54
anni fa, il 27 Maggio 1963 veniva pubblicato "The Freewheelin’ Bob
Dylan"
«Conoscerò bene la mia canzone prima di mettermi a cantare»
(B. Dylan)
The Freewheelin' Bob Dylan (traducibile come Bob Dylan a ruota libera) è
il titolo dell' album pubblicato da Bob Dylan nel maggio del 1963; è il
secondo album ufficiale (il primo con composizioni interamente sue) del
cantautore di Duluth dopo il disco d'esordio che portava il suo nome
(Bob Dylan, del 1962, composto da cover di brani traditional del folk
statunitense e da un paio di pezzi scritti da lui).
Undici delle tredici canzoni sull'album sono composizioni originali di
Dylan. Il disco si apre con Blowin' in the Wind, che divenne un brano
manifesto degli anni sessanta, ed un successo internazionale per
l'incisione del trio
folk Peter, Paul and Mary poco tempo dopo la pubblicazione di
Freewheelin'. Altri brani celeberrimi inclusi nel disco sono: Girl from
the North Country, Masters of War, A Hard Rain's A-Gonna Fall e Don't
Think Twice, It's All Right.
Il successo dell'album trasformò la percezione pubblica che la gente
aveva di Bob Dylan. Prima dell'uscita del disco, egli era considerato
uno dei tanti cantanti folk. Dopo, all'età di 22 anni, Dylan venne visto
come un artista a tutto tondo, forse persino una sorta di profeta
generazionale portavoce della gioventù disillusa.
Registrato a New York, fu prodotto da John Hammond e Tom Wilson (anche
se quest'ultimo non venne accreditato in copertina); riporta sulla
contro-copertina note con descrizione dei brani e presentazione del
compositore e cantante scritte da Nat Hentoff.
Il brano dell'album destinato a restare nella storia della musica rock,
e a lanciare su scala planetaria il giovane Dylan, fu Blowin' in the
Wind, che diverrà da allora la canzone di protesta per eccellenza e al
tempo stesso una vera e propria bandiera del pacifismo, per i versi dal
contenuto universale e senza tempo.
L'album comprende tra gli altri motivi anche A Hard Rain's A-Gonna Fall,
monito esplicito espresso senza mezzi termini sulle conseguenze di un
possibile conflitto nucleare.
Altri brani degni di essere ricordati sono Masters of War, brano che si
scaglia contro i "signori della guerra", vale a dire i fabbricanti di
armi, anch'essa diventata quasi un inno per i pacifisti, soprattutto
negli anni in cui il conflitto in Vietnam era alle porte.
Infine Talkin' World War III Blues, acido talkin' blues (blues parlato,
quasi antesignano dei successivi rap) su una possibile nonché temuta
terza guerra mondiale.
Copertina
La copertina dell'album raffigura una fotografia di Bob Dylan a
passeggio sottobraccio con Suze Rotolo, la sua fidanzata dell'epoca. La
foto venne scattata nel febbraio 1963, qualche settimana dopo il ritorno
della Rotolo dal suo viaggio in Italia, dal fotografo della CBS Don
Hunstein in Jones Street nel Greenwich
Village, New York City, vicino all'appartamento dove ai tempi viveva la
coppia.
Registrazione
L'album di debutto di Dylan era passato sotto silenzio non ricevendo
molta attenzione da critica e pubblico. Riuscendo a vendere solo 5.000
copie nel primo anno di pubblicazione, si era rivelato un vero e proprio
flop. Alcuni dirigenti della Columbia Records pensarono anche alla
possibilità di rescindere il contratto del cantante. John Hammond, che
lo aveva portato nella compagnia, difese Dylan a spada tratta, sicuro
del fatto che il suo prossimo album sarebbe stato un successo. La
registrazione di Freewheelin' ebbe luogo nell'arco di un anno,
dall'aprile 1962 all'aprile 1963, e l'album venne realizzato nel corso di otto sedute di registrazione nel
Columbia Records Studio A, al 799 Seventh Avenue di New York.
Background politico e personale
Molti critici hanno fatto notare l'incredibile sviluppo del talento di
Dylan come compositore nel periodo immediatamente successivo al
completamento del suo primo album. Il biografo Clinton Heylin mette in
relazione il progresso come autore di Dylan dal punto di vista politico
e sociale con il trasferimento dell'artista in un appartamento sulla
West 4th Street dove andò a convivere con la sua ragazza dell'epoca,
Suze Rotolo, nel gennaio 1962. La famiglia della Rotolo aveva una
forte tradizione di attivismo politico di sinistra; entrambi i
genitori di Suze erano membri del partito comunista statunitense. Dylan
riconobbe l'influenza ricevuta dall'ambiente quando disse in una
intervista: «Suze era dentro quella faccenda dell'uguaglianza e della
libertà molto tempo prima che ci entrassi io. Sceglievamo le canzoni
insieme».
La relazione di Bob con la Rotolo portò inoltre un'altra importante
componente emozionale e dinamica all'interno dei brani di Freewheelin'.
Dopo sei mesi di convivenza, la Rotolo accettò la proposta di sua madre
di andare a studiare arte in Italia. Suze Rotolo scrisse nella sua
autobiografia: "mia madre non approvava Dylan proprio per niente. Non si
piacevano a vicenda", suggerendo che l'idea del viaggio in Italia fosse
stato un espediente escogitato dalla madre per allontanarlo da lei.
Dylan sentì molto la mancanza della ragazza e le scrisse svariate
lettere nella speranza di convincerla a tornare a casa presto. Lei
rimandò il ritorno in diverse occasioni, tornando negli Stati Uniti nel
gennaio 1963. Alcuni critici misero in correlazione le intense canzoni
d'amore che esprimevano un senso di perdita presenti in Freewheelin' con
la situazione critica del rapporto sentimentale tra i due giovani.
Nella sua autobiografia, la Rotolo spiegò che le ragazze dei musicisti
venivano spesso definite delle "oche" e che non ne poteva più di essere
vista come una "proprietà di Bob, che era sempre al centro
dell'attenzione".
La sbalorditiva velocità e facilità con la quale Dylan scriveva canzoni
di sempre maggiore spessore, attrasse l'attenzione degli altri musicisti
della scena folk di New York. In un'intervista radiofonica concessa alla
WBAI nel giugno 1962, Pete Seeger descrisse Dylan come "l'autore più
prolifico dell'intera scena". Curiosamente Dylan espresse il
concetto impersonale che le canzoni stesse non fossero una sua
creazione. In un'intervista alla rivista Sing Out! disse: «le canzoni
sono lì. Esistono da sole e aspettano solo qualcuno che le scriva. Io mi
limito a metterle giù su carta. Se non l'avessi fatto io, l'avrebbe
fatto qualcun altro».
Dylan iniziò a lavorare al suo secondo album il 24 aprile 1962 nello
Studio A della Columbia a New York. A questo stadio, l'album era
provvisoriamente intitolato Bob Dylan's Blues, titolo di lavorazione che
sarebbe rimasto fino al luglio del 1962. Nel corso della prima
seduta, Dylan incise quattro canzoni: Sally Gal, The Death of Emmett
Till, Rambling Gambling Willie, e Talkin' John Birch Paranoid Blues,
tutte di sua composizione. Registrò inoltre due brani folk tradizionali,
Going To New Orleans e Corrina, Corrina, oltre a (I Heard That) Lonesome
Whistle di Hank Williams.
Ritornando nello Studio A il giorno seguente, Dylan registrò una sua
nuova canzone da poco scritta, Let Me Die In My Footsteps, proseguendo
poi con altre sue composizioni originali quali Rocks and Gravel, Talking
Hava Negiliah Blues, Talking Bear Mountain Picnic Massacre Blues, e
altre due take di Sally Gal. Nel corso della stessa sessione, Dylan
incise anche qualche cover: il traditional Wichita, Baby Please Don't
Go di Big Joe Williams, e Milk Cow's Calf's Blues di Robert Johnson.
Le sedute ripresero il 9 luglio, sempre nello Studio A, giorno nel quale
Dylan registrò Blowin' in the Wind, canzone che aveva in precedenza
eseguito dal vivo al Gerde's Folk City il 16 aprile. Altre canzoni
incise furono: Bob Dylan's Blues, Down the Highway, Honey, Just Allow Me
One More Chance, e Baby I'm in the Mood for You.
A questo punto, il manager Albert Grossman iniziò ad interessarsi a
Dylan. Grossman convinse Dylan a trasferire i diritti delle sue canzoni
dalla Duchess Music, con la quale aveva firmato un contratto nel gennaio
1962, alla Witmark Music, una divisione della Warner Bros. Dylan firmò
un nuovo contratto con la Witmark il 13 luglio 1962. All'insaputa di
Dylan,Grossman aveva negoziato anche un accordo con la Witmark che gli
garantiva, in qualità di manager dell'artista, il 50% dei profitti
ricavati su ogni songwriter da lui portato nella compagnia. Questo
"accordo segreto" fu causa di una violenta battaglia legale tra Dylan e
il suo ex manager nel corso degli anni ottanta.
Il 20 agosto 1962 Albert Grossman divenne ufficialmente il manager di
Dylan. Poiché Dylan aveva meno di 21 anni quando firmò il contratto
con la CBS, Grossman dichiarò che tale contratto era nullo e che quindi
bisognava "rinegoziarne" i termini e le condizioni. Hammond, invece,
rispose invitando Dylan nel suo ufficio e persuadendolo a confermare il
vecchio accordo. Ciò neutralizzò la strategia di Grossman, e portò una
certa ostilità tra lui e Hammond.
Il 22 settembre, Bob Dylan apparve per la prima volta alla Carnegie
Hall, come parte di un "hootenanny all-star". In questa occasione,
presentò in pubblico la sua nuova canzone A Hard Rain's A-Gonna
Fall, che impressionò molto la platea grazie alle sue evocative
immagini apocalittiche. Hard Rain avrebbe acquisito ulteriore spessore
un mese dopo, quando il Presidente Kennedy apparve in televisione il 22
ottobre, annunciando alla nazione la scoperta di una postazione
missilistica sovietica sull'isola di Cuba, dando inizio alla crisi dei
missili di Cuba. Nelle note interne di Freewheelin', Nat Hentoff scrisse
che Dylan gli aveva confidato di aver scritto Hard Rain in risposta alla
crisi missilistica e alla paura dello scoppio imminente di una terza
guerra mondiale: "Ogni strofa in essa è l'inizio di una nuova canzone.
Ma quando la scrissi, pensavo di non aver ancora molto tempo a
disposizione per comporre tutte le altre canzoni che avevo in mente, e
quindi le misi tutte in una". In realtà, Dylan scrisse A Hard Rain's
a-Gonna Fall più di un mese prima dello scoppio della crisi
internazionale.
Il 26 ottobre riprese la lavorazione di Freewheelin', data nella quale
Dylan suonò per la prima volta accompagnato da una band di supporto:
Dick Wellstood al piano, Howie Collins e Bruce Langhorne alle chitarre,
Leonard Gaskin al basso e Herb Lovelle alla batteria. Dylan registrò
tre brani. Varie take di Mixed-Up Confusion e That's All Right Mama di
Arthur Crudup furono ritenute inutilizzabili, ma una versione di
Corrina, Corrina venne selezionata per l'inclusione nella versione
finale dell'album. Una take alternativa di Corrina, Corrina proveniente
dalla stessa sessione fu successivamente pubblicata su singolo. Il 1º
novembre, la band in studio includeva Art Davis al basso, mentre il
chitarrista jazz George Barnes sostituì Howie Collins. Mixed-Up
Confusion e That's All Right Mama furono ri-registrate, ma ancora senza
successo. Una take della terza canzone provata, Rocks and Gravel, fu
inizialmente presa in considerazione per l'inclusione su disco, ma in
seguito scartata.
Il 14 novembre, Dylan tornò al lavoro con la band, stavolta con Gene
Ramey al basso, passando gran parte della seduta a provare Mixed-Up
Confusion. Anche se la traccia non apparve in Freewheelin', fu
ugualmente pubblicata su singolo il 14 dicembre 1962, senza riscuotere
particolare successo e venendo presto ritirata dal mercato.
Altro brano registrato durante la sessione del 14 novembre fu Don't
Think Twice, It's All Right. Langhorne accompagnò poi Dylan anche in altri tre
suoi brani originali: Ballad of Hollis Brown, Kingsport Town, e Whatcha
Gonna Do, ma nessuno di essi venne incluso nella versione finale
dell'album.
Dylan tenne un'altra sessione nello Studio A il 6 dicembre. Furono
completate cinque canzoni, tutte composizioni originali, tre delle quali
finirono in The Freewheelin' Bob Dylan: A Hard Rain's a-Gonna Fall,
Oxford Town, e I Shall Be Free. Infine, venne fatto un ulteriore
tentativo di incidere Whatcha Gonna Do e registrata una nuova canzone,
Hero Blues, ma entrambi i brani furono scartati.
Viaggio in Inghilterra
Dodici giorni dopo, Dylan effettuò il suo primo viaggio all'estero fuori
dagli Stati Uniti. Il regista televisivo britannico Philip Saville aveva
visto Dylan esibirsi al Greenwich Village, e lo aveva invitato a
prendere parte allo show della BBC "Madhouse on Castle Street". Dylan
arrivò a Londra il 17 dicembre. Nello show, eseguì Blowin' in the Wind e
due altre canzoni (delle quali non esiste più alcuna documentazione in
quanto la BBC cancellò i nastri relativi al programma). A Londra
ebbe modo inoltre di immergersi nella scena folk locale, facendo la
conoscenza di Anthea Joseph, organizzatrice del club Troubadour, e dei
cantanti folk Martin Carthy e Bob Davenport.
Carthy fece conoscere a Dylan due ballate inglesi che sarebbero state di
capitale importanza per Freewheelin'. L'arrangiamento di Carthy di
Scarborough Fair sarebbe stato utilizzato da Dylan come base per Girl
from the North Country. Una ballata del diciannovesimo secolo scritta in
commemorazione della morte di Sir John Franklin nel 1847, Lady
Franklin's Lament, diede a Dylan la melodia per la sua Bob Dylan's
Dream.
Dall'Inghilterra, Bob si spostò in Italia, riunendosi ad Albert
Grossman, che era in tour con la sua cliente Odetta. Dylan inoltre
era speranzoso di riprendere i contatti con la sua ragazza, Suze Rotolo,
essendo però all'oscuro del fatto che, nel frattempo, lei era tornata a
New York.
Ritorno a New York
Dylan tornò a New York il 16 gennaio 1963. In gennaio e febbraio,
egli registrò qualche sua nuova composizione in sessioni per Broadside,
inclusa una nuova canzone antimilitarista, Masters of War, composta a
Londra. Riunitosi con Suze Rotolo, i due fecero ritorno
all'appartamento che avevano condiviso sulla West 4th Street.
Poiché Grossman non vedeva di buon occhio John Hammond, la Columbia
scelse come nuovo produttore di Dylan un giovane afroamericano di nome
Tom Wilson, produttore di dischi jazz. Wilson ricordò in seguito: «non
mi era mai piaciuta particolarmente la musica folk. Avevo lavorato con
Sun Ra e Coltrane... Pensavo che la musica folk fosse per ragazzini
scemi. Dylan suonava come un ragazzino scemo, ma poi gli uscirono di
bocca quelle parole, quei testi così profondi. Rimasi sbalordito».
Nel corso di una seduta del 24 aprile, prodotta da Wilson, Dylan
registrò cinque nuove canzoni: Girl from the North Country, Masters of
War, Talkin' World War III Blues, Bob Dylan's Dream, e Walls of Red
Wing. Walls of Red Wing fu alla fine scartata, ma le altre quattro
finirono tutte sull'album finito.
Il colpo di scena finale delle sedute di registrazione per Freewheelin'
si ebbe quando Dylan venne scelto per comparire al The Ed Sullivan Show
il 12 maggio 1963. Dylan aveva detto a Sullivan che avrebbe eseguito
Talkin' John Birch Paranoid Blues, ma i dirigenti del programma misero
il loro veto alla messa in onda di una canzone offensiva nei confronti
dell'associazione di destra John Birch Society, e gli chiesero di
suonare un'altra canzone. Rifiutando la censura, Dylan se ne andò dallo
show. Dopo l'episodio, i legali della CBS si dissero preoccupati
dell'inclusione di una brano così potenzialmente offensivo nel nuovo
album di Dylan di prossima pubblicazione, e spinsero per la sua
eliminazione dal disco. Come conseguenza, Dylan decise di sostituire
quattro tracce (John Birch, Let Me Die In My Footsteps, Rambling
Gambling Willie, Rocks and Gravel) con le nuove canzoni incise in aprile
(Girl from the North Country, Masters of War, Talkin' World War III
Blues, Bob Dylan's Dream).
Alcune copie preliminari della versione originale dell'album contenenti
le quattro canzoni scartate sono ricomparse nel corso degli anni,
nonostante la Columbia avesse presumibilmente distrutto tutte le copie
già stampate. Questa versione "non censurata" di The Freewheelin' Bob
Dylan viene considerata ad oggi uno dei dischi più rari e preziosi
d'America, con un valore di circa 35,000 dollari sul mercato del
collezionismo.
Pubblicazione
Dylan promosse l'uscita del suo nuovo album partecipando a trasmissioni
radiofoniche e facendo concerti. Nel maggio 1963, si esibì con Joan Baez
al Monterey Folk Festival, dove lei lo raggiunse sul palco per un duetto
in With God on Our Side, un nuovo pezzo da lui scritto. La Baez era
all'epoca all'apice della carriera, ed era apparsa sulla copertina di
TIME in novembre. La performance non solo diede a Dylan grande
visibilità, ma segnò anche l'inizio della relazione sentimentale fra i
due, che sarebbe stata definita da un biografo di Dylan "una delle più
celebrate storie d'amore del decennio".
The Freewheelin' Bob Dylan venne pubblicato il 27 maggio 1963. Secondo
Anthony Scaduto, si rivelò un immediato successo, vendendo 10.000 copie
al mese. Un articolo sulla musica folk, a firma Nat Hentoff, apparve
nel numero di giugno di Playboy dando spazio considerevole al lavoro di
Dylan.
In luglio, Dylan apparve al secondo Newport Folk Festival. Quel fine
settimana, la versione di Peter, Paul and Mary di Blowin' in the Wind
raggiunse il secondo posto nella classifica di Billboard. Anche Joan
Baez era a Newport, e si esibì due volte insieme a Dylan. La
combinazione del successo da classifica di Blowin' in the Wind, unito
alla curiosità di vedere cantare insieme Joan Baez e Bob Dylan, generò
molto interesse verso il nuovo album di Dylan.
In settembre, l'album entrò nella classifica di Billboard; raggiungendo
come miglior piazzamento la posizione numero 22, vendendo un milione di
copie circa nei soli Stati Uniti. Ma fu in Europa, e precisamente in
Gran Bretagna, che il disco fece il botto salendo fino alla vetta della
classifica. Bob Dylan stesso confermò che fu proprio Freewheelin'
l'album che decretò il suo successo definitivo. Le tracce Blowin' in the
Wind, Masters of War, Girl from the North Country, A Hard Rain's A-Gonna
Fall e Don't Think Twice, It's All Right, tutte contenute nell'album,
sono considerate dei capolavori e dei classici del repertorio di
Dylan. Il sottile equilibrio del disco tra tematiche serie e
soggetti più lievi, catturò l'attenzione di molti, inclusi i Beatles.
John Lennon disse: «A Parigi nel 1964 fu la prima volta in assoluto
nella quale ascoltai Dylan. Paul ebbe il disco (The Freewheelin' Bob
Dylan) da un d.j. francese. Per tre settimane non facemmo altro che
ascoltarlo di continuo. Diventammo tutti pazzi di Dylan».
"The Freewheelin' Bob Dylan"
Artista: Bob Dylan
Tipo album: Studio
Pubblicazione: 27 maggio 1963
Durata: 50 min : 08 s
Etichetta: Columbia Records
Produttori: John Hammond, Tom Wilson
Registrazione: 9 luglio 1962 - 24 aprile 1963, Columbia Studios, New
York
Piazzamenti:
n. 22 negli Stati Uniti
n. 1 in Inghilterra
Premi: 1 Disco d'oro - 1 Disco di platino
Lato A
1. Blowin' in the Wind - 2:48
2. Girl from the North Country - 3:22
3. Masters of War - 4:34
4. Down the Highway - 3:27
5. Bob Dylan's Blues - 2:23
6. A Hard Rain's A-Gonna Fall - 6:55
Lato B
7. Don't Think Twice, It's All Right - 3:40
8. Bob Dylan's Dream - 5:03
9. Oxford Town - 1:50
10. Talkin' World War III Blues - 6:28
11. Corrina, Corrina - 2:44
12. Honey, Just Allow Me One More Chance - 2:01
13. I Shall Be Free - 4:49
Personale
Bob Dylan - chitarra, armonica a bocca, voce
Howie Collins – chitarra
Leonard Gaskin – basso
Bruce Langhorne – chitarra
Herb Lovelle – batteria
Dick Wellstood – pianoforte
John H. Hammond – produzione
Nat Hentoff – note interne
Don Hunstein – fotografia di copertina
Tom Wilson – produzione
Blowin' in the Wind
Blowin' in the Wind è tra le canzoni più famose e celebrate di Bob
Dylan. Nelle note interne di The Bootleg Series Volumes 1-3 (Rare &
Unreleased) 1961-1991, John Bauldie scrisse che fu Pete Seeger il primo
ad accorgersi che la melodia di Blowin' in the Wind era simile a quella
del vecchio spiritual No More Auction Block. Secondo The Folk Songs of
North America di Alan Lomax, la canzone ebbe origine in Canada e veniva
cantata da ex-schiavi negri liberati dopo l'abolizione della schiavitù
in Gran Bretagna nel 1833. Nel 1978, Dylan riconobbe la fonte di
ispirazione quando disse al giornalista Marc Rowland: «Blowin' in the
Wind è sempre stata uno spiritual. Presi una canzone chiamata No More
Auction Block – quello è uno spiritual, e Blowin' in the Wind ha lo
stesso feeling». Una esecuzione di No More Auction Block da parte di
Bob Dylan venne registrata al Gaslight Cafe nell'ottobre 1962, ed
apparve in The Bootleg Series Volumes 1-3 (Rare & Unreleased) 1961-1991.
Il critico Andy Gill ha scritto: «Blowin' in the Wind segnò un salto di
qualità enorme nel songwriting di Dylan. Prima di essa, tentativi come
The Ballad of Donald White e The Death of Emmett Till erano stati
semplici reportage retorici. Blowin' in the Wind era differente: per la
prima volta, Dylan scoprì l'effetto dello spostarsi dal particolare al
generale. Mentre The Ballad of Donald White sarebbe diventata
completamente vecchia e datata dopo l'esecuzione dell'omonimo criminale,
una canzone vaga come Blowin' in the Wind avrebbe potuto essere
applicata ad ogni istanza di libertà. A tutt'oggi, rimane il brano con
il quale viene maggiormente identificato Bob Dylan, e ha salvaguardato
la sua reputazione di libertario e paladino della giustizia sociale
attraverso tutti i suoi cambiamenti di stile e comportamento».
Blowin' in the Wind divenne famosa a livello mondiale quando Peter, Paul
and Mary, che avevano lo stesso manager di Dylan, Albert Grossman,
pubblicarono su singolo la loro versione del brano. La cover salì fino
alla seconda posizione in classifica negli Stati Uniti, con vendite
superiori al milione di copie, rendendo la canzone un grande successo.
Peter Yarrow ricorda che, quando disse a Dylan che il pezzo gli avrebbe
fruttato 5,000 dollari solo di diritti d'autore, egli rimase senza
parole.
Girl from the North Country
Negli anni ci sono state molte speculazioni circa l'identità della
ragazza citata nella canzone. Clinton Heylin disse che le candidate più
frequentemente nominate sono Echo Helstrom, una delle prime ragazze di
Dylan, e Suze Rotolo, per la quale Bob avrebbe finito di scrivere il
brano in Italia. Howard Sounes suggerisce invece che potrebbe
trattarsi di Bonnie Beecher, altra fidanzata di Dylan ai tempi della
Università del Minnesota. Il musicologo Todd Harvey nota che Dylan
non solo prese la melodia di Scarborough Fair, che aveva imparato da
Martin Carthy a Londra, ma adattò anche il tema della canzone. A sua
volta Scarborough Fair deriva dall'antica ballata tradizionale scozzese
The Elfin Knight (Child Ballad Number 2), trascritta per la prima volta
nel 1670 e contenuta nel corpus di 305 ballate raccolte da Francis James
Child nel 1882.
Masters of War
Canzone di protesta senza compromessi diretta all'industria bellica dei
"signori della guerra", Masters of War è basata sull'arrangiamento dato
da Jean Ritchie di Nottamun Town, una antica ballata folk inglese.
Scritta alla fine del 1962 quando Dylan si trovava a Londra, testimoni
oculari (inclusi Martin Carthy e Anthea Joseph) ricordano che egli la
suonò in alcuni locali folk inglesi dell'epoca. La Ritchie avrebbe
successivamente intentato una causa per plagio; e secondo un biografo di
Dylan, la faccenda sarebbe stata messa a tacere in maniera consensuale
dagli avvocati del cantante con il pagamento alla Ritchie di 5.000
dollari.
Si tratta di una delle più dure e ferme condanne del militarismo e
dell'industria bellica mai messe in musica. A differenza della
celeberrima Blowin' in the Wind, che è ricca di metafore e di
simbolismi, qui Bob Dylan rivolge un'esplicita protesta contro i
fabbricanti di morte, i signori della guerra fabbricanti d'armi, per i
quali egli non esita ad esprimere l'odio che nutre nei loro confronti;
dice appunto: «And I hope that you die» ("spero che moriate") e «And
your death'll come soon» ("e che la vostra morte sopraggiunga presto").
Down the Highway
Dylan compose questo brano come un blues canonico in dodici battute.
Nelle note di copertina di Freewheelin’, egli spiegò a Nat Hentoff:
«Quello che rende i veri cantanti blues così grandi è la capacità di
elencare tutti i problemi dai quali sono afflitti; ma allo stesso tempo,
assumendo una posizione distaccata, come se potessero parlarne
dall'esterno oggettivamente. E in quel modo, eliminare i problemi
stessi». Nella canzone, Dylan cita esplicitamente il sentimento di
perdita e smarrimento che lo affliggeva a causa del soggiorno della
fidanzata Suze Rotolo a Perugia: «My baby took my heart from me/ She
packed it all up in a suitcase/ Lord, she took it away to Italy, Italy».
Bob Dylan's Blues
Dylan inizia il brano con un'introduzione parlata dove descrive in modo
satirico le origini delle canzoni folk: «la maggior parte delle canzoni
furono scritte a Tin Pan Alley, che è il posto da dove vengono molti dei
brani folk al giorno d'oggi». Segue quello che si può definire come
un assurdo, improvvisato blues.
A Hard Rain's A-Gonna Fall
Dylan aveva solo 21 anni quando scrisse una delle sue canzoni più
complesse, A Hard Rain's A-Gonna Fall, spesso indicata semplicemente
come Hard Rain. Si dice che Dylan presentò dal vivo Hard Rain al
Gaslight Cafe, dove Peter Blankfield ricorda: «tirò fuori questi
foglietti di carta ed iniziò a cantare... Quando ebbe finito, nessuno
era in grado di proferire parola, eravamo tutti ammutoliti. La lunghezza
del brano, la sua forma narrativa. Ogni strofa giocata sul botta e
risposta, sulla costruzione e sulla deflagrazione, tutto contribuiva a
renderla speciale». Dylan eseguì Hard Rain alla Carnegie Hall il 22
settembre 1962, come parte di un concerto organizzato da Pete Seeger. La
canzone ebbe anche maggiore risonanza un mese dopo, quando il Presidente
Kennedy apparve in televisione il 22 ottobre, annunciando alla nazione
la scoperta di una postazione missilistica sovietica sull'isola di Cuba,
dando così inizio alla crisi dei missili di Cuba. Molti critici
interpretarono il tono apocalittico del brano come un riferimento alla
pioggia nucleare conseguenza di un conflitto mondiale, ma Dylan respinse
l'ipotesi affermando: «No, non si tratta della pioggia atomica, è solo
un forte temporale».
Molti rimasero colpiti dalla potenza e dalla complessità della
composizione. Per il critico Robert Shelton, A Hard Rain's A-Gonna Fall
rappresenta un "capolavoro della musica folk", che concretizza i frutti
della fusione tra poesia e jazz avvenuta negli anni cinquanta,
influenzata dalle opere di Ginsberg, Ferlinghetti, e Rexroth. Il
cantante folk Dave Van Ronk commentò in seguito: «Fui sicuro da subito
che Hard Rain rappresentasse l'inizio di una rivoluzione artistica vera
e propria». Pete Seeger espresse considerazioni simili affermando
come, secondo lui, questa canzone sarebbe durata nel tempo più di tutte
le altre scritte da Dylan.
Don't Think Twice, It's All Right
Dylan scrisse la canzone dopo aver sentito che Suze Rotolo stava
prendendo in considerazione l'idea di trasferirsi stabilmente in
Italia, adattando la melodia di un pezzo di Paul Clayton intitolato
Who's Gonna Buy You Ribbons (When I'm Gone). Nelle note di copertina
di Freewheelin', Dylan commentò: «Non è una canzone d'amore. È
un'affermazione che forse puoi dire per farti stare meglio. È come se
stessi parlando a me stesso».
Il brano, dalle spiccate sonorità country, riscosse particolare successo
grazie alla sua saltellante e gioiosa orecchiabile melodia.
Oltre alla melodia, anche un paio di strofe furono prese di peso da
Dylan dal brano Who's Goin' to Buy You Ribbons When I'm Gone? di Clayton
che aveva inciso la canzone nel 1960, due anni prima della composizione
ufficiale di Don't Think Twice. Le strofe prese "parola per parola" o
leggermente modificate da Dylan sono: «T'ain't no use to sit and wonder
why, darlin'», e, «So I'm walkin' down that long, lonesome road». C'è
comunque da dire che Clayton aveva a sua volta basato la sua
composizione sulla vecchia ballata popolare di pubblico dominio Who's
Gonna Buy Your Chickens When I'm Gone.
Bob Dylan's Dream
Bob Dylan's Dream si basa sulla melodia del brano tradizionale Lady
Franklin's Lament, nel quale il personaggio del titolo sogna di
ritrovare il marito, l'esploratore artico Sir John Franklin, vivo e
vegeto (Sir John Franklin era scomparso durante una spedizione polare
nel 1845). Todd Harvey fa notare come Dylan trasformi la canzone in
qualcosa di personale, sebbene mantenga sia la melodia e l'atmosfera
generale della ballata originale. Il mondo all'esterno viene dipinto
come minaccioso e in tempesta, e il desiderio fervente di Dylan, come
era quello di Lady Franklin, è di ritrovare la compagna scomparsa e
rivivere con lei i momenti felici trascorsi insieme.
Oxford Town
Oxford Town è il resoconto sardonico fatto da Dylan degli eventi
accaduti alla Università del Mississippi nel settembre 1962. Il veterano
della U.S. Air Force James Meredith era stato il primo studente
afroamericano ad essere ammesso alla Università del Mississippi, situata
vicino alla città di Oxford (Mississippi). Quando Meredith cercò di
entrare per la prima volta in classe, alcuni cittadini del Mississippi
firmarono una petizione per mantenere in vigore la segregazione razziale
nella scuola, incluso il governatore Ross Barnett. Alla fine,
l'Università del Mississippi dovette accettare l'integrazione per ordine
delle truppe federali.
Talkin' World War III Blues
Il "talkin' blues" ("blues parlato") era uno stile molto utilizzato da
Woody Guthrie che si basava su testi improvvisati sul momento.
Talkin' World War III Blues fu una composizione spontanea di Dylan
creata in studio durante l'ultima seduta di The Freewheelin' Bob Dylan.
Egli registrò cinque take della canzone e la quinta venne scelta per
essere inserita nell'album. Il formato del "talkin' blues" permise a
Dylan di trattare un tema scottante e serio come quello di una
catastrofe nucleare con ironia ed umorismo, e "senza un tono accusatorio
saccente o apocalittico".
Corrina, Corrina
Corrina, Corrina venne registrata dai Mississippi Sheiks, e dal loro
leader Bo Carter nel 1928. Il brano fu reinterpretato da svariati
artisti quali Bob Wills, Big Joe Turner, e Doc Watson. La versione di
Dylan inserisce alcune frasi tratte da canzoni di Robert Johnson: Stones
In My Passway, 32-20 Blues, e Hellhound On My Trail. Una take
alternativa della canzone venne usata come B-side del singolo Mixed-Up
Confusion.
Honey, Just Allow Me One More Chance
Honey, Just Allow Me One More Chance si basa su Honey, Won't You Allow
Me One More Chance?, brano tradizionale del 1890 reso celebre da Henry
Thomas nel 1928. "Tuttavia, l'originale di Thomas fornisce poco più del
titolo e un canovaccio da seguire", scrisse Heylin, "che Dylan trasforma
in un appello personale alla sua amata lontana, e in un tour de force
vocale vero e proprio".
I Shall Be Free
I Shall Be Free è una riscrittura del brano di Lead Belly We Shall Be
Free, interpretato in precedenza anche, tra gli altri, da Sonny Terry,
Cisco Houston, e Woody Guthrie. Secondo Todd Harvey, la versione di
Dylan prende in prestito la melodia dalla registrazione di Guthrie
omettendo però il caratteristico ritornello («We'll soon be free/When
the Lord will call us home»). La critica si è divisa sul valore di
questa traccia. Robert Shelton la liquida come "una delle peggiori
canzoni del disco", un brano riempitivo usa e getta, mentre Todd
Harvey affermò come il posizionare la canzone alla fine di Freewheelin',
fu una giusta scelta da parte di Dylan per concludere l'album con una
nota leggera dopo le tematiche serie.
Outtakes
Le canzoni registrate all'epoca ma escluse da Freewheelin' sono le
seguenti. Tutti i brani pubblicati nel 1991 sull'album The Bootleg
Series 1–3 sono descritti nelle note interne di quel disco, mentre le
altre canzoni ancora inedite sono documentate dal biografo di Dylan
Clinton Heylin, eccetto dove indicato. Tutti i brani sono opera di Bob
Dylan, eccetto dove indicato.
Baby, I'm in the Mood for You - Pubblicata in Biograph
Baby, Please Don't Go (Big Joe Williams) - Disponibile su iTunes nell'EP
Exclusive Outtakes From No Direction Home
Ballad of Hollis Brown - La versione di Freewheelin' è ancora inedita.
Ri-registrata da Dylan per l'inclusione nel suo album successivo, The
Times They Are a-Changin'. Una versione demo è stata pubblicata in The
Bootleg Series Vol. 9 – The Witmark Demos: 1962–1964
The Death of Emmett Till - La versione di Freewheelin' è ancora inedita.
Registrata per la trasmissione radiofonica "Broadside Show", nel maggio
1962, pubblicata nel disco Broadside Ballads, Vol. 6: Broadside Reunion
della Folkways Records sotto lo pseudonimo di "Blind Boy Grunt". Una
versione demo è stata pubblicata in The Bootleg Series Vol. 9 - The
Witmark Demos: 1962–1964
Hero Blues - La versione di Freewheelin' è ancora inedita. Una versione
demo è stata pubblicata in The Bootleg Series Vol. 9 – The Witmark
Demos: 1962-1964
House Carpenter (traditional) - Pubblicata in The Bootleg Series 1-3
Kingsport Town (traditional) - Pubblicata in The Bootleg Series 1-3
Let Me Die In My Footsteps - Pubblicata in The Bootleg Series 1-3
Milk Cow's Calf's Blues (Robert Johnson) - Inedita
Mixed-Up Confusion - Pubblicata su singolo, ma ritirata presto dal
mercato. Ripubblicata nel 1985 in Biograph
Quit Your Lowdown Ways - Pubblicata in The Bootleg Series 1-3
Rambling, Gambling Willie - Pubblicata in The Bootleg Series 1-3
Rocks and Gravel - Versione in studio inedita. Pubblicata in versione
live al Gaslight Cafe dell'ottobre 1962, in Live at the Gaslight 1962
Sally Gal - Pubblicata in No Direction Home: The Bootleg Series Vol. 7
Talkin' Bear Mountain Picnic Massacre Blues - Pubblicata in The Bootleg
Series 1-3
Talkin' Hava Negiliah Blues - Pubblicata in The Bootleg Series 1-3
Talkin' John Birch Paranoid Blues - Versione in studio inedita.
Pubblicata in versione live alla Carnegie Hall, 26 ottobre 1963, in The
Bootleg Series 1–3. Una versione demo è stata pubblicata in The Bootleg
Series Vol. 9 – The Witmark Demos: 1962–1964
That's All Right (Mama) (Arthur Crudup) - Inedita
Walls of Red Wing - Pubblicata in The Bootleg Series 1-3
Whatcha Gonna Do - Versione in studio inedita. Una versione demo è stata
pubblicata in The Bootleg Series Vol. 9 - The Witmark Demos: 1962-1964
Wichita (Goin' to Louisiana) (traditional) - Inedita
Worried Blues (traditional) - Pubblicata in The Bootleg Series 1–3
Lunedì 29
Maggio 2017
Talkin' 10140
- al-diesan
Carissimo Tambourine ti invio il
resoconto del Dylan Fest svoltosi a Torrance (California), e non solo
con allegate foto:
DYLAN FEST 2017 A TORRANCE
(CALIFORNIA)
“It seems it never rains in Southern
California” (Sembra che non piova mai nel sud della California) ...così
cantava Albert Hammond nel 1972, ma, per dirla con Bob, oggi le cose
sono cambiate e le variazioni climatiche che hanno segnato gli ultimi
decenni hanno smentito questa affermazione, così che quest'anno, nel bel
mezzo del concerto, è arrivata la pioggia, copiosa, dopo un paio di
avvisaglie che hanno costretto gli organizzatori ad altrettante brevi
soste. Ma andiamo per ordine.
L'arrivo in terra californiana è avvenuto
il 25 aprile, nel tardo pomeriggio, con diversi giorni di anticipo
rispetto allla data d'inizio del Festival (7 maggio) e ciò ha consentito
la mia partecipazione a diversi open-mic, ma soprattutto lo svolgimento
di una serata vera e propria al Suzy's Bar & Grill, ad Hermosa Beach, 2
giorni dopo l'arrivo (foto 1 e 2).
Per l'occasione ho messo in piedi una
setlist classica che è stata preceduta dalla performance di Tiki
McPherson, tramite la quale è stato possibile fissare questo
appuntamento musicale; pubblico composto da veri appassionati, non molto
numeroso per la verità, ma che ha dimostrato comunque il suo calore. La
set list del Suzy's: Things Have Changed, Not Dark Yet, Don't Think
Twice It's All Right, When The Deal Goes Down, Boots Of Spanish Leather,
Senor, Blind Willie McTell, Ballad Of A Thin Man, Love Minus Zero, Pay
In Blood, To Ramona, You Ain't Going Nowhere, Mr. Tambourine Man (in
acustico), Soon After Midnight, One More Cup Of Coffee, Just Like A
Woman, Like A Rolling Stone, All Along The Watchtower, You’re A Big Girl
Now, It's All Over Now Baby Blue, Love Sick, I Shall Be Released (in
duetto con Tiki).
Una soddisfazione particolare è arrivata, e per quello
che mi riguarda è la prima volta, dal vedere il mio nome “in light”
ovvero sul tabellone luminoso all'esterno del locale (vedi foto 3).
Altro appuntamento di rilievo è stato,
sempre grazie all'amica Tiki, il mercoledì successivo, il 3 maggio, con
una performance alternata, mezz'ora ciascuno, durata ben 5 ore, il che
ha significato suonare 5 set di canzoni per un totale di 26, in uno
scenario molto particolare, ovvero nelle immediate vicinanze del pontile
di Hermosa Beach, che l'anno scorso è stato il set del film “La La
Land”.
Complessivamente sono stati 9 i posti
dove ho potuto esibirmi, compreso il Dylan Fest, per un totale di 84
canzoni, ben 34 in più rispetto allo scorso anno. Ma veniamo al
Festival. Inizia puntuale alle 12,30 e si sarebbe dovuto protrarre
regolarmente per 8 ore consecutive, ma il tempo incerto e molto
variabile ne ha condizionato lo svolgimento. Si parte con una energica
ed emozionante “If Not For You” (foto 4)
perfettamente eseguita da Andy Hill e
Renee Safier (organizzatori della manifestazione) e dalla loro band, gli
Hard Rain, nella quale è di assoluto rilievo la presenza di Marty
Rifkin, ex chitarrista di Bruce Springsteen, una decina di anni fa. Si
prosegue con altre canzoni nelle quali si alternano Andy, Renee e la
loro band con altri performers tra cui spiccano i Catalina Kings, John
Hoke e Paul Zollo; la set list prevede, tra le altre Every Grain of
Sand, Queen Jane Approximately, Forever Young, Workingman’s Blues #2,
It’s all Over Now Baby Blue, Just Like A Woman, Chimes of Freedom (in
una versione molto simile a quella di Springsteen, la cui voce di Andy
lo ricorda molto), una stranissima One More Cup Of Coffee e Slow Train
Coming con la voce e l'interpretazione molto particolare di Paul Zollo.
Una prima coreografia appare su Tweeter & The Monkey Man (foto 5)
e ravviva ancora di più l'ambiente,
nonostante qualche goccia di pioggia abbia già interrotto un paio di
volte la setlist. Arriva My Back Pages ed è il tempo giusto per
cambiarmi e vestire l'abito appositamente confezionato, su misura, per
l'occasione (foto 6,7,8 e 9),
che altro non è che la replica di uno
degli abiti di Bob (mai indossato però in questo Tour Europeo 2017); mi
prendo un paio di canzoni di anticipo per fare le cose con calma, anche
perchè il furgone di Andy, utilizzato come “camerino”, non è il massimo
della comodità per questo tipo di operazione. Poco prima di arrivare al
cancello sul retro dell'area musicisti incontro Paul Zollo (che tra
l'altro è un eccellente fotografo) il quale mi stoppa per effettuare
alcuni scatti; nel frattempo Masters Of War è quasi alla fine, entro
nella Green Area (dedicata ai soli musicisti) e mi comunicano, a
sorpresa, che Karen Nash, che avrebbe dovuto precedermi, non è presente
perciò tocca a me, è il mio turno. Neanche il tempo quindi di entrare
nello spirito giusto, con la concentrazione giusta, prendo il mio Green
Bullet (microfono specifico per armonica), la mia armonica in D e salgo
di lato sul palco, colleghiamo il microfono all'ampli più vicino mentre
Renee introduce la mia presenza sul palco, poi Andy a sua volta mi
presenta e si parte. La canzone, l'unica che mi è stato concesso di
cantare (nonostante sia alla mia seconda partecipazione e nonostante
abbia fatto presente che arrivo lì da un altro continente e che per
arrivare ed essere lì abbia speso più di 3000 $), si avvia come un pugno
nello stomaco; “Love Sick”, mai eseguita prima (un debutto anche questo
per il Dylan Fest californiano), 8 battute di chitarra elettrica dal
suono aspro e ruvido, poi inizia il canto che, a causa della mancata
concentrazione, ha l'unico momento di incertezza proprio in avvio,
saltando la prima riga. Ero estremamente deciso ad eseguirla tutta a
memoria, e non è difficile, ma l'emozione, specie di fronte a cotanto
pubblico (sia per numero che per competenza) ha giocato il suo ruolo;
per fortuna solo per poco e mi accorgo che un leggio col testo è stato
posto giù dal palco, non tanto distante, e fortunatamente indossavo
ancora gli occhiali scuri, graduati, che mi hanno consentito di leggere
da lontano il resto delle parole, almeno nei punti chiave, giusto il
tanto di poter andare avanti in sicurezza. Prima dell'ultima strofa c'è
l'assolo di armonica, eseguito con il Green Bullet che dà allo strumento
un suono ed un'atmosfera tutta particolare; quindi l'ultima strofa,
perfettamente a tempo e con il pathos giusto fino alla fine in cui c'è
una pausa di sospensione ed un finale potente che genera un applauso
difficile da dimenticare. Sette canzoni ancora prima di oltrepassare la
metà concerto e continuano le coreografie particolari: Blowing In The
Wind viene eseguita da 15 degli artisti presenti (foto 10),
ciascuno munito di chitarra acustica,
assiepati ai piedi del palco, ed accompagnata delicatamente dagli Hard
Rain, poi la canzone n° 32 è pura magia. Renee Safier prende il
microfono wireless e si mescola in mezzo al pubblico per iniziare a
cantare con la sola voce “With God On Our Side”, nessuno strumento ad
accompagnarla e con la gente in religioso silenzio; anche in questo caso
la band interviene delicatamente solo alla fine e c'è ancora un bel sole
sopra il Cultural Art Center di Torrance, ma alla canzone n° 33 (per chi
crede nella cabala e nei riferimenti religiosi può essere una “strana”
coincidenza) il cielo si copre ed in pochi istanti viene giù il diluvio,
nuvole scure e cariche d'acqua ci passano sopra, ma la canzone che
riempie l'aria e lo spirito di chi ascolta (Leopard Skin Pillbox Hat)
deve arrivare alla fine così che volontari e musicisti coprono l'intero
palco con un telone impermeabile blu che fa defluire l'acqua lontano da
strumenti ed impianti elettrici, e continuano a suonarla fino alla fine,
davvero uno stoicismo notevole (foto 11).
Ma il meteo prevale, la precipitazione è
copiosa, insistente, perciò gli organizzatori decidono di portare tutto
quello che serve e che è possibile dentro, nella parte al chiuso della
struttura, un lavoro che dura più di un'ora e che costringe, ovviamente,
a rivoluzionare la scaletta. Alcuni dei performers che avevano in
scaletta 2 canzoni sono stati costretti ad eseguirne solo una, l'evento
diventa indoor, perdendo purtroppo il magico contributo di Marty Rifkin
e di Bob Malone, il quale avrebbe eseguito Tangled Up In Blue. Per
inciso, il signor Bob Malone, proprio nei giorni successivi era in sala
d'incisione insieme a … nientedimenoche... Ringo Starr !!! Avremo modo
comunque di ammirarlo qui in Italia, dato che viene spesso nel nostro
paese in tournee. Sad Eyed Lady Of The Lowlands, Hurricane, Blind Willie
McTell ed altre seguono Knocking On Heaven's Door che riprende lo
svolgimento del Festival al riparo dal maltempo, fino ad arrivare a
Watchtower e Like A Rolling Stone, quindi l'encore, acclamato dal
pubblico e comunque previsto in scaletta. Si tratta di Mr. Tambourine
Man eseguita con una strofa a testa e che mi vede coinvolto in prima
persona. Parte Dave Crossland, gran bella voce, decisa e ruvida, poi la
delicatezza di John Hoke, quindi è il mio turno sulla terza strofa, il
pubblico apprezza anche lo stile più vicino a Dylan; il solo è con il
sax (sinceramente speravo di farlo con l'armonica ma tant'è...) e
precede l'ultima strofa che segnatamente viene eseguita da Andy, il
quale, anche dopo 8 ore di concerto (più i preparativi) è ancora in una
forma splendida, una macchina del rock in grado di generare energia
senza limite. Grande applauso e foto finali di gruppo (foto12),
grandi sorrisi e pacche sulle spalle,
reciproci complimenti e l'augurio di ritrovarsi al più presto su un
palco da condividere. Una menzione particolare a Don e Donna Butts che
hanno ospitato gran parte della “carovana” nella loro abitazione per un
mega-party dopo il concertone; credo sia ormai una tradizione visto che
anche lo scorso anno c'era questo appuntamento. L'ultimo open-mic è a
Long Beach lunedì 8, giusto un paio di canzoni prima di salutare la
terra di Bob; un pezzettino del nostro cuore rimane lì e continuerà a
pulsare ed essere alimentato dalla musica e dalle parole del nostro
straordinario Maestro. Ultima annotazione a margine. Nel volo di rientro
ho avuto la “fortuna” di poter ascoltare, nella sua interezza, “Shadows
In The Night” (sinceramente non ho mai avuto il “coraggio” di comprarlo)
ed ho avuto la triste conferma di quello che avevo percepito fin dal
primo momento; il disco è lento, non decolla, in alcuni momenti sembra
di riascoltare una canzone già sentita poco prima, non c'è ritmo, ovvero
tutto il contrario di ciò che era stato pubblicato in precedenza,
compreso “Christmas In The Heart”, il che è tutto dire! Credo infatti
che il famoso “canzoniere americano” non comprenda solo canzoni lente e
melense, ma anche tanti swing ritmati, magari anche veloci; se metà
delle canzoni fossero state sostituite con altrettante ricche di ritmo
(elemento che ha sempre contraddistinto la produzione Dylaniana) forse
sarebbe stato un disco almeno accettabile. Una menzione particolare per
l'ultima canzone, “That Lucky Old Sun”, che Bob aveva già eseguito nel
periodo 86-87 in tour con Tom Petty; la differenza che salta
all'orecchio è che mentre nella versione di 30 anni fa veniva adattata
la canzone allo stile di Bob, oggi avviene esattamente l'opposto, è lui
che si adatta alla canzone tentando di immergersi in uno stile non suo,
snaturando il suo essere immensamente grande. Ora non rimane che
augurargli buon compleanno il 24 maggio, lunga vita ed un ritorno prima
possibile in Italia. Al Diesan
"It Never Rains in
Southern California", scritta da Albert Hammond and Mike Hazlewood fu il
primo disco uscito nel 1972 di Hammond, cantautore inglese, senza
dimenticare la superba versione dei Mama's and Papa's. Il clima cambia
assieme alle cose, ma questo Dylan l'aveva già previsto e detto. Sono
lieto che tu abbia potuto esibirti in diverse situazioni ed in numero
rilevante, dev' essere stata una vacanza piacevolissima che certamente
ti porterai a lungo nel cuore. Lasciami dire che la tua voce è una delle
poche voci dylaniane "veraci", è così naturale, non è un'imitazione e
tanto meno una parodia, chi chiude gli occhi ha l'impressione di
trovarsi in presenza del Dylan dei momenti migliori. Ho apprezzato
particolarmente la piccola dissertazione su Shadows e mi fa piacere che
anche tu ti sia unito al gruppo dei delusi. Probabilmente Dylan si è
divertito a cantare quelle canzoni (e tutte le altre successive), ma noi
un pò meno nell'ascoltarle. Grazie per la recensione e le bellissime
foto, quindi resto in attesa di foto e recensione del tuo prossimo
U.S.A. TOUR LEG. Un grande abbraccio ed un arrivederci (spero presto),
il tuo grande estimatore Mr.Tambourine, :o)
Carissimo Mr Tambourine,
un paio di giorni fa ho visto con i miei figli su SKY la nuova versione
dei Magnifici Sette (2016) con Denzel Washington ed altri famosi attori.
Verso la fine del film due dei protagonisti, durante la “sparatoria”
finale, parlano tra loro e uno dei due dice “ti dirò qualcosa che una
volta mi disse mio padre….”; pausa; “beh, diceva tante cose…” suscitando
le risate dei due.
Questo mi ha subito ricordato il discorso che Bob fece ai Grammies nel
1991 quando ebbe il riconoscimento alla carriera. La scena replicava
perfettamente il ritmo da commedia che Bob involontariamente aveva
creato nella pausa tra le due frasi.
Ho cercato su internet ed è proprio così: lo sceneggiatore si è
divertito con questa citazione dal Maestro.
Incredibile è proprio vero: “Quando Bob Dylan borbotta qualcosa, il
mondo ascolta ancora…”
Un salutone a te e tutti gli amici della Fattoria,
Antonio
Grazie per la
curiosità Antonio, è proprio vero, quando Bob parla il mondo ascolta
sempre!!! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Ciao sono Dianella, altre volte ti ho mandato poesie ispirate a Bob
Dylan, eccone una per i suoi 76 anni.
Auguri Bob
per i tuoi 76 anni –
chiamo te Bob
come chiamo Jack, Kerouac
o Allen, Ginsberg
o Lenore la Kandel
per via di quanto
mi siete muse ispiratrici
di pensieri
sensazioni forti
mai negative –
Ti vedo Bob
che intrecci
i tuoi cancelli di ferro
o dipingi
le tue strade
e auto
e caffè
tutti un urlo
di vita e polvere –
e ti vedo
sul tour bus
che deve essere bello
più bello viverci
mi sa ti piace
che nelle tue belle case
perché ci passi tempo e spazio
e sai Bob
per un bluesman
come sei
con quella voce così che hai ora
76 anni
sono anche pochi.
Grazie anche a te
Daniella per il bel pensiero, alla prossima. Live long and prosper,
Mr.Tambourine, :o)
Bob Dylan, la storia del rock e quello
sgarbo targato Rolling Stones…
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Beh, tutti possono
sbagliare, anche il grande Magazine Rolling Stone! o no?
Venerdì 26
Maggio 2017
Talkin' 10137
- duluth49
Sabato 20 maggio mi sono recato al salone
del libro di Torino. Il mio obiettivo era di andare ad ascoltare il
Prof. Alessandro Carrera sulle nuove traduzioni delle opere di Dylan
capitolo 3. La prima impressione dopo la presentazione di una gentile
signora e' stata di un uomo estremamente disponile. Nel raccontare
l'enorme fatica di raccogliere i vari testi delle ultime fatiche di Bob,
il PROF. si e' soffermato su alcuni dettagli per aver il permesso di
tradurre le canzoni di BOB. Non mi soffermo troppo sulle sue scherzone
battute sul PERMESSO, alla fine conclude che ha deciso di fare questo
enorme lavoro durato piu' di dieci anni senza chiederlo STOP. Parlando
del personaggio e' stato veramente geniale nel dire di lui questa esatta
frase. Dylan e' come un alieno caduto sulla terra che ha imparato
l'inglese in sei minuti. Infatti ha spiegato che le sue scritture fatte
leggere ad americani di madre lingua hanno capito poco o niente. Si e'
soffermato sulle interpretazioni di varie parole del nostro , per
esempio Desolation row , Tangle up in blue, babe. el altre . Verso la
fine del suo incontro ha letto la traduzione di EARL ROMAN KING. Una
meraviglia e' dire poco, sono rimasto senza parole come imbambolato.
Purtroppo dopo 50 minuti aveva altri impegni e si e' congedato, sarei
rimasto ad ascoltarlo fino a notte. E' stato un incontro piacevolissimo,
devo dire grazie a Lui e grazie al sito della Factory che come sempre mi
e ci tiene sempre informati quasi in tempo reale .
un saluto a tutti Marcello.
Ciao Marcello, son
contento che tu abbia potuto ascoltare il Prof. Carrera per diversi
motivi, prima di tutto la sua immensa competenza in fatto di testi
dylaniani e non solo, per il suo modo intellettualmente avanzato di
raccontarci i significati di Dylan, e, ultimo ma non per questo meno
importante, la sua proverbiale gentilerzza e disponibilità con chi gli
rivolge la parola. Vorrei inoltrew ricordare per chi lo conosce solo
come uno dei massimi dylanologi viventi, che Alessandro ha alle spalle
una carriera di tutto rispetto che, per amore di giustizia, riporto qui
sotto:
Inizia la carriera
come cantautore negli anni settanta, con composizioni vicine allo stile
politicizzato dell'epoca: ottenuto un contratto con la Divergo, realizza
insieme a Giorgio Lo Cascio e Mario De Luigi il disco Punto e a capo,
album sul Sessantotto pubblicato in occasione del decennale; sempre
nello stesso anno partecipa al Folk Festival di Tubinga, in Germania, ed
al Club Tenco di Sanremo, presentando lo spettacolo Punto e a capo
(tratto dal disco).
Passa poi a L'Orchestra, l'etichetta fondata dagli Stormy Six, per cui
pubblica Le cartoline, con scarso successo; si dedica quindi
all'attività letteraria, scrivendo però ancora qualche canzone in
collaborazione, tra gli altri, con Moni Ovadia
Ha vinto nel 1993 il premio letterario Montale e - nel 1998 - il Premio
Arturo Loria (per il racconto La stagione della strega). Due anni dopo
si è presentato come finalista al "Premio Grazia Deledda" portando uno
studio su Giuseppe Tomasi di Lampedusa e su Salvatore Satta.
La sua attività di saggista si sviluppa attraverso le collaborazioni
alle riviste letterarie "L'indice dei libri del mese", "Nuova prosa",
"Poesia" e "Itinerari filosofici".
Laureato in Filosofia Teoretica all'Università di Milano, Carrera svolge
anche un'importante attività come traduttore e critico musicale. Ha
insegnato Letteratura italiana, Letteratura comparata ed Estetica in
diverse università degli Stati Uniti e del Canada, paese nel quale ha
collaborato con l'Istituto italiano di cultura.
Sempre negli USA dirige dal 2001 il programma di italiano presso
l'Università di Houston (Texas).
Per Feltrinelli ha pubblicato il "La voce di Bob Dylan - Una spiegazione
dell'America", nel quale restituisce una biografia del cantante e
musicista Bob Dylan di sapore prettamente intellettuale e
contestualizzata nell'ambito culturale di provenienza dell'autore di
Blowin' in the wind. Importante studioso del fenomeno Dylan, Carrera ha
tradotto - ancora per Feltrinelli - la prima parte - Chronicles - Volume
1 - della trilogia autobiografica del compositore di Duluth.
Così abbiamo dato a
Cesare quel che è di Cesare e nel frattempo non smetteremo mai di
ringraziare Alessandro per la sua gentilezza ogni volta ched qualche
Maggiesfarm gli rivolge qualche domanda attrraverso la Fattoria.
Alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
E’ stato un Bob Dylan/spazzatura? Questa è la domanda che fa arrabiare
dopo il suo recente concerto a Dublino. Come testimone di questo
concerto, credo che la risposta sia “dipende”. Comunque cosa vi
aspettavate? Il ragazzo ha 76 anni. E lui è Bob Dylan. E nessuno ti ha
detto che i suoi concerti non sono esattamente una risata di un minuto o
un set di Greatest Hits?
Avevo sentito tante storie terribili sui concerti di Bob Dylan che sono
rimasto sorpreso che lui non sia affatto cambiato, che potesse cantare
in modo vago e che una o due delle sue canzoni fossero riconoscibili.
Per essere giusti devo dire che quell'ultima osservazione è
probabilmente un po' esagerata. Una delle canzoni era sicuramente
riconoscibile. Poi ancora, io comunque non conosco molte canzoni di
Dylan. Anche quella che pensavo di conoscere, mi sono reso conto che non
la sapevo. Mia moglie ad un certo punto si è girata e mi ha detto "Era
Blowin' In The Wind". "No, non era lei!". "Ti dico di sì, fidati". Così
anche l’osservazione riguardante l’esecuzione di qualcosa di
riconoscibile. Riprovo, Bob canta, ma non le riconosco. Comunque odio
Blowin’ in the wind, così andava bene.
Quando ci pensi, il fatto che io non sia un grande fan di Bob Dylan mi
ha aiutato probabilmente a godermi il concerto. Se tu fossi un fan, e
sei andato sperando di sentire qualcosa di pazzesco come Bob che suona i
suoi classici, o forse che ti dica “Hello”, allora un concerto di Bob
Dylan non è il posto per te. Sembra strano, ma questa è la verità. Un
concerto di Bob Dylan non è un posto per i fans di Bob Dylan. Loro lo
amano troppo per vederlo in un concerto come questo!
E’ gradito il vostro parere.
(Nota di Mr.Tambourine:
E' evidente che il columnist Brendan O' Connor è un perfetto conoscitore
di Dylan e delle sue canzoni, e che in questo breve saggio ha trattoto
l'ergomento in veste ironica, la veste dei fans che sono favorevoli o
sono contrari all' attuale concerto di Bob ed al suo nornale
comportamento sul palco. Trovo esilarantissimo quando dice che un
concerto di Bob non è il posto adatto per i suoi fans più sfegagati,
però, se ci pensate bene, un piccolo fondo di verità c'è nascosto fra le
parole di questo articolo, quanti vorrebbero sentirsi dire un "Hello
Friends" oppure assistere ad una setlist di classcici? Ma Dylan è uno
che parla in modo tutto suo, quindi, "take it or leave it"!)
Buongiorno Mr. Tambourine,
grazie per le informazioni su "C'era un ragazzo...". Non si finisce mai
di imparare! Non sapevo per nulla che il testo non fosse di Morandi nè
che la canzone fosse stata tradotta in molte lingue nè che avesse avuto
un così vasto successo. Ho letto con la massima attenzione la
dissertazione sull'intonazione musicale e gli accordi. Devo dirti, in
tutta sincerità, che mi sembra di aver capito che non si possano
impunemente confondere gli accordi e che sia difficile accordare
perfettamente gli strumenti. Musicalmente parlando,è difficile darti
torto quando ti chiedi come possa Dylan interpretare pezzi melodici e
concedersi delle libertà dall'intonazione perfetta.Da profana della
musica mi sento di dirti, dopo un primo ascolto di canzoni di cui non ho
mai sentito altre interpretazioni (sto sempre parlando di Triplicate),
che il mio orecchio non si sente ferito. Forse mi sembra più normale,
meno forzato, che una voce tagliente canti un pezzo melodico, piuttosto
che una voce melodiosa canti un pezzo rock o folk. Veniamo al senso più
generale della pubblicazione di "Triplicate". Qualche giorno fa sul sito
un farmer scriveva (cito quasi a memoria) "Dylan ha dissotterrato
qualche cosa ... ma io non ho capito ancora l'esigenza di tutto questo".
Provo a dire la mia. Per motivare quello che ho "sentito", ho riletto
l'intervista a Flanagan. Bob dice chiaramente che in quelle canzoni c'è
molta essenza di vita; aggiunge di aver colto l'intreccio tra testi e
melodie e di essersi calato in quelle melodie, di averle fatte proprie.
Ma il passaggio più significativo è, secondo me, quando dice: "queste
canzoni sono fredde e lucide, dentro c'è un realismo esplicito, fede
nella vita di tutti i giorni, proprio come nel PRIMO ROCK AND ROLL".
Le canzoni che Dylan ha sottratto all'oblio sono vicine allo spirito
rock, ma musicalmente antitetiche alla musica rock. Il senso della
melodia è attenuare, addolcire, sfumare la durezza della realtà, le
asprezze e i dolori della vita di tutti i giorni. Qualcosa di analogo lo
fa lo stile classico nella poesia: dà armonia e dolcezza a ciò che,
nella vita vera, è disarmonico e doloroso. Forse accetto la voce di
Dylan in questa fase, perchè trovo struggente recuperare lo spirito rock
di quelle antiche canzoni e interpretarle immergendosi nella loro
dolcezza melodica originaria.Triplicate è un'operazione ossimorica al
massimo, quindi, secondo me, poeticissima, essendo l'ossimoro il re
della poesia novecentesca.Bob ha una voce non splendida oggi, ma oggi
più che mai ha una testa "come un brillante". Lunga vita! Carla
Cara Carla, quando si
parla è tutto bello, a volte nuovo, a volte interessante, a volte
noioso. L’andare a ripescare la storia di vecchi pezzi è senz’altro
interessante, in fondo sono piccoli pezzi di verità che non tutti
conoscono o che hanno magari domenticato ed quali può far piacere
ripassare le cose del tempo andato, visto che non tutti i Maggiesfarmers
sono al di sotto dei 30. Il discorso sulla musica è interessantissimo,
ma difficilissimo da comprendere. Giuseppe Verdi voleva le orchestre
accordate sul la a 435 Hert.
La musica è un linguaggio e come tutti i linguaggi, per essere compreso,
utilizzato e condiviso ha bisogno di seguire dei riferimenti. Sembra
strano che l’imposizione dell’alltuale la a 440 Hertz fu imposta
dall’allora ministro della popaganda nazista Joseph Goebbsle perchè la
musica di Wagner usava questo tipoo di accvordatura.
Non importa che strumento stiamo imbracciando, se siamo in camera nostra
o su un palco di un teatro, ma la prima cosa da fare per fare musica è
accordarsi con gli altri musiccisti. Spontameo quindi prendere a
riferimento la nota LA a 440 Hz, prodotta dai diapason più comuni o
dagli accordatori elettronici. Ma per quale motivo accordiamo tutti gli
strumenti su questa frequenza? La storia che si cela dietro questa
scelta potrebbe essere tranquillamente presa come sceneggiatura per un
thriller!!!
C’è chi dice che una delle ragioni del progressivo innalzamento della
frequenza di accordatura sia stata l’irrompere sulla scena degli ottoni
e la loro preponderanza nelle bande militari russe e austriache, che in
quel momento facevano scuola. Lo stesso Zar Alessandro I s’interessò
della questione, spalleggiato dalle famiglie reali europee e dalla
Chiesa, che forse propendeva per un’accordatura alta in modo da
avvicinare, simbolicamente, la musica a Dio.
Una vicenda cruciale in questa storia è però rappresentata da una
richiesta specifica, inviata dalla Commissione Acustica della Radio di
Berlino alla British Standard Association. Uno scambio epistolare che
portò, nel 1939, a un primo congresso a cui non furono invitati i
compositori francesi e italiani. Essendo dediti all’uso di un diapason
con frequenze più basse, la loro presenza sarebbe stata più che
ingombrante. Così la decisione anglo-tedesca fu imposta facilmente e in
un certo senso in modo arbitrario. Dietro questa scelta molti hanno
sempre visto un complotto nazista. È realistico pensarlo?
Sicuramente è indubbio che tutto partì, come abbiamo visto, da una
specifica richiesta della Commissione Acustica della Radio di Berlino
investita direttamente dal Ministro per la Propaganda nazista, il
potente e spietato Goebbels. Per quale ragione Goebbels si interessò a
questo tema?
Hitler era profondo estimatore di Wagner. La musica del compositore
tedesco così come quella dell’intera scuola romantica adoperavano
proprio l’intonazione del diapason a 440 Hz. È plausibile pensare che
Hitler ordinò al suo Ministro di imporre l’intonazione ufficiale tedesca
come standard mondiale. Anche i più scettici dovrebbero riconoscere, a
questo punto, che è quantomeno curioso che alla vigilia della Seconda
Guerra Mondiale, con tutti i problemi che c’erano, qualcuno si
preoccupasse di decidere su un argomento del genere. Senza considerare
che uno come Goebbels sarebbe stato benissimo in grado di occuparsi di
questo problema imponendo la visione del Führer. Di sicuro il tema è
stato discusso in sedi che non erano propriamente musicali, e la cosa
non pare né casuale né innocua.
Finita la guerra e sconfitto il nazismo, nel 1953 fu organizzato a
Londra un secondo congresso che rimase, però, fermo nella decisione di
adottare la standardizzazione sul valore dei 440 Hz. Una decisione, a
detta di molti, presa, ancora una volta, in totale mancanza di
trasparenza. Elemento quest’ultimo che ha lasciato supporre che oltre il
“complotto nazista” ci fosse qualcosa in più dietro questa scelta.
Il professore del conservatorio di Parigi Robert Dussaut dichiarò che i
liutai inglesi erano spinti da interessi commerciali legati alla vendita
di strumenti ai jazzisti americani, che già si esibivano accordando i
loro strumenti a 440 Hz.
È difficile capire quale elemento abbia giocato un ruolo più forte: la
pressione politica nazista o le logiche commerciali inglesi? Difficile
rispondere.432Hz vs. 440 Hz, è la differenza comportamentale delle due
onde sonore immerse in acqua che si propagano in modo diverso.
C’è anche un altro filone di pensiero che vede nella scelta dei 440 Hz
un preciso obiettivo: quello di soggiogare le menti. L’umanità sarebbe
vittima, in gran parte inconsapevole, di una secolare, se non
addirittura millenaria, guerra di frequenze contro la nostra coscienza.
Secondo alcuni studiosi la scelta dei 440 Hz fu frutto di ricerche
commissionate dalla fondazione Rotschild/Rockfeller.
Il suono a 432 Hz, per chi si interessa di discipline orientali, è
collegato al chakra del cuore, “il chakra del sentimento”, diversamente
dalla frequenza a 440 Hz che lavora sul chakra del cervello “il
controllo mentale”. Se prendiamo per buona questa interpretazione, la
decisione di fissare la frequenza a 440 Hz potrebbe essere vista davvero
come una “cospirazione”. I fautori di questa interpretazione sono
convinti che ogni interferenza in merito, passata e presente, sia una
cospirazione da parte di un potere occulto mirata a creare persone
emotivamente instabili e quindi più facilmente controllabili.
Lo stesso Verdi si espresse sull’argomento, anche se esclusivamente da
un punto di vista musicale, evidenziando la necessità di evitare
diapason con vibrazioni così alte auspicando un ritorno alla frequenza
francese: “l’abbassamento del corista non toglie nulla alla sonorità e
al brio dell’esecuzione; ma dà al contrario qualche cosa di più nobile,
di più pieno e maestoso che non potrebbero dare gli strilli di un
corista troppo acuto. Per parte mia vorrei che un solo corista venisse
adottato in tutto il mondo musicale. La lingua musicale è universale:
perché dunque la nota che ha nome ‘LA’ a Parigi o a Milano dovrebbe
diventare un ‘SI bemolle’ a Roma?”
Anche in campo medico sono state avanzate diverse ipotesi. Il dottor Len
Horowitz si è spinto a definire la scelta compiuta nel 1939 come una
vera e propria “militarizzazione” strategica della musica. Medici nel
Settecento pensavano che la frequenza a 432 fosse più armonica per il
nostro organismo perché in grado di non turbare la coclea, una
piccolissima conchiglia che riposa nella nostra testa e che ha il
compito di recepire il suono e trasmetterlo al cervello (una sorta di
preamplificatore).
Il genio visionario austriaco Rudolph Steiner disse: “La musica basata
su Do = 128 Hz (nota Do in concerto La = 432 Hz) aiuterà l’umanità nel
suo percorso verso la libertà spirituale. L’orecchio interno dell’essere
umano è costruito sul Do a 128 Hz.”
Una cosa, onestamente, bisogna sottolinearla: tra il La a 442 Hz e
quello a 432 Hz, il nostro orecchio non coglie grandi differenze.
Bisognerebbe avere un udito fine per accorgersene. Ma se l’orecchio non
avverte niente di diverso, si può dire la stessa cosa del nostro corpo?
Al di là di quello che ciascuno può pensare la frequenza a 440 Hz è
assunta come suono base per l’accordatura degli strumenti e per
l’intonazione delle altre note. A tale valore devono così uniformarsi
tutti gli strumenti e le orchestre del mondo occidentale, in modo che
non ci siano scompensi da nazione a nazione, da città a città.
In Italia, in particolare, è la legge n. 170 del 3 maggio 1989, che
regolamenta la materia stabilendo che: “il suono di riferimento per
l’intonazione di base degli strumenti musicali è la nota LA³, la cui
altezza deve corrispondere alla frequenza di 440 Hertz (Hz), misurata
alla temperatura ambiente di 20 gradi centigradi.”
Alcuni disobbedienti hanno, però, dato vita a un vero e proprio
movimento in favore del ritorno al LA a 432 Hz, denominato “Rivoluzione
Omega”. Non pensiate che riguardi solo visionari, stravaganti e
sconosciuti musicisti… basti pensare che negli studi di Abbey Road i
Pink Floyd ci registrarono The Dark Side of The Moon e che tra i fautori
di questa rivoluzione c’è anche il noto leader dei Rolling Stones, Mick
Jagger. In Italia, il pianista jazz Stefano Bollani accorda il suo
strumento proprio a 432 Hz.
L'Accordatura aurea
La accordatura aurea o scientifica si riferisce a una speciale
intonazione, storicamente impiegata in alcuni teatri e corti europee,
che fissa il la centrale a 432 Hz (hertz). Con i rapporti tra le note
determinati in base al temperamento equabile, il do centrale risulta
intonato a 256,87 Hz, anziché ai circa 261,62 Hz dell'intonazione
standard (con il la a 440 Hz). Se invece si utilizza l'antica scala
pitagorica, il medesimo do risulta alla frequenza di 256 Hz.
Il do a 256 Hz è adottato anche in alcuni documenti scientifici per
comodità di calcolo: la frequenza dei do di tutte le ottave risulta una
potenza di 2 (utile a fini computazionali).
Fino al XVII secolo l'intonazione degli strumenti musicali variava molto
da paese a paese, a seconda dell'uso che se ne faceva e della scuola di
appartenenza dei musicisti. Il la centrale variava quindi da 370 fino
560 hertz.
Jonathan Tennenbaum, in A Brief History of Musical Tuning, considera che
tra i primi riferimenti espliciti dell'intonazione con il do centrale a
256 hertz fu fatta dal fisico Joseph Sauveur (1653-1716), considerato il
padre della fisica acustica. Joseph Sauveur, contemporaneo di J.S. Bach,
sviluppò un metodo tecnico per determinare l'esatta intonazione di una
nota espressa in cicli per secondo. Qualche decennio dopo un suo
collega, Ernst Chladni, definì in un libro sulla teoria musicale il do a
256 hertz come un'intonazione scientifica.
Dopo la caduta di Napoleone, nel 1815, al Congresso di Vienna lo Zar
Alessandro I chiese un suono più “brillante” e tale richiesta fu
supportata poi da tutte le famiglie reali d'Europa. Tale istanza fu
osteggiata dai musicisti classici ma la scuola romantica, guidata dal
pianista Franz Liszt e dal compositore Richard Wagner sostenne
l'intonazione più alta nel periodo tra il 1830 e il 1840.
Nel 1859, il governo francese, sotto l'influenza di una commissione di
compositori sostenitori del belcanto, uniformò per legge il la a 435
hertz, intonazione tra le più basse del periodo. In seguito, nel 1884,
il governo italiano emise un decreto per la normalizzazione del diapason
a 432 vibrazioni per secondo, normalizzazione richiesta da Giuseppe
Verdi e altri musicisti italiani riuniti al congresso di Milano nel
1881. In una lettera alla commissione musicale del Governo, riportata
nel decreto, Verdi scrisse:
« Fin da quando venne adottato in Francia il diapason normale, io
consigliai venisse seguito l'esempio anche da noi; e domandai
formalmente alle orchestre di diverse città d'Italia, fra le altre a
quella della Scala, di abbassare il corista uniformandosi al normale
francese. Se la Commissione musicale istituita dal nostro Governo crede,
per esigenze matematiche, di ridurre le 435 vibrazioni del corista
francese in 432, la differenza è così piccola, quasi impercettibile
all'orecchio, ch'io aderisco di buon grado. Sarebbe grave, gravissimo
errore adottare, come viene da Roma proposto, un diapason di 450. Io
pure sono d'opinione con lei che l'abbassamento del corista non toglie
nulla alla sonorità ed al brio dell'esecuzione; ma dà al contrario
qualche cosa di più nobile, di più pieno e maestoso che non potrebbero
dare gli strilli di un corista troppo acuto. Per parte mia vorrei che un
solo corista venisse adottato in tutto il mondo musicale. La lingua
musicale è universale: perché dunque la nota che ha nome la a Parigi o a
Milano dovrebbe diventare un si bemolle a Roma? »
A parte in Italia e Francia, le oscillazioni del diapason variavano non
solo da nazione a nazione ma anche da un genere musicale all'altro
(musica sinfonica, di teatro, da chiesa). Il "diapason normale" cui si
riferisce Verdi è quello conservato al Museo del Conservatorio nazionale
di Parigi, mentre il diapason riportato nel decreto italiano ed
approvato alla unanimità al congresso dei musicisti italiani del 1881, è
quello proposto inizialmente dal fisico Sauveur e poi dai suoi colleghi
Meerens, Savart e dagli scienziati Montanelli e Grassi Landi.
Un anno dopo il decreto promulgato dal governo italiano sul la a 432
hertz, un congresso a Vienna decretò che non era possibile
standardizzare alcuna intonazione e nei teatri europei e statunitensi si
continuò a tenere il la a 432-435 cicli per secondo.
In Gran Bretagna divenne uno standard l'intonazione con il la a 439 hz
per via di una mal interpretazione della regola francese. Nel 1917
l'American Federation of Musicians accettò il la a 440 Hz come
intonazione standard e nel 1920 lo fecero anche la Musical Industries
Chamber of Commerce e l'American Standards Association. Solo nel
settembre 1938, la Commissione Acustica della Radio di Berlino richiese
alla British Standard Association di organizzare un congresso a Londra
per adottare internazionalmente l'intonazione a 440 Hz della radio
tedesca.
Questo congresso fu tenuto poco prima della guerra, nel maggio-giugno
del 1939 e giunse a un accordo per il la a 440 hz, molto vicino a quella
usata in Gran Bretagna. Questa frequenza fu scelta probabilmente come
compromesso tra gli standard precedentemente accettati e le tendenze del
momento, che vedeva salire le intonazioni.
Nell'ottobre del 1953 fu organizzato un secondo congresso a Londra
dall'organizzazione internazionale per la normazione con lo stesso
intento di adottare internazionalmente il la a 440 hertz. L'ISO promosse
una risoluzione in questo senso perché lo standard rimaneva non
rispettato e alcune orchestre tendevano a usare intonazioni più alte.
Solamente nel 1971 l'intonazione con il La corista a 440 Hz fu
riconosciuta sul piano giuridico da una delegazione nominata dal
Consiglio d'Europa a cui si adeguò anche l'Italia.
Dopo tutta questa
proposizione di pro e contro, interessanti o meno. importannti o meno,
siamo ancora al punto di partenza, anche se per consuetudine e facilità
di comrendimento oggi l'uso del la a 440 Hz è ortmai standardizzato per
l'uso diciamo consumistico, per i dischi e cantanti vari che non hanno
basi musicali cantando d' istinto e non di studio com e porebbe
essere per un tenore. Tnete presente che per quanto possa sembrare
strano Luciano pavarotti non fu mai in grado di leggere uno spartito,
studiava col "tastino", cioè con uno che gli faceva sentire col piano
nota per nota in modo che le potesse imparare a menoria. ma perà
Pavarotti aveva delle corde vocali baciate sa Dio, qualcuno dise che il
padre Fernando le aveva ancore migliori, solo che il padre era un
fornaio nell'Arma dei Carabinieri, e si dilettava a cantare a livello
amatoriale in una piccola associazione di coristi non professionisti, la
«Corale Gioachino Rossini».
A proposito di Dylan
anche io mio orecchio non si sente ferito, anche se desidererebbe non
sentire quelle "acciaccature" vocali da patre di Bob. Sinceramnete io
non so ancora, come ha detto il Maggirsfarmers tempo se Dulan
abbia dissotterrato qualcosa.......ed anch'io non sentivo l'esigenza di
tutto questo. A Bob starà bene, gli ricordererà certamente una parte
della sua vita quando era uno come tutti gli altri, un probabile
destinato ad entrare nella working class hero. Io quelle canzoni le
conoscevo già cantate dagli interpreti originali, che mettevano la
propria voce sopra la bravura di una big band, mentre Dylan di limita ad
eseguire col poco che ha a dispoisizione, (la steel guitar di Donnie?),
sovrapponendo una voce piena di carisma e di qualche pecca ad una basa
che è la lontana imitazione di quello che dovrebbe essere. Alcuni vanno
in visibilio per queste cose, altri restano infdifferenti, altri
tollerani ed altri rifiutano in toto. Questa è la tipologia del fan
dylaniano, sarà sempre così,una cosa la appoverò, l'altra la
disprezzerà, l'altra la tollererà e un' altra la ignirerà E così via!
Live long and prosper,
mr.tambourine, :o)
Lunedì 22
Maggio 2017
Il disco più
venduto, la canzone più nascosta
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TO FALL IN LOVE WITH YOU
words and music Bob Dylan
27 Agosto 1986 - da "The Never Ending Tour" (out-take di "Hearts of
fire")
A tear go down my day is real
but your dying eye upon the same
and need just road for me from you
What paradise what can I do
that die for my and the day is dark
I can't believe for the end of time
What I could find?
Oh time is (incompensibile)
'f I fell in love
To fall in love
To fall in love with you
The day is dark, our time is right
Day in the night, deep in the night
I came (incomprensibile) be back, I hear-a my-a surprise
I see it in you live, I knew it in your eyes
Well, I feel your love and I feel no shame
I can't unleash your horde
I call your name
What were to me?
What can I do?
To fall in love
To fall in love
To fall in love with you
It just rolls upon the sand
(incomprensibile) now I made the man
Can make you feel what I can find
I know it in my days
Ah, in my dreary mind
Oh, will ages roll, will ages fly
I hear your name where angel lie.
What do I know? For to come it's true
To fall in love
To fall in love
To fall in love with you
How can the doors a trust on a nail?
How can I be surprised of most everything?
Ah, in the distant road I can't be the same
I feel no love, I kill no shame
I can't watch the bay out on my an own
We've a destined man
I came (incomprensibile) it all
(I didn't) I could find
Where I could go
To fall in love
To fall in love
To fall in love with you
INNAMORARMI DI TE
parole e musica Bob Dylan
"To fall in love with you" è una canzone dai versi
chiarmente improvvisati sul momento e che non vogliono dire molto in
alcuni casi. E' solo una "mascherina" che Dylan non ha mai completato e
molte parole sono messe solo per prova, senza un significato preciso,
per creare un suono (se Dylan avesse finito la canzone avrebbe
naturalmente modificato molti versi che così come sono non hanno molto
senso).
traduzione e note di Michele Murino e Alessandro
Carrera
Scende una lacrima, il mio giorno è reale
ma il tuo occhio morente sullo stesso
Ed io ho bisogno di strada per me da te
Quale paradiso posso creare
che muoia per me ed il giorno è scuro
Non posso credere per la fine del tempo
Che cosa potrei trovare?
Oh il tempo è (incomprensibile)
Se mi sono innamorato
Per innamorarmi
Per innamorarmi di te
Il giorno è scuro, il nostro tempo è giusto
Giorno nella notte, profondo nella notte
Sono venuto (incomprensibile) per tornare, sento la mia sorpresa
La vedo viva in te, sapevo che era nei tuoi occhi
Bene, sento il tuo amore e non provo vergogna
Non posso sguinzagliare la tua orda
Chiamo il tuo nome
Cosa eri per me?
Cosa posso fare?
Per innamorarmi
Per innamorarmi
Per innamorarmi di te
Si srotola sulla sabbia
(incomprensibile) adesso ho fatto l'uomo
Posso farti sentire quel che posso trovare
Lo conosco nei miei giorni
Ah, nel mio animo triste
Oh, il tempo scorrerà, il tempò volerà
Sento il tuo nome dove giacciono gli angeli
Che cosa so? Perchè per venire sia vero
Per innamorarmi
Per innamorarmi
Per innamorarmi di te
Come possono le porte una spinta sul chiodo?
Come posso esser sorpreso della maggior parte delle cose?
Ah, nella strada lontana non posso esser lo stesso
Non provo amore e non uccido la vergogna
Non riesco a guardare la baia lì fuori
Abbiamo un uomo del destino
Sono venuto (incomprensibile) del tutto
Non potevo, non sapevo
Dove potevo andare
Per innamorarmi
Per innamorarmi
Per innamorarmi di te
Sabato 20
Maggio 2017
La Bob
Dylan’s Week fa tappa anche a Siena
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Vi racconto quel geniaccio di Bob
Dylan
clicca qui
Venerdì 19
Maggio 2017
Talkin' 10135
- naxela56
Ciao Mr. Tamburine,
quando vuole Bob non è sociopatico :-)
Durante il recente tour ha trovato il tempo di incontrarsi con Shane
MacGowan.
Shane è stato, forse è tutt'ora, alcolista (vedi A Rainy Night in Sono,
dove la Ginger Lady è la bottiglia di whiskey).
Non ho il tempo di tradurlo, ma questo link:
riferisce del loro recente incontro
a Dublino.
Che dire? Recentemente Shane si è fatto rifare i denti, ha perso sua
madre ed è in carrozzina per una serie di problemi di salute (compresa
una frattura alla gamba).
Non penso sia un caso se nella foto Bob sembri più partecipe del solito.
Tra poeti ci si intende.
Lunga vita a te e al sito, Alexan wolf.
Dylan è stato negli anni
'80 simpatizzante per The Pogues, dei quali Shane MacGowan è stato il
cantante e l'autore della maggior parte dei testi della band irlandese,
tanto che il 3 Settembre 1989 a Berkeley, al Greek Theater i Pogues
aprirono il concerto di Bob Dylan.
Shane assistette a Londra nel 1976 ad un concerto dei Sex Pistols ed
iniziò a far parte del movimento punk. In quel periodo formò il suo
primo gruppo, i The Nipple Erectors (più tardi accorciato in The Nips)
che si fecero conoscere a Londra come gruppo di supporto dei Clash e dei
Jam. Nel 1981 conobbe Spider Stacy e Jem Finer e insieme decisero di
formare il prototipo di quello che più avanti saranno i Pogues. Prima di
chiamarsi Pogues, passando per diversi cambi di formazione, il gruppo si
chiamò inizialmente Millwall Chainsaw, poi The New Republicans e infine
Pogue Mahone. Tale nome (storpiatura dell'espressione gaelica "póg mo
thóin" che significa "baciami il culo") venne censurato e da qui nacque
il nome definitivo del gruppo. Shane rimane nei Pogues fino al novembre
1991, quando ufficialmente viene licenziato a causa dei problemi di
alcol e dei continui ritardi alle prove e ai concerti.
Dopo alcune collaborazioni, nel 1992 forma il gruppo dei Popes.
Recentemente ha lasciato i Popes per rientrare nei Pogues con cui
effettua reunions annuali. Ciò che caratterizza il personaggio di Shane
MacGowan è quello di impersonare la figura dell'irlandese ubriacone: la
sua dipendenza dall'alcol, come la sua dipendenza dal fumo, è infatti
proverbiale, e in numerose interviste egli ha contribuito ad alimentare
questa fama.
Shane è noto per la sua dipendenza dall'alcol che ha pesantemente minato
il suo fisico: famosa a proposito è la sua dentatura inesistente (Shane
si lava raramente i denti, e una carenza di vitamina "C" ne ha causato il
decadimento). Nel 2006, dopo una notte di bevute in Irlanda, si fermò
per urinare, inciampò e cadde contro un muro, distruggendo i pochi denti
rimasti. Shane ha avuto inoltre problemi con l'eroina, culminati in un
arresto. A farlo incarcerare, per cercare di metterlo in riga, fu la sua
collega e amica Sinead O'Connor.
Certamente nell'ultimo concerto europeo tenutosi a Dublino il 5
Novembre alla 3Arena, MacGowan era presente ed ha avuto l'occasione di
reincontrare Bob e di passare un pò di tempo con lui. Probabilmente Bob
lo conosce meglio di quanto non lo conosciamo noi e sarà stato contento
di averlo rivisto, altrimenti non si sarebbe fatto vedere. Grazie per la
segnalazione caro Alexan, alla prossima, live long and prosper,
Mr;Tambourine, :o)
Ciao a tutti, Mr. Tambourine in testa.
vorrei segnalarvi il video di questa bellissima ballata intitolata
“Pretty Saro”.
Andrea Paganini, e naturalmente non ripeto visto il mio
cognome.......:o)
Caro Andrea, trovo più
che normale che tu non ripeta, mai staccarsi dalle tradizioni, come dice
il proverbio "Chi lascia la strada vecchia per la nuova sa quel che
lascia ma non sa quel che trova", quindi la prudenza è più che
giustificata. Molto bella questa "Pretty Saro" che è una ballata popolare inglese originaria
degli inizi del 1700. La canzone fu dimenticata in Inghilterra dalla metà
del XVIII secolo, ma fu riscoperta in Nord America nei primi anni
del XX secolo, dove era stata conservata nelle tradizioni orali
delle Appalachian Mountains.
Durante le sessioni di Self Portrait nel marzo 1970, nello studio di New
York della Columbia Records, Bob Dylan ha registrato "Pretty Saro" sei
volte consecutive. Nessuna di queste versioni ebbe la fortuna di far
parte della tracklist dell'album ed i nastri rimasero per anni nei
cassetti della Columbia fino a
quando si decise di ritirala in auge e pubblicarla su "Another Self Portrait
1969-1971 - The Bootle Series Vol.10"
Sotto trovi il testo e la traduzione della canzone, ti faccio notare la
terribile pronuncia di Dylan nella penultima riga della prima strofa "Farewell pretty Saro I bid you adieu",
dove Dylan al posto della parola francese "adieu" se ne esce con un
rovinoso "edu" o forse "adu", e chissà che questo non sia stato uno dei motivi per i
quali la canzone venne scartata.
PRETTY SARO
(Traditional)
dall'album "Another Self Portrait 1969-1971 - The Bootleg Series Vol.10"
Down in some lone valley
In a sad lonesome place
Where the wild birds blew
Oh their notes do increase
Farewell pretty Saro I bid you adieu
And i'll dream of pretty Saro wherever I go
Well my love she won’t have me, so I understand
She wants a free holder who owns a house and land
I cannot maintain her with silver and gold
And all of the fine things a big house can hold
If I was a poet and could write a fine hand
I’d write my love a letter that she’d understand
I’d write it by the river where the waters overflow
But I'll dream of pretty Saro wherever I go
traduzione di Mr.Tambourine
GRAZIOSA SARO
(Traditional)
Giù in qualche valle solitaria
In un triste luogo solitario
Dove gli uccelli selvatici cantano
Oh loro note sono sempre più forti
Addio bella Saro ti dico addio
E mi sognerò della graziosa Saro ovunque io vada
Beh il mio amore non mi vuole, così ho capito
Lei vuole qualcuno sicuro che possiede una casa e la terra
Io non posso manternerla con argento e oro
E tutte le cose belle che una grande casa può contenere
Se fossi un poeta potrei scrivere con bella calligrafia
Mi piacerebbe scrivere al mio amore una lettera che lei avrebbe capito
Mi piacerebbe scriverla lungo il fiume dove straripano le acque
Ma sognerò della bella Saro ovunque io vada
Buongiorno Mr. Tambourine,
grazie per avermi ricordato Guccini e una delle canzoni "cult" della
fine degli anni sessanta-inizio anni settanta. "Dio è morto" l'abbiamo
ascoltata a lungo, forse senza capirla bene, allora, come spesso capita
alla spensierata inconsapevolezza giovanile. Bene hai fatto a ricordare
che fu censurata da mamma Rai, come anche, in quegli anni, "C'era un
ragazzo che come me..." di Gianni Morandi. La censura è condannabile,
ma, secondo me, a volte bisogna saper distinguere l'errore e l'errante.
La censura in sè è liberticida, ma talvolta è inevitabile per arginare
pericoli più grandi come il dilagare della violenza e del razzismo. Non
era comunque il caso della canzone in questione che, condivido la tua
opinione, fu censurata per pura incomprensione del messaggio.
Recentemente, quando ad ottobre del 2016 fu assegnato il Nobel a Dylan,
uno dei pochi quotidiani che non si associò al coro degli scandalizzati
ma, con tono professionale, riportò integralmente le motivazioni del
Nobel al menestrello di Duluth, fu proprio l' "Avvenire". In un ampio
articolo fu condivisa l'assegnazione del premio Nobel, attraverso
motivazioni e ragionamenti condivisibili per acutezza e lucidità. Nei
prossimi giorni comprerò il libro di Antonia Piva. Credo di aver
correttamente intuito che Dylan ha alle spalle letture ampie ed
approfondite di testi letterari non solo moderni e contemporanei, ma
anche classici. Sull'argomento ci aggiorneremo dopo l'esplorazione del
libro. Sulla melodia, riprendo le tue parole, dove dici: "nelle canzoni
di Dylan l'intonazione perfetta non è mai stata necessaria...ma nelle
canzoni sinatriane la melodia è troppo preminente, importante e basilare
e sbagliare non può essere ammesso, neanche per Bob Dylan". E' vero, la
tua considerazione ha un senso musicale più che corretto; a me sembra,
tuttavia, che "Triplicate" non sia solo un evento musicale, ma nasconda
un intento più ampio, alla luce del quale bisognerebbe capire il
rapporto tra Dylan e le canzoni melodiche. Non so bene, ci sto pensando
mentre ascolto le canzoni americane reinterpretate da Bob. Lunga vita!
Ciao Carla, "C'era un
ragazzo che come me amava i Beates e i Rolling Stones" non era di Gianni
Morandi (che ha però il grande merito di averla interpretata e portata
al successo), era una canzone scritta da Mauro Lusini. Il giovane
cantautore toscano salì di colpo alla ribalta nel 1966, quando
presentò a Gianni Morandi e Franco Migliacci una canzone sulla guerra in
Vietnam, cantata in un inglese maccheronico. Migliacci riscrisse il
testo in italiano e la intitolò C'era un ragazzo (che come me amava i
Beatles e i Rolling Stones). Morandi, in cerca di un rilancio con un
repertorio più "impegnato" e maturo, decise di inciderla e la presentò
al Festival delle Rose di Roma, trasformandola in un successo.
La
copertina originale raffigurava Morandi seduto che ascolta Mauro Lusini,
mentre suona la chitarra. Oltre all'incisione di Lusini, uscita in
contemporanea con quella di Morandi nel 1966, il brano fu interpretato
in seguito in Italia da Lucio Dalla, da Fiorello e da Claudio Baglioni.
Il brano è stato inciso da vari artisti stranieri: Joan Baez ha cantato
il brano in italiano, e una versione tradotta in portoghese (dal titolo
Era um Garoto que Como Eu Amava os Beatles e os Rolling Stones). Fu
portata al successo in Brasile dalle bande Os Incríveis nel 1968,
Engenheiros do Hawaii nel 1990 e KLB nel 2007. In Grecia venne ripresa
lo stesso anno dal gruppo dei We Five (in cui militava un giovanissimo
Demis Roussos) tradotta in greco Kapoio agori opos ego latreve. "C'era
un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones" fu inoltre un
successo in Unione Sovietica, tradotta in russo nel 1968 col titolo: byl
odin paren' .
La RAI,
al solito inopportunnamente, decise di non mandare in onda il brano
nelle trasmissioni radiofoniche (in Hit Parade veniva fatta ascoltare la
facciata B del disco, Se perdo anche te) e quando Morandi e Lusini
ebbero l'opportunità di cantarla insieme in televisione in un programma
di Vito Molinari, furono costretti a sostituire le parole "Vietnam" e
"Vietcong" con quello che doveva essere un innocuo "ta-ta-ta-ta" ma che
venne cantato come il suono di una mitragliata. Il brano fu molto
apprezzato da Joan Baez, che lo incluse nel suo repertorio e lo cantò in
svariate occasioni, compreso il concerto all'isola di Wight nel 1969.
Inutile chiedersi con che criterio la Rai faceva le sue scelte censorie,
possiamo solo dire, alla luce di una più che cinquantennale esperienza,
che la mamma degli idioti è sempre molto prolifica! Nel corso degli anni
abbiamo avuto pessimi esempi di comportamento da parte di personaggi di
spicco della Rai, non serve fare nomi perchè sono cose abbastanza
conosciute, era però lodevole l'intento di questi personaggi di decidere
cosa potevamo o non potevamo sentire, come se gli idioti fossimo strati
noi! Pazienza, Sic transit gloria mundi (in lingua italiana: "così passa
la gloria del mondo"; in senso lato: "come sono effimere le cose del
mondo!"), la locuzione viene citata anche a proposito di insuccessi
seguiti a grandi trionfi. A volte viene citata in una forma leggermente
diversa, in cui il verbo latino all'indicativo presente è sostituito da
un congiuntivo presente: si tratta di una tradizione meno fedele
all'originale dell'Imitatio Christi, con cui la frase diviene allora
"Sic transeat gloria mundi" che, in questo caso, assume il valore di
un'esortazione, del tipo «passi così la gloria mondana». Questa seconda
forma venne venne usata dall'allora Cardinale Angelo Giuseppe Roncalli
(futuro papa Giovanni XXIII) quando ebbe la notizia che Benito Mussolini
era stato destituito il 25 luglio 1943 proprio dal Gran Consiglio del
Fascismo con la discussione sull'ordine del giorno presentato dal
gerarca Dino Grandi che prevedeva l'estromissione di Benito Mussolini
dal governo del Regno d'Italia. Assieme alla formula Habemus papam, è
una delle più conosciute locuzioni riguardanti la nomina di un nuovo
pontefice. Queste parole, secondo l'antico rito, venivano infatti
ripetute dal cerimoniere al nuovo Papa subito dopo la sua elezione al
soglio di Pietro. Con esse si intendeva rammentare al vescovo di Roma,
nonché capo della Chiesa cattolica, la transitorietà del potere
temporale e quanto, in ogni caso, la vita sia caduca così come sia vano
ogni sfarzo del mondo terreno. Dopo la cerimonia dell' incoronazione,
infatti, il cardinale protodiacono si avvicinava al nuovo pontefice (che
sulla sedia gestatoria sta transitando lungo la basilica di San Pietro)
e, pronunziando la frase latina, accendeva della stoppa posta su
un'asta: come la stoppa brucia e si spegne in un batter d'occhio, così
anche la gloria del mondo svanisce in poco tempo.
Sicuramente Dylan ha alle spalle molte più letture di quello che si
possa immaginare, ma mai nessuno potrà fare un elenco definito, si
conosce quello che è possibile leggere fra le righe delle sue canzoni,
naturalmente il libro di Antonio Piva darà un ulteriore contributo su
quest'argomento tanto discusso negli anni e aggiungerà qualcosa a quanto
si sa finora.
E' vero che il mio giudizio sulle melodie di "Triplicate" interpretate
da Dylan è stato fatto in chiave prettamente musicale e tecnica. La
musica ha delle regole dalle quali non è possibile deviare, a meno che
tu stesso ti scrivi la partitura comprensiva di note "calanti" e
"crescenti", ma se devi interpretare una melodia scritta correttamente
non puoi permetterti cali o eccessi d'intonazione. Per farti un esempio
facilmente capibile è come se in un'orchestra sinfonica durante una
esecuzione di una partitura di Verdi o di chiunque altro autore, i
violini fossero accordati in tono approssimativo generando quel
fastidioso fenomeno che è la "stonatura".
In realtà
un tono è formato da 9 comma, dove per comma si intende la differenza
infinitesimale di frequenza tra due suoni di altezza quasi uguale, e il
semitono cromatico è composto da 5 comma, mentre quello diatonico da 4.
Quindi Do# e Reb in realtà non sono enarmoniche (uguali), c'è una
piccola differenza.
Il
disegno sopra fa capire come non sia possibile che il Do# ed il Reb
siano uguali
Negli
strumenti ad intonazione fissa come il pianoforte non è possibile
mettere in evidenza tale differenza, si dovrebbero costruire delle
tastiere lunghissime e scomodissime da suonare, soprattutto dopo tutta
la tecnica pianistica che si è sviluppata negli ultimi secoli. Diciamo
che quindi per una differenza così piccola "non ne varrebbe la pena".
Invece in strumenti come gli archi, i fiati o la voce umana, è
possibile, ed è quello che si fa comunemente nella pratica lasciandosi
guidare dal proprio orecchio. Tutto ciò dipende dal fatto che il
temperamento equabile nasce per risolvere i problemi della scala
naturale, come quello dell'accordatura degli strumenti ad intonazione
fissa, ma ciò avviene a discapito della naturalezza degli intervalli,
che infatti si perde. Si tratta però di differenze molto piccole, quindi
sia i teorici che i musicisti hanno preferito accettare questo
compromesso,
Il temperamento equabile è il sistema musicale per la costruzione della
scala fondato sulla suddivisione dell'ottava in intervalli tra di loro
uguali. Nell'uso più frequente, l'ottava è suddivisa in 12 parti
(semitoni). Il temperamento così costituito è denominato 12-TET
(dall'inglese 12-Tone Equal Temperament, ovvero Twelve-Tone Equal
Temperament) ed è identificato come "temperamento equabile" per
antonomasia dalla maggior parte dei musicisti occidentali.
Bisognerà attendere fino al 1917 perché William Braid White arrivi a
sviluppare un metodo praticamente utilizzabile per accordare un
pianoforte secondo un temperamento equabile rigoroso.
Solo nella seconda metà del XIX secolo, con il graduale rilassamento
della necessità di intervalli giusti a favore della flessibilità nel
cambiamento di tonalità (modulazione), il temperamento equabile si
affermò gradualmente in tutta Europa, sostituendo i temperamenti
inequabili (o buoni temperamenti), in cui l'ottava non è divisa in parti
uguali, quali quelli descritti dal tedesco Andreas Werckmeister nel
1691, Johann Georg Neidhart, Francesco Antonio Vallotti e da altri
autori.
Accordare un pianoforte in modo preciso è impossibile perchè è una
questione di fisica. I principi dell’armonia contrastano con la forma
dello strumento. E' un problema per uditi molto raffinati: a differenza
di strumenti come gli archi (violini, violoncelli, viole) o come i
fiati, i pianoforti non possono essere accordati. Occorre capirsi:
vengono accordati (come ha notato chiunque abbia mai partecipato a un
concerto di musica classica), esistono strumenti e persone che li
accordano, ma il problema rimane, sempre e comunque. Non possono essere
accordati in modo perfetto.
Il fatto è una questione di pura fisica. Ci sono troppe corde, e le
pause armoniche non sono mai “piene”. Insomma: si privilegia la
concordanza con l’ottava a scapito degli altri intervalli, che non sono
perfetti. Si tratta di un problema che attanaglia studiosi e musicisti
da secoli. Il “Clavicembalo ben temperato” di Bach rientra in pieno
nella questione: il “temperamento”, cioè l’accordatura, era un argomento
di dibattito. E solo l’autorità del musicista di Lipsia è stata
decisiva.
Tuttavia è di uso comune fra alcuni musicisti parlare di un comma
generico inteso come la nona parte di un tono (o la cinquantaquattresima
parte di ottava), il quale è inteso anche come somma di un semitono
cromatico (5 comma) e uno diatonico (4 comma) come illustrato sopra dal
disegno.
Per finire, (scusa la
disgressione sulle note musicali che, se anche si fa fatica a seguirla e
capirla chiaramente, certamente ti fa capire che la questione
dell'altezza delle note musicali è molto seria, tanto da essersi reso
indispensabile usare un sistema che mediava le cose in maniera semplice
ed usabile anche alla massa di musicisti non prettamente professionisti
o persone che, pur amando la musica, non hanno mai potuto frequentare un
conservatorio musicale), non saprei giudicare se Triplicate vada oltre
l'evento musicale, personalmente penso di no, ma se in futuro qualcuno
fosse in gradfo di spiegarmi il suo significato in maniera diversa da
come lo giudico io sarò ben felice di cambiare idea, Può essere che lo
giudico in maniera non positiva per ignoranza, ma per sapere con
certezza tutto ciò che c'è dietro avrei bisogno di usare per un paio di
settimane il cervello di Bob..............peccato non sia possibile:o)!
Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Mercoledì
17
Maggio 2017
Talkin' 10132
- teocalle
Un saluto a MF,
segnalo un evento Dylaniano a Pavia, nello storico locale Spaziomusica
(da 30 anni simbolo della musica live a Pavia e non solo). Qui l'evento
FB, se siete in zona la serata è altamente consigliata.
grazie mille, Matteo Callegari
Mi è piaciuta molto la
tua disgressione, son certo che anche molti Maggiesfarmers la
apprezzeranno. Grazie, alla prossima, live long and prosper,
Mr.Tambourine, :o)
What’s the matter with me
I don’t have much to say
Daylight sneakin’ through the window
And I’m still in this all-night café
Walkin’ to and fro beneath the moon
Out to where the trucks are rollin’ slow
To sit down on this bank of sand
And watch the river flow
Wish I was back in the city
Instead of this old bank of sand
With the sun beating down over the chimney tops
And the one I love so close at hand
If I had wings and I could fly
I know where I would go
But right now I’ll just sit here so contentedly
And watch the river flow
People disagreeing on all just about everything, yeah
Makes you stop and all wonder why
Why only yesterday I saw somebody on the street
Who just couldn’t help but cry
Oh, this ol’ river keeps on rollin’, though
No matter what gets in the way and which way the wind does blow
And as long as it does I’ll just sit here
And watch the river flow
People disagreeing everywhere you look
Makes you wanna stop and read a book
Why only yesterday I saw somebody on the street
That was really shook
Yeah but this ol’ river keeps on rollin’, though
No matter what gets in the way and which way the wind does blow
And as long as it does I’ll just sit here
And watch the river flow
Watch the river flow
Watchin’ the river flow
Watchin’ the river flow
I'm gonna sit here on your bank of sand
And watch the river flow
GUARDO
SCORRERE IL FIUME
parole e musica Bob Dylan
Che mi succede,
non ho molto da dire,
la luce del giorno si insinua attraverso la finestra
ed io me ne sto ancora qui in questo bar aperto tutta la notte
Camminando avanti e indietro sotto la luna
dove i camion marciano lenti
mi siedo su questo mucchio di sabbia
e guardo scorrere il fiume
Avrei desiderato esser tornato in città
Invece che stare su questo vecchio mucchio di sabbia
con il sole che picchia sui comignoli
e con la ragazza che amo cos' vicina a me
Se avessi le ali e potessi volare
so dove vorrei andare
ma per il momento me ne sto solo seduto qui svogliatamente
e guardo scorrere il fiume
Gente che ha qualcosa da ridire su tutto, già,
ti fermano tutti e ti fanno domande.
Perchè appena ieri ho visto qualcuno sulla strada
che proprio non riusciva a non piangere.
Oh, tuttavia questo vecchio fiume continua a scorrere,
non importa cosa gli si metta di mezzo e da che parte soffi il vento,
e finchè sarà così me ne starò seduto
e guardo scorrere il fiume
Gente
che ha da ridire ovunque uno guardi
Ti fanno fermare per leggere un libro
Perchè appena ieri ho visto qualcuno sulla strada
ed era veramente scosso
Oh, tuttavia questo vecchio fiume continua a scorrere
non importa cosa gli si metta di mezzo e da che parte soffi il vento,
e finchè sarà così me ne starò seduto
e guardo scorrere il fiume
Guardo scorrere il fiume,
Guardo scorrere il fiume,
Guardo scorrere il fiume,
mi sto sedendo qui sul vostro mucchio di sabbia
e guarderò scorrere il fiume
Martedì 16
Maggio 2017
Talkin' 10130
- luigicatuogno
Gentilissimi della redazione di
Maggiesfarm.eu,
la presente per segnalarvi il video del mio concerto in Belgio del 16
dicembre scorso in occasione del 25° del gruppo belga The New Fools:
Tracklist:
1) The Lomesome Death of Hattie Carrol
2) Simple twist of fate
3) One more Cup Of Coffe/Señor
4) Man Gave the name to all the animals
5) North Country Blues
6) Like A rolling stone
7) Man in the long black coat
Sarei onorato di una vostra pubblicazione sul sito
Cordiali saluti,
Luigi Catuogno
Grazie per la
segnalazione Luigi, che invidia.........io strimpello la chitarra ma per
arrivare a te devo ancora mangiarne di patate! Live long and prosper,
Mr.Tambourine, :o)
Probabilmente molti di voi lo sapevano già, ma
se ascoltate attentamente (meglio ascoltarla in cuffia) la canzone, alla
fine dell'ultima strofa, esattamente al minuto 4,02 secondi della track,
si sente CHIARAMENTE una voce che grida " Ma sei scemo?". Probabilmente
è soltanto un' assonanza con qualcosa urlato in inglese , ma la frase
suona proprio così ! Chissà se qualche Maggiesfarmer che conosce
perfettamente l' americano possa finalmente svelare a tutti noi questo
curioso mistero, restiamo in attesa con ansia !!!!!!!!!
Mr.Tambourine
Lunedì 15
Maggio 2017
Alessandro
Carrera: il mio viaggio nel labirinto Bob Dylan - di Corrado Ori
tanzi
clicca qui
Corrado Ori Tanzi,
milanese di nascita e giornalista professionista dal 1993 e scrittore, è
stato il primo ad intervistare Michele "Napoleon in Rags" Murino pochi
mesi dopo la creazione di maggiesfarm.it:
Grande ammiratore di
Bob Dylan ha collaborato per anni sia con Michele sia con me dopo che
Murino mi ha ceduto la conduzione del sito. Ha scritto diversi saggi per
la Fattoria che vi consiglio di rileggere perchè tante cose a volte si
dimenticano e una rilettura ogni tanto fa sempre piacere:
Ciao Maggie’s Farm
tengo a rendere noto che all’indomani del compleanno di Bob, il giorno
stesso non si poteva, si terrà a Torino un concerto di suoi classici
cantati da Chicco Sirianni, ideatore della serata, Giuliano Contardo e
Carlo Pestelli. Tutto questo avverrà il 25 maggio a partire dalle 21:00
al Caffè della caduta di via Bava a Torino; locale assai noto in città.
Spero possiate tenerne conto nella comunicazione delle news o che cmque
possa interessare i fan sotto la Mole del nostro.
ciao e grazie, carlo
TORINO - 25 MAGGIO
2017
"TRIBUTO A
BOB DYLAN"
Caffè
della Caduta - Via Bava - Ore 21,00
con i cantanti Chicco
Sirianni, Giuliano Contardo e Carlo Pestelli.
Fatto! Vi auguro il
pienone e sollecito nel contempo i fans della Mole a non mancare
l'appuntamento! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Sabato 13
Maggio 2017
Talkin' 10128
- sebastiano.giulia
Oggetto: Londra 9 Maggio 2017
Eccomi ancora una volta per un resoconto
personale del concerto del 9 Maggio a Londra.
Arriviamo alla stazione e subito ci assalgono i bagarini (ho notato tra
l’altro che sono sempre gli stessi personaggi). Ci sono i nostalgici ma
anche molti giovani; vicino a me era seduto un adolescente, credo
accompagnato dai nonni, che alla fine mi ha detto “Mi è proprio
piaciuto!”
L’arena si riempie e con un poco frequente ritardo di qualche minuto
inizia il concerto. Bob indossa un vestito scuro con luccicanti
paillettes sulle maniche che richiamano la divisa blu della band, e
indossa il cappello: si siede al piano e subito se lo toglie, come farà
anche in seguito un paio di volte.
Rimaniamo sempre speranzosi in un improvviso inaspettato cambiamento ma
la scaletta non vede ormai variazioni rispetto alle precedenti
performances. Quello che stupisce, invece, è la grinta che ci mette nel
suonare; all’inizio della canzone rimane seduto sul seggiolino ma via
via che si inoltra nel pezzo comincia a battere il tempo con il piede,
fino ad arrivare ad alzarsi e pestare i tasti del piano con una foga
inaspettata, quasi in un amplesso fisico-mentale con lo strumento. Molto
buona è stata l’esecuzione di tutti i brani, che riascolterò nei
prossimi giorni (il bootleg è ovviamente disponibile da ieri), veramente
migliore di altri a detta di un amico che ne ha già frequentati alcuni
qui in Europa.
Quando propone le canzoni non sue indossa il cappello e si posiziona tra
Sexton e Garnier; afferra l’asta del microfono con la destra e lo tiene
con la sinistra mentre canta, mano che invece pone sul fianco durante
gli assoli e gli intervalli fra una strofa e l’altra, dondolandosi di
qua e di là sulle gambe.
Sapiente è il gioco delle luci: a volte, all’introduzione soft di un
brano si accendono lentamente solo quelle dei lampioncini “da giardino”
posti davanti ai singoli, mentre esplodono potenti assieme agli altri
strumenti, alla seconda strofa, quelle retrostanti; e si spengono tutte
di botto alla fine della canzone, lasciando gli applausi spandersi nel
buio totale.
Alla fine del concerto il solito e silenzioso (da parte sua) “Grazie,
saluti, tutti a casa”; l’ovvio acquisto dell’immancabile
maglietta-ricordo e foto accanto al manifesto della serata, giusto per
dire “Quella sera c’ero anch’io!”
E in fondo alla strada un nutrito gruppo di spettatori canta emozionato
a squarciagola una "It ain’t me, babe" attorno ad un artista da strada
regolarmente dotato di armonica, chitarra e fodero raccogli-offerte
aperto.
Ciao Riccardo
Grazie Riccardo per la
preziosa testimonianza, tu sei uno della Fattoria, quindi in un certo
modo, per me e per molti altri amici più credibile di altre recensioni
di fans stranieri. Recensione succinta e precisa, pur non avendo
tralasciato nessun particolare, con il pregio di aver evitato
descrizioni inutili o noiose, Grazie ancora ed alla prossima allora,
live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Dylan
classico. Fonti antiche di un poeta on the road
Autore Antonia Piva
Editore: Osanna Edizioni
Anno edizione: 2017
Pagine: 224 p. , ill.
EAN: 9788881675180
"Ho costruito e ricostruito / a partire da tutto ciò che era in attesa /
come la sabbia delle spiagge / da cui si costruiscono molti castelli / a
partire da quello cui era stato dato inizio / ben prima del mio tempo.
/" Una parola, una melodia, una storia, un verso / chiavi nel vento per
aprire la mia mente: così, poco più che ventenne, agli esordi degli anni
Sessanta, Bob Dylan definì la sua poetica. Queste pagine abbandonano il
taglio prospettico usuale - il cantautore più influente dell'ultimo
mezzo secolo -, e scelgono un terreno di ricerca assai originale e
nuovo: in un itinerario avvincente, esse esplorano gli echi e i rimandi,
davvero inaspettati, di matrice classica nel corpus letterario di Bob
Dylan, evidenziando la straordinaria densità poetica dell'artista
americano. Ecco che, accanto al ruolo più aulico e tradizionale degli
scrittori, ritorna la sensibilità remota dei bardi e degli aedi, dei
trovatori e dei minstrels, i cantori itineranti perennemente per strada
col loro mestiere esigente e i loro versi che si depositano nel cuore
degli uomini.
“It ain’t me Babe”: il commerciante
che ha scoperto il falso in un opera di Dylan
Di Dalya Alberge - Giovedì 11 maggio 2017 16,36 BST
I falsificatori hanno rivolto la loro attenzione alle opere create da
Bob Dylan. La notizia emersa dopo che un commerciante britannico aveva
speso 10.000 sterline per un falso di un'opera/truffa che i venditori
d’asta sostenevano essere opera del cantante-songwriter Bob Dylan.
Peter Harrington, specialista in libri, disegni e antiquariato, titolare
della Peter Harrington Gallery con sede a Londra, aveva acquistato
l'opera d'arte, venduta come un originale di Dylan del 1968, in un'asta
nel 2014. La società di Harrington, scoperta la truffa dopo una
elaborata ricerca, ha denunciato la casa d’aste che gliela aveva venduta
per “Falso elaborato e contraffatto”, ma la casa d’aste ha detto di non
voler assumersi alcuna responsabilità e di non aver intenzione di
sborsdare alcun risarcimento.
Dettaglio del disegno pastello classificato come “fraudolento” e non
opera del cantante Bob Dylan. Fotografia: Handout
Glenn Mitchell, uno specialista della Peter Harrington Gallery, ha detto
al Guardian che hanno scoperto che i "fatti" presentati all'interno di
una storia di tre pagine che accompagnavano l'opera erano falsi o
distorti. La descrizione citava un collegamento a Dylan e alla Band, il
gruppo canadese-americano raffigurato nello schizzo, che mostra un certo
numero di musicisti che giocano all'aperto. Si diceva di essere opere
d'arte che Dylan avesse creato, per l’album dal gruppo intitolato “Music
from Big Pink” e poi rifiutato. E’stato anche affermato che la band ha
voluto una verniciatura acrilica più luminosa e più astratta, quella che
poi divenne la famosa copertina d'album, piuttosto che questa più dolce
che aveva offerto Dylan.
Le firme presenti sul retro dell'opera
dovevano essere quelle di due dei membri della band, Levon Helm e Rick
Danko, nonché del road-manager Joseph Forno Jr. e di Dylan, con la sua
presunta firma apposta nel 1968.
I crescenti sospetti di Mitchell sono stati confermati da Joseph Forno,
che gli ha detto che lui era sul lougo la notte che la casa andò a
fuoco: "Nulla è sopravvissuto al fuoco tranne le persone della casa...
non ho mai visto quel quadro". Forno ha anche disconosciuto tutte le
firme, tra le quali anche la sua.
Mitchell ha anche contattato Jeff Gold, un esperto di opere di Dylan,
che ha sollevato ulteriori dubbi sulla legittimità dell'opera.
Mitchell ha affermato che lui ei suoi colleghi sono stati attirati nella
truffa con la "prospettiva enormemente emozionante" di acquisire
un'opera d'arte precedentemente sconosciuta disegnata dal cantante di
"blowin’ in the wind".
Pom Harrington, figlio del fondatore della Peter Harrington Gallery di
Londra, ha dichiarato: "Questa storia ha una grande importanza in quanto
ha dimostrato come i falsificatori possano facilmente realizzare truffe
sfruttando l’ignoranza dei commercianti e l’avidità dei collezionisti.
1. Things Have Changed (Bob standing at piano)
2. Don't Think Twice, It's All Right (Bob sitting at piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob standing at piano)
4. Beyond Here Lies Nothin' (Bob sitting at piano)
5. Why Try To Change Me Now (Bob center stage)
6. Pay In Blood (Bob standing at piano)
7. Melancholy Mood (Bob center stage)
8. Duquesne Whistle (Bob sitting at piano)
9. Stormy Weather (Bob standing at piano)
10 Tangled Up In Blue (Bob sitting at piano)
11. Early Roman Kings (Bob standing at piano)
12. Spirit On The Water (Bob Bob sitting at piano)
13. Love Sick (Bob standing at piano)
14. All Or Nothing At All (Bob center stage)
15. Desolation Row (Bob standing at piano)
16. Soon After Midnight (Bob standing at piano)
17. That Old Black Magic (Bob center stage)
18. Long And Wasted Years (Bob center stage)
19. Autumn Leaves (Bob center stage)
(encore)
20. Blowin' In The Wind (Bob sitting at piano)
21. Ballad Of A Thin Man (Bob standing at piano)
Buongiorno Mr. Tambourine,
quante belle novità sul sito! Interessanti e piacevoli i resoconti degli
ultimi concerti. Rendono bene, in poche righe, l'atmosfera che Dylan e i
suoi musicisti sanno creare. Vivace e pungente il dibattito su
"Triplicate" e, più in generale, sulla fase sinatriana delle canzoni di
Bob. Tutte le opinioni sono legittime, ma, non volermene, non condivido
il paragone tra "Melancholy mood" e "Gelato al cioccolato". Con tutto il
rispetto per Pupo e i parolieri della canzone suddetta, davvero qui è il
trionfo del banale, dell'orecchiabile e dello scontato. Nella canzone
italiana degli ultimi settant'anni io annovero pochi artisti non banali
- Renato Carosone, Edoardo Bennato e... altri per ora non mi vengono in
mente. Mi sento di dire che "Melancholy mood" ha almeno due passaggi
poetici e per nulla banali : la personificazione della malinconia che
"perseguita e punzecchia", la bella similitudine "l'amore è fantasia ed
è fragile come il pizzo". Non posso ancora dire che "Triplicate" mi
piaccia in toto. Sto ascoltando. Un aspetto di quest'ultimo Dylan che mi
piace moltissimo è la sua autenticità di uomo che non nasconde gli anni.
Parto dalle splendide parole di Neil Mc Cormick (erano sul sito qualche
giorno fa). Il critico musicale dice: "se tu stessi scappando dalla
stanza dove lui sta suonando, dovresti poterti chiedere perchè qualcuno
sta permettendo ad un vecchio cantautore così scadente di gorgogliare e
mugugnare delle così belle melodie.Ma se dovessi rimanere un po' di più,
potrebbe accadere qualcosa di meraviglioso. Catturato dal modo sensibile
che ha Dylan di interpretare il canzoniere americano.... si potrebbe
scoprire un Dylan particolare, che rinuncia ad un mood delicato e
sentire veramente in modo nuovo queste meravigliose canzoni vecchie". Il
critico musicale ha spiegato bene il fascino di canzoni come "Stormy
weather". Prima di esprimere qualche valutazione sul rapporto tra Dylan
e la melodia, che rinvio alla prossima, vorrei dire che, dal punto di
vista esistenziale, sono in sintonia con la vecchiaia attiva e
melanconica, pensosa e rivolta al passato rappresentata oggi al massimo
della sensibilità da Bob. Ancora sulla parodia: perfetto il tuo
resoconto di che cosa è. Condivido in pieno che, nella parodia, prevalga
quasi sempre il divertimento e la valorizzazione dell'opera parodiata
rispetto al sarcasmo. Alla prossima. Lunga vita!
Cara Carla, devo darti ragione,
effettivamente tra "Melancholy mood" e "Gelato al cioccolato" non è
possibile fare un paragone, ma, pur rispettando tua opinione, a mio
avviso "Melancholy mood" rimane una bella melodia con un testo mediocre,
mentre "Gelato al cioccolato" avrebbe potuto anche essere una canzone
divertente se avesse avuto un testo meno........meno e basta! Rispetto i
gusti di Malgioglio ma ritengo che questo testo sia di un doppiosenso
improponibile che non dovrebbe per nessun motivo essere passato ne in
radio ne in televisione. Ricordo invece che mamma Rai, al Cantagiro del
1967, quello vinto dai Motown con "Prendi la chitarra e vai", ebbe la
infelice idea di censurare, evitando proprio qualunque forma di
trasmissione, di "Dio è morto", scritta da Guccini e cantata dai Nomadi.
Era una meravigliosa canzone che denunciava apertamente la
corruzione e la bassezza di un certo tipo di società fatta di miti
costruiti a tavolino e di falsi dei innalzati agli altari del niente.
"Dio è morto" fu una canzone
veramente importante per quegli anni, che portava la canzone d'autore italiana a temi
superiori
rispetto a quello allora di moda del pacifismo, dichiarando apertamente
la protesta e la contrarietà al "perbenismo interessato, la dignità
fatta di vuoto, l'ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col
torto". Alla Rai, equivocando sul titolo (che
richiamava la celebre espressione nietzschiana)
e fraintendendo il
significato del testo, si pensò fosse "dovuto" censurare questo brano che rappresenta
ancor oggi uno
dei vertici, non solo della produzione di Guccini, ma di tutta la
canzone d'autore italiana. Il sospetto di blasfemia per quanto riguardava
questa canzone poteva solamente trovare alloggio in menti ottuse e
sottosviluppate, e la prova fu che "Dio è morto" venne invece trasmessa da Radio
Vaticana. Perché si chiese la gente? Perché in Vaticano qualcuno dotato
di buone capacità mentali, aveva compreso il senso della canzone, che in realtà non celebrava la morte di Dio ma proclamava
la necessità di una nuova rinascita spirituale e morale, in contrasto
all'imperante falso perbenismo, al falso moralismo, alla dilagante ipocrisia, al consumismo
imposto ed al più squallido edonismo. Capire questo non era poi così
impossibile o difficile, bastava fare attenzione alla chiusa che diceva
apertamente che Dio era risorto sulle miserie umane elencate nelle
strofe precedenti. "Dio è risorto....sulle auto prese a rate... sui miti dell'estate...sui campi di sterminio...
sui miti della razza...sugli odi di partito" perchè la generazione
dei giovani era ormai preparata all'avvento di un mondo nuovo, di una speranza appena nata,
ad un futuro che ha già in mano a una rivolta senza armi,
perché noi tutti ormai sappiamo
che se Dio muore è per tre giorni e poi risorge.In ciò che noi crediamo Dio è risorto,
in ciò che noi vogliamo Dio è risorto,
nel mondo che faremo.......Dio è risorto!
L'incipit della canzone era una chiara citazione del famoso poema
Howl (Urlo)
del poeta beat Allen Ginsberg : I saw the best minds of my generation destroyed by madness, starving
hysterical naked,
dragging themselves through the negro streets at dawn, looking for an
angry fix,
(Ho visto le migliori menti della mia generazione distrutte dalla pazzia,
nudi ed isterici morti di fame,
trascinarsi all'alba nei ghetti, alla
ricerca rabbiosa di qualcosa di impossibile).
Aggiungiamo che alla vicenda della censura
della RAI ma non di Radio Vaticana bisogna ricordare che a favore
della canzone si pronunciò addirittura Papa Paolo VI, che definì il
testo un lodevole esempio di esortazione alla pace e al ritorno a giusti
e sani principi morali.
Sono
d'accordo anche con le parole di Neil Mc Cormick che dice che nelle canzoni
sinatriane si potrebbe scoprire un Dylan particolare, diverso dal
solito, che ha intrapreso una strada che molti hanno difficoltà a
seguire, forse perchè lui è sempre avanti e gli altri ad inseguirlo per
capirlo, proprio come in Forrest Gump, un giorno anche Bob si fermerà e
dirà "Sono un pò stanchino"! Sono certo che tutti coloro che non si
sono entusiasmati all'ascolto dei dischi del "canzoniere americano" non
ce l'abbiamo con Dylan per le sue scelte, forse è soltanto un'avversione
per canzoni che non sentono "loro" perchè provengono da un'epoca
antecedente. Per chiudere la nostra chiacchierata odierna
confesserò che è dannatamente vero, la vecchiaia porta inevitabilmente
con se un pesante fardello di malinconia. Il fisico non risponde
più come una volta alle richieste che gli fa la mente. Penso che anche
Dylan sia alle prese con problemi di questo genere, e forse è questo che
ha scatenato in lui l'esigenza così forte di tuffarsi nei ricordi della sua
gioventù. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Mercoledì
10
Maggio 2017
London, England - The SSE Arena,
Wembley, May 9, 2017
1. Things Have Changed (Bob standing at piano)
2. Don't Think Twice, It's All Right (Bob sitting at piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob standing at piano)
4. Beyond Here Lies Nothin' (Bob sitting at piano)
5. Why Try To Change Me Now (Bob center stage)
6. Pay In Blood (Bob standing at piano)
7. Melancholy Mood (Bob center stage)
8. Duquesne Whistle (Bob sitting at piano)
9. Stormy Weather (Bob standing at piano)
10 Tangled Up In Blue (Bob sitting at piano)
11. Early Roman Kings (Bob standing at piano)
12. Spirit On The Water (Bob Bob sitting at piano)
13. Love Sick (Bob standing on piano)
14. All Or Nothing At All (Bob center stage)
15. Desolation Row (Bob standing at piano)
16. Soon After Midnight (Bob standing at piano)
17. That Old Black Magic (Bob center stage)
18. Long And Wasted Years (Bob center stage)
19. Autumn Leaves (Bob center stage)
(encore)
20. Blowin' In The Wind (Bob sitting at piano)
21. Ballad Of A Thin Man (Bob standing at piano)
Amsterdam, The Netherlands - Heineken
Music Hall, April 17, 2017
by Keith Ravenscroft
Niente chitarra, niente armonica, ma questo è stato ugualmente un bel
concerto di Dylan.
Le canzoni da "Tempest" sono state una rivelazione, Pay in Blood, Soon
After Midnight, Long and Wasted Years, la band è stata sorprendente,
come al solito, nessun difetto.
Ma che cos'è? La voce di Dylan suonava così, vera e chiara, potevi
sentire ogni parola, ha anche giocato con i testi di Lovesick e Tangled
up In Blu, rendendo questa notte una notte da ricordare. Certamente le
"Sinatra Songs" hanno rallentato un pò le cose e interrotto un flusso
quasi perfetto di alcuni dei più forti lavori recenti di Dylan. Ero
andato all'ultima Trilogia di Pasqua di Bob nel 2009, tutti e tre le
notti, quando mescolava le setlists e ci sorprendeva ogni sera.
Questa volta mi sembrava invece inutile spendere 300 euro per vedere 3
spettacoli identici. Lascerei queste cose ai devoti. Era bello vedere
molti ragazzi fra il pubblico ed è anche buono non vedere un oceano di
fastidiosi cellulari. Giù il cappello all’Afas Arena per aver ospitato
uno dei migliori spettacoli di Dylan negli anni recenti.
Nel pomeriggio non è successo molto.
Bobby e la band hanno fatto il loro sound-check come al solito.
Il tempo non è stato benefico, freddo e piovoso.
Tutto era tranquillo intorno all'Arena poiché oggi non c’era una partita
di calcio.
Mi sono fatta una forte tazza di caffè nel pomeriggio. Una giovane donna
mi ha dato il biglietto.
All'inizio non verifico, ma poi mi rendo conto che è un quarto posto in
centro. Whoa! Ancora un miracolo!
Sembra che questa giovane donna sia una “Bobcat” che avevo già
conosciuto in precedenti occasioni agli spettacoli di Bobby. Grazie
Sandy da Vienna. Hai reso bella la mia giornata! Dio ti benedica e ti
conservi sempre.
Mi muovo presto e prendo il mio posto. È tempo di rilassarsi.
Il sedile accanto a me è vuoto e resterà vuoto durante l'intero
spettacolo.
Ho una vista eccezionale sui microfoni anteriori.
Bob è vestito con un abito nero con fregi rosso scintillante lucidi e
ricamati, una sorta di camicia fantasia rosso / rosa e la giacca è
aperta. Finora non ha mai tolto il cappello. Guardandolo bene, però ...è
pallido come un fantasma.
Hai mai visto un fantasma ??? Noo! Ma hai sentito parlare di loro!
1 Things Have Changed (Bob in piedi al pianoforte)
2 Don't Think Twice, It's All Right , tutto bene (Bob seduto al
pianoforte)
3 Highway 61 Revisited (Bob in piedi al pianoforte)
4 Beyond Here Lies Nothin' (Bob seduto al pianoforte), vorrei alzarmi e
ballare ma no, questa non è la "stagione", adesso il pubblico è educato!
La band si sta preparando per qualcosa e Bob non si trasferisce al
centro del palcoscenico. Oh, oh!
5 Stormy Weather (Bob in piedi al pianoforte), nel mezzo della canzone
Bob piega la testa e libera la sua voce (tipo sputare sul lato del
microfono). Deve essere uin pò raffreddato perché si è soffiato il naso
a lato del palco alcune volte.
6 Pay In Blood (Bob in piedi al pianoforte)
7 Melancholy Mood (al centro del palco)
8 Duquesne Whistle (Bob seduto al pianoforte)
9 Scarlet Town (al centro del palco)
10 Tangled Up In Blue (prima al centro e poi seduto al pianoforte)
11 Early Roman Kings (Bob in piedi al pianoforte)
12 Spirit on The Water (Bob Bob seduto al pianoforte)
13 Love Sick (Bob al centro del palco)
14 All or Nothing at All (Bob al centro del palco)
15 Desolation Row (Bob in piedi al pianoforte)
16 Soon After Midnight (Bob in piedi al pianoforte)
17 That Old Black Magic (Bob al centro del palco)
18 Long And Wasted Years (Bob al centro del palco)
19 Autumn leaves (Bob al centro del palco)
20 Blowin' in The Wind (Bob seduto al pianoforte)
21 Ballad of a Thin Man (Bob in piedi al pianoforte)
Un tentativo di raggiungere il fronte del palco durante la breve pausa
prima degli encore è finita con una sorta di lotta con il personale
della Security.
Franky, un ragazzo proveniente da Praga ha poi intrattenuto fuori dalla
venue la gente con le canzoni di Dylan fino a tarda notte, suonando
quelle che la gente si aspetta e che Bobby non fa più, “Another cup of
coffe” o “Mister Tambourine Man”.
La Leggenda è più grande dell'Uomo.
Martedì 9
Maggio 2017
Liverpool, England - Echo Arena, May
8, 2017
1. Things Have Changed (Bob standing at piano)
2. Don't Think Twice, It's All Right (Bob
sitting at piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob standing at piano)
4. Beyond Here Lies Nothin' (Bob sitting at piano)
5. Why Try To Change Me Now (Bob center
stage)
6. Pay In Blood (Bob standing at piano)
7. Melancholy Mood (Bob center stage)
8. Duquesne Whistle (Bob sitting at piano)
9. Stormy Weather (Bob standing at piano)
10 Tangled Up In Blue (Bob center stage then sitting at piano)
11. Early Roman Kings (Bob standing at piano)
12. Spirit On The Water (Bob Bob sitting at piano)
13. Love Sick (Bob on piano)
14. All Or Nothing At All (Bob center stage)
15. Desolation Row (Bob standing at piano)
16. Soon After Midnight (Bob standing at piano)
17. That Old Black Magic (Bob center stage)
18. Long And Wasted Years (Bob center stage)
19. Autumn Leaves (Bob center stage)
(encore)
20. Blowin' In The Wind (Bob sitting at piano)
21. Ballad Of A Thin Man (Bob standing at piano)
Buongiorno Mr. Tambourine,
Grazie per i chiarimenti su "Twetter and the monkey man". Sono contenta
che Dylan non abbia infierito, con il sarcasmo che a volte lo
contraddistingue, su Bruce Springsteen, che è un personaggio positivo,
secondo me, che trasmette un'idea di ottimismo un po' opposta alla
malinconia di fondo di molte liriche dylaniane. A proposito di
malinconia, ma quanto è bella nelle parole e nell'interpretazione di Bob
"Melancholy mood"! So che, per voi conoscitori "totali" di Dylan, ho
scoperto l'acqua calda, ma vi assicuro che mi ha fatto un grande effetto
acoltarla e leggerne il testo. Sto iniziando l'esplorazione di
"Triplicate". Segnalo la straordinaria interpretazione di "Stormy
Weather". Basta da sola a salvare il primo CD! Lunga vita. Carla
Ciao Carla, se
riprendi la mia risposta che ti diedi su "Tweeter and the Monkey Man",
leggerai che io dissi che la canzone è quasi interamente una parodia sia
di Bruce Springsteen che di alcune battute di film hollywoodiani
classici. Secondo molti eminenti studiosi della scrittura, primo tra
tutti Umberto Eco, le parodie letterarie sono non soltanto divertimento
intellettuale, ma esercizio di esplorazione e forma di conoscenza. Una
precisa illustrazione della "poetica del pastiche" si può trovare
nell'Elogio di Franti, dove
Eco parla del Riso come di una estrema prova
del nove di fronte alla quale quello che merita di resistere resiste, e
ciò che è caduco deve cadere. Parodiare, per Eco, è un modo per pulire le
candele e il carburatore della macchina culturale, e anche una
testimonianza d'affetto e di fiducia, giustiziera, veleno e medicina a
un tempo, forse un serio e responsabile dovere intellettuale.
Nella storia della scrittura, sono numerose le opere letterarie
classificabili come parodie. Già il Satyricon di Petronio può essere
considerato imitazione in chiave comica del tipico romanzo greco
ellenistico, pur configurandosi come un lavoro ben più complesso di una
semplice parodia. Sempre in epoca classica troviamo la famosa
Batracomiomachia che per moltissimi anni fu erroneamente attribuita ad
Omero e che oggi viene accreditata a Pigrete di Alicarnasso. Nella
Batracomiomachia il re delle rane Gonfiagote persuade il timoroso
Rubabriciole, figlio del re dei topi Rodipane, a montare sulle sue
spalle per visitare il lago, assicurandolo che non correrà pericoli.
Tuttavia, appare all'improvviso un serpente d'acqua e Gonfiagote, per
sfuggirgli, si immerge, facendo così annegare Rubabriciole. Così la
guerra scoppia all'istante e proprio quando la vittoria sembra ormai dei
topi, Zeus scaglia il suo fulmine, e allo stesso tempo i granchi, giunti
sul campo di battaglia, annientano alcuni topi facendoli a pezzi, mentre
altri fuggono in preda al panico.
La battaglia si svolge nell'arco di un giorno, contro i dieci anni di
durata della guerra di Troia. La Batracomiomachia è uno dei pochi testi
pervenutici integri di quel filone di poesia parodica e scherzosa che
dovette avere non poca diffusione probabilmente in ogni epoca della
letteratura greca.
Anche Leopardi ne fece
una traduzione in italiano dalla quale prese spunto per il suo poemetto
"I Paralipomeni della Batracomiomachia", una storiella satirica in versi
che narra e discute, sotto la veste
favolostica, gli avvenimenti politici del 1820-21 e il fallimento dei
moti rivoluzionari, satireggiando austriaci (i granchi,
alleati delle rane), i Borboni (le rane), e gli insorti liberali napoletani
(i topi).
Quasi mai la parodia scivola nella satira pungente se usata con
giudizio, e Dylan che, oltre che essere amico del Boss e anche un suo
ammiratore, credo abbia inteso sottolineare in maniera divertente
l'importanza dell'opera di Springsteen, e questo dimostra che
spessissime volte la parodia è usata per rafforzare il valore dell'oprea
o dell'artista oggetto della parodia stessa.
Passando ad altro
argomento, ti ho trascritto
il testo di "Melancholy mood" e la relativa traduzione:
Melancholy mood forever haunts me La malinconia mi perseguita per sempre
Steals upon me in the night, forever taunts me Si insinua dentro me nella notte, mi punzecchia
sempre
Oh, what a lonely soul am I, stranded high and dry Oh, che anima solitaria sono io, incagliata
sull’ asciutto
By a melancholy mood Con uno stato d'animo melanconico
Gone is every joy and inspiration Andata è ogni gioia ed ispirazione
Tears are all I have to show, no consolation Le lacrime sono tutto ciò che ho da mostrare,
nessuna consolazione
All I can see is grief and gloom till the crack of doom Tutto quello che posso vedere è il dolore e
l’oscurità fino al giorno del giudizio
Oh, melancholy mood Oh, umore malinconico
Deep in the night, I search for a trace Nel profondo della notte, vado in cerca di un
segno
Of a lingering kiss, a warm embrace Di un lunghissimo bacio, un caldo abbraccio
But love is a whimsy and as flimsy as lace Ma l'amore è una fantasia ed è fragile come il
pizzo
And my arms embrace an empty space E le mie braccia abbracciano uno spazio vuoto
Melancholy mood, why must you blind me? Malinconia, perché mi accechi?
Pity me and break the chains, the chains that bind me Abbi pietà di me e spezza le catene, le catene
che mi legano
Won't you release me, set me free, bring her back to me? Vuoi lasciarmi libero, lasciami libero,
riportarla da me?
Oh, melancholy mood Oh, umore malinconico
Rispetto alla profondità,
all'acume, alla poesia, alla tragicità di moltissimi testi dylaniani, a
mio avviso, questo testo è una vacuum letterario, di una banalità e di
una scontatezza sconcertante, solo Clara Miozzi e Giuseppe Cristiano
Malgioglio sono riusciti a fare di peggio scrivendo il testo di "Gelato
al cioccolato" per la canzone di Pupo. Le canzoni della pentalogia
dylan/sinatriana hanno delle bellissime melodie, gli originali avevano
suontuosi arrangiamenti orchestrali mentre quelli di Dylan sono quanto
di più scarso e scarno si possa immaginare. In molti di questi pezzi la
voce di Dylan si adatta perfettamente per la ricchezza di pathos, la
triste suggestività, il fascino, l'incanto e la magica atmosfera che
trasmette e che può catturare qualunque ascoltatore, ma in molti altri
la voce cede, le note non vengono prese e l'intonazione è
approssimativa. Nelle canzoni di Dylan l'intonazione perfetta non è mai
stata necessaria e nemmeno considerata indispensabile, anzi, potremmo
dire che uno dei pregi di quei pezzi era proprio la voce sgraziata e
graffiante, quasi atona che rendeva la drammaticità del senso anche con
tutti quei difetti. Ma nella canzoni sinatriane la melodia è troppo
preminente, importante e basilare e sbagliare non può essere ammesso,
nemmeno per Bob Dylan. Lui è un genio, è di una bravura eccezzionale ed
insuperabile quando scrive e canta le sue camzoni, perchè allora, seppur
per divertimento o per chissà quale altra ragione, cimentarsi in
questo modo con canzoni che con lui non hanno niente da spartire. Anche
se molti di questi pezzi del canzoniere americano possono piacere,
quando sono interpretati da Bob è come vedere un miraggio nel deserto,
per un momento può affascinare ma l'attimo dopo è già scomparso,
dissolto nel nulla dalla realtà. Cara Carla, in un certo senso ti
invidio, trovo naturale
che Triplicate ti possa piacere, non sarai certo l'unica, le modalità
che regolano la mente umana nelle scelte non sono conosciuta da nessuno,
quindi nessuno può dire se una scelta può essere giusta o sbagliata. Per
questo non posso permettermi di dire che la scelta di Bob sia sbagliata,
posso solo dire che non la condivido perchè ho nella mia mente un'idea
di Dylan forse troppo vecchia e difficile da poter modernizzare. Mi
piacerebbe avere la capacità di essere più elastico ed accettare con
maggior semplicità anche ciò che non condivido, ma che vò fa, questo è
quello che passa il Priore della mia Abazzia. Live long and prosper,
Mr.Tambourine, :o)
Lunedì 8
Maggio 2017
Glasgow, Scotland - SECC Clyde
Auditorium, May 7, 2017
1. Things Have Changed (Bob standing at piano)
2. To Ramona (Bob sitting at piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob standing at piano)
4. Beyond Here Lies Nothin' (Bob sitting at piano)
5. This Nearly Was Mine (Bob standing at
piano)
6. Pay In Blood (Bob standing at piano)
7. Melancholy Mood (Bob center stage)
8. Duquesne Whistle (Bob sitting at piano)
9. Stormy Weather (Bob standing at piano)
10 Tangled Up In Blue (Bob center stage then sitting at piano)
11. Early Roman Kings (Bob standing at piano)
12. Spirit On The Water (Bob Bob sitting at piano)
13. Love Sick (Bob center stage)
14. All Or Nothing At All (Bob center stage)
15. Desolation Row (Bob standing at piano)
16. Soon After Midnight (Bob standing at piano)
17. That Old Black Magic (Bob center stage)
18. Long And Wasted Years (Bob center stage)
19. Autumn Leaves (Bob center stage)
(encore)
20. Blowin' In The Wind (Bob sitting at piano)
21. Ballad Of A Thin Man (Bob standing at piano)
Amsterdam, The Netherlands - Heineken
Music Hall, April 16, 2017
di Laurette Maillet
Da Amburgo a Lingen a Dusseldorf il viaggio è stato piacevole.
2 grandi città con arene sportive dalla capacità di 16.000 e 7500 posti
e nel mezzo una bella cittadina con un'Arena di medie dimensioni (i
biglietti sono stati venduti in un’ora).
Ho preso tempo per visitare la città. Non ho avuto problemi a
trovare i biglietti. Bobby e la band erano professionali.
Un piccolo cambiamento nella setlist da To Ramona a Don’t Think Twice
It's All Right e da I Could Have Told You a Why Try To Change Me Now.
Non c'è armonica, nemmeno in Tangled in blue.
Il motivo è …. Misterioso. Oscuro come la mente di Bobby Dylan.
2 giorni di vacanza a Amsterdam e il primo spettacolo.
Amsterdam, The Netherlands - Heineken Music Hall, April 16, 2017
Arrivo presto e Bob e la band stanno già facendo il sound-check.
Lo stadio di calcio vicino alla Heineken Music Hall si sta riempiendo di
tifosi. C'è una partita importante.
Molte bottiglie di birra sono sparse dappertutto.
Donnie, George e Charlie stanno entrando e uscendo dall'autobus con i
loro vestiti di scena ed ho così avuto la possibilità di scambiare poche
parole con loro.
Donnie è davvero dolce e George mi da una stretta di mano.
Mi complimento con Charlie per la sua chitarra e lui mi ringrazia.
Bobby sta riposando.
Ottengo rapidamente un biglietto e vado dentro per riparami dalla
pioggia e dal freddo. Io sono una lucertola del deserto!
Il mio posto è sulla tribuna, non così vicino al palco, ma ho una buona
vista.
Il mio buon samaritano (colui che mi ha dato il biglietto) è un uomo
dolce. Questo è il suo secondo spettacolo di BD.
La sala è piena. Riconosco diverse persone qua e là.
Giusto il tempo che Stu prende la sua posizione iniziando la sua piccola
intro quando George fa il segnale del boom boom sul suo tamburo le tende
si aprono sulla destra per il resto della band che prendono il loro
posto.
Bob va direttamente al pianoforte.
La maggior parte delle canzoni sono ora al pianoforte, sia seduto che in
piedi. Per diverse canzoni Bob viene al centro tenendo il microfono in
entrambe le mani. Il suono è chiaro e forte. Il più forte che ho sentito
finora.
Things Have changed (Bob in piedi al pianoforte)
Don’t thjink twice (Bob seduto al pianoforte), preferisco questa a
Ramona (troppo lenta per il mio gusto).
Highway 61 Revisited (Bob in piedi al pianoforte)
Beyond Here Lies Nothin '(Bob seduto al pianoforte), ancora la mia
preferita.
Why Try To Change Me Now (Bob a centro palco ma male illuminato però).
Pay In Blood (Bob in piedi al pianoforte), come ho già detto una volta,
dovrebbe cantarla a centro palco.
Melancholy Mood (centro palco), la delicata intro della band da tempo a
Bobn di bere qualcosa a lato del palco.
Duquesne Whistle (Bob seduto al pianoforte)
Love Sick (centro palco), Impressionante! Non mi sono però agitata come
faccio di solito, non so perchè Bob voglia ancora esprimere i suoi
sentimenti così violentemente dopo tante volte che esegue questa
canzone!
Tangled Up In Blue (Prima a centro palco poi seduto al pianoforte),
ottima reazione dal pubblico come sempre.
Early Roman Kings (Bob in piedi al pianoforte)
Spirit on the Water (Bob Bob seduto al pianoforte)
Scarlet Town (centro palco), bell’assolo di banjo di Donnie.
All oe Nothing at All (centro palco)
Desolation Row (Bob in piedi al pianoforte)
Soon After Midnight (Bob in piedi al pianoforte), ed io non voglio
nessun’altro che teeeee-eeeeee!
That Old Black Magic(centro palco), bravo George! Il ding! Ding! Ding! è
divertente.
Long And Wasted Years (centro palco), scura e triste.
Autumn Leaves (centro palco), “Ma ti manchi mia cara, soprettutto quando
le foglie d' autunno cominciano a cadere”. Il pubblico è ora in piedi.
Le navate si riempiono.
Blowin' in the Wind (Bob seduto al pianoforte)
Ballad of a Thin Man (Bob in piedi al pianoforte)
Uno spettacolo perfetto in un'atmosfera perfetta, il pubblico era
cortese e caldo.
Per me questo è stato il miglior spettacolo di questo Tour anche se
nessuno dei precedenti shows è stato mediocre.
Per rendere perfetto il mio giorno mi sono imbattua in un uomo che una
volta era un mio caro amico.
Lo spirito di Dylan è alto e siamo nel tempo della Resurrezione, così
PEACE e AMORE amico mio!
Nottingham, England - Motorpoint
Arena, May 5, 2017
1. Things Have Changed (Bob standing at piano)
2. To Ramona (Bob sitting at piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob standing at piano)
4. Beyond Here Lies Nothin' (Bob sitting at piano)
5. Why Try To Change Me Now (Bob center stage)
6. Pay In Blood (Bob standing at piano)
7. Melancholy Mood (Bob center stage)
8. Duquesne Whistle (Bob sitting at piano)
9. Stormy Weather (Bob standing at piano)
10 Tangled Up In Blue (Bob center stage then sitting at piano)
11. Early Roman Kings (Bob standing at piano)
12. Spirit On The Water (Bob Bob sitting at piano)
13. Love Sick (Bob center stage)
14. All Or Nothing At All (Bob center stage)
15. Desolation Row (Bob standing at piano)
16. Soon After Midnight (Bob standing at piano)
17. That Old Black Magic (Bob center stage)
18. Long And Wasted Years (Bob center stage)
19. Autumn Leaves (Bob center stage)
(encore)
20. Blowin' In The Wind (Bob sitting at piano)
21. Ballad Of A Thin Man (Bob standing at piano)
Sabato 6
Maggio 2017
Bournemouth, England -
Bournemouth International Centre, May 4, 2017
1. Things Have Changed (Bob standing at piano)
2. To Ramona (Bob sitting at piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob standing at piano)
4. Beyond Here Lies Nothin' (Bob sitting at piano)
5. Why Try To Change Me Now (Bob center
stage)
6. Pay In Blood (Bob standing at piano)
7. Melancholy Mood (Bob center stage)
8. Duquesne Whistle (Bob sitting at piano)
9. Stormy Weather (Bob standing at piano)
10 Tangled Up In Blue (Bob center stage then sitting at piano)
11. Early Roman Kings (Bob standing at piano)
12. Spirit On The Water (Bob Bob sitting at piano)
13. Love Sick (Bob center stage)
14. All Or Nothing At All (Bob center stage)
15. Desolation Row (Bob standing at piano)
16. Soon After Midnight (Bob standing at piano)
17. That Old Black Magic (Bob center stage)
18. Long And Wasted Years (Bob center stage)
19. Autumn Leaves (Bob center stage)
(encore)
20. Blowin' In The Wind (Bob sitting at piano)
21. Ballad Of A Thin Man (Bob standing at piano)
Ciao Alex, ho visto
che il tuo nome è citato nell'articolo, però dovresti dire a Renèe che
si è dimenticato di specificare che tu sei il migliore!!! Un abbraccio,
Mr.Tambourine, :o)
Libri: "Bob Dylan, il fantasma
dell'elettricità"
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Venerdì 5
Maggio 2017
Cardiff, Wales - Motorpoint Arena, May
3, 2017
1. Things Have Changed (Bob standing at piano)
2. To Ramona (Bob sitting at piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob standing at piano)
4. Beyond Here Lies Nothin' (Bob sitting at piano)
5. I Could Have Told You (Bob center stage)
6. Pay In Blood (Bob standing at piano)
7. Melancholy Mood (Bob center stage)
8. Duquesne Whistle (Bob sitting at piano)
9. Stormy Weather (Bob standing at piano)
10 Tangled Up In Blue (Bob center stage then sitting at piano)
11. Early Roman Kings (Bob standing at piano)
12. Spirit On The Water (Bob Bob sitting at piano)
13. Love Sick (Bob center stage)
14. All Or Nothing At All (Bob center stage)
15. Desolation Row (Bob standing at piano)
16. Soon After Midnight (Bob standing at piano)
17. That Old Black Magic (Bob center stage)
18. Long And Wasted Years (Bob center stage)
19. Autumn Leaves (Bob center stage)
(encore)
20. Blowin' In The Wind (Bob sitting at piano)
21. Ballad Of A Thin Man (Bob standing at piano)
Dylan dovrebbe smettere di fare il
crooner e tornare a scrivere canzoni
di Neil McCormick, Critico Musicale
Bob Dylan: Triplicate (Columbia)
Il 38° album ufficiale in studio di Bob Dylan è il suo primo set triplo
in una carriera straordinaria che ha allargato le possibilità
linguistiche e musicali in maniera così ampia che per quersto gli è
stato assegnato il premio Nobel per la letteratura. Prima di essere
frasinteso però, devo dire che Triplicate è composto da tre dischi,
trenta canzoni e 95 minuti di un artista di 75 anni che si avvicina a
versioni di cover vintage di swing e jazz, presumibilmente incise
durante le sessioni per i due precedenti album di influenza sinatriana,
Shadows in the night e Fallen Angels. Non è roba per coloro che mancano
di coraggio.
La prima di queste collezioni, Shadows in the night del 2015, arrivò con
un’aurea quasi mistica, la voce rotta e antica di Dylan che evocava con
un'aria malinconica canzoni malinconiche che parlavano di memorie del
passato e di rammarico. Il seguito, Fallen Angels del 2016, tuttavia,
era invece giocoso ed esuberante. Swingando attraverso Young At Heart
era evidente l'impressione del vecchio Bob di disquisire sulla
mortalità. Quando ho incontrato il manager di Dylan durante l'ascolto di
un playback gli ho chiesto perché Dylan stava facendo queste
registrazioni. "Chi lo sa?" Ha ammesso l' uomo che presumibilmente è
quello che lavora più vicino a Dylan. "Bob è un mistero. Ma si è
guadagnato il diritto di fare quello che vuole.....”
Purtroppo quello che vuole Dylan non è lo stesso che i suoi fans
vogliono da lui. Negli ultimi anni abbiamo visto mostre delle sue
elaborate porte in ferro battuto e dipinti ad olio impressionistico.
Quello che aspettiamo ancora sono le canzoni nuove, probabilmente dal
più grande cantautore dei nostri tempi.
Penso sia giusto dire che “Triplicate” è un atto di indulgenza verso se
stesso che è solo di interesse per i completisti, fans ossessivi,
tipicamente indiscriminati che collezionano qualunque cosa del loro
artista favorito.. Se tu stessi scappando dalla stanza dove lui sta
suonando potresti doverti chiedere perchè qualcuno sta permettendo ad un
vecchio cantante così scadente di gorgogliare e mugugnare delle così
belle melodie. Ma se dovessi rimanere un pò di più potrebbe accadere
qualcosa di meraviglioso. Catturato dal modo sensibile che ha Dylan di
interpretare il canzoniere americano con arrangiamenti che non hanno
niente a che vedere con i cliché delle grandi band del passato, si
potrebbe scoprire un Dylan particolare, che rinuncia ad un mood delicato
e sentire veramente in modo nuovo queste meravigliose canzoni vecchie.
Occasionalmente si sente nel mix come Dylan a volte lotti per il
controllo della voce, ma il suo unico fraseggio e l’interpretazione
portano dritti, come un pugno sul naso, ai significati delle canzoni. In
molte tracce, c’è un bassissimo suono di violoncello che risuona sotto
il tono grigio di Dylan, come per fondersi in una cosa sola. La
fragilità delle note lunghe che stanno per andare a pezzi segnano il
peso dell’ esperienza, come un albero spogliato delle foglie in inverno.
Oltre 90 minuti, questo è un set che lancia un incantesimo ipnotico
musicale.
Ma forse è troppo. Potremmo essere interessati a leggere una poesia di
Picasso o sentire il libro di canzoni di Pinter ma nessuno avrebbe
bisogno di cinque volumi. Ora è sicuramente il momento di scoprire cosa
tutto questo stia portando all’arte originale di Dylan. Non ha vinto il
Premio Nobel per la croonazione.
Ciao Tambourine e tutti i Maggiesfarmers,
seguo sempre il sito che trovo uno dei più completi che ci siano, fonte
indispensabile di ogni notizia dylaniana, presente e passata. E’ la
prima volta che scrivo perchè, tra delusione e momenti alternativi,
Trilpicate proprio mi è sembrato troppo, e come dice il proverbio, IL
TROPPO STROPPIA. Ma vorrei chiedere a voi che siete probabilmente più
ferrati di me, davvero non vi sembra che cinque dischi di cover di
Sinatra ed altri bravissimi artisti sia una mossa esagerata anche per
Bob Dylan? Spero vivamente che per il prossimo album prenda una strada
di campagna per tornare più vicino al suo spirito genuino.
Ciao a tutti e perdonate lo sfogo di un povero dylaniato.
Antonio Malone
Ciao Antonio, abbi
pazienza, anche Bob Dylan ha diritto a prendersi le sue pause da Bob
Dylan, lo dimostrano le mostre di pittura, di lavoro di forgiatura di
cancelli in ferro e questa prolungata vacanza dalla scrittura di pezzi
originali. Non è la prima volta che Dylan ha pause e cali di questo
tipo, ma bisogna anche capirlo, è sulla breccia da oltre 50 anni e l'età
senz'altro ha cominciato a farsi sentire, quindi è più che umano che si
prenda tutto il tempo di cui ha bisogno e faccia le cose che più lo
rilassano quando ha dei periodi di riposo dal NET, anche se noi siamo
abituati a pensare che lui sia sempre nella forma migliore come quando
aveva una trentina o quarantina di anni in meno sul groppone. Son sicuro
che il prossimo disco sarà una sorpresa, anche se magari ci sconvolgerà
ancora o ci deluderà, ma credo e spero che l'omaggio al canzoniere
americano sia giunto al termine. "Sursum Corda" dicevano i latini come
esortazione a farsi coraggio e non farsi abbattere dalle avversità,
tutto arriva a chi sa aspettare, mettiti in fila, costa poco, vedi
tariffario sotto.
Live long and prosper,
Mr.Tambourine, :o)
Giovedì 4
Maggio 2017
Talkin' 10121
- catestef
Mi sento di dover condividere filo per segno
cio' che ha commentato - Tamburino - in "risposta" a Gabriele nella
talkin' 10113. L'unica cosa che non
sono d'accordo e' che lui (tamburino) non è arrabbiato, mentre io lo
sono. Perchè da Dylan ci si aspetta sempre qualche cosa di più e veder
messo da parte il talento, il suo, per una perdita di tempo (tempo
sprecato) e' avvilente. Ovviamente un artista e' libero di fare cio' che
vuole, e io da fan liberissimo di dire che tutti e questi cinque dischi
sono stati una notevole e imponente perdita di tempo secondo il mio
punto di vista. E nonostante le letture su cui mi sono imbarcato da
diverso tempo (ho letto tutto e di tutto) sul perchè di questa
operazione nostalgica Sinatriana, in realtà non ho capito nulla. Belle
recensioni, bellissimi saggi, belle disquisizioni, ma non ho capito
nemmeno l'intervista di Dylan che ha dato pochi giorni fa. Non era
illuminante per niente, nè l'intervista, nè Dylan. Ho capito che Dylan
ha dissotterrato qualche cosa, come lui ha detto tempo fa all'uscita
credo del primo disco Shadows in the Night, ma io non ho capito ancora
l'esigenza di tutto questo. Non vedo il filo conduttore tra Dylan e
questa operazione. Inoltre ci aggiungo che il sound e il mood di queste
ballate non mi piacciono, nè quelle cantate nelle versioni classiche, nè
quelle cantate da Dylan. E' come trovarsi nell'intera discografia di
Dylan davanti a un quadro nero. Tutti gli altri dicono qualche cosa,
rappresentano qualche cosa, Oh mercy, Time out of Mind, Desire, Shot of
Love, tutti gli altri nel loro insieme hanno portato al Nobel Bob
Dylan,ma questo triplicate e gli altri due?
Buona serata o giornata alla Fattoria,
Stefano C.
Caro Stefano, anch'io ho
avuto le stesse difficoltà nel capire tutta la faccenda sinatriana,
disquisizioni, elucubrazioni, paralipomeni, allegorie, paroloni e
concetti siderali compresi. Ragione per cui ho deciso di non pormi più
la domanda, mi limito a dire che questi cinque dischi non mi prendono
particolarmente e la chiudo lì. Spero che Dylan ritorni dalle vacanze
sinatriane, cancellate di ferro e quadri paesaggistici, riprenda a fare
il songwriter per regalarci in un futuro spero prossimo un altro
Time out of mind o un altro Modern Times! Live long and prosper,
Mr.Tambourine, :o)
Gentile Mr.Tambourine,
le sarei grata se potesse dare comunicazione di questo incontro. Carrera è
il traduttore dei testi di tutte le canzoni di Dylan per Feltrinelli.
Grazie infinite, Ilide Carmignani
Lingotto
Fiere - Via Nizza 294, 10126 Torino
SALONE INTERNAZIONALE DEL LIBRO DI TORINO 2017
PROGRAMMA
INCONTRI TRADUZIONE Sabato 20 maggio - Ore 14 -
Sala Professionali
“Tradurre Bob
Dylan”
Interviene:
Alessandro Carrera
Fatto! Grazie per la
segnalazione, Live long and prosper, Mr.Tambourine.
La data prevista per il 18 Luglio a Medicine
Hat, Alberta (Canada) al Canalta Centre è stata cancellata
Mercoledì
3
Maggio 2017
Talkin' 10118
- dinve56
Buongiorno Mr. Tambourine,
il risveglio dall'incubo del Vietnam fu durissimo per tutti : alcuni
scoprirono che non sempre arrivano "i buoni" a salvare la situazione,
altri scoprirono e - te lo assicuro - fu peggio, che chi aveva
appoggiato Ho Ci Min non difendeva la pace e i diritti dei più deboli
contro i più forti, come la tragedia dell'Afghanistan iniziata nel 1979
e non ancora finita doveva, ahimè, dimostrare inconfutabilmente. Il
problema è che nessuno pensa ad un equilibrio mondiale più equo e
giusto. Credo che capire Dylan sia arduo, ma sia possibile... bisogna
darsi tempo. Dylan, secondo me, non ha mai cambiato direzione, ha
cambiato stili e modalità espressive, ma la linea di fondo è sempre
stata quella di un umanesimo integrale. La libertà cantata in vari modi
da Bob è semplice: non è la libertà da qualcuno o qualcosa, ma la
libertà di essere integralmente se stessi, come è stato ed è lui. Per
"Triplicate" diamoci tutti tempo, ascoltiamo e ri-ascoltiamo... vedrete
che alla fine tra il Bob di "Tarantula" e il Bob di "Triplicate" c'è un
nesso limpido e chiaro. Il novecento è alle nostre spalle e Dylan è uno
dei grandi interpreti del secolo scorso. Ci arriveremo, tutti insieme, a
capire il significato di questo ultimo album. Nel frattempo, sul
Vietnam, dico che "Clean Cut kid" è un piccolo capolavoro, mentre su
"Twetter and the monkey man" mi ha incuriosito un breve commento di
Murino che dice -più o meno- che tutta la canzone è una specie di
parodia di Springsteen. Che significa? I due hanno interpretato insieme
"Forever young" e mi piacciono. La chitarra di Bruce è magnifica. Ancora
sul pacifismo: Dylan ha detto parole belle e pure. Bisogna riprenderle,
riascoltarle e credere che possano toccare i cuori e dare una mano ad
evitare l'inasprirsi delle tragedie in corso e magari anche a
risolverle.Quando viene in Italia? A presto. Lunga vita. Carla.
Io credo che la
razza umana, fin dai tempi della antropogenesi o ominazione, avvenuta
intorno ai 10/6 milioni di anni fa, quando una mutazione genetica
dell'Australopithecus lo trasformò nel Pitecantropo di Giava, che fu la
prima denominazione dell'Homo Erectus, che a sua volta diede origine
all'Uomo di Neanderthal e all'Homo Sapiens, già da allora aveva nel DNA
l'istinto omicida e criminale. L'uomo non ha mai imparato niente dalla
sua storia, ha sempre continuato nelle sue malefatte che all'origine
erano necessità di supremazia e controllo territoriale per
l'alimentazione, inventando metodi sempre più sofisticati per eliminare
i suoi simili e rivali. Raccapricciante sarebbe fare il riassunto di
queste miserie umane, di come la mente della scimmia nuda sia diventata
sempre più prolifica e specializzata nell'eliminazione dei suoi
competitors, fino ad al mattino del 6 agosto 1945 con lo sgancio della
bomba atomica su Hiroshima che lascerà dietro di se un mucchio di rovine
sbriciolate e qualche mucchietto di grasso accumulatosi dov'erano le
persone sciolte dall'immenso calore generato dall'esplosione. Purtroppo
questo è un problema che l'umanità non risolverà mai continuando finchè
provocherà la propria scomparsa dalla faccia della terra.
Lucida e precisa la
tua analisi sull'umanesimo dylaniano, perfettamente condivisibile. Idem
per "Clean cut kid". Per "Twetter and the monkey man" Murino, che
tradusse la canzone, notò queste cose:
La frase dice: Fece
una telefonata segreta a Monkey Man da una casa sulla collina (1)
Nella nota relativa spiega: 1 - "Mansion on the Hill" e' un'espressione
di Springsteen, e comunque un'espressione che compare in molte canzoni
country e folk. E' la casa sulla collina perche' storicamente nelle
cittadine americane i ricchi stanno nella parte piu' elevata della
citta' e i poveri stanno in basso, vicino al fiume, alle fabbriche o
alle strade di comunicazione. Se si volesse rendere il senso in italiano
bisognerebbe dire "la casa dei padroni" o "la casa padronale", ma
probabilmente la traslazione di senso non sarebbe immediatamente
comprensibile.
In un'altra strofa dice: Avvenne sulla Thunder Road (2) - Tweeter era
seduta al volante
La nota relativa spiega: 2 - Thunder Road è letteralmente la strada del
tuono, ma e' anche il titolo di una canzone di Springsteen, che e' del
New Jersey. "Tweeter and the Monkey Man" è quasi interamente una parodia
sia di Bruce Springsteen che di alcune battute di film hollywoodiani
classici.
Altra strofa: Lo conoscevo già molto tempo prima che diventasse una
ragazza del Jersey" (4)
La nota relativa spiega: 4 - "Jersey Girl" e' il titolo di una canzone
di Tom Waits portata al successo da Springsteen
Ti auguro di riuscire
a trovare un nesso tra Tarantula e Triplicate, anche se io non sono così
ottimista. A mio parere Bob dovrebbe smetterla di perdere tempo con
banalità come le cancellate di ferro o quei dozzinali quadri (son
diventati così tanti che comincio a dubitare siano opera sua e che abbia
assoldato qualche pittore a poco prezzo per realizzare quadri che
lasciano il tempo che trovano). Inoltre spero che torni presto al suo
vecchio lavoro di songwriter, e spero che questo mio desiderata si
realizzi in un futuro prossimissimo!!!
Quando verrà in
Italia? Noi tutti speriamo in autunno o in inverno, altrimenti dovremo
rimandare all'anno venturo.
Ciao, sono Vincent Russo (Roma folk
festival e Pistoia blues di qualche anno fa ormai) quando ancora Mr.
Murino era attivo.... come vedi la musica rimane la prima cosa per noi!!
Abbiamo realizzato questo disco auto prodotto per omaggiare due
personaggi a te ben noti... Dylan & Cash !! Se ti ricordi bene io adoro
il periodo di Nashville .. e proprio per caso ho incrociato nel mio
percorso un Grande amico che mi accompagna alla Cash ... ti invio un po'
di link della serie facciamoci sentire!! Se lo ritieni opportuno
potresti pubblicarlo nella pagina di MF..... ps. C'è un reverbero forse
esagerato ma voluto (come se queste canzoni arrivino da lontano -
e certe canzoni come Corinna - I Shall be released - If not for you non
le abbiamo mai sentite cantate da loro insieme).... fammi sapere cosa ne
pensi !!
Ciao Vincent, la tua mail mi ha fatto
davvero molto piacere, come possibile scordarsi di te, anche a Città di
Castello quando con Pino Cacioppo e tutta la vostra camper-band di amici
gaudienti per il 2° Maggie's Farm Folk Festival, con quella incredibile
nottata passata a suonare fino al mattino con Pino Tocco ed Al Diesan
nel vostro camper dopo la 1° serata e la scorpacciata di porchetta,
anguria e torta che annegava nelle fragole e nella panna montata. Devo
farti i miei complimenti perchè a me le vostre canzoni sono davvero
piaciute e spero che facciano lo stesso effetto anche agli amici della
Fattoria che le ascolteranno. Ti ho postato alcune foto di quella serata
così potrai scaricarle come ricordo.
Ciao a tutti,
alla prossima, Mr.Tambourine, :o)
Martedì 2
Maggio 2017
Talkin' 10116
- danieleardemagni77
Paragonare "La bella lavanderina" a
capolavori che Bob ci ha consegnato con gli ultimi tre lavori, scusami
caro Mr. Tambourine, mi sembra una gran cavolata. Bob ci sta facendo
conoscere (almeno per quelli della mia generazione..anche quella prima e
quelle dopo) canzoni che mai avremmo ascoltato e scoperto e di questo
dovremmo essergliene grati. Doppiamente, perchè con questi lavori ci
dimostra per l'ennesima volta che non è un venduto alle attuali mode.
Non rientreranno fra i lavori fondamentali ma sicuramente sarebbe da
schiocchi (nel senso buono) snobbarli. Poi se qualcuno si è fermato alla
Rolling Thunder Revue non è un problema di molti fans e neppure di Bob;
lui va avanti, a differenza dei suoi colleghi e di molti fans nostalgici
bloccati ad una determinata era. Buona musica e vita (Massimo e mia
sorella te li ho salutati e ricambiano caramente insieme al piccolo Jack
che già sa tanto del Nostro e recentemente mi ha detto "Sai che Bob
Dylan ha ricevuto una cosa molto importante perchè è il migliore?". E
detto da un bambino di sei anni non è poco, anche perché quando ci
vediamo mi fa parecchie domande su Bob).
Daniele Ardemagni "Ardez"
Ciao "Ardez", frena un
attimo, certamente avrai capito dalle mie risposte alle mail che mi
mandano gli amici della Fattoria che a volte sono costretto ad
"esasperare" un concetto per essere certo di non essere frainteso,
quindi, anche se la cosa può sembrare una cavolata ha le sue buone
ragioni di essere. Ognuno di noi, anche questo l'ho detto e ripetuto
all'infinito, è legato al Dylan della sua epoca, e questo non vuol dire
essersi fermati al passato o non aver accettato l'evoluzione di Dylan,
tutt'altro, ma come sarà anche per te ti sentirai pìù vicino al Dylan
del tuo decennio, pur stimando e non snobbando il Dylan che non hai
potuto vivere di persona perchè non eri ancora nato. Naturalmente chi è
molto più attempato di te, cioè io, sono legato al Dylan della RTR, ma
ho in ottima considerazione anche le altre cose che ha fatto Bob. Ti
confesserò che, a dispetto di Greil Marcus, a me "Self Portrait" piacque
molto quando uscì, anche se si trattava di cover di canzoni che in un
modo o nell'altro già conoscevo, ma presentate ed eseguite in una
maniera insolita, a cominciare dalla voce che sembrava alterata da non
so quale diavoleria. In quel disco la voce di Dylan fu certamente
manipolata, anche se probabilmente lui cercò di cantare in modo da
imitare al meglio Johnny Cash ed Elvis Presley. Essendo molto più
attempato di te, le canzoni dei 5 dischi sinatriani le conoscevo già
tutte nelle versioni originali e le cover dylaniane non le ho apprezzate
più di tanto, idem per Christmas in the heart, mentre Together Throug
Life l'ho sentito un pò estraneo perchè i testi sono di Robert Hunter
paroliere dei Greatful Dead che, a mio avviso, non è riuscito a
sostituire Dylan come invece era stato all'altezza Jacques Levy per i
testi di Desire. E' inoltre più che giusto che lui vada sempre avanti
senza fossilizzarsi sul passato, però, giustamente, i die-hard fans
avranno fatto molta fatica a digerire queste cover che non sono il
massimo della vita. A proposito di Massimo, grazie per avermi salutato
tutta la Bubola-family e don't forget di continuare a istruire il
piccolo Jack sull'opera omnia Dylaniana. Live long and prosper,
Mr.Tambourine, :o)
Düsseldorf, Germany -
Mitsubishi Electric Halle, April 13, 2017
by Claudio Manara
Questa volta ho programmato le mie vacanze pasquali per andare a questo
concerto. L'occasione di vedere Bob a Düsseldorf era abbastanza buona da
abbinare ad un giro in bicicletta lungo il percorso ciclabile del fiume
Reno. Mi è piaciuto molto il concerto, idem la setlist. Lo show sembra
simile al tour dell'ultimo anno scorso ma non lo è.
La corrente setlist è un mix di vecchie e nuove canzonii. Circa dieci
Dylan-classici intervallati dalle recenti canzoni. L'effetto generale è
enorme e l'atto dello spettacolo è massimizzato in termini di
connessione. Parole e suoni sono collegati in un perfetto sincrono, in
modo che tutto lo spettacolo sembri un’opera teatrale.
La voce di Dylan ha sofferto un pò all'inizio, forse a causa del mix non
proprio corretto (Things have changed non era così chiara). Ma la
macchina è stata impostata correttamente nel più breve tempo possibile.
I punti principali dello spettacolo, a mio giudizio, sono: “Tangled Up
in Blue” in una potente versione nella quale le chitarre erano in
perfetta forma, “Pay in Blood”, una canzone con un ritmo che raramente
può fallire, “Early Roman Kings” con un blues in grado di competere con
l'animo malinconico di Highway61. “Melancholy mood”, Bob sta migliorando
nel canto melodico e nell'oscurità del teatro il mood cresce sempre più
alto con “Duquesne Wistle”, un altro pezzo che dimostra che questa band
sta suonando la quintessenza della musica popolare americana.
“All or nothing at all” , grande voce e band superlativa, “Long and
Wasted years” la mia preferita. Ritorno alla rabbia del passato con
“Desolation Row” cantata con pieno cuore, poetica, con una voce così
liscia che questa vecchia magia nera sembra essere il punto più alto
della performance di Bob, un capolavoro!
“Autumn Leaves” è un cammeo, breve versetto per una grande melodia.
Lunedì 1
Maggio 2017
London, England - London Palladium,
April 30, 2017
1. Things Have Changed (Bob standing at
piano)
2. To Ramona (Bob sitting at piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob standing at piano)
4. Beyond Here Lies Nothin' (Bob sitting at piano)
5. I Could Have Told You (Bob center stage)
6. Pay In Blood (Bob standing at piano)
7. Melancholy Mood (Bob center stage)
8. Duquesne Whistle (Bob sitting at piano)
9. Stormy Weather (Bob standing at piano)
10 Tangled Up In Blue (Bob center stage then sitting at piano)
11. Early Roman Kings (Bob standing at piano)
12. Spirit On The Water (Bob Bob sitting at piano)
13. Love Sick (Bob center stage)
14. All Or Nothing At All (Bob center stage)
15. Desolation Row (Bob standing at piano)
16. Soon After Midnight (Bob standing at piano)
17. That Old Black Magic (Bob center stage)
18. Long And Wasted Years (Bob center stage)
19. Autumn Leaves (Bob center stage)
(encore)
20. Blowin' In The Wind (Bob sitting at piano)
21. Ballad Of A Thin Man (Bob standing at piano)
Sosp.mo Tamburino,
sono Fair Rosamund, la nonna di Sir Eglamore. Mio nipote in questi mesi
è tutto preso da importanti questioni di pecunia e non ha tempo di
badare a voi, ne avrà almeno fino a luglio. Mi dice però di dirvi che
ultimamente lo evocate sempre a sproposito.
Capisce che possa essere difficile immaginare che Maggie’s Farm abbia
più dei soliti sei o sette lettori, si rende anche conto di quanto bene
gli vogliate e di quanto lui vi manchi, ma dice che dovete rendervi
conto che non è sempre lui a scrivere. Mi dice anche che è stato molto
tentato di impossessarsi di queste nuove identità fornitegli su un
piatto d’argento, ma un po’ per mancanza di tempo, un po’ per il
rispetto che tu, Tamburino, col tempo e col sudore ti sei guadagnato,
alla fine ha desistito. A mio nipote ricordi quei custodi di museo,
pieni di dedizione e amore per la creatura che gli è stata affidata, che
alla fine valgono più del Direttore o del Ministero. Un po’ come il
guardiano di Palmira, martirizzato dai selvaggi barbuti.
Eglamore tornerà, anche perché deve ancora rispondere al vile Miscio, ma
dovete pazientare un po’.
Comunque mi dice anche di dirti che si dice Fa La La Lalla La, Lanky
Down Dilly e che non bisogna rassegnarsi al fatto che l’unica versione
circolante della bella canzone a lui dedicata sia quella, insignificante
e priva di vita, cantata dalla neofolk Kate Rusby (ma come si permette
questa bellina di oltraggiare le ballate?). Se proprio ci siamo
dimenticati di Ewan MacColl e Peggy Seeger, molto meglio allora le
signore del coro:
Anch’io però adesso ho le mie cose da
sbrigare e Clifford è geloso.
Tanti saluti,
Carissima Rosamund Clifford,
alias Fair Rosamund ("Bionda, bella Rosamund") e Rose of the World
("Rosa del Mondo"), so che sei una celeberrima figura della storia
inglese, ricordata per la tua bellezza e per essere stata l'amante del
re Enrico II d'Angiò (o Plantageneto), aka Henry Curtmantle (dal francese:
Court-manteau), Henry FitzEmpress o Henry Plantagenet, però non saprei
ricostruire il tuo albero genealogico per poter dire che effettivamente
sei la nonna di Sir Eglamore (serebbe più esatto dire Sir Eglamour of
Artas (toponimo inglese per il francese Artois), eroico salvatore di
povere fanciulle dal pericolo dei cinghiali. Il mito del cacciatore di
draghi venne creato in seguito dalla fantasia popolare che coi graghi
rendeva più spettacolare la narrativa, ma i cinghiali facevano molta più
paura perchè erano reali mentre i draghi erano frutto di fantasia. Una
fanciulla dell'epoca avrebbe preferito incontrare un drago che un
cinghiale. Eglamore è certamente un personaggio immaginario, ma sappiamo
che alla base di tutte le leggende c'è sempre un fondo di verità, magari
romanzato allegoricamente per renderlo più fantastico, quindi non mi
sento di escludere che possa essere davvero un tuo nipote. Magari quando si
libererà da quegli impegni materiali riguardanti "quel metallo
portentoso e onnipossente" come dice Figaro nel Barbiere di
Siviglia di Rossini, ritroverà il piacere di rifrequentare la Fattoria e
di rispondere finalmente al Vil Miscio.
Per chi volesse conoscere
più dettagliatamente la tua storia:
Ti ringrazio per il paragone
col guardiano di Palmira, ma lasciami spendere due parole a beneficio
dei miei 6/7 lettori, per spiegare loro (naturalmente per quelli che non
lo sanno) chi è stato questo eroico personaggio:
"Qualcuno dovrà un giorno
spiegare la ragione della feroce esecuzione di uno studioso di 82 anni,
archeologo noto in tutto il mondo, colpevole di aver protetto fino
all’estremo sacrificio uno dei più preziosi patrimoni dell’Umanità. Il
professor Khaled Asaad, per mezzo secolo capo del sito archeologico di
Palmira, aveva avuto sentore ben prima del 21 maggio scorso dei piani
dell’Isis di conquistare e distruggere il cuore dell’antica città
romana.
Ecco perché, con il solo aiuto di qualche giovane collaboratore, Asaad
aveva deciso di mettere in salvo, e di nascondere in un luogo sicuro,
centinaia di statue, che altrimenti sarebbero diventate preda dei
terroristi dell’Isis. Il professore non era un guerriero, tantomeno un
resistente politico, ma soltanto uno scienziato mite, saggio, moderato,
poco incline ad accettare logiche conflittuali. Su un punto, però, non
avrebbe mai ceduto, a costo della vita: abbandonare alla devastazione
più atroce il luogo archeologico di Palmira, alla quale aveva dedicato
mezzo secolo della sua vita, ricevendo riconoscimenti e attestati
dagli archeologi di tutto il mondo. Per l’Isis, invece, era il nemico. I
tagliagole l’hanno arrestato, interrogato, torturato per oltre un mese.
Volevano costringerlo a rivelare dove avesse nascosto le statue che
erano state rimosse. Non ha aperto bocca. Lo hanno decapitato sulla
piazza di Palmira, davanti alla folla. Poi hanno appeso il corpo
devastato a una colonna. Il suggerimento è di intitolare a suo nome un
albero di Gariwo, la foresta dei giusti, perchè sia sempre ricordato".
Ti ringrazio per esserti
presa la briga di rispondere a nome di tuo nipote e fagli sapere che ci
mancano i suoi sempre gustosi e mai banali interventi. Mi fa paura il
rumore del silenzio, invece la parola al cor gentil ratta s'apprende. Un
mio amico mi disse una volta parlando di Dante: “Se Beatrice
gliela avesse data, non avrebbe mai scritto la Divina commedia,
e noi ci saremmo risparmiati 700 anni di rotture di palle”. Invece io
ringrazio Beatrice di non avergliela data! Live long and prosper,
il sospettosissimo Mr.Tambourine, :o)