Hurricane
The Blackstones:
I Shall Be Released
Highway 61 Revisited
Mick Dylan, cantante e chitarra
The Mighty Quinn
Lanny Brush, basso
Lay Lady Lay
Sir Darius McCarthy: piano, Hammond, cori
Mr. Tambourine Man
Frank Night: chitarra solista, cori
Rainy Day Woman # 12 & 35
Ricky Van Der Wall: batteria
I’ll Remember You
A Hard Rain’s A-gonna Fall
When I Paint My Masterpiece
You’re A Big Girl Now
Don’t Think Twice
Forever Young
Like A Rolling Stone
Knocking On Heaven’s Door
Bonus: All Along The Watch Tower
Devo ammettere che viaggiando verso Erba mercoledì sera avevo un occhio
sulla strada e uno che guardava le enormi nuvole grigie sopra di me.
Ero sicuro al 99,9% (espressione che va molto di moda nel mondo del calcio)
che i Blackstones ci avrebbero fatto assistere ad uno spettacolo
indimenticabile ma lo ero un po’ meno che il temporale non esplodesse e
rovinasse lo spettacolo.
Avevo parlato con Mick dei Blackstones alle 19:00 e mi aveva assicurato che
il tempo stava tenendo bene. Così, con le dita incrociate, partii per Erba
con il mio migliore amico e socio Giancarlo e Biagio, il cantante della
Limited Edition, che era più che curioso di trovare qualche suggerimento.
Arrivando ad Erba trovammo tutte le strade bloccate al traffico, dato che
era la Notte Bianca della cittadina che avrebbe offerto molti spettacoli per
strada e negozi aperti. Il nostro unico interesse, però, era lo spettacolo
speciale che ci sarebbe stato nel cortile del Credito Bergamasco, una
bellisssima venue con due pini secolari che erano uno spettacolo col
palco piazzato fra i pini , dove la Tribute Band numero uno in Italia ci
avrebbe regalato uno show con l’attrazione aggiunta di Mr. “Nap in Rags”
Michele Murino in persona.
Alle 21:30 la Band e il pubblico sempre più numeroso erano ansiosi che lo
spettacolo iniziasse, visto che il tempo era ancora clemente; così Frank
Night inserì il jack nella sua Stratocaster e le familiari note intro di
Hurricane illuminarono il cielo che si stava oscurando e alcuni secondi più
tardi Mick stava cantando “Pistol shots ring out in the barroom night”.
Cominciando di botto, dato che tutti conoscevano questo classico di Dylan,
la band suonò molto bene questo primo pezzo, considerando che si stavano
scaldando e che la notte era lunga. C’era un piccolo problema con il
microfono, che ci faceva spesso perdere la bella voce rock di Mick. I shall
be released fu ancora meglio e Frank riuscì finalmente a convincere il
fonico ad alzare il volume della sua chitarra solista così che quando arrivò
il momento di Highway 61 i ragazzi erano un fiume in piena. Il riff fu
suonato con grinta e la band spingeva con tutti e quattro i cilindri.
A beneficio di tutti e soprattutto dei non dylaniani, Michele interveniva
tra un numero e l’altro per dare un breve riassunto della canzone
successiva, parlando del suo significato, il suo tempo e luogo nella storia
quasi cinquantennale di Dylan. Parlando con ospiti e amici del pubblico,
notai come queste informazioni fossero ricevute e molto apprezzate. Con il
suo stile pulito e raffinato, Michele fa del suo lavoro di Capo del
Cerimoniale il suo asso nella manica. Baudo, presta attenzione!
Torniamo allo spettacolo: con The Mighty Quinn sentimmo la calorosa
partecipazione del pubblico mentre Mick lo incalzava battendo le mani nel
coro mentre la canzone volgeva al termine.
Lay Lady Lay, eeguita in chiave raggae , un’altra canzone apprezzata dal
pubblico e interpretata molto bene. Un altro breve interludio di Michele e
torniamo subito alla musica con Mr. Tambourine Man e Rainy Day Women # 12 &
35. A questo punto, la band andava a tutta birra e l’highlight della serata
stava per arrivare con I’ll Remember You e Hard Rain. Biagio mi guardò e
confessò “Wow, mi viene voglia di rinunciare a suonare Dylan” mentre
Giancarlo continuava a ripeteva quanto gli piacesse ascoltare Michele “e
quanto è bravo”.
Una canzone scivolava dentro l’altra e affondava naturalmente nella
prossima: When I Paint My Masterpiece, You’re A Big Girl Now e Don’t Think
Twice si susseguirono e terminarono in quello che sembrò come un istante.
Lanny suonava come un orologio senza mai sbagliare una singola nota ed
insieme a Ricky metteva le basi per una sessione ritmica perfetta. Mick
aveva il pubblico nelle sue mani mentre Sir Darius, una volta trovata la
corretta bilanciatura del suono dopo le prime canzoni, faceva uscire un
tappeto di suono dal suo Hammond e Frank era solo … beh, Frank! Suonava la
sua Strat a tutto gas, sicuramente imprecando per il fatto che non poteva
aumentare il volume come avrebbe ovviamente voluto ma, suonando all’aperto
in centro città , con case a ridosso, alcune norme e regole devono essere
rispettate.
Alcune parole da parte di Michele su Jacob, il figlio più giovane di Dylan,
furono l’introduzione perfetta a Forever Young, suonata in modo eccellente e
ad un alto standard da una band che è difficile credere non professionista e
che suona solo nei momenti liberi! Con LARS, Darius divenne protagonista,
inconfondibile, con il suono turbinoso di Al Kooper. Un vero capolavoro!
Con l’ultima canzone, Mick chiese a Michele di restare sul palco e anche io
e Biagio fummo invitati ad unirci al gruppo. Fu una cocente versione jam di
Knocking On Heaven’s Door, la canzone perfetta per chiudere una notte
perfetta di musica dylaniana.
Ancora non contenti, Frank iniziò a suonare l’intro di All Along The Watch
Tower e, prima che ce ne accorgessimo, iniziò un’altra improvvisata sessione
jam con Ricky che si scatenava sulla batteria.
Oltre due ore di musica meravigliosa che stavano arrivando alla conclusione.
Il pubblico era felice, Sindaco e autorità comunali ancora di più , Michele
ed i Blackstones erano felici per la tiuscita dello show e per il tempo
passato assieme , e persino il tempo rimase felice. Cos’altro si può
chiedere di più?
Dean Spencer News
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