MAGGIE'S FARM

sito italiano di BOB DYLAN

 

 

i fantaracconti Dylaniani

Coda di volpe

 
 

Avevo litigato con mio padre , testa di mulo Irlandese , così avevo deciso di andarmene di casa , all’avventura , in cerca di qualcosa di diverso , stanco di una vita polverosa. Dico polverosa perchè abito a Mexicali , all’inizio del grande deserto rovente , con le sue leggende Navajo , la più nota racconta che ogni cento anni nel deserto infuocato nasce una rosa , chi la trova vivrà felice per tutta la vita , io non l’avevo mai trovata la rosa . Mio padre aveva un piccolo shop di souvenirs indiani , cattura-pensieri , denti di crotalo , calumets della pace , abbigliamento indiano , cose per i turisti , ma gli affari non giravano bene , si trascinavano stancamente sotto il sole rovente di Mexicali , e per me non c’era futuro in quel luogo dimenticato da Dio , dove un Navajo vive di quello che il deserto offre , dove un bianco può morire nel giro di 48 ore.
Avevo suonato chitarra e banjo in piccoli gruppi locali , ma sapevo che come musicista non avrei mai sfondato ! Saltato a bordo del mio suburban , cominciai a guidare verso l’ignoto , esattamente non sapevo dove andare , non seguivo un percorso programmato, seguivo gli occhi , loro mi guidavano , senzazioni istantanee , visive , gli occhi analizzavano il paesaggio che mi circondava , andavo dove piaceva a loro , dove lo sguardo si sposa con la fantasia , la mente col paesaggio , i pensieri con la natura , come se volessero rifiutare la civiltà. Sensazioni ancestrali, abbastanza infantili , ma in quel momento per me importanti , volevo andarmene e lo stavo facendo seguendo i miei sogni di bambino , come se invece di un suburban fossi in sella ad un mustang impazzito , alla ricerca di non so che cosa.
Passai il confine con l’Arizona , con i suoi sterminati pianori dove non c’è niente , terre ancora selvagge che ti affascinano , che fermano il tempo , incapaci di stare al passo con la civiltà , meglio , proprio quello che stavo cercando , buttato alle spalle il passato affrontavo il futuro con ottimismo.
Passati i monti del Cimarron puntai su Phoenix e Flagstaff , e dopo qualche ora passai il confine col New Mexico diretto verso Albuquerque.
Avevo intenzione di guidare ancora per qualche ora prima di fermarmi in qualche motel per riposare.
Stavo fischiettando un motivetto che mi era venuto in mente e che mi piaceva , poteva uscirne qualcosa di buono , forse una canzoncina , quando sul bordo della strada , accanto ad un vecchio pick-up Ford grigio e pieno di ammaccature , un ragazzo , occhiali scuri e una gran massa di capelli riccioli nascosti sotto un cappello da cow-boy Sloop John B. , faceva il segno dell’autostop. Frenai fermandomi proprio davanti a lui.
“ Che ti è successo ?” gli chiesi.
“ Finito l’olio , motore fuso , andato , dannazione !”.
Guardai il vechio pick-up , “ Non hai perso molto “ dissi ridendo.
“Già..”
“ Prendi la tua roba e sali”.
L’uomo si avvicinò al furgoncino , prese una valigetta ed una custodia rigida per chitarra , buttò tutto sul sedile posteriore della mia auto e salì.
“ Mi chiamo Coda di volpe , sono nato e abito a Mexicali” dissi.
“ Jake , Jake Frost , Santa Ana California” rispose l’uomo “ Dove sei diretto ?”
“ Non lo sò – risposi , lontano “.
“ Mhhh...che vuol dire esattamente lontano ?”
“ Non te lo saprei dire , lontano da qualcuno e da qualcosa”.
“ Bella risposta , ci si potrebbe fare un romanzo.....FBI. , CIA ?”.
“ No – risposi ridendo – solo mio padre , dice che perdo il mio tempo con la chitarra ed il banjo e che se continuo così non diventerò mai nessuno”.
“ Non si può mai dire , indiano ? “
“ Mezzosangue , mia madra è una Navajo e mio padre è Irlandese”.
“Perchè ti fai chiamare Coda di volpe ?”
“Mia madre mi chiamava così da piccolo , vecchie tradizioni , ormai sono abituato , non mi dispiace quel nome”.
“E tuo padre ?”.
“Lui si chiama McLoud , Harlam McLoud , ed io Jason , abbiamo un piccolo negozio di souvenirs per i turisti giù al villaggio ma si fa la fame , così ho deciso di tentare l’avventura , lavoro non ce n’era , poi un bastardo di indiano non lo vuole nessuno , nemmeno per pulire i cessi delle stazioni di benzina”.                                                                                                       “ Non andremo mai abbastanza lontano per liberarci di questi pregiudizi e vivere la nostra vita , come le foglie portate dal vento spaziamo nel cielo , attraversiamo pianure , montagne e vallate , deserti e praterie , e quando ci posiamo loro sono lì , ci guardano e dicono “ Dove cazzo sei stato sporco indiano? – scosse la testa ridendo – Pensi di tornare ?”.
“ Chi può dirlo , sei un poeta ?”.
“ Non nel vero senso della parola , mi piace scrivere e ho delle idee , un pò alla Rimbaud , non mi porteranno lontano..”
“ Chi è questo Rimbaud ?” gli chiesi.
“Uno che chiamavano il poeta maledetto , contropoesia....esasperazione delle cose...sballato....finocchio...grande testa...morto giovane”.
“ Mai sentito....suoni la chitarra vedo...”.
“ Si , mi tiene compagnia e mi aiuta a non perdermi nel nulla...”
“ Cazzo , credevo di essere il solo ad avere problemi..”dissi.
“ Tutti hanno problemi , ricchi e poveri , forse i poveri ne hanno meno...”.
“ Preferiresti essere povero ?”.
“ Ti sembro ricco ? Non era una Cadillac quella che mi ha mollato in mezzo al deserto”.
“ Certo , quel camioncino valeva si e no duecento dollari , però mi piacerebbe provare ad avere i problemi dei ricchi” dissi.
“ Un ricco è una persona strana , uno che ti dice cosa fare , cosa dire , dove andare...tutte queste cose insomma...uno che prende decisioni al tuo posto....come se la tua vita fosse sua...come succedeva nel Sud con gli schiavi....o forse potremmo dire come succede nel Sud....come succede nel nord con gli indiani......non credo che le cose siano cambiate di molto dopo la guerra civile e le guerre indiane.....sono cambiati i metodi ma il risultato è sempre quello”.
“ La vedi sempre così nera ?” gli chiesi.
“ No , è solo la realtà che è nera , solo che io cerco di vederla grigia , forse per ottimismo”
“Già , senti Jake , nella borsa frigo sul sedile posteriore ci sono birre fresche , ne dai una anche a me ?”.
“ Ottima idea....Coda di volpe , con questo caldo una birra gelata è proprio Shangri-là”.
“ Che sarebbe questo Shangri-là ?”.
“Mhhh....è un paese immaginario.....irreale....che non c’è in pratica....esiste solo nella fantasia dei sognatori...roba da idealisti....romanzieri....e ricchi , per loro è sempre Shangri-là......ti spiace se cerco di fare un pisolino ?”.
Così , mentre Jake dormiva , io guidavo verso l’avvenire fischiettando allegro quel motivetto che avevo in testa , avevo trovato anche un compagno di viaggio , diceva cose fuori dall’ordinario , ma mi piaceva quel che diceva e come le diceva , davvero un gran bel tipo quel Jake Frost di Santa Ana California.
Ci fermammo ad un motel per la notte , dopo aver mangiato qualcosa , ci sedemmo sotto il portico con le nostre chitarre .
“ Com’era quel motivetto che fischiettavi in macchina ? “mi chiese Jack.
Glielo fischiettai di nuovo.
“ Buono , hai anche le parole ?”.
“Cazzo Jack , non scrivo canzoni , suono la chitarra ed il banjo e male anche , poi è solo un motivetto e niente più”.
“Potrebbe diventare una canzone se ci scrivi le parole” disse lui.
“ Non sono capace , fallo tu se ti piace , non ho niente in contrario”.
“Avevi per caso pensato a qualcosa ?”.
“Avevo in mente la Highway 61, il refrain si sposa bene con le parole “down on the Highway 61”.
“Vero , mancano solo le strofe - disse Jack – forse le scriverò, OK?
“OK , andiamo a dormire , domani sarà un’altra giornata di fuoco , ricordiamoci di fare il pieno di birre prima di partire”.
Ci svegliammo presto , la brezza mattutina era piacevole da sentire sul volto , caricammo le nostre cose e via di nuovo verso il futuro.
Jack si accorse del mio strano modo di procedere.
“ Non hai una meta precisa ?” mi chiese.
“ No , vado dove mi portano gli occhi , tutto quello che mi incuriosisce voglio vederlo”.
“Ottima idea – disse Jack – mi piace questo tuo modo di fare molto neorealista , ai confini del surreale , sempre in bilico fra realtà e la fantasia sfrenata , senza inibizioni , come un fiume in piena che scorre lento verso il mare senza sapere dove il mare lo porterà , come un fulmine che cade dal cielo e non sà dove andrà a fermarsi . Visioni bibliche del domani , senzazioni reali dei tempi che stanno per cambiare , una nuova guerra , James Dean , Elvis , il rock n’ roll , questa è la nuova frontiera , la nuova dimensione della vita che ci attende al confine del passato , al crocevia col futuro , la società stà cambiando rapidamente e noi con essa , dove va lei andiamo noi , piccoli granelli di sabbia trasportati non sappiamo dove dal vento che alimenta la vita , in attesa del nuovo diluvio , della nuova caduta di Babilonia , con gli angeli della vendetta pronti a distruggere l’empietà della razza umana.”
Guardai Jake con gli occhi strabuzzati “ Parli sempre così ? Non ho capito un cazzo di quello che hai detto, però mentre ti ascoltavo senza capire quello che stavi dicendo , ero come trasportato in un mondo irreale , le tue frasi hanno generato delle visioni nella mia mente , cazzo Jake , diventerai un grande !”.
“Non so , a volte le parole vengono fuori da sole , come se le avessi sempre avute dentro il cervello , solo che non sono in grado di contrallarle , quando vengono fuori non posso oppormi , comandano loro”.
“ Sai scivere una canzone ?” gli chiesi.
“ Sto facendo allenamento , sono un musicista ed un poeta all’inizio della strada , per ora mi accontento di prendere le melodie dei vecchi traditionals e cambiare le parole , a volte modifico leggermente la melodia originale e qualcosa riesco a tirar fuori”.
“ Me ne canteresti qualcuna?” gli chiesi spegnendo la radio.
“ Va bene” disse prendendo la chitarra.
Io guidavo rilassato e Jake cantava le sue canzoni , chissà dove ci avrebbe portato la strada.
“Tutte canzoni tue?” gli chiesi quando ebbe finito il piccolo concerto.
“ No , sono di Bob Dylan “ rispose lui.
“ Mai sentito , chi cazzo è questo Bob Dylan ?”.
“ Sono io – mi disse Jake – Bob Dylan è il nome che ho scelto quando diventerò un cantante a tutti gli effetti , anche Jake Frost è inventato , è un nome momentaneo , capisci..?”.
“ Mhhhh...capisco , e il tuo vero nome ?”.
“Robert Allen Zimmerman , di Duluth , Minnesota “.
“Cazzo Jake , che idea , cambierò nome anch’io , Coda di volpe diventerà.......Abramo Jefferson......che ne dici ?....suona bene ?”.
“ No , è una vera merda , un nome da schiavo , non da fiero indiano , vuoi chiamarti come uno schiavo ?”.
“ No , ma non ho molta fantasia per i nomi “.
“Allora McCloud va bene , McCloud Coda di volpe suona bene...”.
“ Mi piace , McCloud Coda di volpe , mi sta bene , sembra il nome di uno di quegli indiani ricchi che hanno trovato il petrolio su nel Texas ”. Jake prese due birre dal frigo “ Alla salute e alla fortuna di McCloud Coda di volpe”.
“D’accordo Jake , alla nostra , alla mia e alla tua......e a quel.....come si chiama.....?
“ Bob Dylan “
“Alla salute di Bob Dylan - dissi ridendo – se diventerai ricco ricordati di me “.
Passò qualche anno da quell’incontro , avevo quasi scordato Jake del quale avevo ancora l’indirizzo scritto da qualche parte . Nel frattempo, il mio occasionale compagno di quel viaggio , Jake Frost , vero nome Robert Allen Zimmerman di Duluth Minnesota , aveva sfruttato la sua occasione col nome di Bob Dylan , era passato il treno giusto e lui ci era saltato su , adesso , dopo un paio di dischi , era considerato il più promettente cantautore americano , “la voce della sua generazione” lo chiamavano. Non avevo mai raccontato a nessuno di quel viaggio , tanto non ci avrebbero mai creduto.
Stavo passando davanti ad un negozio di dischi , un manifesto in vetrina diceva - Il nuovo disco di Bob Dylan “ Highway 61 Revisited ” , entrai e lo comprai.
La sera lo ascoltai in compagnia di alcuni miei amici e quando sentii la canzone che dava il titolo all’album esplosi in un urlo.
Gli altri mi guardarono come se fossi stato uno scemo impazzito improvvisamente.
“ La canzone è OK – disse uno di loro – ma non mi sembra il caso di mettersi ad ululare come un coyote”.
Sapevo di aver fatto la figura del cretino , ma decisi di non dire niente per chè non volevo che oltre al cretino mi dessero anche del bugiardo.
Bene , passò qualche mese , una mattina Morrison , il postino , mi avvisò che c’era una raccomandata importante per me. Andai all’ufficio postale e la ritirai , chiedendomi quale nuova rogna potesse portarmi quella missiva.
La aprii , conteneva un assegno di 50.000 dollari !
La lettera che l’accompagnava diceva “ Te li sei meritati Coda di volpe , fatti una Cadillac , quel suburban era una vera merda , Bob Dylan “.
 

( A man with no name )