Il "mistero" di
"BLOWIN' IN THE WIND"
Dylan e Lorre Wyatt
Negli anni Sessanta girava una voce secondo la quale Bob Dylan aveva
rubato (o meglio aveva "comprato") la sua celebre "Blowin' in the wind" da
un cantante poco noto (o per meglio dire sconosciuto) di nome Lorre Wyatt,
che all'epoca era solo uno studente di Millburn, New Jersey.
La cosa addirittura venne pubblicata sulla rivista "Newsweek" e creò molti
problemi alla carriera di Dylan che proprio con "Blowin' in the wind",
divenuta vero e proprio inno generazionale, aveva ricevuto una svolta
decisiva verso il successo.
La storia riportava che Dylan aveva comprato la canzone da Wyatt e se
l'era poi accreditata, lasciando al vero autore solo una cifra irrisoria
se confrontata con l'importanza del brano in questione.
Ma in seguito tutto venne provato essere assolutamente falso e lo stesso
Lorre Wyatt lo affermò in un articolo del 1974 dal titolo "A Rumor
Revisited" pubblicato nella rivista "New Times" e poi ristampato in forma
ridotta nel numero 2 della rivista "Sing Out!" (anno 23mo, Maggio/Giugno
1974).
In realtà, racconta Lorre, egli doveva preparare una canzone per i
Millburnaires, un ottetto di Millburn High del quale egli faceva parte.
Lorre aveva letto sulle pagine della rivista "Sing Out!" il testo di
Blowin' in the wind di Dylan, testo che lo aveva ispirato e spinto a
cercare di scrivere una canzone su quella base, una canzone che però non
era riuscito a terminare.
Così il 28 ottobre egli era con l'ottetto per delle prove ed in tasca
aveva due testi, l'originale di Dylan e quello abbozzato che egli avrebbe
voluto scrivere sulla base di Blowin' in the wind...
Siccome la sua canzone non era finita pensò che avrebbe potuto cantare
l'originale di Dylan senza dire di non essere stato lui a scriverla e
naturalmente senza pensare al fatto che la cosa avrebbe avuto chissà quali
conseguenze... in fondo Dylan non era ancora molto conosciuto e
soprattutto quella canzone era una delle tante pubblicate su "Sing Out!" e
non era ancora nota come lo sarebbe stato di lì a poco.
Lorre pensò semplicemente che qualora in futuro gli avessero chiesto di
cantarla di nuovo egli avrebbe cantato la sua canzone che nel frattempo
avrebbe finito di comporre e - dice Lorre - probabilmente nessuno si
sarebbe accorto che era differente dalla versione precedente.
Così Lorre con una buona dose di faccia tosta presentò come suo il testo
di "Blowin' in the wind".
E riscosse anche un notevole successo al punto che quando gli chiesero se
quella bellissima canzone l'aveva scritta lui, gasato dal successo, con la
testa che gli girava letteralmente per i complimenti e fedele al motto che
recita "se devi dire una bugia dilla grossa", mentendo disse di sì.
In quel preciso istante - dice Lorre - la mia vecchia vita finì e ne
iniziò una nuova.
Quando gli fu detto che quel brano era eccezionale e che dovevano
impararlo per eseguirlo nel Thanksgiving Day egli disse di no, che non era
ancora completa e che dunque non era possibile.
Ma le cose andarono diversamente e l'ottetto eseguì regolarmente il brano
nonostante il tentativo di Lorre di impedirlo.
Comunque nel Thanksgiving Day (il Giorno del Ringraziamento in U.S.A.)
almeno Lorre cercò di cautelarsi dando istruzioni di non menzionare chi
fosse l'autore della canzone, se non che, prosegue Lorre parlando di un
suo amico presente quel giorno: "Don presentò la canzone come un brano
scritto da uno degli studenti di Millburn High".
Così di bugia in bugia Lorre (che nell'articolo paragona appropriatamente
se stesso a Pinocchio) si inventò che non avrebbero dovuto più cantare
quel pezzo perchè ne aveva ceduto i diritti per 1.000 dollari.
Così la leggenda della canzone comprata da Dylan a Lorre montò per poi
sgonfiarsi col tempo.
"Quattro anni dopo" conclude Wyatt, "la mia terapista rimase esterrefatta
quando le raccontai di come mi era capitato, per un puro caso, di
appropriarmi della canzone che era diventata l'espressione della "we shall
overcome era". Mi guardò e mi disse comprensiva: 'Beh... Almeno hai avuto
buon gusto...' "
Michele Murino
JOAN BAEZ: Non ricordo esattamente la prima volta in cui sentii "Blowin'
in the wind". Ma ricordo invece un giorno che stavo uscendo dal Gerde's
Folk City a New York City, e sentii Bob mentre la cantava, forse non la
prima volta, ma comunque l'aveva appena scritta.
E salii su di un taxi in uno stato di grande eccitazione. Fu Bob a
mettermi sul taxi in effetti ed io me ne andavo in giro e volevo mettere a
parte il mondo che avevo assistito a quell'incredibile episodio, che ero
stata testimone di quella incredibile nuova canzone.
E cercavo di trasmettere all'autista di quel taxi quella sensazione.
"Non ci crederà..." - gli dicevo - Voglio dire... E' fantastica... E' vera
poesia".
L'autista mi chiese: "E' in rima?". Io risposi: "Certo". E lui mi disse:
"Okay". Non sembrava particolarmente impressionato. Ma qualcosa dentro di
me mi diceva che era una canzone che sarebbe durata per sempre".
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