"Dylan è ancora Cristiano?"
di Bill Parr
traduzione di Michele Murino
Alcuni pensieri a proposito delle domande inerenti Bob Dylan, riguardo al
fatto se "egli sia ancora o non sia più un Cristiano":
Dylan è ancora un Cristiano?
Un sacco di persone dimostrerebbero il contrario. Altre persone ancora
sarebbero d'accordo nel ritenere che egli lo è ancora. La mia sensazione è
che per molti di costoro, la loro risposta rivelerebbe più cose a
proposito dei loro preconcetti e dei loro pregiudizi che a proposito di
Dylan.
La mia risposta, basata sui testi delle sue canzoni pubblicate
approssimativamente negli ultimi venti anni (cioè dalla fine del periodo
cristiano del 1979/1981), ed affiancata ai commenti che Dylan fa durante i
suoi concerti, oltre che alla scelta delle canzoni che egli fa, è la
seguente:
Sì. Chiaramente lo è.
Dylan è "maturato" e "stagionato" un po', certo.
Dunque, perchè io credo che Dylan sia ancora un Cristiano?
1) Dylan, in maniera consistente, fa commenti durante i propri concerti,
come nel caso dello show tenuto il 7 Maggio 1994 a Chattanooga (ed io ero
presente, insieme a mio figlio Aaron):
"Everybody has a hero. Here's a song about my hero..."
("Tutti hanno un eroe. Questa che segue è una canzone che parla del mio
eroe...")
E poi inzia a cantare "In the Garden". E di chi parla questa canzone?! E,
se Dylan ha davvero "gettato alle sue spalle il periodo 1979/1981" ed è
imbarazzato a proposito di tale periodo, per quale concepibile ragione
dovrebbe mai pensare di riferirsi a Gesù Cristo in pubblico con la frase
"il mio eroe"? Se Dylan è ritornato all'Ebraismo ed ha abbandonato il
Cristianesimo, un tale comportamento non avrebbe alcun senso.
2) Le canzoni di Dylan riflettono ancora la sensibilità di quelle del
periodo 1979/1981.
Per esempio:
"What was it you wanted?", dall'album "Oh Mercy". Vi prego di ascoltare
questa canzone con molta attenzione. Sembra essere stata scritta da varie
prospettive (con reminiscenze di "Tangled up in Blue"). Tra queste
prospettive è inclusa la seguente: Gesù Cristo che parla a Giuda. Paul
Williams si è riferito alla reazione ed ai commenti a questa canzone da
parte della corrente principale del giornalismo rock come la prova che
quest'ultimo è la più bassa forma di letteratura. Io sono d'accordo. E'
sembrato che nessuno nemmeno notasse che la canzone aveva qualcosa a che
fare con Gesù Cristo e Giuda.
Un ascolto dell'album "Oh Mercy" nella sua interezza non fa che espandere
tale impressione. "Man in the Long Black Coat"! Il linguaggio figurato
utilizzato in questa canzone porta direttamente alla Bibbia (ed a
Nathaniel Hawthorn), ed anche a Blind Willie McTell (e guardate la storia
di Blind Willie McTell!) ed ai Mississippi Sheiks (e guardate la loro
storia!).
Infidels: Ascoltate "Jokerman". Chi è Jokerman? Provate a trovare una
risposta a questa domanda che abbia un senso al di fuori del credo
Cristiano. Io non ci sono mai riuscito.
Under the Red Sky: Ascoltate questo album. Il significato chiaro che io ne
ricavo è quello di qualcuno che è un Cristiano impegnato, non nel senso
stretto dell'evangelismo ma piuttosto semplicemente di qualcuno che sta
parlando dal suo (Suo) punto di vista. Under the Red Sky - la canzone - è
particolarmente espressiva da questo punto di vista, ma ascoltate anche il
resto dell'album.
Down in the Groove: Mi lascia perplesso. Questo album sembra essere in
gran parte neutro. Chiaramente i Grateful Dead hanno influenzato questo
lavoro. Chissà? In ogni caso non è una delle opere più importanti di Dylan
(ma questa non è una pagina di recensione degli album).
Il 14 Ottobre 1995 ho avuto il privilegio di vedere (insieme ad Aaron, il
mio figlio di 14 anni) Dylan in concerto a Biloxi. Avrei voluto poterlo
vedere anche la sera dopo a Thibodeaux! O anche in altre date successive.
A Biloxi la canzone chiaramente più animata ed in cui maggiormente
traspariva l'impegno di Dylan fu "In the Garden". Io mi trovavo proprio di
fronte al palco durante questa canzone. Non so come qualcuno può
eventualmente non rendersi conto della passione con cui Dylan cantò questa
canzone, la sua performance vocale, gli assoli di chitarra... Se Dylan
avesse deciso che il periodo che va dal 1979 al 1981 era stato
un'aberrazione, o una follia temporanea, egli avrebbe potuto
presumibilmente rinnegare le canzoni provenienti da questo periodo. Invece
vedo che di frequente canta brani di quel periodo. E le canta con una
enfasi speciale, e spesso commentando come sopra annotato in relazione al
concerto di Chattanooga del Maggio '94.
In breve: Dylan è sempre stato "ambiguo". Egli ha detto a noi tutti nel
1979 da quale parte stava. Egli non ci ha mai detto di aver cambiato idea
e continua a mandare segnali per farci capire che il suo impegno è reale.
Sono d'accordo con quanto affermato da Paul Williams (vedi il suo "What
Happened") che questo impegno difficilmente cambierà.
3) Le dichiarazioni di Dylan, persino negli anni '90:
Potrete trovare di un qualche interesse il seguente frammento da
un'intervista rilasciata da Dylan a Budapest nel 1991:
BD: Io credo in tutto quello che riporta la Bibbia.
Domanda: Leggi molto la Bibbia?
BD: Sì.
Domanda: In continuazione?
BD: Sempre.
Domanda: Quali sono i tuoi libri preferiti della Bibbia?
BD: Levitico e Deuteronomio.
Domanda: Cosa pensi dell'Apocalisse?
BD: Non avverrà con l'acqua, ma con il fuoco, la prossima volta. E' stato
scritto.
Domanda: Quale versione della Bibbia leggi?
BD: La versione di Re Giacomo.
(Fonte: C. Williams, Bob Dylan in his own words, London: Omnibux Press,
1993. p. 85. )
E, durante il tour autunnale del 1995, Dylan commenta così durante una
intervista telefonica:
Domanda: L’America è migliorata o peggiorata dai tempi di, diciamo, The
Times They are A-Changin’?
BD: Vedo fotografie degli anni ’50, ’60 e ’70 e vedo che c’era una
differenza. Ma non penso che la mente umana possa concepire il passato e
il futuro. Sono entrambe solo illusioni che possono indurti a pensare che
qualche tipo di cambiamento ci sia stato. Ma per chi è in giro da un po’,
sembrano entrambi innaturali. Apparentemente procediamo lungo una linea
retta, ma poi cominci a vedere cose che hai già visto. Hai mai avuto
un’esperienza del genere? Sembra che giriamo in tondo.
Domanda: Ora, quando guardi in avanti, vedi ancora un lento treno che
arriva?
BD: Ora, quando guardo in avanti, vedo che questo treno ha preso un po’ di
velocità. In effetti adesso va come un treno merci.
Raccomando la lettura di "Dylan: What Happened" di Paul Williams. Poi un
ascolto attento (almeno un paio di volte) di "Under the Red Sky" e di "Oh
Mercy". Una fonte recente che può essere di aiuto è "Restless Pilgrim", di
Scott M. Marshall e Marcia Ford.
Dylan non è mai stato riluttante a segnalare ogni cambiamento del suo modo
di pensare. Fin dal 1966 e dai lavori successivi. Così come nel 1978 e nei
periodi successivi. Allora perchè dovrebbe essere diventato
improvvisamente riluttante?
Voglio chiudere questa nota con le parole di Paul Williams, dal suo libro
"Dylan - What Happened", scritto poco dopo i concerti al Warfield di San
Francisco del 1979:
"Un'altra possibilità è che Dylan cambi ancora, che sfugga dalle braccia
di Cristo e passi oltre. Io non credo che questo cambiamento avverrà.
Credo che egli abbia preso un impegno per la vita, ma l'uomo è molto
coraggioso e se sentirà che deve farlo, o se non troverà più Cristo nel
suo cuore, immagino che andrà avanti in una nuova direzione. In tal caso
probabilmente dovrà affrontare fans ancora più arrabbiati e più pericolosi
di quelli con cui si è dovuto confrontare ora. Abbracciare Cristo è stata
una mossa controversa per Dylan; rinnegarLo potrebbe essere catastrofico.
E non c'è dubbio che Dylan ha pensato a questo prima di prendere il
proprio impegno. Si può facilmente immaginare che egli sapeva bene di
stare imboccando una strada a senso unico e che ha ponderato la sua
decisione con molta attenzione.
E comunque egli è andato avanti è l'ha fatto ." (pag. 121/122)
Bill Parr (dal sito "A lily among thorns")
Where Is Dylan Tonight?
di Ronnie Keohane - 1999
traduzione di Michele Murino
Noi tutti abbiamo scaricato la setlist dello show di Dylan di ieri sera e,
come si fa quando si leggono le foglie del tè, proviamo a tessere un
arazzo che ci dica dov'è attualmente Dylan da un punto di vista
spirituale.
Il fatto che, nel 1999, Dylan canti: "We all gotta serve somebody" (
"Tutti noi dobbiamo servire qualcuno ") sembrerebbe dimostrare che è
avvenuto un cambiamento nella fede di Dylan da quando cantava nel 1979:
"You gotta serve somebody " ("Tu devi servire qualcuno "). Alcune persone
la vedono così. Io non sono d'accordo con loro. Entrambe le versioni
trasmettono all'ascoltatore lo stesso messaggio basato sulle Sacre
Scritture.
Sebbene io ritenga che la recente inclusione nelle setlist delle sue
canzoni di fede personale, come I Believe In You ed Every Grain of Sand,
sia sintomatica di dov'è Dylan attualmente da un punto di vista
spirituale, non saremo mai sicuri del perchè stia cantando queste canzoni,
almeno finchè non deciderà di dircelo lui stesso.
Ma ho scoperto uno scambio di battute molto interessante, risalente al
1995, tra Dylan e un giornalista, che non solo rivela fede da parte di
Dylan, ma dimostra la specifica teologia del suo periodo evangelico.
Il giornalista è John Dolen e l'intervista risale al 29 Settembre 1995. E'
stata pubblicata sul "Fort Lauderdale Sun Sentinel".
Dolen: "Negli anni '70, dopo anni che ero stato all'estero, ricordo
l'incredibile esultanza che provai quando, di ritorno negli Stati Uniti,
ascoltai le tue canzoni Cristiane. Una conferma delle esperienze che avevo
avuto in Spagna. Ricordo i versi:
“You talk about Buddha. You talk about Muhammad
But you never said a word about the one who came to die for us instead”
(Parli di Budda, parli di Maometto ma non hai mai detto una parola a
proposito di colui che venne a morire in nostra vece)
Quelle erano parole coraggiose. Come ti poni oggi rispetto a quelle parole
e alle canzoni che hai scritto durante quel periodo?"
Dylan: "Scrivere una canzone come quella mi liberò da altri tipi di
illusione. Ho scritto talmente tante canzoni ed ho inciso talmente tanti
dischi che non sono in grado di parlare di tutti. Non posso dire di essere
in disaccordo con quel verso. E' stato una sorta di punto di svolta per
me, scrivere quel verso".
Certamente Dylan ebbe modo di dichiarare che aveva trovato quella verità
che aveva cercato durante il corso di tutta la sua vita. Raccontò di come
la Bibbia gli sembrò parlare con parole di verità. Dal 1995 il cammino di
fede di Dylan sembra aver avuto dei periodi in cui si è fatto accidentato.
A riprova di ciò basti pensare a quella canzone di Time Out Of Mind,
Trying To Get To Heaven.
In quel brano, il cantante è stanco di questa vita a causa del ricordo di
qualcuno che "ogni giorno di più si indebolisce".
Dylan si lamenta che il suo cuore è stato spezzato da qualcuno che può
chiudere il libro e condurlo in un altro regno.
Nell'ultima parte della dichiarazione tratta dall'intervista, Dylan parla
del perchè ha fatto quel che ha fatto in maniera così coraggiosa ed
ininterrotta. Egli riassume il "punto di svolta" in “I Ain’t Gonna Go To
Hell For Anybody” quando, sapendo che la gente guarda a lui come ad una
guida, dice: “I can manipulate people as well as anybody... but it don’t
serve my purpose, it ain’t my goal... to gain the whole world and give up
my soul”.("Sono in grado di manipolare la gente come chiunque... ma non
soddisfa i miei scopi e non è la mia meta... conquistare il mondo intero
ma perdere la mia anima".)
Il punto di svolta attraverso il quale Dylan è passato, non è stato mai
rinnegato.
Infatti, quando gli furono poste domande a proposito degli show
"evangelici" del 1979, nel corso dei primi anni Ottanta, egli dimostrò di
credere ancora che essi dovevano comunque verificarsi e che coloro i quali
dovevano ascoltarli li ascoltarono.
Ora, questa citazione dalla dichiarazione di Dylan durante l'intervista
con Dolen, è assai propizia per quelli tra noi che cercano la prova che in
maniera chiara pone Dylan nel campo della fede Cristiana.
Personalmente credo che quella dichiarazione contenga tale prova nella
frase che recita: "Non posso dire di essere in disaccordo con quel verso".
A quale verso si sta riferendo Dylan? Bene, dando un'occhiata più da
vicino a come Dolen ha ricordato le parole di Precious Angel, dall'album
Slow Train Coming, scopriamo che i versi di Dylan sono stati citati in
maniera errata.
Il verso di Dylan recita: "You never mention one time the man who died a
criminal’s death". (Non hai mai menzionato l'uomo che venne a morire di
una morte da criminale).
Dolen cita invece erroneamente: "You never said a word about the one who
came to die for us" (Non hai mai detto una parola a proposito di colui che
venne a morire in nostra vece).
Naturalmente, Dylan sta parlando della morte di Gesù di Nazareth. Egli
venne ucciso in mezzo a due ladri ed il metodo usato fu la crocifissione
su una croce Romana. Dunque, il verso di Dylan in se stesso, senza
abbinarlo ad altri versi di Precious Angel o dell'album Slow Train Coming,
afferma soltanto le circostanze storiche relative alla morte di Gesù. Quel
verso non ci dice niente altro di più di quel che accadde. Infatti Gesù
viene indicato solo come "un uomo".
Molte persone credono che Gesù sia stato solo un predicatore
rivoluzionario il quale era in anticipo sui tempi per le sue idee e per
questo fu ucciso. Certo, in altri versi di Precious Angel e di altri
scritti di Dylan, come ad esempio No Man Righteous, c'è un'abbondanza di
prove che Dylan vede Gesù non solo come il Cristo, il Messia di Israele,
ma come Dio.
La citazione errata da parte di Dolen dei versi di Dylan in qualche modo
dimostra tutto ciò, e cioè che la morte di Gesù è stata una morte
sostitutiva. Qualcuno potrebbe dire che la storia ci dice che in verità
Gesù salvò Barabba dalla sua morte sulla croce.
Barabba era un Ebreo Zelota che combattè contro il dominio di Roma. Il
procuratore Romano Ponzio Pilato, com'era costume in occasione della
Pasqua Ebraica, volle dimostrare "la misercordia, la benevolenza e la
grandezza" di Roma lasciando libero un prigioniero Ebreo che era stato
condannato a morte. Pilato aveva dedotto da solo che Gesù non meritava la
pena di morte a causa degli atti che aveva commesso, ma i capi religiosi
di quei tempi ed il popolo richiesero che fosse risparmiata la vita a
Barabba (che vuol dire "figlio del padre") e che Gesù (il Figlio del
Padre) morisse in sua vece.
E l'errore di Dolen nella citazione era stato: "Non hai mai detto una
parola a proposito di colui che venne a morire in nostra vece".
Ciò rende la Sua morte l'espiazione sostitutiva non solo per molte più
persone che non il solo Barabba ma in qualche maniera per tutti noi che
viviamo 1960 anni dopo quegli eventi.
Come può essere possibile ciò?
Il profeta Isaia predice come si svolgeranno questi eventi nel 53mo
capitolo, versi 10-12: "Ma piacque al Signore consumarlo con la
sofferenza. S'egli offre la sua vita in espiazione, avrà una discendenza,
moltiplicherà i suoi giorni e ciò che vuole il Signore riuscirà per mezzo
suo. Dopo le sofferenze dell'anima sua egli vedrà la luce e tale visione
lo ricolmerà di gioia. Il giusto, mio servo, con le sue pene giustificherà
delle moltitudini e prenderà sopra di sè le loro iniquità. Perciò gli darò
in eredità i popoli e riceverà come bottino genti infinite, perchè
consegnò la sua vita alla morte, e fu annoverato tra i malfattori, egli
che tolse i peccati di molti e si fece intercessore per i peccatori".
Per spiegare ulteriormente come sia stato possibile ciò, voglio includere
una pagina tratta dal libro del Dottor Arnold Fruchtenbaum, "Messianic
Christology":
Ora nel verso 10 viene detto chi è l'ultimo responsabile per la morte del
Messia. Non gli Ebrei, non i Romani, ma Jehovah stesso. E' stato il volere
di Dio a distruggerLo e Dio stesso che ha fatto della "sua anima
un'offerta per l'espiazione dei peccati". L'unico che ha la capacità e il
diritto di provvedere alla salvezza del mondo è Dio. La morte del Messia
non è stata casuale nè dovuta alle circostanze, ma parte del piano divino
di Dio. E' un principio biblico quello per cui non esiste remissione dei
peccati senza spargimento di sangue. Quale misura temporanea venne
istituito un sistema basato su sacrifici di animali, ma tali sacrifici
coprivano semplicemente i peccati, non li rimuovevano. Ed inoltre
l'effetto di tali sacrifici durava solo un anno, fino al successivo Yom
Kippur, il successivo Giorno dell'Espiazione. Ma quello del Messia sarà il
sacrificio finale per la remissione dei peccati, quello che infine
rimuoverà i peccati. Ed il Solo che può provvedere a ciò è Dio stesso.
Inoltre, nel verso 11, il Messia che è morto sarà capace di vedere i
risultati delle sue sofferenze. Con la Propria auto-consapevolezza, in
quanto Messia che è morto per i peccati degli uomini, Egli sarà capace di
portare giustificazione a molti ("giustificherà delle moltitudini"). Se da
un lato Egli è morto per tutti gli uomini, dall'altro la Sua morte viene
consacrata solo a quelli che credono. Per coloro i quali credono "Egli
prenderà sopra di sè le loro iniquità."
Nel verso 12, infine giungerà nel Suo regno, "perchè Egli consegnò la sua
vita alla morte". Venne considerato un malfattore sebbene non lo fosse, ma
si fece carico dei peccati degli altri e, con la Sua morte e resurrezione,
intercesse per il male fatto da altri.
Perciò, nel 1995, Dylan non ha problemi con il verso "the man who died for
us instead".
traduzione di Michele Murino
da "A lily among the thorns"
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