di Giorgio Montanari, 24 aprile 2006
Mickey Jones (nato nel 1941), all’inizio, era un
batterista. Ancora un liceale, incontrò Trini Lopez, che gli offrì di unirsi
alla sua band e col quale registrò “Live at the P.J.’s”.
Qualche tempo dopo, passati tre anni di tour e lavori di studio con Johnny
Rivers, incontrò Bob Dylan. Questo incontro portò Mickey ad unirsi a Dylan e
alla Band (allora nota come “The Hawks”) nel loro controverso tour mondiale
del 1966. Di fatto, la seconda parte dello show, quella elettrica, fu molto
criticata da tutti quei fans che si aspettavano il cantante di folk del
Minnesota che avevano ascoltato in album come “The Freewheelin’ Bob Dylan”
and the “Times They Are A Changing”.
Ma, come la storia testimonia, i tempi stavano davvero cambiando e, al
giorno d’oggi, la musica eseguita durante quel tour (che può essere
ascoltata, per esempio, in The Bootleg Series Vol. 4) suona ancora fresca ed
ispirata. Mentre i “boo!” e il “Giuda!” suonano come l’eco di un’era
passata.
Dopo il tour mondiale, Dylan ebbe un incidente in moto e dovette passare un
po’ di tempo in ospedale. Mickey, allora, si unì a Kenny Rogers & the First
Edition fino al 1976, anno del loro scioglimento. Dopo quell’esperienza, si
dedicò alla recitazione.
Tuttavia, il tour del 1966 ritornò ancora una volta nella vita di Mickey:
nel 2002 ha infatti girato “Bob Dylan - World Tour 1966: The Home Movies”,
un interessante commento ai filmati che aveva girato con la sua telecamera a
colori in 8mm durante il periodo passato con Dylan.
Quel tour è il tema della seguente intervista che Mickey ha fatto per
Accordo.
D: The Hawks hanno riarrangiato le canzoni di Dylan prima del tour.
Quale grado di libertà vi era concesso? Dylan vi indirizzava in qualche
direzione particolare, per quanto riguarda gli arrangiamenti?
R:
The Hawks non hanno mai riarrangiato niente, per quanto riguarda le
canzoni di Bob , erano canzoni di Bob. Bob le ha messe nell’ordine in cui le
voleva fare e gli arrangiamenti erano anche quelli di Bob. Noi abbiamo solo
suonato quello che Bob voleva. Bob mi ha chiesto di fare un paio di
crescendo in ottavi e quello è ciò che ho fatto. Il resto delle cose le ho
suonate nel modo che pensavo fosse più adatto alla canzone.
D:
Quale genere di musica o quali dischi influenzarono di più Dylan e The Hawks
durante il periodo elettrico di Bob ? O eravate completamente sicuri del
vostro sound che non ascoltavate con cura quello che gli altri stavano
facendo in quel periodo?
R:
Una volta riuniti per le prove con Bob, abbiamo bloccato tutto il resto
fuori. Io ho cercato di suonare subito e di far uscire la musica di Bob nel
modo che pensavo più opportuno. A Bob è piaciuto tutto quello che ho fatto,
voleva solo quei crescendo di ottavi.
D:
Era difficile suonare con Dylan (in “No Direction Home” si dice che “nessuno
dà il tempo a Bob”…)?
R:
Non so chi abbia detto questo in No Direction Home. Non l’ho mai sentito ma
non era difficile suonare con Bob , per me, almeno. Avevo il mio stile. Avevo
un piede destro pesante e a Bob piaceva.
D:
Avete faticato per trovare il vostro sound come band, avete fatto prove con
diversi amplificatori o chitarre per trovare un certo sound o lo avete
trovato durante il lavoro?
R:
Non c’è stato niente di tutto questo. La gente la fa più difficile di quello
che è. Avevamo il nostro sound la prima notte delle prove o quasi. Il trucco
è suonare insieme. Se hai un bassista e un batterista che suonano come una
sola persona, gli altri possono uscire a prendersi un caffè.
D:
È stato difficile per Dylan passare all’elettrica e suonare con una band
elettrica? Questo cambiamento ha richiesto molto lavoro di gruppo?
R:
Bob era abbastanza annoiato della prima metà dello show con l’acustica. Non
vedeva l’ora di imbracciare quella Fender Telecaster nera ed uscire a fare
un po’ di rock and roll. Non c’era altra ragione. Voleva solo fare del rock.
D:
Qual era la vostra routine diurna/notturna quando stavate preparando il
tour?
R:
Provammo per un paio di settimane prima di partire per il tour, ma devo
ricordarti che eravamo tutti professionisti nel nostro campo. Non c’è voluto
molto per prepararlo. Quando è partito il tour, è stata la solita routine.
Viaggiavamo fino alla prossima città. Una volta là, facevamo un sound check
al pomeriggio. Questo non significa che provavamo: controllavamo l’acustica
della stanza e bilanciavamo i suoni. Tornavamo poi in hotel per uno spuntino
e per cambiarci d’abito; poi al teatro per il concerto. Dopo il concerto, ci
trovavamo nella camera di qualcuno e parlavamo di com’era andata la serata,
ascoltando la registrazione del concerto di quella sera. Penso che sia stato
allora che ci siamo accorti che c’era qualche “boo!”
D:
Dai film su Dylan che ho visto, ho sempre avuto l’impressione che ci fosse
una sorta di barriera intorno a lui che teneva la gente a distanza, amici e
amanti comprese. Cosa ne pensi?
R:
Non me ne sono mai accorto. Albert Grossman non permetteva al pubblico di
avvicinarsi mai troppo, ma questo non succedeva con noi . Eravamo
tutti amici di Bob ed eravamo quelli più vicini a lui. Amanti? Non ne ho
idea.
D:
Puoi dirci qualche cosa sulla vita in tour con Bob? In "Don't Look Back"
sembra che Bob sia una sorta di poeta, nel senso tradizionale del termine,
che passava il tempo a cantare canzoni o a battere a macchina delle storie.
Non si vedono spinelli o nessun altro tipo di droga a parte il vino, non si
vedono groupies… Tuttavia, Joan Baez dice che la vita in tour era del tipo
“rock’n’roll selvaggio”, cosa che non le piaceva.
R:
Non ero in Don’t Look Back, quindi non so cosa sia successo allora, ma posso
dirti che Bob ci ha detto che Joan Baez era scocciata dal fatto di non
essere in questo tour. Ho avuto l’impressione, da Bob, che Joan volesse
essere di più per Bob di quello che Bob voleva che lei fosse.
D:
C’è qualche ricordo divertente di Dylan che vuoi raccontarci?
R:
Molte sere, io e Bob parlavamo per ore, fino al mattino. In particolare,
ricordo che una notte io e Bob avevamo fame e ce ne siamo andati in giro in
Rolls Royce in cerca di un chiosco di hot dog. È stato abbastanza
divertente: io e Bob al bancone, che ci mangiavamo un hot dog alle 4 del
mattino e nessuno intorno a vedere Bob che si mangiava un panino.
La
carriera cinematografica di Mickey
Padre di cinque figli e felicemente sposato,
inizia la sua carriera nella musica come batterista di artisti come Trini
Lopez, Johnny Rivers e Bob Dylan – rimpiazzando l'originale batterista Levon
Helm -. Dopo essere entrato nella band The First Edition con Kenny Rogers e
aver registrato numerose hits internazionali comincia anche ad apparire nel
piccolo schermo in telefilm come Rollin' on the River (1971) e L'incredibile
Hulk (1978-1981), nel ruolo di se stesso. Nel 1976, si prende una lunga
pausa, durante la quale cerca di sviluppare un altro sogno nel cassetto:
diventare un attore. Ricomincia dalla televisione e dai serial: Charlie's
Angels (1979) di Lawrence Dobkin con Cheryl Ladd, Hazzard (1979), Galactica
(1980) di Sidney Hayers, lo spin-off Flo (1980) con Polly Holliday, i film
tv The Dream Makers (1975) di Boris Sagal con Ron Rifkin, Corri mamma corri
(1978) di Richard T. Heffron con Joanne Woodward e Lacy and the Mississippi
Queen (1978) di Robert Butler con Christopher Lloyd.
Il debutto cinematografico è invece con Steve McQueen nella pellicola di
William Wiard Tom Horn (1980), seguito da Nessuno ci può fermare (1980) di
Sidney Poitier con Gene Wilder e Richard Pryor. Ma il resto della carriera
sarà comunque legata al piccolo schermo e a minuscole partecipazioni a
telefilm di vario genere: dalla sitcom, al poliziesco fino all'action. Chips
(1980), Cuore e batticuore(1981), MASH (1981), The A-Team (1983-1985),
Visitors (1984-1985), La piccola grande Nell (1984), Alice (1985), ALF
(1986), The Colbys (1986) con Charlton Heston e Barbara Stanwyck,
L'ispettore Tibbs (1989), Tales from the Hollywood Hills – Natica Jackson
(1987) con Michelle Pfeiffer, Gunsmoke – Sfida a Dodge City (1987) e 21 Jump
Street (1989) con Johnny Depp.
La comparsa di Hollywood
Il ruolo della comparsa è quella che però sembra calzargli meglio, seppure
accanto a grandi attori come Sean Connery (Obiettivo mortale, 1982) o Burt
Reynolds (Il più bel casino del Texas, 1982), pellicole seguite
dall'esilarante National Lampoon's Vacation (1983), dal fantastico Starman
(1984) di John Carpenter con Jeff Bridges – che ritroverà ne Nadine – Un
amore a prova di proiettile (1987) -, da mediocrità come Alba selvaggia
(1985), L'occhio dietro il muro (1987), ma anche da film leggermente più
discreti come Ricercati – Ufficialmente morti (1987) con Nick Nolte, Lo
strizzacervelli (1988) con Walter Matthau, Se hai un dubbio… prendine due
(1988), Dead Bang – A colpo sicuro (1989) e Homer and Eddie (1989).
Gli Anni Novanta
Negli Anni Novanta, recita con Arnold Schwarzenegger e Sharon Stone nel
fantascientifico Atto di forza, passando a Dutch è molto meglio di papà
(1991), Costretto ad uccidere (1993), l'horror Night Trap – Nel cuore del
Maligno (1993), A Beverly Hills… signori si diventa (1993) e Omicidio nel
vuoto (1994). Non manca la televisione: Matlock (1992), Baywatch (1990-1992)
e una partecipazione frequente al telefilm prodotto dalla Disney
Quell'uragano di papà(1991-1999) con Tim Allen, Patricia Richardson, Earl
Hindman, Jonathan Taylor Thomas, Zachery Ty Bryan, Taran Noah Smith, Richard
Karn e Debbe Dunning. E ancora Un medico fra gli orsi (1992-1994), Una
bionda per papà (1993-1994), Sposati con figli (1996), Crescere che fatica
(1996-1999), Più forte ragazzi (1999), JAG – Avvocati in divisa (2001),
Lizzie McGuire (2002) e Providence (2002). Nella musica forse è ancora un
ruggente batterista, ma come attore deve accontentarsi di parti di contorno,
ma diretto da Michael Cimino come ne Verso il sole (1996) o accanto a Kevin
Costner in Tin Cup (1996)… e, perché no, diretto da Billy Bob Thornton in
Lama tagliente (1996) affiancato a John Ritter, Lucas Black e Robert Duvall.
Gli ultimi film di Mickey Jones come attore.
It came from outer space
Un film di Roger Duchowny con Brian Kerwin, Elizabeth Peña, Jonathan
Carrasco, Adrian Sparks, Bill McKinney, Dean Norris, Dawn Zeek, Lauren
Tewes, Mickey Jones, Jerry Giles, Howard Morris. Genere Fantascienza
produzione USA, 1996 Durata minuti circa.
Tin Cup
Un film di Ron Shelton con Kevin Costner, Don Johnson, Rene Russo, Mickey
Jones. Genere Commedia produzione USA, 1996 Durata 134 minuti circa.
Verso il sole
Un film di Michael Cimino con Anne Bancroft, Woody Harrelson, Jon Seda,
Talisa Soto, Zoe Trilling, Mickey Jones. Genere Drammatico produzione USA,
1996 Durata 120 minuti circa.
Lama tagliente
Un film di Billy Bob Thornton con Robert Duvall, J.T. Walsh, John Ritter,
Billy Bob Thornton, Dwight Yoakam, Mickey Jones. Genere Drammatico
produzione USA, 1996 Durata 119 minuti circa.
Omicidio nel vuoto
Un film di John Badham con Gary Busey, Wesley Snipes, Yancy Butler, Mickey
Jones. Genere Avventura produzione USA, 1994 Durata 101 minuti circa.
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