Ormai le voci sono ricorrenti ed insistenti. Charlie è scazzato, deluso,
mortificato e potremmo anche dire quasi distrutto. Frenare un talento come
il suo è musicalmente un delitto, ma a volte la ragion di stato è più forte
del talento.
Forse le troppe recensioni ineggianti a Charlie come la vera novità
rivoluzionaria del tour, a Bob le solite slinguate ( o sviolinate se
preferite), ed ecco che la cosa sta precipitando. Il tour è di Bob e non di
Bob & Charlie, ed egoisticamente parlando, qualcuno a pensato bene di
rimettere Charlie al suo posto, in fila nella band, togliendogli
l’iniziativa e la qualifica di capo carismatico autorizzato ad incitare e
spingere Bob stesso in persona.
Il tour si era certo rivitalizzato, Bob aveva trovato nuova energia, nuove
risorse per il suo show, i gesti , i sorrisi e le sudate stanno a confermare
la nuova vita di questo tour quasi obsoleto musicalmente e
scenograficamente, un tour che arrancava come i ciclisti sul muro di
Sormano, aiutati da grandi spine del pubblico che guardava con simpatia la
fatica degli artisti della bicicletta. Il paragone non è irriverente, la
realtà del tour Freeman/Kimball aveva annoiato ed esaurito quasi tutti,
anche i Bobhead più incalliti, vedere Bob svogliato, assente, che fa il
compitino col pilota automatico non era più piacevole per nessuno. La voce
era accettata per quello che era, ma la musica no, il pubblico pretendeva di
più ed a ragione, visto che i concerti non sono per niente “gratis et amoris
dei”.
Abbiamo sentito le diverse lamentele ed i diversi suggerimenti, compresi
quelle dei nostri competenti Maggiesfarmers, e possiamo dire che qualcosa è
effittivamente cambiato, nella musica, nella scenografia, l’aggiunta di
nuovi effetti di luci e di fondali ha dato un sapore diverso allo show, una
ventata d’aria fresca, a volte c’è stato anche uno schermo gigante, insomma
tutte quelle cose che, al di là dell’artista che sta esibendosi sul palco,
fanno ormai parte consueta di uno show musicale. Un musicista è stato
sostituito, licenziato in tronco Freeman ecco arrivare Sexton sulla carrozza
di Cenerentola, porta il suo entusiasmo e la sua energia sul palco, contagia
tutti, Bob trova nuove motivazioni e sembra ringiovanito di 10 anni, e
scusate se è poco.
Ma ora tutto questo è entrato in crisi, soprattutto il morale di Charlie a
causa delle restrizioni imposte (giuste o sbagliate che possiamo ritenere),
ma qualcuno gliele ha imposte e questo è il dato di fatto.
Quanto possa resistere ancora un musicista frustrato ed umiliato nessuno lo
può dire, nessuno di noi può prevedere quanto ancora a lungo durerà la sua
permanenza nella band, ma certo che l’aria che tira non preannuncia niente
di buono, di solito i brontolii del cielo ed i tuoni annunciano l’arrivo del
temporale o della tempesta.
Se Charlie è pagato profumatamente potrebbe anche fregarsene e stare a
vegetare sul palco per un’altro paio d’anni come faceva Freeman, ma Charlie
non è Freeman, Charlie ha il suo charisma, la sua personalità ed il suo
orgoglio che in questo momento sono duramente calpestati ed offesi.
Non conosciamo il reale motivo, la nostra è solo una supposizione, potrebbe
anche essere che Charlie abbia fatto qualche specie di sgarbo a Bob, abbia
detto una parola di troppo, fatto qualcosa che non doveva fare, e Bob a fine
tour lo rimandi al suo paesello, non sarebbe la prima volta e nemmeno il
primo musicista a subire trattamenti del genere. Ricordiamo sempre che i
musicisti viaggiano sul loro bus tour e che Bob ha il suo personale, Bob
alloggia quasi sempre in un albergo diverso da quello dello staff e dei
musicisti, si presenta pochissimo ai sound-check e soprattutto nessuno può
parlargli se non interrogato. Queste cose avvenivano già negli anni 80’, e
non vedo nessun motivo per il quale Bob avrebbe dovuto allargare la cinghia
ultimamente. Lui è un lupo solitario che si fidasoltanto di quelli che "Lui"
ritene i suoi amici, gli altri sono solo suoi dipendenti, musicisti bravi o
meno che siano. La realtà è che Bob ha bloccato Charlie, l’ha impalato sul
palco fino a fine tour (credo che Charlie abbia un contratto da rispettare),
quindi rieccolo tornato “musicista-uno dei tanti”, pupazzetto in fila come
tutti gli altri, e naturalmente i brusii di show in regresso hanno
conseguentemente ricominciato ad apparire nelle recensioni sui vari siti
web.
Vorrei che Bob ci ripensasse e rimettesse le cose a posto le cose (anche se
sono molto scettico in proposito), per noi, ma soprattutto per lui, mi
spiacerebbe vederlo sprofondare di nuovo nel baratro delle ex-rockstar che
passano il loro tempo a ripetere show sempre uguali, infarciti da un gran
numero di greatest-hits e nessuna reale novità.
Le scalette sono fisse nell’alternanza di una trentina di canzoni, troppo
poco per un catalogo come quello di Dylan. Lui dice di voler passare il
resto della sua vita suonando, che lo faccia davvero allora, senza
riadattate e ripetitive imitazioni, gli encore sono ormai fissi da qualche
anno, Jolene, LARS e All Along, e che cazzo, non esiste altro per emozionare
la gente?
E’ buono che la set list sia composta da brani recenti ed da hits classici,
mentre perchè non fare gli encore con canzoni che da anni non vengono
suonate? Sarebbe una gradita sorpresa ed un rinnovo senz’altro ben accettato
da tutti, non importa se gli arrangiamenti non saranno perfetti, plaudiremo
la voglia di fare anche imperfetta invece che applaudire scioccamente una
cosa che si sta ripetendo all’infinito.
Sempre che sul palco rimangano i musicisti giusti e non i gatti di marmi
della line-up Freeman/Kimball, con tutto il rispetto per questi musicisti,
che hanno dimostrato per anni di saper rimanere immobili su un palco
disfando musica, cosa non facile da realizzare!!!!!!!
Madison, Wisconsin - Overture Hall - October 25, 2010
di S. Bauer L.
La prima volta che ho visto Bob Dylan sono stato portato al concerto dai
miei genitori, avevo 16 anni, era il 1988, e per la maggior parte dei miei
amici, in quel momento, Dylan era percepito come una reliquia irrilevante
del 1960.
Lunedi notte, ho portato mia figlia di 9 anni, al suo primo show di Dylan
all’ Overture Madison's Hall. Ventidue anni dopo il mio primo concerto di
Dylan, il suo Neverending tour continua ad essere proprio questo. Ma posto
che la cultura di Dylan in America è stata elevata nel corso degli ultimi
due decenni, al punto che andare a uno dei suoi spettacoli è quasi un atto
reverenziale, quasi come un’ esperienza religiosa.
Infatti, durante il concerto di 100 minuti, la chitarra solista Charlie
Sexton ha agito come l' accolito che va a pregare ai piedi del suo guru,
spesso cadendo in ginocchio guardando Dylan alle tastiere. Sexton, un
chitarrista maestro nel suo pieno diritto, non deve genuflettersi a nessuno.
Ma questo è Bob Dylan. E possiede il palcoscenico.
Dylan è uscito poco dopo le 7 di sera, per il primo dei due spettacoli
previsti al Madison. Egli non ha mai guardato il pubblico, in qualsiasi
momento durante la notte, oltre alla dovuta presentazione della band e
l'addio scomodo dopo gli encore. Nessun "ringraziamento”, niente"Hey Madison!",
Niente di niente.
Ma chi ne ha bisogno?
Dylan è stato quasi commerciale, ha suonato "Cat's in the Well", una canzone
d’ aperturaa sconosciuta a molti tra il pubblico prima di entrare nella più
riconoscibile "It's All Over Now Baby Blue". E' fin troppo facile
dimenticare che un uomo come lui ha scritto così tante canzoni. Ma Dylan ha
attraversato l'ampiezza della sua carriera martedì, suonando "Things Have
Changed", la canzone che gli valse un Oscar nel 2000, "Jolene" dal suo più
recente disco, e per buona misura, ciò che può essere la canzone più rock di
tutti i tempi - "Like a Rolling stone”.
Il pubblico, se qualcuno di loro aveva mai visto uno show di Dylan prima di
stasera, forse l’ha sentita per la prima volta.
Ma la risposta è stata entusiastica.
La canzone vive. Si respira.
Molto credito va dato alla band crackerjack di Dylan, diretta da
Sexton. Se c'è un difetto nella composizione della line-up attuale, è che il
vecchio non ha lasciato che la sua chitarra sparasse piombo caldo quanto lui
avrebbe potuto o dovuto. Bob non sarà certo ricordato per il suo pianismo,
ma si è rifiutato di cedere il comando della band a Sexton per tutta la
notte. Se non altro, Sexton è ancora più contenuto del suo
tour precedente con la band di Dylan. Che peccato.
Detto questo, almeno Dylan non si sente più legato alla tastiera. Egli ha aperto con tre brani alla chitarra solista, ma ha anche vagato fuori al
centro palco con nient'altro che un microfono e la sua armonica.
L’illuminazione dello stadio lo faceva sembrare spettrale, quasi come un
esecutore di vaudeville di altri tempi.
E' molto difficile catturare l’attenzione di una bimba di 9 anni, in
particolare una che non è mai stata ad un Rock Show prima. Ma lei lo ha
applaudito. Ha applaudito. Ha comprato anche un cappello ed alcuni
adesivi. Ed ha anche letto una breve biografia per bambini di Dylan per
prepararsi allo spettacolo.
"Papà", ha detto mentre andavamo al concerto. "Ho letto che una volta alla
gente non piaceva Bob Dylan con la band, perché ha suonato con una
band stasera? "
"E 'vero, ad alcune persone non piaceva" ho risposto.
"Ma oggi è piaciuto", Ha detto lei.
a
Venerdi 19 Novembre
2010
La mail di Alexan Wolf
ciao Mr. Tambourine,
causa innumerevoli problemi personali (niente di grave, ma time-consuming
sì) non ho letto nulla della fattoria dopo la pausa estiva / sto stentando
di recuperare a partire dal due settembre / dico brevemente la mia su una
questione: "Dylan sta volontariamente distruggendo il proprio mito?" a me
sembra che più o meno dall'unplugged in poi stia facendo esattamente il
contrario: si stia cioè attivamente impegnando per costruire il proprio mito
(cosa che, a scanso di equivoci, considero un suo diritto), secondo me
riuscendoci anche in modo egregio / non tutto va nella direzione che - come
fan - vorrei, ma penso che sarebbe proprio fargli un torto sospettare che
lui sia una vittima della Sony. Non ho prove per affermare che lui abbia il
totale controllo su ciò che lo riguarda, ma secondo me ce l'ha.
Ho letto il pezzo sul Dr. Seuss / qualcosina avevo scritto anch'io (molto
meno per la verità) in una vecchia talkin' (
www.maggiesfarm.it/talking390.htm ).
Spero di poter dare qualche contributo a breve alla Fattoria, e intanto un
sauto caloroso.
Alexan Wolf
Caro Alexan, prima il dovere e dopo il
piacere dice un vecchio adagio, perciò non crucciarti, di tempo per portarsi
alla pari ne avanza sempre finchè il buon Dio ci lascia su questa paludosa
terra.
Credo di essere d’accordo con la tua opinione di vecchio Maggiesfarmer ( sei
uno dei pochi che ha conservato il nickname da Fattoria :o), cosa che
espressi a suo tempo in risposta all’amico Bruno Jackass e che riporto qui
sotto per chiarezza: Caro Bruno, credo che l'autodistruzione e l'istinto
di conservazione siano due concetti diversi non accumulabili, insomma
bisogna decidersi, o Bob aveva deciso di autodistruggersi o aveva deciso di
voler sopravvivere. Io penso che dopo l'incidente (al quale per altro non ho
mai creduto e mai crederò) Bob aveva capito che se voleva invecchiare doveva
cambiare andazzo, che fu poi esattamente quello che fece. Cercare di
sopravvivere è in netto contrasto con l'idea di autodistruggersi (e di
conseguenza il suo mito). Personalmente non credo che mai Bob abbia deciso
di annullarsi, tutt'altro, aveva soltanto deciso che doveva ridurre
l'attenzione mediatica esageratamente oppressiva e condizionante durante il
decennio degli anni 60. Ma da qui a pensare che lui abbia sempre messo in
atto un sistematico sistema di distruzione di se stesso, del suo lavoro
e del suo Mito c'è un'abissale differenza. :o)
Come avrai letto ci sono state diverse opinioni su questo tema
dell’autodistruzione o meno del Nostro. Opinioni del tutto ripettabili e
civilmente espresse, e mi sembra giusto poter sottolineare con soddisfazione
che i fedeli amici di Maggie’s Farm abbiano molto da insegnare in fatto di
educazione e civiltà ad "altonomati" ed "altolocati" personaggi che sparano
a destra ed a manca le prime cazzate che vengono loro in mente. Ma questa è
la democrazia, forse è meglio poter sparare cazzate che non poter dire
assolutamente niente, ma questo è tutto un’altro paio di maniche. Dicevo che
i nostri amici lettori (e qualche volta graditi opinionisti) della fattoria
hanno instaurato un modo di esprimere idee contrarie in modo perfettamente
corretto, e credo che questa sia una cosa che dia una grande soddisfazione a
tutti noi.
La verità su Bob, le sue scelte e le sue azioni, la sà solo lui e nessun
altro, noi, da buoni fan, possiamo azzardarci qualche volta a dire la nostra
su tutto quello che riguarda Bob, che male c’è? Credo proprio nessuno, anzi,
credo che questo sia il bello della Fattoria, io, tu e molti altri scriviamo
su queste pagine il nostro modo di veder le cose, nessuno di noi ha in tasca
la verità, ma almeno la diciamo serenamente senza preoccuparci di ricevere
un avviso di garanzia, magari dai giornali prima che dai magistrati. :o).
Spero che ti farai sentire presto, leggo e discuto sempre con piacere le tue
opinioni ( mi piacerebbe sapere cosa ne pensi sull'argomento Charlie Sexton
ed i sui ultimi atteggiamenti sul palco, comincio a nutrire la convinzione
che a fine tour Charlie lasci la band) , allora i look forword, alla
prossima, un salutone anche a te,
Mr.Tambourine
Binghamton University - Events Center - November 17,
2010
1. Gonna Change My Way Of Thinking
2. The Man In Me
3. Stuck Inside Of Mobile With The Memphis Blues Again
4. I Don't Believe You (She Acts Like We Never Have Met)
5. The Levee's Gonna Break
6. Spirit On The Water
7. Honest With Me
8. Desolation Row
9. Tweedle Dee & Tweedle Dum
10. Blind Willie McTell
11. Highway 61 Revisited
12. Love Sick
13. Thunder On The Mountain
14. Ballad Of A Thin Man
Madison, Wisconsin - Overture Hall - October 25, 2010
di Dave Moyer
Che differenza da un anno fa
"C'è sempre qualche ragazzo che potrebbe diventare come me vedendomi per la
prima volta o l'ultima, gli devo il mio meglio."
(Joe DiMaggio)
Bob Dylan e la sua band continuano il loro viaggio attraverso il Midwest,
lunedi sera al Teatro Overture a Madison, Wisconsin. Questo show sembrava
avere una impostazione eccessivamente formale, una cosa un pò strana per la
Cowboy preferita da tutti, e il suono potrebbe non essere andato alla deriva
al livello superiore, come è successo a quelli che avevano i sedili sul
pavimento. Qualità del sound a parte, questa band sembrava che stesse
chiaramente cercando di realizzare qualcosa di diverso dall'ultima volta che
li ho visti in concerto un anno fa presso il Theater Aragon a Chicago.
Lo spettacolo all’ Aragon fu uno spettacolo potente, e questo spettacolo al
confronto è stato un pò addomesticato. I commenti del pubblico "Like a
Rolling Stone "è stata ordinaria, ed i favoriti up-tempo" Cold Irons Bound
", "Highway 61 Revisited" e "Thunder on the Mountain" erano privi di
ispirazione, anche se "All Along the Watchtower", ha roccheggiato abbastanza
bene.
Dylan è venuto fuori e ha suonato la chitarra per tre canzoni consecutive,
"Cat's in the well"," It's All Over Now, Baby Blue "e "Things Have
Changed ", e la sua voce non era nella forma migliore. Spesso, dopo un aver
fatto un paio di pezzi, la voce si scalda, ma è stata povera e perdente
questa notte. Diversi anni fa a Joliet, ricordo uno spettacolo che era
iniziato molto male come questo ma era riuscito a recuperare circa a metà.
Questo concerto sembrava snodarsi senza mai veramente prendere il suo passo
giusto, anche se George Recile era stellare alla batteria.
"Just Like a Woman" ha mostrato la promessa iniziale, ma si è allontanata
verso la metà in una curiosa esecuzione. La speranza è tornata quando per
“The Levee's Gonna Break ", Tony Garnier è passato al contrabbasso,
l’esecuzione di Dylan è stata cristallina, il suono era perfetto, e la band
ha scosso la gente. Una versione unica e divertente di "Tangled Up in Blue",
eseguita con Bob al centro della scena con l’armonica. Tuttavia, "Cold Irons
Bound", che è venuta dopo è stata deludente in questa versione da zainetto,
poco punch, e una promettente "Desolation Row" che è finita anche peggio di
"Just Like a Woman" per le stesse ragioni.
La cosa più strana di tutte è stata la “sterilizzazione” di Charlie Sexton.
Non potevo fare a meno di sentirmi come se stessi facendo jogging passando
davanti alla casa del mio vicino dove c’è un cartello con scritto:
"Attenzione, cane in gabbia, recinzione elettrica”. Sentivo come se Charlie
fosse stato chiuso in un confine invisibile. Quando avete un cane sciolto,
fatelo correre! Quando qualcuno può far goal, passare la palla a lui! Perché
lo frenano?
Invece, l'organo è stato tenuto alto nel mix. E' un suono che tutti vogliono
sentire, ma non a scapito di lasciare in panchina Charlie ed i suoi liks di
chitarra.
Altri potrebbero essere in disaccordo con questa valutazione. Probabilmente
c'è qualcuno che dirà che è stato il miglior spettacolo che abbia visto, e
questo è il bello.
Quattro delle cinque persone con cui ho parlato prima dello spettacolo
stavano per vedere Dylan per la prima volta. Come un ventilatore
imperturbabile Dylan ci ha dato tutti i suoi migliori sforzi, ma forse ha
avuto solo brutta giornata. Nel corso di 162 shows, a volte può succedere
anche questo. A volte accade la notte che hai i biglietti.
Ciao!
Questa è la prima volta che scrivo e ma devo dire che seguo
questo sito da ormai tre anni e
che ha sempre soddisfatto sempre i
miei dubbi su Bob!
Volevo però saperne di più del film "Heart of fire",
in cui Bob recita un personaggio che ricalca la sua storia...
Grazie per l'attenzione! Simone
Hearts of Fire
Titolo originale Hearts of Fire
Paese Stati Uniti - Anno 1986
Genere drammatico, musicale
Regia Richard Marquand
Sceneggiatura Joe Eszterhas, Scott Richardson
Interpreti e personaggi:
BOB DYLAN (BILLY PARKER)
RUPERT EVERETT (JAMES COLT)
FIONA FLANAGAN (Molly)
Steve Bolton
Maury Chaykin
Lesley Donaldson
Julian Glover
Richie Havens
Tony Rosato
Trama:
Tra un anziano divo del rock in ritiro e una pop-star inglese s'inserisce
una pimpante cantante giovanissima che idolatra il primo e s'innamora del
secondo. Ultima fatica di Marquand, regista di Il ritorno dello Jedi (Star
Wars n. 3, 1983), morto poco dopo la fine delle riprese, qui a disagio
nell'ambiente del rock. 19 canzoni, ma nessuna memorabile. Non lo è nemmeno
Dylan che torna sullo schermo dopo Renaldo and Clara (1977). Fiona ha una
voce alla Fausto Leali e un visino da Cenerentola.
Insulso triangolo sentimentale tra una giovane aspirante cantante (Fiona),
un rocker sulla cresta dell'onda (Everett) e un ex-divo del r'n'r ormai
dimenticato (Dylan). Abominevole: con un cast del genere a disposizione è
delittuoso. La verità è che anche dal punto di vista musicale non fa che
testimoniare, suo malgrado, il malcelato imbarazzo di certo rock del passato
a doversi reinventare negli anni '80. Assurdo che Bob Dylan vi abbia preso
parte (ma le musiche non sono sue). Fiona comunque non sfondò, né come
cantante né come attrice.
La cosa più interessante su questo film
la disse proprio Bob quando gli fu chiesto perchè avesse partecipato ad una
schifezza del genere. La sua risposta fu : "Mi hanno pagato come Robert De
Niro!". Chiaro no ?
a
Giovedi 18 Novembre
2010
Poughkeepsie, New York - Mid-Hudson Civic Center -
November 16, 2010
1. Leopard-Skin Pill-Box Hat
2. This Wheel's On Fire
3. Just Like Tom Thumb's Blues
4. Just Like A Woman
5. Beyond Here Lies Nothin'
6. Simple Twist Of Fate
7. Tweedle Dee & Tweedle Dum
8. Visions Of Johanna
9. Honest With Me
10. Masters Of War
11. Summer Days
12. Nettie Moore
13. Thunder On The Mountain
14. Ballad Of A Thin Man
Madison, Wisconsin - Overture Hall - October 25, 2010
di Masked and Anonymous
Questo è il mio 18° show di Dylan in circa 14 anni e la mia prima
recensione. In questa prospettiva vorrei presentare il mio commento sui due
concerti del 25/10/10 al Teatro Overture a Madison, WI.
Come punto di rilevanza storica, credo che questa sia la prima volta che Bob
ha svolto due spettacoli nella stessa serata.
Hanno anche avuto una data la sera successiva ad East Lansing, MI., Così da
qualche parte, un extra "riserva di combustibile" è stata trovata per
rendere questo un back to back di 30 canzoni con Mr. Dylan.
Il Teatro Overture è una bella e nuova sede confortevole, con un'acustica
adeguata di prima classe.
Lo Show è iniziato puntualmente alle 19:00 con "Cat's in the Well" che ha
stuzzicato il nostro appetito per quello che doveva venire. E' importante
dire che ho visto cinque show caratterizzati dal ritorno di Charlie Sexton.
Le tre notti a Chicago il 10/29-31/09 in Aragona e ora questa sera
"back-to-back" in Madison. Quindi, commenterò il suo impatto in questi
spettacoli in relazione alla mia esperienza precedente con lui l'anno
scorso. Confrontando questa band a quella che comprendeva Larry Campbell e
Charlie nel periodo 1999-2002 è come paragonare i “Bears” dell’85 alla loro
versione 2006 nel Super Bowl. La dominazione della pura invenzione di
squadra di Larry e Charlie nel 2002 era un'altra cosa, contro l'attuale
line-up - diciamo solo che Bob ha ri-raccolto un significativo free-jolly
che aveva già avuto a che fare con la sua organizzazione. Il musicista
ideale senza ridondanze nostalgiche.
Ora che sapete come la penso sul talento di Mr. Sexton, vorrei dare il mio
Giudizio sui due signori che erano stati ingaggiati per sostituire il signor
Campbell. Donnie e Stu sono ugualmente buoni musicisti e in questa serata
non mi hanno dato alcun motivo per pensare altrimenti. Penso a loro come a
due wide-receiver dalla line-up frontale di Bob, George e Tony. Bob ha
mantenuto Tony e George perché la loro funzione è importante quanto la
presa dell’energia elettrica. Hanno di nuovo messo Bob in tutte le questioni
ritmiche. Istintivamente sanno se Bob sta chiamando un "sonoro", e non ci
mettono tanto a rispondere.
Si comincia con "Cat's in the Well". Bob alla sua "chitarra funk" che
stabilisce alcuni punti per le linee dure in entrambe le "CITW", It's All
Over Now Baby Blue "e" Things have changed". Sì, le cose sono cambiate
perché io sinceramente ho pensato che l’amplificatore di Charlie Sexton
fosse stato scollegato. Mi aspettavo qualche passaggio interplay, alcuni
scambi di chitarra con Bob, ma no, Charlie era immobile dietro Bob per quei
primi tre numeri. Nessun danno, nessun fallo, ma sembrava essere stata
sprecata una grande opportunità data la sua esperienza.
"Just Like a Woman", "The Levee's Gonna Break ", tutti gli accordi messi in
mostra dal Bob's New Found Booker T. Washington sono come delle braciole nel
senso del suono. Sto sentendo un pò di chitarra ma che proviene da Stu
Kimball e non da Charlie. Sono seduto sul pavimento e l’ampli vintage Fender
Bassman di Stu è puntato nella mia direzione. Il cab del 65’ di Charlie è
inclinato verso il mezzanino, quindi sono fuori dall’asse del cono del suo
altoèarlante. Ancora mi viene da pensare che il suono di Charlie nel mix
dovrebbe essere il principale, visto la sua potenzialità e le sue
caratteristiche, il chitarrista che aveva divelto lo show all’Aragona
Theater a Chicago un anno fa. Sono disposto ad essere paziente e aspettare
ancora. Ma non arriva nessun liks dalla chitarra di Charlie Sexton, ma il
nuovo arangiamento di "Tangled Up in Blue". Sono consapevole che questa
versione abbia avuto un buon impatto nel tour europeo e nelle precedenti
date americane, ma non ero preparato per la brillantezza della prestazione
di stasera. Tutta l'enfasi era sulla lamentosa esposizione del cantato di
Bob, che ben si inseriva nella cadenza del nuovo arrangiamento. Questo deve
essere sentito per essere creduto. Trasformare una canzone di Dylan è una
prodezza, e che più di lui è capace di questo? Straordinario. Anche "Cold
Irons Bound" specificamente come canzone è stata modellata come l'argilla
con ogni nuova lettura. Per inciso, Charlie e Larry Campbell suonarono la
versione definitiva in "Masked and Anonymous".
Bob anche suonato tre canzoni nel bis, e re-inserito "All along the
watchtower”. A questo punto, penso che qualcosa potrebbe accadere.
Per riassumere la prima metà, meno Charlie, più Stu. Bob è stato abbastanza
buono su tutti gli strumenti che toccava. Donnie è un pò acustico, e la
pedal steel era perfettamente mixata e masterizzata. Ho capito che Tony e
George erano preoccupati per il 2° spettacolo che avrebbe avuto luogo più
tardi nella serata, e forse pensavano al frigor pieno di Gatorade sul
pullman.
Così è finito il primo show. Un business vivace presso la biglietteria
suggeriva che gli spettatori fossero convinti che il 2° show sarebbe stato
un gioco completamente aperto, e che il doppio biglietto per lo show di Bob
fosse stato un buon investimento. Ancora una volta, controllata la set-list,
si può dire questo spettacolo back-to-back era una notte molto speciale per
tutti presenti.
Devo dire che i fondali con le nuove foto d'epoca, (dove di solito c’è
l’"occhio"), sono visivamente appropriati.
Musicalmente, gli show sono stati tutto quello che si poteva sperare.
Emotivamente, mi sentivo privilegiato di aver assistito per esteso a questa
specie di "lavoro straordinario". Siamo tutti usciti sapendo che abbiamo
potuto vedere Bob e la sua rockin'-band oltre il suo momento di coricarsi.
Ero davvero stanco, ed ho dormito molto quella notte.
a
Mercoledi 17 Novembre
2010
Washington, DC - George Washington University - Charles
E. Smith Center - November 13, 2010
Nessuno rovina Dylan come Dylan stesso
by Bob Boilen
In questi anni Bob Dylan ha passato un sacco di tempo dietro la tastiera
negli spettacoli dal vivo.
Ho visto Bob Dylan e la sua band esibirsi questo fine settimana in una
palestra cavernosa a Washington DC. Uno sguardo alla scaletta ed è facile
pensare che fosse uno spettacolo incredibile:
1. Rainy Day Women # 12 & 35
2. Señor (Tales Of Yankee Power)
3. Just Like Tom Thumb's Blues
4. Just Like A Woman
5. Rollin 'And Tumblin'
6. Tryin 'To Get To Heaven
7. Summer Days
8. Desolation Row
9. High Water (For Charley Patton)
10. Simple Twist Of Fate
11. Highway 61 Revisited
12. Ain't Talkin '
13. Thunder On The Mountain
14. Ballad Of A Thin Man
(Bis)
15. Jolene
16. Like A Rolling Stone
Ma a dire il vero, lo show non era buono. Chi vede Bob Dylan dal vivo sà che
le sue canzoni sono spesso appena riconoscibili dagli originali. Io di
solito applaudo gli artisti che cambiano le loro canzoni e trovano nuovi
modi di dare vita ad esse, ma raramente questo è vero per Bob Dylan. Di solito
le melodie sono trascurate, buttale lì, il canto spesso è staccato, piccole frasi spogliate
delle loro forme cantabili. Nella palestra presso la George Washington
University era quasi impossibile distinguere le parole se non le conoscevi
già.
Dylan sembrava felice, a volte, bardato in un grande cappello e una divisa
con una striscia in grassetto sulle gambe dei pantaloni. Sembrava uno
sceriffo messicano, anche se forse qualcuno può dirmi se c'è un altro
significato per le origini ed il senso di questo abbigliamento.
La band è stata buona ed agile, ma la sua caratteristica è stata proprio il
tipo di conduzione musicale in linea retta, con riff blues e rock-and-roll
che fanno diventare grandi canzoni molto ordinarie.
Ci sono state circa quattro canzoni nelle quali mi sono ritrovato a
desiderare che Dylan avesse lasciato la sua band di talento sul tour bus. Ha
Dovuto uscire da dietro la tastiera per coinvolgere la gente, mettersi a
tracolla una chitarra acustica e cantare. Ma suppongo che questa sia una
noia per lui. Lui sembra più interessato a intrattenere se stesso piuttosto
che il pubblico e, francamente, chi potrebbe biasimarlo? Dylan ha fatto
oltre un centinaio di spettacoli all'anno per 22 anni, quindi credo che
l'emozione di reinventare i suoi brani sia stata la sua motivazione primaria. Ma
con l'eccezione di "Ballad of a Thin Man", continuavo a pensare che se una
qualsiasi delle melodie classiche fosse stata presentata nell’attuale forma
con la quale sono state suonate e cantate qui, sarebbero state presto
dimenticate. Amo ancora Dylan e gli darò un’altra chance se arriverà di
nuovo in città. Ma è stata una delusione.
Avete visto Dylan negli ultimi anni? Siete stati soddisfatti o smarriti?
A Robert Plant piace il nuovo che sembra vecchio
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Martedi 16 Novembre
2010
West Long Branch, New Jersey - Monmouth University -
November 14, 2010
1. Rainy Day Women #12 & 35
2. It's All Over Now, Baby Blue (Bob on guitar)
3. Stuck Inside Of Mobile With The Memphis Blues Again (Bob on guitar)
4. Just Like A Woman
5. The Levee's Gonna Break
6. Tangled Up In Blue
7. Tweedle Dee & Tweedle Dum (Bob on guitar)
8. A Hard Rain's A-Gonna Fall
9. Cold Irons Bound
10. Forgetful Heart
11. Highway 61 Revisited
12. Not Dark Yet
13. Thunder On The Mountain
14. Ballad Of A Thin Man
Febbraio 2007: Ecco cosa è successo. Ryan, 33 anni,
produttore musicale ed autore di Houston , nel suo studio di casa registrò
una sorta di retro mash-up di due dei suoi artisti preferiti, Bob Dylan e il
Dott. Seuss.
Ryan prese il testo di sette classici di Seuss, tra cui "The Cat in the Hat" e
"Green Eggs and Ham", e li mise sopra a tracce originali che suonavano come
se fossero appena uscite dalle mani di Dylan nella metà degli anni '60. Ryan
ha suonato tutti gli strumenti e cantato tutte le canzoni con la voce
sussurrata e nasale di Dylan. Poi registrò in Internet un dominio,
dylanhearsawho.com, e verso la fine di febbraio postò i suoi sette brani
online, accompagnato da una copertina dell’album opportunamente
Photoshoppata, con il titolo "Dylan Hears a Who".
"Green Eggs and Ham" è stato impostato ed arrangiato su una melodia a metà
strada tra "Highway 61 Revisited" e "Subterranean Homesick Blues", completo
del fraseggio a volte beffardo e tipico del Dylan di quegli anni., tutto questo accompagnato da una banda elettrica up-tempo, con le svisate
tipiche dell’organo Hammond.
Era una cosa intelligente e piacevole. Ryan si era immerso così
pienamente nelle parole del Dr.Seuss e nello stile di Dylan che è riuscito a
fondere due intelligenze creative molto diverse. Molti di coloro che hanno
sentito i brani erano convinti di aver ascoltato degli inediti di Bob Dylan.
Raggiunto a Houston, Ryan ha confermato che lui aveva fatto tutto il lavoro,
ma rifiutò di parlarne se non per dire che non si sarebbe mai aspettato di
attirare tanta attenzione. Invece, "Dylan hears a who" fu rapidamente
ripreso dai blogger e il popolare sito Web di BoingBoing ripostò i brani
attirando centinaia di migliaia di visitatori.
Poi anche la Dr. Seuss Enterprises, di La Jolla, California, azienda che
pubblica le opere postume di Theodor Geisel, sentì "Dylan Hears a Who". Solo
due settimane dopo che la voce aveva cominciato a diffondersi, Ryan
ricevette l’intimazione di ritirare tutto dagli avvocati Seuss, che
affermavano che il suo sito aveva violato i diritti d'autore. Ryan rispettò
in modo rapido e silenzioso l’intimazione. Invece dei brani di “Dylan hears
a who, i visitatori di dylanhearsawho.com trovarono un breve messaggio (che
si legge ancora oggi) che
informava che il sito era stato "ritirato" su richiesta della Dr. Seuss
Enterprises.
Ryan - meglio conosciuto come il coautore di "Registrazione dei Beatles",
una indagine minuziosa su ogni traccia del gruppo, si trovò così faccia a
faccia con la società che custodiva gelosamente la proprietà intellettuale
del Dr.Seuss. Perdere un caso di violazione di copyright può essere
estremamente costoso. Oltre ad una multa di 150 mila dollari prevista dalla
legge federale per i danni, gli imputati possono anche trovarsi a pagare
tutte le spese legali del ricorrente. (La Dr. Seuss Enterprises ha voluto
contestare "Dylan Hears a Who" perché in discussione c’era anche un soggetto
di interesse nazionale come Bob Dylan, ma gli avvocati di Dylan hanno sempre
rifiutato un loro commemto sul lavoro di Ryan.)
Come succede, se Ryan voleva entrare in una causa sui limiti della legge
sulla parodia, non avrebbe potuto trovare un avversario meglio preparato
della Dr. Seuss Enterprises. L' azienda aveva già aiutato a scrivere un
capitolo importante nella giurisprudenza attuale per quanto riguarda quello
che non sembra essere una parodia di “uso corretto”. Nel 1996, la Dr. Seuss
citò, vincendo la causa, la Penguin Books per fermare la pubblicazione di
"The Cat in the Hat NOT", una parodia della serie dei Simpson scritta e
illustrata in stile Seuss.
Ma "Dylan hears a who" contunua a vivere, anche se il sito di Ryan
è stato ritirato. Le canzoni sono state on-line abbastanza a lungo perchè gli
appassionati di musica potessero fare quello che fanno i fan sul Web:
copiare le canzoni e ripubblicarle. Nonostante la minaccia della proprietà
intellettuale, l’album di Bob Dylan con il Dr. Seuss si è garantito ancora
lunga vita.
Le canzoni, a parte le parole che sono state “letteralmente” prese dagli
scritti del Dr.Seuss, suonano così giuste da confondere e far venire
dubbi a chiunque, in particolare la voce che imita Dylan difficilmente fa
pensare ad una parodia, le sfumature, le impressioni, la cadenza, lo stile e
le orecchie convincono chiunque che sta ascoltando il vero Dylan, lavoro
fatto in maniera superba e meravigliosa, è proprio come ascoltare degli
autentici inediti di Bob, e il successo che questi pezzi ebbero in tutto il
mondo stà a dimostrare la loro bontà e veridicità. Complimenti a Ryan per il
lavoro di registrazione, a Dylan per aver ispirato l’autore ed al Dr.Seuus
per aver scritto i testi.
Per ascoltare cliccate col tasto sinistro sul link
Per scaricare gli MP3: Cliccate sul link col tasto destro / Salva oggetto
con nome
Washington, DC - George Washington University -
November 13, 2010
1. Rainy Day Women #12 & 35
2. Señor (Tales Of Yankee Power)
3. Just Like Tom Thumb's Blues
4. Just Like A Woman
5. Rollin' And Tumblin'
6. Tryin' To Get To Heaven
7. Summer Days
8. Desolation Row
9. High Water (For Charley Patton)
10. Simple Twist Of Fate
11. Highway 61 Revisited
12. Ain't Talkin'
13. Thunder On The Mountain
14. Ballad Of A Thin Man
(encore)
15. Jolene
16. Like A Rolling Stone
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Bethlehem, Pennsylvania - Lehigh University - Stabler
Arena - November 12, 2010
1. Leopard-Skin Pill-Box Hat (Bob on keyboard)
2. Don't Think Twice, It's All Right (Bob on guitar)
3. Things Have Changed (Bob on guitar)
4. Just Like A Woman (Bob on keyboard)
5. Rollin' And Tumblin' (Bob on keyboard, Donnie on electric mandolin)
6. Simple Twist Of Fate (Bob on guitar)
7. Cold Irons Bound (Bob center stage on harp)
8. Spirit On The Water (Bob on keyboard and harp)
9. Summer Days (Bob on keyboard)
10. Tangled Up In Blue (Bob center stage on harp)
11. Highway 61 Revisited (Bob on keyboard)
12. Workingman's Blues #2 (Bob on keyboard then center stage on harp)
13. Thunder On The Mountain (Bob on keyboard)
14. Ballad Of A Thin Man (Bob center stage on harp)
(encore)
15. Jolene (Bob on keyboard)
16. Like A Rolling Stone (Bob on keyboard)
Cedar Falls, Iowa - University of Northern Iowa -
McLeod Center- October 24, 2010
di John Condon
Bob e la band hanno suonato uno spettacolo eccellente alla
University Center di McLeod Northern Iowa. Si tratta di un pallone da basket
con una piccola arena, ed era perfetto per il mio 18° show di Bob. Di qualsiasi
biglietto in sala si sarebbe potuto dire che erano posti meravigliosi, ma il
nostro gruppo ha avuto biglietti davvero fortunati ed eravamo direttamente
di fronte alla batteria, cinquanta piedi indietro. Il suono era molto
chiaro, a volte troppo forte, ma c’è da dire che il buon Dio ha creato anche
i tappi per le orecchie. Bob era acceso.
Abbiamo sentito grandi prestazioni di Tryin 'To Get To Heaven, High water,
Tangled Up In Blue, e soprattutto Ballad of a Thin Man. Perché questo sito è
in gran parte visitato da fans irriducibili, devo proprio parlare dei nuovi
fondali del palco. Mentre la band ha suonato come al solito, i profili di
Bob sono stati proiettati sullo sfondo, a volte le immagini in tempo reale,
e queste era semplice teatralità sorprendentemente abbinata al movimento. I
fondali che sembravano un pranzo o uno scuolabus durante Ballad of a Thin
Man, e quello che sembrava una similitudine della Torre Eiffel o di un ponte
durante High Water. Un altro brano contenuto ha avuto una proiezione della
band, espresso sullo schermo posteriore, originale e fresco.
I fondali e l'illuminazione sono stati particolarmente efficaci quando Bob
ha preso il microfono al centro della scena. Tre urrà per la teatralità!
Andate a vedere questo tour!
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di Ken Gratton
Il mio quinto show di Dylan dal 1996. E' vero, la sua voce non è forte come
lo era una volta, ma la performance è stata fantastica, molto di più del
raccontare la storia delle canzoni. Hwy 61 ha scosso i viso spenti, come
sempre fa. Credo che il clou della serata è stata Workingman Blues. E' stata
dolce e bella, migliore rispetto alla versione dell'album. Blind Willie era
troppo grande, Bob è stato in piedi davanti e al centro e lui sembrava un
cantante degli anni '30. Molto cool.
Un altra grande esperienza per me. Naturalmente se ti aspettavi il Bob degli
anni 70's o 80's saresti stato deluso, ed alcune persone se ne sono andate.
Andrà bene per loro, solo che non capisco. Oh, sì, non dimentichiamo la
band. Intenta a guardare Bob per gli spunti, Tony e George ridendo spesso,
immagino che Bob stesse facendo qualche improvvisazione per tutti. Tutto
sommato, Bob Dylan è un vero artista ed un poeta. Love you di Bob.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
di Bob Hughes
Il terzo spettacolo di quest'anno e il mio 40°. Era il mio compleanno quindi
ero contento di poterlo festeggare così. Naturalmente l'arena UNI era piena
di docenti e studenti ... quindi quando Bob ha cantato Tangled up in Blue ha
cambiato il testo della canzone (se ho capito bene) in questo modo...
Alcuni sono matematici
Alcune sono mogli di professori
Non so come sia cominciata
Non sanno quello che fanno della loro vita
... La folla è esplosa. E' stata una notte fantastica.
Gli highlights sono stati Blind Willie McTell, Workingman’s Blues e Ballad
of a thin man, ognuna delle quali è stata come la prima volta che le
sentivo. Snervante vedere Bobby di nuovo di fronte al microfono con in mano
solo l’armonica, gesti stravaganti e ovviamente fatti per tirare applausi.
Di fianco, Charlie Sexton era evidentemente che non regnava più in un certo
qual modo come al rientro , quando assumeva grandi pose, a volte, facendo
sembrare lo spettacolo di Sexton con Bob Dylan. E questo è un peccato perché
Charlie è un musicista impressionante. Egli sembrava semplicemente annoiato
e frustrato. In Highway 61, dove c'è stata una
occasione per far sentire la sua capacità, non è stato nello stesso mood
come a KC nel mese di agosto, quando Charlie ha dominato la scena. Sto
pensando e credo di indovinare che egli potrebbe lasciare questa band molto presto.
Encore corto e alcune note discordanti in Jolene, qualcuna era così stonata
da dar fastidio. Forse Bobby era stanco quando è uscito per il bis,
mostrando che la sua età ha la sua importanza sulla prestazione .. ma poi la
notte seguente si reca in un altro posto e comincia da capo. Come un
Marine, ... una canzone e l’uomo che balla.
Champaign, Illinois - University of Illinois - Assembly
Hall - October 22, 2010
by Bob Siebrecht
Fantastico. La migliore band del paese.
Inoltre, l'illuminazione e la messa in scena di "Ballad of a Thin Man" ha
fatto venire ai fans la pelle d'oca. Il bis, "Like a Rolling Stone", invece
di assomigliare all’ originale, è stata gioiosa. Era come se stesse dicendo:
"Qui siamo suonando la miglior canzone rock mai scritta. Godetevela! "
a
Sabato 13 Novembre
2010
La mail di Silvia
Ciao Maggie, ho visto che hai segnalato la mia recensione
di "Factory Girl" nel tuo sito: grazie, sono lieta che ti abbia colpito così
tanto da segnalarla.
Un saluto, Silvia
Leggo tante cose sul web, ma scelgo di
pubblicare solo quelle scritte con la testa, complimenti, alla prossima :o)
Ciao Mr. Tambourine,
mi dispiace scocciarti ancora, ma al Fonclea ci hanno spostato ancora la
data stavolta al 14 dicembre.
Scusami ma, come puoi immaginare, non è colpa nostra...
Pertanto Dylan Dogs @ Fonclea
martedì 14 dicembre ore 22,00.
Per tutti i Magfarmiani di Roma è un appuntamento da non perdere, penso. Per
chi intende cenare al Fonclea il costo è 25,00 euro, menu fisso, ma in tal
caso meglio prenotare il tavolo telefonicamente.
Ti ringrazio e ancora scusa.
Bruno Jackass
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St. Louis, Missouri - St. Louis University - Chaifetz
Arena - October 21, 2010
di Williams Zak
Ieri sera è stata la mia terza volta che vedevo Mr. Dylan in concerto,
questa volta alla Chaifetz Arena nel campus della St. Louis University. Mio
padre era ancora al lavoro nei campi e non ho trovato nessun altro che mi
accompagnasse, così sono andato con mia mamma (sorprendentemente a lei non
importava dello spettacolo, tranne che essere partecipe all’evento).
La Chaifetz Arena sembra abbastanza accogliente per essere un' arena b-ball,
anche se credo che avrei visto un migliore concerto se fossi stato un pò più
lontano ...
Siamo arrivati molto presto ed abbiamo dovuto aspettare più di un'ora prima
dell'orario di inizio, che ha finito per essere circa 8-10 minuti dopo le
8,oo. I nostri sedili erano nell’ottava fila , sul lato più lontano di Bob.
Sono stati posti abbastanza buoni e abbiamo pensato che erano meglio della
prima fila in cui non si vedeva niente stando seduti a causa della gente in
piedi davanti al palco. Il pre-show è stato un ragazzo ubriaco, che cantava
Subterranean Homesick Blues a squarciagola dal lato della destro dell’arena.
Sapevo di non dover aspettarmi nulla di straordinario o radicale, la
migliore cosa che speravo era una canzone in più nel bis o uno dei miei
favoriti a sorpresa. Finii per ottenere né l’uno né l’altro ...
Leopard Skin e Senor erano buone, e mi sono divertito sentendo I'll Be Your
Baby Tonight di nuovo, anche se il sound era molto bluesy piuttosto che
country, quando l’avevo sentita fare ancora con Larry. La jamming intro di
Just Like A Woman è stata un punto di forza della notte. Il modo in cui Bob
e la band hanno dato corpo al suono ed alla melodia è stato bello, anche se
a metà canzone Bob ha lasciato lo spazio per consentire al pubblico di
cantarla insieme. Noi abbiamo finito per stare in piedi quasi tutta la
notte, almeno per tutti noi sul pavimento, fatto che è stato un pò
sorprendente. Bob sembrava essere un buon umore, sorridente e saltellante in
giro per tutta la notte ...
I primi sette numeri sono stati davvero buoni, tranne Hard Rain e Nettie
Moore, troppo rock nel suono. Credo che questa sia l'influenza di Charlie
Sexton. Questa è stata la mia prima volta che lo vedevo. L'allampanato
texano sembra che sia sempre pronto a scatenare la sua chitarra in qualsiasi
momento. E la maggior parte dei fans sembrano amare questa versione della
band di Bob ed il suono. Avrei solo preferito un pò di più di numeri leggeri
e intricati come i due che ho citato sopra, la steel guitar di Donnie Herron
era persa nel mix. Personalmente, penso che Bob abbia troppi musicisti sul
palco, almeno con questo suono hard rock e Charlie in aggiunta al suo suono
dell'organo ...
Cold Iron Bounds è stato un altro numero forte, Highway 61 era una sorta di
blah, fino a quando non si aggiustata su una velocità più confacente durante
la jam. Questa è stata seguita da Nettie Moore, che è stata una delle
canzoni che hanno suonato meglio per me.
La migliore canzone della notte? Ballad of a thin man probabilmente. L'ho
sentita entrambe le volte che ho visto Bob e sapeva che stava arrivando. Le
impostazioni di luce e lo sfondo sul palco sembravno accordarsi
perfettamente con lo stato d'animo dei testi e le chitarre hard rock, in più
c’era l’armonica migliore di Bob della notte.
Dopo la pausa sono tornati fuori per il bis, George con un sigaretta appesa
dalla sua bocca, ed hanno suonato Jolene, che era buona.. Dopo c’ è stata
"Thank You Amici ... "e la presentazione della band e poi la classica Like A
Rolling Stone, che ha fatto tutti felici. La band si è messa nella line up
sulla sinistra, restando nel buio per pochi minuti. Stavo pensando che
potevamo avere una canzone in più, ma un sacco di persone erano già in
partenza e la folla era abbastanza moscia per iniziarne un’altra, quindi non
c'era molto per invogliarli a suonare ancora un pezzo ...
E' stato un bello spettacolo, un pò più di un'ora e mezza. Ho poche
lamentele minori da fare, solo una canzone alla chitarra e non ha suonato
Tangled Up in Blue, che ha suonato al massimo negli show precedenti. Ma era
uno spettacolo di Bob unico nel suo genere e c’erano 8 canzoni che non avevo
ancora sentito, e un luogo dove non ero mai stato.
Moneta d'argento commemorativa per Lennon emessa dalla
British Royal Mint
AP Photo / Royal Mint
Venerdì 29 ottobre 2010, la British Royal Mint ha emesso
una moneta coomemorativa dedicata all'icona del rock John Lennon. L'ex
membro dei Beatles è stato scelto attraverso una votazione pubblica per
essere onorato con la moneta con un valore nominale di 5 sterline (US $ 8),
ma che sarà venduta in edizione limitata a 45 sterline (71,68 dollari Usa).
L'ex Beatle si unisce così a William Shakespeare, Winston Churchill, Charles
Darwin, Florence Nightingale, luminari britannici le cui immagini sono state
usate in passato per l’emissione di monete speciali.
LONDRA (AP) .- La maggior parte delle monete britanniche hanno stampata
l'immagine della regina Elisabetta II - ma ora è stato raggiunta da John
Lennon, onorato venerdì con una moneta commemorativa emessa dalla Zecca
Reale.
E' stato un trionfo per i fan dei Beatles, che hanno votato via e-mail ed
attraverso social network per dare la loro preferenza a Lennon in un
sondaggio pubblico per determinare queale volto deveva essere impresso sulla
moneta speciale.
Lennon – autore di "Imagine" e "Strawberry Fields Forever" – è stato il più
votato, staccando di molto l’autrice Jane Austen e diverse altre figure nel
ballottaggio.
"E' assolutamente giusto che John Lennon sia stato scelto dal pubblico in
quello che sarebbe stato il suo 70° anno", ha dichiarato Dave Knight,
direttore della Zecca Reale. "La percentuale di voti che Lennon ha ricevuto
dimostra chiaramente quanta la sua prematura morte risuoni ancora nella
nostra nazione. Si è messo al fianco, e persino davanti, ad alcuni dei più
grandi nomi della storia".
Il rilascio della medaglia d'argento commemorativa segna un passo in più
nell’ establishment britannico verso il postumo abbraccio di Lennon, la cui
posizione politica e l'uso di droghe lo mise in conflitto con le autorità
alla fine del 1960 prima di trasferirsi a New York, dove fu assassinato nel
1980.
L'aeroporto di Liverpool, città natale dell’ex-Beatle, è stato intitolato a
Lennon, e vi è una statua di lui nel centro della città.
La moneta (in edizione limitata) mostra Lennon con capelli lunghi e le
basette, con i suoi occhiali rotondi che sono diventato il suo marchio di
fabbrica. Avrà un valore di 5 sterline (8 dollari), ma sarà venduta per
44,99 sterline in edizione limitata di 5.000 pezzi.
La Zecca Reale prevede anche di produrre una sola moneta in oro 24 carati
che verrà data agli eredi di Lennon.
Copyright 2010 The Associated Press.
a
Venerdi 12 Novembre
2010
Charlottesville, Virginia - University of Virginia -
John Paul Jones Arena - November 10, 2010
1. Rainy Day Women #12 & 35
2. It Ain't Me, Babe
3. Stuck Inside Of Mobile With The Memphis Blues Again
4. Love Sick
5. The Levee's Gonna Break
6. Desolation Row
7. Tweedle Dee & Tweedle Dum
8. Simple Twist Of Fate
9. High Water (For Charley Patton)
10. Tangled Up In Blue
11. Highway 61 Revisited
12. Workingman's Blues #2
13. Thunder On The Mountain
14. Ballad Of A Thin Man
St. Louis, Missouri - St. Louis University - Chaifetz
Arena - October 21, 2010
di Jason Barton
A volte negli ultimi 12 mesi, qualcuno deve aver spento l’interruttore
del carisma di Charlie Sexton, gettandolo al vento. Niente nomi, ma le iniziali
del probabile colpevole (immagino) sono BD.
Se non mi sono illuso (cosa che può essere vera), Sexton ha trascorso gli
spettacoli (che ho visto) lo scorso anno impettito, pavoneggiandosi, facendo
il famoso duck-walk e assoli furiosi. Sexton ha due facce, il suono e la
presenza, vanno insieme, come l'uva e le noci. Non si può avere solo uno o
l'altro.
Stasera, ho aspettato che lui esplodesse, senza alcun risultato. E' stato
sommesso, fuori dallo show, un medievale Mago Merlino senza la sua
bacchetta magica.
A mio avviso, un pomposo Sexton dovrebbe trionfare sul Sexton sottomesso
ogni volta. Il suo atteggiamento tempestoso è basilare per il sound della
band, conferendo una selvaggia tensione al ritmo costante di basso, batteria
e organo. E tuttavia, è stato spogliato del suo carisma, l’han fatto
diventare solo un altro chitarrista, e la band ne aveva già uno di quelli.
Se leggete questo sfogo come una lettera d'amore per Sexton (e un colpo
basso a Stu, Dylan, lo spettacolo, e tutto l’insieme), è solo che la
disparità di questa band con quella dello scorso anno era evidente ed
esaltante. O, forse,
(come la band), sto semplicemente avendo una serata no.
E tuttavia, è significativo che Sexton è sembrato veramente vivo solo quando
si è tolto la giacca giusto prima di "Ballad of a Thin Man". Solo poi, nella
sua lunga camicia nera, sembrava avere lo spirito scatenato dei giorni
passati.
Oh, bene, spero che lo spettacolo di domani porti qualcosda di nuovo nel
senso della sua vitalità e presenza. In caso contrario, è difficile
immaginare che Sexton rimanerrà ancora a lungo in questa band. La domanda è:
può la musica tenere incatenato un leone e
contemporaneamente far tacere la sua anima?) Dal mio punto di vista la
risposta è "no".
Nota di Mr.Tambourine
Questa recensione fa venire veramente da riflettere sulla attuale situazione
e sul ruolo di Sexton nella band. Diciamo che dopo aver letto moltissime
recensioni entusiastiche riguardanti Sexton dal momento del suo rientro,
qualcuno potrebbe essersi rotto le palle della sua presenza e della sua
personalità, qualcuno che ruba il charisma a qualcun’altro può dare
fastidio, è già successo, if my memory serve me well, con Tom Petty, quando
Bob era convinto che la gente andasse ai suoi show per vedere Tom con gli
Heartbreakers e non lui.
Le recensioni degli ultimi mesi sottolineano spesso la diversità del
comportamento di Sexton rispetto ai primi mesi dopo il ritorno nella band,
quando con la sua vitalità, la sua prorompenza, il suo incitamento a Bob
stesso, aveva dato un impulso veramente nuovo alla musica e di conseguenza
alle prestazioni del nuovo crooner Bob Dylan . Charlie sembrava trascinare
tutto e tutti come un vorticoso fiume in piena che aveva rotto gli argini
portando via ogni cosa, creando un paesaggio nuovo da guardare con speranza.
Forse questa cosa può aver stancato qualcuno, qualcuno che ha imposto un
qualche specie di stop a Charlie, annullando gli effetti positivi della sua
presenza. Un Charlie “spento” non serve a nessuno, ma conosciamo bene il
carattere e la permalosità in certe situazioni di Bob, durerà ancora a lungo
questa collaborazione? Oppure Charlie dirà di nuovo: “Caro Bob , è stato
bello finchè ero libero di suonare come mi sentivo, ma ora è finita, le
nostre strade si dividono ancora, e purtroppo, questa volta
definitivamente!”.
Speriamo di no, Bob ha, al momento, bisogno Charlie come il ghiaccio ha
bisogno del freddo per mantenere il suo status, andando diversamente le cose
Charlie di sicuro si scioglierebbe (se non lo sta già facendo), ed allora
dovremo dire di nuovo addio ad un tour all’altezza delle regole, purtroppo
di tour come quello Freeman/Kimball penso che ogni singolo fan di Bob ne
abbia avuto più che a sufficienza.
A meno che Bob abbia in mente un sound nuovo ed un nuovo tipo di show, con
musicisti nuovi e motivazioni nuove, meno esaurite di quelle degli attuali
interpreti di questo show senza fine ormai ripetitivo e prevedibile, Charlie
aveva solo portato più in alto la soglia della noia, ma se oggi qualcuno gli
ha tirato il freno a mano la vedo triste, il ritorno alla noia formato
standard degli anni scorsi di certo non può entusiasmare più nessuno.
Il giallo delle Basement Tapes. Manca niente?
clicca qui
a
Giovedi 11 Novembre
2010
University Park, Pennsylvania - Penn State University -
Bryce Jordan Center - November 9, 2010
1. Leopard-Skin Pill-Box Hat
2. This Wheel's On Fire
3. Stuck Inside Of Mobile With The Memphis Blues Again
4. Just Like A Woman
5. Tweedle Dee & Tweedle Dum
6. Masters Of War
7. Cold Irons Bound
8. Visions Of Johanna
9. Summer Days
10. Forgetful Heart
11. Highway 61 Revisited
12. Can't Wait
13. Thunder On The Mountain
14. Ballad Of A Thin Man
Nashville, Tennessee - Municipal Auditorium - October
19, 2010
Bob Dylan in gran forma a Nashville
di Schlansky Evan
Bob Dylan e la sua band stanno suonando "Leopard Skin Pillbox Hat" quando
arrivo al Nashville Municipal Auditorium. Non c'è tempo per comprare della
birra. Mostro il mio biglietto all'usciere che mi guida proprio di fronte al
palco per raggiungere il mio posto. E per un attimo, lo giuro. mi sento gli
occhi di Bob Dylan addosso. È
una specie di brivido vertiginoso, e mi sento un pò a disagio. La band si
lancia in "This Wheel's On Fire", ed io prendo il mio posto. “If your memory
serves you well, we were going to meet again and wait. So I’m going to
unpack all my things, and sit before it gets too late.”
"Se la vostra memoria funziona bene, stavamo andando a incontrarci di nuovo
e aspettare. Quindi ho intenzione di disfare tutte le mie cose, e sedermi
prima che diventi troppo tardi. "
L'ultima volta che ho visto Bob Dylan suonare, ho avuto l'esperienza
surreale si stare di piedi a diversi metri di distanza da lui, sul lato
della scena, al Prospect Park di Brooklyn. Ma non ho mai avuto modo di
vedere la sua faccia. Invece, questa volta mi fissò mentre blandiva le note
della sua tastiera, e sputava fuoco caldo nel microfono. Quella fu anche
l'ultima volta che io abbia mai zittito qualcuno in un concerto..
Com'è stato il concerto di Brooklyn? Da qualche parte tra il trascendente e
il buono. Tutti sanno che uno spettacolo moderno di Dylan è una proposta
rischiosa. Egli sarà in vena di dare? Sarà la sua voce buona? Riuscirà a
cantare come lui vuole? E questo spettacolo sara 'Blowin' in the wind,
oppure sarà un colpo solo? Avevo visto male Bob Dylan prima, e non avevo
voglia di ripetere l'esperienza. Quale era il motivo sono rimasto
piacevolmente sorpreso, infatti esaltato, di aver assistito a questo
spettacolo. Bob Dylan ha picchiato, signore e signori, ha picchiato duro.
Come bonus aggiuntivo, ho avuto una vista spettacolare. Halloween si
avvicina (mettete tutti le maschere di Bob Dylan), e come un jack-o-lantern,
la sua faccia era mezzo in ombra e metà illuminata in un bagliore arancione.
Poi c'era Charlie Sexton, la sua seconda pelle, al suo fianco, alla ricerca
di tutto il mondo come un Nashville Cat, con il suo abito grigio e
tagliente ed i capelli acconciati. Cadeva in ginocchio, mentre rintoccava
fuori dalle linee di chitarra. Gli altri musicisti sono stati altrettanto
bravi. E poi c'era Dylan: vestito con il vestito antiquato, ormai il suo
marchio di fabbrica, sembrava una reliquia della guerra civile più che il
leader di una rock band. Domanda per i puristi: quando è stata l'ultima
volta che Dylan ha suonato indossando un cappello?
"Stuck Inside A Mobile (With The Blues Memphis Again" mi aveva fatto
chiedere che cosa il compositore veterano deve pensare di queste vecchie
linee e indovinelli criptici, circa quaranta anni dopo. Palpebre piene di
fumo, sigarette schiacciate, è tutto così stile1960. Apparentemente ottiene
ancora spinta da queste canzoni, dal momento che non ha mai smesso di
suonarle.
In "Just Like A Woman", Dylan all’organo. Dove ha messo l'accento questa
volta? La canzone era stoppata dopo "Takes ..." e poi “...just like a woman"
come un coro greco. Bob, naturalmente, riprendeva subito dopo. "Tangled Up
In Blue", è stato riscritta ancora una volta. Ora si va "Al mattino
presto”..." (attesa per esso) "il sole stava sorgendo" (attesa per esso).
Tutto il Bob Dylan che eravamo abituati a conoscere ora è un’illusione per
noi.
Se vi piace il modo in cui la voce di Dylan suona in questi giorni, tutta
rauca ed abusata, allora davvero vi piacerà sentire canzoni come "Beyond
Here Lies Nothing" e "Rollin 'and Tumblin'" dal vivo. E' la stessa voce che
sentite sul disco. Perversamente, le nuove canzoni sembrano avere liriche
buone. Non certamente in "Lay Lady Lay".
"Rollin'and Tumblin' " è il momento del concerto in cui tutto sembra segnare
il passo. "Ho avuto problemi così difficili, non riesco a sopportare la
tensione. Alcune giovani sgualdrine mi han portato via il cervello. Dopo qualcuno
ha gridato "All Along The Watchtower", che, da quello che posso
immaginare, è quasi sempre negli encore. Stranamente, non l’ha suonata
stasera.
In "Spirit On The Water" la melodia è portata molto più alto di quanto non
sia in Modern Times, e dispone di un altro testo Halloween-friendly: "Sono
pallido come un fantasma, tengo un fiore su uno stelo. Hai mai visto un
fantasma? No, ma li avete sentiti "Anche macabro:". Voglio essere con te in
paradiso, e sembra così ingiusto. Non posso andare in paradiso, non c'è più,
ho ucciso un uomo laggiù ".
"High Water (For Charley Patton)," con Donnie Herron al banjo, era una
canzone appropriata per una città dove "è venuto giù il diluvio", non troppo
tempo fa. Sulle canzoni distanti dalla tastiera, come questa, Dylan usa il
suo corpo, in modo molto sottile, ma molto cooly, a punteggiare il testo
della canzone. Per un secondo, lui sembra un vecchio raggrinzito cantante
blues nero nella sua esecuzione.
"Workingman's Blues", probabilmente la più in evidenza della
serata, è emotiva. E
chiaro. "Dannazione, stasera è più coerente rispetto agli ultimi tre
spettacoli che ha tenuto a Nahsville," mi ha detto la donna vicino a me che
cantava il coro di "Just Like A Woman". Io ci credo. "Highway 61 Revisited"
prende vita. Una nuova energia è stata inserita. Ci stiamo muovendo lungo la
strada ad una velocità accelerata.
"Ain't Talkin '" è una canzone lunga, ma è ancora impressionante. E dà ad
Herron, un polistrumentista, la possibilità di usare la viola. "Thunder On
The Mountain", che ha un’intro killer, una sorta di falsa partenza che ti
prepara l'evento principale, anche se suona un pò come "Highway 61
Revisited". Ma c’è dentro Alicia Keys , ed il Tennessee.
"Ballad Of A Thin Man" sarebbe stata buona per Jack White da cantare. White
si era unito a Dylan sul palco del Ryman nel 2007 per "Meet Me In The
Morning" e "One More Cup Of Coffee". Ma lui deve aver dormito stanotte nel
backstage. Dylan esegue un altro assolo armonica dadaista, suonando
abbastanza note per fare una buona impressione. Poi è il momento dei bis.
Per "Jolene", le prime file si trasformano in una festa da ballo. E "Like A
Rolling Stone" è pura festa, la felicità ed un concerto rock – rock, quelli
di base sono gli accordi del rock (ascoltate "La Bamba", "Wild Thing" e
altrove), graditi da tutti. Come ci si sente? Mi sentivo abbastanza bene.
(Fonte: americansongwriter.com)
a
Mercoledi 10 Novembre
2010
Spostata la data del concerto dei
Dylan Dogs
Ciao Mr. Tambourine
per motivi non dipendenti da noi
il nostro concerto è stato spostato al 1 dicembre!!
Ti allego una locandina con la "patch" corretta, grazie!
Bruno Jackass
Clemson, South Carolina - Clemson, University -
Littlejohn Coliseum - October 17, 2010
di Kenneth Aguar
Abbiamo guidato da Atene, Ga, che è circa un viaggio di 90 minuti da che Bob non ha fissato date in Georgia. E' stato un bel pomeriggio di
sole ed il giro nella Carolina del Sud è stata piacevole, con assenza di
traffico.
Siamo arrivati al campus di Clemson presto, con altri fans che erano sdraiati
nel residenziale parcheggio gratuito, ad un salto dalla sede del concerto.
Il mio amico ed io eravamo in attesa della proiezione del film di D.W.
Griffith "Intolerance" (Come avevo letto in altre recensioni), così abbiamo
fatto in modo di essere dentro il Coliseum in anticipo. La gente era ancora
in attesa in fila per entrare quando siamo arrivati al cancello. Tuttavia,
non vi era nessun film, e dopo essere nel Littlejohn Coliseum alle 20:07,
Dylan e la sua band hanno cominciato con “Leopard Pillbox Hat". I nostri
posti erano in quarta fila, al centro, direttamente di fronte a Bob. Ho
potuto vedere la saliva spruzzare dalla sua bocca ("Bobby, non sputare su di
me!"), come ha iniziato a sputare fuori il testo della canzone. Avere buoni
posti a sedere in uno show di Dylan fa tutta la differenza del mondo perché
le espressioni del suo viso sono così importanti. Tutte le cose che ho letto
su di lui che è "Chaplin-esque" sono vere e sono diventate più esagerato con
l'età. Ho visto Dylan 15 o 16 volte (ho perso il conto). Il mio primo
spettacolo è stato nel 1990, ma la mia ossessione è davvero sono cresciuta
al tempo di "Love and Theft". Devo aver visto una dozzina di spettacoli
nel 2001- 02 con Larry Campbell e Charlie Sexton nella band, e mi ricordo
quando George Recile era il nuovo "ragazzo”, così sono stato particolarmente
felice di vedere Sexton ritornato nella band. Dylan e Sexton sono stati
al centro della scena e la band è stata rock e forte. Un sacco di colpi, “It
ain’t me baby” , “Hwy 61”, "Stuck Inside Of Mobile", ecc. ecc., miscelate
con un pò di canzoni dal taglio più profondo come "Simple Twist of Fate",
"Visions of Johanna" e "Ballad of a thin man”. Charlie Sexton era
hot-as-shit con la sua chitarra in argento lucido e Texas Twang. Mi ha
ricordato un giovane Robbie Robertson che incontra Stevie Ray Vaughn, e si
capiva perchè Dylan è ritornato su di lui!
Bob ha preso spesso il centro della scena e suonato assoli di armonica, ma
ci sono stati momenti in cui stava solo al microfono e cantva senza chitarra
o senza tastiera come non l’avevo mai visto fare prima. L'ultima volta che ho
visto Bob è stato l'anno scorso nel Willie Nelson / Mellancamp tour e il set
era stato molto breve. Questa volta ha suonato per un buon 90 minuti. Sembra
essere sempre meglio con l'età ... no “Watchtower” come bis questa volta e
sarei curioso di sapere se lo schermo del film sarà usato in altre città o
se è stato solo un esperimento? Eppure, pollici in su, è stato uno dei
migliori spettacoli di Dylan che io abbia mai visto! Vorrei poter andare
fino guidare a Nashville stasera per un'altra dose di Bob ... è così bello
quando puoi farlo due volte! Al ritorno in Georgia il prossimo anno Bob!
Pittsburgh, Pennsylvania - University of Pittsburgh -
November 7, 2010
1. Leopard-Skin Pill-Box Hat
2. It's All Over Now, Baby Blue (Bob on guitar)
3. I'll Be Your Baby Tonight (Bob on guitar)
4. Just Like A Woman
5. Rollin' And Tumblin'
6. Tangled Up In Blue
7. High Water (For Charley Patton)
8. Tryin' To Get To Heaven
9. Summer Days
10. Blind Willie McTell
11. Highway 61 Revisited
12. Workingman's Blues #2
13. Thunder On The Mountain
14. Ballad Of A Thin Man
Rochester, New York - Rochester Institute of Technology
- November 6, 2010
1. Rainy Day Women #12 & 35
2. Señor (Tales Of Yankee Power)
3. Just Like Tom Thumb's Blues (Bob on guitar)
4. Things Have Changed (Bob on guitar)
5. The Levee's Gonna Break
6. The Lonesome Death Of Hattie Carroll
7. Honest With Me
8. Forgetful Heart
9. Cold Irons Bound
10. Simple Twist Of Fate (Bob on guitar)
11. Highway 61 Revisited
12. Ain't Talkin'
13. Thunder On The Mountain
14. Ballad Of A Thin Man
Winston Salem, North Carolina - Lawrence Joel Veterans
Memorial Coliseum (Joel Coliseum) - October 16, 2010
Dylan: la sua voce può essere andata, ma lui c’è ancora, e ci porta
ancora a sognare.
di Lynn Felder - REPORTER Magazine
Il trovatore può aver perso gran parte della sua voce, ma non ha perso le
sue canzoni o il suo stile fuorilegge.
Bob Dylan e la sua band sono saliti sul palco al Joel Coliseum ieri sera con
poco clamore e con la solita introduzione "Columbia-recording artist Bob
Dylan", ed eseguito un un concerto che ha tenuto il pubblico di età diverse
rapito per due ore.
La sua Band è puro “Americana”, compresi il contrabbasso, il mandolino, il
dobro, la steel guitar. Il bilanciamento del suono era un pò ruvido nei
primi tre brani - "Leopard-Skin Pill-Box Hat", "Don't Think Twice It's All
Right" e "Stuck Inside of Mobile With The Blues Memphis Again" - ma nessuno
sembrava curarsene. Con il passare del tempo Bob e la band hanno suonato un
paio di brani recenti, canzoni irriconoscibili, la voce di Dylan si era
scaldata un pò, e il suono era migliorato con lui in tempo per una
strepitosa, straziante "Just Like a Woman".
E' stata una piacevole folla che cantava insieme le canzoni più vecchie.
"Shelter From the Storm," fatto a reggae condito con l'hip-hop suonato così
bene, più simile a un dolce ballata standard che all'inno originale dei
lussuriosi. "Tangled Up In Blue" è stata pura gioia ed angoscia.
Dylan è stato uno showman consumato, ogni gesto delle sue braccia e le mani
filiformi trasportavano mistero e di significato.
La cosa è: Non importa che lui sta iniziando a ”suonare” come Leonard Cohen
o come Jimmy Durante, siamo stati affacciati a quello che sembrava il 1964.
Ciò che conta è che lui continua a stare in tour, anno dopo anno, a suonare
per folle di 5.000-6.000 persone in città come Winston-Salem e Asheville.
Ciò che conta è che la sua parola morde ancora, e le sue melodie ancora
afferrano il tuo cuore e saltano su di esso. E lui è ancora una roccia.
I jeans stracciati sono stati sostituiti con abiti di seta di foggia
occidentale, ma Dylan è ancora "il vagabondo originale", come Joan Baez ha
scritto, ancora "Bringin 'It All Back Home", per noi.
Ciao,
complimenti per il sito. Mi permetto di scriverti per porgerti questa
domanda: conosci degli scritti che trattano dei legami fra le
opere di Lewis Carroll (Alice's Adventures in Wonderland e Through the
Looking-Glass) e Bob Dylan oltre a 'Tweedle Dee & Tweedle Dum' - 'All that
and more and then some' di Christopher Rollason?
Oppure, ricordi delle canzoni in cui Dylan fa dei riferimenti espliciti a
Carroll?
Grazie in anticipio e saluti! Senza firma.
Non avrei saputo rispondere a questa
tua domanda, perciò ho chiesto HELP al Proff. Alessandro Carrera che
ringrazio ancora una volta per la sempre generosa disponibilità verso
Maggie's Farm, ecco la sua risposta per il simpatico amico Senza Firma:
Caro Mr.Tambourine,
Ti riporto quello che ho gia' scritto nelle mie note alle canzoni di Dylan
incluse in "Lyrics 1962-2001" (Feltrinelli 2006):
Dylan fa riferimento a Lewis Carroll tre volte. La prima e' in "Fourth Time
Around", il cui titolo potrebbe derivare dal capitolo IV di Attraverso lo
specchio (Through the Looking-Glass, 1871). Dopo aver danzato in girotondo
con Alice, Tweedledum conclude: “Four times round is enough for one dance”
[Quattro volte di fila è abbastanza per un ballo].
La seconda volta e' in "I Threw It All Away". Il verso “Love is all there
is, it makes the world go 'round” [C’è solo l’amore, è lui che fa girare il
mondo] ha la sua origine in una canzone popolare inclusa da Théophile Marion
Dumersan in Chansons nationales et populaires de France (1851): “C’est
l’amour, l’amour, / qui fait le monde / à la ronde”. Ma probabilmente è la
stessa canzone citata in inglese dalla Duchessa nel capitolo IX di Alice nel
paese delle meraviglie (Alice’s Adventures in Wonderland, 1865): “Ogni cosa
ha una morale, se solo la sai trovare... E in questo caso la morale è: ‘Oh,
questo amore, questo amore, che fa girare il mondo!” (“Oh, ‘tis love, ‘tis
love, that makes the world go round!”).
Poi naturalmente c'e' "Tweedle Dee and Tweedle Dum", dove i nomi dei
personaggi sono tratti dal quarto capitolo di Attraverso lo specchio, ma
esiste anche una Tweedle Dee di Scott Winfield incisa nel 1955 da LaVern
Baker e da Elvis Presley.
Columbus, Ohio - Ohio State University - Schottenstein
Center - November 4, 2010
1. Rainy Day Women #12 & 35
2. Girl Of The North Country
3. Stuck Inside Of Mobile With The Memphis Blues Again
4. Love Sick
5. Summer Days
6. Tangled Up In Blue
7. Tweedle Dee & Tweedle Dum
8. Tryin' To Get To Heaven
9. High Water (For Charley Patton)
10. A Hard Rain's A-Gonna Fall
11. Highway 61 Revisited
12. Not Dark Yet
13. Thunder On The Mountain
14. Ballad Of A Thin Man
Winston Salem, North Carolina - Veterans Memorial
Coliseum - October 16, 2010
L'enigma incessante di Bob Dylan: il Never Ending Tour
di Ryan Snyder
A questo punto, in realtà non importa ciò che qualcuno dice in una
recensione di un concerto di Bob Dylan, perché la conclusione sarà quasi
sempre lo stesso: la band è stata abbastanza buona, Dylan non tanto. Il suo
spettacolo di sabato al Lawrence Joel Veterans Memorial Coliseum non era
diverso. E' quasi un luogo comune in questi giorni parlar non tanto bene del
live di Bob, ma poiché egli fa poco per cambiare le cose , è come
raccogliere la frutta dai rami bassi dell’albero. E' un convinto militante
anti-foto allo stesso modo per la stampa e per il pubblico, egli si impegna
raramente per la folla al di là delle più elementari regole di cortesia di
un performer, e i suoi set sono diventati così meccanici nella loro
esecuzione che uno dovrebbe chiedersi se Dylan sia soddisfatto di inserire
il pilota automatico per la maggior parte del tempo. In una tappa del suo
neverending tour ogni pubblico ha guardato nello stesso modo l’aspetto di un
uomo che sta svoltando verso i 70 anni con alle spalle 50 anni di
performance dal vivo.
Non importa se il suo gracchiare impenetrabile rende l'ascolto di alcuni dei
più grandi testi mai scritti un'esperienza esasperante. E' come andare a
vedere il "David" di Michelangelo riesposto nella sua piazza dopo essere
rimasto riparato nel porto di Gaeta per 22 anni. Il suo Never Ending Tour
resiste ancora, solo che a lungo andare è quasi come un tacito
riconoscimento per un artista che non ha mai avuto veramente il dono di una
voce d'oro per cominciare, quindi a che gli seervirebbe prendersi del tempo
libero per recuperare un pò di voce? Tenere la band ben stretta intorno a
lui, riprodurre i brani e il resto funzionerà da sé, come lavorare per
l'ufficio postale, basta essere presenti ed è sufficiente.
Sarebbe una cosa da dire che il suo show a LJVM è stata una delle rare
eccezioni in cui è stato eliminato una rarità come "Odds and Ends", ma
questo non era diverso da tutti gli altri 71 spettacoli che aveva fatto
prima nel 2010. Egli è salito sul palco nel suo vestito bianco e nero,
cappello Cordobes a differenza dell’abito bianco della Band, immediatamente
si è seduto dietro la sua tastiera e ha iniziato con "Leopard-Skin Pill-Box
Hat", proprio come aveva fatto in tanti altri show. Abbastanza
sorprendentemente, la sua esecuzione è stato per lo più udibile, e il suo
burbero cantato richiamava "Blues Automobile" di Lightning Hopkins, da cui
ha preso l'ispirazione Dylan.
Dylan ha fatto significativi passi in avanti, negli ultimi due anni offre un
set più interessante. Invece di rimanere fisso dietro la tastiera per 100
minuti, ha esteso il suo campo di recente con la consuetudine di fare due o
tre canzoni mitemente strimpellate alla chitarra nelle prime fasi del set
con "Don't Think Twice, It's All Right" e "Stuck Inside of Mobile”. Sembrava
che aveva già sparato tutte le sue cartucce vocali sull’ opener, ma bisogna
dare più credito a Dylan. Egli non cerca di nascondere i suoi difetti. La
sua voce è alta e forte nel mix, ben appoggiato dalla sua risoluta backing
band.
L'accompagnamento attuale della sua band è un fac-simile ragionevole della
Band; Charlie Sexton interpreta la parte di Robbie Robertson e comanda
mirabilmente la situazione allontanando dal viso di Bob le passate smorfie di
disgusto. Il bassista Tony Garnier, il batterista George Recile e il
chitarrista ritmico Stu Kimball fanno il loro lavoro così bene che
difficilmente ce ne accorgiamo. Lo stesso non si può dire per Donnie Herron,
che è una costante in sottofondo, che è fondamentalmente in una band in
perfetta sintonia col rock-and-roll ed il blues, un suond “Americana” e
persino un accenno di Gospel. L'incredibile versatilità di Herron sembrava
essere la chiave per dare a Dylan modo di sviluppare la sua personalità.
Mentre Bob suonava "The Lonesome Death of Hattie Carroll" , il suo pizzicato
sul mandolino ha dato un’impronta decisamente più rock rispetto al suono
squallido dell'originale.
L’atteggiamento completamente distaccato di Dylan si è finalmente
ammorbidito con la presentazione della band. prima di suonare il solo pezzo
della serata che potrebbe lontanamente essere considerato una canzone di
protesta. Ha preso il centro della scena con la sua armonica a bocca in mano
e ha cantato "Ballad of a Thin Man" tranquillamente potente per
l'accompagnamento scarno. Come nell'apertura, durante i bis è rimasto
immobile mentre brontolava "Jolene" e "Like A Rolling Stone", anche se ha
lasciato fuori "All Along the Watchtower", a differenza della serata a
Charlotte di due giorni prima.
Le carenze vocali dal vivo ci sono, ma Bob Dylan in concerto si ascolta
ancora con una speciale indulgenza. Questo è l'enigma di Bob Dylan: Non
importa quanto mediocre uno spettacolo potrebbe essere, stai sempre vedendo
Bob Dylan in concerto. E' lo stesso uomo che ha scritto Blonde on Blonde e
Blood on the Tracks, insieme a uno dei cataloghi della canzone più espansivo
e modellato come nessun’altro ha mai fatto. Come il suo amico e unico
fotografo ammesso nel suo circolo ristretto Ken Regan disse: "Non importa se
ha suona per 600 persone o 5.000 o 50.000. Lui vuole solo suonare".
Highland Heights, Kentucky - Northern
Kentucky University - The Bank of Kentucky Center - November 3, 2010
1. Rainy Day Women #12 & 35
2. It's All Over Now, Baby Blue
3. Stuck Inside Of Mobile With The Memphis Blues Again
4. Love Sick
5. The Levee's Gonna Break
6. Desolation Row
7. Cold Irons Bound
8. Man In The Long Black Coat
9. Summer Days
10. Tangled Up In Blue
11. Highway 61 Revisited
12. Workingman's Blues #2
13. Thunder On The Mountain
14. Ballad Of A Thin Man
Birmingham, Alabama - Birmingham Jefferson Convention
Center (BJCC) - Concert Hall - October 13, 2010
di Jeff Kurtzman, Chattanooga, TN
Bob continua a stupire. Lo show di ieri sera a Birmingham non ha lasciato
alcun dubbio che è lo spettacolo di Bob. Il nostro uomo in nero ha preso la
chitarra, ma solo in alcune canzoni, e in tutte le altre ha usato la
tastiera o la sua armonica a bocca. Ma non è così appariscente o
tecnicamente abile come gli assoli di Charlie, Bob è ancora sul melodico. Le
ultime versioni di Things have changed e Simple Twist of Fate sono fatte con
una contenuta chitarra particolarmente gustosa. Bob ha fatto altrettanto
bene in The Levee's Gonna Break e Highway 61 Revisited, tanto che un paio di
volte Tony ha dovuto andare a lato di Bob per vedere dove stava prendendo le
cose. Un Bob idiosincratico e gesti che evidenziavano la sua armonica al
centro della scena. Il canto di Bob è stato appassionato e forte per tutta
la notte, bellissima Workingman's Blues # 2. Come fa --- tutti quei testi
anche adesso a 69 anni --- la mente vacilla. In tutto, una virtuosa
prestazione di un tesoro nazionale. Lode a Bob!
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
di David Bond
Ho visto per la prima volta Bob a Los Angeles nel 1974, lo spettacolo del
pomeriggio al termine del comeback tour con The Band. Ho visto la Rolling
Thunder in Mobile nel 1976, la grande band al di fuori del tour a
Washington DC nel 1978, il Gospel tour a Charleston, West Virginia, il Tour
Retrospettivo di Atlanta nel 1980 e varie versioni del Never Ending Tour
negli ultimi due decenni. Questo era il mio quindicesimo concerto, l’ultimo
era stato Bob con Willie Nelson al Met di Hoover nel 2004.
La Concert Hall ha 3500 posti a sedere ed un'ottima acustica. Direi
che c’erano dalle 2.500 alle 3000 persone, con le zone alte vicino alla parte
posteriore vuote. Bob e la sua band erano sul palco poco dopo la designata
ora di inizio. Si muovevano in un eccellente jumpy Leopard-Skin Pill-Box
Hat. La voce di Bob era chiara, enunciando le parole bene e il suo organo è
stato trasformato nel mixaggio, e lui sembrava essere davvero un tuttuno con
esso (e quindi per tutta la serata). Una delle
grandi sorprese della notte è venuta dopo con Bob che ha preso la sua
chitarra elettrica partendo con una canzone che ho subito riconosciuto come
It's All Over Now, Baby Blue. E' stata davvero ben fatta, quasi come se
stesse suonando una chitarra acustica.
Da alcune registrazioni che ho sentito sta facendo una cosa simile anche con
Don't Think twice. E' fantastico avere di nuovo Charlie con la band, perché
sembra avere ottenuto il ritorno di Bob ad essere lo strumentista che mi
ricordo alla fine degli anni 90. Le altre cose che sono emerse con Baby Blue
e con un paio di altre canzoni era quello che io chiamerei quasi uno stile
talking blues che penso serva bene la voce di Bob bene in questa fase. E'
stato divertente vedere l'interazione tra Bob e il pubblico durante Just
Like a Woman, e il godimento chiaro che lui aveva vedendo la folla cantare
durante il ritornello. E' stata la prima di molte volte durante la notte,
quando Bob sorrideva e sembrava essere in buon mood per scatenare
l'entusiasmo dei suoi fan.
Tangled Up In Blue è una di quelle canzoni che ha portato dentro di me nel
corso degli anni di molti ascolti, forse troppo eseguita, forse sarebbe
bene dare alle cose una di riposo per un pò. Ho pensato che c’era molto
accordo stanotte, con quel blues parlato come stile, sembrava sospeso e
sembrava alimentare gli interventi di una armonica eccellente. Mentre
suonavano Things Have Changed ho cominciato a capire quanta chitarra solista
Bob stava suonando.
Ancora una volta, era come tornare negli anni 90 su fino ai primi anni 2000,
quando Charlie e Larry erano nella band e Bob sembrava essere se stesso
mettendosi in primo piano per mostrare la sua valenza con la chitarra. Alla
chitarra ha fatto una versione bella di Simple Twist of Fate come solo Bob
sembra possa fare dolcemente in questo modo.
Poi venne una delle mie canzoni preferite, Cold Irons Bound. Ho pensato che
era una canzone molto buona su Time Out of Mind ed è diventata una grande
canzone anche per il tour. La versione che ho sentito all'inizio di quest’
anno è stata probabilmente la mia preferita, ma almeno c'è una nuova svolta
per ora, forse perché Bob lo sta facendo come uno stand up, con tutti quei
movimenti del corpo ed una prte di armonica molto bella. Tutti si intreccia
con le variazioni della batteria, è ipnotizzante. Workingman's Blues # 2 è
stata cantata in modo commovente ed ha catturato veramente l'attenzione
della folla. Ain't Talkin' è stata spettacolare e ossessionante, come credo
che una canzone di un Bob Dylan apocalittico debba essere. Qualunque sia la
rugosità che c’è nella sua voce in questi giorni, gli conferisce solo
maggiore autorità per la visione di questo mondo e quello di là.
Oltre al grande piacere emotivo che ho sperimentato nel sentire Baby Blue
(Bringing It Back Home è il mio album preferito di Dylan), il momento clou
dello spettacolo è stato Ballad of a thin man. Avevo visto alcuni video di
altri spettacoli e la coerenza delle set list mi ha detto che stava
arrivando, ma ancora non ero preparato all'effetto veramente drammatico di
questa canzone drammatica, con Bob in piedi davanti al pubblico, cantando la
vanità delle vanità, che non racchiude solo il signor
Jones, ma tutti noi. E' stata una grande notte per vedere Bob, che presto
avrà 70 anni, ancora “on the road” per noi.
Akron, Ohio - University of Akron - EJ Thomas Hall -
November 2, 2010
1. Leopard-Skin Pill-Box Hat
2. This Wheel's On Fire
3. Beyond Here Lies Nothin'
4. Stuck Inside Of Mobile With The Memphis Blues Again
5. Spirit On The Water
6. Masters Of War
7. Summer Days
8. Visions Of Johanna
9. Cold Irons Bound
10. Can't Wait
11. Highway 61 Revisited
12. When The Deal Goes Down
13. Thunder On The Mountain
14. Ballad Of A Thin Man
Birmingham, Alabama - Birmingham Jefferson Convention
Center (BJCC) Concert Hall - October 13, 2010
del Rev. Giovanni Wm Klein
Mia moglie Linda ed io siamo venuti da Opelika per il concerto a Birmingham.
Abbiamo avuto ottimi posti al Jefferson Convention Center Conference Concert
Hall. Eravamo casualmente seduti accanto
al nostro amico e compagno di studi Grad presso l’Auburn University, poi
c’erano Toby e sua moglie Heidi. L'auditorium si è rapidamente riempito con
fans di tutte le età – dai diciassette ai settanta anni - niente di
insolito.
Il film muto di DW Griffith “Intolerance” del 1916 è stato mostrato sullo
sfondo per ventina di minuti o giù di lì prima che il set ha avuto inizio.
La tenda drappeggiata distogeva le immagini - intenzionalmente o non - e del
film di quattro episodi di "Intolerance" - agitazioni sindacali in
California nel 1914, la Crocifissione, il massacro del giorno di San
Bartolomeo nel 1572, e Babylon 539 aC.
Il set si apre con "Leopard-Shin Pill-Box Hat". Le mie note, scarabocchiate
nel buio, Bob alla chitarra come è avvenuto per i prossimi due numeri della
serie: "It’s all over now baby blue”e" Stuck Inside of Mobile”, che doveva
semplicemente cantare mentre era in Alabama, cosa che ha fatto! E' stato
perfetto con i fans, che al suggerimento di Bob, si sono uniti al coro. Una
volta ho sentito Dylan cantare "Girl from the North Country" in Minnesota e
"Mobile" ha avuto lo stesso effetto qui. In questo tour senza fine c'è un
senso intenzionale che Bob sa esattamente dove si trova. Ho notato che ha
cantato "Señor: Tales of Yankee Power "a Barcellona, anche."Just like a
woman" è stata la quarta del set e Bob aveva i fans in piedi per i primi
quattro numeri. Questo è stato molto efficace, ben fatto ho pensato. Un uomo
maturo accanto a me mi disse semplicemente: "E' una canzone bellissima." La
realtà è che le canzoni di Dylanti ti riportano un milione di miglia di
memoria. Questo concerto non era diverso in proposito.
Mi ricordo che Bob ha suonato la chitarra in cinque canzoni nel set: i primi
tre, più "Things have changed" e "Simple Twist of Fate". Questo è il più che
ho sentito negli ultimi anni. Bob, ovviamente, reinventa costantemente la
sua opera. Si tratta ormai di un luogo comune dire che andare al concerto
tutti insieme è diverso dall' ascoltare un album. Questo è vero per diversi
motivi: nuovi arrangiamenti, improvvisazioni, e la torsione occasionale dei
testi. In "Thgings Have Changed " la scorsa notte, ad esempio, Bob ha
cantato," La gente è pazza ed i tempi sono strani , sono irriversibilmente
bloccato, fuori dal mio solito campo, ma le cose sono diverse "invece di"
sono cambiate " nel secondo ritornello. Almeno questo è quello che ho
sentito.
"Tangled Up In Blue" era facilmente riconoscibile non per la sua musica ma
per i suoi testi, che Bob quasi diceva come se stesse recitando una poesia.
Mentre io sono disperatamente tradizionale, non ho potuto fare a meno di
ammirare la creatività in questo sempre più popolare racconto - immagino che
molti avrebbero voluto "tornare da lei un giorno".. Non ho e non potevo
riconoscere "The Levee's Gonna Break ", che era la quinta nella serie.
Sembrava che tutti intorno a me l’avessero riconosciuta. Molto difficile
riconoscere "Cold Iron Bound", che era molto potente. Ma nulla ha eguagliato
"Workingman's Blues # 2" – di gran lunga la migliore performance, a mio
avviso, di tutta la serata. Per il mio udito Bob ha dato una maggiore
chiarezza ad alcuni testi, come "Gonna give you another chance … I'm all
alone and I'm expecting you To lead me off in a cheerful dance … Some people
never worked a day in their life Don't know what work even means."
Naturalmente, a volte sentiamo quello che vogliamo sentire o che parla più
chiaramente a noi. Bob sembrava molto chiaro per me su "WorkingMan's Blues #
2 ".
"Highway 61 Revisited" è stato un pleaser per la folla, "Thunder on the
Mountain" è stato accompagnato da una super illuminazione piuttosto
drammatica. Ho pensato che le improvvisazioni della tastiera non sono state
le migliori di Bob. Ma, ero solo contento di sentirla e penso che sia stato
probabilmente uno dei migliori pezzi della serata. Tra questi, dodicesimo
nel set, c’è stata "Ain't Talkin '", con Donnie Herron alla viola e Bob alla
tastiera. Ho dato quattro stelle come punteggio. Assolutamente magnifico!
C'è una qualità ossessionante nella composizione che sembrava venire fuori
ancora di più drammatica ieri sera. "Ballad of a Thin Man", eseguito con
numerose immagini di edifici di difficile interpretazione.
Dopo una standing ovation davvero grande Bob e la band sono tornati per il
solito bis, "Jolene" e "Like a Rolling Stone". Bob è
"a casa" sul palco cantando le sue canzoni. Possa questo tour senza fine non
finire mai e ti ringrazio Bob Dylan per la gioia e l’ispirazione che hai
portato a milioni di persone di ogni continente di questa terra.
Dopo la bella versione dei The beards postata ieri,
oggi gustiamoci questa altrettanto buona versione di Forever Young dei
Blackstones con Al Diesan e Pino Tocco
a
Mercoledi 3 Novembre
2010
La mail di Stefano Catena
Penso che l'e-mail, il racconto, lo scritto di Sansonetti
sia uno dei più bei racconti letti sulle pagine di Maggie's Farm.
Non nascondo una certa invidia per chi ha visto il Dylan di quel periodo
cosi come per chi ha visto il Dylan del 1975 o del 1978. Ma nel 1978 avevo
12 anni quindi era impossibile vederlo. Mi chiedo anche che effetto fà
vedere un concerto del primo Dylan e poi saltare fino ai nostri giorni.
Quando leggo di fan o pseudo fan di Dylan che vedono concerti così remoti di
Dylan rimango senza parole è un pò come parlare con persone che hanno visto
i Beatles, anche se con Dylan c'è maggiore interesse.
Cosi è stato quando andai a Londra a vedere Dylan nel 1995 e sentii un tizio
che aveva visto dal vivo un concerto di Dylan del 74 o 75, ed è come se
quella persona o quelle persone sono entrare nel mito come o con Dylan
stesso.
Tavolta su facebook espongono il loro ticket del 78 o 75 come per dire anche
io ero qui, anche io ho fatto parte da fan della storia di Bob Dylan, anche
io ho vissuto quel periodo Dylaniano.
Quello che posso dire di me è che ho iniziato a vedere Dylan dal 1984-87 il
grande ritorno di Dylan e la prima volta in assoluto in Italia, là dove
senza l'era del web reperire info su Bob era un impresa titanica.
Il 1984 o 87 si può dire un periodo storico di Dylan come il 1965 o 66 o 74
o 75? Non lo sò, qualche cosa mi fà pensare di no.
Già nel 1984 Dylan sembrava di aver detto tutto e venne in Europa portandosi
sulle spalle il fardello degli anni 60, la novità stava nel sound e non
tanto nei testi, non c'era una causa che muoveva il suo show, come nel 66 o
nel 75 o nel 1978, quest'ultimo famoso per essere chiamato "il tour degli
alimenti".
E da lì a poco intraprese il neverendingtour, il tour senza fine che serviva
a dare vita a Dylan ad un suo pensiero remoto e antico o a un suo ideale di
sempre, cioè suonare in ogni posto perchè quello era il suo lavoro e basta.
Ritornando allo scritto di Sansonetti nella sua impeccabile descrizione sono
convinto che alla luce di quanto ha scritto e ricordato ha preso coscienza
di aver assistito ad un concerto di Dylan storico.
Ripeto gran bello scritto.
Stefano C.
CarissimoTambourine
Ti scrivo dopo aver letto il tuo articolo a proposito del Chelsea Hotel di
New York, teatro e culla di una cultura americana, ed internazionale, che
negli anni 60, e non solo, ha visto la presenza di molti artisti famosi,
testimone dell‘evolversi della società newyorkese a partire dal lontano
1884, oggi posto in vendita in quanto non più al passo coi tempi moderni e
forse poco remunerativo per i proprietari.
Scrivo a proposito di questo poiché lo scorso anno, per festeggiare il 68°
compleanno del Maestro ci siamo programmati un “Open-mike tour” di 5 giorni
nella Big Apple, esperienza unica ed indimenticabile per la quale abbiamo
scelto di alloggiare in un posto speciale, ovvero il Chelsea Hotel.
La scelta del Chelsea è stata fatta sia per ovvie ragioni, che richiamano
alla memoria personaggi mitici, tra cui Bob, sia perché, ancora oggi, è uno
degli hotels meno costosi sull’isola di Manhattan (provare per credere,
basta andare su Expedia.com).
Qualcuno ha scritto su una delle pagine di Facebook dedicate all’Hotel:”una
notte al Marriott o all’Holiday Inn è solo una notte in albergo, si cancella
presto dalla memoria, una notte al Chelsea Hotel è un’esperienza che
ricorderai per tutta la vita”.
Vero ! L’aria che si respira è quella di un tempo andato, quando varchi la
soglia d’ingresso per entrare all’interno hai l’impressione di fare un
viaggio nel tempo, si è proiettati verso un passato che ormai non esiste
più.
Si cammina per i corridoi che portano alle stanze e si vedono i grossi
campanelli d‘allarme in ottone ormai opaco, le porte in legno , a volte un
po‘ sgangherate, la grande scala interna con la ringhiera in ferro battuto,
contornata da dipinti, murales e altre memorabilia sicuramente lasciate in
eredità da artisti che vi hanno soggiornato; guardandosi intorno si respira
ancora l’aria di una accentuata ostentazione di cultura, una cultura
alternativa fatta però di nomi diventati poi, col passare degli anni, i
“grandi” della cultura internazionale, l’elenco sarebbe lunghissimo da Dylan
Thomas (che vi morì per abuso di alcool nel 1953) a Thomas Wolfe, Allen
Gingsberg, Janis Joplin, Jimi Hendrix, Leonard Cohen, i Greatful Dead …
tantissimi altri …e naturalmente il nostro amato Bob Dylan.
Concordo pienamente con te quando dici che probabilmente, se fosse
intervistato sull’argomento, non lascerebbe trasparire alcun segno di
rimpianto o dispiacere (anche nel caso in cui le cose dovessero andare male
per l’Hotel), quasi mai lo ha fatto in passato, ancora meno lo farebbe
adesso per uno dei tanti “posti” dove è stato, dove ha vissuto e creato
arte.
“E’ solo un posto” direbbe, anche se poi è probabile che nel fondo della sua
mente e dei suoi ricordi, potrebbe comunque rappresentare una ferita; forse
per noi comuni mortali sarebbe anche qualcosa in più: un pezzo di noi che se
ne va per sempre, un limite oltre il quale non si può più tornare indietro e
per quello che mi riguarda sarebbe sicuramente così; sapere che un posto
mitico possa essere demolito per far posto ad un edificio atto ad ospitare
banche e uffici sarebbe davvero triste, come fosse la perdita di un nonno.
C’è una cosa però che ci può dare la speranza che quest’ultima eventualità
non possa mai verificarsi (e qui smentisco la tua frase “difficilmente un
Hotel potrà assumere la nomina di luogo storico” ) ed è una targa posta
all’esterno, sul lato sinistro della porta d’ingresso, la quale recita
testualmente: ”Questa proprietà è stata iscritta nel REGISTRO NAZIONALE DEI
LUOGHI STORICI, a cura del Dipartimento dell’Interno degli Stati Uniti”.
Sappiamo benissimo che gli americani, pur con tutti i difetti che possono
avere, hanno un merito ed è quello di preservare luoghi di interesse
storico, a volte esaltandoli anche più del loro effettivo valore culturale;
la loro ‘giovane’ storia (giovane se paragonata a quella dell’Europa
naturalmente) la difendono con abilità e forza, facendone motivo di orgoglio
nazionale.
Quello che ci si può augurare è che la nuova gestione porti nuova linfa e
rinnovato interesse verso un edificio che ha contribuito a fare la storia
della cultura americana, ne è stato testimone e rimane lì a tramandarci il
‘sapore’ di una creatività estremamente ricca nel secolo scorso, oggi,
ahimè, sempre più povera e votata al profitto.
Come dedica personale ho realizzato un piccolo video sulle note della
canzone “Sara”, nella versione live della Rolling Thunder Revue (1975),
estratto dal ben più lungo “movie” che descrive, in tutti i suoi dettagli,
la nostra esperienza del “Open-mike Tour 2009”.
Il video lo trovate su questa pagina web:
http://www.facebook.com/video/video.php?v=1689593285656
Il nuovo video di 'Guess I'm Doing Fine' ora
disponibile in streaming su altri siti.
Il nuovo video per la canzone di Bob Dylan "Guess I'm
Doing Fine" da The Demos Witmark 1962-1964, inizialmente, di un esclusivo a
rollingstone.com, è giù disponibile per la visualizzazione su altri siti.
Questo video, come il precedente mini Witmark Demo-documentario, è stato
diretto da Jennifer Lebeau.
Se volete vedere il video senza il "Rolling Stone", il logo, si può vedere a
Metacafe, AOL, MTV UK, MTVbase (Africa), My Space, Artist Direct, Muzu,
YouTube e altri siti.
Puoi anche guardare qui, cliccando sul video incorporato sulla sinistra.
Il produttore di The Band con The Beards dal vivo eseguono
Forever Young
Grazie a The Beards per avere inviato a
MF questo video, :o)
a
Martedi 2 Novembre
2010
La mail di Bruno Sansonetti
Caro Mr. Tambourine,
Mi chiamo Bruno Sansonetti e vivo da quasi 50 anni in Francia. Sono un
emigrato come tanti, venuto qui in cerca di fortuna, ma mai ritornato. Ho un
po' di difficoltà con l'italiano e, se commetterò qualche errore, me ne
scuso, ma ormai parlo solo francese e l'italiano lo so solo scrivere. Vengo
dunque al motivo per cui le scrivo. Lo scorso giugno, per la prima volta, è
venuto a trovarmi qui a Marsiglia dall'Italia mio nipote (intendo il figlio
di mia sorella). Lui è un grande fan di Bob Dylan, e curiosamente aveva
fatto in modo di raggiungermi nella immediata vigilia del suo concerto a Le
Dome. Aveva preso un biglietto anche per me, e io l'ho accompagnato
volentieri. La serata è stata piacevole, e il cantante, che mio nipote mi
aveva descritto comunque invecchiato, mi è parso energico e vivace, anche se
la voce era alquanto cavernosa. L'esibizione di Mr. Dylan mi ha riportato
alla mente, inaspettatamente, memorie che credevo fossero scomparse per
sempre dalla mia mente, e che, incitato dal mio solerte nipote, vorrei
condividere con lei. Il primo lavoro, una volta giunto in Francia, l'avevo
trovato a Parigi, ed è lì che ho vissuto fino al 1970. In questi anni,
insieme al mio amico Jacopo, torinese come me e che oggi purtoppo non c'è
più, frequentavamo, nelle rare pause dal lavoro, un buon ambiente
intellettuale da cui presto sarebbe venuto fuori il famoso Maggio. Recital
poetici, esposizioni di pittori e, ovviamente concerti: queste erano le
forme in cui esprimevamo il nostro desiderio di partecipare alla vita
culturale del Paese che ci ospitava. Senza protestare, in silenzio, e
ragionando. A dire il vero, però, ero io che seguivo il mio amico Jacopo,
che di queste cose ne sapeva molto più di me. Fu lui a farmi ascoltare per
la prima volta i dischi di Bob Dylan, che conservava come una specie di
tesoro nella sua "biblioteca americana". Era il '64, credo, e l'effetto che
quella musica provocò in me fu violento e inarrestabile, come se qualcuno
avesse acceso la luce in cantina. E non solo: Bob Dylan mi aveva fatto
imparare l'inglese, lingua che fino ad allora assolutamente disconoscevo.
Il nostro teatro preferito era certamente il celebre Olympia, in boulevard
des Capucines, ed era di lì che passavano i più grandi artisti francesi, da
Jacques Brel a Joséphine Baker a Léo Ferré e Brassens, e via discorrendo.
Nella primavera del 1966 venni informato da Jacopo che era in cartellone
anche un concerto di Mr. Dylan. La cosa mi entusiasmò parecchio, dato che
avevo molto apprezzato il suo ultimo disco, "Highway 61 Revisited",
procuratomi dallo stesso Jacopo, che invece l'aveva trovato di gusto troppo
commerciale e, orrore degli orrori, "pop". L'unica canzone che aveva salvato
era, mi pare, "Desolation Row". La sua personale opinione era che questo
brano fosse una continuazione di canzoni come "A Hard Rain's A-Gonna Fall" e
"Talking World War III Blues". Le altre canzoni dell'album, tutte suonate
con la chitarra elettrica, lo disturbavano. Con l'eccezione di "Tombstone
Blues", che gli ricordava, almeno nel testo, "Ballad of Hollis Brown".
Tuttavia, la questione non era se fosse meglio il folk o il rock: per il mio
amico la musica doveva avere un messaggio, e queste ultime canzoni gli
sembravano essere tutte immancabilmente "piene di nulla". A me invece
parevano un po' bislacche nei testi, ma tutto sommato geniali. Non so quante
volte siamo rimasti a discutere sull'ispirazione e la scrittura del cantante
americano, e cose del genere; ma sa, questi erano i tempi.
La sera del 24 maggio (il giorno esatto mi è stato detto da mio nipote, io
non me lo ricordavo), andammo al teatro. Se quella era la prima volta che io
vedevo Bob Dylan dal vivo, il mio amico Jacopo aveva già assistito a un suo
concerto l'anno prima in Inghilterra. Mio nipote dice che anche allora deve
essere stato a maggio, ma dato che non so in che città fosse, non mi ha
saputo dire esattamente il giorno. Quel che è certo, invece, è che quel
concerto era piaciuto molto al mio amico. Mi disse che era stato uno
spettacolo straordinario.
I miei ricordi di quella sera a Parigi sono riaffiorati lentamente. Non è
solo la musica suonata da Mr. Dylan, ma anche le circostanze del concerto, i
commenti miei e di Jacopo e di tutti gli altri nella sala. Una memoria
preziosa, che mi auguro non sia stata troppo deformata dal tempo e dall'età.
Più volte, una volta seduti, avevamo dato un'occhiata al pubblico. Tra le
tante persone, alcuni nostri conoscenti parigini e non. Jacopo aveva sentito
che, da qualche parte in prima fila, c'era un cantante famoso. Solo dopo ci
dissero che si trattava di Françoise Hardy, e potevano esserci altri "vip",
come Johnny Hallyday e Hugues Aufray, ma non ci giurerei. Nel momento in cui
Dylan salì sul palco, il pubblicò applaudì convinto. Io e il mio amico
siedevamo in una delle prime file, la quarta o la quinta. La prima cosa che
mi colpì fu il suo aspetto, molto diverso da quello consueto, che io avevo
ricavato dalle copertine dei suoi dischi. Aveva i capelli lunghi e
stranamente diritti, come dire, cotonati, ma anche spettinati. Insomma, era
veramente bizzarro. Era vestito con un completo scuro tipo scozzese, ma
potrei sbagliarmi. Ricordo perfettamente, questo sì, che non sorrise né fece
alcunché quando lo applaudimmo, prese semplicemente a suonare interminabili
accordi di chitarra. Era l'inizio di una canzone che conoscevo: "She Belongs
To Me", ma era lentissima. Lui cantava così lentamente che le parole si
capivano tutte. Il mio amico Jacopo si irritò perché alla fine della canzone
lui suonò l'armonica in maniera quasi dissonante, però a me piaceva. Dylan
muoveva solo la testa, curvandosi talvolta su di un lato. Un applauso
scrosciante, e, subito, eccolo che soffia nell'armonica e fa altri accordi
di chitarra, di tono più "saltellante", sincopato, poi ancora armonica per
un pezzo. Non sapevo che canzone fosse, ma era certamente: "Fourth Time
Around".
Allora non avevo ancora ascoltato il disco da cui era tratta, "Blonde on
Blonde", e non potevo valutare come fosse rispetto allo standard. Ma era
anch'essa talmente lenta che non solo le parole erano scandite in maniera
esasperante, ma seguii il filo della narrazione. Mi pare addirittura che,
alla fine della canzone, prima di un nuovo giro di armonica, qualcuno dietro
di me ridacchiò per la storia della stampella.
"Visions Of Johanna" - Cominciò pianissimo, mentre ancora la gente
applaudiva e forse non se n'era accorta. Anche questa non la conoscevo. Durò
un'eternità, un tempo indefinibile stimato da mio nipote in almeno 10
minuti, anche se forse non fu eseguita lentamente come le precedenti. Deve
credermi, Mr. Tambourine: nell'ascoltarla restai immobile, come in apnea, e
anche se non capii tutte le parole né tanto meno il senso complessivo di una
canzone così fluviale, provai un'emozione indescrivibile, tanto che le prime
due canzoni, alla fine di un simile capolavoro, mi sembrarono roba da
domenica al parco.
Seguì, cullata dagli applausi convinti anche di Jacopo: "It's All Over Now,
Baby Blue", ben nota, ed eseguita ad una velocità tale che non mi fu
difficile riconoscerla. L'unica cosa diversa rispetto al disco fu che il
pezzo di armonica fu suonato parecchio più a lungo. Dylan teneva parecchio
le note, fu quasi caratteristico in quel concerto. La canzone, comunque, era
e resta una delle mie preferite del repertorio classico di questo cantante.
Dopo, inaspettatamente, Mr. Dylan cantò la canzone che piaceva tanto al mio
amico: "Desolation Row". Durò, se possibile, ancor più di "Visions of
Johanna". L'uso che Dylan fece dell'armonica la fece assomigliare alla prima
Suite per violoncello di Bach. Fu un'idea mia, mi venne spontaneo pensarlo,
e Jacopo approvò. Se si ascolta, per esempio, l'Allemande o la Gigue di
quella Suite, il brano potrebbe assomigliare a una specie di citazione
concertistica. In quella sala così bella, pareva che quel ragazzo, un
capellone americano un po' stralunato, stesse suonando un violoncello
invisibile su un palco troppo grande per la sua esile figura. Una parodia di
Bach alla faccia degli Europei? Lascio a lei il giudizio.
Seguì, dopo la canzone, l'applauso più convinto della serata. Evidentemente
i riferimenti ai poeti britannici e al Titanic erano risultati graditi alla
maggioranza dei presenti.
"Just Like A Woman", la canzone che seguì fu ancora una volta una novità.
Cercai di capire al volo le parole, con un discreto successo. Ma certamente
il refrain fu delicato e dolce, e i giri di armonica diedero alla canzone un
tono quasi intimo. Al mio amico piacque molto, anche se non era tipo da
apprezzare troppo le canzoni d'amore. E quella (lo dico col conforto di mio
nipote, molto più esperto di me) è una delle migliori canzoni d'amore di Mr.
Dylan.
Credo che fu proprio alla fine della canzone che mi avvicinai all'orecchio
di Jacopo e dissi qualcosa del tipo: "Ma sta suonando solo canzoni nuove?"
Speravo infatti di sentire qualcosa dei dischi precedenti. Il mio amico
rispose laconico: "Pare di sì. Avrei voluto che cantasse The Times They Are
A-Changin'". Una ragazza, seduta accanto a lui, disse: "Anch'io", e intanto
applaudiva svogliatamente. Un tipo in giacca e cravatta, che conoscevo di
vista, mi fece un gesto che voleva dire una cosa del tipo: "Aspetta e
vedrai". Io naturalmente non capii che cosa intendesse dire. Sapevo che era
uno strano, ma davvero non seppi interpretare quel gesto. Che voleva dire?
Che avrebbe fatto di peggio Bob Dylan che non suonare i classici del suo
repertorio? Al momento, non sapevo rispondere.
Mentre pensavo qualcosa del genere, iniziò un'altra canzone: "Mr. Tambourine
Man", fu applaudita fin da subito da un certo numero di persone che
evidentemente, come me, già la conoscevano. Ascoltarla mi fece lo stesso
effetto di "Visions of Johanna", con la differenza che il brano mi era ben
più familiare. A dire il vero, non ricordo come andò la canzone. Forse fu
eseguita in una chiave più lenta, come la maggior parte delle precedenti: so
solo che, alla fine del pezzo, ci fu una breve pausa, durante la quale io,
Jacopo e alcune persone discutemmo del concerto. Il tipo in giacca e
cravatta che prima mi aveva fatto quel gesto strano mi rivelò che nella
seconda parte del concerto Bob Dylan sarebbe stato accompagnato da una band
con chitarre elettriche e batteria, come del resto era accaduto negli altri
concerti in Inghilterra e Scozia. Pare che tutti lo sapessero tranne me. Ma
a me, a differenza della maggioranza dei presenti, questo fatto non
dispiaceva.
Forse lei si sarà stupito della precisione dei miei ricordi. In effetti,
tutti questi dettagli, anche futili, sorprendono anche me. Ma, sia chiaro, a
momenti "affollati" di memorie seguono altri in cui la memoria tace. Sono le
bizze dell'età.
Tornando al concerto, la seconda parte fu immediatamente una specie di
shock. Per me, per Jacopo, per la ragazza e il tizio in giacca e cravatta, e
forse persino per i "vip" in prima fila. Dylan e la sua band suonarono 8
canzoni, una in più della parte acustica. Di queste 8 riconobbi facilmente
solo le 3 canzoni di "Highway 61 Revisited", mentre le altre mi spiazzarono
completamente.
"Tell Me, Momma", nessuno sapeva di che si trattasse. Dylan la suonò con
rabbiosa energia, a differenza dell'interminabile lentezza delle canzoni
acustiche. Non ci capii molto, quindi non posso giudicare. Molti, alla fine,
disapprovarono, anche a causa del volume altissimo. Jacopo invece se ne
restò zitto e fermo per le successive 3 canzoni.
"I Don't Believe You (She Acts Like We Never Have Met)", non avevo idea che
questa canzone fosse la stessa di "Another Side of Bob Dylan". Mi pare di
ricordare che me lo disse Jacopo la sera dopo, ma veramente nessuno intorno
a noi l'aveva riconosciuta. Lo stesso accadde per la seguente: "Baby Let Me
Follow You Down", peraltro, non avevo neppure familiarità con la versione
originale, che era apparsa sul primo album di Dylan, oltretutto non
posseduto da Jacopo: avevo ascoltato quel disco giusto un paio di volte a
casa di un amico comune, e obiettivamente non mi parve all'altezza della
produzione acustica successiva.
"Just Like Tom Thumb's Blues", nonostante tutto, la riconobbi. Mi piacque
parecchio, e ancor oggi mi ricordo come spaccasse i timpani il giovanotto
con la chitarra elettrica che si agitava come un matto accanto a Dylan. Mio
nipote gli attribuisce il nome di Robbie Robertson; se lo dice lui! Fatto
sta che un gruppo di persone, tra cui il mio amico, dopo quella canzone lo
odiò profondamente. Tuttavia, il gruppuscolo non era ancora troppo agitato.
Se ben ricordo, è da quel momento che Jacopo iniziò a dare segni di
impazienza.
Eppure il giovanotto accanto a Bob Dylan fece anche di peggio (per me, di
meglio!) nella successiva canzone, di cui, lo confesso, non ci capii
granché. Poi seppi che era: "Leopard-Skin Pill-Box Hat", ricordo per certo
che non durò a lungo (ecco una caratteristica finora ricorrente della parte
elettrica: le canzoni non durano un'eternità!), ma fu abbastanza perché il
gruppuscolo degli scontenti si scatenasse. Mio nipote ha osservato che anche
negli altri concerti, di cui lui possiede le registrazioni, il pubblico
inizia a rumoreggiare dopo questa canzone. La spiegazione che a mio modesto
avviso si può dare è che, a questo punto della performance, lo shock si sia
esaurito, lasciando spazio da una parte all'entusiasmo (in me, per esempio)
e dall'altra all'ostilità (in Jacopo e soci). Non che il mio amico abbia
alzato la voce o insultato la band: si limitò a esprimere la sua
disapprovazione per quella che considerava "musica da juke-box". Alcuni
dicevano, in inglese: "Tornatevene a casa", "Andatevene". Altri li mandavano
semplicemente al diavolo, altri ancora dicevano che volevano sentir suonare
Dylan senza la band. Un certo numero, levandosi in piedi, cercava di calmare
i pochi arrabbiati.
Nel frattempo Dylan strimpellava senza costrutto. Il tutto, forse, si
protrasse per circa un minuto, dopodiché la musica ripartì.
"One Too Many Mornings", la canzone entrò subito nel mio cuore, del resto
era bellissima anche ad alto volume, con chitarre elettriche, organo e
batteria e tutto il resto. Credo che Jacopo si preoccupò nel sentire il
giovanotto scalmanato fare da seconda voce a Mr. Dylan in questo pezzo, dato
che disse: "E che fa, le altre le canta lui?" Lo disse con un tono talmente
rassegnato che mi venne da ridere. Però lui era bravo. Alla fine della
canzone, i contestatori cercarono di riprendere il sopravvento, anche
approfittando del fatto che l'esile sagoma sul palco, la sagoma di Mr.
Dylan, si era avviata al pianoforte, e tutta curvata in avanti già
armeggiava coi tasti. Fu uno spettacolo stravagante: pareva un automobilista
con la macchina in panne che cerca di riparare il motore sotto il cofano
aperto.
"Ballad Of A Thin Man", ancora oggi me la ricordo. Già la versione
dell'album mi inquietava, questa fu davvero agghiacciante. Spesso, prima di
allora, mi ero chiesto che cosa ci fosse dietro una canzone tanto amara e
angosciante, che cosa può spingere un cantante a esprimersi in modo così
disilluso e disperato. Dopotutto, avevamo pensato io e Jacopo, anche
"Masters of War" è una canzone minacciosa e dura. E forse è per questo che
non dispiaceva troppo al mio amico, che però diceva: "Se solo non l'avesse
suonata con l'organo!"
Mi rammento che, una volta finita la canzone, giusto per scuotermi dopo uno
spettacolo tanto scioccante, mi voltai, e nella semioscurità scorsi qualcuno
che si avviava verso l'uscita. Evidentemente qualcuno non ne poteva proprio
più. Dopo che Dylan si alzò dal pianoforte, alcuni, compreso il
sottoscritto, pensarono che il concerto fosse finito, ma ad ogni modo
nessuno si alzò. Poco dopo la band riprese a suonare, ed ecco che iniziò
"Like A Rolling Stone", a quei tempi, pur apprezzando il disco in cui
apparve, non avevo ancora realizzato del tutto l'importanza di quella
particolare canzone. Lo devo a mio nipote, la cui solerzia e passione mi
hanno edotto sui suoi molteplici significati. Credo di ricordare che
suonarono tutti al massimo, ma una volta finito nessuno inveì o protestò. Mi
ricordo che Mr. Dylan ringraziò, e ora che ci penso, potrebbe anche aver
detto "merci", ma questo veramente non so dirlo con sicurezza.
Una volta realizzato che il concerto era definitivamente finito, io e Jacopo
incominciammo a confrontare le nostre reciproche impressioni su quanto
appena sentito e visto. Il mio amico si convinse per sempre che "il concerto
dell'anno scorso è stato molto, molto meglio", e che "il gruppo ha rovinato
tutto". "Peccato che tu non l'abbia visto l'anno scorso", mi ripeteva
Jacopo. Ma chi ce li aveva i soldi per andare in Inghilterra? Lui lì aveva
due fratelli, per lui era diverso. Certo, rimpiansi di non aver assistito a
quel concerto del 1965, ma quello del 1966, tutto sommato, non è stato
malaccio.
P.s.: Avevo completamente rimosso il fatto che la band si fosse esibita
dietro una gigantesca bandiera americana, probabilmente non ci feci troppo
caso, o comunque non raccolsi il messaggio recondito. Nei giorni successivi
al concerto mi procurai il nuovo disco di Bob Dylan, che mi avrebbe tenuto
compagnia per molto tempo, rinvigorendo la mia passione per il cosiddetto
folk-rock, e convincendomi che non era "tutta robaccia". Da allora, però, ho
perso i contatti con la musica di Mr. Dylan (oltre che con l'ambiente
parigino), anche a causa delle mie vicende lavorative, restando così
all'oscuro di tutto ciò che è accaduto nella vita e nella carriera artistica
di quest'uomo. Almeno fino a quando mio nipote ha "scoperto" la mia passione
giovanile per il cantante americano. Pensate che io non vedevo Dylan suonare
da poco più di 44 anni. Mi è stato detto che molti oggi criticano il suo
modo di cantare e di suonare, alcuni addirittura dicono che sarebbe meglio
che non cantasse più dal vivo. Ci sono altri che preferirebbero sentirgli
suonare solo la chitarra acustica. Questo problema, come ho raccontato, è
familiare persino a me che sono stato fra il suo pubblico del '66. Stando a
quel che ho visto lo scorso giugno, posso dire che certamente Mr. Dylan è
invecchiato, ma come potrebbe esserlo chiunque dopo tutti questi anni. Lui,
comunque, non ha proprio l'aria di essere uno a cui puoi dire cosa vuoi da
lui, oggi come mezzo secolo fa.
Quanto a questa mia lettera, lei potrà farne l'uso che preferisce: la
pubblichi, tagliata o integrale, sul suo bel sito, magari puntando il mio
cognome, faccia lei. Se sono stato noioso o sgrammaticato o ripetitivo,
spero mi scuserà. Ma se il contenuto di questo mio messaggio le è riuscito
almeno a tratti interessante e coinvolgente, ringrazi mio nipote: è stato
lui a convincermi a mettere su carta questi miei ricordi, ricopiandoli poi
tutti sul suo computer e inviandoli alla sua casella di posta elettronica.
Cordialmente,
Bruno Sansonetti.
Caro Bruno, devo dire che la tua mail mi ha emozionato e commosso, mi hai
fatto vivere quei momenti come se fossi stato accanto a te, con tutta la
serenità e l'esperienza della vita che traspare dalle righe del tuo scritto.
Non saprei come ringraziarti per le tue toccanti parole, posso solo
invitarti a vedere il videoclip qui sotto, il video del Dylan che più
somoglia a quello che hai visto tu in quella favolosa notte parigina che è
ancora così viva nella tua memoria. Grazie davvero da parte mia a te per
avrci fatto partecipare ad un piccolo momento della tua vita, e grazie anche
a tuo nipote che ti ha convinto a farlo, credo
che non sarò il solo ad essere toccato dalle tue parole, per cui ritengo di
fare cosa giusta ringraziandoti a nome dei molti fans che seguono Maggie's
Farm, se hai altri ricordi noi siamo qui per leggerli, alla prossima :o),
Mr.Tambourine.
Indianapolis, Indiana - Murat Theatre - October 31,
2010
1. Leopard-Skin Pill-Box Hat
2. Don't Think Twice, It's All Right
3. Beyond Here Lies Nothin'
4. Queen Jane Approximately
5. The Levee's Gonna Break
6. Simple Twist Of Fate
7. Cold Irons Bound
8. If You Ever Go To Houston
9. High Water (For Charley Patton)
10. Tryin' To Get To Heaven
11. Highway 61 Revisited
12. Tangled Up In Blue
13. Thunder On The Mountain
14. Ballad Of A Thin Man
(encore)
15. Jolene
16. Like A Rolling Stone
17. All Along The Watchtower
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Chicago, Illinois - Riviera Theatre - October 30, 2010
1. Leopard-Skin Pill-Box Hat
2. The Man In Me
3. Things Have Changed
4. Positively 4th Street
5. Summer Days
6. The Lonesome Death Of Hattie Carroll
7. Cold Irons Bound
8. Simple Twist Of Fate
9. High Water (For Charley Patton)
10. If You Ever Go To Houston
11. Highway 61 Revisited
12. Tangled Up In Blue
13. Thunder On The Mountain
14. Ballad Of A Thin Man
(encore)
15. Jolene
16. Like A Rolling Stone
17. Forever Young
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Kalamazoo, Michigan - Western Michigan University -
Miller Auditorium - October 29, 2010
1. Leopard-Skin Pill-Box Hat
2. It Ain't Me, Babe
3. Beyond Here Lies Nothin'
4. Just Like A Woman
5. The Levee's Gonna Break
6. Tangled Up In Blue
7. Tweedle Dee & Tweedle Dum
8. If You Ever Go To Houston
9. High Water (For Charley Patton)
10. When The Deal Goes Down
11. Highway 61 Revisited
12. Workingman's Blues #2
13. Thunder On The Mountain
14. Ballad Of A Thin Man
Like a Rolling Stone - la
Storia del Rock e dei ’60 vista attraverso gli occhi di Bob Dylan
Sabato 6 Novembre - Teatro Filarmonico, ore 21,00 - PIOVE
DI SACCO (PD)
Like a Rolling Stone è uno spettacolo/concerto musicale che racconta la
nascita del grande rock attraverso storie – aneddoti - immagini proiettate
su schermo gigante e musica eseguita dal vivo dalla .AntonDjango’s Band . Il
tutto si sviluppa attorno alla vita, musicale e non, di Bob Dylan
soffermandosi sul periodo d’oro del rock (gli anni “sessanta”..) e sugli
amici che assieme a Dylan hanno contribuito all’affermazione di questo
genere quali Rolling Stones e Beatles, Jimi Hendrix ed Eric Clapton, Chuck
Berry ed Elvis, ‘Creedence , Animals, Deep Purple…
E ad accompagnare il pubblico in questa “colorata” passeggiata musicale sarà
la AntonDjango’s Band, gruppo musicale Veneto presente sulla scena da
diversi anni (nel curriculum della Band da ricordare l’esibizione in
occasione del concerto di Bob Dylan al Pistoia Blues 2006..)
Mr.AntonDjango’s Band
Antonio Nardo – Voce , chitarra e armonica
Fabrizio Rispoli – Voce e chitarra
Giuseppe “Beppe” Gazerro – Voce e chitarra
Valter Caon – Batteria
Marco Gusella – Basso e contrabbasso