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Martedì 31 Luglio 2018

Un anziano Dylan annoia Seoul con testi irriconoscibili

Bob Dylan non si è distinto nel concerto tenutosi a Seoul venerdì alla Gymnastics Arena di Olympic Park nel sud di Seoul. Era piuttosto difficile capire cosa stesse dicendo a causa della sua voce aspra e roca, riferisce The Korea Times.

"È un peccato non aver capito una parola di quelle che Dylan ha detto, lui è un autore acclamato per i suoi testi e le sue canzoni senza pari", ha detto una donna di mezza età che ha detto di chiamarsi Song. "Ma rispetto molto la sua forza e la passione per la musica, come può un 77enne recitare ininterrottamente per due ore? Deve avere all'incirca la stessa età di Na Hoon A, vero?". Na Hoon A è un cantante coreano che è soprannominato "l'imperatore del trotto" grazie alla sua potente voce e carisma.
Il premio Nobel è noto per il suo stile vocale unico, borbottante nel suo cantare, ma la maggior parte delle canzoni che ha suonato durante il concerto erano difficilmente riconoscibili se non grazie alla band che suonava con lui.

(Fonte: http://www.thestandard.com.hk/breaking-news.php?id=111253&sid=6 )

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Talkin' 10544 - g.modena

Ciao Mr.Tambourine,
Ho letto la recensione del concerto di Seul e sono rimasto stupefatto perchè Dylan ha suonato la chitarra in due pezzi. Dylan ci sorprende sempre!
Giorgio.

Scusami se non sono d'accordo con le tue parole caro Giorgio. Dovrebbe essere il contrario, voglio dire, dovremmo stupirci quando insiste a suonare il piano pur essendo chiaro che non è un pianista da palco. Può ottenere cose discrete in sala d'incisione con la possibilità di sovraincidere le cose venute male, ma dal vivo quando sbagli sbagli. Ricordiamo tutti i primi anni con la tastiera ed il suono tipo Bontempi pling plong. Abbiamo sentito cose turche, ma siccome era Dylan chiudevamo tutti e due gli occhi. Oggi, dopo alcuni anni di insistenza col pianoforte è certamente migliorato molto, ma dal vivo è un pianoforte sprecato se pensiamo alle possibilità sonore ed espressive di quello strumento. Invece la chitarra la suona da quasi sessant'anni, ed anche se non è un Eric Clapton diciamo che l'esperienza riduce la differenza. Quindi, per concludere, io non mi stupisco quando Dylan suona la chitarra, non è una sorpresa, per me è più spiacevole quando invece suona il piano! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Lunedì 30 Luglio 2018

Yuzawa-cho, Niigata, Japan - Fuji Rock Festival '18, Naeba Ski Resort, July 29, 2018

  

1. Things Have Changed
2. It Ain't Me, Babe
3. Highway 61 Revisited
4. Simple Twist Of Fate
5. Duquesne Whistle
6. When I Paint My Masterpiece
7. Honest With Me
8. Tryin' To Get To Heaven
9. Don't Think Twice, It's All Right
10. Thunder On The Mountain
11. Make You Feel My Love (Bob on harp)
12. Early Roman Kings
13. Desolation Row
14. Love Sick
15. Ballad Of A Thin Man (Bob on harp)
16. Blowin' In The Wind (Bob on harp)

 

 
Domenica 29 Luglio 2018

Seoul, South Korea - Olympic Gymnastics Arena, July 27, 2018

di Jeff Beresford-Howe

È difficile immaginare una sala meno accogliente o calda di quella della Olimpic Gymnastics Arena di Seoul, dove Bob ha scelto di aprire il tratto estivo del suo ultimo tour. Bob era infuocato ed è stato uno spettacolo meraviglioso. Come è diventato tradizione dalle prime date del tour, stava provando qualcosa: ha aperto con "All Along the Watchtower" (!), ha suonato "When I Paint My Masterpiece" e chiuso con "Gotta serve somebody". (Un omaggio alla grandissima comunità cristiana di Seoul?). Watchtower" è stata un po' un disastro ferroviario: il suo microfono era spento per la prima metà della canzone, presumibilmente a causa del monitor col sistema monitor nelle orecchie o il mix del palcoscenico, Bob non se ne è reso conto. Alla fine, un roadie ha avvertito Tony che ha a sua volta ha riferito la situazione a Bob, e Bob, dopo aver cambiato microfono, ha continuato con l'ultimo verso come se nulla fosse accaduto, poi ha fatto fare un altro assolo strumentale e poi ha cantato da capo i primi due versi. E a proposito di quell’intermezzo strumentale, è stato caratterizzato da un assolo di chitarra elettrica molto gustoso fatto nientemeno che da Bob stesso, che ha suonato la chitarra elettrica sia in "Watchtower" ed in "Don’t Think Twice" prima di ritirarsi dietro il piano. La band sta davvero scavando nelle melodie, giocando con gli arrangiamenti e dando a Bob un sacco di spazio per l’improvvisazione vocale: ha cantato molto spontaneamente “Masterpiece” e “Gotta serve somebody”e, come sempre, "Tangled Up in Blue". Al tremendo
effetto - il suono nell'arena è stato, con mia grande sorpresa, superbo, ed ero al centro della 9a fila. Potevo sentire ogni parola chiaramente. (Anche il pubblico di Seoul ha qualcosa a che fare con questo: come in Giappone, è profondamente diverso dal buon vecchio pubblico degli Stati Uniti, hanno ascoltato tranquillamente le canzoni, poi hanno esultato come matti tra una melodia e l'altra. Adoro vedere spettacoli in Asia.)
Bob ha sparato fuori "Autumn Leaves". Santo cielo. Mi è venuta la pelle d’oca. Oltre a ciò, però, oltre a questa, nessun’altra cover di Sinatra. La sua interpretazione di "Tangled Up in Blue" lo ha trasformato in una specie di bambino scherzoso che faceva il buffone nella sala di un bar. Io lo amo. "Masterpiece" è stata magnifica, tutto ciò che speravo fosse. Complimenti anche a "Make You Feel My Love", che ha fatto svenire un sacco di ragazze adolescenti, che immagino abbiano familiarità con essa come una melodia di Adele, e "Tryin' to Get to Heaven".
Il pubblico era piuttosto giovane - ho 59 anni e ho visto che ero nel 5% fra i più vecchi del pubblico, ed ero seduto accanto a un diciassettenne che era al il suo primo spettacolo di Dylan. Parlava un ottimo inglese e in seguito mi ha detto che la sua canzone preferita era "Early Roman Kings", che ha definito “la più cattiva". Ora vivo in Cina, quindi le mie possibilità di vedere Bob non sono molto frequenti; il mio ultimo spettacolo prima di questo fu a Sapporo nel '14. Stavo dicendo
ai miei amici che questo era probabilmente la mia ultima possibilità di vederlo, ma penso di essermi sbagliato. Appariva e suonava alla grande, e lui stava sicuramente divertendosi. Non vedo perché dovrebbe smettere.

 

 
Sabato 28 Luglio 2018

Nuovo doppio CD di Bob Dylan

La Sony ha pubblicato un doppio CD di Bob Dylan intitolato “Live 1962 - 1966: Rare Performances From the Copyright Collections”, una raccolta di brani dal vivo precedentemente disponibili su base limitata e in quantità molto ridotte.
Le canzoni raccolte nei due CD sono tratte da compilation a tiratura limitata che Sony ha rilasciato negli ultimi sei anni per proteggere le registrazioni dalla legge europea sul copyright, che stabilisce che le registrazioni che rimangono inedite per 50 anni entrano nel pubblico dominio.
Tra i tesori ritrovati nel nuovo set c'è un duetto con Joan Baez in "When the Ship Comes In" registrato alla Marcia su Washington, poco prima che Martin Luther King Jr. pronunciasse il suo discorso "I Have a Dream". C'è anche una versione di "One To Many Many Mornings", registrata a Londra per essere trasmessa dalla BBC, e la prima versione conosciuta di "Blowin' in the Wind", registrata nel 1962 a Gerde's Folk City a New York.
Ecco la copertina e la tracxk list dei brani della nuova raccolta:



Bob Dylan, 'Live 1962 – 1966: Rare Performances From The Copyright Collections' Track Listing

Disco 1
“Blowin’ In The Wind” (April 16, 1962 – Gerde’s Folk City, New York City, New York)
“Corrina, Corrina”(April 16, 1962 – Gerde’s Folk City, New York City, New York)
“John Brown” (April 12, 1963 – Town Hall, New York City, New York)
“Don’t Think Twice, It’s All Right” (April 12, 1963 – Town Hall, New York City, New York)
“Bob Dylan’s Dream” (April 12, 1963 – Town Hall, New York City, New York)
“Seven Curses” (April 12, 1963 – Town Hall, New York City, New York)
“Boots of Spanish Leather” (April 12, 1963 – Town Hall, New York City, New York)
“Masters of War” (October 26, 1963 – Carnegie Hall, New York City, New York)
“The Lonesome Death of Hattie Carroll” (October 26, 1963 – Carnegie Hall, New York City, New York)
“When The Ship Comes In” (August 28, 1963 – March on Washington, Washington, D.C.)
“The Times They Are A-Changin’” (May 17, 1964 – Royal Festival Hall, London, England)
“Girl From The North Country” (May 17, 1964 – Royal Festival Hall, London, England)
“Mr. Tambourine Man” (May 17, 1964 – Royal Festival Hall, London, England)
“It Ain’t Me, Babe” (May 17, 1964 – Royal Festival Hall, London, England)
“To Ramona” (July 26, 1964 – Newport Folk Festival, Freebody Park, Newport, Rhode Island)
“Chimes of Freedom” (May 17, 1964 – Royal Festival Hall, London, England)

Disco 2
“One Too Many Mornings” (June 1, 1965 – BBC Studios, London, England)
“It’s Alright, Ma (I’m Only Bleeding)” (April 30, 1965 – The Oval, City Hall, Sheffield, England)
“Love Minus Zero/No Limit” (May 1, 1965 – The Odeon, Liverpool, England)
“Gates of Eden” – May 7, 1965 (Free Trade Hall, Manchester, England)
“It’s All Over Now, Baby Blue” (May 1, 1965 – The Odeon, Liverpool, England)
“She Belongs to Me” (May 10, 1965 – Royal Albert Hall, London, England)
“Maggie’s Farm” (September 3, 1965 – Hollywood Bowl, Los Angeles, California)
“It Takes A Lot To Laugh, It Takes A Train to Cry” (July 25, 1965 – Newport Folk Festival, Freebody Park, Newport, Rhode Island)
“Desolation Row” (April 13, 1966 – TCN 9 TV, Sydney, Australia)
“Baby, Let Me Follow You Down” (May 11, 1966 – Capitol Theatre, Cardiff, Wales)
“I Don’t Believe You (She Acts Like We Never Have Met)” (May 11, 1966 – Capitol Theatre, Cardiff, Wales)
“Ballad of a Thin Man”(May 20, 1966 – ABC Theatre, Edinburgh, Scotland)
“Visions of Johanna” (May 6, 1966 – ABC Theatre, Belfast, Northern Ireland)


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Seoul, South Korea - Oympic Gymnastics Arena, July 27, 2018

  

1. All Along The Watchtower
2. Don't Think Twice, It's All Right
3. Highway 61 Revisited
4. Simple Twist Of Fate
5. Duquesne Whistle
6. When I Paint My Masterpiece
7. Honest With Me
8. Tryin' To Get To Heaven
9. Make You Feel My Love
10. Pay In Blood
11. Tangled Up In Blue
12. Early Roman Kings
13. Desolation Row
14. Love Sick
15. Autumn Leaves
16. Thunder On The Mountain
17. Soon After Midnight
18. Gotta Serve Somebody

(encore)
19. Blowin' In The Wind
20. Ballad Of A Thin Man


 

 
Venerdì 27 Luglio 2018

Talkin' 10543 - miscio.tux

Oggetto: Ballad of Hollis Brown

Caro Mr. Tambourine,
il libro di Portelli, mi fa venire in mente molte cose, anche opinioni che non condivido, come a Mr. Jones. Meglio lasciarle decantare un po'. Certo è un peccato che sia breve, che si soffermi soprattutto sul Dylan del primo periodo. L'impressione è che sia stato commissionato come tanti per sfruttare le acque mosse dal Nobel, e che in fondo Portelli non avesse in mente di scriverlo spontaneamente. La sua competenza riguardo la cultura popolare è tale però che tutto ciò che tocca diventa oro, e nonostante la sua brevità il testo si piazza subito dopo quello di Carrera, come livello di indispensabilità, e non solo per i lettori italiani. Una delle cose che la discussione sull'uso delle ballate che vi è contenuta mi ha fatto venire in mente, (cito questa perché è una curiosità documentata, in seguito ti stancherò a forza di opinioni) è un possibile analogo inquadramento anche per una canzone molto meno pretenziosa, come la "Ballad of Hollis Brown". Ecco quindi il primo "volo pindarico" ( o lisergico) causato da questa lettura.

Secondo Greil Marcus, Bob Dylan non ha solo scritto “Ballad of Hollis Brown,” ma l'ha anche trovata, ha dato vita ad una cosa così vivida che non potremmo immaginare il mondo della canzone e della storia americana senza di essa: non una, ma tre canzoni, quella di Bob Dylan, la folk song, e la canzone che sembra un “traditional”, “senza autore, scritta dalla storia e dagli elementi, senza originale e senza copia.” La canzone mostra, prosegue Marcus, citando una frase di D.H.Lawrence, che “l'essenza dell'anima Americana è dura, isolata, stoica e assassina (a killer)”, una nazione in cui la prospettiva della violenza è la soluzione assoluta a problemi assoluti. Se questo può essere vero in generale, come i massacri nei college continuano a puntualizzare, insieme alle portaerei in giro per il mondo, non pare però essere l'origine specifica della violenza che si trova in “The Ballad of Hollis Brown”, una violenza che non è tipicamente americana. Ma andiamo per ordine. Se Dylan ha “trovato” questa canzone, dove l'ha trovata? Da dove vengono quegli stimoli originali che hanno portato a pensarla? Non sembra che si sia basato su un vero fatto di cronaca, o almeno non pare che nessuno abbia mai riportato riferimenti credibili. Se guardiamo invece a storie simili tra il veridico e il favolistico nella tradizione popolare, si registra il parere di Tom Cheesman, anche lui uno studioso piuttosto serio nel campo, che in “The Shocking Ballad Picture Show: German Popular Literature and Cultural History” avanza l'ipotesi che questa canzone si basi su una rielaborazione dei temi contenuti in due antiche “murder ballad” tedesche: il loro prototipo si trova nelle folksong 209 e 210 del primo volume (nell'edizione del 1893) del monumentale trattato Deutscher Liederhort di Ludwig Erk e Franz Magnus Böhme (1). Si tratta di “Der Unbarmherziger Junker”, “Il Signorotto senza cuore”; l'altra nella pagina precedente è “Die Wittwe mit sieben Kindern”, (la vedova con sette figli). Vediamo come Cheesman descrive lo schema ricorrente (direi “topos”, il topo erudito) di queste ballate, che egli definisce come l' hard-heartedness, la durezza di cuore, la spietatezza:

[ appare (..) come il racconto di un singolo genitore o di una coppia che uccide se stessa e i propri bambini a causa della terribile povertà e devastante disperazione. Tuttavia la narrazione generale delle cause e degli effetti che viene tipicamente offerta – povertà, disperazione, autodistruzione – va sicuramente oltre la verità privata che sta dietro l'evento raccontato. La storia è, in altri termini, una leggenda; o piuttosto, è quella che Jolles definisce un'anti-leggenda. Nel suo studio delle “forme elementari” della narrativa, egli definisce una leggenda come una storia che rappresenta un comportamento che deve essere imitato (comportamento pio o eroico); un'anti-leggenda rappresenta un comportamento che non deve essere imitato. Le versioni e le varianti della storia ci dicono molto di più sulle credenze e sui valori della società o della subcultura in cui circolano che sulle vite e le morti dei loro protagonisti ipoteticamente reali. La tradizione delle shocking ballads è una delle elaborazioni drammatiche di questa leggenda di fondo, il cui motivo centrale è il rifiuto di una richiesta di cibo – la “hard-heartedness”. Abbiamo una famiglia povera e numerosa, di solito sostenuta da una vedova, a volte un vedovo, a volte un uomo sposato. La famiglia è sull'orlo dell'inedia. Lei o lui vanno a chiedere la carità, nella forma di grano o farina, o pane, ad una persona ricca o almeno in situazione migliore. Può trattarsi di un proprietario (un nobile), o un parente, (una sorella o un fratello sposati, o spesso i loro congiunti: un parente acquisito), o un vicino non imparentato. La richiesta di carità viene rifiutata. La vedova (o altri) ritorna a casa sconsolata. Qui si innestano le maggiori varianti. Usualmente (nelle versioni pubblicate) la vedova uccide tutti i bambini, (e se si tratta di un uomo sposato, la moglie) e anche se stessa. Il furfante duro di cuore del racconto viene generalmente colpito da una adeguatamente orribile punizione soprannaturale. Ma esistono molte versioni consolatorie, in cui gli uccisori sono prevenuti da qualche miracolo o felice eventualità; in molte versioni, il farabutto non viene punito; e specialmente le versioni del diciannovesimo secolo mostrano tutti i tipi di elaborazioni immaginative della formula. A mia conoscenza sopravvivono all'incirca 36 distinte versioni da chapbook (libretto di ballate e racconti popolari) di questo tema...(Cheesman ha tabulato tutte le varianti)]

All'inizio, per semplicità ho parlato di “murder ballad”, ma una “shocking ballad” non è proprio una “murder ballad”, anzi la prima non esiste proprio, letteralmente parlando, nella tradizione anglofona. Si tratta della traduzione che Cheesman fa del termine tedesco “Bankelsang”, che indica ballate di strada, storie raccontate nelle fiere: forse, il Bankelsanger si potrebbe definire un “cantastorie”, saliva su un palchetto o una panchina, attaccava disegni su un palo e iniziava a sbraitare e cantare raccontando storie più o meno vere. Il termine "Bank",infatti, si riferisce proprio a questo,al piedistallo,al palchetto rialzato salendo sul quale il comiziante si rendeva più visibile alla folla. Tra l'altro per evitare di togliere la "suspence"(sono il vile Miscio, non dirò mai "suspense" come Sir Eglamore o Lord Gebianchi), le illustrazioni non erano ordinate in senso cronologico, ma disposte a caso in modo che gli auditori non potessero "leggerle" anticipando la narrazione.



(A volte le canzoni erano stampate su singoli fogli (come le broadside ballads) che erano distribuiti). L'intervallo temporale nel quale si manifestano queste Bankelsang nell'Europa Centrale va dalla Riforma fino alla metà del ventesimo secolo. Questi cantastorie, dice Cheesman, dovevano essere perennemente attenti ai mutamenti nel gusto popolare, perché se non riuscivano ad interessare le persone ne andava della loro pagnotta. Costituivano quindi un barometro involontario ma preciso delle trasformazioni sociali e dei valori. A questo proposito Cheesman mostra come i principali temi delle “Bankelsang” riflettano l'epocale rivolgimento che avvenne in Europa quando al termine del Medioevo le forme culturali e morali comunitarie subirono la torsione individualistica che caratterizza le società capitalistiche moderne:

[ La tradizione dell' 'hard-heartedness' rappresenta un modo di resistenza pre-politico alle conseguenze socio-culturali dello sviluppo borghese capitalista. Certamente è molto lontana dall'offrire una completa e articolata analisi di questo sviluppo. Incorpora una critica di quella tendenza della moderna ideologia borghese (in nessun modo peculiare alla Germania) che rappresenta le relazioni familiari idealizzate come il perno di tutte le relazioni sociali immaginate; ma questa critica è fondata su un passato immaginario. Registra le preoccupazioni nei confronti dei mutamenti di lungo termine associati col sorgere dell'economia del denaro, cambiamenti che ripetutamente vengono percepiti in modo acuto come una perdita: perdita di usuali sicurezze che forse non sono mai realmente esistite, di vincoli di obbligazione che forse erano nei fatti più spesso oppressivi che di sostegno, di una integrità sociale e una mutualità umana che forse era soltanto una finzione atavica dell'immaginazione, una variante dell'eterna finzione di un' Età dell'Oro. La storia certamente non indica un modo di risolvere i conflitti che identifica, se non a volte in termini magici. Nondimeno ancora rifiuta di sparire interamente. La sua forza sottostante è quella che anima qualunque critica dell'ordine capitalistico in nome della giustizia sociale; e può ancora essere sentita come una sfida verso i presupposti che ereditiamo, e che ci permettono, da ricchi occidentali, di vivere confortevoli vite in mezzo ad una povertà diffusa e in un mondo di sistematico sottosviluppo.]

Come si vede, la descrizione delle origini storiche delle ballate è sostanzialmente la stessa esposta da Portelli. A questo punto dobbiamo verificare direttamente il contenuto di almeno una di queste ultime. La leggenda 'hard-heartedness' – dice Cheesman - “si riferisce ad una percezione tradizionale della famiglia come struttura aperta, inserita in reti più ampie di mutue obbligazioni. In effetti drammatizza il concreto problema dell'isolamento sociale, economico ed affettivo delle unità familiari chiuse.” Segnala quindi i mutamenti che avvengono al termine del Medioevo quando comincia a diffondersi maggiormente un'economia basata sul denaro, emergono le prime caratteristiche della famiglia proto-borghese in cui elementi individualistici e affettivi assumono maggiore importanza rispetto ad una concezione tradizionale basata su obbligazioni, supporti, parentele e reciprocità comunitarie. C'è più spazio per il sentimento, ma anche per l'isolamento sociale. Prendiamo "Der Unbarmherziger Junker" (2) che risale al 1590 ("Il signorotto senza cuore", come il nostro Sir Eglamore), un tragico caso in cui io e il mio amico Google ci siamo cimentati col tedesco:

C'era una volta una grande città
dove c'era un ricco Junker
che aveva grandi ricchezze

Qui abitava una povera vedova
chi aveva perso il marito
e con sette bambini piccoli

I bambini urlavano di fame
Oh, cara mamma, dacci il pane
stiamo morendo di fame

Lei strinse la pentola in mano
e così andò dal Signore per impegnarla
in cambio di un po' di grano

Sì, chi vuole avere il grano
deve avere anche molti talleri
talleri sonanti

La madre tornò a casa tristemente
e prese i sette bambini
per ucciderli tutti

Il servo guardò dalla finestra
e portò un messaggio al Signore
da parte della sua povera gente

Ah servo oh servo, carica il mio cavallo
e affila la mia nuda spada
guarderò la miseria

Il signore guardò dalla finestra, no
vide il povero bambino
nuotare nel suo sangue

Cavalcò subito lungo il ponte
e tirò fuori la sua spada così brillante
avrebbe voluto uccidersi

E chi ha il grano come me
dia una parte anche al povero
che non muoia di fame

C' è qualche somiglianza con la storia di Hollis Brown, la fame e la povertà, i figli numerosi e il loro lamento, la ricerca di aiuto, il duro rifiuto di una società che è fondata sul denaro e non sulla carità (le “tasche vuote ti dicono che aiuto non ne avrai” in Hollis Brown e i “talleri sonanti”nella ballata), l'esito cruento. Le analogie però non sono tali da dimostrare una discendenza certa, come nel caso di Lord Randal. Nella canzone di Dylan l'isolamento e la solitudine non sono in divenire, ma un fatto compiuto, amplificati da un ambiente, quello americano che esalta la libertà ma anche l'individualismo. La conclusione è come al solito ambigua (sette persone sono morte in una fattoria del South Dakota/ da qualche parte, lontano, sette altre sono nate) cosa che potrebbe rimandare a qualche speranza, ma che più probabilmente tramite la descrizione distaccata ribadisce un pessimismo radicale, mostrando che la vicenda personale è calata nell'indifferenza della società e nell'imperturbabilità della natura. Riferendosi alle due ballate in questione, (quella del Junker e quella della vedova, anche nella variante della “sorella spietata”) Cheesman conclude:

[Entrambe le canzoni sono state cantate su un gran numero di melodie diverse, (la maggior parte non registrate) e presentano un'ampia variazione testuale; numerose varianti sono difficili da assegnare all'uno o all'altro gruppo, anche se ci sono sottoinsiemi parzialmente distinti all'interno di ognuna, alcuni legati a regioni specifiche. Entrambe le canzoni derivano da fogli di ballate pubblicati per la prima volta alla fine del sedicesimo secolo; entrambe furono ripubblicate successivamente in almanacchi tascabili (chapbooks), in varianti derivate a loro volta da interpretazioni orali; e in entrambi i casi, questi testi furono poi soggetti a “miglioramenti” editoriali negli almanacchi del diciannovesimo secolo. L'intera tradizione, quindi, è un'interazione costante di tra oralità e stampa. L'editore Reiche aveva ancora due versioni della storia in stampa negli anni 30; e sembra piuttosto probabile (sebbene non possa ancora dimostrarlo) che ci sia un collegamento tra questa tradizione che non è mai stata confinata alla Germania , e 'The Ballad of Hollis Brown' di Robert Zimmermann, a.k.a. Bob Dylan, dall'LP 'The Times They Are A-Changin', 1962. Quest'ultima si riferisce alla stessa plausibile tragedia domestica, sebbene il motivo essenziale sia attenuato all'inutile ricerca di Hollis Brown, e alla mancanza di amici che lo aiutino...]

Anche Cheesman quindi si mantiene prudenzialmente nel campo dell'ipotesi. Escluderei infatti che il giovane Dylan fosse a conoscenza diretta di ballate tedesche, e bisognerebbe verificare in che modo queste siano filtrate nella tradizione anglosassone e da questa a lui.(Pare che qualcosa riguardo alla seconda di queste ballate, la hard-hearted sister, ci sia, ma a questo punto, le mie energie sono esaurite). Non sono invece esauriti i voli pindarici e presto rimpiangerai, incauto Tamburino, di aver svegliato il vil(e) che dorme.

Ciao, Miscio.

(1) https://en.wikipedia.org/wiki/Deutscher_Liederhort . Si trovano alle pagine 624 e 625 del volumone, e per i curiosi, questo è il link diretto alla 210: https://tinyurl.com/ycq4ufa2
(2) https://www.volksliederarchiv.de/es-war-einmal-ein-grosse-stadt-unbarmherziger-junker/
(3) Un articolo sui Bankelsanger: http://www.musicameccanica.it/antologia_drammitela.htm

Dylan potrebbe aver tratto ispirazione per Ballad Of Hollis Brown dall'antica ballata inglese "Pretty Polly", nota anche come " The Gosport Tragedy "o" The Cruel Ship's Carpenter "(Laws P36, Roud 15), una ballata che Dylan aveva suonato tempo prima al Gaslight Cafe, che è un traditional inglese che si poteva sentire nelle isole britanniche, in Canada e nella regione degli Appalachi del Nord America. La canzone è una murder ballad (ballata omicidiale), che racconta di una giovane donna attratta nella foresta dove viene uccisa e sepolta in una tomba poco profonda. Molte varianti della storia hanno come personaggio “cattivo” il falegname di una nave che promette di sposare Polly ma poi la uccide quando rimane incinta. Quando torna in mare, ossessionato dal di lei fantasma, confessa l'omicidio, impazzisce e muore, in altre versioni la nave non salpa, lui nega l'omicidio ma viene fatto a pezzi dal fantasma di Polly.
La canzone sembra essere esageratamente fatalista, sette persone muoiono ma da un'altra parte altre sette sono nate, detta così con noncuranza sembra il massimo del cinismo, una semplice operazione numerica che pareggia i conti, ma purtroppo la realtà è ben diversa. Io penso che per comprendere e collocare esattamente la canzone di Bob bisogni essere nati nella fasce del middle west americano, fascia che comprende Sud Dakota, Wyoming, Utah, Colorado, Nebraska, Kansas, Iowa, Missouri, Illinois, Indiana. Kentuky, Ohio, Tennesse ed Oklahoma che a sud confina con gli ex stati schiavisti e secessionisti. Credo che l' esistenza in quegli anni debba essere stata terribilmente dura e spietata, dove la vita valeva meno di niente, specialmente con i pellirossa che difendevano styrenuamente la loro terra dall'invasione dei bianchi. Probabilmente la storia di Hollis Brown sarà successa molteplici volte senza che nessuno sentisse il bisogno di trasformare una storia di ordinaria amministrazione in una canzone. Non saprei dirti se Dylan sia venuto a conoscenza delle ballate tedesche e se na abbia tratto ispirazione, questo sarà sempre un campo ipotetico nel quale tutti i pareri possono essere validi, specialmente quelli altamente qualificati come il tuo. Comunque. al di là di cosa o chi abbia ispirato la canzone di Dylan lasciami dire che leggere ciò che scrivi è sempre accattivante, e quando arrivi all'ultima riga esclami: "C...o, è già finito....! Grazie ancora per il tempo che dedichi a scrivere per la Fattoria e, naturalmente, il grazie si estende anche a tutti gli altri amici che dedicano parte del loro tempo per esprimere la loro opinione su queste pagine. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Martedì 24 Luglio 2018

Da Omero al rock, la poesia è musica                                                         clicca qui

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Da Bach a Salieri e Dylan, perché la musica è un viaggio nei sensi?        clicca qui

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Il tour di addio di Joan Baez sta per arrivare anche in Italia                       clicca qui

 

 
Lunedì 23 Luglio 2018

Talkin' 10542 - dinve56

Salve mister,
grazie a te e a Miscio per aver segnalato la recensione di Sandro Moiso al libro di Portelli "Bob Dylan, pioggia e veleno". La recensione è utilissima per la sua chiarezza e acutezza nel cogliere i messaggi forti del testo di Portelli. Aggiungo una sola breve considerazione: Portelli chiarisce in termini risolutivi le ragioni profonde del sostanziale rifiuto di Dylan a schierarsi politicamente. Secondo lo studioso italiano, Dylan non si è mai considerato impegnato politicamente, perchè molte sue canzoni contengono una critica radicale al potere in quanto tale che gli deriverebbe, sempre secondo Portelli, dalla profonda influenza esercitata sul Nostro dai poeti modernisti - Eliot, Pound, per citare solo i principali - tutti accomunati da una visione catastrofica del potere, di qualunque segno o colore esso sia. Sempre Portelli spiega che, per questa ragione, i suddetti poeti americani furono invisi ai politici, soprattutto ai conservatori e che, contemporaneamente, le loro poesie accompagnavano molti giovani di tutto il mondo combattenti nelle fila repubblicane della guerra civile spagnola...Grazie e alla prossima. Lunga vita! Carla.

Molto probabilmente Portelli nel suo libro ha individuato una delle ragioni che hanno portato Dylan a non assumere posizioni politiche aperte. Di sicuro ci saranno altre ragione oltre a quelle citate da Portelli, ci sono persone che sono anti-politiche per natura, anche se poi commentano o disapprovano o mettono in evidenza i difetti del proprio sistema governativo. Forse Dylan è uno di questi, uno che mette in rilievo le cose che non vanno senza pretendere di dare anche le soluzioni, cosa che ha sempre lasciato agli altri, lui si poneva domande e lasciava ad altri il compito di dare le risposte. Avere un acuto spirito di osservazione per mettere in evidenza le cose storte non impone di dover essere schierati politicamente, anche ad inizio carriera quando in coppia con la Baez sembrava essere schierato per il movimento dei diritti civili non era così, lui ha usato la Baez per due motivi, uno come scorciatoia per portare il suo talento alla ribalta ed ottenere quel successo che è stato il primo target dylaniano, l'altro, essendo Joan una bellissima donna innamorata di lui, è inutile dare spiegazioni. "Non ho mai scritto una canzone politica. Le canzoni non possono cambiare il mondo" ha detto, e poi, “Il mondo non ha bisogno di me. Cristo, sono alto soltanto un metro e cinquantacinque”. “Sono Bob Dylan soltanto quando devo esserlo”, il resto del tempo sono me stesso", certo non possiamo negare che sia uno con le idee chiare, ma per questo non possiamo pretendere che ci spieghi tutto, giusto? Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)   

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Tom Petty, una raccolta di ricordi                                                           clicca qui

 

 
Venerdì 20 Luglio 2018

VISION OF JOHANNA

  

VISIONS OF JOHANNA
words and music Bob Dylan

Ain't just like the night to play tricks when you're tryin' to be so quiet
We sit here stranded, though we're all doin' our best to deny it
And Louise holds a handful of rain, temptin' you to defy
Lights flicker from the opposite loft
In this room the heat pipes cough
The country music station plays soft
But there's nothing, really nothing to turn off
Just Louise and her lover so entwined
And these visions of Johanna that conquer my mind

In the empty lot where the ladies play blindman's bluff with the key chain
And the all-night girls whisper of escapades out on the "D" train
We can hear the night watchman clickin' his flashlight
Askin' himself if it's really insane
Louise, she's all right, she's just too near
like silk, she seems like the mirror
But she all just makes too concise and too clear
That Johanna's not here
This ghost of 'lectricity howls in the bones of her face
Where these visions of Johanna have now taken my place

Little boy lost, he takes himself so seriously
he brags of his misery, he likes to live dangerously
And when bringing her name up
He speaks of a farewell kiss to me
He's sure got a lotta gall
to be so useless and all
Muttering small talk at the wall while I'm in the hall
Oh, how can I explain?
It's so hard to get on
And those visions of Johanna, they kept me up past the dawn

Inside the museums, Infinity goes up on trial
Voices echo, this is what salvation's like after a while
Mona Lisa musta have the highway blues
She can tell by the way she smiles
See the primitive wallflower freeze
When the jelly-faced women sneeze
Hear the one with the mustache say, "Jeeze, I can't find my knees"
Jewels and binoculars hang from the head of the mule
But these visions of Johanna make it all seem so cruel

The fiddler now plays for the countess who's pretending to care for him
He says "Name me someone that's not a parasite and I'll say a prayer for him"
But like Louise says "You can't look at much, can ya man?"
As she, herself, prepares for him
Madonna, she still has not showed
We see the empty cage now corrode
Where her cape of the stage once had flowed
The peddler, he steps to the road
ev'rything's gone which was owed
he examines the nightingale's code
still written on a fish truck that loads
my conscience explodes
The harmonicas play the skeleton keys and the rain
And these visions of Johanna are all that remain

Ohhh, ohhh, ohhh, ohhh...

VISIONI DI JOHANNA
parole e musica Bob Dylan

traduzione di Michele Murino

Non è questa la notte per far scherzi quando provi a restartene lì tranquillo
Stiamo qui seduti ed arenati sebbene tutti cerchiamo di fare del nostro meglio per negarlo
E Louise tiene un pugno di pioggia (1), e ti tenta alla sfida
Luci brillano debolmente dall'appartamento di fronte
In questa stanza i termosifoni tossiscono
La stazione radio di musica country suona dolcemente
Ma non c'è nulla, veramente nulla da spegnere
C'è solo Louise assieme al suo innamorato, così intrecciati
e queste visioni di Johanna che conquistano la mia mente

Nel terreno vuoto dove le signore giocano a moscacieca con catene di chiavi
E le ragazze della notte sussurrano di fughe su treni della linea "D"
Possiamo sentire il guardiano notturno mentre accende la sua torcia elettrica
Chiedendosi se è davvero pazzo
Louise sta bene, solo che è troppo vicina
come seta, sembra uno specchio
Ma la fa troppo breve e troppo facile
che Johanna non è qui
Questo fantasma dell'elettricità urla nelle ossa del suo viso
Dove queste visioni di Johanna ora hanno preso il mio posto

Ragazzino perduto, si prende troppo sul serio
si vanta della sua povertà, gli piace vivere pericolosamente
e quando fa il nome di lei
parla di un bacio d'addio per me
Ha davvero una faccia tosta
per essere così inutile
Bofonchia del più e del meno al muro mentre io sono nella sala
Oh, come posso spiegare?
E' così difficile andare avanti
E quelle visioni di Johanna mi tengono sveglio oltre l'alba

Nei musei l'Infinito viene giudicato
Riecheggiano voci, ecco com'è la salvezza dopo un po'
Monna Lisa deve avere il "blues dell'autostrada" (2)
Lo può dire dal modo in cui sorride
Guardo la primitiva violacciocca ghiacciare
quando le donne dalla faccia di gelatina starnutiscono
Sento quello coi baffi dire "Dio mio non trovo più le mie
ginocchia"
Gioielli e binocoli pendono dalla testa del mulo
Ma queste visioni di Johanna fanno sembrare tutto così crudele

Ora il violinista suona per la contessa che fa finta di curarsene
Le dice: "Fammi il nome di qualcuno che non sia un parassita e
dirò una
preghiera per lui"
Ma, come dice Louise, "Non sei un buon osservatore, vero
ragazzo?"
E lei, proprio lei, si prepara per lui
Madonna, non si vede ancora
Guardiamo la gabbia vuota che ora si corrode
Dove il suo mantello di scena una volta si muoveva fluente
Il venditore ambulante va verso la strada
tutto quel che gli spettava è andato
Esamina il codice dell'usignolo (3)
scritto ancora su un camion del pesce che sta facendo il carico
La mia coscienza esplode
Le armoniche suonano tonalità scheletriche (4) e pioggia
E queste visioni di Johanna sono tutto ciò che rimane

Ohhh, ohhh, ohhh, ohhh...

Note:
(1) gergale per "droga"
(2) stato di tristezza e depressione
(3) in originale "Nightingale's Code"; gioco di parole con "Nightingale's Ode", con riferimento alla poesia di Keats "Ode to a Nightingale"
(4)forse un gioco di parole. "Skeleton keys" sono anche le chiavi vere e proprie, di quelle grosse, soprattutto antiche.

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Film: "Nico 1988"                                                                                        clicca qui

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La sera in cui Springsteen diventò “Il futuro del rock ’n’ roll"                 clicca qui

 

 
Giovedì 19 Luglio 2018

Libri: Da Omero al rock                                                                              clicca qui

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La prima volta che ho visto Bob Dylan                                                     clicca qui

David Crosby e Robbie Robertson raccontano il loro incontro con il cantautore

 

 
Mercoledì 18 Luglio 2018

Talkin' 10541 - mauriziolongo

Ciao Mr.Tambourine,
faccio riferimento ad un Talking di 5 anni fà, la 9190 del 17 Ottobre 2013, dove esprimevo il desiderio di vedere il nostro eroe suonare nella splendida cornice della Piazza degli Scacchi di Marostica (VI).
Come sai noi veneti siamo assai intraprendenti, se non proprio cocciuti, e finalmente sono riuscito a chiedere l'evento direttamente a D'Alessandro e Galli ed al promoter locale, che negli ultimi anni stà cercando di replicare a Marostica la formula del Lucca Summer Festival, quest'anno ad esempio si sono esibiti in Piazza degli Scacchi, Ringo Starr e i Simple Minds.
Per ora è solo una richiesta a cui non mi è stato detto di no, anzi, Adolfo Galli si è detto possibilista.... se mai dovesse accadere, sarete tutti "miei ospiti", ovvero, Vespaiolo frizzante a go-go a tutti gli amici della fattoria !!!!
Offro io.
Maurizio.

Caro Maurizio, spero proprio che tu riesca a veder realizzato il tuo piccolo grande desiderio, naturalmente noi ti faremo compagnia col Vespaiolo a go-go. Tienici informati! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Il peso di un cognome: Pablo Dylan, nipote di Bob                                clicca qui

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Tre libri da leggere nelle prossime settimane                                          clicca qui

 

 
Martedì 17 Luglio 2018

Talkin' 10540 - miscio.tux

Caro Mr.Tambourine,
pure io sto leggendo il libro di Alessandro Portelli, per chi fosse interessato ecco due interviste all'autore:

https://www.raiplayradio.it/audio/2018/06/Set-List-del-2962018-Hard-Rain-Storia-di-una-canzone-c329e9d0-ef4c-4ca4-9dc0-0578df3b99fa.html

http://flatlandia.radiondadurto.org/2018/06/05/alessandro-portelli-bob-dylan-pioggia-e-veleno-hard-rain-una-ballata-fra-tradizione-e-modernita/

Un articolo recente di Portelli sugli stessi argomenti:

http://www.acoma.it/sites/default/files/pdf-articoli/09%20Portelli.pdf

La recensione al libro, di Sandro Moiso su Carmilla, come al solito eccellente:

https://www.carmillaonline.com/2018/07/10/la-fine-dei-tempi-e-la-nave-che-verra/

Ciao, Miscio.


Ciao vile Miscio, ho letto gli articoli da te segnalati ed ho trovato ben fatto ed interessante quello di camillaonline.com. Però sarei curioso di sapere, non la tua recensione del libro, ma quello che esce dalla mente di Miscio dopo la lettura del libro. So di chiederti un grande sforzo, ma questo potrebbe ridarti un pò di credito agli occhi di Sir Eglamore che non perde occasione per spregiarti, non trovi? Rersto in attesa e grazie per le segnalazioni. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Lunedì 16 Luglio 2018

Talkin' 10539 - mmontesano

Ciao, segnalo un nuovo articolo di Marco Zoppas appena pubblicato su TomTomRock:

http://www.tomtomrock.it/journal/rock-e-letteratura-bob-dylan-e-giuda/

Marina Montesano


Come al solito grazie per la segnalazione di questo interessante articolo. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Libri: L’inferno di Bob Dylan - di Luca Grossi                                           clicca qui

Il dialogo con Dante nell’opera del Bardo di Duluth

 

 
Sabato 14 Luglio 2018

Talkin' 10538 - iosella.sommovigo

Ciao come stai? Tutto bene? Vedo che è un po’ che non pubblichi nulla sul sito. Spero che tu non abbia problemi.
Un saluto, Iosella

Nessun problema Iosella, sto benissimo, è solo che essendo un periodo senza news di rilievo ne ho approfittato per fare qualche giorno di riposo, fra meno di 15 giorni riparte il tour quindi sarò impèegnato tutto Agosto. Comunque grazie per l'interessamento, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10537 - dinve56

Buongiorno Mister,
grazie degli auguri, graditissimi. Stai sicuro che non cedo, stiamo già discutendo del prossimo concerto italiano. Sempre in tema di passione dylaniana, sto leggendo il libro di Portelli, pubblicizzato sul sito qualche tempo fa; è davvero ottimo, una chiave di lettura non solo dell'opera di Dylan, ma anche dell'arte moderna in senso lato, una sorta di bussola per orientarsi nel mondo della comunicazione artistica in cui, da tempo, è tramontato il monopolio della pagina scritta. Lunghissima vita! Carla.

Lunga vita anche a te Carla!

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Talkin' 10536 - arrira

Oggetto: E questa notizia? E' vera?

Riccardo A.

Potrebbe anche darsi Riccardo, ma non si sa ancora niente di certo. Rolling Stone parlava anche di un film sulla Rolling Thunder Revue. Altri parlano di sessions tratte da Infidels, ma per il momento sono solo voci da considerare al pari di fake news. Quando decideranno di pubblicare la BS Vol.14 sapremo finalmente cosa conterrà! Comunque grazie per la segnalazione, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 

Lunedì 2 Luglio 2018

Talkin' 10535 - dinve56

Salve Mister,
ho ricontattato oggi il sito e, dopo alcuni giorni di assenza, l'ho trovato ricchissimo di novità.Mi piace la talkin' 10524 "New Morning", perchè "New Morning" è l'album di Bob che ho fatto ascoltare a mia figlia quando aspettava la sua piccolina, che è nata in questi giorni. Com'è tenero Dylan-papà! Come sono profonde, nella loro semplicità, "Three angels" e "Father of night". La mia riscoperta di Dylan ha aperto, in famiglia, un vivace dibattito culturale, poetico, musicale... sono spesso in minoranza, ma, a Milano, mio figlio si è "inchinato" a Bob Dylan, e ne sono stata contenta. Grazie per la splendida citazione di Ferlinghetti e per aver messo a disposizione di tutti noi l'intervento del Prof. Carrera sulla democrazia americana e la scuola di Hibbing. Ho sostenuto con qualche buona ragione che Bob è colto...nel dicembre del 2016 il mio incontro "folgorante" non è stato con Bob Dylan, ma con l'immagine di un ragazzino triste e allampanato - è il frontespizio dell'edizione italiana di Tarantula - che mi ha rievocato quella dei tanti adolescenti su cui nessun insegnante scommetterebbe nulla e che, talvolta, hanno la fortuna di incontrare un professor Rolfzen. Grazie per questo bellissimo sito e lunga e buona vita a tutti! Carla.

Non importa se sei in minoranza, una vera dylaniana non cede mai! Auguri per la tua nipotina che si è da poco affacciata su questo mondo che spero sia migliore in futuro per lei e per tutte le sue coetanee! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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La letteratura suona il rock                                                                         clicca qui

 

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