Ciao, ho ascoltato "When He Returns" ed
ero sicura che mi avrebbe ispirato a scrivere qualcosa, così mentre
l'ascoltavo ho scritto questa improvvisazione
la canzone mi piace moltissimo, in caso contrario non mi avrebbe dettato
le parole che ho scritto di getto.
ciao Dianella
Grazie one time again.
Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Lunedì 27
Febbraio 2017
Tour 2017,
aggiunta nuova data a Parigi.
Il sito di Bob Dylan ha comunicato ieri
una nuova data a Parigi:
21 Aprile 2017 - Paris, France - La Seine
Musicale
ecco l'elenco aggiurnato ad oggi delle
date del tour europeo 2017
01 Aprile 2017 - Stockholm, Sweden -
Stockholm Waterfront
02 Aprile 2017 - Stockholm, Sweden - Stockholm Waterfront
04 Aprile 2017 - Oslo, Norway - Spektrum
06 Aprile 2017 - Copenhagen, Denmark - Opera House
07 Aprile 2017 - Copenhagen, Denmark - Opera House
09 Aprile 2017 - Lund, Sweden - Sparbanken Skåne Arena
11 Aprile 2017 - Hamburg, Germany - Barclaycard Arena
12 Aprile 2017 - Lingen (EMS), Germany - EmslandArena
13 Aprile 2017 - Dusseldorf,Germany - Mitsubishi Electric HALLE
16 Aprile 2017 - Amsterdam, Netherlands - AFAS Live (ex Heineken Music
Hall)
17 Aprile 2017 - Amsterdam, Netherlands - AFAS Live (ex Heineken Music
Hall)
18 Aprile 2017 - Amsterdam, Netherlands - AFAS Live (ex Heineken Music
Hall)
20 Aprile 2017 - Paris, France – Le Zenith Paris-La Villette
21 Aprile 2017 - Paris, France - La Seine Musicale
22 Aprile 2017 - Esch-sur-Alzette, Luxembourg - Rockhal
24 Aprile 2017 - Antwerp, Belgium - Lotto Arena
25 Aprile 2017 - Frankfurt, Germany - Festhalle Frankfurt
28 Aprile 2017 - London, England - London Palladium
29 Aprile 2017 - London, England - London Palladium
30 Aprile 2017 - London, England - London Palladium
03 Maggio 2017 - Cardiff, Wales - Motorpoint Arena
04 Maggio 2017 - Bournemouth, England - Bournemouth Interational Centre
05 Maggio 2017 - Nottingham, England - Motorpoint Arena
07 Maggio 2017 - Glasgow, Scotland - SECC Clyde Auditorium
08 Maggio 2017 - Liverpool, England - Echo Arena
09 Maggio 2017 - London, England - The SSE Arena, Wembley
11 Maggio 2017 - Dublin, Ireland - 3Arena
17 Giugno 2017 - Dover, Delaware, U.S.A. - Firefly Festival - The
Woodlands of Dover
Let me say you that I am very sorry but I
didn’t know the work of Mr. Scott Warmuth and didn’t even know something
about the existence of his blog on the Internet.
If someone googles (to google = do a search with Google) - “The Beaten Path” Dylan -,
will see about 527.000 results with the related links of sites that
discuss this topic. I have only done a search to find the original
places painted by Dylan in his paintings to complete and improve what I
had read and seen on the internet, and I think I did a great job as
anyone can observe seeing my page.
(Mi permetta di dire
che mi dispiace molto ma non conoscevo il lavoro di Mr. Scott Warmuth e
non sapevo nemmeno qualcosa circa l'esistenza del suo blog su Internet.
Se qualcuno gugola (gugolare = fare una ricerca con Google) - "The Beaten Path" Dylan -,
vedrà circa 527.000 risultati con i link correlati di siti che trattano
questo argomento. Io ho fatto solo una ricerca per trovare i luoghi
originali dipinti da Dylan nei suoi quadri per completare e migliorare
ciò che avevo letto su internet, e penso di aver fatto un ottimo lavoro
come chiunque può constatare vedendo la mia pagina.)
Thanks again, live
long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Sabato 25
Febbraio 2017
"The
Beaten Path" - I quadri di Dylan ed i posti reali
clicca qui
Venerdì 24
Febbraio 2017
Bob Dylan
- When He Returns
First Played Nov 01, 1979 - Last Played Nov 04, 1981 - Times Played
47
WHEN HE RETURNS
words and music Bob Dylan
da "Slow Train Coming"
The iron hand it ain't no match for the iron rod,
The strongest wall will crumble and fall to a mighty God.
For all those who have eyes and all those who have ears
It is only He who can reduce me to tears.
Don't you cry and don't you die and don't you burn
For like a thief in the night, He'll replace wrong with right
When He returns.
Truth is an arrow and the gate is narrow that it passes through,
He unleashed His power at an unknown hour that no one knew.
How long can I listen to the lies of prejudice?
How long can I stay drunk on fear out in the wilderness?
Can I cast it aside, all this loyalty and this pride?
Will I ever learn that there'll be no peace, that the war won't cease
Until He returns?
Surrender your crown on this blood-stained ground, take off your mask,
He sees your deeds, He knows your needs even before you ask.
How long can you falsify and deny what is real?
How long can you hate yourself for the weakness you conceal?
Of every earthly plan that be known to man, He is unconcerned,
He's got plans of His own to set up His throne
When He returns.
QUANDO EGLI RITORNERA'
parole e musica Bob Dylan
traduzione di Michele Murino
La mano di ferro non può nulla contro la mazza di ferro
Il muro più resistente crollerà davanti alla potenza di Dio
Per tutti quelli che hanno occhi per vedere e per tutti quelli
che hanno orecchie per ascoltare
Lui è il solo che riesca a ridurmi al pianto
Non piangete e non morite e non bruciate
perchè, come un ladro nella notte, Egli rimpiazzerà le cose sbagliate
con le giuste
Quando ritornerà
La verità è un dardo e la porta attraverso cui passa è stretta
Egli ha scatenato il Suo potere in un tempo ignoto che nessuno conosce
Per quanto tempo ancora posso sopportare le menzogne del pregiudizio?
Per quanto tempo ancora posso rimanere ubriaco di paura nel deserto?
Posso mettere da parte tutta questa lealtà e quest'orgoglio?
Imparerò mai che non ci sarà pace, che la guerra non avrà fine
finchè Egli non ritornerà?
Cedete la vostra corona su questa terra tinta di sangue, toglietevi la
maschera,
Egli vede le vostre azioni, Egli conosce i vostri bisogni prima ancora
che voi chiediate
Per quanto tempo ancora potrete falsificare e negare la realtà?
Di tutti i progetti terreni di cui l'uomo ha cognizione, Egli non si
cura
Egli ha un progetto Suo per preparare il Suo trono
quando ritornerà
Giovedì 23
Febbraio 2017
Talkin' 10038
- poggiwal
Ciao a tutti e ciao Tambourine,
ma allora quest’anno italia nisba o c’è speranza?
Walter Poggi
Al momento
sembra che le date europee siano chiuse, però, visto che l'estate
dovrebbe essere dedicata agli USA, resta da sapere il programma per
l'autunno-inverno che potrebbe vedere il ritorno di Bob in Europa,
quindi la parola "nisba" al presente non può essere confermata! Un
pò di speranza non fa male! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Buongiorno Mr. Tambourine,
la tua risposta è, come, sempre, ampia, documentata, erudita e,
soprattutto, piena di umanità. Ho letto la tua traduzione che è
bellissima; non mi viene un altro aggettivo per dirti quanto mi abbia
stupito la resa in lingua italiana di un testo che, per me, in inglese,
è incomprensibile. Hai ragione quando affermi che la musica è universale
perchè, ascoltando quasi per caso questo pezzo di Dylan, ho percepito,
attrraverso la musica, che trattava temi profondi e commoventi, ma è pur
vero che conoscere le parole aggiunge significato ed amplia la
possibilità di comprendere l'opera dell'Autore che ha composto sia versi
che musica. Ho bisogno di leggere testi tradotti per confermarmi nell'
idea che Dylan ha trattato temi antichi con parole e suggestioni molto
nuove, originali, a cui si aggiunge la semplice e shakespeariana resa
sul palco, dal vivo. La suggestione dell'arte dylaniana deriva proprio,
per me, dalla combinazione di tutti questi elementi, tra i quali
l'immagine non è elemento secondario. Ancora una domanda: nel "live" che
hai postato, dopo "Oh sister", Dylan canta e accompagna con chitarra ed
armonica un'altra canzone dal ritmo più vivace. Anche questa seconda
canzone mi ha toccato. Come si intitola e di che cosa parla? Grazie per
la tua grande disponibilità. Grazie per l'esistenza del sito e di tante
persone che parlano, attraverso il sito, di cose "buone", e,
soprattutto, di musica e poesia ancora vive, attuali, non morte e
sepolte da millenni...senza nulla togliere alla letteratura antica e a
tutta la "letteratura" tradizionalmente intesa. Grazie ancora. Lunga e
prospera vita. Carla.
La canzone è
“Simple Twist of Fate”, “Un semplice scherzo del destino”, tratta
dall’album “Blood On The Tracks”, il disco forse più partecipato da Bob,
infatti il figlio Jacok disse con estrema tristezza: “Quel disco parla
del naufragio del matrimonio dei miei genitori”. Non saprei dirti se
questa canzone è allegorica, se narra di Dylan che considera la
separazione da Sara, la donna che ha amato di più, come uno scherzo del
destino che è stato capace di alterare la sua realtà e la sua vita.
Nel cuore dell'uomo, canta Dylan in "Simple Twist Of Fate", c'è un vuoto
incolmabile che sembra dovuto ad un semplice scherzo del destino e che
aspira all'assolutezza di una totale comunione della propria anima con
la persona amata: l'amore per la donna è segno di questa ricerca, ma
sembra essere sempre destinato a un'inevitabile delusione, che lascia
soltanto l'insopportabile amarezza della solitudine.
“Simple Twist Of Fate” è forse la canzone che ha subito più
rimaneggiamenti e più strofe nuove negli spettacoli dal vivo, tanto da
essere cosa impossibile raccogliere tutte le versioni.
Io non saprei dire se in questa canzone Bob parla di Sara, ma la frase
dell’ultima strofa che dice:
“Io
ancora credo che lei fosse la mia gemella, ma ho perduto l'anello.
Lei nacque in primavera, ma io nacqui troppo tardi
diamo la colpa ad un semplice scherzo del destino”.
Potrebbe anche nascondere fra le righe il rammarico ed il dolore per una
rottura che non ha una vera spiegazione. Qualcuno ha insinuato che Dylan
si sia lasciato plagiare dal rabbino Norman Rauben che frequentò per
molto tempo e dal quale pare fosse completamente soggiogato, un Dylan
che aveva perso se stesso, che non capiva più chi era, cosa faceva,
tanto da dichiarare che dopo l’incontro e la indottrinazione di Rauben
non riusciva a capire più Sara, o meglio, che Sara non riusciva più
capire di cosa lui stesse parlando. Ma a questo punto bisogna fermarsi,
le supposizioni sono una cosa e le verità un’altra. E’ noto che dopo il
settennio passato nella casa di Woodstock a fare il buon padre di
famiglia che va a comperare il pane alla mattina e porta a scuola i
figli nella mente di Dylan scatta qualcosa e la sua vita muta di colpo,
da padre stimato ritorna ad essere uno dei tanti narcisi in cerca di
nuova gloria per le strade del Village. Non potremmo dire se alle spalle
di questo cambiamento che sarà il grande preludio al carrozzone della
Rolling Thunder Revue non ci sia proprio niente, certo è strano che un
uomo cambi in breve tempo la sua personalità, o forse era falso il
“Dylan buon padre di famiglia”? Ci sono cose che non potremo mai sapere,
possiamo sospettarle o intuirle dai testi delle sue canzoni, ma restano
sempre nostre idee o supposizioni. Certo che “Simple Twist of Fate” non
nasconde un reale dolore per la fine di un qualcosa, lui dice che
potrebbe essere stato solo un semplice scherzo del destino, ma se era
davvero solo uno scherzo gli è costato molto caro a livello morale.
Tutto Quell’album è permeato di tristezza e rimpianti, sembra Bob
entrato in confessionale che cerca di smacchiarsi l’anima accusando ed
accusandosi, ma qui dobbiamo alzare le braccia, più in là non possiamo
capire.
Tanto nomini nullum par elogium (A così gran nome nessuna lode è pari)
questo è l'epitaffio scritto sul monumento in Santa Croce a Firenze
dove riposa Niccolò Machiavelli. E tutte le lodi per Dylan non sono
ancora state scritte, lui ha ancora molta strada da fare, ieri era più
vecchio di oggi ma oggi è certo più giovane di ieri. Ti allego le parole
e una delle traduzioni, (devo anche dire che le traduzioni sono di
Michele Murino) così potrai meglio assimilarle. Un saluto, alla
prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine.
SEMPLICE SCHERZO DEL DESTINO parole e musica Bob Dylan
traduzione di Michele Murino
Sedevano insieme nel parco
mentre il cielo della sera diventava scuro,
lei guardò verso di lui e lui sentì un brivido percorrergli le ossa.
Fu allora che si sentì solo e desiderò di aver proseguito dritto
ed aspettò un semplice scherzo del destino.
Camminarono lungo il vecchio canale
un pò confusi, lo ricordo bene
e si fermarono in uno strano hotel con una luce al neon lampeggiante.
Lui sentì il calore della notte investirlo come un treno merci
muovendosi con un semplice scherzo del destino.
Un sassofono suonava da qualche parte in lontananza
mentre lei camminava sotto i portici.
Mentre la luce apparve improvvisamente attraverso un'ombra
dove lui si stava svegliando,
lei lasciò cadere una monetina nella tazza di un cieco al cancello
e dimenticò un semplice scherzo del destino
Lui si svegliò, la stanza era deserta
non la vide da nessuna parte.
Disse tra sè che non gliene importava, spalancò completamente la
finestra,
sentì un vuoto dentro che proprio non poteva spiegare
causato da un semplice scherzo del destino
Sente il ticchettio degli orologi
e cammina con un pappagallo che parla,
la cerca sulle banchine di fronte al mare dove tutti i velieri fanno
ritorno.
Forse lei lo ritroverà ancora per una volta, ma per quanto tempo dovrà
aspettare
una volta di più un semplice scherzo del destino
La gente mi dice che è un peccato
un sapere ed un sentire esagerato.
Io ancora credo che lei fosse la mia gemella, ma ho perduto l'anello.
Lei nacque in primavera, ma io nacqui troppo tardi
diamo la colpa ad un semplice scherzo del destino
SIMPLE TWIST OF FATE words and music Bob Dylan
They sat together in the park
As the evening sky grew dark,
She looked at him and he felt a spark tingle to his bones.
'Twas then he felt alone and wished that he'd gone straight
And watched out for a simple twist of fate.
They walked along by the old canal
A little confused, I remember well
And stopped into a strange hotel with a neon burnin' bright.
He felt the heat of the night hit him like a freight train
Movin' with a simple twist of fate.
A saxophone someplace far off played
As she was walkin' by the arcade.
As the light bust through a beat-up shade where he was wakin' up,
She dropped a coin into the cup of a blind man at the gate
And forgot about a simple twist of fate.
He woke up, the room was bare
He didn't see her anywhere.
He told himself he didn't care, pushed the window open wide,
Felt an emptiness inside to which he just could not relate
Brought on by a simple twist of fate.
He hears the ticking of the clocks
And walks along with a parrot that
Hunts her down by the waterfront docks where the sailers all come in.
Maybe she'll pick him out again, how long must he wait
Once more for a simple twist of fate.
People tell me it's a sin
To know and feel too much within.
I still believe she was my twin, but I lost the ring.
She was born in spring, but I was born too late
Blame it on a simple twist of fate.
Messina, il sindaco Accorinti in
piazza canta Bob Dylan
clicca qui
Mercoledì
22
Febbraio 2017
Talkin' 10036
- dinve56
Oggetto: La nave dylaniana
Buongioirno Mr. Tambourine,
grazie della tua lunga e articolata risposta. L'ho letta più volte e mi
è parsa una canzone di Dylan; non so perchè... ma da "lasciati
trasportare nel mattino tintinnante" fino alla conclusione della prima
parte del tuo intervento, ho sentito parole e temi dylaniani, molto
belli, terribilmente poetici, che sgelano il cuore. Sulla parte " i tuoi
sensi si spoglieranno della parata di te stessa...", sono andata a
rileggere l'ottavo episodio di "Tarantula"; se hai tempo, prova a
leggerlo anche tu e vedrai che tutto Dylan è nel suo primo libro. Tu mi
rivolgi auguri molto belli e suggestivi ed io li accolgo come segno di
amicizia, sebbene a distanza, e ti dico che ascoltare musica e leggere
libri e amare le persone che mi circondano è il mio modo di allontanare
i fantasmi del tempo e controllare il groviglio di dolore che la vita mi
ha riservato senza che questo dolore mi faccia impazzire. E' per queste
ragioni che credo nella giusta motivazione del Nobel assegnato a Dylan,
là dove dice che la sua opera ha valore umano universale e contribuisce
al bene dell'umanità, così come credo che il sito da te diretto con
grande competenza e senso di profonda umanità si collochi sulla scia
coerente della motivazione del Nobel. Che cos'è, se non senso buono
dell'amicizia, leggere e rispondere alle considerazioni varie, giuste o
sbagliate che siano, di tutte le persone, oltre a me, che ogni giorno
scrivono? Grazie di questa amicizia che la poesia di Dylan ha prodotto e
mantiene in vita ogni giorno, poesia che, questo è per me il senso della
seconda parte della tua risposta, deve essere compresa ed amata nel suo
tumultuoso ed imperfetto divenire e, dunque, non deve essere
"accademizzata", almeno finchè il Nostro è vivo. Cercherò di migliorare
la mia capacità di ascolto, ma so che non arriverà mai ai livelli di chi
conosce la musica. Vengo alle mie domande: non riesco a trovare,
nell'archivio del sito, la traduzione della canzone "time is an ocean
but it ends...". Puoi darmi una dritta? Ed ancora: "Che cosa pensi
dell'accompagnamento dell'armonica"? e, ultima:"chi è la musicista che
suona il violino"? Grazie ancora. Lunga vita a te, a Bob, a tutti noi.
Carla.
Ciao Carla, voglio dirti che le tue parole mi
hanno toccato il cuore anche se non ti conosco, non so chi sei, non so
cosa fai, cosa pensi, praticamente di te conosco solo quelle poche righe
che mi hai scritto, ma queste mi hanno permesso di capire che in te c’è
qualcosa che tutti dovremmo avere, quel profondo senso di umanità che
guida la tua penna.
Molti di quelli che abitualmente frequentano il sito, ed in quelli
includo anche me, hanno avuto difficoltà e dolori nella vita, ma
purtroppo, nel bene o nel male, queste sono le cose che compongono la
nostra esistenza, e, permettimi di dire, le danno sapore, infatti io
credo che sia proprio nel dolore che si arrivi a gustare e capire il
vero senso della vita, ad assaporarne i momenti che, sappiamo tutti,
spariranno, che tutto ciò che amiamo e che siamo svanirà nell’oblio.
Ho usato le parole che Dylan ha scritto per Mr. Tambourine Man per
risponderti, ho trovato che ben si adattavano e son contento che la cosa
ti sia risultata gradita.
Ti dico che è cosa gravosa rispondere a tutti, perchè ognuno di Voi ha
delle problematiche diverse ed io devo infilarmi in queste cose e
rispondere cercando di non infilare una serie di banalità ben allineate
e ben confezionate come succede nelle pubblicità. La posta che Voi
mandate non a me ma al sito parla a tutti, e molte volte ci sono persone
che trovano giusto intervenire nei vari scambi di idee. Io trovo che
questo dia un valore aggiunto a questo sito che, a detta degli altri, è
qualcosa di unico nel mondo dylanioano. La Fattoria non è soltanto un
freddo archivio di tutto il lavoro di Dylan dagli inizi fino ad oggi, è
anche un posto dove le persone possono incontrarsi, scambiare opinioni,
rilassarsi ed a volte provare piacere per quello che gli altri scrivono.
La posta di Maggie’ s Farm tiene vivo il sito, e finchè ci sarà qualcuno
come te e come tantissimi altri amici che scrivono sarà come essere in
neverendingtour, almeno finchè il Padreterno ce lo consentirà.
Per ascoltare la musica non occorre conoscerla o saper leggere lo
spartito o saper suonare uno strumento qualunque, ci son così tanti
generi da ascoltare che la scelta è la più abbpondante che ci possa
essere, come nei supermercati dove trovi mille marche di spaghetti che
alla fine son sempre spaghetti anche se hanno nomi differenti. Così sono
gli artisti, come gli spaghetti, loro propongono cose diverse e pèoi sta
a noi apprezzare quelle che sentiamo più vicine al nostro modo di essere
e di “sentire” l’emozione che li ha guidati nella composizione e
nell’esecuzione. La musica ha il pregio di essere un linguaggio
universale senza bisogno che tutti parlino la stessa lingua, cose come
Blowin’ in the wind sono capite in tutti gli angoli più remoti del
globo, non per la lingua che esprimono ma per le emozioni che sono
intrinseche ed evidenti.
La frase "time is an ocean but it ends..." si trove nell’ultima strofa
della
canzone “Oh Sister”, che fa parte dell’album “Desire”.
Nel sito la trovi a questo indirizzo: http://www.maggiesfarm.eu/testiO/ohsister.htm
Ti elenco anche i musicisti che hanno suonato nell’album:
Bob Dylan – voce, chitarra ritmica, armonica, pianoforte in Isis
Scarlet Rivera – violino
Howard Wyeth – batteria, pianoforte
Dom Cortese – fisarmonica
Vincent Bell – bouzouki
Rob Stoner – basso, cori
Emmylou Harris – cori
Ronee Blakley – cori in Hurricane
Steven Soles – cori in Hurricane
Naturalmente la donna che suona il violino è Scarlet Rivera, violinista
e compositrice statunitense. È conosciuta soprattutto per aver fatto
parte fra il 1975 ed il 1976 della tournée della Rolling Thunder Revue
di Bob Dylan (in cui suonava il violino ed il violino elettrico), con il
quale ha inciso anche l'album Desire.
La sua presenza all'interno della RTR è documentata, oltre che in
diversi video e nel film Renaldo and Clara, negli album The Bootleg
Series Vol. 5: Bob Dylan Live 1975, The Rolling Thunder Revue e Hard
Rain che furono realizzati sulla base di quell'esperienza musicale.
Dylan è stato accreditato della scoperta della musicista. In effetti,
secondo quanto raccontato da diversi biografi del cantante, la Rivera fu
aggiunta al gruppo di musicisti che preparavano il tour dopo essere
stata vista camminare con la custodia del violino sulle spalle fra le
vie del Greenwich Village. Prima di allora Dylan non aveva avuto alcun
contatto con lei né sapeva come la musicista sapesse suonare. Fu solo
dopo la prima sessione di prove che Dylan decise di arruolarla per il
tour autunnale.
Sotto ti elenco tutte le parole della canzone:
OH, SISTER
da "Desire"
OH, SORELLA
parole Bob Dylan e Jacques Levy
musica Bob Dylan
traduzione di Michele Murino
Oh sorella, quando vengo a riposarmi nelle tue braccia
non dovresti trattarmi come uno straniero
a Nostro Padre non piacerebbe il modo in cui ti comporti
e devi capire il pericolo
Oh sorella, non sono forse un fratello per te
ed uno meritevole di affetto?
Non è il nostro scopo lo stesso su questa terra
amare e seguire la Sua direzione?
Siamo cresciuti insieme
dalla culla alla tomba
Siamo morti e siamo rinati
e poi misteriosamente salvati
Oh sorella, quando vengo a bussare alla tua porta
non voltarmi le spalle, creeresti dolore
Il tempo è un oceano ma termina alla spiaggia
Potresti non rivedermi domani
OH, SISTER
words Bob Dylan and Jacques Levy
music Bob Dylan
Oh, sister, when I come to lie in your arms
You should not treat me like a stranger.
Our Father would not like the way that you act
And you must realize the danger.
Oh, sister, am I not a brother to you
And one deserving of affection?
And is our purpose not the same on this earth,
To love and follow
His direction?
We grew up together
From the cradle to the grave
We died and were reborn
And then mysteriously saved.
Oh, sister, when I come to knock on your door,
Don't turn away, you'll create sorrow.
Time is an ocean but it ends at the shore
You may not see me tomorrow.
L'armonica è bella e
ben fatta, ma non scordare che tutto ciò che vien fatto in sala
d'incisione può essere modificato, reinciso o sovrapposto finchè il
risultato sia il migliore. Dal vivo è un'altro discorso, si può essere
ottimi e si può anche steccare qualche nota, diponde dalla serata e
dall'umore.
Spero di averti dato
una buona risposta, alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine,
:o)
Bob Dylan: La sua cover di ‘My One and
Only Love’ di Frank Sinatra
clicca qui
Sabato 18
Febbraio 2017
Scoperto il luogo dell'auto nel dipinto
di Dylan
Devo ammetterlo, è stato una botta
tremenda di cu.......di fortuna! Stavo cercando fra le foto di Google
immagini di vecchie auto abbandonate in Iowa perchè il dipinto di Bob si
intitola “Wilton Iowa, Farmyard”, ma dopo moltissimo tempo di ricerca
nemmeno una minima lontana somiglianza con l’auto raffigurata nel
dipinto di Bob. Quasi affranto, ho sostituito nella ricerca la parola
“route 66 old abandoned cars” al posto della parola “Wilton Iowa old
abandoned cars” ed ecco che dopo poche fotografie ne vedo una con
un’auto che mi è apparsa subito identificabile con l’auto raffigurata da
Bob. Preso da eccitazione ho aperto la pagina relativa alla foto che
diceva che era stata scattata allo "Hackberry General Store" che si
trova sulla Route 66 esattamente al numero 11255 E Hwy 66, Hackberry, di
Kingman, Arizona 86411-2001. Avevo finalmente capito perchè non trovavo
quanto stavo cercando perchè l’auto non si trovava nell’ Iowa ma bensì
in Arizona, però non ero ancora matematicamente sicuro che si trattava
dell’auto giusta. Allora ho digitato il nome e l’indirizzo del luogo su
Google Maps e all’apertura della pagina, dopo aver fatto ruotare la
visione dello spiazzo, ecco apparirmi la staccionata dell’ingresso in
legno e la ruota a vento proprio come nel dipinto di Bob. Ho salvato le
immagini (che potete vedere sotto) ed ora posso ufficialmente dichiarare
che l’auto riprodotta da Dylan si trova esattamente in Ariziona allo
Hackberry General Store sulla vecchia Route 66. E’ stata una faticaccia,
ma la soddisfazione è stata immensa, ne è proprio valsa la pena visto il
perfetto risultato.
Wilton Iowa Farmyard
Route 66 - "Hackberry General Store"
11255 E Hwy 66, Hackberry,
Kingman, AZ 86411-2001
The car is a 1931 Ford
model A Tudor Sedan
Vista dell'auto, della staccionata
d'ingresso e della ruota a vento nello spiazzo dello Hackberry General Store
Dettaglio della vista dell'auto, della
staccionata d'ingresso e della ruota a vento
Dettaglio della vista della staccionata
d'ingresso e della ruota a vento
Venerdì 17
Febbraio 2017
Talkin' 10034
- dinve56
Oggetto: ri-leggendo e ascoltando
"Tarantula"
Buongiorno Mr.Tambourine,
seguo con attenzione i vari interventi sulla musica e il canto di Bob.
Fin qui mi pare di capire che la maggior parte degli intervenuti
sostenga, con il tuo avallo, che il nostro non sia un virtuoso né del
piano né della chitarra e nemmeno del bel canto. Nessuno si é espresso
sulla musicalità più o meno convincente dell'armonica, che accompagna,
se sbaglio correggimi, la prima produzione dylaniana. E qui torniamo a
"Tarantula" che, letta e riletta, sembra essere l'atomo primordiale da
cui si è espanso l' "Universo" dylaniano. Giusto nel primo episodio,
terminata l'invocazione ad Aretha, che sembra non voler condividere i
segreti musicali con l'Autore del testo, si legge "sotto neri floreali
ventilatori da stazione ferroviaria, ombre di foglia di fico e porcherie
che trovi solo nei caffè aperti tutta notte si ingrossano i
battaglioni-harmonica dei codardi risentiti... (harmonica battalions of
bitter cowards...). Sono forse i cantanti che, come Dylan fa
magistralmente, alternano le parole delle canzoni al suono dell'armonica
a bocca, così presente e suggestiva nella tradizione di musica popolare
americana? Pur con tutte le cautele, più che doverose con un testo così
arduo, non mi sembra peregrino sostenere che Dylan affermi qui la sua
identità di musicista come suonatore di armonica. E, ancora, il primo
episodio si intitola "Guns, the Falcon's Mouthbook &...". Mouth
significa "bocca" e, secondo lo studioso irlandese Scobie, uno dei temi
di "Tarantula" sarebbe proprio l'affermazione dell'identità come
identità primordiale e pre-egoica dell' "io-bocca" che si contrappone
all'identità dell' "io-occhio" . Torniamo alla musica. Dopo questa
"rilettura" del primo episodio del libro, ho ascoltato Dylan e ho colto,
forse influenzata dall'episodio suddetto, non un'ugola che canta, ma una
bocca che parla e che recita i testi delle canzoni, seguendo
l'accompagnamento musicale. Avrei alcune domande da porti, ma alla
prossima. Lunga vita. Carla.
Cara Carla, chiedi tutto quello che vuoi ed io, a volte
con l'aiuto
dalla conoscenza e della competenza degli altri amici della Fattoria, risponderemo con
piacere a tutti i tuoi interrogativi. Dopo aver letto tutto ciò che hai
scritto su "Tarantula" sono convinto che tu sappia anche "sentire" bene
oltre che "leggere" bene. Quindi, se non hai sonno e non hai un posto
dove andare, sali sulla magica nave turbinate dylaniana e lasciati
trasportare nel mattino tintinnante, i tuoi sensi si spoglieranno della
parata di te stessa così come la sabbia svanisce dalle mani, le tue
dita troveranno nuove prese dove attaccarti, e la tua vecchia e morta
strada si popolerà di nuove emozioni, giù nelle brumose rovine del
tempo, lontano dalle foglie gelate dai terrificanti alberi infestati dai
fantasmi, su spiagge ventose, fuori dal corso attorcigliato del folle
dolore, e danzerai sotto il cielo adamantino con una mano che fluttuerà
libera nell'aria stagliata contro il color del mare, con intorno un
cerchio di sabbia,
con i ricordi ed il destino persi nelle onde, e scorderai i dolori di
oggi fino a domani. E poi, oltre le parole, ascolta la voce che non è
una voce che canta ma una voce che racconta meravigliose storie senza
tempo, accompagnato e sostenuto dal potere della musica. Imparerai a
sentire dove il Nostro fa bene e dove fa male, sentirai l'armonica che
stride troppo alla ricerca di una nota irraggiungibile, sentirai anche
qualche imperfezione musicale, si possono sentire persino i tagli e le
giunture fatte in sala d'incisione, cose fatte così come venivano
(ricordo che stavo seguendo con la chitarra una sua canzone per
impararla e ad un certo punto non riuscivo più a seguirlo, andavo fuori
tempo come un ragazzino dell'oratorio. "Non è possibile!" mi dissi, ci
dev'essere qualche inghippo e così mi misi a cercarlo. Contati le
battute di ogni misura della canzone ed erano tutte di quattro tempi,
insomma il tempo della canzone era in quattro/quarti quindi facile da
seguire, fino a quando arrivai ad un punto dove invece di contare
quattro dovetti contare fino a cinque. Allora capii che si trattava non
di un errore musicale perchè non era possibile, ma solamente di una giunta fatta
molto frettolosamente e con abbastanza poca professionalità. Se guardi "Hard Rain", il filmato della Rolling Thunder
Revue, che ho postato qui sotto:
sentirai un
sacco di inizi ed altrettanti finali "come vengono vengono",
imprecisioni strumentali e vocali che però non inficiano la validità e
la bellenza di quello strano e bizzarro carrozzone musicale che, con le
sue regine ed i suoi re viaggiava verso la storia proprio mentre la
stava scrivendo. Sentirai in alcuni dischi che Bob era in un periodo
negativo di voce, già aveva un canto atono e poco melodico di suo, ma
quando venne troppo esposto all'alcol ed alle sigarette diventò un vero
problema. Gli anni dopo il divorzio da Sara furono abbastanza drammatici
per Dylan, anche se lui non lo ammise mai cercando di minimizzare tutto
o sviare completamente chi l'ascoltava con giustificazioni poco
rispondenti alla realtà. Diverse volte negli shows del NET salì sul
palco che aveva alzato troppo il gomito e le performances erano
nettamente insufficienti, anche quando cantava quelle sue meravigliose
canzoni che hanno fatto la storia della Musica. Sentirai, specialmente
dal vivo, che Bob non è mai stato un grande con la chitarra, era un
mediocre chitarrista ritmico ed a volte tendeva ad andare fuori tempo,
il pianoforte per lui è sempre stato lo strumento sul quale ha composto
la maggior parte dellle sue più belle canzoni, ma non è mai stato
all'altezza di essere un pianista da palcoscenico. Dal vivo ci sono
assoli di armonica dove Dylan sembra litigare con lo strumento, ma
questop ha sempre fatto parte di Dylan, un artista che, come
nessun'altro, puoi trovarlo nella sera nella quale ti porta in paradiso
oppure ti fa scendere negli abissi dell'inferno. Ma, a dispetto di tutto
questo, quando avrai imparato a riconoscere il bello, il brutto, il
giusto e lo sbagliato di Dylan, non cambierai certamente idea su di lui,
Bob non è un artista comune nel senso più stretto della parola, Dylan va
oltre le sue parole e la sua musica, Dylan sta sempre andando incontro
al suo destino di Dylan. Alla prossima, live long and prosper,
Mr.Tambourine, :o)
Giovedì 16
Febbraio 2017
Talkin' 10033
- miscio.tux
Oggetto: Intervento lungo e noioso
(siete avvisati)
Caro Mr. Tambourine,
non volevo certo dire che Tondelli scrive cavolate, anzi, scrive
benissimo, il suo è, rispetto alla media,un signor blog. Poi a tutti può
capitare di produrre qualche cavolata, a me in primis. Non vorrei
nemmeno insistere sulla polemica come un Troll, ma un conto è recensire
un disco esprimendo delle sensazioni personali, cosa sempre
rispettabile, un altro è dare dei giudizi di valore passandoli come
valutazioni critiche ma senza argomentazioni a sostegno. Se per esempio
si pensa che Masters of War non sia credibile, non dovrei essere io a
dimostrare il contrario, ma chi lo afferma, e mi aspetterei qualche
motivazione, allo stesso modo in cui l'onere della prova, oggi, tocca a
chi afferma che la Terra è piatta e non a quelli che sostengono che è
rotonda. E tutto del resto passerebbe in chiacchiera, se tu, nel
linkarlo, non l'avessi in qualche modo "ufficializzato", dandogli una
specie di implicito "imprimatur". Certo, non puoi essere responsabile di
ogni cosa che linki, ma, per esempio, qualcuno potrebbe pensare che
Oxford Town sia una "boiata pazzesca", una canzone buttata giù
frettolosamente per rispondere all'appello di Broadside, anche se non è
così. Esiste l'analisi di Ricks che è assai puntigliosa e che vale la
pena richiamare, almeno come contraltare. Ricks nota che Dylan non sta
parlando in prima persona, canta "con la voce di Dylan ma non nella voce
di Dylan". Per lui questa è una constatazione stilistica,che poi
sviluppa, ma si tratta anche di una evidenza banale, dato che ci
troviamo "io, la mia ragazza e suo figlio", e la Rotolo non aveva nessun
figlio. Il suo ragionamento, per chi non l'abbia letto è il seguente. Il
3 Marzo 63 Dylan viene invitato al programma radiofonico di Studs
Terkel, tra le canzoni che esegue non c'è Oxford Town, ma Terkel la cita
in un passaggio, ricordando che è legata al caso di James Meredith,
studente nero a cui i razzisti volevano impedire l'iscrizione
all'Università del Mississippi. Eccola qui, al minuto 52:37
Avevano appena discusso di “Hard Rain'-a Gonna Fall” e Dylan aveva
negato che si trattasse semplicemente del fallout atomico. Qui,
sorprendentemente dice:“Well, yeah, it deal with the Meredith case but
then again it doesn't” (Certo che ha a che fare col caso Meredith, ma
allo stesso tempo no). Ricks non si fa la domanda: sarà vero?, ma
piuttosto un'altra: cosa vorrà dire? Innanzitutto, riflette, la canzone
non nomina Meredith, non è incatenata ad una particolarità politica; se
paragonate l'esecuzione a quella di “The Lonesome Death of Hattie
Carroll” trovate che mentre lì la voce narrante è esterna alla vicenda,
(è una voce che “parla per tutti”) in “Oxford Town” è un soggetto
individuale drammatizzato, la voce di uno che immaginiamo lì presente.
Mentre in Hattie Carroll la voce ci coinvolge in un pathos solidale, in
Oxford Town questo trasporto non c'è, ci sentiamo distaccati dalla
vicenda che capita al narratore:
Io e la mia ragazza, il figlio della mia ragazza
Siamo stati accolti con i gas lacrimogeni
Non ho capito nemmeno che ci siamo andati a fare
Ce ne torniamo da dove siamo venuti
“Non ho capito nemmeno che ci siamo andati a fare”, non è proprio la
pasta dell'eroe, dice Ricks, ci vuole certo un po' di coraggio per
venire lì, nel subbuglio, ”ma ci sono dei limiti”. Sgranocchia poi altri
frammenti che servono a capire meglio la filosofia dylaniana; il più
significativo da “Some Other Kinds of Songs “:
“a loose-tempered fat
man in borrowed stomach slams wife
in the face an' rushes off t' civil
rights meeting.”
un grassone dall'aria tranquilla
con lo stomaco in prestito molla ceffoni
alla moglie e poi corre ad una riunione
per i diritti civili
e commenta:
“Sarebbe confortevole credere che un uomo di tal fatta corra ad un
meeting per i diritti civili per interromperlo incivilmente, ma dobbiamo
piuttosto ammettere che potrebbe esserci andato proprio per sostenerlo.
In molti casi una buona causa politica è supportata da gente che non
pratica in casa sua quello che predica fuori. 'Che cosa ne pensi di
questo, amico mio?' Oxford Town non chiude gli occhi davanti al fatto
che i liberal non possono essere considerati eroi. E allora? Perché
dovremmo aspettarcelo? La canzone non ha lo scopo di spingere i suoi
ascoltatori a sentirsi superiori alla voce che ascoltano, la voce di
qualcuno decente, che si è spinto fino lì ma non fino al punto di
affrontare i lacrimogeni. L'idealismo, anche se non è ridicolizzato, è
sentito come vacillante, in maniera del tutto naturale:
“Non ho capito nemmeno che ci siamo andati a fare
Ce ne torniamo da dove siamo venuti”
[…] Non ti biasimo. Ma non posso nemmeno trasformarti in un idolo o
idealizzarti. E la canzone è salvata dal pericolo della autocelebrazione
perché ci è mediata tramite la voce di qualcuno che non ha alcun
desiderio di essere un martire, non fa il presuntuoso proclama di essere
un eroe, e non viene disprezzato per non essere un martire o un eroe".
Come si vede, le cose sono assai complicate. Da una parte la canzone
potrebbe contenere una denuncia dell'idealismo liberal, che come Dylan
dirà in "My Back Pages", pensava che la libertà consistesse nel
garantire "eguaglianza nelle scuole" (o come si direbbe oggi, le pari
opportunità); dall'altra Ricks sembra escluderlo, non ci trova giudizi
di valore sul comportamento, non ci vede un' invettiva contro il
Mr.Jones della sinistra, forse semplicemente qualcosa di ancor più
terribile, la descrizione oggettiva della realtà e dei limiti in cui si
muove. Del resto se la canzone contenesse un'avvisaglia di quello che
poi porterà Dylan a distaccarsi dal movimento per i diritti civili,
potremmo, come fa Carrera, rivolgere l'accusa di idealismo allo stesso
Dylan, dal momento in cui si ritira nell'impoliticità per eccesso di
radicalità, perché non c'è idealismo più assoluto di quello che delega
tutto a Dio. La collocazione del soggetto dipende da quanto è veritiera
la sua analisi
della realtà, e, su tale argomento, le puntate sono aperte.
Proseguendo nella sua analisi, Ricks cerca di tracciare i contrasti
caratteristici "di una canzone così tanto intrecciata". "La parola down,
trascina intenzionalmente il tono verso il basso, quattro volte nelle
prime sei righe[..]. Ma come ha scritto di questa canzone Robert
Shelton, "La melodia e il ritmo sono disinvolti, il testo no."[..] il
motivo disinvolto non si adatta a ciò che le parole mettono a nudo. Gli
"Ev'rybody" di "Ev'rybody's got their heads bowed down" (tutti hanno la
testa china) e di "Ev'rybody singin' a sorrowful tune"(tutti cantano una
triste canzone) diventano, due linee dopo, il malinconico desiderio (che
qualcuno indaghi) nel "Somebody" di:
“Two men died 'neath the Mississippi moon
Somebody better investigate soon”
Due persone sono morte sotto la luna del Mississipi
Qualcuno farebbe meglio ad indagare
Qualcun altro, come sempre. Non qualunque (ognuno, noi), ma chiunque
(non importa chi, qualcun' altro). La forma della canzone riguarda
modelli di comportamento. E ,"Sun don't shine above the ground", il Sole
non brilla sopra la terra,del primo verso, diventa nell'ultimo verso,
"Two men died 'neath the Mississippi moon", due uomini sono morti sotto
la Luna del Mississippi. E proprio come la “sorrowful tune”, la canzone
triste, può avere un colorito romantico,sgradevole nella circostanza,
così un altro dei tranquilli orrori della canzone è il contrasto interno
alla frase “ 'neath the Mississippi moon” perché anch'esso può avere uno
sconcertante colorito romantico:
“Where I can watch her waltz for free
'Neath her Panamanian moon”
Si tratta di “Stuck Inside of Mobile”. Per fortuna non ci capita di
essere chiusi dentro ad Oxford Town.”Meglio andare via da Oxford Town”.
La risicata speranza “Meglio” o “Meglio andare via” non è niente affatto
una buona cosa, e ritorna in “Qualcuno farebbe meglio ad indagare
presto” dove non ci si deve più prendere in carico di niente e qualcuno
si scrolla tutto di dosso. [..] Oxford Town non si conclude con questo
“presto” (soon) che non sarà mai realizzato, ma girando all'indietro per
ripetere il primo verso della canzone:
Oxford Town. Oxford Town
Ev'rybody's got their heads bowed down
Sun don't shine above the ground
Ain't a-goin' down to Oxford Town
Oxford Town, Oxford Town
Tutti tengono le teste basse
Il sole non splende sulla terra
Non ci andrò ad Oxford Town
Girare in tondo è una buona cosa, come essere cauti o come non andare da
nessuna parte, ma c'è un girotondo più efficace, senza la ripetizione
del verso di apertura, (un tocco semplice quello) nel ritornare delle
linee con “Ev'rybody”. "Ev'rybody's got their heads bowed down":
"Ev'rybody singin' a sorrowful tune". La “triste canzone” (sorrowful
tune) è incorporata nel suono che termina la parola “tune” o in quello
strettamente correlato che termina la parola “from”. Tale sonorità ha un
suo incessante e ciclico ronzio o mormorio. Perché tutte le linee di
questa canzone sono in rima, e ogni linea si sente suonare come n (per
esempio, "line" e "rhyme") , o (nel quarto verso) come m. Non è così,
potreste dire, per quanto riguarda “ground” del primo verso? Ma a
“ground” è negata la d dalla rima con “Town”, allo stesso modo in cui a
“bend”, nel terzo verso, viene negata la d dalla rima con “ frien' , e
anche come “bomb”, con la sua b muta, viene messa in rima con “from”. E
che cosa può fare questo ronzio o mormorio costante all'interno della
canzone? Creare un tono di minaccia quasi-militare senza remissione,
senza cedimenti, un sottofondo che piega le teste in basso e porta tutto
giù ad Oxford Town. Pensate ai suoni della cornamusa e a come
l'irruzione del cantante si contrappone al ronzìo, all'aria cupa che il
ronzìo diffonde su tutto. Le parole brevi fanno il loro lavoro. D'altra
parte, "Mississippi" e "investigate" sono le parole lunghe del brano, e
sono là in due linee successive, le due di chiusura:
Two men died 'neath the Mississippi moon
Somebody better investigate soon
Due uomini rimasti nel Mississippi un giorno di troppo. E' meglio che
qualcuno guardi che sia fatta giustizia in tutto questo. Come qualcuno
in realtà ha fatto.”(Evidentemente Ricks si riferisce a Kennedy).
Ora è sempre possibile fare di meglio, ma penso che sia difficile
immaginarsi un'analisi più approfondita di questa canzone di quella
fatta da Ricks. Se si mette tra parentesi il suo stile, che risulta a
volte insopportabile, e andiamo alla sostanza, ci dice molte cose.
Innanzitutto scopriamo che già precocemente, forse fin da prima dei
tempi di Freewheelin' , Dylan nutriva parecchi dubbi sul movimento per i
diritti civili. Non lo ha mai idealizzato, e sapeva che, come esiste il
Mr.Jones di destra, esiste anche il Mr. Jones di sinistra. Oxford Town
non è quella canzoncina buttata giù senza pensare, su richiesta di
Broadside, tanto per dare in pasto ad un certo pubblico quello che
voleva sentire. E' una canzone piuttosto "intrecciata" come osserva
Ricks, ed è stata congegnata con attenzione nei minimi particolari. Se
Dylan l'ha buttata giù in poco tempo questo non farebbe che confermare
la sua straordinaria abilità.Tuttavia, la cosa più impressionante che si
scopre è che l'ispirazione di Dylan non è cambiata di un millimetro. I
liberal volevano fare la rivoluzione, ma una rivoluzione tranquilla e si
trovavano dentro un inferno da cui preferivano uscire. E si può scappare
via, da Oxford Town, ma non per sempre. Se vuoi guardare a fondo nella
coscienza americana finisci per trovare l'ipocrisia, il tradimento,
finisci davvero per voler uccidere il presidente. Senza sapere neanche
perchè, tanto il tradimento è lontano, tanto la contraddizione è
profonda. Forse c'è qualcuno che può risolvere tutto per noi,
un'istituzione che ci tira fuori dalla melma, che ci permette di tornare
tranquilli ai nostri focolari, fiduciosi, tanto siamo tutti americani,
tutti buoni. Un punto di appoggio privilegiato, da cui sollevare il
mondo, senza che nessuno si faccia troppo male. A quel tempo sembrava
Kennedy, e nel caso di James Meredith il presidente aveva dato la sua
risposta. Ma poi la contraddizione si è mangiata pure lui e oggi non c'è
più un modo di uscire, il cerchio si è chiuso, come in Stuck Inside of
Mobile. Ciò con cui si resta, sotto la Luna del Mississippi, non è la
confortevole fiducia del liberalismo progressista, sono questi "down"
martellanti che ci spingono giù, il ritornello asfittico come una nebbia
tossica, i morti che segnano una linea irreversibile. Ci resta la
certezza che non si poteva uscire da Oxford Town, oggi lo sappiamo
perché abbiamo visto il suo futuro, Scarlet Town, la città-mondo, satura
di ogni bellezza e di ogni nefandezza, e soprattutto, secondo Dylan
senza salvezza. E se devo dire la verità, pure io mi sono un po' perso,
quindi meglio chiudere qui.
ciao, Miscio
Caz....pita Miscio,
hai detto tutto tu senza nemmeno lasciarmi un piccolo spazio per
rispopndere. Ma va bene così, anzi, benissimo, la lettura del tuo saggio
è stata lunga e richiedeva concentrazione, ma è stato bello leggere il
tuo disquisire. Alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Martedì 14 Febbraio 2017
The Cutting Edge 1965-1966: The Bootleg
Series, Vol.12 premiato con il Grammy
Nella 59esima edizione dei Grammy Awards,
svolta allo Staples Center di Los Angeles, ha trionfato Adele, portando
a casa cinque premi, tra i quali quello per il miglior album dell’anno.
Il grammy per il miglior album storico è andato a Bob Dylan.
Best Historical Album
The Cutting Edge 1965-1966: The Bootleg Series, Vol.12 (Collector's
Edition)
Steve Berkowitz & Jeff Rosen, compilation producers; Mark Wilder,
mastering engineer (Bob Dylan)
Label: Columbia/Legacy
Teatro: How does it feel? Something
about Bob Dylan
clicca
qui
Lunedì 13 Febbraio 2017
Talkin' 10032
- miscio.tux
Oggetto: Oxford Town
Caro Mr. Tambourine,
ciascuno può dire quello che vuole di Dylan, ci mancherebbe, se non si
formalizza lui, figurati se lo faccio io. Dico solo che il signor
Leonardo Tondelli che hai linkato si sbaglia, Masters of War è una delle
più belle canzoni mai scritte contro la guerra, e non faccio nessuna
fatica a prenderla sul serio anche oggi. In secondo luogo ci dice che
sarebbe un orrore usare il blues,“la musica del dolore e della
schiavitù”,(definizione assai impropria per chiunque abbia leggiucchiato
un po' di storia del blues) per lamentarti della tua ragazza: infatti
chi ha mai ascoltato un bluesman che si lamenta della sua donna
(probabilmente tutti tranne Tondelli). Il terzo luogo “Bob Dylan’s
Dream”, sarebbe una cavolata, che non è vero niente, sei giovane e non
puoi avere quel genere di sentimenti. Forse per questo Dylan si è
paragonato a Shakespeare, anche il bardo inglese era un falsario, non
aveva mai visto il re di Danimarca e pretendeva di raccontarne morte e
miracoli. Ce n'è anche per Oxford Town: Dylan conta balle, lì non c'è
mai stato. E giù il carico: “È difficile capire come l’autore di
bozzetti del genere possa essere stato identificato come portavoce
politico di una generazione.” E per fortuna che poche righe sopra aveva
definito Freewhelin' "un capolavoro", se lo spolpava ancora un po' non
restava neanche l'osso. Se non crede a me poi, può andarsi a leggere
quello che scrive Cristopher Ricks su Oxford Town, a partire da pagina
246 del suo Dylan's Visions of Sin. Spesso chi legge o ascolta Dylan
scambia il vuoto della propria lettura per un vuoto della canzone: non è
così ragazzi, il fatto che gli abbian dato l'ultimo premiuzzo dovrebbe
mettervi la pulce nell'orecchio. Avevo persino pensato di riassumere
quello che dice Ricks, ma rinuncio, non vorrei che Sir Eglamore (che Dio
lo fulmini, in senso buono, solo una saettina) mi desse ancora
dell'erudito (colui che molto conosce e nulla capisce, la cui madre è
sempre incinta e la cui specie affolla le Cattedre). Desisto quindi,
mogio e bastonato. Il fatto è che mi sembrava impossibile, dopo aver
ascoltato Zucchero a Sanremo, che qualcuno potesse criticare un testo di
Dylan, ho ancora nei timpani il "menzognero" che vede il mare e le
foreste (
http://www.azlyrics.com/lyrics/zucchero/miserere.html ), ma che, con
la stessa disinvoltura, avrebbe potuto vedere le locuste o la sfera
celeste e persino il mio amico Oreste.
ciao, Miscio.
Hallo Miscio, permettimi
di dire che mi son piaciuti tutti e due gli articoli di Tondelli che ho
linkato, quello che parla del non perfetto modo di cantare di Dylan
(forse proprio questo creerà parte della sua fortuna e del suo marchio
di fabbrica che lo renderà riconoscibilissimo sin dalla prima parola,
quella voce sgraziata, afonica e mal controllata che fece dire alla
mamma di Springsteen, che per inciso non aveva capito assolutamente
niente, “Questa persona non può cantare”, per fortuna ci penserà il
figlio a smentirla!). Certamente i fans di allora di Dylan, ricordo fu
la stessa cosa per me, rimasero stupiti quando sentirono la voce di
“Self Portrait”, Marcus disse “Cos’è sta merda?” ed io invece mi chiesi
chi cantava perchè mi sembrava impossibile che uno con la voce di Dylan
potesse tirar fuori un tono così grave e pastoso, ma poi, negli anni a
venire, capii che con tutta una serie di operazioni in sala d’incisione
sarebbe possibile far cantare “Nessun Dorma” ad un gatto!
Tondelli non dice stupidate, la sua analisi mi sembra seria e ben
valutata, (tu fai riferimento al suo articolo “Il Bob a ruota libera”),
una recensione lucida ed onesta di “The Freewheelin’ Bon Dylan”. Non
nasconde, ma lo sapevamo già tutti da anni, che la maggior parte di
quelle melodie erano prese da altre canzoni e ballate più vecchie che
erano state importate in America dai coloni che venivano da tutte le
parti d’Europa portandosi appresso le loro tradizioni e le loro canzoni.
Nel blues questo modo di agire era comunissimo, prendere una melodia e
cambiare le parole era cosa di tutti i giorni, i bluesmen stessi
facevano questo gioco, quando cambiavano città o villaggio, adattavano
il testo a cose o dicerie che avevano sentito forse la sera prima in
qualche bettola da qualche ubriacone.
Per “Oxford Town” non credo proprio fosse strettamente necessario
esserci stato per scrivere una canzone su quello argomento (infatti Bob
nella prima strofa dice che non si recherà ad Ofrord Town, “Oxford Town,
Oxford Town, Tutti tengono le teste basse, Il sole non splende oltre il
suolo, Non andrò ad Oxford Town”. I Giornali la televisione e le radio
ebbero per diversi mesi come argomento principale la storia di
quell’avvenimento, con resoconti di tutti i tipi e da tutti i punti di
vista. Permettimi di riassumere brevemente l’argomento di “Oxford Town”
per chi non l’avvesse ben presente, ma d’altronde non si può sapere a
memoria tutti i testi di Bob o ricordarsi l’argomento di ogni canzone.
“Oxford Town “ è la cronaca dylaniana che si riferisce ai violenti
scontri che ebbero luogo nel campus universitario di Oxford, Mississipi,
nel settembre del 1962, quando i segregazionisti bianchi presero
d'assalto l'ateneo per impedire al primo studente afroamericano, James
Meredith, di prendere parte alle lezioni. Il Presidente Kennedy fu
costretto a mandare la Guardia Nazionale per scortare Meredith, ma gli
scontri furono ugualmente violentissimi, con un bilancio di due morti
(uno studente e un giornalista francese, Paul Guihard) e decine di
feriti.
James Meredith si laureò in scienze politiche nel 1963.
Nel 1966, durante la famosa "Marcia Contro la Paura", organizzata dal
Movimento per i Diritti Civili da Memphis, Tennessee, fino a Jackson,
Mississippi, Meredith fu ferito (probabilmente da un cecchino del KKK).
La foto che lo ritrae a terra, ferito, è una delle più famose su quella
sanguinosa stagione di lotte per i diritti degli afroamericani, tanto
che valse al fotografo che la scattò, Aubrey James Norvell, il premio
Pulitzer nel 1967...
la foto di Meredith ferito
Per due anni Meredith frequentò la Jackson State University, dove
ottenne buoni voti, e ispirato dal Presidente John Fitzgerald Kennedy,
intese iscriversi all'università del Mississippi, con l'intenzione di
fare valere i suoi diritti civili, frequentando l'università dello
statale. Fino a quel momento infatti l'istituzione aveva accettato solo
studenti bianchi secondo il sistema giuridico della segregazione
razziale ma nel 1954, con la sentenza Brown v. Board of Education, la
Corte Suprema aveva stabilito che la segregazione era incostituzionale
nelle scuole pubbliche, mantenute da tutti i contribuenti.
Il Governatore dello Stato Ross Barnett, convinto segregazionista, si
oppose fermamente al suo intento, promuovendo manifestazioni a supporto
dell'impedimento all'integrazione nell'università e si verificarono
violenti scontri che provocarono centinaia di feriti e due vittime.
A dispetto dell'ostilità politica e di gran parte della popolazione il
1º ottobre 1962, scortato dall'avvocato John Doar e dal capo del United
States Marshals Service James McShane, Meredith si immatricolò
all'Università del Mississippi, divenendone il primo studente
afroamericano della sua storia, e l'evento costituì una pietra miliare
nella storia dei diritti civili negli Stati Uniti; Meredith si laureò in
scienze politiche il 18 agosto 1963.
Era vero che molte canzoni folk erano scritte a Tin Pan Alley, ma non
dimentichiamo che Tin Pan Alley (cioè "Vicolo della padella stagnata") è
il nome dato all'industria musicale newyorkese che dominò il mercato
della musica popolare nordamericana tra la fine del diciannovesimo
secolo e l'inizio del ventesimo secolo. In seguito il termine fu usato
per designare l'intera industria musicale.
La Tin Pan Alley originale era un luogo specifico di New York City, la
28esima strada Ovest tra la Quinta e la Sesta Avenue. Questo fatto è
oggi (2010) ricordato da una placca sul marciapiede della 28esima Strada
tra Broadway e la Sesta Avenue, in un isolato che è parte del Flatiron
District di Manhattan. L'origine del nome pare derivare dal suono
cacofonico dei pianoforti, proveniente dalle finestre delle sale di
prova, che ricordava quello ottenuto percuotendo padelle stagnate (alley
è il nome dei tipici vicoli di New York), e questo era vero fino
all’avvento delle prime etichette private come la Chess Records, fondata
nel 1947, per produrre i primi pezzi di R&B e di Rock&Roll. Chuck Berry
il 21 maggio del '55 incise il suo primo successo, Maybellene, che
raggiunse la posizione numero cinque della Billboard rock charts e la
numero uno della classifica R&B. Secondo molti è la prima canzone rock
and roll della storia, e la prima canzone rock and roll ad avere un
testo poetico.
Ma Dylan specifica chiaramente nella prima strofa della canzone:
“A differenza di molte canzoni del giorno d'oggi che sono scritte a Tin
Pan Alley, che è il posto dove nascono molte delle canzoni folk del
giorno d'oggi, Questa canzone è stata scritta da qualche parte negli
Stati Uniti”.
Quel che creò veramente la tabula rasa non fu l’intelligenza di Dylan ma
l’ignoranza del pubblico a cui si rivolgeva, gente abituata da anni ad
ascoltare alla radio successi confezionati a TPA cantati da nomi famosi
come Frank Sinatra, che pare abbia lasciato un’impronta indelebile anche
nella mente di Bob, ma il grande pubblico americano, appeno uscito dalla
II guerra mondiale non conosceva nomi come Bo Didley, Howlin’ Wolf,
Muddy Waters, Etta James e Chuck Berry. E nemmeno era nota la Sun
Records di Sam Phillips che lanciò con la sua etichetta Elvis Presley,
Carl Perkins, Jerry Lee Lewis, Roy Orbison, Johnny Cash e Charlie Rich.
La musica del dopo Jazz e del dopo crooner fu portata alla ribalta dalla
ricerca dei giovani americani che si cercarono e crearono i proprii
idoli sostituendoli a quelli che l’establishment imponeva allora. Fu una
vera rivoluzoione sociale, di costume, di stili di vita, di ideali e di
musica, eleggendo a miti da copiare nei minimi paerticolari Marlon
Brando, James Dean, Elvis Presley, Beatles e Bob Dylan che divenne in
poco tempo “La voce di una generzazione”, quella voce che si levava
sopra il coro delle voci che si udivano abitualmente.
Dylan descriveva i suoi sogni ed i giovani se ne impossessano come
fossero i loro perchè è impossibile per due persone fare lo stesso
sogno, ma se il sogno di un altro ti piace puoi farlo diventare un tuo
ideale.
Dylan aveva intuito che si stava creando uno spartiacque fra la
generazione dei reduci e quella dei teenagers cercando di mettere la sua
intelligenza e lungimiranza dalla parte giusta, probabilmente per
accumulare dei soldi per non dover andare avanti come commesso del
negozio da elettricista di proprietà dei fratelli di suo padre Maurice e
Paul, chiamato Micka Electric Co. Ad Hibbings, Mn.
Tondelli cita “Bob
Dylan’s Dream” come il brano più brutto del capolavoro, e forse non ha
tutti i torti, forse nel testo non c’è una sola parola vera, ma che
importa, il ragazzo si stava facendo ed in seguito, tutto ciò che
canterà diventerà Bibbia per i suoi seguaci. La melodia è pesa da "Lord
Franklin",
https://www.youtube.com/watch?v=ysFKjWG_W54 .
Invece l’amico Sir
Eglamore, visto che siamo in invernio, sembra essersi rifugiato in
letargo in attesa di tempi migliori per uccidere i suoi draghi (che a
volte identifica in noi). Spero che si svegli presto perchè lo considero
sagace ed intelligente, e leggo e rispondo sempre volentieri alle due
disgressioni.
Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Sabato 11 Febbraio 2017
Bergamo: Mostra dal 4 al 19 Marzo - Bob
Dylan, il mito da Nobel
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E’ vergognoso ed
indegno che una mitica leggenda vivente sia stata trasformata in una
caricatura idiota. Complimenti a Carlo Conti, forse le troppe lampade
gli hanno fuso il cervello, o forse si è convinto che la vita sia
veramente un tale e quale show. Per quello che ha fatto l’imitazione non
spreco neppure una parola, non ne vale la pena. Ciao a tutti, Federico.
Anch'io son rimasto
senza parole a bocca aperta come te e come credo tantissimi altri, anche
non fans di Bob. Meglio dimenticare in fretta quell' osceno momento.
Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Giovedì 9 Febbraio 2017
Tour 2017: tre nuove date a Londra
Comunicate tre nuove date al London
Palladium per il 28/29 e 30 Aprile. I Biglietti saranno in vendita dal
10 Febbraio 2017. Ecco l'elenco aggiornato:
01 Aprile 2017 - Stockholm, Sweden -
Stockholm Waterfront
02 Aprile 2017 - Stockholm, Sweden - Stockholm Waterfront
04 Aprile 2017 - Oslo, Norway - Spektrum
06 Aprile 2017 - Copenhagen, Denmark - Opera House
07 Aprile 2017 - Copenhagen, Denmark - Opera House
09 Aprile 2017 - Lund, Sweden - Sparbanken Skåne Arena
11 Aprile 2017 - Hamburg, Germany - Barclaycard Arena
12 Aprile 2017 - Lingen (EMS), Germany - EmslandArena
13 Aprile 2017 - Dusseldorf,Germany - Mitsubishi Electric HALLE
16 Aprile 2017 - Amsterdam, Netherlands - AFAS Live (ex Heineken Music
Hall)
17 Aprile 2017 - Amsterdam, Netherlands - AFAS Live (ex Heineken Music
Hall)
18 Aprile 2017 - Amsterdam, Netherlands - AFAS Live (ex Heineken Music
Hall)
20 Aprile 2017 - Paris, France – Le Zenith Paris-La Villette
22 Aprile 2017 - Esch-sur-Alzette, Luxembourg - Rockhal
24 Aprile 2017 - Antwerp, Belgium - Lotto Arena
25 Aprile 2017 - Frankfurt, Germany - Festhalle Frankfurt
28 Aprile 2017 - London, England - London Palladium
(new)
29 Aprile 2017 - London, England - London Palladium
(new)
30 Aprile 2017 - London, England - London Palladium
(new)
03 Maggio 2017 - Cardiff, Wales - Motorpoint Arena
04 Maggio 2017 - Bournemouth, England - Bournemouth Interational Centre
05 Maggio 2017 - Nottingham, England - Motorpoint Arena
07 Maggio 2017 - Glasgow, Scotland - SECC Clyde Auditorium
08 Maggio 2017 - Liverpool, England - Echo Arena
09 Maggio 2017 - London, England - The SSE Arena, Wembley
11 Maggio 2017 - Dublin, Ireland - 3Arena
17 Giugno 2017 - Dover, Delaware, U.S.A. - Firefly Festival - The
Woodlands of Dover
Bob Dylan ha usato una mia foto per
creare questo dipinto, cosa dovrei fare?
by Lisa Thompson Bagherpour:
New England Depot
Abandoned Sewell Station (West Jersey & Seashore Railroad)
780 Atlantic Avenue - Sewell - Mantua Township
Gloucester County, New Jersey 08080
Bob Dylan (artista insignito del premio
Nobel per la letteratura 2016) ha usato una foto scattata da me per un
suo dipinto... davvero figo!!! Il fatto è che lui non ha chiesto il mio
permesso per farne un uso commerciale . Mmmmm, quindi cosa dovrei fare?
Dovrei averne almeno una copia autografata del libro della mostra, non
credete! Peraltro, a differenza di quanto dichiarato nel libro di
presentazione della raccolta “Beaten Path”, che si tratta di una
stazione del New England, invece non è vero perchè questa è la vecchia
stazione abbandonata di Sewell, New Jersey, che si trova proprio nella strada di fronte alla
mia!!!
Aiutatemi!!! Condividete questo post e spero che Bob Dylan mi porti
almeno una copia firmata del suo libro!!!
Mercoledì
8 Febbraio 2017
Sanremo
2017: What's that shit?
Lo scherzo di Carlo Conti di
presentare un pessimo imitatore di Bob Dylan sul palco del Teatro
Ariston aveva il sapore quello che scippa la borsetta ad una vecchietta
convinto di essere un ganzo.
La cosa è stata pietosa, imitazione da voto 2 / 2-, Ubaldo Pantani ce
l’avrà anche messa tutta ma l’esclamazione di tutti i dylaniani di certo
è stata quella del titolo, cioè “WHAT’S THAT SHIT?”, permettendoci di
rubare le parole a Greil Marcus per esprimere l’indignazione della
sgradita sorpresa che era nell’aria dopo le dichiarazioni di Carlo Conti
il quale , dopo “Tale e Quale Show”, pare aver smarrito il senso della
realtà non riuscendo più a capire con chi sta parlando, senza parlare
del pubblico indottrinato e plagiato che faceva standing ovation a
ripetizione a fior di imitatori “pelagalline”. Diciamo che in tempi come
questi dove pare che i presidenti non possano decidere niente senza
consultare il parere dell’uomo della strada (evitando di commentare se
certe decisioni siano giuste o sbagliate. D’altronde ci si ricorda
ancorta quando, durante la guerra del 15/18 se ti rifiutavi di uccidere
o di andare all’assalto ti sparavanono nella schiena come ai vigliacchi,
e poi c’erano le famigerate decimazioni dove chi veniva contato era un
uomo morto al di là se aveva fatto il suo dovere o meno!). Un discreto
imitatore perlomeno dovrebbe sostenere la sua performance nel modo
migliore possibile, se suoni la chitarra, o se fai finta, muovi almeno
la mano facendo finta di cambiare accordi, e se non li sai ti fai almeno
dare una infarinatura per non far la figura del pelagalline. Stendendo
un velo pietoso sull’esecuzione di “Blowin’ in the wind”, il buon Ubaldo
avrebbe almeno dovuto sostenere il gioco pur usando un inglese
maccheronico che non voleva dire niente, ma mettersi a parlare in
toscano e dire che non è andato a Stoccolma a ritirare il premio Nobel
perchè ormai si era iscritto ad un corso di Pilates mi sembra una
comicità da due soldi tipo quella del rum più bevuto nei peggiori bar di
Caracas. Abbiamo visto di peggio da mamma TV, pazienza, facciamoci una
risata e non pensiamoci più.
Chi non avesse visto l’esibizione in diretta può vederla in video
cliccando sul link sotto.
Oggetto: Bob Dylan a Sanremo: non s'era
capito che quella di Conti era una battuta?
Salve a tutti.
leggo sul sempre puntuale Maggie' s Farm che alcuni siti hanno riportato
le parole di Carlo Conti a proposito di un presunto invito a Bob Dylan
per Sanremo, e rimango allibito: ma davvero questi siti che hanno
rilanciato la notizia non si sono resi conto che quella del presentatore
toscano era una battuta? La verità è che Carlo Conti, stuzzicato dai
giornalisti a proposito della ventilata presenza della brava comica
Virginia Raffaele, ha preferito non sciogliere la riserva, rispondendo
con queste testuali parole: "Stiamo cercando di portare anche Bob Dylan
al Festival di Sanremo. Visto che non è andato a ritirare il Nobel,
sarebbe una bella cosa, è un tentativo che stiamo provando a fare”.
Era ovvio che fosse una battuta! Quel riferimento al Nobel era chiaro, e
poi guardando il video si vede Conti che si mette a ridere dopo averlo
detto. Più chiaro di così. Resta da capire se certi siti non abbiano
davvero capito, o abbiano finto di non capire, non esitando così a
prendere in giro i lettori per qualche click in più.
Antonio.
Caro
Antonio, purtroppo la tua interpretazione si è rivelata inesatta, Carlo
Conti aveva preparato (secondo lui) una mirabilissima sorpresa ed era
per questo che rideva nell'intervista, con l'idea di aver fatto una
furbata galattica presentando un imitatore (sul quale stenderei un altro
velo pietoso) che ha fatto tutto quello che era in grado di fare per
rendere "ridicola e macchietta" la sua interpretazione di un "mito" come
Bob Dylan, imitatore che certamente era convinto di strabiliare il
pubblico con una imitazione "end of the line". Diceva Henry Ford:
"Abbiamo bisogno di persone brave, non di brave persone", forse un
giorno anche Carlo Conti capirà il significato di queste parole. Live
long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Martedì 7 Febbraio 2017
Carlo Conti: "Stiamo cercando di portare
al Festival Bob Dylan"
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Buon giorno Mr.Tambourine,
non so se la mail del 27 ultimo scorso concluda davvero l'esplorazione
"tarantoliana". Avevo ed ho altre considerazioni, ma temo portino un po'
troppo fuori dall'ambito musicale. Ho apprezzato molti interventi di
dylaniani competenti in fatto di musica, settore in cui difetto molto,
semplicemente perchè alcune canzoni mi piacciono ed altre meno, ma se mi
chiedi le motivazioni della preferenza accordata all'una piuttosto che
all'altra, vado in crisi perchè non ho competenza tecnica in merito.
Però, se posso dirla tutta come la penso, gli occhi li abbiamo tutti e
mi pare che Dylan il palco lo tenga bene, con simpatica e sempre
rinnovata autorevolezza. Anche chi lo circonda mi piace, soprattutto Tom
Petty ed altri cantanti e strumentisti che sono in magica sintonia con
Bob. Insomma, se non è un problema esorbitare troppo dal sound, tento un
approfondimento delle ultime considerazioni sul libro. Lunga vita.
Carla.
Permettimi di dire che, a
mio parere, Tom Petty & The Heartbreakers sono stata la miglior backing
band che Dylan abbia mai avuto, una band con un sound potente, preciso,
piacevole, squillante e mai esagerato. Naturalmente Dylan ha avuto
musicisti altrettanto validi sia in studio che dal vivo, ma come si
dice, ognuno ha le sue preferenze. Se vuoi dissertare ancora su
Tarantula credo che la cosa sia gradita a molti perchè ci hai fatto
vedere un nuovo modo di considerare quello che molti consideravano un
libro di pochissimo valore. Restiamo in attesa del tuo approfondimento,
live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
I'm not there – Alle molte vite di Bob
Dylan
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Lunedì 6 Febbraio 2017
Il “flirt” di Dylan con il “Great
American Songbook” è durato abbastanza
Questa settimana è stata annunciata l’uscita dell’ultimo album di Bob
Dylan. “Triplicate” è una raccolta di tre album la cui uscita è prevista
a fine marzo. Per i fanatici di Dylan (come me), le voci circa la
prospettiva di un triplo album dal nostro eroe era particolarmente
emozionante. Tre interi album di Dylan in un colpo solo! Ahimè, questa
euforia non è durata a lungo. “Triplicate” è costituito esclusivamente
da cover pescate dal “Great American Songbook”, proprio come i due album
precedenti, Shadows in the Night (2015) e Fallen Angels (2016).
La storia di artisti che ri-registrano canzoni di Frank Sinatra col solo
fine di fare qualche dollaro alla svelta è diventata un evento
familiare. Rod Stewart e Robbie Williams hanno fatto il loro peggior
album con questo proposito. Ma per Dylan questo è stato molto più di un
esercizio per fare soldi. Shadows in the Night, in particolare, è
davvero un bellissimo album. La sua voce roca ora, stanca del mondo, è
una partner perfetta per queste vecchie canzoni che narrano del tempo
passato, di amori perduri e di rimpianti. I due albun precedenti erano
impeccabili, troppo, e sono sicuro che “Triplicate” lo sarà altrettanto.
La passione di Dylan per le canzoni del “Great American Songbook” ha
dato un nuovo impulso anche al Never Ending Tour. Il concerto del 2015
alla Royal Albert Hall è stato spettacolare. Le versioni delle cover
sinatriane sembravano fantastiche e sembravano aver suscitato in Dylan
un nuovo trasporto verso le sue canzoni, specie per Tangled Up in Blue e
She belong to me. Andando a vedere Dylan dal vivo, come molti possono
testimoniare, può finire anche in un disastro, ma questa attuale
scorpacciata di Sinatra sembra essere ispiratrice di una buona forma.
Detto questo, penso che sia davvero giunto il momento per il grande uomo
di abbandonare la routine di Ol 'Blue Eyes. Durante la sua carriera,
Dylan ha registrato e suonato cover di brani tradizionali, ma tre album
di fila (che sono cinque dischi) di canzoni di altre persone è troppo da
sopportare anche per i suoi fans.
Il periodo pre-Shadows in the night era pieno di musica magnifica. Il
pescare dentro album come Time Out of Mind, Love and Theft e Modern
Times era veramente miracoloso. Together Through Life e Tempest che li
hanno seguiti erano due album di routine, ma avevano, comunque, i loro
punti alti. Dopo un terribile 2016, nel quale abbiamo perso David Bowie
e Leonard Cohen, spero che non sia di cattivo gusto mendicare il 75enne
Dylan per darci un po' di materiale originale il più presto possibile,
nel caso in cui, beh, non si sa mai.........
Naturalmente, a Dylan interesserà poco di quello che la critica penserà
o dirà di “Triplicate”. Avere pazienza è parte del divertimento di
essere pazzi di Bob Dylan. Non ha mai fatto quello che ci si aspetta da
lui e, così dopo essere stato premiato con il premio Nobel per la
letteratura, l'apparente abbandono della propria lirico-scrittura sembra
essere quanto si può avere oggi da Dylan, come sempre, lui tira dritto
per la sua strada.
Ciao a tutti amici della Fattoria!
Vi segnalo la puntata speciale del Buonasera di Telepace di giovedì
scorso dedicata al Nobel di Bob Dylan con me e Luigi "Dillo" Di Lorenzo
come ospiti in studio! Si è parlato e suonato.
Caro Tamburino,
ti scrivo perché temo ti sia capitato un piccolo accidente di
traduzione.
Ci ho messo un po’ a capire l’ultima tua risposta a Domenico Pasculli.
Poi ho supposto che con la frase:
«aspetta il prossimo che potrebbe essere, secondo i canoni dylaniani, un
Masterpiece o un "What's that sheet”!»
tu volessi alludere all’arcinoto incipit della recensione di Greil
Marcus a Self Portrait.
Poco male, per carità. Se, come insegna Orazio, “quandoque bonus
dormitat Homerus” ("talvolta anche il bravo Omero si appisola"), ci sta
che anche tu possa esserti distratto per un secondo o che, come accade,
il fastidioso correttore automatico abbia stravolto il senso della tua
frase. Fatto sta che, dove Marcus si chiedeva «Cos’è questa merda?», la
tua risposta a Pasculli suona: «potrebbe essere, secondo i canoni
dylaniani, un Masterpiece o un "Cos’è quel foglio?”,
un’interrogativo che (a meno che a me non sfugga qualcosa) appare privo
di senso: forse, da gestore del sito, ci puoi rimediare senza soverchio
clamore.
Spero di esserti stato utile, Teo Lorini
Sei stato utilissimo caro
Teo, ti ringrazio per avermi segnalato questo madornale errore,
effettivamente ogni tanto, scrivi e riscrivi, dalla penna escono cose
diverse da quello che pensi. Volevo proprio dire "What's that shit”, ma
è uscito "sheet". Pazienza, non è stata la prima e non sarà nemmeno
l'ultima castroneria che scrivo, ma giuro di averlo fatto in buona fede,
comunque, correzione fatta! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o).
Sabato 4 Febbraio 2017
Talkin' 10026
- domenico.pasculli
Che palle e che fastidio questo importuno,
molesto, noioso, scocciante, seccante ed irritante triplo disco ancora
sinatriano. Ma Dylan non ha ancora capito che a noi non ci frega niente
di Sinatra? O pensa solo a se stesso? Sono senza parole! Scusa lo sfogo
Tambourine, ma quando ce vò ce vò!
Mimmo
Capisco perfettamente la
tua delusione Mimmo, anche se penso tu sia in buona compagnia. Molti
pensano quello che tu hai scritto ma lo tengono nella penna invece di
copiarti esternandolo. Hai sempre la possibilità di ignorare questo
disco se ti indispone così tanto, armati di santa pazienza ed aspetta il
prossimo che potrebbe essere, secondo i canoni dylaniani, un Masterpiece
o un "What's that shit"! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Grazie Daniella, non è
solo carisma, è che lui dice le cose che noi tentiamo di pensare, a
volte senza riuscire a legare per giungere ad una conclusione, e che non
siamo capaci di dire nel modo e nelle forme che usa lui. Se poi fosse
circondato da musicisti migliori pensa che spettacolo sarebbe! Non solo
valido dal punto di vista culturale ma anche finemente musicale. Ma
questo è solo un mio desiderio, non necessariamente utile per Bob, lui
ha ottimi musicisti che l'accompagnano, ma a me piacciono altri
musicisti e non è un delitto desiderare una cosa simile. Live long and
prosper, Mr.Tambourine, :o)
Buongiorno Mister Tambourine,
grazie delle gentili parole con cui hai ricompensato l'intenso impegno
della lettura integrale del " romanzo" giovanile di Dylan.
E' stata un'esperienza arricchente, come lo è la frequentazione del
sito, miniera di informazioni e conoscenza su una delle figure che hanno
segnato i nostri tempi. Poche volte mi è capitato di leggere un'opera e
di sentirmi in "tight connection" con l'Autore che l'ha scritta, e la
lettura di "Tarantula" mi ha regalato questa bella esperienza,
paragonabile a ciò che ho provato leggendo "I Malavoglia", qualche
pagina de "I Promessi Sposi", "Il Gattopardo" , e poche altre opere.
Adesso mi riposo un po' e riordino, grazie al sito, la mia conoscenza
cronologica del canzoniere di Dylan, mi aggiorno sulle ultime opere e
sull'imminente uscita del nuovo album. Mi riprometto tuttavia di
scandagliare ancora "Tarantula", che nasconde altri segreti sul nesso
tra parole e musica che rendono così originale e spettacolare l'arte
dylaniana.
A presto. Lunga vita a Bob e a tutti noi. Carla.
Cara Carla,
probabilmente tu hai affrontato la lettura di "Tarantula" in modo molto
meno superficiale di moltissimi altri che non hanno avuto la pazienza di
leggere tra le righe alla ricerca dei significati quasi nascosti, e
questo ti fa onore. Molti fans di Bob dovrebbero seguire il tuo esempio,
ma "Tarantula" è veramente una serie di pensieri difficili da
interpretare e al giorno d'oggi le persone vivono di corsa e di
conseguenza hanno a disposizione pochissimo tempo per fermarsi ad
approfondire. Diciamo che è più comodo trovare la pappa già fatta invece
di doversela fare. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
secondo te di che si tratta???
è una versione alternativa di Pay in blood potrebbe essere un
soundcheck?? Bob ha partecipato all'Inaugural Ball per Trump??
Ciao e Grazie!!
Ciao Aldo, non credo
proprio che Bob abbia partecipato all'evento! A mio avviso è una delle
versioni live che si possono trovare o su Youtube o su qualche bootleg
pirata. Inoltre credo che questa cosa sia stata fatta in chiave polemica
da qualcuno che sia apertamente contrario a Trump. Infatti la traduzione
di Pay in Blood, non la riporto tutta ma solo il pezzo che potrebbe
sottintendere la satira:
Ho giurato di
rispettare le leggi di Dio
Potreste mettermi davanti a un plotone di esecuzione
sono stato fuori e in giro con uomini turbolenti
Proprio come te, mio bell’amico
La mia testa è così dura, deve essere fatta di pietra
Pago col sangue, ma non il mio
Un altro politico ti sta prendendo per il culo
Un altro mendicante arrabbiato ti sta mandando un bacio
Hai gli stessi occhi di tua madre
Se solo tu potessi provare chi era tuo padre
Qualcuno deve averti messo una droga nel tuo vino
Lo inghiottì e passi il limite
L'uomo non può vivere di solo pane
Pago col sangue, ma non il mio
Naturalmente questa è
solo la mia interpretazione! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Chissà che con
questo triplo album Dylan scarichi una volta per tutte questo andazzo di
cover lagnose,
e se proprio non ha ispirazione per inediti almeno si dedichi alle
Bootleg series...
Saluti, Fyguns.
Non saprei proprio cosa dirti, certamente molti appassionati di Dylan
saranno contrariati da questo filotto di album e canzoni che con Dylan
non hanno niente in comune se non i ricordi della sua infanzia e la sua
voce attuale. Altri invece gradiranno queste cover che acquistano una
suggestione particolare con la voce del vecchio Bob. Naturalmente, come
accade di solito quando Dylan fa qualcosa, c'è chi apprezza e chi lo
mette alla gogna perchè ognuno ha il suo Dylan preferito e per molti non
è certo il Dylan che coverizza Sinatra e crooner d'epoca. Ma questa è la
veste che ha scelto attualmente Bob, e credo che alla sua età, con una
carriera ineguagliabile alle spalle, abbia pure il diritto di fare ciò
che gli piace e lo diverte, indipendentemente dal giudizio degli altri
che, se proprio non condividono l'operato, non sono obbligati a
comprerare "Triplicate" ma possono sempre aspettare il prossimo album
sperando che magari Bob venga preso da qualche altra mania. Live long
and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Ciao Mr.
Tambourine, volevo segnalare questo interessante post.
Il grande Woody Guthrie non sbagliava.
Riguardo alla famiglia Trump è proprio il caso di dire “ buon sangue non
mente…).
Tempi duri per gli USA.
Woody Guthrie 1912 – 1967
Frederick Christ Trump 1905-1999
Nel dicembre 1950, un uomo varca la soglia di un appartamento nel
complesso di Beach Heaven, Brooklyn. È un uomo che ha fatto della musica
la sua vita. Una vita tumultuosa, scandita da numerose tragedie. Il suo
nome è Woodrow Wilson Guthrie, nome che il padre gli diede in onore
dell'omonimo presidente. Chi lo conosce, però, preferisce chiamarlo
semplicemente Woody. Rimasto solo in giovane età, Woody, chitarra in
spalla e armonica in tasca, lascia l'Oklahoma, sua terra di origine, e
comincia a viaggiare in lungo e in largo per gli Stati Uniti. Sua
sorella era morta in un incidente per colpa di una stufa esplosa in
casa, la madre ricoverata per una grave malattia e il padre morto in
circostanze mai chiarite. Vive alla giornata, fa qualsiasi lavoro gli
venga proposto. E comincia a scrivere canzoni. Protagoniste dei suoi
testi sono le persone che incontra, perlopiù lavoratori, operai, gente
che combatte per arrivare alla fine del mese, vittime di una società che
li ha relegati in un angolino dove si è accumulata la ruggine delle
acciaierie e delle fabbriche, luoghi che lui conosce molto bene. La
musica che scrive lui la considera un'arma. I suoi proiettili sono le
storie, storie di scioperi e di lotta sociale. La sopravvivenza
dell'uomo qualunque. Inizia a suonare con alcuni gruppi folk, che
diventerà poi il suo genere, e la sua musica qualche anno dopo ispirerà
un giovane di nome Bob Dylan. Poi l'America entra in guerra, siamo negli
anni '40, e Woody viene imbarcato nella marina mercantile. La sua nave,
tempo dopo, verrà affondata e naufragherà in Sicilia. Il ritorno in
patria non è dei migliori: il governo lo segue, così come i federali.
Viene inserito nella lista nera di McCarthy, le sue idee di sinistra e
il suo appoggio al mondo dei sindacati sono considerate pericolose. Per
non parlare delle sue canzoni. "This land is your land", scritta nel
1940 e pubblicata nel 1945, era diventata un inno di protesta nei
confronti della disuguaglianza tra le classi negli Usa e l'eccessiva
privatizzazione del paese. Eccolo, quindi, nel freddo inverno
newyorchese, entrare nel nuovo appartamento di Beach Heaven, "La
spiaggia del Paradiso". Nel contratto di locazione, accanto alla sua
firma, ne appare un'altra, quella di un uomo che, per stile di vita e
ideali, può tranquillamente essere definito la nemesi di Woody. Un uomo
ricchissimo, che ha fatto dell'edilizia la sua ragione di vita:
Frederick Christ Trump Jr. Un uomo risoluto, figlio di immigrati
tedeschi di Kallstadt. La madre si chiamava Elizabeth, il padre come
lui, Friedrich. E il loro cognome non si pronunciava Tràmp, ma un più
incisivo Trùmp. Ma Fred Jr. era nato nel Bronx e ben presto il cognome
perse quel peculiare suono tedesco, per poi americanizzarsi. Lui stesso
si imbarazzava a dire di avere origini tedesche: preferiva dire che i
suoi provenissero dalla Svezia, anche per non allontanare potenziali
inquilini di fede ebraica, che difficilmente avrebbero firmato un
contratto con un tedesco, soprattutto all'epoca. Anche lui si diede da
fare in giovane età: a 15 anni cominciò a interessarsi di edilizia e di
affitti, mentre lavorava come falegname. Mise su una società, che
intestò alla madre. Vivevano insieme nel Queens. Proprio qui, nel 1927,
durante il Memorial Day, scoppiano dei disordini. Il Ku Klux Klan marcia
per le strade per protestare contro la polizia di New York, secondo loro
composta solo da immigrati cattolici che odiano i "nativi americani
protestanti bianchi". Tra questi c'è Fred Trump, che viene arrestato.
Chi lo conosceva sapeva delle sue idee, molto vicine a quelle del KKK.
Dopo l'arresto, Fred torna in carreggiata e si dedica anima e corpo al
suo business: negli anni a venire costruirà più di 27mila appartamenti
in affitto a prezzo accessibile nelle zone di Coney Island, Bensonhurst,
Sheepshead Bay, Flatbush e Brighton Beach, a Brooklyn e Flushing, infine
a Jamaica Estates nel Queens. Aveva sfruttato una licenza pubblica della
Federal Housing Authority, che gli garantiva l'incasso delle locazioni.
Ben presto riuscì a mettere da parte una fortuna, inaugurando un vero e
proprio impero.Woody iniziò così a conoscere Fred Trump, e, vivendo in
uno dei suoi condomini (ci rimarrà per due anni) comprese la realtà di
quei palazzi, di chi ci viveva e di chi li gestiva. Iniziò a scrivere
testi feroci, la sua rabbia trasudava in ogni nota. Tra queste, la più
famosa è "Old man Trump". Woody era venuto a conoscenza di una piccola
regola non scritta: in quegli appartamenti dovevano abitarci solo
bianchi. La realtà che lo circonda inizia a stargli stretta, odia quei
bigotti bianchi che camminano felici per strada, gente che ha paura
dell'uomo nero e di chi non è come loro. Un credo, una paura, foraggiata
dal "palazzinaro" Trump, che in silenzio asseconda tutto questo. E per
Woody "Beach Heaven" diventa presto "Bitch Haven". Sei anni dopo, Woody
si ammala, le sue condizioni di salute peggiorano. Gli viene
diagnosticata la Corea di Huntington, una malattia che provoca
alterazioni del comportamento e gravi danni neurologici. Viene mandato
in un ospedale psichiatrico, dove rimarrà, tranne qualche breve periodo,
fino al giorno della sua morte, il 3 ottobre 1967.
OLD MAN TRUMP
[1952]
Words by Woody Guthrie
Music by Ryan Harvey
I suppose that Old Man Trump knows just how much racial hate
He stirred up in that bloodpot of human hearts
When he drawed that color line
Here at his Beach Haven family project
Beach Haven ain't my home!
No, I just can't pay this rent!
My money's down the drain,
And my soul is badly bent!
Beach Haven is Trump’s Tower
Where no black folks come to roam,
No, no, Old Man Trump!
Old Beach Haven ain't my home!
I'm calling out my welcome to you and your man both
Welcoming you here to Beach Haven
To love in any way you please and to have some kind of a decent place
To have your kids raised up in.
Beach Haven ain't my home!
No, I just can't pay this rent!
My money's down the drain,
And my soul is badly bent!
Beach Haven is Trump’s Tower
Where no black folks come to roam,
No, no, Old Man Trump!
Old Beach Haven ain't my home!
IL VECCHIO TRUMP
Secondo me, il vecchio Trump lo intuisce quant’odio razziale
Ha rimescolato e portato a galla in quella sanguinosa pentola di cuori
umani
Quando ha tracciato quella linea colorata
Qui al complesso di edilizia popolare “Beach Haven”
Beach Haven non è casa mia!
No, proprio non posso pagare l’affitto!
Come soldi, sto messo a terra,
E ho l’umore sotto i tacchi!
Beach Haven è la Torre di Trump
Dove nessun negro può entrare,
No, no, vecchio Trump!
Beach Haven non è casa mia!
Vi do il mio caloroso benvenuto, a lei e a suo marito,
Benvenuti qui a Beach Haven
Per amarvi come più vi aggrada e per avere un posto decente
Per tirare su, qui, i vostri bambini
Beach Haven non è casa mia!
No, proprio non posso pagare l’affitto!
Come soldi, sto messo a terra,
E ho l’umore sotto i tacchi!
Beach Haven è la Torre di Trump
Dove nessun negro può entrare,
No, no, vecchio Trump!
Beach Haven non è casa mia!
Grazie Pinna per questa
interessantissima informazione! Live long and prosper, Mr.Tambourine,
:o)
Giovedì 2 Febbraio 2017
Bob Dylan. Nuovo triplo album e cover di
Frank Sinatra
clicca qui
Bob Dylan, tre album e trenta canzoni nel
nuovo disco
clicca qui
Bob Dylan: sorpresa a fine marzo, il
triplo album di cover "Triplicate"
clicca qui
Ciao Mister, ti scrivo riguardo alla questione se Bob sappia suonare o
meno. La leggenda dice che da ragazzo, quando lasciò il Minnesota in
cerca di fortuna, non faceva in tempo a sentire una canzone che già era
in grado di riprodurla con la sua chitarra. Nils Lofgren, il chitarrista
di Springsteen, ha raccontato che per divertimento, lui e Bob, spesso si
sono sfidati in assoli alla chitarra elettrica, e nonostante non fosse
la sua caratteristica più nota, Dylan ci sapeva veramente fare ed era un
musicista libero e generoso. In molti video dei suoi live da
dimostrazione di saper suonare, in altri sembra svogliato. Mark Knopfler
ha dichiarato che si, non sarà tecnicamente perfetto, ma la passione che
emerge dal suono della chitarra e del piano di Bob, mettono in secondo
piano le sue lacune. Non è stato inserito nella classifica dei 100
migliori chitarristi di una nota rivista specializzata e Joni Mitchell
non lo apprezza. Di contro Neil Young, nel suo libro " il sogno di un
hyppie"dice che Bob quando si esibiva da solo, aveva un modo unico di
suonare la chitarra e l'armonica che lo affascinavano. Dove sta la
verità? P.s. Secondo me Bob sa suonare, eccome, ma coerente con la sua
testa, paragonata ad un diamante scheggiato, indecifrabile per lo più
delle volte, può fare assoli molto buoni come nel caso della performance
di "love sick" in occasione del grammy award per "time out of time" o
scadenti come accaduto in altre occasioni (vedere youtube). Live long
and prosper, alla prossima. Marco Severgnini
Ciao Marco, questo della capacità
strumentistica di Bob è un argomento aperto a mille opinioni diverse. Le
tue parole sono a favore di Bob mi par di capire, ma credo che nessuno
di noi voglia dire che Bob sia un incapace, essere un mediocre
strumentista non vuol dire essere stupidi, vuol dire solo che in altre
cose puoi essere migliore, e nel caso di Bob è evidente che è molto
meglio come songwriter che come strumentista. Chi suona uno strumento
qualsiasi ad un discreto livello sa che non è abbastanza avere una
grande passione per scusare le lacune strumentali, uno strumento o lo si
suona bene bene o lo si suona accettabilmente senza far gridare al
miracolo come possono fare certi superlativi artisti. Vai a rivedere
qualche videoclips dei King Crinson, Yes, Eric Clapton, Frank Zappa &
The Mothers of Invention, E.L.&P., Queen per vedere cosa vuol dire
essere degli "strumentisti". Naturalmente ognuno di noi la vede a modo
suo, ma questo non cambia la situazione di fatto, Bob è certamente il
più grande e significativo songwriter del nostro secolo ma non sarà mai
in nessuna classifica dedicata agli strumentisti. Live long and prosper,
Mr.Tambourine, :o)
Buongiorno Mr. Tambourine,
presto fede all'impegno assunto e ti scrivo le ultime personali
considerazioni sul discusso e controverso "romanzo" giovanile di Dylan,
fermo restanto che nessuno mette in discussione la fama e la grandezza
del premio Nobel 2016. Vedo che il sito si arricchisce di nuove opinioni
e nuove domande sulle nuove generazioni e su ciò che pensano in merito
ad un personaggio che, per quelli della mia età è certamente familiare,
se non noto in tutti i suoi aspetti.
Ho detto nella parte conclusiva del precedente messaggio che non è solo
Aretha il simbolo del sound. Negli ultimi episodi del libro appaiono
personaggi maschili: "il blues dell'angelo cowboy" e "il pianista l'ho
trovato con gli occhi stortissimi ma ferrato quanto mai". Forse il filo
conduttore che cercavo consiste nell'interpretazione di "Tarantula" come
metafora della ricerca di nuovi segreti musicali e, al tempo stesso,
profezia del futuro successo. L'angelo cowboy è un'immagine
letterariamente nuova, che si materializza nell'immagine dylaniana, a
cui siamo tanto abituati, del cantante con il cappello da cow-boy
piumato che, con la sua musica, dà speranza ai derelitti e un attimo di
gioia a chi è infelice. Nonostante le espressioni gergali "pesanti" che
attraversano il libro, l'impressione globale che ne ho tratto è che
"Tarantula" sia attrraversato da un afflato religioso: gli angeli sono
metafora dell'armonia dell'universo e sono mandati a dare speranza di
salvezza. Su "Tarantula" mi pare di aver afferrato qualche barlume di
verità, sapendo che" l'universo Dylan" non è del tutto esplorato e che
alcune esplorazioni troppo profonde e, perciò, pericolose, vanno
rimandate a tempi in cui non saranno più argomenti di attualità come lo
sono oggi, ma mera ed inutile accademia. Mi sto aggiornando dal punto di
vista musicale ed ho scoperto che molte canzoni recenti di Dylan le
conosco, ma non le so collocare in modo cronologicamente corretto.
Grazie per l'attenzione. Ora che ho scoperto il sito e l'ho un po'
praticato, mi sento una dylaniana più consapevole ed informata. Lunga
vita. Carla d'Inverno
Ciao Carla, apprezzo
molto le tue parole su "Tarantula", è un bel modo di leggere il libro
molto criptico di Bob, parole che aiutano a cominciare a capire, il
cerino che si accende nel buio! Se vuoi collocare nel tempo le canzoni
di Dylan puoi andare nell'archicio di Maggie's farm, ci sono tutte le
canzoni di Bob con le relative traduzioni in italiano e le specifiche
relative, su che album sono incise e note e spiegazioni varie:
Di certo queste pagine
ti aiuteranno a collocare precisamente nel tempo l'opera omnia
dylaniana. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Mercoledì
1 Febbraio 2017
Il 31 Marzo esce "Triplicate", il nuovo
album di cover di Bob Dylan
Il nuovo disco di Bob Dylan uscirà il 31
Marzo pubblicato dalla Columbia. Il disco è costituito da tre dischi
raccolti in un triplo album e si chiama “Triplicate”.
”Triplicate” segue gli ultimi lavori di cover di Dylan, Shadows In The
Night pubblicato nel 2015 e Fallen Angels del 2016. Si era parlato tempo
fa di un terzo disco di cover dei classici americani, ma questa volta
Bob è andato oltre le previsioni riproponendo 30 brani di autori come
Charles Strouse, Lee Adams, Harold Arlen, Ted Koehler, Harold Hupfield,
Cy Coleman e Carolyn Leigh. Ogni album – intitolati rispettivamente “Til
The Sun Goes Down”, “Devil Dolls” e “Comin’ Home Late” contiene 10
brani, selezionati a seconda del tema.
Il triplice album, il primo nella sua lunghissima carriera, sarà
prodotto da Dylan stesso che come al solito si cela dietro il nome di
Jack Frost. “Triplicate”, il 38° di Bob, uscirà in vari formati, tra i
quali un triplo CD in digipak a otto pannelli, uno in digitale, un
cofanetto deluxe di 3 LP in vinile a edizione limitata e confezione
numerata.
Con la presentazione del primo brano estratto dal primo disco “I Could
Have Told You”, Triplicate è già disponibile in pre-order digitale.
Bob Dylan - “I Could Have Told You”
Track list
Disco 1 – Til The Sun Goes Down
Lato 1
1. I Guess I’ll Have to Change My Plans
2. September Of My Years
3. I Could Have Told You
4. Once Upon A Time
5. Stormy Weather
Lato 2
6. This Nearly Was Mine
7. That Old Feeling
8. It Gets Lonely Early
9. My One and Only Love
10. Trade Winds
Disco 2 – Devil Dolls
Lato 1
1. Braggin’
2. As Time Goes By
3. Imagination
4. How Deep Is The Ocean
5. P.S. I Love You
Lato 2
6. The Best Is Yet To Come
7. But Beautiful
8. Here’s That Rainy Day
9. Where Is The One
10. There’s A Flaw In My Flue
Disco 3 – Comin’ Home Late
Lato 1
1. Day In, Day Out
2. I Couldn’t Sleep A Wink Last Night
3. Sentimental Journey
4. Somewhere Along The Way
5. When The World Was Young
Lato 2
6. These Foolish Things
7. You Go To My Head
8. Stardust
9. It’s Funny To Everyone But Me
10. Why Was I Born