MAGGIE'S FARM

sito italiano di BOB DYLAN

 

SONO STATO UN BEATLE

 
 

I loro accordi erano veramente incredibili e le loro voci li rendevano del tutto naturali... Tutti gli altri pensavano che fosse un gruppo per ragazzini, e che sarebbero scomparsi in poco tempo. Ma per me era evidente che avevano il potere di restare. Sapevo che stavano indicando la giusta direzione dove la musica doveva andare... dentro di me i Beatles erano quello". (Bob Dylan)
 

PETE BEST

 

Randolph Peter Best (Madras, India, 24 novembre 1941), noto come Pete Best, è stato il primo batterista stabile dei Beatles, dal 12 agosto 1960 al 16 agosto 1962.

Figlio di Mona Best, proprietaria del club "The Casbah", suonava con i "The Blackjacks" regolarmente, quando il manager Allan Williams (per mettere fine ai continui cambiamenti dietro la batteria dei Beatles) lo scritturò per la tournée ad Amburgo. Best ha suonato durante le tournée britanniche e in Germania (lo Star Club di Amburgo e il piccolo locale trasandato di proprietà di un ex clown, Bruno Koshmider, chiamato Indra Club). La madre si attivò parallelamente al manager "ufficiale" per promuovere il "gruppo di Pete".

 

 

In seguito, nella prima registrazione EMI ufficiale del singolo di debutto, "Love me do", nel settembre del 1962, Pete viene sostituito dal batterista del gruppo rock 'n' roll "Rory Storm & The Hurricanes", Ringo Starr. La scusa era che Pete non fosse all'altezza come batterista e questa tesi era sostenuta sia dal manager Brian Epstein sia dal produttore George Martin che dal gruppo stesso.
In realtà vi erano problemi di compatibilità caratteriale: Pete aveva un comportamento pacato ed introverso, mentre gli altri tre componenti del gruppo spesso erano estroversi ai limiti del pudore. Ringo Starr ben si adattava allo spirito ribelle del gruppo.

Pete era stato fondamentale nell'evoluzione artistica e di immagine della band: aveva infatti doti e capacità di leader a livello musicale, e grazie al suo fascino contribuiva ad enfatizzare la notorietà dei primi Beatles, attirando una grande quantità di ragazzine urlanti all'interno dei locali, ben prima dell'avvento della "Beatlemania".
 

 

Pete Best nemmeno il quinto Beatle, forse il Beatle fantasma, o il Beatle scaricato, meno mitico di Stuart Sutcliffe, il bassista morto per emorragia celebrale, lontano dall'aura che circonda Il manager Brian Epstein. Comunque lo si voglia chiamare, il batterista che fece parte dei Fab Four dal 1960 al 1962, scaricato un attimo prima della registrazione di "Love me do", appena messi i piedi nei leggendari Abbey Road Studios.
 

 

Su Pete Best, autore di recente di un volume pieno di rammarico ma anche di esibito equilibrio dal titolo "Quando era un Beatle", in realtà le versioni divergono: secondo alcuni fu lui ad abbandonare il gruppo, non credendo nelle potenzialità del suo sound. Per altri, versione più accreditata, fu mollato su due piedi da Lennon e McCartney; nella interpretazione più edulcorata, seguendo le indicazioni del produttore George Martin, scettico sulle doti di batterista di Pete: più verosimilmente, scaricato dal magico duo, mosso dall'invidia per il successo, il glamour e la bellezza affascinante di Best. Nessuno dei Beatles, in ogni caso, si è mai espresso chiaramente sulla vicenda.
Resta il fatto che il Nostro, passato alla storia con un singolare merito di sfortunato, nella migliore delle ipotesi, è riuscito a non farsi travolgere dal destino beffardo, continuando tuttora a vivere di una strana popolarità in gran parte frutto di uno strano pallido riflesso, in parte per merito suo. Dovunque si celebri il quartetto, e lo si fa in ogni parte del mondo e in ogni stagione, lui è lì con la sua fama stranamente sinistra ad onorare quel suo triennio di vita carico di futuro e gloria, poi misteriosamente sfuggiti.

 



La storia di Pete Best, primo batterista dei Beatles

QUANDO ERO UN BEATLES.

PENSATE AD UN MUSICISTA che poteva entrare nella storia della musica rock inglese e mondiale e che solo per un istante ha perso il treno. E non per colpa sua.
Questa è più o meno la storia di Pete Best, batterista del Beatles prima che questi gli preferissero Ringo Starr proprio un attimo prima di registrare il loro primo successo.
Gli scarafaggi di Liverpool non diedero mai spiegazioni al povero Pete che si ritrovò solo e spettatore del successo di cui stavano godendo i suoi ex compagni.
Il libro di Orselli ripercorre la storia dei Beatles e di Best cercando di ricostruire il loro ambiente interno e offrire elementi per capire cosa sia mai successo.
L'occasione è ghiotta per conoscere come sono nati, dove hanno suonato, come vivevano la loro vita pubblica, con il nostro Best che non manca di svelare notizie anche poco edificanti.
 

 

Oggi Pete Best sta raccogliendo le briciole di quello che poteva essere un grande successo, lui che piaceva alle ragazze, che aveva stile e un passo in più rispetto a Lennon e compagni.
In fondo al libro un'intervista ci mostra un uomo che comunque ha trovato un proprio equilibrio e qualche piccola soddisfazione che può servire a consolarsi per l'occasione persa.
Una storia, la sua, molto interessante anche capire in quali ambienti e in quale società i baronetti siano cresciuti. Alla fine della lettura si ha quasi l'impressione che un po' della magia dei Beatles sparisca per mostrarci tre bastardi che si sono lasciati guidare soprattutto da sentimenti di invidia nei confronti di quel ragazzo che aveva così successo e che era così brillante e capace. Solo dopo una fase di disintossicazione si può tornare ad ascoltare le loro canzoni e a sentirle, anche quelle post Pete Best, belle, e a perdonare quanto c'è di negativo nel carattere di ognuno.
Certo rimane irrisolto il perché di quell'allontanamento, di cui i baronetti mai diedero spiegazioni. Speriamo che un giorno lo facciano. Almeno per i fan.

(Giampiero Orselli, Quando ero un Beatles, coll. Ritmi)

 

STU SUTCLIFFE

Stuart Fergusson Victor Sutcliffe, nato a Edimburgo, Scozia, il 23 giugno 1940; morto ad Amburgo, Germania, il 10 aprile 1962). Figlio di un marinaio scozzese stabilitosi a Liverpool dopo la guerra, "Stu" conobbe il coetaneo John Lennon alla scuola d'arte. Divenne il bassista dei Beatles e li accompagnò ad Amburgo, ma, quando il complesso nel 1961 tornò in Inghilterra, "Stu" Sutcliffe rimase nella città tedesca per continuare gli studi artistici e soprattutto per amore di Astrid Kirchherr, la fotografa e stilista che inventò le pettinature del gruppo e con la quale si era fidanzato. Nel 1962, un aneurisma cerebrale fu fatale al giovane, che spirò tra le braccia di Astrid.
Stuart era, insieme a Paul McCartney, il "bello" del gruppo, ma covava anche aspirazioni da intellettuale. Secondo alcuni, ebbe rapporti omosessuali con Lennon. Un suo quaderno venuto alla luce poco tempo fa contiene testi di canzoni inedite e diverse annotazioni diaristiche. Secondo la sorella Pauline, "da molte cose" si arguisce che fu proprio Lennon a provocare la morte di "Stu", colpendolo violentemente sulla testa durante una sciocca lite.
 

Stuart Sutcliffe, l'uomo che ha inventato i Beatles

In un Dvd la storia del pittore che e' stato il migliore amico di John Lennon, ha inventato il nome del gruppo di cui e' statoil bassista per i primi due anni. E' morto per un'emorragia cerebrale nel 1962 quando la sua carriera d'artista stava perdecollare. Oggi lo chiamano 'the lost Beatle', il Beatle perduto, ma, per lungo tempo, prima che il titolo passasse a Billy Preston, e'stato considerato 'il quinto Beatle'.Il suo nome e' Stuart Suttclife, curiosa figura d'artista morto prematuramente, che e' stato il primo compagno musicale diJohn Lennon, fondatore insieme a lui dei Dissenters, la band che ha preceduto i Quarrymen, il gruppo che ha dato leorigini ai Beatles la cui vicenda viene raccontata in un bellissimo Dvd, Stuart Sutcliffe, the lost Beatle, appena uscito.Stuart era nato a Edimburgo ma e' cresciuto nel Mersey, la regione di Liverpool. Il suo nome e' ancora oggi unaleggenda del Mersey Beat, il movimento i cui fermenti hanno generato la musica del quartetto con Lennon, PaulMcCartney, George Harrison e Ringo Starr. Compagno di Lennon alla scuola d'arte, Sutcliffe era un dotatissimo pittore dotato di grande carisma e di un lookparagonabile a quello di James Dean, fatto che, all'alba degli anni '60, non passava certo inosservato.E' stato prorprio il suo amico John a spingerlo a comprarsi un basso (un Hofner President) e a far parte dei Beatles per iprimi due anni di vita della band, della quale, a quanto pare, e' stato l'inventore del nome, ispirato a Crickets di BuddyHolly. Stuart aveva un gran talento da pittore ma era poco incline alla vita da rock star: sul palco si sentiva cosi' poco asuo agio da suonare con le spalle rivolte al pubblico. La testimonianza piu' celebre delle sue non eccelse qualita' dibassista e' 'Cayenne', pubblicata sul primo volume dell' Anthology. Per la verita' sia Bill Harry, fondatore del giornale delMersey Beat e Pete Best, il primo batterista dei Beatles, sono stati concordi nel definire esagerate le voci sulla suainadeguatezza musicale. Fatto sta che prima ancora che i Beatles avessero successo, Sutcliffe lascio' la band per dedicarsi alla pittura. Asostituirlo al basso fu Paul McCartney che abbandono' cosi' il suo ruolo di secondo chitarrista. Nel 1962, quando la sua carriera di pittore cominciava a decollare, Stuart e' morto per un'emorragia cerebrale attornoalla quale e' cresciuta una voce inquietante. Secondo la sorella Pauline la causa della sua morte sarebbe stata proprio John, il suo migliore amico che, durante unalite ad Amburgo, l'aveva ripetutamente colpito sulla testa. Nel 2001 Pauline ha dichiarato che negli ultimi anni di vita,Lennon avrebbe ammesso di aver convissuto con un profondo senso di colpa per il possibile ruolo avuto nella morte delsuo compagno d'arte prediletto.Questa tesi non ha mai trovato riscontri ufficiali ne' altri sostenitori, neanche tra la gente piu' vicina a lui.Nonostante sia apparso nel mondo della musica come una meteora e sia stato nel gruppo soltanto due anni, StuartSutcliffe ha avuto un'influenza enorme sulla vita dei Beatles. Il suo senso dell'arte ha fatto da guida per la definizione dellook dei primi Beatles mentre e' indiscutibile la profonda influenza esercitata su John Lennon, emersa chiaramentedurante il periodo psichedelico del gruppo (1966-1968) e, soprattutto, attraverso l'amore per l'arte e l'avanguardiacoltivato insieme a Yoko Ono I Beatles hanno reso omaggio a Sutcliffe inserendo il suo ritratto nella copertina di Sgt Pepper (appare all'estremasinistra, accanto all'amico-artista Aubrey Beardsley) e, piu' tardi, su quella del volume 1 dell'Anthology.

A lui e' dedicato il film Backbeat e un ritratto in Birth of the Beatles di David Wilikinson.Ora questo Dvd che ha per protagonisti oltre ai quattro che con i Beatles sono giustamente entrati nella leggenda, i dueche questa leggenda l'hanno solo intravista: il povero Stuart, che l' ha sfuggita per inseguire il suo sogno d'artista, e PeteBest, il primo batterista, l'uomo che e' stato cacciato e che ha lasciato il posto a Ringo Starr perche' era un rompiballeche ad Amburgo faceva la paternale a John, Paul e George perche' troppo presi dalle anfetamine e dalle ragazze eperche', nella Liverpool povera di quegli anni, Ringo era l'unico ad avere la batteria Ludwig. Quel modello diventato asua volta una leggenda, mentre Pete Best e' passato alla storia come il principe delle occasioni perse.

Paolo Biamonte

(cinemaz.it)

 

BILLY PRESTON


Billy Preston, ribattezzato il Quinto Beatles (The Fifth Beatles) e l'unico al mondo ad aver suonato sia con i Beatles che con i Rolling Stones, è morto a 59 anni dopo una lunga malattia provocata da una ipertensione maligna che gli aveva provocato un blocco renale e altre complicazioni e dopo essere stato in coma profondo dal 21 novembre.
 

Era stato soprannominato il Quinto Beatles perché,sotto contratto della Apple, aveva suonato la tastiera in Let It Be, The White Album e Abbey Road. Aveva anche suonato in Miss You e Can't You Hear Me Knocking? dei Rolling Stones e spesso come accompagnatore di Eric Clapton.

Negli anni Settanta il tastierista si era fatto un nome con una serie di singoli di successo tra cui Nothing From Nothing, Will It Go Round in Circles e You Are So Beautiful, che Joe Cocker trasformò poi in un fenomeno internazionale. Con Outta Space nel 1973 aveva vinto un

Grammy. E se la sua carriera di musicista è stata brillante, altrettanto non può dirsi della sua vita privata; nel 1992 era stato condannato a nove mesi di prigione commutata nella riabilitazione forzata per droga. Cinque anni dopo era stato condannato a tre anni di prigione per aver violato la libertà vigilata. Nel 1998 si era dichiarato colpevole per frode e aveva accettato di testimoniare contro altri imputati in una truffa da circa un milione di dollari.

 

ANDY WHITE

   

Andy White. Batterista professionista, session-man della EMI. Negli anni '60 era consuetudine registrare in studio usando strumentisti professionisti da sala, e i Beatles non sfuggirono alla prassi: siccome George Martin non si fidava appieno di Ringo Starr, chiamò Andy White a incidere la batteria in Love Me Do e in P.S. I Love You, mentre Ringo suonava il tamburello. Successivamente Ringo re-incise la batteria per quei brani. La batteria nella versione conosciuta di Love Me Do, comunque, è quella incisa da Andy White.

 

JIMMY NICOL

Jimmy Nicol (Liverpool, UK, 3 agosto 1939). Batterista. Abbastanza noto sulla scena di Liverpool, fu scelto da Brian Epstein - di comune accordo con i Beatles ma con qualche riluttanza soprattutto da parte di George Harrison - per sostituire Ringo Starr durante il tour del 1964. Nicol si esibì nei concerti di Copenhagen (Danimarca), Hong Kong, e in quattro concerti australiani, tre a Sydney e uno a Melbourne.

(mimmorapisarda.it)

 

 

e per finire in bellezza.........

Che bello il ricordo di quel memorabile giorno a Rimini con Pete
Best... Ero in vacanza e scopro con mia sorpresa che quello stesso
giorno Pete suonava col suo gruppo vicino al mare... Io - beatlesiano
dentro e fuori, molto prima di diventare (anche) un dylaniano - non
potevo lasciarmi scappare quell'occasione... Grande concerto con Pete
alla batteria e il suo gruppo di ragazzotti che sciorinarono un
repertorio splendido di canzoni beatlesiane della prima ora, quelle che
videro Pete all'epoca ancora nel gruppo, e classici del r'n'r... Che
giornata... Ad un certo punto io e mia sorella gli gridiamo: "Roll Over
Beethoveeen!"... E lui dal palco: "Non vi sento... Come avete detto?" E
noi: "Roll Over Beethoveeeeeeen!"... E ancora: "Come?"... E tre! "Roll
Over Beethoveeeeeeeeeeeeen!" a squarciagola... Il cantante non sembra
convinto... Non ce l'hanno in scaletta... Ma noi non molliamo... Pete
fa un conciliabolo col cantante e lo convince... Parte la canzone!
Unica richiesta della serata! Ed esaudita! :o) Poi dopo il concerto, da
collezionista di foto con personaggi famosi, non posso lasciarmi
sfuggire Best (che si andò allora ad aggiungere alla lunga lista che mi
vedeva già con Joan Baez, Lino Banfi, Vittorio Sgarbi, Gerry Scotti e
molti altri...). Chiacchierammo un po' e mi sembrò un tipo davvero in
gamba, in tutti i sensi... Aveva perso l'occasione di diventare
miliardario quando uscì dai Beatles? L'occasione di entrare nella
leggenda e di girare il mondo con il gruppo più grande di sempre e di
suonare in dischi epocali? Non mi sembrava prendersela più di tanto..
Anzi... Era felice così! In fondo gli piace suonare e quello lo faceva!
Forse alla fine meglio così... chissà? E poi diciamo la verità un mito
Pete lo è comunque, direttamente o indirettamente... Beatle una volta
Beatle per sempre...!

di Michele "Napoleon in rags"

 

Pete Best con Michele "Napoleon in rags" Murino