MAGGIE'S FARM

sito italiano di BOB DYLAN

 

 

THE BLACKSTONES' NEW MORNING

con la partecipazione di Michele “Napoleon in rags” Murino
Salone Biblioteca Comprensoriale - Chatillon (Ao) - 22 Maggio 2011

 

 
 

Set List:                                                               The Blackstones:
Mr.Tambourine Man
A Hard Rain's A-Gonna Fall                               Mick Dylan: Lead vocal, Acoustic guitar
Hurricane                                                             Frank Night: Lead guitar, Chorus
I'll Remember You                                             Marcello Redaelli: Bass, Chorus
If Not For You (vocal Marcello Redaelli)          Charlie Carucci: Drum
I’ll Be Your Baby Tonight                                  Natale Arculeo: Lap steel, Mandolin, 12 strings, Chorus
The Times They Are A-Changin'                      Gianfranco Balestrini: Keyboard, Chorus

Beatles set:

Love me do
You Got To Hide Your Love Away
Norwegian Wood
Don't Let Me Down
Let It Be

II Shall Be Released
Like A Rolling Stone
Blowin' In The Wind
Knocking On Heaven’s Door

Imagine (vocal Michele "Napoleon in rags" Murino)

E’ sempre affascinante ascoltare le storie di Dylan dalla voce di Michele Murino, così è cominciata la serata a Chatillon. Michele ha presentato il suo libro “Bob Dylan and Friends” ma poi, come al solito, si è lasciato trascinare dal suo entusiasmo ed ha cominciato a raccontare la storia dagli anni 60, tutto l’ambaradan acustico, “andato elettrico”, l’incontro con i Beatles, cominciando a dare forma a questa ridotta versione di “All you Need is Rock”, aiutato dai ricordi di Mick e Marcello che in quel fatidico giorno, il 24 giugno 1965, erano al Vigorelli di Milano per vedere “live in person” the Fab Four. Finita la interessantissima narrazzione, il Comune di Chatillon aveva organizzato un buffet freddo per il pubblico, cosa molto gradita prima dell’inizio vero e proprio dello spettacolo. Per me la cosa aveva due interessi principali, incontrarmi con il mio Guru Michele e sentire la nuova line-up dei Blackstones. Satisfaction Guarantee da tutti e due, sia prima, durante e dopo lo spettacolo davanti ad una gustosissima pizza che ci ha obbligato a fare il bis con i complimenti al pizzaiolo egiziano (a proposito, dove son finiti i pizzaioli napoletani?).

Si ritorna nel Salone della Biblioteca Comprensoriale, un piccolo auditorium da 200 posti, i Blackstones salgono sul palco ed iniziano alla grande con una Mr.Tambourine Man a quattro voci di Byrdsiana fattura. Il riff della 12 corde Danelectro di Nino Arculeo rompe il silenzio portandoci in atmosfera nel giro di tre secondi. Entrano le quattro voci del refrain e si torna indietro nel tempo, quando la musica era fatta principalmente dall’armonia e il ritmo era una componente a supporto.
Segue la versione RTR di Hard Rain con Nino che passa alla lap steel e poi al mandolino per una trascinante Hurricane. Questo il biglietto da visita dei Blackstones, rinnovati nel suond, nel gusto musicale e negli arrangiamenti.
Il seguito non può che migliorare, scaldati i cilindri, la macchina Blackstones comincia a macinare chilometri con facilità.
Michele interviene tra una canzone con gemme di sapienza spiegando vita, morte e miracoli di ogni canzone.
 

Segue un bellissimo trittico di love songs, I’ll Remember You, If Not For You con una ottima interpretazione di Marcello, in questo brano alla voce solista, che manda Michele in brodo di giuggiole. Segue la bellissima I’ll Be Your Baby Tonight in versione nashvilliana con la lap steel di Nino a farla da padrone.
Poi è la volta di una gemma, The Times They Are A-Changin’, con le 4 voci del coro in primo piano ed una cadenza in 6/8 che da al pezzo un ritmo dondolante, davvero dolce e coinvolgente.

La chitarra solista di Frank in questi pezzi ha un suono più dolce, meno aggressivo di come ero abituato a sentirlo, una sfumatura che non conoscevo e che ho molto apprezzato, un Frank misurato e nelle giuste dosi, sia lui che la band ci hanno guadagnato, fermo restando il punto che quando è il momento di scatenarsi il bravo Frank torna all’antico senza nessuna difficoltà.
Non posso inoltre non notare che questo cambiamento nel suond è dovuto anche all’introduzione della chitarra acustica suonata da Mick, che per la prima volta in concerto lascia a riposo le sue splendide Rickenbaker e Telecaster per sfoderare una splendida Ovation Ballader dal suono dolce e molto country.
Inoltre devo dire che molto mi hanno colpito le armonie di basso di Marcello, uno strumentista dal gusto straordinario, un tipo di bassista che non sentivo più da moltissimi anni, anche perchè sono davvero in pochi coloro che possono usare il basso elettrico in questo modo.

Murino illustra in modo stupendo la correlazione Dylan-Beatles e parte il set dedicato ai Beatles, suonato in modo originale, piano, acustica, basso ed armonica a bocca, senza batteria, veramente unplugged stile, con arrangiamenti studiati dal pianista GianFranco Balestrini che mischiano Bach, Beethoven e Mozart con la musica Lennon-McCartney, set davvero gustato ed applauditissimo da tutto il pubblico. Love me do, You’ve got to hide your love away con Marcello che imita Lennon e Mick che canta la seconda strofa alla Dylan con la voce anni 60 del menestrello, poi Don’t Let Me Down ed una splendida Let It Be alla quale si aggiunge Nino per l’assolo con la lap steel. Ha proprio ragione Murino quando dice che i Blackstones più invecchiano più diventano bravi, concordo con lui senza riserve.
Si ritorna a Dylan con I Shall be released, Like a rolling Stone ed uno splendido arrangiamento Nashville-Country di Blowin’ in the wind che da nuova linfa ad una canzone che, forse per averla sentita troppe volte, rischia spesso di cadere nella monotonia, ma la versione-Blackstones ha qualcosa che ti fa venir la voglia di riascoltarla ancora.
Immancabile singalong con Knockin’ e la serata si chiude con Imagine, un bellissimo omaggio a Lennon, con Michele Murino che questa volta da narratore diventa performer.

Grandi applausi e poi tutti in pizzeria ospiti non mi ricordo più di chi, comunque lo ringrazio anche se ho scordato il nome. Si mangia e si beve chiacchierando sempre di Dylan, quale modo migliore per concludere l’omaggio ai 70 anni di Bob?

Mr.Tambourine