MAGGIE'S FARM

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Intervista a Dylan su “Hearts of fire”

 

 

Parlaci di “Hearts of fire”, l’hai mai visto? E come sei stato coinvolto?

No, non è mai uscito negli USA, ma il mio agente mi ha detto che il regista stava pensando a me per il ruolo di Billy Parker.

Allora hai letto il copione… e cos’hai pensato?

Ho pensato che fosse terribile! Una storia senza senso: non c’era niente che suonasse veritiero.

E allora perché hai accettato?

Solo per i soldi. Perché se no l’avrei fatto?! Mi hanno pagato probabilmente tanto quanto DeNiro o Pacino per un ruolo! Come potevo rifiutare?!

Hai preso lezioni di recitazione prima di iniziare a girare?

No, ma forse avrei dovuto; ma comunque non avrebbe fatto differenza: la storia per me era incomprensibile.

Cosa pensi di Fiona? (la star del film)

Beh, lei e Richard Marquand mi sono venuti a trovare per convincermi ad accettare il ruolo. Non la conoscevo, ma pensavo che lei dovesse essere una grande cantante o attrice, dato che l’intero film ruotava intorno a lei!! Come una sorta di star non ancora scoperta… o qualcosa del genere. Ma il fatto che non la conoscessi non significa nulla.

Come ti ha definito il tuo ruolo Marquand?

Non c’era molto da definire: parlava di un rock’n’roller ormai dimenticato o in pensione, o comunque di qualcuno che era stanco del music business. Ma non c’era nessuna storia particolare dietro al mio personaggio.

Eri entusiasta dell’idea?

Non molto. Non mi riuscivo ad identificare con nessun personaggio della storia. Marquand disse che mi avrebbe facilmente guidato nel mio ruolo, ma questo non ha significato niente per me, in nessun senso… però mi sono sforzato di ascoltarli, anche se la cosa mi sembrava abbastanza surreale. Più tardi ho ricevuto una chiamata che diceva che tutti si erano ormai fissati su di me per il ruolo… e i soldi che mi avrebbero dato erano una cosa esagerata!

Avete fatto delle prove?

Oh, si, a Londra, ma l’unico ragazzo che aveva avuto esperienze da attore era Rupert Everett, che era l’unico vero attore sul set.

Lui ti ha aiutato in qualche modo?

Scherzi?! Eravamo ubriachi la maggior parte del tempo!

E’ stato davvero così “tragico”?

Gli autori hanno deciso di non staccarsi minimamente dal copione –e siccome era terribile non noi avevamo nessun tipo di controllo sulle nostre scene.

Non hai mai provato a cambiare nessuna battuta o dialogo?

Oh si, avevamo provato qualche mese prima che iniziassimo a girare; io e Elliot Roberts –che mi rappresentava all’epoca- avevamo invitato Marquand e lo sceneggiatore Joe Eszterhas a venire a trovarci mentre eravamo in tour con Tom Petty. Avevamo cambiato delle battute da soli, ma anche realizzato che se le mie battute sarebbero cambiate troppo allora anche gli altri personaggi avrebbero dovuto adattarsi! Tutto ciò che stavamo cercando di fare era provare a far diventare il film più chiaro al pubblico… era divertente provarci, ma troppo complicato per entrambi da realizzare, effettivamente! Stavamo solo facendola diventare una commedia! Speravamo che Eszterhas potesse capire il nostro punto di vista e magari rivedere il copione: magari aggiungendo un assassinio, delle scene di sesso o un inseguimento in macchina… Qualsiasi cosa, pur di rendere “vivo” il film!

E qual è stata la loro risposta?

Non ricordo a dir la verità, ma credo fossero stati un paio di sguardi spenti… Marquand era un gallese molto a modo, parlava come Richard Burton, era un uomo elegante.

Eszterhas invece era molto diverso: lo chiamavano “l’ungherese matto”. Aveva scritto Basic Instinct e Flash Dance, ma sembrava più un hell’s angel che uno sceneggiatore! Era difficile immaginare questi due personaggi anche solo stare nella stessa stanza insieme!! Non so che cosa abbiano pensato dei nostri suggerimenti, ma non è cambiato niente!

Che cosa suggerivi di cambiare, ti ricordi?

Elliot e io pensavamo che alcuni personaggi erano da modificare, tipo quello di Rupert.

James Colt?

Si, James Colt, ecco il nome! Ti ricordi meglio di me! Pensavamo ad una rockstar anni ’70, un tipo alla David Bowie, uno che scoprisse le sue carte da subito (cioè che era gay) potesse essere un personaggio più “profondo” e avrebbe potuto far relazionare anche gli altri personaggi a lui in modo diverso.

E il personaggio di Fiona?

Che parte aveva?

Molly!

Ah, si, Molly! Abbiamo pensato anche alla storia del suo personaggio: credevamo che se avessimo aggiunto una storia di molestie sessuali avute da bambina (magari anche da un familiare), avrebbe portato in scena un personaggio più completo e meno innocente quando doveva girare scene con me o Rupert…

E tu, Billy Parker?

Con Billy Parker abbiamo lavorato in maniera più primitiva, la sua storia poteva essere del tipo: quando era una grande star ha spostato la sua cugina tredicenne e perso la grazia, sia con l’industria discografica, sia con il pubblico.

Scherzi, vero?

No, non scherzo! Quella sarebbe stata una motivazione genuina per essere sempre così incazzato e svogliato –o qualsiasi cosa si aspettassero che fosse.

Le tue idee sono cadute nel vuoto…

Si, mi sa che non ci hanno sentito. Ci hanno guardato come fossimo matti. Non credo avessero alcuna intenzione comunque di cambiare niente. A loro piaceva il loro film esattamente com’era. Sono venuti a trovarci solo per cortesia.

Ma sei andato avanti e l’hai fatto comunque…

Si, beh, perché no? Era l’unico modo per sentire Fiona cantare…

Pensi che gli studios avessero grandi aspettative per questo film?

No, no. Era solo una sorta di “suicidio” lavorativo per qualcuno… Il regista stesso è morto circa la sera della prima del film a Londra!! Mi è sempre sembrata strana questa cosa…

(Dean Spencer News)