Caro Mr. Tambourine.
Mio nipote è venuto a trovarmi qui a Marsiglia con un regalo gradito. Un
disco, l'ultimo, appena uscito, del nostro Dylan: "Tempest". Tengo a
precisare che si tratta del vinile, poiché io non possiedo un lettore
cd! Dopo qualche ascolto, penso di poter scriverci su qualcosa.
L'impressione immediata (e sempre più confermata) è che si tratti di un
lavoro maiuscolo, potente, ispirato come ormai non accadeva da anni non
solo per Dylan, ma per l'intero panorama musicale di questi anni. Le
canzoni sono sorrette da una melodia immediata ma mai banale, e,
soprattutto, da liriche di rara bellezza e costruzione. Chi di recente
ha messo in dubbio la qualità del songwriting dylaniano dovrebbe essersi
ricreduto. Se vuoi sapere che effetto ha fatto questo splendido album su
un vecchietto come me, eccoti accontentato!
DUQUESNE WHISTLE
Un ballabile, chiaramente, con quell'introduzione (se non erro, una
steel guitar) dolce e accattivante e quel ritmo sostenuto. Penso sia una
citazione di Lonesome Whistle Blues del caro Hank Williams, che però
capovolge la malinconia di quel fischio solitario in un fischio di
positività, un fischio da prendere al volo, da non lasciarsi scappare.
Forse anche un messaggio all' ascoltatore occasionale di questo Tempest,
a farsi catturare dalla magia di una nuova avventura musicale!
SOON AFTER MIDNIGHT
Ragazzi, portate indietro le lancette agli anni '50, abbassate le luci e
fate entrare il crooner e la sua orchestrina. La voce di Dylan qui è
incredibilmente affabile, confidenziale, esattamente come in Nashville
Skyline (era dal '69 che Dylan non aveva una voce così nasale). Un brano
sognante, "lirico", una Blue Moon o, se volete, una Copper Kettle. Ma,
tutto sommato, è strano. E' come se Frank Sinatra cantasse Queen Jane
Approximately.
NARROW WAY
La scossa elettrica che infonde questa canzone riesce a sorprendermi ad
ogni ascolto. Una sequenza inarrestabile di immagini apocalittiche, la
crudeltà di una strada diritta, stretta, interminabile (sensazione
accentuata dal riff ripetuto eternamente e dal lungo refrain). Come le
higways americane, come un sole impietoso che squarcia la notte e ti
sveglia bruscamente da un dolce sogno di mezzanotte. Sembra Cold Irons
Bound, ma a me ha fatto lo stesso effetto di Highway 61!
LONG AND WASTED YEARS
Non so se questa struggente ballata possa definirsi autobiografica, non
importa. Ma, se lo fosse, sarebbe una confessione di umana finitudine,
di umana fragilità. Il tono è quello profondo di Time Out of Mind. Dopo
l'up-tempo, Dylan gioca di nuovo sui contrasti di ritmo, creando
un'atmosfera ancora una volta "siderale". E' talmente bravo a fare
accelerare il battito del tuo cuore sino a farlo quasi fermare, se
vuole, che tutto ti sembra più che naturale. "If I hurt your feelings, I
apologize" canta Bob. E a me tornano alla mente altri versi: "Myself,
for what I did, I cannot be excused", di un'altra canzone... Chissà?
PAY IN BLOOD
Sembra uscita da "Love and Theft", d'accordo, ma ha anche l'andatura
della versione di Someday Baby di Tell Tale Signs. Mi piace specialmente
quella strofa che inizia con il verso "Another politician pumping out
the piss...". Un Dylan che è ancora l'"angry boy" che era nel '65, ma la
disillusione è maggiore, perché la salvezza (o soltanto la
sopravvivenza?) passa attraverso il sangue. Sono io contro il mondo
("You could put me out in front of a firing squad"). Oltre a me, c'è
solo Dio e la Sua legge.
SCARLET TOWN
La canzone s'inerpica per un luogo reale, ma trasfigurato,
cristallizzato in un'immagine precisissima, esattamente come accade
nelle folk ballads tradizionali. Melodia e banjo a parte, mi ha colpito
molto la citazione di Walking the Floor (Over You) proprio all'ultima
strofa. E' uno standard della country music, mi pare di Ernest Tubb.
L'ascoltavo io negli anni '50! Era uno dei pochi 78 giri di musica
americana che avevo in casa. Questo mi tocca nel profondo, è la mia
adolescenza, i primi anni lieti dopo la guerra... Se è così, sono senza
parole!
EARLY ROMAN KINGS
Già in Together Through Life Dylan ci ha abituati alla presenza di Muddy
Waters. Ma c'è qualcosa di diverso qui, c'è una storia precisa. Ha il
pregio di movimentare un po' le cose dopo le pure evocazioni del brano
precedente. E chi se ne frega se sono davvero i re di Roma o una gang di
strada? Dylan racconta e basta. E' ispirato, dicevo, la strada si
affolla e, di colpo, si fa silenziosa, la gente passa e se ne va, ma
senza una logica apparente. Le cose capitano così, senz'altro
aggiungere, bisogna prenderle e basta.
TIN ANGEL
Ecco, immaginate che Bob lasci passare i pacchiani "Re di Roma", si
fermi e dica: attenzione, ragazzi, state bene a sentire. Mio nipote dice
che si chiama "murder ballad". In ogni caso, è qualcosa di tremendamente
reale, è qualcosa che accade davvero. Se non è folk music questa, ditemi
cos'è. Come Hollis Brown, Hattie Carroll e Emmett Till. Ma non si sente
indignazione o querimonia contro un sopruso razzista. E' l' agghiacciante
precisione dei gesti a far più cupo il dipinto e più miserevole e
insensata la morte. Ma la morte non può essere accusata, la morte è del
tutto fuori dai giochi. "There's seven people dead/On a South Dakota
farm/There's seven people dead/On a South Dakota farm/Somewhere in the
distance/There's seven new people born"
(Ballad of Hollis Brown) - "All three lovers together in
a heap/Thrown into the grave, forever to sleep/Funeral torches blazed
away/Through the towns and the villages all night and all day"
(Tin Angel). Notate:
Dylan canta queste strofe praticamente nello stesso modo. E non potrebbe
essere altrimenti, poiché questi eventi fanno parte di un'unica storia.
E' la vita, e la vita soltanto.
TEMPEST
Eccola qui, la canzone che mi ha portato via, lontano. Mi spiego: la
Carter Family era conosciuta, ai miei tempi, e la citazione di quella
loro canzone è chiaramente un omaggio. Ma Bob si è chiaramente lasciato
prendere la mano. Ha dilatato all'infinito il racconto, usando la
descrittività della folk ballad come una cinepresa che, in un unico
piano-sequenza, mostra tutto quello che si può mostrare. Sale, scende,
apre le porte e spia dagli oblò. E trova tutti, immancabilmente, anche
chi non c'era, ma ci deve essere per forza (Leonardo di Caprio). Tutto
accade adesso, contemporaneamente. Non ci sono cause, non ci sono
spiegazioni, è la volontà di Dio. E' simile a Desolation Row, ma forse è
molto più affollata, più simile al Giudizio Universale, ma non serve a
niente leggere il Libro delle Rivelazioni. Si badi bene al titolo: non è
più un naufragio (come in effetti è stato), cioè un fatto umano e come
tale spiegabile e investigabile, è una tempesta, ovvero un fatto
naturale, inscritto nell'ordine dell'universo, e per questo
descrivibile, certo, ma le cui cause stanno del tutto al di fuori
dell'intelligibilità umana.
ROLL ON, JOHN
Ancora una volta, è come se Dylan avesse atteso che gli ultimi gorghi
sommergessero la grande nave, facendo il silenzio tutt'intorno. Allora
John Lennon compare, trasfigurato anch'egli. Incredibilmente belli i
versi "Rags on your back just like any another slave/They tied your
hand/And they clamped your mouth". Se non sbaglio, Dylan è stato visto
in un tour a far visita alla sua casa natale. Forse ci pensava da tempo, a un omaggio
per quello sfortunato genio del rock. Forse, con il passare degli anni,
si sente più vicino a lui. Il pezzo inizia rievocando le sonorità di Oh
Mercy, ma è sicuramente un gospel. L'avrei visto bene anche in Shot of
Love. Devo confessare che, a sentirlo per la prima volta, ho trattenuto
a stento le lacrime. Di norma, uno della mia età (ricordo che ho 73
anni!) si commuove ascoltando un evergreen della propria gioventù, non
certo una canzone nuova. Sì, Roll on John è nuova, ma non esattamente
nuova. E non mi riferisco alle citazioni beatlesiane, ma al fatto che,
per quanto mi riguarda, Bob può averla scritta la notte dell'8 dicembre
1980, così come Tempest può essere una rielabolazione in metrica di un
racconto di cento anni fa. Si è ripetuta la magia che, quasi mezzo
secolo fa, mi suscitarono le prime registrazioni di questo ex ragazzo
spigoloso e prodigiosamente ispirato.
A questo punto, è logico che Tempest sia un disco pieno di anniversari e
di commemorazioni. Ma attenzione, forse non solo dei 50 anni di carriera
del nostro Dylan, non solo del centenario del Titanic, non solo di John
Lennon, e così via, ma di un maestro, Woody Guthrie, dalla cui nascita,
guarda caso, sono passati esattamente cent'anni. Questo, per molti
aspetti, è un disco dedicato a lui, al suo storytelling, al suo modo di
cantare della vita, dell'uomo e della morte. A disc for Woody. O almeno
io lo interpreto così.
Naturalmente, gli ascolti continueranno. S'interromperanno e
riprenderanno, lasciandomi intravedere ogni volta qualcosa di nuovo e
inatteso, smentendo impressioni passate. Insomma, teniamocelo stretto,
Bob Dylan, nessuno è come lui, e speriamo che continui a stupirci in
futuro.
Grazie per avermi dato l'opportunità di esprimere la mia opinione sul
tuo bellissimo sito, e arrivederci alla prossima!
Bruno Sansonetti.
E' la più bella analisi
di Tempest che abbia letto caro Bruno, davvero tanti tanti complimenti,
questo è il modo di recensire un disco, lasciami dire che un pò ti
invidio, fossi capace io di spiegare le mie impressioni in questo modo!
Alla prossima e grazie per questo bel regalo, Mr.Tambourine, :o)
Grazie per la tua risposta alla mia mail
che non voleva assolutissimamente essere ostile! Per questo, se posso,
mi è sembrato un pò fuori tono il tuo finale. E poi che c'entra il
riferimento a Sallusti? mi pare davvero infelice rappresentarlo come
paladino dei diritti civili...I suoi non sono 'guai assurdi' per aver
espresso la propria opinione ma per aver pubblicato un articolo
vergognoso, fabbricato con notizie false e inventate a tavolino. Che poi
sia giusto evitargli la galera è un'altro discorso. Ciao e buon lavoro.
V.
Caro Vittorio, non ho mai
pensato che la tua mail fosse ostile, ma, come ripeto spesso, un conto è parlare faccia
a faccia e le parole prendono un significato diverso a seconda di
come parli e del tono che usi, lo scritto invece è una cosa dannatamente
neutra che a volte ti fa travisare il senso di quello che uno voleva
dire. Il riferimento a Sallusti è stato usato solo come esempio di una
cosa che, a detta di molti, sembra essere esagerata. Io non mi
occupo assolutamente di politica, non mi interessa, anche se la
politica, a me come a tutti voi, mi sta svuotando le tasche a colpi di
tasse! Mi accorgo di essere circondato da rappresentanti del popolo che
tutto sommato potremmo definire "gaudenti", che sperperano allegramente
miliardi (e ripeto miliardi!!!!) di euro, e nessuno dice loro niente o
li condanna, si esaltano e si accusano tra di loro, una specie di do it
youself dal quale tutti noi siamo esclusi. Poi arriva un giornalista
come Sallusti, del quale confesso di non sapere assolutamente niente,
che per aver pubblicato un articolo probabilmente confezionato, come dici
tu, con notizie false ed inventate ma non scritto da lui, bensì, a
quanto si dice, da un Onorevole, viene sbattuto in galera, non saprei
quanto giustamente o erroneamente, ma a sentire le proteste dei colleghi
rappresentanti dei media sembra essere una azione di stampo dittatoriale.
Lungi da me l'idea di farne un paladino, era solo un paragone ironico e
niente altro.:o)
Mi chiedo e vi chiedo a quando si potra'
leggere l'intervista completa e tradotta in italiano di Dylan che ha
dato alla rivista Rolling Stone, all'indomani dell'uscita di "Tempest".
Magari vista la lunghezza dell'intervista si puo' fare come faceva
Murino che le pubblicava e la suddivideva in prima seconda e terza parte
e via discorrendo.
Spero di leggerla su questo sito come e' giusto che sia.
Stamattina uscendo di casa mi ronzava dentro la testa la song di Dylan
da Tempest " Pay in blood" e poi qualche altra sempre del medesimo album
tipo "Tin Angel".
Non capitava chissa' da quanto tempo questa cosa qui, segno che Dylan e'
ritornato alla grande.
Stefano C.
Per l'intervista da tradurre
è un periodo un pò tribolato per me, ad essa bisogna dedicare molto
tempo ed attenzione e attualmente non posso assolutamente farlo,
purtroppo, pur con tutto l'amore che posso avere per l'artista Dylan,
non posso dedicarmi solo a lui. In questo periodo ho diverse altre cose
da fare che con Bob non hanno niente a che vedere ma che occupano la
maggior parte del mio tempo, la salute viene prima di tutto, spero che
qualche bravo maggiesfarm abbia voglia di sobbarcarsi questo lavoro,
magari come dici tu in 5 o 6 riprese diverse.
Caro Mr. Tambourine,
abbiamo saputo anche questa. Dylan soddisfa i suoi bisogni fisici con
qualche prostituta mischiata al popolo della notte.
E conosciamo anche, da Scarlet Town, che è senza tette. Non male per uno
come il signor Sthephen Pate che ha letto
30 libri su Dylan e non si ricorda della cura maniacale con cui il
nostro nasconde il suo privato.
Ma io sono a conoscenza di una soffiata di Wikileaks e so dove Dylan ha
rimorchiato l'ultima,
la "flat-chested junkie whore", sui viali che costeggiano il lago di
Zurigo: Dictating public taste
Becomes increasingly sacerdotal.
The responsibility for matching models
To piece goods changes daily.
Fashion is flat-chested,
A naked whore on stage at night,
Dealing by day in smooth chiffon
Beside the Zurichsee. We’re her pimps,
Stimulating demands for merchandise
To meet the needs of people dreaming
Of being led to bed by a bashful princess.
We’re her pushers, cutting prices
On assorted surplus lots we consider
Drugs on the market. We’re fabric junkies,
Hooked on noses, sold on clothing
As a universal nostrum for the naked spirit.
Dictating public taste
Becomes increasingly sacerdotal.
(Louis Daniel Brodsky -1974)
E adesso riveliamo anche il nome: si chiama "moda musicale". Set 'em up
Joe.
ciao, Miscio.
Spett. MAGGIE'S FARM,
da assoluto inesperto (ma neanche tanto...) esprimo la mia opinione su
TEMPEST dopo averlo ascoltato più volte: non sono riuscito a farmelo
piacere ma neppure lo odio! in realtà, il carisma di Dylan, ormai
un'icona dell'immaginario colto-pop del nostro tempo, è talmente forte
che impregna qualunque brano cui dia voce (quella che resta) e genera
ulteriori significati anche laddove probabilmente non ci sono. E questo
per la storia che l'artista si porta dietro e per l'autorità che da
questa storia deriva. Intendiamoci: considero Dylan un poeta, al pari di
Tito Schipa Jr. lo ritengo paragonabile, per certi versi, a Shakespeare:
è stato capace di costruire un mondo, dei personaggi più veri del vero
che restano scolpiti nella memoria, ha scandito periodi e portato alla
luce "segrete corrispondenze", ha stupito e allargato la forma canzone
dilatandone i tempi, sparigliandone i limiti e attingendo alle radici
più profonde della cultura e dell'uomo. Perciò provo sempre una certa
reverenza ad accostarmi ai suoi testi che spaziano fra stili e sfumature
diverse con un'abbagliante facilità. Quello che mi risulta davvero
insopportabile è invece la monotonia sotto il profilo musicale. Ora,
nessuno mette in dubbio la perizia dei musicisti, degli arrangiamenti,
ecc. ecc. ma è possibile far durare una canzone 14 minuti ripetendo
all'infinito i soliti 4 accordi senza una variazione, una modulazione,
un qualcosa che tenga vivo l'interesse e stimoli l'ascolto? Per carità,
una canzone così può durare anche 35 minuti ma francamente diventa una
tortura. O no?
Il tuo è un punto di
vista altrettanto rispettabile come tanti altri, anche se Tempest non ti
piace più di tanto! L'ascolto di una canzone è condizionato dallo stato
d'animo col quale ci accingiamo all'ascolto. A me è capitato di sentire
5/6 volte lo stesso pezzo di fila e poi, in una seduta seguente smettere
a metà, ma era diverso il mio stato d'animo, la canzone era sempre
uguale, parlo proprio di Tempest! Ciao, :o)
06/10/2012 - Auditorium Lattuada - ore 21.00 - ORGANIZZATO DA:
Fondazione Milano - Scuole Civiche
A CURA DI: Baby Blue Duet & Slow Train Band - IN COLLABORAZIONE CON:
Arci Metromondo
Slow Train
Band, Bernardo Lanzetti, Baby Blue Duet
Una serata tra folk, blues, rock e ballate
composte da uno dei più grandi artisti del Novecento - Baby Blue Duet:
Giovanna Mantegazza (voce), Emilio Gramegna (chitarra) - Slow Train
Band: Alessandro Muscarella (chitarra e voce) , Luca De Niglio
(chitarra), Dario Girardo (basso), Franco Ponso (batteria). - Come
introduzione, un breve seminario sulla traduzione delle canzoni.
INFO
Location: Auditorium Lattuada - Via: C.so di Porta Vigentina 15/a -
Milano
Website:
www.fondazionemilano.eu
http://www.lasettimanadellacomunicazione.org/2012/
Ciao Tambourino, complimenti per il sito,
spesso interessante ed informativo. Ora c'è stato un sacco di movimento
per l'uscita di Tempest e i pareri si sprecano. Evviva! Ho notato però
una tua tendenza sempre a calmierare, un understatement sempre lì a
ridurre gli entusiasmi, da un lato fai il capostazione che dirige i
flussi, dall'altro pochi giudizi tuoi se non, appunto, per smorzare gli
entusiasmi. Va bene che l'attività live di Mr. Bob potrà non piacerti (
e lo hai fatto capire in tutte le salse) però la Fattoria è un sito per
fan e se c'è qualcuno che si lascia andare pazienza...no? E poi come
dice Carrera ci vorrà del tempo per capire e interpretare Tempest. Del
resto pure tu nell'intervista che ti ha fatto la tv svizzera (che hai
messo sul sito il 12-9) ti sei lasciato andare dicendo che Tempest
potrebbe essere tra i 5 dischi più importanti di BD... Forse
un'esagerazione, ma tant'è...Ciao, Vittorio
E' vero. Bob non mi
entusiasma più come una volta dal vivo, l'ho detto in tutte le salse ma
credo non ci sia niente di male, non vado in visibilio per il suo live show,
ma a Barolo c'ero, grazie soprattutto al generoso barabba6666 che mi ha
regalato il biglietto (
cosa per la quale lo vorrei ringraziare ancora una volta dal profondo del
cuore, perchè mi ha dato, insieme al biglietto, una bellissima
giornata, una bellissima serata e la possibilità di incontrare tanta
gente alla quale non potevo dare un volto perchè conosciuta solo sulle
pagine della Fattoria ). Credo di aver
sinceramente dichiarato a proposito di quel concerto che Dylan era in
una condizione esaltante, una forma che faceva passare in
secondo piano le piccole manchevolezze che inevitabilmente ci sono nel
suo show. L'altro che mi sembrava in serata di grazia era Tony Garnier,
menrte Stu, Charlie, George e Donnie si sono limitati a suonare, ma la
gasatura ed i momenti migliori sono venuti da Bob e Tony. Come dice
Carrera ci vorrà del tempo per capire ed interpretare Tempest. Anche il
valente Alessandro ha dovuto per forza di cose esprimere un primo
parere (aspettiamo con ansia il secondo pronunciamento in merito), se non proprio a freddo, ma dopo una serie di ascolti non in
numero sufficiente per la comprensione e l'interpretazione completa.
Siamo però stati i primi, grazie alle ricerche dell'amico maggiesfarmer Kuore
Scuro, a far sapere al mondo dylaniano a chi apparteneva il viso
riprodotto sulla copertina di Tempest. La notizia è stata ripresa prima
da
ISIS
MAGAZINE il giorno 19 Luglio
e poi da tutti gli altri siti internazionali, e questa (grazie a Kuore
Scuro) è stata una grande e gratificante soddisfazione. Il fatto che
sembro essere il capostazione che dirige i flussi è perchè la
correttezza e il fairplay devono venire prima di tutto in un dibattito
scritto, e questo a volte da l'impressione che io tenda a smorzare gli
entusiasmi, cosa assolutamente non vera, potete scrivere ogni vostra
opinione, usare tutte le parolacce che volete in un discorso personale,
ma queste parole non devono essere assolutamente rivolte ad altri. Lo
sfottò si può fare in mille modi senza bisogno di usare parole che
possono offendere la sensibilità altrui, basta usare un giro di parole
che esprimano lo stesso concetto senza ricorrere ad epiteti poco
simpatici. Nell'intervista alla TV Svizzera ho detto che Tempest
potrebbe anche essere giudicato fra i primi 5 album di sempre e potrebbe
anche essere vero, il fatto che per me non sia un capolavoro non vuol
dire che il disco non sia valido o non possa rientrare nel ristretto
"top five", tutt'altro! Sappiamo tutti che in
musica i capolavori non si sfornano come il pane, ne esce qualcuno ogni
tot e di più non si può pretendere. Io intendo "capolavori" dischi come
Sgt. Pepper, Pet Sound, Acqualong, Led Zeppelin II, Are you
experienced?, Sound of silence, Loggins & Messina, Blonde on blonde,
Aftermatch, insomma album di questo calibro. Se leggi quanto da me
scritto a commento della Talkin' 8888 di Stefano Catena, cerco di
spiegare le ragioni per le quali considero "Tempest" un ottimo disco,
davvero bello e piacevole da ascoltare, ma secondo me non un capolavoro.
Lasciami sottolineare che finora anche la stampa e la critica mondiale non hanno
usato la parola "capolavoro" per l'album, pur lodandolo con sincero
entusiasmo. Io credo di essere un grande ammiratore di Bob
Dylan, e questo sito dovrebbe dimostrarlo. Sono uno che conosce molto di
Dylan ma non tutto, a certe domande non saprei rispondere con la
prontezza e la competenza di Alessandro Carrera o di Michele Murino, ho
visto Bob più di ventina di volte nei suoi diversi periodi, da lui ho
avuto dischi belli e dischi brutti, capolavori, dischi minori e dischi
assolutamente insignificanti. Scrivo quelle che sono le mie personali
impressioni sull' attività di Bob, sia dal vivo che su disco, e questo,
a volte, scatena nella vastissima tipologia dei Dylan fans accorate
proteste o attestati di stima, ci sono persone che condividono il mio
parere ed altre che lo osteggiano con tutte le loro forze. Io dico
semplicemente quello che penso, ma non vorrei
mai dover passare assurdi guai come Sallusti perchè ho espresso una mia sincera
opinione.........:o)
Specifichiamo una cosa: non ho detto che
Tempest è in vetta alle classifiche perchè è un capolavoro...per me
capolavoro resta e sarebbe restato anche se non fosse entrato in
classifica. Ho semplicemente detto che è bello vedere che ogni tanto
album di qualità elevate come Tempest sono nelle zone calde delle
classifiche di tutto il mondo perchè se guardassimo chi si trova nelle
Top Ten a volte c'è da spaventarsi..altro che stupirsi che TTL (che
capolavoro non è ma un buon disco rimane comunque) sia stato al 1° posto
in diverse parti del globo ai suoi tempi.. Ok che i gusti anche se
discutibili non si...discutono, ma basta pensare che Tempest in Italia è
secondo sotto...i Gemelli Diversi...detto questo vi saluto.
Sono passati cinquanta lunghi anni e
ancora cerchiamo di entrare nella stanza di Dylan
con il nostro lapis in mano e pochi si accorgono di essere non molto
dissimili dal sig. Rossi ....
Sapete qual'è il miglior album ?
Bob Dylan 1962 o forse ..... il prossimo !
Paolo 1951
p.s.- sto solo cercando di fare il figo ... in verità mi piacciono tutte
le mail che avete pubblicato;
quelle pro, quelle contro, quelle così così etc. .. perchè in tutte si
sente una cosa che tutte hanno in comune ... la grande passione che
suscita il nostro ....grazie .... ciao
Quando dico che Tempest e' il capolavoro di Dylan intendo che lo e' per
il periodo in cui stiamo vivendo, per questo secolo e non per
quello passato. Giustamente si puo' dire, ed giusto che sia cosi' che
Blood On the Tracks lo era per gli anni 70, ma non si puo dire che e' il
capolavoro assoluto di Dylan, il disco del 1975. Come il disco del 1975
Tempest, va ascoltato nel suo insieme e nel suo insieme al pari di Blood
On the Track e' un capolavoro. In Tempest vi e' lo stesso tipo di
desolazione, lo stesso senso di abbandono, la stessa tensione, ma la
differenza sono i testi che compongono l'album che ne fanno un opera
compiuta a tutto tondo. Sfido quindi a prendere il capolavoro del 1975
nei suoi testi e confrontarli con Tempest. Lo spessore nella narrazione
e nel modo di scrivere e' nettamente superiore, cosi come lo e' il
disco, nettamente superiore alle ultime uscite discografiche di Dylan
stesso. Per me con Tempest Dylan e' arrivato al top e nella piena
maturita' in fatto di composizione lirica e nel modo di cantare. Il
sangue che c'e' in Blood on The tracks c'e' anche qui ne piu' ne
meno. Sono due capolavori diversi e chi lo nega e chi lo mette in
dubbio, ma quando anche su FB dico ci sono i testi tradotti dell'uno e
dell'altro disco, per far un confronto si sorvola. Personalmente ritengo
che Desire e Planet Waves sono di lunga molto piu' grandi di Blood On
The Tracks, ma se il sentire comune lo danno come capolavoro, mi adeguo
e allora prendo come riferimento il disco del 1975.
In Tempest, Dylan colpisce ancora, soprattutto nella voce e nei testi sa
ancora ben colpire come in Idiot Wind. E come negli anni 70 Dylan e'
ritornato a narrare storie non piu' criptiche, ma come in Desire e in
Blood On The Track sembrano scene di un film.
La title track di Tempest ho letto che ascoltandola a lungo andare perde
di tensione, per me e' il pezzo migliore del disco.
Non so gli altri come ascoltano Tempest, io mi prendo le traduzioni e
leggendo i testi in italiano seguo la voce di Dylan, e vedo e sento
Tempest come una grande opera che mai ha fatto prima.
Non ho detto che e' uguale a BOTT, ho detto che e' superiore e se BOOT
era o e' un capolavoro lo e' anche questo per le cose che ho citato
sopra.
Spero di aver risposto a Tamburino e a Daniele e a tutti gli altri che
leggono.
Stefano C.
Finalmente ho 5 minuti (e pensare cha al
mondo c'è gente che non ha mai lavorato in vita sua e che lavorare non
sa neanche cosa significhi [cit.]) per scrivere qualcosa su "Tempest"
che spero interessi ai frequentatori del sito (tante cose da dire...ho
tempo solo per quelle che mi saltano in mente per prime...)
Duquesne Whistle
Ci son due obbligati! novità quasi assoluta in Dylan.
Impossibile per me, che tra l'altro non ballo mai, non muovermi
nell'intro della canzone... e se sto guidando son guai grossi. Mi fa
pensare all'altoforno di Piombino che presto forse spegneranno e magari
chissà non verrà riacceso più...
P.S. Tin Angel..canzone squisitamente narrativa che mancava da anni e
anni (e anche Tempest stessa un po' lo è)
Ho letto sul sito qualche giorno fa un intervento sul fatto che c'è chi
ancora si aspetta canzone "folgoranti" come quelle degli anni '60 e c'è
chi non se lo aspetta più... La questione non ha senso: Secondo me gli
inizi delle canzoni di questi album sono fantastici..Doctor doctor tell
me the time of day... (bah, io non so proprio cosa sperarmi di meglio).
Secondo me da TOOM in poi, tutti i dischi di Dylan son
capolavori...anche TTL che sicuramente è il meno ispirato...
Secondo me da TOOM in poi Dylan è sempre stato cattivo e spietato..ma in
questo album è davvero sfrontatamente feroce
Scarlet town...ricorda tante canzoni (soprattutto musicalmente) di
questi ultimi anni...ma questo testo è splendido... forse il migliore da
anni...
Se quest'album fosse uscito come TOOM dopo anni di silenzio avrebbe
avuto lo stesso identico impatto in chi lo ascolta.
TOOM però, almeno in me, è cresciuto sempre più, vedremo se lo farà
anche Tempest...ma se lo farà lo farà in un altro senso poichè è meno
compatto dal punto di vista musicale rispetto a TOOM (e anche a L&T)
Generale (e Titanic)! che la citazione Degregoriana sia un
ringraziamento dopo "Per brevità chiamato artista" (album che non mi è
piaciuto affatto, ma sicuramente molto ispirato alla vita di dylan)?
Ma quando esce il nuovo disco di Bob Dylan?
Non vedo l'ora ne esca un altro (Dio o chi per te, fai in modo che
Robert Allen Zimmerman continui ancora a calpestare il nostro stesso
suolo e a riempire i nastri musicali...)
Simone Baneschi
Ciao Stefano, come ben sai siamo amici su
Facebook e se dai un'occhiata alla mia pagina potrai ben vedere quante
sono le recensioni che ho postato su Tempest definendolo un capolavoro,
uno dei suoi migliori album e di certo il migliore da oltre 25 anni ad
ora. Sono d'accordo in parte con te: Tempest è superiore a TOOM, anche
per gli arrangiamenti più scorrevoli almeno nelle prime sette
tracce..poi l'album diventa più "serioso" per via della lunghezza dei
pezzi...ma ricordiamoci che non è la prima volta che Bob lo fa...in TOOM
c'era Highlands che con un'arrangiamento molto più monotono durava ben
17 minuti.
TOOM che di per sè è un capolavoro, ma non ha i livelli di Tempest,
soffriva di certi interventi di Daniel Lanois: basta ascoltare le
versioni di Can't Wait su "Tell Tale Sign" com'erano superiori a quella
che si ascolta nel disco...o quel riff insopportabile di chitarra su un
gioiello come Tryn' to get to Heaven e canzoni un pò scontate come Dirt
Road Blues o Million Miles con un'arrangiamento assai pesante. Lo stesso
direi per Oh, Mercy! che non è certo un album da ascoltare in auto con
pezzi troppo lenti messi uno dietro l'altro..non capisco perchè ad
esempio furon scartate Born in Time, Series of dream o God Knows che
avrebbero alzato un pò la tonalità monotona dell'album (considerazioni
mie).
Che poi Tempest sia il Blood On The Tracks del 2012 non mi trovi
d'accordo...tutti sanno la mezza avversione che ho nei confronti di quel
disco..ho provato, tentato di farmelo piacere ma non ci sono
riuscito...non tanto per i testi ma per gli arrangiamenti troppo scarni
e la tristezza che trasmette (più che rabbia, Idiot Wind a
parte)...parte di quelle canzoni nei live diventano capolavori davvero
come Tangled, Simple, o Shelter...ma su disco dopo mezza canzone rischio
la pennichella come lo è per Oh Mercy! Come ti dicevo qualche giorno fa,
siamo di fronte a buona parte di una critica rimbecillita che quando
devono recensire un disco di Bob o di qualche altro grande è talmente
confusa fra i vari X-Factor e i lavori di 40 anni fa di Dylan che a
volte parlano per contratto, giusto perchè devono farlo. Dall'altro
abbiamo fans di Dylan conservatori che stanno aspettando che il Nostro
si ripeta con un altro Desire o BOTT...ma come dicevo tempo fa il tempo
non si ferma a 40 anni....Dylan è uno che sperimenta, e credo che
nessuno come lui abbia cambiato così diversi generi musicali. Altrimenti
dovrebbe fare come Little Tony che canterà Riderà o Cuore Matto con le
stesse basi di 50 anni fa...e questo buona parte di certi cantanti
venuti alla ribalta in quel periodo.
Faccio un'esempio: mio padre ha 64 anni e negli anni '60, da
giovanissimo ha potuto vivere questa nuova ondata rock...non si poteva
permettere di comprarsi dischi nonostante lavorasse 12 ore al giorno
perchè dava tutto in casa, e, come molti giovani di allora aveva un suo
gruppo. Poi col passare degli anni la musica è diventata per lui di
secondaria importanza ma non indifferente, anzi. Ma sapete...si è
sposato nel '75, dopo due anni arrivai io, poi mia sorella, il lavoro
alti e bassi e certe cose col tempo le dimentichi. Gli ho fatto
riscoprire Bob io con gli anni, comprandomi quando potevo, dal '97 in
poi, tutta la discografia, cercando bootleg e andando insieme a qualche
concerto. Gli album recenti non lo entusiasmavano molto, tranne qualche
ballata di TOOM e MD..Pochi giorni fa gli ho masterizzato Tempest così
se lo ascolta in auto quando è in giro per lavoro...tornò dopo un paio
di giorni dicendomi che Bob è tornato ad entusiasmarlo come quando aveva
20 anni..dicendomelo sempre in modo discreto...non si fa trascinare
molto. Facendo un passo indietro gli feci ascoltare, BOTT, dicendogli
che è uno dei dischi più amati dai dylaniani...ma non ha retto oltre la
4° canzone (almeno su questo, a volte ci assomigliamo)...allora gli feci
sentire Saved (uno dei miei dischi preferiti) e gli dissi che era il
secondo della triologia cristiana molto snobbata dai fans della prima
ora. Ne resto affascinato e con un certo entusiasmo mi disse "Caspita mi
ricorda Jesus Christ superstar".
Settimane fa ero con un mio amico coetaneo e gli feci ascoltare Blonde
on Blonde e H61...niente da fare...nel piazzagli i bootleg degli ultimi
concerti ha cominciato ad apprezzare il Nostro. Tutta questa pappardella
che ho scritto è per dire che a mio avviso non ci sono verità assolute
per niente e nessuno...ho conosciuto gente che non ama certi dischi
osannati di Bob ma ama Down in the groove o Empire..ognuno ha una sua
classifica e ad un certo punto fanculo anche alla critica.
Tempest per ora resterà a lungo del mio lettore, non mi stanca, lo trovo
da ascoltatore un album quasi perfetto e da lettore..beh...niente da
dire sui testi.
Come c'e restato e tornerà MD, Saved, Street Legal, TOOM, ma anche perle
"soffocate" come Death is not the end dove in questi giorni mi ha
consolato molto dopo la perdita di un amico o Restless farwell nella
versione fatta da Sinatra. Trovo sempre molto importanti i dischi degli
anni '60 se riportati in quell'epoca ma se allora erano avanti di 30
anni allora ora trovo gli arrangiamenti datati e preferisco le attuali
versioni live,o almeno quelle a partire dagli anni '70. Non trovo così
scarso Under the red sky (uscito anch'esso l'11 settembre..del '90),
anzi...lo trovo solare musicalmente parlando anche se di certo si
sentiva una carenza compositiva in certi testi.
Poi, e qui chiudo, credo si vada a momenti...c'è stato un periodo che mi
rispecchiavo addirittura in BOTT ma poi tornai all'ultimo Dylan...a
volte mi piace molto rispolverare anche il primo Dylan come quello
acustico degli anni '90 di GAABTY o WGW...Dylan è così immenso che per
ogni stato d'animo c'è una canzone o un disco da ascoltare per
l'occasione.
E con Tempest ho ritrovato un grande entusiasmo perchè è la sua ennesima
prova dove si possono affrontare tematiche molto serie come i
sentimenti, la morte, l'amore, la violenza e la speranza con della
musica ascoltabile e piacevole senza cadere per forza nel tedioso e nel
depresso...cosa che buona parte del cantautorato italiano non ha ancora
imparato a fare.
Poi che fine ha fatto il genio che potrebbe fare 10 Tempest all'anno? Ne
ha già pronto uno in cantiere?..............come vedi Mr. Tambourine non
ha alzato chissà che polverone quella "schiocchezza"...i dylaniani ci
sono passati sopra facendosi magari una bella risata.
Viva Tempest, il mio album preferito con MD, che sta in vetta a tutte le
classifiche del mondo e si sta pigliando 5 stelle dalle riviste
specializzate...non da giornalisti abituati a seguire i talent-show.
Grazie della pazienza...a presto.
P.S.: la frase incompleta nella recensione che feci di Tempest che sentì
da qualche parte era "Forse la musica di Dylan non cambierà più il
mondo, ma è bello che il mondo non cambi Bob Dylan". Del resto conoscete
altro artista che a 71 anni compone canzoni come quelle contenute in
Tempest?
Daniele "Ardez" Ardemagni.
Ciao Ardez, il fatto che
non si sia sollevato il polverone per quella che tu definisci "una
sciocchezza" non dimostra niente, alla mail di Stefano hai dato seguito,
per il momento, solo tu, questo vuol forse dire che gli altri si son
fatti una risata per le cose scritte da Stefano e son passati oltre? Non
credo che le cose stiano così, non sempre chi avrebbe voglia di
rispondere o scrivere alla Fattoria ne ha il tempo, te lo dimostra il
fatto che la maggior parte delle mail che arrivano sono di affezzionati
frequentatori di Maggie's Farm che seguono il sito giorno per giorno,
tieni presente che questo mese il sito ha passato le 20.000 visite ed in
totale il 1.500.000. Se tutti scrivessero la loro opinione ti immagini
che intasamento? Ricordo che anche "Together Through Life" è arrivato ai
primi posti nelle classifiche di tutto il mondo, senza assomigliare
nemmeno da lontano ad un capolavoro! Permettimi di rinnovarti i miei complimenti per il
linguaggio misurato e "really fair" che stai usando da un pò di tempo a
questa parte, poi nel fatto che tu abbia i tuoi preferiti, io i miei,
Stefano i suoi e altri fans abbiano le loro personali preferenze, magari
completamente all'opposto delle nostre, non ci vedo niente di male, fa
parte del gioco e va bene così, pensa che monotonia se, tanto per fare
un paragone stupido, fossimo tutti di sinistra, o tutti di destra, o
tutti di centro! Viva le idee dunque, viva chi le controbatte sapendole
però rispettare, viva le diversità che alla fine sono solo sottigliezze,
perchè se anche abbiamo preferenze diverse e giudichiamo l'opera di Bob
con differenti opinioni, considerazioni e punti di vista, siamo tutti abbagliati da quell'artista unico ed ineguagliabile che è
Bob Dylan!. Alla prossima, :o) Mr.T.
“Tempest” di Bob Dylan, non è il suo album
migliore
di Stephen Pate, NJN Network
Quando va in scena il genio sottile come si fa a lodare l'artista?
Bob Dylan è un artista geniale allo stesso livello di Picasso. Il suo
talento è unico, il suo stile mercuriale è leggendario, le sue opere
vanno avvicinate con una certa riverenza.
Il che spiega il motivo per cui ho il blocco dello scrittore nel cercare
di commentare il suo ultimo album in studio "Tempest". Non è al livello
delle sue più grandi opere, a dispetto di tutte le esaltanti recensioni
pubblicate dai media.
Tutti sanno che sono un fan di Dylan dai tempi di "The Freewheelin' Bob
Dylan”. Ho tutti gli album, i CD, i video, i bootleg, e tutti in tripla
versione (vinile, CD, SACD, VHS, DVD, ecc.) Ho letto più di 30 libri e
ha imparato a suonare un centinaio di canzoni di Dylan. So anche che
alcuni album hanno avuto bisogno di qualche decennio per essere
apprezzati.
Detto questo, "Tempest" non mi sembra un grande album di Dylan. La sua
voce è quasi finita e le canzoni semplicemente non hanno il fascino e
l'atmosfera di sue più grandi opere.
Forse "Tempest" sarà come un grande dipinto dell’ ultimo periodo di
Picasso, la rappresentazione grottesca di un vecchio gnomo che desidera
donne più giovani.
L’album comincia abbastanza bene con l'orecchiabile " Duquesne Whistle",
che è stata accoppiata ad un video grintoso.
La seconda canzone di "Tempest" è "Soon after midnight", dove Dylan
canticchia: "Sono alla ricerca di frasi per cantare le tue
lodi,
Ho bisogno di dirlo a qualcuno,
E' appena passata la mezzanotte,
E la mia giornata è appena cominciata”
Poi Dylan ti permette di sapere che alcuni suoi bisogni fisici sono
stati anche soddisfatti da qualche prostituta mischiata al popolo della
notte. Dylan aveva raccontato i suoi notturni prima in "Visions of
Johanna" e poi in "Desolation Row", ma con un linguaggio più fine e
abile.
Non c'è molto di nuovo musicalmente, dal momento che la maggior parte
delle melodie vengono prese da vecchi blues o riff celtici. E alcune
canzoni durano troppo. Gli ultimi 5 brani del CD sono lunghi 7, 5, 9, 14
e 7 minuti. Dylan aveva già scritto in passato canzoni molto lunghe ma
la maggior parte di loro riuscivano a tenere la nostra attenzione. Su
"Tempest" questa attenzione non riesce a rimanere. Un mio conoscente ha
detto che mentre ascoltava il disco poteva andare a pranzo o fuori per
una passeggiata, che è un diversivo umoristico per commentare delle
canzoni troppo lunghe.
Nel punto centrale di ascolto di "Tempest" la mia mente se n’era andata
da altre parti. Ho dovuto sforzarmi per ascoltare la seconda parte per
assicurarsi che non avessi dimenticato di ascoltare qualcosa di grande.
Il commento di mia moglie è stato succinto "Non è come "Modern Times" e
lo ha spento quando ho lasciato la stanza.
I 14 minuti della storia del Titanic della title track alla fine
risultano noiosi. Cosa c'è di nuovo nella narrazione ripetitiva del
racconto di Dylan? Niente, e la melodia è debole per far da supportoad
una canzone del genere.
E' bello che Bob Dylan continui a registrare nuovo materiale a 71 anni,
ma il valore assuluto non sembra far parte di "Tempest", sostituito da
quello di entertainemet.
Solo il tempo ci dirà se le 10 canzoni potranno elevarsi nell'opinione
pubblica e nella critica.
Ammetto che per il momento questo è un parere di minoranza. Tuttavia,
una volta passata l'eccitazione sulle prime pagine delle riviste o sui
media, troverete valutazioni simili anche se formulate con un codice
diverso in quanto Dylan è un tesoro nazionale.
The Titanic (the Carter Family song
which became Bob Dylan's "Tempest")
The pale moon rose in
its glory
was drifting from golden west
She told a sad, sad story
Six hundred had gone to rest
The watchman was a-dreaming
was dreaming a sad, sad dream
He dreamed the Titanic was sinking
Out on the deep blue sea
He rose and called the rich man
And told him to come to life
he try to save his baby
also his darling wife
The reach man's mother's been drinking
Not knowing that he done wrong
he trying to win the record
so you let the Titanic go on
The band was out a-playing
Yes, playing far out on the sea
They spied the Titanic was sinking
Played "Nearer My God to Thee"
And the sad news reached the city
The Titanic has gone down
There's many poor widows and orphans
A-walking all over town
The little children were crying
My mamy has gone to stay
for surely they'll invent something
To raise Titanic someday
"Eighty-nine years
later
the world did hold its breath
two towers, they were falling
bringing a fiery and dusty death." Copyright last verse about 9/11: Dr. Blues, Raphael Baer, Switzerland
(SUISA)
Mercoledi
26
Settembre 2012
Talkin'
8888 - Stefano Catena
Tempest secondo me, ovvero secondo un
Dylan fan
Leggo, ho letto molte recensioni sul nuovo album di Dylan "Tempest" e
pur con molte lodi nessuno o quasi afferma che questo album e' un
capolavoro.O meglio qlc lo fa' intendere in modo velato e non
direttamente dicendo che e' il suo piu' bel lavoro di sempre o il
miglior album di sempre, ma mai apertamente si dice, signori ci troviamo
di fronte ad un capolavoro dylaniano. Io personalmente ritengo che
Tempest e' il capolavoro di Dylan del 2012 al pari di Blood The tracks
se non superiore. Perche' Blood on the Tracks e non magari "Time out of
Mind"? (Tempest e' superiore anche a TOOM). Perche' come non mai nel
1975 Dylan riuscì a raggiungere le piu' alte vette di composizione in
fatto di testi e musica mai fatti fino allora, si disse che i testi
erano costruiti come dipinti dove vi si poteva leggere in piu'
dimensioni,dove l' io poteva essere scambiato per terza persona e Dylan
poteva stare benissimo dentro una storia, al di fuori o parlare per
terza persona o piu' semplicemente non esserne affatto presente.
Racconto' in testi cose che nessuno prima aveva fatto. Blood on The
Tracks segna la svolta di Dylan verso testi di maggior spessore, dove la
poesia o i testi in BOTT di Dylan al pari di un dipinto potevano essere
oltra che ascoltati visti come in un film, come scene di un film, un
esempio su tutti "Lily, Rosemary and The Jack of Heart" o la "Black of
Diamond Bay" o la "Hurricane" nell'album successivo Desire.
In "Tempest" ritroviamo tutti questi elementi a distanza di tempo ma con
la differenza che la produzione nei testi di Dylan qui a differenza di
Blood On The Track hanno uno spessore nella narrazione nettamente
superiore rispetto ai disco del 1975. La title track "Tempest" ne e' un
esempio lampante, come tutte le altre songs che compongono l'album
"Tempest". Dylan ha detto che voleva fare inizialmente un album pieno di
songs religiose, ma poi ha abbandonato il progetto perche' occorreva una
concentrazione dieci volte maggiore. Come in "Blood on the Tracks",
Dylan non ha parlato di cose religiose, ma di cose terrene, di vicende
che viviamo nei giorni d'ggi e di rimando di storie che non hanno tempo,
come in una serie di quadri o dipinti che rimangono fissi per
l'eternita'. La maturazione di Dylan si trova in tutte le sue
espressioni in "Tempest". Bob Dylan nel 1975 non avrebbe potuto mai fare
questo album, ma oggi potrebbe benissimo fare 10 volte Blood on The
Track!!
Stefano C.
....ho scritto tutto on line!!:)333
Caro Stefano, la
tua analisi è molto ben concepita, niente da dire, ma.....lasciami dire,
se nessuno fino ad oggi ha dichiarato esplicitamente che "Tempest" è un
capolavoro ci sarà di certo un perchè? Tutti noi sappiamo che per tutte
le cose c'è sempre un perchè, allora se nessuno ha detto che l'album è
un capolavoro è perchè molto probabilmente "Tempest" è un disco molto
bello, spontaneo, genuino, con molti pregi e qualche piccola pecca, ed è
forse questa la ragione per la quale nessuno ha azzardato la parola
"capolavoro". Nell'album c'è molta maestria, sia a livello musicale che
di scrittura, personalmente credo che le vette di BOOT non siano state
quì raggiunte. Manca il dolore vero in quest'album, è un grande insieme
di rimembranze, di tristezza, di esperienza, di delusione per come gira
il mondo invece di come dovrebbe. Un uomo di quasi 72 anni sente più
queste cose di uno di 30, ma in "Tempest" manca la rabbia dei 30 anni,
il dolore dei 30 anni, il rancore dei 30 anni. In "Tempest" Dylan sembra
aver raggiunto una serenità mai avuta e manifestata prima, una
accettazione degli eventi senza più risentimenti, il tutto espresso al
meglio, ma senza l'esplosione nucleare e l'energia da essa scatenata.
Dylan stesso ha ammesso trattarsi di un album partito con una intenzione
ed arrivato con un'altra, non che questo lo renda indegno, tutt'altro,
ma l'album diventa un insieme di cose invece che la narrazione di un
preciso sentimento come era stato per BOOT. Considero "Long and Wasted
Years" l'unico pezzo che poteva stare in BOOT, ci sento dentro le ultime
urla e l'ultima alzata di testa dell'orgoglio e della rabbia dylaniana,
una "Idiot Wind" in miniatura (specificando bene che pezzi come Idiot
Wind non si scrivono tutti i giorni!). Early Roman Kings potrebbe essere
un pezzo che dal vivo potrebbe avere un successo clamoroso, pezzo troppo
noto, un must del blues, che Dylan, con onore e merito, è riuscito a
trasformare in qualcosa di suo, ma un pezzo del genere non è da "album
capolavoro". "Roll On John" ci da molto meno di quello che aveva
promesso o che era nelle intenzioni dylaniane, in parole sincere ci si
aspettava molto di più o qualcosa di molto diverso, di più incisivo come
tributo a John, invece il pezzo non riesce a spostarsi dalla terra al
cielo, manca l'intensità dell'emozione, forse sono passati troppi anni,
rimane una bella ballata, ma solo una bella ballata e non un capolavoro.
"Narrow Way", un vero bluesaccio come "Early Roman Kings", è un
bellissimo pezzo che non ha niente a che vedere con Dylan, proprio come
lo fu "Hurricane". Tempest, la title track riesce a creare il massimo
della tensione verso metà canzone, poi pian piano l'intensità va
scemando a causa della troppa lunghezza (...azzo, 45 strofe!!!!),
all'inizio crea una gran tensione nel senso che ognuno di noi si chiede
"di cosa parlerà Dylan nella prossima strofa?", ma verso la fine la
tensione scompare uccisa dalla lungaggine più che dalla lunghezza, è la
narrazione di una cosa vista al cinema, senza la drammaticità della
realtà che, per quanto un film riesca a renderla vicino alla perfezione,
manca dell'immediatezza della catastrofe, in fondo è una storia
straraccontata in mille modi da 100 anni, Dylan la racconta bene, a modo
suo, come se fosse dietro alla macchima da presa, crea magistralmente
l'aspettativa, la sensazione dell'imminente tragedia, ma purtroppo solo
quella, la vera tragedia del Titanic non è in questa canzone. Soon After
Midnight è un bellissimo pezzo dal sapore tipicamente anni 50 col suo
magnifico 12/8 e la magnifica sovrapposizione dell' emozionante voce di
Bob sulla musica, una vera accoppiata perfetta, ma le canzoni di questo
tipo non fan parte degli "album capolavoro". Scarlet Town è una buona
ballata che potrebbe stare in un "album capolavoro" se avesse avuto un
testo più sofferto e rabbioso, ma come lo stesso Dylan ha detto "Non
avevo la concentrazione necessaria". "Tin Angel" sarebbe stata veramente
eccezzionale se avesse contenuto le visioni deliranti di Desolation Row
invece di questa triste storiella "d'amore e di coltello", questo
triangolo cantato in mille altre canzoni. Pay in Blood ha un grande
valore, potrebbe stare benissimo su Blonde on Blonde se avesse avuto un
altro suono, un'altra voce e musicisti diversi, ma il tempo passa anche
per gli "one and only" come Bob purtoppo. Caro Stefano, ho cercato di
spiegare con parole mie perchè, a mio parere, la parola "capolavoro" non
è stata mai usata per questo ottimo e validissimo album. Naturalmente si
può anche non essere per niente d'accordo con quanto da me scritto, io
ho solo cercato di spiegare la mia impressione come molti di voi hanno
spiegato la loro! Alla prossima, :o)
Beh, io sto sgobbando la mia vita là fuori, stabile e sicuro
Niente di più infelice di quello che devo sopportare
Sono avvolto dalla luce del sole che brilla
Potrei lapidarvi a morte per le ingiustizie che avete fatto
Prima o poi farete un errore
Vi metterò una catena che non potrete rompere
Gambe e braccia e il corpo e le ossa
Pago col sangue, ma non il mio Well I'm grinding my life out, steady and
sure
Nothing more wretched than what I must endure
I'm drenched in the light that shines from the sun
I could stone you to death for the wrongs that you done
Sooner or later you make a mistake
I'll put you in a chain that you never will break
Legs and arms and body and bone
I pay in blood, but not my own
Notte dopo notte, giorno dopo giorno
Loro spogliano le vostre inutili lontane speranze
Quanto più prendo tanto più ho
Quanto più muoio tanto più vivo
Ho qualcosa in tasca che farà strabuzzare gli occhi
Avevo cani che potrebbero farvi a pezzettini
Sto girando intorno alla zona sud
Pago col sangue, ma non il mio Night after night, day after day
They strip your useless hopes away
The more I take the more I give
The more I die the more I live
I got something in my pocket make your eyeballs swim
I got dogs could tear you limb from limb
I'm circling around the Southern Zone
I pay in blood, but not my own
Quello che ho sono carte scarse
Ma giocherò questa mano che mi piaccia o no
Ho giurato di rispettare le leggi di Dio
Potreste mettermi davanti a un plotone di esecuzione
sono stato fuori e in giro con uomini turbolenti
Proprio come te, mio bell’amico
La mia testa è così dura, deve essere fatta di pietra
Pago col sangue, ma non il mio Low cards are what I've got
But I'll play this hand whether I like it or not
I'm sworn to uphold the laws of God
You could put me out in front of a firing squad
I've been out and around with the rowdy men
Just like you, my handsome friend
My head's so hard, must be made of stone
I pay in blood, but not my own
Un altro politico ti sta prendendo per il culo
Un altro mendicante arrabbiato ti sta mandando un bacio
Hai gli stessi occhi di tua madre
Se solo tu potessi provare chi era tuo padre
Qualcuno deve averti messo una droga nel tuo vino
Loainghiottì e passi la linea
L'uomo non può vivere di solo pane
Pago col sangue, ma non il mio Another politician pumping out the piss
Another angry beggar blowing you a kiss
You got the same eyes that your mother does
If only you could prove who your father was
Someone must have slipped a drug in your wine
You gulped it down and you cross the line
Man can't live by bread alone
I pay in blood, but not my own
Come ho fatto tornare a casa, nessuno lo sa
O come sono sopravvissuto a così tanti colpi
Ho passato l'inferno, cosa ho fatto di buono?
Sei un bastardo! Immagino che dovrei rispettarti ?
Ti darò la giustizia, io ingrasso il tuo portafoglio
Prima fammi vedere le tue virtù morali
Sentimi gridare e sentimi gemere
Pago col sangue, ma non il mio How I made it back home, nobody knows
Or how I survived so many blows
I've been through hell, what good did it do?
You bastard! I'm suppose to respect you?
I'll give you justice, I'll fatten your purse
Show me your moral virtues first
Hear me holler and hear me moan
I pay in blood but not my own
Tu accarezzi il tuo amante nel letto
Vieni qui, ti spaccherò la tua testa schifosa
La nostra nazione deve essere salvata e liberata
sei stato accusato di omicidio, come ti dichiari?
Ecco come passo le mie giornate
Sono venuto a seppellire, non a lodare
Berrò a sazietà e dormirò da solo
Pago col sangue, ma non il mio You pet your lover in the bed
Come here, I'll break your lousy head
Our nation must be saved and freed
You've been accused of murder, how do you plead?
This is how I spend my days
I came to bury, not to praise
I'll drink my fill and sleep alone
I pay in blood, but not my own
La canzone di Bob Dylan ''disegnata''
a mano
clicca qui
Martedi 25
Settembre 2012
Talkin'
8887 - sewe.14
Ciao a tutti. Volevo avvertire gli amici di maggie (se
non ne fossero già al corrente) che su youtube, c'è un tale holly 1960
che pubblica una miriade di "chicche"sul nostro. I video percorrono
diversi periodi della carriera di Bob. In particolar modo mi sono
piaciuti molto alcuni filmati dal never ending tour(su tutti una girl
from country e una desease of conceit all'hammersmith di londra )in
cui, se ce ne fosse ancora bisogno, risalta la bravura di Dylan con
chitarra pianoforte e armonica (Nils Lofgren: "un giorno mi trovai con
Bob, nonostante forse non sia molto noto per questa sua abilità, duellammo
per alcune ore con le nostre chitarre elettriche e devo dire che fu una
bella battaglia", la traduzione suonava più o meno così - Augie Meyers,
organist: “Bob’s a genius in the studio. He’s a great piano player; a
lot of people don’t know that. It amazed me the way he could instantly
change keys, hit all the chord changes. No matter what key he went into,
he didn’t have to search for the chord.”) e la sua genialità nel
reinterpretare i suoi brani. Un bootleg series sulle cose migliori del
net sarebbe fantastico! Se non vi annoio vorrei darvi anche un primo
parere su Tempest: sui testi non si discute neanche, è sempre il numero
uno. Dal punto di vista musicale mi piacciono Duquesne Whistle,Soon After
Midnight, Pay in Blood, il giro di basso di Tony in Tin Angel (mi ricorda
vagamente la canzone dei pirati "15 uomini sulla cassa del morto") Roll
On John commovente (stofa in crescendo, ritornello in calando) il cantato
ironico impagabile in Long And Wasted Years, il banjo in Scarlet
Town. Devo ammettere che continuando a sentirlo in macchina, melodie che
mi sembravano scontate e già sentite come la ballata Tempest e il
blusaccio Narrow Way mi cominciano a piacere non poco. Inevitabilmente mi
chiedo: la mia obiettività su Bob è "andata a farsi benedire"? E' il cuore
che ormai giudica?
L'obiettività non conta niente,
l'importante è che le canzoni ti diano il feeling giusto, e poi, che ci
sarebbe di così sbagliato nel giudicare col cuore? :o)
L’Inferno di Dante in versione con Dylan, Beatles e
Rolling Stones
clicca qui
Lunedi 24
Settembre 2012
Talkin'
8885 - Biagio Gagliano
Caro Mr. Tambourine,
Non sarai mai ringraziato abbastanza per lo spazio che offri ai fan di
Dylan di dialogare, di confrontarsi e aggiornarsi sull'oggetto della
loro passione.
Ne approfitto per esercitare il mio acutissimo senso critico sull'ultima
fatica dello Zio.
Ho ascoltato Tempest per giorni e giorni nell'ultima ora e mezza.
Mi è davvero piaciuto, soprattutto le tracce uno, due, quattro.
Tempest, la traccia nove, l'ho trovata commovente, anche se decisamente
lunga.
Come sai non sono (più) uno di quelli che si aspetta che ogni brano
dello Zio inizi con: Darkness at the break of noon/ shadows even the
silver spoon...oppure Come gather 'round people/ wherever you roam...
Se la musica mi piace davvero allora vado a cercarmi il testo e
addirittura me lo traduco.
Forse anche stavolta sarà così e quasi certamente almeno un brano
entrerà nel repertorio.
Chissà.
Ciao e grazie ancora, alla prima occasione propizia
lo zio Bob
Ciao zio Bob, con te reintroduciamo la tradizione della Talkin', che
ormai da moltissimo tempo da settimanale era diventata giornaliera,
voglio dire che invece di aspettare il lunedi successivo la mail
viene pubblicata subito. Offrire lo spazio ai fan è una delle principali
ragioni per le quali è
nato questo sito, si parla di Bob, ma tutti hanno il diritto di dire la
loro, non è come nei blog dove scrive solo il titolare del blog e al
massimo tu puoi inviare un commento che deve essere accettato prima di
essere pubblicato. Io ho sempre cercato il dialogo con tutti e
principalmente di creare il dialogo fra voi che giornalmente o
saltuariamente visitate la Fattoria. Non ho mai censurato niente di
quello che era riferito a me, ricordo solo, da quando gestisco il sito,
di non aver pubblicato una mail perchè conteneva un linguaggio
irriverente nei confronti di una tribute band dylaniana. Ho anche
insistito a lungo perchè le diatribe e gli scambi di opinioni si
svolgessero col massimo del "fairplay", e lasciami dire con orgoglio che
credo di esserci riuscito, oggi lo scambio di opinioni c'è ma le parole
che potevano dare adito ad offese sono quasi del tutto sparite, anche se
il tono degli scritti non cambia pur avendo cambiato il linguaggio.
Detto questo lasciami dire che c'è ancora gente che si aspetta che tutte
le canzoni di Dylan comincino con testi mitici come hai detto tu: Darkness at the break of noon/ shadows even
the silver spoon...oppure Come gather 'round people/ wherever you
roam..., ma questo fa parte del gioco, Dylan ha un effetto strano e
sempre diverso su ognuno dei suoi fans, quindi non esiste un giudizio
unico e concorde su
di lui o le sue canzoni, le opinioni ed i pareri sono sempre i più
disparati, spaziando da un estremo all'altro, dalla troppa tolleranza
(che comporta l'accettazione di qualunque cosa col sorriso sulle labbra
all'integralismo più intransigente, cioè qualunque cosa faccia Dylan è
sempre grande e giusta). Sappiamo per esperienza che di solito la verità
sta sempre nel mezzo e non agli estremi, ma non ha importanza,
nell'ambito di un rispettoso scambio qualunque idea, per quanto assurda,
fantasiosa o inverosimole possa sembrare, qualunque opinione ci sta.
Vorrei chiederti, come musicista ed interprete dylaniano , di
mandarci la tua recensione di Tempest, resto in attesa con
curiosità!.....ciao, :o)
Ciao Tamburino,
all'uscita dei Tempest avevo visto qui sul tuo sito, la traduzione della
song Tempest, forse tra le prime traduzioni se ben ricordo dell'album
appena uscito, dopo qualche giorno non l'ho piu' vista. Che fine ha
fatto? Dove e' stata messa? C'e' un link? Mille grazie.
Stefano C.
C'è ancora, dopo che hai
aperto Maggie's Farm clicca su "SHOWCASE" ( che era la vecchia vetrina
che ha assunto la denominazione inglese perchè le visite dalle altri
nazioni del mondo hanno eguagliato quelle dall'italia, quindi, per
dovere d'ospitalità e per facilitarli, la Fattoria ha assunto la
denominazione inglese), nella pagina della SHOWCASE troverai l'elenco
delle tappe del tour 2012 e subito sotto i testi con le traduzioni di
TEMPEST, clicca su un testo e si aprirà la pagina con il testo originale e
la relativa traduzione, manca ancora "Pay in Blood" che è in arrivo a breve.
Ciao, :o)
Sto attraversando il deserto finchè sarà sano di mente.
Non voglio nemmeno pensare a quello che ho lasciato alle spalle
Niente che comunque possa dire che sia mio
Torna a casa, lasciami in pace
E' una strada lunga, è una lunga e stretta via
Se non posso più lavorare per te, tu di certo dovrai lavorare da me un
giorno. I'm gonna walk across the desert 'til I'm in
my right mind.
I won't even think about what I left behind
Nothing back there anyway I can call my own
Go back home, leave me alone
It's a long road, it's a long and narrow way
If I can't work up to you, you'll surely have to work down to me
someday.
Da quando gli inglesi bruciarono la Casa Bianca
C'è una ferita sanguinante nel cuore della città
Ti ho visto bere da una tazza vuota
Ti ho visto sepolto, e ti ho visto riesumato
E' una strada lunga, è una lunga e stretta via
Se non posso più lavorare per te, tu di certo dovrai lavorare da me un
giorno. Ever since the British burned the White
House down
There's a bleeding wound in the heart of town
I saw you drinking from an empty cup
I saw you buried, and I saw you dug up
It's a long road, it's a long and narrow way
If I can't work up to you, you'll surely have to work down to me
someday.
Guarda giù dal cielo, Angelo
Aiuta la mia anima stanca a salire
Ho baciato la tua guancia, ho trascinato il tuo aratro
Mi hai spezzato il cuore, io ero il tuo amico fino ad ora.
E' una strada lunga, è una lunga e stretta via
Se non posso più lavorare per te, tu di certo dovrai lavorare da me un
giorno. Look down, Angel, from the skies
Help my weary soul to rise
I kissed your cheek, I dragged your plow
You broke my heart, I was your friend 'til now.
It's a long road, it's a long and narrow way
If I can't work up to you, you'll surely have to work down to me
someday.
Nel cortile col sole d'oro
resisti e combatti, o lasci perdere e corri
Sei andata e hai perso la testa bella
Per un sorso di vino e un tozzo di pane
E' una strada lunga, è una lunga e stretta via
Se non posso più lavorare per te, tu di certo dovrai lavorare da me un
giorno. In the courtyard of the golden sun
You stand and fight, or you break and run
You went and lost your lovely head
For a drink of wine and a crust of bread
It's a long road, it's a long and narrow way
If I can't work up to you, you'll surely have to work down to me
someday.
Abbiamo saccheggiato e depredato su lidi lontani
Perché la mia parte del bottino non è uguale alla tua?
Tuo padre ti ha lasciato, tua madre anche
Anche la morte si è lavata le sue mani di te
E' una strada lunga, è una lunga e stretta via
Se non posso più lavorare per te, tu di certo dovrai lavorare da me un
giorno. We looted and we plundered on distant shores
Why is my share not equal to yours?
Your father left you, your mother too
Even death has washed it's hands of you
It's a long road, it's a long and narrow way
If I can't work up to you, you'll surely have to work down to me
someday.
Questo è un paese duro per rimanere in vita
Coltelli sono dappertutto, e stanno spaccando la mia pelle
Sono armato fino ai denti, e sto lottando duramente
Non uscirai di qui senza un graffio
E' una strada lunga, è una lunga e stretta via
Se non posso più lavorare per te, tu di certo dovrai lavorare da me un
giorno. This is hard country to stay alive in
Blades are everywhere, and they're breaking my skin
I'm armed to the hilt, and I'm struggling hard
You won't get out of here unscarred
It's a long road, it's a long and narrow way
If I can't work up to you, you'll surely have to work down to me
someday.
Hai amanti troppi che stanno aspettando appoggiati al muro
Se avessi mille lingu non potrei contarli tutti
Ieri avrei potuto gettarli tutti a mare
Oggi, anche uno sarebbe troppo per me
E' una strada lunga, è una lunga e stretta via
Se non posso più lavorare per te, tu di certo dovrai lavorare da me un
giorno. You got too many lovers waiting at the wall
If I had a thousand tongues, I couldn't count them all
Yesterday, I could've thrown them all in the sea
Today, even one may be too much for me
It's a long road, it's a long and narrow way
If I can't work up to you, you'll surely have to work down to me
someday.
* Piccola ballerina di Cakewalking, non potevi far nulla di male
Metti le tue braccia intorno a me, dove stanno bene
Voglio portarti a fare una corsa sulle montagne russe
Posa le mie mani dappertutto sì, attaccati al mio fianco
E' una strada lunga, è una lunga e stretta via
Se non posso più lavorare per te, tu di certo dovrai lavorare da me un
giorno. Cakewalking baby, you could do no wrong
Put your arms around me, where they belong
I wanna take you on a roller coaster ride
Lay my hands all over ya, tie you to my side
It's a long road, it's a long and narrow way
If I can't work up to you, you'll surely have to work down to me
someday.
Ho una donna bassissima con un sorriso sul suo volto
E lei ha ongaqbbiato la mia anima con grazia
Sto ancora male per una freccia che ha trafitto il mio petto
Devo prendere la mia testa e seppellirlatra i suoi seni
E' una strada lunga, è una lunga e stretta via
Se non posso più lavorare per te, tu di certo dovrai lavorare da me un
giorno. I've got a heavy stacked woman with a smile
on her face
And she has crowned my soul with grace
I'm still hurting from an arrow that pierced my chest
I'm gonna have to take my head and bury it between your breasts
It's a long road, it's a long and narrow way
If I can't work up to you, you'll surely have to work down to me
someday.
E' stato buio tutta notte, ma ora è l'alba
Il dito mobile si sta muove
Puoi star di guardia mentre dormo
Bacia di continuo le lacrime che piango
E' una strada lunga, è una lunga e stretta via
Se non posso più lavorare per te, tu di certo dovrai lavorare da me un
giorno. Been dark all night, but now it's dawn
The moving finger is moving on
You can guard me while I sleep
Kiss away the tears I weep
It's a long road, it's a long and narrow way
If I can't work up to you, you'll surely have to work down to me
someday.
Amo le donne, e lei ama gli uomini
Siamo stati all’Ovest, e ci stiamo tornando di nuovo
Ho sentito una voce al crepuscolo
Dire, "Sii gentile fratello, sii gentile e prega".
E' una strada lunga, è una lunga e stretta via
Se non posso più lavorare per te, tu di certo dovrai lavorare da me un
giorno. I love women, and she loves men
We've been to the West, and we're going back again
I heard a voice at the dusk of day
Saying, "Be gentle brother, be gentle and pray."
It's a long road, it's a long and narrow way
If I can't work up to you, you'll surely have to work down to me
someday.
(Nota di Mr.Tambourine) * cakewalking - Nata tra gli schiavi, il "cakewalking," era una
danza nella quale i negri imitavano e prendevano in giro il ballo liscio
che vedevano fare ai loro padroni. Alcuni proprietari di schiavi
indicevano concorsi di "cakewalking" e premiavano il vincitore con un
pezzo di hoecake che era un dolce fatto secondo una ricetta indiana che
a quei tempi veniva messo a cuocere sulle pale delle zappe.
Cosa si deve fare quando si fa una traduzione? Tradurre il più
letteralmente e fedelmente possibile o dare interpretazioni di frasi e
parole e spiegare il loro significato?
Dico questo perchè ho ricevuto la mail di un amico che non è d’accordo
sul modo usato da me per le traduzioni dei testi di Tempest.
La cosa mi ha fatto molto dispiacere perchè credo che una
collaborazione, anche se non perfetta nei minimi particolari, può
benissimo rendere l’idea che l’autore ha inteso dare alle sue parole.
Non credo che nemmeno sia elegante lamentarsi e prendere le distanze da
me per motivi così poco importanti, non credo che nessuno di noi sia un
depositario della verità assoluta, e nemmeno che qualcuno di noi possa
fare “la traduzione perfetta”. Succede anche ai “native language” di
avere dei dubbi su come interpretare nella nostra lingua certe frasi o
certi modi di dire del loro paese d’origine. Dico questo perchè mi son
trovato tante volte a discutere con Dean Spencer (nato e cresciuto in
Inghilterra) sul come interpretare certe frasi delle canzoni dylaniane,
da Tell Tale Sign a Together Through Life ed ora per l’attuale Tempest.
Ho chiesto consiglio poco tempo a Dean ed al Prof. Alessandro Carrera su
come interpretare l’espressione “Roll on John”, il risultato è stato che
“Roll on John” può essere tradotto in sei o sette modi diversi, poi sta
al traduttore sciegliere quello che ritiene più aderente all’originale.
Dean ha tradotto in un modo, mentre il Prof. Carrera, pur avendo citato
nelle diverse possibili traduzioni anche quella usata da Dean, avrebbe
usato “Non mollare John” invece di “Continua così John” che aveva scelto
Dean. Questo dimostra che con la lingua americana è difficilissimo a
volte scegliere le parole giuste per una traduzione, noi non sapremo mai
esattamente cosa voleva dire Dylan con la frase “Roll On John”, se
“Continua così”, “Non mollare”, “Vai avanti”, “Non fermarti”, “Tieni
duro, o forse “Gli hai voltato le spalle”. L’americano è una lingua
estremamente semplificata, nata dall’esigenza di genti di razze diverse
di capirsi con meno parole possibile, quello che un americano dice con
tre o quattro parole noi lo diciamo con almeno una decina o più, così ci
sono frasi che diventano letteralmente intraducibili, diventa
un’esigenza interpretarle, esprimere lo stesso concetto che voleva
l’autore con altre parole, le parole della nostra lingua che sono
diverse da quelle della sua. Perciò io personalmente penso che le
sottigliezze, i distinguo o il prendere le distanze non siano cose poi
così importanti e che abbiano poco senso pratico. Rimane sempre la
certezza che ogni traduzione potrebbe senz’altro essere fatta meglio, ma
quale sia la migliore sarà sempre difficile stabilirlo. Io credo di fare
quello che meglio riesco a fare con la mia piccolissima conoscenza
dell’inglese e dell’americano, ma l’importante è fare ed avere la gioia
di poter offrire ad altri, che magari non hanno avuto la fortuna o la
possibilità di imparare una lingua diversa dalla nostra, la possibilità
di capire canzoni che altrimenti non sarebbero mai in grado di capire.
A volte gli americani nello scrivere e nel parlare sembrano essere molto
lontani dalla ricchezza e dalla padronanza di un linguaggio Shakespiriano
o Dantesco, perciò c’è l’esigenza di tradurre senza allontanarsi troppo
dalle parole originali, e nel far questo anche noi possiamo dare
l’impressione di non saper nè l’inglese nè l’italiano perchè la nostra
traduzione è così scarna da essere criticabile da chiunque. Quando Dylan
scrive "and he clutched his head" si dovrebbe probabilmente tradurre con
un pò di buon senso “e si prese la testa fra le mani” che sembrerebbe
essere la traduzione più vicina alla realtà, ma Dylan ha scritto “he
clutched his head” e il verbo “to clutch” significa: afferrare,
stringere, aggrapparsi, afferrare strettamente, tentare di comprendere,
far bene il punto della situazione, essere capace di agire sotto
pressione, e poi ci sono un altro centinaio di modi di tradurre ed usare
il verbo "clutch" in slang. Allra come traduco? Se scrivo “si prese la
testa fra le mani” qualcuno potrebbe dirmi “Dove vedi la parola mani
(hands) nel testo originale? OK, allora devo tradurre “si afferrò la
testa”, “si strinse la testa”, “cercò di capire” e via così, ma
certamente è una traduzione scarna che da il senso ma lascia con l’amaro
in bocca.
Con queste mie misere giustificazioni spero di essere stato abbastanza
chiaro, e credo non serva aggiungere altro, vorrei solo ringraziare
ancora una volta coloro che hanno ritenuto di spendere parte del loro
tempo per migliorare le traduzioni della Fattoria senza offendersi se
non tutte le loro interpretazioni sono state accettate ed usate.
Mr.Tambourine
Sabato 22
Settembre 2012
The mail
of Mahadevan
Ciao, my friend. I liked the topic you have chosen today. Old-time LPs,
as
we know, used to contain lyrics of the songs printed on the sleeve
jackets
or back cover. In Dylan's case, there used to be lots of poetic writings
in
small print, as entertaining as the songs. However, the recent
designer-albums resort to pitch black, any fan will have to search
elsewhere, invariably online, to get hold of all the increasingly
incomprehensible words coming out of an aging, growling Dylan.
If only the lyrics were available on the record sleeve or additionally
enclosed sheet, one could follow the songs immediately and find a
rapport.
Alas, the aging Dylan fan is drifting farther away now that he / she
seldom
remembers what Dylan was talking ( singing ) about.
Finally, I think neither Dylan nor his management team cares about all
this.
It's only the PR work to earn moolah and tons of it. Imagine, how many
millions Dylan must have been raking in all through his Never Ending
Tour
period, and still raking more. Sometimes I think he still donates to the
Zionists. Pay in blood, but not my own.
And oh, by the way, I enjoyed reading your article some weeks ago re.
picture on the album cover of "Tempest", Israeli anthem and all that.
Interesting.
Cheers to you, I like your site. Thanks for posting the lyrics of
"Tempest" recently. Ciao!
(Ciao, amico mio. Mi è piaciuto il tema che hai
scelto oggi. Come sappiamo, i “vecchi” LP, contenevano i testi delle
canzoni stampati sul retro di copertina o nella busta interna del disco.
Nel caso di Dylan, era usuale esserci un sacco di testi scritti in
caratteri piccoli, una cosa piacevole e spassosa come le canzoni stesse.
Tuttavia, il recente progettista dell’ album ha fatto un ricorso
esagerato all’uso del nero, così ogni fan deve cercare altrove, sempre
on-line, per poter avere tutte le sempre più incomprensibili parole che
escono ringhiando dalla vecchia gola di Dylan.
Se solo i testi fossero stati disponibili sulla copertina del disco o su
una scheda allegata, si sarebbe potuto seguire immediatamente le canzoni
e trovare un rapporto tra le due cose.
Ahimè, l'invecchiamento del fan di Dylan lo porta sempre più alla
deriva, ora che lui / lei di rado ricorda quello che di cui Dylan sta
parlando (cantando).
Infine, credo che né Dylan né il team che lo gestisce si preoccupino di
tutte queste cose.
E' solo un lavoro di pubbliche relazioni per guadagnare denaro a
tonnellate. Immagina, quanti milioni ha raccolto Dylan in tutto il suo
periodo del Never Ending Tour, e quanti ne sta rastrellando ancora
adesso. A volte penso che li doni ancora ai Sionisti. Pay in blood, but not my
own,
E, oh, a proposito, mi è piaciuto leggere il tuo articolo di qualche
settimana fa che parlava della foto di copertina di "Tempest", dell’inno
israeliano e tutto il resto.
Interessante.
Saluti a te, mi piace il tuo sito. Grazie per aver postato i testi di
"Tempest" di recente. Ciao!)
Thanks for your nice
words friend, altought for me it is not easy, i do what I can with my
school-english, but I see that if I speak well i am well understood,
even if i write badly. I'm happy that you like Maggie's Farm, stay
always tuned my friend, i hop to hear from you again, Ciao,
Mr.Tambourine, :o)
Tempest contiene in se qualcosa che certamente ha sorpreso tutti ,
die-hard fans e non.
Ormai sono tantissimi gli anni nei quali Dylan si erge su tutto e tutti
, "Mito" inarrivabile ed a volte incomprendibile, che vive e si muove in
un mondo dove si esistono esclusivamente lui ed i suoi pesonaggi,
Einstein col violino, Mr.Jones con l'aria di chi non capisce, Billy che
parla con le pistole, Hurricane paladino della violenza e
dell'ingiustizia, George Jackson ucciso solo perchè era "coloured" come
Hattie Carrol, oppure Leo and Cleo sulla punta del Titanic, e, volendo,
un altro migliaio e forse più. Dylan è un
mito strano che lui stesso porta avanti con il suo cosidetto Never Ending
Tour, certamente unico nel suo genere, circondato ormai da un alone di leggenda.
Differenze? Il Dylan di vent’anni fa era pane per i denti dei
“dylaniati”, invece adesso, forse a causa della risonanza gigantesca che
le cose assumono con Internet, Dylan sembra essersi calato nei panni del nuovo Messia che annuncia al mondo, attraverso la sua “Tempesta”
chissà quali altri misteriosi eventi futuri, con la "sua" morale nascosta fra le
parole come nelle favole di Esopo. Eppure Dylan da molto tempo sta
parlando “al passato”, sia con la sua musica (ormai totalmente legata
alle radici americane, intrisa di blues e di atmosfere anni ’50, il
tutto con una spruzzatina di rock e di jazz molto dolce, svolta che era
cominciata quando aveva ancora una voce per cantare, prima che il suono
della gola cominciasse a
diventare un grugnito rasposo con TOOM, peggiorata poi nel bellissimo
Moder Times e quasi affondata in Together Through Life), sia con le
parole. Criptico era e criptico rimane, e noi a cercar di
capire.............!
Ma stavolta, per questo “Tempest”, è successo qualcosa di imprevedibile,
tutti si sono mobilitati per raccogliere quante più notizie possibile sul nuovo
album, poi, dopo l’uscita, le parole hanno cominciato ad essere
mitragliate adosso alla gente dalla totalità dei mass-media, come se
fossimo al cospetto di un nuovo capolavoro, di un super Blonde On Blonde
chiamato questa volta Tempest. Ci vorrà ancora diverso tempo per
classificare questo disco, certo che le premesse della bontà e della
straordinarietà ci sono tutte, poi i paragoni ed il buon senso
interverranno facendo il resto.
Molti anni fa si stava realmente in fila
davanti ai negozi in attesa dell’apertura per poter acquistare il
gioiello del momento (a Londra è successo di nuovo, appena pochi giorni
fa, con la gente in fila all'alba davanti ai negozi per accaparrarsi una
delle poche copie del disco autografate dalla Leggenda in persona.
Oggi invece la regola è quella di
stare ai nastri di partenza, metaforicamente parlando, col topo in mano
per scaricare per primi, sentire per primi e commentare per primi le
nuove rivelazioni di Bob Dylan, o almeno quello che pensiamo di aver
capito dalle Bob-parole.
Qualcuno potrà chiedersi perchè accadono ancora cose come queste, perchè
un artista ormai ai confini del “jurassico” riesca ancora a sollevare
un polverone simile intorno al suo lavoro, però cari amici, non dimentichiamo che questo
artista si chiama Bob Dylan e con questo tutti i pezzi del puzzle
tornano al loro posto. Sarà forse che tutti abbiamo sempre bisogno del
famoso “kick in the ass”? Di una scossa di milioni di watt che ci
ridesti dal torpore nel quale la società odierna ci costringe a vivere
con grande disagio? Come quando nei tempi andati si dava il “cognacchino” anche alle
Signore dopo un qualunque guaio per “vedrà che con questo si tira sù
subito!" Qualcosa che ci riporti
indietro negli anni alla riscoperta delle buone e vecchie “good vibrations” di Bechboyssiana memoria?. E’ dunque
per queste ragioni che abbiamo aspettato tutti le parole della “voce non
è più”, di quel suono ormai impossibile da definire correttamente?
Ascoltiamo dunque in silenzio quella massa di suoni che arrivano direttamente
dalle radici della musica americana, in silenzio assimiliamo senza
ancora capire bene il significato di quelle parole, di quelle frasi che
certamente, anche se apparentemente non facilmente decifrabili, devono
avere fra le loro righe un messaggio, un nuovo modo di vedere e vivere
quel mondo che oggi scavalca senza rimorsi o pietà chi è stato sbattuto
a terra da una sorte avversa.
Il mondo attuale reclama disperatamente il “messaggio”
per la salvazione futura, sarà dunque l’arte con la A maiuscola a fare
il miracolo, quella che solo Dylan
e pochi altri al mondo sanno ben confezionare e servire su un piatto
d’argento, quell’arte che è una delle poche cose che sono in grado di
annullare il tempo, l’arte ed il buon vecchio Bob Dylan naturalmente, something
else?....
The days go by and the website of Bob Dylan, probably due to too much
use of technology, is regressing.
Already the penultimate version of the site was a thing on which better
was to draw a pitiful veil, but the latest version, the current one is
something that blows my mind. The website is perhaps one of the most
slow in the world, with a lot of options that are useless.
But, you gentlemen who are managing the site,
but you don’t see these things, are you really not aware of this
shortcoming? After ten days that "Tempest" was released, on the official
website of Bob Dylan, still there are no lyrics of the
songs........really ridiculous. Dear friend who are managing the site,
if you worked under my command you certainly would be unemployed from at
least three years, you and also the
man who designed the Bob’s site so
non-functional. When Together Through Life was released, it took three
months before the lyrics were included in the "songs" section of the
website, how long it will be needing before we can find the Tempest’s
lyrics? Dylan, rather than get angry with journalists, better would do
to get angry with you, ‘cause you are the firsts that does not work in
his organization. Luckily there are amateur fansites like
expectingrain.com and maggiesfarm.eu who posted all the Tempest’s
lyrics, certainly with several small inaccuracies, but who cares, the
meaning of the lyrics was not distorted, the uncertainty was only on
some few words difficult to clearly understand on the tracks. In the new
album’s song ‘Long and Wasted Years’ Dylan sais, "Shake it up baby,
twist and shout," you surely know what I mean, you who are managing the
website, you are not making a good impression.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° Chi gestisce il sito di Bob Dylan?
Il tempo passa e il sito di Bob Dylan, probabilmente per eccesso di uso
tecnologico, sta regredendo. Già la penultima versione del sito era una
cosa sulla quale bisognava stendere un velo pietoso, ma l’ultima
versione, quella attuale è da suicidio. E’ forse uno dei siti più lenti
del mondo, con un sacco di opzioni che non servono a niente. Ma cari
signori che gestite il sito, ma queste cose non le vedete, non vi
accorgete che il sito non è funzionale? Dopo dieci giorni che “Tempest”
è stato pubblicato nel sito ufficiale di Bob Dylan non ci sono ancora i
testi dell’album........se queste persone che gestiscono il sito
lavorassero sotto il mio comando sarebbero già disoccupate da almeno tre
anni, loro e quel tizio che ha progettato un sito tanto poco funzionale.
Quando uscì Together Through Life dovettero passare tre mesi prima che i
testi delle canzoni fossero inserite nella sezione “songs” del sito,
quanto tempo dovrà passare prima di trovare i testi di Tempest? Dylan,
invece di incazzarsi con i giornalisti, farebbe bene a incazzarsi con
voi, perchè i primi a non funzionare nella sua organizzazione siete voi.
Per fortuna che ci sono fansites amatoriali come expectingrain.com e
maggiesfar.eu che hanno pubblicato tutti i testi, seppure con alcune
imprecisioni, ma che importa, il senso dei testi non era falsato,
l’incertezza era solo su alcune parole difficili da capire chiaramente
nel disco. Come dice Dylan nella canzone del nuovo album ‘Long and
Wasted Years’, "Shake it up baby, twist and shout," certamente, voi che
gestate il sito, avete capito cosa voglio dire, la figura che state
facendo è veramente poco edificante.
Ciao,
Sono uno dei tanti (ma quanti siamo effettivamente?) che segue ogni
giorno Maggie's Farm. E stavo pensando "Come sarebbe bello avere un
Applicazione Maggie's Farm"! Avete mai pensato di realizzare una
versione smartphone\IPad del sito? forse così sarebbe più facile
recuperare tutti gli innumerevoli dati e informazioni sparsi nel sito.
Vi indico questo link
http://www.appmakr.com/ che permette in modo semplice di
realizzare App. io sarei disposto a pagare (non credo di essere il
solo).
Grazie e ciao, Massimo B.
Caro Massimo, le idee
come quella da te suggerita sono bellissime, ma bisogna anche essere in
grado di realizzarle. Io non sono all'altezza, non saprei da che parte
cominciare, ho grosse difficoltà a star dietro allo sviluppo tecnologico
delle nuove applicazioni, il mio cellulare può fare soltanto telefonate
e messaggi, questo ti dice a che livello sono! Se troverò qualcuno che
sarà in grado di realizzare RSS e tutte le altre cose applicazioni
possibili lo farò più che volentieri, ma io non riesco a stare al passo
con i tempi, la tecnologia può diventare un mostro che ti uccide
lentamente! Comunque davvero grazie per la magnifica idea che purtroppo
io non sò realizzare. Alla prossima, :o)
La traduzione di Tin Angel ho provato a sistemarla così, cercando di
tenere, per quanto possibile, il ritmo della canzone
saluti, Gypsy Flag
TIN ANGEL
ANGELO DI LATTA (traduzione di Gypsy Flag)
Era ieri a notte fonda, quando il boss se ne tornò
alla casa desolata, il suo deserto trono
il gregario disse: “capo, la tua donna se n’è andata
‘stamattina, prima che facesse chiaro”
“Se hai qualcosa da dirmi dillo subito, amico
Vieni presto dritto al sodo”
“Henry Lee, il vecchio capoclan
Venne a cavallo dal bosco e la prese per mano”
Il boss si buttò dritto sul letto
Imprecò per il caldo, con la testa tra le mani
Soppesò il suo destino
Aspettare un altro giorno, troppo tardi
“Andate a prendermi la giacca e la cravatta
E l’attrezzo più economico che si possa trovare
Sellate la cavalla, quella bruna
E pregate per me, al mio passaggio”
Cavalcarono il giorno, cavalcarono la notte
Sulla strada grande che porta a est
Stanco di spirito, con la vista distorta
I suoi lo abbandonarono ma lui proseguì
Arrivò in un posto, la luce era smorta
La testa gli pulsava dentro il cranio
Il cuore era pesante e straziato di dolore
L’insonnia gl’infuriava nel cervello
Gettò a terra il suo cimiero, la sua spada da crociato
Abbandonò la fede, rinnegò il suo Signore
strisciò sulla pancia, appoggiò l’orecchio al muro
In un modo o nell'altro doveva farla finita
Si sporse di sotto, tagliò i cavi della luce
Scrutò dentro le fiamme e sbuffò nel fuoco
Sbirciò attraverso il buio, li vide quei due
Difficile dire con certezza chi era chi
Si calò giù da una catena dorata
I nervi sussultavano in ogni vena
Le nocche sanguinanti, prese fiato
Tra i capelli impomatati si passò le dita
Si guardarono negli occhi e i calici suonarono
Uniti in una sola inseparabile unità
“Ho una strana sensazione, c’è un uomo qui vicino ”
“Non esser preoccupato, non fa male a una mosca”
Sbucato dalla tenda, il boss attraversò la stanza
Mosse i piedi, sprangando la porta
Le ombre nascondevano i solchi del suo viso,
Tutta la nobiltà della sua razza antica
Lei si voltò, trasalendo di sorpresa
Con un odio grande come una casa
“Te lo vedo negli occhi, sei pazzo e incosciente,
Venire fin qui non va bene per niente”
“Dài, tirati su, lurida sgualdrina
E copriti la faccia o paga il prezzo
Mi fai venire male al cuore
Rimettiti i vestiti e fa’ alla svelta”
Sei scemo, mi credi una santa
Non sto più a sentirle le tue lamentele
Non mi hai dato niente, se non dolci fandonie
Ora morditi la lingua e fatti gli occhi”
“Ti ho dato le stelle del cielo ed i pianeti
Ma a te che servono?
Fai la brava e inginocchiati magari
Se non vuoi dire addio a questo mondo”
“Ti prego, non esser così duro
Quest'uomo mi è più caro più dell'oro”
“Tesoro, devi proprio essere cieca
E' un ruffiano senza fegato, non vale una cicca”
“Te la sei spassata fin troppo con me
Ora son io che decido come vanno le cose”
“Prova a andartene” imprecò e la maledisse
“Dovrai passare sul mio corpo”
“Non essere impulsivo
Pensi sia una sciocca senza cuore?
E tu, caro signore, non lo puoi negare
Il tuo cagnolino mi volevi far fare”
“Ne ho abbastanza di insulti
Il diavolo ti porti, adesso vedi
Ripensaci alla svelta o mettiti da parte
Vorrai essere morta nella culla”
La pistola fece 'bang’' e lo sparo esplose chiaro
il primo colpo passò sopra l’orecchio
Il secondo andò a segno e si piegò
sulla pancia, come un chiodo
Strisciò nell'angolo e abbassò la testa
Afferrò la sedia, strinse il copriletto
Ci vorrebbe più di ago e filo
Per la bocca di un morto che butta sangue
“Bastardo, hai ammazzato mio marito”
“Marito? Che diavolo vuoi dire?
Era un nemico, un maledetto
L'ho abbattuto, l’ho buttato al vento”
Questo disse lei, col cuore in fiamme:
“Anche tu vedrai il signore della morte
Sono io che ti ho ridato la vita”
Si sollevò il vestito e tirò fuori il coltello
La sua faccia era dura e imperlata di sudore
Le braccia le dolevano e le mani eran bagnate
“Sei una donna maledetta, la regina assassina
Dammi qua quel coltello”
“Siamo bei tipi io e te, ci ribolle il sangue
Ma non troppo simili, nel corpo o nel pensiero
Ogni marito è buono, le mogli lo sanno”
Quindi lo trafisse al cuore, fece scorrere il suo sangue
Le ginocchia gli cedettero alla porta
La sua fossa era scavata, scivolò sul pavimento
E le sussurrò alle orecchie: “è tutta colpa tua
Le mie lotte son finite”
Lei gli toccò le labbra e lo baciò alle guance
Lui provò a parlare ma fiato non aveva
“Tu sei morto per me, ora io morrò per te”
pose la lama al cuore e se la spinse dentro
Tre cadaveri di amanti, tutti assieme in un mucchio
Gettati nella tomba, per l’eterno riposo
Torce funebri che ardevano lontano
Per città e villaggi, l'intera notte e il giorno.
Toto Nobel per la letteratura 2012: Bob
Dylan
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Giovedi 20
Settembre 2012
La mail
di Horst
Hello Alessandro
just been through reading the translation of your thoughts about
TEMPEST.
wanna thank you loads for feeding my soul with thoughts- you seem to be
true on so many levels -
keep on !
Horst,
heartland-radio.de
I´ll be riding on that train, the train of love
Hello Horst,
thank you for your message. I am glad we share similar thoughts on
Dylan's Tempest.
Let's keep on, Alessandro Carrera
Salve,
vi risparmio i complimenti e vado subito alla domanda oggetto della
mail: è possibile seguire i contenuti di Maggie's Farm attraverso RSS?
Data la mole di articoli, recensioni, ecc. in continuo aggiornamento
credo renderebbe più semplice e immediata la
visualizzazione/consultazione del sito.
Grazie mille,
Nunzio
Forse hai ragione tu, ma io
sono solo a gestire il sito e non sono abbastanza competente per
organizzarmi un servizio di RSS. Per il momento mi spiace, ma se in
futuro troverò qualcuno capace di organizzare questa cosa sarò lieto di
poter mettere a vostra disposizione anche il servizio RSS.
Un poeta del Minnesota?
"William Holme" di Scarlet Town, potrebbe essere Bill Holm (nato William
Jon Holm nel 1943) poeta, scrittore e musicista del Minnesota, di
origini islandesi: un gigante gentile dalla grande barba bianca, morto
di polmonite nel 2009, accudito fino all'ultimo dalla moglie Marcy (vedi
www.billholm.com).
In alternativa, "William Holme" potrebbe essere un anarchico americano
dei primordi o un pioniere quacchero del Canada... ma niente di
storicamente rilevante.
Invece Bill Holm era un rinomato poeta, conterraneo e quasi coetaneo di
Dylan...
ciao a tutti, Gypsy Flag
Potrebbe essere che tu abbia
"beccato" giusto, certo che è una scoperta che andrebbe indagata meglio.
Contatterò qualche amico americano per vedere se la cosa abbia un
fondamento, restiamo tutti in attesa. Ciao e grazie,
:o)
Ciao, Mr T,
ricevuto, sto assemblando un po' di materiale scritto in questi giorni
di vacanza, in compagnia di Dylan, con il sentimento e lo stupore di chi
si approccia a Dylan con occhi e orecchi nuovi (Little
Rosaria)...vediamo cosa ne uscirà fuori...
il titolo provvisorio è "Settembre" (o "del continuum
spazio-temporale").
Saluti alla fattoria, Dario "twist of fate" Greco
Reviewing Tempest is like trying to review the iceberg that sunk the
Titanic. No matter how you want to tackle it, no matter what you can say
about it, the ninety percent of it will always remain underwater.
The album has been preceded by a promotional video of the first track,
“Duquesne Whistle,” that provides a comment by contrast. On a Los
Angeles street a young man tries to attract the attention of a young
woman who has absolutely no interest in him. In fact, as soon as he
comes too close she sprays his eyes with mace. Undaunted, he steals
roses for her, and when the police run after him he throws a ladder on
the ground without thinking that there was a guy working on it. The
worker calls for some well-built friends who make a mess of him and
throw him badly beaten (but always dreaming of the girl) on the same
street where the story started.
Here comes Dylan walking with a swagger, at the head of a gang of
misfits who seem determined to conquer the world. Dylan passes by the
boy who is lying on the ground and goes on, while the others of the gang
walk over him altogether. In the meantime the song (which begins with a
delicious muffled sound that seems to come through a telephone wire, and
overall tastes like the candies that grandma used to buy us) moves to a
more contemporary sound without losing its rootsy charm. As if Dylan
were saying, boy, this is my world: little or no love, brutal justice
and definitely no pity, and if you don’t know that this is your world
too, that’s just too bad.
Thing were not necessarily better in the old days when one could hear
the whistle of the Duquesne (a narrow gauge train), but at least we are
now remote enough to be nostalgic about it, turn it into the wailing of
a steel guitar, sing a song about it that sounds (apparently) both
careless and catchy.
Apparently, for Tempest begins like an invitation to dance but you don’t
need to listen to the whole album to realize that the ball is on the
Titanic’s deck. The first part is soothing, pleasant, and deceiving. The
old trickster wants us to believe that his life begins after midnight
(“Soon after Midnight”) and that “If I can't work up to you, you'll
surely have to work down to me someday” (“Narrow Way”). If “Pay in
Blood” stands on the threshold of Hell, it is with the terrifying
“Scarlet Town,” the place where the streets “have name that you can’t
pronounce,” that we start going down the circles. The journey is not for
everybody, yet everybody should try it. Yes, “Early Roman Kings”
(perhaps the name of an old New York gang) rewrites Bo Diddley’’s “I’m a
Man” with a terrific text, but is it really possible to review “Tin
Angel,” “Tempest,” and “Roll On John” (the conclusive, touching elegy to
John Lennon) after listening to them just a couple of times? No, you
must let yourself go down, allow yourself to be obsessed, disappointed
and/or exhilarated, exasperated by the length of the songs or hypnotized
by the voice (which is no longer of this world) and the astonishing
phonetic palette of the lyrics (the meaning will take time, if we ever
come to it).
Who is Dylan today? Through what kind of thread, either thin or strong,
is he still tied to the 21-year old man who wrote “Blowin’ in the Wind”
in five minutes in a Greenwich Village coffee house and was always right
with respect to those who knew more than he did? (“Bob, what a stupid
song,” Dave Van Ronk told him—the folksinger Dylan idolized, but not to
the point of following his advice). The songs included in Tempest remind
sometimes (but not very often) of the tempests of the past. “Pay in
Blood” must have had some shady dealings with “Just Like Tom Thumb’s
Blues” (1965), “Long and Wasted Years” has to be the long-lost cousin of
“Brownsville Girl” (1986), and “Tin Angel” could be the sequel, or
prequel, of “Man in the Long Black Coat” (1989) but it is impossible to
say which song came first and which came later.
There was a time when the songs of Bob Dylan were weird because nobody
could tell where they came from. Today we know that they were coming
from the future. All poets, so they say, create their fathers,
compelling us to read them with new eyes. Dylan, however, does not make
us listen to Woody Guthrie, Hank Williams, Robert Johnson, or Buddy
Holly in a different way. If we listen to them hoping to understand
where Dylan comes from, we are mislead. The only father of who Dylan was
in 1962 is who Dylan is in 2012. Time wanted Dylan to pay homage and
kneel, increasingly devoured by out-of-currency values or insane
ambitions (the ones driving honest, aged songwriters to writing horrible
musicals, operas, or symphonic works—when they do not end up in
tinsel-shining Las Vegas churning out medleys after medleys of their
greatest hits). Instead, Dylan has grabbed time by the throat and has
twisted it badly. He has marked the cards of the “before” and “after” or
maybe he just ignored them. Just like that other inventor of himself who
two thousand years ago told a very perplexed audience, “Before Abraham
was, I am,” at least since Time Out of Mind Dylan is telling us, where
you are now, I have already been; where you want me to go back to, this
is where I just came from; and where I go, is where you will never be.
Or maybe there is another way to tell the story of this impossible man
who now 71 writes a song of 14 minutes and 45 rhymed quatrains, based on
a melody that he took from the Carter Family (a masterpiece of
minimalist torture, a listening experience akin to Morton Feldman’s
endless string quartets or Philip Glass’ modal/diatonic largest
expanses), to tell the sinking of the Titanic as if it were an “act of
God” in every sense of the expression. Let’s put it this way: at the
beginning of the 1990s producer Jack Frost discovers an aged, penniless
folksinger who is hitting the small clubs with old wrecks such as
Barbara Allen or Golden Vanity. Two albums of folksongs that Frost
produces with him, Good as I Been to You and World Gone Wrong, pay just
enough to cover the cost. A few years later the penniless folksinger
brings Frost a bundle of songs he has composed. Frost is not sure, he
shows them to Daniel Lanois and they both think, why not? Let’s put some
ambience sound around them and see how it works. This is how Time Out of
Mind wins the Grammy, “Things Have Changed” wins the Academy Award, and
“Love and Theft,” Modern Times, and even Together through Life, which is
just a nice little thing if compared to the others, climb the world
charts. The whole thing is unprecedented. Who is this guy Dylan? People
say he can’t sing, or better, that he doesn’t care. He still rhymes
honey with money. He tours with professionals, but he wants them to play
like a garage band (not in Tempest, however, where Jack Frost has
finally nailed the sound he always wanted to get from Dylan). No one
knows anything about him. What was he doing before the 1990s, where was
he hidden, what music did he listen to? Not much rock and roll, that’s
for sure, because in Tempest you hear only rock and roll’s shadow. It
seems he was only listening to blues, swing, rhythm and blues, a bit of
jazz, old Tin Pan Alley songs, and that he read only very old
newspapers, becoming engrossed in events that happened long before he
was born. Except that for him such events were not old at all. They were
news of things to come, still waiting to happen, and only when he would
sing them, like the sinking of the Titanic exactly one hundred years
later, they would become real.
(Translation of the article published in “Europa,” September 13, 2012)
Alessandro Carrera is the author
of La voce di Bob Dylan (Milan: Feltrinelli, 2001, 2nd expanded edition
2011) and has translated into Italian Bob Dylan’s Lyrics 1962-2001,
Chronicles Vol. 1 and Tarantula (together with S. Pettinato). He teaches
Italian Literature and World Cultures & Literatures at the University of
Houston in Houston, Texas.
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Tempesta dylaniana
di Alessandro Carrera
Articolo già pubblicato su “Europa,” il 13 settembre 2012
Recensire Tempest, l’ultima raccolta di canzoni di Bob Dylan, è come
cercare di recensire l’iceberg che ha affondato il Titanic. Da qualunque
parte lo si prenda, qualunque cosa se ne dica, il novanta per cento
rimane sott’acqua.
L’uscita del disco è stata preceduta da un video del primo brano,
“Duquesne Whistle”, che commenta la canzone in puro contrasto. Per le
strade di Los Angeles un giovanotto vuole disperatamente farsi notare da
una ragazza che non se lo fila per nulla, anzi alla prima occasione gli
schiaffa in faccia una spruzzata di spray urticante. Lui ruba rose per
lei finché inseguito dalla polizia butta a terra una scala senza badare
a un operaio che ci lavorava in cima. L’operaio ha degli amici nerboruti
che lo conciano per le feste e lo sbattono malridotto (ma sempre
sognante la ragazza) sulla stessa strada da dove è partito.
A quel punto Dylan, che avanza sul marciapiede a capo di una banda di
sciamannati decisi a conquistare il mondo, arriva in vista del ragazzo,
gli passa accanto senza fare una piega (quelli del gruppo lo scavalcano
proprio) e continua per la sua strada. Questo mentre la canzone, che ha
il gusto delle caramelle che ci comprava la nonna e che inizia con un
suono deliziosamente “telefonato”, anche quando passa a timbri più
contemporanei non perde la sua grazia retro. Come a dire: questo è il
mio mondo, ragazzo. Poco amore, giustizia brutale e pietà nessuna, e se
non hai capito che è anche il tuo, io non ci posso fare niente.
Non è che le cose andassero meglio quando nei boschi della Pennsylvania
si sentiva il “fischio del Duquesne,” un vecchio treno a scartamento
ridotto, ma adesso almeno siamo liberi di averne nostalgia, trasformarlo
nel pianto di una steel guitar lamentosa, cantarci sopra una canzone
solo in apparenza svagata e accattivante.
Solo in apparenza, perché Tempest comincia come un invito a un ballo ma
non c’è bisogno di arrivare alla penultima canzone, quella che dà il
titolo al disco, per accorgersi che il ballo è sul ponte del Titanic. La
prima parte del disco è carezzevole, piacevole, ingannevole. Il vecchio
marpione ci vuole far credere che la sua vita comincia dopo mezzanotte
(“Soon after Midnight”), e che «non riesco a farmi tutta la salita, tu
per me dovrai farti la discesa» (“Narrow Way”). Se “Pay in Blood” sta
giusto sulla soglia dell’inferno, è con la terrificante “Scarlet Town”,
la città dove le strade hanno nomi «che non si possono pronunciare», che
cominciamo a scendere i gironi, e il viaggio non è per tutti, anche se
tutti lo dovrebbero tentare. Sì, “Early Roman Kings” (forse il nome di
una antica gang di New York) riscrive “I’m a Man” di Bo Diddley con un
testo formidabile, ma davvero si possono recensire “Tin Angel”,
“Tempest” e “Roll On John” (la finale, toccante elegia per John Lennon),
dopo uno o due ascolti? No, bisogna lasciarsi assorbire e ossessionare,
farsi deludere ed esaltare, rimanere esasperati dalla lunghezza delle
canzoni o ipnotizzati dalla voce ormai non più di questo mondo e dalla
stupefacente tavolozza fonetica dei testi (per i significati c’è tempo,
se mai ci arriveremo).
Chi è oggi Dylan? Che filo fragile o tenace lo lega ancora al ragazzo di
ventun anni che scriveva “Blowin’ in the Wind” in cinque minuti seduto a
un tavolino in un caffè del Greenwich Village e che ha sempre avuto
ragione a dispetto di tutti quelli che ne sapevano più di lui? («Bob, ma
che canzone stupida!» gli disse Dave Van Ronk, il folksinger che anche
Dylan idolatrava, ma non fino al punto di seguire i suoi consigli). Le
canzoni di Tempest ricordano a volte, ma non molto spesso, le epiche
tempeste del passato. “Pay in Blood” ha scambiato qualcosa sottobanco
con “Just Like Tom Thumb’s Blues” (1965), “Long and Wasted Years” deve
essere la cugina di “Brownsville Girl” (1986) e “Tin Angel” potrebbe
essere il seguito, o il prologo, di “Man in the Long Black Coat” (1989),
ma non si riesce più a capire quale brano è stato scritto prima e quale
dopo.
Una volta le canzoni di Dylan sconcertavano perché non si capiva da dove
venissero. Oggi lo sappiamo, venivano dal futuro. Ogni poeta, così si
dice, inventa i suoi precursori, costringendoci a leggerli con altri
occhi. Ma Dylan non ci fa veramente sentire Woody Guthrie, Hank
Williams, Robert Johnson o Buddy Holly in modo diverso. Se li ascoltiamo
sperando di capire da dove viene Dylan sbagliamo direzione. L’unico
antenato del Dylan del 1962 è il Dylan del 2012. Il tempo voleva che
Dylan gli si sottomettesse, facendosi distruggere da valori dissennati o
maturando ambizioni insane, le stesse che portano onesti e invecchiati
canzonettari a voler scrivere orribili musical, opere e sinfonie, o che
li fanno finire a Las Vegas a shakerare un medley dei loro greatest hits
per un pubblico abbacinato dai lustrini. Dylan invece ha preso il tempo
per il collo e gliel’ha storcicato, ha truccato le carte del prima e del
dopo e anzi le ha proprio ignorate. Come quell’altro inventore di se
stesso che a una platea sbigottita di duemila anni fa disse che ancora
prima che Abramo nascesse lui già era, così Dylan ci sta dicendo dal
1997, quando è uscito Time Out of Mind: dove voi siete, io sono già
stato; dove volete che io ritorni, è da lì che sono appena venuto; e
dove vado io, è dove voi non arriverete.
Oppure c’è un altro modo di raccontare la vicenda di quest’uomo assurdo
che a settantun anni scrive una canzone di 14 minuti e 45 quartine
rimate, basata su una melodia della Carter Family (un vero capolavoro di
tortura minimalista, da ascoltare insieme agli interminabili quartetti
per archi di Morton Feldman e agli edifici diatonico/ modali di Philip
Glass), per raccontarci l’affondamento del Titanic come puro act of
God—come in inglese si chiamano le catastrofi naturali. Mettiamola così:
all’inizio degli anni Novanta il produttore Jack Frost (il nome che
Dylan usa per prodursi i suoi dischi) scopre un folksinger squattrinato
che va in giro a cantare vecchi rottami come Barbara Allen o Golden
Vanity e gli fa incidere due dischi di folksongs, Good As I Been To You
e World Gone Wrong, che vendono solo il necessario per pagare le spese.
Qualche anno dopo il folksinger squattrinato gli porta uno scartafaccio
di canzoni sue. Jack Frost è perplesso, le fa vedere a Daniel Lanois e
insieme si dicono, perché no? Mettiamogli un po’ d’atmosfera e vediamo
come va. È così che Time Out of Mind vince il Grammy, che “Things Have
Changed” vince l’Oscar, e che “Love and Theft” e Modern Times, e perfino
Together Through Life, che rispetto agli altri è poco più di una cosina
graziosa, scalano le classifiche mondiali. Non si è mai vista una cosa
del genere. Chi è questo Dylan? Dicono che non sa cantare, o meglio che
non gliene importa. Mette ancora in rima honey con money. Va in giro con
dei professionisti ma li fa suonare come una garage band (non in questo
disco però, dove Jack Frost ha inchiodato il suono che da sempre voleva
strappare a Dylan). E di lui non si sa niente. Che cosa ha mai fatto
prima degli anni Novanta, dove stava nascosto, che musica ascoltava?
Rock, poco o niente, perché in Tempest del rock c’è solo l’ombra. Pare
ascoltasse solo blues, swing, rhythm and blues, un po’ di jazz e
canzonette melodiche della vecchia Tin Pan Alley, e che leggesse solo
giornali molto vecchi, appassionandosi a fatti successi quando non era
ancora nato. Solo che per lui non erano affatto vecchi. Erano notizie
dall’avvenire, cose che dovevano ancora succedere e solo quando le
avrebbe cantate, come l’affondamento del Titanic giusto cento anni dopo,
sarebbero accadute davvero.
Alessandro Carrera è l’autore di La voce di Bob
Dylan (Milano, Feltrinelli, 2001, seconda ed. aumentata 2011) e ha
tradotto in italiano Lyrics 1962-2011, Chronicles Vol. 1 e, insieme a S.
Pettinato, Tarantula. Insegna Letteratura italiana e “World Cultures &
Literatures” alla University of Houston, in Texas.
Alessandro
Carrera con "Michele Napoleon in rags" Murino
Alessandro Carrera è nato
a Lodi nel 1954, si è laureato in filosofia alla Università degli Studi
di Milano e dal 1975 al 1987 ha fatto l'insegnante, l'ufficio stampa di
una etichetta discografica, il folksinger, il cantautore (con una
partecipazione al festival del Club Tenco di Sanremo nel 1978) e il
caporedattore di riviste scientifiche e un pò meno scientifiche
(compresa una di studi esoterici). Dal 1987 al 2001 è stato Lettore d'
italiano del Ministero degli Affari Esteri, ha insegnato in varie
università degli Stati Uniti e del Canada e ha lavorato per conto degli
Istituti Italiani di Cultura di Toronto e di New York. Dal 2001 è
direttore del programma di Italian Studies alla University of Houston,
in Texas. Ha pubblicato studi di filosofia, letteratura e musica
(classica e popolare), raccolte di poesie e opere di narrativa. Il suo
romanzo breve "La vita meravigliosa dei laureati in lettere" (Sellerio
2002) è stato pefino un piccolo bestseller. Per i Meridiani Mondadori ha
tradotto tre romanzi di Graham Greene e per Feltrinelli tutte le canzoni
e le prose di Bob Dylan. Nel 1993 è stato uno dei vincitori del Premio
Montale, nel 1998 ha vinto il Premio Loria per il racconto e nel 2006 il
Premio Bertolucci per la critica letteraria. Ha raccolto tre anni di
articoli scritti per Europa in "L'America al bivio della democrazia"
(Vertigo 2008), ma siccome mai pensava che avrebbe fatto il commentatore
politico ancora si stupisce al suono della sua voce quando lo
intervistano sulla politica americana.
Ciao Mr.Tambourine! Mi sono permesso di "aggiustare" un po la sua
traduzione di "Long and wasted years" . Spero che sia accettabile e
tanti complimenti per il tuo lavoro. Con ammirazione Ronny.
E' gia' passato tanto tanto tempo
da quando amavamo l'un l'atra e i nostri cuori erano veri
una volta, per un giorno breve ero il tuo uomo.
L'altra sera ti ho sentita parlare nel sonno
dicendo cose che non dovresti dire
oh baby, forse andrai in prigione un giorno.
Ce un posto dove possiamo andare, qualcuno che possiamo vedere?
E' passato così tanto tempo
Da quando ci amavamo e i nostri cuori erano sinceri
Una volta, per un breve momento, sono stato l'uomo per te
Ieri sera ti ho sentita parlare nel sonno
Stavi dicendo cose che non si dovrebbero dire, oh baby
Un giorno potresti dover andare in cella
C'è un posto dove possiamo andare, c'è qualcuno che possiamo vedere?
Forse è lo stesso per te come per me.
Non ho piu rivisto la mia famiglia da vent' anni
non e' una cosa facile da capire, potrebbero essere gia' morti adesso.
Ho perso le loro tracce dopo che hanno perso la loro terra.
Muoviti baby, agitati e urla, sai di che si tratta,
ma che ci fai sotto il sole
non lo sai che il sole ti puo brucciare il cervello?
Il mio nemico e' caduto nella polvere
si e' fermato morto sui suoi passi e perse la lussuria,
colpito duro si e' fatto a pezzi,
mori' in miseria, aveva un cuore di ferro.
Porto gli occhiali scuri a coprire i miei occhi
ci sono segreti in essi che non posso nasccondere.
Ritorna da me baby, se ho ferito i tuoi sentimenti mi scuso..
Due treni corrono fianco a fianco, quaranta miglia fra loro
giu sulla linea orientale.
Non te ne devi andare, io sono appena venuto da te perche tu sei un
amica.
Penso che quando mi sono girato
tutto il mondo dietro di me si e' bruciato.
E' da molto ormai
che abbiamo percorso quel lungo, lungo altare.
Piangemmo in una mattina fredda e gelida
piangemmo perche le nostre anime erano lacerate.
Deluso delle lacrime,
deluso di questi anni lunghi e sprecati.
Ti ringrazio caro Ronny,
la tua traduzione è stata utilissima, ho aggiornato la mia in base ai tuoi
suggerimenti, clicca
qui, :o)
Ciao carissimo Tamburino,
forse Ti è sfuggito, ma c'è un bell'intervento di Alessandro Carrera
sulla tempesta dylaniana:
http://www.europaquotidiano.it/gw/producer/dettaglio.aspx?ID_DOC=137112&t=%2Fservizi%2Fstampa.htm
Poi volevo darTi un suggerimento per la migliore fruibilità del lavoro
che stai facendo, personalmente e con l'aiuto di tanti appassionati, con
i testi di Tempest. Penso sia il caso di accorpare tutte le traduzioni,
anche se ancora non sono definitive, come hai già fatto con le lyrics.
Naturalmente grazie per tutto questo.
Un abbraccio, Marina Gentile
p.s.: appena avrò le idee un po' più chiare mi pronuncerò su Tempest,
per ora posso dire che mi piace
Cara Marina, ti ringrazio, ma non mi era sfuggita. In realtà Alessandro
mi aveva mandato la sua recensione di Tempest la settimana scorsa, ma io
gli ho suggerito di mandarmi anche la versione inglese, così con la
segnalazione ad expectingrain avrebbe avuto molta ma molta più
visibilità però richiedeva più tempo perchè il Prof. Carrera avesse la
disponibilità per la trascrizione inglese, ecco spiegato il ritardo ed
il perchè ho fatto finta di non aver visto l'articolo. Però se confronti
i due articoli, scoprirai che Alessandro ha fatto delle successive
modifiche a quanto da lui scritto perchè aveva avuto più tempo per
riflettere su alcune cose, quindi potremmo dire che quella postata sopra
è una edizione particolarte del Prof:Alessandro Carrera per Maggie's
Farm. Resto in attesa che tu ti schiarisca le idee per commentare
Tempest! Un abbriaccio, Mr.T :o)
Bob Dylan contro chi lo accusa di
plagio: sono femminucce
clicca qui
Martedi 18
Settembre 2012
La mail di Ale '65
Ciao Mr. Tambourine, eccomi ancora qua,
per risponderti che no, neanch’io non ce lo vedo per niente a cantare le
disgrazie americane… non intendevo questo concetto, solo che penso e
credo che sia l’artista più “adeguato” a cogliere tutte le sfumature di
un evento, anche drammatico, a trascriverle anche con altre parole e
metafore per farcele giungere a noi proprio come le ha viste e vissute
lui… Lo so è un concetto un po’ difficile da spiegare, non sono
Alessandro Carrera, purtroppo, ma del resto, per esempio, Hurricane, non
era forse una (grande) ingiustizia, disgrazia americana? E la Lonesome
Death of Hattie Carrol? E Lenny Bruce? Who Killed Davey Moore, per
andare ancora indietro? E la Talking Bear Mountain Picnic Massacre
Blues? Mah, forse chissà, un giorno troverà l’ispirazione per regalarci
un pezzo sulle Torri Gemelle… E hai ragione tu, Mr.Tambourine, mi sono
espresso male io, il Titanic, in Testament, la sua storia, fa da
Contorno ad un’altra storia d’amore, finita male, una storia d’amore
come la vista Bob Dylan. Ciao, Ale ’65.
Eh....anch'io vorrei possedere la cultura, la
capacità di linguaggio e la conoscenza di Alessandro Carrera, ma bisogna
sapersi accontentare, però lasciami dire che con Alessandro sono
riuscito a costruire un buon rapporto di stima e di amicizia reciproca.
Tutto sommato non hai torto nemmeno tu, però se ripensi alle canzoni che
hai citato devi riconoscere che queste raccontano la storia di un
personaggio definito, Hurricane, Hattie Carrol, Lenny Bruce, Devid
Moore, e altrev come George Jackson, Joey Gallo, Billy The Kid, che
certo non possiamo considerarle "disgrazie o tragedie americane" come le
Twin Towers, mentre in Tempest, come giustamente hai sottolineato tu la
storia del Titanic fa da spunto e contorno necessario per raccontare la
sventurata storia d'amore di un ragazzo morto con tutte le speranze
della vita ancora da realizzare, una storia che si mischia per forza a
quelle tristi e drammatiche accadute per la superficialità umana in
quella maledetta notte.
Ciao, se scorri il link trovi la
scansione dell'intervista a Dylan di Rollingstone:
io non so leggere molto bene l'inglese, ma sono sicuro che individuerò a
breve una traduzione su maggiesfarm, vero? :-)
BUONA LETTURA
Simone (un altro rispetto a quello che solitamente scrive!)
Grazie per la segnalazione,
vedremo cosa si potrà fare in proposito. Per quello che riguarda i nomi
permettetemi di dare a tutti voi che scrivete un suggerimento, usate il
vostro nome seguito da qualcosa che lo distingua, un numero, una sigla,
un nickname, qualcosa che faccia del vostro nome qualcosa di unico e
riconoscibile, altrimenti chi legge il nome Simone (hanno scritto in
diversi con questo nome) potrenne pensare che sia sempre la stessa
persona che scrive. Ringrazio anche Marina Gentile per la medesima
segnalazione, :o)
Bob Dylan conferma a RS: 'Al lavoro su
Chronicle 2'
clicca qui
Lunedi 17
Settembre 2012
La mail
di Maurizio
Ciao Mr. Tambourine,
mi permetto anch'io di dire la mia su Tempest, dopo aver preso la
versione deluxe con il divertente libricino con le copertine delle
riviste dedicate a Bob (molto belle quelle di Ciao Amici), ho fatto
girare il CD in auto per quattro giorni, facendo il rappresentante l'ho
ascoltato piuttosto bene !! Premetto che non mi soffermo sui testi,
sempre belli ed enigmatici, ma solo sull'aspetto musicale, e devo dire
che anche questo disco mi ha deluso, come tutti i precendenti da Love
and Theft in poi.
Dopo Time out of Mind il nostro si è limitato a suonare dal vivo in
studio i suoi dischi con la sua touring band (che io chiamo Tony Garnier
Orchestra), senza piu farsi produrre un suono che vesta i suoi brani in
maniera adeguata ed originale.
E' dalla notte dei tempi che la musica di Dylan sta' meglio in mani
diverse dalle sue, basti pensare alle produzioni di Mark Knopfler e di
Daniel Lanois che negli anni passati hanno creato capolavori come
Infidels o Oh mercy, per non parlare dell'infinita serie di grandi
cover.
Negli anni gli inserimenti dei pochi musicisti estranei alla touring
band non sono stati mai sufficenti a cambiare il solito suono, in
Tempest ci sarebbero dei bei brani, ma potrebbero venir fuori da Modern
Times o TTL tanto è "usuale" il suono.
Il disco comunque nel complesso è abbastanza buono, fatico a metterlo
nella top 5 e forse anche nella top 10, pero' non è neanche da buttare
come Selfportrait o Down in the Groove, lo collocherei in una fascia
medio alta.
I brani migliori sono certamente Scarlet Town, Early Roman King, Roll on
John e Duquesne Whistle (con la comparsa vestita da "Kiss" che nel video
mi fa' assai ridere !), l'idea di risentirli dal vivo esattamente come
sono suonati nel disco non mi entusiasma affatto, per quanto Bob li
sappia trasformare negli arrangiamenti.
Daniel Lanois per favore, se ci sei, batti un colpo.... telefona a Bob
!!!
Ciao a tutti !
Maurizio
P.S: Allego una foto dell'edizione deluxe per Francesco.
Il libricino contiene una breve collezione di riproduzioni di copertine
di riviste da tutto il mondo, comprese due di "Ciao Amici" del 1966 e
1967, che se non sbaglio era la prima versione di quello che negli anni
70 divento' CIAO 2001.
Ciao Mr. Tambourine…. Volevo dire anch’io la mia su Tempest… Gran bel
lavoro, non c’è che dire. Tanto di cappello Bob. Suono pieno e pulito
senza tanti fronzoli com’è nello stile di Dylan, ottimo risultato di una
band affiatata e collaudata da tempo. Non si torna indietro certo,
intendo, la voce-cartavetrata di Dylan, ma va bene così, anzi in Pay in
Blood, Tin Angel e Roll on John, mi sembra proprio azzeccata, da più
“calore” al pezzo. Chilometrica , Tempest, ma d'altronde visto
l’argomento, difficile da condensare in poche strofe. Soon after
Midnight, bellissimo lento che mi riporta a Nettie Moore, come pure la
Scarlet Town enfatizzata, tra l’altro, da un ottimo banjo. Duquesne
Whistle, Narrow Way, Long and wasted Years, buone, scivolano via
tranquille. Forse un po’ troppo tradizionale Early Roman Kings, ma
comunque rimane sempre un buon pezzo di Blues ben sostenuto dal
contributo di Hidalgo e la sua Fisarmonica. Nota dolente, l’assenza
dell’armonica, ci speravo tanto, un paio di assoli d’armonica, dei Suoi
assoli, ci stavano tutti benissimo, perfetti in Tin Angel o Pay in
Blood, o ancora in Scarlet Town per esempio… Ma si rifarà nei concerti
live, ne sono sicuro. Quindi, che dire, ho letto alcune traduzioni dei
testi, e per quello che ci capisco io, tutti argomenti validi, tuttavia
credo che bisognerà aspettare ancora un po’, magari qualche altra
traduzione, per farsi un’idea del significato celato nelle sue frasi e
cosa ha voluto esattamente esprimere Dylan. Per concludere, Mr.
Tambourine, volevo esporti una mia osservazione, che mi è venuta proprio
all’uscita dell’album, voluta da Dylan l’11 Settembre. Pur non togliendo
nulla alla Tempest, con la rievocazione di un tragico epilogo, la triste
sorte del Titanic, appunto, magari sbaglio, ma credo sarebbe stato più
“opportuno” da parte di Dylan, (visto che è partito, incominciato tutto
da li,) prendere in considerazione il bisogno di inserire un pezzo in
onore e in omaggio alle povere vittime di Ground Zero, e sono state
tante, come per il Titanic… Tanto più, che io sappia, non ha partecipato
al disco-tributo di altri artisti uscito dopo la strage, forse lo
riteneva troppo banale, o forse proprio per una sua forma di rispetto.
Chi se non lui, sa mettere in versi, il concetto di una follia sulla
carta, e in musica la disperazione? Fin dove può arrivare l’odio di una
mente distorta? Un’altra sorta di It's All Right, Ma (I'm Only Bleeding)
credo sarebbe stata molto apprezzata da tutti, dai sopravissuti, dagli
eroi, dalla gente comune, dai New Yorkesi, un degno omaggio e un triste
ricordo per New York. La sua New York. Ciao, alla prossima. Ale ’65.
Vorresti far diventare Bob
il cantore delle disgrazie americane? Proprio non lo vedo in questa
veste che non è la sua, Tempest è solo incidentalmente la storia del
Titanic, per Bob è invece solo un'altra storia d'amore finita in una tragedia
collettiva da raccontare e cantare. Lui fa srotolare la storia dal punto di vista cinematografico, non
storico e nemmeno cronistico, qui è la fantasia che racconta i fatti, la storia
di solito è più stringata nelle sue relazioni, e certamente meno suggestiva nella sua naturale
freddezza. :o)
Caro Mr.Tambourine,
sono appena sceso dall'automobile e ho ancora nelle orecchie l'ultimo
disco di Bob, subito una cosa vorrei dire: la sua voce, forse scassata,
dimenticata, rauca, da gatto malato e che più ne ha più ne metta, ma
sai cosa ti dico a me piace da paura. Nessuno nel mondo della musica sa
colpirmi al cuore cosi, si avvicina ma con molte lunghezze, forse solo
Van Morrison. Un'altra cosa fondamentale, almeno per me: i dischi del
maestro piacciono sempre di più man mano che li ascolti, questa cosa
già la sapevo, ma con quest'ultimo lavoro, credo maggiormente.
Tutti gli altri artisti piacciono o meno alla prima ma dopo forse un pò
cala l'interesse o il feeling, con Dylan aumenta la bellezza ad ogni
ascolto. E' strana sta cosa, Clapton forse voleva dire questo.Veniamo al
disco: su tutti e forse come singolo pezzo entrerebbe nella mia top list
LONG WASTED YEARS, come pronuncia le frasi come back baby e you're a
friend of mine mi fa impazzire, il testo poi mi pare credibile a
sufficienza. Duquesne Whistle buono ma niente di più. Soon after
midnight ottima, Narrow way, la voce blues di Dylan qui credo che sia la
migliore blues del mondo. Pay in blood e Scarlet town discrete ma devo
risentirle bene. Early Roman Kings onestamente a me non fa impazzire.Tin
Angel non mi convince del tutto e Tempest ricorda le canzoni dei marinai
che in chronicles Dylan faceva cenno alle esecuzioni dei Clancy Brother,
OTTIMA!! e mi sembra anche lunga al punto giusto,anzi sono sicuro che la
versione iniziale fosse piu' lunga. Roll on John da 6 e mezzo.
Lo sentirò e risentirò e vediamo se le altre canzoni che non mi hanno
colpito cresceranno d'intensità.
Un caro saluto e grazie del lavoro quotidiano.
Luca 68
Anch'io ritengo "Long and
Wasted Years" in pezzo più significativo dell'album e sono anche
dell'idea di Maurizio che questo bellissimo album manchi di qualcosa,
non di spontaneità o sincerità, di quelle ce n'è da vendere, manca un
degno vestito musicale che sappia differenziare un pezzo dall'altro e
dare ad essi il giusto valore. Sappiamo che Dylan come produttore è
assai sbrigativo (lo è sempre stato nelle incisioni, a volte buona la
prima, incisioni in diretta con poche overdubbing. Tempest è molto bello,
una medaglia a due facce, a volte sembra dominare la superficialità, ma
improvvisamente, senza preavviso torna di botto tutta la profondità, la
magia, la poesia, il dramma della vita che fa da contraltare ai momenti
leggeri tipo "Duquesne Whistle", un album che prodotto da Knoplfler sarebbe stato più bello ancora, forse
Lanois l'avrebbe reso troppo ridondante di suoni e ne avrebbe falsato un
pochino le caratteristiche, ma questa è solo una delle tante diverse
impressioni che si possono avere dopo i primi ascolti nei quali si
commete sempre l'erore di voler capire tutto al primo ascolto. Dylan è
stato all'altezza del suo mito in diversi pezzi di quest'album, ma per
assimilarlo bene dobbiamo ascoltarlo ancora molte molte volte. La base è
ottima, questo è subito evidente, ma per carpire tutte le sfumature e le
sottigliezze dylaniane ci vuole molto, molto più tempo.
E' passato così tanto tempo
Da quando ci amavamo e i nostri cuori erano sinceri
Una volta, per un breve momento, sono stato l'uomo per te
Ieri sera ti ho sentita parlare nel sonno
Stavi dicendo cose che non si dovrebbero dire, oh baby
Un giorno potresti dover andare in cella
C'è un posto dove possiamo andare, c'è qualcuno che possiamo vedere? It's been such a long long time
Since we loved each other and our hearts were true
One time, for one brief day, I was the man for you
Last night I heard you talkin’ in your sleep
Saying things you shouldn't say, oh baby
You just may have to go to jail someday
Is there a place we can go, is there anybody we can see?
Forse è lo stesso per te come per me
Non ho più visto la mia famiglia da vent'anni
Questo non è facile da capire, potrebbero essere morti ora
Ho perso le loro tracce dopo che hanno perso la loro terra
Datti una mossa baby, agitati e grida
Tu conosci tutta la faccenda
Comunque che ci fai là fuori sotto al sole?
Non lo sai che il sole potrebbe bruciarti il cervello?
Il mio nemico è caduto nella polvere Maybe it's the same for you as it is for me
I ain't seen my family in twenty years
That ain't easy to understand, they may be dead by now
I lost track of em after they lost their land
Shake it up baby, twist and shout
You know what it's all about
What are you doing out there in the sun anyway?
Don't you know, the sun can burn your brains right out
My enemy crashed into the dust
È morto sul suo cammino e ha perso la sua lussuria
E' stato investito con forza e si è frantumato
E' morto per la vergogna, aveva un cuore di ferro
Io porto gli occhiali scuri per coprire i miei occhi
Ci sono segreti dentro di essi che io non riesco a nascondere
Ritorna Baby
Se ho ferito i tuoi sentimenti mi scuso
Due treni che corrono fianco a fianco, distanti quaranta miglia
Giù sulla linea orientale
Tu non devi andartene, sono appena venuto da te perché sei mia amica
Penso che quando avro girato la schiena
Tutto il mondo dietro me sarà bruciato Stopped dead in his tracks and he lost his
lust
He was run down hard and he broke apart
He died in shame, he had an iron heart
I wear dark glasses to cover my eyes
There are secrets in em that I can't disguise
Come back baby
If I hurt your feelings, I apologize
Two trains running side by side, forty miles wide
Down the eastern line
You don't have to go, I just came to you because you're a friend of mine
I think that when my back was turned
The whole world behind me burned
E' stato un momento
Da quando abbiamo percorso quel lungo, lungo corridoio
Abbiamo pianto in una mattina fredda e gelida
Abbiamo pianto perché le nostre anime sono state lacerate
Questo per quanto riguarda le lacrime
Questo per quanto riguarda questi anni lunghi e sprecati It's been a while
Since we walked down that long, long aisle
We cried on a cold and frosty morn
We cried because our souls were torn
So much for tears
So much for these long and wasted year
E’ la canzone più bella
di “Tempest”, quella che forse avvicina di più il Dylan odierno a quello
di “Blod On The Tracks”. Bob canta una storia che parla di una delle
centinaia di migliaia di coppie americane che vivono ancora insieme
senza più quel sentimento che li aveva uniti anni addietro, quando i
loro cuori erano sinceri, quando si amavano veramente, quando in un
momento che sembra ormai lontano nel tempo lui sentiva di essere l’uomo
per lei. Potrebbe, in un certo qual modo, essere la storia di Bob e
Sara, dei loro tempi felici, quando l’amore fra i due la faceva da
padrone, quando c’era una ragione per stare insieme, ragione che pian
piano andrà affievolendosi nel tempo fino a far diventare i due quasi
estranei, proprio come la coppia protagonista della canzone. Sembra di
sentire ancora un fondo di vecchia rabbia nascosta nella raspa della
voce, dietro la apparentemente disillusa constatazione dell’uomo che
l’amore si è trasformato in una noiosa abitudine, che i sentimenti si
sono persi nella notte dei tempi, noi due, dice lui, sembriamo due treni
che corrono su due binari paralleli ma molto distanti uno dall’altro.
Inevitabilmente il pensiero porta la sua mente alla sua famiglia, quanti
anni che non vede più i suoi cari, ha perso le loro tracce, non ha più
notizie, potrebbero essere anche tutti morti.
Dentro di se le dice “Dai piccola, svegliati, datti una mossa per la
miseria, muoviti, fai qualcosa, non rimanere lì immobile, il sole
potrebbe bruciarti il cervello se insisti nella tua immobiltà".
Il pensiero torna ora a se stesso, si vede come se fosse stato il suo
metaforico nemico, quello che lui ha ucciso tanti anni fa dentro di se
per diventare quella persona indifferente che è oggi. Ha perso tutto di
quella persona, la personalità, i sentimenti, la carica sessuale. Quella
persona che era non c’è più, il tempo e l’abitudine l’hanno uccisa,
l’amore fa passare il tempo ma il tempo fa passare l’amore. Il dramma è
che lui è pienamente cosciente di questa disperata situazione, con
dolore si mette gli occhiali scuri per far in modo che nessuno possa
entrare nei segreti del suo mondo che sono palesi dentro i suoi occhi,
quello che lui era una volta ora non c’è più, è morto per la vergogna.
La mente gli manda un altro pensiero triste, quasi sente di volerle
chiederle scusa se qualche volta l'ha ferita, se l’amore è diventato
solo amicizia, torna da me piccola, forse si potrebbe anche tentare di
ricominciare da capo.
Il loro amore è sembrato essere solo un momento, un momento pieno di
ricordi dolci, sentimentali ed erotici, ora restano solo delle lacrime,
lacrime dolorose per i loro cuori lacerati, per questi lunghi e inutili
anni sprecati.
Bob e Sara si lasciano, forse saranno rimasti solo buoni amici o forse
no, nessuno lo può sapere. Sara si trasferì alle Hawaii, forse avrà
avuto altre storie con altri uomini, proprio come ha fatto lui con molte
altre donne, la differenza è che lui è capace di ricordare e raccontare
ancora una volta la storia di quel dolore mentre lei forse piangerà in
silenzio quando sentirà la sua voce cantare “Long and Wasted Years”.
Mr.Tambourine
Sabato 15
Settembre 2012
La mail
di Giulia Satta
Salve,
Ecco qui la mia personale traduzione di Scarlet Town. Spero possa
servire!
Giulia
Scarlet Town
CITTA' SCARLATTA
(traduzione di Giulia Satta)
Nella Città Scarlatta, dove sono nato
Ci sono foglie di edera e spine d'argento
Le strade hanno nomi che non puoi pronunciare
L'oro si è abbassato ad un quarto per un'oncia
La musica inizia e le persone ondeggiano
Tutti chiedono “Andiamo nella stessa direzione”?
Zio Tom ancora lavora per Zio Bill
La città scarlatta sta sotto la collina In Scarlet Town, where I was born
There’s ivy leaf and silver thorn
The streets have names that you can’t pronounce
Gold is down to a quarter of an ounce
The music starts and the people sway
Everybody says, “Are you going my way?"
Uncle Tom still workin' for Uncle Bill
Scarlet Town is under the hill
La Città Scarlatta nel mese di maggio
Il dolce William Holme coricato nel suo letto di morte
La signora Mary affianco al letto
Baciando il suo viso e gettando preghiere sopra la sua testa
Così coraggioso e sincero, così gentile è lui
Piangerò per lui come lui potrebbe piangere per me
Piccolo raazzo triste, fai partire il soffio del corno
Nella città scarlatta, dove sono nato Scarlet Town in the month of May
Sweet William Holme on his deathbed lay
Mistress Mary by the side of the bed
Kissin' his face and puttin' prayers on his head
So brave and true, so gentle is he
I’ll weep for him as he would weep for me
Little Boy Blue come your blow horn
In Scarlet Town, where I was born
Città Scarlatta, nella calde ore di mezzogiorno
Ci sono le ombre delle foglie delle palme e fiori ovunque
Mendicanti accovacciati davanti al cancello
L'aiuto arriva, ma arriva troppo tardi
Da lastre di marmo e nei campi di pietre
Esprimi i tuoi umili desideri
Ho toccato le vesti, ma il lembo era strappato
Nella città scarlatta, dove sono nato Scarlet Town, in the hot noon hours,
There’s palm-leaf shadows and scattered flowers
Beggars crouching at the gate
Help comes, but it comes too late
By marble slabs and in fields of stone
You make your humble wishes known
I touched the garment, but the hem was torn
In Scarlet Town, where I was born
Nella Città Scarlatta, la fine è vicina
Le sette meraviglie del mondo sono qui
Il cattivo ed il buono vivono fianco a fianco
Tutte le forme umane sembrano glorificate
Metti il tuo cuore su un piatto ed osserva chi lo addenterà
Osserva chi si prenderà cura di te e ti augurerà buona notte
Ci sono boschi di noci e aceri
Nella Città Scarlatta piangere non farà affatto bene In Scarlet Town, the end is near
The Seven Wonders of the World are here
The evil and the good livin' side by side
All human forms seem glorified
Put your heart on a platter and see who will bite
See who will hold you and kiss you good night
There’s walnut groves and maplewood
In Scarlet Town cryin' won’t do no good
Nella Città Scarlatta combatti coi nemici di tuo padre
Su in cima alla collina soffia un vento caldo
Li combatti in cielo e li combatti per terra
Li combatti col whisky, la morfina ed il gin
Hai gambe che possono far impazzire un uomo
Tante cose non abbiamo fatto che vorrei avessimo fatto
Nella Città Scarlatta il cielo è limpido
Spererai, per Dio, di essere qui In Scarlet Town, you fight your father’s
foes
Up on the hill, a chilly wind blows
You fight ‘em on high and you fight 'em down in
You fight 'em with whiskey, morphine and gin
You’ve got legs that can drive men mad
A lot of things we didn’t do that I wish we had
In Scarlet Town, the sky is clear
You’ll wish to God that you stayed right here
Lasciali perdere Joe, suona “Camminando per la stanza”
Suonala per la mia puttana senza seno
Sto sveglio fino a tardi, sto facendo ammenda
Mentre sorridiamo, l'intero paradiso discende
Se l'amore è un peccato, allora la bellezza è un crimine
Tutte le cose sono belle a loro tempo
Il bianco ed il nero, il giallo ed il marrone
Va tutto bene là davanti a te nella Città Scarlatta. Set ‘em Joe, play “Walkin’ the Floor"
Play it for my flat-chested junkie whore
I’m staying up late, I’m making amends
While we smile, all heaven descends
If love is a sin, then beauty is a crime
All things are beautiful in their time
The black and the white, the yellow and the brown
It’s all right there in front of you in Scarlet Town
Ciao Mr.Tambourine,
sono riuscito ad avere in anteprima mondiale il testo tradotto in
italiano dell’ultima intervista a Bob Dylan così come apparirà sul
prossimo numero di Rolling Stone. Ho pensato possa farti piacere
leggerla ed eventualmente pubblicarla su maggiesfarm.
NB: Ho tralasciato i convenevoli, andando dritto dentro l’intervista
vera e propria, quando comincia a parlare dell’Italia e di “Tempest”.
Nell’intervista RS=giornalista di Rolling Stone, BD=Bob Dylan
RS: “Il tuo ultimo concerto in Italia ha suscitato un po’ di trambusto…”
BD: “Ah si? Io non me ne sono accorto.”
RS: “Un giornalista ha scritto che forse faresti meglio ad abbassare il
sipario…”
BD: “Sparare su Bob Dylan è come sparare alle spalle a Billy The Kid:
zero rischi, massimo risultato.”
RS: “Su quel concerto ha espresso perplessità anche un famoso regista e
attore italiano…”
BD: “Oh, mi spiace. E chi sarebbe costui?”
RS: “Un certo Carlo Verdone.”
BD: “Non lo conosco. Quanti Oscar ha vinto?”
RS: “Nessuno direi.”
BD: “Forse non è poi così famoso… Un Oscar l’ho vinto persino io da
dietro il sipario…”
RS: “Non ti piacciono molto le critiche, vero?”
BD: “Non mi piacciono quelli che parlano di me solo per attirare
l’attenzione su di se, senza neppure sapere di cosa diavolo stanno
parlando. Non mi piacciono i parassiti.”
RS: “Torniamo a ‘Tempest’, il tuo nuovo album…”
BD: “Mi sembra una buona idea.”
RS: “Pensi che possa piacere a qualcuno che non sia un tuo fan?”
BD: “E’ una domanda seria?”
RS: “Sì, certo. Intendo dire che probabilmente la maggioranza dello
zoccolo duro dei tuoi fan lo apprezzeranno, ma…”
BD: “…Ma cosa? Ma un fan di Lady Gaga o di Marylin Manson no? E tu?”
RS: “Io cosa?”
BD: “Tu pensi che una lettrice di ‘Cucito e Uncinetto’ comprerà il
prossimo numero di ‘Rolling Stone’ per leggere la tua intervista?”
RS: “Bè…Credo di no…”
BD: “Lo credo anch’io.”
RS: “Qualcuno ha detto che nel tuo nuovo album in realtà non c’è niente
di nuovo e chiunque potrebbe fare uno o anche dieci album del genere.”
BD: “Quel qualcuno dovrebbe passare dalle parole ai fatti e poi farci
ascoltare i risultati, scommetto che ci sarebbe da divertirsi…”
RS: “Pensi che ci sia una sorta di accanimento nei tuoi confronti?”
<Bob Dylan accenna ad un sorriso a metà tra il sarcastico e il
malinconico>
BD: “Accanimento? No, non credo. A parte il fatto che ogni cosa che
faccio o dico viene analizzata come contenesse le risposte a tutti i dubbi
insoluti dell’umanità, direi di no… Non c’è accanimento…”
RS: “Forse le persone si aspettano che tu…”
BD: “Io non mi aspetto niente da loro, mi spieghi perché loro dovrebbero
aspettarsi qualcosa da me?”
RS: “ ‘Blowin in the wind’ ha scosso un’intera generazione, pensi che ci
sia una canzone di ‘Tempest’ che possa sortire lo stesso effetto?”
BD: “Non è stata ‘Blowin in the wind’ a scuotere un’intera generazione.
Un seme deve avere un terreno dove germogliare altrimenti è destinato a
rimanere un seme. Se vuoi cambiare qualcosa devi essere tu per primo a
cambiare, a lottare per quel cambiamento. Non puoi pretendere che sia
qualcun altro a farlo per te.”
RS: “Pensi che ‘Tempest’ possa essere considerato uno dei tuoi album
migliori?”
BD: “Non lo so, lo chiedo io a te. Tu cosa pensi?”
RS: “Bè, dovrei ascoltarlo meglio per dare un giudizio definitivo, ma a
me piace molto, dico sul serio.”
BD: “Davvero? Mi fa piacere. Gustati il gelato…”
RS: “Di cosa stai parlando?”
BD: “Non la conosci la storiella del bambino e del gelato?”
RS: “No…”
BD: “Allora te la racconto io. C’era una volta un bambino che, di fronte
all’ardua scelta tra un gelato al cioccolato ed uno alla crema, scelse
infine quello al cioccolato. Appena gli venne consegnato il gelato vide
un altro bimbo, intento a gustarsi il suo gelato alla crema. Chissà come
doveva essere buono quel gelato alla crema, pensava il bambino. E
intanto, il suo gelato al cioccolato, altrettanto buono, gli si
scioglieva in mano…”
RS: “Potresti scriverci una canzone…”
<Bob Dylan accenna un mezzo sorriso>
BD: “Ci ho pensato, ma poi mi verrebbero a dire che sono un plagiatore
di filastrocche per bambini, e non ci dormirei la notte…”
RS: “Bè, l’intervista è finita. E’ stato un piacere fare due chiacchiere
con te.”
BD: “Anche per me.”
RS: “ Blood on the tracks, Blonde on blonde, Oh Mercy, Highway 61, Time
out of mind e Tempest “
BD: “Cosa?”
RS: “I miei gusti di gelato preferito. Ma d’inverno mi piace un sacco
anche il gusto di ‘Christmas in the heart’ e di ‘Nashville Skyline’ ”
BD: “E’ bello carico il tuo gelato…”
RS: “Sì, e già guardo con invidia il ragazzo che si è appena fatto fare
un gelato al gusto di The Freewheelin Bob Dylan, Infields, Modern Times,
Street Legal e ...
BD: “Mi stai dando del gelataio?”
RS: “No, ti sto ringraziando in modo ironico, perché se lo facessi in
qualsiasi altro modo non mi capiresti…”
BD: “Capire cosa?”
RS: “Capire che c’è vita sulla Terra da 4,4 miliardi di anni e ci sono
chissà quanti miliardi di pianeti nell’Universo e il fatto che la mia
vita si sia in qualche modo incrociata con la tua è davvero
un’incredibile eccezionale fortuna; i tuoi album, le tue canzoni, le tue
parole hanno reso migliore la mia vita; sei stato il mio riparo dalla
tempesta, il mio vento idiota, la mia alba su di un lago ghiacciato, la
mia pietra rotolante, e non so come fare a dirti tutto questo senza
sembrare ridicolo e mi sento maledettamente in debito con te. Questa è
la verità, che ti piaccia o no, che tu te ne renda conto o meno…”
BD: “Posso andare adesso? Ho scritto almeno un migliaio di canzoni, e ho
una certa età, se le citi tutte potrei non uscirne vivo…”
RS: “Sì, certo puoi andare adesso, grazie e alla prossima.”
BD: “Sì, alla prossima. Grazie.”
Così si è conclusa la mia intervista a Bob Dylan. Anzi no, c’è ancora
una cosa. Sono pronto a giurare che quel suo “Grazie” a fine intervista
non era una semplice formalità, quel “Grazie” era rivolto a tutte le
persone che lo apprezzano per quello che è, e non per quello che
vorrebbero fosse; e chissà, forse quel “Grazie” era rivolto a tutti
quelli che, facendo proprie le sue canzoni, hanno in qualche modo
contribuito a farlo diventare Bob Dylan.
Marco on the Tracks
E' proprio il caso di
dire: Ubi leonis pellis deficit, vulpina induenda est (Quando manca la
pelle del leone, bisogna indossare quella della volpe). Ottimo lavoro e
ottima fantasia! :o)
Salve a tutti,
desideravo avere un'opinione da chi ha già acquistato il nuovo disco di
Dylan.
Poichè esistono tre versioni in commercio, ovvero il Cd normale, la
versione deluxe slipcase e quella con 2 vinili + il Cd sono indeciso su
quale acquistare.
Che differenza c'è tra quella in Cd normale e quella deluxe (oltre il
costo ovviamente)?
Cioè in quella deluxe c'è qualche gadget, libro o foto che giustifica il
maggior costo ma che è da preferire rispetto al CD normale?
Infine, sono circa cinque anni che attendo Chronicles Vol 2. Se ne sa
qualcosa?
Dato che l'idea di Dylan era di fare 3
volumi credo che il terzo uscira nel 2025 se tutto va bene!!!
Grazie a chi vorrà rispondere alle mie domande. Francesco.
Per Chronicles Vol.2
dovrai aspettare ancora qualche anno, il Prof. Alessandro Carrera,
traduttore ufficiale italiano di Bob Dylan e stimatissimo amico e
prezioso collaboratore di Maggie's Farm, ha più volte ribadito di non
avere nessuna
notizia in proposito, quindi continuiamo a sperare nel futuro! Intanto chi ha già acquistato
Tempest potrebbe fornire delucidazioni a Francesco? Restiamo in attesa.
Thanks, :o)
Ciao!
La foto sul retro di Tempest è evidentemente ritoccata, a cominciare
dalla stessa barba di Bob.
Magari lo scatto non è recentissimo, ma nemmeno del 2001 ......Otello
Caro Mr. Tambourine,
dopo i non retorici complimenti per il modo incisivo e insieme garbato
con cui gestisci "Maggiesfarm", due parole su "Tempest", dato che c'è
chi parla di capolavoro e di una sua collocazione in una ipotetica "top
5" (su quest'ultima possibilità anche tu hai manifestato qualche
perplessità).
Solo due parole, perché è un disco che, per quel che mi riguarda, ha
bisogno di essere ascoltato ancora e metabolizzato, prima di poter
essere discusso o commentato analiticamente (ma questo, si capisce, è un
problema mio). Magari, se riuscirò a non dire troppe banalità, ti
scriverò di nuovo tra qualche giorno.
Capolavoro? a me pare un disco molto buono, con alcuni momenti persino
esaltanti ("Duquesne Whistle", ad esempio, mi piace molto; come pure
"Pay in blood"; e anche la title-track, che pure avrebbe potuto, come
anche tu osservi, essere senza danno alcuno più breve, ha però una sua
suggestione "ipnotica" che non fa pesare le innumerevoli strofe"). Ma da
qui a parlare di capolavoro, secondo me, ne passa.
Top 5? che dire?
Provo a mettere in fila, in ordine cronologio e non di preferenza, gli
album che a me sembrano, per ragioni diverse, stare "più in alto", in
una ipotetica classifica, rispetto a "Tempest":
1) Freewheelin'
2) Bringing it all back home
3) Highway 61 revisited
4) Blonde on blonde
5) Blood on the tracks
6) Desire
7) Slow train coming
8) Oh mercy
9) Time out of mind
10) Love & Theft
11) Modern Times
Questione (anche) di gusti personali, s'intende. Ma nella mia ipotetica
e provvisoria classifica, "Tempest" - che pure mi piace e mi piace
molto, e che in questi giorni riascolto ogni volta che posso - finisce
oltre il decimo posto, magari a pari merito con qualche altro lavoro (ci
sarà chi penserà che sono matto, ma a me, ad esempio, "Saved" piace
molto; e anche "Street legal" ha il suo perché) . Pronto a ricredermi
dopo altri ascolti, s'intende. E convinto che, quando si ha che fare con
il Bardo di Duluth, le classifiche, oltre ad essere variabili
all'infinito, hanno alla fine davvero poco senso: conta l'emozione che
quella canzone o quel disco, in quel momento, ti sanno regalare; e qui,
per quel che mi riguarda, Bob Dylan in un modo o nell'altro non delude
mai.
Un caro saluto,Giorgio
Penso anch'io che ci
vorrà ancora molto per vergare un giudizio equilibrato su Tempest. E'
vero, a volte l'entusiasmo fa esagerare, Tempest è un ottimo album di
certo, difficilissimo invece piazzarlo in una ipotetica classifica di
merito, e poi, che senso avrebbe stilare una classifica del genere,
ognuno ha la sua che non vale per un altro, sembrerebbe una cosa che
lascia il tempo che trova. Ogni dylaniano ha i suoi gusti personali, a
volte non compatibili con quelli di altri, quindi ogni giudizio è
personalissimo, anche se l'opinione di gente come Alessandro Carrera (a
proposito, a breve la sua opinione su Tempest, non perdetela) o Paolo
Vites, ultra esperti dylaniani ha più valore di quella di altri più
modesti esperti del lavoro dylaniano. Comunque viva le opinioni di
tutti, e viva Tempest che sembra meritare tutti i nostri applausi! :o)
Era tardi, ieri notte, quando il boss tornò a casa
ad una casa deserta ed un desolato trono
Lo scagnozzo disse: “Boss, la donna è andata
E' partita questa mattina, poco prima dell'alba” It was late last night when the boss came
home
To a deserted mansion and a desolate throne
Servant said: “Boss, the lady’s gone
She left this morning just ‘fore dawn.”
“Hai qualcosa da dirmi. Dillo a me, amico
Vieni al punto più direttamente che puoi”
“Il vecchio Henry Lee, capo del clan
Venne a cavallo attraverso i boschi e la prese per mano” “You got something to tell me, tell it to
me, man
Come to the point as straight as you can”
“Old Henry Lee, chief of the clan
Came riding through the woods and took her by the hand”
Il boss distese la sua schiena piatta sul suo letto
Imprecò per il caldo e strinse la sua testa
Considerò il futuro del suo destino
Aspettare un altro giorno potrebbe essere troppo tardi The boss he lay back flat on his bed
He cursed the heat and he clutched his head
He pondered the future of his fate
To wait another day would be far too late
“Andate a prendere la mia giacca e la mia cravatta
E la manodopera più economica che i soldi possono comprare
sellatemi la mia cavalla marrone
Se mi vedete passare tirate fuori una preghiera” “Go fetch me my coat and my tie
And the cheapest labour that money can buy
Saddle me up my buckskin mare
If you see me go by, put up a prayer”
Beh, cavalcarono tutta la notte e cavalcarono tutto il giorno
Verso est lungo la grande strada
Il suo spirito era stanco e la sua vista era distorta
I suoi uomini lo abbandonarono e lui proseguì Well, they rode all night, and they rode all
day
Eastward, long down the broad highway
His spirit was tired and his vision was bent
His men deserted him and onward he went
Arrivò in un posto dove la luce era scialba
La sua fronte martellava dentro la sua testa
Il cuore pesante era colmo di dolore
l' insonnia infuriava nel suo cervello He came to a place where the light was dull
His forehead pounding in his skull
Heavy heart was racked with pain
Insomnia raging in his brain
Beh, gettò per terra il suo elmo e la sua spada dall'impugnatura a croce
Abbandonò la sua fede e rinnegò il suo Signore
si mise carponi, mise il suo orecchio sul muro
In un modo o nell'altro per mettere fine a tutto questo Well, he threw down his helmet and his
cross-handled sword
He renounced his faith, he denied his Lord
Crawled on his belly, put his ear to the wall
One way or another put an end to it all
Si chinò, tagliò il cavo elettrico
Scrutò dentro le fiamme e sbuffò sul fuoco
Sbirciò nell'oscurità, intravide i due
Difficile dire con certezza chi era chi He leaned down, cut the electric wire
Stared into the flames and he snorted the fire
Peered through the darkness, caught a glimpse of the two
It was hard to tell for certain who was who
Si calò giù con una catena dorata
I suoi nervi facevano tremare ogni vena
Le sue nocche sanguinavano, inspirò dell'aria
Passò le sue dita tra i suoi capelli sudici He lowered himself down on a golden chain
His nerves were quaking in every vein
His knuckles were bloody, he sucked in the air
He ran his fingers through his greasy hair
Si guardarono l'un l'altro ed i loro calici tintinnarono
Una sola cosa, inseparabilmente legati
“Ho la strana sensazione di avere vicino un uomo ”
“Non ti preoccupare di lui, non farebbe del male ad una mosca” They looked at each other and their glasses
clinked
One single unit, inseparably linked
“Got a strange premonition there’s a man close by”
“Don’t worry about him, he wouldn’t harm a fly”
Da dietro la tenda, il boss attraversò la stanza
Spostò i suoi piedi e sprangò la porta
Le ombre nascondevano i solchi del suo volto
Con tutta la nobiltà di una antica razza From behind the curtain, the boss he crossed
the floor
He moved his feet and he bolted the door
Shadows hiding the lines in his face
With all the nobility of an ancient race
Lei si voltò, trasalì con uno sguardo di sorpresa
Con un odio che avrebbe potuto squarciare i cieli
“Sei un pazzo incosciente, posso vederlo nei tuoi occhi
Venire fin qui non è stato per niente saggio” She turned, she was startled with a look of
surprise
With a hatred that could hit the skies
“You’re a reckless fool, I could see it in your eyes
To come this way was by no means wise”
“Alzati, tirati su, tu sgualdrina dalle labbra avide
E copriti la faccia o subiscine la conseguenza
Tu stai facendo male al mio cuore
Rimettiti i tuoi vestiti sulle spalle velocissimamente” “Get up, stand up, you greedy-lipped wench
And cover your face or suffer the consequence
You are making my heart feel sick
Put your clothes back on, double-quick”
“Ragazzo scemo, tu mi credi una santa
Non ascolterò più le tue lamentele
Non mi hai dato niente se non le bugie più dolci
Ora frena la tua lingua e soddisfa i tuoi occhi” “Silly boy, you think me a saint
I’ll listen no more to your words of complaint
You’ve given me nothing but the sweetest lies
Now hold your tongue and feed your eyes”
“Ti ho dato le stelle ad anche i pianeti
A cosa ti servono queste cose?
Piega il cuore se non le ginocchia
Oppure non vedari mai più questo mondo” “I’d have given you the stars and the
planets, too
But what good would these things do you?
Bow the heart if not the knee
Or never again this world you’ll see”
“Oh, per favore, non lasciare che il tuo
cuore sia freddo
Quest'uomo mi è più caro dell'oro”
“Oh tesoro mio, tu devi essere cieca
E' una scimmia senza fegato con un'inutile mente” “Oh, please let not your heart be cold
This man is dearer to me than gold”
“Oh, my dear, you must be blind
He’s a gutless ape with a worthless mind”
“Tu sei stato troppo a lungo insieme a me
Ora sono io che deciderò come saranno le cose”
“Prova a sfuggire” imprecò e maledisse
Dovrai provare a passare sul mio cadavere prima” “You’ve had your way too long with me
Now it’s me who’ll determine how things shall be”
“Try to escape,” he cussed and cursed ‘You’ll have to try to get past me first”
“Non lasciarti comandare dalla passione
Pensi che il mio cuore sia il cuore di uno sciocco?
E tu, signore, non puoi negare
che hai fatto di me una scimmia. Come e perché?” “Do not let your passion rule
You think my heart the heart of a fool?
And you, sir, you can not deny
You made a monkey of me, what and for why?”
“Non continuerò più con questo scambio di insulti
Il diavolo ti può avere, assisterò a questo
Ripensaci alla svelta o scansati
Altrimenti desidererai di essere morto nella culla” “I’ll have no more of this insulting chat
The devil can have you, I’ll see to that
Look sharp or step aside
Or in the cradle you’ll wish you’d died”
La pistola fece 'bum' e lo sparo risuonò chiaro
Il primo proiettile sfiorò il suo orecchio
La seconda pallottola andò ben dritta
E lui si piegò a metà come bidone ammaccato The gun went boom and the shot rang clear
First bullet grazed his ear
Second ball went right straight in
And he bent in the middle like a twisted pin
Strisciò verso l'angolo e abbassò la sua testa
impugno la sedia ed afferrò il letto
Ci vorrebbe di più di ago e filo
Sanguinando dalla bocca, era un uomo morto He crawled to the corner and he lowered his
head
He gripped the chair and he grabbed the bed
It would take more than needle and thread
Bleeding from the mouth, he’s as good as dead
“Hai ucciso mio marito, tu mostro”
“Marito? Quale marito? Cosa diavolo intendi?
Era un contendenteo, un peccatore
L'ho abbattuto e l'ho gettato al vento” “You shot my husband down, you fiend”
“Husband? What husband? What the hell do you mean?
He was a man of strife, a man of sin
I cut him down and threw him to the wind”
Questo lei disse col cuore rabbioso:
“Anche tu vedrai il signore della morte
Sono stata io che ho portato la tua anima alla vita”
Quindi sollevò i suoi vestiti e tirò fuori un coltello This she said with angry breath
“You too shall meet the lord of death
It was I who brought your soul to life”
Then she raised her robe and she drew out a knife
La sua faccia era dura e ricoperta di sudore
Le sue braccia dolevano e le sue mani erano bagnate
“Tu sei una regina assassina ed una moglie sanguinaria
Se non ti dispiace, prendo io il coltello” His face was hard and caked with sweat
His arms ached and his hands were wet
“You’re a murderous queen and a bloody wife
If you don’t mind, I’ll have the knife”
“Siamo due dello stesso genere ed il nostro sangue scorre ardente
Ma non siamo in alcun modo simili nel corpo o nel pensiero
Tutti i mariti sono buoni uomini, come tutte le mogli sanno”
Quindi lo trafisse al cuore e fece scorrere il suo sangue “We’re two of a kind and our blood runs hot
But we’re no way similar in body or thought
All husbands are good men, as all wives know”
Then she pierced him to the heart and his blood did flow
Le sue ginocchia zoppicarono e si allungò ad afferrare la porta
La sua tomba era chiusa, scivolò sul pavimento
Sussurrò alle orecchie di lei: “Questo è tutta colpa tua
I miei giorni di lotta sono arrivati alla fine” His knees went limp and he reached for the
door
His tomb was sealed, he slid to the floor
He whispered in her ear: “This is all your fault
My fighting days have come to a halt”
Lei toccò le sue labbra e baciò la suo guancia
Lui provò a parlare ma il suo respiro era debole
“Tu sei morto per me, ora io morirò per te”
Mise la lama sul suo cuore e ce la fece passare attraverso She touched his lips and kissed his cheek
He tried to speak but his breath was weak
“You died for me, now I’ll die for you”
She put the blade to her heart and she ran it through
Tutti e tre gli amanti insieme in un mucchio
Gettati nella tomba, a dormire per sempre
Le torce funebri fiammeggiavano lontano
Attraverso le città ed i villaggi l'intera notte e l'intero giorno. All three lovers together in a heap
Thrown into the grave, forever to sleep
Funeral torches blazed away
Through the towns and the villages all night and all day
Cara Giulia, bel lavoro,
ho fatto qualche modifica perchè più che una traduzione tu ne hai fatto
una sceneggiatura che, pur essendo molto bella, si discosta da una
normale traduzione. Un sentito grazie, alla prossima, :o)
Caro Tambourine,
come tanti appassionati, amanti del nostro magico Bob, ho ascolta
"Tempest" in più fasi: la prima è stata quella dell'"impeto"...ho
ascoltato tracce ed antemprime e la sensazione che mi era arrivata era
di un nuovo capolavoro del nostro: la seconda fase, detta "meditativa",
è quella che ho avuto dall'11 settembre ad oggi e, credo, sia quella più
corretta.
Tempest è un disco bello, piacevole all'ascolto e molto ben suonato.
Credo che non si sia arrivati ai livelli di Time Out Of Mind, ma
comunque si sia ben oltre a Modern Times e Together Through Life.....
Ci sono innumerevoli richiami a personaggi, ere, situazioni e
locations...il tutto mi riporta un pò a desolation row! La band è
affidabile, Hidalgo da un tocco di classe a questo disco (cosa che non
ho apprezzato molto nel suo precedente) e la voce di Bob rende
"speciali" canzoni che potrebbero ritenersi buone, ma "normali"!!! Che
dire poi dei testi....a prima lettura abbastanza semplici, ma ad una più
attenta ed accurata visione sempre profondi e forieri di notizie e
sensazioni....insomma il "classico" Dylan, il Dylan di cui noi tutti ci
siamo innamorati.
Non sono in grado di dire se "tempest" sia un capolavoro o meno, so solo
che per me è esattamente quello che, nei miei sogni, mi aspettavo da Bob
ma credevo non potesse avvenire...sono stato - un'altra volta - smentito
dal nostro...per cui, a mio avvisio, è uno dei 5 dischi che mi prenderei
su per andare su un'isola deserta!!!!:)
Grazie, ciao Dino
Io escluderei TTL che
anche allora definii un disco minore di Bob, ma per me Modern Times era
più raffinato e Time Out Of Mind aveva la fortuna di avere la voce di
Bob non ancora in queste estreme condizioni. Trovo "Long And Wasted
Years" semplicemente fantastico, il pezzo che si staglia al di sopra di
tutti gli altri. MI piace molto "Soon After Midnight", "Tempest" è
stupenda nella sua cantilena agonizzante e allucinante, ma sarebbero
bastate 30 strofe invece di 45. Conosco Bob dal 1963 e personalmente non
inserirei Tempest fra i suoi migliori 5 di sempre, ma questa è una
opinione e una classifica personale, al sesto o settimo posto ci
potrebbe stare senza difficoltà. Dylan è splendidamente volonteroso ma
oggi riesce adare quello che può, pur avendo aumentato la suggestività
della voce in certi pezzi pieni di pathos. Quando si tratta di rock la
cosa diventa più difficile e più piatta, ma nelle canzoni lente o blues
Bob è ancora grande, e non c'è Tom Waits o Bruce Springsteen che tenga!!
Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)
Ad avvalorare la tesi che i versi di "Early Roman Kings possano
riferirsi alla chiesa o alla religione cattolica vorrei dire la mia,
brevissima a dire il vero:
I versi "Io posso fasciare le tue ferite Con uno straccio intriso di
sangue raggrumato" potrebbero riferirsi alla Sacra Sindone e al potere
taumaturgico e mistificatorio che ha assunto nel corso degli anni nel
credo cattolico.
"Non ho paura di fare l'amore Con una puttana o una vecchia" chi fù il
primo essere umano e vedere Gesu' risorto dopo essersi tolto di dosso
quello "straccio intriso di sangue raggrumato" ? La Maddalena spesso
additata dai suoi
detrattori a puttana e magari il non aver paura di fare l'amore narrato
in prima persona possa riferirsi a parole dette da Gesù stesso, di cui
Dylan è devoto, tanto che dopo aver consumato il suo amore non ha paura
di incontrare gente a cui chiede di
sventolare un fazzoletto come a condividere il gesto di amore e
devozione verso una donna, di cui non ci si deve vergognare.
E subito dopo i versi "Ti posso togliere la vita Toglierti il respiro
Posso mandarti giù Alla casa della morte" la solita minaccia vigliacca
del credo cattolico, che si è uomini solo se si rifiutano tutti gli
istiniti più naturali, quella su cui hanno costruito 2000 anni di paura.
Massimo
L'idea di Giorgio da
Verona sta facendo proseliti a quanto vedo, davvero interessanti queste
interpretazioni!!! :o)
Giovedi 13
Settembre 2012
ROLL ON
JOHN
CONTINUA COSI' JOHN - (traduzione di Dean & Mirella Spencer)
Dottore, dottore mi dica l'ora del giorno
Un'altra bottiglia è vuota
Un altro centesimo è speso
Lui si voltò E se ne andò lentamente
Gli hanno sparato nella schiena ed è andato giù
Fai luce, vai avanti
Bruciavi così intensamente,
Continua così John Doctor, doctor tell me the time of day
Another bottle’s empty
Another penny spent
He turned around And he slowly walked away
They shot him in the back and down he went
Shine your light, move it on
You burned so bright,
Roll on John
Dalle banchine di Liverpool alle strade a luci rosse di Amburgo
Giù nella cava con i Quarrymen
Suonando per le grandi folle
Suonando in posti a buon mercato
Un altro giorno nella vita
Verso la fine del tuo viaggio
Fai luce, vai avanti
Bruciavi così intensamente,
Continua così John From the Liverpool docks To the red-light
Hamburg streets
Down in the quarry with the Quarrymen
Playing to the big crowds
Playing to the cheap seats
Another day in the life
On your way to the journey’s end
Shine your light, move it on
You burned so bright,
oll on John
Navigando attraverso gli alisei
Diretto a sud
Stracci sulla tua schiena proprio come ogni altro altri schiavo
Ti hanno legato le mani
E ti hanno bloccato la bocca
Non c’era via d'uscita da quella caverna profonda e oscura
Fai luce, vai avanti
Bruciavi così intensamente,
Continua così, John Sailing through the trade-winds
Bound for the south
Rags on your back just like any another slave
hey tied your hands
And they clamped your mouth
Wasn’t no way out of that deep dark cave
Shine your light, move it on
You burned so bright,
Roll on John
Ho sentito le notizie di oggi, oh ragazzo
Hanno tirato la tua nave a riva
Ora la città sta morendo, non c'è più gioia
Hanno strappato il cuore e l’han tagliato fin nel profondo
Fai luce, vai avanti
Bruciavi così intensamente,
Continua così, John I heard the news today, oh boy
They hauled your ship up on the shore
Now the city’s gone dark, there is no more joy
They tore the heart right out And cut it through the core
Shine your light, move it on
You burned so bright,
Roll on John
Tira fuori I bagagli E riempili
Parti adesso Non sei abituato a stare lontano da casa
Prima andrai
Prima tornerai
Sei stato rinchiuso su quell'isola troppo a lungo
Fai luce, vai avanti
Bruciavi così intensamente,
Continua così, John Put on your bags And get ’em packed
Leave right now You won’t be far from home
The sooner you go
The quicker you’ll be back
You been cooped up on that island far too long
Shine your light, move it on
You burned so bright,
Roll on John
Rallenta, ti stai muovendo troppo velocemente,
andiamo assieme, proprio ora,
hai le ossa stanche, stai per spirare l’ultimo respiro,
Signore, tu sai quanto difficile possa essere.
Fai luce, vai avanti
Bruciavi così intensamente,
Continua così John Slow down, You’re moving way too fast
Come together right now Over me
Your bones are weary You’r about to breath your last
Lord, you know how hard that it can be
Shine your light, move it on
You burned so bright,
Roll on, John
Non ti fermare, John, continua attraverso la pioggia e la neve,
Prendi la strada a destra e vai dove vanno i bisonti.
Ti intrappoleranno in un agguato prima che te ne renda conto,
Troppo tardi ormai per dire potrei cadere
Fai luce, vai avanti
Bruciavi così intensamente,
Continua così John Roll on, John Roll through the rain and snow
Take the right-hand road And go where the buffalos go
They’ll trap you in an ambush Before you know
Too late now to say I might fall
Shine your light, move it on
You burned so bright,
Roll on, John
Tigre, tigre, splendore ardente
Prego il Signore di conservare la mia anima
In quella foresta della notte
Proteggilo e lascialo dormire
Fai luce, vai avanti
Bruciavi così intensamente,
Continua così John Tiger, tiger burning bright
I pray the Lord my soul to keep
In that forest of the night
cover him over and let him sleep
Shine your light, move it on
You burned so bright,
Roll on, John
Master of sounds
Il suono. E' quello che rende grande Tempest (e che ha sempre reso
grande Dylan). Un suono antico e originale - in un certo modo e
curiosamente "mai sentito". Non si coglie compiutamente nello streaming
in rete, no. Va tenuto alto e lasciato vibrare nell'aria. Allora Early
Roman Kings non suona per niente scontato. E Tin Angel fa davvero calare
le tenebre, come nessun film o romanzo noir potrebbe fare. La forza
antica di una oscura ballata che rivive oggi, nell'era dei suoni
compressi, appiattiti e insipidi. Non so se Tempest possa dirsi un
capolavoro, non ha un concept che lo tiene insieme: sembra piuttosto
liberare o dissipare nicchie di senso. Superato se stesso, si chiude in
modo incerto...
Gypsy Flag
e questa è una pagina della fattoria dove
il Prof. Carrera fa una disamina sull'argomento "Dylan / Timrod" di cui
si parla nell'intervista ...
http://www.maggiesfarm.it/carreratimrod.htm
... volevo aggiungere una piccola considerazione ... credo .. ma posso
sbagliarmi ... che sia la prima volta che Dylan parli esplicitamene di
quel "Giuda" del 1966 ... ci ha sempre girato intorno con termini
generali e discorsi contestuali... ma ora dopo 46 anni ... apostrofa il
tipo (o i tipi) con uno " stronzo figlio di puttana "... quindi, a
questo punto, la frase completa dovrebbe essere: "sei un bugiardo ...."
... (46 anni di pausa) ... "stronzo figlio di puttana" ....
Infine ... non so per riverenza o per altro ... ma l'unica recensione
negativa su Tempest che ho trovato è questa .... dice ... "aurea
mediocritas" ... voto 6,4 ...
http://www.sentireascoltare.com/recensione/10613/bob-dylan-tempest.html
ciao
Grazie Mr. Tambourine
Ho letto cio' che hai scritto in risposta su MF e Ti ringrazio.
Ascolta:
Portano anelli d'oro appariscenti
Tutte le donne impazziscono
Io posso fasciare le tue ferite
Con uno straccio intriso di sangue raggrumato
Non ha paura di fare l'amore
Con una puttana o una vecchia
Se mi vedete arrivare E siete fermi lì
Sventolate il vostro fazzoletto Nell'aria
Ti posso togliere la vita Toglierti il respiro
Posso mandarti giù Alla casa della morte
Sono alcuni anni che si parla (in tutto il mondo compreso casa Dylan)
delle orgie pedofile vaticane e del caso della povera Emanuela Orlandi.
Ne portano di anelli d'oro i Cardinali!!! Per forza le donne
impazziscono.
La casa della morte e' per Dylan Sant' Apollinare?
Non l'hanno confermato, ma si è capito cosa è stato nascosto in quel
posto.
Per me Bob fa finta di niente ma sa tutto di ogni angolo del mondo!
Ciao, Giorgio
Ripeto, potresti avere
dannatamente ragione, io non saprei esprimermi su questa (lasciami dire)
fantasiosa o geniale intuizione, resto sempre in attesa di conferme di
altri Maggiesfarmers in questo senso. :o)
Carissimi Dylaniati,
vorrei porvi l'attenzione su un particolare del disco "tempest", in
questo caso la retrocopertina. Quando l'ho vista ho notato un qualcosa
che stonava: ammetto che è una sensazione veramente di poco conto.
Secondo me la foto che ritrae Dylan al volante dell'auto non è stata
scattata per quest'album, bensì è vecchia almeno di 10 anni. Se ci fate
caso il viso un pò dimagrito, i baffi appena pronunciati....se vedete le
foto di "love and theft" e "Modern times" noterete che le
caratteristiche del viso sono uguali. Negli ultimi anni invece il viso
di Bob è più rotondo e poi porta il pizzo.
Lo so, è una cavolata però mi andava di raccontarlo..
Ciao MIchele Lenzi
Credo che sia più che
evidente che la tua osservazione è esatta, la foto di retrocopertina è
contemporanea dei tempi di Love and Theft, e se il messaggio di Dylan
fosse: "Sono tornato ai tempi di LAT?
Mercoledi
12
Settembre 2012
La mail di Giorgio da Verona
Cari amici di MF,
sono Giorgio da Verona. Di tanto in tanto scrivo le mie opinioni.
Ovviamente non sono ne' Alessandro Carrera ne' Andrea Cossu, premetto.
La mia domanda e' la seguente: essendo che Bob esprime con allegorie e
significati da interpretare e quindi nascosti, leggendo la traduzione di
"Early Roman Kings" c'e' qualche cosa che mi fa pensare alla parte
"malata e sporca" all'interno delle mura vaticane ed i Suoi rapporti
diretti con le mafie internazionali. Anche se il punto di partenza e'
una gang di ragazzi malavitosi. Oltre a cio' mi sembra strano che un Bob
Dylan crei un testo intero con riferimento ad una gang giovanile e
basta. C'e' dell'altro a mio giudizio!
Che ne pensate?
A presto, Giorgio da Verona
Per semplicità riporto il
testo e la traduzione:
Early Roman Kings - (traduzione
Mr.Tambourine e Dean Spencer)
All the early Roman kings
Tutti i primi re Romani
In their sharkskin suits
Nelle loro tute di pelle di squalo
Bow ties and buttons
Cravatte a farfalla e bottoni
High top boots Drivin’ the spikes
in Alti stivali a punta con suole chiodate
Blazin’ the rails
Splendenti sulle rotaie
Nailed in their coffins
Inchiodati nelle loro bare
In top hats and tails
Cappelli a cilindro e giacche con le code
Fly away over
Vola via oltre
Fly away, flap your wings
Vola via sbattendo le ali
Fly by night
Vola nella notte
Like the early Roman kings
Come i primi Re Romani
all the early roman kings
Tutti i primi re Romani
in the early early morn
Alle prime ore del mattino
coming down the mountain
Scendono dal monte
distributing the corn
Distribuendo il grano
speeding through the forest
Veloci attraverso la foresta
racing down the track
Corrono lungo la pista
you try to get away
Tu tenti di scappare
they drag you back
Loro ti trascinano indietro
Tomorrow is friday
Domani è venerdì
we’ll see what it brings
Vedremo cosa ci porterà
everybody’s talking
Tutti stanno parlando
bout the early roman kings
Dei primi re Romani
They’re peddlers and they’re meddlers
Sono venditori ambulanti e sono ficcanaso
They buy and they sell
Comprano e vendono
They destroyed your city
Hanno distrutto la tua città
They’ll destroy you as well
Distruggeranno anche te
They’re lecherous and treacherous
Sono lascivi e traditori
A-Hell bent for leather
Fissati a combattere
Each of ‘em bigger
Ognuno di loro è più grande
than all of them put together
Di tutti loro messi insieme
Sluggers and muggers
Picchiatori e rapinatori
Wearing fancy gold rings
Portano anelli d'oro appariscenti
All the women goin’ crazy
Tutte le donne impazziscono
For the early Roman kings
Per i primi Re Romani
I can dress up your wounds
Io posso fasciare le tue ferite
with a blood-clotted rag
Con uno straccio intriso di sangue raggrumato
I aint afraid to make love
Non ha paura di fare l'amore
to a bitch or a hag
Con una puttana o una vecchia
if you see me comin’
Se mi vedete arrivare
and you’re standing there
E siete fermi lì
wave your handkerchief
Sventolate il vostro fazzoletto
in the air
Nell'aria
I ain’t dead yet
Non sono ancora morto
my bell still rings
Il mio campanello suona ancora
I keep my fingers crossed
Tengo le dita incrociate
like them early roman kings
Come quei primi re Romani
i can strip you of life
Ti posso togliere la vita
strip you of breath
Toglierti il respiro
ship you down
Posso mandarti giù
to the house of death
Alla casa della morte
one day
Un giorno
you will ask for me
Tu chiederai di me
there’ll be no one else
Non ci sarà nessun altro
that you’ll wanna see
Che vorrai vedere
bring down my fiddle
Porta giù il mio violino
tune up my strings
Accorda le mie corde
I’m gonna break it wide open
Ho intenzione di spaccarlo ( oppure "La raderò al suolo")
like the early roman kings
Come i primi re Romani
i was up on black mountain
Ero sulla montagna nera
the day Detroit fell
Il giorno che cadde Detroit
they killed ‘em all off
Li hanno uccisi tutti
and they sent ‘em to hell
E li hanno spediti all'inferno
ding dong daddy
Ding dong babbo
you’re coming up short
Non raggiungerai il traguardo
gonna put you on trail
Ti metteranno alla sbarra
in a sicilian court
In un tribunale siciliano
i’ve had my fun
Ho avuto il mio divertimento
i’ve had my flings
Ho avuto le mie avventure
gonna shake em all down
Li scuoterò giu tutti (oppure "li demolirò tutti)
like the early roman kings
Come i primi re Romani
L'accenno alla mafia
siciliana è più che chiaro ma la presenza del Vaticano mi sembra molto
più difficile da individuare. Comunque la tua ipotesi, oltre che
suggestiva potrebbe anche essere esatta, sottoponiamo perciò la
questione ai nostri Maggisfarmers e sentiamo come la pensano in
proposito. Non dimentichiamo che nel video di "Duquesne Whistle" Dylan
appare proprio alla testa di una gang di quartiere. I Roman Kings sono
una gang del south Bronx di NYC, e forse su di loro Dylan è venuto a
conoscenza di un sacco di cose che in internet non si trovano, avendo
quindi un motivo per scrivere una canzone su di loro, o forse da giovane
appena arrivato a New York avrebbe potuto avere avuto personalmente dei
problemi con qualche membro della gang, quien sabe?
Ciao, sto traducendo le canzoni di Tempest per uso personale e ho
pensato potessero esserti utili;
Ecco la prima, dai tu una controllatina perché l'ho tradotta in fretta e
furia. Seguiranno le altre.
IL FISCHIO DEL DUQUESNE (traduzione di Francesco Papeo)
Ascolta il fischio del Duquesne che soffia,
che soffia come per spazzare via il mio mondo;
Mi fermerò a Carbondale e andrò avanti,
Quel treno di Duquesne mi condurrà notte e giorno;
Dici che sono un giocatore d'azzardo, dici che sono un ruffiano,
Ma non sono nessuno dei due;
Ascolta il fischio del Duquesne che soffia
Sembra sia alla sua ultima corsa.
Ascolta il fischio del Duquesne che soffia,
che soffia come se non avesse mai soffiato prima;
La luce blu lampeggia, la luce rossa risplende,
Soffia come se lei fosse alla porta della mia camera:
Mi sorridi attraverso lo steccato,
Proprio come mi hai sempre sorriso;
Ascolta il fischio del Duquesne che soffia
Soffia come se lei non dovesse più soffiare. [Non capisco bene come
rendere questo verso] - La parola "blow" in slang
americano ( la frase del testo è ("Blowin' like she ain't gonna blow no
more) è usata principalmente per indicare due cose: 1) la cocaina o
l'eroina 2) pratiche sessuali orali. Invece come semplice verbo potrebbe
avere tutti questi significati: soffiare, far saltare, scoppiare,
gonfiare, spingere, tirare, ansimare, fondersi, sciupare, sibilare.
Difficile quindi capire il significato esatto che Dylan ha voluto dare
alla frase.
Non riesci a sentire il fischio del Duquesne che soffia,
Che soffia come se il cielo stesse spaccandosi?
Sei l'unica cosa viva che mi spinge avanti,
Sei come una bomba ad orologeria nel mio cuore;
Posso sentire una dolce voce invocare soavemente,
Dev'essere la madre del nostro Signore;
Ascolta il fischio del Duquesne che soffia
che soffia come se la mia donna fosse a bordo.
Ascolta il fischio del Duquesne che soffia,
che soffia come se spazzasse via la mia tristezza;
Vecchio furfante, so esattamente dove stai andando,
Ti porterò lì io stesso allo scoccare del giorno;
Mi sveglio ogni mattina con quella donna nel mio letto,
Mi dicono tutti mi abbia dato alla testa;
Ascolta il fischio del Duquesne che soffia
che soffia come se stesse per uccidermi.
Non riesci a sentire il fischio del Duquesne che soffia
Che soffia attraverso un'altra inutile città?
Le luci della mia terra natia risplendono,
Mi chiedo se mi conosceranno la prossima volta;
Mi chiedo se quella vecchia quercia è ancora in piedi,
Quella vecchia quercia su cui ci arrampicavamo;
Ascolta il fischio del Duquesne che soffia
Che soffia come se lei soffiasse appena in tempo.
Fammi sapere se le mie traduzioni sono di
qualche utilità, perché io possa continuare a mandartele
tranquillamente.
Ti ho risposto in privato sottolineando come
diverse traduzione siano utilissime da confrontare e trovare la
soluzione migliore. Manda tranquillamente e grazie per tutto il lavoro
che farai, :o)
Questa, comunque, è ''Soon After
Midnight''
2. POCO DOPO MEZZANOTTE (traduzione di Francesco Papeo)
Cerco le parole,
Per cantare le tue lodi,
Devo dirlo a qualcuno,
E' poco dopo mezzanotte
E la mia giornata è appena iniziata.
Una ragazza di nome Honey (lett. Miele/Tesoro),
Ha preso i miei soldi,
Era di passaggio;
E' poco dopo mezzanotte
E la luna è nei miei occhi.
Il mio cuore è gioioso,
Non è mai spaventato,
Ho toccato il fondo,
Non ho fretta,
Non ho paura della tua furia,
Ho affrontato mura più forti delle tue.
Charlotte è una prostituta,
Veste di rosso scarlatto;
Mary veste di verde,
E' poco dopo mezzanotte,
E ho un appuntamento con la mia fata
Cinguettano e blaterano,
Che importa?
Giacciono e muoiono nel loro sangue,
Two-Timing Slim [lett. Il Doppiamente Magro]
Chi ne ha sentito parlare?
Trascinerò il suo cadavere nel fango
E' ora o mai più
Più che mai
Quando ti ho incontrata non pensavo l'avresti fatto,
E' poco dopo mezzanotte,
E non voglio nessun altro che te
Mr.Tambourine intervistato dal TG
della Svizzera Italiana
Questa mattina alla bellezza delle ore
09,00 un giornalista ed un cameraman dell TSI mi hanno tirato giù dal
letto per sapere come la pensavo su Tempest (Penso che solo gli Svizzeri
facciano le interviste alle 9 di mattina quando uno è ancora
praticamente rincoglionito). Se volete sentire le due sciocchezze che ho
detto cliccate sul link sotto:
andate al minuto 8,40 e mi vedrete e
sentirete la mia voce.
Martedi 11
Settembre 2012
TODAY IS
THE TEMPEST DAY !
Oggi è il giorno
dell'uscita, acquistatelo, ascoltatelo, masticatelo e digeritelo, poi
mandate la vostra opinione a maggiesfarm :
spettral@alice.it. Buon ascolto con
tanta gioia e diverrtimento!
Hershey, Pennsylvania - Hersheypark -
Star Pavilion - September 9, 2012
1. I'll Be Your Baby Tonight (Bob on guitar)
2. Man In The Long Black Coat (Bob on guitar)
3. Things Have Changed (Bob grand piano)
4. Tangled Up In Blue (Bob on grand piano)
5. Tweedle Dee & Tweedle Dum (Bob on grand piano)
6. This Dream Of You (Bob on grand piano and harp, Donnie on electric
mandolin)
7. Honest With Me (Bob on grand piano)
8. Tryin' To Get To Heaven (Bob on grand piano and harp)
9. High Water (For Charley Patton) (Bob center stage with harp then on
grand piano, Donnie on banjo)
10. Visions Of Johanna (Bob on grand piano, Donnie on electric mandolin)
11. Highway 61 Revisited (Bob on grand piano)
12. Simple Twist Of Fate (Bob on guitar)
13. Thunder On The Mountain (Bob on grand piano)
14. Ballad Of A Thin Man (Bob center stage then on grand piano)
15. Like A Rolling Stone (Bob on grand piano)
16. All Along The Watchtower (Bob on grand piano)
(encore)
17. Blowin' In The Wind (Bob on grand piano then center stage with harp,
Donnie on violin)
Hey Mr Tambourine,
credo anch’ io che mi arriveranno vari accidenti!! Il fatto è che, a mio
parere – non pretendo sia la Verità – i dischi di Dylan siano giudicati
a prescindere dal contenuto.
Ovvero: Infidels e Oh Mercy sono arrivati in anni in cui Bob era out e
quindi vennero sottovalutati. Dal 1997 in poi, ribaltone totale:
qualunque cosa è un miracolo!
Ecco perché, dopo aver sentito writers & critics dichiararsi abbagliati
da tanto fulgore, sono rimasto delusissimo da quello che ho sentito.
Ci sono 3 pezzi piacevoli e i testi mi piacciono davvero ma, signori:
questo è lo stesso disco che fa da 12 anni in qua. Performance scadente
alla voce, arrangiamenti sentiti e risentiti, nessuna melodia.
Perdonatemi ma, lo confesso: mi farò accompagnare da questo disco come
dagli altri ma, appunto, al suo posto potrei ascoltare uno qualunque
degli ultimi dischi, senza accorgermi della differenza.
Ciao dalla Lucertola & grazie per la clemenza
Cara Lucertola, capisco il
tuo rispettabilissimo e ben motivato punto di vista, ma non credo che
questo ti salvi ! :o)
C'è gente grande che ha l'umiltà di dire come stanno le cose
realmente...dall'altra c'è gente con la presunzione di credersi chissà
cosa cercando di fare i finti umili.
Tempest l'ho avuto in anteprima da quello che, fin da tempi non
sospetti, ho sempre considerato se non il più grande, uno fra i più
grandi artisti del panorama musicale italiano, ovvero Massimo Bubola.
Appena me lo ha posto fra le mani mi ha detto "è un'album fantastico,
uno dei suoi più belli di sempre con almeno 5 o 6 capolavori..poi in
certe canzoni canta come siamo abituati a sentirlo ora, in altre canta
come trent'anni fa...splendido". L'umiltà di un grande che è consapevole
che Dylan è innarrivabile...forse sfiorabile a volte..ma con Tempest ha
dimostrato di essere ancora lui quello che comanda il gioco, il genio
assoluto, il migliore senza "se" e senza "ma". Pensavo che dopo Modern
Times, Bob non ci avrebbe più regalato capolavori come Workingman's
Blues, Nettie Moore o Ain't talkin'..e invece ecco tirare fuori dal
cilindro un vero gioiello.
Dall'altra parte c'è chi parla forse solo per apparire, dicendo
addirittura che sarebbe capace di fare 10 album a livello musicale come
Tempest in un anno...va bè..la grandezza dei grandi sta nell'umiltà
(vedi in questo caso Massimo), quella dei piccoli (in tutti i sensi)
nella presunzione e nel considerare un album come quello in questione
inutile. Non faccio nomi...sapete di chi sto parlando se avete letto le
mail di oggi (ieri quando apparirà questo intervento)...e su
quell'intervento tiro un velo pietoso...un velo molto spesso
possibilmente e passo a quelle che sono le mie impressioni in compagnia
di Tempest.
Da un punto di vista lirico non credo ci sia niente da dire visto che i
testi sono di grande spessore...quindi mi limiterò a fare un'intervento
dando dei pareri personali da ascoltatore, canzone per canzone senza
dilungarmi troppo..c'è già chi lo fa e spesso senza contare fino a dieci
prima di scrivere o parlare...ma del resto sono uno dei pochi dylaniani
che non ama granchè Blood on the tracks e che il Dylan (importantissimo
e fondamentale) degli anni '60 non è quello che lo entusiasma di
più...quindi, con le mie "pecche" comincio la mia piccola recensione.
Duquesne Whistle: ottimo inizio..sembra di essere fin dall'inizio in
un'altra epoca...ma poi ecco entrare la band che ci riporta ai giorni
nostri con questa splendida ballatona. Bello, anche se violento in certi
casi il video, dove l'indifferenza e la violenza fanno da padrone al
giorno d'oggi, ma come sempre c'è il barlume dell'amore che non lascia
perdere la speranza.
Soon After midnight: qui la musica è veramente splendida, commuove fin
dalle prime note insieme al cantato profondo e perfetto di Bob...Una
delle mie preferite...peccato duri così poco.
Narrow Way: blusettone che riprende un pò recenti episodi di
Dylan..niente di straordinario ma la ritroveremo nei live quasi
sicuramente. In ogni caso dopo un bel lento come la canzone precedente
non stona.
Long And Wasted Years : un'altra melodia di altri tempi..ideale da
ballare con la propria ragazza (o non) in un guancia a guancia...anche
qui la forma vocale è splendida e mette nell'anima qualcosa che riesce a
farti venire il magone.
Pay In Blood: su un ritmo estremamente ballabile e orecchiabile questa
rientra fra le mie preferite..fa battere il piede e muovere la testa
dall'inizio alla fine. Splendida!!
Scarlet Town: c'è da aggiungere altro per chi l'ha già ascoltata? Una
delle sue canzoni più belle di sempre con quello stile dark che ogni
tanto si trova nei suoi lavori..spero di trovarla nei live..canzone
molto suggestiva.
Eary Roman Kings: mi è piaciuta fin dal primo ascolto quando qualche
settimana fa ha cominciato a circolare...un vecchio blues già sentito
uscito da qualche parte del mississippi con un testo sarcastrico, reale
e splendido.
Tin Angel: lunga ballata anche qui con un tocco dark...una di quelle che
non mi stanco di ascoltare.
Tempest: coi suoi violini sospesi fra l'Irlanda e la West Coast ci
introduce nella sfortunata avventura del Titanic con una bellissima
ballata di quasi 14 minuti..voce meravigliosa..la musica da sola ti fa
rivivere certe "possibili" immagini che si stavano consumando sulla nave
prima e durante la tragedia.
Roll On John: canzone-preghiera di una leggenda vivente per un'altra
leggenda che fisicamente non c'è più...ma sarebbe meglio dire
canzone-preghiera di un amico dalla voce spezzata ad un altro amico che
se n'è andato troppo presto. Da nodo alla gola...col suo inizio che
sembra un'omaggio voluto a De Gregori...
Il disco-capolavoro di Bob termina così...perfetto connubbio di ciò che
era Bob ieri e di ciò che Bob stava sperimentando negli ultimi dischi e
nei live...album destinato a restare fra i suoi più bei lavori di sempre
e fra i più importanti della storia del rock.
Molto bella una frase che ho sentito tempo fa :" Forse la musica di Bob
Dylan non cambierà più il mondo, ma è bello che il mondo non cambi Bob
Dylan"....
Ma Dylan resta ancora oggi e resterà sempre il più grande punto di
riferimento per chi fa musica e poesia...perchè nessuno meglio di lui ha
saputo sposare le due cose..forse anche per chi dice farebbe dieci album
all'anno come questi....ahahahahah!!!
Grazie Mr.Dylan...ora mentre ci godiamo Tempest aspettiamo il lavoro
d'ispirazione religiosa che avevi in mente....mentre da altri aspettiamo
che ti diano il Nobel e almeno tre Grammy per questa tua ultima fatica
(Mr. Tambourine, non prendere sul serio certe mie provocazioni dettate
dall'entusiasmo scritta nella mail precedente :o) ).
Daniele Ardemagni
Ok, e complimenti per la
recensione e per come hai saputo "muoverti" nel parlare di altri con
opinioni diverse dalle tue. :o)
Ciao Mr T,
ho ampliato e modificato il mio scritto su Tempest... magari tra qualche
giorno la si potrebbe ripubblicare in "rassegna stampa" oppure
modificare il link al mio precedente intervento... vedi tu... forse
meglio ripubblicare... non so... sono stato troppo tempo via per potermi
esprimere in merito... ;)
Per facilitare i nostri
amici visitatori riporto il tuo articolo:
Tempest: Questa non è la recensione
del nuovo Bob Dylan
A tre anni dal suo ultimo lavoro ritorna Bob Dylan. Ancora una volta, la
terza, sceglie come data di lancio quel fatidico 11 settembre. Un mese
frizzante, dove forse, dopo i fasti e le "monotone" litanie da
ombrellone è più semplice apprezzare un lavoro di un artista del calibro
di Dylan.
Tempest: un disco assoluto, bislacco e sardonico, come solo Dylan può
fare. Una produzione brillante e inaspettata.
Dopo due dischi musicalmente più ingessati e quasi privi di guizzi del
suo genio musicale, (a parte un paio di episodi su Modern Times), è
arrivata questa bella sorpresa.
Un disco godibile, brillante e terrible. Fin dal primo ascolto, cosa che
non succedeva da un decennio, forse. Trentacinquesimo lavoro in studio
che celebra i 50 anni di carriera. Prodotto con lo pseudonimo di Jack
Frost nello studio di Santa Monica di Jackson Browne.
Con ospiti (già noti) come il paroliere Robert Hunter, storico
collaboratore dei Grateful Dead e David Hidalgo, il "Los Lobos" che per
la terza volta fa capolino in un disco di Dylan, suonando fisarmonica e
violino. Torna nella band in studio Charlie Sexton, il ché è un bene, a
nostro parere.
C'è dentro una bella girandola di figure e nuovi personaggi da
aggiungere all'affresco. William Blake, lo spirito di John Lennon, Al
Pacino, Keith Richards, Ron Goulart, Leonardo Di Caprio, Francesco De
Gregori, Louis Armstrong, Charlotte la prostituta, Maria la madre di
Gesù, la Regina delle Fate e Cleopatra, fanno tutti da sfondo o da
protagonisti al gran circo che mette in scena Bob Dylan.
C'è una nuova citazione a Charlie Chaplin, nel video di Duquesne
Whistle, una nuova apprezzabile prova registica di Nash Edgerton, già
autore dei precedenti "Must Be Santa" e "Beyond Here's Lies Nothin' ".
Un disco lungo e coeso, 68 minuti, come non si sentiva dai tempi di Time
Out Of Mind. Un sound che ricorda forse Love And Theft, ma con degli
innesti e dei graffi più contemporanei ed efficaci, a livello di
arrangiamento e di suono. La cosa che stupisce però è la qualità delle
canzoni. Testi e musica. La band capitanata dalla chitarra di Charlie
Sexton suona sugli scudi e dimostra, ancora una volta, che c'è sempre
voglia e motivo per ascoltare questa MUSICA.
Dylan ancora una volta dimostra la sua maestria nel sapersi districare
tra musica ancestrale, testi visionari e controllo dei suoni. In cabina
di regia c'è lui, ed è un bene. Nonostante qualche fan nostalgico possa
ancora rimpiangere Daniel Lanois, è Dylan il capitano di se stesso in
questa sarabanda di storie di mare, di terra e di ferrovie.
Il western, le carovane, il fischio dei treni che passano sferragliando
e che riusciamo davvero a sentire nelle chitarre di Duquesne Whistle, o
nel blues nervoso di Narrow Way... Lasciatemi poi dire qualcosa della
meravigliosa "Pay In Blood", la migliore hit dai tempi di Thing Have
Changed. Con quell' incedere rock-blues alla Rolling Stones ("Tattoo
You"), le chitarre ariose e la ritmica decisa e sensuale. Ed un testo
ambiguo quanto basta.
Ad un primo ascolto Long And Wasted Years, Scarlet Town, (la nuova Ain't
Talkin'?) Tempest e Pay In Blood sono le prime canzoni che restano in
testa.
Tempest è la sintesi finalmente riuscita tra la sua anima vintage,
espressa a più riprese nell’ultimo decennio, e la sfrontatezza folk rock
dei suoi anni giovanili. Ci era andato vicino con Love And Theft e
Modern Times, ma stavolta c’è riuscito davvero.
Tempest si nutre dell’eterno mito della frontiera americana, tirando
fuori dalle viscere della terra dieci canzoni senza tempo. Rispetto al
suo precedente lavoro, Together Through Life, questo è sicuramente più
cupo, meno consolatorio. Trasuda vita, morte, sangue e fantasmi. La voce
di Dylan pare provenire dall'aldilà, proprio come nel suo percorso
blakiano di Time Out Of Mind.
Scorrono, come in un flusso musicale a ritroso, tanti frammenti e
riferimenti. Da Infidels a Blood On The Tracks, da Desire a Blonde On
Blonde, da Highway 61 Revisited a Slow train comin'. E' semplicemente
Bob Dylan, che torna con un suo lavoro tra i più significativi ed
importanti della sua carriera. Sullo stesso livello di Oh Mercy e Time
Out Of Mind, come minimo.
Tempest è un disco lirico, provocatorio, ironico e apocalittico, in
poche parole, un disco di Bob Dylan.
"Quest’uomo ha una personalità straordinaria, ineguagliabile. Lo puoi
criticare, odiare per come stravolge i suoi brani storici, però
l’immensità non si tocca." (Stefano Bonagura)
"Fino a quando un uomo buono scriverà una grande canzone, questo treno
continuerà la sua marcia" (Vites)
Ti ringrazio per la
segnalazione, ma l'articolo è in lingua francese, quindi per facilitare
i nostri lettori ho dovuto tradurlo:
Mentre continua ad essere oggetto di
retrospettive e omaggi, Bob Dylan continua imperterrito la sua carriera
iniziata 50 anni fa con il un nuovo album "Tempest" pubblicato
all'inizio di questa settimana con grande successo (Columbia / Sony).
Prevista l’uscita per Lunedi e Martedì in Francia e negli Stati Uniti,
"Tempest" è il primo album di canzoni originali di Dylan dopo "Together
Through Life" apparso nel 2009, lo stesso anno nel quale registrò
l'album con le sue versioni delle canzoni tradizionali di Natale
"Christmas in The Heart”.
Convertito al cristianesimo nel 1979, Robert Zimmerman (il suo vero
nome), 71 anni, originariamente avrebbe voluto comporre questa nuova
opera sul tema della religione.
"Ma non avevo abbastanza canzoni. Ci vuole molta più concentrazione per
fare dieci canzoni sullo stesso tema", ha detto alla rivista
americana di Rolling Stone.
Lui non menziona direttamente la religione in "Tempest", i cui testi
sono pieni di riferimenti biblici, ma esplora le profondità della natura
umana, la sua grandezza e la sua viltà, la sua ricerca dell' amore e
della vendetta, della violenza e della morte.
La clip del primo singolo estratto dall'album, "Whistle Duquesne" ,
ispirata al mondo di Tarantino, incarna lo spirito del disco dietro la
cui apparente leggerezza nasconde più minacciosi ambienti. "Pagherò con
il sangue / Ma non col mio ", avverte in "Pay in blood ".
"Tempest", la canzone del title-track che dura 14 minuti, è l'arte
consumata di Dylan nel raccontare la storia sul Titanic.
Su di un' aria tradizionale irlandese, Dylan descrive le visioni macabre
ed il coraggio, cita il Libro delle Rivelazioni e Leonardo DiCaprio.
"La gente dirà che non è molto fedele alla verità., Un autore non deve
prestare attenzione a quello che è successo. Ciò che interessa è quello
che avrebbe potuto essere, che sarebbe dovuto succedere . È la sua
verità ", ha spiegato a Rolling Stone.
In "Roll On John," uno dei momenti più toccanti del disco, evoca
l'assassinio del suo amico John Lennon, prendendo a prestito un
passaggio da "A day in the life" ("Ho sentito le notizie di oggi, oh boy
") dei Beatles sul suono di un organo molto anni '60.
Mentre Robert Zimmerman è famoso per i suoi concerti a volte difficili,
"Tempest" è un disco accessibile e vario, ancorato alle radici della
musica americana: rock, Americana, blues, folk e jazz.
Nonostante la sua voce sia diventata come il vetro o la carta abrasiva,
Dylan è un vero cantante in alcuni brani, in altri francamente fatica a
reggere il ritmo.
L'uscita di "Tempest", 50 anni dopo la pubblicazione del suo primo album
per la Columbia, è già stata celebrata su internet.
Il 27 agosto, " Duquesne Whistle" è stato trasmesso su NPR World Online,
il sito web della radio pubblica degli Stati Uniti e il video della
canzone è apparso due giorni dopo sul sito del quotidiano britannico The
Guardian, molto letto negli Stati Uniti d'America.
Venerdì listentobobdylan.com ha pubblicato un elenco di indirizzi negli
Stati Uniti e in altri nove paesi, tra cui laFrancia, dove alcune tracce
dell'album potevano essere ascoltato in streaming sui dispositivi mobili
Caro Mr Tambourine, Tempest è bellissimo, a mio parere. La prima metà
del disco mi è parsa molto orecchiabile, "a scoppio immediato". Per i
brani più lunghi (almeno per quanto mi riguarda) occorrerà tempo - e un
certo numero di replay - per districarmi tra questi versi torrenziali.
Quel che importa è solo che BOB IS BACK!
P.s. Concedimi una replica scherzosa a Roberto "The Lizard", che giudica
brutto l'album. Forse non ha sentito il fischio di Duquesne? Un saluto
anche da mio zio Bruno Sansonetti.
Pier Paolo Valentini
Ti consiglierei di far
ascoltare Tempest anche a zio Bruno ed "obbligarlo" a scrivere una
recensione per noi! :o)
Ciao Mr T,
Ricevuto, corretto. Faccio mea culpa. Quando si parla di Dylan a volte
perdo la "ragione". Ammesso che io ne abbia ancora... di "ragione"...
Ti saluto. :o)
Di ragione in senso
"intellettuale" ne hai da vendere, lasciatelo dire da uno che ti ha
sempre apprezzato, anche quando ero un semplice frequentatore della
Fattoria. Vedo che anche tu hai recepito il mio messaggio nel modo
giusto, si può non essere d'accordo con le opinioni di un'altra persona
senza per questo "lascirsi andare" a parole non appropriate. Che ne dici
di scusarti mandandoci uno dei tuoi "fantastici e fantasiosi" racconti?
resto in attesa, :o)
Uncasville, Connecticut - Mohegan Sun
Arena - September 8, 2012
1. You Ain't Goin' Nowhere (Bob on guitar)
2. Just Like Tom Thumb's Blues (Bob on guitar)
3. Things Have Changed
4. Tangled Up In Blue
5. Summer Days
6. Not Dark Yet
7. Jolene
8. The Lonesome Death Of Hattie Carroll
9. High Water (For Charley Patton)
10. Visions Of Johanna
11. Highway 61 Revisited
12. Simple Twist Of Fate (Bob on guitar)
13. Thunder On The Mountain
14. Ballad Of A Thin Man
15. Like A Rolling Stone
16. All Along The Watchtower
Holyoke, Massachusetts - Mountain Park
- September 7, 2012
1. Watching The River Flow
2. Don't Think Twice, It's All Right
3. Things Have Changed
4. Tangled Up In Blue
5. The Levee's Gonna Break
6. Make You Feel My Love
7. Honest With Me
8. Every Grain Of Sand
9. High Water (For Charley Patton)
10. Desolation Row
11. Highway 61 Revisited
12. Shelter From The Storm
13. Thunder On The Mountain
14. Ballad Of A Thin Man
15. Like A Rolling Stone
16. All Along The Watchtower
Ognuno è dotato di un paio di orecchie e può quindi farsi un’ opinione
su Tempest.
C’ è gente che si addormenta ascoltando “Kind of Blue”, c’ è chi non
sopporta Bach: questo mi è sufficiente per capire che “de gustibus non
est disputandum”.
Non scrivo perciò “com’ è Tempest”: mi limito a esprimere “la mia
opinione su Tempest”.
Ebbene: mi è sembrato veramente brutto. Senza presunzione: io – che sono
nessuno – di dischi così posso scriverne 10 in un anno, musicalmente
parlando. Brevi melodie su sequenze standard di accordi, portate avanti
molto a lungo dopo che hanno smesso di interessare. I testi possono
anche essere interessanti ma la musica – poiché parliamo di canzoni –
non credo che sia un elemento trascurabile.
Disco brutto, dicevo, ma non è il suo peggior difetto: la cosa grave è
che mi è sembrato veramente inutile. Un disco inutile.
Se questo è quello che Bob è in grado di fare, mi auguro di tutto cuore
che Tempest abbia almeno questo pregio: che sia davvero l’ ultimo.
Giudizio duro? Molto. Ma ricevere da Dylan un disco del genere è come
sentirsi dire “no” da Claudia Schiffer: immagino che sia davvero dura da
mandar giù.
Ciao dalla Lucertola.
Cara Lucertola, sò che
sei un maggiefarmer di vecchia data, oppure magfarmiano come si diceva
"before Mr.Tambourine's age", e che scrivevi già alla Fattoria dai tempi ormai
lontani di Napoleon in rags (ma che fine avrà fatto il caro Michele????
(Miki, se ci sei batti un colpo, contattami per favore!!!): Su tutto il
web in migliaia stanno magnificando questo disco (con questo non voglio
dire che tu non abbia diritto alla tua opinione), ma tu lo distruggi. Sono
sicurissimo che questa tua scatenerà un bel casino,
scommettiamo?!!!!!!!!!!!!!!!!! :o)
Caro M. Tambourine, Sarò breve e sintetico. L'ho ascoltato più volte e
c'è poco da dire. Tempest intendo. E' roba buona. E' roba di livello. Il
video invece è brutto e secondo me come singolo doveva scegliere Scarlet
Town. Ma questo mio parere conta niente. Ciao e grazie
Antonio (Napoli)
Il problema è che la
canzone dice una cosa e il video un'altra, senza nessuna correlazione.
Duquesne è un ottimo e accattivante brano da presentare come anteprima,
ma il video racconta un'altra storia, è come vedere il DVD della
Traviata con il sottofondo musicale dei Clash o dei Ramones, insomma due
cose che non hanno niente a che fare tra di loro. Ma questa è stata la
scelta della Sony e di Bob, chi siamo noi per contestarla?
ragazzi ho avuto "Tempest" in anteprima, per una botta di fortuna...non
ho niente da dire....Bob è un genio..questo album lo dimostra, entrerà
nella top five dei suoi dischi più belli e se quest'anno non gli danno
il Nobel farò Brescia - Roma a corse come mamma mi ha fatto...un
abbraccio a tutti amici della Farm...
Prepare le scarpe caro
Ardez, e ricorda, ogni promessa è
debito....:o)
Ciao, Mr.Tambourine, sono nuovamente io. Grazie per le belle parole che
hai scritto sul sito. Te ne sono grato.
Mi sto facendo una bella rassegna stampa su questo nuovo Tempest, ci
sono recensioni, buone, oneste e obiettive, scritto col cuore o col
cervello, ci sono persone sul web che sono umili e modeste, c'è gente
competente e da stimare, Paolo Vites ed Enzo Curelli, su tutti, poi c'è
chi aspetta ancora l'uscita ufficiale, e chi invece non perde occasione
per restare in silenzio e scrive "corbellerie" per ego, presunzione o
idiozia. E' il caso di questa recensione in cui per "sbaglio" mi sono
imbattuto
http://www.goldsoundz.it/bob-dylan-tempest-recensione-acerba/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=bob-dylan-tempest-recensione-acerba
ora, tutti possono scrivere su un portale o su un blog la loro personale
opinione, scritta magari su un portatile sulla tazza del water, ma la
cosa folle è che questo sito e questa recensione risultano sulla prima
pagina del motore di ricerca di google. Anche questo è il web, potremmo
dire. Io vorrei sottoporre ai nostri amici della Fattoria "tale scritto"
per conoscere la loro opinione in materia.
Tra l'altro, stiamo parlando di un grande ritorno da parte di un artista
che non deve dimostrare niente a nessuno, tranne che a se stesso. Bob
Dylan, 71 anni, 50 anni di carriera e 35 album. Il silenzio è d'oro!
Peccato che anche stavolta qualcuno preferisce "ragliare".
Un saluto, Dario "twist of fate"
Permettimi di corregge
anche te
caro Dario, così non è "fair and correct", non si dovrebbe scrivere "e scrive corbellerie per
ego, presunzione o idiozia." - "Peccato che anche stavolta qualcuno
preferisce "ragliare". Se tu lo dici per un altro lo stesso diritto devi
riconoscerlo a chi insulti con il tuo gergo, e alla fine, invece di uno
scambio di opinioni, ne esce una rissa. Tutti, indistintamente, abbiamo
diritto alla nostra opinione e ad esprimerla, senza nessuno che ci dia
dell'asino o dell'idiota. Se non sei d'accordo sull'opinione di un'altra
persona devi dirlo in modo più
urbano, nessuno ti impedisce di segnalare quell'articolo come esempio di
come, a tuo parere, ci si possa sbagliare nel giudicare il lavoro di
Dylan. In sostanza contesti lo scritto ma in forma più "fair", sei
d'accordo? Alla prossima, Mr.Tambourine :o)
Ciao Mr.tambourine,
Non ho voluto ascoltare il nuovo disco in anteprima, ho avuto la forza
di sospendere la riproduzione dei brani dopo un breve assaggio perché,
sai com'è, sono ancora legato al rito di andare in negozio, cercare il
disco, acquistarlo, tornare a casa, scartarlo, tirar fuori il libricino,
sfogliarlo e finalmente mettere il disco nello stereo e godermelo. Non
riesco però a trattenermi dal chiederti se in qualche canzone Dylan
faccia uso dell'armonica. Sarebbe la ciliegina sulla torta. Ciao e
buon'attesa.
Alessandro.
Buona attesa a te, perchè
sarà ancora lunga, quando si fa la promessa di rispettare un rito
bisogna andare fino in fondo, quindi non ti dirò assolutamente niente!
.....Mr.Tambourine :o)
Ciao,
sono Filippo dell’Associazione Culturale La Scheggia
(http://www.lascheggia.org). Operiamo sul territorio di Milano
occupandoci di organizzare eventi come rassegne cinematografiche e
concerti in diversi locali e circoli della città. Volevamo chiedervi la
cortesia di segnalare sul vostro sito l’evento che abbiamo ideato per
l’11 settembre: presso la Santeria (via Paladini 8, Milano
http://www.santeriamilano.it/) dalle 19.00 si terrà un listening party
dedicato a “Tempest”, mentre dalle 21.30 verrà proiettato il film di
Todd Haynes “I’m not there”.
Questo è il link alla pagina del sito con tutte le informazioni:
http://www.lascheggia.org/tempest.html
Grazie e a presto
Lewiston, New York - ArtPark Mainstage
Theater - September 6, 2012
1. Watching The River Flow (Bob on grand piano, Donnie on lap steel)
2. It Ain't Me, Babe (Bob on grand piano and harp, Donnie on pedal
steel, Stu on acoustic guitar, Tony on standup bass)
3. Things Have Changed (Bob on grand piano, Donnie on pedal steel, Stu
on acoustic guitar)
4. Tangled Up In Blue (Bob center stage then on grand piano, Donnie on
pedal steel, Stu on acoutic guitar)
5. Beyond Here Lies Nothin' (Bob center stage with harp then on piano,
Donnie on electric mandolin)
6. This Dream Of You (Bob on grand piano, Donnie on electric mandolin,
Stu on acoustic guitar, Tony on standup bass)
7. Jolene (Bob on grand piano, Donnie on lap steel, Tony on standup
bass)
8. Love Sick (Bob center stage then on grand piano, Donnie on electric
mandolin)
9. Tweedle Dee & Tweedle Dum Bob on grand piano, Donnie on pedal steel)
10. A Hard Rain's A-Gonna Fall (Bob on grand piano, Donnie on mandolin,
Stu on acoustic guitar, Tony on standup bass)
11. Highway 61 Revisited (Bob on grand piano, Donnie on lap steel)
12. Simple Twist Of Fate (Bob on guitar, Donnie on pedal steel, Stu on
acoustic guitar)
13. Thunder On The Mountain (Bob on grand piano, Donnie on lap steel)
14. Ballad Of A Thin Man (Bob on grand piano then center stage with
harp, Donnie on lap steel)
15. Like A Rolling Stone (Bob on grand piano, Donnie on pedal steel)
16. All Along The Watchtower (Bob on grand piano, Donnie on lap steel)
(encore)
17. Blowin' In The Wind (Bob on grand piano then center stage with harp,
Donnie on violin)
Preferisco testi mediocri scritti da Bob in solitaria che bellissi testi
scritti con altri autori. Con questa frase, nella mail precedente, non
intendevo dire che Desire non sia un capolavoro , che le sue canzoni non
siano da considerare opere Dylaniane e che dalle collaborazioni in
generale venga fuori spazzatura, intendevo solo dire che...............
preferisco testi
mediocri scritti da Bob in solitaria che bellissi testi scritti con
altri autori. Perchè? Non ne ho la minima idea.
Ciao, Francesco.
Concordo con te, certe
sensazioni non si possono cambiare, :o)
IL 14 APRILE DEL 1912 AFFONDA IL TITANIC
Tra i ghiacci e nelle nebbie di un mistero che nessuno ha mai osato
raccontare, se non tra le righe di una romantica storia d’amore in
grande stile hollywoodiano. In una notte senza luna si è in realtà
consumata una storia che è stata scritta 14 anni prima da Morgan
Robertson, precisamente nel 1898, in un libro in cui si narra
l’affondamento di un transatlantico che si scontra contro un iceberg. Il
suo primo nome era “Futility”, cambiato poi in “The wreck of Titan”, e
descrive con dovizia di particolare una nave in tutto e per tutto simile
al Titanic, sia come peso che come capacità, come lunghezza e struttura
interna, destinato ad affondare nella stessa data, alla sua prima
traversata, mietendo centinaia di vittime ad eccezione dei pochi a cui
erano destinate la scialuppe di salvataggio.
LA STORIA E’ MOLTO PIU’ ASSURDA DI QUANTO SI PENSI
Perché se per molto tempo si è parlato di una vera truffa alle compagnie
di assicurazione messa in piedi dai costruttori del Titanic, oggi
possiamo dire che questo disastro si intreccia con il segreto della
Federal Reserve. Il Titanic doveva affondare perché con esso sarebbe
andato negli abissi anche il segreto della Federal Reserve e coloro che
avrebbero voluto impedire che i Banchieri si riunissero per appropriarsi
del sistema monetario e soggiogare gli Stati nazionali.Facciamo dunque
qualche passo indietro, e torniamo al 1910, quando sette uomini, i
Banchieri più potenti del mondo, si incontrarono sull’Isola di Jekyll
per progettare la costituzione della Federal Reserve Bank. Nelson
Aldrich e Frank Valderclip rappresentavano l’impero finanziario dei
Rockefeller, Enric Davidson, Charles Norton e Benjamin Strong
rappresentavano J.P. Morgan, Paul Warberg rappresentava i Rothschilds,
la dinastia Tecnica bancaria dell’Europa, che erano anche gli agenti
tecnici bancari del Vaticano in quanto gestivano la ricchezza della
Chiesa Cattolica.
I MORGAN, I ROTHSCHILDS ED I ROCKEFELLER
Erano delle famiglie tra di loro concorrenti ma si accordarono per
costruire il cartello tecnico bancario e nazionale definito il Sistema
della Federal Reserve, adescano con una tale facilità e con i soldi
facili gli uomini allora al governo. Volevano infatti creare il cartello
sull’emissione di moneta, come carte valori rilasciate a fronte del
deposito di oro e argento, estendendo alle riserve auree nazionali ciò
che già facevano privatamente in quanto banchieri e finanziatori delle
grandi compagnie industriali. Successivamente si sarebbero impadroniti
di questi depositi annullando la convertibilità e mettendo in
circolazione moneta che non avesse una reale riserva alla
base.Esistevano fino al 1912 i “dollari oro” e i “dollari argento”, la
valuta di un Dollaro d’Argento dava diritto al riscatto del deposito di
un’oncia d’argento presso il Tesoro degli Stati Uniti, mentre i “Dieci
Dollari” d’Oro, mezza oncia di metallo giallo.Alla fine del 1913 il
governo degli Stati Uniti emise il decreto con cui fu ufficializzato
l’Atto di costituzione della Federal Reserve, sottraendo il potere di
pubblicare moneta al Tesoro degli Stati Uniti per conferirlo alle banche
private che avevano dato vita, nel 1910, ad una vera e propria Banca
Centrale. Nel 1914, la Banca di Londra eliminò la convertibilità delle
valute con l’oro dopo che la Gran Bretagna prese parte alla Prima Guerra
Mondiale, sulla spinta politica dei Rothschilds.
TRA I SETTE BANCHIERI RIUNITI SULL’ISOLADI JEKYL
Tre tra i più potenti erano contrari alla costituzione di un cartello
che avrebbe portato alla cancellazione del sistema monetario basato
sulla convertibilità, e volevano conservare un sistema monetario
flessibile, che avrebbe dato vita ad una moneta a credito dello Stato.
Benjamin Guggenheim, Isa Strauss e John Jacob Astor erano
indiscutibilmente gli uomini più ricchi del mondo e volevano usare la
loro ricchezza e il loro potere per opporsi alla I Guerra mondiale. I
Banchieri dunque, per realizzare la Federal Reserve e poi combattere una
guerra mondiale per indebitare gli Stati e appropriarsi della loro
ricchezza, dovevano eliminare questo insormontabile ostacolo e per farlo
forse hanno utilizzato uno dei mezzi più assurdi concepibili
dall’uomo.Guggenheim, Strauss e Astor erano infatti i passeggeri più
illustri del Titanic, la nave che stava costruendo la White Star Lines,
in un cantiere navale di Belfast, poi acquisita da Morgan che ordinò la
costruzione di un palazzo lussuoso galleggiante e non di un semplice
transatlantico.
IL CAPITANO DEL TITANIC ERA EDWARD SMITH
Che la mattina della partenza della nave, ricevette l’ordine di
affondare il Titanic, di trascinare negli abissi tutti e nascondere ogni
prova.Il Capitano Smith aveva percorso le acque del Nord Atlantico per
oltre 26 anni, era il capitano più esperto del mondo per la navigazione
in quelle acque polari, ma durante la navigazione spinse ad una velocità
di 22 nodi tra la nebbia il transatlantico che si andò così a scontrare
con un enorme iceberg. Intenzionalmente la nave fu dotata di poche
scialuppe, proprio per portare in salvo solo pochi, e lasciar morire la
gente più umile. Insieme alle centinaia di persone dei certi più bassi
persero la vita anche gli uomini più ricchi del mondo, e così svaniva
ogni speranza di boicottaggio della Federal Reserve.Ironia della sorte,
il Titanic conserva ancora il grande tesoro dei dollari d’argento e
d’oro, che non erano delle monete debito ma la prova di un accordo equo
tra controparti ritenute uguali, di una promessa solenne dell’emittente
che, all’esibizione di questa ricevuta rimborsava una somma uguale di
metallo prezioso, in virtù di una prassi finanziaria etica e trasparente
della Banca e del Governo.
IL 14 APRILE 1912 IL TITANIC COLPI’ UN ICEBERG
E nel dicembre del 1913, il Sistema della Federal Reserve venne
istituito dal governo degli Stati Uniti come sistema monetario
ufficiale. Nella storia che vi abbiamo descritto potrete leggere ciò che
è il nostro presente, perché l’11 Settembre è il nostro Titanic, è il
nostro evento traumatico che porterà a cambiare sistema economico. La
verità è stata tuttavia occultata e poi romanzata in un delirio di amore
e di scenografia, per impedire che venisse sdoganata, che venisse
rimessa in discussione dinanzi all’opinione pubblica. Noi ricorderemo
per sempre un film, un libro e degli attori, non arrivando più a leggere
il mistero delle guerre e il segreto della scienza del sistema, del
nostro concetto di vita.Per tale motivo, nonostante le numerose critiche
che riceviamo, continuiamo in questa ricerca della verità, spiegando il
segreto della Federal Reserve.Articolo tratto dal blog etleboro; da
notare che diversi fatti in esso citati siano confermati da wikipedia,
il ben noto sito negazionista, che giura e spergiura sull’assenza di
cospirazioni occulte fino a definire paranoiche le persone che le
denunciano.
I misteri che avvolgono il Titanic :
Estratto da Wikipedia
Il mistero del Californian
Un evento che per molti anni restò avvolto nel mistero fu la presenza di
una nave all'orizzonte, le cui luci furono viste in lontananza da molti
testimoni. Gli ufficiali Boxhall e Rowe tentarono di inviare segnali
dapprima col faro, quindi coi razzi bianchi di segnalazione, senza però
ottenere alcuna risposta; si trattava del Californian, che in quel
momento sostava a macchine ferme per timore dei ghiacci.
Quando il marconista del Californian tentò di avvisare il collega del
Titanic della presenza di grossi banchi di iceberg, dal Titanic
risposero di non occupare la linea necessaria per l'invio dei messaggi
personali dei passeggeri. Il marconista del Californian andò a dormire
intorno alle 22,40, e dunque, alle 23,40, al momento dell'impatto del
Titanic con l'iceberg, nessuno potè sentire i messaggi di aiuto dal
Titanic. Particolarmente suggestiva fu la descrizione che il secondo
ufficiale Stone del Californian diede dell'accaduto, quando affermò di
aver visto un razzo bianco levarsi dalle luci di piroscafo. Il capitano
Stanley Lord fu informato dello sparo dei razzi, ma si limitò a ordinare
le segnalazioni con la lampada morse, senza riuscire a stabilire alcun
contatto.
Per molti anni dopo la tragedia, il capitano del Californian Stanley
Lord fu accusato e ritenuto responsabile del mancato soccorso al
Titanic, ma dopo il ritrovamento del relitto, e gli studi compiuti, si
appurò che la posizione del Titanic era diversa da quella data nei
messaggi di aiuto, e probabilmente un'altra imbarcazione si trovava tra
il Titanic ed il Californian.
Le scialuppe insufficienti
Carlisle, che disegnò il Titanic, disse che "A meno che il Board of
Trade e i governi non costringano a installare un numero sufficiente di
scialuppe, nessun costruttore può permettersi tanto peso inutile" [46].
Al riguardo, le previsioni di legge obbligavano a installare un minimo
di 16 scialuppe sulle navi eccedenti le 10.000 tonnellate; una legge che
andava bene nel suo anno di emissione, quel 1894 in cui la nave più
grande era il Lucania (13.000 tonnellate). È logico che il Titanic,
nonostante superasse le 40.000 tonnellate, fosse perfettamente in regola
con la legge dell'epoca: aveva 16 scialuppe che però potevano portare al
massimo metà dei suoi passeggeri. Anzi, la White Star andò oltre la
legge, aggiungendo quattro zattere smontabili. È però evidente che la
capacità teorica di 1178 persone fosse ben lontana dalla reale portata
del Titanic (3547 persone).
All'epoca della costruzione, la fine di questa dottrina era nettamente
percepita nell'ambiente. Il costruttore fece installare argani doppi,
portando quindi la teorica capacità a 64 scialuppe: ma le scialuppe
aggiuntive non furono mai installate.
Una forte critica venne dal senatore William Alden Smith, prosecutor
nell'inchiesta del 1912, che scrisse:
"Le scialuppe del Titanic erano solo parzialmente riempite; tutte erano
prive di bussole; solamente tre dotate di lampade. L'equipaggio era
talmente inetto che, in assenza di un pronto recupero, le avrebbe
distrutte contro i frammenti di ghiaccio [presenti in mare]. Un
testimone giura di aver udito da due o tre steward che era la prima
volta che prendevano in mano un remo, tanto che ignoravano a cosa
servissero gli scalmi. Le scialuppe furono riempite con tanta
indifferenza, e abbassate con tanta velocità, da sacrificare inutilmente
500 persone in nome della ordinata disciplina del caricamento, secondo
ogni prova non contraddittoria. 1324 persone rimasero a bordo. C'erano
1176 posti disponibili nelle scialuppe, ma esse contenevano solo 704
persone, 12 delle quali furono ripescate dal mare, in condizioni
climatiche favorevoli e acqua perfettamente calma. Eppure qualche bel
soggetto ancora afferma che prevalse la migliore disciplina. Se questa è
la disciplina, cosa sarebbe stato il disordine?"
Il timone e "la capacità di virata"
Il Titanic paragonato alla Queen Mary 2 e ad altri tipi di mezzi di
trasporto. Nonostante le dimensioni del timone del Titanic non fossero
inferiori a quelle prescritte dalle norme, per una nave di quelle
dimensioni non erano comunque ottimali. Secondo i ricercatori della
Titanic Historical Society: «il timone lungo e stretto del Titanic era
una copia di una nave del XVIII secolo. Confrontato con il timone del
Mauretania o del Lusitania, il timone del Titanic era più piccolo.
Apparentemente nessuna miglioria progettuale fu intrapresa per dare ad
una nave lunga 270 metri la possibilità di virare rapidamente ed evitare
la collisione con un iceberg. Questo era il suo tallone d'Achille».
Un altro elemento fatale del Titanic era
il sistema di propulsione a tripla elica (contro le quattro del
Mauretania e del Lusitania), in cui i due motori a vapore alternativi, a
tripla espansione e a direzione invertibile, facevano andare le due
eliche laterali, mentre l'elica centrale era azionata da una turbina a
vapore, e quest'ultima non era invertibile. Di conseguenza, quando
l'ufficiale Murdoch ordinò di invertire i motori per cercare di evitare
l'iceberg, egli involontariamente limitò anche la capacità di virare
della nave. Infatti durante il funzionamento a indietro tutta la turbina
a vapore, che non era invertibile, semplicemente si fermò, e poiché
l'elica ad essa collegata era proprio davanti al timone, l'efficacia di
quest'ultimo fu molto ridotta.
Il tipo di acciaio e i bulloni
L'iceberg deformò le lamiere consentendo l'ingresso dell'acqua tra le
chiodature.Originariamente gli storici pensavano che l'iceberg avesse
praticato un taglio nella fiancata. Lo studio del relitto ritrovato ha
permesso di esaminare a fondo l'accaduto. Poiché la parte danneggiata
era sepolta, gli scienziati hanno utilizzato un sonar per esaminarla.
Ciò che è stato scoperto è che le lamiere della fiancata non si sono in
realtà "piegate", ma piuttosto si sono crepate, creando delle spaccature
in corrispondenza delle loro giunture rivettate, lasciando entrare acqua
attraverso 6 diverse falle.
Nelle immersioni successive si raccolsero campioni di fiancata.
L'acciaio recuperato mostra un alto contenuto di fosforo e zolfo
(rispettivamente quattro volte e due volte maggiore degli acciai
moderni); il rapporto manganese/zolfo era 6,8:1 (attualmente è più di
200 a 1). Il fosforo in alte quantità rende l'acciaio prono a fratture;
lo zolfo crea grani di solfuro di ferro, che agevolano la propagazione
delle fratture stesse; il ridotto contenuto di manganese rende l'acciaio
meno duttile. Tutto questo, unito alle temperature gelide
dell'Atlantico, rese lo scafo estremamente fragile e contribui in
maniera decisiva al rapido affondamento.
Studi successivi nel 1998 e nel 2006, hanno avanzato l'ipotesi della
presenza di bulloni difettosi sulla fiancata del Titanic, che avrebbero
favorito l'apertura delle falle sullo scafo.
Il romanzo-profezia del 1898
Nel 1898, quattordici anni prima della tragedia, uscì un romanzo dal
titolo Futility, or the Wreck of the Titan. L'autore Morgan Robertson
scrisse nel libro la storia di un transatlantico, il Titan, considerato
inaffondabile, che finisce in rotta di collisione con un iceberg nel
Nord Atlantico ed affonda in poche ore nottetempo nel mese di aprile.
Molti dei dettagli relativi alla nave ed alla tragedia appaiono simili
alla tragedia che vide coinvolto il Titanic, ma molte sono le
differenze.
Venerdi 7
Settembre 2012
"Roll on John" il riff iniziale è quello
di "Generale"
Ascoltate il riff iniziale della
bellissima Roll on John, il riff è preso proprio da "Generale" di
DeGregori. Una specie di ringraziamento e riconoscimento? A me sembra
una cosa voluta più che casuale, Bob ha voluto il riff di Generale
perchè probabilmente l'aveva ascoltato e gli era piaciuto, così ricco di
feeling e tristezza, il riff giusto per ininziare il tributo a John.
Ho letto su Wikipedia che i testi di Tempest
sono scritti tutti da Bob tranne Duquesne whistle.
Non so se avete scritto qualcosa al riguardo, personalmente la trovo la
notizia più importante. Sarò sincero, preferisco testi mediocri scritti
da Bob in solitaria che bellissi testi scritti con altri autori.
Francesco.
Caro Francesco. abbiamo
riportato quando Duquesne Whistle è uscito che la canzone era stata
scritta in collaborazione con Robert Hunter, abbiamo anche supposto che
potesse essere una outtake di Together Through Life visto che su TTL i
testi erano stati scritti da Hunter. Abbiamo anche riportato le
dichiarazioni di coloro che hanno avuto la fortuna di essere stati
prescelti per il pre-ascolto, e questo è quello che abbiamo potuto dire
(tra tutte le altre cose, e non sono state poche) su Tempest. Non si
hanno notizie di altre canzoni scritte con l'aiuto di Hunter in questo
disco, quindi Duquesne dovrebbe essere l'unica, ma la certezza l'avremo
solo col disco in mano. A proposito di collaborazioni ti voglio
ricordare che non è la prima volta che Dylan scrive con altri autori, a
tal riguardo non dimentichiamo che tutto "Desire", a livello di testi,
(eccetto One More Cup of Coffee (Valley Below) e Sara, brano che Dylan
dedicò alla moglie, Sara Lownds, in un estremo tentativo di
riconciliazione in un momento in cui il loro matrimonio era in profonda
crisi), fu opera di Jaques Levi. Come considerare pezzi non dylaniani la
straordinaria Hurricane, Joey, Isis, Mozambique, Oh Sister, Romance in
Dyrango, canzoni che io personalmente considero molto belle anche se non
sono completa opera di Bob. Spero che sarai d'accordo con me, un saluto,
Mr.Tambourine.
Buongiorno Amici, approfitto del canale preferenziale con il Prof.
Carrera per chiedere se e quando si potrà avere una versione aggiornata
di “Lyrics”. Quale occasione migliore dei 50 anni di carriera di Zimmy?
Saluti, Dott. Edoardo Tancredi
Messaggio passato al Prof.
Carrera, ecco la sua risposta:
Cari amici,
a tutti noi piacerebbe avere una nuova edizione delle "Lyrics", e anche
a me piacerebbe lavorarci, traducendo i testi dei nuovi dischi. Ma non
dipende da me e nemmeno dall'editore italiano. E' una questione di
diritti e di contratti. Bisogna aspettare che venga pubblicata la nuova
edizione americana aggiornata. Solo che non ho idea di quando Dylan
vorra' farla uscire.
A presto, Alessandro Carrera
Ti ringazio caro Enzo di
aver voluto condividere con noi il bellissimo e suggestivo articolo che
hai scritto nel tuo blog su Tempest. Permettimi di segnalarti una
svista, Tony Carter al basso stride di brutto!!!. Un saluto,
Mr.Tambourine
Ciao Mr. T, come va?
sul versante Dylan pare tutto bene. Ultimamente purtroppo vi ho seguito
sempre meno, e mi dispiace.
Ti linko alcune riflessioni fatte a caldo dopo il mio primo ascolto di
"Tempest" questo nuovo epico episodio della discografia dylaniana.
Tempest: Prime impressioni sul nuovo
lavoro di Bob Dylan
clicca qui
Saluti alla Farm! Dario "twist of fate"
Greco
Caro Dario,
cazzeruola....., ci voleva proprio un disco di Bob per risentirti di
nuovo! Son contento che tu non ti sia dimenticato di noi!. Capisco la
tua svolta e la tua necessità di "sganciarti" in un certo senso dalla
Fattoria, anzi, sai che ho condiviso sin dall'inizio la tua decisione,
ma lasciami dire che un pò mi sei mancato, tu, le tue bellissime storie
che scrivevi per la Fattoria e i tuoi pareri sull'operato di Bob in
quest' ultimo paio d'anni. Spero di risentirti più spesso, un abbraccio,
Mr.T.
Giovedi 6
Settembre 2012
Tempest -
prima traduzione
clicca qui______________________________________________________________________________________________________
Ciao Tamburino,
spero che A.Carrera, anche lui, scriva un articolo su questo Tempest,
sono curioso di sapere cosa ne pensa uno dei maggiori esperti in materia
dylaniana. Volevo tra l'altro dire che per me questo e' un disco da
Nobel e sarebbe veramente vergognoso se quest'anno non danno il premio a
Dylan.
Un saluto a tutta la Fattoria.
Stefano C.
Ho girato la tua richiesta
al Prof. Carrera, ecco la sua risposta:
Caro Mr.Tambourine,
scrivero' certamente su Tempest nei prossimi giorni. Ho alcune scadenze
amministrative all'universita' che mi richiedono un gran lavoro fino
all'inizio della settimana prossima, e per questo mi sono trattenuto,
non ho scaricato da iTunes ecc. Non voglio rovinare l'effetto. Aspetto
che esca il disco, me lo ascolto bene e ti faccio sapere.
Un caro saluto, Alessandro Carrera
Quindi restiamo tutti in
attesa del parere del miglior dylanologo che conosciamo, nel frattempo
un grande grazie in anticipo ad Alessandro, :o)
Ciao Tamb, da ieri sera il web è sommerso dalla Tempesta, incredibile
quello che succede, ci sarà stato un tizio, in qualche parte del mondo,
che chissà come avrà messo in rete l'album e in chissà quante case,
auto, lettori mp3, telefonini ecc. ecc. questo disco - che ancora non è
nei negozi - sta già girando nella sua definitiva versione. Ma una cosa
del genere, quando eravamo piccoli, tu te la saresti immaginata? Io,
sinceramente, no.
L'album è molto bello già ad un primo ascolto, ai successivi - tutti
quelli che ho fatto tra ieri sera, la notte scorsa ed oggi - mi sembra
ogni volta più bello. Ai pezzi già ascoltati nelle settimane scorse se
ne affiancano altri che in almeno due-tre casi risultano immediatamente
coinvolgenti. Due-tre brani sono piuttosto lunghi e urgono i testi e le
traduzioni, mettiti d'impegno mi raccomando. :-))
Le foto di retro copertina e una di quelle interne al disco che ti
allego sono decisamente altrettanto affascinanti.
Un abbraccio e complimenti per
maggiesfarm.eu, è un bel periodo per Dylan e il sito lo sta
accompagnando egregiamente, un suggerimento, perchè sempre LA MAIL
DI ....., che ne dici di un SCRIVE ..... o qualcosa del genere?
Otello
Ho sempre scritto "La
mail di..." perchè di questo si tratta, dello scritto di un amico che
visita la Fattoria e manda una mail. Anche cambiando la dicitura la
sostanza non cambia, sempre una vostra mail rimane! Comunque grazie per
il suggerimento, se poi ce ne saranno altri li prenderemo tutti in
considerazione, magari facendo un piccolo referendum, OK? Ciao, :o)
Io l'ho ascoltato 1 volta di corsa e mi è piaciuto moltissimo.....ormai
non mi aspettavo più molto da Dylan per quanto riguarda gli album in
studio....invece sua bobbità mi ha stupito ancora una
volta!!!!!!!!!!!!!!
Ciao e buon ascolto!
Alessandro
Cliccate sopra su
"ASCOLTA "TEMPEST" - FULL ALBUM, nella pagina che si aprirà troverete un
rettangolo rosso nel quale ci sono i titoli di tutte le canzoni,
cliccatene uno e buon ascolto! Un sentito grazie a tutti gli amici per
le loro utilissime segnalazioni.
Siamo riusciti a rintracciare tutti i
testi di Tempest, naturalmente un work in progress con alcune piccole
inesattezze dovute principalmente alla difficoltà di capire cosa dice
esattamente Bob perchè a volte la voce si confonde con gli strumenti,
comunque i testi fanno ben capire l'argomento della canzone. cliccate
sopra su TEMPEST LYRICS - (work in progress)
Cari amici, per la prima volta scrivo a Maggie's farm (complimenti!) e
vorrei comparteciparvi della mia grande emozione dopo l'ascolto
integrale di Tempest! Lo trovate appena postato su iroots.org. ( Provate
a digitare First Listen Bob Dylan's Tempest iroots.org) Qualcuno prima
di me lo aveva segnalato: lo ringrazio vivamente.
Ho trovato un disco emozionante e bellissimo (dopo il primo ascolto)!
Grande, grande Bob!
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
La mail di sewe.14
puoi trovare narrow way e pay in blood oltre a scarlet completa su
expecting rain pagina 1 settembre 2012,link "first listen:bob dylan
tempest-leaks from columbia. Ciao
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
La mail di Marco L
Non so se ne avete avuto la possibilità o la riavrete oggi, ma
stamattina su you tube per circa un'ora è stata caricata la tempest del
nuovo album, prontamente oscurata dalla Sony. Io ero il primo
visualizzatore, perciò penso che pochi siano riusciti ad ascoltarla.
Beh, vi anticipo che è una bellissima canzone. Non riconosco tutte le
parole, ma il ritmo è ipnotico (come diceva una giornalista di cui avete
pubblicato la recensione). Il tempo passa, ma non te ne rendi conto.
Alla fine, è come aver ascoltato una canzone di tre minuti e mezzo. é
come un valzer, e le scene di cui intuisco le parole, hanno parole
forti, del Dylan di sempre. Sono finito per riascoltarla tre volte di
seguiro, e il tempo non è mai pesato. Testo permettendo, questa canzone
verrà a lungo ricordata.
ps già che vi scrivo, non sarebbe possibile col tempo aggiungere i testi
e le traduzioni di ttl, di tempest e di, perchè no, christmas in the
heart sulla pagina del vecchio maggie's farm contenente l'elenco di
canzoni con tutti i testi e traduzioni? è molto comoda, la pagina su cui
clicco più spesso. è un peccato non averla più aggiornata.
I testi di TTS, TTL,
Christmas in the heart e in futuro Tempest li trovi a questo indirizzo:
http://www.maggiesfarm.eu/ttt.htm . E' un
miracolo se ancora maggiesfarm.it sia online, per questo dobbiamo dire
grazie a Marina Gentile che si è data da fare per pagare il rinnovo del
dominio che era stato lasciato scadere dopo la voluta sparizione di
Michele Murino (impossibile contattarlo in qualche modo) per salvare
definitivamente tutto il patrimonio di maggiesfarm.it.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
La mail di carlomartello
ora sono al lavoro e non ho accesso a facebook ma se vai sulla pagina
personale
di Paolo Vites e la scorri indietro di un paio di giorni trovi il link
per Pay
in Blood.
Massimo
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
La mail di Kuore Scuro
Ciao,
non so come ma aprendo il sito con iPhone o iPad riesco a fare play
sulle canzoni e ad ascoltarle mentre con il pc no.
M
Port Chester, New York - The
Capitol Theatre - September 4, 2012
1. Watching The River Flow (Bob on keyboard)
2. Love Minus Zero/No Limit (Bob on piano)
3. Things Have Changed (Bob on guitar)
4. Tangled Up In Blue (Bob on guitar)
5. Rollin' And Tumblin' (Bob on piano)
6. This Dream Of You (Bob on piano, Donnie on electric mandolin)
7. Tweedle Dee & Tweedle Dum (Bob on piano)
8. Shooting Star (Bob on piano and harp)
9. High Water (For Charley Patton) (Bob center stage with harp, Donnie
on banjo)
10. Visions Of Johanna (Bob on piano, Donnie on electric mandolin)
11. Highway 61 Revisited (Bob on piano)
12. Can't Wait (Bob on piano, Donnie on electric mandolin)
13. Thunder On The Mountain (Bob on piano)
14. Ballad Of A Thin Man (Bob center stage with harp then on piano)
15. Like A Rolling Stone (Bob on piano)
16. All Along The Watchtower (Bob on piano)
(encore)
17. Blowin' In The Wind (Bob on piano then center stage with harp,
Donnie on violin)
Martedi 4
Settembre 2012
Bethel, New York - Bethel Woods Center
for the Arts - September 2, 2012
1. Watching The River Flow (Bob on keyboard, Donnie on lap steel)
2. It's All Over Now, Baby Blue (Bob on grand piano Donnie on pedal
steel, Stu on acoutic guitar)
3. Things Have Changed (Bob on guitar, Donnie on pedal steel, Stu on
acoustic guitar)
4. Tangled Up In Blue (Bob on guitar Donnie on pedal steel, Stu on
acoustic guitar)
5. The Levee's Gonna Break (Bob on grand piano, Donnie on electric
mandolin, Tony on standup bass)
6. Blind Willie McTell (Bob center stage with harp, Donnie on banjo, Stu
on acoustic guitar, Tony on standup bass)
7. Tweedle Dee & Tweedle Dum (Bob on grand piano, Donnie on pedal steel)
8. Tryin' To Get To Heaven (Bob on grand piano and harp, Donnie on pedal
steel, Stu on acoustic guitar)
9. High Water (For Charley Patton) (Bob center stage with harp then on
piano, Donnie on banjo, Tony on standup bass)
10. Visions Of Johanna (Bob on grand piano, Donnie on electric mandolin,
Stu on acoustic guitar)
11. Highway 61 Revisited (Bob on grand piano, Donnie on lap steel, Tony
on standup bass)
12. Spirit On The Water (Bob on grand piano then center stage with harp,
Donnie on pedal steel, Tony on standup bass)
13. Thunder On The Mountain (Bob on grand piano, Donnie on lap steel)
14. Ballad Of A Thin Man (Bob center stage with harp then on piano,
Donnie on lap steel)
15. Like A Rolling Stone (Bob on grand piano, Donnie on pedal steel)
16. All Along The Watchtower (Bob on grand piano, Donnie on lap steel)
(encore)
17. Blowin' In The Wind (Bob on piano then center stage with harp,
Donnie on violin, Stu on acoustic guitar)
Ho letto molte recensioni o idee sul video apparso sul tuo sito.
Devo dire che dopo la visione mi sono fatto una idea, tra le tante che
ho letto, un po' diversa dalle altre.
Da tutto quello che ho letto sulla vita di Bob con masturbazioni mentali
di ogni tipo, dalla mia lettura secondo il mio modestissimo punto di
vista l'ho interpetrata come con la sua sempre conflittualita' sul mondo
femminile, come una morale di amore ed odio verso le donne. Il suo
romanticismo distrutto verso qualsiasi donna che abbia frequentato cozza
con la realta' del mondo dell'amore.
Nella sequenza finale dove lui passa con noncuranza verso il povero
ragazzo pestato, ho visto lui in quella persona quasi calpestata per
aver cercato di amare una donna.
Non so perche', ma mi ha ricordato le parole di IDIOT WIND.
Un carissimo saluto Marcello
Caro Marcello, non ti
pare di esagerare con il "romanticismo distrutto" di Dylan? Non
dimentichiamoci che il Dylan artista è una cosa, il Dylan uomo invece è
totalmente un'altra, non scordiamo come ha usato Suze Rotolo, come ha
maltrattato Joan Baez, la stessa Sarah ha dichiarato che aveva paura di
lui perchè durante il suo periodo-drug alzava le mani su di lei. Vedere
in Dylan quel povero ragazzo quasi calpestato del video mi sembra
eccessivo, con tutto il rispetto e l'amore per Dylan che posso avere. Il
messaggio del video che Dylan sembra voler lanciare è quello della
stortura della società così com'è oggi, una società che non ha pietà per
niente e per nessuno, che scavalca i poveri diavoli abbandonati sul
ciglio della strada senza curarsi di loro. Infine il paragone fra Idiot
e Duquesne non ci sta proprio, Idiot Wind è una grande Dylan-song,
mentre Duquesne Whistle non lo sarà mai, valida e divertente finchè
vuoi, ma da qui ad essere un Dylan-Masterpiece ce ne vuole ancora, senza
dimenticare che il testo è Hunter e non Dylan! C'è una conflittualità
fra Dylan e il mondo femminile, ma il mondo femminile sembra essere
sempre uscito sconfitto dal match col gigantesco mito dylaniano, nessuna
donna potrebbe reggere un confronto simile. Dylan è un mito ed un'icona
unica ed irripetibile, non paragonabile con nessun'altro, il mito di
Dylan riesce a schiacciare anche l'odierno Dylan artista, nel senso che
qualunque cosa faccia è "sempre ben fatta", a dispetto di chiunque e
qualunque cosa. Il Dylan mito non è più scalfibile, la dimostrazione
l'hai avuta a Barolo, un buonissimo concerto senza dubbio per l'impegno
e la voglia di Dylan, ma nessuno ha parlato o criticato le prestazioni
dylaniane di certe canzoni identiche una all'altra, nessuno ha parlato
di certi finali di canzone veramente improvvisati con la band che non
sapeva cosa fare (a volte Bob è difficile da interpretare sul palco
anche per chi suona con lui da anni), nessuno ha parlato delle note
sbagliate sul grand piano, nessuno ha parlato dell'armonica sbagliata
che ha iniziato Blowin' in the wind, nessuno ha detto che l'eco sulla
voce in "Ballad of a thin man" è una cosa veramente vomitevole, capace
di rovinare uno dei più grandi capolavori che Bob abbia scritto. Queste
cose ci sono state, ma è come se non fossero successe, annullate e
cancellate dalla potenza del mito dylaniano. Non è vero?
Altre 2 canzoni da ascoltare. Mentre Narrow Street è un rock blues di
cui non costerà fatica trovare gli accordi Pay In Blood è qualcosa di
assolutamente nuovo, lontano da Time Out Of Mind e tutti gli album che
poi sono seguiti, l'uso delle chitarre, il riff dominante e tutta la
produzione della canzone mi rimandano ad Empire Burlesque come struttura
(Seeing the Real You at Last) e sound ma con una migliore resa, come se
Dylan anzi Jack Frost volesse rifarsi di quel periodo dove i produttori
ammazzavano il suono (soprattutto della batteria) delle canzoni di
Dylan. Nelle ultime biografie uscite se evince che Dylan ha sempre
sofferto il ruolo del produttore, al punto che Time Out Of Mind si
scopre adesso nato da tensioni e litigi con Daniel Lanois con Dylan alla
console a imporre finalmente il suo punto di vista. Mancano pochi giorni
e le altre canzoni da ascoltare dovrebbero essere quasi tutte delle
ballate... qualcuno ha scritto che Tempest non si avvicina a nessun
altro tipo di album di Dylan, dal sound delle prime 5 ascoltate (Scarlet
Town soprattutto) comincio a crederlo anch'io.
Ho tentato di tutto ma
non sono riuscito a sentire i due pezzi Narrow Street e Pay in Blood,
mi spieghi come hai fatto a sentirli? :o(
Lunedi 3
Settembre 2012
Big Flats, New York - Tag's Summer
Stage - September 1, 2012
1. Watching The River Flow
2. To Ramona
3. Things Have Changed (Bob on guitar)
4. Tangled Up In Blue (Bob on guitar)
5. Rollin' And Tumblin'
6. Every Grain Of Sand
7. Tweedle Dee & Tweedle Dum
8. The Lonesome Death Of Hattie Carroll
9. Summer Days
10. Visions Of Johanna
11. Highway 61 Revisited
12. Spirit On The Water
13. Thunder On The Mountain
14. Ballad Of A Thin Man
15. Like A Rolling Stone
16. All Along The Watchtower
Ciao Tamb,
poche cose per dirti la mia sul video di Bob.
Le parole non sono di Bob e in un certo qual modo si sente che non sono
sue, la musica invece ha un qualcosa di già sentito, ma non so
esattamente a cosa fare un riferimento, bellina, ma niente di più di
questo, in linea con TTL dal quale questo pezzo sembra essere estratto.
Il fatto che le parole siano di Hunter mi fa pensare che sia una delle
outtake mai inserite in TTL, staremo a vedere se è l’unico pezzo dove
Hunter è co-autore o se ce ne saranno altri, cosa che potrebbe essere
molto probabile.
Duquesne Whistle, poco Dylan e tanto Hunter per fare da sottofondo ad un
filmato che come hai detto tu potrebbe avere una sua morale
completamente diversa da quella della canzone. La penso come te, cioè
che la canzone potrebbe essere tutto un insieme di doppisensi a sfondo
sessuale, linguaggio molto usato sia nel blues che nel R&B. Però mi
chiedo ancora perchè Bob abbia usato un filmato che non ha niente a che
fare con la canzone. I soliti misteri dylaniani?
Proprio così, i soliti
misteri dylaniani! Si fanno mille ipotesi magari lontane centinaia di
miglia dalla realtà, ma non importa, io mi diverto e spero che sia così
anche per te, se poi "ciazzecco", come dice quel famoso politico, meglio
ancora, ciao, :o)
Le prenotazioni di Tempest su Amazon
hanno fatto passare il nuovo lavoro di Bob Dylan al 1° posto nella
classifica dei pre-ordini in attesa dell'uscita dell'album il giorno 7
Settembre in Australia ed il giorno 11 Settembre in USA.
Domenica 2
Settembre 2012
Salisbury, Maryland - Wicomico Youth &
Civic Center - August 30, 2012
1. Leopard-Skin Pill-Box Hat
2. Girl Of The North Country
3. Things Have Changed
4. Tangled Up In Blue
5. The Levee's Gonna Break
6. This Dream Of You
7. High Water (For Charley Patton)
8. Sugar Baby
9. Tweedle Dee & Tweedle Dum
10. A Hard Rain's A-Gonna Fall
11. Highway 61 Revisited
12. Forgetful Heart
13. Thunder On The Mountain
14. Ballad Of A Thin Man
15. Like A Rolling Stone
16. All Along The Watchtower
Un paio di opinioni sul nuovo singolo:
Sulla musica dico solo una cosa: me la immagino arrangiata stile “Isis”
al tempo della RTR, diciamo 1975, e penso che sarebbe stata grandiosa.
Il video: FANTASTICOOO!!!!
Ciao dalla Lucertola
Ho capito male o la canzone.
così com'è, non ti sfagiola più di tanto visto che la immagini ai tempi
della RTR?
" Duquesne Whistle: Il nuovo video da
“Tempest” ed i riferimenti sessuali
Dopo averla ascoltata, la prima cosa che uno si chiede è, “Perchè una
canzone chiamata ”Duquesne Whistle”? Che vuol dire Bob, perchè dovrei
ascoltare il fischio di Duquesne? Forse la spiegazione sta nel fatto che
(molto probabilmente) la canzone è giocata tutta sui doppi sensi, una
metafora sessuale che ha il sapore delle ultime cartucce da sparare.
Il famoso "Duquesne Whistle” era il fischio della sirena che chiamava
gli operai all’entrata al lavoro, posta forse in cima ad una delle
gigantesche ciminiere del più grande altoforno del mondo, il cosiddetto
"Dorothy Six," che si trova a Duquesne, PA, e visto, nella fantasia
popolare, (almeno in senso freudiano), come un simbolico fallo
gigantesco. Il borgo di Duquesne è stato fondato nel 1789 ed è stato
incorporato in Pittsburg, Pennsylvania, nel 1891. La Duquesne Works era
una acciaieria che faceva parte della Carnegie Steel Corporation e poi
parte della U.S. Steel, era il cuore e l'anima di Duquesne durante i
suoi momenti più brillanti nel 20esimo secolo. Duquesne aveva il più
grande altoforno del mondo, denominato "Dorothy Six". La popolazione
della città ha raggiunto il suo massimo nel 1930, per poi diminuire con
l'inizio della deindustrializzazione nel 1960. Oggi è rimasto solo un
duro paesaggio postindustriale in rovina per abbandono).
Quindi, potenzialmente, il titolo della
canzone, potrebbe far riferimento ad una cosa che una volta era un vanto
ed ora si trova in disuso, proprio come il fallo di un vecchio uomo che
ricorda i suoi tempi migliori.
" Duquesne Whistle: Il video dal nuovo album “Tempest”, inizia
abbastanza innocentemente con un giovane che cerca in tutti i modi,
anche piuttosto ingenuamente, di interessare una ragazza, in uno
scenario da film muto che diventa sempre più oscuro e violento. La
canzone è un old-time Dixieland shuffle, sembra essere riferita in un
primo momento ad un treno, ma andando avanti, a ben guardare, il testo
potrebbe potrebbe fare riferimento proprio alla ciminiera dell’altoforno più grande del mondo.
Il testo della canzone con in rosso le frasi
che potrebbero essere interpretate in modo diverso da quello che
sembrano dire. Ascoltate quel fischio di Duquesne che soffia
Sta soffiando come se stesse andando a spazzare via il mio mondo
Io mi fermerò a Carbondale e andrò avanti
Quel treno di Duquesne mi porterà giorno e notte
Tu dici che sono un giocatore d'azzardo, dici che sono un ruffiano, ma
non sono ne l’uno ne l’altro.
Ascoltate quel fischio di Duquesne che soffia
Suona come se fosse la corsa finale.
"Tu dici che sono un giocatore d'azzardo, dici che sono un ruffiano / Ma
non sono nessuno dei due", insiste Dylan. Infatti, il testo della
canzone può essere letto come un omaggio all’ esuberante desiderio sessuale
di un impassibile vecchio di 71 anni, un tema che mescola accenni di morte con la
lussuriosa promessa di non andar troppo per il sottile. La voce di Dylan
è poco più di una raspa o un gargarismo, ma sotto il doloroso
gracchiare, ci da dentro per sottolineare che il “fischio di Duquesne
soffia ancora”, suona come se stesse annunciando l’ultima volta (la
corsa finale).
Ascoltate quel fischio di Duquesne che soffia
Soffia come non ha mai soffiato prima
luce blu lampeggiante, luce rossa incandescente
soffia come se lei fosse alla porta della mia camera
mi sorridi attraverso lo steccato
Proprio come hai sempre sorriso prima
Ascoltate quel fischio di Duquesne che soffia
Soffia come se lei non dovesse più soffiare
Il verbo “soffiare” potrebbe essere uno stratagemma usato in alternativa
per mascherare il vero verbo che lui vorrebbe usare.
Non sentite quel fischio di Duquesne che soffia
Che soffia come se il cielo dovesse saltare in aria lontano
Tu sei l'unica cosa viva che mi fa andare avanti
Sei come una bomba a orologeria nel mio cuore
Sento una dolce voce chiamare delicatamente
Deve essere la madre di nostro Signore
Ascoltate quel fischio di Duquesne che soffia
Sta soffiando come se la mia donna fosse a bordo Il fischio continua a soffiare, come se dovesse distruggere tutto nella
sua ultima azione, lei è il motore che lo spinge, quella che lo farà
scoppiare, ma già la voce della madre di nostro Signore lo chiama
gentilmente. Sembra essere la parabola dell’antica forza che ora sembra
diventare tristezza davanti alla constatazione che l’ora della fine
si sta avvicinando.
Ascoltate quel fischio di Duquesne che soffia
Che soffia per mandare via la mia tristezza
Tu sei un mascalzone, so esattamente dove andare a parare
Ti guiderò io stessa alla fine del giorno
Mi sveglio ogni mattina con quella donna nel mio letto
Tutti a dirmi che mi è andata alla testa
Ascoltate quel fischio di Duquesne che soffia
Soffia come se stesse uccidendomi
Sei un mascalzone, dice lei, so esattamente cosa vuoi, lascia che ti
guidi fino alla fine. Il fischio continua a soffiare, come se volesse
ucciderlo.
Non sentite quel fischio di Duquesne che soffia?
Che soffia attraverso un altra città cattiva
Le luci della proprietà privata della mia signora riasplendono
Mi chiedo se saranno ancora intorno a me la prossima volta
Mi chiedo se questa vecchia quercia è ancora in piedi
Quella vecchia quercia, quella dove eravamo soliti arrampicarci
Ascoltatete quel fischio di Duquesne che soffia
Che soffia come se lei fosse giusta in orario
"Ascoltate quel fischio di Duquesne che soffia / soffia come non ha mai
soffiato prima," ridacchia Dylan , prima di propinarci un'immagine sia
di virilità che di conquista sessuale. "Le luci della proprietà privata
della mia signora si accendono / mi chiedo se esse si accenderanno
intorno a me la prossima volta / Mi chiedo se questo vecchio albero di
quercia è ancora in piedi / Quella vecchia quercia che abbiamo usato per
arrampicarci (andare su di giri?)".
Indubbiamente tutta la strofa è giocata sul doppio senso, il fischio di
Duquesque sembra essere agli sgoccioli, spremuto forse per una delle
ultime volte, questa volta ce l’ho fatta a conquistare i favori della
signora (nell’originale “Lady’s Land” che potrebbe riferirsi
all’organo sessuale della donna, la proprietà privata della mia signora
dice il testo, “land” in slang può essere la proprietà privata, quindi,
a buon intenditor poche parole). Lui si chiede se ci sarà un’altra
volta, si chiede se la vecchia quercia ce la farà ancora.
Questa volta è andata, ma la prossima? Il senso sessuale sembra più che chiaro.
Il videoclip continua mostrando il giovane romantico picchiato a sangue
e gettato in una strada, mentre un impassibile Dylan, con in testa il
suo immancabile cappello, alla testa di una specie di gang urbana, lo
scavalca con indifferenza senza nemmeno guardarlo. "Mi sveglio ogni
mattina con quella donna nel mio letto / Tutti mi dicono che mi è andata
alla testa." Ci si aspetta quasi di vedere la scena finale del film di
Hitchcock “Intrigo internazionale”, quando il treno sta per entrare nel
tunnel, metafora della penetrazione finale. Dylan è passato da Blowin'
in the wind a " Duquesne Whistle". Pensandoci bene, la pioggia non è
l'unica cosa dura che cadrà.
Naturalmente tutto questo potrebbe essere
solo una bizzarra ipotesi interpretativa della canzone, mentre il
significato del testo potrebbe anche essere totalmwente diverso. Comunque,
giusta o sbagliata, questa è l'ipotesi
che sembra andare per la maggiore al momento in America.