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I’M A LOSER |
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John Lennon and Bob Dylan
Fin dai primi giorni i Beatles si concentrarono principalmente sulla parte musicale e vocale delle loro canzoni. Dylan sarebbe diventato da lì a poco il primo artista ad influenzarli come paroliere. Si sentivano attirati da Dylan perché le sue parole erano importanti tanto quanto le sue musiche. * Lo stile personale e intenso di Dylan, era in grande contrasto con i testi popolari delle canzoni del tempo. John, che aveva scritto poesie e brevi racconti per anni, disse che l’ascoltare Dylan lo entusiasmava in modo particolare. Tuttavia, è stato il giornalista britannico Kennett Allsop a convincere Lennon che non ci deve essere una grande differenza tra quello che scriveva come poesie e brevi racconti e i testi delle sue canzoni. John disse: <<Invece di proiettarmi in situazioni particolari, cercherò di esprimere cosa sento dentro di me, come ho fatto nei miei libri.>>
Allsop, scrittore per il Daily Mail, lavorò anche per la BBC nel programma “Tonight” e incontrò John durante un’intervista sul libro di Lennon “In his own write“ il 23 marzo 1964. Più tardi si incontrarono ancora al Dorchester Hotel, in Park Lane a Londra. Allsop aveva 44 anni al tempo e sarebbe di lì a poco diventato una delle facce più note della televisione britannica. Anni più tardi, John raccontò a Elliot Mintez che quell’incontro aveva segnato un’importante svolta per la sua carriera di paroliere: <<Ero molto nervoso quel giorno e a causa di questo parlavo senza interruzione. Allsop mi aveva detto di non essere stato particolarmete colpito dalle canzoni dei Beatles perché tendevano ad essere “she loves him, I love her, they love her, I love her” (lei lo ama, lui la ama, loro lo amano, io la amo) ma il mio libro gli era piaciuto molto e mi suggerì di provare a scrivere qualcosa di autobiografico, basato sulla mia personale esperienza. Questo toccò un tasto molto importante dentro di me.>> “I’m a loser” è stato il primo frutto dell’incontro con Allsop. Non era un cambio di direzione completo, perché John aveva già scritto canzoni su se stesso altrettanto tristi e solitarie, ma in “I’m a loser” è ancora più evidente il suo lasciarsi andare e mostrarsi per quello che era veramente. Tuttavia, al tempo, ammise subito l’influenza di Bob Dylan su “I’m a loser” dicendo <<Chiunque sia uno dei migliori nel suo campo, come è Dylan, è destinato a influenzare le persone. Non mi stupirei se anche noi avessimo avuto influenza su di lui.>>
* Mentre era a Parigi nel gennaio 1964, Paul udì per la prima volta “Freewheelin Bob Dylan” e lo portò all’attenzione di John. °°°°°°°°°°°
John firma un'autografo a Mark David Chapman che lo ucciderà cinque ore più tardi sparandogli cinque colpi di pistola , quattro colpiranno l'ex-beatle , il quinto invece lo mancherà , riporto da wikipedia : il
lussuoso palazzo in cui
Niente libertà vigilata per
l'assassino di Lennon
Secondo molti, Chapman era un ipno killer, agiva sotto il
controllo mentale della CIA, e l’omicidio di Lennon era stato commissionato
a causa dell’importanza politica del cantante inglese.
Per cui, tirando le fila del discorso, Chapman non verrà mai
rilasciato, una sana seduta di ipnosi regressiva potrebbe svelare il
controllo mentale e portare alla luce il complotto.
L’omicidio di Lennon, sarebbe parte di un rito propiziatorio, infatti, la sua morte e l’ascesa di King sono eventi quasi contemporanei. °°°°°°°°°John Lennon - Utopia di una rockstar clicca quiby Dean Spencer
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