.
D'estate il guadi e appena un po' ti bagna
a notte è specchio della luna al lume,
ma tu prosegui e con costanza magna
cammina, fa i tuoi piedi quali piume
le piccole città pure cammina
finché appia Milan, che s'avvicina!
Milano, città austera e capitale
di popolo, città orgogliosa e forte
che un faro fue nel bene e pur nel male
e diede sé a chi ha braccio e menti corte.
Milano or può mostrare quanto vale:
se sa e vuol riscattare la sua sorte.
Milano, a un cambio hai dato forza, tanta!
E un bardo americano ora qui canta!
Sul treno per Milano, attorno alle 18, il 22 giugno 2011.
Grande Gualtiero! Ora però ne vogliamo altre!!!!
Ciao, Michele "Napoleon in rags"
Ciao Michele! Sono contento d'averti rivisto
anche se di sfuggita! Parlo del concerto all'alcatraz ovviamente.
Io sono il Gilberto con cui hai cantato De Andrè a casa di Anna, lo stesso
che ti ha dedicato un articolo farlocco in cui denunciavo l'increscioso
episodio secondo il quale Bob Dylan ti avrebbe importunato in quel di
Pistoia.
Sapevo che il tuo grande rammarico era il non aver mai avuto un contatto
diretto con il nostro Bob e quando a casa ho scaricato le foto della serata
ho avuto un sussulto e ho provato un senso di felicità difficile da
comprendere.
La foto non è un granchè ma almeno non è un fotomontaggio, te la spedisco
con tanto affetto e tanta gratitudine per
tutto il lavoro che hai fatto sia su internet che con i tuoi libri.
Un abbraccio, Gilberto
Ciao Gilberto!!! Grandeeee! Non è chiarissima però si
vede Bob davanti al sottoscritto. Credo che tu l'abbia scattata
appena dopo l'attimo in cui Bob mi ha dato il "cinque" perchè se no avrei
ancora la mano tesa (l'ho abbassata solo dopo ovviamente).
Grazie davvero, per lo scoop :o))) Mi hai reso felice! Hai la mia
gratitudine eterna!!!! :o)))
Michele "Napoleon in rags"
La foto del grande Michele
"Napoleon in rags" davanti a His Bobness scattata da Gilberto sarà la homepagepic per un pò di tempo, così sarete
contenti tutti e due!!!! :o) Mr.Tambourine - (PS: Ti odio
Nap...:o<<<<<<<<<grrrrrrr,,,,,,,!)
Hamburg, Germany - Stadtpark Freilichtbühne -
June 26, 2011
1. Leopard-Skin Pill-Box Hat (Bob on keyboard)
2. Don't Think Twice, It's All Right (Bob on keyboard)
3. Things Have Changed (Bob center stage on harp)
4. I Don't Believe You (She Acts Like We Never Have Met) (Bob center stage
on harp)
5. Beyond Here Lies Nothin' (Bob on guitar, Donnie on electric mandolin)
6. To Ramona (Bob on keyboard, Tony on standup bass)
7. Cold Irons Bound (Bob center stage)
8. Tangled Up In Blue (Bob center stage on harp)
9. Summer Days (Bob on keyboard)
10. Tryin' To Get To Heaven (Bob on keyboard)
11. Highway 61 Revisited (Bob on keyboard)
12. Visions Of Johanna (Bob on keyboard, Donnie on electric mandolin)
13. Thunder On The Mountain (Bob on keyboard)
14. Ballad Of A Thin Man (Bob center stage on harp)
(encore)
15. Like A Rolling Stone (Bob on keyboard)
16. All Along The Watchtower (Bob on guitar then keyboard)
17. Forever Young (Bob center stage, Tony on standup bass)
Mainz, Germany - Volkspark (Open Air) - June
25, 2011
1. Rainy Day Women #12 & 35
2. Don't Think Twice, It's All Right
3. Things Have Changed
4. Girl Of The North Country (Bob on guitar)
5. Beyond Here Lies Nothin' (Bob on guitar)
6. The Lonesome Death Of Hattie Carroll
7. Summer Days
8. Tangled Up In Blue
9. The Levee's Gonna Break
10. Ballad Of Hollis Brown
11. Highway 61 Revisited
12. Desolation Row
13. Thunder On The Mountain
14. Ballad Of A Thin Man
(encore)
15. Like A Rolling Stone
16. All Along The Watchtower
17. Blowin' In The Wind
Scrivo anche io il mio piccolo resoconto della trasferta all’ Alcatraz, con
il desiderio di non spegnere il fantasma di elettricità che ancora invade le
mie ossa. Che dire! Una sorpresa inaspettata, che è tutta abitata dalla
qualità e
dalla partecipazione della performance di Bob. C’è anche da dire che per la
prima volta sono riuscito a stare in primissima fila, e questo mi ha dato
quasi la sensazione presuntuosa che era un concerto privato ed intimo col
sottoscritto. Come del resto tutti, anche io sono stato colpito nelle membra
da una Can’t Wait inaspettata, e gioiosamente esibita e giocata con il
pubblico. E che dire di una Mr. Jones teatralizzata a tal punto da essere
non solo cantata (e bene), ma anche recitata (il nuovo modo di Dylan, a
questo punto, di essere sul palco. E un modo che mi ha fatto pensare
all’esibizione più nota di Isis durante la lontana Rolling Thunder) ?!
E poi le Visioni di Giovanna, visioni narrate in un ennesimo altro modo, in
una modalità sentita, partecipata, accordata (finalmente) alla melodia di
quel pezzo, così difficile e struggente.
Non mi va di essere oggettivo, o fare il ruolo del critico musicale (che non
mi appartiene). Sono però indubbiamente oggettive alcune cose: la voce, c’è
ancora ed è come rinata, da un sotterraneo riaperto alla luce da chissà
quale
benedizione, o voglia, o desiderio, o casualità. La nuova modalità teatrante
di stare sul palco, sotto le luci e di fronte al pubblico, senza cadere nel
banale o in quelle facili concessioni che strappano troppo facili applausi
(Dylan stesso rispetta il mito dylan, quel mito che lui stesso ha creato).
Ciao a tutti e grazie per il sito
Hollis Bmp
ps.
unico rammarico, avrei anche io voluto dare un "cinque" a Bob... :-(
...questa cosa mi rode :-)
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
di Daniele Ardemagni
Ogni volta che arriva in Italia o che esce un suo lavoro arriva il Beppe
Montresor di turno che deve gettare fango sul mito...avessi ascoltato questo
"giornalista" sarebbero già da anni che non andrei più ad un concerto del
Nostro o comprerei un suo album o lo riterrei ormai una personaggio
appartenente a un lontano passato. Ma tendiamo un velo pietoso sui soliti
"dotti" e passiamo alla splendida performance di Bob all 'Alcatraz di
Milano, l'undicesimo che vedo dal 2000.
Ho sempre visto Bob in posti piuttosto ampi come palasport, piazze o grandi
parchi. Questo Alcatraz all'inizio mi ha fatto storcere un pò il naso ma poi
mi sono accorto che era uno di quei posti dove negli ultimi anni avrei
voluto vedere Bob: un posto intimo, quasi un saloon dove l'Artista con la
cow-boy band racconta le sue storie.
All'inizio dello spettacolo Bob si vedeva che era un pò nervoso per
qualcosa...c'è chi dice per l'audio, dove non riusciva a sentire certi
strumenti, chi dice per un faro che gli dava fastidio..ma lo show è
proseguito alla grande e la cosa che più mi fa piacere è che si è dato ampio
spazio ai lavori recenti e questi sono stati salutati con grande entusiasmo
dalla folla...il che vuol dire che ormai fanno parte dei classici.
Da brividi Can't wait, con Dylan che solca il palco da sinistra a destra e
ogni tanto si abbassa sul pubblico che acclama...grande performance vocale,
altro che non sa cantare..
Altra perla della serata dove sul pubblico sembrava scesa un'aria surreale è
la recentissima Forgetful Heart che anche questa scatena l'entusiasmo della
folla adorante e l'altra da brividi è Ballad of a thin man, che anche lo
scorso anno a Padova fu la scintilla che fece portare il pubblico sotto le
transenne.
Non sono mancati naturalmente i vecchi classici come H61, I don't belive
you, Leopard-skin pill-box hat che ha aperto il concerto, una bellissima
Vision of Johanna e la triade dei bis con l'immancabile Like a rolling
stone, All along the watctower e la conclusiva Blowin' in the wind. Nel
mezzo del concerto non sono mancati i momenti blues e swing degli ultimi
lavori come Thunder on the mountain, Spirit on the water, The levee's gonna
break, Summer days e Tweedle dee & Tweedle dum. Forse il pubblico sperava in
un Tangled o Simple Twist of Fate ma...sarà per l'anno prossimo.
Mentre lo vedevo anche accennare a qualche passo di danza sul palco in
versione crooner con microfono in una mano e nell'altra l'armonica o passare
dalla tastiera, ultimamente molto meno usata, alla chitarra elettrica mi ha
dato l'impressione di essere di fronte ad un uomo che, nonostante non sia
stato un gran salutista in passato, nonostante la sua vita continuamente on
the road e i suoi 70 anni "suonati", deve avere un'energia pazzesca...quasi
invidiabile.
Grazie Bob per questa ennesima emozione che hai dato al tuo pubblico...al
tuo vasto pubblico: dalla bambina che ti ha donato un mazzo di fiori quando
sei uscito per andare sul pullman ai tuoi fan della prima ora...e ai
trentenni come me che tramite le tue canzoni continuano a sperare in un
mondo migliore e che quando sono ai tuoi concerti o nella propria camera ad
ascoltarti in qualche modo è come se il mondo, anche se per la durata di un
concerto o di un disco, sembri migliore davvero.
P.S. : Questo concerto si aggiunge insieme a quelli del 2001 a Brescia nella
straordinaria cornice di Piazza Duomo, a quello del 2002 a Milano e a quello
dell'anno scorso a Padova fra i miei preferiti.
Daniele Ardemagni
Buonasera Mr Tambourine,
Davvero un sito fantastico, complimenti. Negli scorsi mesi vi ho sfruttato
tantissimo, ma non ho mai scritto niente. Oggi però sono in vena di
considerazioni sul concerto del 22. Premetto che non ho termini di paragone,
e che posso solo darvi un idea delle impressioni che possa avere una
sedicenne di oggi vedendo Dylan dal vivo.
L'altra sera sono stata come parecchi di voi, all'Alcatraz, a vedere il mio
primo concerto di Bob Dylan, a cui mi sono avvicinata davvero solo
quest'anno soprattutto per merito di De Andrè, di cui sono sempre stata
patita, e che traducendo un paio di canzoni di Dylan mi ha indicato la retta
via. Poi ci ha pensato Bob a stregarmi del tutto. Così appena ho saputo che
il vecchio Bob sarebbe venuto a Milano, dove peraltro abito, mi son
precipitata a prendere i biglietti con una mia amica. Le mie aspettative
erano bassissime. Tutti mi dicevano che Bob non sapeva più cantare, alcuni
che non ne era mai stato capace, ma che insomma, il concerto sarebbe stato
un delusione. Comunque il ventidue, nel primo pomeriggio, sono giunta
all'entrata dell'Alcatraz, svenendo dal caldo. Ho chiaccherato un pò con la
gente che c'era fuori in trepidante attesa. Tutti molto simpatici, e molto
esperti dei concerti di Dylan: ne avevano visti minimo venti ciascuno. Una
volta dentro mi sono ricongiunta alla mia amica che nel frattempo era
arrivata, e ci siamo accaparrate un posticino quasi in prima fila. Alle nove
e dieci si spengono le luci, entra Bob Dylan in persona e attacca
"Leopard-Skin Pill-Box Hat". Era la prima canzone del primo concerto di Bob
Dylan che vedevo in vita mia, si deve considerare il fattore dell'emozione,
il fatto che questa canzone faccia parte di un album come Blonde On Blonde,
ma l'ho amata. Le due canzoni seguenti mi sono piaciute anche se ho faticato
a riconoscere "Till I Fell in Love With You". I Don't Believe You fa parte
del primo album che ho comprato, quindi sono stata felice di ascoltarla,
anche in quella versione strampalata. Dopo un paio di canzoni ha attaccato
"Spirit On The Water". In certi momenti l'ha cantata davvero bene, anche se
la canzone in se non mi fa impazzire, e mi son detta che Bob la voce quando
vuole ce l'ha sul serio. Dopo Tweedle Dee & Tweedle Dum, I Can't Wait.
Davvero bella. Uno dei momenti più coinvolgenti della serata. Anche per
Visions Of Johanna sono andata in visibilio, perché era proprio quella che
speravo di sentire, e che in fondo non suona così spesso. Highway 61 non mi
diceva proprio niente, mentre Forgetful Heart ha bissato il successo di I
Can't Wait. Favolosa anche Ballad Of A Thin Man. Questi sono stati i punti
salienti della serata. Le ultime tre erano pessime, almeno per me, si
salvava solo Like A Rolling Stone perché l'ha cantata il pubblico.
Comunque tornerei anche domani a un concerto di Bob Dylan. Mi sono divertita
da morire, sembrava di conoscersi tutti, fra di noi del pubblico, e ho
notato diverse facce giovani giovani, tipo una bambina che avrà avuto otto o
nove anni, dei ragazzi della mia età e altri. E poi Bob è sempre Bob: ogni
tanto ti stupisce per i suoi colpi di genio, e quando non lo fa glielo
perdoni volentieri, perché che gli piaccia o no, è un monumento ambulante.
Saluti a tutti,
Silvia
PS: Qualcuno sa dirmi se poi la signora che chiedeva un biglietto gratis ce
l'ha fatta ad entrare? Mi hanno detto che segue Bob in tutti i suoi concerti
e che di solito entra. La cosa mi ha colpita!
Restiamo in attesa di sapere
se qualcuno l'ha rivista all'interno, dubito che qualcuno gli possa aver
regalato il biglietto, comunque se entra sempre avrà un suo sistema segreto
molto valido!!! I miei complimenti personalissimi per una giovane fan al suo
primo concerto, continua così, non te ne pentirai mai, un salutone and stay
tuned :o)
Dopo aver visto lo show di Oz nella prima parte dell'anno avevo aspettative
abbastanza alte per questo spettacolo, soprattutto in considerazione della
sede del club.
C'è stato un inizio un pò in ritardo e ci chiedevamo se questo poteva
significare un’ ultima di revisione della setlist pochi minuti prima
dell’inizio. Chi sa, ma la set list è stato certamente ribaltata – Leopard
skin, Till i feel, Leeve, Visions of J, Forgetful heart, da non credere. Un
cambiamento di testo in When i paint my masterpiece che non sono riuscito a
capire durante il ritornello della gondola e della Coca Cola. È stato bello
sentirla, soprattutto dopo essere stato a Roma la settimana precedente.
Bella strumentazione e bel canto per Visions. Ha cantato con attenzione le
strofe in una linea melodica discendente, a volte estendendo le vocali per
un tempo veeeeeery lungo.
Dylan era chiaramente in forma e la voce era forte. Faceva jogging alla
tastiera in stile Leonard Cohen (non credevo che avrei mai scritto questo).
Oltre alla scelta delle canzoni la cosa che mi ha schiantato è stata come
era teatrale la sua performance. Per molte delle canzoni ha vagato per il
palco (davanti a destra, sinistra anteriore, centrale, tutta la strada
ancora una volta) con il microfono in mano , “interpretando” il dramma dei
testi, con gesti di mano teatrali, con i movimenti del corpo e le
espressioni facciali. Sì, c' era un pò di Al Jolson dentro di lui, un pò di
crooner degli anni '50, ma più che una forte dose di declamazione sembrava
volesse inveire contro qualcosa o qualcuno. Roba geniale. La cosa più vicina
che io abbia mai visto simile a questa è il filmato del '95 dello show di
Praga. E' stato più evidente durante Can’t wait, Forgetful Heart, e Thin
Man. Stava veramente interagendo con il pubblico che gli dava un sacco di
energia. Questo è sicuramente un piccolo club adatto per vedere un concerto,
col palco in alto a non molta distanza dal pubblico. Non molto più vicino
del palco del Mercury Lounge, Melbourne 98, ma abbastanza simile.
La chitarra molto buona suonata durante lo show di Oz è continuata qui. Lui
ha suonato qualche bel liks di sporco blues durante “Till I Fell In Love
With You” che hanno fatto sorridere Charlie.
Ci sono stati alcuni problemi tecnici - il cavo del microfono non sembra
abbastanza lungo, il cavo del microfono del canto e quello dell’armonica si
attorcigliavano continuamente, continuava a spostare l'asta del microfono
durante le canzoni, a volte si muoveva oltre a cantare con il microfono con
la chitarra ancora a tracolla per andare a parlare con Donnie dei problemi
tecnici.
Per il grande popolo che ho incontrato lungo il sentiero di Dylan, godetevi
il resto degli shows – questa si presenta come una buona annata.
Ciao Mr. Tambourine,
quello che non quadra è che tu ti riferisci alla serata del 28 maggio
(biglietto giallo) io parlavo di quella del 29 maggio (biglietto verde) che
a voler essere benevoli è stata quasi passabile, io le ho viste entrambe.
La prima non la considero neanche un concerto, ma un soundcheck un pò
affollato e mal riuscito, l'ho rimossa dalla mia memoria e sono arrivato a
negare di esserci stato, volevo anche bruciare il biglietto per non lasciare
prove ai posteri.
L'unica cosa divertente che ricordo è Blowin in the Wind dove Santana ha
dimostrato di essere un super chitarrista, Dylan dopo due strofe gli ha
fatto cenno per un assolo, evidentemente non provato, Santana dopo una
titubanza di una frazione di secondo si è lanciato in un'arpeggio molto
"spanish" coperto prima dai fischi poi dagli applausi. La sacralità del
momento era tale che chiunque sarebbe scappato!
Nella mia lista mi sono accorto che manca :
1998 LUCCA (Piazza napoleone) ***
in tutto sono 27 concerti ed un'apparizione, su quello del 2002 concordo
pienamente è tra i miei migliori ricordi, anche se in cima a tutti mettrerei
quello di Milano dell' 89, con l'insuperabile G.E.Smith che faceva fuoco e
fiamme e Tony Garnier ai primissimi concerti, ed una Shelter from the Strom
mai piu sentita in quel modo, cercatela nei bootleg
dell'epoca (All the Way Down to Italy ed altri), quella sera sembrava che
Dylan volesse far saltare sulle sedie tutti, e ci riuscì!
Maurizio
Ricordo anche quello dell' 89,
concordo pienamente!!! :o)
Carissimo Tambourine, sull'onda dell'entusiasmo per la performance milanese
del Maestro, ho il piacere di comunicarti, e quindi con la richiesta di
darne notizia su MF, che quest'anno il "Dylan Fest" di Moville (Irlanda)
vedrà una presenza italiana ancora più forte; dopo il successo personale del
2010, insieme a Pino Tocco, ci faranno compagnia gli amici della Slow Train
Band.
L'evento inizierà il 30 giugno presso il
Rosato's, lo storico pub della piccola cittadina del Donegal; anche
quest'anno siamo stati scelti come "headliners" del festival (la serata vedà
comunque la partecipazione di altri artisti in alcune canzoni), per poi
snodarsi, nei giorni successivi, fino a domenica 3 luglio, in diverse
locations dove il calore della gente
non mancherà di farsi sentire.
Questo è il link della pagina dedicata all'evento con il programma completo
e la presentazione di tutti i partecipanti:
http://www.craicon.com/moville/1/dylanfest-2010-programme-.shtml
We are.."getting ready for the feast.." !!
Al Diesan
Caro Al, auguro a te e Pino
di bissare il successo dello scorso anno, ed agli amici della Slow Train
Band di iniziarne uno nuovo, fatemi sapere tutto al vostro ritorno. ciao,
Mr.Tambourine
1. Leopard-Skin Pill-Box Hat (Bob on keyboard)
2. Don't Think Twice, It's All Right (Bob on keyboard)
3. Things Have Changed (Bob center stage - no harp)
4. To Ramona (Bob center stage on harp then keyboard)
5. Beyond Here Lies Nothin' (Bob center stage on harp then keyboard, Donnie
on trumpet)
6. Make You Feel My Love (Bob on guitar)
7. Tweedle Dee & Tweedle Dum (Bob on guitar)
8. Tangled Up In Blue (Bob center stage on harp)
9. Jolene (Bob on keyboard)
10. Ballad Of Hollis Brown (Bob center stage - no harp, Donnie on banjo)
11. Highway 61 Revisited (Bob on keyboard)
12. A Hard Rain's A-Gonna Fall (Bob on keyboard)
13. Thunder On The Mountain (Bob on keyboard)
14. Ballad Of A Thin Man (Bob center stage - no harp)
(encore)
15. Like A Rolling Stone (Bob on keyboard)
16. All Along The Watchtower (Bob center stage - no harp)
17. Blowin' In The Wind (Bob on keyboard then center stage on harp, Donnie
on violin)
HEY, BOB! GIMME FIVE!
di Michele "Napoleon in rags" Murino
Ciao Mr. T.
un veloce racconto dal Neverending tour, data di Milano. NON dovevo andare
al concerto, NON avevo preso neanche il biglietto. Lavoravo mercoledì e poi
non ero neanche molto in forma, leggasi sfatto. Fatto sta che al mattino mi
chiama l'amico Mario Luzzatto Fegiz dicendomi che aveva piacere di vedermi
al concerto. Io gli dico che non vado e lui "ma come?"... e io "beh verrei
pure ma non ho il biglietto...", e lui "ti faccio avere un accredito
stampa"... A quel punto il diavoletto Bob tentatore ha la meglio. Il fatto è
che Mario mi chiama per confermarmi l'accredito alle 18, quindi devo fare
una corsa all'auto e da Aosta in 2 ore è un quarto sono all'Alcatraz dove
incontro il Fegiz nazionale e prima ancora mi imbatto nel nucleo storico di
MF, Carlo "Pig" ed Elio "Rooster" a cui volevo fare una sorpresa ma me la
fanno loro perchè mi scorgono in auto mentre cerco un caotico parcheggio
milanese.
Davanti all'Alcatraz il bus nero di Bob sosta
pachidermico ed incontriamo vari fans/maggiesfarmers, Corrado Ori Tanzi,
Alexan "Wolf", Luca e compagna, e molti altri... E tra noi come niente fosse
passa nientemeno che un mito, Edoardo Bennato, venuto a vedere Bob, e che si
aggira anonimo ma carismatico tra noi. Ci si dice speranzosi: "Il bus è qui
e Bob è dentro... aspettiamo?". La tentazione è forte, quindi rinunciamo ad
un posto in prima fila e restiamo fuori dall'Alcatraz come i pellegrini in
S.Pietro in attesa dell'uscita del Sommo Pontefice. Ad un certo punto, un
po' dopo le 21, i cinque musicisti della band escono dal locale, vanno in
fila verso il bus e capiamo che sta per scendere Bob che infatti di lì a
poco ci appare nero come fosse un toreador e seguito e protetto ai lati dai
suoi musicisti in veste di banderilleros e picadores, si avvia verso
l'Alcatraz come Dominguin che scende nella Plaza de Toros. Ai due lati delle
transenne poste per impedire la vogliosa quanto incredula calca, i fans
gioiscono al passaggio della "quadrilla" anche se devo dire che non è che si
sentano molte grida o applausi, poi capisco perchè: sono tutti impegnati a
fotografare e filmare quindi hanno le mani impegnate e probabilmente la
salivazione azzerata :o) Il concerto è bello devo dire, molto convincente
nel suo complesso... Quello di Chatillon, l'ultimo che avevo visto, mi aveva
deluso e tanto per un sound troppo uniforme e piatto e per un Bob senza
voglia di cantare (era poi stato male nel backstage tanto da richiedere
l'intervento del medico). Stasera invece è tonico, in alcuni brani canta, ma
CANTA davvero, ed in particolare nel gioiello della serata, "Can't wait",
che è l'unico brano che manda in visibilio il pubblico a livelli davvero
alti dall'inizio alla fine, con ripetuti applausi a scena aperta ed urla che
sottolineano ogni 30 secondi i versi sputati fuori da Bob. Perchè non canta
sempre così, maledizione? Mi sono piaciute molto anche "Ballad of a thin
man" e "All along the watchtower". Ad un certo punto di "Like a rolling
stone" Bob si è inventato un fraseggio cadenzato in maniera stranissima con
melodia ovviamente stravolta, davvero bello! Un po' deluso dai troppi pezzi
similari tutti insieme: Leeve, Summer, Thunder, Tweedle... Decisamente
troppe per me. Un altra perla invece è stata "Forgetful heart", davvero
magnifica. Comunque decisamente un concerto superiore alle aspettative, il
ritorno di Sexton secondo me si fa sentire e Bob mi sembra tornato
abbastanza voglioso (però non ho sentito le cose live recenti quindi non so
se a Milano ha cantato con più convinzione rispetto al solito).
A fine concerto, con Elio e soci decidiamo di perderci gli ultimi secondi di
Blowin' per correre fuori a posizionarci alle transenne come all'inizio,
visto che Bob deve per forza ripassare da lì. Mentre Elio, Carlo e soci
restano alla transenna di sinistra rispetto all'ingresso del locale, io ho
un'intuizione che si rivelerà determinante. Mi sposto alla transenna di
destra facendo il giro dietro il bus di Bob. Non so perchè l'ho fatto, si
vede che una voce di dentro mi diceva che di là
c'erano più possibilità di avvicinare Bob. Così è stato. Vedo una bambina
con un mazzo di fiori, proprio all'estremità della transenna, dove c'è un
varco che la security non è riuscita a chiudere. Appena vedo la band e Bob
che escono dall'Alcatraz dico alla bimba di correre oltre la transenna e
dare i fiori al signore vestito di nero col cappello. La security non la
blocca ovviamente, trattandosi di una bimba con dei fiori. Lei si para
davanti a Bob che si ferma, imitato dai suoi musicisti. Dylan sorride e
prende i fiori mentre la folla cerca di scattare foto, anche se intorno i
vari addetti coprono le
macchine con fogli per chiudere la visuale del viso di Dylan. A quel punto
mi dico o ora o mai più. Faccio due passi avanti dietro la bambina forzando
la security che non mi trattiene più di tanto. Chiamo Bob, gli sorrido e gli
tendo la mano destra invitandolo al "cinque".
Lui mi guarda, abbozza un sorriso alla Fonzie e mi dà un pugno sulla mano
(mancava solo che dicesse "Hey!" :o) ). Insomma splendida serata con la
ciliegina sulla torta, diciamo così. Elio ha postato un paio di video
dell'ingresso e dell'uscita di Bob dall'Alcatraz. Li trovate qui sul suo
profilo facebook insieme ad altre cose interessanti dalla serata:
http://www.facebook.com/profile.php?id=100001137251493#!/elliotti
Che dire? Proprio il concerto al quale non dovevo andare resterà nella mia
memoria come il più memorabile, scusate il gioco di parole. Un grazie a
tutti i maggiesfarmers che ho incontrato (all'uscita ci siamo visti anche
con il nucleo storico napoletano, Antonio Genovese e Leonardo "Lion", della
Maggie's Farm Southern Band, e poi col grande Vites, Stefano, Alessandro
Cavazzuti ed altri).
Grazie a tutti e ai molti che ho dimenticato di citare.
Michele "Napoleon in rags"
ps: naturalmente se qualcuno dei fans che era
dietro di me
durante l'incontro con Bob ha scattato una foto che immortala il "gimme
five" e me la posta mi fa appena appena felice. ma proprio appena appena :o)
Credo proprio che il "cinque"
di Bob tu te lo sia ampiamente meritato, che invidia.....!!!!! :o((((((((((
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
di Paolo Scotto
È la prima volta che scrivo a Maggie's Farm, nuova gestione. Il concerto di
Milano è il motivo.
Che dire?
Peggio di Padova lo scorso anno, quando almeno motivi di speranza erano dati
da un Dylan semovente e chitarrato rispetto alla paralisi di tre anni prima
a Pistoia – non ne ho visti moltissimi ma abbastanza per esprimere qualche
giudizio non affrettato (e poi in rete c’è tutto ormai).
Capisco che il nostro è ormai oggetto di un culto indiscusso e anche ieri
sera l’entusiasmo era, come dire, alle stelle, ma uno sguardo e soprattutto
orecchie non troppo devotamente sorde mi dicono, ah i sensi, che è il caso
dire basta.
Per carità mi rendo conto che l’unico motivo che spinge ancora molti è
questo irrinunciabile rapporto sadomasochistico – avrà veramente sorriso? Ha
veramente soffiato nell’armonica alla fine di When i paint my masterpiece,
era da Sheffield ’97 che non lo faceva – che, necessariamente, si paga, ma
settanta euro forse sono diventati veramente troppi.
Capisco anche, sociologicamente, che il r’n’r è questione di adulti a
reddito medio-alto.
Ieri c’erano anche tanti ragazzini che volevano partecipare al mito,
giustamente rifiutando il triste destino di little monsters ( a proposito il
povero Clarence Clemons dopo aver suonato in ogni bar degli usa sarà
ricordato per aver suonato con Lady di ferro Gaga).
L’altra spiegazione – vederlo crollare sul palco, che forse è quello che
vuole lui e molti con lui sperano – mi sembra un po’ troppo cinica.
Infine se questo insopportabile zum-pa o one-two marchin’ beat è tutto
quello che resta se ne può fare a meno.
È stato bello.
Anche io pago il mio piccolo tributo devozionale contento di avere ascoltato
Visions of johanna dalla viva voce e in persona.
Fare thee well,
Paolo
Per tutte le cose c'è sempre
una prima volta, spero di leggerti ancora, ciao e grazie per la rec, :o)
per quel che si è sentito credo proprio che sia till i fell in love.
Al di là degli entusiasmi di Riccardo, nessun altro ha visto il concerto?
Michele Murino è stato all’alcatraz?
Le reviews spettano a voi.
Da parte mia oggettivamente e con tutto il bene, come si dice a Napoli,
credo che it’s all lover now, babies (blue or not)
Ciao, Paolo
Il fatto è che sia Boblinks e
bobdylan.com avevano citato nelle loro setlist come terza canzone Make you
feel my love, corretta poi il giorno dopo, invece aveva ragione il nostro
Riccardo che ben aveva scritto nella sua recensione che il pezzo era till i
fell in love with you.
Michele è stato al'Alcatraz e la sua recensioni l'hai letta qui sopra, credo
di aver svolto bene il mio lavoro finora con le recensioni, e non credo sia
ancora finita, tanti altri amici Maggiesfarmers dovrebbero mandare le loro.
Le luci non c'entrano una beata fava, ha avuto problemi tutta la sera CON LE
SPIE, non riusciva a sentirsi bene, capito? Cosa FONDAMENTALE per un
musicista su un palco, delle luci non gliene poteva fregare di meno...
M
Caro Michele, cosa ti da
questa certezza? Per affermare questo dovevi essere sul palco, sei mai stato
su un palco con uno spot negli occhi? Ciao e grazie per l'osservazione, :o)
Ciao a tutti,
dopo il nostro casuale incontro fuori dall'Alcatraz e dopo lo storico
"contatto" tra Michele Murino e Bob, mi inserisco per la prima volta nei
vostri commenti per esibizione dell'Alcatraz.
Prima di tutto la location, per quest'anno si parlava di Piazza S.Marco a
Venezia e ci troviamo in una discoteca in centro a Milano con i pullman
sulla strada e Dylan che esce dal locale praticamente col pubblico, ho visto
28 concerti di Dylan dal 1984 in stadi, arene, ville, piazze, palasport,
ippodromi etc., ma un posto cosi bizzarro non me lo sarei mai
immaginato!
Lo show e' stato discreto ma avaro di capolavori e "gemme" nascoste che ha
sfoderato nei concerti di quest'anno, non dico i classici che tutti
vogliono, ma quei brani da come High Water, Trying to get in Heaven, Tangled
up in Blue, Senor, A hard rain's Gonna Fall che alzano di molto il livello
di un'esibizione.
Il prezzo del biglietto è stato giustificato da qualche grande pezzo come
Visions of Johanna, When I paint My Masterpiece e la solita Ballad of a Thin
Man eseguita in maniera insolita e teatrale, come anche Can't Wait.
Il resto del repertorio suonato all'Alcatraz è gia' stato molto utilizzato,
non parliamo poi dei bis, la nuova veste di All Along the Wathctower non mi
convince affatto, ho comunque trovato la band e Dylan molto in palla come lo
scorso anno a Padova, tradizionalemte i concerti di inizio tour (dopo una
pausa di qualche settimana) sono spesso
soddisfacenti, siamo lontani dalla ripetitivita' e dalla stanchezza di
qualche anno fà.
A questo punto è auspicabile un futuro rinnovo del repertorio e il
saccheggio di album che sembrano totalmente dimenticati come Infidels o Oh
Mercy, non parliamo poi di Desire (l'ultimo pezzo che ho sentito è stato
Joey a Modena nell'87), pieni di quelle "gemme" che sempre cerco e non trovo
quasi mai, ripeto, quasi mai, e forse questo quasi che mi fà inseguire Dylan
da quasi trent'anni.
Ci vediamo al prossimo concerto !
Maurizio
P.S.: Una nota divertente sul pubblico VIP dell'Alcatraz, ad un certo punto
mi sono trovato accanto Edoardo Bennato, vistosamente imbarazzato e nervoso
faceva palesemente finta di telefonare col cellulare, a chi si avvicinava
per salutarlo o fare una foto neanche rispondeva, un distacco ed una
freddezza francamente ridicoli a 62 anni.
Molti anni fà incontrai Fabrizio De Andrè alla fine di un suo concerto e
rimase a stringere mani a tutti per un'ora, il suo autista spense il motore
e si mise a fumare e Fabrizio se ne andò solo dopo aver accontettato tutti e
fatto l'ultimo autografo su un pacchetto di sigarette!
E pensare che Fabrizio a scritto "Creuza De Ma" e Bennato "Viva la
Mamma".....
Di Fabrizio ce n'era uno,
tutti gli altri..................son diversi, :o)
Ciao Mr.Tambourine. Non so se potrai togliermi questa curiosità: quante case
possiede il grande Bob (oltre a quelle di Malibu e Londra), e dove?
So che è una richiesta bizzarra, ma per uno come me che conta pure i peli
del
c...di sua Bobbità, è fondamentale!!!
Grazie.
Credo che anche Bob avrebbe
delle difficoltà a risponderti, dovrebbe pensarci sopra a lungo,mi spiace, domanda impossibile!!!!
Accontentati di contare i peli del c... di Bob....:o)
Venerdi 24 Giugno 2011
Ciao Mr Tambourine,
ti allego un breve testo con le mie impressioni del concerto di Bob a Milano
Corrado
Impressioni sparse su Bob all’Alcatraz
di Milano
È diventato un crooner così crooner che Tom
Waits probabilmente non dorme più la notte per capire come diavolo ha fatto
a toccare le profonde lande della voce. E che voglia di tirarla fuori ‘sta
voce. Che dimostrerà pure tutto il peso che il tempo le ha appoggiato sopra,
ma che ieri è uscita potente e fuori dai consueti binari delle “spoken
words” con cui ci aveva abituati. Come commentava Alexan durante il
concerto, Bob a Milano non si è nascosto dietro agli strumenti. La band
procedeva (bene mi pare, no?) e lui lì a dare ancora un gran bel fiato a
testi immortali. Con dizione luciferina, magari. Ma chissenefrega.
Tre momenti sopra ogni altro, almeno per chi scrive. Il primo è stato Can’t
Wait. Personalmente non mi ricordo una versione così tirata. Bella, limpida,
potente, cantata al massimo, quasi con enfasi teatrale col Bardo in mezzo al
palcoscenico col solo microfono in mano quasi a dire: “Non so ancora
esattamente cosa sono, ma ricordatevelo bene: sono ancora io”. Meravigliosa.
Quindi Forgetful Heart, da commuovere Keats e Shelley (frega un casso, oggi
si vola), e infine Ballad of a Thin Man con quel suo incedere ipnotico che
Bob ha valorizzato al massimo (brivido unico). Certo, poi non sono mancati
in cui dire: “Mica male sto pezzo nuovo di zecca, mica male davvero”, per
poi scoprire alla fine che trattavasi di Visions of Johanna. O maledire la
scelta di aver tenuto fuori Simple Twist of Fate, che le scalette precedenti
davano addirittura con lui alla chitarra (Bob però questa me la paghi).
Aveva ragione Michele a esclamare alla fine: «Visto che Bob ce l’ha la
voce?». Per una volta l’ha tirata fuori. Poi, guardate che culo che c’ha
certa gente, il papà di Maggie's Farm si è preso pure un cinque alto da Bob
mentre lo attendevamo all’uscita. Chissà, forse anche lui si era accorto che
era stata una bella serata. E per qualche secondo si è umanizzato
concedendoci una sosta per accettare un mazzo di fiori con un sorriso di
soddisfazione (Bob non negarlo, hai sorriso).
Un saluto a tutti i maggiesfarmiani, vecchi e nuovi. Bella gente. Piani alti
dell’umanità. Forgetful Bob/ We love you with all the love that life can
give/ What can we say/Without you it’s so hard to live…
Corrado Ori Tanzi
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Alcatraz 22 giugno
di Alfredo McTell
Niente di nuovo ma comunque speciale. Soggettivamente il motivo per cui mi
sono esaltato è che ho portato mio figlio di 12 anni il quale a dispetto di
ogni previsione ha gradito il concerto dall’inizio alla fine. La seconda
canzone è stata “when I paint my masterpiece” e al di là del fatto che è
stata una buona esecuzione mi ha fatto pensare che non ero al concerto di un
mito ma di una persona vera. Uno che, come minimo, ha capito dove si trova e
ha deciso di omaggiare i presenti con una canzone dai rimandi italiani.
Insomma un cuore non una macchina da tour. Poi dopo 4/5 canzoni noiose e
irriconoscibili come sempre, Dylan ha suonato la sveglia con “can’t wait”.
Ha sintonizzato le anime dell’Alcatraz con una performances ispirata e
coinvolgente. Tutti, nessuno escluso, siamo stanchi di aspettare qualcosa:
il bambino che vuole crescere, il ragazzo che vuole il mondo e noi
vecchietti che aspettiamo che qualcosa cambi, tutti insieme a cantare can’t
wait! La location era carina, abbiamo visto tutto il concerto dal soppalco
laterale, dove c’era il bar (a proposito: bello sorseggiare un negroni
mentre canta Dylan) ma per le ultime tre mi sono preso il figlio in spalla e
l’ho portato a vedere la leggenda da vicino, sotto il palco. "Like a rolling
stone" è stato il solito momento di euforia collettiva, pessima esecuzione
ma sentivo l’entusiasmo di mio figlio che saltava sulle spalle, sentivo
l’entusiasmo della gente e il mio. Abbiamo condiviso un momento importante,
forse abbiamo condiviso dei valori, non ho capito ancora bene quali ma
sicuramente qualcosa di buono.
Ciao Michele,
ti allego come promesso la ripresa del "momento storico" di ieri sera, fammi
sapere se riesci a visualizzarlo altrimenti te lo rimando su altro formato.
Se ho tempo stasera scrivo anche un commento al concerto che francamente non
mi è piaciuto molto, negli ultimi 27 anni l'ho visto nel :
1984 VERONA (Arena)**
1987 MODENA (F.d.U)*****
1987 VERONA (Arena)***
1989 MILANO (Palatrussardi)*****
1991 MILANO (Palatrussardi)*
1992 CORREGGIO / RE (F.d.U.)*
1992 MERANO / BZ (Ippodromo)**
1993 MILANO (Palatrussardi)**
1994 MILANO (Sonoria)***
1996 FERRARA (Piazza)****
1996 PISTOIA (Blues Festival)***
1997 BOLOGNA (C.E.)*
1998 VILLAFRANCA DI VERONA (Castello)***
2000 MODENA (Piazza)***
2000 MILANO (Forum)***
2001 BRESCIA (Piazza)****
2002 RAVENNA (Paladeandre)***
2002 MILANO (Forum)*****
2003 BOLZANO (Palasport)**
2004 STRA' (Villa Pisani)**
2005 BOLOGNA (Palamalagutti)**
2006 PISTOIA (Blues Festival)***
2007 MILANO (Forum)**
2008 TRENTO (Villa)**
2009 MILANO (Forum) **
2010 PADOVA (Palafabris) ***
2011 MILANO (Acatraz)**
***** = MEMORABILE
**** = OTTIMO
*** = SOPRA LA MEDIA
** = HA TIMBRATO IL CARTELLINO
* = RIDATEMI I SOLDI DEL BIGLIETTO
Secondo te, posso dire la mia ???
A presto ! Maurizio
Ecco il filmato, DEVI dire la
tua, resto in attesa, ma guardando la tua votazione dei concerti vedioche
hai equiparato l'Alcatraz 2011 all'Arena di Verona 1984, io c'ero quella
dannata sera all'arena con Carlos Santana (stupendo, ricordo una Samba pa ti
ed una Europa da pelle di cappone!), e quella maledetta backing band di Bob
formata da Colin Allen alla batteria, Ian McLagan alle tastiere, Greg Sutton
al basso e Mick Taylor ad una esageratissima chitarra solista (si sentiva
solo lui), band altamente improvvisata tanto da costringere Bob a fermarsi
un paio di volte per un attacco sbagliato del batterista, ricordo il gelo
della gente alla fine delle prime quattro o cinque canzoni, forse mille
persone battevano timidamente le mani in un'Arena stracolma, cosa che
costrinse Bob ad una violenta sterzata per ribaltare la sorte del concerto,
fuori la band e lui che prese la chitarra acustica e si mise a fare i suoi
classici folk per ridare morale a se stesso ed alla gente. Fu un vero
disastro, il peggior concerto di Bob che mi sia capitato di vedere, e se tu
dai lo stesso voto ai due concerti qualcosa non quadra, Verona merita una
stelleta che equivale a: ridatemi i soldi. Milano è stato appena sopra del
compitino del bravo scolaretto, perciò le due stellette mi sembrano la
votazione giusta. C'ero anche il 20 Aprile 2002 al Filaforum di Assago, quello si che fu un
concerto da segnare sugli annali, con un Bob, come si diceva allora "fuori
dall'ascia", che fece di tutto e di più, con la line-up Campbell/Sexton
e la seguente indimenticabile set list:
Humming Bird (acoustic)
(instrumental*)
The Times They Are A-Changin' (acoustic) (Larry on cittern)
It's Alright, Ma (I'm Only Bleeding) (acoustic) (Larry on cittern and
Charlie on dobro)
Love Minus Zero/No Limit (acoustic) (Bob on harp and Larry on steel guitar)
Solid Rock
Positively 4th Street
Lonesome Day Blues
Stuck Inside Of Mobile With The Memphis Blues Again
Visions Of Johanna (acoustic) (Bob on harp)
Masters Of War (acoustic) (Charlie on dobro)
Boots Of Spanish Leather (acoustic)
Summer Days (Tony on standup bass)
Make You Feel My Love (Bob on harp)
The Wicked Messenger (Bob on harp)
Leopard-Skin Pill-Box Hat
(1st encore)
Not Fade Away
Like A Rolling Stone
Knockin' On Heaven's Door (acoustic)
Honest With Me (Larry on slide guitar)
Blowin' In The Wind (acoustic)
2nd encore)
All Along The Watchtower
Chi c'era può confermare che
quella fu una serata unica !!! Ciao, Mr.Tambourine :o)
Ciao Mr.Tambourine, volevo esser di aiuto a
Simona… se puoi mandale questa mia e-mail. Se non ci si aiuta fra noi…
Grazie Mille. Ciao.
Ciao Simona, penso ti faccia piacere sapere l’esatta storia della nascita
del Bootleg, New York session. Ti invio il link, credo firmato da Paolo
Vites, che ho salvato a suo tempo (clicca
qui). Personalmente, avendo le due versioni e avendole ascoltate diverse
volte per “carpirne” le diverse impostazioni con tutte le loro sfumature,
posso dirti senza dubbio che preferisco proprio questa prima versione
registrata appunto nel settembre ’74. Pur non togliendo nulla a quella
ufficiale (Blood on the Tracks), valutata giustamente “IL Capolavoro”, New
York session è come una coperta di lana che ti avvolge, quando fuori fa
freddo….
Tra l’altro, altra particolarità presente in entrambe le versioni, c’è una
Bellissima ” Meet Me In The Morning “ inserita come outtake poi più avanti
negli anni nella prima serie The Bootleg series Vol.1 del 1991 chiamata “
Call Letter Blues e registrata il 16 Settembre 1974. E qui, si potrebbe
aprire un’altra discussione… quale delle due versioni è migliore?........
Ciao, Ale ’65.
Ciao Mr Tamburine
Sarei molto interessata anche solo alla versione di idiot wind, potresti
quindi inviare anche a me l'e-mail di Marco per piacere ? :) Simona
Inviata. ciao :o)
Giovedi 23 Giugno 2011
Milan, Italy - Alcatraz - June 22, 2011
1. Leopard-Skin Pill-Box Hat (Bob on keyboard)
2. When I Paint My Masterpiece (Bob on guitar)
3. 'Til I Fell In Love With You (Bob center stage on harp)
4. I Don't Believe You (She Acts Like We Never Have Met)
(Bob center stage on harp)
5. Summer Days (Bob on keyboard)
6. Spirit On The Water (Bob on keyboard and harp)
7. Tweedle Dee & Tweedle Dum (Bob on guitar)
8. Can't Wait (Bob center stage on harp)
9. The Levee's Gonna Break (Bob on keyboard)
10. Visions Of Johanna (Bob on keyboard)
11. Highway 61 Revisited (Bob on keyboard)
12. Forgetful Heart (Bob center stage on harp, Donnie on viola)
13. Thunder On The Mountain (Bob on keyboard)
14. Ballad Of A Thin Man (Bob center stage on harp)
(encore)
15. Like A Rolling Stone (Bob on keyboard)
16. All Along The Watchtower (Bob on keyboard)
17. Blowin' In The Wind (Bob center stage on harp, Donnie on violin)
I just got back from the Bob’s gig at the Alcatraz.
A very unusual concert. Like all the passed years, I had made my setlist of
songs that most likely would have done, but with Bob, zero probability...I
have very few well-aimed. ahh ..
I expected Gonna Change My Way of Thinking, or Simple Twist of Fate, Cold
Irons Bound .... and instead he started with Leopard skin phill box hat, a
song that I know well, he started with that ....
At the Alcatraz he played these two songs in a standard way... not bad, not
memorable, let's face it: the beginning of the concert was in the balance,
not sure. He seemed more concerned to move away from the light among other
things, not blinded at all, to sing. He was unsure, as if he don’t care
anything at all. My impression has become even safer with the second song.
When I paint my masterpiece. I didn’t put WIPMM in my personal setlist,
anyway i know the song, and the song was very powerful I can say, but
nothing more. Bob was really worried too much toward the light, and for the
supposed boom, which was acceptable, both the interpretation and singing .
Then the first two songs were standards, I appreciated that introduced a new
change in the setlist, instead of Gonna change, and It's all over now, but
the replacements were not sung with the necessary engagement, really
unresponsive. 'Til I Fell In Love With You, I liked, and I started to recover, not
that I was down first, indeed. Bob has started to bite into it as only he
can do, and wow, great song and great performance for me, and then, the most
important thing, he started doing the ironic way that he use at present in
his live shows, and it’s one of the great features, its strong point. He
start to have fun with his songs and it was fantastic.
After “I don’t believe you” .... in short, what about Bob .... do not
believe you could do it much better? ... just noise and mess and nothing
else .... almost I did not recognize the song, arrangement...weird, just
like the concert that I was seeing...weird.
“Summer days”, good, very addictive. I could see that Bob had finally
forgotten for a moment that fucking light, just for a moment, because after
he will return to those f-lights, and to the microphone cable ahh…) and he
was singing at its best, very funny. “Spirit on the water”, I would say one
of the highlights of the evening, I loved it, generally I do not appreciate
this song, but tonight was beyond my expectation, he used different voices
to sing, even a kind of thin “falsetto” voice ending some verses, an amazing
vocal performance. Bob was already in the song, was in the concert, he was
ready to make a great show as only he can do, he wanted to leave a deep
track in 2011, in the one and only Italian date.
Tweedle Dum and Dee Dee,,, oh here we go again....with the f-lights in the
center of the stage, he takes the microphone stand and he moves in the dark
... Bob, it is fitting that the song is a little gloomy,,, but no, not at
all, goooo… Why he went in the dark ...he only knows the reason, I do not
know ... weird. He stands in the dark all alone to sing this song… I do not
like this song, I say this with the heart, the song is always the same, and
i do not understand ... bho…a hard rock, ok, but I remain perplexed ...
anyway was nice.
And here we are. The greatest awakening: “I can’t wait”. I also had enough
of that f-light ... and finally, the greatest song of the evening, i dare
say, arrangement by other times, seemed to be Aretha Franklin, just like he
wrote in “Tarantula” ... ahh, too very strong, did I can not wait to release
soul, gospel .... powerful, very powerful, the audience is excited, and I
must say, aah, beautiful, Bob then during the song was walking right and
left on the stage, with his hands in his pockets, and sometimes yelling at
the poor handicapped staff, providing him the mic-cable, ahh hilarious, he
was laughing while on duty who abused the poor person who was not able to
extend the cable to make the best Bob’s pleasingcrowd performance, a
performance of a true entertainer .... really fine ‘50 performance.
The Levee's Gonna Break, very good, nothing to say except that Bob was
amazing, he was elated with the song before and with his sketches, and
thanks to the crazy crowd, he was excited a lot.
VISIONS OF JOHANNA. I was waiting for this song since 2007 in Bergamo. He
don’t ever done. But now the song is starting. Absurd performance, sung in
the best, I had the chills. He joined all the crowd. Ironically, serious
moments.... and dropping it….they would be the warm radiator, and the
country music playing softly his serious moments, but that's okay…ahh ...
jokes aside ... I loved it. How could i do not to love this song after I
have read the book written by Alessandro Carrera "The voice of Bob Dylan".
I just want to thank Bob to have sung this song for me. Thanks Robert. Thank
you.
H61 standards .... Forgetful Heart, i like this song, made for him, the song
made him a really ’50 years performer. The arrangement is also amazing live,
another peak of the evening, performed at the best. Dropping again on the
usual encore songs, LARS and AATW......Blowin' in the Wind, a few weeks ago
I would not have expected this song to tell the truth. I was expecting
Forever Young .... and then there's a long story, shortly...... with a girl
she was to come with me to the concert .... but a bad guy cheated this girl
online. ... and the ticket has not arrived .... she really like blowin' in
the Wind...and we sing together for some week this song, and I was hoping
she just come with me, to hear live Blowin’. Bob had put this song in the
setlist just for her, but she did not come to the concert and I was all
alone ....alone, me and Bob. I always liked Blowin’, would be magic to me,
and if I had that girl close to me....but the girl is not there, yet i feel
its heat, here, really close to me.....
I end up here my review for Maggie's Farm. I thank first and foremost
Michele Murino, Alessandro Carrera, and all those who will read this review.
Thanks and see you at next concert.
Richard.
Sono appena tornato dal concerto di Bob all' Alcatraz.
Un concerto molto insolito. Come tutti gli anni mi ero fatto la scaletta
delle canzoni che con maggior probabilità avrebbe dovuto fare, ma Bob, con
la probabilità...zero, ne ho azzeccate pochissime. ahh..
Mi aspettavo Gonna change my way of thinking, oppure Simple twist of
fate...Cold irons bound...e invece...ha iniziato con Leopard skin phill box
hat, una canzone che conosco bene, benissimo, visto che al mio primo
concerto di Bob nel 2007 al Lazzaretto a Bergamo,,,,aveva iniziato proprio
con quella....
All' Alcatraz l' ha suonata in modo standard, normale...non male e non
memorabile, diciamocelo: l'inizio del concerto è stato in bilico, non
sicuro. Sembrava piu preoccupato a spostarsi dalla luce che tra l'altro, non
lo accecava per niente, che a cantare. Era insicuro, come se non gliene
fregasse proprio niente. La mia impressione è diventata ancora più sicura
nella seconda canzone. When I paint my masterpiece. Io non l' avevo messa
nella mia scaletta, premetto, cmq la conoscevo, ed è stata molto potente,
very powerful direi, ma niente di più. Bob era davvero troppo preoccupato
verso la luce e al presunto rimbombo, che secondo me era accettabilissimo,
che a cantare e interpretare. le prime due canzoni quindi sono standard, ho
apprezzato molto che ha introdotto una nuova scaletta invece di Gonna
change, e It's all over now, ma le sostitute non sono state cantate con la
dovuta voglia, davvero menefreghista. Till I fell in love with you invece mi
è piaciuta e ho iniziato a risollevarmi, non che prima ero giù, anzi. Bob ha
iniziato a darci dentro come solo lui sa fare, e wow, grande canzone e
ottima performance secondo me, e poi, la cosa più importante, ha iniziato a
fare l' ironico, che ormai nei suoi live è una delle grandi caratterisitche
e il suo punto forte. Ha iniziato a giocare sulle sue canzoni ed è stato
fantastico.
poi I don't believe you....insomma che dire....non ti credo Bob....potevi
farla molto meglio...solo casino e fracasso e niente altro....quasi non
riconoscevo la canzone...un arrangiamento...bizzarro, proprio come il
concerto a cui stavo assistendo...bizzarro.
Summer days, buona, molto coinvolgente. si vedeva che Bob aveva finalmente
scordato per un attimo solo per un attimo, perche poi ci ritornerà su
quelle luci, e sul cavo del microfono ahh) le luci e stava cantando al suo
meglio, molto divertente. Spirit on the water, direi una delle migliori
della serata, mi è piaciuta tantissimo, in genere non apprezzo molto questa
canzone, ma stasera è stata oltre ogni mia aspettativa, ha usato diverse
voci per cantarla, anche una specie di falsetto sottile nel finale di alcuni
versi, una performance vocale strepitosa. Bob ormai era nel pezzo, era nel
concerto, era pronto a fare un grande show come solo lui sa fare, voleva
lasciare la traccia anche nel 2011, nell'unica, data italiana.
Tweedle dee dee e dum,,,ah ecco che ci risiamo con le luci....in centro al
palco, prende l'asta che regge il microfono e se la sposta al buio...Bob, va
bene che la canzone è un po tetra,,,ma no, non lo è affatto daiiii. Perchè è
andato al buio lo sa solo lui...cmq non saprei...bizzarro. se ne è andato al
buio tutto solo per cantare questa canzone ,,,,che a me non piace, lo dico
con il cuore., non mi piace. è tutta uguale,e non la capisco...bho, un rock
duro, ok, ma rimango perplesso...cmq è stato simpatico.
Ed eccoci. il più grande risveglio: I can't wait. anche io non ne potevo più
della sua cacchio di luce...e finalmente, la più grande canzone della serata
oserei dire, un arrangiamento da altri tempi, sembrava Aretha Franklin,
proprio come dice all' inizo di Tarantula...ahh, troppo forte davvero, ha
fatto I can't wait in versione soul, gospel....potente, potentissima, il
pubblico si è esaltato, e devo dire, anche io ahh, bellissima, Bob poi
durante la canzone se la sviaggiava per il palco sornione, con le mani in
tasca a tratti e urlava contro la povera andicappata dello staff, di fargli
arrivare il cavo, ahh esilarante, anche lui se la rideva mentre insultava la
povera di turno che prorprio non gli voleva allungare il cavo per fare la
sua performance strappapubblico, una performance da vero intrattenitore anni
50....bellisssima.
La canzone sulla diga (The Levee's Gonna Break) , ottima, niente da dire, tranne che Bob era
strepitoso, si era esaltato con la canzone prima e con il suo sketch e
grazie al pubblico che lo aveva dalla sua, si era gasato tantissimo.
VISIONS OF JOHANNA. aspettavo questa canzone dal 2007 a Bergamo. non me la
ha mai fatta. eccola finalmente. Una performance assurda, la ha cantata
oltre, avevo i brividi. Ha unito tutto. ironia, momenti seri....che
sorvolando,,,,sarebbero i caloriferi e la musica country che suona
dolcemente i suoi momenti seri,,,ma va bene,,,ah...a parte gli scherzi...mi
è piaciuta tantissimo. e poi come faceva a non piacermi dopo che mi sono
letto tutta la parte sul libro di Alessandro Carrera "Lla voce di Bob Dylan"
(non sono potuto venire alla presentazione a Milano della nuova edizione, ma
ho letto l' introduzione....è bellissima. emozionante.)
Vorrei solo ringraziare Bob di avermela fatta. Grazie Roberto. grazie di
cuore.
H61 standard....Forgetful Heart, quanto mi piace questa canzone, e poi è
fatta per lui. per un performer anni 50. Strepitoso anche l'arrangiamento
live. un altro picco della serata. eseguita al meglio.
Sorvolando sulle solite canzoni di chiusura......blowin' in the wind, poche
settimane fa non me la sarei aspettata devo dire la verità. aveva in
programma Forever Young....e poi c'è di mezzo una storia lunga con una
ragazza......insomma doveva venire anche lei con me al concerto....ma un
tizio l' ha truffata online....e il biglietto non le è arrivato....a lei
piace molto blowin' in the wind...e abbiamo fatto settimane a cantarla, e io
speravo proprio venisse con me, per sentirla. Bob l'aveva rimessa in
programma proprio per lei, e invece lei non è venuta e io ero al concerto
solo soletto....con Bob. Blowin' mi è piaciuta come sempre. sarebbe stata
magica se avessi avuto quella ragazza al mio fianco....la ragazza che non
c'è, eppure sento il suo calore, qui, viciino a me.....
Termino qua il mio intervento su Maggie's Farm. Ringrazio in primis
Alessandro Carrera e Michele Murino, e tutti quelli che leggeranno questo
inserto. Grazie e al prossimo concerto.
Riccardo.
Gentili Maggiesfarmers
in qualità di fans ed appassionato del vecchio Bob sono anch'io molto
interessato al bootleg in oggetto, Bood on the tracks è stato e forse lo è
ancora, il mio disco preferito. Se vi è possibile mandatemi qualche
informazione per poterlo reperire. Non è scontato dire che per me voi
rappresentate un punto di riferimento prezioso, una luce costante su uno dei
pochi artisti che è riuscito ad entrare in maniera così profonda nella mia
anima ed in quella di molti altri. Ammiro ed apprezzo il vostro lavoro;
godetevi stasera il concerto, io leggerò domani ciò che pubblicherete. Abito
in provincia di Padova, l' anno scorso ero al Palasport in prima fila e
sinceramente non riesco ad immaginarmelo proprio dentro una discoteca, ma
quello una ne fa e 100 ne combina, spero solo di rivederlo ancora. Grazie
ancora, Paolo Zerbinati.
Ti ho inviato privatamente la
mail di Marco, così puoi prendere accordi con lui, ciao e grazie per le
belle parole, :o)
Gentile Signor Tamburino,
vi leggo sempre.
Volevo segnalare a tutti i nostri l'appuntamento con Alessandro Carrera, a
Cusano Milanino, sabato 25 Giugno, ore 18,30. Abbiamo allestito uno spazio
per aperitivo e intanto ci parlerà della nuova edizione del suo libro "La
voce di Bob
Dylan-Una spiegazione dell'America".
Durante la presentazione ci sarà qualche siparietto musicale con Minuccio De
Vivo (voce) e Roberto Muru (chitarra) due elementi di quella "Band With No
Name" che forse ricordererete e avrete avuto modo di apprezzare.
Allego anche un'intervista che ho fatto di recente ad Alessandro, in
occasione del vernissage, organizzato alla Feltrinelli per il volume in
questione.
Siete invitati e non solo voi ma tutti i dylaniati d'Italia. Ingresso
libero.
Un abbraccio Ivano Bison
Caro Ivano, perchè questa forma
così accademica? Ci conosciamo da tanto tempo, che tipo di problemi ti
crea darmi del tu? Spero di poter essere presente sabato per rivedere te ed
il Prof. Carrera, mi ricordo benissimo della "Band with no name" (che ho
batezzato io con questo nome nel servizio che feci sulla serata), non te lo
garantisco perchè ho un pò di problemi a muovermi in questo periodo, però ci
spero davvero, altrimenti ti prego di mandarmi un resoconto della serata da
pubblicare su MF, un abbraccio anche a te, Mr.Tambourine :o)
London, England - The Feis - Finsbury Park -
June 18, 2011
di Joe Neanor
Uno spettacolo OK da Bob stasera, iniziato con una irrilevante Gonna Change
My Way of Thinking e da It's All Over Now Baby Blue, con Bob al centro della
scena, offrendo voce forte e fraseggio, mi è piaciuto particolarmente .
" Vai, inizia, ahnooooooo.". Poi venne Things Have Changed, con un
arrangiamento un pò diverso, con il drumming più veloce tra i versi. Questa
è stata seguita da una versione OK di Tangled Up in Blue e Smmer days,
l'estate porta a uno strano scherzo del destino, pioveva mentre Dylan
cantava. Avanti con Cold Irons Bound che era potente, cupa e ossessionante.
A Hard Rain’s Gonna Fall è andata via bene, con Dylan che ha lavorato
duramente per fornire la voce, ma alla fine è andato per lo stile staccato
di canto, che per me rende le canzoni eseguite in questo modo più o meno
tutte uguali. Bob era dietro la tastiera per una standard Highway 61
Revisted. Le prossime due canzoni sono state tra i punti salienti dello
spettacolo. Forgetful heart suonava fresca e forse per questo ha spiccato
una Thunder on the mountain davvero rock. Dopo di che Ballad of a thin man,
eseguita nel solito modo, e poi i tre bis - Like A Rolling Stone, seguita da
una nuova disposizione di All along the watchtower - che mancava del gusto
Hendrixiano della versione precedente, e un favorito per la folla, Blowing
In The Wind, con Bob alla chitarra al centro della scena.
Dylan è stato ben supportato dai suoi musicisti durante lo spettacolo. Ha
cantato bene e suonato alcuni grandi assoli di armonica. Per una prestazione
all'aperto la qualità del suono era buona. Aveva piovuto molto tutto il
giorno a Londra, ma per fortuna ha rallentato un pò prima dell’inizio dello
show.
Da dove mi trovavo io Bob era difficile da vedere per molte persone. Per
questi festival i fans devono portare un binocolo e sapere le posizioni dei
musicisti sul palco.
E' molto più dura per coloro che non sanno cosa aspettarsi ed è una vergogna
che molti debbano andarsene senza averlo visto bene. Più volte mi è stato
chiesto qual’era Bob, ho risposto perplesso che Bob era quello con il
cappello bianco.
Ciao Mr. Tambourine,
Il testo in inglese di Jolene che pubblichi sul sito è parecchio diverso da
quello che risulta dal sito di Dylan. E così naturalmente la traduzione. Che
dici, prima o dopo il concerto all'Alcatraz fermiamo Bobby e gli diciamo:
"Amico mio, ci dai quello giusto?" pensi che possa funzionare?
Corrado
Credo proprio di no, a meno di non rischiare una fila
di spintoni o di peggio dai suoi bodyguard. Credo che la versione esatta del
testo, che riporto sotto con le differenze evidenziate, sia quella di Bob,
ma tieni anche presente che io ho pubblicato i testi in contempopranea
all'uscita del disco, mentre sul sito di Bob gli stessi sono apparsi dopo
oltre tre mesi dalla pubblicazione del CD. Quindi è facilissimo che abbia
capito, ascoltando il disco, una cosa per un'altra, correggerò, anche se le
differenze sono così poche che non alterano il significato della canzone,
ciao e grazie, alla prossima, :o)
Jolene
Why It's coming down high street walking into Third
If it ain't a dead man's rise
I die she's the one,
Jolene , Jolene
Baby I am the king and you're the queen
Well you're comin' down High Street, walkin' in the
sun
You make the dead man rise, (how harder?) and holler she's the one
Jolene, Jolene
Baby, I am the king and you're the queen
Well it’s a long old highway don’t ever end
I got a Saturday Night Special, I’m back again
I’ll sleep by your door, lay my life on the line
You probably don’t know but I’m gonna make you mine
Jolene, Jolene
Baby I am the King and you’re the Queen
Well it's a long old highway, don't ever end
I've got a Saturday night special, I'm back again
I'll sleep by your door, lay my life on the line
You probably don't know, but I'm gonna make you mine
Jolene, Jolene
Baby, I am the king and you're the queen
I keep my hands in my pocket, I’m movin’ along
People think they know, but they are all wrong
You're something nice, I’m gonna bet my dice
I can’t say I haven’t paid the price
Jolene, Jolene
Baby I am the King and you is the Queen
I keep my hands in my pocket, I'm movin' along
People think they know, but they're all wrong
You're something nice, I'm gonna grab my dice
I can't say I haven't paid the price
Jolene, Jolene
Baby I am the king and you're the queen
Well I found out the hard way, I’ve had my fill
came by somebody with his
luck too afield
Those big brown eyes, they set out for spark
If you hold me in your arms, things don’t look
so dark
Jolene, Jolene
Baby I am the King and you're the Queen
Well I found out the hard way, I've had my fill
You can't find somebody with his back to a hill
Those big brown eyes, they set off a spark
When you hold me in your arms things don't look so dark
Jolene, Jolene
Baby I am the king and you're the queen
Ciao Simona,
registrata il 12 settembre del '74.
Il bootleg si intitola New York session. Non solo Idiot Wind è splendida ma
anche tutte le altre nelle versioni differenti a quelle apparse su Blood on
the tracks lo sono.
Tutte molto intime e intense... You're a big girl now è superlavita.
Idiot wind rispetto all'album ufficiale è suonata in accordatura aperta che
le crea un vuoto di quasi di incolmabile consolazione.
Se avessi difficoltà a trovare l'album o anche solo Idiot Wind fammelo
sapere e farò il possibile per fartelo o fartela avere.
Sii felice... Ciao!
Sento già odore di Alcatraz...
Marco
Come potrai constatare cara
Simona, i nostri Maggiesfarmers, in questo caso il bravo Marco, sanno
proprio tutto, basta chiedere il loro aiuto. Fammi sapere se sei interessata
ad avere il disco, così ti invierò privatamente la mail di Marco per gli
accordi, alla prossima :o)
Ciao Mr.Tambourine,
un amico esperto in cose dylaniane mi ha detto che Beyond here lies nothin’
di Bob Dylan è copiata da un vecchio pezzo degli anni 50 di un artista di
colore ma non ricordo ne il nome dell’artista ne quello del pezzo, può
essere vero?
Grazie, Alfredo
E'
vero, il pezzo si chiamava "Al your love (i miss loving)" e l'artista
Otis Rush. Famose anche le versioni di Eric Clapton e quella dello scomparso
Gary Moore, vedi i video sotto,
inoltre ho riportato quanto scrissi su queste pagine all'uscita di TTL
riguardo a questa canzone, ciao, alla prossima, Mr.Tambourine
Molti anni fa , un
coloured-bluesman di nome Otis Rush , famoso nella zona di Chicago negli
anni 50’ e 60‘ , imbraccia la sua Gibson 335 cherryred , probabilmente
anche lui prendendo ispirazione dal ricco patrimonio del blues , scrive un
pezzo e lo chiama “All your love (I miss loving)". Poco tempo dopo , un’altro
coloured bluesman , Jody Williams , riprende il pezzo , fa alcune piccole
variazioni e lo chiama “Lucky you”. In Inghilterra , nello stesso periodo ,
il giovane chitarrista Eric “Slowhand” Clapton sente il pezzo , abbandona la
sua Telecaster , compra una fiammante Gibson 335 cherryred in Chearing Cross
, abbandona il gruppo beat del quale faceva parte , “The Yardbyrds” , e
decide di dedicarsi esclusivamente al blues. Si imbarca in una disastrosa
tournèe in Grecia con una band chiamata “The Glandes” suonando i classici
blues fra i quali “All your love”. Al ritorno dal disgraziato tour verrà
sostituito da un certo Peter Green , che con loro apprenderà il repertorio
di quella squinternata band. Eric intanto si unisce ai Bluesbreakers di
John Mayall , portando in dote il blues del suo repertorio , del quale si
potrà trovare vasta testimonianza nel disco “ Blues Breakers – John Mayall
with Eric Clapton “ , conosciuto anche come il “Beano album" , perchè sulla
copertina del disco Eric sta leggendo una copia di “Beano” , una rivista
illustrata di comics. Intanto Peter Green , impadronitosi del repertorio dei
“Glands” , lascia il gruppo ed entra nei famosissimi Fleetwood Mac per i
quali scriverà una canzone intitolata “Old black magic woman” che non è
altro che la “All your love” di Otis Rush con il testo cambiato. Niente da
stupirsi , questa è un’operazione più che normale nell’ambito del blues. Uno
dei più grandi chitarristi mai apparsi sulla scena rock , Carlos Santana ,
sente la canzone e la incide , facendola diventare uno dei must più famosi
degli anni 70. Passano quasi 40 anni, Bob Dylan prende la stessa canzone,
“All your love” diventata “Lucky you” , diventata “Old black magic woman” ,
scrive un suo testo ( ispirato alle Canterbury Tales di Geoffrey Chaucer ),
aggiunge la fisarmonica di Hidalgo e registra il pezzo per il suo nuovo
album di prossima uscita “Together Through Life”. Ancora niente di cui
stupirsi , questo tipo di cose succede migliaia di volte nel mondo musicale
, pratica normale si potrebbe dire. Dylan cambia solo il testo ed il suond
lasciando inalterata la struttura e la melodia del pezzo originale , Dylan
non è nuovo a queste operazioni , avendo usato svariate volte questa tecnica
specialmente all’inizio della sua carriera nell’era folk , ma con questa
operazione il pezzo non è più “All your love” , diventa “Beyond here lies
nothin’ “ , non più un pezzo di Otis Rush ma un pezzo di Bob Dylan , e si
sente!
Martedi 21 Giugno 2011
Tel Aviv, Israel - Ramat Gan Stadium - June
20, 2011
1. Gonna Change My Way Of Thinking
2. It's All Over Now, Baby Blue
3. Things Have Changed (Bob on guitar)
4. Tangled Up In Blue
5. Summer Days
6. Simple Twist Of Fate (Bob on guitar)
7. Cold Irons Bound
8. A Hard Rain's A-Gonna Fall
9. Highway 61 Revisited
10. Forgetful Heart
11. Thunder On The Mountain
12. Ballad Of A Thin Man
(encore)
13. Like A Rolling Stone
14. All Along The Watchtower
15. Blowin' In The Wind (Bob on guitar)
Salve, sono Paolo Carnevale, devo scrivere un articolo sul concerto di Bob
Dylan all'Alcatraz di Milano, raccogliendo le testimonianze di chi lo segue
dalle origini. Secondo lei per quale motivo un ascoltatore si avvicina a Bob
Dylan, e che tipo di fascino esercita sui suoi fan? Grazie
Paolo Carnevale
Caro Paolo, sinceramente vorrei
farlo, ma spiegare Dylan in poche righe è veramente impossibile. Dylan non
si racconta, non si spiega, Dylan si vive, semplicemente, ognuno coi suoi
perchè, ognuno in modo diverso, ognuno in fondo perso dentro i fatti
suoi........Mi spiace davvero non poterti essere di aiuto in così breve
tempo, un saluto, alla prossima, Mr.Tamboirine
Bob Dylan una volta ha descritto il suo stile di prestazioni come affine
alla tradizione dello shamano - il corpo come una nave o un canale
attraverso il quale l’ inconscio esprime energie che vengono convogliate
attraverso il performer da qualche sconosciuta forza emotiva o spirituale.
Guardando le sue prestazioni incredibilmente energiche al Marquee di Cork,
nella serata di Giovedi, era quello il modo migliore di testimoniare questa
canalizzazione di energia al suo pubblico.
Una giornata fredda, umida e ventosa, alla periferia della città di Cork, ma
che non ha impedito una coda di fans che ha atteso fino a sei ore al di
fuori del tendone in una straordinaria coda di persone civili e di buon
umore. Una signora è andato su e giù per la fila tenendo in mano un cartello
con scritto a mano: PER FAVORE HO BISOGNO DI UN BIGLIETTO GRATIS. Dubito che
lei sia riuscita a procurarsene uno.
Alle sei e mezza, la sicurezza ha aperto le porte e qualche zelante fan ha
cominciato a far casino per entrare nella tenda, ma sono stati rapidamente
tenuti sotto controllo da alcune persone squisitamente in stile militare, in
particolare da una donna della sicurezza particolarmente efficiente che ha
tenuto gli entusiasti fans come una materna ma severa maestra di scuola. Le
prime persone entrate sono state premiate con i posti davanti al palco.
Dopo la solita introduzione dal tour manager, Bob e la band sono saliti sul
palco verso le 8:10. Bob era vestito con un abito grigio elegante con le
bande color lavanda sui pantaloni, coordinati con il collo della giacca e
con una stringa con uno smeraldo a far da cravatta e un cappello di feltro
nero con una bella piuma nella fascia. I musicisti lo circondavano col serio
intento di cercare di rompere il ghiaccio nella prima notte della seconda
tappa del tour di questo anno. Dal primo colpo dei tamburi di George Recile,
la folla è impazzita e Bob e la sua band hanno trovato subito quel "sottile,
selvaggio, suono di mercurio", che Bob aveva scoperto nella spazzatura della
musica americana degli anni '60, per poi perderne le tracce negli anni '80,
fino a riprenderle ancora una volta con qualche difficoltà a partire dalla
metà degli anni 1990 in poi. Qui è stato in tutti i suoi momenti di gloria.
Doveva essere uno spettacolo in cui il genio di Bob doveva essere
perfettamente in mostra.
Bob sembrava in una forma incredibile (dopo il suo 70 ° compleanno il mese
scorso), e si è lanciato immediatamente in una dondolante Gonna change my
way of thinkin’, Bob fletteva e torceva le parole prolungando le vocali
meravigliosamente: "Ho tanta fame che avrei potuto mangiare una
cavaaaaaaaaaaalloooo "(una recente aggiunta al testo della canzone). E'
stato evidente da subito che questo non sarebbe stato uno di quei concerti
di riscaldamento come spesso detto dai fans presenti alle aperture dei
tratti del tour.
Poi c’è stata ina incredibilmente fresca ed energica IT'S ALL OVER NOW BABY
BLUE, con Bob al centro della scena, la band dietro in distanza, e Bob ha
offerto un vocal che poteva farlo apparire come un attore da palcoscenico
nel mezzo di una grande carriera. La voce incredibile, con Bob che usava il
ritmo nella tecnica di muoversi avanti e indietro dal microfono eseguendo
assoli di armonica incredibilmente belli, penzolava accompagnato dai
movimenti del corpo sorprendentemente teatrali - come una marionetta
penzoloni nel fuoco incrociato delle canzoni e delle emozioni. Sublime.
Rimanendo al centro della scena, Bob ha cantato la terza canzone della
serata sul tema del rifiuto, della trasformazione e del cambiamento – una
splendida Things have changed (La canzone per la quale ha vinto l'Oscar, che
stava accanto al suo organo sul palco). "Mi innamorerò della prima donna che
incontrerò, la metterò in una carriola e via, giù per la strada "... Anche
in questo caso, l'arrangiamento è stato modificato, più essenziale e spoglio
rispetto alle precedenti versioni.
Il seguito è stata una Tangled Up In Blue, buona come lo è sempre stata e
vicinoa allo spirito della versione originale di Blood On the Tracks, ci
ricorda quanto le sue canzoni sono ancora universali e adattabili a diversi
modi si eseguirle.
Dopo questo magnifico trio di canzoni nella parte anteriore del palco, i
temi ricorrenti del cambiamento e della trasformazione hanno lasciato campo
ad una serie di canzoni dal tema morte e disastri che fan parte della storia
del popolo americano, Bob è tornato alla tastiera per una riottosa The
leave’s gonna break con Charlie Sexton e Bob che si scambiavano alcuni liks
e George Recile e Tony Garnier che fornivano sezione ritmica dura e magra.
Bob era di nuovo al centro della scena con l'armonica per una stupenda
Ballad of Hollis Brown, voce con il crudo accompagnamento del banjo sapiente
di Donnie Herron. Questo è stato un culmine con Bob che ricordava la
condizione dei poveri contadini sui quali aveva scritto 40 anni fa.
Assolutamente avvincente vedere il drammatico attore-performer Bob
personificare il suo soggetto con sentimento così intricato di sfumature
vocali.
TWEEDLEDEE AND TWEEDLEDUM dall'album Love & Theft era vicino, Bob prende la
chitarra elettrica per dare a questa canzone una sensazione più funky "Sono
come bambini seduti sulle ginocchia di una donna ... TWEEDLEDEE AND
TWEEDLEDUM ... "
Il brano successivo è stata una delle vere sorprese della serata, una rara
performance dal vivo, un gioiello da John Wesley Harding, I DREAMED I SAW ST
AUGUSTINE, eseguiro ancora una volta dal fronte palco e cantato con un senso
di quello che sembrava disgusto, ansia e una profonda indignazione. E' stata
buona come altre versioni che ho visto o sentito eseguire da Bob nella sua
lunga carriera.
Interessante il fatto che Bob ha cambiato il testo nell'ultimo verso da "Mi
sono svegliato con rabbia così solo e terrorizzato ... "a" così solo e
disorientato ". La canzone si è conclusa drammaticamente con un assolo di
armonica che ha quasi portato Bob sulle ginocchia.
Il tema del disastro sociale e naturale, è riapparso quando Bob, al centro
della scena ancora una volta per una versione scintillante di High Water
(For Charlie Patton) di nuovo con il banjo di Donnie in un rendering che ha
superato di gran lunga l'originale.
Poi Bob è tornato all'organo per una grande versione di Tryin’ to get to
heaven con lui e Charlie Sexton che si scambiavano alcuni liks, con Charlie
che guardava il bandleader con un'espressione di profonda concentrazione. E'
stato divertente vedere come Bob prende in giro la band con le sue non
programmate riorganizzazioni. Poi, sempre alle tastiere, Bob e la band sono
entrati direttamente nel fantastico (e molto più rilassato) arrangiamento
recente di Highway 61, con Bob che sputava le parole come se le avesse
scritte il giorno prima.
Ancora una volta, Bob è tornato con la chitarra al centro della scena per
una bella resa dal classico di Blood on the tracks Simple Twist Of Fate.
Anche se questo è stato un concerto che è stato in gran parte libero da
effetti scenici, una luce posta ai piedi di Bob per questo numero ha gettato
la sua ombra alto sul retro del palco - era piuttosto un effetto inquietante
perchè l'ombra ha ricordato l'ondeggiare sorprendentemente familiare del più
giovane Dylan della Rolling Thunder Review. La performance era altrettanto
buona.
E' seguita una bella Thunder on the mountain, dondolante in un altro
formidabile Arrangiamento che trascende la versione dell'album.
Poi le luci si sono abbassate e la folla ha urlato nel riconoscere gli
accordi di apertura di Ballad of a thin man. Bob ha fatto una versione della
canzone che ci ha ricordato quanto tempo è passato dal 1960 e ancora una
volta come riesce ad adattarsi e ampliare i significati e stati d'animo del
suo vasto repertorio. Le espressioni facciali di Bob e i suoi movimenti del
fisico erano selvaggiamente teatrali, le frasi che ha cantato erano
divertenti, e, in modo adeguato, data la canzone, un pò agghiaccianti.
Poi è stato il gran finale con le versioni fantastiche di Like a Rolling
Stone e All along the watchtower . Per il bis, Bob ha fatto una versione
splendidamente morbida e raffinata di un inno paterno, FOREVER YOUNG. L'
impegno della voce era genuino e sincero. Per l'ultimo verso è venuto al
centro della scena ancora una volta per cantare il verso finale che ha quasi
sollevato il tetto.
Devo dire che questa notte a Cork è stata probabilmente la migliore
performance che abbia mai visto, e Bob ha messo una inedita intensità, e
ancora ho fatto una risata osservando il corpo chapliniano di Bob.
Dopo, la folla si diradava nella serata umida ma ancora luminosa di giugno,
intimorita e senza parole, c'era un vero senso di soddisfazione per aver
assistito alla sciamanica esibizione del poeta-cantante-attore al suo
meglio.
Lunedi 20 Giugno 2011
London, England - The Feis - Finsbury Park
- June 18, 2011
1. Gonna Change My Way Of Thinking (Bob on keyboard)
2. It's All Over Now, Baby Blue (Bob center stage on harp)
3. Things Have Changed (Bob on guitar)
4. Tangled Up In Blue (Bob center stage on harp)
5. Summer Days (Bob on keyboard)
6. Simple Twist Of Fate (Bob on guitar)
7. Cold Irons Bound (Bob center stage on harp)
8. A Hard Rain's A-Gonna Fall (Bob center stage without harp then keyboard)
9. Highway 61 Revisited (Bob on keyboard)
10. Forgetful Heart (Bob center stage on harp, Donnie on viola)
11. Thunder On The Mountain (Bob on keyboard)
12. Ballad Of A Thin Man (Bob center stage on harp)
(encore)
13 Like A Rolling Stone (Bob on keyboard)
14. All Along The Watchtower (Bob on keyboard)
15. Blowin' In The Wind (Bob on guitar, Donnie on violin)
Così finalmente il giorno è arrivato! Dopo la trionfale tournée in Estremo
Oriente e Australia nel mese di aprile avevo grandi speranze di assistere a
un altro bello spettacolo irlandese, e le mie speranze sono state pienamente
giustificate perchè Bob era in ottima forma, sia in voce e sia d’ umore (un
sacco di sorrisi) e con il valore aggiunto di una danza quasi folle!
Il mio amico Ken stava guidando così insieme a Mike e John, siamo partiti
per Cork verso le 11 del mattino, ci vogliono poco più di due ore per
arrivare sul posto. Dopo una sosta a metà strada per uno spuntino siamo
arrivati circa alle due del pomeriggio, quindi abbiamo avuto tutto il tempo
di vagare per la città.
Dopo aver trascorso il pomeriggio nel centro della città (compresa una
visita al Crane Lane Theater dove un pre-Gig session di musica era in corso)
abbiamo trovato un grande parcheggio a meno di un centinaio di metri
dall'ingresso.
Il Marquee è un locale piuttosto fresco, ci ero venuto anche in occasione
della precedente visita di Bob qui nel 2006, ed erano stati qui anche Roger
Waters, Al Green e Nick Cave negli anni passati.
Mentre stavamo seduti in macchina abbiamo sentito la band che faceva il
sound check con Baby Blue, Tryin 'To Get To Heaven e una breve strumentale
alle quale non abbiamo potuto dare un nome.
Questa era il mio primo show di quest'anno, dopo l’eccellente concerto a
Limerick la scorsa estate. Non voglio parlare di ogni canzone, ma qui ci
sono alcuni punti salienti:
Gonna Change My Way of Thinkin’
So che ha aperto con questo brano per qualche tempo ma questa era la mia
prima volta che lo sentivo dal vivo e wow! E' stato fantastico! La voce di
Bob suonava grande e la banda fumava caldo!
It’s All Over Now Baby Blue
Bob è uscito al centro della scena e mi aspettavo che imbracciasse la sua
chitarra, ma invece ha cominciato a ballonzolare per il palco ed ha fatto il
primo ( di molti) assoli di armonica.
Things Have Changed
Si trattava di una versione completamente rielaborata, con Bob ancora al
centro della scena facendo alcuni passi malvagi di danza e ancora lamenti
sulla sua armonica. Versione eccellente!
Tangled Up In Blue
ncora una volta l'ennesima versione rielaborata (ne ho sentite molte nel
corso degli anni) con Bob che faceva le mosse di danza più folli che ho mai
visto! Difficile da descrivere, ma se potete immaginare una Riverdance
Chaplinesca, ecco, era quello che stava facendo! Anche alcuni interventi di
armonica eccezionale e la frase killer "Sono ancora sulla strada, sto solo
cercando di rimanere fuori dal comune!"
Ballad Of Hollis Brown
Dopo il ritorno alla tastiera per The Levee Gonna Break Bob era di nuovo
fuori al centro del palco per un inquietante Hollis Brown con gesti più
selvaggi e armonica.
Tweedle Dee & Tweedle Dum
Bob alla chitarra per la prima volta questa sera per fornire un'altra
versione rielaborata di una canzone che mi ero stancato di sentire, ma che
stasera è stata completamente ringiovanita ed incisiva.
I Dreamed I Saw St. Augustine
Questa è stata la prima vera sorpresa per me, l’avevo sentita solo un’altra
volta a Dublino nel 2005. Bob è rimasto al centro della scena ed eccelleva
sia con il suo canto che con l’armonica. Un vero gioiello!
High Water (For Charlie Patton)
Bob centro della scena con l'armonica ed eseguendo un ennesima versione
vescicante (sto iniziando a rimanere a corto di superlativi!)
Simple Twist Of Fate
Dopo essersi portato di nuovo alla tastiera per Tryin' To Get To Heaven
(con un breve solo di armonica) e una versione swing retrò di Highway 61 (sì
davvero!), Bob ha preso la chitarra per la seconda ed ultima volta. Simple
Twist Of Fate è stato ancora una volta un 'nuovo' favoloso arrangiamento
suonato con un riff killer aggiunto da Bob alla fine di ogni strofa. Basta
dire che era di prim'ordine!
Ballad Of A Thin Man
Beh cosa posso dire su questa canzone che non sia già stato detto. Mi è
capitato di amare questa canzone e ho sentito molte versioni eccellenti
negli anni, quindi forse sono di parte. Ma era semplicemente eccezionale!
All Along The Watchtower
Dopo una normale (ma comunque buona) Rolling Stone ha lanciato la band in
Watchtower. Ancora una volta questa era una nuova versione rielaborata che
mostra uno Stu eccellente nel suonare la chitarra. Non era orientata verso
il rock come negli anni precedenti, ma un più incisiva, resa con una voce
grande e un riff di tastiera da Bob. Questo è stato il momento migliore di
Stu.
Forever Young
Questa era ciò che si rivelò essere l'ultima canzone della notte e ancora
una volta è stato bello sentirla. Bob ha iniziato la canzone alle tastiere
ed è venuto fuori davanti per qualche bel canto e un ottimo assolo arpa di
chiusura.
Non credo di aver visto Bob davanti a centro palco (per non parlare del
ballo) per così tante canzoni o suonare l’armonica quando era dietro la
tastiera dal 2002.
E’ stato un concerto eccellente ed è stato bello vedere Bob così animato e
in grande forma.
Un ciao ed un grazie a tutti quelli che ho incontrato, Romy, Noel, Trevor,
Jim, tutta la gente del Crane Lane Theatre, e, naturalmente, i miei compagni
di viaggio Ken, Mike e John.
Godetevi il resto del tour. Non sarete delusi! Ora io incrocio le dita
sperando che il tour europeo vada avanti così, e spero di aver la
possibilità di vedere altri shows!
ciao Mr. Tambourine,
ti invio qualche considerazione off topic, ispirate dall'ascolto di un CD
(una raccolta di pezzi scritti da Johnny Mercer).
Questo, di seguito, è il testo di BLUES IN THE NIGHT, sicuramente nel canone
americano (o "great american songbook"):
My mama done tol' me, when I was in knee-pants
My mama done tol' me, "son a woman'll sweet talk"
And she'll give ya the big eye, but when the sweet talkin's done
A woman's a two-face, a worrisome thing
who'll leave ya to sing
the blues in the night
Now the rain's a-fallin', hear the train's a-callin, "whooee!"
(my mama done tol' me) hear dat lonesome whistle blowin' 'cross
the trestle, "whooee!"
(my mama done tol' me) a-whooee-ah-whooee ol' clickety-clack's
a-echoin' back thr blues in the night
The evenin' breeze will start the trees to cryin' and the moon will
hide it's light when you get the blues in the night
Take my word, the mockingbird'll sing the saddest kind o' song,
he knows things are wrong, and he's right
From natchez to mobile, from memphis to st. joe,
wherever the four winds blow
I been in some big towns an' heard me some big talk,
but there is one thing I know
A woman's a two-face, a worrisome thing
who'll leave ya to sing
the blues in the night
So, let me give ya fair warnin'
You may feel fine in the mornin'
But look out for those blues in the night
naturalmente tutto può essere casuale, ma, giusto per divertimento, è
possibile qualche rimando a Dylan?
1. "Stucked inside of Mobile with the Menphis blues again".
Come in Desolation Row, e in molte altre canzoni del periodo, Dylan ha
inserito citazioni e personaggi a profusione:
il bello è che - anche se la sfida di dare un senso compiuto a tutto il
testo è vano - il tutto si tiene!
2. "On a night like this" e "Ring them bells".
Penso che insieme alla Bibbia e a Fats Domino (vedi Lyrics di Alessandro
Carrera) ci possano stare i four winds di BLUES IN THE NIGHT
--- (da Wiki ... ) Arlen and Mercer wrote the entire score for the 1941 film
Blues in the Night. One requirement was for a blues song to be sung in a
jail cell.
As usual with Mercer, the composer wrote the music first, then Mercer wrote
the words. Arlen said, << The whole thing just poured out. And I knew in my
guts, without even thinking what Johnny would write for a lyric, that this
was strong, strong, strong! When Mercer wrote "Blues in the Night", I went
over his lyric and I started to hum it over his desk. It sounded marvelous
once I got to the second stanza but that first twelve was weak tea. On the
third or fourth page of his work sheets I saw some lines—one of them was "My
momma done tol' me, when I was in knee pants." I said, "Why don't you try
that?" It was one of the very few times I've ever suggested anything like
that to John. >>
When they finished writing the song, Mercer called a friend, singer Margaret
Whiting, and asked if they could come over and play it for her. She
suggested they come later because she had dinner guests—Mickey Rooney, Judy
Garland, Mel Tormé, and Martha Raye. Instead, Arlen and Mercer went right
over. Margaret Whiting remembered what happened then, << They came in the
back door, sat down at the piano and played the score of "Blues in the
Night". I remember forever the reaction. Mel got up and said, "I can't
believe it." Martha couldn't say a word. Mickey Rooney said, "That's the
greatest thing I've ever heard." Judy Garland said, "Play it again." We had
them play it seven times. Judy and I ran to the piano to see who was going
to learn it first. It was a lovely night.>> ---
Mercoledì sarò all'Alcatraz (dove non sono mai stato). Agli ultimi concerti
di Bob in Italia non sono andato, ma stavolta sì: un pò per il tipo di
posto, comunque diverso da quelli in cui mi è capitato di vederlo in
passato, e un pò per affetto (se Shakespeare passa in città, per quanto
malandato, è un peccato lasciarlo andare senza avergli fatto una visitina;
in fondo qualcuno è andato a trovare Woody più di una volta, anche quando
era messo molto peggio).
saluti, Alexan wolf
Mi sembra che tu abbia
proprio centrato l'essenza delle cose, leggendo il testo della canzone
potrebbe stare benissimo dentro a Together Through Life, ma questa
operazione, con molta pazienza come hai avuto tu, potrebbe essere fatta con
moltissimi tanti artisti, come ha detto Tom Petty " Bob ha influenzato
assolutamente tutto e tutti!". Sono d'accordo con te che una visitina allo
Shakespeare dei nostri giorni va assolutamente fatta, ci sarò anch'io
all'Alcatraz, peccato che non potremo riconoscerci, sai, questa mania di
anonimato, Mr.Tambourine e compagnia bella...Un salutone, alla prossima,
Mr.Tambourine :o)
Ciao a tutti!
qualcuno sa se la prima registrazione di idiot wind, quella forse forse
"troppo personale", sia mai stata pubblicata? Se sì dove la potrei trovare?
Simona
Non saprei dirti se questa
take è uscita su qualche CD pirata o bootleg, ma certo qualcuno dei nostri
Maggiesfarmers forse sarà più informato di me e ce lo farà sapere, stay
tuned, :o)
se ti servissero materiali, cover, ecc. sono qui, a presto e buona lettura!
Angelo
Caro Angelo, ho finito di leggere il buonissimo libro
che gentilmente mi hai inviato, l'ho trovato particolarmente interessante
specialmente nelle fasi dove l'autore racconte aneddoti abbastanza
sconosciuti, ad esempio la causa della lite fra Dylan e Lanois, il fatto che
l'ultima figlia di Dylan e Carolyn Dennis, Desiree Gabrielle, abbia chiesto
al padre una batteria per sfogare la sua passione per quello strumento, e
centinaia di altre curiosità sparse fra le cose risapute. Ora lo rileggerò
per memorizzarlo meglio e scrivere una serie di articoli appunto su queste
curiosità usando come fonte il libro. Fammi sapere quali sono i materiali
che hai a disposizione che mi potrebbero servire e che potrei usare, tutto
quello che riguarda Dylan interessa non solo a me ma a tutti i nostri
lettori. In attesa della tua risposta ti invio un caloroso saluto,
Mr.Tambourine
Dylan inizia con 'Saint Augustine', nuovi
arrangiamenti e capelli sulla fronte
La sorpresa più grande? La prima versione live di "I Dreamed I Saw St.
Augustine" dal 26 novembre 2005, sempre in Irlanda, al Point Theatre di
Dublino. E’ stata la quinta volta che ha eseguito questa canzone dal 1992, è
stata una triste, maestosa versione. La voce di Dylan è iniziata ruvida, ma
è andata in crescendo. Donnie brilla alla pedal steel (credo), mentre Dylan
suona due assoli appassionati si armonica.
Secondo un post su Café EDLIS, ci sono stati nuovi arrangiamenti di "Highway
61 Revisited" e "All Along The Watchtower".
Ecco una immagine di Dylan sul palco.
In altre notizie, Leon Russell ha parlato di
Dylan con
i settimanali di Atlantic City:
(Dylan come sorpresa al concerto per Bangla Desh): Beh, lui aveva avuto
quell’incidente in moto nel 1966 e, se non sbaglio, penso che questa era la
prima esecuzione pubblica da quando ha recuperato. [Ma sì,] sembrava esserci
qualche dubbio sul fatto che sarebbe stato presente o no.
Ed è stato all'ultimo minuto che lui ti ha chiesto di suonare il basso
durante il suo set?
Sì, è salito sul palco da solo e poi ha chiamato George a suonare la
chitarra, ha chiamato Ringo a suonare il tamburello e poi mi ha chiamato per
suonare il basso. Dopo mi ha chiamato a New York per suonare il basso in
quel disco che ha fatto. . . . . .
Quindi non sai se suonarai con lui a tutti durante il tour, ne hai parlato
con Dylan?
Non ho parlato con lui - beh, l'ho visto. Stavo facendo questo album di
duetti con Willie Nelson ed ero andato fino a Louisville per aggiungere
alcune canzoni e Willie stava giocando a palla nello stadio con Bob. Bob
arrivò proprio mentre stavamo per finire quel lavoro. Così è stata la prima
volta che lo avevo incontrato dopo molti anni, non sappiamo ancora se faremo
qualcosa insieme in questo tour.
Harold Lepidus, "Bob Dylan Examiner"
http://www.examiner.com/bob-dylan-in-national/dylan-starts-tour-with-augustine-new-arrangements-more-facial-hair-cork?CID=examiner_alerts_article#ixzz1PXf2DNba
E il grande Bob chiese al suo fedele
bassista: "Che concerto facciamo domani a Londra, visto che quei bastardi mi
hanno negato l'onorificenza?"
e l'altro: "Suona tutti i pezzi che non si aspetterebbero da te e non fare i
tuoi grandi classici!" Sua Bobbitudine ci pensò un attimo, poi ammiccò
sorridendo (quanto può sorridere Bob!): "Hai ragione! sarà il miglior
concerto che abbia mai fatto in questi ultimi 20anni!!
Ciao Mr. Tambourine. E sempre viva Dylan!
Simone
Vorrei sapere quali canzoni suonò Bob la sera
dell'uccisione di Kennedy...attendo chiarimenti. Grazie.
Vorrei saperlo anch'io, ma
dubito che ci sia qualcuno in grado di rispondere a questa domanda. Nel 1963
Dylan era il miglior Folk performer emergente nel panorama musicale
americano, ma nessuno si preoccupava di annotare le sue set list, non era
ancora abbastanza famoso e soprattutto doveva passare ancora molta acqua
sotto i ponti prima che diventasse un'icona della musica ed una leggenda
qual'è oggi. L'unica cosa di cui si è certi è che cominciò il concerto con
"The Times They Ara A-Changin' " perchè lo dichiarò Dylan stesso parlando
della canzone:
«Questa era decisamente
una canzone con uno scopo. Sapevo esattamente cosa volevo dire e per chi lo
volevo dire. Sai, naturalmente questa canzone è influenzata dalle ballate
Irlandesi e Scozzesi... Come All Ye Bold Highway Men, Come All Ye Miners,
Come Alle Ye Tender Hearted Maidens. Volevo scrivere una grande canzone, una
sorta di canzone a tema, sai, con versi brevi e concisi che si accumulavano
l'uno sull'altro in una maniera ipnotica... il movimento dei diritti civili
ed il movimento della folk music furono abbastanza vicini ed alleati per un
certo periodo in quell'epoca. Quasi tutti si conoscevano tra di loro.
Dovetti suonare questa canzone la stessa sera che il Presidente Kennedy
morì. Prese il posto di canzone di apertura dei concerti e lo tenne per un
lungo periodo».
Il 22 novembre 1963, meno di
un mese dopo aver registrato la canzone, il presidente Kennedy venne
assassinato a Dallas, in Texas. La notte successiva Dylan aprì il suo
concerto con The Times They Are a-Changin'; disse al biografo Antony
Scaduto: "Pensai
- Wow, come posso aprire con quella canzone? Mi tireranno delle pietre
addosso". Ma ho dovuto cantarla, il mio intero concerto è partito da lì. So
di non aver compreso tutto. Qualcosa era appena andato in tilt nella canzone
e loro applaudivano la canzone. E io non ho capito perché applaudissero, o
perché scrissi quella canzone. Non potevo capire niente. Per me era solo
pazzia».
Come vedi non c'è certezza
nemmeno sulla data esatta, se la sera stessa o la sera dopo, ma da allora è
passato mezzo secolo ed anche i ricordi si fanno confusi, in fondo non ha
una grande importanza la data del concerto, invece la set list è quasi una
"mission impossible"
da reperire, non saprei se qualcuno è in grado di conoscerla, comunque si trattava ancora di canzoni folk eseguite con la
chitarra classica con corde in nylon ed armonica. Dylan andrà elettrico
l'anno dopo.
Venerdi 17 Giugno 2011
Cork, Ireland - Marquee - June 16, 2011
1. Gonna Change My Way Of Thinking (Bob on
keyboard)
2. It's All Over Now, Baby Blue (Bob center stage on harp)
3. Things Have Changed (Bob center stage on harp)
4. Tangled Up In Blue (Bob center stage on harp)
5. The Levee's Gonna Break (Bob on keyboard)
6. Ballad Of Hollis Brown (Bob center stage on harp, Donnie on banjo)
7. Tweedle Dee & Tweedle Dum (Bob on guitar)
8. I Dreamed I Saw St. Augustine (Bob center stage on harp)
9. High Water (For Charley Patton) (Bob center stage on harp, Donnie on
banjo)
10. Tryin' To Get To Heaven (Bob on keyboard)
11. Highway 61 Revisited (Bob on keyboard)
12. Simple Twist Of Fate (Bob on guitar)
13. Thunder On The Mountain (Bob on keyboard)
14. Ballad Of A Thin Man (Bob center stage on harp)
(encore)
15. Like A Rolling Stone (Bob on keyboard)
16. All Along The Watchtower (Bob on keyboard)
17. Forever Young (Bob on keyboard then center stage on harp)
Le cinque chitarre più costose del mondo
clicca qui
Giovedi 16 Giugno 2011
Negata a Bob Dylan una onorificenza
Londinese
Alla leggenda del Folk Bob Dylan è stato negato un dei massimi
riconoscimenti nel suo quartiere preferito di Londra, dopo che i funzionari
hanno deciso che non era qualificato per l’onorificenza.
Il rocker era stato recentemente nominato per la Freedom Of Haringey in
occasione del suo recente settantesimo compleanno per il suo legame con il
quartiere, del quale Dylan si innamorò nel 1980. Egli è stato spesso visto
per le strade del quartiere in compagnia del chitarrista Dave Stewart e
possiede anche una casa nella zona a Crouch End.
Si sperava Dylan potesse ricevere l’onorificenza mentre era sul palco
durante il suo set al Feis London Festival a Finsbury Park questo fine
settimana (18-19Jun11), ma le autorità hanno respinto la richiesta.
Un portavoce del consiglio ha spiegato: "Siamo grati per il suggerimento, ma
la Freedom Of Haringey è di solito riservata a persone che hanno dato un
contributo eccezionale alla vita nel quartiere. "
Questo piccolo volume di saggi aggiunge più
di una nota in calce alla lunga mensola dei libri su Dylan.
Dopo la recente ondata di studi su Dylan da parte di eminenti studiosi come
Sean Wilentz e Christopher Ricks, oltre alla completa antologia di Greil
Marcus, sembra non esserci più niente da dire su questo celebre e spesso
confondente artista. Eppure, il critico musicale Yaffe (english / Siracusa
Univ.; Fascinating Rhythm: Jazz Reading in American Writing, 2005, ecc)
getta una nuova luce, o almeno offre una prospettiva provocatoria. I suoi
quattro capitoli dal tema "il difficile tentativo di chiarire il piacere che
può dare Dylan con la sua voce nasale, i suoi testi obliqui, il suo
complicato rapporto razziale, la controversa appropriazione di parole e
musiche." Ovviamente appassionato di Dylan, sul quale tiene un corso, Yaffe
scrive che "mentre lui è forse in una categoria errata come poeta, è
sottovalutato come cantante." L'autore fa poi l'affermazione di gran lunga
più sorprendente che il "rapporto razziale di Dylan è unico", e che "la
storia di come Dylan ha ottenuto la sua impronta diventando il gemello della
sua anima è anche un racconto distintamente americano di appropriazione
razziale e di sfruttamento sessuale, del suo modo di vendere tutto di se
stesso, di salvarsi e confessarsi. Per Yaffe, la controversa (e di breve
durata) fase di Dylan come “cristiano rinato” è stata solo un legame tra una
razza (attraverso la gospel music) e l'amore come base del cristianesimo.
Praticamente ogni pagina potrebbe avviare un dibattito, anche se Yaffe è uno
dei pochi a ingoiare del tutto l' affermazione della corista Mavis Staples
che Dylan l’avrebbe sposata se lei avesse acconsentito. Più di qualsiasi
altro libro recente di Dylan, anche questo spesso anticipa la sua morte e la
prospettiva di un futuro sempre più impensabile senza la presenza di Dylan
(anche se aumenteranno in modo notevole i libri su di lui).
Non per i neofiti, ma affascinante per quelle persone ossessionate da Bob
che pensano di sapere tutto di lui ma vogliono sempre sapere di più.
Data Pubblicazione: 24 maggio 2011
ISBN: 978-0-300-12457-6 - 192 pagine
Editrice: Università di Yale.
(Fonte:http://www.kirkusreviews.com)
Mercoledi 15 Giugno 2011
Cerco 2 biglietti per l'Alcatraz
Caro Mr. Tambourine,
scrivo la presente e-mail perchè sto cercando n. 2 biglietti per il concerto
di Bob di Milano. Ti sarei molto grato se potessi pubblicare il sottostante
annuncio su Maggie's Farm. Grazie Mille
Matteo Moraschini
ANNUNCIO:
Cerco n. 2 biglietti per il concerto di Milano del 22 giugno. Chi li avesse
può scrivermi all'indirizzo e-mail matteo.moraschini@tiscali.it. Grazie.
Matteo
Ciao Mr.Tambourine,
ti segnalo una cosa.
Mi sono messo a tradurre dei pezzi di Dylan e tra questi My Wife's Home
Town. Confronto sempre le mie con le vostre traduzioni. Nella lirica in
lingua della canzone a un certo punto MF riporta:
Well there's plenty to remember, plenty to forget
I still can't remember the day we met
I lost my reason long ago
My love for her is all I know
e giustamente tu hai tradotto il secondo verso della quartina:
io ancora non ricordo il giorno che ci siamo
incontrati
però il sito di Dylan riporta: I still can remember
the day we met
ed evidentemente quel verso diventa: io ricordo
ancora...
Te lo segnalo solo se vuoi fare una correzione.
Non pubblicare per cortesia questa mail, non voglio far la figura
dell'agente delle tasse che si accorge dell'ammanco di 1 centesimo dalla
dichiarazione dei redditi
Complimenti sempre per il lavoro dylaniato.
Invece di ringrazio di cuore
caro ........... , fossero di più le persone che mi segnalano
eventuali errori in modo da poter rendere il sito sempre più accurato,
correzzoni fatte, grazie ancora, alla prossima, :o)
Ciao Mr.Tambourine,
volevo riportare la notizia che Clarence Clemons, il sassofonista della
E-street band di Springsteen, è stato colpito da un ictus. Magari la notizia
non interessa direttamente questo sito e la propria "comunity", però visto
che Dylan e il Boss sono stati e sono gli eroi di una parte della mia mia
vita, mi sono sentito "in dovere" di far sapere quello accaduto al "Big
Man". Anche perchè Maggie's Farm si è occupata e si occupa non solo ed
esclusivamente di Robert, ma anche di artisti più o meno connessi con lui,
anzi, Lui. Eheh. Vi saluto.alla prossima.
F.M.
Clarence Clemons, il famoso sassofonista della
Bruce Springsteen E Street Bandè stato colpito da un ictus domenica 12
giugno nella sua casa in Florida. Clemons aveva sofferto diversi problemi di
salute negli ultimi anni, tra cui una malattia spinale che lo portò ad un
doppio intervento chirurgico al ginocchio, che lo costrinse su una sedia a
rotelle per un bel pò di tempo.
In un primo aggiornamento è stato detto che Clemons è in condizioni stabili
e reattive dopo aver subito due interventi chirurgici al cervello.
"Ieri non sembrava affatto messo bene", oggi. . . il miracolo è avvenuto. I
suoi segni vitali sono in miglioramento. E' reattivo. I suoi occhi brillano
quando gli parli. E’ paralizzato sul lato sinistro del corpo, ma ora riesce
a stringere la mano sinistra. Questa è la migliore notizia che abbiamo
sentito da quando il fatto è successo - è a dir poco miracoloso. I prossimi
cinque giorni saranno ancora critici. Ma lui è un combattente ".
Rimettiti presto Clarence!
Bob Dylan - La rinascita, nel segno del
Blues (Pt 3)
clicca qui
Martedi 14 Giugno 2011
Al via il Summer Tour 2010
Giovedi riparte il
Neverending Tour, anche se a Bob questo nickname non piace più di tanto. Una
lunga cavalcata di oltre 30 date che lo porterà in Irlanda, Inghilterra,
Neighborhood bully (Israele), Italia, Svizzera, Germania, Danimarca,
Norvegia, Svezia, per poi ripassare l'oceano e tornare negli States per i
concerti di Luglio ed Agosto. "A long ride" per un uomo di 70 anni,
soprattutto fisicamente faticosa, migliaia di miglia in aereo e tourbus,
cambiare aria, letto, cibo, nazione quasi ogni giorno, uno stress totale, se
consideriamo che questo "vecchio grande artista" è già stato in Asia per
altri 17 concerti in Taiwan, Cina, Hong Kong, Singapore, Australia e Nuova
Zelanda. Come faccia e tenere questo ritmo è un mistero, ogni artista sa
bene quanto sia duro e stressante stare in tour per mesi, nel caso di Dylan
possiamo dire tutto l'anno, con due o tre pause tra un tratto e l'altro per
riprendere fiato. Poi ci sarà il tuor autunnale o quello invernale, o forse
tutti e due, a Bob non interessa se le date sono tante o troppe, a lui interessa suonare,
suonare davanti al suo pubblico, quel pubblico che finge di ignorare ma che
è dentro la sua mente ed il suo cuore, quel pubblico per il quale vive, quel
pubblico per il quale probabilmente vuole morire, e per far questo è
disposto a tutto ed accetta tutto, togliere a Dylan il suo pubblico vuol
dire vederlo naufragare nell'inedia o sprofondare nell'etrno abisso in un
batter di ciglia. Togliendo il pubblico a Bob si toglierebbe forse quella
che è rimasta la sua più importante, se non l'unica, ragione di vita. E il
suo pubblico capisce, condivide ed apprezza lo sforzo del suo "vecchio
favourite", lo segue, partecipa, lo sostiene nel buono e nel meno buono,
anche nei concerti che nascono col piede sbagliato, al suo pubblico non
importa se non si capiscono bene le parole, se fa fatica a riconoscere le canzoni,
se gli arrangiamenti si assomigliano per forza di cose un pò tutti, se
qualche volta la voce fa cilecca, manca, sparisce, fugge dalla sua gola
diventando un rantolo, un brontolio, un borbottio fangoso, queste cose il
suo pubblico le sa a memoria e le ha accettate con coraggio ed orgoglio. Il
suo pubblico non pretende niente di più di quello che Bob può dare, ascolta
ed applaude l'artista che era, che è e che sarà, indipendentemente dalla
forma estetica della sua musica, reinventata ogni volta o forzata in queste
forme che dir si voglia a seconda dei punti di vista. D'accordo o no, giù il cappello davanti a questo
eroe che non si ferma davanti a niente, che sembra sfidare l'eternità (anche
se in cuor suo sa di aver già vinto la battaglia), Dylan è nell'eternità,
nessuno potrà togliergli il primo posto nella memoria musicale, nemmeno i
mitici Beatles che hanno fermato la loro storia 40 anni fa. Lui invece ha
continuato la sua strada, la sua interminabile Highway 61, continuando a
farsi domande in nome e per conto di tutti noi, ha dato le sue risposte, non
ha mai preteso di essere un profeta o la voce di una generazione, anzi si è
sempre allontanato da tutte le etichette che periodicamente i saggi
dylanologi di tutto il mondo gli appiccicavano, "Io sono le mie parole" ha
detto, quelle degli altri sono solo quelle degli altri, lontano dalle sue
verità e dal suo modo di pensare, di considerare e di capire. Ora, dopo
essere stato di tutto e di più, il Re del Folk, il "Giuda del Folk",
l'inventore del Folk-Rock, la Rock Star delle rock stars, dopo essersi
infolarmato con la religione cristiana ed aver passato alcuni anni a
propinare sermoni dai palchi di tutti il mondo, dopo clamorose cadute di
stile come "What's That Sheet" e diversi altri dischi simili, ha sfornato
roba come Oh mercy, Time out of mind, Love and Theft, Modern Times, Togheter
Through Life, ha assunto l'identità del vecchio performer in costume, come
facevano i vecchi bluesmen che giravano da una bettola all'altra del
Mississippi con la loro 6 corde a tracolla indossando quello che per loro poteva
sembrare "il vestito della festa", cantando il loro dolore, la loro
tristezza, la loro illusione, le ingiustizie e le discrimnazioni alle quali
erano giornalmente sottoposti, trasportando in musica i loro sentimenti, una
musica che più bella e commovente non si può fare. Oggi Bob, nel suo costume
da Hidalgo rappresenta tutti loro, inutile elencare i
nomi di tutti questi fantastici artisti, è rimasto l'unico a portare in giro
il suono di quelle radici americane che la Discomusic, il Rap, il Punk, la
New Wave e tutti gli altri stili musicali hanno inutilmente cercato di
estirpare quelle radici popolari dai cuori e dalle menti degli americani. Oggi, quando purtroppo
leggo che un'artista come Lady Gaga vende milioni di dischi e viene accolta
come la Madonna di Madjugorje in tutto il mondo mi viene proprio da dire "Ma
che cosa c'è nella testa di queste persone che idolatrano una simile
nullità? Quando per sbaglio vedo Lady Gaga alla TV mi sento diventare molto
Greil Marcus e dico fieranente "WHAT'S THAT SHIT? E permettetemi la licenza,
Lady Gaga non è l'unica che mi fa dire questa frase, comunque il nostro
camaleonte umano è sempre sulla cresta dell'onda, nessuno al mondo fa più
concerti di lui, nessuno ha la forza ed il carisma per attirare SEMPRE E
COMUNQUE migliaia di persone in tutte le parti del mondo per andare a vedere
uno show che è sempre un grosso punto di domanda, come sarà questa volta?
Bene, andatelo a vedere e poi scrivetelo, descrivete sinceramente le
emozioni e le delusioni provate nel concerto, ma ricordate una cosa, bello o
brutto, un concerto dipende sempre da un sacco di concause esterne che
possono ingigantirlo o distruggerlo, basta un distratto tecnico al mixer ed
il suono diventa un pastone ed il concerto una cosa inudibile, se invece
capiterete in una serata con un tecnico ha le orecchie giuste al posto
giusto allora sentirete un indimenticabile concerto. L'artista sul palco è
sempre soggetto a questi inconvenienti, indipendentemente da come suona, se
la venue è come un cassone senza un minimo di preparazione tecnica per la
musica, gli echi di rimbalzo la faranno da padrone, trasformando un concerto
musicale in un passato di verdura di suoni indistinguibili. Tenete conto
anche di questo nel vostro giudizio, a volte quello che c'è sul palco sconta
le colpe di questi personaggi non all'altezza del compito loro assegnato,
purtoppo per loro, di questi incompetenti patentati, di questa gente che è
capace di fare miracoli, come trasformare il cioccolato in merda o
viceversa! Ma Bob ha imparato a mandare giù tutti questi inconvenienti, sa
che la riuscita di un buon concerto dipende più da quelli giù dal palco che
da quelli che sono sù, fa parte del gioco, è come un gioco d'azzardo, una
mano a poker, quando credi di avere le carte vincenti e vedi sfumare il tuo
denaro come neve al sole, oppure fai la mano della vita con cinque carte che
non si guardano nemmeno in faccia. Ma Bob è ormai da anni al di sopra di
queste cose, lui canta e suona anche se sa che il risultato non sempre è
nelle sue mani, lui fa onestamente il suo lavoro e niente gli si può
imputare, il suo pubblico ormai sa anche tutte queste cose e lo sa
apprezzare a dispetto degli occasionali inconvenienti, perchè anche dietro
ad un concerto mal riuscito c'è sempre un Bob Dylan e non una Lady Gaga!
Mr.Tambourine
ecco le date:
Jun 16 Cork, Ireland Live at the Marquee
Jun 18 London, England London Feis 2011, Finsbury Park
Jun 20 Tel Aviv, Israel Ramat Gan Stadium
Jun 22 Milan, Italy Alcatraz
Jun 24 Sursee, Switzerland Summer Sound
Jun 25 Mainz, Germany Volkspark
Jun 26 Hamburg, Germany Stadtpark Freilichtbühne
Jun 27 Odense, Denmark Funen Village
Jun 29 Bergen, Norway Bergenhus Festning -- Koengen
Jun 30 Oslo, Norway Oslo Spektrum
Jul 2 Borlänge, Sweden Peace & Love 2011
Jul 14 Santa Barbara, CA Santa Barbara Bowl
Jul 15 Costa Mesa, CA The Pacific Amphitheatre
Jul 16 Las Vegas, NV The Pearl Concert Theater at the Palms
Jul 18 Phoenix, AZ Comerica Theatre
Jul 19 Tucson, AZ Anselmo Valencia Tori Amphitheatre
Jul 21 Albuquerque, NM Hard Rock Casino Presents: The Pavilion
Jul 23 Thackerville, OK WinStar World Casino
Jul 24 New Braunfels, TX Whitewater Amphitheater
Jul 26 New Orleans, LA UNO Lakefront Arena
Jul 27 Pensacola, FL Pensacola Civic Center
Jul 28 Atlanta, GA Chastain Park Amphitheater
Jul 30 Memphis, TN Mud Island Amphitheatre
Aug 2 Evansville, IN Roberts Stadium
Aug 3 Toledo, OH Toledo Zoo Amphitheater
Aug 5 Kettering, OH Fraze Pavilion
Aug 6 Cleveland, OH Jacobs Pavilion at Nautica
Aug 7 Rochester Hills, MI Meadow Brook
Aug 9 Canandaigua, NY Constellation Brands-Marvin Sands PAC
Aug 10 Scranton, PA Toyota Pavilion
Aug 12 Bethel, NY Bethel Woods Center for the Arts
Aug 19 Gilford, NH Meadowbrook U.S. Cellular Pavilion
Aug 20 Bangor, ME Bangor Waterfront Pavilion
Imola in Musica: in ventimila per De
Gregori
clicca qui
Lunedi 13 Giugno 2011
Cerca un biglietto per l'Alcatraz
Ciao a tutti! Cerco un biglietto (a prezzo
non maggiorato) per il concerto di Bob a Milano del prossimo 22 giugno! Se
lo avete e lo vendete scrivetemi a paolobianchi86@gmail.com
GRAZIE INFINITE! Paolo
In vendita l'ex casa e studio di
registrazione di Bob Dylan
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Sabato 11 Giugno 2011
L’incidente motociclistico di Bob
Venerdi 19 Luglio 1966, radio e televisioni
americane diffusero la notizia che Bob Dylan era rimasto vittima di un
incidente con la sua moto, dettagli pochissimi e sicuramente inventati per
fare notizia. Era gravemente ferito, era morto, era paralizzato, era
orribilmente sfigurato, si era rotto l’osso del collo, tutto era buono in
quel vuoto di informazioni che erano arrivate alla agenzie di comunicazione,
così ognuno ci ricamò sopra a modo suo, creando la più gran confusione che
si potesse immaginare. Ci furono servizi ai telegiornali con tanto di elogio
funebre, i soliti filmati di repertorio che son già pronti negli archivi dei
giornali e delle televisioni, di solito ti fanno morire anni prima, in modo
da avere pronto il tuo elogio funebre quando viene il momento, nessuno si
può premettere di perdere tempo a realizzarne uno al momento dell’accaduto,
tutto deve essere già pronto per sparare la notizia in prima pagina a titoli cubitali, specialmente se si
tratta di personaggi che sono andati oltre la fama come Bob Dylan. Furono
tirati in ballo paragoni con nomi come Shelley, James Dean e Richard Farina,
marito di Mimi Baez, morto in un altro incidente motociclistico appena
sessanta giorni prima.
Lo stato di salute fisica e mentale di Dylan in quel periodo, 1965/1966, era a dir
poco preoccupante, Dylan si stava perdendo a causa dei troppi impegni ai
quali doveva far fronte, magro, emaciato, drogato, barcollante, con la mente
ingolfata, sempre in piedi, senza riposo. In Tour ormai da due anni, la
gente che lo insultava quando appariva di fianco alla Band, un libro da
scrivere (Tarantula) per il quale aveva già incassato un cospiquo acconto,
64 concerti negli States da affrontare di lì a poco, Grossman che lo
spingeva oltre l’orlo del baratro, come una giovane vittima sacrificabile
sull’altare della gloria e del denaro. Ad Albert importava poco della salute
di Dylan, Dylan era uno da sfruttare finche era vivo, e guardandolo in quel
periodo si poteva dire che la sua permanenza terrena poteva finire da un
giorno all’altro.
Poi c’erano le migliaia di ore di filmato girato da Pennebaker da esaminare
e montare per il film “Eat The Document” che la ABC aveva in programma di
mandare in onda in autunno.
Dylan non ce la faceva più a seguire quel ritmo, aveva frequenti crisi di
nervi, era intrattabile, scostante, acido, incontrollabile.
Proprio un pezzetto di “Eat The Document” ci fa capire qual’era la reale
situazione di Dylan, ormai all’estremo, al capolinea, senza speranza di
salvezza.
Bob è seduto sul divano di fronte ad un agente italiano che gli stava
proponendo di allungare il tour in modo da poter definire alcune date in
Italia. Dylan si agita sul divano, supplica il promoter di lasciarlo in
pace, “Voglio tornare a casa” piagnucola Bob mentre si dondola sul divano in
un movimento incontrollabile.
Un’altra scena dello stesso film che mostra le condizioni estreme di Dylan
in quel periodo è la famosa scena di lui e John Lennon sul taxi per le vie
di Londra.
Sono in pochi a sapere come andarono veramente le cose quel mattino, ma chi
sapeva ha parlato soltanto a patto di non essere citato nella narrazione.
La polizia non fu chiamata e quindi non esiste nessun verbale
dell’incidente. Dylan non fu accompagnato al vicino ospedale di Kingston,
quindi non esiste nessuna cartella clinica con un referto medico a suo nome.
La verità è che quella mattina non ci fu nessun incidente nella zona.
C’era una vecchia motocicletta Triumph che non voleva saperne di partire,
tutta impolverata e con le gomme lisce che si trovava nel garage di Grossman
a Bearsville, e c’era un poeta e musicista veramente stanco, che diceva che
non dormiva da tre notti, che voleva andare a fare un giro in moto.
Così Dylan prese la moto dal garage di Grossman e si avviò spingendo la
pesante motocicletta giù per Striebel Road verso Glasco Turnpike dove
l’avrebbe fatta riparare, Sara lo seguiva in auto per riportarlo a casa.
Quel mattino aveva piovviginato, ed il poeta debole, emaciato e barcollante
scivolò sul terreno finendo sotto la pesante moto che gli rovinò addosso,
poca roba, qualche graffio e qualche contusione. Questo fu l’incidente
motociclistico di Dylan e certamente l'avvenimento che gli salvò la vita.
Sara lo caricò in macchina e lo portò a casa del Dott.Thaler a Moddletown,
ad una cinquantina di miglia da Woodstock, al riparo da reporter e
fotografi, dove rimase per un pò di tempo in tranquillità ed in seguito
rientrò nella sua “Hi Lo Ha”, la casa che Bob aveva a Woodstock. Dopo alcuni
anni di assenza dalla scena internazionale il nuovo Dylan rigenerato comincerà a
scrivere le pagine della sua nuova storia artistica, diede tre versioni
diverse dei fatti accaduti per l'incidente, ma Dylan è fatto così, tutto ed
il contrario di tutto.
(Fonte: “The Ballad of Bob Dylan” di Daniel Mark Epstein)
Ciao Mr. Tambourine,
Sabato prossimo, 18 giugno, partecipiamo alla seconda fase del Rock'n Blues
Live Contest dopo aver superato la prima serata.
Ci servirebbe l'aiuto dei Maggiesfarmiani di Roma e dintorni per passare il
turno che si presenta MOLTO duro vista l'ottima qualità delle band durante
la prima fase.
La manifestazione è anche a sostegno di Emergency, se può interessare, e
l'ingresso costa soltanto 5,00 euro. Si esibiscono 5 bands ogni sera.
L'inizio è previsto attorno alle 21,30 e ogni gruppo suona per 30 minuti.
Se qualche fan dylaniano avesse voglia di sostenerci il nostro turno è
Sabato 18, alle 21,30 al MADS, in Via dei Sabelli, 2 (San Lorenzo - Roma).
Allego locandina (personalizzata) della manifestazione:
Bruno Jackass, Dylan Dogs
Forza dylaniani de Roma,
diamo una mano ai Dylan Dogs !!!!!!!
Reverend Gary Davis, il maestro di Bob
Dylan suona il blues
clicca qui
Venerdi 10 Giugno 2011
Torna “All You Need Is Rock”
Torna dopo molto silenzio, dovuto
principalmente alla difficoltà di reperire i fondi per coprire i costi dello
spettacolo, lo show scritto da Michele “Napoleon in rags” Murino.
Il debutto dello spettacolo avvenne il il 30 Settembre 2006 nella meravigliosa
cornice del Tempio Voltiano di Como, per essere replicato poi a novembre al
Teatro S.Paolo di Cantù. Fu un grosso successo in entrambe le occasioni, ma
lo show dovette essere messo in stand-by per diversi motivi, non ultimo
quello finanziario.
A suonare nelle prime due edizioni furono i
Blackstones per le canzoni di Bob Dylan ed i Beatland per quelle dei
Beatles, ma in questa terza edizione i Beatland saranno sostituiti dal
gruppo dei Les Beat, mentre la parte dylaniana sarà ancora una volta
eseguita dai Blackstones.
La terza rappresentazione di “All You Need Is Rock” si terrà ad Albavilla,
in provincia di Como, nell’Arena Comunale in Via Don Felice Ballabio (centro
commerciale), e verrà proposta dall’Amministrazione Comunale che ha coperto
le spese ed alla quale i fans dylaniani e beatlesiani dicono grazie di cuore.
Sarà l’occasione per ascoltare una storia davvero suggestiva che parte
dall’inizio anni 60 per concludersi con quel tragico avvenimento nel 1980
che fu l’assassinio di John Lennon.
Che cosè in sostanza “All You Need Is Rock”?
Ce lo siamo fatti spiegare direttamente dalla voce dell’autore Michele Murino.
- Allora Michele, ti faccio la domanda che mi son fatto io “Che cos’è All
You Need Is Rock”?
“Non è semplice da spiegare…ma vediamo...., credo sia un insieme di cose, un insieme di emozioni, di
sentimenti, di paure, di chiarimenti, di suggestion , di domande e di
risposte, di speranze e sogni naufragati, di ricerca e di fallimenti, di
atteggiamenti, di pensieri, di magie che difficilmente si materializzeranno
ancora, di amore ed odio, di storie vere o inventate, di storia vissuta, del
terrore vissuto, del terrore passato e della gioia del ritorno alla
normalità, ma soprattutto di canzoni, canzoni che in qualche modo
inconfutabile hanno segnato i momenti belli e brutti della nostra vita,
delle nostre abitudini che cambiavano nostro malgrado, delle poesie che
ognuno avrebbe voluto scrivere ma che non arrivavano mai alla mente, di
canzoni che ognuno vorrebbe cantare ma che cantate da loro avevano un altro
sapore, di melodie che segnano la nascita o la fine di un amore, insomma di
tutte quelle cose che entrano nella nostra mente, diventano patrimonio
genetico e non le dimentichiamo più, della sensazione di giorni unici che
ognuno cerca di raccontare ai propri figli, figli che ormai vivono in un
mondo diverso e che difficilmente riusciranno a provare quelle
emozioni e
quelle sensazioni, quando la gioia di gustare ogni nuovo giorno non era
ancora contaminata dalla noia quotidiana del presente. Questo è All You Need
Is Rock, è il senso delle canzoni che hanno segnato il passare di quegli
anni, il senso della storia che si allontanava in un alone di poesia
infinita, di speranze e di delusioni, di gioie e dolori, il senso di Like a
rolling stone, di Yesterday, di Just like a woman, il senso di Help, di
Blowin’ in the wind, di Ticket to ride, il senso della musica che ci ha
accompagnato nella nostra crescita, nel nostro passaggio da bambini a
ragazzi e uomini, quello che ci ha lasciato dentro e che ci condiziona
ancora oggi, che ci emoziona ancora oggi, mentre il nuovo arranca debolmente
cercando di farsi strada nella nostra mente. Perché i Beatles sono il più
grande fenomeno di tutti i tempi ? Perché la beatlemania ha devastato la
gente per dieci anni ed in tono minore continua a farlo? Perché Dylan è
considerato il Maestro di tutti loro, quello che ha indicato la via da
seguire come facevano gli antichi profeti? Perché Dylan fa ancora più di
cento concerti all’anno in ogni parte del mondo? Noi non sappiamo rispondere
a tutto questo, non sappiamo dire perché quattro generazioni di persone sono
state influenzate ed a volte condizionate dai pensieri e dalle parole di
questi artisti, ma sicuramente una ragione ci sarà per tutto questo, niente
accade senza una ragione, e noi, purtroppo, non siamo sempre in grado di
dare tutte le risposte necessarie. Ma la memoria non muore, rimane viva
dentro di noi, continua a tenerci per mano, a ricordarci i grandi eventi che
abbiamo vissuto e che quelle canzoni ci riportano alla mente, con il loro
carico umano di sensazioni, di emozioni, di gioie, di dolori e di paure.
Chi non ricorda il discorso di Martin Luther King ( I have a dream….), la
crisi missilistica di Cuba che ci portò sull’orlo della terza guerra
mondiale, gli esperimenti atomici e la paura della Bomba, gli scritti di
Ginsberg e Kerouac che smuovono le coscienze dei giovani di tutto il mondo e
dei Masters of War americani, la Beat Generation, la Woodstock Nation, la
Beatlemania, la guerra del Viet-Nam, i bombardamenti di Laos e Cambogia, i
B-52 ed i Phantom americani che sganciano napalm sui villaggi, le foto dei
bambini vietnamiti con la pelle bruciata, i campi di sterminio (the killing
fields) di Pol-Pot , la caduta di Saigon, il disastro della Baia dei Porci,
l’assassinio dei Kennedy, di John Lennon, la bellezza di “ Imagine ”, la
profezia di “A hard rain’s a-gonna fall “, le tristi ed eterne domande di “
Blowin’ in the wind “ , le visioni deliranti di “ Mr. Tambourine “, la
melodia struggente e trascinante di “ Hey Jude “, la triste preghiera di “
Knockin’ on heaven’s door “. C’è chi ha vissuto di persona questi momenti,
chi ha ascoltato queste canzoni al loro apparire, chi si è avvicinato dopo,
si è documentato per la curiosità o per la necessità di sapere, chi ha
assimilato tutte queste cose senza rendersene conto, diventando la
generazione dei figli che portano avanti i sogni dei padri, cose strane, ai
concerti di Dylan abbiamo visto nonni commuoversi guardando i nipoti
applaudire Bob.
Questo è sostanzialmente All You Need Is Rock, un momento, magico o no non
sono in grado di dirlo , ma di sicuro un momento che racconta e rivive
attraverso le parole e le canzoni i momenti palpitanti degli anni 60, gli
anni che maggiormente hanno influenzato in bene o in male il cambiamento di
quel mondo statico che non era ancora riuscito a liberarsi dall’ ignoranza e
dall’ oscurantismo medioevale”.
"All You Need Is Rock" è dunque uno spettacolo musicale di impostazione
teatrale che, attraverso il racconto di una voce narrante e l'esibizione
live di due band che eseguono molti tra i più grandi brani dei Beatles e di
Bob Dylan, propone l'affascinante percorso musicale/sociale/culturale che ha
caratterizzato i 20 anni che vanno dal 1960, esordio dei Beatles ad Amburgo
e di Bob Dylan nel Greenwich Village di New York, al 1980 con la tragica
morte di John Lennon, che chiuse idealmente l'epoca in cui le canzoni rock
cambiarono il mondo.
Gli Enti, i Teatri ed i Locali interessati ad ospitare "All You Need Is
Rock" possono scrivere al seguente indirizzo: spettral@tin.it, per ricevere
tutti i dettagli relativi.
Giovedi 9 Giugno 2011
Cercano biglietti per l'Alcatraz
Cerco disperatamente un biglietto per il
concerto di Bob del 22 all'Alcatraz.
Se qualcuno ha un biglietto in più mi può contattare a
verdylove@live.it , Grazie mille
Verdiana
°°°°°°°°°°
Ciao!
scrivo a questo insostituibile sito perché sarei in cerca di un biglietto
per il concerto di Bob all' Alcatraz.
Se qualcuno avesse un biglietto da mettere in vendita mi può contattare alla
mail gualtierov2000@yahoo.it
grazie, Gualtiero
ciao,
ti ringrazio per aver pubblicato l'annuncio per il biglietto del 22
all'Alcatraz. L'ho venduto stamattina, non so se è possibile rimuovere
l'annuncio o pubblicare questo, così evito che la gente mi scriva a vuoto.
Grazie ancora, Angela
Ciao Corrado...
in questo momento non sono a casa ma se la memoria non mi inganna (ho circa
500 live di Bob così sai a 35 anni è difficile tenerli a mente tutti) dovrei
avere queste registrazioni sicuramente:
Verona, 28.05.84
Milano, 24.06.84
Modena, 12.09.87
Milano, 27.10.93 Ma se la memoria non mi inganna non era il 27 Giugno 1993 a
Milano?
Milano, 28.05.00
New York, 19.11.01
Milano 02.11.03
dvd Hard Rain ne ho diverse versioni... una addirittura con sottotitoli dei
testi in giapponese...
Per le altre mi devi dare il tempo di tornare nella tana dove nella stanza
della musica probabilmente scoprirò di avere anche gli altri...Buona
giornata, Marco
Bene, so che Marco ha già
contattato privatamente Corrado, i nostri Maggiesfarmer appena possono si
mettono sempre a disposizione degli altri, e questo è molto bello, grazie
Marco, :o)
Cerco le seguenti registrazioni audio live di
Bob
1) Verona, 28.05.84
2) Milano, 24.06.84
3) Modena, 12.09.87
4) Milano, 04.10.87
5) Milano, 19.10.89
6) Milano, 08.10.91
7) Milano, 27.10.93
8) Pistoia, 07.07.96
9) Milano, 28.05.00
10) New York, 19.11.01
11) Milano 02.11.03
Cerco inoltre il dvd Hard Rain
Corrado Ori Tanzi
Chi è in grado di
fornire a Corrado qualcosa di questo materiale può contattarlo a :
corradooritanzi@hotmail.com
Martedi 7 Giugno 2011
La mail di Daniele Ardemagni
Caro Mr.Tambourine hai ragione, ma non credo
di sapere proprio tutto tutto..io quello che ho saputo te l' ho riportato ma
sono cose che riportarono i quotidiani di allora e qualche cosa raccontata
dal mio amico Ugo..non ho esagerato col chiedere perchè altrimenti mi
sarebbe sembrato che l'amicizia e la stima nei suoi confronti avessero un
secondo fine, cosa non vera. Anche a me toccherà prendere "volentieri" il
libro di Paolo quando avrò qualche soldo in più da parte...Sul caso Liam che
vuoi farci??? Non è altro che un fenomeno da baraccone famoso più per le
cazzate che fa che per ciò che canta...è un coglionazzo fallito e di
conseguenza se la prende col mondo...uno sfigato dalle misure oceaniche...se
dovessimo fare un paragone fra lui e Bob me ne verrebbe solo uno...se Bob
fosse una montagna (mettiamo l'Everest), Liam non sarebbe altro che un
ciotolo ai piedi della montagna pronto ad essere frantumato senza che
nessuno si possa ricordare di lui..anzi più che un ciotolo uno sterco..ma mi
sembrerebbe troppo..come diceva Faber dalla merda nascono i fiori e da uno
come Liam non può nascere nulla..perchè lui è nulla!! Scusate lo sfogo ma
ste cose vorrei tanto dirgliele in faccia a quell'idiota.
Un abbraccio, Daniele
Premesso che sono completamente
d'accordo con te, vorrei fare una domanda al povero (sarebbe meglio
dire "poveraccio") Liam usando alcune parole di Bob mischiate con le mie:
How does it feel
to be a big drunkard
to be with no balls hard
a complete unknown
just like a rolling stone?
Bob Dylan e Leon Russell hanno aggiunto
un'altra data al loro tour.
Anche se non ufficialmente annunciato, il Bangor Daily News riporta che
Dylan, con l’ apertura di Russell, suonerà al Padiglione Waterfront, Bangor,
Maine, Sabato, 20 agosto.
Secondo l'articolo, i biglietti per lo spettacolo saranno disponibili a
livello locale presso il negozio musicale di Marco a Brewer, per telefono al
207-783-2009, oppure online su www.waterfrontconcerts.com.
I biglietti per questi nuovi spettacoli saranno in vendita Venerdì alle ore
10. Ancora nessuna notizia sulle pre-vendite.
Al momento di questo intervento, lo spettacolo non è ancora elencato su
bobdylan.com o sul sito di Leon Russell.
Tour aggiornamenti:
16 giugno 2011, I, Marquee Cork, Irlanda
18 giu 2011, Il Feis, Finsbury Park, Londra, Inghilterra
20 Giugno 2011, Stadio Ramat Gan, Tel Aviv, Israele
22 giugno 2011, Alcatraz, Milano, Italia
24 giugno 2011, Zirkusplatz, Sursee, Svizzera
25 giugno 2011, Volkspark, Mainz, Germania
26 giugno 2011, Stadtpark, Amburgo, Germania
27 Giugno 2011, Villaggio Fionia, Odense, Danimarca
29 Giugno 2011, Calling Bergen, Bergen, Norvegia
30 giugno 2011, Spektrum, Oslo, Norvegia
2 luglio 2011, Pace e Amore Festival, Borlange, Svezia
14 Luglio 2011, Bowl di Santa Barbara, Santa Barbara, California
15 luglio 2011, Pacifico Anfiteatro, 2011 OC Fair, Orange County,
California.
16 luglio 2011, Il Teatro Pearl Concert at the Palms, Las Vegas, Nevada
18 LUGLIO 2011, Comerica Theatre, Phoenix, Arizona
19 Luglio 2011, Anselmo Valencia Tori Anfiteatro, Tucson, Arizona
21 LUGLIO 2011, Hard Rock Pavilion, Albuquerque, New Mexico
23 Lug 2011, World Casino Winstar, Thackerville, Oklahoma
24 luglio 2011, Anfiteatro Whitewater, New Braunfels, Texas
26 luglio 2011, UNO Lakefront Arena, New Orleans, Louisiana - Special Guest:
Leon Russell
30 Luglio 2011, Lakefront Arena UNO, Memphis, Tennessee
3 agosto 2011, Anfiteatro zoo di Toledo, Toledo, Ohio
7 AGOSTO 2011, Meadow Brook Music Festival, Rochester Hills, Michigan
9 AGOSTO 2011, Constellation Brands - Sands Marvin PAC, Canandaigua, New
York
10 Agosto 2011, Toyota Pavilion, Montaggio Montagna, Scranton, Pennsylvania,
ospite speciale: Leon Russell
19 agosto 2011, Meadowbrook US Cellular Pavilion, Gilford, New Hampshire -
ospite speciale: Leon Russell
20 Agosto 2011, Litorale Padiglione, Bangor, Maine - Special guest: Leon
Russell
Russell, naturalmente, può essere aggiunto ad altre date. Ulteriori concerti
saranno annunciati.
Harold Lepidus, "Bob Dylan Examiner"
www.examiner.com/bob-dylan-in-national/bob-dylan-and-leon-russell-to-play-bangor-maine-on-august-20?CID=examiner_alerts_article#ixzz1OV6juIrL
A beneficio dei lettori dilaniani vi invio il
link della prima puntata di Minima Musicalia che il musicista e produttore
Michele Gazich, pubblica su www.blogfoolk.com, magazine da me diretto.
Minima Musicalia: Bob Dylan per i puri di cuore di Michele Gazich
http://www.blogfoolk.com/2011/05/minima-musicalia-bob-dylan-per-i-puri.html
Convinto di averti fatto cosa gradita ti saluto
Salvatore Esposito (formerly known as Sal "The Eagle")
Ti ringrazio Sal, quando hai
qualcos'altro di interessante per i lettori della Fattoria ti prego di
inviarmi il link o le notizie, grazie ancora, un saluto, alla prossima,
Mr.Tambourine
Liam Gallagher insulta Bob Dylan e i suoi
fans
clicca qui
Lunedi 6 Giugno 2011
La mail di Fabrizio
Ciao Mr.Tambourine, gran bel sito!
Sono rimasto sconvolto da Liam GAllagher, di cui non sapevo nemmeno
l'esistenza, fino a quando ho scoperto che ha insultato pesantemente Bob
Dylan. Mi spiegate perché il primo cantante che arriva, relitto degli Oasis
deve insultare una leggenda vivente come Bob? NESSUNO si permette una cosa
del genere! Nemmeno i più cretini dei miei compagni di classe (e hanno 17
anni!). Sono schifato, e volevo rendere partecipe qualcuno del mio schifo.
Riporto di seguito l'articolo che ho trovato su "sounds blog.it":
- In una delle sue consuete enormità mediatiche, Liam Gallagher ha avuto
modo di insultare addirittura una leggenda come Bob Dylan, definendolo più o
meno un “miserabile coglione”. In realtà l’insulto, non direttamente
traducibile in italiano, è anche più pesante: il cantante dei Beady Eye ha
usato l’epiteto “cunt”, ritenuto il più offensivo dell’intero vocabolario
inglese -.
Ma siamo sicuri che Gallagher
sappia parlare inglese? A me sembra che tartagli....una stronzata dietro
l'altra!
Dalle pagine del The Times, Liam ha così
commentato il settantesimo compleanno di Bob Dylan:
«So tutto su di lui e del suo compleanno, ma è un pò un miserabile coglione,
per quel che mi riguarda. Mi piace quella canzone che ha fatto, Lay Lady
Lay. La gente va matta per lui, ma a me non piace molto»
Liam ha poi continuato parlando delle vecchie band ancora in attività,
andandoci ancora pesante:
«Tutte quelle band degli anni ‘60 e ‘70 che fanno reunion ai festival
estivi, tutti quei cazzoni che suonano le proprie greatest hits sono sacchi
di merda»
I Beady Eye hanno già annunciato che registreranno un secondo album, dopo il
successo altalenante del debutto Different Gear… Still Speeding.
Fabrizio
Non preoccuparti più di tanto
caro Fabrizio, le gallagherate sono ormai famose, come le cassanate e roba
del genere. Liam è solo uno dei tanti nomi insignificanti che lascerà il
segno del suo passaggio solo su qualche bottiglia di pessimo whisky. Non ti
curar di lui ma guarda e passa! :o)
Caro Mr.Tambourine ti avevo promesso che ti
avrei raccontato altri aneddoti sui due giorni bresciani di Bob nel 2001.
Bene ti do una bella notizia: il mio amico Ugo ha scritto un piccolo
capitolo riguardante quei due giorni passati da lui con Bob nell'ultimo
libro di Paolo Vites...così ora potrai leggerti questi aneddoti direttamente
dal protagonista che scorazzò Bob per la città. L'ho saputo solo ieri
altrimenti ti avrei avvisato prima.
Ciao ragazzi, ci si vede al sold out all'Alcatraz!
A presto, Daniele
Caro Daniele, eh...eh....eh....,
in questo modo la cosa non funge, non eravamo d'accordo così, quelle storie
i lettori di Maggie's Farm le vogliono sentire (sarebbe più giusto leggere,
ma va bene lo stesso, l'importante è capirsi) dalla tua voce, non dal libro
di Paolo. Ero la settimana scorsa con Paolo Vites ed Alessio Brunialti alla
presentazione del suo libro, e tra una chiacchera e l'altra mi son
dimenticato di chedergli una copia del libro, sarò costretto anch'io ad
aspettare il tuo racconto...., un salutone, Mr.Tambourine
Ciao Mr.Tambourine,
mi sapresti dire perchè la famiglia Zimmermann si trasferì da Duluth a
Hibbing?
Grazie e complimenti per il sito.
Andrea
Il padre di Bob lavorava a Duluth per la Standard Oil
quando ebbe un attacco di poliomelite virale che lo costrinse a letto
diversi mesi, cosa che gli fece perdere il lavoro. La mancanza di lavoro
indusse Abe Zimmermann a chiedere aiuto ai fratelli della moglie Beatty
Stone, Maurice e Paul, che lo presero come socio nella loro attività che si
chiamava Micka Electric, così la famiglia di Abe si trasferì ad Hibbing dove
lui si occupò del negozio di elettrodomestici che gli Stone avevano nella 5°
Avenue.
Un saluto a tutti.
Visto che in giro si trovano molte classifiche di dischi, di grrppi o di
canzoni, ho pensato che sarebbe carino (sempre che non lo abbiate già fatto)
stilare una classifica dei 100 pezzi di Dylan che più amiamo, anche per
vedere l'effetto diverso che His Bobness fa su di noi.
Posto quà sotto la mia.
Ciao a tutti, Dylan rules!
Luca Primo
1 LIKE A ROLLING STONE
2 VISIONS OF JOHANNA
3 TANGLED UP IN BLUE
4 MISSISSIPPI
5 DESOLATION ROW
6 NOT DARK YET
7 SIMPLE TWIST OF FATE
8 LOVE MINUS ZERO / NO LIMIT
9 MY BACK PAGES
10 DON’T THINK TWICE, IT’S ALL RIGHT
11 IT’S ALL OVER NOW, BABY BLUE
12 A HARD RAIN’S GONNA A-FALL
13 HURRICANE
14 JUST LIKE TOM THUMB’S BLUES
15 I WANT YOU
16 MR TAMBOURINE MAN
17 ALL ALONG THE WATCHTOWER
18 THE TIMES THEY ARE A-CHANGIN’
19 BLOWIN’ IN THE WIND
20 HIGH WATER (FOR CHARLEY PATTON)
21 I SHALL BE RELEASED
22 TOMBSTONE BLUES
23 SUBTERRANEAN HOMESICK BLUES
24 ISIS
25 RAINY DAY WOMEN # 12&35
26 JUST LIKE A WOMAN
27 SAD EYED LADY OF THE LOWLANDS
28 FOREVER YOUNG
29 BLIND WILLIE McTELL
30 THE LONESOME DEATH OH HATTIE CARROL
31 BALLAD OF A THIN MAN
32 POSITIVELY 4th STREET
33 SHELTER FROM THE STORM
34 YOU’RE A BIG GIRL NOW
35 BABY LET ME FOLLOW YOU DOWN
36 ALL I REALLY WANT TO DO
37 MAGGIE’S FARM
38 HIGHWAY 61 REVISITED
39 LEOPARD-SKIN PILL-BOX HAT
40 IDIOT WIND
41 STUCK INSIDE OF MOBILE WITH THE MEMPHIS BLUES AGAIN
42 QUEEN JANE APPROXIMATELY
43 IF YOU SEE HER SAY HELLO
44 ONE TOO MANY MORNINGS
45 MOST OF THE TIME
46 SHOOTING STAR
47 HIGHLANDS
48 KNOCKIN’ ON HEAVEN’S DOOR
49 WITH GOD ON OUR SIDE
50 TELL ME THAT IT ISN’T TRUE
51 LOVE SICK
52 STANDING ON THE DOORWAY
53 SHE BELONGS TO ME
54 GATES OF EDEN
55 IT’S ALRIGHT MA (I’M ONLY BLEEDING)
56 BUCKETS OF RAIN
57 TELL ME MOMMA
58 IT AIN’T ME BABY
59 ONE OF US MUST KNOW (SOONER OF LATER)
60 LAY DOWN YOUR WEARY TUNE
61 GOING GOING GONE
62 IF NOT FOR YOU
63 WHEN THE SHIP COMES IN
64 LILY, ROSEMARY AND THE JACK OF HEARTS
65 MASTERS OF WAR
66 IT TAKES A LOT TO LAUGH, IT TAKES A TRAIN TO CRY
67 TEMPORARY LIKE ACHILLES
68 TWEEDLY DEE & TWEEDLY DUM
69 BALLAD OF HOLLIS BROWN
70 BOB DYLAN’S 115th DREAM
71 POLITICAL WORLD
72 GIRL FROM THE NORTH COUNTRY
73 4th TIME AROUND
74 AIN’T TALKIN’
75 WORKINGMEN’S BLUES 2
76 ONLY A PAWN IN THEIR GAME
77 PLEDGING MY TIME
78 MEET ME IN THE MORNING
79 ABSOLUTELY SWEET MARY
80 DIRT ROAD BLUES
81 YOU’RE GONNA MAKE ME LONESOME WHEN YOU GO
82 OBVIOUSLY 5 BELIEVERS
83 TOMORROW IS A LONG TIME
84 COLD IRONS BOUND
85 SPIRIT ON THE WATER
86 ON A NIGHT LIKE THIS
87 THINGS HAVE CHANGED
88 WEDDING SONG
89 MOST LIKELY YOU GO YOUR WAY AND I’LL GO MINE
90 MOTORPSYCHO NITEMARE
91 SHAKE SHAKE MAMA
92 BEYOND HERE LIES NOTHIN’
93 CHIMES OF FREEDOM
94 MAN IN THE LONG BLACK COAT
95 IT HURTS ME TOO
96 I’LL BE YOUR BABY TONIGHT
97 OXFORD TOWN
98 LAY LADY LAY
99 TRYIN’ TO GET TO HEAVEN
100 SLOW TRAIN
Collana Technicolor Dream - 1000 copie numerate - Formato: 33 x 48 - 24
Tavole in B&N con retro bianco 48 pagine b/n; ill. copertina colori Prezzo:
Euro 36,90 ISBN: 978-88-904882-5-2
In occasione del 70 compleanno di Bob Dylan, il 24 maggio, uscirà Bob Dylan
Fun Book, un sorprendente omaggio che l’artista Matteo Guarnaccia ha
volutodedicare al poeta americano.
Un libro d’arte, composto da una serie di tavole rutilanti da colorare,
ritagliare e assemblare, che raccontano le fasi iniziali della
straordinariacarriera del menestrello di Duluth, dalla fine degli anni 50,
al lugliodel 1966, data del suo miisterioso incidente in moto.
Un vero libro delle meraviglie che propone un gioco dell’oca dylaniano, una
scatola magica con i personaggi delle sue canzoni, il suo
fantasticoguardaroba, una mappa dei luoghi della leggendaria scena folk del
Greenwich Village. E poi ancora: storie, ispirazioni, incontri e le sue
ragazze. Una stagione di illuminazioni, creatività sbrigliata, opere
geniali, espresse non solo attraverso la musica e i testi, ma anche con
un’invenzione estetica rivoluzionaria.
Un libro/oggetto, a tiratura limitata, in sole 1000 copie, numerate a mano,
rivolto non esclusivamente ai fans di Dylan, ma anche agli appassionati di
moda, design, arte e costume.
La prefazione del libro è a cura di Riccardo Bertoncelli
Matteo Guarnaccia (Milano 1954), figura di riferimento della cultura
visionaria contemporanea, è attivo nel campo dell’arte (mostre
internazionali, installazioni alla Triennale di Milano e alla Hall of
Flowers di San Francisco); della moda (Biba, Corso Como 10, Vivienne
Westwood, Malo) del design (Bruno Munari, Atelier Mendini, Italo Rota &
Partners, Yoox, Coin); della scrittura
(saggi dedicati alle avanguardie/controculture del Novecento); del
giornalismo (Vogue, Rolling
Stone, Abitare, Zoom, Gap Japan, Wired, D-La Repubblica, Alias);
dell’insegnamento (visiting professor alla NABA, Domus Academy, Accademia di
Carrara, IUAV); della curatela (mostre
dedicate alla Skate Art, al movimento Provos, alla Psichedelia, Vivienne
Westwood, a Giorgio Gaber); della musica (Byrds, Donovan, Timoria).
Vololibero Edizioni di Claudio Fucci
mailto:Vololibero@claudiofucci.com
http://www.vololiberoedizioni.it
Per info e richieste:
Ufficio stampa Vololibero Edizioni Luca Trambusti
Cell 335 28 10 56 uff 02 89 45 98 92
E Mail :luca.trambusti@gmail.com
Sabato 4 Giugno 2011
Il 16 Giugno riprende il tour, ecco le date
previste:
6/16/11 Cork, Ireland - Marquee
6/18/11 London, England - London Feis - Finsbury Park
6/20/11 Tel Aviv, Israel - Ramat Gan Stadium
6/22/11 Milan, Itlay - Alcatraz
6/24/11 Sursee, Switzerland - Summer Sound
6/25/11 Mainz, Germany - Volkspark
6/26/11 Hamburg, Germany - Stadtpark
6/27/11 Odense, Denmark - Funen Village
6/29/11 Bergen, Norway - Bergen Calling
6/30/11 Oslo, Norway - Spektrum
7/2/11 Borlänge, Sweden - Peace & Love Festival
7/14/11 Santa Barbara, California - Santa Barbara Bowl
7/15/11 Costa Mesa, California - Pacific Amphitheatre
7/16/11 Las Vegas, Nevada - The Pearl Concert Theater At The Palms
7/18/11 Phoenix, Arizona - Comerica Theatre
7/19/11 Tucson, Arizona - Anselmo Valencia Tori Amphitheatre
7/21/11 Albuquerque, New Mexico - Hard Rock Pavilion
7/23/11 Thackerville, Oklahoma - WinStar World Casino
.....e questo per la pagina delle possibili
traduzioni/adattamenti, grazie, Alberto
CANZONE DEGLI OPERAI # 2 (WORKINGMAN’S BLUES # 2)
SI E’ ALZATA LA NEBBIA SOPRA LA CITTA’
C’E’ UNA STELLA SULLA COLLINA
IL PROLETARIATO SEMPRE MENO AVRA’
IL DENARO VALE MENO DI PRIMA
E’ SOLO UN RICORDO IL POSTO CHE AMI DI PIU’
ORA CAMMINI LUNGO UN NUOVO SENTIERO
LO STIPENDIO VA SEMPRE PIU’ GIU’
SARAI COMPETITIVO DAVVERO?
HO PORTATO IN SOFFITTA LE MIE ARMI CRUDELI
VIENI QUI VICINO A ME
SEI PIU’ PREZIOSA DI ME STESSO, NON CREDI
NON RIESCI A VEDERLO DA TE?
STO ASCOLTANDO IL RUMORE LONTANO DEL TRENO
CON GLI OCCHI CHIUSI QUI A CASA MIA
CERCO DI TENERE LA FAME A FRENO
E SPERO CHE POI VADA VIA
CI VEDIAMO GIU’ A VALLE, TU NON FARE TARDI
SCARPE E STIVALI MI PORTERAI
TI PUOI ARRENDERE O LOTTARE CONTRO I BASTARDI
CANTANDO ANCORA QUALCHE CANZONE DEGLI OPERAI
VADO CONTRO CORRENTE, PRONTO PER PESCARE
SCOSSO DALLE ONDE E DAL VENTO
SUL MURO IN ALTO LI VORREI INCOLLARE
O VENDERLI A CHI NON E’ CONTENTO
LA MIA ANIMA SI NUTRE DI PENSIERI
E CI DORMO SOPRA TUTTO IL GIORNO
A VOLTE NESSUNO VUOLE IL PANE DI IERI
A VOLTE SEI TU CHE NON APRI IL FORNO
ORA IL POSTO E’ CIRCONDATO DAI NEMICI
SONO TUTTI UN PO’ SORDI E IMPACCIATI
NESSUN UOMO O DONNA, NESSUNO TI DICE
SE IL DOLORE CI SORPRENDE ABBRACCIATI
E’ BUIO E IO SENTO IL RICHIAMO DEL GUFO
CONOSCO IL RESPIRO DI CHI AMA
DORMO IN CUCINA QUANDO SONO STUFO
IL SONNO E’ UNA MORTE RUFFIANA
CI VEDIAMO GIU’ A VALLE, TU NON FARE TARDI
SCARPE E STIVALI MI PORTERAI
TI PUOI ARRENDERE O LOTTARE CONTRO I BASTARDI
CANTANDO ANCORA QUALCHE CANZONE DEGLI OPERAI
MI HAN BRUCIATO IL GRANAIO, RUBATO IL CAVALLO
NON RIESCO A RISPARMIARE UNA MAZZA
DEVO STARE ATTENTO, NON VOGLIO FARE IL POLLO
RISTAMPANDO LA SOLITA BOZZA
IO LO VEDO DA ME CHE IL SOLE E’ AL TRAMONTO
VORREI ANCORA GUARDARLO CON TE
MA DIMMI, MI SBAGLIO O MI STAI DICENDO
CHE TU NON VUOI PIU’ STARE CON ME?
SI PREOCCUPA, SI AFFRETTA, METTE AGITAZIONE
CONFONDE LA NOTTE ED IL GIORNO
DIMENTICHERO’ QUESTA CANZONE
MA MAI LE TUE MANI E IL TUO SGUARDO
MI SONO AGGRAPPATO AL RICORDO DI TE
FERITO DALLE TUE PAROLE
DOVRO’ COMUNQUE PENSARE ANCHE A ME
E’ TUTTO VERO, COM’E’ VERO IL SOLE
CI VEDIAMO GIU’ A VALLE, TU NON FARE TARDI
SCARPE E STIVALI MI PORTERAI
TI PUOI ARRENDERE O LOTTARE CONTRO I BASTARDI
CANTANDO ANCORA QUALCHE CANZONE DEGLI OPERAI
E’ IN TE, AMICA MIA, CHE NON TROVO DIFETTO
GUARDAMI NEGLI OCCHI PER FAVORE
NESSUNO HA MAI DETTO
CHE POSSIAMO EVITARE IL DOLORE
NELLA PACE DEL CAMPOSANTO
LORO TI CALERANNO
DIMENTICHERANNO IL TUO CANTO
E’ PROPRIO COSI’, PROPRIO COSI’ FARANNO
NON C’ENTRA LA SFORTUNA, SONO TRISTE E BLU
MA CI SARA’ UNA CIRCOSTANZA
SONO SOLO E VORREI CHE TU
MI POTESSI INSEGNARE UNA DANZA
HO UN VESTITO NUOVO E UNA MOGLIE NUOVA
VIVO DI RISO E FAGIOLI
C’E’ CHI NON HA LAVORATO UNA GIORNATA SOLA
E NON SA I PROBLEMI DEI LAVORATORI
CI VEDIAMO GIU’ A VALLE, TU NON FARE TARDI
SCARPE E STIVALI MI PORTERAI
TI PUOI ARRENDERE O LOTTARE CONTRO I BASTARDI
CANTANDO ANCORA QUALCHE CANZONE DEGLI OPERAI
Shelter from the Storm
E' successo in un'altra vita di sangue e di sudore
la strada era piena di fango e il nero era un colore
Stavo tornando dal deserto, una visita imprevista
"Entra," lei mi ha detto, "che ti riparo dalla tempesta"
Se ripasso da queste parti, tu puoi starne sicura
per lei farò il massimo, ti do la mia parola
in un mondo di acciaio e morte, guerra nel cuore e nella testa
"Entra," lei mi ha detto, "che ti riparo dalla tempesta"
Niente fu detto tra noi due, nessuno voleva rischiare
Ogni cosa fino a quel punto l’avrei potuta abbandonare
Ma prova a immaginare un posto dove si può fare sempre festa
"Entra," lei mi ha detto, "che ti riparo dalla tempesta"
Bruciato, esaurito, ero sepolto nella paglia
Boleto velenoso, pendolare che deraglia
cacciato come un coccodrillo, scaraventato dalla finestra
"Entra," lei mi ha detto, "che ti riparo dalla tempesta"
Di colpo mi sono girato, lei stava in piedi là fuori
bracciali di argento al polso e tra i capelli mille fiori
Lei venne da me e con grazia mi tolse le spine dalla testa
"Entra," lei mi ha detto, "che ti riparo dalla tempesta"
C'è un muro adesso tra di noi, qualcosa si è strappato
ho visto segni cancellati, ho dato troppo per scontato
non ricordo più nemmeno chi mi ha fatto da apripista
"Entra," lei mi ha detto, "che ti riparo dalla tempesta"
Il deputato fa il fachiro, e il predicatore è lassù in cima
ma niente davvero conta, è il destino che arriva prima
il funebre impresario suona il corno dalla foresta
"Entra," lei mi ha detto, "che ti riparo dalla tempesta"
Bambini appena nati tristi e tenere colombe
vecchi aspettano l'amore vicino alle loro tombe
capisco la tua domanda, ma non c’è speranza manifesta
"Entra," lei mi ha detto, "che ti riparo dalla tempesta"
In un villaggio di collina, si son giocati i miei stivali
Ho contrattato la salvezza, ho ricevuto dosi letali
Ho offerto la mia innocenza, ma per loro era indigesta
"Entra," lei mi ha detto, "che ti riparo dalla tempesta"
Vivo in una terra straniera ma prima o poi ritornerò
La bellezza sta sul filo, un giorno la guadagnerò
Se potessi tornare all’Eden al tempo della sua conquista
"Entra," lei mi ha detto, "che ti riparo dalla tempesta"
Libri: The Ballad of Bob Dylan - di Daniel
Mark Epstein
Difficile dire quando Bob Dylan sia diventato
un classico. In un certo senso, è come se fosse stato istantaneamente,
naturalmente un classico: dal primo disco in avanti. Bob Dylan è stato così
amato, così discusso e così frainteso che da parecchio tempo qualcuno scrive
che è stato un poeta, non soltanto un cantautore di fama internazionale. Non
so dire se sia stato un poeta. I poeti sono gente più pericolosa di Bob
Dylan, o più introversa. So che ogni volta che qualcuno mi parla di lui – e
in questo periodo succede un po' più spesso, complici i suoi settant'anni –
mi ritrovo a chiedermi una cosa buffa. A chi piace, davvero, Bob Dylan, tra
le persone che conosco?
Bob Dylan piace a quanti, nella mia generazione, hanno saputo sviluppare un
minimo di sensibilità politica, sicuramente democratica: non piace ai
totalitari, che al limite si divertono a ricordarlo gruppettaro e
ribellotto, giovane vecchio che non aveva nessuna voglia di diventare un
avatar maudit. Bob Dylan piaceva e piace a quelli come mio padre, più o meno
suoi coetanei, perché nonostante certe cadute di stile e una inequivocabile
pallosità lui ricorda o ricordava loro certe cose della giovinezza e degli
anni Sessanta, dei primi Settanta. Le prime sigarette, il primo alcol
consapevole, la prima disillusione feroce nei confronti delle parole
“repubblica” e “democrazia”, la prima vaga idea di cosa fosse veramente
l'imperialismo, e di quanto doloroso fosse scoprire che si viveva in una
generazione che per protestare contro certe cose poteva soprattutto cantare.
Guai andare troppo oltre.
Bob Dylan piace a chi è abbastanza spirituale da saper comprendere che peso
possa avere avuto la sua conversione al cristianesimo, e il suo successivo
entusiasmo, e il suo successivo cambiamento, nel tempo: e non ha nessuna
intenzione di giudicarlo. E poi piace a tutta una serie di giovani cinefili,
ma questo mi piace immaginarlo perché giovanissimo non lo sono più, e quindi
non so di che parlo ma mi piace tanto illudermi di avere ragione, che
qualche anno fa sono andati in fissa con “I'm not There” di Todd Haynes,
film che dovrebbe e potrebbe essere di grande ispirazione per la nuova
generazione di intellettuali e artisti occidentali – e dovrebbe insegnare
parecchie cose a tutti.
Ecco, detto ciò confido che non sono mai stato un grande fan di Bob Dylan.
Piaceva a mio padre, piaceva e piace molto a un paio di amici di sinistra
molto o abbastanza impegnati, mi sembrava finito già vent'anni fa, ai tempi
di “Oh Mercy”. Mi sembrava e mi sembra un'icona di un periodo ben preciso,
un'icona con cui non ho mai sviluppato un rapporto di devozione o di
particolare riconoscenza. Cioè: Bob Dylan era un classico, era sempre stato
un classico, e io come un classico lo trattavo. A me non fanno impazzire i
classici, a me piacevano e piacciono parecchio le figure un po' sbagliate o
tanto sbagliate, quelle laterali e un po' irrisolte, magari incompiute.
Gusti.
Ma adesso ho un'età classica – 33 anni – e mi sono deciso a leggere almeno
una biografia di Bob Dylan, prima che fosse troppo tardi. Si chiama “The
Ballad of Bob Dylan”, è stata appena tradotta da Arcana a cura di Claudio
Mapelli. L'autore è un certo Daniel Mark Epstein, da Baltimora – tra gli
yankee è apprezzato per un paio di biografie su Lincoln e Whitman (due
classici, guarda un po') e per qualche articolo apparso sul “New Yorker” e
altrove. Scrive poesie, ma la sua narrativa è estranea al lirismo, vi
assicuro. Come potevo aspettarmi, in più d'un frangente mi sono un po'
impigrito e bloccato, sfogliando le oltre 400 pagine del libro, perché non
sono un aficionado di Bob Dylan e non sapevo che farmene di certe notizie e
certi rilievi. Altrove, invece, mi sono divertito. Soprattutto per le
analisi dei suoi versi – e per la brillante traduzione dei versi in lingua
italiana, per cui vanno fatti bei complimenti a Mapelli.
Strutturalmente, il libro si fonda, idealmente, su quattro diversi punti di
partenza, scelti da Epstein in base alle sue esperienze personali: quattro
concerti di Bob Dylan avvenuti tra 1963 e 2009. L'autore restituisce, più
che lo zeitgeist e il contesto, il “suo” Bob Dylan – e forse non poteva
essere altrimenti – senza nascondere, per esempio, tutte le sue perplessità
per la sua conversione al cristianesimo, e per anni di dichiarazioni
percepite come fanatiche e radicali. Insomma, l'approccio di Epstein sa
essere decisamente sacrilego: sta parlando di un classico e in certi
frangenti sembra pretendere di potersi mettere al suo stesso livello. Il
problema, come spesso accade in certe biografie, è che pochi hanno interesse
nei confronti del biografo: io dico che Epstein si sente veramente un
autore, invece, e va be' – vi ho avvertiti. Questo implica che ogni tanto si
prenda qualche libertà. Come questa:
“Tra tutti i miti riguardanti Bob Dylan, il più ridicolo è l'idea che non si
lasci intervistare. Ha concesso centinaia di interviste, nei quattro
continenti, la maggior parte delle quali cortesi, molte benevole, alcune
argute, profonde e rivelatrici. Si tratta, ancora una volta, di una
questione di intuito. Per ogni intervista che concede ne rifiuta quaranta e
si attira una maggiore attenzione quando è insolente ed enigmatico di quando
è serio” [p. 252]. Il che significa, a ben guardare, proprio l'opposto: e
cioè che sebbene sia decisamente riottoso alle interviste, e piuttosto
infastidito dalle ripetute richieste di interviste in tutte le lingue, dopo
cinquant'anni di carriera, inevitabilmente, volendo uno ormai può
raccogliere parecchie sue interviste. Ma non mi sembra un “mito ridicolo”
per questo. Mi sembra invece, considerando i numerosi rifiuti, qualcosa di
piuttosto sensato e caratterizzante. Transeamus.
Epstein ci racconta, naturalmente, parecchie cose notevoli: ad esempio, la
progressiva accettazione della “naturalezza” delle tournée [p. 286], o i
sacrifici fatti, in gioventù, per andare a dare sostegno a Woody Guthrie
malato [p. 83 e ss.]; il peso della paura sulla sua infanzia, complici le
assurde esercitazioni negli States, e i guasti legati ai ripetuti cambi di
immagine (cfr. almeno p. 132 e p. 173] e alle inattese nuove generazioni di
ascoltatori e di ammiratori. Qualche aneddoto sulle questioni sentimentali e
famigliari – per chi ha quel tipo di interesse – intervalla la narrazione
con leggerezza, mai con negligenza.
Epstein è riuscito nell'impresa di omaggiare un suo idolo: un idolo di mezzo
mondo, anche. Ma sospetto che Bob Dylan sia un po' troppo complesso per
poter pensare di sintetizzarlo in 440 pagine, storia degli eventi principali
degli Stati Uniti inclusa. Dico questo: a me è tornata una voglia pazzesca
di rivedermi “Io non sono qui”. Perchè a un film perdono tante ellissi,
tante insistenze, tante pretese. Con le biografie sono un po' più rigido.
Epstein non me ne voglia, ma qui in Italia siamo contemporanei di uno dei
massimi biografi del Novecento e del primo Duemila: Giordano Bruno Guerri.
Uno legge Guerri su Marinetti, sulla Goretti, su Buonaiuti o su Bottai e poi
ha il gusto livellato un po' più in alto del normale, nel genere. Succede.
Detto ciò. “The Ballad of Bob Dylan” è per i fan, per i vecchi fan in
particolare. Libro brizzolato, ma insomma – non grigio. Niente di eterno,
niente di straordinario – a parte Bob Dylan, si intende. Dici, e ti pare
poco? Giusto.
Daniel Mark Epstein, “The Ballad of Bob Dylan”, Arcana, Roma, 2011.
Traduzione di Claudio Mapelli.
Prima edizione: “The Ballad of Bob Dylan. A Portrait”, 2011.
Approfondimento in rete: FolkMusic / Ny Journal of Books / sito di EPSTEIN /
WIKI en / Times of India / Yahoo News
in Lankelot: schede sui dischi di BOB DYLAN.
Rino Gaetano: l’omaggio di Fanpage a
trent’anni dalla morte
clicca qui
Venerdi 3 Giugno 2011
Cerco un biglietto per l'Alcatraz
Ciao a tutti,
cerco un biglietto per il concerto all'Alcatraz di Milano,
per le disdette dell'ultimo momento,vi sarei molto grato visto che è sold
out.
Scrivetemi a:
rocky68@libero.it
grazie
Hey Mr Tambourine,
Complimenti per il fantastico sito, che ho scartabellato per bene sull'onda
della mia nuova passione per Bob Dylan. Infatti ho cominciato ad ascoltare
con frequenza il vecchio Dylan solo a settembre (a mia discolpa posso dire
che ho quindici anni), e mi ha drogata, letteralmente. Quindi appena ho
saputo che Bob Dylan sarebbe venuto a Milano ho preso i biglietti, e ci
andrò con una mia amica, fan di Dylan da poco anche lei. Comunque, essendo
io nuova all'universo Dylan, mi potresti consigliare come muovermi negli
acquisti degli album di Bob? Io ho già comprato: Blonde on Blonde, Another
Side of Bob Dylan, The Freewheelin' Bob Dylan, Blood On The Tracks, Highway
61 Revisited e "The Essential Bob Dylan" (una raccolta di trenta brani), e
ho trovato a casa i primi 3 bootleg e Planet Waves. Quali sono i prossimi
album da acquistare? Grazie mille e complimenti ancora!
Angela
Cara Angela, complimenti per
la tua maturità. scegliere Bob Dylan alla tua età è qualcosa di
indefinibile, che fa venire da chiedersi - Ma perchè? - Perchè una ragazza
come te, a soli 15 anni, decide di voler conoscere Dylan e tutta la sua
operà? Cosa ti ha attratto? Che emozioni ti hanno mosso in questa direzione?
Domande difficili, alle quali forse non serve neanche rispondere, a volte
l'amore per Dylan è come il classico "colpo di fulmine", impossibile
analizzarne con logica le ragioni, ma l'importante è che anche una giovane
come te si sia aggiunta alla schiera dei dylaniati! Come inizio discografico
devo dire che sei messa piuttosto bene, ti consiglio di integrare il tuo
piccolo capitale iniziale con Desire, Oh Mercy e Time Out Of Mind. Il
resto poi verrà da solo nel tempo, più conoscerai Dylan più aumenterà la tua
esigenza di conoscere di più di lui. Prenditela con calma ed approfondisci
con determinazione, hai ancora tante sorprese da scoprire! Un salutone,
Mr.Tambourine
Ora che la nave è entrata, almeno a Milano e a Napoli, e ha fatto cadere
qualche Golia, beccatevi la bella traduzione di "When the ship comes in" di
Vinicio Capossela
http://multimedia.lastampa.it/multimedia/spettacoli/lstp/50961/
Un saluto festoso, Roberto Gomez Bolaño
Liam Gallagher insulta pesantemente Bob
Dylan clicca qui
Nota di Mr. Tambourine: E'
proprio il caso di dire "Da che pulpito viene la predica!" Liam, noto
ubriacone, a volte parla solo perchè ha la lingua in bocca, e la usa al
posto del cervello, soprattutto per dire cazzate.....Povero C... Liam...è
una vita che fai la squallida imitazione dei Beatles, meno male che per fare
l'imitazione di Bob non ci sei proprio!!!!
The Times They Are A-Changin', ma la sua
musica resta grande
Di Bob Burton
Bob Dylan riesce sempre a farmi sentire giovane. Ora lui mi fa sentire
vecchio. Il cantante, autore e camaleonte ha compiuto 70 anni questa
settimana.
Ciò che mi fa sentire vecchio è il ricordo della prima volta che ho sentito
le sue canzoni e la sua voce, rendendomi conto che erano uniche.
Sono troppo giovane per ricordare quando Dylan muoveva i suoi primi passi
nel 1960, prima come cantante folk, poi come un folk-rocker, cambiando il
modo in cui le canzoni venicano scritte, suonate e cantate.
Dylan ha usato i suoi testi come armi, la sua voce un rasoio, il suo timbro
nasale che taglia ancora 50 anni dopo.
Canzoni come Blowin 'In The Wind, Masters Of War, The Times They Are
A-Changin', Mr. Tambourine Man, Like A Rolling Stone e Just Like A Woman
sono indiscutibili classici, a mio avviso.
Certo, Dylan è uno che non piace a tutti - in particolare la sua voce in
continua evoluzione, anche se era la voce di una generazione.
Ho cominciato ad interessarmi a lui nel 1974, quando avevo 16 anni. Senza
Internet e le stazioni TV, in una piccola cittadina del Nord Ontario, ed ho
imparato a conoscerlo attraverso il vasto mondo di giornali e riviste.
Avevo sentito alcune delle canzoni, naturalmente. Eravamo abituati a cantare
Blowin' In The Wind nella scuola elementare, con il sing-a-long sulla
versione di Peter, Paul and Mary, ovviamente, non quella cruda di Dylan.
Avevo sentito alcuni dei testi orecchiabili – “Non avete bisogno di un
meteorologo per capire da che parte soffia il vento” da Subterranean
Homesick Blues, o “il denaro non parla, impreca” da It's Alright, Ma (I'm
Only Bleeding).
Avevo anche sentito dire che una canzone era stata bandita dalla radio,
Rainy Day Women # 12 & 35. Il coro dove tutti cantavano “Everybody must Get
Stoned” era inaccettabile in quei giorni.
Sono cresciuto in una famiglia dove la musica media-of-the-road era la
norma. Mia sorella maggiore si ribellava di ascoltare i Beatles e Elton
John. Nessuno capiva il motivo per cui io ascoltavo Dylan.
Quando lavoravo nel turno di notte d'estate al vecchio negozio di alimentari
Dominion, suonavo la sua musica attraverso il sistema di diffusione del
negozio. Mi sembra ancora di sentire l'armonica di Dylan che rimbalza fra le
travi, mentre i miei colleghi facevano facce schifate.
Ho sempre portato la sua musica nei miei viaggi in canoa. Le sue canzoni
probabilmente spaventavano gli orsi, troppo, dal momento che non ho mai avuto
alcun problema con loro.
Ho sempre sentito dire le stesse critiche su Dylan - che non può cantare,
non si può capire le parole o ciò di cui la canzone parla. E cosa sta
suonando con quella armonica sanguinosa?
Dylan ha una voce insolita - nasale, ringhiante, ululante, borbottante e
burbera. Non c'è rimasto molto adesso di quella voce, ma il suo fraseggio,
il suo senso del tempo, come lui sputa fuori le parole, è rimasto intatto.
Le sue canzoni parlano di persone che vorresti incontrare, luoghi dove
vorresti andare, strane circostanze, eppure sono cose familiari.
Non riesco ancora a leggere qualcosa mentre ascolto Dylan, perché la sua
voce cattura sempre la mia attenzione.
E quando canta “Con la tua silhouette quando la luce del sole si
affievolisce, coi tuoi occhi dove nuota la luce della luna” da Sad-Eyed Lady
of the Lowlands, da Blonde On Blonde , mi fa rizzare ancora i capelli sulla
nuca.
Nonostante l’età, Dylan rimarrà sempre giovane, soprattutto per quelli che
vorranno conoscerlo in futuro.
Niente da fare per me, sono Dylan addicted.
Bob è Bruton sala dell'esaminatore reporter città. Non gli importa se non vi
piace Bob Dylan, a lui piace.
La risposta, amico mio, è ... il 37% non
hanno opinioni di Bob Dylan
I tempi sono cambiati. Bob Dylan,
l' iconico cantautore statunitense del 1960 è oggi praticamente sconosciuto
a più di uno su tre adulti in questo paese.
Un nuovo sondaggio Rasmussen Reports telefonico nazionale rileva che il 39%
degli americani adulti ha almeno un parere alquanto favorevole di Dylan che
ha compiuto 70 la scorsa settimana, mentre il 24% hanno parere almeno un pò
sfavorevole. Quest’ultimo include il 10% con un parere molto favorevole e il
sette per cento (7%) con un molto sfavorevole.
Ma il 37% non conosce abbastanza l'autore di inni come "Blowin' in the Wind"
e "Like A Rolling Stone" per avere una qualsiasi opinione su di lui.
Per contro, il 64% degli adulti hanno un parere favorevole sulla leggendaria
rock band degli anni '60 The Beatles. Solo il 20% ha parere sfavorevole sul
quartetto britannico. Il quindici per cento (15%) non sa cosa dire su di
loro.
Solo l'11% degli americani considera Dylan come il cantautore più influente
degli Stati Uniti della seconda metà del 20° secolo. Il cinquantaquattro per
cento (54%) non è d'accordo e dicono che non lo è. Il trentacinque per cento
(35%) non è sicuro.
Eppure, uno su cinque (19%) afferma di possedere almeno un album di Dylan.
Il settantacinque per cento (75%) non ce l’ha.
L'indagine nazionale di 1.000 adulti è stata condotta il 26-27 Maggio 2011
dalla Rasmussen Reports. Il margine di errore di campionamento è di + / - 3
punti percentuali, con un livello del 95% di fiducia. Il lavoro sul campo
per tutti i sondaggi Rasmussen Reports è condotto da Opinion Research Pulse,
LLC.
Dylan è stato visto da molti come il portavoce della giovane America nel
turbolento 1960, ma il 47% degli adulti dicono che non è possibile per un
artista musicale oggi per essere la voce di una generazione. Il trentasette
per cento (37%) dicono che è ancora possibile per un artista musicale di
rappresentare la sua generazione. Il Sedici per cento (16%) non è sicuro.
Gli adulti sotto i 40anni credono con più forza dei loro anziani che è
ancora possibile per un artista musicale ad essere la voce di una
generazione. Le donne sono più d'accordo rispetto agli uomini.
Gli uomini hanno una visione più favorevole di Dylan rispetto alle donne e
hanno più probabilità di possedere almeno uno dei suoi album. Poco più di un
quarto (26%) di quelli in età 50-64 possiedono almeno un album del
cantautore.
La preferenza di
Dylan è più elevata tra gli americani di mezza età e di questi
tra i 18 ed i 29 anni.
Libri: Bob Dylan spiegato ad una fan di
Madonna e dei Queen
di Gianluca Morozzi - Ed.Castelvecchi
Si può spiegare Bob Dylan a una fan di Madonna?
La risposta la troverete in un libro di Gianluca Morozzi, intitolato appunto
"Bob Dylan spiegato a una fan di Madonna e dei Queen", dove si narrano le
vicende surreali del presunto figlio di Robert Allen Zimmerman!
"Bob Dylan spiegato a una fan di Madonna e dei Queen", Gianluca Morozzi,
Castelvecchi, pp. 254
Dopo essere stato lasciato da una bellissima fidanzata simpaticamente nota
con il soprannome di "Stregatto", Lajos conduce una vita tranquilla e
abitudinaria: lavora in un negozio di fumetti, esce con i soliti tre amici e
si gode i proventi di una vincita inaspettata. Ma il giorno di Natale, sua
madre gli fa un'incredibile rivelazione: tanti anni prima, ebbene sì, ha
avuto una fugace relazione nientemeno che… con Bob Dylan! E Lajos è il
frutto di quel brevissimo incontro con il famoso cantautore. Pur avendo
giurato alla mamma che non avrebbe mai rivelato a nessuno quel segreto,
Lajos stravolge la sua esistenza: fonda una band dylaniana, studia allo
specchio le proprie somiglianze con il fratellastro Jakob Dylan e, quando
esce con qualcuno, finisce sempre per litigare sulle conversioni religiose
del suo famosissimo padre. Ma cosa succederà quando Lajos avrà a che fare
con una ragazza che possiede solo qualche Cd di Madonna e un paio di dischi
dei Queen? I colpi di scena sono dietro l'angolo, in un romanzo che riflette
sulla fama "galattica" (nel vero senso della parola!) di un artista
assolutamente magico: un'avventura di trascinante passione che la
straordinaria inventiva di Gianluca Morozzi dedica alla musica di Bob Dylan
e a tutti i suoi fan. Eccone un estratto:
"Vi ricordate quel che ho detto all’inizio? Il mio ex-padre lo conoscono in
tanti, purtroppo, ma il mio vero padre lo conoscono tutti. Ma proprio tutti.
Almeno di nome. Potete anche non sapere niente di lui, non aver mai
ascoltato le cose che ha fatto, se avete vissuto in una campana di vetro
insonorizzata, ad esempio.
Potete non sapere se è vivo o morto, in attività oppure in pensione, ma,
fidatevi, lo sapete chi è.
Potete essere la persona musicalmente più ignorante del mondo, potete
pensare che le più belle canzoni di sempre le abbia scritte Shakira, ma
un’idea vaga, vaghissima di chi sia mio padre, be’, ce l’avete.
Potete non sapere chi è Neil Young, oppure Kurt Cobain. Roger Daltrey, o
Blind Willie McTell.
Potete non conoscere Woody Guthrie o Keith Richards. John Fogerty, o Tom
Waits.
Ma Bob Dylan, vivaddio, l’avrete prima o poi sentito nominare.
Cosa c’entra Bob Dylan? Eh. Il mio vero padre, mi ha detto la mamma, è lui".