Auckland, New Zealand - Spark Arena,
August 26, 2018
di Ezra
L’agitazione per vedere Bob era iniziata alle 5,30 del mattino quando mi
sono alzato. Tutto il giorno pensavo "sarà come l'ultima volta?" Suonerà
bene? Suonerà bene le canzoni?".
Non appena è salito sul palco ed ha iniziato a suonare, tutte le
preoccupazioni scompaiono e le mie domande hanno trovato la risposta. Ho
visto Bob diverse volte dal 2003, questo di stasera, di gran lunga, era
il miglior Bob che io abbia mai visto. La sua voce così chiara, il suo
fraseggio al pianoforte così abile. Elenco setlist standard per il tour
corrente, tranne una versione straordinaria di Summer Days al posto di
Duquense Whistle.
In evidenza però, Summer Days è stata incredibile. L'intera band si
agitava e Bob pure agitato sopre il piano. È stato il più divertente che
abbia mai visto.
Love sick... Bob al centro della scena ha posseduto il palco stasera.
Thunder on the mountain di nuovo, una canzone molto divertente. La band
e Bob tutti sorridenti uno verso l’altro.
Gotta serve somebody, anche questa era una versione completamente
cambiata dai recenti spettacoli di 4 giorni fa. Ha completamente
cambiato l'arrangiamento ancora. Quando è iniziato, ho effettivamente
pensato che fosse una canzone diversa. Forse Blind Willie McTell. Poi ha
iniziato a cantare. Davvero incredibile.
Detto ciò, mi fermo fuori dal mio albergo con mio zio, ho una sigaretta
da fumare e passiamo 5 minuti a parlare con Charlie Sexton.
Se state pensando di vedere Bob, o se verrà in una città vicina io vi
esorto, prendete un biglietto. Non ve ne pentirete. Anche se avete
ricordi un pò deludenti degli ultimi tour, questo è uno spettacolo
completamente rielaborato. Questo è lo spettacolo che vorreste vedere.
Questo è Bob Dylan. Non azzardatevi a non vederlo !!
Ezra
Grazie per la
segnalazione Kantos, la notizia in se è affascinante, speriamo si possa
realizzare anche se penso non sarà facile trasportare la logistica
dylaniana in alta montagna, a meno che gli organizzatori riescano a
convincere Dylan a suonare con gli strumenti ed un impianto di poche
migliaia di watt in mezzo ad un prato, ma Dylan è talmente estroso che
la cosa potrebbe anche piacergli e dire di sì. Live long and prosper,
Mr.Tambourine, :o)
Giovedì 30
Agosto 2018
Auckland, New Zealand - Spark Arena,
August 26, 2018
di Nik Dirga
Questa è stata la mia quarta volta in cui ho visto Dylan dal 1990 e
facilmente la migliore. Può essere per il fatto che siano sono stati i
posti nella decima fila o il fatto che una grande folla diversificata di
gente di tutte le età si sono radunate ed hanno riempito lo stadio, ma
Bob sembrava essere più vitale e dinamico rispetto agli altri spettacoli
che ho visto. Dylan risulta essere un grande stimolo per le sue canzoni
- sembrava esserci un'esplosione sulle tonalità ed ha persino sorriso
diverse volte. I punti salienti per me includevano un abbagliante
"Desolation Row", una splendida e rallentata "Don’t Think Twice" ed una
martellante "Early Roman Kings". Sono sicuro che c'erano alcuni
lamentatori come sempre fra la folla ma il brusio e i commenti della
maggioranza erano di gran lunga più positivi di qualsiasi spettacolo di
Dylan che ho visto. Forse tutti lo hanno apprezzato di più sapendo che
questo potrebbe essere il suo ultimo viaggio in Nuova Zelanda!
The Times
They Are A-Changin’ - di Leonardo Tondelli
clicca qui
Mercoledì
29
Agosto 2018
Christchurch, New Zealand - Horncastle
Arena, August 28, 2018
1. Things Have Changed (Bob on piano)
2. It Ain't Me, Babe (Bob on piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob on piano)
4. Simple Twist Of Fate (Bob on piano with harp)
5. Summer Days (Bob on piano) (Honky Tonk version)
6. When I Paint My Masterpiece (Bob on piano with harp)
7. Honest With Me (Bob on piano)
8. Tryin' To Get To Heaven (Bob on piano)
9. Make You Feel My Love (Bob on piano with harp)
10. Tangled Up In Blue (Bob on piano)
11. Pay In Blood (Bob on piano)
12. Early Roman Kings (Bob on piano)
13. Like A Rolling Stone (Bob on piano,
Tony bowed double bass) (new arrangement with slow passages)
14. Love Sick (Bob center stage)
15. Don't Think Twice, It's All Right (Bob on piano with harp)
16. Thunder On The Mountain (Bob on piano)
17. It Takes A Lot To Laugh, It Takes A Train To
Cry (Bob on piano then center stage) (heavy blues)
18. Gotta Serve Somebody (Bob on piano) (Boogie Woogie version)
(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on piano)
20. Ballad Of A Thin Man (Bob on piano with harp)
Finito l'Oceania
Leg del Tour 2018 , appuntamento al 4 Ottobre in America
Dopo Europa,
Asia ed Oceania il Tour 2018 si ferma per un mese prima di riprendere il
4 Ottobre 2018 a Phoenix, Arizona. Tirando le somme finora possiamo dire
che l'ubriacatura sinatriana sembra finita, Bob sembra avere in testa
qualcos'altro che a tempo debito verrà resa nota. Intanto anche la
setlist ha visto alcune variazioni con inserimenti di canzoni storiche,
ma dovremo stare a vedere se Bob deciderà di continuare anche nei 34
concerti americani a riproporre questa ormai sfruttata sequenza di
canzoni. Sarebbe auspicabile un sostanzioso ricambio, ma questo non ci è
dato sapere, possiamo solo sperare che anche Bob si sia stancato di
ripetere sempre le stesse cose sera dopo sera. Quasi sicuramente la
scenografia non cambierà, lo show sembra scritto per un copione teatrale
da replicare tutte le sere quasi senza modifiche, ma Bob potrebbe
ribaltare tutto come fece alcuni anni fa a Roma. Ora si riposerà un
mesetto perchè sono sicuro che per un uomo della sua età il giro del
mondo che ha compiuto quest'anno sia stata una cosa veramente faticosa,
anche se Bob sembra capace di andare sopra le terrene cose che
affliggono tutti noi umani, beato lui e beati noi che possiamo
continuare a godercelo con una certa frequenza. Speriamo sempre in un
disco di nuove canzoni originali anche se finora su quel fronte tutto
tace, ma sappiamo che sperare non costa niente! Pazienza dunque e
lasciamo fare a Bob!
Martedì 28
Agosto 2018
Talkin' 10560
- dinve56
Oggetto: Perchè il NET
Salve Mister,
difficile rispondere alla domanda della talkin'
10559. Tu hai fatto considerazioni
plausibili e condivisibili; io vedo un'altra risposta nella recensione
del concerto di Auckland: Dylan continua a diffondere la sua passione
per la musica, che rappresenta il lavoro di tutta la sua vita, una
musica ormai resa essenziale dal venir meno di tutti quegli elementi
spettacolari che caratterizzavano ed ancora caratterizzano molti
concerti rock. Si possono proporre, oltre a queste, infinite altre
spiegazioni, ma il fascino di Bob è anche il mistero che lo circonda e
la sua ritrosia verso il pubblico. Io sono tra quelli che sperano di
vederlo ancora dal vivo, mentre continuo a scoprire la bellezza della
sua musica: provate a riascoltare "Precious angel"... un gioiello. Trovo
più faticoso l'ascolto degli album compresi tra "Under the red sky" e
"Tempest", mentre questi due mi hanno "rapita" subito... Vai a spiegare
i segreti della musica! Buona giornata a tutti e lunga vita! Carla.
Cara Carla, è vero,
capire le ragioni del perchè Bob continui con queste rappresentazioni
che a qualcuno possono sembrare azioni da kamikaze è assoltamente
impossibile. Io ho cercato, anzi ho ripetuto, quella che è una mia
convinzione, e sollolineo "mia convinzione", cioè quella della
solitudine che fa diventare il NET un passatempo per un genio
capriccioso in erà avanzata. Certo la recensione del concerto di
Auckland, pur essendo sconcertante, non è proprio una novità. Le stesse
sensazioni sono state espresse in diverse occasioni anche da diverso
nostri Maggiesfarmers che hanno avuto dai concerti di Bob un feeling non
positivo, una specie di amaro in bocca. Forse avevano ragione o forse
tutti non hanno ancora capito la natura del gioco di Bob. Lui solo
potrebbe dirci la verità ma sappiamo che non lo farà mai. E' però più
che evidente ormai a tutti i fans, ai critici ed ai dylanologi di
professione e non, che Bob sta facendo una cosa che nessuno ha avuto il
coraggio di fare fino ad oggi, cioè spogliare lo show delle sue
convenzionalità riducendolo all'essenziale, la sola musica e basta. Pare
che Bob ci voglia dire o ci stia dicendo che le fotografie non contano
niente, stessa cosa per gli schermi giganti e le megascenografie, che
sta cercando di tornare all'essenza del rock quando tutte le diavolerie
tecnologiche non esistevano ancora (sembra una stupidata ma vorrei
sottolineare che il mitico Festival di Woodstock è stato fatto quando
ancora i monitor per gli artisti non esistevano, c'era solo una parte
del frontale audio girato verso l'interno del palco, chiamato fill-side,
che creava più problemi che vantaggi, se andate a rivedere il film
sentirete i fischi che questi enormi fill-side generavano nei microfoni
quando nella concitazione dell'esibizione qualche artista li girava
verso le casse), quando il rock era solo ed esclusivamente l'artista o
il gruppo che si stava esibendo. Dylan sta forse cercando di fare un
salto indietro nel tempo, come se tutto fosse nuovo e mai avvenuto, come
se eseguire una setlist di golden-hits sia una cosa senza più senso o
cosa da artisti finiti, perchè, secondo il suo modo di vedere e sentire,
ogni cosa presentata deve essere nuova anche se vecchia. Forse è questo
il motivo dell'ossessiva esigenza di stravolgere le canzoni al punto di
renderle irriconoscibili, rendere nuovo il vecchio, costi quello costi,
e forse solo lui può permettersi di fare una cosa del genere. Alcuni
apprezzano, altri storcono il naso, altri sparano ad alzo zero sulle sue
esibizioni, ma questo non sposta di un millimetro Bob dai suoi principi
e dal suo credo. Il NET è così perchè così deve essere, punto, inutile
ogni altra ipotesi, e poi è sbagliato anche chiamarlo NET perchè Dylan
ha già spiegato chiaramente nelle note di copertina dell'album World
Gone Wrong (1993): "Non stupitevi per le chiacchiere sul Never Ending
Tour. C'è stato un Never Ending Tour ma è finito nel '91, quando il
chitarrista G.E. Smith se n'è andato. Quel tour è finito da un pezzo, ma
ce ne sono stati molti altri da allora". Quindi quando parliamo di NET
commettiamo sempre la leggerezza di usare in modo improprio un nome
sbagliato, e pur sapendolo continuiamo a farlo. Dovremmo sforzarci di
definire le tournèe di Bob col termine generico di "Tour", magari
seguito dalla data dell'annata, sforzandoci di non usare più il termine
NET. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Newcastle, Australia - Newcastle
Entertainment Centre, August 22, 2018
di Luke
Il mio 4° spettacolo di Bob in 5 notti, i miei primi 4 spettacoli di Bob
di sempre e l'ultimo spettacolo nel New South Wales del tour attuale.
Una prospettiva interessante stasera, non c'era l'eccitazione di vederlo
per la prima volta, ma c'era l'eccitazione di entrare nel vivo di un suo
infinito touring cycle e sentirsi connessi allo spettacolo dal vivo.
Prima che arrivasse al piano per iniziare Things Have Changed ha mimato
la sua posizione di boxe classica con 3 dita di ciascuna mano ed ha
sorriso. All'inizio di It ain’t Me Babe ho sentito le persone di fronte
a me parlarsi cercando di capire che persona fosse Bob e perchè sia
venuto qui a suonare davanti a poche migliaia di persone in un centro di
intrattenimento in latta in qualche
cittadella australiana invece che al Madison Square Garden di New York.
È un artista in continua evoluzione che ama andare nelle parti più
oscure del mondo a suonare il suo materiale. Mi sono ricordato di
qualcosa in ogni spettacolo in cui sono stato ed ho portato un
campanello che ho suonato durante Early Roman Kings, quindi ho usato il
mio binocolo e zumato sul viso di Bob, e lui ha fatto la faccia nella
quale solleva le sopracciglia e fa una smorfia con la bocca mentre
sorride. Non pensate che Twice diventi sempre più emotivo e cupo notto
dopo notte. Thunder On The Mountain era un po' meno rumorosa del solito.
Le persone accanto a me si sono alzate e se ne sono andate durante Soon
After Midnight, quindi ho avuto modo di stendermi e mettermi comodo.
Soon After Midnight è probabilmente l'unica canzone quasi uguale alla
versione dell'album. Gotta serve Somebody è rimasta bluesy. Quando hanno
lasciato il palco dopo la main list qualcuno della folla non ha
veramente capito che c’era l’encore. Miglior versione di Thin Man che ho
sentito finora. Una resa rauca. È ora, Bob e Co., sono probabilmente
diretti a nord verso Brisbane. E subito dopo voleranno in Nuova Zelanda
per i due concerti finali di questo tratto del tour, poi ritorneranno
negli Stati Uniti. Siamo stati onorati di avere avuto Bob qui a
Newcastle stasera. Ci rivediamo qui tra altri 4 anni Bob.
Lunedì 27
Agosto 2018
Auckland, New Zealand - Spark Arena,
August 26, 2018
1. Things Have Changed (Bob on piano)
2. It Ain't Me, Babe (Bob on piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob on piano)
4. Simple Twist Of Fate (Bob on piano with harp)
5. Summer Days (Bob on piano) (Honky Tonk version)
6. When I Paint My Masterpiece (Bob on piano with harp)
7. Honest With Me (Bob on piano)
8. Tryin' To Get To Heaven (Bob on piano)
9. Make You Feel My Love (Bob on piano with harp)
10. Tangled Up In Blue (Bob on piano)
11. Pay In Blood (Bob on piano)
12. Early Roman Kings (Bob on piano)
13. Desolation Row (Bob on piano)
14. Love Sick (Bob center stage)
15. Don't Think Twice, It's All Right (Bob on piano with harp)
16. Thunder On The Mountain (Bob on piano)
17. Soon After Midnight (Bob on piano)
18. Gotta Serve Somebody (Bob on piano) (Boogie Woogie version)
(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on piano)
20. Ballad Of A Thin Man (Bob on piano with harp)
Auckland, New Zealand - park Arena,
August 26, 2018
di Raj Maharjan
Non so cosa dire di quello che ho visto, anzi, sentito, per la
precisione, nelle due ore al concerto di Bob Dylan alla Spark Arena.
Solo musica. Non c'era niente da vedere ma solo la musica da ascoltare.
Non è un elemento di stravaganza in uno spettacolo. Il palco era il
minimo indispensabile. Strumenti e gadget di base, alcune lampade per l’
illuminazione e la tende sul fondale. Questo è tutto. Mai visto un palco
così semplice in nessuno dei concerti internazionali che ho visto
finora.
Senza una parola di saluto al pubblico, Bob è andato dritto su Things
Have Changed. E’ stato principalmente al pianoforte. Ha suonato un
setlist più o meno invariata rispetto ai recenti tour europei e
australiani. Mai detto una parola o salutato il pubblico per tutto il
concerto. Quando ha terminato il pezzo finale, Ballad of Thin Man, ha
riunito la sua band, goffamente si è inchinato ed ha lasciato il palco.
Era finito.
Questo è stato il mio primo e probabilmente l'ultimo concerto di Dylan.
Tutte e 20 le canzoni suonavano più o meno simili. Nessuna delle canzoni
sembrava vicina alle versioni registrate. Non mi aspettavo il Dylan del
1966 e lo sapevo perchè ho letto le recensioni dei concerti recenti.
Immagino che nulla avrebbe potuto prepararmi per un concerto come
questo. Quello che ho sentito oggi è stato uno shock. Uno shock totale.
Uno show senza la dicotomia del bene o del male. O per quanto riguarda
qualsiasi cosa dello show.
Tutto quello che c'era erano le due ore per la musica. Nient'altro. E
solo Dylan può farlo, all'età di 77 anni. -----
Domenica
26
Agosto 2018
Brisbane, Australia - Brisbane
Entertainment Centre, August 24, 2018
di Karen Barton
Bob Dylan migliora con l'età! La scorsa notte è stata semplicemente
sublime, semplicemente perfetta, semplicemente incredibile. Bob è stato
al piano quasi tutta la serata, il mio posto era a destra di fronte e
quindi la mia visione è stata incredibile! Bob aveva il pianoforte
totalmente sotto il suo controllo, ha suonato con energia, competenza e
in realtà sembrava come se si stesse divertendo molto, spesso sorridendo
e annuendo alla sua band con degli OK. E’ stato al piano per la maggior
parte della notte mentre lui e il suo strumento diventavano un suono
magico e una visione.
Bob è andato al centro della scena per Love Sick, muovendosi, ballando
davanti al microfono centrale e per tutto il tempo guardando nella
nostra direzione, sembrava che non ci fosse nessun altro nella stanza,
solo Bob ed io. È il miglior Bob che abbia mai visto, era davvero
animato, energico e impegnato nella sua musica, con la sua band e con la
folla. Adoro il modo in cui tiene il suo dito mignolo alto quando suona
l'armonica, adoro il modo in cui lui reinventa la sua musica e amo il
modo in cui trascende tutte le età. Ero seduta con un gruppo di fans di
Dylan che hanno viaggiato in giro per l'Australia per questo tratto del
tour e hanno dichiarato che Brisbane è stato il miglior spettacolo di
sempre! lo voglio dire che mi sento molto fortunata di aver potuto
assistere a questo "miglior spettacolo". Due ore senza sosta nella magia
assoluta, grazie Bob. Lo vedremo di nuovo? A 77 anni, chi può dirlo, ma
lo spero!
Caro Mr.Tambourine, perchè, naturalmente
secondo te che mi sembri sempre equilibrato nei giudizi, Bob Dylan, dopo
tutte le onorificenze che ha ricevuto continua questo incessante e
massacrante lavoro passando praticamente la vita scendando da un palco
per salire su un altro, cos’è che lo spinge a continuare questa cosa
(100 concerti all’anno sono una follia) alla venerabile età di 77 anni?
Fabio Noseda
Caro Fabio, da anni ormai ogni dietro ogni
concerto di Bob Dylan c’è sempre la stessa domanda: cos’è che spinge il
più venerato genio della musica popolare del nostro secolo a vivere
costantemente in tour da ben trent'anni? Cioè esattamente dal giugno del
1988, quando cominciò il "Never Ending Tour" con una media di un
centinaio di concerti all'anno, con una pausa nel 1997, se ricordi, per
quella grave infezione cardiaca. “Credevo proprio che sarei andato a
trovare Elvis” dirà Bob una volta guarito.
Non credo ci sia, dietro questo modo di vivere sul palco, il minimo
intento megalomane, nessun intento auto-celebrativo, anzi, l’istinto
autodistruttivo di Bob si è manifestato diverse volte, a partire da Self
Portrait, fino alla difficile abitudine di stravolgere le sue canzoni
rendendole irriconoscibili, naturalmente senza preoccuparsi troppo della
qualità delle esibizioni, qualche volta inventate al momento con grande
sgomento della backing band che non sapeva cosa fare. Oggi Bob è quasi
costantemente seduto dietro al pianoforte, forse lo stare in piedi due
ore è diventato pesante per lui, alzandosi solamente per andare al
centro del palco con la sua andatuta chapliniana, caracollante, per
recitare la parte del crooner distratto che esegue, chissà perché, con
le gambe larghe, una posa da Elvis Presley in pensione, gli standards
dell'American Book come "Autumn Leaves" o "Once Upon A Time".
Il fatto è che Dylan continua imperterrito per la sua strada,
apparentemente indifferente a tutto ciò che accade intorno a lui, ai
premi che gli assegnano, alle onorificenze, specie col comportamente
apparentemente irriverente nei confronti degli accademici svedesi per
decidersi a rispondere ed andare a Stoccolma a ritirare il Nobel.
Lui e la sua band continuano ormai da anni un loro discorso, e poco
importa se qualche volta si pasticcia un pò in qualche canzone, con Bob,
il leggendario mito, che sembra muoversi in un' aura di totale
indifferenza nei confronti di tutto e tutti.
Io non credo di sapere esattamente perchè Dylan abbia scelto questa
way-of-life, ma, permettimi di dirlo, mi sembra un uomo appesantito
dalla solutudine che cerca in qualunque modo di scacciarla, anche
sottoponendosi a tour de force massacranti come da anni continua a fare.
Forse la mancanza di una vera famiglia, ora che l’età potrebbe farne
sentire l’esigenza, la distanza con i figli che credo veda solo qualche
volta all’anno, un rapporto quasi finito e certamente insifficiente per
riempire degnamente la vita di un uomo ormai giunto alla quarta parte
del giorno.
Forse la band compensa tutto questo, ed in fondo i concerti potrebbero
essere soltanto un modo di passare le giornate e tirar sera.
Naturalmente questo è soltanto una ipotesi, un piccolo sospetto da
prendere con le pinze e con moltissimo beneficio d’inventario!
Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Sabato 25
Agosto 2018
Brisbane,
Australia - Brisbane Entertainment Centre, August 24, 2018
1. Things Have Changed (Bob on piano)
2. It Ain't Me, Babe (Bob on piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob on piano)
4. Simple Twist Of Fate (Bob on piano with harp)
5. Summer Days (Bob on piano) (Honky Tonk
version)
6. When I Paint My Masterpiece (Bob on piano with harp)
7. Honest With Me (Bob on piano)
8. Tryin' To Get To Heaven (Bob on piano)
9. Make You Feel My Love (Bob on piano with harp)
10. Pay In Blood (Bob on piano)
11. Tangled Up In Blue (Bob on piano)
12. Early Roman Kings (Bob on piano)
13. Desolation Row (Bob on piano)
14. Love Sick (Bob center stage)
15. Don't Think Twice, It's All Right (Bob on piano with harp)
16. Thunder On The Mountain (Bob on piano)
17. Soon After Midnight (Bob on piano)
18. Gotta Serve Somebody (Bob on piano)
(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on piano)
20. Ballad Of A Thin Man (Bob on piano with harp)
Wollongong, Australia - WIN
Entertainment Centre, August 20, 2018
di Peter Womack
Grande concerto, in particolare “Gotta Serve Somebody” con nuovi testi.
Quasi tutta la canzone con le nuove linee tranne che per il coro. Ecco 2
esempi; "Potresti essere sul carro, potresti essere sulla strada", "tu
potresti essere un contadino, potresti essere un soldato con l’armatura
".
"Don’t Think Twice" incredibile, quasi parlata come una canzone rap, ma
più lentamente. Eccezionale.
Full house, solo una piccola lamentela, era che non c'era nessuno whisky
di Bob in vendita presso lo stand del merchandising. Arrivederci alla
prossima.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
di Luke
È una testimonianza della dedizione di Bob Dylan come artista che a 77
anni sceglie ancora di venire in giro per il mondo per esibirsi di
fronte a poche migliaia di persone in una città australiana quasi
regionale.
La chitarra acustica di Stu ha cominciato a borbottare il suo pre-show
noodle. Stu ha preso una nuova chitarra e le cose sono andate bene. Io
non potevo vedere bene, ma sono abbastanza sicuro che Bob e co. stavano
ridendo a crepapelle quando sono entrati sul palco dopo quello. Durante
una canzone, Tony ha fatto un duck-walk alla Chuck Berry sul retro del
palco. C'era un nuovo fraseggio in tangled up in blue, invece di “ la
vediamo da un diverso punto di vista, aggrovigliato nella tristezza” è
diventato “dipende dal tuo punto di vista, aggrovigliato nella
tristezza”. Era la a prima volta che sentivo questa frase. Il nuovo
assetto di “Pay in Blood” migliora notte dopo notte. Desolation Row è
stata suonata al posto di Visions of johanna ... e io immagino che non
dovrebbe sorprendere nessuno. Charlie ha avuto un po' di assolo durante
Thunder on The Mountain a differenza delle notti precedenti. Non ho mai
capito quanta flessibilità abbia il batterista George. Ho pensato che
avrebbe avuto il massimo ruolo ripetitivo nella band, ma risulta che lui
stesso è costantemente in cambiamento mantenendolo fresco con nuovi
riempimenti e bit. La band durante Don’t Think Twice sembra essere
diventata più stretta intorno a Bob. Immagino che non l'abbiano provata
troppo prima di questo tour, quindi dopo averla suonata circa 10 volte
ormai mi sembra meno improvvisata di prima. È subito dopo mezzanotte e
si può desumere che il gruppo sia già in rotta verso Newcastle.
Giovedì 23
Agosto 2018
Newcastle, Australia - Newcastle
Entertainment Centre, August 22, 2018
1. Things Have Changed (Bob on piano)
2. It Ain't Me, Babe (Bob on piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob on piano)
4. Simple Twist Of Fate (Bob on piano with harp)
5. Duquesne Whistle (Bob on piano)
6. When I Paint My Masterpiece (Bob on piano with harp)
7. Honest With Me (Bob on piano)
8. Tryin' To Get To Heaven (Bob on piano)
9. Make You Feel My Love (Bob on piano with harp)
10. Pay In Blood (Bob on piano)
11. Tangled Up In Blue (Bob on piano)
12. Early Roman Kings (Bob on piano)
13. Desolation Row (Bob on piano)
14. Love Sick (Bob on piano)
15. Don't Think Twice, It's All Right (Bob on piano with harp)
16. Thunder On The Mountain (Bob on piano)
17. Soon After Midnight (Bob on piano)
18. Gotta Serve Somebody (Bob on piano) (Boogie Woogie version)
(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on piano with harp)
20. Ballad Of A Thin Man (Bob on piano)
Mercoledì
22
Agosto 2018
Sydney, Australia - Enmore Theatre,
August 19, 2018
by Nick Miller
Bob e la sua band hanno suonato un concerto enfatico stasera al Teatro
Enmore, nel cuore dell'Inter-Ovest di Sydney. Il concerto, esaurito, ha
attirato una folla entusiasta ed è stato bello vederlo in piedi davanti
a me godersi la serata. Bob indossava abiti neri, e il cambiamento nella
set list è stato una versione meravigliosa di Visions of Johanna al
posto di Desolation Row alla canzone n°13. Bob è attuale, le
interpretazioni delle sue canzoni si adattavano al teatro Enmore e la
folla ha amato ogni momento. Andate a Wollongong domani sera.
Lasciatemi dire che la sua performance all'Enmore Theatre il 19 agosto
2018 è stata altrettanto buona come ogni altro spettacolo che abbia mai
fatto a metà degli anni '60, e che molte persone potrebbero considerare
di essere il suo “picco”. Ero proprio di fronte a me e guardavo dritto
la faccia di Bob a pochi metri di distanza. L'avevo visto la sera prima,
ma non con una tale chiarezza, da vicino è surreale. Questo è il vero
Bob Dylan. Al piano. Gambe distese, chinandosi sul pianoforte per
piccchiare sui tasti. È così che ha iniziato e lì è dove è tornato.
Questo è il tipo di luogo in cui Bob dovrebbe suonare in ogni momento.
Non è un'arena spettacolare; richiede un senso di intimità. Ogni piccolo
sorriso ed il socchiudere degli occhi sul pubblico che arriva dalla
faccia di Bob è l'essenza dello spettacolo. Il suo ultimo piccolo
spettacolo teatrale in Australia nel 2014 aveva visto un cambiamento
nella seconda metà della scaletta; ma stasera l'unica canzone che è
cambiata è stata Visions Of Johanna che ha sostituito Desolation Row.
Come ho notato la sera prima, dopo quasi tutte le canzoni si girava
verso Donnie facendosi risate. Un'altra cosa che ho notato essendo
vicino sul lato destro era proprio quante volte Bob ha guardato il suo
batterista George, era quasi comico vedere le smorfie di George. Ogni
volta che Bob tira fuori una nuova rima di Gotta Serve Somebody o fa un
bellissimo fraseggio di una riga di Tangled Up In Blue, George
continuava a sorridere sembrando gioioso di essere lì. Bob aveva due
tazze accanto a lui - una che sembrava acqua, e dall'altra si vedeva il
vapore che ne fuoriusciva così ho dedotto che era tè caldo.
Highway61 ha visto un paio di ragazzi sul davanti che saltavano su e giù
come se fossero dentro la buca dell’orchestra. Potevo vedere in faccia
Bob che li notava e lui sembrava istigarli. Ha iniziato a muovere il suo
corpo ed il groove ha iniziato a salire.
Simple Twist of Fate è iniziata con Bob solo al pianoforte, penso che
sia stato perché ha cantato la prima strofa molto presto e la band non
era ancora pronta. È anche una gioia guardare la faccia di Tony mentre
sorride quando Bob tira fuori un altro momento magico.
Il nuovo arrangiamento di Pay in Blood è migliorato molto dall’ inizio
di questo tour. Bob sta adattando le sue linee in meglio ora e la band
generalmente sembra giocarci con più sicurezza.
Visions of Johanna. Prima di iniziare a suonare Tony si è avvicinato a
Charlie e sembrava insicuro su qualcosa, ha chiesto a Charlie qualcosa e
Charlie ha camminato fino a Bob e poi ha annuito di nuovo a Tony.
Sinceramente mi ci è voluto un paio di linee per capire che era Visions
Of Johanna. Pensavo fosse un nuovo modo di suonare Desolation Row.
Questa è stata la prima esecuzione della canzone dal 2015. Sublime. Bob
è un tipo sfacciato. Poichè ero così vicino potevo vedere la sua faccia
durante le pause dopo la canzone prima che le luci si spegnessero. Ogni
volta che le luci sono accese, Bob aveva un'espressione seria, ma non
appena la canzone finiva e le luci si oscurano ho potuto vedere la
faccia di Bob con un sorriso di grande soddisfazione ogni volta che le
luci si accendevano. Alcuni ragazzi delle prime file hanno urlato la
richiesta per Every Grain Of Sand, Bob li ha sentiti ed ha riso.
L'arrangiamento di Gotta Serve Somebody è cambiato stasera dalla
versione 'peter gunn' a quella bluesy. Questo era il tipo di ritmo/blues
che li ho sentiti fare durante il soundcheck. Alcune grandi nuove linee
di Bob, "potresti non sapere nemmeno il giorno della tua nascita". E poi
Bob ci ha lasciato per avviarsi nella notteb verso sud a Wollongong.
Martedì 21
Agosto 2018
Wollongong, Australia - WIN
Entertainment Centre, August 20, 2018
1. Things Have Changed (Bob on piano)
2. It Ain't Me, Babe (Bob on piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob on piano)
4. Simple Twist Of Fate (Bob on piano with harp)
5. Duquesne Whistle (Bob on piano)
6. When I Paint My Masterpiece (Bob on piano with harp)
7. Honest With Me (Bob on piano)
8. Tryin' To Get To Heaven (Bob on piano)
9. Make You Feel My Love (Bob on piano with harp)
10. Pay In Blood (Bob on piano)
11. Tangled Up In Blue (Bob on piano)
12. Early Roman Kings (Bob on piano)
13. Desolation Row (Bob on piano)
14. Love Sick (Bob on piano)
15. Don't Think Twice, It's All Right (Bob on piano with harp)
16. Thunder On The Mountain (Bob on piano)
17. Soon After Midnight (Bob on piano)
18. Gotta Serve Somebody (Bob on piano) (Boogie Woogie version)
(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on piano)
20. Ballad Of A Thin Man (Bob on piano with harp)
13 Novembre 2018 - Youngstown, OH –
Covelli Centre
14 Novembre 2018 - Rochester, NY – Auditorium Theatre
15 Novembre 2018 - Utica, NY – Stanley Center for the Arts
18 Novembre 2018 - Springfield, MA – Symphony Hall
20 Novembre 2018 - Waterbury, CT – Palace Theatre
Giusy Ferreri il tributo ad Aretha
Franklin che ha fatto arrabbiare tutti
clicca qui
Lunedì 20
Agosto 2018
Sydney, Australia - Enmore Theatre,
August 19, 2018
1. Things Have Changed (Bob on piano)
2. It Ain't Me, Babe (Bob on piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob on piano)
4. Simple Twist Of Fate (Bob on piano with harp)
5. Duquesne Whistle (Bob on piano)
6. When I Paint My Masterpiece (Bob on piano with harp)
7. Honest With Me (Bob on piano)
8. Tryin' To Get To Heaven (Bob on piano)
9. Make You Feel My Love (Bob on piano with harp)
10. Pay In Blood (Bob on piano)
11. Tangled Up In Blue (Bob on piano)
12. Early Roman Kings (Bob on piano)
13. Visions Of Johanna (Bob on piano)
14. Love Sick (Bob on piano)
15. Don't Think Twice, It's All Right (Bob on piano)
16. Thunder On The Mountain (Bob on piano)
17. Soon After Midnight (Bob on piano)
18. Gotta Serve Somebody (Bob on piano) (Boogie Woogie version)
(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on piano)
20. Ballad Of A Thin Man (Bob on piano with harp)
Sydney, Australia - ICC Sydney
Theatre, August 18, 2018
di Luke
Lo spettacolo non è iniziato fino alle 8:10 circa. Ho il sospetto che
questo sia dovuto a importanti problemi di ritardi dei treni che si
stavano verificando stasera, ma potrei sbagliare su questo. Stavano
ancora provando la chitarra di Charlie alle 7:58.
Quindi Stu sale sul palco e comincia a strimpellare una melodia diversa
da quella che in genere ha suonato negli ultimi anni. La setlist era la
stessa delle notti precedenti. Poichè lo spettacolo è iniziato tardi ho
pensato che forse non avrebbero potuto fare Ballad Of A Thin Man.
Sembrava che ci fossero dei problemi con l'elettrica di Stu per le prime
canzoni, così un tecnico gli ha portato una nuova chitarra. Sono stato
sorpreso da come Bob andasse molto in giro dopo ogni canzone. Dopo ogni
canzone si girava a parlare / ridere con Donnie dietro di lui e a volte
andarvaoltre e si metteva a chiacchierare con George alla batteria.
Anche dopo ogni canzone andava a giocherellare con qualcosa dietro di
lui. Non so cosa stesse facendo ma l’ho visto bere pochissime volte.
Forse stava solo cercando un'armonica. Penso che Things Have Changed sia
stata sottostimata. Penso sia perché apre sempre il concerto con questa,
e in un certo senso diventa noiosa, ma è una canzone fantastica e averla
nella setlist è un piacere. L’arrangiamento si è costantemente evoluto
dopo gli anni del "set statico". È meno friabile di prima, è anche meno
bluesly. Grande apertura.
Mi ha sempre affascinato come lui suona Tryin To Get To Heaven nei suoi
spettacoli dal vivo fin da quando ha iniziato ad eseguirla. Non ha la
lugubre atmosfera inquietante come la versione dell’album, sembrano
giocare con accordi più importanti e col ritmo uptempo. When I Paint My
Masyterpiece è stata una grande aggiunta alla sua scaletta in questo
tour. È simile a quella che ho sentito nelle registrazioni di questo
tour, lui sembra sempre cantare la prima riga della canzone prima che la
band lo segua.
Pay In Blood ha subito un'evoluzione molto interessante. Adesso ha
questa crescente melodia che in qualche modo sale sulla scala. Rende la
canzone meno esuberante di quello che ti aspetteresti dal testo; ma era
comunque grande.
Tangled Up In Blue ha avuto un nuovo arrangiamento dalla prima tappa del
tour 2018. Sebbene la struttura e la forma delle canzoni rimangano al
loro posto, ad un orecchio inesperto suonerebbero irriconoscibili. Ho
pensato che fosse incredibile; ho sentito molte somiglianze tra questa e
la registrazione "originale" dalle sessioni di New York.
Don’t Think Twice si è evoluta in una lugubre esibizione quasi da
solista al pianoforte. Ad un certo punto Bob stava suonando il piano con
una mano e l'armonica con l'altra. Non ho ascoltato troppo attentamente
le registrazioni precedenti, ma ho sentito alla fine che Bob ha cantato
nuovi versi e poi, improvvisamente, ha deciso di prendere velocità e
portare la band alla fine. Il contrabbasso di Tony sembrava eccezionale.
C'è stata un po’di confusione nel finale di Gotta Serve Somebody. Tony
si è avvicinato a Charlie e Bob per segnalare la fine della canzone, ma
Charlie e Bob sembravano andare avanti per qualche altra battuta. Era un
po' un finale disordinato ma ha fatto ridere la band. Aspetto Bob al
prossimo appuntamento.
Domenica
19
Agosto 2018
Sydney, Australia - ICC Sydney
Theatre, August 18, 2018
1. Things Have Changed (Bob on piano)
2. It Ain't Me, Babe (Bob on piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob on piano)
4. Simple Twist Of Fate (Bob on piano with harp)
5. Duquesne Whistle (Bob on piano)
6. When I Paint My Masterpiece (Bob on piano with harp)
7. Honest With Me (Bob on piano)
8. Tryin' To Get To Heaven (Bob on piano)
9. Make You Feel My Love (Bob on piano with harp)
10. Pay In Blood (Bob on piano)
11. Tangled Up In Blue (Bob on piano)
12. Early Roman Kings (Bob on piano)
13. Desolation Row (Bob on piano)
14. Love Sick (Bob on piano)
15. Don't Think Twice, It's All Right (Bob on piano with harp)
16. Thunder On The Mountain (Bob on piano)
17. Soon After Midnight (Bob on piano)
18. Gotta Serve Somebody (Bob on piano)
(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on piano with harp)
20. Ballad Of A Thin Man (Bob on piano)
Salve Mister,
un pensiero commosso ad Aretha. Così l'ha omaggiata Dylan nel primo
capitolo di "Tarantula": "Aretha, jukebok di cristallo regina dell'inno"
e più volte è ricordata, nella stessa opera, come il simbolo vivente del
sound. La si ricordi anche come una donna che ha chiesto rispetto per le
donne e per gli afro-americani. Noi che seguiamo ancora le vicende
musicali di Dylan, certamente non la dimenticheremo. Lunga vita! Carla.
È morto Claudio Lolli.
Claudio Lolli si è spento oggi a 68 anni dopo una lunga malattia.
Mi sembra doveroso ricordare questo grande cantautore tra i piu'
importanti della scena musicale degli anni '70 con il suo brano
capolavoro.
Grazie. Angelo.
E' vero e dispiace a
tutti noi che l'abbiamo conosciuto ed apprezzato, grazie per la sentita
segnalazione. Ecco quanto ha scritto Repubblica su Claudio:
All'inizio della sua
carriera capitava di ascoltarlo nelle leggendaria Osteria della Dame a
Bologna, prima dei concerti di Francesco Guccini. Claudio Lolli è stato
uno dei cantautori simbolo della scena italiana degli anni 70. Si è
spento oggi, a 68 anni, dopo una malattia. Era nato a Bologna nel 1950 e
venne portato alla Emi proprio da Guccini: il suo stile divenne
immediatamente riconoscibile, simbolo dell'insoddisfazione più profonda
e letteraria della canzone politica post '68.
Il suo primo disco, Aspettando Godot del 1972, era uno dei più evidenti
segnali della volontà della discografia di investire sui portavoce della
protesta giovanile più radicale e incupita. Lolli si rivelò subito come
un personaggio vero, capace di trasformare in canzoni la malinconia del
vivere quotidiano. Così come il successivo Un uomo in crisi, che
conteneva anche un brano dedicato ad Antonio Gramsci, Quello lì, e un
deciso inno antimilitarista come Morire di leva. Le canzoni erano aspre
e gli arrangiamenti ridotti ed essenziali, ma il suo stile e le sue
parole erano in sintonia con i tempi: in breve Lolli divenne uno degli
autori più trasmessi dalle celebri "radio libere". Divenne così uno
degli esponenti di maggior talento della seconda generazione
cantautorale, quella degli anni Settanta immersa in dibattiti ideologici
e sociali.
Dopo le aperture strumentali di Canzoni di rabbia del 1975, Lolli si
liberò definitivamente dell'etichetta di cantautore triste con un album
capolavoro come Ho visto anche degli zingari felici (1976). Un disco che
affrontava senza metafore argomenti di attualità come il terrorismo e
gli attentati, emarginati e femminismo ma con una ricchezza musicale e
lirica difficilmente eguagliabile. Quell'album resta uno dei lavori più
riusciti e significativi dell'intera discografia italiana anni 70.
"La musica mi ha salvato la vita dalla banalità", raccontò in
un'intervista, "è uno scopo: cercare di guardare la realtà con occhi
diversi e raccontarla". Gli Zingari raccontavano le ansie di una
generazione alle prese con l'utopia della rivoluzione: Lolli impose
anche un prezzo "politico" al disco, che venne messo in vendita 3.500
lire.
Dopo il successo dell'album, Lolli decise di lasciare la Emi per
approdare all'etichetta indipendente Ultima Spiaggia. Il disco
successivo, Disoccupate le strade dai sogni (un libro di testi da lui
pubblicato lo scorso giugno portava lo stesso titolo), fu un atto di
coraggio musicale, pieno com'era di riferimenti jazz e di arrangiamenti
insoliti, ma fu anche un suicidio commerciale. La sua scarsa
disponibilità nei confronti della promozione e una fama controversa
(veniva accostato all'ala più estremista del movimento del '77) fecero
il resto: per tre anni rimase fuori dal circuito discografico.
Gli anni 80 e 90 furono
caratterizzati da una serie di album di buon livello ma non troppo
fortunati. Fu nel 2000 con Dalla parte del torto che Lolli ritrovò una
dimensione consona al suo talento. Album pubblicati da piccole etichette
come La scoperta dell'America del 2009, Lovesongs e il più recente Il
grande freddo (uscito nel 2017 grazie a un crowdfunding) lo avevano
fatto riscoprire anche al pubblico più giovane, oltre che alla critica:
con quel disco aveva conquistato la Targa Tenco per il miglior album
dell'anno.
Un riconoscimento forse tardivo per un cantautore "non per tutti", ma
pieno di passione e talento. “Ci siamo conosciuti nel 1976 - ha
raccontato sua moglie Marina - ci siamo messi insieme, non ci siamo più
lasciati”. Il 1976 fu l’anno che rivelò Claudio Lolli con Ho visto anche
degli zingari felici. Quasi un tormentone, per gli anni che seguirono.
“Ci siamo sposati - racconta Marina - abbiamo avuto due figli, Tommaso e
Federico. Ma la vita artistica, ecco, quella era solo sua. Naturalmente
lo seguivo, andavo ai suoi concerti, ma rimaneva la sua vita artistica”.
È scomparso all’improvviso, “è stato tutto così rapido”. Non era malato,
dice Marina. Certo si muoveva con qualche difficoltà, ma era “tutto
sotto controllo”. Il giorno di Ferragosto, però, non si sentiva bene.
Oggi ha chiesto che fosse chiamata un’ambulanza, il suo cuore si è
fermato nel tragitto verso l’ospedale. “Il suo disco di inediti, Il
grande freddo, è di talmente pochi mesi fa - ricorda Marina -. È vero,
per tanti è rimasto il cantautore degli Zingari felici, ma è assurdo
bloccarlo in quella fotografia di così tanti anni fa. È stato anche
molto altro”.
Tutte le persone che vorranno dare l’ultimo saluto a Claudio Lolli
potranno farlo lunedì 20 agosto, dalle ore 15 alle ore 18, nella camera
ardente allestita nella Sala Tassinari di Palazzo d’Accursio (Piazza
Maggiore 6 - Bologna).
Melbourne, Australia - Margaret Court
Arena, August 14, 2018
by Jeff Lang
Bene, un Bob Dylan e la sua band hanno appena fatto un ultimo inchino
dopo uno spettacolo assolutamente fantastico, uno show che era
abbastanza diverso dal precedente del 2014 (che ho anche adorato) quando
era stato qui, in molti modi. Quella volta Dylan aveva suonato
pochissimi pezzi prima del 2000, appoggiandosi pesantemente sui più
recenti album Modern Times e Tempest con un paio di canzoni ciascuno
dagli anni '60 e '70 (da come me lo ricordo). Stasera era una realtà
diversa, un viaggio attraverso gli anni con qualcosa da ogni decennio
della sua carriera. Nessun pre-show, solo le luci della Court Arena si
oscurano mentre il solo Stu Kimball suonava la chitarra acustica, un
suono grasso e incisivo, mentre intonava un riff che ricordava Waltzing
Matilda, ma non era esattamente quella.
All'improvviso è iniziato lo spettacolo quando la pedal-steel di Donnie
Herron ha iniziato a suonare. Era come se l' intro si fosse dissolto
davanti alle mie orecchie, e poi c'era Dylan in persona, che camminava
sul palco, pieno di energia, mentre la band si univa all'accumulo della
tonalità minore prima che Bob camminasse verso il piano per cominciare
Things Have Changed. Dylan suonava il grand piano in piedi di fronte al
pubblico, così per l'intero set, a volte per l'intera canzone, altre
volte seduto, ma di solito in piedi per i breaks strumentali,
appoggiandosi sul suono martellante della band.
Devo prendermi un minuto per lodare il mix, che è stato superbo, ogni
strumento era chiaro e in grande equilibrio, grandi dinamiche, la voce
di Dylan sopra tutto e tutti.
I punti salienti per me: Love Sick ha avuto un grande brontolio,
sensazione muscolare, con Dylan che sfruttava l'inquietante gamma
inferiore del pianoforte, mentre la band ha raggiunto il picco in tutti
i posti giusti.
Thunder On The Mountain è stata una killer-song, rielaborata col suond
alla Chess Records, Charlie Sexton ha eseguito alcuni gustosi assoli con
la Les Paul. La voce di Dylan ha costruito una vera e propria testa di
ponte come la canzone, ruggendo prima di un break di batteria
inaspettato ma molto gradito da parte di George Receli, che era quasi la
reminiscenza di Wipeout. Il riff di Peter Gunn in Gotta Serve Somebody
era una delizia mentre Dylan sputava una serie di testi quasi
completamente nuova. Stu Kimball è riuscito a librarsi in alto con la
Stratocaster pungente.
Cazzo, si! Don’T Think Twice è stata
eseguita con un bell’arrangiamento, gli accordi cambiavano semplicemente
dove Dylan cantava le linee melodiche. Come la canzone progrediva, la
band ha scavato un solco profondo, mentre Bob, armonica in bocca,
affascinava il pubblico come ha fatto più volte durante la notte (un
altro differenza dall' ultima volta in cui l'avevo visto).
Desolation Row potrebbe essere stato il punto più alto del concerto per
me. Era maestosa, accordi d'oro, caldi, con Bob - andando contro la sua
reputazione - che si avvicina molto alla melodia originale e la cantava
splendidamente. Semplicemente meraviglioso. C'erano altri punti
salienti: il grande dialogo a tre vie tra il pianoforte di Dylan, la Les
Paul di Sexton e la pedsl-steel di Herron.
When I Pain My Masterpiece e il vivace gioco di Duquesne Whistle con
nuovi riff che sottolineavano le strofe; il duro Muddy Waters stomp di
Early Roman Kings; la prima indicazione dell'umore energetico di Bob
dietro al pianoforte, mentre picchiava la tastiera nella propulsiva
della Highway 61 Revisited. Ho anche notato come la band seguiva tra le
canzoni come fosse un unico suonatore - di solito Donnie Herron sulla
pedal-steel o alla lap steel – iniziava una nuova canzone proprio quando
l'applauso icominciava a scemare, poi gli altri si univano a lui. È
stato un modo davvero efficace per mantenere lo spettacolo in movimento
dando a tutti i musicisti la possibilità di cambiare strumenti senza
tempi morti fastidiosi. Tony Garnier ha impiegato varie chitarre basso
per effetti tremendi tutta la notte, passando dal basso Fender Bass ai
toni più caldi di un Precision Bass.
L'unico di questi pezzi di cui non sono stato entusiasta è stata Tangled
Up In Blue che è diventata in tonalità minore, ma è stata privata di
gran parte della sua melodia originale. Comunque cambiando Pay In Blood
da brano versione noir che aveva suonato l'ultima volta che era stato
qui, tutti gli accordi minori e il doomy banjo, la chiave principale ha
funzionato molto meglio di quanto avrei previsto.Era il paradiso.
Ottima esperienza concertistica. Sembrava intima, i membri della band
tutti sicuri del loro posto nella musica, gli adulti non sprecano una
nota. Questo è tutto, gente, sono uscito beato e contento con la testa
piena di musica incredibile e un cuore felice mentre camminavo lungo il
fiume con lo splendido skyline di Melbourne davanti a me. Un ciclista mi
ha superato cantando Desolation Row nell'aria notturna. Perfetto. Grazie
Bob!
Jeff Lang, Melbourne, 14 agosto 2018
Venerdì 17
Agosto 2018
La Regina è
morta, viva la Regina!
Frase tradizionalmente usata per
annunciare la morte di un re e l’avvenata elezione del suo successore.
La prima versione della frase giunge dalla Francia medievale che vide la
morte del proprio sovrano Carlo VI, avvenuta nel 1422, e la successiva
salita al trono di Francia di Carlo VII.
Il problema e che al momento non abbiamo una Regina che possa prendere
il suo posto, o più regalmente “succedere” ad Aretha. Io non so cosa
scrivere, avevo cominciato con le solite banalità che potrete leggere su
tutti i giornali e su tutti i siti web del mondo, ma mi sembravano una
sequela di banalità sapute e risapute che niente dicevano di nuovo o di
interessante, così ho
cancellato tutto. Che mi è romasto? Poco, pochissimo, anzi, tantissimo,
le emozioni che Aretha, con la sua voce, ha saputo farmi provare negli
ultimi sessant’anni, cioè da quando la sentrii per la prima volta
cantare Respect di Otis Redding. Poi seguirono altre meraviglie, Chain
of Fools, I Say a Little Prayer di Burt Bacharach, A Natural Woman di
Carole King, Think, ed ogni volta che la sentivo mi si torcevano le
budella per le sensazioni che la sua voce era capace di farmi provare.
Ricordo che ai Grammy del 1998, dovendo sostituire Luciano Pavarotti
colpito da un malessere, improvvisò in 20 minuti un'interpretazione del
“Nessun dorma” in tonalità originale e cantando la prima strofa in
italiano. Aretha non ha mai fatto grandi tournèe per la sua paura di
volare in aeroplano, si spostava solamente nei luoghi a portata
d’automobile. Comunque questo limite non gli ha impedito di imporsi al
mondo. Ora se n’è andata in silenzio, portata via dalla solita brutta
malattia, ma nella mente di chi ha amato il suo personaggio, la sua voce
e le sue canzoni sarà sempre presente e viva. Mi sento soltanto di dire
una cosa, “Grazie Aretha!”
Mr. Tambourine.
Giovedì 16
Agosto 2018
Tour 2018, aggiunta una nuova data
17 Novembre 2018 - Atlantic City, NJ - Hard
Rock Hotel
Melbourne, Australia - Margaret Court
Arena, August 14, 2018
di Simon Hastings
Non sarà una recensione assolutamente positiva, ma quello che spero è
che sia equilibrata. Ho visto Bob in ogni parte del mondo sin dai primi
anni '90 e so bene che uno spettacolo di Bob Dylan può includere momenti
di trascendenza, ma poi immergersi facilmente nell'eccezionale e
talvolta voltare verso l'imbarazzo ma poi risalire allo straordinario
quando meno te lo aspetti.
Lo spettacolo della notte scorsa non ha avuto nessuno di questi massimi
alti o bassi, anche se Don’t Think Twice si è avventurata in territorio
trascendentale. Era uno spettacolo buono, solido, e Bob, in generale,
era in ottimo stato di forma. Concordo con la positività della quale
altri hanno scritto riguardo alla tensione della band, l’esecuzione di
Bob ed i suoi arrangiamenti.
Così ho portato mia figlia adolescente che conosce alcuni dei classici
di Bob, ma ho capito che non era preparata come noi per ascoltarlo dal
vivo. Bisogna dirlo, Bob non rende facile la vita ai nuovi fans, in
particolare quelli più giovani che sono abituati a sintonizzare la
"perfezione" vocale e la sceneggiatura teatrale.
All' inizio temevo che si sarebbe annoiata o peggio, disillusa, ma io
chiaramente non le darò mai abbastanza credito. Sono stato felice che lo
show sinceramente le sia piaciuto. A lei generalmente piacevano le
canzoni più recenti più che le vecchie, allora abbiamo fatto un piccolo
gioco durante lo spettacolo a chi avrebbe indovinato quale era "vecchia"
e quale era "nuova" e la maggior parte le ha sbagliate! Ma lei amava il
Bob rocker, i numeri blues come Honest With Me, Duquesne Whistle e il
suo preferito Pay In Blood.
Voglio menzionare che una negatività abbastanza materiale e quella
quando Bob è dietro il piano. Quel pianoforte deve sparire! Avevamo i
posti peggiori possibili e quell’enorme strumento era direttamente nella
nostra linea di vista per Bob. Ogni volta che si sedeva al piano
scompariva completamente dalla vista e tutto ciò che potevamo vedere di
lui era solo un pò di capelli e le gambe. Posso accettare la mancanza di
grandi schermi, posso accettare che Bob non sia davanti e al centro con
la chitarra, ma non posso e non capisco davvero perché deve stare
nascosto dietro a quella barriera. Non c'è dubbio che abbiamo apprezzato
più le canzoni dove si è alzato e abbiamo potuto vedere la sua faccia,
si tratta solo di connessione. E sappiamo tutti che la connessione fra
Bob ed il suo pubblico in senso diretto è piuttosto inesistente, e va
bene; è la musica che conta. Ma per tagliare la vista di se stesso
esagera, va oltre. È solo inutile. Lui è una persona carismatica. Un
sorriso (o una smorfia) e un po' della sua divertente danza ti mette il
brivido, ti connette con la musica. Quando non puoi vedere l’artista che
hai pagato per vedere, beh, è un po' deprimente. C'era una donna alla
fine che era veramente arrabbiata e in preda allo sconforto per il fatto
che aveva speso 2.000 $ per vedere un pianoforte. E’ come se fosse stata
derubata ed io potrei parzialmente simpatizzare con lei. Se lo staff di
Bob ha mai letto questo, per favore, gli dica di lasciar perdere il
grand piano e tornare a una tastiera semplice come i tour precedenti - o
almeno posizionalo meglio, come farebbe Elton John. Ammettiamolo, Bob
non è come Chopin al piano, non gli serve a niente un grand piano!
OK, la mia mini lamentela è finita. Come ho detto, nonostante questo mi
è piaciuto molto lo show. Se Bob fosse più facile da capire potrebbe
guadagnare ancora più fans giovani!
Aretha Franklin sta
morendo. Secondo quanto riporta il sito Showbiz411, la leggendaria
regina del soul sarebbe in fin di vita circondata nella sua casa di
Detroit dai familiari che chiedono preghiere e privacy. Nel 2010 le era
stato diagnosticato un cancro, mentre l'ultima performance pubblica,
ricorda Showbiz411, risale all'agosto dello scorso anno, con il concerto
al Philadelphia's Mann Center: «Uno show miracoloso - fu scritto - visto
che Aretha stava già combattendo con la disidratazione e la mancanza di
forze».
«Mancherà molto come
madre, sorella, amica, cugina - scrive Showbiz411, lasciando così capire
l'estrema gravità delle condizioni di salute di Aretha -. Ma la sua
eredità sarà più grande della sua vita stessa.
Aretha Louise Franklin,
nata il 25 marzo 1942, è la più importante icona della musica gospel,
soul e R&B. È chiamata "La Regina del Soul" o "Lady Soul" per la sua
capacità di mettere un mood soul in qualsiasi cosa canti e per le sue
immense qualità vocali. Lo Stato del Michigan ha ufficialmente
dichiarato la sua voce "una meraviglia della natura".
La 76enne Aretha è
circondata dalla sua famiglia presso l'Home Hospital di Detroit, dove un
tumore le ha fatto perdere 40 kg con la vita sempre più appesa ad un
filo. La Franklin, che fino a qualche giorno fa riconosceva e scherzava
con i parenti, ha autorizzato il concerto che si terrà a novembre per la
ricorrenza dei suoi 60 anni di carriera.
Mercoledì
15
Agosto 2018
Melbourne, Australia - Margaret Court
Arena, August 14, 2018
1. Things Have Changed (Bob on piano)
2. It Ain't Me, Babe (Bob on piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob on piano)
4. Simple Twist Of Fate (Bob on piano with harp)
5. Duquesne Whistle (Bob on piano)
6. When I Paint My Masterpiece (Bob on piano with harp)
7. Honest With Me (Bob on piano)
8. Tryin' To Get To Heaven (Bob on piano)
9. Make You Feel My Love (Bob on piano with harp)
10. Pay In Blood (Bob on piano)
11. Tangled Up In Blue (Bob on piano)
12. Early Roman Kings (Bob on piano)
13. Desolation Row (Bob on piano)
14. Love Sick (Bob on piano)
15. Don't Think Twice, It's All Right (Bob on piano with harp) (slowed
down version)
16. Thunder On The Mountain (Bob on piano)
17. Soon After Midnight (Bob on piano)
18. Gotta Serve Somebody (Bob on piano)
(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on piano)
20. Ballad Of A Thin Man (Bob on piano with harp)
Melbourne, Australia - Margaret Court
Arena, August 13, 2018
di Alan James
Wow, wow e wow. Questo è stato il mio diciassettesimo show di Bob, a
partire da quello di Blackbushe nel 78 e, che ci crediate o no, lo
spettacolo che si è tenuto questa sera a Melbourne è davvero in cima a
quella lista. Basandomi sulle recensioni della tappa asiatica del tour,
le aspettative erano alte ma, ehi, è Bob, tutto può succedere e nulla
può essere dato per scontato. Eppure, questo era semplicemente
fantastico.
In Australia, l'ultima volta, era un dolce, ma fragile vecchio nel
rivivere e rieseguire le canzoni con determinazione e intuizioni
occasionali ma qui, lui era trasformato, rienergizzato e risvegliato in
ciò che può essere solo descritto come una rock star a tutti gli
effetti. Questo è lo spettacolo di Bob, sì la band è fantastica come lo
è stata negli ultimi anni, ma non c'è dubbio su chi sia il loro capo.
Bob canta (sì, davvero, quegli album da crooner hanno
rifocalizzato la sua esecuzione), suona il piano con più sicurezza e più
dominio di prima, lui (ovviamente) soffia ancora nella sua armonica e
lui comanda il palco, anche quando si trova principalmente dietro al
pianoforte. C'erano i sorrisi scambiati con i membri della band durante
lo show e sembrava evidente che erano consapevoli di quanto fosse bello.
Questo è uno spettacolo raffinato e, oserei dire, provato e collaudato,
dove ogni canzone si fonde senza soluzione di continuità e
sequenzialmente nella successiva nonostante quanto sorprendente sia
inventiva la melodia e, in almeno tre canzoni, le reinvenzione dei
testi. I punti salienti sono praticamente tutte le 20 canzoni, ma,
almeno per me, Early Roman Kings, Pay in Blood, Simple Twist e Don’t
Think Twice si distinguono davvero. A volte si sentivano i fantasmi di
Blue
Moon e persino, in Gotta Serve Somebody, echi di Peter Gunne. E’ stata
una prestazione straordinaria e una grande esperienza. Chiaramente, a
giudicare dai commenti dalla folla che se ne andava, che tu fossi un
nuovo adepto di Bob, uno strenuo o semplicemente un estraneo di
passaggio, questo era uno spettacolo per i secoli. Grazie, Bob,continua,
continua.
Martedì 14
Agosto 2018
Melbourne, Australia - Margaret Court
Arena, August 13, 2018
1. Things Have Changed (Bob on piano)
2. It Ain't Me, Babe (Bob on piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob on piano)
4. Simple Twist Of Fate (Bob on piano with harp)
5. Duquesne Whistle (Bob on piano)
6. When I Paint My Masterpiece (Bob on piano with harp)
7. Honest With Me (Bob on piano)
8. Tryin' To Get To Heaven (Bob on piano)
9. Make You Feel My Love (Bob on piano with harp)
10. Pay In Blood (Bob on piano)
11. Tangled Up In Blue (Bob on piano)
12. Early Roman Kings (Bob on piano)
13. Desolation Row (Bob on piano)
14. Love Sick (Bob on piano)
15. Don't Think Twice, It's All Right (Bob on piano) (slowed down
version)
16. Thunder On The Mountain (Bob on piano)
17. Soon After Midnight (Bob on piano)
18. Gotta Serve Somebody (Bob on piano)
(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on piano)
20. Ballad Of A Thin Man (Bob on piano with harp)
Melbourne, Australia - Margaret Court
Arena, August 13, 2018
di Jonathan Feldman
Da dove comincio! Iniziamo con la sede - molto meglio della Rod Laver
Arena e persino del Palais. La qualità del suono era eccezionale grazie
al bel lavoro dei tecnici. I punti salienti sono stati una Tangled Up In
Blue davvero unica e una
versione di Don’t Think Twice che ricordava quasi When When Return per i
suoi solo al pianoforte ed il suo efficace vocalism ... e ovviamente
Gotta Serve Somebody che è stata un piacere con alcuni nuovi testi,
anche rispetto a Singapore! Il grande è Bob e centrale è sempre la sua
musica, voce e tastiera, non è solo la band che lo sostiene. Incredibile
vederlo reinventare ancora le sue canzoni. Come sempre, grazie Bob!
Lunedì 13
Agosto 2018
Adelaide, Australia - Botanic Park,
August 11, 2018
di Nick Miller
Il Never Ending Tour di Dylan è arrivato ad Adelaide alla sua seconda
fermata dei previsti nove concerti del tour australiano 2018.
Il concerto di stasera si è svolto sotto una grande tenda a Bonython
Park, come essere dentro una balena, non ho visto spesso Bob sotto un
tendone, questa era la mia seconda volta dopo il Byron Bay Blues
Festival di alcuni anni fa.
La scaletta è rimasta come quella del concerto precedente ma, rispetto
al 2014, la band sembrava rinvigorita come un vero rock n’ roll circus
per adattarsi al luogo.
I punti salienti per me sonbo stati: Duquesne Whistle, Honest with me,
Early Roman Kings, Desolation Row e una grande Gotta Serve Somebody.
Alla fine, Bob ha ottenuto una meritata standing ovation.
Precedentemente a Bob, che era l’attrazione principale della
giornata, c’è stato un bel set di Vance Joy che suonava leggermente come
Jake Bugg, somigliava al Bob del secolo scorso.
Prima di questo, abbiamo assistito ad un sound-check della band con bei
suoni country e ottimi liks di chitarra, insieme ad una versione estesa
di Thunder on the mountain.
Un'ottima serata con altre che verranno in questa tappa del Never Ending
Tour!
Non osare perderlo!
Nick Miller, Sydney
Sabato 9 agosto concerto di JOAN BAEZ.
Location bellissima, ore 21, entra JOAN, applausi scroscianti, lei
chitarra e voce, inizio entusiasmante con due pezzi di BOB, poi avanti
con la sua orchestra cosi' chiamata da LEI con molto umorismo, chitarra
accompagnamento e suo figlio alle percussioni.
Devo subito dirvi che JOAN l'avevo sentita piu' volte ma questa sera e'
stata suberba.
Poche volte mi ha trasmesso una emozione cosi' forte .
I 4 pezzi finali dopo una brevissima interruzione sono stati
indimenticabili tra i quali una incantevole IMAGINE di LENNON e una
altrettanto struggente THE BOXER di PAUL SIMON.
Ultima cosa , ho avuto un incontro ravvicinato con JOAN, scambiando due
battute.
Ci siamo stretti la mano ed io le ho detto I LOVE YOU, risposta con un
grande sorriso "OH MY GOD".
Non mi sono piu' lavato la mano da quella sera. Scusate la pazzia ma io
sono ancora un uomo che si emoziona ..........Un saluto a tutti,
MARCELLO.
Sei più che scusato
caro Marcello, ma credo che sia giunto il momento di lavartela quella
mano, mantieni però l'emozione in fondo al cuore!!! Live long and
prosper, Mr.Tambourine, :o))))))
Salve Mister,
ho letto l'intervista a Joan Baez segnalata nella talkin'
10550. Voglio solo invitare tutti voi a
leggerla, perchè è un contributo prezioso per riflettere sui tempi che
stiamo vivendo e davvero c'è da dire "resta, Joan!". Lunga vita! Carla.
Lunga vita anche a te!
Mr.Tambourine, :o)
Domenica
12
Agosto 2018
Adelaide, Australia - Botanic Park, August 11, 2018
1. Things Have Changed (Bob on piano)
2. It Ain't Me, Babe (Bob on piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob on piano)
4. Simple Twist Of Fate (Bob on piano with harp)
5. Duquesne Whistle (Bob on piano)
6. When I Paint My Masterpiece (Bob on piano with harp)
7. Honest With Me (Bob on piano)
8. Tryin' To Get To Heaven (Bob on piano)
9. Make You Feel My Love (Bob on piano with harp)
10. Pay In Blood (Bob on piano)
11. Tangled Up In Blue (Bob on piano)
12. Early Roman Kings (Bob on piano)
13. Desolation Row (Bob on piano)
14. Love Sick (Bob on piano)
15. Don't Think Twice, It's All Right (Bob on piano)
16. Thunder On The Mountain (Bob on piano)
17. Soon After Midnight (Bob on piano)
18. Gotta Serve Somebody (Bob on piano)
(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on piano with harp)
20. Ballad Of A Thin Man (Bob on piano)
Buongiorno, amici.
Ho letto, in occasione del tour australiano di Dylan, un efficace quadro
di sintesi a firma Mahir Ali, dal titolo Dreams and schemes, apparso on
line su "The Australian" il 28 luglio scorso.
L'articolo cerca di tirare le fila sui molti aspetti di arte e di
pensiero del nostro enigmatico amico e ne consiglio la lettura:
Alla fine, comunque, si ritorna sempre al punto di prima, ovvero che
nessuna definitiva fila può essere tirata per Dylan. Parlando di Dylan
prosatore, l'articolo ricorda "l'ncomprensibile flusso di autocoscienza
di Tarantula e la meravigliosa scrittura memorialistica, per quanto fin
troppo discrezionale", di Chronicles. E qui scatta l'informazione:
ovvero che il secondo volume sarebbe in dirittura d'arrivo per la fine
del prossimo anno. E' confermata questa notizia esplicitamente
riferita al 2019?
Io non ne ho trovato traccia altrove, anche se una fase avanzata di
scrittura era stata confermata dalla casa editrice newyorkese ormai
parecchi anni addietro, oltre che da Dylan stesso in una intervista a
"Rolling Stones" del settembre 2012.
Per inciso, sul primo volume di Chronicles (davvero imprevedibilmente
splendido) consiglio la lettura di questa analisi, o meglio
decostruzione, a firma Scott Warmuth, dal titolo Bob Charlatan:
Ancora una volta, sia che per Chronicles si debba parlare di bricolage
letterario (come fa Carrera, se non ricordo male), oppure di tecnica
cut-up, o ancora di micro plagio diffuso e persino di puzzle
crittografico, Dylan ci rimescola continuamente
le carte in tavola e sembra dirci: accontentatevi di godere della mia
arte, ma non pensate di scoprirne i segreti di fabbricazione, visto che
forse neppure io li conosco.
Sia come sia, leggeremo la parte seconda delle sue cronache più o meno
autobiografiche, oppure paradossalmente una prima parte non allude di
per sè ad una seconda?
Buona, calda estate. Antonia.
Ciao Antonia,
perfettamente hai già detto tutto tu. Ci furono voci circa l'uscita di
Chronicles Vol.2 a dicembre 2019, poi le notizie finirono lì. Si parlava
addirittura di un Chronicles Vol. 3., ma ormai anche tui avrai imparato
che con Dylan non c'è niente di programmabile, come non lo fu per
Tarantula, per il quale l'editore dovette aspettare i comodi di Dylan
per poterlo pubblicare. Speriamo di riuscire a leggerli tutti e due, ma
per il momento possiamo solo sperare, di certo non c'è ancora niente.
Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Joan Baez, l’ultimo concerto ad
Attraverso Festival 2018
clicca qui
Sabato 11
Agosto 2018
Perth, Australia - Perth Arena, August
8, 2018
by Sean Tanner
DYLAN ATTRAVERSO GLI ANNI AUSTRALIANI
Prima di questo spettacolo serale, ho riflettuto ancora una volta sui
precedenti concerti australiani che avevo visto negli anni passati.
Spero che il mio vagabondare mi permetta di mettere quello di stasera in
un contesto extra.
1992 Perth Entertainment Centre
Una delle performance più incredibili che ho mai visto. Dylan ha davvero
suonato la canzone di Hendrix "Dolly Dagger"! Questo è stato il mio
primo spettacolo di Dylan e ho fatto un film, impressione duratura anche
oggi. Era accattivante, specie quando era solo lui e la sua
chitarra. Sono stato trasportato nell'intimità di quei primi suoi
spettacoli nei club negli anni '60.
1998 Australian Tour Melbourne x2, Sydney x 2 + Wollongong
Questo era Dylan al suo meglio. Ogni spettacolo era unico ma il primo
spettacolo di Sydney è stato il miglior concerto che ho visto, al centro
della scena in prima fila, ai piedi del mio idolo. Questo è stato un
grande tour ed è valsa la pena di viaggiare per vedere i 5 spettacoli!
2001 Perth Entertainment Centre POSTING ON EXPECTING RAIN
"Tutto sommato un ottimo inizio per il tour di Oz. In evidenza: MR
TAMBOURINE MAN, JUST LIKE A
WOMAN, STANDING IN THE DOORWAY,WICKED MESSENGER,
ROLLING STONE and HIGHWAY 61".
2003 Claremont
Il tour australiano del 2003 con Bill Burnette alla chitarra e una
consistente setlist che sembrava strutturata per adattarsi a lui. Lo
stesso Bob era al piano e nel complesso è stato deludente anche se il
luogo era bello, ho visto anche Ray Charles esibirsi quel giorno, quindi
quello è stato un ricordo che mi è rimasto dentro.
2007 Burswood Dome, Perth POSTING ON EXPECTING RAIN
"Dylan ha ancora una volta ha portato me ed i miei amici ad un altro
livello, la complessità dell'esibizione della sua band e di lui stesso
era qualcosa che io non ricordo di aver visto prima.
2011 Fremantle Blues & Roots Festival POSTING ON EXPECTING RAIN
"Mi dispiace ragazzi, ma nel complesso è stata una delusione, lontana
dalla profondità e bellezza dello spettacolo del 2007, ma il Fremantle
2011 Festival aveva poche cose, e spero che sia stata solo una serata
no, ma come sopra detto, ho trovato questo spettacolo come lo spettacolo
di Dylan più deludente a cui sono stato.
2014 - Riverside Theatre Perth Convention Center
Questa è stata la migliore esibizione di Dylan che ho visto in quel
periodo, abbinandola a quella speciale notte a Sydney del 2008 - la band
era precisa e fantasiosa.
Perth 2018: Non mi era piaciuto molto che Dylan suonasse solo la
tastiera durante i tour precedenti, ma questa volta l'esperienza è stata
diversa. Cosa era diverso? Credo perchè c’è stato un cambiamento nel suo
modo di suonare la tastiera, quelle deliziose cose che faceva con la
chitarra durante i tour degli anni 90 sembrano essere ora replicate al
pianoforte, quanto mi piace!
La voce di Bob sembra essere tornata alla forza dei tour australiani del
1998 e del 2001.
Quindi, come ha fatto Bob a ritornare così a Perth nel 2018? C'è qualche
altro artista che può essere così inventivo e fantasioso anche alla
venerabiule età di 77 anni?
Sebbene la setlist fosse la stessa di Singapore, suonava così fresca,
posso dire che ascoltare le clip su You Tube non rende giustizia alla
qualità di questo set attuale in termini di suono, arrangiamento,
consistenza ed esecuzione.
La voce di Bob sembrava così fresca (l'ho sentito meglio ad essere
sincero!) E adoro come suona il pianoforte. Canta e suona rilassato, la
band alla grande, certo frutto dell'esperienza.
Il suoi liks di piano mi ricordano certi suoi doodling di chitarra nei
set di fine anni 1990/ primi anni 2000.
C'è così tanta freschezza in questo set che abbiamo perso il crooning
canzone per canzone, ma c'è lo strano ricordo del passato per sapere che
è ancora così, Soon After Midnight torna alla mente, l’arrangiamento,
anche se fedele alla versione da studio, sembrava avere una trama extra
più adatta a uno studio che ad uno spettacolo dal vivo.
Quali sono stati gli elementi distintivi, beh, adoro l'attuale
arrangiamento di It Ain’t Me Babe e il lamento molto sentito che è Don’t
think Twice. Anche se c'è il suono dei Sun Studios in Duquesne Whistle
(questa ha avuto un swing da big band, il sonoro mi ricordava Benny
Goodman, Tommy Dorsey, ecc.), poi Thunder on the Mountain e una radicale
rielaborazione di Honest With Me (mi ci son voluti almeno 20 secondi per
capire cosa stava suonando).
Un cenno solo a “Trouble No More” Box Set che è stato una pubblicazione
che ho desiderato per anni (Amo quella Gospel era).
Ma aspettate, c'è dell'altro: Love Sick è portato su un altro livello
con un'intensità che avrebbe fatto orgogliosi i King Crimson. Sembra una
esagerazione ma questo hanno sentito le mie orecchie!
Ed i bis, con una delle mie canzoni preferite, Ballad of a Thin Man, che
per me, con Like a Rolling Stone riassume il periodo 1965-66.
Negatività? Il ragazzo dietro di me che ha detto seriamente dopo Make
You Feel My Love “Wow ha fatto una cover di Adele! Grrrrrrrrrrrr,
l’avrei picchiato.
Per il resto dei concerti Australiani, divertitevi con Bob e la band che
suonano incredibili.
Non perdeteli!
Sean Tanner, Perth, Australia
Venerdì 10
Agosto 2018
Talkin' 10553
- dinve56
Salve Mister,
ritengo anch'io improbabile un ritorno sul palco, insieme, di Joan Baez
e Bob Dylan e le ragioni di questo convincimento sono quelle che hai
detto tu, ma - lo ammetto - mi piacerebbe moltissimo che questo
capitasse. Sentirli ancora cantare insieme per la pace e la non violenza
in un momento drammatico come quello che il mondo sta attraversando,
sarebbe un evento davvero memorabile e denso di significato, aldilà di
ogni opinione politica. Speriamo che questo sogno si avveri, ma, se non
fosse così, per me, come per molti "ragazze e ragazzi" della mia
generazione, Bob e Joan sono stati, sono e saranno sempre la
personificazione dei valori di libertà, tolleranza, inclusione in cui
loro e noi abbiamo creduto, perchè "sesso, droga e rock and roll è lo
slogan con cui si sono etichettati gli anni sessanta, ma le cose non
erano affatto così superficiali.. Eravamo profondi, non eravamo
superficiali. Credevamo onestamente di poter cambiare il mondo, e lo
abbiamo fatto, in meglio" (Suze Rotolo, A freewheelin' time, p.
215).Lunga vita! Carla.
Penso che l'idea di
rivedere in tour insieme Bob e Joan affascini tutti i fans dei due
artisti indistintamente, anche se siamo consapevoli che questo non
avverrà mai. L'acqua passata non macina più e Bob è sempre stato
coerente con queste parole, lui guarda sempre al futuro, anche se questo
dovesse durare un giorno solo. Penso che i ricordi di Bob siano
gelosamente custoditi nel suo cuore e nella sua mente, ma mai
arriverebbe a riproporli su un palco. Questo successe nel 75/76 durante
la Rolling Thunder Revue, Bob baciò apertamente Joan mentre cantavano ma
questo segnò anche la fine del suo matrimonio con Sara. Sai, i desideri
di un fan sono una cosa, le esigenze di un artista sono altre e
comprendono molteplici aspetti. Un artista deve rispettare la sua arte,
ma a volte è costretto a cedere ad esigenze commerciali, e questo sarà
capitato a Dylan come a molti altri. Per un fan come siamo noi tutto è
possibile, ma noi non sappiamo quasi niente della vita privata di Bob e
nemmeno di quella di Joan! Però nessuno ci impedisce di sperare, e
allora perchè no? Hey Bob, a quando il tour con Joan? Live long and
prosper, Mr.Tambourine, :o)
Scusate per l’idea, forse frutto del
troppo caldo di questi giorni. Ho visto le tappe incredibili del tour
americano di Dylan. Tra i tanti “dylaniati” non c’è nessuno a cui è
venuto in mente di assistere a qualche tappa del tour ? Il volo più
economico è quello diretto per Miami e in Florida ci sono quattro o
cinque bellissime tappe. Con la formula fly and drive e dormendo in
motel economici la spesa non dovrebbe essere eccessiva. Una volta li
qualche biglietto lo troviamo. Io non ho certo tanti soldi, pero’ a
volte l’unione fa la forza. Scusatemi ancora se l’idea vi sembra folle.
Grazie ancora per la magnifica cura di questo sito
Iosella.
L'idea non è per
niente folle, conosco persone che fanno queste cose, ma sono persone che
lo fanno o per lavoro o per passione. Per esempio, il sindaco del mio
paese, che tra l'altro è una donna super-dylaniata, appena in America ci
sono date in luoghi vicini o nello stesso posto come capita di
solto a New York, lei prende i beglietti e l'aereo e vola dall'altra
parte del globo per vedere Bob per l'ennesima volta, pensa che dopo
essere stata eletta sindaco, alla prima riunione del consiglio comunale
lei era assente perchè a New York per tre concerti di Bob. La tua è una
bellissima idea, ma credo che costi un pochino di più che una piccola
somma, comunque, se qualcuno mi chiedesse o volesse aggregarsi o
contattarti fornirò loro la tua mail. Spero che tu riesca a realizzare
questo sogno, tantissimi auguri, live long and prosper, Mr.Tambourine,
:o)
Giovedì 9 Agosto 2018
Perth, Australia - Perth Arena, August
8, 2018
1. Things Have Changed (Bob on piano)
2. It Ain't Me, Babe (Bob on piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob on piano)
4. Simple Twist Of Fate (Bob on piano with harp)
5. Duquesne Whistle (Bob on piano)
6. When I Paint My Masterpiece (Bob on piano and harp)
7. Honest With Me (Bob on piano)
8. Tryin' To Get To Heaven (Bob on piano)
9. Make You Feel My Love (Bob on piano with harp)
10. Pay In Blood (Bob on piano)
11. Tangled Up In Blue (Bob on piano)
12. Early Roman Kings (Bob on piano)
13. Desolation Row (Bob on piano)
14. Love Sick (Bob on piano)
15. Don't Think Twice, It's All Rights (Bob on piano) (slowed down
version)
16. Thunder On The Mountain (Bob on piano)
17. Soon After Midnight (Bob on piano)
18. Gotta Serve Somebody (Bob on piano)
(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on piano with harp)
20. Ballad Of A Thin Man (Bob on piano)
Ciao Mr. Tambourine, volevo dirti che ho
letto la recensione di Fabrizio Basso sul concerto di Joan Baez che ha
tenuto al Teatro Romano a Verona, concerto d'addio e da Dio, permettimi
il gioco di parole. Anche se non ho assistito al concerto, mi sono
emozionato lo stesso. Guarda, se ce l'avessi davanti le direi "Grazie
Grande Signora, ti stimo e ti apprezzo ancora di più, hai dato tanto,
sostenuto tanto da sempre, e hai voluto portare alcuni pezzi
meravigliosi del (tuo) Dylan, anche in questo concerto d'addio, cosa che
invece, purtroppo, Dylan non fa da decenni con le tue (o prese in
prestito) altrettanto belle ballate..Diamonds & Rust, Donna Donna,
Cambodia, We Shall Overcome, Gracias a la Vida, Here's To You solo per
citarne alcune". Già.. solo Sinatra ha in mente (con tutto il rispetto
dovuto, e ne abbiamo le palle piene, almeno io). Sarebbe proprio bello,
GIUSTO, doveroso, onesto e riconoscente, almeno una volta, adesso, in
questo suo Tour, Lui ti omaggiasse con alcuni pezzi tuoi nei suoi
concerti. Meglio da vivi che da morti. O magari un Tour ancora insieme
come ai bei tempi, l'ultimo tuo Tour, il cerchio che si chiude.Te lo
deve, lo deve a te, in parte se è quel che è. Ma si sa, Dylan è Dylan,
fa quel che vuole, è capace di far pubblicità a una motosega, come a un
auto, a mutande e corsetti, capace di mettersi a saldare cancelli,
vendere vino e quadri, per una volta sarebbe bello che in quella sua
testa di genio incompreso, prevalesse un ombra di sentimento
riconoscente. Chissà, forse Dylan piangerà per questo, noi non sappiamo
niente. Forse sarà piu triste sapendo che ora ti sei ritirata, magari
penserà il prossimo sono io.. o forse no..noi non sappiamo niente. Sei
stata grande, fin troppo riconoscente, con la tua creatura, che hai
lanciato e fatto scoprire al mondo intero.Ti dico Grazie, grazie
davvero, una Signora di Classe fino alla fine dei tuoi concerti.
Avercene. Da parte mia Here's to you, Joan Baez, Rest forever here in
our hearts...
Ciao Mr. Tambourine, alla prossima. Ale '65.
Purtroppo Dylan non ha
più la voce per poter duettare e fare il controcanto a Joan come faceva
una volta, poi la loro storia è finita oltre 40 anni fa e Dylan non è
uno che rivanga il passato. E' stato bello ma è finito, come nei bei
film, hanno preso strade diverse e sono anni che non si sentono. Che lei
oggi canti alcune canzoni di Bob penso che, oltre all'affetto che può
esserle rimasto nel cuore, faccia molto show e molto businnes, insomma a
Joan fa buon gioco eseguire quelle canzoni, a Dylan invece non
servirebbe a niente, se non a fare un omaggio personale a lei, ma dubito
che lo farà. Però con Dylan non è mai detta l'ultima parola, ci si può
aspettare tutto e niente, quindi crederci e sperare non costa niente,
quindi perchè non farlo? Tu hai espresso quello che potrebbe essere il
desiderio di molti, e ben hai fatto! Rimarrebbe da fare l'enorme
discussione se Dylan sia stato volgare ed irriconoscente nei confronti
di Joan, se l'avesse "usata" come scorciatoia per il successo che è
sempre stato il primo target di Bob, per raggiungere il quale ha
calpestato e dimenticato molti suoi amici e compagni di viaggio, ma la
verità su questi fatti, la vera verità, noi non la sapremo mai, possiamo
solo fare supposizioni dedotte da eventi avvenuti, ed anche se non prive
di logica supposizioni rimangono. Per finire, l'idea di un "Last-Tour"
Dylan/Baez è suggestiva e niente e nessuno ci vieta di sperarci. Grazie
per la tua mail, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Grazie per la
segnalazione caro Stefano, l'avevo letto anch'io ieri ed avevo
programmato di postarlo oggi, poi è arrivata la tua mail e quindi ho
fatto retromarcia lasciandoti giustamente il merito della notizia.
Grazie ancora, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Mercoledì
8 Agosto 2018
Talkin' 10549
- paolo.manclossi
Nel suggestivo "Teatro Romano" di
Verona....fratellino minore della piu' nota Arena ho avuto il piacere di
ascoltare quello che viene considerato l'ultimo tour di quella che
giustamente fu nominata la "regina" incontrastata del movimento folk
americano. Impacchettata in questa etichetta in realta' molto stretta
per un'artista capace ancora oggi di emozionare con una presenza scenica
scarna come lo e' sempre stata ma capace di riempire il tempo da lei
dedicato "nell'ammaliare" ancora un pubblico a lei riconoscente.
Ormai da sessant'anni sulla scena anche a Verona ci ha regalato momenti
di grande coinvolgimento accompagnato dalla sua "big band" come l'ha
presentata lei stessa in apertura del concerto. Un accompagnamento
ridotto ai minimi termini e affidato al figlio percussionista e ad un
ottimo pluristrumentista...un supporto vocale di ottimo livello a fare
da supporto ad una voce meno potente, ma non potrebbe essere
diversamente, ma capace ancora di ammaliare e coinvolgere l'ascoltatore.
Circa 2000 persone ad ascoltarla. Una set list di grandi
canzoni....quasi sussurrate ma cantate con tanta partecipazione e
perche' no "amore". Lei la grande Joan Baez protagonista indiscussa ma
le canzoni? Grandi canzoni....lei la "regina" ma incontrastata ed
evidente la presenza del suo "re"..."Don't Think Twice"..."Farewell
Angelina"...."Baby Blue"..."Forever Young"...."A hard rain's a-gonna
fall"....senza sbavature o storpiature linguistiche...chiare come non
mai....Eravamo li' ad ascoltare Joan ma grazie a lei non potevamo
dimenticare da dove questi "gioiellini" inarrivabili arrivavano. Grazie
Joan.
Ciao Paolo, anch’io
sono convinto che Joan non abbia mai tirato fuori dal suo cuore Bob. Lo
dimostra questo ultimo tour farcito di canzoni dylaniane. Qualcuno si
chiederà perchè, ma al cuor non si comanda e certe cose rimangono dentro
di noi anche dopo tutta una vita. Certo Bob è più riservato e solo
ultimamente ha parlato positivamente di Joan come artista, ma
guardandosi bene dal dire qualcosa sulla loro passata relazione. Quella
fu una cosa loro e sempre rimarrà di loro esclusiva proprietà, tutti lo
sanno quindi perchè parlarne? A volte è davvero banale ripetere sempre
le stesse cose. Le loro canzoni sono cosa di tutti, la loro storia è
solo loro. Live long And prosper, Mr.Tambourine, :o)
Bob Dylan inarrestabile, altre 28 date
americane confermate
04 Ottobre 2018 - Phoenix, AZ - Comerica
Theatre
05 Ottobre 2018 - Tucson, AZ - Tucson Music Hall
07 Ottobre 2018 - Albuquerque, NM - Kiva Auditorium
09 Ottobre 2018 - Midland, TX - Wagner Noël Performing Arts Center
10 Ottobre 2018 - Irving, TX - The Pavilion at the Toyota Music Factory
12 Ottobre 2018 - Tulsa, OK - River Spirit Casino Resort
13 Ottobre 2018 - Thackerville, OK - WinStar World Casino and Resort
14 Ottobre 2018 - Sugar Land, TX - Smart Financial Centre
16 Ottobre 2018 - Lafayette, LA - Heymann Center
17 Ottobre 2018 - Mobile, AL - Mobile Saenger Theatre
19 Ottobre 2018 - St. Augustine, FL - St. Augustine Amphitheatre
20 Ottobre 2018 - Clearwater, Florida - Ruth Eckerd Hall
21 Ottobre 2018 - Sarasota, FL - Van Wezel Performing Arts Hall
23 Ottobre 2018 - Fort Myers, FL - Barbara B. Mann Performing Arts Hall
24 Ottobre 2018 - Fort Lauderdale, FL - Broward Center for the
Performing Arts
26 Ottobre 2018 - Orlando, FL - Walt Disney Theater | Dr. Phillips
Center for the Performing Arts
27 Ottobre 2018 - Macon, GA - Macon City Auditorium
28 Ottobre 2018 - Chattanooga, TN - Tivoli Theatre
30 Ottobre 2018 - Huntsville, AL - Mark C. Smith Concert Hall - Von
Braun Center
31 Ottobre 2018 - Knoxville, TN - Tennessee Theatre
02 Novembre 2018 - Asheville, NC - Thomas Wolfe Auditorium
03 Novembre 2018 - Durham, NC - Durham Performing Arts Center
04 Novembre 2018 - North Charleston, South Carolina - North Charleston
Performing Arts Center
06 Novembre 2018 - Savannah, GA - Johnny Mercer Theatre
07 Novembre 2018 - Augusta, GA - The Bell Auditorium
09 Novembre 2018 - Charlotte, North Carolina - Ovens Auditorium
10 Novembre 2018 - Roanoke, VA - Berglund Performing Arts Theatre
11 Novembre 2018 - Richmond, KY - EKU Center for the Arts
Tutti, se siamo
fortunati, abbiamo la possibilità di invecchiare. La vecchiaia è, come
si usa dire “una brutta bestia”, ma questo non sembra riguardare Bob
Dylan. Lui sembra passare attraverso le porte del tempo con lo stesso
inalterato spirito di quando ha iniziato. Certo, la voce è cambiata,
l’aspetto fisico anche, ma la “leggenda” che ha creato è rimasta
inalterata.
Un intellettuale come Marc Augé – etnologo e scrittore reso celebre
dalla teoria dei non-luoghi – ci spinge a riflettere su quello che
tendiamo ad ignorare o sottovalutare, ci mette di fronte a quello
specchio che anno dopo anno riflette un volto diverso, a volte
spietatamente, lontano dall’immagine di se stesso che ognuno di noi ha
dentro di lui.
Una delle caratteristiche fondamentali della nostra società odierna è la
capacità e la volontà di rimozione di alcune categorie spazio-temporali.
Le distanze geografiche sono state quasi azzerate dagli aerei che fanno
perdere il senso della lontananza anche culturale di paesi e popoli
diversi, così come il nostro inutile tentativo di cancellare la
vecchiaia, di rimuoverla dal nostro pensiero che ci costringe di
continuo a fare i conti con il passare degli anni, spesso con imbarazzo,
fastidio e dolore.
Tra i maggiori inconvenienti dell’età più avanzata ci sono la malattia,
la nostalgia e la solitudine. Il fatto è che si può vivere a lungo senza
vedere molti amici cari e parenti scomparire, e con loro un pezzo della
nostra vita. Qualcuno riesce a superare questi eventi, altri si lasciano
vincere e cominciano a spegnersi a poco a poco. Se penso a Dylan sono
certo che anche lui ha dovuto soffrire dolori fisici e morali come
ognuno di noi, ha perso tante persone care, tanti amici, tanti amori,
eppure sembra non essersi lasciato influenzare da questi eventi naturali
anche se dolorosi. Lui continua, sera dopo sera, a salire sul palco, in
qualunque parte del mondo, canta le sue canzoni, accenna un leggero
inchino e se ne va senza dire una parola. Anche in questo è unico,
qualcuno lo biasima per questo, continuando a sbagliare,, come Luigi XVI
di Francia che, la sera del 14 luglio 1789, scrisse sul suo diario
giornaliero: “Oggi, niente di nuovo”. Altri invece hanno capito ed
allora va bene così.
Tutti abbiamo le nostre personali macchine del tempo. Alcune ci
riportano indietro, e si chiamano ricordi. Altre ci portano avanti, e si
chiamano sogni. Anche Dylan vive di ricordi e di sogni come noi, solo
che lui è capace di raccontarli in meravigliose canzoni. Deo gratias!
Mr.Tambourine, :o)
Martedì 7 Agosto 2018
Singapore - Star Performing Arts
Centre, Star Theatre, August 6, 2018
1. Things Have Changed (Bob on piano)
2. It Ain't Me, Babe (Bob on piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob on piano)
4. Simple Twist Of Fate (Bob on piano with harp)
5. Duquesne Whistle (Bob on piano)
6. When I Paint My Masterpiece (Bob on piano)
7. Honest With Me (Bob on piano)
8. Tryin' To Get To Heaven (Bob on piano with harp)
9. Make You Feel My Love (Bob on piano with harp)
10. Pay In Blood (Bob on piano)
11. Tangled Up In Blue (Bob on piano)
12. Early Roman Kings (Bob on piano)
13. Desolation Row (Bob on piano with harp)
14. Love Sick (Bob on piano)
15. Don't Think Twice, It's All Rights (Bob on piano)
16. Thunder On The Mountain (Bob on piano)
17. Soon After Midnight (Bob on piano)
18. Gotta Serve Somebody (Bob on piano)
(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on piano with harp)
20. Ballad Of A Thin Man (Bob on piano)
Valerio Billeri e le Ombrelettriche ti
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Valerio Billeri
Joan Baez in concerto a Verona: La
recensione
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Lunedì 6 Agosto 2018
Talkin' 10547
- giacomocarveni
Oggetto: Maravich
Salve,
Nono sono un grande conoscitore di Dylan (al contrario di mio padre che
è un cultore ), ma mi sono imbattuto nella storia di Pete Maravich
attraverso Federico Buffa e vorrei capire se come viene detto, ci sia
una sorta di dedica a lui all’interno del brano Dignity. Vi ringrazio in
anticipo per la risposta.
Ciao Giacomo, molto
probabilmente anche tra i nostri "accaniti" lettori non tutti sanno che
"Dignity" fu ispirata dalla morte di Pete Maravich che fu forse il
miglior giocatore che il basket americano abbia mai avuto. Quando le
radio diffusero la notizia Dylan fu molto colpito dalla morte di quello
che forse, era stato uno degli idoli sportivi di Bob. Si ritirò in casa
sfogando tutto il suo dispiacere scrivendo una fantastica canzone "stile
Dylan", appunto "Dignity", trattando un tema già affrontato in altri
modi da Dylan, alla sua maniera, narrando che aveva fatto molte domande
ma senza avere avuto nessuna risposta. Nella canzone non c'è nessuno
specifico riferimento a Pete, ma la sua improvvisa scomparsa fu quella
che spinse Dylan a chiedersi con disillusione se qualcuno avesse mai
visto di persona la dignità. La dignità, specialmente nella nascente
America che ha sfruttato tutto e tutti per diventar grande, era
una cosa non nota e non di moda, ne sanno qualcosa i nativi americani
sterminati senza pietà, i milioni di negri comprati e venduti come
animali per lavorare nei campi di cotone del sud, per arrivare ai
giapponesi che si son beccati 2 bombe atomiche in testa dai civilissimi
americani. Comunque, passando sopra alle premesse negative, ecco un pò
il riassunto della storia:
“La notizia, passata
da tutte le radio, era che Pete Maravich, detto “Pistol Pete”, il
famosissimo fuoriclasse del basket, era crollato su un campo a Pasadena
e non si era più rialzato. Maravich era qualcosa da vedere – zazzerone
di capelli stile Beatles, calzini abbassati, un vero prestigiatore del
parquet di basket, uno che avrebbe potuto giocare con una benda sugli
occhi”.
Un certo Bob Dylan, interprete di folk songs ormai lontane nel tempo,
seppure ignorasse che Pete da piccolo, nel sottoscala di casa si
allenava davvero con gli occhi bendati e guanti da apicoltore su
pressante volere del padre Peter, fu veramente scosso dalla notizia
della sua morte. Di conseguenza si rinchiuse in casa per qualche giorno
per comporre una canzone davvero commovente, intitolata Dignity, un
pezzo nel quale affida a personaggi strambi, uno grasso, uno magro, uno
povero, uno cieco, una cameriera, un inglese ed altri, la domanda vana
di dove si potesse trovare la cosìdetta dignità, senza ottenere in
cambio alcuna risposta, nemmeno dal Principe Filippo di Edimburgo,
consorte della Regina Elisabetta II. Il 5 gennaio 1988, mentre giocava
una partitella dimostrativa (si era da tempo ritirato dal basket) nel
ginnasio di Pasadena (invitato da un giornalista), mentre sta bevendo un
pò d'acqua alla fontanella a bordo campo, si accascia a terra
improvvisamente colpito da infarto. Analisi successive rivelano che in
realtà aveva una malattia congenita mai diagnosticata: non aveva
l'arteria coronaria sinistra.
ACCADE OGGI, 5/1/1988: a Pasadena, CA, su un campo da gioco muore
Pete “Pistol” Maravich
Il viaggio di oggi, lo
ammettiamo, è triste, davvero triste per chi ama la palla a spicchi. Ma,
come sempre, ci piace partire da lontano, per farvi vivere più
intensamente possibile questa storia, con uno sguardo prima al passato e
poi all’immediato attimo dopo l’evento che vi stiamo per raccontare.
Partiamo da quest’ultimo: se siete amanti di Robert Zimmerman, più noto
come Bob Dylan, conoscete la canzone Dignity, incisa nella notte tra il
5 e il 6 gennaio del 1988. Testo forte, come in ogni canzone della star
del Minnesota, e con un significato particolare, dedicato proprio al
nostro protagonista: Peter Press Maravich, ma per tutti Pistol Pete. Era
mattina quando Bob Dylan apprese tramite radio la notizia della
scomparsa del suo giocatore preferito, era con sua zia e, incredulo,
ricordava tutte le giocate che gli vide fare una delle tante sere in cui
Pistol dava spettacolo. Non poteva essere vero, no. Un uomo del genere
non può andarsene così, con così poco clamore. Andava onorato, come si
fa con i veri idoli della propria infanzia. Quella notte fu incisa
“Dignity” (
https://www.youtube.com/watch?v=gSy267PTSnY ). Cosa spinse
quella sera Robert o Bob che sia a scrivere quella canzone commemorativa
non è importante, ciò che più conta è quello che Pete aveva lasciato
dentro i cuori di tutte quelle persone che almeno una volta lo avevano
visto con una palla in mano. Passo indietro, di circa 24h. Da casa della
zia di Zimmerman ci spostiamo nell’estremo sud della California, sulla
costa occidentale degli Stati Uniti, a Pasadena. Nella scuola di un
ginnasio vecchia maniera, legato alla Chiesa del Primo Nazareno, sta
disputando, su invito probabilmente di James Dobson, giornalista di
Focus on the Family, una partitella in cui si vede la doppia natura di
Pistol Pete. Da un lato ancora in grado, a 40 anni, di comporre sonetti
su un campo da basket, di stupire chi non riesce a staccare gli occhi da
lui, dall’altro una persona che non ha più reali contatti col mondo
terreno, che ha dedicato le ultime battute della sua vita alla
conversione totale al cristianesimo e all’idea che l’ufologia fosse
fondata e che, prima o poi, saremmo andati incontro ad una nuova
civilizzazione. Questo dualismo, che lo ha accompagnato duranti gli
ultimi 5 anni della sua vita, non lo ha reso meno straordinario, anzi.
Questa sua capacità di vivere due mondi diversi lo ha reso ancor più
speciale, anche se agli occhi di qualcuno poteva sembrare del tutto
lunatico. Saranno sue le parole “I want to be remembered as a Christian,
a person that serves Him [Jesus] to the utmost, not as a basketball
player” (Voglio essere ricordato come un cristiano, una persona che ha
servito Gesù al massimo, non solo come un giocatore di basket). No, come
ripeteva Bob Dylan, non può essere. Non poteva finire. Dopo qualche giro
difensivo di riposo, qualcuno urla “Water break!”, per rifiatare. Come
in ogni palestra c’è la solita fontanina, dove basta premere un pulsante
per veder saltar fuori un getto d’acqua. Stando a quello che hanno
raccontato i presenti, fortunati come pochi, Dobson udì le ultime parole
di Pete: “Pete come ti senti?” chiese James. La risposta fu immediata:
“I feel great, sto benissimo!”. Ecco, quelle furono le sue ultime
parole. Qualche attimo dopo, vicino a quella stessa fontanina, cade a
terra, senza vita, vittima di un’insufficienza cardiaca. Sarà la sua
ultima caduta, quella più importante, quella più brutta. L’autopsia
rivelerà, però, una delle cose più sconcertanti. La sua morte non è
dovuta ad un “semplice” infarto o come lo abbiamo definita prima. Il
dottore che lo ispeziona non conosce Pete Pistol e non crede alle parole
dei cari quando gli spiegano che era un Pro Basketball. Con la dovuta
cautela, il dottore spiega alla moglie Jackie e ai figli che Pete è
stato un miracolato, perché ha vissuto 40 senza l’arteria coronaria
sinistra. Per gli altri esseri umani, escludendo Maravich quindi, il
tempo di vita stimato è di 8 anni. Non appena l’arteria coronaria destra
non ha retto, il cuore, il grande cuore di Pete Pistol si è fermato.
Il ricordo di Pete Pistol a Baton Rouge, Louisiana. (waymarking.com)
Si è fermato su un campo da basket e non poteva essere diversamente.
Così come i soldati cadono sul campo di battaglia, così come i pugili si
accasciano sul ring, così il cuore di Pistol ha smesso di battere su un
parquet lucido, pulito, come ai vecchi tempi in cui gioca a LSU. C’era
quando è stato inserito nella Hall of Fame ma non c’era quando è stato
inserito tra i migliori 50 giocatori di sempre. A ricevere
quell’onorificenza c’erano gli stessi figli che ascoltarono quelle
parole dal dottore. Ci furono due scene estremamente toccanti: la prima
è con Isaiah Thomas, la seconda è con Magic Johnson. Il playmaker dei
Detroit Pistons, nel sottopassaggio, fermò i figli di Pete e gli disse:
“Volevo dirvi che ogni mio movimento sul campo è stato ispirato da
vostro padre”. La stessa cosa fece Magic che ammise: “I miei grandi
Lakers sono stati chiamati la squadra dello Show Time. Ma il vero Show
Time era il vostro papà”. Ad entrambi gli All Star non fu dato nulla più
di un semplice “Grazie”.
Ed è lo stesso GRAZIE che noi rivolgiamo agli dei del basket, al papà
Peter detto Press, alla mamma Helen, a chi lo ha forgiato, a chi ha
creduto in lui, a chi gli ha permesso di giocare ed insegnare che cos’è
la pallacanestro. Grazie Pete, ti saremo sempre riconoscenti. Non lo
dimenticheremo mai!
Hong Kong - Hong Kong Convention and
Exhibition Centre, August 4, 2018
1. Things Have Changed (Bob on piano)
2. It Ain't Me, Babe (Bob on piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob on piano)
4. Simple Twist Of Fate (Bob on piano with harp)
5. Duquesne Whistle (Bob on piano)
6. When I Paint My Masterpiece (Bob on piano with harp)
7. Honest With Me (Bob on piano)
8. Tryin' To Get To Heaven (Bob on piano)
9. Make You Feel My Love (Bob on piano with harp)
10. Pay In Blood (Bob on piano)
11. Tangled Up In Blue (Bob on piano)
12. Early Roman Kings (Bob on piano)
13. Desolation Row (Bob on piano)
14. Love Sick (Bob on piano)
15. Don't Think Twice, It's All Rights (Bob on piano with harp)
16. Thunder On The Mountain (Bob on piano)
17. Soon After Midnight (Bob on piano)
18. Long And Wasted Years (Bob on piano)
(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on piano)
20. Ballad Of A Thin Man (Bob on piano)
19 Agosto 2018 - Sidney, Australia
- Enmore Theatre
13 Ottobre, 2018 - Thackerville, OK, USA
- Global Event Center
03 Novembre
2018 - Durham, North Carolina, USA - Durham Performing Arts Center
04 Novembre 2018 - North Charleston, South Carolina, USA - North
Charleston Performing Arts Center
07 Novembre 2018 - Augusta, Georgia, USA - William B. Bell Auditorium
09 Novembre 2018 - Charlotte, North Carolina. USA - Ovens Auditorium
Sabato 4 Agosto 2018
Yuzawa-cho, Niigata, Japan - Olympic
Gymnastics Arena, July 29, 2018
di Soichiro Irie
La notizia della presenza di Bob sul palco del FUJI ROCK Fest ci ha
sorpreso.
È la prima esibizione di Bob in un grande concerto all'aperto dal '94
per la Great Music Experience in Giappone. Eravamo preoccupati per il
tifone che si stava avvicinando al Giappone, ma il 29 luglio, ha piovuto
e alla fine si è fermato. Ero sollevato. Ad ogni modo, ecco la mia
recensione.
1. Things Have Changed
La prima canzone non è stata "All Along The Watchtower". Non c'erano
grandi fari per illuminare il palco. Va bene. La Bob's Fest è iniziata.
2. It Ain't Me, Babe
Il suo canto era molto potente.
3. Highway 61 Revisited
Ha strapazzato la tastiera del piano. Rock & roll ardente!
4. Simple Twist Of Fate
Sta diventando buio e c’era una bella brezza. Bellissimo "Semplice Twist
Of Fate". Da perfezionare. Alla fine della canzone Bob ha suonato alcune
note divertenti al pianoforte.
5. Duquesne Wistle
Groovy swing. La voce di Bob si libera.
6. When I Paint My Masterpiece
Nessuna introduzione. Comincia a cantare "Oh, le strade di Roma ...
"Siamo così felici di ascoltare questa canzone!
7. Honest With Me
Desideravo sentire questo nuovo arrangiamento! Twist and shout! Proprio
come Little Richard. Lui sorride.
8. Tryin 'To Get To Heaven
La canzone delle isole deserte di Kazuo Ishiguro. Bellissima.
9. Don't Think Twice, It's All Right
L'introduzione è stata un po' pasticciata. Sul grande schermo a LED,
Donnie Herron sembrava sorpreso. Ho pensato che questa canzone non fosse
in scaletta.
10. Thunder On The Mountain
L'arrangiamento Surf-Rock anni 50-60. Così groovy. Abbiamo ballato
tutti. Incredibile il 77enne!!
11. Make You Feel My Love
L'anno scorso, Bob non ha suonato l'armonica. Ero felice di sentirla di
nuovo. Andiamo ai confini della terra per te, Bob!
12. Early Roman Kings
Heavy blues! Stu non ha suonato le maracas. Io non ho potuto vedere il
grande Muddy Waters, ma ho visto Bob Dylan.
13. Desolation Row
Grande performance. È stato fantastico, spettacolare e magnifico.
Immaginate! La jam di Bob e Donnie è stata un lavoro professionale.
14. Love Sick
Amo questa canzone. Non ci son state canzoni di Sinatra, ma questa"Love
Sick" era vellutata, così sexy.
15. Ballad Of A Thin Man
Climax. Volevo che suonasse al centro della scena, ma non l'ha fatto. Va
bene. Sono stato davvero commosso dall’assolo ardente di armonica.
16. Blowin 'In The Wind
Introduzione lunga. Sembrava che a Bob piacesse suonare la frase del
pianoforte. Assolo di arpa amazzonica. Bob con i capelli agitati dal
vento. Torna presto Bob, ci manchi già!
Il Concerto per il Bangla Desh: quando
il rock diventò “buono”
clicca qui
Venerdì 3 Agosto 2018
Taipei, Taiwan - International
Convention Center, August 2, 2018
1. Things Have Changed (Bob on piano)
2. It Ain't Me, Babe (Bob on piano)
3. Highway 61 Revisited (Bob on piano)
4. Simple Twist Of Fate (Bob on piano)
5. Duquesne Whistle (Bob on piano)
6. When I Paint My Masterpiece (Bob on piano and harp)
7. Honest With Me (Bob on piano)
8. Tryin' To Get To Heaven (Bob on piano and harp)
9. Make You Feel My Love (Bob on piano and harp)
10. Pay In Blood (Bob on piano)
11. Tangled Up In Blue (Bob on piano)
12. Early Roman Kings (Bob on piano)
13. Desolation Row (Bob on piano)
14. Love Sick (Bob on piano)
15. Don't Think Twice, It's All Rights (Bob on piano and harp)
(great Honky Tonk version)
16. Thunder On The Mountain (Bob on piano)
17. Soon After Midnight (Bob on piano)
18. All Along The Watchtower (Bob on piano)
(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on piano)
Giovedì 2 Agosto 2018
Dylan ha suonato la chitarra in due
canzoni a Fuji