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MAGGIE'S FARM - SITO ITALIANO DI BOB DYLAN |
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SITO ITALIANO DEDICATO A BOB DYLAN |
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created by Michele "Napoleon in rags" Murino managed by Mr. Tambourine |
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invia le tue
e-mail a : spettral@alice.it |
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THE DYLAN'S PAINTINGS AND THE REAL PLACES |
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Mercoledì
30
Settembre 2020 Talkin' 10968 - duluth49 Oggetto: The Bootleg Series Vol. 8 - Tell
Tale Signs: Rare and Unreleased 1989-2006 Caro Marcello,
non ci sono molte notizie su questo brano, molti siti attribuiscono il
brano a Bob Dylan, invece il sito ufficiale di Bob
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Martedì 29
Settembre 2020 Talkin' 10967 - samuconf93 Ciao Mr. Tambourine, Hai ragione da vendere caro Samuele, però avrai notato che nella mia risposta a Stefano Catena ho citato una Talkin' del 2009 con relativa risposta del Prof. Carrera. Se poi mamma Rai incappa in qualche errore di datazione può anche starci, nessuno è perfetto, nemmeno noi che, pur tacciandoci di essere esperti in materia dylaniana, ogni tanto incappiamo in qualche errore, ma lo si fa in buona fede e con le migliori intenzioni, non certamente con l'intento di fare gli spacciatori di fake news :o(((! Comunque grazie davvero per la tua giusta puntualizzazione! Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)
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Lunedì 28
Settembre 2020 Talkin' 10966 - catestef Oggetto: Carrera biografia Dylan Ciao Stefano, avrai
notato che l'intervista fatta al prof. Carrera è datata 2019. Io ricordo
a tal proposito che nella Talkin'
5600
di Lunedi 26 Gennaio 2009 l’amico Francesco da Pompei ci scrisse
chiedendo notizie di Chronicles Vol. 2., io girai la domanda al Prof.
Alessandro Carrera, che aveva tradotto in italiano Chronicles Vol.,1 che
così mi rispose:
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Sabato 26
Settembre 2020 Bob Dylan: poeta o buffone? - Intervista al musicologo Alessandro Carrera clicca qui
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Venerdì 25
Settembre 2020 Quando Bob Dylan pubblicò un flop… di proposito clicca qui ____________________________________________________________________________________________________________________ Workingman's blues # 2 - The Blackstones
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Martedì 22
Settembre 2020 Talkin'
10965 -
flavio.poltronieri Grazie per la segnalazione Flavio, alla prossima, Mr.Tambourine, :o) ____________________________________________________________________________________________________________________ LE GRANDI COVER........... Joe Cocker - Watching The River Flow - 31 October 1980 - Metropol, Berlin
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Lunedì 21
Settembre 2020 Bob Dylan per sempre: il mosaico frammentario di una leggenda clicca qui ____________________________________________________________________________________________________________________ I chitarristi più importanti della carriera di Bob Dylan clicca qui
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Sabato 19
Settembre 2020 Talkin'
10964 -
aurtag62 Grazie per la segnalazione Aurelio, avevo letto anch'io la notizia ma ti cedo volentieri l'anticipo! Comunque a partire dal 21 settembre fino al 28 settembre l'emittente statunitense riproporrà i vecchi episodi di “Theme time radio hour” ed inoltre ci sarà anche una puntata inedita della durata di poco meno di due ore intitolata “Whiskey”. Peccato che non sia un ritorno vero e proprio, ma con Bob non si può mai sapere!!! Alla prossima, Mr.Tambourine, :o) ____________________________________________________________________________________________________________________ Bob Dylan torna al "Theme time radio hour" clicca qui
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Venerdì 18
Settembre 2020 Così scrivevano........... LA REPUBBLICA INVISIBILE DI BOB DYLAN clicca qui INTERVISTA A GREIL MARCUS di Paolo Vites - per la rivista "JAM"
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Giovedì 17
Settembre 2020 Ma tu l'hai capito Bob Dylan? clicca qui ____________________________________________________________________________________________________________________ Quando Bob Dylan apparve per la prima volta in California clicca qui
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Mercoledì
16
Settembre 2020 Bob Dylan per sempre: il mosaico frammentario di una leggenda clicca qui ____________________________________________________________________________________________________________________ Dylan ama, Dylan ruba - di Leonardo Tondelli clicca qui
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Martedì 15
Settembre 2020 Talkin'
10963 -
ggmanca La discografia di Bob Dylan, la circostanza è ben nota ai suoi estimatori, è sterminata. A una discografia “ufficiale” che si compone di circa quaranta titoli si sommano le oltre trenta uscite di dischi spesso doppi o tripli che contengono materiale antologico o registrazioni dal vivo oppure facenti parte di bootleg o, ancora, contenenti versioni alternative di canzoni pubblicate in album e mai distribuite precedentemente. I singoli pubblicati dal cantautore americano a partire dal 1962, poi, sono ancora più numerosi. Essi di norma riproducono brani pubblicati anche su album, e tuttavia alcune splendide songs dylaniane risultano pubblicate unicamente su singolo ancora oggi mentre altre, in anni successivi rispetto alla loro prima uscita, sono state incluse in raccolte antologiche come “Biograph”, "Bob Dylan's Greatest Hits Vol. II" e "Masterpieces". Parliamo di alcune di queste canzoni. Nella sua versione definitiva “Positively 4th Street” fu registrata a New York il 29 luglio 1965 e anticipa un altro grande singolo di Bob inciso in quel periodo di grandi cambiamenti (non solo per Dylan ma per tutta la musica rock in generale). Il brano, una robusta ballata elettrica tipicamente dylaniana, uscì solo su singolo (con “Can you please crawl out your window?” fu poi inserita in “Biograph”, raccolta di tre CD, nel 1985). La sua apparizione sul mercato discografico può essere collocata temporalmente tra l’uscita degli album “Highway 61 Revisited” e “Blonde on Blonde”. I musicisti che realizzarono la canzone in studio rispondono ai nomi di Robert Gregg (batteria), Russ Savakus (basso), Frank Owens (pianoforte), Al Kooper (organo) e Mike Bloomfield (chitarra); alcuni di essi parteciparono alla realizzazione di entrambi gli album citati, altri suonarono solo in “Highway 61 Revisited” o solo in “Blonde on Blonde”. Il singolo, di un genere che fu subito definito folk-rock, scalò le classifiche di vendita. Rileva lo storico biografo di Dylan, Anthony Scaduto, che tale genere divenne quello preferito degli affaristi di una nuova Tin Pan Alley che non facevano che ripetere a cantanti autori e musicisti: “Ragazzi, buttatevi sul sound alla Dylan: è il genere che va”. Sulla scorta del gradimento di cui aveva iniziato a godere la musica di Dylan, la casa discografica Columbia fece appunto uscire i due 45 giri di grande successo “Positively 4th Street” e “Can you please crawl out your window?”. Alcuni versi di “Positively 4th Street” (“Hai proprio una grande faccia tosta/A dire che sei mio amico/Quando ero giù/Te ne stesti lì sorridendo/Hai proprio una grande faccia tosta/A dire che puoi dare una mano/Hai solo voglia di stare dalla parte/Della squadra che sta vincendo/”) e tutta la canzone in generale sembrerebbero alludere a dissapori maturati da Dylan nei confronti degli ambienti del folk tradizionale da cui si era già allontanato per abbracciare le sonorità elettriche del rock. Al riguardo il cantante di Duluth ha ufficialmente smentito tale interpretazione. Tra le covers più conosciute di “Positively 4th Street” vi sono quelle di Beatles, Byrds e Lucinda Williams. “Can you please crawl out your window?”: il brano viene registrato durante le sedute di registrazione di “Blonde on Blonde”. Nell’incisione, che sul mercato discografico fu pubblicata come singolo nel 1965, Dylan è magistralmente accompagnato da The Hawks, futuri "The Band" (Robbie Robertson alla chitarra, Rick Danko al basso, Richard Manuel al pianoforte, Garth Hudson all’organo e Levon Helm alla batteria). La canzone risulta inserita nella discografia dylaniana come 45 giri fino al 1985, anno in cui viene inclusa nella raccolta "Biograph", contenente materiale la cui datazione è compresa tra il 1961 e il 1981. Da segnalare, tra le covers, quella della Jimi Hendrix Experience, che eseguì in pieno stile garage tipico dell’epoca, per la radio della BBC, una versione incendiaria della canzone (il brano è contenuto nel postumo hendrixiano “BBC Sessions”, pubblicato per la MCA Records nel 1998) e quella di Wilko Johnson e Roger Daltrey, pubblicata più di recente sul loro album “Going Back Home” del 2014. Ancora: di "When I Paint My Masterpiece" Dylan registrò una versione nei primi mesi del 1971 con la supervisione artistica di Leon Russel, che nel brano suona anche il pianoforte. La formazione di musicisti che eseguono il pezzo è composta da Jesse Ed Davis (chitarra), Don Preston (chitarra), Carl Radle (basso), Jim Keltner (batteria), Claudia Lennear e Kathi Mc Donald (cori). Di fatto, l'edizione più conosciuta (e di gran lunga superiore a quella dello stesso Dylan) di questa splendida song è quella di "The Band", che inserì la cover in "Cahoots", album del 1971. La canzone ancora incompleta fu offerta da Dylan alla Band a seguito di una richiesta specifica di Robbie Robertson. Quest'ultimo, durante le registrazioni di "Cahoots" chiese a Dylan se avesse disponibilità di qualche suo pezzo che il gruppo avrebbe potuto interpretare e inserire nell'album. Robertson, fortunatamente, fu accontentato. La versione dylaniana del brano trova spazio nell'"ufficiale" doppio antologico "Bob Dylan's greatest hits Vol. II", che esce nel Novembre del 1971. Segnaliamo, della stessa canzone, le covers di Grateful Dead, Hemmylou Harris ed Elliott Smith. Parole misteriose come spesso accade nelle canzoni di Bob, quelle del testo di "When i Paint My Masterpiece". La sua ambientazione romana, peraltro, accende la curiosità (che rimane insoddisfatta) sulle circostanze in cui essa è stato scritta e sull'identità della "nipote di Botticelli" di cui si parla in alcuni versi. Pura poesia, i versi di "When I Paint My Masterpiece"! Ecco le parole della prima strofa: "Oh, le strade di Roma sono piene di rovine/Tracce di antichi passi ovunque/ti viene quasi da pensare che stai vedendo doppio/In una fredda, oscura notte sulle scale di Piazza di Spagna/mi affrettavo verso il mio hotel/dove avevo un appuntamento con la nipote di Botticelli/Ha promesso che sarebbe stata con me/quando avrei dipinto il mio capolavoro//". Anche "Watching The River Flow", singolo del 1971, successivamente alla sua uscita su 45 giri viene inserito nella raccolta antologica "Bob Dylan's Greatest Hits Vol. II" (1971). Si tratta di un ritmato rock-blues elettrico registrato, se si escludono le coriste e il chitarrista Don Preston, dalla stessa formazione di musicisti presente in "When I Paint My Masterpiece". Il testo di questa canzone da qualcuno è stato interpretato come una dichiarazione di disimpegno da parte di Dylan nei confronti degli eventi sociali e politici oggetto fino a quel momento di molte delle sue canzoni. Scrive Robert Shelton, uno dei più noti biografi di Dylan, che dopo Israele (nel 1971 Dylan, che è di origini ebree, effettuò un viaggio nel paese mediorientale) Dylan incise insieme a Leon Russel e ai Tulsa Tops, un singolo, "Watching the River Flow", una specie di gospel rock molto vibrante. “La fotografia della pubblicità mostrava Dylan con l’occhio sull’obiettivo della macchina fotografica. A questo punto, voleva essere soltanto un osservatore:[…]” Leggiamo dal testo: "Gente che ha qualcosa da ridire dovunque uno guardi/Ti fanno fermare per leggere un libro/Perchè appena ieri ho visto qualcuno sulla strada e proprio non riusciva a non piangere./Oh, e nonostante tutto questo vecchio fiume continua a scorrere/non importa cosa gli si metta di mezzo e da che parte soffi il vento,/e finchè sarà così me ne starò semplicemente seduto/e guarderò scorrere il fiume." Dylan, però, smette presto di osservare passivamente: l'assassinio di George Jackson, uno dei principali militanti del Black Panther Party (BPP), movimento rivoluzionario afroamericano, ucciso a colpi di fucile da un secondino che gli sparò alle spalle nel cortile della prigione di San Quentin, costituisce il motivo ispiratore e l'oggetto di un'altra sua celebre canzone uscita su 45 giri ("George Jackson", appunto, il titolo). Il cruento omicidio dell'attivista di colore scatenò una feroce campagna di repressione contro il movimento dei neri. Il singolo fu pubblicato il 12 Novembre del 1971. Sul retro la versione acustica (eseguita dal solo Dylan) del brano. Nella versione più completa “George Jackson” vede partecipare ai vari strumenti oltre Dylan (voce, chitarra e armonica), anche Kenneth Buttrey alla batteria, Ben Keith alla steel guitar, Leon Russell (stavolta al basso), Joshie Armstead e Rosie Hicks ai cori. Tra le cover più note quella di Joan Baez, che propose il brano in una sua tournée del 1977. La canzone, inizialmente pubblicata solo su 45 giri, nella sua versione più celebre fa parte della raccolta ufficiale "Masterpieces", pubblicata in Giappone e in Australia nel 1977. "George Jackson", peraltro, fa
venire in mente un ulteriore celebre successo dylaniano anch'esso “di
protesta”, "Hurricane", dedicato alla vicenda giudiziaria di Rubin
Carter, pugile afroamericano imprigionato a seguito di testimonianze
false per un omicidio che non aveva commesso e per cui fu scagionato nel
1985. "Hurricane", che è contenuto nell'album "Desire", fu pubblicata
anche su 45 giri, suddivisa tra le due facciate, nel 1975. La ballata fu
realizzata in collaborazione con alcuni dei musicisti che avrebbero in
seguito partecipato alla Rolling Thunder Revue. Jesse Ed Davis: la chitarra delle Grandi Pianure clicca qui
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Sabato 12
Settembre 2020 Le canzoni più poetiche di Bob Dylan clicca qui ___________________________________________________________________________________________________________________ Bob Dylan va per la sua strada, per questo fa dischi grandiosi clicca qui
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Venerdì 11
Settembre 2020 Quella volta che Bob Dylan salì in sella alla bici di Tolstoj clicca qui
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Giovedì 10
Settembre 2020 Il più empio dei crimini (di Bob Dylan?) - di Leonardo Tondelli clicca qui
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Mercoledì
9
Settembre 2020 Rough and Rowdy Ways: Un viaggio dentro noi stessi clicca qui ___________________________________________________________________________________________________________________ All Along The Watchtower - (Playing For Change) Song Around The World
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Martedì 8
Settembre 2020 Rough and Rowdy Ways: Il Cuore di Tenebra di Bob Dylan clicca qui ___________________________________________________________________________________________________________________ Quella volta che Bob Dylan morì all’Isola di Wight clicca qui
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Lunedì 7
Settembre 2020 Il Requiem di Bob Dylan per Bob Dylan clicca qui ___________________________________________________________________________________________________________________ Bob Dylan canta JFK e cita Amleto clicca qui
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Sabato 5
Settembre 2020 Talkin' 10962 - bassogab Oggetto: fanzine the artist De Gregori, Il vero significato di "La Donna Cannone" clicca qui ____________________________________________________________________________________________________________________ Tutti i plagi effettuati da Fabrizio De Andrè clicca qui
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Venerdì 4
Settembre 2020 Come il menestrello ha sconfitto l’età e il sogno americano clicca qui ____________________________________________________________________________________________________________________ Come rivedere "Il fenomeno Bob Dylan" del 1 settembre? clicca qui
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Giovedì 3
Settembre 2020 Talkin' 10961 - miscio.tux Key West - Seconda Parte Si tratta insomma, come osserva
Carrera, di "un paradise divine con descrizioni da dépliant turistico".
Raccontata in questo modo Key West è molto più simile a Desolation Row o
a Scarlet Town che al paradiso. C'è certamente dell'ironia nel dipingere
una meta vacanziera con attributi celesti, come la chiave della porta
che conduce a innocenza e purezza, e il posto dove cercare
l'immortalità. Nessuno andrebbe a cercare il paradiso a Riccione o a Cin
Ciun Cian, (senza offesa, Juju!). Chi passeggia per queste strade però
non sembra partecipare al Carnevale, ma piuttosto lo trasfigura ("I'm so
deep in love that I can hardly see"), appartiene ad un'altra condizione
(o generazione), è nato "dalla parte sbagliata del binario", non ha mai
"vissuto nella Terra di Oz", ha "i piedi ben piantati per terra", sa che
la realtà è fatta di violenza ("Got my right hand high with the thumb
down"). Non possiamo allora fare a meno di domandarci come sia possibile
che questa stessa persona descriva Key West come un paradiso spirituale.
Qualcuno, secondo me con qualche probabilità di essere nel giusto, ha
associato questa canzone a "Goin' to Acapulco", il paradiso di chi non
ha l'alfabeto per chiamarlo tale(10). Qui non siamo però in una
situazione premoderna. La residenza estiva di Truman (con l'idea che
qualcuno si possa rilassare avendo sulla coscienza la vaporizzazione
istantanea delle vite di uomini, donne e bambini di due città, e
l'elenco degli orrori subiti dai sopravvissuti) in qualche modo fa il
paio con l'accostamento tra Anna Frank e Indiana Jones (che troviamo in
"I Contain Multitudes"), quella leggerezza che sperimentiamo passando,
davanti al televisore, dalla notizia di una strage alla pubblicità di un
materasso. I "Cristi color carne" di cui si faceva mercimonio in It's
All Right Ma' sono ormai entrati in noi e sono costitutivi di un
nichilismo che sembra ben oltre la portata della critica degli anni 60'.
Eppure a me pare che Dylan ci racconti che dato che siamo ormai qui, che
questa è la nostra realtà, da qui dobbiamo anche ripartire. In False
Prophet, per esempio, troviamo una citazione dal Libro Egiziano dei
Morti. La fonte è come ormai sappiamo, "Awakening Osiris" di Normandi
Ellis. Si tratta di un testo romanzato, adatto al gusto del lettore
casuale piuttosto che attento al rigore filologico. La stessa autrice
non è propriamente una storica, nè tanto meno un'egittologa, ma
piuttosto un'astrologa e chiaroveggente, che organizza viaggi in Egitto
dal sapore misticheggiante. Dovremmo dedurne che Dylan si butta dentro
un calderone New Age, che condivide la superficialità generale? Penso
piuttosto che sia stato attratto dal valore estetico della frase, come
ci ha abituato altre volte, all'uso dei materiali di provenienza più
disparata, dai sommi poeti ai depliant. A questo punto però si mette
assolutamente allo stesso livello del più alienato dei turisti, del
culone che spezza le dita di Paolina Borghese. Si mette nel punto in cui
la critica finisce e non può più salvarci da niente. L'eco di una
rielaborazione razionale della storia si perde nell'etere, come la morte
di McKinley, che non può più insegnare nulla. Non è la fiducia nel
"risveglio delle coscienze" che ci guida, almeno non più. L'idea è che
la Storia ormai non possa più parlare alle giovani generazioni (come
dice nell'intervista), almeno non con un processo critico, costruttivo e
razionale. Quell'uomo che conosce tutti gli spiritual gumbo-limbo (11) e
i rituali indù ed è per questo è ritenuto benedetto (People tell me that
I’m truly blessed) è anch'esso una figura immersa nell'ambivalenza. Può
essere il turista a caccia di esotismi da consumare oppure qualcuno alla
ricerca di senso. Anche qui dobbiamo intenderla con ironia? Molti hanno
osservato che esiste una poesia di Wallace Stevens titolata "L'idea di
ordine a Key West" (12). Apparentemente non c'è nulla che la colleghi
alla canzone di Dylan, tuttavia la eco di Stevens potrebbe essere ben
presente. Parlando del discorso poetico Stevens si chiedeva "This may be
benediction, sepulcher, and epitaph." Cioè se fosse da intendere come
una benedizione, una forza capace di incantare il mondo o solo un
contrattempo, come un epitaffio che distrae un attimo, sulla via del
sepolcro. Possiamo interpretare Key West come un tentativo di
trasfigurazione, una volontà di reincantare il mondo? Vediamo un
frammento dell'"Idea di Ordine": Sono convinto che in qualche modo, tutti noi potremmo, volendo naturalmente, imparare qualcosa dall'amico Miscio, per esempio come si scrive un pezzo su una canzone con riferimenti che richiedono ore di ricerche. Una volta Renzo Arbore, per la pubblicità di una birra diceva: "Meditate gente....meditate!". Oggi io ripeto questa famosissima frase a tutti noi della Fattoria, il lavoro di Miscio è veramente ad un alto livello per la completezza e la difficoltà, fermo restando che si può condividere tutto o niente di quello che scrive Miscio, ma le note e le ricerche non si possono davvero contestare. Il mio bravo a te caro Miscio, e non credo di essere l'unico della Fattoria ad ammirare il tuo lavoro e leggerti con gioia e curiosità! Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)
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Mercoledì
2
Settembre 2020 Talkin'
10960 - cerutti.andrea70
Bellissimo, Norah Jones è straordinaria proprio come lo era il padre, quel grandissimo Ravi Shankar, maestro di sitar anche di George Harrison. Norah non ha mai avuto un buon rapporto col famosissimo padre. Norah, all'anagrafe Geethali Norah Jones Shankar, è cresciuta con la madre Sue Jones, cantante di musica soul. All'età di 16 anni cambiò il nome in Norah Jones tagliando così definitivamente i rapporti col padre. Alla prossima e grazie, Mr.Tambourine, :o) ____________________________________________________________________________________________________________________________________ Bob Dylan e Joan Baez: Storia di un amore a tempo di folk clicca qui
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Martedì 1
Settembre 2020
“Eccola di nuovo, che mi fa
ciao, improvvisamente io la vedo qui, davanti agli occhi miei, eccola di
nuovo!” Così cantava Shel Shapiro con i suoi Rokes all’inizio della loro
sfavillante carriera, ed allora ho pensato di rubare loro questa frase,
scritta dai parolieri italiani Cassia e Mogol per tradurre il successo
inglese scritto da Cat Stevens “Here comes my baby”, noto soprattutto
per la versione dei Tremeloes. ____________________________________________________________________________________________________________________________________ HIGHWAY 61 REVISITED: l’autostrada che ha ispirato Dylan clicca qui ____________________________________________________________________________________________________________________________________ Bob Dylan: Perchè il cantautore cambiò il suo nome? clicca qui ____________________________________________________________________________________________________________________________________ Leggende metropolitane: e se Bob Dylan fosse morto? clicca qui
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