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italiano di Bob Dylan
curato da Mr.Tambourine
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" Volevo soltanto una
canzone da cantare , e arrivò un certo momento in cui non riuscii a cantare
niente . Così dovetti cominciare a scrivere ciò che volevo
cantare perchè nessun altro scriveva ciò che volevo cantare . Non riuscivo a
trovare niente di buono , ovunque cercassi , se ci fossi riuscito forse non
avrei mai cominciato a scrivere canzoni . (Bob Dylan) |
These are the best
that I've ever heard |
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CHANGING OF THE GUARDS
QUALCUNO ANCORA FA CONFUSIONE...
NAPOLEON IN RAGS, ahilui, IS DEAD AND
GONE
gli rivolgiamo sentitamente una prece.
DUNQUE SCRIVETE A Mr. Tambourine
CHE subentra al timone di MF.
L'INDIRIZZO è NUOVO ED è QUESTO
QUA!!!
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Parole nel vento
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Giovedi 27 Marzo 2008
Bob Dylan e la sua "Tangled up in blue"
Come catalogare Dylan? Non è un rocker “classico”: la sua musica non
parte da Elvis, Chuck Berry, salta il rythm ‘n blues, il blues bianco
inglese, sfugge all’hard rock degli Who, all’angoscia elettrica di
Hendrix, alle atmosfere “acide” stile Young, ai duri riffs degli Stones
ecc. Eppure, già dalla svolta del festival folk di Newport (1967),
quando sconvolse i puristi appunto del folk con look da rocker ed
esecuzione della grande Like a rolling stone, Dylan utilizza
soprattutto strumenti elettrici. E musicisti elettrici: The Band, Tom
Petty & the Heartbreakers, Dire Straits, Axl dei Gun’s Roses… ma chi
ascolti una sua canzone dirà sempre: è Dylan.
Negli anni ’60 si impegnò contro la guerra nel Vietnam. Era 1 dei pochi
che scrivesse certe canzoni. Per certi diventò forse una moda. Smise.
Certo ora non ama la guerra più di quanto l’amasse 30-40 fa, ma ormai
evita temi politici. E’ una scelta, condivisibile o meno. Ma questo non
blocca il suo spirito ironico e satirico, come quando in una canzone si
dice innamorato “della donna più brutta del mondo.” In effetti, il
mieloso romanticismo è odioso.
Bob non è 1 rocker ma utilizza il rock. Non scrive contro certa politica
ma fustiga il sentimentalismo: che per la O’Connor è deformazione
del sentimento. Ed una società di sentimentali può compiere qualsiasi
follia. A fine anni ’70 lui, ebreo e sempre insofferente verso dogmi e
chiese, si fa cristiano. Ma è una fase; l’elenco di
contraddizioni, dubbi e “cambi” di Bob è lungo. L’uomo ha detto:
“Accetto il caos, non so se il caos accetti me.” Tangled è
sintesi di questo e storia di una generazione.
Bob incise il brano nel ’75, a 34 anni: nel mezzo del cammin… In
Tangled il protagonista ha una storia con una donna; lei divorzia,
si mette con lui ma poi lo lascia. Lui gira tutto il Paese, vive come
viene. Prima va a vivere con lei e con dei misteriosi “loro” in Montague
Street. I testi di Bob sono spesso intrisi di simboli perciò difficili
da interpretare: ma per me questo rende + stimolante l’interpretazione
stessa. Es.: in inglese Montague significa Montecchi: il che richiama
Romeo Montecchi e Giulietta. Qui il protagonista si trova
davvero tangled cioè aggrovigliato in blue:
che sta per blu ma anche per “tristezza”, “malinconia.” E blue
è vicino a blues; la musica del Diavolo.
Si incontrano in 1 topless bar. A casa lei gli porge un libro
di 1 poeta italiano del tredicesimo secolo. Dante? Bè, amore illecito e
travagliato = Paolo e Francesca. Ma nella nota di copertina del disco
che contiene Tangled (Blood on tracks), Pete Hammil
assimila Dylan al 4centesco Villon ed afferma che è sopravvissuto “alla
peste”; né giorni ed amori di Villon sono stati + tranquilli. In
Tangled Bob si descrive come uno che continua ad andare come 1
uccello che non c’è più. E da un certo punto in poi, Villon scomparve.
Bob esegue Tangled alla chitarra acustica con un
accompagnamento di basso e batteria, il ritmo è incalzante e spinge
avanti il brano come un’onda. Immagini, simboli e situazioni si
susseguono pressando l’ascoltatore, nell’urgenza di comunicare
un disagio. L’uomo parla di musica nei bar e rivoluzione nell’aria.
Si pensa ad Angela Davis, al Che, Woodstock ecc., ma poi “lui” (chi,
Rimbaud?) trattò con gli schiavi e rovinò tutto. I conoscenti
della coppia sono ora un’illusione, lui è ancora sulla strada. Ha perso
la donna e la rivorrebbe. Avevano sempre sentito le stesse cose, ma
vedendole da un angolo diverso, aggrovigliati nel blu.
( di Riccardo Uccheddu )
Stavo giusto pensando a “Tangled Up In Blue”, l’altro giorno, quando
ho letto il post di Riccardo. Ci stavo pensando perché quel buontempone di
Bob Dylan, qualche sera fa, sul palco di Austin, Texas, seconda tappa del
nuovo capitolo 2007 del Neverending Tour (millenovecentottantacinque
concerti negli ultimi 19 anni), ha eseguito l’ennesima versione rivista e
corretta di questo brano. La riscrittura non riguarda tanto la parte
musicale, quanto un breve passaggio centrale della terza strofa del testo,
là dove si parla di New Orleans, di un piccolo borgo di pescatori nella
Louisiana chiamato Delacroix, e di un misterioso peschereccio sul quale il
protagonista trova un impiego. Nel nuovo arrangiamento scompare il
riferimento a Delacroix e resta invece il peschereccio, il quale però –
rispetto ai versi originari – viene distrutto per ben tre volte.
Proprio un bel mistero. Ora, non oso immaginare i caroselli di
interpretazioni e di commenti che si scateneranno nelle prossime ore
all’interno della nutrita cerchia di dylanologi (tutte persone stimatissime,
al di sopra di ogni sospetto, anche se un po’ ossessionate dal verbo del
Vate di Duluth). Sono sicuro che molti di loro si chiederanno che cosa mai
stia a simboleggiare il nuovo peschereccio. Altri si domanderanno attoniti:
“perché destroyed three times?”. Ma, soprattutto, ognuno di loro si
interrogherà nel tentativo di capire per mano di chi il peschereccio viene
distrutto.
In attesa di scoprire il movente e i presunti colpevoli di questo spiacevole
episodio (sarà stato l’uragano Katrina?), sono convinto che Bob Dylan, nelle
settimane che verranno, troverà tempo e modo per stravolgere on stage
qualche altro “sacro testo”. Così, giusto per non perdere l’abitudine di
stupirci.
Tornando al post, il mio vecchio compagno di bevute – Riccardo, non Dylan –
sostiene di essere stimolato dalla ricchezza di simboli presenti in “Tangled
Up In Blue”, e in generale nella maggior parte dei testi delle canzoni di
Dylan. Parole sante. Come quelle pronunciate qualche anno fa da Allen
Ginsberg: “Bob Dylan è il maggiore Bardo & menestrello Americano del XX
Secolo, le cui parole hanno influenzato molte generazioni in tutto il mondo.
Egli merita il Premio Nobel in riconoscimento della sua imponente ed
universale opera”.
Breve digressione.
Il fatto che Riccardo Uccheddu e Allen Ginsberg la pensino più o meno alla
stessa maniera potrebbe suonare stravagante, ma credo che questo non debba
destare eccessiva preoccupazione nel resto dell’umanità.
Fine della digressione.
I simboli di “Tangled Up In Blue”, dunque. Sono talmente tanti che si
rischia di restare travolti e storditi. A leggere semplicemente il testo
(che Dylan ha cambiato, modificato, limato e corretto più volte nel corso
degli anni) si ha l’impressione di avere a che fare con una classica storia
d’amore finita a puttane. Non a caso, è proprio nel 1974, anno di incisione
del brano (anche se poi è stato pubblicato nel 1975), che il matrimonio tra
Dylan e la moglie comincia ad andare in frantumi (i due divorzieranno nel
1977). E tutto l’album che contiene la canzone, “Blood On The Tracks”, è
intriso di una forte vena cupa e malinconica. Il disco è ancora oggi
considerato uno dei capolavori di Dylan. Ha avuto un successo straordinario,
è stato acclamato dalla critica e ha venduto milioni di dischi. Questo il
commento del musicologo Alan Rinzler: “L’album è la cronaca fedele di
un’unione in profonda crisi”. Ecco la risposta spiazzante del musicista:
“Non vedo come possa piacere tutta questa sofferenza”.
Dylan, in realtà, ha sempre negato che le canzoni dell’album avessero un
qualche riferimento autobiografico. Questa è un’altra sua dichiarazione
dell’epoca: “…prendi “You’re A Big Girl Now”, be’, ho letto che questa
canzone parlerebbe di mia moglie. Vorrei che la gente mi chiedesse il
permesso prima di uscirsene con cose del genere”.
D’altro canto, uno dei figli di Dylan, Jakob (leader della rock band
“Wallflowers”), una volta si è espresso così: “mi piacciono molto i dischi
di mio padre, li ascolto volentieri quasi tutti, ma “Blood On The Tracks”
proprio no! Quel disco significa mio padre e mia madre che vanno in pezzi.
Quale figlio ascolterebbe volentieri un album del genere?”.
“Tangled Up In Blue”, insomma, potrebbe essere una storia d’amore. Ma è
anche una storia che mantiene ben visibili sullo sfondo i sogni infranti di
un’intera generazione nell’America di Woodstock e della controcultura, la
generazione degli anni sessanta e settanta.
Anzi, se volessimo leggerla come un’unica grande metafora, la canzone
potrebbe proprio essere La storia di quei mitici anni, di ciò che
significarono per milioni di giovani e anche per lo stesso Dylan, spesso e
inutilmente sollecitato a ricoprire il ruolo di Profeta, veste che lui – con
giusta e comprensibile irritazione – ha sempre rifiutato. Spingendoci ancora
oltre, la canzone potrebbe descrivere i motivi della rottura, in quegli
anni, tra lo stesso Dylan e i Movimenti Politici e Pacifisti che avevano
chiesto all’artista di impegnarsi per la causa, per la pace e contro la
guerra nel Vietnam. Motivi che, se dessimo per buona questa versione, Dylan
sintetizza negli ultimi versi del brano : “…abbiamo sempre provato le stesse
cose, solo che le vedevamo da un punto di vista differente, aggrovigliati
nella tristezza”.
Dylan non ama parlare spesso delle composizioni che ha inciso. Ma ogni tanto
ci regala qualche squarcio di luce, attraverso cui possiamo tentare di
interpretare la sua opera. Ecco che cosa ha detto una volta in merito a
“Tangled Up In Blue”.
“Stavo solo cercando di scriverla come se fosse un quadro in cui tu puoi
vedere le diverse singole parti ma puoi anche vedere il totale del dipinto.
Con quella canzone, in particolare, era quello che stavo cercando di fare...
con il concetto di tempo, e il modo in cui i personaggi cambiano dalla prima
persona alla terza persona, e non sei mai sicuro del tutto se stia parlando
la terza o la prima. Ma quando getti uno sguardo d’insieme al totale non ha
molta importanza”.
Certo, non è che abbia dato un grande contributo in termini di chiarezza.
Per cui è necessario indagare ancora.
Puoi esserci d’aiuto, allora, sapere che le canzoni di “Blood On The Tracks”
sono nate e cresciute in un periodo artistico che lo stesso Dylan ha
definito “travagliato”, o qualcosa del genere.
“L’album – ha scritto il critico musicale Cameron Crowe – deriva molto del
proprio stile dall’interesse di Dylan per la pittura. Le canzoni affondano
in profondità e il loro senso della prospettiva e della realtà è in continuo
mutamento”.
Per usare ancora le parole di Dylan: “Nel disco ho cercato non solo di fare
in modo che il passato, il presente e il futuro esistessero tutti, ma anche
che fossero tutti presenti nello stesso momento. Tu hai ieri, oggi e domani
tutti nello stesso spazio e c’è molto poco che non puoi immaginarti
succeda”.
Queste teorie sullo spazio e sul tempo Dylan le aveva elaborate frequentando
a New York un corso di pittura tenuto da un personaggio alquanto
stravagante, Norman Raeben, nato in Russia nel 1901, figlio del famoso
scrittore Yiddish, Sholem Aleichem (1859-1916), meglio conosciuto per aver
creato le storie di Tewje il Lattivendolo. Bob Dylan, in passato, non ha
esitato a definire Norman Raeben una persona speciale. “Non c’è nessuno come
lui”, ha detto.
Il cambiamento più importante, derivato dai mesi che Dylan aveva passato
nello studio di Raeben, riguardava la maniera in cui aveva cominciato a
comporre i testi delle nuove canzoni. Ancora parole di Dylan: “Tutti furono
concordi nel dire che quel mio album era un qualcosa di davvero diverso dal
solito, e quel che era diverso era il fatto che esisteva un codice nei
testi, ed anche che non esisteva il senso del tempo”.
Cosa c’entra tutto questo con una storia d’amore? Siamo ancora convinti che
“Tangled Up In Blu” siano una canzone che racconta il fallimento di una
relazione sentimentale? O, come al solito, è Dylan che si diverte a
mescolare le carte in tavola per farci vedere qualcosa che non esiste?
C’è chi ha preso molto sul serio la questione dei simboli che appaiono e
scompaiono all’interno del brano. E ne ha tratto conclusioni che alcuni non
esiterebbero a definire sconcertanti.
Secondo un gruppo di studiosi ed esperti (tra i quali l’italiano Nicola
Menicacci, autore del volume “Bob Dylan, L’ultimo cavaliere”, edizioni
Hermatena 2005), in tutto il disco c’è un abbondanza, senza precedenti
nell’opera dylaniana, di messaggi cifrati. Anzi, sotto questo aspetto “Blood
On The Tracks” sarebbe proprio uno degli album di Dylan più importanti. E vi
si troverebbe un vero e proprio codice simile a quelli che si potevano
trovare nei quadri di Leonardo da Vinci, Botticelli o Nicolas Poussin.
L’opera di Dylan, insomma, nasconderebbe degli indizi attraverso i quali,
dietro simboli apparentemente normali, è possibile tramandare un messaggio
esoterico alle generazioni future. L’album in questione sarebbe “un lungo
viaggio all’interno del pensiero gnostico e di quelle correnti che la Chiesa
di Roma aveva definito eretiche, perché minacciavano i fondamenti sulla
quale essa stessa si fondava”.
Come leggere allora, sulla base di queste asserzioni, il testo di “Tangled
Up In Blue”? La canzone non celerebbe altro che il racconto della storia
d’amore tra Gesù e Maddalena, estendendo il cosiddetto tema della Sposa
Perduta, The Lost Bride. La donna alla quale il personaggio principale sta
pensando all’inizio del brano sarebbe proprio Maria Maddalena, discendente
della tribù dei Maccabei, la sposa devota di Cristo, non una semplice
prostituta, come afferma il cattolicesimo ufficiale, ma la madre dei figli
di Gesù. E tutta la canzone ruoterebbe attorno a simboli e messaggi cifrati
ben precisi, per raccontare (con una struttura abbastanza complessa) la
vicenda di Maddalena (la sposa) costretta ad andarsene e a rimanere separata
da Gesù (il suo uomo).
Ci sono i capelli della donna, capelli rossi, colore associato alla nobiltà
e alla fecondità. Si parla di un matrimonio, di una separazione e di una
fuga (quella di Gesù sopravvissuto alla crocifissione?) verso Ovest (in
Francia?), in una notte buia. C’è il peschereccio (eccolo!), e i pesci erano
un messaggio in codice per i primi cristiani che si incontravano
clandestinamente nelle catacombe. C’è il borgo di Delacroix (altro
messaggio, Delacroix in francese vuol dire “Della Croce”). C’è la ragazza
che lavora al topless bar che si china per allacciare le scarpe al
protagonista. Una posizione che ricorda da vicino la Maddalena che lava i
piedi a Gesù. E così via.
L’intero album, con canzoni dalle liriche molto più sibilline di “Tangled Up
In Blue”, rimanderebbe dunque a numerosi concetti chiave delle principali
teorie esoteriche. “Nel doppio fondo delle liriche di un matrimonio in
disfacimento”, scrive Nicola Menicacci, “si nasconde un mistero vecchio di
duemila anni”. Ovviamente, Dylan – secondo i seguaci di queste
interpretazioni – non si sarebbe limitato a sparpagliare gli indizi
massonici solo nell’album in questione, ma avrebbe disseminato altri codici
e segni cifrati in buona parte della discografia, almeno sino alla metà
degli anni ottanta.
Esagerazioni? Forzature? Coincidenze? Banalità? Stupidaggini? Davvero non lo
so. A chi non conosce “Blood On The Tracks” offro un solo consiglio:
compratelo subito, non ve ne pentirete. A chi già lo conosce, invece,
consiglio di procurarsi una copia delle prime registrazioni dell’album,
quelle che poi non vennero pubblicate perché Dylan decise di incidere
nuovamente tutti i brani. A tutti gli altri ricordo ciò che ha scritto
Michael Gray: “Non so come, ma un qualche aggiustamento della nostra
consapevolezza dovrà ora derivare dal fatto che Dylan, con ‘Blood On The
Tracks’, ha prodotto uno degli album più incredibilmente intelligenti degli
anni settanta”.
( di Gianni Zanata )
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Neil Aspinall,
'the fifth Beatle', dies aged 66
clicca qui
Neil Aspinall , è stato il
primo road manager dei Beatles ed ha continuato a far funzionare l'impero d'
affari del gruppo per oltre quarant'anni . Si era trasformato nel loro
principale confidente diventando assieme a Brian Epstein e Mal Evans uno dei
concorrenti al titolo di " quinto Beatle " se lo è meritato più di chiunque
altro .Neil , dopo la separazione del gruppo nel 1970 , ha continuato a
gestire i loro affari per circa 20 anni , applicando il suo astuto acume
affaristico nella causa con la Apple computer per il diritto di usare il
nome Apple ( che era la società d'affari e di di produzione che pubblicava i
dischi dei Beatles dopo la fine del contratto con la Parlophone ) e nel
disbrigliare la complicata matassa di pasticci e situazioni nella quale i
Beatles , senza esperienza d'affari si erano di volta in volta infilati La
sua figura l'aveva fatto diventare uno dei presentatori più ricchi del mondo
con una fortuna valutata attorno ai due milioni di sterline .
Neil
sostituisce George Harrison ( ammalato) nella prima apparizione all' Ed
Sullivan show nel 1964
Una delle sue ultime mansioni come "eminenza
grigia" era stata la rimasterizzazione del catalogo del gruppo per il
trasferimento dal sistema centrale verso i satelliti legali su Internet.
La partecipazione di Aspinall con il Beatles era iniziata nel 1960 quando
il batterista originale del gruppo, Pete Best , gli aveva chiesto di
diventare l'autista del loro pulmino. Neil aveva protestato vivamente
quando il suo amico Best era stato sostituito da Ringo Starr..
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Zacatecas, Mexico
XXII Festival
Cultural Zacatecas
Plaza de Armas
March 25, 2008 |
|
1. |
Rainy
Day Women #12 & 35
(Bob on electric guitar) |
2. |
It
Ain't Me, Babe
(Bob on electric guitar) |
3. |
I'll
Be Your Baby Tonight
(Bob on electric guitar) |
4. |
Masters Of War
(Bob on keyboard) |
5. |
Rollin' And Tumblin'
(Bob on keyboard) |
6. |
It's
Alright, Ma (I'm Only Bleeding)
(Bob on keyboard) |
7. |
Spirit
On The Water
(Bob on keyboard) |
8. |
John
Brown
(Bob on keyboard) |
9. |
Just
Like A Woman
(Bob on keyboard) |
10. |
Highway 61 Revisited
(Bob on keyboard) |
11. |
When
The Deal Goes Down
(Bob on keyboard) |
12. |
This
Wheel's On Fire
(Bob on keyboard) |
13. |
Most
Likely You Go Your Way (And I'll Go Mine)
(Bob on keyboard) |
14. |
Summer
Days
(Bob on keyboard) |
15. |
Like A
Rolling Stone
(Bob on keyboard) |
|
|
|
(encore) |
16. |
Thunder On The Mountain
(Bob on keyboard) |
17. |
All
Along The Watchtower
(Bob on keyboard) |
18. |
Forever Young
(Bob on keyboard) |
|
|
Band
Members
Bob Dylan - electric guitar, keyboard, harp
Tony Garnier - bass
George Recile - drums
Stu Kimball
- rhythm guitar
Denny
Freeman
- lead guitar
Donnie Herron - violin, banjo, electric mandolin, pedal steel, lap
steel |
|
Mercoledì 26 Marzo 2008
Il più noto simbolo
della protesta compie 50 anni
(World’s best know protest
symbol reaches 50)
In una
fredda mattina di marzo di cinquanta anni fa, migliaia di protestanti contro
il nucleare partirono da Trafalgar Square per una marcia di 70 km
organizzata dalla “Direct Action Committee” (D.A.C.) -Comitato di
Azione Diretta- e dalla “Campaign for Nuclear Disarmament” (C.N.D.)
-Campagna per il Disarmo Nucleare- avendo come meta una fabbrica di armi in
Aldermaston.
http://www.bl.uk/learning/histcitizen/21cc/counterculture/demonstration/peacenews/peacesnews.html
Il
progettista e artista Gerald Holtom aveva convinto il D.A.C. che il loro
scopo avrebbe avuto più impatto con un simbolo e inventò il famoso simbolo
“Ban the bomb”.
Più tardi,
Holtom spiegò che quel simbolo era una persona disperata con le braccia tese
verso la terra.
Nel giro di
poco tempo, il simbolo fece il giro del mondo e venne portato nelle strade
quale simbolo delle marce per i diritti civili e la libertà, su cappelli e
cappotti, sui cofani delle macchine degli Hippies in San Francisco e persino
sugli elmetti dei soldati in Vietnam.
Ci fu anche
chi cercò di proibirne l’uso, come il governo del Sud Africa, dove veniva
usato dai contestatori contro l’apartheid nel 1973.
Ci fu anche
chi ne contestò l’uso, come l’ormai famoso gruppo conservatore
“John Birch Society” (n.d.r.:
vi fa venire in mente niente questo
nome?), che disse che questo simbolo rappresentava il male,
che era un simbolo satanico con la croce sottosopra. Come vedete, il nostro
Bob aveva visto bene quando cantava sarcasticamente su questa
organizzazione.
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MEAT LOAF
Al contrario di altri cantanti, la musica non fu di grande
influenza durante la sua adolescenza. Fino a che una compagna di scuola lo
incoraggiò ad ascoltare Bob Dylan.
"La prima volta che ascoltai Bob Dylan a casa mia, mia
madre entrò in camera dicendomi: " Come han fatto a far fare un album a
questo tipo? Non sa cantare!" Meat Loaf disse. " Non è tanto per la sua
voce quanto per i suoi testi. Lei capì , così pensai che lei era molto in
gamba."
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Dylan in Buenos Aires
and Rosario GREAT!
Salve gente , vengo dai due concerti du Dylan ( Buenos
Aires e Rosario ) , è stato eccitante !
Tutti e due sono stati di alta qualità per quanto concerne
la musica , lui è sempre il grande musicista che è sempre stato e io amo la
sua voce .
A Buonos Aires è stato in un certo modo distaccato dal
pubblico ma questo non ha dato fastidio più di tanto , ma a Rosario è stato
completamente differente , ha interagito con la gente continuando parlando e
ridendo tutto il tempo .
Parliamo delle canzoni : ho seguito le set-list di tutti e
due i concerti e la band ha suonato perfettamente .
C'e stato un momento nel concerto di Rosario che voglio
evidenziare , è stata la parte finale di " Highway 61 " , ha cantato
l'ultima strofa in modo divertentissimo , non avevo mai sentito niente di
simile , la gente ha cominciato a metà delle canzone a battere le mani e ad
urlare , i musicisti si guardavano in faccia e ridevano , coscienti che
stavano facendo qualcosa di grande . Dopo questa strofa Denny Freeman ha
suonato un grande assolo con tante improvvisazioni e un'uscita spettacolare
.
Bene , devo andare adesso , ma voglio dire due cose dei
due concerti , sono stati i migliori che io abbia mai visto , forse meglio
di quello di Roger Waters o di quello dei Rolling Stones . Il suono era
meraviglioso Bob , se vuoi tornare in Argentina sarai molto più che
benvenuto ! Ti siamo assolutamente grati per quello che ci hai dato ! GRAZIE
! Arrivederci !
( Doiso )
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Abbey Road , le striscie pedonali più
famose del mondo.....le traverseremo così quando avremo 64 anni ?
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No-talent kid says
he is Bob Dylan's son
NEW YORK CITY :
Un giovanotto che dichiara di essere il figlio di Bob Dylan viene a dirmi
che non può seguire le orme del suo celebre padre perchè non ha talento e
non gli importa di averne .
Il 23enne Sam
Dylan ( Samuel Abraham Dylan ) è l'immagine sputata di suo padre quando
irruppe sulla scena folk del Village al principio degli anni '60 , ma Sam
dice " Non posso scrivere versi , suonare la chitarra o il piano , e non
sono interessato a fare nessuna di queste cose ".
Sam Dylan dice di
amare lo studio degli insetti e degli uccelli : " Non mi è mai piaciuta la
poesia , non capisco nemmeno una delle liriche di mio padre , io voglio fare
qualcosa di costruttivo nella mia vita ".
E non è che Sam
non ci abbia provato , ha detto di aver strimpellato la chitarra e tentato
di scrivere qualche canzone , ma è stato preso a calci da tutti i Cafè di
N.Y. " Avevano ragione , io puzzo al confronto con mio padre ".
Sam dice di non
essere in contatto con suo padre e di non voler niente da lui , " Voglio
stare coi miei insetti e i miei uccelli , mi piacciono , mi sento una
formica e le formiche si trovano bene fra di loro , voglio dire che mi sento
uno dei tanti tra la folla , questa è la mia poesia ".
La madre di Sam (
Sara ) dice : Mi sono innamorata del padre di Sam perchè era un poeta , ma
io voglio che Sam sia felice , se gli piacciono insetti e uccelli per me và
bene ".
Alla domanda dove avesse incontrato Dylan risponde : " Non ricordo , da
qualche parte negli States "-
" E l'amore con lui com'era ? " .
" Come un
paracadute portato dal vento nei cieli del domani ".
N.B. Questa storia è completamente inventata ,
una finzione , così , non avevo nient' altro da fare .
( Frank Cotolo )
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Dedicata a "Napoleon in rags"
clicca qui
Sunrise doesn't last all morning
A cloudburst doesn't last all day
Seems my love is up and has left you with no warning
It's not always going to be this grey
All things must pass
All things must pass away
Sunset doesn't last all evening
A mind can blow those clouds away
After all this, my love is up and must be leaving
It's not always going to be this grey
All things must pass
All things must pass away
All things must pass
None of life's strings can last
So, I must be on my way
And face another day
Now the darkness only stays the night-time
In the morning it will fade away
Daylight is good at arriving at the right time
It's not always going to be this grey
All things must pass
All things must pass away
All things must pass
All things must pass away
|
Martedi 25 Marzo
Il vecchio cantante folk Ramblin Jack Elliot sarà
l'attrazione principale per il "Dylan Day Benefit Concert", il 24 maggio
2008, all'"Historical Hibbing Auditorium".
Nella vicina Chisholm, presso l'"Iron World", si terrà
una sarà una esibizione speciale che si chiamerà "Tangled up in ore", una
retrospettiva del tempo in cui Dylan ha vissuto ad Hibbing e il suo posto
nella storia e cultura nella regione del ferro.
Tra le varie attrazioni di quel lungo week-end, ci sarà
un giro in autobus per la città di Hibbing per mostrare tutti i luoghi
dove Bob ha vissuto (Bobby Zimmerman bus tour).
Le autorità locali sono sicure che sarà un evento di
grande interesse.
( Dean Spencer news )
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“Joan still knocks ‘em
dead”
Albany Schenectady (NY).
La prima sera del suo tour Joan ringrazia
l’audience con la frase “It
was always about the applause, never for the money”
(“E’ sempre stato per gli applausi, mai per I soldi”).
Venerdì sera al The Egg Joan
era in perfetta forma e mischiava canzoni del suo repertorio classico e di
quello più recente, che aveva appena finito di registrare a Nashville col
grande Steve Earle che alcuni considerano il miglior cantautore degli USA.
La scaletta di 90 minuti comprendeva canzoni
da Elvis Costello/T. Bone Burnett, Sam Cook, Carter Family, Tom Waites,
Johnny Cash e un po’ dal suo nuovo mentore musicale Steve Earle.
Classici di Dylan come
“With God on our side” e “Love
is just a four-letter word” sono stati presto seguiti dalla
sua canzone-capolavoro “Diamonds and rust”,
che come tutti sappiamo parla della sua relazione di odio/amore con Mr.
Zimmerman.
All’età di 67 anni, Joan sa ancora sostenere
un concerto da grande protagonista, come testimonia la standing ovation del
pubblico. Il finale è stato coronato da “Imagine
”di Lennon, che ha chiuso un’altra serata di grande musica!
Dean
clicca qui
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Bob Dylan
–American Journey 1956-1966.
The Travel
Exhibition Music Project
Skirball
Cultural Center L.A.
Fino all’8
giugno
clicca
qui
Questo museo itinerante è una piacevole
sorpresa per i fan di vecchia data.
Uno dei punti di forza è una lettera scritta
nel 1963 da Joan Baez a sua madre:
“Dear Mummy, mi sento molto vicino a Bobby
negli ultimi mesi. Ci divertiamo un sacco! Con me è molto carino. Mi ha
comprato un paio di orecchini, un vestito e un cappotto. Comprendiamo il
nostro desiderio di libertà e di spazio e non ci sentiamo costretti. Adoro
il suo genio!”
Il Museo inizia con le sue radici in Hibbing
e termina nei giorni frenetici del 1966 con il film-documentario di D. A.
Pennebaker “Don’t look back”.
Altra rarità: le chitarre acustiche degli
eroi di Dylan: Woody Guthrie, Bruce Langhorne e Ramblin Jack Elliot. E
persino la chitarra e l’armonica usate da Bob quando viveva a Greenwich
Villane.
Da non perdere anche i primi testi come
“Masters of war” e
“Hard rain’s gonna fall” e l’originale
“That’s alright
Ma, I’m only bleeding”
con il suo decorative noodeling (scarabocchi originali a lato
foglio) durante la stesura del testo.
In una cabina musicale si può ascoltare una
registrazione del primo concerto di Dylan il 4 novembre 1961 a Carnegie
Chapter Hall (NY), un mese prima che incidesse il suo primo album di 13
tracce, con un costo di $402!!!
Altri monitor mettono in mostra scene da
“Don’t look back” e “No direction home” di Scorsese. Consigliato da molti
come evento assolutamente obbligatorio per tutti i fan di Dylan e non.
( Dean Spencer news )
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LIVE AT AVO
SESSION BASEL - Solomon Burke
( da Rockol.it )
clicca qui
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La fantasia della
C.B.S...........................................................................................!!!
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Abe Zimmerman & Beatty Stone i genitori
di Bob
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Bob suona il sax
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Dylan su un marciapiede improvvisa versi per una canzone
clicca qui |
Lunedi 24 Marzo 2008
Shabtai Zisel ben Avraham v'Rachel Riva, a.k.a Bob Dylan.
clicca qui
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L' intervista con THE ROLLING THUNDER BAND
clicca qui
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Alla fattoria si comincia da
piccoli..................
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Una delle poche foto di Bob che suona
una Gibson Les Paul
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Dylan e la mafia...........e gli inglesi con la solita fantasia........:o(
Ogni qual volta vi è la possibilità
di parlare di Mafia, il quotidiano inglese The Independent ha la parte del
protagonista.
Oggi, commentando la notizia
del ritrovamento della carta dei Diritti e Doveri dell'uomo d'onore in casa
di Salvatore Lo Piccolo,
il quotidiano inglese
scomoda anche Bob Dylan che ha coniato la frase "per
vivere al di fuori della legge bisogna essere onesti" e si ritrova ora
in perfetto accordo con la Mafia Siciliana.
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DYLAN SINGS IN RUSSIA:
clicca qui
C’è ancora molto silenzio riguardo il
concerto in Russia di Dylan, sia da parte dei promoter dello stesso, sia da
parte del sito ufficiale. E’ però confermato che il cantante terrà un solo
spettacolo all’Ice Palace di S. Pietroburgo il giorno 3 Giugno
2008 e che conterà quasi 12.000 persone.
La musica di Dylan nella Russia sovietica non
è mai stata particolarmente popolare o trasmessa alla radio, anche se la sua
immagine di protest-singer era stata ampiamente utilizzata dal
governo durante la guerra del Vietnam.
In seguito Dylan andò in Russia nel 1985
-quando Gorbachev salì al potere- per il Festival Poetico di Mosca. Si dice
che in quell’occasione abbia cantato, ma che dopo 30 minuti abbia interrotto
la performance, turbato dalla mancanza di entusiasmo del pubblico, peraltro
molto scarso!
Un altro concerto fu cancellato nel 1988 con
nessuna motivazione ufficiale, anche se si pensa sia stato dovuto alla
scarsità di vendite dei biglietti.
( Dean Spencer news )
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Bruce Springsteen – We shall overcome . The
Seeger session
Il
ventunesimo album del Boss si apre con un Banjo che fa pensare ad un saloon
del far west americano rappresentato nei film di Leone. "Old Man Tucker".
L'atmosfera è di festa,
diversamente all'ultimo "Devils And Dust", e percorrerà tutte le tracce di
questa ultima mossa compiuta da Bruce Springsteen.
"We
Shall Overcome - The Seeger Sessions" vuole essere un tributo al
musicista e alla musica tradizionale a stelle e strisce. Nonostante questa
volta la "E-Street Band" è stata lasciata a casa, i musicisti sono di
prim'ordine, come Mark Clifford al banjo e il violinista Sam Barfeld.
L'ascolto di
tutte le canzoni scivola via che è un piacere, ma i pezzi
più belli rimangono quattro:
"Mrs. McGrath",
una ballata in pieno stile e che non sfigura con il resto dell'album; "Erie
Canal", con fiati che accompagnano tutto il pezzo, che assume a
sua volta un ritmo più particolare, più lento, più drammatico. In "Eyes On The Prize" la voce in prima linea
rispetto alla musica come ai vecchi tempi. Ma il pezzo più riuscito è la
Title Track "We Shall
Overcome", perfetta anche se fosse stata inclusa in una
produzione piena di inediti del rocket del New Jersey.
Il
boss è un grande della musica a cimentarsi con questo genere, bisogna fare
un contronto con quello che è stato considerato il più grande del folk non
solo degli states: Robert Zimmermann da Duluth, meglio
conosciuto come Bob Dylan. Ma il confronto non regge: Dylan ha fatto
la storia del folk con i suoi testi poetici e la sua musica.
Questo disco piacerà sicuramente agli amanti del genere, perchè riprende
pezzi caratteristici, cantati da
uno dei più grandi rocker
americani, facendo anche involontariamente una grande
pubblicità per questo LP.
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TALKING BOB DYLAN BLUES - Parte
399 - La posta di Maggie's farm - clicca qui
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Domenica 23 Marzo
( dal blog di Renzport )
Renzport: aneddoti sconosciuti su personaggi
ultranoti
Era
inevitabile, uno non può leggere a lungo due blog intelligenti come quello
di
Seaweeds o di
Mudcrutch e non restarne influenzato, e difatti anch'io,
che sono una scarpa, ho deciso di cimentarmi in un post divulgativo, un
tentativo di raccontare qualcosa che non fossero le solite due cazzate su
quel che mi hanno combinato i gatti, ma si impegnasse a trattare un
argomento poco conosciuto, e far venire voglia a chi mi legge di
approfondire per conto proprio. E' un bel modo per smazzare cultura, senza
passare per presuntuoso e annoiare quei pochi che ancora resistono a
leggermi.
Ho deciso di occuparmi di un argomento leggero, ma nello stesso
tempo ricco di spunti interessanti e poco noti, la musica, e in particolare
della produzione di un autore che io stesso conosco poco, obbligandomi a
documentarmi e a scoprire inevitabilmente qualche perla di cui ignoravo
l'esistenza. Alla fine di questo post, sono certo, avrò qualche canzone in
più nella lista delle preferite, e il mio blog sarà stato aggiunto alla
medesima lista di qualcun altro.
Ho scelto Bob Dylan.
Poeta, musicista impegnato, anima e pilastro della tradizione musicale
americana, uno
che quando lo nomini non serve spiegare cos'ha scritto, le sue canzoni le
sanno anche i sassi. Uno che non piace a tutti, ma che tutti per forza
conoscono.
Quello che magari non tutti sanno è che questa figura chiave nella
storia del XX secolo, considerato un'icona del rock impegnato, senza
padroni, al di fuori di ogni possibile etichetta, ha avuto dei seri problemi
con la censura, e proprio lui, che ha sempre cercato di spiazzare i propri
fans saltando da un genere all'altro, ha rischiato una volta di vedere la
propria carriera conclusa per un episodio che fece un gran scalpore, e che
si riuscì a insabbiare solo mettendo un guinzaglio a questo profeta della
libertà.
Era il 1964, alle spalle i successi di
The Freeweelin' e The
Times They Are a-Changin', l'impegno politico, la collaborazione
con Joan Baez, un periodo cupo e polemico dal quale sembrava essere uscito
cambiato anche nel look: gli abiti sdruciti di un tempo erano stati
sostituiti da articoli di boutique londinese, città in cui il Menestrello si
faceva vedere sempre più spesso. Intervistato a una radio americana, il
cantante si era divertito a dare risposte evasive, che avevano portato i
suoi fans a chiedersi dove fosse finito il Dylan che conoscevano.
In maggio di quell'anno, durante un'apparizione allo Show di Johnny
Carson, Dylan decise di scoprire le proprie carte, e rivelò al mondo la
ragione del suo cambiamento.
Si era innamorato, disse, ma i suoi collaboratori della casa discografica
gli impedivano di rendere pubblico il proprio sentimento, per paura della
reazione del pubblico.
Il problema era che Bob Dylan si era innamorato, si, ma di un uomo.
E non di un uomo qualunque, ma di qualcuno che tutti conoscevano, una
celebrità sua pari, un musicista che rappresentava tutto ciò che era
all'opposto di Dylan. Se lui era impegnato politicamente quell'altro
sembrava infischiarsene di ciò che succedeva al di fuori della sua stanza
d'hotel, se Dylan appariva come un bravo ragazzo semplice l'altro incarnava
l'essenza stessa del vizio, coi suoi eccessi in fatto di droga e alcool.
Si,
Bob Dylan si era innamorato di
Keith Richards, chitarrista dei Rolling Stones.
Apriti cielo! Gli studi dell'ABC TV furono tempestati di telefonate
di spettatori indignati. Ma come! Il paladino dello spirito americano un
pederasta? E lo veniva a dire in prima serata? Roba da non credere! Migliaia
di fans minacciarono di bruciare i suoi dischi, boicottare le sue
esibizioni, la sua carriera sarebbe terminata immediatamente.
I discografici erano disperati, lo implorarono di smentire quella
dichiarazione, dire che era sotto l'effetto di stupefacenti, che era
stressato per il troppo lavoro, che avevano capito male, ma Bob era
irremovibile, voleva che il suo amore per Keith Richards fosse reso
pubblico, oltretutto era convinto che nonostante la reazione di quest'ultimo
fosse stata prima di sbigottimento e poi di deciso disgusto, sarebbe bastato
corteggiarlo un po' perché anche lui capisse che al cuore non si comanda, e
cadesse fra le sue grinfie amorevoli.
Era deciso ad andare fino in fondo, e dichiarò che aveva intenzione
di incidere un 45 giri, in cui diceva chiaro, senza tanti giri di parole,
che gli piaceva quel musicista, e che senza di lui si sentiva perso.
Si sarebbe intitolato I Like A Rolling
Stone, e sarebbe stato esplicito fin dalla copertina, che
avrebbe mostrato una foto di Keith Richards.
"Come
ti senti, ti senti per conto tuo, privo di direzioni, ti senti uno
sconosciuto, quando ti piace uno dei Rolling Stones"
Era roba troppo forte anche per l'uomo che aveva rappresentato il
movimento per i diritti civili americano.
La canzone non ottenne il permesso di pubblicazione, e a Dylan fu
imposto di modificarne il testo e il titolo prima di poterla incidere. Lo
fece, e gli andò bene, perché ancora oggi
Like A Rolling Stone è
considerata una delle più belle canzoni mai scritte, ma quella faccenda non
gli andò affatto giù. Nessuno poteva permettersi di dire a Bob Dylan cosa
fare.
Nel marzo del 1965 fece uscire il suo nuovo album,
Bringin It All Back Home, dove
abbandonò la chitarra acustica in favore di un suono più arrabbiato, fatto
di strumenti elettrici. Nel video di
Subterranean Homesick Blues, primo singolo, Dylan rifiuta di
suonare e addirittura di muovere la bocca, affidando l'interpretazione del
brano a dei cartelli, che lascia cadere al suolo uno dopo l'altro. Anche il
testo lascia pochi spazi ai dubbi, "Attento ragazzo, è qualcosa che hai fatto, Dio sa quando, ma
lo farai ancora".
Bob Dylan è incazzato, e non ci sta a farsi imbavagliare.
Si sa com'è il pubblico, te lo devi conquistare, e quando ci sei
riuscito gli devi rispetto come a un vecchio padrino. Non puoi permetterti
di uscire dai binari che tu stesso hai tracciato, le conseguenze sono
terribili.
Il 25 luglio 1965, al Festival di Newport, dopo avere ricevuto una reazione
tiepida per le prime canzoni suonate, la band di Dylan intona Like A Rolling
Stone. E' la goccia che fa traboccare il vaso: la folla, sentendosi irrisa
da quella canzone divenuta il simbolo di tutti gli errori dell'artista, lo
fischia pesantemente, tanto da spingerlo, una volta terminato il brano, ad
abbandonare la scena. Vi ritornerà, implorato dagli organizzatori e da altri
artisti presenti, per suonare un altro paio di canzoni accompagnato solo
dalla propria chitarra, ma il Newport Festival farà a meno della sua
presenza per tutte le edizioni a venire, fino al 2002.
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BOB DYLAN WEEK-END:
IRISH
CULTURAL CENTRE, HAMMERSMITH, LONDON W6
Date:
18-20 Aprile 2008
Presenta “A celebration to Bob Dylan”
Biglietti:
Venerdì-Domenica £25
Cantanti folk e
tribute bands dagli USA e UK si esibiranno in onore a Dylan.
Ci saranno giochi a
quiz, letture&discorsi e uno Swop-Shop (baratti e
compravendita di articoli merchandise nuovi e vecchi). Ci sarà anche
un’esibizione fotografica del regista e fotografo irlandese John T. Davis,
con scatti fatti in Grecia di Van Morrison, John Lee Hooker e Dylan stesso.
NEVER SEEN BEFORE!!
( Dean Spencer news )
clicca qui
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Trovato morto il batterista degli ABBA
clicca qui
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I 20 errori più stupidi dei discografici ,
dall'oscuramento di Napster allo "scarto" di Beatles e Bob Dylan
clicca qui
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La notizia ha fatto il giro del mondo
Musica: Bob Dylan vestito da donna |
L'artista
travestito per evitare fans durante passeggiata |
(ANSA) - MONTEVIDEO, 21 MAR - Il cantante statunitense Bob Dylan,
vestito da donna, ha fatto una passeggiata in bicicletta a Punta del
Este (Uruguay). In questa localita' balneare, il cantante ha concluso
ieri sera il capitolo latinoamericano del 'Never Ending Tour'. Secondo
l'entourage, el cantante si e' travestito per evitare il possibile
assalto dei fan durante la passeggiata in bici per il lungomare. Il
trucco 'e riuscito e poi si e' esibito davanti a 4.000 persone. |
clicca
anche qui
e anche qui
( Dean Spencer news )
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Ligabue, raddoppiata la data di Milano
e nel nuovo cd un brano firmato con Guccini
ROMA (21 marzo) - Un nuovo album in uscita a fine
maggio e un tour con una band rinnovata che, dopo alcune tappe in Europa (a
partire il 7 aprile da Amsterdam), sbarcherà in Italia a luglio: Ligabue
affida al diario di bordo pubblicato oggi sul suo
sito i dettagli dei
suoi nuovi progetti artistici. Il rocker di Correggio fa così sapere che
anche Secondo Tempo, che arriva dopo il precedente Primo Tempo
(mezzo milione di copie vendute), conterrà un cd con le canzoni del best of,
sia un dvd con i relativi videoclip. Ma ci saranno anche tre inediti. Uno di
questi è Ho ancora la forza, scritto a quattro mani con Francesco
Guccini, che nel 2000 lo incluse nel suo album Stagioni,che in
quello stesso anno gli valse il premio Tenco.
Ligabue e Guccini la proposero in duetto proprio sul palco del Tenco.
Stavolta il Liga la pubblica a sua volta nel suo cd: «Anche se è stato già
pubblicato da Guccini - scrive il Liga - in realtà si tratta di un vero e
proprio inedito perché oltre ad essere totalmente un altro pezzo dal punto
di vista di arrangiamenti e produzione, mi sono anche permesso di modificare
il testo adattandolo a me».
Per quanto riguarda le canzoni, «saranno del periodo fra il 1996 e il 2005 -
anticipa il rocker - Anche in questo caso fra i videoclip ci saranno brani
che nel cd non ci possono stare per motivi di spazio (non so se l'ho già
detto ma oltre i 78 minuti in un cd c'è un decadimento della qualità audio).
Quindi fra album e dvd saranno compresi tutti i singoli usciti nel periodo
da Su e giù da un Palco ad oggi».
Ligabue nel diario di bordo annuncia che per la prima volta non sarà lui il
produttore musicale degli show, ma Corrado Rustici: «Corrado - racconta il
Liga - ha avuto carta bianca nelle scelte e ha abbastanza rivoluzionato il
gruppo di persone che suonerà con me».
Intanto, è stata raddoppiata la data di apertura del tour, per cui Ligabue
sarà a San Siro il 4 luglio (esaurito) e il giorno successivo; poi sarà a
Firenze (9 luglio), Bari (12), Roma (allo Stadio Olimpico, il 18) e Palermo
(26 luglio).
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Sarà il prossimo
Presidente degli Stati Uniti ?
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Dylan per le strade
Passeggiando tra le strade di Cisano di S. Felice,
paese situato nei pressi del Golfo di Salò, si possono ammirare bacheche di
vetro che riproducono passi delle creazioni dei poeti della beat generation.
Non manca Bob Dylan con una citazione da “Never Say Goodbye”.
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In uscita la
biografia su Paul McCartney
Howard Sounes, che
scrisse l’acclamata biografia di Dylan “Down the Highway – the life of Bob
Dylan” nel 2001, è ora in procinto di scrivere la storia della vita di Paul
McCartney, con l’aiuto dello stesso artista.
L’agente di Sounes ha
confermato che il libro coprirà tutti gli aspetti della vita e carriera di
Paul –inclusa la sua lotta per il divorzio con Heather Mills- anche se è
stato veloce nel precisare che nessun contratto è ancora stato firmato…
clicca qui
( Dean Spencer news )
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BOB DYLAN PARLA DEL SUO VECCHIO CHITARRISTA
MIKE BLOOMFIELD
" Ho sempre pensato che
avrebbe dovuto rimanere con me invece di andare alla Paul Butterfield Blues Band,
era un grande chitarrista , il migliore che abbia mai sentito ad ogni
livello , riusciva a suonare “flatpick and fingerpick “, sembrava
fosse nato per suonare la chitarra ". ( Bob Dylan )
Purtroppo Bloomfield è
morto nel 1981 a causa di una tragica overdose di eroina.
(Dean Spencer news )
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Sabato 22 Marzo
F1: Hamilton, il
segreto e` nella musica
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(AGM-DS) - 21/03/2008 11.20.57
- (AGM-DS) - Milano, 21 marzo - C’e` un
segreto nelle grandi prestazioni di Lewis Hamilton, in queste prime
stagioni in Formula 1: la musica. L’inglese, per sfuggire alla tensione
delle gare e distrarsi dai problemi della sua McLaren, suona la
chitarra. `Il reggae e` la mia musica preferita per rilassarmi –
ha detto al quotidiano britannico ‘The Sun’ – Da quando sono nato,
ascolto Bob Marley e The Wailers`.
Se qualcosa non va, oppure se c’e` da gestire l’attesa per una gara
importante `prendo la mia chitarra, le mie cuffie e mi metto a
strimpellare`. Il vice campione del mondo non ha, tuttavia, mai
suonato in pubblico: `Lo faccio per me stesso, per rilassarmi,
nessuno mi ha mai sentito. Posso far trascorrere ore con la mia chitarra`.
Hamilton non ama particolarmente la televisione e la lettura, per questo
ha deciso di passare allo strumento a sei corde. `E’ difficile
ammazzare il tempo quando stai viaggiando – ha proseguito – Cosi`
ho iniziato a suonare a 12 anni`. C’e` un po’ di tutto nel menu`
dell’inglese: `Mi piacciono Bob Dylan,
Lenny Kravitz e Jimi Hendrix, ma la mia canzone preferita e` ‘No woman
no cry’ di Marley. Ora canto anche di piu`, da quando mi hanno detto di
avere una voce discreta`. Ora, dopo il secondo posto in extremis del
passato mondiale, spera di poter ‘suonare’ anche gli avversari e
diventare campione del mondo.
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da " Il sole 24 ore "
CD/ I'm not there, colonna sonora del film di Todd Haynes
Due cd per esaltare la figura del più grande cantautore
di musica folk, pop, rock di sempre, Bob Dylan. Un tributo alla vita di un
personaggio irriverente e geniale nel suo genere, che ha saputo attirare su
di sé gli occhi della critica, e affascinare le menti dei suoi fan. Todd
Haynes, regista del fortunato film "I'm not there", è senza dubbio uno di
questi. Un film che non ha la pretesa di spiegare il vero Dylan, al
contrario vuole dare un'interpretazione, o meglio una visione, del tanto
acclamato e odiato musicista americano. Sei personaggi, tra cui Cate
Blanchett, Richard Gere, Marcus Carl Franklin, Cristian Bale, Heath Ledger
(scomparso lo scorso gennaio) e Ben Whishaw, ne ritraggono i diversi aspetti
del carattere nei vari periodi di carriera.
Nella colonna sonora, il regista si è servito di artisti tradizionali
dell'era Dylan, mescolati ad altri più recenti, per reinterpretare le vere
canzoni del musicista. In questo modo è come se la musica continuasse a
vivere. Soltanto "I'm not there", ultimo pezzo della colonna sonora, è stato
registrato da Dylan. Una canzone, che non ha mai visto luce, dal momento che
è rimasta incompleta: il testo è infatti scritto quasi a metà, e per gran
parte del tempo si sentono solo parole farfugliate. I Sonic Youth, hanno
provato a realizzarne una cover, presente nel primo dei due cd di
soundtrack. All'interno poi, c'è molto di più. Si parte con il rock and roll
di Eddie Vedder dei Pearl Jam, passando per il rude suono di Karen O degli
Yeah Yeah Yeahs, fino ai melodici Antony & The Johnsons. In mezzo troviamo
anche tanto blues, country, e la splendida voce di Cat Power, rivelazione
indie rock dello scorso anno. Il tutto condito con la solita atmosfera
dylaniana, tirata agli eccessi.
Con questa raccolta di canzoni e sensazioni, riusciamo a intravedere,
attraverso gli occhi di un nostalgico fan liceale Todd Haynes, Bob Dylan.
Icona folk di tutti i tempi.
I'm no there. Original soundtrack di Todd Haynes, Randall Poster e Jim
Dunbar
2007, Sony BMG
Doppio cd (16-18 canzoni), 22 euro
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FRANCESCO De GREGORI
in concerto - Sabato 5 Aprile - Seveso ( Mi ) - Contemporary Music fest 2008
info
www.myspace.com/sevesosuona - Briantea' 84 Cantù :
031.731 680
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Beatles in milanese aiutano la Don
Gnocchi |
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Dalla collaborazione
tra the Beatland,
un complesso innamorato dei “Fab Four”,
e il Circolo Filologico Milanese, è nato
un volume con le canzoni del quartetto
di Liverpool in dialetto meneghino.
I proventi delle vendite sono destinati
alla Fondazione. Spettacolo musicale
l’11 e il 12 aprile al Teatro Gregorianum |
|
19/03/2008
Nel giugno del 2005 - a 40 anni esatti dal concerto dei
Beatles a Milano (25 giugno 1965) - un gruppo di appassionati
decise di pubblicare una raccolta di lavori audio-visivi dedicata
all’esperienza milanese dei Fab Four. Milano e i
Beatles si intitolava appunto il libro, con un cd nel quale
12 canzoni del quartetto di Liverpool venivano eseguite in dialetto
milanese.
A interpretarle una band, the Beatland,
che nei due anni successivi ha trovato proseliti in un pubblico sempre
più ampio ed eterogeneo. Spesso ospiti di trasmissioni televisive,
the Beatland hanno “incontrato” il Circolo Filologico Milanese,
che si è appassionato all’idea di dare una rinfrescata al dialetto
meneghino proprio attraverso l’inglese.
Si è così sviluppato uno stretto rapporto di collaborazione tra
Edoardo Fiorini, l’autore dei testi, e Alma Brioschi,
“anima” del Circolo Filologico, che ha portato alla traduzione in
milanese di più di cento testi delle canzoni dei Beatles. Da qui è
nato I mè Beatles. Imparèmm el Milanès cont i canzon di Fab
Quatter, un nuovo volume che raccoglie le canzoni con testo
in italiano a fronte e in appendice la grammatica curata dal Circolo.
Il Comune di Milano e l’Associazione Beatlesiani d’Italia - più
importante Beatles fan club italiano - hanno patrocinato il
libro. Il ricavato delle vendite è destinato all’Istituto
Palazzolo della Fondazione Don Carlo Gnocchi onlus. E proprio
l’Istituto Palazzolo (via Don Luigi Palazzolo 21, Milano),
martedì 25 marzo, alle 18.30, ospiterà un incontro nel quale
sarà presentata l’iniziativa.
I fondi raccolti saranno utilizzati per allestire i tanti terrazzi
dell’Istituto, così da permettere agli anziani che non possono
usufruire del giardino di godere, nelle giornate afose, di spazi
ricreativi appositamente attrezzati.
Ma le canzoni sono musica e come tali vanno ascoltate... Per questo
the Beatland e Fiorini hanno preparato uno spettacolo musicale in
programma l’11 e il 12 aprile, alle 21, al Teatro Gregorianum
(via Settala 25, Milano
- ingresso libero).
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The many views of Abbey Road
clicca qui
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da " la Repubblica.it "
Sopravvivere al proprio mito
la ballata di Bob Dylan
di DARIO OLIVERO
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Bob Dylan |
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Quando il libro uscì negli Usa il 12 ottobre scorso fu un
evento che occupò le pagine dei giornali di tutto il mondo:
Bob Dylan rompeva il silenzio e raccontava la sua vita. Da
oggi il primo dei tre volumi dell'autobiografia è in libreria
anche in Italia. Si intitola Chronicles (tr. it. A.
Carrera, Feltrinelli, 18 euro). E' l'inizio della storia: il
giovane Robert Zimmerman arriva dal Minnesota a New York con
una chitarra e poco altro. Vede cose che gli altri non vedono,
incrocia le strade di Woody Guthrie nel suo letto d'ospedale,
Joan Baez, Suze Rotolo che gli fa scoprire Brecht e Rimbaud.
Muove i primi passi tra il fumo dei locali del Greenwich
Village senza sapere che ben presto sarebbe diventato un'icona
vivente dell'America di Martin Luther King, Malcolm X, Jfk, il
Vietnam. "Avevo una moglie e dei figli che amavo più di ogni
altra cosa al mondo... ma quelle piattole della stampa
continuavano a parlare di me come della bocca, del portavoce e
perfino della coscienza di una generazione", scrive Dylan e
aggiunge quanto sognasse negli anni in cui le sue canzoni
diventavano manifesti, "un lavoro regolare dalle nove alle
cinque". Probabilmente nessuno troverà nella biografia la
spiegazione della genesi di capolavori come Blowing in the
wind. Né si convincerà mai del tutto che sia stato un bene il
passaggio dalla chitarra acustica a quella elettrica o
accetterà che il più grande di tutti sia diventato testimonial
di una casa di biancheria intima femminile. Anche se questi
ultimi temi non si trovano in questo primo volume, la traccia
che ha seguito Dylan sembra chiara: niente grandi retroscena
sulla vita privata, nessuna grande rivelazione sui suoi
rapporti con praticamente tutti i personaggi più importanti di
quegli anni. Solo una lunga confessione di artista. "Non so
esattamente quando mi venne in mente di scrivere canzoni...
sono cose che accadono per gradi. Succede che uno vuol fare le
cose a modo suo, vuole vedere con i suoi occhi quello che si
nasconde dietro la cortina di nebbia".
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Punta del Este, Uruguay
Conrad Punta del Este Resort & Casino
March 20, 2008 |
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1. |
Cat's In The Well (Bob on electric
guitar, Donnie on violin) |
2. |
Lay, Lady, Lay (Bob on electric
guitar) |
3. |
Watching The River Flow (Bob on
electric guitar) |
4. |
Love Sick (Bob on keyboard, Donnie
on electric mandolin) |
5. |
Thunder On The Mountain (Bob on
keyboard) |
6. |
A Hard Rain's A-Gonna Fall (Bob on
keyboard, Donnie on electric mandolin) |
7. |
High Water (For Charlie Patton) (Bob
on keyboard, Donnie on banjo) |
8. |
Girl Of The North Country (Bob on
keyboard and harp) |
9. |
Spirit On The Water (Bob on keyboard
and harp) |
10. |
Rollin' And Tumblin' (Bob on
keyboard, Donnie on electric mandolin) |
11. |
Just Like A Woman (Bob on keyboard)
|
12. |
Highway 61 Revisited (Bob on
keyboard and harp) |
13. |
When The Deal Goes Down (Bob on
keyboard) |
14. |
Summer Days (Bob on keyboard)
|
15. |
Like A Rolling Stone (Bob on
keyboard) |
|
|
|
(encore) |
16. |
Rainy Day Women #12 & 35 (Bob on
keyboard) |
17. |
All Along The Watchtower (Bob on
keyboard) |
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(Thanks to Eduardo & Mishalina for the phone call and Mick
Munday and Kathleen for the emails.)
Band Members
Bob Dylan - electric guitar, keyboard, harp
Tony Garnier - bass
George Recile - drums
Stu Kimball -
rhythm guitar
Denny Freeman - lead guitar
Donnie Herron - violin, banjo, electric mandolin, pedal steel, lap steel
|
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Terrific Dylan tale goes beyond bio
By ROGER MOORE
last updated: March 20, 2008 04:34:49 PM
The film "I'm Not There" isn't a Bob Dylan biography. It's a fantasia
on the many guises of the folk-rock shaman, changeling, hustler and icon.
But as such, it plumbs his psyche as no mere biography could. Todd
Haynes' endlessly overinventive film dons its Dylans the way the former
Robert Zimmerman has donned his many disguises — with insolence,
insouciance and a cryptic wink at a world ready to be put-on.
Half a dozen actors play Dylan at various points in his life, not one
going by the name "Bob Dylan." Cate Blanchett is the '60s rebel biker,
turning his (her) back on folk and protest music, plugging in, hopping on
a motorcycle and crashing.
It's one of the conceits of Haynes' film that he takes each Dylan
through to some sort of logical conclusion in his life. That Dylan would
have become a James Dean cult figure, dying young and forever beautiful.
Christian Bale is the rising star of the folk scene, the one who used
Joan Baez, given another name here and played by Julianne Moore in one of
the many "interviews" in the film.
Tiny Marcus Carl Franklin is the adorably engaging youngest Dylan,
hopping freight trains, regaling hobos (at age 11) with tales of life on
the rails as folk singer Woody Guthrie. It's not lying. It's
self-invention.
Ben Whishaw is the young poet, passing himself off as Rimbaud to an
inquisition of academics and intellectuals.
Heath Ledger is the matinee-idol Dylan who might have pursued a movie
career.
And Richard Gere is the "Billy the Kid" Dylan once played on the
screen, a recluse hiding in plain sight, leaving behind a world that
changed around him.
Haynes and co-writer Oren Moverman build the script around Dylan's own
words, from testy, challenging interviews and the too-revealing
documentary "Don't Look Back."
You have to know at least some of the story to figure out who the
players are and which setting we're in. But Haynes isn't going for the
literal here, not for a minute. This is an impressionistic comic book of
Dylan's life, his flings, first marriage, Pentecostal conversion and
cultivated air of mystery.
The one man to maybe unmask him, the "Pat Garrett" who trapped this
"Billy the Kid"? That would be the British journalist who got his goat
during the "Don't Look Back" tour, played here by Bruce Greenwood. He also
turns up as Pat Garrett, lawman and captor of Billy the Kid.
It doesn't all work and it runs too long. But every fragment of Dylan's
life, every version of him, from the funny to the tippy, rings true.
And if the real Dylan can boast "I'm not there" at the end of "I'm Not
There," maybe that's because we've never been able to figure him out while
he was "here." It's only later, after he's moved on, that any of his
myriad guises seems like the put-on it is.
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Paul McCartney To Get Back
On The Road Again
March 20, 2008 11:37 a.m. EST
Anne Lu - Celebrity News Service News Writer
London, England (CNS) - Paul McCartney is going on a world tour. The
Beatles legend is reportedly planning a music tour to get away from his
bitter divorce episode from Heather Mills.
McCartney and Mills have just recently been given a decision on their
divorce settlement. The former model had received an approximately $50
million settlement from the music legend to take care of their 4-year-old
daughter Beatrice.
The "Yesterday" singer has allegedly told pals that he wants to get back
on touring to put the period behind him. And if the 65-year-old musician
would actualize the plan, his potential earnings would most probably regain
the settlement he gave Mills.
A source says, "He has kept a low profile for the last two years. Now he
just wants to get out there again. This is what he does best."
"He is receiving offers on a weekly basis from promoters all over the
world. When he tours, he breaks box office and merchandising records. He's
such a big draw."
The source also says that McCartney has conditioned himself to the long
travel. "He will be 66 in June but is in remarkably good shape and will have
no trouble withstanding the rigors of traveling the world performing."
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1969 - Gli Hell's Angels volevano uccidere
Mick Jagger
Un piano per uccidere Mick Jagger
2.3.2008
Gli Hells Angels, una delle più violente gang
motociclistiche statunitensi, avevano in progetto di assassinare Mick
Jagger, dopo che questi aveva deciso di non avere più nulla a che fare con
loro Nel 1969 infatti, dopo un concerto della band a Altamont, un membro
del gruppo, che faceva parte della sicurezza, accoltellò a morte uno
spettatore. L' efferatezza del gesto portò Jagger a condannare quanto
accaduto. Lo ha rivelato un ex agente dell'FBI, il quale ha precisato che
i cosiddetti angeli avevano ordito un piano per uccidere il cantante dei
Rolling Stones nella sua villa posta sul mare.
Il cantante dei Rolling Stones
parla del film "Shine a light" che racconta l'ultima tournée
E smentisce il presunto attentato degli Hells Angels nel 1969 ai suoi danni
Mick Jagger: "Piaccio a tutti
perché il rock mi diverte ancora"
di
GINO CASTALDO
ROMA - "Sono a Londra, è primavera, i fiori stanno
spuntando, è molto bello". Anche al telefono Mick Jagger è uno spumeggiante,
gaudente viveur del rock'n'roll, eternamente giovane, col suo vitino da
vespa di cui va molto fiero, ben illustrato nel film-concerto Shine a light,
diretto da Martin Scorsese (in uscita in Italia l'11 aprile, distribuito da
Bim), ma questa vitalità contrasta con una lugubre notizia apparsa alcuna
giorni fa.
Sembra che dopo il concerto di Altamont del 1969, dove uno degli Hells
Angels scelti per il servizio d'ordine uccise un giovane nero, gli Angels
avessero deciso di uccidere lo stesso Jagger, reo di aver criticato il
comportamento della gang di motociclisti, e addirittura avessero provato a
sbarcare dal mare per attaccare la sua villa nei pressi di New York e farlo
fuori. Secondo questa tesi, fu solo una provvidenziale tempesta a sventare
il complotto. Finora Jagger non ha mai voluto commentare la notizia.
Scusi Jagger, ma non si può far finta di niente, cosa si prova a scoprire
di essere stati a un passo dall'essere assassinati?
"Non provo niente perché non ci credo, la notizia è stata costruita ad arte.
Direi completamente falsa. E posso spiegare perché. Se l'Fbi o la polizia
allora avesse scoperto una cosa del genere avrebbe dovuto avvertirci. Poteva
esserci un altro tentativo, e allora sarebbero stati in guai seri. Quindi lo
escludo, avrebbero dovuto per forza dircelo. Credo sia semplice spazzatura".
Invece, a proposito del film di Scorsese: fa un certo
effetto anche perché sembra di stare sul palco con voi.
"Sì, è proprio questa la forza del film, come se la camera fosse parte della
band".
Non pensa che la camera sia addirittura un po' troppo insolente?
"Sì è molto vicina, ma è esattamente quello che voleva fare Martin, ne
abbiamo discusso all'inizio del progetto, lui diceva proprio questo: voleva
essere sul palco, dentro il concerto, osservare da vicino le relazioni tra
di noi".
Nel film si nota molto bene la diversità tra lei e Keith Richards. Keith
dice che lei è un "power freak", perennemente attivo, mentre lui è pigro,
indolente. Verrebbe da pensare che proprio questa differenza sia uno dei
segreti della longevità della band. E' così?
"Sì, forse, ma Keith esagera quando dice questo. La verità è che proprio
questo tipo di film esaspera le diversità. Quando metti una camera davanti a
un performer si comporterà diversamente, tutto è distorto dalla camera, e
perfino di più da un film, in un set non potrai mai vedere come si è
veramente, e noi non potevamo non rendercene conto, c'erano venti grandi
cineprese da 35 millimetri, impossibile non esserne consapevoli".
Ma è pur vero che siete diversi...
"Sì, e se per questo sono diverso anche da Charlie Watts o da Ron Wood.
Questo è bene ma è anche faticoso a volte. Del resto non troverai mai una
band di cinque persone che sono uguali".
C'è qualcosa che non le è piaciuto del film?
"No, quello che non mi piaceva l'ho fatto togliere". E ride di gusto.
E' vero che sta lavorando a un film tratto da una sua idea e diretto da
Scorsese?
"Sì, e ora le cose stanno marciando. Si intitola The long play, è una mia
idea. E' stata appena completata la terza sceneggiatura, e mi sembra quella
buona. La sta scrivendo Terry Winter che ha scritto molti episodi dei
Sopranos".
Reciterà nel film?
"Perché no? Non è ancora deciso nulla, ma potrebbe accadere".
All'isola di Wight ha cantato con Amy Winehouse, un grande duetto.
"Oh sì, è stato un duetto molto divertente. L'ho riascoltato in missaggio e
devo dire che era davvero molto buono, ma lì abbiamo fatto anche uno strano
duetto blues col quasi italiano Paolo Nutini".
In questo tour avete suonato in ogni posto immaginabile. A Rio, all'isola
di Wight, al piccolo Beacon Theatre di New York dove avete girato il film.
Cosa vede negli occhi del pubblico, che differenza percepisce tra ieri e
oggi?
"Certe volte li vediamo molto chiaramente, come al Beacon. Vedo come la
gente reagisce alla nostra musica, altre volte sono masse informi che si
muovono, ma in realtà non vedo questa enorme differenza tra ieri e oggi.
Dipende casomai dal posto in cui si suona, dipende in che parte del mondo
sei".
Riesce ancora a divertirsi?
"Naturalmente, quasi tutte le sere mi diverto un sacco, è per questo che
alla gente piace".
Ma pensiamo alle canzoni più note, tipo Satisfaction, crede che la gente
possa viverle ancora oggi come attuali?
"Per ognuno è diverso. C'è gente che magari viene a un concerto degli Stones
per la prima volta, per lui può essere attuale. Alcuni ci hanno visto venti
volte. Rimane una esperienza molto soggettiva. Ognuno, credo, la vive a suo
modo".
Non trova il passato schiacciante? Non è seccato dal fatto che tutti
vogliono parlare dei tempi andati?
"Assolutamente sì. Cerco di evitarlo, non mi piace parlare troppo del
passato".
Allora parliamo del futuro. Cosa ha in programma?
"Molte cose. Sto seguendo la produzione di un film chiamato "The women" che
uscirà in ottobre, e sto scrivendo canzoni".
Per lei o per gli Stones?
"Sto solo scrivendo, senza un fine, mi piace fare così, mi piace scrivere
senza una destinazione precisa, poi si vedrà, e comunque sono sicuro che ci
sarà qualcosa da fare con gli Stones quest'anno".
Come ha fatto a ricordare la canzone in italiano, quando ha deciso di
regalare al pubblico italiano di San Siro l'esecuzione di "Con le mie
lacrime"?
"Oh, è stato davvero buffo. Il problema era trovare il
disco, perché ovviamente non ricordavo affatto il testo in italiano. Così
alla fine ho dovuto cercare la canzone su Internet, e per fortuna l'ho
trovata e ho potuto ripassare il testo. Ma l'ho fatto di nascosto, non
volevo che la band scoprisse cosa stavo preparando. E' stato divertente
perché non l'avevo mai cantata dal vivo, neanche una volta".
(17 marzo 2008)
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Venerdi 21 Marzo 2008 Aretha " no one can
compare " Franklin , Nessun dorma.....da
brivido
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Happiness is a warm
gun...................bellissimo!!!!!
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Bob Dylan e Willie Nelson , Pancho &
Lefty............la classe non è acqua !
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Bob Dylan & Tom Petty , I forgot more than you'll ever
know, un insolito Dylan chiaccierone
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Un anonimo amico della Fattoria ci
manda queste foto
Bob
Bob e Joan
Bob
Bob , Joan , Carlos
Tom Petty
Upsy-daisy , eccole e grazie .
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Nella scorsa Talking Lillo chiedeva
notizie sull' album di Dylan con Jack White e le canzoni di Hank Williams
Novità country (con Bob Dylan) per Jack White
pubblicato: martedì 26 febbraio 2008 da Lollodj in:
Novità discografiche
Country
Grandi novità in cantiere per
Jack White: la voce
dei
White Stripes ha scritto infatti una canzone nientemeno che per
Bob Dylan, re dei
menestrelli e vecchio decano del cantautorato americano. Dylan è
recentemente venuto in possesso di 25 testi inediti della leggenda country
Hank Williams, uno che fuori
dal Texas probabilmente non se lo ricorda nessuno, ma che a casa sua è un
mostro sacro. Dylan stesso ha scritto un pezzo, poi ha chiesto a Jack ed
altri, tra cui l’anziano Willie
Nelson, Lucinda Williams
e Alan Jackson, di mettere in
musica gli altri testi. L’album dovrebbe uscire a fine anno, e lo stesso
White si è dichiarato entusiasta del risultato (anche se diciamolo, Jack
con questi cantanti country c’entra come i proverbiali cavoli a merenda).
Infine, ci sono novità anche per la sua side band, i
Racounters: le registrazione
del secondo album sono quasi terminate, album che a quanto pare sarà molto
diverso dal precedente, e dovrebbe uscire a breve. E in tutto questo, i
White Stripes? Jack è lapidario: Ci saranno grandi novità, ma solo quando
il ciclo promozionale del nuovo dei Racounters sarà finito.
Ecco quà le news about , accontentato ?
:o)
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Bob Dylan e la sua indimenticabile " I want you "
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Dylan: My Hat's Off to You, Lady
Mar 7, 2008
SAO PAULO, Brazil (AP) — If at first you don't succeed
at stealing Bob Dylan's hat, try a kiss instead.
A young Brazilian woman rushed onstage during Dylan's
encore in Sao Paulo on Thursday night, hugging and kissing him and trying to
swipe his Cordoba hat before three bouncers whisked her away.
When he finished the encore, the normally untalkative
Dylan thanked the audience and said he wanted to meet the woman so he could
give her his hat. It was not clear whether they met.
Local media later reported that the woman was seen
after the show with a group of friends singing: "I kissed Bob Dylan, la, la,
la."
Currently on a Latin American tour, Dylan is scheduled
to perform in Rio de Janeiro on Saturday.
Quando la fortuna ti
bacia...................:o) !!!!!!!!
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ONE LOVE - un documentario sulla vita di Bob
Marley di Martin Scorsese
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Bob Dylan è stato anche lui
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Una faccia da Bob Dylan - intervista a Richard Gere
clicca
qui
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Giovedi 20 Marzo 2008
Martedi 15/04/2008 al DatchForum
MARK KNOPFLER La storica
voce dei Dire Straits torna in Italia per presentare il nuovo album.
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Sabato 29/03/2008
al DatchForum
ALICIA KEYS La regina
dell'R&B torna in Italia per presentare il suo ultimo album.
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Giovedì
10/11.04.2008
ore: 22:00
Van Morrison in concerto al Teatro degli
Arcinboldi - Milano
Due serate speciali per un
artista inossidabile, le cui canzoni negli anni hanno addirittura superato
la sua fama, un esempio unico di crossover fra i generi rock, blues, R’n’B,
folk irlandese e jazz. Successi come Gloria, Moondance, Baby Please Don’t
Go, Bright Side of The Road sono da sempre nel cuore dei fans di Van “the
Man” ma anche in quello di tantissimi giovani cultori della buona musica,
che hanno conosciuto le sue canzoni senza tempo attraverso le celebrazioni
del Festival di Woodstock, del quale Van Morrison fu uno dei protagonisti
assoluti, o grazie alle cover di rock band da classifica degli ultimi
decenni.
A rimettere ordine nella sterminata produzione discografica dell’artista di
Belfast ha recentemente provveduto Still On Top: The Greatest Hits (Polydor
Ottobre 2007), un doppio album (ma esiste anche una versione tripla in
edizione limitata) che raccoglie tutti i maggiori successi della sua lunga
carriera, composta da 43 album in 42 anni di attività (fra i THEM e la
carriera solista) fra i quali alcuni veri capolavori come ASTRAL WEEKS (il
primo da solista, 1968), MOONDANCE (1970), NO GURU, NO METHOD, NO TEACHER
(1986), TOO LONG IN EXILE (1993) e alcuni duetti e collaborazioni
importanti, con i Chieftains (IRISH HEARTBEAT, 1988), John Lee Hooker (THE
HEALING GAME, 1997), Linda Gail Lewis, sorella di Jerry Lee, (YOU WIN AGAIN,
2000) e altre.
Ma non è tutto. I prossimi mesi riservano tantissime sorprese ai fans di Van
Morrison: è atteso per marzo un nuovo album in studio (il precedente è
What’s Wrong With This Picture? del 2004 su etichetta Blue Note), inoltre a
partire dal 4 Febbraio è prevista la ripubblicazione di 30 dei suoi album,
da tre anni ormai fuori catalogo, in una nuova versione rimasterizzata e
arricchita da bonus tracks. Tutto questo però è storia. Mentre sono
attualità i 2 concerti che Van Morrison, accompagnato sul palco da una band
di grande impatto. terrà il 10 e l’11 aprile in Italia.
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Bob Dylan - La set list del concerto a Rosario
Rosario, Argentina
Hipodromo
March 18, 2008 |
|
1. |
Cat's
In The Well
(Bob on electric guitar) |
2. |
Don't
Think Twice, It's All Right
(Bob on electric guitar) |
3. |
I'll
Be Your Baby Tonight
(Bob on electric guitar) |
4. |
Masters Of War
(Bob on keyboard) |
5. |
Rollin' And Tumblin'
(Bob on keyboard, Donnie) |
6. |
It's
Alright, Ma (I'm Only Bleeding)
(Bob on keyboard) |
7. |
Spirit
On The Water
(Bob on keyboard) |
8. |
John
Brown
(Bob on keyboard) |
9. |
Workingman's Blues #2
(Bob on keyboard) |
10. |
Highway 61 Revisited
(Bob on keyboard) |
11. |
When
The Deal Goes Down
(Bob on keyboard) |
12. |
This
Wheel's On Fire
(Bob on keyboard) |
13. |
Most
Likely You Go Your Way (And I'll Go Mine)
(Bob on keyboard) |
14. |
Summer
Days
(Bob on keyboard) |
15. |
Like A
Rolling Stone
(Bob on keyboard) |
|
|
|
(encore) |
16. |
Rainy
Day Women #12 & 35
(Bob on keyboard) |
17. |
All
Along The Watchtower
(Bob on keyboard) |
|
|
(Thanks to
Eduardo & Mishalina and Susan & Al and for the phone calls)
Band
Members
Bob Dylan - electric guitar, keyboard, harp
Tony Garnier - bass
George Recile - drums
Stu Kimball
- rhythm guitar
Denny Freeman
- lead guitar
Donnie Herron - violin, banjo, electric mandolin, pedal steel, lap
steel |
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Paolo Vites ci comunica :
le date italiane confermate ufficialmente sono
15 giugno, trento, piazza duomo
16
giugno, bergamo, lazzareto
18
giugno, chatillon (aosta), castello
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Ricordando la recente scomparsa di Jeff
Healey facciamo un omaggio ad alcuni grandi guitar-hero
Jeff Healey " While my guitar gently weeps "
clicca qui
Stevie Ray Vaughan & Jeff Healey " Look at little
sister "
clicca
qui
Jimi Hendrix " All along the watchtower "
clicca qui
George Harrison " All things must pass "
clicca qui
John Lennon " Working class hero "
clicca qui
Gregg Allman ( Allman Brothers Band ) , famoso anche
per aver scritto l'assolo di "Layla" per Eric Clapton col quale ,
dopo la morte del padre , la figlia di Gregg entrerà e vincerà la causa con
Slowhand che non aveva pagato le royalties al padre per la scrittura e la
realizzazione del guitar solo . " Ramblin' man "
clicca qui
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Nick Cave dopo aver incontrato Bob Dylan : La cosa si è
trasformata in una gara a chi si guardava di più le scarpe , ci sono cose a
cui non sei preparato , questa è una di quelle .
clicca qui |
Mercoledi 19 Marzo 2008
Bob Dylan suonerà a Reykjavík, Iceland il 26 Maggio
clicca qui
Bob Dylan, elegante ilusionista de la canción
clicca qui
I concerti italiani di giugno non ancora confermati ( da Bob Links )
6/?? |
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Venice, Italy (unconfirmed) |
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6/?? |
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Florence, Italy - Garden Boboli (unconfirmed)
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6/?? |
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Trento, Italy (unconfirmed) |
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6/16 |
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Bergamo, Italy - Summer Sound Festival
(unconfirmed) |
Il palindromo è quella strana cosa per cui una frase si
può leggere da destra a sinistra o da sinistra a destra e quello che vien fuori
è uno strano linguaggio , guardate questa parodia di Subterranean homesick blues
clicca qui
Suze Rotolo " Bob Dylan mi fece abortire " .
clicca qui |
Martedi 18 Marzo 2008
POSITIVELY BOB DYLAN - Sezze - cronaca
di Roberta Valenti - foto di Pino Stuppino
clicca qui
Jeff Healey stroncato dal cancro a 41 anni , era un grandissimo bluesman ,
ciao Jeff......
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Lunedi 17 Marzo 2008
TALKING BOB DYLAN BLUES -
Parte 398 - La
posta di Maggie's farm - clicca qui |
Domenica
16 Marzo 2008
E' in arrivo " Bob Dylan - Percorsi Vol. 2 - Dylan and
friends " di Michele Murino
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In uscita l'Enciclopedia di Bob Dylan in formato
tascabile ( paperback )
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