Berkeley, California - Greek Theatre, June 9,
2016
by Mark Chamberlain Stevens
Riepilogo molto breve: il mio 21° spettacolo dal 1988. Il suono era molto
buono questa sera, soprattutto nelle canzoni sinatriane, anche se ho avuto
qualche problema nel sentire Tony nelle prime 3-4 canzoni. La scaletta
"scolpita nella roccia" funziona molto bene. Io sono molto più abituato al
cambio di brani ogni sera, ma il modo in cui Bob ha mescolato il proprio
materiale con le classiche cover è magistrale. L'unico "pollice verso" era
"Autumn Leaves" ... la band era buona, la voce di Bob solo in difficoltà su
alcune note, potrebbe essere necessario abbassare di un tono la canzone.
Davvero bello il nuovo arrangiamento di "Tangled", per me era nuovo, ma ho
avuto una pausa dal 2010. Come musicista, sono stato solleticato da come Bob
ora permette alla band di "improvvisare” e staccare tra le canzoni, da una
piacevole sensazione di scioltezza al set, soprattutto quando a Charlie è
statopermesso suonare il grande riff power-chord di "Free Bird" .... Io non
riuscivo a smettere di ridere. La band è sempre stata molto stretta con Bob,
ma i cambiamenti hanno permesso loro di affondare nelle nelle canzoni in un
modo più incisivo di prima. Torno domani sera.
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by Laurette Maillet
Sono stata già qui prima quando Bob ha suonato ad Oakland e qualche tempo
prima quando ha suonato nello stesso Greek Theater. Sto perdendo la
cognizione del tempo, tour dopo tour e show dopo show. Ora sono in viaggio
per 2 buone ragioni; gli shows di Bob e... in viaggio verso ll Berkeley U.C.
campus dove tutto è iniziato nel 1960. Mario Salvio e suoi discorsi
fiammeggianti, (il Free Speech Movement Cafe è aperto ancora oggi), il
progetto anti-resistenza, i sit-in, l’arrestare i treni con i corpi umani
stesi sui binari... "C'è musica nei caffè e la rivoluzione è nell’aria". E
in tutta la baia ... Haight -Ashbury Park e gli Hippies, "Turn on, tune in,
drop out", Timothy Leary e Lucy in the sky with diamonds, Janis Joplin, The
Dead Heads ... Sulla costa orientale i puristi del folk e ... Bob Dylan.
"The Times They Are A-Changin’”. I tempi di tutte le “possibilità”, tutti i
sogni che diventavano realtà, un nuovo mondo, una nuova coscienza! E poi?
"Things Have Changed", lentamente, minuziuosamente. Le femministe hanno
avuto più libertà, i neri sono stati chiamati Afro-americani, gli indiani
sono stati chiamati Nativi americani. Hanno avuto un po' più di rispetto, ma
ancora ... Quello che mi colpisce di più a Berkeley è la gente senza casa
che dorme nel parco vicino alla mia stanza di AirBandB. Lucy non ha aperto
le "porte della percezione", ma i "cancelli dell'inferno" per un po'. Si
sono persi nei loro paradisi artificiali! I veterani sono stati abbandonati
da quando l'esercito recluta novellini condannati alla misera che quando
tornano a casa non sono più buoni a niente. Gli studenti sono saggi intorno
a me. Nessuna rivoluzione nell’aria! "I tempi stanno cambiando" ancora una
volta. Il tempo per lo studio, il tempo per lavorare. Lavorare per pagare
l'affitto, il prestito bancario. " Non c'è tempo per pensare! "Rivoluzione?
La parola è una parola di quattro lettere". Quindi ... niente Rivoluzione
nel Campus. Hanno appena chiesto se voteranno Trump o la Clinton. O non
voteranno affatto. Il caffè al PEET è buono. 2.20 $ per un latte. Il cambio
è un euro per un dollaro. È corretto. Ho trovato vestiti di seconda mano e
libri di seconda mano/Lp ad ogni angolo di Telegraph Avenue. Ho trovato 3 o
4 lattine da riciclare nella spazzatura di ogni casa e di ogni negozio. Il
riciclaggio è la parola chiave. Riciclaggio, ma non anti-consumo. Ti insegna
a mettere i bicchieri di carta nel cestino della carta e l’ alluminio delle
lattine nel cestino dell’alluminio!
Il Greek Theater è lontano dal Campus.
Il pavimento in discesa è riempito con sedie, poi un semicerchio di cemento
con panche scomode, poi il ripido pendio del prato. Alle 5 del pomeriggio ci
sono già delle persone in coda e mi chiedo perché? Entrata General
Admission? Affatto. Coda di fans per il piacere di fare la coda. Ti metti in
coda per un'ora e poi... Vai dritto al bar. Oh Dio mio! Fatta eccezione per
il prato tutti i biglietti hanno una sezione, una fila, un numero. Fatta
eccezione per alcuni fricchettoni (come me) non si farà “il furbo”. Il
pubblico è in gran parte oltre i 30, 40, 50? 60? anni. Quelli che non
conoscono le canzoni di Sinatra e nemmeno “Fallen Angels”. Alcuni non sanno
nemmeno perchè sono qui. Per un drink e uno spuntino al bar? Il suono sarà
grande, la vista buona?. Lo show di stasera dovrebbe iniziare alle 6:30 con
Mavis Staples (una volta era una Dylan Girl?). Lei sale sul palco alle 19:00
per 45 minuti. Parla (mai di Bob), intrattiene la folla.
Né buona, né cattiva. Avrei potuto anche fare a meno. Ore 20:00, giusto in
tempo. Stu sta strimpellando la sua chitarra. "Boom, boom" dicono i piccoli
tamburi di George. Dalle tende aperte ecco Tony, Charlie, Donnie e ...
Bobby. Siamo sicuri, è qui, in carne ed ossa! Camicia bianca e cappello
bianco, pantaloni e giacca scuri e gli immancabili stivali da cowboy.
"Things Have Changed”. Un pò debole. C'è qualcosa di sbagliato con il suono
ed il ritmo?
"She Belong To me”. Era un artista ed è morta. Riposa in pace dolce Suze!
"Beyond Here Lies Nothin’”. E' la mia preferita finora. Ma questa sera è
carente di energia. La nave sta andando. Il numero dei velisti si riduce col
tempo che passa. Ho visto pochi Bobcats su quella barca a vela!
"What'll Do". Buona domanda Mister. Anch'io.
"Pay In Blood". Il suo stato d'animo arrabbiato sta svegliando la band e la
mia coscienza un pò soporifera. Ho dato la colpa al jet lag.
"Melancholy mood" mi mette un sorriso sul volto.
"Duquesne Whistle”. E mi ricordo tutti i testi. Tchoo! Tchoo!
"I’m A Fool To Want You”. Questa mi riporta alla memoria il tempo di un
amore e di una vicenda che era diventata acida. E' strano come la stessa
canzone può portare sentimenti diversi in tempi diversi! I testi sono gli
stessi, la melodia è la stessa. Non più lacrime. Sono pazza stasera a
ridere! "Tangled up in blu ". Avrebbe potuto essere più convincente. Anche
l'armonica è debole.
E tutti se ne vanno in pausa per 20 minuti.
Ed il pubblico va al bar. Io non saprei dire perché avevano sete. La
temperatura è fresca e non posso dire che si sudava a ballare! Fatta
eccezione per 3 ragazze di fronte al palco il pubblico era statico. "Boom,
boom", dicono i tamburi piccoli di George. "High Water". Devono essersi
fatti una ricca dose di caffeina per ripartire così dinamici.
"Why try to change me now". Messaggio ricevuto Bobby!
"Early Roman Kings". Tengo gli occhi su Stu. Oh, oh! Niente maracas. Stu non
è in punizione. Yippy! E' alla chitarra elettrica! Suona molto meglio. "I
could have told you , Una primizia per me. E Bob si è concentratoi su ogni
singola riga. Bobby mio caro! Questo non è un concorso per "la voce". Non
hai niente da dimostrare. Avresti perso comunque.
"Spirit On The Water". Dolce swing, la amo ancora.
"Scarlet Town". In definitiva il momento clou dello spettacolo. Non l’ho mai
visto concentrarsi su questo pezzo così tanto. Bravo Maestro!
"All or nothing at all". Una dolce melodia che potrebbe essere sostituita da
"love minus zero/no limit". Bobby! Mi senti?
"Long And Wasted Years". Di solito era il pezzo finale dello show, ma
stasera non c’è nessuna fretta di finire
"Automn Leaves". Conservala per il finale del Tour dolce Bobby. Poiché i
fiori sono fioriti e gli uccellini cinguettano, che dici di “Make you feel
mylove"? Pausa. Bobby! Bobby! Bobby!
"Blowin' in the wind". 54 anni fa, era un messaggio, una promessa? Sono
appena tornata dal Medio Oriente. "Quante volte devono le bombe cadere dai
droni prima di essere bandite per sempre? La Berkeley pacifista non c'è più.
La folla è nostalgica, punto! Sorpresa! Charlie sta picchiando sulla sua
chitarra, l'intera band in rivolta. Finalmente la rivoluzione? “FREE BIRD”.
4 ore di bus per Parigi, una breve nottata a Parigi, 1 ora perchè la RER B
era in sciopero sempre a Parigi, 3 ore di ritardo per il volo in sala
d’attesa, 12 ore di volo con la United Airlines, 4 film, 2 pasti, 2
spuntini, 1 corsa per i servizi igienici, ho sonnecchiato di tanto in tanto,
1ora di BART a Berkeley ... io sono un uccello libero.
Grazie Stu, George, Tony, Charlie, Donnie, Jason, Chris, Barron, Big Bob ...
e tutti quelli che lavorano nel buio. La maggior parte di tutti i Bravo sono
per Bobby Dylan!
Eugene, Oregon - Cuthbert Amphitheater, June
7, 2016
by Jeff Harrison
Beh, io insegno Dylan in un corso universitario, e ho visto Dylan per
più di 40 anni, e per lungo tempo è stato divertente discutere quale
spettacolo era stato il migliore. Nessun concerto negli ultimi 15 anni non
ha mai avuto la mia nomina.
Ho letto le recensioni degli ultimi anni, e mi chiedevo sempre perchè
diamine queste persone sostenevano che stava facendo cose iperboliche che
tutti dovevano vedere. Non avevo nemmeno intenzione di andare allo
spettacolo di Cuthbert la notte scorsa, ma un amico mi ha detto che dovevo e
mi ha dato un biglietto, allora ho detto ok. Sono veramente contento di
averlo fatto. Il clou effettivo della serata per me avrebbe potuto vedere
l'aquila volare sopra la folla poco prima che Dylan salisse sul palco
(cosa che ha un sacco di significato speciale per me). Questo non vuol dire
che lo spettacolo non era meraviglioso: in realtà lo era. Naturalmente
sapevo la scaletta, e non mi aspettavo miracoli tipo Mavis che si unisce a
Dylan per "Blowin' in the Eind" o una esecuzione rievocatoria di " Who
Killed Davey Moore", no, niente sorprese, ma la band, le canzoni, la folla e
soprattutto lui, tutto ha funzionato perfettamente per una serata speciale.
Il mix mi ha permesso di sentire le parole delle "nuove canzoni" in modo che
non aveva mai sentito prima, e ho capito che Dylan ha scelto queste canzoni
con attenzione. Ogni canzone ha qualcosa di "Dylanesque", sia retoricamente
o per significato, e quando qualcuno vicino a me si chiedeva se mai parla
alla folla, ho detto "Costantemente, in ogni canzone." Credo che il tempo di
discutere su quale show sia stato il migliore sia finito. Io apprezzo quelli
vecchi, che variavano enormemente e si contendevano il titolo di "il più
grande", ma sono ancge felice che gli attuali sono quello che sono.
Ci tornerei, e potrei anche pagare la prossima volta!
Woodinville, WA - Chateau Ste. Michelle
Winery, Chateau Ampitheatre, June 5, 2016
Bob Dylan canta Sinatra a Chateau Ste.
Michelle
In concerto l'auto-indulgenza è spesso nemica del pubblico. E Bob Dylan può
essere un artista molto auto-indulgente. Inaspettati al punto di far ridere,
i suoi ultimi due album sono caratterizzati dalle inutili covers di Frank
Sinatra, un musicista diametralmente opposto a quello che Dylan ha
rappresentava in tutta la sua carriera. E così, come dimostrato prima di
esibirsi al lussureggiante Chateau Ste. Michelle Winery, ha ribadito che
intende passare l’estate con set di sognanti melodie di Old Blue Eyes.
Se questo può suonare terribile, state certi che non lo è. Vestito da cowboy
in abito grigio, cappello bianco a tesa larga, camicia bianca, stivali
bianchi e cravatta di cuoio, il 75enne vecchio Dylan sembrava giocoso e
arzillo in un giorno di 93 gradi, che ha costretto l'ultra-ispirata Mavis
Staples a commentare, "Chi ha pregato per questo caldo? Avevamo abbastanza
caldo già prima".
Le tracce sinatriane, da “Melancholy Mood” a “I’m Fool to Want You” fino a
“I Could Have Told You” e “Autumn Leaves”, trovano un Dylan che pronuncia le
parole in un modo che si permette di rado di fare nelle sue composizioni, e
dimostrare così che può cantare una bella melodia se davvero si concentra su
di essa. Naturalmente, è raro che si concentri così (ringhiare sembrerebbe
essere il suo metodo preferito di comunicazione), cosa che rende una
rivelazione ascoltarlo in queste canzoni.
Detto questo, sono sicuro che la metà del pubblico del parco ha palesato una
diffusa sensazione di perplessità e di certa delusione per quello che Dylan
ha fatto nello show. I brani da Tempest sono stati belli, ma così
completamente riarrangiate "Tangled Up in Blue" e "Blowin' in the Wind" sono
state rese irriconoscibili melodicamente (Sollevata dal contesto negativo,
tuttavia, questa riconversione suonava fresca di inventiva, con una pedal
steel scintillante). Se vi aspettavate un Dylan che vi ripoprtasse ai tempi
dei folk-clubs del Greenwich Village degli anni '60, probabilmente vi
sareste sentiti turlupinati. Certo aspettarsi qualcosa da Dylan sarebbe
incredibilmente stupido, dato che ha trascorso l'ultimo mezzo secolo,
abilmente o diabolicamente, disattendendo le aspettative del pubblico.
Quindi, anche con una musica pazza, gente, Bob non dovrebbe essere in nessun
altro modo. Ma vi rendete conto che state assistendo ad un vero “americano
originale”, qualcuno che con coraggio ha cancellato la facilità di percorre
una superstrada ben illuminata. Galleggiare come una farfalla, pungere come
un'ape, vedrete un altro Bob Dylan.
(Fonte:
http://nodepression.com/live-review/bob-dylan-sings-sinatra-chateau-ste-michelle-woodinville-washington)
Woodinville, WA - Chateau Ste. Michelle
Winery, Chateau Ampitheatre, June 4, 2016
di Claire e Roger Cutler
Bello spettacolo. Sempre glorioso vedere His Bobness!
Il tempo era perfetto per un concerto all' aperto e il luogo è meraviglioso.
Abbiamo potuto acquistare una bottiglia di vino di fama mondiale per $ 20
presso la cantina e portarla con alcuni bicchieri per assistere allo
spettacolo, ben lungi dalle "2 oz plunk" (la "2 oz
plunk" è una confezione di confetti per eliminare le larve delle zanzare
dalle vasche, dalle piscone e dalle pozze d'acqua, l'autrice probabilmente
l'ha confusa con lo spray anti-zanzare) a $ 7 presso la maggior parte
dalle bancarelle ai concerti. Molte persone sul prato si sono godute un
pic-nic con vino, formaggio e uva. Forse qualcuno ha iniziato con una
bottiglia di Borgogna prima di passare a roba più alcoolica.
Bob è stato grande. Venti canzoni, la maggior parte dei quali tratte dai
lavori più recenti (Fallen Angels, Tempest). Solo 3 classici:
1) Blowin' è stato una grande esecuzione con la folla trafitta dalo genio
totale e forse mortificata dal fatto che stiamo ancora cercando la risposta.
2) She Belong to Me, un sorprendente gioiello che riporta a tanti ricordi.
3) La melodia della notte,Tangled Up In Blue. Bob ancora una volta ha
completamente modificato il testo, cosa che gli ho visto fare tante volte,
lasciar fuori il verso del poeta italiano del 13° secolo. Questo spettacolo
ha incluso quel verso, ma drammaticamente cambiato. Purtroppo ha lasciato
fuori il verso della “revolution in the air". Difficile credere che a 75
anni Bob è ancora in grado di fornire ulteriori approfondimenti e
orientamenti sulle sue / nostre esperienze.
Le canzoni di Fallen Angels erano molto ben eseguite e la voce di Bob è
adattissima ad esse. I brani sono stati ben accolti, ma senza dubbio molti
ne volevano di più tratti dai suoi albums precedenti. Grandissime canzoni,
ma semplicemente non hanno la sostanza delle creazioni di Bob.
L'ultima canzone della serata è stata Love Sick, straordinariamente
toccante.
La folla, che è stata sgradevomente calma per la maggior parte della notte,
si è avvicinata al palco quasi ballando, per lo più solo cercando di
avvicinarsi a “Colui che ha cambiato tutto”. Siamo stati fortunati ad essere
stati davanti al palco vicinissimi al “Saggio” che era sorprendentemente
concentrato nell’ esecuzione della canzone. Affascinante!
Una grande serata! Ci saremo di nuovo domani sera! Speriamo di avere qualche
canzone diversa, ma anche un replay di stasera andrebbe bene.
Claire e Roger Cutler
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Recensione di Pamela Balch
Primo concerto del tour estivo in Nord America! Molto atteso da me e da
tutti gli altri devoti di Bob Dylan.
Mi è piaciuto molto sentire Mavis Staples che ha aperto per Bob, lei è
fantastica! Era afflitta da un po' di raucedine e sorseggiava molta acqua.
Un po' di umana vulnerabilità, insieme con la sua assoluta simpatia. Cantava
le canzoni con tutta la sua anima e tanto power, suo marchio di fabbrica.
Lei usa quella profonda voce roca che fa un impressionante
effetto, e si diverte a farlo! Ha interagito col pubblico, e ha ottenuto che
la folla cantasse con lei, battendo il tempo con le mani e ballando nel
numero finale.
C'è stata una pausa piuttosto lunga mentre il palcoscenico veniva sistemato
per Bob e la sua band. Poi improvvisamente la band è salita su, seguita da
Bob Dylan stesso con un un grande boato di applausi. Bob sembrava immacolato
come sempre in un abito casual-occidentale nero rifilato con una striscia
bianca su entrambi i lati della giacca e dei pantaloni, con stivali bianchi
e cappello bianco. La band indossava abiti marroncino e cappelli scuri
(George Recile con il suo solito berretto). Il sole era ancora
brillantemente illuminante e caldo quando hanno iniziato.
Si sono inoltrati rapidamente nel primo numero e difficilmente han fatto
pause tra le canzoni. La band suonava grande come sempre. C'era un terzo
chitarrista oltre a Charlie Sexton e Stu Kimball, forse Dean Parks, che ha
suonato nel nuovo album Fallen Angels. (Da dove ero non ho potuto vedere le
facce, nemmeno con il mio binocolo.) Bob era molto leggero con l'armonica in
questo concerto, ma ha avuto applausi in “She Belong To Me” La band ha
mantenuto la caratteristica di un atteggiamento serio, concentrandosi sulle
esecuzioni di ogni numero alla perfezione. Mi è piaciuto guardare le
bacchette volanti di George Recile. Accanto a lui Tony Garnier carezzava le
corde del contrabbasso con l’archetto...drammatica la slide guitar di Donnie
Herron che quasi ha rubato la scena in tutti i numeri del "Songbook
americano". La voce di Bob suonava grande! Ha ballato un pò di volte.
Abbastanza tranquillo e molto affascinante! Lui era al pianoforte in un buon
numero di canzoni.
Bob e la band ha fatto sette canzoni dal “Songbook americano” dei vecchi
tempi (da Shadows in The Night e Fallen Angels) suonandole davvero bene, a
questo punto mi chiedo se in realtà a loro vengano più naturali che le
canzoni di Bob.
Queste sono molto dolci, canzoni più morbide, ma con meravigliosi nuovi
arrangiamenti che Bob riporta in vita e dà loro il suo tocco dinamico.
Altri nove numeri erano grandi canzoni da precedenti albums degli ultimi 20
anni o giù di lì. Per me, hanno più peso e sembrano adattarsi meglio al
pubblico rispetto ai vecchi classici sinatriani. Inoltre sono facilmente
riconoscibili.
Gli altri tre erano vecchi grandi standard di Bob, ma sostanzialmente
rielaborati. Potevo immaginare Bob non arrancare per 40 o 50 anni con la sua
stessa musica. Siamo molto legati alla musica originale, ma......almeno
abbiamo ancora praticamente le stesse canzoni a cui aggrapparci!
Quando l'oscurità è scesa la scena era ben illuminata, con un pò di luci
speciali in alcuni dei numeri, in particolare "Duquesne Whistle". Alle
ultime note erano tutti in piedi a fare il tifo ad alta voce! E' stata una
serata meravigliosa!
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Bob Dylan, che ha compiuto 75 il mese scorso, ha iniziato il primo dei
due spettacoli sold-out a Chateau Ste. Michelle Sabato 4 giugno, con un paio
dei suoi vecchi successi. Ha poi cantato canzoni dei suoi album più recenti,
attinti dal Great American Songbook come "I’m A Fool To Want You".
Di Charles R. Croce
Speciale per The Seattle Times
Un vivace Bob Dylan è tornato nella zona di Seattle Sabato (4 giugno) per il
primo dei due spettacoli sold-out a Chateau Ste. Michelle. Dylan, che ha
compiuto 75 anni il mese scorso, indossava un cappello bianco e scarpe
bianche, è arrivato sul palco danzando con passo strascicato.
Egli è stato animoso per tutta la notte e sembrava più impegnato rispetto
agli show degli ultimi tour. Ha iniziato con due suoi brani, "Things Have
Changed" e "She Belong To Me", ma poi, gran parte dello spettacolo era
impostata sui classici americani.
Gran parte del resto del set di 20 canzoni venivano dai più recenti albums,
pieni di canzoni rese famose da Frank Sinatra ed altri crooner della
generazione precedente. L’attuale voce di Dylan sembra essere più adatta a
questo tipo di canzoni che non a molti dei suoi “capolavori”.
Il pubblico sembrava non avere familiarità con la maggior parte del set, e
probabilmente avrebbe preferito ascoltare le canzoni di Dylan. Bob, però,
dal suo canto, sembrava meno entusiasta di cantare "Tangled Up in Blue" che
"All Or Nothing At All”.
Mavis Staples ha aperto lo show con un set pieno di pezzi soul, ma anche in
un certo senso riassumeva il motivo per cui molti tra la folla era venuti a
Chateau, che probabilmente non era quello di sentire le canzoni rese famose
da Sinatra. La Staples ha chiamato Dylan "Il più grande poeta del mondo."
Il primo bis è stato "Blowin 'in the Wind" ed ha attirato i maggiori
applausi della notte. Non è la migliore lirica di Dylan - pochi anni dopo la
sua abilità sarebbe diventata tagliente come un laser - ma si tratta di una
pietra miliare generazionale. L' arrangiamento era così diverso
dall’originale che molti non hanno applaudito fino al coro, quando la
canzone è diventata inconfondibile.
Dylan è sempre sostenuto da un’ottima band, che ci ha aiutato ad apprezzare
il materiale sconosciuto. Particolarmente piacevole è stata "Early Roman
Kings", un originale di Dylan del 2012, ma con una inflessione tipicamente
blues.
Questa canzone ha dimostrato che Dylan - il paroliere, il poeta - morde
ancora, e che c’è ancora molto umorismo in lui. Si poteva quasi vederlo
sorridere mentre cantava la linea, “I ain’t dead yet / my bell still rings.”
(Non sono ancora morto / il mio campanello suona ancora).
Egli non è morto, grazie a Dio, e Sabato sera era sul palco al Chateau, il
campanello di Bob Dylan suonava ancora magnificamente.
Charles R. Croce: therocketmagazinelives@gmail.com
(Fonte:
http://www.seattletimes.com/entertainment/music/bob-dylan-croons-older-tunes-at-chateau-ste-michelle/)
Yokohama, Japan - Pacifico, April 28, 2016
by Robert
Il 2016 Japan Tour si è concluso con una fantastica notte di Bob e della
band.
Il mio ultimo concerto di Dylan era stato 15 anni fa, e anche dopo aver
sentito il recente album e aver letto le recensioni zampillanti, è stato
ancora uno shock sentire quanto è buona la sua voce. L'album sinatriano
sembra proprio essere un catalizzatore per una fase più melodica e
malinconica della carriera di Bob, umore manifestato chiaramente per tutta
la notte.
Il linguaggio del corpo di Bob per tutto lo show era quello di un uomo
felice, o perlomeno che si stava divertendo. In piedi al centro della scena
con una mano sul fianco guidava la band, al pianoforte non riusciva a stare
fermo, ed era sempre in piedi alla fine della canzone, pilotando la sua band
attraverso le battute di chiusura del pezzo. Con il cappello a tesa larga dà
l'impressione di un pistolero sconcertato. Ma la fantastica esecuzione ed i
passi di danza casuali creano immediatamente una grande intimità. Bob la
leggenda, ma un Bob completamente a suo agio con se stesso, con la band e
con una fantastica scaletta.
Parlando della scaletta, era lo stessa delle precedenti date giapponesi,
pesantemente sbilanciata nei confronti del materiale recente, e chiaramente
per la gioia del pubblico e della band. A ciascuno il suo, ma i due numeri
dei primi anni '60 (She Belong To Me / Blowin' in the Wind) erano ordinarie
se paragonate al nuovo materiale, forse perché ci sono decenni di
grandi prestazioni di entrambi i brani che mi vengono in mente.
Punti salienti della notte? Evidente il gusto di Bob nel pronunciare alcune
frasi, in High Water (For Charley Patton), un mondo stanco ed enfatico "È
baaad là fuori!", in Love Sick,"Sento l'orologio tichettare"- e ogni singola
riga di “The Night We Call It A Day” e “Autumn Leaves”, con la triste e
lamentosa pedal steel che fornisce il contesto perfetto per i testi.
Mentre le ballate danno a Bob la possibilità di esaltare la folla con la
suo fumosa voce, un up-tempo in "Things Have Changed”, “Duquesne Whistle” e
“High Water” ha messo in evidenza come in modo coeso e virtuosistico sia
cresciuta la band. E ancora, Bob sembra essere in cima al mondo, colpendo
l’aria con le mani per i downbeats cruciali, su e giù
nel tempo (o occasionalmente doppio-time) con il ritmo, e in piedi fino al
pianoforte. Certo, il piano era un po' difficile da individuare nel mix, ma
gli assoli di armonica erano forti e chiari, e la folla li ha applauditi.
Una grande notte, e un gran piacere vedere Bob e la band che si divertono
con un suono fantastico. Ho ascoltato la mia parte di bootleg e l’ho visto
in concerto poche volte, ma qualcosa di veramente speciale sta accadendo
adesso. Grande musica, grandi esecuzioni, ma il tutto divertente, anche
intimo e semplice. Questo è stato il miglior live show che ho visto. Un
sacco di date sono in arrivo negli U.S.A., prendete i biglietti e portate
alcuni amici, non ve ne pentirete!
Osaka, Japan - Festival Hall, April 12, 2016
by Wilfen
Recensione in due parole: Serata incantata
In evidenza: in generale la voce e il canto di Bob, trasparente, liscia e
fumosa, carica di feeling, soprattutto con le canzoni di "Sinatra". Le
interpretazioni vocali dal vivo suonano, per me, più lucide e precise,
specie per quanto riguarda "prendere le note", la dizione e l’esecuzione,
sensazione molto intima.
La band: come sempre, brillante dolce, fumosa e piena di swing.
Canzoni in risalto (una selezione molto personale): 1) What’ll I Do: La
band senza intoppi, ondeggiate e dondolante, mentre la voce di Bob incarnava
la malinconia e la nostalgia ed il pathos della canzone.
2) High Water (For Charley Patton): Eseguita dalla band e Bob con più forza
e sentimento della versione in studio.
3) The Night We Called It a Day: il canto di Bob puro ed emotivo, senza
fronzoli, ma delicato dall'inizio alla fine.
4) (Encore): Blowin' in the Wind e Love Sick: La prima (BITW) ha dominato
gli ultimi cinque o sei decenni, e ci ricorda (almeno a me) che molti dei
classici originali di Sinatra sono stati registrati più o meno nella stessa
epoca, il che dovrebbe incoraggiarci a pensare alla musica non come divisa
in diverse categorie, periodi di tempo, genere ed etnie, ma come un’unica
grande cosa. Il brano di chiusura (Love Sick) ci ha lasciato il desiderio di
sentirli ancora. Bob e la band sono stati travolgenti ma anche inquietanti,
specie con le prestazioni dei grandi classici degli ultimi dischi, portando
a buon fine la nottata.
Meno impressionanti per me:
1) That Old Black Magic: Anche se non è stato proprio "telefonato" mi
sembrava mancare di sentimento e di divertimento, per lo più deludente.
2) Spirit on the Water: Ho apprezzato questo brano dal vivo due volte a
Osaka nel 2014, ma questa volta sembrava piuttosto sconnesso e confuso, e
non si adattava bene nel mix delle canzoni e non ha aggiunto nulla alla
serata.
Set List: Il pubblico era composto da persone di mezza età ed anziani, e
sembravano particolarmente entusiasti delle canzoni di "Sinatra", seguite da
vicino dai classici pezzi grossi (She Belongs to Me, Tangled Up in Blue,
Blowin' in the Wind, Love Sick). Questo show di Osaka del 2016 ha stessa
struttura di base dei concerti del 2014, ma ovviamente con la sostituzione
degli otto brani sinatriani invece che le sue canzoni. Potrebbe essere che
"l'età" abbia un ruolo importante nel determinare la reazione del pubblico
reagirà a certe canzoni, ma almeno questa folla di Osaka sembrava molto
contenta che Bob avesse eseguito queste vecchie canzoni.
Le ultime parole sul tema: La mia impressione generale è che Bob Dylan sia
davvero concentrato nella presentazione dei brani in modo diretto e
personale, che è un atto di valore sorprendente quando un artista sta
lavorando per due o tremila persone. Ho visto Dylan esibirsi dal vivo solo
circa una mezza dozzina di volte, ma questo spettacolo lo ritengo il più
"intimo" e sinceramente sentito, forse in buona parte perché il canto di Bob
suonava così dannatamente bene.
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