Ieri il nostro sito è stato
irraggiungibile per quasi tutto il giorno, questa la ragione:
Brucia la server farm di Aruba, migliaia di
siti off line
Un incendio nella server farm di Aruba e mezzo Web italiano si spegne. È
quello che sta succedendo in queste ore nella zona UPS della server farm
principale dell'azienda di web hosting, che ha sede ad Arezzo.
Aruba sta comunicando attraverso Twitter ed ha rassicurato i propri clienti:
server e sale dati non hanno subito alcun danno e i servizi, spenti per
cautela, stanno lentamente ripartendo.
Melbourne, Australia - Rod Laver Arena -
April 20, 2011
di Neala Johnson dell'Herald Sun
Dicono che Bob o lo ami o lo odii. Dicono che lui ha entrambe le forme,
quella classica e quella di un sogno di trascendentale. Dicono che la sua
voce è andata.
Ma lui è Bob Dylan, e per tutti, anche per la storia "Il poeta laureato del
rock and roll", il Leader della contro-cultura degli anni '60 ... l' abuso
di sostanze stupefacenti... stoned come è stato negli anni '80"- sicuramente
esige di essere visto almeno una volta nella vita.
Ad un mese dal suo 70° compleanno, Dylan è chiaramente al di là di
assecondare il suo pubblico. I suoi hits non li suonerà come li ricordate,
infatti, sarete fortunati se li riconoscerete. Lui non griderà, "ti amo
Melbourne", infatti, non dice una parola.
A volte ti chiedi se vede la folla, ma poi si mette a ballare Tangled Up in
Blue, allarga un sorriso e soffia un assolo di armonica che attira grandi
applausi.
Mentre la sua blues-dipendente band di cinque elementi è calda, loro non
possono nascondere la voce, o ciò che ne resta.
E' particolarmente incongruo quando i loro jangle di chitarra sono più dolci
- un messaggio-mumble-gracchiato-honk facendo del suo meglio per uccidere
l'atmosfera.
A volte è come se fosse Adam Sandler a recitare una commedia di Dylan. A
volte è la voce di un bluesman brizzolato, come sulla incredibilmente
volubile Forgetful Heart.
A volte tossisce su uno scorcio di vecchie canzoni e semplicemente continua
come se niente fosse.
A suo credito, Dylan non ha abbandonato le sue canzoni classiche - del
calibro di Highway 61 Revisited, Like a Rolling Stone e Desolation Row
ottenendo un robusto run-through.
Byron Bay, Australia - Byron Bay Bluesfest -
MoJo Stage - April 26, 2011
Dylan, sentito ma non visto al Bluesfest
di Byron Bay
Ci sono alcune regole quando si tratta di Bob Dylan: niente interviste,
niente fotografie e lui sembra ignorare il pubblico.
Nonostante sia uno dei più grandi poeti e musicisti del mondo, si potrebbe
dire che dopo la sua esibizione al Byron Bay Bluesfest, Dylan è in continua
lotta contro il suo desiderio di privacy anche quando è sul palco.
In migliaia sono venuti a vedere lui come headliner lunedi notte, ma,
purtroppo, migliaia in realtà non lo hanno visto.
Senza un ciao alla folla, Dylan ha attraversato il palco lanciandosi in
Don't Think Twice It's Alright.
La folla ha fatto un doppio sungulto. "E' questo il warm up? Siamo in grado
di sentirlo, ma perché non possiamo vederlo?"
La decisione è stata presa da chissà chi, le prestazioni le hanno viste
soltanto pochi eletti.
Dylan non ha permesso di proiettare la sua performance in diretta sui grandi
schermi che circondavano il palco, in modo che quelli al di sotto dei sei
piedi di altezza hanno visto solo la parte posteriore della sua persona.
Un piccolo flusso di persone ha lasciato il concerto a metà, altri hanno
aguzzato l’ingegno salendo sulle spalle degli amici a turno, la magnificenza
del momento ha superato il fastidio generale della situazione.
Ho avuto modo di vedere un Dylan sottile, più alto del previsto dietro
l'organo, appoggiato mentre suonava gli accordi e buttava in fuori la sua
gamba, muovendosi in un groove perfetto.
"Questo è quello che son venuto a vedere, la leggenda sul luogo di lavoro, ma, ahimè, chi mi aveva preso sulle spalle si è stancato presto ed ho dovuto
scendere" ha detto un fan.
Ci sono stati molti momenti in cui la sua musica ha sofferto della mancanza
di immagini, ci si potrebbe perdere nei suoi assoli armonica, e tutti erano
abbastanza felici quando ha iniziato Highway 61.
Anche se la voce di Dylan non regge più come una volta ed ha scambiato la sua
chiarezza col tono ghiaioso, gorgoglio che è stato ben
evidente in A Hard Rain's A-Gonna Fall.
Dopo il set di 90 minuti, in quello che sembrava essere lo stile Dylan, ha
lasciato il palco senza un addio e senza suonare una delle sue canzoni più
conosciute, Blowin 'in the Wind, The Times they are a-changing , It Ain't Me
Babe o Mr Tambourine Man.
Dopo qualche supplica da parte del pubblico, è tornato a cantare Like a
Rolling Stone, anche se in una versione più recente che è stata inizialmente
difficile da riconoscere.
Dylan ha cantato la canzone con lo staccato, a volte ripetendo il testo
della canzone in rapida successione e lasciando il coro alla folla che è
stata più che felice di cantare e di essere parte di una canzone di Dylan.
Dylan è un uomo che è stato infastidito dai media e frainteso da loro, che è
famoso per mantenere il suo fascino e la sua privacy, ma ha bisogno di un pò
più di equilibrio da mostrare verso i suoi fans.
"Se non aveva intenzione di permettere al pubblico di vederlo in questa fase
della sua carriera, perchè venire a suonare qui?" Ha detto la cantante di blues
Jennifer Hillhouse.
I media sono stati avvertiti prima del concerto che "la sicurezza sarebbe
stata molto stretta", non ci sarebbero state interviste e niente fotografie.
Fuori da sciocchi punteggi sugli artisti partecipanti al festival di sei
giorni, Dylan era solo uno dei quattro che non voleva essere fotografato, e
accanto al suo nome, per chiarire, si leggeva: "assolutamente no".
Una donna che ha lavorato al tour australiano di quest'anno, così come del
2007, ha detto che il suo desiderio di privacy era ben noto tra il
personale, anche se, non applicato rigorosamente.
Milano, Il ritorno del menestrello di
Duluth
clicca qui
Venerdi 29 Aprile 2011
Darling Harbour, Australia - Sydney
Entertainment Centre - April 28, 2011
1. Gonna Change My Way Of Thinking
2. It's All Over Now, Baby Blue (Bob on guitar)
3. I'll Be Your Baby Tonight (Bob on guitar)
4. Things Have Changed
5. Rollin' And Tumblin'
6. Tangled Up In Blue
7. Tweedle Dee & Tweedle Dum (Bob on guitar)
8. Desolation Row
9. High Water (For Charley Patton)
10. Spirit On The Water
11. Summer Days
12. Simple Twist Of Fate (Bob on guitar)
13. Highway 61 Revisited
14. Ballad Of A Thin Man
(encore)
15. Like A Rolling Stone
16. All Along The Watchtower (Bob on guitar)
17. Forever Young
Darling Harbour, Australia - Sydney
Entertainment Centre - April 27, 2011
Dylan delude i fans
di Jo Joyce, Bruce Mackenzie
La performance della leggenda della musica di Bob Dylan rimane un argomento
di acceso dibattito tra coloro che hanno partecipato al Byron Bay
International Blues and Roots Festival sulla costa nord dello Stato durante
il fine settimana lungo. Molte persone sono state frustrate dalla decisione
del trovatore americano di non consentire l’uso di primi piani del suo show
sugli schermi video nella tenda principale.
La reporter di ABC North Coast Arts, Jeanti St Claire, dice che Dylan gode
della sua fama di performer riluttante verso il pubblico.
"La gente era veramente irritata per la mancanza di immagini sui grandi
schermi, molti andavano alle tende grandi fondamentalmente per guardare cosa
c'è sullo schermo, ma non han potuto vedere Dylan... la gente era molto
delusa.
"Soprattutto gli anziani che erano stati seduti nelle zone riservate ai
disabili non hanno veramente potuto vedere Dylan, da dove erano non potevano
vedere nulla."
Secondo la Jeanti, Dylan non è noto per lo sviluppo di un rapporto con il
suo pubblico.
"Ha la reputazione di tenere tutto ad una certa distanza da lui, anche
dietro le quinte".
La Jeanti dice che lei non ha potuto godersi il concerto, ma che andare con
basse aspettative è stata la chiave giusta, e che Dylan non è mai stato noto
come un grande cantante.
"Dovevi andare avanti e pensare: “'questo potrebbe essere terribile”.
"Lo vedo come uno dei songwriter chiave del ventesimo secolo ... non come
cantante. Si va al concerto per ascoltare le canzoni, non per sentire Dylan
cantare splendidamente."
Tuttavia secondo una ragazza del posto, Catherine, che ha visto lo show di
Dylan lunedi, è stato deludente anche a livello di canzoni. "E' stato
presentato come il “poeta laureato”, ma non siamo riusciti a capire una
parola di quello che stava cantando."
Lei dice "le prestazioni sarebbero state perdonabili se Dylan avesse
interagito col pubblico per mantenere viva la sua musica, ma non l’ho
nemmeno sentirlo dire un ciao".
"Dopo circa cinque canzoni, io e quelli che erano con me abbiamo rinunciato
a continuare a seguire il concerto e ce ne siamo andati", dice Catherine.
E, a quanto pare, centinaia di altre persone hanno fatto la stessa cosa.
"Gli appassionati di Bob sbottavano a frotte con borbottii tipo" Che cos’è
tutto questo? " Poi iniziavano il lungo ritorno verso il terreno fangoso
dove c’era il parcheggio.
La ABC North Coast ha ricevuto chiamate dai fans di Dylan che dicevano che è
il più grande artista del mondo musicale, ed il direttore del festival,
Peter Nobel dice "Il set di Bob Dylan è stato meraviglioso e la gente sta
dicendo che il suo concerto è stato il miglior spettacolo che hanno visto da
anni."
Grazie! :-)
Ho appena visto che hai messo la notizia su
http://www.maggiesfarm.eu/
Mi spieghi una cosa che no ho capito?
Che relazione c'è fra www.maggiesfarm.it e www.maggiesfarm.eu?
Perché due? Mi sto perdendo in quella giungla...
Francesca Chiarelli
www.maggiesfarm.it e
www.maggiesfarm.eu
sono la
stessa cosa, l'attuale "dominio eu." è la naturale continuazione del
"dominio it.". Quando Michele mi chiese di portare avanti la Fattoria perchè
non aveva più tempo da dedicare al sito, per salvaguardare la memoria
storica e la testimonianza del suo lavoro decidemmo di comune accordo di
registrare un nuovo dominio che ci dava la possibilità di tener separate le
due cose, anche perchè, nel tempo, con gli adeguamenti grafici e l'
aggiornata impostazione il "dominio-it" sarebbe pian piano andato sparendo,
e questo non sarebbe stato giusto nei confronti di Michele. In pratica le
cose non sono cambiate, sono state solamente messe in due contenitori
diversi con la possibilità di accedere singolarmente ad ognuno dei due. Il
fatto che tu ti stia perdendo in questa "giugla" è perchè Maggie's Farm, nei
suo ormai 12 anni di vita, è diventato un sito talmente vasto (oggi supera
le 4.500 pagine) che dal piccolo bosco iniziale che era è diventato come la
foresta dell'Amazzonia. Comunque in tutti e due i siti c'è il motore di
ricerca interno che aiuta molto nelle ricerche degli argomenti presenti nei
siti. Ti confesso che anch'io non sono ancora riuscito a leggere tutto
quello che c'è scritto nel sito, ma devo anche dire che mi rimane sempre la
sorpresa di trovare e leggere notizie, cronache, commenti e quant' altro
relativo a Bob che ancora non conoscevo. Attualmente Maggie's Farm, nelle
unite versioni Michele "Napoleon in rags" e "Mr.Tambourine" è uno dei siti
mondiali dedicati a Dylan più ricchi di notizie e che ha toccato in lungo ed
in largo tutto quello che ha riguardato e riguarda la vita e l' opera del
Nostro. Armati di pazienza ed un pò alla volta potrai scoprire anche tu le
meraviglie della Fattoria. Un salutone, Mr.Tambourine, :o)
Giovedi 28 Aprile 2011
Francesca Chiarelli: ascoltate il mio
programma radio su Bob Dylan
Sono lieta di informare il mondo che fra pochi giorni avrà inizio il
programma radio che ho realizzato (assieme a Nick Simcock) per festeggiare
il 70° compleanno di Bob Dylan (il 24 maggio), di cui, come sapete, sono
fan.
Lo potrete ascoltare tutti (e soli) i giorni di maggio 2011, in questi
orari:
10.45 - 18.15 - 22.00 Su Radio Belluno. Potete ascoltare anche via web qui:
http://www.radiobelluno.it/ascoltaci.html
Ogni puntata giornaliera dura una decina di minuti. Per ogni puntata ho
scelto un tema e una canzone, quindi ascolterete 31 canzoni, che vi
commenterò.
Spero vi piacerà.
Ho creato la pagina web
http://foreveryoungdylan.wordpress.com
di supporto e approfondimento, dove, se vorrete, potrete lasciare dei
commenti. Buon ascolto!!
Darling Harbour, Australia - Sydney
Entertainment Centre - April 27, 2011
1. Gonna Change My Way Of Thinking
2. Señor (Tales Of Yankee Power)
3. Just Like Tom Thumb's Blues
4. Tangled Up In Blue
5. Jolene
6. Forgetful Heart
7. Tweedle Dee & Tweedle Dum
8. A Hard Rain's A-Gonna Fall
9. Cold Irons Bound
10. When The Deal Goes Down
11. The Levee's Gonna Break
12. Simple Twist Of Fate
13. Highway 61 Revisited
14. Ballad Of A Thin Man
(encore)
15. Like A Rolling Stone
16. All Along The Watchtower
17. Forever Young
Mr.Tamburain,
debbo dire che nella tua risposta sulla saga Dylan in Cina, mi trovi
d'accordo su tutto, anche se avrei preferito un commento di A.Carrera sulla
vicenda. Detto questo, non che tu sia meno acuto di Alessandro, ma un
intervento sulla questione (?) vera o falsa cinese mi sarebbe piaciuta
leggerla da una fonte, che quando tratta l'argomento Dylaniano è
imbattibile.
Anche perchè tutto è partito dagli States dove il prof.Carrera lavora e
chissà se le notizie giunte fino a noi europei sono veriterie al 100%.
Insomma questo per sapere se c'era qualche altro punto di vista diverso, da
ciò che abbiamo finora letto, scritto o sentito.
Alla prossima, Stefano C.
Caro Stefano, tutto quello che è stato pubblicato su MF sulla questione
Dylan-Cina non sono nient'altro che le traduzioni delle notizie originali
provenienti dai siti web americani e dai maggiori quotidiani mondiali,
quindi veritiere (nel senso che non ci siamo inventati niente, tutto ciò che
è stato riportato e tradotto è autentico al 100%). Sono le stesse fonti che
ha potuto leggere il Prof. Carrera se ne avrà avuto il tempo. Poi ci sono
stati i nostri commenti personali coi quali si può essere d'accordo o no, ma,
tirate le somme, questa storia è davvero diventata noiosa, anche perchè tutto quello che è
stato scritto sulle migliaia di siti web era solo il copia-incolla di altri
articoli, specie sui siti italiani di news o sui vari Blog. Lo stesso argomento ripetuto ad
esaurimento senza nessuna novità, anche perchè Dylan si è ben guardato di
prendere sul serio le parole della Dowd e della stampa mondiale. Sappiamo tutti che a lui
non interessano queste sciocche diatribe, se la ride e ne sta alla larga
pensando solo al suo lavoro ed ai suoi concerti. Il Prof. Carrera è
certamente uno dei massimi esperti italiani e mondiali "sul lavoro di Bob
Dylan", ma non lo ha mai incontrato di persona ne gli ha mai parlato, pur
essendo il suo traduttore ufficiale italiano, quindi la politica delle
azioni e della gestione della sua vita personale e dei rapporti che Dylan ha
con il resto del mondo non è l'argomento fondamentale degli studi dylaniani
di Alessandro. Io mi sento di interpellarlo per quanto riguarda il lavoro di
Dylan, ma sulle opinioni personali no, se volesse farcele sapere sarebbe il
primo a contattarci. Lo stesso discorso vale per Michele Murino, validissimo
conoscitore dell'opera omnia dylaniana, autore e co-autore di diversi libri
di analisi artistica sul lavoro di Bob nonchè creatore e gestore per dieci
anni di questo sito. Anche Michele, se avesse voluto, avrebbe espresso la
propria opinione su queste pagine, ma io penso che se non l'ha fatto è
perchè abbia considerato quest'argomento nient'altro che un gossip e non una
cosa seria sulla quale riflettere od imbastire discussioni. Un salutone ed
un grazie per l'aiuto che stai dando alla Fattoria con tutti i tuoi scritti,
alla prossima, :o)
Ho Chi Minh City, Vietnam - RMIT University -
Sports Grounds - April 10, 2011
by Ed Haysom
Bob ha suonato presso il Campus RMIT nella città di Ho Chi Minh.
Ero un pò in apprensione, come spesso mi accade quando me lo vedo davanti.
Sarà buono o cattivo? Come sarà il suono? Pulito o fangoso? E la band? Unita
o slegata? Le versioni delle canzoni saranno comprensibili?
In realtà è stato meraviglioso. Era al top della forma e la band è stata
impressionante. Tony Garnier al basso, Charlie Sexton alla chitarra e George
Recile erano incredibili. Hanno cominciato con “Gonna change my way of
thinking” un grande suono muscolare chiaro e la voce di Bob che si sentiva
distintamente nel mix. Favoloso insieme.
Ma il meglio doveva ancora venire con una versione veramente meravigliosa di
Tangled Up in Blue con un arrangiamento completamente nuovo, poi a una
semplice sublime Twist of Fate, Tweedle Dee e Tweedle Dum, una potente Love
Sick, poi due grandi versioni di Highway 61 e Ballad of a Thin Man.
Io penso che George e Tony siano la sua sezione ritmica migliore di sempre.
Mi piace il suo batterista, come scalcia appena la band è insieme.
Io vivo in Australia e ho un ufficio a Saigon, e il mio staff mi ha
procurato un biglietto del concerto in occasione della mia visita mensile.
Il pubblico era composto da un sacco di emigrati e ben pochi del luogo,
forse 5.000-8.000 persone max. Ero in piedi davanti ed era il posto migliore
per sentire e vedere. Molti degli abitanti del luogo non avevano idea di
quello che stavano guardando ed erano venuti a causa della fama di Dylan
come una leggenda. Alcuni guardavano completamente stupefatti!
Ero preoccupato che non sarebbe stato accolto bene, ma noi fans dello
zoccolo duro eravamo in numero sufficiente per mantenere il tifo! Ciò che è
stato interessante era come evidentemente lui si stava divertendo. E' stata
una bella serata mite con buone vibrazioni dal pubblico (ma non sono molto
sicuro di questo, un sacco di persone erano “fumate”), anche se la band
stava suonando bene e veramente aggrediva le canzoni con alcuni davvero
grandi assoli e scambi con Charlie Sexton. Pensavo fosse finito il concerto
quando hanno lasciato il palco, ma mentre stavo per andarmene li ho visti
ritornare per un’altro bis con una versione veramente meravigliosa di
Forever Young.
Sono uno che va regolarmente ai concerti dal 1976, e questo è stato il mio
concerto preferito e uno che ricorderò sempre.
Mercoledi 27 Aprile 2011
Byron Bay, Australia - Byron Bay Bluesfest -
MoJo Stage - April 26, 2011
1. Gonna Change My Way Of Thinking
2. It Ain't Me, Babe (Bob on guitar)
3. Rollin' And Tumblin'
4. Tangled Up In Blue
5. Tweedle Dee & Tweedle Dum (Bob on guitar)
6. Spirit On The Water
7. Cold Irons Bound
8. Desolation Row
9. Summer Days
10. Simple Twist Of Fate (Bob on guitar)
11. Highway 61 Revisited
12. Ballad Of A Thin Man
(encore)
13. Like A Rolling Stone
14. Forever Young
Ciao Mr. Tambourine,
domani sera (mercoledi 27) alle 21,30 coi DYLAN DOGS suoneremo all'ex-cinema
Palazzo occupato nel quartiere di San Lorenzo qui a Roma (Piazza dei
Sanniti).
Come Dylan Dogs sosteniamo l'occupazione per evitare che l'ex-cinema/teatro,
prima sala biliardi e poi sala bingo, venga ora trasformata in casinò. Il
fine è quello di trovare un accordo con proprietà e istituzioni per
restituire al quartiere e alla città uno spazio culturale che, tra l'altro,
ha anche un notevole valore storico e architettonico.
L'invito a tutti i Maggiesfarmes romani ad intervenire, non solo al nostro,
ma anche agli altri eventi che si stanno via via organizzando.
E' possibile seguire la vicenda su Facebook, sul gruppo aperto EX-CINEMA
PALAZZO - SALA VITTORIO ARRIGONI.
Bruno
Giusta iniziativa, spero i fans
romani di Dylan intervengano numerosi, l'unione fa la forza! Ciao, alla
prossima, :o)
In merito all'articolo di Leo Twomey riportato qui su MaggieFarm che mi
trova d'accordo e per il quale ho già inviato un mio pensiero, altrettanto
ho fatto anche su FB cercando di attivare una discussione in merito.
In realtà poche persone sono intervenute, e in loro risposta ho allargato il
mio discorso dicendo questo:
"...tutta la vicenda delle set-list controllate preventivamente, tutte le
imposizioni ed i divieti dettati a Dylan e la sua accettazione a questo, ha
dello straordinario e dell' indefinito.Come fai a definire questa presa di
posizione di Dylan alla sottomissione "cinese" su un qualche suo testo?
Poi ogni persona può dire - come si dice di solito - l' importante era
esserci (per Dylan) ed arrivare anche a quel pubblico, ma rimane quella o
questa sbavatura nell' intera sua carriera, che certo non fa bene al
personaggio Dylan.
In realtà oggi come oggi Dylan può cantare benissimo le sue songs senza per
questo dover essere un porta-bandiera o portavoce di qualche messaggio.
Durante tutto il NET non sembra che Dylan sia andato in quel posto per
cantare quella o questa song pro o contro qualche cosa, ha cantato e basta.
Nessuno stava lì ad aspettare un suo messaggio. o slogan.Non vedo perche' i
cinesi dovevano aspettarsi qualche cosa!
Quello che dice l' articolista è proprio questo, Dylan è un musicista prima
di tutto e non un politico. Deve mantenere la sua integrità di musicista e
compositore inalterata, deve cantare le sue songs in ogni luogo e in ogni
posto senza censura, altrimenti sarebbe un politico, cioè un tipo di persone
che tra le tante cose scende a compromessi. Un musicista con le sue song e
la sua musica perche' deve scendere a compromessi?
Allora era meglio che diceva ai Cinesi, signori o canto in libertaà o non
canto per niente. Ecco perchè mi piace l'articolo, perchè si parla del
musicista in quanto tale senza alcun accenno alla politica o all'uomo Bob
Dylan.
In un certo senzo si può dire che Dylan facendo così ha disatteso il ruolo
di musicista.
Poi si può parlare all'infinito...ogni persona dirà la sua...., qualcuno ha
detto che per i soldi si fà questo ed altro. Ma a Dylan dei soldi cosa
importa? Avrà un conto stratosferico col quale possono ampare due o tre
generazioni, no?
Continuando ho espresso e messo in luce il fatto che Dylan quando era
giovane negli anni 60 rifiutò di andare in onda se non avesse cantato la
famosa song sui comunisti, dove si diceva che c'erano i comunisti in ogni
parte, e non ci andò in televisone a cantare la song perche' gli vietarono
di cantare quel testo.
Come "musicista" avrebbe dovuto fare lo stesso in Cina secondo me.
Signori...o canto in "liberta'" o non ci vengo a cantare da voi!
*
Per saperne di piu'leggete la Censura all'Ed Sullivan Show qui:
http://it.wikipedia.org/wiki/Talkin%27_John_Birch_Paranoid_Blues .
*
A questo punto mi piacerebbe sentire sulla vicenda il commento di Alessandro
Carrera per il fatto che è un grande esperto di Dylan ed esperto su tutto
cio' che è l'opera Dylaniana e tutto ciò che ruota attorno a Dylan. Penso
che questa sia un occasione ghiotta per commentare visto l'impatto che
questa censura del governo cinese su Dylan
ha tenuto banco per qualche settimana sulla stampa non solo americana.
Grazie in anticipo per un eventuale risposta dal Prof.A.Carrera.
Un saluto a tutta la Farm, Stefano Catena (...un dylan fan)
Ho già espresso più volte la
mia opinione su questa questione, ma voglio ricordare ancora una volta che,
al di là di tutte le filosofie artistiche, il nostro amato Bob Dylan ha un
notevole apparato che ruota intorno a lui e che deve mantenere e pagare per
tutto l’anno. Intendo dire che tutto ciò che fa parte del suo Tour, staff
artistico, staff tecnico, staff musicale, staff operativo, credo non meno di
una cinquantina di persone sul libro paga per tutto l’anno, e sono persone
che per lavorare chiedono molto di più di un migliaio di euro al mese! Fai i
conti a fine anno e ti renderai conto di che notevole cifra si tratta.
Quindi gli idealismi e tutto il resto sono delle cose bellissime, che però
si scontrano tutti i giorni con la quotidianità della vita e delle sue
esigenze. Aggiungiamo il fatto che ormai da una quarantina d’anni ha
lasciato da qualche parte sulla sua lunga strada tutto ciò che lo fece
diventare Bob Dylan, politica ed attivismo compresi. Da anni è solo un
artista che compone, canta le sue canzoni e basta. Questa è la realtà delle
cose, e se per mantenere in piedi la baracca bisogna accettare anche delle
limitazioni che male c’è? Che differenza fa? Sono anni che non canta Blowin’
o The Times, perchè avrebbe dovuto “per forza” rispolverarle ora? Questi
sono i fatti, tutto il resto sono parole adatte giusto per una occasionale
discussione tanto per far passare un pò di tempo. Poi ci sono anche quelli
che prendono maledetamente sul serio non solo gli affari loro, ma anche
quelli degli altri, e così la storia si trasforma nella “storia infinita”.
Credo anche che il tratto cinese del tour dello scorso anno saltò solamente
per questioni finanziarie, almeno questo dichiararono gli organizzatori
asiatici, e non per le limitazioni del governo cinese. Ora, che i Cinesi dal
punto di vista politico e propagandistico non siano degli “agnelli” è cosa
assodata e da anni risaputa, ma anche farli passare per dei “cagasotto” per
le parole di una canzone di Bob Dylan mi sembra eccessivo. Un conto è andare
sul palco a gridare un messaggio esclusivamente politico come ha fatto
Bjork, un’altro è andare a cantare una propria canzone. Nelle canzoni di
Bob, volendo, si possono trovare riferimenti a qualunque cosa, situazione o
quant’altro, talmente vasto il suo campo d’azione artistica che praticamente
ha trattato tutti gli argomenti possibili, visti naturalmente dal suo punto
di vista personale. Credo che a Dylan bisogni lasciare il diritto di vivere
la sua vita come vuole, di cantare quello che vuole, e son convinto che se
non ha cantato Blowin’ e Times è perchè non lo abbia voluto fare o non ha
ritenuto che fosse il caso di farlo. Dylan è soltanto Dylan, portavoce di se
stesso e basta, tutto il resto, dibattuto troppo a lungo ed a spoposito
diventa noia.
Son convinto che il Prof. Carrera ti avrebbe detto le stesse cose, quindi
scusami se non ho ritenuto di doverlo tediare con una discussione che si è
dilungata anche troppo ed a volte senza un senso logico. Parliamo tanto di libertà e poi vogliamo limitare quella di
Dylan?
Quante “recensioni” abbiamo letto nel corso degli anni e mi chiedevo se le
persone che le scrivevano fossero andate a vedere un concerto di Puff Daddy o ad
uno spettacolo di Bob! A volte mi chiedo che cosa spinge le persone
a pensare che uno spettacolo sia stato cattivo o un buon e grande
spettacolo... prendono spunto da ciò che hanno provato?
Shanghai è stato soltanto uno di questi shows - un grande spettacolo, devo
fare attenzione a non usare troppo superlativi per questo spettacolo, ma
dalla parte anteriore della balconata la vista ed il suono erano senza
precedenti (certamente è stato più grintoso di Pechino).
Diciamo solo una fantastica “Don't Think Twice” , una inquietante "Simple
Twist of Fate ”, “Desolation raw” ha fatto rizzare i capelli ed i peli sul
collo, una “Thin Man” assassina e una inchiodante “Rolling Stone”.
Questo è come dovrebbe essere ... che è stato e spero sarà di nuovo in
futuro, proprio la grande musica di Bob (e la sua armonica) al suo meglio,
70 anni a maggio? Lui si fa una risata!
Bene Al (nell’ ultimo spettacolo) sei andato al bar ... anche le due canzoni
che non voglio sentire di nuovo (non voglio dire come mi sento positivo)
suonavano bene ieri sera.
Mi dispiace “Gillette” - ti sbagli ..... PERCHE’ è stata la migliore
esibizione che un uomo possa fare.
Bob Dylan - Ancora disponibili i biglietti
per l' Alcatraz
clicca qui
Martedi 26 Aprile 2011
Pope John Paul II and Bob Dylan
There is a strange expression in your eyes ....
Bologna (Italy), september 27, 1997
Today, on the occasion of the holy Easter, I was
watching a talk show on TV, the guest was Joaquin Navarro-Valls, spokesman
for Pope John Paul II for more than twenty years. Recalling that time, the
conductor recalled the rock concert in honor of the Pope with the
participation of Bob Dylan. An highlight of about 30 seconds showed Dylan
singing Knockin 'on Heaven's Door. So far nothing unusual, Dylan is singing
for years for all of us, for the humble and the powerful people, always in
the same way, no matter if he plays for Barack Obama or an ordinary person
like me.
But this time the things were not in this way. Dylan was not the usual
Dylan, so much to make me exclaim, "There is a strange expression in your
eyes." True, a Dylan like this, i could say almost "embarrassed", i could
say in awe, I would say struck by the fact of being face to face with a man
so “great”, a humble Dylan, happy to sing for the Pope, a Dylan with his
eyes slightly ajar, with eyes that gave off a different light than usual,
maybe the light of emotion? Maybe yes, maybe even for once Bob has been
taken by the suggestion and the emotional moment, and his look said clearly
what was going through his heart, his soul and his mind in that unrepeatable
moment.
Maybe for once not be the number 1 it seemed strange to him, that time he
has certainly made account to be number two, no doubt he was glad of it, but
from his expression seemed to understand that he was honored by his
subordinate role, almost crushed by the old man who seemed to doze in the
chair of the Vicar of God, by the immense personality of John Paul II.
Certainly not every day an artist have the chanche to sing for the greatest
moral and religious personalities of the world, the person who, in love or
hate, must be respected and appreciated by all peoples of the earth,
including atheists and antichrists.
Bob showed in silence and humility, with his clumsiness when he stumbles on
the steps going up to shake hands for the next Holy man (Karol Wojtyla, on
May 11, will be anointed a saint by the Vatican), how great was his esteem
for that little man who come from distant rural Poland to tell the world,
with its example, how one should behave in order to access a day in the
presence of the large Sieve that everything gosh and compares, the Love that
moves the sun and other stars.
Oh yes dear Bob, there really was a strange expression in your eyes, the
expression of the simple man who, for once, dared to take the place of the
legend, the icon, the voice of a generation, the rock n’ roll laureate poet,
known as Bob Dylan, perhaps, for the occasion, covering the role of Robert
Zimmerman.
Clever Bob, you were sincere and honest, even if you once had to play the
part of the shoulder! “Ubi maior minor cessat” said the ancient Romans,
(when there is the biggest, the smallest ceases to have importance, "the
phrase refers to the two Cato, Cato major and Cato minor, but metaphorically
it can be adapted in all situations where the appearance of the most
important person, the other is relegated to a minor role). For once it was
right and so beautiful!
Mr.Tambourine
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Papa Giovanni Paolo II e Bob Dylan
C’è una strana espressione nei tuoi occhi....
Oggi, in occasione della Santa asqua, stavo guardando un talk show alla TV,
ospite di era Joaquin Navarro-Valls, portavoce di Papa Wojtyla per oltre
vent’anni. Rievocando quel periodo il conduttore Massimo Giletti ha
ricordato il concerto rock in onore del Papa al quale partecipò Bob Dylan.
Un highlights di circa 30 secondi ha mostrato Dylan che cantava Knockin’ on
heaven’s door. Fin qui niente di strano, Dylan canta da anni per tutti noi,
per gli umili e per i potenti, sempre con le stesse modalità, poco
importa se ad ascoltarlo c’è Barak Obama o una persona qualunque come me.
Ma in quell’occasione le cose non stavano così. Dylan non era il solito
Dylan, tanto da farmi esclamare; “C’è una strana espressione nei tuoi
occhi!”. Vero, un Dylan così potrei dire quasi “ impacciato”, potrei dire in
soggezzione, potrei dire colpito di essere di fronte ad un uomo così
"grande", un Dylan umile, contento di cantare per il Papa, Un Dylan dallo
sguardo leggermente socchiuso, con gli occhi che emanavano una luce diversa
dal solito, forse la luce dell’emozione? Forse sì, forse per una volta anche
Bob si è lasciato prendere dalla suggestione e dall’emozione del momento, ed
il suo sguardo rendeva in modo chiaro cosa stava passando per il suo cuore,
per la sua anima e per la sua mente in quell’ irripetibile momento.
Forse per una volta non essere il numero 1 gli è sembrato strano, quella
volta si è reso certamente conto di essere il numero 2, senz'altro felice di
esserlo, ma dalla sua espressione pareva di capire che era onorato del suo
ruolo subordinato, quasi schiacciato dal vecchio uomo che sembrava
sonnecchiare sulla poltrona del Vicario di Dio, dalla immensa personalità di
Giovanni Paolo II.
Certo non capita tutti i giorni di poter cantare per la più grande
personalità morale e religiosa del mondo, della persona che, nell’amore o
nell’odio, è rispettata ed apprezzata da tutti i popoli della terra,
anticristi ed atei compresi.
Bob ha mostrato nel silenzio e nell’umiltà, con la sua goffaggine quando
inciampa nei gradini per salire a stringere le mani del prossimo Santo,
quanto grande fosse la sua stima per quell’omino venuto dalle lontane
campagne polacche per dire al mondo, col suo esempio, come ci si deve
comportare per poter accedere un giorno alla presenza del grande Setaccio
che tutto cribbia e tutto paragona, dell’amor che muove il sole e l’altre
stelle.
Eh sì caro Bob, c’era davvero una strana espressione nei tuoi occhi,
l’espressione dell’uomo semplice che per una volta aveva osato prendere il
posto della leggenda, dell’icona, della voce di una generazione, del poeta
laureato del rock chiamato Bob Dylan, forse rivestendo per l'occasione i
panni di Robert Zimmermann.
Bravo Bob, sei stato sincero ed onesto, anche se per una volta hai dovuto
interpretare la parte della spalla! Ubi maior minor cessat, è stato giusto e
bello così!
Byron Bay, Australia - Byron Bay Bluesfest -
MoJo Stage - April 25, 2011
1. Gonna Change My Way Of Thinking
2. Don't Think Twice, It's All Right (Bob on guitar)
3. The Levee's Gonna Break
4. Tangled Up In Blue
5. Tweedle Dee & Tweedle Dum (Bob on guitar)
6. Tryin' To Get To Heaven
7. High Water (For Charley Patton)
8. A Hard Rain's A-Gonna Fall
9. Summer Days
10. Simple Twist Of Fate (Bob on guitar)
11. Highway 61 Revisited
13. Ballad Of A Thin Man
(encore)
13. Like A Rolling Stone
14. Forever Young
Leggendo ora altri siti che parlano di Dylan in Cina ci si chiede e mi
chiedo se in realtà non si sia alzato un grande polverone per nulla, tirando
in ballo un Dylan che in realtà non ha fatto e detto nulla in merito se non
cantare la sua scaletta.
Mi chiedo se e' bastato solo l'articolo dalla giornalista Dowd a mettere in
aria tutta questa storia per il solo fatto che, poichè Dylan nella prima
serata, non ha cantato le sue song di protesta, allora si è piegato al
regime comunista o addirittura si è autocensurato. Insomma una certa domanda
e risposta della Dowd che si è data da sola . A ben vedere i recenti
concerti in Australia in scaletta non compaiono ne Blowin', ne Master of
War, ne The times theay are a changin'. Quindi? Quindi la scaletta di base
per i concerti era quella di Dylan senza ombra di censure. Una scaletta
libera nella testa di Dylan come è sempre stato.
E se la scaletta di base è quella che Dylan ha portato in Cina, magari già
scritta sull'aereo qualche ora prima del concerto, perchè creare tutto
questo polverone? E' vera o no la storia che il governo cinese ha voluto
vedere la scaletta di Dylan in anticipo? Si sapra' mai veramente cosa è
successo a Dylan e al suo show?
Stefano C.
La verità è che al giorno d'oggi
una critica nei confronti di Dylan fa vendere ancora molti giornali, così
qualcuno ne approfitta, non per fare uno scoop, ma soltanto per accrescere
la propria notorietà nel grande pubblico. Accusare ed insultare Dylan per la
questione cinese è stata un'operazione facilissima, senza bisogno di essere
laureati con relativo master, come bere un bicchier d'acqua. Si può scrivere
qualunque cazzata su Bob e la cosa fa vendere, quindi, economicamente e
giornalisticamente ragionando, perchè no? La povera Down ha attirato su di
se l'attenzione di tutto il mondo, purtroppo facendo la figura della
povera...............(ognuno legga la parola che preferisce). Non so quanto
questo possa aver giovato per il futuro della sua carriera, certo che i suoi
prossimi scritti su Dylan saranno attentamente vagliati dai suoi superiori,
vendere più copie va bene ma non al prezzo di fare la figura
di.............(anche qui leggete la parola che più vi fa comodo). Se sia
vera o no la storia che i governanti cinesi abbiano voluto visionare la set
list prima di concedere il permesso di esibirsi a Dylan può anche avere
qualche fondo di verità e di logica, ma questo non vuol dire niente e non
dimostra niente. Dylan è uno che fa il suo lavoro, cerca di farlo al meglio
possibile e con minori rogne possibili. Lui ne aveva già piene le palle a 22
anni di attivisti, politici e parolai di professione, quindi di cosa ci
stupiamo? Bob è pagato dagli USA e dal resto del mondo per parlare male
della Cina ed a favore di questo semi-sconosciuto Ai Weiwei ? (per me rimane
ancora un illustre sconosciuto anche se ne ho sentito parlare fino alla
nausea in queste settimane, tutto quello che posso dire è che è un attivista
ed un contestatore del regime comunista cinese). Nessuno si aspettava da
Dylan una sola parola su questo argomento, e così è stato. Forse è scritto
sulla Bibbia dei giornalisti che uno che pensa agli affari suoi è un
"idiota" o un "venduto"? Come si dice, raglio d'asino non sale in cielo, di
conseguenza le parole della Dowd non vanno e non portano da nessuna parte,
hanno solo lasciato il tempo che han trovato. Cosa succede allo show di
Dylan? Credo assolutamente niente, vive e vegeta a seconda dei momenti, con
gli alti e bassi tipici di ogni artista. Cero Bob oggi è più che mai
condizionato dalla sua voce, praticamente solo lui può permettersi di
esibirsi ancora nel mondo della musica non avendo più una voce per cantare.
Il suo è diventato un talking indistinguibile la maggior parte delle volte,
le canzoni i fantasmi di se stesse, ma nessuno può farci niente, credo di
aver già più volte espresso liberamente la mia opinione su questo argomento,
lo show di Dylan è un "rito" che si realizza attraverso l'uso della musica,
una dovuta "presenza-omaggio" dei fans al più grande degli artisti, ma non
parliamo di spettacolo musicale o di canzoni, la musica è rimasta, le
canzoni chissà dove son finite. Di buono c'è che queste canzoni continuano a
vivere e brillare di luce propria e nemmeno il massacro al quale Dylan
puntalmente le sottopone ogni sera possono scalfire il loro valore.
Naturalmente questa è solo la mia opinione, chiunque può, a buon diritto,
pensarla diversamente, ma lasciami dire, caro Stefano, che, anche se lo show di Bob è
diventato l'
ombra di quello che dovrebbe essere, lui ha il diritto di fare quello che
vuole e come lo vuole, e nessuno è autorizzato a biasimarlo o insultarlo per
questo.
Wollongong, Australia - WIN Entertainment
Centre - April 23, 2011
1. Gonna Change My Way Of Thinking (Bob on keyboard)
2. This Wheel's On Fire (Bob center stage on harp)
3. Just Like Tom Thumb's Blues (Bob on guitar)
4. Things Have Changed (Bob on keyboard)
5. Tweedle Dee & Tweedle Dum (Bob on guitar)
6. Tangled Up In Blue (Bob center stage on harp)
7. Summer Days (Bob on keyboard)
8. Blind Willie McTell (Bob center stage on harp, Donnie on banjo)
9. Cold Irons Bound (Bob center stage on harp)
10. Desolation Row
(Bob on keyboard, Donnie on electric mandolin, Tony on standup bass)
11. Highway 61 Revisited (Bob on keyboard)
12. Spirit On The Water (Bob on keyboard and harp, Tony on standup bass)
13. Thunder On The Mountain (Bob on keyboard)
14. Ballad Of A Thin Man (Bob center stage on harp)
(encore)
15. Like A Rolling Stone (Bob on keyboard)
16. Forever Young (Bob on keyboard)
Beijing, China - Workers Gymnasium - April
6, 2011
di Cath
Sono tornato dallo show.
Ho pensato che il Gymnasium sarebbe stato pieno di emigrati, invece no. Ci
sono stati per lo più cinesi, e amano Bob. Quando siamo arrivati nella sede
dello show, c'era un poliziotto ogni cinque metri all'interno. Non ho mai
visto queste cose. C’era anche un grande tavolo con sedili molto comodi e
tazze di tè per i vip locali.
Avevamo i biglietti per i posti dietro, e ovviamente abbiamo deciso di
andare al frontale. E’ stato un pò difficile ma ce l'abbiamo fatta. La
sicurezza è stata dura, erano almeno una ventina che cercavano di spingerci
indietro, ma alla fine, il capo della sicurezza di Bob è venuto e ha detto
loro di lasciarci fare.
L'inizio è stato un pò freddo (tra il pubblico e sul palco), ma pian piano
la folla si è scaldata fino a diventare bollente. La voce di Bob era davvero
buona.
Love Sick, Simple twist of Fate, Beyond here lies Nothing, Hard Rain, Thin
Man..
E' stato molto buono. Ha cantato due volte un versetto di HW61, All Along
the Watchtower è stato diverso dal solito. Mi è piaciuta molta. Forever
Young è stata speciale. Ha messo un sacco di fatica nel suo canto, e
l'armonica è stato grande.
Tutto sommato, uno spettacolo molto buono. Sono contento di esserci stato.
E poi siamo andati a bere una birra e mangiare qualcosa, con una forchetta e
un coltello .. E' stato grande!
Domani sera, andiamo a Shanghai.
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di Mark Ray
Verso la fine del primo concerto di Bob Dylan in Cina, un giovane locale ha
restituito il binocolo che mia moglie gli aveva prestato con il commento:
"E' così giovane". Circa 100 minuti dopo, noi e tutti gli altri, siamo stati
incantati da una meravigliosa versione di "Forever Young" come secondo bis.
E' stato l'addio ad un perfetto pubblico giovane, entusiasta e informato.
La maggior parte delle persone si aspettavano una folla di gente coi capelli
grigi con una spolverata di irriducibili fans locali. La teoria era che i
giovani pechinesi conoscessero solo alcune canzoni del Dylan “folk”, perchè
a quasi 70 era una reliquia di un lontano passato straniero. Gli espatriati
sono stati facilmente superati in numero dalle migliaia di giovani pechinesi
che avevano pagato un sacco di soldi, per gli standard locali, per i loro
biglietti. E questi ragazzi conoscevano il loro Dylan.
Dopo un inizio lento, Dylan, la sua band e la folla si sono riscasldati a
metà concerto. Con l’inizio di "A Hard Rain's A-Gonna Fall". La canzone ha
visto la folla ruggente tra le strofe e improvvisamente la band si è fatta
più forte e più nitida e Dylan ha scalato un paio di marce.
A quanto pare è comune a Pechino per la folla cantare durante uno
spettacolo, ma questa volta hanno scelto le loro canzoni con saggezza.
Una era "Ballad of a Thin Man", che cantava Dylan, armonica in mano, davanti
ed al centro con un faretto giallo che produceva come un bagliore dorato
sulle sue mani tese, la camicia e il cappello. Era una visione di un Dylan
in stile performer vaudeville, la canzone e la danza dell' uomo. E' una
canzone potente in qualsiasi momento, ma quei famosi versi: "Perché qui sta
succedendo qualcosa, ma tu non sai che cosa è, vero, Mister Jones?" hanno
colpito questa intelligente, ambiziosa giovane generazione di cinesi.
Ci sono state segnalazioni da Pechino che per il concerto di Dylan la scelta
dei brani era concordata con il governo cinese. E forse lui era d'accordo di
non fare certe canzoni famose di “protesta”.
Ma, come Dylan dice chiaro nelle suolibro di memorie "Chronicles", odiava
essere considerato un songwriter che lancia "messaggi" o un cantante "di
protesta". Le persone che lo vedono ancora così non hanno ascoltato qualcosa
che ha scritto dopo il 1966. E le teorie sul perché non ha cantato "Blowing
in the Wind" a Pechino, come ha fatto nel primo concerto di questo tour a
Taipei, ignorano due fatti: la sua scaletta di Pechino è stata molto simile
a molte delle sue scalette per tutto il 2010, nei 100 concerti che ha fatto
l'anno scorso ha suonato quella vecchia canzone per un totale di dodici
volte.
A Pechino ha aperto con la suggestiva "Gonna change my way of thinking", ma
un sacco di persone, compresi quei commentatori, probabilmente non conoscono
quella canzone e così non hanno capito il possibile significato della sua
presenza all’inizio della scaletta.
Torno al concerto.
Altri punti salienti sono stati una bella versione di "Simple Twist of
Fate", una cadenzata "Spirit on the Water", quindi la potente "Highway 61",
"Thin Man" e "Like a Rolling Stone". Dylan ha finito il primo bis con una
versione un pò sotto tono di "All Along the Watchtower".
La folla in piedi, chiedeva ancora, e così è uscito di nuovo per un secondo
bis con "Forever Young", che sembrava la scelta perfetta per il pubblico.
La frase "Che tu possa avere una base solida, Quando il vento dei
cambiamenti soffia " ha prodotto una risposta potente. Sembrava come se
Dylan cantava direttamente per questa giovane generazione di cinesi che
cercano di tendere la mano al mondo. Magic.
Sabato 23 Aprile 2011
Adelaide, Australia - Adelaide
Entertainment Centre - April 19, 2011
Dylan di nuovo in Australia
di Steve Larkin, AAP
Bob Dylan sale sul palcoscenico e la domanda è sempre grande: chi è, il
genio o il vecchio?
Martedì notte, era un bob a tratti. Per lo più, Dylan ha ispirato momenti
emozionanti alla folla dell’ Adelaide Entertainment Centre nella notte di
martedì. A volte era leggermente fuori sincrono con la sua band, sempre
ignorando il suo pubblico, stava suonando per se stesso. Ma che importa?
Dopo tutto, Dylan è sempre stato la sua musica, non l'uomo, le canzoni, non
il cantante, la sostanza, non lo stile.
L'uomo compirà i 70 anni il mese prossimo, la sua voce è diventata tremante
nella prova contro il tempo - ma la sua esecuzione graffiante e ghiaiosa è,
contro ogni aspettativa, sempre accattivante.
La sua musica ha sconfitto il tempo, vittoriosa in una guerra che ha avuto
inizio qualche 49 anni fa con l'uscita del suo primo album. Dylan dal vivo
al giorno d' oggi è considerato il massimo o il minimo: chi sarà stasera, il
Bob buono o quello peggiore? Adelaide li ha avuti tutti e due al prezzo di
uno in uno spettacolo di 100 minuti che ha catturato la sua essenza.
Dopo le versioni a chiazze di “Gonna change my way of thinking” e “Senor
(Tales Of Yankee Power)”, Dylan ha esplorato le sue radici con una versione
folk di “I'll Be Your Baby Tonight”, piena di sentimento..
Dylan e la sua band hanno serpeggiato passando attraverso “Beyond Here Lies
Nothin'” e “Tweedle Dee & Tweedle Dum”, prima di trovare la voce piena,
mentre ancora strideva e rimbombava in “A Hard Rain's A-Gonna Fall”, la
durezza della sua voce è perfettamente adatta per il colore nero del quasi
50-year-old classic.
Mentre la voce era ruvida, l’abile armonica di Dylan ha avuto un posto di
rilievo in tutto - una caratteristica e potente “High Water (For Charley
Patton)” e, più tardi, nella dolce e penetrante “Tangled In Blue”.
La sua tastiera ha punteggiato una imballata “Highway '61 Revisited”, che è
stata seguita dalla forte ed ossessiva “Ballad Of A Thin Man”.
Poi un bis memorabile con la canzone più influente del suo tempo: “Like A
Rolling Stone” tintinnava, e poi una variazione ricca di blues di “All Along
The Watchtower” che ha entusiasmato il pubblico.
Opportunamente, la show si è concluso con una esecuzione agitata di “Forever
Young”, in cui Dylan sembrava cantare direttamente al pubblico.
“Che il vostro cuore essere sempre gioioso / E possa la tua canzone essere
sempre cantata / possa tu rimanere per sempre giovane”.
Comune sentimento, Bob.
I tempi stanno cambiando, ma Bob Dylan e BB King non saranno mai
dimenticati.
Due dei più grandi nomi del blues e del folk sono stati all' Adelaide
Entertainment Center la scorsa notte.
Dylan si è fatto strada attraverso canzoni vecchie e nuove. Gonna Change My
Way of Thinking ha aperto la serata prima di andare in un territorio
familiare con Senor e I'll Be Your Baby tonight, ma le versioni erano un pò
stanche, forse anche a causa dei 69 anni che lo hanno come bloccato per gran
parte della notte.
L’esecuzione di versioni blues e bluegrass del suo vecchio catalogo è stata
divertente, ma mancava l'emozione e la grinta che abbiamo imparato ad amare.
Lo show di apertura di BB King è stato un brillante tributo alla leggenda
del blues, che pur avendo 85 anni è stato in grado di gestire una folla di
5000 persone con la sua presenza scenica e la sua straordinaria fantasia.
di Newland David, Editor-in-Chief, Canada Roots Music
La columnist Americana Maureen Dowd pensa che Bob Dylan sia un grande
“venduto”. Il suo crimine: aver escluso le sue antiche canzoni di protesta
antico "Blowin 'in the Wind" e "The Times They Are A-Changin'" dall'elenco
per i suoi concerti nella Cina comunista e nel Vietnam.
È possibile leggere le opinioni di persone più informate di me sulla
tempesta Dylan-Dowd, ma se volete un riassunto di alcuni punti che
riassumono il pensiero per voi eccolo:
1. Dove sono le prove che la set list di Dylan è stata censurata?
Tutto questo furore è iniziato quando Maureen Dowd ha speculato sul fatto
che nell'elenco della set list di Dylan qualche canzone era stata rimossa
per i concerti cinesi, e da lì è scoppiato tutto il suo risentimento.
Nessuna indagine, nessuna fonte. Tale approccio potrebbe essere familiare ad
un pubblico comunista.
2. Bob Dylan non è un cantante di protesta.
Canzoni come "The Times They Are A-Changin '" e "Blowin' in the Wind" erano
parte dello spettacolo degli anni '60, dopo Dylan non ha più scritto canzoni
come quelle, e raramente le ha suonate in concerto.
È interessante notare che, nella set list per i senza-Dio cinesi, Dylan
abbia incluso la canzone di sfida evangelica "Gonna Change My Way of
Thinkin' !. I cristiani cinesi sono una minoranza oppressa e probabilmente
sono stati felici della scelta di Bob.
3. Se Bob Dylan inizia a fare dichiarazioni, dove si dovrebbe fermare?
Dylan potrebbe essere per protestare contro la compagnia aerea che vola a
spese del debito pubblico della California, l'esclusione di Elizabeth May
dai dibattiti elettorali canadesi, per la mancanza di rispetto per i diritti
dei nativi americani, o quant'altro, a seconda di dove sta suonando. Dove
possiamo tracciare la linea di demarcazione?
4. Forse sparlare della Cina non è altrettanto efficace come essersi andato
di persona per esibirsi.
Se non c'è nulla di buono nella musica di Dylan, andando in Cina ha
guadagnato molto più terreno come si dice in gergo del foot-ball, il
semplice fatto di aver suonato in Cina è stato senza dubbio meglio che fare
un proclama sui diritti umani dei cinesi.
5. L'ipocrisia è il più grande lusso.
Presumibilmente, Bob Dylan vuole fare buoni affari coi cinesi più che
scontrarsi con critiche sul regime. Suona familiare? Il nostro governo e le
nostre aziende fanno allo stesso modo, e come un risultato ci divertiamo
molto coi prodotti per la casa che usiamo quotidianamente.
6. C'è qualcuno che capisce quello che Bob Dylan ha detto comunque?
A un dato punto in un concerto, per tutto il pubblico, Bob Dylan potrebbe
recitare la Dichiarazione dei diritti dell'uomo dell’ ONU nel corso degli
accordi di "Stuck Inside of Mobile With The Blues Memphis Again". Ora
immaginate il pubblico composto da cittadini cinesi, con una conoscenza
rudimentale della lingua inglese. Fate i conti.
7. Bob Dylan non si cura di ciò che gli altri pensano.
Niente di tutto questo è nuovo. Stiamo parlando di Bob Dylan. Bob Dylan ha
messo tutti in imbarazzo al Live Aid con i commenti-messaggio per la causa
degli agricoltori americani, e con una riedizione di "Blowin 'in the Wind"
che puzzava di campagna. Bob Dylan ha venduto i diritti per utilizzare "The
Times They Are A-Changin '" ad una delle maggiori banche canadesi. Bob Dylan
è diventato un cristiano rinato. Bob Dylan ha presentato un album di brani
di folk classici come se fossero suoi. Bob Dylan in tour si è intonacato la
faccia con il trucco in stile Tiny Tim. Bob Dylan ha visitato in modo
casuale la casa dell’ infanzia di Neil Young, stupendo la gente del posto.
Bob Dylan si è comportato come se fosse stato il figlio di Woody Guthrie.
Bob Dylan ha copiato la versione di "House of the Rising Sun" di Dave Van
Ronk. Bob Dylan è andato elettrico a Newport e ferito Pete Seeger le
orecchie dei poveri folkfans. Bob Dylan è stato trovato un aggirarsi a zonzo
con in testa nascosta da un cappuccio, scambiato per un barbone ed arrestato
dalla polizia. Bob Dylan ha sostenuto che la sua voce stava per essere
utilizzata su unità GPS per le auto.
Conclusione? Bob Dylan è Bob Dylan. Lui è un tizio strano. Lui non si cura
dei pensieri, di quello che Maureen Dowd pensa, o quello che ognuno di noi
pensa. Bob Dylan pensa per se stesso.
Prendi questo, Maureen Dowd. Prendete questo, commentatori arrabbiati.
Cominciate a pensare......Dylan è un uomo che pensa per se stesso? Prendi
questo, Cina comunista!
(Fonte: http://www.nodepression.com)
Venerdi 22 Aprile 2011
Melbourne, Australia - Rod Laver Arena -
April 21, 2011
1. Gonna Change My Way Of Thinking
2. Señor (Tales Of Yankee Power)
3. I Don't Believe You (She Acts Like We Never Have Met)
4. Things Have Changed
5. Tweedle Dee & Tweedle Dum
6. Tangled Up In Blue
7. The Levee's Gonna Break
8. Not Dark Yet
9. High Water (For Charley Patton)
10. A Hard Rain's A-Gonna Fall
11. Highway 61 Revisited
12. Simple Twist Of Fate
13. Thunder On The Mountain
14. Ballad Of A Thin Man
(encore)
15. Like A Rolling Stone
16. All Along The Watchtower
17. Forever Young
Qualcosa sta accadendo qui, ma tu non
sai cosa sia, do ya, Mr. Jones "?
di Jeremy Breningstall
Con queste parole, Bob Dylan ha concluso la parte principale del suo
concerto a Shanghai.
Dove e da chi sia nata l' ispirazione per il confuso Mr. Jones di "Ballad of
a Thin Man" non è mai stata stabilito. Anche qui, non era chiaro ciò che
c' era
nella mente di Dylan quando ha ringhiato quelle parole sarcastico, alla fine
di un set energico di 110 minuti.
Era un riferimento al suo ambiguo addetto cinese alla sua assistenza, che si
dice abbia insistito sul fatto che egli presentasse una set list per
approvare la sua apparizione nel suo primo concerto in assoluto in Cina?
O era una frecciata velata alla stampa internazionale, così pronta a
picchiare duro su di lui per l'esecuzione di un presunto spettacolo
"apolitico", come se questo fosse ancora il 1966 e lui aveva appena cambiato
la sua acustica con la chitarrra elettrica elettrica proprio nel bel mezzo
della guerra del Vietnam.
Gli show di Dylan a Shanghai e Pechino hanno lasciato molto materiale per le
discussioni dei cinici e dei fans.
Da un lato, le sue esibizioni attuali si appoggiano pesantemente su testi
di canzone surreali tipo "Highway 61 Revisited" e sugli album recenti – ed è
molto lontano dai messaggi palesi e politici del suo iniziale periodo folk,
così spesso oggetto di molti libri di storia americana, fornendo munizioni a
quelli che lo vogliono etichettare come un traditore.
Eppure, l'analisi non è così facile. All'interno delle canzoni che ha
suonato, c'erano un sacco di messaggi inviati "Rollin'and tumbling"
attraverso l'aria, intenzionali o meno.
Quando è ritornato sul palco per suonare "Like A Rolling Stone" per il bis,
vi era un feeling potente in quel luogo, e bisognava essere lì per capirlo.
E’ vero, non ha fatto come Bjork e non ha cantato una canzone come "Declare
Independence" e non ha gridato "Tibet! Tibet!".
Né si è lasciato andare prima di "Hurricane" con una prefazione tipo "Vorrei
dedicare questa canzone ad Ai Weiwei" (l'artista dissidente arrestato dalla
polizia di Stato).
Questo non è mai stato lo stile di Dylan, almeno non da quando è andato sul
palco del Folk Festival di Newport nel 1965 ed ha cantato "It's All Over Now,
Baby Blue", l’avvertimento del suo allontanamento dal movimento.
Invece, ha iniziato entrambi i concerti con una canzone del suo periodo di
cristiano rinato: "Cambierò il mio modo di pensare, mi darò regole diverse/
Metterò avanti il mio piede migliore, smetterò di farmi
influenzare dagli sciocchi".
Dylan, noto per il suo incapibile borbottio durante i concerti, ha
articolato quelle parole con estrema chiarezza, infatti, in tutti e due gli
show cinesi sembrava facesse molta attenzione per far capire bene le parole
delle sue canzoni.
Ha tenuto il 2.300° show o giù di lì nei due decenni del "Neverending Tour",
Dylan e la sua lucida backing band di cinque musicisti non erano lì per fare
notizia, ma per fare rock: la musica era il messaggio.
Ci sono diversi modi di fare arte. Uno è quello di cantare, "Quante volte
devono volare le palle di cannone prima di essere proibite per sempre», come
ha fatto a Taipei il 3 aprile.
Un altro modo è quello di cantare come Dylan ha fatto a Shanghai: "Now at
midnight all the agents/and the superhuman crew/Come out and round up
everyone/That knows more than they do/Then they bring them to the
factory/Where the heart-attack machine/Is strapped across their shoulders."
("A mezzanotte tutti gli agenti / e la ciurma sovrumana / escono fuori ed
arrestano tutti / chi sa più di loro / Poi li portano alla fabbrica / dove
la macchina attaccata alla corrente alettrica / è legata sulle loro spalle
").
Nel frattempo, la stampa internazionale è stata ivasa da speculazioni sulle
presunte canzoni "bandite” dallo show.
Dobbiamo quindi credere che il Ministero cinese della Cultura ha imposto un
elenco di canzoni dal quale Dylan non poteva uscire?
Lui non ha suonato "Blowin 'in the Wind" o "The Times They Are A-Changin'",
in quelle notti - o in uno qualunque dei concerti dello scorso autunno.
Dylan ha un catalogo di 50 anni di canzoni tra le quali scegliere, e le sue
performance non sono sempre tratte da “Greatest Hits, Volume 1”.
Se si scoprirà che i cinesi hanno imposto tale divieto alle composizioni che
sono i punti di riferimento di Dylan, allora sarà stato un’ altro gesto
stupido e superfluo come quelli di ostruzione in corso contro YouTube e
Facebook.
Ci sono molte cose che potrebbero portare a una rivolta in Cina – le
agitazioni dei lavoratori, gli espropri illegali, gli aborti forzati, il
degrado ambientale, la brutalità della polizia, ecc - ma una vecchia
rock-star che canta "I vostri figli e le vostre figlie non sono più sotto il
vostro comando" ad un pubblico composto (a parte le autorità cinesi)
quasi esclusivamente da americani ed europei non è
certo la cosa che poteva fare da catalizzatore.
Passando da una versione resa splendidamente dolce di "Don't Think Twice,
It's Alright" a "Things Have Changed", Dylan e la sua band hanno fatto il
loro onesto lavoro.
"Di solito mi sono sempre preoccupato, ma le cose sono cambiate," Dylan
cantava, riecheggiando una citazione utilizzata in molti articoli
che abbiamo letto su quasi tutti i media. Dobbiamo credergli?
O dobbiamo ascoltare la trama delicata del suo bis finale:
"Possano le tue mani essere sempre occupate / Possano i tuoi piedi essere
sempre veloci e possa tu avere solide fondamenta / Quando il vento dei
cambiamenti soffia."
Jeremy Breningstall è di St. Louis Park ed ha lavorato come insegnante e
fotografo in Cina per cinque anni.
(Fonte: http://www.startribune.com)
Giovedi 21 Aprile 2011
Melbourne, Australia - Rod Laver Arena -
April 20, 2011
1. Gonna Change My Way Of Thinking
2. Don't Think Twice, It's All Right
3. Just Like Tom Thumb's Blues
4. Things Have Changed
5. Tweedle Dee & Tweedle Dum
6. Tangled Up In Blue
7. Rollin' And Tumblin'
8. Forgetful Heart
9. High Water (For Charley Patton)
10. Desolation Row (8 verses)
11. Highway 61 Revisited
12. Simple Twist Of Fate
13. Thunder On The Mountain
14. Ballad Of A Thin Man
(encore)
15. Like A Rolling Stone
16. Forever Young
"......per dirla in termini musicali, un musicista deve necessariamente
rimanere “duro”, specialmente dopo che ha scritto centinaia di canzoni nei
decenni successivi. Si tratta di uno standard molto più severo di quello che
richiediamo ai nostri politici, che spesso fanno marcia indietro, si girano,
si scansano di lato ed i loro voltafaccia sono all'ordine del giorno. E non
è una scusa per dire che quelle non erano solo canzoni, ma furono canzoni
che riuscirono a definire una generazione incarnando lo spirito dei tempi"
-----
Frammento dall'articolo di Leo Twomey
Non so voi, ma io sono d'accordo con questo passaggio scritto,e non ci vedo
nessuna infarcitura pseudo-politica.
Aggiungo io, che se è vero che Dylan non ha mai scritto canzoni politiche,
come lui ha sempre dichiarato, avrebbe dovuto cantarle queste sue canzoni
non politiche o di libertà, infischiandosene di tutto il resto, e dire ai
cinesi o canto quello che dico io o ciccia.
Sono d'accordo che Dylan non deve essere nessun portavoce di nulla,
altrimenti lo chiamerebbero in ballo per ogni controversia sociale e non, ma
è pur vero che come dice Twomey deve avere un certo standard, e immutabile
aggiungo io nel tempo! Come dire Bob Dylan deve essere sempre Bob Dylan.
Stefano C.
Purtroppo abbiamo imparato
tutti che nella vita non si può sempre fare quello che ci piace, a volte
dobbiamo abbassare la testa, "s'à da magmà" come si dice, e forse anche Bob
deve accettare qualche compromesso per poter mantenere tutto quello che gli
sta intorno e che noi certo non sappiamo, certo l'idea di mandare a quel
paese i cinesi era senz'altro bella, ma non sempre la bellezza viaggia di
pari passo con la convenienza. E poi, sinceramente, chi se ne frega se non
ha cantato Blowin' e The times, il casino l'ha scatenato lo stesso, anzi un
gran casino, e per uno che con le questioni politiche non ha quasi niente a
che fare mi sembra più che sufficiente!
Fremantle, Australia - West Coast Blues
'n' Roots - Fremantle Park - Park Stage - April 17, 2011
Un pò più da Bob Dylan per il costo del biglietto
Quando la polvere si sarà posata su tutti noi, Bob Dylan sarà visto come il
più grande cantautore dei nostri tempi.
Ciò che egli ha mostrato domenica, come headliner del festival Roots 'n'
West Coast Blues, è che è improbabile che sia anche ricordato come il più
grande intrattenitore.
In cartellone con artisti come Mavis Staples, Michael Franti e Toots
Hibbert, che hanno dato tutto per il loro pubblico, c'è stato un certo
distacco nel suo approccio che non ha aiutato, anzi ha sminuito ciò che
avrebbe potuto essere stata una grande performance.
Gli schermi giganti trasmettevano il dettaglio di ciò che stava accadendo
sul palco per il pubblico durante tutta la manifestazione, ma Dylan ha
insistito su un campo lungo statico che ha fornito poco più di una
distrazione. Questo è stato particolarmente frustrante in momenti come
durante Tangled Up in Blue, quando egli era il centro della scena con le
braccia distese davanti a lui, sputando fuori ogni frase come se fossero
punti nuovi dell’argomento della canzone. Faceva dei gesti con le mani, ma
senza alcuna definizione, sembrava uno che descriveva la lunghezza di un
pesce che aveva appena pescato.
Sicuramente c'è posto per un compromesso tra la sua famosa antipatia per le
telecamere e trarre il massimo della tecnologia moderna. Questo è il 2011: i
prezzi del biglietti nel 2011 sono in fase di notevole aumento, francamente,
il pubblico merita qualcosa di più da Bob per il denaro che spende.
Detto ciò, c'era molto da amare nel set di 90 minuti. Nonostante fra qualche
mese compirà i 70 anni, Dylan sembrava vivace, muovendosi liberamente mentre
guidava il gruppo attraverso alcune interpretazioni del suo immenso
catalogo.
Il Blues era all'ordine del giorno e, dall'apertura con “Gonna Change My Way
of Thinking” attraverso la sua rivisitazione della canzone di Muddy Waters
“Rollin' and Tumblin' “ e una rilettura di “A Hard Rain's a-Gonna Fall” che
è stata particolarmente brutale, l'uomo e la sua band erano in sincronia.
Solo “Highway 61 Revisited” e “Ballad of a Thin Man” sono state
immediatamente riconoscibili, anche se la gente fatica a immaginare la
melodia, poteva ancora riconoscere i riff di collegamento dei tre
chitarristi. Non è un segreto, la voce di Dylan è andata in pezzi, eppure il
suo ringhio, pur assomigliando a quello di Howlin' Wolf, ha ancora il suo
fascino.
Dylan mantiene il suo spirito avventuroso e suona per se stesso e la sua
band, piuttosto che per il suo pubblico - non ha detto una parola se non per
presentare i suoi musicisti.
Dimenticate la politica, le canzoni
di Dylan sono sufficienti
di Leo Twomey
Lui non è Bob Geldof o Bob Brown. Non ha mai promosso una manifestazione sul
cambiamento climatico o fatto la promessa di nutrire il mondo. Eppure,
quando Bob Dylan arriverà a Melbourne la settimana prossima per il tratto
Australiano del suo tour asiatico, si esibirà dopo la tempesta scatenata da
quegli aggressivi personaggi che meglio farebbero a rispettare il suo nome
di battesimo. Ancora una volta, Dylan ha intrapreso un percorso che ha
suscitato sdegno e condanna. I suoi primi concerti in Cina la settimana
scorsa sono stati criticati per non essere stati di stampo politico.
Questo ha generato “grandi” titoli sui giornali. The Independent ha preso in
prestito la frase di Blowin’ in the wind che dice ''Quante volte un uomo
deve girare la testa facendo finta di non vedere?'', ancora prima la
columnist Joan Smith aveva criticato Dylan per non aver pubblicizzato la
situazione di Ai Weiwei, l'artista cinese che era scomparso da quattro
giorni mentre cercava di lasciare il paese lo scorso fine settimana.
E sul New York Times, l'editorialista Maureen Dowd ha ripreso la didascalia
del Financial Times, che aveva tutta l'originalità di un sosia di Elvis -
''Per Dylan, i tempi non sono “cambiati”. La Dowd dipinge un ritratto di
Dylan dicendo che Dylan è un vecchio uomo avvizzito, avido, che sbava mentre
i soldi si ammucchiano intorno a lui, incurante della sofferenza umana
intorno a lui.
Per mantenere il livello dei testi che ha scritto quasi 50 anni fa, per
dirla in termini musicali, un musicista deve necessariamente rimanere
“duro”, specialmente dopo che ha scritto centinaia di canzoni nei decenni
successivi. Si tratta di uno standard molto più severo di quello che
richiediamo ai nostri politici, che spesso fanno marcia indietro, si girano,
si scansano di lato ed i loro voltafaccia sono all'ordine del giorno. E non
è una scusa per dire che quelle non erano solo canzoni, ma furono canzoni
che riuscirono a definire una generazione incarnando lo spirito dei tempi.
Esse sono state scritte da un giovane fotogenico che veniva da Hibbing, nel
Minnesota, che arrivato nel Greenwich Village aveva iniziato a girare
intorno agli artisti per guadagnarsi un pò di reputazione valida. Questo
successe allora. La gente prese quelle canzoni e ne fece l’uso che più
serviva ai loro interessi, come era loro diritto. E Dylan li ignorò e si
allontanò da loro e fece altre cose solo per far dispetto a loro, come era
nel suo diritto.
A livello superficiale, l'argomento che Dylan non abbia voluto cogliere una
opportunità di grande importanza in Cina ha qualche ricorso. Joan Smith
sottolinea la potenziale importanza di un artista della statura di Dylan con
il suo show al National Workers Gymnasium di Pechino, come una piattaforma
ideale per ''bastonare'' il governo autoritario della Cina. Qualche parola
sui diritti dei dissidenti politici ad un pubblico “in cattività” che è solo
in attesa di avere lo spunto per spingere i loro governanti ad abbracciare
le libertà politiche e democratiche dell'Occidente. E mentre questo scenario
potrebbe essere interessante, non si trattava certo di un reality di
supereroi di Hollywood. Nel mondo ci sono anche 1,3 miliardi di cittadini
della Repubblica popolare, ma non si può pensare di ottenere un cambiamento
reale e duraturo o di risolvere problemi complessi con un paio di canzoni.
Qualunque sia la sua forza ed i suoi limiti come artista, dubito che Dylan
sia stupido o tanto arrogante da pensare di poter andare in Cina e dire loro
come fare a far funzionare le cose.
Non c'è niente di più noioso di un Dylan-apologeta o un Dylan-fanatico.
Questo è quello che fa Bob. Suona circa 100 spettacoli l'anno fin dal 1988,
quando il cosiddetto Neverending Tour è iniziato. Sia che siate a Taipei, a
Pechino, a Shanghai od a Melbourne, la maggior parte delle cose sono sempre
le stesse, a parte il continuo rimaneggiare le scalette. Lui a malapena
guarderà la folla, presenterà la sua backing band con la solita
sceneggiatura, e farà il suo consueto spettacolo di quasi due ore. Non ci
saranno mai dichiarazioni politiche per la gente del posto dove sta
suonando, e nemmeno parlerà dei dissidenti politici o dei diritti umani. Ci
saranno sempre solo le sue canzoni, che non è poi così male.
Lo show è stato forte e ben accolto. Piuttosto un proseguimento di quelli
dello scorso autunno.
Gli arrangiamenti sono stati un pò più radi e più scuri. Questo è un bene,
ma probabilmente temporaneo.
Charlie indossava un cappello! Anche per il bis!
Non mi è mai piaciuta Honest with me. Ma questa versione era meglio che in
passato. In realtà è una buona canzone in un certo qual modo, inserita quasi
per caso nella set list di stasera.
Su una canzone o due Bob è scivolato nel pigro canto stilizzato che ogni
tanto gli capita di utilizzare, ma poi è uscito da questa cosa poco
ortodossa. Forgetful Heart è stata bella.
Bob è venuto in Asia per suonare i suoi ultimi arrangiamenti, non è davvero
colpa sua se qualcuno li aveva già sentiti in precedenza.
Siamo stato abbastanza felici per questo show. Questo è stato forse di
secondo livello, ma solo perché il meglio è ormai su un gradino più alto.
Martedi 19 Aprile 2011
Adelaide, Australia - Adelaide Entertainment
Centre - April 19, 2011
1. Gonna Change My Way Of Thinking (Bob on
keyboard)
2. Señor (Tales Of Yankee Power) (Bob center stage on harp)
3. I'll Be Your Baby Tonight (Bob on guitar)
4. Beyond Here Lies Nothin' (Bob on keyboard, Donnie on trumpet)
5. Tweedle Dee & Tweedle Dum (Bob on guitar)
6. Simple Twist Of Fate (Bob on guitar)
7. The Levee's Gonna Break (Bob on keyboard, Tony on standup bass)
8. A Hard Rain's A-Gonna Fall (Bob on keyboard, Tony on standup bass)
9. High Water (For Charley Patton) (Bob center stage on harp, Donnie on
banjo)
10. Tryin' To Get To Heaven (Bob on keyboard and harp)
11. Jolene (Bob on keyboard)
12. Tangled Up In Blue (Bob center stage on harp)
13. Highway 61 Revisited (Bob on keyboard)
14. Ballad Of A Thin Man (Bob center stage on harp)
(encore)
15. Like A Rolling Stone (Bob on keyboard)
16. All Along The Watchtower (Bob on keyboard)
17. Forever Young (Bob on keyboard then center stage on harp)
Caro Mr. Tamb,
ti segnalo che sul blog del collettivo di scrittori "Il primo amore",
abbiamo tradotto il pezzo di Sean Wilentz per il New Yorker a proposito
delle polemiche che in questi giorni infuriano intorno all'esibizione del
nostro Bob in Cina e Vietnam. L'articolo si può
leggere qui.
Ciao e, come sempre, buon lavoro.
Teo Lorini
Ciao Teo, ti ringrazio per la
traduzione di questo articolo davvero interessante col quale sono
completamente d'accordo, alla prossima, :o)
Lo sciamano dello showbiz che rende serie le
canzoni pop
La musica di Bob Dylan gli ha guadagnato il plauso della critica ed è così
popolare da rivaleggiare con Shakespeare, scrive Craig McGregor.
Quando Bob Dylan sarà in tour in Australia in questo mese potrebbe essere
l'ultima volta che il pubblico australiano vedrà e sentirà di persona
l'artista. Christopher Ricks, un ex professore di inglese all'Università di
Cambridge, paragona Dylan a William Shakespeare.
E' una grande affermazione, ma Dylan ha creato una tale opera voluminosa, ed ha
coperto una tale sorprendente ampiezza di stili e generi nei suoi sei
decenni di songwriting, che solo gli artisti come Picasso, i poeti come
Milton ed i drammaturghi come Shakespeare possono diventare possibili
raffronti.
Dylan ha rivoluzionato la canzone popolare. Ha rotto la stantia tradizione
di Tin Pan Alley di pensare che una canzone pop doveva essere una canzone
d'amore, in genere di 32 battute di lunghezza, con una melodia sbarazzina o
lacrimosa con relativi testi da abbinare. Era solo “musichetta”.
In più di 400 canzoni e 50 album, che Dylan ha inciso, ha cantato della
guerra, dell'ingiustizia, di Dio, dei bambini, della politica, della
protesta, della droga e di quasi tutto il resto (compreso l'amore) con
fiammanti immagini prese in prestito dalla Bibbia , dal beat, dal blues, da
Baudelaire. Dopo Dylan, la canzone pop potrebbe essere qualsiasi cosa.
Con l’album “Modern Times” Dylan ha raggiunto ancora una volta la vetta
delle classifiche americane. In un certo senso lui si è trasformato in uno
sciamano del mondo dello spettacolo, un mago, come le compagnie itineranti
del vecchio Midwest, un intrattenitore popolare che può sintetizzare il
tumultuoso mondo della canzone.
Egli prende a prestito apertamente parole e periodi da vecchie canzoni e le
integra nelle proprie. Egli sembra considerare l'intero corpus della musica
americana - canzoni folk, gospel, ragtime, blues, vaudeville, jazz, classica
e pop - come una risorsa inesauribile che può essere rimodellata. In questo
senso Dylan continua la tradizione vernacolare di utilizzare qualsiasi cosa,
da dovunque e chiunque, finché funziona.
Dylan ha anche i suoi critici. La sua voce è ovviamente diventata più ruvida
e più stanca, e ci sono quelli che hanno sempre detto che lui non poteva
cantare. Altri pensano che il suo ultimo album non sia all’altezza degli
album precedenti, come Blood on the Tracks, Highway 61 Revisited e Blonde on
Blonde. Le Bootleg Series e le cover di canzoni di altri autori sono la
prova, dicono, del suo calo di ispirazione.
Ma la sue Bootleg Series, fino al n. 9 di recente uscita con le sue prime
canzoni, chiamato Witmark Demos, contiene alcune delle sue opere più
brillanti. Blind Willie McTell, una fusione di blues con un evocazione amara
della schiavitù nel Sud, con Dylan al piano e Mark Knopfler alla chitarra, è
un capolavoro. In soli cinque versi di Dylan si immedesima in ''questa terra
condannata / da New Orleans a Gerusalemme'', per la guerra civile, le catene
, le urla dei ribelli, il bootleg whisky, il Dio-abbandonato per la ferocia
e l'avidità, il tutto tenuto insieme dal suo ossessionante omaggio al
cantante blues Blind Willie McTell, con un cenno finale alla famoso ”St James
Infirmary Blues” sulla quale si basa la canzone.
Un recente libro dello storico culturale americano Sean Willens dedica un
capitolo intero ad analizzare le fonti della canzone e il contesto.
Up To Me rivaleggia con Tangled Up in Blue come una magistrale autobiografia
in musica come pochi autori hanno saputo fare, nelle sue cadenze e nelle
immagini straordinarie si accenna a quanto Robert Zimmerman, autore, deve a
Dylan Thomas, poeta.
Quando era più giovane Dylan era stato salutato come un poeta e la sua opera
è stata inserita in diverse antologie poetiche. Non vi è alcun dubbio che la
maggior parte dei suoi testi hanno valore anche da soli, ma la musica li
intensifica e definisce le parole.
Per quanto riguarda il suo ultimo album, canzoni come Nettie Moore,
Highlands e Not Dark Yet sono l’opera di un uomo maturo, di un artista più
riflessivo.
Il canto di Dylan è quello giusto per le sue canzoni: a volte duro, a volte
mellifluo. Egli ha spesso la tendenza a declamare le sue canzoni,
soprattutto nei suoi concerti dal vivo. Ma questo aggiunge solo potere e
passione. La prova è che le versioni delle sue canzoni dal vivo quasi sempre
suonano migliori rispetto alle cover di altri cantanti - tranne forse la
versione incendiaria di Jimi Hendrix di All Along the Watchtower.
Negli ultimi anni Dylan ha ampliato il suo campo. Ha presentato un programma
radiofonico, Theme Time Radio Hour. Ha partecipato alla biografia filmata
del regista Martin Scorsese No Direction Home. Ha realizzato film, in
particolare Renaldo e Clara, e scritto un volume della sua serie di libri,
Chronicles, che è stato elogiato dai critici del New York Review of Books e
dalle riviste di musica.
Questo mese due nuovi libri su Dylan sono programmati per essere pubblicati.
Uno è il libro “Bob Dylan's Mammoth Book”, a cura dell’editore inglese Sean
Egan, l'altro è una versione aggiornata di Robert Shelton di “No Direction
Home”. Shelton era il critico musicale del New York Times, quando Dylan era
ancora un cantautore sconosciuto, e fu la sua recensione di un concerto di
Dylan nel 1961 al City Folk Gerde's che lanciò la carriera di Dylan.
Shelton ha scritto:''Il Signor Dylan è vago circa i suoi antecedenti ed il
suo luogo di nascita, ma importa meno da dove viene di dove sta andando, che
sembra essere verso l'alto''.
Sorprendentemente, una generazione più giovane sta scoprendo la musica di
Dylan. Ha sempre avuto influenza su altri autori, da Elvis Costello a Paul
Kelly, ma ora sembra fare presa non solo sulla vecchia generazione dei suoi
inizi, ma su di un significativo numero di generazioni successive, e questo
è bene.
Perché? Forse perché è l'ultimo ed il più grande dei cantautori, che è in
grado di padroneggiare ogni genere ed è una continua espansione odierna
della musica pop. Ecco perché non potremo più vedere di nuovo un artista del
suo calibro. Egli è un artista che racconta potenti storie musicali
contemporanee di amore, odio e redenzione.
Egli attinge alla sua immaginazione ed a mille altre fonti per creare
parabole del nostro tempo ... anche se, anni fa, ha negato di essere una
specie di profeta.
La grande intuizione di Dylan è stata quella di capire che la canzone, e non
la poesia, era la chiave per raggiungere la massa del pubblico.
Dylan ha trasformato il pop in una cosa seria.
Egli è un Bardo contemporaneo che ha usato i mass media per avere
consensi di critica e di pubblico, e nel processo ha trasformato la canzone
popolare in una delle forme d'arte più importanti che conosciamo.
LAW AND LITERATURE 2011 - La sentenza di
Bob Dylan
clicca qui
Lunedi 18 Aprile 2011
Doctor Dowd and
Mr. Dylan
Finally this Chinese tour is finished, the tour that the international press, led by
the American, wanted to transform at all costs in a sad and ridiculous
vaudeville farce.
None of us was aware that Bob Dylan had been "officially awarded" by the
United States and the rest of the world, with the title of "Human rights official
world defender" with the duty of criticism and disdain for the countries
that do not respect the above rights (how many will be those notorious
countries, 100, 200, maybe a few more or maybe someone less, the precise
account has never been done, or if it was done it has been stored in
capacious CIA’s archives).
Who thought that Dylan would have thrown in the biggest trouble of his life
speaking ill of China as a whole, had probably eaten something that has
remained on his stomach, which has consequently created a big bad circle to
their heads, resulting in deactivation of the meninges from their main
functions, namely those to process the human thought and not only to
transform the animal instincts that have remained in the mankind DNA into
mechanical actions without the slightest sense of coherence.
Some people, of wich we don’t understand the reason why, they are convinced
that they alone hold the human-truth and infallibility as expressed by their
brains, were thrown violently against Dylan, guilty, in their wilful, of
premeditated culpable silence and connivance with the enemy . These few
people have unleashed a veritable media uproar, unfortunately followed by
many others in a kind of snowball effect reckless and uncontrolled.
They chose the most offensive words in respect of their fellow citizen, who
just happens, as its only fault, had the honor of becoming the greatest
artist in the world. We discovered that, thanks to the truths issued on the
front pages of major newspapers in the world, the most significant artist of
the last 100 years, it is only a mere "idiot" with the vice of "selling out"
for a fistful of Chinese dollars. But fuck, if thighs were so, why these
infallible pundits have never written , in all these years, a word about
this fact on
their papers? Why do not have you informed us that we were puzzling for
almost 50 years trying to give proper meaning to the words of an "idiot"?,
With the pronoun "we", I do not just mean us, poor fans that can also be
justified if we do not understand anything, but in the "we" are included the
hundreds of writers, intellectuals, poets, wise men, scientists, pundits,
professors and doctors that, just like us, did not understand a shit about
Bob Dylan, and for many years, still insisting to study and enhance the work
and the thought of an "idiot."
It would be absurd, ridiculous, to the twilight zone if all this were true,
luckily we realized, "we" poor ignorants, who are the real "idiots" and
"sold" in this whole matter.
Ms. Maureen Dowd, and with her all those who followed Ms.Dowd in its
delirious musings, has lost an excellent opportunity to keep quiet and avoid
to play the role of incompetent worldwide. And you who have followed the
Lady of the New York Times would have remembered the words of one of the
early songs of Bob, that "Subterranean Homesick Blues" which says:
You do not need a weather man
To Know Which Way the Wind Blows
Do not follow leaders
Watch the parkin' meters
We, older fans, who chew a little bit of things regarding Dylan, did not know
that someone entrusted Dylan with the task of going to spit shit from the
stage in the faces of the Chinese government authorities, if you had said
this thing before, we would certainly sympathize with "All of you", invoking
the use of Madame Guillotine for Dylan, guilty of serious social
deficiencies and conspiratorial silence.
Finally, nice Lady Dowd, let me remind you a few words of the song that you
used for the headline of your NYT article "Blowin 'in the idiot wind", the
words are those of "Idiot Wind":
Someone's got it in for me, they're plantin'
stories in the press.
Who ever it is i wish they'd cut it out quick, but when they will i can only
guess.
Idiot wind, blowin' every time you move your mouth
Blowin' down the back roads headin' south.
Idiot wind, blowin' every time you move your teeth
You're an idiot, babe
It's a wonder that you still know how to breathe.
Perhaps these words will serve you well in the
future before you open your mouth, too bad, Ms. Maureen Dowd, but don’t think twice, it’s all right!
Mr.Tambourine
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Doctor Dowd and
Mr. Dylan
Finalmente è finito questo tratto del tour cinese che la stampa
internazionale, con a capo quella americana, ha voluto trasformare a tutti i
costi in una triste e ridicola burletta da avanspettacolo.
Nessuno di noi era al corrente che Bob Dylan era stato “ufficialmente
insignito” dagli Stati Uniti e dal resto del mondo, del titolo di “difensore
ufficiale mondiale dei diritti umani” con dovere di critica e spregio nei
confronti dei paesi che non rispettano i sopracitati diritti (quanti saranno
questi famigerati paesi, 100, 200, forse qualcuno in più o forse qualcuno in
meno, il conto preciso non è mai stato fatto, o se è stato fatto è stato
archiviato nei capienti archivi della C.I.A.).
Chi pensava che Dylan si sarebbe cacciato nel guaio più grosso della sua
vita parlando male della Cina in toto, probabilmente aveva mangiato qualcosa
che gli è rimasto sullo stomaco, che gli ha creato di conseguenza un grosso
cerchio alla testa con conseguente disattivazione delle meningi dalle loro
funzioni principali, cioè quelle di elaborare il pensiero umano e non solo
quello di trasformare gli istinti animali che sono rimasti nel D.N.A. del
genere umano in azioni meccaniche prive del minimo senso di coerenza.
Alcune persone, che non si capisce per quale motivo siano convinte di essere
gli unici depositari delle verità umane e dell’infallibilità di quanto
espresso dal loro cervello, si sono violentemente scagliate contro Dylan,
colpevole, secondo loro, di silenzio colposo premeditato e di connivenza col
nemico. Queste poche persone hanno scatenato un vero e proprio putiferio
mediatico, purtroppo seguite da moltissime altre in una specie di effetto
valanga sconsiderato ed incontrollato.
Hanno scelto le parole più offensive nei riguardi di un loro concittadino
che guarda caso ha la unica colpa di essere diventato il più grande artista
del mondo. Abbiamo così scoperto, grazie alle verità rilasciate sulle prime
pagine dei più importanti giornali del mondo, che l’artista più
significativo degli ultimi 100 anni è solamente un povero “idiota” col
vizio di “vendersi” per un pugno di dollari cinesi. Ma come, se le cose
stavano così, perchè questi infallibili soloni non l’hanno mai scritto sui
loro giornali in tutti questi anni? Perchè non ci hanno informato che siamo
stati a scervellarci da quasi 50 anni cercando di dare il giusto significato
alle parole di un “idiota”?, Col il pronome “noi” non intendo solamente noi
miseri fans che possiamo anche essere giustificati se non capiamo niente, ma
nel “noi” sono compresi le centinaia di letterati, intellettuali, poeti,
scrittori, scenziati, professori e dottori che come noi non avevano capito
un cazzo di Bob Dylan continuando ed insistendo per anni a studiare ed
esaltare il lavoro ed il pensiero di un “idiota”.
Sarebbe assurdo, ridicolo, ai confini della realtà se tutto questo fosse
vero, per fortuna abbiamo capito, “noi” poveri ignoranti, chi sono i veri
“idioti” e “venduti” in tutta questa faccenda.
La Signora Maureen Dowd, e con lei tutti quelli che l’anno seguita nelle sue
deliranti elucubrazioni, ha perso un’ottima occasione per stare zitta ed
evitare di fare la figura dell’ incompetente su scala mondiale. E voi che
avete seguito la Signora del New York Times avreste dovuto ricordare le
parole di una delle prime canzoni di Bob, quella “Subterranean Homesick
Blues” che dice:
You don't need a weather man
To know which way the wind blows
Don't follow leaders
Watch the parkin' meters
(non hai bisogno di un meteorologo
per sapere da che parte soffia il vento
Non seguire i leaders
attento ai parchimetri)
Noi vecchi fans, che un pochino delle cose che riguardano Dylan ne
mastichiamo, non sapevamo che qualcuno avesse affidato a Dylan l’incarico di
andare a sputare merda in faccia dai palchi cinesi alle autorità
governative, se ce lo aveste detto prima saremmo stati certamente solidali
con “tutti voi”, invocando l’uso di Madame Guillotine per Dylan, colpevole
di gravi mancanze sociali e di silenzio omertoso.
Per finire, gentile signora Dowd, mi permetta di ricordarle alcune parole
della canzone che lei ha usato per la testata del suo articolo sul NYT
“Blowin’ in the idiot wind”, le parole sono quelle di “Idiot Wind” :
Someone's got it in for me, they're
plantin' stories in the press.
Who ever it is i wish they'd cut it out quick, but when they will i can only
guess.
Idiot wind, blowin' every time you move your mouth
Blowin' down the back roads headin' south.
Idiot wind, blowin' every time you move your teeth
You're an idiot, babe
It's a wonder that you still know how to breathe.
(Qualcuno ce l'ha su con me, s'inventano storie sui giornali
Chiunque sia vorrei che la piantassero alla svelta ma quando lo faranno
posso solo indovinarlo
Vento idiota che soffia ogni volta che muovi la bocca
che soffia sulle strade che portano a Sud
Vento idiota che soffia ogni volta che muovi i denti
sei un'idiota, babe
E' un miracolo che tu sappia ancora come respirare)
Forse, in futuro, queste parole le serviranno prima di aprire
la bocca.
Peccato, gentile Signora Maureen Dowd, ma non ci stia a pensare due volte,
va bene lo stesso anche così!
Fremantle, Australia - West Coast Blues
'n' Roots - Park Stage - Fremantle Park - April 17, 2011
1. Gonna Change My Way Of Thinking
2. Don't Think Twice, It's All Right (Bob on guitar)
3. Things Have Changed
4. The Levee's Gonna Break
5. High Water (For Charley Patton) (Bob center stage on harp)
6. Simple Twist Of Fate (Bob on guitar)
7. Rollin' And Tumblin'
8. A Hard Rain's A-Gonna Fall
9. Highway 61 Revisited
10. Tangled Up In Blue (Bob center stage on harp)
11. Thunder On The Mountain
12. Ballad Of A Thin Man (Bob center stage on harp)
(encore)
13. Like A Rolling Stone
14. Forever Young
Singapore - Timbre Rock & Roots Festival-
Marina Promenade - April 15, 2011
1. Gonna Change My Way Of Thinking (Bob on
keyboard)
2. It Ain't Me, Babe (Bob on guitar)
3. Beyond Here Lies Nothin' (Bob on keyboard, Donnie on trumpet)
4. Tangled Up In Blue (Bob center stage on harp)
5. Honest With Me (Bob on keyboard)
6. Simple Twist Of Fate (Bob on guitar)
7. Tweedle Dee & Tweedle Dum (Bob on guitar)
8. A Hard Rain's A-Gonna Fall (Bob on keyboard)
9. Highway 61 Revisited (Bob on keyboard)
10. Love Sick (Bob on keyboard)
11. Thunder On The Mountain (Bob on keyboard)
12. Ballad Of A Thin Man (Bob center stage on harp)
(encore)
13. Like A Rolling Stone (Bob on keyboard)
14. Forever Young (Bob on keyboard)
Come atto di ribellione, Bob Dylan lascia che
i cinesi censurino il suo concerto
Di Jef Otte, 12 aprile 2011
Anche per i gusti di Bob Dylan, l' America ha sempre avuto un pò troppa fede
in Bob Dylan. Un portavoce generazionale? Un leader per i diritti civili? Un
profeta? Queste sono alcune grandi aspettative che si possono avere da una
persona tipo il Mahatma Gandhi, sono invece del cazzo se attese da un
vecchio folksinger.
So che non è una sorpresa che molte persone sono state andate fuori di testa
per il suo primo concerto in Cina la scorsa settimana, dove ha aderito alle
disposizioni dei funzionari cinesi e non ha mai detto una sola parola circa
la censura dilagante e la soppressione orwelliana che sta accadendo in quel
paese in questo momento. Data la sua reputazione, questo sembra essere
contrario a tutto ciò che significa Dylan. Ma questo sarebbe solo quella che
è la fama che Bob Dylan ha; ciò che egli rappresenta in realtà è
praticamente un mistero. Ecco la domanda che nessuno sembra fare: Perché - e
lui è rimasto la solita mummia su questo - Bob Dylan ha voluto essere cos'
indifferente ai problemi dei diritti umani in Cina?
Per una risposta a tale questione, dobbiamo programmare impostare la
macchina del tempo per tornare al 2003, quando uscì “Masked and Anonymous”,
una finzione velata su se stesso che fu odiata da quasi tutti. Roger Ebert
ha dato solo due stelle al film, definendolo un "progetto vanitoso aldilà di
ogni ragione".
E' stato il mio preferito di tutti i film di Bob Dylan, ed ecco perché:
Masked è il più vero . Ci sono stati altri film migliori - No Direction Home
di Martin Scorsese è stato un tentativo affascinante, ma in larga misura
mostra l’inefficacia di un grande regista a risolvere l' enigma Dylan, Todd
Haynes con “I’m not there”, una riflessione sul significato culturale di
Dylan - ma Masked è stato l'unico per il quale Dylan stesso aveva scritto
una specie di sceneggiatura, e questo fa la differenza. Per tutta la sua
vanità ed i suoi notevoli difetti - e nessuno ha mai dubitato che Dylan è
vanitoso - Masked è la più reale probabilità di capire come Bob Dylan vede
Bob Dylan.
Ci sono alcune analogie tra il misterioso Masked ed il tour di Dylan in
Cina. Nel film, Dylan veste i panni di Jack Fate, un cantante folk appena
uscito di prigione dopo la guerra, in un paesaggio orwelliano per un
concerto di beneficenza. Ma ciò che è più importante nella trama è che Dylan
/ Fate reagisce al destino, al regime totalitario ed al caos politico che
vede intorno a sé – cosa che gli genera molte perplessità. Fate / Dylan
suona il concerto e pronuncia alcune osservazioni criptiche, ma non ha
nessuna soluzione per qualsiasi problema. "Sono sempre stato un cantante e
forse non più di questo", riflette. "Ho smesso di cercare di capire le cose
molto tempo fa."
Impatto culturale a parte, Bob Dylan è fondamentalmente solo un uomo che ha
fatto quello che gli pareva per rendere felice la sua vita – anche contro il
disappunto dei suoi fans - e a lui stava maledettamente bene andare in Cina.
In un certo senso, lasciando che i funzionari cinesi lo censurassero è quasi
la cosa più ribelle che potesse fare.
È interessante notare che, sebbene diversi vecchi classici di protesta erano
espressamente proibiti, è inspiegabilmente riuscito ad eseguire "A Hard
Rain's A-Gonna Fall," una dichiarazione più politicamente caustica di quanto
"Blowin 'in the Wind" e "The Times They Are A-Changin' " siano mai stati,
una canzone che conclude, dato il contesto, con una contraddizione
Dylanesque abbastanza forte per far esplodere la mente: "I'll tell it and think it and speak it and breathe it, and reflect from
the mountain so all souls can see it."
(“ lo dirò, lo penserò, lo pronuncerò, lo respirerò, e lo rifletterò su una
montagna così che tutte le anime possano vederlo”
Per quel che vale, forse lo ha fatto.
Per le prime cinque canzoni, Dylan è stato accompagnato dalla Band.
Nell'ultima canzone anche da alcuni musicisti supplementari come Ringo
Starr, Ron Wood e Van Morrison.
Dylan ha cantato e suonato la chitarra. Lui non ha suonato l'armonica.
Oppure lo ha fatto?
Secondo un articolo del
New York Times, datato 25 ottobre 2006, Dick Clark (di American
Bandstand fame) ha messo all’asta un pò di cimeli rock, tra cui
"l' armonica" che Bob Dylan ha suonato in “The Last Waltz". E' stata stimata
per la vendita con un valore tra $ 20.000 $ 40.000, secondo il rapporto.
Ho scritto una mail al Times, esprimendo il mio dubbio che Dylan non avesse
suonato l'armonica in The Last Waltz. Il 2 novembre 2006, ho ricevuto una
risposta: Ho chiesto al giornalista che ha scritto l'articolo sull’asta Dick Clark
circa la sua fonte per l'affermazione che Bob Dylan ha suonato l'armonica in
"The Last Waltz". Anche se non si vede suonarla nella versione
cinematografica, mi viene detto che egli l’ha effettivamente suonata durante
il concerto. Queste informazioni vengono dall'ufficio di Dick Clark:
Durante le riprese del film di Martin Scorsese “The Last Waltz” nel 1976,
molte canzoni sono state eseguite durante il lungo evento alquanto
chiassoso. Alcuni di questi numeri sono apparsi nel film, mentre molti altri
non sono mai arrivati oltre la sala taglio. Diciassette canzoni di questi
"tagli" sono apparse in una riedizione del 2002 che includeva una esecuzione
di “Hazel”. Durante l'esecuzione di "Hazel", Dylan ha suonato l’ armonica
come sull’album "Planet Waves".
I membri della troupe che hanno lavorato spesso con il personale di Dick
Clark ricordano che Bob portò un’ armonica sul set. Dopo l’uscita di “The
Last Waltz”, l' armonica è entrata nella Clifford Glass Collection, dove è
stata registrata come avente origine dal set del film. Nel 1992, Dick Clark
ha acquisito lo strumento per la sua collezione. Dick ha messo l'armonica in
mostra al pubblico da quel momento, indicando che l' armonica era stata usata
nelle risprese del film. Essa è rimasta in pubblica visione finché non è
stata rimossa recentemente per essere messa all’asta.
Ho reinviato una e-mail, affermando che c’è un audio, un video e una
documentazione scritta della manifestazione, e non c'e uno straccio di prova
che Dylan ha suonato l’armonica a bocca. Egli può averla "portata", ma di
certo non l' ha usata.
Più tardi nella sera, ho ricevuto un'altra risposta: "Grazie, chiunque tu
sia, vedremo di chiarire la cosa".
Non ho mai più ricevuto una parola.
In un altro rapporto,
“The Early Show” della CBS si riferisce che l'armonica di Dylan in “The
Last Waltz” è stata autografata:
Bob Dylan Autographed Harmonica da "The Last Waltz". Questa armonica è stato
usata da Dylan durante il concerto di addio della Band a San Francisco il
giorno del Ringraziamento del 1976. Questa armonica Hohner, autografata con
inchiostro nero da Dylan, è montata in un display incorniciato accompagnata
da un'immagine in bianco e nero di Dylan con armonica e chitarra.
Una versione AP della domanda è stata ripresa in
USA Today, sul
Los Angeles Times e da
MSNBC, tra gli altri. Cinema Blend si spinse fino a dichiarare
"l'armonica che Bob Dylan ha suonato nel film documentario di Scorsese" The
Last Waltz ".
È possibile visualizzare una fotografia dell’ l'armonica su
Live Auctioneers:
(N.B. la firma sembra non essere quella di Bob)
Lotto 785: Bob Dylan Autographed Armonica: Questa armonica Hohner,
autografata con inchiostro nero da Bob Dylan, c. 1976. Lo strumento è
montato in un display incorniciato accompagnata da una immagine in bianco e
nero di Dylan con armonica e chitarra. Display con cornice: 20 1 / 2 x 26;
foto: 14 x 10.
La pagina web indica il prezzo stimato solo di $ 2.500 - 5.000 $ e non $
20,000 - $ 40,000 come ha scritto il New York Times. Il 6 dicembre 2006,
l'armonica in asta è stata venduta per $ 18.000. Gran parte del denaro
raccolto, secondo quanto riferito, è andato a varie associazioni di carità.
Dylan eseguito "Hazel" per la prima volta sul palco quella sera. Anche se
l’ha suonata in un
soundcheck nel 1978, non l’ha mai eseguita sul palco fino al 1994 per le
sessioni di MTV Unplugged. Nel 2.004-5, Dylan finalmente l’ha suonata in
pubblico sei volte.
Guardate la prima assoluta di “Hazel” suonata da Bob Dylan con la band - e
senza una armonica - in The Last Waltz, nel video sotto:
Grazie a Enrique D. per l'ispirazione.
Harold Lepidus, "Bob Dylan Examiner"
http://www.examiner.com/bob-dylan-in-national/bob-dylan-70th-birthday-countdown-no-46-dylan-s-last-waltz-harmonica?CID=examiner_alerts_article
Bob Dylan si autocensura e il New York
Times lo striglia
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Venerdi 15 Aprile 2011
Bob Links aveva ragione sulla set list di
Hong Kong
Dopo l’osservazione di Harold Lepidus nel suo articolo riportato e
pubblicato ieri su Maggie’s farm, oggi il sito ufficiale di Bob ha
confermato l’esattezza della set list del secondo spettacolo di Hong Kong
inserendo nella set list pubblicata ieri la canzone “Tangled Up In Blue”,
come aveva esattamente pubblicato Bob Links. Certamente si è trattato di una
svista che
bobdylan.com ha prontamente riconosciuta e corretta.
Caro Daniele.
Non era mia intenzione non rispettare i gusti personali sugli album di Bob.
Tu hai scritto.."ognuno vuole avere ragione..". Ti sbagli. Io ho solo
espresso "in modo troppo diretto" i miei pareri sugli album.
Se proprio vuoi saperla tutta UNDER THE RED SKY è uno degli album che
ascolto di più. Anche SELF PORTRAIT non manca di ascolti da parte mia. Ma
riguardo a LOVE AND THEFT il poeta derubato dei suoi versi l'avrebbero
dovuto avvisare prima no?...magari avrebbe deciso lui se ricevere un
compenso oppure la gloria..per fortuna di Bob ha scelto la gloria, almeno
ufficialmente. Infatti lui disse "..metterò la foto di Bob dietro al mio
libro..".
Considero STREET LEGAL quasi a livello di Blood on the tracks, ma è
allucinante che sia stato pubblicato in quel modo. Con quel suono. Le mie
critiche sono rivolte a quegli aspetti (che non m'invento io se conosci bene
i libri su Bob e so che sai di cosa sto parlando).
Riguardo al casino che sta succedendo in Cina
lo trovo surreale.
Sono 20 anni che Bob non dice una parola al microfono, che non esegue
Blowing da anni esclusi gli ultimi tour in cui la suona con quel tempo buffo
e con l'assolo di violino. Perchè si stupiscono del suo atteggiamento?
Ancora stanno a Newport? Forse neanche Bob ricorda di esserci stato. Forse.
Ciao Daniele, Luigi, Mr. Tamburine.
Bob Dylan: tra critiche, censura e lontani
ricordi
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Giovedi 14 Aprile 2011
In defense of Bob Dylan
Here's how the newspapers in China have
announced the Dylan's show
Dear Friends of Maggie's Farm, I would say that
this photo is more than eloquent, it is how to announce the coming of the
Pope with a picture of the village priest (with all due respect for the
beloved Willie Nelson). What is most surprising is that after the numerous
reports received by the newspaper from readers is the fact that the
newspaper’s executives have not had a turn going into the error without
changing the picture. Power of human idiocy.
And yet some of these characters argue that Dylan has done wrong to take
money from these people? Why he was wrong taking this money? He took money
anywhere in the world when he performs, "pecunia non olet" said the ancient
Romans (and even today, in fact), then why did it hurt? Chinese money are
more blood dripping than the French money, the France who are now bombing
Libya causing innocent victims who have nothing to do with what happens in
that country? Chinese money are more blood dripping anymore than the U.S.
money? U.S.A in Iran, Iraq, Afghanistan, Bosnia, the Balkans, where U.S.
aircrafts have made more massacres than the leader of the Huns Attila, or we
want to say that American smart bombs never killed innocent men, women and
childrens? Yet is the same money that Americans give to Dylan for his U.S.
concerts, that Europeans give to Dylan when he performed in their countries,
then where is the difference?
Dylan is many years away from the social and humanitarian causes, even when
he has ridden, well and voluntarily, the humanitarian filly to gain fame and
fortune. This is more his current position, position that many wise men
consider wrong, but this is a problem only for those who want to judge him
by force, whatever the cost, calling Bob, with no half measures, idiot and
sold artist, and no one should forget that he was and he is the greatest
artist of all times. "The Praise of Madness" would have said Erasmus of
Rotterdam!
If we fundamentally believe in freedom we have to accept the fact that Dylan
makes his own business and its interests as he best think, which happily
does so without violating any law, just like all honest people do their
business without committing crimes. So, what are they talking about all
these overpaid reporters, anchormen, sages and wise beyond all limits,
low-buck lucubrates, who claim to know and judge the actions of other
people, sometimes hiding their own crap. I was honestly tired and bored of
all these words at random, I will continue to report on Maggie's Farm all
the news that these novel prophets write on their pages just for the record,
committed to the principle that everyone is host to think what he wants and
do what he wants, and no one feels compelled to break their balls. That is,
if the sense of the word “freedom” has not changed its meaning for this
funny occasion. Dylan in China is the same Dylan as in Europe, Italy,
France, Spain or anywhere else in the world, he sings, he takes the money
and he returns home, there's something wrong with this? Let's Dylan live his
life as he sees fit, none of us has to judge his actions or his behavior,
Dylan has his own personal conscience to which he must respond, how, when
and where, those are his own business. We, viz the other, let's just say
freely our point of views about his work, his songs, his show, whether we
like it or not, whether we like we can motivate our reasons why, if we do
not like we can do the same thing. This is allowed and proper in respect of
an artist, but give “idiot” or “sold-artist” to a man only for purely
political reasons is altogether another matter, I’m asking myself who gave
to these pundits the permission and particularly the right to spit words
against Dylan?
Ecco come in Cina i giornali hanno annunciato
gli show di Dylan
Cari amici di Maggie’s Farm,
direi che questa foto è più che eloquente, è come annunciare l'arrivo del
Papa con la foto del parroco del paese (con tutto il rispetto per l’amato
Willie Nelson). Stupisce di più ancora che dopo le numerose segnalazioni
pervenute al giornale da parte dei lettori i dirigenti del quotidiano non
abbiano fatto una piega continuando nell’errore senza cambiare la foto.
Potenza dell’idiozia umana.
E qualcuno sostiene ancora che Dylan ha fatto male a prendere i soldi da
questa gente? Perchè ha fatto male? Ha preso i soldi come li prende in
qualunque parte del mondo quando si esibisce, “pecunia non olet” dicevano i
Romani antichi (anche quelli di oggi per la verità), allora perchè ha fatto
male? I soldi cinesi grondano più sangue di quelli Francesi che bombardano
la Libia causando vittime innocenti e che niente c’entrano con quello che
succede in quel paese? I soldi cinesi grondano più sangue di quelli degli
Americani in Iran, Iraq, Afganistan, Bosnia, Balcani dove gli aerei
americani hanno fatto più stragi di Attila, o vogliamo dire che le bombe
intelligenti americane non hanno mai ucciso un innocente? Eppure sono gli
stessi soldi che gli Americani danno a Dylan per i suoi concerti USA, che
gli Europei danno a Dylan quando si esibisce da noi, allora dove sta la
differenza?
Da anni Dylan è lontano dalle cause sociali ed umanitarie, anche se quando
gli faceva comodo ha cavalcato volontariamente ed ampiamente la cavallina
umanitaria per acquisire "fame and fortune". Che la sua posizione attuale sia
una posizione che molti giudicano sbagliata è un problema di quelli che lo
vogliono giudicare per forza, costi quel che costi, dando senza mezze misure
del venduto e dell’idiota ad un artista che è stato uno dei migliori di
sempre. “Elogio della follia” commenterebbe Erasmus da Rotterdam!
Se crediamo fondamentalmente nella libertà dobbiamo accettare il fatto che
Dylan faccia gli affari suoi ed i suoi interessi come meglio crede, cosa che
tranquillamente fa senza violare nessuna legge, come fanno tutte le persone
oneste che si fanno gli affari loro senza incorrere in reati. Allora di cosa
stanno parlando tutti questi superstipendiati giornalisti, anchormen, saggi
e sapienti oltre ogni limite, elucubratori da cinque delle vecchie lire, che pretendono
di sapere e giudicare le azioni degli altri, mentre forse nascondono le
loro. Tutte queste parole a vanvera mi hanno sinceramente stancato ed
annoiato... continuerò a riportare su Maggie’s Farm tutto quello che questi
novelli profeti scrivono sulle loro pagine solo per dovere di cronaca,
fedele al principio che ognuno è padrone di pensarla come vuole e di fare
quello che vuole senza che nessuno si senta in dovere di rompergli le palle.
Questo lo faccio sperando che il significato della parola "libertà" non sia cambiato per
questa bizzarra ed in qualche modo buffa occasione. Dylan in Cina è uguale al Dylan in Europa, in Italia,
in Francia, in Spagna o in qualunque altro posto del mondo, canta, prende i
soldi e torna a casa sua, c’è qualcosa di male in tutto questo? Lasciamo che
Dylan viva la sua vita come meglio crede, non sta a nessuno di noi giuducare
le sue azioni o il suo comportamento, Dylan ha una sua coscienza personale
alla quale rispondere, come, quando e dove lo fa sono affari suoi. Noi, cioè
gli altri, limitiamoci a dire liberamente la nostra opinione sul suo lavoro,
le sue canzoni, il suo show, se ci piace o no, se ci piace motiviamo il
perchè con le nostre ragioni, se non ci piace facciamo la stessa cosa,
questo è consentito e doveroso nei confronti di un artista, ma dargli
dell’idiota o del venduto per motivi esclusivamente politici è un altro paio
di maniche, mi chiedo, chi ha dato il permesso e sprattutto il diritto a
questi soloni di sputare queste parole nei confronti di Dylan?
Bob Dylan: la set list del 13 aprile ad Hong
Kong - Ha eseguito 'Tangled Up In Blue'?
Bob Dylan ha appena finito di suonare il suo secondo concerto ad Hong Kong,
la set list? Dipende da dove la si guarda.
Il sito ufficiale di Bob Dylan ha pubblicato il seguente elenco di 16
canzoni:
Kowloon, Hong Kong - HITEC - Star Hall
- Apr 13, 2011
1 Gonna Change My Way Of Thinking
2 It Ain't Me, Babe
3 Things Have Changed
4 Rollin' And Tumblin'
5 Simple Twist Of Fate
6 High Water (for Charlie Patton)
7 A Hard Rain's A-Gonna Fall
8 The Levee's Gonna Break
9 If You Ever Go To Houston
10 Highway 61 Revisited
11 Spirit On The Water
12 My Wife's Home Town
13 Thunder On The Mountain
14 Ballad Of A Thin Man
15 Like A Rolling Stone
16 Forever Young
Bob Links ha pubblicato la scaletta dello stesso concerto ma con un brano in
più (vedi n. 4):
Kowloon Bay, Hong Kong - Kowloonbay
International Trade & Exhibition Centre (KITEC) - April 13, 2011
1. Gonna Change My Way Of Thinking
2. It Ain't Me, Babe
3. Things Have Changed
4. Tangled Up In Blue
5. Rollin' And Tumblin'
6. Simple Twist Of Fate
7. High Water (For Charley Patton)
8. A Hard Rain's A-Gonna Fall
9. The Levee's Gonna Break
10. If You Ever Go To Houston
11. Highway 61 Revisited
12. Spirit On The Water
13. My Wife's Home Town
14. Thunder On The Mountain
15. Ballad Of A Thin Man
(encore)
16. Like A Rolling Stone
17. Forever Young
Credo che il tempo ci dirà se Dylan ha effettivamente suonato "Tangled Up In
Blue" stasera. La mia ipotesi è che la set list pubblicata su Bob Links sia
quella corretta. Il Webmaster Bill Pagel ha ringraziato "Kathleen, Susan &
Al, e Brigitte per le telefonate e AUI per la e-mail". Vedremo se il sito
apporterà a breve la modifica.
Aggiornamento: Nel forum Discussioni di Expecting Rain, Johanna Parker's ha
confermato "Tangled Up In Blue" come quarta canzone in scaletta.
Caro Mr Tambourine,
in questi giorni si è scritto tanto a proposito dell'attegiamento di Bob nei
confronti del censorio regime cinese. Personalmente non mi associo alle
critiche sollevate.
Ti segnalo l'intervento di Paolo Vites sul punto che condivido parola per
parola. Pertanto, nel ringraziare l'autore del pezzo di avere scritto anche
a mio nome, mi astengo dall'aggiungere altro.
Dunque..sull'argomento di Bob in Cina ho sentito le più diverse versioni
tratte da quotidiani nazionali e internazionali...c'è che dice che al
concerto c'erano 5000 persone, chi 9000 chi 10000...poco importa. Dylan si è
abbassato a non cantare le canzoni che possono far paura al regime? Be, è
una cosa sua...del resto nei paesi totalitari se sgarri non sarei molto
tranquillo neppure io, soprattutto se ci sono 2000 poliziotti in borghese
che ti guardano.
Quello che più mi fa piacere è che un pezzo di muro sia stato abbattuto..poi
avremmo voluto che lo si facesse "alla Dylan" ma intanto, ciò che davvero
importa è che ci sia riuscito ad andare e chissà, magari se il prossimo anno
dovesse tornarci non faccia davvero a modo suo facendo rimangiare tante cose
che i "dotti" hanno scritto in sti giorni sui loro quotidiani...come dice
Mr.Tambourine i problemi dei cinesi non saranno certo 1000 Bob che potranno
farli sparire ma una rivoluzione che parta dal popolo.
Grazie a Luigi per aver elencato ciò che questo uomo ha fatto nel corso
della sua carriera e ricordo a Mr.Spaceman che il poeta al quale Dylan si è
ispirato per certi versi di "Love & theft" si è detto onorato, tant' è vero
che da sempre l'arte nasce dall'arte e il titolo stesso "amore e furto" è
perchè se ha preso qualcosa da qualcuno lo ha prima di tutto amato...quanto
al mio disco preferito Modern Times..se quello è fatto per prendere sonno
più facilmente che di dire di Blood on the tracks? Che è fatto per prendere
sonno all'istante? Constatazioni personali ma come al solito tutti vogliono
avere ragione.
L'unico disco che mi mancava era Self Portrat il quale, scandalizzatevi
pure, lo trovo carino...intendiamoci..non un capolavoro ma una cosa
ascoltabile.
Gli anni '80 sono salvabili solo per Infidels e Oh Mercy (che comunque, per
pur bello che sia lo trovo un pò monotono sotto certi aspetti musicali)? Be
io aggiungerei il mio amato Saved e Shot of love...eh si..amo la triologia
cristiana.
Poi continuare a sputare veleno su Under the red sky non mi sembra il
caso...un disco nelle quali ci sono canzoni come la title-track,
Unbelievable, God knows e Cat's in the well meriterebbe un'attimo di
rispetto in più e una rivalutazione..l'importante è non fermarsi a Wiggle
Wiggle.
Anche i capolavori "nascosti" di Tell Tale Signs credo siano una
testimonianza di grande creatività e atmosfera.
Lo sbaglio a mio avviso che fanno i più tanti è continuare a vederlo come
un'icona di questo o di quella cosa...lui icona non lo ha mai voluto essere
quindi rispettiamolo per quello che fa a quasi 70 anni e per quello che ha
fatto.
A giugno ci sarò di certo con una manciata di amici e se la scaletta fosse
uguale come quella dell'anno scorso a Padova ci farei la firma..ma poco
importa...vado a vederlo una volta all'anno e ciò che propone andrà
bene...anche certe canzoni di BOTT che dal vivo suonano divinamente.
Un abbraccio a tutti e...Forever young gente!
Daniele Ardemagni
I tempi sono davvero cambiati: Bob Dylan, che divenne un' icona americana
"dicendo la verità a coloro che avevano il potere", ha appena dato un
concerto in Cina, uno dei paesi più repressivi del mondo. Mentre era lì, non
solo Dylan non ha espresso solidarietà per i dissidenti cinesi in
prigione: secondo il Washington Post, ha anche accettato di eseguire solo
"canzoni approvate" dai comunisti cinesi.
Lo scenario diventa ancora più paradossale se si considera che, mentre Bob
Dylan cantava "Love Sick" in Cina, l'ambasciatore americano Jon
Huntsman, un potenziale candidato repubblicano alla presidenza, ha parlato
nel suo discorso di commiato della detenzione del dissidente Ai Weiwei , del
premio Nobel Liu Xiaobo, ed altri. Ha aggiunto: "Gli Stati Uniti non
smetteranno mai di sostenere i diritti umani perché crediamo nella lotta
fondamentale della dignità umana e della giustizia in qualunque luogo del
mondo". Il problema non è che Dylan non dovrebbe cantare le sue canzoni
d'amore in Cina, piuttosto, il problema è che Dylan si è trasformato in una
specie di addormentato Barry Manilow a Pechino, quando solo tre giorni prima
a Taiwan, aveva cantato "Desolation Row" e "Blowin 'in the Wind".
Gli artisti sono solo esseri umani. Hanno molti lati oscuri, possono
essere volubili, e sono mortali. Quello che resta non è il cantante ma la
canzone. Eppure mi aggrappo ancora alle convinzioni forse antiquate della mia
gioventù, quando abbiamo ascoltato Dylan, Joni Mitchell, Joan Baez e, ci
siamo convinti che quegli artisti sono stati efficaci perché erano le coscienze
delle loro società, perché il loro impegno è stato rivolto non ad una
ideologia politica, una setta, o un partito, ma alla verità. La Verità che è
pericolosa, non importa in che tempi viviamo, perché la verità è sempre una chiamata
all'azione. Una volta che noi la conosciamo, non possiamo più giustificare
il nostro silenzio.
Alcuni possono dire in difesa di Dylan in Cina che in tutto questo c’entra
l’età. Sono d'accordo che l’ età può fare questo effetto, ma può anche farci
più auto-consapevoli e critici verso noi stessi. E' anche vero che
l’abitudine al potere, alle grandi ricchezze, può cambiare il nostro
atteggiamento verso i principi nei quali una volta credevamo ma in realtà, per
alcuni, l'età, la fama, il potere e la ricchezza possono essere un mezzo per
diventare più umani ed aiutare gli altri a trovare la loro voce. Prendete
Joan Baez, per esempio, che, con l'avanzare dell'età, è cambiata e diverntata più saggia, ma non ha mai perso la sua passione, il suo impegno
per la giustizia e la gentilezza.
Pensando a Joan Baez, mi sento riconoscente a lei e pieno di speranza che alcuni
di questi grandi principi della vita non siano cambiati con i tempi. Eppure
Bob Dylan, che ha sempre avuto più cinismo e freddezza della Baez, sembra
aver perso qualcosa con l'età. In Cina, egli sembra aver sparato contro le
sue canzoni, le sue creazioni. Il risultato? Un deludente ed ipocrita show,
quello che mi fa desiderare il Dylan che conoscevamo.
Sotto un piacevole cielo notturno, il mitico Bob Dylan si è presentato
ad un misero pubblico nel campus della RMIT di Ho Chi Minh City.
Con i biglietti venduti per qualcosa di più di un normale stipendio mensile
in Vietnam, il pubblico sembrava un campione di quello che si potrebbe
trovare nel corso di un Dylan show a Malibu, in California. Capelli biondi
ed occhi azzurri erano ovunque, insieme a qualcuno con dreadlock
occasionali, come se stessero ricandosi ad un party fuori città il lunedi
notte.
I vietnamiti presenti indossavano i tradizionali abbigliamenti della loro
cultura, le donne indossavano qualcosa tipo una notte-al-bar , gonne alla
moda e tacchi a spillo, mentre gli occidentali indossavano i loro
tradizionali vestiti di opposta cultura.
Dylan è stato preceduto da una miscellanea di brani dell’ultimo Trinh Cong
Son, accompagnato da riff di sassofono assoluti. Il pubblico, generalmente
vietnamita, ha applaudito con entusiasmo, mentre i prezzi della birra, delle
patatine e della pizza crescevano dopo ogni canzone come uno svolazzo
incredibile.
Apparso nel suo abituale abbigliamento spanish-western e con i membrei della
sua band ben stretti
intorno a lui, Dylan è partito borbottando le beffarde frasi di “GONNA
CHANGE MY WAY OF THINKING”, ripetendo parole come “Jesus is coming”, tratte
dalle opere della sua "fase religiosa". Passando dal pianoforte alla chitarra, la
solitaria e piuttosto asociale "It Ain't me babe”. La voce rauca ed i nuovi
arrangiamenti hanno reso tutto di fatto difficoltoso e, anche per i
conoscitori di Dylan, quasi impossibile stabilire quale canzone stesse cantando.
Ha spaziato tra classici ed alcuni brani più nuovi (da un intelligente
"Highway 61" ad una strugente "Lovesick"), un suono eccellente e compatto
che però ha messo ancora più in evidenza la ruggine della sua voce di
70enne.
Sebbene lo staff di Dylan avesse chiesto che tutti gli ospiti, tra cui i
VIP, fossero sistemati nel prato antistante il palco senza divisioni, la
venue era stata divisa in due spazi diversi, una di lusso per i VIP da $
150 e uno per la gente comune più lontana dal palco e limitata da una
recinzione. Ondeggianti al monotono monosuono di Dylan, i Vip seduti hanno ascoltato
la set list di Dylan mangiando e bevendo, cosa un tantino inadatta per il
diritto di uguaglianza.
Eppure, per i vietnamiti che hanno partecipato e per un bel pò di
stranieri, è stata una possibilità di vedere la "Favola" la cui indifferenza
nell’interazione col pubblico continua ad essere una costante caratteristica
dopo quattro decenni di carriera. Un uomo immaturo che veniva dal New Jersey
ha detto, "Io non sono un suo fan, ed anche se lDylan in passato ha
criticato duramente la mancanza di libertà, chissà se tornerò a rivederlo."
(Fonte: http://www.vietnamnews.us)
Mercoledi 13 Aprile 2011
Kowloon Bay, Hong Kong - Kowloonbay
International Trade & Exhibition Centre (KITEC) - April 12, 2011
1. Gonna Change My Way Of Thinking
2. Señor (Tales Of Yankee Power)
3. Just Like Tom Thumb's Blues
4. Tangled Up In Blue
5. Honest With Me
6. Simple Twist Of Fate
7. Tweedle Dee & Tweedle Dum
8. Blind Willie McTell
9. Jolene
10. Desolation Row
11. Highway 61 Revisited
12. Spirit On The Water
13. My Wife's Home Town
14. Thunder On The Mountain
15. Ballad Of A Thin Man
(encore)
16. Like A Rolling Stone
17. Forever Young
Cari dylaniani,
è da molto che seguo maggiesfarm ed è da parecchio tempo che ho voglia di
scrivere per dire la mia sulla questione delle recenti scelte artistiche del
vecchio Bob...il problema è che sono pigro e poco incline alla comunicazione
telematica...
Questa volta però mi sembra che si sia passato il limite e non mi riferisco
solo a questo sito, ma a tutti i media in generale.
Bella notizia vero!!? Glorioso cantante di protesta diventa improvvisamente
un vecchio reazionario e si cala le braghe davanti ai nemici giurati della
democrazia e dei diritti umani (C'è da desumerne che Noi invece che facciamo
in continuazione "guerre umanitarie" ne saremmo gli unici e legittimi
paladini). Non mi sorprende che ne parli Paolo Giordano su "Il giornale",
che se si seguono un po' le vicende di casa nostra si sa essere un periodico
non proprio ligio alla deontologia professionale, mi sconvolge invece che
riprenda lo scoop con tono sensazionalistico e moralizzante Federico Rampini
su
"Repubblica"(http://tv.repubblica.it/copertina/bob-dylan-sotto-accusa-per-i-concerti-in-cina/66038?video=&ref=HRESS-18 ).
L'esperto giornalista e scrittore che conosce bene Asia e USA, non sembra
essere altrettanto competente su Bob Dylan, gridando allo scandalo per la
mancata esecuzione di Hurricane (...quant'è che non la suona? 20, 30 anni?).
Permettetemi di dire che sono loro i veri venduti! Per fare notizia
commentano fatti sui quali non sono competenti, saltando pacificamente 40
anni di percorso umano e musicale del Nostro e fomentando indignazioni e
lamentele a buon mercato che in Italia fanno sempre centro.
Ne sono passati di anni dalla svolta elettrica, dall'abbandono delle protest
song e ancora la gente si scandalizza e si offende se Dylan non aderisce
alla loro immagine stereotipata. Non capisco (e qua mi indirizzo a voi Mr
Tamburine e Mr Spaceman vari) come si possa essere tanto ingenui da pensare
che Bob avrebbe fatto un gesto plateale contro il governo cinese e tanto
ottusi da reagire con tale isteria nonostante siano almeno 40 (!!!!) anni
che l'ex menestrello va in giro a dire che non si è mai sentito portavoce di
nessuna generazione e che le famose canzoni di protesta non erano da
intendersi come tali.
Io sono nato nel 1984 e non ho vissuto quegli anni, Blowing in the wind e
Times they are-a-chaingin non le ho mai messe in relazione con le lotte per
i diritti civili o la guerra in vietnam, per me hanno un altro significato e
in quanto a contenuto controverso e sovversivo non le considero meno
significative di molti altri suoi titoli. Bob Dylan non ha mai smesso di
parlare ai giovani (io adoro TTL e considero I feel a change comin' on un
capolavoro), ma penso che siano i vecchi che smettono di parlare con lui
perché troppo nostalgici e incapaci di seguire l'artista nelle sue
evoluzioni.
Ho visto il video di Forever Young della sera di Pechino. Mi è sembrata una
performance eccezionale, ricca di pathos e sentimento. La band girava a
mille, al contrario di quanto si continua ad insinuare sulle pagine di
questo sito non si capisce bene sulla base di cosa. D'accordo non sarà la
sua band migliore e nemmeno la sua voce migliore, ma Charlie mi è parso
invasato più che mai, il tiro buono e il tutto piuttosto intenso. Penso che
i giovani (ma perché no anche i vecchi) cinesi abbiano apprezzato, hanno
goduto della performance di un grande artista che attraverso il suo corpo e
la sua musica sa comunicare emozioni universali. I cinesi non sono dei
nostalgici sessantottini (badate bene, nel '68 Dylan se ne stava nella sua
casa di campagna con voglia di sparare agli hippy scoppiati che gli
parlavano di agricoltura organica) e quindi si approcciano alla sua musica
in un modo che noi probabilmente non possiamo nemmeno intendere. Perché
privarli di tale piacere? Se è vera la cosa della censura, io penso che
abbia fatto bene a scendere a compromessi se non altro per dare la
possibilità alla gente di vederlo dal vivo che magari se ne fotte se non
suona i pezzi acustici e se non ha più la voce di prima e lo apprezza (o lo
disprezza per quello che è).
Significativamente il secondo pezzo che ha messo in scaletta in Vietnam è It
ain't me baby.... da sempre il suo modo migliore per respingere
sdegnosamente le critiche:
"It ain't me babe
No no no it ain't me babe
It ain't me you're looking for babe"
Grazie per l'attenzione, saluti festosi!
Roberto Gomez Bolaño
Caro Roberto, sono molto contento della tua mail,
un’altra persona che segue la Fattoria che si è sentita di prendere penna e
calamaio e scrivere le proprie opinioni. Fossero di più quelli come me,
come Mr.Spaceman e come te, che si prendono la briga di scrivere e
commentare qualunque cosa sul Nostro non sarebbe
per niente male. Il fatto di essere di opinioni diverse non è un problema, è
solo un dato di fatto e nemmeno molto importante, quello che conta è
scrivere e parlare, perchè tutto rimane nella grande memoria di Maggie’s
Farm, che a poco a poco raccoglie centinaia di opinioni diverse tutte
rispettabili, formando così un serbatoio di notizie inesauribile per quello
che riguarda il lavoro artistico di Bob.
Credo che tu interpreti in modo sbagliato le mie opinioni sul fatto che
Dylan avrebbe dovuto fare il gesto plateale contro il governo cinese, se
rileggi il mio articolo in proposito vedrai che si chiude con le parole –
“Non so se le mie parole saranno condivise o no, ma perdonatemi, il fatto
che Dylan abbia accettato delle imposizioni per poter esibirsi in Cina mi ha
lasciato un pò di amaro in bocca, non mi permetto di affermare che non
avesse il diritto di farlo, solo avrei sperato che evitasse le imposizioni
di questo stuolo di paranoici, solo un desiderio non esaudito, tutto qui,
visto quello che scrisse Bob: segue il testo di John Birch Society Paranoid
Blues”-. Quindi in sostanza soltanto un desiderio, credo non sia proibito
avere desideri, se poi non si realizzano pazienza. Nello stesso articolo
scrivo che solo Dylan può decidere quello che vuole o non vuole fare, come
comportarsi etc...etc....Le nostre parole esprimono soltanto un punto di
vista che parte da presupposti completamente diversi da quelli di Bob ma non
per questo illegittimi, quindi nessuna illusione, solo un piccolo desiderio
che non si è realizzato, tutto qui.
Ho detto anche che Dylan ha fatto molto di più col suo silenzio che se
avesse parlato, tutti i giornali del mondo, quitidiani, settimanali, riviste
e websites hanno parlato in lungo ed in largo di questo sconosciuto artista
dissidente cinese di nome Ai Weiwei, nome che nessuno conosceva prima che
Dylan posasse il suo piede sul suolo cinese. Già questo fatto è miracoloso e
significativo, vuol dire che ancora oggi Dylan è considerato in tutto il
mondo la voce più importante per i problemi relativi ai diritti umani, anche
se non parla, solo la sua presenza in un luogo assume immediatamente
significati che vanno ben al di là della normale immaginazione, e anche se
lui da oltre quarant’anni non si sente di essere le voce di nessuno (ma
soltanto la sua) non ha importanza, la posizione assunta da Dylan su questo
argomento non conta niente, per la gente comune Dylan è il simbolo,
l’Icona, in fondo Blowin’ in the wind e The Times They Are A-Changin’ le ha
scritte lui, mica noi, ed ancora oggi Dylan deve pagare lo scotto di aver
scritto quelle canzoni diventate inni non solo per la sua generazione ma
anche per quelle venute dopo. Il messaggio è rimasto intatto, inalterato e
più potente che mai, Dylan stesso non può far niente per cambiare le cose,
lui ha scritto, lui rappresenta, che gli piaccia o no.
In questi giorni tutto il mondo sta parlando di Dylan come simbolo, nessuno
critica più le sue prestazioni come performer, che sono l’ombra di quelle
che erano soltanto alcuni anni fa. Non dimenticare che Dylan è quello che è
per quello che ha scritto negli anni 60 e non certo per TTL o per “I feel a
change comin' on”!
Per quanto riguarda la sua attuale band posso dirti che ne ho viste di
migliori e di peggiori, ma non è questo che conta, la differenza è che i
grandi musicisti di solito portano grandi idee e grandi apporti, i musicisti
mediocri quasi niente. Riesci ad immaginare Like a rolling Stone senza
l’organo di Al Kooper? Sarebbe stata la stessa cosa? Credo proprio di no,
quel famoso “wild thin mercury suond” ha lasciato un segno nella storia
della musica, Charlie & company non ne lascreranno nessuno, anche se
riconosciamo tutti a Charlie il merito di aver svegliato Dylan da un letargo
che durava da diversi anni.
Ognuno di noi ha il suo Dylan preferito, per me è quello della Rollig
Thunder Revue, e ricordare con piacere quel periodo non vuol dire essere un
malato nostalgico, è solo la constatazione che fra i vari periodi di Dylan
quello è stato il migliore, e su questo argomento sfido tutti a dimostrare
il contrario.
Per quanto riguarda i Cinesi, dubito seriamente che abbiano capito una sola
parola di quello che Baboo Dilun ha detto sui loro palchi, hanno seri
problemi anche gli americani a capirlo, figurati i cinesi! In qualunque modo
e da qualunque prospettiva si voglia guardare il passaggio di Bob in Cina, è
ormai evidente che i Cinesi hanno fatto un grosso sbaglio, un clamoroso
autogol, Dylan smuove le coscienze solo con la sua presenza, senza bisogno
di parlare, dando a Dylan il permesso di esibirsi hanno dato l’occasione
felice a tutta la stampa mondiale di mettere in evidenza la crudeltà e la
barbarie del loro regime, tutto questo grazie solo a Dylan, e scusa se è
poco!
Sono perfettamente d’accordo con te che il messaggio di Dylan alla gente sia
“It ain’t me babe”, ma purtroppo i messaggi di Dylan sono sempre andati
oltre la sua volontà, e questo è un dato incontestabile, anche da parte di
Bob stesso.
Sono contento che la tua mail abbia fornito una buona occasione per parlare
ancora di Bob e di approfondire le idee ed i punti di vista di ognuno di
noi, ora che hai vinto la tua pigrizia telematica spero di averti ancora
come ospite su queste pagine. Un salutone,
Mr.Tambourine
La risposta del Prof: Alessandro Carrera
per Freewheelin' Ghio
Caro Mr.Tambourine,
ho gia' risposto. La lettera di Freewheelin' Ghio mi e' gia' arrivata, non
ricordo ora se per tuo tramite o di Michele, ma gli ho già detto, e posso
dirlo anche a te, che sia l'editore che io saremmo felicissimi di pubblicare
l'edizione economica delle Lyrics, e se finora non l'abbiamo fatto è solo
perchè prima bisogna prima chiarire infinite questioni di diritti e
contratti. Speriamo comunque di venirne fuori prima o poi. Intanto è sicuro
che il 18 maggio uscirà in economica la nuova edizione rivista e aumentata
(di cento pagine) del mio "La voce di Bob Dylan", che al momento è esaurito.
Molto probabilmente ci sarà una presentazione alla Feltrinelli di Piazza
Piemonte a Milano il 24 maggio.
A presto, Alessandro Carrera
Caro Alessandro, non potrò
mai ringraziarti abbastanza per la tua gentilezza nei confronti di Maggie's
Farm e dei suoi lettori. Spero di poter esserci il 24 alla presentazione del
tuo libro, a presto, Mr.Tambourine
Concerto-flop per Dylan in Vietnam. Usa,
stampa polemica con il cantante
Hanoi - (Adnkronos) - Critiche del 'New York
Times' al cantante americano per aver accettato che il governo vietnamita
approvasse la scaletta del concerto da cui, ironia della sorte, è stata
tolta proprio 'Blowin' in the wind', canzone manifesto contro la guerra nel
Paese asiatico
Hanoi, 11 apr. (Adnkronos) - Non si placano sulla stampa americana le
polemiche per il tour asiatico di Bob Dylan, menestrello della canzone di
protesta degli anni '60 che ha accettato la censura governativa per i suoi
concerti in Cina. Ma, dopo Pechino, il leggendario cantante americano c'è
cascato di nuovo ad Hanoi dove ha accettato che il governo vietnamita
approvasse la scaletta del concerto da cui, ironia storica, è stata
eliminata 'Blowin' in the wind', canzone manifesto del movimento pacifista
che si è battutto proprio contro la guerra in Vietnam.
La notte scorsa, alla Rmit University di Ho Chi Minh City, vi erano poche
migliaia di persone - molto meno delle 8mila previste - ad applaudire Dylan,
secondo quanto riporta oggi il sito del 'New York Times' che due giorni fa
ha pubblicato un velenosissimo commento della sempre caustica Maureen Dowd,
dal titolo 'Blowin' in the idiot wind', in cui si affermava che "Bob Dylan
ha fatto l'impossibile, inventare un modo creativo di vendersi".
Lo scarso pubblico vietnamita può essere addebitato a diverse ragioni, prima
tra tutte il fatto che i biglietti costassero più di quanto un vietnamita
medio guadagna in un mese, senza contare che metà della popolazione ha meno
di 30 anni e non ha ricordi della guerra e tanto meno del peso che ebbe la
musica di protesta americana nel fermarla.
Intanto anche Human Right Watch ha criticato l'artista per aver concesso ai
governi cinese e vietnamita di "dire che cosa dovesse cantare"
permettendogli di "censurare la scaletta" del concerto.
Caro Tambourine, torno a scrivere perche’
l’argomento Dylan – Cina mi appassiona.
Prima di tutto un enorme complimento a Luigi perche’ la sua mail mi ha quasi
commosso nel suo raccontare il Mito dilaniano con versi degni di His Bobness
in persona.
Detto questo, anche a me sarebbe piaciuto un Dylan che in Cina non si piega,
non concorda una lista di canzoni (proprio Dylan, incredibile!) e canta
quello che vuole in quella terra di oppressione e senza libertà.
Ma, ditemelo sinceramente, potevamo realmente pensare che questo poteva
accadere? Dopo tutto quello che si è detto su Dylan oggettivamente
invecchiato, ripetitivo e quasi monotono potevamo aspettarci qualcosa di
diverso? L’altra volta ho scritto che a giugno andrò a vedere per l’ennesima
volta un Mito, non un concerto indimenticabile sul piano musicale, e dunque
nulla mi aspetto in questo senso.
Ma questo discorso vale a maggior ragione secondo me sul piano degli
atteggiamenti che Bob potrà avere: in oltre 20 concerti oltre alla
presentazione delle varie band onestamente ricordo qualche parola a Torino
nel 98 e niente altro per cui difficilmente avrebbe potuto in Cina, dopo
tutto quanto ha preceduto il suo arrivo laggiù, improvvisamente diventare
loquace quando non lo è mai stato e soprattutto far uscire quel coraggio che
50 anni fa manifestava in tutte le forme, già, appunto, 50 anni fa, ma oggi
gli anni sono 70 e se sono perfettamente d’accordo che era una “grande
occasione per coronare una strepitosa carriera col più eclatante dei gesti
tipicamente in stile dylaniano” mi pare anche di poter dire che forse è
difficile aspettarci ancora gesti eclatanti da chi ne ha già fatti tanti,
gesti e azioni che hanno riempito anche le nostre vite, che ci hanno
esaltato, illuso, a volte deluso ma comunque ci hanno influenzato.
C’è un limite alla vita umana e questo, come più volte caro Tambourine tu ci
hai ricordato, vale anche per Lui che continua a suonare quasi solo per se
stesso ormai e che difficilmente oggi si esporrebbe ancora come un tempo e
non solo sul piano della resa dei suoi concerti ma a maggior ragione su temi
come quelli che certe canzoni o certe parole avrebbero potuto evocare in
Cina.
Concludo forse banalmente ma credo che la cosa migliore sarebbe stata
semplicemente quella di non andare in Cina, questo sarebbe stato letto da
tutti come un comportamento alla Dylan: tu vuoi limitare e controllare
quello che faccio e io da te non vengo perchè se venissi vorrei essere
libero di esprimere quello che penso sulla libertà e soprattutto sulla
mancanza di libertà (che in questo caso Lui stesso non ha avuto fino in
fondo).
Ma tant’è: la logica e i comportamenti di Dylan spesso non si sono molto
incontrati e questo caso non fa eccezione.
Lunga vita al Mito (e a tutti noi naturalmente). Alla prossima Stefano
Pagliassotti
Caro Stefano, tutti noi non
facciamo più e non diciamo più quello che facevamo e dicevamo quando avevamo
15 o 20 anni, perchè Bob dovrebbe fare eccezzione? Per tutti le cose
cambiano, le motivazioni, lo spirito, l'entusiasmo, gli interessi e tutto
quello che ci può stare di positivo o negativo nella vita di una persona.
Dylan prosegue la sua strada che giustamente per lui è valida,
disinteressandosi se qualcuno non è d'accordo con le cose che fa. Alla sua
età queste cose sono permesse, quando si arriva sul rettilineo finale le
tattiche non contano più, contano solo le forze che ti restano per arrivare
alla fine. Che Bob abbia fatto bene o no ad andare in Cina, il perchè ci sia
andato, se abbia accettato compromessi o no è una cosa che riguartda
unicamente lui e basta. Le opinioni degli altri sono solo le opinioni degli
altri, per lui contano solo le sue come per me o per te contano maggiormente
le nostre. Credo che la sola presenza di Bob in Cina abbia scatenato quel
putiferio che tutti si aspettavano, ed ha fatto tutto questo senza aprire
bocca, senza proferire una parola, intendo dire che ha fatto di più lui per
l'affermazione dei diritti umani stando zitto che non tutti i giornali e
giornalisti del mondo con i loro fiumi di inchiostro e di parole. Il nome di
Ai Weiwei è stato conosciuto in tutto il mondo grazie alla sola presenza di
Dylan, altrimenti sarebbe passato nell'anonimato più assoluto. Confesso
ancora una volta che mi sarebbe piaciuto il colpo da Armageddon di Dylan che
canta The Times They Are A-Changin', ma credo che Dylan abbia ottenuto lo
stesso risultato proprio non cantando quella canzone. Posizioni defilata ma
presente ed ingombrante quella di Bob in Cina, tutto il mondo ne ha parlato,
ricordando a tutti le ingiustizie e le nefandezze che avvengono in quel
paese, tutto sommato un grande autogol da parte delle autorità Cinesi, ma
l'intelligenza non sempre si mette al servizio del più forte, a volte
difende strenuamente i più deboli contro la volontà del più forte. I Cinesi
sono contenti di avere un regime così? Bene, che se lo tengano allora,
oppure decidano una volta per tutte che vogliono vivere come gli altri
popoli democratici e civili facendo finalmente quella "rivoluzione francese"
che servirà da prologo alla Cina del futuro. Questa è una decisione che
spetta a loro e nemmeno cento, mille o diecimila Bob Dylan potrebbero
scatenarla. Le rivoluzioni sono sempre cose brutte e terribili, ma a volte
duramente necessarie, ma noi cosa vorremmo, un Bob Dylan armato di cappa e
spada alla testa delle armate della democrazia? Stiamo con i piedi per
terra, Dylan è Dylan e fa le cose che servono a Dylan, quelle che servono ai
Cinesi se le facciano i Cinesi!
Caro Luigi,
preferisco parlare per rispetto al singolare invece che a "tutti i Luigi".
Molto bello quello che hai scritto per Bob. Il modo in cui lo hai fatto.
Io sento di possedere una visione meno "incantata" rispetto a te. Tutto qui.
So di non essere offensivo con nessuno, come d'altronde non lo è nessuno
qui.
Non vorrei fosse una colpa avere uno sguardo più disincantato. Ti dico
subito che T. T. LIFE a me è piaciuto tantissimo. Così come anche TELL TALE
SIGN (un po meno..).
Anche LOVE AND THEFT è un capolavoro. Tutta la gestione discografica di Bob
è stata gestita al meglio negli ultimi 15 anni.
Ma se aggiungo che lo stesso LOVE AND THEFT ha i testi praticamente rubati
ad un poeta giapponese (non ispirati ma copiati sia chiaro), che MODERN
TIMES va bene solo per prendere sonno più velocemente, che santificherei
DANIEL LANOIS tutti i giorni, che tutti gli album anni 80 sono mezze
cartucce esclusi i soliti INFIELDS e OH MERCY. Che Dylan & DEAD è un vero
insulto ai dischi live, che mai e poi mai sarebbe dovuto uscire sul mercato
(e rimanervi per 20 anni) STREET LEGAL con quel terrificante mixaggio (ma
perchè lo hanno fatto uscire così? ahh..bisognava correre a Budokan..). Che
Renaldo e Clara è un auto esaltazione assolutamente inutile costata miliardi
e non è neanche uscito dagli States. Che i video di TIGHT CONNECTION TO MY
HEART e cose simili sono imbarazzanti (Heart on fire lasciamo perdere). Che
un disco come UNDER THE RED SKY visto il livello assoluto dei musicisti e
del produttore è davvero peggio di SELF PORTRAIT viste le premesse.
Che HARD RAIN poteva indubbiamente venire meglio..
Spero che il NEVER ENDING TOUR prosegua, ma che dopo dieci anni la scaletta
venga un po ritoccata..solo un po..
è legittimo? è legittimo che da estimatore io desideri o abbia opinioni
diverse?
La cosa buona è che la storia dei megaschermi la tirai fuori io un anno fa.
E molti come te mi contrariarono. Puff...ecco i megaschermi.
Voglio dire solo che anche da un Mr. Spaceman qualunque, anche se un po più
realista, potrebbe avere mezze idee sensate in mente. O no? Forse no.
Un saluto Luigi. Un saluto a Mr. Tamburine.
Speriamo in una scaletta che includa 10000 MEN. Già sarebbe qualcosa.
MR. SPACEMAN
La mail di Freewheelin' Ghio per il Prof.
Alessandro Carrera
Carissimi,
vorrei scrivere una lettera aperta ad Alessandro Carrera, ma non avendo il
suo indirizzo mail la scrivo a voi nella speranza che vi facciate portatori
di questa richiesta.
Presto detto: è un invito a Carrera di andare dal suo editore e chiedergli
di stampare in numero limitato - e magari anche su ordinazioni raccolte
precedentemente - il libro delle traduzioni dei testi di Dylan (meglio se
aggiornato) IN
FORMATO QUASI TASCABILE (circa 15 X 10), IN FOGLI DI CARTA DI RISO. Si sono
stampati moltissimi volumi in questo formato, arricchiscono la biblioteca e
soprattutto sono facilmente trasportabili quando si viaggia. So che si
potrebbe obiettare che nell'era dell'informatica i testi si possono leggere
anche sui PC, ma quello che propongo io è
tutt'altra cosa.
Grazie per l'attenzione, Freewheelin' Ghio
Caro Ghio, ho fatto pervenire
la tua mail al Prof. Carrera che son certo ti darà una risposta a breve,
stay tunes :o)
Sono trent'anni che ascolto e leggo Dylan e sulla questione dei concerti
asiatici io credo che Dylan abbia ancora una volta fatto parlare di sè al
contrario e abbia dimostrato a tutto il mondo che ancora in quella parte di
mondo la censura esiste e il problema della libertà di espressione è
presente.
Ne ha parlato il NYT ne parliamo tutti noi!
Ciao a a tutti da Armando L.
"Non importa quello che Bob Dylan ha fatto ... o quello che farà per il
resto della sua vita, il suo necrologio è già stato scritto: 'Bob Dylan,
meglio conosciuto come un cantante di protesta dal 1960, è morto ieri ...'"
questa frase, dal saggio di Greil Marcus su Masters of War, è una delle mie
osservazioni preferite su Dylan, e mi è venuto in mente di nuovo questa
settimana, quando il cantante quasi 70enne è in tour in Cina per la prima
volta. Su Radio 4 l programma di oggi, ha trasmesso Blowin' in the Wind e ha
parlato di un fan cinese che ha detto che amava Dylan perché ha cantato le
canzoni di pace. Era come se gli ultimi decenni quattro decenninon non
fossero passati, e Dylan era ancora il ragazzo magro con l'armonica che sul
palco diceva al mondo che i tempi stavano per cambiare.
Beh, i tempi sono cambiati e Dylan non è più quello di allora, e la triste
concomitanza dell’arrivo del cantante in Cina quando le autorità avevano
appena arrestato il dissidente artista Ai Weiwei. Per difensori dei diritti
umani, Dylan era il mezzo per tornare indietro ai tempi delle canzoni di
protesta, e pretendevano che lui prendesse una posizione. I giornali hanno
notato, con disapprovazione, che la sua setlist era stata esaminata dalle
autorità cinesi. (Data la forma notoriamente imprevedibile deilive di Dylan,
mi chiedo se anche gli hanno ordinato di suonare le canzoni correttamente:.
"Proprio come negli album per favore, signor Dylan")
Così, anche se ha suonato alcune canzoni che sono spesso state considerate
sostanzialmente (anche se a volte criptiche) politiche, come Ballad of a
Thin Man (inno delle Pantere Nere nel '66), A Hard Rain's A-Gonna Fall,
Desolation Row, Like a Rolling Stone e All Along the Watchtower, i
giornalisti si sono lamentati due omissioni: Blowin' in the Wind (che ha
suonato l'ultima volta a Taiwan il Martedì) e The Times They Are A-Changin'
(California, agosto 2009). Dopo la settimana scorsa a Pechino e Shanghai,
toccherà a Hong Kong dove terrà due concerti, ma non trattenete il respiro.
La critica ha anche lamentato il fatto che egli non ha detto una parola tra
le canzoni, ma questo lui non lo fa mai.
Se gli U2 si esibissero in Cina,accettando di non eseguire Pride, Sunday
Bloody Sunday or Walk On allora la critica avrebbe potuto segnare un punto a
suo favore. Ma Dylan ha reso le cose perfettamente chiare nel 1964, quando
ha detto al New Yorker: "Io, non voglio più scrivere per la gente”. "L'unica
volta che posso ricordarlo parlare della Cina fu una surreale intervista
rilasciata a Playboy nel 1966, nella quale aveva scherzosamente sfidato il
presidente Mao per una scazzottata..
A quel punto, aveva archiviato esplicitamente le sue canzoni di protesta. Le
sole ricadute nella protesta per le cause della sinistra sono state nel 1971
con George Jackson e nel 1975 per Hurricane, e nel 1983 con Neighbourhood
Bully, una difesa robusta della politica estera israeliana fatta uscire
durante il suo periodo di cristiano rinato. Questo è un uomo che non fu
nemmeno possibile convincere a criticare pubblicamente la guerra in Vietnam.
Nell'estate del 1968, quando il movimento contro la guerra si stava
preparando per la Convenzione Nazionale Democratica di Chicago, ha difeso un
amico che sosteneva la causa della guerra dicendo ad un intervistatore
sorpreso, "Le persone hanno i loro punti di vista. Comunque, come fai a
sapere che io non sono, come tu dici, per la guerra? "
Come Amnesty e Human Rights Watch hanno commentato, il silenzio
dell’occidente per l'ultimo giro di vite è stato assordante. Allora perché
Dylan avrebbe dovuto esporsi? La risposta sarebbe “Perchè lui ha 70, non ha
bisogno di soldi e le sue parole in teoria avrebbero potuto fare la
differenza. "
Una canzone in sua setlist di Pechino rimane solo una canzone e non sarà mai
intenzionalmente una lezione di storia. Al festival di Newport del 1965,
venne consumato il divorzio dal movimento dei veterani folkies di sinistra,
quando rispose loro con la canzone It's All Over Now, Baby Blue. L'idea che
Dylan è l'uomo che deve per forza parlare a favore delle cause giuste - la
rock star intesa come attivista per i nobili sentimenti - dovrebbe essere
dimenticata. Bob Dylan, meglio conosciuto come un cantante di protesta
nel1960, ora non ha più alcuna voce in capitolo.
I tempi stanno cambiando, ha cantato molto tempo fa. Eppure, quando più
bella del mondo passi protesta cantante sul palco del più grande zona di
non-protesta del mondo, la cosa sorprendente è che anche dopo mezzo secolo,
poco è cambiato. I media assalgono l'artista per non sollevare più di un
putiferio, canzoni allietare i fan capire veramente pochi, e puristi si
lamentano del sistema audio e prezzi dei biglietti.
Sono passati quasi 50 anni dal giorno in cui ha suonato il suo primo
concerto mostra importante nella Big Apple, come numero folk d’apertura per
John Lee Hooker, e Bob Dylan sta facendo il suo debutto sul palcoscenico,
forse l'ultimo grande rimanentei, della Cina. Indossa un cappello Panama,
l'elegante Mr. Dylan passa attraverso una set list di due ore che
caratterizza sempre il suo mix-sconcertante di brani meno noti cosparsi di
punti di riferimento come "All Along the Watchtower", "A-Gonna Fall Hard
Rain's A "e" Like a Rolling Stone ".
Molto prima che il suo concerto 6 aprile a Pechino, sui media internazionali
è stato speculando se Dylan avrebbe bypassato i censori. Il governo Cinese
ha scatenato uno tsunami di censura che ha visto Internet interrotto e i
dissidenti arrestati ed incarcerati per eccesso. Domenica, Ai Weiwei,
l'artista più famoso della Cina e critico belligerante di Pechino, è stato
arrestato.
Così sarà l'uomo che ha scritto classici come "Blowing in the Wind" e "A
Hard Rain's A-Gonna Fall" che oserà criticare la Cina abisso dei diritti
umani? Dopo tutto, esattamente un anno fa, il debutto in Cina Mr. Dylan era
stato improvvisamente annullato. La ragione era che le autorità avevano
respinto alcune canzoni anti-establishment incluse nella set-list.
Comunque, i fan che hanno pagato i prezzi dei biglietti che superavano i $
200 erano disinteressati alla polemica scatenata dia media. Sembrano
uniformemente essere stati soddisfatti della performance delveterano Dylan,
definendola una performance divertente di una star famosa per i suoi
spettacoli irregolari.
La folla è un misto di giovani emigrati cinesi e gente di mezza età,
abbastanza vecchi da ricordare il periodo d'oro del cantante più
rappresentativo dell'America degli anni 1960 e 1970. I dischi di Dylan,
ampiamente disponibili in Cina, non sono mai stati ufficialmente pubblicati,
ma Mr. Dylan ha un certo seguito tra i musicisti locali. "Ha avuto una
enorme influenza sui talenti creativi in Cina", dice Michael Pettis, un
esperto di mercati emergenti che insegna finanza a Pechino e gestisce una
etichetta musicale e il club punk D-22.
Zhou Yunpeng, uno dei cantanti più grandi della Cina popolare, ha sentito
Dylan nei primi anni 1990, mentre era ancora al college. "Non riuscivo a
capire l'inglese, quindi non sapevo cosa significava il testo della canzone,
ma sono stato subito attratto la sua musica", ricorda,"e questo è
sicuramente un grosso problema - dice inoltre che - gli spettacoli di Dylan
in Cina sono secondi solo alle Olimpiadi per importanza."
All'esterno dello stadio, uno dei rocker più influenti in Cina dal 1990,
Zhang Chu, cammina indossando un cappello floscio. "Ho ascoltato Bob Dylan
dal 1988, ho subito la sua influenza e quella dei suoi testi, è bello
finalmente poterlo vedere di pewrsona.
"La musica cinese sta diventando sempre di più nello spirito simile alla
musica di Dylan," aggiunge. "La cosa più importante stasera era quella di
rendersi conto che egli ha ancora l'essenza di un artista. Bisogna rimanere
fedeli a se stessi come artista".
Ma per la maggior parte dei cinesi, Bob Dylan rimane un mistero, quindi è
improbabile che qualsiasi commento fatto per il comportamento del governo
cinese possa avere qualche risonanza. Vicino all'ingresso dello stadio, un
venditore di bastoncini di pollo alla griglia, calamari e agnello ricorda
solo che l'artista ha una B nel suo nome. Una guardia al cancello sa che è
"Baobo Dilun". "Ma lui non è proprio una grande star" confida "Non è famoso
in tutta la Cina".
In granspolvero di voce, Dylan esegue un set animato di 90 minuti senza
pause o commenti, passa dalla tastiera alla chitarra, soffia anche un pò
nella sua armonica con energia sorprendente per un uomo di quasi 70 anni.
Poi presenta i componenti della sua band d’accompagnamento e suona per altri
30 minuti di bis che entusiasma la folla: "Like A Rolling Stone", "All Along
the Watchtower" e "Forever Young". E poi l'icona sparisce.
I reporters cominciano a sparare titoli come: "Dylan si inchina alla censura
Cinese “, mentre i fans discutono sulle canzoni sentite di rado "Beyond Here
Lies Nothin '", "Love Sick" e " Gonna Change My Way Of Thinking” da Slow
Train Coming uscito nel 1979 dopo la conversione di Mr. Dylan al
Cristianesimo, i testi fanno solo un piccolo accenno alla ribellione per
qualunque persona di Pechino che sta ascoltando con attenzione: "Io cambierò
il mio modo di pensare, mi faròo un set diverso di regole. Ho messo davanti
il mio piede migliore, non sarò più influenzato dagli sciocchi".
Mr. Gluckman è uno scrittore che abita a Pechino. Michele Scrimenti ha
contribuito a questo articolo.
(Fonte: http://www.marketwatch.com)
Lunedi 11 Aprile 2011
Ho Chi Minh City, Vietnam - RMIT University -
Sports Grounds - April 10, 2011
1. Gonna Change My Way Of Thinking
2. It Ain't Me, Babe
3. Beyond Here Lies Nothin'
4. Tangled Up In Blue
5. Honest With Me
6. Simple Twist Of Fate
7. Tweedle Dee & Tweedle Dum
8. Love Sick
9. The Levee's Gonna Break
10. A Hard Rain's A-Gonna Fall
11. Highway 61 Revisited
12. Spirit On The Water
13. My Wife's Home Town
14. Jolene
15. Ballad Of A Thin Man
(1st encore)
15. Like A Rolling Stone (Bob on keyboard, Donnie on pedal steel)
16. All Along The Watchtower (Bob on keyboard then guitar, Donnie on lap
steel)
(2nd encore)
17. Forever Young (Bob on keyboard and harp, Donnie on pedal steel)
Quando persino Bob Dylan perde voce e faccia
di fronte ai regimi comunisti di Cina e Vietnam
di Paolo Giordano
Il simbolo della canzone di protesta fa approvare la scaletta della
censura cinese e vietnamita: via tutti i brani politici. E nessun accenno ai
dissidenti. Cancellate "Blowin' in the wind" e persino la spirituale
"Knockin' on heven's door". Delusi i fan: non si può fare uno show a Pechino
come se niente fosse.
In fondo prima o poi doveva succedere: fare i
conti con se stesso, con le proprie canzoni e con ciò che si rappresenta è
uno scotto spesso penoso che tocca a tante rockstar, specialmente se hanno
settant’anni e sono ancora in giro pagati e riveriti. «E un uomo quante
volte può voltarsi e far finta di non aver visto?». In questi giorni Bob
Dylan è a spasso, dietro, ca va sans dire, un congruo cachet, sui palchi di
paesi tuttora più o meno apertamente comunisti e comunque molto lesivi di
qualsiasi diritto civile. Ma se ne sta zitto. Fa il suo show come se fosse
in un qualsiasi palazzetto dello sport e via. Zitto. Neanche una parola, una
lievissima critica, un’allusione, un sottinteso. Canta, suona e poi va a
cena neanche fosse Elton John o i Cugini di Campagna, con tutto il rispetto.
Ennò: Bob Dylan è Bob Dylan, tre generazioni di manifestanti sono scesi in
piazza, hanno scritto, protestato, urlato spesso con fini utopici o
addirittura illeciti e talvolta in modo onorevole, utilizzando le sue parole
come slogan.
Non può tacere, che figura ci fa? Pessima. E difatti persino il Times
inglese, non certo un foglio reazionario, si è chiesto: ma come, lunedì i
cinesi hanno arrestato con accuse farlocche l’ennesimo artista dissidente,
il barbuto Ai Weiwei, e mercoledì mister Bob Dylan fa il suo concertino
senza spiccicare una parola? Muto come un pesce, forse persino la
disprezzata Britney Spears, per dire, avrebbe trovato il modo di non farci
una figuraccia, tanto più che in Cina c’è materiale a bizzeffe, mica bisogna
sforzarsi tanto per trovare una violazione qualsiasi. «E un uomo quante
volte può voltarsi e far finta di non avere visto?» è uno dei versi centrali
di Blowin in the wind, scritta nel 1962 e pubblicata poi nell’album The
Freewheelin' Bob Dylan, uno dei manifesti della cosiddetta controcultura,
inneggiata spesso da chi aveva semplicemente paura della cultura, che
trasformò Bob Dylan, allora nella prima fase della propria carriera, in
un’icona della contestazione, viva anzi vivissima ancora oggi nonostante lui
in quasi mezzo secolo sia stato tutto e il contrario di tutto, da ateo a
«born again christian» ossia di nuovo devoto, da acustico a elettrico, da
folk a rock e poi a folk, da ferreo difensore di diritti civili (a caso, Pat
Garrett & Billy the Kid oppure Hurricane) fino a fornitore di canzoni per lo
spot di un lussuoso Suv della Cadillac.
Bob Dylan compirà settant’anni il 24 maggio. Per festeggiarli, ha iniziato
un tour che, nel suo giro senza fine che appunto si chiama Neverending Tour,
è inedito: per la prima volta la Cina e poi il Far East asiatico. L’altro
giorno era a Pechino, venerdì a Shangai, domani sarà in quella Saigon che i
comunisti nel 1976, quando gli americani avevano lasciato il Vietnam e lui a
casa collaborava con Allen Ginsberg, avevano ribattezzato Ho Chi Minh City
in onore del padre dei sanguinari socialisti vietnamiti. Quasi nessuno del
pubblico cinese ha riconosciuto Bob Dylan (peraltro la platea era imbottita
di osservatori governativi come nella fu Ddr), tanto la sua voce nel tempo
si è rattrappita e le canzoni sono state drammaticamente stravolte. E quasi
nessuno dei vietnamiti lo riconoscerà a Saigon se non altro perché il
biglietto costa dai 43 ai 125 dollari in un Paese dove uno stipendio di 100
dollari se lo sognano quasi tutti. Lo vedranno quindi, speriamo
riconoscendolo, più che altro gli occidentali trapiantati a Saigon come
l’insegnante italiana Sara Tirone che non vede l’ora perché «finalmente
corono il mio sogno di vederlo dal vivo». Purtroppo però non potrà ascoltare
due delle colonne sulle quali è stata costruita la dylaneide, le canzoni
simbolo, la benzina della controcultura. Blowin in the wind, appunto. E pure
The times they are a-changin. Perché? Perché al regime cinese e a quello
vietnamita, figli o figliocci di quegli stessi regimi che la controcultura
allora esaltava, non vanno bene. Non si sa mai, capisci a me: e se qualcuno
si accorgesse davvero che «un uomo quante volte può voltarsi e far finta di
non aver visto?». Un po’ come se, sempre con rispetto parlando, Elton John
non cantasse Candle in the wind o Crocodile rock oppure i Cugini di Campagna
la loro Anima mia.
Naturalmente lui tace e acconsente. Salirà sul palco anche a Saigon, canterà
le sue canzoni ormai irriconoscibili e poi tanti saluti a tutti voi
poveracci. D’accordo, Bob Dylan oggi ha settant’anni quasi suonati, è solo
un musicista disincantato e non è stato solo «protesta», o lo è stato magari
suo malgrado. Ma se oggi è «His Bobness», sua maestà Bob Dylan, lo deve
soprattutto a quella primitiva fase della sua carriera, intrisa di elogi
purchessia, alla quale deve comunque rispetto. E vederlo adesso che è uno di
quelli che Arbasino chiama «venerati maestri» così zittito in cambio di
cachet come fosse un teen idol usa e getta forse a lui non importa neppure.
Ma a chi ci ha creduto, fa male. Tanto. E agli altri fa sorridere. Tanto. O
forse di più.
(Articolo pubblicato su:
http://www.ilgiornale.it)
Sarebbe stato il colpo più grosso del mondo vedere, a dispetto di tutto e di
tutti, Bob Dylan che intona The Times They Are A-Changing davanti al
pubblico ed alle aurorità Cinesi raccolte in conclave.
Invece niente..............e qualcuno, me compreso, si chiede perchè non
l’ha fatto?
Perchè Robert Zimmermann, l’artista di tutti gli artisti, il più grande dei
grandi, non se l’è sentita di stare all’altezza della fama di Bob Dylan?
Perchè si è trincerato dietro un imbarazzante silenzio? Perchè ha abbassato il capo
davanti alla “John Birch Society” cinese?
Perchè il più grande messaggio del mondo sul tema dei diritti umani è
rimasto ben asserragliato nella sua gola senza trovare una minima via
d’uscita verso l’immortalità?
L’indifferenza e la sottomissione di Dylan in questa tappa cinese è stata a
dir poco imbarazzante, nessuno dei milioni di fans sparsi in tutto il mondo
si aspettava un atteggiamento così rinunciatario e passivo da parte della
“voce di una generazione”, del Profeta, del Poeta laureato del rock and
roll. Che sia forse che tutti i più grandi uomini hanno bisogno di
assaggiare il sapore della polvere dopo quello dell’altare come diceva il
Manzoni?
Quale grande occasione per coronare una strepitosa carriera col più
eclatante dei gesti tipicamente in stile dylaniano, sputare di nuovo in
faccia a questa nuova specie di John Birch Society del cazzo come aveva già
fatto in gioventù, questi anonimi omuncoli che stritolano senza la minima
pietà tutti coloro che li intralciano, forti solo della loro ignoranza e del
terrore che sanno generare nei popoli.
Certo la situazione era grottesca, una venue come il Workers Gymnasium con
una capacità di 12.000 (qualcuno ha detto 18.000) posti mezzo vuoto, per la
precisione solo 5.000 posti sono stati occupati, di cui 2.000 dai
rappresentanti del partito, è una cosa che ti gela il sangue nelle vene,
effetto ampiamente previsto anche dai cinesi, che sapendo bene come
funzionano le cose da quelle parti, (chiunque si è presentato al concerto è
stato di certo fotografato, catalogato, schedato e sarà tenuto sotto
osservazione dalla secret police cinese per un bel pò di tempo), sono stati
alla larga da quel posto farcito con il fior fiore della piramide comunista.
Possiamo quasi dire con certezza che gli altri 3.000 presenti non erano
cinesi, forse internazionali presenti a Pechino per ragioni di lavoro, di
vacanza, o per altri motivi loro.
Certo Dylan a 70 anni non se la sente più di fare il paladino per nessuno,
avrà i suoi problemi da risolvere senza dover pensare a quelli degli altri,
e questo è pienamente nel suo diritto, però stride un pochino con l’immagine
che si è creato nel corso della sua carriera. Un Dylan che abbassa la testa
e firma compromessi è una cosa molto lontana dalla sua immagine pubblica e
dal pensiero dei milioni di fans che seguono la sua carriera in tutte le
parti del mondo.
Dylan aveva di certo le sue buone ragioni, ragioni che nessuno di noi può
sapere e di conseguenza tolgono a tutti noi la possibilità di giudicarlo, di
biasimarlo, di lodarlo e di esaltarlo, solo lui sà perchè l’ha fatto ed il
discorso finisce qui, che ci piaccia o no, senza bisogno di scusarsi o
giustificarsi, senza dover spiegare le ragioni del suo comportamento a
giornali, televisioni e chichessia.
Non so se le mie parole saranno condivise o no, ma perdonatemi, il fatto che
Dylan abbia accettato delle imposizioni per poter esibirsi in Cina mi ha
lasciato un pò di amaro in bocca, non mi permetto di affermare che non
avesse il diritto di farlo, solo avrei sperato che evitasse le imposizioni
di questo stuolo di paranoici, solo un desiderio non
esaudito, tutto qui, visto quello che scrisse Bob:
BLUES PARLATO PARANOICO DELLA JOHN BIRCH SOCIETY
parole e musica Bob Dylan
Bè, mi sentivo triste e sconsolato,
non sapevo cosa fare.
Quegli accidenti di Comunisti stavano in giro,
erano nell'aria,
erano sul terreno.
Non mi davano pace...
Così corsi in fretta
e mi associai alla John Birch Society.
Mi feci la tessera segreta
e cominciai a camminare lungo la strada.
Yuhuu, sono un vero John Birchista ora!
Attenti a voi Comunisti del cavolo!
Ora noi tutti siamo d'accordo con il punto di vista di Hitler,
sebbene abbia ucciso sei milioni di Ebrei.
Non importa se era un Fascista,
almeno non si può dire che fosse un Comunista!
Vale a dire che se hai un raffreddore
ti fai un'iniezione di malaria.
Bè, li ho cercati da tutte le parti
questi dannati Rossi.
Mi alzavo la mattina e guardavo sotto il letto,
guardavo nel lavandino, dietro la porta,
guardavo nel porta guanti della mia macchina.
Non sono riuscito a trovarli...
Li ho cercati sopra e sotto 'sti accidenti di Rossi
dappertutto,
Guardavo nel lavandino e sotto la sedia.
Li ho cercati nel camino,
ho guardato persino nella tazza del cesso
Se n'erano andati...
Bè, stavo seduto da solo a casa
e cominciavo a sudare freddo,
immaginando che fossero dentro il mio televisore.
Ho sbirciato dietro allo schermo
e mi sono preso una scossa dalla testa ai piedi.
E' stata colpa dei Rossi!
Sono sicuro che sono stati loro... quegli sporcaccioni
Bè, ho mollato il mio lavoro così da poter mettermi in proprio,
ho cambiato il mio nome in Sherlock Holmes.
Ho seguito alcuni indizi
ed ho scoperto che ci sono strisce rosse
sulla bandiera americana!
Pensa un pò, la vecchia Betsy Ross...
Bè, ho controllato tutti i libri della biblioteca,
il novanta per cento sono da bruciare.
Ho controllato tutta la gente che conoscevo,
il novantotto per cento sono da eliminare.
L'altro due per cento sono soci Birchisti...
proprio come me.
Per quanto riguarda Eisenhower, è una spia Russa,
lo stesso dicasi per Lincoln, Jefferson e quel tale Roosvelt.
A quanto ne so c'è un solo vero americano:
George Lincoln Rockwell.
Lo so perchè odia i Comunisti dal momento che ha
picchettato il film Exodus
Bè, alla fine ho cominciato a vederci chiaro
quando ho finito le cose su cui investigare.
Ma ormai non riesco a fare altro,
così adesso me ne sto a casa seduto investigando su me stesso!
Spero di non scoprire nulla...
hmmm, Dio santo!
Quarantotto anni fa, proprio in questo mese, Bob Dylan doveva eseguire
"Talkin 'John Birch Society Blues" al "The Ed Sullivan Show", il varietà più
popolare d' America.
Un invito fatto da Ed Sullivan's sette anni dopo Elvis e un anno prima dei
Beatles, era di sicuro un bel colpo per un cantante folk trasandato con soli
due album al suo attivo.
Infatti, il secondo album, "The Freewheelin 'Bob Dylan," sarebbe usciro solo
il mese successivo, così c’era bisogno del passaggio all’Ed Sullivan Show
nel 1963, e da molto tempo Dylan aspettava un’occasione come questa così
necessaria per la sua carriera.
Quando Ed Sullivan sentì le battute ironiche di Dylan sulla "Birchers"
durante le prove, lo escluse dalla trasmissione. Era proprio il tipo di
canzone sarcastica e sovversiva che il Paese aveva bisogno di sentire mentre
stava lentamente uscendo dal Maccartismo degli anni 1950.
Ahimè, però i censori della CBS non poteva permettersi che quell’umorismo creasse
controversie. Loro consideravano la canzone diffamatoria contro la John
Birch Society e dissero al quasi sconosciuto Dylan che non poteva eseguirla.
Dylan fu invitato a eseguire un altro brano originale dal suo catalogo in
costante espansione che comprendeva la nuova canzone "Blowin 'in the Wind",
una canzone che sarebbe presto stata abbracciata dal movimento dei diritti
civili.
Invece di accettare la censura, Bob Dylan rimise la sua chitarra nella
custodia e se ne andò. Aveva la coscienza pulita, sapeva che avrebbe
guadagnato un sacco di fama per essere stato il primo esecutore ad
abbandonare "The Ed Sullivan Show".
I suoi amici e rivali nel circuito folk del Greenwich Village pensarono che
Dylan fosse pazzo per non aver voluto semplicemente sostituire una canzone
con un’altra meno provocatoria.
La polemica della censura portò Bob Dylan su tutti i giornali del paese,
anche se "Talkin 'John Birch Society Blues" fu tolta dal suo secondo album
all'ultimo minuto a causa delle denunce da parte di alcuni avvocati
paranoici.
Dylan la cantò poi in concerto per un anno o giù di lì prima che di
annoiarsi con quella canzone. Anche se era popolare tra il pubblico, aveva
ormai fatto il suo corso e servito al suo scopo abbastanza rapidamente.
Ma non c’è stato nessun Fast forward al primo spettacolo di Dylan in Cina
questa settimana: In piedi sul palco a Pechino con la sua band, Dylan sapeva
che 2.000 dei 5.000 posti a sedere erano occupati da burocrati del Partito
comunista Cinese.
Negli anni precedenti, si era rifiutato di firmare un impegno presentato dal
Ministero Cinese della Cultura che lo obbligava a "non ferire i sentimenti
del popolo cinese" eseguendo canzoni controrivoluzionarie. I censori cinesi
avevano messo "Blowin 'in the Wind" e "The Times They Are A-Changin'" sulla
lista delle canzoni che non poteva eseguire.
Non sappiamo se oggi Dylan abbia alla fine firmato quell'impegno , ma
sappiamo gli è stato permesso di esibirsi a Pechino questa settimana.
Molti dei fans occidentali di Dylan sono stati delusi dal fatto che egli non
abbia incluso i due brani iconici sopra citati nella serie storica, o detto
qualcosa sul conto dell’artista dissidente di Pechino Ai Weiwei, che è stato
incarcerato sotto il segreto da parte della polizia politica. Il luogo dove
Mr.Ai è detenuto è ancora sconosciuto, ma uno sforzo internazionale per la
sua liberazione è già iniziato.
Come avrebbe potuto l'uomo che aveva abbandonato "The Ed Sullivan Show" per
difendere un principio simile, non fare niente di niente in proposito quando
l’altro giorno ha cantato le sue canzoni quasi mezzo secolo più tardi?
Potrebbe essere perché Bob Dylan era salito sul palco a Pechino sapendo che
tutti nella venue avevano avuto la possibilità di studiare ogni canzone che
abbia mai registrato, compresi i bootleg non ufficiali.
Non aveva bisogno di una tribuna cinese per dire cose che non direbbe a un
pubblico occidentale. Con la non esecuzione di due brani proibiti dal
governo in un set di 17 altre canzoni, Dylan non ha privato il pubblico di
tutta la forza della sua immaginazione profetica. Ha suonato "Gotta Serve
Somebody", "Like a Rolling Stone" e " A Hard Rain's A-Gonna Fall ", così
la censura cinese ha ovviamente mancato il suo bersaglio.
Il pubblico avrà ora la curiosità di scaricare la musica dai siti di
file-sharing su Internet, se vogliono capire perché un uomo con una voce
così strana ha spaventato così tanto il loro governo. Ma le canzoni di Dylan
sono oltre la censura ora.
Con la sua semplice presenza in Cina per suonare le sue canzoni a suo modo,
Bob Dylan ha assunto la posizione che contava, incarnare la libertà in un
mondo spietato.
Io chiedo solamente dov’erano e cosa pensavano i Mr Spaceman *
Quando Bob affrontava gli artigli del gelo invernale senza una meta e solo
qualche misera speranza?
Quando barattava una serata da debuttante incerto per un posto dove dormire?
Quando le sue mani sanguinavano per accordare una sgangherata chitarra?
Quando giocava il suo futuro senza temere di essere se stesso, sempre e
comunque?
Quando sognava che le navi potessero tutte essere accolte nel porto della
giustizia?
Quando saliva su un palco ad intonare canti di libertà al fianco di eroi
d’altri tempi?
Quando scriveva carmi che sarebbero potuti essere ricordati per secoli?
Quando faceva risuonare le campane della libertà per gli oppressi ed i
dimenticati?
Quando rifiutava di essere catalogato sezionato incasellato sfruttato e
replicato all’infinito?
Quando ci imprimeva nella mente che non c’è successo valido come il
fallimento?
Quando riusciva a stare davanti a tutti gli altri di dieci anni, cento passi
o mille pensieri?
Quando smascherava l’arrogante inettitudine dell’uomo sottile?
Quando vomitava la sua paura di rimanere solo a rotolare come una pietra?
Quando descriveva il mondo meglio di chiunque altro con la lingua intrisa di
poesia?
Quando fotografava l’essenza dei tempi dentro un vicolo della desolazione?
Quando rimaneva ostinatamente sulla strada a temprare con il fuoco tutto
quello in cui credeva?
Quando si bruciava gli occhi per l’incantesimo illusorio dell’immortalità?
Quando sapeva che falsi idoli corrompono il cuore dell’uomo ad ogni sospiro
che sanguina?
Quando affrontava con il furore dei Falchi chi non aveva orecchie pronte a
sentire?
Quanto sputava in faccia al mondo la sua musica poetica con quel sottile,
selvaggio suono mercuriale?
Quando aveva pietà del povero immigrante e delle sue lacrime di pioggia?
Quando poteva anche leggere il destino dell’umanità lungo le torri di
guardia?
Quando sperava che ogni uomo ritrovasse libertà anche se il muro sembrava
insormontabile?
Quando gettava ogni suo avere dalla finestra per rimanere solo nella notte
con la sua donna?
Quando incitava il padre della notte e della natura a proteggere la sua
famiglia?
Quando bussava alle porte del cielo sperando di affidare al paradiso il
proprio destino?
Quando ci regalava una preghiera sincera che ci mantenesse per sempre
giovani?
Quando affrontava i fantasmi dell’orgoglio e del fallimento con un lamento
funebre?
Quando apriva il cuore facendoci assaporare senza difese il sale delle sue
lacrime?
Quando ascoltava il vento idiota del rimorso e del rimpianto sfuggirgli
gelido tra le labbra?
Quando faceva tremare i nostri polsi raccontando un uomo piegato
ingiustamente (?) in un cella disumana?
Quando cercava il senso di una relazione negli occhi indulgenti di Iside?
Quando arrivava all’essenza sublime del canto viscerale trascinando un
carrozzone di tuoni rotolanti?
Quando attendeva infine il cambio della guardia chiedendo, Senor, cosa
stiamo aspettando?
Quando costringeva a misurarsi con il Cristo immergendosi in un stupefacente
canto gospel?
Quando sapeva di poter credere in Lui anche il mattino dopo, oltre le parole
di disprezzo?
Quando si chiedeva chi poteva togliere dalle mani impure dell’uomo la sua
mania di onnipotenza?
Quando ci ricordava che talvolta il demonio si presenta come uomo di pace?
Quando invocava di non dimenticare l’amore anche quando la notte cade dal
cielo?
Quando affrontava coraggioso tutti i venti del cambiamento senza nascondersi
in un porto sicuro?
Quando capiva che nessuno può aver voce più sincera di un vecchio saggio
bluesman?
Quando chiedeva Pietà ricordando che per la dignità non c’è prezzo che possa
bastare?
Quando riscopriva le voci degli antichi padri, avendo bene in mente cos’è il
rispetto?
Quando fotografava il declino dell’uomo ascoltando l’oscurità imminente
della propria anima?
Quando vedeva svanire le ombre degli amanti, abbandonato a piangere come un
bambino?
Quando sapeva cantare con ironia il desiderio e l’amore, con il furto per
amore dentro i suoi sessant’anni?
Quando attendeva l’ultima donna dove le querce si piegano e la luna regala
il suo chiarore?
Quanto annunciava il diluvio che porta via ogni certezza, sapendo che là
fuori è proprio dura?
Quando ci conduceva a combattere sulla linea del fronte in onore al duro
lavoro dell’uomo?
Quando camminava nel giardino del giudizio senza aver ancora trovato una
risposta?
Quando sentiva che la vita è proprio dura senza qualcuno accanto a sé?
Quando capiranno i Mr Spaceman che quest’uomo ha dipinto già fin troppi
capolavori?
Che forse dovremmo essere piuttosto orgogliosi di essere vissuti nel suo
tempo?
(questo ultimo pensiero l’ha sostenuto un certo Allen Ginsberg)
Penso che sia necessario solo un po’ di rispetto verso al sua libertà di
cantare, dove, quando e come vuole, anche con la voce a brandelli.
Perché il suo canto sarà comunque ogni volta sincero, vivo, reale e,
soprattutto, autentico.
Se non ti piace, puoi sempre rimanere a casa e risparmiare il tuo denaro.
* Mr Spaceman e tutti coloro che si riconoscono nel suo pensiero rimangono
liberissimi, s’intende, di esprimere la loro opinione (che va rispettata).
Io mi sento solo di dire: Grazie Bob, anche dei tuoi errori e dei tuoi
azzardi.
Luigi (Robert Louis)
Ain't takin' just walkin'
at the last outback of world's end
Caro Luigi, penso che
Mr.Spaceman e tutti quelli che la pensano come lui siano sempre stati al
fianco di Bob in ognuno dei suoi cambiamenti, in ognuna delle sue avventure
musicali sui palchi di tutto il mondo, penso che abbiano sempre apprezzato,
sostenuto e difeso il suo lavoro, qualche volta anche criticato questo
lavoro, non tutte le opere di Dylan hanno raggiunto la cima dell'Everest,
molte si sono fermate a metà strada e molte non hanno nemmeno iniziato il
loro viaggio, ma credo che Mr.Spaceman ti risponderà di persona spiegandoti
i suoi motivi meglio di quanto non possa fare io. La tua è una bellissima
esposizione di motivi per lodare Dylan, ma credo che in fondo in fondo tu ti
sia volutamente scordato delle ragioni per la quali poteve e doveva essere
criticato, senza per questo togliere niente al valore ed alla grandezza
della sua arte. Credo che nessuno di noi fans dylaniati abbia la minima
intenzione di dimenticare gli anni di Dylan, ma gli anni sono passati, e
Dylan non è più il Dylan di quei gloriosi decenni, Dylan si è lentamente
trasformato in quello che è il Dylan attuale. Che sia in fase calante
nessuno lo può contestare, che non abbia più la voce per cantare le sue
canzoni è una constatazione triste ma dovuta, che il suo live-act sia
diventato una specie di rito video-game per indovinare cosa sta cantando e
cosa sta dicendo è altrettanto incontestabile. Queste non sono le mie
parole, sono le cose che chiunque può leggere sulle migliaia di pagine del
WEB che si occupano di questo argomento. Poi che la cosa piaccia o no è un
fatto esclusivamnte soggettivo e personale, ognuno ha il diritto di avere ed
esprimenre la propria idea, così come ha fatto Mr,Spaceman, come hai fatto
tu e come a volte faccio anch'io. Personalmente mi faccio un mazzo veramente
notevole per mantenere vivo e vegeto questo sito dedicato a Bob, ma
permettimi di poter dire che l'attuale live act di Bob non mi prende, mi
annoia, mi mette tristezza, forse per questo non vado più a vederlo, la cosa
mi procura una grande malinconia ed una più grande nostalgia del Bob di Like
a rolling stone. Questa canzone, simbolo dei simboli dylaniani e del rock,
cantata oggi da Bob non ha più un grammo del significato di quando la
cantava 40 anni fa, i tempi sono cambiati, Bob è cambiato, e giustamente non
ha tutti può piacere quello che fa oggi senza nulla togliere alla sua
grandezza di artista unico ed irraggiungibile. L'accettazione di imposozioni
per esibirsi in Cina non è da Bob Dylan, quella minuscola artista che si
chiama Bjiork ha avuto il coraggio di fare quello che Dylan non si è sentito
di fare, forsr ognuno dei due aveva delle proprie specifiche ragioni per
tenere questo comportamento, non sta a noi giudicarle, ma almeno lasciateci
il diritto di accettarle o di respingerle. La libertà di espressione, di
parola e di pensiero sono una delle massime aspirazioni alle quali e per le
quali l'uomo si è sempre battuto, oggi Dylan ha chiuso le carte ed ha detto
"passo", come se l'argomento fosse una cosa che non l'interressasse più. E'
vero che l'età mitiga tutte le cose, smorza gli entusiasmi e spegne le
speranze, ma Dylan non è uno come me, come te o come Mr.Spaceman, lui è
un'Icona mondiale e non può sottoporsi a condizionamenti o restrizioni dal
sapore stupido e demente. L'ho apprezzato tanto quando l'anno scorso rifiutò
di farsi imporre di non cantare certe sue canzoni da parte dei comunisti
facendo saltare il tour in Cina, oggi mi chiedo se era proprio necessario
andare in Cina ed abbassare la testa di fronte ad un'assemblea di
politicanti che non sanno nemmeno come si scrive la parola "Libertà" perchè
l'hanno cancellata dal loro vocabolario. Ti ringrazio di aver espresso
serenamente e con un correto fairplay le tue opinioni, molti letteri
dovrebbaro prendere esempio da te e da Mr.Spaceman invece di trincerarsi
dietro il silenzio, che di solito non serve a niente e non porta da nessuna
parte.
Ciao a tutti.
Ho comprato l'lp SONGS OF DYLAN DONOVAN & PAXTON Sung by COUNTRY JOE.
è meraviglioso ma non esiste niente su internet. Country joe non è Country
joe & the fish, è un altro!
Scrivo per sapere il nome della cantante che canta insieme a lui!
é una delle voci più belle che abbia mai sentito!
In questo disco c'è una delle migliori cover di TOMORROW IS A LONG TIME!!!!
Country JoeSongs Of Dylan Donovan & Paxton
Released: 1975
LP: UP International LPUP 5062 (Italy)
Dylan content: 2/12
NOTE: NOT Country Joe McDonald
Tomorrow Is A Long Time • Don't Think Twice
La copertina del disco è
questa, ma anch'io non ho trovato altre informazioni, se sul disco non ci
sono ulteriori liner notes ho paura che siamo infangati, comunque se
qualcuno dei nostri lettori sa qualcosa in più ce lo farà certo sapere,
ciao. :o)
Quinta e sesta tappa in avvicinamento per il "Bob Dylan
Tribute Tour 2011"
in due locali prestigiosi di Cagliari: "Il Dante" (ex Canone Inverso) ed il
"Rose 'n' Bowl", rispettivamente il 16 ed il 22 aprile.
Ti allego le locandine (collezione 2011) dei due eventi.
Thanks Al
Sabato 9 Aprile 2011
Shanghai, China - Grand Stage - April 8,
2011
1. Gonna Change My Way Of Thinking (Bob on
keyboard, Donnie on electric mandolin, Stu on acoustic guitar)
2. Don't Think Twice, It's All Right (Bob on guitar, Donnie on lap steel,
Stu on acoustic guitar, Tony on standup bass)
3. Things Have Changed (Bob on guitar, Donnie on pedal steel, Stu on
acoustic guitar)
4. Tangled Up In Blue (Bob center stage on harp, Donnie on pedal steel, Stu
on acoustic guitar)
5. Honest With Me (Bob on keyboard, Donnie on lap steel)
6. Simple Twist Of Fate (Bob on guitar, Donnie on pedal steel, Stu on
acoustic guitar)
7. Tweedle Dee & Tweedle Dum (Bob on guitar, Donnie on pedal steel)
8. Blind Willie McTell (Bob center stage on harp, Donnie on banjo, Stu on
acoustic guitar)
9. The Levee's Gonna Break (Bob on keyboard, Donnie on electric mandolin,
Tony on standup bass)
10. Desolation Row (Bob on keyboard, Donnie on electric mandolin, Stu on
acoustic guitar, Tony on standup bass)
11. Highway 61 Revisited (Bob on keyboard, Donnie on lap steel)
12. Spirit On The Water (Bob on keyboard, Donnie on pedal steel, Tony on
standup bass)
13. Thunder On The Mountain (Bob on keyboard, Donnie on lap steel, Stu on
acoustic guitar)
14. Ballad Of A Thin Man (Bob center stage on harp, Donnie on lap steel)
(encore)
15. Like A Rolling Stone (Bob on keyboard, Donnie on pedal steel)
16. Forever Young (Bob on keyboard then center stage on harp, Donnie on
pedal steel, Stu on acoustic guitar)
“Napoleons in rags” e The Blackstones
ancora insieme sul palco
Michele “Napoleons in rags” Murino e The Blackstones, l’occasione è di
quelle ghiotte. Le storie delle canzoni di Bob narrate dall’esperienza di
Michele e cantate dai Blackstones.
Che dire di Michele che già non sappiamo, continua ad avere l’entusiasmo per il
lavoro del Maestro anche se ormai da tre anni ha lasciato a Mr.Tambourine la
conduzione della Vecchia Fattoria ia ia ooooh!
Dopo dieci anni di dedizione assoluta a Bob ed a Maggie’s Farm, Michele ha
deciso di lasciare la sua “Enciclopedia Treccani Dylaniana” per vivere una fase
diversa e nuova della sua vita, ma sempre senza dimenticarsi di tenere un occhio
incollato all' Icona di tutte le icone. Dopo aver pubblicato due libri su
Bob eccolo ancora una volta pronto, con il consueto entusiasmo, a salire sul
palco per raccontare come sono nate molte delle più belle canzoni di Dylan.
Accompagnato dagli amici Blackstones nella nuova formazione ci regalerà
circa un’ora e mezza di musica e poesia con il suo abituale stile letteraio
e la brillantezza del suo parlare.
I Blackstones debutteranno per l’occasione nella nuova line-up che vede
oltre alle colonne Mick Dylan e Frank Night, l’inserimento di tre
validissimi musicisti, Marcello Redaelli al basso (ex Beatland), Charlie
Carucci alla batteria (ex Sticky Fingers) e, last but not least, Natale
Arculeo, valente polistrumentista (Lap steel, Mandolino, 12 corde, Pedal
steel) nonchè uno dei massimi esperti italiani di chitarre ed affini, con
una sua rubrica fissa sulla rivista “Chitarre”.
Certo che l’inserimento
di questi "vecchi-nuovi-amici" musicisti ha generato una nuova svolta
nell’avventura musicale dei Blackstones. Marcello Redaelli è, a mio modesto
avviso, uno dei più armonici bassisti italiani, le sue legature melodiche
sono da brivido, risultato dall’aver studiato e fatto suo lo stile di Paul
McCartney durante l’esperienza con The Beatland, forse la miglior tribute
band italiana dei Beatles con gli Apple Pie. Altro contributo fondamentale
apportato da Marcello è la sua voce, che ha obbligato i Blackstones ad un
vero tour de force per reimpostare le parti corali a tre voci nello stile
Byrds. Charlie è un batterista nel vero senso della parola, alla Ringo Starr
o alla Charlie Watts per capirci, fondamentale ma mai ingombrante o
eccessivo. Nino Arculeo è un valore aggiunto, la dolcezza delle sue steel,
del mandolino e della 12 corde (una straordinaria Danelectro anni 60) hanno
spostato il sound dei Blackstones più verso il country rock, addolcito ed
ammorbidito le esecuzioni, aggiunto quell’armonia e quella finezza che solo
la steel guitar può dare.
Ci sarò anche una gradita partecipazione di Gianfranco Balestrini, una delle
colonne portanti della trasmissione “Festa in Piazza” di Telelombardia, dove
per tanti anni col gruppo del “Tramvai” ha eseguito tutte le canzoni del
patrimonio folcloristico milanese. Gianfranco, da sempre grande fans dei
Beatles, si unirà ai Blackstones per mettere la sua capacità e la sua
tastiera al servizio degli amici. Con lui potremo sentire, nell’ambito
dell’aggancio tra Dylan e Beatles, le bellissime Love me do, You’ve got to
hide youe love away, Norwegian wood, Let il Be, per poi proseguire con Like
a rolling stone, I shall be released, Knockin’ on heaven’s door e la
immortale “Imagine” di John Lennon, in poche parole una “All you need is
rock” in formato tascabile.
Confesso che sono stato recentemente invitato ad assistere alle prove del gruppo, sono
rimasto piacevolmente sorpreso e stupito da quello che ho sentito, non
perdete l’occasione di ascoltarli il 22 maggio a Chatillon, la buona musica
merita sempre di essere ascoltata, inoltre sarà un ottimo modo di
festeggiare i 70 anni del Nostro.
Che tipologia di fan di Dylan io sia credo che davvero non sia importante
(ed è giusto e sacrosanto così), ma davvero non si capisce dove si arriverà
con questo approccio ai concerti.
Per non dimenticare i prezzi sempre elevati dei biglietti, ma questo è un
altro discorso.
Ma sta cazzo di TWEDDLE DEE E TWELLE DUM (so che non si scrive così) quando
sparirà dalla scaletta? Tutti quei blues accademici quando lasceranno spazio
alle grandi canzoni del passato, anche recente?
E' dal 2003 che subiamo questo strazio.
Vorrei aprire una piccola discussione.
Sicuramente "fuori tempo".
Ieri ho riascoltato SHOT OF LOVE. Lo trovo tremendo. Davvero un brutto disco
(escluse EVERY e Lenny). Registrato pessimamente, rindondante, irritante.
HEART OF MINE è piena di buchi. Non so. Sono io che non ci capisco niente
(il chè è quasi sicuro) o SHOT OF LOVE è davvero risibile su molti punti? E
comunque se suonasse HEART OF MINE dal vivo oggi comprerei il biglietto.
MR. SPACEMAN
Giovedi 7 Aprile 2011
DYLAN A PECHINO; SHOW TUTTO MUSICA, NIENTE
POLITICA
(AGI) - Pechino - Pubblico giovane, tra i 20
e i 30 anni, composto e ordinato, stadio da 10mila posti pieno e nessuna
sorpresa: chi attendeva momenti di tensioni dal primo concerto di Bob Dylan
in Cina, e' rimasto deluso.
La leggenda della canzone americana ha suonato per due ore al Gymnasium di
Pechino, dopo che il tour dello scorso anno era stato annullato su
iniziativa delle autorita' cinesi, secondo alcuni per ragioni economiche,
secondo altri per motivi politici. Dylan ha presentato una carrellata dei
suoi successi piu' famosi, pezzi storici come "Like a Rolling Stone" e "All
Along the Watchtower" in finale di concerto, suonati in una versione blues
che ha attirato i cinesi soprattutto nelle parti in cui entrava in scena
l'armonica. E pazienza se pochissimi mostravano di conoscere classici come
"Ballad of a Thin Man" e "It's all over now Baby Blue", o se il pubblico e'
rimasto seduto al posto battendo disciplinatamente le mani, mostrando piu'
coinvolgimento solo nel finale: la Cina non e' abituata ai concerti delle
mega star occidentali, assorbita com'e' dalla scena pop dei cantanti di Hong
Kong e Taiwan.
Il menestrello non ha praticamente rivolto parola al pubblico se non per
presentare la band, e ha lasciato parlare esclusivamente la musica: se
qualcuno al Dipartimento di Propaganda temeva proclami o prese di posizione
proprio quando la Cina sta attraversando un momento politico delicato, ha
potuto tirare un sospiro di sollievo. I censori cinesi ricordano ancora
quando nel 2008 la popstar islandese Bjork inneggio' al Tibet libero durante
un concerto a Shanghai, e oggi la situazione e' ancora piu' delicata:
domenica scorsa le forze dell'ordine hanno arrestato
Ai Weiwei, l'artista
cinese piu' noto all'estero, da sempre feroce critico del regime di Pechino,
e da allora non si hanno piu' notizie di lui. Unione europea, USA, Francia,
Germania, Gran Bretagna e numerose altre nazioni ne hanno chiesto
l'immediato rilascio ma, mentre il Nord Africa e il Medio Oriente sono
squassati dalle rivolte, il Partito Comunista Cinese ha innalzato i livelli
di guardia e rimane allerta contro qualsiasi manifestazione di dissenso, che
provenga tanto dai misteriosi appelli alla protesta che circolano da due
mesi su internet che da qualche cantautore straniero desideroso di puntare
il dito contro la seconda economia mondiale. Ma alla fine il menestrello del
rock e' stato accolto da un pubblico educato che ha battuto le mani, si e'
alzato, e ha urlato un po', tutto con i tempi giusti: al pechinese moderno i
riti di massa, che si tratti di adunate politiche o di concerti rock, non
vanno proprio giu'.
Beijing, China - Workers Gymnasium - April
6, 2011
1. Gonna Change My Way Of Thinking
2. It's All Over Now, Baby Blue
3. Beyond Here Lies Nothin'
4. Tangled Up In Blue
5. Honest With Me
6. Simple Twist Of Fate
7. Tweedle Dee & Tweedle Dum
8. Love Sick
9. Rollin' And Tumblin'
10. A Hard Rain's A-Gonna Fall
11. Highway 61 Revisited
12. Spirit On The Water
13. Thunder On The Mountain
14. Ballad Of A Thin Man
(1st encore)
15. Like A Rolling Stone
16. All Along The Watchtower
Già , la set list del bravo ragazzo, anche Bob pare abbia dovuto cedere alle
richieste del Ministero della Cultura Cinese di visionare le previste set
list dei suoi concerti (con la possibilità di scartare le canzoni non
gradite al Partito) per poter finalmente ottenere il permesso e togliersi lo
sfizio di suonare anche in Cina.
Cosa non si deve fare per la gloria! Però da Dylan non me l’aspettavo questa
scelta, avrei gradito di più che avesse mandato tutti affanculo e magari
fatto più date in Europa dove certamente c’è gente che lo stima di più.
Anche His Bobness ha dovuto abbassare la testa di fronte al colosso cinese
dell’economia mondiale, e questo non è bello. Certo, dobbiamo aggiungere che
nessuno sà cosa c’è stato alle spalle di questa lunga trattativa, pressioni
politiche, consigli politici, playfair politico, diplomazia
superaccomodante, interessi finanziari impensabili e via così. Ripeto,
nessuno di noi sà e nessuno può giudicare, ma lasciatemi dire che la cosa mi
ha lasciato un pò di amaro in bocca.
La set list di Pechino - offensiva,
sovversiva, o nessuna delle due?
Un articolo sul Telegraph di oggi riferisce che "le autorità cinesi
rivredranno il concerto di Bob Dylan per vedere se ci sono state canzoni
inappropriate o messaggi sull’artista detenuto Ai Weiwei."
L'anno scorso è stato riferito che Dylan non "firmava un impegno del genere
per non ferire i sentimenti del popolo cinese durante le sue performance".
La set list di Pechino è stato radicalmente diversa che quello di Taipei del
3 aprile. Ho trovato interessante il fatto che Dylan ha aperto con "Change
my way of thinking”, considerando le circostanze. Non è stata una scelta
insolita, ma non cantata nel suo concerto precedente, che ha aperto con
"Somebody Gotta Serve". Alcune delle altre canzoni, in particolare "Beyond
Here Lies Nothin '"e "Honest with me “, assumono un nuovo significato in una
tale impostazione.
I fans avranno una giornata campale nell’analizzare le scelte di Dylan per
il suo primo concerto in Cina. E’ stato sovversivo, o era solo un altro
concerto?
Sarà interessante scoprire se i sentimenti di qualcuno sono stati feriti, o
se, in effetti, qualcuno è stato in grado di decifrare quello che Dylan ha
cantato.
Harold Lepidus, "Bob Dylan Examiner"
http://www.examiner.com/bob-dylan-in-national/bob-dylan-s-beijing-set-list-was-it-offensive-or-subversive?CID=examiner_alerts_article
Bob Dylan obbligato a non suonare canzoni
di protesta nei concerti cinesi
Il Folk rocker Bob Dylan ha dovuto accettare di cantare solo canzoni
approvate prima di salire sul palco per il suo primo concerto in Cina,
mercoledì 6 aprile 2011.
Il cantante di protesta e cantautore ha accettato di non cantare inni come
The Times They Are A-Changin' - in modo da non offendere il regime comunista
della nazione.
Ma l'assenza di una manciata di canzoni non è riuscita a smorzare gli
spiriti dei fans allo show di Pechino, dove è stata fatta a Dylan una
standing ovation quando è salito sul palco del sold out Worker's Gymnasium.
Ha eseguito molti dei suoi classici come All Along the Watchtower e Like a
Rolling Stone, ed è tornato per un bis raro con Forever young.
La proposta di alcuni concerti di Dylan in Cina era stata bloccata lo scorso
anno (2010), perché i funzionari del Ministero della cultura avevano
rifiutato di concedere il permesso per lo show.
Hanno ceduto solo quest'anno (2011) nel quadro dell'accordo che sarebbero
stati in grado di selezionare le canzoni che l’icona del folk avrebbe
cantato.
Non è la prima volta che a superstar internazionali è stato ordinato di
modificare le loro set list per evitare di turbare la sensibilità cinese - i
Rolling Stones avevano dovuto promettere di non suonare Let's Spend the
Night Together, tra le altre canzoni, nel corso del 2006, perché la censura
culturale cinese considerava il testo troppo osé.
Ero scioccato nel vedere la poca partecipazione di pubblico che c’era
stasera, ma per un concerto a Taipei è stata abbastanza buona. Gli anelli
superiori (posti a buon mercato) erano pieni, il pavimento era circa mezzo
pieno e nell’anello inferiore circa 1 / 3. Ho avuto la prima fila
dell’anello più basso, per cui mi sono trovato bene, ma tutti gli altri
(tipico di queste cose), quando le luci si sono spente si son presi i posti
migliori più vicini. Non li biasimo, ma a me piaceva il mio sedile e sono
rimasto nella mia sezione, quasi l'unica persona lì.
E' stata l’apertura più squallida ai miei ultimi due concerti che ho visto,
nessun opener, nessuna fanfara reale, appena il consueto annuncio e poi
Dylan ha cominciato a suonare. Questa era la prima volta che ho visto Dylan
suonare la chitarra dal vivo e quasi cadeva quando le luci si sono accese
per la seconda canzone, ma lui l’aveva già imbracciata. Il suo modo di
suonare l'armonica è stato incredibile per tutta la notte e il suo canto è
passato dal burbero al dolce e per ogni altro suono che ci si può aspettare
di sentire da Dylan. La parte migliore del suo canto doveva essere
Desolation Row, iniziata come una canzone di chiesa, la tastiera con suoni
di organo, poi si è trasformata in una canzone più ottimista e Bob, circa a
metà, ha iniziato a cantare come se stesse giocando, divertendosi, ha
cantato le parole come se fossero singole frasi, come un bambino che gioca,
ma era così dentro e sembrava si stesse divertendo con la canzone, la band e
la folla. Ho sentito Desolation altre volte prima dal vivo, ma questa
versione me la ricorderò per lungo tempo. E' stata la più giocosa che ho mai
sentito.
Gotta Serve Somebody è stato un ottimo modo per iniziare lo show e davvero
ci ha preso subito, Cold Irons Bound ha quasi rubato la scena di nuovo, per
dire quanto sia grande questa canzone suonata dal vivo (anche di Dylan, le
azioni ed i movimenti durante la canzone sono incredibili). Quasi piangevo
quando ho sentito che iniziava Simple Twist of Fate, in quanto è una delle
tre canzoni per le quali avrei dato qualsiasi cosa per sentirla cantare dal
vivo (ha un sacco di significato per me), Desolation è scivolata in Tweedle
Dee, è stato un gran doppio colpo, Highway 61 Revisited con lo sfondo dello
stadio coperto con il fuoco è stato sorprendente, Jolene suonava
stupefacente (con lo sfondo coperto di fumo) quasi come con Cold Irons dal
vivo, la canzoni vecchie e quelle nuove si sono mescolate perfettamente ed
il finale con Like a Rolling Stone e Blowin' in the Wind mi ha veramente
sorpreso, come l'ultima volta che avevo visto Bob, la sera prima mi ero
appena trasferito a Taiwan oltre quattro anni fa, e sapevo che stava per
cantare Like a Rolling Stone. E' stato bello incontrarsi con lui di nuovo
qui.
La folla di anziani taiwanesi erano divertenti nei loro commenti dopo lo
show “Perché non ha suonato un bis” (che ha fatto) e “Che cosa ha suonato?
Ho riconosciuto solo una canzone”. La musica popolare qui è un mix molto
strano, e anche se Dylan è un artista enorme, penso che qui manchi una
stazione di musica pop inglese che suoni musica non classica. Non mi
stupisce che i fan casuali che sanno chi è Bob sappiano solo Like a Rolling
Stone. So che ha fatto questa set list per un pubblico internazionale con un
paio di canzoni più “conosciute”, ma non ha dimenticato i fan mettendo nello
show alcune delle sue migliori canzoni.
La mia ragazza (di Taiwan), ora sa perché mi piace vederlo e ascoltarlo. Lei
in un primo momento mi diceva “Chiedigli di suonare le canzoni che conosco",
ma come lo show andava avanti lei riconosceva molte dalle canzoni e mi
afferrava il braccio e “andava fuori di testa” in alcune. Ho visto Bob in un
campo da baseball in piena estate, la notte prima ero scappato da casa, ed
ora nella mia nuova casa lontano da casa. Penso che la parte migliore della
serata sia stata quando la mia prima ragazza lo ha visto arrivare sul palco
e girandosi verso di me mi ha chiesto “ Qual’è Bob? Il vecchietto?”' Le
piace farmi battute del genere….
Concordo in tutto con la mail di Spaceman,
che dire di piu' di quanto già espresso? Qualche settimana fà in risposta ad
una domanda sul perchè Dylan continua a suonare dal vivo da anni e anni,
l'ex leader della Band Robbie Robertson, vado a memoria, rispose che Dylan
ha bisogno di suonare live perchè altrimenti impazzirebbe, quasi a dover
conservare e mantenere vivo il suo mito.
In parte sono d'accordo con quanto detto da Robertson, in realtà cosa
farebbe Dylan se non suonasse in nessun luogo nella sua enorme villa a
Malibù nelle coste californiane? Anche Joan Baez disse che non ce lo vedeva
Dylan a starsene a casa senza suonare o a fare il pensionato. Ma questi
pensieri sono pensieri che risaltano anche a noi fan, se si parte ai giorni
d'oggi con delle aspettative in tasca riguardo gli show di Dylan, partiamo
male, in realtà come detto qui da anni e anni, questo e quello che passa il
convento. Le alternative quindi sono due, o andare ai concerti senza
aspettarsi nulla di che, e vedere il mito in carne ed ossa davanti a te, o
non andarci per nulla. E quest'anno per una serie di cose non vado a
vederlo.
Un saluto a tutti.
Stefano C.
Energia e poesia, a Dalmine torna il rock
di Elliott Murphy
clicca qui
Martedi 5 Aprile 2011
La mail di Mr.Spaceman
Purtroppo ci risiamo.
Ho atteso con trepidazione la set-list.
Speravo, pensavo, sognavo (legittimo no?) che qualcosa fosse cambiato.
Niente. Cavolo, niente di niente.
Ma perchè? ha 50 album alle spalle. Perchè sempre quei cazzo di brani da cui
non se ne esce da ANNI.
Sono felice che sia in tour. Ma davvero le sorpresa non sappiamo più dove
andarcele a cercare. Almeno io.
Mr. Spaceman
Così stanno le
cose caro Mr.Spaceman, questo passa il convento attualmente, Dylan sembra
essersi adagiato su una way of performing che non ha voglia di cambiare,
solo lui ne conosce i motivi e solo lui decide. Noi fans siamo alla sua
mercè, non possiamo fare nient'altro, l'uomo propone e Dylan dispone!
Speravo anch'io in qualche piccolo cambiamento nella struttura dello show,
le possibilità ci sono e ne abbiamo già parlato diverse volte, continueremo
a parlarne e forse in futuro potremo, sottolineo FORSE, vedere qualcosa di
diverso come il piccolo set acustico, il pianista professionale, i
megaschermi per vedere Bob in faccia e non solo di schiena. La voce non
potrà certo migliorare e gli arrangiamenti nemmeno, obbligati come sono ad
essere tutti più o meno uguali perchè il range vocale di Bob non permette
altro. Non illudiamoci più di tanto, la stella di Bob sta lentamente
scendendo nel cielo come tutte le shooting stars, è irreversibile,
specialmente dal vivo, invece possiamo aspettarci qualche sorpresa dai
dischi, o almeno lo possiamo sperare. Pazienza, e se son rose fioriranno!
Ciao
stiamo predisponendo un sito ...thankyoubob.it, con le varie iniziative
previste per il 70° di Bob Dylan
vorrei inserire come link tutti i siti italiani che si occupano di
Dylan...maggiefarm.it, altri siti li conosci ????
Grazie ancora,
Mauro Casadio Farolfi
Caro Mauro, l'unico
sito italiano perfettamente funzionante ed aggiornato è il presente,
www.maggiesfarm.eu.
Maggiesfarm.it è fermo da tre anni, da quando Michele "Napoleon in rags"
Murino ha passato il terstimone a me, ora è solo un grande archivio che io
ho inglobato nel sito attuale che ne è la naturale continuazione. Due anni
fa ci fu un tentativo ( non so da parte di chi) di aprire il sito ufficiale
italiano che di chiamava Dylan07, ma è sparito in breve tempo dal WEB, non
saprei dirtene i motivi. Esiste un' altro tentativo che era AFA Dylan Net ma
anche questo non è più aggiornato da molto tempo. Di altro non sono al
corrente, alla prossima, :o)
Ciao Mr.Tambourine
il 29 Aprile alle 19,00 saremo al libreria "Assaggi" di Roma (Via degli
Etruschi 4) per eseguire
alcune canzoni durante la presentazione del libro di Giorgio Pochetti "Non
uccidete Bob Raphaelson",
romanzo ispirato alla figura di Bob Dylan di cui l'autore è grande
ammiratore.
Bruno Jackass - Dylan Dogs
Lunedi 4 Aprile 2011
Bob Dylan comincia il tour asiatico da Taiwan
3 aprile (CNA). La leggenda del rock Bob Dylan ha messo in scena il suo
primo concerto in assoluto in Taiwan, prima tappa del suo tour asiatico, in
uno dei più grandi eventi musicali a Taiwan di quest'anno.
L'icona contro la guerra, ora 69enne, e la sua band di cinque elementi hanno
scosso i fans locali e gli stranieri alla Taipei Arena, che ha una capienza
di 11.000 posti.
Il concerto, del quale sono stati venduti circa il 70 per cento dei posti,
si è aperto con i fans urlanti e plaudenti per diversi minuti quando Dylan è
apparso sul palco con un abito nero e un cappello giallo, cantando "Gotta
Serve Somebody".
I fans, che andavano dai giovani, dalle famiglie a uomini dai capelli grigi,
si sono alxzati in piedi per vedere meglio Dylan non appena è iniziato lo
show.
Il concerto a lungo atteso è stato una calamita per le celebrità locali, tra
cui la rock star taiwanese Wu Bai e Faith Yang , il veterano cantante Kimbo
Hu, il produttore musicale Jonathan Lee, la fondatrice della Liuligongfan
Yang Hui-Shan, e suo marito Chang Yi.
"Siamo venuti per ricordare il nostro passato", ha dichiarato Chang, che ha
illustrato i testi di Dylan come poetica letteralmente piena di sentimento.
"La sua musica, per me, è la libertà. Egli non è prigioniero di una
qualsiasi melodia," ha detto Lee, definendo la musica di Dylan vhe l’ha
ispirato. "Naturalmente dovevo essere presente al concerto, lui ha viaggiato
così tanto per suonare per noi".
Hu, spesso chiamato il padre della musica folk di Taiwan, ha parlato di
quello che Dylan significava per lui quando era giovane.
"Quando ho lasciato la mia città, bello ed in giovane età, ho dovuto
affrontare i grandi cambiamenti della società, ho cercato risposte e potenza
nelle canzoni di Bob Dylan," ha detto.
Domani Dylan terrà il suo primo concerto in Cina.
Dylan è stato presentato come una delle figure musicali più influenti di
tutti i tempi. Nel 2008, è stato selezionato dalla rivista Time come uno dei
personaggi più importanti del secolo e descritto come un "poeta maestro,
caustica critica sociale e intrepido, spirito guida della generazione della
controcultura". (Da Lin Kendra)
1. Gotta Serve Somebody (Bob on keyboard)
2. It Ain't Me, Babe (Bob on guitar)
3. Things Have Changed (Bob on guitar)
4. Sugar Baby (Bob center stage on harp)
5. Cold Irons Bound (Bob center stage on harp)
6. Simple Twist Of Fate (Bob on guitar)
7. Honest With Me (Bob on keyboard)
8. Desolation Row (Bob on keyboard, Donnie on electric mandolin)
9. Tweedle Dee & Tweedle Dum (Bob on keyboard, then center stage on harp)
10. Forgetful Heart (Bob center stage on harp, Donnie on violin)
11. Highway 61 Revisited (Bob on keyboard)
12. Tryin' To Get To Heaven (Bob on keyboard)
13. Jolene (Bob on keyboard)
14. Ballad Of A Thin Man (Bob center stage on harp)
(encore)
15. Like A Rolling Stone (Bob on keyboard)
16. Blowin' In The Wind (Bob on keyboard, then center stage on harp)
Era ora, dopo tutte le chiacchiere su Cina e non Cina, finalmente il Tour ha
decollato dagli USA per atterrare sulla pista di Taipei. Bob, come dicono
bene le parole della canzone di Willie Nelson: - On the road again, Just can't wait to get on the road again.
The life I love is making music with my friends
And I can't wait to get on the road again.
Goin' places that I've never been.
Seein' things that I may never see again
Like a band of gypsies we go down the highway
We're the best of friends.
Insisting that the world keep turning our way -
sta vivendo i momenti della sua vita che sembra più apprezzare, in giro per
il mondo a suonare nei posti più diversi e disparati.
Siamo in attesa di poter leggere le prime recensioni, ma scorrendo la set
list e la composizione della band sembra che nulla sia cambiato rispetto
allo scorso anno, Charlie è rimasto, probabilmente, chiarita la faccenda del
suo ruolo sul palco, ci teneva a restare in questa band.
Blowin’ è stata eseguita a Taipei, molto probabilmente sarà ripetuta sia a
Pechino che a Shangai, molto probabilmente anche da quelle parti hanno
capito che la “canzone” è vecchia di 50 anni, che ha perso molto del suo
significato intrinseco proprio perchè i tempi sono cambiati, il mondo si
adegua ai tempi, le cose si adeguano ai tempi, e così le canzoni, che
rimangono belle ma assumono una dimensione diversa a distanza di tanto tempo
pur senza perdere nulla del loro antico messaggio. Ieri erano le canzoni a
trasmettere e trasportare i messaggi, oggi sono gli SMS, Facebook Twitter e
via con cose di questo genere, tutto viene bruciato alla velocità della
luce, ma la forza di Blowin’ rimane intatta ed inattaccabile, gemma era e
gemma rimane, Internet o no.
Solo una data in Italia, forse è meglio così, diradare le apparizioni è il
modo migliore per invogliare a tornare chi aveva smesso di partecipare agli
“eventi” del Mito, chi cominciava ad accusare la stanchezza di dover
partecipare quasi per forza al “Rito-Tributo-Omaggio” per la leggendaria
icona di tutte le icone.
Credo che queste poche date europee siano una cosa voluta, anche perchè noi
non sappiamo ancora niente del programma che aspetterà Dylan al suo ritorno
negli States. Un punto lo potremo tracciare solo a fine di questo tour
contando le date, capendo se Dylan ha diradato le date per aver più riposo o
se niente sarà cambiato. Certo ragionando in percentuale, questa parte del
tour fuori dagli States è iniziata in Aprile per un totale di 26 date che si
concluderanno il 15 Luglio a Costa Mesa in California. Poi dovremo
considerare un certo periodo di riposo prima di partire per il tratto
Americano, che, se la matematica ha un senso, non dovrebbero essere più di
una trentina, confermando così un giusto e dovuto rallentamento
nell’attività live di Bob, che pur essendo bravo e volonteroso, non è
certamente bionico od inesauribile.
Stiamo a vedere, abbiamo ancora 3/4 dell’anno davanti, poi potremo tirare le
somme, perchè, da che mondo è mondo, i conti si fanno sempre alla fine,
all’inizio si fanno solo i preventivi, ma come tutti sappiamo, i preventivi
cambiano come il tempo, oggi sole domani pioggia. Nel frattempo auguriamo a
Bob di divertirsi e di prendersi le sue belle soddisfazioni e rivincite in
Cina, in Vietnam, o in ogni altra parte del mondo dove lo porterà il suo
tour.
Van Morrison, how to give color to the
music, listen and learn
Sabato 2 Aprile 2011
Le semplici richieste di Bob Dylan per venire
in Vietnam
VietNamNet Bridge - Nessun grande benvenuto, solo una normale camera
d'albergo con due finestre, nessuna ripresa o trasmissione in diretta dello
spettacolo sono fra le richieste di Bob Dylan, quando arriverà in Vietnam a
cantare in HCM City il 10 aprile.
Oltre alle richieste sopra descritte, il famoso cantante ha posto due
importanti esigenze: la qualità del suono devono rispettare gli standard
internazionali ed i posti non possono essere classificati come posti VIP o
economici.
Di conseguenza, tutti gli spettatori si siederanno sul prato dello stadio
della Internazionale RMIT University dEL Distretto 7, HCM City, per gustare
le canzoni di Bob Dylan.
Prima dello show di 2 ore di Bob Dylan, i famosi cantanti vietnamiti - My
Linh, Thanh Lam, Uyen Linh, Quang Dung, Duc Tuan Tuan e Tran Manh –
eseguiranno alcuni brani di Trinh Cong Son.
Dylan ha detto che sapeva molto della vita e della carriera musicale di
Trinh Cong Son, per questo motivo il Vietnam è una destinazione importante
nel suo tour in Asia e Australia.
Lo show di Bob Dylan in Vietnam è organizzato da Saigon Sound System, Thanh
Nien Media Company e dalla famiglia di Trinh Cong Son.
Il tour di Bob Dylan per l'Asia-Pacifico comprende 25 spettacoli, che
iniziano il 3 aprile a Taiwan, in Cina, Vietnam, Hong Kong, Singapore,
Australia, Nuova Zelanda, Irlanda, Regno Unito, Svizzera, Italia, Germania,
Danimarca e finirà negli Stati Uniti il 20 luglio.
Sette anni fa, era stato annunciato che Dylan sarebbe venuto in Vietnam per
partecipare al World Peace Music Awards, ma l'evento fu alla fine
organizzato negli Stati Uniti.
Bob Dylan, 70 anni, è stata una figura importante della musica per cinque
decenni. Gran parte della sua opera più celebre risale al 1960, quando era
un cronista informale, e un mix di cose apparentemente riluttanti, di
disordini sociali. Un certo numero di sue canzoni come "Blowin' in the Wind"
e "The Times They Are a-Changin'" divennero inni per i diritti civili negli
Stati Uniti e dei movimenti contro la guerra. I suoi testi precoci
incorporavano una serie di politiche, sociali e filosofiche, così come molte
influenze letterarie.
Dylan, che si esibisce con chitarra, tastiera e armonica, sostenuto da una
valida line-up di musicisti, è costantemente in tour dal 1980 in quello che
è stato soprannominato il Never Ending Tour. Le sue realizzazioni come un
artista e performer sono stati fondamentali per la sua carriera, ma il suo
più grande contributo è generalmente considerato il suo songwriting.
Dal 1994, Dylan ha pubblicato tre libri di disegni e dipinti, ed i suoi
dipinti stato stati esposti in importanti gallerie d'arte. Come cantautore e
musicista, Dylan ha ricevuto numerosi premi nel corso degli anni compresi il
Grammy, il Golden Globe e l’Oscar, è stato inserito nella Rock and Roll Hall
of Fame di Nashville e nella Songwriters Hall of Fame. Nel 2008, il viale
“Bob Dylan Pathway” è stato aperto in onore del cantante nella sua città
natale di Duluth, Minnesota. La giuria del Premio Pulitzer nel 2008 gli ha
conferito una menzione speciale per "il suo profondo impatto sulla musica
popolare e la cultura americana, segnato da composizioni liriche di
straordinaria forza poetica."
Time Magazine lo colloca tra 100 persone più influenti del 20° secolo.
"Le donne di giorni piovosi numero 12 e 35" non è solo una delle più belle
canzoni di Bob Dylan (perché, ce n'è qualcuna brutta?) ma è anche uno dei
grandi misteri che accompagna la superba carriera del cantautore del
Minnesota. Che cosa diavolo mai vorrà dire quel titolo? Esperti, critici e
semplici fan si sono scatenati, ma nessuno ha la risposta esatta. Che forse
non c'è. Pare però che quel nome sia nato di getto: non appena registrata
(nel 1966, l'album è Blonde on Blonde, il settimo di Dylan), questa canzone
non aveva ancora un titolo. Quando in sala d'incisione chiesero al grande
Robert Allen Zimmmerman come l'avrebbe chiamata, lui a bruciapelo,
sorprendendo tutti, rispose "Rainy day women #12&35" e chissà se il
riferimento è davvero a due donne, forse una madre e una figlia, magari di
12 e 35 anni, che Dylan aveva immortalato in una giornata piovosa. O chissà
cos'altro ancora. Non lo sapremo mai.
Se il Sig.Mura, autore
dell'articolo sopra ripostato, seguisse Maggie's Farm, probabilmente
l'avrebbe saputo e non avrebbe scritto questo articolo.
Rainy Day Women # 12 & 35,
cosa significa 12 & 35 ?
Mi sono sempre chiesto il significato di quei numeri nel titolo della
canzone, ed ora finalmente, credo di averlo scoperto.
Per gli entusiasti della canapa il 20 aprile, aka 4 / 20, alias "420", è il
più sacro dei giorni sacri, quando alle 4:20, si prendono un pò di tempo
libero per partecipare ai party con l’erba con gli amici.
C'era un interessante articolo su “The Huffington Post” sulle origini della
connessione 420-marijuana. E’ risultato che il significato del numero non
era niente altro che l’ora, dopo la scuola, quando qualche high-stoners
della scuola Californiana si riuniva nel bosco per qualche “numero” con la
cannabis.
Ci sono state molte altre teorie nel corso degli anni per quanto riguarda il
significato del numero 420, ma il più interessante è che proviene dalla
canzone di Bob Dylan "Rainy Day Women # 12 & 35", meglio conosciuto ai laici
come "Tutti devono essere lapidati” ( o meglio “Tutti devono sballare”).
Il titolo della canzone è stato uno dei tanti titoli misteriosi delle
canzoni di Dylan a metà degli anni '60 (insieme a "Temporary likes Achille",
"Just Like Tom Thumb's Blues" e "Bob Dylan's # 115 Dream"), ma alcuni
matematici con la mentalità alla Doobie Brothers hanno capito che se si
moltiplica 12 x 35 si ottiene, avete indovinato, 420.
Comunque, "Rainy Day Women # 12 & 35", pur non essendo un capolavoro
visionario come "Visions of Johanna" o "Sad Eyed Lady of the lowlands" è un
brano divertente con qualche bel gioco di parole, un grande New Orleans time
che ha influenzato la backing band - ed un ottimo modo per avviare il doppio
album Blonde on Blonde. Ma a me sembrava sempre più influenzato dal bourbon
che dai germogli dei semi.
Come uno degli inni alla cannibis più grande di tutti i tempi, non è
sorprendente che "Rainy Day Women # 12 & 35" sia stato ripreso da molti
altri musicisti che condividevano quel modo di vivere e pensare.
articolo pubblicato nelle
news del 22 aprile 2010 di Maggie's Farm
De Gregori, un compleanno "'Work in
progress"
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Venerdi 1 Aprile 2011
Bob Dylan's 2011 Asian tour, will be
controversy or praise?
I think that at the present the whole troupe of The Bob Dylan’s
Neverendingtour is landed in Taiwan with instruments and luggage for the 16
dates of the 2011 Asian tour that will see Bob and his cowboys band to
perform in China, Vietnam, Australia and New Zealand.
What can we say, certainly a tour especially interesting for the comments
and criticisms that may result from the shows in these countries, so far
away from us, who have little or almost no experience of the unpredictable
exhibitions of His Bobness.
They will be happy? Will be disappointed? The disputes will take place in
the news? China and Vietnam will say that, on balance, they could continue
to live comfortably without a visit by Bob Dylan? Or maybe it was time to
say that Asia got a move towards the style and habits of western life. We
know that in those countries is always difficult and sometimes
counter-productive to express some freely point of views, a wrong or
misunderstood word, and the offended Party, begins the hunt for the wretch
who dared to utter such words. Perhaps this is the reason why, probably, the
concert reviews of Dylan's Chinese and Vietnamese shows will be padded just
fine words and fine phrases, with plenty of praise to the Party which has
proven to be farsighted, having nothing to envy to the western countries,
(except that in Asia there has never been a “Bob Dylan” of any kind).
I'll see to be able to read between the lines if there is any truth
concealed behind the apparent fine words to let us know that's not all that
glitters in China and Vietnam is gold, there is also a lot of brass that may
have the same color of gold, but a different substance, a bit like the shit
and the chocolate, that have the same color but a different flavor.
Hopefully everything goes smoothly and that Bob could easily play his song
without a trail of silly and trivial disputes without going to redraw the
political and social meanings of 40 years old now.
Bob sing his songs for fun and to entertain, with no other hidden motive
behind it. Therefore, dear wise and learned doctors, know that with Dylan is
easy to go to stupid, count to one hundred before write any kind of cleaver
words, bullshit or nonsense.
Mr.Tambourine
°°°°°°°°°°°°°°°°°°° Bob Dylan Asian tour 2011, saranno
polemiche o lodi?
Credo che al momento tutta la troupe del Neverendingtour sia sbarcata a
Taiwan con strumenti e bagagli per le 16 date del tour asiatico 2011 che
vedrà Bob ed i ragazzi esibirsi anche in Cina, Vietnam , Australia e Nuova
Zelanda
Che dire, certo un tour interessante soprattutto per i commenti e le
critiche che potranno scaturire da quei paesi da noi così lontani che hanno
poca o quasi nessuna esperienza delle imprevedibili esibizioni di His
Bobness.
Saranno felici? Saranno delusi? Le polemiche prenderanno il posto delle
cronache? La Cina ed il Vietnam diranno che tutto sommato potevano
continuare a vivere tranquillamente anche senza la visita di Bob Dylan? O
forse diranno che era ora che l’Asia si desse una mossa verso lo stile e le
abitudini di vita occidentali. Sappiamo che in quei paesi è sempre molto
difficile ed a volte controproducente esprimere liberamente la propria
opinione, una parola sbagliata o fraintesa ed il Partito si offende,
comincia la caccia al miserabile che ha osato proferire tali parole. Forse
per questo motivo le recensioni dei concerti dylaniani cinesi e vietnamiti
saranno imbottite solo di belle parole e di belle frasi, con abbondanza di
lodi verso il Partito che ha dimostrato di essere lungiveggente e di non
aver niente da invidiare ai paesi occidentali, eccetto il fatto che in asia
non c’è mai stato un Bob Dylan di nessun genere.
Vedrò di riuscire a leggere fra le righe se ci sarà qualche verità
mascherata dietro le apparenti belle parole per far sapere che non è tutto
oro quello che luccica in Cina ed in Vietnam, c’è anche tanto ottone che può
avere lo stesso colore dell’oro ma una sostanza diversa, un pò come nel caso
della merda e del cioccolato che hanno lo stesso colore ma un sapore
diverso.
Speriamo che tutto vada liscio e che Bob possa tranquillamente suonare le
sue canzone senza uno strascico di stupide e banali polemiche, senza andare
a ripescare significati politici e sociali vecchi ormai di 40 anni.
Bob canterà le sue canzoni per divertirsi e per far divertire, senza
nessun’altro motivo nascosto alle spalle. Perciò cari dotti, medici e
sapienti, sappiate che con Dylan è facile fare la figura degli stupidi,
contate fino a cento prima di scrivere cazzate insensate.
Bob Dylan fotografato nei pressi della
Sinagoga di Los Angeles
Bob Dylan è stato recentemente fotografato nei
pressi di in una sinagoga di Los Angeles, secondo quanto riportato in un
articolo del Daily Mail. Se le immagini di Dylan sono state effettivamente
prese fuori dalla sinagoga,di certo lui non sembra essere vestito per un
servizio religioso.
L'articolo continua a speculare sul fatto che "probabilmente era andato a
pregare per la sua ex-fidanzata Suze Rotolo, morta alla fine del mese
scorso". Naturalmente non vi è alcun modo per nessuno di sapere perché Dylan
è andato alla sinagoga, e la data nella quale è avvenuta la visita non è
stata chiarita. Se è andato per la Rotolo, perché ha aspettato un mese?
Avrebbe anche potuto essere andato per la sua amica Elizabeth Taylor che si
era convertita alla religione ebraica, anche perchè in passato erano
circolate voci che i due fossero stati legati sentimentalmente.
Carissimo Mr. Tambourine,
è passato un po' di tempo dal mio ultimo intervento nella fattoria ma, posso
assicurarti, consulto quotidianamente il sito e ti mando sempre un abbraccio
ideale per il lavoro che continui a fare pressoché in solitudine.
In questi giorni fioriscono iniziative accademiche e dibattiti sul rapporto
tra Bob e la legge fondate sull'esegese dei testi in cui vi sono riferimenti
alla giustizia. Ecco alcuni link sul tema:
Cara Marina, non dubitavo della
tua costante presenza nel seguire giornalmente MF, ti ringrazio per le
segnalazioni, argomento su cui si potrebbe dibattere a lungo, :o) un
abbraccio, Mr.Tambourine
Ciao Michele,
sono stato a Londra 3 giorni con gli episodi che ti segnalo.
Cari Saluti, Bernardo Lanzetti
Dopo la recente collaborazione con il Trio CCLR (Cavalli
Cocchi-Lanzetti-Roversi), Steve Hackett si è incontrato a Londra, a
metà marzo, con Bernardo.
Nell'occasione, dopo una lezione di canto
durata meno di 30 secondi, con grande sorpresa e soddisfazione, Steve
ci ha autorizzati a riportare che il suo "singing" è istantaneamente
migliorato!
Da segnalare anche la visita del Lanzetti alla Galleria
d'Arte Moderna "Halcyon" allestita all'interno dei leggendari Magazzini
Harrods dove non poteva mancare una foto a fianco di un dipinto
originale di Bob Dylan.
Ciao Bernardo grazie!
Tra l'altro il quadro di Dylan accanto al quale ti sei fatto la foto è il
mio preferito di Bob!!
ciao Michele "Napoleon in rags"