Lo show di Bob , ancora uno
spettacolo musicale o che altro ?
Daniele Ardemagni
Stavo ascoltando dei bootleg del 2005, 2007 e 2008.
Periodo Freeman insomma. Ok, non ha il carisma di Sexton dal vivo, ma
buttare cosi tanta merda su un professionista come continuate a fare non mi
pare il caso. Che poi la presenza scenica non fosse proprio del tutto "rock"
sono con voi, ma io per rock non intendo fare un concerto di due ore tirate
con uno che più sembrare una rock star pare un mandriano incazzato (per
esempio Bruce o da noi Ligabue). Chiusa questa parentesi, degli ultimi
concerti non posso dire niente ma so che mi terrò stretto il ricordo del
concerto di giugno a Padova che insieme a quelli del 2000, 2001 e 2002 è
stato il più bello..forse fu la scaletta ritoccata (una bellissima Under the
red sky, una nuova versione Cold irons bound, una suggestiva Ballad on a
thin man e diverse piccole novità che fecero contenti pubblico e critica),
sarà che Charlie era ancora in grande forma e si sentiva l'intesa con Bob,
la Band e il pubblico. Ora non so se queste voci che Sexton se ne andrà
siano vero o false, presunte o confermate; il problema sarà trovare qualcuno
con il suo carisma che possa ridare linfa vitale allo show che in questi
mesi è andato un pò scemando.
Spero che Sexton resti o sia comunque rimpiazzato da qualcuno di valore (del
resto non credo sia l'unico chitarrista al mondo che abbia la forza di
"riaccendere" l'entusiasmo di Bob e soci), che ci sia una pausa per
ricaricare le forze e che il nostro Bob capisca che noi gli vogliamo bene
anche se invece di 140 concerti all'anno si limitasse a farne anche 50 o 60,
sostituendo la quantità alla qualità e che si possano vedere ancora concerti
eccellenti come quelli di Padova, di Brescia o Milano dei primi anni del
decennio (ma anche quello del 2007 non fu niente male come del resto quello
del 2008 a Bergamo, anzi...e c'era Freeman).
Purtoppo ho un pò fretta e non ho tempo per raccontare quegli aneddoti
bresciani promessi tempo fa, ma presto lo farò.
Un abbraccio a tutti e abbiate fiducia...Bob tornerà alla grande...ormai
dovremmo essere abituati e vaccinati ai suoi alti e bassi.
Daniele Ardemagni
Caro Daniele, credo che l'intenzione di
tutti quelli che scrivono i propri commentoi sulle prestazioni di Bob e
della band non abbia la minima intenzione di buttare merda addosso a
Freeman, ma voglia solo constatare o mettere in evidenza la differenza di
intensità musicale e scenica che c'era fra l'attuale line-up e quella
Freeman/Kimball. Questa è una cosa chiaramente evidente ed incontestabile e
tutti (per tutti non intendo solo noi di Maggie's Farm) hanno preso atto
della notevole differenza nel comparare i due tipi di show. Che Freeman sia
un valente musicista non lo mette in dubbio nessuno, viene da valide
esperienze soprattutto jazz, ma se messo al posto sbagliato, cioè fuori da
un contesto a lui usuale, probabilmente perde la sua identità, diventando
uno dei tanti signor nessuno sul palco al fianco di Bob. Tempo fa ho
dedicato un post a Freeman per spiegare che era e da dove veniva, qual'era
il suo background etc...etc..., quindi non lo disprezzo a priori, dico (e
non solo il solo) che con la backing-band di Bob purtroppo è stato, potremmo
azzardare a dire, un esperimento non riuscito. Ho visto Freeman tre volte e
tutte e tre le volte fu la delusione assoluta nel vedere una band immobile
ed incapace di creare momenti emotivi di qualunque natura. Non credo sia
colpa degli altri, ognuno risponde per il proprio comportamento, e quello di
Freeman è stato insufficiente per tutto il periodo che è rimasto nella band,
a chi vogliamo dare la colpa di questa cosa se non a lui? Forse gli andavano
bene i soldi che prendeva e faceva buon viso a cattiva sorte, opportunismo
insomma, e la colpa di questo è senz'altro sua. Tutto è durato finchè il
pubblico non ne ha avuto piene le scatole ed indirettamente nei vari
articoli e recensioni era stata chiesta la sua testa e quella di Kimball,
chitarrista altrettanto impersonale e fuori dal contesto come Freeman.
Giubilazione finalmente avvenuta con il richiamo di Charlie (personalmente
avrei giubilato anche Kimball), ma l'allontanamento di Freeman e
l'inserimento di Charlie era stato sufficiente a rigenerare Bob ed una band
che sembravano non aver più niente da dire. Ora, con la messa in gabbia di
Sexton (nessuno conosce i veri motivi di questa deleteria decisione) lo show
è tornato ai bassi livelli Freeman/Kimball, e questo è dimostrato dagli
ultimi video che si trovano online. Vorresti darmi la tua opinione su questa
LARS disastrosa?
Il discorso attuale è che non è facile
trovare un chitarrista di valore che voglia mettere la sua reputazione al
servizio delle bizze e del sistema abbastanza "venga come venga" usato da
Bob in questi ultimi anni, Dylan non ha niente da rischiare ma un
chitarrista si gioca la sua futura carriera in un'operazione del genere, se
fallisci con Dylan è più facile che le porte si chiudano invece che aprisri.
Bene ha fatto Charlie ad imporsi fin che gli è stato possibile, succeda quel
che deve succedere, lui ne uscirà a testa alta, con tutta la sua reputazione
intatta, la colpa sarà data completamente alle bizze di Dylan e non al suo
comportamento sul palco, eccellente è stato al rientro, ha riacceso e ridato
luce e forza a tutto il carrozzone finchè glielo hanno lasciato fare, poi
improvvisamente ed apparentemente senza un motivo, lo stop e la messa in
quarantena , col risultato che tutti possiamo constatare prendendo visione
del video. Se questo non bastasse possiamo sempre vedere l'altro video,
Simple twist of fate, e immaginare gli assoli o gli interventi di legatura
di Charlie al posto di quelli ridicoli di Bob, tu che sei un musicista non
avrai difficoltà ne a capire ne a valutare.
Questi due video sono lo specchio della
realtà attuale, che dire di più, la tristezza avvolge nella sua nebbia ogni
cosa, almeno per me. Chiunque altro potrebbe pensarla in maniera
diametralmente apposta alla mia, ma questo non vuol dire niente, le nostre
opinioni vanno e vengono, si modificano, possono cambiare da un momento
all'altro, ma questi video non possono cambiare, sono lì a cruda
testimonianza di quello che è ritornato ad essere al momento il
neverengingtour.
Un abbraccio ed un salutone a te, ad
Erika, a Massimo, and last but not least, al piccolo Giacomo per il quale
spero farai di tutto per farlo diventare un grande esperto della musica e
della poesia dylaniana :o) Mr.Tambourine
MR.SPACEMAN
Che dire. Un disastro.
Considero l'eventuale uscita di Sexton dalla band come un terribile segno di
regressione per lo show di Dylan. L'ennesimo segno di regressione. Ho
sentito gli ultimi live e non consiglierei a nessuno quei concerti.
Scalette ormai drammatiche. Ma cazzo.
Hai fatto ristampare per la 300 esima volta i tuoi primi lp in versione
mono? (due anni fa erano in SACD, proprio perchè vuole distruggere il suo
mito..), allora ficca in scaletta qualche canzone che non sia l'ennesima
ripetizione dal 1999 ad oggi.
Non so più cosa pensare onestamente.
Ora questo SEXTON in imbarazzo sul palco, col viso triste. Basta. Basta
vedere musicisti trattati così.
Ha ragione Joan Beaz quando dice .."ormai Dylan vive su un altro pianeta".
Ma credo che non significhi qualcosa di bello.
Bob sta deludendo tantissimo. Ma sono pochi ad ammetterlo. Troppo pochi.
Stefano Catena
Ho ascoltato giusto ieri sera la "Simple twist of Fate" che
riproponi qui sulle pagine di Maggiesfarm e debbo dire che è una delle
peggiori performance che abbia ascoltato, decisamente giù di corda.
Ma c'è un ma in tutto, c'è un qualche cosa che da molti anni Dylan con
questo NET ha ripetuto quasi sempre, un suo modus operandi che si ritova
anche oggi con estrema chiarezza e che non lascia alcun mistero al riguardo.
Spesso Dylan quando inizia un suo nuovo Tour, dopo 5 o 6 mesi di inattività,
si presenta sempre, e dico sempre, galvanizzato musicalmente parlando,
difficilmente inizia un tour con basse aspettative, anche vocalmente
parlando. Poi quando l' intera faccenda si trascina troppo a lungo, un anno
o due anni ininterotti, scatta immancabilmente l'apatia musicale di Dylan
che va a coinvolgere il resto della band inevitabilmente. Così si assiste a
show di bassa qualità musicale, senza capire che questo è il modus operandi
che si innesca da una ventina di anni in modo costante.
Il perchè di questo rimane un mistero, non trovo una risposta logica, anche
percheè bisognerebbe stare nell'entourage di Dylan e vivere giorno per
giorno i suoi tour, o magari essere un membro della band di Dylan, ma forse
anche questo non basterebbe a capire certe dinamiche, o forse si?
Stefano C.
Ti dirò caro Stefano, che se queste
dinamiche si innescano per la stanchezza, la lunghezza e la durata dei tour
allora la soluzione è semplice, basta ridurre le date e tutto è risolto, si
va sempre sul palco con la "voglia" di andarci e non con il "dovere" di
andarci. Meglio 30 date fatte come si deve, col dovuto entusiasmo, che 100
fatte alla cazzo di cane, come purtroppo sta accadendo in questo tratto
finale del tour 2010. Tengo poco conto delle recensioni che i soliti fans
scrivono dopo aver partecipato ad un concerto con gli occhi chiusi e le
orecchie tappate, troppe incongruenze, troppi ricordi condizionano il
presente, troppa leggerezza o troppa paura di denunciare le cose come
stanno, troppi violini abituati a suonare sempre la stessa canzone, questo
non è per niente positivo, alterare la realtà con le parole e sempre
negativo. Per fortuna possiamo sempre andare su Youtube per vedere la realtà
di quei concerti, i video non mentono, registrano la realtà, per bella o
brutta che possa essere. Ricordo perfettamente di essere stato uno dei primi
ad entusiasmarmi per il ritorno di Charlie, per l'energia musicale e
l'impulso spettacolare che aveva saputo dare al tour ed in particolare a
Bob, come se il carrozzone viaggiante avesse fatto il pieno di benzina. Poi
il carburante si è consumato strada facendo ed ora siamo alle ultime gocce.
E' un vero peccato che un buon spettacolo si trasformi in un noioso e non
valido spettacolo, Bob, fai meno date e quelle che fai falle con entusiasmo,
altrimenti stattene tranquillo e rilassato a casa con il tuo entourage di
yes-men. Noi fans non pretendiamo la voce di Blonde on Blonde, ci
accontentiamo di quella che hai, così com'è, non pretendiamo cose
fisicamente impossibili, vorremmo soltanto non vederti "disintegrato" come
nel video di LARS che ho postato ieri, una cosa inascoltabile da caduta
degli dei. Tutti invecchiamo con te e come te, ma cerchiamo di fare le cose
che ci riescono ancora al nostro meglio, farle nel modo col quale le fai tu
diventerebbe soltanto un inutile esercizio di cieca caparbietà, ma forse,
proprio come dice l'usignolo degli anni 60, tu vivi in un altro pianeta, in
un mondo tutto tuo, dove le regole sono diverse dalle nostre, dove i giudizi
e le valutazioni usano metri differenti dai nostri, dove spesso succede di
offrire una cosa marrone come se fosse cioccolato, mentre la realtà è
un'altra. E' con vero rammarico ed oserei dire con un certo dolore morale
che arriviamo a dire queste cose, ma tu ci spingi a dirle, e solo tu puoi
costringerci a rimangiarci le nostre parole. Sappiamo di non poter darti
suggerimenti, tu sei l'unico ed il solo che decide per te stesso, ma siamo
sicuri che sei ancora in grado di offrirci cose all'altezza del tuo nome, ma
questo tour ti sta riportando in fondo al baratro, forse meglio scrivere la
parola "fine" su questo tour infinito che attualmente non ha quasi più
niente da dire. Se la tua volontà ed il tuo desiderio è quello di finire la
tua vita e trapassare sul palco siamo con te, è un' idea ammirevole, ma per
piacere, fallo almeno con dignità, così dai l'impressione di essere un
malato terminale senza più nessuna speranza, una persona per la quale
provare compassione e pietà, e questo non è da te! Spero che molti altri
lettori di Maggie's Farm facciano conoscere a tutti le loro opinioni su
quest'argomento, negative o positive, sò che le parole non vi mancano, le
vostre idee saranno rispettate ed apprezzate, forse discusse in amicizia, ma
in questo non c'è niente di male, anzi!
Mr.Tambourine
Teo Lorini
Ciao amiche e amici
Volevo con questa mia dire la mia a proposito della possibile (probabile, a
mio parere) prossima dipartita del nostro amato Charlie Sexton. Ricordo
ancora quando meno di un paio di anni fa era stata annunciata la rientry di
Sexton nel gruppo di Dylan, notizia accolta da molti (me compreso) come una
vera e propria manna dal cielo. L’ultima volta che vidi Dylan fu a Roma nel
2008 e ricordo che i commenti che sentii a proposito della resa musicale
dello spettacolo erano più o meno unanimi nel concordare la mediocrità (si
parlava a volte di sufficienza risicata) della band in formato Freeman. Poi,
arrivò la notizia dell’arrivo di Sexton e
l’inizio di una nuova fase di tour. Il 2009 è passato e ormai siamo sul
punto di lasciarci alle spalle anche il 2010. Ed ecco che arrivano queste
voci sul possibile ritiro di Sexton dalla band di Dylan. Se posso essere
sincero devo dire che a me la notizia non stupisce affatto e, anzi, mi sento
di concedere a Sexton il coraggio di essersi accollato in questi due anni
scarsi l’onere di risollevare
un carrozzone musicale, ormai, alla deriva. Non credo che il problema
dipenda dagli elementi intesi individualmente (anche se è indubbio che non
ci troviamo di fronte a dei geni assoluti) ma dalla linea musicale (non)
impostata da Dylan.
Ho ascoltato gran parte degli spettacoli di questo 2010 e quello che mi ha
colpito è la totale assenza di un progetto musicale. Tutti sembrano seguire
gli accordi delle canzoni ma senza interpretare minimamente i brani né
offrire alcun contributo individuale. La ragione di ciò secondo me risiede
nella totale assenza di Dylan dalla pianificazione musicale. Non voglio
ritornare sulla questione della voce di Dylan perché non credo che il
problema sia la sua attuale situazione tecnico-vocale bensì il suo totale
disinteresse che si percepisce chiaramente nelle sue performance.
L’assoluta mancanza di entusiasmo di Dylan (questo è almeno ciò che penso
io) è inevitabile che si riversi sulla resa musicale della band che pare
lasciata a sé stessa. Se io fossi al posto di Sexton non vedrei l’ora di
terminare questo contratto e volare verso lidi migliori. Il nome di Bob
Dylan figura nel suo curriculum e probabilmente potrebbe anche essere
ricordato per colui che tentò di risollevare le sorti di uno spettacolo in
via di annientamento. Più di questo non si può chiedere a un musicista che
trovo giusto senta l’esigenza di esprimere il suo indubbio talento in
situazioni alla sua altezza. Spero che tutti gli amici e le amiche possano
perdonare il mio disincanto sull’argomento ma davvero dopo aver letto per
anni diatribe sui problemi (e le possibili soluzioni) di Dylan dal vivo
quello che percepisco è che di reali margini di miglioramento non ve ne
possano essere a meno che Dylan non interrompa questo infinito tour che se
lo sta rendendo come qualcuno afferma (non me ne voglia) un monumento, si
tratta di qualcosa di simile ai monumenti di Atene di cui oggi vediamo solo
le macerie di un antico e scomparso splendore. Dylan è nel mio cuore e gli
auguro sinceramente di vivere altri cento anni ma, vista la situazione
attuale, non voglio neanche immaginare cosa possa diventare questo
spettacolo tra cinque anni. Mi auguro che Dylan torni presto in studio e
faccia un nuovo disco, magari potrebbe essere una soluzione per
rivitalizzare almeno il suo di entusiasmo.
Vi saluto e vi abbraccio.
Caro Teo, condivido le tue parole ed il tuo
pensiero, il tour sta riaffondando in caduta libera verso i livelli
underground degli anni scorsi. Per dimostrare la cosa eccoti due recenti
video del concerto di Washington del 13 novembre, guardandoli (specialmente
quello di LARS) mi è venuta spontanea la domanda: Ma che cazzo stanno
facendo? Stendo un velo pietoso su Simple twist of fate, dove vedere Charlie
ridotto a marionetta e Bob che si esprime in miserabili assoli di chitarra
fa venire il vomito. Non ho mai visto niente di peggio da Bob e la cosa mi
rende triste, mi chiedo perchè uno come lui debba ridursi in questo modo.
Non ho una risposta valida purtroppo, una qualunque stupida ragione che
potrebbe giustificare queste nefandezze musicali, però spesso leggo nelle
recensioni che questo o quello è stato "il miglior concerto di Dylan che
abbia mai visto!". Forse sarebbe stato meglio per questi relatori che non
avessero mai visto per davvero un concerto di Bob, almeno eviterebbero di
sparar cazzate per l'aere infinito. Scusa il mio sfogo, ma questi due video
mi hanno davvero prostrato moralmente. Alla prossima :o(((((((((
Mr.Tambourine
Simple Twist of Fate - George Washington University - 13 Nov 2010
Like a rolling stone - George Washington University - 13
Nov 2010
Charlie lascerà la
backing-band a fine tour ?
Ormai le voci sono ricorrenti ed insistenti. Charlie è scazzato, deluso,
mortificato e potremmo anche dire quasi distrutto. Frenare un talento come
il suo è musicalmente un delitto, ma a volte la ragion di stato è più forte
del talento.
Forse le troppe recensioni ineggianti a Charlie come la vera novità
rivoluzionaria del tour, a Bob le solite slinguate ( o sviolinate se
preferite), ed ecco che la cosa sta precipitando. Il tour è di Bob e non di
Bob & Charlie, ed egoisticamente parlando, qualcuno a pensato bene di
rimettere Charlie al suo posto, in fila nella band, togliendogli
l’iniziativa e la qualifica di capo carismatico autorizzato ad incitare e
spingere Bob stesso in persona.
Il tour si era certo rivitalizzato, Bob aveva trovato nuova energia, nuove
risorse per il suo show, i gesti , i sorrisi e le sudate stanno a confermare
la nuova vita di questo tour quasi obsoleto musicalmente e
scenograficamente, un tour che arrancava come i ciclisti sul muro di
Sormano, aiutati da grandi spine del pubblico che guardava con simpatia la
fatica degli artisti della bicicletta. Il paragone non è irriverente, la
realtà del tour Freeman/Kimball aveva annoiato ed esaurito quasi tutti,
anche i Bobhead più incalliti, vedere Bob svogliato, assente, che fa il
compitino col pilota automatico non era più piacevole per nessuno. La voce
era accettata per quello che era, ma la musica no, il pubblico pretendeva di
più ed a ragione, visto che i concerti non sono per niente “gratis et amoris
dei”.
Abbiamo sentito le diverse lamentele ed i diversi suggerimenti, compresi
quelle dei nostri competenti Maggiesfarmers, e possiamo dire che qualcosa è
effittivamente cambiato, nella musica, nella scenografia, l’aggiunta di
nuovi effetti di luci e di fondali ha dato un sapore diverso allo show, una
ventata d’aria fresca, a volte c’è stato anche uno schermo gigante, insomma
tutte quelle cose che, al di là dell’artista che sta esibendosi sul palco,
fanno ormai parte consueta di uno show musicale. Un musicista è stato
sostituito, licenziato in tronco Freeman ecco arrivare Sexton sulla carrozza
di Cenerentola, porta il suo entusiasmo e la sua energia sul palco, contagia
tutti, Bob trova nuove motivazioni e sembra ringiovanito di 10 anni, e
scusate se è poco.
Ma ora tutto questo è entrato in crisi, soprattutto il morale di Charlie a
causa delle restrizioni imposte (giuste o sbagliate che possiamo ritenere),
ma qualcuno gliele ha imposte e questo è il dato di fatto.
Quanto possa resistere ancora un musicista frustrato ed umiliato nessuno lo
può dire, nessuno di noi può prevedere quanto ancora a lungo durerà la sua
permanenza nella band, ma certo che l’aria che tira non preannuncia niente
di buono, di solito i brontolii del cielo ed i tuoni annunciano l’arrivo del
temporale o della tempesta.
Se Charlie è pagato profumatamente potrebbe anche fregarsene e stare a
vegetare sul palco per un’altro paio d’anni come faceva Freeman, ma Charlie
non è Freeman, Charlie ha il suo charisma, la sua personalità ed il suo
orgoglio che in questo momento sono duramente calpestati ed offesi.
Non conosciamo il reale motivo, la nostra è solo una supposizione, potrebbe
anche essere che Charlie abbia fatto qualche specie di sgarbo a Bob, abbia
detto una parola di troppo, fatto qualcosa che non doveva fare, e Bob a fine
tour lo rimandi al suo paesello, non sarebbe la prima volta e nemmeno il
primo musicista a subire trattamenti del genere. Ricordiamo sempre che i
musicisti viaggiano sul loro bus tour e che Bob ha il suo personale, Bob
alloggia quasi sempre in un albergo diverso da quello dello staff e dei
musicisti, si presenta pochissimo ai sound-check e soprattutto nessuno può
parlargli se non interrogato. Queste cose avvenivano già negli anni 80’, e
non vedo nessun motivo per il quale Bob avrebbe dovuto allargare la cinghia
ultimamente. Lui è un lupo solitario che si fidasoltanto di quelli che "Lui"
ritene i suoi amici, gli altri sono solo suoi dipendenti, musicisti bravi o
meno che siano. La realtà è che Bob ha bloccato Charlie, l’ha impalato sul
palco fino a fine tour (credo che Charlie abbia un contratto da rispettare),
quindi rieccolo tornato “musicista-uno dei tanti”, pupazzetto in fila come
tutti gli altri, e naturalmente i brusii di show in regresso hanno
conseguentemente ricominciato ad apparire nelle recensioni sui vari siti
web.
Vorrei che Bob ci ripensasse e rimettesse le cose a posto le cose (anche se
sono molto scettico in proposito), per noi, ma soprattutto per lui, mi
spiacerebbe vederlo sprofondare di nuovo nel baratro delle ex-rockstar che
passano il loro tempo a ripetere show sempre uguali, infarciti da un gran
numero di greatest-hits e nessuna reale novità.
Le scalette sono fisse nell’alternanza di una trentina di canzoni, troppo
poco per un catalogo come quello di Dylan. Lui dice di voler passare il
resto della sua vita suonando, che lo faccia davvero allora, senza
riadattate e ripetitive imitazioni, gli encore sono ormai fissi da qualche
anno, Jolene, LARS e All Along, e che cazzo, non esiste altro per emozionare
la gente?
E’ buono che la set list sia composta da brani recenti ed da hits classici,
mentre perchè non fare gli encore con canzoni che da anni non vengono
suonate? Sarebbe una gradita sorpresa ed un rinnovo senz’altro ben accettato
da tutti, non importa se gli arrangiamenti non saranno perfetti, plaudiremo
la voglia di fare anche imperfetta invece che applaudire scioccamente una
cosa che si sta ripetendo all’infinito.
Sempre che sul palco rimangano i musicisti giusti e non i gatti di marmi
della line-up Freeman/Kimball, con tutto il rispetto per questi musicisti,
che hanno dimostrato per anni di saper rimanere immobili su un palco
disfando musica, cosa non facile da realizzare!!!!!!!
Mr.Tambourine
Jason Barton
A volte negli ultimi 12 mesi, qualcuno deve aver spento l’interruttore del
carisma di Charlie Sexton, gettandolo al vento. Niente nomi, ma le iniziali
del probabile colpevole (immagino) sono BD.
Se non mi sono illuso (cosa che può essere vera), Sexton ha trascorso gli
spettacoli (che ho visto) lo scorso anno impettito, pavoneggiandosi, facendo
il famoso duck-walk e assoli furiosi. Sexton ha due facce, il suono e la
presenza, vanno insieme, come l'uva e le noci. Non si può avere solo uno o
l'altro.
Stasera, ho aspettato che lui esplodesse, senza alcun risultato. E' stato
sommesso, fuori dallo show, un medievale Mago Merlino senza la sua bacchetta
magica.
A mio avviso, un pomposo Sexton dovrebbe trionfare sul Sexton sottomesso
ogni volta. Il suo atteggiamento tempestoso è basilare per il sound della
band, conferendo una selvaggia tensione al ritmo costante di basso, batteria
e organo. E tuttavia, è stato spogliato del suo carisma, l’han fatto
diventare solo un altro chitarrista, e la band ne aveva già uno di quelli.
Se leggete questo sfogo come una lettera d'amore per Sexton (e un colpo
basso a Stu, Dylan, lo spettacolo, e tutto l’insieme), è solo che la
disparità di questa band con quella dello scorso anno era evidente ed
esaltante. O, forse, (come la band), sto semplicemente avendo una serata no.
E tuttavia, è significativo che Sexton è sembrato veramente vivo solo quando
si è tolto la giacca giusto prima di "Ballad of a Thin Man". Solo poi, nella
sua lunga camicia nera, sembrava avere lo spirito scatenato dei giorni
passati.
Oh, bene, spero che lo spettacolo di domani porti qualcosda di nuovo nel
senso della sua vitalità e presenza. In caso contrario, è difficile
immaginare che Sexton rimanerrà ancora a lungo in questa band. La domanda è:
può la musica tenere incatenato un leone e contemporaneamente far tacere la
sua anima?) Dal mio punto di vista la risposta è "no". Nota di Mr.Tambourine
Questa recensione fa venire veramente da riflettere sulla attuale situazione
e sul ruolo di Sexton nella band. Diciamo che dopo aver letto moltissime
recensioni entusiastiche riguardanti Sexton dal momento del suo rientro,
qualcuno potrebbe essersi rotto le palle della sua presenza e della sua
personalità, qualcuno che ruba il charisma a qualcun’altro può dare
fastidio, è già successo, if my memory serve me well, con Tom Petty, quando
Bob era convinto che la gente andasse ai suoi show per vedere Tom con gli
Heartbreakers e non lui.
Le recensioni degli ultimi mesi sottolineano spesso la diversità del
comportamento di Sexton rispetto ai primi mesi dopo il ritorno nella band,
quando con la sua vitalità, la sua prorompenza, il suo incitamento a Bob
stesso, aveva dato un impulso veramente nuovo alla musica e di conseguenza
alle prestazioni del nuovo crooner Bob Dylan . Charlie sembrava trascinare
tutto e tutti come un vorticoso fiume in piena che aveva rotto gli argini
portando via ogni cosa, creando un paesaggio nuovo da guardare con speranza.
Forse questa cosa può aver stancato qualcuno, qualcuno che ha imposto un
qualche specie di stop a Charlie, annullando gli effetti positivi della sua
presenza. Un Charlie “spento” non serve a nessuno, ma conosciamo bene il
carattere e la permalosità in certe situazioni di Bob, durerà ancora a lungo
questa collaborazione? Oppure Charlie dirà di nuovo: “Caro Bob , è stato
bello finchè ero libero di suonare come mi sentivo, ma ora è finita, le
nostre strade si dividono ancora, e purtroppo, questa volta
definitivamente!”.
Speriamo di no, Bob ha, al momento, bisogno Charlie come il ghiaccio ha
bisogno del freddo per mantenere il suo status, andando diversamente le cose
Charlie di sicuro si scioglierebbe (se non lo sta già facendo), ed allora
dovremo dire di nuovo addio ad un tour all’altezza delle regole, purtroppo
di tour come quello Freeman/Kimball penso che ogni singolo fan di Bob ne
abbia avuto più che a sufficienza.
A meno che Bob abbia in mente un sound nuovo ed un nuovo tipo di show, con
musicisti nuovi e motivazioni nuove, meno esaurite di quelle degli attuali
interpreti di questo show senza fine ormai ripetitivo e prevedibile, Charlie
aveva solo portato più in alto la soglia della noia, ma se oggi qualcuno gli
ha tirato il freno a mano la vedo triste, il ritorno alla noia formato
standard degli anni scorsi di certo non può entusiasmare più nessuno.
Blind Boy Grunt - (l’autodistruzione del mito)
ciao Mr. Tambourine,
continui a vivere di notte attaccato al server del sito? Ho visto il tuo
richiamo e ti mando qualche riflessione un abbraccio, bbg
Ciao a tutti,
ho visto la chiamata di Mr. Tamburine e ne approfitto per sanare una lunga
assenza dal sito.
Dei due temi su cui si sta discutendo mi sembra più stimolante il primo
(l’autodistruzione del mito) piuttosto che il secondo, relativo ai concerti,
che invece è una questione ormai periodicamente ricorrente. Però le due cose
inevitabilmente si intrecciano. Aggiungo quindi anch’io le mie opinioni,
ovviamente personali e assolutamente prive di polemica, anche quando possono
suonare un po’ ironiche.
1) Dylan e la normalità
Iniziamo da questo aspetto: stiamo parlando di una persona non “normale”;
anzi, proprio a questa a-normalità artistica dobbiamo la produzione di Dylan
dagli inizi fino ad oggi. Qualunque sia la definizione che volete dare al
termine “non normale”, intendo con questo dire che ad un simile personaggio
è difficile attribuire comportamenti razionali. In ogni caso, mi sembra che
la storia dimostri che non possano essergli attribuiti comportamenti
razionali continuativi, che consisterebbero nel fare deliberatamente le
stesse cose nell’ambito delle stesse situazioni, di compiere una lunga
sequenza di atti con una finalità ben precisa da raggiungere nel tempo. Se
siamo d’accordo su questo, non possiamo che concludere che Dylan ha basato
la sua carriera (e la sua vita) in base a ciò che riteneva più giusto “sul
momento”. Poi ha giustificato una scelta piuttosto che un’altra sulla base
delle motivazioni che gli sembravano migliori, ma aggiungerei “migliori nel
momento in cui gli sono state chieste”. Ha fatto self portrait perché gli
andava di farlo, punto e basta. Poi ha detto che era il tentativo di auto
eliminarsi dall’interesse morboso dei giovani americani. Tra tre mesi in
qualche improbabile intervista potrebbe benissimo dire che quel disco è il
vero antenato del suo sound attuale (intendo: non che lo sia, ma è possibile
che lui lo dica!!!). Darei poco peso a certe sue risposte e sottolineerei di
più gli atteggiamenti: chi vuole distruggere il suo mito smette
semplicemente di alimentarlo. Scatta allora una lunga sequenza di non: non
si fanno cento concerti l’anno, non si pubblicano dischi, non si suona per
il Papa o alla cerimonia degli oscar, non si fanno film (ecco, forse solo
quello cinematografico è un filone che in quanto a autodistruzione potrebbe
dargli belle soddisfazioni!!!!)
2) L’attenzione per la persona
Scrive Bruno Jackass che Dylan avrebbe avuto una fama di proporzioni
inimmaginabili se avesse favorito l’attenzione mediatica nei suoi confronti
come fanno tutti gli altri (madonna, springsteen, michael jackson, etc…).
Forse può essere così. Mi chiedo perché gli “altri” invece favoriscano
questa attenzione: forse perché è molto meglio mettere sotto i riflettori il
look, i pettegolezzi, le pazzie piuttosto che rischiare che l’attenzioni
viri sui contenuti, musicali e non. Dylan è diverso. Forse nella prima fase
della carriera ha trovato una chiave di rapporto con i media più facile:
bastava essere contro, dare risposte incomprensibili e talvolta sprezzanti
per avere la stessa (se non maggiore) attenzione, ed in più per figurare
ufficialmente come voce fuori dal coro. Più avanti, però l’attenzione per la
sua persona è diventata un fattore destabilizzante (si vedano gli
atteggiamenti degli scocomerati di turno che rovistavano nei suoi bidoni,
oppure le pagine di Chronicles dove racconta i terrori nella casa di
Woodstock). Da qui è nata sicuramente l’esigenza (divenuta a tratti quasi
paranoica) ad evitare qualsiasi coinvolgimento personale. Credo che tutti
gli artisti vivano in questa contraddizione: la ricerca della notorietà e il
mantenimento della privacy. Sono lo yin e lo yang della loro vita,
l’alternanza tra l’artista e l’uomo, tra il mito e la persona. Poi ognuno lo
vive come meglio crede: mi fanno sorridere le foto di Dylan in giro per le
città con la parrucca bionda, ma preferisco questo look improbabile agli
atteggiamenti di altri (ho visto il mitico bono cenare con 4 body guard neri
di dimensioni impressionanti che stazionavano spalle alla tavola e sguardo
truce verso il resto del mondo, e non si era in un locale pubblico, ma ad
una cena tra persone che si conoscevano... che dire?...). Quindi Dylan non
gradisce i riflettori puntati sulla sua vita, ma non per questo rinuncia al
suo lavoro, alle sue passioni, ad esporsi al pubblico, in una sintesi ad
“alimentare il suo mito”. E’ ben lungi dall’autodistruggerlo, altrimenti non
farebbe concerti, dischi e bootleg series. Gli basta edificare un muro di
confine tra l’artista e l’uomo. Così riesce ad alimentare il mito senza far
pagare il prezzo all’uomo.
3) I concerti di Dylan
Scartata l’ipotesi dell’autodistruzione, perché allora i concerti di Dylan
sono “così”? Direi che ci sono parecchie concause, tutte rilevanti. In primo
luogo non sottovaluterei l’età: a settanta anni, e dopo 50 sulla cresta
dell’onda, credo che si instauri un inevitabile senso di onnipotenza, o
quantomeno la radicata convinzione di essere nel giusto ogni volta (e forse
anche un pochino di sclerosi…). Nel tempo, tante volte ha deluso o, peggio,
è stato respinto e fischiato, ma la maggior parte delle volte ha avuto
ragione lui. Ma volete che un artista scampato alle reazioni del primo tour
elettrico si possa preoccupare oggi se l’audience “sente” la presenza di
Herron. Ma Herron chi?
Seconda cosa: la voce. Dylan ha anche le orecchie, e si sente cantare. Non a
caso le canzoni degli ultimi anni riesce a cantarle meglio dei vecchi inni:
perché nascono già costruite per qual poco di timbro che gli è rimasto. Il
che significa che molti dei brani del passato sono off limits: ma ve lo
vedete a intonare il grido (oooohhhhhh, and you are on dry land) di you’re a
big girl now? Soprattutto: ve lo sentite? E così per tante altre. Questo
riduce molto le possibilità di combinazione nelle scalette dei concerti.
Terza cosa: l’estetica quantomeno personale di Dylan. A lui piace quel
fondale, gli va a genio quell’introduzione ai concerti e soprattutto
stravede per i suoi abiti e per i suoi cappelli. Se rileggete qualche pagina
della biografia di Sounes nel capitolo in cui descrive l’arredamento della
casa di Malibu, non vi dovreste stupite più di nulla per quanto riguarda il
“gusto” personale di Dylan. Per inciso, non capisco a chi possa interessare
veramente come si veste: anzi, vestito da Armani sarebbe anche peggio. Anche
se il peggio del peggio lo tocchiamo quando scriviamo “Re Giorgio Armani”
(tambourine, passi per qualche zeta in più o qualche dà senza accento, ma
reintrodurre surrettiziamente nel sito la monarchia e per di più
assegnandola a un sarto mi pare un po’ troppo !!!!)
Conclusione: Dylan fa quello che vuole. Lo ha sempre fatto e lo farà sempre,
fregandosene altamente del pubblico e soprattutto dei giudizi della critica.
Questa è stata la sua forza nella storia, questo è il manifesto della sua
arte. Noi non comanderemo mai sul mito, sarà sempre lui che comanderà su di
noi! (E altrimenti che mito sarebbe, un juke box per il quale ci mettiamo
anche a scegliere i fondali e i musicisti, oltre che ai vestiti….?)
4) I consigli
Ho letto tante cose divertenti su cosa dovrebbe fare Dylan per migliorare i
concerti ed aumentare gli spettatori. Credo vadano intese in un altro senso:
ciò che “ci piacerebbe” avvenisse nei futuri concerti. In questo caso siamo
in una specie di “pozzo dei desideri”. Molte cose sono folkloristiche, come
il cambio del fondale, o l’introduzione del maxi schermo (e chi lo porta,
lui da casa? Oppure lo Lazzaretto di Bergamo e in altre sedi simili?....).
Per arrivare fino ai vestiti, come ricordavo prima. E ogni tanto qualcuno
scrive sul sito che dovrebbe dialogare un pò di più col pubblico !!! E una
sbiancatina ai denti no?
Al contrario, credo che sia giusto parlare della musica, e magari dei
musicisti. Molti ci sono piaciuti e qualcuno non lo abbiamo mai accettato.
Qualche scelta è irrazionale (di nuovo, eh!): ricordate quando Koella se ne
è andato e Kimball è stato chiamato al suo posto, quindi col ruolo di prima
chitarra, per poi finire invece a fare la ritmica sotto-amplificata in modo
da evitare danni?… Qualche defezione è naturale: chi può aspirare a suonare
per cento sere all’anno 17 canzoni scelta in una lista di 50 , e così via
per tutti gli anni della vita. A volte mi chiedo come sia messo Tony Garnier
(un beniamino di tutti noi, non fraintendetemi) in termini di salute
mentale? Ci sta, infine, anche che qualcuno (magari qualcuno dei più bravi)
manco accetti di fare parte di questa band… Insomma, l’insieme è questo e
tale rimarrà. Quando tornerà anche Campbell staremo meglio, se dovesse
tornare Freeman (terque quaterque testiculis tactis omnia mala fugant)
staremo peggio…
Non cambierà niente, per fortuna. E come saggiamente ha scritto qualcuno, un
giorno rimpiangeremo tutto questo!
Un grande abbraccio, Blind Boy Grunt
Tommy stuck inside of Mobile
Sembra proprio sia arrivato il momento di dire: Quello che c’era da dire è
già stato detto, quello che c’era da fare è già stato fatto, quello che
c’era da cantare è già stato cantato, ma forse quello che c’era da scrivere
non è stato ancora tutto scritto.
Questa è la speranza, l’ultima frontiera dylaniana, e la frontiera riserva
sempre delle sorprese.
Dylan ci riserverà ancora sorprese, sorprese come Time out, Love and Theft,
Modern Times ?
Certo lo scrivere canzoni meravigliose è l’ultima possibilità che gli è
rimasta. La gola è irrimediabilmente compromessa dal tempo, dal fumo, dal
vino e da chissà quali altre cose., e con la voce se n’è andata anche la
possibilità di cantare e fare performances memorabili. E’ diventata un
rantolo suggestivo con un limitato potere di espressione che condiziona
Dylan in modo avvilente.
Le sue prestazioni dal vivo sono ormai poca e mortificante cosa, triste rito
che vorrebbe ripetere la grandezza passata senza riuscirci, non per scarsa
volontà, ma solo per mancanza di mezzi tecnici.
Lo scrivere una canzone invece rappresenta solo l’impegno emotivo della
mente e non una fatica del corpo al quale l’età sta togliendo tutta la sua
potenzialità.
Scrivere capolavori è per Bob ancora una cosa possibile, forse la sua vera
“grande arma” che tutti ha colpito ed in tutti ha lasciato il suo segno
indelebile nel tempo.
Mi aspetto ancora grandi composizioni da Dylan, ma non posso più aspettarmi
grandi prestazioni.
Alla legge del tempo siamo tutti soggetti, “quelli che hanno letto un
milione di libri e quelli che non sanno nemmeno parlare” direbbe Francesco,
ma un uomo non muore mai finchè nella mente di qualcuno resterà qualcosa di
lui dico io.
Dylan è entrato nell’eternità per le sue canzoni, i suoi testi, la sua
poesia, la sua straordinaria visione anticipata degli eventi, non certo per
i grandi concerti. Dal vivo ha sempre reso la metà che su disco, i suoi
dischi ti davano le emozioni, i suoi spettacoli l’eccitazione di essere li
davanti a lui.
Dylan può scrivere ancora ma non può quasi più esibirsi dal vivo con una
forte validità, così stanno le cose e così dovremmo accettarle, ma senza
scrivere cose al limete del ridicolo e della falsità come purtroppo leggiamo
nelle recensioni dei concerti.
Non ha più forza dal vivo ? Pazienza, che importa ? Ma ricordate, se c’è una
persona che potrebbe scrivere un’altra Like a rolling stone, questa persona
si chiama Bob Dylan !
Giorgio da Verona
Cari amici,
sono Giorgio da Verona. Da anni, di tanto in tanto, scrivo sulla posta di
MF. Ho 49 anni ed adoro Bob Dylan da quando ero
poco piu' di un bimbo. Ho visto l'ultimo concerto a Trento nel Giugno 2008.
Cosa posso dire? Guardate che e' dall'inizio degli anni '80 che la voce di
Bob e' andata calando. Ricordo che a Verona nel 1984 fu la prima cosa che si
notò che la Sua voce non c'era piu'. Ma non e' tanto il timbro. Manca
laforza vocale e la capacita' di sostenere la melodia e' proprio sparita.
Fino alla fine degli anni '70 era la musica che seguiva la voce. Ora e' un
rantolio che segue la musica.
Però è anche la mania di Bob di voler elevare il suono senza essere in grado
di sostenere il tutto. C'è però da dire che sale sul
palco e ci mette il massimo delle possibilita'. Solo che non ci riesce. Ma
va ammirato.
Anche Frank Sinatra ormai verso i settant'anni faceva finta di cantare,
parlava con il microfono. Rod Stewart lo stesso, è senza voce. Ian Anderson
dei Jethro Tull pure. Musicalmente Bob è però ancora molto lucido. Anche se
gli arrangiamenti sono adattamenti alla Sua incapacità di sostenere le
melodie, c'è sempre una grande inventiva ed un grande spirito. Bob ha sempre
cambiato la versione originale parecchio. Gia' negli anni '60 faceva ciò.
E' chiaro che lo pagano.
Ma perche' fa 100 cocerti all'anno (credo percepisca 50.000 euro netti per
concerto) e non ne fa 10 a 500.000 magari tutti
acustici con solo classici? Se volesse potrebbe farne sì 10 acustici a
500.000 Euro di solo classici che ci andrebbe chiunque. Non vuole perchè ama
troppo l'impegno e la musica e vuole essere sempre vivo ed attivo senza
finire a fare "l'amarcord' come tutti i Suoi colleghi. Chi non vuole sentire
la Sua voce, non vada ai Suoi concerti e basta.
Bob fossero tutti come Te a 70 anni!!!!!!!
Giorgio da Verona
Ilario
Sto seguendo con interesse il confronto fra le varie opinioni sul valore dei
concerti attuali di Bob Dylan. A malincuore devo ammettere che il loro
valore è ormai prossimo allo “O” assoluto. Una qualsiasi coverband o tribute
band che dir di voglia esegue i pezzi di Dylan in modo certamente migliore,
riconoscibile, comprensibile ed in molti casi soddisfacente. Basta navigare
in Youtube per trovare band di valore che sanno fare delle versioni
veramente buone di una canzone di Bob.
Posso citare, perchè ho visto con attenzione i loro video gli americani
Highway 61, tribute band nella quale suonano spesso Rob Stoner , Scarlet
Rivera, gente che sul palco con Dylan c’è stata e di sicuro non ci
risalirebbe con gente da loro non ritenuta più che valida nel fare una
musica così pericolosamente soggetta alle critiche più disparate, credo che
la cosa più difficile per queste band sia ottenere il plauso o il commento
favorevole di un fan dylaniano. Ho apprezzato molto anche le versioni
(alcune bellissime) dei nostri Blackstones, in particolare quelle in
compagnia di Al Diesan, che sa cantare le canzoni di Bob con la voce del Bob
degli anni migliori.
Quest’anno sono stato a Padova e Parma ma credo che sia l’ultima volta che
vado ad un concerto di Bob. Quando sputacchia fuori le canzoni mi viene il
sospetto che nemmeno lui capisca cosa sta mugugnando, figurarsi cosa
possiamo capire noi. La band potrebbe certamente fornire prestazioni molto
al di sopra degli standard odierni, ma lui non ce la farebbe, canta per modo
di dire, sembrano più scatarrate che canzoni, a volte approssimative, fatte
perchè bisogna farle, a volte si impegna di più ma il risultato non cambia.
Ho sentito diverse stonature sia con la voce che con l’armonica, lasciamo
perdere quando tenta di duettare con Sexton con la chitarra, con la tastiera
ci sono momenti dove tira fuori qualche buon suono e qualche riff decente,
ma anche lì la cosa non regge, ma perchè non si prende un buon tastierista e
non la smette con le sue pretese assurde, dovremo vederlo in futuro suonare
anche con lo scacciapensieri o il controfagotto? Lui sembra non voler
invecchiare o non rendersi conto che è invecchiato, forse per lui è un
divertimento non sapendo cos’altro fare per far passare le giornate, ma per
noi che stiamo in platea è triste. E' bello vederlo, sempre carismatico come
è sempre stato, ma sentirlo è una cosa da farsi una pera per sopportare la
conseguente depressione!
Ilario
Santino
Ciao a tutti,
permettetemi di dissentire su quanto è stato scritto finora a proposito
delle esibizioni live di Dylan, cioè dei suoi concerti.
Il problema non è quello che Dylan suona o come canta, il problema è perchè
noi andiamo a vederlo, aspettandoci sempre quello che lui non può più dare.
L’errore di fondo, a mio parere, è questo modo sbagliato di vedere le cose.
Sarebbe come pretendere che oggi Bartali o Coppi vincessero ancora il Giro
d’Italia invece di dire grazie perchè lui ancora oggi si sbatte per
partecipare. Nessuno ci obbliga ad andate al concerto, ma se ci andiamo
dovremmo almeno essere coscienti di quello che andiamo a vedere, non
illuderci o sperare di andare a vedere un’altra cosa.
Lui oggi è così, ieri era diverso e ieri l’altro ancora di più. Constatato
come stanno le cose tutto diventa facile, è una nostra scelta, andare o no,
lui non ci punta la pistola alla testa dicendoci: “O venite o sparo”. Io
l’ho accettato così com’è e non pretendo altro, so quello che vado a vedere
e mi sta bene, così dovrebbe essere per tuti, il resto sono solo parole che
lasciano il tempo che trovano.
Santino
Paolo Brambilla
Dato per assunto che le possibilità vocali di Bob sono ridotte al 10% delle
sue possibilità, con conseguente influenza sul suo spettacolo live, a mio
parere, la soluzione sarebbe quella di centellinare gli show, che so, uno o
due al mese e non di più. Questo permetterebbe di avere molto più tempo a
disposizione sia per lui che per i musicisti per pensare a qualcosa che
riattivi la validità dello show anche dal punto di vista musicale. Sono
stufo di andare a Messa quando vado a veder Dylan ! (Sono stato al concerto
di CS&N ed era tutta un’altra cosa tanto per capirci, anche loro stanno
arrivando verso i 70, ma sul palco danno ancora dei punti a tutti, cosa che
Bob non è più in grado di fare). Vorrei anche che smettesse di suonare (?)
la tastiera in modo così scolastico e deprimente, potrebbe limitarsi a
cantare se non può più fare un uso prolongato della chitarra, pochissima
armonica più curata e meno approssimativa, quest’anno ho sentito delle
cannate paurose sia alla chitarra che all’armonica e non vorrei che Dylan si
abbandonasse a queste cose che non sono da lui. Ragazzi, in musica (e questo
lo sa ogni musicista) uno strumento o lo sai suonare o non ci sono vie di
mezzo, e Dylan è sempre stato un mediocre-scarso su tutti e tre questi
strumenti. La sua grandezza sta nel saper scrivere canzoni profondamente
meravigliose e significative, perchè allora abbandonarsi ad esibizioni che
talvolta scendono a livello oratoriale? Non trovo una scusa valida per
queste cose, non accetto che si dica che lui fa quello che vuole, che ha
diritto a queste libertà, perchè sarebbe come dargli la licenza di scarso
rendimento, autorizzarlo ad andare sul palco a fare solo pernacchie perchè
sono pernacchie di Dylan. Non voglio offenderlo, ma ogni cosa ha le sue
regole. La composizione di una canzone deve seguire regole precise , suonare
la chitarra a livello internazionale ha delle regole ben precise, e così per
tutti gli altri strumenti. Posso capire e accettare la voce, purtroppo è
quella che è e un’altra non ce l’ha, miracoli non ne può fare nemmeno lui,
ma circondarsi di musicisti migliori di Kimball, Recile, Herron, servirsi di
un tastierista che sappia dove mettere le mani per ottenere un ottimo
risultato lo potrebbe fare. Garnier e Sexton ci possono benissimo stare,
affiancati da altri “calibri” sono certo che i risultati sarebbero molto
molto diversi, sia per noi che per lui. Se poi vuole strimpellare la sua
acustica in mezzo agli altri ci può stare, basta che stia lontano da quelle
parodie di assoli che ogni tanto ha la brutta idea di eseguire.
Il fatto di essere considerato il più grande, di essere certamente il più
riverito e stimato lo porta a cadere in questi errori di faciloneria ?
Pensare che può permettersi di tutto e di più o qualunque cosa gli passi per
la mente ? Vi immaginate se in futuro arrivasse sul palco vestito alla
tirolese con i calzoni corti di pelle, le bratelle e il cappello con lo
spolverino o la piuma di fagiano ? Diremmo ancora che ha la libertà ed il
diritto di fare quello che vuole ? Pensateci bene, lo spettacolo ha le sue
regole, e vanno seguite anche da Dylan, altrimenti molto meglio restare a
casa ad incidere dischi, almeno in questo eccelle.
Paolo Brambilla
Angelo
Ciao Mr. Tambourine,
mi sembrava doveroso intervenire riguardo alle ultime esibizioni di Dylan.
Ho seguito Bob dal lontano 1984 quando per la prima volta suonava in Italia,
ho dovuto perfino sorbirmi le ..."prediche papali " (pace all'anima sua) a
Bologna per poter dirmi...."c'ero anche lì a sentirlo", ma credetemi : DYLAN
NON MI HA MAI DELUSO.
Sicuramente qualche concerto è stato superiore ad un'altro ( come non
ricordarlo a Merano ), ma, mi permetto di rivolgermi a Gianpiero “Hurricane”
Nigritti quando afferma :....possibile che non si vergogni quello che sta
portando in giro? Una mediocrissima cowboy band con un drammatico frontman
vestito alla Las Vegas completamente senza voce , senza canzoni da poter
ancora cantare,...eccc... eccc...eccc..
Tu dici che "Bisognerebbe avere finalmente il coraggio di dire “Per favore
Bob, basta con questo scempio!”.. , ma per fortuna la
tua...rispettabilissima idea è all'estremo opposto della mia. Forse in tutta
la tua foga "critica" ti è sfuggito un dettaglio fondamentale, il VERO e
UNICO MESSAGGIO DYLANIANO.."L'assoluta libertà dell'uomo e la difesa di ogni
sua idea ".
Niente di più vero nelle affermazioni di un'altro della fattoria (Mick Dylan
dei Blackstones) quando dice.."...Così ho smesso di giudicare e trarre
conclusioni, lo accetto e lo rispetto così com’è, e lasciatemelo dire
sinceramente, non vorrei che si comportasse in modo diverso, perchè sarebbe
diventato uguale a qualcun’altro invece di restare il nostro Bob, nel bene e
nel male, ..... "
"BOB ,TI PREGO , CONTINUA A BUSSARE ALLA MIA PORTA".
Sani a tutti.
Angelo
Luca
Ciao a tutti,
ho letto le opinioni sui concerti ultimi di Dylan e non sono d'accordo, o
almeno in parte.Innanzitutto io ho visto un buon Dylan a Padova, concentrato
con la voce e presente sulla scena, e riguardo ai musicisti , li ho visti
tonici e con grandi sorrisi, la mia sensazione è che si divertissero
davvero. Detto questo, personalmente credo che per quanto riguarda il primo
decennio del nuovo
millennio, i concerti migliori li ho visti all'inizio anni 2001-2002, in
particolare ricordo con emozione Brescia nella piazza, uno dei concerti più
belli di sempre, per il resto il gossip, come sempre non m'interessa, chi
comanda
e chi non comanda, i musicisti terrorizzati e scusate, cazzate di questo tipo.
Sono musicisti professionisti e sono liberi di non fare tours con Dylan se
lo vogliono, punto!
Piuttosto trovo imbarazzante come Dylan suoni la tastiera, ma anche qui
scusate:
se lo strumento di scelta è sempre stata la chitarra e sappiamo tutti come
Dylan abbia sempre suonato questo strumento, passi la chitarra acustica ma
non
i suoi improbabili assoli sull'elettrica, sempre gli stessi, figuriamoci la
tastiera che sicuramente l'ha suonata molto meno dal vivo e al limite può
avere un buon feeling con il piano, suonando accordi a blocchi, ma non certo
l'organo che ha tutta un'altra dinamica.
Ed infine l'armonica, leggo recensioni di meravigliosi assoli, quello che
posso dire è che questo strumento dovrebbe porlo definitivamente nel
cassetto,
non c'è piu' il fiato , è veramente penoso, non ce la fa piu' a suonarla e ho
notato i musicisti a Padova, si questa volta terrorizzati nel momento in cui
la
prendeva in mano e la portava alla bocca.
Detto questo, io amo troppo Dylan e forse sarà stato il rivederlo dopo 2
anni,
ma tutto sommato non mi è parso un brutto show, ah dimenticavo, gli encore non
li ho visti, non li sopporto piu'.
Un abbraccio
ps.:
prova a vedere se riesci a caricare questo video, è uno spettacolo.
ciao, Luca
Bob Dylan - Friend Of The Devil - DUBUQUE, IOWA - NOVEMBER 12, 1996 - FIVE FLAGS CENTER ARENA
Bob Dylan (vocal & guitar), Bucky Baxter (pedal steel guitar
& electric slide guitar), John Jackson (guitar), Tony Garnier (bass), David
Kemper (drums & percussion)
Stefano C.
Risposta al post di Giorgio Emanuele
Come ero d'accordo sul post di Tamburain cosi' sono d'accordo
su quello di Giorgio Emanuele,diciamo che il suo rappresenta il rovescio
della medaglia in termini di critica.Pero' volevo dire alcune cose in
proposito al suo post.
Tempo fa' avevo detto su Maggies Farm che non sarei piu' andato ad un
concerto di Dylan perche' quello che avevo visto (e non ci sono andato
l'anno successivo) l'ultimo per intenderci quello di Torino del 2007 o 2008
non ricordo ora era, stato di una noia ma di un noia infinita,tanto da dire
stop.
Poi ho visto che aveva inserito di nuovo Sexton e ho detto vediamo se
qualche cosa e' cambiato e cosi' sono andato a Parma quest'anno.In effetti
qualche cosa e' cambiato in meglio e l'ho scritto.
Come vedi da fan di Dylan sono portato a fare dei raffronti,dei
paragoni,delle critiche.Da decidere se andare o meno a vedere Dylan.
Certo tu dirai ma tu chi sei? Voi che criticate e filosofate....Nel momento
pero' che sono fan e nel momento che ho investito soldi (e tanti) nel mondo
Dylaniano,mi arrogo il diritto di filosofare e criticare come coloro che
scrivono su Dylan e sono critici affermati a livello mondiale oltre che
essere anche fan di Dylan.
Quello che voglio dire e' che Dylan vive, il mito,l'uomo,il
personaggio,grazie a noi,grazie a tutte quelle persone che popolano il mondo
di Dylan.
E' impensabile farne a meno e' impensabile nascondere questo aspetto.Ed e'
impossible non criticare o lodare.
Porti l'esempio di Bruce Springsteen che chiede ai fan cosa cantare,non dico
che Dylan lo deve fare (non lo fara' mai),ma santo cielo,io una forma di
critica la devo pur fare se Dylan mi canta per dieci anni la stessa scaletta
e mi suona con la solita band.E' l'unico che fa' cio' che vuole in tal
senso,non c'e' nessun altro artista nel mondo che fa' questo.
Io prendo quello che Dylan mi da oggi senza alcun problema figurati,vuole
cantare e musicare il suo repertorio in questo modo con la pianola BEN
VENGA.
Ma poi se debbo dire in una chiacchierata tra amici dylaniani o se c'e' un
sito quale MaggiesFarm che ti permette di interagire dico la critica da
fan,e il ben venga non e' messo a caso,e' rivolto a Dylan.
Perche' senza la gente che paga il biglietto, Dylan o anche qualsiasi altro
artista, suonerebbe a casa.Allora chi ha ragione Dylan o i fan che
pagano?Che poi a dirla tutta non e' che debba fare chissa' cosa Dylan,a
questo punto basterebbe un cambio di scaletta radicale e il "NUOVO DYLAN e'
assicurato.
Stefano C.
Giorgio Emanuele
Sinceramente non capisco... Perchè Dylan dovrebbe smettere quando è ancora
in grado di riempire le platee dei suoi concerti? Chi siete voi per
giudicarlo così? Io leggo solo nickname ispirati a canzoni o album di Dylan.
Pensate che questo vi autorizzi? Voi siete quelli "who philosophize
disgrace and criticize all fears". Avete capito in anni di ascolti e
concerti che Dylan è INDIVIDUALISMO allo stato puro? Che a lui non importa
una mazza di fare ciò che il "suo" pubblico desidera? Siete liberissimi di
criticarlo ma non potete reclamare qualcosa che non c'è più. Dylan
rappresenta la dignità e l'onestà dell'artista. Se a 70 anni, dopo aver
preso il mondo in mano con sette note e 21 lettere, si sente di suonare in
una cowboy band (come del resto canta in una delle ultime strofe
composte...) chi può impedirglielo? I fan? Non credo proprio. Personalmente
ho piacere solo a vederlo. L'emozione che la sua musica trasmette durante i
concerti non si ferma ad una mia aspettativa. Sarebbe ottuso. L'aspettativa
con Dylan è un limite, è precludersi l'ascolto e il piacere della serata.
Sembrate quelli che nel 65-66 si lamentavano del passaggio all'elettrico...
mi devo aspettare che qualcuno urli Giuda prima o poi?? Se vi ritenete
traditi smettetela di andare a vederlo o di lamentarvi come amanti
abbandonati, vi assicuro che Bob non verrà a cercarvi implorando perdono
perchè ha sbagliato una nota, un verso o un riff. Ritengo infinitamente più
triste uno come Springsteen che pur di compiacere i suoi fan raccoglie dal
pubblico i cartelloni con le canzoni richieste... neanche Ligabue è arrivato
a tanto...
In conclusione, con questa mail non ho intenzione di creare o alimentare
alcuna polemica mi sembra solo assurdo indignarsi per un artista che
dopotutto segue solo la sua strada quando viviamo in un paese governato da
una cupola massonica e incapace di fuoriuscire dalla merda in cui si sta
annegando da solo.
Cordiali saluti.
Giorgio Emanuele
Peter Del Bello
Ciao a tutti,
cercherò di essere breve e "poco chiaro" come é mio solito, rispondendo
all'affermmazione secondo me molto provocatoria che Mr.Tambourine ha posto
sul suo sito. Riporto testualmente per chiarezza la sua affermazione
iniziale: "Penso sinceramente che lo show di Dylan non sia più uno spettacolo
musicale nel senso proprio della parola. Credo che sia un insieme di cose,
di motivi, di ragioni che vadano oltre il semplice avvenimento musicale. Non
saprei dire se questo sia positivo o negativo, certamente è una cosa che ha
poco a che vedere con un tipico spettacolo musicale. L’andare oltre potrebbe
avere una giusta valenza che va oltre il pensabile, valutato da ognuno di
noi secondo il suo metro, ma questo è un altro discorso, è la parte musicale
della faccenda l’oggetto del nostro interesse."
Sono abbastanza vecchio e rimbecillito da tanti anni di menate su Bob Dylan
con gli amici, di camminate alla ricerca di tutto ciò che lo riguardasse,
grandi traversate in macchina, in treno attraverso mezza Europa da solo o in
compagnia di qualche caro amico dylaniato e incallito più o quanto me.
Ma questo non m’impedisce di capire che attorno all'Universo Dylan, in fondo
non è cambiato poi molto.
C’è chi mette in discussione di tutto, c’è chi metterebbe in dubbio le sue
capacità canore, chi quelle di musicista, quelle di poeta e chi addirittura
gli fa i conti in tasca.
Tra tutte le lettere arrivate finora quella che mi ha più positivamente
impressionato per la sua saggezza e precisione è quella mandata da Marco on
the Tracks che tra l’altro scrive: "Non chiedete a Dylan di essere ciò che ognuno di voi vorrebbe Dylan
fosse. E se proprio volete chiedere qualcosa a qualcuno, chiedete a voi
stessi di prendere da questo Dylan ciò che questo Dylan ancora ha da dare,
perché sarà anche vero che il Dylan di oggi è solo una infinitesima parte di
una fotocopia sfuocata di ciò che era Dylan un tempo, ma è anche vero che
questo Dylan è l’unico Dylan che abbiamo e, che ci piaccia o no, questo
stesso Dylan malconcio, gracchiante e beffardo ha ancora qualcosa da dare a
chi vorrà ascoltarlo e seguirlo".
C'è tutto in queste poche righe, si tratta di scegliere, prendere o
lasciare. Questo secondo me è il succo della questione Dylan.
Qualche giorno fa commentando una videoclip posta da un amico su facebook,
penso mia sia riuscito di sintetizzare bene il mio pensiero riguardo a
Dylan:
"Ci sono pochi artisti che riescono a esprimere e interpretare gli stati
d'animo e trasmettere cosí l'essenza che una canzone racchiude in se. In
questa capacitá sta la grandezza di Bob Dylan. Come in questa canzone.
Lo si percepisce osservando attentamente tutti i suoi movimenti.
Un istante prima di cominciare a cantare da brevi occhiate sulla platea.
Una marea di persone che non aspetta altro che essere portata la dove, solo
le loro anime possono sentire.
Dylan è un Medium.
Questa è Magia."
Ci riusciva nel 1962 così come ci riesce ancora oggi.
Dylan non è altro per me, è solo un trascinatore di anime, uno psicopompo
(bella definizione, trovata su wikipedia), il Caronte dalla "ferocia
illuminata" dell’inferno dantesco che ci permette di attraversare il fiume
della vita sul soffio delle sue canzoni.
Sta a noi salire sulla barca o preferire di rimanere a indagare se la
copertina del cd è fatta con carta straccia o carta patinata.
Peter Del Bello
Mick dei Blackstones
Sono sempre stato affascinato da Bob Dylan, dal suo carisma, dal suo
atteggiamento, dal suo personaggio, e soprattutto dalle sue canzoni e dai
suoi testi.
Ho sempre cantato le sue canzoni con chiunque mi fosse capitato di suonare,
finchè alcuni anni fa ho ritrovato gli amici giusti e con loro ho messo in
piedi una tribute band che ritengo di buon livello e discreto valore, The
Blackstones.
Non ho e non abbiamo mai cercato di fare le canzoni come le faceva Bob, al
contrario abbiamo cercato le versioni di quegli artisti che in qualche modo
davano un valore aggiunto alle canzoni di Bob, intendo gente come Hendrix,
Byrds, Van Morrison, Clapton, tanto per fare alcuni nomi, poi ci abbiamo
messo molto del nostro per creare arrangiamenti con sfumature e colori che
sono alla base della bellezza e della comunicativa per qualunque brano
musicale, cercando sempre di catturare l’anima della song.
Eppure lasciatemi confessare che mi piacerebbe un casino avere una voce
devastata come quella attuale di Bob, con quella espressività ed
emozionalità difficilmente riproducibile.
Per quanto mi riguarda, riuscire a “suonare” come lui “suona” oggi sarebbe
un sogno che si realizzerebbe, ma, purtroppo, per me, sempre un sogno
rimarrà.
Si può imitarlo bene o imitarlo male, ma sempre un’imitazione rimane. Lui,
in qualunque condizione, è irraggiungibile, non copiabile e non replicabile,
è unico e tale resterà sempre.
Non importa come si esibisce oggi, anche nel passato la gente aveva da dire
suli suoi spettacoli, su come cantava, sul tipo di voce che usava, a volte a
ragione e molte altre a torto, è come il cane che corre dietro alla sua coda
e non la raggiungerà mai.
Nessuno ha il diritto di dire ad un artista come comportarsi, come cantare,
come suonare e tutte quelle cose che lasciano il tempo che trovano. Se uno
non ti piace lo eviti, non vai a vederlo per poi sparlarne, con l’aggravante
che tutti sappiamo a priori cosa vedremo e sentiremo in un suo concerto.
Io ammiro e rispetto Bob, mi piace il suo coraggio e la sua forza di volontà
nel continuare ad esibirsi per tutti noi, anche in condizioni a volte
davvero disastrate.
Si parli pure delle sue esibizioni, dite tutto quello che volete, non
scordate però che Dylan è sempre stato e sarà sempre un gran “mistero” per
tutti. E come si fa a giudicare un mistero? Da dove si parte e dove si
arriva ? Ho studiato molto Dylan in tutte le sue sfumature, e a parte l’aver
imparato quasi a memoria buona parte delle sue canzoni non ho cavato un
ragno dal buco, sono sempre al punto di partenza, le certezze diminuivano ed
aumentavano i dubbi. Così ho smesso di giudicare e trarre conclusioni, lo
accetto e lo rispetto così com’è, e lasciatemelo dire sinceramente, non
vorrei che si comportasse in modo diverso, perchè sarebbe diventato uguale a
qualcun’altro invece di restare il nostro Bob, nel bene e nel male, nel
bello e nel brutto, in salute o in malattia.
Continuerò a cantarlo e suonarlo come so fare io, e continuerò ad invidiare
quel suo modo unico di essere che, con tutta la volontà, non sarò mai in
grado di imitare.
Mick Dylan dei Blackstones
Daniele Ardemagni
Amo Dylan per ciò che mi ha dato, mi da e probabilmente mi darà.
Se l'anno scorso è stato un concerto scadente, quello di quest'anno mi ha
entusiasmato tanto come quelli dei primi anni '00.
L'ho visto dieci volte...la prima volta a 23 anni l'ultima a 33.
Mi ha saputo emozionare molto e alla faccia di tutti i dotti ho sentito
molti pareri e recensioni positive degli ultimi concerti, da quelli in
giappone a quelli europei...ma naturalmente il giudizio che per me vale di
più è ciò che ho potuto sentire a Padova con le mie orecchie.
Ho visto un centinaio di concerti da quando ero quindicenne nel '92...da De
Andrè a Zero, da Finardi a mio cognato (Massimo Bubola), da Guccini ai
Nomadi, da Cohen a James Taylor...ma i migliori sono stati quelli del
Nostro.
Proprio con un musicista famoso (non faccio il nome) ne parlavo qualche
tempo fa e mi diceva che il miglior concerto di Bob che abbia mai visto è
stato quello del 2001 a Brescia.
Anche io, da musicista concordo e aggiungo quello di Padova del mese scorso
dove l' ho visto in gran forma, passare dalle tastiere alla chitarra al
centro del palco per gli assoli d'armonica con gestualità da show-man..eh
si..il Bob di quest'anno l'ho apprezzato davvero e spero che torni in forma
così anche l'anno prossimo. La voce è roca e sofferta di chi la vita l'ha
cantata e vissuta e continua a farlo..trovo molto più ridicoli certi
ultrasessantenni che sculettano come se avessero sempre trentacinque
anni..ci rimetteranno un' anca prima o poi.
Anche la band l'ho trovata di grande intesa, probabilmente il rientro di
Sexton ha dato una marcia in più a tutti, in primis a Bob.
Ora dirò cose che potranno generare stupore ed incredulità, ma il Dylan che
amo di più è quello da Time out of mind in poi. Mi piace "Love & left" ma il
mio preferito resta Modern Times..come apprezzo molto TTL. Quello di Natale
mi ha tenuto compagnia nelle feste natalizie anche se come qualità vocale
era un pò giù a differenza di quando se ne sta fermo per qualche mese..ma fu
registrato in pieno tour.
Amo molto anche il Dylan della triologia cristiana (altro periodo contestato
da tutti e poi rivalutato) ma ragazzi, credetemi, non mi è mai piaciuto
Blood on the tracks..saranno le canzoni troppo lunghe accompagnate da
arrangiamenti troppo scarni..sarà che mi aspettavo chissà cosa dopo averne
sentito parlare ma niente...non riesco a mettermelo nella mente e nemmeno
nel cuore, a parte tre o quattro canzoni che però amo nelle versioni live.
Spero di essere perdonato...
Tornando all'argomento in discussione Dylan ha dato tanto e ogni suo periodo
ha fatto sorgere discussioni e dubbi...dalla svolta elettrica al periodo
cristiano fino ai giorni nostri...ma il tempo alla fine gli ha sempre dato
ragione.
Ragazzi che da poco vi siete avvicinati a Dylan, se avrete la possibilità di
andarlo a vedere fatelo: non aspettatevi niente...Dylan si è sempre
rinnovato e continua..la voce è cambiata ma vi interesserebbe andare a
vedere oggi come oggi Dante o Shakespeare e giudicarli da come sono vestiti,
pettinati, se portano il cappello o meno o se hanno la voce roca o pulita? A
me no..mi renderei solo conto che sto vedendo qualcuno che ha cambiato la
storia, il linguaggio e che ha dato molto alla cultura.
Lo stesso vale per Dylan..c'è chi lo vorrebbe sempre a propria immagine e
somiglianza ma Bob a settantanta anni continua a fare il suo lavoro e in
modo eccellente..e soprattutto continua fare ciò che gli pare..poi i tonfi
si sa..possono esserci per tutti gli esseri umani, quindi anche per Bob
(vedi Self Portrait, Down in the Groove o certi concerti dello scorso anno).
Quelli che continuano a criticarlo sono come quelli che lo fischiarono nel
'65/'66 ma che oggi sarebbero pronti a rinnegare d'averlo fatto...
Abbiamo la fortuna di avere la leggenda più importante della cultura rock e
non solo che ci viene a trovare ogni anno e io non mi faccio scappare
l'occasione...e ragazzi, non fatelo nemmeno voi..i nostri figli e nipoti
studieranno quest'uomo suoi banchi di scuola e noi potremo dir loro di
averlo visto, di raccontare aneddoti su ciò che accadeva sul palco, di ciò
che abbiamo ascoltato e di aver fatto parte anche noi, anche se solo per la
durata di un concerto, della storia. NET forever!!
Daniele Ardemagni
Gianpiero “Hurricane” Nigritti
Bob, non bussare alle porte della terra.
Finalmente Bob ha dato l’ultimo concerto europeo ed ora se ne sta tornando
negli USA ad intossicare altra gente. Possibile che non si vergogni di
quello che sta portando in giro? Una mediocrissima cowboy band con un
drammatico frontman vestito alla Las Vegas completamente senza voce , senza
canzoni da poter ancora cantare, senza più la possibilità di fare
arrangiamenti che non affondino i suoi masterpieces nell’ insipido. Ma
quando finirà questa net-presa in giro? Molti, fra i quali io stesso, se lo
stanno chiedendo, se il re è morto viva il re, ma se il re è ancora vivo che
le sue azioni siano valutate almeno nel modo giusto! Basta con gente che
vede spettacoli meravigliosi, non se ne può possiamo più di tutto questo
bla-bla-bla senza senso, elucubrazioni di menti che scambiano la notte per
il giorno, o la luna per il sole, o quello che desiderano per quello che gli
viene propinato.
Bisognerebbe avere finalmente il coraggio di dire “Per favore Bob, basta con
questo scempio!” e di cominciare a disertare queste “sole” (così si dice a
Roma) fatte passare per grandi show poetico-musicali. Se è vero che ha
guadagnato milioni di dollari può tranquillamente vivere di rendita, lo
faccia allora, nessuno gli direbbe niente, ma spacciare una tragedia per una
commedia non è onesto, almeno artisticamente parlando.
Probabilmente un sacco di critici e giornalisti sono sul suo libro paga, e
anche questo è disonesto.
Parlar male di Dylan sembra essere una cosa molto più grave che un peccato
mortale, più facile dire che Obama è scemo che dire la stessa cosa di Bob,
per Obama si indignerebbero in pochi, per Dylan insorgerebbe il mondo.
Perchè ? Perchè è stato il più grande? Chapeau Mr.Dylan, sei stato il più
grande, OK, - “ma la città non è più quella, non è più bella, per me,
per me.
Io sto bene solo dove si nasconde il vecchio cuore della mia città. Cento
strade ed un cuore che non batte più, tanta gente che non sa perché vuol
vivere, e la città non è più quella, non è più bella, per me, per me. Io sto
bene solo dove sta morendo il vecchio cuore della mia città” – come
cantava il vecchio Shell con i suoi Rokes.
Le tue ultime due prove, “Together Through Life” e “Christmas in the heart”
mi fanno venire la pelle d’oca, lavoro mediocre e banale questo Together, e
lavoro indescrivibile quest’altro Christmas. Certo, tutti i grandi della
musica hanno avuto il loro bravo album di Natale, Crosby, Sinatra, Elvis, ma
tu eri migliore di loro, non avevi bisogno di scendere a bussare alle porte
della terra. Unica scusante per quell’ album innominabile è che alle sue
spalle c’era uno scopo benefico, altre scuse non riesco a trovarne, ho
scavato il pozzo fino in fondo ma quando questo è vuoto continuare diventa
inutile.
Sono e resterò sempre un grande ammiratore di Bob, ma dal vivo non mi frega
più!
Gianpiero “Hurricane” Nigritti
Marco on the Tracks
N.E.Q. ovvero Never Ending Questions ovvero "Dylan deve smetterla con questo
tipo di prestazioni dal vivo?", "Dylan deve smetterla di strimpellare dietro
una tastiera giocattolo?", "Dylan è ancora Dylan?", "Dylan sta distruggendo
il mito di Dylan?", "Lo show di Dylan è ancora uno spettacolo musicale?".
Tutte domande che sono inevitabilmente destinate a rimanere senza una
risposta certa e assoluta.
E' un pò come quando, in una puntata dei Simpson, la piccola Lisa canta:
"How many roads must a man walk down before you can call him a man?"
E Homer risponde “Io lo so… Dodici”
E Lisa dice: “Papà, guarda che è una domanda retorica…”
E Homer risponde: “Ah, allora Undici.”
Aldilà delle prestazioni più o meno valide di Dylan, troveremo sempre chi
non sopporta più il Dylan del N.E.T. e chi invece lo adora, chi lo sopporta
“Perché Dylan è Dylan punto e basta” e chi prenderebbe a calci lui e la sua
tastiera, like a rolling stone.
Io nutro una profonda assoluta passione per l’artista Dylan. E non c’è
niente che Dylan possa dire o fare per farmi cambiare idea al riguardo.
Niente, né le attuali (mediocri?) prestazioni al N.E.T., né un eventuale
“Self Portrait 2” contenente gli scarti di “Self Portrait”.
E questo lo affermo non perché io sia un “Dylancentrico” o un fans cieco e
sordo. Io neppure mi definisco “fan” di Dylan e anzi non credo che Dylan
abbia un solo singolo “fan” in tutto il mondo. Dylan ha milioni di persone
che lo ammirano come artista, Dylan ha migliaia di persone che gli sono
grate per ciò che ha significato per loro un suo album o una sua canzone e
persone che piangono mentre ricordano cosa ha significato per loro, che
avevano la pelle nera negli anni sessanta, una canzone come “Blowin’ in the
wind”. E sì, Dylan ha anche persone che si sentono tradite da Dylan perché
Dylan non è ciò che loro si aspettano sia, e forse neppure lo è mai stato.
Dylan tradisce se stesso perché lui, il più grande di tutti, in ogni suo
concerto sgretola il suo Mito e sembra persino divertirsi nel farlo, perché
solo Dylan può uccidere la leggenda di Dylan, perché Dylan è la materia e
l’antimateria.
O forse no, forse Dylan è solo un vecchio pazzo snob e nostalgico che la
sera strimpella su di una tastiera qualcosa che un tempo era una canzone e
oggi è solo l’ultimo ruggito gracchiante di una tigre ferita a morte su di
un treno merci lanciato verso il nulla; Dylan è soltanto un uomo qualunque
che nelle notti piovose vaga errante per strade desolate sbirciando nelle
finestre delle case in vendita fino a farsi arrestare per vagabondaggio.
Io non so se i concerti di questo Dylan siano buoni o cattivi, se ha ancora
un senso o meno il N.E.T., ma so che questo Dylan, fuori dal tempo e fuori
dal mondo, a me oggi va bene bene così, e non riesco a fargliene una colpa
se i suoi concerti di oggi non hanno la stessa forza di trenta o quaranta
anni fa, perché neppure io oggi sono lo stesso di trenta o quaranta anni fa,
e non vedo perché lo debba essere Dylan.
Le critiche ai concerti di Dylan sono condivisibili ma, fino a quando ci
sarà un ragazzo (e in rete ed anche su questo sito -vedi ad es.Renata,19
anni- ne ho trovato parecchi) che nella voce o nelle canzoni o anche solo
negli occhi di Dylan, sappia ancora vivere e respirare la magia, la forza,
la poesia, la genialità di ciò che è stato (ed è) Dylan, allora per me il
Never Ending Tour ha un senso anche se io non dovessi provare quelle stesse
emozioni e anzi magari trovassi il NET un assurda grottesca opera di
autodemolizione.
Non chiedete a Dylan di essere ciò che ognuno di voi vorrebbe Dylan fosse. E
se proprio volete chiedere qualcosa a qualcuno, chiedete a voi stessi di
prendere da questo Dylan ciò che questo Dylan ancora ha da dare, perché sarà
anche vero che il Dylan di oggi è solo una infinitesima parte di una
fotocopia sfuocata di ciò che era Dylan un tempo, ma è anche vero che questo
Dylan è l’unico Dylan che abbiamo e, che ci piaccia o no, questo stesso
Dylan malconcio, gracchiante e beffardo ha ancora qualcosa da dare a chi
vorrà ascoltarlo e seguirlo.
Marco on the Tracks
Renata De Martini
Ciao a tutti,
mi chiamo Renata e ho solo 19 anni, quindi conosco Dylan da troppo poco per
poter esprimermi con correttezza o competenza. Ho visto solo alcuni filmati
di Dylan giovane e mi è sembrato molto forte ed espressivo, certemente
diverso da ora, ma non ho abbastanza conoscenze musicali per dare un
giudizio. Posso solamente dire che a me piace come l’ho conosciuto (Modern
times), con la voce roca ed emozionale quasi uguale a quella attuale. Non vi
so spiegare il perchè ma quando lo sento mi muove qualcosa dentro, tocca le
corde della mia sensibilità, della mia immaginazione, io lo vedo e lo sento
come un grande padre che mi insegna le cose, che mi mostra la via, che mi
accarezza la testa quando mi vede triste. Per me il suo genere di musica è
la musica che io sento dentro di me, non capisco e non apprezzo le cose di
oggi, non saprei spiegare questa diversità dalle altre mie amiche, forse
sono “nata vecchia” come dicono loro, ma a me va bene così, Dylan mi piace,
sto cercando di conoscerlo più a fondo nel meraviglioso sito di Maggie’s
Farm, leggo tutto e cerco di capire, spero un giorno di arrivare ad avere la
competenza necessaria per sostenere un dibattito, per scrivere qualcosa di
meno vago di quello che ho scritto ora. Un saluto a tutti,
Renata De Martini
Jackson
Il problema di Marina è il problema di tutti
Riporto una parte del commento di Marina: “Non sopporto le imprecisioni, le approssimazioni delle sue
esecuzioni, che probabilmente trascinano nel caos anche gli altri musicisti.
Il merito di Bob è sempre stato quello di dare un corpo, una amalgama alla
band, non è un virtuoso di alcuno strumento. I suoi pregi sono altri. Ed
oggi quello che manca nei suoi concerti è quel collante che nel ricondurre
ad unità i componenti ha sempre fatto emergere il meglio di ognuno”.
Cara Marina , il problema è proprio questo, il disinteresse col quale molto
spesso Dylan farcisce le sue esibizioni!
L’anno scorso fu un anno “horribils” da quel punto di vista, poveri
musicisti con in testa Freeman, chissà cosa devono aver sopportato (anche se
ben pagati) ! Quest’anno Dylan sembra aver dato loro più libertà, complice
il ritorno di Sexton, ma forse qualcuno del suo staff lo ha consigliato in
tal senso per risollevare le squallide sorti degli show dell’anno scorso.
Dylan quest’anno sembrava molto più coinvolto e meno distaccato da quello
che faceva sul palco, ma la minestra riscaldata sempre minestra rimane, c’è
solo da dire “Fino a quando durerà?”.
Sappiamo che Dylan è lunatico e scontroso, quello che gli va bene oggi
potrebbe non andargli più a genio domani, anche se ormai le opzioni rimaste
nel suo fucile sono talmente scarse da non lasciargli più altre vie da
sciegliere.
Siamo tutti nella stessa barca noi fans, ma a nostra colpa devo dire che
dovremmo imparare a scegliere tra il materiale di Dylan e accettare solo le
cose valide, altrimenti dovremmo ignorarlo, cose come l’album di Natale
avrebbero dovuto essere completamente ignorate dai suoi sostenitori, cioè
noi, al massimo se volevamo far beneficenza avevamo altri mille senza
avallare un lavoro disastroso e pietoso. Eppure ho letto recensioni di gente
alla quale questo album (molto, ma molto, ma molto peggiore di Self
Portrait) è piaciuto, che questa o quell’altra canzone era geniale. Mamma
mia, stiamo toccando il fondo? Noi che ci tacciamo tanto di essere esperti e
di conoscere quasi tutto della vita e delle opere di Dylan a che punto
stiamo arrivando dicendo che quell’album era piacevole e allo stesso tempo
accettiamo senza fiatare gli sconcertanti concerti che Bob ci sta
proponendo? Siamo sicuri che sia sempre il suo genio a caccia di
rielaborazioni e cose nuove a generare queste cose che non ci stanno nel
“carnet” dylaniano?
Dylan è un artista da venerare, e noi lo venereremo sempre, ma cerchiamo di
farlo per le cose belle che ha scritto e fatto e non anche per le porcherie!
Jackson
MR. SPACEMAN
Sono d'accordo con Albert Aqualung.
Il periodo FREEMAN è senza dubbio uno dei più "terrorizzati". Nel senso che
mai ho visto professionisti cosi spaventati sopra un palco. Il mito non
centra. Assolutamente.
Tutti impauriti. Appena Bob si volta vedi il terrore nei loro occhi.
Eppure le canzoni sono in DO-FA-DO-SOL-FA-DO..più o meno tutte, tranne
quando sono dei blues semi accademici.
Qualcosa non torna.
Vi farò notare anche un'altra cosa (che avrete probabilmente già notato).
Il CD in di TOGHETER T. LIFE ha la costina laterale nera rigata (quello per
i comuni mortali, non quella cartonata a prezzo alto..). Come si usava fare
10 anni fa. Sembrerà una sciocchezza.
Ma Jack Frost ha voluto risparmiare di brutto (pur vendendo 2 milioni di
copie a disco..) sulla confezione dei cd vendendolo comunque ad un prezzo
pieno, con una confezione presa dalle rimanenze della "sempre cattiva "
Columbia...e poi due paginette dentro..a 21 EURO..
Della foto d copertina aveva già pagato i diritti per il
documentario..figurati a prenderne una nuova..
Okay, è la musica che conta. Ma certi dettagli andrebbero notati..
Neanche l'ultimo degli indipendenti si sognerebbe di usare le rimanenze
delle confezioni di 10 anni fa con la costina nera e sparartele a prezzo
pieno. "LUI" può.
Ma nessuno glielo fa notare però.
Incredibile quanto una divinità possa essere sempre così unilaterale nelle
questioni economiche..
A me basterebbe che facesse tornare un paio di controcanti sui bis come
faceva per BLOWING nel 2001 e ricreasse un ambiente "reale". Non una cow boy
band che se resuscitasse John Denver lo straccerebbe 10 a zero.
Premetto che Togheter t. life a me è piaciuto. Ha Santanizzato il sound è
questo è stato gradevole.
Quei musicisti sono pagati per avere paura. Per sopportare la paura. E credo
che sia sempre stato così.
Qualcuno penserà che tutto questo sia dovuto perchè Lui è il "più grande".
Alcune volte si cade in equivoco.
Povero Freeman. Non dimenticherò mai quanto gli venisse impedito di suonare.
Se si fosse piegato sulle ginocchia come fa Sexton l'avrebbero preso per i
fondelli in eterno.
MR. SPACEMAN
Bruno "Jackass"
Ciao Mr. Tambourine,
intervengo anch'io in merito alle performance live di Dylan.
Sono molti anni che i concerti di Dylan mi deludono da un punto di vista
musicale.
Non che ne abbia visti molti ma l'unico concerto di cui sono veramente
soddisfatto e' stato Roma 1998... per il resto ho sempre dovuto fare
riferimento a videolive di varia natura (Hard Rain, Hard To Handle etc.
etc...) per poter vedere un Dylan in buona forma.
L'opinione che mi sono fatto ultimamente è lui lo fa apposta! Non è vero che
non ha voce: sentite come canta sul disco natalizio o sugli ultimi brani in
studio!
Così come non è vero che non può arrangiare le canzoni in modo decente.
Il fatto è che lui mira alla disgregazione del suo repertorio, al suo
annichilimento, forse solo per dimostrare che lui può fare quello che gli
pare, o forse per motivi che noi umani non siamo in grado di comprendere, un
disegno superiore o chissà.
La mia opinione è che gli ultimi live veramente buoni risalgano al 1980
(Massey Hall!!!!!)
E allora io non ci sto ed e' dal 2003 che non vado più ai suoi concerti per
il semplice motivo che non mi piacciono (cosa che verifico dai videolive su
Youtube).
Ed è forse anche per questo motivo che (infine) mi sono recentemente
avventurato nella creazione di una coverband.
Bruno "Jackass"
Albert “Aqualung”
Ho letto l’intervento di Mr.Spaceman e mi sento completamente d’accordo con
lui. Dylan deve rendersi finalmente conto che sta proponendo uno show
indegno di lui e della sua fama, circondato da musicisti quasi schiavizzati
che non possono, per evidenti motivi, suonare al livello di cui sono capaci.
Canzoni che con gli originali non hanno più niente in comune, arrangiamenti
lisci, piatti, insulsi, tutti uguali per un cantante che ormai recita perchè
la sua voce è spacciata da diversi anni. Una cosa è una prestazione in
studio, con la voce riposata, ripetuta all’eventuale all’esigenza, corretta
e filtrata in mille modi, sostenuta da software che alcuni anni fa non
esistevano, esisteva solo la voce , o l’avevi o non l’avevi, oggi con questi
software si può rendere accettabile anche una brutta voce.
Allora basta con gli show dal vivo, non servono a niente ed a nessuno,
specialmente a Bob, la cui megalomania di ri-ri-ri-ricelebrare il suo mito
all’infinito sembra essere diventata un’Idra insaziabile che sta divorando
Bob giorno per giorno fino alla sua completa distruzione.
Non prendiamoci in giro amici, gli show li abbiamo visti tutti, almeno noi
che ci dichiaramo suoi fans. Sexton ha rivitalizzato un morto, gli ha
attaccato qualche filo ed ogni tanto il morto muove le braccia. Sexton non è
in grado di fare miracoli, non può fargli tornare la voce, può solo, nel suo
piccolo, stimolarlo finchè Bob glielo permetterà. Non dimentichiamo che
nella band-versione Freeman nessuno, e sottolineo NESSUNO, aveva la
possibilità di discutere o contrastare una decisione di Bob, al punto che i
musicisti si trovavano con lui solo sul palco, viaggiavano e vivevano
lontani da Bob, salivano sul palco con la paura, l’incertezza di non saper
seguire Bob in una delle sue abbastanza soventi improvvisate, la paura di
guardarlo perfino in viso. Non poteva funzionare, così come non funziona
nemmeno con Sexton. Dylan come performer non c’è più, testardamente porta
avanti un assurdo musicale nel quale non ha più niente da dire. Va bene,
dichiariamo sinceramente che andiamo a rendere omaggio al mito e saremo
tutti d’accordo, ma per pacere non prendiamoci in giro da soli dicendo che
questo tanto chiacchierato never ending tour sia ancora una cosa valida e
seria.
Dylan continui a fare dischi se vuole, possibilmente meno schifosi degli
ultimi due, ma ci risparmi per sempre la tristezza di doverlo vedere così
ridotto, sarcastica parodia di qualcosa di indefinibile, triste recita di un
personaggio che non è mai stato. E quando mai Dylan si è presentato sul
palco conciato in questo modo? Dylan è diventato la prevedibiltà assoluta,
non è più il Dylan delle sorprese più o meno riuscite degli anni passati,
oggi sappiamo per filo e per segno come comincia e come finisce lo show,
come sarà vestito, come saranno le canzoni, come è la sua non-voce, quale
saranno gli encore (ormai standard da diversi mesi – LARS – Jolene – All
along). Prevedibile anche una buona metà della set list, tutto prevedibile e
noiso, assurdo per un uomo che è diventato un mito, un’icona vivente, una
leggenda inalterabile, un uomo che incredibilmente si sta mangiando tutto
l’immenso capitale accumulato nei passati e gloriosi anni di carriera.
Perchè un uomo di tanta caratura tende alla completa autodistruzione
artistica? “The answer is blowin’ in the wind” disse lui una volta, oggi ho
la convinzione che nemmeno lui conosca la risposta a questo insostebibile
stato di cose.
Mi spiace veramente, lo dico sinceramente, dal profondo del cuore, Bob così non riesco
più a vederlo.
Albert “Aqualung”
MR. SPACEMAN
Sono anni ed anni che vi seguo. Ogni giorno. Mi complimento
di cuore con tutti voi.
Tornando a Bob ed al suo tour.
Io sono dell'idea che lui stia davvero dimenticando quanti soldi ci vogliono
per andare a vederlo. Certo, lui non ti obbliga.
Ma è obbligato a chiedersi che tipo di show stia proponendo. Che è pessimo.
Inspiegabile.
Se il tutto si limitasse alla "sua" esibizione, e cioè, voce terrificante,
tastiera suonata con i piedi, assoli di chitarra da tredicenne alle prime
armi, tutto sarebbe "perdonabile". Il fatto è che fa suonare tutti in modo
mediocre. Sta cazzata di Sexton che rivitalizza lo show è una scusa.
E poi, smettetela di pensare che se le cose vanno meglio è merito di Bob, se
vanno male è colpa della Columbia.
Dietro ogni singola operazione sulla produzione, il live, e la scelta di
togliere i brani da youtube (e ha fatto bene, in alcuni è troppo chiaro che
non valga niente lo show) c'è Bob Dylan.
Io sono delusissimo da come costringe le sue band ad essere mediocri come lo
è lui oggi.
Un tour stile Casabianca risolleverebbe il mito. Ne sono sicuro.
Ma lui vuole vedersi questi sudditi intorno che se la fanno sotto a
qualsiasi suo gesto.
Disse nel 1970 che Self Portrait era uno scherzo..
Bello scherzo...pure doppio..Gli scherzi di Dylan costano un sacco di soldi.
MR. SPACEMAN
Marina Gentile
“Lo show di Bob Dylan, ancora uno spettacolo musicale o che altro ?”
Caro Mr. Tambourine,
il dibattito che hai promosso mi da l’occasione per tornare sui concerti di
questo tour parlando dei quali cercherò di dare una risposta alla domanda
che hai posto.
In questa ultima settimana ho riascoltato i due concerti di Padova e Parma
ripetutamente (per chi non fosse informato sono disponibili le registrazioni
su DylanNL), sfruttando ogni momento libero della giornata e persino gli
spostamenti in macchina, probabilmente alla ricerca inconsapevole di una
risposta a quello stesso quesito che larvatamente si agitava nella mia testa
dalla conclusione del tour italiano.
In questi stessi giorni oltre ad ascoltare le registrazioni – che già di per
sé ha avuto l’effetto di indurmi a riconsiderare con maggiore serenità le
esibizioni – sono stata partecipe di un episodio, che mi ha segnata.
Lo scorso venerdì chiamo al telefono un mio collega di Parma e, prima di
passare a discutere delle vicende professionali che ci accomunano, gli
racconto di essere stata nella sua città per il concerto di Bob Dylan. A
tale rivelazione lui risponde: “Ah, è venuta al concerto. Ho sentito che ci
sono state molte polemiche con gli organizzatori. Sa io non ci sono andato
perché mio figlio qualche anno fa, non ricordo dove, è andato a sentirlo e
mi ha detto che è stata la più grande delusione della sua vita”. “Beh, …”
dico io pensando, non so perché, che la delusione del figlio potesse essere
correlata alla voce di Bob che in genere colpisce subito negativamente, “…
sa Bob non ha più la voce di un tempo”. E lui, “Beh d’altra parte ha anche
la sua età!” Ed io: “Certo, l’anno prossimo avrà settant’anni”. E lui
ancora: “Beh, però … sa collega ho visto di recente Guccini, anche lui ha
settant’anni, ma è rimasto uguale, è integro, perfetto. E’ stato il più bel
concerto a cui ho assistito. Quello là, invece, mi sa che è andato!”. Oh mio
Dio!! I pensieri mi si sono affollati nella mente: “Ma che dice questo!
Paragona Bob a quella lagna senza fine di Guccini. Certo che è rimasto
sempre uguale, non faccio fatica a crederlo. Sarà sempre uguale per
l’eternità. Certo che è integro, mica le sue corde vocali devono sopportare
cento concerti l’anno da trent’anni a questa parte” (non me ne vogliano i
fans di Guccini, ma è ciò che penso). Resto senza fiato, in bilico tra
l’urgente ed incontenibile desiderio di sputargli addosso quello che penso
ed i vincoli saldi delle regole della buona educazione e delle necessità di
buona colleganza. Mi vien fuori solo uno sprezzante ”Sa, Bob è per amatori.
Bisogna conoscerlo bene per apprezzarlo, anche a questa età. E comunque è
stato un bel concerto” e passo ad altro, tentando di dominare una tempesta
emotiva che quella pesante e sciagurata osservazione mi aveva provocato. Bob
“andato”? E no, io non ci sto. Bob non è affatto andato. Non consento a
nessuno di dire questo, anche se ragioni di convenienza mi hanno imposto in
quel momento di tenere a bada i miei istinti aggressivi.
Nel fine settimana ho dedicato alcune ore a Bob. Ho sentito e risentito le
due registrazioni, ho rivisto i video che ho girato ed anche quelli del tour
europeo che sono riuscita a scaricare, tra i migliori in giro su youtube, ed
ho continuato a dire a me stessa ”No. Bob non è “andato”. Anche questa volta
ha lasciato un segno importate, perlomeno dentro di me. Non è più quello di
una volta, è vero, ma io non riesco ad annoiarmi ai suoi concerti. La noia è
una condizione d’animo che Bob non riesce proprio a suscitare in me.
Piuttosto mi arrabbio a sentire che picchia su quella tastiera senza alcuna
attenzione al suono che produce. Piuttosto mi arrabbio quando le sue dita
scivolano sulla tastiera della chitarra e ne vien fuori un accordo stonato
che persino io, con il mio umile orecchio, percepisco drammaticamente. Mi
arrabbio per questo. Mi arrabbio perché lo amo e vorrei da lui sempre il
meglio. Succede con le persone che si amano: è più duro affrontare le
delusioni cui ti espongono.
Io non riesco a lamentarmi del sound attuale. Non è questo che mi turba,
perché Bob ha sulle spalle cinquant’anni di carriera ed è sacrosanto che
oggi proponga altro. Non sopporto le imprecisioni, le approssimazioni delle
sue esecuzioni, che probabilmente trascinano nel caos anche gli altri
musicisti. Il merito di Bob è sempre stato quello di dare un corpo, una
amalgama alla band, non è un virtuoso di alcuno strumento. I suoi pregi sono
altri. Ed oggi quello che manca nei suoi concerti è quel collante che nel
ricondurre ad unità i componenti ha sempre fatto emergere il meglio di
ognuno.
Tuttavia, qualche stella emerge sempre nel buio. Una delle principali
abilità di Bob è dare un piccolo tocco caratteristico ad un brano, per
renderlo nuovo rispetto al passato. Poche note, semplici, ma che rendono
fresca una canzone proposta mille volte. Un esempio, nei due concerti di
Padova e Parma, è Tangled Up In Blue. E’ una bellissima versione. E quando è
preciso, il suo tocco sulle corde della chitarra, da un quid pluris alla
esecuzione. Ed un altro esempio importate è l’esibizione di Bob alla Casa
Bianca. Meravigliosa e toccante esibizione.
Ed allora, per tornare alla domanda e non eludere la risposta, quello di
Bob, con tutti i suoi difetti, resta uno spettacolo musicale. E’ lo
spettacolo di uno splendido settantenne che non vuole e forse non può dare
nulla di diverso da quello che oggi conosciamo, la cui evoluzione musicale
non può mantenere i ritmi di un tempo, la cui performance è fortemente
condizionata dai ritmi delle esibizioni incessanti ed insostenibili per
artisti ben più giovani di lui, la cui creatività non può che avere subito
un rallentamento. Quello di Bob resta uno spettacolo musicale se ci si
convince dell’impossibilità di avere ad ogni tour una versione esaltante e
rivoluzionaria di Like A Rolling Stone a quarantacinque anni di distanza
dalla sua pubblicazione ed a migliaia di esibizioni live della stessa.
Nessun essere umano è in grado di sostenere una pretesa simile: Bob ci ha
regalato un patrimonio inestimabile ma le sue energie creative non sono
inesauribili come non lo sono quelle fisiche. Non ci si può lamentare per
questo. Ciò non vuol dire che Bob “è andato”. Bob c’è, è perfettamente
presente. Lo scopro continuamente tra le pieghe di concerti a volte
irritanti. Sono certa che è ancora in grado di dare tanto, se solo volesse
accettare di non massacrare la sua vita (e di riflesso la nostra) su palchi
indegni senza dare tregua alle sue corde vocali, alla sua schiena, alla sua
mente, in un susseguirsi di prestazioni frettolose e approssimative.
Confido che Bob stia acquisendo consapevolezza di tutto ciò. Me lo fa
pensare il rientro di Sexton nella band. Qualcosa è accaduto e qualcos’altro
accadrà.
Amo Bob per ciò che è stato e per ciò che è oggi e non partecipo al culto
del mito. Lo amo perché è l’unico che riesce a toccare tutte le corde dei
miei sentimenti, non per il nome che si porta dietro. Quando lo ascolto
saltabeccando da un disco all’altro, da un bootleg (ufficiale e non)
all’altro, da un live all’altro sono rapita per quello che tempo per tempo
ha creato e non vivo di rimpianti ma cerco di apprezzare con lo stesso
slancio ciò che mi da.
Un abbraccio, Marina
Tito Diatonico in La (A) bemolle.
Questa volta devo proprio concordare con il nostro Mistero Tambourine :
il valore e la bellezza di “Like a Rollig Stone” di Blonde on Blonde ; di
“Visions of Johanna” di Bringig It All Backhome ; di “Desolation Road” di
Free Wheelin’ non è (al singolare) perfettamente uguale alla versione odierna
! No, non lo è.
Il bamba ci prende tutti in giro : per risparmiare usa una Cow-Boy-Band ! Ma
si è cacciato in un vicolo ceco.
Se Bobby Scrooge insisterà a non volere ingaggiare un gruppo capace di farci
sognare come i Blackstones , si condannerà all’eterno oblio, come disse
l’Alighieri.
Ma allora , risparmiare per risparmiare, perchè non fa un bel Never Ending
Tour acustico : lui , il sombrero , la chitarra e l'armonica daltonica ?
Come fece al festival di Woodstock.
Ve lo dico io : perchè ormai è vecchio e vuole avere vicino qualcuno da
maltrattare.
Non si può più tacere ormai. Cribbio , siamo uomini o caporali ?
Io sono allibito : è vergognoso questo nascondersi dietro un dito , mentre
celebriamo un rito , scordandoci del mito .
Tito Diatonico in La (A) bemolle.
Elio "Neptun"
Ciao Tamb,
concordo con le tue parole e quelle di Stefano Catena.
É ammirevole il piglio con cui Dylan e la band hanno affrontato il tuor di
quest’anno, ma le canzoni non ci sono proprio più come avete detto voi.
Qualcosa di indescrivibile si è sostituito a loro, qualcosa che nessuno di
noi avrebbe mai immaginato, vederle e sentirle ridotte a questo stato è una
vera pena per il mio cuore dylaniano. Non so se la soluzione per continuare
il NET sia il solo-act Dylan + chitarra + armonica come suggerisce Stefano,
certo però che questo ridarebbe molte più possibilità al nostro Bob ( Vedi
The Times they are a-changin’ alla casa Bianca), dieci spettacoli all’anno e
basta. Non so se questo sia quello che desidera lui, forse no di sicuro, lui
cerca di divertire se stesso ( parrebbe che la vita non gli abbia lasciato
altro divertimento) a scapito nostro , lui si diverte e noi ci annoiamo,
andare ad un suo concerto è quasi diventato un dovere, come andare a Messa.
Forse esagero con questo paragone, ma il messaggio del ”rito” di
Mr.Tambourine mi sembra l’interpretazione più valida. Non entro nel merito
delle recensioni di quelli che scrivono “senz’altro il miglior concerto di
quelli che ho mai visto”, e mi domando , che razza di concerti sono abituati
a vedere questa gente priva del santo dono dell’intelletto? Scusatemi lo
sfogo che forse sembra negativo, ma anche quest’anno, non ostante le grosse
diversità la musica non è cambiata e le delusione nemmeno, non so se saprò
reggere in futuro un altro concerto di questa fatta, forse anch’io troverò
la forza di non andare più ai concerti, cercando di inventarmelo nella mente
come vorrei vederlo, e non certo in questo modo, indegnamente vestito da
personaggio che non è mai stato, come un minuscolo cantantucolo da
country-hall che ricorre ai trucchi di scena per assomigliare a qualcuno.
Che Bob sia sia stancato di essere se stesso e voglia assomigliare a qualche
entertainer idolo della sua giovinezza ?
Elio “Neptun”
Stefano Catena
Debbo dire che sono totalmente d'accordo con quanto ha
scritto, dando l'inizio al dibattito, Tambourine.
E vorrei prendere il concetto e allargarlo senza sconfinare troppo.
In effetti il Dylan, quello con una rappresentazione musicale nuova non c'è
più. Basti pensare ad esempio alla differenza sostanziale tra i concerti del
1984 - 1986 -1987, in cui il nostro, nel giro di pochi anni aveva
cambiato, dando un impronta Dylaniana vera e propria al sound e ai concerti
stessi. Sono i concerti che si rifanno ad un certo periodo, come quelli del
1978 o del 1975 tanto per fare un esempio.
Dal 1990 in poi c'è qualche cosa che non torna. Nel 1988/89 ci poteva anche
starci un Dylan con un rock duro e aspro con una voce mai sentita, se non
paragonabile per intensità a quella del 1974 (sempre di live action si
parla) e quindi posso dire che dal 1990 in poi gli show di Dylan sono stati
come concerti di autocelebrazione, senza una vera novità significativa.
Pur avendo detto più volte, Dylan, che la sua strada era il live-action o
meglio la sua vita o il suo modo di vivere la vita, era per la strada in
modo continuo, denominando questo come il never ending tour, non ha fatto i
conti con quanto questo poteva essere dannoso per i suoi spettacoli.
Come fai a proporre per anni e anni tutte le sere nuovi arrangiamenti, nuove
soluzioni, o nuovi musicisti?
Il risultato poi si e' visto.
E' pur vero secondo me che andare a vedere Dylan ormai è qualche cosa di
routinario, il riproporre le stesse song, per sempre, tutte le sere, queste
perdono la loro freschezza, la loro originalità, diventando una brutta copia
della copia dell'originale.
Può andar bene per i nuovi ascoltatori, ma per chi lo ha seguito dagli anni
80 come il sottoscritto che dire?
Tempo fa avevo scritto qui su Maggiesfarm che forse per poter avere qualche
cosa di nuovo, e che spezzi questo tour senza fine, ormai uguale a se
stesso, poteva essere un Dylan solo acustico.
Un Dylan cioè solo con chitarra acustica e armonica nei teatri e
basta. L'unica soluzione sarebbe secondo me questa. L'unica che porterebbe ai
concerti ad avere una valenza e un importanza come quelli del 1974 o 75 o 78
e via discorrendo.
Ma è anche vero che la casa discografica non ha fatto nulla per catalogare
in modo rappresentativo questi suoi concerti dal 1990 in po. Non c'è
nessuna testimonianza a livello ufficiale, tralasciando l'unplugged, il tutto
è rintracciabile grazie a chi lo ha seguito e visto ed ha confezionato i
bootlegs o i video.Video e bootleg tanto denigrati da Dylan stesso o dalla
sua casa discografica.
Perchè è accaduto questo? Perchè si arriva con i live solo fino al 1986
con un video pessimo in fatto di durata "Hard to Handle"?
Perchè da allora in poi gli shows di Dylan non sono più rappresentativi
realmente visto che il tutto si ferma a 24 anni fa circa?
Stefano C.
Mr.Tambourine
Penso sinceramente che lo show di Dylan non sia più uno
spettacolo musicale nel senso proprio della parola. Credo che sia un insieme
di cose, di motivi, di ragioni che vadano oltre il semplice avvenimento
musicale. Non saprei dire se questo sia positivo o negativo, certamente è
una cosa che ha poco a che vedere con un tipico spettacolo musicale.
L’andare oltre potrebbe avere una giusta valenza che va oltre il pensabile,
valutato da ognuno di noi secondo il suo metro, ma questo è un altro
discorso, è la parte musicale della faccenda l’oggetto del nostro interesse.
L’anno scorso io e molti altri ci trovammo a dover sottolineare lo scarso
interesse e la relativa dose di noia alle quali Bob e la sua band ci avevano
sottoposto assistendo ai suoi spettacoli.
Quest’anno la cosa sembra essere andata meglio grazie alla presenza di
Sexton che ha un pò agitato il bussolotto dei dadi facendo uscire dei numeri
diversi da quelli che eravamo costretti ad accettare da qualche anno.
E’ vero, questo devo riconoscerlo, la voglia, l’energia, la partecipazione
di Bob e della band allo show attuale ha un tono nettamente superiore, ma
dal punto di vista musicale le cose sono ancora quelle, proposte in modo
diverso, con un altro spirito, ma purtroppo ancora quelle. Le canzoni sono
sempre quelle, è cambiato soltanto l’approccio ad esse da parte di tutti i
musicisti, ma null’altro è cambiato.
Ci sono motivi e scusanti più che valide per tutto questo, ma la sostanza è
che lo show di Dylan non è più uno spettacolo musicale con le canzoni di
Dylan, il risultato è una spiacevole parodia delle canzoni di Dylan, con un
cantante che fa la peggior parodia di se stesse che potesse inventare,
arrangiamenti tutti uguali e scontati, decisamente costruiti per uno che di
voce non ne ha più. In futuro, se la voce dovese peggiorare ancora, forse
Bob si limiterà a recitare i testi delle sua stupende canzoni eliminando la
parte cantata che già adesso lascia troppo a desiderare. Bob Dylan è
cambiato, come i tempi sono cambiati, Bob Dylan, quello che eravamo abituati
a sentire ed ammirare è scomparso da un bel pezzo, e noi facciamo finta che
tutto questo non sia mai successo.
Sia chiaro che non sto assolutamente disprezzando il lavoro odierno , sto
solamente comparandolo con la passata valenza ed il risultato è quello che
sto cercando di spiegare, in matematica uno + uno fa sempre due.
Le canzoni sono irriconoscibili, Bob è irriconoscibile, allora che vogliamo
sostenere , che tutto è ancora uguale a prima ? Che il tempo non abbia
influito ? Che il valore e la bellezza di “Like a rollig stone” di Blonde on
Blonde sia perfettamente uguale alla versione odierna ? Non scherziamo,
quella magia è sparita per sempre e non tornerà mai più, e nemmeno Bob è in
grado di dare una correzzione a questa situazione di costante degrado non
artistico ma musicale. Esempio terra-terra: Maradona non è più in grado di
fare quelle magie che per lui erano cose normali vent’anni fa, ma però è
sempre Maradona, proprio come Bob è sempre Bob, sfortunatamente ed
inevitabilmente con una ventina d’anni di troppo sulla schiena.
La musica è una cosa così misteriosa da definire, quasi impossibile, perchè
alcune canzoni ci provocano violente emozioni ed altre ci lasciano
indifferenti? Rispondere è quasi impossibile, fare un paragone invece lo è
ancora. Se oggi proviamo ancora un’emozione sentendo Bob cantare dal vivo
“Like a rolling stone” è solo per quello che l’artista e la canzone hanno
rappresentato per noi, riscatena quelle emozioni ormai sopite che ogni tanto
hanno bisogno di tornare fuori, e ritornano infatti, in maniera certamente
diversa da allora, ieri era “il mito”, oggi è “il rito”, e c’è una bella
differenza !
Mr.Tambourine