MAGGIE'S FARM

sito italiano di BOB DYLAN

 

IL MOVIMENTO PSICHEDELICO

 
 

San Francisco e gli hippies

Nel 1965 San Francisco, la cui scena era fortemente fiacca negli anni della surf music e del Greenwich Movement, improvvisamente divenne una delle città più bollenti dell'intera nazione. I poeti della "Beat generation" nascono lì. I "Diggers" fanno diventare Haight Ashbury un "teatro vivente". Mario Savio fondò il "Free Speech Movement" all'Università della California a Berkeley, dove i sit-in e le marce venivano supportate da gente come Country Joe McDonald. C'era aria di eccitamento.

Nell'estate del 1965 una band di San Francisco, i Charlatans, e i loro fans hippy  rilevarono il "Red Dog Saloon" a Virginia City (Nevada), e cominciarono a suonare un nuovo tipo di musica per un nuovo tipo di spettatori. I Warlocks (che poi diventeranno i Grateful Dead) furono contattati da Ken Kesey per suonare a questi "acid tests" (feste a base di LSD), dove la band cominciò a prodigarsi in lunghissime jams strumentali, liberamente basate sul country, blues e jazz. Nell'ottobre di quello stesso anno, la Family Dog Production organizzò il primo raduno hippy a "Long Shoreman's Hall". Sulla scia del successo di quel "festival", i viali di San Francisco si aprirono per le nuove bands. Il 1966 fu l'anno della "summer of love". Quei gruppi incarnarono gli ideali pacificisti già promossi da Bob Dylan, ma con un piglio meno politico. La loro era una filosofia di vita ("pace e amore" e droghe) che erano, sotto molti aspetti, conseguenza diretta di ciò che Dylan aveva predicato, ma era anche più vicina alla filosofia buddhista. Gli hippies si radunavano non per marciare, ma per celebrare, non per protestare, ma per gioire. L'esperienza spirituale aveva la preminenza sull'esperienza politica. Ciò rappresentò una drammatica frattura con l'era del rock'n'roll, dove la musica era un atto di ribellione (che a volte sfociava nella violenza).

 

I rock festivals furono lanciati dallo "Human Be-in" tenutosi nel gennaio del 1967 al Golden Gate Park ("Gathering of the Tribes"). Il fenomeno hippy suscitò interesse per il modo in cui divenne un movimento di massa, che rapidamente si allargò a tutti gli States (e il resto del mondo) ma non ebbe mai un leader. Fu un movimento messianico senza il messiah.

La musica degli hippie era un'evoluzione del folk-rock, ridenominata "acid-rock", dato che l'idea che ne era all'origine era quella di costruire delle colonne sonore per le feste a base di LSD, una colonna sonora che riflettesse, il più fedelmente possibile, gli stessi effetti di un "trip" di LSD. Questa musica fu, sotto molti aspetti, l'equivalente rock della pittura astratta (Jackson Pollock), del free-jazz (Ornette Coleman) e della poesia beat (Allen Ginsberg). Questi fenomeni avevano in comune una struttura libera, la cui forma "era" il contenuto e un'attitudine disgregante nei confronti dei valori estetici secolari. In musica, ciò implicava che l'improvvisazione avesse tanta importanza, e a volte anche un'importanza maggiore, quanto la composizione. L'invenzione peculiare dell'acid-rock fu la "jam", che, com'è ovvio, era già praticata da musicisti jazz e blues. L'acid-rock imponeva ai musicisti di "jammare" in un contesto lievemente diverso: un contesto nel quale si doveva dare maggiore enfasi alla melodia, e un'enfasi minore ai virtuosismi. La differenza più visibile (al di là della razza dei musicisti) fu il ruolo guida che aveva la chitarra elettrica. Un'altra differenza più sottile era che lo spirito passionale del blues era rimpiazzato da uno spirito trascendentale, quasi zen. L'archetipo per l'acid-rock fu registrato a  Chicago, dal bluesman bianco Paul Butterfield (1): East-West (1966), un lungo pezzo che fondeva improvvisazioni afro-americane e indiane. Dal punto di vista strumentale, l'acid-rock restava pur sempre un discendente del rhythm'n'blues, ma dal punto di vista lirico aveva parentele decisamente più strette col folk e col country. Le melodie e le armonie erano ispirate dalla tradizione bianca. Il 1966 fu così l'anno delle jam: Virgin Forest dei Fugs, Paul Butterfield con la già citata East-West, Up In Her Room dei Seeds, Going Home dei Rolling Stones, Sad Eyed Lady Of The Lowlands di Bob Dylan, etc. Negli anni immediatamente seguenti i musicisti rock incideranno pezzi sempre più lunghi e più complessi.

 

I Jefferson Airplane  furono uno dei più grandi gruppi rock di ogni tempo. Loro, non solo incarnavano lo spirito e il suono dell'epoca hippie più di chiunque altro, ma potevano anche contare su un formidabile insieme di talenti, che ridefinì il modo di cantare (Grace Slick), l'armonizzazione (Paul Kantner, Marty Balin), il modo di suonare il basso (Jack Casady), i contrappunti chitarristici (Jorma Kaukonen) e il modo di suonare la batteria (Spencer Dryden) nella musica rock. I loro primi singoli, Somebody To Love e White Rabbitt, aiutarono il rock psichedelico a raggiungere lo statuto di genere musicale. La musica dei Jefferson Airplane era largamente auto-referenziale, e le loro carriere sembravano un documentario sulla loro generazione. Surrealistic Pillow (1967) era un manifesto della generazione hippy. After Bathing At Baxter's (1967), uno dei più alti picchi artistici dell'intera era psichedelica, fu l'album che si liberò delle convenzioni del formato-canzone e dell'arrangiamento pop. Volunteers (1969), il loro capolavoro, fondeva il trend del passato in virtù di un ritorno alle radici (musicali e morali) e il trend futuro per una linea politica dura. Blows Against The Empire (1970) era uno sguardo nostalgico agli ideali che furono delle comuni e un tributo utopistico all'era dello spazio. Sunfighter (1971) è un maturo e solenne ritorno alla forma-canzone e alla natura. Il loro "marketing appeal" risiedeva nel fatto che loro rappresentavano (e praticavano) un nuovo stile di vita. Sfortunatamente, solo pochi dei loro album sono considerabili dei capolavori del rock, perché erano fondamentalmente limitati da un formato song-oriented che raramente hanno variato (diversamente, diciamolo, dai Grateful Dead). I Jefferson Airplane erano parzialmente accettati dal Sistema perché in fondo vivevano ancora nel mondo della canzone, perché le radici folk e blues erano ancora visibili, perché la melodia era ancora il baricentro dell'armonia.
 

 

Altri stavano reagendo contro tutto questo. I Grateful Dead , I Grateful Dead, da molti considerati il massimo complesso di musica rock di tutti i tempi, furono un monumento della civiltà hippie di San Francisco e, in generale, un monumento della civiltà psichedelica degli anni '60. La loro massima invenzione fu il lungo brano di improvvisazione di gruppo, l'equivalente rock della jam del jazz. A differenza del jazz, in cui la jam sublimava l'angoscia del popolo afroamericano, la jam dei Grateful Dead costituiva la colonna sonora dell'LSD. Ma presto venne a rappresentare un'intera ideologia di fuga dal Sistema, di libertà espressiva, di vita alternativa.  Contrariamente alla loro immagine di drogati e sbandati, i Grateful Dead furono una delle più dotte formazioni di tutti i tempi, educati tanto all'avanguardia atonale Europea e Americana quanto alle improvvisazioni modali del free-jazz quanto ai ritmi di altre culture. capaci di trasformare i feedback e i metri insoliti nell'equivalente degli strumenti da camera. Le infinite scale ascendenti e discendenti di Garcia siano fra le imprese piùtitaniche tentate dalla musica rock.
 

I Grateful Dead di quegli anni non vendeterro che pochi dischi. La loro forma espressiva era il concerto, non il disco. Ridefinirono completamente il concetto di "musica popolare": il concerto rifiutava del tutto le leggi del capitalismo avanzato, relegando in secondo piano il business plan. Realizzarono dei capolavori, Anthem Of The Sun (1968), Aoxomoxoa (1969) e Live Dead (1969), sono mere approssimazioni della loro arte. Anthem Of The Sun venne certosinamente rifinito in studio ricorrendo a ogni sorta di effetto e tecnica. I membri del complesso si ispirarono alla musica elettronica di Karlheinz Stockhausen, agli strumenti "preparati" di John Cage, alla musica per nastri di Morton Subotnick (non Chuck Berry). Le radici blues e country del complesso vennero orrendamente deformate da violente scosse allucinogene. Ogni pezzo divenne una bolgia immane di ritmi. Le percussioni battono ossessive e multiformi per riprodurre le pulsazioni lisergiche; gli effetti elettronici colorano a forti tinte gli incubi e l'estasi del viaggio psichedelico; le tastiere cupe e misteriose incalzano con un continuo lamento catacombale; le chitarre pungono e delirano; le voci fluttuano, morbide e depravate. Arrangements overflew with tidbits of harpsichord, trumpet, celeste, etc. Ma, per tutto il disco, il sentimento predominante è di angustia, moltiplicato da una giungla di dissonanze e di percussioni. Le improvvisazioni più lunghe sembrano musica da camera per avvinazzati. (Fu il produttore  Dave Hassinger a sovrincidere diverse parti in modo da ottenere un effetto "multi-dimensionale", una sorta di estremizzazione del "muro del suono" di Spector). Ritmo e melodia diventano puri accessori. Aoxomoxoa mise una pezza su parte dei danni fatti, ritornando indietro, fino alla forma-canzone. Live Dead raggiunse la loro vera dimensione con pezzi come Feedback, un lungo monolitico "trip" della chitarra di Garcia, e Dark Star, il "trip" terminale dei Grateful Dead e di tutto l'acid-rock. Allo stesso tempo, le loro jam a tema libero in realtà nascevano dall'incontro fra due filosofie profondamente americane, quella individualista e libertaria della frontiera e quella comunitaria e spirituale dei quaccheri.  Le jam dei Grateful Dead, perseguitate dal Sistema, espri mevano in realtà meglio di qualunque altro fenomeno musicale dell'epoca l'essenza della nazione americana, e forse proprio per tale ragione "risuonarono" cosi` efficacemente con l'animo di migliaia di giovani. Non è una coincidenza che i Grateful Dead, accanto ai Byrds e a Bob Dylan, guidarono il movimento verso il country-rock, via Workingman's Dead (1970) e l'album solista di Jerry Garcia Garcia (1972). I Greatful Dead passarono la loro età adulta a trasformare quell'idioma sottoculturale in un linguaggio universale, che trascendesse il milieu degli hippies e raggiungesse ogni angolo del pianeta.  Ci riuscirono fabbricando una muzak per intellettuali che reinterpretava il "trip" lisergico come fuga catartica dalla realtà quotidiana e liberazione dalle nevrosi urbane: Weather Report Suite (1975), Blues For Allah (1975), Shakedown Street (1978), Althea (1979). In pratica, la loro fu un'indagine psicologica sulla relazione fra gli stati alterati della mente (le allucinazioni psichedeliche) e gli stati alterati della psiche (le nevrosi della società industriale).

I primi gruppi di San Francisco dovevano fare i conti con un'industria discografica che si ostinava a non capirli. Le grandi compagnie facevano carte false per sfruttare il fenomeno hippie, ma esitavano di fronte alla strana musica che questi hippie suonavano. I produttori venivano pagati proprio per distruggere il sound originale e per "normalizzare" le jams (in altre parole, per "Beatles-esizzare" l'acid-rock).

Mentre la precedente scena musicale mondiale si creava attorno ad uno stile specifico (come ad esempio il Mersey-beat o il rhythm'n'blues o la surf music), la baia di San Francisco divenne il posto dove tutto era permesso. Infatti, l'unica cosa che non era permessa era di replicare il sound di qualcun altro. L'originalità era d'obbligo, il talento un'opzione.

I Kaleidoscope  erano tra i più coraggiosi con la loro fusione di country, jazz, cajun, suoni medio-orientali, flamenco, gypsy e sud-americana proposta su Side Trips (1967) e Beacon From Mars (1968), sul secondo si trova Taxim (forse il capolavoro raga-rock di ogni tempo).

 

Mike Bloomfield debutta con i suoi  Electric Flag con Trip (Edsel, 1967), una bizzarra commistione di elettronica, noise, psichedelia, country, ragtime e blues.

 

Moby Grape  incarnavano lo spirito casuale e magico delle improvvisazioni acide su Grape Jam (1968), dove si trovano anche Mike Bloomfield e Al Kooper (entrambi già al seguito di Dylan), e sull'album solista del fondatore, Alexander Spence, Oar (1969).

 

Quicksilver , una delle più grandi band di jam dell'intera scena acid-rock, unì l'acid-rock di San Francisco, il sound garage del nord-est e il rhythm and blues di Chicago, particolarmente bene su Happy Trails (1969), le cui tracce più lunghe sono argute cavalcate pan-stilistiche che partono dal blues ma ambiscono all'io più interiore.

 

Anche i  Mad River  furono influenzati dal blues su Mad River (1968) e Paradise Bar And Grill (1968).

 

I Blue Cheer , d'altro lato, suonavano blues-rock violentemente: Vincebus Eruptum (1968) introdusse un suono sbalorditivo (con amplificazioni assordanti di chitarra e basso), che anticipa lo stoner-rock di 25 anni.

 

Gli Steppenwolf sono autori di due delle hit anthemiche più hard nel novero dell'acid-rock più rumoroso e veloce: Born To Be Wild (1968), che contiene l'espressione "heavy metal" che più tardi identificherà un nuovo genere, e Magic Carpet Ride (1968).

 

L'altra faccia della medaglia, i Fifty Foot Hose , una delle band più sperimentali degli anni '60, e una delle prime ad usare una strumentazione elettronica e a unire la musica rock con la musica d'avanguardia, registrarono Cauldron (1968), convertendo le placide atmosfere dell'acid-rock con il sound cacofonico e caotico delle loro apocalittiche improvvisazioni "freak-out" (Fantasy).

In quegli stessi tempi, quelle bands scoprirono lo studio di registrazione, e l'età dell'oro dell'acid-rock terminò bruscamente nell'estate del 1967 grazie a due eventi altamente pubblicizzati: il festival di Monterey (che legittimò il formato) e Sgt. Pepper dei Beatles (che legittimò il sound). Durante quell'estate ciò che prima era "alternativo" divenne "commerciale". Lo spirito anti-commerciale dell'acid-rock divenne una contraddizione in termini. Gli anni seguenti, le bands hippie abbracciarono il country-rock e tornarono al tradizionale formato-canzone.

Ci fu anche una ragione socio-politica per questa repentina dimessa del movimento hippie. Gli hippies non furono mai i portavoce degli intellettuali. Semmai rappresentarono il giovane uomo medio-borghese, uno che temeva di essere chiamato per la guerra del Vietnam, e sognava un mondo senza armi nucleari. Gli intellettuali di sinistra avevano altre priorità, e condividevano la certezza che una qualche forma di guerriglia urbana fosse necessaria, allo scopo di rovesciare il Sistema. Gli hippies erano solo una delle tante facce della contro-cultura. Nel 1968 The hippies were only one of the facets of the counter-culture. In 1968 i movimenti di massa, e le proteste violente divennero sempre più popolari di quelli pacifici. Il movimento pacifista fu sommerso da rivoluzionari di altro tipo, e anche la sua colonna sonora (l'acid-rock) divenne anacronistica.

New York and the new Boheme

Anche durante il periodo di maggior salute del rock psichedelico, San Francisco  non era l'unico centro. Bands come i Velvet Underground  (NY) avevano poco, se non nulla, in comune con le bands di San Francisco. Rappresentavano la cultura dell'"eroina" (che era una cultura ben più sinistra, neurotica e nichilista) piuttosto che la cultura dell'LSD (che era bucolica, sognante, utopistica).

I Velvet Underground spazzarono i vicoli sporchi delle parti malfamate delle metropoli, e spazzarono il subconscio dei ragazzi urbani, alla ricerca di quell scorie emozionali che erano un barbaro sotto-prodotto dello spirito originario del rock'n'roll. Il loro scopo era solo liminarmente quello di riprodurre  in musica l'esperienza psichedelia. Il loro vero scopo fu quello di realizzare un documentario che riproducesse fedelmente i sentimenti decadenti, disaffezionati e cinici che si stavano diffondendo tra l'intelligentsia. Non erano affatto hippie: erano musicisti elitari che ben conoscevano l'avanguardia. Cominciarono a suonare (nel 1965) come parte dello spettacolo multimediale di Andy Wahrol, "The Exploding Plastic Inevitable". Con loro nacquero il rock psichedelico di matrice pessimista (in opposizione a quello ottimista di San Francisco). I Velvet Underground rimangono, probabilmente,  il complesso più influente di tutta la storia della musica rock. Con loro nacque soprattutto uno spirito di far musica (indipendente, eversiva, nichilista) che un giorno sarebbe stato battezzato "punk". La musica rock, così come è conosciuta

oggi, nacque il giorno in  cui i Velvet Underground entrarono in uno studio di registrazione. The Velvet Underground And Nico (1967), registrato nell'estate del 1966, include un impressionante numero di capolavori (molti dei quali scritti da Lou Reed e John Cale, e cantati da Nico): la fredda e spettrale ode autunnale Femme Fatale, All Tomorrow's Parties e Black Angel's Death Song, il boogie percussivo di Waiting For My Man, il chaos orgasmico di Heroin, la musica tribale dissonante di European Son, il raga indiano imbevuto di decadenza di Venus In Furs. Erano immersi nelle atmosfere cupe e oppressive dell'espressionismo tedesco e dell'esistenzialismo francese, ma riuscirono comunque ad esalare un'epica lbidine: ogni canzone era pregna di feticci sessuali e di sadismi catartici. È difficile trovare un precedente per la musica dei Velvet Underground, perché questi barbari si erano educati con i lieder classici e con il minimalismo di LaMonte Young, e d'altra parte avevano ben poco a che fare con il rock'n'roll e con la musica pop. Sebbene meno impressionante, White Light White Heat (1967) conteneva Sister Ray, che  forse rimane il massimo e inimitabile capolavoro dell'intera musica rock, un pezzo epico che può rivaleggiare con le sinfonie di Beethoven e con le improvvisazioni metafisiche di John Coltrane. L'album dal vivo Live (1974) contiene altre improvvisazioni incontrollate, nello stile di Sister Ray, mentre le ballate pastose di Velvet Underground (1969), e Sweet Jane (1970), inaugurano un modello decadente di canzone pop che influenzerà il glam-rock. Innegiando il consumo di droghe e la devianza sessuale, i Velvet Underground discelarono un'intera nuova categoria di rituali edonistici. I loro album evocavano visioni dantesche in cui il confine tra inferi e paradiso era sfumato. Quelle canzoni erano anche uniche per il modo in cui fondevano elegie funerali e anthems trionfali: erano terribili e seduttivi al tempo stesso. A livello semiotico, costituivano "segni" tramite cui la realtà veniva codificata in suoni: la metropoli veniva ridotta a un rumore pulsante ripetuto all'ossessione, la vita quotidiana veniva ridotta a un delirio inconscio, e tutto, tanto il pubblico quanto il privato, finiva in pura, freudiana libidine. Quello dei Velvet Underground era iper-realismo urbano, ma filtrato attraverso una mente perennemente offuscata dalle drogate e malata di fantasie perverse. E al tempo stesso quel suono era una forma di caos visionario, dalle cui nebbie emergeva il miraggio di un mondo migliore. La loro musica aveva un senso del maestoso, anche quando si abbassava ai suoni più abietti.

La parte restante del contingente di New York era niente, se comparato ai Velvet Underground. I Blues Magoos 

realizzarono uno dei primo album psichedelici, Psychedelic Lollipop (1966); e i Mystic Tide realizzarono alcuni dei primi anthems psichedelici, ossia Frustration (1966) e Psychedelic Journey (1966).

Il rock psichedelico divenne presto tanto manieristico quanto gli altri generi. Pochi gruppi si avventurareono al di là del dogma, e quelli che lo fecero scomparsero nel nulla. Per esempio, Devils' Anvil  che suonavano un unico acid-rock medio-orientale, immortalato su Hard Rock From the Middle East (1967).

I Pearls Before Swine  di Tom Rapp furono forse la più grande band tra quelle che si avventurarono nei territori folk psichedlici negli anni '60. I loro due capolavori, One Nation Underground (1967) e specialmente Balaklava (1968) sono mosaici di canzoni atmosferiche, che rifiutano ogni classificazione, evocando gli stessi stati allucinati del surrealismo di Dalì, con i loro arrangiamenti lussureggianti, e le loro influenze provenienti tanto dalla musica classica quanto dal jazz. Entrambi i dischi sono suonati da un verosimile "ensemble da camera": organo, harmonium, piano, arpa, vibrafono, corno inglese, clarinetto, celesta, banjo, sitar, flauto...

Altri esponenti del tipico milieu artistico di New York furono i Cromagnon , che realizzarono uno degli album più radicali, futuristici e spaventoso dell'epoca, Orgasm (1968).

Bizzarri arrangiamenti eclettici affioravano su United States Of America (1968), il primo ed unico album realizzato dagli United States Of America  di Joseph Byrd, un guazzabuglio di esperimenti sonori che difficilmente possono essere chiamati "canzoni". Quello fu uno dei più significativi album di quell'epoca, e uno dei primi in cui veniva usata un'ampia distesa di tastiere (non pianoforti o organi). Lì ci sono anche primi esempi della tecnica cut-up, di jazz atmosferico e di futuristica lounge-music: idee che saranno riprese trent'anni dopo. La music-hall surreale di Byrd fu l'antipodo del teatro politicizzato dei Fugs. Una migliore definizione per questo tipo di musica è nel titolo dell'album solista di Byrd, American Metaphysical Circus (Circo metafisco americano) (1969).

Los Angeles and acid-pop

Il rock psichedelico di Los Angeles discendeva dai Byrds, ma presto si è diviso in diverse ramificazioni: i numeri pop e stereotipati, meglio rappresentati da Incense And Peppermint degli Strawberry Alarm Clock (1967); la vena più bluesata,

grezza e graffiante , influenzata dai Rolling Stones, il cui archetipo erano i Seeds , violenta e lasciva formazione proto-punk che

realizzò gli sgradevoli albums Seeds (1966) e A Web Of Sound (1966); le lunghe improvvisazioni chitarristiche di cui erano eroi gli Iron Butterfly (1), il gruppo che realizzò un'album il cui titolo, Heavy (1967), preconizzando il termine "heavy-metal", e le

architettate e febbrili improvvisazioni di blues psichedelico, con la the title-track di In A Gadda Da Vida (1968). La fragile ed onirica musica di Part One (1966), il debut album della West Coast Pop Art Band (1), fu forse la cosa che più si avvicinava all'acid-rock di San Francisco's acid-rock che fu prodotta a Los Angeles.

I Love  rappresentarono tre differenti stadi del rock psichedelico: le radici folk-rock, in primo piano nel naïfe Love (1966); la sua piena maturità creativa, dopo aver metabolizzato il blues, il jazz e i raga, nel loro capolavoro Da Capo (1967); il suo apice barocco, dove, influenzati (come chiunque altro) dai Beach Boys di Pet Sounds, il gruppo adottò il pop fatto di arrangiamenti eleganti di Forever Changes (december 1967).

Tra tutti i gruppi creativi della storia del rock, i Doors  forse sono stati i più creativi. Il loro primo album, The Doors

(1967), contiene solo capolavori (Light My Fire, Break On Through, Crystal Ship, Soul Kitchen, End Of The Night, e la grande supence di The End) e rimane virtualmente impareggiato. Jim Morrison può essere considerato il più importante front-man del rock. È con lui che il cantante rock è diventato un artista, non solo un cantante. Sia che fosse merito suo, o di Bobbie Krieger o di Ray Manzarek o di tutti loro, le loro canzoni vantano una qualità unica che nessuno ha saputo ripetere. Erano metafisici, mentre erano psicologici e mentre erano fisici (erotici e violenti). Sono la cosa più vicina a William Shakespeare che la musica rock abbia mai prodotto. In parte psicodrammi freudiani, in parte invocazioni sciamaniche/messianiche, le canzoni dei Doors erano sempre più che "canzoni". Il fatto che rubassero elementi dal blues, da Bach e dai raga era meno rilevante del fatto che rappresentavano agonie suicide auto-lesioniste. Si riferivano in continuazione alla morte: sesso, droghe e morte erano la realtà una e trina dei Doors. Ognuna rappresentava l'estasi e l'annientamento. La qualità soprannaturale dei loro inni non era gotica, quanto piuttosto imbevuta del fatalismo del simbolismo francese. La morte era l'aspetto ultimo di quella trinità, come Morrison scoprì nel 1971. I Doors fecero almeno altri tre dischi che mostrano il loro talento, Strange Days (1967), Waiting For The Sun (1968) and L.A. Woman (1971), ma non riuscirono mai a raggiungere la prodezza del loro primo album.

Dal punto di vista tecnico, gli Spirit  erano anche più telentuosi dei Doors. Loro ricordano alcuni dei più coraggiosi album dell'era psichedelica, adottando frequentemente elementi di jazz e di musica classica e anticipando il progressive-rock. Spirit (1968) e The Family That Plays Together (1969) giocavano con un'erudita fusione di blues, jazz, raga e rock, e Twelve Dreams Of Dr Sardonicous (1971) segnò un passo verso arrangiamenti sovraccarichi (e elettronici).

Il rock psichedelico era una gallina dalle uova d'ora per i produttori di Los Angeles, peché dava loro la scusa per giocare con gliu arrangiamenti più bizzarri. Il produttore Ed Cobb contribuì al rock psichedelico per mezzo di un gruppo artificiale, i  Chocolate Watchband di San Jose',  per i quali produsse The Inner Mistique (1967). David Axelrod mise mano a Mass In F Minor

(1968) degli Electric Prunes , la prima "messa rock".

Texas and the freak-out

La scuola psichedelica texana, d'altra parte, fu una delle più autentiche e meno compromesse. I Thirteenth Floor Elevators 

furono uno dei primi gruppi psichedelici: The Psychedelic Sound Of (1966) uscì nell'estate del 1966. Come per i Seeds di Los Angeles, il loro sound feroce era debitore di quello dei Rolling Stones.

I Red Crayola  furono una delle migliori band psichedeliche di tutti gli anni '60 e probabilmente di ogni tempo. Suonavano

una musica estremamente selvaggia e cacofonica che era decenni avanti il loro tempo. Anticiparono il rock tedesco espressionistico (Faust) e la new wave americana (Pere Ubu). I loro "freak outs" erano più vicini al free-jazz di John Coltrane e alle pitture astratte di Jackson Pollock che al rock'n'roll. Il loro leader, Mayo Thompson, fu un compositore degno di figurare tra i più grandi musicisti della sua epoca (classici, jazz o rock). Il suo stile compositivo era rivoluzionario ed aveva poche coordinate stabili. I suoi pezzi fluttuano non perché sono eterei, ma perché la melodia ed il ritmo erano lasciati "liberi". Erano organismo che poggiavano su supporti scheletrici che cadevano non appena tentavano di muoversi. Thompson ha posto la sua arte nella tradizione iconoclasta che Frank Zappa aveva appena fondato, e semplicemente incrementò la porzione e la velocità del rumore. Parable Of Arable Land (1967) è una delle pietre miliari della musica rock, un carosello di selvagge invenzioni/sabotaggi armonici. God Bless (1968) fu ancor più vicino (nello spirito se non nel suono) all'avanguardia americana colta da Edgar Varese a John Cage. Non a caso Thompson sarà ricoperto dalla new wave dieci anni dopo: il suo Soldier Talk (1979) poteva benissimo essere un album dei Pere Ubu (gruppo al quale si unirà).

The spreading of the disease

Un altro martire della psichedelia, Jimi Hendrix , fu una delle grandi icone del rock degli anni '60. La sua morte, avvenuta nel

1970, rimane uno degli eventi fondamentali della storia della musica rock, e sarà una data che divide due epoche. La sua opera è forse meno saliente, in quanto troppi suoi dischi sono raffazzonati. Hendrix fu uno degli artisti più sfruttati dall'industria discografica, che non esitò a pubblicare tutto ciò che Hendrix aveva suonato. Hendrix registrò due grandi album (il primo e il terzo), Are You Experienced (1967) and Electric Ladyland (1968). Ma soprattutto invento` uno stile alla chitarra che era piu` di uno stile: era una dichiarazione di guerra all'armonia occidentale. Il suo stile alla chitarra nacque da tre esperienze fondamentali: il blues di Chicago, il soul di Memphis e l'improvvisazione del chitarrista jazz Charlie Christian. Lo stile di Hendrix fu una tortura straziante della musica tonale. I sui glissando astrali univano la sofferenza storica degli schiavi africani con le ansie dei filosofi europei. Da uomo di colore, Hendrix usò sempre il blues come base per l'improvvisazione, ma usò anche l'intero corpo umano per suonare e distorcere il suono della chitarra. La chitarra divenne l'agnello sacrificale di un'intera generazione. Pezzi come 1983 attingevano tanto dal free-jazz qanto dalla musica d'avanguardia per raggiungere una sorta di "pittura sonora". Sull'album Band Of Gypsys (1970) Hendrix indulgeva in infinite acrobazie, e la sua chitarra aprì nuove frontiere alla sperimentazione sullo strumento musicale. La sua lezione sarebbe stata applicata non solo alla chitarra ma anche alle tastiere, a qualunque strumento guidi la melodia nella musica rock. La sua statura come chitarrista è paragonabile a quella di Beethoven come sinfonista.

Arrangiamenti barocchi (flauto, clarinetto, harpsichord) arricchivano le composizioni di una band di Chicago gli H.P. Lovecraft , il cui album più famoso è II (1968).

Un'altra band di Chicago, gli Amboy Dukes , guidarono la fondazione sia dell'heavy-metal che del progressive-rock con le composizioni complesse ed energetiche di Journey To The Center Of The Mind (1968) e Marriage Of The Rocks (1970).

Ultimate Spinach  erano la più significativa band psichedelica di Boston. Si specializzarono in suites sofisticate come Ballad Of The Hip Death Goddess, da Ultimate Spinach (1968) e Genesis Of Beauty, da Behold And See (1968). Anche loro hanno anticipato il progressive-rock.

Infine, l'ensemble francese Les Maledictus Sound  realizzò uno degli album più psichedelici di sempre, Les Maledictus

Sound (1968). Un'altra band canadese, L'Infonie , ispirata dal caos cacofonico di Captain Beefheart e Red Crayola, ma

anche dalla musique concrete di Pierre Henry, dal jazz cosmico di Sun Ra e dalle partiture  dadaiste di Frank Zappa, e affascinati dal numero "3", realizzarono Volume 3 (1969), suonato da 33 musicisti, Volume 33 (1971), e Volume 333 (1972).

Britain and the light show

La psichedelia britannica ebbe un'importanza decisamente minore, e fu decisamente in ritardo, con una sola significativa eccezione: Pink Floyd. Nell'estate del 1966, Joel e Tony Brown, già all'opera con il guru dell'LSD Timothy Leary negli USA, esportarono a Londra il "light show", che divenne subito un evento sensazionale. Nello stesso periodo, tornato da un viaggio negli USA, il disc-jockey John Ravenscroft (aka John "Peel") cominciò a trasmettere musica psichedelica durante il suo programma radiofonico "Perfumed Garden". Nel dicembre del 1966, fu inaugurato l'UFO Club per promuovere il nuovo fenomeno. Nell'aprile del 1967, una dozzina di gruppi suonò al al "14 Hours Technicolour Dream", che fu de facto il primo rock festival della storia. Nell'agosto dello stesso anno, l'intera Europa si riversò a St. Tropez e l'anno seguente si tenne un festival hippie di Isle of Wight: ne sarebbero seguiti altri (sempre più grandi).

I Creation furono il primo gruppo psichedelico ad attrarre l'attenzione, ma furono i Pink Floyd  a diventare presto il punto di riferimento.

I Pink Floyd raggiunsero un compromesso tra la jam tonale free-form, il freak-out astratto rumoroso e cacofonico, e l'elemento eccentrico e melodico. Questo amalgama bilanciatofu ispirato e alimentato dalla docile follia di Syd Barrett sui loro primi due album, che rimangono i loro capolavori: The Piper At The Gates Of Dawn (1967), che include i pulsanti e visionari trips di Astronomy Domine e Interstellar Overdrive (il ponte tra space-rock e cosmic music); e A Saucerful Of Secrets (1968), che contiene il maestoro crescendo dell'anthem senza parole di A Saucerful Of Secrets e il raga subliminale di Set The Controls For The Heart Of The Sun. Il pretenzioso Ummagumma (1969), un tentativo fallito di imporsi quali compositori d'avanguardia, e l'eponima suite su Atom Heart Mother (1970), un tentativo fallito di unire un gruppo rock ed un'orchestra sinfonica, segnano la fine della fase epica (Barrett se n'era già andato). Nel bene e nel male i Pink Floyd capirono anche i limiti e le implicazioni del genere e continuarono a re-inventarsi, trasformando poco a poco il rock psichedelico (nato per gli hippies banditi

dall'Establishment) in un genere per meditazione e relax (a beneficio degli yuppies perfettamente integrati nell'Establishment). La seconda facciata di Atom Heart Mother (1970) contiene già i germi del futuro della band, fatto di ballate languide, pastore e ipnotiche, sebbene sabotato da un'orgia di effetti sonori. Echoes, la suite che occupa un'intera facciata di Meddle (1971), sterilizza e anestetizza lo space-rock che fu di Interstellar Overdrive, ed enfatizza non gli effetti sonori, ma la meticolosa produzione in studio di registrazione. I Pink Floyd non esitano ad alterare forma e sostanza della musica psichedelica. Il suono aspro e cacofonico degli esordi lentamente cambia pelle e si trasforma in un sound levigato e vellutato. Ma più che addissarsi gli stereotipi dell'easy-listening, i Pink Floyd inventano un nuovo tipo di easy-listening con Dark Side Of The Moon (1973) e Wish You Were Here (1975). Una mossa tattica che presto diventerà una mossa strategica. Alla fine, i Pink Floyd ripropongono la musica psichedelica in un linguaggio universale, un linguaggio accettato sia dai punk che dai manager, un po' come negli stessi anni il jazz-rock stava "vendendo" l'angoscia del popolo afro-americano al pubblico dei qualunquisti bianchi. Il pessimismo esistenziale di Roger Waters e l'ansia storica saranno i pilastri dei melodrammi degli utlimi Pink Floyd, come The Wall (1979). Questi monoliti di suoni acustici ed elettronici, accoppiati ai testi psicoanalitici, indugiano in una pomposità funerea che apporccia la forma del rquiem e dell'orazione.

Nessuno poteva competere con i Pink Floyd, in fatto di spessore artistico e influenza. Comunque, i Tomorrow , gruppo del

batterista John "Twink" Alder, registrarono uno dei più interessanti album di quella stagione, Tomorrow (1968), e Hapshash & The Coloured Coat  fecero addirittura di meglio con Featuring The Human Host And The Heavy Metal Kids (1967).

La Incredible String Band  fu la prima comune hippie scozzese. Il loro album 5,000 Spirits or the Layers of the Onion

(1967) introdusse nel folk, elementi medievali e medio-orientali . Il loro capolavoro, Hangman's Beautiful Daughter (1968), è una zuppa iper-creativa di esorcismi ipnotici, rituali magici e pagani, musica indiana, ninnananne à la Donovan, musica barocca, rivestita con una strumentazione esotica e salmodie psichedeliche.Seguendo il loro esempio, un esagerato numero di gruppi inglesi sfornarono un esagerato numero di lavori inferiori, che sfruttavano la fusione tra folk e psichedelia.

La Gran Bretagna aveva una sua contro-cultura negli anni '60, una controparte a Country Joe e ai Fugs. Non ebbe però un movimento pacifista, un Bob Dylan o un Free Speech Movement che potessero compararsi agli originali americani. Non c'erano rivolte studentesche nel 1964, non c'era il bisogno di creare un mondo politico alternativo che combattesse l'Establishment. Fu invece il movimento psichedelico a guidare lo sviluppo di una infrasatruttura underground (riviste, clubs, stazioni radio). In Gran Bretagna, la musica psichedelica ebbe il ruolo che fu del Greenwich Movement negli USA.

Una volta che l'infrastruttura fu in piesi, l'ala politica del movimento era pronta a venire allo scoperto.

I leader del movimento agit-prop furono i Deviants , nati come la versione inglese dei Fugs, presto svilupparono un sound

ancor più iconoclasta e imprevedibile con Ptooff (1967), il loro capolavoro, Disposable (1968), Deviants (1969) e l'album solista di Mick Farren Mona The Carnivorous Circus (1970).

Sempre legato ai Fugs, Edgar Broughton  rappresentò chiaramente la fusione tra psichedelia ed elementi politici su Wasa Wasa (1969).

Comunque, una delle più importanti band psichedeliche europee non fu britannica, ma svedese: i Parson Sound, le cui

composizioni verranno alla luce solo 32 anni più tardi su Parson Sound (2001). Le loro infuenze fondamentali erano il compositore minimalista Terry Riley, che al tempo stava inventando un'estetica musicale basata sulla ripetizione, e il guru della pop-art Andy Warhol, che, nello stesso tempo, stava sperimentando con la musica rumorosa dei Velvet Underground. Rinominatisi International Harvester , realizzarono Sov Gott Rose-Marie (Love, 1968), una selvaggia fusione di psichedelia,

minimalismo, raga, folk, jazz e suoni naturali.

Da citare anche gli olandesi Outsiders, grazie al loro CQ (1968).

L'avanguardia classica stava, indirettamente, aiutando la libertà creativa di quell'epoca. Il sodalizio tra musica rock e musica classica fu fomentato da compositori di musica rock come Frank Zappa, ma anche da compositori di musica classica come Pierre Henry, il cui Rock Electronique (1963) utilizzava riff elettronici e ritmiche, e la cui messa rock, Messe Pour Le Temp Present (1967), miscelava strumenti sinfonici, rock ed elettronici. Nel 1964 Charles Dodge e James Randall eseguirono della "musica per computer". Nel 1965 Terry Riley e Steve Reich eseguivano musica basata sulla ripetizione di semplici partiture ("minimalismo"), un'idea che condivide con il rock psichedelico le qualità ipnotiche e mistiche. Morton Subotnick pubblica una libera improvvisazione al sintetizzatore, Silver Apples of the Moon (1967), che era semplicemente l'equivalente classico dell'acid-rock.

Summer of Love
La nascita della Psichedelia

Autore: Marco Redaelli

Anno 2004: Il mondo della musica è una mega industria fatta di miliardi, belle facce patinate, falsi ideali e videoclip. Ma non è sempre stato così: c’è stato un tempo in cui la musica era sinonimo di libertà e di amore, capace di guidare alcune delle più importanti battaglie sociali - a volte in modo inconsapevole - risvegliando le coscienze di intere generazioni, permettendo loro di abbattere luoghi comuni e segregazioni; la musica è stata nel corso seguono andremo a conoscere una delle storie più affascinati del periodo d’oro del rock: quella conosciuta come “the summer of love”. Da essa partiremo per intraprendere un viaggio nel mondo della psichedelica. Vi racconteremo le storie di personaggi incredibili, attraverso la loro musica rivivremo un periodo irripetibile nella storia del rock. Ma non ci limiteremo a questo; vedremo come questi personaggi hanno mutato con la loro arte tutto il panorama musicale, cercheremo di spiegarvi i motivi che hanno portato una generazione di giovani ad infrangere tutte le regole della allora società civile. Sono storie spesso drammatiche , storie di autolesionismo, droga, sesso, pazzia, innocenza, amore e morte: nel nostro viaggio troveremo tutto questo e altro ancora. Bene siamo pronti, allacciate le cinture si parte per una viaggio allucinante attraverso 20 anni di musica, andiamo a conoscere l’universo psichedelico.
La nostra storia ha inizio a San Francisco (California) nei primi anni 60. Questa città è sempre stata un’anomalia nel cuore degli USA, del tutto diversa dalla vicina Los Angeles capitale del cinema e dello spettacolo. San Francisco è un’oasi felice in cui da sempre si radunano artisti tra i più disparati: musicisti, pittori, poeti qui trovano una città dalla mentalità molto aperta che accoglie sempre a braccia aperte le novità, anche le più strane. Da sempre la “city on the bay” ha dato i natali a personaggi geniali. Qui è nato Levi Strauss l’inventore dei jeans, qui si è sviluppata l’industria informatica (Silicon valley è molto vicina alla città) e nel recente passato proprio in questa città è nato Napster. Ma San Francisco è nota nel mondo soprattutto per essere la città della musica e dell’arte. Come un dolce attira le api la “bay area” da sempre attira gli artisti che in questa piccola città (conta poco più di 800 000 abitanti) hanno deciso di risiedere. Da questo si evince come San Francisco fosse il territorio ideale per far crescere una filosofia di vita che avrebbe cambiato il mondo, la “controcultura” degli hippie. Per capire bene che città sia San Francisco sono importanti le parole di Paul Kantner (membro fondatore dei Jefferson Airplane) :"Se un artista ha una proposta valida e onesta, meglio se coraggiosa e innovativa, a San Francisco troverà sempre un pubblico pronto ad ascoltarlo".
Il termine “psichedelico” nasce nel 1943 quando viene inventata la “LSD” (dietilamide dell’acido lisergico) - scoperta per caso dal dottor Albert Hoffman nei laboratori della Sandoz, una casa farmaceutica dell’epoca, mentre cercava di riprodurre in laboratorio una sostanza capace di creare gli stessi effetti dei funghi allucinogeni i cosiddetti “peyote”- e fondamentalmente vuol dire rivelatore della mente, dal greco psiche (mente) e deloo (mostrare). In sostanza: “Uno stato mentale caratterizzato da una intensificazione della percezione sensoriale talvolta accompagnata da distorsione della realtà, allucinazioni, intensa sensazione di felicità o al contrario di disperazione.” Può anche essere inteso come “mostrare la coscienza o l’anima”. Il tutto derivato ovviamente dall’uso \ abuso di LSD. In verità, si comincia a parlare di “musica psichedelica” solo a partire dal 1965, ma per capire come si è giunti a questo bisogna partire un pochino più indietro. Nei primi anni ’60 alcuni dei musicisti più noti iniziano a rompere il tabù delle droghe nei testi delle loro canzoni e ad inserire in esse immagini “allucinatorie” tipiche della beat generation. Proprio la letteratura beat è stata una delle maggiori fonti di ispirazione per i musicisti psichedelici: ideali come la vita in “comune”, la cultura del viaggiare, l’utilizzo delle droghe sono stati gli argomenti più gettonati del periodo. Ancora una volta il precursore di tutto è Bob Dylan che nella sua “Queen Jane Approximately” usava la metafora di Mary Jane per indicare la marijuana. Sempre a San Francisco lo scrittore Ken Kesey - fondatore di una delle prime comuni, quella dei Merry Prannksters, situata a “la Honda” nella periferia della città, i cui membri avevano svuotato un vecchio scuola bus ridipingendolo con colori sgargianti e mettendo sulla targa di destinazione la scritta “furthur” cioè oltre, al di là - inizia ad organizzare dei raduni in cui, tramite l’uso del LSD, si cerca di mettere in musica le teorie di studiosi come Timothy Leary e Allen Ginsberg che predicano lo sviluppo dell’espansione della mente e la nascita del “Homo novus”. Kesey aveva compiuto una serie di studi sul rapporto tra LSD e creatività nei primi anni ’60 e con questi raduni, dove l’acido lisergico veniva distribuito gratuitamente, cercava di mettere in pratica le sue teorie. Nascono così gli “acid test”.
Per la cittadina californiana iniziano così a circolare volantini con il celebre slogan “turn on, turn it, drop out”. Kesey ingaggia per i suoi raduni la band degli Warlocks, che altro non sono che la prima incarnazione dei Grateful Dead di Jerry Garcia. Siamo nel 1965 e gli effetti dell’acido lisergico sono ancora sconosciuti ai più, tuttavia una piccola comunità di giovani, che frequentava i primi acid test, inizia sempre più spesso a farne uso. Proprio la band di Garcia è una delle più attive in questo e le loro performance live sotto l’effetto delle droghe cominciano ad avere una notevole notorietà. Nel frattempo altre giovani band iniziano a mettere in musica le sensazioni che provano nei loro viaggi “allucinanti”e gli acid test prendono sempre più piede. L’8 gennaio 1966 ne viene organizzato il primo al Fillmore di san Francisco dove si contano circa 2500 partecipanti. Ma come mai questa nuova controcultura sta prendendo così velocemente piede? Per capirlo dobbiamo fare un passo indietro: Torniamo ai primi anni 60. La nuova ondata rock e il blues \ folk revival ha stimolato le coscienze dei giovani con i suoi sentimenti di protesta: le nuove leve americane sentono il bisogno di evadere da una società che li ingabbia con le sue regole e leggi. Sempre più ragazzi si avvicinano alle teorie di apertura mentale degli studiosi prima citati (Leary, Ginsberg) e a San Francisco arrivano sempre più artisti in cerca di un nuovo modello di società basata sulla pace e sull’amore, il tutto ricercato tramite l’LSD che permette loro di raggiungere un nuovo stato mentale. L’acido lisergico provoca allucinazioni e dà la sensazione che la mente si estranei dal corpo raggiungendo una sorta di stato di pace totale. L’obbiettivo di musicisti, pittori, scrittori e poeti che nella bay area erano confluiti era proprio quello di mettere queste sensazioni nella loro arte. Si creano così delle comuni, luoghi in cui le persone vivono assieme in comunione totale; il motto che anima questa nuova generazione è quello di “peace and love” che poi si svilupperà nel fenomeno hippie. Tra le tante comuni quella che fa da base ai Grateful Dead, situata al 710 di Asbury Street, diventa l’attrazione centrale della città; sull’insegnamento di Garcia - che non è stato il primo ma quello che attrae su di sè l’attenzione grazie al suo carisma - iniziano a fiorire le nuove band di musica psichedelica . Ma cosa si intende con questo termine? Cerchiamo di capirlo assieme. La musica psichedelica è il tentativo di raffigurare tramite i suoni il “viaggio” con l’LSD, essa perde quasi totalmente la forma canzone comune per dare spazio a lunghe parti strumentali che ricercano suoni nuovi al di fuori dei canoni generici. Questo lo si può ottenere con più facilità grazie all’impiego delle nuove tecnologie come i pedali “wah wah”, il distorsore (che era diventato famoso grazie al successo di “Satisfaction” dei Rolling Stones) e tutta una serie di piccoli effetti strumentali che rimandavano all’espansione della mente e che suggerivano viaggi cosmici. Stiamo parlando di effetti come echo, riverberi, phaser, fuzz, alcuni mai sentiti prima di adesso, alcuni impiegati in modo pressoché rivoluzionario a seconda dello stile artistico. A dimostrazione di quanto la psichedelica discenda anche dal movimento pre elettronico /sintetico e sperimentale di Stockausen o Varese, si osserva un sempre più crescente interesse verso gli strumenti elettronici come il “Theremin”, un apparecchio composto da due antenne montate su uno chassis in cui, tramite il solo avvicinamento e l’allontanamento delle mani, è possibile variare tonalità e volume di suoni che ora ricordano violini sintetici ora voci, o il “Jug elettronico”, versione elettrificata del tubo in vetro suonato soffiando al suo interno. Il Theremin fu utilizzato, tra gli altri, dai Beach Boys in “Good Vibrations” almeno 30 anni dopo dalla sua creazione, mentre il Jug fu portato alla ribalta dai 13th Floor Elevators. Provando a definire in parole lo Psychedelic Sound possiamo dire che esso parte da una matrice folk, o elettro folk alla maniera di Bob Dylan di Blonde on Blonde per intendersi, o blues, per poi dilatarsi in un suono altamente ipnotico, surreale, in cui gli strumenti sembrano immergersi in liquidi densi e le voci sembrano invece allontanarsi per poi tornare sottoforma di feedback infettati da distorsioni o acidi effetti tra i più bizzarri ottenuti tramite l’esasperato utilizzo di filtri e equalizzatori forzati all’estremo. Anche chi suonava un certo tipo di musica solo sulla carta estraneo come il surf dei Beach Boys o il jingle jangle dei Byrds rimase influenzato da queste eccitanti novità sonore, dando anzi alle stampe dischi fondamentali ed estremamente influenzati da suggestioni lisergiche come “Pet sounds” o “Younger than Yesterday”.
Ad un certo punto sembrò di assistere ad una sorta di totale sconvolgimento schematico, con molti gruppi interessati soltanto all’introduzione di elementi bizzarri e sonorità cosmiche a scapito quindi di una qualsivoglia forma musicale riconosciuta ed organica. Il movimento psichedelico era altresì legato al movimento dei poeti della beat generation, con cui condivideva motivi lirici ed il già citato culto dell’acido lisergico, ma anche ad altri movimenti legati alle arti figurative, tant’è che uno dei marchi di riconoscimento dell’intero panorama psichedelico fu l’unione di musica - immagine, se non o non soltanto per effetto di una droga, per l’introduzione di elementi coreografici durante le interminabili jam session di gruppi come Grateful Dead. Da qui derivano le luci o le coreografie psichedeliche. Per capire a fondo lo psichedelismo e il suo rapporto con la musica è però necessario comprendere a fondo gli scopi e le esigenze che questo modo di pensare implica: Il soggetto psichedelico cerca una sorta di amore universale al di fuori dal corpo, questo lo spinge a cercare relazioni tra cose apparentemente distanti in modo da trovare un unico filo conduttore che leghi il materiale e lo spirituale, esso è per natura controcorrente, scettico e contrario ad ogni forma di realtà precostituita. Il suo rapporto con l’arte, nel nostro caso la musica, è di una costante ricerca al di fuori dei comuni canoni musicali insiti in ogni genere; In poche parole esso si prefigge lo scopo di superare i muri di divisione tra generi, sempre alla ricerca del suddetto filo conduttore, cercando un nuovo e diverso punto di vista che riusciva ad ottenere grazie all’uso degli allucinogeni i quali espandevano le capacità sensoriali dell’individuo. Su queste basi si muovono i pionieri del genere; Nei testi delle canzoni iniziano a comparire i primi riferimenti all’uso degli “acidi” e si inizia così a parlare di “acid rock”. I primi riferimenti alla psichedelica appaiono in alcune canzoni di band che resteranno semi sconosciute ,o comunque intrappolate nell’undreground del genere, come i Blue Magos o i 13th Floor Elevator che sono tra i primi a usare il termine “psichedelico” con titoli come “Psychedelic Lollipop”. La vera esplosione della musica psichedelica avviene però solo nel 1967. Grazie al successo di alcuni dei gruppi cardine del movimento e le sperimentazioni di altri (Beach Boys, Dylan, Beatles, Donovan tanto per fare qualche nome) la psichedelica musicale prende forma.
I testi sono tutti incentrati sui viaggi in una sorta di nuovo mondo e la durata dei brani perde ogni connotato radiofonico (fino ai primi anni ’60 le durata era dei canonici 3 minuti poi Dylan con il successo di “Like a Rolling Stones” che durava oltre 6 minuti ha fatto cadere anche questo tabù) e le copertine e confezioni dei dischi diventano la nuova forma di arte psichedelica.
L’esplosione a livello planetario del movimento psichedelico avviene nel giugno del 1967 quando John Phillips (cantante,dei Mama’s & Papa’s ) e Lou Adler organizzarono il primo mega festival dell’era rock il “Monterey Pop Festival”. Sul palco salirono tutte le band più note di San Francisco ma anche Jimi Hendrix, The Who, Simon & Garfunkel, Otis Redding, Janis Joplin. Questo grande evento portò la “city on the bay” e la sua nuova scena musicale all’attenzione del mondo. Quella marea umana che faceva il segno della pace con le dita e che vestiva con colori sgargianti e pantaloni a “zampa” divenne il simbolo di una nuova America e i ragazzi che facevano parte vennero soprannominati “figli dei fiori” proprio perché erano colorati e animati da sentimenti puri come pace e amore. Questo periodo viene ricordato come “The Summer of Love” ma in un certo senso non segnò l’inizio di un’epoca ma la sua fine. Le case discografiche si resero subito conto dell’enorme potenziale economico di band come Gratefull Dead, Jefferson Airplane, Janis Joplin, Quick Silver Messanger e si avventarono su di esse e sul loro pubblico. A San Francisco si precipitano ondate di new hippie interessate più alla droga e alla politica che ad altro. I locali storici come il Fillmore e l’Avalon Ballroom diventano le attrazioni principali della città così come il quartiere di Haight Asbury dove erano situate la maggior parte delle comuni che ora venivano abbandonate dalle band e dai vecchi figli dei fiori che preferiscono spostarsi in altri lidi. Nei 2 anni successivi la musica psichedelica e il suo movimento raggiungono il massimo livello di esposizione grazie a festival come Woodstock ma i vecchi ideali di purezza sono ormai andati persi tanto che girava il detto “A san Francisco meglio andarci con un P38 in tasca che con un fiore nei capelli”.
A questo punto l’onda lisergica si espande a macchia d’olio per tutti gli Stati Uniti, la nuova controcultura abbraccia un po’ tutti i generi musicali creando così suoni sempre nuovi. Anche dal punto di vista dei contenuti si notano molte differenze, alcune band si soffermano descrivere i loro “viaggi” raccontando di mondi nuovi e meravigliosi altre si concentrano maggiormente sull’aspetto politico e sociale ma questo lo vedremo nel dettaglio più avanti. Definiti i tratti di questo colorato e variegato mondo vediamo ora di conoscere meglio i gruppi più importanti del movimento psichedelico.


GRATEFUL DEAD
Tra le band che hanno composto il fulcro del movimento psichedelico quella che ha meglio incarnato gli ideali da esso promossi sono stati senza dubbio i Grateful Dead. La band californiana è stata tra le prime a sperimentare i suoni e le esperienze lisergiche trascinata dal suo indiscusso leader, il grandissimo e mai troppo rimpianto Jerry Garcia. Fin dagli albori del movimento Jerry ha partecipato ai primi acid test, il suo carisma da leader silenzioso lo ha fatto presto diventare la figura di riferimento per tutti coloro che volevano cimentarsi nell’arte del suono psichedelico. Ad accompagnare Garcia , chitarra solista e voce, nella grande avventura dei Dead c’erano Bob Weir (chitarra), Phil Lesh (basso), Ron McKernan (tastiere), Mickey Hart (batteria), Bill Kreutzmann (batteria), Tom Constanten (tastiere). Parte integrante della band erano anche lo scrittore Robert Hunter e il grafico Rick Griffin. Ancora prima dell’esordio su disco, avvenuto nel 1967, i Gratefull Dead erano gia la band simbolo del nascente movimento, prima con il nome di Warlock’s e poi con quello attuale deciso sembra durante uno dei pomeriggi a base di acidi. I Loro live show erano un punto di incontro per tutti i giovani “figli dei fiori” che sulle note spaziali delle interminabili jam della band intraprendevano i loro viaggi allucinanti. La musica dei Dead era caratterizzata dal tocco chitarristico fluido e riconoscibilissimo di Garcia e dalle ipnotiche note del basso di Lesh. Musica senza confini che esulava da tutti i generi. Partendo da una base blues i nostri hanno saputo oltrepassare tutti gli steccati per proiettarsi direttamente nel mondo colorato delle esperienze lisergiche. Il primo omonimo album presenta una band ancora abbastanza acerba: registrato in soli 3 giorni il disco è incentrato sulle song che la band proponeva in concerto: Nonostante esse in studio non furono in mantenere intatto il loro fascino possiamo gia notare segnali della futura grandezza. Spiccano i 10 minuti di “Viola Lee Blues” le rivisitazioni di classici del blues come “Good Morning Little School Girls” e i brani originali come “Cold Rain e Snow” che diventerà uno dei classici che la band offrirà dal vivo. Il primo vero capolavoro la band lo realizza solo pochi mesi dopo con “Anthem of the Sun”, uno dei dischi più importanti di tutto il genere psichedelico: non perché sia il migliore ma perché è uno dei primissimi album a dare un taglio netto al passato, si tratta in sostanza di 2 lunghissime suite (anche se i titoli sono 5) in parte live e in parte in studio sovraincisi grazie all’uso di strumenti elettronici, la forma canzone classica viene quasi totalmente abbandonata per dare spazio a suoni acidi e deliranti: il primo di una trilogia destinata a fare epoca. Con il successivo “Aoxomoxoa” la band si spinge ancora più in la: nel precedente album i suoni erano liberi in questo i Dead riescono nell’impresa di incanalare in una canzone con forma precisa tutto il delirio delle esperienze lisergiche. La musica tradizionale americana viene ripresa e rivoltata come un calzino, le liriche (scritte da Hunter, mentre le musiche sono di Garcia) sono tipicamente psichedeliche: brani come “St. Stephen” , “Mountains of the Moon”, “What's Become of the Baby”, “Cosmic Charlie” sono degli autentici manifesti. Il processo di maturazione della band è finalmente compiuto ora non manca che la ciliegina sulla torta, la creazione del capolavoro immortale. Cosa che avviene a distanza di pochi mesi con al pubblicazione di “Live Dead”. Nessun disco si è mai avvicinato tanto all’obbiettivo di tutto il movimento musicale psichedelico come questo live dei Grateful Dead. Canzoni lunghissime , super dilatate totalmente prive di vincoli, improvvisazione pura. Il brano di apertura la monumentale “Dark Star” è una delle cose più belle che ci restano di questa indimenticabile stagione musicale: 22 minuti di puro trip cosmico con la chitarra di Jerry segnare la strada per il viaggio definitivo. Un disco tutto da ascoltare e da vivere non a caso ritenuto uno dei più grandi live di tutti i tempi, una sorta di punto di svolta per tutta la musica rock.
Purtroppo come spesso accade dopo il raggiungimento dell’apice inizia la discesa: finiti gli anni 60 anche la psichedelia inizia a disperdersi: I Grateful Dead iniziano ad abbandonare il genere ma lasciandoci in eredità dei lavori indimenticabili. Il merito più grande dei Dead è ben descritto dalle parole dello stesso Jerry Garcia che ricorda: “L’importante è aver aperto una porta, un piccolo spiraglio che ha fatto luce nel buoi del mondo: da allora è cambiato tutto”. Jerry Garcia morirà il 9 agosto del 1995.


JEFFERSON AIRPLANE
Sicuramente la formazione più famosa che ci consegna la scena di San Francisco, i Jefferson Airplane nascono nell’estate 1965 intorno al primo nucleo composto da Marty Balin (voce - chitarra), Paul Kantner (chitarra-voce), Jorma Kaukonen (voce chitarra), Signe Anderson (voce), Skip Spence (Batteria), John Casady (basso). Con questa formazione rilasciano un primo album nel Settembre del 1966, quel “Takes off” ancora acerbo e molto influenzato dal folk, anche se si lascia apprezzare per le belle armonie vocali che Anderson e Kantner riescono a ricamare dietro la voce solista di Balin. I primi problemi nel gruppo portano all’allontanamento di Skip Spence (che formerà i Moby Grape) e di Signe Anderson, rimpiazzati rispettivamente da Spencer Dryden e da quella che può essere tranquillamente definita come il vero punto focale del Jefferson sound, l’incarnazione dell’ideale femminile psichedelico, la grandissima Grace Slick. Proveniente dai Great Society, la Slick viene invitata nel gruppo proprio da Balin e Kantner subito dopo la sua performance con i Great Society nella notte di Halloween del 1966. La Slick porta con sé un fascino e un carisma non comuni e una voce da sogno, nonché due brani del calibro di White Rabbit (favola lisergica ispirata al mondo di Alice Nel Paese Delle Meraviglie) e Somebody to love, autentici inni dell’imminente estate dell’amore. Sospinti dal suo carisma rilasciano nel Febbraio del 1967 quello che molti definiscono il disco più grandioso dei Jefferson Airplane e comunque uno dei lavori più importanti dell’intero movimento psichedelico: Surrealistic Pillow, titolo suggerito nientemeno che da Jerry Garcia. Il successo è senza precedenti, l’industria discografica decide di investire sul gruppo ma soprattutto sull’immagine e sulla forza artistica di Grace Slick. Su questo periodo d’oro della band e sul loro album più famoso Jorma Kaukonen ricorda: "Surrealistic Pillow è uno dei pochi dischi che ha superato l’ordalia del tempo senza danni. Lo incidemmo in due settimane su un quattro piste, e vale doppio perché contiene la mia prima composizione Embryonic Journey. Contemporaneamente nasceva la nuova scena di San Francisco. Non scordiamoci che si tratta di una piccola città ancora adesso, figuriamoci allora. Il tutto ha coinvolto al massimo 200 persone tra artisti e affiliati: in pratica una grande famiglia concentrata nel quartiere di Haight -Asbury. Una stagione breve che perderà presto il suo spirito originale, la sua ingenuità, per diventare un fenomeno commerciale". Innalzati a veri portabandiera della scena di San Francisco e tra i rappresentanti più importanti della psychedelic way of life, i Jefferson Airplane non perdono tempo e rilasciano nel novembre dello stesso anno il bellissimo (e forse ancor più interessante per contenuti squisitamente sperimentali e psichedelici ) After Bathing at Baxter’s. Anche se le vendite non riuscirono a bissare il tremendo impatto commerciale di Surrealistic Pillow, ABAB consolidò la fama dei Jefferson in un mix di Acid Rock e lunghe improvvisazioni strumentali figlie dell’estro dell’altra anima del gruppo Paul Kantner. “Crown of Creation” (1968) e Volunteers (1969) sono gli ultimi due dischi psichedelici che i Jefferson danno alle stampe, anche se specie in quest’ultimo si cominciano a delineare connotati più propriamente rock. Sempre Kaukonen ricorda approposito di questi due album: "Con Crown of Creation si cominciò a perdere lo spirito di gruppo affidandosi alle qualità individuali di musicisti e compositori, ognuno presentò le sue canzoni e alla fine si trattò di tanti episodi solistici. Il risultato fu qualitativamente elevato male prime crepe cominciavano ad aprirsi. Poi venne Volunteers il nostro disco più politicamente impegnato: tutti ci sentivamo socialmente impegnati ma Paul e Grace erano senza dubbio i più coinvolti: I contrasti all’interno intanto si acuivano, soprattutto artistici. La coppia Kanter\Slick da una parte e io e Jack dall’altra. Durammo ancora qualche album ma da quel momento non è stata più la stessa cosa”. Di lì a breve il gruppo comincerà a sfaldarsi ed ogni membro si interesserà maggiormente alla propria carriera solista, fino alla creazione della versione Starship nel 1974 che per assoluta estraneità al movimento psichedelico non prenderemo in considerazione.
Tra i grandi della bay area va annoverato anche
Jimi Hendrix; nonostante fosse originario di Seattle e le sue prime incisioni furono effettuate in Inghilterra i primi passi come musicista Jimi li mosse proprio a San Francisco e ad essa fu sempre legato. L’importanza di Hendrix per la musica psichedelica (ma in generale per tutto il rock) è enorme: il suo modo poco ortodosso si suonare la chitarra, con ampio uso di feedback e distorsori, e i suoi incendiari concerti in cui bruciava lo strumento e simulava rapporti sessuali fecero scuola divenendo uno dei must per tutto il movimento. Lo stesso vale per le sue canzoni: brani come “Purple Haze” e “Foxy Lady” sono veri inni psichedelici sia nei testi che nelle musiche così rivoluzionarie e sconvolgenti.

ALTRI COMPLESSI DI SAN FRANCISCO
San Francisco non fu solo Grateful Dead o Jefferson Aairplane. Almeno altri due gruppi di fondamentale importanza emersero da questa straordinaria scena. Stiamo parlando dei Quicksilver Messenger Service e dei Moby Grape. I Quicksilver sono il gruppo acid rock per antonomasia, improntati sulle sferzate chitarristiche di uno straordinario chitarrista come John Cipollina e autori di uno dei dischi più straordinari dell’intera scena psichedelica statunitense, Happy Trails del 1969, destinato come pochi altri a resistere all’usura del tempo. L’album è tutto incentrato sulle evoluzioni chitarristiche di Cipollina e del suo partner Gary Duncan; in sostanza il disco è una sorta di omaggio a Bo Didley del quale vengono riprese “Who Do You Love”, che viene trasformata in una cavalcata psichedelica di oltre 25 minuti divisa in varie parti, e “Mona”. Qui è anche contenuta la loro canzone simbolo la splendida “Calvari” 13 minuti di grandioso acid rock. I Moby Grape sono la creatura di Skip Spence, uno dei personaggi più in vista di San Francisco e famoso per esser stato il batterista dei Jefferson Airplane nel primo album, ma anche per aver militato nella primissima incarnazione dei Quicksilver Messenger Service intorno al 1964. Uscito dai Jefferson, Spence diventa chitarrista dei Moby Grape, che propongono il classico suono rock blues contaminato da suggestioni lisergiche. Di assoluto valore i primi tre album, l’omonimo, Grape Jam e Wow.

ALTRE SCENE
La psichedelia non fu fenomeno circoscritto alla sola San Francisco. In realtà il verbo psichedelico cominciò a farsi sentire in ogni angolo degli Stati Uniti, coinvolgendo l’interesse di migliaia di garage bands che avrebbero sconvolto il loro sounds per addentrarsi negli spettacolari vicoli della psichedelia. In molte delle grandi città statunitensi vennero a crearsi dunque scene più o meno interessanti: da Los Angeles, al Texas, da Boston e New York, ovunque sembrò di assistere alla diffusione di questi nuovi suoni.

LOS ANGELES
Los Angeles fu seconda solo alla madre psichedelica San Francisco in fatto di diffusione e quantità di gruppi: Electric Prunes, Love, Iron Butterfly, Spirit, Seeds, Country Joe e Doors sono i nomi più importanti di cui andremo a parlare.
Sebbene nativi di Seattle gli Elecrtic Prunes si stabilirono ben presto a Los Angeles e ruotavano attorno alle carismatiche figure di Annette Tucker e Nancy Mantz, principali compositrici del gruppo. Fornirono un interessante sound garage punk impreziosito da moltissime suggestioni psichedeliche. Il tutto è ben testimoniato sui loro primi due dischi “The Elecrtic Prunes” e “Underground” entrambi del 1967.
I Love sono senza ombra di dubbio una delle formazioni più interessanti non solo della scena di Los Angeles ma addirittura dell’intero movimento psichedelico. Strutturati attorno al chitarrista Arthur Lee, i Love partono da un folk rock à la Byrds, passando per suggestioni blues e influenze provenienti dal rock inglese. Tutta la loro discografia è estremamente interessante, ma su tutti i dischi si eleva a livelli d’eccellenza lo straordinario “Forever changes” (1967), continuamente nominato tra i 10 dischi migliori di sempre da molta critica e sicuramente uno dei dischi di maggior importanza dell’intera scena californiana. “Forever changes” nasconde un sound pop magico, variopinto, forte di tinte psichedeliche veramente uniche sorrette da arrangiamenti che forse solo i Love seppero produrre in quegli anni.
Precursori di sonorità che poi saranno chiamate Heavy Metal, gli Iron Butterfly sono uno dei gruppi leggendari della scena californiana. In realtà passano alla storia grazie a quella perla intitolata “In a gadda da vida”, concentrato di hard rock e psichedelia con grandi feedback chitarristici senza precedenti e uno dei grandi tormentoni dell’estate psichedelica. Il resto della loro produzione è sicuramente discreta ma non su questi livelli.
Di ben altro spessore artistico sono invece gli Spirit, grandioso gruppo che ruota attorno al grandissimo chitarrista Randy California, uno dei più grandi dell’intera scena psichedelica ma più in generale del rock di quegli anni. Gli Spirit partono dalle influenze blues di California per poi passare a quelle jazz di Cassidy (batteria) e Locke (tastiere): il risultato è un sound a metà tra blues-rock psichedelico e pre progressive, probabilmente è il sound più colto uscito dal movimento psichedelico americano. “The family that plays together” (1969) con le sue atmosfere misteriose ma viscerali, e “The 12 dreams of Dr. Sardonicus” (1970) sono i dischi più rappresentativi. Da notare che Randy California prima di morire tragicamente nel 1997 era stato scelto dai Deep Purple per sostituire Ritchie Balckmore a dimostrazione del suo immenso valore come chitarrista.
I Seeds sono artefici di un sound molto vicino al rock inglese dei Pretty Things, con molto organo a colorare il loro sound. Tra i primi a staccarsi dal garage rock intorno al 1965, i Seeds si possono paragonare ai Doors per l’impiego dell’organo, anche se in realtà sono gli stessi Doors a ispirarsi a loro. Pubblicano 3 dischi in un anno, di cui i primi 2 (The Seeds e A web of sound) molto vicini al sound di Stones e Pretty Things prima maniera, mentre il terzo (Future) molto più ispirato ai temi dell’estate floreale ed esotico abbastanza per essere considerato uno dei manifesti dell’epoca.
La scena di Los Angeles ci consegna uno dei gruppi più famosi del rock, per meriti o demeriti non sta a noi stabilirlo. Quello che è certo è che i Doors rappresentarono uno dei fenomeni più interessanti della loro epoca. Geniale l’intuizione di legare un poeta rock alle atmosfere psycho-blues del duo Manzarek-Krieger, rispettivamente organo e chitarra. Musica a tratti piena di fumi e visioni, in altri non molto distante da un semplice rock blues dove trovavano spazio le allucinate liriche di un Jim Morrison sempre più calato nelle scomode vesti di un nuovo Messia. Assoluto chirurgo del sound rimane comunque Ray Manzarek con i suoi suggestivi organi che hanno fatto scuola. Grandissimo per temi psichedelici il primo omonimo album del 1967, con almeno 4 brani memorabili tra cui la splendida “The End” canzone lunghissima il cui testo all’epoca fece scandalo soprattutto per la parte in cui recita: ”Padre…voglio ucciderti. Madre…voglio fotterti”, mentre i restanti album rimangono poco più che tentativi poco riusciti di ripetere quella straordinaria magia. Ciò nonostante le liriche di Jim Morrison ispirate ai suoi viaggi allucinogeni restano uno straordinario esempio di scrittura psichedelica anche se al contrario delle visioni “peace & love” di S. Francisco le sue canzoni hanno un ambientazione più tetra, raffigurando spesso gli incubi interiori del loro autore.
Un perfetto esempio di folk rock psichedelico viene fornito da Country Joe & The Fish, complesso folk guidato dal folk singer Joe McDonald, che combina sonorità à la Bob Dylan e temi di protesta politica anche con un certo gusto satirico. Il loro primo disco, “Electric music for the mind and body”, è una affascinante testimonianza di ibrido fra folk e acid rock, impreziosito da molte ballate dal sapore lisergico e forte di un livello qualitativo veramente eccelso. Joe divenne famosissimo durante il festival di Woodstoock grazie al suo “Gimme an F, Gimme a U, Gimme a C, Gimme a K…What’s the spell?..FUCK!!” Gridato a piena voce da centinaia di migliaia di giovani presenti allo storico evento. Joe è inoltre celebre per essere stato amante di Janis Joplin e per le sue dichiarazioni sempre poco ortodosse come questa "Oggi la musica rock ha completamente perso lo spirito originario. Dov’è finita la sua attitudine rivoluzionaria? Si è trasformata in un hobby per ricchi cinquantenni. Guardate Paul McCartney: andare a vedere un suo concerto costa 250$. Per cosa? Un po’ di nostalgia e…molta routine. E’ uno show preconfezionato: uguale a Helsinki, Sidney, Barcellona o New York. Idem per gli Stones o The Who. E’ un atteggiamento da fascisti." Oppure: "Paul McCartney? Un fascista di merda. Pete Townshend? Non sono affatto stupito che abbia qualche problemino. Il rock? Un passatempo per dementi tipo Eminem”

TEXAS
Altra scena di grande interesse si ha in Texas, in cui emersero sonorità tra le più bizzarre e pazzoidi dell’intero movimento. Il fenomeno delle garage bands forse conobbe il suo apice proprio in Texas, dove flotte di teen agers tentarono di fornire la risposta americana ai vari Beatles, Kinks e Pretty Things. Centinaia di bands si cimentarono con l’utilizzo delle allora innovative fuzz guitars, ma gli esponenti di maggior importanza furono senza dubbio i 13th Floor Elevators e i Red Crayola. Famosi anche per l’utilizzo di un ulteriore ed innovativo aggeggio elettronico, il Jug, i 13th floor Elevator ruotavano intorno alla figura del cantante Rory Erickson, studioso di temi occulti, magia, esoterismo, nonché dichiarato amante delle nuove droghe sintetiche. Autori di esibizioni live devastanti sia per novità sonore dovute soprattutto al bizzarro Jug Elettrico, sia per gli atteggiamenti del gruppo, i 13th Floor Elevators ci consegnano almeno 2 grandissimi dischi:The Psychedelic Sound of 13th Floor Elevators e Easter Everywhere, entrambi destinati a diventare due dischi storici.
I Red Crayola si distinguono soprattutto per la loro attitudine free e noise. Veri padri del rock alternativo di band come i Sonic Youth, i Red Crayola propongono dunque una particolarissima forma di rock in un immaginario incrocio tra rock sperimentale, rimandi a John Cage, e sapori free jazz. Estranei ai motivi tematici della psichedelia, ma assolutamente importanti per la loro personalissima concezione sonora, i nostri sono autori di un devastante primo album, The Parable of Arable Land, in cui forse per la prima volta si tenta di sconfinare oltre i classici canoni rock senza far uso di diavolerie elettroniche.

NEW YORK
Principali esponenti della scena newyorkese sono senza dubbio i Blues Magoos, esempio perfetto di garage band pioniera di sonorità che sconvolgeranno il rock nel decennio successivo. Abili musicisti i Magoos fanno esordio su disco nel 1966 con quel “Psychedelic Lollipop” variegato esempio di garage blues contaminato dal rock acido largamente improntato sulle chitarre.
Ma New York è anche la città dei Velvet Underground, che sebbene non appartenessero in tutto e per tutto al movimento psichedelico, rappresentano uno dei punti di maggior spicco tra gli ambienti artistici della città. Promossi da Andy Warhol, il gruppo si mantiene a metà tra il carisma vocale (nonché chitarristico) monocorde di Lou Reed e il genio sperimentale e avanguardistico di John Cale. La loro era una attitudine psichedelica non dichiarata ma molto forte. Rispetto alle band californiano quella dei Velvet era una attitudine lisergica di tutt’altra fattura: Se da una parte c’era il flower power con i suoi colori e i suoi viaggi fantasiosi in mondi difatti di pace dall’altra, quella di Lou Reed e soci, c’era una musica che comunicava disagio e scenari apocalittici con forti tendenze autodistruttive. I primi due dischi, il primo omonimo con Nico e il successivo White light / White heat entrambi del 1967, sono opere fondamentali non solo per il rock psichedelico ma addirittura per l’intera storia del rock, perfetti nell’esibire un coraggio sperimentale mai udito fino ad allora e destinato ad influenzare pesantemente moltissime bands dei nostri tempi. Esatto esempio di contrapposizione alla vena melodica del rock inglese, i Velvet Underground sembrano disegnare delle colonne sonore adattissime per gli scenari di una New York allora devastata da molti problemi sociali.

BOSTON
Non possiamo riferirci a Boston come ad una scena nata per il crearsi di situazioni artistiche spontanee, ma piuttosto come una vera e propria mossa commerciale da parte di una etichetta discografica, la MGM, che avendo compreso le possibilità di successo di bands quali i Jefferson Airplane o i Doors nel 1968 promuove con l’aiuto della stampa locale un movimento musicale dai toni molto più leggeri e abbordabili rispetto a quelli emersi altrove. Di questo intero movimento solo due bands fornirono spunti interessanti, i Beacon Street Union e gli Ultimate Spinach. Pretenziosi i primi, più organici i secondi, che comunque riassumono tutto il loro valore in qualche brano del loro primo album, vicino per sonorità a certe cose di Country Joe & The fish.

 

CONCLUSIONI
Come avrete notato l’ondata psichedelica è ben presto uscita dai ristretti confini di San Francisco per invadere progressivamente tutti gli USA; nel giro di pochissimi anni quello che era iniziato come un fenomeno di nicchia si è trasformato in una vera e propria moda che ha influenzato, in maniera differente, tutto il mondo del rock. Se questo da una parte ha portato dei notevoli vantaggi creando sonorità sempre innovative, le stesse che nel decennio successivo daranno vita ad alcuni dei fenomeni musicali più rilevanti, dall’altro ha portato ad una progressiva perdita dello spirito originale del movimento. L’enorme successo ottenuto da band come i Jefferson Airplane ha fatto si che il music biz mettesse le sue mani sulle giovani band psichedeliche con tutti gli effetti collaterali che ben conosciamo. Ciò nonostante l’importanza che questa corrente musicale e culturale ha avuto resta enorme. L’eredità di Jerry Garcia, che resta il vero fulcro di tutta la scena, è ancora viva oggi a distanza di 30 anni dal suo esordio e di 10 dalla sua morte. La nostra speranza è che grazie a queste pagine molti di voi possano avvicinarsi all’arte di queste grandi band che hanno dato vita ad una delle stagioni più splendide di tutta la storia del rock.