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MAGGIE'S FARM

RECENSIONI CONCERTI 2021

 

Hershey, Pennsylvania - Hershey Theatre - November 16, 2021
 
 di Mark Kraynak
 
 È bello vedere Bob di nuovo on the road. Le nuove canzoni suonate dal vivo erano molto avvincenti. È uscito solo due volte da dietro il pianoforte ed era un pò instabile sulle gambe, ma ha 80 anni. Molte delle canzoni sono state eseguite in un grande stile rock n roll originale. È stato fantastico vedere le nuove canzoni avere una forte accoglienza. Ha giocato un bel pò con i testi di “Masterpiece”. Si poteva vederlo mischiare i fogli dei testi mentre suonava. Di sicuro adoro quei pantaloni con la striscia sul lato. Bob deve averne un centinaio di paia. Uno spettacolo molto bello. Mark Kraynak
 
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 di Laurette Maillet
 
 Pat ha accettato di venire con me e portarmi al spettacolo di Hershey. Sono quattro ore di macchina. Facciamo tutto bene e facciamo il check-in all' Harrisburg/Hershey Ecolodge alle 16:00. Ci riposiamo un pò prima di dirigerci verso il locale. Un bel teatro. Ho comprato due biglietti da Ticketmaster senza problemi. Il teatro è carino, ben arredato. I nostri posti non sono dei migliori ma comunque a terra. Bob sale sul palco in tempo. L' intro di Stravinsky è sempre più breve. Io non ricordo nemmeno più di averla sentita! Il palcoscenico è sterile come al solito, tranne che per gli strumenti.
 "Whatching the river flows" è iniziata con un pò di incertezza e confusione. Il pubblico nonha reagito male ma è restato seduto.
 “I contain multitudes”, Bob è al pianoforte e non al centro della scena. Bob scompare spesso dietro il pianoforte.
 “False prophet” è stato il momento clou stasera per me. Potente e la band era ben assiema.
 “When I paint my masterpiece” mi commuove sempre. vorrei che potesse essere così anche per me.
 "Black Rider". La voce di Bob è potente e lui è al pianoforte. Chiudo gli occhi per le lunghe canzoni e mi concentro sulla dizione di Bobby. Forte e chiara. Sta rivendicando la sua poesia. La band è abbastanza buona per fare il backup spesso e adeguatamente, in particolare Donnie con la steel guitar aggiunge un tocco di malinconia anche con il violino o col mandolino. A volte suona una balalaika. Ho voglia di ballare.
 “Melancholy Mood” inizia con un morbido intro della band. Bob è seduto sul suo sgabello al pianoforte, di lato rispetto al pubblico. Fuori dal comune! Starà in piedi e terrà in mano il microfono centrale, tra Tony Garnier e Bob Britt, ma rimarrà statico, come se gli facesse male la schiena. Quella canzone è troppo corta per me. Ma questo è l'unico pezzo che Bob farà al centro palco stasera.
 “Gotta serve somebody” farà reagire il pubblico con un forte applauso. Le ultime tre canzoni mancano di energia. La voce di Bob è stanca. il suo tentativo di modulazione in “Mother of muses” si perde in una voce stridula! È stanco! Lasciamo rapidamente la sede e per un puro caso l'autobus di Bob sta arrivando davanti a noi. Ciao ciao Bobby. Abbi cura di te, ci vediamo a New York!

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di Futzi Wailer

Dopo un viaggio di 6 ore che poteva essere solo di quattro, siamo entrati in quello che Bob chiama “città del cioccolato”. Il locale è in un edificio in pietra che sembra più simile a un museo che a un teatro. All'interno sembra un castello. Abbiamo avuto posti in prima fila direttamente di fronte a Bob. Il palco è fantastico e il pavimento si illumina quando la band sale sul palco illuminandoli in un bagliore inquietante. Le tende dietro il palco erano di un rosso cremisi, particolarmente efficaci durante Black Rider e My Own Version Of You. Il suono era quasi perfetto anche se noi pensavamo che la chitarra di Bob Britt fosse un pò rumorosa e la batteria spesso impercettibile.
La voce di Bob era cristallina. Le canzoni di Rough & Rowdy Ways erano messe in evidenza, le canzoni più vecchie meno. I nuovi arrangiamenti erano per le mie orecchie inferiori alle versioni registrate o anche precedenti concerti con l'eccezione di Every Grain Of Sand. Non mi è mai piaciuta la canzone dal vivo ma questa volta che Bob l’ha acchiappata!

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di David Mendick

Veramente un miracolo. Bob Dylan torna sul palco. Segretamente lo speravo anche se lui egoisticamente potrebbe non suonare mai più dal vivo.
Grazie a Dio è tornato e mi sono unito al tour nel teatro più bello che si possa desiderare. Ed è anche vero che a 80 anni il live di Dylan è meglio che mai. Certo che dovrebbe suonare così tante canzoni dal nuovo album. La musica è fatta per essere ascoltata dal vivo e questo album suona meglio dal vivo. Melanchony era puro Sinatra. E ho visto Sinatra. Dylan ha incantato il pubblico. Non vedo l'ora di unirmi al tour a Philadelphia. È stato divertente ritrovare alcuni vecchi fans di Bob prima del concerto, Howie, Eric e Ava che portava una tutina pazza.

Moon Township, PA - Robert Morris University - UPMC Events Center - November 15, 2021

di Daniel Chester

Watching: un allegro tributo a Pittsburgh e ai suoi fiumi.
Most Likely: buona energia, frizzante e amichevole e fedele e carina, ben fatta.
Moltitudes: grande sensazione/suono per una grande canzone, cantata bene... che meraviglia. E’ che questo stesso ragazzo ha scritto Song to Woody 60 anni fa ed è ancora on the road verso un’altra città!
False Prophet: triste approccio, OK (bluezzzzzzz)
Masterpiece: meravigliosa (violino e pianoforte e chitarra acustica intrecciati), fortunato a sentirla di nuovo.
Black Rider: bella atmosfera ma niente di speciale...preferirei sentire qualcosa da New Morning o Infedels.
I'll Be Your Baby: versione completamente diversa, ha fatto un bel cambiamento (in contrasto con il ritmo dell'originale).
My Own Version: un'altra bella atmosfera e alcune linee molto belle cantate bene, beh... forse una performance in cui un piccolo assolo di chitarra avrebbe avuto effetto.
To Be Alone: la chitarra acustica, il violino e il contrabbasso fanno una potente combinazione... scelta divertente.
Early Roman: privo della necessaria grinta... non sono un grande fan di questo brano, ma non sono sicuro che un brano possa sopravvivere a questo trattamento.
Key West: il pianoforte ha preso delle belle note e la fisarmonica ha funzionato.
Serve Somebody: quasi una melodia diversa eppure ha catturato l'attenzione, in particolare con i nuovi testi, fatta a modo suo ed è stata abbastanza piacevole.
I've Made Up My Mind: ben concepita ed eseguita, completamente in forma, serata con certe righe che catturano di nuovo l'attenzione.
Melancholy: breve e dolce (e triste) e perfettamente adatta a questo spettacolo.
Mather of Muses: tenera e ben eseguita e ben cantata...pianoforte e chitarra durante le pause stavamo bene insieme... non la conoscevo ancora davvero, proprio bene...”Ho già vissuto di gran lunga la mia vita”'...avrebbe potuto chiudere con questa.
Jimmy Reed: niente male...buona scelta per questa preziosa slot.
Every Grain: uno dei suoi hit di tutti i tempi e la scelta perfetta per mandare le persone a casa con... felice di risentirti.

I chitarristi (soprattutto Britt) bene, Herron anche e il pianoforte verticale e il contrabbasso sono perfetti: suonare roba nuova a 80 anni e farlo sembrare così naturale e del suo tempo non è un semplice trucco da festa tra amici.
Il canto andava benissimo, così divertente essere di nuovo tra il pubblico.
Band unita e il suono e i testi e l'atmosfera fatti per una speciale notte – Highlights (in ordine): Moltitudes; Masterpiece, Every Grain, Mother of Muses.

Grazie a tutti, Daniel Chester

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Recensione di Mitchell

Non ho mai scritto una recensione di un concerto di Dylan, ma mi sono sentito in dovere di scriverne una per il concerto di ieri alla Moon Township PA. Se fosse il nostro 53° concerto di Dylan, tornando indietro al tour con The Band negli anni '70. Non farò un'analisi dettagliata di ogni canzone. Generalmente, è stata una rielaborazione totale dell'ultimo spettacolo che abbiamo visto a Washington, D.C. pre-COVID (in realtà il suo ultimo spettacolo pre-COVID). È stata una rielaborazione totale della scaletta e della band.

Sento che la rielaborazione della scaletta è stata più di una semplice pubblicità per il nuovo disco. Tutte le selezioni delle canzoni puntavano chiaramente al passato guardando al futuro - un futuro non in questo mondo. È contemplativo e mondano. Che ci piaccia o no, sento che sta cercando di riportare un messaggio con le due gospel songs che ha ripreso.
La band sta ancora cercando di trovare spunti da Bob. Hanno fatto un buonissimo lavoro. Non sono un musicista, ma sono sicuro che non sia facile suonare con Bob. E il pubblico è stato fantastico, molto riconoscente ma anche molto rispettoso dell'uomo e della musica. Per quanto riguarda le singole canzoni, “Mother of Muses” è ancora più simile a un inno che sull'album. Chiaramente una preghiera
e un'offerta di ringraziamento. Mi ha fatto venire i brividi lungo la schiena. La cosa che mi ha reso triste per lo spettacolo è stato il chiaro dolore fisico in cui Bob sta navigando. Lui è chiaramente ancora molto acuto mentalmente, era fantastico con i testi, la sua voce era fantastica e sembrava divertirsi. Ma, contrariamente alla sua posizione al centro della scena pre COVID, semplicemente non poteva farlo ora. Lui ha dovuto tenersi al pianoforte e anche così, è stato dietro al pianoforte per la maggior parte delle canzoni. Si è seduto molto dietro il pianoforte. Non sta in piedi dritto. È stato aiutato a scendere i gradini dal retro del palco.
Chiaramente la sua schiena/fianchi gli fanno male. Penso che dobbiamo accettarlo così com’è, lui significherà sempre tanto per noi, ma il suo corpo è quello di un uomo di 80 anni.

Non so perché continui a fare spettacoli dopo spettacoli quando è così difficile fisicamente. Forse fa parte di un "patto" che ha fatto molti anni fa come disse una volta. Forse vuole esibirsi finché potrà. Forse la pura gioia di suonare. Chi lo sa. Mi ricorda quasi Papa Giovanni Paolo II, che ha insistito per viaggiare e predicare anche quando soffriva molto. Qualunque sia la ragione, ero così felice per essere lì e spero di rivederlo a Washington il 2 dicembre.

Mitchell

Charleston, West Virginia - Charleston Municipal Auditorium - November 13, 2021
 
 di Susan Laing
 
 … dita tese che puntavano in aria per dare enfasi, per me questo era la sua magistrale posizione di fronte al denigratore di "Giuda" a
 Manchester il 16 maggio 1966.
 
 Sabato sera, Charleston W.V. - 13 novembre 2021 e quel ribelle è stato un confronto con la verità universale che il tempo conferma e offre. Ancora una volta è stato magistrale. Liscio e memorabile come il miglior whisky completo di retrogusto… una miscela davvero complessa. L'intero concerto è stato il mio momento clou personale.
 Commenti degli amici:
 Dan (venuto da Superior W.I.)
 “Questa è la prima volta che vedo Dylan e mi sono davvero divertito con la forte
 voce, è stato un'icona per tutta la mia vita ed è stato fantastico colmare con lui la mia lista dei desideri”
 
 Isaac (venuto da Houston TX - ascoltato Dylan dalla nascita)
 " In questo periodo di tempo la performance di Dylan continua a migliorare in
 tutte le sfumature"
 PS Bob si muove in modi misteriosi - Isaac ha finalmente deciso di fare il vaccino il giorno in cui i biglietti di New York sono stati messi in vendita.
 
 Rich (venuto da Duluth MN … il padre di Isaac)
 “Seguo Dylan dal 1980 e lo spettacolo di stasera è stato grandioso, forte come sempre”
 PS tutta la sua famiglia sarà insieme per il concerto al Beacon Theatre.
 
 Lauren (da Charleston)
 "Ho sempre desiderato vedere Dylan ed era diverso da quello che mi ero immaginata…l'ho studiato sui dischi ma dal vivo è proprio così diverso... 'Key West' era il mio preferito!”
 L'intero concerto è stato il mio momento clou.
 
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 Review by Brien Lewis
 
 Questo è stato il mio terzo spettacolo in questo tour dopo Cincinnati e Louisville.
 Rispetto al nuovo e imponente Aronoff Center di Cincinnati e lo spettacolare palazzo decorato di Louisville, l'Auditorium municipale di Charleston era un pò' antico, un brutale pasticcio architettonica. La sua ampiezza lo faceva sentire molto meno intimo, una sensazione aggravata dal fatto che c'erano diversi posti nella parte posteriore, lati e balcone rimasti invenduti. Detto questo, le persone tra la folla erano cordiali e
 riconoscenti - specialmente la giovane donna vicino a me (non avrebbe potuto avere più di circa 15 anni) ed era al suo primo spettacolo di Dylan. Lei era così
 eccitata e ha detto che l'unica cosa che poteva renderlo migliore per lei era
 quando suonava con The Band o Johnny Cash, quindi lei conosceva molto bene quel periodo di Bob.
 
 La folla è rimasta per lo più seduta (il che ha aiutato la visibilità del locale che non era invidiabile e se qualcuno un pò alto fosse stato in piedi di fronte a te la tua vista sarebbe stata notevolmente ostacolata). Era un pubblico entusiasta però, con
 applausi forti e sinceri anche in determinate battute o momenti come alla fine di ogni canzone. L'unica chiacchierata di Bob è arrivata durante la presentazione della band,
 e mentre stava presentando Tony Garnier ha fatto un riferimento al cantautore di "Giddy Up Go" come proveniente da "questo posto". (A proposito, Bob ha ragione: Woodrow Wilson "Red" Sorvine è di Charleston, West Virginia - il Premio Nobel non smette mai di stupire con la sua enciclopedica conoscenza della musica americana e tradizionale!)
 
 Dato che la scaletta era la stessa degli spettacoli precedenti, non mi soffermerò su di essa tranne che per citare alcuni elementi che si sono distinti. La band migliora ad ogni spettacolo mentre imparano a vicenda le canzoni e le mosse di Bob, particolarmente evidenti su "Key West" che migliora ad ogni performance.
 "Goodbye Jimmy Reed" sembrava iniziare un pò lenta e irregolare ma si è aggiustata anche se non sembrava avere la stessa grinta delle notti precedenti.
 "Gotta Serve Somebody" continua ad essere il rock di spicco con un arrangiamento che fa davvero alzare e muovere la folla. Per me i momenti salienti continuano
 per essere i momenti (e a volte sono solo momenti) in cui Bob esce allo scoperto
 da dietro il pianoforte, si accovaccia un pò, e davvero ci *consegna* i testi del nuovo materiale di "Rough and Rowdy Ways". Il fuoriclasse continua ad essere l'affascinante "I Contain Multitudes" ma "Black Rider" diventa più interessante dopo ogni interpretazione.
 Dovrebbe essere ovvio ma... non perdetevi uno spettacolo se potete farne a meno.
 Le prestazioni vocali di Bob continuano ad essere le migliori negli ultimi dodici anni che sono andato ai suoi concerti ed è stata una bella sensazione divertirsi
 di nuovo con musica dal vivo. Grazie, Bob e band, per essere venuti ancora in tour
 ancora.
 
 Brien Lewis, Lexington, KY

Cincinnati, Ohio - Aronoff Center for the Arts - Procter & Gamble Hall - November 9, 2021
 
 di Tom Burke
 
 Bob Dylan ha portato il suo tour "Rough and Rowdy Ways" a Cincinnati martedì notte. Il poster promozionale proclamava, "le cose non sono quelle che erano", ma per fortuna, qualcosa non cambia mai, poiché Dylan e la sua band hanno fornito un grande serata di musica e divertimento. La band era vestita di nero, così come Dylan, anche se il suo vestito era impreziosito da un sottile ricamo bianco. Il palco era incorniciato ai lati e sul retro da un sipario nero, con la band posizionata ben compatta con Dylan leggermente a centro palco dietro al pianoforte. L'ambientazione e l'effetto potevano sembrare austeri, ma la musica lo era di più, spesso fedele al soprannome dei modi rudi e turbolenti del tour. Lo spettacolo è iniziato con una allegra, ad alta energia, Watching the River Flow, che è stata seguita da una sbarazzina Most Likely You Go Your Way (e I'll Go Mine), in entrambe le canzoni Bob al pianoforte che suonava con grande spirito e vigore. Molte delle canzoni di Rough and Rowdy Ways, tra cui I Contain Multitudes, False Prophet, Black Rider, Key West, I've Made up My Mind to Give Myself to You e Goodbye Jimmy Reed sono state eseguite con Dylan all’inizio al centro della scena usando un microfono a mano e a metà canzone ritornava al pianoforte per il finale. Tutte queste tracce, anche se suonano alla grande nel disco, eseguite dal vivo erano intrise di una profondità molto maggiore, effetto e risonanza, grazie alle espressioni facciali di Dylan, al linguaggio del corpo, e il suo stile vocale ineguagliabile.
 In uno spettacolo caratterizzato da numerosi highlights, si è distinto quanto segue: la voce di Dylan enfatica, quasi ringhiosa in False Prophet; il suo umore malinconico in Key West; e la sua versione assolutamente all-in e sincera di I've Got My Mind Made Up to Give Myself to You.
 I momenti salienti della band: tutto il lavoro di Tony Garnier di ritmo accompagnamento, l'accompagnamento di Donnie Herron al violino, lap steel e molto altro in particolare la sua bellissima fisarmonica che suona a Key West; Doug Lancio e il doppio lavoro di chitarra solista di Bob Britt sulla versione hard drive di Gotta Serve Somebody. Prima della canzone di chiusura, Dylan, che sembrava di buon umore, ha presentato i membri della band, e poi si è impegnato in un pò di chiacchiere con il il pubblico, ha detto che Roy Rogers e Marty Balin erano di Cincinnati, e chiedendosi stravagante, "chissà se si sono mai conosciuti". Lo spettacolo si è concluso con Dylan che si è esibito nella bellissima Every Grain of Sand.
 
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 di Joe Hollon
 
 Lo spettacolo del 21/11/21 all'Arnoff Center di Cincinnati era un duplicato della scaletta di un paio di giorni prima a Columbus, come mi aspettavo. Tutto quanto la performance era praticamente la stessa ma senza l'armonica. Io continuo a sentire e leggere le persone che commentano quanto suona bene la voce di Bob ed è proprio vero. "False Prophet" ha ha fatto salire alle stelle la mia lista di canzoni preferite di tutti i tempi ed è stato il momento clou di entrambi gli spettacoli in Ohio. Un momento divertente in una delle prime canzoni, Bob si era seccato perchè il cavo del microfono era scollegato! Si è girato rapidamente e tornato al pianoforte in modo che potesse essere sentito per il resto della canzone mentre qualcuno si precipitava sul palco per riparare il microfono. Qualcosa che non ho notato affatto a Columbus, ma che era in mostra qui: la battaglia in corso tra i fans e la Security. Molte persone che scattavano foto o video e molti della Security e Uscieri che puntavano le luci delle loro torce sulle loro facce. Distraente e frustrante tutt'intorno.

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di E.B.

Alcuni dei miei compagni vicini di posto nella sezione orchestra erano al loro primo (PRIMO!) concerto di Bob Dylan e ci siamo chiesti ad alta voce cosa aspettarci.
Ho cercato di essere incoraggiante, che potremmo avere la fortuna di sentire NUOVA musica dal NUOVO album…. Sembravano perplessi nello scoprire che per loro era qualcosa di molto nuovo da Bob. Qualcosa di nuovo, diciamo... Sì!

Bob si è esibito in piedi dietro il suo pianoforte verticale a destra del palco circondato dalla sua band, alcuni volti nuovi e anche alcuni familiari. Il palco era disadorno (non c'erano più i manichini, luci e oggetti di scena del 2019) ma la scena era spaventosamente ben illuminata su un palco drappeggiato in tende scure.

A volte Bob si ritirava al sicuro dietro al pianoforte dopo essersi spostato al centro del palco per cantare di tanto in tanto - facendo alcuni piegamenti laterali col ginocchio e facendo passi di danza, così dimostra che il suo campanello suona ancora.
La cosa che mi ha colpito questa notte è stata la sua impressionante performance vocale, forte e volitiva, a raccontare storie in modo ammonitore, enfatico ed enigmatico ma, oh, così irresistibile, eravamo tutti appesi ad ogni parola.

“Every Grain Of Sand” (una delle mie preferite e una pietra di paragone per me, perché Bob l'ha cantata al mio primo concerto nell'anno 2006) ha completato la serata ed è stata una gioia e un dono tremendo e cantata con bellezza e grazia e molto gradita dal pubblico che non era chiassoso ma educato, la nostra benedizione a Bob!
(Come proclamava il vecchio manifesto: “In Show e Concert…. Non abbiate il coraggio di perderlo!”) *****

Bloomington, Indiana - Indiana University - Indiana University Auditorium - November 7, 2021

di Luke M. Jacobus

Bob Dylan ha fatto uno delle sue tappe nell'Indiana centrale anche quest' anno. Ho attraversato il campus nel freddo autunnale e le foglie cadute. Davanti all'Auditorium IU, vicino alla fontana, un artista di strada, che sembrava aver assorbito più di un pò di bevande liquide, ha fatto una serenata alla folla che stava entrando nel locale con quelle che sembravano parodie umoristiche di canzoni di Bob Dylan. Gli sforzi sembravano vani, ma si sono aggiunti all’aria surreale che è solita per un concerto di Bob Dylan. Oggi è il primo giorno del cambio dell'ora legale. Questo è stato probabilmente il mio nono spettacolo in un periodo di 25 anni.

Una volta dentro, ho esaminato il merchandising, sono passato davanti al murale Thomas Hart Benton, e salito al mio posto sulla balconata. Questo si è rivelato essere una bella vista.

Il palco aveva una piattaforma rialzata che era il pavimento per la band. Pensa a un scatola luminosa gigante. La posizione dei musicisti era più ravvicinata che in passato. Inoltre, non ho visto l'Academy Award, né il solito busto che c’era sul palco. Era molto scarso per gli standard recenti. E’ stato bello sentire le persone parlare di musica, idee ed esperienze prima dello spettacolo. Ad un certo punto, mentre il palco era particolarmente buio lo spettacolo è iniziato intorno alle 20:03. Quello che seguì fu uno dei concerti di Bob Dylan più interattivi che abbia mai visto.

È uscito forte e sembrava molto energico. Una leggera incurvatura che due anni fa non aveva. Sembrava orgoglioso di stare dritto e alto, anche mettendo in scena una serie di pose alla Elvis e facendo mosse evocative del King.
Ho contato quattro volte che tra le canzoni si è preso del tempo per ringraziare il pubblico e a volte ha fatto altri commenti. Penso che sia stato dopo To Be Alone WithYou, ci ha ringraziato e che aveva dimenticato le parole di una strofa. Mi è sembrata una confessione genuina. Durante le presentazioni della band, ha detto che era bello essere in un luogo dove ognuno pensa per se stesso. Questo piccolo discorso potrebbe essere il nuovo schtick, ma sembrava davvero genuino. Ne ho ascoltati alcuni degli altri spettacoli di questo tour, e non ho notato questo livello di confidenza. Ero molto sorpreso. Anche tra le canzoni, ha risposto alle battute del pubblico con un occasionale "ok!", "sì" o altri piccoli segni di riconoscimento. Penso di aver rilevato anche un pò di rotazione degli occhi.

Le esibizioni sono state incredibili. Le parole erano chiare e forti (tranne all’ inizio di alcuni versi). Il mix sonoro e il volume generale nell'auditorium era eccellente, quasi ideale. Grande, grande cura è stata data all'esecuzione di queste canzoni, con estremo controllo vocale. Il suo lavoro al pianoforte per lo più riempiva le lacune, a volte in modo abbastanza efficace con una sola nota suonata su importanti passaggi. Altre volte, alcuni abili giochi erano in cima al mix. Ha suonato l’armonica solo un paio di volte. I microfoni sempre accesi gli hanno permesso di parlare con la band in sottofondo. Viveva davvero le canzoni.
Vorrei poter ascoltare di nuovo Gotta Serve Somebody. Sembra che una riga avesse parole sull'essere in una "casa di cura o una honky tonk", ma forse ho sentito sbagliato.
Quando non suonava il piano, ero abbastanza in alto per vederlo bene. Era molto vivo con i gesti quando non martellava i tasti del piano, e sembrava dare indicazioni alla band, ad un certo punto l'ho visto condurre con i movimenti di un direttore d'orchestra. Questo è stato interessante, guardare quello che sembrava essere il controllo diretto sui musicisti che lo accompagnano.
Per la maggior parte dello spettacolo, Bob Dylan era in ombra. Non riuscivi a distinguere la sua faccia. Tuttavia, con I've Made Up My Mind To Give Myself To You tutto è cambiato. Con questa canzone il suo viso si è illuminato, ed è rimasto così, o almeno visibile, durante tutte le canzoni che seguirono.

Lo spettacolo, però, non è stato privo di intoppi. All'inizio di Dark Rider, c'era quello che sembrava essere commozione e un certo abbassamento di volume durante delle parole. Vorrei aver capito tutto, perché si è svolto con un microfono aperto. L'ultima cosa che ho sentito, poco prima che tutto si fosse calmato, suonava come "Suona in Fa!" E questo è stato detto quasi direttamente nel microfono. Non ho trovato nulla di tutto questo distraente, ma piuttosto intrigante.

L'unico vero problema che potrei segnalare della serata sarebbe che diversi versi, sparsi durante lo spettacolo, avevano quello che sembrava essere un inizio falso, un sussurro o un balbettio. Pensavo che avesse difficoltà a usare il microfono e tenendolo alla giusta distanza dalla bocca quando lui iniziato a cantare o a parlare, per avere il suono giusto, altrimenti c'è stato un qualche problema tecnico con uno dei microfoni, che ha portato al silenziamento o alla interruzione del suono. Inoltre, sembrava che il cantante e la band non avevano ancora capito tutti i tempi reciproci, che si manifestavano come esitazione e incertezza. C'è anche il problema di ricordare le parole. Dato il numero di brani nuovi e rispolverati, e il fatto che siano stati fermi per un anno fa diventare tutto è interamente perdonabile.

Il pubblico sembrava dargli un supporto extra in questi momenti, che è quello che ho penso che abbia evocato i ringraziamenti extra e un livello di genuina gratitudine, cosa rara nei concerti di Bob Dylan. Stanotte sembrava offrire scorci dell'essere umano che c’è dietro il personaggio Bob Dylan.
Come solo preferenza personale, mi piacerebbe aver sentito l'armonica sulla canzone di chiusura, Every Grain of Sand. È una canzone che ho sempre voluto sentire dal vivo, e ho ricevuto il regalo stasera; allora, grazie mille!

Dopo lo spettacolo, ho chiacchierato con uno dei giovani che lavoravano per l'Auditorium. Hanno detto che avevano 2500 dei 3200 posti occupati. 2353 biglietti venduti il giorno prima. Si potrebbe pensare che questa sia stata scarsa affluenza, ma hanno detto che era la folla più numerosa che avessero avuto dalla pandemia. Abbiamo chiacchierato e tutti indossano le mascherine. Hanno sottolineato che era la politica dell'Università, dell'Auditorium e di Bob Dylan (!) che le mascherine fossero obbligatorie. La maggior parte delle persone si son comportate bene rispettando questa regola stasera.

Luke M. Jacobus, PhD
Professore Associato, Biologia
Indiana Univ. Purdue Univ. Colombo

Columbus, Ohio - Palace Theatre - November 6, 2021

di Murray Davis

Il mio spettacolo di Dylan dal 30° al 50°, quindi ho visto una vasta gamma dei suoi spettacoli. Sono felice di scrivere, è stata una performance di alto livello, ha cantato meglio di quanto ricordari e mi sentivo come in un sogno. Il sogno era  Bob che faceva impazzire Dylan usando tutte le sue abilità per intrattenere il pubblico. Per lo più nuove canzoni, mostrando le sue capacità di cantautorato e musicali e con i suoi famosi phasing, creando un'insolita vetrina del suo indiscutibile talento. Lui in realtà ha parlato e credo di averlo sentito dire correttamente: "Questo posto deve essere infestato da fantasmi o spiriti, non riesco a sentire le mie gambe. Qualcuno dovrebbe inventare le scarpette da ginnastica per le Rock Stars." Sembrava essere in pace con se stesso e penso di aver capito una parte del suo genio, la sua capacità di concentrarsi intensamente sul suo mestiere. Penso che lui si sia impegnato tanto per diventare una leggenda della musica americana ed una Rock-Star e finalmente oggi era a suo agio.

Murray Davis, Youngstown, Ohio

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di Joe Hollon

Dopo la follia degli ultimi due anni, vedere Bob Dylan in concerto di nuovo ha sicuramente riportato una sensazione di normalità! Lo show del Palace Theater è stato il mio 27° concerto di Dylan e il primo dal novembre del 2019. Io ero molto entusiasta di ascoltare le canzoni di Rough and Rowdy Ways e non mi ha deluso. Suonavano tutti alla grande, con "False Prophet" come mio preferito della serata. La folla ha davvero risposto bene alle nuove canzoni, quindi immagino che la gente stia ascoltando l'album! La band e Bob hanno suonato davvero bene per tutto il tempo dello spettacolo. Sono contento che stia facendo di nuovo le presentazioni della band, è solo che non mi sembrava giusto non farlo. Lui non ha bisogno della teatralità del bis, quindi ha iniziato direttamente "Every Grain of Sand" per chiudere il concerto, il prossimo: Cincinnati!
Joe Hollon

Cleveland, Ohio - Auditorium Theatre - November 5, 2021

di Timothy Burns

Non sarò esauriente e completo come i recensori dei due concerti precedenti, ma ecco i miei pensieri, in nessun ordine particolare:
Allestimento palco:
Molto scarso...non c' era più l' illuminazione delle ultime due volte che ho visto Bob ad Akron, Ohio. L' illuminazione dal pavimento era buona, Bob e la band erano meglio illuminati rispetto al passato col palco che era troppo buio, specialmente nel 2017. Ora si può vedere Bob abbastanza bene, il che è stato apprezzato.

La band:
Non commenterò troppo la loro performance, non sono un esperto per poterlo fare. Mi è sembrata essere insicura in alcuni punti, ma non ne sono certo e non importa.

La sensazione generale:
Se hai sentito Shadow Kingdom, il suono e la sensazione erano abbastanza ovvie nella scelta delle canzoni non-Rough e Rowdy Ways. Mi è stato tutto completamente bene, era Grande.

La scaletta:
Non elencherò tutto, solo alcune riflessioni:
Conoscevo le scalette dei primi due spettacoli, ed ero contento che Bob presentasse così tante canzoni dal nuovo album. Non ricordo l'ultima volta che ha fatto così tante canzoni "in tournée" da un nuovo album, forse dalla prima volta che l'ho visto, ironia della sorte, 32 anni prima, nella stessa sede nel 1989 con le canzoni di Oh Mercy.
Quello che non mi aspettavo era che mi piacessero di più le nuove canzoni di quasi tutte le altre. Anche se Masterpiece è stata davvero sorprendente. Se leggete questa rece prima di andare allo spettacolo, assicuratevi di assimilare bene le canzoni del nuovo album. È fantastico, e capirete molto mentre ascoltate, sarà meraviglioso, ed è stato meraviglioso.

Su Bob stesso:
Vestito tutto di nero, andava avanti e indietro a volte cantando con il microfono in mano, per poi appoggiarlo sul pianoforte verticale (con un leggero rumore che era fantastico). Due volte prima della fine ha detto "Grazie!" e una volta ha detto anche "È buio qui!". Come sappiamo, sentirlo dire qualsiasi cosa è eccezionale.

Il mio interesse principale era duplice. In primo luogo, la band e gli arrangiamenti, mentre a volte era simile a Shadow Kingdom, ha permesso a Bob stesso di essere il più centrale in ogni momento per ogni canzone, tranne forse per Gotta serve samebody. Questo mi è sembrato davvero importante e grande.
Il secondo, che era forse il migliore, non sono entrato con aspettative tipo "Quanto sarà buona la sua voce?". Mi sono solo chiesto se sarebbe stato simile a Shadow Kingdom in cui sembrava assolutamente fantastico. A metà della canzone #1 (Watching the river flow) ho rilevato (o penso di averlo fatto) un notevole cambiamento nel mix audio dove hanno alzato la voce di Bob per essere al di sopra di tutto il resto. Nel proseguio del concerto aveva la sua voce incredibilmente forte e così chiara. Complimenti ai tecnici del suono.
Dopo averlo fatto, almeno 5 volte durante lo spettacolo (probabilmente di più), scuotevo la testa da un lato all' altro pensando: "Non è possibile per lui suonare così bene..." Non sono abbastanza un apologeta di Bob per fare confronti con gli spettacoli precedenti, ma questo era diverso. In ogni singola canzone la sua voce era nitida e chiara. Come altri hanno detto, aveva dei fogli con i testi davanti a sé, ma se sulle canzoni di Rough e Rowdy non ho potuto vedere. Se si è aiutato, in qualche modo, così sia, ne è valsa la pena.

Ancora una volta, non riesco a credere quanto ha suonato bene. Chi l'ha visto forse dal 2010 ad oggi, rimarrà piacevolmente sorpreso. La sua voce era la star dello spettacolo. "I've Made Up My Mind To Give Myself To You" non solo suonava in modo perfetto, ma anche meglio dell'album.

Alla fine:
Dopo la presentazione dei musicisti, è tornato al pianoforte dopo essersi soffermato sul fronte del palco con Tony e la band. Poi in pratica la mia mascella ha colpito il pavimento, quando lui ha iniziato con "In the time of my confession..." Wow, Every Grain of Sand!" Non non potevo crederci. È di gran lunga la mia canzone preferita di Bob e mi è sembrata una fortuna sentirla in chiusura dello spettacolo.

Quello che mi è sembravato strano, era 1) nessun bis 2) che finiva con Every Grain of Sand.
Anche se era un pò strano, e presumo fosse pianificato, non posso dire, ma forse ha scoperto che dopo Every grain of sand tutti erano in piedi e applaudivano come più non si potrebbe.
Durante lo spettacolo, anche il pubblico era abbastanza sottotono. Capisco che se non hai ascoltato il nuovo album, non conosci quelle canzoni, ma lui ha suonato così bene tutta la notte. Questo unito al fatto che avete appena visto il più grande cantautore rock di sempre, non credete sia giusto alzarsi in piedi alla fine dello show? Son curioso di vedere come finiranno gli spettacoli futuri.
Sono rimasto molto, molto piacevolmente sorpreso da tutto il nuovo materiale e ho pensato che Bob fosse fantastico. Se PENSATE di non andare a vederlo, per favore, pensateci due volte. Procuratevi il nuovo album e...dateci dentro, e andate a vedere Bob.

Chicago, Illinois - Auditorium Theatre - November 3, 2021

Review by Adam Selzer

Torno all'Auditorium! Lo splendido teatro progettato da Louis Sullivan dove Bob, Merle Haggard e Amos Lee hanno suonato cinque serate nel 2005. Era stata una settimana meravigliosa; molti di noi erano rimasti nei dintorni del teatro per la maggior parte del tempo. Merle è uscito e ha parlato un pò con noi.
E quando oggi sono arrivato nel vicolo oggi, Matt Steichen e Jennifer, sua moglie (una superfan di Dylan) erano lì con i loro bambini. Abbiamo guardato la band entrare e scambiato un pò di "Grande spettacolo ieri sera" tipo "Grazie" e
saluti mentre passavano.
L'Auditorium di Chicago è un luogo stupendo, il secondo progettato da Louis Sullivan in cui Bob ha suonato a Chicago. Acusticamente perfetto, con murales a tema sulla vita e la morte sul muro. Bob e la band sono usciti un pò prima starsera, verso le 8:10, e le prime due canzoni sono state fantastiche fin dall'inizio.
Sono stupito di quanto sia chiara la sua voce; tutte le tracce del ringhio dell'uomo lupo di qualche anno fa se ne sono andate, tranne quando ne ha bisogno.

"I Contain Multitudes" è stato il momento clou della serata per me. Anziché stare per la maggior parte del tempo al pianoforte, consultando gli spartiti dei testi, Bob era al centro della scena per l' intera canzone, chiaramente divertendosi mentre cantava, aggirandosi accucciato come un personaggio dei cartoni animati che va ad un safari. Molto più dinamico e DIVERTENTE rispetto all'album.
Per “Fals Prophet” è tornato al pianoforte.
"Whem I Pain My Masterpiece", la prima sorpresa della serata, è stata più vicina alla versione di Shadow Kingdom rispetto a quella 2018-19; rimbalzante e sciolta.
"My Own Version Of You" è stata leggermente migliore rispetto a ieri sera; la band si stava diventando ed era più unita, e Bob ha chiuso con una sezione di pianoforte che sembrava il tipo di musica che si suona quando gli scheletri ballano. Il tendone e le tende sono tutte rosse, un colore neutro e la nuova illuminazione dal pavimento li fa sembrare colori a tinta unita, non come tende colorate da illuminazione scenica.
Bob ha provato anche a fare "Black Rider" al centro, ma ha dimenticato un paio di versi nella prima strofa e per la maggior parte è tornato al pianoforte.
“To Be Alone With You,” arrivata subito dopo “My Own Version of You” e “Black Rider,” sembrava un pò cambiata nel testo ed anche “Black Rider” sembrava particolarmente oscura.
"Key West" sembrava molto più unita stasera - non credo ancora che la band abbia ABBASTANZA capito come fare la canzone, in particolare il passaggio ai cori, ma questa volta era molto meglio di Milwaukee, dove l'arrangiamento era più disordinato. La band stava bene la prima notte, ma stanotte era meglio. Il mix di pianoforte era migliore.
"I’ve Made Up My Mind..." è stato di nuovo un grande momento clou, con Dylan che teneva le parole più lunghe di quanto immagini, e "Jimmy Reed" ha avuto un grande miglioramento rispetto a ieri sera.
Nella presentazione della band ha chiesto a Doug di fare un inchino e poi Bob ha detto “Siamo felici di suonare qui. Amiamo Chicago".
"Love Sick" era più stretta, anche se Bob ha visibilmente dimenticato un verso e sembrava frustrato per questo, queste son cose che succedono quando fai un set di 18 canzoni di cui 8 nuove di zecca.
Coloro che erano anche a Milwaukee generalmente hanno ritenuto che alcune canzoni fossero migliori stasera, altri non erano così sicuri. Non ho visto Charlie fare tante cose strane con i tamburi, ma gli spettacoli erano entrambi eccellenti, con la voce di Bob che è il punto più alto - non potevo credere quanto fosse chiara la sua la voce era in "Most Likely", in particolare, sembrava quasi una performance del 1966. La sua gamma è molto migliorata da qualche anno fa, e qualunque faccia al microfono ed al piano lo fanno sembrare fantastico.
C’è ancora qualcosina da limare nello show, però i prossimi shows saranno probabilmente ancora migliori, e le canzoni RARW diventeranno belle come lo era "Multitides" stasera.

Adam Selzer

Milwaukee, Wisconsin - Riverside Theatre - November 2, 2021

di Don Romundson

Lo spettacolo al Riverside è stato incredibile. A Milwaukee c'è stata una standing ovation dopo ogni canzone. Bob bene in forma, era chiaro fin dall'inizio che sarebbe stata uno spettacolo speciale. In effetti, Bob ha fatto una sorta di inchino alla folla, dopo ogni canzone, un ringraziamento se vogliamo, al suo posto al centro del palco guardando, molto riconoscente, verso la folla, la quale ha accettato bene il cambiamento ed ha gradito ciò che Bob ha messo sul tavolo.
E Bob ha messo tutto sul tavolo. La sosta del Tour ha fatto è stata utile perché ha permesso la rottura di una riprtitività che durava da tanto. Bob ha eseguito quello che nessuno si aspettava, praticamente l' intero Rough and Rowdy Ways, escludendo solo Crossing the Rubicon e Murder Most Foul. Otto canzoni che hanno cambiato tutta la setlist. Ci dato occasione per parlare, c'era qualcosa da dire. Ha dedicato lo show a Les Paul. In alcuni momenti era meglio di una lettura di poesie beat e Bob ha pronunciato un fraseggio semplicemente classico, anche sua voce era fresca e concentrata. Tutti quelli con cui ho parlato all' uscita dal teatro hanno detto che era stato uno dei migliori spettacoli che avevano mai visto. Non vedevo una folla così felice e piena di energia da molto tempo. E so che Bob e la Band dicevano, mentre lasciavano il teatro, "Abbiamo spaccato ragazzi!" La band con Matt Chamberlain e Bob Britt era buona, ma ora c'è una nuova dinamica tra i chitarristi, Doug Lancio dà più morso e presenza alle note. Bob e Doug sono eccezionali insieme, professionisti totali. E Charlie Drayton è semplicemente eccellente. Bob ha sempre una buona band, ma questi ragazzi sono
qualcosa di speciale.

Avevo visto un pò del sound check, quindi sapevo che avremmo sentito Watching The River Flow che è un vecchio cavallo di battaglia, ma la spinta fumosa che Bob gli ha dato era perfetta per l'apertura. Poi Bob si butta nel rock con You Go Your Way. L'energia della folla era sfrigolante. Poi ha scosso la folla ancora con Gotta Serve Somebody e Goodbye Jimmy Reed. Saranno pezzi in scaletta per molto tempo. E con la voce paludosa ha affrontarlo It Takes A Lot To Laugh, è stato geniale! Pensavamo tutti di essere tornati ai vecchi tempi e che Bob sarebbe uscito per un terzo bis, ma.... avremmo dovuto saperlo prima che non sarebbe successo.

Ho visto alcuni screzi in qualche pezzo, la presentazione della band è stata caotica, bla bla bla. Bob ha ottant'anni e ci offre una serata davvero storica. Vai a un concerto dei Rolling Stones se vuoi che ogni nota e ogni parola siano eseguite esattamente nello stesso modo ogni notte. Bob è a un livello molto più alto, molto ma molto più alto. Un artista in continuo divenire. Chicago sarà un' altro show speciale, e a tutti voi piacerà.

Don Romundson

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di Tom Wilmeth

Bob Dylan è tornato sulla strada. Nessuno sembrava più felice di Bob stesso, con espressioni facciali spesso gioiose.
Anche il pubblico al Riverside Theatre di Milwaukee era eccitato ma è rimasto rispettosamente silenzioso durante le canzoni. Dylan era di buona voce, e il mix sonoro era eccellente – sia i testi di Dylan che il suo pianoforte si sentivano chiaramente. E si è esibito per quasi due ore.
La promozione ha battezzato questo tour “The Rough and Rowdy Ways”, dal nome il suo ultimo album. È insolito che Bob leghi un titolo ad una serie di concerti. Non ci sono stati un Modern Times od un Oh Mercy tour.
Dopo questa performance di apertura, tuttavia, è chiaro perché questo tour è chiamato Rough e Rowdy Ways, poiché Dylan ha cantato otto canzoni dell’album. Riprodurre materiale da un nuovo album potrebbe sembrare ovvio e uniforme da fare, ma Bob ha tenuto concerti dopo l’uscita di albums dai quali non ha cantato niente del suo nuovo materiale. Questo era vero quando io l'ha visto poco dopo l'uscita di Tempest.
La serata è iniziata con "Watching the River Flow", una hit radiofonica minore del 1971. Forse Bob stava ha usato questa canzone per dirci cosa stava facendo durante il suo tempo libero – niente. “Most Likely You Go Your Way and I’ll Go Mine” è seguita. Dylan apriva spesso i suoi concerti del 1974 con questa canzone – forse ricordando ai fans che lui e loro vivono in due mondi diversi. Dopo questi numeri, è iniziato il vero programma quando Bob ha cominciato a suonare il materiale dal nuovo album.

In effetti, la maggior parte del set era dedicata a Rough and Rowdy Ways, che è stato ben accolto. Il programma, come l'album, era basato su ballate e numeri down-tempo. Bob ha suonato da spartito alcune di queste canzoni, qualcosa che non dovrebbe sorprendere nessuno. Il pubblico ha reagito con particolare entusiasmo per i versi specifici di "I Contain Multitudes".
In mezzo a queste nuove canzoni, Bob ha intervallato brani riconoscibili anche dai fans occasionali. Ha suonato "Simple Twist of Fate" e "I'll Be Your Baby Tonight", così come una versione rock di "Gotta Serve Somebody".
Dylan ha poi toccato il suo catalogo con "Early Roman Kings" e "Soon after midnight", entrambe da Tempest. Il pubblico era con lui
per tutto.
Anche la band di supporto era con lui, ed è stato affascinante guardare gli strumentisti che navigano nelle acque musicali in cui Dylan li aveva portati.
Bob Britt e Doug Lancio hanno offerto un accompagnamento di chitarra elettrica tutta la notte, mentre Donnie Herron è passato dal violino alla steel guitar. Tony Garnier suonava spesso il contrabbasso. Garnier ha dato alcune indicazioni manuali specifiche al nuovo batterista Charlie Drayton, e ciascuno dei membri della band erano spesso in contatto visivo con lui per avere indicazioni sul cosa fare a metà canzone. Tutto questo, mentre mai distoglievano lo sguardo da quello che Dylan stava facendo al pianoforte. Hanno lavorato duro, ma senza commettere errori: il quintetto ha suonato come un tutt'uno ed era pronto per la performance di questa serata di apertura. Va bene, dal momento che il tour è prenotato fino al 2024.

L'unica volta in cui la band sembrava incerta su qualcosa che non fosse correlato alla musica di Dylan riguardava Dylan stesso. Bob ogni tanto è emerso da dietro il pianoforte verticale per cantare, emozionare o suonare l’armonica. Sorridendo ampiamente con le braccia tese, sembrava divertirsi. Ma quando Bob si è fatto strada dal pianoforte al centro del palcoscenico sembrava fragile e a volte instabile sulle gambe. Era solo allora che i suoi musicisti di supporto sembravano apprensivi, ma preparati a...prestare altre forme di sostegno, se necessario. Il pianoforte di Dylan era forte ed anche il suo canto. Ma guardando questo uomo che attraversa il palco non c'era modo di dimenticare che Bob Dylan ha compiuto 80 anni quest'anno.

L'unica canzone che non ha attirato il riconoscimento del pubblico quando è iniziata è stata "Melancholy Mood", un numero tributo a Frank Sinatra tratto dall’album Fallen Angels. Anche se meno noto, “Melancholy Mood” potrebbe riassumere al meglio la scaletta della serata. Il pubblico era chiaramente entusiasta del ritorno di Dylan sul palco, ma molti dei testi delle canzoni della serata parlavano della fine della strada e degli addii.
"Black Rider", "False Prophet" e "Goodbye Jimmy Reed", tutte parlano di disillusione e perdita. Dylan potrebbe raccontarci qualcosa di sé. Lui contiene moltitudini, sì, ma sa anche di essere mortale. Bob capisce, come lui stesso ha scritto in “Oh Sister” - “Time is an ocean, but it ends at the shore”. - E forse questo fa parte del motivo per cui il pubblico di Milwaukee era così esultante, anche in mezzo a queste canzoni stanche del mondo. Abbiamo ancora Bob con noi; godiamocelo oggi. Potremmo non vederlo domani.

Tom Wilmeth