Perché la voce di Bob Dylan è cambiata
per l'album "Nashville Skyline"?
L’omonimo album di debutto di Bob Dylan fu pubblicato nel 1962; quando
Nashville Skyline usci nel 1969, Dylan aveva già pubblicato otto album
in studio, si era ritrovato definito come la "voce di una generazione" e
si era ritirato dalle luci della ribalta. Per molti, questo avrebbe
rappresentato la fine della carriera; per Dylan invece fu tutto
condensato in sette anni che sembravano passare in una sorta di stato di
sonnambulismo adrenalinico. Pertanto, non sorprende che “Nashville
Skyline” lo abbia trovato con una voce diversa e più riflessiva.
Tuttavia, non era cambiata solo la sua "voce" in termini di filosofia
introspettiva, la sua voce sembrava essersi letteralmente trasformata.
Non è necessario esplorare tutto ciò che il grande uomo ha detto per
trovare prove dell'influenza di Hank Williams nel suo lavoro. Non è mai
stato un uomo che evitava di dire quali fossero state le influenze su di
lui, Dylan ha continuamente citato Williams e altre stars del country
come piloni centrali delle sue ispirazioni musicali. “Nashville Skyline”
lo ha visto tuffarsi con un appassionato abbraccio e saltare in un
grande letto di ottone con lo stile country con cui aveva flirtato a
intermittenza per tutta la sua carriera.
Con il già citato grande letto in ottone, il nuovo stile di canto di
Dylan è più che mai evidente nella canzone "Lay Lady Lay", che aveva
scritto per il film “Midnight Cowboy” (Un uomo da marciapiede). Naviga
dolcemente attraverso i testi in un'evidente ritorno allo stile parlato
di un tempo.
Alla domanda su questo nuovo suono baritonale, la sua spiegazione è
stata semplice: "Te lo dico", ha detto a Jann S. Wenner, "Smetti di
fumare quelle sigarette e sarai in grado di cantare come Caruso".
Ora che la laringe di Bob era stata liberata dal soffocamento del fumo,
lui è stato in grado di emettere suoni senza problemi per accostarsi
armoniosamente ai toni dolci di Johnny Cash.
Le corde vocali logore di Dylan sono state senza dubbio alterate anche
dal fatto che prima di Nashville Skyline, si è goduto quelli che
essenzialmente sembravano essere i suoi unici cinque minuti liberi del
decennio. Anche se il suono più burbero sarebbe tornato negli album
successivi, il notevole passaggio a toni setosi su Nashville Skyline si
adatta al messaggio del disco di "Love and only love".
Lo stile vocale grossolano atipico di Dylan, che David Bowie ha
perfettamente incapsulato con la descrizione di "sabbia e colla",
potrebbe benissimo averlo servito perfettamente con i suoi omonimi pezzi
di protesta, ma la consegna afosa in questa occasione ha portato a uno
dei suoi migliori dischi. Per di più, c'è un innegabile beneficio per la
salute di Bob, tanto per cominciare.
Origine e storia
Il disco creò grande scalpore all'epoca per le sue sonorità country
soft, e per il cantato di Dylan, il quale aveva mutato la sua
caratteristica intonazione vocale in una più convenzionale e vellutata
voce da "crooner". Tutto l'album sembra pervaso da un'atmosfera più
commerciale e accessibile rispetto ai passati dischi di Dylan, persino
la copertina, che ritrae un Dylan sorridente che saluta l'occasionale
ascoltatore togliendosi il cappello, sembra voler dare il benvenuto
anche a quella parte di pubblico "mainstream" della quale il "vecchio"
Bob Dylan si era sempre disinteressato.
Contesto storico
Come in seguito egli stesso scrisse, nel 1969, Dylan era sempre più
frustrato dalla mancanza di privacy nella sua vita. Traslocare con la
famiglia in campagna non era bastato a far desistere i suoi fan più
accaniti dal cercare di introdursi nella sua proprietà molestando lui e
il vicinato. «I vicini ci odiavano», affermò Dylan. «Per loro, non ero
altro che un carrozzone carnevalesco».
La paternità aveva anche cambiato le priorità nella vita di Dylan.
Sposato e con tre figli, era all'epoca solo interessato a prendersi cura
della famiglia e a tenersi fuori dai guai, il che consisteva anche nel
prendere le distanze dai tumulti politici e di protesta sociale che
pervadevano l'America sul finire degli anni sessanta. Nonostante questo,
la stampa continuava però a dipingerlo come il portavoce della sua
generazione.
Registrazione
Nel febbraio 1969, Dylan fece ritorno a Nashville per iniziare a
lavorare a Nashville Skyline. Era ormai passato un anno dal suo ultimo
album, John Wesley Harding e da 15 mesi non metteva piede in uno studio
di registrazione.
Le sedute iniziarono nello Studio A della Columbia, il 12 febbraio, ma
niente di quello che fu suonato quel giorno fu messo su nastro. Una
seconda sessione ebbe luogo il giorno seguente e produsse le versioni
finali di To Be Alone With You, I Threw It All Away, e One More Night.
Dylan provò anche diverse take di Lay Lady Lay; canzone scritta nel
1968, una delle poche canzoni scritte da Dylan in quell'anno.
I brani di Nashville Skyline hanno un'atmosfera rilassata e senza troppe
pretese, riflettendo l'atmosfera presente nello studio. «Prendevamo
semplicemente una canzone, io la suonavo e tutti gli altri mi venivano
dietro», ricordò Dylan in seguito. «Allo stesso tempo, c'era qualcuno in
cabina di regia che registrava il tutto ed è così che l'album venne
fuori».
Dylan iniziò anche a modulare la voce nel cantato in maniera melodica,
suadente, molto diversa dalla sua solita intonazione, e molti
ascoltatori del disco rimasero sorpresi da questa sua "nuova" voce.
Dylan attribuì il cambiamento di tono al fatto che aveva smesso di
fumare, ma parecchi dei suoi amici di vecchia data non faticarono a
riconoscere il vecchio modo di cantare impostato che Bob utilizzava agli
esordi durante le sue esibizioni alla "Ten O' Clock Scholar" di
Minneapolis e al "Purple Onion Pizza Parlor" a Saint Paul, nell'inverno
del 1960.
Le versioni definitive di Peggy Day, Tell Me That Isn't True, Country
Pie e Lay Lady Lay furono completate il 14 febbraio. Durante la pausa di
due giorni che seguì, Dylan scrisse un'altra canzone, Tonight I'll Be
Staying Here With You.
Quando le sedute ripresero il 17 febbraio, si focalizzarono su Tonight
I'll Be Staying Here with You, e la versione finale fu scelta tra undici
takes diverse. Uno strumentale provato all'inizio della seduta,
intitolato Nashville Skyline Rag, venne rifinito per essere infine
incluso nell'album.
Ad un certo punto delle sedute di registrazione, la leggenda del country
Johnny Cash fece visita a Dylan nello studio. Amico e collega di
etichetta discografica di Dylan, Cash stava registrando nello studio
attiguo con la sua band. I due registrarono una serie di duetti,
interpretando canzoni di Dylan come One Too Many Mornings e Don't Think
Twice, It's All Right e una di Cash I Still Miss Someone. Nessuna di
queste fu usata per il disco, ma Cash ritornò il giorno seguente per
cantare ancora con Dylan.
La seduta del 18 febbraio venne dedicata esclusivamente ai duetti con
Cash. One Too Many Mornings e I Still Miss Someone furono riprovate e
scartate una seconda volta. Vennero cantate anche Matchbox, That's All
Right Mama, Mystery Train, Big River, I Walk the Line, e Guess Things
Happen That Way, ma nessuna di queste sorpassò lo stato di abbozzo. Le
cover di Jimmie Rodgers Blue Yodel #1 e #5, la celebre Ring of Fire di
Cash (scritta dalla moglie, June Carter e da Merle Kilgore), You Are My
Sunshine, Mountain Dew, la ballata tradizionale Careless Love, l'inno
gospel Just A Closer Walk With Thee, How High The Water, e Wanted Man
(canzone scritta specificatamente da Dylan per Cash) vennero tutte
provate, ma ancora una volta non utilizzate. Alla fine solo uno dei
duetti tra Dylan e Cash finì sul disco, Girl From The North Country
(apparsa originariamente in The Freewheelin' Bob Dylan), e fu
posizionata all'inizio dell'album come brano d'apertura.
I ritocchi finali al disco vennero dati durante le sessioni del 19, 20,
e 21 febbraio. Con i suoi 27 minuti totali di durata, il disco risultò
il più breve mai inciso da Dylan durante la sua carriera fino ad allora.
Commento ai brani
Come il celebrato Sweetheart of the Rodeo dei Byrds (a sua volta
influenzato dalle atmosfere rurali del precedente disco di Dylan John
Wesley Harding), Nashville Skyline fu promotore di un rinnovato
interesse per la musica country dopo la sbornia psichedelica e di un
ritorno all'essenzialità della musica popolare senza effetti di studio.
Nel 1969, la musica country improvvisamente sembrò tornare di moda,
avvicinandosi al pop e al rock. Nashville Skyline è un riflesso di quei
tempi, non privo di un certo numero di clichés associati a quel genere
musicale.
L'album inizia con la nuova versione di Girl From The North Country,
cantata in duetto da Dylan e Johnny Cash. Amico intimo di Bob sin dai
tempi del loro incontro al Newport Folk Festival del 1964, Cash scrisse
anche le note di copertina per il disco premiate con un Grammy.
Peggy Day, Country Pie, e Nashville Skyline Rag sono i brani più leggeri
di Nashville Skyline. Liricalmente hanno poche ambizioni (Nashville
Skyline Rag è uno strumentale), ma la performance su disco è divertita e
appassionata, non è incentrata sull'importanza del testo. Recentemente
Dylan è tornato a suonare Country Pie durante i suoi concerti, agli
inizi degli anni duemila, dimostrando di apprezzare ancora il pezzo.
Tell Me That Isn't True è la voce di un uomo geloso che si ripromette di
autoconvincersi che la sua donna gli è fedele nonostante le voci che
circolano in paese.
Lay Lady Lay è una delle canzoni più famose del disco e divenne uno dei
più notevoli successi di Dylan, raggiungendo la posizione numero 7 in
classifica negli Stati Uniti, e dandogli il suo singolo di maggior
successo da tre anni a questa parte. Lay Lady Lay era stata
originariamente scritta per la colonna sonora del film Un uomo da
marciapiede, ma Dylan non la consegnò in tempo per essere inclusa nel
film. Anche se all'inizio era recalcitrante sul far pubblicare la
canzone come singolo, diede il suo assenso dietro le insistenze del
presidente della Columbia Records Clive Davis.
I Threw It All Away fu il primo singolo estratto da Nashville Skyline, e
narra della fine di una relazione amorosa.
Tonight I'll Be Staying Here with You, melodica ballata romantica e
sensuale scritta da Dylan nel 1969 durante una sosta in un motel, fu il
terzo singolo estratto dal disco.
A proposito di Ferlinghetti & Dylan
ho fatto un po' di ricerche. Ti invio qualche link e dei pensieri vari,
su questi due artisti di spicco per quanto riguarda il Novecento
americano.
Blackjack giallojack spazzajack | che mette a posto
l'orologio nella
torre | e vede battere i rintocchi della libertà | l'unico orologio
che ha dentro di sé | quello grande quello acceso quello che funziona
| quello che scava | nel tempo dello struzzo | e scopre la pietra
solare | di se stesso | l'uomo-donna | l'uomo integro | che tiene
tutti i mondi insieme | quando tutto è detto e tutto è fatto |
nell'occhio selvaggio nell'occhio spalancato | del Jack di cuori | che
sta sulla soglia | vestito di sole (da Il Jack di cuori. (Per Dylan),
pp. 261-262)
(Fonte Wikipedia)
On 28 April 1964 (date of the postmark), Bob Dylan wrote a prose-poem
letter to Lawrence Ferlinghetti after calling on him a couple of
months earlier (20 February 1964) and finding him not home.
Ottimo caro Dario, il
puntino sulla "i" ci voleva proprio, nemmeno io mi ricordavo della
lettera di Bob a Lawrence postata sulla Fattoria di Michele, grazie!
Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)
Giovedì 25 Febbraio 2021
Talkin'
11059 -
aurelio.riva
Oggetto: Dylan e Ferlinghetti
Ho letto della scomparsa di Ferlinghetti,
ma Dylan lo conosceva? Ciao, Aurelio.
Da sinistra a destra: Michael McClure, Bob Dylan,
Allen Ginsberg, Peter Orlovsky, Lawrence Ferlinghetti.
Ecco Dylan in una foto
assieme ad altri personaggi della Beat Generation, ma nopn saprei dirti
che tipo di rapporti possa aver avuto con Ferlinghetti. Alla prossima,
Mr.Tambourine, :o)
Quella volta in cui Bob Dylan salì in
sella alla bici di Tolstoj
clicca qui
Mercoledì
24 Febbraio 2021
Talkin'
11058 -
calabriaminimum
News News News!!!
Eccomi ancora qui con questo nuovo "attesissimo" pezzo del Lunario
musicale del lockdown ispirato al grande Van "The Man" Morrison e in
particolare a uno dei suoi periodi più controversi.
L' abitatore della soglia, in inglese "Dweller On the Threshold" è uno
dei suoi brani più insoliti, sia musicalmente che sotto il punto di
vista testuale. Ho provato a rendere giustizia a questo lavoro, con il
contributo della talentuosa illustratrice Elena Artese. Spero
sia di vostro gradimento.
Presto ci saranno novità anche per quanto riguarda il Nostro Bob Dylan.
Stay tuned!
Ecco il link di lettura:
Caro Dario, dirti che
scrivi in modo meraviglioso mi sembra una cosa inutile e ripetitiva, lo
sai tu, lo so io e lo sanno tutti coloro che ti hanno letto su queste
pagine. Permettimi di darti un consiglio, aumenta il corpo del carattere
e usa il nero invece del grigio, com'è ora è molto faticoso da leggere.
Detto questo ancora bravo, bella analisi della canzone di Van, l'
artista che ammiro di più subito dopo il Nostro Bob! Alla prossima,
Mr.Tambourine, :o)
Morto Ferlinghetti, leggenda della
Beat Generation
clicca qui
Martedì 23 Febbraio 2021
Talkin'
11057 -
arduino.panaro
Oggetto: Bob è dovunque
Quando hai due passioni che ti
accompagnano per una vita come Bob Dylan e Zagor, pensi che sia così
strano unire due mondi così lontani……e poi una sera leggendo il tuo
fumetto preferito trovi questa vignetta, e sorridi, perché Bob ha
influenzato tutti.
Un caro saluto a tutti, Arduino.
Caro Arduino, è
proprio come hai detto tu, BOB HA INFLUENZATO TUTTI, ed io aggiungo E
TUTTO! Bob ha oltrepassato lo stato fisico ed umano per trasformarsi in
una autentica leggenda! Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)
Perché i Dire Straits sono finiti
così?
clicca qui
Lunedì 22 Febbraio 2021
Talkin'
11056 -
corradooritanzi
Oggetto: LARS ai raggi X
Ciao Mr. Tambourine,
Per il mio blog ho scritto del libro di Mario Gerolamo Mossa "Bob Dylan
& Like a Rolling Stone". Te lo invio augurandomi di fare cosa gradita ai
lettori di MF.
In cascina, ma questa volta per il mio giornale, c'è un ampio intervista
con l'autore sul tema. Se non toglie spazio ad altri interventi sul sito
ti manderò anche quella.
Intanto colgo l'occasione per salutare tutti gli amici Farmers.
Corrado.
Like a Rolling Stone, la canzone che non
avrà mai fine.
Quando il 20 luglio 1965 uscì il 45 giri il mondo della musica si fermò.
Cos’è questo brano che inizia con un rumore che assomiglia a un calcio a
una porta e procede in modo così bislacco per sei m…
8thofmay.wordpress.com
Grazie caro Corrado,
naturalmente restiamo in attesa del tuo prossimo scritto! Alla prossima,
Mr.Tambourine, :o)
I Beach Boys cedono i diritti sul
proprio materiale
clicca qui
Sabato 20 Febbraio 2021
Talkin'
11055 -
g.giusti
Oggetto: Intervista ad Alessandro
Portelli su Bob Dylan
Salve, vi seguo con interesse. Segnalo,
qualora non ne foste già a conoscenza, questa bella intervista ad
Alessandro Portelli su Dylan, in riferimento al suo libro “Pioggia e
veleno”
Cinquanta anni fa, "Stage
Fright", il terzo album della Band
clicca qui
Venerdì 19 Febbraio 2021
Talkin'
11054 -
ivan casarano79
Buongiorno Mr.Tamburine,
sono Ivan Casarano , fan di Bob Dylan.
Per quanto riguarda i tre volumi italiani usciti nel novembre 2016
'Lyrics:1962-2012' , (traduzione di Alessandro Carrera ) ho notato
l'assenza delle traduzioni di brani come 'I'm Not There' e 'Tell Ol'
Bill'.
Per mia curiosità , perchè nei libri non sono stati inseriti questi due
brani ?
Complimenti sinceri , il sito Maggie's Farm è grandioso , grande lavoro,
la ringrazio, cordiali saluti.
Caro Ivan, i brani non sono inseriti nei volumi
del Prof. Carrera perchè praticamente non sono mai stati eseguiti una
sola volta in pubblico da Dylan.
"I’m Not There" è stato pubblicato nel 2014 si "The Bootleg Series, Vol.
11: The Basement Tapes RAW"
https://www.bobdylan.com/songs/im-not-there/
Il brano I'm Not There era conosciuto solo
attraverso la versione fornita dal bootleg The Genuine Basement Tapes
(masterizzato negli anni duemila su supporto digitale come parte del più
completo lavoro A Tree With Roots).
Per questi motivi, oltre che per il valore artistico intrinseco del
brano, questa canzone è considerata dalla critica musicale come uno dei
più famosi casi di registrazioni precedentemente non utilizzate - e
quindi non distribuite ufficialmente in disco - concernenti l'intera
carriera pluridecennale di Bob Dylan.
Nel doppio disco che serve da colonna sonora al film di Todd Haynes - Io
non sono qui - il brano è stato inserito come seconda traccia del disco
1 - nella versione dei Sonic Youth - e come traccia di chiusura del
disco 2, nella versione di Dylan accompagnato da The Band.
Non si sa con certezza quando questa canzone fu composta da Dylan anche
se è possibile presumere che venne scritta intorno al periodo in cui
vennero registrati i Basement tapes.
Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)
Giovedì 18 Febbraio 2021
Bob Dylan per sempre: il mosaico
frammentario di una leggenda
clicca qui
In merito al pezzo Scarlet Rivera: Come
ho incontrato Bob Dylan
"La Rivera fu integrata al gruppo di musicisti che preparavano il tour
solo per essere stata vista camminare con in mano la custodia del
violino fra le vie del Greenwich Village. Prima di allora Dylan non
aveva avuto alcun contatto con lei ne sapeva come la musicista sapesse
suonare. Fu solo dopo la prima sessione di prove che Dylan decise di
ingaggiarla per il tour autunnale."
Qui c'è una incongruenza piuttosto evidente. La Rivera non è stato
affatto integrata al gruppo "a scatola chiusa". Venne infatti
impiegata durante le registrazioni di Desire che avvennero tra il 28
luglio, l'11 agosto e il 24 ottobre del 1975. Il tutto oltre a essere
facilmente reperibile in rete è contenuto nel prezioso volume di Larry
Sloman "On the road with Bob Dylan", dedicato proprio alla Rolling
Thunder Revue e al disco Desire.
Facciamo attenzione sempre alle cose che pubblichiamo sulla Farm.
Anche perché su Dylan c'è un sacco di roba fantasiosa che circola da
anni. Spesso la fonte è proprio quella di Bob Dylan, che non ho mai
capito se lo fa di proposito oppure no. Cito giusto un dettaglio magari
irrilevante per i più: nell'autobiografia Chronicles dice che
Mike Porco è siciliano di origini. In realtà è calabrese, della
provincia di Cosenza, Carolei, per la precisione.
Oggi grazie a internet molte di queste "favole" si possono facilmente
confutare. L'equivoco in questo caso nasce dal fatto che il disco
Desire verrà pubblicato solo dopo il tour, cioè a gennaio 1976. Ma come
si può vedere, dai documenti ufficiali delle sessions, venne
registrato diverso tempo prima, proprio con la formazione che vedeva
Stoner, Wyeth e la Rivera accompagnare Dylan per una backing band
compatta ed essenziale, dopo i tentativi falliti di utilizzare una super
band di 14 elementi. :)
Dario Twist of Q.
Caro Dario, questa volta sei stato un pò
distratto nel leggere l'articoletto! Prima del pezzo che citi tu c'è
questo pezzo:
"In
realtà la domanda me la fece la donna accanto a lui" si corregge
Scarlet.
"Lui le disse di chiedermi il mio numero di telefono, ma io le dissi di
dirgli che non ho mai dato il mio numero a qualcuno che mi fermasse per
strada". No, nemmeno a Bob Dylan.
"Vieni in centro e fai le prove con me," disse infine Dylan stesso.
"Sto andando uptown" disse Scarlet e chiese sfacciatamente un passaggio.
Le fu fatto cenno di entrare, Dylan svoltò verso il centro e la portò
nel suo studio. Il resto è leggenda del rock.
Di lì a poco Scarlet sarebbe diventata un membro indispensabile della
carovana Rolling Thunder Revue di Dylan, e con le sue improvvisazioni
contorte e toccanti accompagnò le nove canzoni di “Desire”.
Come vedi in queste
parole si spiega come avvenne l'incontro fra Bob e la Rivera e si
specifica che Bob portò Scarlet in sala prove per sentire come sapeva
suonare il violino. Nell'articolo non c'è scritto che Dylan prese nella
Rolling Thunder la Rivera a "scatola chiusa", e nel pezzettino d'inizio
che ho riportato sopra c'è scritto che la violinista accompagnò tutte le
nove canzoni di Desire. Questo era il prologo, il seguito è una
narrazione un pochino più specifica ma non altera le cose dette prima.
Mi spiace che tu abbia avuto la sensazione dell'imprecisione, ma sono
cose che possono succedere. Credo che tutti i dylaniati sappiano
perfettamente o a grandi linee che Dylan vide la Rivera che camminava
per strada e lo incuriosì il fatto che portasse una custodia di violino,
qualcuno dice in spalla e qualcuno dice in mano, ma dove teneva il
violino non ha una grossa importanza, ma la presenza dello strumento
attirò l'attenzione di Bob e fu il motivo che lo fece fermare. Le
conseguenza di quell'incontro casuale furono prima l'album "Desire" e
poi la fantastica avventura della Rolling Thunder Revue. Un abbraccio,
Mr.Tambourine, :o)
Factory Girl: Il destino di una
superstar
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Lunedì 15 Febbraio 2021
Scarlet Rivera: Come ho incontrato Bob
Dylan
In un afoso pomeriggio di luglio, una zingara di nome Scarlet Rivera
camminava con in mano la sua custodia di violino nel Lower East Side di
Manhattan. Stava andando a casa di un'amica per ammazzare il tempo prima
di una prova con un'oscura band latina di 10 elementi che la pagava 100
dollari a settimana.
"Poi una macchina si avvicina e mi ferma" dice Scarlet “Una brutta
macchina verde. Il tizio alla guida mi ha chiesto se sapevo davvero
suonare il violino." Non ha mai mostrato la sua faccia, ma il profilo
era inconfondibile.
"In realtà la domanda me la fece la donna accanto a lui" si corregge
Scarlet.
"Lui le disse di chiedermi il mio numero di telefono, ma io le dissi di
dirgli che non ho mai dato il mio numero a qualcuno che mi fermasse per
strada". No, nemmeno a Bob Dylan.
"Vieni in centro e fai le prove con me," disse infine Dylan stesso.
"Sto andando uptown" disse Scarlet e chiese sfacciatamente un passaggio.
Le fu fatto cenno di entrare, Dylan svoltò verso il centro e la portò
nel suo studio. Il resto è leggenda del rock.
Di lì a poco Scarlet sarebbe diventata un membro indispensabile della
carovana Rolling Thunder Revue di Dylan, e con le sue
improvvisazioni contorte e toccanti accompagnò le nove canzoni di
“Desire”.
Così Scarlet ricorda l'incontro con l'auto verde, "Ha iniziato a
inventare tutta questa storia di essere una musicista zingara di nome
Danny che era appena arrivata quì dall'Ungheria."
Naturalmente, a dire il vero, le radici ungheresi della Rivera sono
fantasiose quanto quelle del suo leggendario autista. Scarlet non
proviene da una grotta dell’andalusia ma dalla periferia di Chicago.
Scarlet Rivera, vero nome Donna Shea, ed è di origini siciliane
irlandesi.
Dylan è stato accreditato della scoperta di Scarlet, secondo quanto
raccontato da diversi biografi del cantante, la Rivera fu integrata al
gruppo di musicisti che preparavano il tour solo per essere stata vista
camminare con in mano la custodia del violino fra le vie del Greenwich
Village. Prima di allora Dylan non aveva avuto alcun contatto con lei ne
sapeva come la musicista sapesse suonare. Fu solo dopo la prima sessione
di prove che Dylan decise di ingaggiarla per il tour autunnale.
Nella Rolling Thunder Revue era la “Regina di spade” perchè di solito
sul palco si esibiva con una spada dipinta sul viso e qualche volta con
un pugnale in vita.
La Rolling Thunder Revue fu il tour della magico e misterioso di Bob
Dylan e, tralasciando le sciocchezze inventate da Scorsese per dare al
film la parvenza di una pellicola non solo musicale (per esempio
l’inserimento di Sharon Stone) il documentario conserva tutta la magia
dylaniana di quel periodo. E’ un viaggio strambo, un continuo sali e
scendi da un grosso forgone di guitti girovaghi che si spostavano di
città in città, con un Dylan che voleva vivere un’esperienza nuova
incontrando la gente non più nei grandi stadi ma piuttosto in piccoli
teatri di provincia per avere un incontro più ravvicinato fra musicisti,
roadie e ascoltatori. Certamente da vedere, anche se molte sequenze non
sono inedite.
Da Dylan a Young, quei successi ceduti
per milioni
clicca qui
Sabato 13 Febbraio 2021
Talkin'
11051 - miscio.tux
Oggetto: Bandire Sir Eglamore
Caro Mr. Tambourine,
sono rimasto solo, qui nel porcile del castello. Sir Eglamore con la sua
delegazione è partito per le consultazioni del Principe di Metternich,
che formerà il nuovo governo dell’Imperatore. Prima di partire mi ha
detto di star sereno, che ci sarà un nuovo Rinascimento, con grandi
benefici per noi servi, e nuovi veterinari e tante scuole di bicicletta
per i giovani che dovranno imparare a consegnare le pizze. Qui nella
piccola corte di provincia è tutto un vociare di giullari che cantano
madrigali su quanto il Principe sia intelligente e geniale, amico fidato
di tutti i regnanti del globo. Certo i problemi che devono affrontare
non sono nemmeno concepibili per le nostre piccole menti, pensa che
nell’infuriare della pandemia hanno anche dovuto soppesare l’opportunità
di sterminarci tutti per il bene comune, come i visoni ed i cincillà, ma
poi dato che sono credenti e misericordiosi hanno deciso di vaccinare
anche noi per non fermare la produzione. Fortunato il servo che ha un
così illuminato Signore! Nel frattempo, dato che sono curioso, mi sono
intrufolato nelle stanze del Sir e ho frugato nei cassetti perché il
servo ha le scarpe grosse e il cervello sospettoso. Pensa che ho trovato
le bozze delle missive che ti invia. Non puoi immaginarti quanto sia
subdolo e falso! Lui in realtà odia Maggiesfarm, lo considera un circolo
di alpini alcolizzati e di vecchi barbogi con le ragnatele che si
riuniscono per lodare un mito, ammaliati dal fatto che sia più ricco e
cucchi più di loro anche se ha 80 anni, un pò come quelli che vanno al
"Billionnaire" per fotografare Briatore e se ne tornano a casa con lo
sguardo di chi ha scopato con Dio come Teresa d’Avila. Certe cose non ve
le dirà mai perché è furbo, ma è andato su tutte le furie quando
Carrera, ormai immerso nel suo capriccioso tardo stile, ha confuso la
“jouissance” di Lacan con i suoi arcani (Psichiatra, psicoanalista,
filosofo, clinico, surrealista, dandy, tutto questo, e molto altro
ancora, è Jacques Lacan, originale e discussa figura del panorama
intellettuale Novecentesco. I suoi seminari, tenuti davanti ad un
pubblico estatico e adorante, hanno contribuito a fissare l’immagine
straniante e oracolare di un sacerdote visionario alla guida di una
setta, tanto più numerosa quanto più ermetico andava diventando il suo
discorso). Ho letto persino una nota in cui classifica questo stupendo
studio di uno scienziato sulle fricative labiodentali (http://www.mimesis.education/uncategorized/mario-gerolamo-mossa-bob-dylan-e-like-a-rolling-stone-unanalisi-poetico-musicale/
) come “delirio di un tirapiedi di
Carrera”. Insomma, quest’uomo è pericoloso, peggio di un pedofilo, si
considera l’unico erede di Debord (Guy-Ernest Debord era un filosofo,
sociologo, scrittore e cineasta francese, tra i fondatori
dell'Internazionale Lettrista e dell'Internazionale Situazionista), e
svilisce
l’Internazionale Situazionisita che si è ricostituita su Facebook a
quattro bevitori di grappa. Mi chiedo veramente se tu non debba prendere
seri provvedimenti verso di lui, come per esempio bandirlo dal sito,
prima che torni da Vienna con il Sigillo dei Draghi e ci incenerisca
tutti.
Ciao, Miscio.
Carissimo sempre
umile, remissivo, dimesso, modesto, povero, semplice, scarno, misero,
mansueto, popolano, plebeo e servile Miscio (ti faccio notare che
l’aggettivo servile è quanto di peggio si possa usare per descrivere la
caratteristica di una persona! Essere servile è ancora peggio che essere
schiavo, perchè gli schiavi sono obbligati ad esserlo, invece quella di
essere dei servi è una scelta libera e di conseguenza molto più
abbruttente ed umiliante), dovresti sapere che i Nobili, i Cavalieri
(della Tavola Rotonda e non), i Cacciatori di Draghi, insomma trutti
coloro che a ben far spendono gli ingegni, non possono essere giudicati
e soprattutto è assolutamente proibito parlar male o parlare a loro
sfavore! Un atto simile potrebbe essere oggetto di crudeli rappresaglie
(tipo cancellazione dalla faccia della terra dei villaggi dove queste
malelingue abitano) precedute da lunghissimi giorni di torture prima di
una decollazione con una mannaia ruggine alla quale non viene rifatto il
filo da almeno 200 anni! Perciò ora sai cosa rischi a proporre
l’abominio di cotanto potente e prestigioso Nobile di natali!
Detto questo, permettimi di contestare le tue parole. Non capisco perchè
tu cerchi di far apparire cosa negativa la bizzarra, geniale,
stravagante, singolare, curiosa, bislacca, strampalata, stramba,
originale, insolita, eccentrica, estrosa, balzana, ombrosa, genialità
del nostro valoroso ed indispensabile Cacciatore di Draghi.
E’ pur vero che a volte le sue intuizioni superiori sembrano stranezze a
noi personaggi di piccolo cabotaggio che viviamo nei substrati del
miserrimo popolo, ma la colpa di questo è dovuta alla nostra limitatezza
e povertà intellettuale. Certamente tutti invidiano il lignaggio di Sir
Eglamore, il suo forbito linguaggio e la sua illimitata sapienza in
tutto lo scibile possibile, ma l’invidia è un brutto difetto dei
miserabili. La gente come Eglamore non ha niente da invidiare a nessuno,
quindi può esprimere liberamente le idee geniali che passono in quantità
industriale nella loro mente.
Questa pandemia ci ha davvero fatto sbarellare un pò tutti, noi poverini
che ci siamo affidati ed aggrappati alle parole di dotti, medici e
sapienti che ci hanno propinato tutto ed il contrario di tutto,
aumentando la naturale confusione che alberga da millenni nelle nostre
menti poco dotate. Ora noi non sappiamo più se sia meglio morire o
continuare a vivere per consegnare le pizze a domicilio, sprofondati in
questo grande dubbio al quale non siamo in grado di dare una risposta.
Inoltre credo che le persone come Eglamore siano veramente affezionate
ai loro servi e sottoposti, che in fondo sono la loro ragione di vita,
che con la loro pochezza danno modo a questi generosi mecenati di
fornire loro un motivo per sorridere almeno una volta all’anno. Io trovo
Sir Eglamore una persona indispensabile per la nostra misera esistenza,
come il sale lo è per il mare, come il bitter Campari lo è per il
Negroni sbagliato inventato appunto per sbaglio da Mirko Stocchetto al
Bar Basso di Milano che confuse la bottiglia del gin con quella del
prosecco!
Le persone come Eglamore sono quelle che danno un senso, un sapore, un
tono alle nostre piccole vite, quindi sarebbe un madornale errore
volerlo bandire dal nostro sito. Credo che in fondo anche tu sia
d’accordo con me nel ritenere Eglamore indispensabile per la nostra
sopravvivenza materiale. Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)
Venerdì 12 Febbraio 2021
Talkin'
11050 - giuseppe-acquaraggia
Oggetto: Acquaraggia-Pontifex
Buongiorno Michele come stai? Tutto
ok? Davvero con molto piacere vorrei presentarti questa opera importante
costata anni di lavoro ma bellissima entusiasmante completamente attuale
e musicalmente audace ma non troppo. Insomma una cosa importante ,il
Costruire Ponti tra le Civiltà e specialmente in questo momento storico
. Giudichi Lei se vale la pena di parlare di questa opera . Le allego gi
scritti introduttivi , tutto il booklet è tradotto in inglese e cinese ,
ed un paio di brani . Se poi musicalmente ti interessa posso mandarle
tutti i files in mp3 ed anche una copia ovvio !
Ti ringrazio e spero vivamente in un riscontro positivo !! Loveonyou
“Habemus Discum“ , un disco chiamato PONTIFEX , Dylan o the Great
Wall , Dylan sulla Grande Muraglia !!
Il Pontefice nell’accezione più antica è Uno che costruisce i Ponti tra
le Civiltà, e ne abbiamo davvero un gran bisogno, perché è stato
difficilissimo convincere le musiciste cinesi a lavorare con me. Poi
però tutto è filato liscio come l' olio. Un album con 11 tracce (9
canzoni di Bob Dylan + un tradizionale cinese ed una ouverture) suonate
sulla base dell’antica arpa cinese chiamata Guzheng e completate da
altri musicisti cinesi e tibetani e dai musicisti della mia band. Ma ciò
che mi interessa molto è proprio l’aspetto sociale, insomma questa è l'
idea. Ti allego uno scritto introduttivo che andrà sul disco assieme ad
un altro (tutto ciò che scriviamo è tradotto in 3 lingue compreso il
cinese) Ed un brano, la ouverture, che comprende i temi di tutti i
brani. Alla fine ad esempio, visto l' andazzo di questi mesi, abbiamo
aggiunto l' incipit di Hard rain' s gonna fall. Le prime 500 copie del
Cd contengono un popup, vedi allegato, fatto a mano come solo in Cina!!!
La ringrazio per ora e buon ascolto. Loveonyou, Giuseppe Oliverio.
Gran lavoro Giuseppe,
un bravo a te, a tutti i tuoi bandmates ed agli artisti cinesi che vi
hanno aiutato. Ho ascoltato con vivo interesse le registrazioni che mi
hai mandato e le ho trovate veramente belle ed originali nel loro sound
e nell'esecuzione. E' un peccato che non possa metterle online sul sito,
anche perchè andrebbe contrologica. Spero che il vostro lavoro incontri
il successo che merita! Complimenti ancora, alla prossima,
Mr.Tambourine, :o)
Sei anni fa (era il 3 febbraio 2015) Bob
Dylan pubblicava il suo (primo) lavoro dedicato a Sinatra e al songbook
che copre il ventennio
1942-1963, sostanzialmente da quando Bob Dylan nasceva, fino all'inizio
della sua carriera da cantautore (anno più, anno meno).
Un mio breve e personale ricordo dell'uscita di Shadows in the Night:
Grazie one more time
caro Dario Twist of Qualcosa, alla prossima, Mr.Tambourine, :o)
Lunedì 8 Febbraio 2021
Talkin'
11048 - sandrino71
Buongiorno,
Sono un vecchio fan di Bob Dylan da quando c' era Michele Murrino alla
gestione del sito e vorrei sapere se il porcile di Maggie's Farm è
ancora attivo, nella pagina del sito ho scritto a uno dei contatti ma
non mi hanno mai risposto.
Grazie, Alessandro.
Ciao Alessandro, che piacere sentire
la voce di un vecchio Maggiesfarmer. Purtroppo credo che il Porcile sia
fermo da alcuni anni ormai. Era già in regime di inoperosità quando ho
rilevato la gestione del sito dal fondatore Michele Murino, che, tra
l'altro, ho risentito con vero piacere in occasione dell'uscita
dell'ultimo lavoro di Bob quando mi ha mandato diverse traduzioni dei
testi. Quest'anno è il 14° anno che gestisco e compilo le pagine di
Maggie's Farm e mi sembra ieri quando cominciai con tutti i timori e le
paure che questo importante compito mi presentava. Come ho già detto in
diverse occasioni, molti amici che all'inizio di questa avventura
prestarono la loro opera a Michele e al sito hanno avuto una loro
evoluzione che spesse volte, anche grazie alle nuove possibilità che il
WEB offriva, li ha portati su strade diverse, creando siti e blog
personali e di conseguenza abbandonando la collaborazione su Maggie's
Farm. Ma questo rientra nell'ordine delle cose e quindi possiamo
soltanto dire grazie a tutti coloro che nei primi anni della Fattoria si
sono spesi per contrinuire a fare di questo sito l'unico sito italiano
dedicato a Bob Dylan. Lo stesso grazie vale per tutti coloro che sono
arrivati dopo avvicendandosi su queste pagine con i loro contributi.
Purtroppo questi processi evolutivi hanno portano allo stallo di pagine
come il Porcile, quando il WEB non offriva le possibilità di fruire di
materiale musicale come al momento attuale. Spero di sentirti ancora in
futuro per qualche tua opinione che sarò felice di leggere! Alla
prossima dunque, Mr.Tambourine, :o)
Ciao Mr. T.,
ti mando il mio ultimo pezzo dedicato a Neil Young e una lunga estate di
qualche anno fa.
Si tratta di un pezzo che ho abbinato con il video di Al The Coordinator
che esegue la canzone di Neil Young,
For the Turnstiles, contenuta nel disco On the beach del 1974.
P.s
Sto seguendo con interesse ed estremo spasso alcune mail che vengono
pubblicate qui sulla Fattoria.
A breve risponderò un pò a tutte, appena avrò un attimo di tempo.
Per ora un saluto e un abbraccio caloroso a tutti voi dalla ridente
Cosenza.
Dario Twist of Q.
Grazie Dario, alla
prossima, Mr.Tambourine, :o)
Sabato 6 Febbraio 2021
Talkin'
11046 - samuconf93
Oggetto: Talkin'
11045 - calabriaminimum
Ciao a tutti!
Cari Dario e Mr.Tambourine, non posso che essere d’accordo con voi sulla
questione genere ed etichette per Bob. Il Nostro è un poeta, un bardo
contemporaneo; qualsiasi categoria nella quale si cerchi di inserirlo è
sbagliata, limitante, ridicola. Chiamiamolo come volete: “contemporary
folk”, “Genere Dylan”, “crossover”,
“blues-folk-country-gospel-pop-rock”: ogni etichetta è superflua e la
mia “semplificazione” (“folk music”) era inevitabile all’interno di un
podcast che toccava, oltre a Bob e alla sua poetica, argomento
principale dell’incontro, anche il mondo cantautorale contemporaneo (e
definire anch’esso “folk” è limitante, ovviamente).
Bob è un vulcano in piena da più di cinquant’anni e la sua opera va
studiata - non esagero - come si studia la produzione di Shakespeare.
Sono grato del fatto che a livello accademico e giornalistico si riesca
a scrivere e e a trattare sempre di più di lui, da ormai quarant’anni, e
che sia così impossibile definirlo e “fissarlo”. He’s not there. Per
fortuna!
Un caro saluto a tutti! Samuele
Caro Samuele, ero più che certo che le cose
stavano così, quindi è con piacere che posso constatare che siamo tutti
d'accordo, tu, io, Dario e chissà quanti altri amici che condividono le
nostre parole. Naturalmente capisco che dovendo parlare di Dylan ad
altre persone magari meno informate sulla totalità del suo lavoro
bisogni, per forza di cose, usare qualche tipo di etichetta per farsi
capire da chi non ha masticato Dylan per anni come noi. Comunque non è
un male, chi è "giovane" dal punto di vista dylaniano usi pure le
etichette che vuole, l'importante è che pian piano entri nell'ordine di
idee di avere a che fare con un artista unico ed irripetibile ed
incatalogabile. Se poi non ci arriva fa niente, mica tutti capiscono ed
amano il massimo, c'è anche gente che è rimasta attaccata ad Al Bano e
Romina, con tutto il rispetto per questi artisti che tanto successo
hanno avuto in tutto il mondo e che hanno sempre rappresentato
degnamente il nostro paese e la nostra musica.
Per chiudere
gustiamoci questo videoclip del Re e della Regina! Alla prossima,
Mr.Tambourine, :o)
Venerdì 5 Febbraio 2021
Talkin'
11045 - calabriaminimum
Oggetto:
Talkin'
11044 - samuconf93
Grazie per il tuo podcast Samuele.
Mi è piaciuto molto. Ho un solo appunto da fare, non direttamente a te,
mi rivolgo in generale a chi scrive e chi ascolta di musica oggi. Mi
domando se sia davvero possibile etichettare un lavoro estremamente
fitto e ricco di "citazioni",
"rimandi", strizzate d'occhio e d'orecchio come "Rough and Rowdy Ways"
come un lavoro di folk moderno. Ora, presumo tu voglia dire, per la
precisione "Contemporary folk music", perchè parliamo di musica
nordamericana, quindi bisogna usare un minimo di termini direttamente
anglofoni per non fare ulteriore confusione. Penso che invece questo
ultimo lavoro affondi direttamente nelle radici blues, country, roots,
per non sbagliare quello che oggi tutti chiamano "Americana".
Personalmente ho sempre fatto fatica a definire cosa sia davvero il
folk.
Per me Dylan non ha mai fatto musica propriamente e puramente "folk",
anche se sicuramente ha attinto da questo "macro-mondo"
e calderone musicale. Tuttavia, ma potrei sbagliare, è importante per
definire un genere fare uno studio più che semantico e testuale,
su quella che è la strumentazione utilizzata per produrre un album. In
questo disco Bob Dylan assume i tratti salienti di una rhythm and
blues band, specialmente per quello che concerne la sezione ritmica, ma
penso anche all'utilizzo di strumenti a fiato come il sax che
possiamo ascoltare sul singolo "False Prophet". Più complicato poi dare
una definizione di genere per brani come "Key West" o
"Murder Most Foul", mentre in almeno tre occasioni il folk
(contemporary) emerge in modo evidente. Penso, non so a brani come
"Mother of Muses" e ancora di più a "I've Made Up My Mind to Give Myself
to You". Eppure anche lì troviamo suoni molto più pop
e contemporanei, dalla sezione ritmica passando per la bella frase di
chitarra eseguita da Blake Mills (musicista che ammetto
di aver scoperto solo grazie a questo nuovo disco in studio).
Per concludere dico che ultimamente sto facendo un ascolto a ritroso
degli ultimi dischi di Dylan, partendo da "Love and Theft", album che è
un pò lo spartiacque tra la discografia che lo precede e quella
successiva. Proprio in quella occasione Dylan, produttore e autore,
deciderà di utilizzare per la prima volta quel sound che oggi troviamo
sempre più definito negli arrangiamenti di My Own Version of You,
a mio avviso uno degli episodi musicalmente più riusciti di questo
ultimo disco. In questo caso ritroviamo questa rilettura dello swing,
con una sezione ritmica elastica e agile, che fa la parte del leone in
termini di arrangiamenti. Si tratta di uno stile musicale molto
raffinato e abbastanza elaborato, che secondo me ha poco in comune con
il genere Contemporary folk music. Del resto per evitare di incorrere in
queste rigide griglie forse è preferibile parlare di "crossover" quando
si vuole dare una definizione di ciò che ha prodotto Bob Dylan in studio
negli ultimi 20 anni.
Dario Twist of Q.
Carissimo Dario Twist
of Qualcosa (trovo eccezzziunale veramende questo nickname), permettimi
di dire la mia su questo argomento dei diversi modi di cercare di
imbrigliare la musica di Dylan sotto qualche tipo di "etichetta".
Premetto che è solamente la mia idea, ma trovo alquanto inutile cercare
di definire il lavoro dylaniano in qualche corrente musicale. Sarei
piuttosto propenso a coniare un termine nuovo come "Genere Dylan" che in
pratica è una musica ed un sound che è unico e solamente dylaniano,
praticamente imposibile da far rientrare in altre definizioni. Dylan è
Dylan, la sua musica è "la sua musica", il suo sound è "il suo sound" ed
il suo genere è solo ed esclusivamente il "Genere Dylan"!
Naturalmente si può liberamente non essere d'accordo con la mia
opinione, ma che c'è di più bello di una categoria esclusivamente
riservata al Nostro? Un abbraccio, alla prossima, Mr.Tambourine, :o)
Dylan, quando Just Like A Woman fu
accusata di sessismo
clicca qui
Giovedì 4 Febbraio 2021
Talkin'
11044 - samuconf93
Oggetto: Mio POdcast su Bob Dylan, il suo
ultimo album, l'influenza della Bibbia e del mondo afroamericano nei
suoi lavori, e sul cantautorato anglofono contemporaneo
Ciao a tutta la Farm!
Sul sito della Web Radio Giardino potete trovare il podcast della
puntata dello show Propaganda del 13/01 scorso dove l’ospite, come
redattore della webzine musicale Kalporz, sono io e, in qualità di
dylanologo, espongo alcuni dei miei studi recenti relativi a Bob Dylan,
in particolare riguardanti Rough and Rowdy Ways, ma anche l’impatto che
la Bibbia e il mondo afroamericano hanno da sempre sulla sua poetica.
In quanto redattore presso Kalporz, espongo anche una disamina sul mondo
cantautorale americano e britannico contemporaneo. Ho cercato di
snocciolare e presentare in sintesi alcuni degli autori e delle opere
più cruciali degli ultimi anni (Sufjan Stevens, Bon Iver, Big Thief e
molti altri).
Grazie a tutti dello spazio e dell’attenzione. Un caro saluto!
Samuele Conficoni
Grazie a te Samuele,
restiamo tutti in attesa della prossima! Mr.Tambourine, :o)
Mercoledì
3 Febbraio 2021
Talkin'
11043 - calabriaminimum
Ciao Mr. T.,
Questo è un doveroso tributo a un disco e una canzone che mi ha molto
ispirato nel corso degli ultimi 15 anni.
Spero vi piaccia!
Ciao, in questi giorni mi sono risentito spesso Hazel, la canzone che
Dylan cantò durante il concerto di The Band, nel novembre '76, e che
inizialmente era stata esclusa dal disco. Allora mi sono divertito a
farci un video con le foto di quel giorno. Secondo me è una grande
versione.
Un saluto, Benedetto.
Grazie Benedetto, bel
lavoro!!! Hazel era un brano che avevo dimenticato, una bella canzone
che ho risentito con vero piacere! Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)
Vorrei estendere il quesito anche qui sul sito della Fattoria.
Non mi va di entrare nel merito della questione Dario Twist of qualcosa,
anche perché è un momento un pò delicato per tutti, quindi essere
frustrati e nervosi sta all'ordine del giorno e del gioco che chiamiamo
vita e nello specifico i social, il web e il mondo di internet è
costellato da fraintendimenti, scherzi, ironie che spesso non vengono
colte. Ad esempio qui nella Fattoria ho notato qualche buontempone, che
di tanto in tanto stuzzica la supercazzola prematurata. Fa parte del
carrozzone.
Chi conosce un minimo la vicenda artistica di Bob Dylan lo sa bene, e se
siamo qui a scrivere vuol dire che un minimo chi più chi meno la
conosce.
Abbracci a tutti, belli e meno belli!
Dario Twist of... qualcosa!
Benissimo, ho messo il link
al tuo blog in Vetrina così che sarà sempre raggiungibile dai
Maggiesfarmers! Grazie, alla prossima, Mr.Tambourine, :o)
Hilton Valentine (Animals), Mr.Tambourine, Jim McCarty (Yardbirds)
Ho conosciuto Hilton
Valentine ed ho avuto il privilegio ed il piacere di cantare con i suoi
Animals e gli Yardbirds sullo stesso palco per un bis finale che vedeva
due leggendari gruppi esibirsi assieme in una splendida e trascinante
versione di “Gloria” di Van Morisson. Mi sembra inutile ricordare che
gli Animals erano il gruppo che lanciò all’inizio anni ’60 “The House Of
The Rising Sun” con alla voce l’incredibile Eric Burdon, come mi sembra
inutile dire che gli Yardbirds sono stati il gruppo che ha avuto come
chitarristi prima Eric Clapton, poi Jeff Beck (dopo il rifiuto di Jimmy
Page che non voleva mettersi in urto con Eric di cui era grande amico).
Più tardi Jimmy Page entrò a far parte del gruppo come bassista al posto
del fondatore Paul Samwell-Smith che aveva lasciato il gruppo per
continuare come produttore. Poco dopo, a causa di un malore di Beck,
Jimmy Page lo sostituì come chitarrista in un concerto al Carousel
Ballroom di San Francisco. Da quel momento l’altro chitarrista Chris
Dreja venne spostato al basso e gli Yardbirds continuarono con la
leggendaria formazione con due chitarre soliste suonate da Jeff Beck e
Jimmy Page. Dopo pochi mesi durante un tour negli Stati Uniti Beck
abbandonò il palco a concerto in corso e venne definitivamente
licenziato, così Jimmy Page rimase il chitarrista. Nel 1968 gli
Yardbirds si separarono e Page chiamò come sostituto il cantante Robert
Plant e successivamente il batterista John Bonham, continuando con nome
di New Yardbirds. A quel punto Chris Dreja abbandonò anche lui e venne
sostituito dal bassista John Paul Jones e la band, nell’ottobre del 1968
cambiò il nome in Led Zeppelin.
40 anni dopo, alcuni membri originali dei due gruppi si rimisero assieme
per fare altri concerti, ed in uno di questi arrivarono alla discoteca
La Marna di Sesto Calende scritturati da quel grande filantropo che fu
l’indimenticato amico impresario Carlo Carlini, di conseguena Musica
Vera fu chiamata a fare il service audio e fu così che io, come tecnico
di palco, ebbi modo di conoscere tutti i componenti dei due gruppi che
alla fine, per il bis, mi fecero segno di avvicinarmi ad uno dei
microfoni e partecipare al coro.
Fu davvero una emozione indescrivibile ed il pensiero di essere stato
per pochi minuti come un membro di quelle due mitiche band mi fece
tremare le ginocchia per l’emozione per diversi anni.
Oggi leggo con dispiacere della scomparsa di Hilton Valentine, e questa
storia mi è tornata alla memoria. Riposa in pace Hilton, il rock si
ricorderà sempre di te!
Mr.Tambourine