Niente Italia per Bob quest' estate
allora, Tamb, dopo le ultime conferme ........ peccato ...... correggi
però il tuo elenco date tour ufficiale perchè le date di Salonicco e
Atene sono state invertite e a Salonicco è variata pure la location.
Ciao! Otello
Grazie Otello, non
mi ero accorto di aver invertito le due date, correzioni fatte! Sotto ho
rielencato l' elenco aggiornato. Pensandoci bene forse non è un male che
quest’anno il nostro paese sia stato escluso dal tour. Visto che lo
spettacolo è perfettamente identico a quello dell’anno scorso, set list
comprese, forse ci sarebbe stato il rischio di una ripetitività
prevedibile e anche poco dylaniana perchè la prevedibilità è sempre
stata lontana dai lidi dylaniani, nel senso che molti di noi
preferirebbero andare incontro al rischio di un concerto flop piuttosto
che ad uno show dove tutto è già stato scritto e si ripete senza
variazioni dal tour europeo dello scorso anno (con la sola eccezione del
concerto di Roma). Io ho avuto la fortuna di aver potuto assistere in
prima fila a tutte e tre le serate milanesi agli Arcinboldi in compagnia
di una mia carissima amica della quale non farò il nome perchè è una
personalità politica della Camera dei Deputati, che è una delle persone
più dylaniate che io abbia mai conosciuto, credo che da Verona 1984 non
abbia mai perso un concerto di Bob in Italia e qualche volta anche
all’estero, ma alla terza sera, copia-concerto in DVD delle altre due,
la concentrazione e l'attenzione allo show non era come quella della
prima sera. Comunque questa assenza avrà senz’altro un risvolto positivo
l’anno venturo perchè in tutti noi dylaniani dylaniati la voglia di
partecipare all’evento, al concerto di Bob e di passare un paio d’ore
respirando l’odore del suo ambiente sarà certemante maggiore. Un
salutone, alla prossima, Mr.Tambourine, :o)
16 Giugno 2014 - Cork, Ireland - Live at
the Marquee (Festival)
17 Giugno 2014 - Dublin, Ireland - The O2
20 Giugno 2014 - Istanbul, Turkey - Black Box İstanbul
22 Giugno 2014 - Thessaloniki, Greece - Limani, Thessaloniki Harbour
23 Giugno 2014 - Athens, Greece - Terra Vibe Park
25 Giugno 2014 - Bucharest - Romania - Sala Polivalentă
27 Giugno 2014 - Kosice, Slovakia - Steel Arena
28 Giugno 2014 - Vienna, Austria - Stadthalle
29 Giugno 2014 - Klam, Austria - Clam Burgarena
01 Luglio 2014 - Munich, Germany - Tollwood
02 Luglio 2014 - Prague, Czech Republic - O2 Arena
03 Luglio 2014 - Zwickau, Germany - Stadthalle
05 Luglio 2014 - Slupsk, Poland - Festiwal Legend Rocka
07 Luglio 2014 - Rostock, Germany - Stadthalle
08 Luglio 2014 - Flensburg, Germany - Flens Arena
09 Luglio 2014 - Aarhus, Denmark - Amfiscenen
11 Luglio 2014 - Stavern, Norway - Poles Festival
12 Luglio 2014 - Kristiansand, Norway - Bendiktsbukta
14 Luglio 2014 - Helsingborg, Sweden - Sofiero Castle
15 Luglio 2014 - Goteborg, Sweden - Tradgardsforeningen
17 Luglio 2014 - Pori, Finland - Pori Jazz 2014
Gli spettacoli di Dylan dipendono molto dal contesto nel quale sono
eseguiti e questo contesto era quanto di più interessante si potesse
immaginare. Mentre è importante riflettere sulla set list e sulle
prestazioni, è anche importante ricordare che, negli spettacoli dal
vivo, le canzoni si trovano in un ambiente diverso che sul disco.
Il contesto, questa volta, non era la rock band in concerto, o lo
spettacolo della Rolling Thunder Revue, o l’eroico trovatore, era la
sala del club degli "stanchi" musicisti professionisti. Non che la
musica sia logora, tutt’altro! Ma era l'atteggiamento: tutto
considerato, era solo un altro concerto tipo “Facciamo quello che
dobbiamo fare stasera e poi domani lo rifaremo tutto di nuovo”, (tanto
più che Osaka era il finale di una pesante serie di 17 spettacoli nelle
tre settimane del tour giapponese). Questo stato d'animo si era
insinuato in ogni cosa, dalla illuminazione fioca alla salita sul palco
dei protagonisti senza neppure un sorriso. E’ la scenografia del set: le
tende, le massicce luci da set cinematografico penzolanti in formazione,
il pianoforte a coda e il microfono al centro del palco. Il pubblico,
piuttosto che in piedi in questo luogo intimo di 2500 persone, sarebbe
stato più in sincronia se fosse stato seduto ai tavoli in un covo fumoso
di un auditorium con un cameriere che serviva le bevande. Questa era
l'estetica di un'altra epoca. Ma quando? Questa non era una moda retrò e
nemmeno l’ironico stile Las Vegas. E' innegabilmente attuale, ma odora
di tracce del passato e di passate esperienze.
Tutto questo sarebbe solo vetrinistica se non influisse in qualche modo
sull’esperienza della musica. Lo fa. La set list ha un senso: Things
Have Changed, Duquesne Whistle , Love Sick ( soprattutto), Long and
Wasted Years,eccetera.
E i “professionisti stanchi" che compongono la band erano ben stretti
fra di loro. Spesso vorrei sentire l'inizio di uno stacco di chitarra e
cercare Charlie solo per scoprire che invece era Donnie con la steel, o
forse no, forse stavano condividendo lo stesso riff. O Charlie che
risponde alle frasi del pianoforte di Bob: belle frasi, minimizzate e
guizzanti dentro e intorno al pianoforte di Bob con i suoi passaggi
blues, che si rincorrono in rimonta, improvvisando. Ma quelli di stasera
erano musicisti che non avevano nulla da dimostrare, che conoscevano
bene quali erano le loro parti ed erano intimamente concentrati su
quello che dovevano fare sul palco. Non si rimbalzavano a vicenda con i
loro strumenti, tutti avevano gli stessi pensieri, musicalmente
parlando, o forse stavano solo pensando a quello che voleva musicalmente
Bob da loro. Se questi erano i professionisti stanchi Bob era il loro
impresario che fungeva anche da solista, passando dal piano al centro
della scena e
indietro. Sempre al comando, per inciso facendo cose meravigliose con la
sua voce, il potere di Love Sick e la voglia di raggiungere e giocare
ancora con note ambiziose, il ringhio nasale ancora lì, per fortuna, ma
come parte di una tavolozza con colori non di default.
Non c’era il contesto/stato d'animo della sfavillante esperienza che era
più evidente nelle vecchie canzoni, particolarmente in All Along The
Watchtower. Se mai vi era una opportunità di rompere i ranghi e salire
musicalmente (violino, chitarra) è proprio in questa canzone, ma l'
impressione, questa volta, era di una improvvisazione sciolta, anche
mancante di legatura, piuttosto che una dimostrazione di virtuosismo
strumentale, o piuttosto, il virtuosismo era in quello che abbiamo
visto, ma non per comparare il tutto con quello che avevamo previsto.
Un altro critico avrebbe detto che sarebbe stato facile per Bob frustare
la folla con una frenetica rassegna di vecchie canzoni, ma Bob ha
guidato le cose in un altro modo: questo è quello che sono, questo è ciò
che provo, questo è quello che penso (quando mai è stato diverso?).
Oggi, la mattina dopo, ho la sensazione di una perdita dolce, di una
spiacevole tragedia, di una storia da spruzzare con l’incenso dei tempi
migliori dimenticando la storia. C'è la comodità, l'accettazione e il
riconoscimento, e ci sono state le canzoni, naturalmente, ma questa
notte è sembrata più una recita teatrale che un concerto di musica dal
vivo.
Bob stava cucinando col gas stasera. Fin dalla prima canzone, “Things
Have Changed” è stato a dondolare sul fornello. La linea di chiusura di
ogni strofa è stata cambiata ed è stata salutata da un applauso dalla
parte anteriore della folla e Bob chiaramente si godeva il feedback.
“She Belong To Me” è una delle mie canzoni preferite del Dylan primo
periodo, così mi è piaciuto sentire quelle parole cantate tanto tempo
dopo che sono state scritte, ma il 99 % della folla giapponese non
sembrava conoscere questa canzone.
“Beyond Here Lies Nothin’“ è stata la
prima con Bob al granpiano che a me sembrava poco in evidenza nel mix,
ma potrei sbagliarmi. Bob cantava come nell’originale sull'album,
nemmeno l’ombra del famigerato "upsinging" .
“What Good Am I?” è stata la prima delle
canzoni più tranquille e devo dire che l’insieme della band nei pezzi
più tranquilli è davvero dolce. Bob era come un predicatore che chiedeva
alla sua Congregazione "A che servo io?".
“Duquesne Whistle”, allegra e ben accolta
dalla folla.
“Waiting For You”non è così conosciuta,
ma Bob sembrava godere.
“Pay In Blood” era Bob lo sceriffo o Bob
l'avvocato dell'accusa. Io non voglio sapere chi sta accusando, ma so
che non vorrei essere l'avvocato difensore sul lato opposto dell'aula
contro questo Bob infuocato. Alla fine della canzone si è fermato con le
braccia sui fianchi come un pistolero come per dire "Dai, io sono qui ,
fai la prima mossa ", è stato divertente.
“Tangled Up In Blue” è stata eseguita molto dolcemente, questa volta è
stata davvero una grande performance, e Bob ha cambiato tanti testi, era
interessante ascoltare tutte le modifiche.
“Love Sick” è stata ben accolta dalla folla.
“High Water”, dopo la pausa, era bella e blues, e poi “Simple Twist Of
Fate”, ed io ero di nuovo in lacrime. E' una delle mie canzoni preferite
e ancora una volta la versione era davvero buona e Bob cantava così
fedelmente, davvero incredibile.
“Early Roman Kings” era cullante, e “Forgetful heart” un'altra bella
esecuzione, con la voce lugubre di Bob che era affascinante.
“Scarlet Town” era divertente, fin dall'inizio la folla ha cantato dopo
ogni inizio riga in tutta la canzone, la band sembrava piuttosto
divertita e confusa allo stesso tempo.
I bis , “All Along the Watchtower” con Bob che si divertiva al
pianoforte. Aveva trovato un riff e lo stava usando. Questo è stato
troppo divertente, sembrava trattare bene la canzone, quasi in silenzio,
per poi prendarla a calci di nuovo.
“Blowin’ in the Wind” ha ottenuto la prima grande reazione della notte
dai colleghi pensionati di Bob che stavano nei sedili al secondo piano.
E' stata abbastanza fedele, forse troppo.
Tutto sommato è stata una prestazione fantastica. Ancora una notte a
Osaka, e poi via con Bob verso Maui e Honolulu, dove spero che ci sia
una calda brezza ad accoglierci.
Grazie Bob, arrivederci.
Lunedi 28 Aprile 2014
Maui, Hawaii, A&B Amphitheatre at Maui
Arts & Cultural Center - April 26, 2014
1. Things Have Changed (Bob center stage)
2. She Belongs To Me (Bob center stage with harp)
3. Beyond Here Lies Nothin' (Bob on piano, Donnie on electric mandolin)
4. What Good Am I? (Bob center stage, Stu on acoustic guitar)
5. Waiting For You (Bob on piano)
6. Duquesne Whistle (Bob on piano, Tony on standup bass)
7. Pay In Blood (Bob center stage)
8. Tangled Up In Blue (Bob center stage with harp then on piano on 4th
verse, Stu on acoustic guitar)
9. Love Sick (Bob center stage with harp)
(Intermission)
10. High Water (For Charley Patton) (Bob center stage, Donnie on banjo)
11. Simple Twist Of Fate (Bob center stage with harp)
12. Early Roman Kings (Bob on piano, Tony on standup bass)
13. Forgetful Heart (Bob center stage with harp, Donnie on viola, Tony
on standup bass)
14. Spirit On The Water (Bob on piano)
15. Scarlet Town (Bob center stage, Donnie on banjo, Tony on standup
bass)
16. Soon After Midnight (Bob on piano)
17. Long And Wasted Years (Bob center stage)
(encore)
18. All Along The Watchtower (Bob on piano)
19. Blowin' In The Wind (Bob on piano, Donnie on violin)
Things Have Changed - Collisioni
Festival - Barolo, Italy, July 16, 2012
IO C'ERO!!!!!!
Sabato 26 Aprile 2014
European Tour 2014: Confermata la data di
Istanbul
Il sito ufficiale di Bob Dylan ha
confermato oggi la data del 20 Giugno al Black Box per il concerto di
Istanbul, Turchia, ecco l'elenco definitivo delle date del tour europeo
2014:
16 Giugno 2014 - Cork, Ireland - Live at
the Marquee (Festival)
17 Giugno 2014 - Dublin, Ireland - The O2
20 Giugno 2014 - Istanbul, Turkey - Black Box İstanbul
22 Giugno 2014 - Thessaloniki, Greece - Limani, Thessaloniki Harbour
23 Giugno 2014 - Athens, Greece - Terra Vibe Park
25 Giugno 2014 - Bucharest - Romania - Sala Polivalentă
27 Giugno 2014 - Kosice, Slovakia - Steel Arena
28 Giugno 2014 - Vienna, Austria - Stadthalle
29 Giugno 2014 - Klam, Austria - Clam Burgarena
01 Luglio 2014 - Munich, Germany - Tollwood
02 Luglio 2014 - Prague, Czech Republic - O2 Arena
03 Luglio 2014 - Zwickau, Germany - Stadthalle
05 Luglio 2014 - Slupsk, Poland - Festiwal Legend Rocka
07 Luglio 2014 - Rostock, Germany - Stadthalle
08 Luglio 2014 - Flensburg, Germany - Flens Arena
09 Luglio 2014 - Aarhus, Denmark - Amfiscenen
11 Luglio 2014 - Stavern, Norway - Poles Festival
12 Luglio 2014 - Kristiansand, Norway - Bendiktsbukta
14 Luglio 2014 - Helsingborg, Sweden - Sofiero Castle
15 Luglio 2014 - Goteborg, Sweden - Tradgardsforeningen
17 Luglio 2014 - Pori, Finland - Pori Jazz 2014
Ho visto Bob e la sua band quattro anni fa allo Zepp Osaka (capacità
1.800) e mi era piaciuto molto. L'ho visto poi l'anno scorso a Toronto
presso il Molson Canadian Amphitheatre e volevo mi fossero ridati i
soldi del biglietto. L'ho visto due giorni fa allo Zepp Sapporo
(capienza 2.000) e mi è piaciuto molto. Morale della favola: I grandi
anfiteatri vanno bene per il sole, la birra e per guardare la gente, ma
non sono buoni posti per sentire Bob cantare. Andatelo a sentire in una
piccola sala da concerto che ha una buona acustica e capirete perché è
ancora il migliore dopo 50 anni di carriera.
Secondo lo stile giapponese il concerto è iniziato in perfetto orario
(19:00). Lo Zepp Sapporo era gremito, tutti in piedi in platea e qualche
centinaio di persone sedute sulla balconata in fondo alla sala. Gran
boato dalla folla quando Bob ha preso posizione al centro del palco, una
tale emozione rivederlo di persona. La prima canzone per impostare il
tono per questo concerto. Bob ha cantato in modo chiaro e con
attenzione, mostrando grande rispetto per le canzoni e per il pubblico
che a volte cantava con lui. All'inizio la sua voce si dissolveva in un
ringhio incomprensibile sulle note più basse, cosa che ha smesso col
procedere del concerto. La band teneva bene ed in modo semplice. Erano
lì per eseguire il backup sul cantato di Dylan.
Il primo momento clou del concerto per me è stato "Duquesne Whistle", la
folla ha riconosciuto la canzone sin dall’inizio ed ha fatto un forte
applauso quando Bob ha cantato le prime righe. La folla si è fatta più
rumorosa a metà quando Bob al pianoforte e Charlie alla chitarra hanno
iniziato uno scambio di liks. Bob sembrava percepire l'eccitazione della
folla e negli ultimi due versi la sua voce è diventata più forte e più
giovane, ogni parola squillava chiara.
Bob ha rielaborato il testo di "Tangled up in Blue", ed è stato
divertente ascoltare le nuove linee, anche se devo ammettere che
preferisco la versione su "Real Live”.
La prima parte del concerto si è conclusa in crescendo con "Love Sick",
questa era un'altra canzone che la folla evidentemente conosceva bene, e
quando Bob, in piedi al centro della scena, ci ha guardato tutti negli
occhi, suonando e cantando " Solo che non so cosa fare / Darei qualsiasi
cosa per essere con voi" i nostri cuori si sono fusi.
Dopo venti minuti di pausa, la seconda parte è iniziata con "High Water"
con una interazione meravigliosa tra Charlie alla chitarra e Donnie al
banjo. Grazie a Bob che non ha mantenuto la sua band al guinzaglio corto
per tutto il concerto. Ecco il mio consiglio per Bob: Fare ai ragazzi
della tua band un cenno del capo per dare loro un pò di tempo per
ricamare i tuoi brani, lasciando che mostino al pubblico ciò che
realmente dei musicisti di talento possono fare con una grande musica.
Canta con il tuo cuore e lascia che anche la tua band suoni con i loro
cuori. (Non mi aspetto che Bob mi ascolti, ma sono felice di dirte la
mia opinione).
A metà del secondo set Bob si è tolto il cappello bianco. In qualche
modo questo lo ha fatto sembrare più amichevole.
"Simple Twist of Fate " ha avuto alcune nuove linee piacevoli.
"Forgetful heart” era come una preghiera, Bob cantava dolcemente con
Donnie al violino che riempiva l’anima.
"Spirit on the Water " era da ballare.
Il secondo set si è concluso con "Long And Wasted Years", un'altra
canzone che la folla conosceva ed ovviamente era in attesa di ascoltare.
Per il bis "Watchtower” comprendeva un bell’assolo di pianoforte di Bob.
Come Bob ha cantato le prime righe di "Blowin' in the Wind" mi son
trovato inaspettatamente toccato da questa semplice canzone che ho
sentito così tante volte. Bob è certamente cambiato da quando ha scritto
questa canzone, noi tutti siamo cambiati, le cose sono cambiate, i tempi
sono cambiati.
I nuovi tempi hanno bisogno di nuove canzoni, e non vedo l'ora di
ascoltare qualunque cosa Bob canti nel prossimo futuro.
Suze: "Bobby, quando arriva quel
maledetto furgoncino VW? Sto congelando dritto fin dentro alle ossa, il
New York Times dice che questo è l'inverno più freddo degli ultimi 17
anni, mai sentito così freddo!".
Bob: "Belle queste parole, potrei usarle per una canzone che parli di
New York, una cosa tipo questa, senti un pò!":
"Wintertime in New York town
The wind blowin’ snow around
Walk around with nowhere to go
Somebody could freeze right to the bone
I froze right to the bone
New York Times said it was the coldest winter in seventeen years
I didn’t feel so cold then"
Suze: "Non male, potrebbe anche funzionare, sento un rumore, è il
furgone?"
Bob: " Si, eccolo in fondo alla strada
dietro di noi, lasciamolo parcheggiare, non voglio dover ritornare un
altro giorno, facciamo la foto e torniamo a casa al caldo, ah.....senti
se ti piace questa":
"Grabbed hold of a subway car,
And after a rocking, reeling, rolling ride,
we landed up on the downtown side;
Greenwich Village".
"Suze: "Buone anche queste, ma era proprio necessario questo furgoncino
scassato per la foto?".
Bob: "Sì baby, questo furgone è il simbolo della nostra generazione,
così ha detto Kerouac in "On The Road", non possiamo ignorarlo".
Suze: "Tu non puoi ignoralo, cosa c'entro io? Mica devo fare un disco
io!"
Bob: "Ma tu sei la mia musa, per questo sulla copertina ci devi essere
anche tu!".
Suze: "Se non facciamo alla svelta perderai la tua musa per
assideramento!".
Bob."OK, questa mi piace, andrà bene per la
copertina dell'album".
Suze: "Finalmente, sono congelata!".
Bob: " Penso che la finirò così":
"So one mornin' when the sun was warm,
I rambled out of New York town.
Pulled my cap down over my eyes
And headed out for the western skies.
So long, New York.
Howdy, East Orange".
Suze: "Cos'è che finirai così?"
Bob: " Uffaaaa, la canzone nooo?"
Suze:" Di che canzone stai parlando?".
Bob: "Talkin' New York, la chiamerò così, si, Talkin' New York, mi
piace".
Suze:" E quando l'hai scritta?"
"Bob: "Adesso!".
Suze. "Bha...speriamo che qualcuno
l'ascolti.....!".
Bob: "Se riesco a finirla questa sera la canterò al Gerde's".
Suze: "Così porterai a casa qualche dollaro!".
Bob: "Mi hai dato un'altra idea, senti":
"Well, I got a harmonica job, begun to play,
Blowin' my lungs out for a dollar a day.
I blowed inside out and upside down.
The man there said he loved m' sound,
He was ravin' about how he loved m' sound;
Dollar a day's worth".
Suze: " Bene, allora a Natale mangeremo ostriche e e berremo champagne
francese!".
Bob: "Certo, A lot of people don't have much food on their table,
But they got a lot of forks n' knives,
And they gotta cut somethin' ".
Ci puoi contare Baby, coi soldi del Gerde's compriamo quel bel palazzone
e poi ci abbuffiamo di ostriche e ci ubriacheremo di champagne, OK????".
Suze: "OK Bobby, perchè no!!!!!!.
Venerdi 25 Aprile 2014
Blowin' in The Wind - Tokio 5 Aprile 2014
Huck's Tune - Tokio 8 Aprile 2014
Well I wandered alone,
Through a desert of stone,
And I dreamt of my future wife.
My sword's in my hand,
And I'm next in command,
In this version of Death called Life.
My plate and my cup,
Are right straight up,
I took a rose from the hand of a child.
When I kiss your lips,
The honey drips,
I'm gonna have to put you down for a while.
Every day we meet,
On any old street,
And you're in your girlish prime.
The short and the tall,
Are coming to the ball,
I go there all the time.
Behind every tree,
There's something to see,
The river is wider than a mile.
I tried you twice,
You can't be nice,
I'm gonna have to put you down for a while.
Here come the nurse,
With money in her purse,
Here come the ladies and men.
You push it all in,
And you've no chance to win,
You play 'em on down to the end.
I'm laying in the sand,
Getting a sunshine tan,
Moving along, riding in style.
From my toes to my head,
You knock me dead,
I'm gonna have to put you down for a while.
I count the years,
And I shed no tears,
I'm blinded to what might have been.
Nature's voice,
Makes my heart rejoice,
Play me the wild song of the wind.
I found hopeless love,
In the room above,
When the sun and the weather were riled.
You're as fine as wine,
I ain't handing you no line,
I'm gonna have to put you down for a while.
All the merry little elves,
Can go hang themselves,
My faith is as cold as can be.
I'm stacked high to the roof,
And I'm not without proof,
If you don't believe me, come see.
You think I'm blue,
I think so, too,
In my words you'll find no guile.
The game's gotten old,
The deck's gone cold,
And I'm gonna have to put you down for a while.
The game's gotten old,
The deck's gone cold,
And I'm gonna have to put you down for a while.
Sabato sera all'osteria del Mento di Gerre
Di Caprioli, in provincia di Cremona (lungo l'argine di Po) si esibisce
la Weeping Willow blues band. Posto l'evento agli amici della Fattoria
perchè ci sarà grande spazio dedicato a Bob Dylan, dai pezzi più
classici e folk dei primi tempi al rock anni '80. Grazie a una voce
femminile cercheremo di ricreare poi le atmosfere di Desire.
Divideremo la serata in 2 parti: una prima in acustico dove suoneremo
qualche classico e qualche gemma rara dei grandi nomi del folk
anglo-americano (Bob Dylan e Neil Young su tutti) e una seconda dove
daremo fuoco alle polveri cercando di ricreare le atmosfere della musica
nera americana, tra cover illustri (Hendrix e Gallagher tra gli altri),
dirty blues e deliri psichedelici!
La serata inizia alle 9.30 e non si sa quando finisce!
La Weeping Willow Blues Band è formata da:
- Andrea Freschi - Armonica, Percussioni
- Daniele Seghizzi - Batteria
- Dario Camozzi - Basso, Voce
- Fabio Camozzi - Chitarra, Voce
- Francesca Rouge - Voce
Grazie a tutti, e spero di vedere qualche dylaniano padano,
Nettuno Mattacchione
Giovedi 24 Aprile 2014
Osaka, Japan, Zepp Namba - April 23,
2014
1. Things Have Changed (Bob center stage)
2. She Belongs To Me (Bob center stage with harp)
3. Beyond Here Lies Nothin' (Bob on piano, Donnie on electric mandolin)
4. What Good Am I? (Bob center stage, Stu on acoustic guitar)
5. Huck's Tune (Bob center stage, Stu on acoustic guitar)
6. Duquesne Whistle (Bob on piano, Tony on standup bass)
7. Pay In Blood (Bob center stage)
8. Tangled Up In Blue (Bob center stage with harp then on piano on 4th
verse, Stu on acoustic guitar)
9. Love Sick (Bob center stage with harp)
(Intermission)
10. High Water (For Charley Patton) (Bob center stage, Donnie on banjo)
11. Simple Twist Of Fate (Bob center stage with harp)
12. Early Roman Kings (Bob on keyboard, Tony on standup bass)
13. Forgetful Heart (Bob center stage with harp, Donnie on viola, Tony
on standup bass)
14. Spirit On The Water (Bob on piano)
15. Scarlet Town (Bob center stage, Donnie on banjo, Tony on standup
bass)
16. Soon After Midnight (Bob on piano)
17. Long And Wasted Years (Bob center stage)
(encore)
18. All Along The Watchtower (Bob on keyboard)
19. Blowin' In The Wind (Bob on keyboard, Donnie on violin)
8 Dicembre 1975: The Night of The
Hurricane - Madison Square Garden - NYC
di Sam Shepard
È la cronaca della serata conclusiva della "Rolling Thunder Revue" un
concerto di beneficenza per la liberazione
di Rubin Carter, il famoso "Hurricane protagonista della canzone
dylaniana.
8 dicembre - Madison Square Garden. Il Garden è già tutto esaurito per
il concerto cinque ore dopo l'apertura del botteghino. La domanda è:
perche il Garden dopo tanto parlare d'uno spettacolo mantenuto a livello
di piccole città? Perche guarnirlo d'un fandango kolossal a New York
City? Sembra una sorta di combinazione fra un modo di recuperare il
denaro perso nel circuito del New England e una voglia genuina di
aiutare Rubin Carter. E annunciato come spettacolo di beneficenza ed è
certo che l'interesse pubblico generato dalla presenza di Muhammad Ali e
Dylan nello stesso locale finirà per lambire anche quella prigione del
New Jersey ed esercitare una sua influenza sulla legge.
Già i giornali
parlano di sospensione della pena e giudizio d'appello, e non c'è dubbio
che quest' evento contribuirà a rinvigorire la causa.
Di pomeriggio, il Garden è completamente vuoto, se si eccettuano pochi
uscieri e il gruppo di
Bob Neuwirth intento al sound check.
Bob Neuwirth
Dylan e Neuwirth
Il volume è, in
generale, troppo alto, come dettato dall'istinto di far esplodere la
musica in questa tomba gigantesca, dopo aver suonato in tante piccole
sale per settimane e settimane.
David Mansfield ha un orecchio iperesercitato
e non ci vuol molto perchè le voci si accordino con la linea di base. Mi
arrampico in cima all'uditorio, a forma di vulcano, finchè il gruppo non
sembra una sorta di cabaret miniaturizzato. Tutti i visi sono
indistinti, irriconoscibili. Solo certi gesti casuali forniscono tracce
dell'identità di ciascuno. È stranissimo conoscere di persona questa
gente e osservarla dal punto di vista del pubblico. Il Garden è una
stupefacente opera di architettura sospesa. Non bella, neppure estetica,
non si può però fare a meno di chiedersi come abbiano ideato il disegno
di questo soffitto colossale, che sembra sospeso a mezz'aria. Niente
pilastri nè colonne, nulla. Soltanto cavi che si riuniscono in un mozzo
centrale e in qualche modo riescono a sostenere il tutto. Vederlo
popolato soltanto di poche persone aggiunge qualcosa alla sua immensità.
Comincio a spostarmi successivamente in diverse zone dell'uditorio,
sedendomi ogni volta solo per valutare la prospettiva. Inizio a notare
che certe sezioni si riempiono di gente. In una sezione, tutti sono
vestiti di blu. In un'altra sezione di bianco. Poi un'intera sezione di
gente marrone. Discendo la montagna per dare uno sguardo da vicino a
questo fenomeno. Scopro che gli uomini blu sono poliziotti. Tutti seduti
entro un perimetro definito, tazze di caffè in mano, giacche aperte,
piedi sullo schienale delle
poltrone, intenti a parlare l'uno con l'altro. Gli uomini marrone sono
uscieri, che fanno più o meno le stesse cose dei poliziotti e tengono in
mano torce elettriche. Gli uomini bianchi sono tecnici. Ogni sezione è
completamente isolata dalle altre, come fossero piccoli territori su una
carta geografica. C'è qualcosa di entusiasmante in tutto questo, per me;
però non riesco a capire cosa.
Mi dirigo dietro il palco, immaginandomi tutte le diverse atmosfere che
questo posto ha contenuto, restando sorprendente-
mente privo d'una sua identità fisica. E un edificio, nient'altro, poi
un'intero mondo c'entra dentro e lo occupa e poi se ne va di nuovo.
Spettacoli di cani, rodei, circhi, lotte a premi, partite di hockey, di
basket, spettacoli equestri, balletti, eventi musicali. Un odore di
caldarroste e crauti mi fa uscire dalla mia trance. Barry Imhoff l'ha
fatto di nuovo. Ha fatto entrare dalla strada un venditore di hot-dog e
uno di pretzel, e ora stanno elargendo la loro fumante mercanzia a
chiunque ne faccia richiesta. E passato del tempo dall'ultima volta in
cui ho assaggiato un vero hot-dog newyorchese con senape, crauti e
cipolle, perciò mi fermo. Mentre sono là, ad aspettare che l'ometto
grasso stratifichi il tutto entro due mezzi panini bianchi avvolti da un
pezzo di cellophane, noto quello che sembra un piccolo esercito di neri
con vestiti gessati, visi torvi e occhi saettanti all'intorno, tutti
assiepati attorno a un nero ancora più grande e alto, vestito
completamente di nero e assai si-
mile al "campione dei pesi massimi di tutto il mondo intero". Le mie
mani sono come paralizzate, una in tasca in cerca di monete e l' altra
protesa verso l' hot-dog, mentre gli occhi cercano di staccarsi da
questa visione. Ali è calmo ed elegante, mentre tutt'intorno a lui
questi altri personaggi non smettono di ruotare la testa e tormentarsi
le tasche. Se anche non ci sono assassini in giro, sembra che sognino di
trovarne uno proprio qui sul posto, tanto per far capire a tutti che non
sono qui a perder tempo. Si muovono su e giù per la sala come una
colonia di formiche operaie che circondano la regina. L' uomo grasso
degli hot-dog inizia a esprimere la sua impazienza borbottanto con
accento newyorchese. Pago e mi dirigo verso i camerini. Questa
dev'essere la vera american way.
Niente è importante nè ha valore finchè non è amplificato a proporzioni
spropositate. "Prendete la maledetta sala più grande di tutto l'intero
pianeta! Prendete il campione di pesi massimi di tutto il mondo intero!
Prendete il più grande cantante folk dopo Edith Piaf! Il più incredibile
fenomeno poetico-musicale mai visto al mondo e metteteli tutti assieme
di fronte al più grande dannato pubblico scalpitante da questa parte del
Rio Grande! Ed eccoci qua con il nostro show, gente!" Sono anch'io nel
gioco.
Mi dirigo a un camerino con l'insegna GUAM e vado a sedermi sopra una
panca di metallo. Il tavolo in mezzo alla sala non potrebbe sostenere, sembra, altri fiori e noccioline e frutta. Scatole
piene di lattine di birra, bibite e ghiaccio a ogni angolo; telegrammi da ogni dove appuntati sui muri. Ginsberg balza dentro, in
giacca e cravatta più scarpe da tennis molto giovanili. Vederlo in
quest'atmosfera dà una bella sensazione. Come se una piccola folata di
sanità spirasse dalla porta. "Mio padre è là fuori. Ha ottant'anni e non ha mai visto un concerto rock". Chiedo ad Allen se
non ha paura che suo padre possa avere un attacco di cuore, alla
sua età. "No, mio padre è un poeta". Ride e si avvìa allegramente
verso lo spogliatoio maschile. "Davvero! Un vero poeta! Abbiamo
fatto un reading insieme, l'altro giorno, in un'università del nord!"
Neuwirth si unisce a noi, ruotando sui tacchi, nervoso come un gatto. È
già riuscito a coprirsi di sudore. Brontola qualcosa d'incomprensibile, tende il collo come se stesse cercando qualcuno,
quindi si riproietta fuori dalla porta. Quasi tutti ora percepiscono
questo impulso di frenesia emotiva. Non ricordo un simile senso di
tensione in nessun altro momento della tournee, a parte, forse, il
primissimo concerto di Playmouth. Ma quella era soprattutto sovraeccitazione, nella speranza che lo spettacolo decollasse con un
acuto. Qui siamo piuttosto sul versante dell'ansia. Per di più,
Roberta Flack è stata cooptata all'ultimo momento, perche Aretha
Franklin era bloccata dai suoi concerti di Los Angeles. Roberta non fa
problemi per essere stata scelta come secondo violino rispetto alla
grande Aretha. E arrivata in pieno stile Hollywood, vorticando per i
camerini con una bandana fiammante, coperta di gioielli e gridando
ordini al proprio entourage. C'è un netto senso di tensione tra bianchi e neri dietro il palco ed è un altro ingrediente nuovo
che mancava nei concerti del New Jersey. Nulla di truce e violento, soltanto queste due correnti di cultura musicale, completamente diverse, che ruotano affiancate senza mai mescolarsi. E
quasi come se ci fossero due concerti diversi nella stessa serata,
senza nulla in comune. Mi sorprendo a tornare sull'idea che è per
un nero che diamo questo concerto. Un concerto di beneficenza
per un detenuto nero, iniziato da un cantante bianco con sostegno nero.
E' troppo rischioso per immaginarselo. Alì ha cercato di mettere assieme un sostegno per Carter, e per un pezzo. Anche prima
di Dylan. Ma c'è voluto Dylan per far funzionare il tutto.
Ritorno nella sala. Il pubblico sta lentamente filtrando all'interno, riempie tutta la caverna come sabbia in una clessidra. Lola,
una vecchia amica della tournee che avevamo perso di vista da
qualche parte nel Vermont, è tornata per la gran serata. Ha rotto
un tacco dello stivale e c'è un poliziotto piegato in due che cerca
di rimetterlo a posto con il calcio della sua pistola. Qualcun' altro ci
prova con un tubetto di colla. In breve sono in tre o quattro assiepati intorno a Lola e al suo stivale rotto, ciascuno aggiunge il
proprio scarso contributo. Nessuno dei metodi di riparazione sembra funzionare e Lola diventa sempre più ansiosa, man mano che
si avvicina il momento dell'inizio dello spettacolo. L 'idea di saltellare tutta la sera su uno stivale solo, vestita di tutto punto per il
resto, la sta portando all'isterìa. Mi offro di correre nei camerini e
di cercare un paio di stivali liberi da parte di una delle donne dello spettacolo. Joni Mitchell ne ha solo un paio e non se ne vuole
separare, dal momento che sarà in scena tra dieci minuti circa.
Ronee Blakely porta un paio di stivaletti inglesi a tacco alto che, mi
avverte, sono i suoi preferiti, confezionati su misura per i suoi piedi minuscoli. Accetta di prestarmeli se io giuro sopra una pila di
bibbie di riportarglieli prima della fine della serata. Corro fuori
dal camerino con gli stivaletti che mi ondeggiano davanti, con la
sensazione di essere un decatleta surrealistico. Ritrovo Lola, ormai
circondata da "riparatori", e le offro i raffinati stivaletti. Lola conficca il piede in uno di essi, speranzosa d'aver trovato la soluzione,
solo per scoprire uno scricchiolante vicolo cieco all'altezza della
caviglia. Ancor piena di determinazione, insiste, spingendo e strattonando, finche dallo stivale non comincia ad emergere un basso
suono di strappi e cuciture che saltano. Non ho cuore di chiederle
che si fermi ma alla fine c'è obbligata, perche non c'è modo di forzare
un piede americano a conformarsi allo stile inglese. Si lascia sfuggire un sospiro esasperato e cerca di sfilarsi lo stivale ma i
suoi primi sforzi sono stati così vigorosi che ora lo stivale è
saldamente bloccato in una posizione intermedia che sembra una
situazione anche peggiore che essere completamente scalza. Ora gli uomini tornano in scena. Ciascuno, a turno, afferra il tacco e tira, mentre Lola si afferra al corrimano, digrignando i denti come se il
processo fosse più doloroso di un parto difficile. Ora è il turno del poliziotto, che si sbottona persino la giacca blu per il tentativo.
Infine lo stivale viene alla luce, e con un poderoso strappo del cuoio,
mentre l'intera fodera resta pendula a brandelli. Lola è abbandonata sul pavimento e ansima alla ricerca d'aria, mentre io
m'impadronisco dello stivale prima che accada qualche altro disastro e
m'involo per tornare nel camerino. Il mio cervello si sbizzarisce in contorsionismi, nel tentativo di trovare il giusto modo di
presentare il contrattempo a Ronee. Nel frattempo insisto a pigiare la fodera dentro lo stivale; nella speranza che in qualche modo
riesca a reincollarsi da sola. Il camerino è vuoto, con l'eccezione di T
-Bone, che dice che Ronee ha deciso di uscire in scarpe da tennis, dato
che ha "prestato" i suoi migliori stivali per la serata. Resto là, in
piedi, come un ladruncolo colto sul fatto e decido di abbandonare gli stivali nel luogo più adatto, cioè dietro una pila di
asciugamani in un angolo buio. La spiegazione posso sempre posticiparla. Torno di corsa nella sala.
L' atmosfera è ora completamente cambiata con l' arrivo della
folla. Persino l' aria è diversa. New York è davvero il test decisivo
per qualsiasi esperimento. È chiaro come il sole. Se volete render
noto qualcosa al mondo, portatelo a New York. Meglio ancora,
portatelo al GARDEN!
Il gruppo parte a scatto con Good Love Is HardTo Find ed è
l'eruzione d'un vulcano. La Rolling Thunder s'incontra a testa
bassa con la voce di oltre tremilacinquecento esseri umani urlanti,
rappresentanti del pianeta. Dylan può anche essere nient'altro che
un ragazzo del Minnesota ma la sua città è questa. Non importa
quanti critici politico-musicali siano delusi dai suoi ultimi testi o
dal suo modo di vivere, la gente che è qui stasera dice SI con tutta
la sua forza. Portate in scena l'uomo che ha cambiato il volto della
coscienza della gioventù americana in un sol colpo! I musicisti, dal
canto loro, sembrano spingersi al punto in cui la musica sembra
più tesa e accelerata rispetto agli informali concerti del mondo.
Mick
Ronson, d'altra parte, esplode letteralmente davanti a questa folla
enorme. Il suo stile di partenza è comunque aperto e teatrale, viene dal "delirio" inglese e da David Bowie. Comincia a lasciare
fluire tutta la brillante violenza che ha tenuto a freno durante la
tournee. Volteggi di aquila gigante, ad ali aperte nell'aria rarefatta.
Triple rotazioni verticali, con il filo della chitarra che si arrotola
intorno a lui come un boa constrictor, mentre lui martella la chitarra con larghi uppercut a tutto braccio. Capelli biondo platino
che dardeggiano in tutte le direzioni. Poi marcia per tutto il palco,
le gambe rigide, un Frankestein macho e inaspettato, scuotendo il manico
della chitarra con mano viziosa, come strangolasse un fratello più debole. E, con tutto questo, non perde mai una nota.
Durante ogni sua movenza suona linee soliste geniali, ispirate, per
poi mescolarsi di nuovo allo sfondo e sostenere gli altri musicisti.
Neuwirth sembra sulla via di esplodere a forza di pura tensione. La sua
voce s'incrina in mezzo a ogni brano. La banda riesce comunque a tenersi
assieme. Su tutta la linea, è la musica che fa accadere quest'evento. La solida esperienza dietro ogni membro del
gruppo.
Joni Mitchell fa di nuovo saltare il soffitto dalla sala, con
il suo solo apparire in scena. Sembra incredibilmente piccola dal
punto dove sono seduto. Come una bambina vulnerabile che cerca
di cantare la canzone che ha scritto in un grande salotto pieno di
adulti. Una delle tipiche presentazioni di Neuwirth a ogni concerto era: "Benvenuti nel vostro salotto", e questa è la prima sera in
cui davvero ne comprendo il significato. Lo spettacolo procede e
poi è il momento di Muhammad Alì. Sta diventando una sorta di
studio sui traumi emotivi. E difficile credere che lo spazio riesca a
contenere una maggior quota d'isteria ma Alì, dovunque, appaia, è
come nitroglicerina, e questa serata non fa eccezione. Alì calma il
pubblico e comincia con una di quelle sue frasi casuali, che ti fanno
sentire come se parlasse a te personalmente e non a qualche migliaio di persone. "Sapete, quando mi hanno chiesto di venir qui
stasera mi sono chiesto chi era questo Bob Dylan. Poi vengo qui e
scopro che tutta questa gente viene qui e paga e penso che questo Bob
Dylan dev'essere qualcuno. Pensavo di essere l'unico che poteva mettere insieme qualcosa di simile. Ma tutte voi, ragazze, sul
serio siete venute qui stasera per vedere Bob Dylan?" Urla e grida
esplodono da tutta la sala. "Va bene, va bene. Comunque non è
robusto come me, dovete ammetterlo. Ora voglio soltanto dire che è un
piacere vedere un tale pienone qui stasera, soprattutto visto che è per
aiutare la causa di un nero in prigione. Perche tutti sanno che voi
avete la statura e gli appoggi sufficienti per offrir protezione". Ora
comincia il teatro vero e proprio. Uno degli aiutanti di Alì sale sul
palco con in mano un telefono. Qualcuno lo interrompe al microfono e gli
mormora qualcosa nell'orecchio. La cosa è stata progettata molto tempo
prima ma è presentata come fosse un fatto nuovo. Alì si scosta dall'uomo
e afferra il microfono. "Mi hanno appena detto che c'è una chiamata
speciale proprio in questo momento, che arriva diritta dal New Jersey per ordine particolare
del governatore. Abbiamo Mr. Rubin "Hurricane" Carter al telefono e potrete sentire la sua voce mentre mi parla". Alì prende il
telefono e tutti sentiamo la voce di Carter, come se venisse da migliaia di migliaia di cavi sommersi. Sembra molto più lontano del
New Jersey ma arriva assolutamente chiara ed eloquente. "Hurricane" Carter sembra molto più presente con la sua sola voce che
gran parte della gente che è qui in carne ed ossa. La realtà della
sua prigionla e della nostra libertà arriva fino a noi chiara e forte.
"Sono seduto qui in prigione e penso che questo sia un atto davvero
rivoluzionario, che tanta gente del mondo là fuori possa riunirsi per un uomo in prigione" . Alì è sempre conscio del pubblico
e cerca d'infiammarlo. "Senti, Rubin, promettimi solo una cosa.
Se esci, non venire a sfidarmi per il titolo, va bene?" Rubin prosegue per la sua strada, non ha tributi da pagare a un pubblico che
non gli sta neanche davanti. "Per metterla più seriamente, sto parlando
dal profondo delle viscere di un penitenziario del New Jersey". Il
dialogo prosegue e il pubblico è sorprendentemente attento, ascolta
Carter nonostante l'attesa di Dylan che deve ancora entrare in scena. La
voce solitaria prende a fluire in ogni angolo della sala come un fantasma. L 'immaginazione lavora a tutta forza,
cercando di costruirsi un'immagine di quest'uomo, sottochiave in
qualche luogo eppure intento a parlare a un pubblico che non può neanche
vedere. La telefonata ha termine e Alì passa al suo successivo numero
d'istrionismo. "Ora, signore e signori, mi piacerebbe presentarvi questa
sera il prossimo presidente degli Stati Uniti". E ora che succede?
Nessuno è preparato a questa novità. Dylan è là dietro, pronto ad
entrare per la seconda parte dello spettacolo, e Alì è sul palco a propinare questa rottura di scatole a tutti.
"Ora, sapete che io sono famoso per le mie predizioni. E se non
fosse stato per quest'uomo (Jimmy Carter) che mi ha prestato il suo aereo personale all'ultimissimo momento, non avrei potuto essere qui con voi
stasera". Alì se ne va al suono di fischi colossali e il suo "candidato" bianco esce fuori dal nulla, simile a un incrocio tra Howard
Hughes e l'ex-sindaco Lindsay. I fischi salgono di volume e d'intensità quando l'uomo cerca di dire qualche parola a suo sostegno.
E una dimostrazione patetica di scarso senso del tempo e totale
spiazzamento rispetto allo scopo del concerto e della stessa tournee. Il "prossimo presidente degli Stati Uniti" riesce a proferire
circa tre parole sotto la marea montante di disapprovazione, poi
scivola giù dal palco come una pecora. A questo punto tutti stanno
mordendo il freno per Dylan.
Come sempre, lui appare in scena e basta.
Nessuno lo annuncia, semplicemente esce con la testa leggermente china, le piume che ondeggiano, la biacca più spessa del
solito, e inizia a cantare. Balza sempre sul pubblico a quel modo.
Sa che li può cogliere d'anticipo e questo lo rende più tagliente
ogni volta. Ora l'anfiteatro è di nuovo in tempesta.
Dylan ondeggia sui tacchi, duettando con Neuwirth in My Masterpiece.
La batteria martellante di Howard Wyeth spezzetta in schegge il
quattro-quarti. Ha una mano destra incredibile. Scende a dar l'accento,
poi suona una mezza dozzina di piccoli colpi a grappolo, colpendo nel
frattempo due o tre piatti alla batteria per aggiugere colore. Un
batterista come questo resta di solito nell'ombra, perche gli manca
l'evidente presenza dei tipi più atletici, che saltano sullo strumento
usando il doppio dei muscoli necessari. Howie se ne sta lì seduto, come
se guidasse una Impala del '58, veleggiando lungo un'autostrada mentre
braccia e gambe seguono gli schemi ritmici con il minimo sforzo.
A metà dello spettacolo Joan Baez inscena un siparietto, la scena della groupie, arrivando di corsa sul palco in calzoncini blu, parrucca bionda e tacchi alti. Il servizio d'ordine sta
al gioco e la trascina via scalciante e urlante. Più tardi Joan si produce in un piccolo capolavoro, arrivando interamente vestita da
Dylan.
Per un secondo sembra davvero di vedere doppio, finchè non tenta
di cantare come lui. Poi tutto si dissolve. E come un'apparizione,
lassù. Entrambi della stessa altezza, occhi scuri che brillano in mezzo a un trucco di biancore lunare. Lo stesso cappello a
tesa diritta, vestito nero.
C'è una tal mistura di immagini, clown
francesi, medicine show, menestrelli, voodoo, che gli occhi restano
completamente fissi e quasi si dimentica che la musica prosegue
per tutto questo tempo. Giù, ai bordi del palcoscenico, uno degli
agenti mi chiede qual'è Dylan. Glielo indico. "Vuoi dire quel tipo
col cappello buffo? Gli stavo parlando proprio adesso!" Dà di go-
mito a uno dei suoi colleghi di fianco a lui. "Ehi, ho appena parlato con Bob Dylan! Non sapevo neanche che fosse lui". Il collega
gli dice di chiudere il becco e ascoltare la musica. Tutti i presenti
sono come un vasto, mormorante organismo. Pensavo d'aver lasciato tutto questo dietro me, nell'estremo nord del Maine, invece
eccomi qui. Non c'è modo di tenersi in disparte. Nessuno potrebbe negare la potenza di quell'evento.
Di nuovo nel camerino, Dylan si precipita dentro, strappandosi
dal collo il supporto dell'armonica, il trucco che gocciola in lunghe
strisciature, gli occhi rossi sgranati. "Rubin è stato assolto! Sarà
fuori per Natale!" Sono l'unico presente e non so che dire. Ci
guardiamo soltanto negli occhi. Vorrei avere qualcosa da rispondergli ma non riesco a trovare nulla. Non mi esce nulla. Dylan si
volta e schizza fuori dalla porta.
Bob Dylan & Rolling Thunder Revue,
The Night Of The Hurricane
4 CD set - Unofficial release (Europe
2011) - Label: Original Master Series – OMS106-109
Tracklist:
CD 1
1 Good Love Is Hard To Find
2 Introduction
3 Sleazy
4 Hula Hoop
5 Too Good To Be Wasted
6 Laissez Fair
7 Life On Mars?
8 Band Introduction
9 Alabama Dark
10 Need A New Sun Rising
11 Cindy (When I Get Home)
12 Mercedes Benz
13 Shadows And Light
14 Coyote
15 Edith And The Kingpin
16 Don't Interrupt The Sorrow
17 Bill Franklin
18 Muhammad Ali & Others
19 Rubin Carter (Via Phone)
20 Mr. Spaire
21 John J. Hooker
22 Many Thanks
CD 2
1 Ramblin' Jack
2 Muleskinner Blues
3 Pretty Boy Floyd
4 Salt Prok, West Virginia
5 I'm A Rich And Ramblin' Boy
6 When I Paint My Masterpiece
7 It Ain't Me, Babe
8 The Lonesome Death Of Hattie Carroll
9 Tonight I'll Be Staying Here With You
10 It Takes A Lot To Laugh, It Takes A Train To Cry
11 Romance In Durango
12 Isis
13 The Times They Are A-Changin'
14 Dark As A Dungeon
15 Mama, You Been On My Mind
16 Never Let Me Go
17 I Dreamed I Saw St. Augustine
18 I Shall Be Released
CD 3
1 Diamonds And Rust
2 Swing Low, Sweet Chariot
3 Prison Trilogy (Billy Rose)
4 Joe Hill
5 Long Black Veil
6 Please Come To Boston
7 Introduction
8 25th Of Last December
9 Why Don't You Move In With Me?
10 Eight Miles High
11 Chestnut Mare
12 The Night They Drove Old Dixie Down
CD 4
1 Love Minus Zero / No Limit
2 Simple Twist Of Fate
3 Oh, Sister
4 Hurricane
5 One More Cup Of Coffee
6 Sara
7 Just Like A Woman
8 Knockin' On Heaven's Door
9 This Land Is Your Land
1. Things Have Changed (Bob center stage)
2. She Belongs To Me (Bob center stage with harp)
3. Beyond Here Lies Nothin' (Bob on piano, Donnie on electric mandolin)
4. What Good Am I? (Bob center stage, Stu on acoustic guitar)
5. Waiting For You (Bob on piano)
6. Duquesne Whistle (Bob on piano, Tony on standup bass)
7. Pay In Blood (Bob center stage)
8. Tangled Up In Blue (Bob center stage with harp then on piano on 4th
verse, Stu on acoustic guitar)
9. Love Sick (Bob center stage with harp)
(Intermission)
10. High Water (For Charley Patton) (Bob center stage, Donnie on banjo)
11. Simple Twist Of Fate (Bob center stage with harp)
12. Early Roman Kings (Bob on keyboard, Tony on standup bass)
13. Forgetful Heart (Bob center stage with harp, Donnie on viola, Tony
on standup bass)
14. Spirit On The Water (Bob on piano)
15. Scarlet Town (Bob center stage, Donnie on banjo, Tony on standup
bass)
16. Soon After Midnight (Bob on piano)
17. Long And Wasted Years (Bob center stage)
(encore)
18. All Along The Watchtower (Bob on keyboard)
19. Blowin' In The Wind (Bob on keyboard, Donnie on violin)
Che turbine! 12 giorni a Shanghai per lavoro mi hanno permesso di fare
questo grande 4-0 ... un Dylan che si esibisce in un’altra parte del
mondo. Fino ad oggi l’avevo visto negli Stati Unitia Hollywood, e pure
in prima fila. Ma ora, dall'altro lato del globo, mi trovo nella parte
sud della quarta città più grande città del Giappone, senza volti
conosciuti, lontano dalle sorgenti calde che mi aspettano a Washington,
DC, aspettando il mio posto allo Zepp per lo show delle 17:00.
Sì, Bobby sta invecchiando, ma sembra che lo spettacolo alle 17:00 sia
una consuetudine per la domenica, mentre Lunedi lo spettacolo è previsto
per le 19:00. Le sedi Zepp sono una catena di locali/discoteche sparse
per tutto il Giappone, e dopo aver aperto il tour 8 notti fa allo Zepp
DiverCity di Tokyo, direi che ci deve essere qualche legame con il
promoter. Lo Zepp Sapporo è piuttosto intimo, 200 posti seduti su un
piccolo balcone ed il resto come General Admission in piedi in platea.
Io
sono stato fortunato perché ero nella sezione B - 2, quindi appena
dietro la prima sezione "bestiame" direttamente davanti al pianoforte.
La puntualità è una delle virtù del nostro eroe, e Stu passeggiava sul
palco esattamente alle 17:00, pizzicando la sua acustica come al solito.
La band lo ha seguito, poi Bobby vestito tutto di chiaro come abbiamo
visto nelle foto di Tokio ha iniziato “Things Have Changed” con una
sorpresa, una specie di “upsinging”, ma è piaciuto qui, e mi sono
trovato a pensare che questa versione era migliore di quella originale
del disco. Non voglio descrivere canzone per canzone, preferisco
commentare quello che ha spiccato questa sera a Sapporo. Bob è
chiaramente focalizzato sulla sua voce, che è diventato il suo strumento
principale in questi ultimi anni. Ci sono stati alcuni pezzi
semplicemente sensazionali, momenti in cui il suo canto ha catturato la
folla.
“What Good Am I?”, “Simple Twist of Fate” e “Forgetful Heart” sono stati
i momenti migliori. “Love Sick” ha chiuso il primo set. Questa è davvero
intrigante ogni volta, e questa sera non ha fatto eccezione. La folla ha
davvero risposto molto bene a questa canzone e Bob li ha ricompensati
con un "Arigatoooo!" molto sorridente prima dell’intervallo.
Charlie è stato un altro momento culminante per me stasera, nessuna
scossa, ma ho notato che è molto più lead di quanto l’ho visto negli
anni scorsi.
“Love Sick” e “Scarlet Town” avevano ottimi assoli di chitarra molto
duri e tutti sembravano essere molto divertiti con “High Water”, con Stu
che scalciava l’apertura numero 2 dopo la pausa con un riff blues
elettrico e Donnie che suonava un banjo molto bello da solista. Il
pubblico giapponese era uno dei migliori che io abbia mai visto ...
estremamente rispettoso e gentile. Io non credo che qualcuno sia uscito
prima della fine, che è una cosa comune in USA (e non solo per Bob). Non
ho sentito o visto nessuno parlare durante lo show, sembravano davvero
attenti a riconoscere le canzoni e gli album dai quali provenivano,
soprattutto quelle da “Tempest”. Quelle canzoni sono state molto ben
accolte.
“Long And Wasted Years” ha ricevuto subito il consenso del pubblico e
Bob era contento!
Dopo i bis che hanno ricevuto molti applausi ho pensato che Bob cercava
Stu e gli faceva cenno con un dito come a suggerire "One more song?"
dopo “Blowin’ in the Wind”. Ma non doveva essere così. Il nostro eroe
capisce il business meglio di chiunque altro, e la regola # 1 è - Fare
in modo che ti desiderino sempre di più -.
E' difficile separare il concerto dall'esperienza della mia prima visita
in Giappone. L'esperienza culturale sicuramente è superiore a quella
dello show, ma questo spettacolo era decisamente meglio di quello che ho
visto nell’Americanarama della scorsa estate, e forse meglio del
concerto di Richmond di circa 1 anno fa.
Così, ne valeva la pena? Tutto questo viaggio e le spese? Certoooo!
“Arigatoooo Bob!”
Martedi 22 Aprile 2014
Osaka, Japan, Zepp Namba - April 21,
2014
1. Things Have Changed (Bob center stage)
2. She Belongs To Me (Bob center stage with harp)
3. Beyond Here Lies Nothin' (Bob on piano, Donnie on electric mandolin)
4. Workingman's Blues #2 (Bob center stage, Stu on acoustic guitar)
5. Waiting For You (Bob on piano)
6. Duquesne Whistle (Bob on piano, Tony on standup bass)
7. Pay In Blood (Bob center stage)
8. Tangled Up In Blue (Bob center stage with harp then on piano on 4th
verse, Stu on acoustic guitar)
9. Love Sick (Bob center stage with harp)
(Intermission)
10. High Water (For Charley Patton) (Bob center stage, Donnie on banjo)
11. Simple Twist Of Fate (Bob center stage with harp)
12. Early Roman Kings (Bob on keyboard, Tony on standup bass)
13. Forgetful Heart (Bob center stage with harp, Donnie on viola, Tony
on standup bass)
14. Spirit On The Water (Bob on piano)
15. Scarlet Town (Bob center stage, Donnie on banjo, Tony on standup
bass)
16. Soon After Midnight (Bob on piano)
17. Long And Wasted Years (Bob center stage)
(encore)
18. All Along The Watchtower (Bob on keyboard)
19. Blowin' In The Wind (Bob on keyboard, Donnie on violin)
Secret Sisters: sentite "Dirty Lie",
il brano che Bob Dylan ha regalato al duo
Le Secret Sisters sono un duo statunitense di country molto
tradizionale, composto da due vere sorelle: Laura e Lydia Rogers. Il
loro omonimo album d'esordio è uscito nel 2011 (negli USA in realtà nel
2010, ma in Europa è giunto con qualche mese di ritardo) e hanno appena
pubblicato il loro secondo lavoro in studio - "Put your needle down",
disponibile dal 15 aprile.
Il disco contiene 12 brani, quasi tutti scritti dalle due sorelle
Rogers, con l'aiuto del leggendario T Bone Burnett. Diciamo "quasi
tutti", perché una canzone, in particolare, è da attribuire - in parte
almeno - a sua maestà Bob Dylan; stiamo parlando di "Dirty Lie", pezzo
che Dylan aveva iniziato a scrivere a metà anni Ottanta, ma che aveva
lasciato in forma di demo incompiuto.
"Eravamo nel bel mezzo delle registrazioni con T Bone", ha raccontato
Laura, "e lui ci ha detto: "Bob vi ha mandato delle canzoni da
ascoltare, potete sceglierne una da terminare. E' pazzesco anche solo
che ci abbia preso in considerazione per finirne una in una maniera
anche solo remotamente all'altezza di quello per cui lui è famoso. Alla
fine abbiamo sentito quattro o cinque demo e "Dirty Lie" ci ha davvero
colpito". Le ragazze hanno terminato il pezzo di Dylan in un paio d'ore
e lo hanno trasformato in un duetto con un'atmosfera da jazz club anni
cinquanta.
Ecco il brano:
Nota di Mr.Tambourine:
Bob Dylan non ha mai pubblicato "Dirty Lie" ufficialmente ma aveva
inciso alcune outtake del pezzo che uscì nel 1994 su un doppio CD non
ufficiale, o illegale o pirata, chiamatelo come volete, registrato al
Beverly Theatre di Los Angeles, California, il 23-24-25 Maggio 1984,
almeno questo dicono i credits. Probabilmente a Bob, dopo avere
riascoltato il brano registrato, non è piaciuto o non l'ha ritenuto
all'altezza dei suoi standard (forse non ha nemmeno sentito queste
registrazioni), quindi l'ha messo da parte mettendolo a disposizione di
qualche altro artista. Che il testo delle Secret Sisters sia diverso da
quello di Bob non ha nessuna importanza, chiunque può riscrivere un
testo su una canzone già esistente. Ecco la track list dei due CD
contenenti il brano in questione:
Bob Dylan – Dirty Lies
Label:
Wanted Man Music– WMM 45/46, Wanted Man Music – WMM 045/046
Format: 2 × CD, Unofficial Release
Country: Germany
Released: 1994
Tracklist Hide Credits.
CD 1
Jokerman
All Along The Watchtower
Just Like A Woman
Highway 61 Revisited
I And I 1
I And I 2
Girl From The North Country / Shelter From The Storm
Shelter From The Storm
License To Kill
Ballad Of A Thin Man
When You Gonna Wake Up?
To Ramona
CD 2
Instrumental 1
Jam
Instrumental 2
Jam
Instrumental 3
Almost Done 1
Almost Done 2
Almost Done 3
Almost Done 4
Almost Done 5
Enough Is Enough
Dirty Lies 1
Dirty Lies 2
Why Do I Have To Choose? (Written-By – Willie Nelson)
To Each His Own (Written-By – Ray Evans/Jay Livingstone*)
Instrumental 4
Distributed By– Wanted Man Music Inc.
Recorded at the Beverly Theatre, Los Angeles, California, 23-24-25 May
1984
Ecco anche la versione di
Bob:
Sometime she says i'm slow
She said it about me, but it's too soon to know
Don't mind leavin', wonderin' why
Whosoever told it, told a dirty lie.
Well, i'll tell you one more to
Take what is your with you when you go
Now i'll tumble, tumble 'n' die
Whosoever told it, told a dirty lie.
Already seen your dirty mate
Sure find it harder to concentrate
I'll be beloved, time's too slow
But make sure you take her with you when you go.
I'll love it and leave it, the sun goes down
Pray for the rain for miles around
I'll never leave it to wonder why
Whosoever told you, told a dirty lie.
Oh, they time you and I'm tellin' you
I'd be watchin', baby, no matter what you do
And I'll leave alone but far too slow
Just make sure you take her with you when you go.
I want to leave, my feet's soaking wet
I long to leave but i ain't found you yet
And i know baby, tellin' you why
Whosoever told me, told a dirty lie.
Lunedi 21 Aprile 2014
Addio a Rubin Carter, l’Hurricane cantato da
Bob Dylan
Rubin “Hurricane” Carter, il pugile dal micidiale gancio sinistro,
l'icona nera che ha ispirato il film e la canzone di Bob Dylan, si è
addormentato ieri sera nella sua casa di Toronto e non si è più
svegliato. Carter aveva 76 anni e da moltissimo tempo combatteva il suo
ultimo match contro un tumore alla prostata. La notizia è stata
data da John Artis che venne accusato di essere stato suo complice nel
triplice omicidio al New York Times, che ha poi diffuso la notizia nella
sua edizione online.
Incolpato ingiustamente di aver ammazzato durante una rapina in un bar
del New Jersey due uomini e una donna (tutti bianchi) nel 1966,
trascorse quasi 20 anni in carcere prima di essere riconosciuto
innocente con due distinte sentenze che dimostrarono la sua totale
estraneità ai criminosi fatti. All’epoca, a favore della sua causa si
mobilitarono politici, molte organizzazioni a favore ed in difesa dei
diritti civili come “Amnesty International”, moltissimi campioni dello
sport, attori del cinema e stars della musica. Per anni il suo nome
rappresento il simbolo di una giustizia non buona e di stampo razzista:
il suo fu un caso di discriminazione legato quasi esclusivamente al
colore della pelle.
Basandosi sulla sua storia Bob Dylan compose la celebre canzone
intitolata “Hurricane”, come il suo soprannome, canzone che divenne un
successo internazionale nel 1976. Molti anni più tardi, anche
l'industria del cinema si occupò della sua triste vicenda: nel 1999 uscì
il film diretto da Norman Jewison basato sull’autobiografia dell’ex
pugile «The 16yh Round», intitolato proprio “The Hurricane”, come la
canzone scritta da Bob Dylane Jacques Levy, interpretato da Denzel
Washington, che per quella interpretazione ricevette una nomination agli
Oscar.
Rubin Carter con Denzel Washington
Carter viveva da anni Canada dove si occupava della sua associazione
“Innocence International” a favore delle persone imprigionate perché
vittime di errori giudiziari. Commentando la sua vicenda Carter era
solito dire «Hanno incarcerato il mio corpo, ma non sono mai riusciti a
farlo con la mia mente».
Il 17 giugno 1966,
alle 2:30 del mattino circa, due uomini di colore entrarono nel
"Lafayette Bar and Grill" a Paterson, New Jersey, ed aprirono il fuoco.
Due uomini, Fred "Cedar Grove Bob" Nauyoks ed il barista Jim Oliver,
vennero uccisi sul colpo. Una donna, Hazel Tanis, morì circa un mese
dopo: aveva la gola, lo stomaco, l'intestino, la milza, il polmone
sinistro e un braccio perforati dai proiettili. Una quarta persona,
Willie Marins, sopravvisse all'attacco, ma perse la vista ad un occhio.
Un noto criminale,
Alfred Bello, che si aggirava nei pressi del Lafayette per commettere un
crimine quella stessa notte, vide la scena. Bello fu una delle prime
persone presenti nella scena del crimine e chiamò un operatore
telefonico per avvertire la polizia.
Una residente al
secondo piano del Lafayette, Patricia Graham, vide due uomini di colore
salire in una macchina bianca e partire verso ovest, lontano dal bar.
Patricia Graham Valentine
Un'altra persona,
Ronald Ruggiero, sentì gli spari, e affacciatosi dalla finestra vide
Bello correre per Lafayette Street. Sentì anche lo stridere degli
pneumatici e vide una macchina bianca sfrecciare verso ovest, con due
uomini di colore sui sedili anteriori. La macchina di Carter coincideva
con quella vista dai testimoni; la polizia fermò Carter e un altro uomo,
John Artis, e li portò al Lafayette circa trenta minuti dopo la
sparatoria.
John Artis con Rubin Carter
Nessuno dei testimoni
riconobbe in Carter o Artis uno dei criminali, nemmeno Marins quando la
polizia li portò all'ospedale per farli identificare dall'uomo ferito.
Comunque, nella macchina di Carter la polizia trovò una pistola calibro
32 e dei proiettili per fucile calibro 12 - lo stesso calibro usato
dagli assassini. Carter e Artis furono interrogati in commissariato. Nel
pomeriggio, entrambi vennero sottoposti al test del poligrafo.
L'esaminatore John J. McGuire trasse le seguenti conclusioni: "Dopo
un'attenta analisi dei risultati dati dal poligrafo, è opinione
dell'esaminatore che i soggetti stavano mentendo alle domande. Ed erano
coinvolti nel crimine. I soggetti negano qualsiasi connessione col
crimine". Il poligrafo non era comunque giudicato attendibile, e quindi
era inammissibile come prova. Carter e Artis furono rilasciati il giorno
stesso.
Sette mesi dopo, Bello
rivelò alla polizia che quella sera c'era un altro uomo con lui, tale
Arthur Dexter Bradley. Dopo un ulteriore interrogatorio, Bello e Bradley
identificarono Carter come uno dei due uomini di colore armati che
avevano visto fuori dal bar la notte degli omicidi; Bello identificò
anche Artis come l'altro uomo armato. Basandosi su questa ulteriore
prova, Carter e Artis vennero arrestati e incriminati.
Anche se la difesa fece presente che gli accusati non corrispondevano
alla descrizione che i testimoni oculari avevano dato il 17 giugno, i
due andarono avanti con la loro testimonianza.
Questo, più la prova dell'identificazione della macchina di Carter
fornita da Patricia Valentine e le munizioni trovate nella macchina di
Carter convinsero la giuria (composta da 12 persone bianche) che Carter
e Artis erano gli assassini. Entrambi gli uomini vennero incriminati e
condannati alla prigione a vita.
Durante la sua prigionia, Carter scrisse la sua autobiografia "The
Sixteenth Round: From Number 1 Contender to #45472" (Il sedicesimo
round: da sfidante numero 1 a numero 45472), pubblicata nel 1974.
Sostenne la sua innocenza, ed ottenne il sostegno della gente, che
spingeva per la grazia o per un nuovo processo.
Bob Dylan gli dedicò una canzone, Hurricane (1975), sostenendo
l'innocenza di Carter. Il brano è contenuto nell'album discografico
Desire, lanciato con il sussidio di una poderosa tournée concertistica
della Rolling Thunder Revue, immortalata con lo stesso Carter nel film
del 1978 Renaldo e Clara, scritto e diretto dallo stesso Dylan.
Nel frattempo, Bello e Bradley ritrattarono la testimonianza data nel
1967; tale ritrattazione fu usata come base per la mozione atta ad
ottenere un nuovo processo. Ma il giudice Larner, che aveva presieduto
sia il processo originale che la ritrattazione di Bello e Bradley, negò
la mozione.
Gli avvocati della difesa formularono un'altra mozione, basata sulle
prove che vennero alla luce durante il processo della ritrattazione (tra
le quali un nastro della polizia contenente un interrogatorio a Bello).
Anche se Larner negò anche questa mozione, la Corte Suprema del New
Jersey concesse a Carter e Artis un nuovo processo nel 1976.
Siccome Bello aveva dato molte versioni dei fatti avvenuti quella notte,
il procuratore Humphreys fece ripetere a Bello la sua versione dei fatti
analizzandolo con due diversi poligrafi. Entrambi dichiararono che Bello
era sincero, uno dei poligrafi giunse alla conclusione che Bello era
entrato nel Lafayette Bar subito dopo o addirittura durante la
sparatoria.
Il secondo processo
Durante il nuovo processo, Bello accantonò la ritrattazione e tornò a
sostenere la testimonianza del 1967, identificando Carter e Artis come i
due uomini armati che aveva visto al Lafayette Grill. Carter e Artis
furono ancora una volta giudicati colpevoli, questa volta da una giuria
che includeva due afroamericani, in meno di nove ore.
Carter e Artis furono quindi condannati di nuovo alla prigione a vita.
L'appello alla Corte Federale
Dopo il secondo processo, Carter sembrava ormai aver perso la speranza
quando ricevette una lettera inviatagli da un ragazzo di colore di nome
Lesra Martin che abitava in Canada. Gli rispose e, tempo dopo, il
ragazzo lo andò a trovare e gli fece conoscere i suoi amici che si
interessarono al caso di Carter. Questo gruppo, dopo essersi trasferito
negli Stati Uniti, lavorò sodo ed aiutò Carter e i suoi avvocati a
promuovere una petizione alla Corte Federale. Tre anni dopo gli avvocati
di Carter promossero una petizione per appellarsi alla Corte Federale.
Ebbero successo: nel 1985, il giudice della Corte Federale Haddon Lee
Sarokin sentenziò che Carter e Artis non avevano avuto un processo equo,
affermando che l'accusa era "basata su motivazioni razziali". I
procuratori del New Jersey si appellarono senza successo contro la
decisione di Sarokin alla Terza Corte d'Appello e anche alla Corte
Suprema degli Stati Uniti, che si rifiutò di ascoltare il caso (la Corte
Suprema non è obbligata ad accettare ogni appello ad essa rivolto).
I procuratori della contea di Passaic avrebbero potuto processare Carter
e Artis per una terza volta, ma decisero di non farlo. I testimoni erano
irreperibili o morti, il costo di un terzo processo sarebbe stato
altissimo e non era chiaro cosa sarebbe scaturito da un eventuale terzo
processo. Nel 1988, i procuratori del New Jersey archiviarono una
mozione per allontanare gli atti d'accusa originali portati contro
Carter ed Artis nel 1966, facendo quindi cadere tutte le accuse.
John Artis, dopo essere stato rilasciato sulla parola nel 1981, fu
ancora incarcerato nel 1986 per traffico di cocaina e possesso di
un'arma rubata.
Carter ha vissuto in una fattoria poco fuori Toronto in Ontario, Canada,
dal 1988 ed è stato direttore esecutivo dell'Associazione per la Difesa
dei Condannati per Errore (ADWC) dal 1993 al 2005.
Nel 1996 Carter è stato nuovamente arrestato a Toronto, anche in questo
caso si trattò di un errore - riconosciuto dalla polizia - basato su uno
scambio di persone.[7]
Ha lavorato come motivatore. Il 14 ottobre 2005, Rubin Carter ha
ricevuto una laurea Honoris Causa in Legge dall'Università di New York,
di Toronto e anche dalla Griffith University (Brisbane, Australia)
grazie al suo lavoro per l'ADWC.
Il record della carriera pugilistica di Carter è di 27 vittorie, 12
sconfitte e un pareggio in 40 incontri, con 8 knockout e 11 knockout
tecnici. Ha ricevuto la cintura di Campione del Mondo dal World Boxing
Council nel 1993.
Prendo il mio posto in settima fila davanti al microfono centrale. Posso
vedere il palco tra le teste. Non troppo male. Hanno l’aria condizionata
sopra, quindi non è troppo caldo. Alle 19:10 Stu sale sul palco con il
suo strumming. Poi la Band. Bob ha lo stesso vestito come l' 8 aprile,
ma una camicia scura. Tiene il cappello fino alla metà di "Spirit on the
water". Non riesco a vedere gli stivali.
"Things Have Changed”, "She Belong to Me”... cool ! Col pianoforte "
Beyond Here lies Nothin’ “... completa questa volta (il giorno 8 causa
l’inconveniente l’aveva fatta solo a metà) . "What Good Am I?”. Niente
“Hick’s Tune” stasera . Il suono è un pò strano, troppo basso e il suono
della batteria di George è funky. Il basso di Tony vibra sotto i miei
piedi!
"Waiting For You”... valzer dolce. Provo alcuni passi, ma non si può,
non voglio disturbare i vicini. "Duquesne Whistle" ... improvvisamente
il pubblico intorno a me è in fiamme. Reagiscono bene a quella canzone.
Cantano Woo! Woo! Sulle battute finali di George. Bob sembra felice e la
band sembra svegliarsi dalla routine. "Pay In Blood”... Bob è entusiasta
e prende il microfono nella mano destra, fa alcuni passi verso la prima
fila ... facendo un pò di show. Ogni frase ha sempre una reazione da
parte del pubblico! yea!.
"Tangled up in blue", "Love Sick” ... ben fatte. Bob dirà
ancora"Arigato" ( grazie in giapponese) prima di dire " ci prendiamo una
piccola pausa ora, 5 minuti poi torneremo!" che sarà di 20 o 25 minuti.
Nessuno intorno a me si muove. Nessuna pausa per bere. Pubblico
ordinatamente in silenzio, si potrebbe sentire una mosca volare. Come al
solito c’è il divieto di fare fotografie che qui sembra molto ben
rispettato. Non ci sono telefoni cellulari in aria che bloccando la
vista. Ho sentito alcuni gridare: "Bobby, Bobby!" ma non nel mezzo di
una canzone e forse nemmeno dai fan giapponesi. Il mio tipo di pubblico!
Intorno a me alcuni ragazzi vestiti casual, anche alcuni uomini di mezza
età vestiti con tute, probabilmente provenienti direttamente dal lavoro.
WORK è la parola chiave in Giappone.
Stu è tornato ... il pubblico l’ applaude all'unisono.
"High Water”, una eccellente performance Donnie al banjo. Donnie il
selvaggio! Dolce "Simple Twist Of Fate”, seguita dalla versione più
fantastica che ho mai sentito di “Early Roman Kings”. La mia mente,
quando uscì il disco, aveva rifiutato questa canzone trovavo un pò
noiosa . Ma stasera Bob ha saputo catturare la mia attenzione. Il
pubblico intorno a me si muove al ritmo dei tamburi ... papapapapa ...
papa pa pa! Thanx Georgie! C'è un silenzio totale su "Forgetful Heart”.
Poi il mio preferito del momento ... "Spirit On The Water ", davvero una
bella performance di Charlie. “Grazie, Charlie", e ho sentito qualcuno
chiamare il suo nome. Charlie sembra più magro che mai e anche Donnie
sembra aver perso un pò di peso. Che cosa è successo? A loro non piace
il Fugu (Pesce palla) come ai giapponesi?
"Scarlet Town" dove sono nato?. "Soon After Midnight ", la mia seconda
canzone preferita tra le canzoni dolci . "E' da poco passata la
mezzanotte , e ho un appuntamento con la regina delle fate "... una
Geisha....forse?
"Long And Wasted Years", così teatrale ! La folla reagisce ad ogni
singola frase! yeah! yeah!
Bob sembra stanco , la sua voce però è ancora chiara , ma ... stanca.
Ha fatto quattro spettacoli di fila ... soprattutto con la stessa lista
set, ma potenti e ben eseguiti. Ho visto un sacco degli stessi fans
essere presenti tutte le notti. Sono stata in posizioni diverse, così
vicina e così lontana. Sempre provando un grande piacere,. Grande
pubblico! Bob lo sa. Ha firmato due autografi e usato la parola
"Arigato". I due bis sono naturalmente : All Along The Watchtower e
Blowin' In The Wind.
Arigato gozeimas ... Bobby e la band!
Un ringraziamento speciale a Jules e Jason che hanno lavorato duro sul
sistema audio. Non ho visto Baron!
Ci vediamo tutti a Sapporo. Laurette.
Domenica
20 Aprile 2014
Fukuoka, Japan, Zepp Fukuoka - April
19, 2014
1. Things Have Changed (Bob center stage)
2. She Belongs To Me (Bob center stage with harp)
3. Beyond Here Lies Nothin' (Bob on piano, Donnie on electric mandolin)
4. What Good Am I? (Bob center stage, Stu on acoustic guitar)
5. Waiting For You (Bob on piano)
6. Duquesne Whistle (Bob on piano, Tony on standup bass)
7. Pay In Blood (Bob center stage)
8. Tangled Up In Blue (Bob center stage with harp then on piano on 4th
verse, Stu on acoustic guitar)
9. Love Sick (Bob center stage with harp)
(Intermission)
10. High Water (For Charley Patton) (Bob center stage, Donnie on banjo)
11. Simple Twist Of Fate (Bob center stage with harp)
12. Early Roman Kings (Bob on keyboard, Tony on standup bass)
13. Huck's Tune (Bob center stage with harp at end, Stu on acoustic
guitar)
14. Spirit On The Water (Bob on piano)
15. Scarlet Town (Bob center stage, Donnie on banjo, Tony on standup
bass)
16. Soon After Midnight (Bob on piano)
17. Long And Wasted Years (Bob center stage)
(encore)
18. All Along The Watchtower (Bob on keyboard)
19. Blowin' In The Wind (Bob on keyboard, Donnie on violin)
Caro Mr. Tambourine,
è stata una graditissima sorpresa vedere su Maggie's Farm i filmati del
grandissimo Al Diesan, dei Tambourine (che non conoscevo), dei miei
Limited Edition d'annata e degli amici Blackstones.
Per ringraziarti ed augurarti BUONA PASQUA ti mando in anteprima la
stampa su CD del prossimo lavoro della Electric Folk Band (spero che
esca prima di Natale).
Grazie ancora, ciao, spero a presto
Lo zio Bob
Grazie Biagio, auguri anche a te. Sapevo che il video dei Limited
Edition non era più attuale, ma questo poco importa, tu sei sempre tu
anche se ora ti esibisci con un'altra formazione, ma per renderti
giustizia sono riuscito a
trovare un "Billy 4" targato Electic Folk Band con relativo
testo. So long, roll
on uncle Bob.....Mr.Tambourine, :o)
BILLY 4
words and music Bob Dylan
There's guns across the river 'bout to pound you
There's a lawman on your trail, like to surround you
Bounty hunters are dancin' all around you
Billy they don't like you to be so free.
Campin' out all night on the berenda
Walkin' in the streets down by the hacienda
Up to Boot Hill they'd like to send you
Billy don't you turn your back on me.
There's mirrors inside the minds of crazy faces
Bullet holes an' rifles in their cases
There's always one more notch an' four more aces
Billy an' you're playin' all alone.
Playin' around with some sweet señorita
Into her dark chamber she will greet you
In the shadows of the mesa she will lead you
Billy and you're goin' all alone.
They say that Pat Garrett's got your number
So sleep with one eye open when you wander
If every little sound just might be thunder
Thunder from the barrel of his gun.
There's always another stranger sneakin' glances
Some trigger-happy fool willin' to take chances
And some old whore from San Pedro'll make advances
Advances on your spirit an' your soul.
Businessmen from Taos want you to go down
So they've hired Mr. Garrett, to force you slow down
Billy don't it make you feel so low down
To be hunted by the man who was your friend.
So hang on to your woman if you got one
Remember in El Paso once you shot one
Up in Santa Fe you bought one but she was a hot one
Billy you been runnin' for so long.
Gypsy queens will play your grand finale
Way down in some Tularosa alley
Maybe in the rio Pecos valley
Billy you're so far away from home
Billy you're so far away from home
Billy you're so far away from home.
Sabato 19
Aprile 2014
Nagoya, Japan, Zepp Nagoya - April 18,
2014
1. Things Have Changed (Bob center stage)
2. She Belongs To Me (Bob center stage with harp)
3. Beyond Here Lies Nothin' (Bob on piano, Donnie on electric mandolin)
4. What Good Am I? (Bob center stage, Stu on acoustic guitar)
5. Waiting For You (Bob on piano)
6. Duquesne Whistle (Bob on piano, Tony on standup bass)
7. Pay In Blood (Bob center stage)
8. Tangled Up In Blue
(Bob center stage with harp then on piano on 4th verse, Stu on acoustic
guitar)
9. Love Sick (Bob center stage with harp)
(Intermission)
10. High Water (For Charley Patton) (Bob center stage, Donnie on banjo)
11. Simple Twist Of Fate (Bob center stage with harp)
12. Early Roman Kings (Bob on keyboard, Tony on standup bass)
13. Forgetful Heart (Bob center stage with harp, Donnie on viola, Tony
on standup bass)
14. Spirit On The Water (Bob on piano)
15. Scarlet Town (Bob center stage, Donnie on banjo, Tony on standup
bass)
16. Soon After Midnight (Bob on piano)
17. Long And Wasted Years (Bob center stage)
(encore)
18. All Along The Watchtower (Bob on keyboard)
19. Blowin' In The Wind (Bob on keyboard, Donnie on violin)
Che cosa è successo l’ 8 aprile? Prima spiego l'organizzazione della
General Admission in Giappone. La capacità è di circa 2000 persone con
alcuni posti su un lontano balcone al fondo della venue. La platea è
divisa in tre sezioni, A, B, C. Una sezione è la più vicina al palco. Il
biglietto che ho comperato facciamo che sia per esempio A567.
Naturalmente il primo biglietto dovrebbe essere A001. Alle 17:45 un
usciere con un altoparlante chiamerà la sezione ed i numeri da 10 : A10,
A20 ... A610. Poi B10 C40 ... poi ... La linea sarà quindi formata dalla
chiamata sezione per sezione. Poi di nuovo il controllo della sicurezza
(nessuna telecamera consentita) un usciere chiamerà il numero del
biglietto, non barare. Nessuna fretta ad eccezione per gli ultimi metri
(i giapponesi sono umani anche loro, dopo tutto). In questa sera dell’ 8
aprile mi trovo al mio solito posto, proprio di fronte al pianoforte.
Per la prima volta a Tokyo riesco a vedere il palco. Il pianoforte è più
vicino alla prima fila (non c’è più la tastiera). C'è un solo specchio,
proprio di fronte alla batteria di George. Ancora mi chiedo perché. Alla
mia sinistra un giovane giapponese e altri giovani fans. Alla mia destra
un fan che viene dalla California.
19:10, “Noodle Stu” (Stu il sempliciotto, alcuni lo chiamano così) sale
sul palco con la sua chitarra acustica: Poi uno ad uno il resto della
band; Tony, George, Charlie, Donnie ... e Bob prende il centro del palco
per "Things Have Changed” seguito da "She Belong To Me”. Bobby è così
vicino! Bel vestito color crema, camicia bianca, stivali neri e bianchi
(ma non quelli da cowboy), cappello color crema. Il suo volto è bianco,
pallido ma liscio (ben rasato, non ha più i baffetti). Ha i capelli
scuri (probabilmente tinti).
A volte guarda dritto verso di me , ma ... questo è il sentimento che
provano tutti i fans avendolo davanti.
Si sposta al pianoforte per " Beyond Here Lies Nothin’ “, una delle mie
canzoni preferite. Nel mezzo della canzone si può sentire un forte
rumore, la mia opinione è che proveniva dalla chitarra di Charlie, ma
chi lo sa? Tony mette le mani sulle orecchie e le chitarre vengono
scollegate e la canzone interrotta... merda! Bob, senza panico, inizia
un motivetto al pianoforte affiancato da Donnie col banjo. Alcuni
tecnici vanno da Bob per spiegargli che ci vorrà un pò di tempo per
trovare il problema? e Bob lascia il palco con la band. Alcuni minuti
più tardi Stu attraversa la scena per prendere una chitarra acustica.
Crediamo che farà una canzoncina! Ma no, torna a mettere la chitarra sul
suo sostegno. Va bene! Stu tornerà sul palco, e sentiamo Stu! Stu! qua e
là. Fa ridere la gente; prova i tamburi poi il pianoforte di Bob e
scompare di nuovo. Arriva anche Charlie. La gente chiama; Charlie!
Charlie! Lui attraversa il palco e scompare ulla sinistra.
Allora ... Bob arriva dalla mia destra accompagnato da George. Si
muovono verso quella chitarra bianca che giace proprio di fronte alla
batteria di George. Hanno una pesante discussione su quella chitarra poi
entrambi scompaiono sul lato sinistro del palco. WOA! Divertente!
L'unico che non sembra divertirsi è Tony. Lui sembra seriamente
preoccupato! Noi non vediamo Donnie. Lo staff di Bob ed i tecnici
giapponesi stanno lavorando duramente per trovare il problema. Quattro
di loro strisciano sotto il pianoforte, paradossalmente uno Yamaha!
Cambiano alcuni cavi e Jules chiede a Jason di regolare il volume dei
microfoni (quello al centro e il microfono del piano). Circa 25 minuti
dopo Bob ed i ragazzi salgono di nuovo sul palco.
Spero che Bob riprenda con "Beyond Here Lies Nothin’ “, invece va al
pianoforte, sfoglia alcuni spartiti e ritorna al centro della scena. Ed
ecco una inaspettata "Huck’s Tune". Come per scusarsi
dell’inconveniente? Un favore per il paziente pubblico giapponese?
Lui poi continua con la regolare setlist. Prima della pausa egli
menziona lo spiacevole incidente e dice: "Arigato" ( grazie in
giapponese). Il pubblico è entusiasta.
L' intervallo sarà più breve del solito. Egli esegue poi le canzoni
previste, ma davvero non mi dispiace perché io sono proprio di fronte al
pianoforte e mi piace ogni singolo minuto della performance. Bobby non
sorride (neanche con Donnie). Lui sembra più un Buddha, saggio e
risoluto : "Niente in fronte e niente alle spalle". Uno di quegli
spettacoli che si ricorderanno! Grazie Bobby per quei momenti memorabili
della mia vita!
Venerdi 18
Aprile 2014
Nagoya, Japan, Zepp Nagoya - April 17,
2014
1. Things Have Changed (Bob center stage)
2. She Belongs To Me (Bob center stage with harp)
3. Beyond Here Lies Nothin' (Bob on piano, Donnie on electric mandolin)
4. What Good Am I? (Bob center stage)
5. Workingman's Blues #2 (Bob center stage, Stu on
acoustic guitar)
6. Duquesne Whistle (Bob on piano, Tony on standup bass)
7. Pay In Blood (Bob center stage)
8. Tangled Up In Blue (Bob center stage with harp then on piano on 4th
verse)
9. Love Sick (Bob center stage with harp)
(Intermission)
10. High Water (For Charley Patton) (Bob center stage, Donnie on banjo)
11. Simple Twist Of Fate (Bob center stage with harp)
12. Early Roman Kings (Bob on keyboard, Tony on standup bass)
13. Forgetful Heart (Bob center stage with harp, Donnie on viola, Tony
on standup bass)
14. Spirit On The Water (Bob on piano)
15. Scarlet Town (Bob center stage, Donnie on banjo, Tony on standup
bass)
16. Soon After Midnight (Bob on piano)
17. Long And Wasted Years (Bob center stage)
(encore)
18. All Along The Watchtower (Bob on keyboard)
19. Blowin' In The Wind (Bob on keyboard, Donnie on violin)
Caro Mr. Tambourine,
visto che si tira in ballo Charles Darwin che Dylan cita in "High Water
(For Charley Patton)" mi permetto di ricordare questa pagina:
Si può partire da una
semplice strofa di una canzone per lanciarsi in una dissertazione su
alcuni periodi ed alcune peculiarità, abitudini e forse negatività
tipiche della società americana, un crogiolo di razze, usi, costumi,
fedi, fanatismi, tradizioni come non si possono trovare in nessun'altra
parte del mondo. Alessandro Carrera è famoso per questi meravigliosi
positivi voli pindarici (da distinguere dai negativi) con i quali riesce
come nessun'altro dylanologo a mettere in evidenza la relazione tra il
"point of view" dylaniano e lo "staus quo" americano che spesse volte, a
fini politici ed economici, viene usato per fissare le cose in una
situazione di immobilismo a volte senza il tradizionale uso del "buon
senso" per compromessi che convengono a più parti in causa. Dylan è
sempre stato sensibile a queste argomentazioni, ma per trovare i giusti
riferimenti a queste situazioni nelle sue canzoni bisogna a volte essere
necessariamente degli esperti come il Prof. Carrera. La sua grande
cultura ed esperienza, oltre al fatto di vivere da anni negli States e
di aver acquisito quelle sottigliezze di linguaggio popolare che a noi
sfuggirebbero per forza di cose, lo mette in grado di fare analisi che
ti lasciano sempre stupito per la loro lucidità e ricchezza di
riferimenti. Ma dicendo che Carrera è un grande non dico niente di
nuovo, mi piace invece ripetere che leggere o rileggere i suoi saggi è
sempre un piacere, oltre al fatto che da Alessandro c'è sempre qualcosa
da imparare.
Detto questo, vorrei
allargare l'argomento riportando la traduzione della canzone, cosa che
ci permette di meglio comprendere e di fare altra piccole osservazioni:
ACQUE ALTE (A CHARLEY
PATTON)
parole e musica Bob Dylan
traduzione di Michele Murino e Leonardo Mazzei
Acque alte che crescono - crescono notte e giorno
Tutto l’oro e l’argento sono stati rubati
Big Joe Turner guarda verso Est ed Ovest
dalla camera oscura della sua mente
Ha raggiunto Kansas City,
la dodicesima strada e Vine
Non resta in piedi niente
Acque alte dappertutto
Acque alte che crescono, le baracche crollano giù
La gente perde le sue proprietà - sta lasciando la città
Bertha Mason lo ha scosso, lo ha spezzato poi lo ha appeso al muro
Dice, “Balla con chi ti dice di farlo
o non ballare per niente”
Lì fuori è dura
Acque alte dappertutto
Ho un ardente desiderio della fiammeggiante velocità
Ho una Ford Mustang col motore truccato
Salta a bordo, amore, getta le mutandine fuoribordo
Posso scriverti poesie, far andare fuori di testa un uomo forte
Non sono un porco senza una parrucca,
spero sarai gentile con me
Le cose si stanno smantellando lì fuori
Acque alte dappertutto
Acque alte che crescono, sei pollici sopra la mia testa
Le bare piovono sulla strada come palloni di piombo
L’acqua sta sommergendo Vicksburg, non so cosa fare
“Non cercare di aggrapparti a me” mi disse,
“Non vedi che sto affogando anch'io?”
E’ impervio lì fuori
Acque alte dappertutto
George Lewis disse all’inglese, all’italiano ed all’ebreo,
“Non potete aprire le vostre menti, ragazzi,
ad un qualsiasi immaginabile punto di vista,
Tengono Charles Darwin in trappola lì fuori, sulla Highway 5”
Il giudice disse allo sceriffo: “Lo voglio vivo o morto,
L’uno o l’altro, non m’importa”
Acque alte dappertutto
Il cuculo è un grazioso uccellino, trilla non appena vola via
Sto predicando la parola di Dio, ti sto facendo strabuzzare gli occhi
Ho chiesto alla grassa Nancy qualcosa da mangiare, e mi ha detto:
"Prendilo dallo scaffale - Grosso come sei, amico,
non sarai mai più grosso di te stesso"
Le ho detto che non m’importa davvero
Acque alte dappertutto
Mi sveglio la mattina - credo che spolvererò la mia scopa
Mi sto tenendo alla larga dalle donne
sto dando loro un sacco di spazio
Un tuono risuona su Clarkesdale, ogni cosa appare triste
Semplicemente non posso essere felice, amore,
a meno che non lo sia anche tu
E’ brutto lì fuori
Acque alte dappertutto
Nel testo di "High
Water (For Charlie Patton)", oltre ai personaggi citati e spiegati nello
scritto di Carrerra, e cioè George Lewes e Charles Darwin, ci sono altri
nomi che Dylan cita forse a ragion veduta o per spiegare a suo modo
qualcosa. Il primo è Big Joe Turner, all'anagrafe Joseph Vernon Turner
Jr. (Kansas City, 18 maggio 1911 – Inglewood, 24 novembre 1985),
cantante statunitense. Anche se giunse al grande successo solo negli
anni cinquanta con le sue pionieristiche registrazioni rock and roll, la
carriera di Turner si articola dagli anni venti agli anni ottanta.
Conosciuto come il boss del Blues e Big Joe Turner, Turner nacque a
Kansas City e scoprì il proprio amore per la musica frequentando la
chiesa. Turner cominciò a cantare per strada e, all'età di 14 anni,
lasciò la scuola per lavorare nel mondo dei club di Kansas City,
dapprima come cuoco e poi come cantante-barista. Lavorò in locali quali
il Kingfish Club e il Sunset, dove si esibì con il compagno pianista
Pete Johnson. La sua collaborazione con il pianista di boogie-woogie
Pete Johnson si rivelò fruttuosa. I due andarono a New York nel 1936,
dove si esibirono con Benny Goodman. Turner disse in seguito « Dopo il
nostro show con Goodman sostenemmo diverse audizioni, ma New York non
era ancora pronta per noi, così tornammo a Kansas City. »
Alla fine, nel 1938, Turner e Johnson furono scoperti dal talent scout
John H. Hammond, che li invitò a prendere parte ad uno dei suoi concerti
"From Spirituals to Swing", alla Carnegie Hall di New York. Questo
concerto fu determinante per la presentazione del jazz e del blues ad un
pubblico sempre più ampio.
Nel 1939 Turner, assieme ai musicisti Albert Ammons e Meade Lux Lewis,
cominciò ad esibirsi nel club Cafè Society di New York, dove apparirono
sullo stesso palco di Billie Holiday e della band di Frank Newton. Nel
1941 Turner si spostò a Los Angeles, dove recitò in "Jump for Joy", di
Duke Ellington. La sua parte era quella di un poliziotto-cantante, in
uno sketch chiamato "He's on the Beat". Nel 1945 aprì a Los Angeles il
proprio locale, "The Blue Moon Club". Turner ha realizzato molte dischi,
non solo con Pete Johnson, ma anche con i pianisti Art Tatum e Sammy
Price e con vari gruppi jazz. Molti sono i grandi successi firmati da
Turner fino agli anni sessanta: "Chains of Love", "Sweet Sixteen" ed la
hit del 1954, "Shake, Rattle and Roll", canzone che non solo lo rese
molto popolare, ma cambiò anche la definizione di musica popolare. Negli
anni sessanta e settanta Turner abbandonò la musica popolare, per
tornare alle proprie origini di cantante jazz. In questi anni lavorò
anche con il pianista tedesco Axel Zwingenberger. Negli anni Turner ebbe
numerosi riconoscimenti ufficiali: dall'Esquire magazine award come voce
maschile nel 1945, al Melody Maker award come migliore "nuova" voce nel
1956, al British Jazz Journal award come miglior voce maschile nel 1965.
Nel 1983, solo due anni prima della sua morte, Turner fu incluso nella
Blues Hall of Fame.
Morì di infarto a Inglewood, in California, nel novembre del 1985, a
settantaquattro anni. Fu incluso nella Rock and Roll Hall of Fame nel
1987.
Quindi, essendo stato
in contatto con John H. Hammond, lo stesso che fece vergare il contratto
a Bob, potrebbe in qualche modo aver colpito la fantasia di Dylan che lo
usa forse come rappresentazione della difficoltà di vivere da nero in
un'America bianca, praticamente lo stesso strato sociale di Charlie
Patton.
Poi Dylan fa un
salto nella fantasia romanzesca ricordando forse una sua precedente
lettura del popolarissimo romanzo Jane Eyre citando Bertrha Mason, "The
madwoman in the attic".
L'istitutrice Jane che trascorre serenamente
giorni tranquilli nello svolgere il suo lavoro fino al momento
dell'improvviso arrivo di Mr. Rochester, un uomo imponente e sarcastico,
che è subito colpito dalla vivida intelligenza e dall'indipendenza di
spirito di Jane. Il rapporto tra i due subisce varie traversie, tra cui
l'annunciato e poi disdetto matrimonio di Mr. Rochester con Blanche
Ingram, una donna bellissima che vuole sposarlo soltanto per interesse.
Finalmente Mr. Rochester scopre che l'amore che egli sin dal primo
momento aveva riposto in Jane è ben corrisposto, perciò le chiede la
mano.
Ma un terribile segreto è racchiuso tra le mura di Thornfield Hall e
fortuitamente rivelato il giorno stesso delle nozze tra Jane e
Rochester: l'uomo è già sposato con Bertha Mason, (Bertha Antoinetta
Mason, prima moglie violenta e pazza di Edward, che viene tenuta
segregata nel sottotetto di Thornfield e che alla fine morirà suicida
tra le fiamme che ha lei stessa aveva appiccato. Rochester nutre un
sentimento di pietà ma anche di rabbia per Bertha, che non gli ha mai
permesso di abbandonarla al suo già difficile destino. Jane, combattuta
tra le insormontabili regole religiose e morali e il sincero amore per
Rochester, lascia precipitosamente Thornfield.
Questa cosa di tenere le donne o le mogli pazze isolate dal mondo e
racchiuse in stanze isolate dove queste persone,come la a pazza Bertha
Mason diventa in quest'opera una sorta di "doppelgänger"
di Jane, cioè la gemella maligna, rappresentandone le passioni e il lato
animale che nella società Vittoriana, che troverà larghi spazi e
concensi nel nuovo mondo, dovevano essere represse e nascoste. Dylan è
sempre affascinato da questi personaggi dalla doppia personalità, in
fondo anche lui si sente uno di loro, uno Zimmermann qualunque nella
vita che quando sale sul palco diventa un irraggiungibile Dylan.
E poi troviamo la
grassa "Fat Nancy", forse un personaggio rubato ai cartoons di Hanna e
Barbera? Alla quale chiede da mangiare e lei gli dice sarcastica: Mangia
ciò che vuoi, tanto più grasso di come sei non potrai mai diventare.
Questa particolare strofa potrtebbe riferirsi alla proverbiale
ingordigia che assale la gente che emigra povera e trova la ricchezza ed
il benessere nel nuovo paese, ma che non riuscirà mai a levarsi di dosso
l'ingordigia per paura di perdere tutto ciò che è stato accumulato nel
tempo.
E poi troviamo il
cuculo, l'uccello che tradizionalmente da un lato rappresenta la
primavera, una stagione nuova di zecca, con le sue promesse di vita
nuova e calore, e dall'altro il rappresenta l'adulterio, l'infedeltà e
l'amore ingannevole. Entrambe queste due nozioni cercano di trovare la
loro strada nella canzone. In primo luogo, si dice che "The Cuckoo è un
grazioso uccello che gorgheggia come vola". Esteriormente il cuculo è un
grazioso uccello attraente da guardare e da ascoltare, ma non
dimentichiamo la terribile abitudine di questo disonesto volatile che
depone le sue uova nel nido di altri uccelli. Lui non si assume alcuna
responsabilità per allevare i proprio figli, demandandone il compito ad
altri, caso abbastanza frequente nelle povere campagne americane e nei
quartieri più miseri delle grandi megalopoli. Potremmo dire che Dylan
riesce a dire soltanto con una canzone quello che un altro avrebbe
bisogno di un libro intero per dire le stesse cose.
Francia. Niente condanna per Bob
Dylan, non diffamò i croati
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Giovedi 17
Aprile 2014
Tokyo, Japan, Zepp DiverCity - 10
aprile 2014
di Richard dall' Inghilterra
Sono andato a vedere Bob giovedi a Tokyo. Il mio primo concerto dopo 12
anni circa. Bob era in bella voce, ma il sistema audio non era
eccezionale, forse troppo piccolo per il locale nel quale doveva
diffondere il suono e per gestire la quantità di suoni che dovevano
passare attraverso di esso. E' divertente perché la registrazione dei
giorni precedenti che sto ascoltando ha suoni molto buoni. Hmm. Bob non
sembrava molto in forza fisica, non ha mai preso in mano la chitarra ma
comunque ha fatto un buon lavoro con un voce potente. Lui non ha suonato
nulla che volevo particolarmente sentire, come al solito, ma sono
contento che ha suonato per lo più canzoni recenti.
“Pay in Blood”, “Early Roman Kings” e “Watchtower” hanno avuto il
maggior consenso del pubblico e sono state quelle suonate meglio di
tutte.
Ha sputato leparole di Pay In Blood: mai sentito niente di simile prima.
Il modo in cui ha cantato "Another politician pumping out the piss" (un
altro politico ti ha preso per il culo) mi ha tolto fiato. E le persone
hanno reagito altrettanto bene, con molti oohing e aahing davvero
appropriati, e il tifo ad ogni strofa. Alcune delle melodie più blues
hanno sofferto di una mancanza di una giusta direzione, un suono tipo
fangoso, cosa che potrebbe essere stata causata dal sistema audio. La
sua voce era meravigliosamente chiara, tutte le strofe chiare, ma gli
strumenti erano impantanati col suono e non riuscivano a decollare. Il
suo lavoro armonica è stato veramente efficace e forte.
Ha fatto un ottimo assolo di piano durante “Watchtower”. Mi ricordo di
aver pensato a un certo punto: Chi sta suonando quel bel suono battuto?
Poi mi sono concentrato e mi sono reso conto che era il suo vecchio
piano elettrico. Avrebbe potuto lasciare che la band suonasse un pò più
liberamente, Charlie avrebbe fatto qualche piacevole intervento nella
canzone.
Tutto sommato, una serata da non dimenticare. Ogni volta che sentirò
dire "Domani è Venerdì" mi ricorderò la veemenza con cui ha cantato allo
Zepp Diver City il 10 aprile 2014. Sembrava che fosse pronto ad
appendere ad una corda Charles Darwin stesso quando ringhiò "Vivo o
morto". Io non avrei voluto essere nei panni di Darwin nel giorno del
suo giudizio, soprattutto se Bob fosse stato il suo giudice!
Tanti momenti da sottolineare: Pay In Blood, She Belongs To Me, Tangled,
Waiting For You (la miglior migliore che ho mai sentito), High Water,
Watchtower, Early Roman Kings (quasi buona come la versione dell'album),
Scarlet Town, Simple Twist of Fate. Tutte veramente buone!
Fuori, dopo lo spettacolo, tirava un vento fortissimo, un vento
selvaggio che appropriatamente ululava!
Francia: giudice ''salva'' Bob Dylan
dalle accuse di incitamento all'odio
ASCA) – Roma, 15 apr 2014 – Non avra’
alcun prosieguo la denuncia contro Bob Dylan, accusato in Francia di
“complicita’ in pubbliche ingiurie e incitamento all’odio”. Lo riferisce
l’avvocato del cantante americano, Thierry Marembert.
Dylan era stato accusato dal Consiglio rappresentativo della comunita’ e
delle istituzioni croate in Francia (Criccf) a causa di un’intervista
rilasciata nel 2012 alla rivista Rolling Stones, nella quale la leggenda
del rock americana aveva dichiarato che “come i neri possono sentire il
sangue del Ku Klux Klan nelle vene, cosi’ gli ebrei sentivano quello dei
nazisti e i serbi il sangue croato”.
Il giudice a cui era stato affidato il caso ha risolto la questione
affermando che Dylan aveva dato il suo consenso per l’intervista solo
alla rivista americana e non all’edizione francese. “Siamo molto
contenti che la giustizia abbia capito che Bob Dylan non intendeva
diffamare nessuno”, ha dichiarato Marembert.
Il giudice ha inoltre chiesto una rettifica delle accuse all’edizione
francese di Rolling Stones. (fonte AFP).
Questa è una notizia dell’agenzia Asca.
Mercoledi
16
Aprile 2014
Tokyo , Japan - Zepp DiverCity - 10
aprile 2014
di Padraig MacColgain
Non avevo trovato i biglietti quando Bob aveva suonato in Giappone nel
2010 e lo stesso anche quest'anno. Ero veramente depresso perchè lo
avevo visto 4 volte ma volevo vedere come suonava il nuovo materiale
dell’ultimo album che credo sia ottimo.
Poi una mattina di marzo, la stazione radio che ascoltiamo di solito,
Inter- FM, ha detto che due spettacoli supplementari erano stati
aggiunti a Tokyo e i biglietti potevano essere ordinati dal sito della
radio Inter- FM. Mi sono collegato ed ho avuto i miei biglietti per il
10 aprile in 2 minuti. Se solo la vita potesse essere sempre così
semplice.
Lo spettacolo doveva iniziare alle 07:00 allo Zepp DiverCity a Odaiba ,
i terreni bonificati nel bel mezzo della baia di Tokyo. Le sale da
concerto “Zepp” stanno sorgendo come funghi in tutto il Giappone. Quella
di Odaiba è piccola ed intima ed i posti sono prevalentemente in piedi.
Noi siamo arrivati alle 6:30 pm e stavano già lasciando entrare il
pubblico. Noi eravamo nel blocco B 638 e 639 e quando siamo arrivati gli
steward hanno chiamato il nostro blocco.
La sala era molto bella . E' diviso in tre blocchi in piedi, A , B e C ,
al primo piano e una piccola zona salotto. Ci sono barriere di sicurezza
in tutta la sala e le persone stavano nella zona che gli era stata
assegnata . Se fossi stato di 25 o 30 anni più giovane, sarei
sgattaiolato sotto tutte le barriere e prendere posto proprio davanti al
palco, però, non ho più quell’età e poi ero accompagnato da mia suocera
che è nata nello stesso anno di Bob, quindi ci siamo messi dove ci hanno
detto e abbiamo apprezzato lo spettacolo. Il pavimento sembra essere
abbastanza piatto ma riuscivo a vedere tutto il palco e tutta la band.
Mia suocera ha dovuto muoversi per tutto il tempo perchè alcune persone
le bloccavano la visuale.
Bob è salito sul palco puntuale e fin dal primo minuto appena mi ha
lasciato senza fiato.
La sua voce era forte e calda, decisamente “in forma" e la sua band era
micidiale. Le canzoni erano quelle della prevista set list, tutte chiare
e nitide e molto ben eseguite. I punti salienti sono stati la
meraviglioso, e inevitabile, riscrittura di “Tangled Up In Blue” e
“Simple Twist of Fate”. Sono stato felice di vedere il pubblico di dare
una grande risposta alle nuove canzoni, soprattutto “Long And Wasted
Years” e “All Along The Watchtower”.
Credo che la parte più insolita dello show siano stati i 20 minuti o giù
di lì della pausa. Se questo fosse accaduto in Irlanda il bar sarebbe
stato sommerso e la gente sarebbe tornata al posto con le braccia piene
di birra. Invece qui la gente è rimasta in piedi a chiacchierare molto
educatamente. I bis sono stati eccellenti e anche il lavoro di armonica
di Bob era fantastico. Sono rimasto sorpreso che non ha mai preso in
mano la chitarra durante lo spettacolo. Stava sia in piedi al centro del
palco cantando e suonando l'armonica o in piedi dietro al pianoforte.
Dopo Blowin’ la band è venuta nella parte anteriore del palco con Bob e
sono rimasti lì fermi un paio di minuti prima di lasciare la scena, poi
si sono accese le luci. E’ stata un'esperienza incredibile.
All’uscita ho notato come tutto fosse lento, impossibile in caso di di
evacuazione. Le porte non erano tutte aperte e il corridoio intorno alla
sala era lungo e stretto. Credo che avrebbero aperto più porte se ci
fosse stata la necessità. I dettaglianti fuori stavano ancora facendo
buoni affari e i DVD erano molto popolari. Il vento soffiava forte al
ritorno alla stazione, ma siccome era aprile non c'era neve. Mi è
dispiaciuto per l'ambulante venuto dall'Inghilterra che aveva la sua
bancarella sulla strada con tutti i suoi quadri di Bob che il vento
letteralmente stava soffiando via. Ok, mi fermo qui e spero di riavere i
biglietti per quando tornerà ancora in Giappone fra 4 anni.
"Nashville Skyline" il disco della
rinascita
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Martedi 15
Aprile 2014
Sapporo, Japan, Zepp Sapporo - April
14, 2014
1. Things Have Changed (Bob center stage)
2. She Belongs To Me (Bob center stage with harp)
3. Beyond Here Lies Nothin' (Bob on piano, Donnie on electric mandolin)
4. What Good Am I? (Bob center stage)
5. Waiting For You (Bob on piano)
6. Duquesne Whistle (Bob on piano, Tony on standup bass)
7. Pay In Blood (Bob center stage)
8. Tangled Up In Blue (Bob center stage with harp then on piano on 4th
verse)
9. Love Sick (Bob center stage with harp)
(Intermission)
10. High Water (For Charley Patton) (Bob center stage, Donnie on banjo)
11. Simple Twist Of Fate (Bob center stage with harp)
12. Early Roman Kings (Bob on keyboard, Tony on standup bass)
13. Forgetful Heart (Bob center stage with harp, Donnie on violin, Tony
on standup bass)
14. Spirit On The Water (Bob on piano)
15. Scarlet Town (Bob center stage, Donnie on banjo, Tony on standup
bass)
16. Soon After Midnight (Bob on piano)
17. Long And Wasted Years (Bob center stage)
(encore)
18. All Along The Watchtower (Bob on keyboard)
19. Blowin' In The Wind (Bob on keyboard, Donnie on violin)
Hey Mr. Tambourine play a song for me
!!!!
Come stai ? Tutto bene ? Ti devo due altre notizie.
Il 2 maggio saremo all' Alfieri con lo spettacolo Bob Dylan's dream e
poi dal 17 al 24 maggio la terza edizione di Bob Dylan's week a Firenze.
Ti aggiorno prestissimo !
Loveonyou, Giu
OK, resto in attesa,
:o)
Teatro Arciliuto - Piazza di
Montevecchio 5 - 00186- ROMA
tel. 06 6879419 - info@arciliuto.it
Video: Don't speak too soon for the
wheel's still in spin
Muziekcentrum Frits Philips - Eindhoven, The Netherlands - February 17,
1993
"Improvvisamente, all' inizio di The Times
They Are A-Changin' una ragazza sale sul palco. Bionda, vestita di
nero, indossa un cappello che avrebbe potuto essere un ricordo della
Rolling Thunder Revue. Vuole cantare con Dylan. La guardia del corpo
vuole portarla via ma Dylan dice che è OK. Cantano la prima strofa
insieme. Alla grande! Poi Dylan fa un passo indietro per suonare qualche
liks di chitarra, probabilmente pensa che lei se ne andrà, ma lei rimane
sul palco. Dylan le mostra la sua chitarra come se volesse dire: “Vuoi
questa per ricordo?”. Poi la guardia del corpo viene di nuovo per
portarla via, ma Dylan dice ancora che è OK. Cantano tutta la canzone
insieme (e lei canta molto bene!). Naturalmente Liz Souissi (questo il
nome della ragazza) da Berna, Svizzera, si sta scuotendo tutta, nervosa
com’è. Per tutto il tempo della canzone ci sono stati grandi sorrisi e
un sacco di applausi dalla folla. Quando la canzone è finita, lei si
gira per lasciare il palco, ma poi ritorna per dare a Bob un grande
abbraccio ed un bacio. Questo fatto è stato riportato in prima pagina
sul giornale locale: “Un bacio dalla svizzera Liz”. Il commento della
ragazza: “Questo è quello che ho sempre sognato e quasi non osavo
salire, ma ho preso al volo questa chance. Certo mi aspettavo di essere
portata via subito dalla security, per me questa è....la cosa più bella
che abbia mai vissuto” Ed è stato bello anche per molte persone del
pubblico. Bob ha anche sorriso quando tutto questo è accaduto".
Lunedi 14
Aprile 2014
Sapporo, Japan, Zepp Sapporo - April
13, 2014
1. Things Have Changed
2. She Belongs To Me
3. Beyond Here Lies Nothin'
4. What Good Am I?
5. Waiting For You
6. Duquesne Whistle
7. Pay In Blood
8. Tangled Up In Blue
9. Love Sick
(Intermission)
10. High Water (For Charley Patton)
11. Simple Twist Of Fate
12. Early Roman Kings
13. Forgetful Heart
14. Spirit On The Water
15. Scarlet Town
16. Soon After Midnight
17. Long And Wasted Years
(encore)
18. All Along The Watchtower
19. Blowin' In The Wind
La set list di Sapporo
è identica a quella del 23 novembre 2013 a Blackpool, abbiamo anche
visto nei filmati di Tokio che anche la scenografia è rimasta invariata
rispetto a quella del tour europeo dell'anno scorso. Confesso che mi
piacerebbe vedere, (magari alla ripresa della pausa), Bob Dylan che
ritorna da solo sul palco solo con la sua acustica per un paio di old
songs prima di essere di nuovo raggiunto dalla band. Spero che Bob legga
ed esaudisca questo desiderio!!!!
Ehi ciao Mr.Tambourine, dopo qualche ora,
no, di più dai, dopo aver smanettato e cazzeggiato per bene col pc,
anch'io come il buon Paolo Vites insegna, come fece a sua volta in
Febbraio dell'anno scorso, quando Dylan venne a Milano al Palazzo Reale
per esporre i suoi quadri, non ho resistito a farmi un fotomontaggio...
Non c'è limite alla passione, ne ai sogni...e all'idiozia!!... Che ne
dici?
Tanto per rimanere coi piedi per terra, volevo anche segnalare a te e a
tutta la fattoria, una Band in quel di Tokio, che fanno cover
magistrali...se vai al sito
https://www.youtube.com/watch?v=bOftoOtso-k , verso la metà a
circa 15 minuti, e chiudi gli occhi, senti, tra l'altro, una perfetta It
Ain't Me, Babe, sembra di tornare a sentire un buon Dylan di tanti anni
fa, non manca niente pure il look con tanto di capelli ribelli, Ray ban
neri e camicia a pois... Sti giapponesi sanno copiare proprio tutto,
ma cazzo pure la voce nasale con le sue pause ed effetti!!... Ciao, alla
prossima, Ale '65.
Bravo Ale, fine job!!! Ottimo modo per passare un pò di tempo libero,
un vero divertissment! Mi sono permesso di accostare il tuo
fotomontaggio con l'originale per far vedere come hai smanettato e
cazzeggiato veramente bene, il tutto mi sembra proprio una sana
idiozia!!!!
Bravi anche i Tokio Bob Dylan, buon solista e voce discretamente
imitata, ma penso che in Italia abbiamo gente migliore, senza nulla
togliere ai giapponesi, penso
ad artisti come:
Al
Diesan
Biagio
Gagliano Limited Edition
The
Tambourines
The
Blackstones
Insomma penso che in Italia
sappiamo fare di meglio dei japs! Ciao, alla prossima, Mr.Tambourine,
:o)
8 Luglio 1984, quella volta che Bono
intervistò Bob....
Intervista condotta Bono allo Slane Castle di Dublino, Irlanda, prima
del concerto di Dylan. Sia Bono che Van Morrison furono ospiti dello
show. Van Morrison eseguì It's All Over Now, Baby Blue e Bono accompagnò
Dylan in Blowin' In The Wind.
traduzione di Michele Murino
Bono: Sei già stato in Irlanda in passato?
Dylan: Sì, sono stato a Belfast e a Dublino, e ho viaggiato un po' qua e
là...
Bono: Hai mai passato del tempo qui? Sei mai stato qui in vacanza?
Dylan: Sì, beh, quando sono stato qui siamo andati in giro in auto,
perciò siamo stati in diversi posti - ma la musica Irlandese è sempre
stata una grande parte della mia vita perchè una volta suonavo con i
Clancy Brothers. Mi hanno influenzato moltissimo.
Bono: Sì, hanno un suono che è grande, sai, quando cantano, è come fosse
punk rock.
Dylan: Già, suonavano in posti non più grandi di questa stanza e quei
posti... non ci potevi fare entrare più nemmeno uno spillo... tanto
erano stipati di gente.
Bono: Riuscivi a sentire il loro fiato?
Dylan: Esatto!
Bono: Ci credo. Ti spazzavano via con il fiato dei loro polmoni! Dio,
come mi piacerebbe saper cantare così...
Dylan: Già, ho trascorso anni insieme a loro, andando in giro, nel '61,
'62 e '63.
Bono: Al Greenwich Village?
Dylan: Dappertutto, ho anche condiviso il cartellone con loro una volta.
Bono: Ti sei fatto dare i loro autografi? (risate)
Dylan: No, non mi sono fatto fare l'autografo. Ma sai, una delle cose
che mi ricordo di quei tempi è quanto fossero grandi -
Voglio dire che non c'era storia, erano davvero grandi. Ma Liam Clancy è
sempre stato il mio cantante preferito, come cantante di ballate. Non ho
mai sentito qualcuno cantare meglio, e includo anche Barbara Streisand e
Pearl Bailey.
Bono: Devi stare attento qui!
Dylan: Liam è un fenomenale cantante di ballate.
Bono: Già, sai, quel che io ti invidio è che la mia musica, e la musica
degli U2, è come, è come nello spazio da qualche parte. Non esistono
delle particolari radici musicali o un retaggio al quale noi possiamo
aggrapparci. In Irlanda c'è una tradizione, ma io non mi ci sono mai
innestato sopra...
Dylan: Beh, devi guardare al passato.
Bono: Non abbiamo mai suonato un brano in 12 battute.
Dylan: Devi farlo! C'è un altro gruppo che ascoltavo una volta e che si
chiamava The McPeake Family. Non so se ne hai mai sentito parlare...
Bono: The McPeake Family! Mi piacerebbe averne sentito parlare, con un
nome del genere...
Dylan: Sono grandi. Paddy Clancy li ha registrati. Aveva un'etichetta
chiamata Tradition Records, e aveva questo tipo di registrazioni; hanno
registrato per la Prestige all'epoca, e poi per la Tradition Records, la
sua compagnia. Si chiamavano The McPeake family. Erano persino più
rustici dei Clancy Brothers. I Clancy Brothers avevano sempre quel tocco
di commerciale nei loro brani - non ti dava problemi però c'era sempre,
mentre la McPeake Family cantava con le arpe. Quello vecchio del gruppo
suonava l'arpa - ed era grande - ed anche le percussioni.
Bono: Erano davvero una famiglia?
Dylan: Sì, erano una vera famiglia; se vai in un negozio di dischi e
chiedi un disco della McPeake Family, sono sicuro che li puoi trovare in
un sacco di posti.
Bono: Hai mai sentito parlare di un gruppo Irlandese che sta lavorando
in un campo che è a metà tra la musica tradizionale e la musica
contemporanea, e che si chiama Clannad? Clannad è una parola che in
Gaelico sta per "famiglia", ed hanno fatto dei potentissimi pezzi
musicali, tra cui una canzone chiamata "Theme From Harry's Game", che fa
parte di un film, ed ha steso tutti qui in Europa. Non ha mai suonato
negli Stati Uniti. Sono una famiglia, vengono dal Donegal, ed hanno
lavorato dalla stessa base della musica tradizionale.
Dylan: Esiste un gruppo che voi avete qui, che si chiama... Plankston?
Bono: Planxty.
Dylan: Sono grandi!
Bono: E' un'altra band di rock'n'roll!
Dylan: Già, ma quando penso a quel che sta succedendo - penso che siano
grandi.
Bono: C'è un altro gruppo che si chiama De Dannan. Il nome De Dannan ha
qualcosa a che fare con le tribù scomparse di Dan. Hai mai sentito
parlare della scomparsa della tibù di Dan? Dicono che venivano
dall'Irlanda.
Dylan: Sì, ne ho sentito parlare, ne ho sentito parlare.
Bono: Io non sono un musicologo o un esperto di questo campo ma sembra
che sia vera questa cosa. E dicono anche, sai, che la scala musicale
Irlandese non ha radici in Europa, per niente. Piuttosto viene
dall'Africa e dall'India. I popoli Cartesiani, i popoli Egiziani, quello
che ha dato loro la supremazia nel Medio Oriente è stata la vela che
hanno sviluppato.
Non mi ricordo come si chiama, ho dimenticato il nome di quella vela, ma
essa gli ha permesso di diventare dei grandi navigatori e commercianti,
e quello stesso tipo divela che usavano sulle loro navi è utilizzata
anche nell'Ovest dell'Irlanda.
Dylan: Davvero?
Bono: Bob Quinn ha realizzato un film che si intitola "Atlanteans" nel
quale viene elaborata questa teoria. Egli avanza
l'ipotesi che il libro di Kells, che è un manoscritto, o almeno parte di
esso abbia le proprie radici nella scrittura Copta, non radici Europee.
Non è per niente una cosa Europea - è collegata all'Africa, alla Spagna,
alla Britannia ed all'Irlanda, perchè quella era una via marittima. Io
non sono un esperto e non dovrei parlare di queste cose ma è
interessante quando ci pensi.
Dylan: Sicuro.
Bono: Ti farò avere qualche nastro...
Dylan: Mi piacerebbe. Conosci i Planxty? Mi piace anche un sacco Paul
Brady.
Bono: Sì, è grande. E' un vero songwriter. Dimmi - ti sei mai avvicinato
ad un microfono, non con delle parole, ma solo per cantare? Io una volta
l'ho dovuto fare per necessità perchè mi avevano rubato un testo che
avevo scritto - ed ho imparato a cantare al microfono solo per cantare e
rielaborando poi le parole in un secondo tempo. A te vengono prima le
parole?
Dylan: Alcune volte sì.
Bono: A Portland, in Oregon, un po' di anni fa, un paio di graziose
ragazze entrarono nel mio camerino sorridendo e quando se ne andarono si
portarono via alcune delle nostre canzoni..
Dylan: Succede tutte le volte anche a me, solo che a me rubano i
vestiti!
Bono: Davvero?
Dylan: Rubano i miei vestiti migliori, mai le canzoni.
Bono: Dopo quell'episodio siamo entrati in studio per registrare il
nostro secondo LP, October, senza i testi delle canzoni - ci fu un sacco
di pressione. Fu uno stress dover cantare senza le parole, scoprii un
sacco di cose di me stesso che non sapevo nemmeno. Sei mai rimasto
sorpreso di qualcosa che è venuto fuori da te?
Dylan: In genere questo mi succede durante i concerti o gli spettacoli
che faccio, più che durante le registrazioni in studio. Inoltre io non
me ne sto seduto a scrivere, in genere suono... Per esprimermi suono la
mia chitarra, piuttosto che avere semplicemente qualcosa da dire. Posso
esprimere meglio quello che ho da dire con la mia chitarra.
Bono: Mi chiedevo se in qualche maniera ti sei spaventato per qualcosa
che hai scritto?
Dylan: Oh sì, ho scritto alcune canzoni che mi hanno fatto
quell'effetto. Le canzoni che ho scritto per l'album 'Slow Train' mi
spaventarono. Ho scritto quelle canzoni ma non avevo progettato di
scriverle.
Tuttavia le scrissi. Non mi piacque scriverle, non volevo scriverle. Non
pensavo... proprio non volevo scrivere quelle canzoni in quel periodo.
Ma mi ritrovai a scriverle... quando ne ebbi pronte un certo numero,
pensai che non le volevo cantare, perciò avevo una ragazza cui farle
cantare per me a quell'epoca, e quel che volevo fare era... si tratta di
una grande cantante...
Bono: Chi era?
Dylan: Era una ragazze che cantava con me in quel periodo. Si chiamava
Carolyn Dennis. Diedi a lei tutte quelle canzoni e gli dissi di
registrarle, e decisi di non mettere nemmeno il mio nome su quelle
canzoni. Ma volevo che le canzoni uscissero. Volevo che uscissero ma
allo stesso tempo non volevo, perchè sapevo che sarebbero state
percepite in un certo modo. E questo avrebbe significato solo più
pressione su di me. E proprio non ne avevo bisogno all'epoca.
Bono: Ma tu sei uno che crea problemi? C'è qualcosa in te che vuole che
si creino problemi con un album come 'Slow Train'? Vuoi combattere? Vuoi
fare a pugni!?
Dylan: Non so! Voglio dire, ogni tanto voglio far incazzare la gente, ma
fare a pugni o combattere - ci vuole esercizio per farlo.
Bono: Scacchi, tu giochi a scacchi?
Dylan: Sì, gioco a scacchi. Tu sei un giocatore di scacchi?
Bono: Sì.
Dylan: In realtà non sono molto bravo.
Bono: Ti sfiderò ad una partita a scacchi.
Dylan: Ora non ne ho dietro, ma la prossima volta che ci vediamo!...
Bono: Oh, puoi portare quelli piccolini, sai... quelli che uno si può
portare dietro.
Dylan: Sì, me li porto dietro sempre quando sono in tour, ma nessuno
nella band vuole giocare con me.
Bono: Davvero?
Dylan: Già, dicono che è un modo per dare sfogo al mio ego. Dicono che
voglio sempre vincere. Ma non voglio vincere, voglio solo giocare perchè
mi piace.
Bono: Quando fai uscire un album che provoca guai, fa parte di un piano
o no?
Dylan: No, io non faccio mai uscire un album per causare guai - se un
mio album causa guai, li causa al di là della mia intenzione. Se causa
guai è un problema della gente. Non è un mio problema. Se io sento di
avere qualcosa
da dire lo dico ma quello che avviene dopo non mi interessa..
Bono: Qual è il tuo gioco di apertura?
Dylan: Il mio gioco di apertura, intendi il pedone del Re - e tutto il
resto? Non saprei.
Bono: Fai come ti viene.
Dylan: Sì, non gioco davvero in maniera professionale.
Bono: Beh, io pensavo di farlo finchè non ho giocato con il fratello di
Adam, Sebastian... Ha solo 13 anni e mi ha battuto!
Dylan: Forse qualcuno ha degli scacchi qui.
Bono: Mi piacerebbe giocare.
( Mentre stanno cercando una scacchiera entra Van Morrison )
Bono: Hai mai usato sintetizzatori nei tuoi dischi?
Dylan: No, non ho mai usato quelle macchine.
Bono: Il Fairlight Music Computer - ne hai mai sentito parlare?
Dylan: Fairlight?
Bono: Van, che ne pensi della musica elettronica?
Morrison: Mi piace la musica che suona Brian Eno.
Bono: Parla molto bene di te. Ora sta producendo il nostro album.
Morrison: Salutamelo.
Bono: (rivolto a Bob) Conosci Brian Eno?
Dylan: Brian Eno? Non conosco Brian Eno, ma conosco alcuni dei suoi
lavori.
Bono: Quando stai lavorando con un produttore, gli dai la libertà di
sfidarti?
Dylan: Sì, se sente di dover fare così. Ma in genere andiamo
semplicemente in studio e cantiamo una canzone e suoniamo la musica..
Bono: Negli ultimi cinque anni hai avuto qualcuno che ti ha detto
"Questa roba è una stronzata, Bob"?
Dylan: Oh, me lo dicono continuamente!
Bono: Mark Knopfler te lo ha detto?
Dylan: Non so, loro passano un sacco di tempo cercando di realizzare
bene le loro canzoni, ma con me... io porto
semplicemente una canzone in studio, cerco di provarla e poi la
registro. Oggi è un po' più difficile fare un buon disco - anche se hai
una buona canzone ed una buona band. Anche se vai dentro e la registri
dal vivo, non suonerà come in
genere suonava una volta, perchè oggi gli studi di registrazione sono
così moderni e troppo sofisticati che tu puoi prendere qualsiasi cosa
buona e puoi pressarla e strizzarla e schiacciarla e costiparla e
soffocarla. Fai una grande performance in studio e poi la riascolti e
non c'è più!
Bono: Tutta la tecnologia è così - tu vai in uno spazio morto con
strumenti morti e usi la tecnologia per dargli vita, quella vita che non
ha. Quello che sto cercando di fare è di trovare uno spazio che abbia
vita.
Dylan: Già.
Bono: Uno spazio "vivente".
Dylan: Però le macchine possono togliere la vita persino da quello
spazio. Puoi anche registrare nella Basilica di San Pietro, sai, e le
macchine ancora farebbero sembrare il suono come, eh ...
Bono: Il cortile di qualcuno.
Dylan: Già. Questa è una buona idea. Mi piacerebbe registrare in una
chiesa.
Sai, gli studi dei vecchi tempi erano molto meglio, e i macchinari erano
molto migliori, non c'è proprio confronto secondo me. Entravi
semplicemente in uno studio, erano solo grandi stanze, cantavi soltanto,
facevi solo dei dischi, e suonavano nello stesso modo in cui suonavano
lì. Tutto questo è finito alla fine degli anni Sessanta, almeno per me.
Ho notato un grande cambiamento. Ora vai in uno studio e ci sono tappeti
sul pavimento, flipper, video, sandwiches che arrivano ogni dieci
minuti. E' un grande e costoso party e sei fortunato se ne viene fuori
qualcosa che suoni decentemente. Oggi tu hai un produttore, un ingegnere
del suono, un assistente dell'ingegnere del suono, in genere hai un
assistente del produttore, hai un tizio che porta i nastri avanti e
indietro. Voglio dire, sai, c'è un milione di persone solo per
registrare una canzone
acustica con la tua chitarra.
Bono: C'è un sistema chiamato Effanel che Mick Fleetwood dei Fleetwood
Mac ha portato in Africa. E' stato costruito per lui
perchè voleva registrare un vero suono di tamburi Africani, per "Tusk".
Abbiamo usato quel sistema. E' contenuto in una piccola valigetta. C'è
un tipo che si chiama Conny Plank, che vive in Germania. E' un
produttore, credo. Ha prodotto
Makem e Clancy e alcuni gruppi tradizionali Irlandesi, anche gruppi
orchestrali e gruppi elettronici, DAF, Ultravox, e così via. Questo tipo
registra le orchestre semplicemente trovando una posizione nella stanza
dove i musicisti sono bilanciati. Ed applica lo stesso sistema
registrando la musica moderna.
Morrison: Non so, quando ho iniziato non pensavamo a tutto questo!
Nemmeno pensavamo di registrare... (risate)
Bono: Nemmeno pensavate!
Morrison: Un giorno ti ritrovavi in una stanza, accendevano il
registratore e dopo circa otto ore dicevano "Ok, pausa per il tè...
Abbiamo finito!".
Dylan: Già, la prossima canzone, la prossima canzone!
Morrison: E così l'album era finito.
Dylan: Già, potevi completare un album in tre o quattro giorni. Ora è
così lunga... ci vogliono quattro giorni solo per il sound della
batteria.
Bono: Bob conosci i Monty Python? Sono attori. Sono dei comici Inglesi,
'Monty Python and the Holy Grail'. Fanno una scenetta che mi riporta
alla mente voialtri tipi, seduti a parlare dei giorni passati: "Racconta
queste cose ai giovani di oggi e non ti crederebbero". Ma non potete
tornare nel passato, dovete andare avanti. Voi cercate di portare i
valori di una volta nel mondo di oggi, sapete, la forza che c'era un
tempo, e se vedete che qualcosa è andata persa, dovete trovare un nuovo
modo per ricatturare quella stessa forza che c'era un tempo. Avete
qualche idea su come realizzare ciò? Ad ogni modo penso che lo abbiate
fatto... Ad esempio penso che 'Shot Of Love', quella traccia in
apertura, possegga quella forza.
Dylan: Anche io la penso così. Tu sei una delle poche persone che mi
dicono questo a proposito di quel disco, una delle poche persone che mi
abbia menzionato quel disco.
Bono: Quel disco ha quel feeling.
Dylan: E' un grande disco, si adatta quasi a tutti.
Bono: Il suono di quel disco mi fa sentire come se fossi nella stessa
stanza insieme agli altri musicisti. Non ho la sensazione che i
musicisti siano da un'altra parte. Alcuni dei nostri dischi, invece, li
sento in questa maniera perchè c'è quel certo sound tipo cinema, non
così blando come quel suono in FM, ma un sound molto "ampio". Ora noi
stiamo cercando di concentrarci di più su un sound che abbia un senso di
intimità... (dopo una pausa) Non ho mai intervistato qualcuno prima.
Odio essere intervistato.
Morrison: Stai facendo un buon lavoro!
Bono: Davvero? Bene! (a Dylan) Quali dischi ascolti?
Dylan: Quali dischi ascolto? Nuovi dischi, intendi? Non saprei, ascolto
solo quelli vecchi in effetti. Robert Johnson. Ascolto ancora quei
dischi che ascoltavo quando ero un ragazzo - e che mi hanno davvero
cambiato la vita. E ancora oggi mi cambiano la vita. Ancora oggi reggono
il confronto, sai. The Louvain Brothers, Hank Williams, Muddy Waters,
Howlin' Wolf, Charlie Patton, mi è sempre piaciuto ascoltarlo.
Bono: Ho appena comprato l'autobiografia di Woody Guthrie, 'Bound For
Glory'. Mi ha cambiato. Quando uno che viene da questo paese, l'Irlanda,
va negli Stati Uniti, è molto più che un altro continente...
Morrison: E' un vero e proprio trauma.
Bono: Già, per chi viene dalla travagliata Irlanda è un vero shock! Sto
cominciando a fare conoscenza con la musica e la letteratura Americana.
Ti vedi ancora con Allen Ginsberg, Bob?
Dylan: Di tanto in tanto incontro Allen, sì, ora è tornato anche Gregory
Corso, sta tenendo alcuni reading, penso che
abbia appena pubblicato un nuovo libro.
Bono: Ho appena letto questo libro, 'Howl'.
Dylan: Oh, quello è davvero potente. Quello è un altro libro che mi ha
cambiato. 'Howl', 'On the Road', 'Dharma Bums'.
Morrison: (a Bono) Hai letto 'On the Road'?
Bono: Ho appena iniziato a leggerlo. Tu fai riferimento in una delle tue
canzoni a John Donne, 'Rave On John Donne'. Hai letto le sue poesie?
Morrison: Le leggevo in continuazione.
Dylan: (a Bono) Hai sentito le canzoni di Brendan Behan?
Bono: Certo.
Dylan: 'Royal Canal', conosci 'Royal Canal'?
Morrison: L'ha scritta suo fratello. Si chiamar Dominic.
Dylan: Oh, Dominic ha scritto 'Royal Canal'?
Bono: Sai che il figlio di Brendan vive nei pressi di Dublino...? E' un
bel tipo, credo.
Dylan: Conosco le parole di 'Royal Canal'. Una volta la cantavo di
continuo.
Bono: Come fa?
Dylan: (cantando) 'The hungry feeling came over me stealing, as the mice
were squalling in my prison cell'.
Bono: Sì è questa, già!
Dylan: (continuando a cantare) 'That old triangle went jingle jangle,
all along the banks of the Royal Canal'.
Bono: Esatto, quando l'hai letta la prima volta?
Dylan: (ignora la domanda e continua a cantare presissimo) 'In the
female prison there's seventy women.
It's all over there that I want to dwell. And that old triangle goes
jingle jangle, all along the banks of the Royal Canal'.
Bono: Sei mai stato al Royal Canal?
Dylan: No, però cantavo quella canzone. Tutte le notti.
Bono: La nostra musica - come dicevo prima - non ha quelle radici.
Morrison: Già, c'è stata una sorta di interruzione nel tramandare la
musica di un tempo. L'ho notato quando sono andato a vedere Thin Lizzy
anni fa, la prima sera a Los Angeles, e mi accorsi che nella musica
c'era un taglio netto tra la fine degli
anni Sessanta e la metà degli anni Settanta.
Bono: Mi piacerebbe saperne di più sulla musica delle radici. Sono
affamato di passato.
Morrison: Dovresti ascoltare un po' di quel materiale.
Bono: Lo farò. Sto ascoltando della musica gospel, sai, come the Swan
Silvertones, e cose del genere.
Dylan: Che però è roba statunitense.
Morrison: Roba statunitense, ma dovresti ascoltare roba Inglese, sai,
come il vecchio materiale di gruppi come gli Yardbirds.
Bono: Sì, ho preso dei loro nastri di recente, davvero buoni.
Dylan: Però devi ascoltare the McPeakes. La prossima generazione
potrebbe non avere questa possibilità. Chissà? Odio pensarci. Ascolta,
dobbiamo prepararci per suonare. Ti trattieni per lo show?
Bono: Certo, in realtà sono qui per quello.
Dylan: Per registrarlo, HA!
Venerdi 11
Aprile 2014
Tokyo, Japan - Zepp DiverCity - April
10, 2014
1. Things Have Changed
2. She Belongs To Me
3. Beyond Here Lies Nothin'
4. What Good Am I?
5. Waiting For You
6. Duquesne Whistle
7. Pay In Blood
8. Tangled Up In Blue
9. Love Sick
(Intermission)
10. High Water (For Charley Patton)
11. Simple Twist Of Fate
12. Early Roman Kings
13. Forgetful Heart
14. Spirit On The Water
15. Scarlet Town
16. Soon After Midnight
17. Long And Wasted Years
(encore)
18. All Along The Watchtower
19. Blowin' In The Wind
Tokyo, Zepp DiverCity - April 08, 2014
(full concert)
Things Have Changed
She Belongs to Me
Beyond Here Lies Nothin'
(interrupted by PA trouble)
Instrumental Jam
Huck's Tune
Duquesne Whistle
Waiting for You
Pay in Blood
Tangled Up in Blue
Love Sick
Intermission
High Water (For Charley Patton)
Simple Twist of Fate
Early Roman Kings
Forgetful Heart
Spirit on the Water
Scarlet Town
Soon after Midnight
Long and Wasted Years
Encore:
All Along the Watchtower
Blowin' in the Wind
Giovedi 10
Aprile 2014
Tokyo, Japan - Zepp DiverCity - April
9, 2014
1. Things Have Changed
2. She Belongs To Me
3. Beyond Here Lies Nothin'
4. What Good Am I?
5. Waiting For You
6. Duquesne Whistle
7. Pay In Blood
8. Tangled Up In Blue
9. Love Sick
(Intermission)
10. High Water (For Charley Patton)
11. Simple Twist Of Fate
12. Early Roman Kings
13. Forgetful Heart
14. Spirit On The Water
15. Scarlet Town
16. Soon After Midnight
17. Long And Wasted Years
(encore)
18. All Along The Watchtower
19. Blowin' In The Wind
Due nuove date, Atene e Salonicco, sono
state oggi confermate da bobdylan.com. Ecco, al momento, le date
europee:
16 Giugno 2014 - Cork, Ireland - Live at
the Marquee (Festival)
17 Giugno 2014 - Dublin, Ireland - The O2
22 Giugno 2014 - Athens, Greece - Terra Vibe Park
(new)
23 Giugno 2014 - Thessaloniki, Greece - Kaftanzoglio Stadium
(new)
25 Giugno 2014 - Bucharest - Romania - Sala Polivalentă
27 Giugno 2014 - Kosice, Slovakia - Steel Arena
28 Giugno 2014 - Vienna, Austria - Stadthalle
29 Giugno 2014 - Klam, Austria - Clam Burgarena
01 Luglio 2014 - Munich, Germany - Tollwood
02 Luglio 2014 - Prague, Czech Republic - O2 Arena
03 Luglio 2014 - Zwickau, Germany - Stadthalle
05 Luglio 2014 - Slupsk, Poland - Festiwal Legend Rocka
07 Luglio 2014 - Rostock, Germany - Stadthalle
08 Luglio 2014 - Flensburg, Germany - Flens Arena
09 Luglio 2014 - Aarhus, Denmark - Amfiscenen
11 Luglio 2014 - Stavern, Norway - Poles Festival
12 Luglio 2014 - Kristiansand, Norway - Bendiktsbukta
14 Luglio 2014 - Helsingborg, Sweden - Sofiero Castle
15 Luglio 2014 - Goteborg, Sweden - Tradgardsforeningen
17 Luglio 2014 - Pori, Finland - Pori Jazz 2014
Ancora da confermare la data del 20
Giugno 2014 - Istanbul, Turkey (unconfirmed) - Tiyatro Karakutu
Arthur Smith, che ha
scritto “Guitar Boogie” e “Duelin' Banjo” è scomparso.
Arthur Smith , pionieristico chitarrista e banjoista che scrisse e
registrò due dei pezzi più famosi della musica americana, "Guitar
Boogie" e "Duelin' Banjos", quest'ultimo colonna sonora del
pluripremiato film "Deliverance" (Un tranquillo week end di paura), che
influenzò anche i Beatles tra molti altri artisti, è morto il 3 aprile
nella sua casa di Charlotte. Aveva 93 anni.
Il figlio, Clay Smith, ha confermato la morte ma non ne ha specificato
la causa.
Arthur Smith , che era altrettanto abile sia con la chitarra che col
banjo tenore, con il mandolino ed il violino, registrò "Guitar Boogie"
nel 1946, mentre era militare di stanza a Washington per la Marina
americana. La composizione, in sostanza, un boogie- woogie per
pianoforte suonato su una chitarra folk, fu scherzosamente definito "il
disco che ha lanciato un milione di lezioni di chitarra".
La sua semplice forma, un riff boogie -woogie seguito da un travolgente
assolo, servì da modello per innumerevoli brani strumentali degli inizi
del rock. Il disco vendette molto per tre anni, il conduttore
radiofonico Arthur Godfrey lo suonò 10 volte consecutive nel suo show.
Lo storico del bluegrass Pete Kuykendall disse che "Guitar Boogie" fu un
successo precoce, una fusione delle influenze bianche e nere nella
musica, un precursore di quello che fu poi chiamato rock- and-roll.
Mr. Smith anche aggiunto il titolo della canzone al suo nome - Arthur
"Guitar Boogie" Smith - sia per riconoscere la sua popolarità e per
evitare la confusione con un altro Arthur Smith che si esibiva al Grand
Ole Opry di Nashville.
Un altro celebre brano che Smith
scrisse nel 1955 e registrò in duetto con il banjoista Don Reno,
intitolato “Feudin’ Banjos”, fu ribattezzato e divenne popolarissimo col
nome di "Duelin' Banjos" nel film candidato all'Oscar nel 1972
"Deliverance" (Un tranquillo week end di paura).
La colonna sonora eseguita dal suonatore di banjo Eric Weissberg si
piazzò al numero 2 della classifica di Billboard. La scena è quella
famosa nella quale giovane boscaiolo affetto da una tara ereditaria
(Billy Redden) ha una jam session improvvisata con un bravo chitarrista
che veniva dalla città (Ronny Cox) . Non era la prima volta che la
canzone era stata registrata senza l’accredito della composizone a
Smith, ma dopo il successo del film Smith potè citare in giudizio tutti coloro che
avevano infranto il copyright.
"Circa sette o otto gruppi di paesi diversi avevano registrato quella
canzone e l’avevano spacciata come una loro composizione” ha detto Smith
al Charlotte News and Observer nel 1998. “Allora non avevo abbastanza
soldi per pagare un avvocato, poi la Warner Brothers, la società che
produsse il film, mi venne in aiuto finanziandomi per fare la denuncia.
Mi è costata 125 mila dollari in spese legali prima che arrivassimo in
tribunale, ma ne valeva la pena”. "Un buon diritto d'autore vale
davvero molto" ha aggiunto. "Ho sempre detto che preferirei avere 10
buoni diritti d'autore invece che l'Empire State Building. Ho un
bell'assegno ogni 90 giorni".
La causa durò due anni, ma Smith ne uscì vincitore. Alla domanda su
quanti soldi avesse poi fatto con quella vittoria, Smith mostrava
semplicemente una foto di uno yacht di 42 metri appesa alla parete del
suo ufficio e diceva che la Warner Brothers aveva acquistato la barca
per lui.
Arthur Smith ha scritto e co- scritto più di 500 composizioni, tra cui
la cowboy ballad del 1955 "The Red Headed Stranger", che in seguito
divenne una canzone-marchio per Willie Nelson.
La musica di Arthur Smith ebbe un impatto importante su un gruppo
skiffle britannico chiamato “The Quarrymen”, che aveva tra i suoi membri
un certo Paul McCartney ed un certo John Lennon. McCartney, allora
giovane chitarrista, provò diverse volte a suonare "Guitar Boogie " con
i Quarrymen.
"Lo suono facilmente durante le prove" disse McCartney una volta "La
cosa andava bene, ma quando era il momento di suonare davanti alla gente
mi si appiccicavano le dita, allora ho pensato - Che ci faccio qui ? -
Ero troppo spaventato, in quel momento tutti guardando il chitarrista.
Non ho potuto farlo. Ecco perché George [ Harrison ] è stato chiamato
nel gruppo".
I Quarrymen cambiarono poi nome diventando The Beatles.
Mercoledi
9
Aprile 2014
Tokyo, Japan - Zepp DiverCity - April
8, 2014
1. Things Have Changed
2. She Belongs To Me
3. Beyond Here Lies Nothin'
(PA problems - 25 minute break) (short instrumental jam - Bob on piano)
4. Huck's Tune
5. Duquesne Whistle
6. Waiting For You
7. Pay In Blood
8. Tangled Up In Blue
9. Love Sick
(Intermission)
10. High Water (For Charley Patton)
11. Simple Twist Of Fate
12. Early Roman Kings
13. Forgetful Heart
14. Spirit On The Water
15. Scarlet Town
16. Soon After Midnight
17. Long And Wasted Years
(encore)
18. All Along The Watchtower
19. Blowin' In The Wind
Scaricate gli MP3 del concerto di
Tokio del 5 Aprile
clicca qui
nella pagina che si aprirà troverete il sottostante elenco dei titoli,
cliccate su Track 101 col tasto destro / cliccate col tasto sinistro su -
Salva oggetto con nome - ed è fatta, ripetere l'operazione con gli altri
titoli e se volete, dopo aver scaricato tutti gli MP3 potrete farvi
il CD del concerto, buon ascolto!
Disc 1
Track 101. Things Have Changed 6:17 (10.6MB)
Track 102. She Belongs to Me 4:30 (7.6MB)
Track 103. Beyond Here Lies Nothin’ 4:34 (7.7MB)
Track 104. What Good Am I? 5:00 (8.4MB)
Track 105. Waiting for You 5:19 (8.9MB)
Track 106. Duquesne Whistle 6:29 (10.9MB)
Track 107. Pay in Blood 4:50 (8.1MB)
Track 108. Tangled Up in Blue 5:56 (10.0MB)
Track 109. Love Sick 6:09 (10.3MB)
49 mins
Disc 2
Track 201. High Water (For Charley Patton) 6:31 (10.9MB)
Track 202. Simple Twist of Fate 5:13 (8.8MB)
Track 203. Early Roman Kings 6:24 (10.7MB)
Track 204. Huck’s Tune 4:22 (7.3MB)
Track 205. Spirit on the Water 6:35 (11.1MB)
Track 206. Scarlet Town 5:52 (9.9MB)
Track 207. Soon after Midnight 4:15 (7.1MB)
Track 208. Long and Wasted Years 6:25 (10.8MB)
Track 209. All Along the Watchtower 5:58 (10.0MB)
Track 210. Blowin’ in the Wind 6:46 (11.4MB)
59 mins
Pochi
giorni fa Eric Clapton ha compiuto 69 anni e MF gli ha doverosamente e
giustamente dedicato una pagina
Martedi 8
Aprile 2014
Tokyo, Japan - Zepp DiverCity - April
7, 2014
1. Things Have Changed
2. She Belongs To Me
3. Beyond Here Lies Nothin'
4. What Good Am I?
5. Waiting For You
6. Duquesne Whistle
7. Pay In Blood
8. Tangled Up In Blue
9. Love Sick
(Intermission)
10. High Water (For Charley Patton)
11. Simple Twist Of Fate
12. Early Roman Kings
13. Forgetful Heart
14. Spirit On The Water
15. Scarlet Town
16. Soon After Midnight
17. Long And Wasted Years
(encore)
18. All Along The Watchtower
19. Blowin' In The Wind
La mattina del 3 aprile ho fatto visita al quartiere Akihabara Manga e
ho trovato un luogo circondato da templi buddisti che avevano una
atmosfera tranquilla e rilassante, nel pomeriggio, tornata a casa, ho
cominciato a prepararmi per il concerto. Dovevo incontrarmi con Masato
alle 05:30 e l’ho incontrato all'uscita della metropolitana. Un bel
giovane che veniva dalla Svizzera mi ha dato un biglietto e così non ho
dovuto aver a che fare con i bagarini. Non avevo idea di dov’era il mio
posto, la sezione generale di ammissione era divisa in 3 tre gruppi. Il
gruppo A di fronte al palco, il gruppo B più indietro e il gruppo C in
fondo alla sala molto lontano dal palco. Ogni biglietto è numerato. Il
servizio di sicurezza chiamava con un altoparlante la sezione ed i
numeri. Ogni persona in ordine e senza fretta andava a prendere la sua
posizione. Questo sembrava essere un metodo efficace. I giapponesi sono
molto disciplinati e gentili. Nessuna fretta o litigio. Io ero
all'estremità della sezione B ed intravedevo il palco tra le teste. Per
fortuna i giapponesi sono piccolini di statura.....
Alle 19:25 Stu entra in scena con il suo riff di chitarra acustica. E
poi le prime battute di "Things Have Changed" .. seguita da "She Belongs
To Me". Bob è al centro del palco e ho visto che il vestito ed il
cappello erano color crema, questo ha fornito un effetto molto bello
perché la luce sul palco è stata sempre tenue.
Poi è arrivata la canzone che non vedevo l'ora di sentire, "Beyond Here
Lies Nothin' ", ma Bob era al pianoforte ed era meno dinamico.
E’ seguita poi “What Good Am I?” e mi è sembrato che la voce di Bob
fosse più profonda, più seria.
Mi aspettavo a seguire "Blind Willy McTell" ma la band ha iniziato un
valzerone, "Waiting For You". E' strano, non riesco a percepire questa
canzone come una tipica canzone di Bob. Un bel valzer nel quale ho
cercato di abbozzare qualche passo, ma i miei vicini non lo hanno
apprezzato perchè muovendomi li toccavo.
Poi ecco "Duquesne Whistle”, con Bob che si confonde un pò con le parole
del testo. Mi sembra che abbia invertito la seconda con la terza strofa
o viceversa. A Tony mancava un pò di volume al suo basso. Proprio a Tony
Garnier, ti vogliamo bene! Più di 20 anni con Bob!
"Tangled Up in Blue" è seguita ed era altrettanto buona.
Poi "Love Sick ", non vedevo bene il palco così mi sono concentrata solo
sulla musica ed ho scoperto la incredibile chitarra di Charlie Sexton.
Questo è stato il momento clou della serata per me. "Sono stufo di
amore, vorrei non averti mai incontrata. Sono stanco di amore , sto
cercando di dimenticarti. Solo che non so cosa fare. Darei qualsiasi
cosa per stare con te”. Era come se lui avesse scritto questo testo per
me ... pensare a qualcuno che dovrei dimenticare. So che era il momento
della pausa e di solito molta gente ne approfitta per andare a prendersi
una birra, ma i giapponesi non si muovono, quasi tutti rimangono al loro
posto per 20 minuti e per di più in silenzio. WOA!
Il secondo tempo inizia con "High Water". Questo dovrebbe svegliare la
folla, ma pare che dopo una dura giornata di lavoro i giapponesi non
abbiano più energia.
Poi una delle mie preferite, ben eseguita, "Simple Twist of Fate”.
A questo punto vorrei un cambiamento, "Under the Red Sky?", "Shooting
Star?", " Every Grain of Sand?", "Make You Feel My Love?” Ho da molto
tempo nostalgia di qualche pezzo da “Blood on the Tracks", invece ecco
“Early Roman Kings”, buona ma non mi è piaciuta , fatta eccezione per
George Receli che in questo pezzo eccelle sui suoi tamburi.
Donnie prende il suo violino e avvia una canzone dolce e triste,
"Forgetful Heart”, i 15 minuti di Donnie Herron, lui è davvero
struggente in questa particolare canzone. Come diceva Rimbaud "Le più
belle poesie provengono dal dolore più profondo".
La seguente è "Spirit on the Water ", che è diventata col tempo la mia
preferita. Bob ti fa sentire a tuo agio, come essere al piano bar ...
bella esecuzione al pianoforte, i 15 minuti di Bobby.
Segue poi "Scarlet Town", ancora da decifrare. "In Scarlet Town, dove
sono nato" è senza dubbio una metafora.
La successiva è "Soon After Midnight” con le stelle che compaiono sul
nero del tendone di sfondo. Ti fa sentire tranquillo, come se fuori ci
fosse la luna piena e con un filo di romanticismo nel cuore. "E' da poco
passata la mezzanotte e non voglio nessun’altro che te". Mi è piaciuta.
Segue "Spirit on the Water" ... sempre interessante.
“Long and Wasted Years " è la successiva. L’arrangiamento mi ricorda
"Ballad of a Thin Man", molto teatrale, con un crescendo di intensità
verso la fine. La folla non reagisce ed è una vergogna. Molto bene,
bella dimostrazione di forza Bobby!
Breve pausa e poi finalmente la folla fa sentire la sua voce con "All
Along the Watchtower ". Molto bello il solista al pianoforte, con una
potenza finale selvaggia. Complimenti.
Poi la VERAMENTE nostalgica e diciamo, sì, Bob Dylan ha fatto una
canzone degli anni '60, "Blowin' in the Wind". A me non piace questo
arrangiamento, in effetti, la folla reagirà solo quando Bob canta " The
Answer my friend is blowin’ in the wind”.
Sono felice di aver visto il mio primo concerto di Bob Dylan in Asia,
soprattutto in Giappone. Il suono era perfetto. La sua voce molto chiara
e potente. Bob fatto lo sforzo di essere sempre di più al centro della
scena o in piedi dietro al pianoforte. Molto bello per chi era nelle
ultime file e non vedeva bene la scena. Niente chitarra e poca armonica
fatta eccezione per una prestazione molto speciale in "Simple Twist of
Fate". Quindi grazie Bobby e….ci vediamo domani, stessa ora, stesso
luogo.
Salve . Vorrei realizzare la mia tesina
di maturità di quest'anno su Bob . Mi potrebbe dare del materiale da cui
partire e consigliarmi a quali materie potrei legarlo ? Grazie, FEDERICO
95.
"Bob Dylan e la
società americana, da Kennedy a Obama". Negli archivi di Maggie's Farm
trovi tutto quello che ti è necessario per Dylan, in Internet trovi
tutte le notizie dei principali avvenimenti di ogni decade da collegare
poi con Bob, naturalmente la legatura e la correlazione delle cose dovrà
essere il fine della tua ricerca per la tesi, non è una cosa facile da
realizzare, comunque spero che il mio suggerimento possa esserti utile,
alla prossima, Mr.Tambourine, :o)
Lunedi 7
Aprile 2014
Bob Dylan "Long And Wasted Years" -
april 4, 2014, Tokio
Voglio essere breve. "Huck's tune",
proposto per la prima volta in questi giorni da Dylan, è un bellissimo
brano. E' nella libreria del mio iPhone da circa 2 anni. Vi consiglo
l'ascolto.
Michele Lenzi
Grazie della
segnalazione Michele, ora abbiamo anche la fortuna di
poter ascoltare la registrazione della performance di Tokio, cliccate
qui.....!
HUCK'S TUNE
words and music Bob Dylan
Dalla colonna sonora del film "Lucky You" (2007)
Well I wandered alone through a desert of stone
And I dreamt of my future wife
My sword's in my hand and I'm next in command
In this version of death called life
My plate and my cup are right straight up
I took a rose from the hand of a child
When I kiss your lips, the honey drips
I'm gonna have to put you down for a while
Every day we meet on any old street
And you're in your girlish prime
The short and the tall are coming to the ball
I go there all the time
Behind every tree there's something to see
The river is wider than a mile
I tried you twice, you can't be nice
I'm gonna have to put you down for a while
Here come the nurse with money in her purse
Here come the ladies and men
You push it all in and you've no chance to win
You play 'em on down to the end
I'm laying in the sand getting a sunshine tan
Moving along riding in style
From my toes to my head you knock me dead
I'm gonna have to put you down for a while
I count the years and I shed no tears
I'm blinded to what might have been
Nature's voice makes my heart rejoice
Play me the wild song of the wind
I found hopeless love in the room above
When the sun and the weather were mild
You're as fine as wine, I ain't handing you no line
I'm gonna have to put you down for a while
All the merry little elves can go hang themselves
My faith is as cold as can be
I'm stacked high to the roof and I'm not without proof
If you don't believe me, come see
You think i'm blue, I think so too
In my words you'll find no guile
The game's gotten old, the deck's gone cold
And I'm gonna have to put you down for a while
The game's gotten old, the deck's gone cold
And I'm gonna have to put you down for a while
IL MOTIVO DI HUCK
parole e musica Bob Dylan
traduzione di Michele Murino
grazie ad Alessandro Carrera per le note
Ho vagato senza meta, da solo, in un deserto di pietra
E ho sognato la mia moglie di domani
Ho la spada nella mano e sono il secondo in comando
In questa versione della morte chiamata vita
Il mio piatto e la mia tazza stanno dritti in piedi
Ho preso una rosa dalle mani di un bambino
Quando bacio le tue labbra, il miele ne cola
Dovrò passare la mano per un po' di tempo (1)
Ogni giorno ci incontriamo su vecchie strade
E tu sei nella tua primavera di ragazza
Il corto ed il lungo stanno venendo alla festa da ballo
Io ci vado sempre
Dietro ogni albero c'è qualcosa da vedere
Il fiume è largo oltre un miglio
Ti ho messo alla prova per due volte, non riesci a piacermi
Dovrò passare la mano per un po' di tempo
Arriva l'infermiera con i soldi nella borsa
Arrivano le signore e i signori
Punti tutto ma non hai chance di vittoria
Continui il gioco fino alla fine
Mi stendo sulla sabbia per prendermi l'abbronzatura
Cammino muovendomi con stile
Mi hai steso a terra morto dalla testa ai piedi
Dovrò passare la mano per un po' di tempo
Conto gli anni e non spargo lacrime
Sono accecato per quel che poteva essere e non è stato
La voce della natura mi fa rallegrare il cuore
Mi suona la sfrenata canzone del vento
Ho trovato amore senza speranza nella stanza di sopra
Quando mite era il tempo e dolce era il sole
Tu sei come vino pregiato, non ti porgo alcun verso
Dovrò passare la mano per un po' di tempo
Gli allegri folletti possono andare ad impiccarsi tutti quanti
La mia fede è più fredda che mai
Sono pieno di soldi fino al soffitto e ne ho le prove (2)
Se non mi credi vieni a vedere
Pensi che io sia triste, anch'io lo penso
Nelle mie parole non troverai inganno
Il gioco si è fatto vecchio, il mazzo è ormai freddo
E io dovrò passare la mano per un po' di tempo
Il gioco si è fatto vecchio, il mazzo è ormai freddo
E io dovrò passare la mano per un po' di tempo
(1) Questa frase e' in realtà piuttosto ambigua. "Put you down" puo'
voler dire molte cose. "Stracciarti" se e' riferita a un avversario, e
"passare la mano" se e' riferita alle carte. Qui potrebbe avere appunto
l'accezione di "passare la mano".
(2) Il verso presenta espressioni dallo slang utilizzato nel gioco
d'azzardo (e il "vieni a vedere" successivo è da intendersi come "vieni
a vedere le mie carte"). Il tema del film "Lucky you" da cui è tratta la
canzone è appunto il gioco d'azzardo.
"Stacked high to the roof" vuol dire infatti essere pieno di soldi, o
meglio di fiches, ("fino al soffitto"), cosi' da poter condurre il gioco
come si vuole. "I'm not without proof" e' piuttosto strano, perche' fa
pensare a una gradazione alcolica, come un whisky a "45% proof". Quindi
potrebbe voler dire: "non sono senza alcol in corpo", ma tale soluzione
sembrerebbe troppo lambiccata. E' probabile che Dylan voglia qui dire
piuttosto: "Ne ho fino al soffitto e chiunque puo' controllare " oppure
"e ho piena copertura", nel senso che le fiches hanno la loro
controparte in soldi veri (anche se questo e' ovvio se si gioca in un
casino).
Ciao Tamb,
io voglio continuare a credere che Bob non salti l'Italia al prossimo
giro europeo ...... nei sette giorni tra il 18 e il 24 giugno ci sono
sinora solo tre date - non ancora confermate perdipiù - a Istanbul,
Atene e Salonicco.
Un salto dalle nostre parti ci può e ci deve essere, ci siamo abituati
troppo bene negli ultimi 15 anni!
Signori D'Alessandro e Galli, e forzaaaaa .......
Saluti, Otello.
Speriamo caro Otello, ma
credo che sarà difficile, però la speranza è sempre l'ultima a morire,
almeno finchè le tre date da te indicate non saranno confermate dal sito
di Bob:
6/20/14 Istanbul, Turkey (unconfirmed) - Tiyatro Karakutus
6/22/14 Athens, Greece (unconfirmed) - Terra Vibe Park
6/23/14 Thessaloniki, Greece (unconfirmed) - Kaftanzoglio Stadium
Dylan nel nuovo album tributo a
McCartney – Ultimo aggiornamento
Tempo fa era stato riportato dal nostro
blog che il contributo di Dylan al disco "THE ART OF McCARTNEY" fosse la
canzone “For No One” tratta da Revolver, ora invece, da altre fonti
indipendenti abbiamo saputo che la canzone in questione è “Things We
Said Today”, una delle poche composizioni di McCartney sul disco "A Hard
Day's night".
La notizia precedentemente da noi riportata di Bob Dylan che aveva
contribuito ad un album tributo per Paul McCartney era stata accolta e
commentata con un certo scetticismo da alcuni siti Internet. Speriamo
che a coloro che ci avevano contestato la torta vada di traverso perchè
ora Arctic Poppy Music ha ora dato l’annuncio ufficiale del progetto.
Il doppio album, che sarà intitolato "The Art of McCartney ", sarà
pubblicato entro la fine dell'anno e Bob Dylan è uno degli artisti che
hanno contribuito alla sua realizzazione con una canzone.
Arctic Poppy Music ha dichiarato che il mixaggio dell’albun ed il
relativo marketing sono in pieno svolgimento". Il comunicato dice anche
"L’album vede la presenza di alcune delle più grandi star nel settore
della musica che eseguono, assieme ai loro musicisti, le canzoni di Paul
McCartney".
Ci saranno 32 artisti coinvolti , tra cui Jamie Cullum, Roger Daltrey,
Barry Gibb, Billy Joel, Willie Nelson, Corinne Bailey Rae e Brian Wilson
, così come anche Bob Dylan.
Il Boxset dell’edizione da collezione uscirà in estate, mentre la
versione standard dell’album uscirà entro la fine dell'anno.
La track list (non è al momento
disponibile l’abbinamento ai performers):
Live and Let Die
Let It Be
When I'm 64
Yesterday
Drive My Car
All My Loving
Things We Said Today
The Long And Winding Road
Hello Goodbye
Hey Jude
Let Me Roll It
PS I Love You
Listen To What The Man Said
Every Night
1. Things Have Changed
2. She Belongs To Me
3. Beyond Here Lies Nothin'
4. What Good Am I?
5. Waiting For You
6. Duquesne Whistle
7. Pay In Blood
8. Tangled Up In Blue
9. Love Sick
(Intermission)
10. High Water (For Charley Patton)
11. Simple Twist Of Fate
12. Early Roman Kings
13. Huck's Tune
14. Spirit On The Water
15. Scarlet Town
16. Soon After Midnight
17. Long And Wasted Years
(encore)
18. All Along The Watchtower
19. Blowin' In The Wind
Sulla scia della mostra
di dipinti del Rolling Stone Ronnie Wood la Galleria 21 di Salisburgo
metterà in mostra le opere di un altro grande del mondo della musica.
Bob Dylan - Sidewalk Cafe
Le opere di Bob Dylan
saranno esposte presso la sopracitata galleria, in Queen Street, da
Sabato 12 Aprile a Domenica 27 Aprile. Il gallerista Jason
Jennings-Bramly ha detto: "Bob è probabilmente una delle più grandi
figure globali e trascende i confini artistici tra musica, poesia e arte
con grande successo".
La mostra sarà
caratterizzata dall’ultima collezione di Dylan, “Revisionist Art”, che
consiste in una edizione limitata firmata a mano.
Ciao Mr.Tambourine,
sono completamente d’accordo con te quando dici che la parte più
emotivamente coinvolgente del film “I’m Not There” è quella riguardante
il villaggio di Enigma. Queste scene si staccano completamente dal resto
del film per la loro originalità, permessa anche dall’immaginario del
regista che così, in modo non propriamente personale e certamente con
influenze felliniane, ha descritto con la macchina da presa quello che
la sua mente gli suggeriva al riguardo. Richard Gere interpreta un Billy
The Kid quasi irreale, perso in un immaginario mondo i cui confini sono
chiari solo a lui. Inoltre il regista suggerisce l’idea che Billy non
sia stato ucciso da Garrett, che avrebbe ucciso un altro per sbaglio al
posto del famigerato amico fuorilegge, e per coprire il suo errore
permetterà a Billy di andarsene e ricominciare una nuova vita. Al
riguardo ci sono storie su alcuni personaggi che hanno dichiarato di
essere il Kid, se si cerca con Google in internet si trovano facilmente
queste storie al confine fra verità e menzogne.
Il resto del film è o esagerato o troppo scontato. Il piccolo nero
Woody, oltre che essere poco credibile come personaggio, è troppo
dipendente dai testi dylaniani, sembra parlare con le strofe delle
canzoni di Bob e, a mio parere, ho trovato certi ragionamenti fatti dal
ragazzino un pò sopra alle sue reali capacità. Rappresenta il Dylan che
ha lasciato la sua casa inventandosi un sacco di storie sul suo conto
per destare più curiosità sulla sua persona, ossessionato dalla figura
di Guthrie che sta andando a trovare all’ospedale.
Jack Rollins ed il Pastore John, ambedue interpretati da Christian Bale,
sono personaggi poco definiti ed è facile perdersi nel cercare di
collocarli nella storia dylaniana senza far confusione, non aiuta
nemmeno il personaggio di Claire, interpretato da Charlotte Gainsbourg
che a volte è Suze Rotolo ed altre Sara Dylan. Il perchè il regista
abbia optato per questa soluzione pasticciata rimane un mistero.
Jude Quinn / Cate Blanchette, affascinante interpretazione ricca di
suggestione, però troppo lunga e troppo scontata, quasi a livello di
documentario se non fosse per la magistrale prova della Blanchette.
Robbie Clark / Heater Ledger è un attore che interpreta il personaggio
di Jack Rollins in un film biografico sulla vita del cantante. E’ la
fine del matrimonio tra Sara e Bob raccontata nel modo peggiore.
Alice Fabian / Julienne Moore, una Joan Baez citata quasi per dovere di
cronaca, molto lontana dalla reale importanza della Baez nella vita del
nascente artista Bob. Il registra sembra esasperare quello che poi Dylan
farà nella realtà, cercando in tutti i modi di allontanare la Baez dalla
sua vita.
Praticamente il film racconta il punto di vista del regista su Dylan
dagli anni 60 agli anni 80, chiudendosi praticamente con il periodo
della rinascita cristiana.
E’ un peccato aver ignorato il Dylan anni dagli anni 90 fino
all’odierno, ce n’era da raccontare di belle cose, bastava sfoltire un
pò le scene che suscitano confusione e sostituirle con un altro
personaggio che rappresentasse la vecchiaia di Bob, perchè la vita di un
artista non è formata solo dal suo periodo giovanile. Se si vuol fare un
omaggio o un tributo ad un artista si deve considerere tuta la sua
carriera e non solo una parte. Speriamo che prima o poi qualcuno rimedi
a questa mancanza, certamente il Dylan attuale è importante come quello
del principio.
Scusa se mi sono dilungato un pò troppo.
Jackson
Caro Jackson, ho trovato
interessantissimo e totalmente condivisibile tutto quello che hai
scritto su "I'm Not There". Il film è un bel lavoro che lascia molto
spazio all'immaginazione dello spettatore, ma alla fine lascia anche un
sapore amaro in bocca difficile da spiegare. Certo sarebbe stato meglio
tagliare alcune parti che ai fini del film sono completamente inutili e
sostituirle, come hai suggerito tu, con altre parti che avesserp
rappresentato anche il Dylan dei giorni nostri che ha fatto opere
altrettanto importanti come quelle dei primi anni. Ora Dylan è un
artista che non contesta più niente, ha accettato il caos anche se non è
sicuro che il caos abbia accettato lui, è un artista che scava per
andare in profondità nel suolo americano per cercare e trovare le radici
di tutto e poterle poi narrare e cantare a suo modo. Album come Tempest,
Modern Ttimes, Love and Theft e Time Out of Mind sono altrettanto
importanti come Freewheelin', Times, Another Side e Highwayg 61, pur se
gli argomenti sono completamenti differenti, i primi raccontavano la
gioventù, la rabbia, l'inesperienza e la protesta, gli ultimi descrivono
la maturità, la saggezza, la ricerca dell'equilibrio e la ricerca delle
origini comuni. L'esperienza dell'uomo anziano è il compendio di tutta
una vita, per questo ancora oggi Dylan riesce sempre a suscitare
un'attenzione morbosa attorno a se e al suo lavoro. Grazie per le tue
ottime considerazioni, alla prossima. Mr.tambourine, :o)
Sabato 5
Aprile 2014
Tokyo, Japan - Zepp DiverCity - April
4, 2014
1. Things Have Changed
2. She Belongs To Me
3. Beyond Here Lies Nothin'
4. Waiting For You
5. Duquesne Whistle
6. Huck's Tune (first time performed live in
concert)
7. Pay In Blood
8. Tangled Up In Blue
9. Love Sick
(Intermission)
10. High Water (For Charley Patton)
11. Simple Twist Of Fate
12. Early Roman Kings
13. Forgetful Heart
14. Spirit On The Water
15. Scarlet Town
16. Soon After Midnight
17. Long And Wasted Years
(encore)
18. All Along The Watchtower
19. Blowin' In The Wind
Prima assoluta di “Huck’s Tune” per il
pubblico di Tokio
Per le prime tre serate del tour 2014 a Tokio, Bob Dylan e la sua band
hanno ripetuto le set list eseguite nel tour europeo lo scorso autunno.
Tuttavia stasera, allo Zepp DiverCity di Tokyo, Dylan ha suonato una
canzone relativamente poco conosciuta per la prima volta in concerto.
La canzone in questione è "Huck’s Tune”, un pezzo originariamente
apparso nella colonna sonora di "Lucky
You" nell'aprile del 2007, e poi incluso in "The Bootleg Series
Vol.. 8 - Tell Tale Signs: Rare And Unreleased 1989-2006" l'anno
successivo. (Grazie per la segnalazione a Searching For A Gem.)
Harold Lepidus - Bob Dylan Examiner
(Fonte:
http://www.examiner.com/article/live-debut-for-bob-dylan-toyko-on-night-four)
Dopo soli 123 giorni dal tumultuoso applauso che era seguito a "Blowin
'In The Wind" nell’ultimo concerto di Bob Dylan del tour 2013 alla Royal
Albert Hall di Londra il 28 novembre, una cacofonia simile lo attendeva
allo Zepp DiverCity di Tokyo il Lunedi dell'inizio del suo 17° show tour
chiamato “cherry blossom” (fiori di ciliegio) in Giappone.
Con una acclamazione entusiastica, accompagnato dalla sua touring band
formata da Tony Garnier, George Recile, Stu Kimball, Charlie Sexton e
Donnie Herron, il sedicente "song and dance man" è apparso su un palco
Giapponese per la prima volta dopo quattro anni (l’ultima volta nel
2010) e si è lanciato nella sua inquietante canzone dal film “Wonder
Boy” e premio Oscar "Things Have Changed" del 2000.
Da quella, dopo appena una breve pausa, il 72enne cantante, che
probabilmente ha totalizzato più miglia aeree che tutte le 2.500 persone
del pubblico messe insieme, ha iniziato un pezzo del 1965, la struggente
"She Belongs To Me" , anche se, come vien detto nella canzone dall’
innamorato "Lei non guarda indietro", questa non era la versione
classica del disco, ma un classico rivestito con un nuovo tenero
abbraccio.
La canzone successiva, "Beyond Here Lies Nothing", è passata dall’amore
ai dubbi e alla separazione, seguita poi da "What Good Am I?" e il
maestro lavorava a modo suo, con brevi intervalli per una una scaletta
di 19 pezzi, tra cui alcuni dal suo ultimo album del 2012 "Tempest".
Ad oggi, però non c'è ancora stata la live performance della maestosa
title track della durata di 14 minuti, una drammatica narrazione in 45
epiche strofe sull’ apparentemente inaffondabile Titanic che colpì un
iceberg nell'Atlantico nel 1912 e affondò trascinando con se circa 1.500
persone.
Tuttavia , sarà stato evidente anche ai
fans newentries allo Zepp (c'erano un sacco di ragazzi) , perché la Rock
and Roll Hall of Fame descrive ufficialmente questo scrittore di oltre
500 canzoni come "il cantante/songwriter più importante dei tempi
moderni ", e perché lo saluta anche come "il poeta laureato
incontrastato dell'era del rock and roll".
Sia che si tratti del blues ("Blind Willie McTell"), ballate ("Forgetful
Heart") o inni ("Tangled Up In Blue") ,quando Dylan è chino sul suo
pianoforte a coda sembra prendere a pugni la tastiera, canta / si agita
/ si impenna / ringhia al centro della scena o lusinga la musica come
nessun altro con la sua armonica. E’ ovvio che questo è un artista che
sta ancora spingendo l’accelleratore per non fermarsi mai, con una
interpretazione di una canzone raramente ripetuta nello stesso modo.
Una cosa, però, è rimasta la stessa: L'applauso tumultuoso, l'adulazione
estasiata e il fragoroso applauso che ha salutato, alla fine di "Blowin'
In The Wind", questa puntata del cosiddetto Never Ending Tour che si
stava concludendo dopo circa 2562 concerti da che è iniziato nel giugno
1988.
1. Things Have Changed
2. She Belongs To Me
3. Beyond Here Lies Nothin'
4. What Good Am I?
5. Waiting For You
6. Duquesne Whistle
7. Pay In Blood
8. Tangled Up In Blue
9. Love Sick
(Intermission)
10. High Water (For Charley Patton)
11. Simple Twist Of Fate
12. Early Roman Kings
13. Forgetful Heart
14. Spirit On The Water
15. Scarlet Town
16. Soon After Midnight
17. Long And Wasted Years
(encore)
18. All Along The Watchtower
19. Blowin' In The Wind
La prima sessione di “Nashville
Skyline” - 13 febbraio 1969
In realtà la prima sessione di
registrazione per "Nashville Skyline" si tenne il 12 febbraio 1969 - ma
non ci sono fogli di registrazione disponibili di questa sessione . La
seconda sessione (che quindi diventò la prima) ebbe luogo il giorno dopo
- 13 febbraio 1969).
Quarantacinque anni fa, il 13 febbraio 1969 , Bob Dylan entrò ai
Columbia Music Row Studios di Nashville e cominciò a registrare un album
che avrebbe sorpreso molti dei suoi fans.
Perché? Perché su “Nashville Skyline” Dylan debutta con una voce in
stile country che non avevamo mai sentito prima.
Questo era un nuovo Bob Dylan, e ci volle un pò di tempo perchè i fans
di Bob si adeguassero alla nuova scena dylaniana.
Mentre ci furono quelli che respinsero “Nashville Skyline” perchè lo
consideravano troppo leggero rispetto ai precedenti. lavori di Dylan, io
ho sempre attinto da questo album, anche se le canzoni non erano
“pesanti”.
E' un Dylan com’è solito fare Dylan, confondere le aspettative. Ma suona
anche grande. Il suo canto è eccezionale e le sue canzoni country
suonano reali, sono le canzoni country di Bob Dylan.
Ed è davvero cool il duetto di Dylan con Johnny Cash in "Girl From North
Country".
Bob ha concesso un'intervista a Jann Wenner, editore di Rolling Stone,
nel giugno del 1969, due mesi dopo la pubblicazione dell’album.
WENNER : In "Nashville Skyline" chi ha fatto gli arrangiamenti? I
musicisti di studio o .......
DYLAN : Ragazzi, avrei voluto che foste lì a vedere mentre facevamo
l’album. Ti sarebbe probabilmente piaciuto ... perchè si vede proprio
tutto com’è stato fatto. Comincio con una canzone, io suono e tutti gli
altri mi vengono dietro secondo le loro impressioni. Non appena si sta
facendo questo, c'è qualcuno nella cabina di regia che sgira tutte
quelle manopole per cui il suono viene corretto nel modo giusto... si
continua a registrare.......e poi è fatta. Proprio così.
E un pò più avanti nell'intervista:
WENNER : Su " Nashville Skyline " c’è qualche canzone che risalta in
particolare sopra le altre?
DYLAN : Uh ... “Tonight I’ll Be Staying Here With You” mi piace , anche
“Tell Me That It Isn’t True”, anche se è venuta fuori completamente
diversa da quella che avevo scritto. È venuta fuori molto lenta e dolce.
L’avevo scritta come una sorta di scatti, una specie di polka o una roba
del genere. L'ho scritta in Do. Questo è quello che ti può dare un tipo
di nuovo suono. Le canzoni sono tutte in Fa... non proprio tutte, ma un
bel pò. Non ce ne sono tante su quell'album che non sono in Fa. Quindi,
vedi, avevo quegli accordi ... che gli conferivano un certo suono. Cerco
di essere un pò diverso in ogni album.
WENNER : In "Nashville Skyline" , e sono sicuro di esprimere le opinioni
di tutti, si nota il cambiamento del tuo modo di cantare...
DYLAN: Jann, ti dirò una cosa. Non c'è un vero cambiamento nel mio modo
di cantare, ma ti dirò una cosa che è vera ... ho smesso di fumare.
Quando ho smesso di fumare, la mia voce è cambiata ... in modo così
drastico, non ci potevo credere nemmeno io. Questo è vero. Io vi dico,
smettete di fumare quelle sigarette ( risata) ... e sarete in grado di
cantare come Caruso.
WENNER : Con quante canzoni sei andato in studio per "Nashville
Skyline"?
DYLAN : Sono andato con...uhh ... la prima volta che sono andato in
studio avevo, credo, quattro canzoni. Ho tirato fuori anche un brano
solo strumentale ... Avevo bisogno di alcune canzoni strumentali ... poi
Johnny è entrato in studio e ha cantato una canzone con me. Poi ne ho
scritta una in un motel ... quindi abbastanza presto l'intero album ha
iniziato a riempirsi e prendere vita tutto insieme, e così abbiamo avuto
un album. Voglio dire , non sono andato là con questa idea in mente, è
successo tutto spontaneamente e non programmato, ecco perché avrei
voluto che tu fossi stato lì ... potevi veramente vedere ciò che
acccadeva momento per momento, e senza manipolazioni strane.
WENNER : Quante canzoni hai fatto con Johnny?
DYLAN: Bhè, ne abbiamo fatte un bel pò. Ci siamo seduti e abbiamo
iniziato a suonare alcune canzoni ... ma si sa come vanno queste cose.
Si entra in una stanza con qualcuno, si inizia a suonare e a cantare, e
ti dimentichi il motivo per cui sei andati lì ( ride).
Durante la prima sessione Dylan ha registrato tre canzoni che sono
finite sull'album : "To Be Alone With You", "I Threw It All Away" e "One
More Night". Ha anche registrato una versione di "Lay Lady Lay" della
quale non era contento, ed altre due canzoni che non ha usato.
Ad accompagnare Bob in questa e in altre sessioni per l'album sono stati
i più famosi Nashville Cats (così sono soprannominati i musicisti
“turnisti” che suonano per le session di quasi tutti i cantanti negli
studi di Nashville).
“Nashville Skyline" Track List:
1.Girl from the North Country (con Johnny Cash) - 3:41
2.Nashville Skyline Rag - 3:12
3.To Be Alone with You - 2:05
4.I Threw It All Away - 2:23
5.Peggy Day - 1:59
6.Lay Lady Lay - 3:20
7.One More Night - 2:25
8.Tell Me That It Isn't True - 2:45
9.Country Pie - 1:35
10.Tonight I'll Be Staying Here With You - 3:23
musicisti:
Norman Blake - chitarra, dobro
Kenneth A. Buttrey - batteria
Johnny Cash - voce
Fred Carter Jr. - chitarra
Charlie Daniels - basso, chitarra
Pete Drake - pedale steel guitar
Marshall Grant - chitarra basso su " Girl from North Country "
W.S. Holland - batteria su " Girl from North Country "
Charlie McCoy - chitarra, armonica
Bob Wilson - organo, pianoforte
Bob Wootton - chitarra elettrica su " Girl from North Country "
Le sessioni:
Columbia Studio A - Nashville, Tennessee
February 13, 1969 - 6-9 pm and 9-12 midnight.
Produced by Bob Johnston.
Songs:
1.To Be Alone With You
2.To Be Alone With You
3.To Be Alone With You
4.To Be Alone With You
I wrote To Be Alone With You – La scrissi per Jerry Lee Lewis.
~Bob Dylan (to Jann Wenner Nov. 1969)
5.To Be Alone With You
6.To Be Alone With You
7.To Be Alone With You
8.To Be Alone With You
9.I Threw It All Away
10.I Threw It All Away
11.I Threw It All Away
12.I Threw It All Away
13.Blues
14.One More Night
15.One More Night
16.One More Night
17.One More Night
18.One More Night
19.One More Night
"One More Night", si pone come la migliore delle canzoni che Dylan ha
scritto in fretta per soddisfare i suoi (inesistenti) obblighi
contrattuali nei giorni ore che precedono le sessioni di Nashville
Skyline. Purtroppo, la voce non riesce assolutamente a convincerci che
ci sia anche la minima partecipazione non ostante le affermazioni del
cantante.
~Clinton Heylin (Revolution In The Air)
20.Lay Lady Lay
21.Lay Lady Lay
22.Lay Lady Lay
23.Lay Lady Lay
Personnel:
Bob Dylan (vocal, guitar & harmonica)
Bob Wilson (piano)
Charlie Daniels (guitar)
Charlie McCoy (bass)
Norman Blake (guitar)
Kelton D. Herston (probably guitar)
Kenneth Buttrey (drums).
tracks 9–12
Wayne Moss (guitar)
Peter Drake (steel guitar)
References:
Bob Dylan: The Recording Sessions - Part One - by Michael Krogsgaard
Still On The Road - Olof Björner
Cenni sull’album tratti da wikipedia
Nashville Skyline creò grande scalpore
all'epoca della sua uscita per le sue sonorità country soft, e per il
cantato di Dylan, che aveva cambiato la sua caratteristica intonazione
vocale in una più convenzionale e vellutata voce da "crooner". Tutto
l'album sembra pervaso da un'atmosfera più commerciale e accessibile
rispetto ai passati dischi di Dylan, persino la copertina, che ritrae un
Dylan sorridente che saluta l'occasionale ascoltatore togliendosi il
cappello, sembra voler dare il benvenuto anche a quella parte di
pubblico "mainstream" della quale il "vecchio" Bob Dylan si era sempre
disinteressato.
Contesto storico
Come in seguito egli stesso scrisse, nel 1969, Dylan era sempre più
frustrato dalla mancanza di privacy nella sua vita. Traslocare con la
famiglia in campagna non era bastato a far desistere i suoi fan più
accaniti dal cercare di introdursi nella sua proprietà molestando lui e
il vicinato. «I vicini ci odiavano», affermò Dylan. «Per loro, non ero
altro che un carrozzone carnevalesco».
La paternità aveva anche cambiato le priorità nella vita di Dylan.
Sposato e con tre figli, era all'epoca solo interessato a prendersi cura
della famiglia e a tenersi fuori dai guai, il che consisteva anche nel
prendere le distanze dai tumulti politici e di protesta sociale che
pervadevano l'America sul finire degli anni sessanta. Nonostante questo,
la stampa continuava però a dipingerlo come il portavoce della sua
generazione.
Registrazione
Nel febbraio 1969, Dylan fece ritorno a Nashville per iniziare a
lavorare a Nashville Skyline. Era ormai passato un anno dal suo ultimo
album, John Wesley Harding e da 15 mesi non metteva piede in uno studio
di registrazione.
Le sedute iniziarono nello Studio A della Columbia, il 12 febbraio, ma
niente di quello che fu suonato quel giorno fu messo su nastro. Una
seconda sessione ebbe luogo il giorno seguente e produsse le versioni
finali di To Be Alone With You, I Threw It All Away, e One More Night.
Dylan provò anche diverse take di Lay Lady Lay; canzone scritta nel
1968, una delle poche canzoni scritte da Dylan in quell'anno.
I brani di Nashville Skyline hanno un'atmosfera rilassata e senza troppe
pretese, riflettendo l'atmosfera presente nello studio. «Prendevamo
semplicemente una canzone, io la suonavo e tutti gli altri mi venivano
dietro», ricordò Dylan in seguito. «Nello stesso tempo, c'era qualcuno
in cabina di regia che registrava il tutto ed è così che l'album venne
fuori».
Dylan iniziò anche a modulare la voce nel cantato in maniera melodica,
suadente, molto diversa dalla sua solita intonazione, e molti
ascoltatori del disco rimasero sorpresi da questa sua "nuova" voce.
Dylan attribuì il cambiamento di tono al fatto che aveva smesso di
fumare, ma parecchi dei suoi amici di vecchia data non faticarono a
riconoscere il vecchio modo di cantare impostato che Bob utilizzava agli
esordi durante le sue esibizioni alla "Ten O' Clock Scholar" di
Minneapolis e al "Purple Onion Pizza Parlor" a Saint Paul, nell'inverno
del 1960.
Le versioni definitive di Peggy Day, Tell
Me That Isn't True, Country Pie e Lay Lady Lay furono completate il 14
febbraio. Durante la pausa di due giorni che seguì, Dylan scrisse
un'altra canzone, Tonight I'll Be Staying Here With You.
Quando le sedute ripresero il 17 febbraio, si focalizzarono su Tonight
I'll Be Staying Here With You, e la versione finale fu scelta tra undici
take diverse. Uno strumentale provato all'inizio della seduta,
intitolato Nashville Skyline Rag, venne rifinito per essere infine
incluso nell'album.
Ad un certo punto delle sedute di registrazione, la leggenda del country
Johnny Cash fece visita a Dylan nello studio. Amico e collega di
etichetta discografica di Dylan, Cash stava registrando nello studio
attiguo con la sua band. I due registrarono una serie di duetti,
interpretando canzoni di Dylan come One Too Many Mornings e Don't Think
Twice, It's All Right e una di Cash I Still Miss Someone. Nessuna di
queste fu usata per il disco, ma Cash ritornò il giorno seguente per
cantare ancora con Dylan.
La seduta del 18 febbraio venne dedicata
esclusivamente ai duetti con Cash. One Too Many Mornings e I Still Miss
Someone furono riprovate e scartate una seconda volta. Vennero cantate
anche Matchbox, That's All Right Mama, Mystery Train, Big River, I Walk
the Line, e Guess Things Happen That Way, ma nessuna di queste sorpassò
lo stato di abbozzo. Le cover di Jimmie Rodgers Blue Yodel #1 e #5, la
celebre Ring of Fire di Cash (scritta dalla moglie, June Carter e da
Merle Kilgore), You Are My Sunshine, Mountain Dew, la ballata
tradizionale Careless Love, l'inno gospel Just A Closer Walk With Thee,
How High The Water, e Wanted Man (canzone scritta specificatamente da
Dylan per Cash) vennero tutte provate, ma ancora una volta non
utilizzate. Alla fine solo uno dei duetti tra Dylan e Cash finì sul
disco, Girl From The North Country (apparsa originariamente in The
Freewheelin' Bob Dylan), e fu posizionata all'inizio dell'album come
brano d'apertura.
I ritocchi finali al disco vennero dati durante le sessioni del 19, 20,
e 21 febbraio. Con i suoi 27 minuti totali di durata, il disco risultò
il più breve mai inciso da Dylan durante la sua carriera fino ad allora.
Commento ai brani
Come il celebrato "Sweetheart of the Rodeo" dei Byrds (a sua volta
influenzato dalle atmosfere rurali del precedente disco di Dylan John
Wesley Harding), Nashville Skyline fu promotore di un rinnovato
interesse per la musica country dopo la sbornia psichedelica e di un
ritorno all'essenzialità della musica popolare senza effetti di studio.
Nel 1969, la musica country improvvisamente sembrò tornare di moda,
avvicinandosi al pop e al rock. Nashville Skyline è un riflesso di quei
tempi, non privo di un certo numero di clichés associati a quel genere
musicale.
L'album inizia con la nuova versione di Girl From The North Country,
cantata in duetto da Dylan e Johnny Cash. Amico intimo di Bob sin dai
tempi del loro incontro al Newport Folk Festival del 1964, Cash scrisse
anche le note di copertina per il disco premiate con un Grammy.
Peggy Day, Country Pie, e Nashville Skyline Rag sono i brani più leggeri
di Nashville Skyline. Liricalmente hanno poche ambizioni (Nashville
Skyline Rag è uno strumentale), ma la performance su disco è divertita e
appassionata, non è incentrata sull'importanza del testo. Recentemente
Dylan è tornato a suonare Country Pie durante i suoi concerti, agli
inizi degli anni duemila, dimostrando di apprezzare ancora il pezzo.
Tell Me That Isn't True è la voce di un uomo geloso che si ripromette di
autoconvincersi che la sua donna gli è fedele nonostante le voci che
circolano in paese.
Lay Lady Lay è una delle canzoni più famose del disco e divenne uno dei
più grossi successi di Dylan, raggiungendo la posizione numero 7 in
classifica negli Stati Uniti, e dandogli il suo singolo di maggior
successo da tre anni a questa parte. Lay Lady Lay era stata
originariamente scritta per la colonna sonora del film Un uomo da
marciapiede, ma Dylan non la consegnò in tempo per essere inclusa nel
film. Anche se all'inizio era recalcitrante sul far pubblicare la
canzone come singolo, diede il suo assenso dietro le insistenze del
presidente della Columbia Records Clive Davis.
I Threw It All Away fu il secondo singolo di successo estratto da
Nashville Skyline.
Tonight I'll Be Staying Here With You, melodica ballata romantica e
sensuale scritta da Dylan nel 1969 durante una sosta in un motel, fu il
terzo singolo estratto dal disco.
Giovedi 3
Aprile 2014
Talkin'
9370
- Stefano Catena
Commentando il film di ieri sera - I'm
Not There -
La parte del Dylan elettrico troppo
"macchietta" le altre parti sembrano uscite da un libro bio. I tanti
Dylan che si sono sviluppati nel corso della carriera si, sembrano
figure di passaggio, ma Dylan è più profondo rispetto al film in
questione. I vari Dylan sono più grandiosi nella realtà. Non c'è traccia
di come Dylan ad esempio trae ispirazione per le sue songs e il grande
impatto "musicale" che ha avuto in America e poi nel mondo. Ci sono le
varie "facce" di Bob e poi? Il tema dominante è il periodo elettrico del
tour inglese e il resto? E' la visione del regista, non dei fan di Dylan
ne di Dylan stesso e dei critici dylaniani e dylanologhi. Io sono Dylan
quando voglio esserlo, il resto del tempo sono me stesso. Quando finisce
l'uno e inizia l'altro? Ha creato il personaggio Dylan tanto da
rimanerne attaccato allo Zimmerman per tutta la vita e come ha fatto?
C'è una frase di Dylan nel film interpretato dal bambino/Dylan di
colore, che dice - Un giorno diventerò famoso come Elvis - L' America
era piena di cantanti, cantastorie, folksinger, ma solo lui è arrivato
in alto. Mi piace a metà, quel modo poi di dare nomi non reali ai
personaggi come in Renaldo and Clara sembra un già visto. Qui Claire è
Sara che ha due bambine invece che i cinque figli reali tanto per dire.
Uno che non è un fan di Dylan e vede per la prima volta il film che
dirà,che penserà? Tra le tante scene belle del film I'm Not There c'è
quella di Dylan che va a trovare Woody Guthrie morente in ospedale con
in sottofondo la song Blind Willie McTell, bella anche l'atmosfera
felliniana che si respira nel villaggio dove viene cantata una splendita
versione di "I'm Not There" dai Sonic Youth.
Ma forse, per farla più semplice si può dire che Dylan è un mistero e il
mistero come si sa è insondabile. Una volta Dylan disse in un intervista
che forse in tutto il mondo ci sono due o tre persone che capiscono la
sua arte.
Stefano C.
Condivido ogni tua parola caro Stefano, nel mio commento postato ieri
lamentavo la mancanza di emozionalità data dal carattere
documentaristico della storia, poi anche il fatto che ritengo il film
non una storia su Dylan ma soltanto un omaggio personale di Haynes a
Dylan, una cosa prettamente da addetti ai lavori, per dirla alla
"Napoleon in rags" per "dotti, medici e sapienti". Già noi fans che
conosciamo abbastanza profondamente vita ed opere di Bob troviamo
difficoltà nell'inquadrare al loro giusto posto molte cose che il film
esprime in un modo molto bello ma troppo fantasioso, a tal proposito
lasciami dire sinceramente che l'unica cosa che mi ha davvero dato un pò
di emozione è la carellata sul villaggio di Enigma con la splendida
ballata "Goin' to Acapulco" cantata dal cantante dei "My Morning Jacket"
Jim James truccato da Renaldo, accompagnato dai membri dei Calexico Joey Burns: voce,
chitarra - Jairo Zavala: chitarra, steel guitar - Volker Zander: basso -
John Convertino: batteria, percussioni - Jacob Valenzuela: tastiere,
tromba, vibrafono - Martin Wenk: fisarmonica, chitarra, sintetizzatore,
tromba, vibrafono.
Forse è proprio vero,
Dylan è un mistero insondabile, anche per il bravo Todd Haynes con "I'm
Not There". Se fossi uno spettatore "qualunque" (non un maledeto
dylaniato come sono) penso che farei fatica a tirare la fine di un film
del quale potrei capire poco o niente salvo apprezzare le bellissime
canzoni che fanno da colonna sonora, si però mi dovrebbe piacere quel
tipo di musica..........altrimenti dopo 20 minuti uscirei per andare al
bar a bere un buon Campari shakerato! La rivista online Rolling
Stone, sempre piuttosto critica verso il menestrello di Duluth, anche in
questa circostanza - pur assegnando un rating piuttosto elevato al disco
- non è stata benevola nella sua prima recensione di "I'm Not There",
scrivendo in sostanza che il film e la colonna sonora nel loro complesso
non aggiungevano molto a quanto già si sapeva attorno a Dylan e che
forse era il caso di parlare al massimo di "una buona serata al Big Pink
Karaoke".
Comunque, al di là di
ogni giudizio della sapiente critica specializzata o di ogni altra
interpretazione personale, il film "vale la pena" di essere visto prima
ed analizzato poi da ogni persona che ritiene di essere un discreto fans
del menestrello di Duluth. Il film è in sostanza un "minestrone" di
diversi personaggi che dovrebbero rappresentare momenti diversi e
caratteristici della carriera dylaniana e per forza di cose non può
avere una trama seguibile. E' un insieme di flash di vita
dylaniana noti e stranoti a chi è dentro ed assolutamente insignificanti
e sconosciuti a chi è fuori. Facciamo un breve riepilogo dei sei
personaggi che si alternano nelle scene del film:
Marcus Carl Franklin: "Woody Guthrie". Il personaggio è costruito
sull'ossessione giovanile di Dylan per la musica del cantante folk Woody
Guthrie. Il personaggio di Woody è anche un rimando alle avventurose
biografie inventate che lo stesso Dylan si era creato nei primi anni di
carriera per creare mistero e un alone di leggenda attorno a sé. Christian Bale: Jack Rollins e il pastore John. Rollins è un
ritratto del Dylan acustico del periodo dei dischi "Freewheelin' Bob
Dylan" e "The Times They Are a-Changin' ". Il Pastore John è il richiamo
al periodo da "cristiano rinato" di Dylan quando, durante la sua
fervente conversione al Cristianesimo, incise gli album Slow Train
Coming e Saved. Cate Blanchett: Jude Quinn. Quinn è il ritratto del Dylan
1965-1966, quando la sua svolta "elettrica" verso la musica rock crea
enorme scalpore e proteste da parte dei puristi del folk, e quando poi,
durante il soccessivo tour in Gran Bretagna veniva spesso fischiato.
Questa fase della vita di Dylan è stata documentata dal regista D.A.
Pennebaker nei film Don't Look Back e Eat the Document. Richard Gere: "Billy the Kid". Billy è un riferimento alla
partecipazione di Dylan al film di Sam Peckinpah Pat Garrett and Billy
the Kid e della descrizione che Dylan diede di se stesso come di un
"emarginato" fuorilegge. Inoltre il personaggio allude alla passione di
Dylan per la musica country rurale americana di inizio secolo (vedi The
Basement Tapes). Heath Ledger: Robbie Clark, un attore che interpreta Jack Rollins
in un film biografico e diventa famoso quanto il personaggio che
interpreta sullo schermo. È un'incarnazione del Dylan del periodo di
Blood on the Tracks, quando stava divorziando dalla prima moglie Sara. Ben Whishaw: "Arthur Rimbaud". Rimbaud viene ritratto come un
ragazzo a cui vengono fatte delle domande alle quali risponde con frasi
di Dylan. Dylan ha più volte
citato l'influenza della poesia di Rimbaud sui suoi testi.
Altri personaggi Charlotte Gainsbourg: Claire, moglie di Robbie Clark (corrisponde
a Sara Dylan e Suze Rotolo) Bruce Greenwood: Keenan Jones, il giornalista che intervista Jude
Quinn e Pat Garrett nel villaggio di Enigma Julianne Moore: Alice Fabian, amica e collega di Jack Rollins
(corrisponde a Joan Baez) Michelle Williams: Coco Rivington (corrisponde alla “It-Girl” di
Andy Warhol, Edie Sedgwick) Mark Camacho: Norman, il manager di Jude Quinn (corrisponde a
Albert Grossman, manager di Dylan fino al 1970) David Cross: Allen Ginsberg
Todd Haynes e il suo produttore, Christine Vachon, incontrarono il
manager di Dylan, Jeff Rosen, per ottenere il permesso di usare la
musica ed alcuni elementi della vita del cantante. Rosen suggerì a
Haynes di inviare una pagina con il riassunto del progetto allo stesso
Dylan e gli consigliò di non usare mai la parola “genio”. La pagina che
Haynes inviò iniziava con una citazione di Arthur Rimbaud “Io è qualcun
altro”. Infine Dylan diede a Haynes il permesso di procedere con il suo
progetto. Il regista sviluppò la sceneggiatura con Oren Moverman.
Durante la scrittura, Haynes riconobbe che il successo della pellicola
sarebbe stato incerto portando sullo schermo un film come una confusa
biografia seppur caratterizzata da molta fantasia, e così fu, il film
ebbe ottime critiche ma poca affluenza di pubblico per la sua oggettiva
difficolta ad essere compreso..
Un settimo personaggio, un Charlie Chaplin incarnazione di Dylan, era
presente nella sceneggiatura ma fu eliminato prima dell’inizio delle
riprese.
Molte di queste
notizie le ho prese da wikipedia, quindi ringrazio chi le ha scritte!
Mr.Tambourine.
Mercoledi
2
Aprile 2014
Tokyo, Japan - Zepp DiverCity - April
1, 2014
1. Things Have Changed
2. She Belongs To Me
3. Beyond Here Lies Nothin'
4. What Good Am I?
5. Waiting For You
6. Duquesne Whistle
7. Pay In Blood
8. Tangled Up In Blue
9. Love Sick
(Intermission)
10. High Water (For Charley Patton)
11. Simple Twist Of Fate
12. Early Roman Kings
13. Forgetful Heart
14. Spirit On The Water
15. Scarlet Town
16. Soon After Midnight
17. Long And Wasted Years
(encore)
18. All Along The Watchtower
19. Blowin' In The Wind
In rosso "Waiting For
You", l'unico cambiamento rispetto alla set list di ieri sera, purtroppo
non ci sono ancora recensioni dei primi due cancerti.
Quando avrai fissato
il prezzo di vendita della tua copia mandami un e-mail con indicato il
costo e l'autorizzazione a pubblicare il tuo indirizzo e-mail, ed io
metterò il tuo annuncio in vetrina per un pò di tempo, OK? Ciao.
Ieri sera in
televisione ho rivisto per la terza o quarta volta “I’n not There” che
nella nostra lingua è stato tradotto con un un “Io non sono qui” che
travisa il senso. There è un avverbio che significa “ci” o “là”, quindi
la traduzione più verosimile sarebbe stata “Io non ci sono”, ma, sic
trasit gloria mundi, come dice la vecchia locuzione latina per esprimere
quanto sono effimere le cose terrene, chissà chi ha tradotto il titolo
in questo modo e perchè. Ma poi, chi se ne frega come e perchè l’hanno
tradotto, l’importante era vedere e capire come in questa ennesima volta
era stata trattata la figura di uomo e d’artista di Bob Dylan. Ogni
volta che rivedo il film, premesso che è sempre soddisfacente vedere
qualunque cosa riguardi Dylan, il mio precedente giudizio traballa.
Mi spiego, la visione
mi suggerisce nuove interpretazioni ed altrettanti nuovi dubbi, in
parole povere quello che riesco a capire fa parte del nostro mondo,
quello che invece non capisco fa parte del mondo dylaniano, con le sue
idee e tutto l’ambaradan che è parte integrale della sua ormai mitica
“leggenda”.
Una difficoltà ulteriore è che il film non è un documentario che parla
di Bob Dylan, è l’omaggio ed il tributo di un ottimo regista ad un
artista che probabilmente ha avuto una grossissima influenza sulla sua
formazione umana e professionale. Il tutto è un eccezionale collage di
immagini clichè, di suoni familiari, di citazioni di frasi tratte dai
testi delle canzoni dylaniane che entrano a far parte del dialogo del
film, come se Dylan avesse scritto quelle canzoni dopo aver vissuto
certe particolari esperienze, ma soprattutto è il pensiero di una
singola persona illustrato in una pellicola.
Ok dunque, tutto bello
e perfetto, ma quello che manca sempre è l’emozionalità, il film ha un
taglio documentaristico che, nonostante la fantasia della nazzazione,
toglie la genuinità che genera e scuote la sfera emozionale di ogni
persona.
A parte il fatto che chi non è un ferrato fan di Dylan può capire poco o
niente, diciamo pure più niente che poco, anche per chi conosce a fondo
la storia dylaniana le difficoltà non sono poche, nel senso che a volte
io ho difficoltà a capire anche le mie idee, figuriamoci quelle di un
altro. Ma, scherzi a parte, la materia è talmente complessa che chiunque
si cimentasse in un’avventura del genere correrebbe il rischio di
incorrere, alla fine della fiera, in un sonoro flop.
Certo, il film è sempre gradevole grazie anche all’ottima fotografia e
alla bellissima colonna sonora che però non riescono a sopperire alla
mancanza di un coinvolgimento emotivo. Rimane sempre alla fine un pò di
amaro in bocca nel constatare che il cinema non è ancora stato in grado
di raccontare con tutti i crismi la complessità e le diverse
sfaccettature del personaggio Bob Dylan.
Questo “I’m Not There”
ha il pregio di averci provato ed il difetto di non esserci riuscito, ma
natutalmente, l’argomento non è così facile da trattare, come dice il
solito vecchio adagio, tra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare.
Comunque, buttate dalla finestra tutte queste inutili parole, mi è
rimasta la soddisfazione di aver sentito ancora una volta delle
meravigliose canzoni e di aver visto per un paio d’ore qualcosa che
riguardava il vissuto di Bob. Per le emozioni posso aspettare ancora,
prima o poi qualcuno riuscirà a fare un film su Bob che ci emozionerà e
ci coinvolgerà in modo massiccio, o forse nessuno ci riuscirà mai, io
aspetto sempre, forse un giorno qualcuno riuscirà davvero ad emozionarmi
come solo Bob ha saputo fare fino ad ora.
Mr.Tambourine
Martedi 1
Aprile 2014
Tokyo, Japan - Zepp DiverCity - March
31, 2014
1. Things Have Changed
2. She Belongs To Me
3. Beyond Here Lies Nothin'
4. What Good Am I?
5. Blind Willie McTell
6. Duquesne Whistle
7. Pay In Blood
8. Tangled Up In Blue
9. Love Sick
(Intermission)
10. High Water (For Charley Patton)
11. Simple Twist Of Fate
12. Early Roman Kings
13. Forgetful Heart
14. Spirit On The Water
15. Scarlet Town
16. Soon After Midnight
17. Long And Wasted Years
(encore)
18. All Along The Watchtower
19. Blowin' In The Wind
La set list è la medesima
di quella dell'ultimo concerto dell'anno scorso del 28
novembre 2013 alla Royal Albert Hall, quindi almeno per questa parte dello
show nessun cambiamento, ora aspettiamo la recensione
e magari qualche foto per sapere se qualcos'altro è stato mutato.