MAGGIE'S FARM

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May you stay forever young Lanny !!!!!

di Mr.Tambourine


Entusiasmo e curiosità , molta emozione , sabato al Metromondo , per la serata in memoria di Lanny Brush , il bassista dei Blackstones, scomparso all’improvviso verso la fine di Agosto.
La serata era stata organizzata da Dario Girardo , bassista della Slow Train Band , in collaborazione con Biagio dei Limited Edition e dallo staff del Metromondo.
Sapevo cosa aspettarmi , sapevo che molte lacrime sarebbero scappate dagli occhi di molte persone , e così è stato , ed era così che la volevano tutti , questa bella e maledetta serata della quale tutti avrebbero fatto volentieri a meno.
Cast artistico di prim’ordine , tutti i musicisti hanno dato il meglio di loro stessi per ricordare ed onorare nel migliore dei modi quella straordinaria persona che era Lanny. Gli applausi non sono stati risparmiati , d’altronde il livello musicale era di quelli che ti strappano gli applausi dalle mani. E’ stata una serata piena di rammarico , di tristezza , ma vi assicuro che è stata allo stesso tempo una serata di gioia , con la gioia e l’orgoglio che si confondeva col dolore , come quei fantastici events a suon di musica che si possono vedere per le strade di New Orleans , serata irripetibile per le emozioni che ha generato.
La cosa più bella è che tutto è stato organizzato da persone che hanno avuto pochi rapporti con Lanny , ma quei pochi sono bastati per far nascere in loro la stima , un tipo di amicizia che non si può descrivere , un legame che a volte si crea soltanto fra i musicisti , e quando uno di loro scompare sembra che ti manchi qualcosa di caro . Si dice che questa è la vita , che “the show must go on” , forse è vero in qualche misura , il mondo non si ferma per nessuno , ma sabato sera qualcuno si è fermato per Lanny , per ricordarlo , per dire che lui era lì con tutti gli amici che sono saliti sul palco a suonare in suo onore. Il suo basso muto ed immobile davanti al palco era lì a testimoniare la sua presenza , a dire che l’amicizia , la stima ed il rispetto sono cose che non hanno prezzo , cose che possono, in forma lieve, anche alleviare il dolore per la scomparsa di un amico.

AL DIESAN

Il mattatore della serata è stato senz’altro Al Diesan , arrivato a Milano da Cagliari dopo aver attraversato mille problemi di viaggio , il viso stravolto dalla fatica , con tanta energia da travolgere tutto , con la dolcezza delle sue interpretazioni che ti mettono la pelle d’oca fin dalle prime parole. La sua capacità di creare atmosfera magica nel giro di poche battute è stata confermata ancora una volta. Al comunica , trasmette i suoi sentimenti e le sue emozioni, non è solo uno che canta bene le canzoni di Bob , è uno che te le fa entrare nel cuore e nella mente , e mentre lui canta ti trasporta in quel mondo irreale narrato dalle poesie dylaniane, e quando finisce il suo set tu dici “Ma come , cazzo !!! Ha già finito ?”
Al Diesan ha fatto l’opener alla grande , nel miglior modo possibile , la gente lo ascoltava e lo gustava in religioso silenzio , applaudendo vistosamente al termine di ogni canzone. Vestito alla maniera dell’ultimo Bob lui incanta tutti con la sua arte riservata , la sua gentilezza e la dolcezza con la quale interpreta le canzoni del Maestro ( così lo chiama lui ) , vestito nero , pantaloni con bande grigie , sembra uno che arriva dalle desolate lande della bassa California o del Messico , con la fedora bianca in testa ( lui sostiene che si tratta di un “Jackson hole” ) , insomma una presenza che ti prende e ti tiene col fiato sospeso. Quando abbassa la testa e la Fedora gli mette il volto in ombra hai l’impressione di avere davanti il Maestro che canta per te in un locale dove cento persone starebbero ammassate come in una scatola di sardine .

 

Ha aperto con “You belong to me” , con la voce del Dylan degli anni migliori , con la sua fantastica Gibson acustica sundburst e l’inseparabile armonica appesa al collo.
Un’ interpretazione da brivido , carica di atmosfera e profondità , sullo schermo bianco dietro di lui sembrava che le immagini della canzone fossero proiettate per aumentare l’impatto , ma lo schermo era bianco , forse era solo la mia suggestione , la mia immaginazione , sto parlando delle mie impressioni che senz’altro saranno stae diverse da quelle di altri amici presenti , ma questo era quello che vedevo e sentivo durante quella canzone.
E’ seguita una altrettanto ispirata "Spirit on the water" , seguita subito dopo da una straordinaria “Girl from the north country” , con l’armonica a farla da padrone.
 

LIMITED EDITION

              

Ed è stato il momento dei Limited Edition , col favoloso Biagio truccato alla Bob Dylan-Hard Rain dalle ragazze del locale che hanno fatto un lavoro magnifico.
Biagio ha iniziato recitando una poesia di Rimbaud in perfetto francese , declamata con tutta l’emozione del pensiero di Lanny al quale era dedicata. Biagio ci ha sorpreso e spupito con questa mossa , lungamente applaudita ed altrettanto apprezzata. Con la coda dell’occhio vedevo le espressioni dei volti dei Blackstones e capivo quanto doveva essere difficile per loro essere lì , con una tonnellata di ricordi e di dolore sulle spalle.
Il primo pezzo è stata una davvero bella versione di “Just like a woman” , intensa , sentita , d’altronde non poteva essere altro che così , tutte le canzoni sono state eseguite dai diversi artisti con la stessa intensità , con una partecipazione sentita e sincera , stasera niente recita per nessuno , era la sera della verità , la sera per un amico , e permettetemi di dire che tutti si sono guardati bene di pensare allo spettacolo , si pensava alla musica e a chi era dedicata , niente prove , niente sound-check , i ragazzi salivano sul palco e via nel migliore dei modi.
“Like a rolling stones” è stata solida , bella versione , apprezzata dal pubblico che l’ha applaudita lungamente.

 

Devo anche dire che ho trovato molto migliorati i ragazzi della Limited Edition dall’ultima volta che li avevo visti esibirsi proprio in questo localino , il tempo e l’affiatamento risolvono un sacco di problemi e fanno andare le cose al loro giusto posto. Bravi dunque , a Biagio che crede ciecamente in quello che sta facendo , ai suoi colleghi della band che lo seguono con attenzione e partecipazione , ed ora che l’affiatamento è stato trovato anche il suono è migliorato. Mi piaceva molto Stefano , il batterista , coi suoi stacchi precisi e di gusto , uno dei pochi che sa suonare ancora con le spazzole quando c’è n’è bisogno , e non è poco. Altrettanto buono è stato Aldo , il bassista , che mi aveva già destato una impressione favorevole la volta scorsa , l’ho trovato ancora meglio , più in sintonia , più al servizio della band , e questo dimostra la validità della persona , quando si suona in un gruppo si deve suonare per gli altri , fare in modo che il suond degli strumenti diventi un tutt’uno, loro sono sulla strada giusta , anche se io sono sempre convinto che inserendo le tastiere farebbero un salto di qualità notevolissimo a livello di suono. Ho apprezzato anche Pino , il chitarrista , il suo stile più jazz che blues ( mi ha incantato con l’assolo di When the deal goes down ) , anche lui più dentro la band.
Poi è partita “Series of dreams” , un pezzo che mi esalta , non saprei spiegare il perchè , sarò il continuo rullio della batteria , la progressione armonica , non saprei specificare , ma quella canzone mi fa sempre un notevole effetto. Il pezzo si adatta bene alle caratteristiche della bella voce di Biagio , un altro che nel fare la voce di Dylan non scherza , applausi a scena aperta per tutti alla fine del pezzo.
“Meet me in the morning” è un buon pezzo blues , ma non ha l’appeal di altre canzoni , c’era però un bel pieno sonoro che ha sollevato la canzone ad un buon livello.
Biagio ha il gusto di sciegliere pezzi di Bob che di solito vengono trascurati da tutte le tribute band che suonano Dylan , e l’ha dimostrato con una suggestiva interpretazione di “Hazel” , bravo Biagio , prosegui su questa strada , i pezzi rari sono il tuo punto di forza , insisti , hai i numeri per poterlo fare.
 

“When the deal goes down” , per me l’highlight dei Limited Edition , con Pino ad inventare un solo di chitarra da brivido , costruito veramente bene dal punto di vista armonico , con dissonenze formidabili sono state il valore aggiunto di questo straordinario valzer-lento , merito della sezione ritmica che meglio non avrebbe potuto fare , con delicatezza e competenza.
Poi una cosa inaspettata , dopo un lunga introduzione di solo basso davvero ben studiata , i ragazzi si sono messi in fila sul palco in silenzio , senza i loro stumenti , e Biagio ha cantato in mezzo a loro “Lenny Bruce”. Il momento è stato molto toccante , e credo di aver visto qualcuno dei Blacktones partire di gran carriera abbandonando il locale , l’emozione gioca a volte scherzi di questo genere , e uno ha bisogno di piangere da solo per qualche momento.
Così si è chiuso il set dei Limited Edition , applauditi nel migliore dei modi dal pubblico e dagli amici delle altre band. Che posso dire di più , sono stati bravi , bravi , bravi !

 

SLOW TRAIN BAND

            

La Slow Train Band apre il suo set con “Rainy day women # 12 & 35” , un pezzo che ben si adatta al loro suono ora spiccatamente di impostazione blues dopo l’inserimento tempo fa del batterista Franco Ponso e del chitarrista-cantante Beppe Lo Riggio.
Anche loro hanno fatto progressi notevoli dal punto di vista musicale , trovando una quadratura che non era patrimonio della vecchia formazione. Dario Girardo è sempre il punto di forza della Band , ma questa volta è supportato da un batterista serio che da del tu alla batteria. Dario sfoggiava un nuovo Gibson diavoletto marrone che era una favola , con quel suono gonfio e pastoso che a me piace particolarmente . Grandi passi in avanti anche della chitarra solista Luca De Niglio , anche lui armato di Gibson diavoletto d’epoca , dalla quale riusciva a tirare fuori un suono fine anni 60 primo anni 70’ da vero blues , alla John Mayall per capirci , il suono dei primi Clapton , Back e Page , e credo che per un solista sia più che un bagaglio di tutto rispetto. Il cantante Beppe è una buona chitarra ritmica , e la sua Telecaster ha quel suono tagliente da rasoio taglia -orecchie che solo una Tele può dare , la ritmica del blues si chiama Fender Telecaster , inutile ogni altra opzione.      

La voce è di impostazione blues , sia la timbrica e le armonie , ma per uno che si trova di colpo  a dover cantare solo Dylan devo ammettere con piacere che ha fatti miracoli , con una intrepretazione di “Forever Yoyng” che mi ha lasciato stoned , bella potente , blues e delicata , veramente una gran versione , per me l’highlight della banda del treno lento.
A questo punto una sorpresa , Al Diesan torna sul palco per cantare assieme alla Slow Train Band “Beyond here lies nothing” . portando , con l’apporto della sua acustica e della sua voce caratteristica , la band in una dimensione più lontana dal blues e più vicina alle sonorità dylaniane. Una perla , forse la gemma migliore della serata.

 

             

Altra sorpresa con “Cat’s in the well” , repertorio più recente di Bob , davvero gradita e ben eseguita , 8 a tutti.
Parte poi una tiratissima rock-blues version di “Leopard skin pill box hat” , con la chitarra solista che la fa da padrone sostenuta dal martello del basso e della batteria. Ottima anche         l’ interpretazione vocale di una canzone che non è così facile da cantare come può sembrare.
Ed ecco “Forever Young”, dedicata a Lanny ! Veramente da lasciare senza fiato , intensa , profonda , emozionale , ingigantita da una bellisssima e sofferta interpretazione vocale di Beppe. In questo pezzo , già carico di emotività per suo conto , la voce e l’interpretazione del cantante hanno sovrastato ogni cosa , rendendo magnifica una cosa bella , si può chiedere di più ? Credo proprio di no , Slow Train Band al meglio dell’interpretazione emotiva , un bel 9 meritatissimo per tutti , e 10 al cantante per Forever Young !

 

THE BLACKSTONES

    

Il basso di Lanny era sempre davanti al palco muto e silenzioso , ma ho avuto l’impressione che si sia mosso quando i Blackstones sono saliti sul palco, forse sentiva che era venuto il suo turno, ma il suo musicista non c’era. La suggestione fa brutti scherzi a volte , ed io l’ho subita.
Mick prende il microfono e dice “ Vorrei.......................,.............................,.................” , ma le parole non vogliono saperne di uscire , si arroccano e si trincerano in gola , niente da fare , un applauso da parte del caloroso pubblico risolve il suo impasse. La voce è rotta dall’emozione , mi chiedo come farà a cantare , quando le parole si fermano in gola e la voce non esce. Capisco il suo piccolo dramma momentaneo e gli faccio un sorriso d’incoraggiamento.

 

Parte una scatenata “Highway 61 revisited” in stile Berry-suond , Mick sforza la voce più che può per tirarla fuori , ma ogni tanto si sente che manca, va via e ritorna di colpo, comprensibile, ma la cosa non rovina la potenza e l’energia del pezzo. I Blackstones hanno il nuovo bassista , un amico di Lanny che ha avuto l’orgoglio e la volontà di raccogliere la sua eredità. E’ evidente che è già in sintonia perfetta con gli altri Blackstones , che anche lui si sente un Blackstones a tutti gli effetti , pur con tutta l’amarezza che la perdita di un caro amico può portare nel suo animo. D.D. Foyt , questo il nikename che ha scelto per esibirsi come Blackstones e davvero tosto , solido e ben inserito nella miscela ritmica della band pur con il poco tempo che ha avuto a disposizione ( mi hanno detto che è circa un mese e mezzo che suonano assieme , ma il suono è rimasto lo stesso , forte , solido , potente , con gli alti e bassi , coi colori che i Blackstones hanno saputo inserire nei loro personalissimi arrangiamenti delle canzoni di Dylan.
E’ seguita una superba “I’ll remember you” dedicata a Lanny , con la voce di Mick ancora alla prese con la commozzione. Grande versione ( quella di Dylan con Tom Petty ) con la grinta di marca Blackstones a spingerla su rive più rudi , davvero molto apprezzata da tutti.

 

Segue un vecchissimo cavallo di battaglia di Bob , “When i paint my masterpiece” , in versone rock targato Blacktones , come trasformare un pezzo mediocre in un pezzo super. Frank Night come al solito vola altissimo con la sua Stratocaster bianca ( questa volta , ma quante ne ha ? Mi chiedo , domanda inutile perchè lo conosco da anni e so che è un appassionato collezionista di chitarre , circa una ventina di Strato , quattro Gibson Les Paul , una SG diavoletto ed un’altra decina di altre marche mano blasonate ).
Riki è il motore della band , sempre incisivo e preciso , mentre Sir Darius è il vero valore aggiunto con il piano e l’organo Hammond che creano un tappeto invidiabile a sostegno del muro sonoro di questa straordinaria band.

 

A questo punto Mick chiama sul palco Al Diesan per affidargli il canto degli ultimi tre pezzi ,   “I shall be released” , "Like a rollling stone” e “Knockin’ on heaven’s door”. Al Diesan giganteggia di nuovo supportato dagli arrangiamenti dei Blackstones che per lui si fanno più dolci e morbidi , Mick, Frank e Darius diventano i coristi di Al e le canzoni arrivano molto vicino alla perfezione assoluta.
Grande “I shall be released” , più ancora la mitica “ Like a rolling stone” , con Al che canta le strofe alla Dylan ed i Blackstone che trasformano la parte del ritornello nella versione di Jagger e soci , per poi tornatre a Dylan ed ancora agli Stones in un alternare emozionantissimo e bellissino da ascoltare.

 

 

Per il gran finale nessun dubbio , “Knockin’ on Heaven’s Door” , Mick chiama tutti sul palco , Slow Train e Limited Edition, con Al che attacca in sordina con la chitarra e l’armonica per poi esplodere con l’assolo di Frank ripreso alla grande da quello di Slash. La canzone è un crescendo di alti e bassi , tutti fanno qualcosa , cantano , suonano un tamburello , fanno il coro , insomma è l’apoteosi della serata. Sul palco c’e anche Ezio Veronelli , il figlio di Lanny , commosso e stordito dal dolore e dalla gioia di vedere quanto il papà era stimato da così tante persone , persone che per Ezio erano sempre state praticamente degli estranei, e questo ha contribuito ad aumentare la sua sorpresa e la sua commozione.
 

La serata sembrava finita dopo i numerosi inchini di saluto al pubblico e gli applausi che non smettevano , quando Al Diesan , improvvisamente , piazza la sua stoccata personale che stende tutti. La sue versione di “Lenny Bruce” è da cardiopalma , i Blackstones scompaiono di nuovo...
Che serata ragazzi , ne valeva davvero la pena , parola di Mr.Tambourine...e...so long Lanny !!!
 

 

Set List :
AL DIESAN
1) You belong to me ( solo )
2) Spirit on the water (solo )
3) Girl from the north country ( solo )
4) Beyond here lies nothin’ ( backing band Slow Train Band )
5) I shall be released ( backing band  Blackstones )
6) Like a rolling stone ( backing band  Blackstones )
7) Knockin’ on Heven’s door ( backing band  Blackstones + Slow Train Band, Limited Edition, Ezio Veronelli )
8) Lanny Bruce ( solo)
 

LIMITED EDITION
Poesia Rimbaud
1) Just like a woman
2) Like a rolling stone
3) Series of dreams
4) Meet me in the morning
5) Hazel
6) When the deal goes down
7) Lenny Bruce


SLOW TRAIN BAND
1) Rainy day women 12&35
2) Beyond here lies nothing ( Al Diesan vocal )
3) All along the watchtower
4) Cat's in the well
5) Leopard skin pill box hat
6) Forever young

BLACKSTONES
1) Highway 61 Revisited
2) I’ll remember you
3) When I paint my masterpiece
4) I shall be released ( Al Diesan vocal )
5) Like a rolling stone ( Al Diesan vocal )
6) ( Knockin’ on Heaven’s Door ( Al Diesan vocal + Blackstones - Slow Train Band - Limited Edition - Ezio Veronelli )

 

LANNY BRUSH ( LANFRANCO VERONELLI )