St. Augustine, Florida - St. Augustine
Amphitheatre, October 19, 2018
di Eric Diamond
Il Never Ending Tour ha raggiunto il grazioso anfiteatro all'aperto di
S.Augustine in Florida in un balsamico venerdì sera. La band è vestita
con abiti scintillanti d'argento con camicie nere; Bob splendente in
completo completamente bianco, stivali bianchi, cravatta di lana con
ciondolo bianco d’avorio. Il concerto è iniziato con un perzzo di musica
classica mentre Bob e la band salivano sul palco per lanciarsi in Things
Have Changed. Stu Kimball, l’usuale chitarrista acustico, non è più
nella band e Bob è uscito dall'era di Frank Sinatra, ma ne conserva il
fraseggio preciso, l’immediatezza e l’atteggiamento da crooner.
Ognuna delle venti canzoni è stata riarrangiata, sia dalle registrazioni
originali che dalle altre recenti modifiche. Circa sette hanno anche
testi aggiornati. Per gli intenditori di band compatte, questa band è
più compatta di tutte. Preziosi i pochi assoli della squisita armonica
di Bob in Simple Twist of Fate. La band suona attraverso le diverse
canzoni con sottili cambiamenti ritmici di massa, come un banco di pesci
che cambia direzione. Charlie Sexton esprime la sua maestria tramite
accordi e liks. Like a Rolling Stone presenta una sezione vocale
silenziosa e sussurrata nella seconda metà di ogni verso, ridiscendendo
sull'acceleratore, poi avanza con entusiasmo.
A Michaelangelo è stato chiesto come aveva potuto scolpire qualcosa di
così magnifico come la Pietà. Lui ha risposto: "Facile ... ho
scalpettato via tutto il marmo che c’era intorno".
Bob Dylan scalpella via tutto ciò che è estraneo alle forme di un
concerto rock, lasciando il solido nucleo, la fusione della lavorazione
artigianale con l'intensa maestria e uomini-guerrieri ben addestrati.
Le canzoni sono legate insieme come per fare una sola lunga canzone, che
attraversa le epoche della creatività di Dylan. Ascoltando Dylan puoi
sentire Roy Orbison, Ray Charles, Elvis, Frankie, Bing Crosby e tutti i
crooners, The Ventures, Muddy Waters e, a volte, come Neil Young che
suona "Don’t Worry Baby" dei Beach Boys. Bob crede nelle sue canzoni,
gemme lucide nel suo show notturno, e la sua realtà va oltre qualsiasi
leggenda. Americana marchiata e dylanizzata.
Commenta o risponde al nostro mondo problematico. Il concerto passa
anche da Gotta Serve Somebody (nuova lirica: "potresti essere un
avvocato della Corte Suprema"); Blowin' in the Wind e Ballad Of a Thin
Man; meno acerbo, più stanco del mondo, ma inesorabile per quanto
riguarda l'ineffabile interazione del bene e del male attraverso la
storia.
Le persone del pubblico fanno lunghi viaggi per trascorrere un momento
in presenza del loro guru; sono ripagate dalla sua grandezza artistica.
Un concerto di Dylan è l'apoteosi della forma del concerto. Ha
settantasette anni, e questo è stato il suo regalo che c9i ha fatto per
i souicinquantasette anni. Io sono pieno di gratitudine e meraviglia,
rilassato, arricchito, ri-umanizzato, dopo due ore ai piedi del grande
Maestro.
Bizzarro come da una mia richiesta di
delucidazioni circa chi si celasse dietro un paio di youtuber dylaniani,
si sia innestata una dotta disquisizione con rimandi a citazioni
derridiane e riferimenti Lomaxiani. Devo riconoscere un certo interesse
per la cosa, quanto meno perché molto distante dai noiosissimi e
stucchevoli racconti di concerti altrettanto scontati i cui recensori
normalmente spendono il loro tempo a narrarci con dovizia di particolari
le sensazioni provate dalla figlia al suo primo concerto, dal nipote
alla sua seconda esperienza e dalla nonna, che segue Dylan fin dai suoi
primi vagiti hibbingiani. Solo un’ultima considerazione sulla
sovrabbondanza youtubedylaniana.. Sembra di assistere con questa
profusione a piene mani di tutto quello che il nostro Zimmermann ha
prodotto negli scantinati e nelle camere d’albergo, a quella che
Bataille definiva la nozione di depense, ossia la tendenza ad una sorta
di dispendio, di “spreco sacro”, sorta di sovrappiù produttivo, di
energia eccedente che deve essere in qualche modo dispersa, bruciata, un
tempo attraverso il potlach (Il potlatch –
talora scritto anche "potlach" – è una cerimonia che si svolge tra
alcune tribù di Nativi Americani della costa nordoccidentale del
Pacifico degli Stati Uniti e del Canada, come gli Haida, i Tlingit, i
Tsimshian, i Salish, i Nuu-chah-nulth e i Kwakiutl.
Il potlatch assume la forma di una cerimonia
rituale, che tradizionalmente comprende un banchetto a base di carne di
foca o di salmone, in cui vengono ostentate pratiche distruttive di beni
considerati "di prestigio") oggi attraverso il dono via
Internet ai molti estimatori che ringraziano di tutto questo eccesso
messo a loro disposizione. Comunque, tornando a noi, dopo aver
incrociato in passato colpi di fioretto con l'esimio Lord Eglamore, non
posso questa volta che concordare con la sua lucida e approfondita
disamina. Vorrei però aggiungere uno spunto di riflessione sul quale
provare a riflettere. Troppo complesso e specialistico sarebbe in questa
sede sviluppare una analisi ancorché superficiale dei legami tra musica
folk e impegno politico. Altrettanto complesso, ma forse più utile,
sarebbe analizzare seppure a volo d’uccello, gli snodi essenziali del
pensiero crociano il quale distingueva tra poesia popolare e poesia
colta, scatenando una polemica che fu poi applicata in maniera
abbastanza pedissequa al mondo della canzone, molti anni dopo; Croce
sosteneva l’impossibilità di qualificare in maniera assoluta tale
differenza in quanto la poesia non ammette categorie di nessuna sorta.
Tale differenza secondo il Croce era soltanto psicologica, ossia di
tendenza e prevalenza, non già di essenza. La poesia popolare cioè
ritrarrebbe “sentimenti semplici in corrispondenti semplici forme”.
Dunque Croce (già decisamente confutato da Gramsci per il quale Croce di
fatto identificava nella differenza tra poesia d’arte e poesia popolare
la stessa differenza che vi è tra pensiero critico e comune buon senso,
operando una semplificazione assolutamente fuorviante) considera la
complessità come il fattore trainante della grande poesia, laddove la
poesia popolare assume tratti di genuinità, naturalezza e semplicità. In
un bel volume del 1976, Canzoni e poesie proletarie americane,
Alessandro Portelli confuta a sua volta l’arbitrarietà di questa
distinzione sostenendo che “le complicazioni e le stratificazioni di
significato, le articolazioni di tecnica creativa che si trovano anche
nel più breve dei componimenti monostrofici, in uno stornello, in uno
strambotto, sono talmente complesse che tutta una generazione di
letterati non se ne è neanche accorta”. Di qui l’incapacità di molta
critica letteraria nel valutare con attenzione i mille rimandi che la
canzone popolare, intesa nella sua più genuina origine folclorica porta
con se. In Italia, un tentativo di nobilitazione di questo genere,
eccezion fatta per le ricerche sul campo di etnomusicologi vari di
ispirazione Demartiniana, (vedi Roberto Leydi, Michele Straniero, )
venne effettuato dai Cantacronache, gruppo di intellettuali di sinistra
prevalentemente piemontesi (Liberovici, Straniero, Amodei, Jona, De
Maria, Buttarelli) con cui collaborarono pezzi da novanta della nostra
intellighenzia dell’epoca, da Calvino a Umberto Eco per citarne due tra
i più noti. Il loro tentativo di conferire nuova vita e spessore ad una
tradizione folclorica su cui innestare elementi di attualità,
l’alienazione della fabbrica, il tema dell’integrazione sociale, quello
dell’emarginazione urbana, vennero riproposti in epici 45 giri in cui al
canto di lavoro ottocentesco degli scariolanti dell’appennino tosco
emiliano, si alternavano canzoni che celebravano con voluta vis
retorica, il dramma dei morti di Reggio Emilia del 1960 o il disagio
dell’immigrato meridionale costretto alla fatidica catena di montaggio.
Senza divagare troppo ritengo però che queste considerazioni, di
carattere estetico applicabili alla musica folk tout court , con ovvie
differenze tra territorio e territorio, contribuiscano a nobilitare
vieppiù la produzione del Dylan prima maniera, che come correttamente è
stato fatto notare, al di là delle oratoriane Blowin in the wind, o
delle visionarie piogge acide è anche quello del lamento degli schiavi
lungo il fiume Brazos o che riprendendo la medesima tradizione ammonisce
contro gli auction block cui venivano incatenati gli schiavi, o che
recuperando Blind Willie Johnson narra la disperazione derivante da una
condizione di motherless children. Da qui un significativo percorso di
elaborazione personale, il quale spesso rappresenta un plusvalore che
differenzia Dylan da tanti suoi colleghi dell’epoca e che ad esempio
contrariamente a un Phil Ochs il quale racconta giornalisticamente,
cronachisticamente la morte di Medgar Evars, riesce invece senza mai
citarlo e con un effetto alla Truman Capote, a restituirci una canzone
di protesta e sdegno civile quale Pawn in their game che da condanna
specifica riferita a un fatto di cronaca si dilata assumendo i caratteri
di una condanna universale, permettendo a Dylan di allontanarsi dagli
angusti limiti e confini del Greenwich Village e della protest song
meramente americana. Vorrei perciò correggere l’attribuzione di
extratemporalità che Lord Eglamore riserva al folk. Ritengo invece più
corretto attribuire a questa forma di espressione popolare il carattere
di metastoricità, ossia capacità di permanere, di essere duraturo pur
nella congerie dei mutamenti storici. È questa peculiarità a rendere il
folkdylan sempre attuale e paradossalmente meno datato del lamentoso e
spesso scontato Dylan della maturità, così impalpabile e distaccato dal
mondo che lo circonda, tanto sul piano pratico quanto su quello
artistico. Non sfugga dunque il carattere decisamente politico e sociale
del primo Dylan, un Dylan che a me appare perfettamente calato nella
realtà storica e culturale che gli Stati Uniti stanno attraversando in
quegli anni. Il continuo cavalcare e accavallarsi durante i concerti in
quei primi anni di traditional songs, political songs, protest songs,
istant songs, fotografa e rappresenta in maniera magistrale e rispecchia
in maniera impietosa e inquietante quell’America così profondamente
ancorata ai propri valori tradizionali e che queste composizioni spesso
condannano, quasi sempre critcano (viene in mente il clima bucolico di
molte country songs americane, così sideralmente lontano dalle scabre e
angoscianti atmosfere di Hollis Brown o il clima di tragicomico disastro
che si respira nella naufragante Talkin Bear Mountain Picnic Massacre
Blues). Poco importa il tentativo di smarcarsi e rinnegare questa
tradizione da parte del Dylan successivo, non siamo a giudicare l’uomo,
quanto ciò che simbolicamente l’artista rappresenta. Solo a mio parere
riportando Dylan da dove era partito, bringing it all back home, solo in
questo modo, riscoprendo le sue radici più profonde è possibile
percepirne la grandezza del personaggio, ovvero recuperando
continuamente il Dylan degli ultimi, della condanna e dello sdegno
civile a scapito di un Dylan così commercialmente votato alla deriva
rockettara e così etereo e immateriale, da arrivare a farci dubitare
persino della sua esistenza, della sua materialità (I’m not there)
inverandosi, in questo concordo con Miscio, nel meccanismo della
decostruzione derridiana…….Alla prossima Giuseppe Enrico Bianchi
Interessantissime le tue
partole perchè finora, non ostante i fiumi di parole scritte, nessuno
aveva cercato di spiegare l'assegnazione del Nobel a Dylan mediante le
parole di Benedetto Croce. Tutti hanno cercato e dissertato invano
affondando la mente nelle sottili o profonde sfumature della differenza
fra letteratura classica, tradizionale e la poesia distribuita
attraverso le canzoni, eppure Croce l'aveva detto anni prima, bastava
pensarci e ripescarlo per rendere chiaro il concetto del merito
dylaniano. Concordo anche con il resto della tua mail, ma preferisco
cedere la parola ai meglio dotati Sir Eglamore e Miscio che potrebbero
appoggiati in toto o contestarti in toto, non sai mai cosa aspettarti da
due menti come le loro! Restiamo dunque tutti in attesa, intanto grazie
per il tuo continuare nelle dissertazioni interessanti, live long and
prosper, Mr.Tambourine, :o)
Martedì 30 Ottobre 2018
Chattanooga, Tennessee - Tivoli
Theatre, October 28, 2018
1. Things Have Changed (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
2. It Ain't Me, Babe (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
3. Highway 61 Revisited (Bob on piano, Donnie on lap steel)
4. Simple Twist Of Fate (Bob on piano and harp, Donnie on pedal steel)
5. Cry A While (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
6. When I Paint My Masterpiece
(Bob on piano and harp, Donnie on pedal steel)
7. Honest With Me (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
8. Tryin' To Get To Heaven (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
9. Scarlet Town (Bob center stage, Donnie on banjo, Tony on standup
bass)
10. Make You Feel My Love (Bob on piano and harp, Donnie on pedal steel)
11. Pay In Blood (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
12. Like A Rolling Stone (Bob on piano, Donnie on pedal steel, Tony on
standup bass)
13. Early Roman Kings (Bob on piano, Donnie on lap steel, Tony on
standup bass)
14. Don't Think Twice, It's All Right (Bob on piano and harp, Donnie on
pedal steel, Tony on standup bass)
15. Love Sick (Bob center stage, Donnie on pedal steel)
16. Thunder On The Mountain (Bob on piano, Donnie on electric mandolin)
17. Soon After Midnight (Bob on piano. Donnie on pedal steel)
18. Gotta Serve Somebody (Bob on piano, Donnie on lap steel)
(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on piano, Donnie on violin, Tony on standup
bass)
20. Ballad Of A Thin Man (Bob on piano, Donnie on lap steel)
Ciao Tamburino,
Certo che Miscio… anche falsario adesso? Non dico altro.
Volevo segnalare piuttosto una corposa anteprima di 10 brani in
streaming dall’edizione di 6 CD di More Blood More tracks.
E’ piuttosto interessante e sembrerebbe esserci una
maggiore varietà di quello che ci si potesse aspettare. La versione
lenta di You're Gonna Make Me Lonesome When You Go mi piace forse più
dell’originale. Anche Up to Me mi pare più accattivante dell’outtake che
conosciamo. La You’re a Big Girl Now acustica del video in circolazione
da qualche giorno è bellissima. Simple Twist of Fate con la band, a
parte la chitarra solista stucchevole, è convincente.
Che dire? Mi auguro di cuore che la mia pre-recensione venga smentita.
Sir Eglamore.
Eminentissimo,
reverendissimo e stimatissimo Sir Eglamore, mi sorprende che tu ti
stupisca ancora del vile comportamento del miserabile Miscio, ma
dovresti sapere che dalla plebaglia di bassa lega non si può pretendere
più di tanto! Dante, se il nostro amico fosse vissuto ai suoi tempi,
avrebbe certamente messo Misco nell'Antinferno tra le genti dolorose
c'hanno perduto il ben de l'intelletto, punendolo nel modo col quale
umilia le tristi anime di color che visser sanza 'nfamia e sanza lodo.
Questi erano i cosiddetti ignavi, anime che in vita non operarono né il
bene né il male per loro scelta di vigliaccheria. Queste misere anime
son mischiate a quegli angeli che, al tempo della rivolta di Lucifero,
non presero né la parte di Lucifero né quella di Dio, ma si ritirarono
in disparte estraniandosi dai fatti della rivolta: questa è ritenuta
un'invenzione puramente dantesca, ispirata forse da leggende popolari,
che non ha echi precedenti né scritturali né nella patristica (per lo
meno in quella pervenutaci).
Questi dannati sono stati cacciati dal cielo per non rovinarne lo
splendore, e nemmeno l'inferno li volle perché i dannati avrebbero
potuto gloriarsi rispetto ad essi, avendo i dannati almeno scelto, nella
vita, da che parte stare, sia pure nel male.
Mischiate sono a quel
cattivo coro
de li angeli che non furon ribelli
né fur fedeli a Dio, ma per sé fuoro.
Caccianli i ciel per non esser men belli,
né lo profondo inferno li riceve,
ch'alcuna gloria i rei avrebber d'elli".
Questi non hanno speranza di morte
e la lor cieca vita è tanto bassa,
che 'nvidiosi son d'ogne altra sorte.
Fama di loro il mondo esser non lassa;
misericordia e giustizia li sdegna:
non ragioniam di lor, ma guarda e passa".
Quindi il mio consiglio è quello di stendere un velo pietoso su questo
poverino che ha già un posto prenotato nell'Antinferno, nello spazio che
sta fra la porta d'entrata e la riva dell'Acheronte, dove i dannati
attendono di essere traghettati da Caronte nell'Inferno vero e proprio.
Dopo questo simpatico
ed amichevole dileggio dello stimatissimo Miscio, lasciamo dire che non
ho ancora avuto il tempo di sentire i brani da te segnalati ma lo farò
appena mi sarà possibile, nel frattempo spero vivamente che qualcuno
trovi voglia e motivo per smentirti, perchè penso che smentirti dia un
diletto notevole. Alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine,
:o)
Carissimo Mr. Tambourine,
vedo con piacere che hai ritrattato le tue ultime offese al Maestro,
spero che ciò non accada mai più. Ti perdoniamo e rinunciamo (io,
Eglamore e Bianchi) a cospirare contro Maggie's Farm. Però, lasciamelo
dire, quanto sei pigro! Non ti sarebbe costato molto inserire i video
nel mio ultimo intervento, in modo da renderne la fruizione più
immediata. Pigrone! Nella tua risposta però il filmato l'hai messo.
Birichino che non sei altro.
Ora però ti devo salutare perché devo andare a finire di leggere
l'ultimo volume del carteggio Marx-Engels.
Ciao, Miscio.
Caro Miscio, io non
intendo mai offendere il maestro, è vero che a volte parlo anche
ipooteticamente del pensiero di altri, ma se non stimassi il Maestro non
starei qui a compilare queste pagine! Ti ringrazio perciò di cuore per
il tuo perdono che credo di essermi meritato. Credo che tu abbia fatto
un pò di confusione, la mail contenente tutti i riferimanti per i
filmati ( Talkin' 10592 - paulclayton)
era quella di Sir Eglamore e non la tua, perciò ti perdono anch'io per
questo svarione e così siamo pari, :o)!!! Live long and prosper,
mr.Tambourine, :o)
Salve Mister,
esprimo la mia modesta opinione sul significato della pubblicazione di
materiale musicale inedito del grande Dylan. Secondo me questo materiale
può interessare solo i superspecialisti della musica e dell'opera del
Nostro ed è certamente preziosissimo per chi voglia ricostruire
filologicamente il significato di tutte le varianti di una canzone;
credo invece che il grande pubblico, nel quale mi colloco io, non sia
particolarmente toccato da questa operazione, essendo già impegnato a
conoscere e capire, almeno nelle sue grandi linee, la vasta produzione
musicale degli album ufficiali. Mi sembra invece più efficace, a tenere
desto l'interesse del grande pubblico per Dylan, la pubblicazione su
Youtube di video di spettacoli datati che documentano la "teatralità"
della sua arte che, in passato, non era solo musica, come oggi, ma anche
"teatro" variopinto, colorato, corale, multi vocale ed efficace nel
coinvolgere ed entusiasmare il pubblico. Mentre voi disquisite con
inarrivabile maestria di inediti, io continuo, tenace, ad ascoltare gli
ultimi album ufficiali cercando di capirli ed interiorizzarli
musicalmente, aspettando il prossimo concerto italiano. Sempre grazie
per il sito. Lunga vita! Carla.
Ciao carissima Carla,
come ben saprai la moltitudine dei fans dylaniani è un melting pot
infinito, quindi bisogna parlare anche di queste cosidette rarità che
vengono riproposte ancora una volta da Sony che credo stia cercando di
sfrutare al massimo l'effetto Nobel. Posso condividere tranquillamente
il tuo pensiero, pur essendo il gestore di questo sito non mi considero
un maniaco dylaniano, un grande ammiratore certamente, ma anch'io , con
tutte queste outtakes senza fine non riesco a tenere il passo e ad
ascoltarle tutte. Il tuo lavoro/studio di approfondimento del materiale
dylaniano è la via giusta per capire correttamente il pensiero e le
sfumature della personalità e dell'arte di Bob. Continua così, un
abbraccio, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Lunedì 29
Ottobre 2018
Macon, Georgia - Macon City
Auditorium, October 27, 2018
1. Things Have Changed (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
2. It Ain't Me, Babe (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
3. Highway 61 Revisited (Bob on piano, Donnie on lap steel)
4. Simple Twist Of Fate (Bob on piano and harp, Donnie on pedal steel)
5. Cry A While (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
6. When I Paint My Masterpiece
(Bob on piano and harp, Donnie on pedal steel)
7. Honest With Me (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
8. Tryin' To Get To Heaven (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
9. Scarlet Town (Bob center stage, Donnie on banjo, Tony on standup
bass)
10. Make You Feel My Love (Bob on piano and harp, Donnie on pedal steel)
11. Pay In Blood (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
12. Like A Rolling Stone (Bob on piano, Donnie on pedal steel, Tony on
standup bass)
13. Early Roman Kings (Bob on piano, Donnie on lap steel, Tony on
standup bass)
14. Don't Think Twice, It's All Right
(Bob on piano and harp, Donnie on pedal steel, Tony on standup bass)
15. Love Sick (Bob center stage, Donnie on pedal steel)
16. Thunder On The Mountain (Bob on piano, Donnie on electric mandolin)
17. Soon After Midnight (Bob on piano. Donnie on pedal steel)
18. Gotta Serve Somebody (Bob on piano, Donnie on lap steel)
(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on piano, Donnie on violin, Tony on standup
bass)
20. Ballad Of A Thin Man (Bob on piano, Donnie on lap steel)
Strimatissimo Mr.Tambourine,
trovo di una noia mortale queste setlists inalterabili....ma Dylan è
scoppiato? Non sembra nemmeno lui con questi comportamenti da vecchia
supertar in tournèe-raggranella soldi. Possibile che la mente più
fervida degli ultimi 60 anni sia regredita fino a questo punto?
Per non parlare poi delle recensioni che sembrano scritte da gente che
non ha mai visto un concerto di Dylan dei tempi d’oro (almeno su
Youtube). Giudicare questi concerti come i migliori della carriera di
Dylan mi sembra una sciocchezza superipergigante. Possibile che queste
persone siano così indietro da dubitare della loro sanità mentale?
Perdonatemi questo sfogo ma leggere tutte quelle corbellerie mi rende
isterico. Saluto tutti i Magiesfarmer sperando che comprendano il mio
sfogo!
Donato Arconati
Caro Donato, ti
consiglio di non leggerle in quel modo! Dobbiamo anche capire che mica
tutti hanno avuto la possibilità di vedere Bob al meglio delle sue
prestazioni. E poi dobbiamo anche comprendere che non c'è niente di male
se un fan entusiasta esageri un pochino nel descrivere l'emozione di aver
visto Bob, magari più da vicino del concerto precedente. Non c'è malizia
nell'entusiasmo, c'è solo la visione delle cose in modo personale,
tollerabile e comprensibile anche se non perfettamente aderente alla
realtà. In un pubblico di 5/10.000 persone ci sono persone di tutti i
tipi e di tutte le razze, non possiamo pretendere che siano tutti
laureati in filosofia o che abbiano un queziente intellettivo intorno ai
170. Ci sono anche le persone normalissime che prese dall'entusiasmo si
lasciano trasportare dalle parole descrivendo cose che sono avvenute
solo nella loro mente per il troppo entusiasmo. Considera le recensioni
con più tolleranza, usa un metro lungo un metro e mezzo e vedrai che i
conti torneranno. E non dimenticare che Dylan è prossimo agli 80 e che è
in giro tutto l'anno per il mondo, sinceramente io non so se avrei la
forza di fare altrettanto anche se sono di qualche anno più giovane.
Ciao, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Mobile, Alabama - Mobile Seanger
Theatre, October 17, 2018
di David Bond
Sono arrivato a Mobile per partecipare al concerto di Dylan con il mio
vecchio amico Robert, e dopo un pranzo serale a base di pesce in un
ristorante locale e dopo un paio d'ore di visita a casa sua ci siamo
incamminati verso la sede.
Robert ed io avevamo visto insieme Dylan già tre volte: con la “Rolling
Thunder Revue” nel 1976 al Mobile Civic Center (e quella volta suonò
Stuck inside of Mobile per la gioia del pubblico); il tour del 1978 con
la big band al Capital Center in Maryland e poi il Gospel Tour nel 1980
a Charleston, WV (ci siamo seduti in seconda fila e me lo ricordo come
il più intenso concerto di Dylan a cui abbia mai partecipato).
Grazie all’abilità di mia moglie nell'acquisire i biglietti on-line,
abbiamo nuovamente avuto i posti nella seconda fila e proprio alle 8 di
sera il sistema audio ha iniziato a suonare la musica introduttiva,
l'ouverture di How The West Was Won, la colonna sonora di un epico film
western del 1963, nel quale recitava, tra gli altri, Gregory Peck. Pochi
minuti dopo è arrivata la band (ora senza Stu) con George e la sua
batteria sulla sinistra del palco, Tony accanto a lui al basso, Charlie
al centro palco e Donnie dietro il pianoforte di Bob. Dopo un paio di
minuti per accordare gli strumenti, Bob ha iniziato Things Have Changed.
Poi la band ha rallentato il tempo per It Ain’t Mer Babe, forse un
arrangiamento più interessante di quello che faceva con la Rolling
Thunder. Dopo una rockeggiante Highway 61 e un adorabile Simple Twist of
Fate è seguito un pezzo del quale non ho riconosciuto la melodia e le
parole... (leggendo la scaletta online ho scoperto che si trattava di
Cry A While oh.....va bene lo stesso.
Mentre condividevo la mia perplessità riguardo alla canzone con Robert,
lui stava commentando quanto Dylan sembrasse sorridere, sembrava si
stesse divertendo un bel po'. Forse sentiva "la mia coppa mi si sta
rovesciando addosso"
mentre canta i testi aggiornati di When I Paint My Masterpiece.
Alla fine ha lasciato il pianoforte e con solo il microfono ha cantato
un'incredibile Scarlet Town. Questa è una di quelle canzoni che è
davvero diventato un vero e proprio spettacolo. Dopo uno dei molti
brividi della notte, il ritorno di Like A Rolling Stone nella scaletta.
Il tempo era più lento fino all’inizio del ritornello dove aumentava la
velocità e la forza della canzone nel coro. Meraviglioso!
Ecco poi una splendida versione di Don’t Think Twice, It's All Right,
iniziata solo dalla voce di Bob e dal suo pianoforte per introdurre gli
altri strumenti per un suono di band completa alla fine della canzone.
Un'altra volta dietro al microfono ha cantato Love Sick. Dopo che lui e
la band hanno creato entusiasmo con Thunder On The Mountain ha finito il
set principale con una Gotta Serve Somebody piena di testi completamente
nuovi.
Gli encore sono stati maestosi, con un’eccellente Blowing In The Wind e
un’altrettanto eccellente Ballad Of A Thin Man. Poi la band con Bob si è
messa di fronte alla folla, si sono inchinati, le luci si sono abbassate
e loro sono scomparsi.
Un'altra serata di guardare e ascoltare, un altro capolavoro creato.
Domenica
28 Ottobre 2018
Orlando, Florida - Dr. Phillips Center
for the Performing Arts, Walt Disney Theater, October 26, 2018
1. Things Have Changed (Bob on piano)
2. It Ain't Me, Babe (Bob on piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob on piano)
4. Simple Twist Of Fate (Bob on piano and harp)
5. Cry A While (Bob on piano)
6. When I Paint My Masterpiece (Bob on piano and harp)
7. Honest With Me (Bob on piano)
8. Tryin' To Get To Heaven (Bob on piano)
9. Scarlet Town (Bob center stage, Donnie on banjo)
10. Make You Feel My Love (Bob on piano and harp)
11. Pay In Blood (Bob on piano)
12. Like A Rolling Stone (Bob on piano, Tony on standup bass)
13. Early Roman Kings (Bob on piano, Tony on standup bass)
14. Don't Think Twice, It's All Right (Bob on harp, Tony on standup bass
with bow)
15. Love Sick (Bob center stage)
16. Thunder On The Mountain (Bob on piano, Donnie on electric mandolin)
17. Soon After Midnight (Bob on piano)
18. Gotta Serve Somebody (Bob on piano)
(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on piano, Donnie on violin, Tony on standup
bass)
20. Ballad Of A Thin Man (Bob on piano and harp)
Perbacco, mai mi permetterei di menar
colpi d’ombrello al Tamburino o al prof. Bianchi, tuttalpiù a Miscio,
ingrato e saccente. Del resto un “tiè” in apertura non avrebbe nemmeno
avuto senso; per averlo avrebbe dovuto stare alla fine di un pensiero.
Si trattava – semplicemente di un tu pronome personale con funzione
vocativa, impropriamente sostituito da un te (accentato per acuirne la
sciatteria) al fine di creare empatia con interlocutori di così bassa
risma. Ne deduco che non mi riteniate capace di un te al posto del tu. E
avete ragione! Meglio così. Vi ringrazio per il fraintendimento.
La questione degli inediti è invece un più complessa. Concordo
pienamente col Tamburino che la pubblicazione in blocco di tutti i
concerti di una tournée (è successo con quella del 1966) sia pratica
deprecabile: ne rende difficile la fruizione, uccide le emozioni, la
fantasia e la speranza. Allo stesso modo, come ho già detto, non solo
trovo noiosa e inutile, ma anche disarmonica e impoetica la
pubblicazione delle intere sessioni di registrazione, qualora si tratti
di lunghe sequenze di takes uguali, compresi false starts, frammenti e
rehearsals. E’ il caso di Cuttin’ Edge e More Blood.
Qui però mi fermo. Stiamo parlando di un personaggio di una versatilità
e una fecondità fuori dal comune: infinite varianti dello stesso pezzo,
migliaia di concerti, decine di voci differenti, ampio repertorio
originale oltre a un repertorio tradizionale sconfinato… ne consegue che
il materiale degno di nota abbia una mole gigantesca. Ora io non so se i
signori della Columbia, o Sony che dir si voglia, siano nietzscheiani o
semplici bottegai, ma a me sembra che facciano l’unica cosa possibile -
e da noi auspicabile -, con un artista come lo Zimmermann, in un momento
commerciale ipertrofico come questo. Oltretutto ho seri dubbi che
Bootleg Series e Copyright Collections diano un contributo rilevante ai
loro bilanci. Io, senza farmi grandi domande, sono grato a bootleggers e
discografici che ci permettono di ascoltare materiale sempre nuovo. Come
già detto, pur approvando in linea di massima le loro politiche
commerciali, auspico però che talvolta non si esageri e si sappia
centellinare con più saggezza. Questa è l’unica mia riserva. Diciamo che
condivido l’approccio filologico, ma terrei l’asticella a un livello
medio alto e non al più alto. Per intenderci, diciamo che tre concerti
interi del ’66 - come per ogni altra tournée che non sia il NET- possono
bastare, così come sono sufficienti una o due, e non dieci, takes di
Like a Rolling Stone.
Necessariamente si tratta del punto di vista di chi conosce perlomeno
discretamente il lavoro dell’artista in questione. L’ascoltatore
generalista, quello di Knockin’ on Heaven’s Door e di Hurricane (oltre
che di Neil Young, Genesis e Jethro Tull) non è in grado di capire il
valore degli archivi della Columbia ed è normale che sia così. Ma
rimango un po’ perplesso a sentir te parlare di dinosauri e falò in
spiaggia. A volte c’è più vita in una field recording, magari catturata
davanti a un camino acceso, che nell’artificiosità di una registrazione
in studio; per esempio le field recordings italiane di Alan Lomax
suonano più fresche, vere e piacevoli di tonnellate e tonnellate di
banalità commerciali.
proviene da un album che è un piccolo capolavoro di estemporaneità folk.
“Dick Fariña & Eric Von Schmidt“, pubblicato dalla Folklore Records, è
stato registrato nel 1963 in un negozio di dischi londinese e ben
rappresenta lo spirito di quei giorni così lontani. Questa
divertentissima e godibile versione di Cocaine ne è un altro esempio:
Non mi pare infatti per niente noiosa, né soprattutto datata. Mi pare
invece che, a risentire del tempo, siano le pappette del rock, destinate
a un pubblico di pop-panti (anche se ora anziani col codino grigio);
quelle sì che adesso risultano patetiche. Il folk, come del resto anche
il blues e il jazz, non risulta mai datato, trattandosi di categoria
extratemporale. Il folk, per sua natura, non può proprio essere datato,
può magari risultare indigesto, e anche parecchio, questo è risaputo, si
tratta di quel processo di rimozione delle radici che negli anni ’60 e
’70 ha portato tanti popolani a sostituire con la plastica tutto ciò che
di legno c’era nelle loro abitazioni, per la gioia degli antiquari.
Tamburino, ti confesserò una cosa: io ascolto con più piacere nastri
come i Gaslight Tapes del 1962 e il Minnesota Hotel Tape (registrato
nell’appartamento di Bonnie Beecher nel dicembre del 1961) rispetto a
gran parte degli album ufficiali. Si tratta di registrazioni, di ottima
qualità per altro, che hanno un valore documentale enorme, dato che ci
raccontano di un ragazzetto imberbe e spiantato che in pochi mesi,
assorbendo come una spugna da tutti i colleghi più affermati, ha saputo
crearsi uno stile del tutto personale, acquisendo una padronanza del
mestiere incredibile. Ma soprattutto sono belle da ascoltare: ricche e
ancora freschissime. Dozzine e dozzine di canzoni meravigliose.
Brutta vero questa I Was Young When I Left Home, vero? Trovamene una
paragonabile.
Lo stesso vale per l’impudente stravolgimento di No More Cane on the
Brazo, che per quanto mi riguarda, rimane la più bella versione che io
abbia mai sentito:
E vogliamo parlare del capolavoro che è Rocks and Gravel? Si tratta
della completa riscrittura di un brano minore, con un finger picking
martellante e ipnotico, come un rubinetto del bagno che gocciola la
notte. Versione insuperabile questa, con il tintinnio dei bicchieri del
Gaslight:
E Hiram Hubbard, vogliamo parlarne? Un traditional giustamente
misconosciuto e del tutto insignificante (ascoltate la versione di Jean
Ritchie e Doc Watson se volete capire) trasformato in un brano nuovo
trascinante e pieno di pathos con assoli di armonica in cross-harp
scroscianti come quelli di Desolation Row (se penso allo snervante stile
a clacson degli ultimi anni!). Ne saltasse fuori una versione in studio,
sai che noia!
Tamburino, tu sai che esiste un nastro registrato in una casa privata di
St. Paul nel maggio del 1960, chiamato The Karen Wallace Tape? Si tratta
di una registrazione che ci riporta un folk singer in fase embrionale,
post R&R e pre NYC. Contiene brani come Pastures Of Plenty, Go Down Ye
Murderers, Saro Jane, Mary Ann, Payday At Coal Creek, Gotta Travel On,
Bay Of Mexico, Go Way From My Window, Go Tell It To The Mountain, Nobody
Knows You When You're Down And Out, Who's Gonna Shoe Your Pretty Little
Feet?, 500 Miles, Payday, e Two Sisters. Non è mai circolato, la qualità
dovrebbe essere buona, esiste solo un sampler con qualche frammento di
canzone, si tratta di esecuzioni ancora acerbe, ma c’è un dettaglio
piuttosto interessante: la voce e il tipo di canto affettato sono quelli
di Nashville Skyline. Un fatto talmente improbabile che inizialmente lo
fece ritenere spurio dai più. La proprietaria cercò di venderlo ma
nessuno volle pagare la cifra richiesta e se ne perse traccia.
Facilmente questo nastro fa ora parte degli archivi della Columbia e
potrebbe in futuro essere pubblicato. Questa dolcissima Two Sisters, mi
pare sia piuttosto interessante, non ti pare?
E che dici di Ballad of the Gliding Swan del 1962? Una canzone
originale, destinata a un improbabile spettacolo teatrale, con una
melodia bellissima e un testo inquietante e un po’ bislacco, che attinge
dalla balladry più classica:
Per fortuna che il filmato è andato distrutto, che poi magari la Sony ce
lo avrebbe propinato!
Tu dileggi “il meraviglioso concerto alla Royal Festival Hall del 1964”,
ma da Ottobre 1963 (lo strepitoso concerto alla Carnegie Hall) a ottobre
1964 (il celeberrimo concerto alla Philarmonic Hall con Joan Baez,
esibizione un po’ sopra le righe, a dire il vero) non c’era nulla di
documentato e questa registrazione soundboard di altissima qualità colma
la lacuna. Avere una bella Chimes of Freedom dal vivo sinceramente a me
non dispiace. Lo stesso discorso si potrebbe fare per i concerti della
prima fase elettrica, quella che parte dall’estate del 1965 con il
concerto di Forest Hills di cui esiste solo un audience tape
inascoltabile (e di cui si dice che Grossman possedesse una
registrazione soundboard) e si conclude a marzo 1966. In questa fase,
che prelude al documentatissimo (troppo) tour mondiale del 1966, le
interpretazioni erano meno sguaiate di quelle del tour successivo e la
scaletta, soprattutto quella del set elettrico, era molto differente;
includeva per esempio una It Ain’t Me Babe con un andamento stop and
start dall’arrangiamento molto simile a quello della tournée del 1974.
Ma nulla di qualità accettabile ci rimane. Ora, pare che esista un
soundboard del concerto alla Carnegie Hall dell’1 ottobre 1965. La
scaletta dovrebbe essere la seguente: She Belongs To Me; To Ramona;
Gates Of Eden; Mr. Tambourine Man; Love Minus Zero/No Limit; Desolation
Row; It’s All Over Now, Baby Blue; Maggie’s Farm; Can You Please Crawl
Out Your Window? ; Just Like Tom Thumb’s Blues; Tombstone Blues; It
Ain’t Me, Babe; Positively 4th Street; Ballad Of A Thin Man; Like A
Rolling Stone. Dico solo questo. Dobbiamo sperare di non ascoltarlo mai?
Ma per annegare meglio nei ricordi del passato, guarda, ti voglio
riproporre per l’ennesima volta qualche ulteriore banalità.
Una Come All Ye Fair and Tender Maidens di Eric Von Schmidt (che è
fratello di Dave Van Ronk e cugino di Von Karajan); si tratta di una
versione del 1972, un po’ tarda a dire il vero (la data di scadenza del
folk americano è il 1965), ma ugualmente struggente, con “il grande
Garth” (quello che mangia le cavallette) alla fisarmonica:
Ma sì, buttiamo tutto nel cesso. Io direi di prendere Folkways,
Prestige, Riverside, Tradition, Topic, Vanguard ed Elektra in blocco e
gettarle in discarica. Anche lo Smithsonian magari (son parecchio
maniacali quei tipi lì). E tutti ad ascoltare Cocaine di Eric Clapton.
Sdegnato, Tuo Eglamore
P.S.: Mi sa che vado dal mio amico Masetti a cospirare affinché Maggie’s
Farm venga espugnata e annessa al suo regno.
Ciao carissimo Eglamopre, avrei voluto linkare i filmati invece dei soli
indirizzi, ma la cosa è lunga e macchinosa, perciò ho preferito lasciare
i tuoi links.
Quasi tutte le tue parole sono condivisibili, poi sai, per la stessa
opinione ci possono essere sfumature diverse, ma la sostanza non cambia.
E' difficile stabilire se i signori della Sony (Columbia e il suo
marchio "walking eye" sono una etichetta commerciale di proprietà della
Sony Music Entertainment) siano dei bottegai e dei raffinati
documentaristi che conservano ogni cosa per poter avere sempre qualcosa
di diverso da sottoporre all'attenzione degli interessati. Il caso di
Dylan potrebbe essere un "unicum" in quanto non saprei dire se di un
altro artista sia stato inciso, salvato e conservato una tale mole di
materiale. Indubbiamente la poliedricità dylaniana ha favorito questa
imponente raccolta di materiale registrato, materiale che serve in modo
perfetto a documentare le molteplici trasformazioni di Bob nelle diverse
fasi storiche della sua carriera. Paul McCartney è rimasato ancora oggi
quello che era agli inizi con i Beatles, idem Brian Wilson dei Beach
Boys, idem Neil Young e centinaia di altri artisti che passano la
vecchiaia a riproporre nello stesso indentico modo i loro maggiori
successi. Tra il Dylan del 1960 e quello di oggi c'è un abisso, forse
tre o quattro glaciazioni della terra tanto per capirci, tra gli Young,
McCartney, Wilson, Elton John, Roger Waters, David Gilmour di ieri e di
oggi non c'è digfferenza, come se il tempo non fosse passato. INvece i
cambiamenti dylaniani sono una cosa degna del maggior merito che va
riconosciuta a Dylan, la costante ricerca del nuovo, del diverso, il
rifiuto di affossarsi, impantanarsi e soffocare nelle sabbia mobili
della sua immensa celebrità. Ancora oggi lo fa, magari non più con
intensità e la grinta di una volta, il tempo passa impietoso e degrada
tutto, e Bob non sfugge a questa regola, ma anche se non riesce più a
raggiungere le vette di una volta la cosa non ha una grande importanza,
che va a sentire un concerto di Bob non va per sentire la musica, le sue
canzoni o altro, va per sentire e vedere lui com'è oggi e non una
patetica imitazione di com'era 50 anni fa.
Di "The Karen Wallace Tape May 1960", nastro registrato in casa delle
sorelle Terri e Karen Wallace, fu quest'ultima, ora maritata Moynihan,
che registrerà il nastro dandole anche il nome, esiste il disco in
vendita sul web a 16,59 €, si può trovare a questo indirizzo:
Al tempo, Bob stesso pensava che sarebbe diventato famoso. Così
Karen lo registrò nel maggio 1960 nella sua casa di S.Paul per
quasi un'ora mentre suonava le classiche canzoni di Woody Guthrie (This
Land Is Your Land, Pastures Of Plenty) e anche alcune vecchie canzoni
popolari. Verso la fine degli anni '80. Karen Wallace, vedendo il
successo ottenuto da Bob, decise di vendere il nastro per 10.000
dollari, fornendo alcuni pezzi del nastro come esempio a possibili
acquirenti. A quel tempo, nessuno decise di comprarlo, tranne Brian
Stibal, un famoso bootlegger di Dylan. Karen sapeva che molte persone
avrebbero provato a fare il bootleg del nastro, quindi quando Brian lo
volle sentire, lei accettò a patto che Stibal l'avrebbe aiutata a lavare
i piatti mentre lo ascoltava. In effetti Stibal aveva un piccolo
registratore nascosto nella sua giacca che divenne noto come "Armpit
Tape". Questo nastro è una delle prime registrazioni della carriera
musicale di Bob. Al giorno d'oggi, nessuno sa veramente cosa sia
successo al nastro originale di Karen Wallace. Molto probabilmente è
ancora in suo possesso e lei ha deciso di non venderlo più.
1. Gotta Travel On (Paul Clayton – Larry Ehrlich – David Lazar – Tom
Six)
2. Doney Gal (trad.)
3. Roving Gambler (trad.)
4. Go Down You Murderers (trad.)
5. Bay Of Mexico (trad.) – Missing
6A. The Two Sisters (trad.) – First Version
6B. The Two Sisters (trad.) – Second Version
7. Go Way From My Window (John Jacob Niles)
8. This Land Is Your Land (Woody Guthrie)
9. Go Tell It To The Mountain (trad.) – Missing
10. Fare Thee Well (trad.) – Missing
11. Pastures Of Plenty (Woody Guthrie)
12. Saro Jane (trad.) – First Version
12. Saro Jane (trad.) – Second Version
13. Take This Hammer (trad.) – Missing
14A. Nobody Knows You When You’re Down And Out (Jimmie Cox) – First
Version
14B. Nobody Knows You When You’re Down And Out (Jimmie Cox) – Second
Version
15A. Great Historical Bum (Woody Guthrie) – First Version
15B. Great Historical Bum (Woody Guthrie) – Second Version
16A. Mary Ann (trad.) – First Version
16B. Mary Ann (trad.) – Second Version
17. Every Night When The Sun Goes In (trad.)
18A. Sinner Man (trad.) – First Version
18B. Sinner Man (trad.) – Second Version
19. Delia (traditional, arranged by Bob Dylan) – Missing
20. Wop De Alano (trad.) – Missing
21. Who’s Gonna Shoe Your Pretty Little Feet? (trad.) – Missing
22A. Abner Young (?) – First Version
22B. Abner Young (?) – Second Version
23. 500 Miles (trad.)
24A. Blues Yodel No. 8 (Jimmie Rodgers – G. Vaughan) – First Version
24B. Blues Yodel No. 8 (Jimmie Rodgers – G. Vaughan) – Second Version
24C. Blues Yodel No. 8 (Jimmie Rodgers – G. Vaughan) – Third Version
25A. One-Eyed Jacks – First Version
25B. One-Eyed Jacks – Second Version
26A. Columbus Stockade Blues (Woody Guthrie) – First Version
26B. Columbus Stockade Blues (Woody Guthrie) – Second Version
27A. Payday At Coal Creek (trad.) – First Version
27B. Payday At Coal Creek (trad.) – Second Version
Wallace/Moynihan Tapes (Armpit Tape unless mentioned otherwise)
1. Gotta Travel On 1:12:03
2. Roving Gambler 1:15:01
3. Bay Of Mexico (Fragment) 1:17:45
4. The Two Sisters (Sample Tape 2) 1:17:53
5. Go Way From My Window 1:19:54
6. Pastures Of Plenty (Sample Tape 2) 1:22:38
7. Saro Jane (Original Sample Tape) 1:22:56
8. Take This Hammer (Fragment) 1:24:30
9. Nobody Knows You When You’re Down And Out (Original Sample Tape)
1:24:41
10. Great Historical Bum (Original Sample Tape) 1:27:43
11. Mary Ann (Original Sample Tape) 1:29:13
12. Every Night When The Sun Goes In 1:33:02
13. Sinner Man (Original Sample Tape) 1:36:27
14. Abner Young (Original Sample Tape) 1:37:45
15. 500 Miles (Sample Tape 2) 1:38:37
16. Blues Yodel No. 8 (Sample Tapes) 1:40:41
17. One-Eyed Jacks (Original Sample Tape) 1:42:52
18. Columbus Stockade Blues (Original Sample Tape) 1:45:31
19. Payday At Coal Creek (Sample Tape 2) 1:47:16
20. Unidentified Fragment (Wop De Alano?) 1:49:14
From Minnesota To New York (1958-1961): Karen Wallace Tape, May 1960
1. Unknown Song / Pastures Of Plenty 2:37:54
2. Blues Yodel No. 8 (Complete Song) 2:38:43
3. Go Down You Murderers 2:40:16
4. This Land Is Your Land 2:43:35
5. Saro Jane 2:43:57
6. Nobody Knows You When You’re Down And Out 2:44:35
7. Great Historical Bum 2:44:59
8. Mary Ann 2:46:04
9. Sinner Man 2:46:41
10. Abner Young 2:47:43
11. 500 Miles 2:48:21
12. One-Eyed Jacks 2:49:39
13. Columbus Stockade Blues 2:50:31
14. Payday At Coal Creek 2:51:05
15. Two Sisters (Complete Song) 2:52:11
ne esiste anche un altro, registrato il 1 primo
Giugno 1960, sempre a St. Paul, Minnesota, chiamato "The Purple Onion"
Il “The Purple Onion”
o più precisamente “'Inn of the Purple Onion” era una pizzeria gestita
da Bill Danielson che gestiva già la “Pizza Villa” sulla West Seventh
Street, a circa un miglio dal centro. Stava andando abbastanza bene, ma
Bill voleva espandersi, così affittò uno spazio più grande vicino
all'università di Hamline e aprì con nome di “Inn of the Purple Onion”.
Bill voleva attirare i ragazzi del vicino la folla della Hamline
University così ingaggiava giovani cantanti folk per venire alla
pizzeria ad esibirsi quando non stavano cantando a Dinkytown, giovani
artisti come Spider John Koerner e Bob Dylan. C'era un vecchio
pianoforte verticale alla Purple Onion. Era un pò malandato ma Bill lo
fece sistemare. Dylan a volte ci andava nel pomeriggio, cercando di
scroccare una pizza gratis. Dylan avrebbe suonato quel vecchio
pianoforte per gruppi di studenti di Hamline. Bob aveva detto a Bill che
suonava il piano per Bobby Vee, ma Bill era sicuro che Dylan mentiva
perchè non era molto bravo al piano. Più tardi Bill seppe che davvero
Bob aveva suonato il piano per Bobby Vee ma era stato licenziato proprio
perchè non era un vero pianista.
Chissà quanto altro
materiale giace nei cassetti della Sony in attesa di essere
"rispolverato", il vecchio Bob "tira" ancora, il Nobel poi ha
ingigantito il suo già immenso mito, quindi la commerciabilità è
aumentata e i soldi, a quanto pare, non hanno mai fatto schifo a
nessuno. Bob se ne frega di quello che pubblica Sony, lui incassa e
sorride sotti i baffetti, e fa bene!
Alla prossima, live
long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Tony Joe White, grande chitarrista
americano, consacrato al successo dall`immortale Polk Salad Annie, è
morto il 24 Ottobre, per cause naturali nella sua casa di Leipers Fork,
nel Tennessee, appena fuori Nashville. Aveva 75 anni.
Ascoltiamolo in questa stupenda interpretazione di " The ballad of
Hollis Brown".
Ciao.
Grazie per la
segnalazione, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Sabato 27 Ottobre 2018
Lafayette, Louisiana - Heymann Center,
October 16, 2018
di Bengt Lindell
Le mie aspettative per lo spettacolo del 16 ottobre a Lafayette, in
Louisiana, erano alte per una serie di motivi. Una delle ragioni è
quella che sembra che i giorni da montagne russe nello spettacolo di Bob
siano finiti. Invece, secondo le recensioni, lui ha trovato un modo per
infondere nuova linfa a canzoni più vecchie e numeri più recenti, con
un'energia ispirata, ispirandosi probabilmente alle interpretazioni di
Frank Sinatra che ha pure voluto registrare.
Inoltre, questa era la prima volta che mi godevo Dylan ad un concerto in
una sala teatrale, costruita per spettacoli musicali, invece che nei
grandi palasport di hockey su ghiaccio all'aperto.
L'Heyman Performance Center ospita circa 1.500 posti. La maggior parte
dei biglietti erano spariti entro un'ora dopo che Ticketmaster li aveva
messi in vendita. La vista dalla balconata era piuttosto buona e
potevamo guardare giù sul palco scarsamente illuminato con gli strumenti
in attesa dei loro suonatori.
Alle 20,00 le luci si spensero, la musica forse di Copeland iniziò e
abbiamo potuto vedere cinque ombre entrare nel palco.
Il primo numero uscito è stato Things Have Changed. La voce di Bob era
bassa nel mix, ma è stata aggiustata dopo poche parole. Dylan era seduto
dietro al pianoforte per la maggior parte del tempo, tuttavia, verso la
fine si alzò e fece un paio di passi di danza mentre la musica si
intensificava. Una grande prestazione e un ottimo numero di apertura.
Nel numero successivo, It Ain’t Babe, Dylan ha mostrato la sua età, e
intendo questo in modo positivo. Si è trasformato dal giovane irrequieto
che era quando scrisse la canzone circa 54 anni fa, in un uomo esperto,
spiegando alla sua compagna perché non era lui l'uomo che lei stava
cercando. Per me è stato il primo numero d'urto della serata, ma non
l'ultimo. Mi sono commosso, mentre cantava mi scendevano le lacrime.
Dopo che quel numero una ispirata Highway 61 ha scosso la sala. La
Highway 61 era il luogo in cui tutto ebbe inizio per Bob mentre sognava
di andare a sud dal Minnesota, verso il delta del Mississippi e la
Louisiana. Dylan e la band hanno centrato la performance giusta in
questa canzone.
Le cose spono rallentate mentre Bob cantava “A Simple Twist of Fate”.
Mentre cantavo, e recitavo i testi, potevo immaginare un vecchio seduto
su una panchina da qualche parte, spiegando a qualcuno più giovane di
lui sui colpi di scena della vita. Una magnifica esibizione. Per la
prima volta questa sera, Bob ha usato l’armonica, rallegrando la folla
entusiasta e rispettosa. Un altro momento da pelle d’oca. Avevo già
versato qualche lacrima, ma per il quinto numero ed era tempo di farlo
anche per Cry A While. La band di Bob ha trasformato la canzone dal suo
album Love And Theft in un rock pesante. Probabilmente era una
prestazione standard ma, ma lo standard di Dylan in questi giorni è
molto più alto rispetto alla media di altri artisti.
Poi Bob ci portò in gita su una gondola sporca e anche su un aereo
scassato. La registrazione originale della Band è del 1971. When I paint
My Masterpiece è un capolavoro classico, ma Bob Dylan ha fatto un buon
lavoro parlando delle strade piene di macerie di Roma, di sacerdoti a
Bruxelles e altro ancora. Mi è venuto da pensare a qualcuno seduto da
solo in una stanza d'albergo che scrive una lettera ad un amico,
descrivendo il suo avventuroso viaggio in Europa. Fa una grande promessa
in quella lettera, tutto sarà diverso quando dipingerà il suo
capolavoro. Noi oggi sappiamo che quel capolavoro potrebbe essere
qualsiasi cosa, dalla poesia, ai dipinti, o forse anche le opere
saldate.
Tra una canzone e l’altra le luci si abbassavano e Dylan lasava il piano
per bere qualcosa, forse il suo nuovo Buorbon Heaven's Door. Mia moglie
mi ha chiesto dopo lo spettacolo, "Perché pensi che ci fosse bourbon e
non acqua dentro
quella tazza? Dissi: "Preferisco credere che sia stato bourbon".
Un altro rock blues è seguito mentre Dylan ci cantava Honest with me.
Per il numero successivo, il tempo ha rallentato di nuovo mentre Dylan
spiegava come stava cercando di andare in paradiso. "Sono stato in tutto
il mondo, ragazzi. Ora sto cercando di andare in paradiso prima che
chiudano la porta".
Dylan era rimasto dietro al pianoforte fino a quel momento, a volte
seduto a volte in piedi, facendo alcune mosse con i piedi rivelate dai
lucidi stivali bianchi che indossava.
Quando le luci si sono riaccese, Dylan era al centro della scena, ha
afferrato il supporto del microfono con entrambe le mani. Bassista da
lunga data, Tony Garnier ha cambiato il suo basso elettrico con il
contrabbasso. Donnie Herron ha lasciato la steel guitar ed ha preso il
banjo. Scarlet Town è stato uno dei tanti momenti salienti di questa
sera. Combatti i nemici di tuo padre, in cima alla collina soffia un
vento gelido, combatti contro di loro, combattili con whisky, morfina e
gin. Una performance di prim'ordine di Bob e della band ora di quattro
elementi.
Una solida Pay In Blood è seguita con la frase toccante: "Io pago nel
sangue, ma non il mio”.
Seguirono accordi familiari per il numero successivo e la folla rispose
con l'allegria più forte fino a questo momento. "Una volta ti vestivi
così bene, al tuo apice buttavi le monetine ai barboni, vero? "Dylan e
la band sono riusciti a reinventare la canzone un po' rallentando alcune
parti ma l’eccellente batterista George Recile ha sistemato le cose, per
così dire, accelerando il tempo per il ritornello. "Come ci si sente? A
contare solo sulle proprie forze, senza un posto dove andare, una
completa sconosciuta, come una pietra che rotola?" Maestosa!
Prima di chiederci di non pensarci due volte, Bob ci raccontò la storia
sui re dell'antica Roma. "Non sono ancora morto, il mio campanello suona
ancora!" esclamò il Nobel laureato del rock.
Don’t Think Twice è stata una performance magistrale. Bob Dylan al
piano, mentre la band ha aggiunto un'atmosfera di sottofondo quasi non
udibile. Bob ha anche aggiunto l'armonica, e per l'ultimo versetto, il
batterista Recile ha sfoderato un battito morbido a shuffle, usando le
spazzole.
Il familiare accordo di apertura di Love Sick è stato interpretato da
Dylan di nuovo al centro della scena. Le luci della scena hanno
trasformato il palcoscenico in una strada vuota illuminata da lampioni.
"A piedi attraverso le strade che sono morte, camminando con te nella
mia testa”. La band ha aggiunto più dramma quando Bob ci ha confidato di
essere malato d’amore. L'ultimo versetto, non dire altro: "Il silenzio
può essere come il tuono, a volte voglio prendere la strada del
saccheggio. Potresti mai essere sincera? penso a te e me lo chiedo. Sono
stufo dell'amore, vorrei non averti mai incontrato. Sono stanco di
amore, sto cercando di dimenticarti. Solo non so cosa fare, darei
qualsiasi cosa per stare con te”.
Questa è stata una delle migliori esibizioni di Dylan che abbia mai
sentito nei sette concerti a cui ho partecipato.
È un numero difficile da eseguire, e Dylan e la band hanno suonato
sicuri, eseguendo una versione piuttosto anonima di Thunder On The
Mountain. Però negli ultimi 20 secondi, o giù di lì, la canzone è
letteralmente esplosa dando spazio a George Recile per mostrare le sue
abilità alla batteria.
Soon After Midnight è seguita. Ho sempre considerato questa canzone come
un omaggio all'amico di Dylan, Bobby Charles di Abbeville. È qualcosa
che ha a che fare con la melodia e il fraseggio dei testi. Ovviamente
non otterrò mai un
conferma riguardo a questo, ma preferisco pensarlo.
E’ seguita una divertente versione di Gotta Serva Somebody. Una grande
versione di Dylan in questi giorni rivalutando il catalogo delle canzoni
del suo periodo di cristiano rinato. "Potrebbe essere il Diavolo,
potrebbe essere il Signore, ma tu
devi servire qualcuno. "
La musica finì, Dylan uscì sul palco facendo un inchino e la band se n'è
andata con lui. Buio per alcuni minuti, mentre la folla applaudiva per
il bis.
Il quintetto tornò, Donnie Harron afferrò un violino e suonò le note
familiari di Blowing In the Wind, il primo di due bis. Una bella
versione, che ha fattosgorgare uno dei più rumorosi applausi della sera.
Il secondo bis era Ballad of A thin Man, eseguito con grande dedizione
da tutti, con tutti coinvolti quando Dylan fece la sua domanda a Mr.
Jones. E' stato un bel modo di finire un concerto meraviglioso. Dylan
tornò al centro del palco, guardò verso il pubblico, si inchinò un paio
di volte con la band (George Recile-batteria, Tony Garnier-bass, Donnie
Harron, steel guitar / guitar / banjo / violin, Charlie Sexton-chitarra
allineati al suo fianco e sono andati via senza dire una parola, proprio
come previsto. Mi chiedo se c'è un artista itinerante che può eguagliare
i quattro ragazzi con Bob Dylan. Non ho nemmeno menzionato molto Charlie
Sexton, ma che grande chitarrista è!
Dopo essere usciti e mentre stavamo camminando verso la nostra macchina,
i due tourbus ci hanno sorpassato diretti verso Mobile, Alabama, per lo
spettacolo di mercoledì. Un uomo irrequieto con un'anima inquieta aveva
finito un altro giorno di lavoro.
Caro Mr. Tambourine,
l'avevo solo buttata lì, un po' come te sul Dylan nietzschiano, volevo
dire che Dylan è il contrario della metafisica della presenza, il
contrario del logocentrismo. Ma se mi prendi sul serio, devo dirti che
con questi paroloni mi viene il coccolone, per cui devo farla semplice
per star sveglio. Derrida parte dal Vangelo di Giovanni: “in principio
era la parola (il logos)”, e questo sarebbe il centro di tutta la
filosofia (anzi, di tutto il modo di pensare) occidentale. Cosa vuol
dire? Vuol dire che c'ero, ero lì davanti a lui, l'ho sentito parlare
con la sua voce, che questo è un evento vero in sé perché l'ho visto coi
miei occhi e sentito con le mie orecchie, e quello che ho sentito era il
suo pensiero, la profondità del suo essere, i raggi di luce che gli
uscivano dalla testa, la sua autorità, la sua presenza. Eccola qui la
“metafisica della presenza”. Come l'apostolo davanti al Cristo risorto,
Dylan in delirio per Buddy Holly, Gebianchi che ascolta Zanzotto.
Derrida spiega che anche quando usiamo la parola scritta rappresentiamo
la parola orale, lo facciamo in riferimento a quell'evento lì,
rimandiamo a uno che parla,che ne costituisce un fondamento, un garante
che conferma e controfirma con la sua presenza e la sua autorità.
Ma allora avresti ragione tu, e Dylan, con la sua ossessione per i
concerti dal vivo, la sua fobia verso tutto ciò che può immortalare
l'evento, dalla registrazione alla fotografia, sarebbe in questo senso
un logocentrico, perché per Derrida questo termine è sinonimo di
fonocentrismo, predominio dell'oralità. Eppure ci sono anche gli
elementi a cui mi riferivo io: la decostruzione del personaggio, la
sparizione dell'autore, il testo come moltiplicazione di significati in
un sistema di differenze. Dylan allora, sarebbe contemporaneamente
logocentrico, con la sua ossessione per la performance vocale dal vivo,
e antilogocentrico, nei testi e nella gestione del suo personaggio.
Trovo difficile però pensare il canto del viandante del blues (tanto
amato da Dylan) come fondato nella “metafisica della presenza”, come
garante di autorità e permanenza. Come uscirne? Io penso che una
possibile risposta l'abbia ancora una volta adombrata Carrera, quando a
p.80 de “La Voce di Bob Dylan” tratta di oralità e scrittura. Non parla
di “voce” ma di “voci” e “bocche”, al plurale. E questo può suggerire
l'esistenza di due diversi tipi di oralità, una che rimanda alla fissità
di un soggetto, ad una autorità, l'altra che è essenzialmente plurale,
la voce come relazione, comunità. E Dylan, ovviamente, si riferisce a
quest'ultima. E' così? E se è così, che relazione c'è tra la "voce" e le
"voci", tra autorità e fratellanza? Non chiederlo a me, perché non lo
so.
Ciao, Miscio.
Non lo saprei nemmeno
io, che dopo Sir Eglamore, Gebianchi e te mi sento quarto tra cotanto
senno! Dylan si presta ad essere interpretato ed accostato a molti tipi
di filosofia, avendo lui diverse sfaccettature nella sua molteplice ed
indefinibile personalità, ma almeno, anche se a volte i nostri piccoli
scambi di opinioni possono generare qualche sbadiglio, almeno non sono
banali, specialmente in questa rete che sembra dominata dal pensiero
banale e futile che si serve di strumenti come Facebook, Twitter ed
Instagram per manifestarsi scioccamente agli altri. Live long and
prosper, Mr.Tambourine, :o)
Venerdì 26 Ottobre 2018
Fort Lauderdale, Florida - Broward
Center for the Performing Arts, Au-Rene Theater, October 24, 2018
1. Things Have Changed (Bob on piano)
2. It Ain't Me, Babe (Bob on piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob on piano)
4. Simple Twist Of Fate (Bob on piano and harp)
5. Cry A While (Bob on piano)
6. When I Paint My Masterpiece (Bob on piano and harp)
7. Honest With Me (Bob on piano)
8. Tryin' To Get To Heaven (Bob on piano)
9. Scarlet Town (Bob center stage, Donnie on electric mandolin)
10. Make You Feel My Love (Bob on piano and harp)
11. Pay In Blood (Bob on piano)
12. Like A Rolling Stone (Bob on piano, Tony on standup bass)
13. Early Roman Kings (Bob on piano, Tony on standup bass)
14. Don't Think Twice, It's All Right (Bob on harp, Tony on standup bass
with bow)
15. Love Sick (Bob center stage)
16. Thunder On The Mountain (Bob on piano, Donnie on electric mandolin)
17. Soon After Midnight (Bob on piano)
18. Gotta Serve Somebody (Bob on piano)
(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on piano, Donnie on violin, Tony on standup
bass)
20. Ballad Of A Thin Man (Bob on piano and harp)
Allora, cari Farmers, come direbbe
Antonino da Montenero di Bisacccia…..facciamo a capirci. Credo che ne’
il nostro amato Tamburino, men che meno il sottoscritto, volessero
fornire un contributo capitale all’evoluzione del post-modernismo
filosofico, semmai giocare un po’, sorta di divertissment epistolare,
con quel concetto nietszchiano che nel corso del 900 ha trovato una tal
sterminata modalità di applicazione da farlo diventare persino
colloquiale nella sua interpretazione banalizzata e semplificata. Ecco
il motivo che mi portava a suggerire i rimandi alla dinamica servo
padrone per comprendere, sia pur di sfuggita dove principiava questo
abusato e famigerato concetto di superuomo, o ultrauomo che dir si
voglia. Chiaro che ogni categoria filosofica è applicabile con un minimo
di destrezza dialettica a qualunque evento, personaggio situazione etc
etc…..potremmo così oltre che citare il Dylan Derridiano, anche il Dylan
pragmatista Peirciano o Jamesiano della prima fase, quello cioè che a
dispetto della corrispondenza tra realtà e verità ritiene che sia nella
pratica e nell’agire, che si può accedere alla verità piuttosto che
nella contemplazione, oppure il Dylan maturo “teorico” del pensiero
debole Vattimiano, in cui l’uomo, nella sua deriva destinale appare
indebolito e poroso (per citare alla lettera Vattimo), vittima
consapevole del fato ineluttabile; insomma scavando nella sua
weltanschauung alla ricerca di etichette buone per tutti i gusti credo
potremmo risalire persino ad un Dylan Parmenideo se non presocratico,
col risultato di ammorbare all’infinito i frequentatori della Fattoria.
Detto questo, faccio solo presente che io non mi ero posto all’inizio la
domanda sul perché la Sony stia pubblicando le croste dylaniane, bensì
chi si celasse dietro lo pseudonimo di Elston Gunn e di Sad Eyed lady of
the lowlands, quest’ultimo in particolar modo sempre molto didascalico
ed esplicativo nei commenti a ciò che pubblica. Ad ogni buon conto, non
giriamoci intorno, Dylan superuomo, Dylan borghese da spacciare come
anziano intellettuale, ormai non più gestibile nel suo ruolo di
popstar…..la realtà è che il mercato americano funziona così e la
gallina dalle uova d’oro-premio nobel, continua a vendere a dispetto
della qualità del prodotto e soprattutto vende il primo Dylan perché è
obiettivamente il più noto, quello per cui in tutti i concerti il
pubblico comincia a richiedere Desolation Row, piuttosto che Boots of
spanish leather. Peraltro, io stesso continuo a preferire i rigurgiti
gracchianti della ennesima versione di Only a hobo alla monumentale
lagna sinatriana di questi ultimi anni, inutile, inascoltabile e neppure
ben musicata, con evidenti piroette in studio per rendere accettabili i
lamenti cavernosi del nostro eroe. Gli stessi album di nuove canzoni,
giratela come volete, ma sono abbastanza….aria fritta. Metafore ripetute
all’infinito, versificazione piatta, concetti sempliciotti, musica
buttata lì…insomma niente di particolarmente rimarchevole se non per il
fatto di essere state scritte e interpretate dal Vate. Chiaro che Dylan
se ne frega della qualità di ciò che la sua casa discografica immette
sul mercato, gongolando comunque dei proventi ricavati a sforzo zero,
come peraltro se ne è sempre fregato di tutto (appunto….pallidi echi
superomisitci che riaffiorano qua e la’), ma è proprio questo il punto;
io non concordo minimamente con chi plaude questo menefreghismo totale,
capisco di apparire bigotto, moralista e vagamente perbenista, ma un
artista con un ruolo pubblico e milioni di persone che lo mantengono
comprando i suoi dischi, ha il dovere di occuparsi di quello che viene
pubblicato. Vale per musici, letterati, pittori etc etc…Questo distacco
dal pubblico, che tanto seduce i dylaniani (divino!!!! Non sono nemmeno
riuscito a sfiorarlo perchè il suo body guard mi ha mandato via a calci
in culo!!!), io lo trovo becero e irrispettoso per chi da cinquant’anni
lo ha eletto a proprio modello, e che lui non voglia essere un modello
per nessuno, nulla cambia rispetto a ciò che realmente è ed appare. Non
solo, ma questo atteggiamento da semidio inavvicinabile (il piccolo
ebreo di cui parla Miscio secondo me si è fermato ad Hibbing nel
1957-58) lo monumentalizza ulteriormente. Peraltro, avevo già fatto
notare in passato quanto diverso fosse ad esempio l’approccio molto più
umano, troppo umano (così torniamo a Nietszche) di un De Andrè che dopo
ogni concerto si fermava per delle ore a salutare gli spettatori, e che
comunque, avendo più rispetto per un pubblico pagante, decideva ad
esempio di non dare alle stampe un disco come "Tutti morimmo a stento"
in lingua inglese che avrebbe comunque venduto valanghe di copie in
quanto da lui ritenuto mal cantato (effettivamente canta in un inglese
scolastico abbastanza imbarazzante). Ma lungi dal riproporre antiche
polemiche, (aveva anche lui un carattere di merda, lo preciso io così
evito che lo ribadiscano altri), credo di poter trarre una banalissima
conclusione; è pur vero che il contesto storico, antropologico e
culturale degli anni 60 oggi non esiste più, che le categorie sociali a
cui faceva riferimento il vecchio Dylan, dissolte ed evaporate in una
società liquida come la nostra, per dirla alla Bauman, renderebbero
parodistiche e ridicole canzoni come Emmett Till o Hattie Carroll,
(quanto la guerra di Piero di un De Andrè o un Dio è morto di Guccini),
ma è altrettanto vero che quelle canzoni avevano comunque un gran bel
tiro, come si dice in gergo musicale. Insomma quella combinazione
magistrale di testo, melodia, che non sempre si raggiunge e che per
esempio a mio avviso non hanno mai raggiunto, quando pur cantavano folk
song, i vari Phil Ochs o Tom Paxton, per citarne due a caso. La
martellante e ipnotica sequenza di accordi aperti di Hollis Brown ha
qualcosa di unico, che travalica il contesto in cui è stata scritta, al
punto che, del resto, credo non sia un caso che Dylan continui a pescare
ancora a piene mani in quell’antico e sepolcrale repertorio durante i
suoi concerti. La verità, il nostro eroe la conosce bene; sta’ tutta in
un interessante passaggio dell’intervista CBS del 2004, quando
candidamente, all’intervistatore che lo incalzava circa il suo rapporto
con il passato, Dylan rispondeva di essere ormai incapace di scrivere
canzoni come It’s allright ma (vado a memoria, potrebbe essere
Subterranean Homesick blues), di non avere più quei lampi di creatività
che gli consentivano di buttare giù di getto piccoli capolavori in
cinque minuti, seduto al tavolino del Gerde’s…dialogando con Mike e
Porco e Dave van Ronk. Ultima annotazione; vero che sarebbe
consigliabile frequentare filosofi dotati di umorismo, ma purtroppo
questi sono merce sempre più rara; l’ultimo che io ricordi, anche per
via del suo sense of humor, ha fatto una pessima fine; lo hanno
arrostito in campo dei fiori 418 anni fa. Saluti a tutti, Giuseppe
Enrico Bianchi.
Caro Giuseppe, hai
ragione, il rogo di Giordano Bruno pesa ancora sulle coscienze di chi,
per difendere il preteso monopolio delle idee della Chiesa, soffocò
l'idea di libero pensiero, un rogo che ardette in Campo dei Fiori in
Roma nella fredda mattinata del 17 Febbraio 1600, una fiamma che da
allora continua a commuovere ma anche a riscaldare i cuori e le menti di
uomini che, sull’esempio di Giordano Bruno, si battono perché le ceneri
dell’oscurantismo dogmatico non soffochino la libertà di pensiero e di
ricerca.
Sono d'accordo con te
che il cercare di navigare nella filosofia spicciola spiegata in poche
parole rischia di annoiare e forse lascia anche il tempo che trova, ma
Dylan è un personaggio talmente positivo ed allo stesso tempo talmente
negativo che si può associare ad ogni forma di pensiero filosofico
comportamentale. Dylan è un genio, purtroppo con tutte le debolezze
degli esseri umani, una specie di versione materialeizzata della frase
"dalle stelle alle stalle". Chiaramente Sony sta cercando di battere la
grancassa Nobeliana raschiando il fondo del barile dylaniano perchè è
un'operazione commerciale che rende moltissimo, compiacente Dylan che
incassa, tace e ride. Direi che concordo in toto con le tue parole, il
Dylan "piccolo ebreo" era una cosa, il Dylan superstar nobellata di oggi
è un'altra, con valore artistico notevolmente inferiore al "puzzone di
Duluth" come lo chiamavano al Village. Ma che possiamo farci, tutti
invecchiamo, rallentiamo e degradiamo, la natura è impietosa in questo,
e tutti, proprio tutti, alla fine spariscono nel nulla. Alcuni lasciano
alle loro spalle un ricordo indelebile che esisterà finchè il nostro
piccolissimo pianeta non sarà fagocitato dal tempo che distruggerà
probabilmente tutto il sistema solare, altri non lasciano niente, ma di
fronte all'eternità non c'è nessuna differenza visto che tutto sparirà.
Alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Giovedì 25 Ottobre 2018
Fort Myers, Florida - Barbara B. Mann
Performing Arts Hall, October 23, 2018
1. Things Have Changed (Bob on piano)
2. It Ain't Me, Babe (Bob on piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob on piano)
4. Simple Twist Of Fate (Bob on piano and harp)
5. Cry A While (Bob on piano)
6. When I Paint My Masterpiece (Bob on piano and harp)
7. Honest With Me (Bob on piano)
8. Tryin' To Get To Heaven (Bob on piano)
9. Scarlet Town (Bob center stage, Donnie on electric mandolin)
10. Make You Feel My Love (Bob on piano and harp)
11. Pay In Blood (Bob on piano)
12. Like A Rolling Stone (Bob on piano, Tony on standup bass)
13. Early Roman Kings (Bob on piano, Tony on standup bass)
14. Don't Think Twice, It's All Right (Bob on harp, Tony on standup bass
with bow)
15. Love Sick (Bob center stage)
16. Thunder On The Mountain (Bob on piano, Donnie on electric mandolin)
17. Soon After Midnight (Bob on piano)
18. Gotta Serve Somebody (Bob on piano)
(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on piano, Donnie on violin, Tony on standup
bass)
20. Ballad Of A Thin Man (Bob on piano and harp)
Caro Mr.Tambourine,
non posso lasciarvi soli un attimo che vi ritrovo nella cantina della
Fattoria a scolare la damigiana della filosofia, lasciatene un goccio
pure a me! Che alla Sony leggano Nietzsche non ci credo neanche sotto la
minaccia delle armi, quelli stanno attaccati al registratore di cassa
tutte le 24 ore. Quanto al superomismo figuriamoci, Dylan non ha proprio
il fisico adatto, gli riesce meglio il ruolo del piccolo ebreo. Se c'è
un' intenzione, da parte della Sony, di sfruttare il Nobel per vendere
la crusca per farina, riciclando anche i rumori di fondo registrati nel
paleolitico, non penso sia colpa di Dylan, che se ne frega di queste
operazioni, ma come dimostrano certe croste pittoriche che vende con
cinismo a prezzi esorbitanti, ringrazia sentitamente i benestanti alla
ricerca del capolavoro. Non ricordate la storia della Ballad of a Thin
Man? “Sei una vacca, dammi del latte oppure vai a casa”. La differenza
poi tra le vecchie canzoni e la nuova produzione raramente è stata
affrontata in maniera approfondita. A parte l'equilibrio poetico che può
avere una canzone come Mr.Tambourine Man, la ricezione dei suoi elementi
simbolici dipende quasi completamente dal contesto sociale di un
determinato momento storico. Basta fare un esperimento mentale, e
pensare, oggi, che risonanza potrebbe avere una canzone, anche
poeticamente bellissima. Siamo lontani dagli effetti degli anni 60.
Questo non è dovuto al suo valore intrinseco, ma al mutamento dei
linguaggi della comunicazione sociale. Dylan certamente rimane un
modernista, il suo punto di vista è quello di un moralismo critico, ma
il linguaggio delle sue canzoni più recenti ricalca quello della
frammentazione sociale, per dirlo in maniera grossolana e imprecisa, è
più “postmoderno”. E' paradossale pensare che a discapito di canzoni che
non presentano un “Io” definito si possa creare nell'immaginario una
mitologia dell'autore-genio, addirittura del superuomo-profeta.
Nel caso della Sony non si tratta della volontà di spacciare Dylan per
un superuomo, si tratta semplicemente di una tecnica di marketing,
l'abbandono dell'etichetta della pop star che ormai mal si adatta
all'età di Dylan, per approdare al cliché di intellettuale serio,
scaricando tutto l'invenduto e contrabbandandolo come l'originale
evoluzione del genio. Il modello non è quello del superuomo, ma quello
tradizionale dell'alta cultura borghese, l'opera del genio individuale.
Il bello è che, ancora una volta, Dylan non è lì, non si adatta né
all'icona pop né alla rassicurante figura dell'intellettuale. Nella
botte della filosofia c'è vino per tutti: Dylan nietzschiano (che razza
di parola!), ma perché non Dylan Derridiano, dato che nessuno più di lui
si è sbattutto contro la "metafisica della presenza" (lui non è mai lì
dove dovrebbe) e pratica la decostruzione pure del suo personaggio. In
realtà, come si è lasciato sfuggire una volta Carrera, la filosofia è
una forma di letteratura. Con la differenza, però, che mentre il
letterato ti allieta la vita, il filosofo, fosse per lui, insegnerebbe
ancora che la Terra è una chiatta quadrata galleggiante, e se esprimi
qualche dubbio in merito ti etichetta come un bruto privo di pensiero.
E' per questo che bisognerebbe frequentare solo filosofi dotati di senso
dell'umorismo.
Ciao, Miscio.
Ciao carissimo e sempre
vile Miscio,
nessuno voleva dire che in Sony vogliano seguire alla lettera le idee
Nietzscheiane, ma certamente questo martellamento multimediale e
musicale sembra averne tutta l’aria. Naturalmente questa è solo la mia
impressione e potrebbe essere una cialtroneria, ma almeno è un modo per
cercare di spiegare l’ossessività di Sony nel pubblicare lavori
provenienti dalle oscure ombre del passato. Mi sembnra di poter dire che
quel Dylan non c’entra più niente con quello di oggi, ma potrei anche
sbagliare tutto, in fondo non sono un filosofo, sono un dylaniano
dilettante da strapazzo e cerco di interpretare i fatti alla luce della
mia piccola esperienza senza nessun pretesa. Dylan certamente non ha il
"phisique du role" per impersonare il “superuomo Nietzscheiano", ma
certamente ne ha la mente, anche se meno estremista e superegocentrica
di quella filosofale di Nietzsche. Non sono però d’accordo con te quando
affermi che Dylan se ne frega se Sony lo sta sfruttando per vendere
farina per crusca mettendo sul mercato i rumori registrati nel
paleolitico. Come ho detto io perchè no le litigate con Suze, Sara e
Joan? Certamente sarebbero interessanti e ci svelerebbero un lato
sconosciuto di questo genio del 19° secolo. Io credo invece che Bob, per
rispetto dei suoi fans, dovrebbe porre un freno alle scorribande
outtakkistiche di Sony, anche perchè non tutto quello che viene
pubblicato ha le caratteristiche e la qualità per essere oggetto di una
operazione commerciale spacciata per artistica. Cari amici, ma perchè ci
prendiamo per i fondelli? Molte di queste registrazioni sono prove,
scarti di poco interesse, lo dimostra il fatto che allora non furono
pubblicate perchè ritenute inadatte e non all’altezza della voce di una
generazione. Certo che oggi, con la gente mobiledipendente,
facebookdipendente, twitteraddicted e via di questo passo anche una
scoreggia può diventare interessante ed oggetto di culto. Forse ai miei
tempi il metro di giudizio artistico aveva una lunghezza diversa da
quella di oggi e tanti ciarlatani come quelli odierni non sarebbero mai
fatti salire su un palco e tantomeno registrati e venduti come artisti,
qualcuno ha dichiarato che se non avesse fatto l'artista avrebbe fatto
il pescivendolo, a volte le vie del Signore sono proprio infinite e
misteriose!
Voler derfinire Dylan un logocentrista sembra forse eccessivo, anche se
qualche indizio potrebbe instradarci in questa direzione. In filosofia e
nelle teorie della ricezione e della letteratura con logocentrismo si
intende la centralità del logos come fondamento di un discorso e di un
testo che vogliano considerarsi significanti e/o sensati.
Il termine è stato coniato per la prima volta da Ludwig Klages negli
anni Venti del XX secolo per indicare la tendenza della cultura e del
pensiero occidentali a considerare come centro e fondamento di ogni
discorso e/o testo il logos.
Il termine ha successivamente acquisito importanza e notorietà per l'uso
fattone dal filosofo francese Jacques Derrida a partire dagli anni '60.
Con logocentrismo, Derrida intende definire la forma di comunicazione
privilegiata dalla cultura occidentale, anche quando, nel IV secolo
a.C., si è imposta la dimensione della scrittura. È Platone la grande
figura che Derrida addita come personaggio-chiave per comprendere la
problematicità del passaggio dalla cultura precedente (orale) e quella
nuova (scritta). Platone, infatti, si trova a dover gestire un duplice
problema: da una parte continua a tenere le sue lezioni orali
all'Accademia e, nel contempo, pubblica in modo scritto i suoi famosi
Dialoghi. Derrida nota come Platone abbia criticato la forma della
scrittura a favore dell'oralità. Nel Fedro questa critica è, per la
prima volta, esplicita (mito di Theuth). Platone vi dichiara, infatti,
che la scrittura è insufficiente a produrre conoscenza perché fissa
soltanto alcuni concetti nella memoria, senza però farli apprendere
veramente a chi conosce. Per questo in Platone si trovano alcuni ambigui
riferimenti alle sue dottrine non scritte, che rimandano esplicitamente
il lettore alle lezioni orali che Platone teneva nell'Accademia. Derrida
cerca di indagare il rapporto tra oralità e scrittura. La cultura
occidentale si è sempre mossa, con Platone, alla condanna della
scrittura. Derrida afferma infatti che mentre nel "logocentrismo", ossia
nella dimensione dell'oralità, l'anima "è presente a se stessa"
(metafisica della presenza) nello scritto "l'anima è assente da sé",
proprio perché la scrittura dilata nel tempo l'insegnamento, modificando
la sua forma essenziale, che è quella dell’attimo, del presente. La
scrittura è, per Derrida, "differente", nella duplice valenza
etimologica del verbo greco "diaphèrein"” (διαφέρειν) e del verbo latino
"differre". Nel primo caso, il verbo significa soltanto “essere
differente, essere diverso”, nel secondo caso, invece “differre” vuol
dire sia “essere differente” che “differire, rimandare”. Per questo
Derrida parla di una “differenza temporale”, propria della scrittura. La
scrittura, durando nel tempo assai più della parola pronunciata, toglie
al suo messaggio la sua collocazione spazio-temporale, rendendola
suscettibile di diverse interpretazioni nel corso delle epoche storiche.
L'indagine sul logocentrismo fatta da Derrida rimane, ancora oggi, uno
dei tentativi più affascinanti di leggere la storia della cultura
occidentale, capace di offrire, per la prima volta, una lettura
postmoderna di tutta la tradizione filosofica che è alla base della
nostra civiltà.
Insomma, girala come vuoi, per noi filosofanti da strapazzo di Internet,
Dylan rimane sempre l’incognita che ogni equazione vorrebbe trovare, La
nostra passione ci fa sempre provare ed a volte non ci accorgiamo che
finiamo per dire fregnacce da curva sud. Ma ci possiamo sentire in colpa
per questo? Credo proprio di no e credo sia più facile criticare Dylan
che non esercita un controllo totale su quella che dovrebbe essere “la
sua arte”, a meno di considerare Dylan uno come tanti che mira solo al
vil metallo più che al serto artistico ed alla gloria perenne nei tempi
dei tempi, volgarmente Dylan ha cambiato i tempi ed i tempi hanno
cambiato Dylan, è giusto? Ai posteri l'ardua sentenza, nui chiniam la
fronte al Massimo Fattor che volle in lui, del creator suo spirito più
vasta orma stampar.
.
Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)
Mercoledì
24 Ottobre 2018
Talkin'
10589 - gebianchi
Normalmente sono un polemista nato, ma in
questo caso non ho alcun problema ad accettare il fatidico manico
d'ombrello, visto che nel mio intervento avevo premesso di non essere un
dylaniano così preparato. Del resto, come ben hai sottolineato tu, caro
Tamb, in passato ho profuso sforzi ed energie non indifferenti per
ribadire le mie competenze di esegeta deandreiano non quelle di
dylaniano enciclopedico, quindi non ho problemi ad accettare le peraltro
utili informazioni fornite da sir Eglamore. Tuttavia al di là del fatto
che i link citati erano solo un esempio, e non sarei così certo del
fatto che fra tutti gli altri che circolano non vi siano degli inediti
interessanti (anche perché a quanto noto ne vengono continuamente
sfornati, i più recenti datano non più di due settimane), vorrei però
far notare che il mio intervento non verteva tanto a sottolineare la
assoluta novità del materiale in oggetto, ma era semmai una richiesta di
chiarimento su chi si celasse dietro ai due youtuber in questione
(Elston Gunn e Sad Eyed) e sul perché la Sony non sia intervenuta vista
la quantità di canzoni che potrebbero tranquillamente essere inseriti in
Bootlegs Series Vol. 8956!!!! Insomma ero curioso di capire chi ci stava
dietro questa operazione. Se anche su questi dettagli Sir Eaglamore sarà
in grado di illuminarci, gliene saremo eternamente grati…. Nota a
margine. In realtà questa volta mi trovo stranamente concorde con il
nostro lord britannico nel decantare le perle della produzione dylaniana
più antica. E’ peraltro quella che io considero più affascinante ed
interessante, per ragioni che sarebbe tedioso ora ripercorrere.
Francamente però ritengo tanto spumeggianti, innovativi e disarmanti
quei versi della prima produzione dylaniana, seppure impastati di
woodyguthrismo, quanto spesso banali e ripetitivi molti dei versi del
Dylan maturo. Insomma per chi come me dalle sue canzoni cerca
soprattutto poesia, spiace dirlo, ma trovo infinitamente più poetico,
seppure nella sua retorica e semplicità il testo di una Hollis Brown, di
una John Brown di una It’allright Ma I’m Only Bleedin’, di quasi tutta
la produzione contemporanea del nostro eroe.
Immagino che queste mie affermazioni
prefigurino la mia cacciata dal tempio da parte dei sacerdoti dylaniani
e mi rendo conto di entrare in un campo minato e di quello che i latini
definirebbero il de gustibus non est disputandum. Plaudo infine il tuo
chiosare l’intervento con i riferimenti al superomismo nietszchiano.
Tuttavia, quello che dovresti maggiormente esplicitare è come le derive
nazionalsocialiste o fascistoidi, così come il dannunzianesimo
decadente, di tale principio non siano che la versione caricaturale. In
Also Sprach Zarathustra, Nietszche per via aforistica, propone la figura
di un uomo nuovo secondo i principi cardine della morte di Dio e della
volontà di potenza. E’ una visione che Nietszche mutua, o quanto meno
condivide in buona parte con le riflessioni esplicitate da Hegel nella
sua Fenomenologia dello Spirito, arrivando a scagliarsi contro il
risentimento generato dalla morale degli schiavi, quella dialettica
servo padrone che per duemila anni ha condotto l’uomo occidentale,
vincolato da principi di carità e pietà, a parteggiare per i più deboli,
per gli oppressi, tarpando di fatto quella pienezza dell’essere libero
da pregiudizi religiosi che si manifesta nell’uomo forte capace di
mostrarsi superiore ai suoi simili. L’ho detta in maniera un po’
semplicistica, non è un blog di filosofia teoretica, ma mi serviva per
confermare in qualche modo le tue considerazioni sul superomismo
dylaniano. In effetti è proprio questo uno dei punti che mi fa comunque
preferire il buon vecchio Bob degli inizi, quello cioè con l’aria da
ragazzino sbarazzino e sbruffone che racconta balle sul suo arrivo a NY
a seguito di gitani, o bluesman vari tanto per darsi un tono e che canta
i suoi incubi nucleari facendo il verso ai poeti della beat generation.
Non amo il Dylan monumentalizzato, istituzionalizzato, nobelizzato,
inavvicinabile, intoccabile (per quanto mi concerne…chi se ne frega di
sfiorargli la chioma!!), e avvolto nel suo dorato empireo. La terra sta
un po’ più in basso, magari qualcuno lo ricordi ogni tanto a sua
bobbità. Del resto, Bertold Brecht diceva…. Beato il popolo che non ha
bisogno di eroi.
Saluti, Giuseppe Enrico Bianchi.
Lieto della tua replica
caro Giuseppe, e sono certo che anche Sir Eglamore apprezzerà le tue
parole. In sostanza la domanda basilare è proprio questa, "Quanto vale
il Dylan di oggi rispetto a quello di ieri?" Certamente è la domanda
delle cento pistole, ma questo non toglie che sia la domanda che tutti
dovrebbero farsi e una discussione o uno scambio di opinioni su un
argomento come questo potrebbe trascinarsi all’infinito o finire per
esaurimento fisico e mentale. Sembra essere anche il messaggio segreto
di Sony “Guardate che il Dylan che vale è quello dell’inizio, ecco
perchè continuiamo a pubblicare e ripubblicare le diverse versioni delle
stesse cose". Il materiale degli ultimi dischi ufficiali, tralasciando
naturalmente Christmas in The heart, Shadows in the Night, Fallen Angels
e Triplicate che a parte la voce di Dylan non han niente per essere
annoverati tra i suoi lavori, le canzoni contenute negli ultimi album
come Time Out of Mind, Love and Theft, Modern Times, Together Through
Life e Tempest, pur avendo qualche song di notevole fattura, non si
avvicinano neanche da lontano all’impatto di quelle vecchie canzoni con
testi storici ormai entrati nel mito e nella leggenda.
Qualcuno potrebbe dire, come direbbe Augusto “Acta est fabula” (Lo
spettacolo è finito), e tutto quello che c’è oggi è ben poca cosa
rispetto al passato. Qualcuno potrebbe dire che a lui non interessa
minimamente se ora la band suona compatta e coesa, chi se ne frega, non
è quello che vogliamo da Dylan, manca la sorpresa, manca il “Carpe Diem”
che potevi aspettarti da Bob in ogni momento dello spettacolo. Lo show
attuale si trascina noiosamente ripetitivo, ogni spettacolo clone del
precedente, dylanate zero, suspense zero, emozioni (a parte la vista di
Dylan) zero. Vedere un leggenda diventata un mito universale è sempre
bello, ma come tutte le cose belle c’è sempre “the dark side of the
moon”, cioè le brutture che si finge di non notare a favore
dell’emozione di vedere Bob salire sul palco. A qualcuno da molto
fastidio la paranoia che da qualche anno Bob manifesta apertamente ed a
volte al limite della violenza mentale, ma perchè un fans che paga per
andare a vedere il suo favorito non deve poter fare una fotografia? Non
deve poterlo vedere bene in faccia perchè le luci dioche riducono il
palco simile a quelle pedane da night-club dove si andava a vedere lo
spogliarello mentre una piccola band di sfigati musicisti faceva da
sottofondo ad uno spettacolo deprimente. Qualcuno potrebbe avere dubbi
se Dylan stia ancora distribuendo arte nei suoi shows o stia vendendo
copie false dei suoi capolavori. Qualcuno potrebbe chiedersi se Bob sia
sprofondato nella trappola della celebrità della superstar intoccabile
perchè così vogliono le regole dello show/businnes. Qualcuno potrebbe
chiedersi se Dylan ci stia ancora con la testa per non accorgersi che
quello che sta portando sul palco non è Bob Dylan ma solamente qualcosa
che gli assomiglia vagamente. Qualcuno, leggendo le recensioni dei
concerti attuali, potrebbe chiedersi se coloro che scrivono siano lucidi
di mente perchè non riescono a vedere la realtà e descrivono una cosa
che è solo nella loro mente, come il racconto sfuocato di un bel sogno
fatto la notte prima. Qualcuno potrebbe dire che le recensioni sono
diventate di una noia mortale, qualcuno che la setlist sia stata
cementata e difficilmente modificabile. Qualcuno potrebbe dire che
questo non va bene, quell’altro non va bene, qualcuno potrebbe dire che
questo è eccellente, che quest’altro è eccezionale, che solo Dylan
riesce a raggiungere i picchi più alti dell’arte, qualcuno potrebbe dire
che Dylan è l’ombra di se stesso, che il vero Dylan è finito nel 1990,
nel 2000, nel 2010 o nel 2018, qualcuno è convinto che Dylan non morirà
mai, qualcuno pensa che Dylan sia un “unicum” che non avrà mai niente
che gli possa assomigliare, e via di questo passo. Una, nessuna e
centomila opinioni diverse, e tutti convinti di aver ragione.
Addentrarsi nel mondo dylaniano è come avanzare nella giungla vietnamita
piena di trappole e di rischi, non si sa mai cosa potresti trovarti
davanti......
Dylan è una fonte inesauribile di argomentazioni, bello dire e bello non
dire, bello manifestare e bello pensare e tenere per se le opinioni,
tutto facile e tutto troppo difficile. Quale sarà la parte giusta dalla
quale stare? Nessuno ha le risposte e nessuno ha le certezze. Dylan
sembra inossidabile eppure a volte sembra così fragile, spaesato in
questo mondo di falsi valori.....chi lo potrebbe dire, forse Dylan
stesso avrebbe difficoltà a definirsi, una volta disse “Sono Bob Dylan
solo quando devo esserlo, per il resto sono Robeert Zimmerman”! Sarà
ancora così? Si ricorderà ancora di essere Robert Zimmerman, e se si
quale, quello di inizio carriera disposto a qualunque cosa pur di essere
in vista o quello di oggi che sembra timoroso di farsi vedere. E’
veramente bello vivere sempre col cappello, la parrucca, il cappuccio
della felpa calato sulla testa? Far sempre finta di essere
qualcun’altro, ma in fondo è quello che ha sempre fatto Robert Zimmerman
interpretando il personaggio Bob Dylan, o no?
Alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Martedì 23 Ottobre 2018
Sarasota, Florida - Van Wezel
Performing Arts Hall, October 21, 2018
1. Things Have Changed (Bob on piano)
2. It Ain't Me, Babe (Bob on piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob on piano)
4. Simple Twist Of Fate (Bob on piano and harp)
5. Cry A While (Bob on piano)
6. When I Paint My Masterpiece (Bob on piano and harp)
7. Honest With Me (Bob on piano)
8. Tryin' To Get To Heaven (Bob on piano)
9. Scarlet Town (Bob center stage, Donnie on electric mandolin)
10. Make You Feel My Love (Bob on piano and harp)
11. Pay In Blood (Bob on piano)
12. Like A Rolling Stone (Bob on piano, Tony on standup bass)
13. Early Roman Kings (Bob on piano, Tony on standup bass)
14. Don't Think Twice, It's All Right
(Bob on harp, Tony on standup bass with bow)
15. Love Sick (Bob center stage)
16. Thunder On The Mountain (Bob on piano, Donnie on electric mandolin)
17. Soon After Midnight (Bob on piano)
18. Gotta Serve Somebody (Bob on piano)
(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on piano, Donnie on violin, Tony on standup
bass)
20. Ballad Of A Thin Man (Bob on piano and harp)
Tè Bianchi… e anche tè Tamburino… ma che
state addì? Quelli su Youtube (perlomeno quelli segnalati) son tutti
nastri che girano da tempo. Il meraviglioso concerto alla Royal Festival
Hall del 17 maggio 1964, insieme ad altre cose piuttosto interessanti, è
stato pubblicato dalla Columbia Sony sui vinili del cofanetto Copyright
Collection 1964 e potrebbe essere considerato l’anello mancante fra la
perfezione del Carnegie Hall ’63 e la sguaiatezza del Philarmonic Hall
’64. Contiene una bellissima Chimes of Freedom, decisamente migliore di
quella esasperata di Newport e la prima versione dal vivo di Mr.
Tambourine Man, pacata e impeccabile con un assolo di armonica che non è
ancora quello definitivo; ma non solo, ci sono anche: una bellissima It
Ain't Me, Babe; Girl From The North Country; Eternal Circle; Restless
Farewell; When The Ship Comes In…
L’unica cosa in effetti interessante (a me era sfuggita, lo confesso) è
il breve audio del documentario For The Love Of The Music: The Club 47
Revival che contiene dei frammenti registrati il 21 Apr 1963 al Club 47
di Cambridge con una qualità audio sorprendente: c’è una spassosa Glory,
Glory (quella dell’album “Dick Fariña & Eric Von Schmidt“) con il
giovane Bob che accompagna all’armonica il superbo, talentuoso,
simpatico, colto, chic, versatile Eric von Schmidt, oltre a Talkin’
World War III Blues e With God On Our Side. Questo significa che esiste
ancora materiale non edito di prima qualità, quindi noi possiamo
continuare a sognare, alla faccia delle tristissime Copyright
Collection.
Ma c’è molto di più: Rolling Stone sostiene che alla Sony stiano già
pianificando il prossimo Bootleg Series che si preannuncerebbe
interessantissimo, essendo dedicato a registrazioni di qualità
eccellente mai circolate, registrate nelle coffeehouse del Greenwich
Village. Possibile titolo: “The Villager”. Incrociamo le dita e
preghiamo. Altri volumi in lavorazione: outtakes di Time Out of Mind
(molto materiale non pubblicato su Tell Tale Signs); outtakes di Shot of
Love and Infidels; Johnny Cash sessions con un paio di pezzi mai
circolati; il documentario sulla Rolling Thunder 1975/76 (ma le outtakes
di Desire? E i rehearsals?); un volume dedicato al Never Ending Tour.
Bella però la versione acustica di You’re a Big Girl Now!
Saluti da Sir Eglamore.
Ciao Sir Eglamore,
immagino che il “Tè” dedicato a Gebianchi ed a me sia naturalmente il
famoso gesto dell’ombrello.....ma va bene, se è così che la pensi così
sia. Gebianchi, se riterrà opportuno farlo, ti risponderà di persona, io
mi limito a farlo adesso perchè è mio dovere rispondere a tutti, poi
rispondere a te è particolarmente stimolante.
Lasciami dire che leggere la tua mail è stato un pò come vedere ancora
una volta Jurassik Park, il cimitero dei dinosauri clonato e fatto
rivivere, proprio come sono tutte queste “rarità” riproposte in quantità
industriale tipo Il meraviglioso concerto alla Royal Festival Hall del
17 maggio 1964 da te citato e It Ain't Me, Babe; Girl From The North
Country; Eternal Circle; Restless Farewell; When The Ship Comes In,
Chimes of Freedom e Mr. Tambourine Man.…!
Cacchio ragazzi, stiamo annegando nei ricordi del passato in modo
esageratamente patetico. Quelle canzoni riproposte per l’ennesima volta
diventano cose di una noia tremenda, cose difficili da riascoltare e
godere fino in fondo.
La Glory, Glory (quella dell’album “Dick Fariña & Eric Von Schmidt“) con
il giovane Bob che accompagna all’armonica sono andato ad ascoltarla e
mi è sembrata una cosa noiosamente datata, un gruppetto di amici intorno
al fuoco sulla spiaggia con un paio di chitarre ed un’armonica a bocca,
niente di eclatante o che possa stupire o far innamorare.
Ultimamente abbiamo avuto cofanetti, Bootleg series e Compilation da far
rizzare i capelli in testa, dischi con dieci take della stessa canzone,
ma che è? Una presa per i fondelli? D’accordo che Dylan è Dylan ma, come
spiega giustamente l’Accademiadella Crusca, “Il troppo stroppia” (o
storpia) che è un noto proverbio usato in tutta Italia per indicare la
negatività di ogni eccesso, come spiega Carlo Lapucci nel suo Dizionario
dei proverbi italiani: Il troppo stroppia. L’abbondanza esagerata, la
grande fortuna, la ricchezza smodata possono diventare controproducenti.
Ogni eccesso è negativo. Espressione molto comune che usa ancora il
verbo stroppiare, variante di storpiare antica e popolare, chiaramente
influenzata da un accostamento a “troppo”. Il proverbio che significa
propriamente che l’eccesso guasta tutta la quantità, la deforma, la
sciupa o corrompe, viene inteso comunemente come se la quantità stessa
non ne permettesse la gestione, l’utilizzo, il contenimento intendendo
il verbo derivato da “troppo”. Così si dice: Il troppo è troppo; Ogni
troppo è troppo. Come già anticipa la glossa di Lapucci, il verbo
stroppiare è la variante popolare di storpiare. Tutti i vocabolari
dell’italiano contemporaneo, infatti, mettono a lemma la voce storpiare
e segnalano stroppiare come variante popolare con metàtesi, che è il
fenomeno fonetico per cui uno o più suoni possono cambiare posizione
all’interno di una parola (particolarmente frequente in presenza di una
laterale /l/ o di una vibrante /r/, come ad esempio frumento >
furmento,. spegnere >spengere ecc.).
Per quanto riguarda l’etimologia del verbo storpiare, gli studiosi non
sono concordi: il DELI mette in collegamento il verbo con un latino
volgare *stroppeāre, adattamento fonetico dal greco strophéō (con il
significato di ‘storcere, slogare’); Nocentini, nel suo Etimologico, fa
derivare il verbo dal latino volgare *distŭrpiāre, variante popolare di
DETŬRPĀRE ‘sfigurare’, a sua volta derivato di TŬRPIS ‘brutto,
vergognoso, indecente’. La prima attestazione del nostro proverbio è
ottocentesca e si trova nei due manoscritti della Raccolta di proverbi
toscani di Giuseppe Giusti (databili tra il 1836 e il 1845), custoditi
nell’archivio storico dell’Accademia della Crusca e di cui Elisabetta
Benucci ha curato recentemente l’edizione critica.
Chiusa questa altrettanto noiosa parentesi, tutta l’operazione messa in
atto in questi ultimi anni da Sony ha un sapore vagamente Nietzscheiano,
un tentativo di materializzare la teoria del superuomo o oltreuomo che
dir si voglia.
Il concetto di oltreuomo o superuomo (dal tedesco Übermensch),
introdotto da Nietzsche, è un'immagine o figura metaforica che
rappresenta l'uomo che diviene se stesso in una nuova epoca
contrassegnata dal cosiddetto nichilismo attivo. Secondo Nietzsche,
infatti, il nichilismo passivo che segue alla scoperta dell'inesistenza
di uno scopo della vita può essere superato solo con un accrescimento
della mente, la quale appunto apre le porte a una nuova epoca, epoca
annunciata in Così parlò Zarathustra (Also sprach Zarathustra), quella
in cui l'uomo è libero dalle catene e dai falsi valori etici e sociali
dettati dallo spirito apollineo e dalla filosofia di Socrate, seguendo
invece lo spirito dionisiaco.
Anche Gabriele D'Annunzio, il celeberrimo nostro Vate, che inventò il
calco "superuomo", si ispirò alla teoria di Nietzsche per i suoi
personaggi dei suoi romanzi.
L'atteggiamento di attesa di tipi umani superiori è detto superomismo.
Alcune dottrine politico-ideologiche - come il nazionalsocialismo
tedesco - mutuarono il concetto nietzschiano di superuomo.
Il termine "superuomo" rappresenta la traduzione originale che fu data
all'espressione Übermensch; tuttavia è rilevante l'interpretazione
successiva di Gianni Vattimo, il quale afferma che la traduzione
"oltreuomo", secondo lui più letterale, risulta più appropriata e
rispecchia meglio l'ideale portato da Nietzsche. Questa traduzione è
però contestata dal filosofo Domenico Losurdo. Il termine tedesco può
comunque essere fatto risalire al greco ὑπεράνθρωπος (hyperànthropos),
le cui prime attestazioni sono nel I secolo a.C., con Dionigi di
Alicarnasso, e nel II secolo d.C., con Luciano. In tedesco il vocabolo
Übermensch appare per la prima volta nel 1527, in una lettera con la
quale il domenicano Hermann Rab si scagliava violentemente contro i
luterani.
Altri autori che usarono il termine, benché con un diverso contenuto
semantico, furono il teologo Heinrich Müller, nell'opera Geistliche
Erquickungsstunden (1664), Johann Gottfried von Herder e il filosofo
indiano Sri Aurobindo. Johann Wolfgang von Goethe ha usato il termine in
senso ironico nel Faust („Welch erbärmlich Grauen fasst Übermenschen
dich!“, parte I, scena I, v. 490) e nella sua poesia Zueignung (1787).
Il superuomo abbandona le ipocrisie dei moralisti e afferma se stesso,
ponendo di fronte alla morale comune i propri valori. Egli identifica il
ritorno al mondo del pensiero dionisiaco, guidato dalle passioni.
Nietzsche è convinto dell'esistenza di un'unica vita terrena, legata
alla corporeità fisica; l'uomo è dunque solo corpo e deve lasciarsi
guidare dalle proprie pulsioni, lacerando così il "Velo di Maya"
introdotto da Schopenhauer, ovvero la Volontà che opprime l'individuo.
Lo scopo del superuomo non è posto in un universo trascendente, ma
trascendentale che punta alla felicità immanente tramite la capacità
creativa, o supercreativa come nel caso di Dylan, o come si tenta di
ingigantirlo attraverso l’uso errato di tutte queste registrazioni. In
quest’ottica Dylan è visto come il grado più alto dell'evoluzione, ed
esercita il diritto dettatogli dalla forza e dalla superiorità sugli
altri. Questo diritto gli si presenta tuttavia anche come dovere di
contrapporsi all'ipocrisia della massa e va contro la stessa
tradizionale etica del dovere. Il superuomo contrappone al "Tu devi!"
kantiano il nietzschiano "Io voglio!".
In parole povere è quello che sta cercando di fare Sony con queste
"rare" pubblicazioni, affermare la superiorità Dylaniana (cosa ormai da
anni dimostrata ed accettata da tutto il mondo), quindi io non vedo la
necessità di ingolfarci con questo fiume di materiale molte volte
ripetitivo anche se diverso nell’esecuzione.
Di questo passo un giorno o l’altro Sony pubblicherà raccolte con le
registrazioni originali dei litigi fra Bob e Sara, ma così facendo si
rischia di rovinare un mito e una leggenda, e questo mi spiacerebbe
molto perchè io tengo a Dylan senza perdermi in queste cose di sapore
maniacale.
Alla prossima caro Sir, nel frattempo live long and prosper,
Mr.Tambourine, :o)
Lunedì 22 Ottobre 2018
Clearwater, Florida - Ruth Eckerd
Hall, October 20, 2018
1. Things Have Changed (Bob on piano)
2. It Ain't Me, Babe (Bob on piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob on piano)
4. Simple Twist Of Fate (Bob on piano and harp)
5. Cry A While (Bob on piano)
6. When I Paint My Masterpiece (Bob on piano and harp)
7. Honest With Me (Bob on piano)
8. Tryin' To Get To Heaven (Bob on piano)
9. Scarlet Town (Bob center stage, Donnie on electric mandolin)
10. Make You Feel My Love (Bob on piano and harp)
11. Pay In Blood (Bob on piano)
12. Like A Rolling Stone (Bob on piano, Tony on standup bass)
13. Early Roman Kings (Bob on piano, Tony on standup bass)
14. Don't Think Twice, It's All Right (Bob on harp, Tony on standup bass
with bow)
15. Love Sick (Bob center stage)
16. Thunder On The Mountain (Bob on piano, Donnie on electric mandolin)
17. Soon After Midnight (Bob on piano)
18. Gotta Serve Somebody (Bob on piano)
(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on piano, Donnie on violin, Tony on standup
bass)
20. Ballad Of A Thin Man (Bob on piano and harp)
Ciao Tambourine,
stavolta ti disturbo non per polemizzare con qualche Maggiesfarmer,
bensì per sottoporti un quesito/curiosità. Ho notato che da qualche
mese, più o meno dalla metà dello scorso anno, tali Elston Gunn (ovvio
il riferimento) e Sad Eyed Lady of the Lowlands stanno pubblicando su
youtube una quantità industriale di materiale estremamente interessante.
Per coloro a cui fosse sfuggito, presumo non a te, si tratta di una
serie ponderosa di file audio corredati da immagini e fotografie varie,
che ci restituiscono il Dylan del primo periodo in versioni, a mia
conoscenza (ma io non sono un esperto e quindi potrei sbagliarmi) del
tutto sconosciute. Non si tratta cioè solo dei soliti FInjan CLub,
Gasligth tapes, Banjo Tapes, Stud Terkel, Cinthya Gooding, Minnesota
Tapes, Folksinger's choice etc. etc., bensi' di materiale a mio avviso,
mai circolato prima d'ora. Ad es. un bellissimo concerto integrale
tenuto in Inghilterra nel 1964, piuttosto che complete sessioni di
interviste radiofoniche dell'epoca o altri files, alcuni di qualità
molto scadente, riferiti ad altri concerti in giro per varie città
statunitensi,e comunque, sicuramente preziosi ed interessanti per
dylaniani incalliti. I files sono tutti caricati senza interruzione tra
i brani e mediamente hanno durate variabili dalle due fino alle cinque
ore in quanto a volte il singolo file raggruppa più concerti. Ad es. il
file dal titolo The 1963 radio sessions contiene interviste e concerti
svoltesi a New York,Washington, Chicago e altro materiale di sicuro
interesse per chi predilige il Bob Dylan pre svolta elettrica. In realtà
ho notato anche files molto più recenti, ossia sessions in studio di
Hearts On Fire, piuttosto che di Nashville Skyline o outtake di Down In
The Groove e moltissimo altro materiale, il tutto fra l 'altro con un
eccellente commento per ogni video caricato e una ben specificata lista
dei pezzi eseguiti. Magari sono l'unico dylaniano che ha appena scoperto
tutto questo ben di Dio, può essere, ultimamente ho poco tempo a
dedicare ad ascolti selettivi, ma se così non fosse, gradirei sapere se
hai idea di chi ci sia dietro questa massiccia operazione e come sia
possibile che la Sony non sia ancora intervenuta a bloccare il tutto. A
titolo di esempio ti mando qualche link tra quelli inseriti negli ultimi
tempi. Un caro saluto,
Giuseppe Enrico Bianchi
Caro Giuseppe,
lasciami prima di tutto dire che i tuoi interventi, anche se hanno
suscitato dibattiti notevoli, sono stati per me e per la Fattoria
interessantissimi perchè ci hanno fornito lo spunto per scambiarci
opinioni su determinate cose, e questo è assolutamente positivo, e credo
sia servito anche a molti di noi a rivedere le nostre convinzioni su
Dylan o De Andrè. Questo non vuol dire che poi si cambi opinione, la
revisione serve soptrattutto per darci conferma delle nostre idee o per
darcene smentita, in tal caso si può anche cambiare idea, come disse
giustamente James Russell Lowell, “Solo i morti e gli stupidi non
cambiano mai opinione”. Ricordo agli inizi del 2010 quando da Youtube
cominciarono a sparire a migliaia i videoclip postati dai fans, e non
solo, anche i video degli artisti che suonavano le canzoni di Bob come
tributo. Ricordo Al Diesan, I Blackstones ed altri che ebbero cancellati
diversi video ad opera del WEB Sheriff perchè sembra (sottolineo sembra
perchè non ne sono sicuro) che in America per fare una cover di una
canzone di Dylan su di un disco da parte di un altro artista ci voglia
il benestare dello staff che cura gli interessi dylaniani. Anche la
nostra amica Marina Gentile, se non ricordo male, ebbe chiuso il suo
account per aver postato alcuni video di Bob girati da lei. Ricordo che
feci, su queste pagine, una lettera aperta alla Sony dicendo che non
avevano il diritto di cancellare i video di Al Diesan o dei Blackstones,
in quanto questi artisti erano dei dilettanti che cantavano quelle
canzoni senza trarne profitto, esclusivamente a livello amatoriale, lo
stesso motivo per i videoclip, in quanto un artista italiano, almeno da
noi, per legge, prima di cantare una canzone sul palco dovrebbe
scriverla sul Borderò della S.I.A.E.! Naturalmente ci si rese conto
immediatamente che questa regola era una emerita cazzata, quindi fu
logico compilare il Borderò alla fine di un concerto e non durante.
Detto questo, ricordai ai Sigg. dirigenti di Sony che gli artisti
italiani pagavano un tot (il 33% sul costo di ogni biglietto staccato al
pubblico) ogni volta che eseguivano una canzone di Dylan, e che,
casomai, era la S.I.A.E. stessa a doversi incaricare di girare i diritti
d'autore incassati all'artista autore della canzone. Lo stesso discorso
valeva per i video postati da un artista non professionista su Youtube,
naturalmente, se la cosa era contro la legge americana, Youtube aveva il
diritto di eliminare il sonoro ma non quello di oscurare anche le
immagini. Non credo che la Fattoria sia stata l'unica a sollevare
contrarietà a questo modo di agire, fatto sta che un giorno i
Blackstones ricevettero una mail dalla Special Rider (la società che
gestisce gli interessi di Bob Dylan ) con l'autorizzazione a pubblicare
su Youtube i video delle loro performances a patto di scrivere nelle
note questa frase "Copyright music and lyrics reproduced by kind
permission of Special Rider -- for original, exclusive performances by
Bob Dylan, check-out the official channel at www.youtube.com/bobdylan.",
e questo risolveva la questione. In quei mesi furono cancellati da
Youtube più di 100.000 video illegali delle performances di Dylan in
concerto ed altrettanti accounts di fans vennero eliminati. Allora i
fans si inventarono l'escamotage di non usare più la parola "Dylan" nei
titoli dei video, e contemporaneamente sostituirono i titoli delle
canzoni con la frase principale, in genere quella del ritornello. Questo
per rendere impossibile o difficile la ricerca da parte di persone
fisiche incaricate di scovare gli abusi o ingannare i ragni di ricerca
automatica. Ora invece sono spuntati questi tizi che citi anche tu che
postano senza problemi filmati e cose inedite, a volte di qualità a
volte meno, ma certamente materiale mai visto prima. Ora, sapere che c'è
realmente dietro a questi nikename (Elston Gunn
https://www.youtube.com/channel/UCaOZO0lQahdMsROidW4RIZA
) è impresa impossibile, la domanda invece è "Ma
come fanno ad avere tutti questi filmati mai visti?". Non credo che ci
sarà mai una risposta, questo passa oggi il convento, perciò, facciamo
finta di niente e godiamoci pian piano questa nuova abbondanza finchè
durerà! Alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Domenica
21 Ottobre 2018
St. Augustine, Florida - St. Augustine
Amphitheatre, October 19, 2018
1. Things Have Changed
2. It Ain't Me, Babe
3. Highway 61 Revisited
4. Simple Twist Of Fate
5. Cry A While
6. When I Paint My Masterpiece
7. Honest With Me
8. Tryin' To Get To Heaven
9. Scarlet Town
10. Make You Feel My Love
11. Pay In Blood
12. Like A Rolling Stone
13. Early Roman Kings
14. Don't Think Twice, It's All Right
15. Love Sick
16. Thunder On The Mountain
17. Soon After Midnight
18. Gotta Serve Somebody
(encore)
19. Blowin' In The Wind
20. Ballad Of A Thin Man
Ciao Mr. Tambourine,
ormai è chiaro che Stu non fa più parte della band di Bob e forse la
staticità delle setlists sta ad indicare che tutti stanno cercando una
nuova coesione, cosa non certo facile mancando la chitarra ritmica che
io ritengo uno strumento basilare in un tipo di band come quella di Bob.
Pensi che prima o poi vedremo un altro al posto di Stu? Ciao e grazie
per il lavoro che fai per tutti noi, Alex.
Non saprei proprio
dirtelo caro Alex, certo sarebbe auspicabile perchè penso che Charlie
sia un buon solista ma non una importante chitarra ritmica.
Probabilmente questo tour finirà con questa formazione e, sempre a mio
parere, se vedremo un altro chitarrista lo vedremo l'anno venturo alla
partenza del tour 2019. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Luca Guadagnino curerà la regia del
film tratto da Blood on the Tracks
clicca qui
Un film del regista italiano
Guadagnino su "Blood on the Tracks"
clicca qui
Luca Guadagnino: “Blood on the Tracks”
diventa un film
clicca qui
Sabato 20 Ottobre 2018
Sugar Land, Tezas - Smart Financial
Centre, October 14, 2018
di Tom Palaima
Bob Dylan canta in "Trying to get To Heaven" che è stato nella città
dello zucchero, ora ha suonato e cantato la sua musica e quella canzone
in Sugar Land, TX. Di certo era dolce.
Il 15 ottobre 1962, quando eravamo tutti più giovani e Bob Dylan aveva
21 anni con Buddy Holly, Echo Hellstrom, Bonnie Beecher e Flo Kastner
dietro di lui nel nord Midwest, aveva ancora lo spirito fragile e vivo
di Woody Guthrie vicino e dentro di lui, cantava al Gaslight Café del
Greewich Village, forse in uno spettacolo after-hours, la sua versione
del traditional della prigione “Ain’t No More Cane on This Brazos,” ,
che potrebbe avere sentito su una registrazione di Alan Lomax nel 1958
su etichetta Texas Folksongs.
56 anni dopo, lo show in Sugar Land ha portato Bob e la sua band
compatta con Tony Garnier, Georg Recile, Charlie Sexton e Donnie Herron
sulle sponde settentrionali e orientali del fiume Brazos, dove svolta
verso sud e infine si butta nel Golfo del Messico. Giusto qui avvennero
le prime registrazioni di Lomax, forse uno dei neri americani schiavi,
spesso in prigione, consumando le loro vite raccogliendo canna da
zucchero al servizio dei padroni bianchi, quando arrivò qui nel 1907,
dopo oltre 60 anni di lavoro crudele per l'imperiale Sugar Company.
Bob era tornato nella terra che evocava una delle sue più grandi
canzoni, "Blind Willie McTell". Quando ha fatto un passo sul palco, uno
spirito santo era dentro di lui fin dal primo accordo di "Things Have
Changed”, bene, in realtà le cose non sono cambiate molto da queste
parti, fino all'ultimo sardonico interrogatorio di Mr. Jones nel secondo
bis di "Ballad of a Thin Man." Ci è stato persino ricordato un gospel
"Gotta Serve Somebody" che ci fa pensare con quelle parole alle nostre
anime.
Ero tornato diciotto ore prima da Chi-town. Stavo ancora ricordando
Willie Dixon attraverso il furto amorevole e pienamente accreditato di
Bob e Robert Hunter del motivo per "My wife’s Home Town". Risuonava
ancora davanti a Sugar Land nella mia anima insieme a "If You Ever Go to
Houston" e "Trying to Get to Heaven".
Arrivati verso le cinque, abbiamo abbinato lo spirito di "Joey" alla
“Cucina Italiana” di Antonia, una vera scoperta nascosta in un centro
commerciale a cinque minuti di auto dal nuovo Smart Financial Center. Lì
la cameriera Ruth ha ammesso di non sapere molto, se non altro, di Bob.
Ogni venuta al nostro tavolo ci snocciolava tutti i tipi di suggerimenti
per mangiare.
Al contrario, una coppia di sessantaquattrenni seduti ad un altro tavolo
hanno risposto rapidamente alla mia spontanea domanda: "Qual è la vostra
canzone preferita di Dylan?". Lui: "Girl from the North Country" alias
"quella canzone che ha cantato con Johnny Cash!" - Lei: "Visions of
Johanna" ha detto con vera convinzione.Sdaranno con noi per due ore
durante un concerto davvero superbo allo Smart Financial Center, che
odora ancora di nuovo.
I punti salienti sono stati la narrazione in piedi di Bob della storia
nella misteriosa "Scarlet Town"; i soliti struggenti passaggi di
armonica e ancora una volta ha cambiato alcune righe in "Simple Twist of
Fate”; il testo di "Like a Rolling Stone", pronunciato enfaticamente
come un interrogatorio in stile polizziotto che esponeva i fatti,
ciascuno seguito dalla domanda assassina "Come ci si sente?"; L'assolo
di batteria di George Recile in "Thunder on the Mountain"; La chitarra
perfetta di Charlie Sexton in ogni canzone, ma in particolare la quasi
delicatezza del suo suonare nel mezzo del vortice di suoni alla fine di
"Ballad of a Thin Man" e il suo riuscire a riportare Roma, Sicilia e
Bronx in vita in “Early Roman Kings”; La pedal steel di Donnie
completava il piano di Bob e la voce alla Sinatra in "Make You Feel My
Love"; "Love Sick", squisitamente ridimensionata. Tutto questo, come
sempre, costruito sopra e intorno al basso di Garnier.
"Make You Feel My Love" è stata particolarmente toccante per me, perché
il grande John Inmon l'ha suonata poco più di cinque anni fa come
canzone per me e mia moglie per farci ballare dopo il nostro matrimonio
nella Mercury Hall di Austin.
Ancora una volta, grazie, Bob, per la riverenza, l'energia e l’infinita
umanità che tu e la tua fedele band portate nelle vostre canzoni e a
noi.
Alcune settimane fa la grande soprano
Montserrat Caballé è morta all'età di 85 anni nell'ospedale di Sant Pau
di Barcellona. Il soprano, che da alcuni anni aveva problemi di salute,
era stata ricoverata a metà settembre. I funerali dell'artista, una
figura di spicco dell'opera internazionale, si sono tenuti a Barcellona.
Grande voce della lirica, era diventata famosa anche in ambito pop, dopo
il duetto con l'amico Freddie Mercury nell'album intitolato "Barcelona".
Il singolo omonimo diventò l'inno dei Giochi Olimpici del 1992 e sempre
per i Giochi la Caballè cantò nell'album "Barcelona Games" con Plácido
Domingo e José Carreras.
"Di tutti i soprano che ho ascoltato nella vita, nessuna era come lei",
ha dichiarato il tenore Jose Carreras a Radio Catalunya. "Caballé è
stata la più grande donna dell'opera, la leggenda della cultura
universale, la migliore tra le migliori, capace di scoprire nuovi spazi
di creatività con i più grandi. La sua personalità e la sua voce
ineguagliabile ci accompagneranno sempre". Anche il premier spagnolo
Pedro Sanchez ha commentato la scomparsa della grande cantante: "Triste
notizia: muore un grande ambasciatore del nostro Paese, un soprano
lirico riconosciuto a livello internazionale. La sua voce e la sua
dolcezza rimarranno sempre con noi". In un'intervista radiofonica, il
presidente catalano Quim Torra l'ha descritta come "cantante unica nel
mondo dell'opera" e ha sottolineandone l'aspetto di "catalana
universale" ed "ambasciatrice della Catalogna nel mondo". Infine il
Teatro Liceu di Barcellona, dove la Caballé ha cantato più di 200 volte,
ha espresso il cordoglio per la morte di "uno dei più importanti soprani
della storia e artista simbolo nella memoria" del teatro.
Giustamente la Fattoria vuole ricordarla
con questo bellissimo duetto con Freddy Mercury.
Freddie Mercury & Montserrat Caballé -
The Golden Boy (Live at La Nit, 1988)
Freddie Mercury - vocals, piano,
arrangements
Montserrat Caballè - vocals
Madeline Bell - backing vocals
Dennis Bishop - backing vocals
Lance Ellington - backing vocals
Miriam Stockley - backing vocals
Peter Straker - backing vocals
Mark Williamson - backing vocals
Carol Woods - backing vocals
Venerdì 19 Ottobre 2018
Mobile, Alabama - Mobile Seanger
Theatre, October 17, 2018
1. Things Have Changed
2. It Ain't Me, Babe
3. Highway 61 Revisited
4. Simple Twist Of Fate
5. Cry A While
6. When I Paint My Masterpiece
7. Honest With Me
8. Tryin' To Get To Heaven
9. Scarlet Town
10. Make You Feel My Love
11. Pay In Blood
12. Like A Rolling Stone
13. Early Roman Kings
14. Don't Think Twice, It's All Right
15. Love Sick
16. Thunder On The Mountain
17. Soon After Midnight
18. Gotta Serve Somebody
(encore)
19. Blowin' In The Wind
20. Ballad Of A Thin Man
Mi piacerebbe che facessi un post su una
delle piu' belle versioni di VISION OF JOHANNA su ELSTON GUNN su you
tube. Per tutti gli amici della fattoria mi piacerebbe che ascoltassero
quella permorfance . Grazie come sempre per il tuo superbo lavoro per
tutti NOI . Alla prossima l'amico Marcello
Eccola caro Marcello,
davvero bella versione! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Vero, e complimenti a CCG per l'accuratezza dei
suoi post.
Questo è il passaggio della
Nobel Lecture di Dylan nella quale cita il passaggio:
"Poi noti i fiori di
ciliegio e capisci che la natura non è toccata da tutto questo. I
pioppi, le farfalle rosse, la fragile bellezza dei fiori, il sole. Vedi
come la natura è indifferente a tutto questo, a tutta la violenza e alla
sofferenza di tutto il genere umano. La natura nemmeno lo nota. Sei così
solo. Poi il frammento di un proiettile ti colpisce la testa di lato e
sei morto. Sei stato fatto fuori, depennato. Sei stato sterminato. Ho
messo giù questo libro e l’ho chiuso. Non ho mai più voluto leggere un
romanzo di guerra, e non l’ho mai più fatto.
Charlie Poole, della North Carolina, aveva una canzone che collegava
tutto questo. Si intitola “You Ain’t Talkin’ to Me” e i versi dicono:
Ho visto un cartello in una vetrina andando un giorno in città.
Entra nell’esercito, gira il mondo”, è quello che diceva
“Vedrai posti eccitanti in allegra compagnia,
Incontrerai persone interessanti e imparerai anche a ucciderle”.
Oh, non stai parlando a me, non stai parlando a me.
posso essere matto e tutto quanto, ma credimi, ho buonsenso.
Non stai parlando a me, non stai parlando a me.
Uccidere con un’arma non suona divertente.
Non stai parlando a me".
Grazie per la segnalazione,
alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Giovedì 18 Ottobre 2018
Lafayette, Louisiana - Heymann Center,
October 16, 2018
1. Things Have Changed
2. It Ain't Me, Babe
3. Highway 61 Revisited
4. Simple Twist Of Fate (Bob on harp)
5. Cry A While
6. When I Paint My Masterpiece (Bob on harp)
7. Honest With Me
8. Tryin' To Get To Heaven
9. Scarlet Town (Bob center stage, Donnie on banjo, Tony on standup
bass)
10. Make You Feel My Love
11. Pay In Blood
12. Like A Rolling Stone (Tony on standup bass with bow)
13. Early Roman Kings (Tony on standup bass)
14. Don't Think Twice, It's All Right (Bob on harp, Tony on standup bass
with bow)
15. Love Sick
16. Thunder On The Mountain (ending with George drum solo)
17. Soon After Midnight
18. Gotta Serve Somebody
(encore)
19. Blowin' In The Wind (Donnie on violin, Tony on standup bass)
20. Ballad Of A Thin Man
Thackerville, Oklahoma - WinStar World
Casino and Resort, October 13, 2018
di Barry McCollom
Una dura pioggia stava cadendo nel nord del Texas nella mattinata prima
dello spettacolo. Il Win Star Casino è a circa un'ora e mezza a nord
appena oltre il Confine Nord del Texas. Si possono immaginare le mandrie
di bestiame che si spostano da queste parti nel giorno del Chisholm
Trail con le canzoni dei cowboys seduti intorno ai fuochi da campo
durante la notte e la terra costellata di mucche da latte e cavalli al
pascolo, mentre un vecchio treno è fermo lungo un gigantesco vecchio
mulino per fare il grano. Atmosfera perfetta per dirigersi al "the
carnival tonight". Il casinò è sulla terra della Choctaw Nation, i
nativi americani orgogliosi di essere ancora una tribù inviolata ed
invincibile! Finte colonne romane giganti, falso edificio dell'Empire
State, finta torre del Big Ben, circondano tutti il luogo dove si trova
la piccola sede di 3000 posti. Luci fioche, il piano di Dylan è
posizionato leggermente in avanti così si può vedere leggermente prima
che si accendano le luci. Questo è il secondo spettacolo che sto per
vedere in una settimana, quindi non mi aspetto sorprese ma stasera il
mio posto è proprio nel mezzo della sezione A, quindi posso dare una
buona occhiata alla faccia di Bob mentre i suoi occhi si sollevano
leggermente con i solchi sulla fronte mentre si appoggia al microfono.
Quando Bob si sposta al centro della scena per Scarlet Town, la folla
accompagna ondeggiando ogni sottile mossa del crooner. Non c'è bisogno
di Jumpin 'Jack Flash qui. Ho anche notato come entrambi Masterpiece e
Don’t Think Twice abbiano inizio con la voce di Bob e un pò di
pianoforte e gradualmente i diversi strumenti entrano a loro volta.
L'archetto di Tony Garnier sul basso, le spazzole di George Recile sui
piatti sono sottili tocchi che portano nuove sfumature a queste
classiche canzoni. Dopo Gotta Serve Sopmebody, Bob si è diretto verso il
centro del palcoscenico con la sua vivacità alzando mani come per
dire.....questo è quanto gente.
Niente arpa stasera alla fine di Thin Man ma ancora un ultimo crescendo
con Bob in piedi trionfante alla tastiera. Durante la strofa finale un
estroso sorrisetto spuntava sul suo viso mentre lui e la band
salutavano, Bob Dylan era felice! Io ero felice! Come l'uomo ha detto
"Potremmo sempre provare le stesse emozioni anche se abbiamo diversi
punti di vista!”
Mercoledì
17 Ottobre 2018
Talkin'
10583 - edizioninpe
Un incredibile biopic a fumetti sulla
vita e la musica di Bob Dylan, ricco di fan service per gli appassionati
del cantautore.
Robert Allen Zimmerman, in arte Bob Dylan, classe 1941, non ha bisogno
di presentazioni.
Di questo 2018 è stata la lunga diatriba in merito al Premio Nobel per
la letteratura che gli è stato assegnato, che lui all’inizio non aveva
degnato di risposta.
Questo graphic novel rappresenta un
biopic completo che passa attraverso la sua vita, raccontandoci gli
inizi e la carriera: ogni pagina è costellata di fan service per gli
appassionati del compositore americano, ossia copertine di dischi e
citazioni a piene mani.
Il fumetto è magistralmente disegnato da due autori stilisticamente
molto diversi: Stefano Corrao, che affronta con il suo tratto realistico
tutta la fase iniziale della vita di Bob Dylan e la sua fase matura, e
l’elegante Alessandra Melarosa, che firma la copertina e le tavole che
raccontano la fase centrale di crescita artistica del cantautore.
Il volume si inserisce perfettamente
nella catena di successi inanellata dalla collana Music & Comics di
Edizioni NPE, che partì con La Storia della Musica Metal a Fumetti e La
Storia della Musica Rock a Fumetti, facendole seguire dai volumi biopic
di David Bowie, Bruce Springsteen, Elvis e dal recente imperdibile
Jugband Blues – a graphic trip on the tracks of Syd Barrett.
Ciao Mr. Tambourine!
Grazie davvero per la disponibilità e per le tante risposte che ho
potuto leggere sul sito!!
Con i link che ho visto questa mattina sono riuscito a reperire tutte le
registrazioni che cercavo! Grazie a Massimo Ottaviani e a Silvano!!
Ringrazierò personalmente Andrea per la disponibilità e la cortesia.
Un abbraccio a voi tutti e buoni ascolti Dylaniani!
La mia speranza (ma credo sia condivisa con voi) è quella di vedere
prossimamente Dylan ancora in Italia per una serie di concerti e vederlo
pubblicare un nuovo album di materiale inedito.
A presto, so long. Roberto.
Come vedi "buon sangue
non mente", i Maggiesfarmers sono sempre prodighi ad arrivare dove io
non arrivo e ad aiutare chiunque chieda notizie. Sono davvero felice che
tu abbia trovato ciò che cercavi! Alla prossima, live long and prosper,
Mr.Tambourine, :o)
Martedì 16 Ottobre 2018
Sugar Land, Texas - Smart Financial
Centre, October 14, 2018
1. Things Have Changed
2. It Ain't Me, Babe
3. Highway 61 Revisited
4. Simple Twist Of Fate
5. Cry A While
6. When I Paint My Masterpiece
7. Honest With Me
8. Tryin' To Get To Heaven
9. Scarlet Town
10. Make You Feel My Love
11. Pay In Blood
12. Like A Rolling Stone
13. Early Roman Kings
14. Don't Think Twice, It's All Right
15. Love Sick
16. Thunder On The Mountain
17. Soon After Midnight
18. Gotta Serve Somebody
(encore)
19. Blowin' In The Wind
20. Ballad Of A Thin Man
Qui, per poter accedere all'archivio
concerti, bisogna registrarsi (register è in alto a sinistra). Chiedono
solo un indirizzo mail, nessun numero di cellulare o adesioni a offerte
strane, né spam in arrivo. Una volta registrati ed effettuato il login,
sul menu della pagina sarà visibile anche la sezione Rare Dylan
Recordings, vera caverna delle meraviglie per ogni appassionato del
Nostro.
Quello che non si trova in
Expecting Rain, si può spesso recuperare nel forum di 101Guitars dove,
oltre a Dylan, ci sono migliaia di concerti di altri artisti (ogni
giorni ne vengono caricati a decine):
https://www.guitars101.com/forums/f145
Roberto, se invece vai di corsa e vuoi
solo quei concerti che hai indicato nella tua mail, ecco dove puoi
scaricarli gratuitamente. Sono flac, fonte audience, mediamente di buona
qualità.
Un grandissimo grazie
da parte mia a nome di tutti i Maggiesfarmers che potranno godere delle
tue informazioni. Alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine,
:o)
Lunedì 15 Ottobre 2018
Irving, Texas - The Pavilion at the
Toyota Music Factory, October 10, 2018
di Laurette Maillet
San Antonio è stata la mia casa per un mese, aspettando che Bob venisse
da noi.
Il mio ultimo spettacolo è stato a Christchurch in Nuova Zelanda con una
sorpresa, "It takes a lot to laugh, it takes a train to cry".
Ormai è chiaro che Stu ha lasciato la Band per ragioni a me sconosciute.
10 ottobre.
Mi alzo alle 5:15 del mattino per prendere il mio autobus Greyhound per
Dallas dove i miei amici Carol e Joni mi porteranno fino a Irving.
Arriviamo abbastanza presto per dare un'occhiata a Bob che termina il
soundcheck e salta nel suo American Tour bus. Fin qui tutto bene.
Incontriamo David, un fan di San Antonio, che per caso prenderà lo
stesso bus con me per tornare a San Antonio.
Carol sarà il mio buon samaritano stasera. Non devo preoccuparmi di
chiedere l'elemosina per un biglietto temendo la security. Grazie mille
mia cara amica!
Le 7, entro nel locale., fuori sta diventando un po' freddo. La sala non
è grande, forse 5.000 posti, intima.
Entro alle 20:00, non succede nulla. Stu non è qui, quindi i tempi non
sono garantiti.
8. 15 pm, sentiamo uno strano sottofondo musicale con trombe.
Non più i noodle di Stu. Ciononostante, George dà il segnale alla Band
ed a Bob per prendere posizione.
1. Things Have Changed - La band non suona bene, non è insieme, gli
manca forse Stu che dà il ritmo? La voce di Bobby non è chiara come una
volta.
2. It Ain’t Me Baby - La gente si sta precipitando ai loro posti. La
sicurezza non dovrebbe consentire alle persone di sedere tra le canzoni!
Dico!
3. Highway 61 Revisited - Ha cambiato qualche parola? Proprio
all'inizio? Dio non parla ad Abe allo stesso modo?
4. Simple Twist Of Fate - Il suono è migliore ora. Bella armonica che fa
gioire il pubblico.
5. Cry A While - Una piccola concertazione con Tony e Charlie, Bob non
inizia subito una nuova canzone senza consultare i suoi musicisti, paura
di perdere un altro dalla sua Band, ora Band -1?
6. When I Paint My Masterpiece - Oh mio! Bella melodia del pianoforte.
Un piccolo Mozart! La mia preferita questa notte.
7. Honest With Me - 8. Tryn’ To Get To Heaven – le mie due meno gradite,
ascolto rispettosamente, alcune persone stanno già andando al bar.
9. Scarlet Town - Sento Donnie che accorda il suo banjo. Poteva essere
"High Water" o "Blind Willie McTell", invece è Scarlet". Tutte e tre
sono buone per me.
10. Make Yoy Feel My Love - Il pubblico reagisce positivamente alle
prime parole. Immediatamente riconoscibile.
11. Pay In Blood - Ha cambiato la melodia / tono / ritmo. È meno
arrogante, meno crudele. Manca di energia.
12. Like A Rolling Stone - Grande enfasi sulle ultime parole di ogni
riga, costruendo la suspense. Era il momento in cui il pubblico avrebbe
cantato insieme ... quei giorni sono finiti! Alla fine c’è solo un lungo
applauso.
Con la Sdecurity così stretta, nessuno si azzarda a muovere un dito.
Solo una ragazza muove incessantemente le braccia in aria. È stata
lasciata sola!
13. Early Roman Kings - Nessuno alzerà un fazzoletto in aria, nessuno
suonerà un campanello. Dove sei un ragazzo australiano?
14. Don’T Think Twice – Mormoro qualche parola per la prima volta. Non
voglio disturbare l’atmosfera stile Opera, mooolto calma e tranquilla.
15. Love Sick - Alla fine sembra che ci sia un piccolo errore nel testo.
16. Thunder On The Mountain - Sì. Le persone accanto a me si stanno
allontanando, come per andare al Bar o per lasciare la sede. Posso
muovere i miei piedi, su e giù sul pavimento di cemento. George non
ottiene l'ovazione che dovrebbe ricevere. Non abbatterti Little Georgie,
ti amiamo!
17. Soon Aftyer Midnight - Dolce. La più dolce di "Tempest", altro
saggio di un pacchetto apocalittico di catastrofi!
18. Gotta Serve Somebody - Non l'ho riconosciuto fino a metà, ha
cambiato di nuovo il testo. Che poeta! Prima che la Band -1 finisca di
suonare Bobby si muove verso il centro della scena e li fa mettere in
fronte al pubblico, la mano sinistra sul fianco.
Bene! Sono l'unica a ricevere il messaggio mentre mi alzo per un forte
applauso.
Bob si mallontana nell'oscurità in attesa che il pubblico reagisca.
Decisamente non un pubblico di Bobcats!
(Bis)
19. Blowin 'In The Wind
20. Ballad Of A Thin Man
Poco entusiasmo, niente casino, niente super ovazione. Un inchino da
tutti e 5 e via dal palco.
Lascio la sede ormai vuota. Non ci vuole molto a raggiungere la strada.
Questo è stato il mio primo spettacolo negli Stati Uniti. Non ho avuto
brutte esperienze, i miei amici sono stati gentili con me. Sono felici,
anch’ io sono felice.
Ma questo non è stato lo Show dell'anno, di sicuro.
Sì, mi manca Stu. Ci vorrà un po' di tempo per non colmare il suo spazio
vuoto.
La Band -1 deve restare unita. Charlie sta facendo del suo meglio, di
sicuro.
La voce di Bobby non era così chiara e l’ articolazione delle parole a
volte era difettosa.
Carol e Joni mi danno un passaggio alla stazione della Greyhound dove
incontro David. Passiamo 4 ore a parlare di Dylan (principalmente io)
per tenerci svegli. Dentro l'autobus dormiamo per metà viaggio in una
posizione scomoda .... sognando ....un altro show.
Ci vediamo tutti in SugarLand!
Domenica
14 Ottobre 2018
Talkin'
10580 - massimo.ottaviani
Oggetto: Talkin'
10579 - mr.tambourine78
Buongiorno Mr. Tambourine,
in risposta a Roberto il sito in cui può trovare (a pagamento) tutti i
concerti di Bob Dylan (e anche di altri) è:
https://www.rockinconcerts.com/
Sotto ho inserito i link per i concerti da lui richiesti (la qualità
delle registrazioni varia da concerto a concerto).
A presto, Massimo (Barabba).
Grazie mille caro
Barabba, (e grazie un'altra volta per Barolo che non dimenticherò mai),
è bello saper di poter contare su amici come te. Sono certo che non solo
Roberto ma anche altri dylaniani saranno felici per la tua segnalazione.
Alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Tulsa, Oklahoma - River Spirit Casino
Resort, October 12, 2018
1. Things Have Changed
2. It Ain't Me, Babe
3. Highway 61 Revisited
4. Simple Twist Of Fate
5. Cry A While
6. When I Paint My Masterpiece
7. Honest With Me
8. Tryin' To Get To Heaven
9. Scarlet Town
10. Make You Feel My Love
11. Pay In Blood
12. Like A Rolling Stone
13. Early Roman Kings
14. Don't Think Twice, It's All Right
15. Love Sick
16. Thunder On The Mountain
17. Soon After Midnight
18. Gotta Serve Somebody
(encore)
19. Blowin' In The Wind
20. Ballad Of A Thin Man
Eric Clapton’s Holiday Album, ‘Happy
Xmas’
clicca qui
Sabato 13 Ottobre 2018
Midland, Texas - Wagner Noël
Performing Arts Center, October 9, 2018
di Nancy Hernandez
Resto ancora due giorni dopo questo concerto. Tutto nello spettacolo è
stato memorabile. La nuova e moderna sede per le esibizioni nelle
pianure del Texas occidentale tra Midland e Odessa si trova nel mezzo
del Bacino di Permian. Una sorpresa inaspettata per un posto fuori città
e un tesoro di locale.
La folla vivace e amichevole che si è riunita all'ingresso è stata la
migliore del Texas. L'energia ronzava mentre gli amici si salutavano e
l’eccitazione per Dylan che arrivava in città permeava l'atmosfera. Le
vibrazioni erano meravigliose.
Le luci si abbassano alle 8 di sera e la band sale sul palco in formale
abbigliamento, tutti in blazer metallici argentati decorati con profili
neri. Bob indossa una giacca da smoking a un bottone con un colore più
caldo metallizzato
tessuto fantasia, pantaloni neri a righe bianche a lato, cintura bianca
e stivali e un anello di diamanti alla sua sinistra, il dito delle
nozze.
E via, andiamo. . . .
Things Have changed: In piedi al piano, la migliore versione dal vivo
che ho mai sentito.
It Ain’t Me Baby: Una esecuziopne ampia ed espansiva di questa canzone.
Highway 61. Sembrava una potente centrale elettrica con Bob che aveva le
chiavi.
Simple Twist of Fate: Inizio doloroso, due intermezzi d'armonica e sotto
la steel guitar dolce di Donnie.
High Water: Un'altra versione migliore per me. Bellissimo picking di
Charlie.
When i Paint My Masterpiece: La voce è lenta e deliberata. Una storia è
stata raccontata e abbiamo avuto modo di vedere l'artista dipingere il
suo capolavoro nella canzone. . . Il pubblico l'ha adorato. Il suono ben
coeso, gli strumenti di ogni musicista si intrecciano in una splendida
esibizione. Un lento giro in gondola. Un dipinto musicale con finale di
armonica. Bravo Bob.
Honest With Me: Rock, ritmo martellante e veloce. Bob ringhia e sputa
tutte quelle parole in un’ esecuzione stile staccato.
Trying To Get To Heaven: "Per darti tutto." Interludio di armonica.
Scarlet Town: Bob in piedi al centro del palco al microfono. Il pubblico
reagisce un paio di volte e si riferisce alla narrativa oscura del
testo. Bello il banjo suonato da Donnie; Charlie lega il tutto con la
sua chitarra.
Make You Feel My Love: In piedi al pianoforte, prestazione mozzafiato.
Squisita.
Pay In Blood; "Più prendo più dò." Le verità sono profonde” “La vita è
difficile e non dura a lungo ". . . Ora siamo sotto l'incantesimo del
laureato del Nobel.
Like A Rolling Stone: Bob ci coglie di sorpresa mentre inizia la canzone
forse più amata da tutti. È eseguita in un modo nuovo. Gli è piaciuto
catturarci alla sprovvista con questa gemma. La folla del Texas è
comunque asfaltata.
Early Roman Kings: Questa band uccide tutti. Le prime note di questa
sfacciata e astuta canzone blues fa agitare tutti, davvero deliziosa.
Don’t Think Twice It’s All Right: Esecuzione rallentata. Ogni parola è
emozionante all’ascolto. Il pubblico risponde. L'incantesimo melodico
continua con un assolo di armonica.
Love Sick: Il beat riconoscibile attira la nostra attenzione e ci
attira. Siamo tutti fuori e saltiamo. Bob in piedi al pianoforte. C'è
una pressione crescente, il ticchettio dell'orologio. Un intermezzo
d'armonica. . . poi il pensiero finale e la canzone sfuma, "Solo non so
cosa fare, darei qualsiasi cosa per essere con te”.
Thunder on The Mountain: Sembra un po' come salire su una giostra.
Charlie sta eseguendoalcuni gustosi passaggi. Le cose stanno aumentando
di intensità.
It Takes A Lot To Laugh, It Takes A Train To Cry: questo profondo blues
inizia lentamente e si sistema in una cadenza che parla direttamente a
tutti quei musicisti blues che hanno riversato la loro anima su questo
ricco terreno del Texas. Che benedizione è Bob Dylan per noi in questa
vita e per la prossima.
Il meglio di Bob Dylan e del suo songbook.
Questa band: Tony, Charlie, Donnie e George, e questa incarnazione con
Bob che è una specie di meraviglia che non ho mai visto abbastanza anche
se ho partecipato a molti concerti. È successo qualcosa di veramente
speciale.
Gotta Serve Somebody: La canzone che non vedevo l'ora di ascoltare e
quella che è stata la mia pietra di paragone nel corso degli anni è
molto diversa nel suono di quanto mi aspettassi e il testo è stato
completamente rivisto.
Prima che io la riconosca Bob si trascina verso il centro della scena,
in piedi come se volesse prendere il microfono, e tutto finisce.
La band lascia il palco e la folla chiede il bis.
Inizia l'encore. . .
Blowin' In The Wind; Le domande eterne della vita. Una crociera musicale
finale con Bob. Un tempo per riflettere su questo grande viaggio della
vita, la condizione umana e la maestosità della natura.
Ballad Of A Thin Man; Il nostro tempo! Un decennio diverso e diversi
cast di personaggi, ma la trama è senza tempo. Un master musicale finale
eseguito dall’artista più importante della nostra generazione.
Grazie amici.
Ciao,
per prima cosa complimenti per la puntualità e la ricchezza di
informazioni che ogni giorno il tuo blog permette di avere su tutto ciò
che ruota intorno all’arte di Bob Dylan.
Ti scrivo per avere un tuo parere sulla possibilità di reperire e
acquistare i file audio o in alternativa i cd (qualora esistessero) dei
seguenti concerti che Bob Dylan ha tenuto in Italia in passato:
20 aprile 2002 Milano Assago
2 novembre 2003 Milano Assago
12 novembre 2005 Milano Assago
26 aprile 2007 Torino Palaisozaki
14 novembre 2011 Milano Assago (Tour con Mark Konpfler)
Sai se esiste un forum per contattare altri appassionati che potrebbero
esser in possesso delle registrazioni che cerco o esiste un sito che
raccolga registrazioni di concerti di Bob Dylan?
Grazie in anticipo per la disponibilità e un saluto!
Roberto Tolosano
Ciao Roberto,purtroppo
personalmente non saprei segnalarti se esistono siti con quello che tu
chiedi, comunque, come al solito, se qualcuno dei nostri Maggiesfarmers
ha notizie in proposito di sicuro ce lo farà sapere, stay tuned! Live
long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Ciao, ti mando il video che ho fatto per
ricordare il ventunesimo anno, appena trascorso, dell’incontro di Bob
Dylan con Giovanni Paolo II, se lo ritieni puoi pubblicarlo mi farebbe
piacere. Cordiali saluti, Benedetto Landi.
Grazie caro Benedetto
per il gradito ricordo di un due grandi uomini insieme nello stesso
evento! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Venerdì 12 Ottobre 2018
Irving, Texas - The Pavilion at the
Toyota Music Factory, October 10, 2018
1. Things Have Changed
2. It Ain't Me, Babe
3. Highway 61 Revisited
4. Simple Twist Of Fate
5. Love Sick
6. Cry A While
7. When I Paint My Masterpiece
8. Honest With Me
9. Tryin' To Get To Heaven
10. Scarlet Town
11. Make You Feel My Love
12. Pay In Blood
13. Like A Rolling Stone
14. Early Roman Kings
15. Don't Think Twice, It's All Right
16. Thunder On The Mountain
17. Soon After Midnight
18. Gotta Serve Somebody
(encore)
19. Blowin' In The Wind
20. Ballad Of A Thin Man
Buongiorno, news sui motivi dell’assenza di Stu Kimball? Non credo sia
stato estromesso dalla band anche perché sentendo le registrazioni degli
ultimi concerti si sente la mancanza e pare che i pezzi siano un po’
improvvisati rispetto agli arrangiamenti più equilibrati che ho sentito
dal vivo tre volte questa primavera. Fai sapere se hai news.
Bravo Alessandro,
al momento sei stato l'unico ad accorgersi che Stu non è sul palco con
la band di Bob in questo inizio del tratto americano del Tour. Ancora
nessuna notizia in merito, purtroppo le uniche recensioni pubblicate
finora (che ho tradotto e postato Mercoledì 10) non fanno cenno della
cosa, come se i recensori non si fossero nemmeno accorti dell'assenza di
Stu o se fosse una cosa da ignorare perchè senza alcuna importanza. Pare
che al momento Stu sembri impegnato al Funky Young Monks (
https://funkyyoungmonks.com/about ). Speriamo
di sapere qualcosa in merito al più presto, per il momento ti ringrazio per
la preziosa segnalazione! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Giovedì 11 Ottobre 2018
Midland, Texas - Wagner Noël
Performing Arts Center, October 9, 2018
1. Things Have Changed (Bob on Piano)
2. It Ain't Me, Babe (Bob on Piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob on Piano)
4. Simple Twist Of Fate (Bob on Piano and Harp)
5. High Water (For Charley Patton) (Bob on Piano)
6. When I Paint My Masterpiece (Bob on Piano)
7. Honest With Me (Bob on Piano)
8. Tryin' To Get To Heaven (Bob on Piano and Harp)
9. Scarlet Town (Bob center stage)
10. Make You Feel My Love (Bob on Piano and Harp)
11. Pay In Blood (Bob on Piano)
12. Like A Rolling Stone (Bob on Piano)
13. Early Roman Kings (Bob on Piano)
14. Don't Think Twice, It's All Right (Bob on Piano and Harp)
15. Love Sick (Bob center stage)
16. Thunder On The Mountain (Bob on Piano)
17. It Takes A Lot To Laugh, It Takes A Train To Cry (Bob on Piano)
18. Gotta Serve Somebody (Bob on Piano) (Boobie Woogie version)
(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on Piano)
20. Ballad Of A Thin Man (Bob on Piano and Harp)
Mercoledì
10 Ottobre 2018
Albuquerque, New Mexico - Kiva
Auditorium, October 7, 2018
di Noel Trujillo
Sono appena tornato dal concerto di Albuquerque, ad un'ora e mezza di
auto
da Chimayo, New Mexico. Ho visto Dylan, di tanto in tanto dagli anni
'80
(circa 20 concerti) anche se Dylan è entrato nella mia psiche attorno al
1964. Forse ecco perché "It Ain’t Me, Babe" mi ha fatto venire un nodo
alla gola. Mi è piaciuto molto questa nuova invenzione di Dylan con
arrangiamenti così diversi da quelli che potresti ascoltare su disco o
anche in altri concerti. La sua voce in "Don’t Think Twice" era profonda
ed emotiva come mai l'ho sentito, in particolare il modo in cui ha risuonato
"It’s All Right". Il Kiva è piccolo posto per concerti, intimo e
caloroso,
con poco spazio per alzarsi e ballare. Sebbene "HW 61", "Early Roman
Kings" e anche "Things Have Changed” avevano fatto venir la voglia di
ballare la sede piccola lo ha impedito. Molti frequentatori ballavano
momentaneamente nel corridoio ma sono stati invitati a smettere. Non
c'era più la cantilena di Bob e mi chiedevo perché. Il
il pubblico era un mix di tutte le età, educato, ma riconoscente. I
punti salienti per me sono stati (oltre alle canzoni precedentemente
citate) "When I Paint My Masterpiece", "It Takes a Lot to Laugh, A Train
to Cry," e "Gotta Serve Somebody". Niente cali, molto ottimismo tranne
"Trying to Get to Heaven" che era spaventosa nelle sue implicazioni. Non
so se avrò un'altra possibilità di vedere Bob perché qui ad Albuquerque viviamo nel deserto
quasi in mezzo al nulla, ma questa volta lui ha rinnovato il mio spirito
e ha nutrito il mio cervello. Io sospetto che alcuni
del pubblico parleranno ai loro figli del 2018 come il periodo in cui
videro Dylan, più o meno nello stesso modo in cui io ho detto al mio
bambino di quando ho visto Elvis nel 1972. Ho amato le canzoni di
Tempest e quelle degli anni '60, canzoni che hanno risuonato nella mia
testa per tutti questi anni. Grazie, Bob, per Honest With Me, anche se
ancora rimpiango di non aver sentito "Blind Willie Mctell" dal vivo, ma
spero di sentirla la prossima volta in qualche luogo.
Noel Trujillo, Chimayo NM
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di Steve Dossey
Questo spettacolo ha mostrato Dylan sempre al piano. Il sound mix del
pianoforte era in primo piano ed il suo modo di suonarlo era espressivo
e impressionante. Ha fatto anche tre assoli di armonica che erano
belli come quelli dei tempi di Blonde On Blonde. Il canto delle prime
canzoni era nello stile di Love and Theft, voce ruvida, ma su altre
canzoni la sua voce era liscia, chiaramente espressiva e commovente. La
maggior parte delle melodie delle canzoni erano radicalmente cambiate da
quelle dei dischi e anche da quelle delle ultime esibizioni che avevo
visto 5 anni fa. Sono state lente, stimolati e hanno enfatizzato la voce
e il suono del piano. Sì, un' interpretazione molto diversa dai
precedenti concerti (circa 20) ai quali sono stato presente. Masterpiece, Love
Sick, Don’t
Think Twice, Gotta Serve Somebody e Ballad Of a Thin Man sono state
prestazioni eccezionali. Un grande ed unico spettacolo di un artista
trascendentale. Devo anche dire che il pubblico nei suoi apprezzamenti è
stato molto tiepido.
Steve Dossey.
Bob Dylan prenderà il posto di
Springsteen a Broadway?
clicca qui
Martedì 9 Ottobre 2018
Cari amici, purtroppo
Telecom, per un guasto alle sue linee, mi ha lasciato 5 giorni senza
Internet, quindi non ho potuto aggiornare il sito in tempo reale. Ora
Telecom ha ristabilito il contatto quindi continuiamo come se niente
fosse accaduto, Mr.Tambourine, :o)
Albuquerque, New Mexico - Kiva
Auditorium, October 7, 2018
1. Things Have Changed (Bob on Piano)
2. It Ain't Me, Babe (Bob on Piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob on Piano)
4. Simple Twist Of Fate (Bob on Piano and Harp)
5. High Water (For Charley Patton) (Bob on Piano)
6. When I Paint My Masterpiece (Bob on Piano)
7. Honest With Me (Bob on Piano)
8. Tryin' To Get To Heaven (Bob on Piano and Harp)
9. Scarlet Town (Bob center stage)
10. Make You Feel My Love (Bob on Piano and Harp)
11. Pay In Blood (Bob on Piano)
12. Like A Rolling Stone (Bob on Piano)
13. Early Roman Kings (Bob on Piano)
14. Don't Think Twice, It's All Right (Bob on Piano and Harp)
15. Love Sick (Bob center stage)
16. Thunder On The Mountain (Bob on Piano)
17. It Takes A Lot To Laugh, It Takes A Train To Cry
(Bob on Piano)
18. Gotta Serve Somebody (Bob on Piano) (Boobie Woogie version)
(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on Piano)
20. Ballad Of A Thin Man (Bob on Piano and Harp)
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° Tucson, Arizona - Tucson Music
Hall, October 5, 2018
1. Things Have Changed (Bob on Piano)
2. It Ain't Me, Babe (Bob on Piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob on Piano)
4. Simple Twist Of Fate (Bob on Piano and harp)
5. High Water (For Charley Patton) (Bob on Piano)
6. When I Paint My Masterpiece (Bob on Piano and harp)
7. Honest With Me (Bob on Piano)
8. Tryin' To Get To Heaven (Bob on Piano)
9. Workingman’s Blues #2 (Bob center stage then on piano)
10. Make You Feel My Love (Bob on Piano and harp)
11. Pay In Blood (Bob on Piano)
12. Like A Rolling Stone (Bob on Piano)
13. Early Roman Kings (Bob on Piano)
14. Don't Think Twice, It's All Right (Bob on Piano)
15. Love Sick (Bob center stage)
16. Thunder On The Mountain (Bob on Piano)
17. It Takes A Lot To Laugh, It Takes A Train To Cry
(Bob on Piano)
18. Gotta Serve Somebody (Bob on Piano) (Boobie Woogie version)
(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on Piano)
20. Ballad Of A Thin Man (Bob on Piano)
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° Phoenix, Arizona - Comerica
Theatre, October 4, 2018
1. Things Have Changed (Bob on Piano)
2. It Ain't Me, Babe (Bob on Piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob on Piano)
4. Simple Twist Of Fate (Bob on Piano and harp)
5. High Water (For Charley Patton) (Bob on Piano)
6. When I Paint My Masterpiece (Bob on Piano and harp)
7. Honest With Me (Bob on Piano)
8. Tryin' To Get To Heaven (Bob on Piano)
9. Workingman’s Blues #2 (Bob center stage then on piano)
10. Make You Feel My Love (Bob on Piano and harp)
11. Pay In Blood (Bob on Piano)
12. Like A Rolling Stone (Bob on Piano)
13. Early Roman Kings (Bob on Piano)
14. Don't Think Twice, It's All Right (Bob on Piano)
15. Love Sick (Bob center stage)
16. Thunder On The Mountain (Bob on Piano)
17. It Takes A Lot To Laugh, It Takes A Train To Cry
(Bob on Piano)
18. Gotta Serve Somebody (Bob on Piano) (Boobie Woogie version)
(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on Piano)
20. Ballad Of A Thin Man (Bob on Piano)
Grazie della
segnalazione che sarà certamente utile a molti Maggiesfarmers, Live long
and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Mercoledì
3 Ottobre 2018
Let's Begin
(Jimmy Layne Webb)
Eseguita da Bob Dylan durante il World Tour 1981, cantata alla
Drammenshallen di Drammen, Norvegia, il 10 Luglio 1981
con Clydie King alla seconda voce
Oooh
when the love was lost
How did ever survive?
Through that dark and lonely midnight
Tell me how did I stay alive?
Oooooh
I'll try to last 'til morning
My new found friend, let's begin
Let's begin,
Today so much to discover,
let's begin
We got to learn about each other
And in the end
we may find that we are lovers
You know, you got to play to win,
let's begin
Oh, how to count the cost
How did we ever survive?
What the future has in store
Well, it's time to realize
Oh, well i try it all again
My new found friend, let's begin
Let's begin,
Know ther’s so much to discover,
let's begin
We got to learn about each other
And in the end
we may find that we are lovers
You know, you got to play to win,
Let's begin,
Today so much to discover,
let's begin
We got to learn about each other
And in the end
we may find that we are lovers
You know, you got to play to win,
let's begin
Personnel:
Bob Dylan (voice,guitar, harmonica)
Carolyn Dennis (vocal)
Tim Drummond (bass)
Jim Keltner (drums)
Clydie King (vocal)
Regina McCrary (vocal)
Madelyn Quebec (vocal)
Steve Ripley (guitar)
Willie Smith (keyboards)
Fred Tackett (guitar)
Martedì 2 Ottobre 2018
Talkin'
10575 - bobmalone
Data la triste scomparsa di Aznavour, è
possibile che Bob esegua "The Times We've Know" nel suo tour negli USA
che inizierà a brevissimo.
E' probabile, anzi,
auspicabile che Bob faccia un doveroso tributo ad uno dei più grandi
artisti di tutti i tempi. Dylan ha eseguito la canzone due volte dal
vivo, la prima volta al Madison Square Garden di New York il giorno 1
Novembre 1998 e la seconda 11 anni dopo a Parigi il giorno 8 Aprile 2009
con lo stesso Aznavour presente in sala. Ecco il videoclip di New York:
The Times We’ve Known (Charles
Aznavour cover) (Live in New York 11/1/98)
Live long and prosper,
Mr.Tambourine, :o)
Lunedì
1 Ottobre 2018
Talkin'
10574 - acquaraggia
Lunedì 1 ottobre
Biblioteca di Rifredi .SMS di
Rifredi . h. 17.00 Dante
Dylan
il common ground nella musica
Le dissonanze infernali all'ingresso nell'Inferno (canto III). La dolce
melodia riproposta dal musico Casella nel secondo canto del Purgatorio.
L'armonia sublime del cielo delle stelle fisse nel Paradiso. Dalla
ballata medievale fino a a “Hard rain'' e "Jokerman" che cammina sulle
acque mentre l’uragano infuria.
Massimo
Seriacopi dantista / Giuseppe Oliverio
musicista.
Buongiorno,
grazie per il vostro sito pieno di informazioni su Bob Dylan.
Avrei una domanda da farvi.
Conoscete altri bootlegs di Bob usciti per la etichetta non ufficiale
Oil Well oltre al noto "One for the road"?
Credo ci siano in
circolazione alcune centinaia di bootlegs pirata di Dylan ed è
impossibile elencarli tutti. Sotto trovi gli indirizzi dove puoi leggere
notizie di alcuni di essi, a partire da "Great White Wonder" che è stato
in assoluto il primo bootleg della storia della musica e che riguardava
Bob Dylan. Poi se fai una ricerca in internet con la voce "bootlegs
pirata bob dylan", con un pò do pazienza scrollando le pagine ne potrai
trovare altri oltre a qielli che ti indico sotto:
Ciao
Tamburino, ma come mai il prezzo di "More Blood More Tracks" in Italia
sta a circa 230 Euro e nel resto del mondo non supera i 120 Euro???
Speriamo cambi presto...in meglio! :)
Misteri di mercato,
comunque prova ad aggirare l'ostacolo acquistandolo direttamente da
Amazon.com:
La
versione deluxe costa 114,98 Dollari pari a 99 Euro, la versione 1 Cd
costa 11,98 Dollari pari a 10,32 Euro e la versione vinile costa 25,01
Dollari pari a 21,54 Euro.