Caro Mr. Tambourine,
vorrei fare un paio di considerazioni su quanto detto da Sir Eglamore. I
problemi del canone letterario e della tradizione mi sembrano più
complessi di dire "Se è antico, non può che avere una maggior dose di
nobiltà e buon gusto"; ovviamente si tratta di una battuta ma è anche un
modo di svicolare dal problema, un po' come il riferimento criptico a
Zolla. Tra l'altro non ci vedo nemmeno tutto questo collegamento col
'68, semmai è la caduta del concetto di verità ad aver aperto la strada
al postmoderno e al decostruzionismo, collegati, questi sì, con la
critica del canone letterario. Il fatto poi che sia un'illusione
necessaria a vivere meglio mi sembra quantomeno discutibile. Con questo
non intendo criticare la centralità della tradizione, e personalmente
ritengo importante fidarsi del giudizio elaborato dagli intellettuali
nel corso della storia, ma nel senso di consigli di lettura e non come
giudizi definitivi (che in estetica non possono esistere).
Passando alla questione se Dylan sia o no letteratura, tra le
motivazioni addotte da Sir Eglamore c'è quella della discontinuità di
valore. A parte il fatto che ovviamente il Nobel, come qualunque altro
premio, viene assegnato per le cose migliori fatte e non per le
peggiori, questa critica riecheggia vagamente le considerazioni dell'
Anonimo del trattato Sul sublime su Omero e Apollonio Rodio. Questo
intellettuale dell'antichità sottolineava la grande discontinuità
stilistica presente in Omero, in cui però abbondavano i momenti sublimi,
contrapposta alla costanza dello stile raffinato di Apollonio, priva di
cadute ma anche di grandi picchi. Questo per dire che la discontinuità
non mi sembra che possa essere una categoria per dividere l'alta
letteratura da quella bassa (e tanto meno dalla non letteratura).
Prendere poi alcuni versi isolati in traduzione e citarli come esempi di
cattiva letteratura mi sembra un esercizio poco corretto e francamente
applicabile anche a grandi poeti. Infine per quanto riguarda il genio
linguistico di Dylan consiglio a Sir Eglamore il libro di Cristopher
Ricks, Dylan's visions of sin. Ricks, che ha insegnato poesia a Oxford e
scritto libri su Milton, Keats, Tennyson e T.S. Eliot, pur mettendo in
guardia dal rischio di ridurre a letteratura le canzoni di Dylan,
sostiene che Dylan sia "il più grande usatore (user) vivente della
lingua inglese" e "uno dei più grandi facitori di rime di tutti i
tempi". Il suo libro consiste in grande prevalenza di puntuali analisi
testuali e per esempio impiega diverse pagine per analizzare il distico
"The highway is for gamblers, better use your sense / Take what you have
gathered from coincidence". Non ci sono solo le immagini bizzarre nei
testi di Dylan, c'è anche una straordinaria sensibilità linguistica e
Tim Parks, in un articolo per The New York review of books: (http://www.nybooks.com/daily/2016/10/16/bob-dylan-nobel-poetry-that-stays-home/
), fa notare come le polemiche sul Nobel a Dylan siano state minori nei
paesi anglosassoni, proprio perché più attenti all'uso stilistico
inventivo che Dylan fa della sua lingua. Semmai parte del problema
potrebbe essere la tendenza di Dylan all'improvvisazione, a fare poco
labor limae, e questo aspetto in parte si riversa sui suoi testi, ma
tutto questo non deve distogliere dalla genialità con cui Dylan usa il
linguaggio, che è un aspetto fondamentale del suo fascino.
Un saluto a tutti. Francesco Alunni
P.S. mi sembra poi contraddittorio Sir Eglamore che prima afferma che
non ci siano verità e poi critica la decadenza della società
contemporanea, facendo quindi riferimento a qualche parametro
considerato vero. Io sono invece convinto che bisogna fare ricorso al
concetto di verità, se si vuole evitare l'euforia nichilista dei
postmodernisti.
Caro Francesco, io mi
faccio da parte e lascio la risposta a Sir Eglamore (se si sentirà di
farlo, vista la sua positiva bizzaria, ma certamente anche lui come te saprà che
nel "Trattato Sul sublime" di autore anonimo si discute sulla sostanziale differenza tra genialità e
mediocrità, mentre i letterati di epoca ellenistica esaurivano il
proprio compito nella produzione di testi costruiti seguendo alla
perfezione una serie di regole formali, il genio poetico opera in
maniera completamente differente, giocando sul rapporto tra ordine e
disordine allo scopo di generare forti emozioni, senza preoccuparsi
troppo delle imperfezioni e dei difetti che possono esserci nell'opera.
Solo il genio, in quanto dotato di un grande spirito, è in grado di
superare le convenzioni e indurre nel suo spettatore grandi emozioni
capaci di rivelare nuovi aspetti della realtà. Com'è noto il sublime non si identifica con
ciò che è bello, ma con ciò che è
sconvolgente, che provoca sbigottimento, sorpresa, spavento: per fare
un esempio, Elena è stata senz'altro la donna più bella del suo tempo,
ma non per questo è “sublime”, mentre per altro verso è senz'altro
sublime Ecuba nelle Troiane di Euripide, quando esprime l'infinito
dolore per la sorte dei figli). Live long and prosper, Mr.Tambourine,
:o)
Ciao Maggie's,
sono rimasto sorpreso abbiate pubblicato la mia e mail. Era molto
informale, avevo conosciuto Murino ad un concerto di Dylan a Milano.
Credo che il suo spirito viva sempre in questo sito e non ho dubbi che
sia sempre presente nonostante tutto. Tenevo a fare allora due
precisazioni. De Lillo è bravissimo, ho letto Underworld ed è
assolutamente fantastico, Lenny Bruce descritto mirabilmente ma anche
Edgar Hoover, solo il finale lo trovai da " fine della Storia". Ma i
finali dei grandi romanzi non fanno testo, un grande romanzo non si
valuta dal finale, ha già dato tanto, tutto prima!
Poi credo che Facebook sia un social che si riferisce a rapporti
interpersonali mentre un sito ufficiale sia a titolo commerciale puro.
Infine. Quando Dilan dice andro' a Stoccolma se mi sarà possibile
intende dire tradotto in lingua comune Se Dio vorrà, Se nulla capitera'.
Dove saremo tra un mese e mezzo? Io non lo so, la vita non è così
scontata come sembra. Pensa solo a Napoleon, chi l'avrebbe mai detto che
oggi non sia qui su questo sito?
Niente misteri insomma. Credo che Dylan meriti il Nobel. La canzone
quando arriva in cielo lassù in alto raggiunge a pieno titolo i crismi
di letteratura. Come il teatro e aggiungo come il cinema.
Ciao e grazie per il ricordo di Napoleon.
Caro Andrea, usualmente pubblico tutto ciò che mi scrivete, eccezion
fatta se per un motivo vostro personale mi chiedete di non pubblicare la
vostra mail, quindi non dovresti essere stupito per questo. Inoltre è
stata anche un'ottima occasione per ricordare quel grande amico di tutti
noi che è Michele Murino, anche se oggi come oggi, probabilmente per
motivi che a lui sono stati più che sufficenti per abbandonare quel
prezioso sito da lui concepito ed iniziato con così tanta passione e che
io sto portando avanti senza mai dimenticare i suoi principi, Michele
non ha più il tempo o la possibilità per essere ancora presente. E'
altresì chiaro che ad una certa età, bisogna sempre aggiungere "a Dio
piacendo" prima di fare programmi e previsioni in là nel tempo. Guarda
questo terrificante video dell'incidente dell'altro giorno ad Annone
quando il ponte è crollato, si vede chiaramente le macchine che passano
sotto il ponte ed il camion che comincia ad attraversarlo, quando arriva
al centro il ponte crolla di schianto:
Giuro che mi
vien la pelle d'oca se penso
che su quell'auto bianca poteva esserci uno qualunque di noi, uno che stava forse
tornando a casa sognando un bel bagno caldo ed una felice cena in
compagnia dei suoi cari. La vita, ridotta a queste circostanze diventa
una cosa completamente senza senso, bastava che l'auto viaggesse a 10
Km. in più o in meno di velocità e adesso quella persona sarebbe ancora
tra di noi. I responsabili di questa tragedia meritano pienamente il Premio Nobel per
l'idiozia.Chiedo scusa se il filmato susciterà un senso di malessere
in chi lo vede, ma purtroppo rappresenta la maledetta e stupida realtà
della vita. Quando vedo queste cose mi vien voglia di smettere di
discutere sul fatto se Dylan andrà o meno a ritirare il suo Premio
Nobel, ma poi, come sempre, ecco riapparire la triste realtà, the show must go on, life must go on,
mentre nel mondo si continua a morire nei modi più assurdi. Perciò,
anche nei drammi quotidiani, noi continuiamo a discutere su chi è Bob
Dylan e cosa rappresenti per noi e per gli altri. Questo è il compito
che questo sito si prefigge, e questo è il compito che io, voi che
leggete, voi che scrivete, portiamo avanti con passione e sincerità, e
grazie ancora a Michele che ha iniziato tutto. Live long and prosper,
Mr.Tambourine, :o)
Huntsville, Alabama - Von Braun
Center, Mark C. Smith Concert Hall, October 29, 2016
1. Things Have Changed (Bob center stage, Donnie Pedal steel, Stu
electric guitar, Tony electric bass)
2. Don’t Think Twice, It’s All Right (Bob on piano, Donnie lap steel,
Stu acoustic guitar, Tony standup bass)
3. Highway 61 Revisited (Bob on piano, Donnie lap steel, Stu electric
guitar, Tony electric bass)
4. It’s All Over Now, Baby Blue (Bob on piano, Donnie pedal steel, Stu
acoustic guitar, Tony standup bass)
5. High Water (For Charley Patton) (Bob center stage, Donnie on lap
steel, Stu on electric guitar, Tony on electric bass)
6. I Could Have Told You (Bob center stage, Donnie on pedal steel, Stu
on electric guitar, Tony on standup bass)
7. Early Roman Kings (Bob on piano, Donnie on lap steel, Stu on electric
guitar, Tony on standup bass)
8. Love Sick (Bob center stage, Donnie on pedal steel, Stu on electric
guitar, Tony on standup bass)
9. Tangled Up In Blue (Bob center stage with harp then on piano, Donnie
on pedal steel, Stu on acoustic guitar, Tony
on electric bass)
10. Lonesome Day Blues (Bob on piano, Donnie on lap steel, Stu on
electric guitar, Tony on electric guitar)
11. Make You Feel My Love (Bob on piano, Donnie on pedal steel, Stu on
acoustic guitar, Tony on electric guitar)
12. Pay In Blood ( Bob center stage, Donnie on pedal steel, Tony on
acoustic guitar, Tony on electric bass)
13. Melancholy Mood (Bob center stage)
14. Desolation Row (Bob on piano, Stu on electric guitar, Tony on
standup bass)
15. Soon After Midnight (Bob on piano, Donnie on pedal steel, Stu on
acoutic guitar, Tony on electric bass)
16. All Or Nothing At All (Bob center stage, Donnie on pedal steel, Stu
on electric guitar, Tony on standup bass)
17. Long And Wasted Years (Bob center stage, Tony on pedal steel, Stu on
acoustic guitar, Tony on standup bass)
18. Autumn Leaves (Bob center stage)
(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on piano, Donnie on violin, Stu on acoustic
guitar, Tony on standup bass)
20. Why Try To Change Me Now (Bob center stage, Donnie on pedal steel,
Stu on electric guitar, Tony on standup bass)
Jackson, Mississippi - Thalia Mara
Hall, October 27 2016
1. Things Have Changed (Bob center stage, Donnie Pedal steel, Stu
electric guitar, Tony electric bass)
2. Don’t Think Twice, It’s All Right (Bob on piano, Donnie lap steel,
Stu acoustic guitar, Tony standup bass)
3. Highway 61 Revisited (Bob on piano, Donnie lap steel, Stu electric
guitar, Tony electric bass)
4. It’s All Over Now, Baby Blue (Bob on piano, Donnie pedal steel, Stu
acoustic guitar, Tony standup bass)
5. Pay In Blood ( Bob center stage, Donnie on pedal steel, Tony on
acoustic guitar, Tony on electric bass)
6. I Could Have Told You (Bob center stage, Donnie on pedal steel, Stu
on electric guitar, Tony on standup bass)
7. Early Roman Kings (Bob on piano, Donnie on lap steel, Stu on electric
guitar, Tony on standup bass)
8. Love Sick (Bob center stage, Donnie on pedal steel, Stu on electric
guitar, Tony on standup bass)
9. Tangled Up In Blue (Bob center stage with harp then on piano, Donnie
on pedal steel, Stu on acoustic guitar, Tony
on electric bass)
10. Lonesome Day Blues (Bob on piano, Donnie on lap steel, Stu on
electric guitar, Tony on electric guitar)
11. Make You Feel My Love (Bob on piano, Donnie on pedal steel, Stu on
acoustic guitar, Tony on electric guitar)
12. High Water (For Charley Patton) (Bob center stage, Donnie on lap
steel, Stu on electric guitar, Tony on electric bass)
13. Melancholy Mood (Bob center stage)
14. Desolation Row (Bob on piano, Stu on electric guitar, Tony on
standup bass)
15. Soon After Midnight (Bob on piano, Donnie on pedal steel, Stu on
acoutic guitar, Tony on electric bass)
16. All Or Nothing At All (Bob center stage, Donnie on pedal steel, Stu
on electric guitar, Tony on standup bass)
17. Long And Wasted Years (Bob center stage, Tony on pedal steel, Stu on
acoustic guitar, Tony on standup bass)
18. Autumn Leaves (Bob center stage)
(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on piano, Donnie on violin, Stu on
acoustic guitar, Tony on standup bass)
20. Why Try To Change Me Now (Bob center stage, Donnie on pedal steel,
Stu on electric guitar, Tony on standup bass)
Come non essere
d'accordo con Massimo!!!!!!! Ti ringrazio per la gradita segnalazione e
sono sempre in attesa del tuo parere riguardo al "Nobel dylaniato". Live
long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Ciao a tutti amici della Fattoria!
Come promesso mi sono messo al lavoro e ho pronte per voi le tracce del
concerto che ho tenuto in tributo a Bob il 26 agosto di quest'anno al
teatro Conchiglia di Sestri Levante!
Spero vivamente siano di vostro gradimento e attendo impaziente i vostri
pareri...
Baton Rouge, Louisiana - River Center,
Theatre For The Performing Arts, Oct. 26, 2016
1. Things Have Changed (Bob center stage, Donnie Pedal steel, Stu
electric guitar, Tony electric bass)
2. Don’t Think Twice, It’s All Right (Bob on piano, Donnie lap steel,
Stu acoustic guitar, Tony standup bass)
3. Highway 61 Revisited (Bob on piano, Donnie lap steel, Stu electric
guitar, Tony electric bass)
4. It’s All Over Now, Baby Blue (Bob on piano, Donnie pedal steel, Stu
acoustic guitar, Tony standup bass)
5. High Water (For Charley Patton) (Bob on guitar, Donnie on lap steel,
Stu on electric guitar, Tony on electric bass)
6. I Could Have Told You (Bob center stage, Donnie on pedal steel, Stu
on electric guitar, Tony on standup bass)
7. Early Roman Kings (Bob on piano, Donnie on lap steel, Stu on electric
guitar, Tony on standup bass)
8. Love Sick (Bob center stage, Donnie on pedal steel, Stu on electric
guitar, Tony on standup bass)
9. Tangled Up In Blue (Bob center stage with harp then on piano, Donnie
on pedal steel, Stu on acoustic guitar, Tony
on electric bass)
10. Lonesome Day Blues (Bob on piano, Donnie on lap steel, Stu on
electric guitar, Tony on electric guitar)
11. Make You Feel My Love (Bob on piano, Donnie on pedal steel, Stu on
acoustic guitar, Tony on electric guitar)
12. Pay In Blood ( Bob center stage, Donnie on pedal steel, Tony on
acoustic guitar, Tony on electric bass)
13. Melancholy Mood (Bob center stage)
14. Desolation Row (Bob on piano, Tony on standup bass)
15. Soon After Midnight (Bob on piano, Donnie on pedal steel, Stu on
acoutic guitar, Tony on electric bass)
16. All Or Nothing At All (Bob center stage, Donnie on pedal steel, Stu
on electric guitar, Tony on standup bass)
17. Long And Wasted Years (Bob center stage, Tony on pedal steel, Stu on
acoustic guitar, Tony on standup bass)
(encore)
18. Blowin' In The Wind (Bob on piano, Donnie on violin, Stu on acoustic
guitar, Tony on standup bass)
19. Why Try To Change Me Now (Bob center stage, Donnie on pedal steel,
Stu on electric guitar, Tony on standup bass)
Yours sincerely, Scott Newstok
Department of English
Rhodes College www.rhodes.edu/newstok
I wont to thank you a lot for your nice nob in
regard of Maggie's Farm.
I toke some information about you and now i know that you are a
Professor and a teacher of literature of the English Renaissance as well
as film, rhetoric, education, lyric poetry and the humanities at the
prestigious Rhodes College in Memphis, Tennessee.
Your esteem for my Dylan-Italian Fansite made me proud a lot.
I found your essay very very nice and well done.
I beg you to excuse me if my english will seems so schoolastic and not
perfect.
The unfortunate thing is that most of the readers of Maggie's Farm does
not know the English language to read correctly your essay, and even me
I am not able to make a correct translation of your script.
I hope that someone of our readers who knows and speaks a perfect
english language will have the courtesy to make a good translation for
all our readers. Thanks again friend, live long and prosper,
Mr.Tambourine, :o)
Ciao,
si, probabilmente il nobel ha più importanza, però sicuramente due
parole sull'argomento Booby Vee le avrei spese.
A tal proposito vorrei riportare un video di Bob del 2013 in cui rende
omaggio allo stesso Vee.
Ora, Dylan, come sai, non parla molto ai concerti però quella sera
evidentemente ha voluto fare uno strappo al mutismo cronico che si porta
dietro da anni.
Ti riporto sotto quello che sono riuscito a capire:
Parlando di chi ha cantato su quel palco cita Mick Jagger e Madonna…
I’ve been on stage with most of these people, but the most meaningful
person I ever been on stage was a man who’s here tonight and who used to
sing a song called “Susie baby”. And I wonna say that Bobby Vee is
actually here tonight and maybe you can show appreciation with just a
round of applause.
So we’re gonna try to do this song… (poi penso si riferisca a Tony) I’ve
done it with him before once or twice…
Sarà stato anche d'importanza
marginale, ma valeva la pena ricordarlo.
Saluti, Marco.
Ti ringrazio di cuore
per aver fatto quello che avrei dovuto fare io. Non voglio giustificarmi
ma credimi, in questo periodo "Nobeliano" non so davvero da che parte
girarmi, il materiale è moltissimo e "l'argomento è il Nobel", quindi,
anche se con rincrescimento, ho dovuto rimandare questa brutta notizia.
Mi ero riproposto di parlarne più avanti ma mi hai preceduto ben facendo, grazie
ancora, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Ciao Napoleon,
ti scrivo mentre sto ascoltando Blood on the tracks.
In questi ultimi anni ho avuto modo di leggere molti Nobel anche dei
primi del novecento.
Penso che la poetica di Dylan, se si possono utilizzare questi termini
un po' da scuola, rientri in pieno nel solco dei Nobel.
Da subito sono stati premiati con una certa regolarità artisti che hanno
saputo scrivere aprendo nuove strade, controcorrente, nel senso poetico
e concettuale.
Ho letto tutti gli autori americani Nobel tra cui Steinback che ha
scritto uno dei dieci romanzi di sempre, Bellow il cui Herzok è
strepitoso e balzano entrambi non la mandarono a dire ai presidenti
degli States dell'epoca.
Ho letto anche De Lillo in questo senso è uno abbastanza allineato molto
Stars end stripes. Ciò non vuol dire che Bellow e Steinback non fossero
profondamente americani, ma differisce con l'essere stars and stripes.
Ma è per dire che non è assolutamente vero che i Nobel siano stati dati
a etudiantes d'ecole tutto scrivania e cipiglio. André Gide fece
scandalo per i canoni dell'epoca con "L'immoralista". Galsworthy nella
saga dei Forsyte premiato nel 1909 descrisse un mondo vittoriano tutto
soldi e aridità sociale e morale anch'esso fuori da molti schemi
dell'epoca.
Credo conti molto anche come scrivi, che tipo di ragionamento sottendi,
non è premio per improvvisati scrittori di strali, ma è dato per
capacità di ragionamento, di comprensione, di racconto, oltre quindi il
fatto di essere capaci di illuminare strade nuove spesso al buio sino a
quel momento.
Sul comportamento di Dylan aspetterei a esprimermi, come sai è sempre
meglio aspettare il finale. Credo sia molto di classe e vado
controcorrente, per esempio, tenere la dicitura del Nobel su Facebook
che è pagina non commerciale e non mostrarla su quella ufficiale.
Ritengo inoltre a modo non avere rilasciato duemila interviste irrorando
etere e carta stampata sfruttando l'occasione. I premi si prendono con
sobrietà, spero comunque che a Stoccolma parli.
Ho scoperto dopo due anni che aveva preso la Medaglia della libertà,
vale il Nobel come prestigio trovato di stile che non abbia dato ordine
di strillarlo a tutti gli angoli del mondo.
Per il Nobel andrà fatta una eccezione ma penso che Bobby non deluderà,
a suo modo ovviamente.
Ciao!
Ciao Andrea, dovresti aggiornarti, Michele "Napoleon
in rags" Murino ha lasciato il sito da lui creato a me perchè
continuiassi nella sua opera nel lontano marzo del 2008. Anch'io spero
tanto che Michele si faccia sentire ogni tanto su queste pagine, sarebbe
bello per tutti, ma i miei desideri potrebbero in qualche nodo essere
inconciliabili con i suoi impegni e la sua vita attuale.
Concordo con le idee
da te espresse ma non sono d'accordo sulla distinzione da te fatta tra
il sito Facebook di Dylan ed il suo sito ufficiale, il sito Facebook di
Bob è ufficiale tanto quanto il sito web. Restiamo dunque in attesa di
vedere come si comporterà Dylan per verificare se l'avevamo imbroccata.
Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Giovedì 27 Ottobre 2016
Shreveport, Louisiana - Shreveport
Municipal Auditorium, October 25, 2016
1. Things Have Changed (Bob center stage, Donnie Pedal steel, Stu
electric guitar, Tony electric bass)
2. Don’t Think Twice, It’s All Right (Bob on piano, Donnie lap steel,
Stu acoustic guitar, Tony standup bass)
3. Highway 61 Revisited (Bob on piano, Donnie lap steel, Stu electric
guitar, Tony electric bass)
4. It’s All Over Now, Baby Blue (Bob on piano, Donnie pedal steel, Stu
acoustic guitar, Tony standup bass)
5. High Water (For Charley Patton) (Bob on guitar, Donnie on lap steel,
Stu on electric guitar, Tony on electric bass)
6. I Could Have Told You (Bob center stage, Donnie on pedal steel, Stu
on electric guitar, Tony on standup bass)
7. Early Roman Kings (Bob on piano, Donnie on lap steel, Stu on electric
guitar, Tony on standup bass)
8. Love Sick (Bob center stage, Donnie on pedal steel, Stu on electric
guitar, Tony on standup bass)
9. Tangled Up In Blue (Bob center stage with harp then on piano, Donnie
on pedal steel, Stu on acoustic guitar, Tony
on electric bass)
10. Lonesome Day Blues (Bob on piano, Donnie on lap steel, Stu on
electric guitar, Tony on electric guitar)
11. Make You Feel My Love (Bob on piano, Donnie on pedal steel, Stu on
acoustic guitar, Tony on electric guitar)
12. Pay In Blood ( Bob center stage, Donnie on pedal steel, Tony on
acoustic guitar, Tony on electric bass)
13. Melancholy Mood (Bob center stage)
14. Desolation Row (Bob on piano, Tony on standup bass)
15. Soon After Midnight (Bob on piano, Donnie on pedal steel, Stu on
acoutic guitar, Tony on electric bass)
16. All Or Nothing At All (Bob center stage, Donnie on pedal steel, Stu
on electric guitar, Tony on standup bass)
17. Long And Wasted Years (Bob center stage, Tony on pedal steel, Stu on
acoustic guitar, Tony on standup bass)
(encore)
18. Blowin' In The Wind (Bob on piano, Donnie on violin, Stu on acoustic
guitar, Tony on standup bass)
19. Why Try To Change Me Now (Bob center stage, Donnie on pedal steel,
Stu on electric guitar, Tony on standup bass)
Buongiorno, andare a leggere cosa c'è di
nuovo nel vostro sito è diventata una mia piacevole attività quotidiana;
complimenti è molto bello; dovesse interessarvi qui una mia recensione
di Bob Dylan, Chronicles volume :1
Ciao Daniela, allora
benvenuta nella Fattoria! Tutto ciò che riguarda Dylan interessa ai
nostri affezionati Maggiesfarmers che apprezzeranno certamente il tuo
scritto. LIve long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Certamente no caro Marco, ma Bobby (R.I.P.) ebbe un'importanza marginale
nella vita di Bob, dopo due o tre concerti capì che Bob non era un
pianista e lo licenziò. Inoltre, l'abbondanza di notizie di questo
benedetto o maledetto (a seconda dei punti di vista) premio Nobel hanno
certamente la priorità, così come l'hanno sempre le vostre mail!. Live
long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Sono entusiasta del sito Maggie's Farm. È
fatto benissimo e c'è tutto. Fantastici i testi con traduzioni e note.
Volevo solo ringraziarvi. Grazie grazie e ancora grazie.
Ciao, Luisa.
Ciao a te Luisa, per leggere tutto quello che c'è in Maggie's Farm ci
vuole moltissimo tempo, avanti dunque, l'entusiasmo non ti manca! Live
long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Mercoledì
26 Ottobre 2016
Talkin'
9918 - martina.martulli
Oggetto: In difesa del Canone
Caro Miscio,
non vorrei averti sopravvalutato. Succede spesso agli ingenui. Alcuni
scritti, come quello ottimo su Dylan e Nietzsche, mi avevano colpito per
il loro spessore e la preparazione che sottendevano. Insieme a quelli di
due amabili fanciulle di cui non ricordo il nome - ora sparite -, li ho
considerati i momenti più alti toccati da Maggie’s Farm. I più alti
eccettuati i miei, naturalmente, che avendo una portata direi quasi
metafisica, si pongono su tutt’un altro livello rispetto alle vostre
contingenze.
Il tuo ultimo commento - cominciavo a disperare -, se pure non privo di
qualche spunto interessante, mi pare un po’ svogliato e intriso di
luoghi comuni. Non sarai mica solo un erudito!
Tu - io ti do del tu, ma tu dammi del lei - sminuisci il concetto di
autorità, come del resto hanno fatto tutti dal ’68 in poi, senza
riflettere che il mondo esploderebbe se le ambizioni di ognuno potessero
trovare soddisfazione; ora che la libertà l’abbiamo conquistata (“are
birds free from the chains of the skyway?” - Nota
di Mr.Tambourine:"Sono liberi gli uccelli dalle catene del cielo?" - da
Ballad in Plain D - per citare un verso non proprio
originalissimo) non si sa più dove andare, neppure se sopravviveremo, a
tal punto è arrivato il caos nel mondo; si rimpiangono gli anni della
tanto disprezzata Guerra Fredda e del Dottor Stranamore, l’autoritarismo
brutale, una fase storica in cui però si è raggiunto l’apice del
benessere e della serenità, perlomeno qui da noi. Tu credi forse che i
singoli individui, al di fuori di un alveo che li conduce, siano in
grado di effettuare scelte virtuose? Se lo pensi sei un ottimista.
L’obiettivo sarà sempre dettato dall’interesse personale più facile e
immediato, dal fiume sgorgheranno infiniti rigagnoli che in breve
faranno un pantano. Autorità, guida, maestro… chiamalo come ti pare, ma
qualcuno che pianti una rete di cinta è necessario, non foss’altro per
divertirsi a scavalcarla (ma solo in pochi se no diventa un ‘68). Se non
ci fosse il limite non ci sarebbe nemmeno il vivificante anelito
libertario e saremmo dei perfetti idioti anestetizzati, che è più o meno
lo stato in cui ci siamo ridotti oggi.
Oltretutto tanti aspetti di quello che un tempo è stato il pensiero
ribelle e alternativo (dal femminismo al libertarismo, dal pacifismo
all’animalismo…) fanno ora parte del pensiero unico dominante, fondato
sul mito del Progresso e della Libera Scelta, sui tabù di Democrazia e
Uguaglianza, su Scienza e Tecnologia come strumento di liberazione; tra
l’altro di questi ultimi c’è veramente da ridere, ora che possiamo
osservarne gli effetti in termini di rincoglionimento prodotto e di
demolizione dell’economia reale! Un pacchettone di ideologia modernista
talmente carico di ipocrisia e menzogna da far rimpiangere la mentalità
borghese che a questo punto, se non sembrava brillare per ingegno, si è
perlomeno dimostrata più sensata e onesta. Non ti pare infatti più
accettabile sentir dire: “Tu, figlia mia, un negro non lo sposi!”
piuttosto che: “Ah, se mia figlia, dopo la laurea in lingue orientali a
Venezia, sposasse un migrante ne sarei ben lieta, data la filantropia
che la nostra famiglia ha sempre dimostrato in questa città”?
Quali sono quindi i parrucconi? Il professore di letteratura greca che
ama il trimetro giambico scazonte o il gallerista col codino grigio che
blatera di “ingresso all’ingrosso, geometria della magia e geomagia”?
Purtroppo, come puoi vedere, è tutto vero:
E’ tutto molto più complesso di quanto si crede comunemente e la bussola
non c’è, quindi io ormai parto da dei semplici postulati come: “Se è
antico, non può che avere una maggior dose di nobiltà e buon gusto”.
Praticamente faccio la prova del carbonio, che sia un formaggio o una
poesia. Visione autoritaria, passatismo, vacui estetismi? Non credo, ti
spiego meglio: di verità, lo sappiamo tutti, non ce ne sono, il problema
è che non se ne può fare a meno, se no la società si disintegra, che è
quello che sta succedendo a noi. Pertanto un codice è necessario che ci
sia, il condividere qualcosa di incontestabile che ci leghi fra noi e ci
agganci al nostro passato. Ecco spiegata l’importanza di tradizioni e
religione. Per una mente illuminata è scontato che si tratti di canoni
puramente convenzionali, che non vi sia quindi niente di assoluto o di
sacro al di sotto di essi, ma altrettanto scontata risulta la necessità
di creare dei miti fondanti e sacralizzare le convenzioni della
maggioranza (mi perdoni Faber, ma la sua "direzione ostinata e
contraria" - da Smisurata preghiera - di Fabrizio
De André - ci ha straziato i maroni). Che quindi dei canoni
esistano anche in letteratura non deve stupire e trovo ingiusto
accanirsi sulle vestali che ne proteggono l’integrità. Non sono così
sciocco da non capire che, in un processo evolutivo dell’esperienza
artistica, le vette più alte raggiunte dall’arte si configurino il più
delle volte come momento di rottura e superamento dei canoni esistenti,
ma mi chiedo se, senza un canone di riferimento, questi artisti
avrebbero potuto dar vita ai loro capolavori.
Ovviamente per delle menti libere come le nostre che, dopo aver vissuto
i fasti del Classicismo, gozzovigliato ai banchetti rinascimentali, riso
alla battute di Voltaire, hanno alla fine smantellato ogni mito,
archiviandone i pezzi dentro biblioteche e musei, non è facile mettersi
a sgranare un rosario, al contrario ci risulta più facile ridere di chi
lo fa. Ma attenzione… dissacrare avrebbe dovuto rimanere una pratica per
pochi eletti, da esercitare davanti al focolare (cos’hai, Miscio, contro
il focolare?) o magari durante il simposio, non certo in piazza. E
questo in base a due semplici considerazioni: 1) uno sgranatore di
rosario, in linea di massima, riconosce la validità dei limiti, compreso
il confine fra i suoi diritti e i tuoi, mentre un mangiatore di
MacDonald guarda il film sputacchiando popcorn sulla testa dei vicini di
poltrona e scoreggiando allegramente. Senza lo sgranatore di rosari
prepariamoci a convivere con un branco di barracuda solipsistici
(Il solipsismo, -- dal latino solus, "solo" e
ipse, "stesso": "solo se stesso" - è un termine che si riferisce alla
dottrina filosofica secondo cui l'individuo pensante può affermare con
certezza solo la propria esistenza poiché tutto quello che percepisce
sembra far parte di un mondo fenomenico oggettivo a lui esterno ma che
in realtà è tale da acquistare consistenza ideale solo nel proprio
pensiero, cioè l'intero universo è la rappresentazione della propria
individuale coscienza) ; 2) quando lo sgranatore di rosari sarà
estinto, non ci sarà più qualcuno di cui ridere.
Il ’68, delegittimando l’autorità e spezzando le antiche catene, ha
spianato la strada all’attuale imbarbarimento dei costumi -siamo tutti
artisti di noi stessi -. Si è creato un vuoto di potere e una
propensione all’edonismo del singolo che il Mercato ha saputo subito
sfruttare, diventando quel mostro incontrollabile che rende i nostri
tempi abominevoli, anche più dell’uomo delle nevi, sotto tutti i
profili: estetico, morale, sociale, culturale.
Dylan queste cose sembrerebbe averle capite subito, se è vero che con le
colt di Peter LaFarge voleva sparare agli hippies che gli salivano sul
tetto della casa di Woodstock. Aveva capito di aver creato dei mostri.
Il libertarismo di Dylan a me non pare avere la minima valenza sociale,
ma essere solo un percorso individuale.
Servirebbe piuttosto un ’68 al contrario, allora sì che imbraccerei il
fucile, intanto non ci rimane che la derisione, l’aristocratico
disprezzo e una pacata Resistenza quotidiana. Si fa quel che si
può. Per esempio ti fornisco un indizio che potrebbe indicarti un
sentiero di redenzione. Saputello d’un Miscio, è ora di uscire dalla
fase adolescenziale. E’ solo un numeretto, ma non mi chiedere di più,
non posso fare nomi, è roba per pochi, roba che scotta:
8845913465.
Tornando a Dylan e ai testi delle sue canzoni, non si tratta solo di
“virgole e punti”, o di “formalismi incipriati” (bello però… bravo!), il
fatto è che Dylan appare un geniale, ispirato, eterno dilettante. La
pirotecnia dei versi immaginifici e visionari del biennio 65/66 a volte
pare poco controllata. L’eccessiva ambiguità di alcuni scritti presta
invece il fianco a chi maliziosamente voglia insinuare che niente più di
un furbesco nulla vi possa essere ricercato. Beh, Tarantula è piuttosto
imbarazzante in questo senso. Anche la recente tecnica compositiva del
cut-up lascia un po’ perplessi. Ho anche la sensazione che Dylan intenda
le fonti come un immenso archivio a cui attingere, a prescindere da
un’approfondita conoscenza di esse, un uso quindi a volte un po’ troppo
strumentale e superficiale. Inoltre si salta da Francis James Child a
Ginsberg, da Rimbaud a Whitman con una discontinuità stilistica che
lascia presupporre un lavoro poco rigoroso sul linguaggio poetico. Del
resto da un outlaw girovago, stravagante e senza padroni che regredisce
nella tecnica chitarristica piuttosto che perfezionarla, passando dal
finger picking di Don’t Think Twice o Rocks and Gravel agli assolo del
Never Ending Tour, che rigore potevamo aspettarci? Oltretutto lo
Zimmerman parrebbe uomo privo di buon gusto, in perfetto stile yankee, a
giudicare non solo da come ha cominciato a vestirsi fin dal lontano
1978, o da certi suoi dipinti, o dallo stile baroccheggiante della villa
di Malibu, ma anche da alcuni suoi versi. Non voglio sminuire Dylan, ci
mancherebbe, a me piace così, adoro questa spontaneità a rotta di collo
- oltretutto mi diverte moltissimo - ma capisco che uno studioso
rigoroso possa storcere il naso. Insomma… c’è tanta roba che è difficile
da ignorare; il nostro Bobby probabilmente uscirebbe dylaniato (scusate
la bruttura) da una critica oggettiva e rigorosa dei suoi testi. Io temo
che l’affermazione che Dylan si sia tenuto volutamente “basso” per paura
di cadere nell'intellettualismo e allontanarsi quindi da quello
spettrale anonimato che rende eterna la tradizione orale, per quanto
suggestiva, sia un po’ tirata per i capelli, a me pare invece che la
figura di Dylan sia a priori inconciliabile con quella di un fine
intellettuale, essenzialmente per il carattere disorganico e passionale
del suo approccio.
Come dici anche tu, si tratta di un’altra forma di espressione, legata
all’immagine complessiva dell’artista: la sua particolare voce, la
performance, il trasformismo, il percorso articolato, l’enigmaticità, i
silenzi, il sarcasmo, le interviste… probabilmente non è letteratura.
Quando, con ragionamento acuto, efficace e sincero ti chiedi: “ma perché
il Nobel solo a lui?” e poi, coerentemente con la tua diffidenza verso i
Soloni del Canone, ti affidi a un concetto traballante come quello di
“evidenza degli effetti sociali”, metti in luce tutta la debolezza del
tuo pensiero, che è poi il vizio su cui si fonda la pseudocultura
contemporanea. Se è questo infatti il criterio oggettivo che dobbiamo
usare, arriveremo entro breve a risultati aberranti: non solo Leonard
Cohen e Rolling Stones, ma anche Madonna e Marilyn. E la Coca Cola?
Forse che il Drive-In di Berlusconi non ha, ahimè, cambiato un’epoca?
Anche i Pokemon che, nel loro coniugare mondo virtuale e mondo reale, si
dimostrano diabolicamente geniali. A tutti un Nobel? Evidentemente no
perché è tutta merda, ma questa semplice verità ce la può suffragare
solo un canone condiviso e rispettato. Quando Dylan ha appeso con le
gambe all’insù nel sottoscala di casa sua l’Elvis regalatogli da Andy
Wharol, per poi regalarlo ad Albert Grossman, non ha condiviso forse
l’estetica conservatrice dei più? E, quel che è peggio, seguendo il
principio dell’evidenza degli effetti sociali dovremmo declassare tutti
quei poeti la cui poesia è troppo grande per poter far breccia sulle
masse; non mi pare che Pavese abbia provocato grandi effetti sociali,
che ne facciamo allora? Lo buttiamo? C’è qualcosa che non torna.
Comunque a me basta che da un Murino si sia arrivati a un Carrera, che
Dylan possa essere considerato quell’unicum a metà strada tra canzone
popolare e letteratura. Non capisco dove sia lo scandalo, perché
dovremmo offenderci. Che bisogno abbiamo del Nobel? E poi, oltretutto,
chi lo vuole un premio che è stato già attribuito a Dario Fo?
Condivido in pieno la conclusione del tuo intervento che evidenziava i
rischi del Nobel. Io dopo l’entusiasmo iniziale, ho capito che premiare
Dylan non è stata una scelta opportuna. Vogliamo farne un nuovo
irritante santino, come è stato fatto con Faber? Scuola media Bob Dylan…
ci piacerebbe? Un Bob Dylan di massa, con nessuno che ci capisce
qualcosa e tutti che ne parlano a vanvera. Ci piace Blowin’ in the Wind
all’oratorio? Non preferiamo piuttosto che rimanga fenomeno di nicchia,
esoterismo per pochi adepti? “Il portavoce di una generazione”…
ridicolo, siamo ancora lì. Sono cinquant’anni che l’uomo cerca nei modi
più improbabili e divertenti di distruggere l’immagine che i media gli
hanno cucito addosso, ma non c’è niente da fare, è una maledizione la
sua… adesso anche il Nobel! E il modo in cui sta gestendo la prestigiosa
premiazione è, secondo me, a dir poco geniale. Se va tutto come spero,
siamo vicini al capolavoro assoluto.
Per altro il Nostro è anche in gran forma in questo momento: tornata la
voce, filone Sinatra esaurito, niente cappello… cosa vogliamo di più?
E comunque non ti concedo di darmi impunemente del neriero (mi sono
permesso di toglierti quella G infamante), per questo affronto potresti
venire disarcionato e nel fango umiliato, saputello d’un Miscio.
Scrivi più spesso, ma porta rispetto alla Tradizione.
Saluti, Sir Eglamore
P.S.
Mi dicono che sarebbe un bel gesto aiutare con un bonifico le meritevoli
ragazze dell’associazione A.I.A.C.E. (Adolescenti Indigenti Amanti della
Chirurgia Estetica).
Ho apprezzato molto il
tuo pensiero e, tenendo anche conto che l'arroganza fa parte integrale
del personaggio "Sir Eglamore", letto con attenzione e con un pò di
concentrazione diventa ben capibile. Credo che il diritto di replica
spetti a Miscio, quindi cedo a lui la parola. Cercate però di non
distaccarvi troppo dalla comprensibilità immediata perchè se un saggio,
se pur breve, è difficile da interpretare potrebbe correre il rischio di
annoiare, quindi vi consiglio di stare il più possibile aderenti al
terreno evitando cabrate pericolose e voli pindarici (Questo
aggettivo "Pindarico"- che pianamente significa 'relativo a Pindaro' - è
usato in maniera larga e viva nella locuzione 'volo pindarico'
(riportata nei dizionari da più di un secolo). Ciò che significa è una
digressione rispetto al discorso, molto rapida, inaspettata, non
strettamente collegata al resto - ed è una digressione (appunto) alata,
lirica, e talvolta affettata e retorica: nel volo pindarico ci può
essere tutto il fascino della deviazione inattesa e suggestiva, e tutta
la spiacevolezza di una progressione illogica che non giunge al punto.
Nel caso in cui non sia una divagazione piacevole, questa locuzione si
mostra, invece, piacevolmente ironica. Ultimamente il 'volo pindarico' è accostato al semplice volo, o
viaggio, mentale; un uso gradevole, che spesso riesce a mantenere il
senso di una divagazione rispetto a un filo.
Questa espressione nasce dalla peculiare lirica di Pindaro, che nelle
sue odi morali e civili introduce episodi mitici in maniera rapida, con
salti logici. Forse Pindaro, un poeta così serio, non sarebbe
felicissimo di sapere il suo nome indissolubilmente legato, con una vena
di scherzosità, a questo carattere dei suoi poemi. Un carattere che
balza all'occhio e che è passato alla storia, ma che dopotutto è
secondario: quando Alessandro Magno volle punire la ribellione dei
Tebani in maniera esemplare, fece in modo che l'intera città di Tebe
fosse rasa al suolo. Tutta, tranne la casa di Pindaro, che così tanto,
coi suoi versi, aveva dato al mondo greco).
Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
1. Things Have Changed (Bob center stage)
2. Don’t Think Twice, It’s All Right (Bob on piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob on piano)
4. It’s All Over Now, Baby Blue (Bob on piano)
5. High Water (For Charley Patton) (Bob center stage)
6. I Could Have Told You (Bob center stage)
7. Early Roman Kings (Bob on piano)
8. Love Sick (Bob center stage)
9. Tangled Up In Blue (Bob center stage with harp then on piano)
10. Lonesome Day Blues (Bob on piano)
11. Make You Feel My Love (Bob on piano)
12. Pay In Blood ( Bob center stage)
13. Desolation Row (Bob on piano)
14. Soon After Midnight (Bob on piano)
15. All Or Nothing At All (Bob center stage)
16. Long And Wasted Years (Bob center stage)
(encore)
17. Blowin' In The Wind (Bob on piano)
18. Why Try To Change Me Now (Bob center stage)
Ciao Tambourine, come promesso ti invio i
links dei video appena caricati sul mio canale YouTube; si tratta della
prima trance, quelli registrati in USA nel maggio scorso, nel dettaglio
sono:
"Senor"
https://www.youtube.com/watch?v=bJ0ZB_PC1AM
Registrato al Dylan Fest di Torrance (California) il 1° Maggio; qui
suono con una band straordinaria sia per numero di elementi, sia per la
qualità dei medesimi, uno tra tutti Marty Rifkin (che suona la pedal
steel) ex chitarrista di Bruce Springsteen e session man per Elton John
e Tom Petty
Mr. Tambourine Man
https://youtu.be/-lvsR4j2zs0
Registrato professionalmente dalla troupe del Kulak's, un locale di Los
Angeles dove per 20 $ è possibile far videofilmare la propria
performance durante il loro "open-mic"; il video è stato registrato il 2
maggio
Live at Fox Coffee House
https://youtu.be/8c0GAnsrxNI
Il locale di Long Beach (California) organizza il suo "open-mic" due
volte la settimana, questo è quello del sabato 7 maggio; per l'occasione
ho potuto eseguire 3 canzoni "Shooting Star", "Forgetful Heart" e
"Blowing In The Wind"
Auguro buon ascolto a te ed a tutti gli amici della Fattoria, Al Diesan.
Caro Al, sei sempre il
migliore, grazie per i links, alla prossima! Mr.Tambourine, :o)
Lunedì 24
Ottobre 2016
Thackerville, Oklahoma - WinStar World
Casino and Resort, Global Event Center,October 22, 2016
1. Things Have Changed (Bob center stage)
2. Don’t Think Twice, It’s All Right (Bob on piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob on piano)
4. It’s All Over Now, Baby Blue (Bob on piano)
5. High Water (For Charley Patton) (Bob center stage)
6. I Could Have Told You (Bob center stage)
7. Early Roman Kings (Bob on piano)
8. Love Sick (Bob center stage)
9. Tangled Up In Blue (Bob center stage with harp then on piano)
10. Lonesome Day Blues (Bob on piano)
11. Make You Feel My Love (Bob on piano)
12. Pay In Blood ( Bob center stage)
13. Desolation Row (Bob on piano)
14. Soon After Midnight (Bob on piano)
15. All Or Nothing At All (Bob center stage)
16. Long And Wasted Years (Bob center stage)
(encore)
17. Blowin' In The Wind (Bob on piano)
18. Why Try To Change Me Now (Bob center stage)
Bob Dylan:
via dal suo sito la citazione del Nobel
E' durata solo poche ore la scritta "WINNER OF NOBEL PRIZE IN
LITERATURE" sul sito internet di Bob. Dopo aver ignorato la
notizia per circa una settimana, curandosi bene di evitarne ogni accenno
anche durante i concerti, ieri, sul suo sito, nella sezione Books, che
annuncia l'uscita dell'edizione aggiornata del libro "The lyrics:
1961-2012" era apparsa la scritta che lo definiva vincitore del Premio
Nobel per la letteratura.
La scritta però è durata molto poco, la dicitura che accennava al premio
è stata miseriosamente rimossa dopo poche ore. Oltre a non aver mai
detto una parola sull'evento, cosa non sorpredente visto il silenzio sul
palco che dura da decenni, Dylan si è reso praticamente irreperibile,
rendendo impossibile ogni comunicazione con l'Accademia Svedese. Il
comportamento dell'artista ha lasciato perplessi i responsabili del
Premio, ma ufficialmente, al momento, nessuno ha ancora messo in dubbio
la partecipazione di Dylan alla cerimonia in programma a Stoccolma il 10
novembre per la consegna del premio da parte del Re di Svezia. "Penso
che verrà. Se non vuole venire nessuno può costringerlo, ma ci sarà
ugualmente una bella festa e il premio gli appartiene comunque", così
ha
dichiarato Sara Danius, segretaria dell'Accademia.
I dubbi continuano però a rimanere, secondo lo statuto dei Nobel, se
anche è possibile rifiutare l' assegno (circa 900.000 dollari) e la
medaglia, non è possibile rinunciare al titolo.
Bisogna aggiungere che invece sul sito
Facebook di Bob -
https://www.facebook.com/bobdylan/ - la scritta relativa al Premio
non è stata cancellata.
Caro Mr. Tambourine,
ma c'è ancora qualcuno che pensa che Dylan non sia degno perchè non
rientra nella definizione di letteratura? Ci si provino a definire la
letteratura. Una volta Wittgenstein chiese a tutti di definire che cosa
fosse un gioco e la mandibola dei saccenti scese lentamente a terra,
come capita a certi personaggi dei cartoni animati. Ci sono termini che
violano i confini perché sono forme di vita. Non li si può delimitare
tramite il principio di oggettività ma tramite quello di autorità: è
così perchè lo dico io e io sono importante. Di solito è uno sport
praticato da mosche cocchiere o anziani professori fulminati. Se poi
qualcuno volesse proporre un criterio di demarcazione per la
letteratura, faccia pure, ma si ricordi che generazioni di filosofi non
sono riusciti a trovarne uno veramente plausibile per la scienza. Tanti
auguri, se un giorno Sir Eglamore si decidesse di dismettere la sua
attività di negriero e riuscisse a risolvere il problema, giuro che farò
di tutto perchè Maggie's Farm si trasformi nel comitato promotore del
suo Nobel. Lasciamo perdere. In tutto questo a me francamente importa
poco star lì a discutere con chi dice che Dylan non mette le virgole nei
punti giusti. So che riesce a farmi pensare, immaginare, emozionarmi, e
non mi fa appisolare. Quello che è accaduto è che anche a Stoccolma ci
si è accorti che l'arte non è un formalismo incipriato, ma un vestito
che si attacca così fortemente all'essere biologico da fonderlo e
diventarne tutt'uno, un vestito di pensieri, sogni, comportamenti,
relazioni. Appunto, Dylan è la “nostra” forma di vita. O almeno ci
attraversa in una maniera preclusa ad altre forme di espressione.
Ma allora, si chiede qualcuno, si poteva pure dare il Nobel ai Rolling
Stones o a Leonard Cohen o a Springsteen o perché no a Tom Waits, anche
loro in qualche modo “aggregano” forme di vita. E certo non si può
giustificare la scelta di premiare Dylan con lo stesso principio
d'autorità che i Soloni del Canone Letterario usano contro di lui. Anche
se penso che Dylan sia un poeta migliore, non so basare questa mia
preferenza su un criterio oggettivo, sul numero delle virgole o delle
rime messe al posto giusto. Il mio criterio si basa sull'evidenza degli
effetti sociali prodotti. In un mondo in cui lo strapotere delle
tecnologie mediatiche favorisce una reificazione della parola, cioè una
separazione tra il contenuto di esperienza e il contenuto di conoscenza
che essa veicola, Dylan è riuscito a mantenere legati i due termini come
nessun altro, a trasmettere l'esperienza vissuta ma anche la
consapevolezza di ciò che si ha di comune. Nessuno come lui ha
attraversato la storia del secolo scorso, ha riunito persone, ha fatto
sognare loro mondi possibili, riflettere, discutere di morale,
filosofia, politica, diritto, poesia, nessuno come lui ha fatto in modo
che frammenti del passato fungessero da catalizzatore del presente e del
futuro. Giustamente in proposito Adriano Ercolani ha snocciolato i
meriti storici di Bob, anche se non capisco la sua insofferenza verso il
68, dato che gran parte di quei principi ispiratori li ritroviamo anche
in Dylan.
Un'ultima considerazione. Appurato che Dylan si merita ampiamente il
Nobel, resta da vedere quanto a lui sia gradito. Non tanto perché si
consideri indegno o perché sia uno spocchioso che lo snobba. Nel suo
libro Carrera ha accennato alle volte in cui Dylan si è tenuto
volutamente “basso” per paura di cadere nell'intellettualismo. “Ha
spesso composto i testi direttamente sulla melodia ...improvvisando”;
“la sua riluttanza [ad essere poeta] nasce dal timore di perdere il
contatto con la spettrale altissima aridità della tradizione orale”. Il
tipo di notorietà che assicura un Nobel è quello che ti fa finire nelle
antologie, nei libri di testo, che porta a considerare la musica e la
performance come secondarie. Porta a fissare il genio, il poeta, a far
leggere i suoi testi a Mr. Jones seduto davanti al focolare, che presto
lo catalogherà come figura minore. Il complicato meccanismo che Dylan ha
creato, mettendoci una vita intera potrebbe essere in pericolo. O forse
anche il peso del Nobel non è più quello di una volta e Dylan avrà le
spalle abbastanza robuste per sopportare pure quello.
A proposito, un'intervista a Carrera qui nel podcast del programma
Fahrenheit di Radio3 del 13/10/2016.
Al minuto 7:15 si inizia a discutere del Nobel a Dylan.
Ciao, Miscio.
Caro Miscio, è proprio
di oggi la notizia dell'ammissione/cancellazione della notizia sul sito
ufficiale di Bob, come avrai potuto leggere sopra. Quale sia il gioco di
Bob al momento nessuno può dirlo, però, a mio avviso, questo
comportamento non ha senso logico, come dicono in America "Take it or
leave it", prendere o lasciare, a mio avviso non credo che Bob abbia
bisogno di 7/10/15/30 giorni per decidere se accettare o rifiutare il
premio. Per me, nella sua testa, aveva già deciso da anni se accettare o
rifiutare una eventuale possibile assegnazione a lui del premio più
prestigioso del mondo. Ma come sempre, questo è solo il mio parere che
lascia solo il tempo che trova e vale meno del due di picche a briscola.
Sostengo a spada tratta che questo non è un "comportamento da Dylan",
Dylan ha sempre saputo che direzione prendere e non è mai stato indeciso
su qualcosa (a parte le donne, situazione nella quale faceva
consenzientemente la parte dell'indeciso per tenere il piede in più
scarpe), per questo non capisco la ragione di questo insensato
tira-molla che non porta da nessuna parte. Detto questo, condivido ogni
tua parola e ti faccio i miei complimenti per la tua assensata analisi.
Lui ha detto: "Sono Bob Dylan soltanto quando devo esserlo, il resto del
tempo sono me stesso", quindi dovremmo un pò tutti deciderci a definirne
i confini precisi e stabilire cos'è realmente Bob Dylan, è quello che
vediamo sul palco o è quello che è quando è a casa sua e che noi non
conosciamo minimamente? Forse, e ripeto forse, dopo aver stabilito
questo piccolo particolare, potremmo permetterci di discuterlo, di
criticarlo, di giudicarlo. Purtroppo l'ignoranza, nel senso del non
saper certe cose, ci mette in condizione di non poter esprimere un
giudizio sincero, sappiamo troppo poco di Bob, sappiamo solo le sue
canzoni ed anche quelle le interpretiamo a modo nostro, ed il senso che
diamo loro a volte è diverso da quello che Bob voleva dar loro. Bob è
come una matrioska, lo apri e dentro c'è n'è sempre un'altra,
all'infinito. Lui è indefinibile, per questo è diventato leggendario?
Probabilmente, e probabilmente anche il premio Nobel è troppo stretto
per lui. Parlando di Bob è facilissimo esagerare, cadere nel banale,
cadere nella stupidità, è perfin possibile centrare la verità, ma
caspita, quanta fatica, e poi rimane sempre il dubbio, sarà vero? Ho
appena riletto quanto ho scritto e non ho capito bene cosa volevo dire,
ma fa niente, forse qualcuno un giorno me lo spiegherà! Live long and
prosper, Mr.Tambourine, :o)
Ciao a tutti amici della Fattoria!
Rispondo ad Alessandro Sottoriva: gli audio del concerto li ho, ma devo
ancora editarli e fare un bel dropbox... Pazientate ancora qualche
giorno e mando tutto!
Grazie mille della richiesta e chi volesse mettersi in contatto con me
riguardo il mio tributo o semplicemente per chiacchierare su Bob, il mio
indirizzo email è nv.nico@hotmail.it
Grazie ancora della richiesta, non resterete delusi,
Nicolò "Nightingale" Villani
Grazie Nicolò,
restiamo in attesa! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Sinceramente noi al momento non sappiamo il grado di affidabilità di
questi nomi per il Ventennale del Lucca Summer Festival. Unica cosa che
possiamo dire che almeno 2 concerti si terranno nella nuova Location
spalti mura con posti che potrebbero arrivare a 50mila.
Appena abbiamo news ve le comunicheremo.
Vi ringrazio per la
premura della segnalazione, spero che il Summer Festival di Lucca possa
schierare veramente il trio Dylan - McCartney - Waters. Restiamo in
attesa di vostre news. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Venerdì 21
Ottobre 2016
El Paso,
Texas - Abraham Chavez Theatre, October 19, 2016
1. Things Have Changed (Bob center stage)
2. Don’t Think Twice, It’s All Right (Bob on piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob on piano)
4. It’s All Over Now, Baby Blue (Bob on piano)
5. High Water (For Charley Patton) (Bob center stage)
6. I Could Have Told You (Bob center stage)
7. Early Roman Kings (Bob on piano)
8. Love Sick (Bob center stage)
9. Tangled Up In Blue (Bob center stage with harp then on piano)
10. Lonesome Day Blues (Bob on piano)
11. Make You Feel My Love (Bob on piano)
12. Pay In Blood ( Bob center stage)
13. Desolation Row (Bob on piano)
14. Soon After Midnight (Bob on piano)
15. All Or Nothing At All (Bob center stage)
16. Long And Wasted Years (Bob center stage)
(encore)
17. Blowin' In The Wind (Bob on piano)
18. Why Try To Change Me Now (Bob center stage)
Notizia di ieri: le "lyrics" di Bob
verranno ampliate con 768 pagine (annotate version). Con la speranza che
Dylan abbandoni presto il progetto "Sinatra", e ci regali ancora almeno
un paio di dischi inediti, non possiamo fermarci solo in Italia alle
traduzioni (di Carrera) fino al 2001. Il recente Nobel impone una
raccolta completa, comprensiva di apparato critico, note di copertina,
poesie e canzoni sparse non comprese nei dischi "ufficiali". E' vero che
sul sito della Farm c'é già tutto questo...ma un'opera in volumi non
guasterebbe. Possibile che in Italia nessuno lo comprenda? Voglio
mettere Dylan dove merita, non solo accanto a De André e a
Cohen...voglio mettere Dylan accanto a Villon e Rimbaud. Sulla libreria.
Carrera, pensaci tu!
Ho girato il tuo
invito al Prof.Carrera perchè ho pensato fosse più giusto che a
rispondere fosse lui, ecco le sue parole:
Caro Cioffi e cari amici di maggiesfarm,
ho passato gli ultimi giorni (e notti) a rivedere le mie traduzioni e
note da Dylan. Feltrinelli sta per pubblicare una nuova edizione delle
Lyrics che corrisponderà all'edizione che sta per apparire ora. In
America, "The Lyrics: 1961-2012" uscirà l'8 novembre. Arriva fino a
"Tempest" e aggiunge alcune canzoni a "Love and Theft" e Modern Times".
In Italia, l'opera verrà divisa in tre volumi: 1) The Lyrics 1961-1968
(da "Bob Dylan" a "John Wesley Harding"; 2) The Lyrics: 1969-1982 (Da
"Nashville Skyline" a "Shot of Love"); 3) The Lyrics: 1983-2012 (da
"Infidels" a "Tempest"). I primi due volumi saranno disponibili per il
Natale 2016 e forse anche prima. Il terzo volume uscirà molto
probabilmente nell'aprile del 2017. Ho corretto alcune imprecisioni
rimaste nell'edizione del 2006 e ho rivisto con cura tutte le note,
correggendole e ampliandole dove necessario. Erano anni che anch'io
aspettavo il via. Grazie al fatto di essere in tre volumi, questa
edizione sarà molto più maneggevole, e spero rimanga in circolazione ben
più della precedente, che era andata esaurita subito.
Un saluto a tutti quanti, Alessandro Carrera
Grazie ad Alessandro,
come al solito gentilissimo e disponibile, per averci dato questa ottima
notizia, fate dunque posto nelle vostre librerie per questi tre volumi
che certamente non potranno mancare a nessun fans di Bob!!!
Mi aggiungo ai moltissmi che hanno
appreso la notizia del Nobel a Bob, vi volevo dire che quel giorno ho
provato una immensa gioia e, per festeggiare , la sera stessa ho
acquistato una Magnum di Champagne che ho condiviso con la mia famiglia.
Loro chiaramente conoscendomi non mi hanno dato del matto, ma quasi
......... un saluto a tutta la Fattoria ed un grande grazie a
Mr.Tamburine per il suo sempre ottimo lavoro. Marcello.
Lo Champagne è sempre
un'ottima idea per festeggiare qualcosa, mi spiace solo di non essere
stato presente, pazienza, berrò da solo il mio che ho in frigorifero
perchè ho avuto la stessa idea! Live long and prosper, Mr.Tambourine,
:o)
Bob Dylan pubblicherà la raccolta dei
suoi testi più belli
clicca qui
Giovedì 20
Ottobre 2016
Albuquerque, NM - Albuquerque Convention Center, Kiva Auditorium,
October 18, 2016
1. Things Have Changed (Bob center stage)
2. Don’t Think Twice, It’s All Right (Bob on piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob on piano)
4. It’s All Over Now, Baby Blue (Bob on piano)
5. High Water (For Charley Patton) (Bob center stage)
6. I Could Have Told You (Bob center stage)
7. Early Roman Kings (Bob on piano)
8. Love Sick (Bob center stage)
9. Tangled Up In Blue (Bob center stage with harp then on piano)
10. Lonesome Day Blues (Bob on piano)
11. Make You Feel My Love (Bob on piano)
12. Pay In Blood ( Bob center stage)
13. Desolation Row (Bob on piano)
14. Soon After Midnight (Bob on piano)
15. All Or Nothing At All (Bob center
stage)
16. Long And Wasted Years (Bob center stage)
(encore)
17. Blowin' In The Wind (Bob on piano)
18. Why Try To Change Me Now (Bob center stage)
Una raccolta completa dei testi di
Bob dal 1961 al 2012 è stata annunciata in uscita in Novembre, i testi
sono in inglese, per il pre-ordine
clicca qui
Ciao Mr. Tambourine, volevo chiederti un
piacere, se possibile.. ho apprezzato molto la performance di Nicolò
Villani e la sua Band, dell’anno scorso, (non dal vivo, purtroppo) alla
serata tributo a Bob Dylan a Sestri Levante, con gli ottimi interventi
di Paolo Vites and company. Ho visto che contrariamente all’anno scorso,
a parte l’invito di Nicolò a partecipare alla serata di quest’estate, “
l’argomento” non è stato più trattato.. niente recensione, soprattutto
niente registrazione della serata… Per la gioia mia e di tutti i
Maggiesfarmer’s potresti chiedere a Nicolò se esiste in rete qualcosa
della serata di quest’estate? Grazie mille, so che ti darai da fare…
ciao, alla prossima. Ale ’65.
Caro Ale, quando mi
inviano materiale io lo pubblico con piacere, ma se non ricevo niente
tante cose non le sò o mi sfuggono dalla memoria. Io non ho la mail di
Nicolò quindi giro il tuo appello direttamente a lui da queste pagine,
speriamo ci legga e ci faccia sapere. Live long and prosper,
Mr.Tambourine, :o)
Mercoledì
19
Ottobre 2016
L’Accademia
svedese si è stufata di cercare Bob Dylan
clicca qui
Carissimo Tambourine, ho il piacere di
annunciarti il mio ritorno sul palco qui vicino a casa, in Sardegna,
dopo le fantastiche esperienze in California (maggio) ed Irlanda
(Agosto); questa è anche l'occasione per festeggiare degnamente
l'assegnazione del premio Nobel per la letteratura al nostro Maestro
Bob, evento ormai atteso da qualche anno.
Al di là delle critiche e perplessità che tale assegnazione ha
suscitato, personalmente credo che se un autore di canzoni (e non solo)
si ritrova sui libri di testo scolastici già dal 1977 (e forse anche
prima) qualcosa vorrà dire; per me, e per tutti noi che seguiamo Bob da
anni, sicuramente rappresenta il giusto coronamento di una carriera
straordinaria, soprattutto come autore.
Chissà quanti secoli passeranno prima che un altro autore di canzoni
possa fare altrettanto…. se mai ci sarà !!!
Ti invio in allegato la locandina della serata e ti preannuncio che
presto verranno pubblicati nuovi video sulla pagina YouTube.
Al Diesan
Benissimo caro Al, so
che sarà una bella serata, invito dunque i cagliaritani dylaniani a
venire a vederti, ascoltare la tua voce è sempre un'emozione. Restiamo in attesa
dei video e sopratutto spero di incontrarti di nuovo presto. Un
abbraccio, Mr.Tambourine, :o)
E bene hai fatto a
farlecaro Adriano, anche se io personalmente, dopo lo stupore iniziale,
ho deciso di non spiegar niente a nessuno sulla faccenda del Nobel,
lasciamo che i nostri osannati scrittori si tengano le loro poesiucole
ed i loro romanzetti e lascino in pace Bob, tanto a loro il Nobel non lo
daranno mai! Però questa è stata una mia decisione (un pò impregnata di
sadismo nel lasciare coloro che non sanno nel non sapere) ma tu, come
altri amici Maggiesfarmers, avete fatto bene ad inviare o scrivere la
vostra opinione sui vostri blog, segnalandomeli poi in seguito, perchè
per questo sito, è non faccio per autosviolinarmi, è anche l'unico che
si occupa seriamente dell'arte di Dylan. Per noi (e mi metto anch'io
nella schiera dei lettori perchè da loro ho imparato assai, c'è sempre
qualcosa da imparare da qualcuno se si è giustamente umili) è più
importante la vostra opinione e quello che scrivete voi che tutti gli
articoli dei critici specializzati in tutti i tipi di musica e dei
giornalisti che conoscono tutto di tutto. Al prossimo articolo su Bob,
live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Caro Tambourine Man. Felicissimo per il
Nobel a Bob Dylan, ma non voglio entrare in questo dibattito, anche
perché sarei troppo di parte. Segnalo solo che l'altra sera ad ora di
cena girando distrattamente tra i vari canali tv mi sono imbattuto nel
promo di "Gazebo" ed era realizzato con i cartelli come il celeberrimo
video di "Subterranean Homesick blues"- Lo so, è una piccola cosa, fatta
da una trasmissione che non amo particolarmente, ma mi è sembrato un
omaggio originale.
Certamente, non è
originale ma è sempre un omaggio ad un grande artista. Live long and
prosper, Mr.Tambourine, :o)
Martedì 18
Ottobre 2016
Phoenix,
Arizona - Comerica Theatre, October 16, 2016
1. Things Have Changed (Bob center stage)
2. Don’t Think Twice, It’s All Right (Bob on piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob on piano)
4. It’s All Over Now, Baby Blue (Bob on piano)
5. High Water (For Charley Patton) (Bob center stage)
6. I Could Have Told You (Bob center stage)
7. Early Roman Kings (Bob on piano)
8. Love Sick (Bob center stage)
9. Tangled Up In Blue (Bob center stage then on piano with harp)
10. Lonesome Day Blues (Bob on piano)
11. Make You Feel My Love (Bob on piano)
12. Pay In Blood ( Bob center stage)
13. Desolation Row (Bob on piano)
14. Soon After Midnight (Bob on piano)
15. Long And Wasted Years
(encore)
16. Blowin' In The Wind (Bob on piano)
17. Why Try To Change Me Now (Bob center stage)
Ciao Mr. Tambourine,
sono un fan di lunga data di Bob Dylan - ho 23 anni ma lo seguo da
quando ne avevo 12 - e scrivo per un sito musicale bolognese, Music Map.
In fondo troverai il link con l'articolo che ho scritto riguardante il
meraviglioso traguardo raggiunto dal nostro idolo - sperando che possa
essere di tuo gradimento e di interesse per tutta la bellissima
community di Maggie's Farm, che frequento da molti anni. Qui potete
leggere l'articolo:
http://www.musicmap.it/news/new.asp?id=12982
Complimenti per la splendida gestione del sito, Samuele
Ottimo scritto
Samuele, a Pistoia c'ero anch'io assieme a tutta la combriccola di
Maggie's Farm. A proposito delle poesie di Dante musicate da Casella, la
tradizione, o forse la fantasia popolare, tramanda un aneddoto avvenuto
in una città della quale non ricordo il nome, Dante ne ha girate
talmente tante durante il suo forzato esilio, comunque si narra che il
Poeta stesse passando in una stradetta dove c'era un falegname che stava
costruendo una finestra cantando Tanto Gentil e Tanto Onesta Pare, all'
udir quel tapino Dante montò su tutte le furie, strappò la finestra
dalle mani del falegname e la scagliò via assieme a molti degli attrezzi
della bottega dell'artigiano. Il tapino, spaventato dalla collera di
Dante, gli chiese umilmente "Perchè avete rovinato tutto il mio lavoro?"
- "Voi stavate rovinando il mio" rispose Dante andandosene.
Certamente la poesia è un'arte in continua evoluzione, solo che noi, nel
nostro piccolo, avevamo capito da molti anni che Dylan era diventato una
delle massime espressioni di questa difficilissima arte. Con vent'anni
di ritardo l'han capito anche gli svedesi, ma loro hanno moltissime
foreste e si sà, il legno è duro! Live long and prosper, Mr.Tambourine,
:o)
Ciao, sono Marco Fornaro e alla fine la
tesina su Bob Dylan la feci. Non ha avuto un successone, nonostante un
lavoraccio dietro (magari imperfetto, con degli errori senz’altro) che
se volete vi girerò, perché Dylan dalla scuola è stato considerato solo
uno strafatto e non degno di considerazione. Dopo il Nobel, ho scritto
un articolo che non voglio nemmeno suoni come rivincita. Certi fatti si
commentano soli.
Hai pienamente ragione
Marco quando dici che non tutti hanno avuto bisogno della voce di Dylan,
ma tutti hanno avuto bisogno delle sue parole. E ne avremo bisogno
ancora. Speriamo continui ancora a lungo a darci dei suoi pezzettini di
Nobel, sempre che lo accetti, ad oggi gli accademici di Svezia non sono
ancora riusciti a parlare con il loro prescelto. Mandami pure la tua
tesina, non è detto che tutto ciò che viene scritto su Bob debba essere
per forza un capolavoro, può essere anche un normale saggio, pur nella
sua semplicità, fatto con volontà, intelligenza, fatica e studio. Live
long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Buongiorno, mi chiamo Dianella Bardelli, ho
un blog di poesie,
https://poesiaprosaspontanea.wordpress.com , vorrei il vostro
permesso di pubblicare il testo di Visions Of Johanna con traduzione in
italiano che ho trovato nel vostro sito
Fra i commenti ad uno dei numerosi
articoli on line pubblicati in questi giorni ho trovato questi due
interessanti post, scritti da qualcuno che sembra conoscere molto bene
il mondo della cultura contemporanea. Capita spesso che siano più
pregnanti i commenti dei rispettivi articoli. Ve li sottopongo:
E' il post-moderno. L'espressione "letteratura"
si dilata, ingloba altri generi, il testo tende a confondersi con il
fenomeno della sua ricezione e il mito dell'autore (tanto tributario
delle dinamiche dell'industria culturale) finisce per diventare parte
della valutazione del suo lavoro. L'iconicità legata all'autore diventa
inseparabile dal testo, che in quanto tale non viene confrontato (con
gli strumenti di una critica rigorosa) a Yeats, Eliot, Quasimodo, o
Becket..., l'ampiezza del favore di cui gode garantisce della sua
importanza perché il fenomeno mediatico e sociologico si intreccia in
maniera inestricabile con la sfera estetica. Leggo che lei insegna negli
Stati Uniti, e questi fenomeni dovrebbero esserle molto più familiari
che a noi che siamo in Italia e che ancora siamo prudenti con le
contaminazioni di livello. Ha presente quando in un corso di letteratura
contemporanea negli USA si fa un seminario sui graffiti dei ghetti
abitati dagli afroamericani? Bene, parta da quel capo e potrà
ripercorrere il filo che porta al Nobel a Dylan. Dylan è il poeta dei
lettori che non leggono poesia.
E ancora:
Se fosse viva Fernanda Pivano sono certo che
ora starebbe giubilando per questo premio Nobel, e allegherebbe un serie
di argomenti non banali a difesa della tesi sullo spessore letterario
dei testi di Bob Dylan. Io non ho ragione di oppormi a questa tesi, non
sostengo affatto che Dylan sia un autore banale (ma allora neanche
Leonard Cohen o Frank Zappa lo sono...). Osservo però che nella musica
pop-folk-rock il testo viene concepito per adattarsi alle scansioni
ritmiche e metriche della forma canzone (che sono piuttosto rigide), e
la sperimentazione non è mai così audace da rischiare un effetto di
estraneazione rispetto agli schemi di ricezione e consumo stabiliti
nella mente dell'ascoltatore. Non sono certo che in questi limiti la
ricerca sul linguaggio possa giungere a quei livelli di altezza,
profondità e durata nel tempo che giustificherebbero un premio Nobel.
Possibile che il lavoro sul testo di Bob Dylan sia tanto più profondo e
significativo di quello di Lawrence Ferlinghetti (per citare un poeta in
qualche modo vicino alla cultura e parabola dylaniana)? E allora io mi
spiego questo premio con le considerazioni fatte prima.
Qualcuno le potrà bollare come parole aride, elitarie e preconcette,
scritte da un "thin man" del XXI secolo, in realtà la questione è molto
più seria e più che mai aperta.
Non sarò certo io a dare un contributo decisivo alla questione, però
sento di poter dire che, se è vero - come noi pensiamo - che ci sia più
poesia ispirata in brani come Hard Rain, Love Minus Zero, Mr. Tambourine
Man, Johanna, Watchtower, Twist of Fate e Blind Willie McTell che in
tanta letteratura contemporanea, è altrettanto vero che il Nobel a Dylan
potrebbe costituire un precedente pericoloso.
Mettiamoci nei panni di un sottile professore universitario di
letteratura italiana, poco avvezzo alla musica rock e alla lingua
inglese. Di Dylan conosce poco: ha letto solo qualche articolo di
giornale fuorviante e ricorda alcune polemiche sui presunti plagi.
Proviamo a immaginare che per onestà intellettuale voglia mettere alla
prova i suoi pregiudizi e cerchi pertanto di documentarsi.
Immaginiamo che il primo impatto sia con i risultati di una ricerca per
immagini di Google. Magari una foto di Dylan in versione rock star, con
i capelli scompigliati, un pendaglio da lampadario all’orecchio, i
guanti di pelle nera senza dita e con indosso un gilet che lascia
scoperto il petto da pollastro spennato. Poi lo vede invecchiato, di
vent’anni, vestito da cowboy nel giorno del rodeo. Un po’ perplesso apre
qualche video a caso su Youtube e si imbatte prima nello strampalato
videoclip di Tight Connection To My Heart, poi nella lamentosa Knockin’
on Heaven’s Door col Papa che dorme e infine in qualche pezzo più
recente del Never Ending Tour, sboffonchiato con voce raschiante di lupo
in agonia. Gli viene fatto osservare che non si tratta delle pagine più
felici, allora sceglie la Like a Rolling Stone anfetaminica di Scorsese
- quella rossa, non quella grigia -. Sempre più perplesso cerca di
andare al cuore del problema, apre allora il volumone dell’ottimo
Carrera e prova a sfogliarlo. Incontra subito Blowin’, ma quella l’aveva
già sentita all’oratorio, poi sfortunatamente l’occhio gli cade su versi
come:
“non sono io, piccola, no, no, non sono io”;
“fa l'amore come una donna ma scoppia a piangere come una bambina”;
“lo misero in prigione ma un tempo sarebbe potuto diventare il campione
del mondo” ;
“il battito sta pompando, il mio cuore va a mille all'ora, ho speso il
mio denaro per te, dolcezza, le membra mi tremano, il cuore mi si
spezza”;
“vento idiota che soffia ogni volta che muovi i denti, sei un'idiota,
bambina, è un miracolo che tu sappia ancora respirare”;
“Tu hai domato il leone nella mia gabbia ma non è stato abbastanza per
cambiare il mio cuore”.
A questo punto le sue perplessità diventano granito ed esplode lo
sdegno.
Noi, gli innamorati, sappiamo che Dylan non è così, che lui è ben altro.
Noi sappiamo che nei suoi versi sferzanti e spumeggianti, enigmatici e
allo stesso tempo sinceri, scorre profondo il fiume sotterraneo della
tradizione orale.
Ma come facciamo a spiegarlo al professore? Sul librone c’è proprio
scritto: “fa l'amore come una donna ma scoppia a piangere come una
bambina”. Il professore invece è abituato a leggere: “Verrà la morte e
avrà i tuoi occhi. Sarà come smettere un vizio, riemergere un viso
morto, come ascoltare un labbro chiuso. Scenderemo nel gorgo muti”
Il problema della contaminazione dei generi potrebbe forse essere
superato dal professore se si trovasse di fronte a un’opera di alto
valore artistico compatta e unitaria, per quanto in ambito musicale; del
resto l’Iliade, come tutta l’epica di tradizione orale, potrebbe essere
il frutto di un processo creativo del tutto simile a quello che ha
generato le Child Ballads, e probabilmente è stata concepita per venire
cantata. Non è questo il punto secondo me.
Il problema maggiore è che la produzione del nostro vate è
caratterizzata da grande discontinuità. Sotto il profilo del valore
artistico, a fronte di una Tambourine, vi sono dozzine di Political
World; mentre Blind Willie McTell convive con Union Sundown e Man of
Peace. Non si tratta solo di questioni legate alle esigenze e alle
caratteristiche della musica leggera, tale discontinuità è anche dovuta
a un’ispirazione intermittente, non sempre all’altezza. Ma la
discontinuità è anche stilistica e gli scritti, anche i migliori,
sembrano sgorgare in Dylan con l’impeto del dilettantismo, senza una
tecnica maturata nel tempo. Anche le fonti e i riferimenti, spesso
nobili e inconsueti, come nel caso dell’Antico Testamento e della
saggistica sulla Guerra Civile, sembrerebbero tradire la disorganicità e
le lacune tipiche dell’autodidatta. Tutte queste considerazioni non
possono essere ignorate da uno studioso.
Viviamo in un mondo sempre più confuso, assistiamo a uno svilimento del
concetto di Arte, i cui tradizionali confini vengono quotidianamente
travolti da orde di pseudo intellettuali che confondono l'Arte con
emozione e marketing. Da quella faccia tosta della milionaria Marina
Abramović, alla tizia dentro lo scatolone che si fa pastrognare la
passera dai passanti; dalle canzoni di Guccini sull’antologia delle
medie, alla Pivano che proclama Faber poeta italiano del secolo; dalle
banalità vagamente classicheggianti di Allevi alla street art... gli
esempi sono infiniti.
Concludendo, credo si debba cercare di contrastare questa tendenza
ergendo muri a difesa della vera cultura. Pertanto, da amante fedele di
Bobby, dico a malincuore che gli accademici di Stoccolma hanno
probabilmente sbagliato ad attribuire il Nobel per la letteratura a
Dylan. Domani potrebbe essere Bruce Springsteen. Dopodomani Crozza.
Quel che è fatto è fatto, ma sarebbe meraviglioso se a rimediare fosse
proprio Dylan. Non accettando il premio. Magari facendo passare per
modestia quello che probabilmente sarebbe un gesto di suprema alterigia.
Del resto non si tratta di un premio già sputtanato?
Saluti, Sir Eglamore
PS Mi scuso col prof. Carrera perché le traduzioni citate non sono in
realtà le sue ma, per comodità (il suo libro pesa troppo!), sono state
pescate a casaccio dal web o citate a memoria.
Caro Sir Eglamore, io credo semplicemente che
a noi dylaniani, per amare Bob sia
bastata una canzone, Blowin' in the wind, per apprezzare la sua arte e
la sua originalità e, sbilanciamoci pure dicendo unicità, bisogna invece
averlo seguito passo per passo in tutta la sua variegata carriera, alti
e bassi compresi. Dylan ha alternato, nella sua annosa opera di song and
lyricswriter, testi di alto contenuto sociale, morale, poetico,
letterario, ad altri assolutamente banali con frasi che fanno scappare
qualche sorrisetto sarcastico leggendole e sapendo che vengono da lui.
Ma questo non vuol dire niente, al mondo, per uno che dice rosso
troverai sempre qualcuno che dice verde, se uno dice nero ne troverà uno
che dice bianco e così via, dritto e rovescio per qualunque argomento
che faccia parte di tutto lo scibile. Come ho già detto non sta a noi
dover spiegare il Nobel a Dylan, piuttosto sarà un fastidio per coloro
che sono stati disturbati dalla notizia di cercare di capirne il perchè.
Se uno non conosce Dylan non è un peccato mortale, può continuare
tranquillamente a vivere senza conoscere ne lui ne la sua opera e la
faccenda è finita lì. O forse c'è qualcuno che crede che Dante si
esprimesse sempre con le forma della Commedia? Una cosa è il
comportamento in
chiesa coi santi, un'altra quello in taverna coi ghiottoni. Credo che
così come Dante abbia provato e gustato tutte le gioie ed i dispiaceri
della vita, la stessa cosa sia capitata a Dylan o a migliaia di altre
persone. Penso a Sigmund Freud che oltre ad avere il pregio ed il vanto
di aver inventato la psicoanalisi era anche un cocainomane incallito (
http://droga-droghe.blogspot.it/2012/09/cocaina-e-sigmund-freud.html
), penso al collerico e violento Caravaggio che, oltre ad essere stato
in assoluto il più grande pittore di tutti i tempi, usava i visi delle
puttane da lui frequentate per dipingere le sue Madonne, penso a
Leonardo da Vinci, il genio per eccellenza, che fu legato
sentimentalmente a due uomini, prima con Gian Giacomo Caprotti detto "il
Salaì" e poi con Francesco Melzi con il quale convisse fino alla morte,
quando il Melzi ereditò tutti i beni mobili di Leonardo, ma anche queste
sono stupidate, ognuno ha il diritto di vivere la propria vita come
preferisce, naturalmente senza recare danni ad altri, indipendentemente
dalla grandezza e dalla importanza delle opere del proprio ingegno. Mi
spiace per l'ipotetico professore che non conosce Dylan, forse potrebbe
essere una carenza magari non voluta, ma non possiamo farci niente, se
gli interessa conoscere Dylan deve leggerlo ed analizzarlo a fondo, poi
deciderà se diventare suo seguace o no, ma sarà una scelta sua e basta.
Noi non dobbiamo spiegare niente a nessuno, Dylan ha avuto il Nobel (e
forse potrebbe anche rifiutarlo, non sarebbe il primo, staremo a vedere)
e se a qualcuno è rimasto scocciato o seccato per questo a noi non ce ne
frega proprio niente, come si suole volgarmente dire, ognuno gratti le
sue croste. Credo inoltre che il buon Prof. Carrera ti scuserà se non
hai usato il suo pesantissimo libro! Live long and prosper,
Mr.Tambourine, :o)
Il nostro "Bobby" riprende in mano la chitarra e ci regala una
bellissima versione di "Simple twist of fate"
C'era da aspettarselo,
anche perchè, come puoi vedere dalle foto sotto, aveva usato la
chitarra già dal sound check di Desert Trip ad Indio. Speriamo non sia
stato un caso sporadico. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Domenica
16
Ottobre 2016
Indio,
California - Empire Polo Club, October 14, 2016
1. Rainy Day Women #12 & 35 (Bob on
piano)
2. Don’t Think Twice, It’s All Right (Bob on piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob on piano)
4. It’s All Over Now, Baby Blue (Bob on piano)
5. High Water (For Charley Patton) (Bob center stage)
6. Simple Twist Of Fate (Bob center stage with harp)
7. Early Roman Kings (Bob on piano)
8. Love Sick (Bob center stage)
9. Tangled Up In Blue (Bob center stage then on piano with harp)
10. Lonesome Day Blues (Bob on piano)
11. Make You Feel My Love (Bob on piano)
12. Pay In Blood (Bob center stage)
13. Desolation Row (Bob on piano)
14. Soon After Midnight (Bob on piano)
15. Ballad Of A Thin Man (Bob center stage, then on piano)
(encore)
16. Like A Rolling Stone (Bob on piano)
16. Why Try To Change Me Now (Bob center stage)
"Nobel 2016? Di certo non a Bob Dylan",
l'epic fail di New Republic
clicca qui
Sabato 15
Ottobre 2016
Las Vegas, Nevada - The
Cosmopolitan of Las Vegas, The Chelsea, October 13, 2016
1. Rainy Day Women #12 & 35 (Bob on piano)
2. Don’t Think Twice, It’s All Right (Bob on piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob on piano)
4. It’s All Over Now, Baby Blue (Bob on piano)
5. High Water (For Charley Patton) (Bob center stage)
6. Simple Twist Of Fate (Bob on guitar)
7. Early Roman Kings (Bob on piano)
8. Love Sick (Bob center stage)
9. Tangled Up In Blue (Bob center stage then on piano with harp)
10. Lonesome Day Blues (Bob on piano)
11. Make You Feel My Love (Bob on piano)
12. Pay In Blood ( Bob center stage)
13. Desolation Row (Bob on piano)
14. Soon After Midnight (Bob on piano)
15. Ballad Of A Thin Man (Bob center stage, then on piano with harp)
(encore)
16. Blowin' In The Wind (Bob on piano)
16. Why Try To Change Me Now (Bob center stage)
Mi hanno chiesto tre articoli per il
Nobel a Dylan. Questo è uscito su ytali.com e uscirà anche sull'Unità. I
prossimi su doppiozero.com e su "Il Cittadino" di Lodi.
Ciao Alessandro, come
al solito ti siamo sempre grati, tutti noi Maggiesfarmers, e
riconoscenti per l'attenzione che dimostri nei nostri riguardi. Son
certo che ci segnalerai anche i tuoi prossimi scritti, anche se per
l'attuale ho dovuto fare un copia ed incolla e riportarlo sotto perchè
nel mio browser non si vede correttamente (forse è il mio brower che non
è aggiornato), perciò mi sono sentito di mettere in condizione di poter
tranquillamente leggere il tuo saggio anche coloro che hanno browsers
datati come il mio. Comunque colgo ancora una volta l'occasione per
dirti grazie a nome di tutti i lettori di Maggie's Farm che così tanto
hanno stima di te così come ce l'ho io. Alla prossima, ciao,
Mr.Tambourine, :o)
Bob Dylan. Non è
letteratura? Forse no, ma è poesia
di ALESSANDRO CARRERA, 13 ottobre 2016
Il Premio Nobel per la letteratura a Bob Dylan ha colto di sorpresa
anche coloro che se l’aspettavano. Perché era da molto che lo
aspettavano. Era dal 1993 che uno scrittore americano, anzi una
scrittrice, Toni Morrison, non vinceva il Premio Nobel. Le voci in
circolazione riferivano che l’Accademia di Svezia non avesse una grande
opinione della letteratura americana, e in particolare della poesia.
Poco internazionale, troppo concentrata su se stessa. A detta dei
pacifici accademici di Svezia, la nazione la cui letteratura è forse la
più letta al mondo non riusciva a superare la soglia di casa. L’ultimo
poeta americano a vincere il Nobel, un americano che aveva preferito il
ritorno in Inghilterra, era stato T. S. Eliot nel 1948. Seguito, è vero,
da Faulkner nel 1949 e Hemingway nel 1954, e dalla Morrison nel 1993. Ma
più nessun poeta.
Avevano ragione, lassù a Stoccolma? Avevano dei pregiudizi? La domanda
rimane in sospeso perché il Premio Nobel a Dylan non è veramente un
premio alla letteratura intesa come pratica di scrittura. È un premio
alla poesia come forma di vita più che un premio alla pagina scritta. Un
ragionamento da bottega (da bottega dei poeti) direbbe che Dylan è meno
poeta di tanti altri che il Nobel, a questo punto, non lo vinceranno
più. Ma se si esce dalla bottega dei poeti e si cammina per le strade di
qualunque città dell’Occidente, e non solo, il ritmo di quel camminare è
scandito da versi di Dylan.
Versi cantati, versi ritmati, versi “semplici” (ma provatevi a tradurli
e vedrete che semplici non sono). La poesia di Dylan non nasce sulla
pagina, nasce dalla gola e prende corpo nella bocca, come è giusto che
sia. Lo sapeva anche W. H. Auden quando diceva che la poesia è “un modo
di succedere, una bocca” (“a way of happening, a mouth”). Il Dylan degli
inizi, quello delle canzoni di denuncia, di “Masters of War” e di “The
Times They Are A-Changin’”, era stato spesso paragonato a un Auden,
appunto, “di strada”. E a metà degli anni Sessanta, quando infuriavano
le polemiche sul passaggio di Dylan dal folk al rock (una polemica oggi
assurda, anche perché, come poi si è visto, Dylan non ha mai abbandonato
le radici folk), ci aveva pensato Allen Ginsberg a dire che Dylan aveva
portato la poesia nei juke-box, e che questa era la missione che gli
aveva assegnato Dio.
Oggi i juke box non ci sono più, c’è Youtube, ma Dylan cammina ancora,
non è mai tornato sulla decisione presa nel 1988 di dare un centinaio di
concerti ogni anno, e soprattutto camminano i suoi versi, “cammino per
strade che sono morte” (“I am walking through streets that are dead”),
“non parlo, cammino soltanto” (“ain’t talkin’, just walkin’”), “un’altra
tazza di caffè prima di riprendere il cammino” (“one more cup of coffee
for the road”). Osip Mandel’stam diceva che nei versi di Dante si sente
tutto il gran camminare che il poeta aveva fatto in giro per i sentieri
e le montagne d’Italia, si sente il consumarsi dei suoi sandali sulle
strade dell’esilio. Dylan ha consumato parecchi stivali da cowboy prima
che gli autobus che lo portavano da un concerto all’altro facessero la
strada per lui, ma in realtà non ha mai smesso di camminare.
Non è mai stato mandato in esilio, ma si è messo in esilio da solo
quando nel 1988 ha deciso che ogni anno, fin quando le forze l’avrebbero
retto, avrebbe vissuto almeno cento giorni sulla strada, dando concerti
ovunque, nei grandi stadi come in piccole città di provincia, nei teatri
come nei rodei, in qualunque parte del mondo lo volessero, per star
zitto lui e far parlare solo e unicamente le sue canzoni, le canzoni che
l’hanno formato o le canzoni che voleva far resuscitare dall’oblio.
Nel giorno del Nobel a Dylan, che è anche il giorno dell’addio a Dario
Fo, non posso non ricordare dov’ero e con chi ero nel 1997 quando è
stato annunciato il Nobel a Fo, perché a suo modo anche questo ricordo
ha a che fare con Dylan. Ero all’Istituto Italiano di Cultura di Los
Angeles e avevo appena incontrato Giovanni Giudici. Prima di tramutarsi
in un’occasione di orgoglio nazionale, l’annuncio del Nobel a Fo aveva
sconcertato gli italiani presenti per un convegno, quasi tutti
letterati.
Molti erano ammiratori di Fo, ma non lo apprezzavano come letterato. Ciò
che per tutti era stato un attimo di perplessità subito seguito dalla
soddisfazione (dopotutto è un italiano che vince, eccetera), per Giudici
era un motivo di grande scoramento. Come mi disse prendendomi
sottobraccio e facendosi reggere un po’ mentre camminava, non è che
proprio se lo aspettasse, il Nobel, ma avrebbero potuto benissimo darlo
a Zanzotto e a lui, e se lo sarebbero diviso tra loro da buoni amici. E
tutti, che lo dicessero oppure no, pensavano “Chissà come la prende male
Mario Luzi”.
Oggi, tra le sei e mezza del mattino (ora mia, quando ho saputo la
notizia) alle nove e mezza (ora mia mentre scrivo) ho già sentito lo
scoramento venire dai poeti; meglio, dai poeti-che-non-cantano. Lo
capisco. Perché non un Nobel per la musica o la performance, allora?
Perché sottrarre alla poesia scritta anche quel poco spazio che le è
rimasto? Perché non riconoscere, tra i poeti americani, Charles Simic o
W. S. Merwin? Che sono certamente più “poeti” di Dylan, non c’è dubbio.
Capisco la delusione, ma non la condivido.
Simic e Merwin sono grandi poeti della pagina scritta, ma la poesia
nasce prima, molto prima della pagina scritta, era già grande da secoli
se non da millenni, e resterebbe grande anche se non venisse più
scritta. Nell’istituzione della letteratura, la poesia ci sta stretta.
Si scrivono oggi moltissime tesi di laurea sulle parole dei cantautori
senza avere la competenza per parlare della loro musica, e questo non è
un bene, ma c’è anche molta gente che scrive tesi su Shakespeare senza
sapere niente di teatro, eppure la poesia di Shakespeare fa esplodere
tutto il suo potere solo quando è pronunciata sulla scena. I testi di
Dylan non possono essere separati dalla sua voce, o da una voce che sia
in grado di portarli a destinazione. Ma se c’è sempre qualcuno che ne
rimane folgorato dalle sue canzoni, anche tra le giovani generazioni, e
che decide di prendersene carico, di farle sue, allora vuol dire che
l’insieme, il mix che Dylan ha creato con le parole, la voce, la musica
e la scena, è più grande di quello che appare. Non è di un semplice
cantautore che stiamo parlando. Non è letteratura? Forse no, ma è
poesia.
ALESSANDRO CARRERA
Alessandro Carrera è nato a Lodi nel 1954, si è laureato in filosofia
all’Università degli Studi di Milano e dal 1975 al 1987 ha fatto
l’insegnante, l’ufficio stampa di un’etichetta discografica, il
folksinger, il cantautore (con una partecipazione al festival del Club
Tenco di Sanremo nel 1978) e il caporedattore di riviste scientifiche e
un po’ meno scientifiche (compresa una di studi esoterici). Dal 1987 al
2001 è stato Lettore d’ italiano del Ministero degli Affari Esteri, ha
insegnato in varie università degli Stati Uniti e del Canada e ha
lavorato per conto degli Istituti Italiani di Cultura di Toronto e di
New York. Dal 2001 è direttore del programma di Italian Studies alla
University of Houston, in Texas. Ha pubblicato studi di filosofia,
letteratura e musica (classica e popolare), raccolte di poesie e opere
di narrativa. Il suo romanzo breve "La vita meravigliosa dei laureati in
lettere" (Sellerio 2002) è stato pefino un piccolo bestseller. Per i
Meridiani Mondadori ha tradotto tre romanzi di Graham Greene e per
Feltrinelli tutte le canzoni e le prose di Bob Dylan. Nel 1993 è stato
uno dei vincitori del Premio Montale, nel 1998 ha vinto il Premio Loria
per il racconto e nel 2006 il Premio Bertolucci per la critica
letteraria. Ha raccolto tre anni di articoli scritti per “Europa” in
"L’America al bivio della democrazia" (Vertigo 2008), ma siccome mai
pensava che avrebbe fatto il commentatore politico ancora si stupisce al
suono della sua voce quando lo intervistano sulla politica americana. Ha
collaborato con il quotidiano Europa.
Grazie Marina, come
giustamente dice John, la letteratura non è un genere ma un valore, e di
valore alla letteratura Dylan ne ha aggiunto in quantità industriale.
Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
ciao Mr. Tambourine,
finalmente è arrivato, questo Nobel. Se ti interessa ti segnalo che ho
scritto due parole sull'argomento nel mio blog.
A presto, Rudy Salvagnini
Oggetto: Adesso Lyrics versione
aggiornata nelle scuole
Non
aggiungo altro…
Hai perfettamente
ragione, non c'è assolutamente nient' altro da aggiungere. Ora ci sono
quelli che sbavano per la gioia e quelli che per l'invidia dicono che
Bob non c'entra con la letteratura. L'invidia, vocabolo che deriva dal
latino in-videre (“guardare di sbieco”, “guardare storto”) ed è uno dei
sentimenti moderni più diffusi, e anche più inconfessabili. Un proverbio
danese dice che “Se l’invidia fosse una febbre, tutto il mondo sarebbe
ammalato”. Si dice che ogni persona abbia ciò che vuole e ciò che
vorrebbe invece l’ abbiano gli altri, sarà vero? Non saprei, permettimi
di dire che invidiare è cosa stupida, certamente si può fare di meglio!
E' vero che il guadagno altrui viene quasi sempre percepito come una
perdita propria, ma questo non giustifica i sentimenti negativi come
l'invidia. Cartesio diceva che "Alla resa dei conti, non c’è vizio che
nuoccia tanto alla felicità dell’uomo come l’invidia" ed aveva
dannatamente ragione. Ma in fondo a noi piccoli ammiratori accalappiati
da Dylan poco ci importa dell'opinione degli invidiosi, non stiamo bene
nel nostro brodo, non possiamo, non dobbiamo e non vogliamo spiegare a
nessuno perchè Bob ha meritato questo impareggiabile Premio. Chi non
capisce, chi invidia, chi sparla avrà certamente le sue ragioni, però a
noi non interessano, così come non ci interessa fare una discussione su
quest' avvenimento. Dylan ha vinto il Nobel? Bene, tutto il resto non
interessa! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Certo, era
ora, sei stato il secondo a segnalarmelo, grazie e scusa il ritardo nel
pubblicare la tua mail, avrei dovuto farlo ieri ma un impegno me lo ha
impedito, grazie ancora, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Giovedì 13
Ottobre 2016
F I N A L M E N T E
! ! !
Dopo un numero assai
pingue di figure di merda accumulate negli ultimi vent'anni, gli
accademici di Svezia si sono decisi ad assegnare il più presigioso
premio mondiale per la letteratura a Bob Dylan, non uno scrittore
tradizionale nel senso stretto della parola, ma certamente uno dei più
geniali ed importanti degli ultimi 50 anni. La musica e l'America sono
cambiate con lui, proprio come lascia intendere la motivazione: "Per
aver creato nuove espressioni poetiche nella grande tradizione musicale
americana". Tutti l'hanno copiato o han tratto ispirazione da lui, ma
questo si sapeva da oltre mezzo secolo, la grande domanda che tutti si
facevano era perchè gli unici a non essersene ancora accorti erano
proprio gli accademici svedesi. Ora naturalmente il WEB ed i quotidiani
di tutto il mondo parleranno e commenteranno l'annuncio fatto oggi,
qualcuno ha già cominciato a lamentarsi, a contestare, a porsi domande
senza senso come "cosa c'entra la letteratura con la musica" o "cosa
c'entra Dylan con la letteratura". Noi evitiamo di commentare, ognuno
nasce, vive e muore nel proprio brodo, è assolutamente inevitabile. Poi
ci sono quelli che quando il Padreterno distribuiva l'intelligenza hanno
sbagliato fila, ma per questoi non mi sembra giusto incolparli per la
loro pochezza. Sorge spontanea un'altra grande domanda: "Bob si
presenterà alla Konserthuset di Stoccolma il 10 Dicembte a ritirare il
Premio?", staremo a vedere. Diciamo che a noi fans la notizia ci ha riempito di
gioia e ci ha fatto esclamare "Giustizia è fatta!".
Bob Dylan Nobel per la letteratura, il
fax nel 1993 e una cena a Milano
Il ricordo del critico del «Corriere della Sera» Mario Luzzato Fegiz
clicca qui
Suze, l’italiana che fece perdere la
testa a Bob Dylan
clicca qui
<< This is also where I stay sometime - it
snowed last week And my guards (?) as you can see got all covered with
snow - bella ragatza everywhere - If I don't open my mouth in this town
every one thinks I'm Italian (unbelievable but true I swear) Going to
Toreno - tomorrow - bella ragatza all over - around the streets,
swimming in the air - unbelievable (oh, you're so Italian) Femmy (?) I
always thought Italians were Mama Rosa and Anna Manani's - but they are
all Sophia Lorens - I'm learning a song called "Se Dio Vorra" (canzone
tratta dalla commedia musicale "Rinaldo in campo" di Garinei e
Giovannini) - Gotta go, gotta meeting with the Pope about all the
colored people coming over here - Amore, Bob >>.
Un grazie particolare ad Alexan Wolf per aver fornito la cartolina e la
trascrizione - Da notare che Bob scrive Sue e non Suze ( Maggiesfarm del
12 Marzo 2011 )
Il Nobel a Dylan? Altro che poetica, solo
una passerella mediatica
clicca qui
Mercoledì
12
Ottobre 2016
Talkin'
9893 - francesco.tamburini94
Oggetto: Telefobia
I fan si lamentano dei maxi schermi che non inquadrano Dylan?
Hanno assolutamente ragione, sta di fatto che questa è una fobia che Bob
si porta dietro da anni, e non solo per i maxi schermi, ma anche per le
normali televisioni.
Vedete questo video tratto da una premiazione ai Juno Awards del '86: si
può facilmente notare come i tubi catodici lì presenti lo distraggano,
lo intrappolano in un infinito ripetersi di se stesso in quel preciso
istante.
La chiamerei telefobia.
ps: in realtà questo qui sopra è un
divertente montaggio trovato in rete, questo è il vero video, in cui
comunque Dylan viene distratto per qualche secondo dalle televisioni lì
presenti:
Un saluto, Frank
Sarà anche un
divertente scherzo ma illustra pienamente la fobia di Dylan per
fotocamere, cineprese, telecamere, telefonini ed aggeggi di questo
genere, schermi giganti compresi. Vediamo innanzitutto di capire bene
cosè una fobia, cito da un sito specializzato:
Le Fobie sono
caratterizzate da paure travolgenti ed irrazionali e sono piuttosto
comuni. In molti casi l’ansia associata alla paura dell’oggetto o della
situazione può rendere incapaci di agire e avere gravi ripercussioni
sulla qualità della vita dei soggetti che soffrono tale disagio.
La Fobia Sociale, anche conosciuta come Disturbo d’Ansia Sociale, è
caratterizzata dalla paura di essere scrutati ed umiliati in pubblico e
si manifesta con un’estrema timidezza e un forte disagio in situazioni
sociali. Questa fobia spesso conduce il soggetto all’isolamento e non è
attribuibile a disturbi fisici o mentali. L’incidenza della Fobia
Sociale è circa del 13% ed essa è stata definita come “il disturbo
d’ansia trascurato”, dal momento che non si incontra spesso come
diagnosi.
I sintomi associati variano in intensità, si va da un livello d’ansia
leggero e tollerabile ai sintomi di un vero e proprio attacco di panico,
che comprendono sudorazione, fiato corto, tachicardia, secchezza delle
fauci e tremore.
Tale disturbo può essere anche classificato come disturbo generalizzato
o come Fobia Sociale specifica:
•la Fobia Sociale Generalizzata consiste nella paura di essere umiliati
di fronte ad altre persone nel corso di diverse situazioni social
•la Fobia Sociale Specifica solitamente comprende una specifica risposta
ad uno specifico evento. L’Ansia da Performance (il terrore da
palcoscenico) è la più comune Fobia Sociale Specifica e si presenta
quando il soggetto deve esibirsi in pubblico.
Le Fobie Specifiche
(in passato semplici Fobie) consistono in paure irrazionali legate a
specifici oggetti o situazioni. Le Fobie Specifiche sono tra i più
comuni disturbi medici. Molti casi sono situabili ad un basso livello di
gravità e non abbastanza significativi da richiedere un trattamento.
In realtà nessuno di
noi è in grado di stabilire se quella di Bob sia una vera e propria
fobia, e forse, dietro a questo atteggiamento che sembra essere assurdo,
ci sono delle ragioni che nessuno di noi conosce. Sembra proprio che lui
non tolleri nessun tipo di attrezzo tecnologio atto a catturare la sua
immagine: Ricordate quel film di indiani dove il pellerossa idiota di
turno fruga nella sella di un cavallo, ne estrae uno specchio, si guarda
e quando vede si vede riflesso nello specchio fugge terrorizzato temendo
che gli dei potessero in qualche modo rubargli l' anima. Non siamo a
questi livelli naturalmente, ma certamente qualche piccolo incrinamente
nell'essere umano Bob Dylan deve esserci per giustificare questo
assoluto rifiuto che qualcuno fissi la sua immagine nel tempo. Io
continuo a pensare che nei riguardi del pubblico sia un modo di agire
"politically uncorrect". Io non so se fra i nostri lettori ci sia
qualche avvocato che possa spiegarci se Bob ha il diritto (essendo un
personaggio pubblico che si esibisce sui palchi di tutto il mondo) di
pretendere che nessuno lo fotografi o lo filmi o se sia solo una
ingiustificata richiesta "condicio sine qua non". Forse qualcuno che
esercita l'avvocatura per lavoro potrebbe schiarirci le idee su questa
situazione che sembra un abuso di potere da parte di Bob. Restiamo in
tiepida attesa di saperne di più sull'argomento, nel frattempo,
complimenti e grazie per i bellissimi filmati davvero divertenti. Live
long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Bob Dylan - It's All Over Now Baby
Blue - Desert Trip 10-7-16
Bob Dylan - High Water (For Charley
Patton) - Desert Trip - Indio, CA - October 7, 2016
Martedì 11
Ottobre 2016
DESERT
TRIP: BOB DYLAN, CHI L'HA VISTO?
Dopo le lodi, come
sempre, arrivano le lamentele. Moltissima gente, andata per vedere e
gustarsi Bob non ha proprio visto niente di lui se non vecchi filmati
visti 1.000 volte in bianco e nero. Questo ha lasciato dell'amaro in
bocca a tutti coloro che avevano il diritto di vedere Bob, ma quando lo
show si svolge all'aperto in questa situazione, vedi foto:
non è possibile che la
maggior parte del pubblico pagante non veda Bob a causa della sua (a mio
parere ingiustificata) fobia per gli schermi giganti. Specialmente sui
siti americano e sui vari blog che ha partecipato al concerto si sta lamentando a
ragion veduta. E' difficile che a Bob passi questa avversione per foto e
schermi che privano i suoi fans di un ricordo ed anche della prestazione
stessa, chi va ad un concerto vuole vedere l'artista, non solo sentirlo,
altrimenti basta mettere nel lettore un CD un bootleg di un concerto e
si risparmiano un bel mucchio di dollaroni. Dylan avrebbe bisogno di una
piccola (o grande) rivolta dei suoi fans, disertare i suoi concerti
finchè la Leggenda con conceda l'uso degli schermi e la possibilità di
far foto. Sono perfettamente cosciente che questa è pura utopia, ma a
Bob farebbe davvero bene, e forse gli scioglierebbe anche un pochettino
di più la lingua, deve essere davvero triste essere in mezzo ad una
folla gigantesca e non essere capace di dire una parola a nessuno. Il
successo a volte da molto, ma toglie anche molto. Non voglio dire che
quiesto comportamento sia sbagliato, ma non mi sento nemmeno di dire che
sia giusto!
Ecco alcuni esempi di
fans che si son lamentati attraverso i loro tweet:
George Burn - At Desert Trip we can’t see
Bob Dylan on the big screen and we’re mad about it
Karen Graham - Bob Dylan playing but not showing the singer. Only old
TV footage. Boring!!!'
Pkorporaal - want to see Bob Dylan not
these videos!
Alex Hodges - Bob is a living prophet, But there was a slight problem
for festival goers. The gigantic screen above the stage wasn't showing
Dylan. Well, not really. It was showing archive footage of Dylan,
seemingly random imagery and not much else.
Ciao,
scrivo solo per segnalare la messa in onda, su Rai 5 il mercoledì alle
21, di una serie di documentari sul blues, composti da sette diversi
registi.
Si inizia domani con il primo diretto da Scorsese.
Un appuntamento che credo sia imperdibile per ogni appassionato di buona
musica.
Credo sia una serie
molto interessante, grazie della segnalazione, live long and prosper,
Mr.Tambourine, :o)
Lunedì 10
Ottobre 2016
Talkin'
9891 - pieronicolaantonelli
Bella serata con Bob al desert
concert..certo qualche cosa con i Rolling sarebbe stata cosa buona e
giusta! Come quella di Paul e Neil...comunque non lamentiamoci, la
setlist era buonissima..speriamo nei prossimi live..Devo dire che in
televisione si e parlato pochissimo di questo desert concert...5 secondi
Vincenzo Mollica su Rrai 1 poi silenzio assoluto,,,mah!! pace e bene a
tutti.
Credo che sia stato
chiaro a tutti, fans ed addetti ai lavori, che le Star di Coachella
siano stati gli inglesi, intramonbtabilki Stones, Who con energia ancora
da fornire in quantità industriale, McCartney che (pur grandissimo
musicista e cantante) purtroppo continua a vivere all'ombra di John
Lennon come se John fosse la sua eterna spada di Damocle, sempre alle
sue spalle a ricordagli chi era il più grande dei Fab Four. Quarto posto
ad un altro inglese, quel Roger Waters che ci ha fatto gustare ancora
una volta l'immensità dei suoi capolavori pinkfloydiani. Gli Americani
in questo evento fanno la figura dei fanalini di coda. ma questo è il
meglio che attualmente l'america è in grado di presentare ancora al
pubblico proveniente dagli oldiesbutglodies anni '60. Sappiamo dalle
recensioni dell'evento scritte su tutti i giornali con i relativi siti
online che Bob non ha aperto bocca nemmeno per smozzicare una parola, e
questo non favorisce e non stimola certo la simpatia da parte del
pubblico, ma d'altronde sappiamo che Bob è così, non era difficile
prevedere il suo comportamento, lui non avrebbe mai fatto come Paul e
Neil che hanno fatto un paio di canzoni insieme, Bob, se proprio deve
omaggiare qualcuno omaggia se stesso, e non posso dargli tutti i torti,
lui è più grande di tutti gli altri, anche se ancora oggi gli Stones
riempiono stadi con centinaia di migliaia di persone per volta, ma
questo non conta un cazzo, Dylan non riesce più a fare quelle cifre e
giustamente ha abbassato il tiro ai teatri ed ai palasport, ma caro
PieroNicola (spero di aver scritto giusto il tuo nome), vogliamo
paragonare le liriche di Bob con le cazzate di Jagger? Perchè la sua
banda suona il rock, e tutto il resto all’occorrenza, sappiamo bene per
lui fare tutto e’ un esigenza, e’ un rock bambino soltanto un po’
latino, una musica che e’ speranza, una musica che e’ pazienza, e’ come
un treno che e’ passato con un carico di frutti, eravamo alla stazione
si ma dormivamo tutti e la sua banda suona il rock per chi l’ha visto e
per chi non c’era e per chi quel giorno li’ inseguiva una sua chimera, e
non svegliatevi oh, non ancora, e non fermateci noo…per favore no’.
La sua banda suona il rock e cambia faccia all’occorrenza, da quando il
trasformismo e’ diventato un’esigenza, lo vedrete in crinoline come
brutte ballerine,
lo vedrete danzare come giovani zanzare, lo vedrete alla frontiera
con la macchina bloccata, ma lui ce l’avra’ fatta, la musica e’ passata.
Lui ti penetra nei muri, ti fa breccia nella porta, ma in fondo viene a
dirti che la sua anima non e’ morta, e non svegliatevi oh, non ancora, e
non fermateci oh… no’ no’ per favore no’.
La sua banda suona il rock ed e’ un’eterna partenza, viaggia bene ad
onde medie e a modulazione di frequenza, e’ un rock bambino soltanto un
po’ latino, una musica che e’ speranza, una musica che e’ pazienza, e’
come un treno che e’ passato con un carico di frutti, eravamo alla
stazione si ma dormivamo tutti
e la sua banda suona il rock, per chi l’ha visto e per chi non c’era, e
per chi quel giorno li’ inseguiva una sua chimera, e non svegliatevi
oh…non ancora. e non fermateci oh no, per favore no. Lui non è mai stato
uguale agli altri, lui ha scritto cose che gli altri non hanno scritto,
un pò come Mogol da noi! Pretendere da una leggenda che si comporti come
uno qualunque dei vecchi dinosauri che c'erano sul palco di Coachella
non è reale e nemmeno elegante, e perchè mai il grande Bob Dylan
dovrebbe umiliare il suo genio e la sua arte con esibizioni da "Las
Vegas"? Certo, gli articoli parlano degli altri, ma che vuol dire, anche
gli altri sanno che il migliore è lui quindi, nella mente dei suoi fans,
come dicevano i latini, "Ubi Maior Minor Cessat". Chi se ne frega se quel cicciotto con la
faccia anni 50' di Mollica parla per 5 socondi, potrebbe anche evitare
tanto nessuno pende più dalle sue labbra, Mollica può dire o fare quello
che vuole che tanto non cambia assolutamente niente! Al TG1 hanno fatto vedere
un pò del video di Jagger che canta Come Together dei Beatles, così la
sera dopo McCartney risponde con I Wanna Be You Man (primo hit dei
Rolling Stones scritto proprio da Lennon/McCartney), canzone che forse
non cantava più sul palco da una cinquantina d'anni. Voto 5 anche a Neil
Young che poteva risparmiarsi la banale comparsata. Il Festival è stato
un successo che verrà ripetuto la settimana ventura, i biglietti sold
out, ma non illudiamici o non facciamo finta di non capire, il cimitero
degli elefanti è sempre emozionante da visitare, ma per questa occasione
lascerei da parte Bob che ha interpretato qualcuno dei suoi migliori
classici, ma ha inserito anche canzoni più banali delle quali poteva
fare a meno a favore di brani più facilmente spendibili, ma lui dimostra
con queste cose che il pallino l'ha sempre in mano lui e non gli altri.
Se clicchi il link sotto troverai tantissimi articoli relativi
all'evento e potrai constatare da solo a chi sono andati i favori
dei giornacritici:
Indio, California - Empire Polo Club,
October 7, 2016
Bob Dylan offre una forte esibizione a
Deserto Trip, nonostante l’inserimento di alcune performance eccentriche
By PETER LARSEN / STAFF WRITER
Bob Dylan ha aperto il Desert Trip Festival con un set pieno di canzoni
di suoi classici cantati nel modo più chiaro e potente come lui non fa
mai in questi giorni, una buona prestazione che ha visto il leggendario
cantautore dare alla folla quello che si aspettava, facendo allo stesso
tempo anche quello che piaceva a lui.
Gli ultimi tour di Dylan si sono concentrati quasi esclusivamente sulla
sua produzione dei più recenti albums, gli ultimi due dei quali erano
albums di cover di classici brani pop e jazz. Anche i suoi altri albums
pubblicati nel corso degli ultimi 15 anni o giù di lì sono pieni di
buona musica, ma per un fine settimana costruito con circa sei
interpreti leggendari dagli anni '60 la folla sperava che Dylan avrebbe
presentato solo le sue cose migliori.
E per una parte lo ha fatto, aprendo il suo set di 16 canzoni, durato
circa 90 minuti, con "Rainy Day Woman # 12 & 35" e poi "Don’t Think
Twice” Ha suonato il pianoforte per quasi tutta la notte, pienamente
impegnato nelle performances, con la sua band di assi pungente come
sempre.
Gli schermi enormi appesi sopra il palco non han ripreso la band o Dylan
in un primo momento (e non era permesso ai fotoreporter di fotografare o
filmare durante il suo set), ma mentre avanzava in canzoni come "Highway
61 Revisited" e "It’s All Over Now Baby Blue” han cominciato a
proiettare videoclip che comprendevano anche le canzoni del set in modo
che la gente nel vasto campo davanti al palco potesse effettivamente
vederlo.
Alla fine Dylan ha infilato nella set list alcuni numeri recenti come
“Early Roman Kings” e "Love Sick", mentre sugli schermi dei video
giganti passavano esclusivamente filmati di repertorio (Bob sembra
davvero essere come il bianco e nero delle immagini degli anni '50), le
canzoni classiche sono continuate: "Tangled Up In Blue", "Desolation
Row", "Ballad of a Thin Man".
Alla fine l’inserimento di alcune performances eccentriche di Dylan non
ha avuto più di tanta importanza. Bob non è stato più mostrato in
diretta sullo schermo video dopo la sesta canzone. Ha detto esattamente
zero parole al pubblico. Ma ha suonato parte della sua roba migliore e
lo ha fatto terribilmente bene tanto da fare come bis il suo classico
"Masters of War", proprio come voleva il pubblico e come voleva anche
lui.
Indio, California - Empire Polo Club,
October 7, 2016
by Nancy Cobb
Dalle prime note di Rainy Day Woman ho capito che questo spettacolo
sarebbe stato diverso. Ho sentito dire che gli organizzatori del
concerto non hanno cercato di influenzare la sua set list, ma forse gli
avvenimenti delle ultime 24 ore, la dichiarazione di Trump sulle donne,
l’uragano, gli attentati e le guerre hanno influito. E chi era qui e
dice che non riusciva a capire probabilmente ha bisogno di un
apparecchio acustico o soffre di altri problemi. Il suono per Bob e la
band era cristallino (non posso dire lo stesso per i Rolling Stones che
sono saliti sul palco dopo di lui con una strumentazione sfacciatamente
super amplificata, o forse è che al confronto i testi di Mick non
significano molto). La folla era relativamente tranquilla ed educata,
Dylan portava la sua fedora firmata e pantaloni a righe bianche ma con
una giacca che sembrava venire dall’era della depressione e forse senza
nulla di sotto di essa (non ero molto vicino ed è stata una notte molto
calda). 8 delle 16 canzoni che Bob ha cantato erano classici provenienti
dagli anni 60’ del periodo rock, e solo 6 erano del recente, delle quali
3 dall’album “Tempest”. I punti salienti per me sono stati Desolation
Row e il bis Masters of War. Con la voce stanca e ben modulata di Bob
questa canzone ha avuto un significato sinistro per più di 50 anni, e il
nostro paese è ancora nello stesso pantano. Per chiudere il set prima
del bis ha cantato Ballad of a Thin Man per la 2258° volta dal vivo.
Speravo che dicesse qualche parola su Mr. Trump e sul fatto che il
candidato miliardario sembra non avere bene in mano la situazione.
Ha anche cantato Make You Feel My Love che non avevo mai sentito dal
vivo, brano del quale Adele ha fatto un’ottima cover bene. Spero che la
sua dedizione e l'interesse per le canzoni del “Great American Songbook”
lo ispireranno a scrivere una vera e propria canzone d'amore con sede
nel presente invece di un sogno per il futuro o dell'amarezza del
passato.
Andrò a vedere Bob anche il prossimo fine settimana.
Indio, California - Empire Polo Club,
October 7, 2016
Domenica 9
Ottobre 2016
Le canzoni di Bob a “Desert Trip”
Really sorry for the big mistake, come avevo scritto nella mia risposta
alla Talkin' 9889 del 26 Settembre, ho
sbagliato tutto, Bob mi ha seccamente smentito ancora eseguendo una
prevedibile quanto straordinaria set list per “Desert Trip”. Ha
rispolverato i suoi oldest “must” mischiandoli con altri di produzione
più recente. Probabilmente ha capito che andare a Coachella a cantare le
canzoni di Frank Sinatra sarebbe stato un clamoroso flop perchè al
Desert Trip c’era un pubblico diverso dal solito, non composto da suoi
fans ma composto da gente che era lì per vedere sia lui che i Rolling
Stones nello stesso giorno e sullo stesso palco (quando mai capiterà
ancora un evento simile?). Anche gli Stones hanno confezionato una
special set list con i loro maggiori successi e ben due cover, una “Ride
‘Em on Down” di Jimmy Reed e nientemeno che “Come Together” dei Beatles.
Ecco la scaletta degli Stones:
Start Me Up
You Got Me Rocking
Out of Control
Ride ‘Em on Down (Jimmy Reed cover)
Mixed Emotions
Wild Horses
It’s Only Rock ‘n’ Roll (But I Like It)
Come Together (The Beatles cover)
Tumbling Dice
Honky Tonk Women
Slipping Away
Little T&A
Midnight Rambler
Miss You
Gimme Shelter
Sympathy for the Devil
Brown Sugar
Jumpin’ Jack Flash
You Can’t Always Get What You Want
(I Can’t Get No) Satisfaction
Quindi Dylan non poteva assolutamente permettersi il lusso di presentare
canzoni non all’altezza dell’evento, pena il disastro totale, ecco
dunque rispuntare quattro capolavori sparati uno in fila all’altro per
aprire il suo set: Rainy Day Women #12 & 35 da “Blonde on Blonde” del
1966, Don’t Think Twice It’s All Right da “The Freewheelin' Bob Dylan”
del 1963, Highway 61 Revisited dall’omonimo album del 1965, It’s All
Over Now Baby Blue da “Bringing It All Back Home" pure del 1965, per poi
fare un salto di 36 anni al 2001 per High Water (For Charley Patton) da
“Love and Theft”. Salto indietro al 1975 per Simple Twist Of Fate dal
mitico “Blood On The Tracks”, per risalire poi al 2012 per Early Roman
Kings da “Tempest”, indietro al 1997 per Love Sick da “Time Out of
Mind”, ritorno a “Blood On The Tracks” e al 1975 per Tangled Up In Blue
per poi passare ad una inaspettata Lonesome Day Blues tratta ancora da
“Love and Theft” del 2001. Più inaspettata ancora Make You Feel My Love
che ci riporta a “Time Out Of Mind” del 1997, canzone riportata al
successo da Billy Joel, Garth Brooks e successivamente dalla bellissima
interpretazione di Adele che vendette un paio di milioni di copie. Si
torna a “Tempest” del 2012 per Pay in Blood e poi grande salto indietro
al 1965 e ad “Highway 61 Revisited” per la gigantesca Desolation Row.
Piccolo ritorno a “Tempest” per Soon After Midnight che non è certo la
canzone migliore dell’album (Long and Wasted Years sarebbe stata di
miglior effetto). Indietro di nuovo al 1965 per l’immensa Ballad Of A
Thin Man da “Highway 61 Revisited” per chiudere la sua esibizione con
uno dei suoi capolavori assoluti, Masters Of War da “The Freewheelin’
Bob Dylan” del 1963.
Questa set list dimostra che Dylan non è per niente uno stupido, Dylan è
un artista leggendario che è capace di fare distinzioni nette in
perfetta armonia con le esigenze dell’evento che va ad affrontare,
quindi niente stupore, solo un gran piacere nel constatare che l’età
della decadenza è ancora molto lontana da Bob.
Ed ecco la set list:
Indio,
California - Empire Polo Club, October 7, 2016
1. Rainy Day Women #12 & 35 (Bob on piano)
2. Don’t Think Twice, It’s All Right (Bob on piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob on piano)
4. It’s All Over Now, Baby Blue (Bob on piano)
5. High Water (For Charley Patton) (Bob center stage)
6. Simple Twist Of Fate (Bob center stage with harp)
7. Early Roman Kings (Bob on piano)
8. Love Sick (Bob center stage)
9. Tangled Up In Blue (Bob center stage then on piano with harp)
10. Lonesome Day Blues (Bob on piano)
11. Make You Feel My Love (Bob on piano)
12. Pay In Blood (Bob on piano)
13. Desolation Row (Bob on piano)
14. Soon After Midnight (Bob on piano)
15. Ballad Of A Thin Man
(Bob center stage, then on piano with harp, then center stage)
(encore)
16. Masters Of War (Bob center stage)
Sabato 8
Ottobre 2016
Desert
Trip, gli orari e il programma dei concerti
clicca qui
Desert
Trip, show senza precedenti, programma, orari, diretta Tv
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D.T.,
via al G6 del rock: Dylan, Stones, McCartney, Who, Waters, Young
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Desert Trip, domani al via 'il più grande
festival rock di sempre
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Woodstock ritorna al Desert Trip con
Dylan, Who, McCartney e Waters
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Un
album di cover di canzoni blues come all’inizio della loro carriera
quasi cinquant’anni fa seguendo le orme dei bluesmen allora in voga come
Muddy Waters, Willie Dixon, Howlin’ Wolf e degli altri mostri sacri
della musica del diavolo. I Rolling Stones hanno annunciato l’uscita del
nuovo album, intitolato “Blue & Lonesome” programmata per il 2 dicembre.
I Rolling Stones rivestono i panni dei loro inizi come english blues
band. Secondo quanto ha dichiarato il co-produttore dell’album Don Was
«questo album è la chiara testimonianza della purezza dell’amore che
nutrono nei confronti della musica e del blues che è, per gli Stones, la
sorgente di tutto quello che fanno».
In occasione di questo forse primo ed ultimo album costruito
esclusivamente con covers di vecchi brani blues, gli Stones hanno
apportato una modifica al loro leggendario logo, la famosa lingua rossa
di Jagger è stata ora dipinta di blu. E la notte scorsa, il 5 ottobre,
la lingua blu è stata proiettata sui monumenti di Londra come il Marble
Arch ed il grattacielo Centre Point.
Lo slogan utilizzato da Mick Jagger e compagni per annunciare l’album è
un capolavoro in perfetto stile Stones: “Cinque decadi per realizzarlo,
soltanto tre giorni per registrarlo”. E in effetti “Blue & Lonesome”,
che arriva dopo più di dieci anni dal loro precedente album in studio, è
stato realizzato lo scorso dicembre completamente in diretta con tempi
da record nei British Grove Studios di West London, non lontano da
Richmond dove gli Stones iniziarono la loro carriera suonando proprio
questo tipo di canzoni nei pub e nei club.
L’album è stato prodotto, oltre che da Don Was, anche dai Glimmer Twins,
ovvero Mick Jagger e Keith Richards, ed è da subito disponibile per il
pre-ordine in tutto il mondo sul sito della band inglese
http://www.rollingstones.com/
. Il disco è come un live registrato in studio, senza sovra-incisioni.
Con Mick Jagger, Keith Richards, Charlie Watts e Ron Wood suonano molti
dei musicisti che li accompagnano da molti anni, Darryl Jones al basso,
Chuck Leavell e Matt Clifford alle tastiere.
È stato Don Was a dare l’annuncio del nuovo album a Le Figaro, è il
primo album che Jagger e soci registrano in studio dai tempi di “A
Bigger Bang” pubblicato nel lontano 2005.
Il disco conta dodici tracce di covers di blues tutte registrate in tre
giorni e senza sovraincisioni, con il preciso intento di risultare
spontanee e grezze. “La batteria entra sul microfono di Jagger”, ha
raccontato Was, sovrintendente della band dal 1994. Annunciata anche la
presenza di Eric Clapton in due brani: Slowhand si trovava a registrare
le sue canzoni nello studio accanto a quello dei Rolling Stones, e non
appena li ha sentiti suonare ha fatto irruzione nella sala del British
Grove Studios e, dopo aver preso in prestito una chitarra di Keith
Richards, si è unito alla band.
Ora gli Stones sono attesi sul palco del Desert Trip Festival in
programma dal 7 al 16 ottobre all’Empire Polo Club di Indio, in
California.
Questa la tracklist dell’album:
1. Just Your Fool (Original written and recorded in 1960 by Little
Walter)
2. Commit A Crime (Original written and recorded in 1966 by Howlin’ Wolf
– Chester Burnett)
3. Blue And Lonesome (Original written and recorded in 1959 by Little
Walter)
4. All Of Your Love (Original written and recorded in 1967 by Magic Sam
– Samuel Maghett)
5. I Gotta Go (Original written and recorded in 1955 by Little Walter)
6. Everybody Knows About My Good Thing (Original recorded in 1971 by
Little Johnny Taylor, composed by Miles Grayson & Lermon Horton) feat.
Eric Clapton
7. Ride ‘Em On Down (Original written and recorded in 1955 by Eddie
Taylor)
8. Hate To See You Go (Original written and recorded in 1955 by Little
Walter)
9. Hoo Doo Blues (Original recorded in 1958 by Lightnin’ Slim, composed
by Otis Hicks & Jerry West) feat. Jim Keltner
10. Little Rain (Original recorded in 1957 by Jimmy Reed, composed by
Ewart.G.Abner Jr. and Jimmy Reed)
11. Just Like I Treat You (Original written by Willie Dixon and recorded
by Howlin’ Wolf in December 1961)
12. I Can’t Quit You Baby (Original written by Willie Dixon and recorded
by Otis Rush in 1956) feat. Eric Clapton
Venerdì 7
Ottobre 2016
Desert
Trip, il festival musicale definitivo
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BOOTS OF SPANISH LEATHER
words and music Bob Dylan
Oh, I'm sailing away, my own true love
I am sailing away in the morning
Is there something I can send you from across the sea?
From the place where I'll be landing?
There's nothing you can send me, my own true love
There is nothing I am wishing to be owning
Just to carry yourself back to me unspoiled
From across that lonesome ocean
Oh, but I just thought you might want something fine
Maybe silver or of golden
Either from the mountains of Madrid
Or from the coast of Barcelona
Well If I had the stars of the darkest night
And the diamonds from the deepest ocean
I'd forsake them all for your sweet kiss
That's all I wish to be owning
Well i might be gone a long ol' time
And it's only that I'm asking
Is there something I can send you to remember me by?
To make your time more easy passing?
How can, how can you ask me again?
Well it only brings me sorrow
Oh, the same thing I would want today
I would want again tomorrow
Oh, I got a letter on a lonesome day
and It was from his ship a-sailing
Saying, I don't know when I'll be coming back again
It depends on how I'm feeling
But if you, my love, must think that away
and i know your mind is a-roaming
and i know your thoughts are not with me
But with the country where you're going
So take heed, take heed of the western wind
Take heed of stormy weather
And yes, there is something you can send back to me
Spanish boots of Spanish leather
Bruce Spingsteen e le canzoni che ci
salvano dalla malinconia
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Martedì 4
Ottobre 2016
LE PIU'
BELLE PERFORMANCES
The Great Music Experience - Buddhist
temple of Tōdai-ji, Nara, Japan, May 1994
A Hard Rain's A-Gonna Fall - I Shall Be
Released - Ring Them Bells - I Shall Be Released (Ensemble)
Blowing in the wind - with the McCrary Sisters, PNC
Pavilion at Riverbend - Cincinnati, Ohio, 26 August 2012
Lunedì 3
Ottobre 2016
Talkin'
9890 - martina.martulli
Oggetto: Questioni importanti
Ciao Street! Posso chiamarti amichevolmente Street?
Mi hai fatto passare una nottataccia, a ripensare a quello che
l'enciclopedia dell'edicola dice di Bobby non sono proprio riuscito a
chiudere occhio. Perché è sbagliato chiudere sempre un occhio su tutto.
Siamo rassegnati, invece bisogna lottare, come fai tu, contro
l'ingiustizia e si parte proprio dalle cose piccole, quelle che qualcuno
ingenuamente potrebbe definire insignificanti. Se non ci stupiamo di uno
Zimmermann al posto di Zimmerman, poi non stupiamoci se cadono i
viadotti.
Su queste cose riflettevo stanotte e anche sul fatto che avevi ragione
tu, Street, in merito alla questione dei negri. L'episodio della
cameriera negra in lacrime mi ha toccato, ho capito che ha valore
assoluto di paradigma e non è una semplice casuale contingenza, non è la
smargiassata di un cretino irrecuperabile, non è solo una delle mille
cafonate quotidiane a cui ai baristi (per ora generalmente bianchi)
tocca assistere.
Ma mi spingo oltre, cercando per tutta la notte di mettermi bene in
testa che l'espressione corretta, quella da usare, è "Nero", mi è venuto
alla fine un'ulteriore scrupolo. Infatti, a forza di pensarci, anche la
parola nero a me suona ora dispregiativa. E parecchio! Ma che razza di
colore gli abbiamo affibbiato? Il colore dell'Uomo Nero, quello dei
misteri della notte, quello delle paure e dei crimini più indicibili.
Certo, a noi il bianco e a loro il nero... che coincidenza! Caro mio,
questa è una sperequazione, si chiama razzismo. Non basta togliere una
G, qui bisogna sostituire il nero con un colore più rassicurante, il
Lilla magari.
Oppure, per evitare le prevedibili polemiche di chi dirà: "Perchè Lilla
se è un negrone tutto nero?", tagliamo la testa al toro e li sbianchiamo
(credo si possa). Così poi ci possiamo chiamare tutti Bianchi.
Sir Eglamore
P.S. Tamburino, porta pazienza, che con dei followers come noi sei sulla
strada della santità.
Ah, ho controllato, guarda che l'aneddoto di Bobby e Odetta ve l'avevo
già raccontato:
http://www.maggiesfarm.eu/news48luglio2011.htm
Benissimo caro
Eglamore, vuol dire che al posto della storia Dylan-Odetta ce ne
racconterai un'altra ugualmente interessante. Abbiamo discusso in lungo
ed in largo sul significato, le origini, l'uso ed il perchè della parola
"negro" o "nero". Io non credo che il problema sia quello, l'uomo ha
dato ai vari colori esistenti in natura un nome preciso per
distinguerli, il verde per le piante, il nero per le cose scure, il
bianco per le chiare, il giallo, il rosso ed il blu per le altre cose.
Il problema è come si usa una parola e qual'è il significato che le si
attribuisce. I bianchi hanno la pelle di colore bianco e mi sembra
giusto chiamarli bianchi, allo stesso modo i neri (o negri) hanno la
pelle scura e quindi di conceguenza li abbiamo chiamati neri. In questo
non ci vedo niente di male, i pellerossa li abbiamo chiamati (dopo
esserci accorti che chiamarli indiani era proprio una scemenza) così a
causa del colore dovuto al fatto che vivevano in zone dove il sole
rendeva la loro pelle ricca di sfumature che tendevano a quel colore,
idem per i giapponesi e via così. Poi conta molto come si usa la parola,
il tono, il senso, per anni abbiamo letto sui fumetti di Tex Willer che
gli indiani erano i "musi rossi", poi nella 2° guerra mondiale i
giapponesi erano "i musi gialli", per arrivari infine al disprezzo della
razza nera a causa della schiavitù e del loro non essersi
tecnologicamente sviluppati come noi, molto probabilmente perchè il loro
habitat naturale non permetteva sviluppi di quel genere a causa delle
condizioni climatiche. Io credo che se ci chiamassimo tutti bianchi
faremmo una gran confusione, se invece usassimo il nome dei colori col
loro semplice significato e senza doppi sensi vedi che la cosa
assumerebbe tutto un altro aspetto. C'è gente che si diverte a scrivere
battutacce di questo genere: "Perché un negro è bianco sotto le palme e
I piedi? Perché tutti hanno qualcosa di buono", oppure "Dimmi le 5 parti
bianche di un negro. I palmi delle mani, le piante dei piedi, gli occhi,
i denti e il padrone". Emerite scemenze, ma i bianchi sono un popolo
strano, posseggono in pari quantità intelligenza ed idiozia. Diceva
George David Aiken "Se dovessimo svegliarci una mattina e scoprire che
tutti sono della stessa razza, credo e colore, troveremmo qualche altra
causa di pregiudizio entro mezzogiorno". Il grande Bob Marley (R.I.P.)
diceva che il mondo sarà sempre pieno di guerre finchè si darà più
importanza al colore della pelle che a quello degli occhi, e aveva
ragione da vendere! Forse è vero che la lavanderia è l’unica posto dove
le cose dovrebbero essere separate in base al colore. Noi odiamo alcune
persone perché non le conosciamo, ma non le potremo mai conoscere finchè
le odieremo. La realtà è che il mondo dei bianchi è pieno zeppo di
persone poco intelligenti, e tanto meno sono intelligenti credono che i
negri siano più stupidi di loro. Per finire cito William Faulkner:
"Vivere nel mondo di oggi ed essere contro l’uguaglianza per motivi di
razza o colore è come vivere in Alaska ed essere contro la neve".
Chissà quale sarà l'interessante argomento della prossima chiacchierata, restiamo in
attesa.....Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Peter, Paul & Mary and John Sebastian
- The Times They Are A Changin
Sabato 1
Ottobre 2016
Talkin'
9889 - streetoffire
Oggetto: Trova l'errore
Caro Mr Tambourine,
ti inoltro quanto letto in volume di un'enciclopedia, in edicola proprio
in questi giorni, a proposito della musica americana e di Bob Dylan. La
riporto esattamente come è scritta, ovvero con qualche errore
definiamolo "grammaticale" e con una descrizione di Dylan quantomeno
approssimativa.
<< L'autore più rappresentativo è probabilmente Robert Zimmermann, noto
come Bob Dylan in onore del poeta Dylan Thomas. Dylan si richiama
inizialmente al filone folk, complicato da reminescenze della musica
religiosa nera; dal 1965 arricchisce i suoi arrangiamenti ed elettrifica
i suoi strumenti, creando un folk-rock personale e aggressivo e dando
voce al dissenso giovanile nei confronti dell'"equilibrio del terrore",
del razzismo, della ricchezza come mito e privilegio (Highway 61
revisited, Bringing it all back home, Blonde or blonde). >>
Aldilà degli errori sia sul cognome che sul titolo di uno dei suoi album
più famosi, aldilà del fatto che gli album citati non mi pare siano
queli che danno voce al dissenso giovanile (casomai sarebbe vero
l'esatto opposto: i giovani dissentisco contro la svolta rock di Dylan
del 1965...), se questo è Bob Dylan io sono Mary Poppins.
Possibile che ancora oggi si dicano così tante ingenuità su Dylan e che
lo si conosca così poco?
Firmato Marco on the Tracks (o forse Mary Poppins on the Tracks)
Caro Marco, a volte
chi scrive queste cose vuole distinguersi a tutti i costi e questi sono
i risultati! Un mio amico ha scritto a lettere cubitali sul muro di
fondo del suo garage: "Errare humamum est, perseverare ovest", così,
mentre rilegge la frase tutti i giorni, si ricorda di frenare invece di
pensare agli affari suoi ed andare a sbattere contro il muro del garage!
C'è un bellissimo epitaffio che mi è capitato di leggere su una lapide
in un cimitero scozzese per farti capire quanto molta parte della gente
che ci incontriamo sia banale: "Qui giace Fred McGuire. Gli cadde un
penny, morì nella mischia". L'oca è ritenuta essere l'animale simbolo
della stupidità, ma questo solo a causa delle sciocchezze che gli uomini
hanno scritto con le sue penne, ma la realtà è che questo concetto è
quanto di più sbagliato ci possa essere, in realtà sono stati gli uomini
a scrivere le sciocchezze e non le oche, Di oche è ancora pieno il
mondo, perciò sai quante cazzate dovremo ancora leggere? Molti che
scrivono di Dylan avrebbero tanto da imparare dalle oche. Se poi
qualcuno scrive "Blonde or Blonde" e non " Blonde on Blonde" basta
stendere un velo pietoso sopra la cosa! Molti quando comprarono quel
capolavoro lessero il titolo e si chiedettero "Cosa vuol dire Blonde on
Blonde? Biondo su biondo? Che titolo bizzarro, questo Dylan è davvero
strano!" Anni dopo forse qualcuno disse loro che "Blonde on Blonde"
significava semplicemente Bob, allora essi pensarono che forse avevano
sbagliato qualcosa e che Dylan fosse meno bizzarro di quanto avevano
supposto. E' un classico chi i saggi fanno sempre tesoro della verità,
invece la bocca degli stolti è sempre un pericolo costante. C'è un
vecchio adagio che dice: "I critici sono come gli eunuchi di un harem:
sanno come si fa, lo vedono fare tutti i giorni, però non sono capaci di
farlo". Oppure c'era Luciano Pavarotti che diceva "Chi sa fare la musica
la fa, chi la sa fare meno la insegna, chi la sa fare ancora meno la
organizza, chi la sa fare così così la critica". Non prendiamocela più
di tanto, basta un sorriso per cancellare una idiozia! Live long and
prosper, Mr.Tambourine, :o)