Milan, Italy - Teatro degli Arcimboldi, November
22, 2015
by Mr.Tambourine
Benissimo, ho passato altre due ore della mia
vita nello stesso locale dove c’era Bob Dylan, a circa una decina di metri
da lui, abbiamo respirato la stessa aria, Bob, io, Charlie, Donny, Stu, Tony
e George. Naturalmente con noi c’erano un paio di migliaia di altri
entusiasti spettatori. il Teatro degli Arcimboldi, realizzato su progetto
dello Studio Gregotti, è stato inizialmente destinato ad ospitare gli
spettacoli del Teatro alla Scala durante la ristrutturazione del Piermarini.
Il boccascena è stato dunque realizzato con dimensioni analoghe a quelle
della Scala, quindi 12 metri in altezza e 16 in larghezza. 32 x 37 metri
sono invece le misure della torre scenica, alta, a sua volta, 33 metri.
La platea, che si sviluppa su due livelli e due gallerie centrali, può
ospitare 2.346 spettatori ed è inserita in una sala rivestita in pannelli di
legno tinti di rosso. Una serie di pannelli laterali, orientabili e a
spessori variabili, fungono da deflettori acustici e schermi di
illuminazione.
Prima dello spettacolo, quando hanno aperto gli ingressi alle 19,30, ho
avuto la gioia di rivedere molti amici Maggiesfarmers che non vedevo da
tanto tempo, ho incontrato l’amico Massimo Barabba, quello che mi aveva
gentilmente regalato il biglietto per lo show di Barolo, ho ritrovato il
grande Al Diesan (avevo proprio voglia di rivederlo dopo tanti spettacoli
fatti insieme), la stupenda Marina Gentile con il simpaticissimo marito,
Andrea Del Monte con quale avevo condiviso il palco dell’auditorium di Sezze
Latina assieme a Luigi Grechi (il fratello di De Gregori, quello che ha
scritto Il Bandito ed il Campione tanto per intenderci) ed ai Backstreets.
Dopo una bella chiacchierata fra amici, ognuno è tornato al suo posto perchè
l’inizio dello show era imminente, comunque la gioia di rivederli è stata
davvero tanta.
Per prima cosa vorrei dire che vedere Dylan in una piazza stando in piedi
pressato da molte persone non è la stessa cosa che vederlo comodamente
seduti in una comoda ed accogliente poltrona di un bellissimo teatro.
Il suono era perfetto, senza sbavature, senza echi fastidiosi, distinguevi
bene ogni strumento, la concentrazione è certamente tripla rispetto a quando
stai in piedi e di conseguenza gusti le cose in maniera diversa.
Ed infine, diamo a Cesare quel che é di Cesare, questo Bob Dylan non è
quello di Barolo, è un serio professionista che non improvvisa più niente ma
esegue correttamente e con ottimo entusiasmo (ha detto persino “Buona
Notte!” annunciando l’intervallo) quello che è il programma prestabilito, e
finalmente, dulcis in fundo, non si vede più una band che improvvisa inizi e
finali. Sommando tutte queste cose lo show diventa tutta un’altra cosa, ed
anche chi se è approcciato ad esso con un pò di scetticismo si è dovuto
ricredere. Diciamo subito che lo show è stato ottimo sotto tutti i punti di
vista, dal suono alla voce di Dylan che è senz’ombra di dubbio migliorata e
rende di più ora che non usa più staccato ed upsinging, che impersona un
crooner dii stampo simpaticamente chaplinesco che a volte sembra essere
addiruttura infantile nella sua semplicità. Voglio alresì sfatare e
contraddirre coloro che hanno detto nelle loro recensioni che la luce sul
palco è poca e si vede male. Cazzate, la luce è più che sufficiente e si
vede tutto molto bene, specialmente la scenografia che sembra essere curata
nei minimi particolari ( l’effetto delle acque sullo sfondo durante High
Water, altro sfondi bellissimi per Scarlet Town, Pay in Blood, Autumn
Leaves). Il pomeriggio Bob era in giro per Milano in compagnia di Charlie e
di Tony, sono stati avvistati nei pressi del Castello Sforzesco, forse Bob
(col solito cappuccio calato sulla testa) ha voluto rivedere la Pietà
Rondanini. Altri lo hanno curato fuori dall’albergo (mi hanno pregato di non
fare il nome) ma la loro attesa è stata vana, forse Bob è sgattaiolato da
una uscita posteriore.
Alle nove precise le luci si spengono e dal buio del palco si sentono
arrivare gli strumming blues dalla chitarra acustica di Stu, dopo una
trentina di secondi si vedono delle ombre scure muoversi sul palco e scoppia
il boato di benvenuto. In quel momento si accendono le luci sul palco ed
ecco Bob, giacca lunga nera (credo si chiami Redingote), pantaloni neri con
righe altrettanto scure sui bordi esterni, camicia probabilmente di seta
bianca, cintuta bianca, stivali da cow boy bianchi con qualche fregio scuro
ed immancabile spanish hat grigio chiaro, avanzare verso il microfono al
centro del palco dove attende qualche secondo la chiusura dell’intro per
iniziare lo show.
“Things Have Changed”, bella, solida, buon rock, bel cantato sin dalle prime
battute. Si capisce che Bob è in vena buona. La canzone è bella,
l’arrangiamento altrettanto, i musicsti ottimi ed il songwriter-performer
pure, che si vuole di più?
“She Belong to Me” dimostra che si può avere di più, infatti Bob la
interpreta con un trasporto coinvolgente, ottimo l’assolo di armonica, senza
una sbavatura o note tirate per il collo, cantato sentito e perfetto, una
delle canzoni migliori della serata.
“Beyond Here Lies Nothin’ “, parte un pò confusa, ma è l’arrangiamento che
secondo me va migliorato, o forse semplificato, troppa roba da l’impressione
del pasticcio, inoltre un Charlie in serata opaca non riesce ad aggiungere
niente per dare un minimo di valore aggiunto alla canzone, ma Charlie sarà
così per tutta la serata, un chitarrista che fa il compitino, Charlie può e
deve dare molto di più!
“What’ll I Do”, la prima cover “sinatriana” della serata. La scena cambia
colori. E il Teatro degli Arcimboldi cambia atmosfera, si trasforma un un
elegante “Speackeasy” (o se preferite “blind pig” o “blind tiger”) dove la
gente “ who live a life of a millionare spending all their money, they just
did not care, taking all their friends out for a good time, drinking bootleg
whiskey, champagne and wine” guarda con intersesse il combo di turno sul
palco, con un minuscolo crooner che mischia il blues con il jazz attorniato
da un misero quintetto invece di una grande orchestra. Questi sono i
miracoli di Dylan, riesce a dominare tutto e tutti imponendosi con il suo
charisma e noi veniamo catturati nella sua rete anche se quelle banali
canzoni son dure da digerire. Molto buona e piacevole da ascoltare.
“Duquesne Whistle” cambia repentinamente atmosfera, ci trasporta nelle
sconfinate praterie col train-time beating della batteria, atmosfera di
sapore western, con il treno (oggetto cult per eccellenza in un paese come
l’America dove per spostarsi bisogna percorrere interminabili distanze.
Canzoncina piacevole molto lontana dai capolavori e dallo stile dylaniano,
ma con un buon arrangiamento, ben suonata e ben cantata, piacevole e
gustabile.
“Melancholy Mood”, nuovo cambio di colori sulla scena, il blue mood della
canzone contagia il teatro, un senso di piacevole tristezza invade tutti
mentre Dylan l’interpreta ad arte. Soddisfacente.
“Pay in Blood”, la rabbia, la grinta e l’ironia con le quale Dylan canta ed
interpreta questa canzone colpisce tutti. La leggenda sta cominciando a
tirare già il teatro.
“I’m a fool to want you”, buona canzone ma non lascia il segno.
“Tangled Up In Blue”, il primo vero Dylan della serata, la gente lo capisce
e cominciano gli applausi e gli urletti d’approvazione, specialmente durante
il bellissimo solo di armonica, grida sempre discrete però perchè il luogo
impone di lasciar fuori dalla porta la dozzinalità. Primo highlight dello
show e pubblico veramente compiaciuto.
Ed ecco la sorpresa, Bobby sputa fuori un inatteso “BUONA NOTTE!” prima di
annunciare la pausa, che tutto sommato, non è poi così deleteria come avevo
immaginato, da a tutti la possibilità di rilassarsi, sgranchirsi le gambe,
scambiare le prime impressioni, espletare piccolo bisogni o fumare una
sigaretta all’aria aperta.
“High Water (for Charlie Patton)” Nessuno canta il blues come Charlie
Patton, ed io semplicemente non posso essere felice amore, a meno che non lo
sia anche tu. E’ brutto lì fuori, Acque alte dappertutto, ma Dylan galleggia
alla grande, piccolo relitto di una leggenda inaffondabile.
“Why Try To Change Me Now”, Perché non posso essere più convenzionale? La
gente parla, la gente guarda, così io provo ma questo non è per me, perchè
non riesco a capire questa specie di pazzo mondo che mi sta passando
davanti.
Quindi, lascia che la gente si stupisca, lasciala ridere, lascia che si
rabbui, tu sai che io ti amerò finchè la luna sarà sottosopra, non ti
ricordi che ero sempre il tuo pagliaccio? Perchè cerchi di cambiarmi adesso?
Il messaggio di Dylan è chiaro, perchè dovrei cambiare adesso? Sto bene
così, mi diverto così, non chiedo niente a nessuno e do tutto quello che
posso, perchè dunque cercare di cambiarmi adesso? Ottimo crooner l’ex
menestrello di Duluth!
“Early Roman Kings”, pezzo senza originalità, musica già sentita in un’altra
canzone, l’insieme Dylan-band funziona e meraviglia, ma la canzone non è
all’altezza.
“The Night We Call It A Day”. Il grido di un gufo nel cielo, triste nel suo
canto, non era più triste di me, la luna e le stelle se n’erano andate ma il
sole non è sorto con l'alba la notte che ci siamo lasciati. Non c`era piu
niente da dire la notte che ci siamo lasciati. Dylan riesce a rendere la
tristezza della situazione e la canzone piace ed è apprezzata.
“Spirit On The Water”, torna il sound Dylan più familiare alle orecchie del
pubblico, un altro pezzettino di teatro si sgretola sotto i colpi di Dylan &
Company, con Donnie che giganteggia sopra tutto e tutti, finalmente
riusciamo a sentire l’enorme e raffinato lavoro di questo grande musicista
maestro di umiltà e discezione.
“Scarlet Town”, rabbia, furia ed ironia in quantità industriale, la band
vibra mazzate eccezionali e Dylan sputa con vigore le parole, la sala
comincia a tremare.
“All Or Nothin At All”, forse la cover sinatriana che è piaciuta di meno
anche se ben eseguita e cantata.
“Long And Wasted Years” Il Teatro crolla definitivamente, ci vorrà moto per
ricostruirlo, Dylan ha lasciato il segno, Questa è una grande canzone, degna
di stare nell’olimpo delle canzoni dylaniane, ricordo che lo dichiarai
all’uscita di “Tempest” ed ora lo riconfermo, dal vivo è ancora più
impressionate e coinvolgente, una super-ballad come solo Bob sa scrivere. Il
“Pezzo della serata”. La gente si alza in piedi per applaudire.
“Autumn Leaves”. La canzone è talmente bella di suo che se anche la cantasse
mio nonno che ormai è muto sarebbe bella lo stesso. Bravo Bob, ti sei
misurato con un mostro sacro e l’hai vinto.
Si spengono le luci sul palco, due o tre minuti di fischi ed eccoli di
ritorno sul palco per gli encores.
“Blowin’ in the wind”, devo dire che questa canzone è talmente “la canzone”
che cucinata in qualunque salsa funziona sempre, sarà stato anche il suono
davvero meraviglioso ma l’ho davvero gradita, gustata ed apprezzata, e non
solo io naturalmente, ma tutte le 2346 persone presenti, più il personale
del teatro e le guardie.
“Love Sick” chiude un bellissimo concerto con la gente che lascia le
poltrone per gustarsi Bob un pò più da vicino. Siamo alla fine ed i flash
vengono sparati a camionate, alla faccia delle stupidissime proibizioni.
Tutti in piedi, tutti a battere le mani, tutti a farsi un selfie con Bob sul
palco alle spalle.
Una nota piacevole: Tony ha fatto larghissimo uso del contrabbasso non solo
nelle canzoni sinatriane dove ha usato anche l’archetto, ma anche in diversi
pezzi dylaniani.
Donnie Herron, un grande strumentista, microfonato come si deve nel mixer ha
fatto la parte del leone.
Charlie Sexton sottotono, forse non in serata di grazia, buon lavoro ma
niente di straordinario, niente assoli strappa applausi.
Stu Kimblall, grande chitarrista ritmico, essenziale ed indispensabile, a
parte l’uso completamente inutile delle maracas in Duquesne.
Altra nota, pochissima Polizia che ha fatto il suo lavoro con discrezione
senza esagerare, sembra che gli Arcimboldi costringano tutti ad una insolita
gentilezza ed educazione, comportamento molto apprezzabile.
Pubblico, devo dire che i “capelligrigi” come me erano la minoranza, ci sono
nuove generazioni ai concerti di Dylan, e questo è positivo, vuol dire che
oggi Bob è apprezzato per quello che fa e non solo per quello che ha fatto
in passato.
Bologna, Italy - Auditorium Manzoni,
November 18, 2015
by notdarkyet
Caro Mr. Tambourine,
ho letto le recensioni dei concerti recenti che hai segnalato. Tra queste,
quella di Leonardo Iannacci, il quale, a proposito del primo concerto
bolognese di Bob Dylan, ha parlato di «tradimento» e di «presa per i
fondelli» nei confronti del pubblico, lamentandosi di parecchie cose, a
partire dal prezzo dei biglietti (inferiore, in ogni caso, al costo di un
abbonamento al giornale per cui scrive) per finire con la (presunta) brevità
del concerto: ma come? - si chiede il critico - Paul McCartney canta 40
canzoni a sera e Bob Dylan solo 20? come se il valore della poesia si
potesse misurare un tanto al metro: no comment. In breve, Dylan non avrebbe
più nulla della “gloria” che ha avuto in passato ed è oggi per il critico
non più che il «monumento un po' bolso della poesia in musica».
A Bologna, quella sera, c'ero anch'io. Vicinissimo, oltre che a Romano Prodi
e signora, al palcoscenico come forse mai ero stato prima, e le mie
impressioni sono molto diverse dalle sue. Non stravedo per il Dylan degli
ultimi tempi, soprattutto quando ripropone a suo modo alcune delle canzoni
che furono cantate da Frank Sinatra. Penso però che assistere oggi a un
concerto di Bob Dylan con la speranza di ascoltare, che so?, canzoni
“tarantolate” come quelle del tour del 1974 con Robbie Robertson e soci,
oppure di ritrovare l'energia della “Rolling Thunder Revue”, non solo sia
irragionevole, ma abbia a che fare più con noi stessi e con la nostalgia di
quello che siamo stati in passato che con l'artista che si esibisce sera
dopo sera, anno dopo anno, e che appare giustamente ben determinato a non
riproporre l'impossibile fotocopia del sé stesso di un tempo, che potrebbe
essere solo una caricatura. Se non teniamo conto di questo, ci condanniamo
da soli all'insoddisfazione, perché il tempo scorre in modo irreversibile e
noi, come lui, non saremo mai più quelli che siamo stati allora (come
peraltro alcune canzoni di Dylan testimoniano in modo struggente).
Devo dire che a me il concerto bolognese è parso “perfetto”. Alla lettera:
perfectum, compiuto; niente da aggiungere, niente da togliere. Dylan sembra
davvero aver trovato la dimensione adeguata a questa fase della sua vita e
la mette in scena senza finzioni. Le sensazioni e le emozioni che ho portato
a casa sono diverse. Una sorta di “tenerezza”, anzitutto: mai come quella
sera Dylan mi è parso fragile: la sua voce è migliorata ed è calda, riesce a
trovare accenti volta a volta malinconici, rabbiosi, ironici e riesce a
cantare con forza ma anche con dolcezza, ma ogni parola che pronuncia, oltre
che il suo modo di “abitare” il palco e i rari, misuratissimi gesti che
accompagnano il canto, a me comunicano un senso doloroso di fragilità, come
di chi stia percorrendo strade ormai morte con addosso la stanchezza del
mondo e il peso del tempo.
Mi è anche venuto da pensare che Dylan, portando in scena da diverso tempo
concerti ogni sera sempre uguali (ma lo sono davvero?) non solo nella scelta
dei brani e degli arrangiamenti, ma persino nella postura e nei movimenti,
stia tentando un'operazione all'apparenza impossibile: fermare
l'irreversibilità del tempo, senza rinunciare ad essere in ogni istante
presente a sé stesso e, per ciò, vivo, sia pure per quel che tanto che la
sua voce risuona: una presenza stabilmente effimera, mi verrebbe da dire.
Ecco, forse il Bob Dylan di oggi porta in scena le sue canzoni, come ha
sempre fatto, insieme a una sorta di “nostalgia” consapevole e a una volontà
tenace di far coincidere nel qui ed ora dell'istante l'essere e il divenire,
l'identità e la differenza, il passato e il presente (e - perché no? -
magari anche il futuro); e mostra a noi che lo ascoltiamo che lo si può
fare.
Al critico, che nel suo articolo sottolinea anche la «freddezza» e la «poca
empatia» di Dylan, il quale si presenta «senza nemmeno salutare» (ma quando
mai lo ha fatto?), forse sfugge l'assoluta concentrazione con la quale Dylan
(autentico “performing artist”, come è sempre stato) dà vita ogni sera alle
sue creazioni, ogni volta come se fosse la prima, stupendosi egli stesso, mi
piace pensare, di ciò che con la sua voce e la sua sensibilità straordinarie
riesce a far accadere. Ai suoi concerti non assistiamo affatto a «repliche
di cose già viste e sentite», come vorrebbe il critico, ma, ogni volta di
nuovo, alla nascita di un'opera d'arte che meraviglia noi e lui insieme.
Alberto Giacometti, a proposito di una propria scultura, nel dicembre del
1950 ha scritto così: «.è come se stessi concretando involontariamente delle
impressioni provate molto tempo prima e riconoscessi la scultura solo dopo
averla conclusa (…). Se nostro malgrado abbiamo in mente una foresta, o una
stanza, o una distesa di sabbia e così via, va benissimo, a patto di non
dircelo preventivamente, poiché questo falsa, limita, poiché si deve poter
pensare a qualsiasi cosa» (A. Giacometti, Scritti, Abscondita, Milano 2001,
pp. 83-84). Ecco, io penso che con Dylan, sul palcoscenico, accada qualcosa
di simile. Ed è anche questo che, ogni volta, riesce nonostante tutto a
stupirmi e ad emozionarmi.
Ti ringrazio per l'ospitalità e ti chiedo scusa se mi sono dilungato un po'
troppo.
Un caro saluto, Giorgio.
Manchester, England - O2 Apollo, October 28,
2015
by Tony Kenwright
Da dove comincio ... sul cimitero del tour bus di Bobby in movimento come
una candela che lentamente sta morendo attraverso le strade di una triste
notte di Manchester riempita di rassegnazione. Un senso di sgomento che
l'unica strada che ho percorso per quasi 50 anni sia ormai frantumata e
divisa. Che il più grande artista del 20° secolo, il genio del mondo
occidentale, ha lasciato l'edificio e la volontà di mai più ritrovare la
strada per tornare a casa. Per gli appassionati che credono ancora che egli
non può sbagliare, che credono che Tempest sia stato un grande album e che
sia una piacevole realtà scoprire qualcosa di nuovo in una vecchia
collezione di Sinatra, bene cosa posso dire .... potrei dire che siete sul
lato giusto della strada? Tranne che non lo siete, e, che a parte il vestito
che è peggio di un body Asda, il Re non indossa più abiti regali. Nulla può
danneggiare l'eredità del genio e l'influenza di Dylan sulla musica
contemporanea, e nulla può diminuire il mio entusiasmo per una collezione di
capolavori che hanno illuminato tutta la mia vita. Le sue canzoni mi hanno
rimandato agli innumerevoli concerti visti negli anni da quel primo concerto
a Liverpool nel '66. Mi hanno perfino indotto a fare un pellegrinaggio a
Hibbing e Duluth solo per camminare sulle sue orme, in quei luoghi splendeva
la luce che illuminava il buio dei miei giorni bui rendendomi felice solo
perchè ero lì.
Ma stasera? Bene stasera è stata solo triste, banale e senza vita come le
luci da 40 watt che non riuscivano ad illuminare un pochino il palco. Io non
voglio soffermarmi su queste cose. Forse, se non riesco a portare buone
notizie non dovrei portarne alcuna ma, quando si tratta di vivere le
prestazioni ho la sensazione che d’ ora in poi sarà lui ad andare per la sua
strada, io andrò per la mia e dubito che i nostri percorsi si riuniranno
ancora.
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by J.W. Mahoney
Beh, nessuno a Manchester ha urlato "Giuda" questa volta ... Anche se le due
più belle canzoni di Bob Dylan mai finite, in quell’hotel a Glasgow nel
1966, sono disponibili solo su uno dei 18 CD del cofanetto da $ 600 "Cutting
Edge", "On A Rainy Afternoon" e "I Can not Leave Behind Her.." e non sull’
infinitamente più economico "Best of" di 6 CD. Ma questo è tardo
capitalismo, no? E aspettarsi che His Bobness faccia qualcosa prevedibile o
conciliante è ridicolo.
Ma perché His Bobness sta suonando lo stesso insieme di canzoni più e più e
più e più volte? Nessuno gli dice niente di questa cosa, è come l’elefante
in cristalleria, un vero e proprio mistero - che merita rispetto in quanto
tale.
L'anno scorso era come una cosa di Shakespeare, e tu non ti potevi aspettare
che gli attori cambiassero le parole ogni notte ... E poi Sinatra è arrivato
a prendersi quasi la metà della scaletta, e bisogna che noi lasciamo a Bobby
fare Bobby & tutto il resto, e siamo tutti contenti proprio come pugno in
faccia che lui ha una dinamite-band, e lui è in voce, e lui è ancora vivo -
e se non vi piace la scaletta non andate al concerto, è una vostra scelta.
Le recensioni dei giornali sono tutte positive, e quasi tutte le recensioni
su boblinks sono straboccanti di gratitudine, così ...?
Prendiamo un accademico ombra. Murray Leeder in “Haunting and Minstrelsy in
Bob Dylan’s “Masked and Anonymous”, dice, "Slavoj Žižek scrive che i morti
ritornano "perché non sono ben sepolti ... Il ritorno dei morti è un segno
di un disturbo nella simbologia del rito, nel processo di simbolizzazione; i
morti ritornano come collezionisti di qualche debito simbolico non pagato".
E questa setlist che non cambia mai è un rito funebre, continuamente
ripetuto perché queste canzoni riescano a morire finalmente? O perché
l’infelicità di Bob Dylan non è ancora morta? O sono un "debito simbolico"
completamente astratto? Chi lo sa?
Ogni singola canzone - da Dylan e Sinatra – è intrisa di una minore o
maggiore dose di crepacuore - perché della canzone triste, o disperata, o
piena di furia incipiente, nostalgia, diretta o indiretto, acuta, o la
speranza senza speranza - o offre un problema esistenziale - poiché la
risposta sta, infatti, soffiando nel vento.
Quindi, se si va a vedere Bob Dylan esporre le sue cicatrizzate ferite
psichiche notte dopo notte, potete andare a vedere la stessa cosa in ogni
singolo concerto in Europa e nel Regno Unito, basta avere i soldi e poi dire
a se stessi in piena onestà che non avete capito quello che avete visto.
Ma noi tutti indossiamo la stessa corona di spine, stessa curiosità, stesso
disappunto... Forse no, ma non vedo perché no.
Manchester, England - O2 Apollo, October
27, 2015
by B. McGuinn
Io proprio non riesco a collegare Bob con Sinatra, canticchiando canzoni
poco profonde che non son per lui. Il libro della grande canzone americana
era riempito da un mucchio di scemenze fino a quando Bob è arrivato e ha
liberato il mondo da tutte quelle sciocchezze.
Lo spettacolo è molto lucido. La band è stretta intorno a lui, con la
batteria che tiene tutto insieme. Bob passa un sacco di tempo al centro
della scena, che è una grande cosa, lui è sempre divertente da guardare.
L’illuminazione del palco sembra progettata per garantire che non si veda
troppo, per rendere le foto e le riprese difficili! Il suono è il migliore
che abbia mai sentito a un concerto di Bob e la sua voce è la migliore che
ho sentito dal 1999.
Ha riscritto Tangled ancora una volta, che è bella, e Love Sick, che non è
mai stata una delle mie preferite, è uno spettacolo vero e proprio.
High Water suonava, almeno a me è sembrato, come se venisse direttamente dai
Basement Tapes, e tutte le canzoni di Tempest erano ben eseguite, con una
menzione speciale per la potente Scarlet Town.
Un pezzo o due, al limite, di questo show potrebbe essere goduti come una
novità, ma nell’insieme l’ho trovato noioso. Tuttavia, lui chiaramente gode
quando le esegue e sono state molto calorosamente gradite dal pubblico. Bob
fa sempre quello che vuole, ed è bello che lui si diverta ancora dopo tutti
questi anni.
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by Simon Wilson
L’Apollo di Manchester è adeguatamente una scalcagnata venue in stile art
nouveau dove Bob poteva evocare il suo materiale.
Leggermente debole, a volte, la band e Bob si sono ripresi dallo stordimento
con le versioni delle canzoni Tempest, Early Roman Kings e Scarlet Town.
Questi ultimi con contributi sostanziosi di Charlie con una atmosfera
meravigliosa. Per queste canzoni di Bob e Charlie erano telepaticamente in
sintonia.
Spirit on the Water è sbarazzina e stretta con la band.
Nella prima parte I’m A Fool To Want You ha mostrato un buon Bob, come di
consueto, nella sua ultima escursione nel genere Americana. Tangled Up In
Blue ha portato una sensazione emotiva.
Un buon mix tra il pubblico, con un sacco di giovani, con molto
apprezzamento e una vera e propria ovazione alla fine.
Lui sa bene quello che sta facendo.
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by Rob Frodsham
Il mio primo concerto nel 1996. Altri 20 da allora. Leggo boblinks da oltre
10 anni ma non mi sono mai sentito obbligato a scrivere una recensione,
anche ai concerti ai quali avevo assistito. Sapere la set list è buono,
evita ogni stupida discussione....... ma i punti degni di menzione;
Abbigliamento di Bob: Cappello bianco, vestito nero con bordi e ricami
bianchi. Bob danza alla sua maniera: Chaplin, Jackson, Steptoe. La band:
Stretta come un crampo, la migliore che ho sentito nei miei 20 anni di
concerti. Voce: Così adatta alle canzoni. Ma non solo le nuove (ultimi 17
anni)...TUIB: Come al solito, ha fatto sgorgare una lacrima dal mio occhio.
Non l’ho mai sentita cantata meglio. Nuovo fraseggio e nuovo arrangiamento.
Le canzoni di Sinatra: Devo ammettere che avevo dei dubbi, anche dopo aver
letto della loro positività su Boblinks. Sono stato veramente trasportato da
esse. Lui può essere anche più vecchio di quello che è.... Ma è ancora il
gatto più cool del nostro pallone acquoso che chiamiamo pianeta terra.
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by Mike McHugh
Una grande notte, le bobsongs erano eccellenti, ma alcune delle altre di
altri autori dovrebbero davvero essere in un altro concerto. OK, esse sono
eseguite con precisione e amore, ma quando Tangled Up In Blue ha tirato giù
le pareti era chiaro che questo era ciò che un sacco di gente voleva. Forse
Bob tornerà senza quelle canzoni, ha una tale massa di sue canzoni che
meritano di essere riportato alla luce e avere nuova vita.
London, England - Royal Albert Hall, October 24,
2015
Review by Craig Hatfield
La Royal Albert Hall è un bellissimo edificio. Un memoriale in stile
Vittoriano. E' un piacere per gli occhi. Così stasera l’attenzione non è
necessariamente tutta su Bob. Siamo tutti un pò troppo turistici. Quindi
sono un pò arruffato, come prima cosa mi hanno detto di spegnere il mio
telefono quando stavo entrando nell'auditorium, 20 minuti prima che la band
arrivasse sul palco. "Bob Dylan ha chiesto di non scattare fotografie
stasera. Nemmeno ora. Si prega di spegnere i vostri telefoni".
Mi dispiace Bob, ho trasgredito le regole. OK Bob? L'ultima volta che ho
visto Dylan è stato quasi due anni fa, in questa stessa sala. La prima cosa
che ho notato è che non c'è più l’introduzione esagerata, niente più
“Signore e signori si prega di dare il benvenuto al poeta laureato del rock
n roll...ecc....ecc....”, infatti la band appare sul palco con Bob in mezzo
a loro. L'ultima volta, Bob si trovava al centro della scena, sicuramente,
come un pistolero. Questa volta viene avanti da solo.
La prima cosa cosa che noto è che la sua voce sembra meno spinata.
Meno come “gargarismi con vetri rotti” più il buon vecchio “mal di gola”.
Ma un ricco, morbido, mal di gola rivestito di Benelyn. La voce di questa
sera è splendidamente adatta alle lente canzoni di Sinatra. E queste canzoni
sono la maggior parte di quelle divertenti del set, e generalmente ricevono
il più caldo applauso. Il che è una buona cosa. Il set è puntato sull’
attualità. 10 canzoni su 20 vengono dagli ultimi due album, e 2 ulteriori
canzoni sono altri successi di Sinatra. Ma il primo tempo si chiude con un
vecchio familiare, anche se un pò più straziato “Tangled Up In Blue”
eseguito da terzi, piuttosto che in prima, persona. Poco dopo Bob ha parlato
!!! Non saprei dirvi esattamente quello che ha detto, ma era ovviamente
qualcosa sull’andare fuori per una breve pausa. Il secondo tempo segue il
formato del precedente fino al brano numero 13 quando Bob decide di
abbandonare la mia canzone preferita da "Shadows In The Night in favore di
“Where Are You?” In culo! Non vedevo l'ora di sentire “The Night We Called
It A Day”. Offro al mio amico Bruce l'opportunità di guadagnarsi qualche
sterlina gridando "Giuda!" Ma lui rifiuta. Così, arriviamo alla fine. Ok
Bob, posso averti rubato alcune foto di nascosto alla Albert Hall due ore
fa, ma sei in debito con me di “The Night We Called It A Day”. :-D
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Review by Joe Neanor
Bob ha cantato il con tutto il suo cuore stasera, il suo affetto e il
rispetto per le canzoni di Shadows In The Nigh come ha dimostrato per tutto
lo spettacolo. Ho compreso che Bob ha potuto cantare così quando ho
ascoltato sulla via del ritorno Nashville Skyline, così si può essere meno
sorpresi per la sua capacità di fornire una melodia. Mentre faceva le cover
di Sinatra è stato divertente vedere come lui si divertiva a fare il crooner
e fare il suo strascicato, ondeggiando passi di danza che solo lui sa fare.
Ha anche ispirato un paio di valzer nella galleria della Royal Albert Hall,
un ampio balcone che corre intorno alla parte superiore della sede dove ti
trovi a scrutare giù nello show da un'altezza vicino alla linea del tetto.
Per me le canzoni Tempest erano la parte migliore dello spettacolo. Bob può
passabilmente cantare Sinatra ma dubito che Ol 'Blue Eyes avrebbero potuto
fare Scarlet Town, rigorosamente senza nessuna danza come fa Bob.
Il pianoforte sembrava praticamente un puntello. Guardando Bob durante la
prima parte dello spettacolo non sembrava di aver fatto un sacco di suono
effettivo mentre stava appollaiato su un sedile rivolto verso il lato
sinistro del piano, presumibilmente in modo che poteva girarsi verso il
pubblico più facilmente. I fogli dei testi erano sparsi lungo il pianale
superiore del piano, ma Bob non ha avuto bisogno di tali fogli quando è
venuto nella parte anteriore del palco, dove ha cantato liberamente e con
fiducia.
Questa era la quarta volta che vedevo Dylan in questo luogo nel corso degli
ultimi due anni, ogni volta da una posizione diversa della sala. Mi sembra
che più in alto si va in questa sede la qualità del suono sia peggiore.
Giovedi sera ero seduto in platea più in basso ed ho potuto chiaramente
distinguere la voce di Bob, mentre il Sabato, su in galleria, la musica e la
voce tendevano ad impastarsi insieme.
Bob ha deciso di non essere il suo proprio “tribute-act”, ed è stato così
bello sentire la sua rielaborazione dell'unica canzone che ha eseguito ogni
volta che ha suonato “She Belong To Me”.
London, England - Royal Albert Hall,
October 23, 2015
By Peter Higginson.
Nei Kensington’s Gardens, Londra, che si trovano di fronte alla Royal Albert
Hall, si trova un baldaccino in stile gotico alto 54 metri con al suo
interno una statua placcata d'oro del Principe Alberto, consorte della
Regina Vittoria. Se visto nel crepuscolo del paesaggio urbano, si tratta di
un monumento gotico inquietante che sottolinea l'arroganza monumentale
dell' imperialismo vittoriano, pari solo all'enorme edificio della RAH che
si presenta come un UFO proveniente da un altro un pianeta, fatto
interamente di mattoni rossi.
L'interno della RHA è formato da una qualità macabra di tende scarlatte e
opere murarie in pietra, e in questa scena mortale che il trovatore Robert
Zimmerman (età 74) ha fatto un passo avanti gracchiandoci Autumn Leaves,
tirata fuori da quella tomba chiamata Shadows in the night.
Prima dello spettacolo, un gruppo di noi guardava la leggenda del nostro
eroe mummificato che era alla disperata ricerca di un passaggio per
infilarsi nella cripta per cominciare la sua prestazione, ma è stato
inutile.
Siamo stati spostati dalle guardie della security, di nero vestite nel
Crematorium, scusate, Auditorium, a testimoniare quello spettacolo
crepuscolare.
Dire che la performance è stata sia senza vita e senza senso sarebbe una
gentilezza. “Tangled Up in Blue” aveva perso tutta la sua verve; “Pay in
Blood”' era falsa, Bob è incredibilmente comodo e ben servito dal suo staff,
limousine e jet; e '”What’ll I Do” è stata semplicemente triste. In quello
che il recensore del “Daily Telegraph” ha descritto brillantemente come “una
luce alla nicotina”, Bob ha gracchiato fuori le canzoni, poi ha fatto la sua
danza macabra da piccolo burattino nell'ombra, mentre fuori lo attendeva un
assegno di 300.000 $.
Ma mentre Bob può essere visto come il padrone di casa in stile vittoriano,
rastrellando una fortuna coi biglietti pagati dal pubblico, il resto di noi
sono lavoratori che hanno dovuto sborsare circa 450 sterline per gli hotel,
i biglietti, i treni, i programmi, Spitfire ale, hamburger e t-shirt,
guidare per ore per raggiungere la sede, stipati come sardine nella
metropolitana, col finale in sofferenza per la performance di due ore come
un tributo d'amore.
Si potrà probabilmente capire che io non sono stato colpito dalla
mortificante natura di questa esperienza. Questa estetica cimiteriale ha
riscritto l'intero corpo di lavoro di Dylan come una serie di monumenti
crollati. Il grande viaggio che ha preso il via nel 1962, si è concluso in
rovina. La vista di Bob che discute con l’altrettanto mortificante e
analfabeta supercalcolatore “IBM-Watson”' per un altro assegno da 3.000.000
di $ ha finalmente segnato il suo destino come il protagonista di una delle
sue canzoni.
Penso che possiamo visualizzare l'intera carriera ora come un unico genere:
Il Blues di Tombstone.
London, England - Royal Albert Hall, October 22,
2015
di Graham Cole
Perché cercare di cambiare Lui ora?
Mi sono svegliato prima del solito questa mattina, poco dopo le 6, oggi era
un giorno diverso.
Avevo un appuntamento all’ospedale alle 08:00 per il mio udito. Una
giornata fondamentale per aver un buon udito. Bob e la sua fidata band sono
in città. Ero eccitato.
A metà pomeriggio, Loraine ed io siamo andati in macchina fino a Kew;
traffico lento, poi lasciata l’auto abbiamo preso la metro per la
meravigliosa Royal Albert Hall, facendo anche una breve visita al Victoria &
Albert Museum, prima che ci buttassero fuori senza tante cerimonie perchè
era il momento della chiusura.
Abbiamo spiato il “Beat The Street” e le limousine parcheggiate davanti
alla Porta 11, una piccola folla era in attesa, un bel pò di noi
“capelligrigi” che speravano di riconoscere qualcuno anche lui
“capelligrigi”.
Charlie è sceso da uno dei veicoli e poi, con la consueta giacca di pelle e
ben incappucciato, il nostro uomo è uscito scortato dal suo staff ed è
entrato nella RAH.
Abbiamo perso un incontro programmato con Paul e compagni (scusate Paul, ma
ci vedremo a Southampton!), ora era tempo per noi di andare in cerca dei
nostri posti, (ringraziamo John B), lato sinistro con una buona vista da
quei bei piccoli sedili swivelly che hanno alla RAH.
Alle 19,30 la sala era piena; avevamo vicino a noi Steve Lockwood (piacere
di conoscerla Steve) che aveva suonato la sera prima ed aveva avuto molti
elogi per il suo grande spettacolo. Il nostro entusiasmo sembrava
giustificato, e alle 19,32, quando Stu ha iniziato a strimpellare la
familiare acoustica, le cose sono migliorate di botto.
La gente conoscerà certamente la scaletta, quindi parlerò di alcuni dei
punti salienti per noi.
Ci era stato detto la voce di Bob è in ottima forma in questo tour, ed era
vero. Voce chiara, con alcuni meravigliosi fraseggi in molte delle canzoni.
Molto bella She Belongs to Me, Tangled in una delle migliori versioni che
abbiamo sentito da molto tempo, un sacco di meravigliosa attività di Bob al
pianoforte di gran lunga più significativo che in passato, e sì,
egli sembra funzionare col suo ultimo "stile di danza", quello che noi
chiamiamo il suo jauntystep, durante alcune canzoni.
Sia Bob che la band erano sartorialmente eleganti e come sempre, e bello
vedere Charlie prendere una posizione dominante musicalmente, tra cui
qualche dolce scambio di chitarra / pianoforte con Bob in Roman Kings. Anche
se Loraine non è stata convinta dalle covers di Sinatra, per me hanno
funzionato (e sono state chiaramente apprezzate dal
pubblico), e di sicuro abbiamo apprezzato l'abbinamento di Long e Wasted
Years con Autumn Leaves.
E se ci sono coloro che vogliono le vecchie canzoni di protesta, ecco
Blowin 'in the Wind, con la linea "Troppe persone sono morte" , rilevante
oggi come lo è sempre stata.
Le luci erano troppo scure e fisse (a parte un glorioso sfondo per Wasted
Years), ed il susseguirsi di canzone in canzone a rotta di collo non
consente facilmente di apprezzare anche alcune parti del canto.
Il ritorno a casa, con Dylan sul lettore cd, ci ha permesso di riflettere
su quello che era stata una bella bella serata. Come altri hanno già detto,
grazie a voi Bob e Band, questo è stato un grande spettacolo. E la prossima
volta ci saranno anche Sam e Chez che arriveranno presto alla nostra città
natale il 30, yay!
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di Duncan Hume
La tentazione era quella di riflettere sulla notevole statistica che Dylan
si trova oggi nella stessa fase di più di 50 anni fa e nello stesso modo è
riuscito stasera a tenere il pubblico in un silenzio attento e col fiato
sospeso per la performance. Qualcosa stava accadendo qui stasera e io non
sapevo cosa fosse. Scoprire le covers?. Suonare le canzoni che compongono
una parte del suo essere?
Confesso che prima dello spettacolo ero un pò preoccupato per il numero
delle canzoni di Sinatra inserite nella scaletta e per come avrebbero potuto
influenzare lo show negativamente. Ho smesso di preoccuparmi quando ho
scoperto alcune lacrime rotolare giù per le guance quando ha cantato
Wahat’ll Do. Il suono era croccante e perfetto come altrimenti non potrebbe
essere in questo glorioso locale. Queste canzoni dal vivo sono migliori
delle versioni su Shadows In The Night. Chi mai dice Dylan non può tenere
una melodia dovrebbe essere costretto a sedersi in una stanza con una
registrazione incontaminata di questa performance.
E qualcuno dice che non può cantare! Incredibilmente meraviglioso.
Perfetto per il luogo e un vecchio e riconoscente pubblico. Non era tutto
perfetto. Pay in Blood si è trascinata stancamente per me, e All or Nothing
At All non ha funzionato bene. Ma la stragrande maggioranza delle canzoni
erano una meraviglia. La band è notevole. Charlie ha suonato qualche
fraseggio semplicemente divino. Lo spettacolo ha superato le mie
aspettative.
Ora lui è buono come non lo è mai stato. Ho visto la mia quota di pessimi
spettacoli di Bob. Questo è stato bellissimo. Non vedo l'ora di ripetere
l'esperienza domani sera, "the good Lord willing and the creek don't rise."
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di Mick Gold
Ho pensato che fosse fantastico. I momenti migliori sono stati Early Roman
Kings e Scarlet Town con gli accordi minori tipici della terra di Barbara
Allen. La band era brillante, le chitarre fluide, punteggiate dallo staccato
del pianoforte di Bob.
E’ come se il materiale di Sinatra avesse cambiato il suo canto. E' più
tranquillo, meno urlato, più sfumato.
I’m A Fool To Want You era stupenda. Sentivo le parole abbastanza
chiaramente per rendermi conto che ha ri-scritto un versetto di Tangled Up
In Blue. (You remind me of someone I used to know/ Someone I used to trust -
Lei mi ricorda qualcuno che conoscevo / Qualcuno di cui mi fidavo).
Le canzoni Sinatra si alternano con i più pesanti blues con la voce
ringhiante che era emozionante. Ero seduto dietro il palco, giusto sopra la
batteria di George Recile, così ho potuto vederlo fare cose sottili con le
dita e delle favolose piccole pattern ritmiche sul charleston.
Bob era di buon umore e ha salutato il pubblico alla fine. È divertente il
modo in cui Dylan gira per il palco. L’ho descritto a mia moglie e lei ha
detto: "Sembra Rumplestiltskin" (un personaggio di una fiaba dei Fratelli
Grimm).
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di Laurette Maillet
2 grandi spettacoli presso la Royal Albert Hall di Londra.
Il migliore finora (dovete credermi).
Bobby era Rock e Crooning come un professionista.
Niente male.
- Luogo ideale (Splendida la rotonda del Teatro).
- Grande suono.
- Grande band (Stu, George, Tony, Charlie, Donnie).
- Grandi canzoni (Dal passato, presente, futuro).
Ho altri 3 spettacoli da andare a vedere!
Ho voluto prendere la possibilità di vedere non solo una leggenda, ma un
magnifico artista e un eccezionale performer. Non vi azzardate a perderlo!
Ci vediamo lì per ascoltare Rock e Croon insieme.
Grazie Bobby di stare con noi. Sono venuta a vederti perchè sei un mio
amico.
London, England - Royal Albert Hall, October 21,
2015
di Riccardo
Come altre volte, sono venuto a Londra per
sentire assieme a moglie, figli e nuora, un paio di concerti. Il 21
mercoledì siamo alla Royal Albert Hall e mentre vago per il corridoio
esterno in cerca della porta di accesso agli stall, corridoio tappezzato di
fotografie di artisti e cantanti, vedo un noto personaggio che avevo
conosciuto sempre a Londra a novembre 2013 in occasione della mostra delle
opere “metalliche” di Bob e dico -Qui manca proprio una foto fatta da
Paolo.-, che si volta sorpresissimo (e credo con una punta di orgoglio) di
sentirsi riconosciuto in questo modo. Due parole, un saluto e mi siedo in
una posizione ottima, sulla destra del palco: avrei visto Bob proprio di
fronte, con i suoi stivaletti bianchi ben evidenti mentre è seduto al piano,
molto più da vicino rispetto al concerto di due giorni dopo nei circle (e
per poche sterline di differenza ne vale la spesa).
Il concerto comincia puntuale e si snoda secondo i canoni ormai consueti:
stessa setlist, pausa intermedia, ecc. Il pubblico, che però mi è parso più
“vecchio” di altre volte, è sempre stato partecipe: osservando la platea
vedevo queste righe di teste che si muovevano al ritmo della canzone, cosa
notata anche dalla mia vicina con una risatina composta (era una giapponese)
ma ben sincera. Ho notato anche che all’inizio solo delle canzoni di ultima
produzione c’è stato un breve applauso, quasi a riconoscerle come un
qualcosa di atteso o di speciale. E un’altra particolarità: tutte e due le
volte Bob non ha fatto l’intro della band verso la fine dello spettacolo.
Bob, un po’ più teatrale del solito nei suoi movimenti (ha perfino alzato le
braccia fino alle spalle e mosso le mani per ringraziare alla fine del
concerto), ha cantato bene, pulito, cambiando qualche frase qua e là: l’ho
sentito veramente in forma, mentre il 23 venerdì mi è sembrato appena più
spento, ma comunque ok.
Buona anche la parte musicale della band, gruppo ormai collaudato ma sempre
attivo e partecipe , e devo dire che ho dovuto apprezzare taluni assolo di
Sexton che ho sentito più vivace e partecipativo di altre volte.
Insomma, due belle serate. E vediamo come andrà a Bologna. Ciao a tutti.
Riccardo
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by Dominic Nasmyth-Miller
Enorme gratitudine al personale del RAH per come hanno trattato i fans che
avevano i benedetti biglietti per lo show di ieri sera, sono stati accolti
come ospiti. Spesso il pubblico è trattato come bestiame dagli uomini della
Sicurezza nelle grandi arene. Credo che l'impostazione di considerare la
venue come un capannone dove ricoverare il bestiame sia frutto di una logica
contorta, ma questo non accade alla Royal Albert Hall. Tale incredibile
iconico luogo è la scelta perfetta per una icona incredibile della musica
come Dylan. La set list era in accordo con quella degli spettacoli recenti,
la qualità del suono era eccezionale, ogni canzone eccezionale, modificata
per la voce di Bob, focalizzata chiaramente tutto intorno. Avendo
storicamente usato i concerti per mostrare la sua musica più che gli albums
ed i singoli, le canzoni che sono state attualmente eseguite sono davvero
buone, tutto era veramente buono.
Le canzoni, quando sono eseguite dal vivo hanno profondità, il buio si
rischiara dando loro una nuova vita che è meno evidente quando si ascoltano
le versioni degli albums. Non è che le versioni del disco sono registrate
con una qualità inferiore, è solo che quando sono eseguite dal vivo, hanno
una tale vivacità superiore che è impossibile da catturare entro le mura di
uno studio di registrazione.
Spiccano le canzoni di Shadows e Long and Wasted Years hanno avuto qui alla
RAH una versione incredibile che hanno generato una standing ovation,
comprese Why try to change me now e Love Sick.
La band era molto stretta intorno a Bob, un grande suono, anche Stu con le
maracas in Early Roman Kings, e Bob sorrideva e ballava come il nonno ad un
matrimonio, lui era decisamente un dancingman.
Quando Bob ha visto lo sguardo del 13enne Isaac seduto in seconda fila, ha
scelto di saltare il penultimo verso di Pay In Blood. Si potrebbe ritenere
che in quel momento abbia pensato: "Ho bisogno di essere sicuro di non
guastare la mente di quel giovane", così ha deciso di non cantare la linea
"Sei un bastardo! Immagino che dovrei rispettarti? Ti darò la giustizia, io
ingrasserò il tuo portafoglio, Prima fammi vedere le tue virtù morali,
Sentimi gridare e sentimi gemere, Pago col sangue, ma non il mio. Questa è
la nostra visione e ci atteniamo ad essa - grazie Bob. Meraviglioso
incontrare Mark, George e famiglia dopo l’uscita, bello introdurre Bob a
persone nuove da parte di gente che ha fatto lo stesso percorso decenni
prima, e con coloro che hanno appena iniziato il viaggio - una grande
esperienza.
E mentro uscivo ho incontrato Ronnie Wood sulla porta. Così favoloso, roll
on stasera – roll on Bob.
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Bob Dylan lascia la RHA con la folla in
piedi
Bob Dylan ha suonato il suo 2.713° spettacolo del suo “Never Ending Tour”
nella iconica Royal Albert Hall di Londra Mercoledì sera (21.10.15).
Il 74enne musicista ha iniziato la serie di questi spettacoli nel 1988 e ha
promesso di continuare fino al suo ultimo respiro, e nel concerto di questa
sera ha mostrato il suo approccio avventuroso alla musica, inoltre ha
dimostrato che la sua padronanza del palco non è diminuita.
Dylan è, naturalmente, l'uomo che ha rivoluzionato la musica e le sue
canzoni classiche sono le più intelligenti, avventurose e hanno generato il
più grande cambiamento musicale che il rock abbia mai visto. Ieri sera
l’esecutore più mercuriale del mondo ha mostrato un altro lato della sua
personalità poliedrica.
Dylan si è trasformato in un gracchiante crooner di blues, come dimostra
pesantemente il suo ultimo album "Shadows in the night”", un album di 10
tracce nelle quali esegue le covers di 10 tradizionali standard popolari
resi celebri da Frank Sinatra.
Ma ovviamente Dylan fa sempre l'imprevisto e l'insolito. Questa politica ha
spesso causato l'angoscia e la disperazione dei suoi fans che non riescono a
capire perché Bob non può riprodurre fedelmente quelle grandi canzoni
classiche - piene della poesia più squisita - che lo hanno reso una
leggenda.
Anch'io ho avuto questo problema fino a quando sono venuto a patti con il
fatto che queste canzoni sono le sue creazioni e lui può eseguirle nel modo
che vuole e che questo trovatore demenziale è sempre alla ricerca di nuove
sfide ed espressioni musicali.
Così ieri sera abbiamo ottenuto un esempio di come le sue più grandi opere
si intrecciano come gioielli pregiati tra le covers di Sinatra e le sue
personali composizioni.
Tra le canzoni di Sinatra che Dylan ha eseguito c’erano 'The Night We Called
It A Day', 'Autumn Leaves', 'Full Moon and Empty Arms' and 'What'll I Do'.
Altre canzoni, incluse le sue composizioni più recenti, come la velenosa "ay
In Blood" che ha visto Dylan sputare il testo come un maturo Liam Gallagher
- "Scarlet Town" ed "Early Roman Kings" (tutte dall’album Tempest), e ha
aperto con "Things Have Changed”, ed è stato come se Dylan avesse voluto
mettere un punto esclamativo sul suo nuovo stile.
La maggior parte delle canzoni sono stati cantate con la sua voce roca, che
ha reso le canzoni calde, accoglienti e molto melodiche - in netto contrasto
con quelle prestazioni dove spesso triturava, biascicava riducendo il
poltiglia i suoi brani più amati.
Queste canzoni eseguite da una band di cinque elementi incredibilmente
stretta intorno a lui e musicalmente sofisticata ha realizzato
l'impossibile, trasformare la Royal Albert Hall in un piccolo Smokey Club.
I suoi fans adoranti hanno apprezzato ogni minuto e ogni nota - quasi tutti
aderenti al rigoroso no foto o registrazioni e Dylan, che sembrava fresco
come mai col bianco cappello di Nashville Skyline e la lunga redingote nera,
ha apprezzato il loro rispetto e lo ha mostrato.
Tra i pezzi classici che ha eseguito c’erano le sue reinterpretazioni di
"She Belongs To Me", "Tangled Up In Blue" e "Blowin' In The Wind".
Quest'ultima, la sua canzone di protesta puù famosa che ha cambiato il
mondo, è stato suonata con un un tempo di valzer piuttosto allegro e
saltellante, molto molto lontano dall'originale.
Ma è stato un momento molto toccante. I vecchi fans e la gente hanno
partecipato e si sono resi conto che Dylan li stava rimandando al tempo
delle canzoni di protesta che avevano entusiasmato il pubblico nel suo primo
spettacolo alla Royal Albert Hall nel 1965 - un concerto che ha cambiato il
panorama musicale per sempre.
(Fonte:
http://www.femalefirst.co.uk/music/musicnews/bob-dylan-leaves-london-crowd-feet-887693.html#ixzz3pOurKPoo)
Paris, France - Palais de Sports, October 19,
2015
by Laurette Maillet
Sto ancora a casa di Maxime e di sua madre. Abbiamo fatto una bella
chiacchierata sulla vita in generale, l'economia, la politica, la corruzione
e l'avidità .... Devo prendere la metropolitana da sola alle 17:45.
Raggiungo il Palais des Sports alle 19,00 circa. Stessa folla come ieri. Una
grande quantità di persone di mezza età. Alcuni i giovani. Non il tipo
Hippy. Gli Hippies sono morti. Erano probabilmente morti prima di nascere.
La Summer of Love del ’67 è tutta finita. L'avviso funebre disse. "HIPPIES
dell’Haight Ashbury District di questa città, delicati figli dei Mass media.
Gli amici sono invitati a partecipare al servizio funebre con inizio
all’alba, 6 ottobre 1967 al Buena Vista Park. "
Solo i Gratefull Dead fanno rivivere i morti per poche settimane ogni anno.
Ma i morti sono... morti.
Solo Franky (da Praga) sta crogiolandosi con
“Mr. Tambourine Man”... per pochi dollari! Gli scalper stanno cercando di
fare un pò di dollari. I tempi sono duri per alcune persone. Devo combattere
con loro per il mio biglietto. Un giovane uomo mi offre un biglietto. Il
valore è di 15 euro. Mi sorprende che egli non cerchi di venderlo più caro.
Alcune persone non sono avide. Grazie a Dio! È in fila 29 dietro il palco,
ma in ogni caso il suono è buono. Prendo il mio posto tranquillamente. Anche
in questo caso, le persone sono in ritardo per sedersi. Alle 20,00, Stu
comincia a pizzicare la sua chitarra. Bob avanza verso il microfono
indossando lo stesso vestito che aveva a Sarrbrucken, tutto lampeggiante. Va
bene! La scaletta sarà la
stesso, senza dubbio.
Le 7 covers di Sinatra:
-What'll I do
-Melancholy mood
-I'm a fool to want you
-The night we called it a day
-Why try to change me now
-All or nothing at all
-Autumn leaves
Bob non ha mai promosso tanto un album dai tempi di.... Slow Train Coming e
dai tempi del Vangelo 79/80.
Si tratta di una scelta strana.
Frank Sinatra è parte della cultura americana, non così ben conosciuto in
Europa. Un crooner con una cattiva reputazione; era stato legato alla mafia.
Il suo unico “atout” era la sua voce. Non ha mai scritto una canzone (per
quello che ne so).
L'esatto opposto con Bob Dylan. Egli è ben noto per i suoi scritti e la sua
poesia. I fans hanno accettato la sua voce attuale. Non è mai stato il
grande Caruso. Con l'eccezione dei 3 album Country and Western , dove ha
dimostrato che potrebbe ... cantare. Che impresa difficile! Sapeva che
sarebbe stato criticato. In realtà non è indifferente alle critiche. A
Manchester nel 1965 un fan gli gridò “Judas”. Bob rimase profondamente
ferito dal ricordo di quello spiacevole episodio tanto da riportarlo anche
nel suo libro autobiografico "Chronicle 1".
Fu criticato nel 1965 quando andò elettrico.
Nel 1967 per gli albums Country e Western stile.
Nel 1979/81 per la sua svolta cristiana e per il periodo chiamato del
“Vangelo”.
Suonò in diversi spettacoli di beneficenza duettando con altri artisti per
rilanciare la sua immagine negli anni ’80.
Non gli andò così bene con i suoi film e con il suo libro, ma ha sempre
cercato di rinnovare se stesso ancora e poi ancora. Come Pablo Picasso, Bob
Dylan è un artista dalle mille-facce. Unico. Un camaleonte. Cambia col
passare delle stagioni (o prima delle stagioni). Non è mai dove ci
aspettiamo che sia.
E’ un ribelle.
E’ uno spirito libero.
Le 5 canzoni da “Tempest”:
-"Duquesne whistle"
-"Pay in blood"
-"Early Roman kings"
-"Scarlet town"
-"Long and wasted years"
L'album è stato pubblicato nel 2012. Un album scuro e cupo, intriso di
violenza. Tutti i brani hanno un tocco di morte e di umore violento. Anche
"Duquesne whistle", quando il video clip gli ha aggiunto un'interpretazione
violenta.
- "Early Roman Kings". Si sta riferendo ai primi re romani? O agli avidi
uomini d'affari che proliferano in tutto il mondo? Non c'era Detroit durante
l'Impero Romano.
- “Potere, avidità, corruzione... “, ha detto in “Blind Willy Mc di Tell.
- "Scarlet Town". Dove è nato. Potrebbe essere Duluth o Hibbing.
- "Long and wasted years", un cuore spezzato, forse una vita spezzata!
Dai bei vecchi tempi:
-" Blowin’ in the wind". Il “Freewheelin' Bob Dylan" del’62. L'inno dei
pacifisti, contro la guerra, anti-Vietnam. Anche se in nessuna parte della
canzone di Bob usa la parola Vietnam. La sua forza, il segno di un genio.
Lui ha reso la canzone universale e senza tempo. "Blowin 'in the wind" è
legata a Bob Dylan come “Guernica” è legata a Pablo Picasso.
- "She Belongs To Me". Da Bringing it all back home del 1965, l'album
elettrico. Una canzone d'amore, ovviamente per Suzy Rotolo, sua amica,
amante, musa ispiratrice dal ’61 al ‘65. La donna che lo ha ispirato più di
tutte a scrivere canzoni di protesta e di poesia. Suzy era figlia di un
comunista italiano, ed era un’artista di sinistra. Ha introdotto Bob
all’arte ed alla letteratura europea. Il Dadaismo ed il surrealismo hanno
avuto una forte influenza in "Subterranean Homesick blues". La prima canzone
punk/rap mai scritta.
-"Tangled Up In Blue".Da Blood on The Tracks del 1975. Un capolavoro per i
fans anche se Bob non ha mai capito come si possa amare un album così pieno
di dolore. "Le più belle poesie provengono dal dolore più profondo ", ha
detto Arthur Rimbaud. Qui ci siamo! Bob si era separato dalla sua prima
moglie, Sarah, dopo aver preso lezioni di pittura da Norman Raeben a New
York. Raeben era un filosofo tanto quanto pittore e gli insegnò a guardare
il mondo con gli occhi dell'artista. Bob e Sarah non riuscirono più a
comprendersi di nuovo l'un l'altro e Bob allora si trasferì nella sua
fattoria in Minessota a scrivere le canzoni per l'album, con il cuore
spezzato e l’anima arrabbiata.
- "High Water" (for Charlie Patton). Da Love and Theft del 2001. Charlie
Patton vedeva "acqua alta in tutto il mondo". Si noti che l'album si chiama
"Amore e furto "
-." Spirit on the Water" Da Modern Times del 2006. Dolce e oscillante, jazzy
al pianoforte.
- "Love Sick". Da Time Out of Mind del 1997. Il cuore più rotto in una
canzone d'amore, secondo il Maestro stesso. Quando l' amore è una cosa
drammaticamente dolorosa. Tutti potranno provare questa sensazione una volta
nella loro vita e associarlo com questa canzone e urlare con Bob: “Sono
stufo dell’Amore, vorrei che non averti mai incontrata. Sono stufo dell’
Amore, sto cercando di dimenticarti. Solo che non so cosa fare, darei
qualsiasi cosa per essere solo con te”.
Alla pausa Bob ha detto: "merci beaucoup".
Merci beaucoup a toi mon ami.
Grazie a te, amico mio.
Paris, France - Palais de Sports, October 18,
2015
by Laurette Maillet
Sono arrivata da Saarbrucken in treno fino a Metz e col car sharing fino a
Parigi. Sono alla “Porte de Saint Cloud” alle 01:30. Devo viaggiare 1 ora in
metropolitana di Créteil dove incontro Maxime e ci incamminiamo verso il suo
appartamento che condivide con la madre. Ho incontrato Maxime in Florida
quando abbiamo fatto il volontariato in una fattoria nella scorsa primavera.
Abbiamo chiacchierato e ci siamo rilassate. Alle 05:45 ho preso la
metropolitana per la “Porte de Versailles” dove c'è il Palais de Sport.
E' strano sentire parlare francese ad uno show di Bob Dylan. Alle 07:45 un
bell’uomo mi si avvicina e mi porge un biglietto. Mi chiede di essere
discreta perchè gli uomini del servizio antiscalpers sono in guardia. Ho
rapidamente trovato il mio posto all'interno del locale. Sono in 10° fila al
centro. Woah! Chiacchiero con Francesco (che mi ha venduto il biglietto).
Lui è
impressionato dal mio modo di vivere, dedicato a Bobby. Lui non pensa che
io sia una pazza. Grazie. L'organizzazione è folle: gli uscieri accompagnano
le persone al loro posto per denaro!
Stu è in orario. Il suono è eccellente. Subito capisco che sarà un grande
spettacolo. Bob è felice di essere nella spensierata Parigi.
La scaletta è la stessa di Saarbrucken.
Bob continua con questa piccola routine.
Ma per me suona nuova di zecca.
Si tratta di uno spettacolo di magia.
Bob passa per molte canzoni. Sembra in qualche modo che provi dolore.
Movimenti strani col ginocchio, o semplicemente un 'atteggiamento?
Non vedo la sua faccia.
La sua voce è chiara e forte.
Ho sentito molte volte i fans gridare “Merci Bob!”.
Il pubblico è rispettoso.
C'è solo un pò di movimento nella prima fila alla fine dello show, quando
Bob ringrazia il pubblico. I fans si avvicinano al palco. Il mio miglior
spettacolo finora da Oslo. Stoccolma aveva un suono eccellente , ma questo
era speciale.
Dico poche parole a Jason. Lo ringrazio per l'ottimo lavoro che ha fatto
sul suono.
Prendo la metro indietro a Creteil per tornare da Maxime.
Mangiamo un boccone e andiamo a letto.
Grazie Francesco, grazie Maxime, la madre di Maxime, Simon, Jason ...
grazie a tutti voi, siete tutti brave persone!
Grazie alla Band e grazie ... BOBBY!
Saarbrucken, Germany - Saarlandhalle, October
17, 2015
by Joachim Richter
Prima sorpresa della serata è stata ... la sede. La "Saarlandhalle" è stata
costruita alla fine degli anni sessanta, vecchio stile, ma comunque molto
bella. Ovviamente è stata tenuta in buone condizioni. L'acustica era
perfetta e l'atmosfera si adattava perfettamente alla "nuova" maniera del
vecchio Bob. Basta leggere su Wikipedia che i proprietari hanno in programma
di abbattere questa bella sala da concerto per costruirne una nuova ... che
vergogna.
Questo era il mio 28° concerto di Bob e il primo in Saarbrücken ... è stato
il migliore in molti anni. Anche se era così buono, è difficile scrivere su
di esso. Cos'è successo?
Abbiamo una set list più o meno statica. Questa può essere un pò noiosa se
non ci son sorprese. La band suona in modo perfetto da molti anni ...
Quest'anno però, hanno raggiunto un nuovo livello di perfezione. Questo deve
avere qualcosa a che fare con le registrazioni di"Shadows in the night" e
con l’uso economico degli strumenti in questo disco: "Meno è di più".
Negli ultimi anni nello show si avevano circa 20 canzoni di cui forse 2 o 3
o 5 erano da stordimento, il resto era bello o nella media o noioso o
semplicemente brutto. In Saarbrücken avevamo 20 canzoni e quasi ognuna di
loro è stata perfetta.
Interessante il fatto che le uniche canzoni che sono state un pò sotto lo
standard sono state proprio un paio di canzoni "vecchie", "She belongs to
me” e "Tangled up in blue", che avrebbero potuto amche non essere suonate e
forse lo spettacolo sarebbe stato ancora migliore. Il pubblico era
ovviamente molto ben informato sulla nuova set list. Nessuno ha fischiato
per reclamare i vecchi successi. Buono!
Naturalmente, tutto quanto sopra detto è veramente rilevante, Bob ora usa
la sua voce per cantare come ha già fatto in estate. Non saprei dire perchè
la sua voce è ora così buona e perché era molto peggio negli anni passati.
Non abusa più della tastiera... lui non offende più il suo pubblico con gli
upsinging ... lui non tortura i suoi musicisti per suonare cose strane con
tempi strani... un giorno potrei desiderare di rivedere il vecchio Bob
cattivo!
Braunschweig, Germany - Volkswagen Halle,
October 15, 2015
di Laurette Maillet
Prendo il treno delle 12. 25 da Berlino che va dritto a Braunschweig. Il
viaggio dura solo 1 ora e 25 minuti. Ho una bella conversazione con un donna
circa la situazione economica e la scolarizzazione. Sta piovendo adesso. Il
cielo è grigio. Devo camminare per 10 minuti per l'indirizzo che Boboleon
(il mio amico francese) mi ha dato. Mi rilasso finchè Boboleon
mi chiama e mi dice che lui e due suoi amici verranno al concerto. Abbiamo
bisogno solo di 1 biglietto perchè Helmut mi ha dato il suo e 2 li avevamo
già acquistati. Chiacchieriamo un pò di Bob e Boboleon ci porta alla sede
del concerto, la Volkswagen Halle, perchè Braunschweig è la città dove c’è
la sede della Volkswagen. Tutte le economie qui sono basate sulla
costruzione delle automobili, la Detroit tedesca. Il luogo è enorme, il più
grande finora. Non abbiamo alcun problema per acquistare un biglietto per
Boboleon, un buon posto per soli 75 €, al centro della terza fila. I
biglietti sono a buon mercato. Ho sentito che la società Volkswagen è
sponsor della manifestazione. Poteva essere per questo.
E' il mio 12° spettacolo in questo tour.
Avrebbe potuto essere noioso, ma no, mi sento più felice che mai.
Io sono qui, dove così tanti fans vorrebbero essere.
Quindi, in realtà io rappresento gli assenti!
Sono sempre grata di essere dentro la sede.
Molte persone sono state gentili con me.
Grazie, alla brava gente di buon cuore!
E perdono ... gli altri!
Stu è in tempo, e così anche Bob. Il suono è buono per un posto così grande.
Si inizia nello stesso modo.
1. "Things Have Changed" è cara al cuore di Bobby. L'Oscar deve essere sul
palco da qualche parte.
2. "She Belong To Me". Una canzone del passato, “Per Halloween dalle una
tromba e per Natale comprarle un tamburo”.
3. "Beyond Here Lies Nothin". Sempre la mia preferita. Non riesco a smettere
di spostare la mia sedia. Spero solo di poter stare in piedi e ballare. Lo
faccio, a volte.
4. "Melancholy Mood". Oh! Che sorpresa! Una lunga intro della band prima che
Bob prenda il microfono. Jazzy e dolce. Fallo di nuovo Bobby. La adoro.
5. "Duquesne Whistle". Un piccolo errore in alcuni testi. Non è la prima
volta. Attenzione. Ti controllo!
6. "What I’ll Do". Dolce e gentile.
7. "Pay In Blood". Meno dolce e gentile. Il passaggio dalla gentilezza, alla
malinconia e all'amore per ... Bob Dylan a muso duro e arrabbiato!
8. "I’m A Fool To Want You". Mi è piaciuta molto!
9. "Tangled Up In Blue". Questa è quella che il pubblico riconosce subito.
Nessun applauso stasera dopo l'assolo di armonica, quando Bob si sposta al
piano per l'ultimo verso.
Il pubblico è tranquillo, troppo tranquillo!
(intervallo)
10. "High Water (per Charley Patton)". Mi dispiace che sia una delle canzoni
più vecchie, non ha davvero fine, ma è rinata ancora ed ancora. 11. "The
Night We Call It A Day". Non la mia tazza di tè.
12." Early Roman Kings". Con Stu alla chitarra elettrica potrebbe essere più
interressante. Quelle Marakas sono strane. Io batto sempre il tempo con i
piedi e dondolo la testa in questo pezzo.
13. "Why Try To Change Me Now". Potrebbe essere un messaggio per alcuni
fans. 14." Spirit On The Water ". Mi piace e la canto con lui, Bobby sta
facendo bene al pianoforte. Uno dolce canzone di Bobby. “Voglio stare con te
in paradiso, e sembra così ingiusto che io non posso andarci, ho ucciso un
uomo laggiù”. Un grande senso dell'umorismo che manca alle canzoni di
Sinatra.
15. "Scarlet Town". No comment.
16. "All Or Nothing At All". Bella e dondolante. Mi piace.
17. "Long and Wasted Years". “Abbiamo pianto in una fredda e gelida mattina,
abbiamo pianto perché le nostre anime ci sono state strappate, non solo per
le anime, ma anche tanto per questi lunghi e sprecati anni. L'opposto dello
stato d'animo di Sinatra. Una mente torturata. Questo è Zimmy vs Bobby.
18. "Autumn Leaves". In origine una poesia di Jacques Prevert. "C’est une
chanson qui nous ressemble Toi, tu m’aimais
et je t’aimais, Et nous vivions tous deux ensemble, Toi qui m’aimais, moi
qui t’aimais. Mais la vie sépare ceux qui s’aiment. Tout doucement, sans
faire de bruit. Et la mer efface sur le sable. Les pas des amants désunis.
"La traduzione in inglese non è fidele.
(Encore)
19. "Blowin' in the Wind". Giusto per ricordare al pubblico chi è e dove
tutto è cominciato.
20. "Love Sick". La sua canzone dell’amore più doloroso, ma così vero per
tutti. C'è sempre o ci sarà sempre una situazione simila nella vita. Per me,
è ora.
Vorrei avrebbe potuto essere un pò 'più vicina. Finora non ho avuto la
possibilità di vedere la sua faccia.
Il pubblico era tranquillo, troppo tranquillo. C'era un pò di agitazione su
"Tangled up in blue", ma niente isteria. Dopo lo spettacolo ci incontriamo
al merchandise. I miei amici non hanno riconosciuto la maggior parte delle
canzoni. Essi aspettavano "Mr. Tambourine Man" e "Hurricane". Sono giovani e
delusi. Potranno solo dire: “Sì ho visto Bob Dylan live' ... come una
Leggenda”.
Torniamo a casa. Boboleon e Hans hanno bisogno di alzarsi presto la mattina
successiva per andare al lavoro. Boboleon ed io abbiamo tenuto una piacevole
conversazione in cucina in francese. Andiamo a letto alle 01:00. Grazie
Bobby!
Berlin, Germany - Oslo Konserthus, October
13, 2015
by Matthias Steuke
Ombre e luci, il Re è qui con la sua corte,
il presentatore lo annuncia alla folla
e finalmente appare il Maestro
con la sua voce ormai logora,
parla con noi che cominciamo a librarci nel suono fioco,
il Maestro si nasconde nei cono d’ombra delle luci,
dietro la barriera dei microfoni
lo sentiamo chiaro, lui cammina come il padrone,
ci porta lontano da qui, dal nostro disastro interiore
mentre cala la notte con la pioggerella.
Prima o poi la cerimonia deve finire,
lo spettacolo è impostato per terminare,
nascerà di nuovo domani,
proprio come è sempre stato,
quando spunta l’alba
sui milioni di labirinti,
attraverso la foschia oscura,
torniamo verso casa barcollando,
volto del Maestro ancora in mente
solcato dalle rughe e piena di vita, ci porta
coi suoi occhi segretamente sorridenti
tra gli alberi, dove sussurrano le voci.
Una appartiene a Yulia,
che una volta era con noi
ma le cose sono cambiate,
Sono triste e completamente immobile,
le sue parole riecheggiano a lungo nelle mie orecchie,
non eravamo lontani dall’ attraversare quel fiume
ma il treno ci portava lontano,
giusto in tempo,
come ogni giorno comune.
Io cammino per la strada di casa
Atrraveso vie che sono tutte morte
tante cose si affollano nella mia testa,
così, tante cose mai dette.
Frederiksberg, Denmark - Falconer
Salen, October 8, 2015
by Niels J. Dinnesen
SILENZIO COME TUONO - Un saggio ispirato al Concerto di Bob Dylan a
Copenaghen
Vedo l' attuale set list di Bob Dylan impostata come il tentativo
dell'artista, utilizzando una stringa fissa di canzoni, di presentare un
racconto integrato e progressivo che ha un inizio, una parte centrale e una
fine. Le canzoni, e la sequenza in cui vengono eseguite, sono accuratamente
pianificate. In questi ultimi anni, l' ordine non è mai stato in alcun modo
casuale. Ogni spettacolo è un racconto potente che merita di essere visto e
sentito come tale - e da prendere alla lettera per quello che è.
Il tema principale è l'amore e l'amore perduto, il dolore e la sofferenza di
aver perso un vero amore. E' il racconto di "Un uomo preoccupato con una
mente preoccupata / Nessuno davanti a me e niente dietro". Queste sono le
prime parole della canzone di apertura, "Things Have Changed". A seguito di
questa, le prossimi due canzoni "She Belong To Me" e "Beyond Here Lies
Nothing" hanno a che fare con l'amore romantico:
Bow down to her on Sunday
Salute her when her birthday comes
(She Belongs To Me)
We’ll keep on loving pretty baby
For as long as love will last
(Beyond Here Lies Nothing)
Le cose cominciano ad andar male con la quarta canzone - e molto più tardi,
alla fine dello spettacolo, la canzone finale presenta la massima
espressione della tragedia, il male e il dolore straziante per l'amore
perduto del narratore.
I’m sick of love; I hear the clock tick
This kind of love; I’m love sick
Sometimes the silence can be like the thunder
Sometimes I feel like I’m being plowed under
Could you ever be true? I think of you
And I wonder
I’m sick of love; I wish I’d never met you
I’m sick of love; I’m trying to forget you
Just don’t know what to do
I’d give anything to be with you
(Love Sick)
Il brano termina con una contraddizione forte e passionale. Il narratore
dice: "Vorrei non averti mai incontrata" e "Sto cercando di dimenticarti".
Ma poi dichiara: "Darei qualsiasi cosa per stare con te".
Il tema dell' amore perduto è iniziato dalla quarta canzone dove la triste
notte, gli amanti la chiamano. Da questo punto molte delle canzoni seguenti
trattano di questo filo comune, tra cui la maggior parte delle vecchie
canzoni incide recentemente dall'artista per il progetto di "Shadows In The
Night". Sette di queste canzoni sono ora parte dello show corrente.
Molti recensori recensiscono queste canzoni tradizionali come "cover di
Sinatra", ma questo è un enorme eufemismo. Originariamente, queste canzoni
sono state cantate (tra gli altri) da Frank Sinatra, ma che non è il motivo
per cui l'artista le ha scelte. Le canzoni sono state selezionate per il
progetto "Shadows", e ora per la scaletta corrente, perché sono espressioni
di genuine emozioni e sentimenti del narratore in materia di amore e amore
perduto. Le melodie sono orecchiabili, sì, ma le parole di queste canzoni
sono ciò che è essenziale per il racconto.
Solo di alcune delle vecchie canzoni nei loro titoli indicano il tema
dell'amore perduto. "The Night We Call It A Day", "What i'll Do?", "I'm A
Fool To Want You", "Where Are You", e i testi sono abbastanza espliciti:«
Per tutta la vita devo continuare a fingere? / Dov'è il mio lieto fine, dove
sei, dove sei?".
Verso la fine del racconto viene "Autumn Leaves", che in origine era una
canzone francese, scritta dal compositore ungherese-francese Joseph Kosma
con testi del poeta Jacques Prévert. I testi in inglese sono stati scritti
dal cantautore americano Johnny Mercer nel 1947, e la canzone è stata
registrata da decine di artisti, uno dei quali era Sinatra nel 1956.
Since you went away
The days grow long
And soon I'll hear
Old winter's song
But I miss you most of all
My darling
When autumn leaves
Start to fall
(Autumn Leaves)
Il racconto non è solo amore perduto. Altri temi nella parte centrale dello
show appaiono con diversi aspetti della finali - dai sentimenti e pensieri
sulla morte del narratore fino alla fine dei tempi e la distruzione finale,
il caos della grande inondazione. "E' dura là fuori / Acque alte
dappertutto":
High water risin’, six inches above my head
Coffins droppin’ in the street
Like balloons made out of lead
(High Water (for Charley Patton))
Nella canzone di apertura, lo "uomo preoccupato con la mente preoccupata" è
ben vestito, "in attesa sull'ultimo treno", in piedi sul patibolo con la
testa nel cappio. "Da un momento all'altro mi aspetta l'infernoi". Immagini
simili dell'esaurusi del tempo appaiono in "Duquesne Whistle", dove a volte
il fischio suona come se il treno fosse alla sua corsa finale.
Immagini ancora più dure di distruzione e morte appaiono in "Pay In Blood"
ed "Early Roman Kings". Queste sono espressioni dei lati oscuri. Le parole
sono minaccioseo. Il disastro si nasconde dietro ogni angolo:
Well I’m grinding my life out, steady and sure
Nothing more wretched than what I must endure
(…)
How I made it back home, nobody knows
Or how I survived so many blows
(Pay In Blood)
I can strip you of life, strip you of breath
Ship you down to the house of death
One day you will ask for me
There'll be no one else that you'll wanna see
Bring down my fiddle, tune up my strings
I'm gonna break it wide open like the early roman kings
(Early Roman Kings)
Scarlet Town è un mix di tutto - dal bene al male, dall' inizio alla fine ,
dal nero al bianco, al giallo ed al marrone / E' tutto lì davanti a voi in
Scarlet Town".
Nel contesto della corrente set list impostata come il racconto di un amore
perduto e finali tragici, il vecchio classico "Blowin' In The Wind" assume
un nuovo significato e diventa una serena e ingenua riflessione degli eventi
estremi e delle emozioni alle quali abbiamo assistito. «Quante volte un uomo
deve guardare in alto / Prima di poter vedere il cielo?" Abbiamo visto il
cielo e sentito piangere la gente - e sappiamo che troppe persone sono
morte. "Tanto per le lacrime, tanto per questi anni lunghi e sprecati".
Lo spettacolo a Copenaghen dell' 8 Ottobre era ben concepito, emotivo, ben
realizzato con un chiaro senso di ogni dettaglio negli arrangiamenti
musicali, negli stili vocali usati, nelle luci di scena e nell' intera
impostazione.
Vedo la set list corrente e lo spettacolo attuale come un tentativo riuscito
dell'artista, attraverso una serie selezionata di canzoni, di presentare un
racconto coerente e progressivo. Sento l'intero spettacolo come una
espressione sublime e tenera. Il narratore si ritrae come un uomo
preoccupato con una mente preoccupata. Egli si avvicina alla fine della sua
giornata e talvolta vede il mondo sull'orlo del disastro, ma è ancora in
movimento e sente la nostalgia per il suo vero amore perso, implorando
"Darei qualsiasi cosa per stare con te." Non un bel canto del cigno. Non è
ancora buio.
Now I’m going back again
I got to get to her somehow
(…)
Me, I’m still on the road
Towards another joint
We always felt the same
We’ve had our different points of view
Tangled up in blue
(Tangled Up In Blue)
Scritto nel mese di ottobre del 2015.
Pubblicato su Bob Link il 15 Ottobre 2015.
Stockholm, Sweden - Stockholm
Waterfront, October 6, 2015
by Anders Tidström
49 anni fa l'ho sentito al Konserthus di Stoccolma. Dopo tutti questi anni è
lo stesso Dylan. Egli ora canta ciò che è importante per lui e tende ad
essere importante pure per il pubblico (per lo più). Ci sono stati tre
spettacoli a Oslo e ora due a Stoccolma per iniziare questo tratto del suo
tour 2015. La scaletta è stata quasi identica fino ad ora. Potrei dare un
sacco di pareri circostanziati su Dylan e su cosa stia facendo sul palco. Ma
preferisco raccomandare la lettura delle recensioni dei concerti di Oslo di
Steinar Daler (10/1) e Johnny Borgan (10/3). Molto interessanti!
Daler afferma alcune cose, ma Borgan non è d'accordo. Questo porta i nostri
pensieri sulle possibili/impossibili aspettative e sui punti di vista su
Dylan.
Daler sostiene (dopo aver visto Dylan 200 volte) che Dylan ora purtroppo non
sia più genuino quando canta le old-time-covers dal vivo. Borgan invece
sottolinea il fatto interessante che non ci sia mai stata una delusione come
questa negli anni passati. Dylan va elettrico, no, Dylan va al country,
Dylan va al gospel, oddio, ora Dylan canta Sinatra, boo!
Penso che Borgan abbia voluto dire: QUESTO È DYLAN! Dylan è genuino quando
porta sul palco i tesori musicali nei quali lui crede veramente, e infine
devo confessare: Duquesne whistle, Pay in blood, Scarlet town e Blowin' in
the wind sono state frizzanti di energia e The night we call it a day e
Autum leaves sono state chicche dal dolce odor del miele.
Il Bob Dylan che noi,
dopotutto, ci aspettiamo di vedere. Molto Dylan, molto umano!
Stockholm, Sweden - Stockholm Waterfront, October 5, 2015
by Lena G.
L'intero scenario sembrava una vecchia cartolina che improvvisamente era
tornata in vita.
E fuori dalla cartolina una grande musica come in streaming, gioia, e un
uomo con una splendida voce e la sua band solida. E voglio inviargli un
messaggio: "Grazie per la musica, grazie che tu esisti e porti quelle
vecchie perle di nuovo in vita in modo forte e con amore!
Oslo, Norway - Oslo Konserthus, October 3,
2015
by Laurette Maillet
Va bene, ultimamente sono in corso alcune le discussioni sui 3 concerti di
Bob Dylan a Oslo, Bene! Io ero lì. Ho visto anche circa 400 shows nel corso
degli anni così ... La mia prima impressione è stata: "troppe cover di Frank
Sinatra e non abbastanza canzoni di Bob Dylan", altro particolare è che non
ha cambiato nemmeno una canzone dall’ultima setlist. Io non amo molto
l'album Sinatriano “Shadows in the night”, ma Dylan è Dylan e io ascolterò
questi pezzi a casa. Per quanto riguarda gli shows, il suono è sempre
perfetto, i musicisti sempre grandi, Bob Dylan sta facendo del suo meglio
per essere professionale. Quindi, se si vede solo uno spettacolo o due
potrebbe piacere (o no) ... Il problema è ... Se sei un fan fedele e segui i
concerti on the road , dopo 2 o 3 show uguali (o quasi, col cambio di solo
alcuni delle canzoni Sinatriane) potresti pensare che lo show, così com’è,
sia una specie di furto, in particolare, se si pagano un sacco di soldi per
i biglietti. Ma ... Bob Dylan non è una prostituta e non vuole fare quello
che ti piace solo perché hai pagato....non ha mai chiesto a nessuno di
seguire uno qualsiasi dei Tours. Quindi tu che lo segui alla fine dello show
puoi dire che non ti piace la nuova direzione.
Il mio stato d'animo dopo Oslo è stato quello di lasciare: grazie e Ciao!
Beh, ora sono a Stoccolma ed ho cambiato il mio stato d'animo. Dylan non
deve cambiare il suo spettacolo solo per compiacere le mie aspettative.
Considerando che è Bob Dylan e considerando quello che ha fatto finora ...
io gli darò una possibilità in più. Andrò agli spettacoli con gratitudine
per la sua presenza, avrebbe potuto morire tante volte o andare in pensione.
Io saprò essere di mentalità aperta e rispettosa per la sua decisione e il
coraggio di affrontare le critiche. Dopo tutto ... lui non ha bisogno di
soldi, né di gloria, così lui ha il diritto di piacere per se stesso e fare
ciò che gli piace.
Forse è stanco di essere Bob Dylan e vuole cercare di essere qualcun altro,
chi lo sa? Quindi, consideriamo che è un artista: un uomo libero con uno
spirito libero.
Vai Bobby, sii felice, ci vediamo in giro.
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by Johnny Borgan
"Perché cercare di cambiarlo adesso?"
Pensieri dopo i tre spettacoli al di là della gamma dell'esperienza umana
normale a Oslo.
E' possibile vedere 200 spettacoli di Bob Dylan e ancora non riuscire a
capire cosa Bob Dylan sia veramente. Nell' anno del 50° anniversario della
prima bordata di fischi a Dylan, i nuovi disturbatori lo stanno ancora
attaccando perchè lui è l’artista che è, comportandosi ed andando dove lo
guida il suo cuore ed il suo spirito, con la sua voce che fa bruciare di
passione l’anima. E' la solita storia, i fans rivendicano l’esclusiva
proprietà di Dylan, e lo criticano per quei movimenti artistici che nemmeno
loro stessi riescono a capire, successe a Newport e nel successivo tour per
tutto l’anno, è successo quando Dylan si spostò al Country e quando cominciò
a divulgare il Vangelo nel suo periodo di cristiano rinato, quando riscrive
le parole e le melodie delle sue canzoni e quando gli è indifferente cantare
le canzoni «giuste» nei toni giusti. E’ successo anche quando Dylan ha fatto
uscire «Shadows In The Night», e quando canta le canzoni dello stesso album
dal vivo. Boooo! E' spazzatura! È noioso! Booo! Ancora una volta. Si sono
sbagliati.
Una poesia è una persona nuda. E Bob Dylan, cantando «Io sono un pazzo a
volerti» è un'anima nuda. E' come il pubblico, una volta che ha aperto gli
occhi, le orecchie ed il cuore, tiene il respiro per non perdere una parola
o un sospiro delle sue prestazioni, e come un trapezista senza alcuna rete
di sicurezza sceglie la più alta montagna da scalare come cantante, canzoni
che sono spietate ed in un batter d'occhio vi faranno inciampare e cadere.
Ma lui era indifferente a questi rischi in queste tre notti, lui ha osato.
Bob Dylan continua a tenere aperte le porte, come ha sempre fatto, tra
rinnovamento e tradizione, tra poesia e musica, spostandosi da un genere
musicale all’altro in questi shows, lui può essere Sinatra e Billie Holiday,
oppure Muddy Waters e Hank Williams e ancora una volta ti mostra l'ovvio,
quando si tratta di musica non vi è alcuna necessità di pattugliare i
confini. Lui è sintonizzato con l'intramontabile, carico di significati e
compassione. Attraverso le sue canzoni e attraverso gli standard evergreen
opportunamente alternati e miscelati insieme, lui ci prende e ci porta
nell’oceano dei cuori spezzati dal crepacuore, e termina con un grido di
esistenzialista in «Love Sick", - “Faccio qualunque cosa per esere qui con
voi”. Ed eccolo di nuovo dunque, ancora in piedi, voce e cuore che vanno
verso i 75 anni, sempre con il gas schiacciato per attraversare tutta la sua
vita, il cambiamento, per strapparsi un altro pezzo di pelle e mostrarci che
si preoccupa ancora dopo tutti questi anni.
Noioso? No, sono noiose solo quelle persone che si sono annoiate in queste
tre serate.
Bob Dylan & His Band non saranno mai solo una cover band. Ogni canzone che
lui canta la fa propria.
Cosa possiamo chiedere di più? Lui è un un artista, lui non si gira a
guardare indietro. Lui ci può dare tutto o niente di niente, ma noi abbiamo
la grande fortuna di essere suoi contemporanei. Questo non vuol dire che ci
deve piacere tutto quello che fa.
Certo che no, ma dobbiamo rispettare il fatto che lui sia sempre in cerca
dei segreti nascosti nella propria voce e nella sua anima.
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Oslo, Norway - Oslo Konserthus October
3, 2015
1) Things Have Changed - Partenza lenta, Dylan non ancora a fuoco.
2) She Belongs To Me - Buon cantato, armonica OK. band OK.
3) Beyond Here Lies Nothin’ - non così potente come le due prime esecuzioni
nei precedenti due show. Cantato OK.
4) The Night We Called It A Day - Il materiale di "Shadows" accende
realmente Dylan, buoni la band e Dylan.
5) Duquesne Whistle - Buona partena ma finale non altrettanto buono.
6) What’ll I Do (Irving Berlin) [LIVE DEBUT] - Debutto pesante, Grande
cantato.
7) Pay In Blood - versione debole come negli altri 2 shows. Mancava energia.
8) I’m A Fool To Want You - Fantastici il canto e la band. Brillanti
9) Tangled Up In Blue - Versione deludente, Ok la voce, dolce armonica e
solida band.
10) High Water (For Charley Patton) - Buona.
11) Where are you? - Buona versione, non così forte come le altre di
"Shadows".
12) Early Roman Kings - alla band piace davvero questo pezzo, la versione
dell'album non è una delle mie preferite, ma in concerto brilla. Rock....
13) Why Try To Change Me Now - un'altra canzone amabile da "Shadows".
Brillante.
14) Spirit On The Water - prestazione media, un pò sotto tono dopo due
grandi prestazioni (ERKing & WTTCMNow).
15) Scarlet Town - Poteva essere meno brillante delle due sere precedenti,
ma ancora fantastica, La amo.
(..You fight ’em with whiskey, morphine and gin.. If love is a sin, then
beauty is a crime..)
16) All Or Nothing At All - Di gran lunga la più debole di "Shadows", band
OK, canto OK, ma piuttosto noiosa.
17) Long And Wasted Years - OK.
18) Autumn Leaves - Funziona! Non così buona come giovedi e venerdi ma
sempre piacente.
19) Blowin’ In The Wind - Una davvero buona BITW.
20) Love Sick - Abbiamo amato LS, la canzone perfetta per mandarci a casa
contenti! Io vago per le strade morte, cammino con te nella mia testa!
(Fonte:
http://alldylan.com/bob-dylan-oslo-norway-october-3-2015-with-audio/)
Oslo, Norway - Oslo Konserthus October
2, 2015
Another lovely concert in Oslo.
Oslo, Norway Oslo Konserthus
October 2, 2015
•Bob Dylan (vocal, grand piano & keyboard)
•Stu Kimball (guitar)
•Charlie Sexton (guitar)
•Donnie Herron (violin, mandolin, steel guitar)
•Tony Garnier (bass)
•George Recile (drums & percussion)
Setlist, le mie impressionii:
Ho solo bisogno di fare alcune osservazioni:
• Non mi piacciono le recensioni tradizionali (recensioni di album,
recensioni dei concerti, recensioni di libri, ecc ..)
• Io odio il caos, amo l'ordine (Dylan: "Io accetto il caos, il caos accetta
me..? (a Nora Ephron e Susan Edmiston - estate 1965) Il caos è mio nemico (~
Egil))
• I miei commenti sono ciò che sento tradotto in parole (non gradite a
tutti, ma sincere)
• A volte collego i miei sentimenti attuali a sentimenti più grandi
(memorie)
• Amo le statistiche ed i fatti .. il mio cervello è fatto così
• AMO Bob Dylan
ok .. andiamo avanti ....
1) Things Have Changed - Buona partenza, come sempre....questa non può
sbagliare....band infuocata, cantato OK.
2) She Belongs To Me - leggermente sottotono, cantato così così, band non
brillante, buona armonica.
3) Beyond Here Lies Nothin’ - Dylan e la band erano nel pezzo, buon lavoro,
arrangiamento bello.
4) The Night We Called It A Day - Materiale da "Shadows", Dylan davvero su
di giri ed esegue un'ottima performance vocale, band gradevole.
5) Duquesne Whistle - Molto sottotono, Dylan sembrava scazzato, band davvero
buona, il voto potrebbe essere da 3 a 6, ma....no, Dylan non ha dato
abbastanza.
6) Why Try To Change Me - Il materiale di "Shadows" energizza il nostro
uomo, band brillante, buon cantato.
7) Pay In Blood - Grande prestazione, palco infuocato. le tante scazzature
scacciate....yeah! Versione stellare.
8) I’m A Fool To Want You - Partenza un pò debole ma si riprende procedendo
perfettamente, fantastica versione.
9) Tangled Up In Blue - Cazzo, Dylan non c'era. Brutta versione, la band
cercava di rimediare alle mancanze di Dylan.
10) High Water (For Charley Patton) - Canzone OK, credo che la canzone
carichi i musicisti.
11) Where are you? - Di nuovo crooner....cantato sincero, band amabile.
12) Early Roman Kings - Solida, band davvero forte.
13) Full Moon And Empty Arms - Bella versione, brillante, band e cantato
proprio...amabili.
14) Spirit On The Water - Luce troopo brillante sul palco, perchè mai? Buona
band e buon cantato.
15) Scarlet Town - Di nuovo versione fantastica.
16) All Or Nothing At All - OK.
17) Long And Wasted Years - Deludentissima, cantato scarsissimo da parte di
Dylan.
18) Autumn Leaves - Funziona tutto! Un'altra versione perfetta..sia la band
sia il canto...proprio brillanti.
19) Blowin’ In The Wind - Tutti amiamo BITW, ma questa era una versione
troppo noiosa.
20) Love Sick - Finale ammazzatutti! Arrangiamento con un Dylan a
punto,,,dynamite. Fan-fottutamente-tastica.
(Fonte: http://alldylan.com/bob-dylan-oslo-norway-october-2-2015/)
Oslo, Norway - Oslo Konserthuset, October 1,
2015
by Steinar Daler
Nella mia città, Oslo, la maggior parte delle persone con le quali ho
parlato dopo il concerto erano felici, alcuni erano anche molto felici e
alcuni nuovi occasionali spettatori erano sorpresi dal suo buon canto e
dalla grande band. Le recensioni sui giornali norvegesi di oggi parlano di
un ottimo concerto.
Sì! La band è grande!
Sì! Il cantato di Bob è grande!
Sì! Gli arrangiamenti sono fantastici!
Sì! La sede e il suono erano ottimi!
Ma io ho visto più di 200 concerti di Bob, e per me, questo è stato uno dei
pochi concerti che ho visto che valuto davvero di basso tono.
PERCHE'? Quando vado a un concerto di Dylan, voglio canzoni di Dylan, non
una «Sinatra» cover band (anche se probabilmente di questa cover band mi
piace il vocalist “meglio di Ol’ Blue Eyes”. A me le 7 «canzoni Sinatra»
sono risultate noiose - non è il mio genere di musica. «Autumn Leaves» è un
qualcosa di OK, ma conosco almeno 500 canzoni di Dylan che mi piacciono di
più. Un paio delle sue canzoni suonate ieri sera; «Beyond Here Lies Nothin’»
e «Spirit On The Water » sono risultate anche loro un pò noiose. Ed «Early
Roman Kings» anch’essa non è un capolavoro.
Più o meno 10 canzoni che non mi sono piaciute e che ho trovato noiose, che
sono la metà del concerto. Non riesco a ricordare l'ultima volta che ho
visto un concerto di Dylan con mezza set list noiosa. Forse mai.
Ho ovviamente sentito Dylan fare cover che ho amato durante tutti gli anni
dal 1978 ad oggi, posso citarne un sacco, ma 7 cover noiose nello stesso
concerto non le ho mai sentite prima.
Belle versioni di «Duquesne Whistle», «Tangled Up In Blue», «High Water» e
«Blowin’ in the Wind » e una davvero grande versione (come sempre) di «Long
And Wasted Years» e «Love Sick», ma non sono abbastanza, a mio avviso, per
considerarlo un buon concerto.
Non so cosa aspettarmi stasera, probabilmente la stessa cosa. La mia unica
realistica speranza è che suonerà «That Lucky Old Sun», l'unica canzone di
«Shadows In The Night» che mi piace molto.
Locarno, Switzerland - Moon & Stars Festival,
Piazza Grande, July 15, 2015
ciao Mr. Tambourine,
per addolcire tarantulalips, ecco un'altra recensione da un sito ticinese:
http://ticinotoday.ch/content/soffia-nel-vento-bob
Si conferma che una
recensione sui concerti di Bob di adesso, una recensione generalista che
possa essere letta tanto da un esperto quanto da un 14enne che non l'abbia
mai sentito nominare piuttosto che da un settantenne che si sorprenda a
pensare "toh! è ancora vivo?", è diventata impossibile, se non nei termini
usati da Giorgen nell'articolo linkato.
Se ci si attarda infatti a dire qualcosa sulle singole canzoni si rischia di
essere fraintesi in un senso o nell'altro.
Almeno per me, ma credo anche per molti
altri, un concerto di Bob è diventata sempre di più un'esperienza
metamusicale, nella quale l'ascolto dei singoli brani è contemporaneamente
un rimando a mille altre cose. Questo è stato reso possibile esattamente da
Bob stesso. Dalla sua ostinazione a mantenere il focus sulla musica, sulle
canzoni. Nella liturgia che propone sera dopo sera dal 1989 - per
un'illuminazione che lui dice abbia avuto proprio a Locarno nel lontano 1987
(ovviamente non c'è stata alcuna celebrazione del fatto) - tutto è al
servizio dell'arte: l'ingresso al buio dei musicisti, i 4 microfoni vintage
posizionati in modo da rendere difficile (ma non impossibile, he..he) una
foto "pulita" del viso di Bob, gli abiti di scena, i memorabilia sul palco
(collanine sul drumset, oscar, busto di venere, busto imprecisato
simil-beethoven; per l'occasione anche una scatola con figura di donna anni
50 ritratta dalla vita in su su una specie di nastro da mangianastri: chiedo
a qualcuno che mi aiuti a identificarla, ma ci vuole un tele molto potente;
sta tra il busto simil-beethoven e Donnie), la solita illuminazione che
produce un effetto controluce nelle foto scattate dai comuni mortali (7
lampade più logiche nei teatri che in un concerto all'aperto); l'uscita di
scena al buio, preceduta dalla solita, breve, esposizione degli officianti,
etc.
Proverò comunque a scrivere qualcuna delle mie impressioni. Quando arriviamo
la piazza Grande non è ancora transennata. Ci mettiamo in coda per
l'apertura. Fa molto caldo. Dopo una breve attesa aprono i cancelli.
Perquisizioni, dobbiamo mollare due bottigliette d'acqua (più tardi abbiamo
visto tra il pubblico persone con coltelli appesi alla vita). Ci portiamo
sotto il palco dove tutto sommato alle 19 c'è ancora poca gente. Fa un caldo
torrido e penso di non avere più l'età per stare in piedi 5 ore. Per il
pubblico è inutile lamentarsi, ovviamente c'è di tutto e tutti hanno pagato
il biglietto, compresi quelli venuti solo per divertirsi con gli amici. Non
dovrebbe però essere difficile capire che aver pagato il biglietto non
comprende il diritto di rovinare il concerto agli altri. Se salti e balli mi
va ancora bene, anche se mi costringi a muovere continuamente la testa; se
gridi tutto il tempo come un ossesso, oltre tutto senza legame con ciò che
accade sul palco, mi impedisci di ascoltare (son diventato proprio un
vecchietto livoroso).
Il concerto di Ben Harper mi è piaciuto. Consiglio di andarlo a vedere ad
Assago mercoledì 22 luglio. Non è propriamente un opener. Su expectingrain
qualcuno ha fatto notare che oggi come oggi ci sono venue dove Ben fa più
pubblico di Bob. Lui è amico di Charlie e per un pò si spera che faccia
un'apparizione durante il set di Bob, ma non accadrà. Mi sembra decisamente
partecipe, più pacificato e rilassato rispetto al solito (l'avevo già visto
in una cascina dalle parti di Niguarda nel 1994/1995 e qualche anno dopo
all'Idroscalo). Comunica il suo orgoglio rispetto al fatto di dividere il
palco con "Bob e i suoi eccezionali musicisti".
Il palco viene risistemato. Quando inizia il set di Bob siamo tutti in un
bagno di sudore. Facciamo passare davanti a noi due ragazzine che hanno così
la possibilità di vederlo bene (e, he...he, ci garantiamo dal fatto che
nello spazio volentieri ceduto non si piazzi qualche alto energumeno dalle
spalle larghissime). C'è ancora luce e per i primi brani si vede tutto molto
bene. Sulle note di Things have changed noto subito che mentre Ben era
allineato al bordo del palco Bob se ne sta almeno 5 metri dietro, center
stage, al riparo dei microfoni. Più avanti passerà gran parte del tempo
dietro il piano.
Il piano ha qualche problema di acustica, ma forse è il modo di suonare di
Bob :-) Ci sono stati sì alcuni problemi con il suono, ma nel complesso
sotto il palco si sentiva benissimo.
Per me gli highlight sono stati molti: She Belongs To Me (arrangiamento
usuale), Full Moon And Empty Arms (veramente notevole per i mezzi vocali di
cui attualmente dispone), Visions Of Johanna e Desolation Row (eseguite con
evidente piacere, come Don't Think Twice, It's All Right). Ho avvertito dei
cali di tensione in Beyond Here Lies Nothin', The Levee's Gonna Break e
Tweedle Dee & Tweedle Dum e sono i pezzi durante i quali mi sono guardato in
giro, invece di fissare Bob come ho fatto per tutto il resto del concerto.
Solo tre da Tempest: Duquesne Whistle, Pay In Blood, Early Roman Kings;
tutte e tre archetipiche, rispettivamente una vaudeville song à la Leon
Redbone, una song velenosa senza sconti e un blues.
Ovviamente le altre (tra cui almeno 4 capolavori assoluti) fa sempre piacere
sentirle. Ho riconosciuto subito tutti i brani, ma ho dovuto aspettare le
parole di Shelter from the storm per riconoscerla, adesso è praticamente uno
spiritual.
Alla fine almeno una canzone per ogni decennio:
1963 Don't Think Twice, It's All Right
1965 She Belongs To Me
1965 Ballad Of A Thin Man
1965 Desolation Row
1966 Visions Of Johanna
1968 I'll Be Your Baby Tonight
1968 All Along The Watchtower
1975 Shelter From The Storm
1983 Blind Willie McTell
1999 Things Have Changed
2001 Tweedle Dee & Tweedle Dum
2006 The Levee's Gonna Break
2009 Beyond Here Lies Nothin'
2012 Duquesne Whistle
2012 Pay In Blood
2012 Early Roman Kings
2015 Full Moon And Empty Arms
Sulla rilettura di Shelter from the storm ho avuto qualche scambio di vedute
con qualche amico facebook. Secondo me ci sta. Non è la versione che
preferisco, ma che a 74 anni Bob abbia intravisto anche questa versione in
un pezzo già straeseguito in passato per me aggiunge solo fascino alla sua
natura di poeta. Qualcuno mi dice che è piatta. Può darsi. Qualcuno che non
decolla. Ma non è pensata per decollare; ha più subito un trattamento alla
Full Moon. Allora qualcun altro mi dice che il suo difetto è che non è
pensata per decollare: a lui piacerebbe che decollasse. Ma qui, credo, non
ci possiamo fare niente. Il mood attuale di Bob è questo. Le parole degli
amici, mi hanno comunque fatto riflettere sulle mie aspettative. Perché è
inutile: dobbiamo prendere quello che ci dà, ma avere delle aspettative è
assolutamente umano. Un pò come con i figli: non puoi far pesare le tue
aspettative, ma è normale averne; sempre tenendo presente che magari la loro
felicità non si trova là dove le tue aspettative presumono sia. Quello che
anche a me manca in un concerto di Bob di oggi è un pezzo furente come
Highway 61 revisited, che in passato ha veramente attraversato i concerti
con la forza di un treno. Può essere però che il treno di Bob non si fermi
più in una stazione rock. Con lui non si sa mai, ma se così fosse, che ci
possiamo fare?
E qui ci stanno anche due parole sui musicisti. Il lavoro di cesello di
Charlie è incredibile e credo che una tale attenzione ai dettagli l'abbia
fatto ulteriormente maturare; di più: tutta la band sembra condividere la
preoccupazione di Bob di essere al servizio delle song. Ma questi musicisti
sono nati in un altro ambito e mi chiedo se non si sentano un pò frustrati.
Non sono in grado di suonare, ma quando vedo Stu (che dev'essere uno
strumentista con i controfiocchi) sul palco mi dico - più che altro
fantastico :-) - che, per fare quello che è relegato a fare, forse potrei
farcela anch'io. Dai Bob, chiamami!
Arrivederci agli Arcimboldi, prenderò un biglietto dietro e un buon
binocolo; sinceramente spero in una scaletta rinnovata, ma se così non fosse
mi rifarò con qualche chiacchierata tra amici con pizza e birra dopo il
concerto.
A te Mr. Tambourine ancora grazie per come tieni vivo il sito
Alexan wolf
Torino, Italy - Pala Alpitour, July 2, 2015
di Daniele Ardemagni "Ardez"
Potrei riassumere il tutto con qualche aggettivo:
strepitoso..fantastico...sublime...perfetto.
Ma innanzitutto i miei compagni di concerto...un amico di fb e una
ragazza (tantissimi ragazzi e ragazze fra i 15 e i 25 anni fra il
pubblico) che ha..trascinato suo papà al concerto entrambi per la prima
volta. Quindi una sedicenne col padre, un cinquantenne e un trentottenne
(io) ad applaudire questo live che fra i 15 visti è quello che rischia
la perfezione più di tutti...perfetto sarebbe stato se ci fossero state
almeno due songs con la chitarra imbracciata da Bob. La location di
Torino (pala Alpitur) forse era la meno adatta se confrontata alle altre
tre date italiane, ma ottimi fonici, una band eccezionale, un Bob in
grande forma vocale e delle canzoni fantastiche lo hanno saputo rendere
bello lo stesso. Inutile fermarci sulla set-list che tutti conosciamo
(anche se con accorgimenti agli arrangiamenti rispetto al 2013) ma le
versioni di Things Have Changed introdotta da un gong e da un boato del
pubblico, She belong To Me, l'amara dolcezza di Workingman's blues, la
potenza quasi hard-rock di Pay in blood hanno impiegato poco a
trasformare questo live in uno show memorabile. Tangled Up In The Blue è
stata superlativa prima di salutarci per una ventina di minuti con
l'omaggio a Sinatra con Full Moon And Empty Arms dal cantato perfetto.
Grande entusiasmo soprattutto fra gli under 30/40 e i giovanissimi...ma
non solo. Gli altri farebbero meglio a starsene a casa a guardarsi la
copertina di Dylan con Suze abbracciati davanti al furgone Vw. La
seconda parte vede un piccolo cambio di scenografia..scompare l'occhio
di Horus e una serie di luci teatrali/cinematografiche dal sapore
felliniano fanno da padrona sul palco e Bob con la "nuova" voce incanta
e fa esplodere il pubblico alla fine di ogni pezzo...che sia High Water
o Simple twist Of Fate...che siano le dark Scarlet town o Forghetful
Heart o gioielli come Soon After Midnight, la splendida e potente Long
and Wasted Years (tutte rivestite leggermente di un nuovo arrangiamento)
o l'omaggio a Prevért/Sinatra con Autumn Leaves, col pubblico adorante
ormai sotto il palco, non importa...questo è un concerto dove tutto si
sposa perfettamente : canto, poesia, arrangiamenti, set-list,
scenografia e soprattutto...nessun effetto nostalgia...Dylan non è un
"replicante" delle sue hit...ragazzi con cellulari e I-pod che
immortalano il più grande nei due bis trionfali: Blowin' e Love Sick.
Concerto terminato, poche parole, un frettoloso ringraziamento al
pubblico in estasi e qui si finisce..una domanda del mio amico alla
sedicenne Greta molto emozionata dopo lo show, "un punteggio da 1 a 10"
e lei con le immagini di questo live strepitoso, sopra alla norma di
molti che ho visto (insieme a quello di Brescia del 2001...ma quella era
un'altra pagina dylaniana), ha chiesto "posso andare oltre il 10?".
Questa risposta per me è valsa molto più di molte belle recensioni o dei
soliti nostalgici paranoici del cazzo, considerando che molte sue
coetanee erano si presenti con grande entusiasmo al concerto, ma altre
impazziscono per spazzatura come One Direction, Fedez e gli ultimi
prodotti preparati a regola d'arte per vendere usciti dai vari X-factor,
Amici e roba simile. Bob guarda avanti...don't look back, come ha
cantato anche stasera...e se lo fa lo fa a modo suo. Brava Greta e bravi
ai tuoi coetanei presenti..e anche ai miei che lo hanno scoperto con
Time Out Of Mind e continuano a stupirsi e amare il più grande poeta del
Rock..e non solo. A presto Bob e may you stay forever young...al di là
dell'anagrafe. Magari la prossima volta piazzaci un salutino...ma va
bene così...eri divertito e noi pure! (unica nota stonata i panzoni
della security..ma con uno show così ci si dimentica alla svelta anche
di piccoli incidenti).
Daniele Ardemagni "Ardez"
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di corrado.olocco
E pazienza se alla fine del concerto mi è
toccato sentire le solite frasi del tipo “Non ha nemmeno salutato”, oppure
“Poteva almeno suonare una volta la chitarra”… Nei venti concerti a cui ho
assistito credo che (forse) abbia salutato al massimo due o tre volte e
tutto sommato chi se ne frega se non suona la chitarra. Sul palco i
chitarristi bravi non mancavano di certo. In compenso l’armonica la suona
alla grande e anche la voce (specie, credo, in spazi chiusi e non troppo
grandi) l’ho trovata buona. In parole povere, un buon concerto, molto (forse
troppo…) simile a quello del 2013 agli Arcimboldi, ma senza passaggi a
vuoto. Ero negativamente prevenuto verso i brani dell’ultimo disco, ma devo
ammettere che non mi sono dispiaciuti, anche se continuo a pensare che con
Dylan c’entrino poco. Anche un pezzo come Spirit on the water (non tra i
miei preferiti) mi è piaciuto più del solito. Tra le cose migliori: le parti
strumentali che hanno accompagnato i due ingressi sul palco, Duquesne
Whistle, Pay in blood, Forgetful Heart (splendida, valeva quasi da sola il
prezzo del biglietto) e il grande, grandissimo finale di Love Sick.
Sicuramente i due signori che ho citato all’inizio avrebbero preferito un
concerto chiuso da Like a Rolling Stone, ma oggi Dylan dal vivo è questo:
prendere o lasciare. Io prendo e aspetto il prossimo concerto.
Corrado
Lucca, Italy - Lucca Summer Festival, Piazza
Napoleone, July 1, 2015
di Danilo Sergiampietri
Ciao a tutti,
è la prima volta che scrivo e recensisco un concerto, non sono certo un
tecnico musicale, solo un appassionato di Dylan, ma dopo il concerto di
Lucca mi piacerebbe dire qualcosa.
Avevo saltato alcuni anni di concerti, mi sembra che dopo Pistoia di qualche
anno fa avessi deciso che non ne valeva più la pena.
Ero con amici non dylaniani (alcuni springsteeniani, figuriamoci!) ed era
stato difficile spiegare loro come facesse la band a suonare così male e Bob
a cantare così male, un rock-blues approssimativo, monotono e mai
coinvolgente, si diceva quella sera che qualsiasi giovane gruppo blues
locale potesse suonare molto ma molto meglio.
Ma veniamo a Lucca, sull'organizzazione e l'impossibilità di vedere qualcosa
dal settore in piedi ho letto già molte critiche che confermo, sono solo
riuscito ad intravedere a tratti uno degli schermi.
Il concerto mi è invece sembrato bellissimo, uno dei migliori da me visti di
Bob (una ventina credo) ma non solo, forse uno dei più interessanti in
assoluto.
Bob si è impegnato a cantare, alcuni pezzi sono stati bellissimi, anche i
due da Shadows, altri straordinari come Love Sick finale.
Vorrei però soffermarmi su un aspetto, forse un pò azzardato:
Sono architetto/artista e mi ha colpito l'aspetto minimalista degli
arrangiamenti e dell'interpretazione, secondo quella ricerca che coinvolge
tutte le arti da più di un secolo e che porta a togliere anziché aggiungere,
ad arrivare all'essenziale.
La musica non era rock, non era blues, non era folk, non era jazz, non era
swing, era tutto questo insieme ma anche qualcos'altro.
Soprattutto era il tentativo di non essere mai banale, la band così bloccata
nelle performance personali era funzionale a questo, evitare ogni banalità,
mai un assolo di chitarra di poco più di alcuni secondi altrimenti scadiamo
nel cliché rock, mai un giro di accordi completo sennò diventa blues e si
battono le mani e si inizia a ballare, mai uno strumentista troppo in
evidenza che allora è jazz, mai un ritornello troppo riconoscibile che sennò
iniziamo a cantare. Ma tutto questo funzionava.
Non è stata musica ma Arte.
Danilo S.
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di Maurizio Longo
Ciao Mr. Tambourine,
appena rientrato dal concerto di Lucca, dò sfogo alle mie osservazioni e
critiche.
Prima di tutto, due parole su De Gregori; Ha scaldato il pubblico più di
Dylan, sentiva la serata e lo ha anche detto all'inizio, poi si è lanciato
in una bella esibizione, finale da brivido con "La Donna Cannone" e
"Rimmel". Applausi. Il principe è sempre il principe !
Su Lucca mi sono già espresso in passato, è sempre bellissima e continua a
piacermi, dalle mie parti a mezz'ora da casa, fanno un festival simile al
LUCCA SUMMER e a volte gli artisti sono gli stessi ( Elton John, Mark
Knopfler etc...)
ma se dovessi scegliere vengo a Lucca, c'ero anche nel 98, alla prima
edizione.
Veniamo al nostro eroe, appena entrato in
scena il pubblico ha risposto con grande entusismo e questo è stato il primo
ed ultimo momento "caldo" della serata. Pubblico delle grandi occasioni,
piazza pienissima, molti VIP, ma fino alla fine applausi di circostanza ed
un generale senso di disorientamento e freddezza, neanche Tangled o Blowin'
sono riuscite a far alzare il pubblico sulle sedie.
Scaletta pesante, troppo jazzy e troppo scontata, salvo solo Love Sick, non
pretendo una set list "greatest hits", ma neanche questa !!
Le note positive sono la pulizia del suono della band e della voce del
nostro, incredibilmente impostata, anche gli interventi al piano e i solo di
armonica li ho trovati accattivanti e in sintonia con la band, cose mai
sentite.
Voto : tre stellette, non di più, tutto troppo prevedibile e niente sussulti
da ricordare a lungo.
Alla prossima ! Maurizio Longo.
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di Luca Borrelli
Ciao Mr. Tambourine,
inizio dall'uscita prima dei bis di De Gregori in cui il principe ha detto:
Vi lascio in buone mani !!!, dopodichè 21,35 è uscito il maestro, in una
piazza caldissima e con pecche organizzative evidenti, non si può lasciare
il popolino in fondo schiacciato tra le platea seduta e la tribuna dei vip,
sembravamo le galline stipate, con gli schermi praticamente bui.
Io ho visto poco e sentito meno, ad un certo punto mi sono posizionato al
lato palco da cui non continuavo a vedere un granchè ma almeno sentivo
meglio. Poi come al solito c'è più gente che cazzeggia e fa casino, parla
invece che ascoltare il concerto... ma va bè.
Da quello che ho potuto capire in queste condizioni posso dire questo:
1- Confermo quanto già letto,Dylan è in forma strepitosa.
2- Sugli arrangiamenti non ho trovato grossi scostamenti dagli Arcimboldi di
2 anni fa (Tangled up in blue) mi è sembrata più o meno simile, forse ho
sentito una strofa nuova ??? boh.....quella riarrangiata con una cadenza
nuova mi è parsa Workingman's veramente ben fatta, ripeto la voce molto
molto bene.
3- Full moon stratosferica da non paragonare a quella su disco. Anche High
Water altro highlight con Love Sick.
4- Dylan ha fatto grandi progressi al piano, cerco conferme nelle prossime
recensioni, magari chi va a Torino.
5- Mi è sembrato, anzi sono quasi certo, in tribuna vip c'era Luigi Grechi.
Comunque a parte la piazza e il caldo bella serata.
Un abbraccio, Luca Borrelli
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di Simone
"It's not dark yet, but it's gettin' there.."
cantava più o meno 20 anni fa un Dylan rinato per l'ennesima volta. Beh,
ieri sera in quel di Lucca di nero ce n'era tanto. Non solo la scenografia,
ai minimi termini come sempre e l'abito di Bob (solo un cappello bianco a
falde larghe a spezzare la monocromatica), ma e, soprattutto, le canzoni. Mi
verrebbe da dire "dark-folk". Sì perché ieri Dylan ha coperto 50 anni di
carriera vestendo le sue perle di un tessuto folk dalle venature molto
scure. La band lo ha assecondato con la solita discrezione e ammirazione.
Poco spazio agli assoli e alle libertà, tutto al servizio di sua Bobbità che
mai come "oggi" sembra essere maniacale nei dettagli di ogni nota di
canzone. E' strano a dirsi, mi è sembrato uno spettacolo sin troppo
ragionato, studiato, sezionato in ogni dettaglio, ma è filato liscio così.
Grande spazio a Tempest, tanto per tornare a parlare di quel dark che le
liriche della penultima fatica discografica trasudano da ogni vocale e
consonante. E la voce, vera protagonista della serata, ha sputato ogni
singola parola, anche pescata dal profondo dell'anima del nostro (tanti i
versi riscritti), con una grazia quasi dimenticata.
Nella seconda parte ha visto fare capolino un pò più di blues (Stuck inside
of Lucca...again...) non così elettrico e viscerale ma sempre contenuto,
avvolto da quell'aura folk che a tratti si sposava con fantasmi crooner e
jazz.
Durante le ballate di "Shadows" si potevano chiudere gli occhi e immaginarci
seduti su dei tavolini di fumosi locali anni '50, magari quei night con le
cameriere che ti servono whiskey ammiccando...ballate che si adattano alla
perfezione alla voce di un Dylan che, a 74 anni suonati (è il caso di dire),
ha ancora tanto ma tanto da raccontare a tutti noi e, ieri sera, mi è
sembrato anche a se stesso.
Non è mia intenzione dare un giudizio sul concerto, ognuno è giusto abbia il
suo. Può essere piaciuto o no, aver deluso o entusiasmato, potrei citare una
"Simple twist" da brividi o un'immensa "Forgetful heart".
Quello che conta è che ieri sera ho visto un Dylan che sembra aver trovato
una sua dimensione, musicale e -permettetemelo - umana.
Dopo 50 anni è ancora qui a stupirci, nel bene e nel male, in piedi in mezzo
al palco con quella posa che sembra dire "Eccomi, guardatemi bene! Mirate al
bersaglio! Potete sparare o lanciare rose se vi piace. Questo sono io..che
vi piaccia o no! "...the time will tell who has fell and who's been left
behind...", beh, Bob, per favore, aspettaci!
Grazie per aver permesso di esprimere la mia opinione.
Simone
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di Andrea Freddi
Quale concerto? Un concerto sentito, ma non
visto a causa della pessima idea degli organizzatori di lasciare gli
sfortunati possessori di un biglietto in piedi in un esiguo spazio
schiacciato tra la platea comodamente seduta sotto il palco e la gradinata
vip. La beffa è che i 5 metri (non di più) concessi, erano anche lievemente
in discesa, con il risultato che coloro che stavano dietro vedevano
sostanzialmente la testa di quelli che stavano davanti a loro in posizione
sopraelevata e niente di più. Avessi pagato 20 euro ci poteva anche stare,
ma visto che ne ho messi 50 (+40 di benzina, + 60 di autostrada ecc.), mi
aspettavo per lo meno di riuscire ad intravvedere il palco. Spiace dirlo,
perché la D'Alessandro e Galli ha fama di essere seria e professionale
agenzia, ma in questo caso è stato chiaramente privilegiato il profitto a
scapito della fruibilità e questo lo trovo profondamente scorretto.
Cercando a fatica di sbollire l'incazzatura, ho provato a godermi il
concerto. Bob ha proposto uno spettacolo sostanzialmente simile a quello che
avevo visto a Milano nel 2013 e anche se la dimensione teatrale si presta
meglio alla sua voce e band attuale, continua ad essere un set efficace e a
tratti esaltante. Le novità sono 2 pezzi delicati e soffusi tratti
dall'ultima fatica e una Workingman' Blues completamente riarrangiata e
molto sentita. Love Sick in chiusura è di un intensità devastante, miglior
pezzo della serata a mio parere (forse anche perché complice il via vai
della tarda serata ero riuscito a trovare una posizione che mi permetteva di
vedere finalmente la band e il maestro in tutto il loro splendore)
Saluti, Andrea
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di duluth49
Come ormai faccio da anni sono andato a
sentire il ns. Bob.
Prima impressione, dopo il set di De Gregori, artista che stimo
moltissimo, con una band di 11 elementi, mi sono reso conto della grande
differenza di sound quando dopo di lui è apparsa la band di Dylan. Per
carità non voglio fare paragoni però anche se non ne avevo bisogno,
nell'immediato è la sensazione che ho provato. Quello che penso e che
non capisco fino ad un certo punto, scusate ma caro Bob dai più spazio a
quei grandi musicisti che ti accompagnano, d' accordo sei tu la STAR
però però però........ Venendo al concerto devo dire che molta gente che
era seduta vicino a me, non capiva assolutamente cosa lui stesso
suonando. Ho trovato il pubblico forse un pò sorpreso, imbarazzato,
forse molti si aspettavano le sue canzoni più famose. Della serata mi è
piaciuta Things have changed in apertura . Workingman's Blues quasi
recitata, creando una bellissima atmosfera. Simple twist of fate
magistralmente arrangiata grande pezzo. Wainting for you valeva il
prezzo del biglietto da sola. Nota dolente una Spirit on the water che
dopo 20 secondi di ascolto avrei preferito scappare da Lucca, una
accozzaglia di note buttate giù alla peggio. Da dimenticare.
Marcello
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di notdarkyet
Caro Mister Tambourine,
ti mando qualche impressione, inevitabilmente soggettiva, a proposito
del doppio concerto del 1 luglio, che, tra qualche polemica, ha aperto
il Lucca Summer Festival.
Dunque, vediamo. La parte migliore della serata è stata per me quella
nella quale ha suonato un Francesco De Gregori visibilmente emozionato:
“Voi non sapete come sono felice di stare qui stasera. Anzi... ve lo
immaginate...”, sono le prime parole che pronuncia quando sale sul
palco, prima di iniziare a suonare una delle mie canzoni preferite di
sempre, Il canto delle sirene. L'emozione ad ogni modo gli fa bene, e
così lui ci regala sessanta minuti nei quali suona (accompagnato da un
gruppo di strumentisti affiatati e partecipi, guidati dal “capobanda”
Guido Guglielminetti) e canta al meglio, riuscendo ad emozionare e, per
quel poco che ho potuto cogliere qua e là, facendosi apprezzare anche da
quanti, arrivando dall'estero per ascoltare Dylan, De Gregori non
sapevano nemmeno chi fosse (qualcuno dice che un pò gli ricorda Gordon
Lightfoot, mah...). Dopo di che ci saluta lasciandoci, parole sue, “in
buone mani”.
Così dopo il Principe, sono pressappoco
le nove e mezza, arriva il Bardo, che ci regala le 20 canzoni che, con
rarissime eccezioni, porta in scena tali e quali da un paio d'anni. Cosa
si può dire che non sia già stato detto meglio di me da altri?
Probabilmente nulla, e dunque cerco di essere breve. Il buon vecchio Bob
a me è parso vocalmente ed emotivamente in forma, ed essere presenti a
un suo concerto è sempre e comunque un'esperienza intensa e a suo modo
unica alla quale, nei limiti del possibile, non rinuncio. Come lo
sarebbe, ad esempio, essere presenti mentre il Perseo di Benvenuto
Cellini prende forma (non so se l'immagine mi viene in mente perché
siamo in Toscana o per il caldo da fornace che c'era quella sera). Ma se
Cellini avesse lavorato centinaia di volte alla stessa statua, bè, credo
che dopo un pò persino l'opera straordinaria di quel genio sarebbe
venuta un pò a noia e probabilmente ci saremmo stancati di starlo a
guardare, anche se, certo, il risultato non sarebbe mai esattamente “lo
stesso” della volta precedente. Insomma, penso di condividere, nella
sostanza, il paragone che è stato proposto qui il 4 luglio con il “re
maggiore” di John Cage.
Nonostante questo, il Bardo a tratti riesce comunque ad emozionarmi (a
dispetto di una band troppo “automaticamente perfetta” per i miei gusti,
come ho già avuto modo di dire in altre occasioni): quando canta Tangled
up in blue, ad esempio; oppure Scarlet town, o la straordinaria,
durissima versione di Love sick che chiude la serata. In altri momenti
tendo un pò a distrarmi (con Full moon and empty arms, ad esempio, anche
se Dylan la interpreta con molta partecipazione; o con Autumn leaves,
che pure Dylan canta molto bene). Però mi pare che, alla fine, abbia
ragione Simone quando, in un intervento pubblicato qui ieri, scrive che
quello che conta è aver visto “un Dylan che sembra aver trovato una sua
dimensione”. Ecco, quella sera a Lucca a vedere e ad ascoltare quel
Dylan c'ero anch'io. E per quel che mi riguarda davvero non è poco.
Un caro saluto a te e a tutti gli amici che frequentano Maggie's Farm.
Giorgio Brianese
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
di Nicolò "Nightingale" Villani
Un saluto Mr. Tambourine e amici della
Fattoria,
In questi giorni, dopo essere stato a Lucca tra la folla spappolata,
assetata e accaldata nei "posti" in piedi, ho letto e sentito diverse
opinioni sugli ultimi show di Bob e su quello toscano in particolare.
Premetto subito, per chi ritiene importanti queste cose: sono un ragazzo
di vent'anni al suo terzo concerto dylaniano (Alcatraz e Mandela i
precedenti), che è andato a Lucca accompagnato da due amici un pò più
"veterani" (quasi una ventina di concerti del Nostro alle spalle
entrambi) e due amici quasi ventenni (un altro dylaniano al suo primo
concerto e un fan di De Gregori che non disdegna la buona musica);
voglio anche specificare che sono un musicista, che ho una discreta
conoscenza del lavoro e dell'evoluzione di Bob durante gli anni e che mi
diverto una volta all'anno a preparare un tributo che ripercorre
l'epopea dylaniana fino ai giorni nostri (come qualcuno di voi ha già
potuto vedere).
Personalmente sono rimasto piacevolissimamente colpito dallo show: i
musicisti più in forma e più affiatati, il "mitico" Stu lasciato
finalmente un pò più in sordina (o alle maracas), Bob, vero animale da
palcoscenico, che con una mano in tasca e una sul microfono è riuscito
comunque a esprimere un carisma impressionante (ogni frontman dovrebbe
aspirare a quella forza come obbiettivo, secondo me...). Sarà che
ultimamente sono molto in sintonia col Dylan contemporaneo (da "Oh
Mercy" in poi, diciamo), comunque ho apprezzato immensamente il poter
sentire quasi tutto "Tempest" suonato dal vivo e alcuni dei miei brani
preferiti di altri album, come "High Water" e "Love Sick".
Ma penso che questi commenti siano comuni un pò a tanti che hanno già
scritto. Ciò che mi ha lasciato allibito è una situazione in parte
rasente al paradosso... Quante altre volte durante la sua carriera Bob
dovrà cantare la parola "Change" perché la gente capisca che nulla,
soprattutto nell'arte, resta, o deve restare, com'è in questo istante?
Dopotutto il concerto stesso si è aperto proprio con "Things Have
Changed"; più chiaro di così! Io amo molto gli artisti che, consci di
ciò che stanno componendo nell'attuale (i Beatles ne sono un esempio
molto caratteristico), fanno ciò che sentono giusto e lo portano con sé
davanti al mondo. Bob l'ha SEMPRE fatto, fin dall'inizio, quindi perché
sorprendersi o lamentarsi? Sembra che dopo cinquant'anni certe persone
non si siano stancate di urlare "JUDAS"...
Concludo con una domanda: sapete mica dirmi dove si possono trovare i
testi "modificati" da Bobby durante i vari live? C'è qualche folle che
li raccoglie tutti?
Un saluto, un ringraziamento e un abbraccio a tutti!
Nicolò "Nightingale" Villani
Rome, Italy - Terme di Caracalla, June
29, 2015
di Paolo Manclossi
Per chi segue i concerti del nostro dal suo esordio a Verona nel maggio
1984, la standardizzazione della sua set list rappresenta una novità
accettata tranquillamente. Vuoi per il fatto che nelle sue discese nella
penisola, dal nord al sud, isole comprese, penso che ci sia stato modo
di ascoltare buona parte del suo repertorio. Ma Dylan non è mai stato
simile a se stesso. La ripresentazione di una set list abbastanza
blindata può risultare monotona, anche se per esempio si confrontano i
concerti recenti con i tre dell'Arcimboldi, non si possono non notare
delle diversità interpretative oltre che delle sfumature strumentali che
rendono le varie esecuzioni sostanzialmente differenti. Fortunati a
Roma...l'ultima volta fu grande la sorpresa per i due concerti con set
list completamente differenti e una trentina di brani che hanno fatto la
felicità dei fortunati presenti. Alllora qualcuno si lamentò perchè la
set list di allora era completamente diversa. Probabilmente Dylan se ne
è ricordato ed alla trentina dell'altra volta ne ha aggiunti come
novita' i 16/17 che fanno di questo tour una bellissima conferma per un
musicista inarrivabile.
San Daniele del Friuli, Italy - Stadio
Zanussi, June 27, 2015
cimar2003
DYLAN INCANTA “ SAN….. PROSCIUTTO DEL FRIULI ”.
Dopo un violento acquazzone alle 20:30 i cancelli sono finalmente stati
aperti, un meraviglioso arcobaleno faceva da cornice alla zona concerto.
In perfetta puntualità ( forse anche con qualche minuto di anticipo) BOB
sale sul palco.
Sono state 2 ore di pura musica, ho trovato BOB in forma smagliante. La
scaletta ha dato spazio (a parte ai 4 grandi classici) a brani dell’ultimo
periodo. A mio avviso su tutte Workingman's Blues #2 , Tangled Up In Blue e
Forgetful Heart.
Anche l’acustica l’ho trovata ottima, credo che i cinquemila spettatori
siano rimasti soddisfatti, dunque quello che sperava il nostro Tambourine
almeno per stasera si è avverato.
Forse l’unica pecca è stata quella di far salire a fine concerto fino quasi
ai cancelli i bus navetta ( ne ho contati una quindicina ) creando un vero e
prorio ingorgo.
P.S. : Sabato 3 Agosto dalle mie parti a Quero per la precisione ( piccolo
paese a confine delle prealpi Trevigiane e Bellunesi ) ci sarà, in onore del
centenario della grande guerra, per la rassegna “ Voci, suoni, emozioni dal
Massiccio del Grappa” il grandissimo MASSIMO BUBOLA in concerto – IL
TESTAMENTO DEL CAPITANO.
Mi farebbe molto piacere ( chissà, prima o poi ) conoscere il simpatico
Daniele Ardemagni "Ardez", anche se non abbiamo gli stessi gusti culinari,
almeno sulla grande musica ci troviamo d’accordo.
Spero di potervi mandare qualche foto della serata.
Ciao a tutti.
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francesco.car0998
A San Daniele Bob continua ad incantare
Una violenta pioggia si è abbattuta su San Daniele Del Friuli nelle ore
precedenti il concerto di Bobby, che sembrava ormai compromesso.
Circa un'ora prima del concerto, il tempo si è ristabilito e un arcobaleno è
tornato a splendere sullo Stadio Zanussi, una location eccezionale. Ero in
prima fila davanti alle transenne e ho avuto il piacere di vedere Bob e la
sua performance in tutta la loro magnificenza. Il concerto si apre con
l'energica Things Have Changed e Bob è evidentemente in ottima forma.
Tutti a squarciagola (me compreso) abbiamo cantato il ritornello con Bob.
Con il secondo pezzo, She Belongs To Me, veniamo catapultati ai tempi di
"Bringing It All Back Home". La versione qui presentata da Bob è molto
diversa dall'originale ma davvero bella. Gli assoli di armonica di Bob
mandano la folla in visibilio.
Beyond Here Lies Nothin' è un'altra botta di energia e Bob la canta con
trasporto suonando divinamente il suo pianoforte. Alla fine del pezzo,
visibilmente sorpreso per l'euforia e la grande partecipazione del pubblico,
Dylan sorride compiaciuto ai membri della sua eccezionale band.
Workingman's Blues #2 è una grande emozione, una ballad indimenticabile.
Lo stadio è ammutolito, la folla ammira e ascolta Bob estasiata.
A quel punto l'atmosfera si scalda nuovamente con una scoppiettante versione
di Duquesne Whistle. Bob è scatenato al piano e batte il ritmo con i piedi,
la batteria è potentissima.
Una versione potente e divertente del pezzo, puro rock n roll.
Waiting For You, un bellissimo pezzo venato di country, ci porta ad uno dei
pezzi piú attesi della serata, Pay In Blood. Pay In Blood scatena la folla,
è pura energia, Bob la canta con rabbia e convinzione, vorremmo che il pezzo
durasse tutta la notte. Dopo il grande regalo di Pay In Blood, ecco arrivare
un classico da Blood On The Tracks, nientemeno che Tangled Up In Blue, il
cui ritornello è inevitabilmente cantato con foga e trasporto da tutta la
folla. Gli assoli di armonica di Bob sono sempre emozionanti.
La folla è di nuovo in visibilio quando sente le prime note di Full Moon And
Empty Arms, tratta dall'ultimo grande disco di Bob, "Shadows In The Night".
Il pezzo è eseguito divinamente, dalla voce di Bob traspare l'emozione, che
ci arriva prepotentemente. Che dire, magnifica esecuzione. Bob non ci sta
deludendo, non potrebbe mai farlo.
Dopo una breve pausa, Bob e la band tornano con High Water (For Charley
Patton), un pezzo a metà strada tra il country e la potenza del rock, che
sorprende la folla.
Un altro classico, Simple Twist Of Fate, accende il pubblico. Una ballad
emozionante dall'atmosfera sognante. Grazie Bob, la serata sta andando alla
grande. Una grande Early Roman Kings introduce una delle esecuzioni piú
belle della serata, Forgetful Heart. Un pezzo magnifico, Bob in uno stato di
grazia vocale. La brezza che avvolge lo stadio Zanussi, con l'emozione
creata dal pezzo e dai magnifici assoli di armonica, creano un'atmosfera
unica. La potente Spirit On The Water soprende e precede Scarlet Town, uno
dei pezzi più belli di Tempest e un altro tra i migliori della serata.
L'atmosfera che si crea è simile a quella creata da Forgetful Heart. Bob si
alterna tra microfono e piano durante tutto il concerto ed è motivato dalla
folla, a cui accenna spesso dei sorrisi. La potenza blues di Soon After
Midnight colpisce tutti e Bob al piano è scatenato, la band picchia duro
sugli strumenti. Il pubblico balla e canta. Bob vorrebbe diventare il Jerry
Lee Lewis della situazione, ma si trattiene.
Long and Wasted Years è stupenda, potente e Bob canta sempre con grande
trasporto. La band è grande e la chitarra è magnifica. Autumn Leaves è
eseguita con voce limpida da Bob e fa commuovere la folla con la sue parole
e l'esecuzione profonda.
Nei bis arriva un pezzo attesissimo, il classico dei classici di "The
Freewheelin'", ovvero Blowin' In The Wind, trasformata da Bob in una ballad
dal sapore swing, che non stravolge peró il pezzo. Sentire Dylan cantare
questo pezzo dal vivo era il sogno di una vita, e dopo di essa mi sono detto
che avrei potuto anche morire. Esecuzione stupenda, le parole nitide e
cariche di significato, il ritornello che carica di pathos lo stadio. Bob
abbandona per l'ultima volta il pianoforte, ma non finisce qui. Love Sick
arriva per la gioia di tutti, visibilmente emozionati. Love Sick, non lo
nascondo, è indubbiamente il miglior pezzo di tutta la serata. La band
furiosa, Bob canta con rabbia altrettanto potente. Il ritornello del pezzo
pervade di energia il pubblico. Un pezzo che sembra provenire dall'aldilà,
psichedelico come non mai. La chitarra è quasi floydiana.
Potenza rock allo stato puro, batteria spaccaorecchie che non riesce a far
stare fermo il pubblico. La serata si conclude in bellezza. Bob sta per un
minuto fermo sul palco a guardare il pubblico adorante con sorriso
compiaciuto. Le espressioni e le mossette di Bob sono state indubbiamente
una delle cose piú divertenti del concerto, uno dei piú belli a cui abbia
mai assistito. Bob era fisicamente e vocalmente in forma: il tempo per lui
sembra non passare. Il pubblico era pieno di giovani appassionati di Bob e
questo vuol dire che i fans continuano ad aumentare e molti si avvicinano
alla sua poesia.
È stato grande e lo ringrazio, ha cantato con tutto il suo cuore per noi.
Vorrei solo dire grazie Bob, grazie di tutto e sono sicuro che ci rivedremo,
anzi ne sono piú che sicuro.
E come sempre , long live and prosper, Mr. Tambourine.
(RECENSIONE DI FRANCESCO 98)
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di Marco Cioffi
Scrivo solo ora del concerto di San Daniele poiché ci ho messo un pò a
metabolizzare il concerto. Seguo Dylan da pochi anni (4 o 5 al massimo) e mi
sono avvicinato al menestrello ( e a Leonard Cohen e Brassens) grazie al
maestro Faber, è inutile che vi spieghi il perché. In poco tempo ho
recuperato tutti i dischi in studio di Bob e ho cominciato a studiarne i
testi (grazie al lavoro enorme del vecchio e nuovo Maggie's farm sito
italiano di B.D.).
Il fatto di avere una scaletta fissa mi ha aiutato molto: ho seguito
quotidianamente le scalette sul vostro sito; ho stampato i testi in ordine
di esecuzione; ho fatto un cd con le canzoni della scaletta e per due mesi
non ho letto e ascoltato altro.
A San Daniele ero preparatissimo...
Solo che in Friuli si mangia e si beve troppo bene (e io e i miei amici
siamo arrivati da Milano)...e San Daniele era in festa...prima e dopo il
concerto...e dentro lo stadio il nostro angolino sembrava Woodstock e io e i
miei amici dei figli dei fiori...come dire...è stato come mi aspettavo che
fosse...forse troppo esagerato ma quella è colpa nostra.
Io ero preparato, Dylan anche...e la sua voce era molto meglio di quello
che mi ero immaginato.
Alla prossima, Marco
Mainz, Germany - Zollhafen Nordmole, June 20,
2015
by Steven Jackson
Gli occhi di Mainz hanno visto la gloria
The Never-Ending Tour? Se solo. The Never-Changing set list? Non più.
Più o meno la stessa identica scaletta per gli ultimi 2 anni? Io non la
penso così ... In un sabato di mezza estate, con una leggera brezza che
soffiava dal Reno, Bob Dylan ci ha sconvolti con una splendida prestazione
di un set fantastico che è stato pieno di sorprese. Per l’avvio della parte
europea del tour 2015 tour, Dylan è stato semplicemente magnifico a Magonza.
Tutto è iniziato in modo prevedibile e abbastanza regolarmente con Things
Have Changed, l’opener d’eccellenza degli ultimi 2 anni. Non sapevamo se si
trattava di una dichiarazione di intenti. Dopo il periodo di riposo, Bob era
chiaramente in vena, si pavoneggiava e strizzava l'occhio nella prima
canzone della serata. Successivamente, i raffinati interventi di armonica di
She Belong To Me stati accolti da urla di gioia dai suoi fans tedeschi. Il
Solco gypsy di Beyond Here Lies Nothin' ha lasciato presto il passo a
Workingman Blues # 2, perfettamente delicato coi deliziosi riffs di chitarra
di Charlie Sexton. La band era stretta come non mai, ma Bob sembrava essere
veramente infuocato da come si aggirava sul palco come una tigre in gabbia.
Duquesne Whistle è andato giù come un temporale e quindi la prima sorpresa:
il debutto live di Full Moon And Empty Arms, che Bob ha cantilenato
squisitamente sostenuto dal dolce contrabbasso di Tony Garnier, dolcemente
accarezzato dalle spazzole di George Recile e dai sontuosi interventi di
Donnie Herron.
E poi, un'altra sorpresa, un vera e propria bella cover di Sad Songs And
Waltzes di Willie Nelson che Bob ha cantato con cura consumata. Era
abbondantemente chiaro che Bob si stava divertendo. E se Bob si diverte, noi
di più perchè abbiamo tempi buoni.
Poi Tangled Up in Blue con un ancora più ispirato assolo di armonica e del
meraviglioso pianoforte a coda che ha deliziato il pubblico.
Poi, come Bob si è spostato al centro della scena eravamo pronti per
un'altra sorpresa, una versione molto originale di 'Til I Fell In Love With
You, e tutti siamo stati laminati e stupiti per i fraseggi di chitarra di
Sexton con Bob che ringhiava impennando la voce. Sì, impennando!
Questa è stata seguita da To Ramona che non suonava più ormai da un anno. A
questo punto il vecchio pistolero era pronto a sputare Pay in Blood
trasformato in un rock.
Poi Stu Kimball ha preso le maracas scuotendole molto bluesy per Early
Roman Kings che ha abbellito il buon cielo notturno. Era alla fine di questa
canzone, in qualche modo la Mai-Modificata set-list era diventata davvero la
mutevole set-list ...
Il palco era stato debitamente impostato per un finale incredibilmente
emozionante. Nessuno poteva piuttosto credere a quello che stava succedendo.
Bob ora indossava un grande sorriso da gatto del Cheshire, facendo
intendere che la vecchia scaletta stava per essere fatto a pezzi mentre lui
ed i suoi complici intraprendevano una maliziosamente lenta versione
acustica di Tweedle Dee & Tweedle Dum, che ci ha solleticato ed incuriosito.
Cosa stava succedendo? Successivamente ecco tornare Hard Rain. E poi? Ballad
of a Thin Man! A questo punto la folla si stava abbeverando dalla sua mano.
Qualcosa stava accadendo e sicuramente sapevamo di cosa si trattava: Bob era
di nuovo in tutta la sua strana e meravigliosa modalità ancora una volta
assolutamente imprevedibile! Poi è stata la voltya di una agitata e jazzy
All Along The Watchtower e ogni fans era certo di tornare a casa felice.
Mentre la band si godeva gli applausi deliranti, Dylan, mano sul fianco,
indossava il deliziosa ghigno di un uomo che aveva visto e conquistato
tutto. All'improvviso era Huckleberry Finn di nuovo, il diavoletto che aveva
rubato i nostri cuori. Eravamo in riva al Reno o al Mississippi? Bentornato
in Europa, Bob: Due canzoni mai suonate-live prima di stasera, otto (otto!)
modifiche alla set list dell'ultima data live americana del mese scorso,
senza intervallo.
Grazie, Bob!
San Antone, Texas - Majestic Theatre, May 7,
2015
di Jamie Alexander
Ho visto la prima volta Dylan dal vivo quando suonava "Gotta Serve
Somebody" al Warfield di San Francisco. Ci sono stati altri numerosi show
negli anni seguenti che spiccano nella mia memoria. Quello di EL Rey a Los
Angeles è il mio favorito di ogni tempo, tra gli altri. Negli ultimi anni, è
difficile dire quanto ho apprezzato i suoi concerti e la sua evoluzione. Ora
ho l’occasione di vedere una nuova città e assaporare la sua performance e
la musica.
San Antonio, Majestic Theatre, è stato un altro degli splendidi classici
luoghi che Bob & company hanno scelto con tanta cura. Mi sono piaciute molto
le sue prestazioni, la sua voce, l'espressione e l'armonica sono molto
buone, il suo pianoforte si fonde in modo significativo con il suo talento e
la sua band.
In questo spettacolo la presenza scenica di Bob è di fiducia ed audacia.
Dylan sta cercando un suono eccezionale. Sono così felice che interpreti
materiale fresco, piuttosto che solo i suoi più grandi successi.
Come fan di lunga durata, sono imbarazzato ad ammettere di aver sviluppato
un capriccio insolito. Anche se non diagnosticata in modo professionale, ho
una fobia per le persone della sicurezza e talvolta degli uscieri.
Quando avevo scelto di sedermi nella parte posteriore del piano terra del
Majestic, pensando che avrei potuto ballare un pò, sono rimasto sorpreso di
trovare gli uscieri in piedi direttamente dietro l'ultima fila. Questo non è
usuale durante i concerti che ho frequentato.
Data la mia personale fobia, non mi sentivo a mio agio lì. Durante la pausa
mi sono trasferito e mi è stato detto da una donna del pubblico che c' era
un posto vuoto sul lato accanto a lei. La vista era eccellente. Come mi sono
trasferito nella mia nuova sede, mi ha detto con rabbia che se volevo
ballare dovevo andare sul retro. Mi sono scusato e mi sono seduto.
L'unico svantaggio di questi bellissimi luoghi è che il signor Dylan è
diventato "l'istituzione" e non tollererà la danza. Dobbiamo tutti ricordare
la tolleranza e allentare i divieti. Penso che sia giusto per le persone di
poter ballare ai concerti di Bob. Le persone in un posto in corridoio in
ogni riga (vicino al muro) dovrebbero avere il permesso di danzare (di
fronte alla loro propria sede) o presso sedi nella parte posteriore
sull’alto balcone superiore. Queste zone potrebbero essere standardizzate in
modo che le persone non siano disturbate dalla sicurezza e non danneggino
gli altri del pubblico. Dubito che questa politica verrà istituita ma è una
perdita quando non si balla in un concerto.
Per quanto riguarda la mia fobia, ho avuto molti amici in comune ed ho
conosciuto persone dello staff di Mr. Dylan anni fa.
Sento il bisogno di scrivere questo perché nell'entusiasmo di un concerto a
volte penso che mi piacerebbe andare a congratularmi con lui. Sono un
persona che parla e sono positivo nella vita quotidiana, ma sono timido di
natura per fare cose del genere, inoltre, ho una fobia che non posso
superare.
Houston, Texas - Bayou Music Center, May 5,
2015
by English Pete
Bene, da dove cominciare? Ho 52 anni e questo è stato il primo concerto di
Dylan sia mio che di mia moglie.
Sono l'amante della musica in famiglia. Sono abbastanza sicuro che mia
moglie viene ai numerosi concerti ai quali andiamo puramente per
compiacermi.
Sarò il primo ad ammettere che mi ci sono voluti molti anni per arrivare a
Dylan. Ovviamente ho avuto modo di conoscere la sua musica nel corso degli
anni, ma non ha mai davvero preso il tempo di ascoltare attentamente.
Sono cresciuto tra la fine degli anni Settanta e Ottanta ed ad onor del
vero Punk, New Wave e Post Punk (se vogliamo applicare etichette) erano la
musica della mia generazione. In realtà ascoltavo Neil Young da molto prima
di Bob. Poi, divenuto più anziano (alcuni direbbero che sono maturato) ho
iniziato ad ascoltare di più musica basata sul cantautorato.........Per
primo Gram Parsons, poi Townes Van Zandt e John Prine.
Poi ho sentito una pubblicazione anticipata di "Tempest" e questo mi
agganciato.
Quindi, tornando a Houston, 5 Maggio 2015, ecco il mio primo spettacolo di
Dylan.
Per quanto io ami i primi lavori di Bob (grazie al cofanetto di CD
acquistato un paio di anni fa) ho potuto godermi a fondo il suo nuovo
materiale, quindi il concerto con le più recenti canzoni e nuovi
arrangiamenti di classici non mi ha scoraggiato neanche un pò.
E per quanto io possa amarlo.................. perdiana gente, che grande
spettacolo! Avevo visto la set list e ricercato il paio di canzoni ("Things
have changed”", e "Waiting for You"), che non conoscevo, e poi ho compilato
un elenco di riproduzione MP3 delle registrazioni in studio di tutti i brani
che avrebbe eseguito. Abbiamo ascoltato quella playlist per un paio di
giorni, con l'intesa che gli arrangiamenti sarebbero stati probabilmente
molto diversi.
Non siamo rimasti sorpresi. E non siamo rimasti delusi. Che fantastica
prestazione di Bob e della sua band. Tranquillo a volte, anche se è tutto
ovviamente studiato in prova. Ma questa è la bellezza di una performance dal
vivo. A volte si ha una collisione di suoni, altre volte si può solo
ascoltare gli spazi tra gli strumenti e le singole note. I fraseggi di
chitarra di Charlie erano impressionanti e il virtuosismo di Donnie su molti
pezzi erano una gioia per le orecchie, il suo banjo in "High Water" per
esempio. Il violino melanconico in “Forgetful heart” è stato quasi
straziante. E' probabilmente ingiusto nominare solo questi due ragazzi,
tutta la band è stata eccellente. Stu e le sue Maracas sono stati citati in
abbondanza in precedenti recensioni.
E poi c'era Bob. Il suo fraseggio è stato generalmente potente. Proprio
quello che mi aspettavo (Ho comunque sentito mia moglie ridere quando si è
schiarito la gola a metà di "Beyond Here Lies Nothin '").
Per me era uno show blues.....dondolante e in alcuni casi semplicemente
rilassato.
Ho letto alcune recensioni di spettacoli precedenti in questo tour, dove le
persone si lamentavano circa la scelta dei brani, non abbastanza classici,
ecc, mi sono guardato intorno e ho visto molte facce impassibili
nell'auditorium. Mi spiace per queste persone, che non hanno avuto quello
che si aspettavano. Mi ha riportato alla mente la registrazione del 1966
alla Royal Albert Hall (effettivamente registrato nella mia città natale di
Manchester)......... metà del pubblico non ci stava con quello che Bob stava
facendo, ma il tempo non si ferma, e nessuno è un un artista come Bob. Lui
non suona per accontentare il pubblico, non l’ha mai fatto, e sicuramente
questa è la bellezza di tutto.
Spero di non dover aspettare altri 50 anni per il mio prossimo spettacolo
di Dylan.
Oklahoma City, Oklahoma - Civic Center Music
Hall, Thelma Gaylord Performing Arts Theatre, May 3, 2015
di Mel Smith
Mentre la scaletta per questo tour può essere statica, la presentazione è
qualcosa che non ho mai visto fare da Dylan. La band è quasi invisibile con
la fiochissima illuminazione sul palco. Un riflettore occasionale sullo
strumento in risalto al momento, niente di più.
Io non voglio fare l’elenco dettagliato delle canzoni qui ma vi devo dire
che quello che ho visto e sentito, Tangled e WMB # 2 era vera poesia. Non so
quando è stato scritto. Io avrei voluto essere lì al momento del soundcheck
quel giorno. L'unico esempio che riuscivo a ricordare era: “Lei accese la
stufa e mi offrì una pipa, "Pensavo che non avresti mai detto ciao", disse
"Sembri un tipo taciturno". Poi aprì un libro di poesie e me lo porse . Era
scritto da un poeta italiano del Duecento
Ed ognuna di quelle parole suonò vera e splendente come un carbone ardente,
trasudando da ogni pagina come fosse scritta nella mia anima da me per te
aggrovigliato nella tristezza”
Il testo di Workingman’s Blues # 2 per circa la metà della canzone non era
quello che era stato registrato. Il mio compagno di strada Hole ha
commentato che era Workingman Blues # 4 o # 5, e aveva ragione. Come è
sempre stato ci sono frasi che Bob sembra aver scritto mentre oscilla da un
trapezio senza la rete.
La band, seppure quasi invisibile, era così stretta a lui e bella come ho
non li mai sentiti essere. La voce di Bob era chiara e risonante come non ho
mai sentito in più di 20 spettacoli che ho visto.
Meno ringhiante e più crooner, muovendosi sul palco e coinvolgendo il
pubblico quando non era dietro il pianoforte. Nella mia mente lo spettacolo
non era tanto un Rock Show ma una presentazione di una raccolta di canzoni
di Dylan. Quelli che vanno agli shows di questo tour farebbero bene a
lasciare le scarpe da ballo a casa. Mi sembrava di essere più verso il Jazz
/ Blues / dondolante che il pieno sonoro sul rock and roll dell'’era di
Larry Campbell o G.E. Smith.
In qualche modo un pò meglio, appena più sommesso e dignitoso rispetto alle
mie solite esperienze con Dylan. Sono abituato a lasciare gli spettacoli
madido di sudore e fisicamente drenato da sbattere in giro come un pesce sul
molo. Questo è stato un drenaggio emotivo e intellettuale con la realtà e la
forza delle sue parole che ha colpito l'intero pubblico.
Prendo una settimana di riposo e mi preparo per lo show di domenica prossima
a 15 minuti da casa mia per vedere Dylan a forse la sua migliore Band da
anni ed anni.
Thackerville, Oklahoma - WinStar World Casino
and Resort, Global Event Center, May 2, 2015
di Barry McCollom
Ho guidato da Dallas al WinStar World Casino nel giorno del Kentucky Derby.
Il Red River era davvero gonfio per le recenti piogge. Un enorme casinò con
il rumore delle slot machines costantemente attive mentre il distributore
del tavolo di blackjack dava le carte ai giocatori seduti, un grande
scenario dove vedere Bob. Il gong e l’intro di chitarra dello show è stato
per me nuovo dato che avevo visto Bob con Mark Knopler l'ultima volta. Bel
tocco. Tutti pronti? La cerimonia sta per iniziare (Is everybody in? The
ceremony is about to begin. Come dice il testo di “Celebration Of The
Lizard” dei Doors del “Re Lucertola”. Non avevo mai sentito "Forgetful
Heart" dal vivo. Si poteva sentire cadere in terra uno spillo! Indovina?
"Autumn Leaves" suonava proprio come l'album!
Scherzi a parte, il fraseggio è così commovente in entrambi questi due
brani. Al di la di tutto il concerto mi è piaciuto! La coppia accanto a me e
poche altre persone cercavano di seguire i testi sul loro smartphone per
tutta la notte. Grazie a tutti per aver condiviso le loro impressioni sullo
spettacolo nelle altre città. "May god bless and keep you always!".
Memphis, Tennessee - Orpheum Theatre, April
30, 2015
di James Sullivan
Quando ho programmato questo viaggio sono contento di aver scelto Memphis.
L’ Orpheum Theater è un luogo bellissimo che mi aveva bloccato a fissare il
soffitto prima dello spettacolo. Di sicuro non costruiscono più teatri così.
Proprio il posto giusto tipo per un concerto di Bob e la sua band.
L'illuminazione cala e il suono erano proprio perfetto. Bob e la sua band
sono ormai una macchina ben oliata. Non voglio fare la recensione canzone
per canzone, ma mi trovo ad osservare Bob affascinato quando è al centro
scena per Love Sick, Forgetful Heart, Long And Wasted Years e Autumn Leaves,
meravigliosi. Ritorna al pianoforte per Soon After Midnight che è stata la
mia preferita di stasera. Perfetto il modo nel quale è stata eseguita. Un
grande spettacolo e sono grato per aver potuto andarci. La felicità a volte
è uno stato della mente e domani attraverserò il confine di stato verso
Thackerville.
New Orleans, Louisiana - Saenger Theatre, April
29, 2015
di Nancy Cobb
'' QUESTO È TUTTO! QUESTO È TUTTO! "
Questo è ciò che penso sulle prestazioni di Dylan in “Autumn Leaves” ieri
sera, anche se questa canzone è stata fatta più di 1.000 di volte prima di
oggi. Questa citazione è attribuita a Bob Dylan da Eric Burdon che parlava
con un giornalista locale, quando venne recentemente a Coachella Valley per
lo Stagecoach Festival. Ecco la storia, nei primi anni '60, Dylan e Joan
Baez erano in un viaggio attraverso il paese e sentirono la versione degli
Animals di “The House Of The Rising Sun” alla radio. Bob fermò la macchina e
saltò fuori, e ..... il resto è storia. Per ironia della sorte, un giovane
ragazzo al suo primo concerto di BD era seduto accanto a me, e ha chiesto se
pensavo che Dylan avrebbe cantato quella canzone (suppongo perché eravamo a
New Orleans, e Bob l’aveva fatta in passato). Gli raccontai la "scaletta" ma
gli dissi che forse ci sarebbe stata una sorpresa o due.
Tornando allo spettacolo, c'è un detto che dice: Se parli di Dio è perchè
stai pregando, ma se Dio ti parla, allora sei schizofrenico. Beh, io prego,
e Bob Dylan mi parla (naturalmente attraverso le sue canzoni). Ma
ultimamente Dylan ha avuto un pò di aiuto. Non posso credere che Tempest sia
stato registrato con la stessa voce come quella splendida che abbiamo
sentito ieri notte. Vi è un chirurgo del New England che ha aiutato molti
cantanti a trasformarsi da cantanti lirici a rockers urlanti (Steven Tyler,
Roger Daltrey) prendendosi cura del loro strumento meraviglioso. Forse
potrebbe aver aiutato un pò anche Bob.
La "scaletta" è stata morbida e pastosa, con una sensazione cadenzata come
fosse una vecchia altalena di paese. Per le prime canzoni sembrava che le
bacchette della batteria fossero avvolte in federe, l’armonica di Bob In
Tangled Up semplice routine, e Forgwetful heart era transitoria, fuggevole,
fugace, precaria, effimera, una cosa che dura un giorno prima di svanire,
come se una grande cosa potesse scaturire da quella piccola cosa che aveva
in mano. Al termine di Tangled Up in Blue ha ottenuto una reazione tremenda
dalla folla, allora l’ha alzata come fosse stata una coppa di champagne come
a dire: "Ecco a voi".
In Love Sick, per la prima volta ho sentito che stava cantando direttamente
al pubblico, invece che indirettamente per una persona del suo passato. E’
malata d'amore, odio, ossessione, e il cosiddetto tradimento, e ora c'è come
un reciproco rispetto tra Dylan e il suo pubblico, che era composto da
vecchi e nuovi ammiratori, tutti mischiati assieme.
Early Roman Kings si è distinta come una luminosa rock blues, forse in
omaggio per questa grande città, e, naturalmente, è stata la canzone più
divertente della serata.
Poco dopo la mezzanotte mi ha ricordato le sue ballate d'amore su Blonde On
Blonde, così diverse da Tempest. Poi c’è stata la lentissima ed
incredibilmente commovente Autumn Leaves che non avrebbe potuto essere
cantata con la vecchia ruvida voce di Dylan. Dopo una grande Blowin’ in the
Wind è arrivata la conclusione perfetta, Stay With Me. Mi viene in mente
Dylan in un'altra canzone di Sinatra .... ...."It Was a Very Good Year".
Nashville, Tennessee - Tennessee Performing Arts
Center, Andrew Jackson Hall, April 27, 2015
di Francis King
Da dove cominciare? Questo è stato il miglior concerto di Bob Dylan che ho
visto. La sua voce suona bene, la band è a posto, gli arrangiamenti sono
meravigliosi e la set list è eccezionale. So che alcuni si lamentano che la
set list è "statica", che ha suonato lo stesso spettacolo ogni sera dal
2013. Tali commenti sono infondati; la scaletta è ridondante solo se sei
andato a più spettacoli durante questo periodo di tempo, o se hai speso
troppo tempo ad ascoltare registrazioni bootleg on line (beh, devo ammettere
di farlo anch’io) e, quindi, hanno fatto il pieno. Il fatto della questione
è che l’insieme di questa set list è fresco e nuovo per un altro pubblico
ogni sera nelle centinaia di città e in tutto il mondo dove Dylan porta il
suo spettacolo. (E’ tempo per un album live ufficiale, Bob!)
Ciò che ha reso questo spettacolo un pò meglio dall'ultimo che avevo visto a
Boston lo scorso Novembre (stessa scaletta, fatta eccezione per l'aggiunta
di "Autumn Leaves") è stata la qualità del suono, eccellente nella TPAC di
Nashville. Si poteva sentire ogni singola nota ed i testi altrettanto
chiaramente. Per dirla in breve la miglioria è attribuibile all’impegno di
Bob ed al suo sforzo nel pronunciare bene le parole. L'acustica della sala
l’ha certamente aiutato.
Un'altra cosa sulla scaletta: Questa set list 2013-2015 consiste in gran
parte di materiale 21° secolo (tutti molto ben eseguiti) e alcuni grandi
riarrangiamenti di vecchie gemme come "She Belongs to Me", "Tangled Up in
Blue" e "Simple Twist of Fate ". Questa set list è anche molto diversa da
quelle che ha suonato nei suoi spettacoli nel 2011 e nel 2012. Quante
vecchie "rock star" del 20° secolo stanno facendo questo tipo di varietà,
tra cui un carico di canzoni scritte recentemente?
Nell'ultimo anno o giù di lì, ho visto Bob Seeger, Billy Joel e James
Taylor. Tutti e tre hanno fatto prestazioni formidabili .... Ma, hanno
suonato una set list di loro hits, niente novità, compresa la loro voce che
suona più o meno come nelle registrazioni originali. Questo è tutto bene....
Ma, per me, Dylan continua in reinvenzioni del suo materiale, e questo è
molto più interessante ed emozionante.
Un'altra cosa sulla scaletta: cominciando con la stessa ogni sera da un bel
pò di tempo Dylan e la sua band stanno dando al pubblico prestazioni
estremamente lucide. A differenza di alcuni dei suoi spettacoli passati, in
questi spettacoli Dylan ricorda tutti i suoi testi, mai borbottando per
coprire una parola dimenticata, e la band sa esattamente cosa fare e quando
(in contrasto con la abitudini del passato quando Bob improvvisava sul palco
ei suoi sidemen dovevano cercare di seguire il suo esempio al volo .... A
volte, per essere sinceri, con ottimi risultati, ma altre volte fornivano
solo suono sciatto). Questo è uno spettacolo molto ben legato in tutti gli
aspetti.
E' proprio così bello vedere quest’ uomo, a 74 anni, così pienamente
impegnato nelle esecuzioni, soprattutto col suo materiale più recente, che è
uno dei migliori songwriting della sua carriera. Anche per questo vorrei
davvero che pubblicassero un album dal vivo.
Greenville, South, Carolina - Peace Center,
Peace Concert Hall, April 26, 2015
di James Mahoney
Bene,"Autumn Leaves" sembra essere l’ultima della Setlist per ora, e questo
scaletta durerà molto. Ho aspettato a scrivere per vedere se la canzone era
rimasta dal momento che è una delle più eleganti di Bob Dylan, e lui è in
voce buona ora, non c'è dubbio. Le persone che hanno scritto tesi di
dottorato su Dylan per anni, come hanno fatto con Shakespeare, devono
riconoscere che Bob non era affatto una persona prevedibile, e non importa
quanti "Dylanologisti" ci sono in giro, è,
come dice David Lynch, proprio un mistero privato di Dio.
Ormai è chiaro che Bob esegue brani recenti piuttosto di quelli dei bei
tempi passati. Forse dovremmo ascoltare con più attenzione? Ascoltare le sue
canzoni come opere d'arte complesse, Greil Marcus ha detto che "I’m Not
There” è stata la canzone più triste che abbia mai scritto. Allora ascoltate
"Forgetful Heart” o “Long And Wasted Years”. Dylan è un dono di Dio, e io
sono ateo, ma lo dico lo stesso senza paura di essere smentito.
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Il concerto di Bob Dylan è stato una grande delusione.
Lo ringrazio per il concerto peggiore che avrebbe potuto fare. Egli ha dato
un tono sommesso a lume di candela invece del un set potente al suo show. Ha
continuato a suonare canzoni che il pubblico non conosceva, perché non erano
quelle che lo hanno reso famoso. Ha suonato sopra ai suoi suoi membri della
band al suono di un batterista diverso. Probabilmente non sapeva nemmeno di
essere a Greenville, Carolina del Sud.
Bob ha bisogno di andare in pensione. Era solito essere speciale, ma ora non
lo è più così tanto.
Debby Pappy.
(Fonte:
http://www.greenvilleonline.com/story/opinion/readers/2015/05/14/letter-bob-dylan-concert-huge-disappointment/27313039/)
Atlanta, Georgia - Fox Theatre, April 24,
2015
di Ric Harwood
Era il 1995 quando Bob Dylan suonò l'ultima volta al Teatro Fox di Atlanta,
e che enorme concerto fu. Ma stasera, mentre stavo aspettando l’inizio dello
show, stavo pensando a tutti i posti nei quali ha suonato ad Atlanta negli
ultimi 20 anni e a come sono fortunato di poter godere del grande Bob Dylan
proprio qui nel giardino di casa mia.
Ho rischiato di non partecipare a questo concerto questa sera. Avevo visto
l’ AmericanaramA l'ultima volta che Dylan è venuto in città un paio di anni
fa, e mi sembrava che questo tour sarebe stato molto simile, dalla scaletta
fino alla illuminazione sul palco.
Così avevo quasi deciso di non andare al concerto questa volta. Ma questa
mattina mi son detto "Cosa ?! Non posso perdere questo show!" Così, ho
acquistato un paio di biglietti per mia moglie e per me, e sono così felice
di averlo fatto. Mi piace quando un concerto supera le mie aspettative.
Penso che Peter Stone Brown ha detto che la cosa migliore (come al solito),
quando ha descritto questo tour è che Bob è "totalmente nella musica". Bob
Dylan ha lavorato e ha sottolineato ogni riga, ogni canzone. Ed il suo modo
di suonare l'armonica era molto più preciso di quanto io abbia mai sentito
prima. Ma la cosa principale era l’incredibile qualità vocale di Dylan. La
sua voce è stata più dinamica e melodica di quanto avevo sentito negli
ultimi anni. La band ha inchiodato ogni canzone con tante piccole sfumature,
probabilmente grazie alla set list invariata, e col suono del pianoforte di
Dylan che preferisco a quello delle tastiere elettriche.
C'erano un sacco di nuovi versi nei testi, soprattutto in canzoni come
Tangled Up in Blue and Simple Twist of Fate. Per me, il momento clou della
serata è stato Long and Wasted Years. La sua esecuzione è stata appassionata
e animata e totalmente potente. C'era un nuovo verso di come eravamo come
fratelli e cresciuti insieme e ci si fidava a vicenda. E poi c'era una
linea, una sorta di torsione di non cadere lontano da me stanotte, su come
il passato è morto e domani potrebbe anche essere oggi.
Che grande serata. Spero che Bob Dylan rimanga in buona salute e continui ad
esibirsi per molti anni a venire.
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di Duncan Hume
Avevo posti decenti ieri sera al grande vecchio Fox Theatre di Atlanta.
La versione rivistata di Workingman’s Blues # 2 è stata la migliore della
serata. E' davvero molto meravigliosa.
In Long and Wasted Years ha aggiunto qualche riga, qualcosa come "ricordare
quando erano due ragazzi insieme". La prestazione ha perso un pò del dramma
della magnificenza della Royal Albert Hall, ma è ancora un highlight.
Early Roman Kings è stata grande, con Stu che suonava le maracas. Stu ha
sorriso per tutta la canzone stringendo in mano 4 maracas.
Sapevo che sarebbe stata una buona notte e Bob ha cantato She Belongs to Me
con una mano distesa verso il pubblico e poi di nuovo al suo petto. Il suono
è stato grande per tutta la notte e la folla era festante ed entusiasta, le
canzoni "nuove" sembravano quasi le vecchie.
C'è stato una incazzatura importante di Bob verso la fine di Blowin'in the
wind. Si è alzato dal pianoforte e si è diretto verso le tende laterali e ha
gridato con rabbia verso qualcuno a lato palco. Ho visto uno vicino ad un
fonico e mi è sembrato di riconoscere Baron che con una torcia elettrica
dirigeva il fascio nella seconda fila ripetutamente. Baron sembrava molto
incazzato. Credo che Bob avesse visto qualcuno o scattare foto o fare un
video.
Stay With Me è stato un buon seguito dopo quella di Chicago lo scorso
autunno. Charlie sembra molto più vecchio di appena qualche mese fa ed era
molto statico per tutta la notte anche se ha suonato qualche meraviglioso
passaggio.
Nel complesso davvero un ottimo show. La profondità e la chiarezza della
voce è ancora piacevole e lui, ovviamente, ama ancora essere sul palco. Il
tipo di illuminazione non è cambiata. Ancora abbastanza scura e un nuovo
grande microfono “falso” in posizione strategica per ostacolare tutti coloro
che desiderano acquisire una foto decente. Continua così vecchio, la tua
campana suona ancora.
Clearwater, Florida - Richard B. Baumgardner
Center for the Performing Arts, Ruth Eckerd Hall, April 22, 2015
di A. Parlow
Io non sono uno che di solito scrive le recensioni dei concerti. Io non
sono la persona più eloquente e sono probabilmente un pò stanco dopo molti
anni che vado agli shows, ma lo spettacolo di ieri sera al Clearwater è
stato qualcosa di speciale. E’ iniziato con Bob che abbaiava cercando di
fare Howlin' Wolf, e io avevo previsto una ripetizione un pò fiacca dello
show di St. Augustine, ma fu presto evidente che questo pubblico non era
composto da turbolenti ubriachi e loquaci, ma invece era pieno di persone
che erano venute ad ascoltare e apprezzare Dylan. Bob è sembrato essersi
rapidamente accorto di questo e quello che avrebbe putoto essere solo
un'altra corsa con la stessa scaletta è divenuto invece un vicendevole
scambio quasi intimo fra lui ed il pubblico. Si poteva sentire cadere uno
spillo in terra durante le ballate, ogni nota di ogni assolo armonica è
stata assaporata dalla folla come se fosse stata la manna caduta dal cielo.
Mentre il secondo set si stava svolgendo, siamo arrivati ai tre assoluti
highpoints dello spettacolo: Forgetful Heart, ora cantato e non abbaiato,
ogni linea perfettamente eseguiti, senza nessuna esagerazione, è stata
probabilmente la miglior singola prestazione di Dylan che ho visto in dieci
anni. Poco dopo la mezzanotte era ugualmente impeccabile al pianoforte e
perfettamente integrato nel mix, come un enorme miglioramento rispetto alle
tastiere elettroniche dei tour precedenti. La chiusura con Stay With Me mi
ha fatto letteralmente venire la pelle d'oca e ha raggiunto il culmine, per
questo sono tornato a casa e mi son seduto a scrivere questa recensione. So
che le cover non sono proprio come quelle di Sinatra, ma ieri sera erano
esattamente perfette. Folle tranquille come queste ai concerti e serate come
queste erano diventate rare nel corso dell'ultimo decennio, ma una volta
ogni tanto gli elementi si fondono perfetamente e questa è stata una di
quelle volte che mi ricorderò per il resto dei miei giorni.
Fort Lauderdale, Florida - Broward Center for
the Performing Arts, Au-Rene Theater. April 21, 2015
di Arnie Bernstein
Questo è stato un concerto incredibilmente buono. Avevo visto l'ultima volta
Dylan al concerto al Beacon Theater ed avevo pensato che era buono ma non
eccezionale.
La set list sembra essere scolpita nella pietra. Ma l’esecuzione della
musica di Bob e del gruppo è aumentata ad un livello molto più elevato di
quanto io abbia mai sperimentato in qualsiasi concerto al quale ho assistito
negli ultimi dieci anni. Lui e la band sono completamente sincronizzati tra
di loro. Se avete la opportunità di vedere uno dei concerti di questa serie,
troverete una vera delizia.
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di Mark Silva
La mia sesta volta ad un concerto di Bob. Ho guidato fino a Ft. Lauderdale
nel traffico pesante, di solito impiego circa 25 minuti ma oggi ci ho messo
più di un'ora a causa di alcuni incidenti e della pioggia. Ero accompagnato
da mia mamma (il 50° anniversario del suo primo show di Dylan) e dalla mia
ragazza (la prima).
Siamo arrivati presto e abbiamo avuto modo un sacco di tempo per prendere
una birra nella hall e guardare la folla. Poi, trovati i nostri posti, sulla
sinistra del palco, fila N, il più vicino che abbia mai avuto. Questo è un
altro tipo di sede rispetto agli altri shows che ho visto, elegante e
formale. Intorno alle 20,00, con la venue affollata, Bob sale sul palco.
Io non voglio annoiarvi con la scaletta perché ormai la sapete tutti.
Questo sembra più come un qualcosa di prestabilito che un concerto solito.
Ogni canzone ha una illuminazione tenue, Bob si muove intorno al palco con
efficienza e si sà esattamente cosa viene dopo.
"Things Have Changed" inizia lo spettacolo e tutti sono felici di sentirla.
"She Belongs To Me", ecc. Come ho detto, si conosce la scaletta.
È una strana selezione di canzoni. Tutti abbandoni, rotture, morte e
distruzione.
La maggior parte da Tempest, 2 da Blood on the Tracks. Ehi, Bob, va tutto
bene?
"Pay In Blood" è un punto culminante per me e non è una canzone che ascolto
sempre. Ma lui si butta ed è grande.
Stessa cosa con "Lovesick" - vorrei non averti mai incontrato!
"Simple Twist of Fate" è un altro punto alto. Sembrava a ringhiare la prima
strofa e poi cadere in quella voce di canto dolce quando trova la vena
giusta. Una versione tranquillità di un canzone devastante.
A me è sembrato grande, un bello show, intimo, ma questa è la prima volta
che ho sentito che sembrava fragile. Non so se lui ha pensato il suo recente
divorzio e questo è ciò sia quello che ha portato a questa nuova set list
cupa, sembra essere focalizzata su qualcosa, e anche se quella cosa fosse
l’apocalisse o il crepacuore.
Non vedo l'ora per il prossimo tour. Non perdete questa occasione.
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Sono arrivato a Bob Dylan in ritardo. Stavo bene nella musica fine anni
Trenta / primi anni Quaranta, quando ho iniziato a tuffarmi nella musica del
leggendario cantautore, soprattutto perché non avevo sentito molte delle sue
canzoni prima, ma più che probabile, perché le poche volte che avevo sentito
"Knockin' on Heaven's Door" e "All Along the Watchtower" la sua voce non mi
aveva entusiasmato. Questo è un disturbo comune su Dylan, e ora che sono a
conoscenza del suo genio devo completamente ammettere che mi sbagliavo: La
sua voce è come una parte importante di ciò che lo rende grande come il suo
dono appassionato per le parole.
Ho anche avuto modo di vedere il concerto di Dylan il 21 aprile presso il
Broward Center for Performing Arts di Fort Lauderdale, FL. Era la prima
volta che lo vedevo dal vivo, e quando sono rimasto bloccato in un ingorgo
del traffico lungo il percorso mi sono preoccupato.
Ed ecco, come sono entrato nel teatro, Dylan e la sua band avevano già
iniziato la prima canzone della serata, "Things Have Changes". E io e il mio
amico Gerry abbiamo perso un pò di tempo prima di trovare i nostri posti nel
buio, e anche se a quel punto Bob erta già passato a "She Belongs to Me,"
era chiaro, dal suono incontaminato dell’eco nella sala, che questa sarebbe
una notte speciale.
Alla terza canzone, l'estatica "Beyond Here Lies Nothin' " Avevo già
cominciato a litigare con due maleducate signore che continuavano a parlare
e ridere ad alta voce alle nostre spalle - ma sono stato grato quando Gerry
si è voltato e con la faccia brutta ha detto ad esse di tacere. E non erano
le sole rompipalle che discutevano dei testi per tutta la durata. Non cessa
mai di stupirmi quando la gente viene ad un concerto di qualsiasi tipo solo
per "esserci". Non dovrebbe essere forse per la musica? Sono sicuro che come
performer deve essere irritante suonare per un pubblico impertinente al
quale quello che stai facendo non può che fregare di meno. Ma è stato grazie
al power del gruppo che, anche con queste distrazioni, sono stato in grado
di concentrarmi completamente sullo show.
E che spettacolo è stato. Dylan ha requisto il palco, proprio come il
vecchio ed esperto artista che è. Egli può avere 73 anni ed essere oggi un
pò più lento nei movimenti, ma se canta con il suo cuore, con l’aiuto di un
pianoforte a coda o della sua armonica, parlando della solitudine e
dell'amore, è una lezione di arte. Questa è stata una prestazione che ha
catturato una semplicità che è difficile per me descrivere, ma che era
palpabile attorno a me: Nella fase senza fronzoli, con le lampade Fresnel
che magnificamente evidenziavano ogni suonatore, nelle interazioni quasi
delicate ma potenti, nel modo in cui le canzoni in qualche modo gettavano
una luce su decenni di vita. Non voglio sembrare sdolcinato, ma sentire
Dylan eseguire un brano come "Simple Twist of Fate" 40 anni dopo la sua
prima registrazione diventa molto più potente se si considera le parole del
giovane sono ora cantate da un uomo molto più vecchio, separati dalla tempo
nebbioso dell’ esperienza.
Per tutta la notte Dylan alterna i suoi numeri, come il punto culminante
jazzy "Spirit in the Water", il blues infuso di temi come "Early Roman
Kings", e heartbreakers in vena come "Forgetful Heart”. Dylan è sempre stato
notoriamente imprevedibile in quanto a scalette, quindi non mi ha sorpreso
di vederlo attaccare strettamente il suo impressionante album Tempest del
2012 e in generale evitare i classici più noti. Non c'era "Like a Rolling
Stone" o "Desolation Row", da Highway 61 Revisited. Non c'era "It’s Alright,
Ma (I’m Only Bleeding)", da Bringing It All Back Home. No "Knockin' on
Heaven‘s Door", "All Along the Watchtower", "The Times They Are a-Changin'",
o "Just Like a Woman". E va bene così, il menestrello trovatore di
Freewheelin' ha tante canzoni iconiche, per lui sarebbe facile fare un tour
"greatest hits". Ma sarebbe anche in contrasto con ciò che è Dylan, e sono
stato davvero contento che non sia stato così.
C'è anche molto da dire sulla backing band, molti dei quali hanno suonato
con lui anche prima in molti albums e tours. Che fosse la coppia di
chitarristi Charlie Sexton e Stu Kimball, il battente contrabbasso di Tony
Garnier, le sfumature sottili di Donnie Herron con la lap steel, il banjo e
il violino, i ritmi assertivi del batterista George Receli, è ovvio che
questi ragazzi sono stretti a Bob come più non si può. Se c'era un uso
perfetto per le alternanze, questo vale sicuramente per la band di Dylan:
ogni musicista è esattamente dove deve essere nel solco, senza sopraffare
gli altri o passare inosservato, ma piuttosto si completano a vicenda. E
questo vale anche per Dylan stesso, il suo canto e il suo suono sono un
altro ingranaggio essenziale in questa macchina perfetta.
Alla la fine della notte, Dylan ha dato al pubblico a una versione
piano-infuso di "Blowin' in the Wind", e ha chiuso con la cover di “Stay
With Me”, l'unica canzone del suo attuale album Shadows in the Night che ha
suonato. Dopo che l'ultima nota è stata suonata, la band si è ritirata in
silenzio e senza cose inutili, modesti e sinceri come la loro performance.
Di gran classe.
Io non ho avuto la possibilità di vedere il giovane poeta Dylan supponente e
sobillatore. Non ho potuto vedere il Dylan eroe popolare quando è andato
elettrico al Newport Folk Festival. Ma ho avuto modo di vedere Dylan vecchia
icona più saggia, che rifletteva sul palco la propria leggenda lunga anni ed
anni. E questo è stato un bene per me. Meglio tardi che mai.
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di Jake Cline
La prevedibilità non è mai stato una delle caratteristiche di Bob Dylan. Si
disse che era la voce di una generazione? Ecco un uomo che oggi è diventato
muto. Si voleva che lui portasse avanti il discorso di Woody Guthrie? E lui
tira fuori "Highway 61 Revisited." Si voleva un’altro "Tempest"? Ecco un
album di canzoni di Frank Sinatra.
Fino a un paio di anni fa, i concerti di Dylan sembravano il gioco degli
indovilnelli, quali canzoni eseguirà stasera? Lui non suona mai lo stesso
set per due volte. Riuscirà a cantare "Visions of Johanna"? Saprò anche
riconoscerla se la fa sapendo che le sue canzoni in concerto non sono mai
come suonate come sull’album? Sta veramente suonando "Wiggle Wiggle"?
Ma, nell'autunno del 2013, Dylan ha deciso di smettere di mescolarle fino,
ad avviare ogni spettacolo con "Things Have Changed" e finire con "Blowin
'in the Wind" e suonare le stesse canzoni nello stesso ordine. Ha deviato
leggermente da questo approccio poiché, abbandonando "All Along the
Watchtower" e facendo subentrare "Stay With Me", una di quelle canzoni di
Sinatra. Questo è lo spettacolo che ha portato Martedì notte al Broward
Center for Performing Arts di Fort Lauderdale, e se il “freewheelin’ Bob
Dylan” era latitante, il Dylan metodico era presente in tutto.
Su un palco progettato per assomigliare ad un vecchio set cinematografico,
farcito di luci tenui le lampade gettavano su Dylan e la sua band di cinque
elementi fasci di calda tonalità ambra, le ombre si mischiavano tra di loro
permettendo al cantante, vestito in un elegante abito scuro e cappello
chiaro a tesa larga di scomparire a volontà. L'effetto era paralizzante,
anche, e forse soprattutto, dai sedili del balcone superiore, dove la voce
spettrale di Dylan, che sembrava arrivare da qualche tomba di un cimitero,
sembrava arrivare da una faccia che era una macchia spettrale.
Come previsto, Dylan ha aperto il concerto "Things Have Changed", con i suoi
testi provocatori auto-consapevoli ("solo un pazzo qui avrebbe pensato che
lui ha nulla da dimostrare") e ricchi di ironia, sia per il 73enne anziano
artista sia per il suo pubblico esperto. Non è un caso che la rivista AARP
sia stata l'unica pubblicazione con alla quale ha concesso una intervista
negli ultimi tre anni. Ma anche se le canzoni più vecchie come "She Belong
To Me", "Blowin' in the Wind" e "Tangled Up in Blue" hanno avuto i più
grandi applausi, lo spettacolo di ieri sera era tutt'altro che un esercizio
di nostalgia. Dylan non si è mai offerto come jukebox umano di nessuno, e
lui ha riempito il suo set con materiale dagli album più recenti, con 10 dei
19 brani provenienti da "Tempest" del 2012 , e "Together Through Life" del
2009 e "Modern Times" del 2006, il tutto senza la minima ombra di routine.
Una di queste nuove canzoni, "Beyond Here Lies Nothin '", ha migliorato
subito l'umore, con Dylan che faceva il primo di numerosi viaggi tra il
pianoforte e il centro del palco muovendosi senza fretta sul palco.
Spalleggiato dalla sua band ormai con lui da lunga data, Dylan ha
strapazzato il DNA di ogni canzone che ha suonato, in modo che anche un
numero liricamente acido come "Pay in Blood", ("Ho qualcosa in tasca che vi
farà lacrimare gli occhi, Avevo cani che avrebbero putoto farvi a
pezzettini”), è stato ammorbidito oltre il punto di intimità, rendendo il
Broward Center non come un teatro già sold-out alle 9 di sera ma qualcosa di
e più simile a un qualsiasi “speakeasy” vuoto dopo la mezzanotte a New
Orleans o Memphis.
Più che in qualsiasi altro concerto in South Florida del Dylan degli ultimi
20 anni, il cantante usava quella voce emozionale che la avvicina alla
grazia. "Simple Twist of Fate" rendeva magnificamente il sentimento del
cuore spezzato, come fa nella sua forma originale su "Blood on the Tracks".
"Blowin' in the Wind" è venuto fuori non come una chiamata alle armi, ma
come una ninna nanna accompagnata dal violino, con Dylan di nuovo al
pianoforte, la testa e il viso avvolto nell’ombra. Lo spettacolo di due ore
è concluso subito dopo con la prestazioni più recente, una esecuzione quasi
troppo dolorosa di “Stay With Me”.
Spero solo di vedere un altro show.
Orlando, Florida - Dr. Phillips Center for the
Performing Arts, Walt Disney Theater, April 19, 2015
di James Hope
I miei dieci concerti di Dylan nel corso degli anni sono stati
distribuiti su locali più piccoli e locali più grandi, interni ed esterni.
Come grande fan di Dylan, anch’io ero caduto in quella classe di persone che
sono sicure di avere un grande momento "non importa cosa " pur di essere
nello stesso luogo come una leggenda e un genio musicale che vive come vuole
e fa cose senza precedenti. Ma per tutti coloro che non sono fans ”full
immersion”, sono giunto alla conclusione che due fattori possono determinare
l’ impressione di Bob (e lo spettacolo): La venue e la conoscenza delle
canzoni.
La venue di ieri sera era la nuovissima Dr. Phillips Center for Performing
Arts di Orlando, in Florida, e si adattava perfettamente all’attuale tipo di
spettacolo di Bob. Il suono era quasi buono per uno spettacolo dal vivo, e
in aggiunta l’armonica di Bob tagliava il luogo come fosse stata un coltello
caldo nel burro, una sorpresa ancora più piacevole è stata la chiarezza del
piano di Bob nel mix.
Quando suonava il pianoforte a mezza coda, si poteva sentirlo suonare il
pianoforte, piuttosto che la semplice aggiunta di tastiera elettronica
giusto per riempire un pò come in altri spettacoli / luoghi che ho
frequentato. Per quanto riguarda la set list è fissa da un bel pò di tempo,
basta 44 diverse canzoni in sole 4 notti consecutive come Bob era solito
fare, chiunque, con un minimo di ascolto può avere familiarità con le nuove
canzoni di Bob. (L'unica palla per me è stata la canzone colonna sonora,
"Waiting For You", dal film "I sublimi segreti delle Ya-Ya Sisters".)
Per quanto riguarda i numeri di stand-out:
"Duquesne Whistle" era particolarmente energica (e Bob stava avendo un buon
momento);
"Love Sick" è stata scandita dalla forte presenza della band; "Scarlet Town"
è piena in ogni riga del male che solo Bob è capace di narrare; e le canzoni
più tranquille (come "Soon After Midnight" e "Long and Wasted Years") con
una voce meravigliosamente inquietante che ha permesso a Bob di affascinare
il pubblico. Lo spettacolo si è chiuso con una leggera e quasi amichevole
"Blowin' in the Wind" che sfidava i testi, ed infine un fantastico numero di
Sinatra per coronare una perfetta notte.
Non perdetevi questo spettacolo!
St. Augustine, Florida - St. Augustine
Amphitheatre, April 18, 2015
di Chris Nickleback
Mi trovo ad apprezzare lo spettacolo di oggi più di quello di ieri sera. Il
Sant Augustin Anfiteatro è un bellissimo luogo all'aperto nella città più
antica del paese, con una capienza poco meno di circa 4000 persone credo. Il
mio posto era in alto, di medio livello, e ho partecipato al concerto con un
collega die-hard e un nuovo futuro fan. Contrariamente a ciò che
pensavamo sarebbe accaduto, il mio compagno die-hard ed io eravamo molto più
critici del nuovo adepto. Sono fan di Dylan da quando avevo circa 20 anni,
oggi ne ho 36, ho sentito tutto ... mille volte. E io sento tutto di nuovo
tutta la notte fino alla mattina. Questa volta ero curioso della set-list
(uguale in ogni spettacolo finora) perché ci sono così tante "Nuove" canzoni
e così pochi "classici". Penso che Dylan canta le nuove canzoni con più
vigore e sentimento e, francamente, che cosa vuol dire ascoltare uno di 73
anni cantare una canzone che ha scritto 52 anni fa? Voglio vivere il
concerto, voglio sentire le canzoni che ha scritto di recente.
"Things Have Changed", si apre lo spettacolo e Mr. Dylan è in grande forma.
L'introduzione è un pò banale ma altrettanto esilarante. L'unica cosa chiara
è che la voce del cantante è stata la prefigurazione del tipo di sera che
era in serbo per noi persone anziane in questa serate di primavera di aprile
- doveva essere uno spettacolo di Dylan come io non avevo ancora visto.
L'illuminazione è scarsa, la scena è peparata meticolosamente. A volte
durante il set, mi sentivo come se fossi in un gioco, mi sentivo come se
fosse il 1950 (e non ho più idea di cosa sentivo nel 1950), mi sentivo come
se i telefoni cellulari non fossero stati ancora inventati, eppure, mi
sentivo come la danza fosse ancora tabù, e che il mio amato Bobby D
era andato in un posto che non conoscevo ancora. Durante lo spettacolo, io,
in realtà, mi sono chiesto più volte se io avessi mai pagato ancora per
rivederlo. E poi mi sono risposto con un sonoro “Sì”. Sussurrai al novizio
che la ragione per cui ora tutti tollerariamo questo è a causa di ciò che
l'uomo ha fatto per tutti noi in passato. Gli ho detto che sarei disposto a
pagare 70 dollari per solo vederlo anche se fischiasse soltanto.
"She Belong To Me” e "Beyond Here Lies Nothing" erano rumore bianco, ma
"Duquesne Whistle" è stata la migliore canzone dopo quella d’apertura, e ha
avuto alcuni momenti con più energia che si sia potuto vedere a questo
concerto. E questa è la cosa. Mi aspettavo energia, sono stato in attesa
della voce rauca, mi aspettavo la graniglia, Il Grinta - ma avrei dovuto
sapere meglio e avrei dovuto controllare le mie aspettative prima d’entrare.
Questa è la bellezza di Mr. Zimmerman - egli sfida le aspettative e piscia
sulle norme, va al di là per cinque passi e osa non accettare il caos che è
questo mondo. Egli si erge tra pochi che hanno duramente guadagnato il
"privilegio "di denudare la propia anima alle masse, senza alcuna mostra di
rimpianto o rimorso, senza scuse e senza vergogna.
«Pay in Blood" è un canzone che sento e che è enormemente sottovalutata.
Dylan l’ha suonata straordinariamente in questa notte. In poche parole, non
può replicare la versione dell'album ma non ha alcun desiderio di farlo. Se
si partecipa ad uno show di Dylan, è necessario accettare questo fatto.
Nelle 12 o giù di lì volte che ho l’ho visto, ho assistito al cambiamento di
intere strofei; però, non l’ho mai visto cambiare tante righe, come fa
apparentemente in questo tour. E
che meraviglia è ? Chi cambia i suoi testi con tanta facilità e tale
rilevanza ritrovata come Robert? Chi cambia sempre qualcosa una volta
raggiunta l'età matura e la vecchiaia? Bhe, Bob lo fa. Sta ancora cercando
di trovare la strada di casa senza nessuna indicazione, rendendosi conto che
“la casa” è all'interno di un mausoleo o sei piedi desolati sotto la terra.
Dopotutto, è lì che passeremo il resto dell'eternità, no?
"Tangled Up in Blue" era piuttosto buona, e forse meglio di molte
interpretazioni post-1980 che ho sentito. Ma ancora, non voglio la versione
del 1974. Voglio quellaka del 2015 dalla voce di un uomo che ha visto tanto
male nei primi anni ’70 con la sensazione di non essere il solo. Qualche
volta io cerco di immaginarmi il mondo 30 anni dopo che sarò morto e mi
chiedo quale significato le persone attribuiranno ai miei ultimi giorni. E a
volte, mi immagino il mondo 30 anni dopo che sono morto e mi chiedo se ci
sarà qualcuno che ascolterà le canzoni "della fase avanzata" di Mr. Dylan
come “Blood on The Tracks”. "Un uomo spogliato della conformità, che
racconta la verità. E racconta la verità camminando come se fosse nudo, con
nessun altro scopo che raccontare la verità”.
"Love Sick" è buona, ma non eccezionale. Intervallo tra i due set. Circa 20
minuti.
"High Water" è stata una delle migliori canzoni della notte. Non stona con
le versioni mutevoli delle canzoni, ma è bello
ascoltare una performance che corrisponde abbastanza a quella dell'album, e
questa è vicina, magnifico, e come un corpo rinfrescato sotto una cascata,
il secondo set è stato sublime. L'intero spettacolo era sublime.
Visivamente, rispecchia le candele che illuminano il palco, e con questa
oscurità combinata con il cappello a tesa larga di Bobbie, non ho mai visto
la sua faccia. Wow. Nel 2015, un artista ha scelto di esibirsi
essenzialmente senza lasciarsi vedere. The Times are changed. .
"Scarlet Town" è di gran lunga la migliore canzone che sentirete in questo
show e vi sto dicendo - è f....ing brillante. "Stay With Me”, è ottima,
sveglia, e di classe, e suona proprio come l'album. Ma come Zimmy dice: “si
può sempre tornare, ma non si può tornare indietro fino in fondo”. E così io
cerco di imparare una cosa o due lungo la strada, grazie in parte, al mio
uomo principale, Mr. Dylan.
Se qualcuno ha un divano per dormirere un biglietto per lo show di Tulsa,
sarei fortemente obbligato!
North Charleston, South Carolina - North
Charleston Performing Arts Center, April 17, 2015
di Jim Lundy
Son passati solo due anni da quando Dylan ha suonato nella zona di
Charleston ed io era curioso di vedere quanto le cose erano cambiate da
quella ventosa notte, quando lui ha dovuto tenere il cappello in testa
mentre cantava sotto la pioggia al Family Circle Tennis Stadium. Ero stato a
guardare la scaletta per tutte le altre 5 date che ha suonato finora
quest'anno e sapevo che più della metà delle canzoni (10 su 19) si sarebbero
ripetute dai concerti del 2013.
Ma fedele a quello che ha scritto nel suo libro “Chronicles”, ha infatti
reinventato il look, il sentire, il suono, e il flusso dello spettacolo è
abbastanza valido per chi sta puntando l'attenzione sui particolari ogni
volta che torna in una città.
In questo concerto ho ricordato la sua famosa citazione dal 1965: "Penso di
essere di più che un semplice song and dance man". Potrebbe essere stato uno
scherzo quando lo ha detto di nuovo, ma quasi 50 anni dopo l’ ha fatto
diventare realtà con una attento e pianificato e coeso meraviglioso
spettacolo, non solo un mucchio di canzoni buttate là.
Una parola circa la venue: Il North Charleston Performing Arts Center (PAC)
è un bel teatro per i concerti impostati in questo modo, come non ho mai
visto fare a Dylan negli ultimi 24 anni. L'ambiente ha contribuito a creare
l'atmosfera giusta per lo show, come tutto ciò che stava succedendo sul
palco quella sera. La PAC si trova nel centro di un hotel / commerciale /
big-box sviluppatosi disordinatamente che era stato costruito negli ultimi
20 anni nel mezzo della città di North Charleston, una città che è diventata
famosa ultimamente per la sparatoria della polizia all'inizio di questo mese
con Walter Scott.
Siamo arrivati alle 6:30, abbastanza presto per l’ora d’inizio. Questo mi ha
permesso di trovare un ottimo parcheggio a cento metri dalla venue, ma è
dovuto passare un sacco di tempo prima che il gong venisse suonato ed il
suono molto dolce dello strumming di Stu Kimball iniziasse lo show alle
20:04.
Non era certo l'apertura di "Things Have Changed" così ho pensato che ci
potrebbe essere una sostituzione scaletta. Ma come la band è salita sul
palco nel quasi buio ha trasformato l'intro nella riconoscibile “Things” e
le luci si sono accese (o quasi) e c'era Dylan in piedi al centro della
scena ad appena 30 metri dal mio ottimo sedile nella fila G (che costava
circa un centinaio di dollari). C'era un pò di confusione in un primo
momento da parte del pubblico, molti dei quali hanno pensato che saremmo
stati tutti in piedi per l'intero concerto proprio come avevano fatto tutte
le altre volte che avevano visto Dylan. Ma questo è stato il primo esempio
che il teatro stesso ha imposto il controllo dell'atmosfera dello
spettacolo. I membri del pubblico, in maggioranza di mezza età, sono stati
seduti nei loro posti comodi ed hanno iniziato a gridare “Seduti davanti!”
per coloro che erano ancora in piedi dopo l'iniziale impeto di euforia. E
anche i fans duri a morire ancora in piedi dopo che la maggior parte di
tutti gli altri erano tornati ai loro posti, hanno dovuto, in mezzo ad una
selva di fischi, togliersi dal fronte del palco.
Una volta che tutto questo trambusto è finito ho potuto finalmente
concentrarmi su "Things Have Changed" e, com’è diverso da due anni fà.
In primo luogo, la potenza del drumming di George Recile che da tempo era
una caratteristica preferita di Dylan, è così minimizzata da essere un
componente minore del suono generale. George ha usato i “bastoni soft" (Come
le bacchette di feltro utilizzate sui timpani) per molte canzoni. Il suono
complessivo della band per questo tour sembra essere Swing/ Country, o
almeno, notevolmente venato di esso, appoggiato pesantemente sulla steel
guitar, ed è come soggiogato dalla illuminazione, che è più vicina al lume
di candela che alla luce vera e propria. Sono convinto che questo è dovuto
in primo luogo a Dylan a causa della paranoia di essere filmato o
fotografato.
E, proprio come avevo subito notato all'ultimo concerto, il canto di Dylan
era espressivo in un modo che non era in grado di fare 10 anni fa, quando
sussurrava e recitava le sue canzoni in quello che sembrava un qualcosa
irrimediabilmente rovinato da una voce monotona. Il suo vigore apparente e
la sua presenza fisica sembra anche essere meglio di quanto non fosse negli
anni passati, con i suoi movimenti stile burattino . Lui è sicuramente più
giovane adesso di allora.
"She Belong To Me", una delle 2 sole canzoni della sua produzione 1960 nello
show, è stata in gran parte reinventata musicalmente ed anche nel testo. E’
ora caratterizzata da un abile lavoro di armonica e questo l’ha resa
suggestiva, e questo mood è stato mantenuto per tutta la notte nelle canzoni
nella quali c’erta l'assolo. A questo punto ho anche notato che lui stava
dando molta più attenzione al pubblico di quanto io non lo abbia mai visto
fare, cioè una certa attenzione rispetto all'attenzione zero del passato.
Lui sembrava quasi arruffianarsi per gli applausi quando metteva la mano
sinistra sul fianco e la sua mano destra afferrava il bavero della giacca
bianca durante le sezioni strumentali di questa e di altre canzoni. Ha
ripetuto questa posizione molte volte durante lo spettacolo, mentre
deliberatamente fissava il pubblico. In altre canzoni, saltava dalla panca
del pianoforte prima della fine, mentre il resto della band era ancora
impegnata nelle fioriture finali del finale.
La sua voce e il suo canto rinnovato sono ora ottime per le esibizioni dal
vivo. Mi è dispiaciuto che mette in vetrina i brani del suo ultimo album,
canzoni che sono state prodotte in un momento in cui sembrava avere meno di
una gamma di mezza ottava. Per esempio, più della metà (6 su 10) delle
canzoni di Tempest sono incluse (un terzo di tutta la set list!) e io non
sono un fan del disco, anche se ho provato a farmelo piacere.
Con il country/swing/soft rock sound della notte mi annoiavo per brani come
"Beyond Here Lies Nothin’", "Pay in Blood", e "Workingman’s blues # 2"
durante il primo set. Il divertente valzerino "Waiting For You" era una
nuova canzone per me e l’ho cercata poi in seguito fino a scoprire che è
nella colonna sonora del film "I Sublimi Segreti delle Ya-Ya Sisters".
"Tangled Up In Blue" ha ottenuto ancora una volta la mia attenzione con
un'altra generazione di testi sostituiti che la mantengono ancora fresca
dopo 40 anni ("Simple Twist of Fate" ha ottenuto lo stesso trattamento di
cambiamento dei testi nel corso del secondo set).
"Duquesne Whistle" ha avuto un inizio divertente e volutamente casuale,
scarabocchi dalla band che rapidamente si fondono in una canzone molto ben
stretta che tuona lungo i binari, ma più come una metropolitana leggera che
un treno merci. E questo sarebbe un buon posto come un altro per dire che
Bob ha questa band che agisce ed opera come una macchina ben oliata, lui lo
sa e dà loro fiducia, anche i suoi contributi di pianoforte e armonica sono
in armonia con la band, piuttosto che calpestarli come faceva negli anni
passati.
Una versione piuttosto blanda di "Love Sick" ha concluso il primo set alle
8:55, quando Dylan ha detto "Thaaaaankyou! Stiamo andando a fare una pausa
di un minuto", ma l'intervallo è durato quasi 25 minuti. Sono tornati con
una versione banjo-pesante di "High Water", che è stata abbastanza
divertente. Ma per me, gran parte del secondo set è stato terribilmente
noioso, brani come “Early Roman Kings”, "Spirit on the Water" e "Soon After
Midnight" trascinano verso il basso il livello di interesse. Assolutamente
forte è stata "Forgetful Heart", splendidamente cantata e ossessivamente
organizzata. Bob sembrava significare e sentire ogni parola e il pubblico
sembrava essere in sintonia con lui . Come il secondo set avanzava anche
l’illuminazione sembrava diventare più bella, anche se non sempre era al di
là dell’intensità di un candelabro. Per citare una frase, "La luce in questo
posto è così debole che mi fa male la testa ... "Ma complimenti a chi ha
progettato questa illuminazione. Sono sicuro che stanno solo seguendo
l’ordine di mantenere le luci accese come il crepuscolo.
La seconda serie si è conclusa verso le 22:00 e Bob e la band hanno lasciato
la scena per i rituali 4 minuti di suspense prima di tornare per gli
encores. "Blowin' in the Wind" sembra piacere al pubblico notevolmente come
una canzone realmente riconosciuta. Un sorprendente cantato in “Stay With
Me” di un paio di minuti ha chiuso il concerto. La mia ipotesi è che molti
tra il pubblico non avevano familiarità con il post Blood On The Tracks di
Bob, e che avessero udito 15 dei 19 brani del concerto per la prima volta.
Il che mi riporta al pubblico ed al luogo. Di tutte le volte che ho visto
Dylan dal vivo, questo è stato di gran lunga il pubblico più tranquillo del
quale abbia mai avuto il piacere di fare parte. Mentre c'era qualche
parlottio qua e là, per la maggior parte le persone erano sedute e
intensamente assorte nell'ascolto con il minimo di grida di richieste, sms e
telefonate (cioè "Amico, indovina dove sono? Sto vedendo Bob Dylan in questo
momento!"). Questo ha davvero migliorato la mia esperienza anche se ho visto
un concerto dove ho apprezzato più lo stile che la set list, non avevo mai
visto l’impostazione da teatro e nemmeno il pubblico da teatro, ma l’ho
visto questa notte.
Montgomery, Alabama - Montgomery Performing Arts
Centre, April 15, 2015
by Rev. John Wm Klein
E' stata una bella serata nel cuore del Dixie country. Mia moglie Linda ed
io abbiamo viaggiato dalla Auburn University a Montgomery con grandi
aspettative e non siamo rimasti delusi. La prima canzone del set doveva
essere "Things Have Changed” e così è stato. Solo tre ore prima ero "in
piedi sul patibolo con la testa nel cappio" a difendere la mia tesi di
dottorato.
Il concerto di Dylan era il regalo di congratulazioni di mia moglie per me
per il successo ottenuto. Io mi sono difeso con successo e "le cose sono
cambiate". Ora sto riflettendo indietro sui miei oltre 40 anni come fan di
Bob. Lui mi ha aiutato in ogni prova o trionfo della mia vita. Ancora una
volta lo ha fatto.
Mi sembrava che il pubblico era più vecchio, più riconoscente che animato.
Quando sono tornato a casa ho guardato nello specchio mi sono reso conto del
perché, a sessantanove anni, apprezzo ancora così tanto la creazione e
ri-creazione che sono parte integrante di poesia e della musica di Dylan.
Chi è alla ricerca del “classico Dylan” avrà avuto grande difficoltà a
riconoscerlo.
"She Belong To Me” aveva un arrangiamento diverso dall’originale. ”
Workingman’s Blues # 2”, terza canzone del primo set è stata incredibile. A
questo punto c'era un qualcosa di ipnotico nel concerto. Tony Garnier al
basso (basti pensare che Tony è con Bob dal 1989) forniva una linea di basso
ritmico che ha guidato una canzone dopo l'altra, coadiuvato da George Recile
alla batteria. Linda mi ha detto: "Bob canta meglio che a Birmingham cinque
anni fa (13 ottobre 2010). Ora era diventato il nostro gioco capire prima
dell’altro ciò che Bob stava reinventando.
Dopo l’intervallo ecco "Tangled Up In Blue", lavoro molto creativo, con Bob
centro della scena con l’armonica e poi al pianoforte, e ben presto
l'auditorium si è unito a lui nel ritornello.
Nel secondo set abbiamo sentito quella che, a mio parere, è stata la miglior
canzone della: "High Water (For Charley Patton)" con Donnie Herron al banjo.
Questo ha dato il via ad una progressione costante di numeri ben eseguiti
che si è concluso con la preferita di Linda: "Spirit on the Water", molto
ben eseguita da Bob al pianoforte.
Le canzoni dell’ encore sono state "Blowin' in the Wind" e "Stay With Me”
dal suo nuovo album Shadows in the Night, bella ed energica, graziosa e
riflessiva. Come siamo usciti dal teatro abbiamo sentito solo opinioni
positive da coloro che ci circondavano. Grazie Bob per un altro grande
concerto e per avermi aiutato a celebrare un altro grande momento della mia
vita. Che il Neverendingtour non finisca mai.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
by David Bond
Wow! Andare al concerto, mi chiedevo come avrei reagito a "The Set" come
molti si riferiscono alla set list quasi sempre immutabile dell'ultimo anno
o giù di lì.
Sto scrivendo quello che ho scoperto durante il concerto, quello che ho
vissuto e che sto ancora vivendo che si chiama "The Show".
Ho visto la prima volta Dylan con The Band nel 1974, e dopo ho visto la
Rolling Thunder Revue, il grande tour nel 1978, il tour del Vangelo, e molti
dei cosiddetti Never Ending concerti del tour dal 1988 in poi. Quello che ho
sentito e visto ieri notte era il più riflessivo, ben pianificato concerto
di Bob Dylan che ho mai visto. Un altro termine che viene in mente è
sceneggiato, ma come un gioco, non è in realtà la stessa ogni notte perché
c'è una umanità in ogni prestazione che rende unico ogni pezzo. Dopo aver
ascoltato solo nastri e visto qualche video di questo show avrei dovuto
votare la performance di ieri sera come molto, molto buona.
Il Montgomery Performing Arts Center è stato costruita nel 1800 e ha una
ottima acustica. E' la venue più piccola di questo tratto del tour e in
questa fase della sua carriera, non credo che a Bob serva qualcosa al di
fuori o molto più grande di questa. Lo spettacolo è iniziato con Stu che
passeggiava strimpellando sul palco l'intro acustica e dopo che la band è
salita hanno cominciato “Things Have Changed”. A me sembrava che sia Bob e
la band erano ben calati nella canzone. C'è molta nuova strumentazione
acustica in più in questo spettacolo, ma, sentirla dal vivo, è davvero
emozionante, o per meglio dire, ti fa saltare e muovere. Questa band è molto
stretta, e se io non ho le conoscenze tecniche per valutare la capacità di
Bob come un pianista, il piano era molto centrale nel suono, molto ben
integrato e si poteva vedere tutti i musicisti attenti intorno a Bob.
Nel primo set alcuni brani importanti inclusi: Workingman Blues # 2, nel
quale, al mio ascolto (utilizzando il nastro di Atlantic City come
riferimento), ha riscritto quattro delle otto linee di tre versi e
completamente riscritto tutte otto le linee di un altro verso.
Pay in Blood aveva una forza e un potere che non avevo sentito sul disco.
Tangled up in Blue è stato magnifico (è stato a questo punto che Bob
realmente ha cominciato a entrare nel suo fraseggio e l’ha mantenuto per il
resto della notte); Love Sick era eccezionale (e molto interessante da
sentire dopo aver letto nell'intervista AARP che lui la considerava la sua
migliore canzone che parla di crepacuore e della perdita), sembrava lasciare
il senso "c'è più di questo nel futuro".
La seconda parte dello show si è aperta con Stu ancora a passeggiare sul
palco strimpellando e High Water ci ha riportato indietro nel mondo
capriccioso della natura, della follia umana e dell'eterna speranza di
redenzione.
Continuando con l'enfasi sul fraseggio c'era la meravigliosa piccola
riscrittura di “Simple Twist Of Fate”.
Forgetful heart continua ad essere un punto importante dello spettacolo.
Scarlet Town era inquietante. Soon After Midnight avrebbe dovuto dirci che
Bob potrebbe eseguire le canzoni di Shadows In The Night. Long and Wasted
Years è stato uno strano e potente mezzo per terminare il secondo set.
Stay With Me è esattamente il top di questo spettacolo con particolare
attenzione alle parole. Dalla la canzone di apertura che dice "ho avuto
cura, ma le cose sono cambiate" fino a “Trovo il mio stupore in ogni
sentiero che conduce a te, tutto quello che posso fare è pregare, stai con
me .. stai con me”. Non posso fare a meno di provare la sensazione di essere
stati portati da qualche parte. E lo siamo stati.
Savannah, Georgia - Civic Center, The Johnny
Mercer Theatre, April 14, 2015
di Jeff Bridges
Sono stati molti anni di spettacoli di Bob per me. Le venute di Bob in
Georgia sono diventate più scarse di quanto non fossero nella prima metà
degli anni 2000.
La mia prima occasione di vederlo al pianoforte. Le immagini erano
fantastiche.. Gli effetti luce sono stati molto drammatici combinati con le
ombre delle tende. Ho notato che la band era quasi sempre nascosta
nell'ombra durante lo spettacolo. I suoi movimenti Chaplineschi sono sempre
una delizia da vedere.
Dopo Love Sick Bob ha detto .. "Grazie, ora lasceremoil palco per poco (e
molto rapidamente aggiunto) poi torneremo di nuovo".
Il secondo set è stato incredibile. Bob si è rimboccato le maniche e la band
non ha più bisogno di dipendere da lui .. Loro sanno quello che lui vuole.
La fusione di note tra il pianoforte e le chitarre, o tra pianoforte e pedal
steel produce un suono unico. Ipnotizzante. Io so una cosa ..
Non voglio aspettare a lungo per vederlo di nuovo ..
Richmond, Virginia - Altria Theater, April
12, 2015
Bob Dylan all'Altria Theater - di Hays DAVIS | inviato speciale
Con una mole di lavoro che copre 50 anni di tempo, Bob Dylan ha un
affascinante scelta di brani da cui partire per costruire i suoi live set. I
fedeli spettatori di lunga data dei suoi spettacoli sanno di non aspettarsi
una set list tipo jukebox-preferiti-radio, e mentre potrebbe dimenticarne
molte importanti, il suo approccio alle canzoni scelte potrebbe essere una
esperienza ancora più ricca per il pubblico.
Dopo aver aperto il suo spettacolo Domenica sera al Teatro Altria con una
vivace "Things Have Changed”, la sua canzone premio Oscar dal film del 2000
" Wonder Boys", c’è stata un'esplosione di entusiasmo quando Dylan si è
voltato indietro per pescare nel passato 1965 per "She Belongs to Me”.
Alternandosi tra il microfono al centro della scena ed il pianoforte, Dylan
era una figura avvincente in tutto. Con il palco illuminato soprattutto dal
dietro, si mescolava quasi con il gruppo alle sue spalle, anche se, quando
ha buttato il cuore in canzoni come " Workingman Blues # 2" da Modern Times
i musicisti sono sembrati scomparire dietro di lui.
La set list della serata ha favorito il suo lavoro dopo gli anni 2000 fino
a "Tempest" (il suo ultimo album di materiale originale).
"Duquesne Whistle " ed il classico blues “Early Roman Kings” sono stati
graditi dalla folla come higlights. Il piacere che Dylan mostrava sembrava
derivare dal tuffarsi nelle sue incisioni più recenti; come quando è andato
al microfono per una infuocata "Pay in Blood", sembrava l'incarnazione di
uno dei personaggi delle sue liriche.
Occasionalmente Dylan ha pescato nelle vecchie canzoni, e come ha fatto per
anni, il suo materiale più vecchio è stato rinnovato con arrangiamenti
musicali molto diversi dall’originale ed anche alcuni trsti sono stati
cambiati. Ha preso il pubblico di sorpresa quando improvvisamente ha
intonato "Tangled Up in Blue", e poi "Simple Twist Of Fate", tutti e due da
"Blood on the Tracks".
Certo, sarà sempre una grande emozione essere presente quando Dylan canta
"Blowin 'in the Wind" (eseguita qui con la sua band che accennava ad una
cadenza country), lo stesso per "Love Sick. "Posso scriverti poesie, far
andare fuori di testa un uomo forte” ha cantato nel 2001 in "High Water (for
Charley Patton)" e lui stasera sembrava avesse 50 anni.
Baltimore, Maryland - Lyric Opera House,
April 11, 2015
di Futzi Wailer
Ho guidato da New York per vedere Bob in una delle nostre città preferite.
Un luogo bellissimo, anche se i sedili sono scomodi nel modo che dei vecchi
posti di teatro possono essere. Noi eravamo in prima fila, spostati di 12
posti dietro Bob e il suo Oscar. Come altri hanno notato, questo è un shows
curato meticolosamente. L'illuminazione è bellissima, la stimolazione
deliberata. Sparite la bellezza sgangherata e la spontaneità del NET
precedente. Il suono è chiaro ma forte. La folla era vecchia e estremamente
attenta. Non c'era gente che usciva in qualsiasi momento, anche prima del
bis. Nessun chiacchiericcio o brusio fastidioso, nessun comportamento
maleducato. Con i prezzi alti dei biglietti, la folla dei “Non abbiamo
niente da fare stasera, andiamo ad un concerto", abitudine molto diffusa
negli spettacoli estivi all'aperto, era sparita. La band sembra non
attendere più le istruzioni di Bob, ognuno di loro sà esattamente quello che
deve fare. Dall'apertura strumming di Stu, al calcio d'inizio di “Things
Have Changed” la folla era con lui. Avendo visto Bob in 200 spettacoli, non
ho mai visto Bob ottenere un ricevimento così estatico. Lui era
Applaudito e adorato la notte scorsa. La sua voce è molto più chiara, la
raspa e Charlie Parker lasciati alle spalle, invece è uscito un baritono
croccante, a volte canticchiando, a volte sputando i testi chiaramente
enunciati.
Punti alti per noi sono stati “High Water”, “Forgetful Heart”, “Tangled” e
Sorprendentemente “Scarlet Town”.
“Stay With Me” è una cosa splendida, anche per uno come me che sarebbe molto
felice di non sentire di nuovo la musica di Sinatra.
Prolungata standing ovation. Grazie Bob. Grazie Baltimora.
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di David Mendick
Martin nella recensione di Atlantic City non sei
credibile. Hai parlato facendo un pò di storia ma non hai idea di quello che
hai detto. Questo show di Baltimora era pura bellezza e magia.
La venue del teatro era perfetta per questa continuazione del precedente
tour. Quando ho visto Dylan qualche mese fa alla Washington Constitution
Hall commentai su boblink che Bob Dylan dopo tutti questi anni ha trovato il
suo concerto perfetto. Mi sbaglivo, ieri sera è stato ancora meglio.
Non perdetevi questo tour e portate i vostri figli o nipoti. Un giorno vi
ringrazieranno. Saluti ai miei buoni amici che ho incontrato al bar Howard e
Gili. Seguiamo il tourbus.
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Recensione di Tim Shorrock
Ho visto Bob ieri sera con un vecchio amico. Baltimore è piacevole. Con una
diversa cultura,l’aspetto e l’atmosfera era perfetta per i begli ed
enigmatici arrangiamenti di Bob.
Il suo primo set è stato come essere in una Roadhouse del Texas circa negli
anni ‘20. Il secondo era Blonde on Blonde nero. Se andate a vedere il suo
attuale tour, assicuratevi prima di aver ascoltato TEMPEST - metà delle sue
canzoni nella set list
sono tratte da questo album cupo.
Atlantic City, New Jersey - Borgata,
Borgata Event Center, April 10, 2015
di Peter Stone Brown
E così il Bob Dylan tour 2015 nel sud, sud-ovest e Midwest è iniziato ad
Atlantic City, New Jersey, una città che potrebbe essere al di sotto della
linea Mason Dixon se si estendeva in New Jersey
(http://it.wikipedia.org/wiki/Linea_Mason-Dixon). E per coloro che guardano
con attenzione le set lists di Dylan, questo è lo stesso tour che è iniziato
ad Oslo, in Norvegia, il 10 ottobre 2013, e continuerà ad andare avanti con
questo formato, che comprende l’intervallo tra i due set come nei concerti
di Dylan degli anni '60 e '70 e l’elenco delle canzoni è cambiato molto poco
nel corso del tempo, a parte una o due eccezioni. Ed è del tutto evidente
che questo è uno spettacolo specifico, per far risaltare non solo le canzoni
di Dylan ma anche per l’insieme, l'illuminazione, il suond, la band, i
fondali ed il volume dello spettacolo. Si tratta di uno spettacolo destinato
a mettere al primo posto le canzoni prima dei musicisti. Non ci sono assoli
di chitarra, non ci sono flash, è totalmente impostato sulla musica.
La maggior parte degli spettacoli in questo tour hanno avuto luogo nei
grandi teatri o nelle sale da concerto di tutto il mondo e la messa in scena
è stata progettata proprio per questo. L'ambiente del Borgata Event Center
era l’ideale per gli elementi teatrali dello spettacolo.
Il primo gong è suonato alle 21:01, ed è cominciata una strimpellata di
chitarra acustica di Stu, ma le luci non si sono abbassate ed il tutto si è
rivelato essere una falsa partenza. Dopo pochi minuti, i gong hanno
risuonato e Stu Kimball è salito sul palco suonando quella che sembrava
essere una ballata di montagna in tono minore che è continuata fino a che il
resto della band e Bob Dylan sono saliti sul palco partendo con "Things Have
Changed.
Ero seduto in un posto nel corridoio e le persone nella stessa riga in tutta
la navata erano impegnate in una conversazione che andava interrotta a tutti
i costi. Ricordando le istruzioni di Michael Corleone a Peter Clemenza che
"si sarebbe dovuto fermare Hitler a Monaco e non lasciarlo andare avanti con
quelle cose", sapevo che quella conversazione doveva essere stroncata sul
nascere o sarebbe durata per l'intero show. Ed essendo un esperto di queste
cose dopo decenni di concerti con spettatori che frequentano concerti senza
rimorso di spendere centinaia di dollari per vedere qualcuno al quale loro
non prestano alcuna attenzione, ho provato una nuova idea. Mi sono sporto
attraverso il corridoio e ho detto loro: "Scusatemi, non è che Bob Dylan
stia disturbando la vostra conversazione?". Ha funzionato molto meglio che
dire "Chiudete quella cazzo di bocca". Oltre a questo, la folla era
ragionevolmente attenta perchè la sicurezza con le torce stava facendo una
grande strada a caccia a quelli con i cellulari che avrebbero dovuto tenere
alti sulle loro teste per filmare.
Nel frattempo Bob Dylan che indossa un abito grigio aveva appena iniziato
"She Belongs To Me", che ha ricevuto un grande boato di applausi sulla linea
di apertura e la canzone comprendeva un paio di begli assoli di armonica,
soprattutto il secondo.
Dylan si è poi spostato dietro al pianoforte, suonando con forza e
praticamente dominando il suono di "Beyond Here Lies Nothin’" prima di
arrivare ad uno dei punti più alti, "Working Man Blues # 2", privilegiando
le linee "Alcune persone non hanno lavorato un giorno nella loro vita / Non
sanno nemmeno cosa significhi lavorare".
"Duquesne Whistle" ha avuto una specie di strana apertura nella quale non
ero del tutto sicuro di quello che stava succedendo, forse perchè ero un pò
lontano e non vedevo bene. Poi è arrivato il momento del valzer con "Waiting
For You", dove Dylan sembravano godersi il suo assolo di piano, che si è poi
ripetuto in "Pay In Blood".
"Tangled Up In Blue" è seguita in una versione che Dylan ha cantato per un
paio d'anni e, naturalmente, ha ricevuto un boato di riconoscimento anche se
molti sono rimasti male, in poche parole la canzone era troppo dannatamente
corta, proprio come era stata lo scorso autunno"Love Sick".
"High Water (for Charley Patton)" ha dato il via alla seconda parte dopo
l’intervallo, seguita da "Simple Twist Of Fate" con Dylan che andava sui
toni bassi sottolineando la parola destino ogni volta. Poi la musica ha
avuto un leggero cambiamento quando Stu Kimball ha posato la chitarra e ha
preso le maracas per "Early Roman Kings in una disposizione leggermente
diversa, con l'enfasi sul ritmo con George Recile che picchiava le bacchette
sul timpano, mentre Charlie Sexton continuava a suonare una nota alta sul
manico della sua Gibson Les Paul fino alla fine di ogni riga lasciando gli
assoli alla steel di Donnie Herron ed al pianoforte di Dylan, e con i
cambiamenti ritmici, alla fine è stato il piano che ha dominato la canzone.
"Forgetful Heart" rimane una canzone che non può mancare e ha portato il
concerto verso la chiusura. "Scarlet Town" sembrava quasi onirica e "Soon
After Midnight” sembrava un pò più ampia del solito, invece "Long And Wasted
Years" sembrava mancasse di qualcosa rispetto allo scorso autunno.
Ancora una volta, il vero punto alto della notte, dopo una non male, ma
niente di veramente speciale "Blowin 'In The Wind," è venuto con una
emozionante e molto forte "Stay With Me", con Dylan che sembrava fare il
conteggio delle parole. Di tutte le canzoni eseguite, questa sembrava quello
che voleva cantare.
La notte dell’apertura di un tour non è di solito il miglior concerto da
vedere, specialmente dopo mesi di pausa, perché per impostazione predefinita
finisce per essere un concerto-riscaldamento con poche sorprese. Dylan era
in ottima voce, cantava dolcemente, come nel suo ultimo album, ma era
efficace. Penso che per il momento questo tour, dopo Memphis se non prima,
dovrebbero cominciare a marciare a pieno ritmo come a Chicago, Philadelphia
e New York lo scorso autunno.
(Fonte:
http://www.peterstonebrown.com/BDtourarchive/041015-borgata-event-center-atlantic-city-nj/)
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di Martin Alderoty
Prima di tutto le mie credenziali. Ho appena compiuto 60 anni e sono un
diehard fan di Bob dal 1972. La prima volta lo vidi con The Band a
Philadelphia, penso che sia stato il 73 (in realtà la data era il 1 giugno
1974 al P.A. Spectrum
di Philadelphia). Ho rivisto Bob durante il Reborn Tour in S.F. e con i
Greatful Dead al Giants stadium nel 1987, poi allo MSG in NYC. E gli ultimi
spettacoli all’ Asbury Park Convention ecc. Tutto sommato una decina di
volte. Naturalmente ho tutti gli album e il mio orgoglio è un bootleg
davvero originale del Judas tour ereditato dal mio amico JN scomparso da
molto tempo, "The sky's not yellow its chicken".
Ok, ecco la mia invettiva o forse anche la confessione.
Sono stato abbastanza fortunato grazie a mio frratello più giovane che ha
procurato 4 biglietti nella fila dietro al pianoforte di Bob.
Nella prima canzone la voce di Bob era croccante, chiara, coraggiosa. Questo
è stato molto emozionante e mi ha entusiasmato. Ho pensato che questo era
uno spettacolo-killer, fresco fresco della pausa invernale.
La felicità non è andata oltre la seconda canzone.
In tutta onestà da quel punto in poi Bob ha cominciato a scivolare verso il
basso, massacrato, aggrovigliato in uno strano scherzo del destino. Mi ha
praticamente fatto piangere, ero così arrabbiato.
Letteralmente tutto lo spettacolo avrebbe dovuto essere sponsorizzato dal
Geratol Radio Hour. Ho dovuto fare tutto il possibile solo per rimanere
sveglio.
Bob rimbalzava nel semibuio tra il centro della scena ed il pianoforte.
Accendete la luce in modo che nel trasferimento non si faccia male.
Onestamente la cosa avrebbe potuto essere 100 volte meglio se avesse diviso
lo show in questo modo: Il primo tempo potrebbe essere la parte dove canta e
suona quello che vuole.
La seconda metà dovrebbe essere invece quella dei suoi hits, 61, Rolling
Stone, Watchtower ecc. ecc.
Dico questo non per soddisfare la mia adorazione egoistica di Zimmy, ma per
i giovani ragazzi che qualche fila dietro sinceramente e appassionatamente
chiedevano a gran voce Subterranean.
Onestamente, e mi duole dirlo - se avessi le palle - avrei dovuto
fischiarlo. Bob ha bisogno di essere fischiato.
Credo che dovrei finire qui, ma continuo.
A un certo punto e non mi ricordo quando ho pensato che fossero i primi
segni del morbo di Alzheimer.
E sapete una cosa? Non c’è bisogno della band dietro Bob. Non me ne frega un
cazzo della band. Francamente non capisco perché Bob pensa di aver bisogno
di una band ???? Vogliamo Bob, solo Bob, solo Bob - anche se dice solo
qualche battuta o fa trucchi da giocoliere. Per essere chiari non ho nulla
contro i membri della band. Sono sicuro che potevano suonare meglio per
conto proprio. E pagherei anche $ 130 per vedere un loro spettacolo.
Amo Bob e andrò sempre a vederlo, anche se recitasse il menu del pranzo di
casa sua.
A conti fatto lo spettacolo era come avere un vero e proprio cattivo mal di
denti, da morire dal dolore - si deve andare dal dentista per toglierlo.
Nessuno vuole andare dal dentista, ma in questi casi non si ha scelta.
Ho quasi il dubbio, un certo senso cosmico tipo karma voodoo, che Bob debba
andare dal dentista quando mette su questi spettacoli.
Grazie per avermi permesso di esprimere la mia preoccupazione.
Ps: Sono rimasto scioccato e profondamente rattristato sentendo da Tom, il
tecnico del suono, che Jules era morto 18 mesi fa. Le mie condoglianze alla
sua famiglia e agli amici.
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di Schenectady Dan
Venerdì scorso intorno a mezzogiorno, le cose sono improvvisamente cambiate
per me. Gli ostacoli insormontabili che c’erano per andare a vedere Dylan
nel posto più vicino di questo tour sono stati rimossi. Sono entrato in
azione! Dopo aver acquistato un biglietto online, mi son fatto 300 miglia ed
era pronto, ben disposto e in grado di entrare nella sfavillante Borgata
Hotel / Casino / Spa. La frase “Vediamoci stasera ad Atlantic City” non ha
mai suonato così buona. Al box dell’entrata mi hanno offerto un
aggiornamento! Per 50 $ in più sono andato al centro dell' ottava fila
perfettamente in linea con il piano di Bob. I sedili sembravano essere sedie
da tavolo da pranzo, realmente stretti, così stretti che chiunque passava
dentro o fuori della riga letteralmente ti doveva camminare sopra. Dopo aver
visto un paio di shows lo scorso novembre e dicembre, ero preparato per la
"setlist". Tuttavia, mi chiedevo se sarebbe rimasta inalterata, e avevo
"Fantasticato" su di un nuovo spettacolo, o forse un "Billy" o un “Handy
Dandyesque” aggiunta, ma dentro di me sapevo che niente di tutto questo
sarebbe successo. Questo è lo show di Bob! E io ero lì, non importa cosa
avrebbe cantato!!!
Da dove ero seduto, non c'era niente di cui lamentarsi. La gente è pazza e
gli orari sono strani! Il triplo gong ha annunciato Stu e poi è cominciata
“Things Have Changed”, opener che in qualche modo mi ha detto che più le
cose cambiano, più rimangono le stesse. Un opener molto forte e solido. "She
Belong to Me” ha visto Bob in totale controllo, mostrando il suo 50° anno di
questa vecchia canzone e rendendola diversa con la versione attuale, davvero
un walking antique!
L’Intro di “Duquesne Whistle” suonava come se fossimo stati trasportati
indietro di cento anni o giù di lì nel tempo. Ho potuto sentire tutto della
band, del piano di Bob e delle sue entrate e uscite dalla band. Questa
canzone mi aveva colpito duro, giusto in tempo, come se fossi salito su un
treno musicale diretto a chissà dove.
Che cosa sia successo nella quarta canzone, “Working Man Blues # 2” a me, è
inspiegabile, ma per qualche motivo mi ha colpito così forte che le non ho
potuto trattenere le lacrime. Non so perché, ma è successo. Non ero triste,
ma emozionato. Una parte di essa mi ricorda il riff di Hunter / Garcia di
"Friend of the devil" nel riff discendente. Era così forte, soooo goood,
assolutamente TOP! E’ stato un numero incredibile.
“Waiting For You” è l'unica canzone del set con la quale non ho familiarità.
Questo mi ha permesso di sperimentare Bob come se fosssi stato un fan
novizio e dovessi recepire il "messaggio". La trovo incoraggiante e piena di
amore e di bontà, a differenza di molte altre più oscure e grintose.
Pay in Blood aveva un che di rock da far bollire il sangue.
Tangled e Lovesick non han fatto eccezione e così si è concluso il primo
set.
Il secondo set è iniziato alla grande con Stu all’intro di “Highwater (For
Chalie Patton)” che ci ha scosso di nuovo.
Simple Twist of Fate è stata veramente grande. Non sapevo che Stu avrebbe
suonato le maracas. Questo ha raddoppiato la sezione ritmica in modo
efficace, poi "Early Roman Kings" ha aumentato il fattore rock un'ultima
volta qui sul Jersey Shore.
Da qui in avanti il "set" rallenta di tempo, ma non di intensità.
Forgetful Heart mi è sembrata intensità pura e come al solito mi aveva
agganciato con ogni parola.
Spirit on the Water è stata morbida e delicata se si dimentica che il
protagonista ha ucciso un uomo laggiù da qualche parte.
Scarlet Town ha mantenuto l'intensità e concentrandomi sulle parole ho
ritrovato la sua scura bellezza. Poi è arrivata la notte stellata che ha
illuminato le cose in un modo bizzarro. Giuro che guardando lo sfondo del
palco si potevano vedere diverse facce di Alieni di "Roswell" , avrei voluto
fare una foto per dimostrarlo!
Long and Wasted Years mi ha colpito fortemente, posso paragonarla molto bene
ai casini del mio rapporto familiare passato e presente. La folla è stata
moscia nel battere le mani per reclamare l’encore, ma finalmente si sono
scaldati in tempo per dare il bentornato ai ragazzi.
Numero finale, con molte attrazioni nel corso della serata, vorrei Dire che
"Stay With Me" è qualcosa di molto toccante con le parole, e il modo in cui
Bob l’ha cantata è stato assolutamente stupendo. Bob ha tenuto il meglio per
ultimo.
GRAZIE a Bob e alla band per l’intrattenimento. Continuate così!
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