Set list: Bordeaux, France -
Patinoire Meriadeck - June 29, 2010
1. Leopard-Skin Pill-Box Hat
2. This Wheel's On Fire (Bob on harp)
3. Just Like Tom Thumb's Blues (Bob on guitar)
4. Just Like A Woman
5. Beyond Here Lies Nothin'
6. Simple Twist Of Fate (Bob on guitar)
7. Things Have Changed (Bob on guitar then keyboard)
8. Po' Boy (Bob on harp)
9. Honest With Me
10. Masters Of War
11. Highway 61 Revisited
12. Ain't Talkin'
13. Thunder On The Mountain
14. Ballad Of A Thin Man
(encore)
15. Like A Rolling Stone
16. Jolene
17. All Along The Watchtower
Grazie mille per la disponibilità. Ho letto la risposta,
grazie.
Ti chiedo se Mr Tambourine ascoltando la canzone
sappia dirmi su quale tonalità impostata, altrimenti non so come
orientarmi, Un ultimo sforzo...:) Roberto
Nessun problema , Francesco esegue
questa versione in tonalità di Re maggiore, quindi ti servirà l'armonica in
re maggiore, quando l'acquisterai controlla che sul lato dell'armonica ci
sia scritto "D", che corrisponde al Re nella denominazione americana, A per
La , B per Si, C per Do, D per Re, E per Mi, F per Fa, G per Sol,
conseguentemente troverai la tonalità di A# che sarà La#. Ab che sarà La
bemolle, la stessa regola per per tutte le altre tonalità. :o)
HURRICANE, Video clip con traduzione in italiano
clicca qui
a
Martedi 29 Giugno 2010
Set list: Carcassonne, France
- Theatre Jean Deschamps - June 28, 2010
1. Leopard-Skin Pill-Box Hat
2. It's All Over Now, Baby Blue (Bob on guitar)
3. I'll Be Your Baby Tonight (Bob on guitar)
4. Just Like A Woman
5. The Levee's Gonna Break
6. Tangled Up In Blue (Bob on guitar)
7. Tweedle Dee & Tweedle Dum (Bob on guitar)
8. Love Sick
9. Cold Irons Bound
10. Mr. Tambourine Man
11. Highway 61 Revisited
12. Not Dark Yet
13. Thunder On The Mountain
14. Ballad Of A Thin Man
(encore)
15. Like A Rolling Stone
16. Jolene
17. Blowin' In The Wind
Ciao Mr. Tambourine,
sul mio canale youtube
http://www.youtube.com/user/margent62 ho caricato alcuni dei video che
ho girato a Padova.
Se non me lo chiudono nei prossimi giorni ne carico altri.
Bacioni, Marina
Pare che la mania distruttrice di Sony
si sia calmata :o) Speriamo ! Bacione, Mr.Tambourine
Vorrei chiederti un consiglio che è apparentemente fuori
tema.
Visto che De Gregori ricorda molto nella sua musica il maestro Bob Dylan, e
visto che vorrei comprare una armonica per suonare la maggior parte delle
canzoni di De Gregori, credo che saprai aiutarmi: Quale armonica mi
consigli?
Ecco un esempio di canzone, tanto per capirci:
http://www.youtube.com/watch?v=idE9cHWLQTM
Sarei molto grato di una risposta.
Grazie Roberto Di Bello
Bob Dylan ha sempre usato HONHER MARINE BAND diatonica
e forse in qualche occasione la BLUES HARP sempre della HONHER, tieni
presente che per ogni tonalità devi usare la relativa armonica, per capirci
, se suoni in pezzo in tonalità di DO devi usare la diatonica in Do , se
suoni in tonalità di RE diatonica in Re e così via. Se
clicchi qui trovi un
bel trattato sull'uso dell'armonica da parte di Bob Dylan scritto dal bravo
Antonio Gernovese per Maggie's Farm, oppure se vuoi avere una armonica
presitgiosa puoi acquistare la serie "Bob Dylab Signature",
clicca qui
per
le info. Credo che la standard Marine Band della Hohner sia la più indicata,
anche se rimane sempre il problema delle diverse tonalità che ti costringe
all'acquisto di diverse armoniche. In un pò di tempo imparerai ad usarla
correttamente, poi buon divertimento, :o) Mr.Tambourine
Libri: Johnny Cash, anche il rock ha un'anima
clicca qui
Libri: Gianluca Morozzi: quando il rock incontra la
letteratura
clicca qui
a
Lunedi 28 Giugno 2010
Set list: Vitoria, Spain -
Azkena Rock Festival- Alex Chilton Stage - June 26, 2010
1. Rainy Day Women #12 & 35
2. Don't Think Twice, It's All Right
3. Stuck Inside Of Mobile With The Memphis Blues Again
4. Just Like A Woman
5. Honest With Me
6. Simple Twist Of Fate
7. High Water (For Charley Patton)
8. Blind Willie McTell
9. Highway 61 Revisited
10. Shelter From The Storm
11. Thunder On The Mountain
12. Ballad Of A Thin Man
Review: Linz, Austria - Tips Arena - June 12, 2010
di Markus Atzmüller
Ho guidato per 200 km dalla mia città (Landshut, Germania) a Linz, io
sentivo che qualcosa di speciale sarebbe accaduto questa sera. Magari
sentire What Good Am I? per la seconda volta quest'anno (l'anno scorso a
Monaco di Baviera sono stato fortunato, in quanto hanno suonato One More Cup
Of Coffee per la seconda volta e l'ultima nel 2009) o faranno sostituire
Ballad Of A Thin Man da Forever Young come l'ultima sera in Tokyo il 29
marzo 2010?
E si è rivelata una serata molto speciale a Linz. Avevo un biglietto di
platea nella fila 4. Ma ben presto la gente si è ammassata in piedi davanti
al palco. Così ho colto l' occasione e sono trovato di fronte Stu quando il
concerto è iniziato alle 20:05. Non ho mai avuto un posto migliore in uno
show di Bob. Proprio grande!
Qui sono i miei preferiti dello spettacolo eccellente:
# 1 Tangled Up In Blue (con Bob al centro della scena alla chitarra)
bellissimo arangiamento!
al centro della scena per la seconda volta: Forever Young (con Bob alla
tastiera e poi all’armonica)
Mentre suonavano la grande Ballad Of A Thin Man (che non avevo mai
sentito dal vivo ), ho pensato, va bene - ancora una volta non Forever
Young, che è uno dei miei all-time-favoriti di Bob! Nella pausa prima del bis di un
tecnico delle chitarre ha portato una chitarra acustica al posto di Stu - un
segno sicuro di Blowin' In The Wind come canzone finale della notte. Ma dopo
l'inizio del pezzo che ha fatto seguito all'introduzione della band ero
sicuro, non era Blowin' In The Wind. E quando Bob ha cominciato a cantare "May
God bless you and keep you always", la più grande sorpresa della
manifestazione, Forever Young come bis finale. Grande. Wonderful. Perfetto.
Grazie Bob!
# 3 What Good Am I? E' sempre un piacere ascoltare qualcosa di nuovo o
raramente suonato. Bella e commovente versione!
# 4 The Man In Me (al centro della scena con l’armonica) versione piena con
Donnie al mandolino elettrico (non alla tromba).
# 5 Not Dark Yet (al centro della scena con l’armonica) ben eseguita ed
anche molto commovente.
# 6 Ballad Of Hollies Brown (al centro della scena) l'anno scorso a Monaco
di Baviera, la versione alla tastiera di questo brano è stato uno dei
preferiti di quello spettacolo. Ma con Bob al centro della scena, la
canzone è ancora più sostanziale. Alla fine della canzone ha guardato
Charlie, Donnie e Tony ec’è stata una breve confusione tra loro quattro –
nessuno sapeva se Bob iniziava a suonare l'armonica o meno. Infine Bob ha
fatto loro un cenno, il che significava che dovevano chiudere la canzone
senza la sua parte di armonica.
# 7 Honest with me - La folla ha ritenuto che tutta la band e soprattutto
Bob e Charlie si siano divertiti molto in questo pezzo.
# 8 Ballad of a Thin Man (al centro della scena con l’armonica) potente
versione. Era la prima volta per me che vedevo fare questo pezzo senza
tastiera. Un pleaser assoluto per la folla !
Conclusione:
Dopo Monaco 2002 questo è stato il mio secondo miglior concerto di Bob Dylan
fino ad ora. A mio parere, è un vero miglioramento, grazie a Charlie Sexton
che è tornato nella band.
Gli unici punti dolenti sono, oltre Jolene, nient’altro da Together Trough
Life, speravo in Rainy Day Women # 12 & 35. Ma non si può sempre ottenere
quello che si vuole! Tuttavia un grande show in un luogo piacevole senza
veri punti deboli e con Bob e la sua band in ottima forma!
Da tempo girano voci su di un nuovo Bootleg Series, ma è
ancora mistero sul contenuto. Potrebbero esserci le sessions coi Grateful
Dead del 1987, oppure la prima versione di Blood on the Tracks, le outtakes
di Pat Garrett & Billy The Kid, le sessions complete di Higway 61 Revisited
e di Blonde on Blonde, oppure le tanto chiacchierate Bromberg sessions. Chi
lo sa ? Restiamo in attesa !
Ruth Gerson - Un Piccolo Capolavoro - Deceived
clicca qui
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Sabato 26 Giugno 2010
Set list: Barcelona, Spain -
Poble Espanyol - June 24, 2010
1. Rainy Day Women #12 & 35 (Bob on keyboard then guitar)
2. Señor (Tales Of Yankee Power) (Bob on guitar)
3. Watching The River Flow (Bob on guitar)
4. Just Like A Woman
5. High Water (For Charley Patton)
(Bob center stage on harp, Donnie on banjo)
6. Tangled Up In Blue (Bob on guitar)
7. Honest With Me
8. Girl Of The North Country (Bob center stage on harp)
9. Cold Irons Bound (Bob center stage on harp)
10. Love Sick (Bob on harp)
11. Highway 61 Revisited
12. Spirit On The Water (Bob on harp)
13. Thunder On The Mountain
14. Ballad Of A Thin Man (Bob center stage on harp)
(encore)
15. Like A Rolling Stone
16. Jolene
17. Blowin' In The Wind (Bob on keyboard then center stage on harp)
ps: la canzone in sottofondo al video è la bellissima "Tutti i mali del
mondo", la canzone di Lanzetti dedicata a Bob Dylan che fa parte del CD
"Dylanz" (prossimamente una mia recensione su MF)
ciao, Michele "Napoleon in rags"
Solo poche note dello spettacolo che ho visto a Praga Venerdì sera.
Oltre allo show al club Barrowlands di Glasgow nel 2004 (e forse i due Di
Brixton nel novembre 2005), è stato forse il migliore dei 15-16 show di
Dylan che ho visto a partire dal settembre 2000 - un tratto europeo che
ritengo essere il più alto in assoluto di tutto il Never Ending Tour.
È stato molto piacevolmente sorprendente, un pò troppo prevedibile però per
i miei gusti. Tuttavia, questo era la prima volta che vedevo Dylan da quando
è ritornato Charlie Sexton dopo un'assenza di 7 anni.
La differenza è come il giorno e la notte. Sexton è il chitarrista più
perfetto che Dylan abbia mai avuto nella sua band (considerando che alcuni
dei suoi predecessori sono stati artisti del calibro di Robbie Robertson,
Jerry Garcia e Mick Taylor) questo vuol dire molto. Il calcio in culo che la
sua presenza ha dato a Dylan è chiaro fin dalle prime note. Sexton è tutto,
accovacciato accanto a Bob facendo un gran lavoro che esalta la folla.
Bob trascorso un tempo molto più tempo lontano dalla sua tastiera che in
qualsiasi altro spettacolo che ho visto. In un paio di canzoni (Cold Irons
Bound e Ballatd of a thin man) ha fatto la canzone in piedi al centro del
palco col microfono e l'armonica in mano. La setlist è stata composta per la
maggior parte da pezzi del solito blues in 12 battute, come in molti show in
questi ultimi anni. Non so se c'è un collegamento, ma il bassista e
bandleader di Dylan Tony Garnier ha passato tutto lo spettacolo seduto su
una sedia - Posso solo supporre che gli è tornato il mal di schiena. Lui
sembrava ancora avere un grandi momenti, con un po' di
scherzi in corso tra lui e George Recile sulla destra, alla batteria dietro
di lui.
Per le canzoni - Rainy Day Women come apertura. Di solito la canzone di
apertura è un pò di riscaldamento, ma questo era molto meglio di quanto non
sia avvenuto in passato. La ciliegina sulla torta però è stata Stu Kimball
che ha suonato il riff di "Rumble" di Wray per l'ultimo paio di minuti.
Lay Lady Lay - del tutto simile alla versione di Nashville Skyline.
Just Like Tom Thumbs Blues - Una delle mie canzoni preferite, e una versione
per i secoli. Bob ancora alla chitarra e nella seconda parte della canzone
lo ha visto fare un duello magnifico con Sexton. (Gridava di "andare avanti
andare avanti" come un pazzo).
Just Like A Woman - Bob torna alle tastiere. Il pubblico ha anche cantato
insieme a lui il coro, e Bob, cosa insolita per lui, lo ha permesso.
Beyond Here Lies Nothin' - La prima volta che lo sento suonare questo pazzo,
tira fuori le parole ringhiando, con qualche bel passaggio della tromba da
Donnie.
Shelter From The Storm - non cessa mai di stupirmi in quanti modi si può
riorganizzare la stessa canzone da un anno all'altro.
Honest with me - in nessun luogo vicino alla versione di Love and Theft.
Tentativo di rinfrescare questo pezzo, riuscito non bene.
Mr Tambourine Man – Piacevole versione rallentata, con Bob alla chitarra al
centro del palco.
Cold Irons Bound - di solito rock rumoroso, Bob al centro a fare qualche
bizzarro assolo di armonica, ma la voce era buona.
Workingman's Blues n.2 - prima volta che ho visto suonar anche questa, ed è
stato assolutamente bello. Ha strizzato ogni emozione fuori del testo, e poi
è venuto davanti per un bellissimo assolo di armonica.
Highway 61 Revisited - Nulla di cambiato con questo. Applausi scroscianti
come al solito.
I Feel A Change Comin 'On - Abbastanza una piacevole sorpresa. Io non penso
che lui non la suona troppo spesso ma è stato davvero buono.
Thunder On The Mountain - Non ha mai avuto lo stesso impatto dal vivo come
nel disco, suona un po' affrettata.
Ballad of a thin man - Sei anni fa ho visto Dylan suonare una versione di
'Like A Rolling Stone' alla sala da ballo Barrowland di Glasgow che aveva
avuto la più grande reazione tra lui e una folla di sempre. Questa canzone
può anche essere stata la cosa più vicina a quel momento. È stato
fottutamente incredibile, al microfono, armonica in una mano (quasi come in
'Renaldo & Clara' - per quelli di voi che conoscono lae versioni di 'Isis'
di quell'epoca), braccia tese ad indicare la folla, gesticolando
all'indietro con l'altro braccio a George Recile, e assolutamente ruggente e
ringhiando i testi. Quando arrivò alla linea di "F Scott Fitzgerald " ha
sputato fuori la 'f' come 'f, f, f, f' come se stesse recitando una battuta
classica di Hannibal Lechter nel 'Silenzio degli innocenti'. Assolutamente
la migliore versione di questa canzone dal 1966.
Encore -
Like A Rolling Stone - va sempre che è una meraviglia. Terrificante
performance vocale da Bob (un po' troppo piegato sulla tastiera), alla folla
è piaciuta molto.
Jolene - un altra nuova per me. Non uno dei miei preferiti di Together
Through Life, ma era abbastanza solida.
All Along the Watchtower - riesce ancora ad esaltare la folla. Terrificante
versione per chiudere.
Performance gloriosa questo show.
Possano le sue canzoni essere sempre cantate.
Padova e Parma , le impressioni di Marina, la perfetta
Maggiesfarmer
Caro Mr. Tambourine,
con un po’ di ritardo - dovuto ad incessanti impegni di lavoro - vengo ad
illustrare anch’io la mia opinione sul tour italiano del Nostro Amato ed in
particolare sui concerti di Padova e Parma ai quali ho assistito.
Farò solo un breve accenno alla questione della invasione del pubblico verso
il sottopalco, verificatasi in entrambi i concerti, ma che a Parma ha
raggiunto l’apice della inciviltà. Non ho voglia di tediare alcuno sul punto
e mi servo di queste pagine solo per esprimere, brevemente, tutto il mio
disprezzo per coloro che programmaticamente usano violenza al prossimo
(perché, cari amici, di questo si tratta) calpestando volontariamente i
diritti degli altri, all’unico e stolto scopo, peraltro, di farsi vanto di
una trasgressione fine a se stessa, che nulla aggiunge all’intensità della
partecipazione all’evento, che vieppiù nel caso di Dylan andrebbe goduto in
religioso silenzio per godere di ogni piccola o grande sfumatura della
esibizione. Gli organizzatori, ed in particolare quelli del concerto di
Parma, hanno gravi responsabilità ma, è bene rimarcarlo, la responsabilità
maggiore è dei singoli spettatori che mancano di rispetto ai loro simili.
Sui fatti non aggiungo altro poiché sono noti dalle cronache dei giorni
scorsi. Preciso, tanto per prevenire osservazioni scontate, che per il
concerto di Parma ho acquistato i biglietti di terza fascia (volutamente,
quasi avessi avuto un presentimento) e dunque non ne faccio una questione di
denaro, bensì unicamente una questione di principio.
Chiusa la incresciosa parentesi, passo ai concerti, riguardo ai quali, pur
non avendo potuto intervenire sinora, ho letto le opinioni espresse in
questi giorni, la Tua compresa, Mr. Tambourine, e devo dire io non sono così
entusiasta.
Orbene, premesso che adoro Bob e premesso, altresì, che non ho alcuna
cognizione tecnico-musicale, proverò a descrivere le sensazioni che “ad
orecchio” ho provato.
Il concerto di Padova, per il mio orecchio, è risultato piuttosto disastroso
e la responsabilità non penso sia da ascrivere unicamente alla acustica del
Palafabris che, degno compare del Palalottomatica di Roma, generava ed
amplificava un fastidioso frastuono. Il punto è che la band mi è sembrata
una accozzaglia di musicisti e strumenti scoordinati con una sezione ritmica
pressoché messa in disparte (mentre di solito negli ultimi tempi è quella
che eccelle e dà ritmo al sound) con Sexton non all’altezza di sollevare le
sorti del gruppo sebbene nelle intenzioni dovesse assumere il ruolo
trascinante di leader, ed oso dire, neppure tanto preciso nella esecuzioni
in più di una occasione. La sua chitarra, la chitarra di Bob e soprattutto
la “pianola” erano sparati a tal punto che spesso sopravanzavano ogni altro
suono. Mi sono chiesta più volte durante il concerto se Bob si rendesse
conto di quanto fosse alto il volume della tastiera e quanto coprisse ogni
altra cosa, peraltro con risultati musicali non certo da encomio: vi
assicuro che quel suono è stata una vera tortura per le mie povere orecchie.
Non mi pronuncio sulla trombetta di Donnie Herron che aveva
dell’imbarazzante. Le esecuzioni migliori sono state quelle in cui Bob è
rimasto lontano tanto dalla chitarra quanto dalla tastiera, sebbene qualche
stecca si sia avvertita anche con l’armonica. La voce, al contrario, era, a
mio avviso molto buona e potente, tenuto conto del suo standard attuale.
Devo dire che l’unica cosa entusiasmante, unica negli ultimi anni ed
inaspettata è stata la presenza di Bob sul palco: le espressioni del volto,
le movenze, i sentimenti gioiosi che ha profuso per tutta la serata. In
questo senso, può darsi che, come qualcuno ha già evidenziato, la presenza
di Sexton possa avere il suo peso. Sta di fatto che Bob era davvero presente
ed il suo pubblico non sembrava essere la pena da sopportare per raggiungere
un suo, tutto particolare, appagamento: era lì per dare qualcosa di sé anche
con la sua fisicità, forse a sopperire ed a farsi perdonare altre
manchevolezze. Non riuscivo a smettere di guardarlo questo grande vecchio
dalla voce rauca ed in fondo non mi importava di tutto il resto: mi è
bastato qualche bel sorriso per attenuare quel senso di delusione che a
tratti mi ha sopraffatto nel corso del concerto. .
Venerdì mattina, sono partita alla volta di Parma con in cuore una grande
pena ed una grande speranza, senza aspettarmi nulla. Qui le cose sono andate
meglio, anche se per via del caos cagionato dagli spettatori ogni tanto mi
sono allontanata dal mio posto ed ho vagato per il parco alla ricerca di uno
spazio dove poter vedere qualcosa, oltre che sentire, senza salire su una
sedia, e ciò ovviamente mi ha impedito di percepire appieno l’esibizione.
Comunque, ho avuto la netta impressione che la band avesse recuperato una
certa coesione e che tutti fossero più concentrati verso l’obiettivo. Anche
Tony Garnier e George Receli sono riemersi (la cartina di tornasole è stata
Highway 61) ed il rapporto tra i vari strumenti era più equilibrato:
soprattutto niente pianola bucatimpani. Nel complesso, dunque, un concerto
migliore, ma ancora al di sotto delle aspettative che tutti noi nutrivamo
con il ritorno di Sexton, sebbene alcune esibizioni fossero, qui, degne di
nota: per esempio Ballad Of A Thin Man, che è diventato quasi un pezzo fisso
in questo tour europeo e che Bob esegue con tanto sentimento, è stata molto
buona; così pure Thunder On The Mountain dove Sexton finalmente si è
distinto. Tangled Up In Blue sembrava all'inizio promettente ma poi non ha
avuto sbocchi innovativi.
Tutto nell’insieme è andato un po’ meglio e Bob ha regalato ancora un grande
abbraccio al pubblico, divertendosi a duettare con Sexton (anche se, non
posso non dirlo, con scarsi risultati), dispensando sorrisi e gesti quasi
teatrali che ho potuto cogliere solo in parte negli spazi in cui sono
riuscita ad intrufolarmi, quando stufa di stare al mio posto e vedere
essenzialmente le schiene ed il posteriore di tutti quelli che erano sotto
il palco, mi sono alzata ogni tanto per avvicinarmi.
Sono uscita da Parco Ducale con un bel poster fronte-retro in bianco e nero
con due bellissime foto dei tempi passati.
Comunque, malgrado tutto, anche adesso, mentre scrivo, mi accordo che
inseguendo la sua figura con la mente provo istintivamente una sorta di
commozione e sono grata alla sorte per averlo incontrato ancora una volta e
so che il giorno in cui dovesse decidere di abbandonare il palco sarà per me
un grande dolore. Per questo, pur non potendo fingere che lo spettacolo che
oggi ci offre è senza pecche, non credo riuscirò mai a fare a meno di andare
dove lui mi chiama.
Un abbraccio, Marina
Cara Marina , apprezzo molto la tua
sincerità ma vediamo di spulciare un pò le tue osservazioni.
Per quello che concerne la maleducazione della gente è un discorso vecchio
ed inutile che si rinnova tutti gli anni, direi addirittura noioso sotto un
certo punto di vista, la soluzione, e l’ho scritto innumerevoli volte su
questa pagine, è quella del biglietto GA (General Admission), cioè posto
unico in piedi per tutti senza settori e porcherie varie, ricordo che a
Cernobbio nel parco di Villa Erba fu fatto così e nessuno ebbe da lamentarsi
, chi prima arriva meglio si accomoda e finito il teatro.
Parliamo ora dell’acustica. E’ sempre un grosso problema, credimi,
specialmente per il musicista che arriva e deve suonare in un posto che non
conosce, che non sa quali risultati può dare, che livelli di eco e di
frastuono possa generare il famoso rumore di sottofondo da “squadriglia di
bombardieri a volo radente”. Posso dirtelo per diretta esperienza avendo
lavorato diversi anni nella gestione del suono sul palco per diversi e
famosi artisti americani, che tra l’altro (lasciamelo dire) sono avanti una
cifra in questa cose rispetto agli artisti “nostrani”. Considera inoltre che
il concerto è stato spostato all’ultimo momento per le ben note ragioni in
un luogo che certamente non è stato progettato per la musica, per cui non
servono nemmeno le uova per fare la frittata. Consideriamo anche che un
palco come quello di Bob non è poi così semplice e rapido da trasferire e
cablare, avrai letto che un’ora prima dello spettacolo Bob stava ancora
facendo il suond check, evidentemente anche lui, al primo approccio aveva
sentito che le cose erano disastrose, prolungando quindi la prova per
cercare almeno di ottenere un suono che rendesse possibile suonare. Altro
fatto da tenere in considerazione è che quello che si sente in sala non è
mai quello che si sente sul palco, sul palco può sembrare tutto calibrato
perchè c’è un mixer apposito che regola i suoni, ma in sala alla lunga le
cose possono cambiare, solo lo spostamento di una buona parte del pubblico
verso il palco può generare una risposta sonora diversa da quella provata
nel suond check, con l’aggravante che col passare del tempo gli echi si
sommano agli echi facendo un pastone di tutto quello che prima si poteva
chiamare suono. Anche rimediare a queste situazioni non è sempre facile, a
volte la becchi subito e tutto va a posto, ma a volte puoi tirar fouri il
cervello e tutta la tua esperienza di mixer che le cose purtroppo non
cambiano. Questo non per giustificare in qualche modo i musicisti di Bob, ma
solo per dire che anche loro a volte si trovano a suonare con reazioni
sonore che non permettono loro di rendere per quello che valgono.
Altro argomento, giustamente da te sottolineato, è quello che questa band è
sempre stata una band mediocre , con musicisti mediocri e nel caso di Recile
nemmeno adatti allo stile di suono odierno di Bob. Io queste cose le ho
ripetute diverse volte, dicendo che salvavo solo Tony Garnier, ma che per il
resto uno valeva l’altro, band non paragonabile con nessuna delle
precedenti, se poi facciamo il paragone con la Band, con Tom Petty o con
G.E. Smith scaviamo un abisso incolmabile. Sexton è bravo, ma praticamente è
un perfetto sconosciuto nel mondo dei guitar-man, non ha un background di
prestigio, non ha caratura internazionale, è solo uno bravo e basta, che una
sera può suonare benissimo e la sera dopo deludere. Freeman era un
bravissimo chitarrista che si esprime ottimamente anche nel jazz, ma abbiamo
visto che messo di fianco a Bob ci ha soltanto regalato alcuni anni di noia.
Kimball rientra nella categoria di quelli che non lasceranno mai un segno di
se stessi, idem Herron. Receli è un ottimo picchiatore che io continuo non
ritenere adatto per la band di Bob. Consideriamo anche che per le attuali
potenzialità di Bob nessun musicista di caratura mondiale si azzarderebe a
salire sul palco con lui, il rischio di figuracce sarebbe troppo elevato.
Bob ormai ha raggiunto la “sua altezza” personale dalla quale può fare tutto
quello che gli passa per la mente, ma questo vale solo per lui. Se stesse in
silenzio per tutto il concerto agitando solo le braccia la gente lo
osannerebbe ugualmente, come hai fatto tu del resto, non importa come canta
o come suona, l’importante è vederlo, far diventare un pezzettino della
mostra vita parte comune con la sua, ma questo esce dal campo musicale ed
entra in quello dell’ icona legendaria. E’ anche indiscutibile che Sexton ha
rivitalizzato in modo evidente i “golden slumbers” ai quali ci aveva
abituato Dylan negli ultimi anni, rendiamogli merito per questo, ha saputo
trasformare una noia pesante in uno spettacolo accettabile, e questo non è
poco.
A Parma il suono era certamente migliore e questo ha contribuito ad elevare
il livello dello show e la resa dei musicisti. Non saprei cosa si possa
aspettare il pubblico attuale dai concerti di Bob, il giusto sarebbe
aspettarsi pochissimo e godere di tutto quello che arriva in più. Troppa
aspettativa può generare una delisione alla fine del tutto, quindi direi che
tutti dovremmo stare più con i piedi per terra, renderci conto che Bob ha 70
anni e che non potrà mai più darci quello che era in grado di fare 20 anni
fa. L’atteggiamento di Bob è completamente diverso da quello dello scorso
anno, si diverte, si muove, sorride, cerca ancora l’effetto che può stupire
, a volte gli riesce e a volte no, ma alla sua età non tutte le ciambelle
riescono col buco. Accontentiamoci dunque, quest’anno abbiamo avuto un buon
Dylan rispetto a quello dell’anno scorso, quindi va bene così, pensa che
avresti potuto vedere un concerto ancora con Freeman e compagnia molle, e la
tua delusione avrebbe toccato il suo zenit.
Lo spettacolo di Bob non sarà mai senza pecche, ma però sono le pecche di
Bob, non quelle di uno appena uscito da uno dei tanti talent-show che ci
propinano alla TV facendoci pagare anche il canone, c’è una bella differenza
, o no ?
Ricambio l’abbraccio, Mr.Tambourine.
Praga è sicuramente una bella città. C’ero già stato e sapevo che era un
buon
posto dove stare. Ancora piena estate. Ci siamo incontrati con un sacco di
altri norvegesi, rutabaga,
englihsmen, tedeschi e altro ancora. Nella 02 AENA 15 su 20 posti in prima
fila
erano occupati da noi, e come Bob è entrato quelli dietro si sono
precipitati allelle transenne davanti al palco e centinaia dietro di noi ha
fatto lo stesso. Molto diverso da Bratislava. Credo che questo sia stato il
migliorconcerto migliore di Bob! 7 canzoni diverse da Bratislava. Tom
Thumb's blues è stato grande come sempre, e questa volta il pubblico si è
unito a Bob nel coro di Just like a woman. Non la versione migliore di Mr.
Tambourine man che abbiamo sentito , ma comunque è stato un piacere
ascoltarla. Anche Cold Irons bound è stato uno degli higlights. Bob suonava
la chitarra, l’armonica e cantava al centro della scena per quasi la metà
del concerto. Il vero punto più alto della notte è stata Ballad of a thin
man. Credo di avere visto Bob fare questa canzone forse 20-30 volte dal
1978, ma non l’ ho mai sentita buona come stasera. Tutti i miei amici erano
d'accordo. Beh, è notte fonda e devo andare domani a Linz - e se quello sarà
ancora meglio questo, ci ricorderemo di questo tour per molto tempo. Grazie
Bob!
Steinar Daler (in tour con Geir, Thor, Lasse - e un sacco di altri buoni
amici).
Questo era il mio quinto concerto di Dylan (dopo Varsavia 1994, Varsavia
2008, Ostrava 2008 e Berlino 2009) e credo che sia stato il migliore. Oppure
ero solo in uno stato d'animo molto buono, viaggiando all'estero, essendo da
solo, senza una casa, ecc. mi è piaciuto molto lo spettacolo
e il signor Dylan sembrava stesse divertendosi dasvvero tanto. Penso che
cambiare gli strumenti gli dia un grande piacere: tastiera? chitarra?
armonica? – Soloi suoi amici possono indovinare ciò che lui vuol fare in
quel momento! :) E' iniziato tutto con Rainy Day Women, ho aspettato tutto
il giorno le parole: bene, tutti sballati... e sono arrivate! Durante Lay,
Lady, Lay ero così felice che cantavo come il buon vecchio Bob - non solo
dicendo le parole, ma anche il canto - sono sicura che tutti sapete cosa
voglio dire. Altri momenti brillanti per me sono stati: Just Like A Woman -
Bob voleva che cantassimo con lui ed è stato un grande onore, bella versione
di Shelter From The Storm e Mr. Tambourine man, semplicemente da far venire
le lacrime agli occhi. Sono stato anche contenta di sentire tre canzoni
dall’'album Together Through Life e una certa roba potente come Honest with
me.
Grande serata. Non so se credo in Dio, non so se credo nell'amore, ma
Io credo in Bob Dylan! :)
Ciao Mr.Tamb,
Ti segnalo questo link dove c'è il programma completo del "Dylan Fest" di
Moville (Irlanda) che avrà inizio il 1° luglio, con un piccolo assaggio in
anteprima (per quello che ci riguarda) a Derry, mercoledì 30 giugno.
Sempre sullo stesso sito vi è anche una recensione delle edizioni passate,
oltre alla presentazione di quella attuale, con in particolare una nota
interessante sullo show di Peter Landecker (nel quale siamo coinvolti).
This time there's Dylan, after the bleak performances last year, the soul of
the old lion comeback great after several years of slumbers. Freeman's
departure and the arrival of Sexton were the turning point of the whole
matter.
The last year’s tour was boring a lot, like a limp performance in the
play-back running badly, very badly, but this time, Dylan returned to fly
high, driven by youth, enthusiasm and talent of Charlie. We should
especially say "Thank you Charlie," Bob would continue without him in his
long sad and tasteless hibernation.
Dylan is once again the Master of the stage, the focus of the audience that
still venerates him as an indestructible icon that represents anything,
keyboard, guitar, harmonica, center stage, Dylan is another, the shadow of
the past-Dylan completely erased.
Columbia Recording Artist has shown us that it is possible to excite
the audience even without a voice and with all the technical and musical
limitations that this fact entails.
If Bob had the voice of ten years ago he would have been perfect, he could
vary substantially different and the arrangements, which unfortunately are
all very similar because his voice can not allow him more flights-fancy of
the past.
But Bob is more alive than ever, it is clear that he has much fun on stage,
although his songs have become a puzzle, sometimes these changes is not easy
to recognize.
Sexton was able to transform the "ritual" in a musical performance not of
exceptional carats, but funny, exciting, sincere and genuine in its limits,
acceptable in its simplicity, revitalizing the 'man', dusting him as the
charismatic performer who is always has been.
Dylan sings, dances, plays, SMILE, do not talk as usual, he introduce the
band then goes away smiling , as to say: "Have you seen, I'm still me, do
you Mr. Jones?
Who considered himself finished had to renege words , many critics have had
to turn back.
The success of Asian and European tour speaks for itself, without further
comment, Dylan is still precisely identical to itself, with its ups and
down, this time, to us, he gave us a lot of ups, thanks Bob and a special
thanks to Charlie Sexton, who reinvent the Bob Dylan 2010 version!
Mr.Tambourine
With a little help from my friend Charlie
Questa volta Dylan c’è, dopo le sconsolanti esibizioni dello scorso anno,
l’anima del vecchio leone è ritornata alla grande dopo qualche anno di
sonnecchi. La partenza di Freeman e l’arrivo di Sexton sono stati la chiave
di svolta di tutta la faccenda.
Il tour dello scorso anno ha annoiato parecchio, sembrava un moscio
spettacolo in play-back eseguito male, molto male, ma questa volta Dylan è
tornato a volare alto, spinto dalla giovinezza, dall’entusiasmo e dalla
bravura di Charlie. Noi dovremmo dire soprattutto “Grazie Charlie”, senza di
lui Bob avrebbe continuato nel suo lungo triste ed insipido letargo.
Dylan è ritornato ad essere il padrone del palco, il centro dell’attenzione
del pubblico che ancora lo venera come una indistruttibile icona che
rappresenta qualunque cosa, tastiera , chitarra , armonica , centro palco,
Dylan è un altro, l’ombra del Dylan passato cancellata completamente.
Il Columbia Recording Artist ci ha mostrato che è possibile entusiasmare il pubblico anche senza una voce e con tutti i limiti tecnici e musicali che
questo comporta.
Se Bob avesse avuto ancora la voce di dieci anni fà sarebbe stato perfetto,
avrebbe potuto svariare e differenziare in modo sostanziale gli
arrangiamenti, che purtroppo oggi sono tutti molto simili perchè le sue
possibilità vocali non gli permettono più i voli pindarici del passato.
Eppure Bob è più vivo che mai, è palese che si diverte molto sul palco,
anche se le sue canzoni sono diventate un rebus, talmente cambiate che a
volte non è facile riconoscerle.
Sexton è riuscito a trasformare il “rito” in uno spettacolo musicale di non
eccezzionale caratura, ma divertente, entusiasmante, sincero e genuino nei
suoi limiti, accettabile nella sua semplicità, rivitalizzando l’”uomo”,
rispolverando in lui il carismatico performer che è sempre stato.
Dylan canta , balla , suona , SORRIDE , non parla come suo solito, presenta
la band e sorridendo se me va come per dire: “Visto, io sono sempre io, do
you Mr. Jones?
Chi lo dava per finito ha dovuto rimangiarsi le parole, molti critici hanno
dovuto fare dietro front.
Il successo del tour asiatico ed europeo parla da solo, senza bisogno di
ulteriori commenti, Dylan è ancora precisamente identico a se stesso , coi
suo alti ed i suoi bassi , questa volta, per noi, ci ha dato gli alti,
grazie Bob e un grazie particolare a Charlie Sexton , reinventore del Bob
Dylan versione 2010 !
Set list: Marseille,
France - Le Dome de Marseille - June 23, 2010
1. Leopard-Skin Pill-Box Hat (Bob on keyboard)
2. It Ain't Me, Babe (Bob on guitar, Stu on acoustic guitar)
3. Stuck Inside Of Mobile With The Memphis Blues Again (Bob on guitar, Stu
on acoustic guitar)
4. Just Like A Woman (Bob on keyboard, Stu on acoustic guitar)
5. I Don't Believe You (She Acts Like We Never Have Met) (Bob center stage
on harp)
6. High Water (For Charley Patton) (Bob center stage on harp, Donnie on
banjo, Tony on standup bass)
7. Desolation Row (Bob on keyboard, Donnie on electric mandolin, Stu on
acoustic guitar, Tony on standup bass)
8. Blind Willie McTell (Bobcenter stage on harp, Donnie on banjo, Stu on
acoustic guitar)
9. Honest With Me (Bob on keyboard)
10. Shelter From The Storm (Bob on keyboard, Stu on acoustic guitar, Tony on
standup bass)
11. Highway 61 Revisited (Bob on keyboard)
12. Forgetful Heart (Bob center stage on harp, Donnie on viola, Stu on
acoustic guitar, Tony on standup bass)
13. Thunder On The Mountain (Bob on keyboard, Stu on acoustic guitar)
14. Ballad Of A Thin Man (Bob center stage on harp)
(encore)
15. Like A Rolling Stone (Bob on keyboard)
16. Forever Young (Bob on keyboard then center stage on harp)
Non aspettare altri dieci o vent'anni per capire a cosa
hai assistito
di Roberto Fiore
Non vedevo Dylan dal vivo da parecchi anni.
In tutto ho assistito a una decina di concerti, la maggior parte dei quali
concentrati nel periodo fine anni novanta/inizi anni duemila, il periodo
dominato dall'accoppiata Sexton & Campbell, dove Dylan apriva il concerto
con un tradizional.
A proposito: noto che oggi quei concerti sono osannati come appartenenti a
uno dei migliori periodi live di Dylan, ma mi ricordo che all'epoca erano
solo critiche: dall'upsinging, alla batteria di David Kemper, al repertorio
sempre uguale, alle versioni irriconoscibili di certi brani, ecc.
Dunque, dicevo: dopo svariati anni ritorno a vedere Dylan a Parma.
Per quanto riguarda la polemica dell'invasione sotto il palco: io ricordo
che accadeva regolarmente anche in passato, ma solo nella seconda metà del
concerto, spesso verso la fine.
Oggi l'incapacità della security (inesistente) ha permesso l'invasione sin
dal primo minuto. Io ad ogni modo non posso lamentarmi: ero seduto in quarta
fila, quando ho visto il caos mi sono precipitato e ho visto il concerto con
i gomiti appoggiati alla transenna. E senza fare neppure un minuto di coda,
visto che ero appena entrato. Che goduria!
In ogni caso questo mi ripaga di tante altre volte in cui ho passato
l'intera giornata in coda per poi ottenere una postazione a decine di metri
dal palco. Questa ricompensa a distanza di anni mi ci voleva, non credete?
Dylan mi è apparso in forma, cantare diventa sempre più difficile, ma il
suono rinvigorito da Sexton mi sembra davvero esaltante, anche se Tangle up
in blue è molto cambiata rispetto a una decina di anni fa. Gli anni passano.
in effetti in passato vedevo Dylan dal vivo per quello che rappresentava in
quel preciso momento del suo divenire artistico. Per la prima volta a Parma,
ho avuto invece l'impressione di ammirare esclusivamente l'uomo e quello che
rappresenta: un passato glorioso che oggi viene degnamente ricordato e
onorato in questi concerti.
Poi da quando ho letto il bellissimo articolo di Paolo Vites (anzi
quell'articolo è un vero capolavoro andate a leggerlo sul suo blog) non
faccio che pensare alle mani. LE MANI di Bob che si muovono placide mentre
impugna l'armonica e canta come un vecchio crooner.
Vi giuro avevo quasi voglia di piangere per il pathos raggiunto da
quell'immagine e avrei pagato qualsiasi cosa per ascoltare Not dark yet in
quella situazione, ma anche con Ballad of a thin man le emozioni non sono
mancate.
Vecchio Bob, sei riuscito ancora una volta a farmi vivere un giorno
memorabile e pieno di sensazioni grandi.
Mentre vado via ascolto un ragazzo che si lamenta per la voce da "pecora
sgozzata" o per la versione non riconoscibile.
Lo guardo per un attimo. Vorrei dirgli con lo sguardo: non aspettare altri
dieci o vent'anni per capire a cosa hai assistito. Un domani, quando Bob
sarà in pensione o si sarà rotto le scatole di questo tour senza fine,
allora rimpiangerai tutto. Non aspettare. Innamorati di questa musica, di
questa serata, ORA.
a
Mercoledi 23 Giugno 2010
Set list: Nice, France -
Palais Nikaia - June 22, 2010
1. Leopard-Skin Pill-Box Hat (Bob on keyboard)
2. This Wheel's On Fire (Bob center stage on guitar and harp)
3. I'll Be Your Baby Tonight (Bob on guitar)
4. Just Like A Woman (Bob on keyboard)
5. John Brown (Bob center stage on harp, Donnie on banjo)
6. Under The Red Sky (Bob on keyboard)
7. Honest With Me (Bob on keyboard)
8. Tangled Up In Blue (Bob center stage on guitar)
9. Cold Irons Bound (Bob center stage on harp)
10. What Good Am I? (Bob on keyboard)
11. Highway 61 Revisited (Bob on keyboard)
12. Masters Of War (Bob on keyboard)
13. Thunder On The Mountain (Bob on keyboard)
14. Ballad Of A Thin Man (Bob center stage on harp)
(encore)
15. Like A Rolling Stone (Bob on keyboard)
16. Jolene (Bob on keyboard)
17. All Along The Watchtower (Bob on keyboard then guitar)
Quel canto libero e poetico di un ebreo chiamato Bob
Dylan
clicca
qui
a
Martedi 22 Giugno 2010
Padova vista da Nicola e Francesco
Ciao Mr Tambourine,
ti mandiamo il nostro racconto del concerto di Padova, dicci cosa ne pensi,
byeee.
E siamo a quattro! Nonostante la nostra passione per il Grande Vecchio sia
relativamente recente. Nonostante le sirene del relativismo musicale,
squillanti anche nella Fattoria. Nonostante il diluvio veneto che ha fatto
spostare il concerto da Piazzola sul Brenta alla meno nota "Padova" (sic!).
Quattro, ma per la prima volta impugniamo la penna per un nostro resoconto.
E' notorio, rispetto alla bassa pianura attraversata nel biennio '65-66, la
voce del nostro ha finalmente raggiunto il suo zenit, il
che gli ha permesso negli ultimi anni di fornire prestazioni estremamente
eclettiche, anche grazie al dream team della musica rock
che l'ha accompagnato. Ottimamente equipaggiati di birra, caramelle gommose,
scalette dei concerti precedenti, donzelle al nostro fianco, ci lanciamo in
un totoscommesse sulla setlist. Al centro dei nostri desideri Time Out Of
Mind, ognuno con le sue preferenze.. Farà Love Sick? E Can't Wait? E invece
Not Dark Yet? Molto probabile un ripescaggio della solita versione live di
Sad-Eyed Lady of the Lowlands.
Attacco col solito bluesettone (questa volta Leopard-Skin
Pill-Box Hat), bello, ma già sentito nei precedenti concerti a correnti
alternate: bluesettone-ballatozza-bluesettone-ballatozza e via fino alle
rispettive città natali, di pubblico e band. E' dunque la solita
minestra?! Non indigesta per carità ma, dopo aver esonerato il più grande
chitarrista di tutti tempi dopo Francesco Guccini, si auspicava una svolta
più marcata. Che questo sedicente Sexton si sia perso nel solito sound degli
ultimi tour, forse anch'egli ammaliato dalla voce argentina di Bobbo Rock?!
Ma ecco la prima sorpresa! Sono finite le birre e adesso per raggiungere il
baretto ci toccherà svegliare tutta la fila. Invece no, si tratta di Baby
Blue. Non una versione memorabile, ma un pezzo che latitava nelle scalette
degli ultimi anni e che ci fa ben sperare per il prosieguo. A tal fatta ci
ha spinto la nostra fede.
Skip.
La numero quattro, ma la prima nel cuore del Ghidini, che l'attendeva da
quattro anni, è Tangled Up In Blue. Essicata a sole tre strofe, quelle di
cui The Mummy ancora ricorda le liriche struggenti. Un colpo al cuore alla
fine di ogni strofa con un piccolo guizzo, una zampata del vecchio leone,
nel verso finale e nel ritornello: tangled up in Bob!
Skip.
Masters Of War. Serve aggiungere altro? Sì, serve eccome. Pezzo raro
ultimamente, riarrangiamento coi controcazzi, inizia a sentirsi la cura
Sexton con delle rasoiate di chitarra che sezionano l'incedere roboante
della canzone, svegliando persino gli spettatori dal sonno più pesante. Bob
è vivo e lotta insieme a noi! Da allora il concerto diventa un concerto del
Columbia recording artist amato da grandi e piccini - ma soprattutto da
attempati relitti 6o's che affollano il palazzetto, quelli vecchi vecchi
vecchi che non gli tira manco per la cippa. Come se non bastasse, un riff di
chitarra si fa riconoscere nitido nella scura notte patavina, altra novità
rispetto al mood musicale a cui ci avevano assuefatti gli ultimi concerti.
Parte I Don't Believe You, ma noi, citazionisti financo nelle viscere,
intoniamo I Believe In You, Bob. E le frecce nella faretra del nano di
Duluth non sono ancora finite. Segue Workingman's Blues, uno degli ultimi
masterpiece del Maestro. Ma ecco far capolino dai nostri desideri nascosti
TOM, il secondo zio più amato degli States. La band si lancia in una buona
versione di Cold Irons Bound, impreziosita da almeno un paio di orsetti
gommosi decapitati per l'occasione.
Skip.
Skip.
L'intro è riconoscibile, infatti persino l'Andreani lo riconosce e accoglie
le prime parole con gridolini estatici. E' proprio lei! E giù
pacche sulle cosce fidanzatesche e sul manico del Ghidini. Can't Wait, non
avremmo aspettato un altro anno per sentirla. O meglio, avremmo aspettato
anche altri diciassotto anni, ma Bob ci ha abbonato la spastica attesa. Il
maggior estimatore del brano, Chuck Norris, ha rinunciato a spaccare le
consuete tre mascelle serali con calcio volante per commemorare
l'avvenimento.
Skip.
Non ci facciamo sorprendere da Ballad Of A Thin Man: le scalette dei
precedenti live parlano chiaro. Eppure ci facciamo sorprendere ugualmente.
La canzone risuona ancora sulfurea nelle nostre giovanili orecchie. L'incubo
è riuscito e Bob lo declama con voce mefistofelica.
Fine.
Quella finta però e noi lo sappiamo. Tutti lo sanno. I musicisti escono, Bob
pure. Noi no, ci sprechiamo in grandi applausi. Bob
rientra subito, ma solo perché ha dimenticato il pannolone. Il
fuoriprogramma elettrizza la folla che grida come un sol uomo "Vogliamo
Barabba!" E un miracolo anche. Cortesemente. Inchiodati alle loro
responsabilità legali, Bob & his band si precipitano nuovamente sul palco.
Like a Rolling Stone. Insospettabile, mormoreggiano i più, Barabba,
mugugnano gli altri. Jolene, quindi la presentazione degli scalmanati
vestiti da gondolieri del Texas e infine All Along The Watchtower. Nel pezzo
conclusivo l'ebreo tascabile lascia la pianola Bontempi per imbracciare la
chitarra, pur con qualche difficoltà, vista la sua ostinazione a non
privarsi dell'inseparabile sombrero.
La chitarra bobbesca per noi ormai è come il voto: una
questione estetica. Da non sopravvalutare, ma certamente apprezzata.
Il concerto ci appaga. E' il più bello a cui abbiamo assistito negli ultimi
quattro anni. L'innesto di Sexton ha rivitalizzato e arricchito
il sound del gruppo; non solo il gruppo, Bob stesso sembra tornato a nuova
vita. Certo, compatibilmente alle 102 primavere che si ritrova sul groppone.
E' palese che si diverta alla pianola, chitarra & center stage on harp.
Addirittura si diletta improvvisando dei duelli con la chitarra sextoniana,
per non parlare dei balletti dietro la pianola.
Lo arresterebbero, non indossasse dei pantaloni da carabiniere. Non ci resta
che tornare a casa sognando qualche pezzo da Oh Mercy, Visions Of Johanna e
Ufo Robot, da bravi dylaniani.
Nicola e Francesco.
n.b. per non tediarvi più del giusto (siete pur sempre dylaniani), con lo
skip abbiamo inteso selezionare e non snobbare.
I miei complimenti , così si scrive una
recensione ! Unico disaccordo , siete sicuri che i vecchi vecchi vecchi
rimasugli degli anni 60' abbiano riposto la pistola nella fondina ? :o)
Sono tornato in Austria per la terza volta invitato dai Blackstones, e non
perchè ospite non pagante, ma come amico sincero, ammiratore di quelli che
penso siano al momento i migliori artisti sulla nostra piazza a
rappresentare Bob Dylan e la sua musica.
Già, Blackstones + Al Diesan & Pino Tocco sono oggi un’accoppiata
formidabile di sicuro successo in qualunque posto vadano, esperienza,
competenza, sicurezza, suono, arrangiamenti sono il punto di forza che
permette loro di affrontare qualunque platea senza nessun patema d’animo.
Loro sul palco ci stanno davvero bene, sono nel loro elemento naturale e la
gente vede e percepisce queste cose.
La zona austriaca del Voralberg è quanto di più bello si possa immaginare in
fatto di paesaggi alpini, un tuffo in una natura incontaminata e tenuta in
ordine con rigido piglio teutonico. Alloggiamo ad una ventina di chilometri
dal paese, in cima ad un passo che si trova alla fine di una valle colma di
abeti, uno spettacolo da togliere il fiato. La Gasthaus che ci accoglie mi
fa fare un tuffo nel passato, quando da bambino mio padre mi portava con la
Topolino a fare il giro dei passi alpini, Stelvio, Pordoi, Falzarego, Sella,
lo Spluga con la sua diga e le trincee della 1° guerra mondiale, rimaste
inalterate, mute testimoni di una tragedia ormai passata e dimenticata, ma
le trincee, i sassi, i sacchi di sabbia, le casematte ( oggi si chiamano
bunker) sono ancora lì a dirci che forse abbiamo dimenticato ma che quello
che abbiamo dimenticato è stata una triste realtà di quel periodo.
Tutta completamente in legno, dai pavimenti alle pareti, alle finestre,
alle verande, il profumo del suo legno invade le narici e crea una
sensazione di piacere, gasthaus con tutte le carte in regola rigorosamente
provenienti dal passato, con la immancabile stufa a legna che riscalda tutto
l’ambaradan, che bello e che gioia vivere qualche ora della nostra vita
lontano dalla realtà invadente della nostra quotidianità !
Il Werkstatt è un bellissimo posto di ristorazione e manifestazioni di vario
tipo, e per la prima volta, in occasione del concerto di Bob Dylan del
giorno successivo a Dornbirn ( 20 km da Rankweill), la direzione ha pensato
di abbinare la cosa invitando i Blackstones per una serata tributo alla
musica di Bob. Era dunque la prima volta che questa struttura ospitava una
rock band in piena regola, cosa che, come tutte le prime esperienze genera
sempre appprensione e timori, come la reazione del pubblico abituato a cose
“più tranquille” ed ad un tipo di musica di solito molto diversa dal rock.
Il solo montaggio dell’impianto audio ha richiesto quasi tre ore di lavoro,
col risultato che i Blackstones e Al Diesan con Pino tTocco hanno avuto la
misera disponibilità di 5 minuti di suond check soltanto un quarto d’ora
prima dell’inizio dello show, con il locale già affollatissimo, cosa mai
simpatica perchè queste cose vanno fatte con calma e senza la presenza del
pubblico. Il suono in sala era ottimo e potente, ma sul palco le cose erano
un pochino più difficili, anche il tecnico al mixer ha avuto problemi nella
gestione dei cinque monitor piazzati sul palco, cosa che ha creato non pochi
disagi ai nostri artisti che con la loro esperienza hanno continuato la
loro esibizione anche se a tratti c’erano (sempre sul palco s’intende) dei
grossi scompensi, con strumenti che sparivano e riapparivano nei monitor
coprendo gli altri. Ma questo è un problema che si è manifestato solo sul
palco ed i nostri hanno fatto buon viso alla situazione non ideale senza
fare una piega, da veri professionisti.
La folla in sala naturalmente non si è accorta di niente, solo io e pochi
amici dei musicisti abbiamo avvertito questa situazione avendo seguito tutte
le operazioni di cablaggio e di suono. Dopo questa doverosa precisazione,
devo dire che la serata è riuscita pienamente dal punto di vista sia
musicale che di gradimento da parte del pubblico e della direzione del
locale, che ha rinnovato l’invito ai nostri artisti a ritornare in futuro
per una esibizione in un altra venue, sempre di sua proprietà, ancora più
grande e già attrezzata e sperimentata per questo tipo di musica.
Hanno aperto la serata le meravigliose ballate di Al Diesan che con il
supporto del bravissimo Pino Tocco hanno come si suol dire rotto il
ghiaccio. Al Diesan ha dovuto prolungare il suo set acustico perchè la
direzione del locale aveva chiesto se era possibile prolungare lo show fino
alla mezzanotte. Meravigliose ad applaudutissime le esecuzioni da brivido di
“I want you”, “It’s all over now baby blue” e “The water is wide”.
La voce di Al ha stupito gli austriaci in modo davvero notevole, la
somiglianza, o meglio l’uguaglianza della sua voce con quella del Dylan dei
tempi migliori riesce sempre a stupire anche me che lo conosco ormai da
molto tempo.
Finito il set acustico, Al presenta i Blackstones che invitano lui e Pino a
rimanere sul palco per una incredibile versione di “Beyond here lies nothin’
“, con Al che faceva il verso al Dylan odierno e rauco ed i blackstones che
per l’occasione si trasformavano nel gruppo di Carlos Santana creando una
base ritmica veramente notevole, con un arrangiamento che ricordava molto la
vecchia “Old Black Magic Woman” dalla quale proviene. Tutti a bocca aperta,
me compreso, cominciano a capire che la serata sarà di quelle da ricordare.
Al e Pino lasciano il palco ai Blackstones, Mick infila subito la quarta
aprendo la loro esibizione con una scatenata “Rainy Day Woman # 12 & 35”.
Segue immediatamente la versione dei Byrds di “The Times they are a-changin’
“ ed il pubblico è già in mano loro.
“You’re a big girl now” crea un’atmosfera romantica, interpretazione intensa
da parte di Mick ed assolo da brivido di Frank che termina in un mare di
applausi.
Frank cambia la sua Strato con una Tele in accordatura aperta ed ecco
ripartire la scatenata versione della RTR di “A hard rain’s gonna fall”,
davanti al palco alcune persone attempate cominciano a ballare il vecchio
buon rock & Roll tra un fiatone e l’altro, ma la gioia è tanta e vale la
fatica.
Seguono “Mr.Tambourine man” nella versione Byrds e la magnifica “I’ll
remember you” nella versione Dylan-Petty. Nemmeno il tempo di tirare il
fiato ed ecco la partenza della meravigliosa “Don’t thin twice” con Frank
nei panni di Eric Clapton nella versione che eseguì al 30° anniversario al
Madison Square Garden.
Alle prime note del riff di “Hurricane” la gente comincia ad ululare il
proprio apprezzamento, la versione è simile a quella di Desire ma molto più
rock nel suono, essendo le parti di violino di Scarlet Rivera eseguite dalla
Stratocaster di Frank, coro a tre voci perfetto che aveva già stupito il
pubblico nelle precedenti canzoni come Hard rain e Mr.Tambourine,
effettivamente al giorno d’oggi le band che sanno cantare a tre voci sono
davvero pochine !
Si ricrea un’atmosfera sognante con una dolcissima versione di “Lay Lady
lay” quasi unplugged, che improvvisamente dopo il ritornello si trasforma in
un ritmatissimo reggae che cambia il volto della canzone fino alla fine
della stessa , sfumatura molto apprezzata dal pubblico.
Mick sembra appena uscito da sotto la doccia, davanti al suo microfono
comincia a formarsi una pozzangherina. E’ il momento di far riposare la voce
con dei pezzi morbidi e rilassanti, partono così “Forever Young”, “Just like
a woman” ed una affascinante versione di “Make you feel my love”. Al mi dice
di non aver mai sentito i Blackstones avere una resa così compatta nel
suono, nelle voci e nella determinata compattezza ed io devo essere
d’accordo con lui, questa è una serata speciale con dei Blackstones
speciali.
Arriva un trio di canzoni che farebbero ballare anche i morti, Mick, sempre
più in un lago di sudore, attacca una roooooccccckkkkkisssima versione alla
Chuck Berry di “Highway 61” che lascia tutti attoniti, immediatamente
seguita da una versione da cardiopalma di “When i pain my masterpice”, per
finire con il top della serata, una really stunning “All along the
watchtower” nella quale Frank sembra la reincarnazione di Jimi, col wha wha
che ulula tutta la sua rabbia.
In teoria la serata si doveva concludere così, ma purtroppo per i miei amici
il lavoro non è finito, la gente urlava strane cose in austriaco e non se ne
andava, urla e fischi facevano capire chiaramente che era il momento degli
encore.
Ed ecco la sorpresa per tutti, i Blackstones risalgono sul palco in
compagnia di Al Diesan (che sarà il lead vocal degli encore) e Pino Tocco,
con i Blackstones che si mettono al servizio dei due artisti cagliaritani.
Acustica ed armonica , poi basso di D.D. in sottofondo e batteria di Riki
leggerissima, tappeto di Hammond da parte di Darius fino all’esplosione del
solo di “I shall be released”, immediatamente riconosciuta dal pubblico. La
canzone alterna pieni e vuoti musicali in maniera magistrale, con un coro a
5 voci che ti fa venire la pelle d’oca, vorresti che non finisse mai, la
voce è quella di Bob, Al supera se stesso ed il suo venerato Maestro, Mick
ed i Blackstones sembrano essersi trasformati in Tom Petty and The
Heartbreakers, la posia della canzone fa il resto del miracolo.
Alla cannonata di rullante di Riki la gente intuisce immediatamente che sta
per ascoltare LARS. Anche qui vale il discorso di prima, Al è Dylan in
persona, e lo si capisce dalle bocche spalancate della gente, alle sue
spalle sembrano esserci i Rolling Stones in persona, infatti la versione di
LARS è la loro, il coro poi è di quelli da segnare sul calendario,
certamente highlight della serata in compagnia di I shall be released.
Terminata LARS,
i Blackstones con gli amici Al e Pino si radunano sul
fronte del palco, salutano la gente con tre inchini e lasciano il palco per
il
meritato riposo.
Ma purtroppo la loro fatica non è ancora finita, devono ritornare sul palco
per “Knockin’ on Heaven’s Door”, Blowing in the wind ed un’altra versione di “All along the
Watchtower” più simile a quella di Blonde in Blonde, con la voce di Al
sempre a farla da padrone.
Questa volta è finita davvero, tutti a bere birra e festeggiare in allegria,
una serata certamente da ricordare ma soprattutto da ripetere , capito
Blackstones, Al Diesan e Pino Tocco ? E soprattutto non dimenticate di
invitare il sottoscritto.
Mentre bevevamo la birra ne ho approfittato per fare qualche domanda ad Al
Diesan, per sentire l’impressione direttamente dal palco, Mick era sotto la
doccia bollente, talmente stanco che sembrava un pugile al terzo K.O.
Mr.T- La domanda è per Al Diesan e Pino Tocco…torniamo un po’ indietro nel
tempo, come avete conosciuto i Blackstones ? Quando vi siete incontrati per
la prima volta ?
Al- E’ stato nel 2007 durante il “Maggie’s Farm Folk Festival” che si è
celebrato a Città di Castello, in quell’occasione vi erano vari artisti e
band da tutta l’Italia che, come noi, eseguono le canzoni di Bob Dylan; la
nostra proposta era prettamente acustica ed evidentemente è piaciuta ai
Blackstones, i quali ci hanno poi contattato per mettere in scena uno
spettacolo congiunto che combinasse l’acustico con l’elettrico in perfetta
armonia.
Mr.T- Brevemente, quali sono state le esperienze comuni prima di
quest’ultima qui in Austria ?
Al- La prima è stata a Trevignano Romano, sulle rive del Lago di Bracciano,
è stata una di quelle serate con una magia particolare, il palco sull’acqua,
il riflesso delle luci colorate, una leggerissima brezza ed un pubblico
entusiasta assiepato sulla riva del lago… davvero emozionante; la seconda è
stata proprio qui in Austria, questo lo sapevi già perchè c'eri anche tu, a pochi chilometri da dove siamo adesso, nel
teatro Montforthaus di Feldkirch, uno dei posti migliori dove abbiamo
suonato, sia per qualità del suono sia per la competenza di chi ci ha
assistito tecnicamente; infine c’è stata la parentesi del Metromondo di
Milano, per il tributo in memoria dell’amico Lanny Brush, anche se in
quell’occasione Pino non era presente.
Mr.t- Riguardo a quest’ultima esperienza, c’è qualcosa che vi ha
particolarmente colpito, in senso positivo ?
Al- Fondamentalmente la sensazione principale , nel suonare con i
Blackstones, è quella di una gratificazione a tutto tondo; possiamo dire che
la cosa più bella è stata che già dall’unica prova, che abbiamo fatto prima
della trasferta, si aveva l’impressione di suonare insieme da molto tempo,
ci siamo trovati alla perfezione nell’esecuzione delle varie canzoni, in
teoria si poteva anche non provare; c’è sempre stata un’energia particolare
che ci ha fatto viaggiare insieme, musicalmente e spiritualmente.
Mr.T- Programmi futuri ?
Al- Per noi, come duo acustico, sono abbastanza immediati: partiremo il 29
giugno per Moville (Irlanda del Nord) dove si svolgerà, fino al 4 luglio,
uno dei “Dylan Fest” più importanti d’Europa; per quello che riguarda la
collaborazione con i Blackstones siamo a disposizione, tenendo sempre conto
dei reciproci impegni e della validità di ciò che viene proposto, a noi fa
sicuramente piacere poter condividere con loro ulteriori esperienze.
Mr.T- Ti ringrazio, alla prossima ?
Al- Certamente !
Set list Rankweil 18 giugno 2010
Al Diesan & Pino Tocco:
The Water is wide
Isis
Hazel
The times they are a-changin’
I want you
Railroad boy
Romance in Durango
It’s all over now baby blue
Blowing in the wind
The Blackstones:
Rainy day woman # 12 & 35
The times they are a-changin’
You’re a big girl now
A hard rain’s gonna fall
Mr. Tambourine man
I’ll remember you
Don’t think twice it’s all right
Forever Young
Just like a woman
Make you feel my love
Hurricane
Lay lady lay
Highway 61
When I paint my masterpiece
All along the watchtower
Blackstones + Al Diesan & Pino Tocco:
Beyond here lies nothin’ (Vocal Al Diesan)
I shall be released (Vocal Al Diesan)
Like a rolling stone (Vocal Al Diesan)
Knockin’ on heaven’s door (Vocal Al Diesan)
All along the watchtower (Vocal Al Diesan)
La storia del Rock e degli anni ’60 vista attraverso gli occhi di Bob Dylan
LIKE A ROLLING STONE è uno spettacolo/concerto musicale che racconta la
nascita del grande rock attraverso storie – aneddoti - immagini proiettate
su schermo gigante e musica eseguita dal vivo dalla Mr.AntonDjango’s Band .
Il tutto si sviluppa attorno alla vita, musicale e non , di Bob Dylan
soffermandosi sul periodo d’oro del rock (gli anni “sessanta”..) e sugli
amici che assieme a Dylan hanno contribuito all’affermazione di questo
genere quali Rolling Stones e Beatles, Jimi Hendrix ed Eric Clapton, Chuck
Berry ed Elvis, ‘Creedence , Animals, Deep Purple….
Summer tour 2010
mar 22 giu - Vascon (TV) , Festa d’Estate
gio 1 lug - Preganziol (TV) , Teatro Arena
lun 5 lug - Jesolo Lido (VE) - Piazza Aurora
ven 24 lug - Carpenedo di Vedelago (TV) , Festa della Birra
sab 28 ago - Mogliano Veneto (TV) , Piazza del Teatro