MAGGIE'S FARM

SITO ITALIANO DI BOB DYLAN

created by Michele "Napoleon in rags" Murino                                            Managed by Mr.Tambourine

                 

                       

 

Milan, Italy - Teatro degli Arcimboldi, November 22, 2015

by Mr.Tambourine

Benissimo, ho passato altre due ore della mia vita nello stesso locale dove c’era Bob Dylan, a circa una decina di metri da lui, abbiamo respirato la stessa aria, Bob, io, Charlie, Donny, Stu, Tony e George. Naturalmente con noi c’erano un paio di migliaia di altri entusiasti spettatori. il Teatro degli Arcimboldi, realizzato su progetto dello Studio Gregotti, è stato inizialmente destinato ad ospitare gli spettacoli del Teatro alla Scala durante la ristrutturazione del Piermarini. Il boccascena è stato dunque realizzato con dimensioni analoghe a quelle della Scala, quindi 12 metri in altezza e 16 in larghezza. 32 x 37 metri sono invece le misure della torre scenica, alta, a sua volta, 33 metri.
La platea, che si sviluppa su due livelli e due gallerie centrali, può ospitare 2.346 spettatori ed è inserita in una sala rivestita in pannelli di legno tinti di rosso. Una serie di pannelli laterali, orientabili e a spessori variabili, fungono da deflettori acustici e schermi di illuminazione.
Prima dello spettacolo, quando hanno aperto gli ingressi alle 19,30, ho avuto la gioia di rivedere molti amici Maggiesfarmers che non vedevo da tanto tempo, ho incontrato l’amico Massimo Barabba, quello che mi aveva gentilmente regalato il biglietto per lo show di Barolo, ho ritrovato il grande Al Diesan (avevo proprio voglia di rivederlo dopo tanti spettacoli fatti insieme), la stupenda Marina Gentile con il simpaticissimo marito, Andrea Del Monte con quale avevo condiviso il palco dell’auditorium di Sezze Latina assieme a Luigi Grechi (il fratello di De Gregori, quello che ha scritto Il Bandito ed il Campione tanto per intenderci) ed ai Backstreets.
Dopo una bella chiacchierata fra amici, ognuno è tornato al suo posto perchè l’inizio dello show era imminente, comunque la gioia di rivederli è stata davvero tanta.
Per prima cosa vorrei dire che vedere Dylan in una piazza stando in piedi pressato da molte persone non è la stessa cosa che vederlo comodamente seduti in una comoda ed accogliente poltrona di un bellissimo teatro.
Il suono era perfetto, senza sbavature, senza echi fastidiosi, distinguevi bene ogni strumento, la concentrazione è certamente tripla rispetto a quando stai in piedi e di conseguenza gusti le cose in maniera diversa.
Ed infine, diamo a Cesare quel che é di Cesare, questo Bob Dylan non è quello di Barolo, è un serio professionista che non improvvisa più niente ma esegue correttamente e con ottimo entusiasmo (ha detto persino “Buona Notte!” annunciando l’intervallo) quello che è il programma prestabilito, e finalmente, dulcis in fundo, non si vede più una band che improvvisa inizi e finali. Sommando tutte queste cose lo show diventa tutta un’altra cosa, ed anche chi se è approcciato ad esso con un pò di scetticismo si è dovuto ricredere. Diciamo subito che lo show è stato ottimo sotto tutti i punti di vista, dal suono alla voce di Dylan che è senz’ombra di dubbio migliorata e rende di più ora che non usa più staccato ed upsinging, che impersona un crooner dii stampo simpaticamente chaplinesco che a volte sembra essere addiruttura infantile nella sua semplicità. Voglio alresì sfatare e contraddirre coloro che hanno detto nelle loro recensioni che la luce sul palco è poca e si vede male. Cazzate, la luce è più che sufficiente e si vede tutto molto bene, specialmente la scenografia che sembra essere curata nei minimi particolari ( l’effetto delle acque sullo sfondo durante High Water, altro sfondi bellissimi per Scarlet Town, Pay in Blood, Autumn Leaves). Il pomeriggio Bob era in giro per Milano in compagnia di Charlie e di Tony, sono stati avvistati nei pressi del Castello Sforzesco, forse Bob (col solito cappuccio calato sulla testa) ha voluto rivedere la Pietà Rondanini. Altri lo hanno curato fuori dall’albergo (mi hanno pregato di non fare il nome) ma la loro attesa è stata vana, forse Bob è sgattaiolato da una uscita posteriore.
Alle nove precise le luci si spengono e dal buio del palco si sentono arrivare gli strumming blues dalla chitarra acustica di Stu, dopo una trentina di secondi si vedono delle ombre scure muoversi sul palco e scoppia il boato di benvenuto. In quel momento si accendono le luci sul palco ed ecco Bob, giacca lunga nera (credo si chiami Redingote), pantaloni neri con righe altrettanto scure sui bordi esterni, camicia probabilmente di seta bianca, cintuta bianca, stivali da cow boy bianchi con qualche fregio scuro ed immancabile spanish hat grigio chiaro, avanzare verso il microfono al centro del palco dove attende qualche secondo la chiusura dell’intro per iniziare lo show.
“Things Have Changed”, bella, solida, buon rock, bel cantato sin dalle prime battute. Si capisce che Bob è in vena buona. La canzone è bella, l’arrangiamento altrettanto, i musicsti ottimi ed il songwriter-performer pure, che si vuole di più?
“She Belong to Me” dimostra che si può avere di più, infatti Bob la interpreta con un trasporto coinvolgente, ottimo l’assolo di armonica, senza una sbavatura o note tirate per il collo, cantato sentito e perfetto, una delle canzoni migliori della serata.
“Beyond Here Lies Nothin’ “, parte un pò confusa, ma è l’arrangiamento che secondo me va migliorato, o forse semplificato, troppa roba da l’impressione del pasticcio, inoltre un Charlie in serata opaca non riesce ad aggiungere niente per dare un minimo di valore aggiunto alla canzone, ma Charlie sarà così per tutta la serata, un chitarrista che fa il compitino, Charlie può e deve dare molto di più!
“What’ll I Do”, la prima cover “sinatriana” della serata. La scena cambia colori. E il Teatro degli Arcimboldi cambia atmosfera, si trasforma un un elegante “Speackeasy” (o se preferite “blind pig” o “blind tiger”) dove la gente “ who live a life of a millionare spending all their money, they just did not care, taking all their friends out for a good time, drinking bootleg whiskey, champagne and wine” guarda con intersesse il combo di turno sul palco, con un minuscolo crooner che mischia il blues con il jazz attorniato da un misero quintetto invece di una grande orchestra. Questi sono i miracoli di Dylan, riesce a dominare tutto e tutti imponendosi con il suo charisma e noi veniamo catturati nella sua rete anche se quelle banali canzoni son dure da digerire. Molto buona e piacevole da ascoltare.
“Duquesne Whistle” cambia repentinamente atmosfera, ci trasporta nelle sconfinate praterie col train-time beating della batteria, atmosfera di sapore western, con il treno (oggetto cult per eccellenza in un paese come l’America dove per spostarsi bisogna percorrere interminabili distanze. Canzoncina piacevole molto lontana dai capolavori e dallo stile dylaniano, ma con un buon arrangiamento, ben suonata e ben cantata, piacevole e gustabile.
“Melancholy Mood”, nuovo cambio di colori sulla scena, il blue mood della canzone contagia il teatro, un senso di piacevole tristezza invade tutti mentre Dylan l’interpreta ad arte. Soddisfacente.
“Pay in Blood”, la rabbia, la grinta e l’ironia con le quale Dylan canta ed interpreta questa canzone colpisce tutti. La leggenda sta cominciando a tirare già il teatro.
“I’m a fool to want you”, buona canzone ma non lascia il segno.
“Tangled Up In Blue”, il primo vero Dylan della serata, la gente lo capisce e cominciano gli applausi e gli urletti d’approvazione, specialmente durante il bellissimo solo di armonica, grida sempre discrete però perchè il luogo impone di lasciar fuori dalla porta la dozzinalità. Primo highlight dello show e pubblico veramente compiaciuto.
Ed ecco la sorpresa, Bobby sputa fuori un inatteso “BUONA NOTTE!” prima di annunciare la pausa, che tutto sommato, non è poi così deleteria come avevo immaginato, da a tutti la possibilità di rilassarsi, sgranchirsi le gambe, scambiare le prime impressioni, espletare piccolo bisogni o fumare una sigaretta all’aria aperta.
“High Water (for Charlie Patton)” Nessuno canta il blues come Charlie Patton, ed io semplicemente non posso essere felice amore, a meno che non lo sia anche tu. E’ brutto lì fuori, Acque alte dappertutto, ma Dylan galleggia alla grande, piccolo relitto di una leggenda inaffondabile.
“Why Try To Change Me Now”, Perché non posso essere più convenzionale? La gente parla, la gente guarda, così io provo ma questo non è per me, perchè non riesco a capire questa specie di pazzo mondo che mi sta passando davanti.
Quindi, lascia che la gente si stupisca, lasciala ridere, lascia che si rabbui, tu sai che io ti amerò finchè la luna sarà sottosopra, non ti ricordi che ero sempre il tuo pagliaccio? Perchè cerchi di cambiarmi adesso?
Il messaggio di Dylan è chiaro, perchè dovrei cambiare adesso? Sto bene così, mi diverto così, non chiedo niente a nessuno e do tutto quello che posso, perchè dunque cercare di cambiarmi adesso? Ottimo crooner l’ex menestrello di Duluth!
“Early Roman Kings”, pezzo senza originalità, musica già sentita in un’altra canzone, l’insieme Dylan-band funziona e meraviglia, ma la canzone non è all’altezza.
“The Night We Call It A Day”. Il grido di un gufo nel cielo, triste nel suo canto, non era più triste di me, la luna e le stelle se n’erano andate ma il sole non è sorto con l'alba la notte che ci siamo lasciati. Non c`era piu niente da dire la notte che ci siamo lasciati. Dylan riesce a rendere la tristezza della situazione e la canzone piace ed è apprezzata.
“Spirit On The Water”, torna il sound Dylan più familiare alle orecchie del pubblico, un altro pezzettino di teatro si sgretola sotto i colpi di Dylan & Company, con Donnie che giganteggia sopra tutto e tutti, finalmente riusciamo a sentire l’enorme e raffinato lavoro di questo grande musicista maestro di umiltà e discezione.
“Scarlet Town”, rabbia, furia ed ironia in quantità industriale, la band vibra mazzate eccezionali e Dylan sputa con vigore le parole, la sala comincia a tremare.
“All Or Nothin At All”, forse la cover sinatriana che è piaciuta di meno anche se ben eseguita e cantata.
“Long And Wasted Years” Il Teatro crolla definitivamente, ci vorrà moto per ricostruirlo, Dylan ha lasciato il segno, Questa è una grande canzone, degna di stare nell’olimpo delle canzoni dylaniane, ricordo che lo dichiarai all’uscita di “Tempest” ed ora lo riconfermo, dal vivo è ancora più impressionate e coinvolgente, una super-ballad come solo Bob sa scrivere. Il “Pezzo della serata”. La gente si alza in piedi per applaudire.
“Autumn Leaves”. La canzone è talmente bella di suo che se anche la cantasse mio nonno che ormai è muto sarebbe bella lo stesso. Bravo Bob, ti sei misurato con un mostro sacro e l’hai vinto.
Si spengono le luci sul palco, due o tre minuti di fischi ed eccoli di ritorno sul palco per gli encores.
“Blowin’ in the wind”, devo dire che questa canzone è talmente “la canzone” che cucinata in qualunque salsa funziona sempre, sarà stato anche il suono davvero meraviglioso ma l’ho davvero gradita, gustata ed apprezzata, e non solo io naturalmente, ma tutte le 2346 persone presenti, più il personale del teatro e le guardie.
“Love Sick” chiude un bellissimo concerto con la gente che lascia le poltrone per gustarsi Bob un pò più da vicino. Siamo alla fine ed i flash vengono sparati a camionate, alla faccia delle stupidissime proibizioni. Tutti in piedi, tutti a battere le mani, tutti a farsi un selfie con Bob sul palco alle spalle.

Una nota piacevole: Tony ha fatto larghissimo uso del contrabbasso non solo nelle canzoni sinatriane dove ha usato anche l’archetto, ma anche in diversi pezzi dylaniani.
Donnie Herron, un grande strumentista, microfonato come si deve nel mixer ha fatto la parte del leone.
Charlie Sexton sottotono, forse non in serata di grazia, buon lavoro ma niente di straordinario, niente assoli strappa applausi.
Stu Kimblall, grande chitarrista ritmico, essenziale ed indispensabile, a parte l’uso completamente inutile delle maracas in Duquesne.
Altra nota, pochissima Polizia che ha fatto il suo lavoro con discrezione senza esagerare, sembra che gli Arcimboldi costringano tutti ad una insolita gentilezza ed educazione, comportamento molto apprezzabile.
Pubblico, devo dire che i “capelligrigi” come me erano la minoranza, ci sono nuove generazioni ai concerti di Dylan, e questo è positivo, vuol dire che oggi Bob è apprezzato per quello che fa e non solo per quello che ha fatto in passato.

Bologna, Italy - Auditorium Manzoni, November 18, 2015

by notdarkyet

Caro Mr. Tambourine,
ho letto le recensioni dei concerti recenti che hai segnalato. Tra queste, quella di Leonardo Iannacci, il quale, a proposito del primo concerto bolognese di Bob Dylan, ha parlato di «tradimento» e di «presa per i fondelli» nei confronti del pubblico, lamentandosi di parecchie cose, a partire dal prezzo dei biglietti (inferiore, in ogni caso, al costo di un abbonamento al giornale per cui scrive) per finire con la (presunta) brevità del concerto: ma come? - si chiede il critico - Paul McCartney canta 40 canzoni a sera e Bob Dylan solo 20? come se il valore della poesia si potesse misurare un tanto al metro: no comment. In breve, Dylan non avrebbe più nulla della “gloria” che ha avuto in passato ed è oggi per il critico non più che il «monumento un po' bolso della poesia in musica».

A Bologna, quella sera, c'ero anch'io. Vicinissimo, oltre che a Romano Prodi e signora, al palcoscenico come forse mai ero stato prima, e le mie impressioni sono molto diverse dalle sue. Non stravedo per il Dylan degli ultimi tempi, soprattutto quando ripropone a suo modo alcune delle canzoni che furono cantate da Frank Sinatra. Penso però che assistere oggi a un concerto di Bob Dylan con la speranza di ascoltare, che so?, canzoni “tarantolate” come quelle del tour del 1974 con Robbie Robertson e soci, oppure di ritrovare l'energia della “Rolling Thunder Revue”, non solo sia irragionevole, ma abbia a che fare più con noi stessi e con la nostalgia di quello che siamo stati in passato che con l'artista che si esibisce sera dopo sera, anno dopo anno, e che appare giustamente ben determinato a non riproporre l'impossibile fotocopia del sé stesso di un tempo, che potrebbe essere solo una caricatura. Se non teniamo conto di questo, ci condanniamo da soli all'insoddisfazione, perché il tempo scorre in modo irreversibile e noi, come lui, non saremo mai più quelli che siamo stati allora (come peraltro alcune canzoni di Dylan testimoniano in modo struggente).

Devo dire che a me il concerto bolognese è parso “perfetto”. Alla lettera: perfectum, compiuto; niente da aggiungere, niente da togliere. Dylan sembra davvero aver trovato la dimensione adeguata a questa fase della sua vita e la mette in scena senza finzioni. Le sensazioni e le emozioni che ho portato a casa sono diverse. Una sorta di “tenerezza”, anzitutto: mai come quella sera Dylan mi è parso fragile: la sua voce è migliorata ed è calda, riesce a trovare accenti volta a volta malinconici, rabbiosi, ironici e riesce a cantare con forza ma anche con dolcezza, ma ogni parola che pronuncia, oltre che il suo modo di “abitare” il palco e i rari, misuratissimi gesti che accompagnano il canto, a me comunicano un senso doloroso di fragilità, come di chi stia percorrendo strade ormai morte con addosso la stanchezza del mondo e il peso del tempo.

Mi è anche venuto da pensare che Dylan, portando in scena da diverso tempo concerti ogni sera sempre uguali (ma lo sono davvero?) non solo nella scelta dei brani e degli arrangiamenti, ma persino nella postura e nei movimenti, stia tentando un'operazione all'apparenza impossibile: fermare l'irreversibilità del tempo, senza rinunciare ad essere in ogni istante presente a sé stesso e, per ciò, vivo, sia pure per quel che tanto che la sua voce risuona: una presenza stabilmente effimera, mi verrebbe da dire. Ecco, forse il Bob Dylan di oggi porta in scena le sue canzoni, come ha sempre fatto, insieme a una sorta di “nostalgia” consapevole e a una volontà tenace di far coincidere nel qui ed ora dell'istante l'essere e il divenire, l'identità e la differenza, il passato e il presente (e - perché no? - magari anche il futuro); e mostra a noi che lo ascoltiamo che lo si può fare.

Al critico, che nel suo articolo sottolinea anche la «freddezza» e la «poca empatia» di Dylan, il quale si presenta «senza nemmeno salutare» (ma quando mai lo ha fatto?), forse sfugge l'assoluta concentrazione con la quale Dylan (autentico “performing artist”, come è sempre stato) dà vita ogni sera alle sue creazioni, ogni volta come se fosse la prima, stupendosi egli stesso, mi piace pensare, di ciò che con la sua voce e la sua sensibilità straordinarie riesce a far accadere. Ai suoi concerti non assistiamo affatto a «repliche di cose già viste e sentite», come vorrebbe il critico, ma, ogni volta di nuovo, alla nascita di un'opera d'arte che meraviglia noi e lui insieme. Alberto Giacometti, a proposito di una propria scultura, nel dicembre del 1950 ha scritto così: «.è come se stessi concretando involontariamente delle impressioni provate molto tempo prima e riconoscessi la scultura solo dopo averla conclusa (…). Se nostro malgrado abbiamo in mente una foresta, o una stanza, o una distesa di sabbia e così via, va benissimo, a patto di non dircelo preventivamente, poiché questo falsa, limita, poiché si deve poter pensare a qualsiasi cosa» (A. Giacometti, Scritti, Abscondita, Milano 2001, pp. 83-84). Ecco, io penso che con Dylan, sul palcoscenico, accada qualcosa di simile. Ed è anche questo che, ogni volta, riesce nonostante tutto a stupirmi e ad emozionarmi.

Ti ringrazio per l'ospitalità e ti chiedo scusa se mi sono dilungato un po' troppo.
Un caro saluto, Giorgio.

 

Manchester, England - O2 Apollo, October 28, 2015

by Tony Kenwright

Da dove comincio ... sul cimitero del tour bus di Bobby in movimento come una candela che lentamente sta morendo attraverso le strade di una triste notte di Manchester riempita di rassegnazione. Un senso di sgomento che l'unica strada che ho percorso per quasi 50 anni sia ormai frantumata e divisa. Che il più grande artista del 20° secolo, il genio del mondo occidentale, ha lasciato l'edificio e la volontà di mai più ritrovare la strada per tornare a casa. Per gli appassionati che credono ancora che egli non può sbagliare, che credono che Tempest sia stato un grande album e che sia una piacevole realtà scoprire qualcosa di nuovo in una vecchia collezione di Sinatra, bene cosa posso dire .... potrei dire che siete sul lato giusto della strada? Tranne che non lo siete, e, che a parte il vestito che è peggio di un body Asda, il Re non indossa più abiti regali. Nulla può danneggiare l'eredità del genio e l'influenza di Dylan sulla musica contemporanea, e nulla può diminuire il mio entusiasmo per una collezione di capolavori che hanno illuminato tutta la mia vita. Le sue canzoni mi hanno rimandato agli innumerevoli concerti visti negli anni da quel primo concerto a Liverpool nel '66. Mi hanno perfino indotto a fare un pellegrinaggio a Hibbing e Duluth solo per camminare sulle sue orme, in quei luoghi splendeva la luce che illuminava il buio dei miei giorni bui rendendomi felice solo perchè ero lì.
Ma stasera? Bene stasera è stata solo triste, banale e senza vita come le luci da 40 watt che non riuscivano ad illuminare un pochino il palco. Io non voglio soffermarmi su queste cose. Forse, se non riesco a portare buone notizie non dovrei portarne alcuna ma, quando si tratta di vivere le prestazioni ho la sensazione che d’ ora in poi sarà lui ad andare per la sua strada, io andrò per la mia e dubito che i nostri percorsi si riuniranno ancora.

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 by J.W. Mahoney

Beh, nessuno a Manchester ha urlato "Giuda" questa volta ... Anche se le due più belle canzoni di Bob Dylan mai finite, in quell’hotel a Glasgow nel 1966, sono disponibili solo su uno dei 18 CD del cofanetto da $ 600 "Cutting Edge", "On A Rainy Afternoon" e "I Can not Leave Behind Her.." e non sull’ infinitamente più economico "Best of" di 6 CD. Ma questo è tardo capitalismo, no? E aspettarsi che His Bobness faccia qualcosa prevedibile o conciliante è ridicolo.

Ma perché His Bobness sta suonando lo stesso insieme di canzoni più e più e più e più volte? Nessuno gli dice niente di questa cosa, è come l’elefante in cristalleria, un vero e proprio mistero - che merita rispetto in quanto tale.

L'anno scorso era come una cosa di Shakespeare, e tu non ti potevi aspettare che gli attori cambiassero le parole ogni notte ... E poi Sinatra è arrivato a prendersi quasi la metà della scaletta, e bisogna che noi lasciamo a Bobby fare Bobby & tutto il resto, e siamo tutti contenti proprio come pugno in faccia che lui ha una dinamite-band, e lui è in voce, e lui è ancora vivo - e se non vi piace la scaletta non andate al concerto, è una vostra scelta. Le recensioni dei giornali sono tutte positive, e quasi tutte le recensioni su boblinks sono straboccanti di gratitudine, così ...?

Prendiamo un accademico ombra. Murray Leeder in “Haunting and Minstrelsy in Bob Dylan’s “Masked and Anonymous”, dice, "Slavoj Žižek scrive che i morti ritornano "perché non sono ben sepolti ... Il ritorno dei morti è un segno di un disturbo nella simbologia del rito, nel processo di simbolizzazione; i morti ritornano come collezionisti di qualche debito simbolico non pagato". E questa setlist che non cambia mai è un rito funebre, continuamente ripetuto perché queste canzoni riescano a morire finalmente? O perché l’infelicità di Bob Dylan non è ancora morta? O sono un "debito simbolico" completamente astratto? Chi lo sa?
Ogni singola canzone - da Dylan e Sinatra – è intrisa di una minore o maggiore dose di crepacuore - perché della canzone triste, o disperata, o piena di furia incipiente, nostalgia, diretta o indiretto, acuta, o la speranza senza speranza - o offre un problema esistenziale - poiché la risposta sta, infatti, soffiando nel vento.

Quindi, se si va a vedere Bob Dylan esporre le sue cicatrizzate ferite psichiche notte dopo notte, potete andare a vedere la stessa cosa in ogni singolo concerto in Europa e nel Regno Unito, basta avere i soldi e poi dire a se stessi in piena onestà che non avete capito quello che avete visto.

Ma noi tutti indossiamo la stessa corona di spine, stessa curiosità, stesso disappunto... Forse no, ma non vedo perché no.
 

Manchester, England - O2 Apollo, October 27, 2015

by B. McGuinn

Io proprio non riesco a collegare Bob con Sinatra, canticchiando canzoni poco profonde che non son per lui. Il libro della grande canzone americana era riempito da un mucchio di scemenze fino a quando Bob è arrivato e ha liberato il mondo da tutte quelle sciocchezze.
Lo spettacolo è molto lucido. La band è stretta intorno a lui, con la batteria che tiene tutto insieme. Bob passa un sacco di tempo al centro della scena, che è una grande cosa, lui è sempre divertente da guardare. L’illuminazione del palco sembra progettata per garantire che non si veda troppo, per rendere le foto e le riprese difficili! Il suono è il migliore che abbia mai sentito a un concerto di Bob e la sua voce è la migliore che ho sentito dal 1999.
Ha riscritto Tangled ancora una volta, che è bella, e Love Sick, che non è mai stata una delle mie preferite, è uno spettacolo vero e proprio.
High Water suonava, almeno a me è sembrato, come se venisse direttamente dai Basement Tapes, e tutte le canzoni di Tempest erano ben eseguite, con una menzione speciale per la potente Scarlet Town.
Un pezzo o due, al limite, di questo show potrebbe essere goduti come una novità, ma nell’insieme l’ho trovato noioso. Tuttavia, lui chiaramente gode quando le esegue e sono state molto calorosamente gradite dal pubblico. Bob fa sempre quello che vuole, ed è bello che lui si diverta ancora dopo tutti questi anni.

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by Simon Wilson

L’Apollo di Manchester è adeguatamente una scalcagnata venue in stile art nouveau dove Bob poteva evocare il suo materiale.
Leggermente debole, a volte, la band e Bob si sono ripresi dallo stordimento con le versioni delle canzoni Tempest, Early Roman Kings e Scarlet Town. Questi ultimi con contributi sostanziosi di Charlie con una atmosfera meravigliosa. Per queste canzoni di Bob e Charlie erano telepaticamente in sintonia.
Spirit on the Water è sbarazzina e stretta con la band.
Nella prima parte I’m A Fool To Want You ha mostrato un buon Bob, come di consueto, nella sua ultima escursione nel genere Americana. Tangled Up In Blue ha portato una sensazione emotiva.
Un buon mix tra il pubblico, con un sacco di giovani, con molto apprezzamento e una vera e propria ovazione alla fine.
Lui sa bene quello che sta facendo.

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by Rob Frodsham

Il mio primo concerto nel 1996. Altri 20 da allora. Leggo boblinks da oltre 10 anni ma non mi sono mai sentito obbligato a scrivere una recensione, anche ai concerti ai quali avevo assistito. Sapere la set list è buono, evita ogni stupida discussione....... ma i punti degni di menzione; Abbigliamento di Bob: Cappello bianco, vestito nero con bordi e ricami bianchi. Bob danza alla sua maniera: Chaplin, Jackson, Steptoe. La band: Stretta come un crampo, la migliore che ho sentito nei miei 20 anni di concerti. Voce: Così adatta alle canzoni. Ma non solo le nuove (ultimi 17 anni)...TUIB: Come al solito, ha fatto sgorgare una lacrima dal mio occhio. Non l’ho mai sentita cantata meglio. Nuovo fraseggio e nuovo arrangiamento.
Le canzoni di Sinatra: Devo ammettere che avevo dei dubbi, anche dopo aver letto della loro positività su Boblinks. Sono stato veramente trasportato da esse. Lui può essere anche più vecchio di quello che è.... Ma è ancora il gatto più cool del nostro pallone acquoso che chiamiamo pianeta terra.

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by Mike McHugh

Una grande notte, le bobsongs erano eccellenti, ma alcune delle altre di altri autori dovrebbero davvero essere in un altro concerto. OK, esse sono eseguite con precisione e amore, ma quando Tangled Up In Blue ha tirato giù le pareti era chiaro che questo era ciò che un sacco di gente voleva. Forse Bob tornerà senza quelle canzoni, ha una tale massa di sue canzoni che meritano di essere riportato alla luce e avere nuova vita.

 

London, England - Royal Albert Hall, October 24, 2015
 
 Review by Craig Hatfield
 
 La Royal Albert Hall è un bellissimo edificio. Un memoriale in stile Vittoriano. E' un piacere per gli occhi. Così stasera l’attenzione non è necessariamente tutta su Bob. Siamo tutti un pò troppo turistici. Quindi sono un pò arruffato, come prima cosa mi hanno detto di spegnere il mio telefono quando stavo entrando nell'auditorium, 20 minuti prima che la band arrivasse sul palco. "Bob Dylan ha chiesto di non scattare fotografie stasera. Nemmeno ora. Si prega di spegnere i vostri telefoni".
 Mi dispiace Bob, ho trasgredito le regole. OK Bob? L'ultima volta che ho visto Dylan è stato quasi due anni fa, in questa stessa sala. La prima cosa che ho notato è che non c'è più l’introduzione esagerata, niente più “Signore e signori si prega di dare il benvenuto al poeta laureato del rock n roll...ecc....ecc....”, infatti la band appare sul palco con Bob in mezzo a loro. L'ultima volta, Bob si trovava al centro della scena, sicuramente, come un pistolero. Questa volta viene avanti da solo.
 
 La prima cosa cosa che noto è che la sua voce sembra meno spinata.
 Meno come “gargarismi con vetri rotti” più il buon vecchio “mal di gola”. Ma un ricco, morbido, mal di gola rivestito di Benelyn. La voce di questa sera è splendidamente adatta alle lente canzoni di Sinatra. E queste canzoni sono la maggior parte di quelle divertenti del set, e generalmente ricevono il più caldo applauso. Il che è una buona cosa. Il set è puntato sull’ attualità. 10 canzoni su 20 vengono dagli ultimi due album, e 2 ulteriori canzoni sono altri successi di Sinatra. Ma il primo tempo si chiude con un vecchio familiare, anche se un pò più straziato “Tangled Up In Blue” eseguito da terzi, piuttosto che in prima, persona. Poco dopo Bob ha parlato !!! Non saprei dirvi esattamente quello che ha detto, ma era ovviamente qualcosa sull’andare fuori per una breve pausa. Il secondo tempo segue il formato del precedente fino al brano numero 13 quando Bob decide di abbandonare la mia canzone preferita da "Shadows In The Night in favore di “Where Are You?” In culo! Non vedevo l'ora di sentire “The Night We Called It A Day”. Offro al mio amico Bruce l'opportunità di guadagnarsi qualche sterlina gridando "Giuda!" Ma lui rifiuta. Così, arriviamo alla fine. Ok Bob, posso averti rubato alcune foto di nascosto alla Albert Hall due ore fa, ma sei in debito con me di “The Night We Called It A Day”. :-D
 
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 Review by Joe Neanor
 
 Bob ha cantato il con tutto il suo cuore stasera, il suo affetto e il rispetto per le canzoni di Shadows In The Nigh come ha dimostrato per tutto lo spettacolo. Ho compreso che Bob ha potuto cantare così quando ho ascoltato sulla via del ritorno Nashville Skyline, così si può essere meno sorpresi per la sua capacità di fornire una melodia. Mentre faceva le cover di Sinatra è stato divertente vedere come lui si divertiva a fare il crooner e fare il suo strascicato, ondeggiando passi di danza che solo lui sa fare. Ha anche ispirato un paio di valzer nella galleria della Royal Albert Hall, un ampio balcone che corre intorno alla parte superiore della sede dove ti trovi a scrutare giù nello show da un'altezza vicino alla linea del tetto.
 
 Per me le canzoni Tempest erano la parte migliore dello spettacolo. Bob può passabilmente cantare Sinatra ma dubito che Ol 'Blue Eyes avrebbero potuto fare Scarlet Town, rigorosamente senza nessuna danza come fa Bob.
 
 Il pianoforte sembrava praticamente un puntello. Guardando Bob durante la prima parte dello spettacolo non sembrava di aver fatto un sacco di suono effettivo mentre stava appollaiato su un sedile rivolto verso il lato sinistro del piano, presumibilmente in modo che poteva girarsi verso il pubblico più facilmente. I fogli dei testi erano sparsi lungo il pianale superiore del piano, ma Bob non ha avuto bisogno di tali fogli quando è venuto nella parte anteriore del palco, dove ha cantato liberamente e con fiducia.
 
 Questa era la quarta volta che vedevo Dylan in questo luogo nel corso degli ultimi due anni, ogni volta da una posizione diversa della sala. Mi sembra che più in alto si va in questa sede la qualità del suono sia peggiore. Giovedi sera ero seduto in platea più in basso ed ho potuto chiaramente distinguere la voce di Bob, mentre il Sabato, su in galleria, la musica e la voce tendevano ad impastarsi insieme.
 
 Bob ha deciso di non essere il suo proprio “tribute-act”, ed è stato così bello sentire la sua rielaborazione dell'unica canzone che ha eseguito ogni volta che ha suonato “She Belong To Me”.

London, England - Royal Albert Hall, October 23, 2015

By Peter Higginson.

Nei Kensington’s Gardens, Londra, che si trovano di fronte alla Royal Albert Hall, si trova un baldaccino in stile gotico alto 54 metri con al suo interno una statua placcata d'oro del Principe Alberto, consorte della Regina Vittoria. Se visto nel crepuscolo del paesaggio urbano, si tratta di un monumento gotico inquietante che sottolinea l'arroganza monumentale
dell' imperialismo vittoriano, pari solo all'enorme edificio della RAH che si presenta come un UFO proveniente da un altro un pianeta, fatto interamente di mattoni rossi.

L'interno della RHA è formato da una qualità macabra di tende scarlatte e opere murarie in pietra, e in questa scena mortale che il trovatore Robert Zimmerman (età 74) ha fatto un passo avanti gracchiandoci Autumn Leaves, tirata fuori da quella tomba chiamata Shadows in the night.

Prima dello spettacolo, un gruppo di noi guardava la leggenda del nostro eroe mummificato che era alla disperata ricerca di un passaggio per infilarsi nella cripta per cominciare la sua prestazione, ma è stato inutile.
Siamo stati spostati dalle guardie della security, di nero vestite nel Crematorium, scusate, Auditorium, a testimoniare quello spettacolo crepuscolare.

Dire che la performance è stata sia senza vita e senza senso sarebbe una gentilezza. “Tangled Up in Blue” aveva perso tutta la sua verve; “Pay in Blood”' era falsa, Bob è incredibilmente comodo e ben servito dal suo staff, limousine e jet; e '”What’ll I Do” è stata semplicemente triste. In quello che il recensore del “Daily Telegraph” ha descritto brillantemente come “una luce alla nicotina”, Bob ha gracchiato fuori le canzoni, poi ha fatto la sua danza macabra da piccolo burattino nell'ombra, mentre fuori lo attendeva un assegno di 300.000 $.

Ma mentre Bob può essere visto come il padrone di casa in stile vittoriano, rastrellando una fortuna coi biglietti pagati dal pubblico, il resto di noi sono lavoratori che hanno dovuto sborsare circa 450 sterline per gli hotel, i biglietti, i treni, i programmi, Spitfire ale, hamburger e t-shirt, guidare per ore per raggiungere la sede, stipati come sardine nella metropolitana, col finale in sofferenza per la performance di due ore come un tributo d'amore.

Si potrà probabilmente capire che io non sono stato colpito dalla mortificante natura di questa esperienza. Questa estetica cimiteriale ha riscritto l'intero corpo di lavoro di Dylan come una serie di monumenti crollati. Il grande viaggio che ha preso il via nel 1962, si è concluso in rovina. La vista di Bob che discute con l’altrettanto mortificante e analfabeta supercalcolatore “IBM-Watson”' per un altro assegno da 3.000.000 di $ ha finalmente segnato il suo destino come il protagonista di una delle sue canzoni.
Penso che possiamo visualizzare l'intera carriera ora come un unico genere: Il Blues di Tombstone.

London, England - Royal Albert Hall, October 22, 2015
 
 di Graham Cole
 
 Perché cercare di cambiare Lui ora?
 
 Mi sono svegliato prima del solito questa mattina, poco dopo le 6, oggi era un giorno diverso.
 Avevo un appuntamento all’ospedale alle 08:00 per il mio udito. Una giornata fondamentale per aver un buon udito. Bob e la sua fidata band sono in città. Ero eccitato.
 
 A metà pomeriggio, Loraine ed io siamo andati in macchina fino a Kew; traffico lento, poi lasciata l’auto abbiamo preso la metro per la meravigliosa Royal Albert Hall, facendo anche una breve visita al Victoria & Albert Museum, prima che ci buttassero fuori senza tante cerimonie perchè era il momento della chiusura.
 Abbiamo spiato il “Beat The Street” e le limousine parcheggiate davanti alla Porta 11, una piccola folla era in attesa, un bel pò di noi “capelligrigi” che speravano di riconoscere qualcuno anche lui “capelligrigi”.
 Charlie è sceso da uno dei veicoli e poi, con la consueta giacca di pelle e ben incappucciato, il nostro uomo è uscito scortato dal suo staff ed è entrato nella RAH.
 Abbiamo perso un incontro programmato con Paul e compagni (scusate Paul, ma ci vedremo a Southampton!), ora era tempo per noi di andare in cerca dei nostri posti, (ringraziamo John B), lato sinistro con una buona vista da quei bei piccoli sedili swivelly che hanno alla RAH.
 Alle 19,30 la sala era piena; avevamo vicino a noi Steve Lockwood (piacere di conoscerla Steve) che aveva suonato la sera prima ed aveva avuto molti elogi per il suo grande spettacolo. Il nostro entusiasmo sembrava giustificato, e alle 19,32, quando Stu ha iniziato a strimpellare la familiare acoustica, le cose sono migliorate di botto.
 La gente conoscerà certamente la scaletta, quindi parlerò di alcuni dei punti salienti per noi.
 
 Ci era stato detto la voce di Bob è in ottima forma in questo tour, ed era vero. Voce chiara, con alcuni meravigliosi fraseggi in molte delle canzoni. Molto bella She Belongs to Me, Tangled in una delle migliori versioni che abbiamo sentito da molto tempo, un sacco di meravigliosa attività di Bob al pianoforte di gran lunga più significativo che in passato, e sì,
 egli sembra funzionare col suo ultimo "stile di danza", quello che noi chiamiamo il suo jauntystep, durante alcune canzoni.
 Sia Bob che la band erano sartorialmente eleganti e come sempre, e bello vedere Charlie prendere una posizione dominante musicalmente, tra cui qualche dolce scambio di chitarra / pianoforte con Bob in Roman Kings. Anche se Loraine non è stata convinta dalle covers di Sinatra, per me hanno funzionato (e sono state chiaramente apprezzate dal
 pubblico), e di sicuro abbiamo apprezzato l'abbinamento di Long e Wasted Years con Autumn Leaves.
 E se ci sono coloro che vogliono le vecchie canzoni di protesta, ecco Blowin 'in the Wind, con la linea "Troppe persone sono morte" , rilevante oggi come lo è sempre stata.
 
 Le luci erano troppo scure e fisse (a parte un glorioso sfondo per Wasted Years), ed il susseguirsi di canzone in canzone a rotta di collo non consente facilmente di apprezzare anche alcune parti del canto.
 Il ritorno a casa, con Dylan sul lettore cd, ci ha permesso di riflettere su quello che era stata una bella bella serata. Come altri hanno già detto, grazie a voi Bob e Band, questo è stato un grande spettacolo. E la prossima volta ci saranno anche Sam e Chez che arriveranno presto alla nostra città natale il 30, yay!
 
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 di Duncan Hume
 
 La tentazione era quella di riflettere sulla notevole statistica che Dylan si trova oggi nella stessa fase di più di 50 anni fa e nello stesso modo è riuscito stasera a tenere il pubblico in un silenzio attento e col fiato sospeso per la performance. Qualcosa stava accadendo qui stasera e io non sapevo cosa fosse. Scoprire le covers?. Suonare le canzoni che compongono una parte del suo essere?
 
 Confesso che prima dello spettacolo ero un pò preoccupato per il numero delle canzoni di Sinatra inserite nella scaletta e per come avrebbero potuto influenzare lo show negativamente. Ho smesso di preoccuparmi quando ho scoperto alcune lacrime rotolare giù per le guance quando ha cantato Wahat’ll Do. Il suono era croccante e perfetto come altrimenti non potrebbe essere in questo glorioso locale. Queste canzoni dal vivo sono migliori delle versioni su Shadows In The Night. Chi mai dice Dylan non può tenere una melodia dovrebbe essere costretto a sedersi in una stanza con una registrazione incontaminata di questa performance.
 E qualcuno dice che non può cantare! Incredibilmente meraviglioso.
 
 Perfetto per il luogo e un vecchio e riconoscente pubblico. Non era tutto perfetto. Pay in Blood si è trascinata stancamente per me, e All or Nothing At All non ha funzionato bene. Ma la stragrande maggioranza delle canzoni erano una meraviglia. La band è notevole. Charlie ha suonato qualche fraseggio semplicemente divino. Lo spettacolo ha superato le mie aspettative.
 Ora lui è buono come non lo è mai stato. Ho visto la mia quota di pessimi spettacoli di Bob. Questo è stato bellissimo. Non vedo l'ora di ripetere l'esperienza domani sera, "the good Lord willing and the creek don't rise."
 
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 di Mick Gold
 
 Ho pensato che fosse fantastico. I momenti migliori sono stati Early Roman Kings e Scarlet Town con gli accordi minori tipici della terra di Barbara Allen. La band era brillante, le chitarre fluide, punteggiate dallo staccato del pianoforte di Bob.
 E’ come se il materiale di Sinatra avesse cambiato il suo canto. E' più tranquillo, meno urlato, più sfumato.
 I’m A Fool To Want You era stupenda. Sentivo le parole abbastanza chiaramente per rendermi conto che ha ri-scritto un versetto di Tangled Up In Blue. (You remind me of someone I used to know/ Someone I used to trust - Lei mi ricorda qualcuno che conoscevo / Qualcuno di cui mi fidavo).
 Le canzoni Sinatra si alternano con i più pesanti blues con la voce ringhiante che era emozionante. Ero seduto dietro il palco, giusto sopra la batteria di George Recile, così ho potuto vederlo fare cose sottili con le dita e delle favolose piccole pattern ritmiche sul charleston.
 Bob era di buon umore e ha salutato il pubblico alla fine. È divertente il modo in cui Dylan gira per il palco. L’ho descritto a mia moglie e lei ha detto: "Sembra Rumplestiltskin" (un personaggio di una fiaba dei Fratelli Grimm).
 
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 di Laurette Maillet
 
 2 grandi spettacoli presso la Royal Albert Hall di Londra.
 Il migliore finora (dovete credermi).
 Bobby era Rock e Crooning come un professionista.
 Niente male.
 - Luogo ideale (Splendida la rotonda del Teatro).
 - Grande suono.
 - Grande band (Stu, George, Tony, Charlie, Donnie).
 - Grandi canzoni (Dal passato, presente, futuro).
 Ho altri 3 spettacoli da andare a vedere!
 Ho voluto prendere la possibilità di vedere non solo una leggenda, ma un magnifico artista e un eccezionale performer. Non vi azzardate a perderlo! Ci vediamo lì per ascoltare Rock e Croon insieme.
 
 Grazie Bobby di stare con noi. Sono venuta a vederti perchè sei un mio amico.

London, England - Royal Albert Hall, October 21, 2015

di Riccardo

Come altre volte, sono venuto a Londra per sentire assieme a moglie, figli e nuora, un paio di concerti. Il 21 mercoledì siamo alla Royal Albert Hall e mentre vago per il corridoio esterno in cerca della porta di accesso agli stall, corridoio tappezzato di fotografie di artisti e cantanti, vedo un noto personaggio che avevo conosciuto sempre a Londra a novembre 2013 in occasione della mostra delle opere “metalliche” di Bob e dico -Qui manca proprio una foto fatta da Paolo.-, che si volta sorpresissimo (e credo con una punta di orgoglio) di sentirsi riconosciuto in questo modo. Due parole, un saluto e mi siedo in una posizione ottima, sulla destra del palco: avrei visto Bob proprio di fronte, con i suoi stivaletti bianchi ben evidenti mentre è seduto al piano, molto più da vicino rispetto al concerto di due giorni dopo nei circle (e per poche sterline di differenza ne vale la spesa).

Il concerto comincia puntuale e si snoda secondo i canoni ormai consueti: stessa setlist, pausa intermedia, ecc. Il pubblico, che però mi è parso più “vecchio” di altre volte, è sempre stato partecipe: osservando la platea vedevo queste righe di teste che si muovevano al ritmo della canzone, cosa notata anche dalla mia vicina con una risatina composta (era una giapponese) ma ben sincera. Ho notato anche che all’inizio solo delle canzoni di ultima produzione c’è stato un breve applauso, quasi a riconoscerle come un qualcosa di atteso o di speciale. E un’altra particolarità: tutte e due le volte Bob non ha fatto l’intro della band verso la fine dello spettacolo.

Bob, un po’ più teatrale del solito nei suoi movimenti (ha perfino alzato le braccia fino alle spalle e mosso le mani per ringraziare alla fine del concerto), ha cantato bene, pulito, cambiando qualche frase qua e là: l’ho sentito veramente in forma, mentre il 23 venerdì mi è sembrato appena più spento, ma comunque ok.

Buona anche la parte musicale della band, gruppo ormai collaudato ma sempre attivo e partecipe , e devo dire che ho dovuto apprezzare taluni assolo di Sexton che ho sentito più vivace e partecipativo di altre volte.
Insomma, due belle serate. E vediamo come andrà a Bologna. Ciao a tutti.

Riccardo

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by Dominic Nasmyth-Miller

Enorme gratitudine al personale del RAH per come hanno trattato i fans che avevano i benedetti biglietti per lo show di ieri sera, sono stati accolti come ospiti. Spesso il pubblico è trattato come bestiame dagli uomini della Sicurezza nelle grandi arene. Credo che l'impostazione di considerare la venue come un capannone dove ricoverare il bestiame sia frutto di una logica contorta, ma questo non accade alla Royal Albert Hall. Tale incredibile iconico luogo è la scelta perfetta per una icona incredibile della musica come Dylan. La set list era in accordo con quella degli spettacoli recenti, la qualità del suono era eccezionale, ogni canzone eccezionale, modificata per la voce di Bob, focalizzata chiaramente tutto intorno. Avendo storicamente usato i concerti per mostrare la sua musica più che gli albums ed i singoli, le canzoni che sono state attualmente eseguite sono davvero buone, tutto era veramente buono.

Le canzoni, quando sono eseguite dal vivo hanno profondità, il buio si rischiara dando loro una nuova vita che è meno evidente quando si ascoltano le versioni degli albums. Non è che le versioni del disco sono registrate con una qualità inferiore, è solo che quando sono eseguite dal vivo, hanno una tale vivacità superiore che è impossibile da catturare entro le mura di uno studio di registrazione.
Spiccano le canzoni di Shadows e Long and Wasted Years hanno avuto qui alla RAH una versione incredibile che hanno generato una standing ovation, comprese Why try to change me now e Love Sick.
La band era molto stretta intorno a Bob, un grande suono, anche Stu con le maracas in Early Roman Kings, e Bob sorrideva e ballava come il nonno ad un matrimonio, lui era decisamente un dancingman.

Quando Bob ha visto lo sguardo del 13enne Isaac seduto in seconda fila, ha scelto di saltare il penultimo verso di Pay In Blood. Si potrebbe ritenere che in quel momento abbia pensato: "Ho bisogno di essere sicuro di non guastare la mente di quel giovane", così ha deciso di non cantare la linea "Sei un bastardo! Immagino che dovrei rispettarti? Ti darò la giustizia, io ingrasserò il tuo portafoglio, Prima fammi vedere le tue virtù morali, Sentimi gridare e sentimi gemere, Pago col sangue, ma non il mio. Questa è la nostra visione e ci atteniamo ad essa - grazie Bob. Meraviglioso incontrare Mark, George e famiglia dopo l’uscita, bello introdurre Bob a persone nuove da parte di gente che ha fatto lo stesso percorso decenni prima, e con coloro che hanno appena iniziato il viaggio - una grande esperienza.
E mentro uscivo ho incontrato Ronnie Wood sulla porta. Così favoloso, roll on stasera – roll on Bob.

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Bob Dylan lascia la RHA con la folla in piedi

Bob Dylan ha suonato il suo 2.713° spettacolo del suo “Never Ending Tour” nella iconica Royal Albert Hall di Londra Mercoledì sera (21.10.15).
Il 74enne musicista ha iniziato la serie di questi spettacoli nel 1988 e ha promesso di continuare fino al suo ultimo respiro, e nel concerto di questa sera ha mostrato il suo approccio avventuroso alla musica, inoltre ha dimostrato che la sua padronanza del palco non è diminuita.
Dylan è, naturalmente, l'uomo che ha rivoluzionato la musica e le sue canzoni classiche sono le più intelligenti, avventurose e hanno generato il più grande cambiamento musicale che il rock abbia mai visto. Ieri sera l’esecutore più mercuriale del mondo ha mostrato un altro lato della sua personalità poliedrica.
Dylan si è trasformato in un gracchiante crooner di blues, come dimostra pesantemente il suo ultimo album "Shadows in the night”", un album di 10 tracce nelle quali esegue le covers di 10 tradizionali standard popolari resi celebri da Frank Sinatra.
Ma ovviamente Dylan fa sempre l'imprevisto e l'insolito. Questa politica ha spesso causato l'angoscia e la disperazione dei suoi fans che non riescono a capire perché Bob non può riprodurre fedelmente quelle grandi canzoni classiche - piene della poesia più squisita - che lo hanno reso una leggenda.
Anch'io ho avuto questo problema fino a quando sono venuto a patti con il fatto che queste canzoni sono le sue creazioni e lui può eseguirle nel modo che vuole e che questo trovatore demenziale è sempre alla ricerca di nuove sfide ed espressioni musicali.
Così ieri sera abbiamo ottenuto un esempio di come le sue più grandi opere si intrecciano come gioielli pregiati tra le covers di Sinatra e le sue personali composizioni.
Tra le canzoni di Sinatra che Dylan ha eseguito c’erano 'The Night We Called It A Day', 'Autumn Leaves', 'Full Moon and Empty Arms' and 'What'll I Do'.
Altre canzoni, incluse le sue composizioni più recenti, come la velenosa "ay In Blood" che ha visto Dylan sputare il testo come un maturo Liam Gallagher - "Scarlet Town" ed "Early Roman Kings" (tutte dall’album Tempest), e ha aperto con "Things Have Changed”, ed è stato come se Dylan avesse voluto mettere un punto esclamativo sul suo nuovo stile.
La maggior parte delle canzoni sono stati cantate con la sua voce roca, che ha reso le canzoni calde, accoglienti e molto melodiche - in netto contrasto con quelle prestazioni dove spesso triturava, biascicava riducendo il poltiglia i suoi brani più amati.
Queste canzoni eseguite da una band di cinque elementi incredibilmente stretta intorno a lui e musicalmente sofisticata ha realizzato l'impossibile, trasformare la Royal Albert Hall in un piccolo Smokey Club.
I suoi fans adoranti hanno apprezzato ogni minuto e ogni nota - quasi tutti aderenti al rigoroso no foto o registrazioni e Dylan, che sembrava fresco come mai col bianco cappello di Nashville Skyline e la lunga redingote nera, ha apprezzato il loro rispetto e lo ha mostrato.

Tra i pezzi classici che ha eseguito c’erano le sue reinterpretazioni di "She Belongs To Me", "Tangled Up In Blue" e "Blowin' In The Wind". Quest'ultima, la sua canzone di protesta puù famosa che ha cambiato il mondo, è stato suonata con un un tempo di valzer piuttosto allegro e saltellante, molto molto lontano dall'originale.
Ma è stato un momento molto toccante. I vecchi fans e la gente hanno partecipato e  si sono resi conto che Dylan li stava rimandando al tempo delle canzoni di protesta che avevano entusiasmato il pubblico nel suo primo spettacolo alla Royal Albert Hall nel 1965 - un concerto che ha cambiato il panorama musicale per sempre.

(Fonte: http://www.femalefirst.co.uk/music/musicnews/bob-dylan-leaves-london-crowd-feet-887693.html#ixzz3pOurKPoo)

Paris, France - Palais de Sports, October 19, 2015

by Laurette Maillet

Sto ancora a casa di Maxime e di sua madre. Abbiamo fatto una bella chiacchierata sulla vita in generale, l'economia, la politica, la corruzione e l'avidità .... Devo prendere la metropolitana da sola alle 17:45. Raggiungo il Palais des Sports alle 19,00 circa. Stessa folla come ieri. Una grande quantità di persone di mezza età. Alcuni i giovani. Non il tipo Hippy. Gli Hippies sono morti. Erano probabilmente morti prima di nascere. La Summer of Love del ’67 è tutta finita. L'avviso funebre disse. "HIPPIES dell’Haight Ashbury District di questa città, delicati figli dei Mass media. Gli amici sono invitati a partecipare al servizio funebre con inizio all’alba, 6 ottobre 1967 al Buena Vista Park. "
Solo i Gratefull Dead fanno rivivere i morti per poche settimane ogni anno. Ma i morti sono... morti.

Solo Franky (da Praga) sta crogiolandosi con “Mr. Tambourine Man”... per pochi dollari! Gli scalper stanno cercando di fare un pò di dollari. I tempi sono duri per alcune persone. Devo combattere con loro per il mio biglietto. Un giovane uomo mi offre un biglietto. Il valore è di 15 euro. Mi sorprende che egli non cerchi di venderlo più caro. Alcune persone non sono avide. Grazie a Dio! È in fila 29 dietro il palco, ma in ogni caso il suono è buono. Prendo il mio posto tranquillamente. Anche in questo caso, le persone sono in ritardo per sedersi. Alle 20,00, Stu comincia a pizzicare la sua chitarra. Bob avanza verso il microfono indossando lo stesso vestito che aveva a Sarrbrucken, tutto lampeggiante. Va bene! La scaletta sarà la
stesso, senza dubbio.

Le 7 covers di Sinatra:
-What'll I do
-Melancholy mood
-I'm a fool to want you
-The night we called it a day
-Why try to change me now
-All or nothing at all
-Autumn leaves

Bob non ha mai promosso tanto un album dai tempi di.... Slow Train Coming e dai tempi del Vangelo 79/80.

Si tratta di una scelta strana.
Frank Sinatra è parte della cultura americana, non così ben conosciuto in Europa. Un crooner con una cattiva reputazione; era stato legato alla mafia. Il suo unico “atout” era la sua voce. Non ha mai scritto una canzone (per quello che ne so).
L'esatto opposto con Bob Dylan. Egli è ben noto per i suoi scritti e la sua poesia. I fans hanno accettato la sua voce attuale. Non è mai stato il grande Caruso. Con l'eccezione dei 3 album Country and Western , dove ha dimostrato che potrebbe ... cantare. Che impresa difficile! Sapeva che sarebbe stato criticato. In realtà non è indifferente alle critiche. A Manchester nel 1965 un fan gli gridò “Judas”. Bob rimase profondamente ferito dal ricordo di quello spiacevole episodio tanto da riportarlo anche nel suo libro autobiografico "Chronicle 1".
Fu criticato nel 1965 quando andò elettrico.
Nel 1967 per gli albums Country e Western stile.
Nel 1979/81 per la sua svolta cristiana e per il periodo chiamato del “Vangelo”.
Suonò in diversi spettacoli di beneficenza duettando con altri artisti per rilanciare la sua immagine negli anni ’80.
Non gli andò così bene con i suoi film e con il suo libro, ma ha sempre cercato di rinnovare se stesso ancora e poi ancora. Come Pablo Picasso, Bob Dylan è un artista dalle mille-facce. Unico. Un camaleonte. Cambia col passare delle stagioni (o prima delle stagioni). Non è mai dove ci aspettiamo che sia.
E’ un ribelle.
E’ uno spirito libero.

Le 5 canzoni da “Tempest”:
-"Duquesne whistle"
-"Pay in blood"
-"Early Roman kings"
-"Scarlet town"
-"Long and wasted years"

L'album è stato pubblicato nel 2012. Un album scuro e cupo, intriso di violenza. Tutti i brani hanno un tocco di morte e di umore violento. Anche "Duquesne whistle", quando il video clip gli ha aggiunto un'interpretazione violenta.
- "Early Roman Kings". Si sta riferendo ai primi re romani? O agli avidi uomini d'affari che proliferano in tutto il mondo? Non c'era Detroit durante l'Impero Romano.
- “Potere, avidità, corruzione... “, ha detto in “Blind Willy Mc di Tell.
- "Scarlet Town". Dove è nato. Potrebbe essere Duluth o Hibbing.
- "Long and wasted years", un cuore spezzato, forse una vita spezzata!

Dai bei vecchi tempi:
-" Blowin’ in the wind". Il “Freewheelin' Bob Dylan" del’62. L'inno dei pacifisti, contro la guerra, anti-Vietnam. Anche se in nessuna parte della canzone di Bob usa la parola Vietnam. La sua forza, il segno di un genio. Lui ha reso la canzone universale e senza tempo. "Blowin 'in the wind" è legata a Bob Dylan come “Guernica” è legata a Pablo Picasso.
- "She Belongs To Me". Da Bringing it all back home del 1965, l'album elettrico. Una canzone d'amore, ovviamente per Suzy Rotolo, sua amica, amante, musa ispiratrice dal ’61 al ‘65. La donna che lo ha ispirato più di tutte a scrivere canzoni di protesta e di poesia. Suzy era figlia di un comunista italiano, ed era un’artista di sinistra. Ha introdotto Bob all’arte ed alla letteratura europea. Il Dadaismo ed il surrealismo hanno avuto una forte influenza in "Subterranean Homesick blues". La prima canzone punk/rap mai scritta.
-"Tangled Up In Blue".Da Blood on The Tracks del 1975. Un capolavoro per i fans anche se Bob non ha mai capito come si possa amare un album così pieno di dolore. "Le più belle poesie provengono dal dolore più profondo ", ha detto Arthur Rimbaud. Qui ci siamo! Bob si era separato dalla sua prima moglie, Sarah, dopo aver preso lezioni di pittura da Norman Raeben a New York. Raeben era un filosofo tanto quanto pittore e gli insegnò a guardare il mondo con gli occhi dell'artista. Bob e Sarah non riuscirono più a comprendersi di nuovo l'un l'altro e Bob allora si trasferì nella sua fattoria in Minessota a scrivere le canzoni per l'album, con il cuore spezzato e l’anima arrabbiata.
- "High Water" (for Charlie Patton). Da Love and Theft del 2001. Charlie Patton vedeva "acqua alta in tutto il mondo". Si noti che l'album si chiama "Amore e furto "
-." Spirit on the Water" Da Modern Times del 2006. Dolce e oscillante, jazzy al pianoforte.
- "Love Sick". Da Time Out of Mind del 1997. Il cuore più rotto in una canzone d'amore, secondo il Maestro stesso. Quando l' amore è una cosa drammaticamente dolorosa. Tutti potranno provare questa sensazione una volta nella loro vita e associarlo com questa canzone e urlare con Bob: “Sono stufo dell’Amore, vorrei che non averti mai incontrata. Sono stufo dell’ Amore, sto cercando di dimenticarti. Solo che non so cosa fare, darei qualsiasi cosa per essere solo con te”.

Alla pausa Bob ha detto: "merci beaucoup".
Merci beaucoup a toi mon ami.
Grazie a te, amico  mio.

Paris, France - Palais de Sports, October 18, 2015
 
 by Laurette Maillet
 
 Sono arrivata da Saarbrucken in treno fino a Metz e col car sharing fino a Parigi. Sono alla “Porte de Saint Cloud” alle 01:30. Devo viaggiare 1 ora in metropolitana di Créteil dove incontro Maxime e ci incamminiamo verso il suo appartamento che condivide con la madre. Ho incontrato Maxime in Florida quando abbiamo fatto il volontariato in una fattoria nella scorsa primavera. Abbiamo chiacchierato e ci siamo rilassate. Alle 05:45 ho preso la metropolitana per la “Porte de Versailles” dove c'è il Palais de Sport.
 E' strano sentire parlare francese ad uno show di Bob Dylan. Alle 07:45 un bell’uomo mi si avvicina e mi porge un biglietto. Mi chiede di essere discreta perchè gli uomini del servizio antiscalpers sono in guardia. Ho rapidamente trovato il mio posto all'interno del locale. Sono in 10° fila al centro. Woah! Chiacchiero con Francesco (che mi ha venduto il biglietto). Lui è
 impressionato dal mio modo di vivere, dedicato a Bobby. Lui non pensa che io sia una pazza. Grazie. L'organizzazione è folle: gli uscieri accompagnano le persone al loro posto per denaro!
 Stu è in orario. Il suono è eccellente. Subito capisco che sarà un grande spettacolo. Bob è felice di essere nella spensierata Parigi.
 La scaletta è la stessa di Saarbrucken.
 Bob continua con questa piccola routine.
 Ma per me suona nuova di zecca.
 Si tratta di uno spettacolo di magia.
 Bob passa per molte canzoni. Sembra in qualche modo che provi dolore. Movimenti strani col ginocchio, o semplicemente un 'atteggiamento?
 Non vedo la sua faccia.
 La sua voce è chiara e forte.
 Ho sentito molte volte i fans gridare “Merci Bob!”.
 Il pubblico è rispettoso.
 C'è solo un pò di movimento nella prima fila alla fine dello show, quando Bob ringrazia il pubblico. I fans si avvicinano al palco. Il mio miglior spettacolo finora da Oslo. Stoccolma aveva un suono eccellente , ma questo era speciale.
 Dico poche parole a Jason. Lo ringrazio per l'ottimo lavoro che ha fatto sul suono.
 Prendo la metro indietro a Creteil per tornare da Maxime.
 Mangiamo un boccone e andiamo a letto.
 Grazie Francesco, grazie Maxime, la madre di Maxime, Simon, Jason ... grazie a tutti voi, siete tutti brave persone!
 Grazie alla Band e grazie ... BOBBY!

Saarbrucken, Germany - Saarlandhalle, October 17, 2015
 
 by Joachim Richter
 
 Prima sorpresa della serata è stata ... la sede. La "Saarlandhalle" è stata costruita alla fine degli anni sessanta, vecchio stile, ma comunque molto bella. Ovviamente è stata tenuta in buone condizioni. L'acustica era perfetta e l'atmosfera si adattava perfettamente alla "nuova" maniera del vecchio Bob. Basta leggere su Wikipedia che i proprietari hanno in programma di abbattere questa bella sala da concerto per costruirne una nuova ... che vergogna.
 
 Questo era il mio 28° concerto di Bob e il primo in Saarbrücken ... è stato il migliore in molti anni. Anche se era così buono, è difficile scrivere su di esso. Cos'è successo?
 
 Abbiamo una set list più o meno statica. Questa può essere un pò noiosa se non ci son sorprese. La band suona in modo perfetto da molti anni ... Quest'anno però, hanno raggiunto un nuovo livello di perfezione. Questo deve avere qualcosa a che fare con le registrazioni di"Shadows in the night" e con l’uso economico degli strumenti in questo disco: "Meno è di più".
 
 Negli ultimi anni nello show si avevano circa 20 canzoni di cui forse 2 o 3 o 5 erano da stordimento, il resto era bello o nella media o noioso o semplicemente brutto. In Saarbrücken avevamo 20 canzoni e quasi ognuna di loro è stata perfetta.
 Interessante il fatto che le uniche canzoni che sono state un pò sotto lo standard sono state proprio un paio di canzoni "vecchie", "She belongs to me” e "Tangled up in blue", che avrebbero potuto amche non essere suonate e forse lo spettacolo sarebbe stato ancora migliore. Il pubblico era ovviamente molto ben informato sulla nuova set list. Nessuno ha fischiato per reclamare i vecchi successi. Buono!
 
 Naturalmente, tutto quanto sopra detto è veramente rilevante, Bob ora usa la sua voce per cantare come ha già fatto in estate. Non saprei dire perchè la sua voce è ora così buona e perché era molto peggio negli anni passati. Non abusa più della tastiera... lui non offende più il suo pubblico con gli upsinging ... lui non tortura i suoi musicisti per suonare cose strane con tempi strani... un giorno potrei desiderare di rivedere il vecchio Bob cattivo!

Braunschweig, Germany - Volkswagen Halle, October 15, 2015

di Laurette Maillet

Prendo il treno delle 12. 25 da Berlino che va dritto a Braunschweig. Il viaggio dura solo 1 ora e 25 minuti. Ho una bella conversazione con un donna circa la situazione economica e la scolarizzazione. Sta piovendo adesso. Il cielo è grigio. Devo camminare per 10 minuti per l'indirizzo che Boboleon (il mio amico francese) mi ha dato. Mi rilasso finchè Boboleon
mi chiama e mi dice che lui e due suoi amici verranno al concerto. Abbiamo bisogno solo di 1 biglietto perchè Helmut mi ha dato il suo e 2 li avevamo già acquistati. Chiacchieriamo un pò di Bob e Boboleon ci porta alla sede del concerto, la Volkswagen Halle, perchè Braunschweig è la città dove c’è la sede della Volkswagen. Tutte le economie qui sono basate sulla costruzione delle automobili, la Detroit tedesca. Il luogo è enorme, il più grande finora. Non abbiamo alcun problema per acquistare un biglietto per Boboleon, un buon posto per soli 75 €, al centro della terza fila. I biglietti sono a buon mercato. Ho sentito che la società Volkswagen è sponsor della manifestazione. Poteva essere per questo.

E' il mio 12° spettacolo in questo tour.
Avrebbe potuto essere noioso, ma no, mi sento più felice che mai.
Io sono qui, dove così tanti fans vorrebbero essere.
Quindi, in realtà io rappresento gli assenti!
Sono sempre grata di essere dentro la sede.
Molte persone sono state gentili con me.
Grazie, alla brava gente di buon cuore!
E perdono ... gli altri!

Stu è in tempo, e così anche Bob. Il suono è buono per un posto così grande.
Si inizia nello stesso modo.
1. "Things Have Changed" è cara al cuore di Bobby. L'Oscar deve essere sul palco da qualche parte.
2. "She Belong To Me". Una canzone del passato, “Per Halloween dalle una tromba e per Natale comprarle un tamburo”.
3. "Beyond Here Lies Nothin". Sempre la mia preferita. Non riesco a smettere di spostare la mia sedia. Spero solo di poter stare in piedi e ballare. Lo faccio, a volte.
4. "Melancholy Mood". Oh! Che sorpresa! Una lunga intro della band prima che Bob prenda il microfono. Jazzy e dolce. Fallo di nuovo Bobby. La adoro.
5. "Duquesne Whistle". Un piccolo errore in alcuni testi. Non è la prima volta. Attenzione. Ti controllo!
6. "What I’ll Do". Dolce e gentile.
7. "Pay In Blood". Meno dolce e gentile. Il passaggio dalla gentilezza, alla malinconia e all'amore per ... Bob Dylan a muso duro e arrabbiato!
8. "I’m A Fool To Want You". Mi è piaciuta molto!
9. "Tangled Up In Blue". Questa è quella che il pubblico riconosce subito. Nessun applauso stasera dopo l'assolo di armonica, quando Bob si sposta al piano per l'ultimo verso.

Il pubblico è tranquillo, troppo tranquillo!
(intervallo)

10. "High Water (per Charley Patton)". Mi dispiace che sia una delle canzoni più vecchie, non ha davvero fine, ma è rinata ancora ed ancora. 11. "The Night We Call It A Day". Non la mia tazza di tè.
12." Early Roman Kings". Con Stu alla chitarra elettrica potrebbe essere più interressante. Quelle Marakas sono strane. Io batto sempre il tempo con i piedi e dondolo la testa in questo pezzo.
13. "Why Try To Change Me Now". Potrebbe essere un messaggio per alcuni fans. 14." Spirit On The Water ". Mi piace e la canto con lui, Bobby sta facendo bene al pianoforte. Uno dolce canzone di Bobby. “Voglio stare con te in paradiso, e sembra così ingiusto che io non posso andarci, ho ucciso un uomo laggiù”. Un grande senso dell'umorismo che manca alle canzoni di Sinatra.
15. "Scarlet Town". No comment.
16. "All Or Nothing At All". Bella e dondolante. Mi piace.
17. "Long and Wasted Years". “Abbiamo pianto in una fredda e gelida mattina, abbiamo pianto perché le nostre anime ci sono state strappate, non solo per le anime, ma anche tanto per questi lunghi e sprecati anni. L'opposto dello stato d'animo di Sinatra. Una mente torturata. Questo è Zimmy vs Bobby.
18. "Autumn Leaves". In origine una poesia di Jacques Prevert. "C’est une chanson qui nous ressemble Toi, tu m’aimais
et je t’aimais, Et nous vivions tous deux ensemble, Toi qui m’aimais, moi qui t’aimais. Mais la vie sépare ceux qui s’aiment. Tout doucement, sans faire de bruit. Et la mer efface sur le sable. Les pas des amants désunis. "La traduzione in inglese non è fidele.
(Encore)
19. "Blowin' in the Wind". Giusto per ricordare al pubblico chi è e dove tutto è cominciato.
20. "Love Sick". La sua canzone dell’amore più doloroso, ma così vero per tutti. C'è sempre o ci sarà sempre una situazione simila nella vita. Per me, è ora.

Vorrei avrebbe potuto essere un pò 'più vicina. Finora non ho avuto la possibilità di vedere la sua faccia.
Il pubblico era tranquillo, troppo tranquillo. C'era un pò di agitazione su "Tangled up in blue", ma niente isteria. Dopo lo spettacolo ci incontriamo al merchandise. I miei amici non hanno riconosciuto la maggior parte delle canzoni. Essi aspettavano "Mr. Tambourine Man" e "Hurricane". Sono giovani e delusi. Potranno solo dire: “Sì ho visto Bob Dylan live' ... come una Leggenda”.
Torniamo a casa. Boboleon e Hans hanno bisogno di alzarsi presto la mattina successiva per andare al lavoro. Boboleon ed io abbiamo tenuto una piacevole conversazione in cucina in francese. Andiamo a letto alle 01:00. Grazie Bobby!

Berlin, Germany - Oslo Konserthus, October 13, 2015

by Matthias Steuke

Ombre e luci, il Re è qui con la sua corte,
il presentatore lo annuncia alla folla
e finalmente appare il Maestro
con la sua voce ormai logora,
parla con noi che cominciamo a librarci nel suono fioco,
il Maestro si nasconde nei cono d’ombra delle luci,
dietro la barriera dei microfoni
lo sentiamo chiaro, lui cammina come il padrone,
ci porta lontano da qui, dal nostro disastro interiore
mentre cala la notte con la pioggerella.
Prima o poi la cerimonia deve finire,
lo spettacolo è impostato per terminare,
nascerà di nuovo domani,
proprio come è sempre stato,
quando spunta l’alba
sui milioni di labirinti,
attraverso la foschia oscura,
torniamo verso casa barcollando,
volto del Maestro ancora in mente
solcato dalle rughe e piena di vita, ci porta
coi suoi occhi segretamente sorridenti
tra gli alberi, dove sussurrano le voci.
Una appartiene a Yulia,
che una volta era con noi
ma le cose sono cambiate,
Sono triste e completamente immobile,
le sue parole riecheggiano a lungo nelle mie orecchie,
non eravamo lontani dall’ attraversare quel fiume
ma il treno ci portava lontano,
giusto in tempo,
come ogni giorno comune.
Io cammino per la strada di casa
Atrraveso vie che sono tutte morte
tante cose si affollano nella mia testa,
così, tante cose mai dette.

 


Frederiksberg, Denmark - Falconer Salen, October 8, 2015

by Niels J. Dinnesen

SILENZIO COME TUONO - Un saggio ispirato al Concerto di Bob Dylan a Copenaghen

Vedo l' attuale set list di Bob Dylan impostata come il tentativo dell'artista, utilizzando una stringa fissa di canzoni, di presentare un racconto integrato e progressivo che ha un inizio, una parte centrale e una fine. Le canzoni, e la sequenza in cui vengono eseguite, sono accuratamente pianificate. In questi ultimi anni, l' ordine non è mai stato in alcun modo casuale. Ogni spettacolo è un racconto potente che merita di essere visto e sentito come tale - e da prendere alla lettera per quello che è.
Il tema principale è l'amore e l'amore perduto, il dolore e la sofferenza di aver perso un vero amore. E' il racconto di "Un uomo preoccupato con una mente preoccupata / Nessuno davanti a me e niente dietro". Queste sono le prime parole della canzone di apertura, "Things Have Changed". A seguito di questa, le prossimi due canzoni "She Belong To Me" e "Beyond Here Lies Nothing" hanno a che fare con l'amore romantico:

Bow down to her on Sunday
Salute her when her birthday comes
(She Belongs To Me)

We’ll keep on loving pretty baby
For as long as love will last
(Beyond Here Lies Nothing)

Le cose cominciano ad andar male con la quarta canzone - e molto più tardi, alla fine dello spettacolo, la canzone finale presenta la massima espressione della tragedia, il male e il dolore straziante per l'amore perduto del narratore.

I’m sick of love; I hear the clock tick
This kind of love; I’m love sick
Sometimes the silence can be like the thunder
Sometimes I feel like I’m being plowed under
Could you ever be true? I think of you
And I wonder
I’m sick of love; I wish I’d never met you
I’m sick of love; I’m trying to forget you
Just don’t know what to do
I’d give anything to be with you
(Love Sick)
 
Il brano termina con una contraddizione forte e passionale. Il narratore dice: "Vorrei non averti mai incontrata" e "Sto cercando di dimenticarti". Ma poi dichiara: "Darei qualsiasi cosa per stare con te".
Il tema dell' amore perduto è iniziato dalla quarta canzone dove la triste notte, gli amanti la chiamano. Da questo punto molte delle canzoni seguenti trattano di questo filo comune, tra cui la maggior parte delle vecchie canzoni incide recentemente dall'artista per il progetto di "Shadows In The Night". Sette di queste canzoni sono ora parte dello show corrente.
Molti recensori recensiscono queste canzoni tradizionali come "cover di Sinatra", ma questo è un enorme eufemismo. Originariamente, queste canzoni sono state cantate (tra gli altri) da Frank Sinatra, ma che non è il motivo per cui l'artista le ha scelte. Le canzoni sono state selezionate per il progetto "Shadows", e ora per la scaletta corrente, perché sono espressioni di genuine emozioni e sentimenti del narratore in materia di amore e amore perduto. Le melodie sono orecchiabili, sì, ma le parole di queste canzoni sono ciò che è essenziale per il racconto.
Solo di alcune delle vecchie canzoni nei loro titoli indicano il tema dell'amore perduto. "The Night We Call It A Day", "What i'll Do?", "I'm A Fool To Want You", "Where Are You", e i testi sono abbastanza espliciti:« Per tutta la vita devo continuare a fingere? / Dov'è il mio lieto fine, dove sei, dove sei?".
Verso la fine del racconto viene "Autumn Leaves", che in origine era una canzone francese, scritta dal compositore ungherese-francese Joseph Kosma con testi del poeta Jacques Prévert. I testi in inglese sono stati scritti dal cantautore americano Johnny Mercer nel 1947, e la canzone è stata registrata da decine di artisti, uno dei quali era Sinatra nel 1956.

Since you went away
The days grow long
And soon I'll hear
Old winter's song
But I miss you most of all
My darling
When autumn leaves
Start to fall
(Autumn Leaves)

Il racconto non è solo amore perduto. Altri temi nella parte centrale dello show appaiono con diversi aspetti della finali - dai sentimenti e pensieri sulla morte del narratore fino alla fine dei tempi e la distruzione finale, il caos della grande inondazione. "E' dura là fuori / Acque alte dappertutto":

High water risin’, six inches above my head
Coffins droppin’ in the street
Like balloons made out of lead
(High Water (for Charley Patton))

Nella canzone di apertura, lo "uomo preoccupato con la mente preoccupata" è ben vestito, "in attesa sull'ultimo treno", in piedi sul patibolo con la testa nel cappio. "Da un momento all'altro mi aspetta l'infernoi". Immagini simili dell'esaurusi del tempo appaiono in "Duquesne Whistle", dove a volte il fischio suona come se il treno fosse alla sua corsa finale.
Immagini ancora più dure di distruzione e morte appaiono in "Pay In Blood" ed "Early Roman Kings". Queste sono espressioni dei lati oscuri. Le parole sono minaccioseo. Il disastro si nasconde dietro ogni angolo:

Well I’m grinding my life out, steady and sure
Nothing more wretched than what I must endure
(…)
How I made it back home, nobody knows
Or how I survived so many blows
(Pay In Blood)

I can strip you of life, strip you of breath
Ship you down to the house of death
One day you will ask for me
There'll be no one else that you'll wanna see
Bring down my fiddle, tune up my strings
I'm gonna break it wide open like the early roman kings
(Early Roman Kings)

Scarlet Town è un mix di tutto - dal bene al male, dall' inizio alla fine , dal nero al bianco, al giallo ed al marrone / E' tutto lì davanti a voi in Scarlet Town".
Nel contesto della corrente set list impostata come il racconto di un amore perduto e finali tragici, il vecchio classico "Blowin' In The Wind" assume un nuovo significato e diventa una serena e ingenua riflessione degli eventi estremi e delle emozioni alle quali abbiamo assistito. «Quante volte un uomo deve guardare in alto / Prima di poter vedere il cielo?" Abbiamo visto il cielo e sentito piangere la gente - e sappiamo che troppe persone sono morte. "Tanto per le lacrime, tanto per questi anni lunghi e sprecati".
Lo spettacolo a Copenaghen dell' 8 Ottobre era ben concepito, emotivo, ben realizzato con un chiaro senso di ogni dettaglio negli arrangiamenti musicali, negli stili vocali usati, nelle luci di scena e nell' intera impostazione.
Vedo la set list corrente e lo spettacolo attuale come un tentativo riuscito dell'artista, attraverso una serie selezionata di canzoni, di presentare un racconto coerente e progressivo. Sento l'intero spettacolo come una espressione sublime e tenera. Il narratore si ritrae come un uomo preoccupato con una mente preoccupata. Egli si avvicina alla fine della sua giornata e talvolta vede il mondo sull'orlo del disastro, ma è ancora in movimento e sente la nostalgia per il suo vero amore perso, implorando "Darei qualsiasi cosa per stare con te." Non un bel canto del cigno. Non è ancora buio.

Now I’m going back again
I got to get to her somehow
(…)
Me, I’m still on the road
Towards another joint
We always felt the same
We’ve had our different points of view
Tangled up in blue
(Tangled Up In Blue)

Scritto nel mese di ottobre del 2015.
Pubblicato su Bob Link il 15 Ottobre 2015.

 

Stockholm, Sweden - Stockholm Waterfront, October 6, 2015

by Anders Tidström

49 anni fa l'ho sentito al Konserthus di Stoccolma. Dopo tutti questi anni è lo stesso Dylan. Egli ora canta ciò che è importante per lui e tende ad essere importante pure per il pubblico (per lo più). Ci sono stati tre spettacoli a Oslo e ora due a Stoccolma per iniziare questo tratto del suo tour 2015. La scaletta è stata quasi identica fino ad ora. Potrei dare un sacco di pareri circostanziati su Dylan e su cosa stia facendo sul palco. Ma preferisco raccomandare la lettura delle recensioni dei concerti di Oslo di Steinar Daler (10/1) e Johnny Borgan (10/3). Molto interessanti!
Daler afferma alcune cose, ma Borgan non è d'accordo. Questo porta i nostri pensieri sulle possibili/impossibili aspettative e sui punti di vista su Dylan.
Daler sostiene (dopo aver visto Dylan 200 volte) che Dylan ora purtroppo non sia più genuino quando canta le old-time-covers dal vivo. Borgan invece sottolinea il fatto interessante che non ci sia mai stata una delusione come questa negli anni passati. Dylan va elettrico, no, Dylan va al country, Dylan va al gospel, oddio, ora Dylan canta Sinatra, boo!
Penso che Borgan abbia voluto dire: QUESTO È DYLAN! Dylan è genuino quando porta sul palco i tesori musicali nei quali lui crede veramente, e infine devo confessare: Duquesne whistle, Pay in blood, Scarlet town e Blowin' in the wind sono state frizzanti di energia e The night we call it a day e Autum leaves sono state chicche dal dolce odor del miele.
Il Bob Dylan che noi, dopotutto, ci aspettiamo di vedere. Molto Dylan, molto umano!

 


Stockholm, Sweden - Stockholm Waterfront, October 5, 2015


by Lena G.

L'intero scenario sembrava una vecchia cartolina che improvvisamente era tornata in vita.
E fuori dalla cartolina una grande musica come in streaming, gioia, e un uomo con una splendida voce e la sua band solida. E voglio inviargli un messaggio: "Grazie per la musica, grazie che tu esisti e porti quelle vecchie perle di nuovo in vita in modo forte e con amore!


 

Oslo, Norway - Oslo Konserthus, October 3, 2015

 by Laurette Maillet
 
Va bene, ultimamente sono in corso alcune le discussioni sui 3 concerti di Bob Dylan a Oslo, Bene! Io ero lì. Ho visto anche circa 400 shows nel corso degli anni così ... La mia prima impressione è stata: "troppe cover di Frank Sinatra e non abbastanza canzoni di Bob Dylan", altro particolare è che non ha cambiato nemmeno una canzone dall’ultima setlist. Io non amo molto l'album Sinatriano “Shadows in the night”, ma Dylan è Dylan e io ascolterò questi pezzi a casa. Per quanto riguarda gli shows, il suono è sempre perfetto, i musicisti sempre grandi, Bob Dylan sta facendo del suo meglio per essere professionale. Quindi, se si vede solo uno spettacolo o due potrebbe piacere (o no) ... Il problema è ... Se sei un fan fedele e segui i concerti on the road , dopo 2 o 3 show uguali (o quasi, col cambio di solo alcuni delle canzoni Sinatriane) potresti pensare che lo show, così com’è, sia una specie di furto, in particolare, se si pagano un sacco di soldi per i biglietti. Ma ... Bob Dylan non è una prostituta e non vuole fare quello che ti piace solo perché hai pagato....non ha mai chiesto a nessuno di seguire uno qualsiasi dei Tours. Quindi tu che lo segui alla fine dello show puoi dire che non ti piace la nuova direzione.
Il mio stato d'animo dopo Oslo è stato quello di lasciare: grazie e Ciao!
Beh, ora sono a Stoccolma ed ho cambiato il mio stato d'animo. Dylan non deve cambiare il suo spettacolo solo per compiacere le mie aspettative. Considerando che è Bob Dylan e considerando quello che ha fatto finora ... io gli darò una possibilità in più. Andrò agli spettacoli con gratitudine per la sua presenza, avrebbe potuto morire tante volte o andare in pensione.
Io saprò essere di mentalità aperta e rispettosa per la sua decisione e il coraggio di affrontare le critiche. Dopo tutto ... lui non ha bisogno di soldi, né di gloria, così lui ha il diritto di piacere per se stesso e fare ciò che gli piace.
Forse è stanco di essere Bob Dylan e vuole cercare di essere qualcun altro, chi lo sa? Quindi, consideriamo che è un artista: un uomo libero con uno spirito libero.
Vai Bobby, sii felice, ci vediamo in giro.

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by Johnny Borgan

"Perché cercare di cambiarlo adesso?"
Pensieri dopo i tre spettacoli al di là della gamma dell'esperienza umana normale a Oslo.

E' possibile vedere 200 spettacoli di Bob Dylan e ancora non riuscire a capire cosa Bob Dylan sia veramente. Nell' anno del 50° anniversario della prima bordata di fischi a Dylan, i nuovi disturbatori lo stanno ancora attaccando perchè lui è l’artista che è, comportandosi ed andando dove lo guida il suo cuore ed il suo spirito, con la sua voce che fa bruciare di passione l’anima. E' la solita storia, i fans rivendicano l’esclusiva proprietà di Dylan, e lo criticano per quei movimenti artistici che nemmeno loro stessi riescono a capire, successe a Newport e nel successivo tour per tutto l’anno, è successo quando Dylan si spostò al Country e quando cominciò a divulgare il Vangelo nel suo periodo di cristiano rinato, quando riscrive le parole e le melodie delle sue canzoni e quando gli è indifferente cantare le canzoni «giuste» nei toni giusti. E’ successo anche quando Dylan ha fatto uscire «Shadows In The Night», e quando canta le canzoni dello stesso album dal vivo. Boooo! E' spazzatura! È noioso! Booo! Ancora una volta. Si sono sbagliati.

Una poesia è una persona nuda. E Bob Dylan, cantando «Io sono un pazzo a volerti» è un'anima nuda. E' come il pubblico, una volta che ha aperto gli occhi, le orecchie ed il cuore, tiene il respiro per non perdere una parola o un sospiro delle sue prestazioni, e come un trapezista senza alcuna rete di sicurezza sceglie la più alta montagna da scalare come cantante, canzoni che sono spietate ed in un batter d'occhio vi faranno inciampare e cadere. Ma lui era indifferente a questi rischi in queste tre notti, lui ha osato.

Bob Dylan continua a tenere aperte le porte, come ha sempre fatto, tra rinnovamento e tradizione, tra poesia e musica, spostandosi da un genere musicale all’altro in questi shows, lui può essere Sinatra e Billie Holiday, oppure Muddy Waters e Hank Williams e ancora una volta ti mostra l'ovvio, quando si tratta di musica non vi è alcuna necessità di pattugliare i confini. Lui è sintonizzato con l'intramontabile, carico di significati e compassione. Attraverso le sue canzoni e attraverso gli standard evergreen opportunamente alternati e miscelati insieme, lui ci prende e ci porta nell’oceano dei cuori spezzati dal crepacuore, e termina con un grido di esistenzialista in «Love Sick", - “Faccio qualunque cosa per esere qui con voi”. Ed eccolo di nuovo dunque, ancora in piedi, voce e cuore che vanno verso i 75 anni, sempre con il gas schiacciato per attraversare tutta la sua vita, il cambiamento, per strapparsi un altro pezzo di pelle e mostrarci che si preoccupa ancora dopo tutti questi anni.
Noioso? No, sono noiose solo quelle persone che si sono annoiate in queste tre serate.
Bob Dylan & His Band non saranno mai solo una cover band. Ogni canzone che lui canta la fa propria.
Cosa possiamo chiedere di più? Lui è un un artista, lui non si gira a guardare indietro. Lui ci può dare tutto o niente di niente, ma noi abbiamo la grande fortuna di essere suoi contemporanei. Questo non vuol dire che ci deve piacere tutto quello che fa.
Certo che no, ma dobbiamo rispettare il fatto che lui sia sempre in cerca dei segreti nascosti nella propria voce e nella sua anima.

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Oslo, Norway - Oslo Konserthus October 3, 2015

1) Things Have Changed - Partenza lenta, Dylan non ancora a fuoco.
2) She Belongs To Me - Buon cantato, armonica OK. band OK.
3) Beyond Here Lies Nothin’ - non così potente come le due prime esecuzioni nei precedenti due show. Cantato OK.
4) The Night We Called It A Day - Il materiale di "Shadows" accende realmente Dylan, buoni la band e Dylan.
5) Duquesne Whistle - Buona partena ma finale non altrettanto buono.
6) What’ll I Do (Irving Berlin) [LIVE DEBUT] - Debutto pesante, Grande cantato.
7) Pay In Blood - versione debole come negli altri 2 shows. Mancava energia.
8) I’m A Fool To Want You - Fantastici il canto e la band. Brillanti
9) Tangled Up In Blue - Versione deludente, Ok la voce, dolce armonica e solida band.
10) High Water (For Charley Patton) - Buona.
11) Where are you? - Buona versione, non così forte come le altre di "Shadows".
12) Early Roman Kings - alla band piace davvero questo pezzo, la versione dell'album non è una delle mie preferite, ma in concerto brilla. Rock....
13) Why Try To Change Me Now - un'altra canzone amabile da "Shadows". Brillante.
14) Spirit On The Water - prestazione media, un pò sotto tono dopo due grandi prestazioni (ERKing & WTTCMNow).
15) Scarlet Town - Poteva essere meno brillante delle due sere precedenti, ma ancora fantastica, La amo.
(..You fight ’em with whiskey, morphine and gin.. If love is a sin, then beauty is a crime..)
16) All Or Nothing At All - Di gran lunga la più debole di "Shadows", band OK, canto OK, ma piuttosto noiosa.
17) Long And Wasted Years - OK.
18) Autumn Leaves - Funziona! Non così buona come giovedi e venerdi ma sempre piacente.
19) Blowin’ In The Wind - Una davvero buona BITW.
20) Love Sick - Abbiamo amato LS, la canzone perfetta per mandarci a casa contenti! Io vago per le strade morte, cammino con te nella mia testa!

(Fonte: http://alldylan.com/bob-dylan-oslo-norway-october-3-2015-with-audio/)
 


Oslo, Norway - Oslo Konserthus October 2, 2015

Another lovely concert in Oslo.

Oslo, Norway Oslo Konserthus
October 2, 2015
•Bob Dylan (vocal, grand piano & keyboard)
•Stu Kimball (guitar)
•Charlie Sexton (guitar)
•Donnie Herron (violin, mandolin, steel guitar)
•Tony Garnier (bass)
•George Recile (drums & percussion)

Setlist, le mie impressionii:

Ho solo bisogno di fare alcune osservazioni:
• Non mi piacciono le recensioni tradizionali (recensioni di album, recensioni dei concerti, recensioni di libri, ecc ..)
• Io odio il caos, amo l'ordine (Dylan: "Io accetto il caos, il caos accetta me..? (a Nora Ephron e Susan Edmiston - estate 1965) Il caos è mio nemico (~ Egil))
• I miei commenti sono ciò che sento tradotto in parole (non gradite a tutti, ma sincere)
• A volte collego i miei sentimenti attuali a sentimenti più grandi (memorie)
• Amo le statistiche ed i fatti .. il mio cervello è fatto così
• AMO Bob Dylan
ok .. andiamo avanti ....

1) Things Have Changed - Buona partenza, come sempre....questa non può sbagliare....band infuocata, cantato OK.
2) She Belongs To Me - leggermente sottotono, cantato così così, band non brillante, buona armonica.
3) Beyond Here Lies Nothin’ - Dylan e la band erano nel pezzo, buon lavoro, arrangiamento bello.
4) The Night We Called It A Day - Materiale da "Shadows", Dylan davvero su di giri ed esegue un'ottima performance vocale, band gradevole.
5) Duquesne Whistle - Molto sottotono, Dylan sembrava scazzato, band davvero buona, il voto potrebbe essere da 3 a 6, ma....no, Dylan non ha dato abbastanza.
6) Why Try To Change Me - Il materiale di "Shadows" energizza il nostro uomo, band brillante, buon cantato.
7) Pay In Blood - Grande prestazione, palco infuocato. le tante scazzature scacciate....yeah! Versione stellare.
8) I’m A Fool To Want You - Partenza un pò debole ma si riprende procedendo perfettamente, fantastica versione.
9) Tangled Up In Blue - Cazzo, Dylan non c'era. Brutta versione, la band cercava di rimediare alle mancanze di Dylan.
10) High Water (For Charley Patton) - Canzone OK, credo che la canzone carichi i musicisti.
11) Where are you? - Di nuovo crooner....cantato sincero, band amabile.
12) Early Roman Kings - Solida, band davvero forte.
13) Full Moon And Empty Arms - Bella versione, brillante, band e cantato proprio...amabili.
14) Spirit On The Water - Luce troopo brillante sul palco, perchè mai? Buona band e buon cantato.
15) Scarlet Town - Di nuovo versione fantastica.
16) All Or Nothing At All - OK.
17) Long And Wasted Years - Deludentissima, cantato scarsissimo da parte di Dylan.
18) Autumn Leaves - Funziona tutto! Un'altra versione perfetta..sia la band sia il canto...proprio brillanti.
19) Blowin’ In The Wind - Tutti amiamo BITW, ma questa era una versione troppo noiosa.
20) Love Sick - Finale ammazzatutti! Arrangiamento con un Dylan a punto,,,dynamite. Fan-fottutamente-tastica.

(Fonte: http://alldylan.com/bob-dylan-oslo-norway-october-2-2015/)

 

Oslo, Norway - Oslo Konserthuset, October 1, 2015
 
by Steinar Daler
 
Nella mia città, Oslo, la maggior parte delle persone con le quali ho parlato dopo il concerto erano felici, alcuni erano anche molto felici e alcuni nuovi occasionali spettatori erano sorpresi dal suo buon canto e dalla grande band. Le recensioni sui giornali norvegesi di oggi parlano di un ottimo concerto.
 
Sì! La band è grande!
Sì! Il cantato di Bob è grande!
Sì! Gli arrangiamenti sono fantastici!
Sì! La sede e il suono erano ottimi!
 
Ma io ho visto più di 200 concerti di Bob, e per me, questo è stato uno dei pochi concerti che ho visto che valuto davvero di basso tono.
 
PERCHE'? Quando vado a un concerto di Dylan, voglio canzoni di Dylan, non una «Sinatra» cover band (anche se probabilmente di questa cover band mi piace il vocalist “meglio di Ol’ Blue Eyes”. A me le 7 «canzoni Sinatra» sono risultate noiose - non è il mio genere di musica. «Autumn Leaves» è un qualcosa di OK, ma conosco almeno 500 canzoni di Dylan che mi piacciono di più. Un paio delle sue canzoni suonate ieri sera; «Beyond Here Lies Nothin’» e «Spirit On The Water » sono risultate anche loro un pò noiose. Ed «Early Roman Kings» anch’essa non è un capolavoro.
 Più o meno 10 canzoni che non mi sono piaciute e che ho trovato noiose, che sono la metà del concerto. Non riesco a ricordare l'ultima volta che ho visto un concerto di Dylan con mezza set list noiosa. Forse mai.
 
Ho ovviamente sentito Dylan fare cover che ho amato durante tutti gli anni dal 1978 ad oggi, posso citarne un sacco, ma 7 cover noiose nello stesso concerto non le ho mai sentite prima.
 
Belle versioni di «Duquesne Whistle», «Tangled Up In Blue», «High Water» e «Blowin’ in the Wind » e una davvero grande versione (come sempre) di «Long And Wasted Years» e «Love Sick», ma non sono abbastanza, a mio avviso, per considerarlo un buon concerto.
 
Non so cosa aspettarmi stasera, probabilmente la stessa cosa. La mia unica realistica speranza è che suonerà «That Lucky Old Sun», l'unica canzone di «Shadows In The Night» che mi piace molto.

Locarno, Switzerland - Moon & Stars Festival, Piazza Grande, July 15, 2015

ciao Mr. Tambourine,
per addolcire tarantulalips, ecco un'altra recensione da un sito ticinese:

http://ticinotoday.ch/content/soffia-nel-vento-bob 

Si conferma che una recensione sui concerti di Bob di adesso, una recensione generalista che possa essere letta tanto da un esperto quanto da un 14enne che non l'abbia mai sentito nominare piuttosto che da un settantenne che si sorprenda a pensare "toh! è ancora vivo?", è diventata impossibile, se non nei termini usati da Giorgen nell'articolo linkato.
Se ci si attarda infatti a dire qualcosa sulle singole canzoni si rischia di essere fraintesi in un senso o nell'altro.

Almeno per me, ma credo anche per molti altri, un concerto di Bob è diventata sempre di più un'esperienza metamusicale, nella quale l'ascolto dei singoli brani è contemporaneamente un rimando a mille altre cose. Questo è stato reso possibile esattamente da Bob stesso. Dalla sua ostinazione a mantenere il focus sulla musica, sulle canzoni. Nella liturgia che propone sera dopo sera dal 1989 - per un'illuminazione che lui dice abbia avuto proprio a Locarno nel lontano 1987 (ovviamente non c'è stata alcuna celebrazione del fatto) - tutto è al servizio dell'arte: l'ingresso al buio dei musicisti, i 4 microfoni vintage posizionati in modo da rendere difficile (ma non impossibile, he..he) una foto "pulita" del viso di Bob, gli abiti di scena, i memorabilia sul palco (collanine sul drumset, oscar, busto di venere, busto imprecisato simil-beethoven; per l'occasione anche una scatola con figura di donna anni 50 ritratta dalla vita in su su una specie di nastro da mangianastri: chiedo a qualcuno che mi aiuti a identificarla, ma ci vuole un tele molto potente; sta tra il busto simil-beethoven e Donnie), la solita illuminazione che produce un effetto controluce nelle foto scattate dai comuni mortali (7 lampade più logiche nei teatri che in un concerto all'aperto); l'uscita di scena al buio, preceduta dalla solita, breve, esposizione degli officianti, etc.
 
Proverò comunque a scrivere qualcuna delle mie impressioni. Quando arriviamo la piazza Grande non è ancora transennata. Ci mettiamo in coda per l'apertura. Fa molto caldo. Dopo una breve attesa aprono i cancelli. Perquisizioni, dobbiamo mollare due bottigliette d'acqua (più tardi abbiamo visto tra il pubblico persone con coltelli appesi alla vita). Ci portiamo sotto il palco dove tutto sommato alle 19 c'è ancora poca gente. Fa un caldo torrido e penso di non avere più l'età per stare in piedi 5 ore. Per il pubblico è inutile lamentarsi, ovviamente c'è di tutto e tutti hanno pagato il biglietto, compresi quelli venuti solo per divertirsi con gli amici. Non dovrebbe però essere difficile capire che aver pagato il biglietto non comprende il diritto di rovinare il concerto agli altri. Se salti e balli mi va ancora bene, anche se mi costringi a muovere continuamente la testa; se gridi tutto il tempo come un ossesso, oltre tutto senza legame con ciò che accade sul palco, mi impedisci di ascoltare (son diventato proprio un vecchietto livoroso).
 
Il concerto di Ben Harper mi è piaciuto. Consiglio di andarlo a vedere ad Assago mercoledì 22 luglio. Non è propriamente un opener. Su expectingrain qualcuno ha fatto notare che oggi come oggi ci sono venue dove Ben fa più pubblico di Bob. Lui è amico di Charlie e per un pò si spera che faccia un'apparizione durante il set di Bob, ma non accadrà. Mi sembra decisamente partecipe, più pacificato e rilassato rispetto al solito (l'avevo già visto in una cascina dalle parti di Niguarda nel 1994/1995 e qualche anno dopo all'Idroscalo). Comunica il suo orgoglio rispetto al fatto di dividere il palco con "Bob e i suoi eccezionali musicisti".
 
Il palco viene risistemato. Quando inizia il set di Bob siamo tutti in un bagno di sudore. Facciamo passare davanti a noi due ragazzine che hanno così la possibilità di vederlo bene (e, he...he, ci garantiamo dal fatto che nello spazio volentieri ceduto non si piazzi qualche alto energumeno dalle spalle larghissime). C'è ancora luce e per i primi brani si vede tutto molto bene. Sulle note di Things have changed noto subito che mentre Ben era allineato al bordo del palco Bob se ne sta almeno 5 metri dietro, center stage, al riparo dei microfoni. Più avanti passerà gran parte del tempo dietro il piano.
Il piano ha qualche problema di acustica, ma forse è il modo di suonare di Bob :-) Ci sono stati sì alcuni problemi con il suono, ma nel complesso sotto il palco si sentiva benissimo.
Per me gli highlight sono stati molti: She Belongs To Me (arrangiamento usuale), Full Moon And Empty Arms (veramente notevole per i mezzi vocali di cui attualmente dispone), Visions Of Johanna e Desolation Row (eseguite con evidente piacere, come Don't Think Twice, It's All Right). Ho avvertito dei cali di tensione in Beyond Here Lies Nothin', The Levee's Gonna Break e Tweedle Dee & Tweedle Dum e sono i pezzi durante i quali mi sono guardato in giro, invece di fissare Bob come ho fatto per tutto il resto del concerto.
 
Solo tre da Tempest: Duquesne Whistle, Pay In Blood, Early Roman Kings; tutte e tre archetipiche, rispettivamente una vaudeville song à la Leon Redbone, una song velenosa senza sconti e un blues.
 
Ovviamente le altre (tra cui almeno 4 capolavori assoluti) fa sempre piacere sentirle. Ho riconosciuto subito tutti i brani, ma ho dovuto aspettare le parole di Shelter from the storm per riconoscerla, adesso è praticamente uno spiritual.
Alla fine almeno una canzone per ogni decennio:
1963 Don't Think Twice, It's All Right
1965 She Belongs To Me
1965 Ballad Of A Thin Man
1965 Desolation Row
1966 Visions Of Johanna
1968 I'll Be Your Baby Tonight
1968 All Along The Watchtower
1975 Shelter From The Storm
1983 Blind Willie McTell
1999 Things Have Changed
2001 Tweedle Dee & Tweedle Dum
2006 The Levee's Gonna Break
2009 Beyond Here Lies Nothin'
2012 Duquesne Whistle
2012 Pay In Blood
2012 Early Roman Kings
2015 Full Moon And Empty Arms
 
Sulla rilettura di Shelter from the storm ho avuto qualche scambio di vedute con qualche amico facebook. Secondo me ci sta. Non è la versione che preferisco, ma che a 74 anni Bob abbia intravisto anche questa versione in un pezzo già straeseguito in passato per me aggiunge solo fascino alla sua natura di poeta. Qualcuno mi dice che è piatta. Può darsi. Qualcuno che non decolla. Ma non è pensata per decollare; ha più subito un trattamento alla Full Moon. Allora qualcun altro mi dice che il suo difetto è che non è pensata per decollare: a lui piacerebbe che decollasse. Ma qui, credo, non ci possiamo fare niente. Il mood attuale di Bob è questo. Le parole degli amici, mi hanno comunque fatto riflettere sulle mie aspettative. Perché è inutile: dobbiamo prendere quello che ci dà, ma avere delle aspettative è assolutamente umano. Un pò come con i figli: non puoi far pesare le tue aspettative, ma è normale averne; sempre tenendo presente che magari la loro felicità non si trova là dove le tue aspettative presumono sia. Quello che anche a me manca in un concerto di Bob di oggi è un pezzo furente come Highway 61 revisited, che in passato ha veramente attraversato i concerti con la forza di un treno. Può essere però che il treno di Bob non si fermi più in una stazione rock. Con lui non si sa mai, ma se così fosse, che ci possiamo fare?
 
E qui ci stanno anche due parole sui musicisti. Il lavoro di cesello di Charlie è incredibile e credo che una tale attenzione ai dettagli l'abbia fatto ulteriormente maturare; di più: tutta la band sembra condividere la preoccupazione di Bob di essere al servizio delle song. Ma questi musicisti sono nati in un altro ambito e mi chiedo se non si sentano un pò frustrati. Non sono in grado di suonare, ma quando vedo Stu (che dev'essere uno strumentista con i controfiocchi) sul palco mi dico - più che altro fantastico :-) - che, per fare quello che è relegato a fare, forse potrei farcela anch'io. Dai Bob, chiamami!
 
Arrivederci agli Arcimboldi, prenderò un biglietto dietro e un buon binocolo; sinceramente spero in una scaletta rinnovata, ma se così non fosse mi rifarò con qualche chiacchierata tra amici con pizza e birra dopo il concerto.
 
A te Mr. Tambourine ancora grazie per come tieni vivo il sito
Alexan wolf

Torino, Italy - Pala Alpitour, July 2, 2015

di Daniele Ardemagni "Ardez"

Potrei riassumere il tutto con qualche aggettivo: strepitoso..fantastico...sublime...perfetto.
Ma innanzitutto i miei compagni di concerto...un amico di fb e una ragazza (tantissimi ragazzi e ragazze fra i 15 e i 25 anni fra il pubblico) che ha..trascinato suo papà al concerto entrambi per la prima volta. Quindi una sedicenne col padre, un cinquantenne e un trentottenne (io) ad applaudire questo live che fra i 15 visti è quello che rischia la perfezione più di tutti...perfetto sarebbe stato se ci fossero state almeno due songs con la chitarra imbracciata da Bob. La location di Torino (pala Alpitur) forse era la meno adatta se confrontata alle altre tre date italiane, ma ottimi fonici, una band eccezionale, un Bob in grande forma vocale e delle canzoni fantastiche lo hanno saputo rendere bello lo stesso. Inutile fermarci sulla set-list che tutti conosciamo (anche se con accorgimenti agli arrangiamenti rispetto al 2013) ma le versioni di Things Have Changed introdotta da un gong e da un boato del pubblico, She belong To Me, l'amara dolcezza di Workingman's blues, la potenza quasi hard-rock di Pay in blood hanno impiegato poco a trasformare questo live in uno show memorabile. Tangled Up In The Blue è stata superlativa prima di salutarci per una ventina di minuti con l'omaggio a Sinatra con Full Moon And Empty Arms dal cantato perfetto. Grande entusiasmo soprattutto fra gli under 30/40 e i giovanissimi...ma non solo. Gli altri farebbero meglio a starsene a casa a guardarsi la copertina di Dylan con Suze abbracciati davanti al furgone Vw. La seconda parte vede un piccolo cambio di scenografia..scompare l'occhio di Horus e una serie di luci teatrali/cinematografiche dal sapore felliniano fanno da padrona sul palco e Bob con la "nuova" voce incanta e fa esplodere il pubblico alla fine di ogni pezzo...che sia High Water o Simple twist Of Fate...che siano le dark Scarlet town o Forghetful Heart o gioielli come Soon After Midnight, la splendida e potente Long and Wasted Years (tutte rivestite leggermente di un nuovo arrangiamento) o l'omaggio a Prevért/Sinatra con Autumn Leaves, col pubblico adorante ormai sotto il palco, non importa...questo è un concerto dove tutto si sposa perfettamente : canto, poesia, arrangiamenti, set-list, scenografia e soprattutto...nessun effetto nostalgia...Dylan non è un "replicante" delle sue hit...ragazzi con cellulari e I-pod che immortalano il più grande nei due bis trionfali: Blowin' e Love Sick. Concerto terminato, poche parole, un frettoloso ringraziamento al pubblico in estasi e qui si finisce..una domanda del mio amico alla sedicenne Greta molto emozionata dopo lo show, "un punteggio da 1 a 10" e lei con le immagini di questo live strepitoso, sopra alla norma di molti che ho visto (insieme a quello di Brescia del 2001...ma quella era un'altra pagina dylaniana), ha chiesto "posso andare oltre il 10?". Questa risposta per me è valsa molto più di molte belle recensioni o dei soliti nostalgici paranoici del cazzo, considerando che molte sue coetanee erano si presenti con grande entusiasmo al concerto, ma altre impazziscono per spazzatura come One Direction, Fedez e gli ultimi prodotti preparati a regola d'arte per vendere usciti dai vari X-factor, Amici e roba simile. Bob guarda avanti...don't look back, come ha cantato anche stasera...e se lo fa lo fa a modo suo. Brava Greta e bravi ai tuoi coetanei presenti..e anche ai miei che lo hanno scoperto con Time Out Of Mind e continuano a stupirsi e amare il più grande poeta del Rock..e non solo. A presto Bob e may you stay forever young...al di là dell'anagrafe. Magari la prossima volta piazzaci un salutino...ma va bene così...eri divertito e noi pure! (unica nota stonata i panzoni della security..ma con uno show così ci si dimentica alla svelta anche di piccoli incidenti).

Daniele Ardemagni "Ardez"

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di corrado.olocco

E pazienza se alla fine del concerto mi è toccato sentire le solite frasi del tipo “Non ha nemmeno salutato”, oppure “Poteva almeno suonare una volta la chitarra”… Nei venti concerti a cui ho assistito credo che (forse) abbia salutato al massimo due o tre volte e tutto sommato chi se ne frega se non suona la chitarra. Sul palco i chitarristi bravi non mancavano di certo. In compenso l’armonica la suona alla grande e anche la voce (specie, credo, in spazi chiusi e non troppo grandi) l’ho trovata buona. In parole povere, un buon concerto, molto (forse troppo…) simile a quello del 2013 agli Arcimboldi, ma senza passaggi a vuoto. Ero negativamente prevenuto verso i brani dell’ultimo disco, ma devo ammettere che non mi sono dispiaciuti, anche se continuo a pensare che con Dylan c’entrino poco. Anche un pezzo come Spirit on the water (non tra i miei preferiti) mi è piaciuto più del solito. Tra le cose migliori: le parti strumentali che hanno accompagnato i due ingressi sul palco, Duquesne Whistle, Pay in blood, Forgetful Heart (splendida, valeva quasi da sola il prezzo del biglietto) e il grande, grandissimo finale di Love Sick. Sicuramente i due signori che ho citato all’inizio avrebbero preferito un concerto chiuso da Like a Rolling Stone, ma oggi Dylan dal vivo è questo: prendere o lasciare. Io prendo e aspetto il prossimo concerto.

Corrado

Lucca, Italy - Lucca Summer Festival, Piazza Napoleone, July 1, 2015

di Danilo Sergiampietri

Ciao a tutti,
è la prima volta che scrivo e recensisco un concerto, non sono certo un tecnico musicale, solo un appassionato di Dylan, ma dopo il concerto di Lucca mi piacerebbe dire qualcosa.
Avevo saltato alcuni anni di concerti, mi sembra che dopo Pistoia di qualche anno fa avessi deciso che non ne valeva più la pena.
Ero con amici non dylaniani (alcuni springsteeniani, figuriamoci!) ed era stato difficile spiegare loro come facesse la band a suonare così male e Bob a cantare così male, un rock-blues approssimativo, monotono e mai coinvolgente, si diceva quella sera che qualsiasi giovane gruppo blues locale potesse suonare molto ma molto meglio.
Ma veniamo a Lucca, sull'organizzazione e l'impossibilità di vedere qualcosa dal settore in piedi ho letto già molte critiche che confermo, sono solo riuscito ad intravedere a tratti uno degli schermi.
Il concerto mi è invece sembrato bellissimo, uno dei migliori da me visti di Bob (una ventina credo) ma non solo, forse uno dei più interessanti in assoluto.
Bob si è impegnato a cantare, alcuni pezzi sono stati bellissimi, anche i due da Shadows, altri straordinari come Love Sick finale.
Vorrei però soffermarmi su un aspetto, forse un pò azzardato:
Sono architetto/artista e mi ha colpito l'aspetto minimalista degli arrangiamenti e dell'interpretazione, secondo quella ricerca che coinvolge tutte le arti da più di un secolo e che porta a togliere anziché aggiungere, ad arrivare all'essenziale.
La musica non era rock, non era blues, non era folk, non era jazz, non era swing, era tutto questo insieme ma anche qualcos'altro.
Soprattutto era il tentativo di non essere mai banale, la band così bloccata nelle performance personali era funzionale a questo, evitare ogni banalità, mai un assolo di chitarra di poco più di alcuni secondi altrimenti scadiamo nel cliché rock, mai un giro di accordi completo sennò diventa blues e si battono le mani e si inizia a ballare, mai uno strumentista troppo in evidenza che allora è jazz, mai un ritornello troppo riconoscibile che sennò iniziamo a cantare. Ma tutto questo funzionava.
Non è stata musica ma Arte.
Danilo S.

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di Maurizio Longo

Ciao Mr. Tambourine,
appena rientrato dal concerto di Lucca, dò sfogo alle mie osservazioni e critiche.
Prima di tutto, due parole su De Gregori; Ha scaldato il pubblico più di Dylan, sentiva la serata e lo ha anche detto all'inizio, poi si è lanciato in una bella esibizione, finale da brivido con "La Donna Cannone" e "Rimmel". Applausi. Il principe è sempre il principe !
Su Lucca mi sono già espresso in passato, è sempre bellissima e continua a piacermi, dalle mie parti a mezz'ora da casa, fanno un festival simile al LUCCA SUMMER e a volte gli artisti sono gli stessi ( Elton John, Mark Knopfler etc...)
ma se dovessi scegliere vengo a Lucca, c'ero anche nel 98, alla prima edizione.

Veniamo al nostro eroe, appena entrato in scena il pubblico ha risposto con grande entusismo e questo è stato il primo ed ultimo momento "caldo" della serata. Pubblico delle grandi occasioni, piazza pienissima, molti VIP, ma fino alla fine applausi di circostanza ed un generale senso di disorientamento e freddezza, neanche Tangled o Blowin' sono riuscite a far alzare il pubblico sulle sedie.
Scaletta pesante, troppo jazzy e troppo scontata, salvo solo Love Sick, non pretendo una set list "greatest hits", ma neanche questa !!
Le note positive sono la pulizia del suono della band e della voce del nostro, incredibilmente impostata, anche gli interventi al piano e i solo di armonica li ho trovati accattivanti e in sintonia con la band, cose mai sentite.
Voto : tre stellette, non di più, tutto troppo prevedibile e niente sussulti da ricordare a lungo.
Alla prossima ! Maurizio Longo.

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di Luca Borrelli

Ciao Mr. Tambourine,
inizio dall'uscita prima dei bis di De Gregori in cui il principe ha detto: Vi lascio in buone mani !!!, dopodichè 21,35 è uscito il maestro, in una piazza caldissima e con pecche organizzative evidenti, non si può lasciare il popolino in fondo schiacciato tra le platea seduta e la tribuna dei vip, sembravamo le galline stipate, con gli schermi praticamente bui.
Io ho visto poco e sentito meno, ad un certo punto mi sono posizionato al lato palco da cui non continuavo a vedere un granchè ma almeno sentivo meglio. Poi come al solito c'è più gente che cazzeggia e fa casino, parla invece che ascoltare il concerto... ma va bè.

Da quello che ho potuto capire in queste condizioni posso dire questo:
1- Confermo quanto già letto,Dylan è in forma strepitosa.
2- Sugli arrangiamenti non ho trovato grossi scostamenti dagli Arcimboldi di 2 anni fa (Tangled up in blue) mi è sembrata più o meno simile, forse ho sentito una strofa nuova ??? boh.....quella riarrangiata con una cadenza nuova mi è parsa Workingman's veramente ben fatta, ripeto la voce molto molto bene.
3- Full moon stratosferica da non paragonare a quella su disco. Anche High Water altro highlight con Love Sick.
4- Dylan ha fatto grandi progressi al piano, cerco conferme nelle prossime recensioni, magari chi va a Torino.
5- Mi è sembrato, anzi sono quasi certo, in tribuna vip c'era Luigi Grechi.

Comunque a parte la piazza e il caldo bella serata.
Un abbraccio, Luca Borrelli

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di Simone

"It's not dark yet, but it's gettin' there.." cantava più o meno 20 anni fa un Dylan rinato per l'ennesima volta. Beh, ieri sera in quel di Lucca di nero ce n'era tanto. Non solo la scenografia, ai minimi termini come sempre e l'abito di Bob (solo un cappello bianco a falde larghe a spezzare la monocromatica), ma e, soprattutto, le canzoni. Mi verrebbe da dire "dark-folk". Sì perché ieri Dylan ha coperto 50 anni di carriera vestendo le sue perle di un tessuto folk dalle venature molto scure. La band lo ha assecondato con la solita discrezione e ammirazione.
Poco spazio agli assoli e alle libertà, tutto al servizio di sua Bobbità che mai come "oggi" sembra essere maniacale nei dettagli di ogni nota di canzone. E' strano a dirsi, mi è sembrato uno spettacolo sin troppo ragionato, studiato, sezionato in ogni dettaglio, ma è filato liscio così.
Grande spazio a Tempest, tanto per tornare a parlare di quel dark che le liriche della penultima fatica discografica trasudano da ogni vocale e consonante. E la voce, vera protagonista della serata, ha sputato ogni singola parola, anche pescata dal profondo dell'anima del nostro (tanti i versi riscritti), con una grazia quasi dimenticata.
Nella seconda parte ha visto fare capolino un pò più di blues (Stuck inside of Lucca...again...) non così elettrico e viscerale ma sempre contenuto, avvolto da quell'aura folk che a tratti si sposava con fantasmi crooner e jazz.
Durante le ballate di "Shadows" si potevano chiudere gli occhi e immaginarci seduti su dei tavolini di fumosi locali anni '50, magari quei night con le cameriere che ti servono whiskey ammiccando...ballate che si adattano alla perfezione alla voce di un Dylan che, a 74 anni suonati (è il caso di dire), ha ancora tanto ma tanto da raccontare a tutti noi e, ieri sera, mi è sembrato anche a se stesso.
Non è mia intenzione dare un giudizio sul concerto, ognuno è giusto abbia il suo. Può essere piaciuto o no, aver deluso o entusiasmato, potrei citare una "Simple twist" da brividi o un'immensa "Forgetful heart".
Quello che conta è che ieri sera ho visto un Dylan che sembra aver trovato una sua dimensione, musicale e -permettetemelo - umana.
Dopo 50 anni è ancora qui a stupirci, nel bene e nel male, in piedi in mezzo al palco con quella posa che sembra dire "Eccomi, guardatemi bene! Mirate al bersaglio! Potete sparare o lanciare rose se vi piace. Questo sono io..che vi piaccia o no!  "...the time will tell who has fell and who's been left behind...", beh, Bob, per favore, aspettaci!
Grazie per aver permesso di esprimere la mia opinione.
Simone

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di Andrea Freddi

Quale concerto? Un concerto sentito, ma non visto a causa della pessima idea degli organizzatori di lasciare gli sfortunati possessori di un biglietto in piedi in un esiguo spazio schiacciato tra la platea comodamente seduta sotto il palco e la gradinata vip. La beffa è che i 5 metri (non di più) concessi, erano anche lievemente in discesa, con il risultato che coloro che stavano dietro vedevano sostanzialmente la testa di quelli che stavano davanti a loro in posizione sopraelevata e niente di più. Avessi pagato 20 euro ci poteva anche stare, ma visto che ne ho messi 50 (+40 di benzina, + 60 di autostrada ecc.), mi aspettavo per lo meno di riuscire ad intravvedere il palco. Spiace dirlo, perché la D'Alessandro e Galli ha fama di essere seria e professionale agenzia, ma in questo caso è stato chiaramente privilegiato il profitto a scapito della fruibilità e questo lo trovo profondamente scorretto.
Cercando a fatica di sbollire l'incazzatura, ho provato a godermi il concerto. Bob ha proposto uno spettacolo sostanzialmente simile a quello che avevo visto a Milano nel 2013 e anche se la dimensione teatrale si presta meglio alla sua voce e band attuale, continua ad essere un set efficace e a tratti esaltante. Le novità sono 2 pezzi delicati e soffusi tratti dall'ultima fatica e una Workingman' Blues completamente riarrangiata e molto sentita. Love Sick in chiusura è di un intensità devastante, miglior pezzo della serata a mio parere (forse anche perché complice il via vai della tarda serata ero riuscito a trovare una posizione che mi permetteva di vedere finalmente la band e il maestro in tutto il loro splendore)
Saluti, Andrea

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di duluth49

Come ormai faccio da anni sono andato a sentire il ns. Bob.
Prima impressione, dopo il set di De Gregori, artista che stimo moltissimo, con una band di 11 elementi, mi sono reso conto della grande differenza di sound quando dopo di lui è apparsa la band di Dylan. Per carità non voglio fare paragoni però anche se non ne avevo bisogno, nell'immediato è la sensazione che ho provato. Quello che penso e che non capisco fino ad un certo punto, scusate ma caro Bob dai più spazio a quei grandi musicisti che ti accompagnano, d' accordo sei tu la STAR però però però........ Venendo al concerto devo dire che molta gente che era seduta vicino a me, non capiva assolutamente cosa lui stesso suonando. Ho trovato il pubblico forse un pò sorpreso, imbarazzato, forse molti si aspettavano le sue canzoni più famose. Della serata mi è piaciuta Things have changed in apertura . Workingman's Blues quasi recitata, creando una bellissima atmosfera. Simple twist of fate magistralmente arrangiata grande pezzo. Wainting for you valeva il prezzo del biglietto da sola. Nota dolente una Spirit on the water che dopo 20 secondi di ascolto avrei preferito scappare da Lucca, una accozzaglia di note buttate giù alla peggio. Da dimenticare.
Marcello

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di notdarkyet

Caro Mister Tambourine,
ti mando qualche impressione, inevitabilmente soggettiva, a proposito del doppio concerto del 1 luglio, che, tra qualche polemica, ha aperto il Lucca Summer Festival.
Dunque, vediamo. La parte migliore della serata è stata per me quella nella quale ha suonato un Francesco De Gregori visibilmente emozionato: “Voi non sapete come sono felice di stare qui stasera. Anzi... ve lo immaginate...”, sono le prime parole che pronuncia quando sale sul palco, prima di iniziare a suonare una delle mie canzoni preferite di sempre, Il canto delle sirene. L'emozione ad ogni modo gli fa bene, e così lui ci regala sessanta minuti nei quali suona (accompagnato da un gruppo di strumentisti affiatati e partecipi, guidati dal “capobanda” Guido Guglielminetti) e canta al meglio, riuscendo ad emozionare e, per quel poco che ho potuto cogliere qua e là, facendosi apprezzare anche da quanti, arrivando dall'estero per ascoltare Dylan, De Gregori non sapevano nemmeno chi fosse (qualcuno dice che un pò gli ricorda Gordon Lightfoot, mah...). Dopo di che ci saluta lasciandoci, parole sue, “in buone mani”.

Così dopo il Principe, sono pressappoco le nove e mezza, arriva il Bardo, che ci regala le 20 canzoni che, con rarissime eccezioni, porta in scena tali e quali da un paio d'anni. Cosa si può dire che non sia già stato detto meglio di me da altri? Probabilmente nulla, e dunque cerco di essere breve. Il buon vecchio Bob a me è parso vocalmente ed emotivamente in forma, ed essere presenti a un suo concerto è sempre e comunque un'esperienza intensa e a suo modo unica alla quale, nei limiti del possibile, non rinuncio. Come lo sarebbe, ad esempio, essere presenti mentre il Perseo di Benvenuto Cellini prende forma (non so se l'immagine mi viene in mente perché siamo in Toscana o per il caldo da fornace che c'era quella sera). Ma se Cellini avesse lavorato centinaia di volte alla stessa statua, bè, credo che dopo un pò persino l'opera straordinaria di quel genio sarebbe venuta un pò a noia e probabilmente ci saremmo stancati di starlo a guardare, anche se, certo, il risultato non sarebbe mai esattamente “lo stesso” della volta precedente. Insomma, penso di condividere, nella sostanza, il paragone che è stato proposto qui il 4 luglio con il “re maggiore” di John Cage.
Nonostante questo, il Bardo a tratti riesce comunque ad emozionarmi (a dispetto di una band troppo “automaticamente perfetta” per i miei gusti, come ho già avuto modo di dire in altre occasioni): quando canta Tangled up in blue, ad esempio; oppure Scarlet town, o la straordinaria, durissima versione di Love sick che chiude la serata. In altri momenti tendo un pò a distrarmi (con Full moon and empty arms, ad esempio, anche se Dylan la interpreta con molta partecipazione; o con Autumn leaves, che pure Dylan canta molto bene). Però mi pare che, alla fine, abbia ragione Simone quando, in un intervento pubblicato qui ieri, scrive che quello che conta è aver visto “un Dylan che sembra aver trovato una sua dimensione”. Ecco, quella sera a Lucca a vedere e ad ascoltare quel Dylan c'ero anch'io. E per quel che mi riguarda davvero non è poco.
Un caro saluto a te e a tutti gli amici che frequentano Maggie's Farm.
Giorgio Brianese

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di Nicolò "Nightingale" Villani

Un saluto Mr. Tambourine e amici della Fattoria,
In questi giorni, dopo essere stato a Lucca tra la folla spappolata, assetata e accaldata nei "posti" in piedi, ho letto e sentito diverse opinioni sugli ultimi show di Bob e su quello toscano in particolare.
Premetto subito, per chi ritiene importanti queste cose: sono un ragazzo di vent'anni al suo terzo concerto dylaniano (Alcatraz e Mandela i precedenti), che è andato a Lucca accompagnato da due amici un pò più "veterani" (quasi una ventina di concerti del Nostro alle spalle entrambi) e due amici quasi ventenni (un altro dylaniano al suo primo concerto e un fan di De Gregori che non disdegna la buona musica); voglio anche specificare che sono un musicista, che ho una discreta conoscenza del lavoro e dell'evoluzione di Bob durante gli anni e che mi diverto una volta all'anno a preparare un tributo che ripercorre l'epopea dylaniana fino ai giorni nostri (come qualcuno di voi ha già potuto vedere).
Personalmente sono rimasto piacevolissimamente colpito dallo show: i musicisti più in forma e più affiatati, il "mitico" Stu lasciato finalmente un pò più in sordina (o alle maracas), Bob, vero animale da palcoscenico, che con una mano in tasca e una sul microfono è riuscito comunque a esprimere un carisma impressionante (ogni frontman dovrebbe aspirare a quella forza come obbiettivo, secondo me...). Sarà che ultimamente sono molto in sintonia col Dylan contemporaneo (da "Oh Mercy" in poi, diciamo), comunque ho apprezzato immensamente il poter sentire quasi tutto "Tempest" suonato dal vivo e alcuni dei miei brani preferiti di altri album, come "High Water" e "Love Sick".
Ma penso che questi commenti siano comuni un pò a tanti che hanno già scritto. Ciò che mi ha lasciato allibito è una situazione in parte rasente al paradosso... Quante altre volte durante la sua carriera Bob dovrà cantare la parola "Change" perché la gente capisca che nulla, soprattutto nell'arte, resta, o deve restare, com'è in questo istante? Dopotutto il concerto stesso si è aperto proprio con "Things Have Changed"; più chiaro di così! Io amo molto gli artisti che, consci di ciò che stanno componendo nell'attuale (i Beatles ne sono un esempio molto caratteristico), fanno ciò che sentono giusto e lo portano con sé davanti al mondo. Bob l'ha SEMPRE fatto, fin dall'inizio, quindi perché sorprendersi o lamentarsi? Sembra che dopo cinquant'anni certe persone non si siano stancate di urlare "JUDAS"...
Concludo con una domanda: sapete mica dirmi dove si possono trovare i testi "modificati" da Bobby durante i vari live? C'è qualche folle che li raccoglie tutti?
Un saluto, un ringraziamento e un abbraccio a tutti!
Nicolò "Nightingale" Villani

 

Rome, Italy - Terme di Caracalla, June 29, 2015

di Paolo Manclossi

Per chi segue i concerti del nostro dal suo esordio a Verona nel maggio 1984, la standardizzazione della sua set list rappresenta una novità accettata tranquillamente. Vuoi per il fatto che nelle sue discese nella penisola, dal nord al sud, isole comprese, penso che ci sia stato modo di ascoltare buona parte del suo repertorio. Ma Dylan non è mai stato simile a se stesso. La ripresentazione di una set list abbastanza blindata può risultare monotona, anche se per esempio si confrontano i concerti recenti con i tre dell'Arcimboldi, non si possono non notare delle diversità interpretative oltre che delle sfumature strumentali che rendono le varie esecuzioni sostanzialmente differenti. Fortunati a Roma...l'ultima volta fu grande la sorpresa per i due concerti con set list completamente differenti e una trentina di brani che hanno fatto la felicità dei fortunati presenti. Alllora qualcuno si lamentò perchè la set list di allora era completamente diversa. Probabilmente Dylan se ne è ricordato ed alla trentina dell'altra volta ne ha aggiunti come novita' i 16/17 che fanno di questo tour una bellissima conferma per un musicista inarrivabile.

San Daniele del Friuli, Italy - Stadio Zanussi, June 27, 2015

cimar2003

DYLAN INCANTA “ SAN….. PROSCIUTTO DEL FRIULI ”.


Dopo un violento acquazzone alle 20:30 i cancelli sono finalmente stati aperti, un meraviglioso arcobaleno faceva da cornice alla zona concerto.
In perfetta puntualità ( forse anche con qualche minuto di anticipo) BOB sale sul palco.
Sono state 2 ore di pura musica, ho trovato BOB in forma smagliante. La scaletta ha dato spazio (a parte ai 4 grandi classici) a brani dell’ultimo periodo. A mio avviso su tutte Workingman's Blues #2 , Tangled Up In Blue e Forgetful Heart.
Anche l’acustica l’ho trovata ottima, credo che i cinquemila spettatori siano rimasti soddisfatti, dunque quello che sperava il nostro Tambourine almeno per stasera si è avverato.
Forse l’unica pecca è stata quella di far salire a fine concerto fino quasi ai cancelli i bus navetta ( ne ho contati una quindicina ) creando un vero e prorio ingorgo.

P.S. : Sabato 3 Agosto dalle mie parti a Quero per la precisione ( piccolo paese a confine delle prealpi Trevigiane e Bellunesi ) ci sarà, in onore del centenario della grande guerra, per la rassegna “ Voci, suoni, emozioni dal Massiccio del Grappa” il grandissimo MASSIMO BUBOLA in concerto – IL TESTAMENTO DEL CAPITANO.
Mi farebbe molto piacere ( chissà, prima o poi ) conoscere il simpatico Daniele Ardemagni "Ardez", anche se non abbiamo gli stessi gusti culinari, almeno sulla grande musica ci troviamo d’accordo.
Spero di potervi mandare qualche foto della serata.
Ciao a tutti.

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francesco.car0998

A San Daniele Bob continua ad incantare

Una violenta pioggia si è abbattuta su San Daniele Del Friuli nelle ore precedenti il concerto di Bobby, che sembrava ormai compromesso.
Circa un'ora prima del concerto, il tempo si è ristabilito e un arcobaleno è tornato a splendere sullo Stadio Zanussi, una location eccezionale. Ero in prima fila davanti alle transenne e ho avuto il piacere di vedere Bob e la sua performance in tutta la loro magnificenza. Il concerto si apre con l'energica Things Have Changed e Bob è evidentemente in ottima forma.
Tutti a squarciagola (me compreso) abbiamo cantato il ritornello con Bob.
Con il secondo pezzo, She Belongs To Me, veniamo catapultati ai tempi di "Bringing It All Back Home". La versione qui presentata da Bob è molto diversa dall'originale ma davvero bella. Gli assoli di armonica di Bob mandano la folla in visibilio.
Beyond Here Lies Nothin' è un'altra botta di energia e Bob la canta con trasporto suonando divinamente il suo pianoforte. Alla fine del pezzo, visibilmente sorpreso per l'euforia e la grande partecipazione del pubblico, Dylan sorride compiaciuto ai membri della sua eccezionale band.
Workingman's Blues #2 è una grande emozione, una ballad indimenticabile.
Lo stadio è ammutolito, la folla ammira e ascolta Bob estasiata.
A quel punto l'atmosfera si scalda nuovamente con una scoppiettante versione di Duquesne Whistle. Bob è scatenato al piano e batte il ritmo con i piedi, la batteria è potentissima.
Una versione potente e divertente del pezzo, puro rock n roll.
Waiting For You, un bellissimo pezzo venato di country, ci porta ad uno dei pezzi piú attesi della serata, Pay In Blood. Pay In Blood scatena la folla, è pura energia, Bob la canta con rabbia e convinzione, vorremmo che il pezzo durasse tutta la notte. Dopo il grande regalo di Pay In Blood, ecco arrivare un classico da Blood On The Tracks, nientemeno che Tangled Up In Blue, il cui ritornello è inevitabilmente cantato con foga e trasporto da tutta la folla. Gli assoli di armonica di Bob sono sempre emozionanti.
La folla è di nuovo in visibilio quando sente le prime note di Full Moon And Empty Arms, tratta dall'ultimo grande disco di Bob, "Shadows In The Night". Il pezzo è eseguito divinamente, dalla voce di Bob traspare l'emozione, che ci arriva prepotentemente. Che dire, magnifica esecuzione. Bob non ci sta deludendo, non potrebbe mai farlo.
Dopo una breve pausa, Bob e la band tornano con High Water (For Charley Patton), un pezzo a metà strada tra il country e la potenza del rock, che sorprende la folla.
Un altro classico, Simple Twist Of Fate, accende il pubblico. Una ballad emozionante dall'atmosfera sognante. Grazie Bob, la serata sta andando alla grande. Una grande Early Roman Kings introduce una delle esecuzioni piú belle della serata, Forgetful Heart. Un pezzo magnifico, Bob in uno stato di grazia vocale. La brezza che avvolge lo stadio Zanussi, con l'emozione creata dal pezzo e dai magnifici assoli di armonica, creano un'atmosfera unica. La potente Spirit On The Water soprende e precede Scarlet Town, uno dei pezzi più belli di Tempest e un altro tra i migliori della serata. L'atmosfera che si crea è simile a quella creata da Forgetful Heart. Bob si alterna tra microfono e piano durante tutto il concerto ed è motivato dalla folla, a cui accenna spesso dei sorrisi. La potenza blues di Soon After Midnight colpisce tutti e Bob al piano è scatenato, la band picchia duro sugli strumenti. Il pubblico balla e canta. Bob vorrebbe diventare il Jerry Lee Lewis della situazione, ma si trattiene.
Long and Wasted Years è stupenda, potente e Bob canta sempre con grande trasporto. La band è grande e la chitarra è magnifica. Autumn Leaves è eseguita con voce limpida da Bob e fa commuovere la folla con la sue parole e l'esecuzione profonda.
Nei bis arriva un pezzo attesissimo, il classico dei classici di "The Freewheelin'", ovvero Blowin' In The Wind, trasformata da Bob in una ballad dal sapore swing, che non stravolge peró il pezzo. Sentire Dylan cantare questo pezzo dal vivo era il sogno di una vita, e dopo di essa mi sono detto che avrei potuto anche morire. Esecuzione stupenda, le parole nitide e cariche di significato, il ritornello che carica di pathos lo stadio. Bob abbandona per l'ultima volta il pianoforte, ma non finisce qui. Love Sick arriva per la gioia di tutti, visibilmente emozionati. Love Sick, non lo nascondo, è indubbiamente il miglior pezzo di tutta la serata. La band furiosa, Bob canta con rabbia altrettanto potente. Il ritornello del pezzo pervade di energia il pubblico. Un pezzo che sembra provenire dall'aldilà, psichedelico come non mai. La chitarra è quasi floydiana.
Potenza rock allo stato puro, batteria spaccaorecchie che non riesce a far stare fermo il pubblico. La serata si conclude in bellezza. Bob sta per un minuto fermo sul palco a guardare il pubblico adorante con sorriso compiaciuto. Le espressioni e le mossette di Bob sono state indubbiamente una delle cose piú divertenti del concerto, uno dei piú belli a cui abbia mai assistito. Bob era fisicamente e vocalmente in forma: il tempo per lui sembra non passare. Il pubblico era pieno di giovani appassionati di Bob e questo vuol dire che i fans continuano ad aumentare e molti si avvicinano alla sua poesia.
È stato grande e lo ringrazio, ha cantato con tutto il suo cuore per noi.
Vorrei solo dire grazie Bob, grazie di tutto e sono sicuro che ci rivedremo, anzi ne sono piú che sicuro.
E come sempre , long live and prosper, Mr. Tambourine.
(RECENSIONE DI FRANCESCO 98)

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di Marco Cioffi
 
 Scrivo solo ora del concerto di San Daniele poiché ci ho messo un pò a metabolizzare il concerto. Seguo Dylan da pochi anni (4 o 5 al massimo) e mi sono avvicinato al menestrello ( e a Leonard Cohen e Brassens) grazie al maestro Faber, è inutile che vi spieghi il perché. In poco tempo ho recuperato tutti i dischi in studio di Bob e ho cominciato a studiarne i testi (grazie al lavoro enorme del vecchio e nuovo Maggie's farm sito italiano di B.D.).
 Il fatto di avere una scaletta fissa mi ha aiutato molto: ho seguito quotidianamente le scalette sul vostro sito; ho stampato i testi in ordine di esecuzione; ho fatto un cd con le canzoni della scaletta e per due mesi non ho letto e ascoltato altro.
 A San Daniele ero preparatissimo...
 Solo che in Friuli si mangia e si beve troppo bene (e io e i miei amici siamo arrivati da Milano)...e San Daniele era in festa...prima e dopo il concerto...e dentro lo stadio il nostro angolino sembrava Woodstock e io e i miei amici dei figli dei fiori...come dire...è stato come mi aspettavo che fosse...forse troppo esagerato ma quella è colpa nostra.
 Io ero preparato, Dylan anche...e la sua voce era molto meglio di quello che mi ero immaginato.
 Alla prossima, Marco

Mainz, Germany - Zollhafen Nordmole, June 20, 2015
 
 by Steven Jackson
 
 Gli occhi di Mainz hanno visto la gloria
 
 The Never-Ending Tour? Se solo. The Never-Changing set list? Non più.
 Più o meno la stessa identica scaletta per gli ultimi 2 anni? Io non la penso così ... In un sabato di mezza estate, con una leggera brezza che soffiava dal Reno, Bob Dylan ci ha sconvolti con una splendida prestazione di un set fantastico che è stato pieno di sorprese. Per l’avvio della parte europea del tour 2015 tour, Dylan è stato semplicemente magnifico a Magonza.
 
 Tutto è iniziato in modo prevedibile e abbastanza regolarmente con Things Have Changed, l’opener d’eccellenza degli ultimi 2 anni. Non sapevamo se si trattava di una dichiarazione di intenti. Dopo il periodo di riposo, Bob era chiaramente in vena, si pavoneggiava e strizzava l'occhio nella prima canzone della serata. Successivamente, i raffinati interventi di armonica di She Belong To Me stati accolti da urla di gioia dai suoi fans tedeschi. Il Solco gypsy di Beyond Here Lies Nothin' ha lasciato presto il passo a Workingman Blues # 2, perfettamente delicato coi deliziosi riffs di chitarra di Charlie Sexton. La band era stretta come non mai, ma Bob sembrava essere veramente infuocato da come si aggirava sul palco come una tigre in gabbia. Duquesne Whistle è andato giù come un temporale e quindi la prima sorpresa: il debutto live di Full Moon And Empty Arms, che Bob ha cantilenato squisitamente sostenuto dal dolce contrabbasso di Tony Garnier, dolcemente accarezzato dalle spazzole di George Recile e dai sontuosi interventi di Donnie Herron.
 
 E poi, un'altra sorpresa, un vera e propria bella cover di Sad Songs And Waltzes di Willie Nelson che Bob ha cantato con cura consumata. Era abbondantemente chiaro che Bob si stava divertendo. E se Bob si diverte, noi di più perchè abbiamo tempi buoni.
 Poi Tangled Up in Blue con un ancora più ispirato assolo di armonica e del meraviglioso pianoforte a coda che ha deliziato il pubblico.
 Poi, come Bob si è spostato al centro della scena eravamo pronti per un'altra sorpresa, una versione molto originale di 'Til I Fell In Love With You, e tutti siamo stati laminati e stupiti per i fraseggi di chitarra di Sexton con Bob che ringhiava impennando la voce. Sì, impennando!
 Questa è stata seguita da To Ramona che non suonava più ormai da un anno. A questo punto il vecchio pistolero era pronto a sputare Pay in Blood trasformato in un rock.
 Poi Stu Kimball ha preso le maracas scuotendole molto bluesy per Early Roman Kings che ha abbellito il buon cielo notturno. Era alla fine di questa canzone, in qualche modo la Mai-Modificata set-list era diventata davvero la mutevole set-list ...
 
 Il palco era stato debitamente impostato per un finale incredibilmente emozionante. Nessuno poteva piuttosto credere a quello che stava succedendo.
 Bob ora indossava un grande sorriso da gatto del Cheshire, facendo intendere che la vecchia scaletta stava per essere fatto a pezzi mentre lui ed i suoi complici intraprendevano una maliziosamente lenta versione acustica di Tweedle Dee & Tweedle Dum, che ci ha solleticato ed incuriosito. Cosa stava succedendo? Successivamente ecco tornare Hard Rain. E poi? Ballad of a Thin Man! A questo punto la folla si stava abbeverando dalla sua mano. Qualcosa stava accadendo e sicuramente sapevamo di cosa si trattava: Bob era di nuovo in tutta la sua strana e meravigliosa modalità ancora una volta assolutamente imprevedibile! Poi è stata la voltya di una agitata e jazzy All Along The Watchtower e ogni fans era certo di tornare a casa felice. Mentre la band si godeva gli applausi deliranti, Dylan, mano sul fianco, indossava il deliziosa ghigno di un uomo che aveva visto e conquistato tutto. All'improvviso era Huckleberry Finn di nuovo, il diavoletto che aveva rubato i nostri cuori. Eravamo in riva al Reno o al Mississippi? Bentornato in Europa, Bob: Due canzoni mai suonate-live prima di stasera, otto (otto!) modifiche alla set list dell'ultima data live americana del mese scorso, senza intervallo.
 Grazie, Bob!

San Antone, Texas - Majestic Theatre, May 7, 2015
 
 di Jamie Alexander

 
 Ho visto la prima volta Dylan dal vivo quando suonava "Gotta Serve Somebody" al Warfield di San Francisco. Ci sono stati altri numerosi show negli anni seguenti che spiccano nella mia memoria. Quello di EL Rey a Los Angeles è il mio favorito di ogni tempo, tra gli altri. Negli ultimi anni, è difficile dire quanto ho apprezzato i suoi concerti e la sua evoluzione. Ora ho l’occasione di vedere una nuova città e assaporare la sua performance e la musica.
 
 San Antonio, Majestic Theatre, è stato un altro degli splendidi classici luoghi che Bob & company hanno scelto con tanta cura. Mi sono piaciute molto le sue prestazioni, la sua voce, l'espressione e l'armonica sono molto buone, il suo pianoforte si fonde in modo significativo con il suo talento e la sua band.
 In questo spettacolo la presenza scenica di Bob è di fiducia ed audacia.
 Dylan sta cercando un suono eccezionale. Sono così felice che interpreti materiale fresco, piuttosto che solo i suoi più grandi successi.
 
 Come fan di lunga durata, sono imbarazzato ad ammettere di aver sviluppato un capriccio insolito. Anche se non diagnosticata in modo professionale, ho una fobia per le persone della sicurezza e talvolta degli uscieri.
 Quando avevo scelto di sedermi nella parte posteriore del piano terra del Majestic, pensando che avrei potuto ballare un pò, sono rimasto sorpreso di trovare gli uscieri in piedi direttamente dietro l'ultima fila. Questo non è usuale durante i concerti che ho frequentato.
 Data la mia personale fobia, non mi sentivo a mio agio lì. Durante la pausa mi sono trasferito e mi è stato detto da una donna del pubblico che c' era un posto vuoto sul lato accanto a lei. La vista era eccellente. Come mi sono trasferito nella mia nuova sede, mi ha detto con rabbia che se volevo ballare dovevo andare sul retro. Mi sono scusato e mi sono seduto.
 
 L'unico svantaggio di questi bellissimi luoghi è che il signor Dylan è diventato "l'istituzione" e non tollererà la danza. Dobbiamo tutti ricordare la tolleranza e allentare i divieti. Penso che sia giusto per le persone di poter ballare ai concerti di Bob. Le persone in un posto in corridoio in ogni riga (vicino al muro) dovrebbero avere il permesso di danzare (di fronte alla loro propria sede) o presso sedi nella parte posteriore sull’alto balcone superiore. Queste zone potrebbero essere standardizzate in modo che le persone non siano disturbate dalla sicurezza e non danneggino gli altri del pubblico. Dubito che questa politica verrà istituita ma è una perdita quando non si balla in un concerto.
 
 Per quanto riguarda la mia fobia, ho avuto molti amici in comune ed ho conosciuto persone dello staff di Mr. Dylan anni fa.
 Sento il bisogno di scrivere questo perché nell'entusiasmo di un concerto a volte penso che mi piacerebbe andare a congratularmi con lui. Sono un persona che parla e sono positivo nella vita quotidiana, ma sono timido di natura per fare cose del genere, inoltre, ho una fobia che non posso superare.

Houston, Texas - Bayou Music Center, May 5, 2015
 
 by English Pete
 
 Bene, da dove cominciare? Ho 52 anni e questo è stato il primo concerto di Dylan sia mio che di mia moglie.
 Sono l'amante della musica in famiglia. Sono abbastanza sicuro che mia moglie viene ai numerosi concerti ai quali andiamo puramente per compiacermi.
 
 Sarò il primo ad ammettere che mi ci sono voluti molti anni per arrivare a Dylan. Ovviamente ho avuto modo di conoscere la sua musica nel corso degli anni, ma non ha mai davvero preso il tempo di ascoltare attentamente.
 Sono cresciuto tra la fine degli anni Settanta e Ottanta ed ad onor del vero Punk, New Wave e Post Punk (se vogliamo applicare etichette) erano la musica della mia generazione. In realtà ascoltavo Neil Young da molto prima di Bob. Poi, divenuto più anziano (alcuni direbbero che sono maturato) ho iniziato ad ascoltare di più musica basata sul cantautorato.........Per primo Gram Parsons, poi Townes Van Zandt e John Prine.
 Poi ho sentito una pubblicazione anticipata di "Tempest" e questo mi agganciato.
 
 Quindi, tornando a Houston, 5 Maggio 2015, ecco il mio primo spettacolo di Dylan.
 Per quanto io ami i primi lavori di Bob (grazie al cofanetto di CD acquistato un paio di anni fa) ho potuto godermi a fondo il suo nuovo materiale, quindi il concerto con le più recenti canzoni e nuovi arrangiamenti di classici non mi ha scoraggiato neanche un pò.
 E per quanto io possa amarlo.................. perdiana gente, che grande spettacolo! Avevo visto la set list e ricercato il paio di canzoni ("Things have changed”", e "Waiting for You"), che non conoscevo, e poi ho compilato un elenco di riproduzione MP3 delle registrazioni in studio di tutti i brani che avrebbe eseguito. Abbiamo ascoltato quella playlist per un paio di giorni, con l'intesa che gli arrangiamenti sarebbero stati probabilmente molto diversi.
 Non siamo rimasti sorpresi. E non siamo rimasti delusi. Che fantastica prestazione di Bob e della sua band. Tranquillo a volte, anche se è tutto ovviamente studiato in prova. Ma questa è la bellezza di una performance dal vivo. A volte si ha una collisione di suoni, altre volte si può solo ascoltare gli spazi tra gli strumenti e le singole note. I fraseggi di chitarra di Charlie erano impressionanti e il virtuosismo di Donnie su molti pezzi erano una gioia per le orecchie, il suo banjo in "High Water" per esempio. Il violino melanconico in “Forgetful heart” è stato quasi straziante. E' probabilmente ingiusto nominare solo questi due ragazzi, tutta la band è stata eccellente. Stu e le sue Maracas sono stati citati in abbondanza in precedenti recensioni.
 
 E poi c'era Bob. Il suo fraseggio è stato generalmente potente. Proprio quello che mi aspettavo (Ho comunque sentito mia moglie ridere quando si è schiarito la gola a metà di "Beyond Here Lies Nothin '").
 Per me era uno show blues.....dondolante e in alcuni casi semplicemente rilassato.
 Ho letto alcune recensioni di spettacoli precedenti in questo tour, dove le persone si lamentavano circa la scelta dei brani, non abbastanza classici, ecc, mi sono guardato intorno e ho visto molte facce impassibili nell'auditorium. Mi spiace per queste persone, che non hanno avuto quello che si aspettavano. Mi ha riportato alla mente la registrazione del 1966 alla Royal Albert Hall (effettivamente registrato nella mia città natale di Manchester)......... metà del pubblico non ci stava con quello che Bob stava facendo, ma il tempo non si ferma, e nessuno è un un artista come Bob. Lui non suona per accontentare il pubblico, non l’ha mai fatto, e sicuramente questa è la bellezza di tutto.
 Spero di non dover aspettare altri 50 anni per il mio prossimo spettacolo di Dylan.

Oklahoma City, Oklahoma - Civic Center Music Hall, Thelma Gaylord Performing Arts Theatre, May 3, 2015

di Mel Smith

Mentre la scaletta per questo tour può essere statica, la presentazione è qualcosa che non ho mai visto fare da Dylan. La band è quasi invisibile con la fiochissima illuminazione sul palco. Un riflettore occasionale sullo strumento in risalto al momento, niente di più.
Io non voglio fare l’elenco dettagliato delle canzoni qui ma vi devo dire che quello che ho visto e sentito, Tangled e WMB # 2 era vera poesia. Non so quando è stato scritto. Io avrei voluto essere lì al momento del soundcheck quel giorno. L'unico esempio che riuscivo a ricordare era: “Lei accese la stufa e mi offrì una pipa, "Pensavo che non avresti mai detto ciao", disse "Sembri un tipo taciturno". Poi aprì un libro di poesie e me lo porse . Era scritto da un poeta italiano del Duecento
Ed ognuna di quelle parole suonò vera e splendente come un carbone ardente, trasudando da ogni pagina come fosse scritta nella mia anima da me per te aggrovigliato nella tristezza”

Il testo di Workingman’s Blues # 2 per circa la metà della canzone non era quello che era stato registrato. Il mio compagno di strada Hole ha commentato che era Workingman Blues # 4 o # 5, e aveva ragione. Come è sempre stato ci sono frasi che Bob sembra aver scritto mentre oscilla da un trapezio senza la rete.

La band, seppure quasi invisibile, era così stretta a lui e bella come ho non li mai sentiti essere. La voce di Bob era chiara e risonante come non ho mai sentito in più di 20 spettacoli che ho visto.
Meno ringhiante e più crooner, muovendosi sul palco e coinvolgendo il pubblico quando non era dietro il pianoforte. Nella mia mente lo spettacolo non era tanto un Rock Show ma una presentazione di una raccolta di canzoni di Dylan. Quelli che vanno agli shows di questo tour farebbero bene a lasciare le scarpe da ballo a casa. Mi sembrava di essere più verso il Jazz / Blues / dondolante che il pieno sonoro sul rock and roll dell'’era di Larry Campbell o G.E. Smith.
In qualche modo un pò meglio, appena più sommesso e dignitoso rispetto alle mie solite esperienze con Dylan. Sono abituato a lasciare gli spettacoli madido di sudore e fisicamente drenato da sbattere in giro come un pesce sul molo. Questo è stato un drenaggio emotivo e intellettuale con la realtà e la forza delle sue parole che ha colpito l'intero pubblico.

Prendo una settimana di riposo e mi preparo per lo show di domenica prossima a 15 minuti da casa mia per vedere Dylan a forse la sua migliore Band da anni ed anni.

Thackerville, Oklahoma - WinStar World Casino and Resort, Global Event Center, May 2, 2015
 
 di Barry McCollom
 
 Ho guidato da Dallas al WinStar World Casino nel giorno del Kentucky Derby. Il Red River era davvero gonfio per le recenti piogge. Un enorme casinò con il rumore delle slot machines costantemente attive mentre il distributore del tavolo di blackjack dava le carte ai giocatori seduti, un grande scenario dove vedere Bob. Il gong e l’intro di chitarra dello show è stato per me nuovo dato che avevo visto Bob con Mark Knopler l'ultima volta. Bel tocco. Tutti pronti? La cerimonia sta per iniziare (Is everybody in? The ceremony is about to begin. Come dice il testo di “Celebration Of The Lizard” dei Doors del “Re Lucertola”. Non avevo mai sentito "Forgetful Heart" dal vivo. Si poteva sentire cadere in terra uno spillo! Indovina? "Autumn Leaves" suonava proprio come l'album!
 Scherzi a parte, il fraseggio è così commovente in entrambi questi due brani. Al di la di tutto il concerto mi è piaciuto! La coppia accanto a me e poche altre persone cercavano di seguire i testi sul loro smartphone per tutta la notte. Grazie a tutti per aver condiviso le loro impressioni sullo spettacolo nelle altre città. "May god bless and keep you always!".

Memphis, Tennessee - Orpheum Theatre, April 30, 2015
 
 di James Sullivan
 
 Quando ho programmato questo viaggio sono contento di aver scelto Memphis. L’ Orpheum Theater è un luogo bellissimo che mi aveva bloccato a fissare il soffitto prima dello spettacolo. Di sicuro non costruiscono più teatri così. Proprio il posto giusto tipo per un concerto di Bob e la sua band.
 L'illuminazione cala e il suono erano proprio perfetto. Bob e la sua band sono ormai una macchina ben oliata. Non voglio fare la recensione canzone per canzone, ma mi trovo ad osservare Bob affascinato quando è al centro scena per Love Sick, Forgetful Heart, Long And Wasted Years e Autumn Leaves, meravigliosi. Ritorna al pianoforte per Soon After Midnight che è stata la mia preferita di stasera. Perfetto il modo nel quale è stata eseguita. Un grande spettacolo e sono grato per aver potuto andarci. La felicità a volte è uno stato della mente e domani attraverserò il confine di stato verso Thackerville.

New Orleans, Louisiana - Saenger Theatre, April 29, 2015
 
 di Nancy Cobb
 
 '' QUESTO È TUTTO! QUESTO È TUTTO! "
 
Questo è ciò che penso sulle prestazioni di Dylan in “Autumn Leaves” ieri sera, anche se questa canzone è stata fatta più di 1.000 di volte prima di oggi. Questa citazione è attribuita a Bob Dylan da Eric Burdon che parlava con un giornalista locale, quando venne recentemente a Coachella Valley per lo Stagecoach Festival. Ecco la storia, nei primi anni '60, Dylan e Joan
Baez erano in un viaggio attraverso il paese e sentirono la versione degli Animals di “The House Of The Rising Sun” alla radio. Bob fermò la macchina e saltò fuori, e ..... il resto è storia. Per ironia della sorte, un giovane ragazzo al suo primo concerto di BD era seduto accanto a me, e ha chiesto se pensavo che Dylan avrebbe cantato quella canzone (suppongo perché eravamo a New Orleans, e Bob l’aveva fatta in passato). Gli raccontai la "scaletta" ma gli dissi che forse ci sarebbe stata una sorpresa o due.
 
Tornando allo spettacolo, c'è un detto che dice: Se parli di Dio è perchè stai pregando, ma se Dio ti parla, allora sei schizofrenico. Beh, io prego, e Bob Dylan mi parla (naturalmente attraverso le sue canzoni). Ma ultimamente Dylan ha avuto un pò di aiuto. Non posso credere che Tempest sia stato registrato con la stessa voce come quella splendida che abbiamo sentito ieri notte. Vi è un chirurgo del New England che ha aiutato molti cantanti a trasformarsi da cantanti lirici a rockers urlanti (Steven Tyler, Roger Daltrey) prendendosi cura del loro strumento meraviglioso. Forse potrebbe aver aiutato un pò anche Bob.
 
La "scaletta" è stata morbida e pastosa, con una sensazione cadenzata come fosse una vecchia altalena di paese. Per le prime canzoni sembrava che le bacchette della batteria fossero avvolte in federe, l’armonica di Bob In Tangled Up semplice routine, e Forgwetful heart era transitoria, fuggevole, fugace, precaria, effimera, una cosa che dura un giorno prima di svanire, come se una grande cosa potesse scaturire da quella piccola cosa che aveva in mano. Al termine di Tangled Up in Blue ha ottenuto una reazione tremenda dalla folla, allora l’ha alzata come fosse stata una coppa di champagne come a dire: "Ecco a voi".
In Love Sick, per la prima volta ho sentito che stava cantando direttamente al pubblico, invece che indirettamente per una persona del suo passato. E’ malata d'amore, odio, ossessione, e il cosiddetto tradimento, e ora c'è come un reciproco rispetto tra Dylan e il suo pubblico, che era composto da vecchi e nuovi ammiratori, tutti mischiati assieme.
 
Early Roman Kings si è distinta come una luminosa rock blues, forse in omaggio per questa grande città, e, naturalmente, è stata la canzone più divertente della serata.
Poco dopo la mezzanotte mi ha ricordato le sue ballate d'amore su Blonde On Blonde, così diverse da Tempest. Poi c’è stata la lentissima ed incredibilmente commovente Autumn Leaves che non avrebbe potuto essere cantata con la vecchia ruvida voce di Dylan. Dopo una grande Blowin’ in the Wind è arrivata la conclusione perfetta, Stay With Me. Mi viene in mente Dylan in un'altra canzone di Sinatra .... ...."It Was a Very Good Year".

Nashville, Tennessee - Tennessee Performing Arts Center, Andrew Jackson Hall, April 27, 2015

di Francis King

Da dove cominciare? Questo è stato il miglior concerto di Bob Dylan che ho visto. La sua voce suona bene, la band è a posto, gli arrangiamenti sono meravigliosi e la set list è eccezionale. So che alcuni si lamentano che la set list è "statica", che ha suonato lo stesso spettacolo ogni sera dal 2013. Tali commenti sono infondati; la scaletta è ridondante solo se sei andato a più spettacoli durante questo periodo di tempo, o se hai speso troppo tempo ad ascoltare registrazioni bootleg on line (beh, devo ammettere di farlo anch’io) e, quindi, hanno fatto il pieno. Il fatto della questione è che l’insieme di questa set list è fresco e nuovo per un altro pubblico ogni sera nelle centinaia di città e in tutto il mondo dove Dylan porta il suo spettacolo. (E’ tempo per un album live ufficiale, Bob!)

Ciò che ha reso questo spettacolo un pò meglio dall'ultimo che avevo visto a Boston lo scorso Novembre (stessa scaletta, fatta eccezione per l'aggiunta di "Autumn Leaves") è stata la qualità del suono, eccellente nella TPAC di Nashville. Si poteva sentire ogni singola nota ed i testi altrettanto chiaramente. Per dirla in breve la miglioria è attribuibile all’impegno di Bob ed al suo sforzo nel pronunciare bene le parole. L'acustica della sala l’ha certamente aiutato.

Un'altra cosa sulla scaletta: Questa set list 2013-2015 consiste in gran parte di materiale 21° secolo (tutti molto ben eseguiti) e alcuni grandi riarrangiamenti di vecchie gemme come "She Belongs to Me", "Tangled Up in Blue" e "Simple Twist of Fate ". Questa set list è anche molto diversa da quelle che ha suonato nei suoi spettacoli nel 2011 e nel 2012. Quante vecchie "rock star" del 20° secolo stanno facendo questo tipo di varietà, tra cui un carico di canzoni scritte recentemente?
Nell'ultimo anno o giù di lì, ho visto Bob Seeger, Billy Joel e James Taylor. Tutti e tre hanno fatto prestazioni formidabili .... Ma, hanno suonato una set list di loro hits, niente novità, compresa la loro voce che suona più o meno come nelle registrazioni originali. Questo è tutto bene.... Ma, per me, Dylan continua in reinvenzioni del suo materiale, e questo è molto più interessante ed emozionante.

Un'altra cosa sulla scaletta: cominciando con la stessa ogni sera da un bel pò di tempo Dylan e la sua band stanno dando al pubblico prestazioni estremamente lucide. A differenza di alcuni dei suoi spettacoli passati, in questi spettacoli Dylan ricorda tutti i suoi testi, mai borbottando per coprire una parola dimenticata, e la band sa esattamente cosa fare e quando (in contrasto con la abitudini del passato quando Bob improvvisava sul palco ei suoi sidemen dovevano cercare di seguire il suo esempio al volo .... A volte, per essere sinceri, con ottimi risultati, ma altre volte fornivano solo suono sciatto). Questo è uno spettacolo molto ben legato in tutti gli aspetti.

E' proprio così bello vedere quest’ uomo, a 74 anni, così pienamente impegnato nelle esecuzioni, soprattutto col suo materiale più recente, che è uno dei migliori songwriting della sua carriera. Anche per questo vorrei davvero che pubblicassero un album dal vivo.

Greenville, South, Carolina - Peace Center, Peace Concert Hall, April 26, 2015

di James Mahoney

Bene,"Autumn Leaves" sembra essere l’ultima della Setlist per ora, e questo scaletta durerà molto. Ho aspettato a scrivere per vedere se la canzone era rimasta dal momento che è una delle più eleganti di Bob Dylan, e lui è in voce buona ora, non c'è dubbio. Le persone che hanno scritto tesi di dottorato su Dylan per anni, come hanno fatto con Shakespeare, devono riconoscere che Bob non era affatto una persona prevedibile, e non importa quanti "Dylanologisti" ci sono in giro, è,
come dice David Lynch, proprio un mistero privato di Dio.

Ormai è chiaro che Bob esegue brani recenti piuttosto di quelli dei bei tempi passati. Forse dovremmo ascoltare con più attenzione? Ascoltare le sue canzoni come opere d'arte complesse, Greil Marcus ha detto che "I’m Not There” è stata la canzone più triste che abbia mai scritto. Allora ascoltate "Forgetful Heart” o “Long And Wasted Years”. Dylan è un dono di Dio, e io sono ateo, ma lo dico lo stesso senza paura di essere smentito.

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Il concerto di Bob Dylan è stato una grande delusione.
Lo ringrazio per il concerto peggiore che avrebbe potuto fare. Egli ha dato un tono sommesso a lume di candela invece del un set potente al suo show. Ha continuato a suonare canzoni che il pubblico non conosceva, perché non erano quelle che lo hanno reso famoso. Ha suonato sopra ai suoi suoi membri della band al suono di un batterista diverso. Probabilmente non sapeva nemmeno di essere a Greenville, Carolina del Sud.
Bob ha bisogno di andare in pensione. Era solito essere speciale, ma ora non lo è più così tanto.
Debby Pappy.

(Fonte: http://www.greenvilleonline.com/story/opinion/readers/2015/05/14/letter-bob-dylan-concert-huge-disappointment/27313039/)

Atlanta, Georgia - Fox Theatre, April 24, 2015
 
di Ric Harwood
 
Era il 1995 quando Bob Dylan suonò l'ultima volta al Teatro Fox di Atlanta, e che enorme concerto fu. Ma stasera, mentre stavo aspettando l’inizio dello show, stavo pensando a tutti i posti nei quali ha suonato ad Atlanta negli ultimi 20 anni e a come sono fortunato di poter godere del grande Bob Dylan proprio qui nel giardino di casa mia.
 
Ho rischiato di non partecipare a questo concerto questa sera. Avevo visto l’ AmericanaramA l'ultima volta che Dylan è venuto in città un paio di anni fa, e mi sembrava che questo tour sarebe stato molto simile, dalla scaletta fino alla illuminazione sul palco.
Così avevo quasi deciso di non andare al concerto questa volta. Ma questa mattina mi son detto "Cosa ?! Non posso perdere questo show!" Così, ho acquistato un paio di biglietti per mia moglie e per me, e sono così felice di averlo fatto. Mi piace quando un concerto supera le mie aspettative.
 
Penso che Peter Stone Brown ha detto che la cosa migliore (come al solito), quando ha descritto questo tour è che Bob è "totalmente nella musica". Bob Dylan ha lavorato e ha sottolineato ogni riga, ogni canzone. Ed il suo modo di suonare l'armonica era molto più preciso di quanto io abbia mai sentito prima. Ma la cosa principale era l’incredibile qualità vocale di Dylan. La sua voce è stata più dinamica e melodica di quanto avevo sentito negli ultimi anni. La band ha inchiodato ogni canzone con tante piccole sfumature, probabilmente grazie alla set list invariata, e col suono del pianoforte di Dylan che preferisco a quello delle tastiere elettriche.
C'erano un sacco di nuovi versi nei testi, soprattutto in canzoni come Tangled Up in Blue and Simple Twist of Fate. Per me, il momento clou della serata è stato Long and Wasted Years. La sua esecuzione è stata appassionata e animata e totalmente potente. C'era un nuovo verso di come eravamo come fratelli e cresciuti insieme e ci si fidava a vicenda. E poi c'era una linea, una sorta di torsione di non cadere lontano da me stanotte, su come il passato è morto e domani potrebbe anche essere oggi.
 
Che grande serata. Spero che Bob Dylan rimanga in buona salute e continui ad esibirsi per molti anni a venire.

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di Duncan Hume
 
Avevo posti decenti ieri sera al grande vecchio Fox Theatre di Atlanta.
La versione rivistata di Workingman’s Blues # 2 è stata la migliore della serata. E' davvero molto meravigliosa.
In Long and Wasted Years ha aggiunto qualche riga, qualcosa come "ricordare quando erano due ragazzi insieme". La prestazione ha perso un pò del dramma della magnificenza della Royal Albert Hall, ma è ancora un highlight.
Early Roman Kings è stata grande, con Stu che suonava le maracas. Stu ha sorriso per tutta la canzone stringendo in mano 4 maracas.
Sapevo che sarebbe stata una buona notte e Bob ha cantato She Belongs to Me con una mano distesa verso il pubblico e poi di nuovo al suo petto. Il suono è stato grande per tutta la notte e la folla era festante ed entusiasta, le canzoni "nuove" sembravano quasi le vecchie.
 
C'è stato una incazzatura importante di Bob verso la fine di Blowin'in the wind. Si è alzato dal pianoforte e si è diretto verso le tende laterali e ha gridato con rabbia verso qualcuno a lato palco. Ho visto uno vicino ad un fonico e mi è sembrato di riconoscere Baron che con una torcia elettrica dirigeva il fascio nella seconda fila ripetutamente. Baron sembrava molto incazzato. Credo che Bob avesse visto qualcuno o scattare foto o fare un video.
 
Stay With Me è stato un buon seguito dopo quella di Chicago lo scorso autunno. Charlie sembra molto più vecchio di appena qualche mese fa ed era molto statico per tutta la notte anche se ha suonato qualche meraviglioso passaggio.
 
Nel complesso davvero un ottimo show. La profondità e la chiarezza della voce è ancora piacevole e lui, ovviamente, ama ancora essere sul palco. Il tipo di illuminazione non è cambiata. Ancora abbastanza scura e un nuovo grande microfono “falso” in posizione strategica per ostacolare tutti coloro che desiderano acquisire una foto decente. Continua così vecchio, la tua campana suona ancora.

Clearwater, Florida - Richard B. Baumgardner Center for the Performing Arts, Ruth Eckerd Hall, April 22, 2015
 
 di A. Parlow
 
Io non sono uno che di solito scrive le recensioni dei concerti. Io non sono la persona più eloquente e sono probabilmente un pò stanco dopo molti anni che vado agli shows, ma lo spettacolo di ieri sera al Clearwater è stato qualcosa di speciale. E’ iniziato con Bob che abbaiava cercando di fare Howlin' Wolf, e io avevo previsto una ripetizione un pò fiacca dello show di St. Augustine, ma fu presto evidente che questo pubblico non era composto da turbolenti ubriachi e loquaci, ma invece era pieno di persone che erano venute ad ascoltare e apprezzare Dylan. Bob è sembrato essersi rapidamente accorto di questo e quello che avrebbe putoto essere solo un'altra corsa con la stessa scaletta è divenuto invece un vicendevole scambio quasi intimo fra lui ed il pubblico. Si poteva sentire cadere uno spillo in terra durante le ballate, ogni nota di ogni assolo armonica è stata assaporata dalla folla come se fosse stata la manna caduta dal cielo. Mentre il secondo set si stava svolgendo, siamo arrivati ai tre assoluti highpoints dello spettacolo: Forgetful Heart, ora cantato e non abbaiato, ogni linea perfettamente eseguiti, senza nessuna esagerazione, è stata probabilmente la miglior singola prestazione di Dylan che ho visto in dieci anni. Poco dopo la mezzanotte era ugualmente impeccabile al pianoforte e perfettamente integrato nel mix, come un enorme miglioramento rispetto alle tastiere elettroniche dei tour precedenti. La chiusura con Stay With Me mi ha fatto letteralmente venire la pelle d'oca e ha raggiunto il culmine, per questo sono tornato a casa e mi son seduto a scrivere questa recensione. So che le cover non sono proprio come quelle di Sinatra, ma ieri sera erano esattamente perfette. Folle tranquille come queste ai concerti e serate come queste erano diventate rare nel corso dell'ultimo decennio, ma una volta ogni tanto gli elementi si fondono perfetamente e questa è stata una di quelle volte che mi ricorderò per il resto dei miei giorni.

Fort Lauderdale, Florida - Broward Center for the Performing Arts, Au-Rene Theater. April 21, 2015

di Arnie Bernstein

Questo è stato un concerto incredibilmente buono. Avevo visto l'ultima volta Dylan al concerto al Beacon Theater ed avevo pensato che era buono ma non eccezionale.
La set list sembra essere scolpita nella pietra. Ma l’esecuzione della musica di Bob e del gruppo è aumentata ad un livello molto più elevato di quanto io abbia mai sperimentato in qualsiasi concerto al quale ho assistito negli ultimi dieci anni. Lui e la band sono completamente sincronizzati tra di loro. Se avete la opportunità di vedere uno dei concerti di questa serie, troverete una vera delizia.

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di Mark Silva
 
La mia sesta volta ad un concerto di Bob. Ho guidato fino a Ft. Lauderdale nel traffico pesante, di solito impiego circa 25 minuti ma oggi ci ho messo più di un'ora a causa di alcuni incidenti e della pioggia. Ero accompagnato da mia mamma (il 50° anniversario del suo primo show di Dylan) e dalla mia ragazza (la prima).
 
Siamo arrivati presto e abbiamo avuto modo un sacco di tempo per prendere una birra nella hall e guardare la folla. Poi, trovati i nostri posti, sulla sinistra del palco, fila N, il più vicino che abbia mai avuto. Questo è un altro tipo di sede rispetto agli altri shows che ho visto, elegante e formale. Intorno alle 20,00, con la venue affollata, Bob sale sul palco.
 
Io non voglio annoiarvi con la scaletta perché ormai la sapete tutti. Questo sembra più come un qualcosa di prestabilito che un concerto solito. Ogni canzone ha una illuminazione tenue, Bob si muove intorno al palco con efficienza e si sà esattamente cosa viene dopo.
"Things Have Changed" inizia lo spettacolo e tutti sono felici di sentirla.
"She Belongs To Me", ecc. Come ho detto, si conosce la scaletta.
È una strana selezione di canzoni. Tutti abbandoni, rotture, morte e distruzione.
La maggior parte da Tempest, 2 da Blood on the Tracks. Ehi, Bob, va tutto bene?
"Pay In Blood" è un punto culminante per me e non è una canzone che ascolto sempre. Ma lui si butta ed è grande.
Stessa cosa con "Lovesick" - vorrei non averti mai incontrato!
"Simple Twist of Fate" è un altro punto alto. Sembrava a ringhiare la prima strofa e poi cadere in quella voce di canto dolce quando trova la vena giusta. Una versione tranquillità di un canzone devastante.
 
A me è sembrato grande, un bello show, intimo, ma questa è la prima volta che ho sentito che sembrava fragile. Non so se lui ha pensato il suo recente divorzio e questo è ciò sia quello che ha portato a questa nuova set list cupa, sembra essere focalizzata su qualcosa, e anche se quella cosa fosse l’apocalisse o il crepacuore.
 
Non vedo l'ora per il prossimo tour. Non perdete questa occasione.

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Sono arrivato a Bob Dylan in ritardo. Stavo bene nella musica fine anni Trenta / primi anni Quaranta, quando ho iniziato a tuffarmi nella musica del leggendario cantautore, soprattutto perché non avevo sentito molte delle sue canzoni prima, ma più che probabile, perché le poche volte che avevo sentito "Knockin' on Heaven's Door" e "All Along the Watchtower" la sua voce non mi aveva entusiasmato. Questo è un disturbo comune su Dylan, e ora che sono a conoscenza del suo genio devo completamente ammettere che mi sbagliavo: La sua voce è come una parte importante di ciò che lo rende grande come il suo dono appassionato per le parole.

Ho anche avuto modo di vedere il concerto di Dylan il 21 aprile presso il Broward Center for Performing Arts di Fort Lauderdale, FL. Era la prima volta che lo vedevo dal vivo, e quando sono rimasto bloccato in un ingorgo del traffico lungo il percorso mi sono preoccupato.
Ed ecco, come sono entrato nel teatro, Dylan e la sua band avevano già iniziato la prima canzone della serata, "Things Have Changes". E io e il mio amico Gerry abbiamo perso un pò di tempo prima di trovare i nostri posti nel buio, e anche se a quel punto Bob erta già passato a "She Belongs to Me," era chiaro, dal suono incontaminato dell’eco nella sala, che questa sarebbe una notte speciale.

Alla terza canzone, l'estatica "Beyond Here Lies Nothin' " Avevo già cominciato a litigare con due maleducate signore che continuavano a parlare e ridere ad alta voce alle nostre spalle - ma sono stato grato quando Gerry si è voltato e con la faccia brutta ha detto ad esse di tacere. E non erano le sole rompipalle che discutevano dei testi per tutta la durata. Non cessa mai di stupirmi quando la gente viene ad un concerto di qualsiasi tipo solo per "esserci". Non dovrebbe essere forse per la musica? Sono sicuro che come performer deve essere irritante suonare per un pubblico impertinente al quale quello che stai facendo non può che fregare di meno. Ma è stato grazie al power del gruppo che, anche con queste distrazioni, sono stato in grado di concentrarmi completamente sullo show.

E che spettacolo è stato. Dylan ha requisto il palco, proprio come il vecchio ed esperto artista che è. Egli può avere 73 anni ed essere oggi un pò più lento nei movimenti, ma se canta con il suo cuore, con l’aiuto di un pianoforte a coda o della sua armonica, parlando della solitudine e dell'amore, è una lezione di arte. Questa è stata una prestazione che ha catturato una semplicità che è difficile per me descrivere, ma che era palpabile attorno a me: Nella fase senza fronzoli, con le lampade Fresnel che magnificamente evidenziavano ogni suonatore, nelle interazioni quasi delicate ma potenti, nel modo in cui le canzoni in qualche modo gettavano una luce su decenni di vita. Non voglio sembrare sdolcinato, ma sentire Dylan eseguire un brano come "Simple Twist of Fate" 40 anni dopo la sua prima registrazione diventa molto più potente se si considera le parole del giovane sono ora cantate da un uomo molto più vecchio, separati dalla tempo nebbioso dell’ esperienza.

Per tutta la notte Dylan alterna i suoi numeri, come il punto culminante jazzy "Spirit in the Water", il blues infuso di temi come "Early Roman Kings", e heartbreakers in vena come "Forgetful Heart”. Dylan è sempre stato notoriamente imprevedibile in quanto a scalette, quindi non mi ha sorpreso di vederlo attaccare strettamente il suo impressionante album Tempest del 2012 e in generale evitare i classici più noti. Non c'era "Like a Rolling Stone" o "Desolation Row", da Highway 61 Revisited. Non c'era "It’s Alright, Ma (I’m Only Bleeding)", da Bringing It All Back Home. No "Knockin' on Heaven‘s Door", "All Along the Watchtower", "The Times They Are a-Changin'", o "Just Like a Woman". E va bene così, il menestrello trovatore di Freewheelin' ha tante canzoni iconiche, per lui sarebbe facile fare un tour "greatest hits". Ma sarebbe anche in contrasto con ciò che è Dylan, e sono stato davvero contento che non sia stato così.

C'è anche molto da dire sulla backing band, molti dei quali hanno suonato con lui anche prima in molti albums e tours. Che fosse la coppia di chitarristi Charlie Sexton e Stu Kimball, il battente contrabbasso di Tony Garnier, le sfumature sottili di Donnie Herron con la lap steel, il banjo e il violino, i ritmi assertivi del batterista George Receli, è ovvio che questi ragazzi sono stretti a Bob come più non si può. Se c'era un uso perfetto per le alternanze, questo vale sicuramente per la band di Dylan: ogni musicista è esattamente dove deve essere nel solco, senza sopraffare gli altri o passare inosservato, ma piuttosto si completano a vicenda. E questo vale anche per Dylan stesso, il suo canto e il suo suono sono un altro ingranaggio essenziale in questa macchina perfetta.

Alla la fine della notte, Dylan ha dato al pubblico a una versione piano-infuso di "Blowin' in the Wind", e ha chiuso con la cover di “Stay With Me”, l'unica canzone del suo attuale album Shadows in the Night che ha suonato. Dopo che l'ultima nota è stata suonata, la band si è ritirata in silenzio e senza cose inutili, modesti e sinceri come la loro performance. Di gran classe.

Io non ho avuto la possibilità di vedere il giovane poeta Dylan supponente e sobillatore. Non ho potuto vedere il Dylan eroe popolare quando è andato elettrico al Newport Folk Festival. Ma ho avuto modo di vedere Dylan vecchia icona più saggia, che rifletteva sul palco la propria leggenda lunga anni ed anni. E questo è stato un bene per me. Meglio tardi che mai.

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di Jake Cline

La prevedibilità non è mai stato una delle caratteristiche di Bob Dylan. Si disse che era la voce di una generazione? Ecco un uomo che oggi è diventato muto. Si voleva che lui portasse avanti il discorso di Woody Guthrie? E lui tira fuori "Highway 61 Revisited." Si voleva un’altro "Tempest"? Ecco un album di canzoni di Frank Sinatra.
Fino a un paio di anni fa, i concerti di Dylan sembravano il gioco degli indovilnelli, quali canzoni eseguirà stasera? Lui non suona mai lo stesso set per due volte. Riuscirà a cantare "Visions of Johanna"? Saprò anche riconoscerla se la fa sapendo che le sue canzoni in concerto non sono mai come suonate come sull’album? Sta veramente suonando "Wiggle Wiggle"?

Ma, nell'autunno del 2013, Dylan ha deciso di smettere di mescolarle fino, ad avviare ogni spettacolo con "Things Have Changed" e finire con "Blowin 'in the Wind" e suonare le stesse canzoni nello stesso ordine. Ha deviato leggermente da questo approccio poiché, abbandonando "All Along the Watchtower" e facendo subentrare "Stay With Me", una di quelle canzoni di Sinatra. Questo è lo spettacolo che ha portato Martedì notte al Broward Center for Performing Arts di Fort Lauderdale, e se il “freewheelin’ Bob Dylan” era latitante, il Dylan metodico era presente in tutto.
Su un palco progettato per assomigliare ad un vecchio set cinematografico, farcito di luci tenui le lampade gettavano su Dylan e la sua band di cinque elementi fasci di calda tonalità ambra, le ombre si mischiavano tra di loro permettendo al cantante, vestito in un elegante abito scuro e cappello chiaro a tesa larga di scomparire a volontà. L'effetto era paralizzante, anche, e forse soprattutto, dai sedili del balcone superiore, dove la voce spettrale di Dylan, che sembrava arrivare da qualche tomba di un cimitero, sembrava arrivare da una faccia che era una macchia spettrale.

Come previsto, Dylan ha aperto il concerto "Things Have Changed", con i suoi testi provocatori auto-consapevoli ("solo un pazzo qui avrebbe pensato che lui ha nulla da dimostrare") e ricchi di ironia, sia per il 73enne anziano artista sia per il suo pubblico esperto. Non è un caso che la rivista AARP sia stata l'unica pubblicazione con alla quale ha concesso una intervista negli ultimi tre anni. Ma anche se le canzoni più vecchie come "She Belong To Me", "Blowin' in the Wind" e "Tangled Up in Blue" hanno avuto i più grandi applausi, lo spettacolo di ieri sera era tutt'altro che un esercizio di nostalgia. Dylan non si è mai offerto come jukebox umano di nessuno, e lui ha riempito il suo set con materiale dagli album più recenti, con 10 dei 19 brani provenienti da "Tempest" del 2012 , e "Together Through Life" del 2009 e "Modern Times" del 2006, il tutto senza la minima ombra di routine.

Una di queste nuove canzoni, "Beyond Here Lies Nothin '", ha migliorato subito l'umore, con Dylan che faceva il primo di numerosi viaggi tra il pianoforte e il centro del palco muovendosi senza fretta sul palco. Spalleggiato dalla sua band ormai con lui da lunga data, Dylan ha strapazzato il DNA di ogni canzone che ha suonato, in modo che anche un numero liricamente acido come "Pay in Blood", ("Ho qualcosa in tasca che vi farà lacrimare gli occhi, Avevo cani che avrebbero putoto farvi a pezzettini”), è stato ammorbidito oltre il punto di intimità, rendendo il Broward Center non come un teatro già sold-out alle 9 di sera ma qualcosa di e più simile a un qualsiasi “speakeasy” vuoto dopo la mezzanotte a New Orleans o Memphis.

Più che in qualsiasi altro concerto in South Florida del Dylan degli ultimi 20 anni, il cantante usava quella voce emozionale che la avvicina alla grazia. "Simple Twist of Fate" rendeva magnificamente il sentimento del cuore spezzato, come fa nella sua forma originale su "Blood on the Tracks". "Blowin' in the Wind" è venuto fuori non come una chiamata alle armi, ma come una ninna nanna accompagnata dal violino, con Dylan di nuovo al pianoforte, la testa e il viso avvolto nell’ombra. Lo spettacolo di due ore è concluso subito dopo con la prestazioni più recente, una esecuzione quasi troppo dolorosa di “Stay With Me”.
Spero solo di vedere un altro show.


 

Orlando, Florida - Dr. Phillips Center for the Performing Arts, Walt Disney Theater, April 19, 2015

di James Hope

I miei dieci concerti di Dylan nel corso degli anni sono stati distribuiti su locali più piccoli e locali più grandi, interni ed esterni. Come grande fan di Dylan, anch’io ero caduto in quella classe di persone che sono sicure di avere un grande momento "non importa cosa " pur di essere nello stesso luogo come una leggenda e un genio musicale che vive come vuole e fa cose senza precedenti. Ma per tutti coloro che non sono fans ”full immersion”, sono giunto alla conclusione che due fattori possono determinare l’ impressione di Bob (e lo spettacolo): La venue e la conoscenza delle canzoni.
La venue di ieri sera era la nuovissima Dr. Phillips Center for Performing Arts di Orlando, in Florida, e si adattava perfettamente all’attuale tipo di spettacolo di Bob. Il suono era quasi buono per uno spettacolo dal vivo, e in aggiunta l’armonica di Bob tagliava il luogo come fosse stata un coltello caldo nel burro, una sorpresa ancora più piacevole è stata la chiarezza del piano di Bob nel mix.
Quando suonava il pianoforte a mezza coda, si poteva sentirlo suonare il pianoforte, piuttosto che la semplice aggiunta di tastiera elettronica giusto per riempire un pò come in altri spettacoli / luoghi che ho frequentato. Per quanto riguarda la set list è fissa da un bel pò di tempo, basta 44 diverse canzoni in sole 4 notti consecutive come Bob era solito fare, chiunque, con un minimo di ascolto può avere familiarità con le nuove canzoni di Bob. (L'unica palla per me è stata la canzone colonna sonora, "Waiting For You", dal film "I sublimi segreti delle Ya-Ya Sisters".)
Per quanto riguarda i numeri di stand-out:
"Duquesne Whistle" era particolarmente energica (e Bob stava avendo un buon momento);
"Love Sick" è stata scandita dalla forte presenza della band; "Scarlet Town" è piena in ogni riga del male che solo Bob è capace di narrare; e le canzoni più tranquille (come "Soon After Midnight" e "Long and Wasted Years") con una voce meravigliosamente inquietante che ha permesso a Bob di affascinare il pubblico. Lo spettacolo si è chiuso con una leggera e quasi amichevole "Blowin' in the Wind" che sfidava i testi, ed infine un fantastico numero di Sinatra per coronare una perfetta notte.
Non perdetevi questo spettacolo!

 

St. Augustine, Florida - St. Augustine Amphitheatre, April 18, 2015

di Chris Nickleback

Mi trovo ad apprezzare lo spettacolo di oggi più di quello di ieri sera. Il Sant Augustin Anfiteatro è un bellissimo luogo all'aperto nella città più antica del paese, con una capienza poco meno di circa 4000 persone credo. Il mio posto era in alto, di medio livello, e ho partecipato al concerto con un collega die-hard e un nuovo futuro fan. Contrariamente a ciò che
pensavamo sarebbe accaduto, il mio compagno die-hard ed io eravamo molto più critici del nuovo adepto. Sono fan di Dylan da quando avevo circa 20 anni, oggi ne ho 36, ho sentito tutto ... mille volte. E io sento tutto di nuovo tutta la notte fino alla mattina. Questa volta ero curioso della set-list (uguale in ogni spettacolo finora) perché ci sono così tante "Nuove" canzoni e così pochi "classici". Penso che Dylan canta le nuove canzoni con più vigore e sentimento e, francamente, che cosa vuol dire ascoltare uno di 73 anni cantare una canzone che ha scritto 52 anni fa? Voglio vivere il concerto, voglio sentire le canzoni che ha scritto di recente.
"Things Have Changed", si apre lo spettacolo e Mr. Dylan è in grande forma. L'introduzione è un pò banale ma altrettanto esilarante. L'unica cosa chiara è che la voce del cantante è stata la prefigurazione del tipo di sera che era in serbo per noi persone anziane in questa serate di primavera di aprile - doveva essere uno spettacolo di Dylan come io non avevo ancora visto. L'illuminazione è scarsa, la scena è peparata meticolosamente. A volte durante il set, mi sentivo come se fossi in un gioco, mi sentivo come se fosse il 1950 (e non ho più idea di cosa sentivo nel 1950), mi sentivo come se i telefoni cellulari non fossero stati ancora inventati, eppure, mi sentivo come la danza fosse ancora tabù, e che il mio amato Bobby D
era andato in un posto che non conoscevo ancora. Durante lo spettacolo, io, in realtà, mi sono chiesto più volte se io avessi mai pagato ancora per rivederlo. E poi mi sono risposto con un sonoro “Sì”. Sussurrai al novizio che la ragione per cui ora tutti tollerariamo questo è a causa di ciò che l'uomo ha fatto per tutti noi in passato. Gli ho detto che sarei disposto a pagare 70 dollari per solo vederlo anche se fischiasse soltanto.
"She Belong To Me” e "Beyond Here Lies Nothing" erano rumore bianco, ma "Duquesne Whistle" è stata la migliore canzone dopo quella d’apertura, e ha avuto alcuni momenti con più energia che si sia potuto vedere a questo concerto. E questa è la cosa. Mi aspettavo energia, sono stato in attesa della voce rauca, mi aspettavo la graniglia, Il Grinta - ma avrei dovuto sapere meglio e avrei dovuto controllare le mie aspettative prima d’entrare. Questa è la bellezza di Mr. Zimmerman - egli sfida le aspettative e piscia sulle norme, va al di là per cinque passi e osa non accettare il caos che è questo mondo. Egli si erge tra pochi che hanno duramente guadagnato il "privilegio "di denudare la propia anima alle masse, senza alcuna mostra di rimpianto o rimorso, senza scuse e senza vergogna.
«Pay in Blood" è un canzone che sento e che è enormemente sottovalutata. Dylan l’ha suonata straordinariamente in questa notte. In poche parole, non può replicare la versione dell'album ma non ha alcun desiderio di farlo. Se si partecipa ad uno show di Dylan, è necessario accettare questo fatto. Nelle 12 o giù di lì volte che ho l’ho visto, ho assistito al cambiamento di intere strofei; però, non l’ho mai visto cambiare tante righe, come fa apparentemente in questo tour. E
che meraviglia è ? Chi cambia i suoi testi con tanta facilità e tale rilevanza ritrovata come Robert? Chi cambia sempre qualcosa una volta raggiunta l'età matura e la vecchiaia? Bhe, Bob lo fa. Sta ancora cercando di trovare la strada di casa senza nessuna indicazione, rendendosi conto che “la casa” è all'interno di un mausoleo o sei piedi desolati sotto la terra. Dopotutto, è lì che passeremo il resto dell'eternità, no?
"Tangled Up in Blue" era piuttosto buona, e forse meglio di molte interpretazioni post-1980 che ho sentito. Ma ancora, non voglio la versione del 1974. Voglio quellaka del 2015 dalla voce di un uomo che ha visto tanto male nei primi anni ’70 con la sensazione di non essere il solo. Qualche volta io cerco di immaginarmi il mondo 30 anni dopo che sarò morto e mi chiedo quale significato le persone attribuiranno ai miei ultimi giorni. E a volte, mi immagino il mondo 30 anni dopo che sono morto e mi chiedo se ci sarà qualcuno che ascolterà le canzoni "della fase avanzata" di Mr. Dylan come “Blood on The Tracks”. "Un uomo spogliato della conformità, che racconta la verità. E racconta la verità camminando come se fosse nudo, con nessun altro scopo che raccontare la verità”.
"Love Sick" è buona, ma non eccezionale. Intervallo tra i due set. Circa 20 minuti.
"High Water" è stata una delle migliori canzoni della notte. Non stona con le versioni mutevoli delle canzoni, ma è bello
ascoltare una performance che corrisponde abbastanza a quella dell'album, e questa è vicina, magnifico, e come un corpo rinfrescato sotto una cascata, il secondo set è stato sublime. L'intero spettacolo era sublime. Visivamente, rispecchia le candele che illuminano il palco, e con questa oscurità combinata con il cappello a tesa larga di Bobbie, non ho mai visto la sua faccia. Wow. Nel 2015, un artista ha scelto di esibirsi essenzialmente senza lasciarsi vedere. The Times are changed. .
"Scarlet Town" è di gran lunga la migliore canzone che sentirete in questo show e vi sto dicendo - è f....ing brillante. "Stay With Me”, è ottima, sveglia, e di classe, e suona proprio come l'album. Ma come Zimmy dice: “si può sempre tornare, ma non si può tornare indietro fino in fondo”. E così io cerco di imparare una cosa o due lungo la strada, grazie in parte, al mio uomo principale, Mr. Dylan.
Se qualcuno ha un divano per dormirere un biglietto per lo show di Tulsa, sarei fortemente obbligato!

 

 

North Charleston, South Carolina - North Charleston Performing Arts Center, April 17, 2015

di Jim Lundy

Son passati solo due anni da quando Dylan ha suonato nella zona di Charleston ed io era curioso di vedere quanto le cose erano cambiate da quella ventosa notte, quando lui ha dovuto tenere il cappello in testa mentre cantava sotto la pioggia al Family Circle Tennis Stadium. Ero stato a guardare la scaletta per tutte le altre 5 date che ha suonato finora quest'anno e sapevo che più della metà delle canzoni (10 su 19) si sarebbero ripetute dai concerti del 2013.
Ma fedele a quello che ha scritto nel suo libro “Chronicles”, ha infatti reinventato il look, il sentire, il suono, e il flusso dello spettacolo è abbastanza valido per chi sta puntando l'attenzione sui particolari ogni volta che torna in una città.
In questo concerto ho ricordato la sua famosa citazione dal 1965: "Penso di essere di più che un semplice song and dance man". Potrebbe essere stato uno scherzo quando lo ha detto di nuovo, ma quasi 50 anni dopo l’ ha fatto diventare realtà con una attento e pianificato e coeso meraviglioso spettacolo, non solo un mucchio di canzoni buttate là.

Una parola circa la venue: Il North Charleston Performing Arts Center (PAC) è un bel teatro per i concerti impostati in questo modo, come non ho mai visto fare a Dylan negli ultimi 24 anni. L'ambiente ha contribuito a creare l'atmosfera giusta per lo show, come tutto ciò che stava succedendo sul palco quella sera. La PAC si trova nel centro di un hotel / commerciale / big-box sviluppatosi disordinatamente che era stato costruito negli ultimi 20 anni nel mezzo della città di North Charleston, una città che è diventata famosa ultimamente per la sparatoria della polizia all'inizio di questo mese con Walter Scott.
Siamo arrivati alle 6:30, abbastanza presto per l’ora d’inizio. Questo mi ha permesso di trovare un ottimo parcheggio a cento metri dalla venue, ma è dovuto passare un sacco di tempo prima che il gong venisse suonato ed il suono molto dolce dello strumming di Stu Kimball iniziasse lo show alle 20:04.

Non era certo l'apertura di "Things Have Changed" così ho pensato che ci potrebbe essere una sostituzione scaletta. Ma come la band è salita sul palco nel quasi buio ha trasformato l'intro nella riconoscibile “Things” e le luci si sono accese (o quasi) e c'era Dylan in piedi al centro della scena ad appena 30 metri dal mio ottimo sedile nella fila G (che costava circa un centinaio di dollari). C'era un pò di confusione in un primo momento da parte del pubblico, molti dei quali hanno pensato che saremmo stati tutti in piedi per l'intero concerto proprio come avevano fatto tutte le altre volte che avevano visto Dylan. Ma questo è stato il primo esempio che il teatro stesso ha imposto il controllo dell'atmosfera dello spettacolo. I membri del pubblico, in maggioranza di mezza età, sono stati seduti nei loro posti comodi ed hanno iniziato a gridare “Seduti davanti!” per coloro che erano ancora in piedi dopo l'iniziale impeto di euforia. E anche i fans duri a morire ancora in piedi dopo che la maggior parte di tutti gli altri erano tornati ai loro posti, hanno dovuto, in mezzo ad una selva di fischi, togliersi dal fronte del palco.
Una volta che tutto questo trambusto è finito ho potuto finalmente concentrarmi su "Things Have Changed" e, com’è diverso da due anni fà.
In primo luogo, la potenza del drumming di George Recile che da tempo era una caratteristica preferita di Dylan, è così minimizzata da essere un componente minore del suono generale. George ha usato i “bastoni soft" (Come le bacchette di feltro utilizzate sui timpani) per molte canzoni. Il suono complessivo della band per questo tour sembra essere Swing/ Country, o almeno, notevolmente venato di esso, appoggiato pesantemente sulla steel guitar, ed è come soggiogato dalla illuminazione, che è più vicina al lume di candela che alla luce vera e propria. Sono convinto che questo è dovuto in primo luogo a Dylan a causa della paranoia di essere filmato o fotografato.

E, proprio come avevo subito notato all'ultimo concerto, il canto di Dylan era espressivo in un modo che non era in grado di fare 10 anni fa, quando sussurrava e recitava le sue canzoni in quello che sembrava un qualcosa irrimediabilmente rovinato da una voce monotona. Il suo vigore apparente e la sua presenza fisica sembra anche essere meglio di quanto non fosse negli anni passati, con i suoi movimenti stile burattino . Lui è sicuramente più giovane adesso di allora.

"She Belong To Me", una delle 2 sole canzoni della sua produzione 1960 nello show, è stata in gran parte reinventata musicalmente ed anche nel testo. E’ ora caratterizzata da un abile lavoro di armonica e questo l’ha resa suggestiva, e questo mood è stato mantenuto per tutta la notte nelle canzoni nella quali c’erta l'assolo. A questo punto ho anche notato che lui stava dando molta più attenzione al pubblico di quanto io non lo abbia mai visto fare, cioè una certa attenzione rispetto all'attenzione zero del passato. Lui sembrava quasi arruffianarsi per gli applausi quando metteva la mano sinistra sul fianco e la sua mano destra afferrava il bavero della giacca bianca durante le sezioni strumentali di questa e di altre canzoni. Ha ripetuto questa posizione molte volte durante lo spettacolo, mentre deliberatamente fissava il pubblico. In altre canzoni, saltava dalla panca del pianoforte prima della fine, mentre il resto della band era ancora impegnata nelle fioriture finali del finale.

La sua voce e il suo canto rinnovato sono ora ottime per le esibizioni dal vivo. Mi è dispiaciuto che mette in vetrina i brani del suo ultimo album, canzoni che sono state prodotte in un momento in cui sembrava avere meno di una gamma di mezza ottava. Per esempio, più della metà (6 su 10) delle canzoni di Tempest sono incluse (un terzo di tutta la set list!) e io non sono un fan del disco, anche se ho provato a farmelo piacere.

Con il country/swing/soft rock sound della notte mi annoiavo per brani come "Beyond Here Lies Nothin’", "Pay in Blood", e "Workingman’s blues # 2" durante il primo set. Il divertente valzerino "Waiting For You" era una nuova canzone per me e l’ho cercata poi in seguito fino a scoprire che è nella colonna sonora del film "I Sublimi Segreti delle Ya-Ya Sisters".
"Tangled Up In Blue" ha ottenuto ancora una volta la mia attenzione con un'altra generazione di testi sostituiti che la mantengono ancora fresca dopo 40 anni ("Simple Twist of Fate" ha ottenuto lo stesso trattamento di cambiamento dei testi nel corso del secondo set).
"Duquesne Whistle" ha avuto un inizio divertente e volutamente casuale, scarabocchi dalla band che rapidamente si fondono in una canzone molto ben stretta che tuona lungo i binari, ma più come una metropolitana leggera che un treno merci. E questo sarebbe un buon posto come un altro per dire che Bob ha questa band che agisce ed opera come una macchina ben oliata, lui lo sa e dà loro fiducia, anche i suoi contributi di pianoforte e armonica sono in armonia con la band, piuttosto che calpestarli come faceva negli anni passati.

Una versione piuttosto blanda di "Love Sick" ha concluso il primo set alle 8:55, quando Dylan ha detto "Thaaaaankyou! Stiamo andando a fare una pausa di un minuto", ma l'intervallo è durato quasi 25 minuti. Sono tornati con una versione banjo-pesante di "High Water", che è stata abbastanza divertente. Ma per me, gran parte del secondo set è stato terribilmente noioso, brani come “Early Roman Kings”, "Spirit on the Water" e "Soon After Midnight" trascinano verso il basso il livello di interesse. Assolutamente forte è stata "Forgetful Heart", splendidamente cantata e ossessivamente organizzata. Bob sembrava significare e sentire ogni parola e il pubblico sembrava essere in sintonia con lui . Come il secondo set avanzava anche l’illuminazione sembrava diventare più bella, anche se non sempre era al di là dell’intensità di un candelabro. Per citare una frase, "La luce in questo posto è così debole che mi fa male la testa ... "Ma complimenti a chi ha progettato questa illuminazione. Sono sicuro che stanno solo seguendo l’ordine di mantenere le luci accese come il crepuscolo.

La seconda serie si è conclusa verso le 22:00 e Bob e la band hanno lasciato la scena per i rituali 4 minuti di suspense prima di tornare per gli encores. "Blowin' in the Wind" sembra piacere al pubblico notevolmente come una canzone realmente riconosciuta. Un sorprendente cantato in “Stay With Me” di un paio di minuti ha chiuso il concerto. La mia ipotesi è che molti tra il pubblico non avevano familiarità con il post Blood On The Tracks di Bob, e che avessero udito 15 dei 19 brani del concerto per la prima volta. Il che mi riporta al pubblico ed al luogo. Di tutte le volte che ho visto Dylan dal vivo, questo è stato di gran lunga il pubblico più tranquillo del quale abbia mai avuto il piacere di fare parte. Mentre c'era qualche parlottio qua e là, per la maggior parte le persone erano sedute e intensamente assorte nell'ascolto con il minimo di grida di richieste, sms e telefonate (cioè "Amico, indovina dove sono? Sto vedendo Bob Dylan in questo momento!"). Questo ha davvero migliorato la mia esperienza anche se ho visto un concerto dove ho apprezzato più lo stile che la set list, non avevo mai visto l’impostazione da teatro e nemmeno il pubblico da teatro, ma l’ho visto questa notte.
 

Montgomery, Alabama - Montgomery Performing Arts Centre, April 15, 2015

by Rev. John Wm Klein

E' stata una bella serata nel cuore del Dixie country. Mia moglie Linda ed io abbiamo viaggiato dalla Auburn University a Montgomery con grandi aspettative e non siamo rimasti delusi. La prima canzone del set doveva essere "Things Have Changed” e così è stato. Solo tre ore prima ero "in piedi sul patibolo con la testa nel cappio" a difendere la mia tesi di dottorato.
Il concerto di Dylan era il regalo di congratulazioni di mia moglie per me per il successo ottenuto. Io mi sono difeso con successo e "le cose sono cambiate". Ora sto riflettendo indietro sui miei oltre 40 anni come fan di Bob. Lui mi ha aiutato in ogni prova o trionfo della mia vita. Ancora una volta lo ha fatto.

Mi sembrava che il pubblico era più vecchio, più riconoscente che animato. Quando sono tornato a casa ho guardato nello specchio mi sono reso conto del perché, a sessantanove anni, apprezzo ancora così tanto la creazione e ri-creazione che sono parte integrante di poesia e della musica di Dylan. Chi è alla ricerca del “classico Dylan” avrà avuto grande difficoltà a riconoscerlo.
"She Belong To Me” aveva un arrangiamento diverso dall’originale. ” Workingman’s Blues # 2”, terza canzone del primo set è stata incredibile. A questo punto c'era un qualcosa di ipnotico nel concerto. Tony Garnier al basso (basti pensare che Tony è con Bob dal 1989) forniva una linea di basso ritmico che ha guidato una canzone dopo l'altra, coadiuvato da George Recile alla batteria. Linda mi ha detto: "Bob canta meglio che a Birmingham cinque anni fa (13 ottobre 2010). Ora era diventato il nostro gioco capire prima dell’altro ciò che Bob stava reinventando.
Dopo l’intervallo ecco "Tangled Up In Blue", lavoro molto creativo, con Bob centro della scena con l’armonica e poi al pianoforte, e ben presto l'auditorium si è unito a lui nel ritornello.

Nel secondo set abbiamo sentito quella che, a mio parere, è stata la miglior canzone della: "High Water (For Charley Patton)" con Donnie Herron al banjo. Questo ha dato il via ad una progressione costante di numeri ben eseguiti che si è concluso con la preferita di Linda: "Spirit on the Water", molto ben eseguita da Bob al pianoforte.
Le canzoni dell’ encore sono state "Blowin' in the Wind" e "Stay With Me” dal suo nuovo album Shadows in the Night, bella ed energica, graziosa e riflessiva. Come siamo usciti dal teatro abbiamo sentito solo opinioni positive da coloro che ci circondavano. Grazie Bob per un altro grande concerto e per avermi aiutato a celebrare un altro grande momento della mia vita. Che il Neverendingtour non finisca mai.

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by David Bond

Wow! Andare al concerto, mi chiedevo come avrei reagito a "The Set" come molti si riferiscono alla set list quasi sempre immutabile dell'ultimo anno o giù di lì.
Sto scrivendo quello che ho scoperto durante il concerto, quello che ho vissuto e che sto ancora vivendo che si chiama "The Show".

Ho visto la prima volta Dylan con The Band nel 1974, e dopo ho visto la Rolling Thunder Revue, il grande tour nel 1978, il tour del Vangelo, e molti dei cosiddetti Never Ending concerti del tour dal 1988 in poi. Quello che ho sentito e visto ieri notte era il più riflessivo, ben pianificato concerto di Bob Dylan che ho mai visto. Un altro termine che viene in mente è sceneggiato, ma come un gioco, non è in realtà la stessa ogni notte perché c'è una umanità in ogni prestazione che rende unico ogni pezzo. Dopo aver ascoltato solo nastri e visto qualche video di questo show avrei dovuto votare la performance di ieri sera come molto, molto buona.

Il Montgomery Performing Arts Center è stato costruita nel 1800 e ha una ottima acustica. E' la venue più piccola di questo tratto del tour e in questa fase della sua carriera, non credo che a Bob serva qualcosa al di fuori o molto più grande di questa. Lo spettacolo è iniziato con Stu che passeggiava strimpellando sul palco l'intro acustica e dopo che la band è salita hanno cominciato “Things Have Changed”. A me sembrava che sia Bob e la band erano ben calati nella canzone. C'è molta nuova strumentazione acustica in più in questo spettacolo, ma, sentirla dal vivo, è davvero emozionante, o per meglio dire, ti fa saltare e muovere. Questa band è molto stretta, e se io non ho le conoscenze tecniche per valutare la capacità di Bob come un pianista, il piano era molto centrale nel suono, molto ben integrato e si poteva vedere tutti i musicisti attenti intorno a Bob.

Nel primo set alcuni brani importanti inclusi: Workingman Blues # 2, nel quale, al mio ascolto (utilizzando il nastro di Atlantic City come riferimento), ha riscritto quattro delle otto linee di tre versi e completamente riscritto tutte otto le linee di un altro verso.
Pay in Blood aveva una forza e un potere che non avevo sentito sul disco. Tangled up in Blue è stato magnifico (è stato a questo punto che Bob realmente ha cominciato a entrare nel suo fraseggio e l’ha mantenuto per il resto della notte); Love Sick era eccezionale (e molto interessante da sentire dopo aver letto nell'intervista AARP che lui la considerava la sua migliore canzone che parla di crepacuore e della perdita), sembrava lasciare il senso "c'è più di questo nel futuro".

La seconda parte dello show si è aperta con Stu ancora a passeggiare sul palco strimpellando e High Water ci ha riportato indietro nel mondo capriccioso della natura, della follia umana e dell'eterna speranza di redenzione.
Continuando con l'enfasi sul fraseggio c'era la meravigliosa piccola riscrittura di “Simple Twist Of Fate”.
Forgetful heart continua ad essere un punto importante dello spettacolo. Scarlet Town era inquietante. Soon After Midnight avrebbe dovuto dirci che Bob potrebbe eseguire le canzoni di Shadows In The Night. Long and Wasted Years è stato uno strano e potente mezzo per terminare il secondo set.
Stay With Me è esattamente il top di questo spettacolo con particolare attenzione alle parole. Dalla la canzone di apertura che dice "ho avuto cura, ma le cose sono cambiate" fino a “Trovo il mio stupore in ogni sentiero che conduce a te, tutto quello che posso fare è pregare, stai con me .. stai con me”. Non posso fare a meno di provare la sensazione di essere stati portati da qualche parte. E lo siamo stati.

Savannah, Georgia - Civic Center, The Johnny Mercer Theatre, April 14, 2015

di Jeff Bridges

Sono stati molti anni di spettacoli di Bob per me. Le venute di Bob in Georgia sono diventate più scarse di quanto non fossero nella prima metà degli anni 2000.
La mia prima occasione di vederlo al pianoforte. Le immagini erano fantastiche.. Gli effetti luce sono stati molto drammatici combinati con le ombre delle tende. Ho notato che la band era quasi sempre nascosta nell'ombra durante lo spettacolo. I suoi movimenti Chaplineschi sono sempre una delizia da vedere.
Dopo Love Sick Bob ha detto .. "Grazie, ora lasceremoil palco per poco (e molto rapidamente aggiunto) poi torneremo di nuovo".

Il secondo set è stato incredibile. Bob si è rimboccato le maniche e la band non ha più bisogno di dipendere da lui .. Loro sanno quello che lui vuole. La fusione di note tra il pianoforte e le chitarre, o tra pianoforte e pedal steel produce un suono unico. Ipnotizzante. Io so una cosa ..
Non voglio aspettare a lungo per vederlo di nuovo ..
 

Richmond, Virginia - Altria Theater, April 12, 2015
 
 Bob Dylan all'Altria Theater - di Hays DAVIS | inviato speciale
 
 Con una mole di lavoro che copre 50 anni di tempo, Bob Dylan ha un affascinante scelta di brani da cui partire per costruire i suoi live set. I fedeli spettatori di lunga data dei suoi spettacoli sanno di non aspettarsi una set list tipo jukebox-preferiti-radio, e mentre potrebbe dimenticarne molte importanti, il suo approccio alle canzoni scelte potrebbe essere una esperienza ancora più ricca per il pubblico.
 Dopo aver aperto il suo spettacolo Domenica sera al Teatro Altria con una vivace "Things Have Changed”, la sua canzone premio Oscar dal film del 2000 " Wonder Boys", c’è stata un'esplosione di entusiasmo quando Dylan si è voltato indietro per pescare nel passato 1965 per "She Belongs to Me”. Alternandosi tra il microfono al centro della scena ed il pianoforte, Dylan era una figura avvincente in tutto. Con il palco illuminato soprattutto dal dietro, si mescolava quasi con il gruppo alle sue spalle, anche se, quando ha buttato il cuore in canzoni come " Workingman Blues # 2" da Modern Times i musicisti sono sembrati scomparire dietro di lui.
 La set list della serata ha favorito il suo lavoro dopo gli anni 2000 fino a "Tempest" (il suo ultimo album di materiale originale).
 "Duquesne Whistle " ed il classico blues “Early Roman Kings” sono stati graditi dalla folla come higlights. Il piacere che Dylan mostrava sembrava derivare dal tuffarsi nelle sue incisioni più recenti; come quando è andato al microfono per una infuocata "Pay in Blood", sembrava l'incarnazione di uno dei personaggi delle sue liriche.
 Occasionalmente Dylan ha pescato nelle vecchie canzoni, e come ha fatto per anni, il suo materiale più vecchio è stato rinnovato con arrangiamenti musicali molto diversi dall’originale ed anche alcuni trsti sono stati cambiati. Ha preso il pubblico di sorpresa quando improvvisamente ha intonato "Tangled Up in Blue", e poi "Simple Twist Of Fate", tutti e due da "Blood on the Tracks".
 Certo, sarà sempre una grande emozione essere presente quando Dylan canta "Blowin 'in the Wind" (eseguita qui con la sua band che accennava ad una cadenza country), lo stesso per "Love Sick. "Posso scriverti poesie, far andare fuori di testa un uomo forte” ha cantato nel 2001 in "High Water (for Charley Patton)" e lui stasera sembrava avesse 50 anni.

Baltimore, Maryland - Lyric Opera House, April 11, 2015

di Futzi Wailer

Ho guidato da New York per vedere Bob in una delle nostre città preferite. Un luogo bellissimo, anche se i sedili sono scomodi nel modo che dei vecchi posti di teatro possono essere. Noi eravamo in prima fila, spostati di 12 posti dietro Bob e il suo Oscar. Come altri hanno notato, questo è un shows curato meticolosamente. L'illuminazione è bellissima, la stimolazione deliberata. Sparite la bellezza sgangherata e la spontaneità del NET precedente. Il suono è chiaro ma forte. La folla era vecchia e estremamente attenta. Non c'era gente che usciva in qualsiasi momento, anche prima del bis. Nessun chiacchiericcio o brusio fastidioso, nessun comportamento maleducato. Con i prezzi alti dei biglietti, la folla dei “Non abbiamo niente da fare stasera, andiamo ad un concerto", abitudine molto diffusa negli spettacoli estivi all'aperto, era sparita. La band sembra non attendere più le istruzioni di Bob, ognuno di loro sà esattamente quello che deve fare. Dall'apertura strumming di Stu, al calcio d'inizio di “Things Have Changed” la folla era con lui. Avendo visto Bob in 200 spettacoli, non ho mai visto Bob ottenere un ricevimento così estatico. Lui era
Applaudito e adorato la notte scorsa. La sua voce è molto più chiara, la raspa e Charlie Parker lasciati alle spalle, invece è uscito un baritono croccante, a volte canticchiando, a volte sputando i testi chiaramente enunciati.
Punti alti per noi sono stati “High Water”, “Forgetful Heart”, “Tangled” e
Sorprendentemente “Scarlet Town”.
“Stay With Me” è una cosa splendida, anche per uno come me che sarebbe molto felice di non sentire di nuovo la musica di Sinatra.
Prolungata standing ovation. Grazie Bob. Grazie Baltimora.

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di David Mendick

Martin nella recensione di Atlantic City non sei credibile. Hai parlato facendo un pò di storia ma non hai idea di quello che hai detto. Questo show di Baltimora era pura bellezza e magia.
La venue del teatro era perfetta per questa continuazione del precedente
tour. Quando ho visto Dylan qualche mese fa alla Washington Constitution Hall commentai su boblink che Bob Dylan dopo tutti questi anni ha trovato il suo concerto perfetto. Mi sbaglivo, ieri sera è stato ancora meglio.
Non perdetevi questo tour e portate i vostri figli o nipoti. Un giorno vi ringrazieranno. Saluti ai miei buoni amici che ho incontrato al bar Howard e Gili. Seguiamo il tourbus.

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Recensione di Tim Shorrock

Ho visto Bob ieri sera con un vecchio amico. Baltimore è piacevole. Con una diversa cultura,l’aspetto e l’atmosfera era perfetta per i begli ed enigmatici arrangiamenti di Bob.
Il suo primo set è stato come essere in una Roadhouse del Texas circa negli anni ‘20. Il secondo era Blonde on Blonde nero. Se andate a vedere il suo attuale tour, assicuratevi prima di aver ascoltato TEMPEST - metà delle sue canzoni nella set list
sono tratte da questo album cupo.
 


Atlantic City, New Jersey - Borgata, Borgata Event Center, April 10, 2015

di Peter Stone Brown

E così il Bob Dylan tour 2015 nel sud, sud-ovest e Midwest è iniziato ad Atlantic City, New Jersey, una città che potrebbe essere al di sotto della linea Mason Dixon se si estendeva in New Jersey (http://it.wikipedia.org/wiki/Linea_Mason-Dixon). E per coloro che guardano con attenzione le set lists di Dylan, questo è lo stesso tour che è iniziato ad Oslo, in Norvegia, il 10 ottobre 2013, e continuerà ad andare avanti con questo formato, che comprende l’intervallo tra i due set come nei concerti di Dylan degli anni '60 e '70 e l’elenco delle canzoni è cambiato molto poco nel corso del tempo, a parte una o due eccezioni. Ed è del tutto evidente che questo è uno spettacolo specifico, per far risaltare non solo le canzoni di Dylan ma anche per l’insieme, l'illuminazione, il suond, la band, i fondali ed il volume dello spettacolo. Si tratta di uno spettacolo destinato a mettere al primo posto le canzoni prima dei musicisti. Non ci sono assoli di chitarra, non ci sono flash, è totalmente impostato sulla musica.
La maggior parte degli spettacoli in questo tour hanno avuto luogo nei grandi teatri o nelle sale da concerto di tutto il mondo e la messa in scena è stata progettata proprio per questo. L'ambiente del Borgata Event Center era l’ideale per gli elementi teatrali dello spettacolo.

Il primo gong è suonato alle 21:01, ed è cominciata una strimpellata di chitarra acustica di Stu, ma le luci non si sono abbassate ed il tutto si è rivelato essere una falsa partenza. Dopo pochi minuti, i gong hanno risuonato e Stu Kimball è salito sul palco suonando quella che sembrava essere una ballata di montagna in tono minore che è continuata fino a che il resto della band e Bob Dylan sono saliti sul palco partendo con "Things Have Changed.

Ero seduto in un posto nel corridoio e le persone nella stessa riga in tutta la navata erano impegnate in una conversazione che andava interrotta a tutti i costi. Ricordando le istruzioni di Michael Corleone a Peter Clemenza che "si sarebbe dovuto fermare Hitler a Monaco e non lasciarlo andare avanti con quelle cose", sapevo che quella conversazione doveva essere stroncata sul nascere o sarebbe durata per l'intero show. Ed essendo un esperto di queste cose dopo decenni di concerti con spettatori che frequentano concerti senza rimorso di spendere centinaia di dollari per vedere qualcuno al quale loro non prestano alcuna attenzione, ho provato una nuova idea. Mi sono sporto attraverso il corridoio e ho detto loro: "Scusatemi, non è che Bob Dylan stia disturbando la vostra conversazione?". Ha funzionato molto meglio che dire "Chiudete quella cazzo di bocca". Oltre a questo, la folla era ragionevolmente attenta perchè la sicurezza con le torce stava facendo una grande strada a caccia a quelli con i cellulari che avrebbero dovuto tenere alti sulle loro teste per filmare.

Nel frattempo Bob Dylan che indossa un abito grigio aveva appena iniziato "She Belongs To Me", che ha ricevuto un grande boato di applausi sulla linea di apertura e la canzone comprendeva un paio di begli assoli di armonica, soprattutto il secondo.
Dylan si è poi spostato dietro al pianoforte, suonando con forza e praticamente dominando il suono di "Beyond Here Lies Nothin’" prima di arrivare ad uno dei punti più alti, "Working Man Blues # 2", privilegiando le linee "Alcune persone non hanno lavorato un giorno nella loro vita / Non sanno nemmeno cosa significhi lavorare".

"Duquesne Whistle" ha avuto una specie di strana apertura nella quale non ero del tutto sicuro di quello che stava succedendo, forse perchè ero un pò lontano e non vedevo bene. Poi è arrivato il momento del valzer con "Waiting For You", dove Dylan sembravano godersi il suo assolo di piano, che si è poi ripetuto in "Pay In Blood".
"Tangled Up In Blue" è seguita in una versione che Dylan ha cantato per un paio d'anni e, naturalmente, ha ricevuto un boato di riconoscimento anche se molti sono rimasti male, in poche parole la canzone era troppo dannatamente corta, proprio come era stata lo scorso autunno"Love Sick".
"High Water (for Charley Patton)" ha dato il via alla seconda parte dopo l’intervallo, seguita da "Simple Twist Of Fate" con Dylan che andava sui toni bassi sottolineando la parola destino ogni volta. Poi la musica ha avuto un leggero cambiamento quando Stu Kimball ha posato la chitarra e ha preso le maracas per "Early Roman Kings in una disposizione leggermente diversa, con l'enfasi sul ritmo con George Recile che picchiava le bacchette sul timpano, mentre Charlie Sexton continuava a suonare una nota alta sul manico della sua Gibson Les Paul fino alla fine di ogni riga lasciando gli assoli alla steel di Donnie Herron ed al pianoforte di Dylan, e con i cambiamenti ritmici, alla fine è stato il piano che ha dominato la canzone.

"Forgetful Heart" rimane una canzone che non può mancare e ha portato il concerto verso la chiusura. "Scarlet Town" sembrava quasi onirica e "Soon After Midnight” sembrava un pò più ampia del solito, invece "Long And Wasted Years" sembrava mancasse di qualcosa rispetto allo scorso autunno.

Ancora una volta, il vero punto alto della notte, dopo una non male, ma niente di veramente speciale "Blowin 'In The Wind," è venuto con una emozionante e molto forte "Stay With Me", con Dylan che sembrava fare il conteggio delle parole. Di tutte le canzoni eseguite, questa sembrava quello che voleva cantare.

La notte dell’apertura di un tour non è di solito il miglior concerto da vedere, specialmente dopo mesi di pausa, perché per impostazione predefinita finisce per essere un concerto-riscaldamento con poche sorprese. Dylan era in ottima voce, cantava dolcemente, come nel suo ultimo album, ma era efficace. Penso che per il momento questo tour, dopo Memphis se non prima, dovrebbero cominciare a marciare a pieno ritmo come a Chicago, Philadelphia e New York lo scorso autunno.

(Fonte: http://www.peterstonebrown.com/BDtourarchive/041015-borgata-event-center-atlantic-city-nj/)

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di Martin Alderoty

Prima di tutto le mie credenziali. Ho appena compiuto 60 anni e sono un diehard fan di Bob dal 1972. La prima volta lo vidi con The Band a Philadelphia, penso che sia stato il 73 (in realtà la data era il 1 giugno 1974 al P.A. Spectrum
di Philadelphia). Ho rivisto Bob durante il Reborn Tour in S.F. e con i Greatful Dead al Giants stadium nel 1987, poi allo MSG in NYC. E gli ultimi spettacoli all’ Asbury Park Convention ecc. Tutto sommato una decina di volte. Naturalmente ho tutti gli album e il mio orgoglio è un bootleg davvero originale del Judas tour ereditato dal mio amico JN scomparso da molto tempo, "The sky's not yellow its chicken".
Ok, ecco la mia invettiva o forse anche la confessione.

Sono stato abbastanza fortunato grazie a mio frratello più giovane che ha procurato 4 biglietti nella fila dietro al pianoforte di Bob.
Nella prima canzone la voce di Bob era croccante, chiara, coraggiosa. Questo è stato molto emozionante e mi ha entusiasmato. Ho pensato che questo era uno spettacolo-killer, fresco fresco della pausa invernale.
La felicità non è andata oltre la seconda canzone.
In tutta onestà da quel punto in poi Bob ha cominciato a scivolare verso il basso, massacrato, aggrovigliato in uno strano scherzo del destino. Mi ha praticamente fatto piangere, ero così arrabbiato.
Letteralmente tutto lo spettacolo avrebbe dovuto essere sponsorizzato dal Geratol Radio Hour. Ho dovuto fare tutto il possibile solo per rimanere sveglio.
Bob rimbalzava nel semibuio tra il centro della scena ed il pianoforte. Accendete la luce in modo che nel trasferimento non si faccia male.
Onestamente la cosa avrebbe potuto essere 100 volte meglio se avesse diviso lo show in questo modo: Il primo tempo potrebbe essere la parte dove canta e suona quello che vuole.
La seconda metà dovrebbe essere invece quella dei suoi hits, 61, Rolling Stone, Watchtower ecc. ecc.
Dico questo non per soddisfare la mia adorazione egoistica di Zimmy, ma per i giovani ragazzi che qualche fila dietro sinceramente e appassionatamente chiedevano a gran voce Subterranean.
Onestamente, e mi duole dirlo - se avessi le palle - avrei dovuto fischiarlo. Bob ha bisogno di essere fischiato.

Credo che dovrei finire qui, ma continuo.
A un certo punto e non mi ricordo quando ho pensato che fossero i primi segni del morbo di Alzheimer.
E sapete una cosa? Non c’è bisogno della band dietro Bob. Non me ne frega un cazzo della band. Francamente non capisco perché Bob pensa di aver bisogno di una band ???? Vogliamo Bob, solo Bob, solo Bob - anche se dice solo qualche battuta o fa trucchi da giocoliere. Per essere chiari non ho nulla contro i membri della band. Sono sicuro che potevano suonare meglio per conto proprio. E pagherei anche $ 130 per vedere un loro spettacolo.

Amo Bob e andrò sempre a vederlo, anche se recitasse il menu del pranzo di casa sua.
A conti fatto lo spettacolo era come avere un vero e proprio cattivo mal di denti, da morire dal dolore - si deve andare dal dentista per toglierlo. Nessuno vuole andare dal dentista, ma in questi casi non si ha scelta.
Ho quasi il dubbio, un certo senso cosmico tipo karma voodoo, che Bob debba andare dal dentista quando mette su questi spettacoli.
Grazie per avermi permesso di esprimere la mia preoccupazione.

Ps: Sono rimasto scioccato e profondamente rattristato sentendo da Tom, il tecnico del suono, che Jules era morto 18 mesi fa. Le mie condoglianze alla sua famiglia e agli amici.

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di Schenectady Dan

Venerdì scorso intorno a mezzogiorno, le cose sono improvvisamente cambiate per me. Gli ostacoli insormontabili che c’erano per andare a vedere Dylan nel posto più vicino di questo tour sono stati rimossi. Sono entrato in azione! Dopo aver acquistato un biglietto online, mi son fatto 300 miglia ed era pronto, ben disposto e in grado di entrare nella sfavillante Borgata Hotel / Casino / Spa. La frase “Vediamoci stasera ad Atlantic City” non ha mai suonato così buona. Al box dell’entrata mi hanno offerto un aggiornamento! Per 50 $ in più sono andato al centro dell' ottava fila perfettamente in linea con il piano di Bob. I sedili sembravano essere sedie da tavolo da pranzo, realmente stretti, così stretti che chiunque passava dentro o fuori della riga letteralmente ti doveva camminare sopra. Dopo aver visto un paio di shows lo scorso novembre e dicembre, ero preparato per la "setlist". Tuttavia, mi chiedevo se sarebbe rimasta inalterata, e avevo
"Fantasticato" su di un nuovo spettacolo, o forse un "Billy" o un “Handy Dandyesque” aggiunta, ma dentro di me sapevo che niente di tutto questo sarebbe successo. Questo è lo show di Bob! E io ero lì, non importa cosa avrebbe cantato!!!
Da dove ero seduto, non c'era niente di cui lamentarsi. La gente è pazza e gli orari sono strani! Il triplo gong ha annunciato Stu e poi è cominciata “Things Have Changed”, opener che in qualche modo mi ha detto che più le cose cambiano, più rimangono le stesse. Un opener molto forte e solido. "She Belong to Me” ha visto Bob in totale controllo, mostrando il suo 50° anno di questa vecchia canzone e rendendola diversa con la versione attuale, davvero un walking antique!
L’Intro di “Duquesne Whistle” suonava come se fossimo stati trasportati indietro di cento anni o giù di lì nel tempo. Ho potuto sentire tutto della band, del piano di Bob e delle sue entrate e uscite dalla band. Questa canzone mi aveva colpito duro, giusto in tempo, come se fossi salito su un treno musicale diretto a chissà dove.

Che cosa sia successo nella quarta canzone, “Working Man Blues # 2” a me, è inspiegabile, ma per qualche motivo mi ha colpito così forte che le non ho potuto trattenere le lacrime. Non so perché, ma è successo. Non ero triste, ma emozionato. Una parte di essa mi ricorda il riff di Hunter / Garcia di "Friend of the devil" nel riff discendente. Era così forte, soooo goood,
assolutamente TOP! E’ stato un numero incredibile.
“Waiting For You” è l'unica canzone del set con la quale non ho familiarità. Questo mi ha permesso di sperimentare Bob come se fosssi stato un fan novizio e dovessi recepire il "messaggio". La trovo incoraggiante e piena di amore e di bontà, a differenza di molte altre più oscure e grintose.
Pay in Blood aveva un che di rock da far bollire il sangue.
Tangled e Lovesick non han fatto eccezione e così si è concluso il primo set.

Il secondo set è iniziato alla grande con Stu all’intro di “Highwater (For Chalie Patton)” che ci ha scosso di nuovo.
Simple Twist of Fate è stata veramente grande. Non sapevo che Stu avrebbe suonato le maracas. Questo ha raddoppiato la sezione ritmica in modo efficace, poi "Early Roman Kings" ha aumentato il fattore rock un'ultima volta qui sul Jersey Shore.
Da qui in avanti il "set" rallenta di tempo, ma non di intensità.
Forgetful Heart mi è sembrata intensità pura e come al solito mi aveva agganciato con ogni parola.
Spirit on the Water è stata morbida e delicata se si dimentica che il protagonista ha ucciso un uomo laggiù da qualche parte.
Scarlet Town ha mantenuto l'intensità e concentrandomi sulle parole ho ritrovato la sua scura bellezza. Poi è arrivata la notte stellata che ha illuminato le cose in un modo bizzarro. Giuro che guardando lo sfondo del palco si potevano vedere diverse facce di Alieni di "Roswell" , avrei voluto fare una foto per dimostrarlo!
Long and Wasted Years mi ha colpito fortemente, posso paragonarla molto bene ai casini del mio rapporto familiare passato e presente. La folla è stata moscia nel battere le mani per reclamare l’encore, ma finalmente si sono scaldati in tempo per dare il bentornato ai ragazzi.
Numero finale, con molte attrazioni nel corso della serata, vorrei Dire che "Stay With Me" è qualcosa di molto toccante con le parole, e il modo in cui Bob l’ha cantata è stato assolutamente stupendo. Bob ha tenuto il meglio per ultimo.

GRAZIE a Bob e alla band per l’intrattenimento. Continuate così!